Riscaldamento urbano n 55 giugno 2014

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Tecnedit srl - via delle Foppette, 6 - 20144 Milano - Il Riscaldamento Urbano - Trimestrale - anno XXIX - N. 55 - giugno 2014

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AIRU - Associazione Italiana Riscaldamento Urbano

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Riscaldamento Urbano 3

Novità, scadenze urgenti, incognite.Da dove iniziare?

EDITORIALE

Mai incipit di editoriale fu più me-ditato, rimuginato, rigenerato!Il teleriscaldamento, figlio di un dio minore, sta diventando tema “caldo” e come tale in-fervora gli animi. In questi giorni è accesa discus-sione presso le Commissioni camerali di competenza sullo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva sull’efficienza energetica: per

quanto ci riguarda, regolare il servizio di teleriscalda-mento oppure no? Perché tale discussione? L’Autorità per la Concorrenza ed il Mercato aveva già dato il suo parere. Dopo una lunga ed approfondita indagine, che l’ha vista impegnata per più di due anni, ha espresso la sua opinione su possibili distorsioni della concorrenza connessi ad una regolamentazione del servizio di tele-riscaldamento. Su questo aspetto si innesta la diatriba.La direttiva europea dice espressamente che il teleriscal-damento presenta significative possibilità di risparmio di energia primaria largamente inutilizzate nell’Unione e che quindi tale tecnologia va estesa tenendone conto nella predisposizione dei piani energetici di sviluppo qua-le strumento fondamentale.Il decreto legislativo spinge verso altre direzioni…E in questa incertezza i gestori devono dal 23 giugno co-municare alle camere di Commercio l’anagrafica dei misuratori di calore e da quella data scattano i controlli periodici e casuali attivati dalle Camere stesse.Ma non tutte le Camere sono pronte, anzi molto poche. Cosa fare? La scadenza è imminente.L’incertezza è certa.Il futuro quindi non è noto. I confini non sono determinati.Nonostante ciò, il teleriscaldamento cerca di crescere con iniziative brillanti.Un esempio recente, l’estensione della rete di Este che, re-cuperando il calore di scarto degli impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili situati presso la piattaforma che svolge le attività di raccolta, differenziazione, riciclo e smaltimento di rifiuti urbani, amplia l’utenza aumentando il beneficio energetico ambientale per la comunità.Queste iniziative rappresentative della realtà italiana vanno certamente sostenute, incentivate per poterle diffondere su tutto il territorio nazionale.

ILARIA BOTTIO

ORGANISMI AIRUPRESIDENTEFausto FERRARESIGruppo Hera SpA

VICE PRESIDENTIPaolo GALLIANO – EGEA SpA AlbaAndrea PONTA – IREN Energia SpALorenzo SPADONI – A2A SpA

CONSIGLIOAlfredo AMMAN – AMGA SpA – LegnanoGiorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl – MilanoFiorenzo BASSI – AEM Gestioni Srl – CremonaRenzo CAPRA – Socio individuale – BresciaFrancesco CARCIOFFO – ACEA Pinerolese Industriale SpA – PineroloDavide CATTANEO – ALFA LAVAL SpA – MonzaPier Giorgio FRAND GENISOT - SIEMENS SpAAlberto GHIDORZI – socio individualeMario MOTTA – POLITECNICO di MilanoDip. Di energia – MilanoEnrico RAFFAGNATO – TEA Sei Serl – MantovaFrancesco VALLONE – COGENPOWER SpABorgaro Torinese

GIUNTAFausto FERRARESI – Gruppo HERA SpAAlfredo AMMAN – AMGA SpA – LegnanoGiorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl – MilanoPaolo GALLIANO – EGEA SpA – AlbaAndrea PONTA – IREN Energia SpAMario MOTTA – POLITECNICO di MilanoDip. Di energia – MilanoLorenzo SPADONI – A2A SpA

REVISORI DEI CONTILuigi ANDREOLI – Socio individuale – MilanoMauro COZZINI – Socio individuale – MilanoMatteo LICITRA – Socio individuale – Milano

PROBIVIRILorenzo CASSITTO – Politecnico di MilanoAngelo MOLTENI – KLINGER SpA – Mazzo di RhoLuca VAILATI – ASTEM Gestioni SrL – Lodi

SEGRETARIO GENERALE Ilaria BOTTIO

SEGRETERIANunzia FONTANA

PAST PRESIDENTSCesare TREBESCHIEvandro SACCHILuciano SILVERIPaolo degli ESPINOSAGiovanni DEL TINFrancesco GULLI’

COMITATI DI STUDIOSottostazioni d’utenza e misura del calore. Linee guida e qualitàPresidente: Sonia BERTOCCI – AES Torino SpA

Valorizzazione dell’energia termicaPresidente: Alfredo AMMAN – AMGA SpA – Legnano

Risorse TerritorialiPresidente: Sara MORETTI – Gruppo IREN SpA

Distribuzione del vettore termicoPresidente: Alessandro MODONESI – A2A SpA

Smart CityPresidente: Marco CALDERONIPolitecnico di Milano Dipartimento di energia

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Riscaldamento Urbano 5

SOMMARIO

LA VOCE DEI COMITATI DI STUDIO AIRU

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Una scelta di sostenibilità per la comunità di Este Giuseppe Stabile

I contatori di caloree la norma UNI EN 1434Remo Mendolicchio

Comitato sottostazioni d’utenza e misura del calore. Linee guida e qualitàMatteo Gandolfi e Roberto Ranieri

Una rete di caloreai piedi dei colli EuganeiRoberto Picello

Quali regole per lo sviluppo

Comitato distribuzione del vettore termicoAlessandro Modonesi

Comitato smart citiesMarco Calderoni

LA VOCE DELLA GEOTERMIA

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Notiziario UGI Anno XIIIGiugno 2014 - n. 38

Alcune rifl essioni sull’uso sostenibile delle risorse Walter Grassi

Informazioni dal Consiglio IGABruno Della Vedova

L’Associazione Geotermica Internazionale compie 25 anniBruno Della Vedova

Notizie brevi dall’Italia e dall’esteroRaffaele Cataldi

GIUGNO 2014

DIRETTORE RESPONSABILEAlfredo Ghiroldi

COORDINAMENTO EDITORIALEIlaria Bottio (coordinamento)Nunzia Fontana (segreteria)

COMITATO DI REDAZIONEAlfredo AmmanGiorgio AnelliSonia BertocciMarco CalderoniPaolo Di PinoAlessandro ModonesiSara Moretti

SEDE LEGALEPiazza Trento, 1320135 Milano

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEPiazza Luigi di Savoia, 2220124 MilanoTel. 02 45412118Fax 02 [email protected]@airu.itwww.airu.it

REDAZIONE

Tecnedit SrlVia delle Foppette, 6 – 20144 MilanoTel. 02 36517115Fax 02 [email protected]@tecneditedizioni.itwww.tecneditedizioni.it

PUBBLICITÀTecnedit SrlVia delle Foppette, 6 – 20144 MilanoTel. 02 36517115Fax 02 [email protected]@tecneditedizioni.it

PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE E FOTOLITOTralerighe, Milano

STAMPABonazzi grafi ca - Sondrio

Autorizzazione del tribunale di Milano n. 521 del 23/6/89

Copyright: “il riscaldamento urbano”

La direzione non è responsabile dei testi redazionali, delle opinioni esprese dagli autori, né dei messaggi pubblicitari pubblicati in conformità alle richieste dell’inserzionista e declina, pertanto, ogni responsabilità per eventuali omissioni ed errori contenuti in questa edizione. Tutela della privacy: la rivista viene inviata in abbonamento. E’ fatto salvo il diritto dell’interessato di chiedere gratuitamente la cancellazione o la rettifi ca dei dati ai sensi della legge 675/96.

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6 Riscaldamento Urbano

Una scelta di sostenibilità per la comunità di Este

Intervista a Giancarlo Piva, sindaco del comune di Este, un piccolo borgo in provincia di Padova, sullo sviluppo del teleriscaldamento e sul ruolo di questa tecnologia nelle politiche ambientali della sua amministrazione.

Giancarlo Piva

Quando è nato il progetto del teleriscalda-mento nel Comune di Este?Il progetto è nato nel 2002, quando la Giun-ta Comunale ha approvato il piano genera-le del primo stralcio della rete a servizio del territorio comunale, che è stato realizzato nel corso del 2008. Attualmente è in corso la costruzione del secondo stralcio dell’infra-struttura, che servirà altre utenze pubbliche e private poste nella zona Sud-ovest dell’abi-tato. La rete si svilupperà anche in direzione Est, lungo la ex SR 10 Padana Inferiore, per portare il servizio alla nuova casa di riposo in Via Restara e al vicino polo scolastico e ri-creativo tra Viale Fiume e Via Molini. Inoltre, è allo studio il terzo stralcio, che prevede un consistente intervento per servire sia una par-te del centro storico sia una parte del quar-tiere Meggiaro.

Quali sono state le motivazioni per le quali lei, come primo cittadino, ha scelto per la sua comunità di intraprendere questa strada?Abbiamo fatto una scelta di effi cienza a vantaggio di tutta la comunità. Il teleriscal-damento è infatti una tecnologia molto conveniente sia sotto l’aspetto economico sia sotto l’aspetto ambientale. A questo si aggiunge la necessità e la volontà di contri-buire in modo signifi cativo alla riduzione del-le emissioni climalteranti nell’atmosfera, altro benefi cio che questi sistemi consentono di ottenere.

Quali saranno i benefi ci ambientali per la collettività?La rete è alimentata dal calore di scarto de-gli impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili situati presso la piattaforma della società S.E.S.A. S.p.A., che dal 1998 svolge le attività di raccolta, differenziazione, riciclo e smaltimento di rifi uti urbani, con recupero

energetico dai vari processi. In questo am-bito, S.E.S.A. si è dotata, tra l’altro, di 4 biodi-gestori anaerobici, per una potenza di 1 MW ciascuno, per il recupero del calore di scarto derivante dai processi industriali, tra i quali, fondamentale, quello di compostaggio. A supporto della centrale è attiva anche una caldaia a gas metano.L’intervento ha dato ottimi risultati sia tecnici che ambientali, utilizzando calore di scarto che altrimenti andrebbe disperso nell’am-biente, riducendo le emissioni e i costi ener-getici legati al riscaldamento. Ad oggi, con la rete del primo stralcio è stimata una ridu-zione delle emissioni CO2 di oltre 2.000 ton-nellate annue, mentre con la realizzazione del secondo e terzo stralcio si otterrà un’ul-teriore riduzione annuale di emissioni di 3.000 tonnellate.

I cittadini come hanno accolto l’iniziativa?I primi cittadini che si sono allacciati alla rete sono molto soddisfati per il benefi cio sia economico sia ambientale del nuovo ser-vizio. Abbiamo cercato di coinvolgerli il più possibile in questo progetto, con assemblee pubbliche e, successivamente, con incontri individuali con i tecnici incaricati di spiega-re la tecnologia e i benefi ci dell’intervento. Un’attività ben svolta dal momento che non abbiamo riscontrato nessun genere di oppo-sizione. Anzi, c’è una certa aspettativa posi-tiva sul proseguo d’estensione della rete. Lo stesso discorso vale per l’impatto dei lavori sulla viabilità cittadina, che non ha generato proteste.

Quali aree copre il servizio?Il primo tratto entrato in servizio ha uno svilup-po di 6,5 km per una potenza di picco com-plessiva di 8 MWt. Il servizio, in concessione alla società S.E.S.A Spa, partecipata al 51%

Giuseppe Stabile

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Riscaldamento Urbano 7

dal Comune di Este, copre anche parte del limitrofo comune di Ospedaletto Euganeo. Nello specifi co, 4 km di rete, per una poten-za installata di 5 MW, sorgono nel territorio di Este, a servizio dell’Ospedale Civile, della caserma dei Vigili del Fuoco e dell’Istituto scolastico “Manfredini”; i restanti 2,5 km nel territorio di Ospedaletto Euganeo, per una potenza ulteriore di 1 MW, che serve diver-se utenze pubbliche.

E le nuove estensioni?Il progetto relativo al secondo stralcio pre-vede un’estensione della rete esistente di ulteriori 6 km, fi no a raggiungere altri punti del centro abitato relativi ai quartieri Torre e Pilastro, dove saranno allacciate le utenze pubbliche, con la possibilità in futuro di col-legare al servizio anche altre utenze. Inol-tre, servirà i quartieri delle vie San Giovanni Bosco, Cornaro, Vicenza, Scarabello e al-tre grandi utenze, come il Consorzio di Boni-fi ca, la Scuola materna del Pilastro, due su-permercati, la Casa di riposo, Scuola supe-riore e palestra “Fermi”, Scuola Elementare “Unità d’Italia”, l’Istituto per disabili IREA. Il terzo stralcio, in fase di progettazione preliminare, inserito in un programma di cofi nanziamento europeo, fondo ELENA, si svilupperà per altri 3 km fi no a raggiungere il centro storico e la zona Meggiaro, dove sono ubicati impianti sportivi e scolastici, per una ulteriore potenza installata di 4,5 MW.

Lo sviluppo dell’infrastruttura ha dei costi:a quanto ammonta l’investimento? La spesa per il primo stralcio è stata di circa 3,8 milioni di euro, coperta per 1,35 milioni di euro da un fi nanziamento a fondo per-duto della Regione Veneto e per la parte restante dal concessionario. Per il secondo stralcio, l’investimento è di circa 6,5 milio-ni, dei quali 2,2 provenienti da un fi nan-ziamento regionale e il resto dal gestore aggiudicatario dell’appalto. Per il terzo la spesa prevista si aggira sui 10 milioni di euro, con intervento fi nanziario della Bei (Banca europea degli investimenti) e cofi nanzia-mento del concessionario.

Il Comune ha promosso altre iniziative nel campo dell’effi cienza energetica? A seguito dell’adesione al programma Patto dei Sindaci, è stato approvato di re-cente il Paes, Piano d’azione per l’energia sostenibile, ora al vaglio della Commissione Europea. Il Piano, oltre a contenere gli in-terventi sul teleriscaldamento, prevede an-che altre iniziative, alcune in corso altre in progetto, come l’effi cientamento energe-tico degli impianti di pubblica illuminazio-ne, la coibentazione termica degli edifi ci e l’adeguamento dei generatori.

