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Comune di Urbino Atti consiliari SEDUTA N. 25 DEL 12 APRILE 2006 — 1 — INDICE PRESIEDE IL PRESIDENTE GIUSEPPE FRANZE' RESOCONTO INTEGRALE della seduta consiliare DI MERCOLEDI' 12 APRILE 2006 25. Relazione del Presidente della Comunità montana dell’Alto e Medio Metauro prof.ssa Marinella Topi ................................................. p. 3 Ordine dei lavori ............................................... p. 19 Ratifica deliberazione G.M. n. 50 dell’8.3. 2006: “Variazione al bilancio e Peg eser- cizio finanziario 2006” ...................................... p. 19 Approvazione verbali sedute precedenti ........ p. 21 P.E.E.P. Schieti Zona C3 — Proroga ter- mini inizio procedure espropriative per acquisizione aree .............................................. p. 21 Integrazione al regolamento per il tratta- mento dei dati sensibili e giudiziari del Comune di Urbino ............................................ p. 21 Convenzione tra la Comunità montana Al- to e Medio Metauro di Urbania e Comune di Urbino per gestione canile Ca’ Lucio ......... p. 22 Perimetrazione delle zone di recupero del capoluogo e degli ambiti assoggettati a piano di recupero in applicazione degli articoli 27 e 28 della Legge 457/1978 ................................ p. 23 Approvazione programma innovativo in ambito urbano “Contratti di quartiere II” denominato “Da Piansevero a Piazza Duca Federico — Programma di riqualificazio- ne di infrastrutture urbane e sociali” ............. p. 28 Adozione variante normativa al PRG settore 4 del parco urbano località ex Fornace Volponi .... p. 36 Approvazione regolamento di utilizzo del servizio mensa scolastica .................................. p. 39 Consorzio intercomunale del Montefeltro — Modifica Statuto .............................................. p. 40 Cessione relitto stradale alla ditta Dava- ni Lara ............................................................... p. 40 Aggiornamento dell’elenco annuale LL.PP. 2006 (Legge 11.2.1994, n. 109 art. 14) ............. p. 41 Comunicazioni, interrogazioni, interpel- lanze e mozioni .................................................. p. 41

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Comune di Urbino Atti consiliari

SEDUTA N. 25 DEL 12 APRILE 2006

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INDICE

PRESIEDE IL PRESIDENTE

GIUSEPPE FRANZE'

RESOCONTO INTEGRALEdella seduta consiliare

DI MERCOLEDI' 12 APRILE 200625.

Relazione del Presidente della Comunitàmontana dell’Alto e Medio Metauro prof.ssaMarinella Topi ................................................. p. 3

Ordine dei lavori ............................................... p. 19

Ratifica deliberazione G.M. n. 50 dell’8.3.2006: “Variazione al bilancio e Peg eser-cizio finanziario 2006” ...................................... p. 19

Approvazione verbali sedute precedenti ........ p. 21

P.E.E.P. Schieti Zona C3 — Proroga ter-mini inizio procedure espropriative per acquisizione aree .............................................. p. 21

Integrazione al regolamento per il tratta-mento dei dati sensibili e giudiziari delComune di Urbino ............................................ p. 21

Convenzione tra la Comunità montana Al-to e Medio Metauro di Urbania e Comunedi Urbino per gestione canile Ca’ Lucio ......... p. 22

Perimetrazione delle zone di recupero delcapoluogo e degli ambiti assoggettati a piano

di recupero in applicazione degli articoli 27 e 28 della Legge 457/1978 ................................ p. 23

Approvazione programma innovativo inambito urbano “Contratti di quartiere II”denominato “Da Piansevero a Piazza DucaFederico — Programma di riqualificazio-ne di infrastrutture urbane e sociali” ............. p. 28

Adozione variante normativa al PRG settore 4del parco urbano località ex Fornace Volponi .... p. 36

Approvazione regolamento di utilizzo delservizio mensa scolastica .................................. p. 39

Consorzio intercomunale del Montefeltro — Modifica Statuto .............................................. p. 40

Cessione relitto stradale alla ditta Dava-ni Lara ............................................................... p. 40

Aggiornamento dell’elenco annuale LL.PP.2006 (Legge 11.2.1994, n. 109 art. 14) ............. p. 41

Comunicazioni, interrogazioni, interpel-lanze e mozioni .................................................. p. 41

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SEDUTA N. 25 DEL 12 APRILE 2006

La seduta inizia alle 16,00

Il Presidente Giuseppe Franzè, con l'assistenza del Segretario generale, dott.Michele Cancellieri, procede alla verifica del numero dei consiglieri intervenuti, el'appello nominale dà il seguente risultato:

CORBUCCI Franco — Sindaco presenteBALDUINI Giuseppe presenteBARTOLUCCI Raniero presenteBORIONI Miriam presenteCALZINI Augusto presenteCECCARINI Lorenzo presenteCHIARINI Gabriele assente (entra durante la seduta)CIAMPI Lucia assente (entra durante la seduta)CRESPINI Maria Francesca presenteFEDRIGUCCI Gian Franco presenteFELICI Enzo presenteFRANZÈ Giuseppe — Presidente presenteGAMBINI Maurizio assente (entra durante la seduta)MANCINI Margherita presenteMAROLDA Gerardo Paolo Giovanni presenteMASCIOLI Davide presentePIANOSI Michele presentePRETELLI Lucia presenteREPACI Alessandra presenteSIROTTI Massimiliano presenteUBALDI Enrica assente (entra durante la seduta)

Accertato che sono presenti n. 17 consiglieri e che risulta pertanto assicurato ilnumero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta e nomina scrutatori i consiglieriBalduini, Borioni e Mancini.

Hanno altresì preso parte alla seduta gli assessori Lino Mechelli, Maria ClaraMuci, Alceo Serafini, Antonio Santini, Donato Demeli, Spalacci Massimo e GraziellaMazzoli.

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SEDUTA PRECEDENTE: N. 24 — DI GIOVEDI' 9 MARZO 2006

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SEDUTA N. 25 DEL 12 APRILE 2006

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Relazione del Presidente della Comunitàmontana dell’Alto e Medio Metauroprof.ssa Marinella Topi

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 1: Relazione del Presidente della Co-munità montana dell’Alto e Medio Metauroprof.ssa Marinella Topi.

Abbiamo inserito questo punto all’ordi-ne del giorno, per dare tutte le indicazioninecessarie per chiarire l’argomento che è statoultimamente portato alla ribalta e che riguardai rifiuti dell’Agroter presso la discarica comu-nitaria di Ca’ Lucio. Siccome la discarica insi-ste nel comune di Urbino però è di gestionecomunitaria, abbiamo ritenuto opportuno invi-tare la prof.ssa Topi a tenere questa relazione,per darci tutti gli elementi necessari, ancheperché abbiamo avuto due interrogazioni, unanella seduta consiliare precedente, alla quale harisposto l’assessore Demeli e siccome questainterrogazione è stata rinnovata, naturalmentecon altre richieste di chiarimento, con altredomande, con altri quesiti, abbiamo ritenutoopportuno convocare la prof.ssa Topi perché ciillustri la vicenda Agroter.

Questo problema l’ho portato a cono-scenza anche dei capigruppo, con i quali abbia-mo concordato la possibilità di esprimere il

proprio parere in merito. Voi avete avuto lecomunicazioni che sono state allegate alla do-cumentazione, quindi sapete già tutto l’iter.

Prego la prof.ssa Topi di accomodarsi altavolo della Giunta e di sedersi vicino al Sinda-co.

Per dare luogo agli interventi da parte deicapigruppo pregherei la prof.ssa Topi di fornirele sue delucidazioni, mantenendo l’esposizio-ne entro i limiti di un’ora-un’ora e mezza almassimo, in modo tale di dare la possibilità diintervenire e di proseguire la seduta.

AUGUSTO CALZINI. Voglio anch’ioun’ora e mezza.

PRESIDENTE. Vedremo. Evitiamo lepolemiche inutili. Penso che ci sono delledelucidazioni, delle spiegazioni da dare, inmerito alle quali ciascuno dirà se è soddisfatto,se le ritiene valide o meno. E’ chiaro che se siparla per un’ora e mezza del sesso degli angeliio non sono d’accordo. Se gli argomenti sonopertinenti, anche un’ora e mezza. Come vedenon ci sono pregiudiziali in merito, siamo suf-ficientemente democratici. L’importante è chel’eventuale risposta sia pertinente con l’ogget-to che andiamo a discutere.

Ha la parola la prof.ssa Marinella Topi.

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SEDUTA N. 25 DEL 12 APRILE 2006

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MARINELLA TOPI, Presidente della Co-munità montana dell’Alto e Medio Metauro.Non parlerò un’ora e mezza, quindi tranquilliz-zatevi. Anche perché la questione è circoscrit-ta, oggi, all’interrogazione del consigliere Cal-zini che ringrazio per l’opportunità che ci hadato di partecipare al Consiglio comunale diUrbino per informare tutta la cittadinanza dellaquestione che ormai da diversi mesi è oggettodi discussione, quella dei rifiuti dell’Agroter.Ringrazio anche il Sindaco di Urbino e il Pre-sidente del Consiglio, perché devo dirvi franca-mente che mi sento particolarmente onorata disedere da questa parte e di poter intervenire suun’attività della Comunità montana. Sono pre-senti — non perché vogliamo monopolizzare ildibattito, ma per dare tutte le informazioni chei consiglieri comunali riterranno di chiederci eper rispondere a tutte le domande, di merito enon di merito — insieme con me il dott. Marianidell’Arpam, che ha seguito la questionedell’Agroter fin da tempi lontanissimi, il dott.Baronciani, funzionario della Provincia diPesaro e Urbino che ha seguito anche lui, eancora sta seguendo — perché è in corso didiscussione la convenzione con la RegioneMarche — la questione dell’Agroter, il dott.Lambertini, consulente della Provincia di Pesaroe Urbino relativamente alla questione dei rifiu-ti, il dott. Beer, nuovo direttore della discaricadi Ca’ Lucio, Daniela Ugolini che coadiuva ildott. Beer, ingegnere ambientale, il dott. Ga-briele Giovannini, assessore della Comunitàmontana competente sulla discarica di Ca’Lucio, geologo, persona estremamente compe-tente, che ha seguito fin qui con grande periziae professionalità, insieme con tutti gli altri cheho nominato, la questione della discarica di Ca’Lucio. Sono tutte persone a vostra disposizio-ne, spero che il Consiglio comunale di Urbinovoglia approfittare della loro presenza, perchénon è usuale che ci sia la possibilità di avere ladisponibilità di personaggi così autorevoli ecompetenti sulla questione che stiamo discu-tendo.

Avrei voluto parlare a questo Consigliocomunale anche della discarica di Ca’ Lucio,però per brevità di tempo chiedo la cortesia alSindaco e al Presidente del Consiglio di convo-care un’altra riunione a tale proposito, perché

penso che anche della discarica e del comestiamo lavorando attorno alla discarica, siabene che il Consiglio comunale di Urbino ven-ga informato. Se ci sarà tempo lo potremmofare anche oggi, perché noi siamo preparati arispondervi e a darvi tutte le informazioni, senon ce la faremo sarei molto contenta se ci fossela possibilità di illustrarvi questo argomento inun’altra seduta.

Spero che arrivi il geologo della Comuni-tà montana Sacchi, che sta preparando la rispo-sta scritta all’interrogazione del consigliereCalzini. Se arriverà in tempo utile la consegne-remo immediatamente al Consiglio comunale,altrimenti verrà consegnata nei prossimi gior-ni.

Inizio rispondendo all’interrogazione delconsigliere Calzini. Intanto dico subito che nonc’è stata alcuna decisione della presidente dellaComunità montana rispetto al trasferimento deirifiuti dell’Agroter a Ca’ Lucio. Non c’è stataalcuna decisione, nonostante a me piaccia par-ticolarmente decidere — ma in questo frangen-te non ho potuto farlo — perché la decisione èstata invece assunta dal presidente della Pro-vincia attraverso un’ordinanza rispetto alla qualela Comunità montana doveva semplicementeeseguire ed adempiere, perché a un’ordinanzadel presidente della Provincia che prevedeva ditrasferire i rifiuti a Ca’ Lucio non potevamorispondere in maniera negativa.

Il presidente della Provincia ci ha infor-mato sull’emanazione dell’ordinanza in data 9febbraio 2006, in una riunione che si è tenutapresso la Provincia di Pesaro e Urbino a cui erapresente anche il Comune di Urbino nella per-sona dell’assessore Demeli e a questa riunioneerano presenti anche i rappresentanti dell’Asetdi Fano, il dott. Mariani dell’Arpam, il funziona-rio della Provincia Elisabetta Cecchini e ilsindaco di Mondavio, ove ricade il sitodell’Agroter. Quindi il Comune di Urbino èstato informato insieme alla presidente dellaComunità montana della decisione che il presi-dente della Provincia aveva assunto.

Non voglio tuttavia nascondere il fattoche da diverso tempo si parlava, in Provincia,dello stoccaggio e del trasferimento dei rifiutidell’Agroter nelle discariche della provincia diPesaro e Urbino. Noi abbiamo partecipato a

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diverse riunioni, ma devo dire — ci sono iverbali delle sedute — che a queste riunioninon sono mai stati invitati a partecipare i re-sponsabili della discarica di Barchi, mentresono stati presenti i rappresentanti delle altrediscariche, in particolare, oltre a noi, l’Aset,l’Aspes e la Sis.

La discarica di Barchi non è mai statainterpellata perché, come il consigliere Calzinisaprà, è una discarica in esaurimento e l’esau-rimento di una discarica, ovviamente, escludeil fatto che possa ricevere i rifiuti fuori del suoambito, nonostante la vicinanza al sitodell’Agroter di Mondavio. Faccio inoltre rile-vare che la discarica di Barchi allo stato attualenon ha ancora l’autorizzazione per il suo am-pliamento, c’è una richiesta avanzata alla Pro-vincia attraverso il piano di adeguamento eriguarda la coltivazione di una vasca già previ-sta dalla discarica di Barchi nel vecchio pianoche, se approvata, porterà alla possibilità di nonchiudere la discarica nel luglio del 2006 bensìnel giugno del 2009. L’ampliamento è finaliz-zato all’adeguamento previsto in base alla leg-ge 36 ed è un adeguamento pari a 55.200 metricubi, un ampliamento che non riguarda il fattoche si possano ricevere rifiuti fuori dal propriobacino ma riguarda esclusivamente il fatto cheBarchi sta aspettando il piano di adeguamentoe riguarda la definizione di tempi precisi per lachiusura e la gestione del post mortem, chiusu-ra che avverrà nel 2009. Quindi la discarica diBarchi, come quella di Cagli non avrebberoassolutamente potuto ricevere i rifiutidell’Agroter. Aggiungo che le discariche cheerano state interpellate sono quelle che dicevoprima, cioè Pesaro, Fano, Sis, Cagli, Montecalvoe Urbania, poi sia Pesaro che Montecalvo ven-nero scartate, perché secondo il piano provin-ciale dei rifiuti, le discariche definite strategi-che dal piano provinciale dei rifiuti sono quelledi Fano e Urbino. Discariche strategiche vuoldire che queste saranno le due discariche cherimarranno anche per il futuro. La discarica diCa’ Lucio ha la possibilità di rimanere per circaaltri 20 anni, e poi dirò in che modo.

Questa l’impostazione data, in base allalegge, dalla provincia di Pesaro e Urbino. Peressere ancora più precisa, la discarica di Barchinon ha l’autorizzazione all’ampliamento ma il

suo progetto di ampliamento è passato allaConferenza di servizi della Provincia ma que-sto non ha dato atto al decreto di ampliamento,quindi fino a questo momento la discarica diBarchi è in chiusura a luglio del 2006, a menoche la Provincia decida diversamente.

Relativamente al “decreto Ronchi” deb-bo precisare che a una lettura attenta il “decretoRonchi” non prevede per niente l’accettazionedei rifiuti nello stesso bacino che li produce madistingue sia i vari tipi di rifiuti, li classifica epoi dice come devono essere trattati e indica,per quanto riguarda l’organizzazione del servi-zio non solo di raccolta ma anche di smaltimentoe di stoccaggio, come ambito ottimale per tuttala questione sia l’Ato che corrisponde all’ambi-to provinciale. Quindi è tutta la provincia inte-ressata all’accettazione dei rifiuti, in questocaso urbani. Poi il “decreto Ronchi” stabilisceanche che sarà il piano provinciale della Pro-vincia di Pesaro e Urbino così come delle altreProvince delle Marche — e prima ancora lo hastabilito la Regione con decreto regionale —che l’organizzazione della raccolta, dellosmaltimento e dello stoccaggio dei rifiuti av-venga attraverso piani di bacino e nella regioneMarche dovrebbero essere due nelle tre provin-ce di Macerata, Ascoli e Ancona — ancora nonc’era la Provincia di Fermo quando è stataapprovata la legge sui rifiuti — e tre nellaprovincia di Pesaro e Urbino, perché in untempo abbastanza lungo le discariche che ri-marranno sono quelle di Pesaro, Urbino e Fano.

La legge a cui fa riferimento il consiglie-re Calzini è superata dal “decreto Ronchi” edalla legge regionale che recepisce il “decretoRonchi” e anche dal piano provinciale dei rifiu-ti della provincia di Pesaro e Urbino e, conse-guentemente, quella norma oggi non opera più,oggi ragioniamo su ambiti provinciali, soprat-tutto quando si parla di rifiuti urbani.

Nel caso dei rifiuti dell’Agroter, queirifiuti sono stati classificati secondo un codiceche li definisce come “rifiuto speciale compa-tibile all’assimilabile urbano”, quindi semprein base al “decreto Ronchi” e alle leggi attuativanon è legato ad alcun bacino e ad alcun ambitoottimale di raccolta e di smaltimento.

Insisto sul concetto della strategicità del-la discarica di Ca’ Lucio, la quale ha un piano

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approvato e rispetto anche alla polemica che ilconsigliere Calzini ha fatto sulla discarica diCa’ Lucio mi piace ricordare che noi siamo stati— non so se lo siamo tuttora — l’unica disca-rica ad avere il piano di adeguamento approva-to dalla provincia di Pesaro e Urbino. Il pianoattuale prevede che la nostra discarica arrivifino al 2008.

In questi mesi noi abbiamo provveduto,attraverso il dott. Beer, attraverso le competen-ze e le professionalità che abbiamo, ad aggior-nare tutti i rilievi, per cui possiamo proporrealla Provincia di Pesaro e Urbino un amplia-mento della discarica senza allargare il bacinodella stessa, fino ad arrivare ad altri 300.000metri cubi di rifiuti da accogliere, prevedendosempre uno smaltimento pari a 20.000 metricubi all’anno, che ci permetterà di tenere apertala nostra discarica per altri 15 anni.

Tornando alla questione dell’Agroter, noiconosciamo benissimo il curriculum di questaditta, conosciamo benissimo le autorizzazioniche sono state concesse dalla Regione, abbia-mo letto in maniera approfondita anche lerisultanze della Commissione di indagine delConsiglio regionale e sappiamo tutto quelloche c’è da sapere relativamente al fatto che sidice che i rifiuti che arrivavano all’Agroter datutte la parti d’Italia erano pericolosi. Io peròdistinguerei, perché se ragioniamo in questosenso, secondo me facciamo confusione e nonriusciamo a capire e a distinguere i problemiper come essi sono nella realtà.

Distinguerei le questioni relative alla dit-ta Agroter e alle cose dette dalla stessa commis-sione d’indagine, dal fatto in sé che noi abbia-mo dovuto affrontare, relativo al trasferimentodei rifiuti dell’Agroter nella discarica di Ca’Lucio e nella discarica di Monte Schiantello.Come il consigliere Calzini sa, l’impiantodell’Agroter è sorto nel 1992, è stato sottopostoil 24 novembre 2003, dalla procura di Napoli, asequestro con l’accusa di avere partecipato a untraffico di rifiuti prodotti dal nord Italia e direttiin cave abbandonate della Campania, rifiutiche — a quello che ci è dato sapere, poi aspet-tiamo le indagini della magistratura — nonsono affatto transitati nell’impianto di Mondavioma venivano nominalmente recuperatidall’Agroter per essere poi smaltiti in Campania.

Un altro processo a carico dell’Agroter èin corso presso il tribunale di Pesaro, sezione diFano e riguarda il non rispetto delle leggi per leemissioni di gas e, conseguentemente, per lamancanza di protezione per le emissioni atmo-sferiche e riguarda inoltre delle modifiche chel’Agroter aveva introdotto nel proprio impian-to, non autorizzate. Mi riferisco, ovviamente,all’impianto per l’abbattimento delle emissioniatmosferiche.

