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Report di attuazione del Patto per lo sviluppo dell’Umbria a cura del Comitato di indirizzo e sorveglianza del Patto e della Segreteria Tecnica del Patto Ottobre 2003

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Report di attuazione del Patto per lo sviluppo dell’Umbria

a cura del Comitato di indirizzo e sorveglianza del Patto edella Segreteria Tecnica del Patto

Ottobre 2003

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Report di attuazione del Patto per lo sviluppo - Ottobre 2003

Premessa pag. 1

Riunioni dei Tavoli tematici nel periodo gennaio maggio 2003 pag. 1

Descrizione dell’attuazione del complessivo sistema di governo dell’attuazione del Patto pag. 2

Insediamento Tavoli tematici pag. 3

Insediamento Tavoli tematici pag. 5

Azione strategica: Potenziamento dei fattori di sviluppoe di competitivitàImpegni della Regione Umbria pag. 7Impegni delle altre Parti contraenti pag. 12

Azione strategica: Tutela e valorizzazionedella risorsa UmbriaImpegni della Regione Umbria pag. 24Impegni delle altre Parti contraenti pag. 28

Azione strategica: Riqualificazione e sostenibilità del sistema di welfareImpegni della Regione Umbria pag. 32Impegni delle altre Parti contraenti pag. 37

Azione strategica: Politiche attive del lavoroImpegni della Regione Umbria pag. 41Impegni delle altre Parti contraenti pag. 42

Azione strategica: Sviluppo sistema integrato di istruzione, formazione e ricercaImpegni della Regione Umbria pag. 46Impegni delle altre Parti contraenti pag. 48

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Azione strategica: Riforma della Pubblica amministrazioneImpegni della parte pubblica pag. 51Impegni delle altre Parti contraenti pag. 54

Tavolo del credito pag. 55

ALLEGATO A: Riunioni di insediamento dei Tavoli tematici

ALLEGATO B: Riunioni di insediamento dei Tavoli territoriali

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Premessa

Il presente report si differenzia in modo sostanziale dal primo per tre ordini di motivi:

nel corso del primo semestre è stato costruito il sistema di governo e valutazione del Patto per lo sviluppo, dando attuazione alle due deliberazioni regionali nn. 1586 e 1587 del 20 novembre 2002;

sono state definite ed avviate le attività relative alla elaborazione degli indirizzi politici e delle priorità programmatiche, che rappresentano uno dei compiti fondamentali dei Tavoli tematici mediante il loro formale insediamento;

sono stati avviati formalmente i Tavoli territoriali.Queste tre novità modificano profondamente il ruolo e, di conseguenza, i contenuti del report di attuazione.Il ruolo, in quanto il report rappresenta in questa nuova configurazione un reale strumento di governo, essendo il risultato di un lavoro congiunto di tutti i soggetti firmatari del Patto; i contenuti infatti tengono conto delle relazioni predisposte da ciascuna Parte contraente sullo stato di attuazione dei propri impegni arricchiscono la predisposizione di tale report.Proprio per questo è apparso necessario sintetizzare la parte relativa alla descrizione delle attività svolte da ciascun soggetto in schemi di rapida e facile lettura, e dare invece maggiore risalto agli aspetti e agli interventi qualificanti, propositivi e innovativi emersi per ogni Azione strategica in questo periodo. Ciò premesso il presente report, che diviene più compiutamente uno strumento di indirizzo e di sorveglianza dell’attuazione del Patto per lo sviluppo, contiene:

l’elenco delle riunioni dei Tavoli tematici nel periodo gennaio-maggio 2003;

la descrizione dell’attuazione del complessivo sistema di governo del Patto

l’insediamento dei Tavoli tematici l’insediamento dei Tavoli territoriali lo stato di attuazione delle Azioni strategiche le relazioni delle Parti contraenti

Per quanto riguarda questi ultimi due punti, il report viene sviluppato descrivendo uno stato dei lavori generale relativamente agli impegni e agli interventi della Regione, rimandando per una descrizione dettagliata e puntuale delle attività regionali relative agli obiettivi del Patto per lo sviluppo al documento di “Verifica di risultato relativa agli obiettivi del Dap 2003-2005”. Separatamente, con riferimento alle altri Parti contraenti, si riporta lo stato di attuazione degli impegni da esse sottoscritti, rimandando alle relazioni in allegato per un maggior dettaglio delle attività da esse poste in essere.

A parte si darà conto dello stato di attuazione del Tavolo del credito.

Riunioni dei Tavoli tematici nel periodo gennaio maggio 2003

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Nel periodo gennaio – maggio 2003 è in primo luogo proseguita l’attività dei Tavoli tematici consistente nella concertazione di specifici atti di programmazione della Regione Umbria.Di seguito si riporta l’elenco delle riunioni per Azione strategica/Tavolo, i cui esiti verranno trattati nella parte relativa allo stato di attuazione delle Azioni strategiche.

Tavolo generale Data della concertazione Oggetto

Tavolo generale 5 maggio 2003

Criteri per i Tavoli territoriali e Piattaforme programmatiche per i Tavoli tematici

Azione strategica di

riferimento/Tavolo tematico

Data della concertazione Oggetto

Potenziamento dei fattori di sviluppo economico e di competitività

30 gennaio 2003 Proposta di Piano regionale trasporti: prosecuzione

Tutela e valorizzazione della risorsa Umbria

29 aprile 2003- Schema progetto Piano regionale attività estrattive (PRAE) - Bozza disegno di legge “Ulteriori modifiche LR n.2 del 31 gennaio 2000

8 maggio 2003 - Conferenza programmatica turismo- Avvio dell’attuazione– Misura 3.4. Docup Ob. 2 e Legge 135/01.

