Rete di Giornalisti e Scrittori Antimafie Settembre 2010

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA di Luisa Laurelli* Tra le Commissioni consiliari istituite di recente dal Consiglio Regionale, manca la Commissione Spe- ciale Sicurezza e Lotta alla Criminalità, da me presie- duta fino a pochi mesi fa, che ha prodotto un lavoro quasi sempre uni- tario divenuto importante punto di ri- ferimento per l’intera comunità del Lazio. La Presidente Polverini si è resa conto che in questo settore è stato cancellato tutto quanto è stato fatto di buono dalle precedenti am- ministrazioni di centrodestra e di centrosinistra? A parte le deleghe all’Assessore alla sicurezza a cui spero nella recente manovra di bilancio siano stati al- meno confermati i fondi dello scorso anno, oltre alla mancata istituzione della Commissione Consiliare, man- cano le nomine degli esperti dell’Os- servatorio Regionale sulla Sicurezza, quelle relative alla Agenzia Regio- nale sui Beni Confiscati alle Mafie istituita con legge regionale appro- supplemento al n. 9 - Settembre 2010 de “il Segno” il Segno il Segno n. 9 IL TRENO DEL RISVEGLIO Il Clan dei Casamonica In V pagina Continua in VI ETTORE ZANCA in II e III pagina Sugli affari della ‘ndrangheta le rivelazioni del super-pentito Cosimo Virgiglio Roma e provincia sono ormai il territorio del clan dei Casamonica che conta oltre 500 affiliati specializzati nel racket e nell’usura. Contro di loro le forse dell’ordine stanno vincendo molte battaglie ma come finirà questa guerra non è an- cora chiaro. Il partito del cemento In VI pagina Ospitiamo l’intervento del Comitato Antimafia di Latina che lancia l’allarme sul ruolo giocano nella nostra regione da società edili legate alla criminalità organizzata capaci di infiltrarsi nella politica locale per aggiudicarsi appalti milionari. La sfida di Ardea In VII pagina Il Consiglio Comunale della cittadina laziale ha approvato una mozione che per la prima volta stabilisce regole chiare da parte delle istituzioni circa la costituzione di parte civile e la confisca dei beni alla criminalità organizzata. Un esempio che molte città dovrebbero seguire. Sicurezza e legalità devono impegnare la Regione Lazio Inizierà il prossimo 30 settembre il processo contro i 16 esponenti della ‘ndrangheta finiti nell’inchiesta “Maestro” che il 22 dicembre del 2009 scoperchiò i vasti interessi della criminalità organizzata nelle attività di import- export nel porto di Gioia Tauro. Grande attesa per ciò che dirà Cosimo Virgiglio, l’imprenditore che ai Castelli Romani gestiva l’hotel di lusso “Villa Vecchia” a Monte Porzio Catone. Oltre a lui sul banco degli imputati ci sarà anche Angelo Boccardelli, ritenuto uomo di collegamento con le cosche calabresi Articolo in IV pagina

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Rete di Giornalisti e Scrittori Antimafie Allegato al Piccolo Segno Settembre 2010

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

di Luisa Laurelli*Tra le Commissioniconsiliari istituite direcente dal ConsiglioRegionale, manca laCommissione Spe-ciale Sicurezza e

Lotta alla Criminalità, da me presie-duta fino a pochi mesi fa, che haprodotto un lavoro quasi sempre uni-tario divenuto importante punto di ri-ferimento per l’intera comunità delLazio. La Presidente Polverini si èresa conto che in questo settore èstato cancellato tutto quanto è statofatto di buono dalle precedenti am-ministrazioni di centrodestra e dicentrosinistra? A parte le deleghe all’Assessore allasicurezza a cui spero nella recentemanovra di bilancio siano stati al-meno confermati i fondi dello scorsoanno, oltre alla mancata istituzionedella Commissione Consiliare, man-cano le nomine degli esperti dell’Os-servatorio Regionale sulla Sicurezza,quelle relative alla Agenzia Regio-nale sui Beni Confiscati alle Mafieistituita con legge regionale appro-

supplemento al n. 9 - Settembre 2010 de “il Segno”ilSegnoil

Segno n.9

IL TRENODEL RISVEGLIO

Il Clan deiCasamonica

In V pagina

Continua in VI

ETTORE ZANCA in II e III pagina

Sugli affari della‘ndranghetale rivelazionidel super-pentito

Cosimo Virgiglio

Roma e provincia sonoormai il territorio delclan dei Casamonica checonta oltre 500 affiliatispecializzati nel racket enell’usura. Contro di lorole forse dell’ordinestanno vincendo moltebattaglie ma come finiràquesta guerra non è an-cora chiaro.

Il partitodel cemento

In VI pagina

Ospitiamo l’interventodel Comitato Antimafiadi Latina che lancia l’allarme sul ruolo giocano nella nostra regione da società edililegate alla criminalità organizzata capaci di infiltrarsi nella politicalocale per aggiudicarsiappalti milionari.

La sfidadi Ardea

In VII pagina

Il Consiglio Comunaledella cittadina laziale haapprovato una mozioneche per la prima voltastabilisce regole chiareda parte delle istituzionicirca la costituzione diparte civile e la confiscadei beni alla criminalitàorganizzata. Un esempioche molte città dovrebbero seguire.

