RICERCA FINALIZZATA 2009 Ministero della Salute ... · nazionale ed internazionale della...
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RICERCA FINALIZZATA 2009Ministero della Salute – Direzione Generale della Ricerca Scientifica e Tecnologica
PROGETTO: Teleradiology program for frail patients living at home or in nursing-homes
Responsabile Scientifico: Dr.ssa V. Tibaldi
RELAZIONE SCIENTIFICA FINALE
INTRODUZIONE
La "Tele-radiologia" è un servizio di telemedicina che prevede la trasmissione elettronica di
immagini radiografiche (RX, TC, RMN, PET....) da un'area geografica ad un'altra a scopo
di refertazione o di consultazione. Più estensivamente, la teleradiologia non è la semplice
trasmissione di immagini ma anche lo scambio di conoscenze ed informazioni tra pari.
Questa tecnologia offre la prospettiva di migliorare la qualità delle cure e dei servizi al
paziente, incrementando allo stesso tempo l’efficienza del sistema sanitario (1,2). E’ uno
strumento potente, disponibile per integrare la pratica della radiologia clinica, per rendere
la radiologia più accessibile universalmente, per accelerare le diagnosi e la loro gestione,
e per agevolare la possibilità di ottenere l’opinione di uno specialista o una second-opinion
(3).
Il trasferimento rapido e sicuro di immagini radiologiche è stato oggetto di studi in tutto il
mondo. Tuttora lo sviluppo in questo campo è in forte crescita, grazie alle nuove
tecnologie che ne permettono l’evoluzione costante (4).
Già negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso furono avviate alla sperimentazione alcune
tecniche di trasmissione di immagini: attraverso circuiti televisivi si poteva trasmettere
un’immagine in tempo reale dal sito di acquisizione ad uno schermo remoto. L’obiettivo di
questi primi progetti fu di testarne l’utilità nelle consulenze cliniche radiologiche,
dermatologiche, anatomo-patologiche, ma per la maggior parte fallirono in breve tempo a
causa dei numerosi limiti riscontrati: alti costi per le apparecchiature, bassa risoluzione
delle immagini, difficoltà logistiche (5). Successivamente, negli anni ’80 l’attenzione fu
rivolta alle potenzialità che la trasmissione di immagini poteva ottenere con i computer. Il
principale vantaggio derivò dalla possibilità di archiviare le immagini e di visualizzarle o
inviarle in un secondo tempo. Ciò semplificava notevolmente le operazioni, rendendo non
necessaria la presenza contemporanea di paziente, medico e operatori. Con questo nuovo
approccio si tentarono i primi impieghi per fornire un secondo parere nell’interpretazione di
immagini provenienti da piccoli centri radiologici in località remote, ma con una diffusione
piuttosto limitata. Con l'introduzione in campo medico a metà degli anni '80 della prima
generazione di PACS (Picture Archiving and Communication System) fu subito chiaro che
il passaggio dall'analogico al digitale avrebbe cambiato la storia della radiologia
drammaticamente. Tuttavia, fino alla fine degli anni ’90 i costi elevati e la performance
relativamente scarsa dei sistemi informatici e di connettività, non hanno permesso alla
tele-radiologia di affermarsi pienamente. E' solo nell'ultimo decennio che il graduale
passaggio dalla pellicola ai supporti digitali nella pratica radiologica e la riduzione dei costi
di connessione via Internet hanno consentito lo sviluppo di questa metodica (3, 6-7).
Parallelamente all’informatica anche la diagnostica per immagini ha conosciuto il
tumultuoso sviluppo tecnologico introdotto dall’evoluzione dei processi. La velocità di
analisi dei dati, la definizione del dettaglio, la possibilità di elaborazione successive e
l’applicazione di sofisticati software, hanno reso rapidamente ineludibile il passaggio dalla
pellicola allo schermo (8). Allo stesso tempo si sono verificati rapidi avanzamenti
nell’immagazzinamento e trasmissione di immagini, algoritmi di compressione dati e
disponibilità di comunicazione a banda larga (3).
Fondamentale oggi è il supporto dei sistemi di archiviazione e condivisione di immagini
quali PACS (Picture Archiving and Communication System) e RIS (Radiology Information
System), accesso a Internet ad alta velocità e Virtual Private Network (VPNs) sicuri (4).
La soluzione PACS/RIS consiste di apparecchi di acquisizione, sistemi di memorizzazione
e trasmissione, terminali di visualizzazione delle immagini. Dopo l’acquisizione, le
immagini vengono inviate ad un server centrale con funzione di database di archiviazione,
e da questo attraverso reti con o senza fili (LAN/WAN), trasmesse ai terminali PACS/RIS,
che ne consentono la visualizzazione e la manipolazione.
I dati clinici e le informazioni complementari del paziente sono registrati e gestiti da
software differenti, separate quindi dalle immagini. Protocolli informatici come lo standard
DICOM (Digital Imaging and COmmunication in Medicine), consentono di integrare dati
gestiti da diversi sistemi informatici, offrendo la possibilità di una lettura simultanea di
immagini e storia clinica del paziente (anamnesi, esami precedenti, parametri
laboratoristici, ecc). Tuttavia, la diffusione non sempre omogenea dei protocolli o dei
sistemi informatici (differenze tra PACS/RIS, numeri di registrazione e problemi di
sicurezza) può generare alcune difficoltà di comunicazione e gestione fra strutture diverse.
La teleradiologia può avere numerose applicazioni (1):
• ottenere un parere specialistico o una second-opinion (all'interno della
stessa struttura ospedaliera o da una struttura periferica ad struttura
centrale o specialistica; all'interno dello stesso Paese/Regione ("domestic
teleradiology") o tra Paesi lontani ("international teleradiology"); spesso
usata in caso di pazienti traumatizzati, nell'ambito dell'Emergenza
• in campo umanitario (per es. in caso di catastrofi naturali, guerre, Paesi in
via di sviluppo...) (9)
• in campo militare (luogo di nascita della tele-radiologia) (10)
• a scopo didattico
Numerose sono anche le modalità di erogazione del servizio: copertura delle ore notturne
e/o dei festivi (soprattutto laddove vi siano carenze di personale), supporto all'attività
radiologica di ospedali decentrati/periferici (ad esempio attraverso network regionali),
integrazione all'attività clinico-assistenziale all'interno di uno stesso ospedale (da un
reparto ad un altro o dall'ospedale alla casa del radiologo) (7). Molto diffusa negli USA, a
causa della carenza di personale, è la refertazione/consultazione a distanza, soprattutto
durante le ore notturne o nei giorni festivi, mediante invio di immagini radiologiche a servizi
di radiologia che si trovano in altri Paesi (India, Svizzera, Australia, Israele, per esempio).
Sebbene studi pubblicati abbiano dimostrato che la lettura delle immagini è accurata e
rapida (in media entro 1 ora) e i problemi tecnici sono scarsi (11,12), esistono tuttora dubbi
circa la qualità di questi servizi, soprattutto in termini di esperienza certificata dei radiologi
ed accuratezza diagnostica (13).
L’utilizzo della teleradiologia nella pratica clinica sta incrementando rapidamente ed è
ormai una parte essenziale della pratica radiologica in molte parti del mondo,
rappresentando anche un ottimo business per le società private che se ne occupano (14).
Negli USA si è assistito ad un progressivo aumento della tele-radiologia a partire dal 1999,
come dimostrano i dati di Ebbert e colleghi (15) e anche di Lewis e dei suoi collaboratori,
che in una review del 2009 hanno evidenziato un considerevole aumento degli esercizi di
radiologia che utilizzavano servizi di teleadiologia esterni fuori orario, passando dal 15%
nel 2003 al 44% del 2007 (16). Una recente indagine online che ha coinvolto 368 radiologi
provenienti da diversi Paesi dell'UE (4% dall'Italia) ha rilevato che il 65% degli intervistati
stava utilizzando la tele-radiologia nella propria pratica clinica e che la maggior parte di
loro (80%) risultava molto ottimista sul futuro di questa metodica. Le principali ragioni del
non utilizzo della tele-radiologia erano la mancanza di risorse economiche e le difficoltà
tecniche legate all'organizzazione dei servizi o all'assenza di PACS (17).
La U.S. Food and Drug Administration (FDA) nel Febbraio 2011 ha autorizzato la prima
applicazione per iPhone®/iPad® , la "Mobile MIM" (prodotta dalla Cleveland-based MIM
Software Inc.), in grado di visualizzare su questi device immagini CT, RM e PET e
consentirne la refertazione, laddove non sia disponibile un servizio di radiologia
tradizionale. L'applicazione potrebbe estendersi in futuro anche all'ecografia,
all'angiografia e alla fluoroscopia. Per ora non è adatta alla trasmissione di immagini RX, a
causa dello scarso contrasto e della scarsa risoluzione delle immagini, ma in futuro
l'evoluzione tecnologica potrebbe consentirne l'estensione anche a questa branca della
radiologia.
Anche in Italia nel 2009 dalla collaborazione tra l'Università di Trieste, l'Istituto di
Tecnologie di Bolzano e diversi partner privati, è nato il progetto "Teleconsulenza TC e RM
mobile mediante l'utilizzo di netbook e telefono cellulare con tecnologia avanzata e
connessione internet sicura", con l'obiettivo di valutare la fattibilità della trasmissione di
immagini RM e TC direttamente tramite smartphone o tablet (Apple o Android).
Nonostante i continui e notevoli progressi in questo campo, a livello europeo la diffusione
della teleradiologia, così come della telemedicina, è ancora scarsa e difforme a causa
dell'estrema differenza di organizzazione dei sistemi sanitari nei diversi Paesi UE. La
Commissione EU sta facendo grandi sforzi culturali ed economici (vedi le indicazioni
contenute nel "7th European Framework" sul sito: www.cordis.eu e l' "eHealth Action Plan"
2012-2020 sul
sito:http://ec.europa.eu/information_society/activities/health/docs/policy/ehap2012public-
consult-report.pdf) per poter rimediare a questa carenza che, per esempio, è molto meno
sentita negli USA dove istituzioni come l'American Telemedicine Association
(www.americantelemed.org) sono attive da molto tempo, garantendo una diffusione più
omogenea dei servizi di telemedicina, e dove la ricerca e la sperimentazione sono
all'avanguardia.
Non solo problemi organizzativi dei servizi sanitari rendono difforme la diffusione a livello
nazionale ed internazionale della teleradiologia. Difficoltà tecniche legate all'acquisizione e
trasmissione in sicurezza delle immagini, alla buona qualità delle immagini trasmesse,
all'integrazione dei dati clinici del paziente alle immagini, possono, per esempio, rendere
conto del lento diffondersi di questa metodica. Anche la questione economica rappresenta
un problema perchè mancano dati certi di un reale risparmio.
Pertanto, allo stato attuale la più importante sfida è assicurare che la teleradiologia si
sviluppi in modo tale da migliorare le cure del paziente e garantirne la sicurezza, senza in
nessun modo ridurre la qualità dei servizi di radiologia offerti ai cittadini e/o aumentare i
costi. Di conseguenza sono necessarie azioni urgenti per ottenere chiarezza soprattutto
da un punto di vista etico, legale e finanziario, oltre che qualitativo.
