SOMMARIO Cari lettori, - centrostudiallevi.files.wordpress.com · sità, riflessioni ed immagini,...

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SOMMARIO Il Centro Studi Allevi .....................1 Alberto Premici Come sei cambiata di Franco Tozzi . . . . . .2 recensione di Dino Palma Festivit offidane nel mese di Agosto . . . . . .2 Vi tale Travaglini S andava in campagna a stipulare Un ricordo dell amico Sandro .............4 Alberto e Giancarlo Premici Un offidano a Mauthausen ...............5 Lorenzo Gabrielli Offida e Pisa unite dal serpente? ..........5 a cura di Alberto Premici La stima dell atro L merce rara ............6 Padre Ilarino Carosi L ANGOLO DEI RAGAZZI Poesie al concorso provinciale ............7 Progetto Edurisk ........................7 Viviana Castelli Consiglio comunale dei ragazzi ...........8 Nicola Savini Ricordi Tranviari .........................8 Osvalda Premici Ad un passo dal decennale: i tanti appuntamenti della Croce Verde Offida . . . .9 Anna Spurio NATURAE SCIENZA Fragole, che passione!! .................10 Mauro Recchi A piccoli pezzi o tutte insieme? Quanto sappiamo di come si formano le galassie .10 Simone Recchi SPIGOLATURE FOLKLORISTICHE Il pio bestemmiatore ....................12 Emilio Seghetti FACCIAMO UN PO DI SPORT Comunicati dalle associazioni sportive . . . .12 Pasquale e Philip D Angelo, due campioni offidani ...................14 Alberto Premici MANGIAMO QUALCOS ALTRO .........14 a cura di Raffaela Fanesi Nel Fezan con i Tuareg .................14 Eleonora Cicconi ILGUSTO DELVINO L etichetta del vino ......................16 Umberto Svizzeri La longevit L di moda ..................18 Adriana Colletta Questi adolescenti ......................18 Mirko Ciabattoni OPHYS NEWS .........................20 a cura di Alberto Premici Offida in festa per gli azzurri campioni . . . .21 a cura di Alberto Premici LA BACHECA - mercatino di ophys . . . . . .22 Soluzioni Cruciverba numero precedente .22 PAROLE SCROCIATE ..................23 (Omer) Anno 5 - nuova serie Numero 12 COPIAGRATUITA Offida, Dicembre 2006 Periodico del Centro Studi Guglielmo Allevi - Offida 1 A tutti i nostri affezionati lettori, i migliori auguri di buone feste. Cari lettori, Sono felice di offrirvi in lettura il nuovo numero di Ophys, organo ufficiale del Centro Studi Guglielmo Allevi. Quello che leggerete è particolarmente ricco di articoli, ricerche, notizie, curio- sità, riflessioni ed immagini, grazie al crescente numero di offidani che ci onora con la propria col- laborazione. Ci viene spesso chiesto se vi sono particolari contenuti o temi da affrontare, da chi intende scrivere per la prima volta su Ophys. Nessuno in particolare: basta essere offidani o ripor- tare approfondimenti e riflessioni sulla nostra cittadina. Tutto qui. Sin dal primo numero questa è stata la nostra linea editoriale, con lo solo scopo di costruire uno spazio libero e accessibile a tutti, sempre più ampio. E' questo il senso della nuova rubrica "Pensieri e Parole", contenitore specifico all'interno della rivista, rivolto a coloro che vogliono ripor- tare le proprie riflessioni od esperienze. Il nostro sforzo è ripagato dal crescente numero di affezionati lettori, che sempre più manife- stano interesse verso le attività del Centro Studi Allevi; vogliamo tuttavia fare meglio e di più. Sono allo studio nuove rubriche ed iniziative che, insieme alla fiorente produzione dell'intero Centro Studi Allevi, potranno contribuire a raccogliere e tramandare una parte della storia e della cultura locale. Alberto Premici La mia terra Non smetto mai di guardarti con rispetto, antica e vera come sei, giudice indiscusso dei clamori umani, bella e mutevole in tutte le tue forme e sfumature. Imparziale al presente, fiera del passato e pronta al futuro; decisa a resistere all'uomo che inganna e ferisce per rubarti favori. Sei forte, serena, distesa e, protetta da mura e calanchi, ti fai beffa del tempo e delle sue assurdità, osservando compiaciuta la gente che perpetua la tua grandezza. Sei bella in ogni tempo, cara Offida; sai vestire i colori che la natura sceglie per te, indossandoli con sublime sobrietà. Ogni giorno offri qualcosa di nuovo a noi che pensiamo al tempo come ad una banale successione di istanti. Quando il brusio della vita si placa e ti osservo da lontano, mi abbracci con la tua forma sinuosa; inquietudini, rancori e fatica non hanno allora più senso e svaniscono al pensiero di essere una piccola parte di te.

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SOMMARIO

Il Centro Studi Allevi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1

Alberto Premici

�Come sei cambiata� di Franco Tozzi . . . . . .2

recensione di Dino Palma

Festività offidane nel mese di Agosto . . . . . .2

Vitale Travaglini

S�andava in campagna a stipulare

Un ricordo dell�amico Sandro . . . . . . . . . . . . .4

Alberto e Giancarlo Premici

Un offidano a Mauthausen . . . . . . . . . . . . . . .5

Lorenzo Gabrielli

Offida e Pisa unite dal serpente? . . . . . . . . . .5

a cura di Alberto Premici

La stima dell�atro Ł merce rara . . . . . . . . . . . .6

Padre Ilarino Carosi

L�ANGOLO DEI RAGAZZI

Poesie al concorso provinciale . . . . . . . . . . . .7

Progetto Edurisk . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7

Viviana Castelli

Consiglio comunale dei ragazzi . . . . . . . . . . .8

Nicola Savini

Ricordi Tranviari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8

Osvalda Premici

Ad un passo dal decennale: i tanti

appuntamenti della Croce Verde Offida . . . .9

Anna Spurio

N ATURA E SCIENZA

Fragole, che passione!! . . . . . . . . . . . . . . . . .10

Mauro Recchi

A piccoli pezzi o tutte insieme? Quanto

sappiamo di come si formano le galassie .10

Simone Recchi

SPIGOLATURE FOLKLORISTICHE

Il pio bestemmiatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12

Emilio Seghetti

FACCIAMO UN PO� DI SPORT

Comunicati dalle associazioni sportive . . . .12

Pasquale e Philip D�Angelo,

due campioni offidani . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14

Alberto Premici

MANGIAMO QUALCOS�ALTRO . . . . . . . . .14

a cura di Raffaela Fanesi

Nel Fezan con i Tuareg . . . . . . . . . . . . . . . . .14

Eleonora Cicconi

IL GUSTO DEL VINO

L�etichetta del vino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16

Umberto Svizzeri

La longevità Ł di moda . . . . . . . . . . . . . . . . . .18

Adriana Colletta

Questi adolescenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18

Mirko Ciabattoni

OPHYS NEWS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

a cura di Alberto Premici

Offida in festa per gli azzurri campioni . . . .21

a cura di Alberto Premici

LA BACHECA - mercatino di ophys . . . . . .22

Soluzioni Cruciverba numero precedente .22

PAROLE SCROCIATE . . . . . . . . . . . . . . . . . .23

(Omer)

Anno 5 - nuova serie

Numero 12

COPIA G R ATUITA

Offida, Dicembre 2006

Periodico del Centro Studi

�Guglielmo Allevi� - Offida

1

A tutti i nostri affezionati lettori,i migliori auguri di buone feste.

Cari lettori,Sono felice di offrirvi in lettura il nuovo numero di Ophys, organo ufficiale del Centro Studi

Guglielmo Allevi. Quello che leggerete è particolarmente ricco di articoli, ricerche, notizie, curio-sità, riflessioni ed immagini, grazie al crescente numero di offidani che ci onora con la propria col-laborazione. Ci viene spesso chiesto se vi sono particolari contenuti o temi da affrontare, da chiintende scrivere per la prima volta su Ophys. Nessuno in particolare: basta essere offidani o ripor-tare approfondimenti e riflessioni sulla nostra cittadina. Tutto qui.

Sin dal primo numero questa è stata la nostra linea editoriale, con lo solo scopo di costruireuno spazio libero e accessibile a tutti, sempre più ampio. E' questo il senso della nuova rubrica"Pensieri e Parole", contenitore specifico all'interno della rivista, rivolto a coloro che vogliono ripor-tare le proprie riflessioni od esperienze.

Il nostro sforzo è ripagato dal crescente numero di affezionati lettori, che sempre più manife-stano interesse verso le attività del Centro Studi Allevi; vogliamo tuttavia fare meglio e di più.

Sono allo studio nuove rubriche ed iniziative che, insieme alla fiorente produzione dell'interoCentro Studi Allevi, potranno contribuire a raccogliere e tramandare una parte della storia e dellacultura locale.

Alberto Premici

La mia terraNon smetto mai di guardarti con rispetto,antica e vera come sei,giudice indiscusso dei clamori umani,bella e mutevole in tutte le tue forme e sfumature.

Imparziale al presente, fiera del passatoe pronta al futuro;decisa a resistere all'uomo che inganna e ferisce per rubarti favori.

Sei forte, serena, distesae, protetta da mura e calanchi,ti fai beffa del tempo e delle sue assurdità,osservando compiaciuta la gente che perpetua la tua grandezza.

Sei bella in ogni tempo, cara Offida;sai vestire i colori che la natura sceglie per te,indossandoli con sublime sobrietà.

Ogni giorno offri qualcosa di nuovoa noi che pensiamo al tempo come ad una banale successione di istanti.

Quando il brusio della vita si placae ti osservo da lontano,mi abbracci con la tua forma sinuosa;inquietudini, rancori e fatica non hanno allora più senso e svaniscono al pensiero di essere una piccola parte di te.

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Il giorno 11 di novembre la ChiesaCattolica celebra la festività devo-

zionale in onore di San Martino di Tours,esemplare figura del cristianesimo appenauscito dalla clandestinità in seguito all'e-ditto di tolleranza promulgato nel 313 dall'imperatore Costantino. Sulla vita degnissi-ma di questo Santo si narrano gesta emiracoli avvolti in un alone di leggende,per cui è difficile separare le verità stori-che dalle tradizioni popolari.

Figlio di un ufficiale pagano delle mili-zie romane, Martino nacque a Sabaris(oggi Szombathely) in Pannonia (attualeUngheria), nel 316. Trascorse la fanciul-lezza a Pavia, ove il padre al termine delservizio militare era stato assegnatario diun terreno da coltivare. Circa all' età di 15anni, come figlio di un militare, fu obbli-gato ad entrare nella guardia imperiale acavallo prestando servizio in Italia ed inGallia. Fu in tale periodo giovanile checonobbe alcuni cristiani e, affascinatodalla loro santa religione, decise di seguir-la ricevendo il battesimo ad Amiens nel339.

Ottenuto dell'imperatore Giuliano ilpermesso di lasciare la milizia di stanza aCoblenza, si recò nel 354 a Poitiers, da S.Ilario che lo ordinò sacerdote. Ritiratosi avita ascetica aLigugé, dopodieci anni fuacclamato dalpopolo vescovodi Tours. Morì aCandes l'8novembre del397 ma fusepolto a Toursl'11 novembres u c c e s s i v o ,giorno in cuiviene comme-morato.

Q u e s t omilitare conver-titosi al cristia-nesimo risultò,oltre l'apostolodella Gallia,uno dei santipiù popolaridella cristianità medievale. La sua festa fucosì diffusa che divenne una data di riferi-mento per eventi importanti, si dava inizioall'anno scolastico e si riaprivano i parla-menti; in Francia queste usanze duraronofino alla rivoluzione francese. Nel folklore

figura come il protettore degli uomini alle-gri, dei giocatori, dei beoni, dei maritiingannati, del buon raccolto nei campi.

Per fama, grandezza e le molteplicivirtù San Martino fu venerato in Offida,fin dai tempi antichi. Possiamo desumerlodalle notizie storiche che c'informano diuna chiesa dedicata al Santo già in epocamedievale. Il diploma dell'imperatoreEnrico V dell'anno 1118 ratificava i privi-legi ed i beni del Monastero di S. Maria inOffida e tra le chiese era indicata quella diSan Martino. Una bolla del papa CelestinoIII del 15 maggio 1192, inviata ai monacidi S. Maria in Offida, confermava il pos-sesso del castello di Offida e, tra quanto inesso contenuto era elencata la chiesa diSan Martino con la sua cura e pertinenze.Nel 1241, a causa di eventi bellici, il vesco-vo di Fermo consentì alle suore damianitedi Santa Chiara di risiedere nel Monasterodi San Martino dentro il castello di Offida.Il 25 febbraio 1316 l'abate di Farfa accor-dava al priore del Monastero di S. Maria diOffida un sussidio per la chiesa di SanMartino in strada, ove nel 1500 era parro-co, secondo Rosini, il sacerdote PieramicoPelagalli.

Al Capitolo Primo degli StatutiOffidani, redatti nel 1524, tra le festività

da onorare secondo i riti della religionecristiana, era annoverata quella di SanMartino, alla cui chiesa il Comune dovevaoffrire, ogni anno un cero dal peso di unalibbra, come era prescritto al CapitoloTerzo dello stesso libro. Lo storico offida-

no, il frate cappuccino Andrea Rosini(1595-1668), nella descrizione dei quartie-ri di Offida poneva la chiesa di SanMartino con la sua cura, in quello di S.Francesco. La pianta prospettica della cittàdi Offida eseguita da Ferdinando Fabianinel 1694, indicandola con la lettera P, neprecisa l'ubicazione nella zona nord-est.

In epoche successive la chiesa fudemolita per far posto a civili abitazioni.Nel ricordo del luogo ove erano la chiesae la parrocchia resta la via San Martino,che collega il centro di Offida con viaGaribaldi. Da alcuni è indicata come la viadelle merlettaie, perché tra i suoi crocicchie nella sua piazza (G. Marconi) di solito siriunivano le donne a lavorare il merletto econversare.

Nella tradizione offidana, per SanMartino avveniva il trasloco dei mezzadri,si contraevano o si rinnovavano gli affitti,si scambiavano doni tra fidanzati, si con-fezionavano le ciambelle col mosto. A SanMartino si travasava il vino, per cui eraconsuetudine gustare il vino nuovo con lecastagne: "a San Martino ogni mostodiventa vino", era il proverbio dei nostriavi.

San Martino coincideva col periododella semina: quando questa era fatta

manualmente iseminatori invo-cavano il Santoperché li assistes-se nel loro lavoroe favorisse unrigoglioso germo-glio del grano. Ciòperché il Santoera considerato,come apostolodella parola diCristo, il semina-tore del Vangelo.Si accennava,come in altrelocalità, allo svol-gimento seraledella corsa deimariti con lecorna, facendopiù o meno som-messamente i

nomi dei partecipanti.Per San Martino si svolgevano in

diverse località importanti fiere di animalicornuti, per cui si collegarono le corna,simbolo dell'infedeltà coniugale, alle fiere.Così San Martino, in contrasto con la sua

SAN MARTINO tra culto locale, tradizioni e curiosità

VITALE TRAVAGLINI

Mappa del Fabiani - ubicazione antica chiesa di San Martino.

vita purissima, divenne protettore deimariti traditi.

Nelle scuole spesso viene propostacome argomento di studio la poesia di G.Carducci: San Martino "La nebbia gli irticolli". Non manca la credenza nell' estatedi S. Martino, secondo cui, nei giorniintorno alla festa del Santo, si avrebbel'ultimo scampolo di tempo tiepido primadell'inverno: "l'estate di San Martino duratre giorni ed un pochino" è il proverbiopiù diffuso.

La leggenda agiografica raccolta daSulpicio Severo, un suo biografo, attribui-sce al Santo il gesto caritatevole di donarela metà del proprio mantello ad un men-dicante seminudo davanti alla porta diAmiens, in una fredda giornata di novem-bre, che subito fu riscaldata dal sole, per-ché il povero beneficiato era Gesù Cristo.L'atto di donare la metà del mantello èstato riprodotto in opere di pittori famosicome Simone Martini, Van Dyck eRubens.

Il nome Martino, meno diffuso dellaforma femminile Martina, è il diminutivodi Marte, dio latino della guerra, ha forni-to perciò fin dall'antichità l'appellativo amolti militari o ai loro figli.

Tante località sono dedicate al Santo oportano il suo nome. Un Martino famosoè quello del detto popolare: "Per un puntoMartino perse la cappa". La locuzione lati-na: Uno pro puncto caruit MartinusAsello risale al 1500, e si riferiva alMonastero di Asello ove fu costruita unanuova ed artistica porta, sopra alla quale ilpriore Martino pensò di porre, per dimo-strare la cristiana disponibilità all'acco-glienza da parte dei monaci, la significati-va scritta: PORTA PATENS ESTO.NULLI CLAUDATUR HONESTO (Laporta sia aperta. Non venga chiusa all'one-sto).

Eseguì l'iscrizione un artigiano locale dipoca istruzione (asello=asinello), che

scrisse: PORTA PATENS ESTO NULLI.CLAUDATUR HONESTO (La portanon sia aperta ad alcuno.Venga chiusaall'onesto), inserendo il punto nel postosbagliato. La notizia di un messaggio cosìcontrario alla caritas christiana raggiunsel'autorità ecclesiastica che decise la rimo-zione di Martino dall'incarico di priore e,conseguentemente, dalla perdita dellacappa (una forma di mantello), che ne erail simbolo dignitario.

Il suo successore fece apportare la giu-sta correzione, commentando il fatto conla frase: "Uno pro puncto caruit Martinusasello" (Martino fu destituito a causa di ununico punto per colpa di un asinello(=ignorantello).

Altra versione riporta che nel mona-stero di Asello sopra ad una nuova portasi voleva porre una scritta di benvenuto.Poiché si doveva nominare un nuovopriore fu deciso che ogni frate ne propo-nesse una e l' autore di quella giudicata piùidonea avrebbe ricoperto la carica di prio-re, della cui dignità la cappa era il simbolo.Nel giorno stabilito frate Martino, il piùcolto tra i monaci, perciò sicuro vincitore,nella sua cella cercava di trovare l'ispira-zione giusta e per favorirla ogni tanto siaiutava con un bicchiere di vino. Ad untratto nella sua mente cominciò a deli-nearsi la frase: "Porta patens esto. Nulliclaudatur onesto" (La porta resti aperta.Non sia chiusa all'onesto). Per felicitarsicon se stesso alzò ancora il gomito e siapprestò a scrivere ciò che aveva pensato.Ma per effetto del vino la mano vacillavae scrisse: "Porta patens esto nulli.Claudatur onesto" (La porta non sia aper-ta per alcuno. Resti chiusa all'onesto), sba-gliando la posizione del punto. I monacialla lettura dello scritto di frate Martinorimasero allibiti, per cui perse il prioratodell'abbazia. Il nuovo priore poi feceporre la scritta sopra la porta, facendomettere il punto al posto giusto.

3

Invitato a porgere agli affezionali lettori di OPHYS gli auguri di Buon Natale, ho accettato volen-tieri, ma come è ovvio, li presento da sacerdote. Natale è tutto incentrato sulla "notizia" più stupe-

facente che potessimo immaginare e ricevere, rilanciata nel mondo e nella storia da due cronisti d'eccezione,gli evangelisti Matteo e Luca. E' il racconto della venuta di Dio tra gli uomini.

In quel Bambino si nasconde il mistero di Dio che si avvicina all'uomo fino a prendere volto e corpod'uomo. Noi ora abbiamo un Dio "Emmanuele", cioè un "Dio con noi".

Il coro angelico ha cantato sulla grotta di Betlemme: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agliuomini che Egli ama". Facciamo risuonare su ciascuno di noi questa voce divina. Essa come scrivevaSant'Agostino: "Farà sbocciare la luce nelle tenebre del dubbio, salvezza sul deserto del peccato, la gioia nelgelo della tristezza, la speranza nella notte dello sconforto". E concludo questo augurio con un invito anco-ra di Sant'Agostino: "Uomo, immerso nel gelo della notte, vieni, cammina anche tu verso Betlemme, versoil bambino e la sua madre, lasciati avvolgere dalla luce del Signore!".

Buon Natale! DON LUCIANO CARDUCCI

"LAUDATOR TEMPORIS ACTI"

(ORAZIO ARS POETICA)- ELZEVIRO -

MARCO MERCOLINI TINELLI

Rimpiangere il passato è abitudineantica.