Inoltre faccio rilevare che l’Arpam diPesaro nel 2004 aveva rilevato — non so comela questione è poi andata a finire — un inquina-mento, sempre a proposito della ditta Agroter,delle acque sotterranee nelle immediate perti-nenze della ditta.

La ditta Agroter, proprio per questocurriculum molto consistente, è stata controlla-ta nel corso degli anni in continuazione, hasubito anche altri procedimenti penali, alcunidei quali si sono conclusi con delle condanne.

In questi anni l’Arpam ha partecipato auna numerosissima serie di controlli che hannoriguardato le acque superficiali e sotterranee, iterreni, i rifiuti accettati e prodotti dalla ditta enon ha mai riscontrato la presenza di rifiutipericolosi. L’Arpam è l’agenzia degli enti loca-li, non un’agenzia privata. E’ un’agenzia pub-blica addetta alla tutela ambientale, che devetutelare in primo luogo i Comuni, le Province ela Regione e devo dire, anche per la mia espe-rienza personale anche di quando facevo ilsindaco, che l’Arpam è uno strumento prezio-sissimo nella sua oggettività, nella sua capacitàe professionalità. Per quanto mi riguarda sonostati determinanti, per esempio, per la chiusuradella fabbrica che è avvenuta in localitàFermignano.

Dalla lettura degli atti della commissionedi inchiesta Agroter della Regione Marche, lastessa Regione Marche verificava la correttez-za delle procedure autorizzative e la regolaritàdei controlli relativi alle attività svolte dalladitta Agroter.

Nell’aprile del 2002 la Regione rilascia-va all’Agroter una autorizzazione per utilizzarerifiuti per produrre compost e questa autorizza-zione comprendeva un lungo elenco di rifiuti,alcuni dei quali assolutamente inadatti all’uti-

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lizzo che l’Agroter ne avrebbe fatto e anzipericolosi.

L’autorizzazione prevedeva di lavorarecirca 300 codici, ma come risulta al consigliereCalzini, dai registri di carico e scarico delladitta e dalle schede relative ai rifiuti accettati,l’Agroter utilizzava 29 di questi codici. Suquesto, ovviamente, ci sono stati i controllidell’Arpam. La Regione ha motivato le modi-fiche all’autorizzazione originaria e l’aumentodei codici con il necessario adeguamento allenormative comunitarie e quindi la trasposizionedei vecchi codici Cer ai nuovi codici dei rifiuti.L’Arpam di Pesaro, dietro richiesta della Pro-vincia, che è subentrata alla Regione nel genna-io del 2003 in tutte le funzioni che prima eranosvolte dalla Regione stessa, provvide a farpresente alla Regione che non fosse giustificatoil passaggio dei Cer a 300 e chiedeva di elimi-nare dall’elenco tutti i codici riferiti ai rifiutipericolosi e incompatibili con le attivitàdell’Agroter, cosa che avrebbe ridotto i codicidai circa 300 — in verità erano 292 — a 59. LaProvincia ha sospeso e revocato l’autorizzazio-ne all’Agroter, non so se prima o dopo lasospensione della procura di Napoli.

La commissione d‘indagine regionaleconclude la sua relazione riferendosi ai “nume-rosi controlli effettuati dall’Arpam di Pesaro,sia in maniera autonoma sia su richiesta di altriorgani” e sostiene che “soprattutto negli ultimianni, dal 1996 al 2003, non sono state riscontra-te irregolarità nell’esercizio delle attivitàautorizzative”.

Quindi da tutto quello che ho cercato didirvi, si ricava che la vera pericolosità dei rifiutidell’Agroter è legata a un fatto molto semplice,cioè che nel sito di Mondavio, dove eranocollocati rifiuti abbandonati che per larga partesono risultati frazioni di rifiuti di origine urba-na che producevano emissioni in atmosfera,percolato, oltre che fenomeni di combustione,lì ci fosse il vero pericolo dei rifiuti dell’Agroterstessa, cioè che il pericolo fosse legato — ed eralegato — al fatto che quei rifiuti erano statiabbandonati in quella località.

Come si sa, in base alle leggi vigenti, nelcaso in cui la ditta non possa provvedere allosmaltimento dei propri rifiuti, la competenzapassa al Comune, quindi il Comune di Monda-

vo si è trovato con questa bella spada di Damocle,per cui doveva smaltire tutti i rifiuti della dittaAgroter senza avere né i finanziamenti perpoter procedere, perché molto alti, né le compe-tenze che potevano far fronte a questa necessi-tà. A quel punto il Comune di Mondavio si èattivato presso la Provincia di Pesaro e Urbino,la quale si è attivata presso la Regione Marchee la questione si è sbloccata con l’approvazionedel bilancio della Regione Marche nel 2006,dove è stato raggiunto un accordo fra Regionee Provincia per lo smaltimento dei rifiuti stessi.Secondo questo accordo la Regione avrebbemesso a disposizione i necessari finanziamenti,mentre la Provincia avrebbe provveduto a met-tere a disposizione i suoi mezzi e il suo perso-nale per poter collocare i rifiuti nelle discari-che, che erano appunto Fano e Ca’ Lucio. Daqui è derivata poi l’ordinanza del presidentedella Provincia di Pesaro e Urbino. Ovviamen-te, prima di smaltire i rifiuti la Provincia haprovveduto a richiedere all’Arpam la verificasui rifiuti stessi e, come risulta dal parere espres-so dall’Arpam, questi rifiuti risultano non peri-colosi e compatibili con gli urbani.

(Entra il consigliere Ciampi:presenti n. 18)

La Comunità montana dell’Alto e MedioMetauro a sua volta ha provveduto, all’arrivodel primo camion di rifiuti dell’Agroter, a rea-lizzare ulteriori verifiche attraverso il laborato-rio di cui si è dotata anche per le indagini sullapropria discarica, che è il laboratorio della Csadi Rimini e la stessa cosa ha fatto la discarica diFano attraverso un suo laboratorio. Noi, almomento del conferimento del rifiuto abbiamoprelevato un campione di circa 2,5 chili, aven-do avuto attenzione che questo campione fosserappresentativo, l’abbiamo mescolato con altricampioni presi in punti diversi e abbiamo poifatto le indagini. Dalle indagini svolte dalla Csaabbiamo avuto lo stesso risultato dell’Arpam,cioè che i rifiuti sono non pericolosi e compa-tibili con i rifiuti urbani stessi, quindi adatti adessere ricevuti da una discarica per rifiuti urba-ni.

Noi stiamo continuando a fare le indaginisui rifiuti, perché le facciamo in continuazione

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e se i consiglieri vogliono, sono a disposizionedel Consiglio sia il risultato dell’indaginedell’Arpam ma soprattutto i risultati delle inda-gini che noi abbiamo fatto.

Oggi il rifiuto dell’Agroter viene impie-gato in Comunità montana per la coperturaprovvisoria della discarica, in sostituzione del-la normale terra vergine. Il percolato che siproduce — anche di questo si è parlato, nonnella interrogazione di Calzini — è legato al5% della piovosità, quindi relativamente allasuperficie della vasca di coltivazione dei rifiutinon si producono incrementi apprezzabili dipercolato legati ai rifiuti dell’Agroter.

Non ho detto che i rifiuti che stiamosmaltendo in tutta la provincia sono pari a23.000 metri cubi, di cui 10.000 vanno a Fanoe 13.000 a Ca’ Lucio, ma in verità questi 23.000metri cubi corrispondono per noi a 8.500 ton-nellate di materiale che spero, mi auguro ver-ranno poi pagate dalla Regione — perché nonmi sembra che sia proprio chiarissimo questoelemento — a 50 euro a tonnellata.

Come verranno utilizzati i soldi? I soldiverranno utilizzati nella discarica per coprire lespese di gestione, le spese relative al piano diadeguamento e in particolare faccio presenteche noi attualmente, dalla discarica riscuotia-mo 1.400.000 euro che vengono reimpiegatitotalmente nella discarica e purtuttavia abbia-mo necessità di fare dei lavori e di provvederealla gestione della discarica con delle spese chesono altissime. Mi riferisco al fatto che la spesaper lo smaltimento del percolato, che nel 2005è stata pari a 30 metri cubi di percolato al giornosmaltito, è stata di 30.000 euro. In questi primimesi dell’anno, a seguito della piovosità abbia-mo un aumento notevole del percolato e abbia-mo anche, come conseguenza, un notevoleaumento della spesa, che ci porterà a far oscil-lare notevolmente la spesa per lo smaltimento,fino ad arrivare a 500-600.000 euro. Insiemecon la Provincia di Pesaro e Urbino e con lealtre discariche stiamo valutando l’ipotesi direalizzare un depuratore di osmosi inversa nel-la discarica, cosa che tuttavia si presta ad ulte-riori approfondimenti, perché sono impiantiche devono essere ben verificati prima di pro-cedere all’eventuale acquisto, oppure a un af-fitto. Inoltre abbiamo la necessità di predispor-

re un impianto per il biogas, abbiamo anche lanecessità di ampliare il piano di monitoraggioe di sicurezza della discarica e nello stessotempo abbiamo la necessità di acquistare imezzi meccanici che sono finiti, e mi riferiscoal compattatore in particolare, alla pala e adaltre attrezzature di cui la discarica ha bisogno.

Quindi le risorse dell’Agroter sarannoovviamente riutilizzate per la discarica stessa.Faccio presente al Consiglio comunale diUrbino, a cui con grande rammarico non riescoa corrispondere a una richiesta, quella di au-mentare l’indennità che noi dobbiamo al Co-mune di Urbino rispetto a quella che stiamoattualmente dando, che in questo momentonella discarica di Ca’ Lucio ci mancano — nelsenso che abbiamo un debito che speriamo dichiudere con i rifiuti dell’Agroter — 414.000euro.

L’ultima questione riguarda l’informa-zione. Ho già chiarito come sono andate lequestioni, ma voglio aggiungere che tutti isindaci della nostra Comunità montana sonostati informati dell’arrivo dei rifiuti dell’Agroteril 10 febbraio del 2006, così come ho informatoi capigruppo di maggioranza e di minoranza ele Commissioni consiliari. Devo dire, consi-gliere Calzini, che di fronte all’informazioneche abbiamo dato, non solo noi parte politicama soprattutto i tecnici, gli stessi sindaci diminoranza e gli stessi consiglieri di minoranzadella Comunità montana hanno provveduto adire, rispetto alle polemiche che ci sono statesui giornali e nei Consigli comunali, che aveva-no capito benissimo che si trattava di specula-zione politica legata alla campagna elettorale ebasta. Questo, ovviamente, ci ha rincuoratonon poco rispetto a tutta la vicenda.

Sono stati inoltre effettuati incontri nelConsiglio comunale di Urbania, a Montesoffioin un’assemblea pubblica, peraltro riuscitissima;abbiamo partecipato all’assemblea dei verdiqui ad Urbino; abbiamo distribuito un volanti-no a tutte le famiglie della Comunità montanaper spiegare e dare informazioni corrette rispet-to alle polemiche e alle strumentalità che eranoin corso.

Questo è quanto dovevo. Concludo di-cendo al consigliere Calzini, che conosco comepersona seria, che quando si tratta di rifiuti, in

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questo caso dell’Agroter e/o di discarica, so-prattutto rispetto alla discarica, che per noi diquesta parte del territorio provinciale è un im-pianto determinante, altrimenti dovremmo an-dare a scaricare i nostri rifiuti in altri luoghi conun costo notevolmente più alto, oppure potrem-mo addivenire a discutere di una questione chepure alcune forze politiche pongono, qual èquella della creazione di un inceneritore nellaprovincia di Pesaro e Urbino, cosa che allo statoattuale, per esempio, non mi vedrebbe d’accor-do personalmente, credo, per la conoscenza cheho di lei, consigliere Calzini, che dobbiamo farprevalere intanto il senso di responsabilità, poiil fatto che forze politiche anche diverse eanche su tavoli opposti devono discutere nelmerito della questione, perché le polemiche lelasciamo alle campagna elettorali, ma la risolu-zione dei problemi, soprattutto quando questisono di interesse di tutti e di interesse collettivo,penso che debba essere affrontata da tutti con lanecessaria serenità e con i necessari approfon-dimenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Calzini.

AUGUSTO CALZINI. Io non avevo inte-resse alla campagna elettorale, presidente Topi,questa cosa l’ho vista da un’altra angolazione.

Se le dovessi dire che sono rimasto sod-disfatto, la risposta è, purtroppo, no. Solo sualcuni punti — quello che è stato ventilato suBarchi — posso essere d’accordo se mi si asse-risce che l’allargamento di quella discarica nonè stato ancora autorizzato, ma anche in meritoa questo ho qualche cosa da dire. Ma la parteche io esercito, credo che, questa sì, possacaratterizzarmi per una certa dose di serietà.Con questo non voglio dire che da altre partinon sia stato adottato un criterio di serietà. Peròi documenti in mio possesso e che anche voiavete, che sono la relazione conclusiva dellacommissione regionale d’inchiesta su Agroter,la relazione del Ministero dell’ambiente, larelazione del Comune di Mondavo e la docu-mentazione giornalistica per quello che conta,purtroppo testimoniano che le cose non sonocosì chiare.

Il primo punto sul quale mi aspettavo una

risposta, che però non è pervenuta, è il fatto chesu Agroter non si sia proceduto con il piano dicaratterizzazione. Mi sembra di capire che ilpiano di caratterizzazione è obbligatorio quan-do anche un solo parametro sia fuori dei limitiespressi dalle relative tabelle ed è una cosamolto complessa, che richiede un’analisi detta-gliata di tutto quello che sta sopra la discarica,dei rifiuti che ci stanno, perché se l’eluato èinquinato, vuol dire che sopra ci sono sostanzeinquinanti e non c’è dubbio che l’inquinamentosu Mondavio, su Agroter sia stato codificato.

Il primo novembre 2004, a seguito delsopralluogo effettuato dal Ministero dell’am-biente e della tutela del territorio vengono rite-nute necessarie la messa in sicurezza di emer-genza, la caratterizzazione e la bonifica del sitoAgroter in comune di Mondavio. Se vi leggessiquello che il procuratore Roberto Tiberi dicenel suo libro “La bonifica dei siti contaminati”per quel che concerne la caratterizzazione, vor-rei solo chiedere all’Arpam e a tutti quanti sequesta caratterizzazione è stata fatta e di ren-derla pubblica. Questo potrebbe essere già unargomento piuttosto convincente, se tutto quel-lo che è scritto qui, che riguarda la caratterizza-zione, è stato fatto.

Il Ministero suddetto suggerisce la mo-dalità dei sondaggi, del prelievo dei campionied in particolare delle analisi riguardanti lediossine e l’amianto. Circa le analisi che voiavete fatto sui rifiuti — lo dico solo per serietà,non perché voglia fare chissà che — dove sonole analisi delle sostanze cancerogene, deiclorurati, dell’amianto? Ci sono dei parametriche non vengono neanche presi in considera-zione. Voi mi direte: perché dovevamo pren-derli in considerazione? Nell’impianto diAgroter sono confluiti rifiuti da tutta Italia condi mezzo la ‘ndrangheta. Non lo dico io, lo diceil verbale della seduta conclusiva della com-missione d’inchiesta regionale, la quale cita“qui c’è deposito di materiali da nord e da sudorganizzati dalla ‘ndrangheta”. Non lo dico io,lo dice la commissione d’inchiesta del Consi-glio regionale.

Dunque se i rifiuti provengono da ogniparte d’Italia e non è possibile localizzare lesedi dalle quali pervengono, è chiaro che leanalisi debbono essere obbligatoriamente ri-

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volte a tutti i parametri dell’allegato 1, cheprevede, tra le altre cose, gli aromatici policiclici,gli alifatici clorurati cancerogeni... (fine na-stro)

...dopo avere evidenziato lo stato di ne-cessità, stato di contaminazione o pericolo dicontaminazione dei terreni, sia interni che esternialle aree di proprietà Agroter. Analogamente ilComune di Mondavio prescrive quanto sopra:“Dette modalità sono quelle prescritte dallalegge in osservanza all’articolo 10 che prevedeil piano di caratterizzazione e per le analisichimiche esprime le prescrizioni ed i limitidell’allegato n. 1 e per il piano di caratterizza-zione l’allegato n. 4 del D.M. 471”. Questapotrebbe essere una risposta felice. Che siastata fatta la caratterizzazione del sito, e, ag-giungo, che sia stata fatta la caratterizzazione diCa’ Lucio, se è vero che anche lì si è registratoinquinamento, basta la violazione di un soloparametro, come qui è scritto. “L’art. 2 delD.M. 471 definisce sito inquinato quello chepresenta livelli di contaminazioni e alterazionichimiche, fisiche o biologiche del suolo... einquinato il sito nel quale anche uno solo deivalori di concentrazione risulta superiore aivalori”. Altro che! Quindi la caratterizzazione,se c’è me la dovete far vedere, altrimenti non cicredo.

(Entra il consigliere Gambini:presenti n. 19)

Quindi per me, in questo momento, ilpiano di caratterizzazione è pressoché inesi-stente. Lo stesso comitato che si è costituitoattorno ad Agroter, richiede la caratterizzazio-ne, perché è preoccupato dell’inquinamentodel suolo e dei danni provocati alla salute deicittadini. Se loro che sono di quel luogo richie-dono la caratterizzazione, è per questo che io misono allarmato e ho chiesto al Sindaco “abbia-mo questa caratterizzazione?”. Secondo me ilpiano di caratterizzazione era obbligatorio,perché si erano manifestati casi di inquinamen-to da percolato, perché sono state fatte dellecondanne da parte della pretura di Pesaro edelle procure di Napoli e Pesaro, che attestanol’esistenza di numerose irregolarità.

Vediamo perché i rifiuti provenivano da

tutta Italia e chi lo dice. Erano e sono tossico-nocivi. In proposito la relazione finale dellacommissione d’inchiesta regionale, nella sedu-ta n. 228 del 16 febbraio 2005 parla di “tratta-mento di rifiuti pericolosi, tipologie di rifiutiincompatibili con la produzione di ammendantevegetale, materiali da costruzione e demolizio-ne, pneumatici fuori uso, fanghi derivanti dalladepurazione chimico-fisica con caratteristichediverse da quelle provenienti da insediamenticivili”. Qui viene il bello: “Rifiuti derivanti dafonderie, contenenti sostanze pericolose; rifiutidella fabbricazione di amianto, cemento conte-nente amianto”. Questo non lo dico io, lo dicela commissione di inchiesta regionale.

MARINELLA TOPI. Un conto è l’autoriz-zazione che l’Agroter aveva, un conto il rifiutoche si trova nel sito Agroter: sono due cosetotalmente diverse.

AUGUSTO CALZINI. Leggo che LucaScarpetti, il quale aveva sollevato dei dubbi suAgroter, addirittura era stato maltrattato daAgroter e citato, ha ragione lui e dichiara che lìi rifiuti arrivavano da tutta Italia. Qui si dice chei rifiuti venivano da tutta Italia. Per questo ioinsisto, non sono cose che sono state smentite.D’altra parte anche lei risponde sulle autorizza-zioni che “in realtà non sono mai pervenutidalla Campania, che le fatture sono falsificate”.Ma anche l’Agroter fa riferimento alle fornituredei camion, che poi risultano essere state di uncerto modo.

Sull’Arpam, attestati nei documenti, sonoapparsi giudizi non sempre positivi, come adesempio quello relativo alla documentazionerichiestale dalla Regione Marche, ove si legge“Va detto che in molti casi la suddetta docu-mentazione, specie per quella relativa al perio-do 1993-96, si limita a contenere le risultanzeanalitiche dei controlli effettuati, spesso di nonfacile comprensione, in quanto la stessa è deltutto sprovvista di una relazione illustrativa chedia conto dell’esito del controllo. Inoltre il D.Lgs. 36 del 2003 stabilisce che non possonoessere portati in discarica i rifiuti che contengo-no o sono contaminati da diossina in quantitàsuperiore a una determinata soglia. Ho deidubbi che l’Arpam effettui, alla partenza di

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ogni camion e all’arrivo di ogni camion, icontrolli. Quanto tempo ci vuole? Ho anchel’impressione che l’Arpam si sia basata sullebolle di trasporto, che la magistratura ha riscon-trato essere falsificate, sulle quali era basato iltraffico di rifiuti per interessamento della‘ndrangheta. Bisogna che i ruoli vengano am-piamente chiariti, perché ho letto che da unaparte, per un certo periodo l’Arpam aveva vistoche i risultati analitici erano negativi, poi a uncerto momento li registra non negativi. Nientedi male, però quella roba che sta sopra ladiscarica e che è fatta di questi materiali, non mipare che sia una cosa condivisibile. La caratte-rizzazione è stata fatta o no?