In una review del 2000 di Ashcroft e Goddard sono state analizzate le problematiche etico-
legali della tele-radiologia, in termini di confidenzialità e sicurezza dei dati, accesso e
controllo delle informazioni, competenza professionale, consenso del paziente, qualità del
rapporto medico-paziente e dei rapporti inter-professionali. Gli autori concludono
affermando la mancanza di chiarezza degli aspetti etici e sottolineando l'estrema
complessità degli aspetti legali, senza peraltro escludere un miglioramento futuro di queste
problematiche (18). A tutt'oggi esiste ancora molta incertezza, soprattutto a causa delle
differenze legislative e di organizzazione dei servizi esistenti nei diversi Stati.
L’International Radiology Quality Network (IRQN) è un organismo internazionale fondato
nel 2002 con l’intento di promuovere la qualità del servizio radiologico attraverso una rete
di collaborazione, condivisione di esperienze, assistenza reciproca fra paesi. Negli ultimi
anni l’IRQN ha rivolto la sua attenzione anche alla teleradiologia ed ha concretizzato il
bisogno di definire standards e linee guida comuni in questo ambito
(http://www.irqn.net/content/standards.shtml). È stato formato un gruppo di lavoro "The
International Clinical Teleradiology Standards Workgroup" che ha stilato una lista di
principi internazionali, con l’obiettivo di fornire una guida utile per tutti i tipi di applicazioni
di teleradiologia clinica, orientati in modo particolare alla qualità delle cure e alla
soddisfazione dei pazienti. In particolare, questi principi sottolineano l'importanza di una
implementazione della teleradiologia basata essenzialmente su ciò che è meglio per il
paziente (19).
La European Society of Radiology (ESR), rispondendo alla Comunicazione della
Commissione EU su "Telemedicine for the benefits of patients, healthcare systems and
society" (20), ha pubblicato un "White Paper" sulla teleradiologia dove sono descritti gli
aspetti legali della teleradiologia e ne viene specificato il ruolo di disciplina medica vera e
propria e non di semplice tele-trasmissione di immagini (scaricabile dal sito:
http://www.myesr.org). Anche la ESR, come l'IRQN, sottolinea il fatto che lo sviluppo della
tele-radiologia deve avvenire nel migliore interesse per il paziente e non come risposta alla
carenza di personale o per la sola riduzione dei costi.
L'American College of Radiology (ACR) ha recentemente aggiornato un precedente
"White Paper" del 2005 proponendo le più attuali linee-guida di "buona pratica" nel campo
della teleradiologia, e pubblicato una revisione degli standard richiesti per la trasmissione
digitale delle immagini, inclusa la trasmissione a distanza. L'ACR riconosce i benefici che
la teleradiologia può apportare ai pazienti, al sistema sanitario ed alle comunità ma
sottolinea l'importanza di mantenere e preservare i servizi di radiologia tradizionale
(21,22).
Se molto è stato pubblicato sulla teleradiologia intesa come trasmissione a distanza di
immagini, molto poco è stato pubblicato sulla teleradiologia applicata alla radiologia
domiciliare, ossia la trasmissione di immagini radiografiche dalla casa del paziente al
luogo preposto per la lettura e diagnosi (ospedale, poliambulatorio...).
La radiologia domiciliare intesa come l'esecuzione di esami radiografici a domicilio è
praticata sin dagli anni '70 (23) ma oggi, grazie all'evoluzione tecnologica, è possibile non
solo effettuare l'esame ma anche trasmettere direttamente le immagini acquisite al medico
radiologo che dalla sua postazione in ospedale o in ambulatorio (o anche da altro luogo)
può refertare in tempo reale ed eventualmente autenticare il referto con firma digitale,
rendendo possibile fornire all'utente una diagnosi quasi istantanea. Tuttavia, nonostante i
notevoli progressi, trasportare la diagnostica radiologica al domicilio del paziente
rappresenta ancora oggi una sfida. Pur rappresentando una preziosa risorsa a beneficio
della persona assistita, la radiodiagnostica domiciliare deve essere pensata come
alternativa al servizio ospedaliero soltanto per gli esami per i quali la tecnologia portatile
sia in grado di garantire adeguati livelli qualitativi e di sicurezza, e per i casi in cui le
condizioni cliniche della persona rendano meno gravoso effettuare l’esame a domicilio
piuttosto che in ospedale. Infatti, a volte il trasporto di malati particolarmente complessi
può costare al SSN mediamente più della prestazione stessa, sottraendo mezzi, tempo e
strutture agli ospedali. Inoltre, molto spesso è possibile che per il trasporto della persona
ammalata, debbano venire coinvolti uno o più familiari, presupponendo la perdita di
giornate lavorative. Un aspetto meno evidente, ma straordinariamente importante, è quello
umano: le persone stanno sicuramente meglio a casa propria e in tale sede la relazione
malato-professionista è enormemente favorita, con grande beneficio e soddisfazione da
entrambe le parti.
Le esperienze preliminari nel campo della radiologia domiciliare indicano che la
strumentazione portatile per eseguire radiografie al domicilio è disponibile e funzionale. La
qualità delle immagini ottenute al domicilio è buona ed il rischio di esposizione alle
radiazioni per gli operatori e la popolazione è molto basso.
Lo studio di Sawyer e colleghi ha concluso che, in gruppi di pazienti selezionati, può
essere adatto un servizio di radiologia domiciliare (24). Anche lo studio norvegese di
Laerum e collaboratori e lo studio svedese di Eklund e colleghi hanno dimostrato che un
servizio di radiografia digitale mobile può migliorare la gestione dei pazienti a domicilio o in
nursing-home, produce immagini di buona qualità ed è in grado di ridurre i costi sanitari
(25,26).
Uno studio pilota (R@d-HOME Project), condotto presso il servizio di Ospedalizzazione a
Domicilio della Città della Salute e della Scienza di Torino tra Giugno 2008 e Giugno 2009,
nelle sue evidenze preliminari ha rilevato che: nel gruppo di pazienti che ha eseguito la
radiografia al domicilio non si sono osservate alterazioni comportamentali mentre il 17%
dei pazienti trasportati in ospedale ha sviluppato disturbi del comportamento che hanno
richiesto un trattamento farmacologico; la qualità clinico-diagnostica dei radiogrammi
eseguiti al domicilio è comparabile a quella degli esami effettuati in ospedale e il rischio di
esposizione è contenuto sia per gli operatori che per la popolazione in generale; il
gradimento dei pazienti è altissimo; eseguire radiografie al domicilio del paziente (quando
ve ne sia l’indicazione) costa meno che trasportare il paziente in ospedale (27,28).
Evoluzione del progetto “R@dD-HOME” è stato il progetto Ministeriale di Ricerca Sanitaria
Finalizzata 2009 dal titolo “Teleradiology program for frail patients living at home or in
nursing-homes” ora concluso. Rispetto al precedente studio, l’attuale progetto ministeriale
condivide l’impianto metodologico e la strumentazione, ma vede il coinvolgimento, oltre
che dell’OAD, anche di servizi territoriali e di residenze per anziani di diverse aree urbane,
rurali e montane della Regione Piemonte, consentendo di disporre di un campione più
vasto di pazienti e quindi più significativo ai fini degli obiettivi da raggiungere.
In Italia, l'esperienza di Torino segue quella di Messina, nata nel 2002 grazie ad un gruppo
di tecnici radiologi volontari, e tuttora in corso. Attualmente altre esperienze simili stanno
nascendo in diverse parti del Paese: Bergamo, Brescia, Parma, Provincia di Foggia, per
citarne alcune. Tuttavia, la maggior parte dei servizi di radiologia domiciliare sono ad oggi
privati, e quindi a pagamento per il cittadino.
E' auspicabile che il progetto di teleradiologia della regione Piemonte e le altre esperienze
italiane, confermata la fattibilità e l'efficacia di questa metodica, possano consentirne in
futuro un'ampia diffusione a livello nazionale, in risposta alla necessità sempre più forte di
una organizzazione delle cure appropriata e flessibile e di un approccio al malato di tipo
umanistico, che tende a coniugare la cura delle malattie alla qualità della vita.
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IL PROGETTO “TELERADIOLOGY PROGRAM FOR FRAIL PATIENTS LIVING AT HOME OR IN NURSING-HOMES” della REGIONE PIEMONTE
L’invecchiamento della popolazione è una grande sfida per il sistema socio-economico e
sanitario. Con l’invecchiare delle nazioni, la prevalenza di disabilità, fragilità, e malattie
croniche (malattia di Alzheimer, tumori, malattie cerebro-vascolari...) è destinata ad
aumentare in modo drammatico. L’ospedale, che è il “gold standard” per le cure mediche
in fase acuta, non è l’ambiente ideale per i pazienti fragili, soprattutto se anziani. In
ospedale, infatti, questi pazienti possono andare incontro ad un declino funzionale non
presente prima del ricovero e ad eventi iatrogeni quali infezioni nosocomiali, ulcere da
pressione, cadute e delirium.
Grazie ai recenti sviluppi tecnologici, persone in condizioni cliniche anche molto
complesse possono essere curate al proprio domicilio o in strutture tipo RSA, evitando il
ricovero in ospedale, e con ricadute positive sulla qualità di vita dei pazienti stessi e dei
loro caregiver.
Trasferire lo strumento diagnostico anziché il paziente può essere una delle risposte allo
“tsunami geriatrico” e alla necessità di fornire servizi sanitari sempre più flessibili.
Fino ad ora non è stato pubblicato, a nostra conoscenza, alcuno studio su un servizio
pubblico di radiologia domiciliare. Il nostro progetto (anche noto come “R@d-HOME
project”) è il primo studio pilota randomizzato con l’obiettivo primario di valutare la fattibilità
e l’efficacia di un servizio pubblico di teleradiologia domiciliare per pazienti fragili,
soprattutto anziani, o allettati, più vulnerabili a modificazioni sociali e ambientali rispetto ad
altri gruppi di pazienti, e in cui le condizioni di salute non incoraggiano un trasporto in
ospedale.
1) ELEMENTI CHIAVE DEL PROGETTO
1.1 La strumentazione tecnologica
Il progetto è stato reso possibile grazie alla disponibilità di una strumentazione tecnologica
adatta, comprensiva di un furgone mini-van FIAT Doblò 1.6 16v Natural Power, munito di
doppia alimentazione benzina/metano e con potenza massima di 67 kW, che rappresenta
la “stazione radiologica mobile” e che all’interno contiene le apparecchiature sanitarie
necessarie per l’esecuzione della radiografia (un tubo radiogeno portatile, le cassette
radiografiche, un lettore di cassette radiografiche-CR) e le tecnologie necessarie alla
trasmissione a distanza delle immagini. Queste ultime sono molto utili, in quanto
permettono di inviare al medico radiologo, praticamente in tempo reale, le radiografie
prodotte al domicilio del paziente: le immagini vengono trasferite al Picture Archive and
Communication System (PACS) aziendale tramite Internet, in modo tale da poter essere
visualizzate e refertate esattamente nello stesso modo in cui il radiologo visualizza e
referta le radiografie prodotte in reparto. Si specifica che tutta la strumentazione portatile
utilizzata è conforme alle leggi ed ai regolamenti statali e locali.
