Sviluppo del turismo nel Lametino Calabria - Analisi e ricerca
Ricerca turismo-sp-2011
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L’Ente Bilaterale della Spezia attraverso “l’osservatorio provinciale” segue da annil’evoluzione del settore.Questa ricerca, commissionata dalle parti sociali, ossia da coloro che quotidiana-mente sul campo affrontano le innumerevoli problematiche del settore, ha l’intentodi fornire un ulteriore strumento utile a traguardare soluzioni consone sia per leimprese che per i propri addetti.Oggi sappiamo bene che non bastano le nostre bellezze naturali per vendere il “pro-dotto Turismo”, ma queste vanno accompagnate da “professionalità, qualità, com-petenze”.E’ qui che l’analisi ciclica, commissionata dall’EBTUR, assume un pieno valore, poi-ché non si limita a verificare semplicemente l’evoluzione del settore, ma entra nellospecifico, cercando di comprendere quali siano i fabbisogni delle imprese, dei di-pendenti, dell’utente finale.I dati pubblicati, forniscono uno spaccato di forte crescita del settore, ma gli stessi,se ben valutati, fanno intravedere un’evoluzione del turismo nella nostra provinciache si è adattato alle richieste del mercato.Un’evoluzione, che se da un lato offre di più, dall’altro si è diluita in tantissimemicro imprese spesso a carattere solo familiare.Partendo da questa analisi occorre che tutti i soggetti interessati, comprese le isti-tuzioni, lavorino per mettere in capo azioni propedeutiche a tale evoluzione.Ma anche le imprese ed i lavoratori devono trovare le giuste sinergie per offrire alcliente, sempre maggior qualità al miglior prezzo.Certi che gli sforzi e le analisi dell’EBTUR siano utili a tutta la nostra comunità, Viringrazio ed auguro una proficua lettura.
Riccardo Serri Presidente E.B.TUR della Spezia
Turismo c’è ...
La Spezia, ottobre 2011
1
L’osservatorio, strumento straordinario per fotografare la realtà dei movimenti tu-ristici del nostro territorio dal quale emerge che i flussi turistici, nazionali ed inter-nazionali, sono molto cambiati dal 2000 in poi. Differenti per provenienza masoprattutto per il “modo di fare turismo”.Oggi, infatti, il turista è frenetico, veloce, cambia in continuazione il territorio davisitare, va da nord a sud con piccole tappe di 2 o 3 giorni; vuole vedere tutto e lovuole fare in poco tempo.Per questo tipo di turismo, detto anche “mordi e fuggi”, sono certamente più adattele strutture extra-alberghiere, che di fatto, nel periodo esaminato, le troviamo conuna crescita che sembra esagerata, ma che ha permesso di far crescere nel territoriole presenze e anche l’economia turistica e commerciale. Pertanto, il giudizio finaleè sicuramente positivo sia dal punto di vista della crescita del numero delle strutture,ma anche e soprattutto per i territori recuperati.Molto meno bene va nell’alberghiero: sostanzialmente una mancata crescita di in-vestimenti, dovuta soprattutto al fatto che non partono molti progetti interessantisia di riqualificazione sia di nuovi insediamenti. Non ci sono gli investitori, non c’è chi crede nell’hotellerie: sia per i costi dei serviziche non sono paragonabili con l’extra-alberghiero, sia per il cambiamento della men-talità del turista che non vuole più pagare certi servizi di tipo tradizionale tipici del-l’alloggio in albergo. E’ questo il vero motivo della sostanziale non crescita del settore alberghiero: sulterritorio arriva il turista che vuole fare da sé. La mancanza di nuove strutture alberghiere ha quindi condizionato la crescita delsettore che, comunque, si è adeguato ed aggiornato, ma ancora non può competerecon l’exploit della ricezione extra-alberghiera.
Abramo PrandiVicepresidente
E.B.TUR della Spezia
Indice
Cap. 1 - L’osservatorio: obiettivi e metodologia pag. 3
Cap. 2 - Il contesto turistico della provincia della Spezia pag. 5
Cap. 3 - Le imprese pag. 16
Cap. 4 - L’occupazione pag. 24
Cap. 5 - Le competenze pag. 30
Cap. 6 - Il mercato e la competitività pag. 35
Cap. 7 - L’innovazione pag. 40
Cap. 8 - La governance pag. 43
Cap. 9 - Considerazioni conclusive pag. 45
2
In linea con quanto previsto dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro)e dalla proposta di revisione degli statuti degli Enti Bilaterali Territoriali, molti con-tratti territoriali s’impegnano a costituire, nell’ambito della bilateralità, Osservatoriprovinciali al fine di monitorare l’occupazione in relazione all’andamento del settoreed alla evoluzione del mercato del lavoro nei suoi aspetti qualitativi e quantitativi.
Inoltre, è demandata a questi Osservatori una valutazione del settore che consentaalle parti sociali di avere ulteriori elementi conoscitivi al fine di definire una seriedi parametri sulla cui base procedere all’erogazione salariale di secondo livello.In questa nuova fase, quindi, lo strumento dell’Osservatorio diventa necessario al-l’azione della bilateralità nelle sue componenti ed in modo più estensivo può rap-presentare un valido supporto ai processi decisionali in ambito turistico.
E’, infatti, importante capire, in provincia della Spezia, quali siano le dinamiche delcomparto, come reagiscono le imprese a fronte della congiuntura sfavorevole, cheindicatori socio-economici mostrano e che incidenza rivestono sui bilanci delle im-prese, sui processi produttivi e sull’occupazione.
Il modello di ricerca realizzato ha consentito all’Ente Bilaterale di costituire l’Os-servatorio provinciale di settore che ha risposto in primo luogo agli obiettivi pre-detti, attraverso un monitoraggio continuo di aspetti quali:
- l’evoluzione del mercato;- la dinamica imprenditoriale;- la dinamica occupazionale;- i fabbisogni formativi.
Inoltre, l’analisi ha consentito di comprendere le strategie, gli strumenti ed i metodiin favore dell’occupazione e del posizionamento competitivo delle imprese spez-zine.
La metodologia di ricerca è stata basata su due fasi di lavoro principali:
A. Analisi generale su tutte le imprese del settore (dati quantitativi);B. Indagine sul campo (realizzata nel periodo primavera-estate 2011,attraverso somministrazione di un questionario) ad un campione ragionato esignificativo d’imprese, rappresentanti dell’universo locale delle imprese tu-ristiche rientranti nel CCNL.
Infatti, il metodo ha previsto, da un lato, la raccolta da varie fonti e l’elaborazionedi una serie di dati quantitativi e qualitativi delle imprese del settore e, dall’altro, larealizzazione di un’indagine sul campo, attuata con la somministrazione di un que-stionario (“di persona”, attraverso incontri fissati) da parte di operatori di ricercaad un campione ragionato e significativo di imprese stesse per reperire dati, infor-mazioni ed opinioni di processo, di metodo e di tendenza.Le principali modalità di selezione del campione d’imprese per l’indagine sono state:la tipologia, la territorialità e la dimensione oltre ad altri parametri d’interesse perla bilateralità.Nello specifico, la definizione del campione di ricerca è stata sia tipologica sia areale,identificando e definendo:
- le imprese del core business turistico (L. 135/2001 – Art. 7) e le impreseconnesse al settore che concorrono alla formazione dell’offerta turistica erientranti nel CCNL, quali: imprese ricettive, imprese dell’intermediazione(agenzie di viaggio, tour operator), guide turistiche in forma d’impresa, sta-bilimenti balneari, pubblici esercizi, attività direttamente connesse di serviziper il turismo (porti turistici e ormeggi, parchi divertimento, trasporti pas-seggeri e marittimi, attività ricreative quali discoteche, sale da ballo, sale dagioco, ecc).- le aree tipologiche omogenee tipiche della provincia della Spezia e cioè: ilGolfo, la Riviera, la Val di Magra e la Val di Vara.
L’osservatorio: obiettivi e metodologiaCap.1
3L’osservatorio: obiettivi e metodologia Cap.1
Per quanto riguarda l’aspetto tipologico, il campione d’imprese, per essere rappre-sentativo delle dinamiche settoriali e d’interesse della bilateralità che ha promossol’Osservatorio, è stato pesato secondo un profilo (graf. 1.1) che ha coinvolto il 35%di imprese alberghiere, il 10% di extralberghiere, il 24% di pubblici esercizi, il 10%di stabilimenti balneari, l’8% di intermediazione e guide ed infine il 13% di attivitàdirettamente connesse e proprie dell’area territoriale.
Il campione è stato pesato anche dimensionalmente e rispetto alla natura giuridica(graf. 1.2), ed è rappresentato prevalentemente da società di capitale a responsabilitàlimitata (35% del campione) e società in nome collettivo (il 32%).
8%
10%
10%
13%
24%
35%
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40%
AdV/T.O./Guide
Extra alberghiero
Stabilimenti balneari
Attività dirett. connesse
Ristoranti/Bar
Alberghiero
essenon c.tterià dtivittA
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5% 10%
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%
%
20% 25%
25% 30% 35%
40%
Graf. 1.1 - Profilo del campione
Per quanto riguarda, invece, l’inquadramento geografico delle aree, la suddivi-sione amministrativa comprende i seguenti comuni:
35% 32%
16%
12%
3% 1%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
S.r.l. S.n.c I. Individuale S.a.s. Altro S.p.A.
25%
35%
30%
35%
40%
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rtlA .A.pS.
Graf. 1.2 - Natura giuridica campione
Fonte: elaborazione RVConsulting dati indagine campione
Fonte: elaborazione RVConsulting dati indagine campione
L’osservatorio: obiettivi e metodologiaCap.1
4
Comuni Area Golfo
La Spezia
Lerici
Portovenere
Comuni Area Riviera
Bonassola
Deiva Marina
Framura
Levanto
Monterosso al Mare
Riomaggiore
Vernazza
Al termine sono stati elaborati ed integrati sia i risultati dell’indagine sul campo siai dati quanti-qualitativi raccolti da altre fonti.
Questo consente ora, presso la bilateralità, di avere: - una ‘fotografia’ precisa del settore a livello provinciale rispetto alle tematichedi competenza dell’Ente;- una banca dati di sistema i cui dati oggettivi ‘a libreria’ sono consultabili edinterpretabili da parte delle varie componenti sociali ed istituzionali.
La ricerca promossa dall’Osservatorio Turismo dell’Ente Bilaterale non aveva comeobiettivo un’analisi di marketing turistico della provincia della Spezia ma riteniamonecessario, in questo capitolo, inquadrare il contesto di mercato nel quale impresee lavoratori operano sotto due principali punti di vista: la domanda (cioè i flussi tu-ristici) e l’offerta ricettiva.
Naturalmente la filiera produttiva turistica è più articolata e complessa (e lo vedremopiù avanti nello sviluppo dell’indagine) comprendendo non solo i flussi di domandae le imprese ricettive ma, questi fattori, costituiscono il dato primario per fotogra-fare il settore in un territorio poiché basati su dati certi e registrati.
E’ anche vero, però, che agli arrivi e alle presenze nelle strutture ricettive ufficiali,si aggiungono i flussi turistici di coloro che soggiornano nelle seconde case, nelleimbarcazioni stanziali o di transito e di coloro che invece sono turisti in visita e nonsoggiornanti.
Le presenze turistiche riportate sul territorio spezzino sono, quindi, in numero mag-giore (ed anche di molto) rispetto a quanto schedato dalle strutture ricettive e, sfug-gendo alle statistiche ufficiali, possono creare problemi, per esempio, nella gestionedei servizi alla collettività e all’utenza turistica in termini anche di costi/beneficicome valore aggiunto all’economia locale.
Non sarebbe male, nel corso dei prossimi anni, operare interventi di monitoraggiodei flussi, anche con l’utilizzo delle tecniche della telemetria turistica.
Un altro fattore da rimarcare è come il mercato turistico nella provincia della Speziasia caratterizzato da un forte tasso d’internazionalizzazione, il più alto rispetto atutto il resto della regione.
Questa situazione, soprattutto evoluta nel corso degli ultimi dieci-quindici anni,oltre ad avere immediate ricadute in termini di marketing e di gestione dell’acco-glienza e delle imprese, ha influenza anche da un punto di vista sociale sulla popo-
lazione residente.
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.25
Comuni Area Val di Magra
Ameglia
Arcola
Castelnuovo Magra
Ortonovo
Santo Stefano Magra
Sarzana
Vezzano Ligure
Comuni Area Val di Vara
Beverino
Bolano
Borghetto di Vara
Brugnato
Calice al Cornoviglio
Carro
Carrodano
Follo
Maissana
Pignone
Ricco' del Golfo
Rocchetta di Vara
Sesta Godano
Varese Ligure
Zignago
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
!
120.103
54.056
14.558
89.530
278.247
92.852
19.946 6.364
161.655
280.817
212.955
74.002
20.922
251.185
559.064
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
Golfo Val di Magra Val di Vara Riviera Totale
Arrivi Italiani Arrivi Stranieri Totale Arrivi
600.000
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!
!
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400.000
500.000
!
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!
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!
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064 559.
!
200.000
300.000
!
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!
247 278.
2
!
247
178.082
!
0
10.012
100.000
!
310
9
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Graf. 2.1 - Arrivi italiani e stranieri per area (anno 2010)
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Dalla lettura dei dati messi a disposizione dall'Amministrazione Provinciale gli arrivitotali (cioè quanti turisti hanno soggiornato nelle strutture ricettive) nel 2010 inprovincia della Spezia sono stati 559.064 composti da 278.247 arrivi italiani e280.817 arrivi stranieri. Il graf. 2.1 evidenzia il movimento turistico relativo agli arrivi, distribuito nelle aree
che compongono il territorio spezzino e suddiviso tra italiani e stranieri.
Golfo 38%
Val di Magra
13% Val di Vara 4%
Riviera 45%
Il grafico 2.2 fa notare che, in percentuale, 45 arrivi su 100 scelgono la Riviera se-guita dall’area Golfo con 38 arrivi su 100, Val di Magra 13 arrivi su 100 ed infineVal di Vara con 4 arrivi su 100.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
Golfo Val di Magra Val di Vara Riviera Totale
183.505
57.329
10.116
123.063
374.013
29.450 16.673 10.806
128.122
185.051
Arrivi alberghiero Arrivi complementare
300.000
350.000
400.000
200.000
250.000
100.000
150.000
0
50.000
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o fo Gol ga Mi dalVV
a rg a ar V Vari dalVVal
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Graf. 2.2 - Arrivi: peso percentuale per area (anno 2010)
Graf. 2.3 - Arrivi alberghiero e complementare per area (anno 2010)
Il grafico 2.3 mostra come gli arrivi totali nella provincia della Spezia (559.064) nel2010 si ripartiscono in 374.013 arrivi in strutture alberghiere e in 185.051 arriviin strutture complementari. Il grafico indica la suddivisione degli arrivi alberghierie complementari distribuiti per area. Considerando la provincia nella sua totalità 67arrivi su 100 scelgono l’albergo e 33 arrivi su 100 scelgono una struttura ricettivacomplementare.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
6
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Golfo Val di Magra Val di Vara Riviera
56%
73% 70%
36%
44%
27% 30%
64%
Stranieri Italiani
100%
ianrtS
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i
60%
70%
80%
90%
30%
40%
50%
0%
10%
20%
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a rga Mi dalVVal
a a ar V Vari dalVVal
a reiviR
Graf. 2.4 - Arrivi 2010: composizione percentuale
La composizione percentuale degli arrivi (graf. 2.4) mette in risalto il dato relativoalla Riviera che include le Cinque Terre: il 64% della clientela è internazionale e ilrestante 36% proviene, invece, dal mercato domestico. Situazione diversa nelle altretre aree in cui il maggior numero di arrivi proviene dall’Italia. Nel Golfo 56 arrivi su 100 sono italiani e 44 stranieri, in Val di Vara il 70% degliarrivi sono italiani e il 30% stranieri e in Val di Magra 73 arrivi su 100 sono italiani
e 23 stranieri.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
288.913
186.732
42.362
331.683
849.690
226.208
81.333 20.007
512.338
839.886
515.121
268.065
62.369
844.021
1.689.576
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
Golfo Val di Magra Val di Vara Riviera Totale
Presenze Italiani Presenze Stranieri Totale Presenze
1.400.000
1.600.000
1.800.000
ianial ItezneserP P
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ezneser PealotTTot
675.9861.