Sicurezza e legalità devonoimpegnare laRegione Lazio

Inizierà il prossimo 30 settembre il processo contro i 16 esponenti della ‘ndrangheta finiti nell’inchiesta “Maestro” che il 22 dicembre del 2009 scoperchiò i vasti interessi della criminalità organizzata nelle attività di import-export nel porto di Gioia Tauro. Grande attesaper ciò che dirà Cosimo Virgiglio, l’imprenditoreche ai Castelli Romani gestiva l’hotel di lusso“Villa Vecchia” a Monte Porzio Catone. Oltre a lui sul banco degli imputati ci sarà anche Angelo Boccardelli, ritenuto uomo di collegamento con le cosche calabresi

Articoloin IV pagina

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Settembre 2010 - n. 9II

di ETTOREZANCASono moltoi m p u l s i v o ,come tutti imeridionali. Inpositivo de-

Viaggio inaspettato sul “treno del risveglio”

nota generosità, in negativomancanza di autocontrollo.Per questo lotto col mio tem-peramento continuamente.Dopo molti anni e in pienapaternità, sto imparando atollerare le grettezze quoti-diane e le meschinità. Tuttavianel vasto campionario di fe-nomeni che incontro, vorrei se-gnalare non senza urticarmi,la gente che ironizza o tra-visa sulle mie origini palermi-tane. Dopo accurati studi li hodistinti in tre categorie. Ilbuontempone, il finto colto eil peggiore di tutti. Il socio-logo.

al sociologo che mi rivolgo,invitandolo a un rilassanteviaggio sul treno del risveglio,un treno che non ferma allastazione dei luoghi comuni,che parte dall’ombelico dellaSicilia, un paesino che sichiama Villarosa, uno deicentri minerari ingialliti dallozolfo, la prima fonte di ric-chezza della criminalità or-ganizzata in Sicilia.

IL BUONTEMPONE,IL FINTO COLTOE IL SOCIOLOGOIl primo tipo crede di esserespiritoso, prendendo in giro inmaniera sguaiata il mio dia-letto esclamando “minchiapalemmo” a tutto spiano odomandandomi dove na-scondo la lupara (magaril’avessi, a volte penso da pa-cifista!), il secondo invece ap-purate le mie origini esclamaestasiato “ah Palermo, SiciliaCamilleri”, dopodiché miinonda di termini improbabiliappresi nei romanzi delsommo scrittore, per saggiarela sua preparazione. Il sociologo è la vera bestia.Perché è trasversale, difficil-mente riconoscibile, ma è ilpeggiore, parte lodando laSicilia e poi colpisce classifi-candoci irrimediabili mafiosi,spesso ama collocarsi nel cen-tro-nord e parla dei suoi luo-ghi come di posti dove silavora e si è onesti. È proprio

IL TRENODI VILLAROSA(ENNA)

Il treno è proprio lì, un museocreato da un uomo che haraccolto la memoria delleprime zolfatare, narrandodella sofferenza di chi re-stava e ci moriva o partivaper il nord per farsi apostro-fare “terrone”. Da lì si parte,per capire quanto il cancrodella criminalità abbia attec-chito. Molti dei viaggiatoridel treno del risveglio, pen-sano a un viaggio relativa-mente breve, pensavano divedere solo Sicilia, Calabria,Puglia e Campania, terreper eccellenza pregne di cri-minalità che vi fa affari. Eppure il treno prosegue, ilpanorama cambia la loco-motiva non si ferma. Varca iconfini delle regioni dove èfin troppo scontato parlaredi criminalità. Il sociologo di-venterebbe viola a pensareche anche in Molise e Um-bria si parla di forti contami-nazioni mafiose negli appaltipubblici, di speculazione edi-lizia e di traffico di droga,allarmi sottovalutati, comedel resto lo sono in Abruzzo,

crocevia di riciclaggi, appaltisu cui mangiare, traffici didroga in un asse italo-alba-nese, adesso anche la tavolaapparecchiata degli appaltipost-terremoto, l’usura e lecontaminazioni della politica. La stazione del Lazio per iltreno è quasi tappa obbli-gata, per ricordare a tantiche forse certe organizza-zioni nate sul territorio ro-mano, non erano episodichema ben radicate. Tanto dapotersi permettere di contrat-tare con la mafia e la ca-morra. Ma anche inurbanistica e appalti, c’è unalto tasso di criminalità.Facciamo tappa in Emilia,forse lo stupore diventa

paura, abbiamo varcato diparecchi chilometri le stazionidove è normale parlare di il-legalità. Parecchie confischedi immobili e di aziende conforte contaminazione ma-fiosa, la quarta regione d’Ita-lia in ordine di importanzanei provvedimenti di questotipo.Proseguiamo, lo sguardo delsociologo forse è meno sicuro,avverto fantasmi tra le suepupille, ci avviciniamo al Ve-neto, ma proseguiamo moltolentamente, per richiamarealla memoria la famosa maladel Brenta, una organizza-zione con forti canali di comu-nicazione criminale con lecosche del sud, ma nata e

Dal piccolo paese di Villarosa inizia il viaggio diEttore per capire quanto il cancro della criminalitàabbia attecchito in tutta Italia. Nessuno si senta escluso

Il treno-museo di Villarosa

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settembre 2010 - n. 9III

PER DIRE NO ALL’USURASi terrà a Roma in piazza SS.Apostoli il prossimo 21 settem-bre la giornata contro l’usura pro-mossa da “SOS IMPRESA” diConfcommercio. Si tratta di unainiziativa tesa a lanciare un gridod’allarme sulle varie forme distrozzinaggio che sono in forteaumento soprattutto a Roma e inProvincia.Titolo dell’iniziativa è infatti:“Fuori dal buio. Uscire dal si-lenzio”.

