Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

13
CI Geografia economica e spazio urbano A.A. 201372014 Docenti: Prof. Matteo Goldstein Bolocan Prof. Ilaria Mariotti Gli anfratti dell’effervescenza in luoghi in cerca di definizione Come i nuovi spazi di coworking si rapportano (o influenzano?) con il quartiere Gruppo di lavoro: Michele Belloli 779263 Tsuguyasu Fushimi 762122 Marco Leoni 779365 Davide Mastrovito 777195 Melania Troletti 778337

description

Politecnico di Milano CI Geografia economica e spazio urbano A.A. 2013/2014 Docenti: Prof. Matteo Goldstein Bolocan Prof. Ilaria Mariotti Gli anfratti dell’effervescenza in luoghi in cerca di definizione Come i nuovi spazi di coworking si rapportano (o influenzano?) con il quartiere Gruppo di lavoro: Michele Belloli Tsuguyasu Fushimi Marco Leoni Davide Mastrovito Melania Troletti

Transcript of Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

Page 1: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

CI Geogra�a economica e spazio urbanoA.A. 201372014

Docenti:Prof. Matteo Goldstein BolocanProf. Ilaria Mariotti

Gli anfratti dell’e�ervescenzain luoghi in cerca di de�nizioneCome i nuovi spazi di coworking si rapportano (o in�uenzano?) con il quartiere

Gruppo di lavoro:Michele Belloli 779263Tsuguyasu Fushimi 762122Marco Leoni 779365Davide Mastrovito 777195Melania Troletti 778337

Page 2: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

PREM

ESSA

E IN

DIC

E

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

Chi è coworking? Una pluralità di persone, che danno senso ad un determinato luogo. Noi abbiamo provato ad indagare quale fosse il senso che i cowor-king, questi strani anfratti di innovazione, stanno imprimendo all’area di viale Monza e come tale contesto geogra�co stesse e�ettivamente recependo questo mutamento. Un mutamento ancora agli albori, di cui è tuttavia possibile cominciare a tracciarne i tratti salienti, sapendo che si insinueranno tra le pieghe dei luoghi studiati piuttosto che manifestarsi in maniera immediata e prorompente (anfratti per l’appunto), evidenziando il fatto che la oramai sopraggiun-ta “terza rivoluzione industriale”, quella della cosiddetta “manifattura digitale”, comporti un processo del tutto nuovo nella de�nizione del rapporto tra i luoghi della produzione e le città nelle quali sono inseriti. La stessa città di Milano, come si inserisce e come si rapporta con le trasformazioni in essere? Sono poi tali trasformazioni in grado di produrre e�etti tangibili e positivi per la città meneghina ed i suoi quartieri? A questi e ad altri interrogativi cercheremo di dare una seppur limitata e provvisoria risposta.

TAVOLA 1I coworking di viale Monza

TAVOLA 2Il contesto storico

TVOLA 3I fattori localizzativi

TAVOLA 4Le politiche pubbliche per l’innovazione sociale: lavori, imprese, città

TAVOLA 5I 5 coworking di viale Monza a confronto: sono tutti uguali?

TAVOLA 6Il rapporto tra città e impresa e coworking e città

TAVOLA 7Il rapporto con il quartiere: i luoghi della ristorazione limitro�

TAVOLA 8Il rapporto con la città: gli eventi organizzati

TAVOLA 9Il rapporto con il contesto locale al globale: le reti di collaborazione

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA, SITOGRAFIA E COLOPHON CREDITS

Page 3: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

TAVO

LA 1

I cow

orki

ng d

i via

le M

onza

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

Nome:Login

Indirizzo:via Stefanardo di Vimercate, 28

Settore:Digitale

Anno di nascita:2013

Nome:BE Ma editrice coworking

Indirizzo:via Teocrito, 47

Settore:Libero

Anno di nascita:2013

Nome:Unità di produzione

Indirizzo:via Cesalpino, 7

Settore:Libero

Anno di nascita:2014

Nome:Boston group

Indirizzo:via Bono Cairoli, 28a

Settore:Libero

Anno di nascita:2010

Nome:Talent garden

Indirizzo:via Merano, 16

Settore:Digitale

Anno di nascita:2013

Mappa dei coworking milanesi. In evidenza gli spazi nella zona di viale Monza.

Il fenomeno dei coworking a Milano

Se osserviamo invece la dimensione territoriale che va assumendo il fenome-no dei coworking con riferimento al conteso milanese, possiamo individuare degli ambiti che risultano maggiormente interessati dall’addensarsi di questi spazi di innovazione. Risaltano in particolare taluni addensamenti che paiono discostarsi dal cosiddetto “centro” cittadino, localizzandosi piuttosto in deter-minate aree “periferiche”, o comunque poste al di fuori della cerchia dei bastio-ni. Gli ambiti maggiormente interessati sembrano infatti essere quelli sintetiz-zabili nelle direttrici sud/sud-ovest, ed in quella est/nord-est, oltre che nella zona Polo Sarpi. L’ambito territoriale di viale Monza costituisce dunque una direttrice privilegiata di questo fenomeno. Cercheremo poi di scoprire ed analizzare i motivi di un tale addensamento, so�ermandoci ora invece sul ruolo più generale delle periferie, intese sia in senso �sico, sia in quello �gura-to, quali generatrici di innovazione. Ivana Pais, docente di sociologia economi-ca all’Università Cattolica, individua le ragioni di questa rinnovata funzione

