Rete di Giornalisti e Scrittori Antimafie di Roma e Provincia

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Rete di Giornalisti e Scrittori Antimafie di Roma e Provincia Gennaio 2011

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 1 -Gennaio 2011 de “il Segno”ilSegnoil

Segno n.13

La Mafia del 2010,Reale o Corallo?

Mostra suChinnici

In VII pagina

In IV e V pagina

In II e III pagina

Usura, estorsioni e riciclaggio

Il delittodi Umbertinoporta lontano

La “Fondazione Rocco Chinnici” sta portando neipaesi del Belice una mostraitinerante dedicata allavita e alle idee del magistrato anti-mafia ucciso da un’autobomba a Palermo il 29 luglio1983. Il primo delitto di Mafia che inaugurò lastagione delle stragi.

News daMafiopoli

In ultima paginaIn VII pagina

BruxellesUna leggesulla confiscaai beni mafiosi

In III pagina

GherardoColombo aFrascati con la“sua” giustizia

In VII pagina

Operazione“White Wolf”contro il clandella droga

In VI pagina

Le indagini avviate dopoil delitto di Umberto Morzilli, avvenuto aRoma il 28 febbraio2008, hanno portato a smascherare una organizzazione criminalededita all’usura, al riciclaggio, alle estorsionie alla truffa. A capo del gruppo c’era un imprenditore di origine siciliana, che a Grottaferrata avevaavviato un ristorante

Newco Mafia/1 la nuova mafiaPer non dimenticare N. Verdeanti-usura

L’assassinio di Umberto Morzilli del 28 febbraio 2008

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ilSegnoilSegno

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di EttoreZancaEsistono dueserpenti daicolori e formamolto simili.Differisconoper le sfuma-

Di che specie è la

II

ture e per un particolare le-tale. Il serpente Reale è inno-cuo, ma ha i colori e la formadel serpente Corallo, vele-noso. Il primo si mostra indi-sturbato, quasi cosciente cheassomigliando al secondonessun predatore lo azzanne-rebbe, il Corallo viaggia sot-totraccia e aggredisce senzaremore e di sorpresa.

nale e meno al rituale. Daquanto emerge la mafia deiprimi anni 2000, cerca mano-dopera e affida incarichiprima ancora che curarsi di“combinare”, ossia affiliare.Rimane in primo piano la curadei proventi fondamentaliper sopravvivere, da mante-nere con intimidazioni, maanche tollerando atteggia-menti di dissociazione deicommercianti che non paganoil pizzo.

LA BIOLOGIAPER CAPIRE LA NUOVA MAFIA

La biologia sembra prestareelementi utili allo studio dellanuova mafia. Infatti sembrache a Palermo si sia svilup-pata una sorta di “mafiaReale”. Più attenta al con-trollo del territorio e al man-tenimento della posizione. Nel processo d’appello incorso a Palermo contro il clandei Lo Piccolo, eredi palermi-tani del boss Provenzano,hanno deposto quattro colla-boratori di giustizia, ManuelPasta, gestore dei proventidestinati alla cosca, molto vi-cino ai Lo Piccolo; SalvatoreGiordano, reggente del man-damento Zen che si è pentitosenza essere ancora nel mi-rino degli inquirenti; MarcelloTrapani, avvocato e interme-diario del clan; e infine Anto-nino Nuccio, che gestiva difatto tutta la logistica delleestorsioni. Le loro dichiarazioni sonoormai cosa nota già dalprimo grado, ma il loro ap-profondimento lascia intrave-dere una struttura criminalepiù votata all’aspetto gestio-

IL PIZZO E’ UNA PIAGA CHESI ESPANDE

Sembra esserci un ridimensio-namento, dettato anchedall’atteggiamento più ri-belle nel territorio, come lanascita del comitato Addio-pizzo. Le estorsioni e il pizzosi allargherebbero anche aicommercianti al dettaglio, ve-nendo incontro alle disponibi-lità economiche del “tassato”.È come se ci fosse un momento

di stasi. Forse proprio qui sta il pro-blema che scinde nettamentele opinioni dei politici daquelle dei tecnici, che stanno“sul pezzo” come la DIA. Mentre gli ambienti politiciconsiderano l’argomentomafia quasi risolto, parlandodi cosche in agonia, riba-dendo i successi, indubbia-mente ottenuti, ma da chi sifa il mazzo per anni interi percatturare i latitanti, la DIAnon è convinta. Se guardas-simo meno telegiornali e leg-gessimo più relazionisemestrali dell’organo anti-mafia d’indagine, avremmoun quadro meno confortante.La DIA nella relazione più re-

“La DIA nella relazione più recente conferma la tesi dei collaboratori di giusti-

zia, che affermano una netta lontananzadal periodo corleonese e le trattative con

servizi segreti deviati, ma lancia l’allarme inmerito a cosche maggiormente predisposte

a una potenza di fuoco incontrollata”

La prima mafia in “stile americano” in una foto del gruppo “Al Capone Blues Band”

cente conferma la tesi deicollaboratori di giustizia, cheaffermano una netta lonta-nanza dal periodo corleo-nese e le trattative con servizisegreti deviati, ma lancial’allarme in merito a coschemaggiormente predisposte auna potenza di fuoco incon-trollata, o difficile da gestire.In particolare viene postal’attenzione sulle molte do-mande che ancora non tro-vano risposta sull’omicidioFragalà, difficile da tipiz-zare. Non se ne capisce l’im-pronta, come il morso di unserpente che non si capisceche tipo sia. Non che la situazione sia dadefinire del tutto pacifica. La

NNEEWWCCOO MMAAFFIIAA//11come cambiano le mafie

Mafiadel2010?CorallooReale?