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8 Riscaldamento Urbano

I contatori di calore e la norma UNI EN 1434

Un’analisi della norma tecnica che fornisce i requisiti per l’omologazione, installazione e manutenzione per gli strumenti di misura dell’energia termica ceduta ai clienti dalle reti di teleriscaldamento.

La direttiva europea 2004/22/CE (MID, Mea-suring Instruments Directive) regolamenta la produzione, commercializzazione e messa in servizio degli strumenti di misura e introduce una “Marcatura metrologica supplemen-tare (M)” da affi ancare alla marcatura CE (fi gura 1).

La direttiva si applica a contatori acqua, gas, energia elettrica, calore, tassametri, strumenti di misurazione continua e dina-mica di liquidi diversi dall’acqua quando impiegati per misurare grandezze utilizzate in transazioni commerciali. È stata recepita in Italia con il D.Lgs. 2/02/ 2007, n. 22 Attua-zione della direttiva 2004/22/CE relativa agli strumenti di misura (Gazzetta Uffi ciale n. 64 del 17/03/2007 Suppl. ordinario n° 73/L) en-trato in vigore il 18 marzo 2007.Se il progettista, per gli usi residenziali, com-merciali e/o industriali, deve prescrivere l’impiego di strumenti conformi alla diretti-va, l’installatore deve accertarsi della con-formità alla MID degli strumenti utilizzati. Per l’utente fi nale ciò si traduce in una mag-giore tutela in quanto consumatore e in una maggiore trasparenza nelle transazioni

commerciali. Allo scadere del periodo tran-sitorio (30/10/2016), previsto per consentire lo smaltimento delle scorte per i contatori sottoposti a controlli secondo la normativa precedentemente in vigore, non si potrà commercializzare e installare strumenti di misura privi di marcatura MID per le attività di vendita ricordate. La direttiva prevede una sanzione amministrativa, il pagamento di una somma da 500 a 1500 euro per ogni strumento commercializzato e messo in ser-vizio non conforme alle disposizioni del de-creto legislativo. Sono considerati conformi alla direttiva, ma comunque da sottoporre al processo di verifi ca, i contatori di calore costruiti in accordo alla norma armonizzata UNI EN 1434/2007. Questa è suddivisa in sei parti e copre l’intero campo relativo ai con-tatori di calore, fornendo i requisiti metrolo-gici, costruttivi, di comunicazione, installazio-ne e messa in servizio, sino alle prescrizioni di controllo e manutenzione, seppure queste ultime con indicazioni di carattere solo infor-mativo contenute in un’appendice. Forni-sce, inoltre, le metodologie per le verifi che, l’approvazione del modello campione e la verifi ca iniziale, necessarie per l’ottenimento della marcatura CE dello strumento.

CLASSIFICAZIONE DEI CONTATORII contatori possono essere di tipo diretto o di tipo indiretto. In questi ultimi, detti anche ripartitori, si misura un indice di consumo proporzionale al calore ceduto dai terminali scaldanti di un impianto. La misura si effet-tua misurando la differenza di temperatura fra l’aria ambiente e il terminale scaldante e considerando, con opportuni coeffi cienti, le caratteristiche di emissione del terminale stesso. Da tale calcolo si ottiene un valo-re proporzionale alla potenza istantanea

Remo Mendolicchio - Studio di Ingegneria Alvigini Mendolicchio, Torino

Figura 1. Marcatura

metrologica supplementare.

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Riscaldamento Urbano 9

Figura 2. Contatore di calore di tipo diretto.

so in relazione alla classe di precisione del componente. Sono infatti possibili tre classi di precisione (Cl. 1, 2 o 3), alle quali corri-sponde una maggiore o minore precisione dal valore misurato. Secondo la EN 1434-1 il massimo errore ammissibile da un contato-re di calore è la somma degli errori ammis-sibili massimi dei singoli componenti:

Ehm = Ec + Ef + Et

Nella tabella 1 il ∆T è il minimo intervallo di temperatura entro il quale il misuratore potrà funzionare senza eccedere il massi-mo errore ammissibile, ed è tipicamente pari a 3 °C; Qp corrisponde alla portata massima alla quale il misuratore di portata potrà misurare senza eccedere il massimo errore ammissibile, e usualmente corri-sponde alla portata di progetto del misu-ratore di portata. Vediamo l’errore massi-mo ammissibile per un contatore di calo-re di classe 3, nelle condizioni riportate in tabella 2. Dall’analisi di tali dati risulta che:

• l’errore ammissibile consentito dalla nor-ma e frutto della propagazione dell’er-rore nella misura risultante può essere anche elevato e deve essere limitato il più possibile

• il salto di temperatura misurato è fonda-mentale nella precisione dell’errore di misura totale

• occorre cercare di far funzionare gli im-pianti in condizioni di portata più vicino possibile al valore nominale e con un differenziale di temperatura il più ampio possibile.

emessa che, integrata nel tempo, fornisce un valore proporzionale al calore ce-duto dai terminali nel perio-do considerato. I ripartitori devono essere conformi alla norma UNI EN 834:2013, mentre per i criteri di riparti-zione dei costi si applica la normativa UNI 10200/2013.

Tabella 1. Classi di misura del contatori.

min

Classe del misuratore

Unità di calcolo

Ec

Sonda di portata

Ef

Coppia di sonde di

temperatura Et

Contatore di calore

Ehm

Cl. 3

+ (0,5+∆Tmin/∆T)

+ (3+0,05 Qp/Q

+ (0,5+ 3 ∆Tmin/∆T)

+ (4,0+ 4 ∆Tmin/∆T + 0,05 Qp/Q)

Cl. 2 + (2+0,05 Qp/Q + (3,0+ 4 ∆Tmin/∆T + 0,02 Qp/Q)

Cl. 1 + (1+0,05 Qp/Q + (2,0+ 4 ∆Tmin/∆T + 0,01 Qp/Q)

Nei contatori di tipo diretto si misura, invece, direttamente la quantità di calore ceduto dai componenti dell’impianto: la misura si effettua misurando la portata istantanea che fl uisce nella tubazione del circuito e la differenza di temperatura fra due punti signi-fi cativi del circuito stesso, a monte e a valle del componente in cui avviene la cessione del calore (fi gura 2).I contatori di tipo diretto sono composti da un’unità elettronica di calcolo, uno stru-mento di misura della portata, una coppia di sonde di temperatura. La norma distin-gue tre diverse tipologie di contatori in base alla tipologia costruttiva:

• completo: se i tre elementi non sono fra loro divisibili

• combinato: se si identifi cano compo-nenti separabili

• compatto: se il contatore presenta com-ponenti separabili unicamente per l’omo-logazione e le verifi che, ma successiva-mente viene trattato come completo.

Questa classifi cazione riveste notevole im-portanza in sede di installazione e manu-tenzione: in caso di anomalia a un compo-nente di un contatore di tipo completo o compatto sarà necessario infatti procede-re alla sostituzione dell’intero contatore; vi-ceversa, per un contatore di tipo combina-to, sarà possibile sostituire il singolo compo-nente, senza perdere l’omologazione e la validità metrica dell’insieme. È importante quindi che il gestore dell’impianto conosca la tipologia dei contatori installati per non incorrere in errori in caso di manutenzione.

CLASSI DI PRECISIONEAnalizzando i componenti di cui è compo-sto contatore di calore e la formula di cal-colo appare evidente come la misurazione sia il risultato della misura di più grandezze, due temperature e la portata, elaborate attraverso un’unità di calcolo elettronica che ne effettua l’integrazione nel tempo. Pertanto, l’errore che si commette nella mi-sura del calore è dato dalla somma degli errori che si commettono nella misura delle singole grandezze. La norma stabilisce, per ciascuno dei componenti coinvolti nel pro-cesso di misura, il massimo errore ammes-

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10 Riscaldamento Urbano

MISURA DELLA PORTATAUn’ulteriore classifi cazione dei contatori può essere fatta sulla base dello strumento di misura della portata: volumetrici a turbi-na, elletromagnetici, ad ultrasuoni, a misura di pressione differenziale, a precessione di vortici, a effetto termico, a forze di Coriolì. Nel campo del teleriscaldamento sono più conosciuti i misuratori di tipo elettromagne-tico e a ultrasuoni. I misuratori volumetrici a turbina sono ampiamente diffusi nella con-tabilizzazione delle utenze singole e nei cir-cuiti di misura dell’acqua calda sanitaria. Le altre tipologie sono variamente presenti nelle centrali termiche e di cogenerazione di produzione del calore o nelle industrie di processo. La scelta fra le differenti tipologie va effettuata sulla base dei requisiti costrut-tivi, sulla precisione richiesta, sul tipo di pro-cesso e fl uido da misurare, sulla base delle esigenze di manutenzione e del prezzo dello strumento.

MISURATORI AD ULTRASUONII misuratori ad ultrasuoni sono in uso dagli anni Ottanta e funzionano in base al princi-pio della differenza del tempo di transito del segnale (fi gura 3).Un segnale acustico (ad ultrasuoni) viene trasmesso, in entrambe le direzioni, da un sensore di misura all’altro. Poiché la veloci-tà di propagazione delle onde acustiche è inferiore quando queste viaggiano in senso opposto alla direzione del fl usso, rispetto a quando viaggiano nella stessa direzione, si verifi ca una differenza di tempo di transito. La differenza è direttamente proporzionale alla velocità di defl usso. La misura è indipen-dente dalla conduttività elettrica della pres-sione temperature viscosità del fl uido. Questi misuratori non sono idonei qualora ci siano particelle solide sospese nel fl uido. Sono disponibili anche in versione Clamp-on, per installazioni temporanee, ad esempio quando occorre verifi care la precisione di uno strumento già inserito nel circuito senza smontare il circuito stesso. Sono molto robu-sti e precisi, disponibili anche senza elementi

direttamente immersi nella corrente fl uida, non introducono perdite di carico importan-ti nella tubazione. Disponibili per tubazioni di diametro dal DN 15 al DN 3000, portata fi no a 60.0 00 m³/h, temperatura del fl uido da -40 a +170 °C, precisione da 0,5 a 2%.

MISURATORI ELETTROMAGNETICII misuratori di tipo elettromagnetico sono in-vece in uso dagli anni Sessanta e possono mi-surare la velocità di tutti i liquidi elettricamen-te conducibili (> 5 µS/cm). In base alla legge di Faraday sull’induzione elettromagnetica, per misurare la portata di un liquido condu-cibile viene generato nello stesso un campo magnetico alternato mediante il passag-gio di corrente attraverso bobine di cavo in rame (fi gura 4).La corrente viene controllata in modo che l’intensità del campo magnetico genera-to sia costante. Essendo costante anche la lunghezza del conduttore (la parte di liquido compresa fra gli elettrodi di misura), risulta che l’unica grandezza variabile è la veloci-tà di defl usso del liquido trasportato. La ten-sione generata è linearmente proporzionale alla velocità. Un sensore elettromagnetico misura la velocità del fl uido e la tensione in-dotta in un sensore standard corrisponde a 300 uV per ogni m/s di velocità.Anche questi sensori sono molto robusti e precisi, disponibili per tubazioni di diame-tro dal DN 15 al DN 3000, portata fi no a 80.000 m³/h, temperatura del fl uido da -40 a +180 °C, precisione da 0,2 a 0,5%. Il loro costo è superiore a quello dei sensori ad ultrasuoni.La scelta del diametro del sensore di misura della portata deve essere valutata in modo che la portata di progetto sia vicina alla por-tata nominale dello strumento scelto, evitan-do il funzionamento per portate inferiori alla portata minima, per limitare errori introdotti da tale componente. La norma UNI EN 1434 defi nisce, infatti, tre grandezze da conoscere all’atto del dimensionamento:

• Qs: portata massima pari alla più alta portata a cui lo strumento può lavorare

Tabella 2. Errore massimo ammissibile per un contatore di calore

di classe 3.

Caso 1 ∆Tmin = 3 °C; ∆T=10 °C; Qp = 1,5 mc/h; Q = 1,5 mc/h (ossia avente Q = Qp)

Se ∆Tmin = 3 °C; ∆T=10 °C; Qp = 0,15 mc/h; Q = 0,15 mc/h (cioè Q = Qp )

Ec = + (4,0 + 4 + 0.05 ) = + (4 + 4 + 0,05 ) = + 5,70% (+ 0,45% rispetto al caso 1)

Se ∆Tmin = 3 °C; ∆T = 5 °C; Qp = 1,5 mc/h; Q = 1,5 mc/h (cioè ∆T = 1/2 ∆T iniziale)

Ec = + (4,0 + 4 + 0,05 ) = + (4 + 4 + 0,05 ) = + 6,45% (+ 1,20% rispetto al caso 1)

Figura 3. Misuratore

ad ultrasuoni.

Figura 4. Misuratore

elettromagnetico.

Ec = + (4,0 + 4 + 0,05 = + (4 + 4 + 0,05 )= + 5,25%∆Tmin

∆T

Qp

Q3

10

1,5

1,5

Caso 21

10∆Tmin

∆T

Qp

Q3

10

1,5

0,15

Caso 3

∆Tmin

∆T

Qp

Q

3

5

1,5

1,5

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Riscaldamento Urbano 11

senza eccedere il massimo errore ammis-sibile, per un periodo di tempo limitato (< 1h/d; < 200 h/y)

• Qp: portata nominale (permanente) pari alla più alta portata a cui lo strumento può lavorare in continuo senza eccedere il massimo errore ammissibile

• Qi: portata minima pari alla più bassa por-tata al di sopra della quale lo strumento può lavorare senza eccedere il massimo errore ammissibile.

Solo un’attenta valutazione delle condizioni di funzionamento dello strumento rispetto a queste grandezze evita grossolani errori nel funzionamento.

SONDE DI TEMPERATURAUn altro componente è la coppia di sonde di temperatura: una coppia di sensori che rilevano la temperatura del circuito imme-diatamente a monte e valle dello scambio di calore. Sono costituite da termoresistenze al Platino, sensori di temperatura che sfrutta-no la variazione della resistività del metallo al variare della temperatura. Vengono ac-coppiate in stabilimento in fase di taratura in modo da contenere l’errore sulla coppia di sonde. Il Valore tipico EDT<0,15 °C. Possono essere costruite per installazione a immersione diretta nella corrente fl uida, op-pure per installazione in pozzetti a tasca e sono realizzate in acciaio inox, di diametro calibrato, così come i pozzetti. Al termine della installazione vanno apposti i sigilli per evitare manomissioni alle misure.

