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Bimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANA “associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS ADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA 30 giugno 2017 ANNO XXVI n. 3 (138) ** ISSN 1974-3645 di Piero Alicata Questione ambientale e crisi del lavoro: un utile intersezione? La “Caretta caretta” a Vendicari ’Ente Fauna Siciliana svolge il progetto di ricerca dal 1994 in col- laborazione con l’Ente gestore della R.N.O. Vendicari, l’Università di Cata- nia e la stazione Zoologica “A. Dorhn” di Napoli. Inizierà dal 1 luglio la perlustrazione mattutina degli arenili di Vendicari al fine di individuare la risalita di “Caretta caretta” e la raccolta dei dati riguardan- ti la temperatura della sabbia a diverse profondità, fiduciosi delle schiuse del 2013, del 2014 e del 2016. Il progetto ha visto coinvolti, negli anni, tanti volontari ed è stato sempre svolto a titolo gratuito. Intensi sono stati gli scambi con le Università di Tripoli e di Tunisi e il pro- getto è stato oggetto di tesi di laurea. L D a oltre cinquant’anni la crisi am- bientale è oggetto di denunce, dibattiti, firme di convenzioni e trattati; e dopo un pe- riodo di relativa stasi, in cui stati, industrie e consumatori hanno finto di fare la loro parte, le recenti provocazioni e minacce di Trump hanno riacceso il dibattito. La crisi del lavoro invece, sebbene serpeggi da lungo tempo nelle società industriali, solo dopo la crisi delle econo- mie occidentali esplosa nel 2007-2008 ha assunto la dimensione di una questione sociale che non può essere più ignorata dalla politica e dalla economia. John May- nard Keynes, uno dei fondatori del pensiero economico moderno, l’aveva prevista. Nel 1930 tenne a Madrid una conferenza sulle prospettive del lavoro umano, pubblicato con il titolo Possibilità economiche per i nostri nipoti (traduzione italiana, Adelphi, 2009). Ecco una breve selezione delle riflessioni di Keynes che utilizzerò come punto di partenza: …siamo colpiti da una nuova malattia di cui alcuni lettori possono non conoscere ancora il nome, ma di cui sentiranno molto parlare nei prossimi anni: vale a dire la disoccupazione tecnologica. Il che si- gnifica che la disoccupazione dovuta alla scoperta di strumenti economizzatori di manodopera procede con ritmo più rapido di quello con cui riusciamo a trovare nuovi impieghi per la stessa manodopera. Ma questa è solo una fase di squilibrio transi- toria. Visto in prospettiva, infatti, ciò signi- fica che l’umanità sta procedendo alla soluzione del suo problema economico. Il problema economico, la lotta per la sussistenza, è sempre stato, fino a questo momento il problema principale, il più pres- sante per la razza umana: anzi, non solo per la razza umana, ma per tutto il regno biologico dalle origini della vita nelle sue forme primitive. Pertanto la nostra evolu- zione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l’umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Per la pri-

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Bimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANA“associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS

ADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA

30 giugno 2017 ANNO XXVI n. 3 (138)

** ISSN 1974-3645Grifone

di Piero Alicata

Questione ambientale e crisidel lavoro: un utile intersezione?

La “Caretta caretta”a Vendicari

’Ente Fauna Siciliana svolge il progetto di ricerca dal 1994 in col-laborazione con l’Ente gestore della R.N.O. Vendicari, l’Università di Cata-nia e la stazione Zoologica “A. Dorhn” di Napoli.

Inizierà dal 1 luglio la perlustrazione mattutina degli arenili di Vendicari al fine di individuare la risalita di “Caretta caretta” e la raccolta dei dati riguardan-ti la temperatura della sabbia a diverse profondità, fiduciosi delle schiuse del 2013, del 2014 e del 2016.

Il progetto ha visto coinvolti, negli anni, tanti volontari ed è stato sempre svolto a titolo gratuito.

Intensi sono stati gli scambi con le Università di Tripoli e di Tunisi e il pro-getto è stato oggetto di tesi di laurea.

L

D a oltre cinquant’anni la crisi am-bientale è oggetto di denunce, dibattiti, firme di convenzioni e trattati; e dopo un pe-riodo di relativa stasi, in cui stati, industrie e consumatori hanno finto di fare la loro parte, le recenti provocazioni e minacce di Trump hanno riacceso il dibattito.

La crisi del lavoro invece, sebbene serpeggi da lungo tempo nelle società industriali, solo dopo la crisi delle econo-mie occidentali esplosa nel 2007-2008 ha assunto la dimensione di una questione

sociale che non può essere più ignorata dalla politica e dalla economia. John May-nard Keynes, uno dei fondatori del pensiero economico moderno, l’aveva prevista. Nel 1930 tenne a Madrid una conferenza sulle prospettive del lavoro umano, pubblicato con il titolo Possibilità economiche per i nostri nipoti (traduzione italiana, Adelphi, 2009). Ecco una breve selezione delle riflessioni di Keynes che utilizzerò come punto di partenza:

…siamo colpiti da una nuova malattia di cui alcuni lettori possono non conoscere ancora il nome, ma di cui sentiranno molto

parlare nei prossimi anni: vale a dire la disoccupazione tecnologica. Il che si-gnifica che la disoccupazione dovuta alla scoperta di strumenti economizzatori di manodopera procede con ritmo più rapido di quello con cui riusciamo a trovare nuovi impieghi per la stessa manodopera. Ma questa è solo una fase di squilibrio transi-toria. Visto in prospettiva, infatti, ciò signi-fica che l’umanità sta procedendo alla soluzione del suo problema economico.

Il problema economico, la lotta per la

sussistenza, è sempre stato, fino a questo momento il problema principale, il più pres-sante per la razza umana: anzi, non solo per la razza umana, ma per tutto il regno biologico dalle origini della vita nelle sue forme primitive. Pertanto la nostra evolu-zione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l’umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Per la pri-

ma volta dalla sua creazione, l’uomo si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare la sua libertà dalle cure economiche più pressanti, come impiegare il tempo libero che la scienza e l’interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza.

Per ancora molte generazioni l’istinto del vecchio Adamo rimarrà così forte in noi che avremo bisogno di un qualche lavoro per essere soddisfatti. Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d’oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routi-nes. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo ‘pane’ affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribu-ito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.

Purtroppo l’evoluzione umana non procede con una crescita della saggezza e della giustizia come sperava Keynes. L’ha constatato pochi anni dopo con la defla-grazione della seconda guerra mondiale.