Il verso del poeta latino suona così:"Difficilis, querulus laudator temporis acti".In Italiano "Bisbetico, lamentoso lodatoredel tempo passato". Tre secoli prima diOrazio, il filosofo greco Aristotele già rim-proverava "coloro che vivono nel ricordo del pas-sato e non nella speranza del futuro". Ancor oggiè citato il detto "aurea Saturnii saecula" - "Isecoli d'oro di Saturno", per esaltare unamitica età lontana, ritenuta la felice età del-l'oro. Non si comprende con quale fonda-tezza; considerando che Saturno avevaanche la bella abitudine di mangiarsi i figliappena nati!

In altra prospettiva, ben si capisce inveceil rimpianto di Dante e Petrarca, viventi nel-l'oscuro Medioevo; per i tempi luminoso diRoma imperiale.

Ma il verso d'Orazio, che da buon epicu-reo prediligeva la "mediocritas", si riferisceal comune mortale, all' "uomo della strada",il quale con gli anni diviene un lagnosonostalgico.

Del famoso trattato “Il Cortegiano delCastiglione”, che vasta eco suscitò in tuttal'Europa colta del '500, viene a proposito l'i-nizia del II libro nel quale, con classicaprosa del Rinascimento, in appropriate cita-zioni e similitudini efficaci, stigmatizza lesolite storie del "laudator temporis acti."

Così pure Leopardi, malgrado il pessimi-smo suo e la tristezza, in uno dei più note-voli e chiari "pensieri", citando la prosa pro-prio del conte Castiglione, conferma che "ivecchi pospongono sempre il presente alpassato"; e schernisce coloro (attualmentepiù numerosi che mai) i quali asserisconoessere il clima in costante peggioramento;quasi fossimo alla soglia di un'era glaciale!

A 'sto punto, essend'io, ormai vicino altramonto, credo di capire, non d'approvare,tali meste persone.

Eh si! Tornano spesso alla mente episodifelici, che mirabili soddisfazioni ci arrecaro-no un dì; e nel racconto, vengon resi piùbelli, con particolari esaltanti, talor fantasio-si; talché l'idealizzato ricordo li fa apparirequali tempi d'oro di Saturno.

Ma non è così! Con lieve sforzo di memo-ria, (rimbambimento permettendo), ci sirende conto essere stati quei periodi di vita,né meglio, né peggio degli altri.

Appaiono sì degni di nostalgia e di rim-pianto in quanto furono la stagione radiosache si chiama "giovinezza."

La perduta gioventù: ecco ciò che il que-rulo anziano inconsciamente rimpiange;brontolando in sordina e facendo pipì a per-pendicolo sui piedi mal fermi.

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L’estate corsa, il Centro Studi "G.Allevi" con una mostra, ha fatto

rivivere un avvenimento epocale perOffida, il collegamento ferroviarioOffida-Castel di Lama.

Ottanta anni fa si inaugurava questoservizio con la STEO, che rimase per circatrenta anni. Purtroppo quasi all' inizio fufunestato da un catastrofico deragliamen-to con molte vittime. Ho cercato un pos-sibile testimone dei fatti e l'ho trovatonella persona di Pretelli Alfredo, classe1914, il quale ben volentieri si è prestato arievocare quanto sa e ricorda:

"Avevo tredici anni e ricordo benissimo que-gli avvenimenti. Unirsi alla rete ferroviarianazionale significava oltreché garantirsi un piùfacile trasporto di merci e persone, mettersi in con-tatto col "mondo" esterno con evidenti vantaggiper lo sviluppo del paese.

L'iniziativa fu presa dai "nobili" di Offida,ma colui che si esposemaggiormente fu SorEmidio Mercolini. Così la STEO col suo picco-lo tram garantì un servizio per quasi un trenten-nio, collegando Offida con "la bettegola" o "sta-zione". Ne usufruivo sempre nei miei ritorni adOffida.

C'erano dei disagi, in salita andava piuttostopiano, a volte mancando la corrente, si fermavadel tutto con disappunto dei passeggeri che dove-vano arrivare in orario; ma comunqueassolveva il suo compito.

II suo incedere alternato divenneparte del paesaggio lungo-Lava, destavacuriosità e ammirazione nei forestieri.Dimenticavo di dire che alla sua inaugu-razione - agosto 1926 - fu festa grande inOffida, con l'onore della presenza delministro Giuriati (e non Giurati comespesso si scrive).

Dopo circa un anno il tram subì underagliamento che causò vittime e feriti.Era verso la fine di Settembre, di matti-no, nel tratto tra l'attuale CantinaSociale e la fornace, per cause mai preci-sate, il tram, avendo presa eccessiva velo-cità, in una leggera curva, si rovesciò fra-gorosamente sulla sua destra. Forse untardivo ed inefficace azionamento deifreni? Forse la brina sui binari? Ladisgrazia fu immane, con grande risonan-za, perché la cosa era rara per quei tempi.

I primi ad intervenire prestare soccor-si furono i contadini che nella zona eranointenti alla vendemmia.

Morirono Talamonti Fides, il guida-tore, un ragazzo bravo ma un pò "eufori-

co", il bigliettaio-fattorino, il ragioniere dellaBanca, il sig.Vannicola Bartolo e Fioroni.

Tra i feriti Vecchierelli Luigi ispettore-capodei vigili urbani. Fioroni lo stavano portando abraccio verso l'ospedale con una gamba penzoloniquasi staccata dal corpo. Io stavo andando a scuo-la, vidi la scena e ne fui talmente impressionatoda non poter trattenere le lacrime. A scuola ilmaestro Galderisi tentò di rincuorarmi ma poi mimandò a casa.

Tra i feriti il popolare Cuccitt (CocciAlessandro), un venditore ambulante di piccolioggetti e cianfrusaglie.

Vedendolo con una spalla inclinata qualcunogli chiese se avesse riportato una frattura."Macché, è la spalla che mi sorregge la cassetta"fu la sua risposta. Non molto tempo dopo Cuccitifu rivisto con l' immancabile cassetta in spalla ingiro per i casolari a guadagnarsi da vivere col suoumile ma utile mestiere.

Intorno agli anni cinquanta la tramvia acce-lerò il suo declino. Aveva ormai esaurita la suafunzione e se non erro nel 1954 sospese definiti-vamente le sue "corse" e la STEO divenneSTAO".

Qui finisce il racconto di Alfredo. Perchi non lo conosce (certamente pochepersone... tempo fa il settimanale CRO-NACA VERA gli ha dedicato due pagine);

segnalo che con i suoi novantadue anni èuno dei decani di Offida. Noto oltrechéper la sua proverbiale onestà ed equidi-stanza da tutti i partiti, per aver scritto unaautobiografia dove narra le sue peripezieper le carceri italiane avendo fatto dimestiere l'agente di custodia.

Dai derelitti agli emarginati egli tenta-va ridare dignità. Alleviare e rieducareerano i principi ispiratori del suo agire neirapporti con i detenuti. Non è cosa dapoco avere così sani principi per un uomoprivo di studi specifici. Con la giustizia e ilbuon senso suppliva tale carenza.

Alfredo ama raccontare i fatti della suavita e gli eventi della sua città dove è tor-nato definitivamente dopo il pensiona-mento. A volte, date e particolari stentanoa venir fuori dagli angoli della sua memo-ria, ma poi mostra tutta la sua soddisfa-zione quando ogni tassello va al posto giu-sto e si chiarisce il suo pensiero o raccon-to. Un tesoro di notizie, una miniera didati un vero peccato non attingervi.

Aggiungo una curiosità: l'intervistatoPretelli non poteva sapere un particolareche riguardava Emidio Fioroni (che mi èstato invece riferito dal Prof. TalamontiFides, nipote omonimo del conducentedel tram). Egli quel giorno, 19 settembre

1927, non aveva motivo di prenderequella corsa. Lo fece solo per farecompagnia a Fides, al quale era legatoda amicizia e parentela, seppure indi-retta. Fatalità e amaro destino il suo…

Riporto gli epitaffi di due vittimedel deragliamento:

"IL DISASTRO TRANVIARIODEL 19-9-1927 STRAPPÒ ALLAFAMIGLIA ADORATA ILCOLONNELLO BARTOLOMEOVANNICOLA. OFFIDA SMARRI-TA NEL DOLORE PIANSE. ORASPERA CHE CRISTO PER TANTELACRIME E SANGUE DIA PACEAL SEPOLTO E AI VIVI".

"FIDES TALAMONTI, TRAN-VIERE GIOVANISSIMO FU TRA-VOLTO NELLA SVENTURA CHEIL 19-9-1927 CHIESE IL SANGUEDI CINQUE VITTIME E TUTTI ISINGULTI DI OFFIDA. L'ANIMAEBRA DI SOGNI APPAGHI ILSIGNORE COL CIELO".

* * *

LA MOSTRA SULLA TRAMVIA

LORENZO GABIRELLILa mostra ha rievocato i fasti della Tramvia di Offida. L'inaugurazione, il deragliamento, il suo trentennio.

Un contemporaneo ricorda e racconta.

Alfredo Pretelli, classe 1914

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Se mi è consentmito un riferimento ditipo personale posso dire che l'esistenza e ildestino del tram sono legati indirettamente aquelli della mia famiglia. Mio nonno paterno,GABRIELLI FRANCESCO(1868-1964),era mezzadro del Mercolini in contradaCiafone.

In un tempo in cui i rapporti tra padronee contadino erano spesso conflittuali o disudditanza, quelli tra il Sor Emidio e miononno erano buoni, di reciproca stima, age-volata dalla comune passione per la caccia.Allorché per far fronte agli impegni econo-mici presi (più di altri) per la tramvia, SorEmidio fu costretto a iniziare a vendere i suoipoderi.

Per primo consigliò mio nonno di acqui-stare quello che già lavorava.

II consiglio fu accolto e con la somma dilire 160.000, congrua per undici ettari dibuon terreno, mio nonno divenne coltivatorediretto con innegabili e ovvi vantaggi per lamia famiglia. Acquistare un terreno non eranei disegni del mio avo, non avendone peral-tro la completa disponibilità. Lo fece perchécosi voleva il padrone. Gliene fu sempre rico-noscente.

I MIEI RICORDI DELLA TRAMVIA

ISA TASSI

Sono stata in Offida per vedere laMostra relativa all'attività della

tramvia pensando di ritrovarci molti ricor-di della mia fanciullezza.

Sono nata e vissuta fino alla giovinez-za in Borgo Giacomo Leopardi ed hoancora in testa il fischio del tram che sisentiva da lontano oltre il Silos e, manmano che avanzava sotto i Cappuccini, sifaceva più insistente.

Sferragliando, superava il padiglionedella rimessa e, dopo una semicurva, arri-vava sul rettilineo d'arrivo giungendo cosìal capo-linea, proprio di fronte alla fortez-za.

Qui una piccola casa in legno facevada sala d'aspetto per i giorni di pioggia efreddo, mentre gli altri giorni si attendevail tram vicino alla fontana (ora trasferita acento metri) e le persone parlavano traloro.

Io mi chiedevo: "Chi guiderà oggi iltram: Guido Seghetti?"

Questo perché così avrei visto la figliaPierina che tornava dal Collegio di Ascolied era sempre al suo fianco.

"O Viccei?", che è vissuto fino a centoanni in una casa di riposo sulla Valtesino.

Come bigliettaio c'era "Mazzarella"(Raniero Ciabattoni) o Pietro di Sulina?

Durante il periodo bellico il tram con-tinuò a fare il suo servizio fino al giorno incui fu mitragliato. Mi ricordo che era unabella giornata ed io, con mia madre, stava-mo sul balcone del nostro appartamentonel palazzetto Veccia. C'era una vista bel-

lissima, era esposto a sud e con lo sguardosi spaziava fino agli Abruzzi.

Su quel balcone c'era di tutto: un gab-bione dove mamma teneva due galline,vasi di fiori e la fisarmonica di mio padre,nascosta per non farla prendere dai tede-schi.

All'improvviso apparvero nel cielo dueaerei. Pensavamo che andassero a bom-bardare San Benedetto ed invece feceroun'impennata e mitragliarono il poverotram giallo e rosso.

A guerra finita, il tram continuò a fareil suo servizio solo per qualche anno.

Il tram faceva diverse corse: la più fre-quentata era in estate alle 5 del mattinoperché negli anni 1945/46 erano molte lepersone che andavano a San Benedetto. Siarrivava assonnati sulla spiaggia ma desi-derosi di passare una giornata al mare,dopo le molte vicende vissute durante laguerra.

Il tram arrivava a Castel di Lama e quisi saliva sulla "littorina" per SanBenedetto. Verso le 6 e mezzo della sera siriprendeva la strada del ritorno con un po'di nostalgia.

Con noi spesso viaggiavano altre per-sone che tornavano a casa dopo una gior-nata di lavoro.

Una persona simpatica, sempre prontaalla battuta, era Ida, detta "la maschiona":una donna molto attiva; andava in giro perla regione ed anche in altre a vendere ilmerletto che si lavorava in Offida.

Aveva due grosse valigie che trasporta-va con facilità.

Molti viaggiatori sisedevano vicino perchélei aveva sempre qualco-sa da raccontare facendopassare più velocementeil tempo del viaggio.

A me piaceva moltoandare a giocare vicinoalla tramvia: un grandespazio dove cera il depo-sito delle vetture e quel-lo dove veniva caricata lamerce. Dietro al capan-none si trovava un tralic-cio della corrente conuna grossa base. Noiragazzine ci riposavamoe giocavamo. a primave-ra il prato era pieno dimargherite. Quei fioribianchi e gialli erano pernoi come un mare dovetuffare i nostri sogni.

Un’immagine del tragico incidente della Tramvia, all’altezza della Fornace

Da tempo ho maturato il desideriodi pubblicare notizie inerenti il

patrimonio architettonico culturale scom-parso o modificato, per due motivi: ilprimo al fine raccogliere informazioni,ricevere ulteriori integrazioni e fonti docu-mentarie, ed il secondo per rendere par-tecipi gli interessati di quanto fin qui tro-vato.

Inizio con del convento dei P.P.Cappuccini.

Il pubbliconotaio diO f f i d a ,M i g l i o r eMigliori, sioffrì per soste-nere le speseper la costru-zione di unconvento cap-puccino, a con-dizione che leautorità otte-nessero daicanonici dellacollegiata il riu-tilizzo deimateriali delmonastero echiesa di S.Bernardo giàdemoliti e daicappuccini l'impegno di fondare un il con-vento. I conventi cappuccini dovevanosorgere fuori dell'abitato in luoghi solitarinon troppo lontani dalle città, perché l'ec-cessiva distanza avrebbe reso difficile l'ac-cesso ai fedeli, ma neppure troppo viciniperché la vicinanza dei secolari avrebbeimpedito il raccoglimento dei frati.

In un primo momento le autoritàcomunali offidane offrirono ai cappuccinila chiesa ed il monastero di S. Maria dellaRocca; la proposta non piacque in quantoin contrasto con gli ideali di povertà, sem-plicità ed austerità dell'ordine. Furonoofferti allora la rocca e lo spazio pertinen-te, attuale zona ex ospedale, ma rifiutati inquanto zona cavernosa. Fu quindi propo-sta la chiesa di S. Maria di Loreto con ilterreno contiguo, l'attuale spazio del mat-tatoio, pesa pubblica e distributore di ben-zina; anche questa ipotesi di localizzazio-ne fu scartata dai frati perché troppo vici-na al centro urbano e non adatta alla quie-te ed alla solitudine conventuale. Fu pro-posto infine il colle corrispondente all'at-

tuale sito, 575 passi dall'abitato, compren-dente la chiesa di S. Pantaleone. (La stradacomunale adiacente l'attuale salone nellemappe è denominata appunto stradacomunale di S. Pantaleone).

Le autorità comunali ottennero dalcapitolo della collegiata, in donazione, lachiesa di S. Pantaleone e, in cambio di uncongruo numero di pietre, i materiali delmonastero e chiesa di S. Bernardo, che sitrovava nella zona della Ischia. Una volta

ottenuto il consenso delle altre comunitàreligiose il vescovo di Ascoli, SigismondoDonati, emise in data 10 settembre 1614,il decreto che autorizzava i cappuccini aderigere un convento in Offida.

La popolazione offidana si attivò per iltrasporto del materiale di recupero dallademolizione del monastero e chiesa diSan Bernardo dalla Ischia al colle dei cap-puccini.

Scrive il Rosini "molti offidani sidisposero in lunga fila fino alla chiesa diS. Pantaleone, stendendo l'uno all'altro lepietre e mattoni, in più volte e così conmolta prestezza, fu condotta tutta quellamateria al luogo designato per la nuovafabbrica".

I lavori iniziarono con ritmo intenso edopo un anno i primi frati presero allog-gio nella parte orientale, proseguendo ilavori verso nord per essere pressochéultimati nel 1620.

Il convento e la chiesa erano situatinello stesso sito dove si trova oggi, macon una rotazione di novanta gradi rispet-

to all'asse della chiesa attuale.La pianta ripeteva la tipologia dei con-

venti dei cappuccini delle Marche. La chie-sa era preceduta da un porticato e, di lato,due foresterie ove ospitare i viandanti.All'interno un altare maggiore con pre-sbiterio ed un altare sul lato destro. Dietroil presbiterio il coro con banchi di legno,sul lato destro la sagrestia.

Di fianco alla chiesa un lungo corri-doio prospiciente il cortile con il pozzo

della cisterna immetteva adun ampio vano riservato allacomunità; poi la scala diaccesso al piano superiore, lacucina, il cucinotto, la dispen-sa, il forno, lo scarabotto ocucinotto con caminetto dovei frati si scaldavano durante ilperiodo invernale, la legnaia,ed il porcile. Completano ilpiano terra il refettorio, lacanova, la cantina con il vanodestinato alla torchiatura del-l'uva ed una saletta parlatorio.

Alla fine del Settecentovenne inserita un'ulteriorecappella, ampia ed aggettantededicata al B Bernardo.

Nel piano superiore eranosistemate le camerette per l'a-bitazione dei frati, l'inferme-ria con tre stanze ed una sala

per la biblioteca. Vi abitavano nove frati dicui quattro sacerdoti, un chierico e quattrolaici.

Il convento aveva un suo orto con unacappellina in fondo al vialetto.

In seguito alle soppressioni del 1810 edel 1866, il convento divenne proprietàdel comune che lo riconsegnò in condi-zioni penose ai Cappuccini; questi, nel1893, dopo la distruzione del vecchio,sopra descritto, costruirono l'attuale con-vento con una chiesa più ampia, consacra-ta nel 1894 in occasione del primo cente-nario del B. Bernardo.

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OFFIDA SCOMPARSA

IL CONVENTO DEI PP. CAPPUCCINI NEI SECOLI XVII E XVIII

GIANCARLO PREMICI

L’interno del convento dei PP. Cappuccini in una vecchia foto

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IL BEATO CORRADO DA OFFIDA

NEL VII CENTENARIO DALLA MORTE 12 dicembre 1306 - 2006

MARIO VANNICOLA

“La provincia della Marca d'Anconafu anticamente, a modo che 'l cielo di

stelle, adornata di santi ed esemplari frati; i quali,a modo che luminari del cielo, hanno alluminato eadornato l'Ordine di Santo Francesco e il mondocon esempli e con dottrina". (Fioretti di SanFrancesco cap. XLII)

Il 12 dicembre di sette secoli or sono sispegneva santamente nel convento france-scano di Bastia, presso Perugia, il nostroconcittadino Beato Corrado daOffida, dell'ordine dei FratiMinori di S. Francesco.

Nell'imminenza del cente-nario, che si celebrerà purtrop-po con il beato lontano dallasua cappella inagibile per ilavori di restauro in corso dellaChiesa Collegiata, e nel timorequindi che questa importantericorrenza finisca in sordina,sottopongo ai lettori diOPHYS una breve memoriasulla vita e sul culto di questoseguace del Santo di Assisi.

LA VITACorrado nacque in Offida

nella prima metà del XIII seco-lo1, in una casa posta nel luogodove sorge palazzo Terranioggi sede della Casa di Riposo"Beniamino Forlini".