Per la tele-trasmissione è stato utilizzato un sistema creato in collaborazione con la
Struttura Complessa Informatica e Telematica dell’Ospedale Molinette di Torino, grazie
all’utilizzo di un semplice router Universal Mobile Telecommunications System (UMTS) ed
un Firewall, forniti dalla Cisco Systems e disponibili in Ospedale.
Ovviamente integrare tecnologie di questo tipo comporta anche alcuni problemi; di
particolare rilievo è il delicato argomento della privacy e della riservatezza dei dati
trasmessi che è stato uno dei limiti maggiori alla diffusione della teleradiologia (ed in parte
lo è ancora oggi). E' ovvio che se i dati sensibili viaggiano nell’etere essi possono essere
intercettati da persone non autorizzate a riceverli.
Per ovviare a questo problema le soluzioni che si sono susseguite nel tempo sono state
molte e variabilmente efficienti. La soluzione utilizzata nel nostro progetto di radiologia
domiciliare è la configurazione di una VPN. L’acronimo VPN sta per Virtual Private
Network ed indica una rete privata instaurata tra due o più soggetti che condividono però
un sistema di trasmissione pubblico (internet). Per instaurare questa rete privata la VPN
esegue un’operazione chiamata “tunnelling” sui dati che vengono trasmessi: i pacchetti
che compongono i dati vengono “avvolti” da altri pacchetti aventi funzione di protezione e
cifratura. Sulla vettura è stato installato un Firewall hardware che ha la possibilità di essere
configurato per una VPN (Virtual Private Network); è stato necessario per un progetto
come questo scegliere solo apparecchiature di sicurezza di ottimo livello vista la natura dei
dati trattati, nel massimo rispetto della privacy del paziente. Nel nostro caso sono stati
collegati con una VPN il computer all’interno del furgone e il PACS della Radiodiagnostica
2 DEA dell’Ospedale Molinette. La VPN utilizza come metodologie di protezione il
protocollo IPSec (IP Security) con algoritmo di criptazione AES (Advanced Encryption
Standard) a 256 bit a cui va aggiunta la procedura di autenticazione al server
dell’ospedale tramite UserID e Password. Allo stato non vi sono motivi per credere che
l’algoritmo AES sia facilmente penetrabile in quanto l’evoluzione tecnologica delle
apparecchiature verificatasi in questi anni viene compensata dall’aumento di bit della
chiave dell’algoritmo (da 64 a 256); in ogni caso per aumentare la sicurezza di
trasmissione dei dati è stato sviluppato il progetto “Watermarking”.
Gli aspetti legati alla sicurezza comprendono: l’autenticazione, la verifica di conformità, la garanzia
di privacy per i dati sensibili. Mediante le tecniche di hashing e di firma digitale è possibile garantire
l’autenticità e verificare l’integrità dell’immagine digitale trasferita, individuando sia eventuali errori casuali sia
eventuali modifiche dolose. La firma, i dati di controllo e gli eventuali dati del paziente possono essere inseriti
nell’header dell’immagine, ma lo svantaggio è che questo è facilmente leggibile e modificabile utilizzando
adeguati strumenti software ed inoltre dipende strettamente dal formato. Le tecniche di watermarking
invece, consentono di inserire tali dati in modo impercettibile, non separabile dall’immagine, e reversibile. Le
tecniche di watermarking generalmente realizzano un compromesso tra capacità del marchio, ovvero
numero di bit di informazione che si possono inserire sull’immagine, robustezza/fragilità, impercettibilità del
marchio e privacy, ossia l’informazione contenuta nel marchio. Più cresce la potenza con cui viene inserito il
marchio, più tende ad aumentare il disturbo introdotto sull’immagine rendendo visibili gli artefatti introdotti
dall’algoritmo di marchiatura. Quello che si cerca di raggiungere è un buon compromesso tra invisibilità e
forza del marchio.
In particolare, per applicazioni di tipo medico dove si vuole garantire l’integrità dell’immagine, il marchio che
viene inserito deve essere di tipo fragile. E' stato sviluppato e brevettato, in collaborazione con il
Dipartimento di Informatica dell'Università degli Studi di Torino, l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica
(INRIM), il Dipartimento di Genetica Biologica e Biochimica e il Dipartimento di Matematica dell'Università
degli Studi di Torino, il CSP-Innovazione nelle ICT, un algoritmo che esegue una marchiatura ridondante
dell’immagine radiografica di tipo Dicom. L’algoritmo è di tipo fragile e reversibile e, dopo aver suddiviso
l’immagine in blocchi, inserisce le informazioni di firma e di marchio utilizzando una griglia opportuna e delle
funzioni di correlazione. Il payload generato è abbastanza ampio, così da consentire la memorizzazione
sull’immagine, non solo dei dati di firma e degli ID, ma di eventuali altri dati quali la diagnosi. L’algoritmo di
recover, sempre mediante funzioni statistiche, recupera il marchio e da questo la firma ed i dati di riferimento
dell’immagine, nonché l’immagine originale. Nel caso di attacchi all’immagine di tipo geometrico, o la
semplice eliminazione di alcuni pixel, non è più possibile recuperare il marchio o comunque il message
digest originale. Non sono pertanto possibili falsi positivi in quanto viene eseguito il controllo su tutta
l’immagine e solo a fronte di tutti i marchi recuperati perfettamente conformi all’originale, e dei dati di firma
perfettamente rispondenti all’originale, l’immagine viene considerata attendibile. In una prima fase,
l’algoritmo verrà testato su immagini radiografiche Dicom non compresse per verificarne il comportamento
sotto vari profili di attacco quali: vari livelli di compressione, modifiche geometriche, applicazione di nuovi
marchi e filtri. Il gruppo di ricerca R@dhome di Città della Salute e della Scienza possiede il 10 % della
proprietà intellettuale del brevetto "Method and system for marking the medical image through a fragile and
reversible watermarking technique using a statistical method and digital signature" protected with patent
TO2013A000688 – 12/8 / 2013.
Il Firewall. può essere usato sia per proteggere un singolo computer sia per proteggere
una Local Area Network (LAN) connessi ad internet, e per fare ciò filtra tutti i pacchetti di
informazione in entrata e in uscita dal computer o dalla LAN aumentando in questo modo
la sicurezza del sistema. I Firewall possono distinguersi in due categorie: hardware e
software; i primi sono tendenzialmente più efficaci, perché i firewall software, essendo
appunto software, corrono anch’essi il rischio di essere disabilitati da qualche malware
(qualsiasi programma che abbia lo scopo di danneggiare più o meno gravemente un
computer), rischio che invece non corrono i firewall hardware essendo, come dice il nome,
delle apparecchiature fisiche e non dei programmi.
Il secondo step del progetto di comunicazione mobile consiste nell’implementazione di un
APN (Acces Point Name) Privato dell’ospedale Molinette al posto di quello pubblico
dell’operatore convenzionato (TIM ibox.tim.it); in questo modo si aumenterà ancora di più
la sicurezza introducendo il controllo dei seriali del SIM (Subscriber Identity Module) che si
collegheranno all’APN privato Molinette.
Il router (dotato di Access Point) montato in vettura è il modello WRT54G3G prodotto dalla
Cisco Systems, esso permette la connessione a internet attraverso un accesso UMTS
(Universal Mobile Telecommunications System) o GPRS (General Packet Radio Service) e
loro evoluzioni (EDGE per quanto riguarda il GPRS e HSPA per quanto riguarda l’UMTS).
È importante ricordare però che in ogni caso la connessione ad internet è vincolata alla
presenza di copertura UMTS o GPRS sul territorio. Attualmente la quasi totalità delle
trasmissioni di immagini nel progetto RADHOME avviene con protocollo 3G e, ormai in
parecchi ambiti, anche in 4G con pacchetti di dati HSPA (High Speed Packet Access).
Un ‘immagine standard (per esempio una radiografia del torace del peso approssimativo
di10-12 Mbyte) viene inviata in circa 1 minuto.
Un accessorio non certo indispensabile vista la disponibilità di telefoni portatili ma molto
comodo è il telefono VoIP montato in vettura (Cisco Systems – modello 7911G) collegato
al centralino dell’Ospedale via VPN. Il significato dell’acronimo VoIP è Voice over IP e
permette di comunicare facendo delle normali telefonate che anziché transitare sulla linea
telefonica tradizionale passano attraverso reti LAN; in questo modo si può attribuire al
telefono montato in vettura un numero interno dell’Ospedale e di comunicare sfruttando la
connessione UMTS ad alta velocità; la comodità di questo accessorio risiede nel fatto di
poter contattare il medico radiologo, che dovrà occuparsi della refertazione delle immagini
prodotte al domicilio del paziente, e sapere così, in tempo reale, se il medico desidera
qualche proiezione radiografica aggiuntiva a fini diagnostici o se le immagini prodotte sono
vanno bene e possono essere refertate.
La “stazione radiologica mobile”
1.2 L'analisi della qualità delle immagini
Un tema che è stato affrontato preliminarmente, e verificato in corso d’opera, è stato
quello della qualità delle immagini.
In due fasi del progetto (all’inizio della sperimentazione ed in itinere) sono stati sottoposti
ad un pool di 6 medici radiologi esperti i radiogrammi del torace ottenuti dagli stessi
pazienti nei due diversi setting di esecuzione, domiciliare e ospedaliero, adeguatamente
anonimizzati e per i quali non fosse possibile identificare il contesto di esecuzione (a tale
scopo è stato usato il programma di photo-editing GIMP, Linux based). E' stata scelta la
radiografia del torace perchè è l'esame maggiormente richiesto. Si trattava di radiografie
eseguite a paziente supino con distanza fuoco – film di 100 cm e con fattori di esposizione
equivalenti. Sono stati presi in considerazione una serie di parametri di qualità del
radiogramma utilizzando una scala basata sulle Chest European Guidelines on quality
criteria elaborata dalla Società Italiana di Radiologia Medica-S.I.R.M. (Scala di valutazione
del radiogramma toracico - S.I.R.M.- Gruppo di studio sulla radiologia toracica -2002):
• ESECUZIONE DELL’ESAME IN INSPIRAZIONE PROFONDA
• RIPRODUZIONE SIMMETRICA DEL TORACE
• BORDO MEDIALE DELLE SCAPOLE LATERALIZZATO
• RIPRODUZIONE DI TUTTE LE COSTE SOPRA IL DIAFRAMMA
• RIPRODUZIONE DELLA STRUTTURA VASCOLARE DELL’INTERO POLMONE, SOPRATTUTTO DEI VASI PERIFERICI
• NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DEL CUORE
• NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DELL’AORTA
• NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DEL DIAFRAMMA
• NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DEGLI ANGOLI COSTO-FRENICI
• VISUALIZZAZIONE DEL POLMONE RETROCARDIACO
• VISIBILITA’ DEI PICCOLI DETTAGLI TONDEGGIANTI IN TUTTO IL POLMONE
• VISIBILITA’ DEI DETTAGLI LINEARI E RETICOLARI ALLA PERIFERIA DEL POLMONE
E' stata usata la scala di Lickert che attribuisce 5 punti in valore crescente per ciascuno
dei 12 item precedentemente elencati (1=scarso, 5=ottimo), consentendo di ottenere un
punteggio totale per ciascuna radiografia esaminata che va da un minimo di 12 (RX di
scarsa qualità) a un massimo di 60 (Rx di ottima qualità).