A distanza di oltre settant’anni dalla fine di quel terribile periodo, nonostante una evoluzione tecnologica impressionante e che presenta continue accelerazioni, le di-suguaglianze sono cresciute, il consumo di risorse del pianeta ha raggiunto proporzioni che ne sconvolgono il clima, minacciando la stessa sopravvivenza delle popolazioni umane e di innumerevoli altre specie viventi. Una enorme fetta dell’apparato produttivo è destinato a consumi inessenziali che ven-gono continuamente stimolati dando luogo ad una economia che attualmente sembra difficile orientare nella direzione del bene comune. Le nostre vite si svolgono in un enorme fantasmagorico e frenetico spet-tacolo costellato di tragici eventi (guerre, terrorismo, emigrazioni, disastri naturali determinati o favoriti dalle nostre azioni) che vengono presto assunti come parte es-senziale dei network sociali che senza posa alimentiamo. Nelle ricche nazioni occidentali crescono disagi sociali, che assumono di-mensioni che costringono le classi dominanti a preoccuparsi e a cercare soluzioni che consentano il mantenimento di una certa pace sociale pur nella permanenza di disagi e disuguaglianze: il welfare, che esiste in modo serio in tanti paesi europei e che in Italia è ancora da costruire.

La disoccupazione di massa che tor-menta diversi paesi è uno degli aspetti più rilevanti di questo disagio. Economisti, storici, sociologi producono libri e articoli sui principali quotidiani prendendo atto che i meccanismi normali del tanto decantato mercato non forniscono soluzioni. La conti-nua innovazione tecnologica è il fattore più importante che determina l’assetto del mer-cato del lavoro ed è un fatto contro il quale sarebbe inutile e dannoso combattere.

La capacità di innovare, infatti, è una ca-ratteristica permanente della nostra specie. È una esigenza irrefrenabile della nostra ragione trovare sempre nuove e migliori soluzioni ai problemi che troviamo nelle nostre attività: siano esse confinate nell’ambito delle lotta per la sopravvivenza, nella collaborazione solidale o nella lotta per prevalere gli uni sugli altri, o dilaghino nei tentativi di conoscere il mondo e noi stessi, o siano gioco, divertimento e arte. Sembra sia una caratteristica biologica non controllata dalla libera volontà. Produce con eguale facilità armi terrificanti, cure per le ma-lattie, strade, ponti, grattacieli, astronavi, arti, mode, reti per catturare interi banchi di tonni, strumenti di condizionamento e di dominio, ecc. Agisce però anche nella elaborazione del-le strategie di convivenza di comunità, popoli, nazioni; nella costruzione del sistema dei diritti. E il lavoro costituisce un tema importante nel sistema dei diritti.

La innovazione tecnologica, particolar-mente la sua velocità, determina anche un drammatico cambiamento delle tipologie di lavoro richiesto e delle competenze necessa-

rie per eseguirlo. Da qui il continuo dibattito sulla formazione, sull’ammodernamento della scuola, sulla necessità di collegare la scuola al lavoro, sulla riqualificazione degli espulsi dal mercato del lavoro. Un nuovo vigoroso impulso alla competizione nella acquisizione di compe-tenze: chi resta indietro viene emarginato. Si sostiene che bisogna agire sul sistema della formazione per ridurre le disuguaglianze nelle competenze (ecco ampliarsi il settore della formazione e il numero dei formatori).

Ma il numero di soggetti da qualificare o riqualificare è enorme e, nel caso dell’Italia, si profila quindi la comparsa di una impres-sionante serie di carrozzoni il cui costo e la cui inefficienza farebbero apparire preferibile l’adozione del reddito di cittadinanza e l’abban-dono dei vinti nella competizione darwiniana per ottenere un lavoro, nuovo o tradizionale che sia, alla semplice sussistenza oziosa.

Ovviamente una significativa riduzione dell’orario di lavoro, sulla base della disponi-bilità delle competenze necessarie, sembra una soluzione alternativa da cercare con determinazione.

Lavorare meno, lavorare tutti, ma con quale retribuzione oraria? Nel caso di lavori pesanti, usuranti, o rischiosi la riduzione dell’orario di la-voro non dovrebbe comportare riduzione della retribuzione mensile per motivi di equità? Ma in altri settori chi sceglierebbe di lavorare meno mantenendo la stessa retribuzione oraria?

È teoricamente possibile che, con la riduzione dell’orario, la efficienza e la pro-duttività aumentino, ma è anche possibile il contrario o che i risultati varino fortemente da un settore all’altro. In ogni caso è neces-sario che siano disponibili le competenze adeguate (è quindi essenziale un sistema della formazione efficiente) e che si man-tenga la possibilità di opzioni diverse dal lato dell’offerta e da quello della domanda. Dando per scontato una diminuzione del valore medio delle retribuzioni, occorre assumere come obiettivi delle politiche sociali la reale attuazione di alcuni diritti fondamentali: abitazione, scuola, salute.

Senza dubbio si tratta di una prospetti-va che comporta consistenti investimenti. Si affaccia quindi lo spettro di un ulteriore aumento del debito pubblico; e lo stato nel nostro paese non è una garanzia. Ma l’Italia è caratterizzata dalla presenza di una enorme massa di risorse finanziarie private congelate nei conti correnti (oltre a quelle stivate in fondi di investimento). Come fare a mobilizzarle verso progetti diretti al bene comune? Come convincere i cittadini possessori di risorse ampiamente sovrabbondanti a diventare mecenati? È possibile definire un quadro giuridico che incoraggi seriamente la generosità che favorisca la sua organizzazione in progetti organicamente collegati alla realizzazione del bene comune?

Keynes sperava che, risolto il problema economico, le attività umane si rivolgessero a soddisfare altre esigenze umane che fossero orientate dalla saggezza. A quel tempo non era ancora evidente che tra que-ste dovesse esserci quella di rimediare ai danni da noi causati agli equilibri ecologici del pianeta che abitiamo.

D’altra parte, anche in conseguenza degli sconvolgimenti da noi causati, si va sempre più affermando l’esigenza di un contatto con una natura viva, vitale e con paesaggi armoniosi, “belli”. Risanamento e custodia di questi potrebbero costituire oggi uno dei settori più importanti delle attività umane. In questo ambito ricerca e innova-zione avrebbero un ruolo fondamentale. La rete ecologica europea da un decennio isti-tuita, ma sostanzialmente inattiva, potrebbe essere l’ambito in cui sperimentare progetti di miglioramento degli habitat e del paesag-gio che impegnino mecenati, agricoltori, ricercatori, ambientalisti, amministratori comunali. Potrebbe essere l’utile banco di prova di una politica del pieno impiego.