delle periferie quale polo dell’innovazione nel fatto che, in questi contesti, la predisposizione al rischio è nettamente maggiore rispetto alle aree centrali maggiormente stabilizzate, e laddove tale azzardo ripaghi, si veri�cano situazio-ni di rottura che consentono alle scintille (come le chiama Renzo Piano) di inno-vazione di fuoriuscire. In questo senso Milano sembra testimoniare che nelle proprie aree periferiche stia avvenendo qualcosa, forse più per motivi occa-sionali, che tuttavia aprono a scenari di sviluppo inaspettati le cui traiettorie sono all’oggi ancora poco decifrabili. Se anche frutto del caso, la simbiosi cowor-king-periferie appare carica di signi�cato anche in termini di equità e giustizia sociale, essendoci la possibilità concreta che l’innovazione insita negli spazi di lavoro condiviso possa investire, mutandone la percezione, ambiti storicamente identi�cati depressi e poco attrattivi, che tuttavia possiedono delle risorse, anche latenti, che aspettano di essere liberate.

Page 4: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

TAVO

LA 5

I 5 c

owor

king

di v

iale

Mon

za a

con

fron

to: s

ono

tutt

i ugu

ali?

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

TAVO

LA 2

Il co

ntes

to s

toric

o

Dall’alto: il borgo storico di Grola fra la �ne dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, il viale Monza col tram e i nuovi quartieri fra gli anni Dieci e gli anni Venti.

In alto: viale Monza all’altezza di Gorla, in direzione Sesto San Giovanni, alla �ne degli anni CinquantaA sinistra: viale Monza all’altezza di Turro, in direzione Sesto San Giovanni, alla �ne degli anni Quaranta.

Da sinistra: Carta manovra dei dintorni di Milnao dall ‘IGM 1878, Pianta di Milano dall’IGM del 1937, Ctr del comune di Milano al 1965, ortofoto di Milnao al 1965.Il contesto storico

La direttrice nord-est verso Monza è stata da sempre per Milano uno degli assi privilegiati dell’espansione urbana. A partire poi dalla �ne dell’Otto-cento, con l’inizio del Novecento, si è assistita ad una vera e propria esplo-sione della città, che si è estesa lungo l’asse di viale Monza inglobando di fatto alcuni ex Comuni agricoli come Turro, Greco, Gorla e Precotto, prima ancora che questi risultassero amministrativamente annessi alla città (nel 1918 Turro, nel 1923 gli altri). Si è assistito parallelamente ad uno sviluppo tanto residenziale quanto mani-fatturiero: cooperative operaie e imprese costruttrici realizzarono in quegli anni un’abbondante dotazione di alloggi, estremamente appetibili sia per la convenienza economica, trovandosi in aree addirittura esterne al Comune di Milano, sia per una convenienza geogra�ca, trovandosi sull’asse privilegiato che da Milano portava a Monza, già al tempo egregiamente servito dal trasporto pubblico come dalla tramvia Milano-Monza e lungo il quale si stava velocemente assestando gran parte della produzione industriale e manifattu-riera cittadina. Ai grandi comparti industriali sorti in aree limitrofe, tanto a Milano (con la Pirelli e la Breda sul viale Sarca, a circa un chilometro in linea d’area dal viale Monza), tanto a Sesto San Giovanni (con la Ercole Marelli, ancora la Breda ed in�ne la Falck, per citare le tre più importanti), sull’area di viale Monza si attestano a più riprese comparti produttivi di dimensioni più ridotte, in parte anche di sostegno alla grande manifattura sopra elencata. La distribuzione di questi spazi risulta estremamente casuale e del tutto comple-mentare alla trama dell’edi�cato residenziale: una caratteristica tipica di Milano, ma ancor di più di questa parte della città è l’assoluta prossimità e commistione fra i luoghi della residenza e i luoghi del lavoro, che si alternano vicendevolmente tanto nella trama viaria secondaria del viale Monza, tanto in quella storica dei vecchi borghi agricoli inglobati nella città.

Col sempre maggiore sviluppo edilizio che interessò la città di Milano, a partire dagli anni Cinquanta si assistette ad una progressiva sostituzione di alcuni dei comparti produttivi attestati sull’asse di viale Monza, sostituiti da grossi edi�ci residenziali. Il processo di sostituzione proseguì in maniera spontanea per tutti i decenni successivi, subendo una particolare accelerata in seguito alla crisi del manifatturiero e alla chiusura dei grandi comparti produttivi cittadini. Ampie aree in precedenza occupate da stabilimenti o piccole fabbriche risultano oggi edi�cate da residenziale e terziario; tuttavia nell’ultimo periodo s’è assistito ad un mantenimento delle strutture originariamente destinate al produttivo, convertite in loft e terziario. All’interno di questo fenomeno di riconversione della città si colloca anche l’esperienza dei coworking, che si inseriscono all’interno del quartiere riadattando alcune strutture dismesse che o�rono altissime possibilità per le dimensioni e l’assenza di una suddi-visione degli spazi interni.