MODULO DI CALCOLOIl modulo di calcolo è l’insieme di compo-nenti elettronici che riceve i segnali delle sonde di temperatura e portata ed effettua l’operazione di integrazione nel tempo del segnale, ottenendo il valore di energia mi-surata. Di fatto è un insieme di componenti elettronici inseriti in una custodia insieme alla sorgente di alimentazione (interna o esterna) e all’interfaccia con l’utente.Anche il modulo di calcolo introduce un er-rore aggiuntivo nella catena di misura, che deve essere controllato e garantito per man-tenere l’errore nei limiti ammessi. Una sorgen-te di errore può essere legata alle condizio-ni ambientali di installazione: la presenza di campi elettromagnetici intensi o sollecitazio-ni meccaniche non previste possono altera-re le condizioni di funzionamento del conta-tore. Da questo punto di vista la norma defi -nisce tre livelli di classe ambientale:

• classe ambientale A: uso civile, ambienti interni, bassa umidità, normali condizioni di esposizione ai campi elettromagnetici, basso livello di sollecitazioni meccanic he

• classe ambientale B: uso civile, ambienti esterni, umidit à normale, normali condi-zioni di esposizione ai campi elettroma-gnetici, basso livello di sollecitazioni mec-caniche

• classe ambientale C: uso industriale, am-bienti interni, umidità normale, elevate condizioni di esposizione ai campi elet-tromagnetici, basso livello di sollecitazioni meccaniche.

Quando si sceglie il contatore occorre quindi considerare le condizioni ambientali per va-lutare la corretta installazione. Talvolta, pom-pe a frequenza variabile o reattori di lampa-de a fl uorescenza possono indurre disturbi che incidono sulla precisione della misura complessiva.

INTERFACCIA DI COMUNICAZIONEL’interfaccia di comunicazione con l’uten-te può essere di diversi tipi: ottica, cabla-ta, a onde radio, tutte rispondenti a diversi standard normalizzati in base alla EN 13757. Le interfacce sono soggette ai notevoli ag-giornamenti del mondo dell’elettronica, ma in generale si possono integrate nei diversi sistemi di building management esistenti o predisporre per comunicazioni a distanza, anche di tipo wireless. Importante è ricordare che alcuni di questi sistemi richiedono un no-tevole dispendio di energia e, pertanto, non risultano compatibili con l’alimentazione a batteria spesso scelta per il modulo di calco-lo per garantire l’indipendenza delle misure da sorgenti di alimentazione esterne.In ultimo si sottolinea l’importanza del com-missioning nella messa in servizio del sistema di misura. La norma prevede che venga re-datto un documento di controllo che resti agli atti con l’indicazione dei risultati dei con-trolli effettuati su:

• posizione e verso di fl usso del sensore di portata

• corretta installazione delle sonde nei pozzetti

• corretta posizione delle sonde• adeguata distanza da sorgenti di disturbi

elettromagnetici (motori, interruttori, lam-pade fl uorescenti)

• verifi ca della messa a terra, se richiesta• installazione degli accessori completa se-

condo richiesta• prova funzionamento superata con esi-

to positivo

Al termine di tali controlli occorre provve-dere all’apposizione dei sigilli del misura-tore, misura di garanzia per i cliente, per evitare manomissioni dell’impianto e l’in-sorgenza di contenziosi.

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12 Riscaldamento Urbano

Quali regoleper lo sviluppo

Lo scorso 20 maggio, presso l’Università degli Studi di Milano, si è svolto un workshop organizzato da AIRU e Federutility in collaborazione con la Fondazione EnergyLab sul tema della regolamentazione del teleriscaldamento.

Il teleriscaldamento offre alle poli-tiche ambientali ed economiche del Governo un valido strumento per raggiungere gli obiettivi al 2020! La direttiva europea 2012/27/UE non ha dubbi sulle potenzialità del teleriscaldamento efficiente che, diversificando le fonti di approvvi-gionamento, è strumento efficace per collettare tutte le risorse disponi-bili sul territorio e per realizzare il con-cetto di equilibrio tra pianificazione energetica e governo del territorio. In questo contesto si inserisce il workshop Il teleriscaldamento: nuove regole per lo sviluppo, svol-tosi lo scorso 20 maggio presso l’Università degli studi di Milano, or-ganizzato dall’Associazione italia-na riscaldamento urbano (AIRU), in collaborazione con Federutility e la Fondazione EnergyLab. Al cen-tro dell’incontro, la presentazione dell’indagine conoscitiva IC46, av-viata dall’Autorità per la concor-renza e il mercato per verificare l’esistenza di criticità concorrenziali nel settore del teleriscaldamento. Un tema decisivo per lo sviluppo della tecnologia, affrontato nei suoi diversi aspetti da personaggi di primo piano coinvolti nel setto-re. Ai lavori, aperti dal Presidente AIRU Fausto Ferraresi, hanno infatti preso parte Claudio De Vincenti Viceministro per lo Sviluppo Econo-mico, Francesco Gullì dell’Univer-sità Bocconi di Milano, Alessandro Noce, Direttore Energia dell’Auto-rità garante della concorrenza e del mercato, Cecilia Gatti dell’Au-

torità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, Roberto Bazzano Presidente di Federutility, oltre ai rappresentanti di alcune delle prin-cipali realtà del comparto, quali Pierpaolo Carini, Amministratore delegato di Egea Energia, Stefano Venier, Amministratore delegato di Hera e Giuseppe Bergesio Ammini-stratore Delegato di IREN Energia. Nel commentare i risultati dell’in-dagine dell’Agcm Alessandro Noce ha sottolineato come la ri-cerca nelle sue conclusioni consi-dera il settore autoregolamentato, ritenendo che la soluzione preferi-bile sia rappresentata dall’emana-zione di una legge quadro settoria-le, che dia unitarietà alla regola-mentazione locale esistente. «Una soluzione che, alla luce dei risultati fin qui ottenuti dal combinato ope-rare di meccanismi di mercato e di un’adeguata regolamentazione locale, appare preferibile rispetto ad alternative più invasive, quali l’assoggettamento del settore a una regolamentazione del prezzo sulla base del costo», ha concluso Noce. Alla presentazione ha fatto seguito una tavola rotonda, dove i relatori si sono confrontati sul tema, per definire le basi del futuro svilup-po. Ad aprire il dibattito il professor Gullì, che ha concluso la sua re-lazione di scenario non ritenendo che le regole aiutino lo sviluppo di questa tecnologia non ancora in una fase di maturità.E proprio la definizione degli aspetti da regolamentare ha tenuto ban-

co per gran parte dei lavori. Sul punto si è espresso il Viceministro De Vincenti, ritenendo opportuno avviare un tavolo di confronto tra operatori e Ministeri, prima della stesura definitiva del decreto legi-slativo. De Vincenti ha inoltre assi-curato che all’interno del fondo di garanzia, che prevederà la for-mulazione anche di erogazione di mutui a tasso agevolato, sarà riser-vata una parte allo sviluppo speci-fico del teleriscaldamento. «L’indi-viduazione di criteri di trasparenza del servizio saranno i primi passi su cui verterà la regolazione del set-tore – ha affermato -. Quindi rego-lazione nei limiti giusti, certezza e stabilità per uno sviluppo serio».Le rassicurazioni del rappresentan-te del Governo sono state accolte con soddisfazione da AIRU e Fede-rutility, che avevano già avanzato la richiesta di un tavolo di confron-to con le istituzioni nazionali, gli enti locali e gli operatori per individua-re le priorità per il sistema energe-tico nazionale e favorire soluzioni coerenti. Creare un quadro nor-mativo di riferimento che dia cer-tezza e sostegno nel tempo agli at-tori industriali, un quadro finanziario stabile e coerente e mantenere gli incentivi definiti dal Decreto legislativo 28/11 allo sviluppo spe-cifico del teleriscaldamento, sono fattori decisivi per il futuro di que-sta tecnologia ad alta intensità di capitale ed elevata complessità gestionale.

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Riscaldamento Urbano 13

Una rete di calore ai piedi dei Colli Euganei

A teleriscaldare il borgo di Este è una rete di 6 km alimentata da cogeneratori che recuperano energia termica dal ciclo dei rifi uti. L’infrastruttura verrà potenziata con due nuove tratte, una in corso di realizzazione, l’altra in fase di progettazione.

Roberto Picello – Uffi cio lavori pubblici Comune di Este

Nel territorio di Este il servizio di teleriscalda-mento è attivo dal 2008. La rete esistente, corrispondente al I° stralcio, allaccia uten-ze sia del comune di Este, sia del comune di Ospedaletto Euganeo, per un totale di 6 MW di potenza erogata, con centrale per la produzione di calore ubicata presso l’area degli impianti di trattamento rifi uti della so-cietà mista pubblico-privato SESA Spa. Il II° stralcio, in corso di realizzazione, prevede l’estensione della rete in altre due zone del territorio di Este, allacciando altre utenze pubbliche e private di medie e grosse di-mensioni.L’energia prodotta viene trasmessa al siste-ma utilizzando come fl uido termovettore l’acqua. Attualmente la potenzialità termica erogata dagli impianti S.E.S.A. è coperta da:

• cogeneratori da biogas di 9,5 MW• cogeneratore a gas metano a supporto

dei picchi di 3 MW• potenza picco totale in centrale termica

di 12,5 MW• temperatura di mandata di progetto

95°C• salto termico di progetto (∆t) 30°C• pressione massima di esercizio 5 bar.

Ogni utenza allacciata preleva l’energia dal-la rete tramite una sottocentrale ubicata in loco, composta da uno scambiatore di ca-lore e da dispositivi di pompaggio, regolazio-ne, misura, protezione e sicurezza. L’impianto a fi ne anno sarà dotato di sistemi di gestio-ne computerizzata, automazione, misure e controllo del tipo più avanzato oggi esistenti. Sono previsti naturalmente tutti i dispositivi di sicurezza e protezione, per garantire un fun-zionamento sicuro dell’intero impianto.Il criterio adottato rispetta lo standard di erogazione del servizio pubblico secondo le

normative di carattere nazionale per la tu-tela del patrimonio privato e pubblico e per garantire la corretta contabilizzazione dei consumi. Pertanto è previsto che la stazione di prelievo sia ubicata in posizione facilmen-te accessibile.

LA RETE La distribuzione del calore avviene median-te un sistema a rete a doppia tubazione per acqua calda di mandata e di ritorno. La rete è di tipo ramifi cato semplice, per un’estensione di 6 km per il I° stralcio e di 4,6 km per il II° stralcio, che sarà completato nei prossimi mesi.

L’impianto di cogenerazione

che alimenta la rete.

Il sistema di compostaggio

per la generazione di biogas.

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14 Riscaldamento Urbano

Vista la tipologia di rete esistente e lo sche-ma della nuova, si è prevista l’installazione eventuale di rilancio per garantire l’abbat-timento delle perdite distribuite della rete in caso di allacciamento di tutte le utenze pri-vate presenti lungo le dorsali.Le tubazioni previste sono di tipo preisolato, costituite da tubo di servizio in acciaio, da isolamento termico in schiuma di poliureta-no espanso e da un tubo esterno in polie-

Aspetti gestionaliTempi 2007-2010

Estensione della rete 6,5 km (dei quali 4 km nel territorio di Este e 2,5 km in quello di Ospedaletto Euganeo)

Potenza Installata 6 MW (dei quali 5 MW a servizio di Este e 1 MW a servizio di Ospedaletto Euganeo)

Costi 3,7 milioni di euro (escluse le centrali)

Responsabile attuazione SESA Spa

Risultati attesiRisparmio energetico ottenibile (MWh)

6.108

Stima riduzione emissioni CO2 (t) 1.234

Aspetti gestionaliTempi 2007-2010Estensione della rete II° stralcio 6,2 km

III° stralcio 3 kmPotenza Installata II° stralcio 14 MW

III° stralcio 6 MWCosti II° stralcio 6,5 milioni di euro

III° stralcio 11,8 milioni di euro(incluse le nuove centrali)

Responsabile attuazione SESA SpaRisultati attesi

Risparmio energetico ottenibile (MWh) 25.000Stima riduzione emissioni CO2 (t) 5.050

Tabella 1. L’infrastruttura

esistente.

tilene ad alta densità, posate in trincea su un letto di sabbia. Il tracciato delle tubazioni principali si sviluppa per la maggior parte lungo le strade esistenti, su terreno di pro-prietà pubblica. La rete è dotata di sistema d’allarme e di localizzazione guasti. Tale si-stema elettronico consente di sorvegliare la perfetta tenuta delle tubazioni e di rilevare eventuali infi ltrazioni d’acqua nella schiuma poliuretanica e di localizzare il guasto.

SOTTOSTAZIONI E UTENZEPresso ogni utenza allacciata alla rete di di-stribuzione del calore è installata una sotto-centrale, composta da:

• scambiatore di calore da cui l’energia del fl uido termovettore primario circolan-te nella rete di teleriscaldamento viene ceduta all’acqua circolante nell’impian-to domestico

• pompa locale per la gestione del circu-ito primario

• elettroattuatore idraulico per l’interru-zione del fl usso del calore ad impianto soddisfatto

• uno o più misuratori dell’energia ceduta (contatore di calore) per ogni unità (due se la stazione è atta anche alla produzio-ne di acqua calda sanitaria)

• sul secondario valvole di intercettazione e di sicurezza, come previsto da normati-va Ex-Ispels ora Inail

• organi di manovra di ogni singolo circuito in partenza

• valvole di non ritorno• pompe di circolazione lato secondario

sia per il circuito riscaldamento sia per il circuito sanitario

• regolatore elettronico programmabile, per una regolazione continua della tem-peratura dell’acqua nel circuito di man-data secondario in funzione della tem-peratura esterna dell’aria.

La stazione permette che l’energia venga fatturata all’utenza in base alle letture dei contatori di calore, che forniscono l’esatta quantità di energia termica ceduta. Le ope-razioni di lettura dei contatori e la fatturazio-ne sono completamente computerizzate.

I PROSSIMI INTERVENTIÈ in fase di progettazione e fi nanziamento comunitario il III° stralcio della rete di teleri-scaldamento a servizio di parte del centro storico e del quartiere Meggiaro, per un’ul-teriore estensione di circa 3 km ed una corri-spondente potenza nominale termica com-plessiva stimata delle caldaie attuali che verrebbero sostituite con il nuovo impianto centralizzato di circa 6 MW, con una spesa intorno agli 11 milioni di euro.