Abbiamo però un problema. La nostra ragione non riesce a orientare in questa direzione la nostra sensibilità, che appare attualmente catturata dal fascino del paese dei balocchi. Abbiamo la speranza che la riflessione possa fornire alla nostra ragione gli strumenti necessari per sfuggire alla sorte di Lucignolo.

O dovremo, in un futuro non sappiamo quanto vicino, dedicarci alla soluzione di nuovi radicali problemi di sopravvivenza quando gli inquinamenti renderanno i suoli e il mare ostili alla vita?

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enerdì 16 giugno si è conclusa la prima rassegna documentaristica didattico-scientifica “Ambiente&Uomo” organizzata dalla sezione di Biologia Animale “Marcello La Greca” del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali con la collaborazione di Greenpeace, Lipu e Ente Fauna Siciliana. A quest’ultima serata hanno partecipato il Prof. Carmelo Monaco, direttore del DSBGA, gli organizzatori della manifestazione, il Prof. Giorgio Sabella e il Dott. Fabio Massimo Viglianisi e gli esponenti delle associazioni che hanno proposto i loro documentari e hanno par-tecipato con esperti alle interessanti tavole rotonde. Per Greenpeace Agata Di Paola, per la Lipu il dr. Fabio Cilea e per l’Ente Fauna Siciliana il Prof. Alfredo Petralia, ai contributi di queste associazioni si sono aggiunti anche quelli dell’Ing. Roberto Di Pietro sui danni causati dal turismo di massa e del Prof. Giorgio Sabella con una presentazione multimediale sulla ricca biodiversità presente nell’isola dei lemuri, con diapositive e filmati realizzati durante le sue missioni in Madagascar.

L’iniziativa ha preso il via il 20 aprile 2017, si è sviluppata per otto venerdì consecutivi. Ogni incontro prevedeva la

Vdi Fabio Massimo Viglianisi

L’E.F.S. partecipa alla prima rassegna documentaristica didattico-scientifica “Ambiente&Uomo”

proiezione di un do-cumentario seguito da tavole rotonde di approfondimento condotte da esperti del settore e da do-centi universitari. La manifestazione ha avuto, pur essendo alla prima edizione, un ottimo successo sia di pubblico, che di critica. I documentari proposti sono stati tutti di ottimo livello, alcuni premiati in mostre nazionali e internazionali e altri tra-smessi dalla Rai all’interno del palinsesto di Geo&Geo. L’elenco dei documentari ha compreso: “The end of the line” e “Black ice” presentati da Greenpeace; “Vive solo chi si muove” e “La nidificazione dei Feni-cotteri presso la RNO di Saline di Priolo” prodotti dalla Lipu; “Vindicari”, “Intervista al Rais e “Isola Iblea- Il Ciane e le altre riserve”, proiettati a cura dell’Ente Fauna Siciliana. A questi contributi si sono aggiun-ti un diario fotografico sul grave impatto ambientale creato dal turismo di massa sulle isole di “Capo Verde” e una proiezio-ne di diapositive e filmati sulla fauna del

Il Dott. Paolo Uccello, Vicesegretario Regionale EFS, e il Prof. Gianpietro Giusso del Galdo, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università di Catania, durante la tavola rotonda seguita alla presentazione “Isola Iblea – Il Ciane e le altre riserve”.

Madagascar.Molto partecipate e interessanti sono

state le tavole rotonde che hanno seguito i documentari, in cui si sono dibattuti argo-menti di carattere generale quali: l’impatto causato dai cambiamenti climatici, i danni causati dall’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, i corridoi ecologici e la fram-mentazione degli habitat e i danni provo-cati dal turismo di massa. Altre tematiche trattate hanno riguardato problematiche più ristrette come la gestione delle riserve naturali in Sicilia e la salvaguardia dei SIC e della ZPS regionali, ma sono stati discussi e valorizzati anche i tentativi di salvare e riportare alla luce gli aspetti legati alle antiche tradizioni siciliane legate alla pesca del tonno e allo stretto e rispettoso rapporto che l’uomo aveva con la natura fino al secolo scorso.

Il pubblico, molto attento, insieme ai docenti e agli esperti presenti alle tavole rotonde hanno vivacizzato i dibattiti e han-no arricchito il confronto contrapponendo, talora anche con toni energici, prese di posizione talora contrastanti su diverse tematiche, ma alla fine di ogni incontro e di qualunque tema si trattasse è sempre emersa con chiarezza l’importanza di perseguire e diffondere comportamenti più sostenibili anche nella vita di tutti i giorni.

Molto apprezzati sono risultati i due incontri programmati con il contributo dell’EFS. Sia il documentario “Vindicari” (Docusud) e “Intervista al rais” di Giuseppe Iuvara, proiettato il 5 maggio, sia il docu-mentario “Isola Iblea – Il Ciane e le altre riserve” di Paolo Uccello, presentato il 9 giugno, si sono dimostrati estremamente

Il Prof. Giuseppe Iuvara, Segretario della sezione EFS di Noto, risponde alle doman-de del pubblico durante la tavola rotonda seguita alla sua presentazione “Vindicari” e “Intervista al rais”.

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ricchi di spunti, non solo naturalistici e scientifici, ma anche antropologici e ar-cheologici e hanno mostrato all’uditorio presente come la Riserva di Vendicari in particolare, ma anche le altre riserve che insistono sul territorio ibleo, oltre ad essere tra le riserve più belle e ricche di biodiversità in Sicilia, e non solo, racchiu-dano emergenze storiche e antropologiche altrettanto preziose.

Fortemente coinvolgenti sono state so-prattutto le rievocazioni della vita della ton-nara di Vendicari e ancora di più il racconto dell’ultimo testimone vivente, che sebbene l’età avanzata, in modo lucido e preciso ha descritto non solo le fasi della realizzazione della tonnara e le susseguenti fasi di insca-tolamento industriale del tonno pescato, ma ha anche narrato e recitato i canti mi-mando le voci e le movenze dei pescatori che facevano da cornice all’uccisione dei tonni dentro la “camera della morte”.

