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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 105 Capitolo 3 IL PROGRAMMA ATTUATIVO 2005 3.2 PROGETTI E PROGRAMMI FINALIZZATI 3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI E DIRITTI DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI Programma finalizzato: “Promozione di diritti e delle opportunità per l'infanzia e l'adolescenza” 1 ASCOLTO GENITORI Responsabile della compilazione della scheda Nominativo: Dott.ssa Margherita Dall’Olio Recapito telefonico: 0545/38531 fax: 0545/38396 e-mail: [email protected] Zona: DISTRETTO DI LUGO Ente responsabile del progetto: COMUNE DI LUGO Ufficio Associato per i Servizi educativi Ente esecutore del progetto: COMUNE DI LUGO Centro per le Famiglie Composizione gruppo tecnico di coordinamento N.B.: NON SUSSISTE UN SOLO GRUPPO TECNICO, BENSI’ UN “COORDINAMENTO DI SISTEMA” LEGATO AI DIVERSI INTERVENTI TUTTI AFFERENTI al PROGETTOASCOLTO GENITORI Qualifica Ente Responsabili Servizi Sociali e Pubblica Istruzione - Psicopedagogisti e pedagogisti - Coordinatrice e operatrici del Centro per le famiglie - Personale Insegnante dei servizi educativi 0/6 anni - Neuropsich. Infantile, Consult. Familiare e Ser. Sociali - Psicologi / Pedagogisti, ecc. - Responsabile sezione ragazzi Biblioteca F. Trisi - Dirigenti e Insegnanti (S. Materna, S. Primaria.,S. Secondaria di 1°) - Dirigenti, educatrici/insegnanti - Comuni del Distretto di Lugo - AUSL –Distretto di Lugo - Comune di Lugo - Comuni del Distretto di Lugo -AUSL – Distretto di Lugo -AUSL, Liberi prof., Coop. sociali (Zerocento, La linea d’ombra e La Giraffa) e Ass. di volontariato (Famiglie per l’accoglienza) - Comune di Lugo Coord. Prog. Nati Per leggere -Istituti Comprensivi del Distretto di Lugo - Istituti: Maria Ausiliatrice, S. Cuore, S. Giuseppe Con quale periodicità si incontra: I diversi incontri si svolgono con cadenza, stimabile come media, di una riunione al mese

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 105

Capitolo 3 IL PROGRAMMA ATTUATIVO 2005

3.2 PROGETTI E PROGRAMMI FINALIZZATI

3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali”

RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI E DIRITTI DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI

Programma finalizzato: “Promozione di diritti e delle opportunità per l'infanzia e l'adolescenza”

1 ASCOLTO GENITORI

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Dott.ssa Margherita Dall’Olio

Recapito telefonico: 0545/38531 fax: 0545/38396

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI LUGO Ufficio Associato per i Servizi educativi

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI LUGO Centro per le Famiglie

Composizione gruppo tecnico di coordinamento N.B.:NON SUSSISTE UN SOLO GRUPPO TECNICO, BENSI’ UN “COORDINAMENTO DI SISTEMA” LEGATO AI DIVERSI INTERVENTI TUTTI AFFERENTI al PROGETTOASCOLTO GENITORI

Qualifica Ente

Responsabili Servizi Sociali e Pubblica Istruzione - Psicopedagogisti e pedagogisti - Coordinatrice e operatrici del Centro per le famiglie - Personale Insegnante dei servizi educativi 0/6 anni - Neuropsich. Infantile, Consult. Familiare e Ser. Sociali - Psicologi / Pedagogisti, ecc. - Responsabile sezione ragazzi Biblioteca F. Trisi - Dirigenti e Insegnanti (S. Materna, S. Primaria.,S. Secondaria di 1°) - Dirigenti, educatrici/insegnanti

- Comuni del Distretto di Lugo - AUSL –Distretto di Lugo - Comune di Lugo - Comuni del Distretto di Lugo -AUSL – Distretto di Lugo -AUSL, Liberi prof., Coop. sociali (Zerocento, La linea d’ombra e La Giraffa) e Ass. di volontariato (Famiglie per l’accoglienza) - Comune di Lugo Coord. Prog. Nati Per leggere -Istituti Comprensivi del Distretto di Lugo - Istituti: Maria Ausiliatrice, S. Cuore, S. Giuseppe

Con quale periodicità si incontra: I diversi incontri si svolgono con cadenza, stimabile come media, di una riunione al mese

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 106

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

Responsabile Servizio Pubblica istruzione Coordinamento pedagogico Coordinamento psico – pedagogico Referenti Consultorio familiare e MONPI Coordinatrice Centro per le Famiglie Referenti istituti Comprensivi e paritari del Distretto Referenti Coop. e Assoc. che collaborano al Progetto

Comune di Lugo per i Comuni del Distretto di Lugo Coord. Sovra Com. dei Comuni del Distr. di Lugo AUSL –Distretto di Lugo AUSL –Distretto di Lugo Comune di Lugo Istituti comprensivi e paritari del Distretto di Lugo Coop. Zerocento, La Giraffa, La Linea d’Ombra Fam. per Accogl.

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della Responsabilità familiari e capacità genitoriali /

promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Area territoriale interessata: Il territorio del Distretto di Lugo

Luoghi di realizzazione: Sedi dei Servizi per l’infanzia 0/6 Comunali, statali, FISM ed eventualmente anche sedi delle Scuole primarie e secondarie di primo grado degli Istituti comprensivi e paritari del Distretto di Lugo Sedi del Centro per le famiglie di LUGO (segreteria, organizzazione e realizzazioni incontri) Sale per incontri messe a disposizione dalle diverse Amministrazioni Comunali del Distretto di Lugo

Destinatari Tipologia Presenza sul territorio

di riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 2.232

Minori 3-5 anni 2.133

Minori 6-10 anni 3.331

Minori 11-13 anni 1.999

Minori 14-17 anni -

Genitori 9.695 (circa) 2.520 (circa)

Insegnanti Dato non disponibile 200 circa

Operatori 40 10/15 circa

Comunità locale

Altro (specificare)

Totale 9.624 2.735

Di cui

Minori disabili 237 237

Minori - provv. del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 866 866

Totale soggetti in situazioni particolari 1.103 1.103

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Coinvolgimento dei destinatari: Raccordo con il “Percorso nascita” del MONPI della AUSL - Distretto di Lugo Collaborazione con il Consultorio familiare - AUSL del Distretto “Centro d’ascolto adolescenza” Centri genitori e bambini del Distretto Raccordo tramite il coordinamento pedagogico sovra comunale con i servizi 0/6 del Distretto Incontri aperti ai genitori (precedente progetto) Informazione a tutti i genitori con figli 0/14 anni tramite il depliant ”Progetto Ascolto Genitori” Comunicazioni mirate per raccolta iscrizioni, in particolare, presso i servizi 0/6 anni per percorsi di approfondimento Riunioni di lavoro con i responsabili e gli operatori dei servizi coinvolti Depliant specifici sulle singole iniziative

Data di avvio: Dicembre 2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento

X di innovazione e/o sperimentazione

Consolidamento: il progetto è stato, precedentemente, realizzato con il metodo degli incontri aperti ai genitori (che saranno proposti ancora, sicuramente, per un annualità -A.S. 2005/2006) e delle consulenze individuali, garantite dalle psico/pedagogiste AUSL e dal coordinamento pedagogico sovra comunale

Potenziamento: gli incontri aperti ai genitori saranno realizzati in tutti i Comuni del Distretto in un numero maggiore

Innovazione: attivazione di percorsi di approfondimento (2/3 incontri specifici per ogni Comune del Distretto) collegati, in particolare, alla fascia 0/6, diversificati a seconda dei progetti costruiti nelle singole realtà comunali, in raccordo con il Coordinatori pedagogici comunali, paritari, delle Cooperative Sociali (gestrici di Servizi nel Distretto) e con la collaborazione dei Servizi AUSL (Consultorio Familiare, Centro d’Ascolto, MONPI), dei Servizi Sociali e delle Associazioni no profit del Territorio)

Motivazione del progetto: L’intervento nasce nell’ambito di una politica di sostegno alla genitorialità promossa da diversi anni sul territorio del Distretto di Lugo e, in particolare, dal Comune di Lugo, anche tramite le attività del Centro per le famiglie. Si è sempre cercato di coniugare tale intervento con i Servizi Educativi e scolastici presenti nelle diverse realtà territoriali (raccordati fra loro già da diverso tempo, in particolare con l’avvio del sistema integrato Pubblico / privato fin dalla metà degli anni ’90 e sostenuti da progetti condivisi con il Coordinamento pedagogico Sovra Comunale) Un programma educativo rivolto ai genitori deve porsi come “discreto accompagnatore” per tutta l’ età evolutiva, prevedendo attività per TUTTI, per POCHI, per SINGOLI; si deve appoggiare alle strutture che ospitano bambini, aggregano e contengono e deve integrare il lavoro di queste con apporti “specialistici”. L’esperienza del progetto “Ascolto genitori – Conversazioni educative” pur mantenendo una significativa valenza in molte realtà, soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni, necessità di una ulteriore evoluzione, così come espresso da parte del gruppo di lavoro “Responsabilità familiari e capacità genitoriali diritti dei bambini e degli adolescenti” per la predisposizione del P.d.Z. 2005/2007. Evoluzione per “meglio comprendere” e stabilire un legame più significativo tra genitori/insegnanti grazie alla strutturazione di gruppi di riferimento a partire da tematiche sulle quali “condividere e approfondire” insieme ciò che riguarda la crescita e la cura dei figli. Una costruzione legata quindi alle istanze locali che vada incontro al bisogno che i genitori esprimono di essere ASCOLTATI ed orientati, sia a livello individuale che di gruppo, cercando di definire proposte diversificate, ma legate ad uno o più Servizi / scuole, e con essi “personalizzate”.

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Obiettivi/risultati attesi: Consolidare l’offerta “diffusa” di un punto di riferimento rivolto ai genitori con figli 0/14 in generale, 0/6 in particolare, per trovare sostegno al “ruolo di genitore”, singolarmente, in coppia o in piccolo gruppo; Raccordare il progetto di sostegno alla Genitorialità con i Servizi esistenti (Servizi 0/3 anni, Scuole dell’infanzia e dell’obbligo, MONPI e Sociale AUSL, ecc).

Indicatori: Rilevazione del numero di Soggetti Istituzionali e non coinvolti Rilevazione del numero di partecipanti ai gruppi e agli incontri aperti Rilevamento delle tematiche di approfondimento con questionari “a campione” Rilevamento della presenza media negli Incontri aperti ai genitori” Livello di soddisfazione espresso dalle famiglie che partecipano agli incontri

Fasi operative: 1. Definizioni modalità operative di collaborazione tra i diversi interlocutori 2. Predisposizione di modalità di rilevazione dei temi da trattare nei diversi servizi e/o scuole del

Distretto di Lugo 3. Individuazione tematiche di approfondimento richieste dai genitori e/o insegnanti 4. Predisposizione, pubblicizzazione incontri e percorsi di approfondimento 5. Realizzazione cicli di incontri

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: Anno scolastico 2005/2006 – in continuità con precedenti interventi

Data d'inizio Dicembre 2005 / Gennaio 2006

Data di conclusione: Giugno 2006 e avvio programma successivo

Costi: Costo complessivo: €. 13.366,00 + 6.325,00= €. 19.691,00 N.B. non è valutabile l’apporto di risorse provenienti da tutti i Soggetti coinvolti per cui viene riportato quanto previsto dal SOLO Comune Capofila

Contributo programma finalizzato €. 10.000,00

Contributo E.L.: €. 6.325,00

Eventuali altri contributi : - L. R. 27/89 Centri per le famiglie €. 3.366,00

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Monitoraggio in itinere del numero di partecipanti con gli Enti di riferimento Verifica attuazione delle attività programmate, con i soggetti coinvolti Verifica corrispondenza e gradimento con i destinatari/utenti Verifica riguardante la collaborazione interistituzionale con i componenti del Gruppo tecnico di coordinamento

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Svolgimento di incontri specifici, assemblee, organizzati dagli stessi utenti e dai soggetti attuatori. interviste agli utenti Raccolta di relazioni scritte sulle iniziative svolte, Valutazioni condivise dal Gruppo tecnico di coordinamento all’interno dei percorsi di rimodulazione dei progetti per i Piani di Zona Attuativi 2006 e 2007.

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: - Produzione di pubblicazioni varie da distribuire ai destinatari/utenti (familiari, operatori dei servizi educativi e scolastici, politici, cittadinanza, ecc)

- Relazioni conclusive sull’andamento degli incontri

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2 “Città dei bambini” e “Consulte dei ragazzi”dei Comuni del Distretto

COMUNE DI ALFONSINE

I DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: MONTUSCHI MARIA GRAZIA

Recapito telefonico: 0544 866635 fax: 0544 80440

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI ALFONSINE

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI ALFONSINE

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

RESPONSABILE SERVIZIO ISTRUZIONE PSICOPEDAGOGO COORDINATRICE PEDAGOGICA COORDINATRICI

COMUNE DI ALFONSINE ASL RAVENNA –DISTRETTO DI LUGO COOP. VA IL CERCHIO ASSOCIAZIONI VARIE

Con quale periodicità si incontra: il gruppo si incontra a scadenze diverse a seconda dei servizi attivati, indicativamente 5-6 volte nell’anno solare, ma con intervalli variabili, a seconda dei tempi di realizzazione delle iniziative

Composizione equipe di lavoro: Qualifica

EDUCATRICE-EDUCATORE INSEGNANTI

ANIMATORE - ANIMATRICE

Ente COOPERATIVE SOCIALI

ASSOCIAZIONI

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Tutte le attivita’ realizzate coinvolgono anche minori utenti a vario titolo del servizio sociale dall’asl, percio’ i progetti realizzati prevedono uno specifico intervento in collaborazione con questi servizi

Area territoriale interessata: COMUNE DI ALFONSINE

Luoghi di realizzazione: SCUOLE, CENTRO GIOVANI, PIAZZA, PARCHI E LUOGHI SIGNIFICATIVI

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Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 251 251

Minori 3-5 anni 251 251

Minori 6-10 anni 381 381

Minori 11-13 anni 245 245

Minori 14-17 anni 292 292

Genitori 2.256 2.256

Insegnanti 105 105

Operatori

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 3.781 3.781

Di cui

Minori disabili

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 46

Totale soggetti in situazioni particolari 46

Coinvolgimento dei destinatari: Progettazione partecipata Incontri di verifica Questionari di valutazione

Data di avvio: GENNAIO 2005

Progetto: x di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

Le attività svolte vengono realizzate da anni

Motivazione del progetto: Le attività svolte vengono realizzate da anni, in base alla richiesta degli utenti, manifestata sia attraverso gruppi di consultazione (rappresentanti dei ragazzi, rappresentanti dei genitori dei vari servizi e scuole) sia attraverso le richieste (domande, questionari di valutazione)

Obiettivi/risultati attesi: promozione dei diritti dell’infanzia promozione della cittadinanza attiva

Indicatori Numero iniziative, numero partecipanti, numero progetti realizzati

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Fasi operative: Consulte dei ragazzi e degli adolescenti: elezioni, incontri, progettazione partecipata di interventi

Città dei ragazzi: progettazione partecipata con i ragazzi delle scuole, realizzazione iniziative con l’adesione dei ragazzi.

Progetti diversi strutturati secondo la seguente metodologia: nomina del gruppo di lavoro formato da funzionari del Comune, insegnanti, genitori; ricognizione sociale tramite raccolta di questionari presso tutti i ragazzi delle scuole elementari e medie ed i loro genitori

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 2005

Data d'inizio GENNAIO 2005

Data di conclusione: DICEMRBE 2005

Costi: Costo complessivo: 12.385,00

Contributo programma finalizzato 5.245,00

Contributo E.L.: 7.140,00

Eventuali altri contributi : -

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici di verifica

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Incontri, questionari.

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti:

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COMUNE DI BAGNACAVALLO

CITTÀ DEI BAMBINI

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Corzani Mauro – Rita Cerè

Recapito telefonico:280869/861 fax: 0656 63747

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI BAGNACAVALLO

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI BAGNACAVALLO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Capo Settore Servizi Culturali Insegnante “ Scuola d’ Arte” Comunale Coordinatrice volontari Referente Politiche Giovanili Assistente Amministrativa settore “ Cultura “ Esperta musicale

Comune di Bagnacavallo Comune di Bagnacavallo Associazione di volontariato “ All’ Abbondanza” Comune di Bagnacavallo Comune di Bagnacavallo Associazione Musicale DOREMI

Con quale periodicità si incontra: dal mese di Gennaio al mese di Maggio una volta alla settimana

Composizione equipe di lavoro: Qualifica Ente

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di Bagnacavallo – Piazza Libertà

Luoghi di realizzazione: Teatro Goldoni Bagnacavallo Piazza Libertà Palazzo Comunale Palazzo Vecchio Chiesa Suffragio

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 113

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 340 145

Minori 3-5 anni 353 285

Minori 6-10 anni 547 510

Minori 11-13 anni 320 14

Minori 14-17 anni No No

Genitori 1.550 (famiglie) 1.500

Insegnanti 85 70

Operatori 20 16

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 3.215 2.540

Di cui

Minori disabili 5 5

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 38 30

Totale soggetti in situazioni particolari

43 35

Coinvolgimento dei destinatari:

Data di avvio: 7 Gennaio 2004

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento - ���� di innovazione e/o sperimentazione

Motivazione del progetto: L’ iniziativa “ Città dei Bambini “, giunta nell’ anno 2005 alla settima edizione, è innanzitutto una importante occasione di comunicazione e collaborazione fra la Scuola e la città. E’ infatti una iniziativa che si realizza grazie al contributo della scuola e delle componenti della comunità cittadine e che cooperano a titolo si volontariato. In prima istanza, quindi, attraverso un momento di festa, la manifestazione vuole sottolineare l’importanza, per gli abitanti di una città, di condividere un’ esperienza di lavoro e assieme di divertimento che accomuna diverse generazioni (dai bambini delle scuole ai nonni). Attraverso la forza coinvolgente della festa, inoltre, lo scopo è quello di veicolare presso i bambini contenuti di carattere formativo. Questo aspetto, in particolare, viene assicurato attraverso il lavoro preliminare di preparazione della festa che viene svolto dagli insegnanti nelle classi nei mesi precedenti la manifestazione. L’ edizione 2004, specificatamente, rappresenta il secondo appuntamento di un ciclo triennale intitolato “ La Nave delle meraviglie” che, attraverso l’ elemento fantastico di una nave misteriosa, si propone di stimolare nel bambino un atteggiamento curioso e positivo nei confronti “dell’ ignoto”, inteso come luogo di esperienze e culture diverse dalla nostra. La festa del 2004, poi, verteva in particolare sulla conoscenza del mondo degli animali:

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Obiettivi/risultati attesi: Obiettivi generali ciclo triennale 2003/2005 Promuovere il piacere dello stare insieme e del divertirsi insieme, anche fra diverse generazioni

Stimolare la fantasia con elementi di suggestione e “ meraviglia” tesi a suscitare la capacità di accoglienza dell’ignoto sperimentata nel piano fantastico attraverso la preparazione e la partecipazione alla festa dovrebbe infatti essere interiorizzata anche sul piano dei comportamenti quotidiani, come capacità di accoglienza di persone, culture ed esperienze diverse.

Obiettivi specifici anno 2005: Conoscenza del mondo degli animali Promuovere e favorire occasioni di scambio e conoscenza fra le classi Evidenziare la dimensione affettiva Sottolineare l’ importanza, per gli uomini, di questi coabitatori della terra

Indicatori: Numero classi coinvolte nella preparazione della iniziativa Numero dei partecipanti (bambini genitori, pubblico) Numero di persone che collaborano alla realizzazione della manifestazione a titolo di volontariato

Fasi operative:

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: mesi 5

Data d'inizio Gennaio

Data di conclusione: 27 Maggio 2005 giornata della festa

Costi: Costo complessivo: € 17.470,00

Contributo programma finalizzato €. 3.344,00

Contributo E.L.: €. 13.176,00

Eventuali altri contributi : - € . 950,00 sponsor da privati

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti:

Attività di valutazione e soggetti coinvolti:

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti:

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COMUNE DI BAGNARA

CITTA’ DEI BAMBINI 2005

Responsabile della compilazione della scheda: Nominativo: Dal Bosco Vilma

Recapito telefonico: 0545-905505 fax: 0545-76636

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI BAGNARA DI ROMAGNA

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI BAGNARA DI ROMAGNA- UFFICIO ISTRUZIONE:

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Assessore Politiche Educative Assessore Polizia Municipale e Animatore C.C.R. Resp. Area Contabile- Ufficio Istruzione Istr. Amministrativo- Ufficio Istruzione Referente per la primaria superiore di Bagnara di R.

Comune di Bagnara di Romagna “ “ “ Istituto Scol. Compr. “F. D’Este” Massa Lombarda

Con quale periodicità si incontra: Cadenza bimensile

Composizione equipe di lavoro: Qualifica

Vedi composizione gruppo tecnico di coordinamento

Ente

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona relativamente all’area Responsabilità familiari e capacità genitoriali diritti dei bambini e degli adolescenti.

Area territoriale interessata: COMUNE DI BAGNARA DI ROMAGNA.

Luoghi di realizzazione: IST. SCOLASTICO, MUNICIPIO, STRADE COMUNALI

Destinatari: Tipologia

Presenza sul territorio di riferimento

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni

Minori 6-10 anni 100 100

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Minori 11-13 anni 49 49

Minori 14-17 anni

Genitori

Insegnanti

Operatori

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 149 149

Di cui

Minori disabili 1 1

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato 6 6

Minori stranieri altro (specificare) 7 7

Totale soggetti in situazioni particolari

14 14

Coinvolgimento dei destinatari: Promozione delle iniziative all’interno dell’Ist. Scolastico e coinvolgimento dei bambini/ragazzi nella preparazione delle iniziative stesse anche in orario extrascolastico

Data di avvio: Inizio a.s. 2004-2005

Progetto: ���� di consolidamento di un precedente intervento � di innovazione e/o sperimentazione

Sviluppo della consapevolezza dell’importanza della partecipazione attiva alla vita sociale nel rispetto dei suoi valori e delle sue norme fondamentali

Motivazione del progetto: Partendo dalla considerazione che il territorio di Bagnara di R. risulta maggiormente isolato rispetto ad altre realtà, il gruppo tecnico ha inteso utilizzare strumenti che facciano sentire i destinatari più coinvolti e partecipi nella progettazione di iniziative di più ampio respiro, che diano loro la possibilità di divenire cittadini consapevoli ed attivi. In tal senso si è ritenuto necessario mettere in collegamento al progetto l’associazionismo locale e regionale, le società sportive e l’Ist. Scolastico.

Obiettivi/risultati attesi: -Favorire una maggiore comprensione dei meccanismi per l’esercizio dei diritti civili e democratici basilari, grazie in particolare alla partecipazione alle elezioni del CCR, alle iniziative realizzate dal CCR stesso ed alla realizzazione delle iniziative del 25 aprile; -Consolidare la conoscenza dei fattori che hanno portato alla creazione di una data commemorativa dell’Olocausto, tramite la partecipazione al Concorso “Amici dell’Aned” e alla visita d’istruzione al Campo di concentramento di Mathausen; -Sviluppare le relazioni con persone appartenenti a generazioni diverse; -Rendere consapevoli dei doveri impliciti nell’essere utenti della strada; -Sensibilizzare maggiormente al rispetto dell’ambiente ed all’importanza dell’attività motoria

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 117

Indicatori: n. partecipanti alle iniziative; n. sedute del CCR; n. interventi congiunto con la P.M.; quantità di rifiuti raccolti in maniera differenziata; n. di incontri con i volontari anziani

Fasi operative: Partecipazione alle iniziative del 25 aprile: studio del periodo storico, realizzazione di laboratori didattici per la preparazione di aquiloni e messaggi di pace da lanciare in volo assieme ad una mongolfiera nella mattinata del 25/04; Partecipazione al concorso “Amici dell’Aned”: consolidamento dello studio dei fattori che hanno portato all’Olocausto, laboratorio di disegno per la realizzazione dei bozzetti da proporre al Concorso, realizzazione mostra finale dei disegni elaborati adeguatamente pubblicizzata; Viaggio d’istruzione a Mathausen: analisi del periodo storico, organizzazione del viaggio e del pernottamento Realizzazione concorso per elaborazione logo CCR: studio storia di Bagnara, organizzazione laboratori didattici di disegno, formazione commissioni di concorso, premiazione miglior disegno in occasione festa di fine anno scolastico Organizzazione della Giornata di sensibilizzazione ambientale: distribuzione materiale didattico sulla raccolta differenziata, predisposizione degli strumenti per la raccolta dei rifiuti, formazione di gruppi di lavoro e pulizia, in collaborazione con le Associazioni locali e con Hera Ravenna; Organizzazione giornate dedicate alla manutenzione Madonna dell’Argine: definizione delle date in occasione delle riunioni del CCR e dei metodi di intervento in collaborazione con i volontari anziani e con l’Amministrazione comunale; Progettazione degli spazi verdi del plesso scolastico: ricerca sulle piante autoctone ed officinali, presentazione all’Ufficio Tecnico del progetto di giardino retrostante il plesso scolastico, in collaborazione con l’amministrazione Comunale Partecipazione al progetto “Educazione alla sosta”: studio delle infrazioni stradali, realizzazione di fac-simile di multe con messaggi educativi rivolti ai trasgressori, controllo delle strade comunali per individuare eventuali trasgressori in collaborazione con la P.M. Organizzazione della Festa dello Sport in concomitanza con la Festa di fine anno scolastico: incontri con le Associazioni Sportive e di Volontariato

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 12 mesi

Data d'inizio: inizio a.s. 2004-05

Data di conclusione: settembre 2005

Costi: Costo complessivo: € 1.500,00

Contributo programma finalizzato: € 450,00

Contributo E.L.: 1.050,00

Eventuali altri contributi :

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici (bimensili) con referente Ist. Scolastico, verbalizzazione incontri del CCR, colloqui informali con i referenti delle associazioni coinvolte, i genitori, gli insegnanti ed i destinatari stessi da parte dei componenti il gruppo tecnico di coordinamento

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Monitoraggio delle presenze alle iniziative pubbliche Analisi dei meccanismi di partecipazione e realizzazione delle iniziative dei progetti per valutare che vi sia effettiva partecipazione e coinvolgimento dei destinatari nelle fasi decisionali

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Verbali del CCR, bozzetti presentati ai Concorsi descritti, progetti presentati all’Amministrazione Comunale dal CCR

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 118

COMUNE DI CONSELICE

PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA – GIOCHIAMO CON LA CITTÀ

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: PETRA BENGHI

Recapito telefonico: 0545-986915 fax: 0545 - 986965

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI CONSELICE

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI CONSELICE

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Capo area Istruttore amministrativo Esecutore amministrativo Psico-pedagogista Docenti Educatori e Ausiliari Animatori Polizia Municipale Ufficio Tecnico – Architetto Responsabile settore cultura Volontari Consulta comunale dei ragazzi

Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Azienda U.S.L. – distretto di Lugo Istituto Comprensivo Conselice Asili Nido Comunali Coop. La Giraffa Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Associazioni presenti sul territorio Membri eletti

Con quale periodicità si incontra: Nel corso dell’anno scolastico, da settembre a maggio, vengono programmati incontri a cadenza più

o meno bimestrale e comunque a seconda delle esigenze.

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

Capo area Istruttore amministrativo Esecutore amministrativo Psico-pedagogista Docenti Educatori e Ausiliari Animatori Polizia Municipale Ufficio Tecnico – Architetto Responsabile settore cultura Volontari Consulta comunale dei ragazzi

Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Azienda U.S.L. – distretto di Lugo Istituto Comprensivo Conselice Asili Nido Comunali Coop. La Giraffa Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Associazioni presenti sul territorio Membri eletti

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 119

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Il progetto coinvolge l’intero territorio comunale di Conselice

Luoghi di realizzazione: Gli interventi in programma vengono svolti sull’intero territorio comunale, dipende dalla tipologia :

- Sede del Comune: auditorium, sala riunioni della Consulta – Punto Giovani - Parchi e aree verdi: Parco comunale Conselice, parco comunale lavezzola, parco comunale

S. Patrizio, Parco la Tana - Scuole del territorio

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio

di riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 247 80

Minori 3-5 anni 196 160

Minori 6-10 anni 326 374

Minori 11-13 anni 199 233

Minori 14-17 anni 242

Genitori 2.420 1.694

Insegnanti 113 113

Operatori

Comunità locale

Altro (specificare)

Totale 3.743 2.654

Di cui

Minori disabili 3 3

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 130 130

Totale soggetti in situazioni particolari

133 133

Coinvolgimento dei destinatari: - Incontri della Consulta dei Ragazzi - Incontri del gruppo tecnico per il coordinamento delle attività - Organizzazione di momenti di incontro e socializzazione rivolti alle differenti fasce di età - Incontri dei genitori - Consigli Comunali straordinari aperti ai ragazzi Iniziative di promozione dei diritti dell’infanzia

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 120

Data di avvio: L’intervento è già stato avviato e prevede un rinnovo biennale della Consulta dei ragazzi, un rinnovo annuale dei membri del gruppo tecnico ed una annuale programmazione delle differenti attività. A settembre 2005 è prevista la programmazione degli interventi ed il rinnovo dei gruppi di lavoro

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

- Rinnovo della Consulta Comunale dei ragazzi – elezioni ed insediamento della Consulta per gli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007 ;

- rinnovo per l’anno scol. 2005/2006 del gruppo tecnico - Consolidamento ed ampliamento delle iniziative e dei progetti che vengono seguiti e/o

proposti dalla Consulta dei ragazzi per entrambi i casi si tratta di rinnovo di gruppi di lavoro che rientrano nell’ambito di percorsi già strutturati e che si vanno consolidando nel tempo

Motivazione del progetto: Il progetto parte dalla volontà di dare voce ai diritti, alle esigenze ed alle proposte dei più giovani cittadini del nostro territorio, per dar loro la possibilità di intervenire concretamente sulle questioni che li riguardano più da vicino. Si intende inoltre creare momenti di aggregazione e socializzazione a carattere ludico-ricreativo per la promozione dell’agio e la prevenzione del disagio dei bambini e ragazzi del territorio. Il tutto è strettamente finalizzato alla volontà di educare i giovani cittadini alla partecipazione, al rispetto ed alla conoscenza e condivisione delle pratiche democratiche che guidano il paese, oltre che alla promozione di una cultura di valorizzazione della partecipazione dei giovani alla vita della loro comunità. Tali proponimenti emergono da una lettura dei bisogni del territorio fatta da operatori del settore sociale ed educativo, che vivono a stretto contatto con bambini e ragazzi di ogni genere ed età e che ne conoscono a fondo esigenze, problematiche e potenzialità.

Obiettivi/risultati attesi: - creazione, potenziamento e consolidamento delle attività/progetti seguite e coordinate dalla

Consulta dei ragazzi - mappatura dei bisogni emergenti legati ai gruppi di minori residenti sul territorio comunale - creazione ed organizzazione di eventi e spazi che rispondano ai bisogni ed alla richieste dei

più giovani - coinvolgimento e sensibilizzazione della popolazione adulta rispetto alle attività ideate,

proposte e realizzate a favore dei più giovani - creazione di momenti e spazi di incontro e condivisione intergenerazionale

Indicatori: - Consulta dei ragazzi: numero di partecipanti per singolo incontro - Città dei ragazzi: livello di affluenza, di bambini ed adulti, alle diverse iniziative che vengono

proposte e realizzate su territorio - Gruppo tecnico: presenze e livello di partecipazione agli incontri

Fasi operative: - Elezione/Rinnovo della Consulta dei ragazzi - Rinnovo della composizione del gruppo tecnico - Programmazione degli interventi ed iniziative della “Città dei Ragazzi” - Progetti e proposte emergenti nell’ambito degli incontri della Consulta dei Ragazzi Il progetto viene realizzato attraverso metodologie partecipative e soprattutto attraverso la valorizzazione delle esperienze precedentemente maturate e la condivisione e messa in rete di saperi e conoscenze, che dal singolo vengono trasmessi al gruppo.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 121

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: biennale

Data d'inizio A.S. 2005/2006

Data di conclusione: A.S. 2006/2007

Costi: Costo complessivo: € 12.500 – anno 2006 / € 12.500 – anno 2007

Contributo programma finalizzato € 5.000 relativi alla prima annualità

Contributo E.L.: € 7.500 relativi alla prima annualità

Eventuali altri contributi :

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: - Documentazione scritta delle attività legate alla consulta dei Ragazzi: verbali elezioni,

verbali incontri, fogli firme, documentazione delle singole iniziative ( volantini, pubblicità, rassegna stampa, etc)

- Verbali e fogli firme del gruppo tecnico - Documentazione delle attività e della programmazione delle iniziative della città dei

ragazzi : depliant , manifesti, materiale fotografico, rassegna stampa, etc.

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: L’attività di valutazione viene realizzata in sede di Consulta dei ragazzi e di gruppo tecnico, in forma verbale; vengono inoltre utilizzate forme di valutazione per senso e valore realizzate attraverso la ricerca personale e le relazioni collettive.

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: - materiale pubblicitario - rassegna stampa - materiale video e fotografico

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 122

COMUNE DI COTIGNOLA

CITTÀ DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI CONSULTA DEI RAGAZZI “STORIE DI CARTA (A COLORI)”

Responsabile della compilazione della scheda: Nominativo: Daniele Ballanti

Recapito telefonico: 0545 908870 fax: 0545 41574

e-mail: [email protected]

Zona: DISTETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI COTIGNOLA

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI COTIGNOLA

Composizione gruppo tecnico di coordinamento

Qualifica Ente

Istruttore amministrativo Istruttore amministrativo direttivo Responsabile educativo

Comune di Cotignola Comune di Cotignola Comune di Cotignola

Con quale periodicità si incontra: trimestrale

Composizione equipe di lavoro Qualifica

Istruttore amministrativo Responsabile educatore

Ente Comune di Cotignola Comune di Cotignola

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di Cotignola

Luoghi di realizzazione: Plessi scolastici, sede municipale, strade e piazze del centro storico e della frazione di Barbiano

Destinatari Tipologia Presenza sul territorio

di riferimento 01.01.2005

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni 168 168

Minori 6-10 anni 269 238

Minori 11-13 anni 145 135

Page 19: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 123

Minori 14-17 anni 221

Genitori 744

Insegnanti 68

Operatori

Comunità locale 6.980 1.150

Altro (spcificare)

Totale 8.595 1.691

Di cui

Minori disabili

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare)

Totale soggetti in situazioni particolari

Coinvolgimento dei destinatari: La consulta dei ragazzi tramite i propri rappresentanti contatterà la totalità dei minori partecipanti al progetto che a loro volta coinvolgeranno gli adulti delle loro famiglie

Data di avvio: 02/01/2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento Convincere le istituzioni e la cittadinanza che tenere conto del punto di vista dei ragazzi costituisce un valore che arricchisce la comunità

Motivazione del progetto: Il progetto avviato originariamente di applicazione della legge 285/1997 si ripropone per dare visibilità a quella che è diventato l’insopprimibile punto di vista dei ragazzi; che tende sempre più ad essere vissuto come momento di stimolo e collaborazione

Obiettivi/risultati attesi: Superare le rigidità che il mondo istituzionale ha nel recepire i suggerimenti dei minori e nel dare loro spazio ideativo

Indicatori: Coinvolgimento totale della popolazione scolastica (569 unità) e delle relative famiglie nelle manifestazioni programmate per dare diritto di cittadinanza ai ragazzi

Fasi operative: Progettazione da parte del gruppo tecnico di coordinamento tenendo conto degli indirizzi formulati dalla consulta dei ragazzi

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: anno 2005

Data d'inizio Gennaio

Data di conclusione: Dicembre

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 124

Costi: Costo complessivo: € 3.050,00

Contributo programma finalizzato: € 500,00

Contributo E.L.: €. 2.550,00

Eventuali altri contributi :

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici della Consulta, verifica finale del gruppo di coordinamento; Produzione di consuntivo tecnico

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Istruttore amministrativo, Responsabile educativo

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti Verbali degli incontri della consulta Consuntivo tecnico

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 125

COMUNE DI FUSIGNANO

LA CITTA’ DEI RAGAZZI: INIZIATIVE PER LA PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

Responsabile della compilazione della scheda: Nominativo: CORZANI MAURO

Recapito telefonico: 0545 50850 fax: 0545 50850

e-mail: [email protected] oppure [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI FUSIGNANO

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI FUSIGNANO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Capo Settore Socio Educativo Resp. Ufficio Cultura Resp. Settore Tecnico Manutentivo Resp. Polizia Municipale Psicopedagogista Direttore Scuola “Maria Ausiliatrice” di Fusignano Rapp. Consulta Comunale Ragazzi Rapp. Istituto Comprensivo – Fusignano Rapp. Associazioni di volontariato

Comune di Fusignano “ “ “ “ “ “ AULS FISM Stato- Istituto Comprensivo “ “ Associazioni di volontariato

Con quale periodicità si incontra: mensile/quindicinale

Composizione équipe di lavoro: Qualifica Ente

Istruttori amministrativi Settore Socio educativo, Settore Tecnico manut.Polizia Municipale, settore

Cultura Educatori

Consulta Comunale Ragazzi Insegnanti Ist. Comprensivo

Insegnanti Scuola Maria Ausiliatrice di Fusignano Animatori

Volontari Assoc. Culturali , ricreative

COMUNE COMUNE

COMUNE STATO STATO FISM

COMUNE ASSOCIAZIONI CULTURALI/RICREATIVE

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona,

relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: TERRITORIO DI FUSIGNANO

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 126

Luoghi di realizzazione: indicare le sedi dove viene realizzato il progetto.

Municipio (Sala Consiliare) per riunioni Consulta Ragazzi Territorio di Fusignano: pazze, strade, parchi ecc.

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio

di riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 170 100

Minori 3-5 anni 166 166

Minori 6-10 anni 251 251

Minori 11-13 anni 150 150

Minori 14-17 anni 208 208

Genitori 1.890 1.890

Insegnanti 70 70

Operatori 20 20

Comunità locale 7.900 7.900

Altro (specificare)

Totale 9.880 9.880

Di cui

Minori disabili 19 19

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 60 60

Totale soggetti in situazioni particolari 79 79

Coinvolgimento dei destinatari: Incontri specifici della Consulta Ragazzi - Assemblee degli studenti delle Scuole Primaria e Secondaria di 1° grado di Fusignano - Incontri con i genitori Riunioni di lavoro degli educatori, insegnanti e operatori

Data di avvio: Ottobre 2004

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento X di innovazione e/o sperimentazione

Consolidamento e ampliamento delle iniziative scolte dalla Consulta dei ragazzi (partecipazione a progetti di arredo urbano, sistemazione di alcune zone verdi del territorio, ecc.)

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 127

Motivazione del progetto: La realtà sociale, culturale di Fusignano è di buon livello con strutture, servizi qualificati. Necessità: - partecipazione dei ragazzi della Consulta Comunale dei Ragazzi alla vita del loro paese,

collaborando alla formulazione di progetti che promuovano il miglioramento della qualità della vita di Fusignano, e all’organizzazione della Festa della Città dei Ragazzi

- richiesta dei genitori utenti dei servizi per l’infanzia di far partecipare alla Festa Città dei Ragazzi anche i bambini che frequentano asilo nido e scuole dell’Infanzia di Fusignano

Le necessità sopraindicate sono rilevate da incontri specifici, da richieste scritte degli utenti e da colloqui individuali

Obiettivi/risultati attesi: Ampliamento delle iniziative volte alla promozione dei diritti dell’infanzia, allo sviluppo della partecipazione dei ragazzi alla vita della comunità fusignanese

Indicatori: Partecipanti: 80% dei destinatari - piani di lavoro delle attività programmate insieme ai ragazzi della Consulta Comunale - rilevamento delle richieste dei destinatari - rilevamento presenza media mensile agli incontri - relazioni scritte di verifica periodica predisposte dal gruppo tecnico di coordinamento e

dall’équipe di lavoro

Fasi operative: Attività previste: -potenziamento dell'attività della Consulta Comunale dei Ragazzi: definizione del piano annuale della Consulta stessa -realizzazione della Festa della Città dei Ragazzi Metodologie di lavoro e strumenti previsti: -incontri di programmazione delle attività -incontri di verifica delle attività di svolgimento

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: annuale

Data d'inizio: Ottobre 2004

Data di conclusione: Agosto 2005

Costi: Costo complessivo: €. 15.000,00

Contributo programma finalizzato: €. 3.000,00

Contributo E.L.: €. 12.000,00

Eventuali altri contributi : /

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: - documentazione scritta - incontri periodici di verifica della Consulta dei Ragazzi - incontri con cadenza bimensile del gruppo tecnico di coordinamento per verificare la

collaborazione tra le istituzioni presenti nel gruppo stesso - incontri mensili dell'equipe di lavoro

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 128

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: - svolgimento di riunioni specifiche della Consulta Comunale dei Ragazzi - raccolta, a conclusione delle iniziative programmate, di relazioni e di osservazioni scritte dai

ragazzi e dagli adulti in particolare degli insegnanti delle scuole e degli educatori dei servizi

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: - Produzione di pubblicazioni varie da distribuire ai destinatari utenti diretti e indiretti (familiari, operatori servizi educativi r e scolastici, politici, la comunità intera) negli incontri , durante la Festa della Città dei Ragazzi - Relazioni scritte periodiche di verifica del gruppo tecnico di coordinamento e dell’equipe di lavoro - Verbali delle riunioni della Consulta Comunale dei Ragazzi - Materiale pubblicitario della Festa della Città dei Ragazzi e materiale fotografico che ne

documenta lo svolgimento - Periodico del Comune da distribuire agli utenti ed alle famiglie

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 129

COMUNE DI LUGO

LA CITTA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI e la loro CONSULTA

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Dott.ssa Margherita Dall’Olio

Recapito telefonico: 0545/38531 - fax: 0545/38396

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI LUGO

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI LUGO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento N.B.: NON SUSSISTE UN SOLO GRUPPO TECNICO, BENSI’ UN “COORDINAMENTO DI SISTEMA” LEGATO AI DIVERSI INTERVENTI TUTTI AFFERENTI al PROGETTO LA CITTA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI e la loro CONSULTA

Qualifica Ente

-GIUNTA ed in particolare: Assessorati ai servizi educativi, ambiente, traffico arredo urbano)

-Responsabili Servizi Sociali e Pubblica Istruzione -Polizia Municipale -Psicopedagogista -Coordinatrice del Centro per le famiglie -Rappresentanti di tutti i servizi educativi 0/6 anni del territorio comunale

-Animatori ed educatori convenzionati -Rappresentanti delle diverse Associazioni -Responsabile sezione ragazzi Biblioteca F. Trisi -Dirigenti e Insegnanti, scuole primarie e secondarie di 1° grado -Dirigenti, educatrici/insegnanti

-Comune di Lugo -Comune di Lugo -Comune di Lugo, -AUSL –Distretto di Lugo -Comune di Lugo -Istituti comprensivi e Paritari FISM -Coop. Sociale La Giraffa -Associazioni di volont., sport e no profit di Lugo -Comune di Lugo -Istituti Comprensivi Lugo 1 e Lugo 2 -Istituti: Maria Ausiliatrice, S.Cuore, S.Giuseppe

Con quale periodicità si incontra: I diversi incontri si svolgono con cadenza, stimabile come media, di una riunione al mese

Page 26: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 130

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

-Responsabile Attività e Servizi sociali -Responsabile Servizio Pubblica istruzione -Coordinatrice psico – pedagogica -Coordinatrice Centro per le Famiglie -Dirigenti istituti Comprensivi Lugo 1 e Lugo 2 -Insegnanti referenti dei diversi servizi educativi e scolastici -Polizia Municipale -Operatori Coop. -Facilitatore Consulta

Comune di Lugo Comune di Lugo AUSL –Distretto di Lugo Comune di Lugo Istituti comprensivi di Lugo Istituti comprensivi e Paritari FISM Comune di Lugo Cooperativa la Giraffa Cooperativa la Giraffa

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Il territorio del Comune di Lugo

Luoghi di realizzazione: Sedi dei Servizi per l’infanzia 0/6 Comunali, statali e FISM, Scuole primarie e secondarie di primo grado degli istituti comprensivi Lugo 1 e Lugo 2 e degli Istituti paritari Maria Ausiliatrice, S. Cuore, S. Giuseppe; Sala del Consiglio Municipale, Piazze del Centro storico di Lugo, aree urbane ed aree verdi del Territorio comunale, sala mostra delle Pescherie della Rocca municipale

Destinatari Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 727 249

Minori 3-5 anni 695 756

Minori 6-10 anni 1.099 1.119

Minori 11-13 anni 668 719 *

Minori 14-17 anni -

Genitori 6.370 5.686

Insegnanti Dato non disponibile 200 circa

Operatori 50 circa 25 circa

Comunità locale

Altro (specificare)Volontari 50

Totale 9.609 8.804

Di cui

Minori disabili 15 15

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato 48 48

Minori stranieri altro (specificare) 276 276

Totale soggetti in situazioni particolari

339 339

Page 27: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 131

Coinvolgimento dei destinatari: Incontri con dirigenti scolastici e insegnanti referenti di progetto di tutte le scuole 0/14 del territorio comunale per verifiche dell’iniziativa dell’anno precedente e condivisione/proposta tematiche annuali; predisposizione elezioni della Consulta dei ragazzi per il nuovo anno scolastico; Predisposizione e realizzazione (Approvazione progetto in convenzione con Cooperativa) tramite personale “qualificato” a supporto di tutte le scuole coinvolte, del progetto “La Città dei Bambini e dei ragazzi e la loro consulta”, legato alla partecipazione di tutti i destinatari dell’intervento alla giornata di FESTA in PIAZZA a fine anno scolastico, sul tema definito ad inizio anno; raccolta adesioni per la giornata di festa nelle piazze del centro storico di Lugo, tramite i referenti di ogni singola scuola/servizio 0/6 e Associazioni diverse; Coinvolgimento dei genitori dei bambini più piccoli da parte delle educatrici e predisposizione percorso per realizzare l’ “Esposizione” laboratori servizi 0/6 a partire dalla giornata di festa; Elezioni consulta 2005/2006 – raccordo tramite il facilitatore con iniziativa “La Città dei bambini e dei ragazzi”

- Incontri della Consulta dei Ragazzi - Incontri del gruppo tecnico per il coordinamento delle attività - Incontri con genitori - Giunte comunali straordinarie aperte ai ragazzi - Iniziative di promozione dei diritti dell’infanzia Progetto di educazione alla sosta / polizia

Municipale Riunioni di lavoro con i responsabili e gli operatori dei servizi coinvolti e depliant specifici sulle singole iniziative

Data di avvio: L’intervento è già stato attivato fin dal 1999 ed ha visto dal 2003 l’avvio della Consulta dei ragazzi, rinnovata annualmente ed una annuale programmazione delle differenti attività. A settembre 2005 è prevista la programmazione degli interventi ed il rinnovo dei gruppi di lavoro per tutto l’anno scolastico 2005/2006

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento Consolidamento: Consolidamento ed ampliamento delle iniziative e dei progetti che vengono seguiti

e/o proposti dal gruppo tecnico e/o dalla Consulta dei ragazzi Potenziamento: Aumento delle risorse da destinare agli approfondimenti laboratoriali e di

promozione delle attività della Consulta nelle scuole primarie e secondarie degli Istituti Comprensivi Lugo 1 e Lugo 2 e Paritari S. Cuore, Maria Ausiliatrice e S. Giuseppe

Motivazione del progetto: Nell’autunno 1998 si istituì, a seguito dell’emanazione della L. 285/97, il primo gruppo di lavoro, composto da rappresentanti del mondo della Scuola e da Funzionari dei vari Servizi interessati del Comune di Lugo, che delineò il primo percorso progettuale secondo il metodo di lavoro “dell’ascolto dei bambini e dei ragazzi-scolari” (che rilevò dagli stessi i seguenti temi: giocare in spazi verdi attrezzati anche secondo le loro idee, utilizzare le piazze anche per giocare; potersi muovere autonomamente con le biciclette su strade non pericolose e non dissestate, aver maggior autonomia e contatto con la natura, potersi rapportare direttamente con gli Amministratori della loro città (incontro col Sindaco e Assessori, ecc). Le necessità sopra indicate sono state costantemente aggiornate e rivalutate da allora ad oggi tramite incontri specifici con insegnanti (anche in relazione ai percorsi legati alla Città dei bambini e dei ragazzi) e rappresentanti degli alunni del 5° anno di scuola primaria e del 1° e 2° anno di scuola secondaria inferiore (Eletti nella CONSULTA), colloqui personali richieste scritte dei ragazzi. Obiettivi/risultati attesi: Consolidamento e ampliamento delle iniziative volte: -Alla promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso la cittadinanza; -Allo sviluppo della partecipazione dei ragazzi alla vita della comunità di Lugo e riconoscimento della loro presenza come cittadinanza attiva tramite il loro coinvolgimento da parte dell’Amministrazione comunale.

