Resistenza n. 2 - anno 2007

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L’intervista Continuatori della storia democratica G ià all’indomani della Liberazione e nei faticosi anni seguenti, mentre si accingeva a porre mano al gigantesco compito della ricostruzione, l’Italia uscita dalla guerra cambiò il suo volto, con i lavori della Costituente e la promulgazione della Costituzione. Un pilastro fondamentale del cambiamento fu il referendum del 2 giugno 1946 che dette vita alla repubblica. Su questi temi si incentreranno le iniziative dell’ANPI di Bologna nei prossimi mesi. Il presidente William Michelini ne illustra il senso in questa intervista. Presidente, quanto furono significativi questi mesi per l’avvenire del nostro Paese? tà, già nell’autunno’43, è ampio e generoso. Tante sacrificano la loro gio- ventù; ricordiamo le 128 partigiane a cui Bologna ha dedicato il bellissimo monumento di Villa Spada, cadute nei paesi della campagna e dell’appennino bolognese. Il diritto al voto arriva in piena guerra nel febbraio 1945, ed è di portata storica perché si raddoppia l’elettorato e per la prima volta donne possono essere elette. Nei primi mesi dopo la Liberazione le donne dei Gruppi di Difesa rimango- no unite, fondano autonomamente i loro movimenti rappresentativi, nasce l’Unione Donne Italiane e il Centro Italiano Femminile di ispirazione cat- tolica;entrano nei partiti politici e nelle organizzazioni sindacali, scopro- no cosa è la politica e la praticano nel suo significato più alto : trovare solu- zioni per migliorare la vita di tutti. È l’inizio di un percorso per conquistare dignità e libertà. Assumono responsa- bilità e affrontano le prime emergenze della nostra città colpita da numerosi bombardamenti: dagli asili improvvi- sati sotto tendoni per togliere i bambi- ni dalle macerie, all’aiuto ai reduci e Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno V - Numero 2 - Giugno 2007 Luca Sancini > segue a pag. 8 I l 2 giugno 1946, nascita della Repubblica e fine della monarchia sabauda, complice del fascismo nella rovina dell’Italia. Su scala nazio- nale andarono alle urne 88,8% degli elettori: per la Repubblica voti 12.717.923 (54,69%); monarchia 10.719.284 (45,31%). Bologna, alle urne, 231.016 elettori (90,49% degli aventi diritto): repubblica 67,72%; monarchia 32,26%. provincia, repub- blica 75,10%; monarchia 24,90%. Ecco i risultati comune per comune nella nostra provincia: Anzola Emilia repubblica 91,11% - monarchia 8,89%; Argelato r. 92,27 - m. 7,73; Baricella r. 86,03 – m. 13,97; Bazzano r. 81,73 – m. 18,27; Bentivoglio r. 88,47 – m. 11,53; Borgo Tossignano r. 71,55 – m. 28,45; Budrio r. 78,53 – m. 21,47; Calderara di Reno r. 89,72 – m. 10,38; Camugnano r. 69,20 – m. 30,80; Casalecchio di Reno r. 83,46 – m. 16,54; Caslafiumanese r. 81,00 – m. 19,00; Castel d’Aiano r. 76,91 – m. 23,09; Castel del Rio r. 74,32 – m. 25,68; Castel di Casio r. 75,97 – m. 24,03; Castelguelfo r. 82,77 - m. 17,23; Castelmaggiore r. 91,74 – m. 8,26; Castel San Pietro r. 79,51 – m. 20,19; Castello d’Argile r. 74,73 – m. 25,27; Castello di Serravalle r. 85,16 – m. 14,84; Castenaso r. 83,72 –m. Il lungo cammino delle donne N el 1947 quando viene appro- vata dall’Assemblea Costi- tuente la Carta Costituzio- nale, dall’Assemblea Costituente, erano poche le italiane che comprende- vano a pieno il significato della parola democrazia. Tre anni prima, donne e uomini si erano trovati insieme a formare quel movimento di massa – chiamato Resistenza – per liberare l’Italia. Il fascismo ci aveva relegate al ruolo di fattrici di figli, estromesse dalla vita sociale, discriminate nel lavoro e senza diritto di voto. Perciò il protagonismo femminile attraverso l’organizzazione dei Gruppi di Difesa della Donna per l’assistenza ai combattenti della liber- Un frutto della lotta di Liberazione 2 giugno 1946: Repubblica! Il responso delle urne, comune per comune nel Bolognese > segue a pag. 8 > segue a pag. 2

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Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno V - Numero 2 - Giugno 2007

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L’intervistaContinuatori della storia democratica

Già all’indomani della Liberazione enei faticosi anni seguenti, mentre siaccingeva a porre mano al gigantesco

compito della ricostruzione, l’Italia uscitadalla guerra cambiò il suo volto, con i lavoridella Costituente e la promulgazione dellaCostituzione. Un pilastro fondamentale delcambiamento fu il referendum del 2 giugno1946 che dette vita alla repubblica. Su questitemi si incentreranno le iniziative dell’ANPIdi Bologna nei prossimi mesi. Il presidenteWilliam Michelini ne illustra il senso inquesta intervista.

