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Resoconti Parlamentari XII Legislatura - 1 - Assemblea Regionale Siciliana 215“ SEDUTA 26 Gennaio 1999 RESOCONTO STENOGRAHCO 215“ SEDUTA MARTEDÌ 26 GENNAIO 1999 Presidenza del presidente CRISTALDI INDICE Elezione del Collegio dei revisori dei conti della Fondazione “Federico II” e risultato della votazione:.................................................. PRESIDENTE...................................................... Disegni di legge (Annunzio di presentazione)............................. (Comunicazione di invio alle competenti Commis- sioni legislative).................................................. «Schema di disegno di legge costituzionale da sottoporre al Parlamento nazionale ai sensi dell’alt. 18 dello Statuto della Regione sici- liana concernenti “l’elezione diretta del Pre- sidente della Regione, l’autoscioglimento del- l’Assemblea, l’iniziativa popolare e comunale ed i referendum regionali”» (2-94-144-152- 177-705-708-758 - Norme stralciate/A) (Seguito della discussione): PRESIDENTE...................................................... CAPODICASA, presidente della Regione . . . interrogazioni (Annunzio).......................................................... Interpellanza (Annunzio).......................................................... Missioni (Annunzio).......................................................... Mozioni (Annunzio)..................................................... (Determinazione della data di discussione) . . Pag. 10 (Comunicazione di mozioni superate) PRESIDENTE.......................................... Ordine del giorno (Annunzio n. 2 8 0 ) ................................. (Discussione): PRESIDENTE.......................................... FORGIONE(RC) ................................. SPEZIALE (D S ) ..................................... STANCANELLI ( A N ) ............................. FLERES (FI) * ......................................... DI MARTINO (Gruppo misto)................. PROVENZANO ( F I ) ............................. CAPODICASA, presidente della Regione Sull’ordine dei lavori PRESIDENTE............................................. PROVENZANO (FI) . ............................. SPEZIALE (D S ) ......................................... * Intervento corretto dall'oratore 13 11, 13, 14 22 La seduta è aperta alle ore 17.42 PEZZINO, segretario //., dà lettura, del processo verbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende appro- vato. Missioni PRESIDENTE. Comunico che, per ragioni del loro ufficio, il 26 gennaio 1999 sono in mis- sione gli onorevoli Catania, Zanna, Ortisi, Mar- tino, Cimino e Adragna.

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Resoconti Parlamentari

XII Legislatura

- 1 - Assemblea Regionale Siciliana

215“ SEDUTA 26 Gennaio 1999

RESOCONTO STENOGRAHCO

215“ SEDUTA

MARTEDÌ 26 GENNAIO 1999

Presidenza del presidente CRISTALDI

INDICE

Elezione del Collegio dei revisori dei conti della Fondazione “Federico II” e risultato della votazione:..................................................

PRESIDENTE......................................................

Disegni di legge(Annunzio di presentazione).............................(Comunicazione di invio alle competenti Commis­sioni legislative)..................................................

«Schema di disegno di legge costituzionale da sottoporre al Parlamento nazionale ai sensi dell’alt. 18 dello Statuto della Regione sici­liana concernenti “l’elezione diretta del Pre­sidente della Regione, l’autoscioglimento del­l’Assemblea, l’iniziativa popolare e comunale ed i referendum regionali”» (2-94-144-152- 177-705-708-758 - Norme stralciate/A)

(Seguito della discussione):PRESIDENTE......................................................CAPODICASA, presidente della Regione . . .

interrogazioni(Annunzio)..........................................................

Interpellanza(Annunzio)..........................................................

Missioni(Annunzio)..........................................................

Mozioni(Annunzio).....................................................(Determinazione della data di discussione) . .

Pag.

10

(Comunicazione di mozioni superate)PRESIDENTE..........................................

Ordine del giorno(Annunzio n. 2 8 0 ) .................................

(Discussione):PRESIDENTE..........................................FORGIO NE(RC).................................SPEZIALE (D S ).....................................STANCANELLI (A N ).............................FLERES (FI) *.........................................DI MARTINO (Gruppo misto).................PROVENZANO ( F I ) .............................CAPODICASA, presidente della Regione

Sull’ordine dei lavoriPRESIDENTE.............................................PROVENZANO (FI) . .............................SPEZIALE (D S ).........................................

* Intervento corretto dall'oratore

1311, 13, 14

22

La seduta è aperta alle ore 17.42

PEZZINO, segretario / / . , dà lettura, del processo verbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende appro­vato.

Missioni

PRESIDENTE. Comunico che, per ragioni del loro ufficio, il 26 gennaio 1999 sono in mis­sione gli onorevoli Catania, Zanna, Ortisi, Mar­tino, Cimino e Adragna.

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Xn Legislatura 215“ SEDUTA 26 Gennaio I999

Annunzio di presentazione di disegni di legge

Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge;

- «Istituzione di riserve di commesse in fa­vore di imprese operanti in Regioni economi­camente svantaggiate individuate ai sensi della normativa comunitaria» (864), dal Presidente della Regione (Capodicasa),

in data 21 gennaio 1999;

«Integrazioni alla legge regionale 20 gennaio 1999, n. 5, recante “Soppressione e liquidazione degli enti economici regionali AZASI, EMS, ESPI”» (865), dal Presidente della Regione Ca­podicasa) ,

in data 22 gennaio 1999;

«Seconda nota di variazione al bilancio di previsione per l ’esercizio finanziario 1999 e per il triennio 1999-2001» (866), dal Presidente della Regione (Capodicasa) su proposta del­l ’Assessore per i bilancio e le finanze (Piro),

in data 22 gennaio 1999;

«Istituzione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (867), dagli onorevoli Villari, Monaco, Speziale, Cipriani, Gianno- polo, Oddo, Pezzino, Pignataro, Silvestro, Tri- marchi, Zago, Zanna,

in data 25 gennaio 1999.

Comunicazione di disegni di legge inviati alle competenti Commissioni legislative

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del­l ’articolo 83, lettera b), del Regolamento in­terno, che i seguenti disegni di legge sono stati inviati alle competenti Commissioni le­gislative;

AFFARI ISTITUZIONALI (I)

«Integrazione aU’articolo 2 della legge regio­nale 12 novembre 1996, n. 41, concernente in­dennità di carica per gli organi dei comuni e delle province eletti o nominati» (858),

d’iniziativa parlamentare;

«Norme per la sicurezza dei cittadini e delle attività economiche e di contrasto e prevenzione del fenomeno della mafia in Sicilia» (859);

d’iniziativa parlamentai-e, parere IV Commissione, inviati in data 22 gennaio 1999;

BILANCIO (II)

«Ricorso al mercato finanziario per Tanno 1998»(863),

d’iniziativa governativa, inviato in data 22 gennaio 1999;

ATTIVITÀ’ PRODUTTIVE (III)

«Nuove norme per la vendita dei giornali in Sicilia» (861);

d ’iniziativa parlamentoe, inviato in data 22 gennaio 1999;

AMBIENTE E TERRITORIO (IV)

«Incentivi per lo sviluppo turistico-alber- ghiero» (862);

d ’ iniziativa parlamentare, inviato in data 22 gennaio 1999.

Annunzio di interrogazioni

Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta orale presentata.

PEZZINO, segretario f.f.:

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per il lavoro, la previdenza sociale, la forma­zione professionale e l ’emigrazione, premesso che il bando pubblicato dal comune di Resul­tano, allo scopo di reperire i 9 lavoratori da in­serire nei progetti di lavori socialmente utili, presenta delle inesattezze nella seguente parte; “Si procederà al reperimento di 9 unità in cerca di prima occupazione di età compresa tra i 21 e i 32 anni iscritti da più di 30 mesi nelle liste di collocamento. La partecipazione al progetto non determina Tinstaurazione di un rapporto di la­voro e non comporta la cancellazione dalle liste di collocamento - IB”;

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rilevato che:

la suddetta indicazione andava specificata così come segue: “Si procederà al reperimento di 9 unità tra i giovani in cerca di prima occupazione di età compresa tra i 21 e i 32 anni iscritti da più di 30 mesi nelle liste di collocamento in classe IB. In caso sia impossibile reperire unità lavora­tive aventi l ’iscrizione alla classe IB, si può at­tingere a lavoratori in classe lA”;

a seguito di un ricorso, in una nota deU’l l .12.1998, lo SCICA (Sezione Circoscri­zionale per l ’Impiego e per il Collocamento in Agricoltura) di Caltanissetta, citando la circolare dell’assessorato Lavoro n. 278 del 1997, precisa che il piano straordinario di lavori socialmente utili è rivolto ai giovani di età compresa tra i 21 e i 32 anni ed iscritti da più di 30 mesi alla classe IB e che ‘solo nel caso sia impossibile reperire unità lavorative aventi l’iscrizione alla classe IB si può attingere a lavoratori iscritti in classe lA”;

la circolare assessoriale cui fa riferimento lo SCICA è la n. 278 del 1997 mentre il bando pubblicato dal comune di Resultano cita la cir­colare n. 275 del 1997;

considerato che le inesattezze contenute nel bando hanno portato alla esclusione di alcuni la­voratori creando, in tal modo, una disparità di trattamento;

per sapere se non ritenga opportuno procedere in tempi rapidi alla sospensione del piano di la­vori socialmente utili avviati presso il comune di Resultano e intervenire allo scopo di far ripub- bhcare il bando correttamente, garantendo tra­sparenza ed equità di trattamento». (2696)

Vella

All’Assessore per la sanità, premesso che:

in data 10.10.1998 veniva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione sicihana n. 41 la gara d’appalto indetta dalla AUSL n. 8 di Si­racusa per la fornitura o somministrazione per he anni di pasti caldi ai degenti di presidi ospe­dalieri diversi;

ai fini della partecipazione alla predetta gara d’appalto veniva predisposto dalla stessa AUSL n. 8 un apposito bando di gara con allegati ca­pitolati generali e speciali che garantivano l ’ente sull’affidabilità tecnica ed economica delle im­prese partecipanti, conformemente alle disposi­zioni di legge comunitarie, nazionah e regionali, generali e specifiche del settore;

tutta la procedura veniva sottoposta al vaglio della competente commissione regionale di con­trollo degl atti delle Aziende unità sanitarie lo­cali che, con il proprio visto, confermava la le­gittimità dell’operato fino a quel momento svolto dall’ente, in conformità agli interessi pubblici tutelati dalle leggi vigenti nel settore;

in data 19.11.1998 veniva espletata la pre­detta gara d’appalto ed aggiudicata all’impresa che aveva offerto il maggior ribasso, ex art. 16, comma 1 del D.lgs. n. 358 del 1992, conclu­dendo così l ’iter amministrativo in linea con tutta la procedura e i controlli sino a quel mo­mento posti in essere dagli organismi compe­tenti;

in data 18.12.1998 l ’AUSLn. 8, nella persona del suo direttore generale, revocava, in regime di autotutela, l ’aggiudicazione, ritenendo che sulla scorta della scarsa partecipazione di im­prese alla procedura occorreva rimuovere la procedura stessa, annullandola del tutto;

annullata la procedura si sarebbero eliminati alcuni requisiti tecnici (previsti dalla legge) ri­chiesti precedentemente, a garanzia dell’affida­bilità tecnica delle imprese, e si sarebbe ripro­posto l’iter procedimentale, ottenendo così una nuova aggiudicataria scelta tra un ipotetico maggior novero di imprese. Quanto in premessa risultava supportato dalla necessaria applica­zione di una fantomatica disposizione comuni­taria;

considerato che:

tale comportamento appare decisamente ano­malo, in quanto smentisce l ’operato della com­missione regionale di controllo sugli atti delle Aziende unità sanitarie locali, addebitandogli

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dunque un palese e grossolano errore concre­tizzatosi nella “non conformità” alle disposi­zioni comunitarie, dall’ente stesso “ignorate” in sede di presentazione degli atti;

tale attività comporterà la produzione di ulte­riori costi in capo alla struttura amministrativa per la riproposizione dell’intero procedimento;

si lascia spazio all’impresa prima aggiudica- taria di inoltrare ricorsi amministrativi, met­tendo a rischio la posizione dell’ente e compor­tando, pertanto, ulteriori costi legali, senza cer­tezza alcuna della legittimità della propria posi­zione;

si smentisce tutta la procedura da parte dello stesso ente, già controllata e legittimata dagli or­ganismi preposti, posta in essere e conclusa con legittima aggiudicazione, a fronte della ricercata e tardiva applicazione di una “nota” della Pre­sidenza del Consiglio dei Ministri, in relazione ad una “segnalazione” della commissione euro­pea, dimenticando il valore e l’efficacia che “note” e “segnalazioni” generiche possano avere nel territorio della Regione siciliana, ri­spetto a leggi precise e specifiche di settore;

tale procedere è in netto contrasto con il ge­nerale principio della salvezza degli atti ammi­nistrativi, con la necessaria riduzione della pra­tica dei contratti gestiti in regime di proroga, con la necessaria politica della riduzione dei costi amministrativi, con il fondamentale prin­cipio della tutela degli interessi degli utenti;

per sapere quali provvedimenti intenda an­nunciare al fine di verificare gli accadimenti de­scritti e le eventuali determinazioni in merito». (2698) •

M onaco

«All’Assessore per l ’agricoltura e le foreste, premesso che;

entro il mese di novembre dell’anno 1997 si sarebbe dovuto - ai sensi della legge regionale n. 33 del 1° settembre 1997 - istituire l’osser­vatorio faunistico siciliano e dall’l dicembre 1997 (90 giorni dalla data di pubblicazione della

suddetta legge) avrebbe dovuto essere appro­vato lo Statuto di detto osservatorio;

tra i vari compiti, Posservatorio faunistico re­gionale ha quello fondamentale di valutare ed esprimere parere sul Piano regionale faunistico venatorio che, data la mancata istituzione ed im­portanza dell’osservatorio, non sarebbe pubbli- cabile né apphcabile per possibili danni al patri­monio faunistico e quindi in contrasto con i princìpi delle leggi di tutela della fauna selvatica;

considerato che:

la redazione del Piano faunistico regionale è stata comunque effettuata dall’assessorato Agri­coltura ma, da quel che risulta all'interrogante, nessun parere al riguardo è stato richiesto dal­l’Assessorato airiNFS (Istituto Nazionale perla Fauna Selvatica), così come invece è previsto espressamente dall’art. 15, comma 4, lettera a) della legge regionale n. 33 del 1997 e dall’art, 16, comma 1, della legge n. 157 del 1992;

tra l’altro non sono stati istituiti i comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia che hanno una notevole importanza nell’applica­zione del Piano faunistico venatorio nell’orga­nizzazione dei territori di caccia nonché nella promozione di azioni tese alla conservazione, tutela e ripristino ambientale,

per sapere;

per quali motivazioni non sia stato ancora isti­tuito l’osservatorio faunistico siciliano, redatto il relativo Statuto e non siano ancora stati no­minati i comitati di gestione degli ambiti terri­toriali di caccia;

date le premesse, e cioè la mancata istituzione del suddetto osseivatorio, la non applicabilità e vahdità del Piano faunistico venatorio regionale e la mancata istituzione dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia, sulla base di quali criteri tecnico-scientifici abbia emanato il calendario venatorio regionale, peraltro con delle difformità rispetto alla legge nazionale». (2707)

Zanna

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PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­nunziate saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.

Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta in Commissione presentate.

PEZZINO, segretario f.f.:

«All’Assessoreper la sanità,p&c sapere quali provvedimenti, anche di natura legislativa, in­tenda promuovere P Amministrazione regionale per scongiurare la cessazione provvisoria del­l’attività della farmacia della sede urbana di Pa­lermo, sita in via Pacinotti, stante che, per il ri­levante interesse pubblico, la somministrazione dei medicinali non può essere assimilabile al commercio ambulante abusivo dei mercanti rio­nali, nei cui confronti si possono adottare simili provvedimenti punitivi.

La cessazione provvisoria della attività della predetta farmacia - anche se il relativo provve­dimento è stato adottato in ottemperanza ad una discutibile ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana - oltre a configurarsi come interruzione di pubblico servizio a danno della popolazione residente e di transito, rappresenta una distorsione della concorrenza a vantaggio di pochi potenti del set­tore farmaceutico della città di Palermo.

Il provvedimento assessoriale di chiusura comporterà un danno erariale di notevole entità per la pubblica Amministrazione, e cioè per i contribuenti, perché il titolare avrà comunque diritto al risarcimento per danno emergente e lucro cessante, avendo a suo tempo ottenuto, nel rispetto della legalità, il trasferimento del suo esercizio da Piazza Olivella al nuovo quartiere Malaspina-Palagonia». (2705)

(L’interrogante chiede lo svolgimento in Com­missione con urgenza)

D i M artino

«Al Presidente della Regione e all 'Assessore per gli enti locali, premesso che con un atto di “pirateria politica”, il precedente Governo re­gionale, nell’ottobre 1998, ha dichiarato la de­cadenza del Consiglio comunale di Bompietro

e nominato un commissario straordinario nel predetto Comune con il compito di esercitare le attribuzioni del Consiglio fino al rinnovo degli organi ordinari;

considerato:

che il provvedimento adottato dal precedente Governo sospende per 3 anni la democrazia mu­nicipale a Bompietro, in violazione dei più ele­mentari principi di democraticità e rappresenta­tività della volontà popolare, sanciti dalla Co­stituzione itahana;

altresì, che la posizione di vero autocrate del­l’attuale Sindaco di Bompietro è simile a quella dei podestà di memoria fascista o dei “commis­sari del popolo” negli ex regimi comunisti;

atteso che nella gestione del comune di Bom­pietro si riscontrano anomalie che possono con­figurare eventuali ipotesi di reato a danno della pubblica Amministrazione, nonché inadem­pienze programmatiche e ritardi vari nell’a- dempimento dei compiti d ’istituto;

ritenuto, infine, che il Commissario straordi­nario, nominato in sostituzione del Consiglio, ha tutte le attribuzioni, compresa quella della rimozione del Sindaco a mezzo della mozione di sfiducia;

per sapere:

se il Governo della Regione, con provvedi­mento di indirizzo a carattere generale, intenda impartire precise istruzioni ai commissari straordinari nominati nei comuni in sostituzione dei consigli comunali, di adottare deliberazioni per l ’approvazione di mozioni di sfiducia per la rimozione dei sindaci che si trovino nella me­desima situazione di quella del comune di Bom­pietro, al fine di indire subito nuove consulta­zioni elettorali per l ’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale, ripristinando così la de­mocrazia municipale di tutta l’Isola;

se il Governo della Regione abbia disposto o intenda disporre un’ispezione straordinaria al comune di Bompietro per accertare irregolarità

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amministrative ed eventuali illeciti aventi rile­vanza penale». (2706)

(Uinterrogante chiede lo svolgimento in Com­missione con urgenza)

D i M artino

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­nunziate saranno inviate l̂l Governo e alle com­petenti Commissioni.

Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta scritta.

PEZZINO, segretario f.f.:

«Al Presidente della Regione, premesso che:

con l’annuncio dello sciopero da parte delle organizzazioni sindacali potrebbe saltare la prima del “Wozzeck” , opera di Alban Berg, fis­sata per il 26 gennaio 1999 al Teatro Massimo di Palermo;

questo debutto rappresenterebbe, di fatto, la riapertura del Teatro Massimo di Palermo per una intera stagione dopo ventisei anni;

considerato che:

le ragioni addotte dalle organizzazioni sinda­cali sono di gravità estrema e che i verbali del Servizio di medicina del lavoro della Ausi n. 6 contano numerose irregolarità sullo stato di igiene e di sicurezza del lavoro dentro il Teatro;

il Teatro Massimo, con decreto legislativo n. 134 del 1998, è diventato una fondazione e come tale deve attenersi ai parametri di rapporto pubblico-privato stabiliti per legge;

la bozza di Statuto della fondazione “Teatro Massimo” prevede di attribuire grandi poteri alla figura del Sovrintendente ed invece non prevede l’istituzione dell’assemblea dei soci;

l ’organico del Teatro è sottodimensionato: infatti, i dipèndenti del Teatro Massimo sono 428, mentre un decreto della Presidenza del

Consiglio dei Ministri del 22 aprile 1998 defi­nisce l ’organico funzionale del personale arti­stico, tecnico e amministrativo dell’ente auto­nomo “Teatro Massimo” di Palermo in 510 unità;

i vuoti del personale artistico della pianta or­ganica sono ricoperti da scritturati con conti-atti trimestrali che vengono rinnovati ormai da anni; mentre i dirigenti del Teatro, che svolgono quasi tutti un doppio impiego perché docenti del Con­servatorio, sono retribuiti lautamente con con­tratti annuali;

il diritto alla salute non viene tutelato; infatti, le condizioni ambientali del Teatro non consen­tono agli artisti di lavorare nel migliore dei modi; inoltre un accordo, siglato dal sovrinten­dente e dalle organizzazioni sindacali, relativo alla corresponsione delle somme dell’«Accordo integrativo aziendale» non consente agli artisti di “incappare” neanche in una stagionale in­fluenza, pena il mancato pagamento delle somme dovute sull’integrativo aziendale;

rilevato che:

contrariamente ad altre fondazioni, il Teatro Massimo prevede ancora la figura del Direttore d ’orchestra stabile, il Maestro John Neschling, regolarmente sostituito durante le prove da un supplente, il Maestro Brogli;

da sei mesi non c’è più il Maestro del coro; infatti la funzione viene ricoperta da un com­ponente della direzione artistica che non ha le competenze specifiche per assumere l’incarico;

sul Teatro Massimo di Palermo convergono numerose polemiche riguardanti audizioni pilo­tate, promozioni facili, innalzamenti di qualifica non dovuti, retribuzioni esagerate;

rilevato, ancora, che:

si ritengono gravi, lesive della dignità dei la­voratori e in contrasto con i diritti sindacali al­cune scelte compiute dal sovrintendente il quale ha decretato di non corrispondere la somma di pagamento per un concerto (Cianciana, provin-

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eia di Agrigento) non effettuato a causa di terri­ficanti situazioni ambientali;

si ritengono gravi, lesive della dignità dei la­voratori e in contrasto con i diritti sindacali le scelte del sovrintendente il quale, con nota del 14.01.99, ha comunicato alle rappresentanze sindacali unitarie che l’astensione dal lavoro dei giorni 13 e 14 gennaio, causata dalla bassa tem­peratura registrata dentro il Teatro, viene clas­sificata come sciopero;

per sapere quali iniziative intenda assumere l’onorevole Presidente della Regione al fine di migliorare la situazione della fondazione “Tea­tro Massimo” di Palermo». (2697)

Forgione - L iotta - Vella

«Al Presidente della Regione e all’Assessore alla Presidenza, premesso che:

a seguito della deliberazione del Cipe del lu­glio 1998, sono stati attribuiti alle regioni del Mezzogiorno 3.500 miliardi di lire per finan­ziare opere di completamento;

di tali somme, alla Sicilia, sono stati attribuiti circa 520 miliardi di lire;

entro il 10 gennaio 1999 la Regione siciliana avrebbe dovuto inviare agli organi competenti nazionali il Piano di interventi per opere di com­pletamento, in conformità alla suddetta delibe­razione del Cipe, tenuto conto delle istanze e delle proposte avanzate da Comuni, Province, Enti pubblici e Assessorati regionali;

la Regione, nel predisporre l’elenco delle opere da completare doveva attenersi, così come previsto dalla deliberazione Cipe e da succes­sive circolari, a determinati criteri e parametri sulla base dei quali proporre una graduatoria;

per sapere:

se la commissione che ha istruito le proposte per predisporre la graduatoria abbia preso in vi­sione tutte le istanze e le schede inviate, ai V2iri assessorati competenti, da Comuni, Pifovince.

Enti pubblici, etc., e sulla base di quali elementi e criteri siano state scelte le priorità e le collo­cazioni delle diverse opere nella graduatoria;

se risponda al vero che molte proposte sono state escluse immoti vaiamente, come, per esem­pio, quella riguardante il completamento del­l’ospedale “San Marco” di Catania, opera di ri­levanza regionale;

se risulti fondato che moltissime proposte di completamento di opere formulate dai Comuni ed aventi tutti i requisiti previsti, non siano state inserite nelTelenco inviato alle autorità nazio­nali in quanto gli assessorati regionah compe­tenti, cui i Comuni avevano inviato le schede, non si sono preoccupati di trasmetterle all’As­sessorato alla Presidenza, con grave comporta­mento omissivo (es. completamento del porto turistico di Riposto, completamento della cir- cumvallazione di Beipasso, etc.);

come si sia potuto verificare che l’Assessore per il turismo, le comunicazioni e i trasporti abbia, sin dal giorno 9 gennaio 1999, (cioè il giorno precedente a quello di scadenza dei ter­mini della presentazione delle schede), potuto preaimunciare il finanziamento certo per il com­pletamento di alcune opere del comune di Ca­tania, ed in particolare della “Cittadella dello sport”, per un importo di circa 104 miliardi di lire;

se non ritengano, ove le cose sopra indicate fos­sero vere, di dover valutare, previa verifica for­male, la possibihtà di aprire ristmttoria per quei progetti esclusi per omissione degli Assessorati competenti o per altri disguidi e di riformulare la graduatoria e la proposta da finanziare con i fondi di cui alla citata dehberazione Cipe» (2699)

(Uinterrogante chiede risposta con urgenza)

PiGNATARO

«Al Presidente della Regione e all 'Assessore per la sanità, premesso che antecedentemente all’anno 1994 il ministero della Sanità conce­deva ai mutilati ed agli invalidi di guerra sov­venzioni per le cure termali;

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considerato che, dopo il predetto anno, il Mi­nistero ha avocato a sé solo le cure climatiche ed i soggiorni terapeutici, rimandando alle varie Regioni la facoltà della concessione delle cure termali;

tenuto altresì conto che, nonostante i ripetuti solleciti e richieste inviati ai diversi Assessori per la Sanità e ai Presidenti della Regione, suc­cedutisi in questi ultimi anni, dalle competenti associazioni, al fine di colmare il vuoto assi­stenziale che danneggia in maniera estrema- mente grave gli appartenenti a questa categoria di invalidi, nulla è stato fatto in merito, sebbene l ’Assessorato Sanità abbia ricevuto ampia do­cumentazione e delibere sulle procedure adot­tate da altre Regioni d’Italia;

per sapere se non ritenga opportuno adottare quei provvedimenti urgenti che possano col­mare il vuoto assistenziale che colpisce una ca­tegoria di persone che ancora oggi rappresenta un patrimonio sacro, intangibile e inviolabile per tutte le generazioni». (2700)

(Gli interroganti chiedono risposta con ur­genza)