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
690 849.1 20.448
690 886 839.
0
1199.8888222
200.000
400.000
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Graf. 2.5 - Presenze italiani e stranieri per area (anno 2010)
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Le presenze, cioè le notti totali dormite in provincia della Spezia nel 2010, sono1.689.576 di cui 849.690 da clienti italiani e 839.886 da clienti stranieri. Il graf. 2.5 delinea il movimento turistico relativo alle presenze, distribuito nellearee che compongono il territorio spezzino e suddiviso tra italiani e stranieri.Se nel caso degli arrivi la differenza tra l’area del Golfo e quella della Riviera si at-testava su 38.230 unità, nel caso delle presenze la differenza è di 328.900 notti dor-
mite.
7
Golfo 30%
Val di Magra
16% Val di Vara 4%
Riviera 50%
Graf. 2.6 – Presenze: peso percentuale per area (anno 2010)
Il grafico 2.6, infatti, illustra che per 50 notti su 100 dormite alla Spezia la preferenzaè accordata all’area Riviera, segue il 30% del Golfo, il 16% della Val di Magra e il4% della Val di Vara.La differenza in merito al peso percentuale nel numero di arrivi tra Golfo e Rivieraera di 7 punti a vantaggio di quest’ultima, nel caso delle presenze la differenza deipunti percentuali diventa 20.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Graf. 2.7 - Presenze alberghiero e complementare per area (anno 2010)
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
700.000
800.000
900.000
1.000.000
Golfo Val di Magra Val di Vara Riviera Totale
417.889
153.211
28.851
382.925
982.876
97.232 114.854
33.518
461.096
706.700
Presenze alberghiero Presenze complementare
900.000
1.000.000
serP
o reihgreb alezne
pom cezneserP
eartnemelp
400.000
500.000
600.000
700.000
800.000
0
100.000
200.000
300.000
fGol
o ffo a rga Mi dalVVal V
a ar V Vari dalVVal a reiviR
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
Le presenze totali nella provincia della Spezia (1.689.576) nel 2010 si ripartisconotra 982.876 notti in strutture alberghiere e in 706.700 notti in strutture comple-mentari. Da un punto di vista del peso percentuale significa che il 58% delle pre-senze è di tipo alberghiero e il 42% di tipo complementare. Il grafico 2.7 introducela suddivisione delle presenze alberghiere e complementari distribuite per area.
Graf. 2.8 - Presenze 2010: composizione percentuale
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Golfo Val di Magra Val di Vara Riviera
56% 70% 68%
39%
44% 30% 32%
61%
Stranieri Italiani
100%
S
ireianrtS ialIt
iani
40%
50%
60%
70%
80%
90%
0%
10%
20%
30%
o ffo Gol
a rga Mi dalVVal Vi dalVVal
a ar V Var a reiviR
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
La composizione percentuale del numero delle presenze tra italiani e stranieri rimaneinvariata rispetto a quella degli arrivi per l’area Golfo. La composizione percentualedegli italiani aumenta rispetto a quella straniera di tre punti in Riviera, diminuisce,invece, di tre punti in Val di Magra e due punti in Val di Vara. L’aumento del pesodegli italiani in Riviera è determinato da una permanenza media di 3,7 giorni contro3,2 degli stranieri. In Val di Magra, invece, la permanenza media straniera è 4,1 con-tro 3,5 italiana, in Val di Vara la permanenza media straniera è 3,1 contro 2,9 ita-liana.
8
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
2000 2010
448.596
559.064
271.922 278.247
176.674
280.817
Arrivi totali Arrivi italiani Arrivi stranieri
60,6%
39,4%
49,8% 50,2%
600.000
virrA
ialot tivv iivirrA
ianialt i t sivirrA
ireianrt
300.000
400.000
500.000
0
100.000
200.000
2000
6%60,
4%39,
1002
8%49,
8% 2%50,
Graf. 2.9 - Arrivi in provincia della Spezia (confronto 2000-2010)
Nel grafico 2.9 sono posti a confronto gli arrivi italiani, stranieri e totali relativi al-l’anno 2000 e all’anno 2010 per segnalare come, in questo periodo di tempo, siaaumentato di 10,8 punti percentuali il peso degli arrivi stranieri sul totale arrivi ecome, per converso, sia diminuito di 10,8 punti percentuali il peso degli arrivi italianisul totale arrivi. Nel 2000, cioè, gli italiani costituivano il 60,6% del totale arrivi enel 2010 costituiscono il 49,8%, quindi, analizzando gli arrivi, metà sono italiani e
metà sono stranieri.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
2000 2010
1.345.137
1.689.576
832.611 849.690
512.526
839.886
Presenze totali Presenze italiane Presenze straniere
61,9% 38,1% 50,3% 49,7%
alot tezneserP
ial anialt iezneserP
ean anrt sezneserP
ereian
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
0
200.000
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600.000
800.000
2000
%91,6 1%,83
1002
3%50, 7%49,
Graf. 2.10 - Presenze in provincia della Spezia (confronto 2000-2010)
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Nel grafico 2.10, dal confronto tra le presenze degli italiani, stranieri e totali relativeall’anno 2000 e 2010, emerge come, parallelamente alla situazione arrivi, nel pe-riodo 2000-2010, sia aumentato di 11,6 punti percentuali il peso delle notti dormitedagli stranieri sul totale notti e come, per converso, sia diminuito di 11,6 punti per-centuali il peso delle presenze degli italiani sul totale notti. Nel 2000, cioè, gli italianirappresentavano il 61,9% del totale presenze e nel 2010 rappresentano il 50,3%,
quindi, analizzando le notti dormite, metà sono italiane e metà sono straniere.
9
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
Diff. % Arrivi totali
Diff. % Arrivi italiani
Diff. % Arrivi stranieri
Diff. % Presenze totali
Diff. % Presenze italiane
Diff. % Presenze straniere
25%
2%
59%
26%
2%
64% anrt sezneser P %.f.fffiD
ereian
anrt sivirr A %.f.fffiD
ezneser P %.f.fffiD
alt iezneser P %.ff.ffiD
ireian
ialot t
eanial
ivirr A %.f.fffiD
alt iivirr A %.ff.fffiD
0% 10%
ialot t
ianial
20% 30% 40%
40% 50% 60%
70%
Graf. 2.11 - Variazioni % arrivi-presenze La Spezia (confronto 2000-2010)
Nel grafico 2.11 sono espresse le differenze percentuali circa gli arrivi e le presenzedei turisti italiani, stranieri e totali risultanti dal confronto tra l’anno 2000 e il 2010da cui emerge un incremento del 64% delle presenze internazionali e un incrementodel 59% degli arrivi internazionali. Analizzando la variazione nello stesso periodo alivello regionale, in Liguria, si rileva un aumento degli arrivi stranieri del 17,5% eun incremento delle presenze degli stranieri del 5,7%. La variazione nello stessoperiodo in Italia delinea un rialzo degli arrivi internazionali del 22,5% e un incre-mento delle presenze internazionali del 16,4%. Nella provincia della Spezia, perciò che concerne il turismo domestico, si delinea uno sviluppo del 2% sia per lepresenze, sia per gli arrivi italiani. Tali variazioni percentuali sono raffigurate suddi-vise per area nel grafico 2.17. Affiora, fuori di dubbio, un’attrazione della provincia
della Spezia esercitata massivamente sui turisti stranieri.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia e Istat Liguria
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
Graf. 2.12 - Presenze turistiche totali area Golfo (confronto 2000, 2005, 2010)
456.135
446.072
515.121
400.000
420.000
440.000
460.000
480.000
500.000
520.000
540.000
2000 2005 2010
+13%
480.000
500.000
520.000
540.000
513654
1 12.155
%13+
400.000
420.000
440.000
460.000
2000
551313..665544
2000 2005
072 446.
2005
1002
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Il grafico 2.12 traccia la performance delle presenze turistiche totali nell’area Golfodei Poeti dal 2000 al 2010. Nonostante una leggera flessione nel 2005, l’aumentodelle presenze nell’area nel periodo di riferimento si attesta sui 13 punti percen-tuali.
205.651
273.137
345.472
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
2000 2005 2010
+68% 400.000
+68%
+68%
22200.000
250.000
300.000
350.000
1 1 55665.50022
72
345.
713.37
345.
472 472 5.5
0
50.000
100.000
150.000
2000
2005
1002
Graf. 2.13 - Presenze turistiche totali area Cinque Terre (confronto 2000, 2005, 2010)
L’area delle Cinque Terre (graf. 2.13), in questo caso scorporata dall’area Riviera,manifesta un incremento delle presenze turistiche totali, nel periodo 2000-2010,pari al 68% passando da 205.651 presenze a 345.472.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
10
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
391.389
457.891
498.549
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
2000 2005 2010
+27%
500.000
600.000
549 549 498498.
+27%
300.000
400.000
9831.93
1 98.754
0
100.000
200.000
2000
2000
2005
1002
Graf. 2.14 - Presenze turistiche totali area Riviera (confronto 2000, 2005, 2010)
Anche la Riviera (graf. 2.14) esprime una crescita delle presenze turistiche totali
dal 2000 al 2010 pari al 27%, passando da 391.389 a 498.549 presenze.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
27.555
51.909
62.369
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
2000 2005 2010
+126%
60.000
70.000
369 62.
30.000
40.000
50.000
555 27.
5 9091.5
%612+
0
10.000
20.000
2000
2000
2005
1002
Graf. 2.17 - Presenze turisti stranieri e variazioni La Spezia 2000-2010
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Buona performance delle presenze turistiche totali in Val di Vara che fa rilevare nelperiodo 2000-2010 un incremento del 126% passando da 27.555 presenze nel 2000
a 62.369 nel 2010.
Graf. 2.15 - Presenze turistiche totali area Val di Magra (confronto 2000, 2005, 2010)
264.407
248.297
268.065
235.000
240.000
245.000
250.000
255.000
260.000
265.000
270.000
2000 2005 2010
+1%
260.000
265.000
270.000
407 264.
065 268.
1%+
250.000
255.000
260.000
297 248.
235.000
240.000
245.000
2000
2000
2005
1002
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Il grafico 2.15 mostra, dopo una flessione nel 2005, un aumento, in Val di Magra,delle presenze turistiche totali nel periodo 2000-2010 dell’1%, in pratica una sta-
gnazione del mercato.
0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000
2000
2010
155.615
226.208
126.909
251.714
164.631
260.624
58.477
81.333
6.894
20.007
Val di Vara Val di Magra Riviera Cinque Terre Golfo
+190%
+39%
+58%
+98%
+45%
Vi dalVVal
a ar V Var a Mi dalVVal
a rga a reiviR
erre T TeeuqniC
o ffo Gol
1002
%019+
+39%
+58%
+98%
+45%
0 50.000
2000
50.000 100.000
150.000
200.000 250.000
250.000 300.000
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Graf. 2.16 - Presenze turistiche totali area Val di Vara(confronto 2000, 2005, 2010)
11
Analizzando le sole presenze dei turisti stranieri e ponendo a confronto i dati assolutidel 2000 e del 2010 (graf. 2.17) si manifesta un netto aumento delle stesse in ogniarea della provincia. Variazione che abbiamo specificato nelle caselle di testo comeincremento percentuale: Val di Vara +190%, Cinque Terre +98%, Riviera +58%,Golfo +45%, Val di Magra +39%. Come già evidenziato nel graf. 2.11 l’impronta
turistica della provincia è sempre più volta all’internazionalizzazione.
244
903
1.190
184
204 214
60
699
976
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
2000 2005 2010
N. strutture ricettive N. strutture alberghiere N. strutture complementari
+387,7%
+1.526,7%
+16,3%
evitteci rerutturt s.N
eihgreb alerutturt s.N
ere elpom cerutturt s.N
iartneme
800
1000
1200
1400
903 903
699
0191.
699
976
7%+387,
1.+
976
%7,625
244
41860
0
200
400
600
2000
204
2005
204 142
1002
+
14
%3,16
Graf. 2.18 - Incremento percentuale delle strutture ricettive totali, alber-ghiere e complementari 2000-2010 La Spezia
Dopo aver fotografato e analizzato i flussi turistici che caratterizzano la provinciadella Spezia nel 2010, nel grafico 2.18, approfondiamo l’offerta turistica e l’anda-mento della stessa dal 2000 al 2010 con rilevazione del dato intermedio 2005 siacon valori assoluti, sia con incrementi percentuali. Le strutture ricettive complessive su tutta la provincia nel 2010 sono 1.190 e ri-portano una crescita dal 2000 del 387,7%, le strutture ricettive alberghiere nel2010 sono 214 e hanno subito un incremento rispetto al 2000 del 16,3%. Il dato su cui porre maggiormente l’attenzione è quello relativo alle strutture com-plementari (campeggi e villaggi turistici, alloggi in affitto, bed & breakfast, agritu-rismo, altri esercizi): 976 nel 2010 che significa uno sviluppo dal 2000 del1.526,7%.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Graf. 2.19 - Incremento percentuale posti letto totali, alberghieri e complementari 2000-2010 La Spezia
17.029
21.086 23.578
6.556
7.061 7.847
10.473
14.025 15.731
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
2000 2005 2010
N. posti letto ricettivi N. posti letto alberghieri
+38,5%
+50,2%
+19,7%
920.17
37410
15.000
20.000
25.000
p.N
9
1.2
3
0.14
ivittecio rtte litos p
6801.
520
ireihgrebo altte litos p.N
578 23.
1 37.15
5%+38,
2%+50,
556 556 66.
374.10
0
5.000
10.000
2000
6 6
3
2005
1 60.7
2005 1002
847 7.
10
%7,19+
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Nel grafico 2.19 è stato mostrato il numero dei posti letto in valore assoluto e il re-lativo incremento percentuale, suddivisi per tipologia ricettiva, nel periodo 2000-2010 con rilevazione del dato intermedio 2005. 23.578 è il numero dei posti letto totali nella provincia, incrementati del 38,5% dal2000, 7.847 i posti letto negli esercizi alberghieri con incremento del 19,7% rispettoal 2000, 15.731 i posti letto complementari con incremento del 50,2% dall’anno2000.