Page 5: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

TAVO

LA 3

I fat

tori

loca

lizza

tivi

-

-

-

-

Un ruolo importante è svolto anche dai fattori personali. In particolar modo prevalgono le esigenze di lavorare in uno spazio prossimo al luogo di residenza e Login ne è un esempio, con i suoi coworkers provenienti in prevalenza da località raggruppabili nella direttrice Milano-Monza, ed in uno spazio attrattivo poiché caratterizzato da una qualità del lavoro altrove non garantita. In questo senso si situa il riferimento all’importanza della qualità della sede e dello spazio interno, che spesso risulta essere allestito con scenogra�e iconiche, che voglio-no portare ad una immediata identi�cazione tra i residenti ed il coworking stesso, oltre che trasmettere iconicamente quelli che sono i valori propri della �loso�a “aziendale”. Esempi del genere sono riscontrati sia in Talent Garden che in Login, dove le pareti si fanno parlanti con citazioni e slogan.

Turro

Gorla

Rovereto

Precotto

Be.Ma

Login

Talent Garden

Unità di Produzione

Udine

Crescenzago

Cimiano

Boston Group

C.na Gobba

Dall’alto: un capannone industriale vuoto della zona di viale Monza, l’interno di Login con

In generale riguardo la localizzazione dei coworking della direttrice nord-est di viale Monza potremmo parlare non di agglomerazione scaturi-ta da economie di localizzazione, quanto piuttosto dal veri�carsi , e dal convogliarsi, di opportunità distinte che si sono presentate ai diversi fondatori degli spazi, e che hanno favorito la realizzazione di quattro spazi di lavoro innovativo nell’ambiente in esame. Si spiega così anche l’importa-nza relativa che assume la collaborazione tra i diversi spazi di coworking, anche tra quelli di maggiore dimensione come Talent Garden e Login, proprio perché quella della prossimità reciproca non è una condizione essenziale che tali spazi richiedono.

I fattori localizzativi

L’identi�cazione dei fattori localizzativi appare fondamentali allorquando ci si appresti a studiare il rapporto che si viene a instaurare tra le imprese e la città. Si possono innanzitutto individuare diverse tipologie di fattori localizzativi. Laddove poi l’impresa che ci si appresta a studiare assume la forma innovativa del coworking, i fattori localizzativi determinanti mutano la loro gerarchia. Nei casi esaminati appaiono rilevanti in primo luogo la disponibilità di uno spazio ampio a buon mercato, condizione essenziale perché un coworking discretamente strutturato possa o�rire ai residenti i servizi richiesti. Inoltre è forte il signi�cato assunto dal concetto di open space, vale a dire la possibilità di lavorare in luoghi aperti, di ampio respiro nel senso letterale e �gurato del termine. Infatti le scrivanie sono posizionate, per la maggior parte, in spazi che potemmo de�nire ibridi, u�ci senza tuttavia una perimetrazione dello spazio troppo rigida; talvolta addirittura tale perimetrazione risulta assente e le posta-zioni si susseguono senza soluzione di discontinuità. Assimilabile all’open space è dunque il concetto della trasparenza, del lavorare non al riparo del proprio u�cio, o addirittura dalla propria casa, ma a�anco agli altri membri in uno spazio condiviso, nell’idea che si innalzi in questo modo il valore delle possibilità di scambi e contaminazioni reciproche. Non è un caso dunque che buona parte dei coworking dell’ambito territoriale di viale Monza si loca-lizzino in aree ex-industriali, dove lo spazio all’interno soddisfa largamen-te i requisiti dell’abbondanza e dell’apertura. Gli stessi costi appaiono di molto inferiori rispetto a localizzazioni centrali, rendendo tra l’altro possibile l’applicazione di tari�e di a�tto delle postazioni molto convenienti. Analoga-mente, sono perseguite quelle opportunità che consentono una riduzione dei costi di gestione degli spazi e dei servizi o�erti. In questo caso risulta lampante l’esempio di Login, che utilizza lo spazio ed i servizi tecnologici messi a disposi-zione da Enter, azienda di cloud computing dalla quale poi è scaturita l’esperi-enza del coworking stesso. L’abbattimento di costi assume per i gestori dello spazio una condizione determinate per l’ottenimento di una certa competitivi-tà, in rapporto alle esigenze espresse dalla potenziale domanda di fruizione dello spazio. Costi inferiori determinati anche da una localizzazione che potremmo de�nire periferica in senso propriamente geogra�co e topo-gra�co, anche se l’ottima accessibilità garantita dalla presenza dello metropolitana, che corre sotto viale Monza, e di diverse linee degli auto-bus, permette che i coworking della zona siano, anche �sicamente, connessi in tempi rapidi con il resto della città.

LEGENDA

Linee metropolitane

Linee bus

Linee ferroviarie

MM1MM2Fermate

44

5653

Suburbano S9

Prossimità ad un infrastruttura del TPL

Page 6: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

TAVO

LA 4

Le p

oliti

che

pubb

liche

per

l’in

nova

zion

e so

cial

e: la

vori,

impr

ese,

citt

à

-

Be.Ma

Login

Talent Garden

Unità di Produzione

Boston Group

LEGENDA

2010

2011

2012

2013

2014

Natalità Mortalità

I primi 20 coworking iscritti al registro degli spazi accreditati del Comune di Milano e della Camera di Commercio.