Tabella 2. Le nuove estensioni.

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Riscaldamento Urbano 15Riscaldamento Urbano 15

La voce dei comitati AIRU

Comitato risorse territoriali

La geotermia rappresenta una fonte rinnovabile promettente e ancora non valorizzata in modo adeguato, soprattutto nel settore del teleriscal-damento urbano. A seconda della fonte, si parla di geotermia a bassa o ad alta temperatura. Sebbene la geotermia ad alta temperatura sia più conosciuta e di più immediato utilizzo, quella a bassa temperatura, per la sua maggiore diffusione, ha un elevato potenziale di impiego e in molti casi risulta economicamente vantaggiosa rispetto ai sistemi tradi-zionali di generazione.

GEOTERMIA AD ALTA TEMPERATURALe risorse geotermiche ad alta temperatura attualmente sfruttabili sono generate dal calore interno della terra e sono collocate essenzialmen-te presso i confi ni delle placche tettoniche (ad esempio in California, Islanda, Italia, Giappone, Caraibi) o presso i vulcani attivi connessi a faglie interne alle placche (come in Hawaii, Reunion, Canarie, Atolli del Pacifi co).Una tipologia è rappresentata dalla risalita verso l’alto di acque riscaldate in profondità con circolazioni convettive all’interno di alti strutturali sepolti. La differenza di tempe-ratura e la pressione cui il fl uido è sottoposto danno luogo a circolazioni geotermiche profonde o a risalite di acque idrotermali in superfi cie in corrispondenza di faglie. La risor-sa geotermica può essere già presente in superfi ce sotto forma di sorgente termale, quando la faglia raggiunge la superfi cie, o deve essere ricercata con trivellazione di pozzi, quando la circolazione geotermica avviene in un re-servoir profondo. Dato l’elevato costo per metro lineare di trivellazione, una risorsa geotermica profonda per essere sfruttabile deve essere tecni-camente accessibile ed economicamente conveniente: sono necessari studi e indagini per verifi care la profondità del reservoir, la temperatura attesa e la portata del fl uido geotermico sfruttabile alla superfi cie. Una situazione tipica è rappresentata in fi gura 1.È possibile che anomalie strutturali o sollevamenti tettonici portino in su-perfi ce strati di roccia più calda con una circolazione geotermica ad alta temperatura più superfi ciale rispetto al normale gradiente termico terrestre: questi reservoir, se tecnicamente sfruttabili, sono convenienti in quanto riducono i costi di prospezione e trivellazione.Nei sistemi geotermici ad alta temperatura, si sfrutta acqua prelevata dal sottosuolo a partire da una temperatura di 90 °C. Analiz-ziamo le tecnologie per lo sfrut-tamento di fl uido geotermico allo stato liquido, non a quello di vapore, e due possibili usi del fl uido: uso diretto nelle reti di teleriscaldamento e per la produzione di energia elettrica con temperature di fl uido infe-riori a 100 °C.

USO DIRETTO NELLE RETI Quando il fl uido geotermico ha una temperatura superio-re a 90 °C è possibile utilizzarlo direttamente nelle reti di teleri-

A cura di Matteo Gandolfi e Roberto Ranieri

Figura 1.Possibile confi gurazione geotermica.

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16 Riscaldamento Urbano16 Riscaldamento Urbano

scaldamento che abbiano un regime termico attorno ai 90-95 °C in mandata e 60-70 °C sul ritorno.Il fl uido geotermico ha in generale caratteristiche chi-mico-fi siche inadatte per un impiego diretto nella rete di distribuzione dell’energia termica, quindi si utilizzano degli scambiatori di calore. Il circuito del fl uido geoter-mico è così separato dal circuito della rete di teleriscal-damento con cui avviene solo uno scambio di energia termica, non di massa. Gli scambiatori utilizzati sono del tipo a piastre e sono alimentati nel circuito primario dal fl uido geotermico estratto da pozzi e nel circuito se-condario dall’acqua della rete del teleriscaldamento. Grazie alla separazione dei circuiti, inoltre, il fl uido ge-otermico a temperatura inferiore può essere intera-mente reimmesso nel resevoir mantenendo l’equilibrio idraulico e idrogeologico del sito da cui viene preleva-to (fi gura 2). Supponendo trascurabili le perdite dovute allo scam-biatore, la potenza disponibile di una risorsa geotermi-

ca ad alta entalpia per una rete di teleriscaldamento si calcola con la formula:

Dove 1/860 è un fattore espresso in kWh/kg K Q rappresenta la portata di acqua effl uente in Kg/h e ΔT il salto termico in K.Pertanto, la potenza utile trasferibile a una rete di calore dipende dal regime termico di gestione della rete stessa (minore è la temperatura di ritorno della rete, maggiore è la potenza estraibile dalla risorsa) e dalla portata emungibile.Data la potenza estraibile, si dimensiona lo scambiatore e, a seconda delle caratteristiche chimiche e fi siche del fl uido, si scelgono i materiali di pompe, tubazioni e scambiatore. In caso di fl uidi chimicamente aggres-sivi, aggravati dall’alta temperatura, le piastre vanno realizzate in titanio di grado 1 (purezza > 99,6%), capace di resistere all’azione aggressiva e corrosiva del fl uido geotermico. Anche gli altri componenti devono essere realizzati in materiale compatibile con le caratteristiche chimico-fi siche del fl uido per garantire affi dabilità e funzionalità nel tempo.

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICAÈ possibile generare energia elettri-ca attraverso l’uso diretto dell’acqua geotermica, senza alcun tipo di com-bustibile. Sono disponibili i turbogene-ratori con tecnologia ORC, che con-sente la conversione di calore a bassa temperatura in elettricità. Questa solu-zione nasce dall’esperienza maturata nel campo delle macchine frigorifere e assicura alta affi dabilità e qualità. Ne deriva un prodotto che, grazie a bassi costi specifi ci (€/kW) e minime ri-chieste di manutenzione, rappresenta una soluzione effi cace per ridurre costi operativi e perseguire una strategia energetica sostenibile. Il sistema sfrut-ta il principio termodinamico del ciclo Rankine a fl uido organico (Organic

Figura 2. Sfruttamento geotermia ad Alta Temperatura.

Figura 3. Funzionamento del ciclo ORC.

P = 1

860. Q . ΔT [kW]

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Riscaldamento Urbano 17Riscaldamento Urbano 17

Sorgente Fredda

PdC

Sorgente Calda

L/Q’ Q

Q

Figura 4. Funzionamento di una pompa di calore.

Rankine Cycle, ORC), che converte il calore disponibile a basse-medie temperature in energia elettrica facendo evaporare ed espandendo un apposito fl uido di organico in un circuito chiuso (fi gura 3).Il funzionamento di un ciclo di ORC è il seguente:• il fl uido geotermico a 90° C in ingresso all’evaporatore riscalda il fl uido

di lavoro (refrigerante R245fa) facendolo evaporare;• il fl uido di lavoro, sotto forma di vapore ad alta pressione, espande in

turbina, compiendo lavoro e producendo energia elettrica;• il vapore a bassa pressione scaricato dalla turbina entra nel conden-

satore, dove cede calore alla sorgente fredda e quindi condensa;• la pompa di alimento riporta infi ne il fl uido di lavoro appena con-

densato alla pressione massima di ciclo, riportando il liquido organico nell’evaporatore e chiudendo il ciclo termodinamico;

• il fl uido refrigerante è costituito da acqua in circuito aperto raffredda-ta da torre di raffreddamento a umido.

Il fl uido di lavoro, R245fa, è un idrofl uorocarburo, conosciuto come pen-tafl uoropropano, comunemente utilizzato come agente schiumante nella produzione di materiali isolanti e come fl uido di lavoro in chiller cen-trifughi. Inoltre, l’R245fa presenta ODP = 0 (Ozone Depletion Potential) in quanto non contiene cloro ed è completamente ininfi ammabile, quindi sicuro per il funzionamento della macchina.

GEOTERMIA A BASSA TEMPERATURALa risorsa geotermica a bassa temperatura è rappresentata dal calo-re contenuto negli strati più superfi ciali della crosta terrestre. A questi livelli, le temperature non sono elevate, circa 10-15 °C, ma si possono sfruttare attraverso l’utilizzo di pompe di calore (PdC). Tale tecnolo-gia permette il trasferimento di calore (Q) da un corpo a temperatura più bassa a uno a temperatura più alta, invertendo il naturale fl usso di trasmissione, attraverso un ciclo inverso. È necessario perciò fornire energia, generalmente sotto forma di lavoro meccanico (L) o di calore (Q’), a un fl uido frigorifero affi nché compia tale ciclo termodinamico (fi gura 4). Esistono due tipologie di pompe di calore, a compressione e ad as-sorbimento, che si differenziano sulla base del modo in cui viene forni-ta energia al fl uido frigorifero: attraverso lavoro meccanico nel primo caso, attraverso calore nell’altro.Le pompe di calore ad assorbimento han-no il vantaggio di essere alimentate da ca-lore, una forma di energia meno pregiata di quella elettrica, e possono sfruttare ca-scami termici di processi altrimenti dispersi in atmosfera. Quelle a compressione han-no rendimenti più elevati, sono più fl essibili e non richiedono disponibilità di calore o combustibili in loco. Le pompe di calore possono essere utilizzate sia per la clima-tizzazione estiva sia invernale. Infatti, gran parte delle macchine sono reversibili e possono trasferire calore in entrambe le di-rezioni: la sorgente che in certe condizioni viene considerata fredda, in altre si confi -gura come quella calda e viceversa.

POMPE DI CALORE GEOTERMICHELe pompe di calore geotermiche, che sfruttano la risorsa terrestre come sorgente calda o fredda, generalmente sono di tipo

Figura 5. Funzionamento invernale ed estivo delle pompe di calore.

Sorgente Fredda

PdC L

Q

Q

PdCL

Q

Q

Sorgente Calda

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18 Riscaldamento Urbano18 Riscaldamento Urbano

acqua-acqua o acqua-salamoia, quando sia la sorgente fredda sia quella calda scambiano calore con acqua o salamoia dal lato geo-termico e con acqua dal lato utenza. Uno dei vantaggi dell’utilizzo della fonte geotermica è che le pompe di calore possono sfruttare una sorgente di calore a temperatura pres-soché costante durante tutto l’anno, dal momento che il sottosuolo, da una profondità di 10-15 m fi no a 150 m circa, mantiene una tempe-ratura quasi costante dell’ordine di 10-15 °C. Ciò ha grossi benefi ci sulle rese energetiche (COP nel caso invernale ed EER in quello estivo), che possono raggiungere facilmente valori superiori a 4.Esistono tre categorie di pompe di calore geotermiche:

• ad acqua di falda, prelevata attraverso pompe sommerse e poi rilasciata quando terminato lo cambio termico;

• ad acqua superfi ciale, generalmente prelevata attraverso pompe e successivamente rilasciata;

• a scambio termico con il terreno: il fl uido termovettore scorre all’interno di sonde che scambiano calore con il sottosuolo.

Le prime due sono del tipo “a circuito aperto” e sfruttano direttamente l’acqua superfi ciale o di falda poi nuovamente rilasciata in ambiente. L’ultima è “a circuito chiuso” e necessita di un componente per sfrutta-re il calore contenuto nel terreno: le sonde, verticali o orizzontali.Le sonde verticali, più effi cienti e adatte ad applicazioni di taglie ele-vate, sono costituite da un circuito chiuso di tubi in cui scorre un fl uido termovettore che scambia calore con il terreno e che non viene ri-lasciato in ambiente, subendo diversi cicli di riscaldamento-raffresca-mento. Le perforazioni hanno in genere diametri compresi tra 10 e 20 cm, con profondità in media comprese tra 80 e 150 m. Le dimensioni e il numero delle sonde è determinato attraverso il dimensionamento dell’impianto, considerando che per ogni metro di sonda si possono scambiare dai 20 agli 80 W, a seconda del tipo di terreno. Il fl uido ter-movettore è costituito da acqua o da una soluzione di acqua e anti-gelo, necessario nel caso le temperature vadano al di sotto dei 4 °C.L’applicazione più comune delle pompe di calore è rappresentata dalla climatizzazione residenziale, da appartamenti di piccole dimen-sioni a grandi complessi residenziali, ma è possibile utilizzare questa tecnologia al teleriscaldamento. Le temperature di molte reti, infatti, sono compatibili con quelle raggiunte dalle pompe di calore e l’ab-binamento con la risorsa geotermica permette di raggiungere rendi-menti notevolmente più elevati dei metodi tradizionali di generazione del calore, spesso rappresentati da caldaie tradizionali.

CONCLUSIONILa tecnologa disponibile permette lo sfruttamento della risorsa geoter-mica sia ad alta sia a bassa temperatura per generare calore per le reti di teleriscaldamento.Le fonti ad alta temperatura sono presenti solo in alcune aree geo-grafi che e possono essere utilizzate direttamente per il riscaldamento del fl uido termovettore delle reti. Tuttavia, avendo il fl uido geotermico caratteristiche chimico fi siche incompatibili con l’utilizzo negli impianti, è necessario tenere separati i due fl uidi attraverso l’uso di scambiatori, realizzati con materiali resistenti alla corrosione.Le fonti a bassa T, in genere soli 10-15 °C, non possono essere impiega-te direttamente nelle reti, ma richiedono l’utilizzo di pompe di calore che, avendo COP molto elevati, possono risultare più convenienti della generazione tradizionale. Nei prossimi numeri di Riscaldamento Urbano ci occuperemo degli aspetti normativi e delle soluzioni di integrazione con le reti di teleriscaldamento.

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Riscaldamento Urbano 19

La voce dei comitati di studio AIRUComitato distribuzione del vettore termico A cura di Alessandro Modonesi

Il Comitato distribuzione vettore termico ha organizzato lo scorso 15 maggio una giornata di studio, promossa dal Centro di Formazione AIRU, che ha riunito soggetti provenienti da diverse realtà operanti nel settore del teleriscaldamento. Obiettivo della giornata è stato condivi-dere le esperienze sul tema del Controllo, monitoraggio e manutenzio-ne delle reti di teleriscaldamento. Al corso hanno partecipato in qualità di relatori diversi tecnici prove-nienti dalle aziende di gestione, dalla libera professione e dal mondo dell’impresa. In particolare i relatori provenivano da A2A, Iren - Reggio Emilia, Teasei Srl, Energard Srl, Stea SpA.Uno dei principali aspetti emersi nella giornata di studio è l’importan-za di raccogliere e analizzare, in maniera sistematica e organizzata, i dati relativi ai guasti verifi catisi sulla rete, con l’obbiettivo di defi nire e monitorare nel tempo le condizioni dell’infrastruttura e di identifi care, sulla base di dati oggettivi, quali siano i punti deboli della rete. Una tale attività permette, infatti, di impostare le strategie più opportune per la risoluzione dei problemi.