Presidente, quanto furono significativiquesti mesi per l’avvenire del nostro Paese?

tà, già nell’autunno’43, è ampio egeneroso. Tante sacrificano la loro gio-ventù; ricordiamo le 128 partigiane acui Bologna ha dedicato il bellissimomonumento di Villa Spada, cadute neipaesi della campagna e dell’appenninobolognese. Il diritto al voto arriva inpiena guerra nel febbraio 1945, ed è diportata storica perché si raddoppial’elettorato e per la prima volta donnepossono essere elette.Nei primi mesi dopo la Liberazione ledonne dei Gruppi di Difesa rimango-

no unite, fondano autonomamente iloro movimenti rappresentativi, nascel’Unione Donne Italiane e il CentroItaliano Femminile di ispirazione cat-tolica;entrano nei partiti politici enelle organizzazioni sindacali, scopro-no cosa è la politica e la praticano nelsuo significato più alto : trovare solu-zioni per migliorare la vita di tutti. Èl’inizio di un percorso per conquistaredignità e libertà. Assumono responsa-bilità e affrontano le prime emergenzedella nostra città colpita da numerosibombardamenti: dagli asili improvvi-sati sotto tendoni per togliere i bambi-ni dalle macerie, all’aiuto ai reduci e

Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno V - Numero 2 - Giugno 2007

Luca Sancini

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Il 2 giugno 1946, nascita dellaRepubblica e fine della monarchiasabauda, complice del fascismo

nella rovina dell’Italia. Su scala nazio-nale andarono alle urne 88,8% deglielettori: per la Repubblica voti12.717.923 (54,69%); monarchia10.719.284 (45,31%). Bologna, alleurne, 231.016 elettori (90,49% degliaventi diritto): repubblica 67,72%;monarchia 32,26%. provincia, repub-blica 75,10%; monarchia 24,90%. Ecco i risultati comune per comunenella nostra provincia: Anzola Emiliarepubblica 91,11% - monarchia8,89%; Argelato r. 92,27 - m. 7,73;Baricella r. 86,03 – m. 13,97; Bazzano

r. 81,73 – m. 18,27; Bentivoglio r.88,47 – m. 11,53; Borgo Tossignano r.71,55 – m. 28,45; Budrio r. 78,53 –m. 21,47; Calderara di Reno r. 89,72– m. 10,38; Camugnano r. 69,20 – m.30,80; Casalecchio di Reno r. 83,46 –m. 16,54; Caslafiumanese r. 81,00 –m. 19,00; Castel d’Aiano r. 76,91 – m.23,09; Castel del Rio r. 74,32 – m.25,68; Castel di Casio r. 75,97 – m.24,03; Castelguelfo r. 82,77 - m.17,23; Castelmaggiore r. 91,74 – m.8,26; Castel San Pietro r. 79,51 – m.20,19; Castello d’Argile r. 74,73 – m.25,27; Castello di Serravalle r. 85,16 –m. 14,84; Castenaso r. 83,72 –m.

Il lungo camminodelle donneNel 1947 quando viene appro-

vata dall’Assemblea Costi-tuente la Carta Costituzio-

nale, dall’Assemblea Costituente,erano poche le italiane che comprende-vano a pieno il significato della parolademocrazia.Tre anni prima, donne e uomini sierano trovati insieme a formare quelmovimento di massa – chiamatoResistenza – per liberare l’Italia. Ilfascismo ci aveva relegate al ruolo difattrici di figli, estromesse dalla vitasociale, discriminate nel lavoro e senzadiritto di voto. Perciò il protagonismofemminile attraverso l’organizzazionedei Gruppi di Difesa della Donna perl’assistenza ai combattenti della liber-

Un frutto della lotta di Liberazione

2 giugno 1946: Repubblica!Il responso delle urne, comune per comune nel Bolognese

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malati, all’apertura di ambulatori difortuna. Migliaia di bambini del suddenutriti ed in uno stato di fortenecessità, vengono ospitati in EmiliaRomagna anche per lunghi periodipresso famiglie di operai e contadini. Gli anni dal 1946 al 1948 sarannocaratterizzati da una forte conflittuali-tà: nelle campagne le mondine, lebraccianti, le contadine sono unitenella richiesta di condizioni salariali edi vita migliori, la repressione è spie-tata e Maria Margotti, bracciante,verrà uccisa dalla polizia. Nelle fabbri-che lottano per il mantenimento delposto di lavoro, tante sono arrestate eincarcerate solo per avere rivendicatoun po’ di giustizia sociale, un mondodi pace, o addirittura per avere distri-buito la mimosa l’8 marzo.Di strada ne abbiamo fatta tanta, ledonne che ci hanno precedute hannoconquistato sempre più spazi per sé eper noi. L’UDI diventa un movimentomolto ampio e radicato sul territorio esa interpretare e sostenere con azioniconcrete battaglie fondamentali perl’emancipazione, i diritti e l’autodeter-minazione delle donne.

I primi trent’anni della nostraRepubblica sono fondamentali perl’impegno e per la visibilità. Le donne,con il loro pensiero, con la passionepolitica, cambiano la cultura sociale esi pongono come interlocutrici qualifi-cate nei confronti delle istituzioni edelle realtà nazionali e locali, per l’af-fermazione di leggi in cui diritti edoveri superano le vecchie forme disubalternità presenti nella società:dalla parità salariale tra donne e uomi-ni alla tutela del lavoro a domicilio,all’ammissione delle donne a tutti ipubblici uffici inclusa la magistratura,alla legge sul divorzio e suo referen-dum confermativo, al nuovo diritto difamiglia che stabilisce la parità tra iconiugi, alla tutela delle lavoratricimadri, al piano degli asili nido comu-nali, alla costruzione dei consultorifamiliari, alla legislazione su materni-tà responsabile e regolamentazionedell’interruzione di gravidanza e rela-tivo referendum di conferma, via viafino alle più recenti norme contro laviolenza sessuale.È la storia delle donne dell’UDI che siintreccia con la storia del nostro Paese.È stato un percorso fortemente contra-stato – e non ancora compiuto – ma

ricco di contenuti positivi di cuiandiamo fiere.Obiettivo di questi mesi è l’applica-zione dell’art.51 della CostituzioneItaliana per una effettiva democraziaparitaria che è alla base di una demo-crazia moderna dove donne e uominipartecipano in posizioni di uguaglian-za nelle assemblee elettive e nei luoghidecisionali. Questa azione politica cheabbiamo chiamato 50E50 OVUN-QUE SI DECIDE ha come primoobiettivo la raccolta di firme per unaproposta di legge di iniziativa popola-re che imponga meccanismi paritarinelle indicazioni delle candidature.Sono donne che pensiamo possano con-tribuire a cambiare la fisionomia dellanostra società futura e noi dell’UDI cisentiamo impegnate a promuovere l’au-tonomia di tutte le donne che vivono inItalia, native e immigrate, e in questosenso abbiano modificato la nostra deno-minazione in “Unione Donne in Italia”. Pensiamo che il mondo femminile nonsia indifferente alla politica, però vuolereali spazi decisionali. Ecco perché pernoi la vera democrazia è quella pratica-ta a tutti i livelli della nostra vita.