Nel primo censimento del Comune vengono riconosciuti ben 20 spazi di coworking, ma dopo alcuni mesi aumentano già a 24 quelli isciritti al “registro degli spazi accreditati”. Nella nostra indagine ne sono emersi di nuovi: in viale Monza per esempio è stato inaugurato Unità di produzione il 12 aprile 2014.

Le politiche pubbliche per l’innovazione sociale: lavori, imrese e città

Milano, 18 agosto 2013. Il Comune di Milano nell’ambito di una più gene-rale politica di sostegno alle realtà innovative del territorio, approva lo stanziamento di un fondo di 298.240 € – di cui due terzi a carico del Comune stesso e un terzo a carico della Camera di Commercio - al �ne di compartecipare ai costi �ssi sostenuti da quanti hanno scelto di lavorare in uno dei 20 spazi di coworking accreditati. Viene deciso pertanto lo stanziamento di vaucher �no ad un massimo di 1.500€ annui per ogni singolo coworker, che consista nel rimborso �no al 50% delle spese sostenute durante un anno.

«Incentiviam una modalità di lavoro ch si è già a�ermata in altre metropoli europee, particolarmente apprezzata da giovani e professionisti»(Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del Lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano)

L’idea iniziale del Comune, che aveva aperto un osservatorio sul fenomeno e sull’evoluzione dei coworking, era quella di aprire uno spazio di propria gestio-ne, dedicato al lavoro condiviso. Tuttavia dopo una più attenta analisi della non costituire un ulteriore spazio ex novo, ma di sostenere quelli già esistenti, attraverso l’individuazione di una serie di spazi ritenuti aderenti ad alcuni para-metri generali e l’erogazione mirata di voucher di sostegno ai coworker che ne usufruissero.

Gli spazi di coworking accreditati da Comune di Milano e Camera di Commercio rispondono a determinati parametri che ne dimostrano la quali�ca e l’aderenza al progetto sostenutodal Comune. Elemento determinante per la de�nizione di uno spazio di coworking, rispetto ad un semplice a�tto di scrivanie, è lo spirito di condivisione delle esperienze e dei pro�li professionali, agevolato da una progettazione ragionata degli spazi che presenti zone di socializzazione fra i coworker, deputate al ristoro o più in generale allo scambio di tempo e idee. Più nel dettaglio poi, fra i requisiti necessari per poter ottenere il riconoscimento risulta necessaria:- l’iscrizione al Registro delle Imprese di Milano; - la piena accessibilità degli spazi, anche a persone che presentino disabilità - la disponibilità di almeno 10 postazioni di coworking e di spazi comuni come la sala riunioni;- la presenza di un sistema informativo comune con connettività a banda larga e/o wi-�;- la possibilità di utilizzo di servizi di supporto comuni, quali stampanti e altre attrezzature speci�che;- la capacità di promozione di incontri, conferenze, approfondimenti tematici e workshop.

Page 7: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

TAVO

LA 5

I 5 c

owor

king

di v

iale

Mon

za a

con

fron

to: s

ono

tutt

i ugu

ali?

Numero piani occupati

Page 8: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

TAVO

LA 5

I 5 c

owor

king

di v

iale

Mon

za a

con

fron

to: s

ono

tutt

i ugu

ali?

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

TAVO

LA 6

Il ra

ppor

to tr

a ci

ttà

e im

pres

a e

cow

orki

ng e

citt

à

Una nuova funzione urbana in una vecchia area industriale: l’esempio dei Frigoriferi milanesi.

Immagini dell’inaugurazione del fab-lab We Make, anch’esso nella zona a Monza, che ha appena de�nito una collaborazione con il coworking Login.

Se ci sono degli e�etti da ricercare dovuti alla presenza dei coworking, questi non vanno ricercati in questa fase alla stregua dei grandi segni lasciati dalla manifattura storica, bensì attraverso dati e ricadute più empiriche e meno evidenti. Innanzitutto vi è comunque in qualche modo una ricaduta occupazio-nale: l’ampia disponibilità di postazioni sia in Login che in Talent Garden costitu-isce un elemento non irrilevante per le dinamiche del quartiere, con un bacino d’utenza approssimativamente esteso per tutto l’asse che da Milano conduce a Monza. Talent Garden inoltre, grazie al suo taglio più internazionale, presenta ricadute positive ulteriori, dovute ai molti eventi di cui è promotore che attrag-gono un pubblico ampio anche oltre la sola città di Milano. Forse è ancora presto per parlare dell’esistenza di un particolare ecosistema, composto da questi spazi dell’innovazione nella zona di viale Monza, in quanto permane, come vedremo in seguito in un apposito approfondimento, una certa mancan-za di conoscenza del fenomeno da parte della popolazione locale. Tuttavia la presenza stessa di spazi di produzione digitale, quale il Fab-Lab WeMake, che ha appena instaurato una piena collaborazione con il coworking Login, appare abbastanza signi�cativa se vista come un’opportunità, ed una s�da al tempo stesso, per l’area di esercitare un forte richiamo su quelle attività e quelle azien-de che utilizzano e richiedono tale tipo di tecnologie, come le macchine di taglio al laser e le stampanti 3D, assurte a simbolo della cosiddetta Terza Rivolu-zione Industriale. Quest’esperienza risulta inoltre esemplare nell’ottica di un ritorno della produzione in città, un fenomeno da considerarsi diverso da un improbabile ritorno della grande manifattura di stampo fordista, ma che va ricercato in una produzione ad elevato valore aggiunto, personalizzata e �essi-bile, che si adatta facilmente alla domanda. La stessa dimensione �sica degli spazi della produzione digitale risulta essere agli antipodi rispetto al modello produttivo fordista, una dimensione maggiormente ridotta, che permette di insinuarsi negli intramezzi e nelle aree abbandonate, molte delle quali per l’appunto ex-industriali, situate nella città compatta. In questo senso dunque le prospettive anche per “l’addensamento viale Monza” appaiono notevoli, perché pare una zona nella quale il rinnovato legame tra la città e i nuovi spazi del lavoro e della produzione innovativa mostra segnali ed esperien-ze a�atto interessanti.