STRATEGIE DI INTERVENTOTra le strategie d’intervento, in primo luogo, vi è l’adozione di specifi -ci accorgimenti per risolvere le situazioni di debolezza degli elementi costituenti la rete. Tali problematiche scaturiscono essenzialmente da una progettazione e/o da una posa poco accurate. Diventa, quindi, altrettanto importante defi nire idonee specifi che costruttive dei punti critici (valvole, sfi ati e dreni, punti fi ssi, ecc.) così come intensifi care e rendere più effi caci le azioni di controllo in fase di posa.Da tali considerazioni deriva un altro aspetto, anch’esso sottolineato nel corso dell’incontro: l’importanza di un dialogo continuo tra il settore manutenzione e i settori della progettazione e della realizzazione, affi n-ché lo scambio di esperienze porti all’innalzamento della qualità delle reti posate e all’allungamento della loro vita utile di esercizio.Quanto illustrato durante la giornata di studio costituisce un importante momento di approfondimento della tematica Accorgimenti da attuare durante la realizzazione delle reti di teleriscaldamento per evitare l’insor-genza di guasti, che rappresenta uno dei punti del programma del Co-mitato distribuzione vettore termico. Da tale approfondimento i gruppi di lavoro del Comitato potranno sviluppare alcuni contributi specifi ci che verranno diffusi nei prossimi numeri de Il riscaldamento urbano.

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La voce dei comitati di studio AIRU

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Comitato Smart Cities A cura di Marco Calderoni

Il resoconto dei casi studio realizzati nell’ambito del progetto Solar Di-strict Heating Plus prosegue con l’analisi di pre-fattibilità di un impianto solare termico centralizzato e collegato a una rete di teleriscaldamen-to di dimensioni medio-piccole, simile a quella illustrata nel numero 54 di Il riscaldamento urbano. Anche in questo caso la rete è situata nel Nord Italia. La rete di teleriscaldamento può approvvigionarsi dalla vi-cina centrale a ciclo combinato a gas metano. Il sistema di genera-zione è composto, inoltre, da sei caldaie per la copertura dei carichi di punta, delle quali due sono ad acqua surriscaldata, per un totale di 40 MWth installati. Come accade ormai di frequente anche in altre reti, la centrale di potenza è spesso spenta a causa delle condizioni del mercato elettrico e fornisce, quindi, energia termica alla rete sempre più raramente. Il funzionamento delle caldaie, di conseguenza, non è più limitato alle sole ore di punta, ma risulta sempre più frequente, con conseguenti problematiche di tipo economico. L’obiettivo di partenza

dello studio, pertanto, è stato coprire per quan-to possibile i carichi di base estivi con apporti da un sistema solare termico, limitando l’utilizzo del-le caldaie. Il tutto, però, compatibilmente con le dimensioni massime di impianto attualmente incentivabili tramite il Conto Energia Termico (pari a 1.000 m2).A questo scopo è stato simulato il funzionamen-to di un impianto solare termico le cui caratteri-stiche sono riportate in tabella 1. I risultati tecni-co-economici sono riportati in tabella 2.

I RISULTATIRispetto al caso illustrato nel precedente arti-colo, l’impianto oggetto di questo studio genera una quantità maggiore di energia termica (cir-ca il 20%), grazie all’utilizzo diretto della totalità dell’energia solare prodotta. Nel caso prece-dente, infatti, il calore veniva immagazzinato in un serbatoio di accumulo preesistente prima di essere utilizzato, con conseguenti vantaggi ge-stionali, ma maggiori dispersioni termiche. Date le dimensioni ridotte del campo collettori rispetto al fabbisogno termico delle rete, l’utilizzo di un serbatoio nella nuova simulazione non è stretta-mente necessario, poiché il calore solare viene sempre utilizzato istantaneamente.

Tabella 1.Dimensionamento

dell’impianto solare termico simulato.

Molto più elevato risulta, invece, il tempo di ritorno, principalmente a causa della mancanza, in questo caso, del più alto introito da certifi ca-ti verdi, che nel caso precedente derivavano dalla maggiore produ-zione di energia elettrica (minore spillamento di vapore dalla turbina).Anche in questo caso l’impianto solare è integrato sul ritorno della rete, ma l’aumento di temperatura, peraltro contenuto entro un massimo di 7,5 K, non disturba il funzionamento delle caldaie.Per la copertura mensile del fabbisogno della rete tramite calore so-lare, la stagione estiva è ampiamente favorita, grazie alla maggior di-sponibilità di radiazione e del ridotto fabbisogno della rete in estate. A fronte di una copertura mensile massima di circa 7% in luglio, va consi-derato che, nelle ore centrali dei giorni più caldi e con ridotto fabbiso-gno, l’impianto solare copre fi no al 45% del fabbisogno.

Grandezza Valore Unità di misura

Superfi cie di collettori 1.000 m2

Potenza di picco 700 kWth

Posizionamento dei collettori a terra -

Superfi cie totale impegnata 2.500 m2

Inclinazione dei collettori 30 °

Tipo di integrazione nella rete di TR Sul ritorno delle rete -

Grandezza Valore Unità di misura

Energia termica annua fornita alla rete di TR 541 MWh

Copertura solare annua del fabbisogno della rete 1,1 %

Copertura solare estiva del fabbisogno della rete (15/04-15/10) 6,5 %

Investimento complessivo 370.000 €

Costo del terreno 25.000 €

Incentivo complessivo 275.000 €

Tempo di ritorno semplice ~ 18 Anni

Tasso interno di rendimento (TIR) 7,8 %

Valore Attuale Netto (VAN) 15.438 €

Tabella 2. Risultati tecnico-economici

della simulazione.

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Riscaldamento UrbanoRiscaldamento Urbano

SEDE OPERATIVAc/o Università di Pisa, Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC)Largo L. Lazzarino, 156122 – [email protected]

CONSIGLIO DIRETTIVOGrassi Prof. Ing. Walter (Presidente )Della Vedova Prof. Bruno (V. Presidente)Bertani Dr. Ruggero (Segretario)Buonasorte Dr. Giorgio (Tesoriere)Bottio Dr. Ing. Ilaria (Membro)Franci Dr. Tommaso (Membro)Rauch Dr. Anton (Membro)

COLLEGIO DEI REVISORIManzella D.ssa Adele (Presidente)Burgassi Dr. Armando (Membro) Fiordelisi Dr. Adolfo (Membro)

RESPONSABILI DEI POLI OPERATIVIPiemonte Prof. Ing. Carlo (Polo Nord Ovest)Della Vedova Prof. Ing. Bruno (Polo Nord Est)Giordano Prof. Guido (Polo Centro)Pizzonia Dr. Antonio (Polo Sud)

COMITATO DI REDAZIONE DEL NOTIZIARIOGrassi Prof. Ing. Walter (Capo redattore)Passaleva Ing. Giancarlo (Vice Capo redattore)Bertani Dr. Ruggero (Membro)

UNIONE GEOTERMICA ITALIANA

ORGANISMI UGI

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La voce della geotermia

In prossimità del termine del mandato, consentitemi di fare alcune considerazioni personali su quello che ritengo essere il modo corretto di affrontare l’aspetto dell’uso delle risorse energetiche.Anzitutto ricordiamo che questo è un problema complesso. Lo sappiamo tutti, ma spesso a “complesso” attribuiamo il riduttivo signifi cato di complicato. Non è così, questa espressione ha un valore specifi co in tutte le varie branche del sapere: dalla fi sica all’ingegneria, dall’economia all’ecologia e così via. Infatti complessa è la realtà.

Un esempio comune lo si trova in cucina. Un piatto, anche non particolarmente elaborato, ha bisogno di una corretta dose di in-gredienti: cioè di quelle determinate sostanze, usate nelle debite quantità. Se, alla fi ne, dicessi che il sapore del cibo ottenuto è la somma dei sapori dei singoli ingredienti penso che molti si chiede-rebbero se non sia matto. Più precisamente se, invece che dare agli ospiti un sugo al ragù, offrissi loro della carne triturata, dei pomodori, degli odori e quant’altro necessario, separatamente, li metterei nelle condizioni di mangiare un ragù? Direi di no e penso che anch’essi direbbero

Alcune rifl essioni sull’uso sostenibile delle risorse

la stessa cosa. Infatti, il ragù è frutto, non solo dei singoli ingredienti, ma anche della loro reciproca interazione. Altrettanto, vo-lendo curare un malato, un buon medico dà una cura “bilanciata”, tale cioè da non esasperare alcuni medicinali, senza darne altri d’appoggio (si pensi semplicemente alle cure antibiotiche).

MOLTE FONTI, MOLTE TECNOLOGIETrasferendosi in un campo assolutamente diverso, chi potrebbe pensare di affrontare il problema energetico utilizzando un’unica tecnologia? Solo chi ha un interesse diretto nel suo sviluppo, possibilmente annullando le possibilità di sviluppo delle altre, o chi è completamente stupido.È peraltro evidente che i produttori delle varie tecnologie spingono perché queste vengano utilizzate, e questo rientra nella lo-gica del mercato. E qui ci si potrebbe dilun-gare, ma ce ne guarderemo bene, su mer-cato perfetto (e quindi libera concorrenza) e mercato reale (trust, mercato truccato economicamente, politica ecc.).E allora? Chi fa le scelte? In primis gli Ammi-nistratori Politici. Le maiuscole si riferiscono a soggetti liberi, trasparenti e competenti, realmente interessati al Sistema Paese e non solo alla loro sopravvivenza nel ruolo di potere. Inoltre a soggetti che abbiano re-clutato una classe di dirigenti amministrativi e tecnici, sulla base delle loro competenze e non solo su base clientelare.Ma questo è un discorso lungo e lo lascere-mo opportunamente.

NOTIZIARIO UGI ANNO XIII - GIUGNO 2014 - N.38NOTIZIARIO UGI ANNO XIII - GIUGNO 2014 - N.38

UNIONE GEOTERMICA ITALIANA

ORGANISMI UGI

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IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONIQual è il ruolo delle Associazioni Volontarie e Libere, come UGI? Se deve avere un senso è un ruolo diffi cile. Anzitutto è necessario un confronto interno, serrato, documenta-to, culturalmente e professionalmente onesto, che porti a defi nire delle linee concre-te d’azione, rivolte sia all’impiego quotidiano della risorsa sia all’individuazione degli aspetti, pochi ma seri e realistici, su cui insistere per l’approfondimento della ricerca e delle tecnologie di sviluppo. Compiuto questo primo passo, ci si deve aprire ad un confronto (esigendo la stessa correttezza ed onestà) con altri soggetti portatori di indicazioni simili in settori diversi per individuare una comune direzione organicamente diversifi cata da proporre pubblica-mente. Idealistico direte? È vero, ma è a questo che si deve tendere per riuscire almeno in parte. Senza uno scopo realisticamente perseguibile e condiviso non si ottengono nemmeno successi parziali e ne abbiamo dimostrazioni quotidiane.Associazioni di questo tipo non possono fare cose diverse, altrimenti rischiano di divenire delle agenzie di promozione e/o procacciatori d’affari di questo o di quello. Chi vuol andare in tale direzione si cerchi un lavoro, in cui mettere la faccia in prima persona, senza nascondersi dietro le sigle, magari usando i soci con dubbia correttezza.

QUANDO UNA RISORSA È RINNOVABILEMa passiamo ad un altro punto. Ricordo un episodio che mi è capitato qualche anno fa. Mi fu sottoposto un progetto d’impianto eolico, ben fatto. Dopo un’approfondita, interessante discussione, in cui si parlò molto anche delle disponibilità degli incentivi, ebbi l’ingenuità di chiedere se nella zona interessata c’era vento. Con mia meraviglia (ingenua), mi fu risposto che non erano state fatte suffi cienti (suffi cienti lo dico io sulla base degli standard, non i proponenti) misure anemometriche… Mancava, quindi, una seria conoscenza della disponibilità della risorsa, ma c’erano gli incentivi!Altre volte mi sento dire che la risorsa c’è, ma l’utilizzatore non è chiaramente indivi-duato, tanto la risorsa è rinnovabile. Una risorsa è rinnovabile solo se l’uso che se ne fa è tale da consentirle di essere rinnovabile. In proposito suggerisco di leggere il libro del compianto professor Enzo Tiezzi: Tempi storici e tempi biologici.La Rivoluzione Industriale cominciò con l’uso del carbone, in Inghilterra, anche a segui-to della crisi di disponibilità del legname, il cui utilizzo era divenuto eccessivo, almeno nei Paesi più avanzati. Eppure, oggi il legno è comunemente defi nito risorsa rinnovabile, certo se i tempi e le quantità utilizzate sono tali da lasciarle la possibilità di riprodursi.Altro atteggiamento che non esito a defi nire criminale è l’impiego di una qualsiasi risor-sa, senza prima cercare di ridurne il fabbisogno (risparmio energetico) e massimizzarne l’effi cienza di utilizzo.Un paio di esempi nel settore specifi co. Le pompe di calore geotermiche possono co-stituire una buona soluzione, ma solo se abbinate ad edifi ci “pesanti” che non rispon-dono velocemente alle sollecitazioni climatiche e, comunque, per sopperire alla “base del carico termico”, tenendo opportunamente conto della situazione climatica locale (chiaramente l’argomento andrebbe molto meglio dettagliato, ma non è questa la sede). Gli impianti binari sono sicuramente degli impianti interessanti, ma perché, dato il costo ed il basso rendimento elettrico, discriminare sulla sola disponibilità della risorsa (evi-dentemente fondamentale), e non anche sulla presenza di utenti cui fornire il calore di scarto? Non si migliorerebbe, così, la loro effi cienza complessiva e l’accettabilità sociale?So che, con queste affermazioni, solleverò critiche anche dall’interno della mia Asso-ciazione a cui, se palesate, risponderò volentieri. In ogni caso ribadisco che queste sono solo mie ferme opinioni personali.Sperando di aver suscitato almeno qualche curiosità e, ancora più ottimisticamente, una certa volontà di dibattito, vi ringrazio per la cortese attenzione.