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
12
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
4 Stelle 15%
3 Stelle 56%
Locande 3%
2 Stelle 20%
1 Stella 6%
Graf. 2.20 - Peso percentuale posti letto alberghiero provincia della Spezia (anno 2010)
La provincia della Spezia conta 214 esercizi alberghieri di cui 14 quattro stelle, 90tre stelle, 57 due stelle, 31 una stella e 22 locande. La ricettività alberghiera, quindi,per quanto riguarda la distribuzione per categoria, riporta una prevalenza delle strut-ture di categoria più bassa, infatti, gli alberghi a due stelle, una stella e le locande,esprimono ben il 51% della ricettività alberghiera della provincia. Come si può ve-dere dal grafico 2.20 i posti letto degli alberghi a quattro stelle costituiscono il 15%della ricettività alberghiera, 56% i posti letto dei tre stelle, 20% i posti letto dei duestelle, 6% i posti letto degli alberghi ad una stella, 3% i posti letto delle locande. Ilpeso percentuale degli alberghi sul totale delle strutture ricettive è il 18%, il pesopercentuale dei posti letto alberghieri sul totale posti letto della provincia è il 33%.Nella provincia della Spezia le piccole strutture (sotto le 25 camere) esprimono il43% dell’intera ricettività alberghiera, le medie strutture (tra le 25 e le 99 camere)il 54% e le grandi strutture (100 camere e oltre) il 3%. In Liguria le piccole struttureraffigurano il 36% di tutta la ricettività, le medie strutture il 56% e le grandi strut-ture l’8%. Nel Nord Ovest le piccole strutture sono il 28%, le medie strutture il50% e le grandi strutture il 22%. In Italia le piccole strutture rappresentano il 24%,
le medie strutture il 55% e le grandi strutture il 21%.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia, CCIAA della Spezia, Istat Liguria
Case, appartam.,
affittacamere 22%
Campeggi, villaggi, parchi
vacanza 61%
Agriturismo 6%
Bed & breakfast
9%
Ostelli 2%
Berb
&deBtasffasake
9%
ilOstel2%
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Le strutture complementari della Spezia sono 976 di cui 517 case, appartamenti,affittacamere, 25 campeggi, villaggi, parchi vacanza, 91 agriturismo, 333 bed & bre-akfast, 10 ostelli. Come si può vedere dal grafico 2.21 i posti letto di case, appartamenti, affittacamereraffigurano il 22% della ricettività complementare, 61% i posti letto di campeggi,villaggi, parchi vacanza, 6% i posti letto degli agriturismo, 9% i posti letto dei bed& breakfast, 2% i posti letto degli ostelli. Il peso percentuale degli esercizi complementari sul totale delle strutture ricettiveè l’82%, il peso percentuale dei posti letto degli esercizi complementari sul totale
posti letto della provincia è il 67%.
Graf. 2.21 - Peso percentuale posti letto complementare provinciadella Spezia (anno 2010)
13
-30% -20% -10% 0% 10% 20% 30% 40%
Imperia
Savona
Genova
La Spezia
Liguria
-1%
0%
18%
38%
8%
-22%
-21%
12%
26%
-11%
Diff. % presenze 2000-2010 Diff. % posti letto 2000-2010 ffffiD
1002-000 2ezneser p %.f.
10 %.f.fffiD
1002-000o 2tte litos p
%
-30% -20%
-10% 0%
0% 10%
20% 30%
40%
Graf. 2.22 - Confronto variazione percentuale posti letto e variazione percentuale presenze nelle province liguri 2000-2010
Se confrontiamo i due parametri presenze e ricettività, osservando la loro evoluzionenella decade 2000-2010 osserviamo che, in Liguria (graf. 2.22), a fronte di una di-minuzione delle presenze dell’11%, abbiamo un aumento dei posti letto dell’8%.Il dato, inoltre, è diversificato secondo le province: Genova e La Spezia hanno siapresenze sia posti letto in saldo attivo (anche se la crescita maggiore è quella dellaricettività), Savona ha un saldo negativo delle presenze del 21% (i posti letto sonoinvariati) ed Imperia ha saldi negativi sia in termini di presenze (-22%) sia in terminidi posti letto (-1%).
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia e Istat Liguria
Graf. 2.23 - Confronto variazione percentuale posti letto e variazione per-centuale presenze La Spezia per area 2000-2010
-20% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% 140%
Golfo
Val di Magra
Val di Vara
Riviera
Cinque Terre
Tot. La Spezia
Liguria
44%
29%
60%
17%
131%
38%
8%
13%
1%
126%
27%
68%
26%
-11%
Differenza % presenze 2000-2010 Differenza % posti letto 2000-2010
L.otTTot
a %znereffefffiD
1002-000 2ezneser pa %
a %znereffefffiD
1002-000o 2tte litos pa %
V
qniC
-20% 0%
alVVal
20% 40%
60% 80%
100% 120%
140%
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia e Istat Liguria
I dati provinciali della Spezia, dicevamo, denotano incrementi delle presenze e dellaricettività ben superiori alle altre situazioni nella regione.Se analizziamo il modo in cui si articolano in ogni singola area (abbiamo fornito ildato Cinque Terre scorporandolo dal dato Riviera), emerge che è proprio nelle Cin-que Terre che il fenomeno della crescita della ricettività appare in tutta la sua evi-denza con un incremento nel decennio di ben il 131% a fronte, comunque, di unpositivo dato d’incremento delle presenze del 68%. Lo stesso fenomeno, anche se in maniera più ridotta, si rileva nelle aree del Golfo edella Val di Magra.
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
14
Nella Riviera e nella Val di Vara, invece, le presenze aumentano maggiormente deiposti letto.Si vede, quindi, rispetto al rapporto domanda-offerta ricettiva in provincia dellaSpezia, come nel decennio 2000-2010 a fronte di una crescita delle presenze ricettivedi 26 punti percentuali (dato certamente positivo) si sia registrata una crescita delnumero di posti letto di ben 38 punti percentuali. Questo fatto, cioè che l’incremento di capacità produttiva sia stato superiore all’in-cremento delle presenze (in pratica le notti dormite), deve indurre ad una valuta-zione attenta del modello di sviluppo della rete dell’offerta ricettiva locale, cherappresenta l’hardware del sistema turistico, in relazione al valore aggiunto perl’economia locale che questo tipo di attività apporta.Certamente nell’ultimo decennio abbiamo assistito in questa provincia ad una fram-mentazione dell’offerta ricettiva. A questo proposito basta vedere il dato che a fronte di un aumento di 288 punti per-centuali del numero di strutture si è avuta, di converso, una diminuzione di 72 puntipercentuali della media di posti letto a struttura (siamo passati da una media di 70a 20 posti letto a struttura).Il moltiplicarsi di micro-strutture ricettive (di cui diverse non esercitate in formad’impresa), se da un lato è uno sviluppo anche comprensibile in una realtà territo-riale come questa e rispetto ad una domanda di mercato esistente, da un altro lato,invece, rischia di creare una rete d’offerta ricettiva disorganica e disorganizzata,senza particolari incidenze in termini di occupazione per il personale dipendente,di ricadute su altre imprese fornitrici di prodotti/servizi, di fiscalità locale, di effi-cacia degli strumenti formativi, di scarsa qualità delle relazioni sindacali e delle re-lazioni associative, e, più in generale, di minimo valore aggiunto al PIL locale.
Il contesto turistico della provincia della Spezia Cap.2
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
I.O. lordo % I.O. netto %
41,3 46,6
43,5 47,6
53,7
69,1
43,4
54,2
30,4 31,8
23,7 23,9
Totale provincia Golfo Cinque Terre Riviera Val di Magra Val di Vara
vor pealotTTotiiR
a icni o fGol Mi dlVV
erre T TeeuqniC Vi dlVV
40,0
50,0
60,0
70,0
a reiviR
a rga Mi dalVVal
1 96a ar V Vari dalVVal
0,0
10,0
20,0
30,0
or l.OI.
o %dor
o %tte n.OI.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia della Spezia
Il grafico 2.24 evidenzia il dato, fornito dall’Amministrazione Provinciale, relativoall’Indice di Occupazione Lordo e all’Indice di Occupazione Netto degli alberghi.Tale indice fornisce il grado di utilizzazione lordo e netto delle strutture alberghierea seconda che il rapporto sia tra le presenze registrate negli esercizi alberghieri e ladisponibilità di letti espressa in termini di giornate – letto (lordo) oppure sia tra lepresenze registrate e la disponibilità di letti in considerazione delle giornate di ef-fettiva apertura degli esercizi, al netto cioè, delle chiusure periodiche e stagionali.
Graf. 2.24 - Indice occupazione alberghi
15
le impreseCap.3
le impreseCap.3
Vi sono sostanzialmente tre criteri per definire un’impresa turistica:- quello legislativo, cioè le imprese turistiche sono quelle imprese che eser-citano le attività previste dalle normative nazionali (L. 135/2001) e regio-nali;- quello economico, cioè sono imprese turistiche quelle attività economicheesercitate in forma d’impresa per cui la quota prevalente di fatturato derivadal mercato turistico (il flusso della domanda);- quello contrattuale, cioè sono imprese turistiche quelle che fanno riferi-mento ed applicano il contratto collettivo nazionale del turismo e compon-gono la parte datoriale di questa bilateralità.
Per la Regione Liguria, sono imprese turistiche, oltre alle attività, diciamo di base,definite dalla L. 135/2001 (Legge Quadro sul Turismo), anche altre attività di ser-vizio, quali stabilimenti balneari, porti turistici, campi da golf, etc.
In realtà, sempre la Legge Quadro definisce in un articolo che possono essere con-siderate imprese turistiche tutte le imprese ricadenti in un Sistema Turistico Locale(la provincia della Spezia è interamente coperta da due STL) che concorrono allaformazione dell’offerta turistica.
Inoltre, molte statistiche nazionali ed internazionali conteggiano fra le attività turi-stiche (e di conseguenza gli occupati, etc.) anche le imprese ed i servizi a terra peril trasporto passeggeri, tipo le compagnie aeree, le ferrovie, le società di navigazione,etc.
Come si vede, essendo il turismo un processo produttivo complesso, di lunga filiera,la partita dell’esatta definizione è ancora in fase di evoluzione.
Per quanto riguarda la presente ricerca, vista la sua origine bilaterale, oltre a tenerpresente anche gli altri criteri, si è fatto riferimento alle imprese rientranti nel con-tratto collettivo nazionale del settore turismo ed il campione selezionato per l’in-dagine – ragionato, significativo e rappresentativo – definito secondo i criteri
precedentemente citati al Cap. 1, è stato composto da 100 imprese.
Tab. 3.1 - Le imprese turistiche in provincia della Spezia riferibili al CCNL(rif. 30.09.2010)
Le imprese turistiche del CCNL in provincia della Spezia (tab. 3.1), in valori assoluti,sono 2.179 unità al 30.09.2010 e sono composte da: 419 imprese ricettive; 1.544bar, ristoranti e catering; 62 agenzie di viaggio, tour operator, e guide esercitate informa d’impresa; 46 stabilimenti balneari; 108 attività direttamente connesse. La loro divisione areale vede un totale di 971 imprese nell’area Golfo, 491 nell’areaRiviera-Cinque Terre, 512 in Val di Magra e 205 in Val di Vara.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
16
le imprese Cap.3
Graf. 3.1 - Le imprese turistiche e le imprese totali nella provincia della Spezia
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
La Spezia 2010
17.969
2.179
Totale imprese Totale imprese turistiche
eserpm iealotTTot
96917
erpm iealotTTot
ehcitsiru tese
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
969.17
0
2.000
4.000
6.000
8.000
L
100a 2izepa SL
Il sistema economico della provincia della Spezia al 2010, conta un numero di im-prese iscritte alla locale Camera di Commercio e dell’Agricoltura C.C.I.A.A., attivepari 17.969 unità (graf. 3.1). Di queste che sono la totalità, 2.179 sono le impreseche utilizzano il CCNL del settore turismo e che rappresentano il settore turisticospezzino. In termini percentuali il settore rappresenta ben il 12% di tutte le im-
prese.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Graf. 3.2 - Le imprese totali e turistiche suddivise per area territoriale omogenea
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
Golfo Riviera/Cinque Terre Val di Magra Val di Vara
8.256
1.475
5.721
2.517
971 491 512 205
Totale imprese Totale imprese turistiche
6.000
8.000
10.000
eserpm iealotTTot
itsiru teserpm iealotTTot
ehci
0
2.000
4.000
6.000
Gol
o ffo Gol euqniCa/reiviR
erre Te a rga Mi dalVVal
a ar V Vari dalVVal
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
L’analisi della consistenza delle imprese spezzine non può prescindere da una sud-divisione per zona territoriale. Il territorio provinciale si divide in quattro aree cherappresentano quattro ambiti economici e territoriali tra loro molto differenti. Taledifferenza influenza in maniera diretta la distribuzione delle imprese nella provinciaed ancor più quella delle turistiche. L’area dove si concentra il maggior numero di imprese è quella del Golfo con ben8.256 unità, seguita dalla Val di Magra con 5.721 aziende, dalla Val di Vara che somma2.517 imprese e per ultima arriva la Riviera/Cinque Terre con 1.475 unità attive(graf. 3.2).Analizzando la distribuzione delle imprese turistiche, la precedente graduatoria èin parte modificata (graf. 3.2), perché se il Golfo rimane primo con 971 impreseturistiche, la Val di Magra rimane al secondo posto con 512 aziende turistiche, alterzo posto sale la Riviera/Cinque Terre con 491 imprese, mentre la Val di Vara passaall’ultima posizione con appena 205 unità attive.
17
le impreseCap.3
12%
33%
9% 8%
12%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Golfo Riviera/Cinque Terre
Val di Magra Val di Vara Totale
20%
25%
30%
35%
33%33%33%
0%
%%12
5%
10%
15%
o ffo Gol
e
9%
uqniCa/reiviRerrTe
i dalVVal
a
9% 8%8%
rga Mi a ar V Vari dalVVal
e
%%1212
alotTTot
Graf. 3.3 - Peso percentuale delle imprese turistiche nelle aree territorialiomogenee
Se l’analisi dei valori assoluti delle imprese ha fornito una graduatoria tra le zone,per comprendere appieno la concentrazione delle imprese in una determinata zonae verificarne quindi la vocazione turistica, si calcola il peso percentuale che le im-prese turistiche di una zona hanno sul totale delle imprese dell’area medesima (graf.3.3). Per la provincia la zona dove si registra la maggior concentrazione di impreseturistiche è la Riviera/Cinque Terre dove ben il 33% delle imprese, cioè circa unasu tre, sono dedite ad attività turistiche. Seguono a grande distanza l’area del Golfocon il 12% delle imprese turistiche, la Val di Magra con il 9% e per ultima la Val diVara dove un 8% delle sue imprese svolge attività turistica. Se si raffrontano i valori delle singole zone con il valore dell’intera provincia, doveil 12% delle imprese sono turistiche, la Riviera/Cinque Terre supera e di ben 21punti percentuali il valore provinciale. Questi valori sono indicatori di una realtà locale che è divenuta, negli ultimi diecianni, una delle più note destinazioni turistiche a livello mondiale.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Graf. 3.4 - Raffronto tra il numero delle imprese turistiche per area omogenea (anni 2010 e 2011)
0
500
1000
1500
2000
2500
Golfo Riviera/Cinque Terre
Val di Magra Val di Vara Totali
971
491 512
205
2.179
983
497 539
192
2.211
2010 2011
1002
11 02
1500
2000
2500
1002
11 02
0
500
1000
Gol
o ffo Gol Ca/reiviRerrTe
euqniCe
rga Mi dalVVal
a r a ar V Vari dalVVal
ialotTTot
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Le imprese turistiche della provincia, tra il 2010 ed il 2011 (aggiornamenti al 30giugno), hanno registrato un aumento di 32 unità, passando da 2.179 imprese attivea 2.211, pari all’1,5% di incremento (graf. 3.4). La crescita, che può apparire mo-desta, va però giudicata alla luce del numero di imprese turistiche al 2003, allorapari a 1.489 unità, e pertanto l’incremento rispetto a tale anno è di ben 48 puntipercentuali. In otto anni il settore turistico è cresciuto esponenzialmente per ri-spondere all’incremento di domanda verificatosi nel medesimo periodo. Questaspinta sembra essersi esaurita (anche in termini di presenze), ma questo potrà essereverificato solo con successive rilevazioni, e resta da indagarne le cause che potreb-bero risiedere nella crisi economica mondiale, ma anche nella raggiunta maturitàdel settore nella provincia.