Riqualificazione e sostenibilità del sistema di welfare, tutela del diritto alla salute e promozione dei diritti di cittadinanza

20 marzo 2003 Riordino della normativa in materia di edilizia residenziale pubblica

Politiche attive del lavoro/Sviluppo del sistema integrato di istruzione, formazione e ricerca

9 gennaio 2003

1) Direttive attuative per il 2003; 2) riprogrammazione POR Ob. 3 - triennio 2003/2006; 3) attuazione del Patto per lo sviluppo con riferimento ai programmi integrati di istruzione, formazione e ricerca

1 aprile 2003 - Proposta di Ddl regionale

“Integrazione sistema istruzione, formazione professionale e lavoro;

- Alta formazione: bando regionale.

Descrizione dell’attuazione del complessivo sistema di governo del PattoAl fine di consentire l’avvio delle disposizioni sul sistema di governo sul Patto per lo sviluppo, ogni Parte contraente ha provveduto a designare i suoi

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rappresentanti per ciascun Tavolo tematico, nonché il rappresentante del Comitato di indirizzo e sorveglianza. Il Comitato di indirizzo e sorveglianza, come definito nel Protocollo sulla concertazione, è “ l’organismo ristretto del Tavolo generale, cui competono compiti di supporto al Tavolo stesso in tema di verifica dell’attuazione del Patto e di valutazione delle azioni, impegni e relativi interventi in termini di coerenza e idoneità al perseguimento degli obiettivi concordati. Nello svolgimento di tale attività il Comitato si raccorda per gli aspetti operativi con la Segreteria tecnica”.Il 28 aprile 2003 si è tenuta la prima riunione del Comitato e nella stessa oltre a provvedere al suo insediamento, si è discusso sui percorsi di lavoro e sulle modalità operative di funzionamento dello stesso, decidendo di tradurre le stesse in un “regolamento del Comitato”, che è stato approvato nella successiva riunione del 30 maggio 2003.Nel corso di tale riunione si è altresì concordata l’impostazione del report di attuazione del Patto.

Parallelamente è stato avviato il lavoro per definire le piattaforme programmatiche su cui individuare le priorità di ogni Tavolo tematico, che si è concluso nella deliberazione della Giunta regionale n. 539 del 29 aprile 2003, e di cui si tratta più approfonditamente in seguito.

E’ stata avviata la fase di individuazione degli ambiti territoriali riconoscendo in Umbria cinque aree di programmazione (DGR n. 585 del 7 maggio 2003):

- l’Area Nord-Est comprendente il territorio di Città di Castello e ricompresa nel triangolo Umbertide-S.Giustino-Gubbio;

- l’Area formata dai comuni del Trasimeno e dal territorio dell’Orvietano, già oggetto, per la parte umbra, del Patto territoriale Valdichiana, Amiata, Trasimeno, Orvietano (VATO);

- i territori dell’Area maggiormente colpita dal terremoto del 1997, per la quale è in corso di elaborazione il PIAT, comprendente – quali aree principali – la Valnerina, Spoleto, Foligno, Nocera Umbra, Assisi e Gualdo Tadino;

- l’Area centrale della regione che si estende da Todi a Bastia con all’interno Perugia capoluogo di Regione;

- la zona del contratto d’area comprendente Terni, l’area del Narnese e la Valnerina ternana, includendovi il territorio dell’ amerino e confermando la inclusione di Spoleto nell’ambito dell’area PIAT.

L’individuazione sopra riportata va naturalmente intesa non in senso rigido in quanto vuole rappresentare una indicazione che potrà essere meglio definita e completata anche tramite l’apporto degli enti locali.

Tali deliberazioni sono state discusse e condivise al Tavolo generale del 5 maggio.

Infine con deliberazione n. 1049 del 17 luglio 2003, concernente “Patto per l o sviluppo dell’Umbria: individuazione dei coordinatori dei Tavoli tematici e dei Tavoli territoriali”, sono stati individuati, i coordinatori operativi per ciascun Tavolo tematico e per ciascun Tavolo territoriale, ferma restando la funzione di supervisione generale sull’indirizzo politico da parte della Presidente e del Vice-Presidente della Giunta regionale.

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Sono stati inoltre individuati, precisando quanto riportato nella DGR 1587/2002, i referenti tecnici prevalenti dei singoli Tavoli tematici.

Insediamento Tavoli tematici

Il Protocollo sulla concertazione prevede per i Tavoli tematici due compiti fondamentali:

il luogo tecnico in cui si svolge la concertazione dei principali atti di programmazione regionali con le parti contraenti del Patto per lo Sviluppo dell’Umbria;

il luogo di discussione ed elaborazione degli indirizzi programmatici e di individuazione delle priorità per lo sviluppo dell’Umbria, alla luce degli obiettivi del Patto.

Nei mesi successivi alla firma del Patto, i tavoli tematici hanno da subito svolto la funzione relativa alla concertazione degli atti. Si trattava, in sostanza di proseguire una prassi di concertazione che in Umbria è stata da tempo avviata.Anche con riferimento esclusivo a questo punto, tuttavia, non si deve sottovalutare il “valore aggiunto” del Patto. Infatti, si ottiene in primo luogo la sistematizzazione e la messa a regime delle attività di concertazione, svoltesi nel periodo 1995-2001 in maniera certamente intensa ma anche poco organica. Inoltre - e soprattutto - il momento di confronto e di concertazione sugli atti di programmazione regionale trova una sua unitarietà con la presenza, ad uno stesso tavolo e per discutere della stessa questione della rappresentanza economico-sociale, delle autonomie locali, del sistema camerale e delle Università.Questo rappresenta un risultato certamente positivo, raggiunto sin dall’avvio dei lavori dei tavoli tematici nel settembre 2002.