Il sindaco di Fratterosa, Adele Berti, inun’assemblea pubblica del 18 ottobre 2004dichiara: “I rifiuti accumulati nell’impiantoAgroter sono di categoria B e l’unica discaricain grado di accoglierli è quella di MaiolatiSpontini”. I rifiuti di categoria B sono quellipericolosi o tossico-nocivi e come tali nonpossono essere smaltiti a Ca’ Lucio.

Condanna dell’amministratore diAgroter. L’amministratore di Agroter, nel 1996è stato condannato per illecito di carattere am-bientale, con conferma della sentenza da partedella Corte di cassazione, a seguito di un’inda-gine partita nel 1993 sul traffico di camiontrasportanti rifiuti. Non si dice che non sonopervenuti, ma “c’erano ingenti quantità di so-stanze, come piombo, nichel, cromo e altrimetalli pesanti difficilmente compatibili con laloro trasformazione in ammendante agricolo”.L’Agroter ritira fanghi da tutta Italia, incassasoldi, elabora il prodotto in ammendante e lorivende alla Siteco srl di Corinaldo, nel cuiconsiglio di amministrazione siede l’ammini-stratore di Agroter. La Siteco rivende, nonrispettando i limiti e i parametri imposti dallalegge del 1992.

La Regione Marche concede autorizza-zioni oltre le 64 iniziali. La commissione regio-nale d’inchiesta individua la responsabilità del-la Regione Marche. Nella relazione conclusivadell’inchiesta sopra citata, il presidente così siè espresso: “La responsabilità principale è delservizio che ha portato, nonostante che la dele-ga delle funzioni alle Province in materia dirifiuti dovesse portare la stessa Provincia a

verificare l’opportunità di verificare il numerodi tipologie di rifiuti da trattare in questo centrodi compostaggio e nonostante che atti di Giuntadicessero che anche le pratiche in itinere dove-vano essere demandate dalle Province...”. Pra-ticamente si dice che la Provincia aveva, findall’inizio, non da un certo momento in poi,l’obbligo del controllo. La Regione presiedevale autorizzazioni, il controllo lo doveva fare laProvincia. L’Arpam stessa in questa occasionerisponde che dei 300, solo 50 sono compatibilicon la produzione di compost. La Provincia halasciato passare un anno, nonostante avesse ladelega delle funzioni e quindi potesse interve-nire subito, ma non lo ha fatto. Questo non lodico io, si dice qui. Lei smentisca la Regione.

Per quanto riguarda l’incontro con i sin-daci, a me non interessa che vi siate visti omeno, però le date sue e le mie concordano,prof.ssa Topi. Praticamente lei ha fatto unariunione con i sindaci il 9 febbraio. A me risultache alcuni esponenti politici di Urbania abbia-no detto “il sindaco non sapeva niente, però quilo dico e qui lo smentisco”, quelle cose fra ildire e il non dire che fanno schifo anche a me.Sta di fatto che in data 13 febbraio, ad ordinan-za ormai esecutiva e con i camion pronti, mi siriferisce che i sindaci sarebbero stati convocati,invece è il 9, quindi preventivamente: se è cosìle do atto di questo.

Per quanto riguarda invece il discorsodella questione di Barchi non ho molte cose darilevare, anche se la cronaca locale parla di fattiben circostanziati. Il presidente Ucchielli, pri-ma ha detto “trasferiamo i rifiuti”. A Barchiesistono delle dichiarazioni del sindaco chedice “noi non li vogliamo”. C’erano anche leelezioni, a Barchi. A Ca’ Lucio non si fa alcunriferimento, perché in una dichiarazione suc-cessiva il presidente Ucchielli parla delconferimento a Monte Schiantello. Ecco comenasce l’equivoco del suo interessamento che ionon posso attestare in nessun modo, che peròcito per la cronaca.

La Codas dichiara: “Occorre un inter-vento urgente ed immediato per rimuovere irifiuti presenti visibili icto oculi e quelli chepotrebbero essere non visibili in quanto celati.Rammentiamo che non è possibile ex lege,trasferire in discariche individuate dalle stesse

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autorità, i rifiuti oggi presenti presso l’impiantoAgroter, senza prima avere identificato la natu-ra ed il codice dei rifiuti ivi presenti”.

Sulle analisi ho già detto.

PRESIDENTE. Prof. Calzini, la prego diconcludere.

AUGUSTO CALZINI. Sì, ma io ho il tortodi essere interrogante, Presidente. La presiden-te Topi ha ringraziato me, ma doveva ringrazia-re lei.

PRESIDENTE. Lei ha preso quasi tantotempo quanto quello della presidente Topi. Laprego comunque di concludere.

AUGUSTO CALZINI. Non c’erano, secon-do me, le premesse per il trasferimento fatto, fral’altro, nottetempo, all’improvviso, celermen-te, velocemente. L’informazione è venuta dopo,presidente. Lei l’ha fatta, ma le cose erano giàavvenute.

Non voglio mettere in croce nessuno,perché tra l’altro so che lei a Ca’ Lucio nonc’entra niente, però siccome l’ho scritto, unacosa gliela devo dire. Ca’ Lucio non era unepisodio atmosferico e questo mi preoccupa,perché è cambiato il direttore, ma intanto l’altrodirettore... Lei dice “Il Ministero si rivolge aldirettore, la Comunità montana non c’entra”.D’accordo, ma dov’erano il presidente di primae gli altri della Comunità montana quandosuccedeva quel “disastro” lì, non per un giorno,per 6-7 anni? Dov’erano quelli? Moralmentesono colpevoli.

Lei ha ragione quando si difende pubbli-camente e dice “io non c’entro”, oppure “laComunità montana non c’entra”, però il rim-provero che ho voluto farle è questo: chi sipreoccupa di quello che ha avuto il pozzoinquinato con dell’acqua rossa proveniente daCa’ Lucio? Chi si preoccupa del cittadino cheha davanti casa l’inquinamento? Questi sonofatti gravi. Qui veramente non siamo in climaelettorale, siamo in un clima completamentepacifico. Dobbiamo noi, come enti pubblici, sìo non preoccuparci anche della qualità dellavita dei cittadini che poi osanniamo sempre,ogni giorno?

Quindi cogliete, in questo mio interessa-mento, la pignoleria, se volete, di uno che va afondo sulle questioni, di uno che non vuolemartirizzare nessun altro, che però non vedechiaro. Io sono sicuro che dentro di voi neppureuno potrà disquisire giuridicamente, trovaretutte le assoluzioni sotto il profilo giuridico, macredo che tutti, compreso me che dovevo infor-marmi di più, abbiamo in qualche modo contri-buito a che si formasse una cosa di questo tipoche è scandalosa, no solo lì ma a Montecalvo lostesso. E’ la gestione. Perché? Qui do un giudi-zio politico. A me balena nella testa che, al di làdell’interesse effettivo pubblico del cittadinoche paga quando viene chiamato alle tariffe,credo che il cittadino stesso a un certo momentoabbia diritto a qualche cosa di più e che ilsistema politico e partitico deve smetterla dialimentare se stesso in atmosfera aerea, che ècompletamente distaccata dalla realtà e dall’in-teresse dei cittadini.

PRESIDENTE. Ringraziamo il prof.Calzini. Do la parola al dott. Mariani dell’Arpamper gli opportuni chiarimenti.

MASSIMO MARIANI, Arpam. Ho ascol-tato e ho cercato di prendere nota delle nume-rose questioni sollevate dal dott. Calzini. Sonotante veramente, per cui spero di non scordarmialmeno quelle importanti.

Vorrei fare una piccola premessa. Io sonodieci anni che lavoro prima al multizonale dellaUsl di Pesaro, poi diventato dipartimento pro-vinciale Arpam, quindi le vicissitudinidell’Agroter penso di poterle conoscere abba-stanza bene, non foss’altro perché — per ri-spondere ad alcuni critici che ci avevano accu-sato di non controllarla — credo che sia statauna delle aziende che abbiamo visitato un nu-mero veramente enorme di volte. Se tutte lealtre ditte le avessimo visitate la metàdell’agroter, probabilmente qui funzionerebbetutto come un orologio. Questo per risponderealla domanda se conosciamo la situazione.

Questa ditta, come è stato fatto osservare,non si è sempre comprata bene e quindi èandato tutto benissimo, tanto è vero che il prof.Calzini ricordava che ha avuto delle condanneper degli episodi verificatisi in anni abbastanza

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lontani, che hanno portato anche a episodiquale quello di Luca Scarpetti con tanto diminacce ricevute ecc. Quindi la storia è lunga ecomplessa. Questo ci serve per capire chi ab-biamo davanti, ma non ci serve a comprenderela situazione di oggi.

Parto dalla fine per poi arrivare alle coseimportanti. Sul discorso che è stato fatto tuttocelermente si potrebbe anche discutere, perchéil problema dell’Agroter sorge nel momento incui — 24 novembre 2003 — questa ditta vienesequestrata per prima dalla procura di Napoli.La ditta da quel momento chiuse, nel senso cheè sotto sequestro, poi per una serie di situazioniva al fallimento qualche mese dopo. I problemiambientali sorgono nel momento in cui la dittaviene chiusa, perché questa grande massa dirifiuti lasciata quasi senza presidio — non es-sendoci maestranze, non essendoci persone chepotevano sorvegliare — ha fatto sorgere grandiproblemi, quali incendi, percolato che dovevaessere raccolto. I problemi grossi sono statiquesti, dal novembre 2003.

Questa situazione, prima si è cercato difarla risolvere alla ditta finché era in piedi, poinel momento in cui è fallita si è giustamentedetto che c’era il subentro da parte dell’entepubblico, ma l’ente pubblico nello specifico èun Comune di 4.000 abitanti, il quale non avevae non avrà mai le risorse per fronteggiare unacosa di questo genere. Quindi si è arrivatisoltanto nel febbraio di quest’anno a questaordinanza da parte della Provincia ma era unacosa in cantiere da molto tempo e se c’è unrimprovero da fare è che siamo arrivati tardi,perché il Comune di Mondavo ha speso cifrefolli per un Comune di questa grandezza, soloper depurare il percolato che raccoglieva, evi-tando che finisse dentro un fosso per poi finiredentro il Cesano.

Noi, tanto per farlo sapere a chi non lo sa— io, il sindaco di Mondavio, a volte funziona-ri della Provincia come il dott. Baronciani —siamo stati due volte in una settimana a Roma,chiamati dalla presidenza del Consiglio deiministri, dipartimento delle politiche comuni-tarie, dove ci hanno sollecitato vivamente arisolvere questa questione. Quindi era un pro-blema che ci è stato chiesto di risolvere a livellodi presidenza del Consiglio dei ministri. Non è

stata un’iniziativa sorta così, da parte di qualcu-no che non aveva niente da fare, era ed è unproblema grave che doveva essere risolto.

Questi famosi rifiuti dentro l’Agroter,vengono da tutta Italia, sono pericolosi, c’èl’amianto, ci sono gli pneumatici? Chi ha dettoche c’è l’amianto chi ha detto che ci sonogomme, pneumatici, mi piacerebbe sapere dovel’ha visto e dove l’ha trovato, perché io sonodieci anni che vado in questa ditta e non li homai visti. Se qualcuno dice queste cose sarebbebene che lo provasse, perché non ci sono docu-menti che dimostrano questo, non ci sono evi-denze né mie né di quelli che ci sono stati suquesto impianti. (Interruzione). Lei cita deidocumenti che io ho sentito citare altre volte,però bisogna dire, alla fine, che qualcuno sisbaglia, perché io che ci vado grosso modo duevolte al mese, a volte con frequenze anchemaggiori, queste cose non le ho mai viste.

Alla ispezione con i tecnici del Ministeroero presente, un’altra volta, anch’io. Quando èsuccesso questo fatto dell’inquinamento delpozzo dentro l’Agroter — parliamo del 2004,quindi ad impianto già chiuso e sequestrato —è stato chiamato anche il Ministero dell’am-biente, anche perché si sono percorse tutta unaserie di strade, tra cui anche quella di poterchiedere, eventualmente, dei fondi per risolve-re la questione.

Il Ministero ha potuto vedere una serie dicose nel fare questa ispezione. Nel fare unatrincea che serviva per drenare del percolatoche era effettivamente entrato in questo pozzo,si sono viste delle macerie e allora, nella rela-zione del Ministero lei trova scritto che quandosi andrà a caratterizzare questo sito si dovràcercare anche l’amianto, ma l’amianto, ragio-nevolmente, lo andremo a cercare dove è pos-sibile che ci sia, non certamente in mezzo a deirifiuti urbani, perché, a meno che uno l’abbiasminuzzato finemente e l’abbia reso introvabile,non lo si vede. Mentre ci può anche stare chequalcuno l’abbia messo in mezzo a una materiaedile, volutamente o inavvertitamente. Questaè la ratio dell’amianto.

Conoscendo anche i colleghi del Mini-stero dell’ambiente, loro, per stare sul sicuro,chiedono di determinare questi inquinanti unpo’ ovunque, anche dove non sempre è ragio-

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nevole che li si trovi, ma questo problema verràsicuramente affrontato e risolto, e rispondo allaprima domanda che lei ha posto con forzariguardante il piano di caratterizzazione di que-sto sito. Lei saprà che quando c’è un sito con-taminato, il piano lo deve presentare e deve farela caratterizzazione la ditta che in qualche modoha provocato l’inconveniente. Qui siamo in unasituazione di ditta fallita, abbiamo un curatorefallimentare, una simpatica persona, che quan-do gli abbiamo chiesto dei soldi si è quasimesso a ridere e ci ha detto che lui soldi non nedà a nessuno, ma se mai ci iscrive nel passivo,quindi spendiamo pure dei soldi, poi lirecupereremo, forse e quando.

Il piano di caratterizzazione lo sta facen-do il Comune di Mondavo, sostituendosi alladitta fallita e pagando il Comune di Mondavioil tecnico che segue la caratterizzazione e isondaggisti che fanno i sondaggi. Le analisi lefa l’Arpam, non come ente di controllo masostituendosi in toto alla parte privata che nonc’è. Quindi noi abbiamo iniziato a fare i son-daggi sulla parte esterna, attendendo si sgom-berare i rifiuti, perché poi passeremo a fare lacaratterizzazione anche sulla parte interna.

Questo è il quadro e ci vuole un po’ ditempo per arrivare in fondo, ma arriveremoanche a caratterizzare questo sito mirando an-che agli inquinanti che ci ha detto il Ministeroe a quelli che è lecito aspettarsi in questesituazioni.

Quindi lo stato della bonifica del sito èquesto, però tutti abbiamo convenuto — laRegione in primis e poi tutti gli altri enti inter-venuti — che è prioritario sgombrare il sito diMondavo dai rifiuti, altrimenti rischiamo difare il sondaggio su una platea di cemento conalle spalle una montagna di rifiuti, per poiscoprire che sono quelli che inquinano ilsottosuolo. Credo che tecnicamente sarebbeassolutamente una follia.

Tra l’altro eravamo stati sollecitati a que-sto da una signora consigliere regionale dellaprecedente legislatura, ma noi abbiamo potutodare inizio legittimamente alle operazioni del471 solo nel momento in cui si è verificato ilprimo caso di inquinamento conclamato, che èstato quello di questo pozzo. Aggiungo, percompletezza, che questo pozzo molto probabil-

mente si è inquinato perché i cumuli dei rifiutiche stazionavano dentro l’Agroter sono statimovimentati moltissime volte a causa degliincendi e a forza di muoverli i vigili del fuocohanno badato più a spegnere l’incendio che apreoccuparsi che questi fossero messi corretta-mente, per cui questi rifiuti addossati ai newjersey che li contenevano, hanno fatto in modoche il percolato dei rifiuti stessi finisse al-l’esterno. Questo ha provocato l’inquinamentodel pozzo che, per quello che abbiamo visto, èpraticamente rientrato. Quindi le opere di mes-sa in sicurezza d’emergenza, quelle che si fan-no immediatamente per stoppare la contamina-zione, sono state efficaci e una volta che questirifiuti sono stati messi in modo migliore, nonc’è stato più il problema.

Tra l’altro, adesso che sono stati portativia il problema non ci sarà più, perché non c’èpiù percolato che proviene da un cumulo e cheè stato spostato in un posto sicuro.

La caratterizzazione del sito è un eventoindipendente, perché intanto occorre sapere seè contaminato, poi occorre sapere quanto ècontaminato, poi bisognerà disinquinarlo. Ilfatto che ci siano sopra dei rifiuti è un eventoindipendente che c’entra e non c’entra. Certoche se il sito è contaminato si è contaminato percolpa dei rifiuti, ma se li portiamo via intantoabbiamo fatto un’operazione che evita il pro-trarsi della contaminazione. (Interruzione delconsigliere Calzini). Infatti, quando si è verifi-cato l’inquinamento del pozzo, più parametriche abbiamo riscontrato nell’acqua del pozzo,hanno fatto scattare le procedure del decreto,cosa che prima non si sarebbe potuto fare,nonostante che qualcuno ce lo chiedeva insi-stentemente.

Questo però non è ancora sufficiente,perché nel momento in cui noi operiamo unacaratterizzazione, potremmo anche scoprire chec’è stata una contaminazione assolutamentesuperficiale da percolato che, con gli interventidi messa in sicurezza ed emergenza è rientratae potremmo, per assurdo, scoprire che lì èimproprio parlare del sito contaminato ma c’èstato solo un episodio che poi è rientrato. Quin-di in questo momento non sappiamo come èmesso il sito di Mondavio, stiamo investigan-do. (Interruzione). Se lei prende il rifiuto più

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urbano che ci sia, come il sacchettino con lebucce della mela e lo tiene lì per sei mesi,produce un percolato che ha un carico organicoelevatissimo, ha ammoniaca, tirerà via qualchemetallo sicuramente, quindi è evidente che unpercolato di rifiuti, qualunque essi siano, siamateriale inquinante. Questo non depone sullanatura dei rifiuti più di altre informazioni.

Sulla polizza fideiussoria la Regione statentando l’escussione della polizza. Come leibene immaginerà, quando andiamo a chiedere400.000 euro a un’assicurazione non è chequesti ce li danno immediatamente. So che cisono state delle richieste ben precise, però nonso a che stadio è l’escussione di questa polizza,perché bisogna vedere quali rischi, che si sonoverificati, la polizza stessa copriva.

Lei ha chiesto se sono state cercate alcu-ne sostanze tipo i clorurati. L’abbiamo fattocammin facendo e non li abbiamo trovati, ma èstato più uno scrupolo che non una reale neces-sità.

Lei ha detto anche “risulta che qui sonoarrivati rifiuti da tutta Italia”. Questo è vero.Dai documenti che abbiamo noi, dalle schedetecniche dei rifiuti che l’Agroter era obbligataa mandarci durante gli anni, risulta che l’Agrotereffettivamente li ha presi da tutta Italia, peròdalle schede tecniche risulta che questi rifiutisono in grandissima parte frazioni vagliate dirifiuti urbani o rifiuti che in qualche modoall’urbano assomigliano: lo sfalcio, la potatura,scarti di semi scarti di fibre tessili ecc. (Interru-zione).

PRESIDENTE. Vi prego di evitare ildialogo. (Interruzione). A tutti interessa chiari-re. Io ho creduto di fare cosa opportuna nelconvocare la Comunità montana per risponde-re alla sua interrogazione. Se vogliamo fare unaseduta monotematica su questo problema lafaremo. Evitiamo allora gli altri punti all’ordi-ne del giorno. Io non credo che dobbiamo starequi, questa sera, a parlare tutta la seratadell’Agroter, perché non era questo il program-ma del Consiglio comunale di questa sera.

MASSIMO MARIANI, Arpam. Penso diavere terminato, perché credo di avere risposto

a una gran parte delle domande poste dal dott.Calzini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi, limitatamente a cinque minuti, comeabbiamo stabilito nella Conferenza deicapigruppo.

(Entrano i consiglieri Chiarini e Ubaldi:presenti n. 21)

LUCIA CIAMPI. Non sarei intervenuta,presidente Topi, perché come diceva poco fa,l’argomento è così importante che non mi sem-bra una strumentalizzazione politica, né condi-vido gli interventi degli altri consiglieri, perchésembra quasi che chi decide sopra di noi fasempre bene e quindi possiamo andare avanti.