Il rapporto tra città e impresa e coworking e città

Da sempre imprese e città si contagiano reciprocamente. Nel corso di questo rapporto si sono susseguite fasi alterne, delle quali l’ultima che stiamo vivendo è quella che vede sostanzialmente entrambe strette nella morsa di una crisi strutturale. Le possibilità di uscita da questa situazione di crisi sono legate al rinnovamento di quel contratto che la città stessa aveva mutuato e appreso dall’impresa, e che costituisce nell’importanza assegnata alle modalità di assu-mere decisioni tra diversi attori sulla base di un rapporto fondato sul concetto della �ducia, in contrapposizione all’intervento normativo rigido. Come si inserisce e che ruolo gioca il coworking in questa relazione?

Il caso di viale Monza – un’area che risulta periferica se considerata in relazione al centro �sico della città di Milano – o�re l’opportunità di iniziare a pensare come i nuovi spazi de lavoro e della manifattura digitale intervengano nei processi di cambiamento che stanno investendo la città contemporanea, con particolare riferimento al mutare delle geogra�e legate alla ricon�gurazione degli spazi �sici ed ai mutamenti dei contesti sociali. La s�da è dunque quella di interpretare il ruolo che alcune periferie possono giocare nell’ambito di un ipotetico ritorno della produzione all’interno della città, legata a doppio �lo ad attività del campo digitale. L’area gravitante intorno all’asse di viale Monza o�re in questo senso alcune questioni interpretative. Traspare infatti – tanto dalle analisi quanto dalle testimonianze reperite – un certo fermento, concre-tizzato dalla presenza di nuovi soggetti e nuove aziende che qui scelgono di collocare la propria sede, attratte in particolar modo dalla competitività dei prezzi e dall’abbondanza degli spazi. I coworking stessi si sono insediati in quest’area senza una ben precisa strategia localizzativa, ma attratti da questi fattori. Quali e�etti tuttavia sulla città a partire dalla presenza dei cowor-king?

Page 9: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

TAVO

LA 7

Il ra

ppor

to c

on il

qua

rtie

re: i

luog

hi d

ella

rist

oraz

ione

lim

itro�

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

Alcune fotogra�e dei luoghi della ristorazione interpellati per la nostra indagine.

0 0 0 11 0 0 0

Risultati dell’indagine sul campo: con quali luoghi abbiamo interagito e quanto conoscono i coworking attorno a loro.

4 0 1 13 1 0 0

Rappresentazione dei luoghi della ristorazione raggiungibili in 5 minuti di cammino da Login e Talent Garden.Il rapporto con il quartiere: i luoghi della ristorazione limitro�

Proviamo ad indagare ora l’impatto che gli spazi di coworking esercitano sul quartiere. Un aspetto con il quale si può tentare di restituire tale impatto riguarda la conoscenza e la consapevolezza, che gli abitanti e, in particolare, i gestori degli spazi commerciali del quartiere hanno del “fenomeno coworking” in viale Monza. Il coworking Talent Garden, quello di maggiore permanenza nell’ambito di viale Monza, ha mostrato particolare interesse al fatto di contribuire, con la loro presenza innovativa, al cambiamento del quartiere con riferimento alla loro in�uenza su bar e ristoranti dei quali hanno contribuito a cambiare prassi tradi-zionali e consolidate. Ebbene i risultati delle nostre interviste ci conducono piuttosto a considerazioni che richiamano la novità e la continua evolu-zione del fenomeno, tale per cui una piena conoscenza della popolazione a riguardo risulta ancora limitata. Gli stessi gestori degli spazi di ristorazione, chiamati precedentemente in causa, confermano e ra�orzano questa impres-sione, in quanto la maggior parte delle interviste denotano una sostanziale indi�erenza percepita riguardo al rapporto tra questi spazi dell’innovazione ed il quartiere. Ora, essendo indubbio il fatto che alcuni coworking, Login e Talent Garden, hanno instaurato collaborazioni con bar e ristoranti del quartiere, la di�erenza rilevante è semmai costituita dal fatto che questi ultimi riconoscono il ruolo determinante esercitato dagli u�ci nell’economia locale, “lavoriamo con gli u�ci” hanno detto, e ciò può assurgere a testimonianza della vocazione preva-lente nella zona, che appare chiaramente mutata rispetto a quella industriale che storicamente la connotava. Ma i coworking possono essere assimilati ad u�ci? Nella percezione degli intervistati, la risposta sembra essere a�er-mativa. Non essendoci ancora una chiara conoscenza del fenomeno, risul-ta di�cile incasellare i coworker stessi in una de�nita categoria, quale può essere quella dei lavoratori creativi del mondo digitale, nel caso di Talent Garden e Login che sono i coworking che più abbiamo analizzato. In questo senso la percezione del quartiere si pone in continuità con quella di chi studia il fenomeno coworking, caratterizzata anch’essa dall’assenza di una de�nizione univoca e dall’impossibilità di tracciare mappe dai con�ni de�niti e stabili a causa della continua �uidità che permea l’universo coworking.