SOTTOSANTI - StANCANELLI La Grua - ScALiA

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per gli enti locali, premesso che:

in data 16 luglio 1998 i consiglieri comunali di Santa Venerina (CT), costituenti il gruppo di minoranza, presentavano, a norma di quanto previsto dal regolamento comunale, formale ri­chiesta di convocazione urgente dell’assemblea consiliare, indicando il relativo ordine del giorno;

il regolamento del Consiglio comunale non lascia al Presidente discrezionalità circa questa forma di convocazione, che si configura come un istituto di garanzia della minoranza;

il Presidente del Consiglio comunale, con notan. 10001 del3 agosto 1998,negavalacon­vocazione richiesta, adducendo la pretestuosa

motivazione che in agosto non si può convocare il Consiglio, precisando che avrebbe potuto farlo agevolmente in luglio, con ciò violando gravemente quanto previsto dal regolamento consiliare a tutela della minoranza;

successivamente, nella convocazione del Consiglio comunale del 27 agosto 1998, veni­vano recepiti solo due dei nove punti conte­nuti nell’ordine del giorno della richiesta di convocazione urgente del 16 luglio, mentre gli altri non sono, ancora oggi, stati trattati in Consiglio;

i consiglieri di minoranza in data 9 settembre 1998, e successivamente in data 28 novembre 1998, inviavano un esposto su questa materia al Prefetto di Catania, al Presidente della Regione e all’Assessore per gli enti locali, senza ricevere alcuna risposta;

ancor più di recente il Presidente del Consi­glio ha insistito sul mancato rispetto dei diritti della minoranza negando, in seno alla confe­renza dei capigruppo, l’inserimento di punti im­portanti nell’ordine del giorno;

per sapere quali provvedimenti intendano as­sumere per garantire il rispetto del regolamento e delle funzioni di indirizzo e controllo del Con- sigho comunale di Santa Venerina». (2701)

L iotta - F orgione - Vella

«AirAssessore per gli enti locali e a ll’Asses­sore per i beni culturali, ambientali e per la pubblica istruzione, premesso che:

da tempo l’anfiteatro romano di Catania non viene utilizzato ed è aperto al pubblico solo in parte;

lo stesso edificio è divenuto ricettacolo di ri­fiuti e sede di scarico delle fognature dei nume­rosi palazzi che negli anni sono stati costruiti sugli ambulacri romani;

una tale situazione non è certamente deco­rosa, né degna di una città come Catania che tanto sta investendo nel rilancio turistico;

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Resoconti Parlamentari - 9 - Assemblea Regionale Siciliana

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per sapere quali interventi si intendano porre in essere per la sistemazione e la riapertura del­l’anfiteatro romano di Catania». (2702)

(L’interrogante chiede risposta con urgenza)

Fleres

«Al Presidente della Regione e all 'Assessore per la sanità, premesso che:

l’attenzione sulla problematica AIDS in Sici­lia ha subito un notevole calo, probabilmente perché l ’avvento dei nuovi farmaci anti-AIDS di ultima generazione ha fatto sì che la sieropo- sitività non sfociasse in tempi brevissimi nella malattia allo stadio terminale, con la conse­guenza che il paziente trattato con antivirali non viene più comunicato dagli enti ospedalieri. Tutto ciò ha ingenerato la sensazione del ces­sato pericolo, mentre, in realtà, da qui a qualche anno, i pazienti trattati con questi farmaci sa­ranno dei malati terminali e il pericolo di con­tagio è in continuo aumento;

la legge n. 35 del 1990 ha previsto l’assegna­zione agli enti ospedalieri di posti letto e perso­nale specializzato per fronteggiare l ’emergenza AIDS;

in realtà il personale infennieristico viene con­tinuamente spostato in altre divisioni per emer­genze non meglio definite; i medici specializzati in malattie infettive vengono temporaneamente trasferiti al Pronto soccorso per emergenze non dimostrabili e ciò, peraltro, in palese contrasto con la norma che disciplina la mobilità d’ur­genza; si verifica che eventuali urgenze debbano essere tamponate da personale che opei'a nella stessa disciplina: nel caso specifico, quindi, dal personale delle medicine generali;

considerato, inoltre, il graduale smantella­mento della rete infettivologica presso l ’ospe­dale “Garibaldi - S. Luigi - S. Currò - Ascoli To- maselli” perché è carente di posti letto, vi è una notevole difficoltà per l’approvvigionamento dei farmaci, non esiste un laboratorio di virolo­gia e i reattivi per il dosaggio di viremia sono stati contingentati;

per sapere se e quali provvedimenti intenda adottare l’Assessore per la sanità per l ’emer­genza AIDS, alla quale si aggiungono nuove problematiche infettivologiche legate ai flussi migratori dai Paesi africani, est-europei ed asia­tici». (2703)

(L’interrogante chiede risposta con urgenza)

Catanoso G enoese

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per la sanità, premesso che:

da notizie di stampa si apprende che il famoso cardiochirurgo Prof. Carlo Marcelletti, vincitore del concorso per primario all’azienda ospeda­liera ‘Civico’ di Palermo, non firmerà il con­tratto;

già alcuni giorni prima dell’incontro tra il professionista e i vertici deU’Azienda alcuni giornali locali diffondevano la notizia che era in atto ima manovra per evitare che il professioni­sta andasse a ricoprire il ruolo di primario nel­l’Azienda palermitana, che avrebbe avuto come protagonisti i vertici dell’Azienda e lo stesso As­sessore;

tra le notizie diffuse vi era anche quella che l’assessore Sanzarello avrebbe agito per fare ri­coprire il posto di primario del Civico al pro­fessore Gula, cardiochirurgo messinese, arre­stato nell’ambito della “Sanitopoli” sicihana e condannato dal Tribunale di Messina per fatti gravissimi, tra i quali anche quello di avere in­dotto i propri dipendenti ad alterare le cartelle cliniche dei pazienti;

il professore Gula è stato, tra l’altro, ammesso definitivamente al servizio lo scorso 30 dicem­bre, presso l’azienda ospedaliera “Piemonte” di Messina, dopo la condanna del luglio 1998, con una dehbera del direttore generale dell’Azienda ospedaliera nella quale quest’ultimo definisce addirittura sommaria la sentenza del Tribmiale di Messina;

dalle dichiarazioni del Prof. Marcelletti emerge che il cardiochirm'go avrebbe riscon-

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Resoconti Parlamentari 10 Assemblea Regionale Siciliana

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trato nei vertici dell’azienda “Civico” un atteg­giamento ostruzionistico e che il direttore ge­nerale dell’azienda “Civico”, Tavvocato Car­melo Piazza, non avrebbe neppure risposto alle richieste del professionista ( 6 lettere);

i vertici dell’azienda “Civico” non avrebbero fatto nulla per mettere il cardiochirurgo nelle condizioni di lavorare;

sempre da quanto dichiarato dal Prof. Mar- celletti, emerge anche che le condizioni dell’O­spedale sono impraticabili e che nulla sarebbe stato fatto per renderle adatte al lavoro che il professionista avrebbe dovuto svolgere;

alcune attrezzature di reparto, compresa una sala operatoria, costate svariati miliardi, ad oggi sono inutilizzabili e poste sotto sequestro al­l ’autorità giudiziaria;

considerato che:

la sanità siciliana ha perso l’opportunità di avere, come primario dell’ospedale del capo­luogo siciliano, un insigne professionista nel pa­norama sanitario mondiale;

i mille interventi che il Prof. Carlo Marcel- letti era nelle condizioni di svolgere nel corso dell’anno avrebbero, tra l ’altro, consentito l ’en­trata di 28 miliardi di lire, ogni anno, nelle casse dell’azienda “Civico”;

per sapere se;

e come il Governo intenda intervenire, in tempi rapidi, per fornire le risposte adeguate alle esigenze del cardiochirurgo, a partire dalle at­trezzature, allo scopo di consentire un lavoro serio e di alto profilo sanitario, per il quale il Prof. Marcelletti è famoso in tutto il mondo;

non ritengano opportuno accertare eventuali responsabilità dei vertici dell’azienda “Civico”, in particolare dell’avvocato Piazza, e quali mi­sure si intendano intraprendere;

non ritengano necessario accertare ulteriori responsabilità del direttore. generale dell’a­

zienda “Piemonte” di Messina, che ha ammesso al pubblico servizio un medico condannato per atti compiuti nell’esercizio delle proprie fun­zioni, in deroga alla legge nazionale n. 16 del 1992;

se non ritengano opportuno accertare even­tuali manovre tese a favorire il cardiochirurgo. Doti. Claudio Carletta, attualmente sotto pro­cesso neirinchiesta relativa alla cardiochirurgia e reintegrato in servizio dall’avv. Piazza». (2704)

F orgione

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­nunziate sono già state inviate al Governo.

Annunzio di interpellanza

Invito il deputato segretario a dare lettura della interpellanza presentata.

PEZZINO, segretario f f . :

«Al Presidente della Regione, per conoscere:

quali iniziative intenda assumere il Governo della Regione nei confronti della RAI e se in­tenda interessare il Ministro delle Poste e tele­comunicazioni per assicurare decenti servizi della rete televisiva pubblica con il Tg3 Sicilia, al fine di dare una completa ed imparziale infor­mazione politica e promuovere una produzione delle sedi della Sicilia in sintonia con gli inte­ressi informativi e culturali delle popolazioni isolane. Infatti, nonostante la debolezza delle reti televisive private locali, che nella trasmis­sione dei notiziari non possono reggere la con­correnza della rete pubblica, il Tg3 regionale ha ascolti medi e quote di ascolto percentuali — share - pari alla metà (9.71%) rispetto alla media nazionale del 18.8% dei telegiornali re­gionali della RAI;

se ritenga le gravi carenze segnalate del Tg Sicilia punitive e discriminatorie per gli utenti siciliani che pagano il canone come nelle altre Regioni, ma che usufruiscono di servizi pubblici televisivi scadenti con una disparità di tratta­mento inaccettabile». (319)

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Resoconti Parlamentari

XU Legislatura

(L interpellante chiede lo svolgimento con urgenza)

D i M artino

PRESIDENTE. Trascorsi tre giorni dalTo- diemo annunzio senza ohe il Governo respinga la interpellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarla, la interrogazione stessa sai'à iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle mozioni presentate.

PEZZIN O, segretario f.f. :

«L’Assemblea regionale siciliana

atteso che;

il Governo della Regione non ha ancora prov­veduto ad individuare le risorse necessarie alla predisposizione del bilancio preventivo per l ’anno 1999 e del bilancio triennale 1999-2001;

i tentativi esperiti con numerosi istituti di credito non hanno sortito alcun concreto ef­fetto, dato che nessuno si è dichiarato dispo­nibile ad erogare un mutuo per 1.700 miliardi di lire in assenza di un preciso programma di risanamento economico-finanziario dell’am­ministrazione e delle attività produttive nel­l ’Isola;

l’ipotesi di emissione di obbligazioni, in que­sto contesto, del tutto privo di programmazione ed in cui persino il DPEF (Documento di pro­grammazione economica e finanziaria), recen­temente predisposto, appare ridicolo, risulta es­sere improbabile quanto velleitaria;

così stando le cose, la Regione rischia di es­sere paralizzata a causa della incapacità del Go­verno e della reale incompatibilità tra le forze politiche che lo compongono;

considerato che:

alla luce di quanto già esposto, è urgente, senza ulteriore indugio, e prima della discus­sione sul bilancio, avviare un dibattito ap­profondito sulla politica finanziaria della Re­gione, con particolare riferimento alle entrate ed alle modalità con cui si intende far fronte al di­savanzo di oltre 2 mila miliardi di lire, nonché in merito alle scelte prioritarie riguardanti le spese correnti e gli investimenti;

in assenza di un tale confronto, e nell’attuale condizione di cassa, che vede bloccati mandati di pagamento per svariate centinaia di miliardi, risulta impossibile dar corso a qualsiasi altra at­tività parlamentare, senza correre il rischio di congelare ogni processo di sviluppo,

impegna il Presidente della Regione

a chiedere alla conferenza dei capigruppo ed al Presidente dell’ARS, la convocazione imme­diata di una seduta dell’Assemblea regionale si­ciliana nel corso della quale affrontare i temi di cui in premessa, sospendendo, nelle more di tale discussione, ogni altra iniziativa in corso» (287)

Fleres - Leontini - B ufardeci A lfano - Beninati - Croce

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che:

a seguito del dibattito sviluppatosi in conse­guenza della presentazione della mozione n. 275; Revoca della richiesta del Governo regionale di

restituzione della documentazione relativa alle nomine in enti di pertinenza della Regione”, il Presidente della Regione si è impegnato ad ac­cogliere la richiesta formulata procedendo sol­tanto ad una verifica tecnica delle nomine effet­tuate e a consentire, dunque, al loro sblocco;

tale impegno, ad oggi, è stato disatteso con CIÒ facendo venire meno i presupposti che hanno determinato il ritiro della citata mozione n. 275 da parte dei presentatori e mantenendo intatti i motivi che, di contro, ne provocarono la presentazione;

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Resoconti Parlamentari 12 Assemblea Regionale Siciliana