Il Presidente

Walter Grassi

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Bruno Della Vedova Vice-Presidente UGI

INFORMAZIONI DAL CONSIGLIO IGA

L’Unione Geotemica Italiana ha due rappresentanti nel Consiglio Direttivo dell’International Geothermal Association (IGA), Bruno Della Vedova e Paolo Romagnoli, che seguono da vicino l’evolversi della geotermia nel mondo. Riportiamo le principali notizie emerse nell’ultima riunio-ne del Consiglio Direttivo IGA, svoltasi a Manila (Filippine), lo scorso marzo.

COMITATO STATUTO Il Comitato ha portato all’ordine del giorno i seguenti argomenti:

• allineamento dello statuto delle Branche Regionali a quello dell’IGA. È stato notato infatti che gli statuti delle Branche Regionali non sempre collimano con quello dell’IGA, l’Istituzione madre. In caso di divergenze, il Consiglio dell’IGA ha il potere di accettare o rigettare le mo-difi che che ogni Branca Regionale dovrà ora proporre;

• trasformare il Comitato ad hoc Riserve & Risorse Geotermiche in un comitato tecnico permanen-te, per sviluppare e mantenere le linee guida e i protocolli per l’applicazione della direttiva UNFC-2009 (United Nations Framework Classifi cation for Fossil Energy and Mineral Reserves and Resources 2009) all’energia geotermica;

• integrare lo Young Geothermal Chapter/Club in una struttura corporata IGA. Per questo è necessario, però, emendare prima lo Statuto dell’IGA.

COMITATO FORMAZIONE Sono state presentate tre richieste di contributo per eventi formativi:

• da Will Osborn (GRG), gruppo privato in associazione con il Ministero dell’Energia di Gibuti, per una serie di corsi settimanali a Gibuti, nella seconda parte dell’anno, nell’ambito di un Geothermal Capacity Building Programme;

• da GEORG (Geothermal Research Cluster Corp.), Islanda, per un corso su Evaluation and Improvements of Geothermal Models Using Inverse Analysis;

• da Michele Pipan, Università di Trieste, per un corso di una settimana su Geothermal Explora-tion da tenersi a fi ne 2015, all’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) di Trieste.

È stato deliberato il supporto massimo previsto (5000 dollari Usa) sul bilancio 2014, per le prime due iniziative, mentre per la richiesta Pipan-ICTP, si rimanda la decisione a fi ne anno (bilancio 2015). Si segnalano inoltre i seguenti Workshops svolti a cura dell’IGA Academy:

• Geothermal Exploration: Best Practices: Geology, Exploration Drilling, Geochemistry, Geo-physics, svoltosi il 18-19 novembre scorsi ad Izmir, Turchia;

• Geothermal Power Plant Project Development in Turkey and Developing Countries, a Colo-nia (Germania), lo scorso 18 febbraio.

• European PhD day, lo scorso aprile a Darmstadt, Germania.

COMITATO AD HOC PER LA RICERCA • Per la borsa di studio PhD Student Research, entro il termine dello scorso marzo, sono arriva-

te 5 richieste: da Germania, Islanda, India, Nuova Zelanda, e Regno unito. Sono stati scelti due progetti: Cattel (NZ) e Meier (UK), premiati, rispettivamente con 2680 e 2910 dollari.

• Per il premio IGA Best Paper sono state presentate 4 pubblicazioni, tre da ricercatori islan-desi e uno dalla Nuova Zelanda. I premi sono andati a: Gudni Axelson, Sustainable geother-mal utilization – Case histories; defi nitions; research issues and modeling e Knútur Árnason, Hjálmar Eysteinsson, Gylfi Páll Hersir, Joint 1D inversion of TEM and MT data and 3D inversion of MT data in the Hengill area, SW Iceland. Per il bando 2015, queste opportunità verranno pubblicizzate, promosse e sostenute da UGI per i propri soci.

COMITATO AD-HOC PER RISORSE E RISERVE GEOTERMICHE Il Comitato diventerà permanente e tra i suoi membri vi sono Paolo Conti e Paolo Romagnoli di UGI. Il Comitato ha proposto un ampio programma di attività che include:

• Glossario dei termini correlati a Risorse e Riserve per sviluppare uno standard nella classifi ca-zione delle risorse;

• Database dei modelli concettuali e sistemi geotermici, come linee guida per l’esplorazione e l’utilizzo effi ciente dei sistemi naturali;

• Specifi che e linee guida per la classifi cazione, comparazione e descrizione di stime di po-tenziale geotermico, risorse e riserve. Le specifi che dovranno tener conto degli schemi se-

INFORMAZIONI DAL CONSIGLIO IGA

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24 Riscaldamento Urbano2424 La voce della geotermia

guiti nel settore in alcuni Paesi, allinearsi con le specifi che in uso per altre fonti rinnovabili, e rispondere alle UNFC – 2009 Renewables (United Nations Framework for Fossil Energy, Mine-ral Reserves and Resources), nell’ambito del UNECE (United Nations Economic Commission for Energy).

Il Comitato ha preparato un piano di lavoro per raggiungere tali obiettivi entro il 2015, avvalendosi di collaboratori (volontari e retribuiti) e di fi nanziamenti di sponsor pubblici e privati. Ha richiesto al Consiglio dell’IGA un contributo fi nanziario per due anni, mozione approvata per il supporto dei primi due punti, da raggiungersi prima del WGC2015, con un contributo di 14.000 dollari.

CONGRESSO GEOTERMICO MONDIALE WCG2015 Roland Horne, Presidente IGA uscente e Chairman della Steering Committee per il WGC 2015, ha illustrato l’avanzamento dell’organizzazione del Congresso, che si terrà nel 2015 a Melbou-rne: presentati 1780 abstract, il 40% in più rispetto all’evento di Bali del 2010. Ci saranno almeno 870 presentazioni orali, organizzate in almeno 12 sessioni parallele, da 100 minuti ciascuna (con 5 presentazioni da 20 minuti, incluso il tempo per le domande). Le quote di iscrizione variano in funzione delle scadenze stabilite per la registrazione (anticipata, regolare, e sul posto) fra 675-932 dollari per i soci IGA, 1080-1440 dollari per i non soci, e 450-540 dollari per gli studenti. L’UGI ha inviato i riassunti di diverse relazioni, che sono state accettate.

CORSI A MARGINE DEL CONGRESSO MONDIALESono stati defi niti gli argomenti di 5 Corsi brevi, e scelti i relativi coordinatori e relatori. I primi 4 sono ante Congresso e si terranno a Melbourne il 18 e 19 aprile 2015, mentre l’ultimo sarà post-Congres-so, durerà 3 giorni (compreso uno di visita agli impianti) e si terrà in Nuova Zelanda. Gli argomenti dei corsi sono: Perforazione, realizzazione opere complementari e prove di pozzi geotermici; Carat-terizzazione chimica e valutazione dei serbatoi dei fl uidi geotermici; Introduzione all’ingegneria dei serbatoi geotermici; Generazione elettrica da risorse geotermiche di bassa temperature (impianti con cicli binari); Politiche di implementazione della geotermia, con esempio della Nuova Zelanda.

CONGRESSO GEOTERMICO MONDIALE 2020 (WGC2020) Il Comitato ad hoc per la scelta della sede ha valutato la documentazione presentata dai Pa-esi propostisi per ospitare il WGC2020, selezionando 6 candidature sulle 8 inizialmente presenta-te. Le delegazioni dei Paesi (Cile, Germania+Olanda, Filippine, Kenya, Islanda, e Stati Uniti) han-no illustrato le proposte, con particolare riguardo alle motivazioni: potenzialità della geotermia nei loro Paesi, organizzazione dell’evento, sponsor, budget, sviluppo delle attività geotermiche e ricadute attese. Le proposte hanno evidenziato la volontà di questi Paesi di organizzare il WGC2020 per contribuire allo sviluppo della geotermia nel loro territorio e nel mondo.

SITO WEB DELL’IGA Nel sito IGA è stata creata un’apposita piattaforma per l’elezione dei membri del Forum della Branca Europea ed è stato avviato il lavoro per fornire il servizio alle altre Branche Regionali.

ELEZIONI DEL FORUM DELLA BRANCA EUROPEA Nella riunione di Consiglio, lo scorso novembre a Bochum (Germania), Horst Kreuter (Germania) era stato eletto Chairman della Branca Europea (ERB). Dopo discussioni su trasparenza e chiarez-za sulla lista dei candidati e sulle procedure di votazione, molto criticate, le elezioni si sono svolte prima dell’Assemblea annuale dell’ERB, tenutasi ad Offenburg a febbraio. Chairman a parte, gli altri 6 membri eletti del Forum ERB sono: Bertani (Italia), Boissavy (Francia), Mertoglu (Turchia), Ruter (Germania), Uhde (Svizzera), e Van Vees (Olanda). Le cariche del nuovo Forum sono: Jan-Diederik van Wees, Vice Chairman; Christian Boissavy, Tesoriere; Joerg Uhde, Segretario.

CELEBRAZIONE DEL 25° ANNIVERSARIO DELL’IGA La proposta di celebrare a Melbourne nell’ambito del WGC2015 il 25° anniversario di fondazio-ne dell’IGA è stata presentata al Consiglio da Luiz Gutierrez-Negrin (Presidente del Comitato Informazione), Paolo Romagnoli (Presidente del Comitato Nomine) e da Bruno Della Vedova nella riunione dello scorso marzo. La proposta prevede una sessione di celebrazione del Con-gresso, denominata Our Geothermal Legacy e formata da: una parte introduttiva sulla fonda-zione ed i primi 25 anni di attività dell’IGA; una parte storico-culturale sull’impatto che i fenomeni geotermici, la presenza di manifestazioni termali e l’utilizzo del calore terrestre nelle regioni geo-termiche del mondo ha avuto nei secoli sullo sviluppo della civiltà in Africa orientale (Rift Valley), nel bacino del Mediterraneo, nella fascia asiatica del Pacifi co e nelle Americhe; una parte sulle iniziative di fondo che l’IGA avvierà per favorire lo sviluppo della geotermia nel mondo.La proposta è stata unanimemente accolta, e per organizzare la celebrazione è stato forma-to un Comitato ad hoc costituito da 5 membri: E. Iglesias (Messico, Chairman), R. Cataldi e B. Della Vedova (Italia), J. Lund (Usa) ed A. Ragnarsson (Islanda). Il programma di dettaglio, che il Comitato preparerà di concerto con la Steering Committee del WGC2015, sarà ratifi cato dal Consiglio IGA nella riunione di ottobre in Francia.

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R. Cataldi, Promotore e co-fondatore dell’IGA, Presidente onorario UGI

L’ASSOCIAZIONE GEOTERMICA INTERNAZIONALE COMPIE 25 ANNI

La prima idea di formare un gruppo strutturato di organizzazioni ed esperti di geotermia risale alla fi ne degli anni Sessanta, dopo che l’Undtcd, il Dipartimento delle Nazioni Unite per la Cooperazione tecnica e lo sviluppo aveva proposto a Enel e al Cnr (Consiglio Na-zionale delle Ricerche) di organizzare un congresso internazionale di geotermia, da tenere in Italia nel 1970. In particolare, l’idea nacque da un incontro tra l’allora Direttore generale di Enel Arnaldo Maria Angelini e il Direttore centrale della Direzione centrale studi e ricerche (DSR) Enel Teo Leardini. Costoro incaricarono Raffaele Cataldi, allora capo ricercatore geotermico della DSR, di ri-ferire sulle prospettive di sviluppo della geotermia nel mondo e le possibili collaborazioni in-ternazionali che ne potevano scaturire sul piano tecnico-scientifi co, e di proporre l’iniziativa durante il congresso, che ebbe luogo a Pisa nel settembre 1970, al quale parteciparono circa 300 persone.I tempi, tuttavia, non erano maturi perché la generazione geotermoelettrica era allora limitata a sei Paesi soltanto: Italia, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Stati Uniti, ed (ex) Urss. Il basso costo del petrolio rendeva conveniente solo in alcuni casi l’uso di fl uidi ge-otermici per la produzione di energia elettrica, non favorendo (termalismo a parte) la diffusione degli usi diretti. A ciò si ag-giunge che gli esperti, il personale tecnico e le organizzazioni operanti nel settore erano a stento solo qualche centinaio.Incoraggiata ancora da Enel, l’idea fu rilanciata in altre due occasioni: durante il World Geothermal Congress di San Franci-sco (1975), promosso dall’Undtcd e organizzato dal Geothermal Resource Council (GRC) degli Stati Uniti, e durante l’Internatio-nal Geothermal Workshop svoltosi a Quito nel 1978 sotto l’egida dell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA). Anni in cui le crisi energetiche causate dallo shock petrolifero del 1973 avevano ravvivato e l’interesse per la geotermia, sia per la produzione di energia elettrica sia per usi diretti. Il nume-ro di enti di ricerca, compagnie di servizio, industrie ed esperti operanti nel settore era infatti passato da qualche centinaio di persone nel 1970 alle oltre 1000 del 1977. Per una serie di ragioni, però, la proposta di formare un’associazione apolitica e senza fi ni di lucro, capace di costituire il riferimento di tutti i geotermici del mondo, ancora non ebbe successo.

I PREPARATIVI Si ricominciò a discuterne durante il congresso geotermico internazionale di Kailua-Kona (Hawaii), organizzato dal GRC nel 1985. Questa associazione, attiva da oltre 10 anni, con-tava quasi 1000 membri, dei quali circa 200 provenienti da vari Paesi del mondo. Per questo motivo, lo stesso anno il GRC aprì il suo Consiglio direttivo a rappresentanti stranieri, nel quale l’anno successivo furono eletti R. Cataldi, Einar Eliasson (Islanda) e Tony Mahon (Nuo-va Zelanda). Questi proposero di formare una Ad-hoc International Committee per studiare gli aspetti istituzionali connessi alla creazione di un’associazione di respiro mondiale, nella quale si riconoscesse tutta la comunità geotermica internazionale. A far parte della commissione furono nominati i tre proponenti e altri quattro consiglieri del GRC: Tony Amor, Jim Combs, Bob Greider, e Jim Koenig. Dopo aver preso contatti con numerosi esperti di circa trenta Paesi, con i rappresentanti di istituzioni internazionali coinvolte nella promozione della geotermia (Banca Mondiale, Banco Interamericano di Sviluppo, Organizzazione Latino-Americana di Energia, Unione Europea, Undp, Undtcd, Unesco), delle cinque scuole internazionali operanti a quel tempo nel settore geotermico (in Giappone, Islanda, Italia, Messico e Nuova Zelanda), e con i vertici delle principali industrie di sviluppo di campi geotermici per produzione di energia elettrica, i lavori del Comitato terminarono nell’estate 1987 con una conclusione di fattibi-lità. Conclusione basata sulla necessità di creare un polo mondiale di riferimento della cultura geotermica, dove aggregare le esperienze maturate nei diversi Paesi e capace di trasformare in azioni generali gli sforzi da essi fatti per promuovere l’uso del calore naturale in tutte le sue applicazioni. In questo senso spingeva anche la natura interdisciplinare delle attività geotermiche e il numero di esperti e operatori impegnati (oltre 2000 nel 1987), che rendevano la comunità geotermica pronta ad acquisire una caratterizzazione propria tra le

I partecipanti alla seconda riunione dell’OWG.IGA (Auckland, Nuova Zelanda 1988).