Ci sembra di poter a�ermare, dunque, che l’impatto di questi spazi dell’innovazione sulle attività commerciali di ristorazioni limitrofe non appare ancora pienamente strutturato e avvertito, rimarcando il fatto della novità e del dinamismo del fenomeno, tali da non sorreggere qualsi-voglia velleità di giungere a considerazioni de�nitive e stabili. Sarà semmai curioso indagare quel processo di formazione e crescita della conoscenza e della consapevolezza dell’esistenza del fenomeno da parte di coloro i quali vivono il quartiere, per arrivare poi a considerazioni più mature riguardo alla reciproca in�uenza tra coworking e quartiere.

Page 10: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

TAVO

LA 8

Il ra

ppor

to c

on la

citt

à: g

li ev

enti

orga

nizz

ati

LEGENDA Se�ore In-formatico

Close2

Digital

TalentDonna Cordedojo

A�ività aperte

Expo

FuoriSalone

SmartCity

Durata eventi

1 giorno

2 giorni

3 giorni

Page 11: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

TAVO

LA 9

NEW YORKBOSTON Europa dell’Est

Cina

Africa

Lussemburgo

Scala globale

Scala nazionale

TORINO

BERGAMO

PADOVA

PISA

ROMA

COSENZA

GENOVA

BRESCIAMILANO

Scala localeBe.Ma

Login

Talent Garden

Unità di Produzione

Boston Group

Fondazione G. Bertini

LEGENDA

Talent Garden

Boston Group

Talent Garden (in progetto)

Be.Ma

Collaborazione tra Coworking

Il ra

ppor

to c

on li

l con

test

o lo

cale

al g

loba

le: l

e re

ti di

col

labo

razi

one

Le reti di collaborazione

Da sempre Milano è proiettata in una dimensione internazionale, che la vede dialogare direttamente con altre realtà, tanto nazionali quanto metropolitane. Ciò è vero per i diversi settori che hanno fatto la forza dell’immagine della città, fra gli ultimi la moda e il design, che svolgono tutt’ora un fondamentale elemento attrattore alla scala globale. Al tempo stesso il capoluogo lombardo si presenta come un nodo fondamentale su cui convergono le reti dei distretti regionali e nazionali. Milano sembra essere riuscita non soltanto a mantenere un ruolo ed un’immagine di grande rilievo in seguito al processo che ha portato ad un mutamento dei paradigmi produttivi, ma anzi, a rilanciarsi nello scenario internazionale costruendo una sempre mutevole e dinamica immagine di sé, anche per merito di settori strategici – come quelli già sopra citati – che presuppon-gono una forte componente di artigianalità, del saper produrre un qualco-sa di qualità. I coworking appaiono sulla scena in un nuovamente mutato contesto storico di riferimento, quello della “rivoluzione digitale”. Come si rapportano questi spazi con la dimensione internazionale che la città o�re, e con la sua funzione di polo attrattore per tutto il sistema regio-nale e nazionale delle piccole e medie imprese?

A questa domanda non si riesce a rispondere in maniera univoca. Si riconoscono infatti due di�erenti interpretazioni, avendo come riferimen-to il caso speci�co di viale Monza. Innanzitutto è il coworking Talent Garden a mostrare una spiccata vocazione internazionale, avendo (o avendo in progetto) sedi in ben quattro continenti. Questo fatto presup-pone già la possibilità di instaurare collaborazioni con i coworker su scala globale, cosa che ra�orza enormemente l’attrattività e l’appeal del coworking stesso. Tuttavia il modello espresso da Talent Garden rimane un unicum nell’ambito di viale Monza. Gli altri spazi, a cominciare da Login, intrattengono infatti relazioni ad una scala più prettamente locale. In particolare, la rete di relazioni di Login concerne la scala cittadina (mostrando molto interesse per l’opportunità EXPO), mentre quelle di Be.Ma e di Unità di Produzione si fermano ad una scala che potemmo de�nire di quartiere. Si possono individuare dunque due di�erenti inter-pretazioni della maniera di «stare in Milano» e di relazionarsi coerente-mente con le sue vocazioni: una che la pone in stretta connessioni con altre città ed i relativi “talenti” ad una scala �uida che va dalla regione al mondo, l’altra più interessata al momento a sfruttare le opportunità insite nella città stessa, o all’interno del quartiere, rivolgendosi a un possibile ambito distrettuale, o a quella dimensione di welfare locale che si radica in un ambito territoriale di prossimità.