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anche relativamente alla vicenda riguardante la rotazione dei soprintendenti il Governo ha sino ad oggi disatteso gli impegni a revocare il provvedimento di sospensione;

appare palese il proposito della maggioranza di infrangere il rispetto delle funzioni e delle competenze istituzionali, così da alterare i cor­retti rapporti politici e dialettici che sono il pre­supposto di qualsiasi democrazia parlamentare, come già manifestato con preoccupazione nella più volte citata mozione n. 275,

impegna il Governo della Regione

ad attuare gli impegni assunti in occasione della discussione sulla mozione n. 275;

a revocare la nota di richiesta di restituzione degh atti relativi alle nomine effettuate dal Go­verno precedente, al fine di consentire alla Com­missione di merito di esaminarh per esprimere i relativi pareri previsti dalle leggi;

a revocare altresì, o a non compiere, i prov­vedimenti di revoca o di sostituzione della ro­tazione dei soprintendenti dei beni culturali;

ad avviare alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana tutti gli atti il cui procedimento istruttorio risulta già essere stato definito (decreti e quant’altro) e che sono stati inusitatamente bloccati». (288)

Fleres - Alfano - Leontini Bufardeci - B eninati - Croce

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che l’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste ha bandito un concorso pubblico per 357 posti di guardia forestale, prevedendo come termine ultimo per la presentazione delle domande la data del 23.1.1999;

considerato che il predetto concorso ha in generato grandi attese, determinando un’in­gente quantità di domande di partecipazione che sembrano attestarsi intorno al numero delle 60.000;

atteso che la possibilità di dare occupazione a 357 giovani, nella già precaria situazione oc­cupazionale in Sicilia, debba cogliersi nel più breve tempo possibile;

ritenuto che per la verifica dei punteggi mi­nimi utili a superare la preselezione è stato pre­visto un sistema di lettura ottica, rapido ed effi­cace;

rilevato che la data del 25.9.99, fissata per la preselezione, risulta inspiegabilmente lontana e tale da spostare la definizione del concorso di circa un anno, innescando in questo periodo solo aspettative e ritardando pesantemente l’a­deguamento, in temiini di organico, di un com­parto da tempo insufficiente,

impegna il Governo della Regione

ad anticipare il termine previsto per la prese- lezione entro e non oltre tre mesi a partire da oggi ed a concludere l’iter concorsuale entro sei mesi dalla data del 23 gennaio 1999. Quanto sopra esposto, al fine di evitare che il protrarsi delle procedure concorsuali dia adito a legittime preoccupazioni circa le strumentalizzazioni po­litiche e le speculazioni elettorali che, in pros­simità della campagna per le elezioni europee, potrebbero esercitarsi sui partecipanti al con­corso» .(289)

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che nella seduta n. 120 dell’ 11 ago­sto 1997 l’Assemblea regionale siciliana ha ap­provato l’ordine del giorno n. I l i , con il quale si impegnava il Governo regionale dell’epoca ad assumere le opportune iniziative per l’indi­viduazione delle “aree contigue” alle aree natu­rali protette;

considerato che:

ad oggi continua a persistere il mancato rece- pimento della norma nazionale sui parchi, va­nificando così la regolarità della pianificazione del territorio da destinare ad attività venatoria;

la legge regionale n. 14 del 9.8.1998 (recante

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Resoconti Parlamentari - 13 Assemblea Regionale Siciliana

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modifiche ed integrazioni alla legge regionale n . 98 del 6.5.1981, avente ad oggetto “Norme per 1 istituzione nella Regione di parchi e riserve na­turali”) è antecedente alla legge n. 398 del 1991 e che, pertanto, la Regione avrebbe dovuto ripe- rimetrare, entro Tanno 1995, le aree protette se­condo il dettato dell’art. 32 comma 3 della legge suddetta, istituendo, inoltre, le “aree contigue”,

impegna il Governo della Regione

ad assumere tutte quelle iniziative opportune per individuare ed istituire le ‘aree contigue’ alle aree naturali protette dove consentire l ’eserci­zio dell’attività venatoria, delle attività sportive e comunque delle attività dirette alla fruizione del territorio, nel rispetto di quanto previsto dalla legge n. 394 del 1991, art. 32 comma 3 e dalTart. 21 della legge n. 157 del 1992». (290)

Beninati - Fleres - Croce Alfano - Bufardeci

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che il Ministro dell’Ambiente ha già provveduto, per effetto dei poteri sostitutivi attribuitigli dalla vigente normativa, a commis­sariare le Regioni Campania, Puglia e Calabria per la mancata attuazione dei programmi predi­sposti dal Ministero in materia ambientale;

considerato che lo stesso Ministro ha richia­mato più volte anche la Regione siciliana al fine di ottemperare alle prescrizioni dei programmi stessi;

atteso che la Regione siciliana non sembra avere ancora dato attuazione nell’Isola a quanto stabilito dagli atti ministeriali di cui sopra;

considerato altresì che il Ministro dell’Am­biente ha reso nota la sua intenzione di proce­dere al commissariamento anche della Regione siciliana a causa dell’inadempimento connesso alla mancata attuazione delle prescrizioni nor­mative contenute nei programmi predisposti dallo stesso Ministero;

posto che l’inerzia del Governo regionale e.

segnatamente, dell’Assessore preposto al ramo è un ulteriore segnale di incapacità dell’esecu­tivo di far fronte perfino alla richiesta di ema­nazione di atti dovuti;

considerato ancora che la mancata attuazione di programmi ministeriali concernenti una ma­teria di grande interesse e rilevanza qual è quella ambientale contribuisce a consolidare un’im­magine perversa della realtà regionale;

ritenuto infine che tale situazione è ulterior­mente aggravata dalla circostanza che il colore politico dell’attuale Governo regionale è il me­desimo di quello nazionale, con ciò manife­standosi una totale assenza di raccordo tra i due livelli istituzionali che delegittima ancor più la maggioranza che sostiene il Governo siciliano,

impegna il Presidente della Regione

a revocare immediatamente la delega all’am­biente alTAssessore al ramo;

a provvedere immediatamente e direttamente all’attuazione in Sicilia dei programmi ministe­riali sull’ambiente». (291)

Fleres - Croce - Beninati B ufardeci - Provenzano - D ’A quino

PRESIDENTE. Avverto che le mozioni testé annunziate saranno iscritte all’ordine del giorno della seduta successiva perché se- ne determini la data di discussione.

Comunicazione di mozioni superate

PRESIDENTE. Comunico che:

a seguito delTaccettaziane come raccoman­dazione, da parte del Governo, dell’ordine del giorno numero 269 “Iniziative per assicurare il rispetto dell’articolo 6 dello Statuto della Re­gione siciliana”, è da intendersi superata la mo­zione numero 259, di analogo contenuto;

a seguito dell’approvazione dell’ordine del giorno numero 272 “Iniziative nei confronti del Governo nazionale e dei rettori degli atenei si-

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Resoconti Parlamentari 14 - Assemblea Regionale Siciliana

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ciliani per garantire la prosecuzione degli studi agli studenti beneficiari di provvedimenti di so­spensione del “numero chiuso” da parte dei tri­bunali amministrativi regionali per l ’accesso alle Università” , è da intendersi superata la mo­zione numero 279, di analogo contenuto.

L’Assemblea ne prende atto.Avverto, ai sensi dell’articolo 127, comma 9,

del Regolamento interno, che nel corso della se­duta potrà procedersi a votazione mediante si­stema elettronico.

Determinazione della data di discussione di mozioni

PRESIDENTE. Si passa al secondo punto dell’ordine del giorno “Lettura, ai sensi e per gli effetti degli articoli 83, lettera d, e 153 del Re­golamento interno”, delle mozioni numeri 283, 284 e 285. Invito il deputato segretario a dame lettura.

PEZZINO, segretario f.f.:

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che in data 24 dicembre 1998 il Tri­bunale amministrativo regionale per la Sicilia, sezione staccata di Catania (sez. IH), ha accolto provvisoriamente e temporaneamente la do­manda di sospensione in tutto il territorio della Regione siciliana dell’esecuzione dell’imputato calendario venatorio da parte di Legambiente - Comitato regionale siciliano -, WWE - Asso­ciazione italiana per il World Wildlife Fund De- legation Sicilia, LAV - Lega An ti vivisezione;

considerato che;

come è noto la vicenda ricalca quanto già og­getto di contestazione da parte di Legambiente, WWE e LAV con il ricorso giurisdizionale di­nanzi al TAR depositato nel mese di novembre 1997;

in quell’occasione, a seguito dell’ordinanza del TAR, e della contesmale devoluzione della questione di legittimità costituzionale, il Consi­glio di giustizia amministrativa con ordinanza n. 1041 del 19.12.97 ha annullato l ’ordinanza

cautelare n. 3121 del TAR di Catania ritenendo inesistenti i presupposti per la sospensiva;

l’oggetto del giudizio culminato nell’odierna ordinanza di sospensione e annullamento iden­tico a quello già oggetto di ricorso ed in corso di giudizio del CGA;

ritenuto che:

il TAR di Palermo, investito della vicenda, ha rigettato l ’istanza cautelare che alla fine di un tortuoso e strumentale iter processuale inven­tato ad arte dai ricorrenti, il TAR di Catania ha, diversamente, ritenuto di accordare;

l’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste, nelle more della proposizione dell’appello, avrebbe potuto non sospendere l’esercizio vena­torio in osservanza di un orientamento giuri- spradenziale che dà facoltà all’Amministrazione di non sospendere l’esecuzione del CGA, che si presume riconducibile alla data del 20/21 gen­naio, a ristabilire, nei confronti del mondo ve­natorio, giustizia e pertanto provvedere al rim­borso della tassa regionale per il periodo di pre­clusione dell’attività venatoria medesima ovvero in subordine, nel caso di un accoglimento del di­niego della sospensiva, ad una proroga al mese di febbraio, pari ai giorni oggetto della strumen­tale sospensiva dell’attività venatoria». (283)

Beninati - Bufardeci - Fleres Provenzano - A lfano - M isurala

Catania - Grimaldi - D ’A quino - Croce

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che da parte del commissario li­quidatore della Sitas sarebbero state avviate delle trattative con dei privati per la vendita dei terreni dell’Ems situati nel comune di Sciacca;

considerato che:

l’estensione di tali terreni è di complessivi 200 ettari e che, secondo il vigente strumento urbanistico, essi sono destinati a finalità turi- stico-alberghiere;

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Resoconti Parlamentari- 15 -

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è quindi possibile che da parte di un acqui­rente privato se ne possa attuare un uso specu­lativo che non terrebbe nel dovuto conto le esi­genze del territorio, con possibih gravi conse­guenze sia sul piano ambientale che su quello dello sviluppo turistico della zona;

rilevato, inoltre, che:

secondo quanto è stato possibile apprendere dalla stampa, il prezzo di vendita dei terreni non sarebbe calcolato in relazione alla loro possibile destinazione ad uso edilizio, con conseguente effettivo deprezzamento rispetto al reale valore di mercato;

il Sindaco di Sciacca ha più volte manifestato, da ultimo con una nota inviata al Presidente della Regione e al commissario liquidatore della Sitas, in data 11.1.1999, la volontà dell’Ammi­nistrazione da lui presieduta di procedere al- 1 acquisto dei terreni “a parità di condizioni ri­spetto ad altri acquirenti e ciò al fine di garan­tirne la destinazione ed utilizzare tali terreni per realizzare una grande area attrezzata al servizio del turismo e delle città”;

l ’Amministrazione comunale di Sciacca è creditrice nei confronti della Sitas di circa 20 miliardi di lire che potrebbero essere conteggiati all’atto dell’eventuale vendita dei terreni,

impegna il Governo della Regione e per esso

l’Assessore per rindustria

ad adottare ogni opportuno provvedimento volto ad interrompere eventuali trattative in corso per la vendita dei terreni dell’Ems, siti nel comune di Sciacca, a soggetti privati e ad av­viare contestualmente le trattative con la locale Amministrazione, titolare del diritto di prela­zione;

ad effettuare un’attenta valutazione del reede valore di mercato dei terreni in questione che tenga conto del futuro utilizzo che l’eventuale acquirente possa fame ». (284)

M ele - Guarnera - Lo Certo

«L’Assemblea regionale siciliana

premesso che:

la Regione siciliana, assieme ad altre regioni del Meridione, risulta pesantemente penalizzata dallo spostamento della grande maggioranza di rotte nazionali da Linate a Malpensa;

l ’aereo è ormai l ’unico mezzo di trasporto concreto che ci unisce, in tempo reale, con il “continente” considerate le disfunzioni delle au­tostrade del Sud-Italia e delle Ferrovie dello Stato;

il disimpegno dell’Alitalia nella vicenda Mal­pensa è evidente, come evidenti sono i costi esorbitanti dei biglietti e la cattiva organizza­zione delle proprie strutture;

considerato che:

è grave la mancanza di regole certe sulla con­correnza, in vista dell’apermra del mercato dei servizi aeroportuali, secondo una direttiva del­l’Unione europea che è entrata in vigore in Ita­lia il 1° gennaio 1999;

è assurdo che in un clima di piena competi­zione una tratta così importante sia affidata da sempre ad un unico vettore senza alcun concor­rente che possa competere con la stessa Ahtaha;

la competizione, oltre che abbattere i costi, renderà i servizi mighori di quelli finora offerti dal monopolio dell’Azienda di Stato,

impegna il Governo della Regione

ad intervenire presso il Ministero dei Tra­sporti al fine di liberalizzare le tratte da e verso l’isola e di innescare un meccanismo virtuoso che produrrà vantaggi per tutta la nostra econo­mia». (285)

Pagano - Cimino - Croce - Leontini

PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, dispongo che le predette mozioni vengano de­mandate alla Conferenza dei Presidenti dei

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Resoconti Parlamentari - 16 - Assemblea Regionale Siciliana

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Gruppi parlamentali perché se ne determini la data di discussione.