Altrettanto interessanti sono state le immagini e le testimonianze riportate nel documentario di Paolo Uccello, molto belle e spettacolari quelle riguardanti la fauna presente nelle riserve del siracusano, per le cui riprese sono state necessarie lunghe sessioni spesso durate anche più di un anno, stimolanti sono stati anche i richiami ad usi e costumi utilizzati dagli abitanti degli Iblei nei secoli scorsi.

Le susseguenti tavole rotonde sono state molto partecipate. In ambedue i casi, gli esperti dell’EFS hanno risposto alle va-rie domande, la maggior parte delle quali riguardanti le problematiche della gestione delle riserve iblee. Per esempio, Giuseppe Iuvara ha evidenziato come per Vendicari l’enorme flusso di visitatori (si stimano per difetto circa 300 mila presenze annue, par-ticolarmente concentrate nei mesi estivi) renda la protezione di quei luoghi e della loro biodiversità estremamente critica e bisognosa al più presto di una forma di contingentazione, pena la distruzione delle dune sabbiose e la scomparsa di numerose specie animali che lì sono ospitate.

Altrettanto animata è stata la tavola ro-tonda condotta da Paolo Uccello, che si è incentrata sull’iter istitutivo e sulle problema-tiche positive e negative dell’iniziativa, por-tata avanti oramai da diversi anni dell’EFS, per l’istituzione del Parco degli Iblei.

In sintesi la rassegna documentaristica ha colto in pieno il suo obiettivo, che era quello di sensibilizzare gli studenti e il pub-blico sulle tematiche ambientali e produrre una maggiore sensibilità rispetto ai temi della sostenibilità e del rispetto delle risorse ambientali.

Il grande interesse suscitato e l’ap-poggio ricevuto da più parti permetterà la realizzazione di una seconda rassegna documentaristica alla quale l’EFS è stata chiamata fin d’ora a partecipare con altri contributi multimediali.

Foto di gruppo della conferenza stampa conclusiva della manifestazione. Da sinistra: Fabio Cilea (LIPU), Roberto De Pietro (Ingegnere); Alfredo Petralia (EFS); Giorgio Sabella, Carmelo Monaco e Fabio Viglianisi (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università di Catania); Bruno Pappalardo e Marina Caruso (Greenpeace).

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Dal registro Del Centro Visitatori Di VenDiCari

si respira aria di Sicilia vera! … 31/07/11.• Un luogo dove il tempo e gli sguardi si perdono, è

il confine tra definito e indefinito. • Educativo, bello e istruttivo, questo posto mi ha

riportato a scuola con il piacere di sedere nei ban-chi… 12/08/11.

• Qui il mare sembra sorriderti e pensare che nuoti insieme alle tartarughe marine è affascinante… 17/08/11.

• Complimenti per la disponibilità e l’organizzazione, mi sono sentita a casa… 23/08/11.

• E pensare che avevo tanto timore del viaggio in Sicilia. Tornerò e vi farò tanta pubblicità! Questo luogo è pura magia e voi siete bravissimi… 11/09/11.

• Un paradiso dove l’uomo è un granello di sabbia… 17/09/11.

• Affascinante, infonde profonda speranza in un futuro in cui gli uomini capiscano l’importanza di salvaguardare la natura e seguano il vostro esem-pio… 12/07/13.

• Vendicari è l’esempio di come l’uomo dovrebbe pre-servare l’ambiente in cui vive… 13/07/13.

• Questo è un posto da sogno dove vorresti che una giornata non finisca mai e sapere che persone com-petenti come voi ci accolgono è fantastico… 2013.

• Grazie Sicilia per la bellezza primitiva che ci hai donato in questi giorni… 2013.

Dal 2008, l’ente Fauna siciliana, in collaborazione con l’azienda Foreste Demaniali della provincia di siracusa, gestisce il Centro Visitatori della rno di Vendicari dove, ogni anno, centinaia di scuole e gruppi organizzati scoprono le varie peculiarità della riserva. il Centro ha inoltre ospitato numerosi convegni internazionali, mostre ed eventi, e stage di studenti universitari e delle scuole di istruzione secondaria. Di seguito sono riportati alcuni dei commenti dei visitatori, tra il 2011 e il 2013, estratti dal registro del Centro Visitatori: • Complimenti siamo gratificati dopo il lungo viaggio

e il caldo, questo posto è meraviglioso… 14/05/11.• È bellissimo vedere i resti del passato e delle civiltà

che qui hanno lasciato traccia, vedere il mare pulito, gli animali e le piante, qui si ha la sensazione che tutto è armonia… 20/06/11.

• Mi sento in pace con me stesso e il mondo questo posto è magico… 08/07/11.

• Siciliani stupendi e solenni, qui è il concerto della natura… 16/07/11.

• Difendiamo la natura! Questo posto restituisce pace e serenità e ci permette di capire il Bello! … 21/07/11.

• Venire a Vendicari è stata una esperienza unica dove

no e nell’opera di Nuzzo Monello esso è tratteggiato con poche ma significative immagini che permettono di riconoscere il tipico paesaggio dei Monti Iblei, caratte-rizzato da praterie steppiche utilizzate per il pascolo, macchia mediterranea, garighe a timo arbustivo e ambienti rocciosi formati di calcari bianchi miocenici.

Particolare attenzione è rivolta alla chiesa rupestre di Sant’Elia di età bizanti-na, di grande interesse, ma probabilmente sconosciuta anche a molti Avolesi.

Tuttavia, l’aspetto più interessante e approfondito del libro riguarda la flora spon-tanea della contrada omonima in territorio di Avola.

Si tratta di oltre quattrocento fotografie per lo più “macro” cioè scattate con uno speciale obiettivo a distanza ravvicinata. Sono immagini che richiedono una parti-colare abilità nel cogliere la migliore illu-minazione, sempre naturale, e soprattutto la perfetta messa a fuoco dei particolari floreali, cosa tutt’altro che facile nella fo-tografia macro.

In questo modo, le specie vegetali sono raffigurate rinunciando spesso alla visione di insieme della pianta, ma lo scopo dell’autore è proprio quello di farci cogliere la bellezza e l’interesse del dettaglio anche di specie comuni che spesso guardiamo

con scarsa attenzione.Nome scientifico, nome comune, loca-

lizzazione su una mappa schematica del sito e la data della foto sono informazioni importanti che corredano le immagini; in-fatti, se fossimo stimolati da questo volume a ripetere personalmente l’esperienza di osservarle in natura dovremmo tenere conto del periodo di fioritura che normal-mente è legato a precisi e spesso brevi intervalli temporali.