Alla serata parteciperanno:MARCO VENTURI, Presidente Confesercenti,PIERO GRASSO, Procuratore Nazionale Antimafia NICOLA ZINGARETTI, Presidente Provincia di Roma GIOSUÈ MARINO, Commissario Nazionale Antiracket e Antiusura ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario Ministero dell’Interno

In Lombardia la mafia non esiste, lopensano in tanti, forse anche gli abitantidei palazzi dell’hinterland, in granparte costruiti da cosche mafiose, maanche riciclaggio di denaro, droga eprostituzione. Col tempo il territorio èstato diviso tra varie organizzazioni cri-minali. Equamente ma non fraterna-mente. Il sociologo scende dal treno, va a casasua. Adesso forse nella sua villetta congiardino, cane e box annessi, guarderàla villetta accanto, forse si chiederà chici abita, sentendo forte l’alito di qual-cosa che pensava fosse assente nellasua bella pianura. Bella terra la Sicilia,calda e stranamente uguale alla Lom-bardia. Ma senza nebbia. Buon viaggioal prossimo frequentatore di stazioni diluoghi comuni. Ettore Zanca

cresciuta sul territorio, operante nel Ve-neto, utilizzava in gran parte il canaledello smercio di carni e degli autotra-sporti. Definita per importanza la quinta mafia,divisa i mandamenti operanti ognuno inuna città, Venezia compresa.Eccoci in Piemonte dove imperano usura,speculazione edilizia, appalti truccati, lacriminalità opera in competizione con or-ganizzazioni anche di etnia straniera.La Liguria è classificata persino dallaDia, a forte contaminazione mafiosa, conomicidi e scommesse clandestine, la re-gione è fondamentale come crocevia dimolti traffici illeciti, droga in primis. Im-pera anche la speculazione edilizia.Sanremo è una delle tappe, qui i gioca-tori d’azzardo perdendo spesso, finan-ziano direttamente le organizzazionicriminali, sempre come sostiene la Dia,molte aziende sono “contaminate”.

Villarosa

continua dallapagina precedente

Villarosa

SICILIA

CALABRIA

CAMPANIA PUGLIA

MOLISE

ABRUZZO

LAZIO

EMILIALIGURIA

LOMBARDIAVENETO

PIEMONTE

BASILICATA

LE COSCHE CRIMINALINELLA PROVINCIA DI ROMA

‘Ndrangheta‘Ndrina Gallace – ‘Ndrina Serpa – ‘Ndrina del Locale diSibari – ‘Ndrina Morabito-Bruzzaniti-Palamara – ‘NdrinaMollica – ‘Ndrina Alvaro – ‘Ndrina Mancuso – ‘NdrinaLongo-Versace – ‘Ndrina Gligora – ‘Ndrina Barbaro –‘Ndrina Perna-Pranno – ‘Ndrina Piromalli – ‘NdrinaMammoliti – ‘Ndrina Carelli-Tripodoro – ‘Ndrine del Lo-cale di Marina di Gioiosa Ionica – ‘Ndrina Commisso –‘Ndrina Franze – ‘Ndrina Marando

Cosa NostraFamiglia dei Barcellonesi – Famiglia dei Caruana-Cun-trera-Vella-Corleonesi – Famiglia Santapaola – FamigliaCammarata – Famiglia Madonia – Famiglia di PortaNuova – Famiglia Priviteri – Famiglia di San Lorenzo –Famiglia Rinzivillo – Famiglia Rimi-Badalamenti – Fa-miglia Ribisi (Calafata-Farruggio)

CamorraClan Senese – Clan Stolder – Ex Clan Alfieri – ClanMoccia – Clan Cozzolino – Ex Clan Zaza – Clan Fab-brocino – Clan Anastasio – Clan Venerusodati dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio

L’ITALIA S’E’ DESTA!

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IVdi AndreaSebastianelliSi terrà il pros-simo 30 set-t e m b r el’udienza preli-minare del-

Oltre all’imprenditore cala-brese, ci sarà anche RossellaSperanza, moglie del defuntoboss Rocco Molè, ucciso il 1febbraio 2008 a Gioia Tauronell’ambito dello scontro tracosche per il controllo delle at-tività portuali. L'udienza preliminare è statafissata per 16 persone, traqueste ci sarà anche quell’An-gelo Boccardelli, 61 anni, diSegni (difeso dagli avvocatiPasquale Cardillo Cupo e Gu-glielmo Raso) che nella vi-

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cenda di Villa Vecchia, secondogli inquirenti, svolse un ruolo dicontatto tra Cosimo Virgiglio el’imprenditrice di Sabaudia co-stretta a lasciare in tutta frettala gestione di “Villa Vecchia”con minacce e ritorsioni.Il Pm aveva presentato richiestadi giudizio immediato ancheper l’altro personaggio finitonell’inchiesta “Maestro”, Gior-gio Hugo Balestrieri (67 anni, diRosignano Marittimo di Livorno,difeso dagli avvocati FabrizioDe Silvestri e Francesco Ciabat-toni) anche lui ritenuto uomo dicollegamento tra il Virgiglio egli interessi economico-finan-ziari della ‘ndrangheta nel-l’area dei Castelli Romani.Cosimo Virgiglio è uno deipochi pentiti legati alla ‘ndran-gheta e per questo le sue di-chiarazioni se confermerannoquanto già scritto nelle nume-