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risorsa fondamentale della mafia, oltreal pizzo, rimane il traffico degli stupefa-centi. Come confermato anche dai colla-boratori di giustizia che hannorecentemente deposto. Allo Zen, quar-tiere ormai noto di Palermo, si usavanocome magazzini addirittura le palestredestinate alla collettività.

III

OGGI GLI STESSI COLLABORATORI SIDEFINISCONO “MAFIOSI”

Più che per quanto detto in sede diCorte d’Assise dai quattro collaboratori,elementi da ribadire già forniti in primogrado, le deposizioni si sono distinte peri particolari, per quelle sfumature cheappunto distinguono un tipo di feno-meno. Ad esempio non si notava remoranell’usare da parte loro le parole“mafia” o “mafioso”, vocaboli che fino apoco tempo fa erano considerati più diuso alla popolazione che ai veri e propriappartenenti a Cosa Nostra. Oppure ri-salta anche il fatto che le responsabilitàdi gestione dei vari mandamenti veni-vano affidate anche a persone non an-cora iniziate col rito della “punciuta”,impensabile nella mafia di Riina e Pro-venzano. Si accenna anche a collega-menti col mondo del calcio e dellescommesse, argomenti non ancora deltutto chiari, alla luce di accenni a contattiesterni che non coinvolgono comunque ilPalermo Calcio nei rapporti illeciti. Rimane fuori un cesto di dilemmi, moltedomande, sembra che non ci siano farisufficienti a illuminare i gangli, i collega-menti tra il territorio e il livello più ele-vato, a cominciare dagli appalti, fino afinire a contatti più impensabili, almenoa occhio nudo.Nel film dell’evoluzione della criminalità,c’è il timore che sia sfuggito il foto-gramma subliminale, quello che per-suade a non farsi troppe domande suquello che viaggia sottotraccia. Ciò checollega a un livello più alto, un livello chepotrebbe venire dimenticato o sotter-rato. Come un serpente Corallo scam-biato per qualcosa di meno cruento.Rimane insomma una domanda: MafiaReale, o Mafia Corallo?

«Mi aspetto di presen-tare entro il 2011, unaproposta per rafforzareil quadro legale euro-peo per la confisca deibeni criminali».Con queste parole laCommissaria europeaper la Giustizia, CeciliaMalmstrom, ha annun-ciato l’intenzione dellaUe di preparare una di-rettiva per coordinare alivello europeo il mec-canismo di sequestrodei beni mafiosi. Lacommissaria lo ha an-nunciato in un video-messaggio presentatodurante la conferenzasulla lotta alla crimina-lità organizzata e allacorruzione organizzataal Parlamento europeoda Flare (Freedom Le-gality And Rights in Eu-rope, emanazioneinternazionale dell’as-sociazione Libera diDon Ciotti).«La criminalità organiz-zata è intollerabile inuna Unione europea co-struita sul rispetto deidiritti umani e dellalegge – ha detto Mal-mstrom – Il crimine nondeve essere un affareredditizio. Per questoper la Ue è una prioritàsviluppare una politicamoderna ed efficace perla confisca e recuperodei patrimoni crimi-nali». Rispondendo in-direttamente allerichieste in tal senso ar-rivate dallo stesso DonCiotti e dai tanti relatoridella conferenza, lacommissaria ha osser-vato che «la confiscacolpisce i gruppi crimi-nali: si sa che i malvi-venti preferisconopassare anni in galerapiuttosto che perdere iloro soldi». «Finora –

ha aggiunto nel video-messaggio – le confi-sche sono statemodeste. Basti pensareche nel Regno Unito nel2009 sono stati seque-strati beni per 185 mi-lioni di euro, masecondo studi del go-verno britannico i pro-venti criminali nel 2006ammontavano a 18 mi-liardi di euro». Secondola commissaria, la diret-tiva che vedrà la luce ilprossimo anno «faràparte di una iniziativapiù ambiziosa, diretta a

proteggere l’economialegale e che compren-derà una serie di inizia-tive per combattere lacorruzione e le frodicontro gli interessi fi-nanziari dell’Unione».Inoltre la Ue ha inten-zione di far sì che entroil 2014 tutti gli statimembri si siano dotatidi autorità centralizzateper la gestione dei benicriminali confiscati e re-cuperati, attualmentepresenti in 20 dei paesidella Ue.

Ilaria Signoriello

Notizie da Bruxelles Entro il 2011 una legge europeasullaconfiscadeibeni

NNEEWWCCOO MMAAFFIIAA//11come cambiano le mafie

Diminuiscono i reati nel territorio di Ostia e din-torni, sul litorale romano. Riguardo al fenomenodella criminalità predatoria, i reati sono passatidai 1.227 del 2009 ai 1.026 del 2010, 201 inmeno, pari al -17%, mentre l’attività di preven-zione ha portato a un notevole abbattimento deltasso dei furti, passati da 890 a 597 (-33%). Secondo i dati, i furti in abitazione sono diminuitipassando da 125 a 96 In calo anche quelli diauto, passati da 243 a 184 e quelli presso gliesercizi commerciali da 57 a 44.