Il fiore ha un valore funzionale legato alla riproduzione della pianta che lo pro-duce e al nutrimento degli insetti impolli-natori, ma per l’uomo, oltre al suo valore estetico, più o meno rilevante, rappresenta il principale elemento per il corretto ricono-scimento di ogni specie della flora.

La raffigurazione fotografica a distanza ravvicinata permette di cogliere i principali caratteri che lo caratterizzano (colore, for-ma e dimensione di calice, corolla, stami, ovario, ecc.). La lettura e soprattutto la visione del libro, molto curato nella qualità della stampa e nella grafica, stimolerà il lettore alla conoscenza attiva, cioè sul campo, di un territorio ricco, non solo di storia e di tradizioni millenarie, ma anche di una straordinaria biodiversità.

Pietro Minissale

I l ponderoso volume ἀνϑολογία (Antologia) di Nuzzo Monello sulla Con-trada Sant’Elia di Avola, nonostante tratti di un territorio molto circoscritto, e quindi apparentemente di interesse locale, rappre-senta, invece, un esempio di grande rilievo nell’ambito della divulgazione scientifica per immagini, che riguardano essenzialmente la flora della suddetta contrada, che ospita gran parte della tipica flora dei Monti Iblei.

In effetti, il volume è anche un inno alla bellezza della natura e soprattutto un invito a soffermarsi anche sui più minuti dettagli dei fiori che spesso riservano sorprese interessanti per chi sa o vuole apprezzarle.

L’osservazione del paesaggio è im-mediata per tutti, anche se diversa è la percezione e la comprensione per ognuno di noi dei vari elementi che lo compongo-

Recensionia cura di Corrado BiancaTitolo “Antologia”Autore Nuzzo MonelloEditore Sebastiano Monieri EditoreAnno 2017

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730 giugno 2017 Grifone

Pubblichiamo con piacere e immutata commozione lo stralcio del discorso pro-nunziato l’11 febbraio 2006 presso la Riserva Naturale Oasi di Vendicari (Case Cittadella) dal prof. Nuzzo Monello per la ricorrenza del 2° anniversario della scomparsa di Bruno Ra-gonese, riproposto dallo stesso prof. Monello in occasione della Presentazione del suo libro “Antologia” nella Sala Consiliare del Palazzo di Città di Avola il 24 giugno 2017 (ndr).

Il mio Amico Bruno […] L’uomo della società industriale

guarderà all’ambiente naturale come ad un bene mai prima così intensamente deside-rato. E ciò perché l’uo-mo, soddisfatti i bisogni primari e secondari, e oppresso da un ritmo di lavoro alienante in ambiente inquinato e guastato, per ritemprarsi cercherà i luoghi della sua infanzia primordiale. (Sen. Giuseppe Medici).

Ora tut to appare meno compromesso - Vendicari e Cava Gran-de, due realtà di incom-parabile estro naturale quale eredità patrimonia-le della zona Sud. Rima-ne da avviare l’istituzione del parco archeologico naturale del Monte Alveria. Sicché ogni percorso del comprensorio potrà illumi-narsi ed irradiare i canoni estetici della bellezza. Rispetto della natura perché rispettando i suoi rigori vitali l’uomo superi l’egoismo dell’interesse materiale e viva del contro valore della bellezza.

Devo, ancora una volta, all’impegno di uomini come il Dott. Alfredo Petralia - Do-cente - Dipartimento Biologia Animale c/o

L’Università di Catania e del Dott. Corrado Bianca - Segretario Regionale - Ente Fauna Siciliana, l’opportunità di essere presente ad un’occasione che per mia scelta non avrei privilegiato.

Motivo il pudore che non mi ha più fatto avvicinare a Vendicari, luogo di fate, d’orgo-glio, che l’animo di Bruno non potrà mai più nascondere alla storia, in faccia alla sterilità di uomini che non hanno saputo riconoscere degnamente un suo figlio che ne ha venerato i luoghi e ne ha in essi costruito un “tempio” destinato al “rispetto” delle cose, della natura,

della vita, anche quando dalla terra veniva minacciato, a volte distrutto, dal mare sovrab-bondava di ricchezza e speranza. Vendicari rappresenta la sconfitta dell’insipienza, soltanto la vostra presenza può dare il giusto senso a quanto un uomo è riuscito a salvare dall’inettitudine, ai miei occhi apparite come argonauti, sapienti presenze in un luogo, e in un tempo che soltanto la magia, dell’umano immaginario, ha saputo condurre alla realtà.

Le mie parole, la mia solitaria testimonian-za di fatti e persone, mi fa riabbassare la testa dinanzi alla terra che ho sempre rispettato, ma che non ho mai osato ama-re, non sono stato capace di andare oltre il rispetto, forse per Bruno è appropriato dire che non soltanto ha rispettato i luoghi ma li ha amati come solo può amare chi riesce a comprendere e percepire il più piccolo palpito vitale.

Dire grazie a Bruno mi sa di banale, ma rievocare la sincera amicizia mi onora.

Chi vi parla non è soltanto l’amico di Bruno Ragonese, è chi ha compreso il carattere della sua ricerca; i fini più intimi, più disinteressati e nello stesso tempo diamantini nel senso della durezza, della lucentezza, della trasparenza e delle sfac-cettature.

La bellezza di una generosità rigorosa.

Non vi aspettate da me un approccio natu-ralistico, perché meglio del mio contributo è stato fatto e sarà attuato. A me basta godere del bello in tutte le sue forme, non di meno della bellezza del sentimento. L’amicizia non è forse sinonimo di

bellezza?Ci vedevamo oramai molto raramente

e nell’ultima occasione che avemmo di incontrarci mi lasciò un messaggio su cui ancor oggi mi soffermo per comprenderne il significato: “sono stato male, ho subìto un’operazione dalla quale sono uscito tra la vita e la morte, oggi non ho più paure”.

Nuzzo Monello

Hanno collaborato a questo numero

- Piero ALICATA, Presidente dell’E.F.S.

- Corrado BIANCA, Segretario Regionale E.F.S.

- Giuseppe IUVARA, Segretario sezione di Noto E.F.S.

- Pietro MINISSALE, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geolo-giche ed Ambientali, Università di Catania.

- Nuzzo MONELLO, già Preside delI’Istituto Comprensivo V. Littara “Noto”.

- Giovanni PILATO, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geolo-giche ed Ambientali, Università di Catania.

- Fabio Massimo VIGLIANISI, Segretario sezione di Catania E.F.S.