Negli anni trenta fu rimos-so da tale palazzo e consegnatoal Capitolo della Collegiata un mattone,tuttora conservato nel quale si legge: QUIERA LA CASA DEL BEATO CORRA-DO DA OFFIDA; al cui posto fu muratal'artistica lapide commemorativa inmarmo opera di Aldo Sergiacomi.

La storiografia ufficiale dell'ordine, nefissa approssimativamente l'anno dellanascita verso il 1237.

Il nostro P. Andrea Rosini2, e con luiFilete Fazi e Bernado Rosini, lo vuoleinvece nato nel 1200, tanto da permetter-gli di seguire ad Assisi, giovanissimo, San

Francesco di ritorno dal viaggio compiutonel Piceno l'anno 1215, con sosta anche inOffida a venerare la reliquia della S. Spinaconservata dagli Agostiniani.

Fu in quell'occasione, secondo ilRosini, che cita un antico libro manoscrit-to di memorie del Convento, che il Santo,per ricambiare dell'ospitalità ricevuta,accettò fra i suoi frati tre giovani offidani;appunto Corrado, Frate Andrea e Fra

Bernardo da Offida; questi ultimi sarebbe-ro poi i due francescani citati nel docu-mento che conferma la donazione del ter-reno per la costruzione del convento diSan Francesco da parte del priore farfensedi S. Maria della Rocca alle clarisse nel1246.

In questa memoria è impossibile verifi-care la biografia e, prima di seguire la cro-nologia ufficiale proposta dall'Ordine chefa risalire al 1251 il suo ingresso in novi-ziato; e al 1257 la sua destinazione in un

piccolo convento delle marche, inseriscoquella della tradizione plurisecolare, forseleggendaria, riportata dai nostri storici.

Accolto quindi nell'ordine verso il1215, all'età di 14 anni, dallo stesso S.Francesco, già nel 12243 aveva presso lachiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisiuna prima apparizione della Vergine.

Nel 1253 fu chiamato dall'obbedienza

al convento della Verna4 dove restò per 13anni. Ricusò prima per umiltà e fu convin-to da Suor Benvenuta Anconitana delTerzo Ordine francescano in questi termi-ni "che egli non si partisse altrimente, mache perseverasse di stanziare in quel luogo,perchè tale era la volontà di Dio, che ivi gliavrebbe conferito favori grandi, che fu lavirtù di risuscitare cinque morti, et il rice-vere nelle proprie braccia il figliolinoGesù nel giorno della purificazione dellaMadonna..."

Nel 1267, con Fra Giovanni da Monte

Umile capanna nella quale abitò il beato Corrado da Offida presso Rivo Torto

1La sua biografia, complessa per la difficile interpretazione delle fonti, vede nel Waddingo, nel P. Marco da Lisbona, e nel libro dei fioretti di S. Francesco, i testifondamentali.Il nostro Rosini, attento storico e studioso dei più antichi e purtroppo spesso dispersi documenti di storia patria, interpreta forse liberamente, ma cita fonti mano-scritte che, se pur non più disponibili, non necessariamente sono da ritenersi false; fatto sta che la discrepanza cronologica di quasi 40 anni nella vita del nostroBeato, che da 68 sarebbe giunto alla veneranda età di 106 anni, risulta, per molti storici, meno che per gli offidani, un dubbio insolvibile.

2ROSINI, A. Compendioso racconto istorico di Offida 1654 - capitolo dodicesimo - Vita del Beato fra Corrado da Offida francescano.3FAZI, Filete Sulla data di nascita del B. Corrado da Offida in Miscellanea Francescana vol. XXXVIII, Gennaio - Giugno 1938, fasc. I - II pp. 210 - 213; ROSI-

NI, A. Compendioso racconto istorico...; ROSINI, Bernardo Il Voto - memorie storiche (1943 - 1944) 2 ed. Teramo Edigrafital 1991.4La cronologia ufficiale dice 1274 FRATI MINORI CONVENTUALI - Convento di S. Francesco al Prato - Perugia Beato Corrado da Offida.

OFFIDANI ILLUSTRI

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S. Maria si recòa far visita als e t t a n t e n n eFrate Leone,chiamato da S.F r a n c e s c o"Pecorella diDio".

Nel 1287 fuchiamato alconvento diF o r a n o(Appignano diMacerata) doveconobbe estrinse una fra-terna amiciziacon il B. Pietroda Treia con ilquale si confi-dava di ognispirituale con-solazione rice-vuta in dono.

Qui il 2 feb-braio 1289, avvenne l'apparizione dellaVergine col Bambino come ricorda il capi-tolo XLII dei "Fioretti""Frate Currado sene andò un dì nella selva a contemplareDio, e Frate Pietro segretamente andò die-tro a lui per vedere ciò che gli addivenisse;frate Currado cominciò a stare in orazionee pregare divotissimamentela Vergine Maria con grandepianto ch'ella gli attaccassequesta grazia dal suo bene-detto figliuolo, ch'egli sentis-se un poco di quella dolcezzala quale sentì santo Simeoneil dì della Purificazionequand'egli portò in braccioGesù salvatore benedetto. Efatta questa orazione, lamisericordiosa Vergine Marialo esaudì, ed eccoti apparirela reina del cielo col suofigliuolo benedetto in bracciocon grandissima chiarità dilume; e, appressandosi a frateCurrado, sì gli puose in brac-cio quello benedetto figliuoloil quale egli ricevendo divo-tissimamente ed abbraccian-dolo e baciandolo e stringen-dolo al petto, tutto si strug-geva e risolvea in amore divi-no e inesplicabile consolazio-ne; e frate Pietro simigliante-mente, il quale di nascostovedea ogni cosa, sentì nell'a-nima sua grandissima dolcezza e consola-zione".

Al principio del1294 stette per pocotempo a Sirolo doveliberò una giovinettaindemoniata pregandoper lei tutta la notte edapparendo poi in sognoalla madre "e la mattinasi fuggì per non esseretrovato e onorato dalpopolo".

Nella primavera diquell'anno soggiornò inOffida nel Convento diS. Marco dove convertìun giovane frate disso-luto e disordinato chemorto poco tempodopo, gli apparve invisione supplicandolodi alleviargli le pene delpurgatorio. Il Beatopregando sull'altaremaggiore della stessachiesa, lo liberò da tali

pene; questo evento era raffigurato in unatela, oggi perduta, esistente nella cappelladel cimitero.

Si tramandano molti altri eventi avve-nuti nell'arco della sua lunga vita; dalleapparizioni della Vergine, del Redentore,di San Francesco, del B. Egidio; all'uccelli-

no che ogni giorno lo allietava col canto, allupo inseguito dai cani e dai cacciatori da

lui reso mansueto e ospitato nel convento.Nel 1304, 1305 e 1306 predicò il gior-

no del perdono di Assisi a Santa Mariadegli Angeli.

In quell'anno fu mandato dal P.Provinciale a predicare l'avvento nel con-vento di Bastia dove, colto da malore,morì il 12 dicembre.

IL CULTOUna delle prime testimonianze sul

culto degli offidani per il Beato la abbiamodal calendario liturgico anteposto all'an-tifonario pergamenaceo, detto anche mes-sale antico, della chiesa di Santa Mariadella Rocca, databile tra il XIV e gli inizidel XV secolo.

In esso, sotto il giorno 12 dicembre (IIId. Decembris - il giorno prima delle idi didicembre) è riportato "Obitus fuit SanctusCor(r)adus de Offida"; scritto con l'inchio-stro seppia che indica le festività minori.

E' da notare che le ricorrenze di altriimportanti santi dell'epoca, compreso S.Francesco, il 4 ottobre, risultano inseritesolo successivamente come testimonia ladifferenza dell'inchiostro e della calligrafiache imita l'originale.

All'epoca quindi, i monaci benedettinidi Offida, festeggiavano la memoria delloro concittadino, e la avevano inserita,seppure non tra le maggiori, nel loro

calendario.Nessun accenno è fatto sugli Statuti

Comunali cinquecenteschi; perché sisolennizzasse anche civilmente, biso-gna probabilmente attendere l'arrivodella insigne reliquia dell'omero, al ter-mine del XVI secolo ad opera di mons.Fabrizio Perusini governatore diPerugia; reliquia che fu posta in unapposito altare dell'antico oratorio dellaConfraternita della Santissima Trinitàsito sulla piazza principale di Offida.

Così sin dal principio del seicentoun registro di esito del Comune annotaannualmente la spesa di "10 libre dipolvere per solennizzare la festa dellaBeata Vergine di Loreto e del BeatoCorrado"5 polvere che serviva per glispari dei mortai nei giorni festivi.

Il Culto, venne approvato ufficial-mente nel 1817 da papa Pio VII; lelezioni e l'orazione propria in onore delBeato con decreto della S.Congregazione dei Riti in data 13 otto-bre 1818, per interessamento di PaoloCipolletti e di mons. Grimaldi.

Nella prima metà del novecento ilculto viene ravvivato dal canonico Di

Il mese di Dicembre del calendario liturgico dell'antifonario pergamenaceo tre-centesco di S. Maria della Rocca

Stampa settecentesca della Madonna di Forano (Appignano di Macerata) con la memoria dell'apparizione

al B. Corrado del 2 febbraio 1289

5Offida, A.S.Com. pre napoleonico b. 110 Esitodal 1642 al 1656.

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Matteo che con Filete Fazi e BernanrdoRosini compiono una vera opera di risco-perta del Beato offidano, ottenendo unareliquia insigne e inserendo, nel voto fattoai protettori di Offida per la liberazionedal flagello della seconda guerra mondiale,nel 1944, la promessa di dedicargli l'altaredi una cappella nella chiesa Collegiata;voto che può dirsi effettuato nel 1994 conl'arrivo dell'intero corpo e la sistemazionedell'urna nella cappella della purificazione.

LE RELIQUIEFu seppellito a Bastia, e presto sul suo

sepolcro giunsero molti pellegrini che persua intercessione ottennero le grazie desi-

derate.Durante la guerra tra Assisi e Perugia

del 1320, il Castello di Bastia, conquistatoda questi ultimi fu demolito ed il corpo delB. Corrado trasferito a Perugia nella chie-sa di S. Francesco a Prato dove già si tro-vava quello del B. Egidio, terzo compagnodi S. Francesco. Da qui fu estratta la insi-gne reliquia dell'omero,donata alla città diOffida al termine del XVI secolo dalgovernatore mons. Fabrizio Perusini.

I corpi dei due Beati furono collocatinel 1936 nell'adiacente oratorio di S.Bernardino; in tale occasione la popolazio-ne offidana richiese all'autorità ecclesiasti-ca ed all'Ordine la traslazione del B.

Corrado in Offida dove, grazie all'azionepastorale del curato di San Pietro, donAmedeo canonico di Matteo si andavaaccentuando il culto locale.

Dopo una estenuante trattativa l'11luglio 1936 giunse a Offida una reliquiainsigne del Santo, il radio, e fu collocata,con l'omero gia presente nella Collegiata.

Il Convento della Verna, conservavainvece il cappuccio appartenuto all'abitodel Beato.

Finalmente nel 1994, il Beato, tornònella nativa città dove trovò degna colloca-zione nell'antico altare dedicatogli nellaCollegiata.

Col 25 ottobre p.v. (1937 n.d.r.) verràaperto l'Istituto "OPERA PIA DON

GIOVANNI BERGALUCCT che dovràospitare le ragazze di Offida e di altri paesi edimpartire loro una sana educazione fisica e spiri-tuale.

La volontà benefica del Benefattore don GIO-VANNI Can. BERGALUCCI espressa colsuo testamento il 13 settembre 1862, con cuidonava il suo vistoso patrimonio per dar vitaall'Opera Filantropica, è così realizzata!

Scopo specifico dell'Istituto OPERA BER-GALUCCI è quello di educare le giovinette chevi saranno accolte, al sentimento dell'amore dellaPatria e della Famiglia, al culto della ReligioneCattolica, all'interesse del lavoro, dello studio e delsapere, al sentimento della dignità personale dellasincerità, della franchezza e dell'usanza di tutte leregole della buona Società.

L'opera BERGALUCCI ha sede nel nuovopalazzo proprio, posto nella parte più alta (m.300) e più ridente del paese, lungi dalla vita inten-sa della popolazione, nella serena pace delle ver-deggianti colline che degradano fino all'Adriaticoche placido ed attraente ondeggia in piena vista apochi chilometri in linea diretta.Firmato:Il SegretarioDOMENICO Geom. Rag. CIABATTONIIl Presidente Don ABELE Canonico PAOLETTI

Così un pieghevole annunciava l'avve-nimento e il 4 novembre successivo,l'Opera pia don Giovanni Bergalucci ini-ziava la sua attività. Ma quante difficoltà,quante lotte, quanto impegno profuso.

Don Giovanni nasce in Offida il7.10.1791 da Nicola Bergalucci e da MariaGiulietti. Una famiglia agiata compostaoltre che dai genitori, da tre figli: AnnaTeresa, Giovanni e Rosa che andrà sposa aRaffaele Buscalferri. Giovanni, seguendo

la sua vocazione, entra nel seminario diAscoli P., vi compie l'intero corso di studi,diventa sacerdote. Nel 1819 viene aggrega-to al Capitolo della Collegiata, e dopo lamorte di suo zio, canonico Giuseppe, nel1824 ne prende il posto e viene nominatocanonico. E' un personaggio importante,stimato nella vita cittadina, sia come retto-re parroco di san Venanzio, sia comeamministratore e anche come consulentefacente parte nei concorsi delle condottemediche. Morirà il 27 settembre 1869.

Il 13 settembre del 1862, con testa-mento redatto dal notaio Carlo Ser-Giacomi disponeva che dopo la mortedella diletta nipote Rosa Buscalferri, nomi-nata usufruttuaria, "con il fruttato dei benidella sua eredità, si istituisse un ricoveroper i vecchi di ambo i sessi, nella casa doveabita il testatore. Altro simile ricovero siaprirà per gli orfani di ambo i sessi".

Una volontà altamente umanitaria,sociale e cristiana, perché ne dava la moti-vazione: "perché i vecchi siano lontani dal-l'ozio, dall'accattonaggio, esercitandosi inpiccoli lavori, attendendo alla salvezzadella propria anima" e gli orfani: "perchépossano fuggire i pericoli della gioventù,avere una buona educazione ed impararequelle arti che gli dovranno dar vitto pertutta la vita".

Ma la realizzazione della sua volontànon si presentava facile: difficoltà di ordi-ne economico e... politico. In Offida, nel1861 era stata istituita la Congregazione diCarità come ente morale, in forza delcosiddetto decreto Valerio, Commissarioper le Marche, dopo l'unità d'Italia. QuestaCongregazione di Carità sorgeva perassorbire tutte le Opere Pie che nel corsodei secoli, benemeriti cittadini offìdaniavevano fondato: l'ospedale della SS.Trinità, istituito da una confraternita detta

dei Disciplinati, intorno al secolo decimo-terzo; l'ospedale di sant'Antonio abate,fondato nel 1450 con porzione dei beni diGiovan Pietro Vagnarello; il Monte fru-mentario, sorto nel 1532 per opera del cit-tadino Rocco Abate; l'Opera pia Broglia,eretta nel 1641 per sussidi ai carcerati, piùtardi convertita per somministrazione dipagliericci da letto a famiglie povere;l'Opera pia Canti, fondata nel 1647 daAristide Mariani per la dispensa del pane aipoveri nel primo giorno di ciascun anno;l'Opera pia Mancini, che fin dal 1695provvedeva alla dotazione di fanciullepovere ed oneste; l'Opera pia Fazi, istitui-ta per elemosine dal 1784; l'Opera piaMaria Carlini Sieber, eretta dal 1821 abeneficio di scuole femminili, ed infine l'o-pera pia Valorani, destinata per il manteni-mento di una cattedra di filosofia e perelargizioni da darsi a venticinque famigliepovere con prelazione a quelle portanti ilsuo cognome.

Don Giovanni, nel suo testamento,quasi prevedendo le difficoltà nella realiz-zazione delle sue volontà, dettava chiareregole per il futuro. Chiamava comeamministratori dei suoi beni i parroci protempore di S. Maria della Rocca, di S.Nicolò, dei santi Filippo e Basso e ilSindaco pro-tempore di Offìda che dove-vano svolgere la loro funzione gratis pernon gravare economicamente sull'ente.Prevedendo con chiaroveggenza che altrepersone o enti volessero assorbire osubentrare all'amministrazione, ordina agliamministratori nominati "di opporsi conogni mezzo, anche giudiziario e addiritturadi chiudere l'istituto, se vi arà bisogno".

Alla morte della nipote usufruttuariaRosa Buscalferri, gli amministratoriCanonico Capitani, Canonico Grilli e ilparroco Amadio presero possesso dell'ere-

GIOVANNI BERGALUCCI

DON LUCIANO CARDUCCI

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dità, compilarono lo statuto della erigendaIstituzione, facendo domanda per il rico-noscimento civile dell'Ente. Nel frattem-po, la locale Congregazione di carità briga-va con subdoli e pretestuosi argomenti perincamerare i beni della nascente opera pia.Vani tentativi perché il 18 dicembre 1813,con proprio decreto Vittorio Emanuele

III, per grazio di Dio e volontà dellanazione, Re d'Italia, la riconosceva comeEnte morale e ne approvava lo statuto cheera composto da 10 capitoli e da 38 arti-coli. Nasceva così l'OPERA PIA BERGA-LUCCI.

Iniziava, con alterne vicende ma con ilcontinuo impegno dei vari amministratori

succedutisi negli anni, la realizzazionedella volontà del testatore. Ma solo nel1937 diventerà operativo l'istituto che nelfrattempo era stato realizzato, anche qui,con strane difficoltà, su progetto dell'Ing.Dr. Mario Berucci di Roma.

PER LA BANDA CITTADINA UN ANNO MEMORABILE

GIANCARLO PREMICI - PRESIDENTE

Nell'anno che si avvia al termine, il complesso bandisticoha eseguito numerosi concerti per manifestazioni reli-

giose e civili, conseguendo sempre favorevoli consensi.Cito i più rappresentativi: il tradizionale concerto del due

maggio, la sfilata e processione del tre maggio per la festa diCroce, festa della Repubblica del 2 giugno, il 21 agosto, presso ilsantuario del B. Bernardo con la locale omonima corale.

Il 22 e 23 luglio la banda è stata ospite del complesso musica-le "G. Setaccioli" di Tarquinia, eseguendo un gran concerto nellapiazza principale della nota cittadina laziale gremita di persone.Nei due giorni di permanenza la comitiva offidana ha visitato ilPalazzo Vitelleschi, sede del locale museo etrusco, e la celebrenecropoli ed è stata ricevuta nel palazzo comunale dalle autoritàlocali con scambio di regali e targhe ricordo. Il complesso musi-cale di Tarquinia il nove e dieci di settembre ha visitato la nostracittadina ed eseguito un concerto al Teatro.

Il 19 novembre si è svolta la tradizionale festa di S. Cecilia. Ilcomplesso musicale, dopo aver partecipato alla S. Messa, officia-ta da Monsignor Luciano Carducci presso il Tempio di S.Agostino, ha eseguito un plauditoconcerto al Teatro, proponendo, tral'altro, la "Sinfonia n. 40 in sol mino-re" di W.A.Mozart, ricorrendo il250°anniversario della nascita,"Oblivion" di Astor Piazzola, allafisarmonica il Prof. Sergio Capoferri,ed un brano di musica leggera"Vorrei che fosse amore" interpreta-to con maestria dalla cantante offida-na Valeria Svizzeri.

La giornata è terminata con unbanchetto presso il ristorante "Lafonte" con la partecipazione degliassociati e dei gentili ospiti.

Il sei dicembre, la banda ha parte-cipato alla giornata dedicata allaregione MARCHE, eseguendo musi-che presso il chiostro di S. Agostino,sede dell'istituto scolastico, con lapartecipazione della minibanda dell'i-stituto scolastico di AcquasantaTerme del Maestro Mauro Sabatini,alla presenza del dirigente scolasticoProf. Franco Vagnarelli, delle auto-rità, dei docenti, del personale ATA edegli alunni.

Il programma annuale si completerà il 24 dicembre con l'ese-cuzione di canti natalizi per le vie cittadine, presso l'istituto

Bergalucci, la casa di riposo Forlini ed il monastero delle mona-che Benedettine di San Marco, e con il tradizionale concerto diNatale presso il teatro Serpente Aureo il 25 dicembre alle ore11,45, con ingresso libero.