18
le imprese Cap.3
Graf. 3.5 - Raffronto tra il numero delle imprese turistiche per tipologia (anni 2010 e 2011)
0
500
1000
1500
2000
2500
Ricettive Bar, rist. catering
AdV, T.O. e Guide
Stab.ti balneari
Att.tà connesse
Totali
419
1.544
62 46 108
2.179
420
1.567
67 46 111
2.211
2010 2011
1500
2000
2500
1002 11 02
0
500
1000
1500
e vcettiRi
.tsi r,arBgnireatc
,VV,ddAGu
e.O. TediGu
i .tbaStiarenalb
à t.ttAessenonc
ialotTTot
Seppur modesta, da 2.179 imprese nel 2010 a 2.211 nel 2011 (graf. 3.5), la crescitaha interessato tutte le tipologie ad eccezione degli stabilimenti balneari fermi a 46unità. L’incremento più rilevante è stato realizzato dalla categoria dei bar, ristorantie catering, che sono passati da 1.544 unità a 1.567, con un incremento di 23 unità.Seguono con 5 unità in più la tipologia delle agenzie di viaggio, tour operator eguide, che passano da 62 a 67 imprese, quella delle attività direttamente connessecon 3 unità, da 108 a 111 imprese ed infine il ricettivo con 1 sola impresa d’incre-mento, da 419 unità a 420.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Graf. 3.6 - Distribuzione delle imprese turistiche per area omogenea e per tipologia (anno 2010)
95
230
45 49
767
230
401
146
36 8 14 4 12 17 17 0 61
6 35 6 0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
Golfo Riviera/Cinque Terre Val di Magra Val di Vara
Ricettive Bar, rist. catering AdV, T.O. e Guide Stab.ti balneari Att.tà connesse e vcettiRi arB
gnireat c.tsi r,ar T,VV,ddA
edi Gu e.O. T al bit.batS
iarenal essenonà ct.ttA
e
400
767
500
600
700
800
900
g, ,
1 04
0
36 95
36 12100
200
300
o ffo Gol
T
230 230 230 230
1 8 17
1 66
euqniCa/reiviR
e
45 45 3 14 176 3
rre T e a rga Mi dalVVal
a
49 49
661414
35 4 0 35 6
ar V Vari dalVVal
6
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
La distribuzione delle imprese turistiche per tipologia e per area offre ulteriori spuntidi riflessione sul sistema turistico spezzino (graf. 3.6). Nella zona del Golfo, delle971 imprese turistiche esistenti prevalgono nettamente le imprese appartenenti allacategoria bar, ristoranti e catering, con ben 767 unità, seguono le ricettive che sono95 unità quindi le attività direttamente connesse con 61 imprese e le Adv/TO eguide con 36 aziende ed in ultima posizione gli stabilimenti balneari con 12 strut-ture.La Riviera/Cinque Terre conta 491 imprese ricettive, di cui ben 230 sono strutturericettive ed altre 230 appartengono alla categoria dei bar, ristoranti e catering. Glistabilimenti balneari sono 17 unità, seguono le AdV/TO con un 8 unità e per ultimele attività direttamente connesse con 6 imprese. La Val di Magra conta ben 512 imprese turistiche, ma come per il Golfo a prevaleresono i bar, ristoranti e catering con 401 unità. Anche qui a grande distanza seguonole ricettive con 45 strutture, le attività direttamente connesse sono 35, gli stabili-menti balneari sono 17 e per ultime le Adv/TO e guide con 14 imprese. In Val diVara, sono 205 le imprese turistiche, di cui 146 bar, ristoranti e catering, 49 le ri-cettive, 6 le attività direttamente connesse e 4 le AdV/TO. Completamente assentigli stabilimenti balneari.
19
le impreseCap.3 le impreseCap.3
10%
47%
9%
24%
79%
47%
78%
71%
4% 2% 3% 2% 1%
3% 3%
0%
6% 1%
7% 3%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Golfo Riviera/Cinque Terre Val di Magra Val di Vara
Ricettive Bar, rist. catering AdV, T.O. e Guide Stab.ti balneari Att.tà connesse
80% 79%
90% e vcettiRi arB
gnireat c.tsi r,ar T,VV,ddA
e
78%
di Gu e.O. T al bit.batS
iarenal essenonà ct.ttA
40%
50%
60%
70%
47%47% 47%47%
1%7
0%
%%%
%%
104%
1%10%
20%
30%
o ffo Gol
e
3%
2%%%
3%6%6%1%
T TeeuqniCa/reiviR
e
9%9% 3%3%
3% 7%1%
7%
rre a rga Mi dalVVal
a
%
24%%%
%%2% 0%% 3%
ar V Vari dalVVal
3%
Graf. 3.7 - Composizione percentuale delle imprese turistiche per areaomogenea e per tipologia (anno 2010)
Quello che è stato analizzato nel precedente grafico utilizzando i valori assoluti, èdi maggiore chiarezza se tradotto in valori percentuali (graf. 3.7). E allora si vedeche nella zona del Golfo prevalgono nettamente le imprese appartenenti alla cate-goria bar, ristoranti e catering, che rappresentano il 79% delle imprese turistichedella zona. A grandissima distanza seguono le ricettive che sono appena il 10%,quindi le attività direttamente connesse con il 6%, le Adv/TO e guide con il 4%.L’ultima posizione spetta agli tabilimenti alneari che sono l’1% delle imprese turi-stiche del Golfo. La situazione della Riviera/Cinque Terre è quella dove il peso dellericettive è il maggiore di tutta la provincia con ben 47 punti percentuali. Stesso li-vello è raggiunto dai bar, ristoranti e catering. Nettamente distanziati sono gli sta-bilimenti balneari che rappresentano il 3% delle imprese turistiche della zona,seguono le AdV/TO con un 2% e le attività direttamente connesse con l’1%. La Val di Magra ha una situazione molto simile a quella del Golfo, infatti prevalgonocon il 78% i bar, ristoranti e catering. Anche qui a grandissima distanza seguono lericettive che sono appena il 9% delle imprese turistiche totali, quindi le attività di-rettamente connesse che sono il 7%, le Adv/TO e guide e agli stabilimenti balnearialla pari con un 3%. Situazione leggermente diversa per la Val di Vara, dove il 71%delle imprese turistiche è rappresentato dalla categoria dei bar, ristoranti e catering.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Graf. 3.8 - Distribuzione delle imprese turistiche per area omogenea e pertipologia (anno 2010)
95
767
36 12 61
230 230
8 17 6 45
401
14 17 35 49
146
4 0 6 0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
Ricettive Bar, rist. catering AdV, T.O. e Guide Stab.ti balneari Att.tà connesse
Golfo Riviera/Cinque Terre Val di Magra Val di Vara
500
7 o o
600
700
800
900 fffGolGolG l
T
767
1
o
04
o eerrrree T T e ei eequqnniiCCC/a/a/i rreeiiiiviRRR
M a a rrggaa M Miii d d dlalalVVVValValV V V Viii d d dlalalVVVValValV
V a a arar V V Var Var
0
95
230 230
45 45 49 49 100
200
300
400
e vcettiRi B
g
36 36
230 230
8
6
1 04
61414
nireat c.tsi r,arB O. T,VV,dA
e
12 1714 174 0
di Gu e.O iarenal bit.batS
e
1 1 666 35 35 6
ssenonà ct.ttA
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
La distribuzione delle imprese turistiche per tipologia e per area ci permette di con-frontare le singole aeree e di verificare dove sono maggiormente concentrate levarie tipologie (graf. 3.8). Iniziando dalla categoria delle imprese ricettive, le 419imprese presenti in provincia sono così distribuite: 230 in Riviera/Cinque Terre, 95nell’area del Golfo, 49 in Val di Vara e 45 in Val di Magra. La categoria dei bar, ri-storanti e catering, in provincia, conta ben 1.544 unità attive, di cui 767 nel Golfo,401 in Val di Magra, 230 in Riviera/Cinque Terre e 146 in Val di Vara. La categoriadelle Adv/TO e guide ha un numero totale molto inferiore alle precedenti, infatti,in tutta la provincia sono 62 imprese, suddivise 36 nel Golfo, 14 in Val di Magra, 8in Riviera/Cinque Terre e 4 in Val di Vara. Anche la tipologia degli stabilimenti bal-neari non è molto grande, ci sono, infatti, 46 imprese di tale tipo, di cui 17 in Ri-viera/Cinque Terre ed altre 17 in Val di Magra, 12 nel Golfo e nessuno in Val di Vara.Le attività connesse superano il centinaio con 108 unità totali, divise in 61 nel Golfo,35 in Val di Magra, e 6 in Riviera/Cinque Terre ed altre 6 in Val di Vara.
La seconda tipologia di impresa turistica è la ricettiva che è il 24% del totale. Le at-tività connesse sono solo il 3% del totale delle imprese turistiche dell’area, seguitedalle AdV/TO che sono il 2% del totale. Completamente assenti gli stabilimentibalneari.
20
le imprese Cap.3
Graf. 3.9 - Peso percentuale delle imprese turistiche per area omogenea e per tipologia (anno 2010)
23%
50%
58%
26%
56% 55%
15% 13%
37%
6% 11%
26% 23%
37% 32%
12% 9% 6%
0%
6%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Ricettive Bar, rist. catering AdV, T.O. e Guide
Stab.ti balneari Att.tà connesse
Golfo Riviera/Cinque Terre Val di Magra Val di Vara 70%
30%
50%
f
55%
o
40%
50%
60%
70% fG lGol
50%
26%
58%
26%
To erre Ti euqniCC/a/i reiiviRR aVVValV
26%26%%%
56%56%
37%37%37%37%
a M rga Mii d dall a Var V Varii d dallVVVVal
%%
32%
0%
23%%%
11%11 %1210%
20%
e vcettiRi arB
g
%%11 %%1515 %%%
6
11
6
13
23%
9%6
nireat c.tsi r,ar O. T,VV,dAediGu
e
23%
6%
0
6%
0%
.O iarenal bit.batS ttA
e
6%6% 6%6%
ssenonà ct.
Quanto è stato dettagliato nel grafico precedente, è maggiormente approfondito sesi calcola il peso percentuale che le singole tipologie di impresa hanno, nelle singolezone, sul totale della tipologia provinciale (graf. 3.9).A conferma della vocazione turistica della zona, in Riviera/Cinque Terre si concentraben il 55% delle strutture ricettive, segue ben distanziato il Golfo dove si trova il23% delle imprese ricettive. Il 12% è in Val di Vara e l’11% in Val di Magra. La ca-tegoria dei bar, ristoranti e catering, si sviluppa per il 50% nel Golfo, il 26% in Valdi Magra, il 15% in Riviera/Cinque Terre ed il 9% in Val di Vara. Le Adv/TO e guide si raggruppano per il 58% nel Golfo, il 23% in Val di Magra, il13% in Riviera/Cinque Terre ed il 4% in Val di Vara.Gli stabilimenti balneari, come è naturale aspettarsi, si concentrano in Riviera/Cin-que Terre e Val di Magra, rispettivamente per il 37%, un 26% degli stabilimenti ènel Golfo e nessuno in Val di Vara. Le attività connesse caratterizzano per oltre la metà il Golfo, dove si trova il 56%delle imprese provinciali, in Val di Magra ne troviamo il 32% e in Riviera/CinqueTerre e Val di Vara ce n’è il 6% rispettivamente. .
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Graf. 3.10 - Peso percentuale tipologia delle imprese turistiche per areaomogenea (anno 2010)
23%
55%
11% 12%
50%
15%
26%
9%
58%
13%
23%
6%
26%
37% 37%
0%
56%
6%
32%
6%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Golfo Riviera/Cinque Terre Val di Magra Val di Vara
Ricettive Bar, rist. catering AdV, T.O. e Guide Stab.ti balneari Att.tà connesse
40%
50%
58%
50%
60%
70% e vRicetti
g
55%55%56%56%
nireat c.tsi r,arB A
e
37%37%
di Gu e.O. T,VV,ddV t.batS
i
37%37%
arenal bit enonà ct.ttA
esse
0%
23%%
10%
20%
30%
40%
o ffo Gol
o
%%
%%
1515 %
26%
13
26%
qniCa/reiviR
e
11%
26%26%
6%
23%
6%
rre Teuq Mi dalVVal
a
%6
3
12 9%
23%
6
32%
rga M i dalVVal
a
6%6%
0%6%6%
ar V Var
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp
Analizzando i dati del graf. 3.10, è possibile verificare quali sono le aree provincialidove si concentrano le imprese suddivise tipologia.Nella zona del Golfo sono presenti il 23% delle imprese ricettive di tutta la Provin-cia, il 50% dei bar, ristoranti e catering, il 58% delle Adv/TO e Guide, il 26% deglistabilimenti balneari ed il 56% delle attività direttamente connesse. Quindi l’areaconcentra oltre la metà di tre tipologie d’impresa.Nella Riviera/Cinque Terre, sempre a conferma della sua vocazione turistica, c’è il55% delle imprese ricettive di tutta la provincia, il 15% dei bar, ristoranti e Cate-ring, il 16% delle AdV/TO, ben il 37% degli stabilimenti balneari ed il 6% delle at-tività direttamente connesse. Nella Val di Magra si concentra l’11% delle strutture ricettive provinciali, il 26%dei bar, ristoranti e catering il 23% delle Adv/TO e guide, ben il 37% degli stabili-menti balneari ed il 32% delle attività direttamente connesse di tutta la provinciaspezzina.Nella Val di Vara si trova il 12% delle imprese ricettive provinciali, il 9% dei bar, ri-storanti e catering, il 6% delle AdV/TO e guide ed il 6% delle attività direttamenteconnesse. Completamente assenti gli stabilimenti.
21
le impreseCap.3
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0
10,0
Media n° occupati totale Media n° dipendenti
9,1
6,2
7,0 8,0 9,0
10,0
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0
° oca nideM ealot tiatpuc° oc itnednepi° da nideM
Graf. 3.11 – Occupati e dipendenti per impresa (anno 2011)
Le imprese del campione hanno una media di occupati/impresa di 9,1 ed una mediadipendenti/impresa di 6,2 (graf. 3.11).Ciò evidenzia una realtà di piccola impresa, in realtà di micro-impresa (sotto i 9 di-pendenti), con un rapporto medio fra imprenditore e lavoratori di 1:2.Ciò, seppur in linea con la realtà italiana e regionale, comporta, a fronte di una mag-giore flessibilità, una serie di problematiche per la realizzazione, per esempio, diazioni organiche (interne all’impresa) di marketing di prodotto, attività di forma-zione continua, etc.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 3.12 – Fatturato
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0% 45,0% 50,0%
Da 5 - 10 Mln !
Da 1- 2,5 Mln !
Da 2,5 - 5 Mln !
Da 0,5-1 Mln !
Da 250-500 mila !
Fino a 250 mila !
1,3%
2,7%
2,7%
12,0%
32,0%
49,3%
!nl1 M-5a 0D
!a li m005-05a 2D
!a li m05o a 2niF
3%9,
0,0%
!nl M 10 -a 5D
!nl M5, 2a 1-D
!nl M 5 -5,a 2D
!nl1 M-5,a 0D
5,0% 10,0% 15,0%
20,0% 25,0% 30,0% 35,0%
35,0% 40,0% 45,0% 50,0%
50,0%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Rispetto al fatturato registrato nell’anno 2010 (graf. 3.12), di fatto, la metà delleimprese (il 49,3%) si colloca sotto i 250 mila € ed un 32% nella fascia da 250 a 500mila €. Questo evidenzia, assieme al dato precedente della media dipendenti/im-presa, la realtà di piccola impresa.E’ davvero esiguo, poi, il numero di aziende che fatturano oltre 1 milione di € e,precisamente, il 2,7% fra 1-2,5 milioni di € ed l’1,3% nella fascia da 5-10 milionidi €.