-Allo svolgimento di attività che promuovono l’educazione fra pari e il coinvolgimento di più generazioni, nonché il confronto con il mondo degli adulti di riferimento.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 132

Indicatori: Città dei ragazzi: adesioni delle scuole e livello di affluenza, di bambini ed adulti, alle diverse iniziative legate al progetto ed alla giornata di festa. Consulta dei ragazzi: numero di partecipanti per singolo incontro Livello di soddisfazione espresso dalle scuole tramite incontri ad hoc. Questionari/test di soddisfazione realizzati a cura dalla cooperativa gestrice del progetto.

Fasi operative: Il progetto viene realizzato attraverso metodologie partecipative, valorizzando le esperienze precedentemente maturate e confrontando nei diversi gruppi di lavoro i percorsi proposti. Le fasi operative ripercorrono quanto descritto alla voce “Coinvolgimento dei destinatari” come sotto sinteticamente riportato:

Incontri con dirigenti scolastici e insegnanti referenti di progetto di tutte le scuole 0/14; Predisposizione elezioni della Consulta dei ragazzi per il nuovo anno scolastico; raccordo tramite il facilitatore con iniziativa “La Città dei bambini e dei ragazzi”

- Incontri della Consulta dei Ragazzi - Incontri del gruppo tecnico per il coordinamento delle attività - Incontri con genitori - Giunte comunali straordinarie aperte ai ragazzi - Iniziative di promozione dei diritti dell’infanzia Progetto di educazione alla sosta / polizia

Municipale (in raccordo anche con i Comuni di Bagnara e S. Agata) Predisposizione e realizzazione (Approvazione progetto in convenzione con Cooperativa) tramite personale “qualificato” a supporto di tutte le scuole coinvolte, del progetto “La Città dei Bambini e dei ragazzi e la loro consulta”, legato alla partecipazione di tutti i destinatari dell’intervento alla giornata di FESTA in PIAZZA a fine anno scolastico, sul tema definito ad inizio anno; Raccolta adesioni per la giornata di festa nelle piazze del centro storico di Lugo, tramite i referenti di ogni singola scuola/servizio 0/6 e Associazioni diverse; Coinvolgimento dei genitori dei bambini più piccoli da parte delle educatrici e predisposizione percorso per realizzare l’“Esposizione” dei lavori realizzati nei laboratori dei servizi 0/6 a partire dalla giornata di festa.

Metodologia : Incontri di programmazione delle attività (Interlocutori diversi: Istituzionali, famiglie, ragazzi, ecc.) Incontri di verifica delle attività in svolgimento Allestimenti e costruzione concreta degli “Eventi” e dei percorsi “Progettati” dalla Consulta

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: Anno scolastico 2005/2006 – in continuità con precedenti interventi

Data d'inizio Gennaio 2005

Data di conclusione: Giugno 2006 e avvio programma successivo

Costi: Costo complessivo: € 23.500,00 +€ 9.853,00 = € 33.353,00

Contributo programma finalizzato € 10.244,00

Contributo E.L.: €10.000,00

Eventuali altri contributi : € 13.100,00

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 133

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Monitoraggio in itinere del numero di partecipanti Verifica dei soggetti attuatori riguardante la collaborazione interistituzionale Incontri di verifica con i referenti /destinatari (Consulta) dell’intervento Incontri periodici di verifica con i soggetti attuatori Incontri di verifica del Gruppo Tecnico Verifica corrispondenza e gradimento della realizzazione con i rappresentanti dei destinatari Verifica dei soggetti attuatori circa la collaborazione interistituzionale

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Svolgimento di incontri specifici, assemblee, organizzati dagli stessi utenti e dai soggetti attuatori. Interviste agli utenti Raccolta di opinioni dei referenti sul grado di soddisfazione delle iniziative svolte, indicazioni scritte, suggerimenti, preparati dagli utenti e dai soggetti attuatori.

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: -Produzione di pubblicazioni varie (fascicoli, dispense, questionari) da distribuire ai destinatari/utenti, Ai destinatari indiretti (familiari, operatori dei servizi educativi e scolastici, politici, cittadinanza, ecc) durante lo svolgimento degli interventi ed attraverso incontri pubblici: -Diffusione di materiale pubblicitario per organizzare la festa e divulgazione iniziative Consulta -Produzione di videoregistrazioni e foto delle diverse attività/iniziative. -Allestimento mostre

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 134

COMUNE DI MASSALOMBARDA

CITTÀ DEI BAMBINI

Responsabile della compilazione della scheda:

Nominativo Francesco Beltrani Recapito telefonico 0545-985830 e-mail [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI MASSA LOMBARDA

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI MASSA LOMBARDA

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Capo Ufficio Pubblica Istruzione Capo Settore Servizi alla Persona Capo Settore Ufficio Tecnico Polizia Municipale Coordinatore Pedagogico Insegnanti Insegnanti Educatrici Nido Educatrice Spazio Bambino

Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Istituto Comprensivo Francesco D’Este Scuole Materne Comunali e Private Comune di Massa Lombarda Cooperativa ZEROCENTO

Con quale periodicità si incontra: Bimestrale

Composizione equipe di lavoro: Qualifica Ente

Capo Ufficio Pubblica Istruzione Coordinatore Pedagogico Insegnanti

Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Istituto Comprensivo Francesco D’Este

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Il Progetto si colloca in maniera trasversale con tutti i progetti che si occupano dei giovani (Immigrazione, Povertà, Dipendenze, Disagio, ecc.); inoltre le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di Massa Lombarda

Luoghi di realizzazione: Strutture scolastiche, sportive, Centro Giovani, Sala Consigliare, Piazze, Sala del Carmine ecc.

Page 31: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 135

Destinatari Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni 193 193

Minori 6-10 anni 308 308

Minori 11-13 anni 181 181

Minori 14-17 anni

Genitori 1.200 1.200

Insegnanti 70 70

Operatori

Comunità locale

Altro (spcificare) Ass.Sport-Cult

10 10

Totale 1.962 1.962

Di cui

Minori disabili 2 2

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare)

93 93

Totale soggetti in situazioni particolari

95 95

Coinvolgimento dei destinatari: Tramite la collaborazione: a) dell’Istituzione Scolastica b) delle Associazione Sportive e Culturali

Data di avvio: Gennaio 2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

Gli incontri e gli eventi – Consulta dei Ragazzi e delle Ragazze, Commissione Città dei Bambini

Motivazione del progetto: Rafforzare l’integrazione e la messa in rete dei servizi Promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Dare maggiore voce ai ragazzi

Obiettivi/risultati attesi: Sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza Rendere più visibile la città a dimensione di bambino e quindi rispettando i bisogni dell’individuo

Page 32: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 136

Indicatori: Partecipazione alle iniziative (numero) Qualità degli interventi Verbali della Consulta dei Ragazzi e delle Ragazze (numero)

Fasi operative: 1. Consulta dei Ragazzi e delle Ragazze 2. Laboratori Territoriali 3. Laboratori Scolastici 4. Iniziative Spettacolari METODOLOGIE DI LAVORO E STRUMENTI PREVISTI 1. Incontri di Programmazione 2. Iniziative di Commissioni di Intervento 3. Verifiche Periodiche 4. Mappatura dei bisogni 5. Analisi dei dati raccolti 6. Attività Laboratoriali che riguardano i linguaggi non verbali

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: triennale

Data d'inizio: Gennaio 2005

Data di conclusione: Dicembre2007

Costi: Costo annuale: € 6700

Contributo programma finalizzato € 3100

Contributo E.L.: € 3600

Eventuali altri contributi : -

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Verbali della Consulta dei bambini Opuscoli pubblicitari ed informativi Video Materiale per mostre Ricerche Story Board

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Lo story Board raccoglie i pensieri le riflessioni degli utenti Le assemblee saranno momenti di discussione e di riflessione sul ruolo dell’utente Ruolo dell’Educatore Ruolo dell’Amministrazione Comunale Verifica del raggiungimento degli obiettivi attraverso l’analisi dei materiali prodotti

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Verbali della Consulta dei bambini Opuscoli pubblicitari ed informativi Video Materiale per mostre Ricerche Story Board

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 137

COMUNE DI S.AGATA SUL SANTERNO

LA CITTA’ DEI RAGAZZI

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Rag. Stefano Rambelli

Recapito telefonico: 0545/919901 fax: 0545/45790

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI S.AGATA SUL SANTERNO

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI S.AGATA SUL SANTERNO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Responsabile Servizio Istruzione

Assessore Istruzione

Responsabile

Comune di S.Agata sul Santerno

Comune S.Agata sul Santerno

Comitato genitori

Con quale periodicità si incontra: Un incontro a trimestre

Composizione equipe di lavoro:

Qualifica Ente

Responsabile Servizio Istruzione Assessore Istruzione Responsabile

Comune S. Agata sul Santerno Comune S. Agata sul Santerno Comitato genitori

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di S.Agata sul Santerno

Luoghi di realizzazione: Plesso Scolastico, Via Roma N. 6 S.Agata sul Santerno

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio

di riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni

Minori 6-10 anni 83 50

Minori 11-13 anni 59 25

Page 34: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 138

Minori 14-17 anni

Genitori 280 140

Insegnanti 17 17

Operatori 3 3

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 442 235

Di cui

Minori disabili

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare)

Totale soggetti in situazioni particolari

Coinvolgimento dei destinatari: Incontro con responsabili

Invio volantini

Data di avvio: 28.05.2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento (spiegare che cosa si va a consolidare.) ���� di innovazione e/o sperimentazione (specificare in che cosa consiste l'aspetto innovativo).

La Città dei ragazzi prosegue come Consolidamento ed ampliamento delle iniziative proposte dalla Consulta dei ragazzi e dai componenti del gruppo tecnico

Motivazione del progetto: Consiglio Comunale dei Ragazzi: per l’avvio delle Attività

Momento di sintesi dell’attività svolta durante l’anno scolastico

Obiettivi/risultati attesi: Coscienza civica dei ragazzi

Espressione attività di teatro e canto corale.

Indicatori: Numero dei ragazzi che partecipano all’iniziativa.

Numero attività proposte dal Consiglio dei Ragazzi.

Fasi operative: Incontro con i genitori Informazione alunni

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: Mese di Maggio 2005

Data d'inizio 01.01.2005

Data di conclusione: 31.05.2005

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 139

Costi: Costo complessivo: € 2.300,00

Contributo programma finalizzato: € 1.084,14

Contributo E.L.: € 1.215,86

Eventuali altri contributi : -

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici: Responsabile progetto.

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Raccolta di opinioni dei referenti sul grado di soddisfazione delle iniziative svolte

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Distribuzione volantini nella scuola

Destinatari: Genitori Soggetti pubblici e privati del Comune di S.Agata sul Santerno

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 140

3 “Servizi extrascolastici” dei Comuni del Distretto

COMUNE DI ALFONSINE

SERVIZI RICREATIVI ED EDUCATIVI PER IL TEMPO LIBERO: Responsabile della compilazione della scheda:

Nominativo: MONTUSCHI MARIA GRAZIA

Recapito telefonico: 0544 866635 fax: 0544 80440

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI ALFONSINE

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI ALFONSINE

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

RESPONSABILE SERVIZIO ISTRUZIONE PSICOPEDAGOGO COORDINATRICE PEDAGOGICA COORDINATORI

COMUNE DI ALFONSINE ASL RAVENNA –DISTRETTO DI LUGO COOP. VA IL CERCHIO ASSOCIAZIONI VARIE

Con quale periodicità si incontra: Il gruppo si incontra a cadenze diverse in relazione ai servizi attivati, indicativamente 5-6 volte nell’anno solare, ma con intervalli variabili, a seconda dei tempi di realizzazione delle iniziative

Composizione equipe di lavoro Qualifica

EDUCATORE – EDUCATRICE INSEGNANTE

ANIMATORE - ANIMATRICE

Ente COOPERATIVE SOCIALI

ASSOCIAZIONI

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Tutte le attività realizzate coinvolgono anche minori utenti a vario titolo del servizio sociale dall’ausl, perciò i progetti realizzati prevedono uno specifico intervento in collaborazione con questi servizi

Area territoriale interessata: COMUNE DI ALFONSINE

Luoghi di realizzazione: SCUOLE, PIAZZA E ALTRI LUOGHI PUBLICI, CENTRO GIOVANI

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 141

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 251 52

Minori 3-5 anni 251 62

Minori 6-10 anni 381 186

Minori 11-13 anni 245 106

Minori 14-17 anni 292 71

Genitori 2.256 856

Insegnanti 105 105

Operatori

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 3.781 3.781

Di cui

Minori disabili 11

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 8

Totale soggetti in situazioni particolari 19

Coinvolgimento dei destinatari: Per alcune attività (programmazione centri estivi e laboratori) si coinvolgono i ragazzi delle Consulte fin dalla fase di progettazione; Incontri di verifica e Questionari di valutazione

Data di avvio: 01/01/2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento � di innovazione e/o sperimentazione

Attività e servizi di miglioramento dell’offerta formativa e di servizi ricreativi estivi e per il tempo libero

Motivazione del progetto: Le attività svolte vengono realizzate da anni, in base alla richiesta degli utenti, manifestata sia attraverso gruppi di consultazione (rappresentanti dei ragazzi, rappresentanti dei genitori dei vari servizi e scuole) sia attraverso le richieste (domande, questionari di valutazione)

Obiettivi/risultati attesi: Promuovere i diritti dell’infanzia attraverso la realizzazione di attività e servizi di miglioramento dell’offerta formativa e di servizi ricreativi estivi e per il tempo libero

Indicatori: Numero iscritti e Test di soddisfazione

Page 38: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 142

Fasi operative: Realizzazione di laboratori creativo - espressivi e artistici, rivolti agli studenti, in collaborazione con le scuole in orario didattico, per l’ampliamento dell’offerta formativa; realizzazione di laboratori creativo - espressivi, rivolti a ragazzi in età 6-14 anni, in occasione di feste e ricorrenze particolarmente significative (patrono, sagra, halloween, ecc); realizzazione di centri estivi per bambini e ragazzi in età 1-14 anni

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 2005

Data d'inizio 01/01/05

Data di conclusione: 31/12/05

Costi: Costo complessivo: € 41.360,00

Contributo programma finalizzato: € 5.245,00

Contributo E.L.: € 36.115,00

Eventuali altri contributi:/

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici di verifica

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Incontri Questionari

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti:

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 143

COMUNE DI BAGNACAVALLO

CENTRI RICREATIVI EDUCATIVI ESTIVI: NIDI, MATERNE,ELEMENTARI e MEDIE

Responsabile della compilazione della scheda Nominativo: Corzani Mauro

Recapito telefonico: 0545/280865 - fax: 0545-63747

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE di BAGNACAVALLO

Ente esecutore del progetto: COMUNE di BAGNACAVALLO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento:

Qualifica Ente

- Capo Settore Servizi Sociali - Pedagogista - Insegnanti delle quattro tipologie sopra

indicate - Impiegati ufficio Servizi Sociali - Insegnanti della Scuola d'Arte - Operatore del Centro Culturale Polivalente

Comune di Bagnacavallo ASUL di Ravenna Comune di Bagnacavallo Comune di Bagnacavallo Comune di Bagnacavallo Comune di Bagnacavallo

Con quale periodicità si incontra: Settimanale o quindicinale

Composizione equipe di lavoro: Qualifica Ente

Capo Settore Servizi Sociali Insegnanti e/o Animatori Coordinatore Pedagogico

Comune di Bagnacavallo Comune di Bagnacavallo e Cooperativa Zerocento AUSL di Ravenna e/o Cooperativa Sociale

Zerocento

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: BAGNACAVALLO

Page 40: RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI ...3.2.1 Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” RESPONSABILITA’ FAMIGLIARI CAPACITA’ GENITORIALI

3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 144

Luoghi di realizzazione: 1. Asili Nido di Bagnacavallo e Villanova (CREEN) 2. Scuola dell'Infanzia di Bagnacavallo e Villanova (CREEM) 3. Scuola Media di via Cavour - Bagnacavallo (CREE 6/11 anni) 4. Scuola Media di Largo de Gasperi - Bagnacavallo (TRIC-TROC 11/14 anni) 5. Piscina intercomunale di Rossetta - CREE sovracomunale Alfonsine, Bagnacavallo, Fusignano:

rimborso al Comune di Alfonsine della spesa relativa agli ingressi e ai pasti degli utenti residenti nel Comune di Bagnacavallo

6. Associazione GAM di Mezzano - CREE: contributo spesa per frequenza di utenti residenti nel Comune di Bagnacavallo

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 1 Gennaio 2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 340 15+54+26 = 95

Minori 3-5 anni 353 21+99 = 120

Minori 6-10 anni 547 92 + 15 = 107

Minori 11-13 anni 320 157 + 9 = 166

Minori 14-17 anni

Genitori 3.100 970

Insegnanti Dato non disponibile Dato non disponibile

Operatori

Comunità locale

Totale 1.560 488

Di cui

Minori disabili 1+1+1+1+1+1+1 = 7

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

1

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare)

1+1+1+1+1+1 = 6

Totale soggetti in situazioni particolari

13

Coinvolgimento dei destinatari: Pubblicizzazione dei Centri con volantini illustrativi Stampa Depliant illustrativo delle "Attività Estive" Riunione con i genitori Festa finale aperta alla cittadinanza

Data di avvio: - Tric-Troc: giugno 2005 - Gli altri Centri: luglio 2005

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 145

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento � di innovazione e/o sperimentazione

Si consolidano i progetti ricreativi ed educativi realizzati da anni nel territorio e si diversificano e prolungano a seconda delle richieste delle famiglie

Motivazione del progetto: - Richiesta delle famiglie per l'iscrizione ai Centri per bambini e ragazzi da 1 a 10 anni - Impegni lavorativi dei genitori - Vigilanza e assistenza, aggregazione, socializzazione, partecipazione, sviluppo dell'autonomia

e assunzione delle responsabilità - Coinvolgimento di volontari nelle attività rivolte ai ragazzi

Obiettivi/risultati attesi:

Indicatori:

Fasi operative: - Laboratori vari - Attività sportive e ludiche, danza Metodologie: Incontri di programmazione delle attività e verifiche

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: Ultima settimana di giugno, Luglio e Agosto

Data d'inizio: giugno il Tric-Troc e Luglio per i CREE/N/M

Data di conclusione: fine Agosto

Costi: Costo complessivo: € 192.845,22

Contributo programma finalizzato € 13.370,00

Contributo E.L.: € 179.475,22

Eventuali altri contributi : Entrate per rette CREEN/M € 45.081,50

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Verifica riassuntiva giornaliera scritta sui fatti salienti Verifica settimanale gruppo educatori Educatori, Animatori, Coordinatore pedagogico , Utenti, Personale amministrativo, Volontari coinvolti

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Assemblee coi ragazzi Compilazione questionario finale, per verificare il livello di gradimento delle attività svolte dai ragazzi nel Centro

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Depliants delle "Attività estive" organizzate dal Comune e rivolte ai minori fino ad anni 14 Stampa del "Giornalino" a fine attività Destinatari: cittadinanza

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 146

COMUNE DI BAGNARA

SERVIZI RICREATIVI ED EDUCATIVI PER IL TEMPO LIBERO

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Dal Bosco Vilma

Recapito telefonico: 0545-905505 fax: 0545-76636

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI BAGNARA DI ROMAGNA

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI BAGNARA DI ROMAGNA

Composizione gruppo tecnico di coordinamento Qualifica Ente

Assessore Politiche Educative Resp. Area Contabile- Ufficio Istruzione Istr. Amministrativo- Ufficio Istruzione Presidente

Comune di Bagnara di Romagna “ “ Associazioni “Amici della Scuola” di Bagnara di Romagna.

Con quale periodicità si incontra: Cadenza bisettimanale nel periodo di funzionamento del progetto

Composizione equipe di lavoro

Qualifica Vedi composizione gruppo tecnico di

coordinamento oltre a: Educatrice professionale e volontari Stagista progetto “Alternanza Scuola lavoro” Operatrici culturali (bibliotecarie)

Ente

Associazione “Amici della Scuola” Liceo scientifico- psicopedagogico “Valeriani” di Imola tramite Comune di Bagnara di R. Coop. sociale Il Mosaico Onlus tramite Comune di Bagnara di R.

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona relativamente

all’area Responsabilità familiari e capacità genitoriali diritti dei bambini e degli adolescenti (Tutti!)

Area territoriale interessata: Comune di Bagnara di R.

Luoghi di realizzazione: Locali Ist. Scolastico, biblioteca comunale, piscina comunale di Solarolo

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 147

Destinatari: Tipologia

Presenza sul territorio di riferimento

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni

Minori 6-10 anni 100 30

Minori 11-13 anni 49 20

Minori 14-17 anni

Genitori

Insegnanti

Operatori

Comunità locale

Altro (specificare)

Totale 149 50

Di cui

Minori disabili 1

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

6 2

Minori stranieri altro (specificare)

7 2

Totale soggetti in situazioni particolari

14 4

Coinvolgimento dei destinatari: Promozione del servizio e del programma delle attività ludico- ricreative presso le famiglie dei destinatari di riferimento

Data di avvio: 13 giugno 2005

Progetto: ���� di consolidamento di un precedente intervento � di innovazione e/o sperimentazione

Si vuole consolidare l’azione di educazione dei minori alla vita di comunità e favorire lo sviluppo e l’espressione delle loro qualità e capacità creative e la formazione culturale, sostenendo ed integrando il ruolo della famiglia e della scuola

Motivazione del progetto: Il servizio ricreativo estivo è nato con l’intento di sostenere le famiglie del territorio anche nel periodo estivo, quando le scuole sono chiuse, ed aumenta la necessità di provvedere ulteriormente alla cura ed al controllo dei figli, realizzando un programma di iniziative ed attività educative, ludico- ricreative, incentrato sui bisogni dei singoli destinatari e del gruppo, che sviluppino le capacità di socializzazione (in particolare rafforzando ed ampliando i rapporti amicali già instaurati o abbozzati nel periodo scolastico) e di espressione artistica, sportiva e socio-culturale. In tal senso l’Amministrazione, come indicato precedentemente, intende continuare a contribuire alla realizzazione di tale progetto educativo, visti i risultati positivi raggiunti negli anni scorsi ed il grado di soddisfazione delle famiglie degli utenti, fornendo risorse economiche ed umane agli operatori e volontari dell’Associazione “Amici della Scuola”, ente gestore del servizio.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 148

Obiettivi/risultati attesi: - Miglioramento delle capacità relazionali e di socializzazione degli utenti del servizio; - Sviluppo delle capacità artistico- espressive, nonché manuali degli utenti; - Consolidamento dell’autonomia dello studente nello svolgere i compiti estivi

Indicatori: n. iscritti al servizio, incremento/decremento iscritti rispetto anno 2004, livello di gradimento emerso da test di soddisfazione compilati dai destinatari dell’intervento

Fasi operative: Analisi del programma di attività con il gruppo tecnico di coordinamento (Descrizione del programma) Incontri periodici con il gruppo operativo per analisi bisogni e/o problematiche Colloqui informali con i destinatari e le relative famiglie da parte dei componenti del gruppo operativo Somministrazione questionario di soddisfazione alle famiglie ed ai destinatari Analisi dei risultati dei questionari

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 6 settimane

Data d'inizio: 13 giugno 2005

Data di conclusione: 29 luglio 2005

Costi: Costo complessivo: € 6.900,00

Contributo programma finalizzato: € 1.804,00

Contributo E.L.: € 5.096,00

Eventuali altri contributi : -

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici (settimanali) con referente Ass. Amici della Scuola, colloqui informali con gli operatori coinvolti, questionario di soddisfazione del servizio somministrato alle famiglie (vedi Carta dei Servizi)

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Gruppo tecnico di coordinamento: - Valutazione del grado di soddisfazione degli utenti e delle famiglie monitorando il n. di iscritti nelle 6 settimane di apertura del servizio e confrontando lo con i dati degli anni precedenti - Monitoraggio della coerenza delle attività effettivamente svolte con gli obiettivi previsti dal programma

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Progetto del Servizio Questionari di soddisfazione compilati dagli utenti/famiglie

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 149

COMUNE DI CONSELICE

TEMPO LIBERO E TEMPO EXTRASCOLASTICO

Responsabile della compilazione della scheda:

Nominativo: Benghi Petra

Recapito telefonico: 0545-986915 fax: 0545 - 986965

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE CONSELICE

Ente esecutore del progetto: Comune di Conselice in collaborazione con diverse cooperative sociali, specializzate nel settore socio-educativo, ed operanti sul territorio.

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Capo Area Istruttore amministrativo Esecutore amministrativo Psico-pedagogista Educatori ed animatori Volontari

Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Azienda U.S.L. Cooperative Sociali Associazioni presenti sul territorio

Con quale periodicità si incontra: Il gruppo si riunisce in base alle necessità e per la concertazione e lo sviluppo di progetti ed attività

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

Capo area Istruttore amministrativo Esecutore amministrativo Responsabile Servizio Cultura Psico-pedagogista Educatori ed animatori Volontari

Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Comune di Conselice Azienda U.S.L. Cooperative Sociali Associazioni presenti sul territorio

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Tutto il territorio comunale di Conselice

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 150

Luoghi di realizzazione: - Istituto comprensivo di Conselice: i servizi di pre-scuola e post – scuola , come i centri ricreativi estivi vengono svolti all’interno dei differenti edifici scolastici - Comune di Conselice : alcuni centri ricreativi estivi e centri di aggregazione pomeridiana vengono realizzati nell’ambito di strutture di proprietà dell’Ente pubblico ( biblioteche, parchi comunali, etc.)

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 247 80

Minori 3-5 anni 196 160

Minori 6-10 anni 326 374

Minori 11-13 anni 199 233

Minori 14-17 anni 242

Genitori 2.420 1.694

Insegnanti

Operatori 20 20

Comunità locale

Altro (specificare)

Totale 3.650 2.561

Di cui

Minori disabili 3 3

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 130 130

Totale soggetti in situazioni particolari

133 133

Coinvolgimento dei destinatari: - Presentazione e promozione dei servizi alle famiglie in collaborazione con l’Istituto

Comprensivo - Incontri aperti alle famiglie - Materiale pubblicitario divulgato tramite i servizi comunali e la scuola

- Giornalino del Comune

Data di avvio: Giugno 2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

I centri ricreativi estivi, come anche i servizi di pre e post scuola sono già attivi da alcuni anni sul territorio comunale, l’intento del progetto è quello di consolidare gli interventi, qualificarli e renderli maggiormente accessibili e fruibili alla maggioranza della popolazione, proponendo interventi diversificati e mirati al target di età cui sono rivolti.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 151

Motivazione del progetto: L’intervento nasce nell’ambito di una politica di sostegno alla genitorialità promossa dall’amministrazione, che vuole garantire alle famiglie spazi di flessibilità al di fuori degli orari scolastici, con servizi di anticipazione e prolungamento dei tempi di accesso alle strutture scolastiche, gestiti e coordinati da personale qualificato, e servizi estivi che sempre di più siano finalizzati ad una complessiva armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie.

Obiettivi/risultati attesi: Consolidamento ed ampliamento delle iniziative volte a favorire momenti di socializzazione tra bambini e ragazzi. Maggiore accessibilità delle diverse tipologie di servizi da parte delle famiglie del territorio. Maggiore partecipazione ai servizi offerti da parte degli utenti cui sono rivolti.

Indicatori: - Numero degli iscritti e partecipanti ai servizi ricreativi estivi ed ai servizi di pre e post scuola - Registri di presenza

- Incremento delle richieste di iscrizione ai servizi in rapporto all’anno precedente

- Entità delle presenze rispetto alla fascia di popolazione destinataria dell’intervento

- Livello di soddisfazione espresso dalla famiglia ,questionari/test di soddisfazione realizzati a cura dalle cooperative gestrici dei diversi servizi.

Fasi operative: - Organizzazione ed avvio di centri ricreativi estivi rivolti alle differenti fasce d’età - Organizzazione ed avvio del servizio di pre-scuola - Organizzazione ed avvio del servizio di post – scuola - Organizzazione ed avvio del centro pomeridiano per adolescenti Metodologia e strategia di lavoro fanno parte di un percorso strutturato che parte dall’ideazione del servizio fino alla sua attuazione che viene condiviso non solo dai tecnici che vi lavorano ma anche dalle famiglie che usufruiscono poi del servizio, la condivisione di obiettivi e strumenti e risulta imprescindibile al fine di realizzare con efficacia il progetto.

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: annuale

Data d'inizio: giugno 2005

Data di conclusione: giugno 2006

Costi: Costo complessivo: € 25.000

Contributo programma finalizzato: € 5334,57

Contributo E.L.: € 17.425,43

Eventuali altri contributi : € 2.240

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: - Registri presenze giornalieri - Medie presenze mensili - Numero degli iscritti - Documentazione scritta delle attività: verbali incontri con gli operatori, fogli firme,

documentazione delle singole iniziative (volantini, pubblicità, rassegna stampa, etc) - Documentazione delle attività e della programmazione delle iniziative dei centri estivi e dei

servizi di flessibilità dei tempi scolastici,materiale fotografico, rassegna stampa, etc.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 152

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: - L’attività di valutazione viene realizzate nell’ambito dei diversi servizi in forma verbale;

vengono inoltre utilizzate forme di valutazione per senso e valore realizzate attraverso la ricerca personale e le relazioni collettive.

- Le cooperative che curano i progetti inoltre si occupano anche della valutazione e di avere riscontro del gradimento delle attività tramite questionari che vengono somministrati alle famiglie

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: - Materiale pubblicitario - Rassegna stampa - Materiale video e fotografico

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 153

COMUNE DI COTIGNOLA

SERVIZI RICREATIVI ED EDUCATIVI PER IL TEMPO LIBERO

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Daniele Ballanti

Recapito telefonico: 0545 908870 fax: 0545 41574

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI COTIGNOLA

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI COTIGNOLA

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Istruttore amministrativo Istruttore amministrativo direttivo Docente Pedagogista Pedagogista presidente

Comune di Cotignola Comune di Cotignola Comune di Cotignola Comune di Cotignola Cooperativa sociale Zerocento Cooperativa sociale Alberico

Con quale periodicità si incontra: Trimestrale

Composizione equipe di lavoro Qualifica Docenti 3

Educatori 9

Ente Comune di Cotignola

Cooperativa sociale Zerocento

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di Cotignola

Luoghi di realizzazione: Plessi scolastici del territorio comunale Scuola comunale Arti e Mestieri

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 154

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento Al 01.01.2005.

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni 168 168

Minori 6-10 anni 269 238

Minori 11-13 anni 145 135

Minori 14-17 anni

Genitori 744

Insegnanti 68

Operatori

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 1.484 541

Di cui

Minori disabili 6

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato 7

Minori stranieri altro (specificare)

Totale soggetti in situazioni particolari

13

Coinvolgimento dei destinatari: Incontri di presentazione e di verifica coi genitori dei destinatari del progetto

Data di avvio: 02/01/2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

Si consolidano i progetti ricreativi ed educativi extrascolastici che offrono integrazioni qualificate al tempo scuola creando contemporaneamente situazioni protette per i minori

Motivazione del progetto: I progetti sono stati avviati per rispondere alle istanze delle famiglie relativamente al bisogno di ampliare il tempo scuola e di cercare opportunità educative che abbiano come obiettivo primario lo sviluppo della capacità creativa dei ragazzi. I progetti sono stati chiesti dalla scuola come complementi necessari all’attività curricolare

Obiettivi/risultati attesi: Attivare progetti che integrino l’orario scolastico curricolare e che siano complementari dei progetti deliberati nel P.o.f. consentendo ai minori una crescita individuale rafforzando gli strumenti che costituiscono il patrimonio personale

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 155

Indicatori: Servizi integrativi: partecipanti 67 Centri estivi per materna elementare e media: partecipanti 226 Scuola Arti e Mestieri: partecipanti 41 + 456 Sono state soddisfatte tutte le richieste con soddisfazione piena dei partecipanti

Fasi operative: 1. pre – post scuola, tempo integrato, post orario: gennaio – giugno e settembre – dicembre 2005 2. centri estivi per minori materna, elementari e medie: luglio agosto settembre 2005 3. scuola Arti e Mestieri: gennaio – giugno e ottobre – dicembre 2005

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: anno 2005

Data d'inizio gennaio

Data di conclusione: dicembre 2005

Costi: Costo complessivo: € 158.981,30

Contributo programma finalizzato € 7.596,84

Contributo E.L.: € 151.384,46

Eventuali altri contributi: /

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Incontri periodici, rilevazione presenze Istruttori Amministrativi del Comune, pedagogista d’area, referenti delle cooperative sociali Alberico e Zerocento

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Istruttore amministrativo Assessore e Giunta Comunale

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Relazione tecnico finanziaria conclusiva redatta dai responsabili di progetto e sottoposta al responsabile di settore e alla Giunta Comunale

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 156

COMUNE DI FUSIGNANO

SERVIZI EDUCATIVI ESTIVI E DEL TEMPO LIBERO

Responsabile della compilazione della Nominativo: CORZANI MAURO

Recapito telefonico: 0545 50850 fax: 0545 50850

e-mail: [email protected] oppure [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI FUSIGNANO

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI FUSIGNANO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento Qualifica Ente

Capo Settore Socio Educativo Psicopedagogista Rapp. Istituto Comprensivo – Fusignano Rapp. Associazioni culturali e sportive Rapp. Cooperative sociali

Comune di Fusignano AULS Stato- Istituto Comprensivo Associazioni culturali e sportive Cooperative sociali

Con quale periodicità si incontra: Mensile

Composizione équipe di lavoro: Qualifica

ISTRUTTORE AMMINISTRATIVO EDUCATORI INSERVIENTI

INSEGNANTI Ist. Comprensivo ANIMATORI VOLONTARI

Ente COMUNE COMUNE COMUNE STATO

ASSOCIAZIONI CULTURALI/SPORTIVE AUSER

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Territorio di Fusignano

Luoghi di realizzazione: Sede del Centro di animazione “Il Cerchio”; sede Asilo Nido; sede Scuole Ist. Comprensivo; Centro sportivo di Rossetta - Fusignano; parco “Primieri” di Fusignano

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 157

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio

di riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 170 18

Minori 3-5 anni 166 60

Minori 6-10 anni 251 150

Minori 11-13 anni 150 120

Minori 14-17 anni 208 60

Genitori 1.890 1.000

Insegnanti 70 50

Operatori 20 15

Comunità locale 7.900 5.500

Altro (spcificare)

Totale 9.880 6.973

Di cui

Minori disabili 19 10

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare) 60 20

Totale soggetti in situazioni particolari 79 30

Coinvolgimento dei destinatari: 1) incontri con i genitori 2) convocazione Consulta Comunale dei bambini e dei ragazzi di Fusignano per predisporre

insieme al gruppo tecnico di Coordinamento il progetto relativo ai Centri estivi per bambini e adolescenti

3) assemblea dei ragazzi utenti dei CREE e del Centro estivo per adolescenti 4) riunioni di lavoro degli educatori, insegnanti e operatori

Data di avvio: Ottobre 2004

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento X di innovazione e/o sperimentazione

CONSOLIDAMENTO: mantenimento attività del Centro di animazione, delle attività estive dei CREE (rivolti a bambini e ragazzi della Scuola Primaria e Sec. di 1° Grado di Fusignano), del Centro estivo per adolescenti, del Centro estivo per Scuola Infanzia; mantenimento e ampliamento della comunicazione tra le diverse istituzioni per l’attuazione di una progettualità comune. INNOVAZIONE: ampliamento del centro estivo per adolescenti; istituzione nel mese di Agosto di un centro estivo comune rivolto ai bambini frequentanti il Nido e la Scuola dell’Infanzia

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 158

Motivazione del progetto: La situazione occupazionale di Fusignano e la presenza di una ricca offerta di servizi educativi funzionanti durante l’anno, inducono i genitori a chiedere servizi educativi che provvedano alla cura dei figli anche nei mesi estivi. NECESSITA’:

-bambini e ragazzi di età 6 – 11 anni: aggregazione e socializzazione, sviluppo delle capacità e delle attitudini personali durante l’anno scolastico e nel periodo estivo -ragazzi di età 11 – 17 anni: aggregazione, partecipazione, sviluppo dell’autonomia in particolare nel periodo estivo -sviluppo delle capacità e delle attitudini personali

RISORSE SOCIALI: - volontari AUSER: collaborano con l’equipe di lavoro alla realizzazione delle iniziative programmate

Le necessità sopra indicate sono state rilevate attraverso: specifici questionari compilati da ragazzi e genitori, incontri specifici, colloqui personali e richieste scritte utenti.

Obiettivi/risultati attesi: Potenziamento centri estivi per bambini fascia 0 –6 anni con l’istituzione del servizio per i bambini frequentanti il Nido. 1) Mantenimento e consolidamento dei servizi estivi per i bambini frequentanti la Suola

dell’Infanzia 2) Consolidamento delle attività del Centro di animazione per l' attivazione di laboratori con i servizi

educativi e le scuole del territorio. Sviluppo delle capacità e attitudini personali degli utenti. 3) Mantenimento e consolidamento attività recitative CREE per i bambini 6 – 11 anni:

valorizzazione capacità organizzative e di socializzazione. 4) Ampliamento Centro estivo per adolescenti di età compresa 12 – 17 anni : sviluppo autonomia e

assunzione di responsabilità, valorizzazione della partecipazione dei ragazzi per progettare le attività da realizzare

Indicatori: Partecipanti alle iniziative: 80% dei destinatari potenziali - aumento delle richieste (in particolare per la frequenza dei Centro estivo dei bambini iscritti alla

Scuola dell’Infanzia) - aumento richieste partecipazione alle attività del Centro di animazione durante l'anno scol.co - rilevato numero consistente di richieste d’iscrizione al servizio estivo per i bambini frequentanti

l’Asilo Nido e per il servizio estivo comune per bambini di Asilo Nido e scuola dell’Infanzia. - distribuzione di questionari ai genitori e ai bambini /ragazzi al termine dei centri estivi: rilevato 1)

elevato grado di soddisfazione dei partecipanti e delle famiglie relativamente al servizio offerto complessivo 2) problematiche riguardanti l’organizzazione del servizio

- relazioni di verifica periodica predisposte dal coordinamento tecnico

Fasi operative: Attività previste: - svolgimento di attività di laboratorio, diversificate per età dei frequentanti, realizzate dagli educatori

e dagli animatori - svolgimento di a attività ludiche, sportive nei centri estivi Metodologie di lavoro e strumenti previsti: - incontri di programmazione delle attività - incontri di verifica delle attività di svolgimento

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: annuale

Data d'inizio: Ottobre 2004

Data di conclusione: Agosto 2005

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 159

Costi: Costo complessivo: € 90.000,00

Contributo programma finalizzato: € 5.071,00

Contributo E.L.: € 84.929,00

Eventuali altri contributi: /

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: - documentazione scritta - incontri cadenza mensile gruppo tecnico di coordinamento per verificare la collaborazione nella

realizzazione di progetti comuni - incontri mensili equipe di lavoro - relazioni scritte periodiche di verifica del gruppo tecnico di coordinamento e dell’equipe di lavoro - incontri mensili con i soggetti coinvolti e verbali/relazioni scritte

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: - questionari distribuiti ai genitori e ai ragazzi, sul grado di soddisfazione delle iniziative svolte - svolgimento di incontri specifici, assemblee organizzati dagli stessi utenti dal gruppo tecnico di

coordinamento e dal’equipe di lavoro - interviste agli utenti

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: - Prospetto scritto dei risultati dei questionari riconsegnati - Periodico del Comune da distribuire ai destinatati/utenti al termine dello svolgimento dei servizi - Allestimento mostre espositive

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 160

COMUNE DI LUGO

IL TEMPO EXTRASCOLASTICO: potenziamento e ampliamento dei servizi educativi e ricreativi per

bambini e ragazzi, durante il periodo scolastico ed estivo.

Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Dott.ssa Margherita Dall’Olio

Recapito telefonico: 0545/38531 fax: 0545/38396

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI LUGO

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI LUGO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento N.B.:NON SUSSISTE UN SOLO GRUPPO TECNICO, BENSI’ UN “COORDINAMENTO DI SISTEMA” LEGATO AI DIVERSI INTERVENTI TUTTI AFFERENTI al PROGETTO IL TEMPO EXTRASCOLASTICO

Qualifica Ente

- Responsabili Servizi Sociali e Pubblica Istruzione

- Psicopedagogista - Coordinatrice e operatrici del Centro famiglie - Personale Insegnante ausiliario dei servizi educativi 0/6 anni del Comune - Animatori ed educatori -Responsabile sezione ragazzi Biblioteca F. Trisi - Dirigenti e Insegnanti (S.Materna,S.Element.,S.Media) - Dirigenti, educatrici/insegnanti

-Comune di Lugo - AUSL –Distretto di Lugo - Comune di Lugo - Comune di Lugo -Coop sociali e associazioni di Volontariato e no profit -Comune di Lugo -Istituti Comprensivi Lugo 1 e Lugo 2

- Istituti: Maria Ausiliatrice, S.Cuore, S.Giuseppe

Con quale periodicità si incontra: I diversi incontri si svolgono con cadenza, stimabile come media, di una riunione al mese

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

Qualifica Responsabile Attività e Servizi sociali Responsabile Servizio Pubblica istruzione Coordinatrice psico – pedagogica Coordinatrice Centro per le Famiglie Dirigenti istituti Comprensivi Lugo 1 e Lugo 2

Comune di Lugo Comune di Lugo AUSL –Distretto di Lugo Comune di Lugo Istituti comprensivi di Lugo

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 161

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona

Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Il territorio del Comune di Lugo

Luoghi di realizzazione: Sedi dei Servizi per l’infanzia 0/6 Comunali, statali e FISM Scuole primarie e secondarie di primo grado degli istituti comprensivi Lugo 1 e Lugo 2 e degli Istituti paritari Maria Ausiliatrice, S. Cuore, S.Giuseppe Centri sociali “Il Tondo” di Lugo e Ca’ Vecchia di Voltana e Biblioteca F. Trisi - Sala ragazzi

Destinatari Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 727 180

Minori 3-5 anni 695 390

Minori 6-10 anni 1099 500

Minori 11-13 anni 668 250 *

Minori 14-17 anni -

Genitori 6.370 2.600

Insegnanti Dato non disponibile 200 circa

Operatori 40 circa 10/15 circa

Comunità locale

Altro (specificare)

Totale 9.599 4.135

Di cui

Minori disabili 15 15

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato 48 35

Minori stranieri altro (specificare)

276 180

Totale soggetti in situazioni particolari

339 230

Coinvolgimento dei destinatari: Comunicazioni mirate per raccolta iscrizioni ai servizi progettati Incontri aperti ai genitori Informazione a tutti i genitori con figli 3/14 anni tramite giornalino “Per le famiglie” Riunioni di lavoro con i responsabili e gli operatori dei servizi coinvolti Depliant specifici sulle singole iniziative

Data di avvio: Giugno 2005

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 162

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento X di innovazione e/o sperimentazione

Consolidamento: mantenimento dei servizi estivi 0/14 anni e del centro educativo extra scolastico l’Isola dei tesori

Potenziamento: nel mese di agosto servizi 0/6 e settembre dei servizi estivi 6/14 anni. Aumento degli interventi qualificanti i post scuola e laboratori nelle scuole primarie e secondarie degli Istituti Comprensivi Lugo 1 e Lugo 2

Innovazione: Avvio di un post scuola qualificato fino alle 17.30/18.00 a sostegno delle Scuole dell’infanzia Statali per garantire ai genitori lughesi la medesima offerta di “tempo scolastico” nelle diverse scuole dell’infanzia (Statali, comunale e/o FISM) e permettere agli Istituti Comprensivi di Lugo di offrire risposte consone alle esigenze di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie.

Motivazione del progetto: L’intervento nasce nell’ambito di una politica di sostegno alla genitorialità promossa dal Comune di Lugo, anche tramite le attività del Centro per le famiglie, coniugata con la crescente richiesta delle famiglie con figli 0/14 anni di servizi estivi prolungati e continuativi in assenza dell’attività scolastica vera e propria. Tali servizi estivi sono finalizzati ad una complessiva armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie e si basano, per i ragazzi dai 6 ai 13 anni, anche sulla disponibilità di Associazioni di volontariato (Centri sociali per anziani) a supportare le famiglie nel periodo estivo. Inoltre si vogliono garantire alle famiglie spazi di flessibilità al di fuori degli orari scolastici, integrati e gestiti dal “sistema scuole” del territorio, con servizi di anticipazione e prolungamento dei tempi di accesso alle stesse. La gestione e il coordinamento viene realizzato dagli Istituti Comprensivi con personale qualificato e idoneo a compenetrarsi con le differenti offerte formative extrascolastiche, già attive nei singoli Istituti

Obiettivi/risultati attesi: Mantenimento e potenziamento dei servizi ricreativi / educativi estivi a sostegno delle famiglie con figli 0/6 anni, che manifestano esigenze di tutela e di custodia nei mesi di Luglio e Agosto per i figli iscritti ai Nidi comunali e alle scuole Materne Comunale e Statali di tutto il territorio e delle attività ricreative estive (CRE) rivolte ai bambini e ai ragazzi di età compresa tra i 6 e i 13 anni dalla chiusura della scuola alla sua riapertura. Potenziamento dei servizi educativi / ricreativi extra scolastici (laboratori e post scuola), rivolti ai ragazzi di età compresa tra i 6 e i 14 anni, in collaborazione con gli Istituti comprensivi di appartenenza LUGO 1(F. Baracca) e LUGO 2 (S. Gherardi) per favorire lo sviluppo delle capacità e delle attitudini personali degli alunni, attraverso lo svolgimento delle diverse attività previste. Sviluppo e valorizzazione delle capacità d socializzazione di inserimento di ogni singolo utente nella scuola e nella vita aggregativa.