Ostia e litorale romano

Diminuiscono i reatinel 2010 è -17%

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IVdi AndreaSebastianelliUsura, rici-claggio did e n a r o ,estorsioni e

(assicuratore), Gabriele Car-bone (assicuratore), Ar-mando Rinolfi (gioielliere)Fabrizio Testaguzza (com-mercialista) e Ernesto Ram-pini (avvocato penalista). Ilgruppo si chiudeva con Gue-rino Casamonica, che svol-geva la funzione di recuperocrediti.Le manette sono scattate per11 persone, mentre le inda-gini hanno riguardato altri23 sospettati.

RREETTEE

AANNTTII

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Ma come si è arrivati all’ope-razione “Il gioco è fatto”? Leindagini furono avviate nel2008, dopo l’omicidio di Um-berto Morzilli, freddato aRoma nel quartiere popolaredi Centocelle. Ripercorriamole tappe principali di quellavicenda, su cui le indagini sonoancora aperte e potrebberofar emergere nuovi partico-lari sulle infiltrazioni criminalia Roma e provincia.

L’OMICIDIO MORZILLI E’ il 28 febbraio. Siamo aRoma, in piazza delle Came-lie, incrocio con via Tor deSchiavi. Morzilli, 51 anni,poco dopo le 11 del mattino,mentre sulla sua mercedespercorre la rotatoria, vieneavvicinato da una moto digrossa cilindrata con due uo-

mini a bordo. Da una pistolapartono quattro colpi che louccidono all’istante. “Una verae propria esecuzione dellamalavita” dichiarano gli inve-stigatori. L’assassinato, cono-sciuto con il soprannome di“Umbertino”, è noto per di-versi precedenti. Il NucleoSpeciale di Polizia Tributariadella Guardia di Finanza co-mincia a interessarsi a lui nel2002, quando Morzilli si trovaa ricoprire il ruolo di liquida-tore di una società, la “Toro91”, che aveva affari anchenei Castelli Romani, e a Roccadi Papa in particolare.

CHI ERA “UMBERTINO” Il nome di Umberto Morzilli fi-gura più volte in inchieste sullamalavita della Capitale e inquelle che hanno riguardato

gli intrecci economici fra la cri-minalità, le speculazioni edili-zie e il mondo della finanza.Da sempre legato -secondogli inquirenti-, alla Bandadella Magliana e in partico-lare ad Enrico Nicoletti (defi-nito dal giudice Lupacchini, la“banca” della banda), figuratra le persone indagate nelmaggio 2007 nella vicendadel crack del finanziere Da-nilo Coppola. Quando, nel lu-glio 2007, Morzilli finisce nelregistro degli indagati ha giàalle spalle una condanna atre anni di reclusione per ten-tata estorsione nell’ambito diun’inchiesta che coinvolgeanche i figli di Enrico Nicoletti,Tony e Massimo, arrestati in-sieme a lui nel maggio 2003.In quell’occasione Morzilli e glialtri vengono accusati di

truffe. Questo l’in-treccio criminaleemerso in seguitoall’operazione “Ilgioco è fatto”, scat-tata nella Capitale lanotte del 22 settem-bre scorso dopo dueanni di indagini con-dotte dalla SquadraMobile coordinatadalla Direzione Di-strettuale Antimafiadella Procura diRoma. Un risultato ri-levante che ha por-tato allo scoperto unvero e proprio giro diaffari con il coinvolgi-mento di ex esponentidalla Banda dellaMagliana, della Ca-morra e del clan deiCasamonica. Un so-dalizio costruito in-torno a figure chiave.Secondo le indaginidella Squadra Mo-bile di Vittorio Rizzi edella sezione Crimi-nalità Organizzata diLuca Armeni, la testapensante del gruppoera un ristoratore diGrottaferrata, Fran-cesco Mario Dimino,titolare del noto lo-cale «Sapori di Sici-lia». Il restodell’organizzazioneera formata da altriinsospettabili profes-sionisti: Simone Scor-celletti (pierreromano), Stefano Lo-conte (assicuratore),Massimo Alessandro

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Sopra: alcuni componenti della Banda della Magliana e, in alto, il capo De Pedis

A lato: l’omicidio di Morzilli del 2008 in un servizio del TG5 del 29 febbraio

Usura, estorsioni e riciclaggio

Con l’omicidioMorzilli del 2008il “gioco è fatto”

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V

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estorsione e riciclaggio. ICarabinieri, all’epoca deifatti, li accusano di averchiesto una tangente di 200mila euro ad un commer-ciante e di aver fatto esplo-dere un ordigno all’internodi un negozio della vittimadell’estorsione. Gli inqui-renti della Procura di Roma,invece, nel 2007 accertanoche Morzilli tra il 1999 e il2001 ha rapporti di affaricon Danilo Coppola in rela-zione all’acquisto, da partedell’immobiliarista, di duealberghi, tra cui il famoso“Daniel’s”.