Credo che tante cose si fanno anche inbuona fede, perché io non sono un’espertacome il prof. Calzini, ma siccome credo nellabuona fede e nella conoscenza del prof. Calzini,ma credo anche nella buona fede e nella profes-sionalità dei tecnici, ritengo che sia molto im-portante chiarirsi, perché non può essere che laverità sta sempre tutta da una parte.

Ho dedotto che c’è stata, da parte nondico dei tecnici ma degli organi che hanno datogli incarichi ai tecnici, un po’ di superficialità,perché, almeno da quanto ho sentito, non siamoproprio sicuri che questi rifiuti siano terriccio ebasta. Però sono sempre pronta a rivedere lemie convinzioni.

Lei, presidente Topi, dice che è unastrumentalizzazione politica, quindi le chiedo:per evitare questa strumentalizzazione politica,lei pensa di avere fatto tutto? Ad esempio,l’informazione è stata corretta? Lei ha informa-to il Consiglio comunitario? Ha informato isindaci? Perché i sindaci non hanno informatoi Consigli comunali in modo che la discussionesarebbe stata preventiva e avremmo evitatopolemiche inutili? Ecco perché rispondo aglialtri consiglieri che dicono “bravo presidente”,perché noi adesso ci ritroviamo a discutere diqualcosa di importante che di fatto è già avve-nuto e su cui non possiamo neanche dare qual-che consiglio, fare qualche richiesta. Già questiConsigli comunali sono perfettamente inutili,ma in questo modo diventano ancora più inutili,

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viene la voglia di dire “facciamo le elezioni, poili chiudiamo”. Quindi ripeto la domanda: incoscienza, lei pensa di avere fatto di tutto perevitare che la discussione fosse una deduzioneed invece non un’analisi preventiva? E’ questoche vorrei chiedere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ceccarini.

LORENZO CECCARINI. Nel ringraziaresia il presidente della Comunità montana che itecnici che sono intervenuti in questa seduta,vorrei ringraziare anche il consigliere Calziniper la specificità e la grande competenza che hadimostrato in materia, anche in altri momenti,quando ha fatto la pubblicazione del suo libroche ho attentamente letto.

Non si sta contestando il fatto che questacosa venga discussa, però per quanto riguardatante cose specifiche, penso che chi ha deidubbi in merito, faccia bene a contattare diret-tamente l’ufficio o l’ente di riferimento, perchési arriva a un certo punto in cui si perde il filodella situazione, poi si fa fatica a seguire tutto.

Però io vorrei dare un giudizio politicoalla cosa, non per spartire le acque, ma secondome in questa situazione si evince una cosa che,vista a livello provinciale, mi dà una sensazionemolto particolare. Anch’io faccio una doman-da in coscienza e chiedo: perché Ca’ Lucio hacreato tutta questa discussione e MonteSchiantello no? Voglio capire. Io parto da unastrumentalizzazione politica, che qui ci sta tuttaed è la conferma di un discorso giustissimo nelmerito, però politicamente un po’ viziato, se-condo me. Dite di no? Allora perché la discari-ca di Monte Schiantello che si trova in uncomune che ha una certa colorazione politicanon ha destato alcuna sobillazione? Non sitratta di fare o non fare, ma qui si mette indiscussione in maniera preventiva l’operato dipersone che hanno dato dei pareri, si va acontrastare delle situazioni nelle quali ci sonostate delle certificazioni da parte di tecnici, perun vizio di partenza su quale possiamo discute-re ma mi sembra che sia abbastanza chiara lacosa. Allora siamo seri e coscienti fino in fon-do, diamo il giusto peso alle cose, se non ci sonopreconcetti o modi di vedere questa cosa in

maniera politica andiamo in fondo alla situa-zione, però negli ambiti e nei momenti giusti.

Il Consiglio comunale deve capire qualisono i problemi, dove stanno le responsabilità,però deve saperlo in ambiti differenti, cioè inConsiglio provinciale, a questo punto si do-vrebbe fare un’interrogazione per capire tuttele cose, perché è un problema che riguarda laprovincia, che riguarda tutti quanti.

Nel merito della questione è stato impor-tante capire alcuni aspetti in più su questaquestione, perché è giusto che siano fatte lecose in regola, con tutti i crismi e i criteri chedevono garantire l’incolumità e soprattutto labontà dell’azione che si fa, ma fondamental-mente penso che questa discussione così ani-mata, così tanto girata e rigirata da tutte le partisia partita semplicemente da unastrumentalizzazione politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Marolda.

GERARDO MAROLDA. Volevo anzituttoringraziare il presidente della Comunità mon-tana per averci chiarito alcuni dubbi su questaquestione abbastanza delicata: quando si trattadi discariche non parlerei di strumentalizzazionepolitica ma ne va della salute delle persone,quindi la politica la lascerei da parte. Attenzio-ne, quindi, a parlare di queste cose.

In secondo luogo, in considerazione delfatto che Agroter ha avuto anche dei problemicon la giustizia, a me sembra giusto che si sianochiarite alcune cose e ringrazio anche i tecniciper la loro professionalità. Anche loro si assu-meranno le proprie responsabilità, in base alleanalisi che faranno su questi rifiuti... (fine na-stro)

...qui si tratta della salute dei cittadini edella qualità della vita e dell’ambiente, quindiio non parlerei né di sinistra né di destra. Iovoglio essere tranquillo che all’interno delladiscarica si trattino rifiuti che non siano tossicie che non vadano a incidere sulla salute deicittadini.

Mi è piaciuto l’ultimo cenno fatto sull’in-ceneritore. Mi auguro che questo serva da le-zione, più che altro per aprire una discussioneabbastanza ampia, anche a livello provinciale,

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in quanto quello dell’inceneritore è un discorsoche ho già sentito da diverso tempo, quindi nonvorrei che poi ci si ritrovasse a discutere su unacosa già fatta. Chiedo se c’è la possibilità,prima che si faccia una cosa del genere, che siverifichi se si è d’accordo o meno con la Pro-vincia, la Regione e chi di competenza.

Concludo chiedendo alcune delucidazionial di fuori della questione tecnico-scientificaambientale, sull’indennizzo che spetta al Co-mune di Urbino per la presenza della discarica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Calzini.

AUGUSTO CALZINI. Una doverosa rispo-sta al consigliere Ceccarini.

Io non ho partecipato affatto alla campa-gna elettorale, non sono minimamente interes-sato, anzi ringrazio che le cose sono andatecome sono andate. Quindi il suo dubbio distrumentalizzazione politica, almeno per quel-lo che mi riguarda è completamente fuori luo-go. Lo preciso perché mi sono estraniato com-pletamente, quindi è semplicemente un amoree una difesa del cittadino, in buona fede.

D’altra parte la caratterizzazione dovevaessere stata fatta già da un pezzo, loro stannocorrendo ai ripari, lo apprezzo e comunicoufficialmente che se le cose vanno in un certomodo bene, altrimenti ci costituiamo con qual-che associazione parte civile, perché vogliamosapere esattamente tutto quello che verrà svoltoall’interno del tribunale.

La faccenda è molto più pesante di quelloche non si ritenga. Ringrazio tutti, devo dire chela presidente è stata garbata. Io sono soddisfattosotto il profilo del rendimento della seduta eringrazio anche il Presidente del Consiglio.Sono invece un po’ deluso sulla conclusione, inquanto per me il discorso è ancora aperto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ceccarini per una brevissima replica.

LORENZO CECCARINI. Per par condicio,in maniera molto breve. Forse non mi sonospiegato bene, ma penso di essere stato chiaro.Ho ringraziato il prof. Calzini per la discussio-ne che è venuta avanti, ho detto che inizialmen-

te è stata viziata da un qualche cosa del genere,poi nel merito della discussione penso chefaccia bene a tutti avere coscienza delle coseche riguardano la salute dei cittadini che, comediceva il consigliere Marolda, è la cosa prima-ria che deve essere tutelata, quindi è interesse dichi governa questa città, il territorio, la Provin-cia, fare in modo che certe cose avvengano nelmigliore dei modi. Quindi non volevo assoluta-mente mettere in discussione la sua disaminasulla situazione, consigliere Calzini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bartolucci.

RANIERO BARTOLUCCI. Anch’io vo-glio ringraziare il presidente della Comunitàmontana e i tecnici che sono intervenuti inConsiglio comunale. Questa materia la cono-sco poco, però ho seguito le polemiche sullastampa e purtroppo nessuno vuole discarichema i rifiuti li facciamo tutti, ma penso che laProvincia di Pesaro e Urbino sia tra le più inregola con queste discariche. C’è la polemica diMontecalvo, c’è la polemica di Ca’ Lucio,purtroppo i rifiuti li facciamo.

Bisogna incentivare la raccolta differen-ziata, informare meglio i cittadini, creare isoleecologiche più efficienti, perché i rifiuti au-mentano ogni anno. E’ vero che dove c’è ladiscarica esce liquame inquinante ma purtrop-po la situazione è questa in tutta Italia, non c’èné centro-destra né centro-destra, le discarichesono di tutti, quindi dobbiamo collaborare tutti.Però è importante incentivare molto la raccoltadifferenziata, perché in questo caso ritornereb-bero degli utili e nelle discariche andrebbemeno materiale inquinante.

PRESIDENTE. Ha la parola la prof.ssaTopi.

MARINELLA TOPI, Presidente della Co-munità montana dell’Alto e Medio Metauro.Rispondo cominciando dal consigliere Marolda,nel senso che l’indennizzo che la Comunitàmontana dovrebbe, riguarda sia il Comune diUrbino che il Comune di Fermignano, perchéva dato non al Comune in cui risiede la discari-ca ma ai Comuni ai quali la discarica produce

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problemi. Attualmente la Comunità montanariconosce un indennizzo al Comune di Urbinodi pochissima entità, circa 7.000 euro, ma l’in-dennizzo che dovremmo dare dovrebbe esseremolto più alto. Non siamo in grado, purtroppo,di corrisponderlo per le ragioni che dicevoprima.

Non dispero che, sistemando tutto quelloche c’è da sistemare in discarica e realizzandoil piano di adeguamento, si arrivi, in un temporagionevolmente breve, anche a corrisponderea questa richiesta che giustamente il Comune diUrbino e il Comune di Fermignano ci fanno.

Per quanto riguarda l’inceneritore, riba-disco un concetto e mi rivolgo a tutti voi per direche la discussione sulle discariche deve essereserena, pacata, non oggetto di dibattito politiconel senso di partito, perché penso che sia inte-resse di tutti che le discariche rimangano. Miriferisco al fatto che nelle Marche si dimostrache il sistema di raccolta che noi abbiamocreato, che si fonda quasi esclusivamente sullediscariche, è, rispetto a tutti gli altri sistemi inItalia il più economico. E’ vero però che ladiscarica, indipendentemente da chi la gestisceè un impianto delicato, perché il percolato chesi produce — è la stessa cosa per la discarica diCa’ Lucio, come per quella di MonteSchiantello, come per quella di Pesaro, dellaSis — comunque è inquinante e le discarichedevono essere sempre di più gestite con criteridi alta scientificità e di grande professionalità.Purtroppo, per come siamo partiti nella nostraprovincia, ma in generale nella nostra regione,non c’era questa consapevolezza. Ricorderà ilconsigliere Calzini che 15 anni fa, prima che siaprisse la discarica di Ca’ Lucio noi avevamodiscariche in ogni comune, messe in luoghiimpossibili e gestite “a casaccio”. Non c’eraquesta consapevolezza. Oggi, grazie alle nuoveprofessionalità di carattere chimico e ambien-tale, grazie anche a una aumentata disponibilitàe sensibilità degli amministratori, cominciamoa capire che la discarica deve essere gestita intermini molto diversi. Ciò non toglie che lediscariche siano problematiche e quindi al mi-nor costo corrisponde maggiore problematicità,e siano impianti che devono essere gestiti congrande cautela, per cui dico subito al consiglie-re Calzini che a tale proposito non darei la

sentenza su quello che è successo relativamen-te alla discarica di Ca’ Lucio, perché ritengoche le sentenze debbano essere date dai tribuna-li. Noi aspettiamo serenamente che il processosi volga, vedremo cosa dirà il tribunale diUrbino a proposito dei fatti a cui lei si riferivae che riguardano, comunque, il passato.

Se questo è, l’interesse di tutti gli ammi-nistratori deve essere quello di fare in modo cheanzitutto si gestiscano nel migliore dei modi lediscariche, poi, come diceva il consigliereBartolucci, cosa che condivido perfettamente,si arrivi a un tasso di raccolta differenziatamolto superiore al 35% che prevede il “Ronchi”,perché questo è l’obiettivo che noi dobbiamopercorrere. In questo senso la Comunità monta-na si sta impegnando, però bisogna che noiimpegniamo le società di servizio, quindiMegas, Aspes, tutti quelli che per conto deiComuni stanno gestendo le raccolte dei rifiuti equindi anche le raccolte differenziate. Quindi,aumenti la raccolta differenziata.

Se alla fine di questo percorso dovessimopensare anche a un incenerimento dei rifiuti,per una parte molto limitata, dobbiamo pensar-lo, primo avendo a cuore il fatto che l’impiantodi incenerimento deve dare tranquillità e garan-zia a tutti, e ancora non mi sembra che dal puntodi vista scientifico si sia arrivati a dire unaparola finale sul non inquinamento da partedegli inceneritori, inoltre si apra un dibattito —noi l’abbiamo chiesto, anche alla Provincia —non strumentalizzante ma sereno, sulle cosemigliori da farsi. In questo senso accolgo quel-lo che diceva il consigliere Marolda.

Circa l’informazione di cui parlava lasignora Ciampi, per quanto mi riguarda, in tuttacoscienza devo dirle che penso che la Comuni-tà montana non abbia mai informato come inquesto caso, perché le informazioni sono statedate ai sindaci, alle maggioranze e alle mino-ranze, ai giornali in continuazione, abbiamofatto i volantini per tutte le case, cosa che nonè mai accaduta. Abbiamo cercato di dare tuttele informazioni possibili. Certo è che rispettoall’informazione bisogna che ci sial’interlocutore non solo in grado di recepirla,ma che sia sgombro da pregiudizi, perché sediamo le informazioni e poi l’interlocutorericomincia a discutere come se le informazioni

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non le avesse ricevute, come è capitato a me,ma come è capitato a noi in Urbania — perchénoi siamo andati lì a illustrare la situazione ealla fine degli interventi politici e tecnici si èricominciato con il foglietto scritto prima diavere le informazioni, come se non si fossedetto assolutamente niente — è chiaro che ècome se uno parlasse al vento. Così non èneanche possibile che si crei quel minimo dirapporto — non solo la conoscenza — checonsente una discussione serena.

L’informazione penso di averla data, senon fosse sufficiente mi metto a disposizione,dico ai consiglieri del Comune di Urbino che laComunità montana è sempre aperta, tutti i tec-nici sono a disposizione e potete venire inqualunque momento, sia a visitare la discaricasia a vedere quello che stiamo facendo. Più dicosì non saprei cosa dirvi. Se non basta, ditemivoi quali sono le strade da percorrere perchél’informazione sia la più approfondita e la piùcorretta possibile.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidentedella Comunità montana prof.ssa MarinellaTopi, i tecnici presenti per avere pazientato.

Ha la parola l’assessore Serafini per unaprecisazione.

ALCEO SERAFINI. Solo una precisazio-ne. Il consigliere Marolda ha citato un argo-mento che fa capo al mio assessorato e per ilquale noi abbiamo più volte avanzato richiestaesplicita. Quello non tanto del risarcimento deidanni, ma dell’indennizzo per la sede del sitodella discarica. Siccome il presidente dellaComunità montana tende sempre a dare questariposta, che secondo me non è corretta, volevosoltanto rimarcare che un conto è il risarcimen-to del danno in occasione di un evento partico-lare, un conto è ciò che è scritto nella legge, laquale prevede, per coloro che ospitano il sitodella discarica, un indennizzo. Uno è ripetibilenegli anni, l’altro invece deve essere accertatoe legato ad un effettivo danno ricevuto.

Volevo quindi precisare che non è sullostesso piano avere avuto un danno che deveessere accertato e il fatto che la legge prevedeche coloro che ospitano il sito della discaricadevono avere l’indennizzo. Dopodiché faccio

presente che sono svariati anni che noi chiedia-mo l’adeguamento e che non c’è mai stato.

PRESIDENTE. Questo verrà chiarito at-traverso un quesito che verrà inoltrato allaComunità montana.

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Chiedo ai signori consi-glieri di poter anticipare, su richiesta dell’as-sessore Serafini, il punto 9, perché per motivi difamiglia si deve assentare quanto prima.

Se non ci sono obiezioni, anticipiamo ilpunto 9.

(Così rimane stabilito)

Ratifica deliberazione G.M. n. 50dell’8.3.2006: “Variazione al bilancioe Peg esercizio finanziario 2006”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 9: Ratifica deliberazione G.M. n. 50dell’8.3.2006: “Variazione al bilancio e Pegesercizio finanziario 2006”.

Ha la parola l’assessore Serafini.

ALCEO SERAFINI. Ringrazio il Presi-dente e il Consiglio per l’anticipazione.

La Giunta municipale, con atto n. 50dell’8 marzo 2006 ha variato il bilancio diprevisione adottando la procedura d’urgenzaprevista dall’art. 42 del D. Lgs. 267/2000. Si èadottata la procedura d’urgenza in quanto peralcune variazioni non era possibile attendere laconvocazione del nuovo Consiglio comunale.

Andando nello specifico della variazioneche potete trovare nell’allegato che avete adisposizione, al punto 1 si dice “A causa delcollocamento a riposo di una cuoca pressol’asilo nido Neruda si è reso necessario spostaredelle risorse dal capitolo del personale a tempoindeterminato al capitolo del personale a tempo

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determinato. Quindi ciò che vedevate comeoneri ed impegno per il personale a tempoindeterminato va a finire per il personale atempo determinato.

Al punto 2 viene creata un’azione perl’ampliamento del cimitero di San Bernardino,blocco a monte dell’ossario, per euro 68.000finanziata con il canone di manutenzione stra-ordinaria richiesto ai proprietari dei loculi, perpari importo. C’erano dei vecchi loculi chebisogna mettere a posto, è stato chiesto uncontributo da parte dei proprietari e questo creauna variazione.

Al punto 3 viene iscritta nella parte spesae nella parte entrate la somma di euro 8.280,389quale contributo della Provincia per l’acquistodi materiale per il risparmio idrico negli edificipubblici.

Al punto 4 la Regione ha assegnato alComune di Urbino il contributo relativo allalegge 18/96, “Assistenza domiciliare indirettaal disabile in situazione di particolare gravità”,per euro 17.764,23. Si è effettuata la variazionedi bilancio nella parte spese e nella parte entra-te, al fine di provvedere alla ripartizione delcontributo tra gli aventi diritti.

Al punto 5, all’interno della funzionedella cultura si è reso necessario spostare lasomma di euro 20.500 dall’intervento 3, “pre-stazioni di servizio”, all’intervento 5 “contri-buti”.

Si è incrementata infine di euro 18.560l’azione 2163 relativa all’affidamento forniturapersonale ufficio turismo, con conseguente ri-duzione di pari importo, di alcune azioni rela-tive alla spesa per il personale a tempo determi-nato e indeterminato.

Questo è il sunto della variazione di bi-lancio che è stata approvata dalla Giunta comu-nale e ne chiedo la ratifica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Non volevo fare questoConsiglio, ma ormai che è fatto, si faccia. Speroche sia l’ultima volta che si fa un Consiglionella settimana santa.

Un’informazione sull’ultimo punto: “Af-fidamento fornitura personale ufficio turismo”.

Cosa si è determinato di nuovo? Qui si dice“spostamento”, ma vorrei che fosse data un’in-dicazione più chiara. Mi dispiace che l’assesso-re sia andato via, ma all’ufficio turismo è statodato un budget che viene modificato, cambiatocontinuamente. Secondo me ci vuole un po’ piùdi chiarezza, sembra quasi che vi siaestemporaneità nei comportamenti. Invece,proprio perché il turismo è un punto fondamen-tale per l’economia urbinate, avrebbe bisognodi un po’ più di chiarezza, di ordine, di una scalagià determinata. Invece continuamente assi-stiamo a queste modifiche. Sembra quasi chesia un’attività secondaria e non primaria. Quin-di qualche informazione in più.

ALCEO SERAFINI. ...significa che in quelservizio doveva essere attivato, probabilmente,un concorso per cui era stata fatta una previsio-ne di personale a tempo indeterminato, ciò nonsi è realizzato, si sono fatte delle scelte differen-ti, per ora si va avanti con personale a tempodeterminato e questo ha incrementato il capito-lo di 18.560 euro. Inoltre è stato incrementato ilcontributo per le manifestazioni culturali. Conqueste due voci si andavano a regolamentare,secondo me, gli oneri relativi al personale,quindi dal personale a tempo indeterminato sipassa al personale assunto tramite la Adecco.Oltre a questo è un capitolo che viene imple-mentato perché può dare anche incarichi ester-ni ad altre situazioni. Penso che sia questo.