E' in vendita, nelle edicole ed altri luoghi autorizzati, a scopopromozionale, un compact disc nel quale sono registrati i branieseguiti dalla Banda dal 2003 al 2005 tra cui la marcia sinfonica“MERLETTO AL TOMBOLO” del M.° Umberto Cavina giàdirettore della banda offidana, ed “OFFIDA OLE'” del M.° CiroCiabattoni.

Invito tutti all'acquisto del disco, per un sostegno all'associa-zione, magari per farne dono natalizio.

Con l'avvio del nuovo anno scolastico, è ripresa l'attivitàdidattica della scuola di musica organizzata dal corpo bandisticocittà di Offida, con il contributo della Regione Marche, dellaProvincia di Ascoli Piceno e del Comune di Offida.

Sono sempre più i giovani che frequentano i corsi, validianche ai fini del conseguimento dei crediti formativi.

Con soddisfazione segnalo che nel-l'anno in corso, grazie alla competenzadel Maestro Ciro Ciabattoni, nostri asso-ciati hanno conseguito ottimi risultati, daprivatisti, presso conservatori statali:Stefano Vallorani, ha conseguito il diplo-ma di tromba, Straccia Alessandro, com-pimento inferiore di sassofono, StracciaIulio, compimento inferiore di tromba,infine Recchi Simonetta, la licenza di sol-feggio e dettato musicale presso il con-servatorio Pergolesi di Fermo.

La scuola di musica del corpo bandi-stico si avvale di insegnanti qualificati eformati, e della esperienza organizzativamaturata dai dirigenti. Acquisire cono-scenza e padronanza di uno strumentomusicale rappresenta, oltre che un' arric-chimento culturale, una ulteriore oppor-tunità di lavoro, nelle occasioni di eventipubblici e privati.

Ringrazio il Maestro Ciro Ciabattoni,i consiglieri, gli associati, gli enti, le asso-ciazioni, i sostenitori per la disponibilitàe l'amore che hanno dimostrato nei con-

fronti dell'antica istituzione musicale cittadina ed auguro a tutti ditrascorrere un buon Natale ed un sereno anno duemilasette.

Due momenti del concerto di Santa Cecilia

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DA UN ANTICO STEMMA COMUNALE

ALBERTO PREMICI

Un antico stemma comunale di Offida (Fig.1) offre spunti d'indubbio interesse. Questa rappresentazione grafica raffigura unaprecedente versione dell'attuale stemma ufficiale, con gli immancabili leoni guelfi, torre e corona; nella sua parte bassa è ripor-

tata una figurazione della nostra piazza principale (particolare - Fig.2), in cui vengono schematizzati i plessi più importanti ancora oggiesistenti o parti dei loro corpi di fabbrica originari.

Osservandola sono riconoscibili, da sinistra verso destra, la situazione preesistente di parte della Chiesa della Collegiata, l'attualepalazzetto Carisap e le contigue logge. Seguono la Chiesa del SS. Suffragio, senza l'attuale campanile e l'imponente palazzo comuna-le, privo di merli e con un piccolo torrino campanario sulla destra. La torre comunale sembra notevolmente più bassa rispetto a quan-to indicato nella mappa del Fabiani - 1694 (stralcio - Fig.3). L'angolo tra l'attuale Via Ciabattoni e Corso Serpente Aureo parrebbecomposto da una loggetta aperta a livello strada. Dietro si scorge una parte del palazzo degli I.R.C.E.A.

Palazzo Mercolini-Tinelli è pressoché identico a come oggi ci appare, mentre, sia per casa Carfagna-Remia, nel disegno di due solipiani, che per casa Spaccasassi, comparando le due rappresentazioni, è ipotizzabile una loro edificazione sull'area di un'antica stradache collegava la piazza con l'attuale Via Cipolletti.

Con un po' di fantasia possiamo immaginare l'intera piazza priva di pavimentazione ed in terra battuta, interpretando i segni dicampitura presenti. Come evidente, le due rappresentazioni, hanno prospettiva libera e sconvolgono un po' le nostre abitudini nel-l'osservazione delle attuali cartografie. Resta integro, tuttavia, il loro fascino e la loro straordinaria importanza sotto l'aspetto storico,toponomastico ed architettonico.

Maggiori approfondimenti sono contenuti nella pregevole opera del Dott.Vitale Travaglini, dedicata alla piazza di Offida.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

CURIOSITA’ OFFIDANE

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OPHYS RACCONTA

ALBERTO PREMICI

Nel primo numero dell'antica testata Ophys, diretta da Guglielmo Allevi, datato 3 dicembre 1891, venivano riportate, tra l'al-tro, molte notizie di cronaca locale. Quella che segue evidenzia la vivacità culturale d'un tempo e cita personaggi offidani sui

quali andrebbero approfonditi studi e ricerche. Ho trovato gradevole inoltre lo stile gli articoli. Vi riporto in estratto:Offidani in America - Oltre l'esimio artista Gaetano Vannicola, onore e vanto della nostra città, il quale in pochi mesi di residenza a Buenos Ayres

ha condotto a termine pregiati ed importanti lavori di pittura, da meritarsi grandi elogi in tutti i giornali americani, abbiamo un altro giovane che si fa onore,Giovanni De-Santis partito pochi mesi or sono per Cartagena (Stati-uniti della Colombia) ad assumere la direzione della banda musicale. Tolgo dal gior-nale ebdomadario (settimanale - ndr) "La Justicia" il brano che si riferisce al nostro concittadino.

"I pochi musicanti della banda militare istruiti dal Prof. Giovanni De-Santis suonarono con molta espressione e con isquisito gusto. I pezzi furono moltobene scelti e la esecuzione non poté essere più brillante. Noi ci rallegriamo di vero cuore col sullodato Professore per il felice esito; e tanto più felice, in quan-to che in si breve lasso di tempo ha di gran lunga superato l'aspettazione. Inoltre gli facciamo i nostri più sentiti ringraziamenti per il "Saluto a Cartagena",brillantissima Polka Marcia, che si degnò di scrivere per aggiungere maggiore gaiezza alla festa. Lo stile maestoso ed imponente di questo pezzo magistraledovea produrre il suo effetto. Infatti tutti i presenti dettero segni non dubbi di approvazione e infine applaudirono freneticamente. Seguiti Sig. De-Santis,nella via intrapresa e presto s'acquisterà la simpatia di tutti gli abitanti di questa colta città. La redazione dell'Ophys concludeva: "All'amico lontano inostri rallegramenti"

In altri numeri ho trovato brevi notizie di cronaca nera. Nel n. 50 dell'8 gennaio 1893 si dava conto di un'aggressione. Particolareil passaggio relativo ai beni derubati al malcapitato:

"Domenica scorsa il colono Emidio Gabrielli, dopo essere stato ad augurare il buon capo d'anno alla sua fidanzata Angela Vagnoni, faceva ritorno allasua casa verso le cinque del pomeriggio. Giunto poco oltre la chiesuola di S.Barnaba sulla strada rotabile, che da Offida conduce a Castignano, si sentì all'im-provviso prendere alle spalle da un individuo che lo gettò in terra, mentre altri quattro gli si fecero sopra derubandolo di un fazzoletto con entro una pastadolce, volgarmente fristingo, dono della sposa, del portafogli contenente lire 20 che portava nella tasca interna del corpetto. All'indomani di buon'ora il nostrosolerte Brigadiere dei Reali carabinieri operò l'arresto di un tal Davide Ciotti già pregiudicato e che vuolsi sia stato quello che ebbe a gettare in terra ilGabrielli, e di Giuseppe Cicconi entrambi riconosciuti dall'aggredito e da un testimonio. Gli altri sono tuttora ignoti.

Dall'Opyhs n. 25 del 10 luglio 1892, … scherzi e fucilate:"Nel decorso gennaio alcuni giovinotti di Colli del Tronto si recarono alla frazione Pagliare in quel di Spinetoli per fare la cosiddetta scampanata ad un

vedovo che voleva per la seconda volta gustare le gioie del matrimonio. Nacque un tafferuglio con accompagnamento di fucilate, sassate e bastonate.Conseguenze: una costola rotta, una testa ammaccata e qualche altra lesione.(….) Il Pretore condannava i 14 accusati parte a 15 e parte a 30 giorni direclusione.

Dall'Ophys n.24 del 3 luglio 1892, … botte da orbi:"Brandimarti Leonardo, Carosi Antonio e tre loro compagni, tornando giovedì scorso, un po' alticci da una gita a Cossignano, vennero alle mani per

futili motivi, presso la Chiesa di S.Barnaba;credo li mettesse in malumore la vista dell'acqua in quella fontanina. Conseguenze della rissa furono: una feri-ta al naso riportata dal Brandimarte, giudicata guaribile in 5 giorni e una d'arma da taglio riportata in una mano dal Carosi, giudicata guaribile in 15giorni con riserva.

Dall'Ophys n.20 del 6 giugno 1892, … una madre sciagurata:"Capriotti Adelina, seguendo l'uso tanto in voga presso il popolino del nostro paese, somministrava ad un suo bambino di 3 mesi, una dose così forte di

papavero, che il poverino ne moriva avvelenato. Fattasi ieri dai sanitari l'autopsia del cadaverino, si è constatato che la morte è stata prodotta da avvelena-mento d'oppio, l'alcaloide al quale il papavero deve la sua proprietà sonnifera. O madri incaute e snaturate, servirà almeno di ammonimento alla vostra cecitàe alla vostra brutale caparbietà, questa vittima innocente di uno uso selvaggio a voi tanto caro?".

Veramente altri tempi. Leggete cosa riportava Ophys nel numero 13 del 17 aprile 1892:"A costo di farvi venire l'acquolina in bocca, vi do la fausta notizia che le quaglie son tornate. I cacciatori hanno il diritto di dar loro la caccia fino al

20 maggio. Buon divertimento!!"

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(continua dal n. 10)

Iprimi documenti che testimonianola diffusione della lavorazione del

merletto a fuselli nelle corti rinascimentalidel nord Italia risalgono alla seconda metàdel XV secolo.

A Ferrara, nel 1476, Eleonorad'Aragona, moglie del duca Ercole Id'Este, coadiuvata dalla sorella Beatrice eda 18 damigelle d'onore, ornòcon "friseto d'oro fatto a piom-bini" (pizzi eseguiti a fuselli confilati preziosi) l'appartamentodestinato ad ospitare la reginad'Ungheria; mentre a Milano,nel contratto divisionale tra lesorelle Angela e Ippolita SforzaVisconti, datato 12 settembre1493, è citata una striscia lavo-rata a "ossi".

Ma è nei secoli XVI e XVIIche avviene la diffusione delmerletto a tombolo dall'Italia alresto d'Europa, e contestual-mente si assiste al fiorire dellastampa di campionari di dise-gni.

A Zurigo "L'arte delle trinea fuselli" di Froscower, nel1560, ricorda che questi eranostati importati in Germania edin Svizzera per la prima volta damercanti veneziani alcuni anniprima. Un altra raccolta di dise-gni vede la luce a Bologna peropera di Bartolomeo Danielinel 1639; ciò testimonia un notevole inte-resse e scambio culturale sull'argomento.

Uno di questi, probabilmente, giunseanche in Offida, come sembra accennareuna corrispondenza del 1910 tra il sindacoGiuseppe Rosini ed il prof. GiulioCantalamessa; era conservato presso ilconvento dei Cappuccini; ma non ne esisteulteriore testimonianza.

Nella nostra Offida, due testimonianzepittoriche, a cavallo tra la seconda metà del1500 ed i primissimi anni del 1600, sono anostra disposizione.

Si tratta di una pala d'altare ed unaporta dipinta opere tutte di Simone DeMagistris da Caldarola.

Questi soggiornò in Offida per ladecorazione ad affresco della perduta cap-pella del Santissimo Sacramento nellachiesa della Confraternita della Trinità in

piazza del popolo (collocata dove oggisorge la nuova Collegiata).

Si ispirò quindi ai merletti offidaninella Pala dei Tre Regni (oggi al Museo diOffida), datata 1589 dove questi compaio-no sul bordo del panno che sorregge ilBambino. Si tratta di un merletto tipo"pizzo antico" a lavorazione continua(fascia) con foglioline piene e travette.

La seconda opera, è costituita dalle due

tavole già utilizzate come battenti dellaporta che immette alla sagrestia di S.Agostino, in origine probabilmente spor-telli dell'antico organo della chiesa, databi-li tra il 1590 ed il 1611.

Nel lato esterno, è rappresentata l'an-nunciazione, vi si fronteggiano l'ArcangeloGabriele e la Vergine Annunziata.

L'Arcangelo, che occupa lo sportello disinistra, indossa un ricco abito talare del-l'epoca con un lungo camice sotto ad unadalmatica di broccato. Gli orli visibili delCamice; polsini, collo, bordo inferiore,presentano una rifinitura con una fascia atramezzo e un orlo a pizzi triangolari atombolo del tradizionale tipo a metraggiocon foglioline piene, che formano unacroce, travette e pippiolini che disegnano erifiniscono i riquadri del tramezzo ed itriangoli del bordo in pizzo.

Al principio del secolo risale anche ilprimo documento storico sul merlettoconservato nell'Archivio Notarile diAscoli e riportato da Antonio Bamontenella sua pubblicazione sui Merletti diOffida "Nei protocolli poi di CurzioGabrielli si trova in data 24 maggio 1612,un contratto con cui il commercianteebreo Giacomo Ancarano da Pesaro conbotteghe in Ancona prometteva ai suoi

fratelli Ventura e Salvatore,residenti in Ascoli, in cam-bio della merce in elenco aparte descritta, il compensodi 841 scudi. Tra quellamerce vi era un po' di tutto:bottoni, taffetà, coperte,scarpette, pantaloni, tela,soia ascolana, e 25 merlettidi Ofida valutati 30 bolo-gnini, e 80 zagari di Ofida."

Nel 1615 FrancescoCaroso rinviene la perga-mena con il voto fatto dallapopolazione offidana per laliberazione dalla peste del1511, "avvolto negli piziche mi ha dato la figlia diDomenico Morelli"

Dalla metà del 1600 lalavorazione del merletto èdiffusa anche nei cetipopolari di Offida; ne fafede una testimonianzainserita nel "Summarium etinformatio super dubio"per il processo di canoniz-

zazione del Beato Bernardo redatto nel1781. Si fa qui cenno all'uso delle donneoffidane di lavorare il merletto fuori dellaporta di casa. Il Beato, quando le incontra-va nel suo peregrinare per la questua quo-tidiana, era solito esortarle a meditare sullaPassione di Cristo, figurando gli spillicome le spine della corona e i fuselli attac-cati ai fili come le fruste della flagellazione.

L'apertura del Monastero delle suoreBenedettine nel 1644, che mantennero peranni un educandato dove erano ammesseanche giovani offidane che poi decidevanodi tornare alla vita laicale e di contrarrematrimonio, portò sicuramente un note-vole incremento nella produzione di mer-letti di qualità. (continua nei prossiminumeri).

Particolare dell'abito con la bordatura di merletto dell'Arcangelo Gabriele nella porta di S.Agostino.

FOLKLORE OFFIDANO

IL MERLETTO OFFIDANO NELLA STORIA E NELL'ARTE - parte 3°

MARIO VANNICOLA

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PENSIERI E PAROLEANELITO DI TRINA

DI RITA COCCI

Raccontarsi…non è facile o semplicein quanto emozioni, esperienze,delusioni, sentimenti che hanno segnatoun giorno o un anno della vitasi accavallano e formano un bagaglio dicui spesso si butta via la chiave.A volte un sogno mette all'albasotto il cuscino la psuedo smarrita chia-ve.Con profonda femminilità e trepidazione si scruta un po' dentro…Amicizie fatte, cresciute, mantenute neltempo,che non spiegano e che non si devonospiegare.Libri a cui ci si affida nella solitudine,che aiutano a guardare senza vedere,per poi dimenticare la volgarità di uominie cose,che compongono le ansie e le passioni,che attutiscono i duri colpi della vita per assopire le delusioni…Persone sagge che non hanno dettotutto ciò che hanno pensato,ma che hanno pensatotutto ciò che hanno detto…All'improvviso, aldilà di tali percezioni,per magica estasi,pulsa nell'anima un pizzico di poesia,con verso vago ma accompagnato daun'impalpabile,irripetibile anelito di trina eterea…Tutto ha sapore di mistero!"Le mie mani non si scordino mai divolare sui fuselli…"Torna la luce del giorno,c'è profumo di fresco mattino di prima-vera…e tutto è di nuovo realtà!

Pochi conoscono Rita Cocci…ma come moglie di"Peppe lu Falc" o mamma di Alisia, la conosco-no tutti benissimo ... Così si presenta ai lettori diOphys, l’offidana, poetessa per diletto, che hapreso parte a diversi concorsi di poesia, tra cui laV edizione del concorso internazionale di poesiae narrativa "I colori delle Donne", organizzatodalla Provincia di Ascoli Piceno in occasionedell'8 marzo. E' con grande orgoglio che pubblichiamo la poesiacon cui ha partecipato al concorso.

Le prime avvisaglie che un grosso duello si sarebbe svolto si sono sentite all'albadel giorno, un primo assalto quasi fatto per saggiare le condizioni dell'avversa-

rio hanno fatto capire che sarebbe stata una lotta dura, ma Giovanni, mio Padre erapronto, si era allenato per due mesi qui ad Offida passeggiando per le strade della suagiovinezza percorrendo i viali del cimitero interrogando i suoi amici più cari già caduticome Danilo e sua sorella Secondina, per carpire tutti i trucchi necessari per affrontarequel nemico terribile che appariva all'orizzonte; ossigenandosi sotto i pini "Fuori diporta" davanti al "bar Eiffel" stazionando sotto "le logg" con i suoi amici di sempreascoltando sempre e parlando poco per risparmiare tutte le energie che di lì a poco glisarebbero servite, guardando "S.Maria della Rocca" per avere da essa tutta la forza dellasua Rocca.

Nessuno ha capito nulla perché nella sua grande intelligenza non ha permesso a nes-suno di capire, si è sacrificato come ha sempre fatto nella sua vita per tutti, da solo, con-tenendo il suo malessere il suo disagio, guardava, osservava, ascoltava, soffriva, madispensava sorrisi e perle di saggezza infondendo pace e coraggio a tutti. Ha salutato lasua Offida e gli Offidani sapendo di non tornare...era pronto!

Quando la morte si è presentata quella mattina senza preamboli illudendolo che nonera Lei, non si è lasciato ingannare preparato come era, l'ha riconosciuta e l'ha combat-tuta fino in fondo con tutto il suo impeto, il suo coraggio, colpo su colpo, ci sono volu-ti quattro affondi per avere ragione di Lui... alla fine sgomenta di tanto coraggio e tantoardore con il rispetto per un così degno avversario gli ha permesso di lasciarci con ladignità che lo ha sempre contraddistinto… chinando il capo, concedendo l'Onore delleArmi, la Morte lo ha abbracciato per accompagnarlo in pace nei sentieri dove solo aglieroi è consentito passeggiare, ora è lì ci guarda con il suo sguardo da "BurberoBenefico" ci accompagna nel nostro cammino della vita proteggendoci e ispirando inostri giorni ai sentimenti di pace, coraggio, onestà..

Un Uomo per Bene, un Padre per Bene, un Nonno per Bene, un Marito per Bene,un Fratello per bene, uno Zio per Bene, un Amico per bene, un GALANTUOMO, solonel ricordo dei suoi insegnamenti, solo nel ricordo di come era potremo onorarlo sem-pre e mantenerlo in vita dentro di noi, fate tesoro del suo ricordo era un uomo che nonsi raccontava molto anzi per niente, se ha messo a disposizione di tutti la sua vita e i suoiricordi è per essere ricordato.

Padre mio io ero lì con te, non ti ho mollato un attimo ho visto la tua lotta impo-tente, ho visto il tuo coraggio, la tua forza, il tuo amore, il tuo trionfo e sebbene haidovuto cedere, la morte è rimasta sgomenta, attonita, impaurita da Te.

Grazie per l'ultimo insegnamento, ovunque tu sia quel posto è sicuramente miglioredi prima.

LETTERA AD UN PADRE

"Vi racconto una storia, la storia di un uomo, un Offidano, Giovanni

Plebani, mio Padre".