Elezione del collegio dei revisori dei conti della fondazione ‘Tederico II”

PRESIDENTE. Si passa al terzo punto del­l’ordine del giorno; «Elezione del collegio dei re­visori dei conti della fondazione “Federico II”».

Onorevoli colleghi, ricordo che la legge re­gionale 9 dicembre 1996, n. 44 istitutiva della fondazione “Federico E” all’articolo 3 prescrive che:

«1. Nel rispetto delle norme previste dal codice civile in materia di fondazioni l’atto costitutivo e10 statuto dovranno prevedere “ ....... ” c) la costi­tuzione di un collegio dei revisori dei conti».

Ricordo, altresì, che ai sensi della legge re­gionale sopra richiamata, l’articolo 13 dello Sta­tuto della Fondazione prevede che il collegio dei revisori dei conti effettui il riscontro della ge­stione della Fondazione.

«Esso è composto da un presidente e da altri due componenti tutti scelti nell’albo dei revisori dei conti e nominati dall’Assemblea regionale siciliana con voto limitato ad uno.

Le funzioni di presidente del collegio sonò at­tribuite a quello tra i revisori che avrà riportato11 maggior numero di voti.

Essi durano in carica cinque anni e possono essere riconfermati per una sola volta per un pe­riodo analogo, con applicazione dell’istituto della prorogano.

Qualora venga meno taluno dei revisori queUi rimasti in carica continueranno a svolgere le loro funzioni.

Qualora vengano a cessare per qualsiasi caso tutti si procederà a nuova nomina.

Pertanto, ciò premesso, ogni deputato non potrà segnare sulla scheda di votazione più di un nominativo. Risulteranno elette le persone che al primo scrutinio avranno ottenuto il mag­gior numero di voti».

Sull’ordine dei lavori

PROVENZANO. Chiedo di parlare sull’or­dine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PROVENZANO. Signor Presidente, onore­voli colleghi, ho chiesto di parlare sull’ordine dei lavori richiamandomi alla lettera che tutti e novanta deputati, anzi ottantanove, abbiamo ri­cevuto questa mattina da lei; lettera sulla quale credo che non si possa non concordare, così come non si può non concordare sulla decisa po­sizione da lei presa sulla stampa.

Nella suddetta lettera, signor Presidente, lei richiama ciascuno di noi al dovere del proprio mandato e, direi, “bacchetta un po’” questa As­semblea che non riesce a lavorare e ad appro­vare alcuni provvedimenti fondamentali per la vita della Regione, quali, per esempio, la riforma dello Statuto.

Devo però in questa occasione lamentare un fatto, mi permetta di dirlo con molta franchezza e con molta chiarezza: d disegno di legge-voto di riforma dello Statuto, sin dalla tarda matti­nata di mercoledì scorso, aveva già concluso il suo iter nella discussione generale; lei ha fatto bene allora a non chiudere la discussione gene­rale e a porre in votazione il passaggio all’esame degli articoli perché era bene dare un po’ di tempo a tutti i gruppi parlamentari per meglio definire e conoscere gli emendamenti presen­tati; bene ha fatto anche perché il Presidente della Regione aveva, ritengo opportunamente, chiesto di intervenire su questo argomento.

Il tutto però accadeva mercoledì scorso. Se il Presidente della Regione il giorno seguente, cioè giovedì, fosse intervenuto per la replica si sarebbe potuto chiudere la discussione generale, votare il passaggio all’esame degli articoli e quindi oggi si sarebbe già potuto discutere sugli emendamenti di questo disegno di legge asso­lutamente fondamentale.

Il fatto che ciò non sia avvenuto e si stia ora facendo antecedere l’elezione, assolutamente importante, dei revisori dei conti della Fonda­zione Federico II su cui tutti siamo d’accordo, rischia però per la mancanza di numero legale (credo infatti che anche adesso noi rischiamo di non averlo) di rinviare alle calende greche le os­servazioni del Presidente della Regione e, quindi, la chiusura della discussione generale del testo in esame.

Pertanto, per essere in linea con quanto da lei

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Resoconti Parlamentari- 17 Assemblea Regionale Siciliana

XII Legislatura 215“ SEDUTA 26 Gennaio 1999

sollecitato e per far sì che l’Assemblea si occupi velocemente delle cose realmente importanti, propongo la sospensione di questa votazione e di dare la parola al Presidente della Regione per­ché egli possa svolgere il suo intervento sul di­segno di legge-voto, chiudendo la discussione generale dello stesso, in maniera che se taluno nelle prossime ventiquattro ore volesse presen­tare ulteriori emendamenti, potrebbe farlo e po­trebbe avere la possibilità di passare agli altri punti e alle votazioni senza ingabbiare questa Assemblea. Altrimenti, in questa maniera noi ri­schieremmo realmente, signor Presidente, di contravvenire alla sua giusta sollecitazione; fare le cose importanti e farle velocemente. E credo che in questo momento la cosa più importante da fare velocemente sia il disegno di legge-voto.

Ritengo, pertanto, necessario chiudere la di­scussione generale del disegno di legge-voto e porre in votazione il passaggio all’esame degli articoli.

PRESIDENTE. Onorevole Provenzano, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parla­mentari, dopo aver attentamente esaminato il programma dei lavori, aveva determinato che si portasse a definizione l’elezione dei revisori dei conti della Fondazione Federico II, perché essa non avrebbe preso tanto tempo. Subito dopo, era stato stabilito di concludere la discussione ge­nerale sul disegno di legge-voto, di dare la pa­rola al Presidente della Regione, in quanto, non essendo stati espletati tutti i passi per giungere all’elezione delle cariche vacanti in seno al Con­siglio di Presidenza, era stata prevista per tale adempimento la seduta di giovedì. Per cui, se adesso eleggessimo i revisori dei conti - sem­pre che sia questa la volontà dell’Aula - subito dopo darei la parola al Presidente della Regione e così concluderemmo la discussione generale sul disegno di legge-voto.

Se lei, onorevole Provenzano, formalizzasse la proposta di sospendere la votazione, prose­guire con la discussione generale del disegno di legge-voto e dare la parola al presidente della, Regione per la rephca, dovrei porre in votazione la sua proposta.

SPEZIALE. Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SPEZIALE. Signor Presidente, intervengo soltanto per una puntualizzazione. Condivido gi'an parte delle osservazioni fatte dal presidente Provenzano. Secondo me, noi stasera possiamo avere la possibilità di accelerare i nostri lavori. L’esame del disegno di legge-voto è in una fase già avanzata, il dibattito si è esaurito e sono stati già presentati gli emendamenti.

Io mi auguro che sull’argomento si possa creare una larga convergenza in modo tale da conferire autorevolezza al testo approvato dalla Commissione. Tuttavia, poiché ci troviamo di fronte ad un adempimento sul quale l ’Assem­blea già qualche giorno fa era stata chiamata, e cioè la nomina dei revisori dei conti della Fon­dazione Federico II, sarei deU’avviso di proce­dere regolarmente sdla votazione. Fra l ’altro, tale votazione impegnerà l ’Aula soltanto per qualche minuto; subito dopo si potrebbe dare la parola al Presidente della Regione perché, come lei sa perfettamente, essendo stati presentati degli emendamenti, la discussione comunque andrebbe rinviata a domani sera. Procedere sta­sera con la elezione dei revisori dei conti non intralcia in nessun modo la discussione di me­rito sugli emendamenti.

Pertanto, signor Presidente, io eviterei di porre l’Aula di fronte ad un voto. Sai'ei dell’av­viso di proseguire, così come è stabilito dal- Tordine del giorno, con l ’elezione dei revisori dei conti della Fondazione Federico II; subito dopo darei la parola al Presidente della Regione e procederei domani sera aUa discussione degli emendamenti relativi al disegno di legge-voto.

PROVENZANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PROVENZANO. Signor Presidente, io ero pre­sente alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari quando ella disse con molta chia­rezza che la nomina dei revisori era importante perché la Fondazione non poteva rimanere senza revisori, e credo che ciò sia stato accettato e de­ciso all’unanimità in questa direzione.

H problema che si pone qui è molto semplice: se noi avessimo la certezza di raggiungere il nu-

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Resoconti Parlamentari 18 Assemblea Regionale Siciliana

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mero legale per la votazione, non avrei nulla in contrario a che si procedesse in tal senso. Se, però, su questa votazione, dovesse mancare il numero legale, come è già successo in precedenza, credo che rintervento del Presidente della Regione, della durata di un quarto d ’ora, venti minuti o mezz’ora, consentirebbe, se svolto prima della vo­tazione, di poter chiudere la discussione generale, mettendo già l ’Aula nella certezza di sapere che da domani si potrà proseguire con l’esame del di­segno di legge-voto. Questa sera la mancanza del numero legale rischierebbe di bloccare, ancora una volta, la nostra discussione.

Quindi, non chiedo di votare la mia proposta, ma di sollecitare la responsabdità di tutti i depu­tati nel senso che, se adesso siamo in grado di vo­tare in 46 i revisori dei conti della Fondazione Fe­derico n , ben venga la votazione, la si faccia in un quarto d’ora e poi si vada avanti; se questo pre­supposto non ci dovesse essere, dovremo assu­merci per intero la responsabilità di avere rinviato ancora una volta il disegno di legge-voto. Sotto questo aspetto, la lettera del Presidente dell’As­semblea deve trovare piena concordanza da parte di tutti noi.

PRESIDENTE. Onorevole Provenzano, ab­biamo fondati motivi per ritenere che ci sia il numero legale; poi i deputati decideranno libe­ramente come comportarsi.

’Votazione per l’elezione del Collegio dei revi­sori dei conti della Fondazione Federico II

PRESIDENTE. Indico la votazione a scruti­nio segreto per l’elezione del Collegio dei revi­sori dei conti della Fondazione Federico IL

Scelgo la Commissione di scrutinio che ri­sulta composta dagli onorevoli Zago, presi­dente, Velia e Stancanelli.

Invito i deputati scrutatori a prendere posto nell’apposito banco.

Dichiaro aperta la votazione.

quino, Di Martino, Drago, Fleres, Forgione, Galletti, Giannopolo, Granata, La Corte, La Grua, Leanza, Fiotta, Lo Certo, Manzullo,Mar­tino, Mele, Misuraca, Monaco, Oddo, Nicolosi, Pagano, Pellegrino, Petrotta, Pezzino, Piro, Pi- sciotta, Provenzano, Ricotta, Scalia, Scalici, Scammacca della Bruca, Scorna, Silvestro, Sot­tosanti, Spagna, Speranza, Speziale, StancanelM, Sudano, Tricoli, Trimarchi, Turano, Velia, Vi­cari, Villari, Virzì, Zago, Zangara e Zanna).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione. Invito la Commissione di scrutinio a proce­

dere allo spoglio delle schede, avendo già veri­ficato che i votanti assicurano il numero legale.

(Prendonoparte alla votazione gli onorevoli: Adragna, Alfano, Aulicino, Barbagallo Salvino, Barone, Basile Filadelfio, Basile Giuseppe, Be­ninati, Briguglio, Bufardeci, Burgaretta Aparo, Capodicasa, Caputo, Castiglione, Catania, Cin­tola, Costa, Cristaldi, Croce, D ’Andrea, D ’A-

(La Commissione di scrutinio procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE. Proclamo l ’esito della vota­zione.

Presenti e v o tan ti...........69

Hanno riportato voti:

Mannone F ilip p o ...........21Farad F ra n c o ...................16Quattrocchi Salvatore . 1 2Pintabona.............................9Passarello Leonardo . . . . 3 Cambria Sebastiano . . . . 2Schede b ianche.................. 3Schede nulle ........................3

Risultano pertanto eletti i signori Mannone, Paraci e Quattrocchi.

Avendo ottenuto il maggior numero dei voti, al signor Mannone vengono attribuite le fun­zioni di presidente del Collegio dei revisori dei conti della fondazione Federico IL

Seguito della discussione del disegno di legge (NN. 2-94-144-152-177-705-708-758 - norme stralciate/A)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, si passa

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di disegno di legge costituzionale da sottoporre al Parlamento nazionale ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, recante “Modifiche dello Statuto della Regione siciliana concernenti l ’elezione diretta del Presidente della Regione, l ’autoscio­glimento dell’Assemblea, l’iniziativa legislativa popolare e comunale ed i referendum regio­nali”» (NN. 2-94-144-152-177-705-708-758 -norme stralciate/A).

Invito i componenti la Commissione per la riforma dello Stamto e le riforme istituzionali, a prendere posto nell ’ apposito banco.

CAPODICASA, presidente della Regione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARO m C ASA, presidente della Regione. Signor Presidente, in realtà, la mia non è tanto una replica, quanto resigenza di fare sentire il parere del Governo a conclusione di un dibat­tito che, come è stato rilevato, ha avuto toni molto elevati ed ha registrato un coinvolgimento del Parlamento come non si vedeva da tanto tempo in quest’Aula.

La ragione di tale coinvolgimento dell’Aula si comprende bene ed è legata essenzialmente al valore, aH’importanza della scelta che tutti as­sieme abbiamo voluto fare e che è consistita nello stralciare dal testo generale di modifica or­ganica dello Stamto della Regione la parte che sembrava essere più urgente. Ciò non solo per­ché essa rappresenta oggi agli occhi dell’opi­nione pubblica la tematica più direttamente coinvolgente, e forse anche quella che suscita più attenzione, perché immediatamente leggibile e perché viene percepita come parte decisiva, in quanto concerne il rapporto tra elettori ed eletti, rendendo operante dunque ciò che di fatto si è andato consolidando nel tempo nella nostra Re­gione, quanto piuttosto per un regolare gioco bi­polare, che, però, fintantoché non verrà sancito da leggi ordinarie finirebbe per essere un bipo­larismo virtuale ed, ovviamente, tenderebbe ad essere modificato dal corso degli eventi.