rose pagine dei verbali, fa-ranno piena luce anche sui nomidei politici in affari con l’orga-nizzazione criminale calabrese.Fu proprio Virgiglio a riferireagli inquirenti che il boss RoccoMolè, attraverso la sua società,voleva entrare negli affari delporto e avrebbe fatto pressionisu alcuni politici amici per otte-nere la nomina di un propriouomo nella direzione dell’auto-rità portuale. Nomina poi sfu-mata. Insomma la ‘ndrangheta dasempre nel porto ha trovatoterreno fertile per i suoi traffici,tanto più oggi in vista del nuovopiano infrastrutturale che do-vrebbe arrivare a breve dopol’approvazione del piano rego-latore portuale e dei futuri in-vestimenti. Le ‘ndrine sonopronte a fiondarsi sull’affare. Il processo potrebbe anche

chiarire gli interessi territorialidella cosca dei Molè nell’areadi Roma e provincia, ritenutauno dei luoghi privilegiati perriciclare il denaro sporco pro-veniente dalle attività illeciteesercitate nel Porto di GioiaTauro. L’operazione "Maestro" vennecondotta il 22 dicembre 2009e portò in carcere 24 persone.Contemporaneamente finironoai domiciliari l'ex direttore del-l'ufficio doganale presso ilPorto di Gioia Tauro, AdolfoFracchetti, e il funzionario ad-detto al settore verifiche Anto-nio Morabito. Nel corsodell'operazione i Carabinierisequestrarono immobili per unvalore di circa 50 milioni dieuro.Ora non resta che attendere seCosimo Virgiglio confermerà omeno le sue rivelazioni.

Inizia il processoche potrebbe far lucesui rapporti fra ‘ndrangheta e politica

l’operazione denomi-nata “Maestro”, par-tita da un’inchiestatesa a smascherareun’organizzaz ionedella ‘ndrangheta le-gata al clan Molè percontrollare il trafficodi merci provenientidall’Asia nel porto diGioia Tauro. La richiesta di giudizioimmediato, formulatadal Pm antimafia Ro-berto Di Palma, èstata infatti accoltadal Gup Andrea Espo-sito e ora c’è grandeattesa per il processoche potrebbe aprireuna pagina nuova neirapporti tra la piùgrande organizza-zione criminale delmondo, la ‘ndran-gheta, e la politica. Tra le sedici personeche il 30 settembredovranno comparire inaula nella veste di im-putati, vi è anche l'im-prenditore CosimoVirgiglio, arrestatoalla fine di dicembre2009 in occasione delsequestro dell’hotel dilusso di Monte PorzioCatone, “Villa Vec-chia”, punto di riferi-mento della coscacalabrese per ripulirei proventi illeciti deri-vanti dalle attivitàportuali. E proprio lerivelazioni di CosimoVirgiglio, oggi colla-boratore di giustizia,sono risultate decisiveai fini delle indagini.

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settembre 2010 - n. 9

L’Hotel Villa Vecchia di Monte Porzio Catone

Il teste chiave sarà Cosimo Virgiglio, l’imprenditore arrestato per la vicenda di “VillaVecchia”, l’hotel dilusso di Monte PorzioCatone. Alla sbarraaltri 15 imputati, tracui Angelo Boccardelli

Cosimo Virgiglio

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Il sindaco del Comune diCiampino ha disposto l'acqui-sizione al patrimonio comu-nale di un appezzamento diterreno di tremila metri qua-drati e di sei appartamenti,sequestrati al clan Casamo-nica, per un valore commer-ciale di circa 500 mila euro.L'acquisizione è stata prepa-rata in seguito alle indaginie alle verifiche - coordinatenegli ultimi mesi dal comandodei Carabinieri di Castelgan-dolfo e svolte dalla Tenenzadei Carabinieri di Ciampinocon la collaborazione dellaPolizia locale di Ciampino edell'ufficio tecnico comunale– che hanno portato al se-questro dei beni, avvenutonello scorso mese di maggio.L'intervento di Ciampino faparte dell'azione di contrastoal clan da parte dei Carabi-nieri nel territorio della pro-vincia di Roma, coordinatadal comando del gruppo deiCarabinieri di Frascati.

“Con l'ordinanza di oggi –afferma il sindaco di Ciam-pino, Walter Enrico Perandini– si porta a compimentoun'altra brillante azione co-ordinata delle forze dell'or-dine, alle quali vanno i mieicomplimenti, che ha per-messo di sferrare un durocolpo alla criminalità. Oravaluteremo come poter utiliz-zare i beni, divenuti da oggipatrimonio della cittadi-nanza, che si vanno ad ag-giungere a quelli sequestratinegli ultimi anni alla mafiacome la villa di via Appia equella di via delle Panta-nelle”.Già all’inizio dello scorsomese di luglio i Carabinieridella Stazione Nuovo Salarioavevano sequestrato ad unpluripregiudicato romano di32 anni, legato alla nota fa-miglia dei Casamonica, conticorrenti e diversi beni dilusso, tra cui autovetture dalmarchio blasonato come Fer-

rari, Lamborghini, Porsche eMercedes.Il provvedimento era scatu-rito da una serie di indaginicondotte dai Carabinieri cheavevano portato alla propo-sta di sorveglianza specialecon l'obbligo di soggiornonel Comune di Roma e il con-testuale sequestro dei beni.Gli elementi di prova raccoltidai militari e che hanno per-messo di accertare il coinvol-gimento del pregiudicato neigiri di usura ed estorsionedel clan Casamonica, hannoconsentito alla Direzione Di-strettuale Antimafia di Romadi emettere il provvedimento.Anche a maggio venne con-dotta un’operazione simile incui, nel corso di mirati accer-tamenti nel Comune di Ciam-pino, venne localizzato unaltro terreno di proprietà diun appartenente al clan, sulquale erano in corso di ulti-mazione due abitazioni, inparte già rifinite, in area si-