22
le imprese Cap.3
Graf. 3.13 – Anno inizio attività
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Dopo 2000 1990 - 1999 Prima del 1960 1980 - 1989 1970 - 1979 1960 - 1969
35%
23%
17% 16%
5% 3%
35%
15%
20%
25%
30%
35%
0%
5%
10%
15%
000o 2opD
99 19 -0919 a dmirP
06 19l e 98 19 -0819
97 19 -0719 6 19 -0619
96
Per quanto riguarda l’anno d’inizio attività (graf. 3.13), prevalgono come classe leimprese cosiddette under10, cioè nate dopo il 2000, con una quota del 35%. La se-conda classe, con il 23% di quota, è quella che data l’inizio della propria attività frail 1990 ed il 1999. In pratica, quasi il 60% delle imprese turistiche spezzine non hapiù di vent’anni.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 3.15 – Ciclo produttivo
Annuale 76%
Stagionale 24%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Sotto il profilo del ciclo di apertura dell’attività (graf. 3.15), il 76% sono impreseche lavorano continuativamente tutto l’anno ed il 24% sono stagionali o che effet-tuano periodi di chiusura programmati.Il carattere stagionale o le chiusure periodiche sono più evidenti per alcune tipologied’impresa (stabilimenti balneari, camping, alberghi marini, etc.) ed in alcune aree(es. Riviera e Cinque Terre) e questo fatto comporta, nella media generale, una ri-duzione del PIL potenziale, un abbassamento della quantità di lavoro prodotto dalsettore (non corrispondenza piena fra occupati ed ULA), una precarietà del lavoroed una carenza di servizi su quel territorio.
Graf. 3.14 – Componenti familiari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
100%
Azienda ereditata Familiari che lavorano in azienda
Figli che lavorano in azienda
42% Sì
66% Sì
38% Sì
58% No
34% No
62% No
60% 70% 80% 90%
100%
0% 10% 20% 30% 40% 50%
eizA
a attidera edne amF
no ianorva leh ciariliama dneiaz
no ianorva leh cilgiFa dneiaz
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Rispetto alle componenti familiari dell’impresa (graf. 3.14) per il 42% delle impresesi tratta di un’attività ereditata, il 66% degli imprenditori, invece, ha familiari chelavorano con lui ed il 38% ha figli che lavorano in azienda e che lo fanno, altro datoregistrato dalla ricerca, per scelta nella totalità dei casi.Il profilo imprenditoriale, quindi, caratterizza fortemente un’impresa familiare conbuona continuità generazionale.
23
l’occupazioneCap.4
L’occupazioneCap.4
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
Turismo Agricoltura Industria Terziario
12.500
500
21.000
51.000
40.000
50.000
60.000
0
10.000
20.000
30.000
siruT
o ms utolcirgA
a ru a irtsudIn
o iarizreT
Graf. 4.1 - Occupati per settore in provincia della Spezia (anno 2010)
Il numero di occupati stimati nel settore del turismo, dato dalle imprese che rica-dono nel CCNL, è di 12.500 unità nel 2010, su un complesso di 85.000 occupatitotali in provincia della Spezia.Facendo un raffronto con gli altri comparti di lavoro (graf. 4.1), gli occupati sono51.000 nel terziario (ma qui è compresa anche la quota dell’occupazione pubblica),21.000 nell’industria e solo 500 nell’agricoltura.Il numero di occupati nel turismo, come si vede, rappresenta un valore significativo,anche se dobbiamo sempre considerare che nel suddetto settore, in territori soggettianche ad una stagionalità dell’attività, l’occupato non corrisponde esattamenteall’U.L.A. (unità lavorativa annua), come, invece, accade più spesso nel settore ma-nifatturiero.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp, ISTAT, INPS ed indagine campione
Graf. 4.2 - Indice di occupazione per settore in provincia della Spezia (anno 2010)
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
Turismo Agricoltura Industria Terziario
14,7%
0,6%
24,7%
60,0%
40,0%
50,0%
60,0%
0%60,
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
siruT
o ms rutolcirgA
a r a irtsudIn
o iarizreTTe
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp, ISTAT, INPS ed indagine campione
Il peso rilevante del comparto turistico per il mercato del lavoro dell’economiaspezzina si evidenzia bene (graf. 4.2) osservando l’indice di occupazione turistica(I.O.T.) che in questo territorio è del 14,7%.Ciò significa che su 100 persone che lavorano in provincia della Spezia, quasi 15sono occupati nelle imprese turistiche.Questo dato provinciale è più elevato di 2,7 punti percentuali rispetto a quello dellamedia europea che è del 12%.Il grafico mostra anche gli altri comparti, dove l’indice di occupazione varia dallo0,6% dell’agricoltura, al 24,7% dell’industria fino al 60% nel terziario.
24
l’occupazione Cap.4
Graf. 4.3 - Categoria occupati
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Turismo Tutti i settori
73% 76%
27% 24%
Indipendenti Dipendenti
80%
100%
pidIn
itnednep i ntndeDipe
0%
20%
40%
60%
o msiruT
ttuT
iortte s iit
In termini di categoria di occupati (graf. 4.3), il turismo spezzino è rappresentatoda un 73% di lavoratori dipendenti ed un 27% di indipendenti, il che ne fa un settoredove la categoria del lavoro autonomo è un poco più elevata della media provincialeche è del 24%.
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp, ISTAT, INPS ed indagine campione
Graf. 4.4 - Occupazione femminile
0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0% 100,0%
Turismo
Tutti i settori
45,2%
61,2%
54,8%
38,8%
Uomini Donne
iniomU
enonD
iortte s iittuT
0,0% 10,0%
o msiruT
10,0% 20,0% 30,0% 40,0%
40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0%
80,0% 90,0% 100,0%
Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA Sp, ISTAT, INPS ed indagine campione
Graf. 4.5 - Chi dirige l’azienda
M 56% F
28%
Entrambi congiuntamente
16%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Certo, le donne che lavorano nel turismo sono una componente maggioritaria, maspesso non vi è conseguenza di ciò rispetto al livello gerarchico acquisito o alleforme di lavoro utilizzato (per esempio un forte utilizzo del part-time). A tal pro-posito nella nostra indagine abbiamo verificato chi dirige l’azienda (graf. 4.5) e, afronte della ricordata predominanza di donne che lavorano nel turismo (il 54,8%),la maggioranza delle imprese (il 56% dei casi) è diretta da uomini. Solo il 28% delleimprese è diretto da donne ed il 16% restante è guidato congiuntamente, a giusti-ficazione di una forte presenza dell’impresa familiare.
Per quanto riguarda il genere degli occupati, il turismo si rivela un forte bacino oc-cupazionale per il lavoro femminile (graf. 4.4). Sono infatti le donne, con il 54,8%di quota, la componente più rappresentativa, a differenza del dato generale degli oc-cupati in provincia che vede prevalere l’occupazione maschile con il 61,2% di uomini
25
l’occupazioneCap.4
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
100%
Imprese con personale a tempo determinato
Quota personale tempo determinato nelle
imprese
Personale La Spezia tutti i settori
58% Sì 73% Sì
21,4% determ.
42% No 27% No
78,6% indet.
50% 60% 70% 80% 90%
100%
0% 10% 20% 30% 40%
on ceserpImteo dpmpet
a ealonsre po atnimret
onsrea potuQatnimretedeprimp
o pme tealonelleo nat
ese
a S LealonsrePe s iittut
a izepa Siortt
Graf. 4.6 - Le tipologie di contratto
Per quanto riguarda le tipologie principali dei contratti di lavoro (graf. 4.6) e cioèquelli a tempo determinato e quelli continuativi, la prima modalità (nella quale sonoricompresi anche gli stagionali) è utilizzata dal 58% delle imprese.Questo 58% di aziende ha, poi, una quota di personale a tempo determinato pre-ponderante, pari a ben il 73% di tutta la forza lavoro dipendente.Se proiettiamo questo dato su tutte le imprese turistiche, vediamo comunque comein questo settore in provincia della Spezia vi sia ancora una rilevante stagionalitàdell’occupazione, specialmente in particolari aree e per specifiche tipologie d’im-presa, che fa risultare il dato del lavoro continuativo quasi speculare rispetto allamedia provinciale dove, invece, il 78,6% dei dipendenti è a tempo indeterminato.L’occupato nel turismo, quindi, non è ancora un lavoratore a tempo pieno e la quan-tità del lavoro prodotto da molte imprese del settore (in termini di U.L.A.) è infe-riore a quella che si registra in altri comparti produttivi, anche se bisogna sempretenere presente l’alto valore di labour intensive del settore turistico.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione e dati ISTAT
Graf. 4.7 - Il part-time
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Imprese con personale part-time Quota personale part-time nelle imprese
49% Sì 51% Sì
51% No 49% No
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0%
10%
20%
30%
40%
erpIm
mit-tar pealonsre pon cese
em onsrea potuQim
elle nemit-tar pealoneseprim
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Le imprese turistiche spezzine fanno ricorso al part-time (graf. 4.7) nel 49% deicasi. La quota di questa forma di organizzazione del lavoro in queste imprese è del51%.Il dato non è stato registrato a livello quantitativo ma, indicativamente, l’indagineha rilevato come molti dei contratti part-time caratterizzino l’organizzazione dellavoro femminile.
26
l’occupazione Cap.4
Graf. 4.8 - Il personale straniero
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Imprese con personale straniero
Quota personale nelle imprese
Composizione personale straniero
51% Sì 37% straniero 39% UE
49% No 63% italiano 61% extra UE
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0%
10%
20%
30%
40%
serpIm
ealonsre pon ceso reianrts
uQ
elle nealonsrea potueseprim
ealonsre peoniziospomCo reianrts
e
Nel corso di questi anni abbiamo avuto la percezione che nel settore del turismo inItalia sia aumentata la presenza di personale straniero, ovviamente con regolare per-messo di soggiorno.In provincia della Spezia (graf. 4.8) sono il 51% le imprese turistiche che hanno per-sonale straniero e la quota stranieri presente in esse è del 37%, un valore piuttostorappresentativo.Per quanto riguarda, invece, la composizione del personale straniero questi lavoratoriprovengono dai paesi dell’Unione Europea nel 39% dei casi e sono extracomunitariper una quota di ben il 61%. La presenza di questo tipo di dipendenti, particolar-mente rappresentativa in certe aree come le Cinque Terre e la Riviera, generalmente,è più presente a livelli funzionali poco elevati (es. pulizia camere, personale di cucinadi supporto, etc.), ma riveste importanza comunque, oltre come dato sociale, anchesotto il profilo gestionale in termini di conoscenza della lingua italiana, di sicurezzasul lavoro, di comportamenti ed abitudini sul luogo di lavoro con gli altri colleghi,di processi formativi, etc. La progressiva multi-etnicità dei lavoratori sembra ormaiun dato acquisito per le imprese del turismo in provincia della Spezia, l’eventualecriticità (e le conseguenti politiche del lavoro) è come governare questo processocome imprese e come parti sociali.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 4.9 - L’andamento del personale
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2010 2011 2012
4% 4% 4%
91% 95% 94%
5% 1% 2%
aumentato/aumenterà stabile diminuito/diminuirà
80%
100%
mauo/attnemau
à retnem e libsta d
à riunimiido/tiunimid
0%
20%
40%
60%
1002
11 02
1202
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda l’andamento del personale (graf. 4.9) che le imprese registrano(o prevedono) rispetto all’anno precedente si nota che prevale soprattutto la stabilitàe nell’anno più negativo (il 2010) la diminuzione è stata solo del 5% in raffronto adun calo maggiore del fatturato (come si vedrà più avanti). Non vi sono allo stato attuale dati numerici assoluti e completi ma, da un punto divista congiunturale, un calo del fatturato percentualmente maggiore del calo delpersonale (che è una delle voci di costo più consistente in un’impresa turistica) o aparità di personale è probabile si sia tradotto in una riduzione degli utili d’impresaregistrati in questo periodo.
27
l’occupazioneCap.4
Sì 40% No
60%
Graf. 4.10 - Il reclutamento del personale
Le imprese dichiarano di avere difficoltà a reperire personale sul mercato (graf.4.10) nel 40% dei casi.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 4.12 - La selezione del personale
La Proprietà 88%
Il Management 12%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
La selezione del personale è effettuata totalmente, in tutti i casi, all’interno del-l’azienda e chi la effettua (graf. 4.12) è essenzialmente la proprietà (88% dei casi)ed in minima parte (12%) il management.Gli imprenditori del turismo spezzino hanno quindi poca fiducia e scarsa abitudinead utilizzare selezionatori esterni specializzati e ritengono essi stessi dotati delle mi-gliori tecniche di selezione del personale.Ovviamente l’efficacia dipende dalle capacità e dalle conoscenze tecniche dell’im-prenditore, ma la mentalità che porta a questa modalità tutta interna (e per ogni fi-gura funzionale dell’impresa) è abbastanza caratterizzante nella piccola impresa agestione familiare.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Mancanza delle figure
professionali nel contesto
territoriale
Mancanza di persone
disponibili
Mancanza di qualificazione
necessaria
Livelli retributivi ritenuti troppo
bassi
Altro
56% 47%
31%
8% 3%
30%
40%
50%
60%
0%
10%
20%
ancanMurfigonisseofferptoncortirret
ellea dzaneur
le nialono tseealior
ia dzancanMeonsrep
ilibionpsid
ia dzancanMeoniazciffiialuq
a iarssecen
leviLnetir
ivitubirte rillo popr titun
isasb
o rtlA
Graf. 4.11 - Le maggiori difficoltà di reclutamento
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
La maggiore difficoltà nel reperimento del personale (graf. 4.11) risulta essere quelladella mancanza di figure professionali nel contesto di riferimento territoriale, evi-denziata dal 56% delle imprese che hanno manifestato difficoltà e che segnala at-tenzione nell’orientare la formazione a tutti i livelli, in particolare quella al lavoro.Anche la mancanza di persone disponibili, espressa dal 47% del campione, è causasignificativa e tale dato si collega al fatto ‘culturale’ della adattabilità dei giovani aquesto tipo di settore, dove il lavoro è più intenso nei periodi e nei giorni canonicidedicati al riposo ed alla vacanza per gli altri lavoratori.Il terzo fattore segnalato (nel 31% delle imprese) è quello della mancanza di quali-ficazione necessaria che evidenzia la necessità di rafforzare il sistema delle compe-tenze nel settore.