L’ASSOCIAZIONE GEOTERMICA INTERNAZIONALE COMPIE 25 ANNI

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26 Riscaldamento Urbano2626 La voce della geotermia

associazioni professionali e tecnico-scientifi che esistenti. Un organismo necessario anche per l’esecuzione di attività basiche di interesse generale (pubblicazione di dati e rapporti, rapporti con organismi internazionali interessati allo sviluppo della geotermia , organizzazione di eventi scientifi ci mondiali o interregionali, formazione di personale,campagne di informazione pubblica) per le quali è necessario individuare obiettivi di ampio respiro ed interesse generale, e di operare poi con sforzi congiunti, che altrimenti rischierebbe-ro di esaurirsi in una serie di iniziative isolate rivolte ad obiettivi locali, di impatto limitato.Dopo queste conclusioni, il CRG sciolse il Comitato, ma incoraggiò la formazione di un gruppo di lavoro autonomo per la fondazione dell’IGA, che gli stessi membri del comitato costituirono nel settembre 1987 con il nome di Organizational Working Group IGA (OWG-IGA). Si svolsero quattro riunioni a distanza di 3-5 mesi l’una dall’altra in altrettanti Paesi, per la cui organizzazione e coordinamento furono nominati Tony Amor (Usa), Hector Alonso Espinosa (Messico), Tony Mahon (Nuova Zelanda), e R. Cataldi con l’obiettivo di arrivare alla creazio-ne dell’IGA nel giro di due anni. Aderirono subito all’OWG-IGA circa 30 esperti dai principali Paesi geotermici, tra i quali gli esponenti delle scuole di geotermia.

LA COSTITUZIONE DELL’IGAI contatti dell’OWG-IGA con centinaia di persone e organizzazioni della geotermia confer-marono che le conclusioni della Ad-hoc Committee del GRC erano condivise da esperti, enti, centri di ricerca, compagnie, università e industrie di molti Paesi e dai lungimiranti ma-nager di organizzazioni nazionali e internazionali attive nel settore delle fonti non convenzio-nali o rinnovabili di energia. Il nucleo iniziale dell’OWG-IGA andò allargandosi raggiungendo dopo un anno un centinaio di membri di 25 Paesi. Le riunioni del Gruppo si tennero a: Sparks (Usa) nel 1987, Auckland (Nuova Zelanda), Mexicali (Messico) nel 1988, e Castelnuovo Val di Cecina (in provincia di Pisa) nel 1989.A Sparks si provvide alla formazione di tre comitati di lavoro (By-laws, Finance, Member-ship) e alla compilazione del Charter dell’IGA. Ad Auckland, si decise di chiedere alle orga-nizzazioni tecnico-scientifi che dei Paesi geotermici di ospitare pro-tempore il Segretariato dell’IGA e di registrare in Nuova Zelanda la costituenda associazione. A Mexicali, fu appro-vata l’offerta dell’allora IIRG/Istituto Internazionale per le Ricerche Geotermiche del CNR con la nomina a Segretario di Enrico Barbier, e si compilò lo Statuto e il Regolamento dell’IGA. A Castelnuovo V.C. si approvò il lavoro preparatorio dei responsabili operativi. Inoltre, ven-nero ratifi cati lo Statuto e il Regolamento, nominati i candidati per l’elezione ed eletti i 30 Consiglieri previsti dallo Statuto per insediare il Consiglio direttivo dell’IGA.L ’OWG-IGA fu quindi sciolto e il 5 maggio del 1989 si insediò il primo Consiglio dell’IGA, che procedette alla nomina del Presidente, degli Offi cers e dei Comitati Permanenti con i rispettivi Chairman e membri, in rappresentanza di 15 Paesi (Cile, Cina, El Salvador, Francia, ex Urss-Georgia, Grecia, Kenia, Islanda, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Svizzera, Turchia, Usa), e di due organismi internazionali (Ue e Onu).

PreambleThe International Geothermal Association (IGA) is a scientifi c, educational, and cultural organi-zation established to operate worldwide. It is a non-political association. Its aim is to encourage, facilitate, and, when appropriate, promote coor-dination of activities related to worldwide research, development, and application of geothermal re-sources. Therefore, IGA is:a) a broad, open forum for the discussion and

debate of problems of common interest;b) a focus for the evaluation of actions and means

necessary to strengthen the human capabilities needed for accelerated research, develop-ment, and application of geothermal re-sources;

c) a vehicle for encouragement and implemen-tation of activities necessary to accelerate the utilization of geothermal resources around the world; and

d) a reference point for geothermal-related activi-ties in which the international geothermal com-munity is involved.

Objectivesa) encourage, facilitate and, when appropria-

te, promote the coordination of scientifi c and technical education in geothermal matters worldwide through its membership;

b) carry out and facilitate the collection, compi-lation, publication, exchange, dissemination of scientifi c and technical data, and informa-tion on geothermal research, development and use worldwide;

Il Charter dell’IGAAuckland, New Zealand, 18/2/1988

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Riscaldamento Urbano 27Riscaldamento Urbano 27Riscaldamento Urbano 27La voce della geotermia 27

Alla riunione fondativa erano presenti 41 esperti da 22 Paesi, i rappresentanti di tre organiz-zazioni internazionali (due Agenzie delle Nazioni Unite e una dell’Unione Europea), e alcuni dirigenti di importanti industrie della geotermia, tra le quali Enel, che aveva ospitato oltre la metà dei partecipanti e fornito ogni altra necessaria assistenza tecnica ed organizzativa. Pure con la diffi coltà di tenere riunioni con un numero suffi ciente di partecipanti in tre conti-nenti diversi, l’OWG-IGA aveva concluso il lavoro preparatorio in meno di due anni, durante i quali era stato possibile: compilare il Charter, le Rules of Incorporation e le Bylaws dell’IGA; presentare la domanda di registrazione al Dipartimento di Giustizia della Nuova Zelanda; ot-tenere da enti energetici pubblici e privati di alcuni Paesi, nonché dall’ONU e dalla UE, con-tributi di denaro una tantum per costituire un fondo spese iniziale detto seed-money fund; defi nire e rendere operativa la struttura iniziale dell’IGA; creare il Segretariato IGA ed asse-gnarlo in cura all’IIRG del CNR con sede propria pro-tempore a Pisa presso locali messi a di-

c) stimulate, implement and report on stu-dies and surveys on geothermal subjects of general or widespread interest, such as those related to resource assessment, energy data, use of geothermal resources, projections of requirements for human re-sources, standardization of methodologies and measurement units, and optimisation of efforts;

d) encourage the execution of fundamen-tal studies, advanced research, laboratory investigations, fi eld tests and other activi-ties of general interest for the international community, which may result in the facilita-tion and acceleration of worldwide use of geothermal resources;

e) identify the means to disseminate informa-tion and, when appropriate, publicise the importance that geothermal resources will have in meeting future energy needs of the world.

ActivitiesThe activities of the IGA include:a) promote and organise international symposia,

conferences, congresses, workshops, study tours, and exhibitions on geothermal subjects of general and specifi c interest;

b) publish proceedings, monographs, articles, data, and reports of international geothermal interest;

c) create one or more international libraries and data bases;

d) promote and organise study groups to evalua-te problems of interest to the international geo-thermal community;

e) encourage and/or provide technical assistance to public campaigns aimed at disseminating in-formation on geothermal matters;

f) convene every fi ve years a word congress co-vering all subjects related to research, develop-ment, and utilisation of geothermal resources;

g) undertake any other educational and scien-tifi c activities appropriate to the objectives of the IGA.

Offi cersPresidente: J. Combs (Usa)Vice-Presidente: J. Garnish (Eec)Segretario: E. Barbier (Italy)Tesoriere: T. Amor (Usa)

ConsiglieriH. Alonso Espinosa (Mexico)T. Amor (Usa)E Barbier (Italy)G. Bloomquist (Usa)G. Buachidze (Ussr)B. Carey (New Zealand)R. Cataldi (Italy)J. Combs (Usa)G. Cuellar (El Salvador)E. Eliasson (Iceland)

D. Freeston (New Zealand)J. Garnish (Eec)A. Gerard (France)B. Greider (Usa)J.G. Hernandez (Mexico)J. Koenig (Usa)A. Lahsen (Chile)T. Mahon (New Zealand)T. Meidav (Usa)P. Muffl er (Usa)S. Ojiambo (Kenya)E. Okandan (Turkey)P. Ottlik (Hungary)G. Palmason (Iceland)L. Rybach (Switzerland)Xian-Jie Shen (China)P. Squarci (Italy)I. Thain (New Zealand)F. Vrouzi (Greece)Ji-Yang Wang (China)

sposizione dall’Enel; avviare una sistematica campagna di affi liazione, grazie a cui, quando l’IGA venne uffi cialmente fondata poteva contare già su circa 200 soci da 30 Paesi.

SCOPI E ASPETTI ISTITUZIONALIConcepita come un’associazione di respiro mondiale, gli scopi, il quadro istituzionale, e le linee guida di attività dell’IGA furono enunciati in forma di principio, in modo che tutta la comunità geotermica vi si potesse riconoscere. Il Charter perciò, ha una validità permanente. Le Rules of Incorporation e le By-laws, invece, descrivono, rispettivamente, le regole giuridiche e organizzative, e le clausole funzionali e operative che ispirano la conduzio-ne e le attività dell’IGA, documenti che possono essere emendati periodicamente per tener conto dei trend evo-lutivi della geotermia e delle esigenze della sua comunità internazionale. I principali aspetti considerati in questi due documenti sono: clausole giuridiche, organizzazione e governo (Consiglio Direttivo, Offi cers, Comitato Esecutivo, Comitati Permanenti, Branche Regionali, Direttore Esecuti-vo, Segretariato, elezione del Consiglio, aspetti operativi e amministrativi, soci. In particolare gli Offi cers sono: Pre-sidente, Vice-Presidente, Segretario e Tesoriere. I Comitati Permanenti riguardano: Educazione, Finanze, Informazione, Soci, Nomine, Programmazione & Pianifi cazione, e Revisio-ne dei conti.

Il primo Consiglio direttivo dell’IGA (1989-1992)

Castelnuovo Val di Cecina 5 maggio 1989

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28 Riscaldamento Urbano2828 La voce della geotermia

I PRIMI ANNI DI ATTIVITÀ (1989 - 2000)Le attività principali svolte nei primi 12 anni di vita dell’IGA si possono riassumere:

• 26 riunioni consigliari e 11 assemblee generali annuali, svolte con criteri di rotazione in quasi tutti i principali Paesi geotermici: Filippine, Giappone, Indonesia, Islanda, Italia, Mes-sico, Nuova Zelanda, Stati Uniti, e Turchia;

• pubblicazione di 46 numeri del Notiziario IGA News e di una diecina di pieghevoli e po-ster per illustrare gli scopi e le iniziative dell’Associazione;

• promozione di associazioni geotermiche nazionali in oltre 30 Paesi; • organizzazione diretta, o egida accordata a circa 20 corsi di formazione diretti soprattutto

a nuove leve di Paesi emergenti, con la partecipazione nel complesso di oltre 1000 discenti; • creazione di un gruppo di contatto (IGA Group) per rispondere via e-mail a quesiti tec-

nici e scientifi ci posti da esperti o persone interessate alla geotermia;• creazione di siti web per raccogliere e aggiornare i dati operativi dell’Associazione e la

situazione della geotermia nel mondo, e per disseminare notizie sulle iniziative dell’IGA;• interventi a sostegno della geotermia presso organizzazioni internazionali (Asean, Ola-

de, Onu, Ue, Unesco, e altre), anche con partecipazione a riunioni, gruppi di lavoro, e convegni;

• partecipazione a eventi internazionali in materia di energia; • ottenimento per l’IGA dello status di Ong (Organizzazione non governativa) dell’Onu, e della

posizione di partner della Ue per la promozione di progetti geotermici dimostrativi; • organizzazione di due Congressi Geotermici Mondiali (a Firenze nel 1995, e Kyushu-

Tohoku, in Giappone, nel 2000, con oltre 1500 partecipanti in ognuno), pubblica-zione dei relativi atti e svolgimento di corsi di specializzazione nell’ambito dei due Congressi.

BUDGET ANNUALE A parte i Congressi mondiali e i Corsi di formazione (i cui budget devono essere impostati caso per caso per tenere conto di contributi esterni ad hoc e di esborsi specifi ci ad essi legati), il budget operativo annuale dell’IGA è andato progressivamente aumentando dai 10-15.000 dollari americani dei primi anni ai quasi 50.000 dollari del 2000. Nel budget operati-vo non sono compresi i contributi in natura delle organizzazioni che ospitano il Segretariato, il lavoro e le spese pro bono dei consiglieri. Ciò signifi ca che la conduzione dell’IGA si basa in gran parte sugli impegni che i consiglieri assumono volontariamente, prima di essere eletti, per servire la comunità geotermica internazionale.

I MEMBRI DELL’IGA Lo Statuto prevede le seguenti categorie di socio: individuali, corporati, istituzionali, stu-denti e affi liati. Questi ultimi sono i membri di quelle organizzazioni geotermiche, molte volte nazionali, che si affi liano all’IGA in forma collettiva e a quote scontate: possono quindi essere tutti, o una parte soltanto, membri di ciascuna organizzazione. Inoltre, i soci individuali, corporati e istituzionali, possono diventare “soci sostenitori” versando contributi aggiuntivi rispetto alla quota normale. Dagli iniziali 200 circa del maggio ’89, i soci dell’IGA sono aumentati rapidamente nei primi anni (circa 1800 da 42 Paesi al dicembre 1991) per giungere a 2200 circa da 55 Paesi a dicembre del 2000.