1.3 La radioprotezione
Una delle principali problematiche quando si parla di radiologia/teleradiologia domiciliare è
la sicurezza in termini di radioprotezione per il paziente/caregiver e per gli operatori.
Un’attenta analisi radioprotezionistica è fondamentale, soprattutto se si pensa a tutte le mi-
sure a scopo protezionistico che sono presenti in una sala di radiodiagnostica tradizionale,
ma che purtroppo non possono essere presenti al domicilio del paziente
Il sistema di protezione radiologica prevede che anche nell’ambito domiciliare vengano
rispettati i principi del D.Lgs. n. 187/2000 di recepimento della direttiva 97/43 Euratom in
materia di “protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti
connesse ad esposizioni mediche” nonché quelli in materia di “Protezione sanitaria
popolazione e lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti” espressi dal
D.Lgs. n.230/95 e sue successive modifiche (D.Lgs. 241/00 e D.Lgs. 257/01).
Un'analisi condotta dalla Struttura Complessa Fisica Sanitaria dell’Ospedale Molinette
(Direttore: dott. R. Ropolo), ha rilevato che il rischio di esposizione è contenuto sia per gli
operatori che per la popolazione in generale.
È stato infatti necessario calcolare non solo la dose ricevuta dagli operatori, ma anche
quella ricevuta da eventuali familiari del paziente presenti al domicilio e la dose che
possono ricevere gli abitanti delle abitazioni adiacenti a quella del malato. Ipotizzando
un’esposizione a 80 kV e 100 mAs è stato dimostrato, per mezzo di una misurazione
dosimetrica, che la dose primaria alla distanza di un metro è quantificabile in circa 6 mGy
mentre la dose originata da radiazione diffusa sempre alla distanza di un metro è di circa
40 mGy.
Gli stessi dati espositivi sono stati utilizzati per calcolare la dose che possono ricevere le
persone presenti in abitazioni sottostanti o adiacenti a quella del malato: trascurando
l’attenuazione del paziente, si ha un valore di circa 6 mGy a 1 m (direzione del fascio
primario) e conseguentemente di circa 0.4 mGy nella posizione di riferimento nella stanza
accanto (fattore di attenuazione calcolato su un muro di mattoni forati dello spessore di 14
cm) e di circa 0.004 mGy nella posizione di riferimento al piano inferiore (fattore di
attenuazione calcolato su di una soletta in calcestruzzo dello spessore di 20 cm).
Le principali norme di sicurezza radioprotezionistica che l’operatore deve rispettare e far
rispettare consistono nel: ricordarsi di indossare sempre il dosimetro durante il lavoro;
minimizzare il numero di persone presenti; evitare la presenza di minorenni e donne in
gravidanza; indossare e fare indossare a persone che necessariamente assistono il
grembiule di protezione; comandare l’erogazione raggi ponendosi alla massima distanza
possibile dal paziente; controllare che sul fascio diretto non siano presenti altre persone
oltre al paziente; limitare sempre il centratore luminoso alla superficie utile; segnalare
immediatamente gli inconvenienti riscontrati al radiologo responsabile.
Ipotizzando un numero di 2 esami al giorno, di cui un torace ed uno su segmenti ossei, per
un totale medio di 50 mAs, si ha ad una distanza di 2 m dal paziente e con camice
piombato un valore annuo di dose di 108 mGy; questo valore inoltre va ripartito sui diversi
operatori, è stato così dimostrato che la dose per l’operatore è inferiore a 1/10 del limite di
dose riferito alla popolazione.
In conclusione, le procedure di radiodiagnostica domiciliare comportano un rischio
contenuto sia per gli operatori che per la popolazione in generale, a condizione che
vengano adottate costantemente le norme di radioprotezione vigenti.
1.4 La “customer satisfaction”
L'utilizzo delle indagini di soddisfazione è oggi prassi consolidata nei servizi pubblici e
privati, poiché è opinione condivisa che, per migliorare le relazioni tra ente erogatore e
cittadino, sia necessario adeguare sempre più l’offerta e le caratteristiche degli interventi
alle aspettative e ai bisogni degli utenti. Porre attenzione alla “qualità percepita dall'utente
” è strategico ai fini del miglioramento della qualità dei servizi, soprattutto se l'utente è
fragile e portatore di molteplici bisogni.
Nel nostro progetto il gradimento dei pazienti sottoposti ad indagine radiografica
domiciliare è stato esplorato nelle varie dimensioni della qualità percepita ed è stato
valutato in una sotto-popolazione di utenti non dementi, in grado di rispondere alle
domande previste dall'intervista face-to- face realizzata appositamente per il progetto.
2) IL TRIAL CLINICO RANDOMIZZATO
2.1 Obiettivi
Oltre all'outcome primario di valutare la fattibilità e l’efficacia di un servizio pubblico di
teleradiologia domiciliare per pazienti fragili, soprattutto anziani, o allettati, il progetto si
pone come outcome secondari la riduzione delle possibili complicanze correlate alla
procedura radiologica (disturbi comportamentali, delirium, cadute, dolore....), la
valutazione dei costi e della soddisfazione/gradimento dei pazienti e dei loro caregiver.
2.2 Materiali e metodi
Sono stati considerati pazienti eleggibili allo studio i pazienti ricoverati presso il servizio di
Ospedalizzazione a Domicilio-OAD dell'ospedale Molinette di Torino o assistiti dai servizi
territoriali a domicilio o nelle Residenza Sanitarie Assistenziali-RSA afferenti alle U.O.
partecipanti al progetto.
L’Ospedalizzazione a Domicilio (OAD) di Torino è attiva dal 1985 presso il Presidio Molinette della
Città della Salute e della Scienza di Torino. Il servizio funziona tutti i giorni, compresi i festivi, dalle ore 8 alle
ore 20, con: 4 medici, 13 infermieri professionali (di cui uno responsabile dell'accettazione pazienti) e 1
coordinatore infermieristico full-time; 1 assistente sociale, 4 fisioterapiste e 1 counsellor part-time. Per le
emergenze notturne i pazienti fanno riferimento al Servizio di Emergenza Regionale "118", con il quale è
stato stipulato un protocollo d’intesa per la gestione notturna delle eventuali situazioni di emergenza.
Caratteristica del servizio è la gestione realmente in équipe (medici e infermieri) del paziente; il momento
fondamentale è l’organizzazione comune dei piani di intervento per i singoli pazienti durante una riunione
quotidiana di aggiornamento. Per ogni paziente viene compilata una Cartella Clinica Geriatrica orientata per
problemi che viene mantenuta al domicilio; inoltre, è disponibile in sede una cartella infermieristica che
consente un rapido orientamento in caso di interventi di emergenza. Oltre all’attività di routine con visite
domiciliari programmate è garantita la possibilità, da parte del team di cura (medico+infermiere), di
rispondere tempestivamente (20’-30’) alle chiamate in emergenza e di effettuare accertamenti diagnostici
complessi.
L'attivazione del servizio può avvenire su diretta richiesta del medico di Medicina Generale in alternativa
all’invio del paziente in Pronto Soccorso, su richiesta dei medici dei reparti di degenza del nostro ospedale
(dimissioni precoci ma protette) o direttamente dal Pronto Soccorso (PS) della nostra Azienda dal quale, i
pazienti eleggibili, espletati gli accertamenti diagnostici necessari, vengono trasferiti a domicilio nell’arco di
poche ore, in media 7-8 ore.
I pazienti sono considerati come ricoverati in reparto di degenza tradizionale; l’ospedale detiene la
responsabilità legale e finanziaria e fornisce farmaci, materiale sanitario e non, tecnologie. Dal 1985 ad oggi
sono stati seguiti oltre 12000 pazienti.
Significativa è l’interazione tra l’équipe del PS e il team mobile dell’OAD, costituito da un infermiere-case
manager ed un medico geriatra. Avvalendosi della cartella clinica e infermieristica geriatrica, il team mobile
dell’OAD procede ad una valutazione del paziente e del caregiver per analizzare la possibilità di attivare
l’OAD, l’effettiva disponibilità ad accettare questo tipo di ricovero, e per fornire informazioni sulle
caratteristiche e l’organizzazione del Servizio. Se sussistono le condizioni cliniche richieste per l’attivazione
dell’OAD e si riscontra una buona disponibilità ad accettare le cure a casa, si consegna la “Carta del
Ricovero”. Si procede già dal PS alla valutazione degli aspetti clinici, funzionali e cognitivi, vengono
compilate la cartella medica e la cartella infermieristica. Sin da questa prima fase valutativa si inizia a
stabilire un percorso di diagnosi, cura e assistenza che ottimizzi le risorse umane e materiali esistenti, che
sia finalizzato ad un risultato ritenuto il migliore possibile, che riduca i giorni di degenza, trovando, se
necessario, una soluzione di continuità assistenziale adeguata. Nel corso della prima valutazione è già
possibile predisporre le richieste per la fornitura di ausili e presidi che possono essere utili al domicilio; è
possibile richiedere con procedura d’urgenza l’ossigeno liquido che verrà consegnato a casa entro poche
ore. In caso di positività della valutazione, il paziente, dopo aver firmato il consenso al ricovero in regime di
OAD ed espletato in PS gli accertamenti diagnostici necessari, viene trasferito al proprio domicilio mediante
ambulanza nell’arco di poche ore.
Le patologie che più frequentemente vengono trattate in OAD sono: scompenso cardiaco acuto con necessi-
tà di terapie infusionali, cerebrovasculopatie (ictus, TIA…), patologie respiratorie (polmoniti, BPCO riacutiz-
zate…), infezioni con necessità di multiple somministrazioni giornaliere di antibiotico endovena, malattie neu-
rologiche in fase avanzata (SLA, sclerosi multipla,...), gravi scompensi metabolici, patologie oncologiche e
patologie ematologiche, spesso con elevato fabbisogno trasfusionale.
Criteri di ammissione all’OAD sono: consenso informato del paziente e/o del familiare, domicilio nell’area
geografica di appartenenza del Servizio di OAD, adeguato supporto familiare, caratteristiche cliniche tali da
richiedere il ricovero ospedaliero ma non un monitoraggio invasivo od intensivo.
Sono molteplici le prestazioni sanitarie che si possono eseguire a casa senza trasferimenti in ospedale, dalle
più semplici quali prelievi ematici, medicazioni, esecuzioni di ECG, a prestazioni più complesse quali posizio-
namento di cateteri vescicali e SNG, wound care, gestione di cannule venose centrali e posizionamento di
cateteri venosi tipo Midline e PICC, terapie infusionali comprese infusioni di sangue, emoderivati e farmaci
citostatici (previa preparazione delle soluzioni in ambiente protetto), paracentesi, posizionamento di sondini
naso-gastrici e di strumenti tipo Holter per il monitoraggio pressorio e cardiaco, esecuzione di ecografie inter-
nistiche, ecocardiografie, ecoDoppler venosi ed arteriosi e teleradiografie. Inoltre, da alcuni anni inoltre, è at-
tivo un servizio di sportello informativo e di counselling per i familiari ed è disponibile un corso on line sulla
“Conoscenza dei cittadini sui servizi sociosanitari erogati a Torino e Provincia” (www.farcampus.unito.it/assi-
stenza-geriatrica).
Se il paziente necessita di esami strumentali o consulenze non effettuabili al domicilio viene trasferito in
ospedale, mediante ambulanza, per il tempo strettamente necessario all’esecuzione della prestazione e poi
ritorna al proprio domicilio.