MARCO PLEBANI

IL TEATRO SERPENTE AUREO DI OFFIDA:

STORIA CONTEMPORANEA

ADALBERTO TRAVAGLINI

Lettera aperta

Un teatro che ha ripreso la sua storia dopo un decennio di chiusura per restauri,e dopo due inaugurazioni a distanza di 3 anni l'una dall'altra, non poteva non

avere il triste epilogo cui stiamo assistendo.Chi scrive ha assistito a tutte, sottolineo tutte, le manifestazioni che si sono svolte al

teatro, ad esclusione dei veglioni di carnevale perché credo che un teatro è anche desti-nato ai balli, ma sopra il palcoscenico e non in platea.

L'ultimo anno in cui furono emesse tessere, di soci all'Associazione Teatrale ne ade-rirono 30, di questi, 3 solamente a casa mia, pari cioè al 10%. Credo quindi di avere ildiritto di criticare la gestione che ha portato alla fine di ogni attività e ad un consisten-te numero di euro di debiti.

Conclusione: la stagione teatrale 2006/2007 non esiste o almeno, al momento, nes-suno ne è a conoscenza. Ad avallarlo è la bacheca all'ingresso del teatro attualmente uti-lizzata da una compagnia teatrale amatoriale locale per esporre ritagli di giornale che li

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riguardano. Di programmi neanche l'ombra.Ricordo quella famosa serata di un paio di anni fa, quando vi furono le votazioni per eleggere 3 nuovi componenti del consiglio

direttivo della "nascente" Associazione Teatrale: quell'anno i soci non erano solo 30, ci furono diverse coalizioni e la più potente riu-scì a far eleggere 3 nuovi consiglieri che, prima di allora, non erano mai entrati al teatro e che mai più ci sono entrati dopo, fatta ecce-zione per qualche serata in cui non hanno potuto proprio esimersi.

Il fatto più grottesco è che, mentre durante l' estate, alla modica cifra di 1 euro, molti turisti hanno potuto visitare il teatro, in altrepiovose serate invernali, in occasione di rappresentazioni con ingresso gratuito, molti hanno invece preferito restare fuori al freddo.

Questo potrebbe far pensare a qualche sabotaggio nei confronti di qualcosa o qualcuno: per motivi politici? o forse personali?Oggi, tramite l'informatica, chi ha in programma di venire ad assistere ad uno spettacolo in Offida, prima di partire può ottenere ogniinformazioni sui vari movimenti culturali del luogo.

Ebbene: troverà che esistono 3 associazioni che operano nel campo musicale, un paio di compagnie teatrali, un paio di associa-zioni sedicenti culturali, lo stesso fiabesco teatro ed un itinerario turistico con tanto di sito ufficiale. Si aspetterebbe il tutto esauritocon qualche probabile rissa all'ingresso, invece spesso, in qualche avvilente serata, le persone sopra al palcoscenico erano di gran lungasuperiori a quelle presenti in sala.

Sarebbe forse il caso di usare con più moderazione la parola "culturale" spesso abbinata alla nostra cittadina in pubblicazioni,depliants e cartelli. Io c'ero nelle serate in cui, per qualche spettatore in più, si è fatto ricorso ai ragazzi delle scuole costretti ad assi-stere a spettacoli non adatti a loro con l'inevitabile e prevedibile conseguenza di disturbo agli artisti.

Ero presente nelle serate in cui gli spettatori erano solamente amici e familiari al seguito delle compagnie. C'ero anche nelle sera-te in cui non erano presenti nemmeno gli organizzatori.

Infine ho anche visto gli stessi artisti, fuori dal teatro, in piazza, invitare a viva voce, la gente ad entrare. Attendiamo. Nella spe-ranza di poter finalmente vedere, nella bacheca appena istallata, programmi per stagioni teatrali degne di questo nome.

E' questa la frase usata dal professor Fulvio Esposito, rettore dell'Università di Camerino, in occasione di una recente intervi-sta rilasciata ad una testata televisiva regionale durante la presentazione del programma dei corsi post universitari offerti dal

citato ateneo.La frase, di per sé asettica, assumeva una connotazione negativa nel contesto disegnato dallo stesso professore che deprecava l'ap-

parizione, appunto nel mercato della formazione, di soggetti che, pur privi di esperienza e di un retroterra culturale adeguati, si pro-pongono a vario titolo come formatori di professionalità più o meno tecniche ed in grado di leggere ed interpretare le esigenze delmercato del lavoro. Il succo del discorso era che solo organismi seri e qualificati, quali sono sicuramente le università, possono garan-tire percorsi formativi adeguati e ricchi di valore aggiunto.

L'assunto espresso dal professore non farebbe una piega se non si assistesse ultimamente ad un moltiplicarsi imbarazzante deicorsi e delle sedi universitarie, nati come funghi su tutto il territorio nazionale. E' recente l'articolo di un settimanale nazionale cheriporta il dato di 360 atenei attivi in Italia, con migliaia di corsi a volte dai titoli anche fantasiosi e sul cui livello complessivo è forse ilcaso di stendere un pietoso velo. Quanto alle ragioni di una così capillare diffusione delle sedi accademiche, oltre quelle ufficiali divoler rendere più accessibile l'istruzione universitaria, sembrano essere più spesso le smanie demagogiche e presenzialiste del politicodi turno, preoccupato di prepararsi la volata elettorale a suon di inaugurazioni eccellenti (vale più il taglio di un nastro che una por-chettata di democristiana memoria!). Per non parlare delle attività, commerciali e di promozione, messe in campo dalle stesse strut-ture al fine di incentivare il numero degli iscritti (utili per il conteggio dei fondi da trasferire): si va dalle convenzioni con gli enti e lestrutture più disparate, ai crediti formativi riconosciuti anche solo per la qualifica ricoperta nell'ente in cui si lavora, alle promozionifacili in sede di esame (si sa, i fuori corso non contano ai fini dei finanziamenti). Salvo poi sentire il rettore dell'altra prestigiosa uni-versità (la Sapienza di Roma ha visto crollare i suoi iscritti negli ultimi anni) lamentarsi perché in difficoltà proprio per via della dimi-nuzione delle risorse trasferite; il rovescio della medaglia di questa moltiplicazione (e, mi si consenta, banalizzazione) dell'offerta for-mativa universitaria è che i poli di ricerca e di studio, che possono funzionare solo al fianco di atenei prestigiosi e ricchi di risorse, ven-gono penalizzati a scapito di quella capacità di sviluppo e di innovazione su cui dovrebbe puntare un paese come il nostro, privo dirisorse naturali e di materie prime. In barba a qualsiasi proposta legislativa che voglia limitare la cosiddetta fuga di cervelli.

E pensare che il buon professor Massimo Severo Giannini, nella prefazione di un vecchio testo universitario di diritto pubblico,si scusava per il linguaggio particolarmente difficile che avrebbe usato nel prosieguo, linguaggio giustificato dal fatto che, secondo lui,nasceva una mente universitaria ogni mille. Per non parlare di quel fantastico professore che ad un pre-corso di matematicadell'Università di Ancona esordiva, il primo giorno, con una misteriosa serie numerica scritta alla lavagna: 800, 400, 200, 100 e 4 indi-canti rispettivamente noi iscritti al primo anno di Economia e Commercio, quelli rimasti al secondo, terzo e quarto anno e quelli lau-reati in corso. Forse erano esagerazioni, ma questi episodi sono la testimonianza di un periodo in cui la formazione universitaria costi-tuiva veramente un qualcosa in più: un periodo in cui, anche in una Università minore come era allora quella di Ancona, avevi la pos-sibilità di andare a lezione da Giorgio Fuà, amico e collaboratore di Enrico Mattei.

Qualche mese fa ho incontrato, al braccio della cortese sorella, la mia maestra delle elementari, Bruna Talamonti e come sempremi sono avvicinata per salutarla; per la prima volta non ho visto in quegli attenti occhi, appena nascosti dalle lenti, il guizzo di gioia esoddisfazione che sempre balenava quando riconosceva un suo ex alunno. Oltre alla tristezza di non potermi più sentire "scolara", lastessa che ti prende quando diventi genitore e senti che da quel giorno non sarai più solo figlio, ho avvertito la malinconia di non averpotuto, e a volte saputo, ringraziare adeguatamente quella figura così importante per la formazione e la crescita mie e di tanti offida-ni. La maestra Talamonti, ma anche la Pasqualetti e la Massari per citare le insegnanti delle mie elementari, è stata per me un model-

IL MERCATO DELLA FORMAZIONE

MARIA TERESA MASSI

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lo di educazione e di rare preparazione, dedizione e autorevolezza. Anche perché i costi elevati che allora richiedeva la cultura, la riser-vava di fatto a pochi o ai rappresentanti di quella fetta di società civile che prestava i propri figli alle arti liberali; e il rispetto di cuigodevano quelle maestre e quei maestri era lo stesso riconosciuto alle altre figure istituzionali della vita di paese quali il medico con-dotto, il farmacista, il notaio o il parroco.

Oggi invece, gli insegnanti non godono più di una visibilità e di un riconoscimento sociale adeguati, per non parlare del diversoatteggiamento che nei loro confronti hanno gli alunni e i loro genitori. Questi ultimi sono più preoccupati di garantirsi badanti gra-tuite, e come tali obbligate solo a non offendere o maltrattare l'amato bene, piuttosto che di affiancarsi agli insegnanti nella difficilearte di formare giovani uomini e giovani donne capaci di affrontare le difficoltà della vita futura, di sopportare delusioni e di cresce-re grazie anche alle sconfitte.

Fa specie rilevare l'introduzione, anche in settori dei servizi delicati come quelli sanitari e dell'istruzione, di criteri aziendalistici voltial raggiungimento di obiettivi quantitativi e non qualitativi, così come mette tristezza vedere direttori didattici e maestri alle prese conl'umiliante attività di chiedere contributi ai genitori per l'acquisto del materiale didattico.

Un paese che non sa investire nell'educazione dei suoi giovani è un paese destinato a morire, culturalmente prima e poi economi-camente.

inserire note:1 TG3 Marche, lunedì 13 novembre 2006 - 2 Panorama, n° 44 del 2006

I CAPPONI DI... RENZO!

PADRE ILARINO CAROSI dal Santuario dell'Ambro

Veramente strano questo mondo ed il nostro modo di vivere. Noi siamo viandanti come naviganti che devono attraversare l'oceano della vita spessoprocelloso e permaloso, tutti insieme sulla stessa barca, verso la stessa meta, la stessa patria.

Eppure, durante la traversata, più o meno tranquilla, continuiamo a... beccarci tra noi, come fanno capponi che il buon contadino offidano di una voltaportava al mercato del giovedì, sperando in un compratore danaroso e generoso. Cosa fanno questi capponi? s beccano ferocemente l'un l'altro e mica pensa-no che finiranno prima o poi tutti sulla padella!

A proposito vi voglio raccontare un sogno che ho fatto all'indomani quasi immediato delle elezioni di aprile e di CALCIOPOLI di maggio. Mi trova-vo (in sogno!) davanti alla chiesa del Beato Bernardo ed avevo intenzione di sgranchirmi le gambe con una passeggiata fino a fori porta con un amico che rie-sco a mala pena ad individuare ne sogno. Un amico, sia politicamente e che per tifo sportivo non era in perfetta consonanza di idee con il sottoscritto.

Apriti cielo quando incominciammo a parlare, giusto per ammazzare il tempo della passeggiata."Hai visto, ha vinto..., abbasso..., evvive la classe operaia che una volta si accontentava di andare in paradiso ed oggi invece si siede sugli scanni di...

Montecitorio"."Ma va, rispondo, era maglio prima, perché...; sapeva parlare, era simpatico, si presentava bene...""Ma tu non capisci niente, perché adesso i lavoratori hanno i loro rappresentanti al governo e quindi... evviva i lavoratori"."Senti, amico, senza seguitare all'infinito questa tiritera di chi ha ragione, facciamo così: forse hai ragione tu; però ricordati bene che al lavoratore, all'o-

peraio tocca sempre... lavorare, chiunque sia al timone di questa "carretta" di mare; auguriamoci piuttosto che sappiano ben comandare". "Ma voi,..." "Noperché...?" e giù... beccate, beccate feroci. All'improvviso mi ritorna in mente un'arma che mi da certamente una vittoria scontata, una bella rivincita: il pal-lone di questa pazza estate italiana.

Ricordo tre colori dominanti del tifo mio e del mio amico: bianco, nero e... azzurro (chi vuol capire... capisca!)."Qui, dico, mi voglio prendere una bella soddisfazione, perché non ci sono motivi di una seconda sconfitta. Certi mestieranti di "CALCI" l'hanno pro-

prio combinata grossa. Hanno vinto sul campo, ma poi quel triangoletto magico... sul petto degli sconfitti ma onesti..."Ed ecco le... beccate: "lo dicevo io, che prima o poi i nodi sarebbero venuti tutti al pettine, perché non era proprio possibile...""Ma non è ero niente, è tutto inventato, perchè chi troppo vince da fastidio agli eterni perdenti E poi paga solo la...""Era meglio rendersi amici personaggi influenti, anziché andare in cerca di eroi della... pedata, tanto era da un pezzo che si sospettava..."In quel momento stavo passando (sempre in sogno) verso l'ex benzina di Santì de Trecchià, che mi ritornano in mente i...capponi di Renzo, di manzo-

niana memoria, innamorato matto della sua bella Lucia, ma... "quel matrimonio non s'ha da fare", dicono due prepotenti al povero curato. Poveri piccion-cini innamorati, Renzo e Lucia, semplici, buoni, ma senza santi protettori contro le angherie dei ribaldi. Che fare, ci sarà pure qualcuno che farà giustiziaa questi due poveretti?

Renzo si ricorda di un certo avvocato che azzecca sempre la verità, ma poi la ingarbuglia, appunto l'avvocato Azzeccagarbugli.Ma dagli avvocati è sempre meglio andarci con qualche regaluccio ché la giustizia ci guadagna. Ed ecco due bei capponi pronti per il "servo della giusti-

zia!" Tanto è il desiderio di impalmare la sua bella, che vale la pena qualsiasi sacrificio. Nubi tumultuose si addensano nella mente di Renzo che per un istante pensa di... farsi giustizia da solo,se l'avvocato... e quel prepotente gli impedisse-

ro la sua bella Lucia. Ma Renzo è un giovane timorato di Dio ed allora sfoga i suoi tumulti nei poveri capponi che, ignari dei pensieri gravi del loro padron-cino, sballottati e strattonati a destra e manca, cosa fanno? si beccano fra loro e mica pensano che, prima o poi finiranno nella padella dell'uno o dell'altropadrone.

Finisco di raccontare questo bozzetto del Manzoni che arrivo davanti alla Cooperativa di Santì e Middie de Tr'scelà, di Guerriero de Ivanetille ePierangele de Currarette,e vede scritto: "vendesi becchime per... i capponi (pardòn) i polli..." Improvvisamente mi risveglio dal sonno e faccio questa conside-razione che vuol chiudere questa mia chiacchierata: durante gli anni di nostra vita, anziché beccarci continuamente su tante, su troppe cose futili, non sareb-be meglio ripensar alle parole che diceva san Paolo: "amatevi e sopportatevi a vicenda, e così, da buoni amici supererete le vostre divisioni", a braccetto comegli innamorati Renzo e Lucia, arriverete alla identica meta?

Altrimenti, se persistiamo nel beccarci tra noi, finiamo di togliere il mestiere ai venditori di... becchime!Cordialmente da IlarinoP.S. Se i redattori di Ophys vogliono, la prossima volta toccherà alla...gallina di San Filippo. (Naturalmente aspettiamo con curiosità! - La redazione)

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FACCIAMO UN PO� DI SPORT

OFFIDA VOLLEY - Più di un annodi attività. Tanti sono stati gli impegni chela nuova società dell'Offida Volley, presie-duta da Giovanni Stracci, ha avuto il meri-to di portare avanti. Nella sola stagioneagonistica 2005/06 le tesserate dell'OffidaVolley hanno avuto modo di parteciparead una cinquantina di gare, valide per icampionati di tipo regionale e provinciale.La metà di queste sono state disputate nelpalazzetto "G.Vannicola". Alle bambinedel mini-Volley sono state dedicate duegiornate partecipando all'iniziativa del"Gioca Volley". La squadra femminileprincipale, iscritta al campionato di secon-da divisione, allestita in breve tempo,nonostante l'inesperienza iniziale, è riusci-ta a totalizzare 12 punti vincendo ben 5gare e sconfiggendo società che nel setto-re pallavolistico della nostra zona sono

ritenute delle "venerande".Per la stagione estiva, la società si è

adoperata nella realizzazione di uno spaziodedicato interamente al divertimento conun campo di beach volley per far appas-sionare quanta più gente possibile alle

gioie di questo sport.L'attuale stagione si è aperta in modo

ancor più ricco, poiché si stanno disputan-do campionati Under 13,14, 16 ed è in procinto laformazione di una squadramaschile competitiva. Lasquadra della seconda divi-sione è, dopo due giornate,provvisoriamente prima inclassifica. Che altro aggiun-gere! In un settore in cui lafederazione lamenta man-canza di nuovi ragazzi eragazze nel praticare la pal-lavolo, ad Offida si è decisa-mente in controtendenzanazionale, presentando peril 2006/07 un centinaio di

tesserati.Nel lavoro che si compie giornalmente

l'Offida Volley vuole essere, ma già lo èsicuramente, un progetto giovane.Giovane, non solo nell'età delle proprieatlete, ma giovane nella mentalità. Che

cos'è infatti la gioventù se non un periododi vita nel quale si cerca un progetto dacostruire, un età in cui è forte il desideriodi affermazione, che non è legittimazionedi tutto, ma anche voglia di essere ripresi.

L'Offida Volley è giovane perché scen-de in campo con un forte desiderio divoler partecipare ma anche vincere.Vincere per gratificare il lavoro dei suoibravi preparatori tecnici che impieganoforze e tempo per vedere costruito questoprogetto. Vincere per il nome del paese,per divertirsi nel rispetto delle regole e del-l'armonia nei rapporti con le altre società.Le ore utilizzate per l'allenamento in pale-stra sono tante ma giuste proprio per que-sti scopi. Non c'è successo senza sacrificioe sudore dell'allenamento. Lo sport è lospirito della giovinezza quando sono valo-rizzati i suoi ideali di lealtà, di rispetto eresponsabilità nei propri confronti e neiconfronti degli altri. In Italia si parla tantodi inserire un etica nello sport, l'OffidaVolley ha già dentro di se un'etica valida econdivisibile.

Le ragazze dell'Offida Volley, prime in classifica, con i coach Nives De Angelis e Marilena Stracci.

Angelica Antimiani, atleta N. 100 dell'Offida Volley

CIRCOLO TENNIS - Sta per conclu-dersi la stagione 2006 e siamo fieri di aversvolto l'intero programma con i seguentirisultati:

Doppio giallo vinto da Pasquali-Mariani, primo singolo vinto da CiannaveiFlavio, doppio vinto da Pasquali-GandelliD., secondo singolo vinto da CiannaveiAlfredo, Masters di fine stagione vinto daCiannavei Alfredo. Ricordiamo che a fineanno la classifica è:

1° Gandelli Domenico, 2° PasqualiMarco, 3° Ciannavei Flavio.

Si riaprirà il tesseramento anno 2007con le seguenti quote: adulti € 30.00 omag-gio asciugamano, donne € 10.00 omaggioasciugamano, ragazzi 14-18 anni € 10.00omaggio asciugamano.

Gli interessati potranno rivolgersi aGandelli Domenico 333-3324000.

Il Circolo Tennis è in attesa di usufrui-re di un campo coperto in modo da garan-

tire l'attività anche durante la stagioneinvernale ed avviare una discreta scuolatennistica; inoltre si attende un miglioreassesto della zona.

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A.S.D. KARATE OFFIDA - AlCentro olimpico della Fijlkam di OstiaLido (Roma) si è svolto, il 3novembre, il campionato diKarate Kumitèn Esordienti, cheha visto la partecipazione di circa500 atleti provenienti da tuttaItalia. Il giovanissimo offidanoClaudio Monaldi (classe 1993^ 40kg) ha messo in mostra la suagrinta e ha conquistato il terzoposto della sua categoria. Claudioha perso di misura (3 a 2) l'incon-tro decisivo per accedere alla fina-le e, con un pizzico di fortuna inpiù, avrebbe potuto conquistareanche la medaglia d'oro.