PRESIDENTE. Nella Conferenza deicapigruppo ci è stato spiegato dalla dott.ssaValentini che una persona è andata in pensione,l’ente ha dovuto assumere a tempo determinatouna persona che la sostituisse, in attesa diprovvedere a un bando, un concorso per lasostituzione.

LUCIA CIAMPI. Cosa sono i 147.000euro?

ALCEO SERAFINI. Il risultato della va-riazione in più. Diventa la cifra che loro hannoa disposizione. C’è stato l’incremento. (Inter-ruzione). Quello è il totale, dopodiché ci sono levariazioni in positivo e le variazioni in negati-

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vo. E’ il totale delle variazioni in positivo datoda 94.044 euro.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri inter-venti, pongo in votazione il punto 9 dell’ordinedel giorno.

Il Consiglio approva con 17 voti favorevolie 4 contrari (Balduini, Repaci, Ciampi e

Calzini)

Approvazione verbali sedute precedenti

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 1: Approvazione verbali sedute prece-denti.

Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva all’unanimità

P.E.E.P. Schieti Zona C3 — Proroga terminiinizio procedure espropriative peracquisizione aree

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 2: P.E.E.P. Schieti Zona C3 — Prorogatermini inizio procedure espropriative peracquisizione aree.

Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Questacosa l’abbiamo sempre approvata all’unanimi-tà in Consiglio comunale. I termini si sonodilatati perché nella procedura di assegnazionei signori Ruggeri Gino, Michele e Matteo ave-vano fatto una richiesta di variante per miglio-rare l’edificazione del lotto. Mi sembra cheerano state apportate alcune modifiche alleentrate delle abitazioni. Questo ha fatto sì che sisono allungati i tempi, per cui per poter avviarela procedura di assegnazione dobbiamo allun-gare i tempi e prolungare per un anno, a decor-rere dal 29 aprile, i termini di inizio dellaprocedura espropriativa.

PRESIDENTE. Se non vi sono interven-ti, pongo in votazione il punto 2 dell’ordine delgiorno.

Il Consiglio approva all’unanimità

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Integrazione al regolamento per il tratta-mento dei dati sensibili e giudiziari delComune di Urbino

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 3: Integrazione al regolamento per iltrattamento dei dati sensibili e giudiziari delComune di Urbino.

Ha la parola il segretario.

Dott. MICHELE CANCELLIERI, Segre-tario generale. Il 29 dicembre, con delibera n.121 avete approvato il regolamento per il trat-tamento dei dati sensibili e giudiziari del Co-mune di Urbino. Era stato fatto in base a unregolamento tipo predisposto dall’Anci, sulquale il garante si era espresso in manierafavorevole.

Successivamente, in data 29.12, propriomentre voi approvavate, il garante ha emessoun altro parere in cui ha fatto una integrazioneal suo precedente parere, perché alcuni Comuniavevano segnalato che nello schema tipo predi-sposto dall’Anci, che il garante aveva dettoandare bene, mancavano alcune schede riferitead alcuni procedimenti, per cui ha fatto un altroparere ancora, dove ha approvato le ulteriorischede presentate dall’Anci.

Per quanto riguarda il nostro regolamen-to, mancherebbero tre schede che riguardano ilconferimento di onorificenze, ricompense, ri-lascio e revoca autorizzazioni, concessioni dipatrocini e patronati e premi di rappresentanza,adesione a comitati d’onore, cerimonie ed in-contri. Poi mancherebbe la scheda n. 40, attivi-tà ricreative e promozione della cultura e dello

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sport e la scheda n. 41, protezione civile.Questa sera avete quindi in approvazione

l’integrazione al regolamento che avete appro-vato già a fine anno con l’inserimento di altretre schede.

PRESIDENTE. Se non vi sono interven-ti, pongo in votazione il punto 3 dell’ordine delgiorno.

Il Consiglio approva all’unanimità

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Convenzione tra la Comunità montana Altoe Medio Metauro di Urbania e Comu-ne di Urbino per gestione canile Ca’Lucio

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 4: Convenzione tra la Comunità mon-tana Alto e Medio Metauro di Urbania e Comu-ne di Urbino per gestione canile Ca’ Lucio.

Ha la parola l’assessore Mechelli.

LINO MECHELLI. Ho partecipato all’in-contro con la Comunità montana circa due mesifa. Si tratta di rinnovare la convenzione e didelegare la Comunità montana alla gestione delcanile di Ca’ Lucio, sia per quanto riguarda lagestione del canile sanitario sia per quello diricovero.

Questa volta ci sono due tariffe: 1,80euro al giorno per quanto riguarda i cani pre-senti alla data del 31.12.2005 e 2,20 euro perquanto riguarda i cani successivi a quella data.Questo perché il canile scoppia e oltre un certonumero di cani non si possono ospitare, quindivengono dirottati su canili privati il cui ricove-ro costa di più. La questione del canile è moltocomplicata, nel senso che i cani sono sempre dipiù, quindi si è concertato in quella seduta difavorire il più possibile le adozioni. Questodarebbe la possibilità di ricorrere meno possi-

bile ai canili privati, sapendo che lì il giocodelle adozioni è molto ridotto, perché i proprie-tari dei canili privati hanno tutto l’interesse amantenerli a pensione gli animali. Nel frattem-po la Comunità montana cercherà di fare delleproposte per sviluppare e promuovere il piùpossibile le adozioni.

Posso quindi dire al Consiglio comunaledi avere limitato la convenzione al 31 dicembredi quest’anno, proprio per verificare le possibi-lità di migliorare il servizio, quindi dare svilup-po, promuovere le adozioni, con il venire menodelle esigenze di ricorrere ai canili privati.

La limitazione al 31 dicembre 2006 haquindi anche questa motivazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Premesso che non è indiscussione la struttura, perché un canile civuole, il canile, come la discarica, sorge suproprietà ex Irab destinata all’assistenza deglianziani e anche qui alcuni anni fa, in barba allenorme, è stata non venduta per poche migliaiadi lire, ma data in comodato gratuito. Nonriesco a capire perché questa generosità, quan-do il canile serve a tutto il comprensorio dellaComunità.

Circa le tariffe, mi pare che il contributodipende dal numero di abitanti, cioè più unComune ha abitanti e più paga e poteva ancheavere un significato. Ma quando mi ritrovo difronte ad una norma che dice si pagano 2,20euro per i cani appartenenti al proprio Comuneed accalappiati dopo il primo gennaio 2006,qualcuno mi spiega chi è arrivato a questadecisione? Se può avere una logica in base alnumero di abitanti, allora li portiamo tutti aFermignano, così pagano loro? Noi abbiamostudenti che purtroppo si tengono gli animaliper compagnia durante l’anno scolastico e quan-do vanno via li abbandonano. Noi li accalappia-mo e paghiamo? Le casse non sono tanto pieneda poter contribuire al canile di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessoreMechelli.

LINO MECHELLI. La tariffa non è in

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Comune di Urbino Atti consiliari

SEDUTA N. 25 DEL 12 APRILE 2006

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rapporto agli abitanti. Questa fu una proposta di4-5 anni fa all’apertura, poi fu superata, perchési parlava di 1,5 cani ogni mille abitanti, invecei risultati sono stati del tutto diversi. Quindi èdecaduto il riferimento agli abitanti e si è pas-sati al costo unitario per ciascun cane accalap-piato o rinvenuto nell’ambito del comune. Se ilcane viene accalappiato nel comune di Urbinoè a carico del comune di Urbino, quindi il costoè a carico del Comune dove viene accalappiatoil cane. La questione del terreno ex Irab è ormaiacqua passata, anche se lei l’ha sempre in menteper le ragioni che più volte ha sostenuto.

La proposta resta di 1,80 euro per i canipresenti alla data del 31.12.2005. Per gli altri ineccedenza, ospitati presso privati, il costo è di2,20 euro e la delibera propone la convenzionecon durata 31.12.2006. Nel frattempo vedremodi adottare delle iniziative per alleggerire ilcarico al canile.

PRESIDENTE. Pongo in votazione ilpunto 4 dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva con 17 voti favorevoli,1 contrario (Ciampi)

e 3 astenuti (Balduini, Repaci e Calzini)

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva con 17 voti favorevoli,1 contrario (Ciampi)

e 3 astenuti (Balduini, Repaci e Calzini)

Perimetrazione delle zone di recupero delcapoluogo e degli ambiti assoggettati apiano di recupero in applicazione degliarticoli 27 e 28 della Legge 457/1978

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 5: Perimetrazione delle zone di recuperodel capoluogo e degli ambiti assoggettati apiano di recupero in applicazione degli articoli27 e 28 della Legge 457/1978.

Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. E’ un pia-no molto importante e anche abbastanza com-plesso, finalizzato alla richiesta di contributiper la riqualificazione e valorizzazione sia delcentro storico che dell’immediata periferia ur-bana, quindi darei la parola all’ing. Giovanniniche ci spiega sia la parte normativa che le scelte.

PRESIDENTE. Ha la parola l’ing.Giovannini.

Ing. CARLO GIOVANNINI, Dirigenteurbanistica. Questa prima deliberazione riguar-da la delimitazione delle zone di recupero cosìcome sono definite dall’art. 27 della legge 457del 1978. Questo articolo 27 dice in sostanzache i Comuni, nell’ambito delle procedure diapprovazione del proprio strumento urbanisti-co devono individuare quelle zone che per lecondizioni di degrado hanno necessità di unrecupero del patrimonio edilizio ed urbanisticoesistente mediante interventi rivolti alla con-servazione, al risanamento, alla ricostruzione ealla migliore utilizzazione del patrimonio stes-so.

Se facciamo riferimento allo strumentourbanistico che abbiamo, cioè il piano regolatoregenerale adottato nel 1994, approvato in viadefinitiva nel 1997 e infine convalidato nel2000 da parte della Provincia di Pesaro e Urbino,per quanto riguarda questo specifico elementoche è la perimetrazione delle zone di recuperonon contiene precisazioni se non il rinvio che fain modo generale al precedente strumento ur-banistico, cioè alla “variante Benevolo” per ilcapoluogo, che perimetra come zona di recuperoil centro storico.

Come ho cercato di spiegare nella rela-zione non è che il piano regolatore vigente sidimentica del problema, anzi in numerosi ela-borati — e li ho anche elencati — affronta ilproblema di come riqualificare la recente espan-sione della città, però non affronta il tema dellezone di recupero, quindi conferma quellaperimetrazione che era stata fatta nel 1983 conl’arch. Leonardo Benevolo, per cui la zona direcupero è il centro storico.

In sostanza questa legge è stata applicataintendendo porre l’accento non solo e non tantosulla necessità di recupero ma sulle aree che

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sono maggiormente all’attenzione dell’Ammi-nistrazione comunale per interventi che vannoalla loro valorizzazione. L’esigenza di una nuo-va perimetrazione nasce dal fatto che l’appara-to normativo che oggi abbiamo per il centrostorico, se lo mettiamo insieme a tutta lavincolistica che è maturata anche recentemen-te, tutela e consente una buona gestione diquesto patrimonio, mentre invece è necessariomettere in atto quegli interventi, quelle scelteanche di gestione urbanistica del territorio checentrano la loro attenzione sulla città recente,quindi sulla nostra periferia, sui quartieri diPiansevero, Mazzaferro e, in una seconda bat-tuta, anche sui centri abitati delle frazioni.

Si tratta dunque di trovare dei criteri perdelimitare come zone di recupero anche dellearee che fanno parte della città nuova.

Quali criteri sono stati assunti? Non sipuò parlare di vero e proprio degrado edilizio.Sono sostanzialmente tre i casi che abbiamoindividuato in cui si può parlare di degradoedilizio e sono quelli della ex Fornace Volponi,quelli del Petriccio, in cui oggettivamente c’èun’edilizia degradata... (fine nastro)

...tanto è vero che le assoggetta allaristrutturazione urbanistica, cioè a delle normeche prevedono l’intera demolizione di tuttoquello che c’è e alla ricostruzione secondocriteri nuovi di un corretto e moderno insedia-mento urbanistico.

Da questo punto di vista abbiamoperimetrato queste are che forse sono le unichein cui si può parlare di degrado edilizio.

I criteri che abbiamo assunto per le altrezone fanno riferimento a una carenza di piani-ficazione con cui queste zone sono nate e che leassimila alle periferie di tutti i nostri centriabitati in Italia e all’incompletezza che spessoriscontriamo nella parte nuova della città intutte le opere di urbanizzazione di superficie,quindi una carenza di finiture, una carenza diprogettazione nel dettaglio dei percorsi pedo-nali, dell’arredo urbano, del verde attrezzato.

In base a questi criteri è stato elaborato unperimetro delle zone di recupero che compren-de, oltre alle tre aree di cui ho parlato prima —ex Fornace Volponi, Petriccio e ConsorzioAgrario — tutte le aree della prima espansionedi Urbino, quelle che sono nate in base al primo

piano regolatore come zona di completamento,quindi senza piano attuativo preventivo. Com-prende anche le prime aree per l’edilizia econo-mica e popolare come il Peep di Piansevero,che è nato sì in base a un piano attuativo, ma percome fu gestito fin dall’inizio, oggettivamenteha carenza di queste opere di arredo e di finitu-ra.

Comprende anche la zona di Casino Noci,che risponde a tutti e due questi criteri, quindicarenza di pianificazione, carenza di qualitànelle opere di urbanizzazione. Comprende an-che la zona per impianti sportivi di Mondolce eVarea. Un indicatore che è stato significativo inquesto caso, che ritroviamo poi nel punto cheriguarda il programma di intervento con trattidi quartiere 2 è la dotazione di marciapiediadeguati, privi di barriere architettoniche.

In base a queste considerazioni abbiamoperimetrato le zone di recupero.

La procedura da attivare qual è? Siccomequesta operazione va fatta nell’ambito dellostrumento urbanistico, è chiaro che facendooggi questa perimetrazione andiamo a modifi-care lo strumento urbanistico.

Quindi questa è una delibera di variantedello strumento urbanistico con cui si integra ladocumentazione che fa parte lo strumento ur-banistico. E’ però una variante che non incidesul dimensionamento, sull’apparato normativo,sulla dotazione di standard urbanistici. In so-stanza è una di quelle varianti che il Comunepuò approvare senza neppure chiedere il pareredella Provincia, in base all’art. 15 della leggeregionale 34. L’approva come se fosse un pianoparticolareggiato.

Questo è il contenuto della delibera chesottoponiamo all’approvazione. Il perimetrorosso rappresenta le zone di recupero che sonostate individuate nel capoluogo. Le parti inrosso sono le zone soggette a piani di recupero.All’interno delle zone di recupero è possibileindividuare delle aree in cui gli interventi edi-lizi sono subordinati alla redazione di un pianodi recupero. Quelle all’interno del centro stori-co sono già individuate dal piano regolatorevigente e sono delle zone per cui il pianoregolatore vigente offre dei progetti guida perredigere proprio il piano di recupero.

All’esterno del centro storico si sarebbe-

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ro potuto individuare benissimo le aree exFornace Volponi, ex Consorzio e Petriccio.Tenuto conto però che i piani particolareggiatidella Fornace Volponi e del Consorzio sono giàapprovati, in qualche modo saremmo andati adintralciare l’attuazione di queste iniziative, per-ché avrebbe significato che per poter interveni-re avremmo avuto bisogno di un altro piano, ilpiano di recupero.

La perimetrazione sul Petriccio, vistoche lì il piano particolareggiato deve essereancora fatto, è una perimetrazione che nonintralcia la redazione. In sostanza il piano direcupero è un piano particolareggiato, quindiquando si farà il piano particolareggiato delPetriccio gli si darà valore di piano di recupero.Ha, giuridicamente, lo stesso valore e gli stessielaborati. Quindi le aree campite in rosso sonole zone in cui l’intervento è subordinato a pianodi recupero.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Calzini.

AUGUSTO CALZINI. Mi pare un fattopositivo, reso più evidente dalla esposizioneverbale, più che da quella scritta. Tuttavia alcu-ne domande vorrei farle in merito all’andamen-to precedente nella conduzione urbanistica, inparticolar modo ai piani o ai suggerimenti, se sivuole, dell’arch. Benevolo e dell’arch. GiancarloDe Carlo, laddove fanno riferimento più ad uncriterio diverso da quello del degrado al qualeinvece oggi si fa ricorso.

Questo è estremamente importante e cre-do sia un fatto positivo, perché, checché se nedica, l’urbanistica non può non interessarsi diproblematiche più generali e questo testimoniacome nel passato certe zone siano state lasciatedegradare o siano diventate degradate in virtùdel fatto che è mancata una pianificazione o perlo meno c’è stata una carenza di pianificazione.

Fra le aree elencate dall’ing. Giovanninici sono le due classiche sulle quali attualmentesi farà qualche intervento, come la Fornace,altre zone.

Chi fa la valutazione del degrado? A pag.7 leggo “La legge demanda alla fase di redazio-ne degli strumenti urbanistici la definizione deicriteri in base ai quali può essere valutato il

degrado”. Non so se nel prosieguo sia espressala valutazione e quindi i criteri con i quali verràstabilito il degrado, certamente la relazionerisponde al fatto che è di primario interesseintervenire non solo al centro della città, è diprimario interesse prendere in considerazioneil poco sviluppo, o meglio lo sviluppo nonarmonico di certe zone periferiche.

Ho avuto piacere che l’ingegnere abbiarichiamato anche Piansevero, dove praticamenteabbiamo degli interventi che si dovrebberofare, secondo me, per migliorare la qualità dellavita e la fruizione, come anche le zone sportive.Tutti questi problemi elencati esistono, quindiavere tolto il limite di altro criterio che nonfosse quello anche del degrado mi sembra unfatto positivo, però di degrado si tratta, perchénel centro storico quanti palazzi abbiamo darecuperare? Tutta la zona di Santa Chiara, deltribunale, Palazzo De Rossi. Urbino è dissemi-nata di palazzi da recuperare, ma se si va aPiansevero l’albergo Montefeltro costituisceun degrado cittadino, qualche cosa che potreb-be essere oggetto di attenzione per un’utiletrasformazione degli spazi pubblici del luogo,migliori servizi ecc. Anche la vecchia casa delPetriccio. Ci sono spazi qua e là. Quindi, ripeto,rimango favorevolmente colpito dal fatto chec’è una notevole critica nei riguardi della ge-stione precedente. Non parlo di quale epoca,ma c’è. Probabilmente la stessa urbanistica hasubito una evoluzione, ma sicuramente i nostriantenati, quando hanno costruito la città, forsepotevano essere più bravi. Quindi nulla di pre-concetto. Anche perché questo documento chel’ing. Giovannini presenta, in realtà si traduce,tranne le enunciazioni di principi nella confer-ma che gli interventi che si faranno sono quelligià previsti, costruiti dal piano regolatore eanche dalla operosità dell’ufficio, piuttosto cheda questo nuovo discorso che riguarda laperimetrazione, su cui va a ricadere anche ildiscorso della Fornace.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Sirotti.

MASSIMILIANO SIROTTI. Collegandomia quanto detto dal prof. Calzini, do anzitutto ungiudizio positivo a questa delibera perché mira

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a un recupero, quindi a un abbellimento dellacittà e del capoluogo, però volevo anche solle-vare, come fatto anche in passato, il problemache la metà degli abitanti risiede fuori Urbino.Ripeto che ci sono frazioni del comune chehanno caratteristiche molto diverse l’una dal-l’altra. Mi dicono che ci sono 9.000 abitantifuori della città.

Questi interventi di recupero andrebberoprogettati e andrebbero richiesti finanziamentianche per Cavallino che ha un’origine medie-vale, per Schieti ecc. Se vengono fatti dei lavorio vengono predisposti dei progetti in certi tem-pi, è possibile anche spendere una certa cifra,mentre se si aspetta che queste frazioni si ridu-cano a situazioni per le quali occorre addiritturauna ricostruzione, a quel punto le spese diven-tano esagerate.

Un paio di giorni fa sfogliavo un libro cheha curato il consigliere Bartolucci, ove si parladella storia di Schieti. Nel 1979 una parte delmuro del Castello di Schieti è crollato perchéc’erano delle infiltrazioni. Chiedo che questiprogetti, queste cose che vengono fatte per lacittà siano valutate in futuro anche per le frazio-ni. Secondo me è una cosa importante.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ceccarini.