28
l’occupazione Cap.4
Graf. 4.13 - Le modalità di ricerca del personale
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
Annunci sui giornali
Reti telematiche
Associazioni di categoria
Società di selezione
Società interinali
Scuole e/o istituti di formazione
Centri per l’impiego
Altri colleghi
Presentazione curricula
Conoscenza diretta
0%
1%
2%
2%
6%
8%
13%
33%
61%
70%
eiocS
i ditutitso i/ eeolucS
pirtneC
A
oniaztneserP
cosonC
ialniretnà ite
eoniazmor f fori
o geipm’i lrr le p
ihgelol cirtlA
a lucirru ceon
a tteria dznec
70%
icnunnA
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dioniaziocssA
à dteiocS
eiocS
0% 10%
ialnori giu si
ehciatmele ti
a iorgeat ci d
eonizele sià d
ialniretnà ite
10% 20% 30%
40% 50%
60% 70%
Quanto detto in precedenza si rivela nell’esame delle modalità di ricerca del perso-nale (graf. 4.13) operate dall’azienda (nella pratica dall’imprenditore stesso).Predomina (nel 70% dei casi) la conoscenza diretta a cui seguono la presentazionedi curricula (61% delle imprese) e la segnalazione di altri colleghi (indicato dal 33%degli intervistati).E’ evidente, quindi, che il metodo diretto ‘face to face’, sostanzialmente interno al-l’impresa (e proprio dell’imprenditore) prevale abbondantemente rispetto ad altremodalità quali i centri per l’impiego (13%), le scuole e gli istituti di formazione(8%) e via via gli altri strumenti forse ancora troppo sottoutilizzati.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 4.14 - I principali criteri di selezione del personale
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
Provenienza territoriale/nazionalità
Sesso (M o F)
Età
Livello scolastico/culturale
Anni d’esperienza di lavoro nel
Competenze tecnico-professionali
Un mix dei successivi a seconda del
0%
1%
3%
7%
12%
48%
51%
neireps’e dinnA
ince teznetepomC
isseccu siex di mnU
leo norvvora lia dzn
ialonisseofferpo-ci
lea ddonce a siv
ortirrea tzneinevorP
olco slleviL
0%
à tialoniazn/ealior
) o Fo (MsseS
à tE
ealrutluco/citasol
10% 20%
30% 40%
50% 60%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda i principali criteri di selezione del personale (graf. 4.14) le im-prese, oltre il ragionevole e scontato mix fra tutti i possibili elementi, puntano sullecompetenze tecnico-professionali, segnalate dal 48% del campione. Il ‘lavoro com-petente’, prima di tutto, è il fattore di successo per l’impresa e di occupabilità peril lavoratore.
29
l’occupazioneCap.4
Sì 39%
No 61%
Graf. 4.15 - La terziarizzazione dei servizi
A proposito delle competenze di chi lavora nell’impresa in connessione con il pro-cesso produttivo, abbiamo chiesto se queste aziende avessero operato una terziariz-zazione dei servizi (graf. 4.15) con il risultato affermativo indicato dal 39% delcampione.Queste imprese, a dire il vero, hanno segnalato, nel 65% dei casi, che il servizioprincipale affidato all’esterno è quello della lavanderia (un fatto ormai consolidato),ma si nota che la gamma dei servizi che sono affidati ad imprese esterne sta am-pliandosi con conseguente utilizzo di personale non direttamente dipendente dal-l’impresa turistica.E’ l’avvento, anche nel turismo, dell’affermazione dell’impresa multiservizi che,pur portando alcuni vantaggi oggettivi all’impresa committente, deve far rifletteresulla qualificazione del personale nell’ottica di una competizione basata sulla qua-lità.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
le competenzeCap.5
In un settore di servizi alla persona come il turismo, il valore del capitale umano èun fattore strategico per la competitività dell’impresa.Questo fatto è poi accentuato in destinazioni turistiche, quali la provincia della Spe-zia, che hanno come principale fattore competitivo dell’impresa turistica la qualitàdell’offerta.Da questo punto di vista le imprese dimostrano di avere la piena consapevolezza diciò, assegnando al capitale umano che lavora nell’azienda un valore di 4,8 su unascala da 1 a 5 (con 5 valore max).
Graf. 5.1 - La preparazione al primo impiego
Sì 45%
No 55%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Purtroppo, però, le stesse imprese in maggior parte (per il 55%) ritengono che lapreparazione dei lavoratori assunti al primo impiego (in pratica i giovani che esconodalle scuole ed entrano nel mondo del lavoro) non sia adeguata (graf. 5.1).Il rapporto scuola-lavoro deve essere certamente migliorato, anche perché, nellospecifico, le imprese turistiche ritengono che il livello di preparazione professionaleper il settore dato dalle scuole abbia un valore di 2,8 sempre su una scala da 1 a 5(con 5 valore max).
30
le competenze Cap.5
Graf. 5.2 – L’utilità della formazione
Sì 90%
No 10%
La consapevolezza dell’importanza della conoscenza nell’attività lavorativa è mani-festata anche dal fatto che ben il 90% delle imprese ritiene utili i corsi di formazione(graf. 5.2). Solo il 10% ne ha un giudizio negativo, dettato soprattutto dal fatto cheritiene i corsi troppo generici.Questa manifesta consapevolezza nel rafforzare le competenze esistenti e svilupparnedi nuove consentirebbe di:- sviluppare prodotti e servizi innovativi;- migliorare la qualità del servizio;- migliorare i processi aziendali;- rafforzare il grado di occupabilità dell’impresa.In pratica, ciò consentirebbe di accrescere la competitività dell’impresa su un mer-cato dinamico ed in continua evoluzione come quello turistico.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 5.3 – La programmazione della formazione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Mai, non facciamo formazione
Saltuariamente ed in maniera occasionale
Con regolarità a scadenze
periodiche
Non ancora fatte, ma le faremo
47%
27% 18%
8%
30%
40%
50%
0%
10%
20%
30%
on n,aiMmorffor
o amicac f faconeoniazm
amiarutalSan mni
oniascoc
d eetneama reianealon
tiarolge ronCezneadcsehciodirep
à a t
e
etata f fatorc anonNo mear f farea lm
,
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Naturalmente vi è un solo modo per sviluppare le competenze: quello di acquisireconoscenze, sistematicamente e continuamente, attraverso azioni formative che sianodirette, concrete ed efficaci.Oggi, pur se il 90% delle imprese turistiche riconosce l’utilità della formazione,ben il 47% non la realizza (a parte quella obbligatoria di legge), il 27% lo fa in ma-niera saltuaria ed occasionale, l’8% non l’ha ancora fatta (ma si propone di farlo) esolo il 18% la organizza con regolarità e scadenze periodiche (graf. 5.3).Sono davvero troppo poche le imprese che non realizzano attività formative, nono-stante affermino di crederci nella loro quasi totalità. Sono spesso soggetti passividella formazione, non sono attori diretti e vi è la necessità di un loro maggiore coin-volgimento nel processo progettuale.
31
le competenzeCap.5
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
Lo abbiamo fatto Lo faremo Non lo faremo
10% 5%
85%
70% 80% 90%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
amibbo aL
o tato f fatam ao f farL
o mear o f lonN
o mearo f far
Graf. 5.4 – La formazione su norme contrattuali e legislative
Anche per quanto riguarda la formazione sulle norme contrattuali e legislative chedisciplinano l’attività ed il rapporto di lavoro (graf. 5.4), da parte delle imprese tu-ristiche sembra non esservi una grande disponibilità. L’85%, infatti, non realizzeràquesto tipo di formazione.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 5.5 – Il tempo per la formazione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Fino a 10 ore Da 10 a 20 ore Da 20 a 30 ore Oltre 40 ore Da 30 a 40 ore
45%
24%
16%
12%
4%
41%
21%
16% 14%
8%
Per lavoratore Per imprenditore
40%
45%
45%eP
eoratorvvora lr
eortidnerpm ireP
20%
25%
30%
35%
0%
5%
10%
15%
e oro a 10niF a 10D
e or0 a 2a 10 e or0 a 30a 2D
e e or0 4ertlO a 40a 3D
e or0 a 4
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda il tempo da dedicare alla formazione mediamente ogni anno(graf. 5.5), sia per il singolo dipendente sia per l’imprenditore/manager, la maggiorparte delle imprese (45% e 41% nei rispettivi casi) ritiene sufficiente un massimodi 10 ore e un’altra quota (del 24% e del 21%) si spinge ad ipotizzare fino a 20 ore.Sono, invece, davvero pochi (il 4% e l’8%) coloro che ritengono che per acquisirele necessarie conoscenze di aggiornamento si debba dedicare un tempo medio annuoalle attività formative che vada almeno da 30 a 40 ore.Per certi aspetti sembra che dedicare tempo alla formazione sia considerato quasiun impedimento all’attività dell’impresa e, inoltre, il tempo ritenuto sufficiente ap-pare incoerente rispetto all’importanza che le imprese hanno dato alla competenzatecnico-professionale del lavoratore, anche come principale criterio di assunzione. E’ ovvio, comunque, che in qualche modo sia necessario ripensare i tempi della for-mazione, affinché sia sufficiente per acquisire le necessarie ed opportune conoscenzee non gravi troppo sui processi produttivi in corso durante l’attività dell’impresa.
32
le competenze Cap.5
Graf. 5.6 – L’efficacia delle modalità formative
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0
Formazione a distanza (FAD)
Autoformazione con utilizzo di supporti didattici
Formazione in aula
Un mix fra le varie modalità
Formazione individuale in azienda (coaching)
Affiancamento in azienda da lavoratore esperto
1,9
2,2
2,4
2,7
4,5
4,7
ividn ieoniazmorF
azno itneamcaniffifffA
oaca (cdnei azn iealudi
s eeoratorvaa la ddnei az
) gnihoac
o treps
F
on ceoniazmoroffortuA
a (Fzantsi a deoniazmor
di ditorppu sio dzzilit u
n ieoniazmorF
od meiar vea lrx f fri mnU
0,0 1,0
) DA (F FA
icitatd
a l aun
à tialod
2,0 3,0
4,0 5,0
Un’altra forte indicazione che viene da questa ricerca è quella sulla modalità for-mativa (graf. 5.6). Le imprese ritengono che la più alta efficacia sia raggiunta con laformazione sul luogo di lavoro, sia con affiancamento ad un lavoratore esperto (va-lore di 4,7 su una scala da 1 a 5) sia con il coaching individuale (valore di 4,5). L’im-presa, quindi, come luogo della formazione, e questo fornisce un’indicazione utileper la progettualità e la gestione delle regole e dei processi di formazione continua.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 5.7 – Le competenze più importanti
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0
Informatica
Marketing
Contesto lavorativo (norme, contratti, haccp, etc.)
Produzione/erogazione servizi
Lingue straniere
Tutela ambientale e risparmio energetico
Contabilità e finanza
Gestione aziendale
Salute e sicurezza sul luogo di lavoro
7,8
8,2
8,4
8,6
9,0
9,1
9,3
9,5
9,7
altneiba amletuT
ci s eetualS
ereianrt segniL
o citegreno eimarpsi r eeal
a zanni f fià etilibatonC
ealdnei azeonitsGe
o orva lio dgou llua szzeruc
7
oro (nviatorvao ltsetonC
uodrP
a ciatmorfforIn
gnitekarM
) .ct e,pcac h,itatrton c,emor
izivre seoniazgore/eonizu
ereianrt seugniL
0,0 1,0 2,0 3,0
4,0 5,0 6,0 7,0
7,0 8,0 9,0 10,0
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
L’indagine ci dice anche quali sono le competenze più importanti per le imprese(graf. 5.7). Utilizzando una scala da 1 a 10 (come i voti scolastici) si nota che pra-ticamente tutte le competenze ottengono voti alti. Nell’insieme è interessante,però, sottolineare che la gestione aziendale (voto 9,5) e le competenze in qualchemodo connesse ad essa siano ai primi posti.
33
le competenzeCap.5
0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0%
Contesto lavorativo (norme, contratti, haccp, etc.)
Salute e sicurezza sul luogo di lavoro
Informatica
Produzione/erogazione servizi
Gestione aziendale
Contabilità e finanza
Marketing
Tutela ambientale e risparmio energetico
Lingue straniere
0,4%
1,1%
2,0%
2,3%
2,4%
2,5%
5,8%
6,6%
9,7%
a amletuT
à etilibatonC
M
no eimarpsi r eealtneib am b
seugniL
a zanni f fià e
gnitekar
o citegren
ereianrt s
7%
atorvoao ltsetonC
alS
ac h,itatrton c,emoro (nviat
o dgou llua szzeruci s eetual
offorIn
oniazgore/eonizuodrP
azeonitsGe
à etbatonC
0,0% 2,0%
) .ct e,pcac
o orva lio d
a ciatmor
izivre se
ealdnei az
a anà e
4,0% 6,0%
8,0% 10,0%
10,0%
Graf. 5.8 – Il gap formativo
Di una certa importanza è la misurazione del gap formativo (graf. 5.8), come dif-ferenza percentuale fra l’importanza data dall’impresa a quella specifica competenzae la sua presenza nell’impresa stessa.Le lingue straniere, tenuto conto anche dell’alto tasso di internazionalizzazione delmercato turistico spezzino, sono quelle che mostrano il gap più evidente (9,7%) edè la conoscenza sulla quale bisognerebbe intervenire in primo luogo. Seguono anchela tutela ambientale ed il risparmio energetico (6,6%), conoscenze utili ad una mi-gliore gestione dell’impresa ed il marketing (5,8%), conoscenza sempre utile in di-pendenza di continue innovazioni (es. web-marketing) e di una domanda semprepiù segmentata e variabile.Bisogna, però, notare che, secondo quanto affermato dalle imprese, non si riscon-trano gap formativi superiori al 10%, un valore che segna la demarcazione fra op-portunità e necessità. In buona sostanza, sembra che le imprese ritengano i proprioccupati abbastanza competenti.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 5.9 – L’adesione ai fondi interprofessionali di formazione continua
Sì 2%
No 59%
Non So 39%
Sì 2%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Venendo, invece, agli strumenti per agevolare i processi di formazione continua, lapartita dei fondi interprofessionali non è giocata bene dalle imprese turistiche spez-zine (graf. 5.9).Infatti, solo il 2% di esse aderisce ad un fondo, mentre, invece, il 59% non è ade-rente ed il 39% ci dice di non sapere. Il problema dell’informazione si afferma nellasua interezza nel momento in cui l’86% dei non aderenti (59% delle imprese) af-ferma che non conosce e non sa cosa siano questi fondi.
In buona sostanza, la formazione va realizzata in modo continuo, per esserecompetitivi sul mercato, ma il messaggio principale che arriva dalle impreseè quello, cioè, che essa vada fatta in modo diverso.Si dovrebbe, infatti:- utilizzare maggiormente le risorse della formazione continua messe a di-sposizione delle imprese da parte del Fondo FOR.TE. (ancora poco cono-sciuto nella realtà locale);
34
- progettare le azioni formative analizzando con le imprese stesse i reali fab-bisogni (costruire i processi dal basso, in modo condiviso e partecipato);- adottare metodi che prevedano maggiormente la formazione presso le im-prese (l’impresa quale luogo della formazione);- integrare il percorso formativo del personale dipendente con gli indipen-denti, soprattutto in una realtà di piccola impresa dove il rapporto con i su-bordinati è spesso di 1:1;- semplificare le procedure burocratiche di accesso ai contributi per la for-mazione continua (più contenuti e meno forma);- migliorare, per i nuovi ingressi nel mercato del lavoro, i rapporti con ilmondo dell’istruzione per l’accesso dei giovani al mercato del lavoro nel set-tore (rapporto scuola-lavoro).
il mercato e la competitivitàCap.6
Negli ultimi vent’anni il turismo è diventato un settore piuttosto dinamico in terminidi mercato. Si è, infatti, assistito all’evoluzione e all’affermarsi di nuovi modi di farevacanza e di passare il tempo libero come mai avevamo visto nei decenni precedenti.La domanda si è sempre più segmentata e le motivazioni alla base della scelta delcliente si sono sempre più diversificate.Il grado di fidelizzazione è diminuito, si sono affacciate nuove destinazioni e nuovecategorie di turisti, provenienti da nuovi paesi.Certo, il cliente è rimasto ancora il miglior promotore del nostro prodotto, ma èdiventato più maturo, più esigente e particolarmente attento al rapportoqualità/prezzo del servizio offerto.Anche i tempi della vacanza sono cambiati, soprattutto per il turismo domestico edeuropeo: alle vacanze lunghe, concentrate magari in un unico periodo dell’anno, sisono sostituiti i brevi periodi, i cosiddetti short-break, i week-end. La possibilità di percorrere grandi distanze in poco tempo e a basso costo con i voliaerei non ha solo provocato l’avvento di nuovi operatori sulla scena internazionale(le compagnie low-cost), ma ha consentito a masse di consumatori di raggiungere efruire di nuove destinazioni, che oggi sono in concorrenza fra loro nonostante sianoa migliaia di chilometri di distanza l’una dall’altra.