L’INCHIESTA SI SPOSTA AI CASTELLI ROMANI L’inchiesta avviata dallaProcura di Roma porta aiCastelli Romani, precisa-mente a Rocca di Papa.Come detto, Morzilli il 12dicembre del 2002 vienenominato liquidatore della“Toro 91”. Attraverso il

provvedimento del Giudiceper le Indagini Preliminari(che porterà agli arresti diCoppola), sappiamo che“due settimane più tardi, il26 dicembre 2002, la“Toro 91” cede a un’altrasocietà, la “SPI.CA.”, un ter-reno situato a Rocca diPapa, esattamente in viadelle Barozze, al prezzo di350 mila euro più iva”.Quindi, l’operazione specu-lativa partita dalla “Toro91” con l’acquisto del ter-reno di Rocca di Papa, pro-segue. “Il 27 novembre del2003- si legge nell’ordinedi custodia cautelare- la“SPI.CA.” a sua volta vendel’immobile realizzato sulterreno di Rocca di Papa,alla “Cantieri del Sud” (in-testata per il 98 per centoa una fiduciaria, ma riferi-bile a Coppola; il restante2 per cento, nel 2004, fini-sce a Luigi Marotta, un sa-lernitano con precedenti

poco rassicuranti) al prezzodi cinque milioni e mezzo dieuro più iva”. Un guadagnonetto di oltre cinque milionidi euro. Ed è lo stesso Gipa far notare come sia la“Cantieri del Sud” che la“SPI.CA.” sono “società rife-ribili al Gruppo Coppola”.Intrecci fitti che attiranol’attenzione dei finanzieriproprio su Umberto Mor-zilli, uno strano imprendi-tore, titolare di un’officina,proprietario di una Ferrarie di una barca. Tra i documenti sequestratidalla Guardia di Finanzavi sono anche le provedell’acquisto di un altro ter-reno, questa volta in Um-bria, a Torgiano, sempre innome e per conto della so-cietà “Toro 91”. Gli inqui-renti puntano sulla vendettao sul regolamento di contiper spiegare la morte di“Umbertino”. Per questo lepiste battute furono subito

il traffico di droga, il rici-claggio e le estorsioni, edopo due anni le indagini,con l’operazione “Il gioco èfatto”, hanno effettiva-mente scoperchiando unaragnatela di insospettabiliprofessionisti a servizio diun’organizzazione criminalediffusa. Le due vicende, quella diMorzilli a Rocca di Papa el’arresto del ristoratore diGrottaferrata (senza tenerconto dell’imprenditoredella ‘Ndrangheta CosimoVirgiglio che dimorava aMonte Porzio Catone), di-mostrano come ormai i Ca-stelli Romani siano uno deiterritori più amati dalle or-ganizzazioni criminali percollocare le basi dei lorointeressi criminali e persvolgervi anche i loro loschiaffari, a cominciare dal ri-ciclaggio di denaro sporco.

Andrea Sebastianelli

Dall’omicidio Morzilli all’operazione “Il gioco è fatto”

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Volevano vendere anche la sede dellaquestura di Roma, la palazzina di viaSan Vitale per 900 mila euro, e perquesto avevano già incassato una ca-parra di 50 mila euro. Questa è solol’ultima delle tante truffe messe asegno dalla banda composta da 11persone arrestate dalla Squadra Mo-bile di Roma. I criminali avevanomesso a segno truffe a commercianti,professionisti, impiegati e ad espo-nenti del mondo dello spettacolo edelle forze dell’ordine. Oltre a pro-porre l’acquisto di immobili, venivanoproposte anche assunzioni, millan-tando amicizie politiche.In modo fittizio avevano vendutoanche l’appartamento del giocatoredella Roma Cafù, la casa dell’ex pre-sidente della Lazio Cragnotti, fino allapalazzina della Coin di via Cola diRienzo. Il gruppo però intascava solole caparre. Per le operazioni potevanocontare su una serie di amicizie ecomplici come avvocati, commerciali-sti, agenti immobiliari e assicuratori.Alle vittime venivano dati gli appunta-menti spesso nella sede del tribunalecivile di Roma poiché vantavano ami-cizie negli ambienti legali. Ma ilgruppo prestava anche il denaro a

tassi usurai e per ricevere il paga-mento delle rate utilizzavano anchepersonaggi di spicco dell’ex Bandadella Magliana e della malavita ro-mana, tra cui alcuni esponenti dei Ca-samonica.Il gruppo era capeggiato da France-sco Mario Dimino. Ma chi è questopersonaggio di origine siciliana, pro-prietario del ristorante di Grottaferrata“Sapori di Sicilia”, accusato di essereal vertice di una rete criminale cheoperava su tutto il territorio romanocompiendo affari illegali grazie ausura, riciclaggio di denaro, estorsionie truffe? Francesco Maria Dimino, 45anni, è un imprenditore romano nato aSciacca, in cui poco tempo fa è statoanche presidente della locale squadradi calcio che militava nel campinato diPromozione. Una gestione duratapoco più di due mesi, per evitare il fal-limento restituì il sodalizio ai vecchiproprietari, promettendo però di “por-tare un giorno il calcio saccense nellecategorie professionistiche”.Ma le cronache giudiziarie si occupa-rono di lui già sei anni fa. Nel 2005, in-fatti, fu coinvolto in un’altramaxi-inchiesta su mafia, usura e rici-claggio. Il suo nome venne associato

Ecco chi è Francesco Mario Dimino“Il gioco è fatto” in dettaglio

a Enrico Nicoletti, ritenuto il “cassiere”della Banda della Magliana, e ai figlidi quest’ultimo, Antonio e Massimo.Anche in questo caso l’inchiesta partìa causa della compravendita, ritenutasospetta, di un bar-tavola calda collo-cato a ridosso di piazza Euclide aRoma, e il cui titolare con minacce eintimidazioni fu costretto a venderel’immobile e la licenza per 100 milaeuro, contro un valore di mercato sti-mato allora in 500 mila euro.Gli interessi di allora della bandasembrano gli stessi di quelli emersioggi con l’operazione “il gioco è fatto”. Si sa, i lupi perdono il pelo ma non ilvizio.