LE BRANCHE REGIONALI Per facilitare il decentramento amministrati-vo e gestionale di alcune funzioni, e per fa-vorire anche la promozione di alcune attivi-tà di interesse continentale o interregionale, l’Art. 15 delle By-laws prevede la possibilità di formare Branche regionali dell’IGA. Su que-sta base, dati il notevole numero di soci e la loro distribuzione in oltre 20 Paesi, un centi-naio di membri europei promossero nel 1991 la formazione della Branca Europea dell’IGA, costituita nel 1992, e rimasta l’unica per cir-ca un decennio. Successivamente, esigenze simili di decentramento e promozione locale si manifestarono anche in altre regioni, per cui furono formate anche la Branca Asia-Pacifi co, quella Africana, e quella Centro-americana.

Foto di gruppo al termine della fondazione dell’IGA (Castelnuovo Val di Cecina, 1989).

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a cura di R. Cataldi

NOTIZIE BREVI DALL’ITALIA E DALL’ESTERO

I NUOVI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ DELL’UNIONE EUROPEA

Con il pacchetto 20-20-20, l’Unione Euro-pea si era data alcuni anni fa l’obiettivo di ridurre entro il 2020 le emissioni totali di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990, di comprimere i consumi di energia del 20% attraverso la riduzione degli sprechi e l’aumento dell’effi cienza energetica, e di soddisfare il 20% del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Se questo era l’obiettivo complessivo dell’Unione, per i vari Paesi invece, a seconda della situazione di partenza al 1990, e di altre condizioni particolari (estensione della su-perfi cie boschiva, intensità dei consumi, ecc.), il conteggio della riduzione dei gas serra, dell’energia prodotta con fonti rin-novabili e del risparmio energetico, erano stati assegnati in misura diversa da caso a caso. Per l’Italia, ad esempio, la quota

di produzione energetica da coprire con fonti rinnovabili era il 17%.Situazioni specifi che dei diversi Paesi a parte, in generale, sembra che tali obiet-tivi possano essere raggiunti con vari anni di anticipo. Per cui, l’Unione Europea si sta apprestando a varare un piano più avanzato, con traguardo al 2030, deno-minato Climate and Energy goals for a competitive, secure and low-carbon EU economy. I lineamenti generali del piano sono sta-ti già fi ssati dalla Commissione Europea: 40% di riduzione complessiva dei gas serra rispetto ai livelli del 1990 (raddop-piando così l’obiettivo del 2020) e 27% di energia generata da fonti rinnovabi-li. Il nuovo piano dovrebbe scattare dal 2020 e i governi dei Paesi membri do-vrebbero approvarlo entro il 31 ottobre di quest’anno. Alcuni Paesi, ancora forte-mente dipendenti dal carbone, vogliono far ritardare di alcuni mesi la decisione, per conoscere prima la posizione sulla ri-duzione dei gas serra a livello globale di Stati Uniti e Cina, che si sono impegnati a pronunciarsi in merito entro aprile 2015. L’orientamento prevalente nell’Europa comunitaria, comunque, sembra favore-vole al nuovo piano.

Da diversi anni, il Notiziario UGI non manca di dare pe-riodiche informazioni sullo sviluppo del teleriscalda-mento e di altri usi diretti del calore geotermico nell’area di Larderello e nella zona del Monte Amiata, in Tosca-na. Per un quadro completo della situazione si rimanda a gli articoli di R. Amidei (No-tiziario n. 24 agosto 2009) e di A. Burgassi (Notiziario n. 34, dicembre 2012). Tale quadro è stato comunque aggiornato durante un Con-vegno, svoltosi lo scorso gen-naio a Radicondoli, orga-nizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Consorzio di Sviluppo della Geotermia (CO.SVi.G). Il programma di diffusione

capillare degli usi diretti in queste due regioni della To-scana, costituito principal-mente dal riscaldamento di abitazioni nei paesi presenti nelle due zone e relative frazioni, inclusi molti edifi ci civili e industriali delle aree più vicine a quelle di perfo-razione dei pozzi, e di altri usi diretti (serre, ecc.) si av-via ora verso la conclusio-ne. Ai progetti di teleriscal-damento di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Mon-terotondo Marittimo e San-ta Fiora, operativi da anni (per un totale di oltre 6000 utenze), si aggiungeranno presto quelli dei comuni di Chiusdino, Montieri e Radi-condoli.

Sono ancora in fase di studio preliminare, invece, i pro-getti di teleriscaldamento geotermico delle due città di più antica tradizione stori-ca della regione boracifera, Massa Marittima e Volterra. Trattandosi di centri di grandi dimensioni e in posizione de-centrata rispetto ai pozzi pro-duttivi, i progetti per queste città richiedono una valuta-zione approfondita circa la convenienza o meno di utiliz-zare fl uidi più caldi già reperi-ti in aree di maggiore distan-za, oppure di reperire acque calde a minor temperatura con pozzi poco profondi da perforare nelle vicinanze dei due centri (per Massa Marit-tima si rimanda a Notiziario UGI n. 27, agosto 2010).

IL TELERISCALDAMENTO GEOTERMICO NELLA REGIONE BORACIFERA TOSCANA

NOTIZIE BREVI DALL’ITALIA E DALL’ESTERO

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30 Riscaldamento Urbano

L’ITALIA TRA I PAESI PIÙ “ATTRAENTI” PER LO SVILUPPO DELLA GEOTERMIA

La EY-Ernst &Young, società inglese specia-lizzata negli studi fi nanziari e nelle ricerche di mercato nel settore dell’energia, pubblica ogni anno un Rapporto di attrattività per in-

vestimenti di capitali in progetti di sviluppo delle energie rinno-vabili, in cui vengono classifi cati i primi 40 Paesi che richiamano il maggior numero di investitori. La classifi ca viene stilata in base a criteri omogenei, de-fi niti in precedenza e comuni a tutti i Paesi del mondo, tra cui la disponibilità di risorse

nei diversi settori delle energie rinnovabili, la pianifi cazione di sviluppo delle diverse fonti, le normative nazionali e regionali relative, e altri criteri generali di natura politica ed eco-nomica. L’insieme di questi criteri genera gli “indici di attrattività” per ciascuno dei setto-ri delle energie rinnovabili e per tutti i settori complessivamente, in ciascuno dei Paesi indi-viduati. Nel 2013 l’Italia si è classifi cata all’11° posto, dopo a Stati Uniti, Cina, Germania, Giappone, Inghilterra, Canada, India, Austra-lia, Francia, e Corea del Sud, guadagnando una posizione rispetto al 2012. Ciò è dovuto soprattutto all’attrattività meritata in campo geotermico nella cui graduatoria settoriale l’Italia è in quarta posizione. Il nostro Paese, inoltre, è all’11° posto per le biomasse, al 12° per l’idroelettrico e al 22° posto per l’eolico.

3030 La voce della geotermia

IL PARCO DELLE “BIANCANE” GEOTOPO DELLA REGIONE TOSCANA La molteplicità di forme e l’attività superfi ciale delle manifestazioni di alta temperatura della Regione boracifera (fumarole, sorgenti calde, incrostazioni idrotermali, zampilli di fango bol-lente, bolle di gas, putizze, mofete, solfatare, pozze d’acqua opalescente), anticamente molto più fi tte e vistose di quanto non siano oggi, sono note da millenni e sono state descrit-te da innumerevoli autori. Per la loro peculiarità naturalistica e l’amenità dei luoghi, hanno richia-mato da sempre l’attenzione degli studiosi e di semplici visitatori. Fino a una ventina di anni fa, però, si trattava in genere di visite isolate e spo-radiche fatte a margine di manifestazioni, lungo percorsi disagevoli e spesso avulsi dal contesto geologico e naturalistico dei luoghi. Di recente, per iniziativa di cultori delle tradizio-ni e del territorio della regione boracifera, con il

sostegno delle autorità pubbliche, di associa-zioni pro-loco e di Enel Green Power, le ma-nifestazioni attive più vistose, situate nel Co-mune di Monterotondo Marittimo, sono state recintate e messe in sicurezza, valorizzate con appositi cartelli e riorganizzate per essere apprezzate dal punto di vista turistico. È stato creato anche un sentiero da trekking, deno-minato Geotermia e Vapore. Interventi che hanno portato a un aumento del numero di visitatori che nel 2013 ha raggiunto le 55.000 unità. Per le sue peculiarità geologiche e cli-matiche, che hanno portato allo sviluppo di una fl ora che la rende unica, lo spettacolo regalato dalle emissioni di vapore e le mac-chie biancastre che segnano il suolo l’area del Parco è stata inserita nei “geotopi” della Regione Toscana.

Alcuni settori del Massiccio Centrale francese (catene di Aubrac e Cantal, nella Pro-vincia di Alvernia), a causa della presenza di sorgenti ter-mali (La Chaldette, Par, e al-tre con temperature di 39÷82 °C) e di fenomeni vulcanici protrattisi fi no a 3500 anni fa, furono oggetto negli anni Settanta di numerosi studi, ricerche e analisi per stabilire se vi fosse un serbatoio geo-termico di alta temperatura idoneo a produrre energia elettrica. La conclusione de-gli studi fu che non esisteva in profondità un serbatoio vero e proprio, ma che si trattava piuttosto di un sistema idro-termale con circolazione a sviluppo prevalentemente verticale lungo faglie profon-

de, che attingono acqua a una temperatura di equilibrio di 150÷220 °C. Le iniziative per un progetto di impianto geotermoelettrico di poten-za a scala industriale furono quindi abbandonate.Di recente, invece, per le mutate condizioni del mer-cato dell’energia e grazie alla possibilità di produrre elettricità con impianto a ciclo binario e di utilizzare a valle calore per vari usi di-retti, la Società Electerre de France (ETF) ha lanciato il progetto Pegase mirato a questa doppia utilizzazione con impianto da 5 MWe a scambiatore di calore. ETF ha commissionato perciò al Servizio Geologico Naziona-le di Francia (BRGM, Bureau

de Recherches Geologique et Miniere) uno studio per scegliere i siti più favorevo-li per perforare alcuni pozzi esplorativi fi no a profondità di 3 km. Oltre a nuovi e più dettagliati studi e prospezioni geologici, geochimici, isoto-pici e geofi sici, per ricostruire il modello geotermico della zona è stato applicato un nuovo programma di elabo-razione computerizzata dei dati (GeoModeller) messo a punto dal BRGM. Questo ha il vantaggio di poter essere replicato e affi nato progres-sivamente via via che sa-ranno disponibili nuovi dati, in particolare quelli dei pozzi profondi, già ubicati.

PROGETTO PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA GEOTERMOELETTRICA NEL MASSICCIO CENTRALE FRANCESE

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Riscaldamento Urbano 31

AIRU, CHE COS’È

L'Associazione, senza scopi di lucro, ha le fi nalità di promuovere e divulgare l'applicazione e l'innovazione dell'impiantistica energetica territoriale, nel settore dei sistemi di riscaldamento urbano e derivati.Le suddette fi nalità sono parte di un impegno complessivo per fornire il massimo contributo del settore alla qualità ambientale ed energetica del sistema Italia e dei suoi centri urbani. In particolare l'Associazione è impegnata, attraverso accordi nazionali, regionali e locali con le istituzioni e gli operatori interessati, a fornire il massimo contributo agli impegni italiani sottoscritti nei trattati internazionali relativi ai settori di interesse.L'AIRU, nata per la cogenerazione ed il teleriscaldamento (con particolare attenzione a quello alimentato da fonti rinnovabili ed assimilate), estende ora il proprio interesse ad altri settori, quali il teleraffrescamento, ed in generale a tutti i vettori energetici, secondo un disegno interdisciplinare di energie integrate sul territorio.

AIRU, CHE COSA FA

• Stabilisce rapporti di collaborazione fra gli operatori dell'impiantistica energetica territoriale italiani e si tiene in collegamento con le analoghe associazioni estere.

• Promuove ed organizza studi e ricerche ponendo a confronto le diverse esperienze, in collaborazione con organismi di interessi convergenti.

• Fa conoscere i risultati scientifi ci e tecnici conseguiti in Italia e all'estero nel campo dell'impiantistica energetica territoriale per il riscaldamento urbano.

• Istituisce la formazione di commissioni ad hoc operanti in segmenti di proprio interesse, per l'approfondimento di problemi specifi ci nonché l'organizzazione e la promozione di iniziative proprie di quel segmento operativo.

AIRU, CHI SONO I SOCI

I soci di AIRU sono gestori di sistemi di teleriscaldamento, industriali che hanno fatto investimenti specifi ci nelle tecnologie proprie dei sistemi di Riscaldamento Urbano, associazioni, università, Comuni, persone fi siche. L'AIRU è associata ad Euroheat & Power.

AIRU, CHI SI PUÒ ISCRIVERE

Possono essere soci collettivi gli enti, le associazioni, le società, gli istituti universitari, le imprese, ecc. sia italiane che estere, che abbiano interesse a perseguire gli obiettivi statutari dell'Associazione. Possono essere soci individuali coloro che, in Italia o all'estero, si interessino di impiantistica energetica territoriale e abbiano superato i 18 anni di età, di cittadinanza sia italiana che straniera.

NOTA PER I LETTORI Al fi ne di instaurare un rapporto di sempre maggiore e concreta collaborazione e per ricevere informazioni su: • abbonamento al trimestrale IL RISCALDAMENTO URBANO• possibilità di pubblicazione nei prossimi numeri di articoli originali o comunicati stampa• per l'iscrizione come Associato AIRU

Vi invitiamo a contattarci al seguente indirizzo email: [email protected]

I dati forniti verranno trattati in modo lecito. secondo correttezza e in conformità alla Legge 675/96 sulla tutela della privacy; saranno inoltre registrali, organizzati e conservati in archivi o utilizzati per l'invio di proposte commerciali e promozionali e potranno essere rettifi cati o cancellati su richiesta degli interessati.

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32 Riscaldamento Urbano

ravetti s.r.l. | 15040 frassineto po (al) italy via s. rocco, 81/a | telefono +39.(0)142.482626 | telefax +39.(0)142.482562 | [email protected] | www.ravetti.comrassineto po (al) italy via s. rocco, 81/a | telefo

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