Katia Graziosiper l’UDI di Bologna

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> segue IL LUNGO CAMMINO DELLE DONNE da pag. 1

Gli eccidi di partigiani e di cittadi-ni rastrellati, compiuti a SanRuffillo dai nazifascisti (cento le

vittime fatte precipitare nelle voraginidelle bombe di aereo presso la stazione fer-roviaria Bologna-Firenze), sono stati alcentro di un convegno svoltosi il 12 mag-gio scorso a Villa Mazzacurati. Adessoabbiamo alcune tappe importanti che ciattendono: la ricerca storica, il concorso fragli studenti di tutte le scuole di ogni ordi-ne e grado, l’aula didattica virtuale.Punto primo: la ricerca storica. Il conve-gno da un lato si è posto in continuità conle celebrazioni dell’eccidio che tutti glianni si effettuano ai primi di maggio a

ricordo della scoperta delle fosse, avvenutadopo la Liberazione; dall’altro ha segnatol’avvio di una ricerca storica negli archivi esui territori di provenienza delle vittime,condotta da studiosi di ISREBO in colla-borazione con i volontari delle sezioniANPI territoriali e della AssociazioneEmilia Romagna – Costa Rica. Essa faparte di un progetto “La Rete dinamicadella vita”, finanziato da VOLABO(Centro Servizi per il Volontariato dellaProvincia di Bologna). Sugli eccidi era giàstato pubblicato un libro sulla base delleprime ricerche effettuate da Andrea Ferrarie Paolo Nannetti. Punto secondo: la memoria storica.

L’amore per il prossimo, che è alla base diogni principio di libertà e di democraziaha bisogno di essere trasmesso ai giovanianche attraverso l’esempio delle generazio-ni che ci hanno preceduto. Per questo ilprogetto prevede che i protagonisti, gliesperti, i volontari possano organizzareincontri, lezioni e seminari, andare nelle

Avviato un corposo programma di iniziative

Eccidi di San Ruffillo:ricerca, arte e concorso scuole

La Costituzione

Se voi volete andarein pellegrinaggio nel luogo dov’è nata la nostra Costituzione,andate nelle montagnedove caddero i partigiani. Dovunque è morto un italianoper riscattare la libertà, la dignitàlì è nata la democrazia,lì è nata la Costituzione italiana.

Piero Calamandrei

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scuole, parlare a docenti e studenti, porta-re testimonianze, documenti, storie divita.Punto terzo: la memoria attraverso l’arte.Per vivere la memoria ha bisogno del fuocodell’arte, della fantasia, della creatività.Noi ci ricordiamo di Eurialo e Niso, graziea Virgilio ed evochiamo la Resistenza gra-zie alla canzone ormai universale “BellaCiao”. Per questo, grazie al contributofinanziario della Fondazione del Monte,lanceremo un grande concorso per darevoce ed anima ai Caduti di San Ruffilloattraverso tutte le forme dell’arte e dellasensibilità dei nostri giovani. Questo noivorremmo trasmettere loro ed a loro chie-diamo di tramandare questo patrimonio diamore sotto forma d’arte, di poesia, dimusica, di scultura. Il finanziamento che ciè stato erogato ci permetterà di portare, intutte le scuole dove sarà richiesto, il mate-riale raccolto, le testimonianze dei soprav-vissuti, i documenti. Il bando di concorsosarà pronto ai primi di settembre e saràinviato a tutte le scuole a cura dell’UfficioScolastico Provinciale di Bologna (exProvveditorato agli Studi), ma sarà compi-

to di ogni sezione ANPI sensibilizzare idocenti ed offrire loro testimonianze,materiali ed ogni forma di sostegno conl’appoggio di ISREBO e della sezioneANPI del Quartiere Savena.Punto quarto: monumenti che parlano. Ilprogetto sulla memoria storica degli eccididi San Ruffillo entrerà a far parte della sezio-ne “Monumenti che parlano” del ProgettoNuove Istituzioni Museali del Comune diBologna. Questo è il link alla scheda dellabanca dati su San Ruffillo già operante:http://certosa.cineca.it/2/eventi.php?ID=12&TBL=EVENTI_STORICI

Dal 12 maggio scorso è stato attivatoanche un collegamento con il sito delQuartiere Savena e successivamente la stes-sa cosa potrà essere effettuata anche con iComuni della provincia di Bologna e limi-trofi. Questo significa che già da ora si pos-sono continuare ad aggiungeretesti, fotografie, testimonianze audio evideo, e che ogni docente di ogni scuolapotrà prendere visione e trasmettere ai suoistudenti tutti i documenti originali che laricerca in corso andrà acquisendo.Punto quinto: la comunicazione.L’informazione è ancora la cosa piùimportante per il successo di qualsiasievento, ma è anche diventata la più dif-ficile da realizzare. Speriamo di potercontare su alcuni interventi sulla stam-pa cittadina e sulle reti televisive locali.La ricerca storica, finanziata da VOLA-BO (Centro Servizi per il Volontariato)ed il concorso finanziato dallaFondazione del Monte devono vederconclusi i propri lavori entro la fine digiugno del prossimo 2008. Occorre finda ora prendere contatto con scuole esingoli docenti per garantire che possa-no tenerne conto nella fase di program-mazione dell’attività didattica del pros-simo anno scolastico. Il convegno del 12 maggio a VillaMazzacurati si è concluso dunque con suc-cesso. Abbiamo avuto una straordinariapartecipazione da parte di tutti: comuni,province, associazioni ANPI, IstitutiStorici. A nome della sezione ANPI“Toffano - Soldati” del Quartiere Savenache ha organizzato il convegno, vogliamorivolgere un ringraziamento di cuore atutti gli intervenuti, ai relatori, agli Enti

Locali che hanno aderito e offerto il patro-cinio alla manifestazione, ai vigili munici-pali che hanno recato i gonfaloni e guidatoil lungo corteo. Un ringraziamento parti-colare va rivolto alla classe III A diMalalbergo, che ha partecipato ai lavori,

insieme ai docenti ed ai rappresentantidella sezione ANPI e del Comune.Particolarmente significativa è stata la pre-senza del volontariato che sta contribuen-do in modo sostanziale alla realizzazionedei nostri progetti. Ma come non sottoli-neare anche la commozione che ci hannotrasmesso Monsignor Giovanni Catti ePaolo Buconi.Ma quell’evento, pure tanto importante èstato soltanto l’inizio di un lavoro che tuttici attende e ci coinvolge.