LORENZO CECCARINI. Condivido total-mente gli interventi precedenti, perché non sipuò non tenere in considerazione quello che èstato detto per rimarcare la bontà del progetto inatto e la ricerca di finanziamenti per lavalorizzazione e la riqualificazione del tessutourbano e del territorio. Mi sembra importantesottolineare questo aspetto, come ha evidenziatol’ing. Giovannini nella sua relazione. Magari sipotrebbe valutare le opportunità, attraverso l’uf-ficio programma o qualsiasi altro strumento, diuna valorizzazione totale del territorio, magaria fasce o per interessi settoriali come agricoltu-ra, storia, paesaggio ecc., cercando di trovaregli strumenti per la valorizzazione del tessutourbano della città e del suo hinterland ma anchedi tutto il territorio, perché il valore aggiuntoper Urbino è anche dato dal territorio, quindipenso sia un connubio che debba andare avantidi pari passo.

Secondo il nostro gruppo queste sonocose importanti per poter dare una nuova im-pronta e un ulteriore punto d’appoggio perl’interesse generale del nostro comune, sia sot-to un profilo di spendibilità che di attrattivitàper chi vuole visitarlo ma soprattutto per lavivibilità dei cittadini che vi abitano.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Marolda.

GERARDO MAROLDA. Anch’io, come ilconsigliere Calzini, vorrei indicare alcune areesoggette a recupero all’interno del patrimonioedilizio e paesaggistico urbinate. Ad esempiol’area di Palazzo Chiocci, Palazzo Gherardi.Vorrei sottolineare anche via Barocci, pocofrequentata dagli urbinati ma frequentata daituristi, che è in uno stato di degrado assoluto.L’ho ripetuto tante volte, in questo Consiglio.Non è ammissibile che turisti che vengono datutte le parti del mondo vedano quell’impalca-tura presente dal 1997. Anzi è stata ancheaggiornata perché è crollato il tetto, si è rotta lagrondaia e si è rotto anche parte del tetto del-l’oratorio di San Giuseppe e adesso c’è unacopertura in legno, con ferri arrugginiti.

Un’altra area che secondo me è soggettaa recupero, al di fuori del centro storico è l’areadella Urbino 2. Chiedo di inserire questa area inquesto discorso, perché è una zona di degradoassoluto anche per la popolazione che ci viveche, se anche immigrati, sono persone chehanno tutti i diritti di vivere in condizionidecenti.

PRESIDENTE. A me sembra che gliinterventi tocchino il punto della convocazionesuppletiva. Adesso stiamo parlando dellaperimetrazione. Per quanto riguarda gli inter-venti è un altro capitolo. Dico questo, perchéaltrimenti si parla dell’una e dell’altra, senzache l’altra sia stata minimamente illustrata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bartolucci.

RANIERO BARTOLUCCI. Quando ha pre-so la parola Sirotti, il consigliere Marolda hacominciato a ridere. C’è poco da ridere, perché

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già nella riunione dei capigruppo hai fatto labattuta. Hai fatto la risata perché si parla diSchieti, di Pieve di Cagna o di Camazzasette.Questa cosa non va bene, perché se vieni avedere. Tu sei geologo, quindi sai che già nel1979 sono crollate le mura e ci sono voluti 300-400 milioni per rifarle, attualmente nella partesud del Castello di Schieti non ci sono raccogli-tori d’acqua, non ci sono fogne, quindi prima opoi crollerà tutto verso il fosso e poi ci vorrannomiliardi per rifare queste cose. Il recupero dicerti beni delle frazioni è importante. Il recuperodi Urbino deve essere in prima fila, però l’80%Urbino, ma il 20% lasciamolo per le altre zone.Se qualcuno ricorda, ho sempre detto di fare iprogetti per avere finanziamenti per ristruttura-re i centri storici. Lo dico da anni, non lo dicoadesso, quindi sono contentissimo di questadelibera, però auspico anche che si faccia qual-che cosa pure per le zone periferiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Secondo lei, ingegnere,non siamo un po’ in ritardo nel presentarequesta delibera? A pag. 7 lei dice “Pare oggidoveroso indirizzare lo sguardo ai quartierinuovi della città al fine di ottenere anche queilivelli di qualità umana”. Man mano che questiquartieri si ingrandivano, non bisognava giàavere un progetto totale? A pag. 8 lei dice, suCasino Noce-Le Conce: “In questi casi, a undisordine tipologico difficilmente eliminabilesi affianca una carenza di progettazione delleopere stradali, del corredo di finitura pedona-le...”. Non occorreva fare un progetto che com-prendesse tutto e poi, man mano, inserire idiversi pezzi? Perché mi dice lei come si va asanare la situazione?

Dico questo perché penso — ed è unaspetto che ho sempre evidenziato — aCanavaccio. A Canavaccio c’è una lottizzazionemolto estesa e manca un progetto delle strade,dei marciapiedi e così via. Manca un progetto,per cui a Canavaccio si è già determinata lastessa situazione che lei elenca per Casino Nocie Le Conce. Credo quindi che ci sia un po’ diritardo, ma non possiamo sempre parlare al

passato. Per queste situazioni nuove evitiamogli stessi errori, perché anche Casino Noci si èsviluppata negli ultimi anni. Per me è unaenunciazione di cose che si condividono, unpo’ in ritardo. Evitiamo altri errori. Se lei diceche non siamo in ritardo ne prendo atto. A mesembra che nel far costruire ci siamo un po’dimenticati il tutt’uno. Come una volta si face-va la piazza con intorno la città: un fac-simile sipoteva pensare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’ing.Giovannini.

Ing. CARLO GIOVANNINI, Dirigenteurbanistica. Dal mio punto di vista di tecniconon parlerei di ritardo, parlerei di evoluzionenei modi con cui si possono affrontare questiproblemi. Quando sono sorte le case di viaErivo Ferri o le prime case di Piansevero,l’interesse dell’Amministrazione era sicura-mente quello di far costruire chi poteva investi-re. Quelle sono aree che anche nel pianoregolatore erano individuate come zone dicompletamento, cioè come zone urbanizzate.Sappiamo benissimo invece che leurbanizzazioni le ha fatte, dopo, il Comuneinvestendo del suo. E’ la differenza che c’è trauna zona di completamento e una zona diespansione in cui il Comune, per costruirerichiede un piano attuativo.

Queste cose che hanno avuto la loro ra-gione in passato, oggi le leggiamo come coseincomplete. Per esempio, con il Peep diPiansevero gran parte degli urbinati hanno fattola loro casa, io stesso abito lì. Il Comune ha fattouna politica per favorire questo insediamento,ha investito del suo. Oggi nei nuoviinsediamenti, noi facciamo una politica di qua-lità, cioè il Comune non investe più del suo,chiede che ognuno si paghi le proprie opere diurbanizzazione, il marciapiede, l’illuminazio-ne. E’ cambiato il modo di porsi. Oggi cerchia-mo di fare in modo che man mano che la cittàcresce, cresca con dei criteri di qualità. Guar-dando indietro dobbiamo essere in grado diriconoscere questi che sono i limiti che deriva-no da una gestione che, ripeto, aveva le suemotivazioni. Lo stesso piano regolatore indivi-

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duava queste zone come se fossero ormaiurbanizzate. D’altra parte erano le scelte dipianificazione di allora.

Questa perimetrazione delle zone direcupero è legata, di fatto al punto all’ordine delgiorno suppletivo. Questo è il motivo per cuinon siamo riusciti nei termini temporali cheavevamo, a fare il lavoro, ad estendere il lavoroa tutti i centri abitati del comune.

L’ho scritto nella relazione, questo è unimpegno che dobbiamo assolvere.

Per evitare degli equivoci, come diceva ilPresidente, questo un lavoro propedeutico, per-ché gran parte delle norme che oggi consentonodi ottenere finanziamenti per il recupero del-l’edilizia o dei tessuti edilizi esistenti, richiedo-no questa perimetrazione. Ma non è che questaperimetrazione individua le opere da fare, dicesemplicemente “queste sono le aree che secon-do l’Amministrazione hanno necessità di inter-venti di recupero del tessuto edilizio”. Con ilpunto successivo, invece, si è cerato di costru-ire un progetto di intervento. Per esempio, circale aree del centro storico per cui il consigliereMarolda suggeriva alcune zone particolari, ri-cordo che il centro storico è già zona di recuperodal 1983, lo è già nel nostro piano regolatore,viene confermata come zona di recupero, nonsparisce. Con questa perimetrazione, però, an-diamo anche al di fuori del centro storico,andiamo nei quartieri periferici della città. (In-terruzione). In tutti i piani attuativi che abbia-mo approvato per Canavaccio, le urbanizzazionisono complete. Quando noi approviamo unpiano attuativo e si comincia a costruire, lì c’èun progetto di opere di urbanizzazione comple-to, c’è un contratto che chi costruisce stipulacon il Comune, in cui si impegna e garantiscequelle opere di urbanizzazione. Questo, ovvia-mente, avviene nelle zone di espansione, dovesi fanno i piani attuativi.

Quando arriveremo a fare laperimetrazione delle zone di recupero aCanavaccio, probabilmente avremo gli stessiproblemi che abbiamo avuto qui a Urbino, cioèindividueremo quelle aree in cui manca il mar-ciapiede, manca un po’ di verde. Immagino chequesto può accadere.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri inter-

venti, pongo in votazione il punto 5 dell’ordinedel giorno.

Il Consiglio approva all’unanimità

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Approvazione programma innovativo inambito urbano “Contratti di quartiereII” denominato “Da Piansevero a Piaz-za Duca Federico — Programma diriqualificazione di infrastrutture ur-bane e sociali”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 2 dell’ordine del giorno suppletivo:Approvazione programma innovativo in ambi-to urbano “Contratti di quartiere II” denomina-to “Da Piansevero a Piazza Duca Federico —Programma di riqualificazione di infrastruttureurbane e sociali”.

Ha la parola l’assessore Mechelli.

LINO MECHELLI. Brevissime conside-razioni. Do per letta la proposta ma darò alcunespiegazioni. Oltre all’ing. Giovannini sono pre-senti anche l’arch. Mara Mandolini e l’ing.Michele Pompili per illustrare il programma diinterventi.

Abbiamo fatto una richiesta di finanzia-mento per una serie di interventi nel centrostorico del capoluogo. Non saranno esclusi lefrazioni, altri quartieri o altre zone del nostrocomune.

Innanzitutto vorrei dire che la proposta equesto programma di interventi rientrano pie-namente nel programma di legislatura, in modoparticolare settori urbanistica, lavori pubblicihanno attuato quanto era previsto, cioè attivaretutte le linee possibili di finanziamento perintervenire nelle infrastrutture, quindi nei ser-vizi per migliorare la vita dei nostri cittadini.

Mi ha fatto molto piacere una novità: lemodalità di lavoro del gruppo di progettazione.

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Esprimo gratitudine ma grande soddisfazioneper come i dirigenti e i professionisti degliuffici urbanistica e lavori pubblici hanno lavo-rato in modo armonico fra loro. Quindi questorisultato è stato possibile solo per questo atteg-giamento.

Ha ragione il capogruppo Ciampi quan-do parla al passato, al presente e al futuro:dovremo portare dei correttivi su un passato incui si può essere verificato uno sviluppo nonarmonico, con delle infrastrutture non adegua-te, ma mi sembra che il presente sia diverso,perché già l’insediamento di Canavaccio, diFontesecca, la stessa ultima strada di Schietiprevedono una progettazione diversa, comple-ta.

Confermo pienamente la considerazioneche ha fatto il Sindaco questa mattina, chequesta è una richiesta. Le quantità del finanzia-mento possono variare da 1 a 8 milioni di euro,siamo in presenza, per la città di Urbino, diun’altra legge speciale, quindi dobbiamo esse-re anche convinti del lavoro fatto e della propo-sta che portiamo all’approvazione del Consi-glio comunale. Sono interventi significativi,che veramente vanno a incidere nella qualitàdella vita degli urbinati. L’arch. Mara Mandolinie l’ing. Michele Pompili, oltre all’ing.Giovannini, hanno lavorato oltre l’orario e co-noscono bene l’elaborazione del progetto.

Taglio corto per illustrare brevemente gliinterventi che riguardano la strada di Fonteseccache collega quell’insediamento con il versantedi Varea. Una parte è finanziata da privati, unaparte dalla richiesta di finanziamento. C’è ilcompletamento della strada che gira attorno alcampo sportivo e che collega con il palazzettodello sport. Un intervento importantissimo sul-la viabilità pedonale, che riguarda i percorsi daSanta Lucia a Ca’ Staccolo... (fine nastro)

...La viabilità pedonale riguarderà l’inte-ro quartiere di Piansevero, da Ca’ Staccolo,Fontesecca, Varea, la piscina, Santa Lucia, ilpercorso all’interno del centro storico fino apiazza Duca Federico, il miglioramento termi-co della piscina e del bocciodromo, la casacolonica a Varea che rientra tra quei servizisociali che danno punteggio al programma.Interveniamo anche per la scuola di Piansevero.Verrà attrezzato in modo soddisfacente, quindi

si supererà la precarietà, l’attuale mercato set-timanale in via Gagarin, quindi sarà quellaun’area attrezzata. Poi la riqualificazione delverde a Loreto, che è in una situazione abba-stanza critica. Poi avete il quadro riassuntivo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’ing.Giovannini.

Ing. CARLO GIOVANNINI, Dirigenteurbanistica. Questo progetto nasce da un de-creto ministeriale dell’8 marzo 2006, con cuisono stati messi a bando dei fondi per contrattidi quartiere/2, che sono esattamente dei pro-grammi innovativi in ambito urbano che hannodelle precise finalità: incrementare, con la par-tecipazione di investimenti privati, la dotazio-ne infrastrutturale di quartieri degradati di co-muni e città più forte disagio abitativo ed occu-pazionale, prevedendo anche misure ed inter-venti per incrementare l’occupazione, per fa-vorire l’integrazione sociale e l’adeguamentodell’offerta abitativa. In pratica questo decretodà 40 giorni per presentare progetti integrati direcupero urbano. Da qui nasce anche l’esigen-za della precedente deliberazione, perché ildecreto dice che questi interventi vengono lo-calizzati in via prioritaria in zone classificate direcupero dagli strumenti urbanistici vigenti oadottati o nelle zone 167, cioè quelle per edili-zia economica e popolare. Il problema che siponeva per poter concorrere a questifinanziamenti era quello di individuare corret-tamente delle zone di recupero e mettere benein evidenza quali sono le zone in cui c’è ediliziaeconomica e popolare. Inoltre il decreto fa unpreciso riferimento alla valutazione del gradodi co-finanziamento del progetto. Cosa signifi-ca? Significa che un progetto ha la possibilità diessere finanziato se non mobilita solo i soldipubblici ma mobilita anche interventi privati.

Tutto questo richiede uno sforzo di coor-dinamento e di organizzazione di un progettoche non prevede solo interventi pubblici maanche interventi privati. Da questo punto divista l’Amministrazione comunale si trova inuna situazione favorevole, perché sicuramentein questo momento può presentare, come inter-venti privati o aggiuntivi rispetto a quelli percui si chiede il finanziamento, gli interventi di

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Santa Lucia, il famoso nodo di interscambiostazione autocorriere, parcheggio, attività com-merciali, ma anche l’intervento destinato aiservizi assistenziali per gli anziani in localitàPadiglione.

Dunque era possibile costruire un pro-getto che avesse anche questi due interventi alsuo interno come i perni di questa attività. Ilprogetto che è stato organizzato, che poi saràpresentato nel dettaglio, nasce dalle considera-zioni che abbiamo fatto prima sulle zone direcupero, da considerazioni anche di carattereurbanistico, che ritroviamo anche nei nostristrumenti urbanistici già dai tempi dell’arch.Benevolo, il quale riconosceva che ancoraUrbino, compresa la città esterna, ha una di-mensione “a misura d’uomo”, per cui volendo,se bene organizzati i percorsi pedonali, il citta-dino può essere invogliato ad andare dall’ester-no al centro storico a piedi e questo è vero.Occorre però renderlo possibile attraverso lariorganizzazione di percorsi pedonali che nonsiano marciapiedi fatti a pezzi o non adeguatiall’eliminazione delle barriere architettonichema siano effettivamente dei percorsi interes-santi che il cittadino in qualche modo è invo-gliato a fare a piedi proprio perché diventa unapasseggiata piacevole. Il progetto ha come per-no proprio il fatto che si possa andare daPiansevero a piazza Duca Federico a piedi in unmodo piacevole, in una bella passeggiata. Sia-mo anche coscienti che elevare la qualità urba-na al di fuori del centro storico significa miglio-rare l’immagine della città che diamo ai nostrivisitatori, che vedono sì il centro storico mamolto spesso vedono anche l’esterno della cit-tà.

Il progetto interviene sull’insieme deipercorsi pedonali che vanno dall’esterno alcentro storico ma anche dal centro storico allezone dei servizi, vuole valorizzare questi per-corsi pedonali, vuole valorizzare i percorsi chevanno dal Mercatale e da Porta Santa Lucia, chesono i due terminal del centro storico, fino apiazza Duca Federico, quindi prevede ancheinterventi di restauro delle pavimentazioni inquesto percorso che da Porta S. Lucia va apiazza Duca Federico ma anche il restauro dellepavimentazioni delle scalette del Giro deiTorricini per esempio, oltre, ovviamente, il

restauro delle pavimentazioni di piazza DucaFederico.

All’interno del progetto ci sono gli inter-venti del Padiglione e di Santa Lucia, poi cisono gli altri interventi sugli edifici pubblici,che adesso saranno spiegati nel dettaglio.

Ing. MICHELE POMPILI. L’inquadramen-to del progetto, sia dal punto di vista del bandosia dal punto di vista urbanistico, già è statospiegato. Ci sono dei parametri che occorrerispettare per avere più possibilità di accederea questo finanziamento, perché dovremo esserescelti per poter ricevere queste sovvenzioni,quindi nell’elaborare questi progetti che inmaniera abbastanza veloce vi esporremo, ab-biamo cercato di rispettare il più possibile lecose che piacevano di più. In particolar modo,il progetto complessivo del contratto di quartie-re lasciava la possibilità di chiedere un finan-ziamento che andasse da zero a 8 milioni dieuro. Noi in maniera diligente abbiamo stazio-nato a 8 milioni. Il progetto va a premiare unaserie di parametri tra i quali la sperimentazione.Quindi potremo vedere anche nel quadro con-clusivo in cui riportiamo le spese a cui arrivia-mo con l’ammontare complessivo dei lavori.Teniamo in considerazione le opere sperimen-tali che proviamo a mettere nei singoli progetti.

Ci deve essere almeno il 25% disperimentazione complessiva, noi arriviamo acirca il 30. Quindi gli interventi che andremo adenunciare, oltre che avere delle caratteristichetecniche, che in un certo senso possono essereclassiche, abbiamo cercato di aggiungere an-che delle caratteristiche tecnologiche tali percui potessimo rientrare in questi parametri del25%.

Questi sono i progetti preliminari, poiavremo 60 giorni per fare i definitivi e altri 60per elaborare gli esecutivi.

Partiamo con i progetti preliminari ri-guardanti il miglioramento e la sistemazionedella viabilità pedonale esterna al centro stori-co, perché quella interna è frutto di un altroprogetto.

Qui partiamo con l’elaborazione, fonda-mentalmente, di due assi viari pedonali princi-pali. Il primo è quello che va da Santa Lucia aCa’ Staccolo passando per lo snodo dell’ospe-

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dale, un secondo asse pedonale è quello che vadalla rotatoria dell’ospedale a Fontesecca. Al-l’interno del primo asse pedonale abbiamo unadeviazione che possa collegare questo asse alpolo sportivo, quindi arriviamo fino alla pisci-na. Questi marciapiedi li vorremmo dotare didue connotati principali: un primo è quello diavere una omogeneità e una unitarietà che almomento non ci sono. Può capitare che ci sitrovi per 30 metri in un marciapiede per poilasciarlo e dopo ce ne sono altri 20 metri di unaltro, magari diverso da quello precedente. Lanostra idea è quella di creare un vero e propriopercorso urbano, che anche architettonicamente,morfologicamente sia sempre uguale, così chesi possa evincere questo messaggio di percorsounitario.

Vorremmo adottare delle particolari tec-nologie per l’abbattimento delle barrierearchitettoniche, financo ad apposite guide pernon vedenti, con segnalazione acustica ecc.