Monaldi è molto felice perquesto suo esordio a livello nazio-nale e lo stesso maestro Ciotti hadetto: "Claudio è cresciuto moltonegli ultimi anni e, grazie al suo

impegno è alla sua famiglia che lo ha sem-pre sostenuto nei lunghi e faticosi allena-

menti, può partecipare a competizioni dilivello tecnico sempre più alto. Il risultato

di sabato è frutto di un percorsoche abbiamo costruito insiemein palestra senza mai tirarciindietro anche quando la fatica eil dolore per piccoli infortuniavrebbero convinto più di unatleta a lasciare".

Ad Ostia Lido, oltre aMonadi, hanno gareggiatoMatilda Mancuso, sesto posto, eGianluca Senzacqua, giuntoottavo.

Prossimi impegni del KarateOffìda: 25-26 novembre aLignano Sabbiadoro, 2-3 dicem-bre Open internazionale di SanMarino, 10 dicembre a Romaper il Campionato italiano asquadre giovanili.

OFFIDA BASKET - L'a.d.p. OffidaBasket partecipa per la prima volta al cam-pionato Under 13 ed è con immenso orgo-glio che presenta i suoi piccoli atleti pron-ti a sfidare le altre squadre locali, con la

grinta e l'entusiasmo di chi si affaccia inquesto mondo per la prima volta.

In attesa di cominciare il campionato, iragazzi e le ragazze dell'Offida Baskethanno iniziato la loro attività sportiva perl'anno 2006-2007 attraverso due incontriamichevoli con le squadre miste di Casteldi Lama e Montefiore che si sono svoltead ottobre e novembre presso la palestraG. Vannicola. Entrambi gli incontri sisono svolti in un'atmosfera di gioco e cre-scita che esclude, almeno nella prima fase,qualunque scopo competitivo, confermatodal fatto che durante le partite non vengo-no segnati i punti andati a segno a cane-

stro.Tra le altre iniziative, l'associazione ha

accompagnato i propri ragazzi ad assistereall'allenamento della Nazionale ItalianaBasket al PalaSavelli di Porto San Giorgio,che è diventato, con il progetto Casa ItaliaBasketball, uno dei campi di raduno uffi-ciali della squadra di Recalcati..

I ragazzi dell’Offida Basket con i giganti della nazionale italiana

Claudio Monaldi durante una gara

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CLUB SCACCHI OFFIDA - Il ClubScacchi Offida haorganizzato, inco l l aboraz ionecon il Comune diOffida, il "4°Open integrale -Inverno 2006"

svoltosi nei primi di dicembre, presso ilCircolo "Elio Fabrizi" di Santa MariaGoretti. Il torneo si è svolto a sistemasvizzero, su 6 turni di gioco, SpareggioTecnico Bucholz variante italiana. Il rego-lamento applicato prevedeva che ciascungiocatore avesse a disposizione 1 ora per leprime 20 mosse + 1 ora per concludere la

partita.L'associazione è contattabile ai recapiti

del presidente Giuseppe Amadiao: Cell.3482264544, [email protected] come indicatonella pagina web ad essa dedicatahttp://www.inoffida.it/clubscacchioffi-da.html

La nostra inesauribile passione per leesplorazioni subacquee, ci ha portato adimmergerci un po' ovunque, abbiamo ini-ziato il nuovo anno (21 Gennaio) con unagrande e storica immersione sulle rive delfiume Brenta in Valstagna (Vicenza) sullaghetto di Ponte Subiolo alla base delquale, a venti metri di profondità si apreun sifone ancora parzialmente inesplorato.

Ci siamo immersi in quella pericolosagrotta fino a 61 metri di profondità, ripor-tando in superficie splendide fotografie efilmati con una temperatura esterna di-4° C.

Ci siamo immersi quattro volte sulleben note isole Tremiti, a Capo Palinuro inAprile, poi a fine Maggio, la grande spedi-zione nelle isole maltesi (Gozo, Malta,Comino e Cominotto).

Ci siamo recati in queste isole grazie adun gemellaggio sancito nello scorsoSettembre fra l'amministrazione comunaledi Offida e quella di Xagra nell'Isola diGozo. A tal proposito vorremmo tantoringraziare tutta la nostra amministrazione

comunale, ed in particolare il nostro sinda-co dott. Lucio D'angelo per tutti gli indi-spensabili aiuti che ci ha fornito per questalontana e difficile trasferta in terra maltese.Un altro grande ringraziamento è rivoltoallo spett. sindaco di Xagra, Joeph Spiteriche ha semplificato il tutto grazie alle sueconoscenze, dalle splendide locazioni, alleimmersioni più difficili nelle isole limitro-fe. Delle isole maltesi abbiamo portato acasa circa tre ore di filmati e oltre millefotografie subacquee, di relitti, pareti,grotte, e tanto pesce.

Abbiamo concluso le immersioni conle ferie subacquee d'Agosto, che da alcunianni trascorriamo nelle isole Flegrèe, Inparticolare, Procida e Ischia. Vorrei ringra-ziare tutti i sommozzatori del C.S.O. chehanno preso parte a queste splendide spe-dizioni contribuendo all'arricchimento delnostro piccolo ma grande patrimoniofotografico e video.

Capo sommozzatori: RobertoCapriotti, Roberto Casali.

Sommozzatori: Roberto Capriotti,

Roberto Casali, Alba Massacci, PieroBallatori, Giovanni Maoloni, DomenicoTroli, Sonia Mattioli, Enrico Malizia,Michele Maiolino, Manuela di Cesare,Teresa Chiappini, Roberto Capo, GabrieleLegnini, Claudio Camaioni, Renato Fares,Pippo Liberi, Catia Bianconi, SabinaFiccadenti.

Fotografie: Roberto Capriotti, EnricoMalizia.

Sito: www.clubsommozzatorioffida.itE-mail: [email protected]

Chi ha praticato il rugby negli anni '60-'70 vuoi per curiosità, vuoi per quel sanoanticonformismo, naturale a quell'età esoprattutto in quell'epoca, ricorda queicampi polverosi ricavati tra condomini etante ginocchia sbucciate.

Tutte esperienze negate ai nostri bam-bini "cittadini". Chi manderebbe il propriofiglio di 10-12 anni in giro a giocare su unospazio libero, ammesso che ne esistanoancora?

Così i nostri bambini rischiano un'in-fanzia "dimezzata" fatta di giochi virtualiche precludono loro quel gusto irrefrena-bile di rotolarsi sull'erba o, meglio ancora,nel fango. Credo sia questo il motivo percui molti di loro si stiano avvicinando aquesta straordinaria disciplina, forse attira-ti da quello strano pallone, o consapevolidi doversi prima o poi misurare con l'abi-lità di altri.

Già, il rugby: perché no ? Perché ungenitore dovrebbe portare un bambino agiocare a rugby? Per tanti motivi: vedia-

mone alcuni.Lealtà, spirito di squadra, convinzione

dei propri mezzi, coraggio, agilità fisica esoprattutto amicizia ne fanno una dellediscipline maggiormente formative per igiovanissimi. In una parola una grandescuola di vita che vale la pena di frequen-tare fin da piccoli.

Certo, vincere la concorrenza di altrisport più popolari non è facile ma ancorapiù difficile è avere ragione di quei pregiu-dizi che vedono nel rugby uno sport vio-lento e pericoloso. Non c'è nulla di piùsbagliato. Il rugby è:

- uno sport di squadra: quindi faci-lita la socializzazione e la possibilità diconfrontarsi con gli altri;

- uno sport di contatto, e come taleun bambino che lo pratica, sicuramente siabitua a dare e ricevere colpi, ma anche arispettare l'avversario;

- uno sport che può essere pratica-to da tutti poiché, data la notevole diffe-renza tra i vari ruoli, anche un bambino

non eccessivamente grande può giocaretranquillamente.

I ragazzi si confrontano sempre conpari età e cominciano già a sei anni a pra-ticare i primi rudimentali fondamenti delgioco fino a 13 anni. Solo in categoriaunder 15, cioè quando hanno 13 e 14 anni,il rugby diventa "vero" e viene giocato conle stesse regole dei grandi, in campionatiregolari.

E proprio nella partita, quando indos-sa la maglia come quella dei compagni,quando ha un numero sulla schiena e unostemma sul petto, quando può dimostrarequello che vale e rendersi responsabile diquello che fa, il bambino vive il suo esseregiocatore di rugby. Si rende conto di nonessere un singolo individuo, ma parte di uninsieme e che ogni sua azione deve essereinquadrata nell'interesse dei compagni edella squadra.

In queste ultime settimane è stato svol-to un lavoro di sensibilizzazione tra iragazzi delle scuole medie di Offida attra-

C.S.O. (CLUB SOMMOZZATORI OFFIDA) - Immersioni Ovunque.

IL RUGBY, PERCHE' NO? ! di ALESSANDRO SIMONETTI

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verso una dimostrazione praticadurante la loro ora di educazionefisica. Un cauto ottimismo circale possibili adesioni ha spinto ungruppo di appassionati locali amettersi in moto per creare diri-genti che possano in seguitogestire una vera società sportiva.

Per il momento, un ragazzoche vuole iniziare a praticare ilrugby può comunque farlo iscri-vendosi, per esempio, al "Rugbyclub San Benedetto" che svolgeun'intensa attività giovanile con

tecnici preparati e veri campionatinazionali nei quali, tra l'altro, le lorosquadre si stanno distinguendo parti-colarmente.

Molti associano il rugby ad unosport violento con zuffe gigantesche;se vedessero giocare trenta bambinicapirebbero quanto sono lontanedalla realtà le loro convinzioni.

Formazione giovanile del Rugby Samb, allenata da Alessandro Simonetti

Negli ultimi anni la danza è entrata afar parte della vita degli Italiani con forzae passione; che si era un popolo di artisti sisapeva già, ma oggi una vera e propriaondata di esterofilia o più semplicementeun senso di legame profondo con le cultu-re del sud america, porta giovani e menogiovani a partecipare ai corsi di ballo lati-no-americani che si tengono un po' ovun-que.

Così non è molto difficile vedere un'in-sospettabile vicino di casa alle prese con imovimenti del corpo tipici di un abitantedell'Avana, piuttosto che la nostra baristadi fiducia esibirsi in fantastiche evoluzionitanghere. Chi ha visto il film Shall WeDance? con R. Gere e J. Lopez sa di cosastiamo parlando….

Forse molti non lo sanno ma da dueanni a questa parte in Offida esiste una

scuola di ballo: l'Associazione di DanzaSportiva MELODIE MANIA LATINA.

I corsi di ballo si tengono nella palestradella locale Scuola Media, le disciplinevanno dalle danze caraibiche (salsa, bacha-ta, merengue) per adulti e bambini, ai "ballidi gruppo", all'elegante Tango Argentino enon ultimo il frizzante Folk Romagnolo.

I due maestri che operano nella scuolasono entrambi diplomati ANMB/FIDS(Associazione Nazionale Maestri diBallo/Federazione Italiana DanzaSportiva).

La maestra Roxana Ethel Batista natain argentina, residente in Offida da qual-che anno, è colei che gestisce direttamentei corsi; ha iniziato giovanissima il suo per-corso artistico con la danza classica,moderna e jazz, ma la sua anima latina l'haportata ad entrare nel mondo delle danze

latino americane, studiando con imigliori esponenti del settore, comeFrancesco Nikpali, i fratelli Mingarelli,Stacy Lopez ed il grande Enzo Conte.Il teatro è l'essenza della sua vita, unapassione incredibile! Roxana ha studia-to e recitato in Italia ed in Argentina,in spettacoli comici, drammatici emusical. In una vita così intensa hainserito infine l'ultima sua gran passio-

ne: Il Tango! Dopo aver ascoltato per anni i dischi

del padre (ex cantante di Tango), ha inizia-to a conoscere profondamente questogenere, prendendo lezioni dal "Ballerino ditango del Secolo" Juan Carlos Copes. Ilsogno di Roxana è quello di creare unagrande scuola di tango in Offida, per pro-porre una strabiliante esibizione in Piazzadel Popolo!

Il Maestro Adan Schwindt, anche luinato in Argentina, per anni vissuto nelmaceratese, è il direttore artistico dell'asso-ciazione e l'organizzatore di tutti gli eventiche la scuola propone. Più volte campioneitaliano di danze Folk Romagnole, balleri-no e animatore in serate latino americane,ma soprattutto speaker radiofonico nellemigliori emittenti radio marchigiane, oggiconduce il programma di musica latina"Sacala a Bailar" su Radio Idea di AscoliPiceno.

Ora non resta che convincere le perso-ne a calzare le scarpette da ballo e chissàche da queste parti non riusciamo a trova-re un nuovo Richard Gere o una nuovaJennifer Lopez, pronti ad interpretare l'i-nedito film: "Un Tango in Offida"…

UN TANGO IN OFFIDA

M° ADAN ANTONIO SCHWINDT

TANGO ARGENTINO, SALSA Y BACHATA, BALLI DI GRUPPOCORSI COLLETTIVI ED INDIVIDUALI

Offida - Palestra Scuole MedieAdulti: ogni mercoledì dalle ore 20.00, Bambini: ogni giovedì dalle ore 18.00

NOVITA'! INIZIO NUOVI CORSI DAL 1° GENNAIO 2007

Ass.ne Sportiva Dilettantistica "Melodie Mania Latina"MELODIE MANIA LATINA

Via S. Martino, 41 - OFFIDA - tel.0736/889579Corsi diretti ai maestri argentini Adan e Roxana

Adan 338/8254270 - Roxana 339/4868987http://www.melodiemanialatina.com

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IL GUSTO DEL VINO

I TRUCIOLI DEL LEGNO NEL VINO - UNA VICENDA TUUTA ITALIANA

UMBERTO SVIZZERI

Chi ultimamente non ha sentitoparlare di una vicenda che ha crea-

to un grosso dibattito nel mondo del vinoe dei consumatori quale quella dei truciolidi legno?

Cerchiamo di fare un po' di chiarezzain modo che ognuno possa avere un'opi-nione dell'intera vicenda.

Da sempre il vino è stato posto amaturare ed a invecchiare in recipienti dilegno, siano essi di castagno o quercia, piùche il ciliegio. Il legno, utilizzato inizial-mente fin dalla notte dei tempi, comemateriale di costruzione per recipienti, colsusseguirsi dei secoli e con la crescita delleconoscenze chimico fisiche e biologiche,ha rilevato di possedere delle qualità ingrado di provocare nel vino dei migliora-menti organolettici.

Questi miglioramenti erano dovutiessenzialmente a due principali motivi, ilprimo dovuto alla microssigenazione ecessione di sostanze che miglioravano lastabilità e quindi la maturazione del vino, ilsecondo alla cessione di sostanze aromati-che provenienti dal legno.

Negli ultimi anni i grossi recipienti dilegno (Botti e tini di rovere), dove l'invec-chiamento del vino era abbastanza prolun-gato (da 12 fino a 60 mesi) soprattuttodovuto al rapporto tra superficie di scam-bio esterna (doghe di legno) e la quantitàdi vino della botte, si sono sempre piùaffermate le barriques o caratelli di legno.Sono questi dei recipienti molto più picco-li (la classica è da 225 litri) che offrivanoun rapporto di scambio legno/vino moltopiù alto con conseguenti riduzione deitempi di permanenza; inoltre veniva sfrut-tata un'altra prerogativa dovuta alla cessio-ne di tannini e sostanze aromatiche tipichedel legno (soprattutto la vaniglia) oltre cheil tipo di tostatura che donava al prodottoquelle note di torrefazione ben apprezzatedai consumatori. L'unico difetto di questatecnica era dovuta all'alto costo della bar-rique (intorno alla 600/700 euro), la dura-ta della stessa per esaurimento del legno(non più di due o tre passaggi) e gli spazinecessari ed adeguati per collocare questirecipienti.

Ne è nata, negli anni, una categoria divini ben recepiti dal mercato ma purtrop-po molto cari dovuto essenzialmente all'al-to costo della barrique; considerate che sesi vuole fare un ottimo prodotto, le barri-ques devono essere sempre nuovo, per cui

provate a dividere il costo del recipienteper 225 lt e vedrete che c'è un'incidenza dicosto per la sola botte di 3 euro per botti-glia.

Da qui l'idea di ribaltare il processolavorativo per cui, invece di mettere il vinonel legno, si è provato a mettere il legnonel vino, con costi notevolmente più bassi.

E' iniziata quindi una sperimentazione,soprattutto in quegli stati non tradizionaliproduttori di vino, che ha portato a deter-minare un protocollo di lavorazione conl'utilizzo di pezzetti di legno nel vino.

Tutto ciò ha comportato una rivoluzio-ne del mercato che ha messo in difficoltà inostri prodotti.

Purtroppo la nostra legislazione comu-nitaria non prevedeva l'utilizzo di questotipo di tecnologia e si sono impiegatidiversi anni in sede comunitaria per l'ap-provazione. Finalmente la scorsa primave-ra la Commissione Europea approvavaquesta pratica enologica dando facoltà aglistati membri di dettarne le regole. Da quelmomento si è scatenata una bagarre nelnostro paese di pro e contro su tutti imedia che ha portato alla fine, lo scorso 2novembre, ad adottare un regolamento,tutto italiano, dove l'uso dei trucioli nonera ammesso per i vini D.O.C. mentre pergli I.G.T. e i vini da tavola ne veniva rego-lamentato l'uso.

Ora non mi voglio schierare a favoredegli uni o degli altri, anche se una miaopinione ce l'ho, ma per fare chiarezzavoglio fare alcune considerazioni:

¢ La nostra legislazione, sia italianache comunitaria, ha cercato di difenderesempre il consumatore con una valanga dileggi e regolamenti che sono sempre didifficile applicazione sia per i controlloriche per i controllati, soprattutto in campiche non ritengo siano suoi;

¢ A mio avviso le leggi dovrebberotutelare solamente l'igienicità e salubritàdei prodotti alimentari a tutela della salutedei consumatori;

¢ Allora in questo caso mi chiedose i trucioli di legno messi nel vino posso-no essere dannosi per la salute del consu-matore? Credo proprio di no.

¢ Chi controllerà e come, in canti-na, se i trucioli di legno verranno adopera-ti allora anche per i vini D.O.C.?;

¢ Alla luce delle moderne analisinon è possibile distinguere legalmente unvino invecchiato in legno da uno aggiunto

da trucioli;¢ Non sarebbe forse più giusto

farlo sentenziare dal consumatore il suc-cesso di un vino laddove lo stato ne con-trolla l'igienicità e salubrità;

¢ Non è anche giusto mettere nellestesse condizioni di concorrenza un vinoamericano, australiano, cileno con un vinoeuropeo. I vini extraeuropei possono tran-quillamente essere commercializzati danoi, mentre i nostri non sono concorren-ziali sui loro mercati;

¢ Forse era solamente sufficienteimporre in etichettatura la dicitura "vinoinvecchiato in botte7barrique" oppure"vino trattato con trucioli di legno".

Al consumatore, per ora, rimane ildubbio di non poter distinguere l'una ol'altra tecnologia, salvo invece decretarne omeno il proprio apprezzamento.

Per completare l'argomento allego unbell'articolo del un mio stimato collega,dott. Gianni Trioli, direttore della rivistainternet "infowine" (www.infowine.com):

GLI ITALIANI E I TRUCIOLINon passa giorno senza assistere ad una leva-

ta di scudi contro l'autorizzazione dell'uso deitrucioli in Europa. Politici, associazioni, opinionleader, produttori famosi, consorzi, enti locali …sembra una gara a chi grida di più per protestarecontro la decisione europea. Pur con varie e poeti-che sfumature, la ragione di tanta mobilitazione è"la difesa della tradizione e la tutela del consu-matore". Più passano i giorni meno capisco cosa cisia dietro a tanta mobilitazione, perché è zeppa dicontraddizioni ed egoismi.

Difesa della tradizione: si parla di preservarel'uso della barrique, ma se non sbaglio la barriquenon ha nulla a che fare con la nostra tradizione,fatta di botti grandi, anche grandissime. Quandosi iniziò ad utilizzarle, pochi decenni fa, eranopochi quelli che utilizzavano bene le barrique: permolti era (ed è ancora) un modo per conciare ilvino aromatizzandolo. Esattamente quello per cuisi grida ora allo scandalo con i trucioli. Anzi, finoa pochi anni fa in Piemonte, ma non solo, era fortela controversia tra chi usava botti grandi e chiusava barrique: molti di coloro che oggi accusanoi trucioli, pochi anni fa inneggiavano ai barolisti"moderni" che sapevano "coniugare la tradizionecon esigenze del mercato moderno".