Ma l’ambizione del Patto per lo Sviluppo va ben oltre questo risultato, sia pure importante.La sfida più ambiziosa è, senza dubbio, quella concernente la seconda “missione” dei tavoli tematici, quella cioè di essere anche un luogo di elaborazione di politiche condivise per lo sviluppo dell’Umbria.In questa ottica si colloca sia il percorso (descritto in precedenza) di messa a punto del sistema di governo del Patto svoltosi nei primi mesi del 2003, sia l’elaborazione della “base di discussione” per l’elaborazione delle politiche, il cui punto di partenza è costituito dalla DGR n.539 del 29 aprile 2003 “Piattaforme dei tavoli tematici”.Tali piattaforme, discusse e condivise nella riunione del tavolo generale del 5 maggio 2003, hanno costituito la base di discussione per le successive “riunioni di insediamento dei tavoli tematici” che vanno appunto intese come la messa a regime anche dei lavori dei tavoli tematici stessi, che vengono così a svolgere entrambi i compiti che sono ad essi assegnati dal Protocollo sulla concertazione.

Tali riunioni si sono svolte con il seguente calendario:Tavolo tematico Data di

svolgimentoRiforma della Pubblica Amministrazione 22 maggio 2003Potenziamento dei fattori di sviluppo e 28 maggio 2003

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competitivitàTutela e valorizzazione della risorsa Umbria 29 maggio 2003Sistema del welfare 9 giugno 2003Politiche attive del lavoro 13 giugno 2003Sistema integrato di istruzione formazione e ricerca

13 giugno 2003

Nell’allegato A si riporta, distinta per ciascun tavolo tematico, una sintesi delle riunioni di insediamento.

Insediamento Tavoli territoriali

Con DGR n. 585 del 7 maggio 2003 sono state individuate in Umbria 5 aree di programmazione e successivamente con deliberazione n. 1049 del 17 luglio 2003, sono stati individuati, i coordinatori operativi per ciascun Tavolo tematico e per ciascun Tavolo territoriale, ferma restando la funzione di supervisione generale sull’indirizzo politico da parte della Presidente e del Vice-Presidente della Giunta regionale.

Nella tabella seguente si riportano, per ogni Tavolo territoriale, la data di insediamento, i coordinatori operativi, nonché gli enti locali che compongono ogni Tavolo.

Nell’allegato B si riporta, distinta per ciascun tavolo territoriale, una sintesi delle riunioni di insediamento.

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Contratto d’Area comprendente Terni, Area del Narnese e territorio dell’Amerino

Area colpita dal terremoto

Area territoriale Trasimeno-Orvietano

Area Nord-Est comprendente territorio di Città di Castello e triangolo Umbertide-S.Giustino-Gubbio

Area centrale della regione che si estende da Todi a Bastia con all’interno Perugia capoluogo di Regione

Coordinatore operativo: Danilo Monelli

Coordinatore operativo: Vincenzo Riommi

Coordinatore operativo: Vincenzo Riommi e Gianfranco Maddoli

Coordinatore operativo: Maurizio Rosi

Coordinatore operativo: Maria Rita Lorenzetti

Insediato il 20 maggio 2003

Insediato il 6 giugno 2003

Insediato il 16 giugno 2003 Insediato il 25 luglio 2003 Insediato il 11 novembre 2003

Province Province Province Province Province

Provincia di TerniProvincia di Perugia Provincia di Perugia Provincia di Perugia Provincia di Perugia

    Provincia di Terni    COMUNI COMUNI COMUNI COMUNI COMUNIAlviano Acquasparta Allerona Citerna BastiaAmelia Assisi Baschi Città di Castello BettonaArrone Bevagna Castel Giorgio Costacciaro Cannara

AttiglianoCampello sul Clitunno Castel Viscardo Fossato di Vico Collazzone

Avigliano Umbro Cascia Castiglione del Lago Gubbio CorcianoCalvi dell’Umbria Castel Ritaldi Città della Pieve Lisciano Niccone DerutaFerentillo Cerreto di Spoleto Fabro Monte S. Maria Tiberina Fratta TodinaGiove Foligno Ficulle Montone MarscianoGuardea Giano dell’Umbria Magione Pietralunga Monte Castello di VibioLugnano in Teverina Gualdo Cattaneo Montecchio San Giustino PerugiaMontecastrilli Gualdo Tadino Montegabbione Scheggia e Pascelupo Todi Montefranco Massa Martana Monteleone d’Orvieto Sigillo TorgianoNarni Montefalco Orvieto Umbertide  

OtricoliMonteleone di Spoleto Paciano Valfabbrica  

Penna in Teverina Nocera Umbra Panicale    Polino Norcia Parrano    

Sangemini PoggiodomoPassignano sul Trasimeno    

Stroncone Preci Piegaro    

TerniSant’Anatolia di Narco Porano    

  Scheggino San Venanzo      Sellano Tuoro sul Trasimeno    

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  Spello        Spoleto        Trevi        Vallo di Nera        Valtopina      

  Comunità Montane Comunità Montane Comunità Montane  Comunità Montane

 Monti Martani e Serano Monti del Trasimeno Alto Tevere Umbro Monte Subasio

  Monte SubasioMonte Peglia e Selva di Meana Alto Chiascio

Monte Peglia e Selva di Meana

  Valnerina     Monti del Trasimeno

Azione strategica: Potenziamento dei fattori di sviluppo e di competitività

Impegni della Regione Umbria Con riferimento all’impegno della Regione “utilizzare le risorse finanziarie derivanti dai principali programmi di sviluppo regionale applicando criteri di selettività e di integrazione tra i diversi fondi, al fine di massimizzare gli effetti strutturanti, di aumento di competitività del sistema regionale e di orientamento del sistema produttivo”, la strumentazione finanziaria utilizzata dalla Regione per quanto concerne i regimi di aiuto a regia regionale è stata infatti fortemente connotata in termini di selettività ed integrazione.