Consolidamento del centro educativo extrascolastico “L’isola dei tesori”presso l’Istituto M. Ausiliatrice, rivolto ai ragazzi 11/14 anni, per offrire spazi e opportunità di relazione finalizzati a facilitare l’espressione e la comunicazione di gruppo a ragazzi 11/14 anni, per costruire uno “spazio studio” rivolto alle attività scolastiche (compiti) e del tempo libero (sport e arti varie) e offrire alle loro famiglie una opportunità di aiuto e confronto nella cura quotidiana dei figli anche attraverso l’incontro di gruppo; Mantenimento delle iniziative riguardanti soggiorni estivi in collaborazione con il Comune, volti alla conoscenza degli aspetti culturali dei territori vicini intesi come occasione di riflessione sulle tematiche sociali e ambientali ecc. Avvio di un post scuola qualificato fino alle 17.30/18.00 a sostegno delle Scuole dell’infanzia Statali per garantire ai genitori lughesi la medesima offerta di “tempo scolastico” nelle diverse scuole dell’infanzia (Statali, comunale e/ o FISM) e permettere agli Istituti Comprensivi di Lugo di offrire risposte consone alle esigenze di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 163

Indicatori: Rilevazione del numero di partecipanti Piani di lavoro delle attività programmate, redatto dai soggetti titolari della gestione (animatori, insegnanti, ecc:) Rilevamento delle richieste dei destinatari/utenti Rilevamento della presenza media giornaliera/mensile degli utenti Relazioni di verifica periodica predisposte dai titolari della gestione dei servizi attivati. Livello di soddisfazione espresso dalla famiglia ,questionari/test di soddisfazione realizzati a cura dalle cooperative gestrici dei diversi servizi

Fasi operative e metodologia: -Centri ricreativi estivi, Nidi, Scuole dell’infanzia, mesi di luglio e agosto, Scuole primarie e secondarie inferiori mesi di giugno luglio agosto e settembre; -attività di laboratorio diversificate, da realizzarsi all’interno della scuola di appartenenza durante l’anno scolastico, per ragazzi delle scuole primarie e secondarie inferiori, e predisposti dalle scuole di appartenenza realizzate da animatori / educatori in relazione agli interessi espressi dai ragazzi attivate in orario extrascolastico come post scuola qualificato e/o laboratori integrati sul tempo scuola. -centro educativo extrascolastico, per ragazzi della scuola media inferiore, “spazio studio” rivolto alle attività scolastiche (compiti) e del tempo libero (sport e arti varie) e “sostegno” alle famiglie come concreta opportunità di aiuto e confronto nella cura quotidiana dei figli (anche attraverso l’incontro di gruppo); -Supporto a soggiorni estivi proponenti: attività ludiche, sportive nelle strutture comunali, nei campeggi della costa, delle località montane, nei Centri sportivi, viaggi-studio, ecc.

Metodologia : -incontri di programmazione delle attività (Interlocutori diversi: Istituzionali, famiglie, ragazzi, ecc.) -incontri di verifica delle attività in svolgimento

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: Anno scolastico 2005/2006 – in continuità con precedenti interventi

Data d'inizio Giugno 2005

Data di conclusione: Giugno 2006 e avvio programma successivo

Costi: Costo complessivo: € 241.634,00 (€ 149.492,00+€ 64.142,00 solo dipendenti CRE+€ 28.000,00 LAB e post sc.)

Contributo programma finalizzato € 24.500,00

Contributo E.L.: € 175.479,00

Eventuali altri contributi: - L. R. 27/89 Centri per le famiglie € 3.655,00, contributo utenti € 38.000

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Monitoraggio in itinere del numero di partecipanti Verifica attuazione dei piani di lavoro delle attività programmate, con i soggetti titolari della gestione (animatori, insegnanti,ecc, bimensile) Verifica corrispondenza e gradimento della realizzazione con i destinatari/utenti (tramite questionari in corso d’anno) Verifica periodica, tramite relazione scritta da parte dei titolari della gestione dei servizi attivati. Verifica dei soggetti attuatori riguardante la collaborazione interistituzionale

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: Svolgimento di incontri specifici ed assemblee organizzati dagli stessi utenti e dai soggetti attuatori. Interviste agli utenti Eventuale raccolta di relazioni scritte sul grado di soddisfazione delle iniziative svolte, indicazioni scritte, suggerimenti, preparati dagli utenti e dai soggetti attuatori.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 164

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Produzione di pubblicazioni varie (fascicoli, dispense, questionari) da distribuire ai destinatari/utenti, ai destinatari indiretti (familiari, operatori dei servizi educativi e scolastici, politici, cittadinanza,ecc) durante lo svolgimento degli interventi, attraverso incontri pubblici, - Videoregistrazioni delle attività - Allestimento mostre

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 165

COMUNE DI MASSA LOMBARDA

PROGETTO ADOLESCENTI – TEMPO LIBERO ED EXTRASCUOLA

Responsabile della compilazione della scheda:

Nominativo Francesco Beltrani

Recapito telefonico 0545-985830

e-mail [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI MASSA LOMBARDA

Ente esecutore del progetto: COMUNE DI MASSA LOMBARDA

Composizione gruppo tecnico di coordinamento Qualifica Ente

Capo Ufficio Pubblica Istruzione Capo Settore Servizi alla Persona Animatore Grafico Pittorico Educatori-Animatori Volontari

Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Incarico Professionale Comitato di Gestione Centro Giovani e Auser

Con quale periodicità si incontra: Bimestrale

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

Capo Ufficio Pubblica Istruzione Animatore Grafico Pittorico Educatori-Animatori Volontari

Comune di Massa Lombarda Comune di Massa Lombarda Incarico Professionale Comitato di Gestione Centro Giovani e Auser

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel Piano di Zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di Massa Lombarda

Luoghi di realizzazione: Centro Giovani JYL

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 166

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni

Minori 6-10 anni

Minori 11-13 anni 181 40

Minori 14-17 anni 248 150

Genitori 1.000 20

Insegnanti 20 5

Operatori 3 3

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale

Di cui

Minori disabili

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare)

70 15

Totale soggetti in situazioni particolari

Coinvolgimento dei destinatari: Animazione di strada Incontri con la scuola Iniziative Pubbliche

Data di avvio: Gennaio 2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

Ampliamento dei Laboratori Tematici messi in campo l’anno precedente dando continuità all’esperienza, rafforzando l’offerta formativa

Motivazione del progetto: Attivare un servizio per ragazzi di età 11-16 anni che preveda attività laboratoriali con personale educativo professionale e specializzato. Dare continuità a un progetto più ampio

Obiettivi/risultati attesi: Attraverso il progetto, analizzare le diversità, il luogo comune, i momenti di disagio. Consolidare e promuovere la partecipazione dei ragazzi alla vita del paese

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 167

Indicatori: -Partecipanti- tutti i destinatari/utenti -Rilevamento delle richieste dei destinatari/ utenti, tramite consulta dei ragazzi -Rilevamento della presenza media giornaliera/mensile degli utenti -Qualità del Materiale prodotto -Relazioni di verifica periodica predisposte dai titolari di gestione dei servizi e dagli educatori -Gradimento delle iniziative tramite questionari

Fasi operative: - Laboratorio Musicale – Grafico Pittorico – Teatrale – Cinematografico – Sportivo - Attività Ludiche ricreative - Attività di ricerca e mappatura - Programmazione - Individuazione degli obiettivi - Analisi del contesto - Diario di bordo - Raccolta dati - Rielaborazione dei dati - Strumenti per i Laboratori

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 3 anni

Data d'inizio Gennaio 2005

Data di conclusione: Dicembre 2007

Costi: Costo annuo: € 10800 ogni anno

Contributo programma finalizzato: € 6696,49

Contributo E.L.: € 4103,51

Eventuali altri contributi: /

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: - Incontri periodici con gli utenti – una volta al mese minimo - Mappatura del territorio – all’inizio e alla fine dell’intervento - Questionari di gradimento – ogni 6 mesi

Conduzione: gli Animatori e l’Ufficio Pubblica Istruzione

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: - Lo story board che raccolga pensieri e riflessioni - Assemblee con gli utenti - Ruolo dell’educatore - Ruolo dell’Amministrazione Comunale - Verifica del livello di raggiungimento degli obiettivi

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Opuscolo informativo – A.C. – Animatori – utenti Story Board – Animatori/educatori Communicated stampa

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 168

COMUNE DI S.AGATA SUL SANTERNO

CENTRO RICREATIVO ESTIVO 2005

Responsabile della compilazione della scheda: Nominativo: Rag. Stefano Rambelli

Recapito telefonico: 0545-919901 fax: 0545-45790

e-mail: [email protected]

Zona: DISTRETTO DI LUGO

Ente responsabile del progetto: COMUNE DI S.AGATA SUL SANTERNO

Ente esecutore del progetto:

COMUNE DI S.AGATA SUL SANTERNO

Composizione gruppo tecnico di coordinamento: Qualifica Ente

Responsabile Servizio Istruzione Resp. Coop. KALEIDOS

Comune di S.Agata sul Santerno Coop. KALEIDOS - Faenza

Con quale periodicità si incontra: Settimanale

Composizione equipe di lavoro: Qualifica Ente

Responsabile servizio Istruzione Resp. Coop. KALEIDOS

Comune S. Agata sul Santerno Coop. KALEIDOS - Faenza

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona: Le azioni descritte nel progetto sono connesse a quanto previsto nel piano di zona, relativamente alle diverse aree, in cui sono affrontati i temi della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza / Responsabilità familiari e capacità genitoriali

Area territoriale interessata: Comune di S.Agata sul Santerno

Luoghi di realizzazione: Plesso scolastico Via Roma n. 6 S.Agata sul Santerno

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 169

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento 01.01.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni

Minori 6-10 anni 83 50

Minori 11-13 anni 59 20

Minori 14-17 anni

Genitori 280 140

Insegnanti 3 3

Operatori 3 3

Comunità locale

Altro (spcificare)

Totale 428 216

Di cui

Minori disabili

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

Minori con disagio conclamato

Minori stranieri altro (specificare)

Totale soggetti in situazioni particolari

Coinvolgimento dei destinatari: Incontri specifici

Pubblicità con volantini

Data di avvio: 04.07.2005

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione

Consolidamento realizzazione Centro Ricreativo Estivo

Motivazione del progetto: Soddisfare il bisogno delle famiglie di avere nel periodo estivo un periodo di aggregazione per i propri figli, in una struttura organizzata.

Obiettivi/risultati attesi: Iscrizioni: avere un numero di circa 30 bambini.

Qualità: positivo giudizio dei genitori.

Indicatori: Numero bambini iscritti

Questionario: 80% risposte positive

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 170

Fasi operative: Attività previste: -svolgimento di attività di laboratorio, diversificate per età dei frequentanti, realizzate dagli

educatori e dagli animatori Metodologie di lavoro e strumenti previsti: -incontri di programmazione e verifica delle attività

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 04.07.2005 - 29.07.2005

Data d'inizio 04.07.2005

Data di conclusione: 29.07.2005

Costi: Costo complessivo: Euro 5.500,00

Contributo programma finalizzato: Euro 1.760,00

Contributo E.L.: Euro 3.740,00

Eventuali altri contributi : -

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: -Incontri periodici Responsabile progetto

-Periodicità: settimanale

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: -Svolgimento di incontri specifici, assemblee, organizzati dall’equipe di lavoro

-Interviste agli utenti

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: -Distribuzione volantini nella scuola

-Destinatari: Genitori

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 171

4 Gruppi Esperienziali:

opportunità rivolte a preadolescenti ed adolescenti in difficoltà Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Foscari Rosanna A.S. Coord. Area famiglia e minori

Recapito telefonico:0545 903585 fax:0545 903591

e-mail: [email protected]

Zona: Distretto Sanitario di Lugo

Ente responsabile del progetto: Azienda U.S.L di Ravenna Servizio Sociale di Lugo

Ente esecutore del progetto: Servizio Sociale Distretto Sanitario di Lugo

Composizione gruppo tecnico di coordinamento Qualifica Ente

Assistente Sociale Coordinatore Area Famiglia Minori Assistenti Sociali Collaboratori Psicopedagogista Psicologi

AUSL RA –Servizio Sociale AUSL RA –Servizio Sociale AUSL RA –Modulo Operativo Neuropsichiatria Infantile AUSL RA –Modulo Operativo Neuropsichiatria Infantile

Con quale periodicità si incontra: Ogni 4 mesi

Composizione equipe di lavoro Qualifica Ente

Educatori Professionali Assistenti Sociali Collaboratori Psicopedagogista Psicologi Logopediste (in relazione al bisogno)

Cooperativa “Il Cerchio” AUSL RA –Servizio Sociale AUSL RA –Modulo Operativo Neuropsichiatria Infantile AUSL RA –Modulo Operativo Neuropsichiatria Infantile AUSL RA –Modulo Operativo Neuropsichiatria Infantile

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona “Servizi ricreativi ed educativi per il tempo libero” Progetti dei Comuni, Connessioni realizzate attraverso figure significative dei Comuni stessi

Area territoriale interessata:. Comuni: Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice, Cotignola,

Luoghi di realizzazione: Alfonsine: sede del Gruppo di proprietà del Comune Bagnacavallo: sede del Gruppo di proprietà della Parrocchia Conselice: sede del Gruppo di proprietà del Comune Cotignola: sede del Gruppo di proprietà del Comune

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 172

Destinatari Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento Dati di stock al 31.12.2004

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni

Minori 3-5 anni

Minori 6-10 anni

Minori 11-13 anni Alfonsine: 245 Bagnacavallo: 309 Conselice: 207 Cotignola: 153 (Totale: 914 dati all’1/1/2005)

70

Minori 14-17 anni

Genitori (nuclei familiari) 914 70

Insegnanti dei 4 Plessi Scolastici-Sedi di:Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice, Cotignola

Operatori (educatori Gruppi Esperienziali)

4 educatori dei gruppi a gestione diretta: Alfonsine-Cotignola 4 educatori dei Gruppi a Convenzione: Bagnacavallo-Conselice

8

Comunità locale Nei 4 territori comunali c/o n°4 Biblioteche/Sale Multimediali : n°2 Centri aggregativi

4 territori comunali

Altro (specificare)

Totale

Di cui

Minori disabili 7

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

9

Minori con disagio conclamato 35

Minori stranieri altro (specificare) 5

Totale soggetti in situazioni particolari

56

Coinvolgimento dei destinatari I destinatari, genitori e ragazzi, vengono coinvolti principalmente dall’assistente sociale (è a questo operatore che i genitori devono rivolgersi per presentare richiesta di ammissione), oltre che da operatori del Modulo Operativo di Neuropsichiatria Infantile, dagli insegnanti delle scuole frequentate e dai compagni stessi.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 173

Data di avvio: Prosecuzione: L’esperienza dei Gruppi Esperienziali a gestione diretta: Alfonsine-Cotignola è avviata da oltre dieci anni; nel Settembre 2003 i minori frequentanti il Gruppo Esperienziale di Conselice (anch’esso avviato da oltre dieci anni a gestione diretta), sono stati inseriti nel Gruppo extra scolastico pomeridiano aperto a tutti i ragazzi iscritti alla Scuola Media organizzato dalla Coop.”Linea d’ombra” in collaborazione con il Comune; nel 2004 si è avviata una convenzione con l’Azienda USL. Il Gruppo di Bagnacavallo, gestito dall’Associazione “I Girasoli” è aperto da diversi anni ed è a convenzione con l’Azienda USL. Si tende a favorire la frequenza, nei Gruppi a convenzione, dei preadolescenti e adolescenti seguiti dai Servizi socio-sanitari anche attraverso riduzioni/esenzioni delle rette previste.

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento ���� di innovazione e/o sperimentazione Consolidamento dell’esperienza decennale e sviluppo di maggiori momenti di integrazione con la comunità locale

Motivazione del progetto: Da diversi anni i Gruppi Esperienziali rappresentano nel Distretto una risposta ai bisogni dei preadolescenti e adolescenti in difficoltà e una risorsa tesa a fornire ai ragazzi che vivono situazioni di disagio psicologico-sociale-culturale, occasioni di confronto con la realtà, fornendo opportunità di socializzazione fra pari, con adeguate figure adulte di riferimento e modelli strutturati di occupazione del tempo libero. Le opportunità presenti nei territori rivolti a questa fascia di popolazione, sono scarse: i centri di aggregazione attivi in tre realtà non sono organizzati in modo da facilitare la frequenza di ragazzi con età 11-13 anni in situazione di disagio o disabili.

Obiettivi/risultati attesi: - Contenimento di situazioni di rischio e disagio sociale e supporto alle famiglie in difficoltà. - Sostegno socio/educativo a minori in difficoltà e supporto all’apprendimento - Implementare le esperienze di collegamento e integrazione fra i Gruppi Esperienziali e fra

questi, le realtà aggregative e le risorse locali.

Indicatori: N° dei ragazzi seguiti dai Servizi socio-sanitari inseriti nei Gruppi N° dei ragazzi inseriti a inizio e fine anno scolastico N° di esperienze di collegamento ed integrazione con le realtà aggregative

Fasi operative: -Attività pomeridiane di animazione, socializzazione, aiuto nella relazione, supporto all’apprendimento -Modalità di integrazione/collegamento fra i diversi Gruppi -Sviluppo di attività nei luoghi di aggregazione giovanile -Potenziamento di occasioni di interazione e confronto con gli operatori scolastici In ciascuno dei Gruppi E. a gestione diretta sono presenti due educatori professionali con specifica formazione, supportate dagli operatori assistenti sociali e psicologo del territorio in specifico per la gestione delle singole situazioni; nei Gruppi a convenzione sono presenti educatori e volontari; l’assistente sociale e/o operatori sanitari, svolgono incontri periodici, in base alle necessità.

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: 2005 (si prevede la prosecuzione delle esperienze negli anni successivi)

Data d'inizio: 01.01.2005 (si tratta di un progetto di consolidamento)

Data di conclusione: 31.12.2005

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 174

Costi: Costo complessivo € 72.767,00, di cui, per i 2 Gruppi a gestione diretta: spese di gestione, materali e coordinamento € 8.936,00 spese di personale educativo € 38.171,00 per i 2 Centri convenzionati (convenzione e sostegno economico alla frequenza) € 25.660,00

Contributo programma finalizzato € 20.000,00

Contributo E.L.: € 52.767,00

Eventuali altri contributi: /

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: - Cartelle individuali dei ragazzi inseriti (aggiornate dagli educatori in modo congiunto con gli operatori socio-sanitari) - Programmazione settimanale delle attività da svolgere all’interno e all’esterno (educatori, psicopedagogista)

Attività di valutazione e soggetti coinvolti: -Periodici confronti con le famiglie ed i ragazzi che usufruiscono dell’esperienza: approfondimenti/chiarimenti e valutazioni congiunte anche rispetto a interruzioni o a intermittenza nella frequenza; -Incontri con gli educatori da parte degli operatori sociali e sanitari (assistente sociale, psicopedagogista, psicologo) -Incontri fra educatori dei diversi Gruppi E. -Incontri operatori/Responsabile di Servizio per verifica dell’attività

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: - Registro presenze - Relazioni di inizio e conclusione attività prodotte dagli educatori dei Gruppi: analisi delle

problematiche emergenti - Report incontri fra educatori e operatori sociali e sanitari sulle tematiche trattate.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 175

5 Sviluppo del Servizio sociale, mirato al lavoro integrato, per aumentare

le opportunità di sostegno alla genitorialità e alle famiglie Responsabile della compilazione della scheda

Nominativo: Foscari Rosanna A.S. Coord. Area famiglia e minori

Recapito telefonico:0545 903585 fax:0545 903591

e-mail: [email protected]

Zona: Distretto Sanitario di Lugo

Ente responsabile del progetto: Azienda U.S.L di Ravenna Servizio Sociale di Lugo

Ente esecutore del progetto: Servizio Sociale Distretto Sanitario di Lugo – Ausl di Ravenna

Composizione gruppo tecnico di coordinamento Qualifica Ente

Assistente Sociale Coordinatore Area Famiglia Minori Assistente Sociale Coordinatore Area Handicap Neuropsichiatra Infantile

Azienda USL RA Distretto di Lugo – Servizio Sociale Azienda USL RA Distretto di Lugo – Servizio Sociale Modulo Operativo di Neuropsichiatria Infantile Azienda USL RA – Distretto di Lugo -

Con quale periodicità si incontra: Ogni 3 mesi

Composizione equipe di lavoro

Qualifica Ente

-10 Assistenti Sociali - 1 Educatore Professionale - 4 Picologi/ 2 neuropsichiatri infantili - 3 Psicologi (In riferimento alle singole situazioni e/o alle tematiche affrontate possono essere coinvolte le diverse figure professionali citate, che operano part-time al progetto)

8 dipendenti Azienda USL - 2 convenzionati, 1 convenzionato Modulo Operativo Neuropsichiatria Infantile Modulo Operativo Consultorio Familiare Dipendenti Azienda Ausl RA Distretto Lugo

Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona Progetto : Sostegno alle famiglie e ai minori: promuovere l’accoglienza attraverso un lavoro con la comunità Progetto : Azioni di supporto educativo-socializzante a preadolescenti e adolescenti a rischio di devianza Progetto a valenza provinciale: Abuso e maltrattamento all’infanzia

Area territoriale interessata: Territorio del Distretto Sanitario di Lugo

Luoghi di realizzazione: Sedi di Servizio Sociale articolate sui territori del Distretto – Presso il domicilio degli utenti

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 176

Destinatari: Tipologia Presenza sul territorio di

riferimento Dati di stock all’1/1/2005

Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto

Minori 0-2 anni 2.371 102

Minori 3-5 anni 2.222 142

Minori 6-10 anni 3.450 267

Minori 11-13 anni 1.995 110

Minori 14-17 anni 2.626 119

Genitori (nuclei familiari) 546

Insegnanti

Operatori

Comunità locale Associazioni pubbliche e private n.10

10

Altro (specificare)

Totale 12.664 1.286

Di cui

Minori disabili 253 41

Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori

151 151

Minori con disagio conclamato 733 733

Minori stranieri altro (specificare) 317 317

Totale soggetti in situazioni particolari 740

Coinvolgimento dei destinatari: Il progetto individuale sul minore viene elaborato dall’assistente sociale con il coinvolgimento delle figure genitoriali e, a seguito di valutazione, del minore stesso. Le situazioni caratterizzate da multiproblematicità sono affrontate attraverso un lavoro integrato con operatori di altri Servizi sanitari.

Data di avvio: Gli interventi avviati in anni precedenti sperimentando metodologie di lavoro integrate interservizi, sono stati potenziati in questi ultimi anni sperimentando strategie operative indirizzate alla costruzione di reti e collegamenti con le diverse “agenzie” del territorio

Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento La convinzione che le situazioni complesse possano essere affrontate in modo efficace prevedendo interventi multiprofessionali integrati, ha portato ad implementare e qualificare l’operatività dell’assistente sociale che, quale responsabile del caso, assume la funzione di raccordo e riferimento, facilita il mantenimento dei rapporti fra i Servizi coinvolti e il monitoraggio della situazione.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 177

Motivazione del progetto: -Gli interventi in area minorile dovendo offrire le possibili condizioni di tutela e crescita per l’infanzia in situazione di carenze affettive, sociali, culturali ed economiche, richiedono di frequente, progettualità integrate per la programmazione, gestione e valutazione dei singoli casi con il Modulo Operativo di Neuropsichiatria Infantile e di Consultorio familiare. -Il progressivo aumento di situazioni caratterizzate da complessità. -L’elevata percentuale di situazioni multiproblematiche in carico unicamente al Servizio Sociale, l’elevata richiesta di contributi economici a questo Servizio hanno evidenziato necessario un lavoro di rete con le diverse figure territoriali pubbliche e private e lo sviluppo di programmi di collaborazione con altri Enti o Associazioni. -Inoltre l’analisi puntuale delle richieste di assistenza economica, viste come indice di un bisogno non sempre espresso in modo esplicito, permette l’attivazione anche di progetti alternativi all’erogazione del solo contributo economico.

Obiettivi/risultati attesi: -Maggior contenimento delle situazioni di crisi e disagio sociale, relazionale ed economico: i cambiamenti attesi si rilevano dalla valutazione dei progetti individuali -Elaborazione di progetti individuali integrati interservizi e con le diverse “agenzie” territoriali -Implementazione di operatività dirette alla definizione di accordi con il privato sociale per la messa in rete degli interventi di sostegno economico rivolti ai nuclei familiari

Indicatori: N° incontri di progetto, monitoraggio, verifica fra operatori dei Servizi Sociale e Sanitari N° situazioni in carico con attività integrata interservizi N° incontri con rappresentanti di Associazioni, Cooperative che rivolgono interventi a sostegno dei nuclei familiari anche stranieri

Fasi operative: -Potenziamento degli interventi nell’Area Famiglia Minori attraverso l’assunzione di n° 2 assistenti sociali per: aumento delle situazioni multiproblematiche anche derivate dall’incidenza del fenomeno immigratorio nei territori del Distretto -Incontri periodici fra assistente sociale coordinatore e assistente sociale “responsabile del caso” -Elaborazione di progetti integrati con operatori sanitari -Incontri periodici con Associazioni di volontariato e Cooperative per l’integrazione degli interventi (Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Cooperative che svolgono attività nel territorio rivolte a minori) -Incontri periodici con le “agenzie” e con persone significative che rivolgono attività alla popolazione immigrata (Consulte, Spazi/Centri d’Ascolto) -Messa in rete degli interventi di sostegno anche a carattere economico attraverso accordi fra i soggetti pubblici e del privato sociale che operano in questo settore (Caritas, Centro di solidarietà, Istituti Riuniti, Croce Rossa, Parrocchie)

Tempi previsti del progetto complessivo: Durata: Qualificazione di interventi e metodologie di lavoro attuate in precedenza

Data d'inizio dello sviluppo: 1.9.2005

Data di conclusione del 1° anno di sviluppo: 30.8.2006

Costi: Costo complessivo: € 56.521,00, di cui -Personale A.S.: € 54.021 -Attrezzature informatiche e arredi: € 2.500

Contributo programma finalizzato: € 12.000

Contributo E.L.: € 44.521,00

Eventuali altri contributi: /

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infanzia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 178

Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti:

- Registrazione dati attività attraverso sistema informativo regionale SISA: gli assistenti sociali collaborano con l’operatore designato, compilando le cartelle dei casi in carico

- Analisi dei dati con gli operatori del Servizio Sociale

- Analisi dei dati con i Dirigenti AUSL e i rappresentanti dei Comuni

Attività di valutazione e soggetti coinvolti:.

- Incontri di progetto, monitoraggio e verifica sulle singole situazioni fra operatori sociali e sanitari

- Incontri con le Associazioni di Volontariato e il privato sociale

- Incontri con Responsabili uffici Servizi sociali comunali

Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti:

- Dati di attività semestrali e annuali

- Schede individuali di progetto

- Relazioni annuali di attività dell’Area Minori/Handicap/Adulti in disagio

- Destinatari del materiale informativo sono: -Tecnici e politici dei Comuni -Commissione Centrale Assistenza -Operatori dei servizi sociale e sanitari

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 179

Provincia di Ravenna

PROGRAMMA PROVINCIALE PER LA PROMOZIONE DELLE POLITICHE DI ACCOGLIENZA E TUTE LA

DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA: AFFIDAMENTO FAMILIARE

ANNO 2005 INDICE

1. Premessa

2. Lo stato di attuazione relativo al Piano Provinc iale 2004 2.1 Zona sociale di Ravenna 2.2 Zona sociale di Faenza 2.3 Zona sociale di Lugo

3. Il Piano Provinciale: Programma Attuativo 2005 3.1 Zona sociale di Ravenna 3.2 Zona sociale di Faenza 3.3 Zona sociale di Lugo

4. Le risorse economiche

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 180

1. Premessa Il presente Programma Provinciale pluriennale in materia di affido si inserisce nell’ambito degli obiettivi e delle indicazioni poste in essere dalla Delibera del Consiglio Regionale n. 615/2004 “Programma annuale degli interventi e dei criteri di ripartizione delle risorse ai sensi dell’art.47, comma 3 della L.R. 12 marzo 2003, n.2 Stralcio Piano regionale degli interenti e dei servizi sociali ai sensi dell’art. 27, L.R. 2/03 – Anno 2004 (Proposta della Giunta regionale in data 2 novembre 2004, n.2152)” e della Determinazione n.18591/2004 “Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza: affidamento familiare e in comunità. Assegnazione, impegno e liquidazione. Anno 2004”. L’insieme delle Leggi a tutela dell’Infanzia e dell’Adolescenza impegna attivamente gli Enti Locali e mira ad un sistema integrato e organizzato di interventi a favore dei diritti dell’infanzia, in collaborazione con le istituzioni e le agenzie educative. L’affidamento familiare è un’attività che sostiene la tutela dei diritti dell’infanzia, garantendo al bambino il diritto a crescere in una famiglia che possa soddisfare le sue esigenze educative e affettive, in grado di rispettare i suoi bisogni, tenendo conto delle sue caratteristiche personali, familiari e della specifica situazione di disagio. L’affidamento familiare è un intervento “a termine” di aiuto e sostegno, particolarmente significativo, attuato per sopperire al disagio e/o alla difficoltà di un bambino e della sua famiglia che, temporaneamente, non è in grado di occuparsi delle sue necessità affettive, accuditive ed educative. L’affidamento familiare è previsto e regolamentato dalla L.184/1983 “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”, modificata con la legge 149/2001 “Diritto del minore ad una famiglia”, che prevede il diritto del minore a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia (art.1). Un minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo può essere affidato a un’altra famiglia o persona singola o ad una comunità di tipo familiare che gli assicuri il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno (art.2). Inoltre, la L.149/2001 “Modifiche alla Legge 4 maggio 1983, n.182, recante la disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori” attribuisce alle Regioni e agli Enti Locali, anche in collaborazione con Enti e Associazioni del privato sociale che operano nel campo della tutela dei minori, il compito di promuovere iniziative di formazione dell’opinione pubblica sulle tematiche dell’affido e dell’adozione, di organizzare sia corsi di aggiornamento professionale per gli operatori sia incontri di formazione e preparazione per le coppie e le famiglie che intendono avere in affidamento o in adozione dei bambini. La legge fissa anche una data (il 31/12/2006) entro la quale deve essere superato il ricovero in istituto ed indica l’affidamento familiare come la strada principale da percorrere in questo senso. Per comprendere la “sfida” che l’esperienza dell’affido familiare conduce con sé, sfida contemporaneamente progettuale ed umana, nell’impegno di tenere insieme le diverse ma pur complementari dimensioni della famiglia (quella naturale e quella affidataria) e del bambino, della comunità locale (“solidale”), del servizio pubblico (rappresentato dagli operatori e dalle istituzioni), del privato (rappresentato dalle famiglie affidatarie e dalla reti associative, formali ed informali), nella prospettiva di recupero delle potenzialità genitoriali e di sostegno alla relazione familiare, bisogna considerare il processo di evoluzione degli interventi di tutela e protezione rivolti all’infanzia, all’adolescenza ed alla famiglia, attraverso il passaggio da un sistema fondato sull’assistenza e la beneficenza ad un sistema più orientato alla promozione dei diritti dei bambini e ragazzi, riconosciuti quali cittadini “in crescita”. I progetti che si collocano nella direzione sopradelineata sono stati realizzati in via sperimentale sia con iniziative proprie attivate nei tre ambiti zonali della provincia, sia nell’ambito degli interventi sempre ad opera delle tre zone sociali ed inseriti nel Programma Provinciale del piano territoriale di intervento per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza ex Legge n.285/97. Tali interventi hanno consentito, coerentemente con le linee della nuova normativa, di evidenziare le problematiche più rilevanti, di adottare strategie adeguate alla soluzione dei bisogni e di definire un percorso di intervento. Le azioni realizzate nei tre ambiti distrettuali, pur con connotazioni diverse conseguenti alla peculiarità dei territori, hanno in comune le linee di intervento “portanti”. Si è pervenuti ad una metodologia di lavoro - fra le zone - che presenta forti caratteristiche comuni pur non registrando ancora una piena integrazione, anche in considerazione, come già sopra specificato, delle notevoli diversità territoriali.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 181

Il Programma provinciale triennale non può non accogliere i progetti predisposti dai tre ambiti zonali che, dopo la fase di sperimentazione sopra descritta, debbono ora essere rafforzati e consolidati. Nel quadro di questo Programma pluriennale relativo al programma affidamento familiare, si delineano gli obiettivi strategici e le priorità che guideranno la completa implementazione organizzativa dei processi che vedono coinvolti gli operatori, la cittadinanza e le associazioni familiari. Il Programma provinciale del prossimo triennio trova le basi nella partecipazione e condivisione di strategie ed obiettivi di tutti i soggetti istituzionali che si occupano di affidamento familiare. Nel prossimo triennio, la Provincia ha la volontà di implementare e consolidare i rapporti con le associazioni familiari che fanno parte del tavolo tecnico e, per le materie di loro competenza, del tavolo di coordinamento tecnico – politico provinciale per i Piani di Zona. Per raggiungere questo obiettivo e nel rispetto di quanto delineato dalla L. 328/2000, la Provincia metterà a disposizione risorse proprie pari a Euro 10.000,00 da utilizzare per iniziative comuni quali, ad esempio, convegni e seminari pubblici. Il ruolo di verifica, di monitoraggio e soprattutto di diffusione delle “buone prassi” relativo alla realizzazione delle esperienze di affido, sarà ovviamente svolto in sede di tavolo tecnico di coordinamento provinciale. Lo stesso tavolo svolgerà anche funzioni di supporto alla sede politica presieduta dall’Assessore provinciale alle Politiche Sociali, dagli Uffici di Piano, dai Responsabili dei servizi territoriali delegati in materia di minori e dalle Associazioni delle Famiglie Affidatarie: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa d’Accoglienza S. Giuseppe e S.Rita, Associazione Francesco Bandini, Famiglie per l’Accoglienza di Ravenna, Lugo e Faenza. Le azioni complessive del Programma sono costituite in parte da azioni qualificanti di mantenimento, in parte da azioni di sviluppo di intervento sperimentato positivamente ed in parte di innovazione nei confronti dei bisogni emergenti.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 182

2. Lo stato di attuazione relativo al Piano Provinci ale 2004

2.1 ZONA SOCIALE DI RAVENNA

CARATTERISTICHE DEL FENOMENO Negli ultimi anni si sta assistendo ad un progressivo aumento dei minori assistiti dai servizi sociali, i dati regionali ricavati attraverso il sistema informativo regionale SISA evidenziano che nell’anno 2003 i minori assistiti sono circa 45.000. Tale aumento viene registrato anche nella zona sociale del Consorzio per i Servizi Sociali di Ravenna, Cervia, Russi sempre nel 2003: i minori assistiti sono stati 2044. Questi dati evidenziano come stanno diventando sempre più necessarie politiche e interventi a sostegno dei minori e delle loro famiglie e soprattutto azioni finalizzate a promuovere sempre più la cultura dell’accoglienza e dell’affido familiare. Stanno emergendo nuovi bisogni di tutela e protezione in favore di minori neonati in situazioni di emergenza per i quali è in corso un provvedimento del T.M. per accertamento dello stato di abbandono, adolescenti e minori stranieri con richieste di sostegno e accompagnamento verso l’autonomia. Per quanto riguarda gli affidi familiari nella zona sociale sopraindicata i dati, sempre riferiti al 2003, evidenziano un aumento degli affidi giudiziali (11 nuovi), un aumento degli interventi di sostegno familiare (21 nuovi). Il servizio affidi familiari del Consorzio Servizi Sociali di Ravenna ha cercato di ampliare e articolare la sua attività soprattutto in connessione con il Centro per le famiglie al fine promuovere azioni di sensibilizzazione rispetto all’accoglienza e all’affido.

ASPETTI ORGANIZZATIVI E DESCRIZIONE DELLE RISORSE P RESENTI SUL TERRITORIO Il settore affidi è all’interno del Servizio Minori e collabora con il Centro per le famiglie del Consorzio Servizi Sociali per quanto riguarda il versante della promozione dell’affido e dell’accoglienza familiare. Prosegue l’attività di formazione e sostegno alle famiglie affidatarie, mentre rispetto alla gestione dei singoli casi viene effettuato un coordinamento tecnico da parte del Responsabile del Servizio Minori per il monitoraggio dei singoli progetti. Per quanto riguarda i risultati raggiunti nell’anno 2004, si riassumono le azioni svolte nei diversi settori di intervento:

a) Promozione dell’affido e dell’accoglienza familiare • realizzazione della “Festa delle Famiglie Affidatarie”, 3^ edizione, in collaborazione con la Cooperativa Fedra, ai Giardini Pubblici in data 29/05/2004, • promozione del “Progetto Accoglienza” con affissione dei depliant informativi all’interno degli autobus dell’ATM delle linee urbane ed extraurbane durante il mese di ottobre 2004, • collaborazione col Comune per la promozione dell’evento “Ravenna, città con le famiglie”, • distribuzione del materiale informativo sull’attività del Centro per le famiglie, comprese le iniziative per l’accoglienza familiare, nelle edicole, scuole, mercati, • realizzazione della “Tenda Incontro “ in Piazza del Popolo a Ravenna, con attività di animazione per bambini, per pubblicizzare l’iniziativa “Ravenna, città con le famiglie” e i progetti di volontariato familiare insieme alle Associazioni Famiglie per l’Accoglienza e Piccolo Mondo, nei giorni 19/20/21 novembre 2004, • incontro pubblico sul tema dell’integrazione e dell’accoglienza intitolato”Altre Famiglie: insieme per accogliere i bambini” con la partecipazione del Prof. C. Cernesi, Docente di Sociologia delle relazioni interetniche all’Università di Modena e Reggio Emilia, il giorno 23/11/2004.

Alle iniziative di promozione hanno attivamente collaborato le famiglie affidatarie e di sostegno facenti capo al Centro per le famiglie, sia con un contributo di idee nella

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 183

programmazione degli interventi che con una partecipazione attiva e la presenza nei vari eventi organizzatiti. b) Formazione e sostegno alle famiglie affidatarie

• è stato realizzato un corso di formazione e orientamento all’accoglienza familiare nel periodo novembre/dicembre 2004 e gennaio 2005, • sono continuati con regolarità gli incontri del gruppo delle famiglie di sostegno, con cadenza ogni 2 mesi, presso il Centro per le famiglie, condotti dagli operatori che seguono i casi in carico, • Il gruppo di auto-aiuto per le famiglie affidatarie, ormai al 3° anno di vita, è stato integrato a partire dall’ottobre 2004 con la presenza di una psicologa dell’A.Usl di Ravenna, Servizio di Neuropsichiatria Infantile, a seguito della richiesta delle stesse famiglie di poter contare sul contributo di un esperto per approfondire le tematiche più complesse.

c) Area minori stranieri

• i percorsi di integrazione dei minori stranieri non accompagnati hanno previsto in alcuni casi l’accoglienza in famiglie, sia italiane che connazionali. Gli esiti degli inserimenti sono stati positivi per il processo di crescita e di maturazione dei ragazzi e hanno favorito la loro adesione ai progetti di formazione professionale e di avviamento al lavoro • attivazione del progetto sperimentale di affido omoculturale “Diritti dei minori stranieri e accoglienza familiare” realizzato in collaborazione col Centro di Cultura e Studi Islamici di Ravenna; dopo le fasi di promozione e sensibilizzazione della popolazione straniera all’accoglienza familiare e della informazione alle famiglie straniere interessate, nel gennaio 2005 è iniziato il 1° corso di formazione e orientamento all’accoglienza familiare rivolto alle famiglie originarie dell’area del Maghreb che prevede 5 incontri al termine dei quali potranno essere attiviate affidi e tempo pieno o parziale di bambini del nord Africa a famiglie della stessa provenienza etnico-culturale

OBIETTIVI E AZIONI PER L’ANNO 2005 Al fine di favorire l’emergere di disponibilità per l’affidamento ancora insufficienti al bisogno, si intende ai sensi della Programmazione in ambito provinciale, promuovere e sviluppare:

- iniziative di promozione finalizzate alla cultura dell’accoglienza coinvolgendo le associazione del territorio e le strutture che accolgono minori in ambito provinciale;

- sviluppare interventi di accoglienza breve in situazioni di emergenza destinati a minori 0-6 anni in particolari situazioni di abbandono;

- monitoraggio e proseguimento del progetto sperimentale di affido omoculturale per minori stranieri ;

- riorganizzazione del settore affido familiare attraverso una maggiore qualificazione degli interventi in un’ottica di integrazione multiprofessionale;

- formazione degli operatori dei servizi sociali territoriali, anche integrata con operatori delle strutture, Associazioni, Cooperative sociali e dei servizi scolastici ed educativi;

- preparazione e sostegno alle famiglie affidatarie e promozione del mutuo aiuto.

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2.2 ZONA SOCIALE DI FAENZA CARATTERISTICHE DEL FENOMENO SOCIALE Nel 2004 si è cercato di pensare, a livello sia di sensibilizzazione che di progettazione, all’affido come strumento “preventivo” o di supporto in situazioni in cui può essere necessario una forma di appoggio di un’altra famiglia ad una famiglia d’origine (attraverso anche affidi pomeridiani, nel fine settimana, appoggi per attività, accompagnamenti …), mentre negli ultimi anni l’affido (per carenza di personale, discontinuità, mancanza di famiglie disponibili…) è spesso stato utilizzato dal servizio come una risorsa in situazioni molto compromesse. Pertanto gli obiettivi che ci siamo posti nell’attività di sensibilizzazione rivolta alle famiglie comprendono la possibilità di proporre forme diverse dall’affido - in senso stretto comunemente inteso - che consentano alle famiglie di aprirsi e sperimentarsi attraverso esperienze anche più “soft”, e agli operatori in fase di progettazione di accedere ad una maggiore diversità di interventi a favore dei minori. In questo percorso si tiene conto dell’importanza che hanno le associazioni che lavorano con l’affido, quali collaboratori e interlocutori necessari, che possono offrire opportunità di scambio e confronto sia per gli operatori che per le famiglie affidatarie, nel rispetto della diversità dei ruoli e dei compiti. DESCRIZIONE DELLE RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO Il territorio dell’associazione dei Comuni è così organizzata: c’è un’equipe centralizzata (equipe-affidi) che si fa carico di tutti i progetti o le richieste di affido dei vari comuni. Metodologia di lavoro: in seguito all’avvio dell’affido, l’”equipe affido” si fa carico del sostegno alla famiglia affidataria e del bambino; agli operatori del territorio rimane in carico la famiglia d’origine e l’eventuale supporto psicologico o neuropsichiatrico per il bambino. Le risorse associative con cui si collabora per i progetti vari o per il reperimento di risorse sono: Famiglie per l’accoglienza e Comunità Papa Giovanni XXIII. RISULTATI RAGGIUNTI RISPETTO AL PIANO PROVINCIALE 2 004 In collaborazione con le Associazioni “Comunità Papa Giovanni XXIII” e “Famiglie per l’accoglienza” è stata promossa un’iniziativa di sensibilizzazione all’accoglienza familiare nei Comuni della zona sociale con piccoli gruppi di famiglie e, sperimentalmente, in un Istituto scolastico con ordini di classi che vanno dall’asilo nido al Liceo. E’ stato, inoltre, avviato un corso di formazione rivolto agli operatori (assistenti sociali, psicologi, educatori) che collaborano alle varie fasi di realizzazione di un progetto di affido. Il corso è stato condotto dai formatori del Centro di terapia dell’Adolescenza di Milano, diretto dal Dr. Francesco Vadilonga.

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2.3 ZONA SOCIALE DI LUGO CARATTERISTICHE DEL FENOMENO Questo Servizio da anni si è posto l’obiettivo di qualificare gli interventi nei confronti dei minori, con un messaggio esplicito: far vivere il minore all’interno di una famiglia, se possibile la sua, e ridurre il ricorso all’istituzionalizzazione. Il compito di “tutela” comporta un processo di presa in carico: ciò richiede di pensare ad un progetto globale, che preveda, insieme alla “protezione” del minore, un contestuale intervento di “recupero” della famiglia, nella convinzione che per il minore il luogo privilegiato per crescere è quello della sua famiglia, se sono garantiti o vengono ripristinati standard di vita idonei alla sua crescita. Tra gli interventi di tutela, l’affido è uno degli strumenti di lavoro al quale gli operatori possono ricorrere in situazioni di disagio e sofferenza del bambino, nell’intento di riparare quanto più possibile, gli effetti negativi del disagio stesso.

Anno 2000

Anno 2001

Anno 2002

Anno 2003

Anno 2004

Minori con intervento di affido etero-familiare 12 17 16 16 21 - di cui n° attivati nel corso dell’anno 3 8 4 5 7 di cui a tempo parziale 2 3 2 2 5 di cui a tempo pieno 10 14 14 14 16 Minori in affido con almeno 1 genitore straniero

1 / / 1 1

Minori Dimessi nel corso dell’anno 2 4 2 3 5 DESCRIZIONE DELLE RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO La consapevolezza che una struttura organizzativa è condizione necessaria per ridurre i rischi di insuccesso, ha indirizzato a definire Linee Guida “Organizzazione e percorsi nel Distretto sanitario di Lugo” del marzo 2000, condivise fra i Responsabili dell’ Unità Operativa Consultorio Familiare, della Neuropsichiatria Infantile e del Servizio Sociale, che rappresentano i Servizi implicati in modo prioritario nell’Affido familiare. Si è teso a costruire un assetto facilitante la gestione delle attività in termini di rapporti professionali e di divisione di ruoli e di funzioni. Il gruppo operativo di territorio è prevalentemente composto dall’assistente sociale “responsabile del caso” e dallo psicologo dell’età evolutiva ed ha in prevalenza funzione di: - individuazione/valutazione del bisogno - formulazione dell’ipotesi progettuale di affido - elaborazione di una prognosi di recuperabilità della famiglia - definire un tempo dell’affido (cioè pensare ad un “tempo” indicativo ma non rigido, entro il quale potrebbe svolgersi il progetto di affido) - accompagnamento del bambino durante l’esperienza - supporto psicologico e sociale alla famiglia d’origine E’ necessario un lavoro in rete con gli operatori del gruppo centrale e altri eventuali operatori, sia in fase di progettazione che durante il percorso. Il gruppo centrale affido è composto da una assistente sociale e uno psicologo dell’Unità Operativa Consultorio Familiare, ha in prevalenza funzioni di: -conoscenza delle potenziali famiglie affidatarie che rivolgono richiesta al Servizio -proporre la famiglia che si ritiene più “adatta” al minore per il quale il gruppo territoriale ha ipotizzato l’affido -supporto e sostegno alle coppie e/o singoli, attraverso colloqui periodici e sistematici, volti a sostenerla nell’elaborazione delle difficoltà che possono insorgere durante il percorso -supporto e sostegno alle coppie e/o singoli attraverso la costituzione di gruppi di auto aiuto, con persone che vivono l’esperienza di affido.