E, allora, la scelta congiunta della Commis­sione di merito di estrapolare le parti che io con­sidero più sostanziose - anche se ciò non signi­fica sottovalutare il resto del disegno di legge

che, come poi vedremo, affronterà temi di non secondaria importanza, relativi in particolare alla diffusione del potere tra i vari livelli istim- zionali, alla maggiore democratizzazione, al nuovo ruolo dei comuni, oltre che ai rapporti fi­nanziari tra Stato e Regione anch’essi per buona parte sanciti dal nostro Stamto - , tale scelta ri­mane la più idonea a venire incontro alle esi­genze di modernità.

Concordo con quanto i colleghi hanno affer­mato, in occasione del dibattito - anche lo stesso Provenzano, Presidente della Commissione, lo aveva evidenziato nella sua relazione - che lo Statuto, pur con i rilievi e le inadeguatezze da mtti registrati, rimane ancora un modello vahdo; anzi, si può dire che in molte occasioni, anche fuori dell’Isola, il modello Sicilia è stato rico­nosciuto come modello da prendere a riferi­mento. Addirittura esso è stato considerato il modello più assimilabile a quello federalistico.

Ora, il nostro Stamto, senza volerne esagerare la portata ovviamente, perché il dibattito poli­tico e istituzionale in questo campo è andato molto avanti negli anni e anche nel nostro Paese sono stati introdotti elementi più spinti di fede­ralismo — attraverso i lavori della commissione Bicamerale prima (anche se poi sospesi o in parte aboliti) e poi la pubblicistica corrente —, rimane pur sempre una pietra miliare nella Carta costituzionale.

Io credo che sia questo il punto da cui dob­biamo partire. Tanto è vero che tutti i disegni di legge all esame della competente Commissione istimita con legge, prevedono modifiche all’at- male Stamto, inserendosi quindi dentro un solco storicamente tracciato, che ancora oggi conti­nua a essere operante ed a produrre effetti posi­tivi.

Certo, lo Stamto presenta, come lo stesso pro­cesso di riforma ha evidenziato, limiti ed incon­gruenze non solo perché nel corso dei decenni è stato ripemtamente intaccato da decisioni con sen­tenze della Corte costimzionale, da inadempienze, da un’erosione costante di provvedimenti via via approvati nella sede istituzionale propria, ma so- pratmtto perché è stato vieppiù limitato nella sua portata o, per lo meno, sono state “spuntate le sue punte più avanzate” ! Malgrado ciò, crèdo limanga rimpianto, in alcune sue parti purtroppo superato da eventi quali l’evoluzione politica e culturale

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del nostro Paese. Ed è forse questa la ragione per la quale tutte le forze politiche, nel corso della campagna elettorale per il rinnovo dell’Assem- blea regionale siciliana, hanno considerato questa una legislatura costituente! Da tempo era infatti avvertita l’esigenza che si intervenisse per modi­ficare e riconsiderare nel suo complesso la Carta statutaria! Oggi, si ritengono maturi i tempi per­ché tale processo si compia.

E questa, dunque, la ragione per la quale l’As­semblea regionale, nel definire le norme oggi in esame è chiamata, attraverso la costituzione nel suo seno della commissione Statuto, a svilup- pai'e tutto il processo di revisione organica dello Statuto.

In ogni caso, quindi, il compito dell’Assem­blea regionale oggi è estremamente importante, perché affronta nodi non secondari, che in qual­che misura hanno costituito in passato la causa dell’anchilosi istituzionale, della incapacità di questa regione di adeguarsi ai tempi che muta­vano, di contenere, recepire e registrare le spinte che provenivano e provengono da una diversa coscienza, da un diverso modo di sentire il rap­porto con le Istituzioni da parte dei cittadini.

Signor Presidente, credo sia questa la ragione per la quale l’Assemblea regionale siciliana ha voluto caricare di così alto significato il lavoro svolto su questo disegno di legge. Credo che lo stesso spirito abbia animato la Commissione, alla quale peraltro ho partecipato da semplice componente; e posso dare testimonianza del la­voro e dell’applicazione con cui la stessa ha svolto il proprio operato. Soprattutto devo sot­tolineare l’applicazione, la costanza e la tenacia del suo Presidente, l ’onorevole Provenzano, cui va dato riconoscimento, anche se non condiviso dall’onorevole Forgione, per il lavoro e il risul­tato cui siamo pervenuti.

FORGIONE. Era un semplice dissenso.

CAPODICASA, Presidente della Regione. Un semplice dissenso; infatti l’ho registrato.

Posso dire, onorevole Forgione, che personal­mente, dal mio punto di vista, condivido le scelte della Commissione e - ripeto - debbo dare rico­noscimento pieno del lavoro svolto, ma credo che esso possa essere condiviso dalla maggioranza di quest’Aula. Oggi il problema che ci si pone di

fronte è quello di considerare - e credo sia stato questo lo sphito che ha animato la Commissione, anche se è stato soltanto un lavoro di merito - le implicazioni politico-istituzionali che le nostre scelte comporteranno, trattandosi di un problema che definirei “epocale”, per la svolta che ne se­guirà, per il diverso approccio con i fatti della po­litica e per il nuovo rapporto tra elettori ed eletti.

A mio parere, signor Presidente, la seduta di oggi quindi ha il valore, il rilievo, giustamente evidenziato dell’Assemblea, di carattere storico.

Anche se si tratta di una storia particolare, le­gata ad una precisa fase - non possiamo ignorarlo - e avviene nell’ambito di una temperie culturale diversa; non possiamo infatti dimenticare che questo lavoro la Commissione lo aveva intra­preso mentre era in corso nello stesso periodo il lavoro della commissione Bicamerale! Dunque, nel Paese si era affermato un clima diverso, vi era un dibattito aperto, vivo tra le forze politiche sul tema del diverso assetto istituzionale dello Stato! E la Regione siciliana, giustamente, si è inserita in questo dibattito allo scopo di potenziare gli ele­menti della propria autonomia, di fare in modo cioè che rautonomia, che aveva avuto certi con­notati e certe caratteristiche peculiari sancite nello Statuto varato neirimmediato dopoguerra, a distanza di oltre 50 anni potesse ritrovare una propria vitalità e una propria ragione d ’essere nelle nuove tendenze che via via andavano af­fermandosi anche tra i nostri cittadini.

Onorevoli colleghi, lo spirito con cui ha lavo­rato la Commissione è stato uno spirito tendente a ricercare la massima unità; anche alcune forze pohtiche, non pienamente convinte del testo posto in votazione finale presso la Commissione, ave­vano rinunciato a qualcosa dei propri convinci­menti allo scopo proprio di favorire un’ampia ade­sione; in modo cioè che fosse esitato un testo che vedesse il coinvolgimento più ampio possibile di tutte le forze politiche, in quanto ci si rendeva conto che si trattava non tanto di varare una legge qualunque, ma un sorta di Carta costituzionale, un pezzo della nostra Carta costituzionale, che come tutte le Carte costituzionali - ripeto - ha bisogno del consenso più ampio possibile!

In materia di regole si è sempre detto che non valgono le ragioni della maggioranza ma, per quanto le ragioni della maggioranza possano es­sere valide, si deve ricercare, si deve trovare, al­

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Resoconti Parlamentari 21 - Assemblea Regionale Siciliana

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meno sui punti fondamentali, quelli cioè che de­scrivono e connotano un progetto, il maggiore consenso possibile tra le forze presenti in Par lamento.

Ed è con questo obiettivo che l ’Attuale mag­gioranza e questo Governo, attraverso le mie di­chiarazioni programmatiche, avevano inserito tale punto, ritenendolo non più eludibile da parte dell’Assemblea regionale siciliana.

Ovviamente, lo abbiamo sempre detto, il Go­verno in quanto tale non può e non vuole, forse anche non deve, in una materia così delicata, en­trare nel merito della definizione dei particolari che costituiscono rimpianto del disegno di legge! Ma non c’è dubbio, però, che l’esigenza politica di fondo, direi quasi storico-culturale, che questo disegno di legge, questa svolta, que­sta rifonna veda la luce è interesse della mag­gioranza, così come, se non vado errato, era anche nel programma, nelle intenzioni delle maggioranze che hanno preceduto l ’attuale.

Quindi, c’è una base comune che coinvolge, dal punto di vista degli orientamenti, la stra­grande maggioranza di quest’Assemblea! Il no­stro auspicio è che questa larga condivisione dei princìpi fondamentali che hanno informato il di­segno di legge, si trasformi poi in adesione for­male esprimendo ciascuno il proprio voto favo­revole al provvedimento.

Questo risultato lo considererei ottimale nei confronti degli elettori, dei siciliani che ve­drebbero così sancito con un atto solenne del­l’Assemblea regionale siciliana un diritto, direi un’aspirazione che, attraverso i vari referendum e i sondaggi richiesti, è stata più volte prefigu­rata e per la quale è stato manifestato interesse.

Quella che noi ci apprestiamo a votare adesso è una proposta che acquisterebbe, con l’ampio consenso, molta più forza nei confronti del no­stro interlocutore che è il Parlamento nazionale, il quale dovrà, per la sua parte, procedere alla modifica costituzionale.

Signor Presidente, credo, pertanto, che vada salvaguardato in ogni caso l’interesse di tutti. Per quanto riguarda le possibili interpolazioni nel- Fambito del testo, questo credo vada rimesso al­l’Aula. Ma l’impianto del disegno di legge con­tenuto nella bozza esitata dalla Commissione, e proposto oggi all’esame dell’Aula, credo vada salvaguardato e con esso alcuni assunti fonda-

mentali; quale, innanzimtto, l ’elezione diretta del Presidente a suffragio universale diretto, che è l ’elemento chiave del provvedimento. Aggiun­gerei anche il problema dell’autoscioglimento, che non a caso chiamo problema perché in pas­sato è stato esattamente visto come tale, in quanto le norme contenute nell’attuale Statuto non possono dare luogo ad un autoscioglimento dell’Assemblea in caso di manifesta difficoltà a comporre maggioranze o, addirittura, nel caso di non funzionamento della stessa.

Anche il problema dell’introduzione di alcuni istituti di democrazia diretta, già presenti nella Costituzione italiana fin dal suo nascere e pre­visti in alcuni Stamti regionali, non hanno tro­vato ingresso nella nostra Regione proprio per l ’attardarsi della riforma statutaria da parte di questa Assemblea.

L’introduzione del referendum o della propo­sta di legge di iniziativa popolare potranno rom­pere quel giro vizioso che fa dell’Assemblea re­gionale siciliana l’unica sede abilitata a decidere e a discutere di determinati argomenti esclu­dendo l’intervento popolare.

Questo mi pare il modo migliore per onorare un percorso ed anche un approdo, quello cioè di salvaguardare i capisaldi del disegno di legge, fermo restando che da quel testo potranno anche dipartirsi altre proposte che, dibattute ovvia­mente in Aula, in piena autonomia, ove trovas­sero l’accordo, potranno essere senz’altro inse­rite. Infatti già ve ne sono tante. Ho visto alcuni degli emendamenti proposti, e mi pare che ci sia materia per un’ampia discussione.

Alcuni emendamenti sono appunto connessi ai punti principali contenuti nel disegno di legge e sono da tutti conosciuti; il problema degli ef­fetti del sistema maggioritario nella legge elet­torale di cui già si era dibattuto in Commissione al momento dell’approvazione del testo; il pro­blema della incompatibilità della carica di as­sessore con quella di parlamentare; il problema relativo alla fiducia ed alla sfiducia; infine, il rapporto tra l ’Esecutivo ed il Parlamento.

Sono tutte questioni che, ovviamente, po­trebbero trovare ingresso, ma che per il carat­tere limitato che abbiamo voluto dare a questo primo stralcio di riforma sarebbe meglio se ve­nissero rimandate ad una specifica legge ordi­naria. Almeno per quei punti che non hanno re-

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fluenza diretta e iminediata sul carattere di que­sto stralcio di riforma che vogliamo adottare.

Concludendo, signor Presidente, il Governo seguirà, come ha già fatto nel corso della di­scussione generale, il dibattito, e lo seguirà ov­viamente con spirito partecipe.

L’impegno e il contributo sarà dato non come Esecutivo, ma in qualità di parlamentari, con­siderato che questo disegno di legge è materia più dell’Assemblea regionale siciliana nella sua globalità che non dell’Esecutivo, o di un ac­cordo stretto di maggioranza che può ovvia­mente farlo, ma che credo si debba intendere come semphce contributo; mentre è auspicabile che gli apporti provengano soprattutto dalle forze politiche, siano esse di maggioranza che di opposizione.

Credo, dunque, signor Presidente, che dob­biamo - questo è il nostro auspicio ma anche il nostro desiderio — onorare come Assemblea re­gionale siciliana questo appuntamento dando ad esso la solennità che merita e, attraverso tale so­lennità, lanciare così un messaggio di riforma di riscatto e di rinnovamento di questa Regione, di quest’Assemblea regionale siciliana, al popolo siciliano.