In questo senso, a titolo esemplificativo, nelle procedure di selezione e nei criteri di valutazione dei bandi a favore delle imprese artigliane e multimediali di cui all’azione 2.1.3. del Docup Ob.2 2000-2006 sono stati inseriti meccanismi che:

1. hanno premiato gli investimenti maggiormente qualificati dal punto di vista tecnologico ed innovativo con la previsione di indicatori ad hoc;

2. hanno consentito di individuare priorità a favore dei progetti rilevanti in termini di crescita della dimensione della singola impresa;

3. hanno espresso profili di selezione dei settori di attività, o delle imprese potenzialmente beneficiarie rispetto alle tipologie degli investimenti ammissibili.

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Altri strumenti di intervento, quali ad esempio gli incentivi automatici di cui alla legge 341/95 cofinanziati nell’ambito dell’azione 2.1.1. del Docup, sono stati finalizzati attraverso meccanismi di selezione orientati al sostegno di settori particolarmente rilevanti dell’economia regionale, quali ad esempio la meccanica ed il tessile abbigliamento.Anche per quanto concerne gli incentivi di cui alla legge 488/92 la Regione, nell’ambito della discrezionalità relativa alla definizione dei parametri di valutazione dell’indicatore regionale ha enucleato preferenze territoriali nell’ambito della graduatoria speciale privilegiando le aree maggiormente colpite dagli eventi sismici, e settori prioritari nell’ambito della graduatoria ordinaria favorendo gli interventi proposti da imprese operanti nei settori del tessile – abbigliamento, e della meccanica. Sono stati comunque sempre introdotti, nei bandi relativi a regimi di aiuto a regia regionale cofinanziati con risorse Docup, requisiti di accesso tesi a massimizzare la specializzazione degli strumenti di finanziamento a favore di determinati settori di attività o categorie di imprese, al fine di consentire un’utilizzazione ottimale delle risorse disponibili.

Con riferimento all’impegno della Regione “approvare la legge regionale concernente Sistemi di certificazione della qualità, del rispetto ambientale, della sicurezza e dell’etica nelle PMI”, con Legge Regionale 21/2002 è stato definito il nuovo quadro normativo e di supporto ai processi di certificazione nelle Piccole e medie imprese. Parallelamente al fine di sollecitare le imprese su questo tema tutti bandi relativi a regimi di aiuto a regia regionale nell’ambito del Docup Obiettivo 2 hanno previsto l’inserimento di criteri di priorità finalizzati a premiare le imprese certificate ovvero impegnate in processi di certificazione.

Con riferimento all’impegno della Regione “rivedere la normativa regionale in materia di agricoltura alla luce della Legge 5 marzo 2001 n. 57 concernente “Disposizioni in materia di apertura e regolazione dei mercati”, e dei conseguenti decreti legislativi”, la Giunta regionale ha preadottato il disegno di legge “Riordino delle funzioni e compiti amministrativi regionali in materia di valorizzazione delle risorse agricole forestali alimentari agrituristiche rurali ed ittiche di cui all’art. 117 della Costituzione”. Il provvedimento disciplina lo svolgimento delle funzioni e dei compiti amministrativi attribuiti dal Titolo V della Costituzione alla Regione in materia di tutela e valorizzazione delle risorse agricole, forestali, alimentari, agrituristiche, rurali ed ittiche.Nella suddetta materia la Regione esercita, in via esclusiva, la podestà legislativa, di programmazione, di indirizzo e controllo nel rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dall’ordinamento e dagli obblighi comunitari.La legge definisce le attribuzioni regionali in materia agricola ed individua in un apposito elenco (allegato A del disegno di legge) una nuova articolazione delle relative funzioni e compiti amministrativi a livello regionale e subregionale.

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Il disegno di legge prevede inoltre che i CAA (centri di assistenza agricola) possano svolgere attività di assistenza procedimentale per contro della Regione e dell’ARUSIA, attraverso la stipula di apposite convenzioni, sulle materie riservate alla competenza regionale, secondo il principio di sussidiarietà orizzontale.

Per quanto riguarda, inoltre, la legge regionale 33/2002 “Promozione delle conoscenze nel sistema agricolo”, l’approvazione da parte della Commissione europea, arrivata soltanto alla fine di ottobre 2003, ha rimandato l’attuazione della legge a partire dal 2004. Durante il 2003, nelle more dell’attivazione dei diversi strumenti previsti dalla nuova normativa, è stato comunque ideato e realizzato un progetto di animazione ed informazione per lo sviluppo agricolo e rurale.

Con riferimento all’impegno della Regione “elaborare la nuova legge regionale sul commercio” sono state avviate, da parte della Giunta Regionale, le procedure per l’elaborazione della nuova legge sul commercio che andrà a modificare la L.R. 24/99.

Con riferimento all’impegno della Regione “approvare il piano energetico regionale” si possono sottolineare le iniziative della Regione dell’Umbria finalizzate alla riduzione dei costi per le imprese e allo sviluppo sostenibile. Per il primo aspetto si stanno tra l’altro verificando in sede M.A.P. le opportunità per le imprese locali relativi alla delibera dell’Authority 151/2002 in tema di infrastrutture per l’interconnessione con l’estero.