Corrado Sacchi Sezione ANPI Savena

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Dichiarazione dei redditiDestina il 5 x 1000 all’ANPI

Destinare il 5 per mille della dichiarazionedei redditi 2007 all’ASSOCIAZIONENAZIONALE PARTIGIANI d’ITALIAè semplice.Nel quadro Scelta per la destinazione del cin-que per mille dell’Irpef dei Modelli CUD,730-1 e Unico apponi la tua firma solo nelprimo dei tre spazi previsti, quello con la dici-tura: “Sostegno delle organizzazioni nonlucrative di utilità sociale, delle associazionidi promozione sociale e delle associazioni rico-nosciute che operano nei settori di cui all’art.

10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del1997”. Sotto la tua firma inserisci il CodiceFiscale dell’ANPI 00776550584.È importante firmare anche se il calcolo dellatua Irpef è pari a zero o a credito. La riparti-zione delle somme tra i beneficiari viene calco-lata in proporzione al numero di sottoscrizioniricevute da ciascun soggetto. Quindi FIRMA e FAI FIRMARE in favo-re dell’ANPI.

***Il presidente dell’ANPI Provinciale WilliamMichelini ha invitato le sezioni a diffonderequesta notizia fra tutti gli iscritti e gli amicidella Resistenza.

SottoscrizioniPer “Resistenza”

Sono pervenuti alla sede provincialedell’ANPI diversi contributi per la pubbli-cazione del nostro periodico “Resistenza”.Hanno versato somme le sezioni: QuartiereSavena euro 100,00; Casalecchio di Reno50,00; Bolognina 50,00; San Lazzaro100,00; Pianoro 100,00; Barca 50,00;Imola 100,00. Additiamo il significativovalore delle iniziative in atto, che sicura-mente verranno seguite da altre sezioni.

San Pietro in CasaleStudenti e cittadinial “Casone partigiano”

Il “Casone partigiano” di San Pietro inCasale è meta di classi di scuole dei diversicomuni vicini e distanti, di iniziative cultu-rali e dedicate alla Resistenza. Ultimamentesono stati presentati, in occasione del 25aprile, gli elaborati di tre classi dell’Istitutosuperiore “Keynes” di S. Pietro e Castelmag-giore, presenti tanti sindaci e altri ammini-stratori comunali, a cura dell’ANPI.Undici comuni hanno approvato lo statutodel Parco della Resistenza, incentrato sul“casone”.Nel prossimo numero pubblicheremo unampio servizio sull’attività.

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Il Comune di Bagno di Romagna(provincia di Forlì-Cesena) haorganizzato diverse importanti

iniziative per celebrare degnamente il25 Aprile. Segnaliamo in particolare lamostra: “L’arte nella memoria - daTavolicci a Marzabotto”, realizzataanche con la collaborazione dell’ ANPIdi Bologna, che ha fornito quattroopere della sua collezione, e aperta aivisitatori dal 21 aprile al 20 maggio.Con una straordinaria pagina d’apertu-ra, la mostra propone unaserie di percorsi lungo levallate romagnole finoall’Appennino bolognese,nei luoghi che tra il 1943e il 1944 furono teatro difatti memorabili dellalotta partigiana e dellepiù orrende stragi dipopolazioni civili.Accanto ad immaginid’epoca, figurano nellamostra fotografie chedocumentano la realtàattuale dei luoghi chefurono allora coinvoltinelle vicende belliche enella resistenza antifasci-sta, e fanno intenderecome di quei fatti sia oggi ancora vivoil ricordo.Non a caso, il punto iniziale e quelloterminale dell’itinerario disegnato alPalazzo del Capitano di Bagno diRomagna, sono rappresentati dallerealtà di Tavolicci (64 abitanti trucida-ti dai tedeschi il 22 luglio 1944) e daMarzabotto (circa 800 i civili massa-crati durante la strage tedesca dal 29settembre al 5 ottobre 1944) con laloro inesausta capacità di essere insie-me custodi della memoria e messagge-ri di pace. Come anche l’arte, per tuttoil corso degli anni ‘50 ed anche neidecenni successivi, si sia posta al servi-

zio della memoria e della sua preserva-zione, è documentato nella mostra dauna serie di pitture provenienti da rac-colte pubbliche della nostra regione e,come si è detto, dall’ANPI bolognese.Alcuni bozzetti, infine, si riferiscono asculture e monumenti celebrativi dellaResistenza esistenti in ambito roma-gnolo.La mostra è stata promossa dalComune di Bagno di Romagna in col-laborazione con l’Istituto per i beni

artistici culturali e naturali dellaRegione Emilia-Romagna e conl’Istituto per la Storia della Resistenzae dell’Età Contemporanea di Forlì.