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Il gruppo tecnico allargato è composto dagli operatori di territorio e da quelli con funzioni centralizzate sull’affido, rappresenta e concretizza lo spazio, imprescindibile e costante nel tempo, del pensiero comune, dell’integrazione e del confronto, necessari nelle diverse fasi dell’affido Il coordinatore Area Minori, nella funzione di risorsa e coordinamento prevista all’interno del Servizio Sociale, viene chiamato a far parte del gruppo tecnico allargato in relazione a problematicità/bisogni emergenti. Partecipa alla definizione delle regole con gli operatori, regole che moduleranno il rapporto bambino-famiglia d’origine-famiglia affidataria. Promozione/Sensibilizzazione: Progetto afferente alla L.285/97 “Sostegno ai minori e alla famiglia: potenziamento dell’Affido Familiare attraverso una campagna promozionale sulla cultura dell’affido”; le “azioni” previste sono state attuate attraverso la collaborazione e integrazione tra: Servizio Sociale-Consultorio Familiare, Centro per le Famiglie, Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Parrocchie, Scuole e Comuni del Distretto. Azioni attuate: - costituzione di un gruppo tecnico di coordinamento con rappresentanti del Centro per le Famiglie, dell’Azienda USL e l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza; - incontri con “persone significative” presenti nelle diverse realtà comunali, per divulgare, attraverso questi, lo scopo del progetto volto a ricercare e sensibilizzare persone all’accoglienza; - si sono realizzati 5 incontri pubblici, a carattere formativo, tenuti da volontari e da operatori AUSL; - le iniziative formative sono state pubblicizzate attraverso articoli in giornali locali, parrocchiali e conferenza stampa. Il lavoro di costruzione del Piano di Zona, all’interno del tavolo tematico “minori e famiglia”, è stato ulteriore occasione di riflessioni tra i diversi attori - pubblici e privati Sia nel corso di attuazione che nella fase conclusiva del progetto si sono analizzati gli interventi e valutato l’efficacia. Nell’anno 2004 si sono attuati diversi interventi tesi ad aiutare e sostenere le famiglie disponibili all’affido. Azioni svolte: gruppi di auto-aiuto tra famiglie affidatarie e tra queste e le persone disponibili all’affido. Sono stati organizzati 7 incontri, la cui organizzazione e realizzazione ha coinvolto 29 persone ed ha visto una partecipazione media di 20/22 persone a serata. Gli incontri sono stati gestiti dagli operatori (psicologo-assistente sociale), del Gruppo Centrale Affido. RISULTATI RAGGIUNTI RISPETTO AL PIANO PROVINCIALE 2 004 I “percorsi” attuati tendono a “rafforzare ed estendere” sui territori la cultura dell’affidamento familiare, creando una rete. Si è registrato un aumento del numero delle famiglie disponibili all’accoglienza: - anno 2002 n°1 domande di disponibilità - anno 2003 n°5 domande di disponibilità - anno 2004 n°5 domande di disponibilità Inoltre, si evidenzia lo sviluppo di forme di accoglienza a tempo parziale (alcune ore al giorno/fine settimana..) e l’elaborazione ed attuazione di progettualità integrate fra pubblico e privato.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 187

3. Il Piano Provinciale: Programma Attuativo 2005

3.1 ZONA SOCIALE DI RAVENNA Consorzio Servizi Sociali Ravenna, Cervia, Russi, Azienda USL Orientamenti pluriennali 2005-2007 e programma annuale 2005 per la promozione delle politiche di accoglienza e di tutela dei minori. Affidamento familiare e in Comunità Premessa L’affidamento eterofamiliare regolamentato dalla legge n.184/83 e dalle modifiche alla stessa “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori” n.149/2001, è una risposta a situazioni di disagio e maltrattamento di minori italiani e stranieri che sono “temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo”. E’ un intervento che si colloca nell’ambito degli interventi di protezione e tutela dei minori al fine di assicurare che il minore venga affidato ad “una famiglia o persona singola in grado di garantire il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e relazioni affettive stabili di cui ha bisogno”. La stessa legge 149/01 attribuisce alle Regioni e agli Enti Locali iniziative di formazione “dell’opinione pubblica sull’affidamento e sull’adozione, formazione e aggiornamento degli operatori, preparazione e sostegno alle famiglie affidatarie, in collaborazione con enti, associazioni del privato sociale che operano nel campo della tutela dei minori”. Significativo nell’impianto programmatorio proposto dalla deliberazione regionale 615/04, risulta essere l’integrazione tra programmazione provinciale e i Piani di Zona con riferimento all’area delle responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei minori al fine di realizzare una concreta ed unitaria programmazione che sostenga l’integrazione fra politiche socio sanitarie ed educative nel territorio. Nell’ambito della programmazione provinciale assume importanza il coinvolgimento di associazioni private che possano realizzare in collaborazione con gli enti quelle azioni di promozione e di sviluppo della cultura dell’accoglienza. L’affidamento familiare come paradigma della capacità di accoglienza di una comunità locale, ove è presente la dimensione della famiglia naturale e affidataria,, del bambino, del territorio inteso come comunità, della rete dei servizi pubblici e privati. Il Consorzio Servizi Sociali dei Comuni di Ravenna, Cervia, Russi, Azienda USL ha articolato la propria attività andando nella direzione di cui sopra, collocando l’area degli affidi familiari nelle attività promozionali del Centro per le Famiglie. Nello stesso tempo si stanno realizzando quelle azioni di coinvolgimento e collaborazione con le Associazioni presenti nella Provincia e nella zona sociale del Consorzio, con l’obiettivo condiviso di promuovere sempre più la cultura dell’accoglienza e nello stesso tempo aumentare risorse per rispondere ai bisogni di minori in situazioni di disagio. Gli aspetti organizzativi Il settore affidi familiari è all’interno del Servizio Minori e collabora già da qualche tempo con il Centro per le Famiglie. Nell’anno 2005 al fine di rendere più qualificanti gli interventi e i progetti di affido, soprattutto in un’ottica di integrazione multiprofessionale, si ipotizza la costituzione di un’équipe centralizzata in stretta connessione con l’équipe centralizzata per l’adozione. Rispetto alle singole situazioni verrà rivisto l’attuale assetto organizzativo verso attività di sostegno rivolte alle famiglie affidatarie, non solo attraverso gruppi di auto-mutuo-aiuto, ma con interventi qualificati di affiancamento e di sostegno al fine di valorizzare il loro contributo. Il ripensamento organizzativo è frutto di un’elaborazione e di una verifica rispetto alle esperienze fino ad ora condotte; è emerso da parte delle famiglie affidatarie coinvolte nei progetti, il bisogno di essere maggiormente sostenute data la complessità delle situazioni e anche la durata di alcuni progetti (affidi sine die). Proseguirà sul versante della promozione la realizzazione di attività e iniziative pubbliche con il Centro per le Famiglie al fine di reperire risorse, di rafforzare le esistenti e soprattutto la

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 188

prosecuzione del “Progetto Accoglienza” (legge 285/97) per continuare a sviluppare forme di paternariato familiare. In quest’ottica si potranno sperimentare nuove forme di accoglienza rivolte non solo a minori, ma anche genitori, visto le nuove realtà di bisogno che coinvolgono particolarmente donne sole con figli, nell’avvio di una rete di famiglie, associazioni e volontari per supportare le capacità genitoriali in situazioni di grave emarginazione.

Gli orientamenti e le priorità per il triennio 2005 -2007 L’obiettivo di promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’affidamento familiare favorendo l’emergere di nuove disponibilità e risorse nella comunità locale, pone il Consorzio Servizi Sociali al centro della programmazione provinciale e zonale con l’obiettivo di promuovere le seguenti azioni: � Iniziative di promozione finalizzate alla diffusione dell’accoglienza � Promozione del mutuo-aiuto in stretta collaborazione con le Associazioni del territorio (

Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Associazione Papa Giovanni XXIII ecc…..) � Coordinamenti affido e coordinamenti degli operatori delle strutture per l’accoglienza,

possibilmente integrati fra loro � Formazione integrata fra operatori dei servizi sociali e sanitari, con operatori delle strutture che

accolgono minori, associazioni, cooperative sociali e dei servizi scolastici ed educativi � Avvio di corsi di preparazione per le coppie candidate all’affidamento familiare ed alla

conduzione di comunità familiari � Sperimentazione e monitoraggio dei progetti innovativi di accoglienza atti a rispondere a nuovi

bisogni sociali, quali l’accoglienza di minori stranieri, di bambini disabili ed adolescenti, nonché l’accompagnamento verso l’autonomia di giovani in particolare quelli ospitati in strutture per minori

Il Programma Attuativo 2005 Sempre nell’ambito degli orientamenti espressi dalla delibera regionale 615/04 e dagli indirizzi provinciali il servizio minori del Consorzio Servizi Sociali per l’anno 2005 si pone i seguenti obiettivi:

� Proseguimento dell’attività promozionale in collaborazione con il Centro per le famiglie, le Associazioni del territorio, le Comunità familiari che accolgono minori per la realizzazione di iniziative (festa famiglie affidatarie, incontri pubblici, diffusione materiale informativo sull’affido e su altre forme di sostegno familiare). L’opportunità offerta dalla programmazione zonale, con particolare riferimento alla forte integrazione sostenuta dalla deliberazione regionale 615/04 tra sociale, educativo e sanitario, consente e favorisce l’avvio di processi che riconducono ad una unità di riferimento: la famiglia con bambini, l’oggetto dell’interesse degli attori del sistema integrato. Si vuole, in coerenza con il principio di sussidiarietà porre la famiglia stessa, non solo con le sue esigenze ed i suoi problemi, ma anche con le sue inestimabili risorse, capacità, strategie di adattamento, al centro delle azioni culturali, solidaristiche e di sostegno che il sistema integrato gestisce. Si pensa, quindi, ad una forte sinergia locale con l’ambito delle politiche di sviluppo “Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e degli adolescenti” per potenziare e differenziare gli interventi per l’accoglienza di bambini 0-6, anche in situazioni di emergenza, evitando il più possibile il ricorso alle strutture residenziali.

� Promozione dell’auto mutuo aiuto e avvio di gruppi di mutuo aiuto di famiglie affidatarie in collaborazione con l’Associazione Famiglie per l’accoglienza e con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, sostenere e incentivare la formazione di nuove associazioni di famiglie che stanno sperimentando varie forme di accoglienza;

� Monitoraggio e proseguimento del progetto “Diritti dei minori stranieri e accoglienza familiare” realizzato in collaborazione con il Centro di Cultura e Studi Islamici della Romagna –Sede di Ravenna- per continuare a reperire risorse per l’affido e il sostegno familiare per minori-adolescenti stranieri;

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� Preparazione e sostegno alle famiglie affidatarie. Avvio di un percorso di riorganizzazione del servizio affidi, sul modello del progetto “accoglienza- supporto e affiancamento”, gestito dal Centro per le Famiglie e rivolto a bambini e famiglie in temporanea difficoltà, in cui la dimensione del gruppo, sia nella fase di informazione, orientamento e formazione, che nella fase successiva all’abbinamento, possa saldamente integrarsi con i percorsi istruttori e di sostegno individuali.

� Avvio di una rete locale in connessione con il sistema integrato dei servizi, nell’ambito delle politiche di sviluppo “Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e degli adolescenti” per sviluppare interventi per l’accoglienza di bambini 0-6 anche in situazioni di emergenza.

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3.2 ZONA SOCIALE DI FAENZA AFFIDAMENTO FAMILIARE: PROMOZIONE, PROGETTAZIONE E SOSTEGNO Premessa La legge 184/1983, modificata con la Legge 149/2001 riconosce che un bambino per crescere ha bisogno di una famiglia e, innanzitutto, ha diritto a crescere nella propria famiglia. Nelle situazioni in cui un ambiente familiare sia temporaneamente inadeguato a provvedere alla crescita e all’educazione del minore e la situazione di disagio non sia tempestivamente risolvibile con interventi di aiuto economico e/o sociale alla famiglia d’origine, si può rispondere con l’affido familiare. L’esperienza dei Servizi Sociali territoriali, inoltre, mette in evidenza frequentemente situazioni di fragilità nelle famiglie con figli minori, dovute a condizioni di isolamento sociale per l’ assenza di reti parentali o amicali, nuclei monogenitoriali, separazioni conflittuali, presenza di patologie psichiatriche non gravi, ecc., che potrebbero ricevere un valido supporto dalla disponibilità di altre famiglie. Questo aspetto è stato sottolineato ripetutamente nell’ambito dei gruppi di lavoro per la predisposizione dei Piani di Zona al quale hanno partecipato soggetti pubblici e associazioni familiari. Sono comprese nel presente progetto le varie forme dell’affido familiare:

- a tempo pieno - per brevi periodi - affidi diurni - affidi per parti della giornata o della settimana - interventi di supporto alle esigenze delle famiglie in situazione di fragilità.

Gli obiettivi e le finalità Gli obiettivi del progetto sono così identificati: ►

Informazione, e promozione della solidarietà e dell’accoglienza familiare, al fine di sensibilizzare gli adulti nei confronti della esigenze dei minori ed incrementare la disponibilità delle famiglie a farsi carico di situazioni di disagio di bambini e ragazzi. Già nello scorso anno 2005 è stata avviata un’attività “capillare” di incontri con piccoli gruppi di famiglie in diversi Comuni della zona sociale di Faenza, o nell’ambito di associazioni familiari. Di grande interesse è stata la sperimentazione realizzata con le Scuole della Fondazione “Marri- S.Umiltà”, nelle classi di diverso ordine e grado (dalla Scuola dell’infanzia al Liceo della Comunicazione), con un percorso di esperienze ed elaborazioni, attraverso il quale sono state successivamente raggiunte le famiglie. Le iniziative e le modalità sperimentate sono riproducibili e saranno realizzate in altri ambiti. Alle famiglie incontrate sarà proposto un corso di formazione per approfondire le tematiche dell’affido familiare. Il primo prenderà avvio nel mese di settembre 2005. ►

Miglioramento della capacità degli operatori di costruire e guidare i progetti di affido attraverso percorsi di formazione e supervisione sulle situazioni in carico. Nella realtà territoriale della zona sociale di Faenza l’affidamento familiare è una forma importante di intervento a favore dei bisogni dei bambini e dei ragazzi che non trovano nella famiglia naturale un ambito di crescita adeguato. La pratica sociale sollecita, tuttavia, a migliorare il modo di condurre i progetti di affido per poterne sviluppare tutte le potenzialità, limitare i rischi di fallimento ed elevare la qualità dell’intervento. ►

Costituzione di gruppi di mutuo - aiuto Accogliere un bambino all’interno della propria famiglia ed aiutarlo a crescere, come un figlio, rappresenta il cuore dell’affidamento familiare. La temporaneità dell’affido e la presenza della famiglia d’origine del minore rendono la scena molto complessa e la funzione della famiglia affidataria piuttosto sofisticata. Per il compito che è chiamata ad assumere, la famiglia che accoglie ha bisogno di aiuti puntuali che vanno dal supporto della rete primaria, al sostegno da parte di un’associazione alla quale la famiglia aderisce, all’aiuto della professionale degli operatori dei Servizi, al gruppo di mutuo aiuto.

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Nella realtà del territorio di Faenza attualmente si conoscono gruppi di mutuo - aiuto nati nell’ambito delle associazioni. Accanto a questi saranno costruiti percorsi condivisi, che mantengano la forma della condivisione di esperienze da famiglia a famiglia, del rinforzo motivazionale, della tramissione di un “sapere in situazione”. Le azioni Le azioni si possono sintetizzare in : ♦ incontri di informazione e sensibilizzazione attraverso il lavoro in piccoli gruppi ♦ percorsi in ambito scolastico ♦ corsi di formazione per le famiglie ♦ costituzione di gruppi di mutuo – aiuto ♦ percorsi di aggiornamento e supervisione per gli operatori, aperti, in alcune fasi, ai referenti delle

Associazioni che condividono il progetto I soggetti coinvolti nella realizzazione del Progetto Il progetto nasce dalla collaborazione tra i Servizi Sociali Associati (Centro per le famiglie) e le Associazioni di volontariato “Comunità Papa Giovanni XXIII”, “Famiglie per l’accoglienza” , “Associazione S.Giuseppe-S.Rita”. I soggetti indicati hanno già favorevolmente condiviso la progettazione e la realizzazione di iniziative sulla tematica dell’accoglienza familiare, in particolare nell’ambito della sensibilizzazione e della formazione delle famiglie. I risultati attesi I risultati delle azioni che saranno promosse sono: ● attivazione di reti di solidarietà familiare ● Incremento delle disponibilità da parte delle famiglie sia per esperienze di sostegno sia di affido familiare ● miglioramento della modalità di costruire i progetti di affido ● acquisizione di maggiori competenze da parte degli operatori nell’attività di sostegno a favore delle famiglie affidatarie e di recupero per le famiglie naturali. Il Piano operativo 2005 Il progetto si svilupperà con continuità nel corso del triennio 2005- 2007. Nell’anno 2005 si prevede : ▪ avvio di un percorso formativo per le famiglie che sono interessate ad approfondire le tematiche dell’affidamento familiare ▪ realizzazione di incontri con gruppi di famiglie nei Comuni di Riolo Terme e Faenza ▪ costituzione di un gruppo di mutuo – aiuto ▪ avvio di un percorso di sensibilizzazione all’accoglienza familiare in un Istituto Comprensivo.

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3.3 ZONA SOCIALE DI LUGO Progetto : Sostegno alle famiglie e ai minori: prom uovere l’accoglienza attraverso un lavoro con la comunità L’ambito territoriale di realizzazione è il Distretto di Lugo, il soggetto gestore del presente progetto è il Servizio Sociale – Distretto di Lugo Azienda USL su delega dei Comuni del Distretto di Lugo, che ha individuato l’ A.S. Coordinatore Area Famiglia e Minori: Rosanna Foscari quale responsabile per la realizzazione del progetto. Numeri di riferimento: tel 0545 903585 fax 0545 903591 e-mail: [email protected] Caratteristiche del problema su cui si vuole interv enire L’affido familiare può concretizzarsi solo a condizione che esistano famiglie disposte ad accogliere al loro interno minori in difficoltà, è necessario attivare periodicamente iniziative di promozione al fine di sensibilizzare la comunità e di aumentare il numero di famiglie disponibili all’accoglienza. Attivare l’attenzione della comunità nei confronti e a tutela dell’infanzia e delle famiglie in difficoltà, rappresenta il percorso che si intende perseguire una delle risposte alle mancanze che si presentano nella nostra società. Promuovere l’affido significa promuovere la cultura della responsabilità degli adulti nei confronti dei bambini e degli adolescenti e la cultura dell’aiuto alle famiglie, d’origine ed affidatarie. Le Istituzioni e gli attori sociali coinvolti Il progetto consente una rinnovata collaborazione fra soggetti che si occupano di infanzia ed adolescenza: Servizio Sociale Azienda USL, Centro per le Famiglie, Comuni, Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Associazioni laiche e religiose presenti nei diversi territori, Consulte Immigrazione ed, inoltre, spazi/punti di Ascolto che relazionano con immigrati Gli obiettivi specifici del progetto -Diffondere la cultura dell’affido nei territori del Distretto, promuovere la dimensione dell’aiuto verso i giovani e delle cure ai bambini, recuperando il senso di appartenenza alla comunità -Attivare una cultura dell’accoglienza e una pratica di solidarietà che può migliorare le capacità di relazione fra le persone, la tolleranza e l’accettazione delle diversità -Proseguire l’attività volta a preparare e sostenere le esperienze di affido familiare nella realizzazione di un intervento così complesso Se l’intervento è stato effettuato nel 2004: tipolo gia e dati quantitativi dell’attività Azioni attuate nel 2004: l’attività promozionale è proseguita da parte dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza, con un progetto condiviso con il Servizio Sociale, che ha previsto il coinvolgimento di diversi Comuni del Distretto: in specifico si sono avviati rapporti con gli Assessori alle Politiche Sociali e i responsabili dei Servizi Sociali dei Comuni di Bagnacavallo, Alfonsine, Cotignola, Conselice, Massalombarda e si è teso ad individuare persone ed Associazioni nei diversi territori al fine di programmare insieme iniziative ed occasioni per diffondere la cultura dell’accoglienza. La seconda fase del progetto ha sviluppato “azioni” dettate dalla convinzione che era necessario soffermarsi a riflettere sulla “risorsa famiglia affidataria”, offrendo opportunità di sostegno diverse dal rapporto individuale operatore/famiglia, attraverso Gruppi di Auto Aiuto, condotti dagli operatori dell’équipe centralizzata affidi, psicologo e assistente sociale.Sono stati realizzati n°7 incontri rivolti a famiglie che già avevano in atto un’esperienza e a quelle coppie che, terminata la fase istruttoria, erano in attesa di avviare l’accoglienza di un bambino. Le azioni previste per il 2005 Azione 1 – L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza in collaborazione con il Servizio sociale dell’Azienda USL ha previsto iniziative per la promozione all’accoglienza.

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Nel Comune di Bagnacavallo è stato realizzato 1 incontro pubblico (in continuità con i 2 precedenti), in collaborazione con l’Istituto Comprensivo e con alcune famiglie ivi residenti, già sensibili a questo tema. Nel Comune di Massalombarda, in collaborazione con l’Assessorato, sono state realizzate 2 iniziative pubbliche. Le azioni si svilupperanno nel triennio con la prosecuzione di iniziative/eventi da effettuarsi in modo articolato in altri territori comunali, alla cui realizzazione concorreranno anche gli assistenti sociali di appartenenza territoriale. L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza prevederà in itinere un’organizzazione interna che consentirà di rappresentare un “punto” diffusivo per affrontare i bisogni evidenziati dal Servizio Sociale Azione 2- Preparazione e somministrazione di un questionario di “valutazione/gradimento” da sottoporre alle famiglie affidatarie, che potrà essere oggetto di approfondimento e discussione per meglio orientare gli incontri di gruppo; si prevede la realizzazione di almeno n°5 incontri di auto aiuto condotti dagli operatori dell’équipe centralizzata, psicologo e assistente sociale. Azione 3- Costruzione di una rete sociale di sostegno e solidarietà rivolta in specifico ad affrontare i temi e i problemi che presentano al loro interno le famiglie e i minori stranieri. Il percorso che si intende perseguire è rivolto ad individuare interlocutori significativi, di diversa etnia e presenti nei vari territori e studiare insieme forme di sostegno, diverse dalle comunità residenziali, per minori stranieri in assenza di punti di riferimento idonei; inoltre si intendono sviluppare interazioni per affrontare in modo congiunto le problematiche emergenti nelle situazioni in carico ai Servizi socio-sanitari, in specifico per aspetti rientranti nella sfera delle dinamiche relazionali fra coniugi e fra genitori e figli. I destinatari: caratteristiche e modalità di contat to I destinatari sono le famiglie e minori residenti/domiciliati nei territori dei Comuni del distretto e le famiglie e minori in carico ai Servizi socio-sanitari. Le modalità di contatto sono strettamente connesse e differenziate in base allo sviluppo delle “Azioni” descritte precedentemente. Gli strumenti e le metodologie Tavolo di lavoro con rappresentanti del Servizio Sociale, dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza e altre Associazioni che rivolgono attività alle famiglie e ai minori - Assessorati alle Politiche Sociali, referenti ufficio Servizi sociali dei Comuni - Consulte Immigrazione -Spazi/Punti di Ascolto che relazionano con immigrati I tempi di attuazione Avvio attività anno 2005 e sviluppo delle “azioni” nel triennio Le procedure di valutazione

1. Report relativi agli incontri dei Tavoli di lavoro 2. Documentazione degli incontri e/o iniziative pubbliche 3. Aspetti rilevati dal questionario di valutazione/gradimento 4. Gruppi di auto - aiuto

Gli indicatori dei risultati

1. -n° e tipologia degli attori sociali presenti nei t avoli di lavoro 2. -n° iniziative/incontri realizzati rivolti alla com unità 3. -n° incontri gruppi di auto aiuto e presenze a ciasc un incontro 4. -n° famiglie disponibili all’accoglienza

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4. LE RISORSE ECONOMICHE La Regione Emilia – Romagna con la determinazione n. 18591 del 20/12/2004 ha assegnato alla Provincia di Ravenna la somma pari ad € 18.237,00. Tale importo è stato ripartito fra le zone sociali del territorio provinciale sulla base della popolazione minorile risultata essere residente nella provincia di Ravenna al 31/12/2003:

• alla zona sociale di Ravenna verranno assegnati €. 9.159,31 • alla zona sociale di Faenza verranno assegnati €. 4.435,56 • alla zona sociale di Lugo verranno assegnati €. 4.642,13

A queste risorse assegnate dalla Regione, saranno assommati €. 10.000,00 come risorse proprie della Provincia e da questa direttamente gestite in forza di separati ed idonei procedimenti, per implementare i rapporti con le Associazioni familiari che seguono il tema dell’affidamento familiare, attraverso varie iniziative che saranno individuate successivamente all’interno del Tavolo tecnico provinciale quali, ad esempio, convegni e seminari pubblici.

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Provincia di Ravenna

PROGRAMMA PROVINCIALE PER L’ADOZIONE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

ANNO 2005 INDICE

1. Premessa 2. Le Equipes Centralizzate 2.1 Il metodo di lavoro delle équipes 3. Il Piano Pluriennale 4. Il Piano Provinciale: Programma Attuativo 2005 4.1 Il livello di attuazione e sviluppo del sistema integrato dei sistema integrato dei Servizi 4.2 Gli interventi e le priorità del Programma Attu ale Annuale 5. Il Tavolo di coordinamento tecnico – politico 6. L’Ente Capofila 7. Le risorse economiche

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1. PREMESSA La Provincia di Ravenna, già dal 2004, si è impegnata per dare esecuzione ed implementare le linee di indirizzo regionali per le adozioni nazionali ed internazionali, a cui occorre aggiungere le indicazioni contenute nella delibera del Consiglio Regionale n.615/2004 e nella determinazione del Responsabile del Servizio Politiche familiari, Infanzia, Adolescenza n.18607 del 20 dicembre 2004. Il Piano pluriennale esplicita i diversi aspetti del percorso adottivo così come previsto dalla Regione e si propone come primo risultato e insieme strumento di ulteriore lavoro per quanti operano sul territorio nello specifico dell’adozione e della sua complessità. Quanto viene presentato nasce dal lavoro di coordinamento svoltosi all’interno del Gruppo di coordinamento politico – tecnico provinciale in cui sono presenti i tre Uffici di Piano zonali. Questo Gruppo è stato allargato agli operatori dei servizi specifici ed è alimentato, soprattutto, da una storia decennale di impegno dei servizi e di loro trasformazione anche attorno ai temi dell’adozione. L’idea di fondo del Programma consta nella programmazione partecipata con le risorse già operanti nel territorio, della condivisione di strategie ed obiettivi che la stessa Provincia si pone, all’interno del lavoro congiunto, quale Ente che promuove l’adozione attraverso il sostegno della corretta informazione alle coppie aspiranti all’adozione attuata tramite i percorsi formativi. Pertanto, il Programma Provinciale si inserisce nel più vasto ambito delle responsabilità familiari e sociali e dei diritti dei minori, insieme al suo raccordo con quanto ha di comune e di integrabile con la più generale programmazione socio-sanitaria e per le famiglie con figli. Il fine è quello di farne, come per le progettazioni specifiche sulle tematiche inerenti l’abuso e l’affido, un terreno di più serrato confronto e di coerente offerta di servizio sul territorio provinciale, rafforzando la specializzazione e la specificità delle azioni e degli operatori coinvolti. Le azioni centrali del Programma Provinciale per l’Adozione nazionale ed internazionale sono:

• individuazione e qualificazione dei luoghi d’accesso alla prima informazione; • costituzione delle équipes specializzate per l’adozione, che si occupano di valutazione delle

coppie aspiranti, dell’accompagnamento e del supporto psicosociale nel post adozione; • programmazione e attuazione di corsi di preparazione alle coppie, confermando e

qualificando il modello attivato nel 2004; • Individuazione di strumenti per garantire i flussi informativi necessari alle attività; • programmazione di attività di formazione e di reciproco confronto per Enti Autorizzati e

Servizi, in materia di adozioni internazionali e dei rispettivi assetti organizzativi. Nel prossimo triennio, la Provincia ha la volontà di implementare e consolidare i rapporti con le associazioni familiari che fanno parte del tavolo tecnico e, per le materie di loro competenza, del tavolo di coordinamento tecnico – politico provinciale per i Piani di Zona. Per raggiungere questo obiettivo e nel rispetto di quanto delineato dalla L.328/2000, la Provincia metterà a disposizione risorse proprie pari a Euro 10.000,00 da utilizzare per iniziative comuni quali, ad esempio, convegni e seminari pubblici.

2. LE EQUIPES TERRITORIALI CENTRALIZZATE Il territorio provinciale di Ravenna è articolato su tre distretti sociali Faenza, Lugo, Ravenna. Le équipes adozioni sul territorio sono composte sia da Assistenti Sociali che da Psicologi ed effettuano le indagini psico-sociali e l’accompagnamento nel post –adozione. Gli operatori delle équipes, oltre a condurre l’indagine psico-sociale, svolgono anche l’attività legata alla segreteria, ai contatti con gli operatori degli Enti tutori in caso di adozione italiana, o Enti autorizzati in caso di adozione straniera, contatti con il Tribunale dei Minori e alla preparazione delle diverse documentazioni. Realizzano la raccolta e i dati annuali sia per quanto attiene al numero delle coppie che hanno avviato percorsi per le adozioni, sai per il numero di minori adottati. Inoltre, alcuni operatori, saranno in futuro impegnati nei corsi di formazione per le coppie aspiranti l’adozione.

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Nel territorio del Distretto di Faenza, l’équipe centralizzata è collocata nell’Area infanzia, Età Evolutiva e Genitorialità del Servizio Sociale dell’Azienda USL. Il personale di cui è dotato l’Ente per svolgere le funzioni relative all’adozione nazionale ed internazionale è:

• n° 1 Assistente Sociale • n° 1 Psicologo

Nel territorio del Distretto di Lugo, l’équipe centralizzata è collocata nell’Area Famiglia e Minori del Servizio Sociale ed è formata da:

• n°1 Assistente Sociale • n°1 Psicologo

Nel Distretto di Ravenna, l’équipe centralizzata ha sede nel Consorzio per i Servizi Sociali. Il personale di cui è dotato l’Ente per svolgere le funzioni relative all’adozione nazionale ed internazionale è:

• n°1 Assistente Sociale coordinatrice del settore adozioni • n°5 Assistenti Sociali impegnate sia nelle indagini psico -sociali che nel post adozione • n°2 Psicologi dell’A.USL di Ravenna, assegnati formalme nte al Settore Adozioni del

Consorzio per i Servizi Sociali Di seguito è riportato un schema sull’organizzazione delle équipes centralizzate suddivise per Distretto:

DISTRETTO ENTE DELEGATO COMUNI COINVOLTI EQUIPES Distretto di Ravenna Consorzio Servizi

Sociali

Ravenna Russi Cervia

n° 1 A.S. coordinatore n° 5 Assistenti Sociali n° 2 Psicologi

Distretto di Lugo A.USL di Lugo Area Fmiglia e Minori del Servizio Sociale

Lugo Alfonsine Bagnacavllo Conselice Cotignola Fusignano Bagnara S.Agata sul Santerno Massalombarda

n° 1 Assistente Sociale n° 1 Psicologo

Distretto di Faenza Servizi Sociali Associati dei Comunni di Riolo Terme, Faenza e Solarolo

Faenza Brisighella Castelbolognese Riolo Terme Casola valsenio Solarolo

n° 1 Assistente Sociale n° 1 Psicologo

2.1. Il metodo di lavoro delle équipes: l’indagine psico-sociale ed il post adozione

Le metodologie e gli strumenti di lavoro attuati dai servizi territoriali di riferimento, per quanto riguarda le indagini psico-sociali e le linee di intervento sono sostanzialmente aderenti a quelle indicate nella direttiva regionale. Nelle linee di indirizzo della Regione Emilia-Romagna viene valorizzata, in particolare, l’importanza dell’indagine psico-sociale intesa come una approfondita analisi delle caratteristiche psicologiche, sociali e relazionali dei candidati. Viene anche evidenziata la modalità di conduzione dei colloqui, di come questo percorso debba essere compiuto congiuntamente da Assistente Sociale e Psicologo, salvo esigenze particolari di tipo tecnico che richiedono la presenza di uno solo di questi professionisti.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 198

Più specificatamente, nelle diverse zone sociali del territorio provinciale, la metodologia di lavoro dell’équipe nell’indagine psico-sociale è risultata essere la seguente:

• zona sociale di Ravenna: l’indagine psico-sociale viene effettuata dall’A.S. con la collaborazione dello Psicologo. Si esplica in colloqui tesi ad acquisire elementi di conoscenza sulla relazione personale, famigliare e sanitaria degli aspiranti adottivi, sul loro ambiente sociale, sulle motivazioni che li determinano, sulle loro capacità di rispondere in maniera adeguata alle esigenze di un bambino in stato di abbandono. Gli incontri effettuati sono mediamente sei e sono svolti presso la sede dei servizi territoriali. Viene effettuata, inoltre, una visita domiciliare al fine di comporre un quadro che sia il più possibile completo. Il percorso dell’istruttoria si esplica in un periodo di 4 mesi circa, che si conclude con una relazione psico-sociale descrittiva degli elementi acquisiti al fine di una valutazione che viene inviata al Tribunale per i Minorenni.

• zona sociale di Lugo: il primo colloquio viene solitamente svolto congiuntamente da Psicologo e Assistente Sociale. In seguito sono solitamente previste due aree di valutazione distinte nel proseguimento d’istruttoria:

- indagine sociale di pertinenza dell’Assistente Sociale che comprende anche la visita domiciliare a fine istruttoria;

- indagine psicologica di pertinenza dello psicologo. I colloqui relativi alle due aree di indagine vengono di norma condotti disgiuntamente dai due operatori. Tale metodologia può, però, variare rispetto alle singole situazioni ed in base alla valutazione dei due operatori che possono concordare un percorso congiunto per la due aree d’indagine. Uno o più momenti integrati di riflessione da parte dei due operatori e l’intreccio delle due valutazioni permettono poi di predisporre la relazione psico-sociale da inviare al Tribunale per i Minorenni.

• zona sociale di Faenza: l’Assistente Sociale e lo Psicologo effettuano congiuntamente i colloqui e la visita domiciliare. Lo Psicologo si riserva di effettuare ulteriori approfondimenti (colloqui, test..). La relazione conclusiva è condivisa tra i due operatori e viene letta alla coppia prima dell’invio al Tribunale per i Minorenni.

Per ciò che concerne il post adozione, ovvero l’accompagnamento dei nuclei adottivi, gli indirizzi regionali indicano una serie di obiettivi/azioni che integrino gli aspetti di sostegni e controllo per favorire il benessere e l’ottimale integrazione del bambino e della famiglia, per la prevenzione di adozioni conflittuali e fallimenti adottivi. Nel nostro territorio, relativamente al post-adozione si delinea il seguente percorso: durante il primo anno di ingresso del minore nella nuova famiglia, il servizio sociale esplica una funzione di accompagnamento e di monitoraggio sulla situazione tramite incontri con la coppia presso la sede dei servizi territoriali e visite domiciliari. La funzione di accompagnamento è finalizzate a favorire l’inserimento del minore nel nuovo contesto famigliare e sociale. Gli interventi sono rivolti ad assicurare un sostegno adeguato alle necessità sociali, educative, sanitarie emergenti dall’analisi dell’impianto tra il bambino e la nuova situazione, in particolare per aiutare le coppie a sostenere il percorso di adattamento del bambino all’interno e all’esterno del nucleo familiare. Particolare cura si è data all’integrazione nel contesto scolastico e, a seconda delle necessità, coinvolgendo altri specialisti (psicologici, neuropsichiatri infantili, medici). Al termine del 1° anno di ingresso del bambino nella nuova famiglia, il servizio sociale invia una relazione al Tribunale per i Minorenni sull’andamento dell’inserimento, segnalando le eventuali difficoltà per opportuni interventi. Per quanto riguarda l’adozione internazionale il servizio sociale, in base a richieste di alcuni Stati stranieri invia relazioni di aggiornamento periodico (ogni 6 mesi), per alcuni anni successivi all’ingresso del minore nella famiglia.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 199

I riferimenti delle équipes centralizzate presenti sul territorio provinciale: Ente titolare o delegato delle

funzioni di tutela minori Sede amm.va

Responsabile Area Minori

telefono e-mail fax

Sedi accesso alla prima informazione

referente, n° telefono

Sedi di svolgimento indagine psico-sociale

A.USL di Ravenna Cso Garibaldi, 41 48022 Lugo

A.S. Rosanna Foscari C.so Gribaldi, 41 48022 Lugo tel. 0545/903585 fax 0545/903591 [email protected]

Servizio Sociale C.so Gribaldi, 41 48022 Lugo tel. 0545/903577 fax 0545/903591

Servizio Sociale C.so Gribaldi, 41 48022 Lugo tel. 0545/903577 fax 0545/903591

Servizi Sociali Associati dei comuni di Faenza Piazza del Popolo, 31 _ 48018 Faenza

Dott.ssa Carla Gaddoni P.zza San Rocco, 2 48018 Faenza tel. 0546/602451 fax 0546/602449 [email protected]

Servizio Sociale Area Infanzia età evolutiva e genitorialità P.zza San Rocco, 2 48018 Faenza tel. 0546/602453 fax 0546/602449 [email protected]

Servizio Sociale Area Infanzia età evolutiva e genitorialità P.zza San Rocco, 2 48018 Faenza tel. 0546/602453 fax 0546/602449 [email protected]

Consorzio per i Servizi Sociali P.zza Caduti per la libertà, 21 48100 Ravenna

Dott.ssa Roberta Giacci P.zza Caduti per la libertà, 21 48100 Ravenna tel. 0544/249133 fax 0544/249149 [email protected]

Centro per le Famiglie P.zza Caduti per la libertà, 21 48100 Ravenna tel. 0544/249147 fax 0544/249149 [email protected]

Sedi del territorio presso le circoscrizioni ed i Comuni (5 sedi)

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 200

3. Il Piano Pluriennale

Nel quadro di questo piano pluriennale relativo al programma “Adozioni nazionali e internazionali” nell’ambito provinciale di Ravenna si intendono delineare gli obiettivi strategici e le priorità che guideranno la completa implementazione organizzativa e dei processi che vedono coinvolti gli operatori, la cittadinanza, le coppie aspiranti all’adozione, gli Enti autorizzati, le associazioni familiari che nella realtà provinciale costituiscono il tessuto sociale intorno a cui si realizza tale programma. Non meno significativo rispetto all’impianto programmatorio proposto dalla deliberazione regionale n.615/04, risulta essere l’integrazione tra programmazione provinciale e i Piani di Zona con particolare riferimento all’area delle responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei minori al fine di realizzare una concreta ed unitaria programmazione che sostenga l’integrazione fra politiche socio sanitarie ed educative nel territorio. Tali processi sostengono, all’interno delle politiche per l’accoglienza, il principio della sussidiarietà, sia verso gli Stati stranieri da cui provengono i bambini e che autorizzano l’adozione a seguito di una valutazione sulle possibilità di sostegno familiare nei luoghi di origine, sia interna alla rete territoriale attraverso l’intreccio delle iniziative istituzionali, tecniche, solidaristiche e di automutuo-aiuto. Il programma provinciale del prossimo triennio trova le basi nella partecipazione e condivisione di strategie ed obiettivi di tutti i soggetti istituzionali che a livello provinciale si occupano di adozione nazionale ed internazionale. Ci si riferisce in particolare alle equipe dei tre distretti della Provincia riuniti nel tavolo provinciale, alle associazioni locali impegnate nell’accoglienza e nel sostegno delle famiglie affidatarie ed adottive. Il lavoro congiunto dà la possibilità di mettere le diverse competenze al servizio di una programmazione complessiva degli interventi dei servizi interessati all’adozione nazionale ed internazionale in un’ottica di interconnessione tra la pianificazione di zona e le opportunità offerte dalla dimensione sovrazonale. Tutto questo per un piano di attuazione della normativa vigente e dei successivi atti regionali che nei prossimi anni si concretizzerà, a livello provinciale, attraverso il consolidamento e lo sviluppo di azioni, già in parte avviate, ma che ancora necessitano di una più puntuale, condivisa e diffusa implementazione:

� Sviluppare le funzioni del coordinamento tecnico provinciale attraverso un confronto allargato fra equipe zonali, Enti autorizzati e le associazioni locali di famiglie attive per l’accoglienza per coniugare il processo di omogeneizzazione delle procedure sul territorio provinciale con la promozione e il consolidamento delle attività di raccordo e di messa in rete di tutti i soggetti coinvolti;

� Consolidare i corsi di orientamento e preparazione per le coppie aspiranti all’adozione attraverso una co-progettazione con gli Enti autorizzati sottoscrittori della convenzione provinciale e del protocollo regionale e articolare la realizzazione degli stessi nelle tre sedi zonali;

� Potenziare la sfera informativa e promozionale sull’adozione con la predisposizione di materiale informativo/divulgativo, volto a diffondere nell’ambito dell’intero territorio provinciale adeguate conoscenze sui servizi preposti all’adozione, sulla normativa di riferimento, e sul percorso adottivo, attraverso la pubblicazione di una “guida adozione” e attraverso azioni di sensibilizzazione all’accoglienza;

� Realizzare l’insieme degli interventi riferibili al post-adozione al fine di assicurare, in maniera omogenea sul territorio provinciale, quelle azioni di sostegno sociale, educativo, sanitario che definiscono il percorso di accompagnamento sia della neo famiglia adottiva che del bambino nella fase assai delicata dell’adattamento reciproco interno ed esterno alla sfera familiare. Questo percorso si svilupperà attraverso sinergie definite e chiaramente

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 201

riconoscibili fra gli operatori di riferimento per ogni singola coppia, l’Ente autorizzato a cui la coppia si è rivolta, l’insieme dei servizi territoriali a carattere socio-sanitario-educativo presenti nella zona sociale e di volta in volta attivati e le associazioni familiari locali o i gruppi informali di auto e mutuo aiuto con cui le equipe centralizzate per le adozioni definiranno specifici percorsi per il post-adozione;

� Realizzare percorsi formativi, anche attraverso accordi interistituzionali e/o sovrazonali,

volti a potenziare le competenze specialistiche delle equipe centralizzate, ma orientati anche a sviluppare capacità organizzative e modalità relazionali necessarie al lavoro con i gruppi e con le associazioni, funzionali al loro sviluppo autonomo, per un complessivo processo di empowerment rispetto al quale i servizi devono poter essere in grado di assumere, a secondo delle fasi, differenti funzioni.

� Collaborare con i servizi per l’infanzia, l’adolescenza e le responsabilità familiari ed in raccordo con il sistema informativo minori (Sisa) alla definizione di una griglia comune di raccolta dati utile alla programmazione, monitoraggio e valutazione dei piani provinciali adozione e integrare ed aggiornare i siti web (sportelli sociali, informa famiglie, ecc.) con informazioni specifiche sul quadro legislativo di riferimento, sui percorsi realizzati nel territorio, sull’associazionismo presente, per quanto concerne l’ambito dell’adozione.

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4. Il PIANO PROVINCIALE: PROGRAMMA ATTUATIVO 2005

4.1 Livello di attuazione e sviluppo del sistema in tegrato dei Servizi per l’adozione Nel territorio della provincia di Ravenna insistono tre aree distrettuali-zonali facenti capo ai tre comuni capo fila Ravenna, Lugo e Faenza ciascuno dei quali aggrega, per quanto concerne la pianificazione, la programmazione e la gestione degli interventi sociali e socio sanitari, ambiti territoriali assai variegati e diversamente composti che nello specifico vedono la zona sociale di Ravenna composta da tre comuni per un totale di 181.523 abitanti; la zona sociale di Lugo composta da dieci comuni per un totale di 96.273 abitanti e la zona sociale di Faenza composta da sei comuni per un totale di 82.980 abitanti. Alle tre zone sociali fanno, quindi, capo le equipe per l’adozione che hanno già assunto la forma centralizzata nel lughese e nel faentino, mentre nel ravennate, considerata fra l’altro l’ampiezza del territorio, è ancora in atto una parziale territorializzazione per accesso, istruttorie e post adozione, mentre è attiva a livello centralizzato per la prima informazione, per la programmazione, l’omogeinizzazione degli interventi e l’organizzazione dei corsi di formazione per coppie adottive. E’ in fase di realizzazione una più chiara centralizzazione di tutte le funzioni previste dalle direttive regionali che presumibilmente vedrà per Ravenna una equipe centralizzata con una parziale articolazione dei punti di accesso per le coppie e di cui si riferirà meglio nel report previsto dalla Regione per il giugno 2006. In questa fase di coesistenza fra il vecchio ed il nuovo modello di intervento per l’adozione nazionale ed internazionale nell’ambito provinciale di Ravenna, i servizi hanno comunque garantito l’assolvimento degli obblighi di legge ed istituzionali e risposto tempestivamente e, senza liste di attesa, alle richieste pervenute dalle coppie aspiranti all’adozione. Prima informazione La prima informazione alla coppia aspirante all’adozione nazionale o internazionale è stata garantita nei tre territori sia dalle equipe centralizzate che dal servizio sociale minori, territorialmente competente in base alla residenza dei coniugi, che dai Centri per le famiglie di Ravenna e di Lugo. Nel corso di uno o due incontri viene data alla coppia ampia informazione sulla normativa vigente, sulle procedure, sugli Enti autorizzati per offrire la possibilità di orientarsi meglio; vengono, inoltre date informazioni su altre forme di solidarietà possibili nei confronti di minori in difficoltà. La preparazione delle coppie In attesa del prossimo avvio dei corsi di formazione per le coppie adottive, l’indagine psico-sociale viene effettuata dagli operatori, assistenti sociali e psicologi a ciò destinati e si esplica in colloqui tesi ad acquisire elementi di conoscenza sulla relazione personale, famigliare e sanitaria degli aspiranti adottivi, sul loro ambiente sociale, sulle motivazioni che li determinano, sulle loro capacità di rispondere in maniera adeguata alle esigenze di un bambino in stato di abbandono. Viene effettuata, inoltre, una visita domiciliare al fine di comporre un quadro che sia il più possibile completo. Il percorso di istruttoria si esplica in un periodo di quattro mesi circa, che si conclude con una relazione psico-sociale, congiunta, descrittiva degli elementi acquisiti al fine di una valutazione che viene inviata al Tribunale per i Minorenni. L’ipotesi organizzativa dei corsi, ormai pienamente definita ed in fase di avvio concreto, ha comportato un’attività condivisa tra le equipe tecniche e gli Enti autorizzati che prevede l’avvio di tre corsi, ciascuno di quattro moduli di tre ore circa, così articolati: 1. Modulo: Aspetti sociali e giuridici dell’adozione; relatori 1 assistente sociale e 1

rappresentante di Ente Autorizzato; 2. Modulo: Il bambino che viene adottato: bisogni, aspettative. La coppia adottiva: difficoltà e

risorse; relatori 1 Assistente sociale, 1 psicologo AUSL 3. Modulo: Le differenze etico-culturali e l’accoglienza del bambino nella famiglia; relatori 1

assistente sociale; 1 rappresentante di Ente Autorizzato 4. Modulo: L’integrazione del bambino adottato nel nuovo nucleo familiare;1 assistente sociale, 1

psicologo AUSL

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 203

Per la realizzazione dei corsi il Servizio sociale minori di Lugo non è, al momento, in grado di fornire personale, mentre Faenza ha messo a disposizione 1 assistente sociale, Ravenna ha individuato 3 assistenti sociali e 1 psicologo dell’AUSL Accompagnamento dei nuclei adottivi, il post-adozione Durante il primo anno d’ingresso del minore nella nuova famiglia, il servizio sociale esplica una funzione di accompagnamento e di monitoraggio sulla situazione tramite incontri con la coppia presso la sede dei servizi territoriali e visite domiciliari. La funzione di accompagnamento è finalizzata a favorire l’inserimento del minore nel nuovo contesto famigliare e sociale. Gli interventi sono rivolti ad assicurare un sostegno adeguato alle necessità sociali, educative, sanitarie emergenti dall’analisi dell’impatto tra il bambino e la nuova situazione, in particolare per aiutare le coppie a sostenere il percorso di adattamento del bambino all’interno e all’esterno del nucleo familiare. Particolare cura si è data all’integrazione nel contesto scolastico e, a seconda delle necessità, coinvolgendo altri specialisti (psicologi, neuropsichiatri infantili, medici). Al termine del primo anno di ingresso del bambino nella nuova famiglia, il servizio sociale invia una relazione al tribunale per i Minorenni sull’andamento dell’inserimento, segnalando le eventuali difficoltà per opportuni interventi. Per quanto riguarda l’adozione internazionale il servizio sociale, in base a richieste di alcuni stati stranieri invia relazioni di aggiornamento periodico (ogni 6 mesi), per alcuni anni successivi all’ingresso del minore nella famiglia. 4.2 Interventi e priorità del Programma Attuativo A nnuale Il programma attuativo annuale prevede la piena centralizzazione delle equipe, il consolidamento dei corsi di formazione per coppie adottive, l’avvio del processo integrato di accompagnamento per il post adozione, la programmazione di un percorso formativo per gli operatori delle equipe centralizzate. Completamento del processo di centralizzazione delle equipe Nel distretto di Ravenna si andrà alla nuova organizzazione della équipe centralizzata per le adozioni costituita attualmente da 5 assistenti sociali (di cui una referente) dipendenti del Consorzio per i Servizi Sociali e da 2 psicologi dipendenti dell’Azienda USL di Ravenna. Gli operatori dell’équipe centralizzata con sede a Ravenna (presso il Consorzio Servizi sociali) si riuniranno periodicamente al fine di:

� definire le modalità organizzative e metodologiche del servizio; � favorire l’integrazione interpersonale � monitorare i tempi e le criticità nelle diverse fasi del percorso adottivo; � individuare azioni comuni; � elaborare iniziative di informazione , formazione. � mantenere costanti contatti con le équipe degli altri 2 distretti provinciali.