Sull’altro versante l’ampia tematica del sostegno all’utilizzo delle energie rinnovabili ha visto la Regione dell' Umbria promuovere un bando rivolto alle famiglie per il sostegno all’installazione di impianti fotovoltaici, di pannelli solari ad uso termico e per lo sfruttamento delle biomasse per riscaldamento. Al contempo è stato siglato un protocollo di intesa tra Ministero dell’Ambiente, Regione dell' Umbria, Province di Perugia e Terni, i due Comuni capoluogo, ARPA ed ENEL Distribuzione, per la realizzazione ed installazione di pannelli fotovoltaici nell’ambito di complessi scolastici.

Per quanto concerne le attività produttive da sottolineare infine l’avvio e l’ormai imminente chiusura delle procedure di notifica ed autorizzazione da parte della Commissione UE relativamente al regime di aiuto regionale in tema di risparmio energetico ed utilizzo di fonti rinnovabili istituito nell’ambito della misura 3.1. del Docup Obiettivo 2 2000 – 2006 volto, per l’appunto, al sostegno degli investimenti delle imprese in materia ambientale ed energetica.

Con riferimento all’impegno della Regione “confrontarsi preventivamente, compatibilmente con i tempi a disposizione, con le Parti interessate sulle problematiche di maggior rilievo riguardanti il settore agricolo da affrontare

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nella Conferenza Stato-Regioni”, esso si concretizza nel costante confronto tra la Regione e le rappresentanze del mondo agricolo e rurale nei diversi momenti di concertazione sulle tematiche relative allo sviluppo rurale.

Con riferimento all’impegno della Regione ”approvare il piano regionale dei trasporti” il documento è stato predisposto ed è stato sottoposto all’esame della Giunta regionale per l’adozione. Il termine inizialmente previsto, 31-01-2003 per l’adozione, ha subito uno slittamento dovuto essenzialmente alle procedure di partecipazione previste dalla Legge Regionale n. 34/1998. In data 17-07-2003 la Giunta Regionale ha approvato il nuovo Piano Regionale dei Trasporti trasmettendo il documento al Consiglio Regionale per la definitiva approvazione. Quest’ultima dovrebbe prevedersi entro il 31-12-2003.

Con riferimento all’impegno della Regione “approvare la modifica della LR 31/97 ed il testo unico dell’edilizia al fine di semplificare le procedure urbanistiche ed individuare gli strumenti attuativi più opportuni”, è stato avviato un processo di revisione della normativa regionale in materia di urbanistica orientato a costruire un più adeguato quadro di relazioni e procedure fra i diversi strumenti di pianificazione territoriale ed i soggetti titolari delle stesse funzioni. In quest’ottica è stato ulteriormente sviluppato il ruolo di indirizzo strategico generale e programmatorio della Regione nel governo del territorio.In attuazione dell’Accordo quadro e della relativa Convenzione stipulati tra la Regione e l’I.N.U. è stata predisposta la bozza del Disegno di Legge di modifica alla Legge n. 31/1997, completo della relazione generale e di quella all’articolato.Il predetto elaborato normativo è stato oggetto di informativa alla Giunta Regionale ed è attualmente in fase di ulteriore verifica tecnico-politica.

Per quanto riguarda l’elaborazione della nuova normativa regionale in materia di edilizia è stata predisposta una bozza di Disegno di Legge contenente ipotesi volte a definirne il Testo Unico Regionale.Tale proposta è oggetto di verifica tecnico-politica da parte dell’Assessore e del Direttore competente, prima dell’esame da parte della Giunta Regionale.

In tema di politiche dell’accessibilità, secondo quanto previsto negli obiettivi del Patto per lo sviluppo, hanno preso avvio i numerosi interventi previsti dalla Legge obiettivo e dali APQ sulle infrastrutture di trasporto.

In particolare, per quanto riguarda il miglioramento dei collegamenti trasversali verso i principali corridoi Nord-Sud, i principali interventi relativi a questo obiettivo sono stati previsti dalla L. 443/2001 (Legge obiettivo). Dei 5 interventi individuati, per i progetti relativi alla tratta Perugia-Ancona ed alla trasversale Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti

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sono state realizzate le progettazioni definitive e si è in attesa dell’approvazione del CIPE per il finanziamento. Per quanto riguarda la SS 77 Val di Chienti e la trasversale Fano-Grosseto è in fase di realizzazione la progettazione preliminare, questa fase è già conclusa per la Tre Valli.Sono inoltre in corso gli interventi di completamento della Ex SS 3 Flaminia e parte di quelli relativi all’adeguamento della Ex SS 219 Pian d’Assino.

Per quanto riguarda la riduzione dei tempi di percorrenza dei percorsi ferroviari e stradali a valenza regionale, occorre distinguere tra viabilità stradale e rete ferroviaria.Per quanto riguarda la viabilità stradale, l’intervento principale è rappresentato dal Nodo stradale di Perugia (legge obiettivo) per il quale sono stati realizzati il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale. Il progetto, una volta concluso l’esame da parte del Ministero delle Infrastrutture e del Ministero per la Tutela dell’Ambiente, verrà trasmesso al CIPE per l’approvazione del finanziamento.

Per la programmazione regionale nel settore della viabilità stradale è in corso di definizione il Piano triennale per la viabilità regionale. Per far fronte al fabbisogno finanziario previsto, è stato predisposto un DDL regionale che prevede l’assunzione di un mutuo a carico della Regione, da aggiungere alle risorse disponibili provenienti dai trasferimenti statali.