(A.S.)

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I Carabinieri del Nucleo Ope-rativo della CompagniaRoma EUR hanno individuatoad Amsterdam uno dei sog-getti sfuggiti alla cattura nelluglio 2009 nell'ambito del-l'operazione "White Wolf".L'uomo, un pregiudicato bo-sniaco di 50 anni, si era rifu-giato nella CapitaleOlandese, dove le localiforze dell'ordine lo hannofermato in esecuzione delmandato di arresto europeoemesso nei suoi confronti. Il50enne, dopo l'estradizione,è stato preso in consegna daiCarabinieri all'aeroporto di

Fiumicino, ove è giunto sottoscorta, per poi essere asso-ciato al carcere di ReginaCoeli.L'indagine "White Wolf"portò, nel mese di luglio2009, all'esecuzione di 48ordinanze di custodia caute-lare nei confronti dei compo-nenti di un gruppo criminale,formato per lo più da sog-getti di etnia Rom, dedito altraffico internazionale di co-caina. Nel periodo interessato dalleindagini, coordinate dalla Di-rezione Distrettuale Antimafiadi Roma, fu documentata l'av-

Operazione “White Wolf”, colpo al clan della droga

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L’Italia come ponte per il tra-sferimento dei clandestinidalle Regioni dell’Afghani-stan ai Paesi del centro enord Europa, operato dietropagamento di ingenti sommedi denaro versato dai con-giunti dei migranti unita-mente alle somme occorrentiai costi del trasferimento emantenimento degli stessi.Per i trasferimenti dellesomme in denaro pattuiteper l’ingresso illegale utiliz-zato il sistema “hawala”, checonsente l’anonimato deisoggetti “hawalard”coinvoltinei vari transiti di denaro.E’ quanto emerso da un’in-dagine congiunta delleSquadra Mobile delle Que-sture di Roma e Bolzano edella Digos della Questuradi Frosinone, coordinata dalServizio Centrale Operativoe coordinata dai SostitutiProcuratori della Direzionedistrettuale antimafia pressola Procura di Roma Leo-nardo Frisani e FrancescoPolino, conclusasi con l’emis-sione di 48 ordinanze di cu-stodia cautelare in carcere

VI

Sgominata la band transnazionale L’indagine è stata condotta dalla Squadra Mobile di Roma

ai 150 chilogrammi, con unvolume d'affari per la bandastimato in circa 13 milioni dieuro. La droga entrava nelterritorio Nazionale graziead autovetture di grossa cilin-

venuta introdu-zione nel territorioNazionale di 60chilogrammi dicocaina prove-niente da Spagnae Olanda. Ilq u a n t i t a t i v omedio annuodella droga intro-dotta in Italia siaggirava intorno

drata munite di appositidoppi fondi: in un caso per iltrasporto della "polverebianca" fu utilizzata ancheuna lussuosa Ferrari, successi-vamente sequestrata dai Ca-rabinieri.Il capo dell'organizzazione,attualmente detenuto, curavapersonalmente i contatti con inarcotrafficanti in Olanda eSpagna, dove spesso andavaper trattare l'acquisto digrosse partite di sostanza stu-pefacente.Le telefonate intercettate tragli associati erano nei dialettirom, sinto e caldaras, lingueper le quali non risultavaiscritto alcun interprete uffi-ciale. La traduzione fu resapossibile grazie all'impiego diuna persona delle stesse ori-gini, nominata interprete dal-l'A.G. con generalità dicopertura per tutelarne l'inco-lumità. Da notare, infine, che l'orga-nizzazione era solita muo-versi con particolareefferatezza, determinazionee capillare controllo del ter-ritorio, entrando in apertocontrasto, per la spartizionedel mercato, con i compo-nenti di un'altra famigliaRom. In una circostanza, gliappartenenti ai due gruppicriminali diedero vita ad uninseguimento lungo le stradedi Rotterdam (Olanda), armiin pugno per tentare l'uno disottrarre all'altro con laforza la partita di droga ap-pena acquistata.

Andrea Rasetti

emesse a firma del G.i.p.Maria Bonaventura.All’Ufficio immigrazionedella Questura di Roma èstato invece affidato il sup-porto sul fronte della tratta-zione dei clandestini e deiriscontri ulteriori di specificacompetenza necessari alleindagini.L’organizzazione criminale,composta da soggetti, pre-valentemente di origine af-gana, con base operativaanche a Roma, era affiliataad un più esteso gruppo cri-minale transnazionale origi-

nariamente di origina curdae finalizzata al favoreggia-mento dell’immigrazioneclandestina ed al procaccia-mento e/o alla falsificazionedi documenti validi perl’espatrio, con ramificazioniin diversi Stati tra cui l’Af-ghanistan, Pakistan, Iran,Grecia, Turchia, Francia,Svezia, Norvegia e RegnoUnito. I dettagli dell’opera-zione sono stati illustrati nelcorso di una conferenzastampa che si è tenuta il 12gennaio presso la Procuradella Repubblica di Roma.