Per realizzare un’adeguata informazione ed una buona accessibilità da parte delle coppie interessate all’adozione si ritiene debbano essere mantenute territorialmente alcune sedi, dislocate nel territorio, nelle quali le équipes effettueranno la presa in carico delle coppie, l’indagine psico sociale e dove si assicurerà il progetto di accompagnamento post adozione.

Consolidamento dei corsi di formazione per coppie adottive Il recente avvio dei corsi consentirà, attraverso i questionari di gradimento predisposti per le coppie partecipanti, di disporre feed–back utili per comprendere la validità della proposta e, quindi, attraverso una valutazione in itinere, tarare l’organizzazione dei corsi ed i loro contenuti alle reali esigenze dei diversi attori coinvolti, innanzitutto le coppie aspiranti all’adozione. Nel corso del 2006 si prevede l’organizzazione di 6 corsi distribuiti nell’intero territorio provinciale e comunque quanti se ne rendessero necessari sulla base delle richieste pervenute ed al fine di non costituire liste d’attesa, salvo i tempi necessari per raggiungere il numero minimo di coppie per l’avvio di un corso. Si ritiene di grande importanza, per poter garantire continuità all’intero percorso che ogni coppia dovrà affrontare fino alla piena integrazione del bambino nella nuova famiglia e nel contesto,

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mantenere attivi contatti e collaborazioni con le associazioni locali e le famiglie disponibili che hanno già compiuto lo stesso percorso, presenti nei tre territori provinciali. Sono presenti, infatti, nelle realtà territoriali gruppi di automutuo-aiuto (famiglie per l’accoglienza) che accompagnano sia la fase che precede l’istruttoria psico-sociale, che il post adozione, con essi e con altri attori sociali eventualmente costituitisi a seguito delle iniziative di sviluppo locale e di promozione sociale curate in seno al programma adozioni, si svilupperanno iniziative ed incontri a supporto delle famiglie che iniziano il percorso. Avvio del processo integrato di accompagnamento per il post adozione L’arrivo del bambino nel nucleo adottivo è un momento particolarmente delicato che necessita di nuovi e ulteriori confronti. Si ritiene, quindi, prioritario omogeneizzare nel territorio provinciale le modalità di accompagnamento delle coppie nel percorso post adottivo per fornire risposte competenti sulle situazioni didattiche e sociali che chiamano in causa le appartenenze famigliari e culturali dei singoli bambini. Così come sottolinea il protocollo regionale risulta fondamentale che il sistema integrato dai Servizi per l’adozione sia in grado di assumere in questa fase, da un lato la responsabilità di un accompagnamento personalizzato della nuova famiglia costituitasi, secondo le diverse esigenze che in essa si esprimono, dall’altro la capacità di fungere da ponte fra il sistema dei servizi sociali di cui alla programmazione zonale e i contesti sociali, le famiglie adottive di più lunga esperienza, al fine di pervenire al raggiungimento dei due macro-obiettivi altamente significativi, indicati dalle direttive regionali di:

� integrare fra loro gli interventi di sostegno e quelli di controllo per favorire il benessere e l’ottimale integrazione del bambino e della famiglia.

� Prevenire il crearsi di condizioni difficili e conflittuali che potrebbero determinare esperienze fallimentari per i bambini e per gli adulti coinvolti.

Questo programma attuativo intende, pertanto, potenziare la rete esistente ed ampliare connessioni e collegamenti con i gruppi di lavoro permanenti, le figure di sistema, l’associazionismo familiare attivo nel territorio e presente nella programmazione zonale, al fine di impostare attraverso l’intera rete dei servizi, un percorso di accompagnamento per le famiglie adottive in grado di comprendere, pur nelle sue diverse articolazioni:

• Un “Progetto di accompagnamento” individualizzato • L’attivazione dei corsi di sostegno. • La più ampia integrazione possibile dei bambini adottati e delle loro famiglie nei

contesti sociali di arrivo. Per quanto riguarda il progetto di accompagnamento, l’integrazione fra i servizi territoriali ed Enti Autorizzati è basilare per affrontare le eventuali criticità che possono manifestarsi nella fase della formazione del nuovo nucleo. L’attività di controllo e di sostegno si concretizza in un organico e flessibile progetto di accompagnamento, elaborato dai servizi territoriali durante l’anno di affidamento preadottivo (per quanto riguarda l’Adozione nazionale) e concordato e cogestito dai servizi territoriali con gli Enti Autorizzati per le adozioni internazionali. Nel progetto di sostegno deve essere prevista un’attenzione particolare per il monitoraggio e l’integrazione scolastica del bambino, volta a curare il rapporto con gli insegnanti ed eventualmente aiutarli per realizzare una piena accoglienza del bambino adottato. La realizzazione di corsi di sostegno per le famiglie adottive è uno degli obiettivi prioritari che sarà implementato a far corso da questo programma annuale al fine di favorire confronti di esperienze e vissuti, analisi condivise dei nodi critici e delle possibile vie di uscita fra i diversi nuclei adottivi per un sostegno complessivo e integrato alle coppie. Il confronto nel gruppo sarà favorito dalle figure professionali che assumeranno la funzione di conduttori ed esperti e, quindi, non solo di facilitatori della comunicazione, ma di tecnici in grado di offrire contributi conoscitivi, interpretativi ed esperienziali, utili per aiutare i genitori a fronteggiare l’impatto con una nuova fase della loro vita e con un bambino, portatore di esperienze difficili più o meno protratte, ancora poco conosciuto. La formazione degli operatori L’impostazione organizzativa e contenutistica che le nuove leggi impongono, richiede una continua formazione degli operatori per migliorare l’efficacia operativa.

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Si ritiene opportuno in questa fase organizzare: � moduli formativi per qualificare in particolare l’intervento degli operatori nello svolgimento

delle indagini psico sociali; � laboratori di approfondimento per favorire la promozione e la conduzione dei corsi di

preparazione alle coppie e dei gruppi di sostegno nel post adozione. 5. IL TAVOLO DI COORDINAMENTO TECNICO-POLITICO Il tavolo di coordinamento tecnico-politico dei Piani di Zona riferito alle politiche di accoglienza e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza – adozione nazionale ed internazionale - è composto da: Assessore Provinciale alle Politiche Sociali e Sanitarie, Assessori alle Politiche Sociali dei Comuni di Ravenna, Faenza e Lugo, Presidente e Direttore del Consorzio per i Servizi Sociali, Uffici di Piano delle zone sociali di Ravenna, Faenza e Lugo (integrato dai tecnici che seguono i minori), Direttori dei Distretti Socio-Sanitari di Ravenna, Faenza e Lugo, Associazioni del terzo settore che seguono il tema delle adozioni. 6. L’ ENTE CAPOFILA Si conferma l’individuazione del Consorzio per i Servizi Sociali quale Ente capofila per la realizzazione delle azioni previste nel presente Programma Attuattivo. Tale proposta tiene conto sia della valutazione che nel nostro territorio provinciale sono presenti tre équipes centralizzate sia della valutazione che il Consorzio è l’ente meglio dotato di personale dedicato alla competenza in materia di adozione. Esso dovrà garantire, in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, la rilevazione del fabbisogno formativo, la programmazione dei corsi e l’attivazione dei gruppi di formazione per le coppie aspiranti all’adozione, attivando con gli Enti autorizzati le dovute convenzioni per cui allo stesso saranno poste in capo le risorse disponibili. 7. LE RISORSE ECONOMICHE Per la realizzazione del Programma Attuativo si utilizzeranno i fondi stanziati dalla Regione Emilia-Romagna, assegnati a questa Provincia con determinazione del Responsabile del servizio politiche familiari, infanzia, adolescenza n. 18607 del 20/12/2004, pari a €. 19.436,81 ed il cui impiego avverrà secondo quanto individuato nel precedente punto sub 6. A queste risorse assegnate dalla Regione, saranno assommati € 10.000,00 come risorse proprie della Provincia, e da questa direttamente gestite in forza di separati ed idonei procedimenti, per implementare i rapporti con le Associazioni familiari che seguono il tema dell’adozione, attraverso varie iniziative che saranno individuate successivamente all’interno del Tavolo tecnico provinciale quali, ad esempio, convegni e seminari pubblici.

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Provincia di Ravenna

PROGRAMMA PROVINCIALE PER LA PROMOZIONE DELLE POLITICHE DI ACCOGLIENZA E TUTE LA

DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA: AZIONI DI CONTRASTO AGLI ABUSI E DI MALTRATTAMENTO IN

DANNO AI MINORI ANNO 2005

INDICE

1. Definizione 2. Prevenzione: Considerazioni generali 2.1 Cosa fare?: Come rompere il silenzio 2.2 Cosa fare?: Come intervenire 3. I dati 4. Gli interventi finalizzati alla realizzazione di attività di contrasto all’abuso in danno a minori 5. Le azioni per contrastare e prevenire le forme d i abuso 5.1 Progetto “Mimì” 5.2 Progetto “Ascoltare i minori maltrattati o abus ati. Sostenere la genitorialità” 6. Il tavolo di coordinamento tecnico-politico 7. I costi e gli Enti Capofila 8. Scheda intervento Progetto “Mimì” 9. Scheda intervento Progetto “Ascoltare i minori m altrattati o abusati. Sostenere la genitorialità”

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 207

1. DEFINIZIONE Il fenomeno dell'abuso e del maltrattamento ai minori è un fenomeno fortemente sommerso, difficile da mettere in evidenza e a seconda del modo in cui lo si osserva espone e rivela tutta una serie di caratteristiche che lo connotano e lo evidenziano nella sua drammaticità. L'attuale momento sociale e culturale dà maggiore attenzione al fenomeno degli abusi, un fenomeno che è stato così definito dal Congresso d'Europa nel 1981 "quell'insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua integrità corporea e al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono: la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino". La Legge dello Stato del 15.02.96 n° 66 "Norme contr o la violenza sessuale" ha avuto una fondamentale importanza nella tutela del minore vittima di abuso sessuale. Le disposizioni che da essa discendono hanno favorito e permesso uno strumento più adeguato per contrastare il fenomeno e innescato, in tema di abuso, una cultura della tutela. Sul piano clinico per abusi all'infanzia si intendono diverse forme: 1) maltrattamento - fisico e psichico 2) abuso sessuale - extrafamiliare

- intrafamiliare 3) patologia delle cure - incuria

- discuria - ipercura

L'abuso rappresenta un fenomeno ancora fortemente sommerso. I dati Censis 1998 indicano un rapporto tra emerso e sommerso evidenziando l'alta percentuale dei casi sommersi rispetto a quelli rivelati. Il fenomeno dell'abuso oltre che sommerso rimane attualmente ancora un fenomeno poco conosciuto e mascherato ed è quindi difficile fare valutazioni epidemiologiche attendibili del fenomeno. Tali caratteristiche richiedono di lavorare con l'obiettivo di abbassare la soglia di sensibilità e attenzione da parte del mondo degli adulti sugli indicatori di rischio, per essere più efficaci nella prevenzione e competenti nell'intervento di individuazione precoce delle situazioni a rischio. EZIOLOGIA L'abuso dell'infanzia è l'espressione di un disagio. Inoltre, è un fenomeno che evidenzia una eziologia multifattoriale. Sono diversi i fattori che entrano in campo: fattori di tipo culturale, familiare e sociale. Tra i fattori culturali, assumono un peso rilevante gli atteggiamenti culturali verso la violenza, la punizione, l'educazione. I fattori sociali che implicano rischio di abuso sono rappresentati da quei contesti che possono esporre i bambini ad essere vittime di abuso; negli studi clinici di tipo retrospettivo, si evidenzia un profilo di elementi multifattoriali caratterizzanti le famiglie incestuose, quali per es.:

− culture familiari tendenzialmente chiuse, in cui tutto deve avvenire all'interno della famiglia, sono generalmente famiglie con una ideologia di tipo endogamico;

− famiglie isolate; − famiglie in contesti di emarginazione sociale o in situazione di abbandono; − relazione conflittuale nella coppia parentale; − genitori con psicopatologie; − genitori che nella loro infanzia sono stati bambini abusati (catena della violenza); − bambini con fragilità, vulnerabilità che li predispone ad essere oggetto di abuso

intrafamiliare o extrafamiliare. Gli indicatori di rischio sopra riportati costituiscono condizioni dove possono nel tempo, con alta probabilità, realizzarsi situazioni di abuso.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 208

Un ulteriore dato è rappresentato dal fatto che gli abusi intrafamiliari vengono consumati anche in famiglie di livelli sociali ed economici elevati, ma sono presenti maggiori possibilità di occultamento. E' pertanto fondamentale conoscere gli indicatori di rischio, ma soprattutto è "importante migliorare la sensibilità e la competenza emotiva e relazionale a individuare i segnali di disagio" (Daniela Bruno). 2. PREVENZIONE: CONSIDERAZIONI GENERALI Si è registrato negli ultimi anni un aumento delle segnalazioni dei casi di abuso ai minori, ciò è probabilmente dovuto a diversi fattori tra loro interagenti: • senza dubbio l'introduzione della L. 66/96 "Norme contro la violenza sessuale" ha

essenzialmente meglio precisato i diritti dei minori in tema di sessualità, ulteriormente integrata dalla L. 3.08.1998 n° 269 "Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di riduzione in schiavitù;

• attualmente, si sta assistendo ad una trasformazione culturale che vede la caduta di tabù e di remore a rivelare esperienze inerenti la sfera sessuale;

• gli organi di informazione, i mass media hanno costituito un efficace strumento per far conoscere a tutti la possibilità di far cessare situazioni di abuso ricorrendo alla denuncia in sede penale. Inoltre la cautela, l'attenzione alla riservatezza, l'adesione alla "Carta di Treviso", se rispettate, sottolineano una cultura della tutela e del rispetto della dignità del minore. I mass media veicolano messaggi forti che incidono sugli atteggiamenti culturali a livello di massa e possono rappresentare pertanto punti di attenzione importanti sul piano preventivo;

• tra i modelli educativi presenti va considerato l'atteggiamento conflittuale tra maschi e femmine ed è importante aprire una riflessione sui modelli culturali del maschile e del femminile, e favorire la crescita di un confronto. Importanti aspetti di civiltà sono rappresentati dai temi sulla differenza intesa come complementarietà e sulle pari opportunità tra uomo e donna. Ciò rappresenta un lento e graduale processo di acquisizione simbolica nell'identità maschile e nell'identità femminile, che necessita di supporto educativo a tutti i livelli. La sfida oggi non consiste forse nel creare nuove libertà, ma nel consolidare il diritto soggettivo/relazionale a un buon rapporto con il corpo, con le proprie inesperienze e con le proprie esperienze sessuali.

• altrettanto importante è educare alle relazioni positive intervenendo: - sulla costruzione dei livelli di sicurezza personale; - sulla capacità di accettazione dei rifiuti e delle frustrazioni che accompagnano il rapporto

con gli altri; - sull'attenzione alla convivenza familiare; - sull'aiutare a vivere il proprio corpo come momento di comunicazione e come strumento di

relazione; - sulla conoscenza del funzionamento sessuale e delle possibilità di attivare gli aspetti di

gioco e di relazione della sessualità nel rapporto col "corpo dentro" e il "corpo fuori" e gli spazi della tenerezza, della sessualità, della fertilità, per favorire il vivere la sessualità come confronto e come incontro.

• a livello sociale, in senso generale, l'infanzia è certamente "in cima ai pensieri" per i genitori, la scuola. Si assiste però all'accentuarsi della dimensione della preoccupazione nella relazione con il figlio; poco spazio assume invece la dimensione dell'attenzione nei confronti dei bisogni di sviluppo, dei tempi del bambino. Complessivamente sembra che il mondo degli adulti sia più preoccupato, che attento ai bisogni dell'infanzia. Il bambino è di conseguenza più esposto a costituire un oggetto con cui ci si relaziona, anziché un soggetto con cui stabilire un rapporto di attenzione e di comunicazione.

L'intervento preventivo in tema di abuso implica un raccordo tecnico tra forze diverse che a diverso titolo si occupano di infanzia.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 209

Rispetto alle note generali precedentemente accennate, sul piano operativo diventa indispensabile effettuare una ricognizione su ciò che nel nostro territorio viene svolto e in particolare focalizzando l'attenzione su: 1. contenuti e progetti relativi all'impianto generale di lavoro sull'educazione alla salute orientata

ai servizi educativi e alla scuola; 2. interventi sulla famiglia: progetti di supporto alle funzioni genitoriali, altre progettualità relative

al tempo libero…(centri per le famiglie, consultori familiari, aggregazioni spontanee, associazioni…).

Ciò essenzialmente per cogliere gli attuali profili operativi di progetti che potrebbero già intervenire sul piano culturale, educativo, di supporto in relazione agli atteggiamenti verso la violenza, la punizione, l'educazione… aspetti rilevanti in tema di abuso. Oggi, è inoltre forse più fattibile intervenire sull'individuazione precoce e sugli interventi di contenimento del danno secondo le linee di sviluppo di seguito sintetizzate.

2.1 Cosa fare?: come rompere il silenzio

• La prevenzione nella scuola rappresenta un investimento importante e molto ricco. Gli insegnanti hanno più contatti con i bambini, spesso in misura maggiore rispetto ai genitori e hanno una maggiore possibilità di prevenzione e di rilevamento degli abusi, specie nella scuola materna e nella scuola elementare. Gli insegnanti hanno una maggiore possibilità di individuare precocemente i segnali di rischio, i segni di abuso conclamato. Per fare questo è importante avviare con gli insegnanti percorsi formativi orientati a migliorare l'osservazione degli indicatori di rischio di abuso nei bambini.

• Un'altra tipologia di professionisti come quella dei pediatri è molto importante per la rilevazione precoce degli indicatori di rischio relativi al genitore oltre che al bambino.

• Miglioramento di un dialogo operativo tra istituzioni diverse ed altri enti, associazioni, cooperative che a diverso titolo sono impegnate nel mondo dell'infanzia, orientato a un'attività di prevenzione intesa come miglioramento dell'individuazione precoce dei casi a rischio.

2.2 Cosa fare?: Come intervenire

• Miglioramento dell'intervento clinico: diagnosi e terapia. Interrompere la catena della violenza: nella quasi totalità dei genitori abusanti c'è una storia di bambini abusati. Il genitore abusante è patologico e perverso. Il bambino abusato soffre e sviluppa difese contro l'angoscia, la vergogna, il senso di colpa, la depressione… ed è esposto a divenire lui stesso psicopatologico. E' molto elevata la probabilità che diventerà egli stesso un genitore abusante. E' importante allora agire sia nei confronti del genitore psicopatologico e perverso, sia nei confronti del bambino che presenta una psicopatologia.

• Miglioramento della rete professionale di intervento tra servizi sanitari, con protocolli di lavoro, linee guida finalizzate al miglioramento della competenza diagnostica e terapeutica nonché alla capacità di tutela e di protezione del minore nella sinergia con il Servizio Sociale e nel raccordo fondamentale con l'Autorità Giudiziaria.

• Attuazione delle linee guida, implementazione protocolli nella scuola e tra quest'ultima e l'Autorità Giudiziaria e i servizi dell'A.Usl (raccolta segnalazioni, valutazione degli indicatori che possono individuare situazioni di pregiudizio, rischio o danno).

• Implementazione di un sistema di raccolta dati che permetta una migliore analisi del fenomeno.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 210

3. I DATI

SERVIZI SOCIALI

ANNO 2002

ANNO 2003

Minori in carico al 31.12.2003 Totali Minori in car ico

nell’anno (dato di flusso)

Ravenna

Lugo

Faenza

Totale AUSL

Ravenna

Lugo

Faenza

Totale AUSL

Ravenna

Lugo

Faenza

Totale AUSL

Minori in carico per abuso sessuale

6

6

3

15

15

13

11

39

16

nuovi 8

13 nuovi 8

13

nuovi 5

42

nuovi 21

Minori non abusati ma facenti parte di un nucleo abusante/maltrattante

27

12

7

46

33

11

14

58

37

11

18

66

FATTORI DI RISCHIO Minori in carico suddivisi per problematica familiare

• Nucleo abusante e maltrattante

33

18

8

59

46

20

10

76

51

20

10

81

• Nucleo con gravi conflittualità

214

136

73

423

243

151

64

458

269

185

64

518

SERVIZI SOCIALI

ANNO 2004

Minori in carico al 31.12.2004 Totali Minori in carico nell’anno (dato di flusso)

Ravenna

Lugo

Faenza

Totale AUSL

Ravenna

Lugo

Faenza

Totale AUSL

Minori in carico per abuso sessuale

23 nuovi

9

11

nuovi

5

10

nuovi 1

44

nuovi 15

26

nuovi 9

14

nuovi 5

12

nuovi 1

52

nuovi 15

Minori non abusati ma facenti parte di un nucleo abusante/maltrattante

39

6

8

53

44

6

10 nuovi

2

60 Nuovi

2

FATTORI DI RISCHIO Minori in carico suddivisi per problematica familiare

• Nucleo abusante e maltrattante

55

13

14

82

62

15

15

92

• Nucleo con gravi conflittualità

289

150

124

563

310

174

132

616

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 211

Preoccupante è il dato relativo ai minori inseriti nei nuclei le cui relazioni interfamiliari sono connotate da gravi conflittualità. Nei casi caratterizzati dalle contese e dalla strumentalizzazione più o meno consapevole dei figli, viene attuata quella forma di maltrattamento psicologico ritenuta dagli esperti come la forma più diffusa di violenza di un adulto verso un bambino. Come si evidenzia nella tabella, assistiamo, anche nella nostra Provincia, ad un aumento del numero dei minori in carico ai servizi per abuso sessuale (da 42 casi in carico nel 2003 a 52 casi nel 2004). 4. GLI INTERVENTI FINALIZZATI ALLA REALIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI CONTRASTO ALL’ABUSO IN DANNO A MINORI TABELLA 1

Zone sociali di Ravenna, Lugo, Faenza - Anno 2004 A. Gruppo Tecnico Aziendale

Impianto organizzativo:

SI NO

Integrato X � Di dimensione interdistrettuale X �

Figure professionali presenti nel Gruppo Tecnico : Assistente sociale x Psicologo x Neuropsichiatra infantile x Pediatra di libera scelta, di comunità ed ospedaliero

x

Ginecologo ospedaliero e territoriale

x

Esperto giuridico (in fase formativa)

x

Medico Pronto soccorso x Medico Legale x Dipartimento salute Mentale

x

Sert x

Funzioni del Gruppo Tecnico: Formazione/programmazione : interventi formativi a carattere aziendale e interistituzionale

x

Osservatorio : rilevazione ed analisi dei dati sul fenomeno abuso/maltrattamento

x

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 212

B. Nuclei Operativi Distrettuali Figure professionali presenti:

Livello Territoriale Assistente sociale x Psicologo x Neuropsichiatra infantile x Pediatra di comunità x

Livello Ospedaliero Pediatra x Ginecologo x Medico pronto soccorso x

Per entrambi i livelli sono previste le figure professionali del Medico Legale e dell’Esperto giuridico (in fase formativa).

Funzioni dei Nuclei Operativi Distrettuali: Supporto scientifico alla presa in carico x Supporto clinico alla presa in carico x Progetto articolato x Supervisione nell’esecuzione del progetto x Collaborazione con i servizi territoriali x Collaborazione con l’autorità giudiziaria x

Modalità organizzative Incontri periodici del gruppo tecnico aziendale Incontri periodici dei nuclei operativi distrettuali

Integrazione e forme di raccordo con i servizi di bas e I nuclei operativi distrettuali, nell’ambito della propria competenza territoriale, definiscono il calendario degli incontri (mensili o bimensili) con gli operatori dei servizi di base per supporto, chiarificazione e confronto relativamente alle situazioni evidenziate (nuove segnalazioni/prese in carico).

Documenti di riferimento - Protocollo tra Servizi Sociali distrettuali e Servizi sanitari A.Usl di Ravenna del 28/4/99 per la gestione degli interventi integrati in area minorile; - Linee Guida dei Servizi Territoriali in tema di maltrattamento e abuso nell’infanzia e adolescenza elaborate nel 2001 dal Gruppo Tecnico aziendale.

C. Risorse presenti sul territorio

Luoghi per audizioni protette Unica sala attrezzata presso il Tribunale di Ravenna

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 213

Risorse dell’accoglienza comunitaria e familiare - Strutture residenziali per minori e adolescenti (non specifiche per la tematica in oggetto) - Famiglie disponibili all’affido.

Iniziative di formazione e sensibilizzazione attuate - percorsi formativi interistituzionali sul tema abuso/maltrattamento - incontri di supervisione clinica con formatori esterni - tavole rotonde/convegni con i Mass.- media e Magistratura - incontri di aggiornamento giuridico - è stato attivato, per una migliore informazione ai cittadini, un sito web dell’A.USL di

Ravenna con scheda argomenti suddivisa in “Maltrattamento dei bambini” e “Abuso sessuale nei confronti dei bambini”.

TABELLA 2

Gli operatori dei Nuclei Operatori per contrastare il maltrattamento del bambino

Ambito territoriale di Ravenna

Dott.ssa Valeria Montanari Pronto Soccorso tel. 0544 / 285225 - 285128 Dott. Leonardo Loroni Pediatria tel. 0544 / 285404 - 5423 Dott.ssa Flavia Rosaria Borrelli Ginecologia tel. 0544/ 285439 Dott.ssa Valeria Savoia Neuropsichiatria Infantile tel. 0544/ 287027 Dott.ssa Irene Ghirardini Pediatria di Comunità tel. 0544/ 287032

Consultorio Pediatrico tel. 0544/ 586433 Assistente Sociale Giovanna Fragapane Consorzio tel. 0544/ 410919 – 249113 - 249111 Dott. Giampiero Baldini Servizio Medicina Legale tel. 0544/ 285261- 5214

Ambito territoriale di Faenza

Dott. Luigi Bertelè Pronto Soccorso tel. 0546 / 601490 Dott. Paolo Ricciarelli Pediatria tel. 0546 / 601295 - 601220 Dott.ssa Carla Maria Teresa Isola Ginecologia tel. 0546 / 601129 - 601461 Dott.ssa Elena Attanasio Neuropsichiatria Infantile tel. 0546 / 602594 Dott.ssa Maria Luisa Fiumana Pediatria di Comunità tel. 0546 / 602564 Assistente Sociale Donatella Dalpozzo Servizio Sociale tel. 0546 / 691821 - 691812

Ambito territoriale di Lugo

Dott.ssa Maria Teresa Grilli Pronto Soccorso tel. 0545 / 214486 Dott.ssa Luana Pini Pediatria tel. 0545 / 214407 Dott.ssa Maria Cristina Selleri Ginecologia tel. 0545 / 214435 - 214440 Dott.ssa Maria Grazia Bacchini Neuropsichiatria Infantile tel. 0545/ 903575 - 3574 Dott.ssa Mirella Guerra Pediatria di Comunità tel. 0545 / 213847 Assistente Sociale Rosanna Foscari Servizio Sociale tel. 0545 / 903582

Il gruppo aziendale ha il compito di curare un’organizzazione generale, la formazione professionale per gli operatori e mantenere la collaborazione con gli altri enti: magistratura, scuola, forze dell’ordine, associazioni, comuni, prefettura, volontariato.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 214

5. LE AZIONI PER CONTRASTARE E PREVENIRE LE FORME D I ABUSO Nel quadro di questo Programma triennale relativo all’abuso, si delineano gli obiettivi strategici e le priorità che guideranno l’implementazione sia organizzativa sia dei processi che vedono coinvolti gli operatori, le scuole, le Associazioni, la Questura, il Tribunale per i Minorenni, i mass-media. All’interno di questa complessiva cornice è stato operativamente ricondotto anche il progetto curato dell’AUSL di Ravenna in tema di “maltrattamento alle donne”: una formazione che si effettuerà a settembre 2005 e coinvolgerà un gruppo interforze multidisciplinare. Per il 2005, si intende realizzare due progetti:

• il “Progetto Mimì” • il “Ascoltare i minori maltrattati o abusati. Sostenere la genitorialità”

5.1 Progetto di sperimentazione didattica denominato “PROGETTO MIMI’” Il progetto di sperimentazione didattica denominato “Progetto Mimì” è nato dalla esperienza avviata nell’anno 2001 nella Regione Lombardia, in seguito alla collaborazione tra l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione. Nella Provincia di Ravenna è proposto come progetto pilota e l’ipotesi prevede il coinvolgimento di due Istituti Comprensivi a Ravenna, uno a Lugo ed uno a Faenza.

Attuazione progetto formativo anno 2004/2005 Si è reso opportuno procedere in questa prima fase con un coordinamento tecnico provinciale e implementare un progetto formativo interforze, che coinvolgesse operatori tra loro diversi impegnati in tema di abuso e appartenenti a diverse istituzioni, associazioni, cooperative nell'ambito della provincia di Ravenna. L'intervento di formazione è rivolto a gruppi di insegnanti e operatori Azienda USL e Servizi Sociali, condotto dalla dott.ssa Daniela Bruno, che da molti anni si occupa di questi temi e collabora con centri accreditati a livello nazionale e internazionale. Lo scopo è affrontare le problematiche dell'abuso per arrivare a un linguaggio comune e a una possibilità di condividere le scelte circa gli interventi da attuare in questo settore. L'attuazione di questa fase formativa rappresenta un momento importante nel contrastare il fenomeno dell'abuso. Il percorso formativo, come sottolinea la dott.ssa Daniela Bruno, "si prefigge un triplice obiettivo:

a) la capacità di avvicinamento con la parola alla sofferenza del bambino per assumere una disponibilità all'ascolto e al dialogo; b) la capacità di contatto con la vita emotiva per comprendere ed elaborare i sentimenti propri ed altrui che possono circolare nella relazione con il bambino in difficoltà e con gli adulti attorno a lui; c) la capacità di formulare, tenere a mente e sottoporre a falsificazione o verifica l'ipotesi inquietante del maltrattamento ai danni del bambino".

I gruppi di formazione (insegnanti e operatori) si sviluppano dal mese di settembre al mese di dicembre 2005. Da gennaio 2006 fino al termine dell’anno scolastico gli insegnanti lavoreranno con i bambini. Il progetto si sviluppa secondo lo schema di seguito descritto: Fase preliminare: periodo marzo – giugno 2005 Elaborazione di un progetto pilota di formazione, condivisione del medesimo nel coordinamento provinciale e definizione dell’assetto organizzativo a livello provinciale: • individuazione delle scuole:

numero 4 Istituti comprensivi (due a Ravenna, uno a Faenza, uno a Lugo); • definizione delle classi nell’arco di età dei bambini quattro – undici anni; • raccolta delle adesioni degli insegnanti. • Ricognizione degli insegnanti aderenti al progetto: La ricognizione della disponibilità delle scuole e degli insegnanti è prevista a livello distrettuale.

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Il progetto si articola in due fasi: I^ Fase: settembre - dicembre 2005 Fase di sensibilizzazione prevede la realizzazione di un modulo di formazione di base a livello provinciale per gli insegnati che aderiscono al progetto, per gli operatori Azienda USL e Servizio Sociale del Territorio (afferenti ai nuclei operativi attivi nei Distretti di Ravenna, Faenza e Lugo). Individuazione degli esperti con le previste competenze (Associazione Synergia, CISMAI, Azienda USL e Servizi Sociali) per l’organizzazione della formazione di base (provinciale).

Il Corso di base è previsto come di seguito descritto: – Partecipanti al corso:

o Insegnanti che aderiscono al progetto; o Operatori Azienda USL “nuclei operativi abuso e maltrattamento” di Ravenna, Faenza e

Lugo; – Docenti:

o Associazione Synergia, CISMAI, operatori esperti Azienda USL e Servizio Sociale. – Contenuti:

il percorso formativo è strutturato in moduli orientati all’acquisizione di conoscenze e di competenze sul fenomeno del maltrattamento dell’abuso all’infanzia e di sensibilizzazione al problema.

I temi individuati sono i seguenti: o la scuola come luogo privilegiato di osservazione del minore:

vedere e ascoltare; o i segnali di maltrattamento e abuso; aspetti emotivi o aspetti giuridici e normativi o presentazione dell’attività didattica: ― cosa si fa con i bambini.

II^ Fase: gennaio – giugno 2006 La seconda fase prevede la realizzazione di attività didattiche in classe, guidate dalla storia a fumetti di “Mimì fiore di cactus e il suo porcospino”. La partenza di questa fase è prevista alla conclusione del percorso formativo destinato ai docenti e avrà come termine la chiusura dell’anno scolastico. Prevede, inoltre, l’individuazione e il reclutamento degli operatori esperti a livello distrettuale (nuclei operativi abuso e maltrattamento) per il coordinamento locale e supporto competente agli insegnanti impegnati nello svolgimento dell’esperienza didattica con i bambini. I “nuclei operativi“ distrettuali avranno il compito di raccogliere i materiali e la documentazione indispensabili ad una ragionata elaborazione dell’esperienza, in particolare i questionari somministrati agli insegnanti partecipanti al corso. Uno dei soggetti maggiormente coinvolti sarà anche l’Associazione “Dalla parte dei minori” che a livello provinciale, segue la tematica dei minori abusati. L’Associazione è componente del Tavolo di Coordinamento tecnico-politico per i Piani di Zona, quando all’Ordine del Giorno vengono posti i temi riguardanti l’abuso. L’Associazione “Dalla parte dei minori”già da anni opera sul territorio in modo particolare sui temi che concernono i diritti dei bambini e l’abuso. III^ Fase: giugno e novembre 2006 N. 2 seminari:

• il primo allo scopo di rendere pubblico e visibile il lavoro con le scuole; • il secondo seminario prevede il coinvolgimento dei professionisti e soggetti della rete

interforze della Provincia sui temi relativi all’abuso ai minori e al maltrattamento alle donne. I due seminari verranno calibrati in itinere relativamente alla fase I^ e II^ per una migliore spendibilità.

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5.2 Progetto “ASCOLTARE I MINORI MALTRATTATI O ABUS ATI. SOSTENERE LA GENITORIALITA’” Il Progetto, affidato al Consorzio per i Servizi Sociali, verrà svolto dal Consorzio stesso in collaborazione con le Associazioni “Linea Rosa” e “S.O.S. Donna” di Faenza. L’Associazione “Linea Rosa” è un organizzazione di volontariato, nata nel 1991, a difesa e a sostegno delle donne in difficoltà che subiscono violenza psicologica, economica, fisica e sessuale. In più di 10 anni di attività, Linea Rosa ha aiutato più di 1.000 donne, rilevando che è soprattutto fra le mura domestiche, il luogo dove paradossalmente si pensa di essere più al sicuro, che la violenza ha il suo principale scenario. Si parla, quindi, di violenza famigliare nel 76% dei casi, perpetrata da mariti, ex-mariti, conviventi o famigliari. In casi di particolare gravità, la donna può essere ospitata anche nella “casa-rifugio”, un luogo di genere ad indirizzo segreto dove la donna (ed eventualmente anche i suoi figli) attraverso la relazione con le altre donne nella sua stessa condizione può acquisire sicurezza, indipendenza ed autonomia. L’Associazione “S.O.S. Donna” si prefigge lo scopo di esprimere appoggio e solidarietà alle donne vittime di maltrattamenti, violenze, violenza sessuale. Attraverso la relazione tra donne e la rete dei servizi nella città, vengono proposti alle donne percorsi di uscita dalla violenza o dallo stato di difficoltà, a partire dalla sua volontà, al fine di far loro ottenere un livello apprezzabile di autonomia economica e personale. Dopo la realizzazione del progetto Baby – Casa, grazie al quale l’Associazione “Linea Rosa” è riuscita ad aiutare, con un servizio di babisitteraggio, la donna/madre ospitata temporaneamente nella casa rifugio ad indirizzo segreto, al raggiungimento di un’indipendenza economica, nonché a favorire la relazione madre-figlia/o ed infine ad aiutare i bambini ad elaborare delle modalità diverse da quelle violente alle quali il bambino è stato abituato; si rende necessario istituire un gruppo di operatrici che sostengano la genitorialità delle donne ospiti e favoriscano l’ascolto del/i minore/i ospiti della Casa – Rifugio e della Casa Dafne. Il lavoro con le madri sulla genitorialità è molto importante, in quanto si può offrire un miglior sostegno alle necessità delle/i loro figlie e figli. Incrementare il benessere dei minori riconoscendo la madre come soggetto attivo e protagonista di scelte, e dare ascolto e accoglienza alle/ai bambine/i ospiti nella Casa Rifugio e della Casa Dafne, sono attività sempre più prioritarie di Linea Rosa. La disponibilità all’ascolto dell’adulto è una delle principali attività che possono contribuire a rendere sempre meno sommerso l’abuso sul minore. La rilevazione statistica condotta da Linea Rosa assieme ai Centri antiviolenza emiliano-romagnoli, in accordo con la Regione Emilia Romagna, dimostrano che le/i minori ospitati sono spesso vittime di violenza diretta da parte del partner della madre oppure della violenza agita sulla madre stessa. A tale proposito il presente progetto è già stato condiviso con l’Associazione SOS Donna di Faenza, che pur non gestendo una Casa Rifugio si trova, durante i colloqui di accoglienza, con donne che subiscono violenza, ad affrontare questa problematica. L’abuso/maltrattamento è sempre una forma di violenza fisica e/o psicologica esercitata sui bambini in modo tale da non lasciare loro alcuna possibilità di esprimere il proprio consenso o rifiuto. Di norma l’abusante appartiene all’ambiente sociale in cui il bambino vive (padre, convivente della madre, ecc.). Si è accertato che il maltrattamento ha, di norma, come conseguenza l’arresto di uno sviluppo equilibrato del minore. I bambini violati sono feriti non solo sul piano fisico, ma anche a livello psicologico; i danni psicologici sono difficilmente individuabili e spesso affiorano solo dopo lungo tempo. Dall’esperienza maturata si può affermare che quando il maltrattamento si consuma in ambito intrafamiliare, i colpevoli mettono volutamente discredito tra madre e figlio affinché sia possibile preservarsi dalla scoperta del crimine commesso. Critiche ingiustificate e osservazioni offensive da parte dell’autore dell’abuso svalutano la donna nel proprio ruolo di madre e moglie. Diventa, quindi, importante il sostegno alla maternità, rivalutando il ruolo della donna come soggetto-risorsa. Molto spesso, nonostante l’intimazione del silenzio, le vittime cercano aiuto. Inviano segnali, lasciano indizi per richiamare l’attenzione. Tutte le persone ai quali viene affidata la responsabilità del bambino sono invitate a dare ascolto anche alle “grida silenziose”. Molti bambini non riescono

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a parlare delle loro esperienze, spesso è attraverso la comunicazione non verbale, il corpo, che esprimono il loro disagio o sofferenza. Le/i bambine/i che hanno assistito o sono state vittime di violenza spesso soffrono di mancanza di autostima, e in molti casi anche di disturbi d’ansia e di problemi legati all’aggressività. Alcune/i bambine/i potrebbero manifestare comportamenti autolesionisti. I sintomi psicosomatici sono molto frequenti (problemi legati al ritmo sonno-veglia, mal di stomaco, emicranie, enuresi notturna, disordini alimentari, ecc.), a cui si aggiungono sintomi sul piano del rendimento come ad esempio: evidente calo di memoria a breve termine, attenzione e/o costanza, rapida diminuzione del rendimento scolastico, disturbi della concentrazione, evidente distrazione. Valutazione della genitorialità e della recuperabilità delle competenze genitoriali, interventi riparativi, adeguati, ristabilire una “sana” relazione con l’adulto, sono tutte tappe irrinunciabili se si vuole parlare di efficace presa in carico dei casi, nonché di prevenzione anche rispetto agli effetti a lungo termine e alla trasmissione intergenerazionale della violenza. Obiettivi del progetto:

• Ascolto del minore ospitato e osservazione. • Creare un nuovo strumento, la relazione tra un’operatrice/educatrice di Linea Rosa e la/il

minore ospitata/o, per l’espressione del disagio portato dalla/o bambina/o. • Aumentare l’autostima del minore abusato o maltrattato conoscendo le conseguenze

traumatiche che le violenze subite provocano. • Dare un’opportunità di un piacere relazionale che non era più possibile nell’ambiente

domestico. • Madre e figlia possono vivere situazioni e momenti pensati appositamente per loro. • Aiutare la madre a lavorare sul’hic et nunc delle sue difficoltà interattive con il bambino. • Rimandare alla madre il senso del suo valore in quanto persona in grado di dare indicazioni

affidabili. • Sensibilizzazione dell’argomento attraverso corsi specifici di formazione rivolti ad

insegnanti, genitori, assistenti sociali ecc. in generale a tutto il mondo degli adulti che possono a vario titolo entrare in relazione con il minore abusato.

• Rafforzamento e consolidamento della rete interistituzionale operante nel settore. • Rendere più visibile il fenomeno della violenza sui minori, in qualsiasi forma essa si

manifesti; violenza fisica, sessuale, psicologica e assistita, creando momenti di dibattito pubblici e di informazione circa i risultati ottenuti (convegni, manifestazione pubbliche, opuscoli ecc.).

• Ricerca di quella distanza ottimale tra adulto e bambino, infatti le madri mostrano spesso una certa difficoltà a trovare un giusto equilibrio in termini di distanza dal bambino.

• Mamme e bambine/i hanno la possibilità di sperimentare i primi allontanamenti lungo percorsi che sono caratterizzanti da “andate e ritorni”. La madre e figli hanno l’opportunità di costruire insieme le basi per un’autonomia e un’indipendenza reciproca proprio a partire dai momenti di compresenza e vicinanza fisica.

• Fare esperienza di gioco insieme. • Favorire la consapevolezza e la scoperta, da parte della donna, delle proprie capacità

relazionali da parte dell’adulto. • Rendere più competente la madre a partire dalle loro stesse abilità e maggiormente capaci

di mobilitare la propria rete sociale al fine di soddisfare i propri bisogni e quelli del propria/o figlia/o; più consapevole della propria esperienza genitoriale.

• Rafforzare le risorse genitoriali attraverso il confronto e l’osservazione. • Supportare, rassicurare, incoraggiare e potenziare la madre perché possa sentirsi meglio

con se stessa, e vivere in modo più gratificante la quotidianità famigliare.

Metodologia: 1) Incontri mensili con il Nucleo Operativo Distrettuale e con gli Operatori Territoriali Referenti

del caso. 2) Incontri con il Nucleo Operativo Distrettuale nel momento di ingresso della donna con i figli

per progettare un intervento su “misura” della bambina/o ospite. 3) Reazione di uno spazio specifico all’interno della casa rifugio di sostegno alle/ai bambine/i

e alle loro madri.

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4) Attività strutturate attraverso cui bambine/i possono esprimere il loro vissuto rispetto alla violenza subita e all’ospitalità nella Casa Rifugio e nella Casa Dafne.

5) Favorire l’apprendimento del bambino con specifici attività di sostegno e aiuto nell’espletamento delle attività scolastiche.

6) Incoraggiare la madre ad esplorare modi nuovi e personali di stare con la/il bambina/o, valorizzando le parti più positive del suo repertorio di cura al fine di ridurre gli eventuali interventi non pertinenti.

7) Contenere i dubbi e le ansie della madre nella sua relazione con la/il bambina/o rispetto alla propria capacità genitoriale.

8) Restituire alla donna il senso del suo valore in quanto figura di accudimento. 9) Utilizzare una serie di domande e richieste, di esempi di domande, richieste di esempi

concreti, problem solving, al fine di riportare l’attenzione della donna sulla sua relazione con la/il bambina/o, e sul proprio modo di interagire con la/il figlia/o.

10) Aiutare la donna ristabilire “la giusta distanza” con la/il bambina/o. 11) Aiutare la comunicazione tra madre e bambina/o, dove il comportamento, l’atteggiamento e

il corpo sono atti della/del bambina/o che hanno un senso. 12) Educare alla gestione dei conflitti.

6. IL TAVOLO DI COORDINAMENTO TECNICO-POLITICO Il tavolo di coordinamento tecnico-politico dei Piani di Zona riferito alle politiche di accoglienza e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza – azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori è composto da: Assessore Provinciale alle Politiche Sociali e Sanitarie, Assessori alle Politiche Sociali dei Comuni di Ravenna Faenza e Lugo, Presidente e Direttore del Consorzio per i Servizi Sociali, Uffici di Piano delle zone sociali di Ravenna, Faenza e Lugo (integrato dai tecnici che seguono i minori), Direttori dei Distretti Socio-Sanitari di Ravenna, Faenza e Lugo, Associazione “Dalla Parte dei Minori”. 7. I COSTI E GLI ENTI CAPOFILA Per la realizzazione del programma provinciale si utilizzeranno i fondi regionali pari a €. 18.335,00 (somma impegnata nel bilancio 2003) a cui vanno aggiunti €. 27.355,00 assegnati alla Provincia per il 2004 (determinazione del Responsabile del Servizio Politiche Familiari, Infanzia, Adolescenza n.18694 del 21/12/2004) per un totale pari ad €. 45.690,00 e il cui impiego avverrà secondo quanto individuato nei successivi commi. La Provincia di Ravenna affiderà la realizzazione del Progetto “Mimì” all’Azienda USL di Ravenna, anche in continuità al percorso già iniziato nel 2004 rispetto alle tematiche riferite all’abuso e a cui si prevede di assegnare €. 35.190,00. Per quanto concerne il Progetto “Ascoltare i minori maltrattati o abusati. Sostenere la genitorialità”, la realizzazione sarà affidata al Consorzio per i Servizi Sociali di Ravenna, che lo attuerà in collaborazione con le Associazioni “Linea Rosa” di Ravenna e “S.O.S. Donna” di Faenza, a cui si prevede di assegnare €. 10.500,00. A queste risorse assegnate dalla Regione, saranno assommati €. 10.000,00 come risorse proprie della Provincia e da questa direttamente gestite, in forza di separati ed idonei procedimenti, per implementare i rapporti con la rete dei soggetti istituzionali pubblici e privati che si occupano del tema dell’abuso, attraverso varie iniziative che saranno individuate successivamente all’interno del tavolo tecnico provinciale quali, ad esempio, acquisto di materiale, convegni e seminari pubblici.