Con la Legge obiettivo sono stati previsti interventi anche per quanto riguarda la viabilità ferroviaria, in particolare il collegamento FCU-FS col tratto Piscille-Fontivegge ed un nuovo terminal ferroviario a Ponte S. Giovanni (Perugia Est). Per la progettazione di questi interventi, che sarà redatta dall’FCU, è stata richiesta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’assegnazione delle risorse.

Per la programmazione regionale nel settore delle infrastrutture ferroviarie è in corso l’attuazione di interventi sulla linea FCU (potenziamento tratti urbani come la S. Anna-Pallotta, la Cesi-Terni), già individuati ed approvati durante il periodo di gestione governativa e statale. Sono invece in fase di programmazione o progettazione altri interventi riguardanti la soppressione di passaggi a livello sia lungo la linea FCU che lungo quella FS.

In merito al potenziamento dei collegamenti ferroviari con le principali direttrici nazionali e attestazione sull’alta velocità, per gli interventi previsti dalla Legge obiettivo, linea Orte - Falconara, tratta Spoleto – Terni e tratta Foligno – Fabriano, è in corso l’istruttoria dei progetti preliminari presso il Ministero Infrastrutture per l’invio al CIPE e l’istruttoria del Ministero Ambiente e del Ministero Beni e Attività Culturali per l’espletamento delle procedure di V.I.A..

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Per gli interventi sulla linea Foligno – Terontola previsti dall’AdPQ, sono state inaugurate le fermate urbane di Perugia S. Lucia (Facoltà di Ingegneria) e di Perugia S. Sisto (Ospedale Silvestrini), mentre sono in corso i lavori per la fermata “Capitini”, con relativo posto di movimento. RFI sta inoltre predisponendo i progetti di ulteriori interventi.

Per quanto riguarda infine le procedure concorsuali per l’affidamento dei servizi ferroviari, si prevede l’espletamento delle stesse entro la fine dell’anno. Il rispetto di tale termine è subordinato alla definizione della problematica generata dall’art. 45 della L. 166/2002 che ha previsto, a carico dei gestori uscenti, la messa a disposizione dei beni funzionali all’esercizio.

In merito allo sviluppo dell’intermodalità e della logistica per favorire la mobilitazione ottimale delle merci, gli interventi principali riguardano:- Piattaforma logistica di Terni – Narni (legge obiettivo)- Piattaforma logistica di Foligno (legge obiettivo)- Piattaforma logistica di Città di Castello - San Giustino (legge obiettivo)

Tutti i progetti preliminari sono stati presentati al Ministero delle Infrastrutture che, conclusa l’istruttoria, li invierà al CIPE per l’approvazione.Sono inoltre in corso attività di consulenza affidate a Sviluppumbria e ad una società di Milano, tese a verificare le migliori forme di coinvolgimento di capitali privati per la realizzazione e/o per la sola gestione.E’ inoltre in via di costituzione un gruppo di lavoro per l’elaborazione di una proposta di legge in materia di Trasporto merci, con la quale si intende ottimizzare il trasporto merci in ambito urbano.

In merito allo sviluppo del sistema aeroportuale regionale, per quanto riguarda l’Aeroporto di S. Egidio, l’ENAC ha approvato il progetto definitivo per il prolungamento e la riqualificazione della pista di volo e per l’ampliamento dei piazzali di sosta degli aeromobili. Sono state anche rimodulate le relative schede di intervento contenute nell’AdPQ e sono in corso le procedure per l’accertamento della conformità urbanistica. In merito all’Aeroporto di Foligno l’ENAC ha approvato il progetto definitivo per l’ammodernamento della pista di volo e sono in corso di ultimazione le procedure per l’accertamento della conformità urbanistica.

In tema di potenziamento delle politiche per l’internazionalizzazione delle imprese occorre segnalare tra l’altro: l’entrata a regime dell’Osservatorio regionale per l’export. In particolare, la Giunta regionale con propria

delibera ha istituito l’osservatorio sulla base di un progetto del Centro estero, affidandone allo stesso la realizzazione e nominando il Comitato istituzionale che sovrintende il progetto;

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l’accordo di programma tra Regione-Ministero delle attività produttive per le attività promozionali 2003 che consentirà di attivare progetti per oltre 2 milioni di Euro;

l’operatività dello Sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese che consentirà un più facile accesso ai servizi assicurativi e finanziari offerti da SACE e SIMEST;

la presentazione di richieste di finanziamento relativi a 4 progetti INTERREG oltre che a 2 progetti presso Ministero affari esteri, e Ministero attività produttive.

Infine per quanto concerne il sostegno delle imprese per l’accesso al capitale di debito e per l’acquisizione di capitale di rischio, sono in fase conclusiva le procedure relative alla notifica necessaria ai sensi della normativa comunitaria per l’avvio della misura 2.3. del Docup Obiettivo 2.

In materia di promozione della Qualità e delle produzioni tipiche è proseguita l’attuazione della misura m) “Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità” del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006. Nel corso del 2003 si è avviata l’azione di incentivazione delle imprese agricole ed agroalimentari alla introduzione di sistemi di certificazione di processo e di prodotto finalizzata sia ad ampliare l’insieme delle aziende certificate, sia ad accrescere la quantità di prodotti certificati. Tale azione è tanto più significativa in quanto anticipatrice di ciò che è stato approvato in sede di riforma della PAC che vede, appunto, l’inserimento di tali tipi di intervento nell’ambito dello sviluppo rurale.

In materia di promozione dei prodotti agroalimentari di qualità sono state realizzate importanti iniziative volte a favorire l’acquisizione di significativi spazi di mercato. In particolare, si sottolinea l’attività svolta nell’ambito dei Programma interregionale “Promozione commerciale sui mercati esteri” che ha interessato i mercati di Stati Uniti, Canada, Giappone, Svezia e Danimarca.