I clienti delle imprese del nostro campione provengono dall’Italia nel 63% dei casie dall’estero nel 37% dei casi. Il 74% dei clienti stranieri proviene da Paesi non ap-partenenti all’Unione Europea e il 26% proviene da Paesi appartenenti all’UnioneEuropea. Più in particolare, i mercati che sono riconosciuti come principali sono,infatti, l’Italia al primo posto, Stati Uniti al secondo, Francia al terzo e Germania alquarto posto.
Anche le nuove tecnologie come internet hanno cambiato nel turismo i rapporti frai soggetti della filiera produttiva e oggi le imprese devono conoscere ed applicare,per esempio, le basi del web-marketing.E per finire, l’influenza delle situazioni internazionali, sia politiche sia economiche,incide fortemente sui ricavi delle imprese locali (la crisi economica del 2008-2009sta ancora facendo sentire i suoi effetti negativi). In questo scenario globale, quindi, si muove l’offerta turistica della provincia dellaSpezia, con luci ed ombre, con eccellenze e situazioni da migliorare, con la sua pic-cola impresa spesso a carattere familiare e con la necessità di fare sistema per com-petere su un mercato in continua evoluzione.
Il mercato e la competitività Cap.6
Graf. 6.1 - Provenienza della clientela
Clientela italiana 63%
Clientela internazionale
37%
di cui UE 26% Extra UE 74%
%6 2E Uiu cid%4 7Ea UrxtE
%%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
35
Il mercato e la competitivitàCap.6
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
2010 2011 2012
20% 15% 16%
49%
80% 81%
31%
5% 3%
aumentata/aumenterà stabile diminuita/diminuirà
50%
60%
70%
80%
90%
à retnemaua/attnemau
e libsta a/tiunimid
à riunimida/
0%
10%
20%
30%
40%
50%
1002
11 02
1202
Graf. 6.2 - Andamento della clientela
La clientela, grafico 6.2, è risultata essere, nel 2010 rispetto al 2009, stabile nel49% dei casi, diminuita nel 31% dei casi, aumentata nel 20% dei casi. Per quantoriguarda il futuro, la percezione circa l’andamento dei clienti, conferma una situa-zione di stabilità per il 2011 (80%) rispetto al 2010 e per il 2012 (81%) rispetto al2011.Solo il 5% delle imprese, nel 2011, prevede una diminuzione dei clienti che si riducedi due punti percentuali (3%) nella previsione nel 2012. La previsione di aumentodella clientela è del 15% nel 2011 e 16% nel 2012.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 6.3 - Andamento del fatturato
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
2010 2011 2012
19% 15% 16%
45%
77% 79%
36%
8% 5%
aumentato/aumenterà stabile diminuito/diminuirà
50%
60%
70%
80%
tnemau
à retnemauo/att
e libsta nimid
79%à riunimido/tiun
0%
10%
20%
30%
40%
1002
10 2
11 02
1202
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Il fatturato, come si può vedere dal grafico 6.3, segue l’andamento della clientelaseppur con qualche punto percentuale in più per quanto riguarda la diminuzione equalche punto percentuale in meno per quanto riguarda la stabilità. Infatti, il fattu-rato nel 2010 rispetto al 2009 è risultato stabile nel 45% dei casi, diminuito nel36% dei casi (il che dimostra gli effetti della crisi finanziaria internazionale del 2008-2009) e aumentato nel 19% dei casi. La percezione per il 2011 rispetto al 2010 con-ferma una situazione di stabilità nel 77% dei casi e nel 79% dei casi nel 2012 rispettoal 2011. Come per la clientela la previsione circa l’aumento del fatturato si attesta sul 15%nel 2011 e 16% nel 2012, mentre la previsione di diminuzione del fatturato caladall’8% nel 2011 al 5% nel 2012.
36
Il mercato e la competitività Cap.6
Graf. 6.4 - Sito aziendale
Sì 83%
No 17%
Le imprese del settore turismo dispongono, (graf. 6.4) nell’83% dei casi di un sitoweb, il 17%, invece, non lo possiede e nell’89% dei casi le imprese utilizzano un in-dirizzo di posta elettronica contro un 11% che non ne fa uso.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 6.5 – Effetto internet sull’impresa
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
Ho perso fatturato
Ho perso clienti
Ho aumentato il fatturato
Nessuno
Ho acquistato clienti
1%
2%
20%
21%
75%
atrutat f fatlo iattnemo auH
usseN
neilo cattsiuqo acH
o at
o n
itn
atrutato f fatsreo pH
neilo csreo pH
atrutat f fatlo iattnemo auH
0% 10% 20%
o at
itn
o at
20% 30% 40%
50% 60%
70% 80%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
L’utilizzo della rete, il sito internet aziendale, la posta elettronica sono consideratidei veri e propri strumenti di lavoro che hanno prodotto, nella maggior parte deicasi, un effetto positivo. Infatti, dal grafico 6.5, risulta che il 75% delle imprese di-chiara di aver acquisito clienti. Il 21% afferma che l’avvento di internet non ha ap-portato effetto alcuno sull’impresa, il 20% asserisce di aver aumentato il fatturato.Solo il 2% attesta di aver perduto clienti e l’1% di aver perduto fatturato.
37
Il mercato e la competitivitàCap.6
Sì 41%
No 59%
Graf. 6.6 - Prenotazioni online
I dati espressi nel grafico 6.6 avvalorano l’ipotesi che si stia facendo sempre piùstrada la consapevolezza circa le potenzialità dello strumento internet in questo spe-cifico settore. Infatti, il 41% delle aziende del campione afferma di utilizzare sistemidi prenotazione online. La quota di clientela intermediata, attraverso tali sistemi,nel 2010 è stata del 44%, la previsione per il 2012 è del 45%.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 6.7 - Principali elementi di competitività
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
Prezzo
Innovazione dei servizi
Servizi aggiuntivi/complementari
Adattabilità richieste cliente
Qualità
Rapporto qualità/prezzo
9%
14%
15%
40%
41%
79%
eihcià rtilibatatdA
ialuo qtorpapR
etneil cetse
à tialuQ
o zzerpà/ti
9%
eoniazvvazonIn
pommpc/ivitnuigg aizivreS
0% 10%
o zzerP
izivre sie d
iartnemelp
20% 30% 40%
40% 50% 60% 70%
70% 80%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Le imprese ritengono che il loro essere competitive sul mercato si basi sul rapportoqualità/prezzo nel 79% dei casi, nel 41% dei casi sulla qualità, nel 40% sulla capacitàdi adattarsi alle esigenze e richieste del cliente, nel 15% sui servizi aggiuntivi/com-plementari, nel 14% sull’innovazione dei servizi, nel 9% sul prezzo.E’, quindi, prevalentemente sulla qualità che gli imprenditori spezzini del turismopensano di competere in modo efficace e di affermare il loro prodotto sul mercato.Il percorso della qualità è comunque una scelta lunga e difficile, che comporta co-noscenza, competenza, investimenti e una cultura d’impresa votata a porre il clienteal centro dell’attenzione del proprio processo produttivo.
38
Il mercato e la competitività Cap.6
Graf. 6.8 - I primi tre canali promozione
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Passaparola clientela/conoscenza Internet (sito e social network) Materiale pubblicitario/Pubblicità
80% 73%
35%
4,6 4,4
3,7
60%
80%
100%
6 4,
4 4,
7 3,
0%
20%
40%
arapsasP
a znecosonca/letneila colar
wte nalioc so eti (stenretIn
) korw iarticilbbu pealireatM
à ticilbbuPo/i
Nel grafico 6.8 possiamo vedere quali sono i primi tre canali di promozione utiliz-zati dalle imprese del campione. L’80% delle imprese utilizza il passaparola deiclienti e la reputazione/conoscenza della propria azienda quale principale mezzodi promozione attribuendo un valore, in una scala da 1 a 5 con 1 valore minimo e5 massimo, di 4,6. A seguire, il secondo canale di promozione utilizzato dal 73%delle aziende è internet, includendo sito web aziendale e social network, a cui èstato attribuito un valore di 4,4. Il terzo canale di promozione è la pubblicità emateriale pubblicitario per il 35% delle imprese a cui è stato dato valore 3,7.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 6.9 - Andamento dell’investimento in promozione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
2010 2011 2012
6% 6% 6%
87% 94% 94%
7% 0% 0%
aumentato/aumenterà stabile diminuita/diminuirà
100%
o/attnemau
à retnemauo/ libsta
e l imida/tiunimid
à riuni
40%
50%
60%
70%
80%
90%
0%
10%
20%
30%
40%
1002
11 02
1202
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda l’investimento in promozione, nel 2010 rispetto al 2009, l’an-damento è risultato essere per l’87% delle imprese stabile, per il 7% è diminuito eper il 6% è aumentato. La previsione circa l’investimento in promozione per il 2011e 2012 conferma ancora la stabilità con una percentuale del 94%. Nessuna impresaconsidera una diminuzione dell’investimento nel 2011 e 2012, mentre il 6% ritieneche esso aumenterà nel 2011 e nel 2012.
39
Il mercato e la competitivitàCap.6
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Personale (retribuzioni) Costi di gestione/Costi aziendali Tasse
84%
40% 39%
60%
80%
100%
0%
20%
40%
60%
sreP
) ionizubirte (realons C
i azitosC/eonitse gi ditosC
ialdne esasTTas
e
Graf. 6.10 - I costi principali dell'impresa
La prima voce di costo individuata dall’84% delle imprese è costituita dal personalee dalle retribuzioni. La seconda voce è rappresentata dai costi di gestione/costiaziendali per il 40% delle imprese. La terza voce di costo più significativa per il 39%delle imprese sono tutte quelle voci che le imprese indicano semplicemente come‘tasse’ (Irap, Tarsu, Ici, etc.).
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
L’InnovazioneCap.7
Innovare per competere, una necessaria strada, in tutti i settori, compreso quellodel turismo. Abbiamo, quindi, chiesto alle imprese turistiche spezzine alcuni ele-menti conoscitivi di questo processo.
Graf. 7.1 - Tipologia di innovazione attuata negli ultimi tre anni
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50%
Nessuna
Management
Strategica
Marketing
Organizzativa
Estetica
Tecnologica
4%
5%
9%
22%
35%
47%
48%
gnitekarM
a viatzziangrO
a citetsE
a cigoolnceTTe
%
0% 5%
a nusseN
tnemegaanM
a cigeatrtS
5% 10% 15% 20%
20% 25% 30% 35%
35% 40% 45% 50%
50%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
La maggioranza delle imprese intervistate ha attuato almeno una tipologia di inno-vazione e solo il 4% ha dichiarato di non averne realizzata alcuna. La tipologia maggiormente effettuata è quella tecnologica per un 48% delle imprese,seguita a breve distanza da quella estetica compiuta da un 47% del campione. Ad unlivello inferiore si situano l’innovazione organizzativa, 35%, e di marketing con un22%. Più lontane, sotto il 10% troviamo l’innovazione di carattere strategico, 9%,e quella nel management, con un 5% del campione.
40
L’innovazione Cap.7
Graf. 7.2 - Contributi per l’innovazione
Sì 21%
No 79%
Più dei tre quarti delle imprese intervistate, per la precisione il 79%, non ha usu-fruito di aiuti/contributi per la realizzazione di innovazioni di qualsiasi genere e,specularmente, il 21% ha, invece, avuto accesso a qualche forma di aiuto. Il datopuò avere una duplice interpretazione perché da un lato le imprese potrebbero nonavere usufruito di aiuti a causa della non conoscenza dell’esistenza di programmi diaiuto all’innovazione o, altrimenti, perché tali programmi potrebbero non essereadatti alle loro esigenze.Il risultato è che la maggioranza delle imprese ha finanziato totalmente con proprierisorse gli interventi di innovazione attuati.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 7.3 - Sistemi di Certificazione della Qualità
Sì 17%
No 74%
No, ma accorgimenti organizzativi per
migliorare la qualità 9%
iN
i
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Anche in questo caso a prevalere nettamente è la risposta negativa poiché ben il 74%delle imprese del campione dichiara di non avere adottato nessun sistema di certi-ficazione della qualità. Solo il 17% ne ha adottato uno ed un 9% del campione si èrisolto ad applicare degli accorgimenti organizzativi per migliorare la qualità delservizio richiesto. Quindi, in totale, solo un 26% delle imprese turistiche della pro-vincia della Spezia risulta essere sensibile alla problematica della certificazione dellaqualità dei servizi erogati. Questo dato è sintomo della difficoltà che hanno le microe piccole aziende ad affrontare tale tematica e si rende necessario capire se tale dif-ficoltà dipenda da una scarsa sensibilità aziendale, dai costi da sostenere o da altrecause, e per questo è d’aiuto la risposta successiva.
41
l’innovazioneCap.7
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
Nessuna
Difficoltà/costi elevati per riconvertire il personale occupato o reperire personale
Difficoltà ad individuare partner con cui cooperare per le attività di innovazione
Difficoltà a trovare idee per prodotti/servizi innovativi
Difficoltà/costi elevati per la riorganizzazione dell’attività
Carenza di strumenti finanziari adeguati
Mancanza di fonti di finanziamento
Carenza di informazioni sulle fonti di finanziamento
1%
4%
4%
4%
20%
42%
47%
54%
ia dzancanM
fn iia dznearCniffi
o tneamizanni f fii diton f fon
i diton f fonellu sioniazmorfforo tneamizann
idn ià adtolciffifffiD
d iearvorà a ttolciffifffiDonni
iatvel eitoscà/tolciffifffiD’atlled
murt sia dznearC
iu con crentar pearudivi
izivres/itotodr pre peediviatvo
eoniazzziangoria r lre pà tivit’at
iatuge adiarizanni f fiitne
eitoscà/tolciffifffiDatpuc ocealonsrep
e lre pearreoopc
0%
a nusseN
l ieritrevonci rre piatvelealonsre perirepeo o rat
peoniazvonn iià dtivit at
0% 10% 20%
30% 40% 50%
50% 60%
Graf. 7.4 - Le maggiori difficoltà di innovazione
Ben il 54% delle imprese turistiche spezzine ha individuato nella carenza di infor-mazioni sulle fonti di finanziamento per l’innovazione la maggiore difficoltà nel rea-lizzarla. Un 47% delle imprese ritiene che sia la mancanza di fonti di finanziamentoil maggiore ostacolo all’innovazione seguiti da un 42% del campione che indica lamaggiore difficoltà nella carenza di strumenti finanziari adeguati. In sintesi le im-prese avvertono o hanno riscontrato come difficoltà/ostacolo alla loro aspirazionedi innovazione la carenza/mancanza di informazioni, finanziamenti o strumenti fi-nanziari dedicati ai processi innovativi. Le imprese, quindi, sarebbero disposte adinnovare se avessero informazioni e finanziamenti e questo è coerente col fatto chesolo il 20% del campione ritiene che il costo o la difficoltà elevata per la riorganiz-zazione dell’attività aziendale rappresenti una difficoltà.Collegandoci, quindi, alla risposta precedente, la causa prevalente dello scarso ri-corso alla certificazione potrebbe essere ricercata più nella carenza di
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Graf. 7.5 – L’innovazione in futuro
Sì 51%
No 49%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Come evidenziato dal grafico 7.5, il processo di innovazione interesserà ancora, neiprossimi tre anni, il 51% delle imprese mentre il 49% del campione non prevedeinnovazioni nei prossimi tre anni. E’ forse il segnale che lo slancio innovativo delsettore si stia esaurendo?
informazioni/finanziamenti che non nei costi da sostenere.Ben distanziati, individuati solo dal 4% del campione, ci sono altri tre motivi di dif-ficoltà che sono: difficoltà a trovare idee per prodotti/servizi innovativi, difficoltàad individuare partner con cui cooperare per le attività di innovazione edifficoltà/costi elevati per riconvertire il personale occupato o per reperire personalecompetente.Solo un 1% del campione non trova o non ha trovato alcuna difficoltà nel realizzareinnovazioni di qualsiasi tipologia.