Organo Bimestrale dell’Ente Fauna Siciliana“Associazione naturalistica di ricerca e conservazione”Grifone

N. 3/93 reg. stampa - Tribunale di Siracusa

Direttore responsabile Corrado BiancaResponsabile di redazione Giorgio SabellaComitato di redazione Fabio Amenta, Giuseppe Iuvara, Marco Mastriani, Messaoud Yamoun, Paolo Pantano, Alfredo Petralia, Abubaker Swehli, Paolino Uccello.Redazione e Amministrazione Via Angelo Cavarra, 184 - Noto (SR)Tel. 338 4888822.Versamenti sul c/c postale n. 11587961 intestati a: Ente Fauna Siciliana - Notooppure tramite bonifico al codice IBAN IT24 F076 0117 1000 000 1 1587 961Sito: www.entefaunasiciliana.it - E-mail: [email protected]

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830 giugno 2017Grifone

uò capitare nel la scienza che una ipotesi, o anche una teoria, venga ri-tenuta corretta per decine e decine di anni senza essere mai messa in dubbio.

Ciò avviene perché una serie di fatti osservati in natura viene spiegata in un modo che sembra ragio-nevole sulla base di quella teoria, che conterrà anche delle ipotesi.

Ovviamente se una ipo-tesi viene scambiata per verità, tendono ad essere accettate come verità anche le sue conse-guenze, e si creano dei paradigmi da non mettere in discussione.

Se nel tempo affiora qualche fatto che non collima con le idee correnti, si pensa di averlo interpretato male, o si pensa ad una eccezione puntiforme senza importanza, e si finisce anche per dimenticare quel dato che non quadra con i paradigmi e disturba

P

RubricaUna grande storia: origine e filogenesi degli animali pluricellulari. (1)a cura di Giovanni Pilato

Da questo numero inizia la pubblicazio-ne della rubrica del prof. Giovanni Pilato “Una grande storia: origine e filogenesi degli animali pluricellulari”, dedicata alla divulgazione di una nuova teoria sull’evo-luzione dei Metazoi, elaborata dallo stesso autore. Lieti e onorati di questa prestigiosa partecipazione, ringraziamo il prof. Pilato per l’oneroso compito che si è assunto di rendere semplice e comprensibile ciò che talora richiede un elevato livello di spe-cializzazione senza tuttavia rinunziare al rigore scientifico della trattazione.

Confidiamo che questo contributo potrà accrescere la sensibilità e la consape-volezza di quanti amano la natura verso temi che generalmente risultano ostici, ma la cui conoscenza è essenziale per una comprensione di numerosi ed articolati aspetti della biodiversità e per la sua con-servazione (ndr).

il fluire della tradizione.Rompere i paradigmi nella scienza non

è facile perché bisogna dimostrare che si può formulare una nuova ipotesi che spieghi meglio tutti i fatti che per decenni si sono spiegati sulla base della prima.

A queste difficoltà si sommano una certa diffidenza e, spesso, anche veri preconcetti da parte degli studiosi adagiati sulla tradizione e non disposti, o non in grado di rimettere in discussione le idee alle quali sono da sempre abituati a pre-stare fede.

Tengo a precisare che quando dico “non in grado” non intendo sminuire le qualità di alcuno, ma mi riferisco al fatto che spesso gli studiosi sono troppo concentrati soltanto su un settore di un problema mol-to ampio che per essere risolto, richiede

invece di essere studiato nel suo insieme.Si potrebbe pensare che la scienza sia

tanto progredita da non poter contenere ancora paradigmi da rompere, e invece non è così; di tanto in tanto ne salta via qualcuno ed è così che si va avanti.

Mettere in discussione le idee tradizio-nali permette, infatti, talvolta di interpre-tare più correttamente fatti non del tutto compresi.

L’origine e la storia evolutiva degli ani-mali pluricellulari. Il punto sulle teorie attuali e la proposta di una nuova teoria.

Grazie a numerose pubblicazioni, do-cumentari televisivi, articoli vari, oggi si nota un crescente interesse, soprattutto da parte dei giovani, verso gli animali; e nessuno può rallegrarsene più di me nelle vesti di Zoologo.

Ho però notato che si tende ad ap-profondire alcuni aspetti della biologia (soprattutto i rapporti con l’ambiente, e quindi nutrizione, ricerca del rifugio, strategie riproduttive, cure parentali) e a trascurarne altri.

Fra gli aspetti trascurati mi sembra di poter annoverare l’origine degli animali pluricellulari (Metazoi) e la loro filogenesi (ossia la loro storia evolutiva).

Il fatto strano è che anche gli addetti ai lavori (tolte poche eccezioni) tendono a non affrontare quei problemi nella loro globalità ma ad occuparsi soltanto dell’ori-gine e della filogenesi dei singoli gruppi di propria competenza specifica.

Sulla origine e sulla filogenesi dei Metazoi sono state elaborate varie teorie; alcune delle quali sono state del tutto abbandonate, ma ciò non significa che ne sia stata elaborata una che raccogliesse il consenso unanime degli studiosi che oggi sono invece divisi in due gruppi.

Alcuni, partendo da determinate in-terpretazioni di alcuni fatti, seguono una teoria, altri partendo da una interpretazione diversa degli stessi fatti ne seguono un’al-tra, e i due gruppi si ignorano ritenendo, ovviamente, che siano gli altri ad avere torto.

Si va avanti così da molto più di mezzo secolo e stranamente non si riesce a su-perare questa situazione di stallo.

930 giugno 2017 Grifone

Dal “Giornaledi Bordo”dell’Associazione

5 maggio 2017Il Segretario della Sezione di Noto

dell’E.F.S., Pino Iuvara, presenta un documentario sulla tonnara di Vendicari, presso l’ex Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Catania.

12 maggio 2017Inaugurazione della “Sala del

Mare” dell’Ecomuseo/Centro Visi-tatori della R.N.O. di Vendicari, con modelli realizzati dal Maestro d’ascia Alberto Aliffi. Presenti il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, il Dirigente Provinciale dell’ex Azienda Foreste Demaniali, Nunzio Caruso, il Dirigen-te delle Riserve Naturali, Filadelfo Brogna.

19/20 maggio 2017In occasione dell’Infiorata di

Noto, presso il Centro Informativo dell’E.F.S., si è svolta l’esposizione di disegni naturalistici corredata dalla proiezione di documentari e dalla re-alizzazione del bozzetto raffigurante il logo dell’E.F.S.