Un significativo impulso ha inoltre avuto, nel 2003, la promozione del ricambio generazionale in agricoltura, realizzata attraverso la misura b) “Insediamento di giovani agricoltori” del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006, con il pagamento di circa 8 milioni di euro per complessivi 323 beneficiari. Lo sviluppo della multifunzionalità dell’impresa viene sostenuto attraverso la misura p) “Diversificazione delle attività del settore agricolo e delle attività affini allo scopo di sviluppare attività plurime o fonti alternative di reddito” del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006, e nel 2003 sono stati liquidati circa 5,5 milioni di euro per 109 progetti, di cui 67 conclusi.

Per quanto riguarda il potenziamento delle infrastrutture immateriali e cablaggio della regione, in relazione al progetto per la infrastrutturazione telematica ed informatica del territorio regionale la Giunta Regionale ha approvato

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lo studio di fattibilità per la realizzazione di un operatore TLC regionale. Al momento sono in corso incontri per ulteriori verifiche ed approfondimenti finalizzati alla strutturazione del nuovo operatore.

Per quanto riguarda il potenziamento delle infrastrutture immateriali e cablaggio della regione, in relazione al progetto per la infrastrutturazione telematica ed informatica del territorio regionale la Giunta Regionale ha approvato lo studio di fattibilità per la realizzazione di un operatore TLC regionale. Al momento sono in corso incontri per ulteriori verifiche ed approfondimenti finalizzati alla strutturazione del nuovo operatore.

Impegni delle altre Parti contraenti

Di seguito si riporta lo stato di attuazione delle principali attività relative agli impegni assunti dalle Parti contraenti; a causa della notevole mole di informazioni pervenute, non è possibile, a meno di non inficiare la leggibilità del documento, riportare integralmente l’intera gamma delle attività svolte dal complesso delle parti contraenti; si è quindi cercato di sintetizzare le informazioni, privilegiando le attività particolarmente rilevanti rispetto alle finalità del Patto e/o quelle realizzate in sinergia tra più soggetti contraenti.Per un quadro più esaustivo di tutte le attività intraprese dalle diverse Parti contraenti, si rimanda comunque alle relazioni complete elaborate dalle stesse, allegate al presente report.

In particolare le OO.SS. ( CGIL – CISL – UIL) hanno promosso una seria di attività ed iniziative, sia a livello regionale che territoriale, rivolte essenzialmente a favorire un’ampia e capillare opera di informazione e sensibilizzazione del proprio quadro attivo, dei delegati nei luoghi di lavoro, delle strutture aziendali e territoriali. Ciò nel duplice intento di rendere coerente l’azione del sindacato, rispetto all’attuazione del Patto, a tutti i livelli e al contempo di generalizzare nel e dal territorio un supporto, che provenga anche dalle dinamiche delle relazioni sociali, al conseguimento degli obiettivi di fondo del Patto.

Innovazione, ricerca e conoscenza della situazione socio-economica del territorio In tema di rapporti tra mondo dell’impresa e l’Università, in data 23 dicembre 2002, è stato sottoscritto un protocollo generale d’intesa tra Università degli studi di Perugia e Assindustria della Provincia di Perugia, per una collaborazione scientifica e di alta formazione, avente i seguenti obiettivi:

sviluppo di ricerche congiunte fra aziende industriali e Università tramite le Facoltà, i Dipartimenti, Centri e Scuole, in campo tecnico e gestionale, in particolare nell’ambito dei settori industriali più diffusi nella Provincia di Perugia;

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aggiornamento e consulenze in campo tecnico, gestionale e giuridico; formazione e specializzazione di laureandi, neo-laureati, dottorati (dottori di ricerca) e ricercatori universitari in

materie e discipline attinenti all’attività ed alla gestione delle imprese industriali; redazione di periodici rapporti sulla realtà economica – sociale – giuridico – istituzionale e culturale.

Dopo la stipula della suddetta convenzione si è attivato il Comitato paritetico, ivi previsto, con il compito di rilevare, da un lato le attività di ricerca attualmente in corso da parte dell’Università per verificarne le possibili applicazioni in campo industriale e, dall’altro i fabbisogni di ricerca applicata da parte del settore industriale.

E’ stato istituito un Comitato di coordinamento tra Università degli studi di Perugia e la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, per stabilire azioni congiunte di sviluppo di ricerche, formazione, aggiornamento e redazione di periodici.

E’ stato firmata, in data 16 luglio 2003, una convenzione tra Università degli studi di Perugia e la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa dell’Umbria (CNA) sempre in tema di sviluppo di collaborazione scientifica e di alta formazione.

Relativamente all’impegno assunto dall’Università di Perugia relativo alla messa a disposizione dell’Anagrafe delle ricerche, è in via di sperimentazione la costruzione di un database che raccoglierà tutti i dati sulla ricerca, già richiesti ai responsabili dei Dipartimenti.

Con riferimento all’impegno assunto dall’Università relativamente all’attività di technology transfer al fine di valorizzare i collegamenti con gli altri Atenei nazionali e internazionali, é stato approvato un Contratto con la Società Biogeny di Londra, avente per oggetto l’identificazione di scoperte e invenzioni effettuate dal Personale nel Campo che presentano la possibilità di un ulteriore sviluppo e sfruttamento commerciale.

Con riferimento all’impegno assunto dall’Università relativamente alla messa a disposizione dei laboratori e dei centri di eccellenza universitari, è stato finanziato il Centro di Eccellenza per la Birra (CERB), e sono già operanti il Centro di Eccellenza per la ricerca archeologica e storico-artistica e il Centro di ricerca sull’olio d’oliva.