Nel marzo 2010 la Regione Piemonte ha prodotto una delibera (D.G.R. n. 85-13580 del 16 marzo 2010)
specifica per l'organizzazione delle attività di assistenza specialistica di ospedalizzazione domiciliare a
carattere ospedaliero. La Delibera ha inoltre sancito una specifica remunerazione delle attività clinico-
assistenziali dell'OAD: Euro 165 al giorno per i Diagnosis Related Groups (DRG) appartenenti ai Major
Diagnostic Categories (MDC) 1, 4, 5, 16, 17 (che corrispondono rispettivamente alle patologie del sistema
nervoso, respiratorio, cardio-vascolare, del sangue e degli organi emopoietici ed a quelle oncologiche) ed
Euro 145 per i DRG appartenenti alle altre MDC.
Sono stati considerati criteri di inclusione nello studio: allettamento o uso obbligato della
carrozzina o la presenza di altri gravi e specificati motivi di fragilità; necessità di radiografia
eseguibile a domicilio (torace, pelvi/anche, articolazioni, arti superiori ed inferiori, mani e
piedi); assenza di delirium all'arruolamento in accordo con il Confusion Assessment
Method (CAM) (1); rischio medio-alto di sviluppare delirium in accordo con i criteri di
Inouye (2).
Criteri di esclusione: la necessità di radiografie in urgenza (entro 24 ore), necessità di
radiografie non eseguibili al domicilio/RSA.
Dopo uno screening dei pazienti per valutarne l'eleggibilità (in base a criteri clinici e di
appropriatezza prescrittiva radiologica) e dopo averne ottenuto il consenso informato, i
pazienti sono stati assegnati in modo randomizzato ad eseguire la radiografia al
domicilio/RSA (gruppo di intervento) o in ospedale (gruppo di controllo), usando un set di
numeri generati da un computer in modo casuale in una ratio 1:1, secondo la flow-chart
qui sotto riportata:
Nel caso di Rx da eseguirsi a domicilio/RSA si procedeva a programmarne l'esecuzione,
pianificando l'uscita del mezzo radiologico mobile e la presenza di due tecnici di
radiologia. Eseguito l'esame si procedeva alla refertazione e alla consegna del referto +
immagine a chi aveva inoltrato la richiesta.
Tutti i pazienti sono stati esaminati all'atto dell'arruolamento utilizzando un protocollo
standardizzato che includeva una valutazione multidimensionale (dati socio-demografici
ed economici, caratteristiche cliniche, stato funzionale, cognitivo e affettivo). Inoltre, sono
state rilevate le motivazioni cliniche della richiesta di radiologia domiciliare, il tipo di
radiografia eseguita e la diagnosi radiologica, l'analisi dei costi, la qualità radiologica delle
immagini e la soddisfazione dei pazienti.
La valutazione multidimensionale si è avvalsa dell'uso di strumenti validati (vedi
“bibliografia scale di valutazione” al termine del capitolo): Glasgow Coma Scale (GCS) (3)
per la valutazione dello stato di coscienza, Activities of Daily Living (ADL) (4) e
Instrumental Activity of Daily Living (IADL) (5) per lo stato funzionale, Geriatric Depression
Scale a 15 item (GDS 15 item) (6) per la depressione, Short Portable Mental Status
Questionnaire (SPMSQ) (7) per lo stato cognitivo, Nottingham Health Profile (NHP) (8) per
la qualità di vita, Cumulative Illness Rating Scale (CIRS) (9) per la comorbidità, Confusion
Assessment Method (CAM) per il delirium (1), la Numerical Rating Scale (NRS) (10) o la
PAINAD (in caso di pazienti con disturbi cognitivi) (11) per il dolore.
L'anamnesi è stata raccolta raccolta dal paziente e dalla documentazione clinica esibita
all'ingresso. Nel caso in cui il paziente non fosse in grado di essere intervistato, i dati sono
stati raccolti dai parenti o dal personale presente in struttura (RAS).
I pazienti sono stati rivalutati dopo aver eseguito la radiografia per indagare l'eventuale
comparsa di complicanze (delirium, disturbi comportamentali, dolore, cadute,....) e il livello
di soddisfazione del paziente stesso e del caregiver (utilizzando un questionario di
gradimento “ad hoc”).
Questo studio randomizzato ha consentito di confrontare 2 trattamenti alternativi per
pazienti che necessitano di esami radiografici in diversi setting di cura:
-nel gruppo di controllo i pazienti sono stati sottoposti alle radiografie in un contesto
ospedaliero con il trasporto in ambulanza e l'assistenza di un caregiver;
-nel gruppo di intervento i pazienti sono stati sottoposti alle radiografie direttamente al
domicilio o in RSA.
Lo studio ha previsto anche la valutazione delle caratteristiche del caregiver in un
sottogruppo di pazienti ospedalizzati a domicilio: dati demografici e socio-economici, livello
di stress (Relatives' Stress Scale-RSS, Caregiver Burden Inventory-CBI) (12,13), tono
dell'umore (Geriatric Depression Scale a 15 item-GDS) (6), qualità di vita (Nottingham
Health Profile-NHP) (8).
(Per la bibliografia delle scale utilizzate vedi fondo capitolo 2)
2.3 Risultati
Dall'indagine conoscitiva compiuta preliminarmente per valutare il fabbisogno di tele-
radiologia nei territori afferenti alle UO coinvolte nel progetto è emerso che è elevato il
numero di persone fragili, soprattutto anziane, che fanno ricorso ad indagini radiologiche
(principalmente Rx del torace). Spesso si tratta di persone non autosufficienti e con
problemi cognitivi, a maggior rischio di sviluppare disturbi comportamentali/delirium o altre
complicanze nel momento in cui vengono allontanati dal loro abituale ambiente di vita. In
percentuali variabili dal 22 all'80% dei casi questi pazienti vengono trasportati in ospedale,
per eseguire l'indagine radiologica, in ambulanza - che è a pagamento, e spesso sono
accompagnati o da un familiare - che può avere una attività lavorativa e quindi deve
assentarsi per ore o per una intera giornata, o da personale delle RSA - che viene quindi
distolto da altre attività assistenziali. Emerge, quindi, che la tele-radiologia può avere
ricadute positive non solo in termini di miglioramento della qualità di vita dei pazienti e di
umanizzazione delle cure, ma anche sul piano economico.
Il trial clinico randomizzato da noi condotto ha volutamente concentrato la propria
attenzione sul paziente fragile, soprattutto anziano, in quanto maggior fruitore di servizi,
inclusi i servizi radiologici.
Il campione totale è risultato composto da 136 pazienti di cui 71 appartenenti al gruppo
dei CASI (Rx a domicilio o in RSA) e 65 al gruppo dei CONTROLLI (Rx in ospedale).
I pazienti ricoverati in RSA sono 99 mentre quelli ricoverati a casa in regime di cure
territoriali (Ospedalizzazione a Domicilio (OAD); Assistenza Domiciliare Integrata-ADI)
sono 37.
Le RSA coinvolte sono state: Casa dell'immacolata di San Gillio di Giaveno(ASL TO3),
Residenza al Castello di Alpignano (ASL TO3), RSA Don Menzio di Avigliana (ASL TO3),
Casa di riposo Villa Elena di Rivoli (ASL TO3), RSA Maritano di Sangano (ASL TO3), RSA
Pont Canavese di Cuorgnè (ASL TO4), RSA Umberto Primo di Cuorgnè (ASL TO4), RSA
Domenica Romana di Castellamonte (ASL TO4), Casa Vernetti di Locana (ASL TO4), RSA
S. Anna di Fossano (ASL CN1), RSA Craveri di Fossano (ASL CN1).
I due gruppi di trattamento - casi (Rx a casa/RSA) e controlli (Rx in ospedale) - sono
risultati comparabili per caratteristiche socio-demografiche, funzionali e cliniche. Si
trattava, in entrambi i gruppi, di anziani fragili e complessi, di sesso femminile nel 68% dei
casi, con un'età media di circa 85 anni. Circa il 61% dei pazienti è risultato essere
costituito da vedovi/e, con un'istruzione elementare in quasi il 50% dei casi ed una
condizione economica nella maggior parte dei casi definita sufficiente/discreta (63%). I
soggetti sono risultati comorbidi (in media 3 patologie presenti contemporaneamente), nel
35% dei casi totalmente dipendenti alle ADL e nel 77% nelle IADL (punteggio medio=2),
affetti da un deterioramento cognitivo lieve/moderato (punteggio medio SPMSQ=3.7 errori)
e lievemente depressi alla GDS (punteggio medio pari a circa 7), a rischio elevato di
delirium in circa il 15% dei casi, con un dolore riferito assente/lieve nel 66% dei casi,
allettati in oltre il 40%, in stato di coma severo nel 1.5% (N=2).
La radiografia più richiesta è stata quella del torace (70.6% dei casi), per sospetto clinico
di focolaio broncopneumonico (41.2%), versamento pleurico (11%) o scompenso cardiaco
(2.9%), o per controllare il posizionamento di un CVC (3.7%). La diagnosi radiologica ha
rilevato la presenza di focolaio broncopneumonico nel 17% dei casi e di versamento nel
12%. Non sono emerse differenze statisticamente significative tra i due gruppi per quanto
riguarda tipo di esame radiologico richiesto, sospetto clinico e diagnosi radiologica.
Interessante notare che solo i pazienti che sono stati trasferiti in ospedale per eseguire la
radiografia (CONTROLLI) hanno sviluppato alterazioni comportamentali (delirium) a
seguito dell'indagine radiologica eseguita (12% dell'intero campione) (p<.005), trattandosi
nel 75% dei casi di uno stato confusionale che ha richiesto una terapia farmacologica nel
50% dei casi. La comparsa di dolore durante/dopo l'esecuzione dell'esame radiologico ha
interessato il 6.6% dell'intero campione, con una tendenza alla maggior comparsa nel
gruppo dei controlli rispetto ai casi, senza tuttavia raggiungere la significatività statistica. In
entrambi i gruppi non si sono verificate cadute quali complicanza dell'esame eseguito.
ll campione dei pazienti seguiti da servizi di cura territoriali (OAD/ADI) comprende 37 soggetti di cui 19 CASI (soggetti che hanno eseguito Rx a casa) e 18 CONTROLLI
(pazienti che hanno eseguito Rx in ospedale).
Si tratta di soggetti anziani (età media circa 83 anni nell'intero campione), per lo più
rappresentati da donne (60%), vedove nel 62% dei casi.
Le patologie motivanti il ricovero più frequenti sono state quelle polmonari, cardiache,
gastroenterologiche ed onco-ematologiche, senza differenze statisticamente significative
tra i due gruppi.
Nessuno dei pazienti presentava un quadro di delirium all'atto dell'arruolamento ma
dall'analisi del rischio, valutato attraverso il “Delirium risk assessment” (criteri di Inouye),
emerge come il 27% circa dei pazienti abbia un rischio alto, senza differenze significative
tra i due gruppi.