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8. SCHEDA D'INTERVENTO PROGETTO “MIMI’”

Ex Determ. 21 dicembre 2004, n. 18694 1. Generalità 1.1 Titolo dell'intervento

PROGETTO “MIMI”

1.1bis Durata dell'intervento Annuale Triennale

1.2 Responsabile tecnico dell’intervento Nominativo: Dott.ssa MARISA BIANCHIN - AziendaUsl di Ravenna - D istretto Sanitario di Lugo Recapito telefonico: 0545/213804 fax: 0545/213801 e-mail: [email protected] 1.3 Compilatore della scheda (indicare il nominativo del compilatore effettivo della scheda a cui ci si può rivolgere per eventuali chiarimenti) Nominativo: Dott.ssa ELENA FERRI - Provincia di Ravenna- Recapito telefonico: 0544/258629 fax: 0544/258601 e-mail: [email protected] 1.4 Provincia: Provincia di Ravenna 1.5 Ambito territoriale (descrivere l’ambito di azione interessato dall’intervento) Interprovinciale Provinciale Sovradistrettuale Distrettuale Intercomunale

specificare: X specificare:

specificare: specificare: specificare:

1.6 Ente responsabile dell'intervento (indicare la denominazione dell’ente referente della gestione amministrativa dell'intervento) PROVINCIA DI RAVENNA Settore Cultura, Sport e Tempo libero, Istruzione, Sanità e Servizi Sciali, Università Ufficio Sanità, Servizi Sociali, Terzo Settore Via di Roma, 69 – 48100 Ravenna

1.7 Ente esecutore dell'intervento (indicare la denominazione dell'ente che gestisce l'aspetto tecnico-scientifico dell'intervento (se diverso dall’ente responsabile di cui al punto 1.6) Azienda USL DI RAVENNA – DISTRETTO SANITARIO DI LUGO Via Garibaldi, 53 – 48022 Lugo (RA)

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2. Soggetti coinvolti e destinatari 2.1 Figure professionali coinvolte (indicare numero, qualifica ed l'ente di appartenenza dei soggetti coinvolti nell'intervento)

Numero e qualifica degli operatori Ente di appartenenza

Fase I^ e II^ N. 72 insegnanti N. 3 Assistenti Sociali N. 5 Psicologi N. 3 Neuropsichiatri Infantili N. 6 Pediatri N. 4 Ginecologi N. 3 Medici del Pronto Soccorso N. 1 Medico Legale N. 1 Pediatria di Libera scelta Fase III^ Operatori delle fasi I^ e II^ e interistituzionale, allargata ai mass media

EE.LL:, Centro Servizi Amministrativi EE.LL. AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL Tribunale, Prefettura, Questura, Associazioni, Scuola, Mass Media, Cooperative, AUSL, EE.LL., Provincia

2.2 Soggetti istituzionali coinvolti X Provincia: Ravenna – Ufficio Sanità, Servizi Sociali, Terzo Settore X Comune/i: Scuole Materne X Azienda U.S.L: Ravenna - Distretto di Lugo X Scuole: almeno n. 2 Istituti Comprensivi di Ravenna, n.1 Is t. Comprensivo di Lugo, n.1 Ist.

Comprensivo di Faenza X Prefettura (fase III^) X Centro di Giustizia Minorile (fase III^) X Tribunale: Procura (fase III^) X Questura/e: (specificare) X Organismi di volontariato: vedere associazioni X Cooperative sociali: educatori X Associazioni: “Linea Rosa”, “SoS Donna”, “Dalla parte dei minori” X Altro: Cooperative /operatori coinvolti nel mondo dell’imm igrazione

Altro: (specificare) Altro: (specificare)

2.3 Destinatari che si intendono raggiungere (Nel prospetto indicare:

• se i destinatari sono minori: la fascia d'età, ossia: 0-6 anni; 6-10 anni; 11-13 anni; 14-17 anni;

• se i destinatari sono adulti: la categoria considerata, ossia: genitori; insegnanti; operatori; cittadinanza; altro – specificare-)

Destinatari Numero stimato Minori di età compresa fra 4 e 11 anni

Fasi I^ e II^ Insegnanti Insegnanti

Fase III^ (Adulti) N. 2 Seminari pubblici: soggetti interistituzionali, associazioni, cooperative (v. punto 2.2)

Numero: in corso di definizione 67 CSA 5 Scuole Comunali Circa 100 – 150 soggetti (a seminario)

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3. Caratteristiche tecniche dell’intervento 3.1 Tipologia d'intervento (indicare con una crocetta la tipologia corrispondente prevista dalla determinazione 18694/04: punti 4.1 - 4.2)

Tipologie relative agli obiettivi inerenti le risor se di sistema 4.1.1. Servizi multiprofessionali 4.1.2. Linee guida e protocolli operativi

X 4.1.3. Integrazione Scuola - Servizi territoriali 4.1.4. Spazi per audizioni protette 4.1.5. Individuazione di forme di accoglienza qualificata. 4.1.6. I protagonisti dell’informazione.

Tipologie relative agli obiettivi inerenti le risorse umane X 4.2.1. La formazione finalizzata alla costruzione della rete interistituzionale X 4.2.2. la scuola e il nido.

4.2.3. Il recupero dei maltrattanti / abusanti X 4.2.4. Sensibilizzazione della società

4.2.5. Promuovere una cultura della genitorialità 3.2 Tempi previsti dell’intervento complessivo: Durata: Data d'inizio: 17 maggio 2005 Data di conclusione: giugno 2006 3.3 Quadro economico (nel primo riquadro riportare l’ammontare delle risorse provenienti dalle varie fonti di finanziamento: regione, altri enti pubblici, soggetti privati; nel secondo riportare le spese inerenti a ciascuna tipologia di spesa, con cui si intendono impegnare le risorse)

I riquadro Costo complessivo dell’intervento: 35.190 € Risorse regionali ex determ. 18694/04: Risorse di altri enti pubblici (enti locali, AUSL, scuole…): Risorse di soggetti privati:

II riquadro spese per personale: spese per materiale: spese per consulenze: spese per prestaz. di servizi: altre spese:

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4. Descrizione analitica dell’intervento 4.1 Motivazione dell'intervento (descrivere sinteticamente lo scenario d'avvio, i bisogni, le necessità, le risorse sociali sulle quali poggia l’intervento e indicare sulla base di quali dati tali elementi sono stati rilevati. In sintesi occorre motivare l'appropriatezza dell'intervento rispetto al contesto in cui si realizza) Lo scopo del progetto è affrontare le problematiche dell’abuso per giungere ad un linguaggio comune e ad una possibilità di condividere le scelte circa gli interventi da attuare in questo settore. L’intervento preventivo in tema di abuso necessita ed implica un raccordo di forze diverse e che a diverso titolo si occupano di infanzia. La scuola –nell’ambito del progetto – è individuata come il luogo privilegiato di convivenza dei minori, come momento di confronto rispetto al proprio vissuto quotidiano ed anche come luogo di significativo interesse per interventi di formazione in tema di contrasto al fenomeno dell’abuso e del maltrattamento. Come si evince dai dati provinciali sono in crescita i minori in carico per fattori di rischio: 19% nel 2004 in più rispetto al 2003. 4.2 Obiettivi/risultati attesi (indicare gli obiettivi che l’intervento si prefigge di conseguire. Gli obiettivi devono descrivere chiaramente:

• quali i cambiamenti attesi, • quali sono i comportamenti / le prassi / i fenomeni che si intende consolidare)

A) Obiettivi generali (intesi come cambiamenti attesi). 1) sensibilizzazione dei docenti sperimentatori maggiore, consapevolezza delle competenze e

degli obblighi dei soggetti istituzionali; 2) Sensibilizzazione indiretta del contesto in cui operano gli insegnanti sperimentatori con

maggiore capacità del contesto – scuola di occuparsi del problema del maltrattamento sui minori.

B) obiettivi specifici (competenze che si intendano consolidare) dell’intervento nei confronti dei docenti sperimentatori:

1) dare precisa informazione in tema di maltrattamento fisico, psicologico, trascuratezza, ipercuria e abuso sessuale: entità del fenomeno e conseguenze a breve, medio e lungo periodo;

2) gli indicatori: come leggerli e come utilizzarli nel lavoro di osservazione e di rete; 3) il percorso dell’intervento; 4) la segnalazione: quando e a chi; 5) la denuncia: quando e a chi ; 6) la gestione delle emozioni di fronte ai possibili casi di maltrattamento; 7) la scuola: vedere e ascoltare; il contesto territoriale: prevenzione e lavoro di rete come

strumenti di tutela dei minori. C) miglioramento del coinvolgimento e sensibilizzazione degli operatori di rete interistituzionale. Miglioramento e “manutenzione” delle sinergie di rete interforze (consolidamento progetto anno 2004)

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4.3 Fasi operative: a ttività previste (il contenuto di questo riquadro è molto importante e costituisce la parte centrale della scheda: descrivere qui le singole attività ed iniziative che costituiscono in concreto l’intervento e indicare la sequenza in base alla quale esse vengono poste in essere) Fase preliminare: periodo marzo – giugno 2005 Elaborazione di un progetto pilota di formazione, condivisione del medesimo nel coordinamento provinciale e definizione dell’assetto organizzativo a livello provinciale:

• individuazione delle scuole: • numero 4 Istituti comprensivi (due a Ravenna, uno a Faenza, uno a Lugo); • definizione delle classi nell’arco di età dei bambini quattro – undici anni; • raccolta delle adesioni degli insegnanti.

Ricognizione della disponibilità degli insegnanti e delle scuole aderenti al progetto è prevista a livello distrettale. 1^ Fase: Settembre – Dicembre 2005 Fase di sensibilizzazione prevede la realizzazione di un modulo di formazione di base a livello provinciale per gli insegnati che aderiscono al progetto, per gli operatori Azienda USL e Servizio Sociale del Territorio (afferenti ai nuclei operativi attivi nei Distretti di Ravenna, Faenza e Lugo). Individuazione degli esperti con le previste competenze (Associazione Synergia, CISMAI, Azienda USL e Servizi Sociali) per l’organizzazione della formazione di base (provinciale). Il Corso di base è previsto come di seguito descritto: – Partecipanti al corso: insegnanti che aderiscono al progetto (insegnanti sperimentatori) ed operatori Azienda USL “nuclei operativi abuso e maltrattamento” di Ravenna, Faenza e Lugo; – Docenti:

o Associazione Synergia, CISMAI, operatori esperti Azienda USL e Servizio Sociale. – Contenuti:il percorso formativo è strutturato in moduli orientati all’acquisizione di conoscenze e di competenze sul fenomeno del maltrattamento dell’abuso all’infanzia e di sensibilizzazione al problema.

I temi individuati sono i seguenti: o la scuola come luogo privilegiato di osservazione del minore: vedere e ascoltare; o i segnali di maltrattamento e abuso; aspetti emotivi o aspetti giuridici e normativi o presentazione dell’attività didattica: cosa si fa con i bambini.

II^ Fase: gennaio – giugno 2006 Questa fase prevede la realizzazione di attività didattiche in classe, guidate dalla storia a fumetti di “Mimì fiore di cactus e il suo porcospino”. La partenza di questa fase è prevista alla conclusione del percorso formativo destinato ai docenti sperimentatori e avrà come termine la chiusura dell’anno scolastico. Prevede inoltre l’individuazione e il reclutamento degli operatori esperti a livello distrettuale (nuclei operativi abuso e maltrattamento) per il coordinamento locale e supporto competente agli insegnanti impegnati nello svolgimento dell’esperienza didattica con i bambini. I “nuclei operativi“ distrettuali avranno il compito di raccogliere i materiali e la documentazione indispensabili ad una ragionata elaborazione dell’esperienza, in particolare i questionari somministrati agli insegnanti partecipanti al corso. La realizzazione del programma verrà affidato l’incarico all’Azienda USL di Ravenna anche in continuità al percorso già iniziato nel 2004. Uno dei soggetti maggiormente coinvolti sarà anche l’Associazione “Dalla parte dei minori” che a livello provinciale, segue la tematica dei minori abusati. III^ Fase: giugno – dicembre 2006 Nella cornice complessiva del contesto di formazione viene tenuto operativamente connesso alle tre fasi sopra sintetizzate il progetto di formazione sul “maltrattamento alle donne” deliberazione della RER n. 2668 del 22.12.2003 e che verrà attuato il 19 e 20 settembre 2005 e curato dall’Azienda USL. L’intento consiste nell’evitare frammentazione tra i progetti e favorire reciproche sinergie.

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4.4 Metodologie e strategie di lavoro, strumenti pr evisti (ad es.: condivisione di obiettivi con i destinatari, concertazione, …) Il progetto rappresenta l’espressione di una condivisione di obiettivi, strumenti, operatività con interforze EE.LL., AUSL., Scuola, Associazioni. Il coinvolgimento dei destinatari (insegnanti sperimentatori) avviene attraverso adesione spontanea, questo aspetto relativo alla riattivazione rappresenta l’elemento qualificante e significativo nei confronti della sensibilizzazione verso i bambini, la formazione degli insegnanti sperimentatori rappresenta inoltre un obiettivo parallelo importante in quanto genererebbe metodo, competenza e attenzione come strumenti autonomi per gli insegnanti nei confronti dei temi dell’abuso e maltrattamento. 4.5 Legame dell’intervento con la rete delle iniziat ive similari analoghe L’intervento rappresenta: X una innovazione vera e propria X un consolidamento di un precedente intervento (in tal caso spiegare nel riquadro sottostante che cosa si va a consolidare: es. progetti già attivati mediante finanziamenti ex L. 285/97; progetti finanziati mediante risorse proprie ecc.) Il progetto tende a consolidare e sviluppare quanto avviato nel gruppo di formazione interforze nell’anno 2004, formazione che ha teso a sviluppare sinergicamente la rete interistituzionale nei confronti del contrasto al fenomeno dell’abuso. A ciò consegue in modo naturale un’azione specifica nelle scuole. Il progetto anno 2004 è stato accreditato con ECM e il livello di gradimento dei destinatari è stato molto alto come pure la partecipazione (con basso drop out) inoltre la richiesta di proseguire l’intervento è stata espressa da molti partecipanti. 4.6 Indicatori (gli indicatori sono quegli elementi desumibili da ogni singolo intervento che permettono di verificare la corrispondenza tra obiettivi e risultati. Esempi d'indicatori: numero dei partecipanti alle azioni; incremento della richiesta di accesso al servizio da parte dei destinatari dell’intervento; livello di gradimento emerso da test di soddisfazione compilati dai destinatari dell’intervento, numero di persone che hanno assunto un determinato comportamento...) n° insegnanti aderenti al progetto, livello di gradi mento emerso da appositi incontri Il progetto “Mimì fiore di cactus “ parte come progetto pilota con il coinvolgimento di almeno quattro istituti comprensivi stante le forze in campo limitate (operatori AUSL e EE.LL.) per guidare il progetto. Nonostante questo le adesioni delle scuole sono state molto più alte (vedere punto 2.3)

4.7 Attività di documentazione prevista (tale attività consiste in una raccolta di dati e di materiale informativo sull’intervento in corso di attuazione. Indicare quali sono i mezzi che si intendono utilizzare, nonché in quale misura si intende procedere alla divulgazione del materiale informativo e quali saranno i destinatari di tali informazioni) Verranno raccolti questionari, documentazioni didattiche del lavoro con i bambini. Il tutto sarà oggetto di elaborazione e di esposizione pubblica d’intesa con i soggetti istituzionali e gli operatori coinvolti tramite seminari pubblici (anno 2006)

4.8 Attività di monitoraggio prevista (tale attività consiste nell’accertamento e nella descrizione precisa del processo di avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di evidenti discrepanze rispetto a quanto era stato prestabilito, consentendo quindi di tenere sotto controllo l’andamento dell’intervento stesso. Occorre, dunque, indicare gli strumenti che si intendono utilizzare per compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i soggetti che se ne occupano) Il monitoraggio dell’esperienza è prevista sia per la fase I^ (settembre 2005): formazione degli insegnanti sperimentatori (questionari) sia per la fase II^ (gennaio 2006) attraverso incontri periodici a cadenza mensile con gli insegnanti con analisi e confronto della produzione, di cui è prevista la documentazione.

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4.9 Attività di valutazione (attraverso tale attività si devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall’intervento sui destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli obiettivi raggiunti. E' integrata alla progettazione ed implementazione poiché il suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende effettuare la valutazione dell’attività posta in essere. Indicare i momenti e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed in quali forme) Attività di valutazione sia relativa alla fase I^ (formazione per e con gli insegnanti), sia relativa alla fase II^ (attività dirette con i bambini), è effettuata tramite utilizzo di questionari mirati a monitorare lo sviluppo delle competenze, la tenuta della motivazione, il grado di adesione al progetto ed eventuali criticità. In ambedue le fasi il confronto diretto e periodico con gli operatori favorisce una valutazione capace di riorientare in itinere le attività con i bambini e documentare le esperienze didattiche.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 226

9. SCHEDA D'INTERVENTO PROGETTO “ASCOLTARE I MINORI MALTRATTATI O ABUSATI. SOSTENERE LA GENITORIALITÀ”

Ex Determ. 21 dicembre 2004, n. 18694 1. Generalità 1.1 Titolo dell'intervento

“Ascoltare i minori maltrattati o abusati. Sostenere la genitorialità” 1.1bis Durata dell'intervento Annuale Triennale

1.2 Responsabile tecnico dell’intervento Nominativo: Associazione Linea Rosa Onlus, Via Mazzini 57/A, 48100, Ravenna. Recapito telefonico: 0544/216316 fax: 0544/216316 e-mail: [email protected] 1.3 Compilatore della scheda (indicare il nominativo del compilatore effettivo della scheda a cui ci si può rivolgere per eventuali chiarimenti) Nominativo: Angela Gamberini Recapito telefonico: 0544/216316 fax: 0544/216316 e-mail: [email protected] 1.4 Provincia: Provincia di Ravenna 1.5 Ambito territoriale (descrivere l’ambito di azione interessato dall’intervento) Interprovinciale Provinciale Sovradistrettuale Distrettuale Intercomunale

specificare: specificare: Ravenna, Faenza e Lugo specificare: specificare: specificare:

1.6 Ente responsabile dell'intervento (indicare la denominazione dell’ente referente della gestione amministrativa dell'intervento) Consorzio per i Servizi Sociali Ravenna - Russi - Cervia

1.7 Ente esecutore dell'intervento (indicare la denominazione dell'ente che gestisce l'aspetto tecnico-scientifico dell'intervento (se diverso dall’ente responsabile di cui al punto 1.6) Associazione Linea Rosa

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 227

2. Soggetti coinvolti e destinatari 2.1 Figure professionali coinvolte (indicare numero, qualifica ed l'ente di appartenenza dei soggetti coinvolti nell'intervento)

Numero e qualifica degli operatori Ente di appartenenza

1 Psicologa referente del progetto 1 Psicomotricista 3 Babisitter 6 Operatrice referente della donna/madre ospite nella Casa-Rifugio e Casa Dafne

Nuclei Operativi Distrettuali Abuso-Maltrattamento

Centro Antiviolenza Linea Rosa Centro Antiviolenza Linea Rosa Centro Antiviolenza Linea Rosa Centro Antiviolenza Linea Rosa ASL Ravenna - Consorzio Servizi Sociali

2.2 Soggetti istituzionali coinvolti

Consorzio per i Servizi Sociali Provincia/e: (specificare) Ravenna Comune/i: (specificare) Ravenna, Lugo e Faenza Azienda/e U.S.L: (specificare) Direttori dei Distretti Socio-Sanitari di Ravenna, Faenza e Lugo Scuola/e: (specificare) Prefettura Centro di Giustizia Minorile Tribunale: (specificare) Questura/e: (specificare) Organismi di volontariato: (specificare) Cooperative sociali: (specificare) Associazioni: (specificare) Sos Donna di Faenza Altro: (specificare) Altro: (specificare)

2.3 Destinatari che si intendono raggiungere (Nel prospetto indicare:

• se i destinatari sono minori: la fascia d'età, ossia: 0-6 anni; 6-10 anni; 11-13 anni; 14-17 anni;

• se i destinatari sono adulti: la categoria considerata, ossia: genitori; insegnanti; operatori; cittadinanza; altro – specificare-)

Destinatari Numero stimato Donne che subiscono o che hanno subito violenza Minori dai 0 ai 14 anni

20 20

3. Caratteristiche tecniche dell’intervento 3.1 Tipologia d'intervento (indicare con una crocetta la tipologia corrispondente prevista dalla determinazione 18694/04: punti 4.1 - 4.2) Tipologie relative agli obiettivi inerenti le risorse di sistema

4.1.1. Servizi multiprofessionali 4.1.2. Linee guida e protocolli operativi 4.1.3. Integrazione Scuola - Servizi territoriali 4.1.4. Spazi per audizioni protette 4.1.5. Individuazione di forme di accoglienza qualificata. 4.1.6. I protagonisti dell’informazione.

Tipologie relative agli obiettivi inerenti le risorse umane 4.2.1. La formazione finalizzata alla costruzione della rete interistituzionale 4.2.2. la scuola e il nido. 4.2.3. Il recupero dei maltrattanti / abusanti 4.2.4. Sensibilizzazione della società 4.2.5. Promuovere una cultura della genitorialità

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 228

3.2 Tempi previsti dell’intervento complessivo: Durata: 12 mesi Data d'inizio: Marzo 2005 Data di conclusione: Marzo 2006 3.3 Quadro economico (nel primo riquadro riportare l’ammontare delle risorse provenienti dalle varie fonti di finanziamento: regione, altri enti pubblici, soggetti privati; nel secondo riportare le spese inerenti a ciascuna tipologia di spesa, con cui si intendono impegnare le risorse)

I riquadro Costo complessivo dell’intervento: 10.500,00Euro Risorse regionali ex determ. 18694/04: Risorse di altri enti pubblici (enti locali, AUSL, scuole…): Risorse di soggetti privati:

II riquadro spese per personale: 10.500,00Euro spese per materiale: spese per consulenze: spese per prestaz. di servizi: altre spese:

4. Descrizione analitica dell’intervento 4.1 Motivazione dell'intervento (descrivere sinteticamente lo scenario d'avvio, i bisogni, le necessità, le risorse sociali sulle quali poggia l’intervento e indicare sulla base di quali dati tali elementi sono stati rilevati. In sintesi occorre motivare l'appropriatezza dell'intervento rispetto al contesto in cui si realizza) Dopo la realizzazione del progetto Baby – Casa, grazie al quale l’Associazione Linea Rosa è riuscita ad aiutare, con un servizio di babisitteraggio, la donna/madre ospitata temporaneamente nella casa rifugio ad indirizzo segreto, al raggiungimento di un’indipendenza economica, nonché a favorire la relazione madre-figlia/o ed infine ad aiutare i bambini ad elaborare delle modalità diverse da quelle violente alle quali il bambino è stato abituato; si rende necessario istituire un gruppo di operatrici che sostengano la genitorialità delle donne ospiti e favoriscano l’ascolto del/i minore/i ospiti della Casa – Rifugio e della Casa Dafne. Il lavoro con le madri sulla genitorialità è molto importante, in quanto si può offrire un miglior sostegno alle necessità delle/i loro figlie e figli. Incrementare il benessere dei minori riconoscendo la madre come soggetto attivo e protagonista di scelte, e dare ascolto e accoglienza alle/ai bambine/i ospiti nella Casa Rifugio e della Casa Dafne, sono attività sempre più prioritarie di Linea Rosa. La disponibilità all’ascolto dell’adulto è una delle principali attività che possono contribuire a rendere sempre meno sommerso l’abuso sul minore. La rilevazione statistica condotta da Linea Rosa assieme ai Centri antiviolenza emiliano-romagnoli, in accordo con la Regione Emilia Romagna, dimostrano che le/i minori ospitati sono spesso vittime di violenza diretta da parte del partner della madre oppure della violenza agita sulla madre stessa.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 229

A tale proposito il presente progetto è già stato condiviso con l’Associazione SOS Donna di Faenza, che pur non gestendo una Casa Rifugio si trova, durante i colloqui di accoglienza, con donne che subiscono violenza, ad affrontare questa problematica.

L’abuso/maltrattamento è sempre una forma di violenza fisica e/o psicologica esercitata sui bambini in modo tale da non lasciare loro alcuna possibilità di esprimere il proprio consenso o rifiuto.

Di norma l’abusante appartiene all’ambiente sociale in cui il bambino vive (padre, convivente della madre, ecc.). Si è accertato che il maltrattamento ha, di norma, come conseguenza l’arresto di uno sviluppo equilibrato del minore. I bambini violati sono feriti non solo sul piano fisico, ma anche a livello psicologico; i danni psicologici sono difficilmente individuabili e spesso affiorano solo dopo lungo tempo.

Dall’esperienza maturata si può affermare che quando il maltrattamento si consuma in ambito intrafamiliare, i colpevoli mettono volutamente discredito tra madre e figlio affinché sia possibile preservarsi dalla scoperta del crimine commesso. Critiche ingiustificate e osservazioni offensive da parte dell’autore dell’abuso svalutano la donna nel proprio ruolo di madre e moglie. Diventa, quindi, importante il sostegno alla maternità, rivalutando il ruolo della donna come soggetto-risorsa.

Molto spesso, nonostante l’intimazione del silenzio, le vittime cercano aiuto. Inviano segnali, lasciano indizi per richiamare l’attenzione. Tutte le persone ai quali viene affidata la responsabilità del bambino sono invitate a dare ascolto anche alle “grida silenziose”. Molti bambini non riescono a parlare delle loro esperienze, spesso è attraverso la comunicazione non verbale, il corpo, che esprimono il loro disagio o sofferenza.

Le/i bambine/i che hanno assistito o sono state vittime di violenza spesso soffrono di mancanza di autostima, e in molti casi anche di disturbi d’ansia e di problemi legati all’aggressività. Alcune/i bambine/i potrebbero manifestare comportamenti autolesionisti. I sintomi psicosomatici sono molto frequenti (problemi legati al ritmo sonno-veglia, mal di stomaco, emicranie, enuresi notturna, disordini alimentari, ecc.), a cui si aggiungono sintomi sul piano del rendimento come ad esempio:

evidente calo di memoria a breve termine, attenzione e/o costanza, rapida diminuzione del rendimento scolastico, disturbi della concentrazione, evidente distrazione. 4.2 Obiettivi/risultati attesi (indicare gli obiettivi che l’intervento si prefigge di conseguire. Gli obiettivi devono descrivere chiaramente:

• quali i cambiamenti attesi, • quali sono i comportamenti / le prassi / i fenomeni che si intende consolidare) • Ascolto del minore ospitato e osservazione. • Creare un nuovo strumento, la relazione tra un’operatrice/educatrice di Linea Rosa e la/il

minore ospitata/o, per l’espressione del disagio portato dalla/o bambina/o. • Aumentare l’autostima del minore abusato o maltrattato conoscendo le conseguenze

traumatiche che le violenze subite provocano. • Dare un’opportunità di un piacere relazionale che non era più possibile nell’ambiente

domestico. • Madre e figlia possono vivere situazioni e momenti pensati appositamente per loro. • Aiutare la madre a lavorare sul’hic et nunc delle sue difficoltà interattive con il bambino. • Rimandare alla madre il senso del suo valore in quanto persona in grado di dare indicazioni

affidabili. • Sensibilizzazione dell’argomento attraverso corsi specifici di formazione rivolti ad

insegnanti, genitori, assistenti sociali ecc. in generale a tutto il mondo degli adulti che possono a vario titolo entrare in relazione con il minore abusato.

• Rafforzamento e consolidamento della rete interistituzionale operante nel settore. • Rendere più visibile il fenomeno della violenza sui minori, in qualsiasi forma essa si

manifesti; violenza fisica, sessuale, psicologica e assistita, creando momenti di dibattito pubblici e di informazione circa i risultati ottenuti (convegni, manifestazione pubbliche, opuscoli ecc.).

• Ricerca di quella distanza ottimale tra adulto e bambino, infatti le madri mostrano spesso

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 230

una certa difficoltà a trovare un giusto equilibrio in termini di distanza dal bambino. • Mamme e bambine/i hanno la possibilità di sperimentare i primi allontanamenti lungo

percorsi che sono caratterizzanti da “andate e ritorni”. La madre e figli hanno l’opportunità di costruire insieme le basi per un’autonomia e un’indipendenza reciproca proprio a partire dai momenti di compresenza e vicinanza fisica.

• Fare esperienza di gioco insieme. • Favorire la consapevolezza e la scoperta, da parte della donna, delle proprie capacità

relazionali da parte dell’adulto. • Rendere più competente la madre a partire dalle loro stesse abilità e maggiormente capaci

di mobilitare la propria rete sociale al fine di soddisfare i propri bisogni e quelli del propria/o figlia/o; più consapevole della propria esperienza genitoriale.

• Rafforzare le risorse genitoriali attraverso il confronto e l’osservazione. • Supportare, rassicurare, incoraggiare e potenziare la madre perché possa sentirsi meglio

con se stessa, e vivere in modo più gratificante la quotidianità famigliare.

Valutazione della genitorialità e della recuperabilità delle competenze genitoriali, interventi riparativi, adeguati, ristabilire una “sana” relazione con l’adulto, sono tutte tappe irrinunciabili se si vuole parlare di efficace presa in carico dei casi, nonché di prevenzione anche rispetto agli effetti a lungo termine e alla trasmissione intergenerazionale della violenza. 4.3 Fasi operative: a ttività previste (il contenuto di questo riquadro è molto importante e costituisce la parte centrale della scheda: descrivere qui le singole attività ed iniziative che costituiscono in concreto l’intervento e indicare la sequenza in base alla quale esse vengono poste in essere)

1) Incontri mensili con il Nucleo Operativo Distrettuale e con gli Operatori Territoriali Referenti del caso.

2) Incontri con il Nucleo Operativo Distrettuale nel momento di ingresso della donna con i figli per progettare un intervento su “misura” della bambina/o ospite.

3) Reazione di uno spazio specifico all’interno della casa rifugio di sostegno alle/ai bambine/i e alle loro madri.

4) Attività strutturate attraverso cui bambine/i possono esprimere il loro vissuto rispetto alla violenza subita e all’ospitalità nella Casa Rifugio e nella Casa Dafne.

5) Favorire l’apprendimento del bambino con specifici attività di sostegno e aiuto nell’espletamento delle attività scolastiche.

6) Incoraggiare la madre ad esplorare modi nuovi e personali di stare con la/il bambina/o, valorizzando le parti più positive del suo repertorio di cura al fine di ridurre gli eventuali interventi non pertinenti.

7) Contenere i dubbi e le ansie della madre nella sua relazione con la/il bambina/o rispetto alla propria capacità genitoriale.

8) Restituire alla donna il senso del suo valore in quanto figura di accudimento. 9) Utilizzare una serie di domande e richieste, di esempi di domande, richieste di esempi

concreti, problem solving, al fine di riportare l’attenzione della donna sulla sua relazione con la/il bambina/o, e sul proprio modo di interagire con la/il figlia/o.

10) Aiutare la donna ristabilire “la giusta distanza” con la/il bambina/o. 11) Aiutare la comunicazione tra madre e bambina/o, dove il comportamento, l’atteggiamento e

il corpo sono atti della/del bambina/o che hanno un senso. 12) Educare alla gestione dei conflitti.

4.4 Metodologie e strategie di lavoro, strumenti pr evisti (ad es.: condivisione di obiettivi con i destinatari, concertazione, …) Incontri tra il Gruppo di lavoro operativo dell’Associazione Linea Rosa e il Nucleo Operativo Distrettuale, Territoriale e Ospedaliero referenti del Caso. Il gruppo di lavoro si coordinerà con incontri periodici per la realizzazione degli obiettivi previsti dal presente progetto e relazionerà periodicamente sul lavoro svolto con madre e le/i bambine/i. La psicologa effettuerà un’attività di supervisione e di coordinamento del gruppo di lavoro operativo dell’Associazione.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 231

4.5 Legame dell’intervento con la rete delle iniziat ive similari analoghe L’intervento rappresenta:

una innovazione vera e propria un consolidamento di un precedente intervento (in tal caso spiegare nel riquadro

sottostante che cosa si va a consolidare: es. progetti già attivati mediante finanziamenti ex L. 285/97; progetti finanziati mediante risorse proprie ecc.) 4.6 Indicatori (gli indicatori sono quegli elementi desumibili da ogni singolo intervento che permettono di verificare la corrispondenza tra obiettivi e risultati. Esempi d'indicatori: numero dei partecipanti alle azioni; incremento della richiesta di accesso al servizio da parte dei destinatari dell’intervento; livello di gradimento emerso da test di soddisfazione compilati dai destinatari dell’intervento, numero di persone che hanno assunto un determinato comportamento...) Testimonianza da parte della donna, ospite della Casa Rifugio e della Casa Dafne, riguardante l’osservazione svolta sul minore ospitato e sul lavoro svolto per sostenere il ruolo genitoriale. 4.7 Attività di documentazione prevista (tale attività consiste in una raccolta di dati e di materiale informativo sull’intervento in corso di attuazione. Indicare quali sono i mezzi che si intendono utilizzare, nonché in quale misura si intende procedere alla divulgazione del materiale informativo e quali saranno i destinatari di tali informazioni) Relazioni periodiche. Al termine del progetto pubblicazione relativa al numero dei destinatari, alla metodologia utilizzata, agli incontri svolti e agli obiettivi raggiunti. 4.8 Attività di monitoraggio prevista (tale attività consiste nell’accertamento e nella descrizione precisa del processo di avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di evidenti discrepanze rispetto a quanto era stato prestabilito, consentendo quindi di tenere sotto controllo l’andamento dell’intervento stesso. Occorre, dunque, indicare gli strumenti che si intendono utilizzare per compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i soggetti che se ne occupano) Incontri periodi tra il Gruppo di Lavoro di Linea Rosa e il Nucleo Operativo Distrettuale, Territoriale e Ospedaliero referenti del Caso. Riunione, con cadenza mensile, tra gli operatori Gruppo Casa. 4.9 Attività di valutazione (attraverso tale attività si devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall’intervento sui destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli obiettivi raggiunti. E' integrata alla progettazione ed implementazione poiché il suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende effettuare la valutazione dell’attività posta in essere. Indicare i momenti e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed in quali forme) Valutazione iniziale (all’entrata della donna con i figli nella Casa Rifugio e nella Casa Dafne), intermedia (a metà del percorso) e finale (valutazione conclusiva) tra il Gruppo di Lavoro operativo di Linea Rosa. La psicologa effettuerà un’attività di supervisione e di coordinamento del gruppo di lavoro operativo dell’Associazione.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 232

Programma finalizzato

“Azioni di coordinamento nell’ambito degli interven ti di qualificazione scolastica, socio-educativi, socio assistenziali a favore dell’infanzia e

dell’adolescenza” In attuazione della Delibera del Consiglio regional e E.R. n. 615/2004

9 Gli interventi di qualificazione scolastica conness i alle opportunità

sociali di inserimento per minori e adolescenti in situazione di disagio: verso la figura di sistema

COMUNE O FORMA

ASSOCIATIVA CAPOFILA PER IL PROGETTO

Delega dei Comuni all’Azienda USL di RAVENNA – Distretto di Lugo

AMBITO TERRITORIALE DI REALIZZAZIONE

Distretto di Lugo

CARATTERISTICHE DEL PROBLEMA SU CUI SI VUOLE

INTERVENIRE

A livello di zona gli interventi socio-educativi, socio-assistenziali e socio-sanitari a favore dell’infanzia e dell’adolescenza sono in capo a diversi soggetti: -i Comuni (Servizi 0/6, extrascuola, interventi di mediazione linguistica per stranieri, ecc.), -l’Ausl che gestisce, oltre agli interventi sanitari, quelli socio-assistenziali afferenti all’Area Famiglia e Minori del Servizio sociale, -le scuole statali e paritarie. Emerge pertanto la necessità di dare maggior efficacia agli interventi in atto, creando un raccordo e un coordinamento significativo, continuativo e trasversale, che sappia integrare le varie “culture di riferimento” e rispondere, allo stesso tempo, alle specifiche finalità delle diverse Istituzioni; queste infatti, storicamente, hanno affrontato le tematiche dell’infanzia e dell’adolescenza in modo settoriale. L’attivazione di punti di riferimento stabili, sicuri e dedicati al tema dell’integrazione delle competenze e risorse nell’ambito zonale diviene elemento qualificante per rafforzare i percorsi, rendere maggiormente efficaci gli interventi, che, essendo in capo a soggetti diversi, rischiano di disperdere risorse e di perdere di vista la globalità della persona. Da due anni è stato attivato un Tavolo interistituzionale per la programmazione integrata degli interventi e del progetto di vita degli alunni disabili che coinvolge il C.S.A. scuola, il M.O. di Neuropsichiatria Infantile, il Servizio sociale e la Provincia per la Formazione Professionale. Diviene pertanto strategico individuare a livello di Zona una figura di sistema che raccordi gli interventi già messi in campo nei confronti dei disabili, accanto a quelli per gli alunni con problematiche di disagio o con difficoltà di integrazione come gli alunni stranieri. Per questi ultimi è in atto, fin dal 1999, un coordinamento distrettuale per tutti gli interventi di mediazione linguistico culturale gestito, a nome e per conto di tutti i Comuni e in raccordo/collaborazione con tutti gli Istituti Comprensivi e Tecnico Professionali del Distretto, dal Comune Capofila.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 233

ISTITUZIONI/ATTORI SOCIALI COINVOLTI

• Servizi sociali e Ufficio Associato per i Servizi Educativi dei Comuni: servizi educativi, ricreativi e coordinamento pedagogico

• Servizio sociale Ausl –Area Famiglie e minori • Neuropsichiatria Infantile Ausl di ambito distrettuale • Pediatria di Comunità Ausl di ambito distrettuale • Centro per le famiglie di Lugo • Autonomie scolastiche e C.S.A. • Cooperazione sociale • Associazioni e volontariato

RESPONSABILE/GESTORE DELL’ INTERVENTO

Servizio Sociale Azienda USL RA Distretto Lugo attraverso l’attivazione di un rapporto di lavoro con una laureata in Scienze della Formazione pedagogista con esperienza decennale nel territorio lughese nell’Area handicap, sia nella progettazione di interventi domiciliari, di assistenza e sostegno educativo scolastico nei confronti di minori disabili, sia nel Coordinamento di Centri socio-riabilitativi, attivi nel Distretto di Lugo e rivolti a minori e adulti disabili.

OBIETTIVO/I SPECIFICI DEL PROGETTO

• Mettere in rete l’area educativa, scolastica, sociale, sanitaria, culturale, ricreativa

• Sostenere l’integrazione dei bambini e ragazzi disabili; sostenere l’integrazione degli alunni stranieri e la progettualità fra i diversi servizi coinvolti raccordandosi in particolare con l’Ufficio associato per i Servizi educativi per gli interventi di Mediazione linguistico culturale

• Valutare attraverso criteri condivisi le criticità e le opportunità/risorse dei diversi contesti

• Qualificare e sviluppare percorsi integrati nell’ottica del progetto di vita del minore, raccordandosi con le istituzioni e i servizi competenti

• Rafforzare le misure di accompagnamento all’uscita della scuola dell’obbligo sia per le situazioni di maggior gravità che necessitano di un approccio multi professionale, che per le situazioni di rischio sociale

AZIONI PREVISTE per il 2005 Organizzazione e costituzione del gruppo di coordinamento per gli interventi del territorio rivolti all’infanzia e all’adolescenza. Attivazione di una figura di sistema con competenze socio-educative e con conoscenza e esperienza della rete territoriale dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza al fine di sviluppare ulteriormente connessioni e maggiori sinergie fra tutte le agenzie che lavorano in tale area di intervento. Promozione di collaborazioni e messa in rete di progettazioni fra gli enti che si occupano di interventi educativi e scolastici e di interventi socio-sanitari per i bambini e gli adolescenti in difficoltà. Sviluppo dell’attività del Tavolo interistituzionale come strumento maggiormente efficace nella definizione e costruzione dei progetti di vita dei minori per i quali occorre individuare percorsi personalizzati

DESTINATARI

Destinatari finali: Minori e famiglie immigrati residenti/domiciliati nei territori dei Comuni del Distretto; Minori e famiglie in carico ai Servizi socio-sanitari, attraverso incontri o altre modalità di contatto differenziate in base allo sviluppo delle “azioni” precedentemente descritte.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 234

STRUMENTI E METODOLOGIE Incontri periodici di Tavolo di lavoro con rappresentanti del

servizio Sociale, Istituzioni educative e scolastiche, Associazioni che rivolgono attività alle famiglie e ai minori, rappresentanti dei Comuni, delle Consulte Immigrazione e/o interlocutori significativi di diversa etnia, rappresentanti di Spazi/Punti di Ascolto che si relazionano con immigrati.

TEMPI DI ATTUAZIONE Avvio attività ottobre 2005 e sviluppo nel triennio COSTI PREVISTI

Costo progetto € 31.326 di cui € 17.528 per Laureata in Scienza della formazione - figura di sistema € 9.308 per Coordinatrice progetti mediazione linguistica e A.S. Area Minori € 2.000 per avvio e progettazione € 2.400 per arredi e attrezzature informatiche Alla costruzione del sistema a rete concorre anche la psicopedagogista assegnata a M.O. Neuropsichiatria infantile e S.sociale Area Handicap con un costo stimato in € 8.815 a carico del Fondo sanitario Costo complessivo € 40.051

CONCORSO DEI DIVERSI SOGGETTI COINVOLTI

€ 10.258,50 a carico Comuni € 20.977,54 a carico finanziamento regionale € 8.815 a carico Ausl

PROCEDURE DI VALUTAZIONE -Documentazione “azioni” (incontri) inerenti la fase di individuazione degli interlocutori significativi -Report incontri Tavolo di Lavoro

INDICATORI DEI RISULTATI N° e Tipologia degli attori sociali presenti nel tavol o di lavoro N° incontri realizzati N° situazioni affrontate in modo integrato

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 235

POLITICHE A FAVORE DEI GIOVANI

10 “Azioni di supporto educativo-socializzante a pread olescenti e

adolescenti a rischio di devianza”

Dati generali del progetto :

Zona: Distretto sanitario di Lugo Ambito territoriale in cui si realizza il progetto: Comuni del Distretto

Il progetto è: � Nuovo X Continuazione di attività in corso Dati del referente del progetto: Cognome e nome: Foscari Rosanna Ente/Servizio: Servizio Sociale Lugo AUSL di Ravenna Telefono: 0545 903585 e-mail: [email protected]

I FASE

LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO

1.1 Il fenomeno a. In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare? b. Attualmente, quante persone si stima siano interessate dal problema/fenomeno nell’area geografica di riferimento dell’intervento? c. Come è descrivibile il problema/fenomeno in termini di dimensione e peculiarità? L’Area Famiglia Minori del servizio Sociale del Distretto, comprende fra le proprie competenze la tutela del bambino e dell’adolescente, si tende quindi a promuovere e realizzare azioni che vedano il minore al centro di ogni progetto di lavoro, aggregando intorno a lui i servizi, le risorse, gli attori che devono concorrere alla costruzione dell’intervento. Il lavoro “centrato” sui bisogni del minore non può trascurare il coinvolgimento anche delle persone che si muovono attorno a lui. Compete ai Servizi la “vigilanza” su tutte le forme di inadeguatezza genitoriale, di pregiudizio per l’incolumità ed integrità psico-fisica del minore; di frequente si interviene su incarico dell’Autorità giudiziaria minorile o ordinaria e con queste istituzioni è necessario mantenere stretti collegamenti. Le complesse problematiche, i bisogni diversificati su cui si deve agire, hanno evidenziato come necessari interventi collocabili nell’area preventiva, di sostegno, aiuto o riparazione del danno, da rivolgere in modo prioritario ad adolescenti e pre-adolescenti in carico ai servizi, attraverso la figura di un educatore professionale che, dall’Ottobre 2003, in sinergia con l’assistente sociale e gli operatori sanitari coinvolti nelle singole situazioni, assume compiti diversificati rivolti al singolo e/o a gruppi aggregativi presenti sui territori comunali del Distretto.

1.2 Diagnosi del territorio in relazione al progetto a. Quali sono le caratteristiche significative dei gruppi sociali nel territorio in cui si pensa di svolgere l'intervento? b. Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del territorio o del contesto di riferimento?

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 236

c. Quali sono le caratteristiche significative del territorio? La complessità delle problematiche, i bisogni diversificati su cui si deve agire evidenziano la necessità di prevedere progettualità integrate fra diversi Servizi e Istituzioni e la costruzione di collegamenti, legami, un lavoro di rete con le opportunità ricreative-culturali presenti nei territori in cui il minore vive.

1.3 Riferimenti teorici, modelli interpretativi, ri cerche di sfondo a. Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual è il modello teorico di base a cui vi riferite? b. Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? Diviene prioritario, in un lavoro di promozione educativa, il supporto all’adolescente e pre-adolescente nella ricerca di modalità volte “prendersi cura” di sé stesso, dove l’educatore si pone come figura “credibile”, investendo in modo primario nella relazione.

1.4 Analisi della domanda a. Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? b. Chi ha proposto l’intervento? c. Chi ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo, da chi è composto? d. Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? I nuclei familiari e i minori in carico al servizio, soggetti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, risultano: anno 2002 n°135 e n°763 minori in carico - Anno 2003 n°165 e n°987 minori in carico. Nel 2003 si sono rilevate n°6 situazioni in cui l’Autor ità giudiziaria o i Servizi stessi hanno individuato il bisogno di attuare “incontri vigilati” fra genitori e minori, finalizzati ad acquisire approfondite conoscenze rispetto alle dinamiche relazionali ed alla modalità di rapporto adulto-minore. L’educatore lavora in stretta sinergia con l’assistente sociale e gli operatori sanitari coinvolti nella situazione, sono previsti momenti di lavoro interprofessionali, finalizzati ad orientarne l’attività ed a definire progettualità condivise.

1.5 I destinatari finali dell’intervento a. Quali sono i destinatari finali del progetto? b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari finali e la loro dimensione numerica? c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari finali? d. Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto? e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari finali dell’intervento? I destinatari del progetti sono i pre-adolescenti e gli adolescenti a rischio di devianza, per i quali le risposte aggregative del territorio non rappresentano un strumento sufficiente per affrontare le complesse problematiche che si trovano a vivere. Numericamente le situazioni di bisogno raggiungibili con questo intervento è stimato attorno a 10 casi. La necessità di specifiche “azioni” a carattere educativo viene rilevata dagli operatori che hanno in carico le singole situazioni, che valutano importante prevedere a tutela dell’adolescente e pre-adolescente che vive situazioni di disagio familiare e/o personale, interventi a carattere educativo individuale, che consentano una facilitazione alle esperienze socializzanti e a carattere formativo presenti nei territori di residenza, una attenzione agli aspetti inerenti le relazioni interne ed esterne al nucleo familiare, nell’intento di limitare ulteriori rischi di devianza. Sono coinvolti nell’intervento: minori, genitori, risorse educative-ricreative territoriali, Istituzioni pubbliche.

1.5.1 I destinatari intermedi dell’intervento a. Quali sono i destinatari intermedi del progetto? b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica? c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari intermedi? d. Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari intermedi dell’intervento?

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 237

Il lavoro centrato sui bisogni del minore include il coinvolgimento delle famiglie, delle figure significative, delle Istituzioni educative, Associazioni ricreative-socializzanti, Imprese produttive, presenti sui territori di residenza dei preadolescenti e adolescenti in situazioni di svantaggio, seguiti dai Servizi socio-sanitari, per i quali il gruppo di lavoro valuta necessario un intervento individualizzato. Si rileva il bisogno di prevedere esperienze e relazioni con il sistema produttivo, stimolare nel ragazzo impegno e comportamenti responsabilizzanti. Gli operatori sociali ricercano possibili contesti lavorativi favorenti tale possibilità, prevedendo in itinere il monitoraggio dell’esperienza: anno 2004 attuati n° 8 interventi d i Borsa lavoro. Si devono poi coniugare compiti di tutela-aiuto-controllo anche nell’esercizio di un mandato dell’Autorità Giudiziaria Minorile che prevede l’attuazione di “incontri vigilati” con i genitori e il minore: anno 2004 n°8 da svolgere a cadenza settimanal e o quindicinale.