42
la governance Cap.8
Con il termine governance di un settore economico, di una società, di una qualsi-voglia entità si definisce l'insieme di regole, di ogni livello (leggi, regolamenti, etc.)che disciplinano la gestione dell’entità stessa.Gli attori del sistema, che hanno il potere di definire tali regole, hanno la possibilitàe la responsabilità di influenzare in maniera positiva o negativa l’andamento di unsettore, in questo caso del settore turismo all’interno della provincia.
La governance Cap.8
Graf. 8.1 - Le variabili esterne
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5
Concorrenza fra le imprese
Normative del settore
Ruolo degli Enti Locali
Tutela ambientale
Promozione del territorio (la destinazione turistica)
Pulizia ed arredo urbano
Mobilità (viabilità, parcheggi, collegamenti)
3,4
3,7
3,7
4
4,2
4,5
4,6
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1 1,5 2 2,5
3 3,5 4 4,5
5
Gli operatori turistici della provincia della Spezia, alla richiesta di dare un valoreda 1 a 5 (scala Likert) all’incidenza di alcune variabili esterne sulla gestione e sul-l’andamento della propria impresa, hanno attribuito il valore massimo di 4,6 allavariabile mobilità (viabilità, parcheggi, collegamenti), seguito da un punteggio di4,5 per la pulizia e l’arredo urbano. Questo testimonia l’importanza che le infra-
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
strutture di collegamento rivestono per il turismo, in quanto necessarie alla fasepropedeutica del processo produttivo di erogazione del servizio, cioè, al raggiungi-mento del luogo prescelto da visitare e/o dove soggiornare. Naturalmente anche ildecoro urbano è quasi al livello massimo poiché elemento necessario ad assicurare
Graf. 8.2 - Il credito
Sì 40%
No 60%
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Il sistema delle imprese spezzine risulta essere sufficientemente indipendente dalpunto di vista finanziario, poiché ben il 60% del campione dichiara di non fare ri-corso al credito bancario. Specularmene fa ricorso al credito l’altro 40% e di questeil 39% ha incontrato difficoltà ad accedere alle provvidenze bancarie, in particolareè stato riscontrato un eccesso di burocrazia nelle pratiche per il 40% dei casi e sem-pre un 40% ha subito una richiesta di garanzie personali ritenute eccessiva.
43
la governanceCap.8
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
La burocrazia Incentivi alle imprese
Leva fiscale Fare marketing territoriale
Norme e regolamenti
Altro
88% 79%
71%
52% 47%
3%
4,7 4,7
4,0
4,8
2,3
4,6
50% 60% 70% 80% 90%
7 4,
7 4,
8 4,
0% 10% 20% 30% 40%
azrocrua bL
4,
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7 4,
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0 4,
8 4,
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6 4,
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3 2,
Graf. 8.3 - Gli interventi degli Enti Locali
Gli imprenditori danno anche delle precise indicazioni agli enti locali su quali levedi governance agire.Ben l’88% delle imprese individua come opportuni e necessari interventi a sempli-ficazione della burocrazia e che l’efficacia di tali interventi raggiunge un valore parial 4,7 della scala Likert. Stesso valore è imputato agli incentivi a favore delle im-prese, ma le imprese che li invocano sono il 79% del campione.La leva fiscale ha un’efficacia di 4,0 per il 71% del campione.Le attività di marketing territoriale hanno il massimo valore come efficacia, pari al4,8, ma in questo caso per appena poco più della metà delle imprese intervistate(52%). Solo il 47% del campione ritiene importante un intervento sulle norme edi regolamenti e ascrive loro un’efficacia pari a 4,6.Residuale e di scarsa importanza risulta essere un 3% delle imprese che individuain altri interventi, non poi dettagliati a cui concede un valore di solo 2,3.
Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Vi è, quindi, un sistema impresa i cui processi e le cui dinamiche possono essere go-vernate dall’interno del sistema stesso, ma vi è anche tutta una serie di variabiliesterne che incidono sull’attività e le performance imprenditoriali.
E’ importante, d’altronde, che ogni attore del processo di sviluppo economico localefaccia la propria parte, secondo il proprio ruolo e le proprie competenze specifiche,concentrandosi su quella che è la propria mission.
Il sistema della governance, inoltre, richiederebbe una riflessione circa l’organizza-zione del sistema turistico regionale, o meglio delle competenze dei vari soggettioperanti quali Agenzia Regionale, Province, Camere di Commercio, Parchi, Muni-cipalità e ultimi, ma non meno importanti, i Sistemi Turistici Locali, sui quali è ne-cessario davvero un ripensamento circa il loro funzionamento nello spirito originariodella L. 135/2001.
Infine, le imprese turistiche devono essere parte attiva (nelle fasi di progettazionepartecipata) dei processi di trasformazione urbana, in particolare di quelli che inci-dono sulla realtà paesaggistica e su nuove dislocazioni di servizi.
44
Considerazioni conclusiveCap.9
Ci auguriamo che i dati quantitativi e qualitativi contenuti nella presente ricerca efrutto del lavoro dell’Osservatorio Turismo, istituito dall’Ente Bilaterale del Turismodella provincia della Spezia, siano ampiamente divulgati ed utilizzati per analisi e ri-flessioni sia interne alle componenti della bilateralità stessa sia all’esterno da partedi tutti i soggetti pubblici e privati del processo turistico.
Alla luce dei risultati della ricerca, possiamo svolgere alcune riflessioni e conside-razioni, oltre a quelle già delineate nei capitoli precedenti e, prima di tutto, apparenecessario promuovere l’importanza del turismo per il contesto economico locale,rafforzando ruolo e dignità delle imprese e dei lavoratori.
Abbiamo visto che le imprese turistiche (come definite nel nostro campione e rien-tranti nel CCNL) rappresentano oggi in provincia della Spezia circa il 12% di tuttele imprese e circa il 15% di tutta l’occupazione pubblica e privata esistente.
E’ un sistema di filiera articolato che vede alla base l’impresa ricettiva e, altresì, unaserie d’imprese di servizio quali gli stabilimenti balneari, i pubblici esercizi, le agen-zie di viaggio, le guide e le attività direttamente connesse.
L’alto valore labour intensive del settore, le ampie ricadute sul PIL e sulla fiscalitàlocale devono essere conosciute, monitorate e sempre evidenziate, così come l’in-cidenza socio-economica dovuta anche all’alta componente internazionale del mer-cato della domanda (in particolare per alcune aree del territorio).
L’impresa turistica spezzina, con la sua media di 9 occupati, di cui 6 dipendenti, econ un fatturato inferiore ai 500 mila €, per l’80% delle imprese stesse, è una realtàdi piccola impresa (in pratica una micro-impresa), spesso familiare con continuitàgenerazionale che, in ogni caso, è presente sul mercato e deve affrontarne le dina-miche.
Per fare questo, però, rischia di essere troppo piccola e poco organizzata per affron-tare da sola le strategie di marketing che la vedono competere in un mercato semprepiù globalizzato come quello turistico.
E’ necessario, quindi, fare sistema fra le imprese, trasferendo alla rete imprendito-riale una serie di funzioni e di attività che la singola impresa non è in grado di af-frontare singolarmente.
Nel territorio provinciale vi sono, in tal senso, alcuni casi di buone pratiche (es. ivari consorzi turistici), che rischiano di essere ‘slegati’ fra loro e, pertanto, la strategiava rafforzata anche con il supporto delle categorie produttive, dei sindacati e degliorganismi istituzionali.
Nella risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 su “Europa, primadestinazione turistica mondiale – un nuovo quadro politico per il turismo europeo”si sottolinea che la stagionalità, insita nell'attività turistica, può essere fonte di pre-carietà in termini di occupazione e condizioni di lavoro.
La risoluzione esorta, a tale riguardo, a elaborare una politica specifica a favore deilavoratori stagionali, in particolare attraverso misure per il prolungamento dei pe-riodi stagionali attraverso la diversificazione delle attività turistiche. Inoltre, la stessarisoluzione invita la Commissione a definire un piano per promuovere la progressivariduzione del carattere stagionale del turismo.
E’, dunque, arrivato il momento di affrontare seriamente il tema, spesso citato su-perficialmente e talvolta impropriamente, attraverso un’analisi partecipata costi-be-nefici con le imprese ricettive del settore (in primis) e con gli altri attori del processoturistico (imprese commerciali, lavoratori, istituzioni locali e regionali, agenzia dipromozione, etc.), e ciò può essere realizzato anche partendo da progetti pilota ter-ritoriali.
E’ arrivato anche il momento di pensare ad un prospettico e proficuo “Patto di svi-luppo per il turismo fra imprese e lavoratori” che assumerebbe una certa importanzaanche in relazione alla contrattazione che sarà effettuata a livello territoriale.
Bisogna, però, definire i parametri per l’erogazione salariale di secondo livello (con-tratto integrativo), che non può che essere legata alla produttività ed alla qualità dellavoro.
considerazioni conclusive Cap.945
E’ opportuno, di conseguenza, pur da posizioni, ruoli e funzioni differenti, tenerealto il livello e la qualità delle relazioni sindacali nella consapevolezza che ogni pro-cesso di cambiamento nel settore non può che vedere il coinvolgimento fattivo dientrambe le parti in causa: imprese e lavoratori.
In questo quadro il rafforzamento del ruolo della bilateralità turistica locale puòrappresentare una strada efficace.
E’ necessario, di conseguenza, fare leva sul capitale umano e sulle sue competenze,quale fattore strategico di competitività dell’impresa e di occupabilità dei lavoratori,attraverso l’acquisizione continua e qualificata di conoscenze con lo sviluppo di at-tività di formazione che, come ricordato nel precedente Cap. 5:
- siano più efficaci nei contenuti e nei modi, - scaturiscano dai reali bisogni delle imprese, - siano effettuate prevalentemente sul luogo di lavoro, - coinvolgano anche gli imprenditori, - abbiamo meccanismi di accesso meno burocratici, - utilizzino maggiormente i fondi interprofessionali di settore (come il FondoFOR.TE.).
Anche l’innovazione di prodotto e di processo (il servizio) è un fattore strategicoche deve essere continuamente perseguito soprattutto se s’intende, così come in-tendono le imprese turistiche di questo territorio, il rapporto qualità/prezzo qualeprincipale elemento su cui competere.
A tal riguardo le imprese devono sollecitare uno sblocco ed un veloce utilizzo deifondi europei e nazionali di delega regionale ancora residui.
Il periodo di programmazione comunitaria 2007-2013 sta, infatti, per finire ed unaparte delle risorse deve essere ancora impegnata da parte della Regione Liguria.
Si devono anche modificare e semplificare le procedure di accesso ai contributi pergli investimenti da parte delle imprese.
Sotto il profilo del marketing è necessario porre in atto risorse e strategie innovativee sinergiche.
Per esempio, le imprese turistiche locali, in particolare quelle della ristorazione,possono rappresentare la prima rete distributiva per la commercializzazione dei pro-dotti tipici locali, sia per quantità sia per qualità economica.
E’, infatti, accertato ormai che il vero valore aggiunto del prodotto locale è il suoconsumo sul territorio di produzione.
Di riscontro, l’enogastronomia, in particolare legata alle caratteristiche produzionidel territorio (il terroir francese), è una delle prime motivazioni per fare turismoin Italia.
Si tratta, quindi, di rendere più organico questo rapporto naturale fra produttori edistributori, con progetti specifici e speciali che vedano il concreto coinvolgimentodegli operatori della filiera turistica e di quella agro-alimentare di qualità.
Inoltre, nella consapevolezza che il turismo è un processo di filiera complesso su cuioperano molti soggetti, è necessario pensare ad un altro approccio innovativo delmarketing: il co-marketing, cioè la realizzazione di progetti turistici in partenariatofra i principali fornitori dell’offerta nella sua interezza.
Per fare un esempio, nel campo della grande mobilità è necessario sviluppare piùstretti rapporti di collaborazione con le compagnie aeree che operano sugli aeroportidi Pisa e di Genova, in particolare quelle che collegano i grandi bacini della domandaeuropea ed internazionale.
E, per finire, due parole sullo spauracchio della globalizzazione dei mercati.
Se per molti produttori manifatturieri italiani questo fenomeno ha avuto effetti ne-gativi (es. il caso tessile a Prato), per quanto riguarda i servizi turistici il risultato èdipeso dal livello di qualità della destinazione turistica stessa, le cui risorse paesag-gistiche e culturali non sono riproducibili a livello geografico mondiale.
considerazioni conclusiveCap.9
46
Il prodotto turistico, infatti, è uno dei pochi prodotti (forse l’unico?) che il clientedeve consumare sul luogo di produzione, mettendosi in viaggio per fruirne.
Inoltre, se è vero che le destinazioni turistiche mondiali sono proliferate, così comesono stati maggiormente facilitati gli spostamenti, è anche vero che è aumentata edaumenterà esponenzialmente la massa di turisti nel mondo, reali e potenziali.
Per il successo di destinazioni come la provincia della Spezia nel suo complesso nonbisogna farsi spaventare dalla globalizzazione dei mercati ma è, invece, opportunooperare con il metodo che noi chiamiamo del glocalismo che significa agire con im-pegno e competenza a livello locale sull’originalità/tipicità della destinazione e laqualità dei servizi, pensando però globalmente al mercato mondiale della domanda.
Il tutto attraverso azioni mirate ed efficaci di marketing che pongano la qualità del-l’offerta verso il cliente al centro dell’attenzione.
considerazioni conclusive Cap.947
La presente ricerca è stata realizzatadallo Studio Roberto Vegnuti Consultingwww.rvconsulting.it [email protected] su incarico dell’Ente Bilaterale del Turismo della Spezia Via Fontevivo, 19F – 19125 La SpeziaTel. 0187.021762 Fax [email protected] www.entebilateralelaspezia.it
Gruppo di Lavoro:
Roberto VegnutiEsperto di turismo e marketing territoriale
Studio rvconsulting
Francesca ChincaRicercatrice
Studio rvconsulting
Monica PoggiRicercatrice
Studio rvconsulting
Operatori di ricerca:
Martina BriantiMorena BuselliMonica FerrandoMaria Cesaria Lucarelli
Coordinatore per l’Ente
Roberto CorsiniDirettore EBT La Spezia
Segreteria EBT La Spezia
Iriana Mannozzi
Stampa
Tipografia Legatoria Sant’Anna
Si ringraziano per la collaborazione: Servizio Turismo della Provincia della Spezia,
Ufficio Statistica della CCIAA La Spezia, Direzione Regionale INPS Liguria,
Regione Liguria, ISTAT Liguria, le categorie economiche, le parti sociali
e le imprese del campione di ricerca