Si trattava di soggetti affetti da comorbidità (numero medio di patologie associate pari a 4)
A conferma della comorbidità e della fragilità del campione in studio, il numero medio di
farmaci assunti è risultato essere elevato in entrambi i gruppi, 7,5 tra i casi e 7,9 tra i
controlli, ed i più utilizzati, in entrambi i gruppi, sono risultati: antipertensivi, diuretici,
gastroprotettori, BDZ, antipsicotici.
Il livello di disabilità, valutato mediante le scale ADL e IADL, è risultato sovrapponibile nei
due gruppi. Tutti i pazienti esaminati sono risultati dipendenti nelle attività della vita
quotidiana (in media 3 funzioni perse all'ADL; punteggio medio all'IADL di 4.02),
cognitivamente integri o lievemente deteriorati, lievemente depressi alla GDS (punteggio
medio=9.07). In entrambi i gruppi il dolore e risultato ben controllato, infatti i punteggi medi
ottenuti attraverso la scala NRS corrispondono a circa 2.5/10 punti sia nel gruppo dei casi
sia nel gruppo dei controlli. Le differenze emerse nell’analisi delle scale di valutazione non
sono statisticamente significative quindi i due gruppi sono confrontabili tra loro.
In entrambi i gruppi l'esame radiologico maggiormente richiesto è stato l’RX del torace e
l’esito più comune è risultato essere o la presenza di un focolaio broncopneumonico (42%)
o di un versamento pleurico (24%). Nel 13% dei casi l'esame è stato richiesto per
controllare il corretto posizionamento di un catetere venoso centrale tipo PICC e nell'8%
dei casi si è trattato di un controllo post-terapia antibiotica. Non sono emerse differenze
statisticamente significative tra i due gruppi per quanto riguarda tipo di esame richiesto e
diagnosi radiologica.
Alterazioni comportamentali, con necessità di ricorso alla terapia farmacologica, si sono
verificate solo nel gruppo dei controlli, durante l’esecuzione dell’esame, ed hanno
interessato un solo paziente. Tale associazione, a causa anche della bassa numerosità,
non è statisticamente significativa (p value = 0.183). Tra i pazienti che hanno effettuato gli
esami a domicilio è stata riferita la comparsa di dolore durante o subito dopo l’esecuzione
dell’esame nel 4% dei casi mentre tale percentuale sale al 31% tra i pazienti che hanno
effettuato le radiografie in ospedale (p value = 0.024). In entrambi i gruppi non sono state
registrate cadute o altre complicanze.
Il campione dei pazienti in RSA comprende 99 soggetti di cui 47 CASI (soggetti che
hanno eseguito Rx in RSA) e 52 CONTROLLI (pazienti che hanno eseguito Rx in
ospedale).
Si tratta di soggetti anziani (età media circa 85 anni nell'intero campione), per lo più
rappresentati da donne (70%), vedove nel 60% dei casi, ricoverate in RSA in media da 26
mesi.
Nessuno dei pazienti presentava un quadro di delirium all'atto dell'arruolamento ma
dall'analisi del rischio, valutato attraverso il “Delirium risk assessment” (criteri di Inouye), è
emerso come il 92% circa dei pazienti avesse un profilo di rischio intermedio, senza
differenze statisticamente significative tra i due gruppi.
Tutti i soggetti arruolati sono risultati comorbidi (valore medio dell'indice di comorbidità
della CIRS=2.89). La comorbidità giustifica la polifarmacoterapia presente in entrambi i
gruppi con un numero medio di farmaci assunti di 6.7.
Tutti i pazienti, indipendentemente dal gruppo di appartenenza, sono risultati fortemente
dipendenti nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (in media 4 funzioni perse
all'ADL e un punteggio medio all'IADL di 1.8), e affetti da un deterioramento cognitivo
lieve/moderato e da un tono dell'umore lievemente depresso. In entrambi i gruppi il dolore
è risultato ben controllato infatti i punteggi medi ottenuti attraverso la scala NRS
corrispondono a circa 3/10 in entrambi i gruppi.
Sia nel gruppo dei casi sia in quello dei controlli l’esame più richiesto è stato l’RX del
torace (60%), seguito dall’RX di articolazioni maggiori (25%), senza differenze
statisticamente significative tra i due gruppi. La richiesta era motivata dal sospetto clinico
di focolaio broncopneumonico (41.4%), di versamento pleurico (6%) o scompenso
cardiaco (3%). La diagnosi radiologica ha rilevato la presenza di focolaio
broncopneumonico nel 21% dei casi, di versamento pleurico o scompenso cardiaco nel
6%, di patologie osteoarticolari, comprese le fratture, nell'11%. Non sono emerse
differenze statisticamente significative tra i due gruppi per quanto riguarda tipo di esame
radiologico richiesto, sospetto clinico e diagnosi radiologica.
Per quanto riguarda le complicanze legate all'esecuzione dell'esame è emerso quanto
segue:
− alterazioni comportamentali si sono verificate solo nel gruppo dei controlli (pazienti
che si sono recati in ospedale), nel 15% dei pazienti, e non nel gruppo dei casi
(pazienti che hanno eseguito Rx in RSA) (p value < 0.005). Nel 73% dei pazienti
con alterazioni comportamentali è stata fatta diagnosi di delirium e la durata media
del disturbo è stata di 24 ore. Nel 70% dei casi è stato necessaria una terapia per
risolvere il delirium (50% farmacologica)
− non sono emerse differenze statisticamente significative tra i due gruppi in merito
alla comparsa di dolore durante o dopo l’esecuzione dell’esame (2 pazienti per
gruppo hanno riferito dolore legato alla metodica strumentale)
− in entrambi i gruppi non sono state registrate cadute o altre complicanze
I caregiverSono stati elaborati anche i dati relativi ai caregiver, raccolti nel gruppo di pazienti seguiti
dal servizio di OAD.
Il campione risulta composto da 31 soggetti. Non sono emerse differenze statisticamente
significative tra i due bracci (caregiver di pazienti che hanno eseguito l'esame radiografico
a casa vs caregiver di pazienti che hanno eseguito l'esame radiografico in ospedale). I due
gruppi sono risultati omogenei e comparabili. La figura del caregiver, fondamentale
nell’assistenza al malato fragile, è prevalentemente di sesso femminile (87% del campione
totale), con un'età media 62 anni, nella maggior parte dei casi legata da vincoli di
parentela con il paziente (75%). Il grado di parentela più rappresentato è quello di ”figlio” o
di “coniuge”; nel 25% circa dei casi l'attività di caregiving è gestita principalmente da un
assistente privato, soprattutto straniero. In entrambi i bracci di randomizzazione in circa il
60% dei casi i caregiver dichiarano di convivere con il paziente, dedicando in media 15
ore/die all'assistenza del proprio congiunto, e di ricevere ricevere un qualche tipo di
aiuto/supporto da altri familiari o personale a pagamento in circa il 50% dei casi.
Per quanto riguarda la valutazione effettuata attraverso la somministrazione di apposite
scale, non emergono differenze significative circa il livello di stress (RSS/CBI) e il tono
dell'umore (GDS). E' risultato che si tratta di soggetti con un tono dell'umore lievemente
depresso (GDS medio= ) probabilmente legato alla presenza di una situazione di stress
moderato (RSS medio=21), non tale da generare burn-out ma la necessità di ricevere
aiuto (CBI medio=32.5).
Analisi della qualita' delle immagini e dell'appropriatezza prescrittivaIn due fasi del progetto (all’inizio della sperimentazione e in itinere) sono stati sottoposti ad
un pool di 6 medici radiologi esperti i radiogrammi ottenuti dagli stessi pazienti nei due
diversi setting di esecuzione, domiciliare e ospedaliero, adeguatamente anonimizzati e per
i quali non fosse possibile identificare il contesto di esecuzione (a tale scopo è stato usato
il programma di photo-editing GIMP, Linux based). Si trattava di radiografie del torace
eseguite a paziente supino con distanza fuoco – film di 100 cm e con fattori di esposizione
equivalenti. Sono stati presi in considerazione una serie di parametri di qualità del
radiogramma del torace utilizzando una scala basata sulle Chest European Guidlines on
quality criteria elaborata dalla S.I.R.M. (Scala di valutazione del radiogramma toracico -
S.I.R.M.- Gruppo di studio sulla radiologia toracica -2002):
1. ESECUZIONE DELL’ESAME IN INSPIRAZIONE PROFONDA
2. RIPRODUZIONE SIMMETRICA DEL TORACE
3. BORDO MEDIALE DELLE SCAPOLE LATERALIZZATO
4. RIPRODUZIONE DI TUTTE LE COSTE SOPRA IL DIAFRAMMA
5. RIPRODUZIONE DELLA STRUTTURA VASCOLARE DELL’INTERO POLMONE, SOPRATTUTTO DEI VASI PERIFERICI
6. NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DEL CUORE
7. NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DELL’AORTA
8. NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DEL DIAFRAMMA
9. NETTA RIPRODUZIONE DEI BORDI DEGLI ANGOLI COSTO-FRENICI
10. VISUALIZZAZIONE DEL POLMONE RETROCARDIACO
11. VISIBILITA’ DEI PICCOLI DETTAGLI TONDEGGIANTI IN TUTTO IL POLMONE
12. VISIBILITA’ DEI DETTAGLI LINEARI E RETICOLARI ALLA PERIFERIA DEL POLMONE
L’analisi dei dati (processati con SPSS 16.0) è stata eseguita con test t di Student a due
code confrontando le medie dei due campioni per ogni item esaminato. Sono stati
esaminati 60 radiogrammi del torace, 30 eseguiti a domicilio e 30 in ospedale. Nella quasi
totalità dei casi non si sono osservate differenze statisticamente significativa tra le medie. I
casi in cui vi è differenza statisticamente significativa riguardano l’item “ RIPRODUZIONE DELLA
STRUTTURA VASCOLARE DELL’INTERO POLMONE, SOPRATTUTTO DEI VASI PERIFERICI“, p<0,05 - (0,000400),
l’item “VISIBILITA’ DEI PICCOLI DETTAGLI TONDEGGIANTI IN TUTTO IL POLMONE “, p<0,05 - ( 0,001692) , e
l’item “VISIBILITA’ DEI DETTAGLI LINEARI E RETICOLARI ALLA PERIFERIA DEL POLMONE”, P<0,05 (0,002117).
Si segnala che, data la natura dei pazienti indagati e considerato l'utilizzo della metodica
non per prime diagnosi di patologia pleuro-polmonare ma solo in sorveglianza di quadri
radiologici tipici della cronicità – BPCO, Scompenso Cardiaco, Focolai Broncopneumonici,
i tre item con p<0,05 risultano non influenti sulla valutazione generale di un radiogramma
del torace eseguito al domicilio e che, pertanto, la qualità clinico-diagnostica dei
radiogrammi eseguiti al domicilio può essere ritenuta comparabile a quella degli esami
eseguiti in ospedale, come dimostra anche l'immagine sotto riportata.
Confronto tra due Rx torace eseguiti l'uno a domicilio e l'altro in ospedale
Grafico con i dati dell'analisi di qualità delle immagini (DOM = Rx eseguito a domicilio; PS = Rx eseguito in ospedale)
Il grafico riporta, in un'ottica comparata, la somma dei punteggi ottenuti dalle immagini
radiografiche eseguite al domicilio e la somma dei punteggi ottenuti da tutte le immagini
eseguite in ospedale. E' stata usata la scala di Lickert che attribuisce 5 punti in valore
crescente per ciascuno dei 12 item precedentemente elencati (1=scarso, 5=ottimo).