Le mappe mostrano la struttura delle reti alle scale globale, nazionale e locale. Si evince chiaramente il carattere intercontinentale di Talent Garden (con sedi in Nord-America ed in procinto di aprirne altre in Africa ed in Asia), dislocato anche in diverse sedi nazionali, e quello più prettamente locale di Login, Be.Ma, e Unità di Produzione, le cui reti sono limitate alla città di Milano. Le collaborazioni tra i coworking assumono invece una qualche rilevanza solamente allorquando si tratti di realizzare determinati eventi, nello speci�co tra Login e Talent Garden; si registra inoltre una collaborazione tra Unità di Produzione ed Enter, azienda “madre” di Login.

Boston Group presenta anch’esso legami internazionali, ma la valenza di questa informazione è puramente informativa, ,non facendo più parte della rete dei coworking.

Page 12: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

CON

CLU

SIO

NI

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

Pertanto il cambiamento in ogni caso non è che non esiste: c’è. Vedere questi giovani, ma non solo, al lavoro in questi spazi dal design accattivante suscita sensazioni indubbiamente positive, tanto da poter far dire che sta accadendo qualcosa che non sia destinato ad essere un altro fuoco di paglia, bensì un piccolo tassello di un ecosistema creativo, e produttivo, che aspetto solo di potersi liberare. Dunque il mutamento enunciato appare forse come un qualcosa d’altro, di non facile identi�cazione e determinazione, che si discosta pesantemente tuttavia dalla retorica ridondante, sempre sospesa fra il compiacente e il compiaciuto, di cui si può avere ampio riscontro nella rassegna stampa che segue ogni “evento” della città nuova. Dall’apertura al pubblico dei vari pezzi e palazzi delle Varesine, �no all’inaugurazione di una nuova stazione del bike sharing o all’avvio di una nuova impresa di car sharing: ogni occasione è buona per dimenticare tutti i limiti e i problemi cronicamente irrisolti della città, parlando di «ricostruzione dal basso». A volte a volersi so�ermare sull’enfa-si e i contenuti di quanto viene scritto, l’impressione è quella di vivere in città diverse. In questo senso riteniamo che un certo spirito critico dovrebbe consen-tire di posizionarci a quella distanza tale da non cadere in facili entusiasmi, pur essendo consapevoli che, dal basso per l’appunto, qualcosa sta accadendo. Un “qualcosa” che ha più a che fare con il recupero e la messa a disposizione di spazi dalle dimensioni non eccesive ma realizzati su misura per i “residenti” che ospitano, che si inseriscono nell’ambiente urbano quasi impercettibilmente, come tasselli di un puzzle governato però da logiche distinte e a volte divergen-ti. Spazi discreti dunque, che richiamano la �gura dello scorcio piuttosto che quella della vista prospettica che si può esercitare da un grande viale (anfratti per l’appunto), che richiedono per così dire una buona dose di volontà per essere ricercati.

Coworking come speranza dunque, compresi i limiti di una scarsa rispon-denza al reale cui si può intercorrere? Sì. In un epoca caratterizzata da un crescente senso di s�ducia, quando non di rabbia, il coworking e la manifattura digitale potrebbero rappresentare elementi di appiglio, points d’appui, ed in questo senso portatori di un bisognoso messaggio positivo.

“Una città in movimento, che sta trovando un proprio equilibrio tra rigenerazione di qualità e nuove esigenze dell’abitare.”(Ada Lucia De Cesaris, Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica del Comune di Milano)

Anche in questo caso i contenuti attengono potenzialmente a una sfera totale della vita cittadina, che va dalle manifestazioni �siche del cambiamento (la «rigenerazione di qualità») a quelle più empiriche dei modi dell’abitare e delle pratiche ad esso connesse. Nella realtà poi, sulla valenza estetica e sulla qualità delle trasformazioni, il riscontro è decisamente basso, quasi sempre in linea con lo “storico” delle evoluzioni pregresse che hanno già interessato la città di Milano. Sulle «nuove esigenze dell’abitare» il discorso è diverso e sembra più aderente alla realtà. Il problema in questo caso è la città, la cui parte più mallea-bile e aperta al cambiamento è minima rispetto al suo intero.

Alla luce di tutto ciò quindi, quanto questi spazi di coworking possono essere considerati e�ettivamente “spazi dell’innovazione” rispetto alla dimensione urbana in cui si inseriscono, e non vadano invece ricondotti ad una dimensione più ridotta sì come spazi dell’innovazione, ma ristretta al solo mondo del lavoro? Quanto poi il cambiamento apportato è reale e non va considerato invece un risultato distorto di una generale sopravvalutazione del fenomeno?

Nel caso speci�co dell’area di viale Monza è di�cile esprimere un giudizio de�nitivo sulla reale portata del cambiamento innestata a partire da questi spazi. Sicuramente questi si inseriscono in un più generale mutamento degli spazi del lavoro, dell’economia e delle pratiche d’uso cittadine. Più probabile pertanto ricondurre questi spazi sull’onda di un più generale rinnovamento che sta attraversando la città di Milano, tanto nelle forme �siche e spaziali, quanto nelle forme del linguaggio e della quotidianità.