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Un numero verde contro l’usura a so-stegno di famiglie e imprese. A pre-sentarlo lo scorso 11 gennaio presso lasede della Regione Lazio la PresidenteRenata Polverini e l’Assessore alla Si-curezza, Giuseppe Cangemi. “Con il numero verde regionale800.86.28.61, e una e-mail dedicata,[email protected], si vuole for-nire supporto informativo e aiuto ai cit-tadini del Lazio che vivono situazionidi disagio economico o che sono po-tenziali vittime del reato d’usura”.Operatori specializzati risponderannoa partire dal 17 gennaio dal lunedì alvenerdì, dalle 9 alle 18, esclusi i giornifestivi. L’iniziativa sarà sostenuta dauna forte campagna di comunicazionee sensibilizzazione che nella primaparte dell’anno sarà rivolta alle im-prese con lo slogan ‘Chiuso per usura’ enella seconda alle famiglie con il mes-saggio ‘L’usura divora’. “La Regione investirà 11 milioni di

n° antiusura: 880000..8866..2288..6611Un numero verde contro l’usura

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alla mafia. I pensieri diChinnici accompagnano i vi-sitatori che riescono così aseguire le tappe della suavita, guidati anche dalle te-stimonianze di colleghi e fa-miliari. Verrebbe da direche questa mostra descrivenel modo migliore una do-manda ricorrente: “come sidiventa eroi?”. Alla fine ci siaccorge che eroi si diventanon per volontà ma sempli-cemente perché i valori chesi hanno non si è disposti asvenderli per niente e pernessuno. Sono dei macigni,delle rocce che resistono atutto e a ogni spinta contra-ria. Vengono in mente le pa-role di un album di DeAndrè, “In direzione osti-nata e contraria”. Ecco,Rocco Chinnici è stato osti-nato nel perseguire l’orga-nizzazione criminale piùforte del mondo, ed è statocontrario quando la politicarallentava la sua azioneanti-mafia. Rocco Chinnici

In memoria di RoccoChinnici, un magistrato in direzione ostinata e contrariaIn occasione del 27mo anniver-sario dell’omicidio di RoccoChinnici (che inaugurò la sta-gione delle stragi di mafia) laFondazione che porta il nomedel magistrato palermitano stapromuovendo nel Belice (masperiamo che presto raggiungaanche altre parti d’Italia) unamostra itinerante per non di-menticare. Nell’attentato del29 luglio 1983 un’autobombapiazzata in via Pipitone Fede-rico a Palermo, oltre a Chinnicicausò anche la morte di duecarabinieri della scorta e delportiere dello stabile dove abi-tava il Consigliere Istruttore delTribunale di Palermo.La “Mostra alla memoria” èstata pensata come un vero eproprio percorso temporale in

VII

cui, come in una macchina del tempo,si riesce ad avvertire il clima di que-gli anni e lo spessore morale di unmagistrato come Rocco Chinnici, de-ciso a non abbassare lo sguardo ela coscienza di magistrato di fronte

diDANIELADI ROSA

deve essere d’esempio so-prattutto per i giovani,verso i quali Chinnici nutrivauna grande speranza. Scri-veva il magistrato: «La miafiducia è nelle nuove gene-razioni. Nel fatto che i gio-vani, credenti, non credenti,della sinistra, democratici,di nessuna militanza poli-tica, si ribellano, respingonoil potere della mafia. Que-sta è la grande speranzache sta germogliando».

La giustizia è uno dei temi al centro deldibattito politico attuale: alcuni riten-gono che sia necessaria una riforma delsistema giudiziario; altri, invece, preferi-scono difendere la Costituzione, ritenutauna delle migliori del mondo, ma spessonon ancora attuata. Gherardo Colombo,già magistrato di “Mani pulite”, rappre-senta una delle figure più autorevolinella storia del diritto italiano e presen-terà il suo libro “Sulle regole” a Frascatiil prossimo martedì 1 febbraio. L’inizia-tiva, promossa dall’associazione cultu-rale “Alternativ@mente”, e dal titolo“Quale giustizia?”, si terrà presso le Scu-derie Aldobrandini (Piazza Marconi)alle ore 20.30. Dopo l’intervento deldott. Colombo, seguirà un dibattito me-diato da Enrico Del Vescovo.

Incontro-dibattito a Frascatiil prossimo 1 febbraio, 20.30

Gherardo Colombo,“quale giustizia?”

euro nel prossimo biennio nella lottaall’usura e oggi presentiamo dueazioni concrete - ha spiegato la Presi-dente Polverini -. Nel Lazio le provincedi Latina e Frosinone sono le più col-pite dal fenomeno, ma anche a Romabisogna tenere alta l'attenzione. Lacampagna verrà realizzata anche gra-zie al recupero di risorse che non eranostate impegnate dalla precedente am-ministrazione e rischiavano di andareperse”. L'assessore Cangemi ha sottolineatoche “i dati raccolti verranno inoltrati

alle Questure e le Prefetture. Da qui aqualche mese avremo un prospetto piùchiaro di quella che è la situazione delfenomeno dell'usura nella Regione equelle che sono le richieste dei cittadiniche rimangono vittime del fenomeno”.