Pertanto, 5 punti di valore massimo per ciascuno dei 12 item corrisponde ad un punteggio
massimo di 60 punti attribuibile a ciascuna radiografia che, moltiplicato per 30 (numero di
radiografie esaminate per ciascun gruppo, DOM o PS), equivale a un punteggio massimo
di 1800 punti. Dal grafico si può notare come per ciascun esaminatore, in maniera del tutto
indipendente l'uno dall'altro, la valutazione delle radiografie ottenute a domicilio sia molto
prossima a quella riguardante le radiografie eseguite in ospedale. Inoltre, ad eccezione
delle valutazioni dell'esaminatore n. 1 e n. 2, le valutazioni espresse dagli altri esperti sono
molto vicine tra loro, ad indicare che le radiografie sono state valutate secondo i medesimi
criteri da parte di tutti gli esaminatori. Il punteggio medio varia da un minimo di 800
(esaminatore n. 2) ad un massimo di poco superiore a 1200 (esaminatore n. 1),
mantenendosi per la maggior parte degli esaminatori intorno ai 1000 per entrambe le
tipologie di immagini (DOM o PS), ad indicare una buona qualità delle radiografie
eseguite.
Seconda questione cruciale è l'appropriatezza prescrittiva e, quindi, la definizione di un
percorso diagnostico che eviti l’iperprescrizione. Bibbolino (Bibbolino C. et al. “Radiologia
medica” 2012 Mar;117(2):322-332) nel suo ultimo e apprezzato lavoro sull’appropriatezza
segnala che il 45,5 % delle richieste di prestazioni radiologiche appaiono, nel suo studio,
totalmente inappropriate e che l’impatto economico di queste è straordinariamente
rilevante. La letteratura (Mapelli V. “Il sistema sanitario italiano” Il Mulino 2012) dimostra
che aumentando l’offerta di prestazioni clinico-diagnostiche la domanda cresce
parallelamente, ingenerando spesso nuovi, costosi e pericolosi percorsi diagnostici non
virtuosi. Proponendo un nuovo modello organizzativo che offre grandi opportunità ai
pazienti ci si è trovati nella condizione di dover governare la domanda dei clinici
prescrittori.
Per questa ragione sono stati definiti parametri di inclusione molto precisi, all’interno di un
percorso che tenesse conto del principio di giustificazione (L. 187/2000 sull’uso
diagnostico delle radiazioni ionizzanti) e rispettoso delle direttive dell’Istituto Superiore di
Sanità in materia di Teleradiologia (http://www.iss.it/binary/publ/cont/07-
26.1191318988.pdf).
Possono essere eseguiti a domicilio NON in urgenza:
• Esami radiologici del torace
• Esami radiologici del bacino e dell’anca
• Esami radiologici di articolazioni: spalla, gomito, polso, ginocchio e caviglia
• Esami radiologici dei segmenti scheletrici degli arti superiori ed inferiori
nelle seguenti principali tipologie di pazienti “fragili”:
persona affette da patologie polmonari
persone affette da patologie cardiache
persone affette da patologie oncologiche
persone affette da patologie neurologiche
persone affette da patologie osteoarticolari
persone sottoposte ad interventi ortopedici per posizionamento protesi (controllo
risultato intervento chirurgico o controllo evoluzione di malattia)
persone con gravi difficoltà di movimento, non deambulanti o allettate
persone con disturbi comportamentali o altre disabilità gravi
Sono state considerate motivazioni oggettive di impossibilità ad eseguire l'esame richiesto
l'indisponibilità della tecnologia necessaria (Rx non eseguibile a domicilio perchè non si è
in grado di garantire una buona qualità dell'immagine), la presenza di alcune condizioni
costituzionali della persona (es. obesità, per alcune indagini radiografiche specifiche),
l'inadeguatezza strutturale dell'abitazione o dell'impiantistica elettrica (necessaria la
presenza domicilio di prese elettriche adeguate).
Combinando i criteri di inclusione ed esclusione con un'attenta valutazione da parte del
medico radiologo del principio di giustificazione e delle oggettive potenzialità della tecnica
in uso, si è evitato un ricorso inappropriato all’indagine a domicilio.
Analisi della soddisfazione degli utentiIl totale dei pazienti intervistati è paria 39, di cui 27 ricoverati in RSA e 12 curati a
domicilio. L'età media degli intervistati è risultata di 82 anni. Circa il 75% dei pazienti sono
donne.
Il questionario utilizzato era costituito da 6 domini (Aspetti tangibili, Affidabilità,
Competenza, Comunicazione, Comprensione, Sicurezza) per un totale di 20 domande.
Le risposte agli item del questionario radiologico indicano come il servizio di radiologia
domiciliare sia stato apprezzato perché ritenuto più riservato, più comodo e perché in
grado di evitare spostamenti a volte dolorosi. Solo il 13% delle persone si sono spaventate
nel vedere l’apparecchiatura e solo una persona ritiene che le radiazioni utilizzate a casa
siano maggiormente pericolose di quelle usate in ospedale. Per quasi l'80% degli
intervistati il giorno e l’orario dell’appuntamento sono stati rispettati ed i giorni di attesa
ritenuti accettabili (max 4gg). Solo il 4,3% delle persone non si è sentito in mani sicure e
raramente sono subentrati problemi logistici per l’esecuzione dei radiogrammi.
L'esecuzione della radiografia a domicilio non ha aumentato il dolore fisico dei pazienti e
non è risultata più fastidiosa di una radiografia eseguita in ospedale. Il linguaggio degli
operatori è stato chiaro e non tecnico (82,6%), ed essi hanno dimostrato un elevata
capacità di ascolto ed un atteggiamento cordiale e professionale nei confronti dei pazienti
e dei loro familiari, fornendo le adeguate informazioni e adottando le misure di sicurezza
necessarie. Complessivamente, quasi il 98% degli utenti è risultato molto soddisfatto del
servizio. I motivi di tale elevato gradimento sono riassunti nel grafico sottostante:
Analisi dei costiI servizi di telemedicina, e al loro interno, quelli di teleradiologia, sono diventati parte del
nuovo modo di gestire l’healthcare. La letteratura, e lo studio di Jarvis ne è un esempio
(Jarvis L, Stanberry B. Teleradiology: threat or opportunity? Clin Radiol 2005
Aug;60(8):840-5) , evidenzia che i vantaggi sono sostanzialmente due:
1. la capacità di soddisfare la domanda di salute della popolazione più difficilmente
raggiungibile, migliorando così l’accessibilità ai servizi;
2. la possibilità di ridurre l’impatto economico sul sistema sanitario e sulla collettività:
Tali vantaggi sono probabilmente riscontrabili anche nei servizi di radiologia domiciliare.
La letteratura fornisce anche un ulteriore spunto di analisi evidenziando che l’analisi
economica dei servizi di teleradiologia viene per lo più effettuata ponendosi dal punto di
vista del soggetto richiedente o pagante la prestazione sanitaria, mentre molto meno
frequentemente l’analisi viene condotta con l’ottica del soggetto erogatore del servizio. A
tal proposito lo studio di Rosemberg (Rosenberg C, Kroos K, Rosenberg B, Hosten N,
Flessa S. Teleradiology from the provider's perspective-cost analysis for a mid-size
university hospital. Eur Radiol. 2013 Aug;23(8):2197-205) evidenzia che la domanda che il
ricercatore dovrebbe porsi è “qual è il prezzo giusto a cui cedere le prestazioni di
teleradiologia”. Una domanda di tal tipo, calata nella realtà del sistema sanitario italiano,
dovrebbe assumere la seguente formulazione: “è economicamente conveniente, stante la
pari efficacia e sicurezza delle prestazioni, il servizio di teleradiologia?” e ancora “la tariffa
che viene corrisposta al soggetto erogante è remunerativa di tutti i beni consumati per
confezionarla?”.
Partendo dai vantaggi che la letteratura evidenzia e ponendosi dal punto di vista non solo
dell’erogatore ma, allargando ulteriormente l’ottica, anche della società, lo studio si è
posto, tra i vari obiettivi, il seguente: valutare la convenienza economica della radiologia
domiciliare vs la radiologia ospedaliera.
La valutazione della convenienza economica della radiologia domiciliare vs la radiologia
ospedaliera è stata condotta con l’assunto che l’efficacia diagnostica è dimostrata essere
uguale nelle due diverse modalità di erogazione delle prestazioni, senza inserire nella
valutazione l’utilità del paziente e concentrandosi esclusivamente sulle prestazioni di RX
torace (la radiografia in assoluto più richiesta).
L’analisi è condotta con il metodo differenziale. Si sono pertanto posti a confronto il
processo intrapreso dai pazienti a cui viene erogata la prestazione RX torace in struttura
ospedaliera (CONTROLLI) e quello proprio dei pazienti che beneficiano della stessa
prestazione a domicilio (CASI) e si sono analizzati esclusivamente le attività che
differiscono nei due processi. In particolare differiscono le attività di trasporto del paziente
in ospedale e il correlato trasferimento del paziente a domicilio, la realizzazione della
prestazione e l’attività di consegna del referto al domicilio. Le prime due e l’ultima attività
non sono più presenti qualora si utilizzi il servizio di radiologia domiciliare e ad esse si
sostituiscono le attività di trasferimento del personale con il mezzo di trasporto adibito al
servizio. In merito alla realizzazione della prestazione si registra un cambiamento nel tipo
di attrezzatura utilizzata e nel tempo dedicato dal personale tecnico.
In base a tale differenze si sono determinati i costi differenziale relativi alle attrezzature
utilizzate, ai servizi relativi alla loro manutenzione, al tempo impiegato dal personale
tecnico. Inoltre, relativamente ai soli controlli, si sono stimati i Costi per
l’accompagnamento del paziente verso e dall’ospedale, i Costi per il ritiro del referto,
utilizzando per entrambi il metodo del proxy-good, e i Costi per il trasporto dei pazienti
verso e dalla struttura ospedaliera.
La valorizzazione di costi è avvenuta avvalendosi di differenti fonti e precisamente:
Ministero della Salute, Ministero delle Finanze, ISTAT, A.O.U. Città della Salute e della
Scienza di Torino e ACI.
Costi differenziali: ATTREZZATURAAttrezzatura per la realizzazione della prestazione radiologica domiciliare
Valore di mercato al 2013
Quota ammortamento 12,5% annuo Fonte: Ministero delle Finanze
Volume prestazioni stimato: 1300(5 prestazioni x 5gg x 52 settimane) e 1560 e 1820
Attrezzatura per la realizzazione della prestazione radiologica in presidio ospedaliero
Valore attrezzature rivalutate al 2013
Quota ammortamento 12,5% annuoFonte: Ministero delle Finanze
21.000Fonte: AOU Città della Salute e della Scienza
Costi differenziali: MANUTENZIONEAttrezzatura per la realizzazione della prestazione radiologica domiciliare
Valore sostenuto al 2013 Volume prestazioni stimato : 1300(5 prestazioni x 5gg x 52 settimane) e 1560 e 1820
Attrezzatura per la realizzazione della prestazione radiologica in presidio ospedaliero
Valore sostenuto al 2013 21.000Fonte: AOU Città della Salute e della Scienza
Costi differenziali: TECNICO DI RADIOLOGIATempo del tecnico di radiologia per la realizzazione della prestazione radiologica domiciliare
Stimato in 60’Fonte: Questionario
Costo orarioFonte: Modelli CE Ministero Salute
Tempo del tecnico di radiologia per la realizzazione della prestazione radiologica in presidio ospedaliero
Stimato in 10’ + correttivo 1,3 per pazienti > 80 anniFonte: SIRM 2012
Costo orarioFonte: Modelli CE Ministero Salute
Valorizzazione dei costi
I primi risultati a cui si è giunti riguardano 56 casi e 41 controlli.