Questo è il primo dei due assi, SantaLucia-Ca’ Staccolo. Qui riportiamo un po’ didocumentazione fotografica, prevalentementeattestante lo stato attuale. E’ un asse di circa 2,5chilometri, verrà realizzato per la principalefino almeno all’ospedale, su entrambe le cor-sie; dall’ospedale in poi staremo solamente suun lato della strada, quello destro e la strada diCa’ Staccolo abbiamo intenzione di spostarla asinistra per un metro e mezzo per fare posto adestra a questo marciapiede.

I punti più difficili di questo interventodal punto di vista della progettazione sonofondamentalmente due. Il primo è quello diLoreto. Abbiamo l’intenzione di creare unatrincea dietro quel muro in cui c’è il cartello didivieto di clacson, con un altro muro paralleloa quello, un metro e mezzo più interno, verso ilSantuario e in quella trincea far correre il mar-ciapiede. E’ un intervento che di fatto non èneanche difficilissimo. L’intervento che piùpotrebbe preoccupare, di tutta la viabilità pedo-nale, è la risoluzione dello snodo della rotatoriadell’ospedale che è nell’altro intervento. Quiarriviamo a Ca’ Staccolo dove sposteremo lastrada a sinistra scendendo e a destra porremoquesto marciapiede da un metro e mezzo.

Qui vedete dall’ospedale a Fontesecca.Quella è la curva degli Artigiani, a risalire fino

alla rotatoria dell’ospedale. Il marciapiede quisarà nel lato sinistro e dovremmo riuscire amettere un marciapiede da un metro e mezzo.

Qui partiamo da Loreto fino alla piscinafratelli Cervi. Questo è lo stato attuale, riuscire-mo a metterlo su entrambi i lati della strada.

Questi marciapiedi permetterebbero deicollegamenti. In questo caso il percorsosull’extraurbano, articolato su questi assi, conl’idea di dare continuità fin dentro il centrostorico, quindi il progetto prevederebbe un col-legamento da Fontesecca a piazza Duca Fede-rico o da Ca’ Staccolo a piazza Duca Federico.Quegli accorgimenti tecnologici che ci permet-tono di abbattere le barriere architettoniche pertutti i diversamente abili, abbiamo intenzionedi portarli anche all’interno del centro storico,per i non vedenti.

Qui vedete il quadro economico. Il costocomplessivo è di 1.700.000 euro. Ragioniamosu circa 4,5 chilometri di marciapiedi. Comevedete abbiamo ipotizzato un 20% di importolavori di tip sperimentale.

Arriviamo a Porta S. Lucia ed entriamonel centro storico. Gli interventi che abbiamoprogettato all’interno del centro storico sono iseguenti. Partendo da Santa Lucia cerchiamo dicreare un collegamento che possa portare finoa piazza Duca Federico, sia dalla Porta S. Luciache dal Mercatale. Quindi sarà un interventoprevalentemente di ripristino, di manutenzionedella pavimentazione esistente ed aggiungere-mo anche questi elementi tecnologici per l’ab-battimento delle barriere architettoniche.

Su via bramante faremo unapavimentazione nuova nei tratti in cui èammalorata, saliremo per via Veneto arrivandoin piazza Duca Federico in cui ripristineremo intoto la pavimentazione. Da piazza Duca Fede-rico scendiamo rifacendo completamente ex-novo la pavimentazione in mattoni per via Girodei Torricini, rifacciamo via Salvalai che ades-so è un asfalto, per poi rifare nuovo il Pincio,comprendendo anche un intervento di arredourbano per cui dovremo spendere una cifraintorno ai 70.000 euro per il rifacimento delverde e dell’arredo urbano, panchine ecc. Poi isottoservizi, l’illuminazione e la sistemazionedell’area verde.

Abbiamo un importo complessivo che si

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aggira intorno a 1.300.000 euro all’interno delcentro storico, quindi sommato a prima siamogià a tre milioni. Anche in questo caso ragionia-mo su un 20% di importo sperimentale e lasperimentazione avviene nella sistemazione dalpunto di vista tecnologico per l’abbattimentodelle barriere architettoniche.

Questo è il progetto per la sistemazionedel versante di Mondolce che vediamo in frananella foto in alto. Questo è un progetto cheprevalentemente avverrà con un importo tuttodestinato ad opere di tipo sperimentale, perchénoi utilizzeremo solo ed esclusivamente delletecniche di ingegneria naturalistica, in particolarmodo creeremo delle trincee all’interno delversante, drenanti che toglieranno l’acqua dalterreno che gli dà una spinta attiva e passivamaggiore, portandolo a franare. Mi sembra chesiano 11 dreni. Utilizziamo un’ingegnerianaturalistica.

Una volta drenato il versante sarà possi-bile metterci sopra questa strada che arriverà alpalazzetto, circuirà il campo sportivo e sfoceràsotto Villa del Popolo, in via Gagarin, doveverrà posizionata un’apposita rotatoria che ser-virà per prendere via Neruda, questa via nuovadi progetto, via Gagarin e poi la salita che vaverso il campo sportivo.

Questo intervento deve essere considera-to non a sé stante ma collegato allastabilizzazione del versante. Sotto verrà creatoun parco urbano con dei percorsi pedonali chein un certo senso possono collegare questa zonasportiva alla zona sportiva sottostante fino allapiscina Fratelli Cervi.

I due interventi che hanno due quadrieconomici divisi, ma che devono essere conce-piti come un unico intervento sono: la sistema-zione con ingegneria naturalistica del versante,370.000 euro, per un 100% di opere di ingegne-ria naturalistica e tutti lavori sperimentali e larealizzazione della strada per un importo com-plessivo di 500.000 euro, di cui il 10% speri-mentale e il 90% non sperimentale. Il 10%sperimentale perché la strada sarà dotata didoppio marciapiede su entrambi i lati, in cuiportiamo sempre avanti quel discorso di abbat-timento delle barriere architettoniche.

Questo è un altro intervento, sempre ri-conducibile a una viabilità automobilistica.

Partiamo dalla lottizzazione Fontesecca e arri-viamo, praticamente, a Varea, al bocciodromo,sotto la centrale della Telecom. Il primo pezzodi strada che vedete in blu è un interventoprivato. I lottizzanti, con le opere diurbanizzazione primaria arriveranno a realiz-zare un tratto di strada fino a quel punto espenderanno 1.034.000 euro. L’intervento chenoi mettiamo in campo è il prolungamentodella strada di lottizzazione, con una strada adue corsie di circa 3,5 metri per ogni corsia,marciapiedi su entrambi i lati come gli altri dicui abbiamo già detto e arriviamo fino allacentrale Telecom. Questo è l’importo dei lavoridel nostro progetto: 1.100.000 il complessivo,abbiamo il 5% di lavori sperimentali dovutoall’abbattimento delle barriere architettonichecon le tecnologie di cui sopra.

Viale Egidi, circonvallazione. Quella è lazona il cui bando è attualmente in esposizione,il centro socio-assistenziale del Padiglione.Prevediamo di realizzare una strada che dallacirconvallazione possa portare direttamenteall’interno del centro. Nel quadro economicodei lavori per il centro rientrano 80 posti perRsa, un centro commerciale con destinazioniparticolari, 20 alloggi protetti che costano1.820.000 euro di intervento privato e altri 20alloggi protetti, sempre per 1.820.000 euro, chesono quelli che realizzerebbe il Comune. Unaparte di intervento privato non viene richiesta,degli euro 1.820.000 che metterebbe il Comuneper realizzare quei 20 alloggi protetti, chiedia-mo di poter far entrare all’interno del contratto1.150.000 euro, quindi l’intervento per la stra-da sarebbe fuori dal bando dei lavori per ilPadiglione, invece all’interno dei lavori per ilPadiglione chiederemo 1.150.000 euro per larealizzazione di quei venti alloggi a carico delComune.

La strada ha 400.000 euro di importolavori e sarà una strada normale a due corsie,con i marciapiedi.

Lavoreremo su due scuole, la maternaNeruda e la elementare di Piansevero. L’inter-vento che facciamo è per il risparmio energetico,creando dei cappotti esterni in entrambe lesituazioni. Abbiamo intenzione di lavorare contecniche di bioedilizia, che ci permetterannoanche di considerare gli interventi, in entrambi

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i casi, con un 100% dell’importo di operesperimentali. Per un costo complessivo di473.000 euro.

Sostituzione pannelli solari a ridosso del-la piscina. Lì ci sono dei pannelli solari che nonfunzionano, la nostra intenzione è quella dirinnovare i pannelli solari, di realizzare deipannelli fotovoltaici, i primi servono per l’ac-qua calda e i secondi per fornire l’energiaelettrica, e di collegare questi pannelli solariall’impianto della piscina della casa Varea cheproporremo di ristrutturare, in cui realizzeremouna sala di quartiere rivolta ai giovani prevalen-temente per caratterizzazione musicale, e ilbocciodromo. Quindi quel parco di solare efotovoltaico manderebbe piscina, casa Varea ebocciodromo: 250.000 euro in base alla super-ficie necessaria per fornire acqua calda ed elet-tricità, che vanno tutti ad essere computaticome un importo di lavori sperimentali.

Casa Varea ha uno stato molto più avan-zato di un progetto preliminare, quindi in que-sto caso ci limiteremo ad approvare quellopreliminare, ma in realtà abbiamo già pronto ilprogetto di adeguamento sismico el’architettonico è già realizzato. Prevediamo direalizzare all’interno un centro musicale, unasala di ascolto, di registrazione ecc., per unimporto complessivo di 405.000 euro.

Prevediamo circa 250.000 euro per lariqualificazione di tutto il verde della zona diLoreto, con arredo urbano, panchine, nuovailluminazione ecc. Poi c’è il mercatino rionaleper un importo di 60.000 euro, che grosso modorimarrà nella stessa posizione di adesso, maspostato una cinquantina di metri più a valle,perché lì nascerà la rotatoria.

Arriviamo a una cifra complessiva di7.980.000 euro, prevediamo di spenderne circa2.319.000, che corrispondono al 29,4% peropere di tipo sperimentale. Questo è quello chechiediamo. Comprendono quei tipi di lavori lì,però è anche vero che il progetto ha l’ambizio-ne di muovere 36.546.280 euro. I circa 28-29milioni che mancano per arrivare a 36 sonoquelli degli interventi privati. Quindi c’è lastrada di Fontesecca che aveva 1.034.000 euro,c’è il centro socio-assistenziale di Padiglione,in cui chiediamo una sovvenzione di 1.150.000euro per i 20 alloggi protetti, quando l’opera-

zione complessiva è di circa 15 milioni di euroe c’è il centro di Santa Lucia che è possibileconsiderarlo organico a questo programma dicontratto di quartiere 2 in quanto è sull’assepedonale principale Santa Lucia-Ca’ Staccolo,però sarà un progetto per il quale non chiedia-mo all’interno di questo bando alcuna sovven-zione ma che ci permette di renderlo piùappetibile. Comunque noi chiederemo 8 milio-ni di euro a fronte del fatto che ne muoviamo37.

PRESIDENTE. Ringraziamo i tecnici perl’esauriente esposizione.

Ha la parola il consigliere Sirotti.

MASSIMILIANO SIROTTI. Innanzituttovorrei complimentarmi anche per la presenta-zione, per il modo in cui è stato presentato illavoro, molto chiaro, intuitivo ed efficace. Ilprogetto è molto ambizioso, molto importante.Mi sembra anche importante evidenziare ilrapporto che c’è stato tra l’assessorato lavoripubblici e l’assessorato urbanistica.

Vorrei poi fare una considerazione anchesulla situazione attuale. Dato che sono previstitantissimi marciapiedi — è come se si sentissel’esigenza di una risposta ai pedoni — chiedoche anche nel momento in cui non venisseconcesso il contributo, che siano aumentate lestrisce pedonali, perché se c’è tanta esigenza dimarciapiedi, penso anche che bisognerebbeaumentare le strisce pedonali.

Ho notato che alcuni interventi che sonostati illustrati erano già stati approvati anchenelle sedute precedenti, quindi si libererebberodei fondi, immagino, perché erano già statimessi a bilancio. Chiedo, con la speranza che ilcontributo venga concesso, che i fondi even-tualmente risparmiati vengano investiti nel re-sto del territorio comunale.

Concludo complimentandomi per il la-voro fatto, con la speranza che il progetto vadain porto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Fedrigucci.

GIAN FRANCO FEDRIGUCCI. Vorrei an-ch’io complimentarmi con entrambi gli asses-

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sorati. Va comunque premiato il lavoro effet-tuato da parte di chi si dedica.

La cosa che mi piace di questo progetto èl’ambizione, nel senso che andiamo a toccareun punto nevralgico.. (Interruzione). Comun-que andiamo a fare un discorso sui marciapiedie innalziamo la qualità della vita nei confrontidei cittadini. Questo progetto lo dobbiamo fare.Il suo ammontare è consistente, speriamo chevada a buon fine, ma anche se non fosse sarebbecomunque da portare avanti per stralci, l’Am-ministrazione potrebbe comunque utilizzarlo.

All’interno dei marciapiedi, è possibilecerare uno spazio, dal momento in cui portiamoavanti anche un discorso ciclabile? Spesso vedoall’interno dello stesso marciapiede una partedestinata al pedone e una parte per andare inbicicletta, perché viviamo anche in una cittàcaotica, nel punto dell’ospedale dove, se nonvai in macchina vai a piedi e la bicicletta nonviene utilizzata per niente.

Rinnovo i ringraziamenti ai tecnici e a chiha lavorato su questo progetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Quello che è apprezzabi-le, è che si conosce questa legge e si va adattingere ai finanziamenti, ciò che poche volteUrbino ha fatto. Anzi, spero che siano finanzia-ti tutti, però dire che questi progetti sono nuoviè un po’ azzardato, salvo uno o due, perchésono stati già annunciati per anni. I progettic’erano, andavano fatti, spero che si ottenga ilfinanziamento e se mai questa sera abbiamopreso nota di quanto c’è da fare ad Urbino. Contutte queste proposte di delibera ci siamo resiconto di quanto c’è da fare. Questa è la nota piùimportante. Occorre naturalmente attivarsi per-ché i finanziamenti arrivino e penso che sia undovere di tutti perché i lavori sono urgenti.Però, tanti ringraziamenti sì, ma non si esageri,perché ognuno di noi deve fare il proprio lavo-ro. Penso che loro stessi non vogliano i nostriringraziamenti, perché sanno che il lavoro losanno fare, lo fanno bene, non hanno bisognodei nostri ringraziamenti. Mi pare che si sia unpo’ esagerato con questi ringraziamenti. Rin-graziamo la presidente della Comunità monta-

na: ma quale dottore le ha ordinato di farevent’anni il sindaco, dieci anni il consigliereregionale, altrettanto il consigliere comunale...Capisco loro che cominciano il lavoro, vannoringraziati, incentivati, aiutati, però ognunoche arriva, qui si ringrazia. Anzi, sarebbe orache qualcuno facesse un po’ di largo ai giovani.

Come mai non è inserito San Donato? Sec’è una strada ad Urbino che ha bisogno di unmarciapiede, è quella che dalla rotonda vaall’ospedale. Non l’ho vista né nella scorsadelibera né qui. E’ veramente necessario, per-ché è buio, è una strada pericolosa e lesegnalazioni sono tante.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ceccarini.

LORENZO CECCARINI. Confermo la to-tale condivisione di questo progetto, come ri-badito da tutti i consiglieri, perché non possia-mo che rimboccarci le maniche, fare in modoche venga veramente dato lustro alla città aquesto bel riordino programmato con questainiziativa.

C’è da sottolineare un fatto molto positi-vo: la sinergia tra i vari assessorati. Questo hadato una cognizione della potenzialità che ab-biamo e che possiamo mettere a frutto, quindimi auguro che quello che in passato si è auspicatopotesse essere un auspicio, sia diventato unacosa concreta. Penso sia quindi importante an-dare avanti in questa direzione, nell’interessedi tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Calzini.

AUGUSTO CALZINI. Avevo notato que-sta sinergia fra i due assessorati, che è un fattomolto positivo. Mi dispiace solo che a provo-carla sia stato Berlusconi...

A parte gli scherzi, caro assessore, seanche domani apparisse su Il Resto del Carlinoche questi lavori sono già quasi fatti, non mistupirei, anzi sarei contento perché almeno gliurbinati comincerebbero a sognare, però se-condo me l’opera è pregevole e i finanziamenti,purtroppo, non saranno sufficienti e non so se èda prevedersi una compartecipazione comuna-

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le. Comunque sono d’accordo anche sul fattoche un cittadino possa sognare un qualcosa dibuono, non avete ostacoli. La raccomandazio-ne è che al di là di quello che noi leggiamosempre, ripetutamente, con riferimento parti-colare ai lavori pubblici sulla stampa, le cosematurino gradatamente, auspicando anche chequalche volta sullo stesso giornale appaia qual-che cosa che io mando ogni tanto e che, se toccai lavori pubblici, non esce di sicuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Sirotti.

MASSIMILIANO SIROTTI. Mi sono dimen-ticato di chiedere una cosa. Abbiamo detto chequesto è un contributo che viene chiesto per untotale di 8 milioni di euro. Nel momento in cuiquesto contributo fosse inferiore, qual è lapriorità dei lavori?

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessoreMechelli.

LINO MECHELLI. Intanto, prof. Calzini,il contributo... (fine nastro)

...perché danno forza, danno punteggioall’intero programma di interventi.

Per quanto riguarda cosa leggeremo sulgiornale, sono dei provvedimenti che suscitanointeresse. Ieri abbiamo letto a tutta pagina, peresempio, lo stesso progetto di Piobbico.

Per quanto riguarda la richiesta di preci-sazione del consigliere Sirotti, il contributo èpossibile da 1 a 8 milioni di euro, noi l’abbiamofatto al massimo. Se il contributo verrà conces-so non per intero, è chiaro che ci si ritroverà alConsiglio comunale per individuare le priorità.Si sceglierà un percorso e si individueranno leurgenze.

Per quanto riguarda i marciapiedi, per iltipo di intervento è azzardato prevedere il pas-saggio delle biciclette, perché gli spazi sonomolto ridotti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Non sonofacile alle emozioni e quindi non mi esalto, peròparto da una convinzione: che le risorse interne

del Comune di Urbino, i bilanci del Comune diUrbino, con anche i tagli dei vari governi, nonpermettono più al Comune di Urbino di mante-nere l’immenso patrimonio che ha. E’ bastataun’invernata brutta per far crollare tante strade,per mettere in difficoltà seria il bilancio delComune di Urbino.

Per far fronte a questo c’è solo un siste-ma: progettare e chiedere finanziamenti.Finanziamenti senza progetti non esistono, nes-suno li dà più e questo è l’unico dato positivodella storia politico-amministrativa degli ulti-mi Governi. Quello che abbiamo fatto è quindiun percorso obbligato, un percorso che va nelladirezione di mantenere questo straordinariopatrimonio.

L’entità della richiesta è tale da parlareveramente, senza aggiungere altro, di 8 milionidi euro che, se venissero fuori, sarebbe comeparlare di 10, 15, 16 miliardi di vecchie lire,l’equivalente di una legge speciale.

C’è una logica nelle questioni che stiamoaffrontando: grandi progetti che devono andareavanti, riqualificazione del tessuto urbano, del-la qualità urbana ed extraurbana del nostroterritorio. Sicuramente fra qualche mese lavo-reremo anche attorno al nostro patrimonio chesono le frazioni e il territorio, perché non abbia-mo altra strada. Questo è il nostro valore equesto dobbiamo tenere bene.

Anche le azioni di questa Amministra-zione in questi primi anni, con quei pochi soldidei bilanci — via Matteotti, tutta la nuova illu-minazione, la strada e il resto, la FortezzaAlbornoz illuminata e la risistemazione e qua-lificazione del monumento a Raffaello — sonoandate nella direzione della presa di coscienzache qualificare, mantenere questo patrimonio èfondamentale per un’economia futura. Questaè la nostra convinzione.

Il fatto che diversi settori dell’Ammini-strazione si trovano a lavorare in modosimbiotico e sinergico, è positivo. Non che nonesistesse, diciamo comunque che oggi abbia-mo trovato la quadra migliore di questa situa-zione e questo è un fatto importante, perché sela cosiddetta parte burocratica si muove insinergia, i tempi sicuramente saranno snelliti.

Non a caso questo finanziamento — ilprof. Calzini citava Berlusconi, io li chiamo

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provvedimenti pre-elettorali — imponeva deitempi tecnici ravvicinati e avere avuto il tempodi presentare il progetto, di fare questo Consi-glio anche nella settimana Santa, penso siastato possibile anche perché c’è stato questotipo di lavoro. Lo dico senza enfasi, ma è unaquestione che volevo comunque dire e quandole cose vanno in una certa direzione, ci sonoanche delle persone che hanno dei meriti chevanno riconosciuti, anche perché dentro la pub-blica amministrazione si dice sempre “si lavorae nessuno ti dice mai bravo”. Il Sindaco nonserve, perché per definizione non può averesoddisfazioni, ma uno lo sceglie autonoma-mente e quindi non se la può prendere connessuno, ma almeno ai tecnici penso sia undovere dire bravi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Balduini.