PRESIDENTE. Onorevoli colleglli, comu­nico che è stato presentato l ’ordine del giorno numero 280; “Iniziative, a livello centrale, in or­dine ai tempi di revisione costituzionale dello Statuto siciliano” , degli onorevoli La Corte, Mele, Speziale, Leanza, Fleres, Forgione, Di Martino, Martino, Speranza, Bufardeci, Spagna e Ricevuto.

Ne dò lettura;

«L’Assemblea regionale siciliana

considerato che;

lo Statuto della Regione siciliana, elaborato dalla Consulta regionale ed approvato con Regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, poi convertito nella legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 2, è frutto di un accordo patti­zio tra la Regione e lo Stato;

la natura pattizia dello Statuto speciale com­porta che le modifiche allo stesso debbano es­

sere frutto di un preventivo accordo tra la Re­gione e lo Stato e che pertanto debbano essere il risultato di un’attività sinergica tra l ’organo legislativo della Regione (Assemblea regionale siciliana) e l ’organo legislativo dello Stato (Par­lamento della Repubblica);

è in corso di esame da parte dell’Assemblea regionale siciliana il disegno di legge-voto per la modifica dello Statuto della Regione sicihana,

impegna il Presidente della Regione

a promuovere le opportune iniziative politi­che affinché la revisione dello Statuto speciale della Regione venga approvata dal Parlamento nazionale con legge costituzionale solo dopo che TAssemblea regionale siciliana abbia ma­nifestato la propria volontà in materia con l’ap­provazione del disegno di legge».

FORGIONE. Chiedo di parlare suU’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FORGIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a sostegno di questo ordine del giorno perché ritengo che noi dovremmo di­fendere in questo Parlamento il valore dell’au­tonomia pur nella dialettica delle posizioni.

Al disegno di legge-voto esitato dalla Com­missione per la riforma dello Statuto, c’è chi sarà contrario e chi sarà favorevole; però queste posizioni dovranno emergere dal dibattito che scaturirà da questa Assemblea regionale nel­l’ambito della sua autodeterminazione.

Oggi, signor Presidente, ho chiesto che mi fossero mandati i disegni di legge depositati presso la commissione “Affari istituzionali” della Camera, dove è stata incardinata la di­scussione generale sull’elezione diretta del pre­sidente delle regioni a statuto ordinario, nel cui ambito sono stati inseriti anche altri disegni di legge per l ’elezione del presidente delle regioni a statuto speciale.

Ritengo che i gruppi parlamentari dei partiti che hanno presentato i disegni di legge in Par­lamento per l ’elezione diretta del presidente delle regioni a statuto speciale, e nello specifico

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Resoconti Parlamentari- 23 Assemblea Regionale Siciliana

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due disegni di legge, uno a firma Soda, mi pare appartenente al Gruppo dei Democratici di si­nistra e uno a firma dell’intero Gruppo del Polo, non abbiano fatto una bella figura rispetto al no­stro Parlamento regionale!

Credo che i gmppi parlamentari del Polo e dei Democratici di sinistra dell’Assemblea regio­nale siciliana dovrebbero quanto meno indi­gnarsi per il tentativo fatto da costoro di espro­priare il nostro Parlamento della decisione di quale forma di governo adottare!

Ho con me i due disegni di legge che metto a disposizione dell’Aula; firmatari sono tutti i gruppi del Polo e dei Democratici di sinistra della Camera dei Deputati.

Proprio nel momento in cui, onorevole Pro- venzano, noi qui discutiamo del disegno di legge-voto e questo Parlamento ha nominato la Commissione speciale per la riforma dello Statuto, che ha svolto non per intero il suo la­voro — lo abbiamo detto tutti, il Presidente della Regione infatti ha detto che abbiamo do­vuto estrapolare il punto sulla elezione diretta del presidente della Regione proprio nel momento in cui ci stiamo occupando di rifor­mare lo Statuto e di riprendere il rapporto tra la Regione e lo Stato; nel momento in cui il nostro Parlamento è impegnato a rivalutare la sua specialità, anche rivendicando le proprie decisioni rispetto al Parlamento nazionale, non è bello che i gruppi parlamentari del Polo e dei Democratici di sinistra della Camera dei deputati, magari anche soltanto per forzarne le decisioni, tentino di espropriare questo Parla­mento della capacità interna di decisione e di autodeterminazione su una cosa fondamentale, qual è la forma di governo! E non è un caso, onorevoli colleghi, che la commissione Bica­merale con la “bozza D ’Onofrio”, all’articolo 61, demandava alle regioni l ’autodetermina­zione sulla forma di governo!

Ho detto questo, signor Presidente, perché sul ritardo istituzionale e sui ritardi cui si è pervenuti nel processo riformatore, mi si con­senta il termine, lei ci ha anche “bacchettati” un po’. Ovviamente, il processo riformatore è un processo politico: c’è chi tenta di accele­rarlo, ed è legittimo; c ’è chi tenta, indivi­duando in quel processo riformatore una Con­troriforma, di rallentarlo, ed anche questo è le­

gittimo. Io milito in questo secondo schiera­mento - come è noto - ed è inutile che lo ri­peta qui.

Ma detto ciò, i tempi delle riforme istituzio­nali sono quelli che la politica richiede.

Lei ci ha richiamati. Io, per la parte politica che rappresento, accolgo il suo richiamo ri­spetto alla lentezza nella capacità di legiferare che ha questa Assemblea! Per ciò che riguarda il processo delle riforme istituzionali, ciò è ben altra cosa!

I tempi fanno parte della nostra volontà po­litica e non del tentativo, invece, da respin­gere, di esproprio della capacità di determi­nare la forma di governo da parte del Parla­mento nazionale ! !

Per questi motivi, io ho apposto la mia firma e sostengo questo ordine del giorno.

E ho colto l ’occasione, come è evidente, per segnalare la mia indignazione rispetto alla vo­lontà politica che nel Parlamento nazionale si sta esprimendo e che, evidentemente, ha tro­vato, nelle forze del Polo e dei Democratici di sinistra di questa Assemblea regionale, una sponda politica!

Io credo che i Democratici di sinistra e le forze del Polo di quest’Assemblea dovrebbero quanto meno dire a quei Gruppi parlamentari nazionali di sospendere la discussione di quel disegno di legge in Commissione “Affari isti­tuzionali” della Camera dei Deputati, perché è il nostro Parlamento che deve autodetermi- nare la propria forma di governo, non fosse altro perchè è stata istituita una apposita Com­missione speciale che è stata impegnata per mesi a lavorare sul tema.

SPEZIALE. Chiedo di parlare sull’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SPEZIALE. Signor Presidente, onorevoh col­leghi, avendo apposto la mia firma sull’ordine del giorno, e avendolo fatto con uno spirito del tutto diverso rispetto a quanto comunicato qui dall’onorevole Forgione, voglio soltanto fare una riflessione.

Nel 1996 in occasione della competizione elettorale, tutti i partiti si presentarono al corpo

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Resoconti Parlamentari - 24 - Assemblea Regionale Siciliana

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elettorale annunciando l’esigenza che in Sicilia dovesse prodursi una riforma costituente della Regione.

Questo fu rim pegno assunto dai maggiori partiti. Essi cercavano di cogliere cioè l ’esi­genza diffusa di rinnovamento presente nella popolazione siciliana, le cui aspirazioni erano appunto una Regione che potesse accelerare i tempi delle decisioni, essere il più possibile vi­cina alla gente e in grado, qumdi, di rispondere più celennente ai bisogni che venivano di volta in volta manifestati.

Ora siamo ad un passaggio difficile. Sono passati due anni e mezzo, c’è stata una discus­sione intensa, è stato approvato un primo dise­gno di legge-voto mandato al Parlamento na­zionale.

Contemporaneamente quest’ultimo, attra­verso la commissione “Bicamerale”, ha avviato un processo riformatore che investe la Costitu­zione italiana ed, in qualche modo, investe anche lo Stamto regionale, sulla base di una legge ap­provata dall’Assemblea regionale siciliana.

Tutti sappiamo che ragioni politiche hanno bloccato tale processo riformatore.

Tuttavia, oggi c’è un ritardo che la Sicilia deve colmare.

Noi in Sicilia votiamo ancora con il sistema proporzionale!

In tutto il resto del Paese si vota con un si­stema in gran parte maggioritario. In tutto il resto del Paese, si vota già da adesso, ancor prima quindi del voto del 1996, con un mecca­nismo che designa direttamente il Presidente della propria Regione!

Oggi è in atto una discussione tra le forze po­litiche all’interno del Parlamento regionale. Viene avvertita l’esigenza cioè che si proceda rapidamente ad una modifica della forma di go­verno.

Noi, come gruppo dei Democratici di sinistra, ed in questo non siamo soli, abbiamo indivi­duando l’esigenza, assieme ad altre forze, che venga accelerato questo processo riformatore.

Essendosi bloccato in commissione Bica­merale il processo di riforma delle leggi sul­l’elezione diretta del Presidente della Regione, abbiamo ritenuto che esso potesse essere av­viato nella commissione “Affari istituzionali” della Camera dei Deputati, confortati in ciò

dall’articolo 138 della Costituzione. Questo non presuppone, a mio avviso, infatti, un esproprio delle competenze proprie dell’As­semblea regionale siciliana! Ciò favorirebbe e accelererebbe anzi il processo decisionale. In conseguenza di quanto suesposto, noi dob­biamo rapidamente concludere il nostro di­battito e rispetto al disegno di legge mi auguro che ci sia una convergenza, la più ampia pos­sibile, delle forze rappresentative della Re­gione siciliana. Mi auguro cioè, a differenza dell’onorevole Forgione, che sul testo esitato dalla Commissione presieduta dall’onorevole Provenzano, sulla base di quell’indirizzo, si possa determinare un’ampia convergenza per dare maggiore forza e autorevolezza alla no­stra interlocuzione in seno alla Commissione “Affari istituzionali” della Camera dei Depu­tati, al fine dunque di discutere e di adeguare la nostra legislazione, la nostra forma di go­verno, obsoleta e superata, a quella operante nel resto del Paese.

Non possiamo rivendicare autonomia se que­sta autonomia si traduce poi nel ritardo del pro­cesso di ammodernamento e di riforma della Regione! Noi vogliamo interloquire. Adesso il problema che ci si pone è quello di concludere rapidamente la discussione sugli emendamenti.

L augurio che io rivolgo, signor Presidente, onorevoh colleghi, è che si possa procedere già da subito all’esame degli emendamenti. Il Rego­lamento interno ci impone di rinviare alle 24 ore.

Io sono perché già domani sera si possa creai'e una piena convergenza tra le forze presenti in Assemblea. Mi auguro — ripeto — che le forze politiche impegnate in questo faticoso lavoro, durato mesi, possano domani trovare l ’accordo più ampio possibile, e mi auguro che l ’Assem­blea possa concludere, già nella giornata di do­mani, il dibattito sull’elezione diretta del Presi­dente della Regione.

Me lo auguro davvero per dare forza all’au­tonomia regionale. Se il disegno di legge che af­fronta la questione dell’elezione diretta del Pre­sidente della Regione troverà ampia conver­genza da parte dell’Assemblea, ciò rafforzerà 1 autonomia e ci permetterà di interloquire con le altre istituzioni. E questo sarebbe un modo per rafforzarla.

Pertanto, io sono a favore dell’ordine del

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Resoconti Parlamentari 25 Assemblea Regionale Siciliana

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giorno e formulo l ’augurio che domani sera 1 Assemblea regionale possa essere la prima tra le regioni italiane — così come lo è stata in oc­casione dell’elezione diretta del sindaco - a pro­porsi al resto del Paese con un testo di legge avanzato e moderno.

STANCANELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STANCANELLI. Signor Presidente, onore­voli colleghi, ho letto attentamente l’ordine del giorno sottoscritto sia dai parlamentari che rap­presentano il centrosinistra sia dall’onorevole Fleres.

Ritengo, in linea di principio, che l ’ordine del giorno avrebbe una sua validità se questa As­semblea si trovasse nella condizione di potere im­pedire al Parlamento nazionale di approvare, prima del nostro, data la natura pattizia dello Sta­tuto siciliano, quelle riforme che devono trovare, come dice giustamente e legittimamente l’ordine del giorno al nostro esame, una sinergia tra il Par­lamento nazionale e il Parlamento siciliano.

Ma T inutilità di questo ordine del giorno la si può toccare con mano poiché noi stasera ab­biamo già chiuso la discussione generale sul di­segno di legge-voto che stralcia, dalla riforma complessiva dello Statuto, proprio quelle norme oggetto dei disegni di legge oggi presentati presso il Parlamento nazionale e che noi nel giro di 24, 48 ore potremmo approvare questa sera, se da domani sera esaminassimo gh emenda­menti già presentati! Quindi, non vedo la ne­cessità tecnica, oltre che politica, di impelagarci stasera in una discussione sull’ordine del giorno se - ripeto - già domani sera o giovedì sera al massimo, il disegno di legge-voto avrà concluso il suo iter parlamentare.

Considero pertanto la presentazione dell’or­dine del giorno soltanto un espediente che la maggioranza di centrosinistra ha voluto trovare per superare le difficoltà, per non dire le divari­cazioni, che si trovano al suo interno rispetto a quanto già stabilito nella Commissione per la riforma dello Statuto. In tale sede si è verificata la contrapposizione alTintemo del centrosinistra di una posizione, se così possiamo dire, riformi­sta, portata avanti dai DS , dalla Rete e dai Po­

polari, e una posizione, diciamo così, conserva­trice, anch’essa legittima, portata avanti dai ri­manenti Gruppi che oggi costituiscono il cen­trosinistra. Ritengo, quindi, che questo ordine del giorno sia un espediente tattico per far sì che domani sera, o dopodomani sera, non si per­venga a quella auspicata votazione finale sul di­segno di legge, in modo tale da creare l’alibi per potere sostenere: “Parlamento nazionale, noi ab­biamo approvato un ordine del giorno, stai fermo perché devi attendere le nostre decisioni!”.