smica, in contrasto con i vin-coli idrogeologici, archeolo-gici e paesaggistici. L'abusoedilizio portò al sequestrodei due immobili e delle ri-spettive pertinenze, con l'ap-posizione dei sigilli, ed alladenuncia per realizzazionedi opere edilizie abusive delproprietario. Ulteriori appro-fondimenti consentirono diaccertare che l'intero terreno,di proprietà del denunciato,di circa 3.000 mq, era statolottizzato abusivamente alfine di consentire nel tempola realizzazione degli immo-bili rilevati. Sempre a maggio, a Vermi-cino, in via Tuscolana Vec-chia, i Carabinieri feceroabbattere un manufatto, rea-lizzato dai Casamonica su unterreno non di loro proprietà.Una presenza criminalequella dei Casamonica sem-pre più radicati a Roma eProvincia.

Andrea Rasetti

Sequestri contro il clan dei Casamonica,Roma e Provincia sono nelle loro mani

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di Massimo LugliIl vertice era tutto africano, la ma-novalanza italiana e slava. Una mul-tinazionale della droga cheimportava eroina e cocaina in quan-tità industriali seguendo le nuoverotte del narcotraffico che passanoper Tanzania, Kenya, Somalia, Gam-bia, Uganda. Ventisei gli arresti scat-tati all’alba con un blitz che haimpegnato 150 carabinieri solo nellacapitale ma che si è propagato, comeun’onda d’urto dirompente, anche aNapoli, Taranto, Cosenza, Latina,Palermo, Frosinone, Terni e ViboValentia. In manette è finita anche larappresentante della comunità tan-zaniana di Roma, una donna di 45anni, Jumbe Ally Mohamed ZuhraKirro, che gestiva un call center, fi-nito sotto sequestro, nella zona dellastazione Termini. E il procuratoreaggiunto Giancarlo Capaldo lancial’allarme su una nuova minacciad’importazione: “La criminalità or-

ganizzata africana sta diventandosempre più aggressiva anche aRoma. Molte organizzazioni sono ingrado di gestire rapporti, da pari apari, con cosche di mafia e di ca-morra e la strategia operativa inter-nazionale del narcotraffico stacambiando velocemente. Molte par-tire della droga che partono daipaesi produttori - spiega il magi-strato - oggi passano per l’Africa eproseguono verso l’Europa”.A Roma, gli uomini del capitano Ga-briele De Pascalis, comandante dellacompagnia di San Pietro, avevanogià arrestato, nell’ottobre del 2009,diciotto persone: un’indagine che èstata il prologo della grande retata diieri mattina all’alba. Alcuni dei cor-rieri africani venivano intimiditi e ri-dotti letteralmente in schiavitù conriti magici e gris gris: vecchi incubiper una strategia assolutamente mo-derna. Sequestrate anche spade epugnali, armi meno efficaci di quelle

da fuoco ma che hanno un fortissimopotere simbolico. Molti dei corrieri“ovulatori” reclutati dalla gang ve-nivano invece dai paesi dell’Est e laDda (Direzione Distrettuale Antima-fia) sta indagando anche sulla mortedi uno di loro, ucciso dall’eroina chegli aveva lacerato l’intestino dopo larottura di un ovulo.

Articolo tratto da “La Repubblica, ed. di Roma”

del 10 settembre 2010 pag. XIII

Lo sbarco delle gang africane.La Procura: una minaccia

i giornalisti antimafie hanno scritto...

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E’ un vero assalto al territorio,a quel poco ancora rimasto li-bero dopo la devastazioneselvaggia degli anni prece-denti.Dovunque si vada, in qualun-que comune del Lazio, di de-stra come di sinistra,soprattutto in quelli riviera-schi, oltreché nella Capitale,non si fa altro che parlare diurbanistica e di piani regola-tori.Come se l’edilizia, la suaespansione, fosse il toccasanaai mali del paese, alla suaeconomia malata, al malco-stune, alla disoccupazione so-prattutto giovanile,all’indebitamento delle fami-glie, alla perdita di ogni spe-ranza per il futuro. Si pensasolo a costruire, a costruire se-conde e terze case, non abita-zioni popolari (che sonoquelle che, invece, servireb-bero), per soddisfare gli appe-titi del partito dei palazzinari,dei mafiosi e del calcestruzzo.Non si risparmia più niente diquel poco territorio rimastoancora libero: dai centri sto-rici, ai Parchi, alle periferie,alle spiagge.

Si scava nelle grotte per tra-sformarle in abitazioni, comein qualche isola, aggravandoun equilibrio idrogeologicogià pericolosamente compro-messo. Si costruisce, comesulla provinciale Itri-Sper-longa, perfino sui siti storici edi grande valore naturalistico.Gli autori di tale scempio,come il personale ed il mate-riale impiegati, provengonoper lo più dal casertano e dalnapoletano. Qualche voltadalla ciociaria.Gente spesso “pulita”, ma tal-volta anche dai nomi inquie-tanti. Senza parlare, poi, della“provenienza” dei capitali im-piegati, spesso molto dubbia.E senza parlare, inoltre, delleconnivenze, delle complicitàcon pezzi della politica e delleistituzioni locali e di profes-sionisti compiacenti e senzascrupoli che di fronte al diodenaro vendono la loroanima e la loro etica profes-sionale.Partito della monnezza e par-tito del calcestruzzo. Questisono i due nuovi partiti del se-colo con i quali ci troviamo afare i conti quotidianamente.