Io sono personalmente d'accordo a non intro-durre i trucioli per i vini DOC e DOCG (inItalia in totale 10-12 milioni d'ettolitri su untotale di 50): per fare questo però non c'è bisogno

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Il libro di Mario Vannicola: “Teatro Serpente Aureo” disponibile pres-so tutte le edicole offidane, direttamente in segreteria del Centro Studi opresso il laboratorio artigiano delle sorelle Scipi.

di scomodare la UE, basta inserire la norma neivari disciplinari di produzione. Per quale motivoinvece si chiede che non sia pratica legalmenteautorizzata? Perché non possono invece usarli iproduttori di quei 30 milioni di ettolitri di vino,che non hanno tradizioni da conservare e devonoinvece, per sopravvivere, vendere il loro vino in con-correnza con altri produttori mondiali che li usanoda tempo e con maestria?

C'è poi la "tutela del consumatore".Espressione ad effetto: come si fa a non essered'accordo? Chi sostiene questa tesi però è proba-bilmente convinto che un vino prodotto facendo usodi trucioli sia organoletticamente uguale e nondistinguibile da uno affinato in barrique. Ma se ècosì, mantenendo la barrique il consumatore nonlo tuteliamo, lo freghiamo! Gli imponiamo dipagare prezzi più elevati (la barrique ben usatacosta circa 1 €/litro) in ragione di cosa, se il vinoè identico?

In verità c'è un'enorme differenza tra un vinoben affinato in barrique, nel quale il sentore di

legno non si deve percepire chiaramente e l'aromaevolve lentamente da fresco e fruttato verso unamaggiore complessità, rispetto ad un vino con tru-cioli, dove semplicemente la vaniglia ed il tostato(con note più o meno nobili) si aggiungono al pro-filo di un vino giovane. Ne nasce un vino diverso,nella struttura, nel colore, nell'aroma, forse nonapprezzato dai consumatori italiani, ma a cuisono abituati gli stranieri. Ai quali non importa-no certo le nostre discussioni, e che continuerannoa comprare i vini australiani con trucioli invece chei vini italiani senza trucioli o messi in barrique equindi troppo costosi.

Alcuni intervenuti nella discussione, ancheautorevoli, sostengono la tesi secondo la quale"una volta che i trucioli possono entrare legalmen-te in cantina, nessuno è più in grado di controlla-re che uso se ne fa". Tesi intrisa di "italianità" ecertamente fondata su constatazioni reali. Maperché, a causa di qualche "furbetto", centinaia dimigliaia di viticoltori italiani devono mettere arischio il loro reddito perché viene impedito loro di

essere concorrenziali sul mercato internazionale ?Non si parla solo di trucioli, ma di una lungaserie di altri provvedimenti e normative pensateper i DOC dimenticando i vini da tavola; la filo-sofia è stata però sempre la stessa negli ultimidecenni.

Per concludere, sempre in tema di "italia-nità": un politico o un amministratore può forseanche pensare in buona fede che i trucioli - se nonautorizzati - non vengano utilizzati in cantina.Ma se lo stesso pensiero viene espresso da un pro-duttore, oppure da un rappresentante di un con-sorzio o di una categoria che lavora nel mondo delvino da più di quindici giorni … siamo veramen-te alla fiera dell'ipocrisia!

A qual fine? Per difendere l'immagine delvino di qualità presso il consumatore? Le polemi-che di queste settimane hanno avvicinato il consu-matore al vino oppure hanno contribuito a farlosentire preso in giro?

A CURA DI RAFFAELA FANESI

MINI SPIEDINI CODE DI GAMBERI E ZUCCHINE

Ingredienti:Zucchine Code di gamberiPan grattato, Farina, Uovo Olio di semi per frittura

Procedimento:Tagliare a fettine sottili nel senso della lunghezza le zucchine.Sgusciare e privare del filetto le code di gamberi.Arrotolare su ogni fetta di zucchina unacoda di gambero e chiudere con uno stecchino.Procedere alla panatura classica (farina uovoe pan grattato) e friggere in abbondante oliodi semi.Si possono servire come antipasto, bagnatida un buon vino bianco secco o comesecondo piatto accompagnati da insalataverde.

Buon Appetito.

MANGIAMO

QUALCOS�ALTRO Regala un Natale speciale!

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PROGETTO MINIGUIDE

NICOLA SAVINI

Tra le varie attività opzionali chel'Istituto Scolastico Comprensivo

di Offida offre ai propri alunni, un postodi rilievo spetta, senz'altro, al "ProgettoMiniguide" che si svolge durante i rientrisettimanali nelle ore di lezione pomeridia-ne.

Il territorio di Offida offre, infatti,aspetti socio-ambientali di alto valore chevanno potenziati e valorizzati in tutte leloro componenti. L'obiettivo didattico èquello di offrire agli studenti la possibilitàdi "leggere" la realtà confrontandosi conessa, con la convinzione che l'osservazio-ne diretta sia utile, forse più dello studiosui libri e consente ai ragazzi una parteci-pazione più attiva e consapevole.

E questa è anche l'occasione per offri-re ai giovani l'esperienza di una "scuolaalternativa", dando la possibilità di usciredagli spazi, spesso angusti e faticosi, dellapropria realtà scolastica per "socializzare"non soltanto le esperienze, ma anche lerelative problematiche.

Il Progetto ha, tra l'altro, come finalitàla formazione di un gruppo di miniguideche, all'occorrenza può essere di validoaiuto a quanti operano nel settore turisti-co. Non è raro, infatti, vedere alunni dellanostra scuola accompagnare, per le viedella cittadina, scolaresche provenienti daaltri paesi o gruppi di turisti in visita adOffida.

E sono veramente brave le nostreminiguide a giudicare da numerose testi-monianze. Tra le tante, eccone una: unsacerdote di Loreto che, dopo il ritornoda un pellegrinaggio a Cascia, ha fattotappa ad Offida e così scrive alla nostrascuola.

"…Il nostro sconcerto si muta ben presto incompiaciuto stupore: presentatasi come alunna diseconda media, la bambina comincia a parlare ele sue precise spiegazioni ci aprono orizzonti sugliaspetti artistici e culturali della cittadina diOffida. La stessa chiesa di Sant'Agostino,davanti alla quale siamo raccolti, offre ben altrimotivi di riflessione: l'equilibrio della strutturaarchitettonica, i particolari del fianco aperto sullapiazzetta, lo slancio della facciata, la trabeazio-ne del portale, l'armoniosa sobrietà dell'interno;tutto ci viene descritto con proprietà e naturalez-za ed un sorriso accattivante, quasi divertito dalnostro stupore. Ci ha ormai conquistato, la mini-guida offidana… la seguiamo poi per la stradinasilenziosa fino alla non lontana chiesa di SantaMaria della Rocca, dove ci raggiunge anche un'a-mica della nostra accompagnatrice.

Qui la preparazione delle miniguide si mani-

festa in tutta la sua solidità e completezza. Lachiesa - ci spiegano - poggia sulle solide fonda-menta di un antico castello; la facciata, quasi pro-tesa sul dirupo, guarda, come d'obbligo, versoRoma, presentando al primo sguardo del visitato-re l'architettura slanciata delle absidi, scanditedagli snelli pilastri e dalle finestre strombate(strombate, proprio così dicono).

L'interno della cripta, raggiunta attraversola porta aperta nell'abside centrale, spoglia esilenziosa, emana una cert'aria di mistero, evoca-ta anche dalla presenza di un'ara sacrificale pre-cristiana…

Le miniguide ci presentano poi un altroaspetto della vita cittadina: il lavoro a tombolo.Ci portano a visitare un laboratorio e mentreammiriamo la straordinaria abilità delle signorenel condurre il complicato gioco dei fili appesi aifuselli, ci spiegano che tutte le donne del paeseimparano quest'arte fin dall'infanzia affinchéun'attività che caratterizza la cultura, oltre chel'economia del paese non vada perduta… BravaCaterina, brava anche la sua amica Roberta.Complimenti a tutta la scuola, all'intera città chesa favorire il germogliare e il fiorire di personalitàcome quelle delle bambine che abbiamo avuto lafortuna di incontrare".

Una testimonianza, dunque, che nonha bisogno di commenti. Un servizio dital genere, oltre ad apportare una crescitamorale e intellettuale nella personalità deiragazzi, arreca enorme beneficio all'interacomunità di Offida e la comunità scolasti-ca si apre così verso l'esterno e l'esternoentra nella scuola. Si lavora così in unadimensione di reciprocità in cui è possibi-le vivere, dall'interno, le esperienze altruiche, rielaborate, diventano patrimonio diognuno a disposizione di tutti.

Per conoscere tutte le attivitàdell'Istituto Scolastico Comprensivo diOffida: http://www.iscoffida.it/

PROBLEMI A SCUOLA? AIUTALO TU

ADRIANA COLLETTA

Il bambino legge male? Fa moltierrori di ortografia? Forse non è solo svo-gliato, ma ha una difficoltà "vera" cheoggi può riuscire a superare.

Può accadere che un bambino vivacee intelligente, quando va a scuola, diventasvogliato, depresso, aggressivo e nonriporta i risultati scolastici desiderati.Prima di trarre conclusioni affrettate e digiudicare il bambino "lazzarone" è benetenere presente che forse soffre di undisturbo di apprendimento.

Circa il 4% dei bambini che vanno ascuola sono affetti da un disturbo specifi-

co dell'apprendimento. I comportamentida tenere sotto controllo sono:

" Tra i 3 e i 4 anni. Il piccolo nondifferenzia i segni e i disegni dalle lettere;non sa riconoscere il proprio nome scrit-to; ha un vocabolario limitato;

" Tra i 5 e i 6 anni. Non è capacedi individuare i suoni che compongonouna parola (per esempio che "rana" ècomposta da "r, a, n, a"); è lento nel nomi-nare oggetti familiari o colori;

" Tra i 6 e gli 8 anni. Si lamenta delfatto che leggere è più facile per i compa-gni che per lui; non sa decodificare parolesconosciute; ha risultati scolastici inferiorialla media; evita di leggere;

" Tra gli 8 e i 10 anni. Sembraindovinare le parole usando strane strate-gie di lettura; si concentra così tanto neldecodificare le parole che perde il senso diciò che sta leggendo.

L'insegnante, spesso, è la prima per-sona che si accorge del problema; èimportante che non sottovaluti le diffi-coltà attribuendole a scarsa intelligenza oa povertà dell'ambiente culturale o altrecause. L'insegnante che ha dei dubbi deveinviare la famiglia a centri diagnostici spe-cializzati.

Un tempo, i bambini con disturbispecifici dell'apprendimento esistevanocome oggi, ma non venivano riconosciuticome tali ed etichettati come bambiniincapaci o svogliati. Grazie all'evoluzionedella tecnologia, le difficoltà tipiche diquesti disturbi possono essere superate sela scuola attua strategie compensative esostitutive.

Che cos'è un Disturbo Specifico diApprendimento. Non è una malattia, mauna modalità diversa di funzionamentodelle espressioni cognitive che comportauna difficoltà a imparare a leggere, scrive-re e calcolare in maniera corretta e fluida.Per la maggior parte delle persone la let-tura, la scrittura e il calcolo, una voltaappreso il meccanismo di base, diventanoatti semplici. Per il bambino dislessico,disortografico o discalculico, leggere, scri-vere ordinatamente o senza commettereerrori o calcolare con rapidità, comportaun grosso impegno delle sue energie poi-ché gli manca la capacità di farlo in manie-ra automatica. Perciò il bambino si stancarapidamente, commette errori, rimaneindietro rispetto ai compagni. Di conse-guenza, scende l'autostima, diventa demo-tivato o aggressivo. La tecnologie odiernequali la calcolatrice, il computer dotato dicorrettore ortografico attivo, sintesi voca-le, software riabilitativi specifici, vanno afacilitare tutte quei processi che non ven-

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gono automatizzati.Per i genitori non sempre è facile

affrontare il problema in maniera equili-brata. Sia per il bambino che per i genito-ri, talvolta, è utile un sostegno psicologico.È importante che i genitori nei confrontidei propri figli siano positivi, pazienti,perseveranti, consapevoli e pratici. I geni-tori, insieme agli insegnanti, hanno unruolo fondamentale per affrontare e supe-rare brillantemente queste difficoltà.

In supporto alla famiglia, è nata inItalia nel 1997 l'AID, AssociazioneItaliana Dislessia sita a Bologna, ViaTestoni 1. Tel. 051/270578. Per maggioriinformazioni si rimanda al sito internet:www.dislessia.it. Si segnala, inoltre, unbuon centro diagnostico specialistico incui opera uno dei massimi espertinelcampo (Dott. Giacomo Stella): Centro diNeuropsicologia Clinica dell'EtàEvolutiva di Pesaro. Tel. 0721/424609.

NON TI SCORDAR DI ME...AVIS OFFIDA

GIULIANO CIOTTI - PRESIDENTE

"Non ti scordar di me"…Con questeparole iniziava il ritornello di una notissi-ma canzone anni '30. Beh, possiamo direche mai parole sono state più adatte, serivolte a noi in buona salute, da chi è nelbisogno per malattia. Anche perché ilritornello proseguiva con ..."LA VITAMIA LEGATA E' A TE", ed è proprioquesto il destino di chi appunto ha biso-gno di cure trasfusionali o con emoderi-vati. La vita di queste persone è stretta-mente legata a quella di chi, per grazia diDio in buona salute, può donargli il pro-prio sangue. Ecco perché la nostra asso-ciazione, riconosciuta "garante per il san-gue" dal Servizio Sanitario Nazionale, siadopera per la sensibilizzazione dei citta-dini alla donazione del sangue.

Purtroppo, o per fortuna chissà,nonostante la continua crescita di donato-ri, quindi di donazioni, non si riesce mai acoprire il fabbisogno richiesto. Infatti, ilcampo di azione della medicina trasfusio-nale è in continua espansione, si pensi aitrapianti di organi, agli interventi chirurgi-ci, alle varie forme di leucemie spessocurate con emoderivati plasma piastrine.

Nella regione Marche ad inizio millen-nio si era quasi raggiunta l'autosufficienza,con una carenza di appena 45 sacche disangue nel 2002. Oggi con l'entrata inpiena attività del Centro Trapianti pressol'Ospedale Regionale di Torrette diAncona siamo di fronte ad una carenza di

circa 3500/4500 sacche, per non parlarepoi del Plasma, il suo utilizzo si sta espan-dendo enormemente, con grossi risultatiterapeutici, ma la raccolta dello stesso èancora carente del 35-40%.

Tutto questo sta a significare che cisono solo due vie percorribili: approvvi-gionarsi da altre regioni che ne hanno inesubero, sempre più raro che accada, oreperirlo a pagamento, spesso nei paesisottosviluppati, con grave rischio per lasalute dei riceventi. Uno dei fattori digaranzia del sangue umano è la responsa-bilità del donatore. Tutti i donatori sannoa quante domande occorre rispondereprima di essere accettati alla donazione, lafamosa indagine conoscitiva e dichiara-zione di responsabilità del proprio stile divita. Chi "VENDE" il proprio sangue,spesso per sopravvivere, non si preoccupacertamente di questo aspetto.

Ecco allora che su base regionalenonostante si sia passati dai 37.864 dona-tori con 69116 donazioni totali del 2000,ai 41.819 con 80546 donazioni nel 2005,ci troviamo nelle previsioni 2006 condiverse migliaia di sacche mancanti.

Questi numeri, le ragioni esposte, laconsapevolezza che IL SANGUE NONSI FABBRICA, ci fanno insistere a solle-citare chi può a aderire alla donazione.

Nell'ambito del territorio di compe-tenza della nostra sezione, Offida,Appignano, Castignano, possiamo direche siamo riusciti a far passare una note-vole sensibilità donazionale.Considerando che si è andati dai 94 dona-tori con 183 donazioni del 2001, ai 195donatori con 400 donazioni previste (al31 Ottobre erano 337) nel 2006.

Allora con tutta la passione che ilritornello della nota canzone voleva espri-mere, non rimaniamo indifferenti a chi cidice LA VITA MIA LEGATA E' A TE,ma con uguale gioia diamo anche noi unasperanza di vita a chi ne ha bisogno.Perché invito ancora a riflettere sul fattoche se abbiamo il mal di testa o un raf-freddore andiamo in farmacia e ci dannola medicina opportuna, se si ha bisognodel sangue in farmacia non si trova, eppu-re scorre abbondante in ognuno di noi.

Forse questi argomenti rattristano…spero proprio di no, non a caso sono par-tito con l'aria di una dolcissima canzo-ne… poi aiutare il prossimo ci fa esserecontenti; è il non farlo che ci rattrista.Quindi come diceva uno spot che si occu-pava proprio di volontariato: INFONDO BASTA POCO, CHE CE VO'!

Ringraziando tutti per l'attenzione,riportiamo a margine i recapiti per contat-

tarci ed auguriamo a tutti un felicissimoNatale.

Avis OffidaC.so Serpente Aureo 62tel./fax 0736880751cell. [email protected]

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"Carneade! Chi era costui?… di certo un uomo di studio, un letteratone del tempo antico; ma chi diavolo era costui?"

Così riflette don Abbondio, intento nella lettura di secentesco libricciolo, e così, nell'ottavo capitolo de I Promessi Sposi, vien bre-vemente citata la figura di Carneade. Il religioso autore prende spunto da un'avventata affermazione di Agostino d'Ippona, nel dialo-go Contra Academicos, doce vice fra l'altro: "Non sono greco: non so chi sarà stato questo Carneade."

Nel romanzo 'sta frase divenne famosa; talchè per la maggioranza dei lettori Carneade è diventato un illustre ignoto, anzi: lo sco-nosciuto per eccellenza. E non è vero. Assolutamente!

Carneade (219-129 a.C.) di Cirene, divenuto poi ateniese, è personalità di tutto rilievo e di primo piano nella cultura greca d'epo-ca alessandrina. Fu ben presto caposcuola dell'Accademia fondata da Platone in Atene: laddove ebbe origine il "Pensiero" che tutto-ra illumina la nostra Civiltà. Molto ci sarebbe da dire su questo maestro; ma preferisco rievocare solo un tragicomico episodio di cuifu protagonista e che è riportato dai libri di Storia. Nel 155 a.C. Roma già dominava il Mediterraneo, Grecia compresa; e, pur conrispetto verso la civiltà che riconosceva sua genitrice, voleva comandare, eccome! Così al fine di dirimere una delle varie controversiefra le varie "Pòleis" (le città-stato), convocò nell'Urbe i rappresentanti dei vari contendenti. Atene mandò tre filosofi (e Montanellinella sua Storia dei Greci con acre ironia toscana commenta "Non aveva più che quelli, oramai!"). Il più autorevole era Carneade.

Concluso egregiamente il compito, anche perché le Autorità, il Senato si mostravano indulgenti; con richiesta, però, di por fineuna buona volta a tutto quel casino. Ora, molti Romani, specie gli intellettuali, che ammiravano la Cultura greca sapendola più evolu-ta della loro e facevan "le pozze al culo" per approfondirne la conoscenza; così invitarono i tre filosofi a tenere un ciclo di conferen-ze e lezioni. Meglio di un invito a nozze! Quei colti homini, essendo maestri di retorica ed eccellenti oratori, accettarono subito e "con-cionarono" asai, con grande successo. Senonché, Carneade volle strafare; con il sistema dialettico, inventato dai Sofisti, cioè dimo-strare prima una tesi e sostenere poi quella diametralmente opposta. Infatti il primo giorno, nel più puro stile attico, declamò alti elogidella "Giustizia" quale grande Istituzione e Virtù fondamentale delle Nazioni. Nella seconda orazione, il giorno dopo, con pari elo-quenza sostenne che la sullodata Giustizia altro non è che mera convenzione,, necessaria solo per rendere tollerabile la convivenzadelle litigiose comunità!.