1.6 Gli obiettivi a. Obiettivi strategici del progetto X consolidamento e qualificazione dei servizi/interventi esistenti X sostegno alle competenze personali � sostegno alla creatività giovanile � raggiungimento di gruppi informali/lavoro di strada X sostegno a situazioni problematiche X coinvolgimenti degli adulti significativi

Per ogni obiettivo indicare gli obiettivi specifici del progetto e gli indicatori che verranno utilizzati per la valutazione di processo e d i esito, evidenziando anche le variabili che si possono prevedere. La funzione dell’educatore attraverso il supporto individuale è volto a favorire la partecipazione e l’inserimento del preadolescente e adolescente, in contesti territoriali socializzanti, facilitando esperienze e sviluppando conoscenze; attraverso incontri con i genitori e le figure parentali significative tende a promuovere e sviluppare gli accenti educativi nel rapporto con la persona, rilevando ed affrontando, in sinergia con gli operatori coinvolti, le possibili situazioni pregiudizievoli di inadeguatezza genitoriale.

1.6.1. Obiettivi - per i progetti che prevedono il coinvolgimento di destinatari intermedi a. Quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere intervenendo sui soggetti che fungono da

intermediari verso il target? b. Quale correlazione esiste fra gli obiettivi stabiliti per i destinatari finali dell’intervento e quelli

relativi ai soggetti intermedi? Il lavoro con la famiglia multiproblematica richiede una modalità di lavoro complessa che prevede una interrelazione fra diversi operatori e Servizi poiché i componenti di frequente manifestano problemi di comportamento e adattamento sociale, le dinamiche presenti al suo interno sono spesso confuse e invischianti. L’aspetto dell’integrazione fra Servizi socio-sanitari e fra questi e le Istituzioni esterne diviene prioritario così come diviene necessaria la costruzione-mantenimento di una rete di opportunità per affrontare in modo efficace le diverse forme di disagio.

1.7 I soggetti che partecipano all'attuazione del pr ogetto: a. Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del

progetto? b. Quali modalità di collaborazione e di coordinamento della rete intendete attivare? c. Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell'attuazione degli interventi previsti? Ogni singolo progetto prevede collegamenti/relazioni con Servizi socio-sanitari, Istituzioni scolastiche, Agenzie territoriali.

1.8 Il metodo di intervento a. Quali sono le strategie ed i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? b. Qual è la durata prevista del progetto e quali sono le azioni significative? c. Come viene pianificata l’attività?

Il Gruppo Tecnico, costituito da operatori socio-sanitari coinvolti nella specifica situazione, rappresenta lo strumento che consente un lavoro integrato fra operatori di diversi Servizi e

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 238

contesto in cui si elabora il progetto di lavoro e si condivide il percorso più idoneo, individuando funzioni, competenze, opportunità, vincoli, tempi di lavoro, di verifica, necessità di ri-progettazione.

1.9 Le risorse a. Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste? b. Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? c. Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e

materiali? d. Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla

realizzazione dell’intervento? e. Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come, sulla

realizzazione dell'intervento? L’intervento è svolto da un educatore professionale a convenzione per 36 ore settimanali. La complessità dei bisogni espressi richiede un ampliamento degli interventi educativi e la necessità di prevedere un aumento di ore da dedicare al sostegno-aiuto a preadolescenti e adolescenti in situazione di disagio e per affrontare situazioni in cui si rileva il bisogno di attuare “incontri vigilati” fra genitori e figli. Per la realizzazione dei singoli progetti è necessario mantenere collegamenti con le opportunità e risorse dei territori, rivolte a questa fascia di popolazione.

1.10 La documentazione dei risultati a. Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento ed i risultati del progetto al

committente? b. Quali azioni e strumenti prevedete per informare i destinatari ed il territorio di riferimento sullo

svolgimento ed i risultati del progetto? - Report dei Gruppi Tecnici che gli operatori coinvolti svolgono per la programmazione e verifica del progetto inerente la situazione. - Diario dell’educatore -Incontri con insegnanti e con altre figure significative coinvolte nel progetto individuale.

1.11 La pianificazione della valutazione a. La valutazione viene realizzata: � sul progetto X in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento) X ex post (alla fine dell’intervento) � follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento) (quando possibile)

b. Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: X Adeguatezza delle risorse

� Adeguatezza dell’organizzazione X Adeguatezza dei metodi X Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi X Impatto delle eventuali variabili non previste

Di risultato: X Reazioni dei destinatari � Efficienza X Efficacia � Impatto

Per ogni tipo di valutazione di processo e di risultato indicata alla domanda precedente descrivere le variabili (che cosa), gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come), i tempi (quando) e chi valuta.

In itinere l’educatore partecipa agli incontri tecnici, organizzati a cadenza periodica, con tutti gli operatori coinvolti nella situazione; i Gruppi Tecnici, attuati a cadenza regolare, rappresentano il contesto di acquisizione di reciproche conoscenze, confronto, valutazioni sulle attività se concretamente realizzate o solo in parte, quali difficoltà incontrate e quali effetti prodotti, se rispetto ai bisogni e ai problemi l’attività prodotta ha portato gli effetti in precedenza ipotizzati. In specifico con l’assistente sociale “responsabile del caso” coordina l’attività, attraverso relazioni costanti.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 239

Si acquisiscono anche elementi utili a monitorare e ri-modulare l’intervento attraverso regolari incontri con le famiglie, le Istituzioni scolastiche/formative, i Centri di aggregazione e/o altre opportunità usufruite dal ragazzo.

1.11 Il quadro economico del progetto

Spese per il personale (solo personale educativo) € 27.712 Spese per il personale di coordinamento € 1.310 Spese borse-lavoro per progetti individuali € 2.790 Spese di gestione:attrezzature e materiali € 2.000 Costo complessivo progetto € 33.812

Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/en ti

Comuni € 23.812

Finanziamento richiesto alla Regione E.R. € 10.000

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 240

11

“Ado Net-Work. Il network dei centri aggregativi pe r l’adolescenza”

Dati generali del progetto:

Zona: Distretto di Lugo Ambito territoriale in cui si realizza il progetto: Distretto di Lugo Il progetto è: X Nuovo X Continuazione di attività in corso (consolidamento) Dati del referente del progetto: Cognome e nome: Pietrantoni Davide Ente/Servizio: Assessore alle Politiche giovanili del Comune di Massa Lombarda e Coordinatore delle Politiche giovanili - Bassa Romagna Telefono: 0545985808 e-mail: [email protected]

I FASE

LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO

1.1 Il fenomeno a. In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare? b. Attualmente, quante persone si stima siano interessate dal problema/fenomeno nell’area geografica di riferimento dell’intervento? c. Come è descrivibile il problema/fenomeno in termini di dimensione e peculiarità? a. Il progetto intende incrementare la qualità degli interventi sull’aggregazione giovanile presenti sul territorio distrettuale, con una particolare attenzione per la fascia pre-adolescenziale e adolescenziale. L’aggregazione giovanile attualmente si costruisce attorno:

� Le istituzioni scolastiche � Le società sportive � I centri di aggregazione privati (es.oratori) � I centri di aggregazione pubblici (es. centri giovani, centri ricreativi estivi,…)

Essendo le problematiche relative al mondo sportivo affrontate anche in altri interventi, il presente progetto si focalizza prioritariamente sui centri aggregativi e sulla loro relazione con il mondo scolastico. b. Gli adolescenti interessati dal progetto nell’area geografica di riferimento dell’intervento sono tutti quelli compresi tra gli 11 e 17 anni. c. Il progetto coinvolgerà tutti Comuni del Distretto, le Istituzioni Scolastiche, l’Ausl, il Terzo settore, l’Associazionismo Culturale e Sportivo

1.2 Riferimenti teorici, modelli interpretativi, ri cerche di sfondo a. Quali sono le caratteristiche significative dei gruppi sociali nel territorio in cui si pensa di svolgere l'intervento? b. Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del territorio o del contesto di riferimento?

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 241

C Quali sono le caratteristiche significative del territorio?

La sensazione che spesso si coglie da chi opera nei servizi per le politiche giovanili, e comune a tutti, è di isolamento e di difficoltà di dialogo con l’esterno. Pertanto diventa importante una figura di coordinamento (sul modello della “figura di sistema” caldeggiata dalla Regione) che sappia far dialogare operatori di diverse istituzioni, in grado di cogliere un filo comune tra le diverse aspettative per aprire un dibattito e definire metodologie di intervento comuni mirate a soddisfare bisogni dell’utenza e ad affrontare le diverse problematiche che il territorio evidenzia. Mettere in rete le risorse umane e i progetti di intervento per conoscere meglio il territorio, e l’utenza stessa attraverso una formazione permanente che utilizzi tavoli di discussione, di ricerca/azione e di progettazione. La figura di coordinamento avrà il compito, in stretta collaborazione con i soggetti su menzionati (Comuni, Ausl, il mondo cooperativo che opera in ambito giovanile, l’associazionismo), di perseguire gli obiettivi sotto indicati (paragrafo 1.6) in un arco di tempo almeno triennale. Sarà inoltre formato un gruppo di progetto con i rappresentanti dei diversi soggetti coinvolti che periodicamente sostenga e controlli il lavoro della figura.

1.3 Diagnosi del territorio in relazione al progetto a. Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual è il modello teorico di base a cui vi riferite? b. Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? Alcuni percorsi intrapresi negli ultimi anni dai Comuni del Distretto hanno fatto si che negli attuali spazi aggregativi si riuscissero a portare gruppi di adolescenti prima esclusi dalla fruizione di tali spazi. In alcuni casi ciò è stato reso possibile dal lavoro di operatori di strada che hanno mappato i gruppi informali riuniti in parchi e strade, coinvolgendoli nella fruizione dei centri. In altri casi è bastato attivare dei servizi laboratoriali/di aggregazione gestiti da educatori/animatori in orari prestabiliti pomeridiani per rispondere ad una domanda di aggregazione (soprattutto espressa dalle fasce d’età 10-15 anni). In linea generale, quindi, la fruizione degli spazi/centri aggregativi nell’ultimo periodo è aumentata.

Si offre qui di seguito una sintetica mappatura dei servizi/spazi/centri aggregativi che sono sorti negli ultimi anni nei 9 Comuni del Distretto:

ALFONSINE � Il centro/servizio “Free to fly” è un ritrovo pomeridiano, rivolto alla fascia d’età 10-19 anni,

nato negli spazi di un ex asilo che mette a disposizione dei ragazzi una ludoteca, accesso a internet e computers.

� Il centro culturale “Gulliver” (per ragazzi dai 18 anni in su) propone attività legate al mondo del cinema (come ad esempio il festival estivo di cortometraggi).

� Servizi estivi dal 14 giugno al 30 luglio (assieme alla scuola primaria). � La scuola secondaria di primo grado (media) offre, nel plesso di Alfonsine, un servizio di

prescuola solo il sabato (8 iscritti), nel plesso di Longastrino tutti i giorni (3 iscritti). � Oratori: La parrocchia S. Maria ha due proposte di oratorio per ragazzi da 10 a 18 anni: una

al martedì-giovedì-sabato (promossa direttamente dalla parrocchia); una al sabato-domenica (promossa dall’Oratorio don Bosco). Settimane estive di Grest nel mese di giugno.

BAGNACAVALLO � Sono attivi diversi percorsi di coinvolgimento: il “Centro estivo” (con 250 iscritti), la sala

prove, la “Scuola d’arte”, la “Scuola di musica”, i “Gruppi d’interesse” (che hanno preso avvio dall’esperienza di Ret@gio e coinvolgono i giovani su musica, sport, “Città dei bambini”, scambi internazionali) e dibattiti organizzati dall’“Informagiovani”.

� servizi estivi per il periodo di luglio e agosto (Trictroc). � La scuola secondaria di primo grado (media) offre laboratori extra scolastici per 6 ore

settimanali (inglese, tedesco, informatica, attività ludiche e sportive e canto corale).

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 242

� L’ “Albero dei Limoni” (Traversara): attività pomeridiane ed estive di sostegno dei ragazzi, 6/13 anni italiani e stranieri, (compiti, attività ludiche, confronto su temi legati alla loro età,ecc.) e delle loro famiglie.

� Il “Gabbiano” (Bagnacavallo): attività pomeridiane ed estive di sostegno dei ragazzi, 6/13 anni italiani e stranieri, (compiti, attività ludiche, confronto su temi legati alla loro età, ecc.) e delle loro famiglie.

� “Albatros” (Bagnacavallo): formazione e inserimento sociale dei ragazzi, 13/17 anni italiani e stranieri, con attività pomeridiane dal 15 settembre al 15 giugno.

� L’Oratorio don Bosco è attivo nella frazione di Villanova. Sono invitati i ragazzi a partire dai 10 anni; dopo i 14 anni assumono gradualmente un ruolo di responsabilità e aiuto nei confronti dei più piccoli, fino a diventare educatori con la maggiore età.

BAGNARA � sono state attuate forme di coinvolgimento a partire dalla Biblioteca per ragazzi delle Scuole

Elementari e Medie in forte rapporto con gli oratori (per il dopo scuola) e con le Società sportive del territorio con l’ organizzazione anche di “feste” per le diverse fasce d’ età.

� Servizi estivi dal 14 giugno al 30 luglio. � Oratori: la nuova struttura, con annesso campo sportivo, è a disposizione tutti i giorni per

gruppi di giovani o di famiglie. Tutti i pomeriggi della settimana doposcuola per bambini e ragazzi.

CONSELICE � Nei locali della Biblioteca di Lavezzola, due pomeriggi la settimana, il martedì ed il sabato

dalle 15.00 alle 19.00, due educatori, della cooperativa sociale “La Giraffa”, gestiscono in convenzione con il Comune, attività ricreative rivolte a ragazzi adolescenti e pre-adolescenti, in forte continuità con la Consulta dei Ragazzi del Comune di Conselice. All’interno del “Punto Giovani”, così è stato chiamato il centro di aggregazione, vengono promosse attività ed iniziative quali feste pomeridiane, concorsi a premi per l’ideazione del logo e del nome della struttura, momenti di svago legati alle iniziative della “Città dei Ragazzi” etc.

� Scambi Giovanili Internazionali, finanziati nell’ambito del programma “ Gioventù”, si rivolgono da alcuni anni a questa parte ai giovani di età compresa tra i 15 e 25 anni

� Centro pomeridiano, con servizio di refezione, rivolto ai ragazzi della scuola secondaria di I° grado di Conselice, in cui è confluito anche il gruppo esperienziale, monitorato dall’ AUSL, aperto, da settembre a giugno, dal martedì al venerdì, gestito dalla Cooperativa Sociale “La Linea d’Ombra”.

� Centri ricreativi estivi rivolti ai bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, attivi su territorio dal 13 giugno al 9 settembre.

� Progetto “C’entro anch’io”- finanziato da Coop Adriatica: per l’ anno scol. 2004/2005 sono stati realizzati dalla coop. “ La Giraffa” laboratori interculturali in ambito scolastico per alunni della scuola primaria e secondaria di I° grado di Consel ice e Lavezzola, per l’anno scolastico 2005/2006 verrà attivato a cura della Coop. “La Linea d’Ombra” un centro pomeridiano di aggregazione giovanile.

� Comunità educativa, gestita dalla coop. “La linea d’ Ombra”, in convenzione con l’AUSL, offre accoglienza residenziale a minori, attualmente 8 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, allontanati dalla famiglia per periodi di tempo medio-brevi in attesa dell’ affido.

� l’ Oratorio don Bosco è attivo nella frazione di S. Patrizio (sabato e domenica pomeriggio) e da pochi mesi anche a Conselice (domenica pomeriggio). Sono invitati i ragazzi a partire dai 10 anni; dopo i 14 anni assumono gradualmente un ruolo di responsabilità e aiuto nei confronti dei più piccoli, fino a diventare educatori con la maggiore età. Nella parrocchia di Conselice, proposte di incontro e formazione per fasce d’età: ragazzi delle medie (domenica); ragazzi delle superiori (sabato); giovani (venerdì). La parrocchia di Lavezzola propone ai ragazzi (11-20 anni) alcune attività il sabato pomeriggio.

COTIGNOLA � Il Centro Giovani “Alamo”, nato nel 2004, a seguito del progetto “Ret@gio”, con la

partecipazione attiva dei genitori, aperto tre pomeriggi la settimana e una serata; rivolto a ragazzi da 11 a 17 anni e promuove progetti di scambi internazionali, partecipazione a feste ed eventi di paese ed è luogo di scambio relazionale.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 243

� laboratori (per ragazzi da 11 a 14 anni) presso scuola arti e mestieri il mercoledì (14.30-16.30).

� Servizi estivi nel mese di luglio. � “Gruppo Marmotte” è un servizio (un “gruppo esperienziale”) erogato dall’AUSL nei locali

della scuola, con la collaborazione della scuola stessa, rivolto a 13 alunni di elementari e medie.

� La parrocchia di Barbiano propone attività aggregative di carattere sportivo (CSI), in modo particolare nel periodo estivo.

FUSIGNANO � Centri aggregativi: il centro di animazione “Il cerchio”, il circolo culturale ”Brain storm”

(organizza attività in convenzione con il Comune) e la “Scuola d’arte”. � La scuola secondaria di primo grado (media) offre laboratori extra scolastici per 2 ore

settimanali (stampa su tessuto, strumento musicale, laboratorio multimediale). � Servizi estivi � Oratori: proposte separate per bambini delle elementari e ragazzi delle medie, entrambe al

sabato pomeriggio. Settimane estive di Grest nel mese di giugno (5-12 anni), molto richieste dalle famiglie. Campi estivi in collina nel mese di luglio (10-18 anni).

LUGO � “Centro giovani Padre Leo Commissari” aperto al pubblico in orario pomeridiano e di sera in

concomitanza di eventi (come la proiezione di film, laboratori, ecc.). Ha un indirizzo fortemente educativo e di promozione sociale e culturale con l’organizzazione di manifestazioni e concerti, la disponibilità di una sala prove e la presenza di gruppi creativi (ad esempio di musica e pittura). Accoglie al suo interno anche alcuni gruppi informali di ragazzi avvicinati con il progetto “Operatore di Strada” e giovani degli altri Comuni del Comprensorio.

� “Centro Giovani di Villa San Martino” (ragazzi da 14 a 16 anni) spazio disponibile per “feste” (150/180 presenze) e attività di socializzazione.

� Laboratori extrascolastici (di recupero e approfondimento, percorsi individualizzati per alunni in difficoltà, linguaggi multimediali, espressione corporea, manipolazione, sport, teatro, ecc. dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18.30), orientamento, promozione della solidarietà e collaborazione attiva con alunni e genitori.

� “L’isola dei tesori” Centro Educativo extrascolastico, attività pomeridiane da ottobre a maggio di sostegno dei ragazzi, 11/14 anni italiani e stranieri, (compiti, attività ludiche, confronto su temi legati alla loro età, ecc.) e delle loro famiglie.

� Servizi estivi (11/14 anni) per il periodo di giugno, luglio, agosto e settembre. � Biblioteca F. Trisi – sezione ragazzi: tutti i pomeriggi da ottobre a giugno 14.30 / 19.00

(studio, lettura, giochi bibliografici e uso di internet autorizzato). � Associazione Lugo per gli studenti: aiuto allo studio per il recupero insuccesso e/o disagio

scolastico degli studenti delle scuole superiori; martedì e giovedì dalle 14.45 alle 18 da ottobre a maggio.

� Cooperativa sociale “Educare Insieme”: Casa Novella, laboratori artigianali per adolescenti e giovani in disagio psico/sociale e/o con patologie psichiatriche per attività occupazionali e di avvicinamento al lavoro.

� Oratori: sono presenti 4 oratori parrocchiali (nelle Parrocchie di S. Giacomo, S. G. Gabriele e a S. Potito è attivo l’Oratorio don Bosco).

MASSALOMBARDA � Centro giovani “JYL – Jammin Young Lab”, co-gestito insieme con i ragazzi che lo

frequentano (16-24 anni). I Gruppi di interesse interni gestiscono/organizzano i vari settori dell’attività del centro: la Sala Prove/Registrazione, i Concerti, le Feste, i Tornei, Atelier/Mostre, Cinema, Teatro. Progetto educativo fondato sulla responsabilizzazione nei confronti degli spazi dati a disposizione e nei confronti degli eventi che si organizzano.

� All’interno del Centro Giovani “JYL” si è aperto un laboratorio per i ragazzi (10-15 anni) due pomeriggi alla settimana con la presenza di educatori ed animatori fondato su attività che sviluppino la creatività individuale e collettiva e la socializzazione.

� comunità educativa Maria Immacolata che offre accoglienza residenziale a minori allontanati dalla famiglia per periodi di tempo medio-brevi in attesa dell’ affido.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 244

� Tavolo “ di promozione dell’agio” a cui partecipano il Comune di Massa Lombarda, le istituzioni scolastiche e l’Ausl finalizzato ad ottimizzare i servizi del territorio rispetto ai bisogni che vengono rilevati.

� La parrocchia propone attività di oratorio per ragazzi dai 10 ai 18 anni, dal lunedì al sabato. Il gioco libero e le attività sono accompagnate dalla presenza di un educatore.

S.AGATA � E’ avviata una convenzione con il Comune (Spazio Ragazzi) per attività, da tenersi presso l’

Oratorio parrocchiale, in orario pomeridiano (“dopo scuola”, corsi musicali, corsi di fotografia,...) e serale per ragazzi da 9 a 15 anni mentre non ci sono progetti per la fascia d’ età superiore.

� Grest gestito dalla Cooperativa Kaleidos presso la Parrocchia di S. Agata rivolto a ragazzi da 6 a 14 anni nel periodo dal 14 giugno al 2 luglio.

� Servizi estivi per gli alunni di elementari e medie gestito dalla Cooperativa Kaleidos

Da quadro appena esposto emerge come ogni centro/spazio/servizio aggregativo abbia la proprie peculiarità in termini di:

• Tipologia di attività svolte • Strutture e spazi a disposizione • Caratteristiche dei gruppi sociali • Orari e organizzazione interna • Forme di coinvolgimento dei ragazzi • Formule di gestione (diretta da parte dell’ente oppure tramite un soggetto terzo)

1.4 Analisi della domanda a. Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? b. Chi ha proposto l’intervento? c. Chi ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo, da chi è composto? d. Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? L’intenso lavoro svolto negli ultimi mesi dal Gruppo “Minori e adolescenza” dei Piani Sociali di Zona, all’interno del quale hanno lavorato rappresentanti dei diversi soggetti attivi per la promozione dell’agio in ambito giovanile (Comuni, Scuole, Cooperative Sociali, Parrocchie, Ausl, ecc.), oltre ad aver mappato una rete di servizi ed opportunità che, come si è appena visto, sono molto eterogenee fra loro, ha individuato alcune priorità comuni e trasversali:

• Potenziare l’offerta di servizi/spazi finalizzati ad occupare in modo responsabile e creativo il tempo extrascolastico dei ragazzi della fascia d’età 10-18 anni.

• Proporre soluzioni che agevolino l’integrazione tra gruppi di adolescenti appartenenti a culture diverse all’interno dei centri aggregativi.

• Arginare fenomeni di bullismo • Favorire l’integrazione e la messa in rete tra le opportunità presenti nel territorio • Rafforzare il lavoro in sinergia tra centri aggregativi e scuole

Una volta evidenziate tali priorità il gruppo ha dato mandato ad un team di persone di stendere il progetto. Il gruppo di progetto è stato composto da:

• 2 assessori alle politiche giovanili • 2 funzionari di politiche giovanili • 6 operatori di cooperative sociali/associazioni • 3 insegnanti • 1 operatore di una casa d’accoglienza

1.5 I destinatari finali dell’intervento a. Quali sono i destinatari finali del progetto? b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari finali e la loro dimensione numerica? c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari finali? d. Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto? e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari finali dell’intervento?

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 245

a. I destinatari finali dell’intervento sono i ragazzi compresi nella fascia d’età 11-18 anni (corrispondente alla scuola secondaria inferiore e superiore) che frequentano i centri aggregativi del territorio del distretto. La decisione di focalizzarsi su questa fascia d’età e sulle problematiche ad essa connesse è scaturita dalla riflessione sviluppata dai gruppi di lavoro dei Piani Sociali, in primo luogo, perché è la fascia d’età più rappresentativa dell’utenza dei centri giovani e degli altri spazi aggregativi e, in secondo luogo, perché in questa fascia d’età si concentrano maggiormente alcune problematiche specifiche quali fenomeni di bullismo o di difficoltà nell’integrazione fra diversi gruppi etnici. b. Per utenti dei centri aggregativi si intendono i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni che frequentano i Centri stessi e che rappresentano circa il 30% dei giovani di questa fascia di età. c. I ragazzi hanno buona parte del proprio tempo già impegnata in attività strutturate e ciò che forse spesso manca è un luogo esterno alla famiglia che possa essere “libero”, modificabile in base alle esigenze, ma allo stesso tempo controllato. L’idea che contraddistingue un po’ tutte le realtà aggregative per adolescenti nate in questi anni nei diversi comuni del distretto è quella di aprire il campo d’azione non ad una specifica tecnica laboratoriale, ma ad uno spazio di attività libero e modificabile in base alle necessità di chi lo frequenta. Chiaramente libero non significa senza controllo o senza regole, significa semplicemente non condizionato a priori da specifici fini laboratoriali e aperto ad ogni tipo di attività più o meno strutturata e che possa favorire il confronto e il dialogo . d. Con il progetto si prevede di raggiungere tutti i ragazzi che frequentano i centri aggregativi e. I ragazzi potranno essere contattati, durante l’apertura dei centri, coinvolti e motivati ad organizzare e a realizzare progetti comuni fra i vari centri.

1.5.1 I destinatari intermedi dell’intervento a. Quali sono i destinatari intermedi del progetto? b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica? c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari intermedi? d. Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari intermedi dell’intervento? a. I destinatari intermedi del progetto sono gli operatori o “Animatori” che operano con i ragazzi nei centri giovani o nelle realtà/laboratori/punti di aggregazione di diverso tipo. b. Gli operatori sono sopratutto educatori – animatori – organizzatori. Il loro compito solitamente è quello di ascoltare i ragazzi, mediare all’interno delle dinamiche sociali e relazionali dei gruppi, proporre e coinvolgere i ragazzi nelle diverse attività che si svolgono. c. Essendo i facilitatori della comunicazione, permetteranno di arrivare ai destinatari finali nel miglior modo e con più efficacia. d. Si stima che il totale degli animatori/educatori presenti nei diversi servizi del distretto siano intorno ai 120-140. e. Attraverso incontri periodici collettivi e colloqui (interviste), si potranno contattare gli operatori, scambiare opinioni, mettere in campo nuove strategie, organizzare pubblici incontri a tema (Convegni)

1.6 Gli obiettivi Obiettivo strategico 1 Consolidamento e qualificazione dei servizi/intervent i esistenti

Obiettivi specifici Parametri di valutazione Indicatori Garantire la comunicazione interna tra i Centri Giovani

Attivazione di una newsletter informativa per tutti gli operatori

N° di contatti

Costituire una “rete” dei Centri Giovani, potenziandone la visibilità complessiva verso l’esterno

iniziative in comune o coordinate; la promozione incrociata degli eventi

N° di iniziative o di calendari unici prodotti

Promuovere lo scambio di esperienze, di buone prassi, di risorse, di personale per fini progettuali o per gestire eventi

Organizzazione di momenti di scambio e confronto

N° di incontri di “tavoli di coordinamento” o convegni

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 246

Obiettivo strategico 2

Sostegno a situazioni problematiche

Obiettivi specifici Parametri di valutazione Indicatori Valutare le eventuali problematiche di disagio e costruire, con i soggetti di riferimento, delle ipotesi di soluzione;

Compilazione di schede di monitoraggio delle problematiche con ipotesi di soluzione

N°Schede compilate e/o progetti presentati alle diverse realtà

Costruire progetti di integrazione degli adolescenti immigrati da realizzare nei vari comuni e/o da proporre nei prossimi Piani Sociali di Zona.

Progetti di Intermediazione, attività/iniziative ricreative che favoriscano l’integrazione

Report dei soggetti coinvolti sui risultati ottenuti

Obiettivo strategico 3

Promozione di nuove esperienza di aggregazione

Obiettivi specifici Parametri di valutazione Indicatori Promuovere nuove esperienze di aggregazione (Centri Giovani, Educatori di strada, Post-scuola di valore educativo…);

Compilazione di schede di monitoraggio e valutazione della possibilità di costituzione di nuovi centri aggregativi laddove non ci sono

N°Schede compilate e/o progetti presentati

Obiettivo strategico 4 Sostegno alle competenze personali (Obiettivi del co involgimento di destinatari intermedi)

Obiettivi specifici Parametri di valutazione Indicatori Affiancare gli operatori in caso di problemi Affiancamento della “figura di

sistema per l’adolescenza” agli operatori

N° di ore spese nei diversi centri /report degli operatori

Programmare la formazione degli operatori e dei genitori

Organizzazione di convegni e/o corsi formativi

Atti dei convegni o dei corsi

L’obiettivo strategico 4 è a fondamento di tutti gli altri. Il sostegno agli operatori, la programmazione di momenti di formazione destinati a loro, l’organizzazione di momenti di scambio e d’incontro fra operatori di diverse realtà producono inevitabilmente una ripercussione positiva sugli altri obiettivi (potenziamento della qualità dei servizi, sostegno a situazione problematiche, sviluppo di nuove progettualità)

1.7 I soggetti che partecipano all'attuazione del pr ogetto a. Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del

progetto? b. Quali modalità di collaborazione e di coordinamento della rete intendete attivare? c. Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell'attuazione degli interventi previsti? a. Il progetto coinvolgerà in primo luogo tutti gli Assessorati alle Politiche Giovanili dei comuni del distretto (Assessori e funzionari), le Istituzioni Scolastiche (scuole secondarie inferiori e superiori), l’Ausl, Le Cooperative sociali (o singoli operatori) che operano in campo giovanile (Centri giovani, centri estivi,…). In secondo luogo, di riflesso, potranno essere coinvolte le associazione culturali e sportive. b. Le modalità di collaborazione e di coordinamento dei diversi soggetti si sviluppano attorno alla “figura di sistema per l’adolescenza” che ha il compito di costruire momenti “di rete”. Inoltre si costituirà un gruppo di progetto, promosso dai Comuni del distretto, che coinvolgerà alcuni rappresentati dei soggetti coinvolti al fine di indirizzare e monitorare l’andamento del progetto.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 247

c. Ogni soggetto sarà portatore delle proprie competenze specifiche: gli Assessorati per quanto riguarda le politiche di promozione dell’agio e le esperienze passate in questo campo, le istituzioni scolastiche per quanto riguarda le problematiche educative e di apprendimento, l’Ausl per quanto riguarda tutti gli aspetti socio-sanitari, le Cooperative e gli Operatori per quanto spetta la loro esperienza sul campo e le loro competenze specializzate in campo sociale.

1.8 Il metodo di intervento a. Quali sono le strategie ed i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? b. Qual è la durata prevista del progetto e quali sono le azioni significative? c. Come viene pianificata l’attività?

Viene istituita una figura di coordinamento (sul modello della “figura di sistema” caldeggiata dalla Regione per le aree Minori e Disabili/Disagio) che sappia far dialogare operatori di diverse istituzioni, in grado di cogliere un filo comune tra le diverse aspettative, per aprire un dibattito e definire metodologie di intervento comuni mirate a soddisfare i bisogni dell’utenza e ad affrontare le diverse problematiche che il territorio evidenzia. A lei spetta, in altre parole, il compito prioritario di costruire la rete sopra menzionata per raggiungere gli obiettivi del progetto (vedi paragrafo 1.6). Spenderà gran parte del proprio tempo a stretto contatto con le diverse realtà, individuerà problemi, proporrà soluzioni per le diverse situzioni, organizzerà i momenti “di rete”.

Sarà inoltre formato un gruppo di progetto con i rappresentanti dei diversi soggetti coinvolti che periodicamente sostenga e si confronti con lavoro del coordinatore (“Figura di sistema per l’adolescenza”). La prospettiva temporale del progetto è almeno triennale. Si può pensare di strutture le azioni fondamentali come segue (è una suddivisione di massima): - 1° anno: conoscenza e insediamento nei diversi centri agg regativi, monitoraggio delle

buone prassi e dei problemi, realizzazione di una serie di momenti seminariali finalizzati alla costruzione della rete, creazione della newsletter

- 2° anno: conoscenza di altri soggetti fondamentali (scuol e e associazioni sportive) e rilevamento delle problematiche principali, stesura delle prime bozze di progetto finalizzate a risolvere le problematiche specifiche dei singoli centri aggregativi

- 3° anno: creazione di momenti formativi specifici in ba se alle problematiche rilevate, sviluppo delle progettualità costruite, ipotesi di creazione di nuovi centri aggregativi nelle aree dove non sono presenti.

1.9 Le risorse a. Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste? b. Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? c. Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e materiali? d. Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla realizzazione dell’intervento? e. Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come, sulla realizzazione dell'intervento? a. La figura di coordinamento è un consulente esperto in problematiche dell’adolescenza con laurea in Psicologia o Scienze dell’Educazione, possibilmente con esperienza nella gestione dei gruppi e degli adolescenti. Inoltre parteciperanno al progetto gli operatori ed i responsabili dei centri giovani (Laurea in Scienze dell’Educazione e simili), oltre che i responsabili delle Politiche Giovanili dei vari Comuni (Laurea in Scienze Politiche, dell’Educazione o simili). b.Si prevedono circa 20 ore di lavoro settimanali della figura di coordinamento, 200 ore annue complessive per tutti gli operatori, 100 ore annue complessive per i responsabili dei Centri Giovani, 150 ore annue complessive per i responsabili dei Comuni. c. Risorse disponibili: Operatori dei Centri Giovani, responsabili di Centri aggregativi, Funzionari dei Comuni (riunioni di coordinamento), locali dei Centri Giovani (comprese utenze) Risorse da reperire: Operatore di Coordinamento, materiali di consumo d. ed e. Si prevede di integrare totalmente questo progetto con il progetto “Sostegno all’integrazione inter-culturale in ambito adolescenziale” per l’integrazione degli adolescenti stranieri, parte del programma immigrazione, anche per quel che riguarda la parte economica.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 248

Inoltre il progetto andrà ad inserirsi nel percorso “Operatore di Strada” avviato prima dal Comune di Lugo e poi in tutti i Comuni del Distretto (vedi piano attuativo 2004). Il progetto tiene conto anche dei precedenti interventi: “Ret@gio” e “Gioco che Passione”

1.10 La documentazione dei risultati a. Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento ed i risultati del progetto al

committente? b. Quali azioni e strumenti prevedete per informare i destinatari ed il territorio di riferimento sullo

svolgimento ed i risultati del progetto? a. Per documentare i risultati del progetto si vedano i parametri di valutazione e gli indicatori che sono esplicitati per ogni obiettivo nelle tabelle del paragrafo 1.6. b. Si prevede inoltre la redazione di un report divulgativo che ogni anno possa essere messo a conoscenza della cittadinanza attraverso comunicati o conferenze stampa.

1.11 La pianificazione della valutazione a. La valutazione viene realizzata in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento) grazie agli incontri periodici del gruppo di progetto e alla fine di ogni anno con la redazione del report. b. sono previste dal progetto valutazioni:

Di processo:

Valutazioni Che cosa Come Quando Chi Adeguatezza delle risorse

Verifica che il budget preventivato sia adeguato agli obiettivi di progetto

Valutazione del gruppo di progetto

Alla fine di ogni anno

Gruppo di progetto

Adeguatezza dei metodi

Verifica che il metodo di lavoro impostato sia corretto e coerente con il presente progetto

Rendiconti dei diversi soggetti operanti nei centri aggregativi sull’operato della figura di sistema

Ogni 6 mesi circa

Il gruppo di progetto

Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi

Verifica della coerenza tra obiettivi, risorse, organizzazione e metodi

Sulla base della Documentazione prodotta, dei risultati raggiunti, dei rendiconti dei diversi soggetti

Alla fine di ogni anno

Il gruppo di progetto

Di risultato:

Valutazioni Che cosa Come Quando Chi Reazioni dei destinatari

Osservazione della risposta degli adolescenti (quantitativa e qualitativa) rispetto alle situazioni precedenti

Report dei diversi soggetti operanti nei centri aggregativi

Alla fine di ogni anno

I soggetti operanti nei centri aggregativi

Efficacia Verifica il grado di raggiungimento degli obiettivi (vedi paragrafo 1.6)

Vedi i parametri di valutazione e gli indicatori che sono esplicitati per ogni obiettivo nelle tabelle del paragrafo 1.6.

Ogni 3-4 mesi (gruppo di progetto) e a fine di ogni anno

Il gruppo di progetto e le amministrazioni

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 249

1.11 Il quadro economico del progetto Spese per il personale € 34.757,66 così suddiviso: Operatori dei centri giovani 200 ore a € 16,00 € 3.200,00 Responsabili di Centri aggregativi 100 ore a € 22.00 € 2.200,00 Funzionari dei Comuni (riunioni di coordinamento) 150 ore a € 30.00 € 6.500,00 Coordinatore “Figura di Sistema adolescenza” - € 22.857,66

Spese per attrezzature € 0 Spese di gestione € 5.000,00 Altro € 0 Costo complessivo del progetto € 39.757,66 Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/en ti: Comuni € 16.900,00 I singoli Comuni compartecipano al progetto:

• garantendo i servizi e/o gli spazi dedicati all’aggregazione degli adolescenti (centri giovani, laboratori, centri estivi, ecc.) già in essere,

• ricomprendendo nell’attività istituzionale i costi del personale che parteciperà ad attività di coordinamento (vedi punto 1.9 c).

Finanziamento richiesto alla Regione: € 22.857, 66

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 250

PREVENZIONE ALLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DIS AGIO SOCIALE

12

“Mela Spasso” – sito www.extasy.it – Campagna di prevenzione ed informazione al disagio giovanile, droghe

sintetiche-stimolanti, alcol e sicurezza nelle stra de

Dati generali del progetto:

Zona: Distretto di Lugo

Ambito territoriale in cui si realizza il progetto: Distretto di Lugo ed ambito provinciale

Il progetto è: � Nuovo X Continuazione di attività in corso (avviato nel 2000)

Dati del referente del progetto: Cognome e nome: Martoni Manuela Ente/Servizio: Responsabile Ser.T. Lugo (RA) Telefono: 335 8283352 e-mail: [email protected]

I FASE

LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO 1.4 Il fenomeno

a. In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare?

Campagna a valenza Aziendale rivolta al consumo di droghe sintetiche, stimolanti ed alcol e promozione della guida sicura nei contesti del divertimento giovanile notturno (discoteche, discopub, discobar, streetbar, ristopub, stabilimenti balneari) il cui obiettivo si centra: - nella rilevazione dei dati relativi al consumo di sostanze e bevande alcoliche nei luoghi del loisir notturno tramite ricerche sperimentali svolte nello stesso territorio di lavoro; - nella rilevazione, attraverso l’attuale campagna che si sta svolgendo in collaborazione con il mondo della notte, i quotidiani regionali e le emittenti televisive e radiofoniche, di un progressivo consumo di stimolanti, in particolare di alcol con conseguenti problemi di sicurezza nelle strade.

b. Attualmente, quante persone si stima siano interessate dal problema/fenomeno nell’area geografica di riferimento dell’intervento?

Stime elaborate su alcuni gruppi di soggetti intervistati tramite questionari, interviste semistrutturate e test di personalità derivati direttamente dall’MMPI-2 e la somministrazione, dal 2001 ad oggi, di circa 7000 questionari ai giovani frequentatori di circa 50 locali notturni della riviera romagnola indicano come la propensione all’uso e l’utilizzo stesso di sostanze psicoattive si attestino su valori variabili in un range tra il 20-30% per le droghe sintetiche e stimolanti e tra l’80-90% per l’alcol.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 251

I dati relativi agli incidenti stradali ricavati da tali questionari riportano, indicativamente, come il 15-20% degli intervistati riporti di aver avuto un incidente, negli ultimi 3 anni, imputabile a guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze, il 40-50% dei soggetti riporta inoltre di avere amici o conoscenti che abbiano avuto incidenti per le stesse cause.

c. Come è descrivibile il problema/fenomeno in termini di dimensione e peculiarità? Il fenomeno del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani ed i giovanissimi è, nel territorio romagnolo, un costume assai diffuso. Preoccupante è l’uso di alcol da parte dei giovanissimi (12-15 anni) che hanno sviluppato uno stile di comportamento orientato al consumo quotidiano dell’aperitivo serale e al consumo di superalcolici alla sera in discoteca o al pub. Le ragazze stanno sviluppando un consumo di alcolici superiore ai ragazzi della stessa età. Vi è spesso una tendenza alla poliassunzione (associazione di alcol con cannabis, cocaina, ecstasy, ecc.) che sta determinando problemi di sicurezza nei contesti ove sono presenti stabilimenti balneari che fanno happy hour, discoteche e street bar. Oltre a questo il rischio di incidenti stradali, tra i giovani, è assai elevato.

1.2 Diagnosi del territorio in relazione al progetto a. Quali sono le caratteristiche significative dei gruppi sociali nel territorio in cui si pensa di

svolgere l'intervento La vendita molto forte di alcolici (legata alla presenza di più bar e di happy hour), la folla numerosa, la possibilità di far girare sostanze sintetiche e stimolanti (soprattutto per La difficoltà da parte dei gestori di arginare direttamente il problema), sono i fattori di maggiore considerazione nella valutazione del fenomeno. Sembra diffusa la tipologia di fruizione di diversi locali a catena (prima lo stabilimento balneare, poi lo streetbar o il pub, indi la discoteca), prassi che aumenta le percentuali del consumo di alcol e droghe e gli incidenti automobilistici.

b. Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del territorio o del contesto di riferimento?

Esiste nel territorio distrettuale una realtà di locali frequentati da un target giovanissimo abbastanza limitata, i ragazzi, infatti, si recano in discoteche che distano dai 30 ai 50 km. ed in estate nei locali e negli stabilimenti balneari della costa (che fanno feste serali ed happy hour). Nel complesso nel territorio Aziendale sono presenti oltre 30 discoteche e moltissimi bagni che fanno feste sulla spiaggia tutti i giorni. c. Quali sono le caratteristiche significative del territorio? La riviera romagnola, in particolare, vive il fenomeno “locali da ballo” e “luoghi di ritrovo e ricreatività” (soprattutto in estate) in maniera molto forte: centinaia di locali ed offerte per il divertimento, il turismo di massa, lontananza dei lidi dalla città concomitante ad uno scarso utilizzo dei mezzi pubblici, e possibilità di reperimento e, conseguentemente, spaccio di sostanze.

1.3 Riferimenti teorici, modelli interpretativi, ricerc he di sfondo a. Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual

è il modello teorico di base a cui vi riferite? - La metodologia alla base delle relazioni coi partners dell’iniziativa (gestori discoteche, pub, stabilimenti balneari, DJ, giornali, televisioni, radio, ecc.) è l’educazione socio-affettiva. - La strategia principalmente utilizzata con i destinatari finali si basa sull’interlocuzione all’interno dei contenitori del divertimento.

- Gli studi riferiti al fenomeno del loisir notturno indicano come spesso risulti più efficace, rispetto ad altre metodologie, il dialogo diretto nel luogo preferito dai destinatari finali dell’intervento.

b. Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? Studi e ricerche alla base del progetto sono riferibili a: - Marcella Ravenna, Uso di sostanze psicoattive nel tempo libero: indagine su ambienti giovanili nella provincia di Ravenna, somministrazione di questionari, 1997; - Ricerca-intervento dell’Azienda USL di Ravenna in collaborazione con la Dott.ssa Anna Putton e col Dott. Luigi De Gennaro, L’educazione socio-affettiva nella prevenzione dell’HIV e nella prevenzione all’uso di sostanze

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1.4 Analisi della domanda a. Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? E’ stata una valutazione degli operatori del Ser.T. insieme a responsabili dei Comuni che ha evidenziati alcuni fattori di rischio su cui si è definito di intervenire e precisamente : - Età: alta percentuale di frequentatori di locali del divertimento notturno consumatori di sostanze con un range d’età dai 12/13 anni ai 14/15 anni; - Diffusa abitudine al bere sin dal primo pomeriggio (soprattutto in occasione di happy hour, costume di divertimento ampiamente diffuso nei locali della riviera romagnola, che richiamano molte migliaia di giovani quasi ogni giorno); - Diffusa disinformazione relativamente il fenomeno b. Chi ha proposto l’intervento? Il Ser.T. c. Chi ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo, da chi è composto? Ser.T e Referente di Comuni del Distretto (Comune di Lugo) d. Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? Questo accade tra i progetti che si realizzano nei luoghi del divertimento del territorio provinciale ed anche con progetti di altri Comuni

1.5 I destinatari finali dell’intervento a. Quali sono i destinatari finali del progetto? Giovani dai 12/13 anni ai 25/28 anni . b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari finali e la loro dimensione numerica? - Sono giovani che frequentano i contesti del divertimento e/o di navigano in internet. - Dimensione numerica: molte migliaia di giovani nei locali e visitatori annui del sito. c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari finali? Perché sono il target di riferimento rispetto ai fattori di rischio sopra elencati. d. Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto? Mediamente vengono contattati dai 20.000 ai 25.000 giovani ogni anno. e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i

destinatari finali dell’intervento? I contatti all’interno dei locali vengono stabiliti attraverso una stretta collaborazione coi gestori degli stessi. La postazione all’interno dei locali è ben visibile e riconoscibile: la creazione di una consolle nella quale si posiziona un desk multimediale, collegato col portale di www.extasy.it, la compilazione dei questionari epidemiologici e la distribuzione dei gadgets, permette agli operatori della campagna di divenire un punto di riferimento ed un’attrattiva all’interno del locale stesso. Ulteriore risalto deriva dall’invito, che i DJ ed i Vocalist rivolgono ai fruitori del locale, di recarsi alla nostra consolle e dalla organizzazione, da parte dei locali partners di “serate in collaborazione con www.extasy.it”. La creazione di particolari feste ed eventi, infatti, consente di raggiungere un numero maggiormente elevato di persone. A livello di sito i contatti vengono stabiliti tramite la promozione nei locali (dove ne viene ripetutamente ricordato l’indirizzo), inoltre i giornali, le radio ed internet concorrono a pubblicizzarlo. Abbinare l’informazione sulle sostanze psicoattive e la promozione della guda sicura a feste ed eventi ha reso la campagna maggiormente appetibile per i destinatari finali.

1.5.1 I destinatari intermedi dell’intervento a. Quali sono i destinatari intermedi del progetto? I destinatari intermedi sono i gestori dei locali, i DJ, i vocalist, le radio, i giornali.

b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica? Sono molte centinaia, sono assai diversi tra loro, per preparazione, sensibilità alle tematiche del progetto e stile di gestione della propria attività. Hanno tutti la caratteristica di essere dei professionisti del divertimento giovanile e di contribuire a creare mode e tendenze giovanili. c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari intermedi? Perché sono il diretto riferimento per i ragazzi che frequentano i locali e spesso sono i loro idoli da imitare.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 253

d. Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? Si prevede di contattarne almeno 200/300. e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i

destinatari intermedi dell’intervento? Il metodo utilizzato nella comunicazione, nel contatto e nel reclutamento dei destinatari intermedi è l’educazione socio-affettiva. Il contatto coi quotidiani verte soprattutto sulle modalità stilistiche di trasmissione dei saperi. La comunicazione dei messaggi, traguardo ottenuto dopo anni di lavoro, viene compiuta in collaborazione con i quotidiani, in modo da poter utilizzare linguaggi di sicura risonanza di massa. Il contatto coi gestori dei locali, inizialmente (nell’anno 2000) è stato reso possibile dalla presenza di un DJ, figura leader del settore. Tramite la sua mediazione è stato possibile ottimizzare il lavoro ed avere spazio e considerazione all’interno del locale. Inoltre ciò ha reso possibile una collaborazione con il personale tutto dei locali all’interno dei quali l’intervento viene svolto (a partire dal barista fino al gestore. Inoltre ha permesso la creazione di feste tematiche in piena collaborazione coi locali stessi. Con ogni locale partner vengono effettuati uno o due incontri annui di valutazione e programmazione delle iniziative comuni; gli oltre 70 DJ che collaborano al progetto svengono contattati ogni 3/4 mesi da un operatore del progetto referente dei rapporti con loro; con i giornalisti si effettuano incontri periodici e si realizzano iniziative insieme ad alcune radio.