Sabato 5 Maggio il Palazzo delCapitano di Bagno di Romagna hafatto da cornice alla presentazione dellibro “Arno nella Resistenza”, diErmenegildo Bugni. L’autore, segreta-rio organizzativo dell’ANPI diBologna, a partire dalle vicende narra-te nel libro, ha ripercorso l’itinerarioche lo ha portato ad entrare nellaResistenza dall’ottobre 1943 fino allaLiberazione, prima sulla montagna

modenese e poi in Bologna città. Ilpubblico era composto da una settan-tina di studenti del locale LiceoScientifico. Intervenendo con doman-de e quesiti, hanno consentito a Bugnidi narrare non solo la propria esperien-za di partigiano, ma anche aspettilegati alla vita quotidiana di un ragaz-zo di allora e della sua famiglia neglianni difficili della guerra, della fame edell’indigenza. L’incontro con gli stu-denti è stato introdotto dall’Assessorealla cultura del Comune di Bagno diRomagna Monia Giovannetti e sonointervenuti il curatore del libroStefano Crociani, segretario dellasezione ANPI di Bazzano e MiroFlamigni, dell’Istituto per la storiadella Resistenza e dell’età contempora-

nea di Forlì. “Se avessero vinto loro”, èuna delle riflessioni chepiù volte è riecheggiatanella sala che ha ospitatol’iniziativa, e presto ildibattito è andato benoltre il periodo dellaLiberazione e della rico-struzione, di quegli annidifficili nei quali peraltrosi tentò di delegittimarela Resistenza, con il corol-lario di persecuzione dipartigiani. L’attualitàdella Resistenza è statol’aspetto più importanteemerso durante questoincontro con tanti giovanied il messaggio pedagogi-

co lasciato ad essi, perchè le conquistedi libertà, giustizia, equità non sonomai acquisite una volta per tutte, maogni giorno occorre rinnovare l’impe-gno per garantire un mondo migliore,per tutti.Ai partigiani di ieri il merito di averecontribuito in modo determinante asconfiggere il nazifascismo e realizzareuna Europa nel segno della pace, dellademocrazia e della libertà; ai giovanipartigiani di oggi il compito di realiz-zare l’Europa dei popoli, dell’equità edei diritti.

S.C.

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Opere d’arte e testimonianze a Bagno (Forlì-Cesena)

Con l’ANPI bolognese tra i ragazzi romagnoli

Gli studenti di Bagno di Romagna mentre ascoltano la testimonianza diErmenegildo Bugni.

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Quando la scuola chiama, gli expartigiani rispondono solleci-tamente e con piacere. Mi

riferisco alle lezioni-testimonianza diStoria, che nel nostro Quartiere Barcasi rivelano particolarmente significati-ve. Va subito detto che la molla scattagrazie all’intelligenza di docenti e pre-sidi volta a nutrire l’apprendi-mento dai testi e dai documen-ti, nonché da proposte chegiungono non di rado da geni-tori, ma nel contempo è giustoriconoscere che utili suggeri-menti sono il portato dell’im-pegno delle sezioni ANPI lequali, peraltro attente a noninvadere terreni non loro, sipremurano di segnalare date,eventi, luoghi che rivestono unsicuro interesse agli effettidello studio formativo dellacoscienza democratica dellegiovani generazioni. Sottolineo a questo propositouna delle principali iniziativeche la sezione ANPI “GiannaTarozzi” ha contribuito a svol-gere nell’Istituto TecnicoIndustriale Statale “OdoneBelluzzi” alla fine di aprilescorso, celebrandosi il 62°anniversario della Libera-zione. Vi hanno partecipatocirca 450 studenti, con gliinsegnanti delle rispettiveclassi e la preside. Perché la Resistenza armata? Quale lasua struttura? Come e con quali moda-lità ha combattuto? Quanto è costatain termini di vite umane e di sacrifici?E la popolazione civile come si è com-portata durante i venti mesi di lottapartigiana? La deportazione cosa è statae per quali motivi? Una serie di quesiti, dunque, posti soloal volgere del finale, perciò non più

suscettibili di risposte adeguate. Ciòimplica opportune considerazioni.Giusto il maxi incontro celebrativo,ma più efficace ai fini della resa didat-tica è senz’altro – come abbiamoriscontrato in altre occasioni – il dialo-go ravvicinato ed all’interno di un pro-gramma specifico.I ragazzi dell’ITIS hanno potuto

comunque ascoltare dai protagonistiuna pur significativa carrellata dellaResistenza a Bologna e provincia.Dopo l’apertura di Luca Pastore, ricer-catore presso l’Istituto storico“Ferruccio Parri”, hanno parlato MarioAnderlini (guerriglia a Bazzano,Montefiorino, Modena), Remo Zanna(deportato sedicenne in Germania),Gino Ventura (pure lui deportato allastessa età). Sull’infamia dei lager nazi-

sti ha preso la parola la prof. LuciaLeggieri, ricordando che anche i suoigenitori furono deportati. Sono stati così citati gli episodi di lottasenza quartiere al nemico, come l’attac-co all’Hotel Baglioni sede delPlatzkommandantur tedesco, al carceredi San Giovanni in Monte, al depositodi munizioni di Villa Contri, oltre chesu vasta scala in montagna e in pianu-ra. Ed il ruolo degli operai delle fabbri-che, dei contadini, delle coraggiosedonne, a cui i nazifascismi risposerocon efferate stragi, torture e l’insidiadelle spie.Il prof. Menabò a conclusione: “ i par-

tigiani non hanno raccontatoun film, bensì un periodo distoria che merita di essereapprofondito, loro ci hannosegnalato una traccia”.La sezione ANPI della Barcaannovera nel bilancio di attivi-tà in direzione delle scuole uncospicuo pacchetto di iniziati-ve. Tra di esse quelli sui temidella Costituzione repubblica-na con interventi dei magistra-ti dott.ssa Matilde Betti e dott.Claudio Nuziata, dell’ex magi-strato attualmente assessorecomunale dott. LiberoMancuso; l’accompagnamentoall’ex campo di concentramen-to di Fossoli e al Memoriale diCarpi di classi di seconda eterza media: dal 14 novembreal 6 dicembre 2006, delle scuo-le “Canotti”, “Irnerio”,“Dozza”. Con gli studenti si èinoltre andati a Marzabotto esu a Monte Sole, nei luoghidella orrenda strage di popola-zione civile perpetrata da

ingenti forze della 16° Divisione SSPanzergrenadier tedesca col supportodi spie fasciste.Il nostro compito non ha limite, locontinuiamo: non è facile né lieve, maci riempe di orgoglio ringraziandoancora docenti e dirigenti scolastici perla preziosa opera di educatori.