25 maggio 2017Riunione a Calabernardo (Noto),

sul “Museo del mare di Calabernardo”. Presenti alla riunione Corrado Bianca, Paolino Uccello, Marco Mastriani, Pino Iuvara, Michele Nanzarelli e il maestro d’ascia Alberto Aliffi.

1 giugno 2017Si riunisce a Noto, presso il Centro

Informativo E.F.S., la Giunta Regionale dell’Ente Fauna Siciliana.

6 giugno 2017Nella sede della Biblioteca Comuna-

le di Siracusa, il Segretario Regionale Corrado Bianca firma la convenzione per la partecipazione della Biblioteca naturalistica “Bruno Ragonese” al Sistema Bibliotecario Regionale di Siracusa.

D’altra parte la ricerca della soluzio-ne di questi problemi ampi e complessi, richiede che uno studioso interessato ad essi sia disposto ad impiegare alcuni anni per approfondirli, sacrificando ricerche più redditizie (in termini di numero di pubbli-cazioni e quindi di carriera universitaria); e richiede anche quel tanto di intuito e di ardimento che consenta di cercare le cau-se che hanno da tempo indotto gli studiosi ad arroccarsi su posizioni contrapposte, e di andare contro corrente rimettendo in discussione quelli che gli altri studiosi considerano come punti fermi.

Nella mia carriera di Zoologo mi sono interessato della storia evolutiva degli ani-mali ed ho sempre avuto l’abitudine di por-re a margine dei libri dei punti interrogativi

quando ciò che leggevo non mi sembrava del tutto convincente; ho riflettuto a lungo su quei punti interrogativi e alla fine posso dire di averne eliminato parecchi rompendo più di un paradigma.

I risultati delle mie riflessioni relative all’origine e alla storia evolutiva dei Me-tazoi mi hanno portato a proporre una nuova teoria illustrata in alcune pubbli-cazioni e nel libro “The origin and phylo-geny of the Metazoans and the theory of the endoderm as secondary layer” e, ringrazio “Il Grifone” che mi offre l’occa-sione di illustrare in una serie di articoli l’affascinante storia evolutiva degli animali pluricellulari anche ad appassionati non specialisti; cercherò di essere quanto più chiaro possibile, e devo scusarmi se non

sempre ci riuscirò, come d’altro canto devo scusarmi con gli addetti ai lavori se talvolta mi soffermerò a spiegare cose che ai loro occhi di esperti appariranno troppo ovvie.

Per rendere più agevole la comprensio-ne dei singoli articoli, all’inizio di ciascuno farò una breve sintesi di quanto detto nella puntata precedente.

Chi leggerà tutti gli articoli noterà dun-que una qualche ripetizione della quale mi scuso, ma ho fatto quella scelta perché, così operando, ogni articolo acquista una sua completezza, e quasi una autonomia da quelli precedenti, e soprattutto per cercare di non costringere a rileggere l’articolo precedente per riprendere il filo del discorso.

6 giugno 2017Il Responsabile del Corpo Guardie

Ecologiche Corrado Bianca, incontra presso i locali del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, la dott.ssa Iole Rizza, Responsabile del Servizio pesca nelle acque interne.

9 giugno 2017Proiezione a Catania presso l’ex

Dip. di Biologia Animale dell’Universi-tà di Catania, del documentario “Isola Iblea” a cura di Paolino Uccello.

13 giugno 2017Riunione a Siracusa per “L’Eco-

museo delle tonnare”. Hanno parte-cipato Marco Mastriani, Pino Iuvara e Paolo Pantano.

23 giugno 2017Riunione a Noto, presso il Centro

Informativo E.F.S., per “L’Ecomuseo delle tonnare”. Hanno partecipato Corrado Bianca, Paolino Uccello, Marco Mastriani e Pino Iuvara.

24 giugno 2017Presentato ad Avola presso la Sala

Consiliare del Comune, il volume del socio Nuzzo Monello “Antologia”, vo-lume patrocinato dall’E.F.S. Presenti per l’E.F.S., il Segretario Regionale Corrado Bianca e i Consiglieri Regio-nali Giorgio Sabella e Fabio Amenta, la Segretaria della Sezione di Avola Antonina Barone, il Segretario di Canicattini Bagni Lino Caruso e altri soci. Nel corso della manifestazione è stato tenuto dal prof. Nuzzo Monello un toccante e commovente ricordo di Bruno Ragonese.

1030 giugno 2017Grifone

Programme. 17th November 2017Venue. Sala Antoine de Paule,

San Anton Palace, Attard – Malta

12.30 – 13.30 Registration

13.30 Welcome address. President of the Entomological Society of Malta, Prof

David Mifsud; Pro-Rector, University of Malta & Director, University of Catania.

13.45 Opening speech by Her Excellency The President of Malta, Marie-Louise Coleiro Preca

14.00 Introductory speech by Hon. Minister for Sustainable Development, the Environment and Climate Change, Dr Hosé Herrera

Plenary lectures

14.15 Prof. Alessandro Minelli University of Padova, Italy A diversity of phenotypes, beyond species and genes

14. 45 Dr. Ivan Löbl Museum of Natural History, Geneva, Switzerland Assessing biodiversity. A glorious past, an uncertain

future

15.15 Prof. Simone Borg University of Malta, Msida, Malta Bridging the Gap. Regulating Climate Change and its

impacts on Ocean Life

15.45 – 16.15 Coffee break

16.30 Prof. Venera Ferrito University of Catania, Italy Global seafood markets. Challenges and solutions

for consumers

17.00 Prof. Serge Latouche Emeritus of Economics, University of Orsay, France Gaia’s revenge and the hope of decreasing

Mediterranean utopia

17.30 Prof. Carmelo Monaco University of Catania, Italy Geological hazard in Central Mediterranean area

18.00 Mr. Darrin Stevens Malta Environment & Planning Authority Biodiversity Conservation and Management and the

role of Natura 2000 in Malta

18.30 Concluding remarks for the first day of the congress by Dr Corrado Bianca, Ente Fauna Siciliana and Dr Ignazio Sparacio, Biodiversity Journal.