Andrea Rasetti

La Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini

Page 8: Rete di Giornalisti e Scrittori Antimafie di Roma e Provincia

10 gennaio, RomaARRESTATI A ROMABONNIE E CLYDEDa tempo gli investigatori della Squa-dra Mobile della Capitale, diretta daldott. Vittorio Rizzi, erano sulle tracce diR.C. e C.V., lui 50enne e lei di 10 annipiù giovane. I due, entrambi romani pre-giudicati, sono ritenuti responsabili diuna serie di rapine ai danni di banchedi Roma e Tivoli, avvenute tutte nel corsodel 2010. Le indagini hanno avuto inizionel mese di settembre dello scorso anno,a seguito della rapina avvenuta ai dannidella Cassa di Risparmio di Firenze divia Paisiello, nel quartiere Pinciano. Lacoppia è stata individuata e fermata inun bar di via Augusto Terenzi, nel quar-tiere Tuscolano. All’interno dell’apparta-mento abitato dai malviventi, gli agentihanno recuperato parte della refurtivadell’ultima rapina e sequestrato docu-menti falsi che servivano a favorire laloro latitanza. I due, sono stati arrestatiin esecuzione delle ordinanze di custodiacautelare ed accompagnati presso ilcarcere di Rebibbia.

12 gennaio, Roma“OPERAZIONE REPLAY”CONTRO IL RICICLAGGIOErano specialisti nella contraffazione didocumenti e nel riciclaggio di veicoli ma,all’alba del 12 gennaio, gli agenti dellaPolizia Stradale di Roma, dopo mesi diindagine, hanno messo fine alle loro at-tività illecite, eseguendo le ordinanze dicustodia cautelare in carcere, dispostedalla Procura della Repubblica presso ilTribunale di Roma per i reati di riciclag-

gio, ricettazione e falso. Nel 2009, nel-l’ambito delle attività di controllo delterritorio, gli agenti delle Stradalehanno sequestrato dei veicoli riciclati dacui poi ha avuto inizio tutta l’attività diindagine, intercettazione e pedinamentiche ha portato ad individuare i respon-sabili: A.V. nato a Teramo nel 1967, L.G.di Roma nato nel 1969, M.L. nata aRoma nel 1965, M.O.M. nato a Roma nel1961, P.R. nato a Roma nel 1969 e C.W.nato a Roma nel 1972 ed al sequestro di27 veicoli di media ed alta gamma diprovenienza furtiva. A carico dei respon-sabili, che sono stati trasferiti al carceredi Rebibbia e di Regina Coeli, sono stateeffettuate anche delle perquisizioni chehanno consentito il sequestro di veicolirubati, di documenti falsi, di softwareatti alla falsificazione documentale e disoftware atti all’alterazione di partielettroniche di veicoli.

12 gennaio, FrascatiMANETTE AL PUSHER29ENNE INSOSPETTABILEI Carabinieri del Nucleo Operativo diFrascati hanno arrestato un italiano29enne, rinvenendo presso la propriaabitazione alcune dosi di cocaina e ha-shish. Nei giorni precedenti i militari ave-vano eseguito alcuni servizi diosservazione, notando uno strano movi-mento di giovani nei pressi di un piccolosupermercato. Successivamente hannofatto scattare il blitz: il gestore del su-permercato è stato fermato e accompa-gnato presso il proprio domicilio dove èstata eseguita la perquisizione. I militarihanno rinvenuto e sequestrato diverse

dosi di cocaina e di hashish, sostanze dataglio, materiale vario per il confeziona-mento e bilancini di precisione. Il giovane29enne, insospettabile incensurato, èstato arrestato e sarà processato con ritodirettissimo, dovrà rispondere di deten-zione ai fini di spaccio di sostanze stu-pefacenti.

13 gennaio, RomaFUGGE ALL’ESTERO IL BOSSDELLA ‘NDRANGHETAI militari del Comando Provinciale dellaGuardia di Finanza di Roma hanno por-tato a termine un’intensa attività d’inda-gine che ha permesso la scoperta di unvasto e complesso sistema di frode aidanni dello Stato. L’attività trae spuntoda una segnalazione dell’INPS di Civita-vecchia inerente all’elevato numero di ri-chieste di iscrizione alla gestioneseparata del medesimo ente da parte dicittadini romeni che dichiaravano di svol-gere attività di lavoro autonomo, nellamaggior parte dei casi come podologi. Le investigazioni hanno condotto ad indi-viduare una donna di origine romenache, attraverso la falsificazione di attipubblici e certificazioni amministrative,ha consentito a numerosi suoi connazio-nali di soggiornare sul territorio italianoaccedendo a quelle prestazioni sociali,come l'assistenza sanitaria, garantiteesclusivamente a soggetti residenti. 150sono i cittadini romeni coinvolti i quali, afronte del pagamento di 400 euro, otte-nevano dalla donna la documentazioneinerente all’apertura di una partita iva el’iscrizione alla gestione separata INPS.

(A cura di Andrea Rasetti)

NNEEWWSS daMAFIOPOLI

supplemento al n. 1 (gennaio2011) del mensile indipendente

il Segnoorgano dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunale di

Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAilSegno

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RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIEdi ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 12 -Dicembre 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.12

Falcone, l’uomo chevolava molto in alto

Organizzareil coraggio

In VII pagina

In IV e V pagina

In II e III pagina

CasamonicaGli eredidellaMagliana

Quella di Pino Masciari edella sua famiglia è unastoria che non può esseredimenticata. Pino è un im-prenditore calabrese chenon cede al ricatto e ai so-prusi della ‘Ndranghetama con tenacia e coraggioriesce a scardinare un si-stema criminoso ritenutoprima di lui invincibile.