Il partito del cemento e dellemafie sta divorando il Lazio

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vata all’unanimità a settembre dell’annoscorso, nonché quelle dell’Osservatorio suiReati di Natura Ambientale. Il Consiglio Regionale del Lazio circa dueanni fa ha tenuto una solenne seduta sultema delle presenze mafiose nel nostroterritorio regionale votando un documentoa stragrande maggioranza, in cui si pren-devano degli impegni. La Polverini lo sa e che cosa sta facendoper rispettare quegli impegni? Bisognasempre ricordarsi che nel Lazio è statosciolto per presenze di mafia il Comune diNettuno, si è arrivati ad un passo dalloscioglimento del Comune di Fondi ed èstato messo sotto osservazione il Comunedi Ardea. Sono note le attività di contrasto pressochéquotidiano della magistratura e delle

forze dell’ordine così come era riconosciutoe ben presente il lavoro della Commissionein raccordo oltre che con le Istituzioni de-putate, anche con le organizzazioni sinda-cali del settore e con l’associazionismo. LaRegione Lazio ha un buon impianto legi-slativo del settore che va dalla legge sullasicurezza a quella sull’usura, dall’istituzionedell’Agenzia per i Beni Confiscati allalegge sui diritti dei detenuti, da quellasulle polizie locali alla legge sui dirittidegli immigrati. Sono già 15 giorni che hoscritto senza avere risposta alla PresidentePolverini per proporle di mandare avantiil progetto per realizzare l’ICAM di Romagià finanziato, dove poter ospitare 12madri detenute con i loro bambini da zeroa tre anni. E non mi si venga a dire che tutto ciò suc-

cede perché occorre tagliare le spese diorganismi che non hanno alcun costo comela Commissione, o costi insignificanti comel’Osservatorio che da mesi non effettua ilmonitoraggio sulle presenze delle mafienel Lazio. La nostra può continuare ad essere unadelle Regioni che la massima attenzione aitemi della legalità e della sicurezza lapratica quotidianamente e non la predicasolo in campagna elettorale. Così come mipare sia successo con la nuova Amministra-zione regionale. Mi piacerebbe esseresmentita.

Luisa Laurelli*

* già consigliera regionale e Presidentedella Commissione Speciale

Sicurezza della Regione Lazio

VI

Sicurezza e legalitàdevono impegnare la Regione Lazio

mafie nostrane, in particolaredella camorra, in molti co-muni del litorale laziale e nonsolo.Ecco perché da tempo stiamoinsistendo sulla necessità dismetterla di parlare di storiadelle mafie, di sociologia equant’altro.Qui stanno divorando i nostriterritori, stanno corrompendoil tessuto civile, morale e poli-tico. Stanno inquinando, av-velenandol i, quelli culturaleed istituzionale, rendendo,peraltro, invivibile l’ambiente.in cui ognuno di noi vive.E’ necessario che tutti i nostrisoci facciano un passo inavanti, un salto di qualità,

passando dalla fase della ge-nericità e della lamentazionea quella della denuncia,chiara, specifica, nomi e co-gnomi, comune per comune.L’Associazione sta per questoe noi, proprio per fare questo,abbiamo difeso e difendiamocon i denti la nostra autono-mia dai partiti e dalle istitu-zioni, non prendendo un euroné dagli uni né dagli altri.WWF e Legambiente fannogià dal canto loro un’opera lo-devole.Il nostro ruolo è più specifico:trovare e denunciare le con-nessioni, caso per caso, fraspeculatori e mafie.www.comitato-antimafia-lt.org

Partiti nei quali icolori non con-tano ed ai quali siassociano tutti - oquasi -, che non sipreoccupano didisastri ecologici ede l l ’ambien te ,della salute deicittadini, e chepensano solo ai“piccioli”, ora esubito. Le nuovefrontiere delle

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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Quello di Luciano Mirone (giornalistae scrittore siciliano) è un libro chevuole restituire una coscienza a chiforse l’ha perduta. Quella coscienzache viene colpita e sfregiata ogni qualvolta avvengono omicidi di mafia. Illibro, “Gli insabbiati”, ha un sottotitoloilluminante: “Storie di giornalisti uccisidalla mafia e sepolti dall’indiffe-renza”. Un vero e proprio atto d’ac-cusa. Mirone racconta le vicende di 8 gior-nalisti che, con il loro lavoro di cronisti,sono andati incontro alla morteavendo deciso di raccontare verità sco-mode e quindi taciute. Ci narra le vi-cende personali e professionali diCosimo Cristina (24 anni, reo di de-nunciare i rapporti tra la mafia e i co-siddetti “colletti bianchi” di TerminiImerese); Mauro De Mauro (rapito eucciso per le sue inchieste sulla mortedi Enrico Mattei e sui misteri del GolpeBorghese); Giovanni Spampinato (uno

dei primi giornalisti italiani ad interes-sarsi ai poteri deviati dentro lo Stato,assassinato nel 1972); Giuseppe Impa-stato (che da una radio privata denun-ciava le nefandezze di TanoBadalamenti, boss di Cinisi); MarioFrancese (interessatosi dei colossali in-teressi nascosti dietro la ricostruzionedel Belice dopo il terremoto del 1968 eassassinato da sicari di Riina); Giu-seppe Fava (che per primo denunciò lecollusioni tra mafia, politica, P2 e mas-soneria); Mauro Rostagno (che da unatv privata prendeva di mira mafiosi epolitici corrotti); Beppe Alfano (cheaveva scoperto gli scandali di un’asso-ciazione di assistenza su cui avevanomesso le mani politici, faccendieri emafiosi).Otto storie diverse, che insieme rie-scono a tracciare una linea chiara eunita su ciò che ha significato (e signi-fica) in Italia fare semplicemente il me-stiere di giornalista. Le loro storie

il libro del mese

diventano però anche un atto d’accusaverso una categoria, quella dei giorna-listi, che troppo spesso sembra facil-mente corruttibile dal potere, sia essopolitico, criminale o finanzario dimen-ticando il valore della verità e del ri-spetto della coscienza collettiva perchè“sono soprattutto le cose non dettequelle che veramente contano”. Il libro di 488 pagine (ed. Castelvecchi,€ 19,50) presenta la prefazione di RitaBorsellino e una interessante notadello stesso Mirone, scritta dieci annidopo la prima edizione.