19.00 Dinner

4th International Congresson Biodiversity

“Man, Natural Habitats and Euro-Mediterranean Biodiversity”Malta, 17-19th November 2017

Quote sociali per il 2017Junior euro 7,00 - ordinario euro 20,00

sostenitore euro 60,00

le adesioni possono essere effettuate:direttamente nelle varie sezioni,

tramite versamento sul c/c postalen. 11587961

oppure tramite bonifico al cod. IBANIT24 F076 0117 1000 000 1 1587 961

sempre intestati a:Ente Fauna Siciliana - Noto

con la causale “Quota iscrizione anno 2017”

TeSSeRAMeNTo 20176 buone ragioni per… essere uno di noi

1 Sarai protagonista nella difesa della natura.2 Potrai partecipare ai nostri progetti di ricerca

e conservazione naturalistica.3 Potrai usufruire dei servizi riservati ai Soci

(attività sociale, escursioni, conferenze, sconto del 50% su tutte le pubblicazioni dell’ente, ecc.).

4 Riceverai gratuitamente Grifone, bimestrale di informazione per i Soci e di divulgazione naturalistica.

5 Riceverai gratuitamente l’annuario Atti e Memorie, bellissimo volume, il resoconto annuale sulle attività svolte dall’ente ed importanti memorie scientifiche curate da specialisti della fauna selvatica.

6 Contribuirai alla realizzazione di un mondo migliore.

1130 giugno 2017 Grifone

Idi Corrado Bianca

Incendi: una guerra persa in partenza?

l verificarsi puntualmente a ogni sta-gione estiva della devastazione del nostro territorio a causa degli incendi lascia ormai una sensazione di “impotenza”.

È veramente mortificante accertare che non cambia nulla nella lotta agli incendi,

basata solo sullo spegnimento dei roghi senza nessuna attenzione alla prevenzione e al controllo del territorio.

Pensare di rincorrere il delinquente piro-mane (doloso) o il cittadino irresponsabile (colposo) è già una battaglia persa in par-tenza, aspettare che scoppi l’incendio per poi spegnerlo è una fase necessaria e utile, ma dovrebbe rappresentare l’emergenza non la consuetudine.

Il problema degli incendi, come ho già scritto altre volte, va considerato un reato gravissimo e come tale dovrebbe essere trattato, perché non è credibile che si tratti dell’azione isolata di qualche piromane; in molti casi dietro un incendio può celarsi un disegno atto a danneggiare porzioni di territorio quali: parchi, riserve naturali,

SIC, ZPS o anche zone libere da vincoli, a fini criminali.

Proprio per questo motivo il problema andrebbe affrontato con una sinergia delle forze dell’ordine atte a indagare e control-lare il territorio.

I danni che ogni anno si registrano sono incalcolabili.

Perdiamo, innanzitutto, vite umane sia tra gli operatori addetti allo spegnimento, che tra le persone coinvolte nell’incendio

do soprattutto dall’utilizzare parte delle spese sostenute per lo spegnimento degli incendi per il controllo del territorio e per la prevenzione, coordinando meglio le forze esistenti ed i tantissimi volontari pronti a salvaguardare il proprio territorio non per interessi personali, ma per puro e semplice amore della natura e del territorio.

Le eventuali responsabilità del sistema attuale non vanno sicuramente imputate agli operatori addetti allo spegnimento, che a parte una piccolissima percentuale, lavo-rano con competenza e rischiano la vita per fronteggiare gli incendi nei quali inter-vengono, ma su chi pianifica e programma i piani antincendio non rispettando i tempi di attivazione e gli interventi necessari al buon funzionamento del sistema.

In conclusione vorrei dire che “a pensa-re male si fa peccato, ma molte volte ci si azzecca”, infatti, ad alcuni questo sistema fallimentare sta bene.

delle proprie abitazioni. Perdiamo, altresì, migliaia di ettari di

aree boschive e macchia mediterranea, con la conseguente morte di tantissimi animali selvatici che rimangono coinvolti negli incendi e/o che rimangono senza riparo; perdiamo anni di investimenti in aree verdi e aree demaniali.

Perdiamo risorse economiche impiega-te nell’ingente spesa pubblica necessaria per attivare la “macchina dello spegnimen-to” con interventi a terra e con mezzi aerei; insomma, a conti fatti, si tratta di un sistema che si è dimostrato ed è fallimentare.

Sarebbe opportuno iniziare ad analiz-zare la possibilità di cambiare strategie e di cambiare questo piano di interventi, in particolare della Regione Sicilia, parten-

In volo si caratterizza per il collo di-steso e il rapido battere delle ali interrotto da brevi planate.

Si nutre di piccoli invertebrati, insetti, molluschi e crostacei che cattura, con movi-

menti lenti, nelle acque basse setacciando il fondo con il lungo becco.

Vive in zone umide con bassa pro-fondità. In Italia alcuni esemplari migrano con regolarità mentre pochissimi svernano, preferendo l’Africa del Nord.

i tratta di un raro ibis presente, pre-valentemente, nell’Europa sud-orientale. Deve il suo nome a una credenza popola-re, che non ha nessun fondamento, e cioè che si nutra principalmente di sanguisughe

che una volta erano intese come «mignat-te».

Il piumaggio è prevalentemente nerastro, con riflessi metalli iridescenti tra il verde scuro e il rame sulle ali. Nel pe-riodo riproduttivo prevale il rosso ruggine, sempre con riflessi iridescenti sulle ali. In inverno il piumaggio è meno lucido, il capo e il collo sono più opachi e presentano picco-le macchie bianche. I giovani somigliano agli adulti nella veste invernale.

Ha zampe, col-lo e becco lunghi, quest’ultimo è incur-vato verso il basso; le ali sono arrotondate e la coda è squadrata.

ordine: CiconiiformesFamiglia: ThreskiornithidaeLunghezza: 55 – 65 cmApertura alare: 80 - 100 cmPeso: 500 - 800 g

La sua presenza in Italia è stata ab-bastanza regolare fino alla fine degli anni ‘50, successivamente è divenuto molto raro e solo negli ultimi decenni si è assi-stito ad un’importante ripresa. La specie è tornata a riprodursi in Sardegna, in alcune zone umide della Pianura Padana e della Toscana. Alcune coppie hanno anche ni-dificato, sebbene irregolarmente, in Sicilia, nelle provincie di Catania e Trapani. Nella

zona di Vendicari sono stati avvistati, nel periodo delle migrazioni, anche un numero notevole di esemplari.

Si tratta di una specie gregaria che spesso convive con garzette, aironi e cicogne.

Come per tante altre specie i pericoli principali per la sua sopravvivenza sono rappresentati dalla riduzione degli habitat naturali e dal bracconaggio.

30 giugno 2017Grifone 12

S

MignattaioPlegadis falcinellusdi Giuseppe Iuvara