1.6 Gli obiettivi a. Obiettivi strategici del progetto (fare riferimento agli obiettivi della Delibera del Consiglio regionale n. 615/2004): a.1 Mondo giovanile e rapporto con le sostanze: � Individuazione precoce di soggetti a rischio X Promozione della salute nei luoghi del divertimento/interventi con le Unità mobili � Facilitazione all'accesso e accompagnamento ai servizi � altro a.2 Dipendenza da sostanze: � Integrazione lavorativa � Inserimento sociale e contrasto all'esclusione � altro a.3 Marginalità sociale associata al consumo di sostanze � Riduzione del danno/lavoro di strada/servizi a bassa soglia � Inserimenti lavorativi e abitativi protetti � altro a.4 Utenza multiproblematica � Avviamento/integrazione lavorativa � Reinserimento sociale, contrasto all'esclusione, sostegno alla domiciliarità � altro

Per ogni obiettivo indicare gli obiettivi specifici del progetto e gli indicatori che verranno utilizzati per la valutazione di processo e d i risultato, evidenziando anche le variabili che si possono prevedere a) Prevenire il consumo di droghe sintetiche, stimolanti ed alcol; b) Informare e sensibilizzare i giovani c) Promuovere la guida sicura attraverso il progetto “Se guido non bevo” realizzato con i Piani per

la salute; d) Promuovere, anche tramite l’ausilio del sito, una cultura del divertimento giovanile libera da

eccessi e consapevole. Valutazione di processo : Un indicatore è rappresentato dall’aumento del numero di locali che chiedono di entrare a far parte dell’iniziativa e che quindi permettono agli operatori di intervenire.

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La possibilità di creare un evento di stacco tra la fase invernale e quella estiva ed uno tra quella estiva e quella invernale, più 5/6 eventi significativi nel corso di ogni fase sono altri obiettivi che, realizzati, possono fornire un buon indice di valutazione sul gradimento dell’iniziative in base alla partecipazione dei giovani (la partecipazione di giovani e di locali ogni anno viene sempre incrementata). La constatazione dell’utilizzo dei gadget, distribuiti nel corso delle iniziative, da parte della popolazione rappresenta un ulteriore elemento per la valutazione dell’adeguatezza degli interventi. Infine l’adesione, sempre più massiccia, a livello operativo, di altre agenzie, sia pubbliche che private (in qualità di collaboratori e/o sponsor), evidenzia la buona riuscita della campagna e la qualità degli interventi.

Valutazione di risultato : Le valutazioni vengono effettuate tramite questionari ed indici di gradimento. L’elaborazione degli stessi viene realizzata con software adeguati (SPSS 10.0). Si continuerà a rilevare, sempre attraverso lo strumento del questionario, la diffusione, nel nostro territorio, del consumo di droghe ed alcol. Inoltre si continuerà a valutare la consapevolezza verso i rischi legati alla guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze. Incremento del numero di locali partner del 20-30% (da 35 locali partner per l’anno 2001 a circa 60 per l’anno 2004).

1.6.1. Obiettivi - per i progetti che prevedono il coinvolgimento di destinatari intermedi a. Quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere intervenendo sui soggetti che fungono da

intermediari verso il target? Con i destinatari intermedi si tratta di instaurare un rapporto di fiducia che consente, con gradualità e professionalità di affrontare le tematiche della riduzione dei rischi e della promozione della salute. Un obiettivo consiste in una maggiore attenzione verso la salute dei giovani fruitori dei loro locali, un altro obiettivo è rappresentato dal tenerli aggiornati sui rischi relativi all’abuso di alcol e di sostanze psicoattive, sulle norme di sicurezza e legislative correlate. b. Quale correlazione esiste fra gli obiettivi stabiliti per i destinatari finali dell’intervento e quelli

relativi ai soggetti intermedi? Ad entrambe le tipologie di destinatari si fa informazione e si cerca di promuovere stili di vita consapevoli.

1.7 I soggetti che partecipano all'attuazione del pr ogetto: a. Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del

progetto?

n. Qualifica Funzione Orario/ settimana

Tipologia Contratto

1 Responsabile Ser.T. Lugo

Responsabile del progetto 5 h Dipendente AUSL

1 Responsabile Servizi Sociali – Comune di Lugo

Responsabile del progetto 3h Dipendente Comune

1 Pedagogista Referente Piano Sociale di Zona 2 h Dipendente Comune

1 Assistente Sociale Coordinatore area minori Servizio Sociale

1h Dipendente A.USL

5 Operatori Gestione delle iniziative del progetto 40 h A contratto e dipendenti AUSL

1 Amministrativo Disbrigo procedure amministrative 2 h Dipendente AUSL

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 255

b. Quali modalità di collaborazione e di coordinamento della rete intendete attivare? c. Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell'attuazione degli interventi

previsti? Tra i responsabili del progetto e lo staff operativo vengono effettuati incontri settimanali e supervisioni durante l’espletamento delle attività. La responsabile del Ser.T. ha il compito di formare operatori nuovi e di aggiornare annualmente gli altri.Con l’intera rete si effettuano alcuni incontri di coordinamento ogni anno. Gli operatori effettuano gli interventi all’interno dei contesti del divertimento nel corso dell’intero anno (dai 120 ai 130) per lo più sulla costa in estate e nell’entroterra in inverno.

1.8 Il metodo di intervento a. Quali sono le strategie ed i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? Gli studi riferiti al fenomeno del loisir notturno indicano come spesso risulti più efficace, rispetto ad altre metodologie, il dialogo diretto nel luogo preferito dai destinatari finali dell’intervento. Essenziale, quindi, è l’ottenimento del permesso ad entrare nei luoghi che i giovani individuano come propri e, soprattutto, come importanti. Si parte con la mediazione dei gestori dei locali e dei media maggiormente seguiti dai giovani e si continua, nell’acquisto della fiducia, proponendo alternative all’uso di droga che non escludano, necessariamente, il locale simbolo del divertimento. La tecnica della comunicazione deve essere improntata sul linguaggio dei giovani e sulle loro preferenze. Inoltre si privilegiano le informazioni che, di volta in volta, si avvicinano al locale in cui si svolge l’intervento ed al suo target. Per questi motivi si sono somministrati più di 7000 questionari dal 2001 ad oggi e si sono attivati,nel sito, un Forum ed un Blog che cercano di approfondire alcune tematiche specifiche dei contesti giovanili. Le informazioni ottenute sono molto utili, insieme a quelle fornite dai gestori, dai DJ e dal personale in genere dei locali, per approntare gli interventi in maniera efficace. b. Qual è la durata prevista del progetto e quali sono le azioni significative? c. Come viene pianificata l’attività? Si prevede che il progetto continui sino a quando permangono, o si potenziano, i fattori di rischio sopra elencati, che hanno motivato il progetto stesso. Il progetto si articola in alcuni azioni significative:

1. Sito www.extasy.it - L’interesse per uno strumento di comunicazione come un sito internet si lega al continuo restyling dello stesso. Ogni anno vanno valutati i risultati della campagna precedente ed in base ad essi va aggiornato e, se necessario, modificato il sito coi suoi contenuti e la sua grafica. Ciò consente di mantenere un impatto ed una prevalenza costante nelle preferenze dei giovani. Un’agenzia specializzata si occupa di questo punto;

2. Evento annuale d’inizio campagna nel mese di giugno; 3. Presenza dello Staff del progetto nei locali partners dell’iniziativa – Lo staff, presente ogni

sera in uno dei locali aderenti l’iniziativa, si occupa, attraverso l’allestimento di una postazione multimediale mobile, di fornire informazioni ai giovani sui rischi derivanti dall’assunzione di sostanze psicoattive, della distribuzione dei gadget promozionali del progetto e del sito e di sottoporre ai ragazzi un questionario epidemiologico (anonimo) sui consumi di sostanze psicoattive, la poliassunzione, l’atteggiamento nei confronti dei comportamenti a rischio (abitudine a non dormire per prolungare il divertimento e guida in stato di ebbrezza). I locali variano in base alla stagione, per cui nell’inverno (da novembre ad aprile) gli interventi si effettueranno in locali diversi da quelli estivi (da giugno a settembre), assicurando una presenza costante e capillare nel territorio;

4. Campagna “Se guido non bevo”: promozione della guida sicura tra i giovani che frequentano i locali di divertimento notturno. Il progetto è realizzato dai Piani per la salute della Provincia di Ravenna e dal progetto EXTASY, in collaborazione con le Polizie Municipali di Ravenna, di Cervia, di Lugo , di Bagnacavallo e con l’Associazione Italiana Sicurezza Stradale. Interviene su uno degli aspetti fondamentali degli incidenti stradali : la guida sotto l'effetto dell'alcool. Non vi sono luoghi più appropriati di questi nei quali i giovani giungono con l'auto, sicuramente bevono, troppo spesso si ubriacano ed associano all'alcool altre droghe (cannabis, cocaina, ecstasy, anfetamine, ecc. ).

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 256

Proprio a queste migliaia di giovani si rivolge il progetto con l'obiettivo di promuovere l'uso dell'etilometro tascabile (etilometro portachiavi da unire alla chiave dell'auto) distribuendolo gratuitamente in occasione di eventi opportunamente organizzati insieme ai numerosi partner, promuovendone l'utilizzo "salvavita" in quanto consente di verificare, prima di mettersi alla guida dell'auto, se si è in condizioni di poter guidare.

5. Eventi e feste nel numero di cinque o sei nell’arco di ogni anno sono organizzate in collaborazione coi locali prevedendo anche la presenza di testimonial e personaggi idoli dei giovani.

6) Elaborazione di dati – L’elaborazione dei dati viene riferita ai questionari di valutazione somministrati nei locali. Essi vengono elaborati tramite il programma SPSS.10 e presentati ufficialmente tramite conferenze stampa.

1.9 Le risorse a. Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste? L’intervento è svolto da 4 animatori appositamente assunti tramite l’Agenzia che cura il progetto, da una psicologa e da un’infermiera del Ser.T. b. Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? Circa 40 ore settimanali. c. Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e

materiali? Le risorse umane sono acquisite tramite contratti con l’Agenzia da reperire tramite finanziamento ad hoc. Il personale del Ser.T. e gli operatori di coordinamento sono disponibili in quanto dipendenti. L’Agenzia, per le prestazioni relative al web e alla gestione del progetto ed alla realizzazione dei materiali promozionali viene pagata tramite sponsor. I materiali informatici sono disponibili attraverso sponsor. Gli spazi ove effettuare gli interventi sono disponibili e messi a disposizione dai gestori dei locali. d. Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla

realizzazione dell’intervento? e. Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come, sulla

realizzazione dell'intervento? Vi sono altri progetti realizzati dagli altri Ser.T. del Programma Dipendenze Patologiche che si realizzano negli stabilimenti balneari e nei grandi eventi e sagre che non possono che potenziare le attività rivolte a questa tipologia di azioni preventive. Sono talmente tanti i contesti ed i giovani che vi si recano che le azioni dovrebbero essere ancora più massicce, ma i limiti economici non ci consentono di fare di più. 1.10 La documentazione dei risultati c. Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento ed i risultati del progetto al

committente d. Quali azioni e strumenti prevedete per informare i destinatari ed il territorio di riferimento sullo

svolgimento ed i risultati del progetto? La pubblicizzazione delle azioni di svolgimento del progetto avviene attraverso eventi tematici: - durante il passaggio tra la fase estiva e quella invernale e viceversa, uniti a conferenze stampa; - nel corso della campagna, nel corso dei quali rendere noti i dati parziali e valutare eventuali variazioni ed aggiustamenti a livello operativo; I risultati della campagna vengono presentati, inoltre, tramite conferenze stampa, brochure e relazioni annuali. Quale documentazione vengono raccolte schede specifiche per ogni locale contenenti i dati relativi ai contatti, ai questionari, al personale, alla musica. Per il sito, mensilmente, vengono raccolti i dati specifici relativi agli accessi, ai visitatori, alle pagine visitate, ecc. Ad ogni partners viene presentata, ogni anno, una brochure contenente il progetto e la proposta di collaborazione.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 257

1.11 La pianificazione della valutazione

a. La valutazione viene realizzata: X sul progetto X in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento) X ex post (alla fine dell’intervento) � follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento) (quando possibile)

b. Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: X Adeguatezza delle risorse

X Adeguatezza dell’organizzazione X Adeguatezza dei metodi X Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi X Impatto delle eventuali variabili non previste

Di risultato: X Reazioni dei destinatari X Efficienza X Efficacia � Impatto

Per ogni tipo di valutazione di processo e di risultato indicata alla domanda precedente descrivere le variabili (che cosa), gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come), i tempi (quando) e chi valuta.

Valutazione di processo : Per tutte le variabili previste viene fatto un prospetto delle risorse, umane e strumentali, dell’assetto organizzativo, del metodo con il quale è stata realizzata la programmazione e se è stata rispettata e di quanto di imprevisto accade ogni anno (succede più volte in un anno di dovere affrontare variabili impreviste anche assai complesse). Quest’analisi viene effettuata annualmente utilizzando la metodologia socio-affettiva e precisamente evidenziando punti di forza e punti di debolezza per ogni tipo di variabile e utilizzando strategie quali il problem solving ed il brainstorming per trasformare (per quanto possibile) i punti di debolezza in punti di forza. Siccome le variabili relative al processo sono soggette a determinare problemi molto spesso, in un progetto così complesso per tipologia di target, di partner, di contesti, il gruppo di operatori con i responsabili e lo staff dell’Agenzia si riunisce settimanalmente per monitorare tutti questi aspetti, fondamentali per il buon funzionamento del progetto stesso e per un suo proseguo all’insegna della qualità.

Valutazione di risultato : - Reazioni dei destinatari intermedi: questionario di gradimento del progetto e degli operatori; - Efficienza: scheda che compilano gli operatori relativamente alla verifica della tempestiva e corretta effettuazione di tutte le fasi del progetto (es: giusta disposizione della postazione all’interno del locale, verificabile attraverso foto che devono essere scattate ogni sera; oppure numero di questionari compilati ogni sera dall’operatore addetto; materiale informativo distribuito,ecc.), Brochure del progetto sempre aggiornata ; - Efficacia: numero dei giovani contattati dal progetto - numero di alcol test effettuati - numero di etilometri elettronici distribuiti ai ragazzi - numero di partner annuali - numero di interventi nei locali realizzati ogni anno.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 258

1.11 Il quadro economico del progetto

Spese per il personale a contratto € 32.000 Spese per il personale Ausl € 11.000 Spese per la gestione gestione del sito € 20.000 Utenze € 3.500 Spese di gestione del progetto € 4.000 Spese per materiali di consumo € 3.500 Spese per i materiali promozionali € 10.000 Spese Amministrative € 3.000 Spese per pubblicizzazione iniziative € 5.500 Costo complessivo del Progetto € 92.500 Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/en ti: Finanziamento richiesto alla Regione € 18.000 Quota a carico dei Comuni € 7.000 Quota a carico dell’Azienda Usl € 23.500 Quota a carico di sponsor € 44.000

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13 “Lo sport come momento educativo”

Dati generali del progetto:

Zona: Distretto di Lugo Ambito territoriale in cui si realizza il progetto: per il primo anno i Comuni di Fusignano e Massalombarda Il progetto è: � Nuovo X Continuazione di attività in corso Dati del referente del progetto: Cognome e nome: Avveduti Paola - Pederzini Serena Ente/Servizio: Azienda U.S.L. Ravenna - Ser.T. - Consultorio Familiare - Centro d’Ascolto per l’Adolescenza Telefono: 05453903155/ 0545213857 e-mail: [email protected]

I FASE

LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO 1.1 Il fenomeno

a. In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare?

Nel nostro territorio negli ultimi anni sono stati realizzati progetti di prevenzione del disagio giovanile e promozione del benessere con il coinvolgimento di varie istituzioni e soggetti che con i giovani regolarmente si confrontano. In un’ottica di continuità si vuole ulteriormente investire su questo versante proponendo un progetto che veda coinvolti tra gli altri gli allenatori sportivi e i ragazzi che frequentano le società sportive. Circa il 50% dei minori residenti nel territorio risultano iscritti alle società sportive, le quali risultano il secondo più importane spazio aggregativo dopo la scuola per questa fascia di età. L’“educatore sportivo” può rappresentare un modello di riferimento alternativo, in un’età (l’adolescenza) in cui i modelli genitoriali vengono rifiutati e criticati, con cui il ragazzo/a può identificarsi e confrontarsi su aree anche non connesse strettamente con la disciplina sportiva.

b. Attualmente, quante persone si stima siano interessate dal problema/fenomeno nell’area geografica di riferimento dell’intervento?

Nel nostro territorio le società sportive che hanno i settori giovanili sono i 2/3 del totale delle Società. c. Come è descrivibile il problema/fenomeno in termini di dimensione e peculiarità?

I ragazzi che frequentano le società sportive negli anni delle scuole elementari e medie sono la maggioranza dei ragazzi del territorio. Man mano che si sale con l’età vi è un considerevole numero di ragazzi che abbandona lo sport. Lo sport tende ad essere vissuto soprattutto come momento agonistico legato molto alla prestazione e alle capacità tecniche con l’idea che si debbano raggiungere “per forza” determinati traguardi altrimenti non si prosegue.

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1.2 Diagnosi del territorio in relazione al progetto a Quali sono le caratteristiche significative dei g ruppi sociali nel territorio in cui si pensa di svolgere l'intervento? Negli ultimi anni si è registrato un aumento della popolazione 0-14 che alla fine del 2003 è risultata essere del 10,7%. I ragazzi iscritti alle società sportive risultano essere oltre il 50%. I ragazzi che non praticano sport non frequentano in modo così corposo altri centri di aggregazione. Un dato sconfortante è quello dell’abbandono dell’attività sportiva con l’aumento dell’età. b. Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del territorio o del contesto di riferimento? Numerose società sportive che hanno tra i loro tesserati minori. Presenza di strutture diversificate: campetti a libero accesso, campetti gestiti da associazioni sportive, piastre polivalenti, palestre di varie dimensioni, 3 piscine e strutture private. c. Quali sono le caratteristiche significative del territorio?

Nel nostro distretto vediamo come dal dicembre 2001 al dicembre 2003 la popolazione è salita da 95.085 a 96.273 unità con un aumento del l,2 %. Negli ultimi anni si registra una inversione di tendenza con un aumento della percentuale della popolazione 0-14 che è alla fine del 2003, al 10,7%. A livello distrettuale , nel dicembre 2003, l’8,5% dei bambini 0-9 e il 6,2% dei ragazzi 10-19 erano stranieri. Alla fine del 2004 il numero dei minori stranieri era di 1.103 con un aumento rispetto all’anno precedente di quasi il 9%

1.3 Riferimenti teorici, modelli interpretativi, ri cerche di sfondo a. Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual

è il modello teorico di base a cui vi riferite? I dati in nostro possesso indicano che il passaggio dalla pre adolescenza all’adolescenza vede un forte abbandono dell’attività sportiva laddove quest’ultima potrebbe rappresentare un buon contesto per aiutare il ragazzo ad entrare in contatto ed esprimere le sue competenze individuali e relazionali.Da ciò emerge l’importanza di aiutare gli allenatori ad aumentare le loro conoscenze teorico/tecniche sulla relazione d’aiuto acquisendo consapevolmente un ruolo educativo. Un presupposto teorico è l’educazione socio-affettiva, una metodologia di lavoro finalizzata al potenziamento ed allo sviluppo delle risorse personali ed all’acquisizione delle competenze sociali.

b. Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? Ci sembra importante fare riferimento al contributo teorico-tecnico rogersiano in quanto sottolinea l’importanza dello stare autenticamente nella relazione con l’altro. Rogers individua le relazioni d’aiuto quale strumento asimmetrico che agevoli attraverso l’ascolto empatico l’individuazione da parte dell’utente delle proprie risorse e competenze.

1.4Analisi della domanda a. Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? La segnalazione della necessità di un intervento è avvenuta da parte degli Assessorati allo sporte dei referenti delle Società Sportive. b. Chi ha proposto l’intervento? L’intervento è stato proposto dal gruppo di lavoro “Famiglia e minori” dei Piani di Zona al Comitato di Distretto.

b. Chi ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo, da chi è composto? La responsabilità della progettazione è del gruppo di lavoro composto da : • Avveduti Paola Azienda U.S.L Ravenna Ser.T. / Centro d’ascolto per l’Adolescenza • Briccolani Yuri Comune di Bagnacavallo • Linguerri Giovanni Agis • Martoni Manuela Azienda U.S.L. Ravenna Ser.T.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 261

• Montalti Pasquale Comune di Lugo • Pederzini Serena Azienda U.S.L. Ravenna Consultorio Familiare / Centro d’ascolto per

l’Adolescenza • Tampieri Leonardo Assessore allo sport del Comune di Massalombarda

c. Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? • Progetto “Centro di Ascolto e Consulenza” • Progetto “Facilitazione all’accesso all’associazionismo sportivo e culturale per i giovani di

origine straniera”

1.5 I destinatari finali dell’intervento a. Quali sono i destinatari finali del progetto? • I ragazzi che frequentano le Società Sportive , che rappresentano circa il 50% dei ragazzi

0-17 presenti sul territorio. • I loro genitori. In questa fascia d’età lo sport rappresenta un mezzo per sviluppare delle caratteristiche positive importanti quali la consapevolezza delle proprie capacità di affrontare e superare le difficoltà, l’autostima e la capacità di collaborare con gli altri. L’attività sportiva può offrire un contesto educativo che facilita il percorso di crescita e promuove lo stato di benessere psico fisico, diventando un fattore antagonista del disagio. Inizialmente il progetto verrà avviato nel Comune di Fusignano (578 tesserati minori), a seguire nel Comune di Massalombarda (605 tesserati minori). I ragazzi e i loro genitori verranno coinvolti durante la seconda fase del progetto con la collaborazione delle società sportive coinvolte nella prima fase.

• Gli educatori sportivi La qualità dell’esperienza sportiva dei giovani è fortemente influenzata dall’allenatore, in particolare dalle sue modalità di relazione. Nei due territori in cui si prevede la realizzazione del progetto si attiveranno gruppi composti da 10/15 persone che verranno contattate, coinvolte e motivate con la collaborazione dei dirigenti sportivi

1.5.1 I destinatari intermedi dell’intervento a. Quali sono i destinatari intermedi del progetto? I dirigenti delle società sportive b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica?

Persone attente alla gestione della società sportiva, ma poco pratiche di tematiche più pedagogiche e sociali. Nel territorio di Massalombarda su 15 società che operano nel territorio 9 fanno attività giovanile strutturata con bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni.

c. Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? La metà delle società sportive con i settori giovanili presenti sul territorio di riferimento.

d. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari intermedi dell’intervento?

Attraverso una lettera di convocazione ad un incontro dove si presenterà il progetto e le sue finalità . Costituzione di un nucleo di discussione e confronto rispetto agli obiettivi indicati.

1.5 Gli obiettivi • valorizzare e potenziare il ruolo dell’educatore sportivo fornendogli strumenti metodologici

che lo mettano in grado di proporsi come soggetto competente rispetto a varie problematiche giovanili per poter individuare e accogliere la richiesta di dialogo e aiuto, ascoltandola ed eventualmente inviarla nel contesto di competenza

• diminuire il disagio attraverso l’aumento dell’agio

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• sensibilizzare alla valorizzazione del sé , della propria identità e al rafforzamento dell’autostima per una maggiore autonomia personale e capacità decisionali responsabili verso una prevenzione dei comportamenti a rischio legati all’uso di sostanze psicoattive

• valorizzare l’integrazione tra i pari e con il mondo adulto • sensibilizzare i destinatari rispetto all’idea di sport anche come momento aggregativo e non

solo agonistico • creare l’opportunità di pensare alla realizzazione di spazi liberi o autogestiti dai giovani nei

territori di riferimento • creare momenti di confronto con i genitori dei ragazzi coinvolti

1.6 Obiettivi specifici • Aumentare la percezione del rischio in riferimento all’uso e abuso di sostanze psicotrope • Aumentare le informazioni rispetto alle sostanze psicotrope • Aumentare le conoscenze dell’educatore sportivo sulle caratteristiche dell’adolescenza • Aumentare le competenze relazionali dell’educatore sportivo • Aumentare le competenze di gestione di un gruppo per facilitare e rinforzare la

partecipazione dei giovani allo sport, riducendo il fenomeno dell’abbandono. • Aumentare le capacità dell’educatore sportivo di porsi come interlocutore efficace rispetto

ad aree problematiche (comportamenti antisociali, sessualità adolescenziale, disagio psicologico, uso di sostanze).

• Consentire una gestione sana del conflitto

1.6.1. Obiettivi - per i progetti che prevedono il coinvolgimento di destinatari intermedi

a. Quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere intervenendo sui soggetti che fungono da intermediari verso il target?

• sensibilizzare le società sportive rispetto alla problematicità presente sul territorio (abbandono dello sport)

• sensibilizzare le società sportive rispetto all’idea di sport anche come momento aggregativo e non solo agonistico

b. Quale correlazione esiste fra gli obiettivi stabiliti per i destinatari finali dell’intervento e quelli relativi ai soggetti intermedi? Le società sportive rivestono un ruolo di grande importanza nella creazione e mantenimento di una cultura dello sport che può seguire canali molto diversificati. Se si vogliono coinvolgere le famiglie dei ragazzi iscritti ad una disciplina sportiva, gli allenatori e i ragazzi stessi non si può non tener conto della complessità del panorama culturale investendo risorse in un progetto che si inserisca in maniera capillare in un territorio di riferimento.

1.7 I soggetti che partecipano all'attuazione del pr ogetto: d. Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del

progetto? • Comuni • Azienda Sanitaria Locale • Agis • Società Sportive • Scuole

e. Quali modalità di collaborazione e di coordinamento della rete intendete attivare? I soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto e le società sportive fanno parte di una rete esistente sul territorio costituitasi anche grazie alle iniziative degli anni precedenti che li ha visti coinvolti ( ret@gio e “Gioco che passione”).

f. Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell'attuazione degli interventi previsti?

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1.8 Il metodo di intervento d. Quali sono le strategie ed i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? Il progetto prevede diverse fasi:

• Per le società sportive si prevede l’invio di una lettera di informazione e di invito ad un incontro dove verrà presentato il progetto con le sue finalità. L’intento è quello di coinvolgere in maniera attiva i dirigenti sportivi che potranno costituire un nucleo di discussione e confronto rispetto agli obiettivi indicati

• Per gli allenatori si prevede un coinvolgimento degli stessi attraverso le Società . Il corso di formazione sarà caratterizzato da due momenti principali:

1) metodologia di tipo attivo con il coinvolgimento dei partecipanti in lavori a piccoli gruppi, esercizi, simulazioni, giochi e attivazioni varie per consentire un coinvolgimento non solo cognitivo ma anche emotivo.

2) Supervisione in campo e spogliatoio, per chi aderisce, con possibilità di far nascere iniziative legate alle problematiche che emergono con il coinvolgimento diretto dei ragazzi ed eventualmente delle famiglie.

• Per le famiglie si prevedono una serie di conferenze/ seminari con figure significative legate al mondo dell’educazione e dello sport ed esperti che raccoglieranno gli stimoli emersi per poi lavorare in piccoli gruppi

e. Qual è la durata prevista del progetto e quali sono le azioni significative? Il progetto avrà una durata triennale e sarà caratterizzato da diverse fasi che di volta in volta vedranno coinvolti i vari destinatari. Ci saranno momenti informativi, momenti formativi, momenti di socializzazione, iniziative pubbliche dove tutti i destinatari verranno coinvolti f. Come viene pianificata l’attività? Il gruppo di lavoro responsabile del progetto procederà all’organizzazione e realizzazione delle varie fasi a partire dal mese di Giugno con il coinvolgimento delle Società Sportive, a Settembre/Ottobre prenderà la fase di formazione e a seguire tutte le altre azioni

1.9 Le risorse f. Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste?

• Il gruppo di lavoro • Psicologi del Centro d’Ascolto per l’Adolescenza • Psicologi del Ser.T. Gli operatori che si occupano della realizzazione del progetto sono tutti qualificati nel lavoro con gli adolescenti, nel lavoro di prevenzione del disagio e promozione del benessere giovanile

g. Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? In ogni territorio in cui si interverrà si prevede un intervento che possa svolgersi in un tempo di 6/8 mesi h. Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e

materiali? Sono disponibili le risorse umane, vanno reperiti gli spazi dove poter svolgere l’attività di formazione, gli spazi per gli incontri con i genitori, gli spazi per momenti pubblici d’informazione, pubblicizzazione e di aggregazione che sono già presenti nel territorio interessato. i. Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla

realizzazione dell’intervento? E’ possibile inserirsi in momenti pubblici sportivi e di aggregazione che coinvolgono i destinatari già pensati per quel territorio e. Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come, sulla realizzazione dell'intervento? Il progetto si inserisce in territori che organizzano annualmente iniziative ludiche, tornei, feste che possono certamente fungere da collegamento con il progetto nelle sue diverse fasi. E’ inoltre possibile utilizzare tali canali per sensibilizzare sia i ragazzi che le loro famiglie e coinvolgerli in altri momenti più caratterizzati da aspetti preventivi e formativi.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 264

1.10 La documentazione dei risultati a. Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento ed i risultati del progetto al

committente? Verrà pubblicato un report dell’intero percorso con i relativi risultati e verrà presentato al committente b. Quali azioni e strumenti prevedete per informare i destinatari ed il territorio di riferimento sullo

svolgimento ed i risultati del progetto? Durante la realizzazione del progetto verranno mantenuti i contatti con gli attori sociali del territorio. La documentazione dello svolgimento e dei risultati del progetto avverrà tramite l’organizzazione di un incontro nel corso del quale il progetto sarà illustrato ed analizzato, in base ai risultati attesi e a quelli ottenuti. Saranno preparate dispense da consegnare a tutto il territorio coinvolto per rendere visibile il lavoro svolto.

1.11 La pianificazione della valutazione

a. La valutazione viene realizzata: X sul progetto X in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento) � ex post (alla fine dell’intervento) � follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento) (quando possibile) b. Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: X Adeguatezza delle risorse

X Adeguatezza dell’organizzazione X Adeguatezza dei metodi � Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi � Impatto delle eventuali variabili non previste

La valutazione di processo prevede la raccolta delle informazioni che consentano di gestire il processo di sviluppo del progetto e orientarne lo sviluppo. Ciò verrà realizzato attraverso incontri mensili di equipe.

Di risultato: X Reazioni dei destinatari

X Efficienza X Efficacia � Impatto

Il percorso formativo verrà valutato con schede di apprendimento e di gradimento al termine di ogni incontro. Verranno utilizzate griglie di osservazione del gruppo di lavoro per valutare il grado di coinvolgimento, interesse, partecipazione.

Indicatori di verifica:

• n. di partecipanti • n. società sportive coinvolte • n. di presenze dei singoli soggetti durante l’intero percorso • n. di ragazzi e genitori coinvolti nella 2° fase

Per ogni tipo di valutazione di processo e di risultato indicata alla domanda precedente descrivere le variabili (che cosa), gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come), i tempi (quando) e chi valuta.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 265

1.11 Il quadro economico del progetto Spese per il personale € 1.600 Spese per attrezzature € 500 Spese di gestione € 500 Altro: stampa materiale di pubblicizzazione € 1.000 elaborazione questionari; stesura e diffusione di un report a conclusione del progetto € 700 Costo complessivo del progetto € 4.300 Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/en ti: Finanziamento richiesto alla Regione € 3.000

Costi a carico Comuni per gestione e materiale pubb licitario € 1.300 Restano a carico dei Comuni altri costi di personale coinvolto nel progetto Restano a carico Azienda USL costi per personale di coordinamento

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 266

14 “Centro di ascolto e consulenza sulle nuove droghe”

Dati generali del progetto:

Zona: Distretto di Lugo

Ambito territoriale in cui si realizza il progetto: Distretto di Lugo

Il progetto è: � Nuovo X Continuazione di attività in corso

Dati del referente del progetto: Cognome e nome: Martoni Manuela Ente/Servizio: Azienda USL di Ravenna-Distretto di Lugo- Ser.T. Telefono:0545 903155 e-mail: [email protected]

I FASE LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO

1.6 Il fenomeno

a. In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare?

Si intende intervenire sul fenomeno dell’uso/abuso di sostanze psicoattive (legali ed illegali), in particolare psicostimolanti, alcol e sostanze dopanti, da parte dei giovani e degli adolescenti. b. Attualmente, quante persone si stima siano interessate dal problema/fenomeno nell’area

geografica di riferimento dell’intervento? Si stima che l’utilizzo stesso di sostanze psicoattive, da parte di adolescenti e preadolescenti, si attesti su valori variabili in un range tra il 20-30% per le droghe sintetiche e stimolanti e tra l’80-90% per l’alcol c. Come è descrivibile il problema/fenomeno in termini di dimensione e peculiarità? Il fenomeno presenta i seguenti fattori di rischio: -rischi per la salute direttamente legati all’uso di tali sostanze; -guida sotto l’effetto di sostanze, rapporti sessuali non protetti, comportamenti violenti e devianti; -presenza di problematiche inerenti la sfera familiare o scolastica o relative all’area del tempo libero;

1.2 Diagnosi del territorio in relazione al progetto a. Quali sono le caratteristiche significative dei gruppi sociali nel territorio in cui si pensa di

svolgere l'intervento 1. Aumento consumo sostanze stimolanti (amfetamine, mdma, cocaina, ecc.); 2. Aumento consumo sostanze psicoattive in diverse associazioni (mix di sostanze); 3. Modalità del consumo di alcol tra i giovani sempre più simile al modello “nordico” e

con modalità che unisce il modello “mediterraneo” a quello “nordico”; 4. Scarsa consapevolezza dei rischi connessi all’uso/abuso di dette sostanze sia nel

lungo termine, sia che limitato nel tempo e/o confinato al fine settimana; b. Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del

territorio o del contesto di riferimento? Vi sono spazi di aggregazione giovanile in tutti i Comuni del Distretto di Lugo frequentati per lo più da ragazzi non giovanissimi (16/17 anni). I ragazzi più giovani hanno meno opportunità.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 267

Risiedono ormai nel Distretto molti giovani immigrati e sono frequenti problemi di integrazione razziale.

c. Quali sono le caratteristiche significative del territorio? Il territorio è abbastanza esteso, si sviluppa su nove comuni, con realtà sociali e lavorative molto diverse.

1.3 Riferimenti teorici, modelli interpretativi, rice rche di sfondo a. Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual è il modello teorico di base a cui vi riferite? La metodologia alla base delle relazioni coi giovani e gli adolescenti è l’educazione socio-affettiva. b. Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? Studi e ricerche alla base e nel prosieguo del progetto sono riferibili a: - Marcella Ravenna, Uso di sostanze psicoattive nel tempo libero: indagine su ambienti giovanili nella provincia di Ravenna, somministrazione di questionari, 1997; - Ricerca eseguita dal NAPP (Nucleo Aziendale di Prevenzione Primaria del sistema dei servizi del programma Dipende Patologiche, Giovani e divertimento, 1997; - Ricerca-intervento dell’Azienda USL di Ravenna in collaborazione con la Dott.ssa Anna Putton e col Dott. Luigi De Gennaro, L’educazione socio-affettiva nella prevenzione dell’HIV e nella prevenzione all’uso di sostanze, somministrazione di test di personalità AAS ed APS, 1997-1999; - Corso di alcologia organizzato dall’Azienda USL di Ravenna per l’anno 2001; Altri dati epidemiologici sono rilevabili nei questionari somministrati nelle scuole medie superiori del distretto di Lugo negli ultimi 10 anni

1.4 Analisi della domanda a. Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? Gli operatori del Ser.T. sulla base dell’esperienza Regionale che ha stimolato la creazione di spazi di ascolto e consulenza per l’utenza di giovane età, separati dalla sede classica del Ser.T., al fine di offrire un servizio non connotato sulla tossicodipendenza e la cronicità; b. Chi ha proposto l’intervento? Il Ser.T.; c. Chi ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo, da chi è composto? La Responsabile del Ser.T. e il Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Lugo; d. Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? Il Centro lavora in interconnessione, essendo anche fisicamente adiacente, con il Centro per l’adolescenza del Distretto di Lugo.

1.5 I destinatari finali dell’intervento a. Quali sono i destinatari finali del progetto?

Adolescenti dai 10/11 anni ai 18/19 anni e giovani dai 18/19 anni ai 29/30 anni; b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari finali e la loro dimensione numerica? - Sono giovani consumatori di sostanze psicoattive, oppure giovani che non hanno definito

una condizione di dipendenza da sostanze, loro familiari e tutti coloro a cui i giovani si riferiscono;

- Ragazzi/e segnalati/inviati dalla prefettura come artt. 121 e 75 (DPR 309/90) per cui valgono i criteri di cui sopra;

- Tutti coloro che desiderano avere informazioni sulle sostanze psicoattive e su cosa fare in relazione ai problemi legati al loro uso/abuso;

c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari finali? In riferimento alle condizioni di rischio riportate al punto 1.2 d. Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto? Almeno 50 utenti , 300/400 ragazzi nelle scuole; e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari finali dell’intervento?

Nelle Scuole attraverso interventi di prevenzione all’uso di sostanze e prevenzione all’HIV con gli studenti.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 268

Nelle Scuole viene anche promosso il Centro di ascolto al fine dell’accesso spontaneo per consulenze e terapie.

1.5.1 I destinatari intermedi dell’intervento a. Quali sono i destinatari intermedi del progetto? Insegnanti delle Scuole Medie Inferiori e Superiori; operatori degli altri servizi AUSL; medici di base; rappresentanti delle associazioni sportive; Prefettura; b. Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica? Sono figure di riferimento educativo, ricreativo, agonistico,sanitario e normativo per il target di riferimento; c. Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari intermedi? Perché sono quelli più significativi per lo sviluppo psico-fisico dell’adolescente; d. Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? Un centinaio e. Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i

destinatari intermedi dell’intervento? Gli insegnanti vengono regolarmente incontrati per programmare le attività con i loro studenti e con loro stessi; gli allenatori ed i dirigenti sportivi parteciperanno ad un corso di formazione attiva.

1.6 Gli obiettivi a. Obiettivi strategici del progetto (fare riferimento agli obiettivi della Delibera del Consiglio regionale n. 615/2004): a.1 Mondo giovanile e rapporto con le sostanze: X Individuazione precoce di soggetti a rischio � Promozione della salute nei luoghi del divertimento/interventi con le Unità mobili X Facilitazione all’accesso e accompagnamento ai servizi

a.2 Dipendenza da sostanze: � Integrazione lavorativa � Inserimento sociale e contrasto all’esclusione � altro

a.3 Marginalità sociale associata al consumo di sostanze � Riduzione del danno/lavoro di strada/servizi a bassa soglia � Inserimenti lavorativi e abitativi protetti � altro

a.4 Utenza multiproblematica � Avviamento/integrazione lavorativa � Reinserimento sociale, contrasto all’esclusione, sostegno alla domiciliarità

altro

Per ogni obiettivo indicare gli obiettivi specifici del progetto e gli indicatori che verranno utilizzati per la valutazione di processo e di risultato, evidenziando anche le variabili che si possono prevedere. Obiettivi specifici:

1. In integrazione con i Comuni incidere sulla promozione di una cultura svincolata all’uso di droghe e basata sulla consapevolezza dei comportamenti a rischio;

2. Accoglienza e sostegno a giovani ed adolescenti consumatori di sostanze psicoattive e “nuove droghe” e alle loro famiglie;

3. Osservazione e raccolta di dati utili per una più approfondita analisi del fenomeno; 4. Interventi di promozione della salute rivolti ai giovani, alle famiglie, alle scuole, alle società

sportive ed alle associazioni attive nell’ambito giovanile; 5. Valutazione delle attività;

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 269

Valutazione di processo: 1. Continuità nella collaborazione positiva con le scuole medie inferiori e superiori , valutabile

tramite questionari di gradimento; 2. Adesione delle Associazioni sportive al progetto di formazione attiva ed educazione alla

salute. Valutazione di risultato :

1. Incremento del numero di interventi realizzati con le scuole medie inferiori e superiori, tanto da effettuare interventi in tutte le scuole;

2. Mantenimento del numero di conclusioni positive dei percorsi terapeutici, brevi e di sostegno, avviati con i giovani e gli adolescenti;

3. Mantenimento dell’elevato indice di gradimento degli interventi nelle scuole (tra il 60% e l’80%); Adesione di almeno 10/15 allenatori e dirigenti di associazioni sportive al corso di formazione.

1.6.1. Obiettivi – per i progetti che prevedono il coinvolgimento di destinatari intermedi a Quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere intervenendo sui soggetti che fungono da intermediari verso il target?

• favorire nuove modalità comunicative • favorire processi di accoglienza dei ragazzi • favorire la dimensione “ludica” delle attività sportive

b Quale correlazione esiste fra gli obiettivi stabiliti per i destinatari finali dell’intervento e quelli relativi ai soggetti intermedi? Tutti hanno l’obiettivo comune di produrre consapevolezza, responsabilità ed autonomia.

1.7 I soggetti che partecipano all’attuazione del pr ogetto: a Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del progetto? Psicologo e Psichiatra del Ser.T. e una psicologa a contatto, Centro per l’adolescenza del Distretto,Comuni, Istituti scolastici, Associazioni sportive. b Quali modalità di collaborazione e di coordinamento della rete intendete attivare? Momenti di programmazione periodici a cadenza quindicinale tra gli operatoti Ser.T. e Centro per l’adolescenza ed ogni due o tre mesi con gli altri nodi della rete. c Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell’attuazione degli interventi previsti? - La psichiatra ha un ruolo di coordinamento nei confronti delle scuole, delle società sportive e del Centro per l’adolescenza del Distretto. - La psicologa a contratto garantisce l’apertura del Centro di ascolto e consulenza ed effettua, assieme alla psicologa del Ser.T, gli interventi nelle Scuole e con le Associazioni Sportive. - Gli insegnanti valutano, assieme agli operatori la strutturazione degli interventi sulla base delle caratteristiche degli studenti. - Con le Associazioni ed i Comuni si definiscono le strategie per la realizzazione degli interventi rivolti al mondo dello sport.

1.8 Il metodo di intervento a Quali sono le strategie ed i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? La metodologia alla base degli interventi di prevenzione e promozione della salute è l’educazione socio-affettiva; L’attività clinica si fonda su interventi psicologici motivazionali ed informativi; b Qual è la durata prevista del progetto e quali sono le azioni significative? c Come viene pianificata l’attività? - Attività clinica e counselling:tutto l’anno; - Interventi nelle Scuole: durante l’anno scolastico (periodo da settembre a maggio) gli operatori svolgono attività di prevenzione all’uso di sostanze e prevenzione all’HIV nelle classi; - Interventi nelle Associazioni Sportive: durante la primavera e l’autunno si svolgono incontri formativi con allenatori e dirigenti sportivi che si realizzano all’interno delle palestre ed anche per gruppi eterogenei puntando l’attenzione alle tematiche del doping.

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 270

1.9 Le risorse a Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste?

n. Qualifica Funzione Orario/ settimana

Tipologia Contratto

1 Responsabile Ser.T. Lugo

Responsabile Centro di Ascolto 2 h Dipendente AUSL

2 Psicologa e Psichiatra

Realizzazione e coordinamento delle attività del Centro

5 h Dipendenti AUSL

1 Psicologa Garantisce l’apertura del Centro e svolge gli interventi nelle scuole e con le società sportive

25 h Contratto AUSL

1 Amministrativo Funzioni amministrative per il Centro di Ascolto

3 h Dipendente AUSL

b Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? Vedi sopra c Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e materiali? Gli spazi sono tutti già disponibili. L’attività clinica si svolge prevalentemente presso il Centro d’Ascolto (Via Garibaldi 53 Lugo), mentre le attività di prevenzione si svolgono presso le sedi in cui espletano le loro abituali attività i destinatari intermedi e finali. Per quanto riguarda le risorse umane occorre attivare, annualmente, un contratto con una psicologa per il quale si richiede il finanziamento. d Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla realizzazione dell’intervento? L’attività sopra descritta agisce in forte integrazione con il Centro per l’adolescenza del Distretto e tiene conto della presenza di altri 2 progetti “Mela spasso con la testa” e “Lo sport come momento educativo” e Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come, sulla realizzazione dell'intervento? Vedi sopra.

1.10 La documentazione dei risultati a Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento ed i risultati del progetto al committente? La documentazione e la comunicazione dei progetti viene realizzata tramite una produzione scritta in cui si riporta l’elaborazione e l’analisi dei questionari utilizzati nelle scuole e nelle associazioni sportive. b Quali azioni e strumenti prevedete per informare i destinatari ed il territorio di riferimento sullo svolgimento ed i risultati del progetto? La pubblicizzazione del Centro di Ascolto si realizza con l’ausilio di apposito materiale divulgativo informativo creato dallo stesso Centro.

1.11 La pianificazione della valutazione a. La valutazione viene realizzata: X sul progetto � in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento) X ex post (alla fine dell’intervento) � follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento) (quando possibile)

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3.2.1 Piano Attuativo 2005 – Progetti Gruppo “Infan zia, adolescenza e responsabilità genitoriali” pag. 271

b. Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: X Adeguatezza delle risorse

X Adeguatezza dell’organizzazione X Adeguatezza dei metodi X Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi � Impatto delle eventuali variabili non previste

Di risultato: X Reazioni dei destinatari X Efficienza X Efficacia � Impatto

Per ogni tipo di valutazione di processo e di risultato indicata alla domanda precedente descrivere le variabili (che cosa), gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come), i tempi (quando) e chi valuta.

Valutazione di processo : Le tre variabili previste per questa tipologia di valutazione vengono valutate due o tre volte ogni anno e precisamente, prima di effettuare la programmazione, durante lo svolgimento ed al termine della programmazione. Lo staff che realizza ogni progetto insieme alla responsabile dei progetti, analizza come è stata l’organizzazione delle attività nella precedente realizzazione,se è ancora adeguata in relazioni alle tante variabili(personale occorrente,assenza o presenza di un coordinatore,se la metodologia è ancora attuale in base alla realtà dei nuovi contesti ,ecc.. Per fare questo ci si avvale di relazioni scritte e del racconto di chi ha svolto le attività e delle verifiche fatte con i destinatari intermedi, tramite incontri a piccolo gruppo.

Valutazione di risultato : Le reazioni dei destinatari finali vengono valutate tramite questionario somministrato al termine di ogni progettazione; L’efficienza viene valutata in base al numero dei giovani seguiti al Centro, al numero dei progetti attivati con le Scuole ed al numero di dirigenti di Associazioni Sportive coinvolti; l’efficacia viene valutata dagli operatori con i ragazzi che nel corso della terza media avevano effettuato un percorso di prevenzione e che si ritrovano alle Scuole Superiori (verifica della ritenzione delle informazione trasmesse durante la terza media). 1.11 Il quadro economico del progetto Spese per il personale Contratto psicologa 25 ore sett. € 23.000 Spese per il personale dell’Azienda USL € 10.000 Spese per coordin., direzione e valutazione € 9.000 Spese di gestione € 3.000 Spese amministrative € 5.500 Costo complessivo del progetto € 50.500 Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/en ti: Finanziamento richiesto alla Regione € 17.749 Quota a carico dei Comuni € 8.000 Quota a carico Azienda Usl € 24,751