News daMafiopoli

In ultima paginaIn III pagina

GrottaferrataL’ex ristorantediventa unbene comune

In VI pagina

Nasce la Reteper la legalitàcontro l’usurae il racket

In VI pagina

Roma e Lazio“riciclone” di...denaro sporcodellemafie

In VII pagina

Chi sono i Casamo-nica? Come hannoconquistato la Capi-tale? Quando inizia-rono la loro scalataall’egemonia crimi-nale della regione? Ilclan, che oggi contaoltre 600 adepti,sembra ormai avereramificazioni che ri-cordano quelle dellafamosa Banda dellaMagliana, di cui sonogli unici e veri eredi.

Ritratti d’autoreIl libro del mese Carceri chescoppiano

story

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIEdi ROMA e PROVINCIA

Un recente dossier di Daniele Poto, dell’Associa-zione “Libera”, ha portato alla luce le strade chele organizzazionizioni criminali (‘Ndrangheta,Camorra, Cosa Nostra e Sacra Corona Unita),attraverso il calcio tentano di percorrere perriciclare denaro sporco, controllare il girodi scommesse clandestine, comprare partitee gestire persino i settori giovanili.Un caso su tutti, quello del Potenza Calcio,il cui presidente Giuseppe Postiglione, fuarrestato nel novembre del 2009. L’inchiestadella Procura scoperchiò una fitta rete dicollegamenti tra la società e gli ambienti criminali

supplemento al n. 11 - Novembre 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.11

Paolo BorsellinoCent’annidi storia

In VI pagina

NELLE PAGINE IV e V

La vita e la storia del giudice Borsellinoassassinato il 19 luglio 1992 nel cuoredella sua Palermo.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

I PM della Direzione Di-strettuale Antimafia di Reg-gio Calabria hanno chiesole prime condanne per gliimputati della ‘Ndranghetaaccusati di svolgere affariilleciti nel porto di GioiaTauro. Ad accusarli le di-chiarazioni di Cosimo Virgi-glio che ai Castelli gestival’hotel Villa Vecchia.

Altro colpoal clan

In VII pagina

Proseguono le azioni delleforze dell’ordine contro ilclan dei Casamonica checontrollano l’usura e i trafficidi droga a Roma e provin-cia. I Carabinieri di CastelGandolfo hanno arrestatotre esponenti dell’omonimafamiglia rom, in seguito adun blitz condotto in un’abi-tazione di Ciampino.

Appaltinelmirino

In VII pagina

Lemafienelpallone

Giuseppe Postiglione

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi AndreaSebastianelliLo scorso 21 settem-bre è stata la gior-nata contro l’usurapromossa da SOSImpresa di Confeser-

centi, che ha messo in evidenza ungiro di affari che raggiunge 20 mi-liardi di euro. E la regione Lazio fi-gura tra i primi posti in questadrammatica e sconcertante classifica.In questo numero della nostra “ReteAntimafie” troverete quindi un ap-profondimento per comprendere ladiffusione e la radicalità di quelliche un tempo venivano chiamatistrozzini o cravattari e che spessooggi fanno capo a gruppi criminaliorganizzati con strutture capillariben distribuite nel vasto territorio la-ziale.Troverete anche la triste storia di unusurato che grazie alla sua tenacia,all’amore della propria famiglia, alsupporto delle forze dell’ordine e diSOS Impresa, ha saputo denunciaregli aguzzini iniziando una nuova vitadopo aver subito minacce d’ogni tipoal limite della sopportazione umana.Un atto di coraggio prima di deci-dere di farla finita.Nel Lazio sono circa 28 mila i com-mercianti finiti in questa ragnatelada cui appare difficile potersi libe-rare. Ma rivolgendosi alla rete ca-pillare messa in piedi da SOSImpresa, uscire dal tunnel dell’usuranon è più impossibile.Buon approfondimento.

supplemento al n. 10 - Ottobre 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.10

PADRE PUGLISIL’avvocatoantiSaviano

DI ROSA in VII pagina

La storia di Padre Pino Puglisi, uccisodalla Mafia perchè le sue parole face-vano più paura delle pallottole.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

Con 3,3miliardidi euro ogni annol’usuraimbavagliaun’intera regione

Bianca La Roccadi SOS Impresa

L’arresto di MicheleSantonastaso, l’avvo-cato anti-Saviano, di-fensore del bossFrancesco Bidognettidel clan dei Casalesi,dimostra che lamafia dei collettibianchi è un pericolosempre in agguato

“Il giocoè fatto”

In VI pagina

Undici arresti e de-cine di perquisizionia Roma per l’inda-gine denominata ‘Ilgioco è fatto’, cheha svelato un sodali-zio criminale deditoall’usura, al riciclag-gio, all’estorsionee alla truffa

Finirà laMafia?

In VII pagina

“Nel Lazio operano clan dei Casalesinel pontino mentre la ‘ndranghetasi occupa maggiormente di riciclodi denaro sporco nei grandi localidel centro della Capitale. Le coschesono spesso in contatto con ciò cherimane della Banda della Magliana,senza dimenticare l’ingerenzadi famiglie nomadi quali i Casamonicao i Di Silvio”. ALL’INTERNO