Marcello Morrone

Vita, lavoro e mortedi cronisti ‘insabbiati’

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

ilSegnoilSegno

settembre 2010 - n. 9

tività sul proprio territorio dellemafie, che noi abbiamo denunciatocon forza molti anni fa. Tuttavia -ha aggiunto Di Cesare- seppurcontenti dell’approvazione di una

Il Consiglio Comunale diArdea (Rm) ha approvatouna mozione che impegnal’amministrazione comunalea costiruirsi parte civile con-tro le organizzazioni crimi-nali di stampo mafiosopresenti da tempo sul pro-prio territorio. Non solo: glieventuali risarcimenti sa-ranno destinati a un appo-sito fondo a sostegno dellevittime del racket e del-l’usura e a favore delle as-sociazioni e strutture a cuiverranno assegnati gli im-mobili confiscati.Quanto deciso dal Consi-glio Comunale di Ardeadovrebbe essere preso daesempio da molti altri Co-

muni della provincia diRoma, dove le attività cri-minali sono diventate ormaiuna caratteristica. Non sitratta più di tentativi di in-filtrarsi in zone diversedalle regioni storiche dellamafia, ma di attività ordi-narie e quotidiane, ormaistanziali e ben note alleforze dell’ordine. “Per laprima volta -ha detto ElvioDi Cesare, segretario re-gionale dell’associazionecontro le illegalità e lemafie Antonino Capon-netto- un’amministrazioneammette, con un atto uffi-ciale e adottato con l’as-senza di tutti i gruppipolitici, la presenza e le at-

VII

diDANIELADI ROSA

mozione di rilevante im-portanza, avremmo ap-prezzato qualche passettoin più: l’impegno cioè a in-dividuare e neutralizzareeventuali responsabilità disingoli”. La mozione rap-presenta comunque unprimo strumento di preven-zione e contrasto al feno-meno diffusodell’infiltrazione mafiosasul territorio. Se tutte leamministrazioni pubblichese ne dotassero sarebbeun bel passo in avanti.

“Ogni conquistalascia dietro di sè una scia di delitti.E la vendetta non si fa attendere”

Mario Francese

”Dal Comune di Ardeaun esempio da seguire per contrastare le mafie

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12 settembre, FrascatiPRESO IL LATITANTECHE SFUGGI’ ALLA CATTURADopo un anno di ricerche è stato tratto inarresto da parte dei Carabinieri del Nu-cleo investigativo di Frascati, un uomo(albanese di 24 anni, E.S.) che era riu-scito a dileguarsi nel maggio del 2009durante un’operazione tesa a sgominareun traffico internazionale di droga.L’uomo è stato rintracciato in Belgio e hafatto rientro in Italia scortato dagli uo-mini della Interpol. A Fiumicino i Carabi-nieri lo hanno prelevato e condotto nelcarcere di Rebibbia. Nell’operazionedenominata “ Tatjana” vennero arrestatealtre 11 persone.

9 settembre, RomaPRESA LA BANDA CHE RAPINAVA LE PROSTITUTEI Carabinieri del Nucleo Operativo dellaCompagnia di Frascati nella notte tra l’8e il 9 settembre, in un blitz condotto sullaPrenestina, hanno arrestato una bandadi malviventi composta da tre romeni. Labanda, armata di taglierino, stava rapi-nando alcune prostitute. Le lucciole,tratte in salvo dagli uomini dell’Arma,sono state comunque multate in baseall’Ordinanza del Comune di Roma men-tre i tre arrestati saranno processati conrito direttissimo con l’accusa di tentatarapina aggravata.

28 agosto, OstiaSIGILLI ALLO STABILIMENTODEL BOSS FASCIANISono stati posti i sigilli allo stabilimentobalneare “Village” di proprietà del clan

Fasciani. Sotto sequestro spiaggia e di-scoteca. Il Gip presso il Tribunale diRoma, sulla scorta degli elementi raccoltidal Nucleo Operativo presso il Co-mando Provinciale dei Carabinieri, hafirmato il decreto di cessazione dell’at-tività sull’arenile. Il titolare della strutturaè Carmine Fasciani, attualmente dete-nuto nel carcere di Secondigliano (Na)con l’accusa di associazione a delinquerefinalizzata al traffico internazionale disostanze stupefacenti.L’indagine, condotta dal febbraio del2008 sotto il coordinamento della Divi-sione Distrettuale Antimafia presso laProcura di Roma, portò in carcere 36persone: 31 italiani, 4 spagnoli e un bul-garo.

21 agosto, PiedimenteSIGILLI AD UNAUTOSALONE DI LUSSOI Carabinieri della seconda sezione delReparto Operativo Provinciale di Romahanno posto sotto sequestro un conces-sionario “Auto style” di Piedimonte SanGermano. La richiesta di sequestro pre-ventivo, avanzata dall Dda di Roma, èstata accolta dal Tribunale di Frosinone.Tre anni fa lo stesso concessionario di au-tomobili, che in precedenza aveva sedea Cassino, rimase protagonista di un mi-sterioso incendio.