Alessandro MasiSegretario della Sezione ANPI Barca

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L’intenso impegno della sezione ANPI Barca nelle scuole

“…ma non è un film bensì pagine vere”

Monte Sole (Marzabotto), estate 2006.Studenti delle scuole “Irnerio” di Bologna ad una lezione-

testimonianza tra i ruderi della chiesa di Casaglia.

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Recentemente alcuni partigianisono ritornati a Ingegnerianon per una visita nostalgica -

perchè nulla poteva esservi di menonostalgico della loro presenza in quelluogo - quanto piuttosto per identifi-care le aule nelle quali erano detenutinel 1945 e ricordare i patimenti diquei giorni durissimi. Confusi fra glistudenti hanno rifatto ciascuno il pro-prio percorso e alla fine hanno con-frontato le rispettive esperienze. Dallaloro testimonianza è venuto un prezio-so contributo alla ricerca che l’ANPIsta portando avanti insiemeall’Università di Bologna per docu-mentare quanto avvenne nella Facoltàdi Ingegneria durante i venti mesi del-l’occupazione nazifascista.

Bisogna andare ai giorni successiviall’8 settembre 1943 quando i tede-schi, attuando il piano preparato inprecedenza, presero possesso della sedeuniversitaria di Porta Saragozza. IlColonnello Dannehl assunse i “pienipoteri militari e territoriali su tutta laCittà e la Provincia di Bologna” e il 20ttobre fece pubblicare sul Carlino edaffiggere sui muri un manifesto bilin-

gue che si concludeva con questeminacciose parole :”Ogni contravven-tore agli ordini verrà severamente giu-dicato dal Tribunale militare germani-co”, cioè in base al codice militare diguerra nazista. Eravamo solo all’inizio.Il resto lo conosciamo.

Dopo pochi mesi, i tedeschi si trasferi-

rono in altra sede, in via Putti e inviale Aldini. Da quel momento furonoi militi di Salò a spadroneggiare nellaFacoltà di Ingegneria e nella vicinaFacoltà di Chimica Industriale. La pre-stigiosa sede universitaria, che neglianni Trenta era stata vanto del regime,venne trasformata in caserma dellaGuardia nazionale repubblicana. Più

che caserma potremmo dire un “bivac-co per i manipoli” di mussolinianamemoria dove c’era di tutto. Vi prese-ro dimora anche i repubbblichini fug-giti da Firenze quando i partigianiliberarono la città. Al termine dellaguerra quando l’Amministrazionedell’Università, mise mano al recuperodell’edificio, trovò una situazione disa-strosa. In una relazione venne scrittoche “La Facoltà di Ingegneria…subìun vero e proprio scempio non soltan-to per le asportazioni e anche per attidi puro e semplice vandalismo”.

Nell’autunno, dopo l’annuncio delcomandante in capo degli esercitialleati in Italia, il maresciallo ingleseHarold Rupert Alexander, che il 13novembre 1944 comunicava pubblica-mente via radio il rinvio dell’offensivaalla primavera del ‘45, si intensificò lacaccia ai partigiani e le aule diIngegneria riempirono di detenuti.Gli interrogatori erano condotti daitristi figuri dell’Ufficio PoliticoInvestigativo della GNR. I nomi chericorrono con frequenza sono quelli delcolonnello Serrantini, che comandaval’Ufficio Politico Investigativo, diMonti, Kessler, Pifferi ed altri. Le vio-lenze e le torture divennero praticaquotidiana. Viene ricordato che nelleaule i detenuti erano costretti a giace-re per terra sulla paglia, addossati gliuni agli altri per difendersi dal freddodel rigido inverno, il bugliolo nell’an-

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Una ricerca in corso sulle vicende di Porta Saragozza

Quando a Ingegneria si praticava la tortura

L’Istitutouniversitario esullo sfondo lacittà.Progettistal’architettoGiuseppe Vaccaro.Costruzione fra il1931 e il 1935.

La Resistenza è una miniera dimemorie in parte ancora

inesplorate.Le vicende nella sede del

complesso universitario fannoparte di questo giacimento.

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golo. Per cibo poco pane, non sempre,e la solita brodaglia. Fra loro qualchefinto prigioniero, in realtà spia fascistainfiltrata per raccogliere informazioni.

Quando di giorno o di notte, anchepiù volte, si andava all’interrogatorio,già si sapeva cosa sarebbe accaduto.Nelle testimonianze vengono ricorda-te le scudisciate al corpo ed anche alviso con il “nervo di bue”, i colpi infer-ti ai fianchi e ai ginocchi, i piedi scal-zi calpestati sadicamente con gli scar-poni chiodati, la maschera antigas conil filtro dell’aria chiuso veniva serratasul viso fino alla perdita dei sensi. Poi,un secchio d’acqua in faccia per rico-minciare. Per non dire dellefinte fucilazioni, preparate adarte: la vittima portata sull’or-lo della fossa, il plotone d’ese-cuzione pronto a sparare e l’ul-tima ingiunzione: “Parla!”.Ma, per quanto si sappia,anche questo espediente nonebbe l’esito sperato. Lo rac-contano alcuni partigiani chehanno vissuto questa durissi-ma esperienza.

Quello che accadde aIngegneria non è un fatto a sé

stante. Ingegneria è l’anello di una cate-na che porta a San Giovanni in Monte ea via Santa Chiara. Molti di coloro chehanno iniziato la via crucis a PortaSaragozza sono passati al Carcere dellaCittà e di qui alla “Stanza n. 1” di viaSanta Chiara dove gli aguzzini della SSnon risparmiavano mezzi per raggiun-gere i loro scopi. C’è anche chi ha presola strada dell’invio forzato in casermeoltre il Po, ma numerosi sono statideportati a Mauthausen o sono statifucilati a Sabbiuno di Paderno o nellefosse della stazione di San Ruffillo.