Lo ritengo questo un atto, una forma di abdi­cazione da parte del nostro Parlamento del suo ruolo istituzionale. Alleanza Nazionale non pensa pertanto si debba dare un alibi del genere a forze politiche che non sono nelle condizioni oggi di chiarire cosa vogliono, come vogliono che sia la riforma, quale disegno di legge-voto venga approvato da questo Parlamento.

Allora non strappiamoci le vesti, onorevole Forgione, per i disegni di legge che i parlamentari nazionali del Polo hanno presentato non ieri, non l’altro ieri, ma il 26 luglio del 1996, immediata­mente dopo il loro insediamento, in coerenza con il loro programma che prevedeva l’elezione di­retta del Presidente della Regione! Essi non hanno fatto altro che essere - ripeto - coerenti con quanto avevano sostenuto in campagna elettorale.

Se questo Parlamento intende rivendicare la propria autonomia, deve farlo con atti concreti e non soltanto con parole o ordini del giorno che lasciano, da un punto di vista tecnico-giuridico, il tempo che trovano! Mi sembra che vogliate soltanto giustificarvi e aggredire coloro i quali prima di voi sono stati più rapidi nell’attivare un disegno di legge che investe il Parlamento na­zionale, in quanto esso, come dice l ’ordine del giorno nella sua premessa, è competente siner­gicamente con il Parlamento regionale.

Non nascondetevi dunque dietro le parole, non nascondetevi dietro le belle petizioni di princìpio rivendicando l’autonomia; noi non ac­cettiamo lezioni da parte di nessuno quando si parla dell’autonomia della Regione siciliana. Non prendiamoci in giro! Questo ordine del giorno non serve proprio a nulla.

Ecco perché Alleanza Nazionale, pur riven­dicando il ruolo del Parlamento siciliano in que­sta vicenda, ritiene superfluo l’ordine del giorno e non lo condivide.

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FLERES. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLERES. Signor Presidente, onorevoh colle­ghi, come lei ha annunziato poc’anzi, anch’io ho sottoscritto questo ordine del giorno e l ’ho fatto perché sono convinto, come ho più volte detto peraltro, che esistono questioni che non at­tengono a valutazioni di natura politica ma at­tengono al raggiungimento di obiettivi che hanno valore assoluto e dunque meritano in­nanzitutto la riconferma dei princìpi ai quali si ispirano: uno di questi è senz’altro il principio e n valore dell’autonomia.

Sono convinto che questo ordine del giorno non abbia importanza tanto per l ’affermazione, forse anche pleonastica, del diritto del Parla­mento siciliano di esprimersi in una materia che gh è propria, quanto invece abbia il valore di av­vertimento politico nei confronti del Parlamento nazionale, che più volte ha violato lo Stamto si­ciliano e che anche in questa circostanza si ac­cinge a farlo. E questo al di là dei tempi che la politica siciliana lascia trascorrere più o meno proficuamente quando deve decidere su argo­menti di questa natura.

Qui si intende affermare quindi un principio che è quello della difesa del valore autonomi­stico che non può essere proclamato durante le campagne elettorali e trascurato immediata­mente dopo !

Dunque, condivido per intero l’intervento dell’onorevole Forgione, e confermo il valore assoluto di alcune questioni della politica locale e tra questi valori sicuramente si inserisce a pieno titolo l’autonomia, che costituisce la base dell’azione di questo Parlamento. Il quale, ono­revole Stancanelli, non esisterebbe se non ci fosse l’autonomia; dunque non esisterebbero lei e la sua funzione! Questo Parlamento non ha motivo di essere se non si riaffermano le prero­gative sancite dallo Stamto grazie a coloro che quello Statuto hanno scritto! Dunque, è nostro dovere, fa parte dei nostri compiti istituzionali riaffermare il principio autonomistico dello Sta­tuto!

Bisogna che ciascuno di noi comprenda que­sto e non faccia diventare battaglie di questo tipo battaglie di schieramento, perché non lo

sono. La battaglia da sostenere invece è - ripeto - la riconferma di tale principio perché altri­menti non c’è nulla che possa essere affermato a valle dei princìpi medesimi. Dunque, se noi non riconfermiamo con forza il valore dell’au­tonomia, il principio dell’autonomia, non pos­siamo neanche sfiorare i princìpi che ne deri­vano: primo tra mtti la competenza esclusiva su una serie di materie. Tra le tante, anche quella che tra poco andremo a discutere e che riguarda la Valle dei templi, e che riguarda poi il lavoro, la pubblica istruzione e quant’altro.

Ora, o noi recuperiamo i valori dell’autono- mia in ogni loro parte e ne rivendichiamo il ri­spetto protestando ogni qualvolta vengono messi in discussione e vengono colpiti da una classe politica nazionale non sufficientemente adeguata, come ho più volte detto, oppure noi non abbiamo motivo di essere.

Pertanto, signor Presidente, onorevoli colle­ghi, desidero riconfermare la mia firma sull’or­dine del giorno e ovviamente il voto a favore dello stesso.

DI MARTINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DI MARTINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricordo che qualche anno addietro, in un mio intervento misi in evidenza la posizione dei vari partiti, e lei mi fece omaggio di un libro che spiegava la posizione del Movimento so­ciale, oggi Alleanza Nazionale, sulle regioni a Statuto speciale.

Io le sono ancora grato. Ho letto il libro e le chiedo di mandarne una copia anche all’onore­vole Stancanelli in modo tale che possa leg­gerlo.

STANCANELLI. L’ho già letto!

DI MARTINO. Se lo avesse fatto con più at­tenzione, oggi non avrebbe svolto l’intervento che ha testé pronunciato in quest’Aula.

L’ordine del giorno in questione non è una perdita di tempo, onorevole Stancanelli; le dico che, se fosse possibile approvare il dise­gno di legge nei prossimi dieci minuti, esso manterrebbe la sua validità, perché ribadisce

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P??!

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un concetto fondamentale: la natura pattizia dello Statuto della Regione siciliana. E questo principio non lo possiamo scrivere nel disegno di legge che stiamo per approvare, lo dob­biamo ribadire con strumenti che il Regola­mento interno dell’ARS consente. L’ordine del giorno ci è sembrato, appunto, la forma più opportuna.

Ogni cosa ha un’origine. Perché è stato pre­disposto l ’ordine del giorno? Se noi non aves­simo avuto notizie di stampa o se qualcuno - non so investito di quali poteri - fosse andato a sollecitare il presidente della Commissione “Affari costituzionali” della Camera, l ’onore­vole Maccanico, perché mettesse subito al­l ’ordine del giorno la riforma dello Statuto della Regione siciliana, nessuno oggi si sa­rebbe preoccupato di presentare l ’ordine del giorno !

A questo punto, mi assumo la responsabi­lità, insieme ad altri colleghi, di averlo predi­sposto e di averlo presentato. Noi vogliamo ri­badire il principio che la Regione siciliana non può essere scavalcata, non può essere ridi­mensionata.

La Regione deve essere parte attiva di qua­lunque ipotesi di modifica dello Statuto, che - come voi sapete - è anche legge costituzio­nale. Nessuno vuole qui mettere in dubbio la sovranità del Parlamento, ma rendiamoci conto che anche noi siamo rappresentati dal Parlamento nazionale e nessuno vuole mettere a rischio l ’integrità territoriale del nostro Paese.

Quindi, la nostra azione politica serve a riba­dire il valore fondamentale dell’unità nazionale.

Signor Presidente, ribadisco quindi che l’or­dine dei giorno è pienamente valido e rispetta i tempi. Esso vuole ricordare al Parlamento na­zionale di non ridimensionare l ’autonomia re­gionale e il suo Parlamento; e soprattutto che quest’ultimo non deve essere assolutamente sca­valcato!

PROVENZANO, della Commis­sione e relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PROVENZANO, presiedente della Commis­

sione e relatore. Signor Presidente, credo che con questo ordine del giorno non si possa che essere d’accordo. Però, così com’è stilato, po­trebbe essere interpretato come se dicessimo al Parlamento nazionale; “tu occupati della revi­sione dello Statuto regionale dopo che l’As­semblea ha approvato il disegno di legge- voto!». Invece, dovrebbe essere - a mio avviso - ancora più restrittivo. Cioè noi dovremmo dire: “tu, Parlamento nazionale, non ti puoi oc­cupare della revisione dello Statuto della Re­gione siciliana se non sulla base del disegno di legge-voto!”. Testo che corrisponde poi al primo schema di disegno di legge-voto che man­dammo alla Bicamerale!

Credo che l ’ordine del giorno vada quindi riformulato sotto questo aspetto. Il Parlamento nazionale deve prendere in considerazione sol­tanto il nostro disegno di legge-voto! Tale è stata infatti la decisione che questa Assemblea assunse, votando all’unanimità, con il prece­dente testo di disegno di legge-voto che in­viammo alla Bicamerale. Pertanto, non fa­remmo altro che dire esattamente quello che stabilimmo a suo tempo.

PRESIDENTE. Onorevole Provenzano, come lei ben sa l ’ordine del giorno purtroppo non è emendabile. Quindi, il Governo può accoglierlo soltanto come raccomandazione, tenendo conto delle considerazioni da lei espresse.

CAPODICASA, presidente della Regione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAPODICASA, presidente della Regione. Signor Presidente, credo che con l ’interpreta­zione data dall’onorevole Provenzano, anche se non perfettamente coincidente alla lettera del documento, il Governo, però se siamo tutti d’accordo, possa accettare l’ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, resta così stabilito.

Dichiaro chiusa la discussione generale sul disegno di legge nn. 2-94-144-152-177-705- 708-758 - Norme stralciate/A.

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Resoconti Parlamentari 28 Assemblea Regionale Siciliana

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Pongo in votazione il passaggio aU’esame degli articoli.

Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.

(È approvato)

Onorevoli colleghi, poiché sono stati presen­tati numerosi emendamenti, il Regolamento in­terno già richiamato impone che la discussione sull’articolato del disegno di legge venga rin­viata di 24 ore. Del resto, oggi abbiamo lavo­rato proficuamente.

Pertanto, la seduta è rinviata a domani, mer­coledì 27 gennaio 1999, alle ore 19.00, con il seguente ordine del giorno:

I — Comunicazioni.

n - Lettura, ai sensi e per gli effetti degli ar­ticoli 83, lettera d), e 153 del Regolamento in­terno, delle mozioni:

numero 287 «Dibattito sulla situazione fi­nanziaria della Regione siciliana», degli onore­voli Fleres Salvatore; Leontini Innocenzo; Bu- fardeci Giambattista; Alfano Angehno; Beninati Antonio; Croce Antonino;

numero 288 «Sblocco da parte del Governo regionale delle nomine in enti di pertinenza della Regione», degli onorevoli Fleres Salva­tore; Leontini Innocenzo; Bufardeci Giambatti­sta; Alfano Angelo; Beninati Antonio; Croce Antonino;

numero 289 «Anticipazione dei termini pre­visti per la pubblicazione dei nominativi sele­zionati a conclusione dell’iter relativo ai con­corso per “forestah” in Sicilia», degli onorevoli Beninati Antonio; Leontini Innocenzo; Alfano Angelo; Fleres Salvatore; Croce Antonino;

numero 290 «Istituzione delle “aree contigue” nelle aree naturali protette», degli onorevoli Be­ninati Antonio; Fleres Salvatore; Croce Anto­nino; Alfano Angelo; Bufardeci Giambattista;

numero 291 «Revoca della delega all’Asses­sore per il territorio e l ’ambiente», degli onore­voli Fleres Salvatore; Croce Antonino; Beninati

Antonino; Bufardeci Giambattista; Provenzano Giuseppe; D ’Aquino Antonio.

Ili - Discussione dei disegni di legge:

1) «Schema di disegno di legge costituzio­nale da sottoporre al Parlamento nazionale ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, recante “Modifiche dello Statuto della Regione sici­liana concernenti l ’elezione diretta del Presi­dente della Regione, l ’àutoscioglimento del­l’Assemblea, l ’iniziativa legislativa popolare e comunale ed i referendum regionali”» (2-94- 144-152-177-705-708-758 - Norme stral­ciate/A) (Seguito);

2) «Ricorso al mercato finanziario per l’anno 1998» (863/A);

3) «Istituzione del parco archeologico e pae­saggistico della Valle dei Templi di Agrigento e del parco archeologico integrato di Selinunte, Segesta e Cave di Cusa (453 - 302 - 724/A);

4) «Proroga della durata della Commissione speciale per la riforma dello Statuto e le riforme istituzionali» (842);

5) «Nuove norme in tema di interventi contro la mafia e di misure di solidarietà in favore delle vittime della mafia e dei loro familiari» (795).

IV - Elezione di un vicepresidente.

V - Elezione di un deputato questore.

VI - Elezione di un deputato segretario.

VII — Elezione delle Commissioni legislative permanenti e della Commissione per l ’esame delle questioni concementi l’attività delle Co­munità europee.

La seduta è tolta alle ore 20.02

DAL SERVIZIO RESOCONTI Il Direttore

Dott. Filippo Tornambé

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