I costi sono espressi come differenza (incremento con segno più, decremento con segno
meno) fra i costi che si sostengono se la prestazione è erogata nella formula tradizionale e
i costi che si sostengono se, invece, si utilizza la radiologia domiciliare. I costi sono stati
stimati ipotizzando tre diversi volumi di prestazioni e precisamente: 1300, 1560, 1820
prestazioni annue.
I primi risultati dello studio condotto evidenziano che la radiologia domiciliare è costo
efficace dal punto di vista della società e anche dal punto di vista del SSN, qualora l’onere
dell’accompagnatore e del soggetto che ritira referto sia a carico del Servizio Sanitario.
Indubbiamente l’attuale tariffa di riferimento per la prestazione RX Torace, pari a € 15.50,
secondo il tariffario regionale, è insufficiente a remunerare tutte le risorse utilizzate per la
sua realizzazione.
Questi primi risultati presentano alcuni limiti. Alcuni, intrinseci nella valutazione economica,
sono riconducili alle tecniche di valorizzazione dei costi dell’Informal Care. Le tecniche
utilizzabili presentano sempre aspetti positivi e negativi che rappresentano la cornice entro
cui collocare ed interpretare i risultati ottenuti. Altri sono riconducibili alla difficoltà di
traslare i risultati economici ottenuti in realtà e contesti diversi da quelli in cui è stato
condotto lo studio, con la conseguente necessità di effettuare analisi di sensibilità. Infine, i
presenti risultati si concentrano su una sola prestazione che, pur rappresentando la
maggioranza, non esaurisce la tipologia erogabile.
2.4 Conclusioni
I pazienti fragili, specie gli anziani che vivono nelle RSA o sono curati a casa, sono spesso
comorbidi e affetti da deficit cognitivi: il trasporto in ospedale per eseguire accertamenti
radiologici può essere faticoso e può causare o aggravare i disturbi cognitivo-
comportamentali già in atto (devono essere trasportati in ambulanza o taxi, e allontanarsi
dal proprio abituale contesto di vita).
Trasferire lo strumento diagnostico anziché il paziente può essere una delle risposte allo
“tsunami geriatrico” e alla necessità di fornire servizi sanitari sempre più flessibili.
Le esperienze preliminari nel campo della radiologia domiciliare indicano che la
strumentazione portatile per eseguire radiografie al domicilio è disponibile e funzionale, la
qualità delle immagini ottenute al domicilio è buona ed il rischio di esposizione alle
radiazioni per gli operatori e la popolazione è molto basso (Sawyer RH et al, Clinical
Radiology 1995;50:51-55. Laerum F et al, Int Congress series 2005;1281:922-925.
Aimonino Ricauda N et al, Arch Intern Med 2011;171:1678-1680. Eklund K et al,
Gerontology 2012; 58:107-11).
Questo progetto ha rilevato che l'esecuzione delle radiografie nel luogo di vita del malato
ha un effetto “protettivo” rispetto alla comparsa di disturbi comportamentali e/o dolore e,
quindi, indirettamente, contribuisce ad un miglioramento della qualità di vita dei pazienti; la
qualità clinico-diagnostica dei radiogrammi eseguiti al domicilio è comparabile a quella de-
gli esami effettuati in ospedale e il rischio di esposizione è contenuto sia per gli operatori
che per la popolazione in generale; i costi sembrano essere ridotti rispetto all’esecuzione
dell’esame radiologico in ospedale; il gradimento dei pazienti, esplorato nelle varie dimen-
sioni della qualità percepita, è altissimo; la relazione malato-professionista è molto favori-
ta, con grande beneficio e soddisfazione di entrambe le parti.
Pertanto, possiamo dire che lo studio ha confermato che non solo l'esecuzione delle radio-
grafie è fattibile - in termini tecnici, di sicurezza e di qualità delle immagini, come già noto
in letteratura, ma anche efficace, perchè attraverso la prevenzione della comparsa di com-
plicanze consente di migliorare la qualità dell'assistenza e il benessere dei pazienti, in
un'ottica di sempre maggiore umanizzazione delle cure. La possibilità di effettuare l'esame
radiologico in struttura (RSA) anziché in ospedale può rappresentare un vantaggio anche
per il personale di assistenza, per almeno due motivi: il personale non si deve allontanare
per accompagnare il paziente in ospedale (ottimizzazione delle risorse, anche da un punto
di vista economico), c'è una minor probabilità di dover gestire disturbi comportamentali im-
portanti (agitazione psico-motoria, delirium) nel momento in cui pazienti a rischio, quali i
dementi, rientrino in struttura dopo essere stati condotti in ospedale per eseguire la radio-
grafia. Inoltre, come supporto alla pratica clinica, la teleradiologia può rappresentare un
possibile strumento per la diffusione di modelli di cura territoriali, a favore di una sempre
maggiore flessibilità delle strutture ospedaliere e di una sempre più stretta integrazione tra
ospedale e territorio.
Tuttavia, bisogna sottolineare il fatto che la teleradiologia domiciliare non può considerarsi
del tutto sostitutiva rispetto ad un servizio di radiologia “ospedaliera”, in quanto a domicilio
si possono effettuare solamente esami per i quali le limitazioni tecnologiche non causino
una riduzione della qualità diagnostica delle immagini prodotte. Gli esami che possono es-
sere eseguiti a domicilio, con la garanzia di una buona qualità dell'immagine, sono quelli
del torace, delle articolazioni e dei segmenti ossei degli arti superiori ed inferiori. Sicura-
mente, la teleradiologia domiciliare può aiutare a soddisfare una gran parte delle esigenze
radiologiche di pazienti fragili, con patologie acute o croniche, curati in ambito territoriale.
Medici competenti ed esperti nell'utilizzo di tali tecnologiche e nella comunicazione on-line
possono fornire diagnosi in un modo sicuro, producendo anche un risparmio per il sistema
sanitario ed una ottimizzazione dell’attività radiologica ospedaliera che potrebbe concen-
trarsi sulle attività radiologiche relative a patologie più gravi e complesse.
Molte sono le peculiarità emerse da questa sperimentazione:
− ha rappresentato la prima esperienza in Italia e tra le prime nel mondo a realizzarsi
in ambito pubblico e non privato, inserendosi in un contesto sperimentale anche
grazie ad un ulteriore elemento innovativo: l’integrazione con l’ICT attraverso la rea-
lizzazione di un sistema di invio delle immagini a distanza che utilizza la banda lar-
ga. Quindi non si tratta di “semplice” radiologia domiciliare ma di “tele-radiologia” in
quanto la tecnologia ci consente di ottenere “in situ” e in tempo reale una diagnosi
radiologica che altrimenti richiederebbe lo sviluppo in ambiente ospedaliero delle
immagini ottenute
− ha dimostrato l'importanza ed il valore del lavoro all'interno di un team multidiscipli-
nare (medici clinici e specialisti radiologi, tecnici di radiologia, infermieri, psicologi,
economisti, epidemiologi), dove esperienze diverse possono confrontarsi e genera-
re interessanti collaborazioni e spunti per ulteriori sviluppi di ricerca ed applicazione
della metodica
− ha funzionato da “traino” per lo sviluppo di altre ricerche satelliti:
• studio sulla possibilità di impiantare PICC (Peripherally Inserted Central Catheters)
a domicilio in pazienti affetti da LAM in fase di neutropenia e con necessità di tera-
pie infusionali multiple e complesse (il PICC viene impiantato a casa e il controllo
radiografico del corretto posizionamento effettuato direttamente a domicilio entro 24
ore, senza dover trasferire il paziente, neutropenico e quindi ad elevato rischio infet-
tivo, in ospedale (studio congiunto OAD/Ematologia/Radiodiagnostica O, Ospedale
Molinette; ad ora controllati 36 PICC e rilevati 2 posizionamenti errati, subito corret-
ti)
• studio di “Watermarking” per lo sviluppo di un algoritmo di protezione delle immagini
biomediche
− ha rappresentato un modello di riferimento per lo sviluppo di altre esperienze simili
sul territorio nazionale (es., Brescia e Bergamo)
− ha rilevato, grazie all'esperienza pilota realizzata a Cortemilia (CN), che sono possi-
bili diverse applicazioni della teleradiologia domiciliare (anche in ambito ambulato-
riale territoriale) e che i territori più disagiati, sia in termini geografici che di copertu-
ra da parte dei servizi sanitari, ne possono trarre vantaggio
− grazie al software “RADWHERE”, elaborato in collaborazione con il Politecnico di
Torino durante il progetto pilota per definire in maniera non empirica il fabbisogno di
servizi di Teleradiologia in diverse aree geografiche della Regione Piemonte, sarà
possibile, se il progetto verrà recepito a livello istituzionale regionale e proseguirà,
valutare con precisione dove sia più vantaggioso estendere il servizio. Il software
“RADWHERE”, grazie ad una serie di parametri che devono essere inseriti nel pro-
gramma (presenza di ospedali, qualità dei trasporti, condizione e numero delle vie
di comunicazione, densità e caratteristiche della popolazione), identifica le zone del
territorio ove l’accesso ai servizi di radiologia tradizionale è più agevole, zone che
sulle mappe digitali prodotte dal programma appaiono di colore più intenso e chiaro
mentre le porzioni di territorio più disagiate dal punto di vista dei servizi presentano
colori meno vivi. E' auspicabile che tale programma possa aiutare una futura idonea
programmazione regionale del servizio di teleradiologia
− infine, la teleradiologia potrebbe rappresentare in futuro un utile strumento anche in
ambiti di cura peculiari quali il carcere (esistono già esperienze estere in corso), o
per particolari fasce di popolazioni fragili quali i bambini o i giovani adulti disabili
In Norvegia e Svezia, dove la teleradiologia è nata per prima in Europa, tale esperienza si
sta diffondendo. Nell'ottica di un sempre maggiore sviluppo delle cure territoriali ci auguria-
mo che la teleradiologia possa diffondersi anche in Italia, integrandosi con altri servizi frui-
bili sul territorio (es., prelievi domiciliari, ECG; ecografie...) al fine di potenziare il sistema
delle cure domiciliari e rispettare quella che spesso è una richiesta del paziente, ossia l'es-
sere curato nella propria casa. In una società che sta invecchiando e dove è sempre mag-
giore la presenza di soggetti fragili, le cure devono rispettare non solo i principi di appro-
priatezza clinica ed organizzativa ma anche di appropriatezza etica, adattandosi per quan-
to possibile alle esigenze del paziente piuttosto che a quelle dell'organizzazione.
Bibliografia scale di valutazione 1) Inouye SK, van Dyck CH, Alessi CA, Balkin S, Siegal AP, Horwitz RI. Clarifying con-
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Torino,..............................
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