Quanti e chi sono coloro che sono pas-sati attraverso l’inferno di Ingegneria?

La domanda riporta alle ragioni per lequali l’ANPI ha promosso la ricerca dicui si è detto all’inizio e che è destina-ta alla pubblicazione. Documentazionid’archivio e altre rilevate da pubblica-zioni sulla guerra e la Resistenza; unlavoro paziente per trovare nomi etestimonianze finora sconosciute (laminiera delle memorie). Di tale impe-gno va dato merito particolare aRenato Sasdelli, il cui padre, Dino (giàcondannato nel ventennio dalTribunale Speciale), visse la dura espe-rienza della detenzione e della tortura.Ma anche ai partigiani Giorgio Righi,Rino Bonora e Mario Cènnamo per illoro apporto di testimoni diretti. Sono

già oltre sessanta i nomi repe-riti. Quanti altri ancora nonsono più rintracciabili? Molti,purtroppo, non sono più invita. Per altri si è verificata lasindrome della rimozione chefu propria anche di tantisopravvissuti ai lager nazisti.L’appello dell’ANPI per avereinformazioni resta tuttoravalido. Rimane una domanda:perché sessantadue anni dopo?

Giancarlo Grazia ANPI “Saragozza”

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Atti che segnalano la bassezza morale e l’impo-tenza di chi – sconfitti nell’aprile 1945 e defi-nitivamente condannati dalla storia, o loromiseri eredi – altro non sa fare che accanirsi,sempre di notte, contro i simboli nei quali tutti idemocratici si riconoscono. Il 27 aprile scorso èstata distrutta una corona di alloro posta allalapide che ricorda il sacrificio di Irma Bandieranell’omonima via; il 30 aprile in via LionelloSpada è stata danneggiata col fuoco quelladedicata ad Amos Facchini; il 2 maggio quellache ricorda l’assassinio del prof. Pietro Busacchiin via Paolo Martini angolo Busacchi. Chi erano queste figure della Resistenza?Ricordiamolo, anche per spiegarlo agli autoridel tristo raid. Irma Bandiera, 29 anni, staffetta della 7aGAP, catturata dai fascisti il 7 agosto 1944,torturata a morte per sei giorni e il cui corpoesposto in strada sotto casa. Medaglia d’oro alValor Militare alla memoria. Amos Facchini, 17 anni, partigiano della 7a

GAP, caduto il 15 novembre 1944 nella bat-taglia della Bolognina dopo aver partecipato aquella di Porta Lame. Esaurite le munizionidella mitragliatrice, per non cadere nelle manidel nemico preferì riservare a se stesso l’ultimocolpo. Medaglia d’argento al Valor Militarealla memoria.Pietro Busacchi, 58 anni, illustre medicopediatra, rapito dalla sua abitazione nellanotte del 21 novembre 1944, ucciso con trecolpi di rivoltella ed abbandonato in strada.Fu una delle quattro personalità bolognesi dispicco trucidate dalla brigata nera per vendet-ta e ammonimento nei confronti di intellettua-li ed industriali che rifiutarono di aderire alfascismo di Salò. Stessa sorte, nella sera del21, fu riservata all’industriale Francesco

Pecori, titolare delle omonime Conserve Pecori,anni 62, strappato da casa, ucciso e abbando-nato in via Garofalo tra via dei Poeti e piaz-za San Domenico. La sera seguente gli sgherri della brigata nerarapirono l’avvocato Alfredo Svampa, anni 57,il cui corpo venne trovato presso Porta SanDonato. Nelle stesse ore toccò all’avvocatoGiorgio Maccaferri, anni 47, direttore dellafabbrica di esplosivi Banchieri & Pellagri,trovato il mattino dopo privo di vita in viaPortanova presso piazza Malpighi. Gli ideatori della sanguinosa spedizione puni-tiva, nel disperato tentativo di uscire dall’iso-lamento in cui li aveva confinati la città, fece-ro lasciare nelle tasche delle quattro personali-tà biglietti di “colpevolezza” attribuiti allaResistenza; la turpe manovra cadde immedia-tamente. Lo stesso comandante tedesco dellapiazza militare di Bologna fece allontanaredalla città, condannandone esplicitamentel’operato, il vertice repubblichino.

Miseria morale

B. Tosoni 1966. Gesso su legno per il gemellaggio tra i partigiani di Bologna e Belluno. Nel Veneto andarono a combattere oltre 100 bolognesi. (Coll. ANPI Bologna).

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Vogliamo ricordare questo anno e mezzo che fudecisivo per il nostro Paese. In quei mesi leforze politiche che avevano guidato laResistenza cercarono e trovarono l’accordo perdare all’Italia una Costituzione che ancoraoggi è considerata tra le più avanzate inEuropa. Contribuirono persone di grandivalori politici e morali. Cattolici e laici,comunisti, socialisti, repubblicani: il meglio leforze antifasciste che insieme avevano sconfittoil regime dittatoriale. Fu la creazione diun’Italia nuova: per questo il prossimo annofaremo iniziative di dibattito per mettere aconfronto le leggi razziali del 1938promulgate da Mussolini e i principi dilibertà contenuti nella Costituzione nel 1948.In dieci anni i destini dell’Italia cambiarono:vedremo così come sarebbe stata se avesse vintoil fascismo in Italia e il nazismo in Europa,paragonandolo invece al Paese uscito dallaResistenza. Da una parte la negazione deidiritti politici, civili e sociali, dall’altral’affermazione dei principi democratici. Eccocosa sarebbe successo se avessero prevalso “iragazzi di Salò” coi vecchi arnesi dellosquadrismo in armi sotto la bandierahitleriana. Vinsero invece i partigiani nellecittà e in montagna organizzati dal Comitatodi Liberazione Nazionale, i Gruppi diCombattimento del nuovo Esercito italiano e itanti soldati italiani internati nei campi diprigionia che non vollero giurare fedeltà allaRepubblica di Salò.