Fin qui poteva ancora passarla liscia, magari addossando la colpa ai vecchi furfanti filosofi Sofisti, i quali, da tempo non eran piùperseguibili! Ma il "nostro", con un certo gusto polemico, affermò essere inesistenti i cosidetti dei immortali, e la relativa religione unabuffonata di umana invenzione! E mò era troppo! Anche perché lo stava ascoltando il terribile Catone Censore; il quale, incazzatonero, con violenta apostrofe (era anch'egli efficace oratore), ottenne dal Senato il rimpatrio, pur con i dovuti riguardi, degli ambascia-tori. Alcune fonti, non ufficiali, danno per certo che la cosa dispiacque molto agli ammiratori dei simpatici istrioni; sicchè nel giornodi loro partenza, nel Foro stesso, gratificarono Catone d'una potente scarica di fischi e pernacchie. Buon per lui che non fu la solavolta! Infondo, se vogliamo ragionare coll'obiettività che si addice ai posteri: il grande Censore non aveva torto! La "Virtus Romana"non poteva certo convivere con la "Licenziosità Ellenica".

Oltre un secolo dopo, Orazio confermava "Graecia capta, ferum victorem cepit" ossia "La Grecia conquistata, prese il feroce vin-citore!" (portando corruzione).

Intanto, i nostri ambasciatori - filosofi, con lauti doni, eran tornati ad Atene dove riscossero alti onori per il felice esito della mis-sione. E Carneade, giunto vicino a "quota novanta" che tanti e forse più ne campò; nel passeggiare per l'agorà (piazza) o sotto le operemirabili del Partenone, raccontava spesso agli amici i successi romani ed altri episodi di sua lunga vita; ovviamente con i fantasiosiparticolari che gli anziani (e non solo loro) sogliono aggiungere, a mò d'abbellimento ai fatti importanti dell'esperienza vissuta. Senzascomodare le teorie del filosofo che pure furon notevoli ed importanti mi è parsa cosa giusta la narrazione di questo aneddoto stori-co anche per smentire ma supponenza di Sant'Agostino che aveva ispirato al Manzoni la citazione su Carneade.

N ATURA E SCIENZA

PERCHE’ IL CIELO È’ BLUSIMONE RECCHI

Un tempo oramai lontano, durantei miei studi di astronomia a

Bologna, mi era molto più semplice torna-re ad Offida e, di quando in quando miinvitavano alla scuola "Ciabattoni" per unapiccola lezioncina di astrofisica.

In una di queste occasioni mi fu rivol-ta da uno scolaro (non mi ricordo chifosse ahimè, ma magari è tra i lettori diOphys) una splendida e poetica domanda,per l'appunto: "perché il cielo è blu?"

La risposta purtroppo è meno poeticadella domanda ed è anche abbastanza

complessa. La luce che proviene dal Sole èall'incirca di colore bianco, ovvero in essasi sovrappongono tutti i colori dell'iride.Di ciò abbiamo evidenza diretta se faccia-mo passare la luce solare attraverso un pri-sma o se semplicemente la luce passaattraverso gocce di vapore acqueo rimastein sospensione dopo un temporale o pres-so una cascata o una fontana (producendol'arcobaleno).

La luce non è altro che un onda elet-tromagnetica e come ogni altra onda, sicontraddistingue dalla distanza tra un'onda

e la successiva (quantità che viene chiama-ta lunghezza d'onda). La luce bianca delsole è la sovrapposizione di onde di diver-sa lunghezza d'onda (ovvero di diversocolore), che vanno da 380 milionesimi dimillimetro (luce violetta), passando poiper gradazioni di blu, verde, giallo, arancio,fino alla luce rossa, con una lunghezzad'onda di circa 720 milionesimi millimetro.

Un raggio solare, prima di arrivare ainostri occhi, deve attraversare i circa 500km di gas che compongono l'atmosfera.Questa è composta per la maggior parte

Divagazione Storica: CARNEADE

Dal capitolo VIII de I Promessi Sposi di A. Manzoni

MARCO MERCOLINI TINELLI

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LA CASTAGNA

MAURO RECCHI

da azoto (circa quattro quinti) ed ossigeno(circa un quinto), con componenti minoridi argon, vapore acqueo e polveri varie. Leparticelle di vapore acqueo e polvere sonomolto più grandi delle lunghezze d'ondache compongono la luce solare, quindiquando un raggio ci sbatte addosso, rim-balza in tutte le direzioni, indipendente-mente dal suo colore. Le molecole di ossi-geno ed azoto (ovvero le particelle ele-mentari che compongono questi gas) sonoinvece di dimensioni simili alle lunghezzed'onda dei raggi solari, quindi l'interazionetra luce e gas dell'atmosfera può dipende-re dal colore della luce (ossia dalla sua lun-ghezza d'onda). La luce rossa come abbia-mo visto ha lunghezze d'onda maggiori epuò evitare gli ostacoli costituiti dallemolecole di gas dell'atmosfera.

Come un ubriaco che, pur seguendouna certa direzione, prosegue a zig-zag,questa luce fa ampie curve nel suo viaggioverso la terra e ci sono buone probabilitàche non urti le piccole molecole di gas. Alcontrario, le luci blu e violetta fanno curvestrette e ravvicinate (come Giorgio Roccain uno slalom speciale). Allo stesso mododi Giorgio Rocca alle ultime olimpiadi,questi raggi blu e violetti rischiano diincappare in ostacoli (un paletto per

Giorgio Rocca, molecole di gas per i raggisolari) e venire quindi deviati nel loro cam-mino.

In breve quindi, incontrando le mole-cole di gas dell'atmosfera, i raggi rossi pro-seguono dritti, mentre molti raggi blu ven-gono deviati in tutte le direzioni (in termi-ne tecnico questo fenomeno si chiamascattering). Orbene, la risposta alladomanda del nostro giovane compaesanoè tutta qui. Se guardiamo il cielo nonvediamo altro che questa luce blu e violet-ta che proviene dal sole ma, urtando con-tro il gas dell'atmosfera, è stata sparpaglia-ta in tutte le direzioni.

Se guardiamo invece in direzione delsole, i nostri occhi raccolgono tutta la lucebianca del sole meno quella componenteblu che è stata sparpagliata. Il risultato è iltipico colore giallo del sole. Quando il soleè basso sull'orizzonte, la luce che ci arrivadeve attraversare una quantità maggiore diatmosfera, quindi queste interazioni traraggi solari e particelle di gas sono più fre-quenti. In questo caso solo la luce con lalunghezza d'onda maggiore (la luce rossa)arriva a noi, mentre gli altri colori sonobloccati in tutto o in parte dallo scattering.Per lo stesso motivo, il cielo vicino all'oriz-zonte è di un azzurro più chiaro.

Sembra che Juri Gagarin rimase sor-preso nel vedere che, al di fuori dell'atmo-sfera, il cielo appare nero ed il sole biancoma, se avete compreso il meccanismodello scattering, sono sicuro che ciò non visorprende affatto. Non essendoci atmo-sfera, nessun raggio solare rimbalza sullemolecole di gas sparpagliandosi nello spa-zio. Il sole apparirà dunque di tutti i coloridell'iride combinati insieme (ovvero bian-co), mentre il cielo apparirà nero perchénessun raggio solare sarà diffuso, quindinessuna luce potrà provenire da una dire-zione diversa da quella del sole.

Le immagini inviateci dalle sondeViking nel 1977 e Pathfinder nel 1997hanno mostrato che il cielo visto da Marteappare rosso. Questo è dovuto alla polve-re ricca di ossido di ferro (che apparerosso), sollevata durante le bufere che siverificano di tanto in tanto sul pianetarosso (come viene appunto soprannomi-nato Marte). Il colore del cielo marzianodipende dunque dalle condizioni atmosfe-riche. Esso è blu in assenza di bufererecenti, ma risulta comunque più scuro diquello terrestre a causa della minore quan-tità di atmosfera.

"Son' piccina e rotondetta ,dell'inverno, son Reginetta"!!

…il seguito, non me lo ricordo piùvisto che molti anni sono trascorsi da queibei periodi in cui mia nonna mi cantavaquesta filastrocca mentre preparava i dolcidi castagne per me e per mio fratello quan-do, d'inverno tornavamo da scuola e anda-vamo da lei nel pomeriggio oppure quan-do con i miei, stavamo tutti insieme ladomenica sera.

Il Castagno o più propriamente detto"CASTANEA SATIVA", ha origine inEuropa meridionale, nord Africa e Asiaoccidentale, erroneamente ritenuto fino apoco tempo fa originario della sola parteAsiatica.

In Italia è presente tra zero e 1400 mt.di altitudine (Sicilia), in gran prevalenzanella fascia del rovere e delle roverelle,dove fin dalla più remota antichità è stataintrodotta rubando spazio alle querce perimpiantare castagne da frutto.

I Castagni da Frutto, spettacolari per lamonumentalità degli esemplari, sonoormai molto ridotti e in via di estinzione;se ne osservano ancora in qualche tratto

dell'Appennino Ligure, Tosco-Emiliano,Abruzzese, Campano e calabrese; inoltresulle Alpi Piemontesi in provincia diCuneo e in Sicilia sulle pendici dell'Etna,dove a Sant'Alfio, si può ammirare, il"Castagno dei Cento Cavalli": costituito inrealtà da tre alberi monumentali, il cuitronco misura 12, 20 e 22 metri di circon-ferenza, riuniti a formare una sorta diboschetto che secondo la tradizione,avrebbe dato riparo a GiovannaD'Aragona e ai suoi 100 cavalieri duranteun temporale.

S e n z ad i l u n g a r m isulle formetipiche dellefoglie, sullostile del troncoe della scorza,sul fiore e sulportamento ingenerale, vivoglio parlaredegli usi.

L'impiegopiù anticodella castagnaè certamente

quello alimentare, presumibilmente ancorprima dei cereali, la cui domesticazioneebbe inizio circa 12000 anni fa, nella regio-ne geografica della mezza luna fertile.

Le castagne sono ricche di amido, esoprattutto nel medioevo hanno costituitola principale base alimentare.

Oggi squisiti sono i dolci di castagne:con del cioccolato, formano un binomioperfetto, come il marron glacé, con liquorie aromi, invece, danno gusto ai nostriumori.

Il leggendario Castagno dei Cento Cavalli

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OPHYS NEWS A CURA DI ALBERTO PREMICI

Farfalla d'Oro, al via la 16° edizione

Il Direttivodell'AssociazioneMusicale "Farfallad'Oro", ha messoa punto il pro-gramma per la16a edizione dellanota rassegna

canora provinciale per bambini "Farfallad'Oro", che si svolgerà il 5 gennaio 2007presso il Teatro Serpente Aureo di Offida.Le selezioni hanno avuto luogo presso la

sala prove del Corpo Bandistico "Città diOffida" in Largo delle Musica, il 25novembre u.s. Ai 10 bambini ritenuti ido-nei dalla commissione, sarà di seguitoassegnata una canzone con la quale parte-ciperanno alla serata finale della rassegacanora.

Da sempre l'Associazione "Farfallad'Oro" devolve l'intero incasso della sera-ta ad associazioni che si occupano di pro-blematiche legate dell'infanzia. Anche que-st'anno il direttivo ha deciso di sostenere"Save the Children" che sviluppa progetti

per miglioramenti sostenibili di lungoperiodo a beneficio dei bambini, lavoran-do a stretto contatto con le comunità loca-li, porta aiuti immediati, assistenza e soste-gno alle famiglie e ai bambini in situazionidi emergenza, createsi a causa di calamitànaturali o di guerre e parla a nome deibambini promuovendone la loro parteci-pazione attiva, intervenendo per far pres-sione su governi e istituzioni locali, nazio-nali ed internazionali.

Pro Loco: rinnovato il direttivo

Dopo le elezioni, questo il nuovoDirettivo della Pro Loco di Offida, cheresterà in carica fino a Novembre 2009.

Casali Luciano (Presidente), CocciMaurizio (Vice Presidente), Laudadio

Giuseppe (Vice Presidente), GabrielliLiliana (Segretaria), Almonti Claudia(Tesoriere), Sumeli Ida (Vice Segretaria),De Flaviis Giulia (Vice Tesoriere),Carfagna Beatrice, Filippoli Alfio,Gabrielli Silvio, Laudadio Alisia, Marcelli

Fabio, Sergiacomi Gino, Troiani Reno.Revisori dei Conti: Calvaresi William

(Presidente), Ballati Roberto, FilippoliMauro.

Probiviri: Camilli Emanuele(Presidente), Ciotti Bruno, Volponi Adele.

Centro Studi Allevi: una mostra sulla

tramvia

Il 1° agosto di 80 anni fa la cittadinan-

za offidana salutava festante il viaggioinaugurale del tram che la collegava allarete ferroviaria nazionale. Un vanto perl'epoca, la prima ferrovia elettrificata delPiceno, inaugurata dall'allora MinistroGiurati. Il tram fu in esercizio per poco

meno di 30 anni, ma ha lasciato un ricor-do ancora vivo nella popolazione ed unastrada, la "mezzina", che resta uno degliassi viari principali della provincia.

Il Centro Studi Allevi ha voluto rende-re omaggio a quest'opera con una mostra,ripercorrendone le fasi salienti, indagan-done fin dove possibile le ragioni e leaspettative degli ideatori. "Si scopre - diceMario Vannicola, direttore del CentroStudi Allevi - che questo breve tronco fer-roviario, nella speranza dei nostri prede-cessori, non fu pensato fine a se stesso manell'ottica di una più complessa rete delcentro Italia; un nodo importante costitui-to da una linea interna trasversale che daAncona, passando per Macerata,Amandola ed Ascoli, raggiunge Teramo.

Fondamentale per Offida quindi - conclu-de il ricercatore - in quanto, dalla stazionedi Castel di Lama, si poteva raggiungere latratta Ascoli-Antrodoco-Rieti-Roma".

La mostra è stata allestita presso i loca-li dell'ex farmacia Gianuizzi in CorsoSerpente Aureo nel periodo estivo.

Ideata e curata da Mario Vannicola conla collaborazione di Alberto Premici eNadia Colletta, ha riscosso un grande suc-cesso di pubblico e critica.

Tra le iniziative del Centro Studi per iprossimi mesi, è in programma una nuovaedizione di “Passioni nascoste”, spazioespositivo dedicato a chi vive l’arte comepassione e tende a condividerla in ambitospesso nascosto alla maggior parte di noi.

Presentazione del libro "Come sei

cambiata"

Sempre presso i locali dell'ex farmaciaGianuizzi in Corso Serpente Aureo,Franco Tozzi, originario di Offida, ha pre-sentato il suo volume "Come sei cambiata- omaggio a San Benedetto", una straordi-naria raccolta di immagini commentate, diieri e di oggi, che mette a confronto foto-

grafie luoghi, paesaggi e monumenti,offrendo ricordi e memorie alle vecchiegenerazioni ed un volto della città finorasconosciuto a quelle più giovani.

"L'immagine è scritta dalla luce - diceFranco Tozzi - Nel mio libro non trovere-te la storia del cambiamento della nostracittà, ma troverete il cambiamento vero eproprio".

Il volume è acquistabile presso la sededel Centro Studi Allevi.

“Rossopiceno” …non solo vino

Finalmente un rifiorire di nuovi gruppimusicali offidani.

La nuova folk-band offidana“Rossopiceno” è composta dai giovanissi-mi Emidio Rossi (voce), MarcoSpaccasassi (chitarra), Mario Pulcini(basso), Vanni Casagrande (fisa e flauto),Stefano Nespeca (batteria).

Per il proprio battesimo, la neo costi-

tuita band si è esibita, in occasione di SanMartino, venerdì 10 novembre al pubNegrita Linda di Offida.

Il concerto che ha accompagnato laserata, all'insegna dell'allegria, del buonvino e della buona musica, ha proposto siapezzi originali che cover di grandi successiitaliani.

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Diario dal Perù di una ragazza offida-

na

L'offidana Serena D'Angelo, dopo lalaurea, ha scelto di trascorrere un anno diServizio Civile in America Latina. Questouno stralcio della sua corrispondenza:

"Ciao a tutti, sono Serena, ho 25 anni e svol-gerò un anno di Servizio Civile in AmericaLatina, in Perù. Parto con tante aspettative,

curiosità e paure allo stesso tempo. La realtà sudamericana da sempre mi ha

affascinato, e mi indignavo quando nei "nostri"media niente si diceva in proposito; così ho decisodi fare da portavoce di quello che mi succederà aLima, città che mi ospiterà per un anno.

L'idea è quella di scoprire insieme un altromondo, che dovrebbe essere simile per certi versi alnostro (per lo meno in termini di giustizia socialee di diritti umani) e che invece, ahimé è sempre piùlontano e povero.

Vi racconterò come mai sono finita a fare ilServizio Civile in un paese come il Perù, cosasignifica essere un Casco Bianco, quale sarà il miolavoro e poi naturalmente tutti gli aspetti piùcuriosi, dal cibo ai mezzi di trasporto, dalla musi-ca alla politica.

Spero di stimolare la vostra curiosità e lavostra voglia di capire cosa accade dall'altra partedel globo! Il desiderio di viaggiare e di conoscerenuove culture è il motore che mi anima da alcuni

anni A giugno ho trovato l'opportunità di partire

all'estero con il Servizio Civile e l'ho colta al volo.Tra il '98 ed il 2001 sono state cambiate lenorme riguardo all'obiezione di coscienza, dandola possibilità a coloro che sceglievano il servizioCivile (anche le ragazze dal 2002) di poter pre-stare servizio per un anno all'estero come CascoBianco.

Cosa significa?? Che i volontari in ServizioCivile operano in organizzazioni che promuovonola pace e lo sviluppo, la protezione dei dirittiumani e soprattutto favoriscono la comunicazio-ne/cooperazione fra il "Nord" ed il Sud" delmondo.

È una grande opportunità, remunerata, che ilGoverno Italiano offre a quanti vogliono avvici-narsi al mondo della cooperazione internazionaleo più semplicemente vivere attivamente un anno alSud".(Fonte: Piceno news - Sambenedettoggi)

La Festa del presepista

Domenica 12 dicembre, nella nostracittadina si è svolta la 1° Festa del presepi-sta, presso il Santuario di San Bernardo,promossa dall'associazione Italiana amicidel Presepio - sez. Picena.

Dopo la Santa Messa, è seguito il pran-

zo sociale presso Il ristorante "La Fonte"di Offida.

In chiusura, nella Sala Conferenze delSantuario del Beato Bernardo, ha avutoluogo il convegno dal titolo "Il diorama:storia e tecniche realizzative", a cura delrelatore M. Sandro Salvucci.

ALMA - associazione di volontariato

E' nata "ALMA", associazione divolontariato che si occupa di promozionesociale, con sede ad Ascoli Piceno.

Il battesimo il 27 ottobre presso la salaMassy del Palazzo dei Capitani del Popoloin Ascoli. Durante la conferenza stampasono intervenuti il presidente provinciale,Loredana Calafiore, il vice presidente,Igino Cacciatori e la delegata di Offida,

Elisabetta Palmaroli.Il nome scelto per l'associazione ha

origine dal nome di Alessandro Manieri,un grande protagonista dell'associazioni-smo e del volontariato di Ascoli; contem-poraneamente evoca un aggettivo latinoche significa "che dà la vita".

La nuova associazione si occupa disensibilizzare la società al grave fenomenodella tossicodipendenza tra i giovani, con

particolare riguardo ai minori meno fortu-nati.

Alma è affiliata al Mo.da.vi.(Movimento nazionale delle associazionidi volontariato italiano) allacciando diversecollaborazioni con associazioni similari,tra le quali spicca quella con la comunità diSan Patrignano.

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OPHYS - periodico del Centro Studi “Guglielmo Allevi”

Direttore responsabile: Serafino Camilli - Direttore editoriale: Alberto Premici

Segreteria di redazione, realizzazione, grafica, web: Nadia Colletta

Impaginazione: Carla D’Angelo - Stampa: La Nuova Stampa - Offida (AP)

Reg. Trib. di Ascoli Piceno l’11 maggio 2002.

INVITIAMO TUTTI A COLLABORARE CON OPHYS

inviando i propri articoli via e-mail, fax o recapitandoli direttamente in segreteria

Centro Studi “Guglielmo Allevi”: Marco Mercolini Tinelli (presidente onorario) Giancarlo Premici (presidente) - Mario Vannicola (direttore) - Nadia Colletta (segretaria)

Piazza del Popolo, 17 - 63035 Offida (AP) - tel./fax 0736-880009

e-mail: [email protected] - http://centrostudiallevi.googlepages.com