“Dopo anni di retoriche postindustriali e di una considerazione della città ridotta a luogo di consumo e della concentrazione immobiliare ci preme evidenziare un aspetto rilevante: persino in questi anni Milano è stata laboratorio attivo di nuove economie e di nuove forme di organizzazione dei lavori e delle imprese (anche di quelle commerciali e immobiliari in profonda ricon�gurazione). Un aboratorio in grado di reinterpretare antiche vocazioni produttive in chiave contemporanea – si pensi al design e alla moda, ma anche alla cura e al sociale - e un luogo che genera simultaneamente, dentro e fuori queste �liere storiche, nuoe imprese e nuovi lavori almeno in parte creati nei molteplici spazi di incubazione e di coworking di�usi in città.” (Matteo G. Bolocan, Cristina Tajani, dall’articolo del Corriere della sera “La grande Milnao metropolitana laboratorio oltre la crisi” del 22/01/2014)

D’altra parte tuttavia vanno comunque riconosciuti i “limiti” del fenomeno, che risente forse anche di una certa sopravvalutazione rispetto a quella che è la sua reale portata. Se anche infatti si possono riconoscere questi spazi come parte integrante di un più generale processo di rinnovamento dell’immagi-ne della città, non è poi detto che questo non sia in realtà solo un qualcosa di esteriore e transitorio, super�ciale e apparente come la nuova livrea degli ecobus verdi che girano per la città. Il modello di autobus produce sì minori emissioni, appare “rinnovato” per via della ripresa della vecchia colorazione verde in vigore �no agli anni Settanta, ma sul piano della reale sostenibilità del trasporto pubblico e degli investimenti a questo destinati come «alternativa al mezzo privato», la realtà appare del tutto di�erente. Il dubbio è che non sia anche il fenomeno dei coworking frutto di uno stesso clima di autocompia-cimento generale che tende a concentrarsi e ad esaltare il loro apparente carattere innovativo ed «e�ervescente», ignorando invece le e�ettive proporzioni all’interno del contesto cittadino e l’innovazione reale che questo può aver apportato. O forse ancora ci troviamo alle prese con un feno-meno ancora in stato embrionale tanto da non permettere restituzioni minute ed esaustive della portata del cambiamento e degli e�etti sulla città, rendendo così necessario il ricorso ad immagini allusive, alla formulazione di ipotesi che dovranno poi essere veri�cate.

Dunque il mutamento fomentato dai coworking appare come un “qualcosa” di non facile identi�cazione e determi-nazione, ancora alla ricerca di una sua de�nizione, ma che comincia ad essere percepibile se osservato con il giusto paio di occhiali.

Coworking come spazi di innovazione per il quartiere e la città?

La città si sta indubbiamente rinnovando, ma forse c’è il rischio che il cambiamento rimanga super�ciale.

Una certa tendenza all’esaltazione del “fenomeno cowor-king” potrebbe condurre a travisazioni circa la sua reale portata.

Page 13: Ricerca politecnico nuovi spazi di Coworking

Coworking

www.coworkinglogin.itwww.share-wood.comwww.up.milano.itwww.bostongroup.itwww.milano.talentgarden.org

Politiche pubbliche

www.coworkingproject.comwww.mi.camcom.it/bando-coworkingwww.coworkingmilano.com/tag/comune-di-milano/

Reti

www.wemake.ccwww.wefab.itwww.fondazionebertini.it

Eventi

www.coworkinglogin.it/event/www.blog.talentgarden.itwww.facebook.comwww.twitter.comwww.instagram.comwww.it.foursquare.com

Bibliogra�a

Premessa

Lezione di Riccardo Valentino, 28/04

Coworking a Milano

Lezione di Ivana Pais, Università Cattolica, 28/04

Fattori localizzativi

Lezioni di Ilaria Mariotti, 08/04, 29/04

Rapporto città e imprese e coworking e città

Alferj P. Favazzo A. (2013), “La manifattura additiva. Una grande opportunità”, in I&C, 2Bagnasco A. (1987), Prefazione al libro “Le due vie dello sviluppo industriale. Produzione di massa e produzione �essibile” Perulli P. (2014), “Imprese e città: l’apprendimento reciproco”, in I&C, 3Micelli S.(2014), “La rivoluzione del digital manifacturing e la s�da per l’Italia”, in I&C, 3Sapelli G. (2013), “Città, imprese e statualità: la triade in trasformazione”, I&C, 1Sher D.(2014), ”Negozi di stampa 3D. L’hub di Milano batte anche New York”, Corriere della Sera (edizione on line del 6 Aprile)

Reti

Lezione di Matteo Bolocan, 11/03Lezione di Franco Sacchi, Centro studi Pim, 01/04Bolocan Goldstein M. (2009), “Geogra�e milanesi”, Maggioli, Santarcangelo di Romagna

Conclusioni

Gallione A. (2014), “La prossima vita di Milano”, d.repubblica.it

Sitogra�a Colophon credits

Michele Belloli_ Esploratore sul campo_ Giornalista_ Scrittore

Tsuguyasu Fushimi_ Cameraman _ Gra�co

Marco Leoni_ Esploratore sul campo_ Cameraman _ Fotografo_ Co-regista_ Gra�co

Davide Mastrovito_ Storico_ Giornalista_ Scrittore

Melania Troletti_ Esploratrice sul campo_ Camerawoman _ Fotografa_ Regista_ Gra�ca

Gli anfratti dell’e�ervescenza in luoghi in cerca di de�nizione

BIBL

IOG

RAFI

A, S

ITO

GRA

FIA

E C

OLO

PHO

N C

RED

ITS