19 agosto, FrosinoneSI CHIUDE L’OPERAZIONE“SULEYMAN”Si è chiusa con un’ultimo arresto l’opera-zione “Suleyman” che nell’ottobre del2007 portò allo smantellamento di una

maxi organizzazione composta da cio-ciari e africani e che aveva come ruoloprincipale il traffico della cocaina daipaesi el Nord Europa fino in Italia, pas-sando per Frosinone e Napoli. Si trat-tava di tre organizzazioni criminali,formate da extracomunitari che si eranouniti in una sorta di alleanza e che ave-vano come fine ultimo il traffico di so-stanze stupefacenti. Sessantacomplessivamente le persone arrestatee indagate dalla Procura della Repub-blica della Direzione Antimafia di Na-poli, per i reati di associazionefinalizzata al traffico internazionale distupefacenti, riciclaggio e favoreggia-mento dell’immigrazione clandestina.L’ultimo arrestato, bloccato nell’aero-porto di Fiumicino, era un cittadino elTogo proveniente da Lagos. L’uomo èanche accusato di ricettazione e falsodocumentale.

31 agosto, RomaSEQUESTRATOCAPANNONE DI GRIFFELa Guardia di Finanza di Frascati hasequestrato a Roma (Rocca Cencia) uncapannone in cui era occultata mercecontraffatta che riproduceva loghi estemmi araldici di Carabinieri, Guardiadi Finanza, Marina Militare ed Aero-nautica Militare. Un totale di oltre 500pezzi destinati a molti esercizi commer-ciali dell’area dei Castelli Romani ed inparticolare a Velletri. Nel capannone sirealizzavano ex-novo falsi marchi uti-lizzando sofisticate apparecchiaturemeccaniche.

(A cura di Andrea Rasetti)

supplemento al n. 9 (settembre2010) del mensile indipendente

il Segnoorgano dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunale di

Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

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di ROMA e PROVINCIAilSegno

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www.issuu.com/ilpiccolosegno

”Incominciandocol gustareun po’ di

libertà, si finisceper volerla tutta.ErricoMalatesta(1853-1932)

PICCOLO

Anno IX, n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010Periodico mensiledell’Associazione CulturaleTerre Sommerse Castelli

il Segno“Esiste unnesso tra esposizione alle onde e tumori e leucemie”

mia vita.Dopo aver imboccato allegra-mente la terza parte, quella checomincia a 60 anni, mi sono im-battuto in uno di questi politicimolto preso dal suo ruolo che,come pochi altri, non tollera cri-tiche e posizioni diverse dallesue, e che, forse infastidito per lecose da me scritte su questo gior-nale, mi ha definito, in privato,con un “aggettivo forte”.

Quando ipolitici sonointolleranti

SEGUEAPAGINA 17

di Sergio RasettiHo avuto rapportipiù o meno strettie confidenzialicon Sindaci e po-litici di ogni li-vello nelle primedue parti della

Apagina 10

A pagina 17

ParcheggioParcoAscensoretrappola

Apagina 7

Via libera anche al secondoPUAIl futurodelVivaroè fattodi cemento

Apagina 8

Boschi ai privatiPatrimoniodi tutti

QuartiereVigneProtesteperlarotonda

BAR GELATERIAPASTICCERIA

KEBABFAST-FOOD

FRIGGITORIAe tanto altro....

Piazza Garibaldi, 21-22Rocca di Papa (Rm)Tel. 06-94288299

e-mail: [email protected]

Di antennesi muore

Alle pagine 12 e 13

Lo ha dimostrato una periziarichiesta dal Tribunale di Romaper chiarire le responsabilitàdi Radio Vaticana su 137 decessi

PIC

CO

LO

Anno IX, n. 6 - Giugno 2010Periodico mensiledell’Associazione CulturaleTerre Sommerse Castelli

il SegnoComunediRoccadiPapa, votata l’edificazionedi 1.200metri cubi

E’partitol’assaltoal Vivaro

volte a migliorare la situazionescolastica: due nuovi edifici sonostati inaugurati il mese scorso,nella zona delle Vigne e ai Campid’Annibale, con grande soddisfa-zione da parte di tutti. Purtroppo aqueste lodevoli iniziative del-l’Amministrazione Comunalenon fa riscontro la politica scola-stica nazionale. I tagli al personaledocente e i provvedimenti tesi so-prattutto al risparmio non rendonoagevole una programmazione fu-tura della scolarità cittadina.

Scuola, dopoi tagli nientepiù classi

SEGUEAPAGINA 13

di Rita GattaRecentemente aRocca di Papa,come tutti sap-piamo, sono stateportate avanti ini-ziative politiche

Picchioverde a pagina 11

Di Rosa a pagina 15

CommerciantiParla ItaliaVerdinelliAndrea Rasetti a pagina 8

Incendiate 3 automobili in pieno centro

Paura e terroreper le alte fiamme

Apagina 9Gestione boschiSi continuaadiscutere

Lettera al SindacoMobbing oche cosa?

Sebastianelli a pagina 7

Via Roma, 11 - ROCCA DI PAPA (RM) - Tel. 06-94749080Orario no-stop 8,30-19,00 (no appuntamenti)

PARRUCCHIERAfuori di testa

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novità

Piega € 10,00Taglio+Piega € 18,00Colore+Piega € 28,00

orario continuato

NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

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