GIUSEPPE BALDUINI. Perché l’assesso-re Mechelli non ha risposto sul marciapiede diSan Donato? Penso che sia il più importante,perché lì ci sono sempre i pedoni per la stradaed è pericolosissimo. Inoltre servirebbe anchecome passeggiata: l’utile e il dilettevole. Per-ché non ha dato risposta? Io penso che sia ilmarciapiede più importante.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessoreMechelli.

LINO MECHELLI. Cosa prevede la nor-mativa? Che ci sia una logica nel presentare iprogetti, non si può fare un intervento da unaparte in modo dispersivo. Occorre anche uncollegamento. Il movimento pedonale da SantaLucia a Ca’ Staccolo ha una logica, perché apiedi oggi è massimo 2 chilometri e comunquequel tipo di intervento non è all’interno delperimetro che abbiamo individuato, perché l’ab-biamo circoscritto al capoluogo. Altrimenti cisarebbero stati altri tipi di intervento. Nellazona Sasso c’è disordine viario, non ci sonomarciapiedi, avremmo inserito anche quello.E’ stata una scelta, che però ha una sua logica.

Comunque il marciapiede di San Donatolo riportiamo nell’elenco triennale delle opere

da realizzare perché lo riteniamo comunqueimportante. Lo dico con tutta sincerità.

PRESIDENTE. Pongo in votazione ilpunto 2 dell’ordine del giorno suppletivo.

Il Consiglio approva all’unanimità

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

(Esce il consigliere Ciampi:presenti n. 20)

Adozione variante normativa al PRG setto-re 4 del parco urbano località ex For-nace Volponi

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 6: Adozione variante normativa alPRG settore 4 del parco urbano località exFornace Volponi.

Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Si trattadi una variante normativa molto importante,perché ci permette di andare a determinarequello che in qualche modo con l’approvazionedel piano del commercio abbiamo determinato,nel senso che la Fornace si identifica ormaicome una sede per medie e grandi strutture divendita, quindi un luogo a destinazione com-merciale e direzionale, come peraltro già era enoi andiamo sempre a riproporre la destinazio-ne, apportando alcune modifiche.

PRESIDENTE. Ha la parola l’ing.Giovannini.

Ing. CARLO GIOVANNINI, Dirigenteurbanistica. Il piano attuativo della Fornace èstato approvato in via definitiva il 21 maggio2003. Prima di questo piano attuativo si erafatta una variante al piano regolatore per speci-

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ficare quali erano le destinazioni da ammetterein questo intervento. Anche quella volta ledestinazioni erano state studiate insieme aglioperatori proprietari degli immobili che simostravano in prima persona intenzionati aportare avanti l’intervento.

Oggi il piano attuativo è approvato, con-tiene delle norme che prima di passare all’at-tuazione prevedono che fra Comune e proprietàsi individui insieme non solo come fare le operedi urbanizzazione ma anche la fattibilità e comefinanziare l’impianto di risalita meccanizzatadalla Fornace al centro storico.

In questa fase si sta mettendo a punto unoschema di contratto e nell’ambito di questatrattativa la proprietà segnala un’esigenza fon-damentale: quella di chiedere all’Amministra-zione comunale l’eliminazione dei limiti mini-mi alle varie destinazioni d’uso previste, inmodo di rendere più elastica la scelta fra questedestinazioni d’uso e poter aderire meglio aquello che effettivamente il mercato consentedi realizzare in questo grosso intervento. Sono9.300 metri quadrati di superficie lorda, quindiun intervento fra i più consistenti attorno allacittà di Urbino.

Questi 9.300 metri quadrati oggi sonodivisi in due parti dal piano regolatore vigente:6.360 metri quadrati possono essere destinati acommercio, strutture ricettive o direzionale;1.400 metri quadrati sono destinati alla resi-denza; circa 1.540 metri quadrati sono destinatia strutture espositive.

La variante che viene proposta al Consi-glio ha come obiettivo quello di facilitare gliinterventi o di tipo commerciale o anche di tiporicettivo, non rendendo più vincolanti i 1.500metri quadrati destinati alle strutture espositivee i 1.400 destinati alla residenza.

Un discorso particolare andrebbe fattoper quelli destinati alle strutture ricettive cheerano previsti nella vecchia Fornace, nella log-gia soprastante. Fermo restando il fatto chequesti dovranno comunque essere restaurati,saranno l’unica parte della ex Fornace Volponisoggetta a restauro, il resto sarà demolito ericostruito, è chiaro che 1.540 mq. di superficiespositive, come pensato all’inizio, presuppo-nevano poi una funzione pubblica, quindi lapossibilità, per l’Amministrazione comunale,

di pagarli.A questo punto la proprietà mette l’Am-

ministrazione in condizione di fare una scelta:o c’è la possibilità di pagare questi 1.540 mq.oppure bisogna consentire anche la lororiconversione in altre attività produttive.

I 1.400 mq. destinati alla residenza eranostati originariamente una richiesta esplicita dellaproprietà, in questo momento ci si rende contoche se si vuol realizzare un centro commercialeo una struttura ricettiva che siano qualificati nelloro ambito, probabilmente questi 1.400 mq. diresidenziale c’entrano poco e quindi la proprie-tà chiede una riconversione verso le altre attivi-tà produttive.

La proprietà quantifica anche, nella suarichiesta, la possibilità di poter realizzare ininterrato 1.000 metri quadrati di strutture spor-tive o di tipo ricreativo, ma questo in qualchemodo rientrava anche fra le destinazioni d’usogià previste, poi essendo superficie interrate, inogni caso non vengono calcolate dal punto divista urbanistico.

Tenendo conto di quali sono gli standardrichiesti dal mercato, se si vuol realizzare uncentro commerciale — sono standard moltoalti in relazione alle superfici — tenendo contoanche delle scelte che sono già state maturatecon la recente normativa sulle medie e le grandistrutture commerciali che consentono alla For-nace interventi più rilevanti da questo punto divista, ci è sembrato che la richiesta potesse inqualche modo essere oggetto di una propostaanche al Consiglio in termini positivi.

Che cosa sarà possibile fare alla Forna-ce? Sarà possibile destinare anche tutti i 9.300metri quadrati a strutture commerciali e dire-zionali, oppure anche incrementare quelli cheprima avevano un tetto in 3.500 mq. di ricettivo,con i 1.400 mq. del residenziale. Diventa inve-ce meno importante la quota dei 1.400 mq. diresidenziale.

Le superfici destinate a disposizione, sidice esplicitamente che potranno essere utiliz-zate anche nelle altre destinazioni d’uso.

Riteniamo che in questo modo siano ri-solte le principali richieste che la proprietà hafatto per poter andare avanti nella trattativa,nella convenzione e questo si sottopone alparere del Consiglio.

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PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Calzini.

AUGUSTO CALZINI. Io ho qualche per-plessità in ordine a due fattori. Il primo è lafattibilità economica dell’intervento, che si legaalle richieste dei privati, il che mi fa pensare cheancora non è perseguita, ma difficilmente saràperseguibile. In questo tira e molla ho l’impres-sione che forse neanche i privati sanno cosavogliono, oppure pensano che, non avendodisponibilità finanziarie, possano, in extremis,colmare questa lacuna. Quindi ho dei dubbi.

Come ho dei dubbi rispetto alla progetta-zione originaria, perché se quella aveva unsenso, le strutture espositive, per me ce l’aveva-no assai più della residenzialità, anche se laresidenzialità aveva un significato.

Per queste ragioni mi astengo, perché ame sembra che non si siano raggiunte ancora lecondizioni di fattibilità e mi sembra anche chele esigenze dei privati non siano sufficiente-mente chiare. Non è una questione politica, mauna questione di dubbio e di non assunzione diresponsabilità per una situazione che si presen-ta un po’ ibrida, anche se non per colpa del-l’Amministrazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Quelloche ha detto il prof. Calzini ci sta tutto, però ilfatto positivo è che finalmente sciogliamo unnodo di cui abbiamo parlato anche qualchemese fa nella Commissione urbanistica, quan-do si chiese “facciamo o no l’impianto di risa-lita?”. Finalmente si ritorna a concepire anchel’impianto di risalita e soprattutto si torna adefinire quel luogo in modo chiaro. Per esem-pio, i 1.400 mq. di residenza, i 20 appartamentinilaggiù io non li ho mai capiti più di tanto, perchéera giusto un modo per far valere di più qualco-sa, ma a noi non serve la residenzialità dei 20appartamenti, a noi serve un centro commer-ciale e direzionale, oppure una struttura ricettiva.Quindi, secondo me questa scelta chiarisce dipiù, anche da pare della proprietà, la volontà diandare in quella che era l’intuizione originariadi avere laggiù qualcosa a destinazione com-merciale, direzionale e ricettivo. Sono poi le

cose che servono alla città.In questa ottica c’è anche il discorso — e

qui concordo con il prof. Calzini — dei famosimetri quadri di esposizione. Il centro espositivoha un senso se qualcuno ci butta i soldi. Non ècertamente una possibilità nostra e soprattuttopenso che il vero centro qualificato, espositivo,di rappresentanza della città sia diventato edovrà diventare la Data, il vero contenitore chesi identifica con la città, e all’interno di quelcontenitore occorrerà avere sì idee, ma sicura-mente dovrà essere un luogo destinato, quantomeno, ad una rappresentanza che si può muo-vere all’interno di un’idea che era quello di DeCarlo oppure aperti a tutte le soluzioni, masicuramente un centro dove si possa esporre,fare mostre, organizzare eventi e anche attivitàdi un certo tipo.

L’approvazione del piano del commer-cio ha poi tagliato l’ultimo modo. Nel momentoin cui diciamo che laggiù si può fare anche unastruttura medio-grande, addirittura di 2.500metri, è chiaro che a questo punto con il pianodel commercio abbiamo identificato nella For-nace questo ruolo. La speranza quindi io ce l’hoe soprattutto sono contento perché ritorniamoalla volumetria complessiva che c’era prima, alprogetto attuativo, alla conformazione, allatipologia che era all’origine delle scelte fatte inun’area particolare. Quindi c’è una riconfermapiena di quella che era la strategia urbanisticaed economica della città.

Questa è la speranza ed è chiaro che noici muoviamo nel senso di andare avanti. Ilpercorso prevede anche la convenzione, quindiavremo modo anche in quella sede di andare alimare e veicolare quello che sarà possibilefare.

PRESIDENTE. Pongo in votazione ilpunto 6 dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva con 18 voti favorevolie 2 astenuti (Balduini e Calzini)

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva con 18 voti favorevolie 2 astenuti (Balduini e Calzini)

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Approvazione regolamento di utilizzo delservizio mensa scolastica

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 7: Approvazione regolamento di uti-lizzo del servizio mensa scolastica.

Ha la parola l’assessore Spalacci.

MASSIMO SPALACCI. Anche questo ser-vizio, come il trasporto scolastico, si collocanell’ambito del diritto allo studio e riguarda ibambini dell’asilo nido, della scuola materna,delle elementari e delle medie. E’ importanteregolamentare questo servizio nell’interessesia dei genitori che del Comune. Noi abbiamouna mensa centralizzata localizzata aMazzaferro e attraverso questa mensa eroghia-mo un servizio per circa 500 pasti al giorno.

Il regolamento riguarda tutta una serie dipunti che vanno dallo standard qualitativo allemodalità di erogazione del servizio, a tutto ciòche concerne il progetto di educazione alimen-tare, a tutti i meccanismi di autocontrollo perquanto riguarda l’HCCP. I regolamenti sonoimportanti perché rendono trasparenti i serviziche vengono erogati, anche per arrivare, in unsecondo momento, alla Carta dei servizi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Calzini.

AUGUSTO CALZINI. Assessore Spalacci,lei sa che io le voglio bene, però ho letto questoregolamento e non mi è piaciuto per niente.L’ho fatto vedere agli esperti e mi hanno dettoche si potrebbero fare molti ritocchi.

In via preliminare suggerirei, se possibi-le, di far girare, magari a seguito delle osserva-zioni che farò, questo regolamento tra gli uten-ti, perché poi le precisazioni che loro vorrebbe-ro sono del tipo che più o meno adesso le dirò.

La prima cosa è che intanto bisognerebbedire che se accedono altre persone in modogratuito — personale dipendente — bisognaprecisare che la spesa sia a carico dell’Ammi-nistrazione comunale e non ridistribuita. Semangiano altre 20 o 100 persone che non paga-no, quella spesa compete all’Amministrazione.

C’è proprio bisogno che tutti faccianoquesta domanda? Voi avete quelli iscritti altempo pieno, potreste benissimo procedere d’uf-

ficio. Se ci sono 100 persone che fanno il tempopieno, quelle automaticamente vengono am-messe perché c’è un elenco: perché andare afare le domande?

Quelli che fanno la scuola dell’obbligo ein qualche maniera si fermano, dovrebberopagare.

Lei sa che c’è anche un po’ di“burocratese” in questo documento, che risaleanche al comportamento di chi l’ha predispo-sto. Per quanto riguarda le tariffe, i cambiamen-ti di indirizzo durante il corso dell’anno, lagente ha bisogno di sapere prima quello che sifarà dopo. In certi casi è giustificato, ma in altricasi no.

Quindi questi criteri vanno dettatipreventivamente e in qualche caso va salva-guardata l’urgenza. Per esempio, io disdico lamensa, però fino al mese successivo pago. No,perché se succede qualche cosa di urgente, nonè detto che io debba per forza pagare fino almese successivo.

Secondo me vanno sentite le famiglie.non è che io faccio una cosa contro, faccio unacosa pro. Se ci sono i tempi sufficienti, assesso-re, perché non mette in discussione una cosa diquesto genere che forse potrebbe generare unmigliore gradimento? Dico questo, ma ci sonoanche altre cose che mi sono pervenute.L’operatore del settore — non mi riferiscoall’assessorato — non può essere imperativonei riguardi delle famiglie, va trovato un siste-ma di miglioramento continuo, dal momentoche è riconosciuto che il Comune di Urbino dàquesti servizi.

MASSIMO SPALACCI. Credo di averefatto più riunioni in questi ultimi mesi chedall’inizio dell’attività. Però sono contento,perché questo è un metodo che io adotto, perchécredo che la partecipazione sia da perseguire.Abbiamo fatto riunioni per quanto riguarda icriteri di ammissione dei bambini agli asili nidoe alle scuole d’infanzia, ultimamente per quan-to riguarda le tariffe ho fatto tutta una serie diriunioni, tanto è vero che abbiamo adottatodelle modifiche e mi risulta che tutto sommatosiano rimasti soddisfatti, e siamo andati incon-tro alle famiglie. Per quanto riguarda i menùc’erano dei problemi e anche lì ci siamo con-frontati con i genitori, con gli insegnanti, abbia-

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mo fatto delle riunioni con l’Asur per apportaredelle modifiche. Se qui c’è l’esigenza di con-frontarsi ulteriormente non ho alcun tipo diproblema. Io sono disponibile a consultarmicon tutti i genitori, però si potrebbe fare unincontro con i comitati di gestione i quali sifacciano carico delle osservazioni delle fami-glie e in quella sede si potrebbe anche discutere,poi una volta fatto questo si potrebbe anche fareun incontro generale con tutti i genitori pervedere se c’è la possibilità di fare una cosacondivisa. Non ho alcun tipo di problema suquesto. Se vogliamo rinviare per precisare al-cune questioni, per me nulla osta. L’unicoproblema sarà per gli uffici, perché sarà uncarico di lavoro ulteriore, in quanto dovrannoricominciare tutto l’iter.

Un altro sistema potrebbe essere quellodi allegare queste osservazioni alla delibera,vedere se c’è la possibilità, attraverso l’ufficio,di arrivare a delle modifiche, ma nello stessotempo approvare la delibera con l’impegno diapportare delle modifiche al regolamento. Leidiceva delle persone che usufruiscono del pa-sto. Questa delibera doveva già essere approva-ta l’altra volta, sono stati mesi, questi, moltoimpegnativi perché ci siamo confrontati suicriteri di accettazione dei bambini agli asili,sulle tariffe sono mesi che ci stiamo confron-tando. (Interruzione). Un conto è l’inizio del-l’anno scolastico, un conto l’anno finanziario,per cui c’è comunque una sfasatura. Tra l’altroabbiamo approvato il bilancio a gennaio, percui abbiamo cercato di riavvicinare i tempi ilpiù possibile. Comunque il nostro modo diagire è quello di coinvolgere le famiglie. Noiteniamo in considerazione tutte le istanze che ciarrivano, per poi confrontarci successivamentecon le famiglie.

Se prima di adottare un regolamento,ogni volta mettiamo in moto questo meccani-smo del confronto, non finiamo mai, pur se lademocrazia è una bella cosa.

Comunque, possiamo anche rinviare allaprossima volta, dopo avere verificato le osser-vazioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione laproposta di rinvio.

Il Consiglio approva all’unanimità

Consorzio intercomunale del Montefeltro— Modifica Statuto

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 8: Consorzio intercomunale delMontefeltro — Modifica Statuto.

Ha la parola l’assessore Spalacci.

MASSIMO SPALACCI. Tra i vari serviziche gestisce il consorzio di Ca’ Lanciarino nonè prevista la possibilità di gestire dei serviziinerenti la formazione professionale. Loro chie-dono di avere questa possibilità per poter poipartecipare a delle linee di finanziamento, siaregionali che nazionali ed europee, quindi vor-rebbero inserire nello statuto questa possibilità.

PRESIDENTE. Se non ci sono interven-ti, pongo in votazione il punto 8 dell’ordine delgiorno.

Il Consiglio approva all’unanimità

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Cessione relitto stradale alla ditta DavaniLara

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 10: Cessione relitto stradale alla dittaDavani Lara.

Ha la parola l’assessore Mechelli.

LINO MECHELLI. E’ uno dei soliti relittidelle strade vicinali. Dopo averlasdemanializzata si va alla cessione. E’ una cosada poco conto.

PRESIDENTE. Se non ci sono interven-ti, pongo in votazione il punto 10 dell’ordinedel giorno.

Il Consiglio approva all’unanimità

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Pongo in votazione l’immediata eseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Aggiornamento dell’elenco annuale LL.PP.2006 (Legge 11.2.1994, n. 109 art. 14)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 1 dell’ordine del giorno suppletivo:Aggiornamento dell’elenco annuale LL.PP.2006 (Legge 11.2.1994, n. 109 art. 14).

Ha la parola l’assessore Mechelli.

LINO MECHELLI. Si tratta di inserirenell’elenco delle opere da realizzare nel 2006,la tratta di acquedotto Ca’ Mignone-Santa Lu-cia-Gadana-Cavallino, che non abbiamo inse-rito all’inizio dell’anno perché era un interven-to che doveva appaltare il Megas. Siccome leprocedure erano iniziate dal Comune, dobbia-mo in questo modo portare a termine l’appaltonoi, perché il finanziamento è stato chiesto dalComune, il progetto presentato dal Comune,quindi l’intervento deve essere unitario.

PRESIDENTE. Se non ci sono interven-ti, pongo in votazione il punto 1 dell’ordine delgiorno suppletivo.

Il Consiglio approva all’unanimità

Pongo in votazione l’immediata eseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Comunicazioni, interrogazioni, interpellan-ze e mozioni

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 11: Comunicazioni, interrogazioni,interpellanze e mozioni.

Ha la parola l’assessore Mechelli.

LINO MECHELLI. Si sono prelevati dalfondo di riserva 8.000 euro per integrare ilcapitolo 420.356, “Spesa per apertura teatroSanzio”.

AUGUSTO CALZINI. Per le fognature,dalle informazioni che ho io — non è colpadell’attuale Giunta — risulterebbe, da testimo-nianze ufficiali — mi hanno detto anche di direchi — che purtroppo dal parco dellaRimembranza a Pansaccia pare che i rifiutivadano a dispersione. Se le cose sono così, èinutile dare una risposta, se mai bisognerebbeprenderne atto.

Per quanto riguarda il resto, aspetto dallaComunità montana anziché dal Sindaco, unarisposta scritta.

Per quanto riguarda la mozione, la ritiro,perché se mai ne parleremo in futuro.

PRESIDENTE. La seduta è tolta. Salutotutti e auguro buona Pasqua.

La seduta termina alle 20,44