Che contributo possono dare ipartigiani alla ricostruzione della storia ditale periodo? Noi fummo protagonisti di quel periodo, perchèparte della gioventù italianache si affacciò alla vita democratica dopo idifficili anni della lotta di Liberazione. Per

noi ex partigiani fu la prima volta cheandammo a votare, partecipammodemocraticamente alle elezioni. Uncambiamento importante: dopo aver lottato perla libertà con le armi, ora usavamo la schedaper dare vita compiuta, difendere e rafforzarela democrazia. Fu il modo per contribuire aconsolidare sempre più la giovane Repubblica,che nacque grazie anche al voto di tantipartigiani, la monarchia fu infatti battutasoprattutto nelle zone del Paese dove fu forte lapresenza delle forze della Resistenza. Perquesto andiamo e continueremo ad andare nellescuole, ad incontrare i ragazzi, per raccontaree spiegare i perchè delle scelte di quel periodostorico. E come sempre organizzeremo dibattiticon esperti storici e costituzionalisti peranalizzare a oltre 60 anni di distanza queifatti.

A settembre a Bologna si tienel’appuntamento nazionale della Festa del’Unità, che iniziative state preparando?Stiamo preparando una mostra che vuole esserela prosecuzione di quella organizzata da noisu “Bologna città partigiana”, aperta inPalazzo d’Accursio in occasione del 60° dellaconcessione alla città della Medaglia d’Oro alValor Militare, che fregia giustamente ilgonfalone comunale. Serve a raccontare la cittàanche nei suoi aspetti sociali ed economici diquel periodo. Per questo abbiamo chiesto allesezioni ANPI dei principali capoluoghi diprovincia di raccogliere ed inviarci foto eimmagini che ci serviranno ad allestire,integrando quella bolognese, una più ampiamostra alla Festa de l’Unità. Negli spazi checi offriranno gli organizzatori allestiremo unaserie di pannelli. Vorremmo così creare unevento nazionale: da “Bologna cittàpartigiana” a “L’Italia partigiana”.

Si susseguono a Bologna, ma non solo,con preoccupante accelerazione episodi didelinquenza, diciamo sul versante politicoo pseudo tale, oltre che comune, la qualerivela comunque il proposito di provocarel’intorbidimento del clima sociale. Qual èl’opinione dell’ANPI in merito?Dico subito che siamo per la legalità a tuttocampo. È vero, nelle ultime settimane ancheBologna, con particolare virulenza, è statapresa di mira attraverso messaggi intimidatorial Sindaco Sergio Cofferati e al suocollaboratore Massimo Gibelli, alla Presidentedella Provincia Beatrice Draghetti, alsegretario federale DS Andrea De Maria aiquali rinnoviamo la nostra solidarietà. Oltreai minacciosi annunci, gli ordigni esplosivi inagenzia di lavoro interinale, nonché incendiaridella stessa natura. Ancora: vili attivandalici di stampo fascista nei confronti dilapidi di caduti partigiani. E questo è unversante. Nell’altro ci sono episodi di unadelinquenza sempre più arrogante ai danni dicittadini, che giunge a colpire fisicamenteagenti preposti a tutelare l’ordine pubblico e lasicurezza dei cittadini. Tutto ciò ci preoccupa, naturalmente, ma nelcontempo siamo convinti che Bologna ed il suotessuto democratico possiedano i validianticorpi per debellare tali aspetti perniciosi.L’ANPI è pienamente al fianco di tutte lecomponenti della società bolognese in taleazione, come sempre. Questo è sicuro.

Un’ultima domanda, Presidente, manon certo in ordine di importanza:assistiamo ad una sensibile fibrillazionenella politica italiana. Cosa ne pensi?Che le speranze di cambiamento e le attesenell’interesse dell’Italia sorte un anno fa giustoin questo periodo, sono ben altre.

L. S.

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> segue EDITORIALE da pag. 1

16,28; Castiglione dei Pepoli r. 80,85– m. 19,15; Crespellano r. 88,94 – m.11,16; Crevalcore r. 79,42 – m. 20,58;Dozza r. 75,15 – m. 24,85;Fontanelice r. 75,82 – m. 24,18;Gaggio Montano r. 64,31 – m. 35,69;Galliera r. 86,27 – m. 13,73;Granaglione r. 70,70 – m. 29,30;Granarolo Emilia r. 86,22 – m. 13,78;Grizzana r. 77,26 – m. 22,74; Imola r.81,15 – m. 18,85; Lizzano inBelvedere r. 73,83 – m. 26,17; Loianor. 66,28 – m. 33,72; Malalbergo r.89,84 – m. 10,16; Marzabotto r.82,84 – m. 17,16; Medicina r. 87,51 –

m. 12,49; Minerbio r. 79,29 – m.20,71; Molinella r. 83,49 – m. 16,51;Monghidoro r. 64,64 – m. 35,27;Monte San Pietro r. 86,88 – m. 13,12;Monterenzio r. 78,33 – m. 21,67;Monteveglio r. 89,49 – m. 10,51;Monzuno r. 67,49 – m. 32,51;Mordano r. 81,07 – m. 18,93; OzzanoEmilia r. 85,70 – m. 14,30; Pianoro86,25 – m. 13,75; Pieve di Cento r.74,23 – m. 25,77; Porretta Terme r.69,67 – m. 30,33; Sala Bolognese r.89, 76 – m. 10,24; San Benedetto Valdi Sambro r. 69,71 – m. 30,79; SanGiorgio di Piano r. 83,03 – m. 16,97;San Giovanni Persiceto r. 80,59 – m.19,41; San Lazzaro di Savena r. 88,58

– m. 11,49; San Pietro in Casale r.83,04 – m. 16,96; Sant’Agata r. 75,05– m. 24,95; Sasso Marconi r. 86,74 –m. 13, 26; Savigno r. 65,64 – m.34,46; Vergato r. 70,59 - m. 29,41;Zola Predosa r. 90,26 – m. 9,74.

> segue REPUBBLICA da pag. 1

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