Con riferimento all’impegno assunto dall’Università relativamente alla definizione di un proprio regolamento per lo spin off accademico che renda possibile la partecipazione dell’Università alla diffusione dei risultati della ricerca, attivandosi inoltre per facilitare la brevettazione dei risultati della ricerca, lo stesso è stato approvato ed è consultabile nel sito dell’Ateneo web.unipg.it,-Ateneo,-regolamenti; inoltre è stato costituito un Comitato di

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promozione degli spin-off accademici, relativamente al Progetto Azione 2.4 individuazione e valorizzazione di nuovi contenuti per servizi e-based (Prog.Reg. [email protected] del PTU Sitech, in collaborazione con l’A.U.R. e la GEFAPIN).

Inoltre, Assindustria Perugia ha presentato, insieme al SEU, la propria candidatura per diventare Euro Info Center per l’Umbria.

Per quanto riguarda l’impegno assunto dalla Confcommercio regionale riguardo allo sviluppo della parte scientifica della scuola nazionale dell’alimentazione e delle azioni promozionali, si è avviata una collaborazione della Scuola con Sviluppumbria ed il Centro agroalimentare per la realizzazione di un format specifico per la commercializzazione dei prodotti tipici e relativa attività promozionale.

La Confesercenti ha promosso un seminario per tutti gli operatori del commercio, del turismome dei servizi per promuovere e diffondere l’utilizzo di internet e dei mezzi digitali per ottimizzare il piano di marketing e gestire le relazioni con i consumatori e le aziende.

Per quanto riguarda la promozione della conoscenza del territorio e delle sue caratteristiche sociali e d economiche, l’Unioncamere Umbria ha proseguito la propria attività istituzionale di studio ed approfondimento sulla realtà economica regionale con i propri strumenti di osservazione (Osservatorio economico regionale, Osservatorio regionale sul Commercio, Osservatorio regionale sulla sub-fornitura, Osservatorio regionale sulla cooperazione, Osservatorio regionale sull’imprenditoria femminile, banca dati Subfor.net, studio sul settore agricolo regionale, ecc…); in particolare è stata aggiornata la banca dati sull’imprenditorialità femminile.

La Camera di Commercio di Perugia, tramite Promocamera, sta procedendo all’aggiornamento dell’archivio degli esercizi commerciali in sede fissa su area privata ed alla costituzione di un archivio sui pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e al commercio su aree pubbliche.Promocamera, inoltre, in collaborazione con il Centro Studi dell’artigianato e della PMI Umbra (e.labora), costituito dalle Federazioni regionali dell’Artigianato (CNA e Confartigianato) ha realizzato l’Osservatorio sull’artigianato in provincia di perugia e avviato la definizione delle imprese artigiane che svolgono in prevalenza attività inquadrabili nell’artigianato artistico.

Reti di imprese, sviluppo integrato, innalzamento della competitività di sistemaL’Unioncamere e la Confcommercio regionale, nel quadro di interventi di sostegno ai processi di innovazione e di integrazione nel settore della distribuzione hanno realizzato un progetto per la individuazione di zone idonee alla costituzione di centri polifunzionali.

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Le Federazioni regionali dell’Artigianato (CNA e Confartigianato), attraverso le loro società partecipate e di emanazione, hanno attivato iniziative e idee progettuali, con particolare attenzione ai settori manutenzioni, risparmio energetico, costruzioni ed impianti, trasporto merci e persone, servizi in genere.A titolo esemplificativo, per la filiera meccanica hanno individuato ed attivato un gruppo di imprese, con diverse dimensioni e specializzazioni, che condividono un progetto comune per l’infrastrutturazione tecnologica della filiera e il riposizionamento competitivo nel’ambito del PIAT.Inoltre, per la diretta partecipazione alla realizzazione e gestione delle tre basi logistiche individuate dalla legge obiettivo, hanno svolto attività di animazione e coinvolgimento delle imprese operanti nei diversi ambiti territoriali.

Le Federazioni regionali dell’Artigianato (CNA e Confartigianato) in collaborazione con Confcommercio hanno definito un progetto sperimentale di fattibilità per la riorganizzazione della distribuzione urbana delle merci nei centri storici (centro storico di Perugia) in collaborazione con progetto City logistic).L’Ebrau (Ente Bilaterale Regionale Artigianato Umbro) ha svolto azioni di mantenimento del patrimonio delle risorse umane nei casi di temporanea difficoltà e/o ristrutturazione/riconversione con interventi di: - integrazione salariale con risorse private - sostegno ai processi di adeguamento professionaleInoltre, le Federazioni regionali dell’Artigianato (CNA e Confartigianato) hanno sottoscritto un’accordo con Cassa di Risparmio di Terni a favore delle aziende subfornitrici dell’AST.

La Confapi, in coerenza con i propri impegni sottoscritti nel Patto per lo Sviluppo, ha sostenuto politiche d’integrazione tra le aziende; in coerenza con tale visione, Confapi ha costituito un’Associazione Temporanea di Scopo tra una decina di aziende del tessile. L’obiettivo del progetto in cui è coinvolta l’ATS è quello di mettere a disposizione degli imprenditori del settore servizi ad alto valore aggiunto al fine di: qualificare la produzione, ampliare il mercato, limitare l’incidenza degli intermediari, creare una propria linea di marchio etc. Sono in working progress altri progetti integrati per l’agroalimentare e la meccanica.

La Camera di Commercio di Perugia, con la partecipazione di numerose associazioni di categoria, ha finanziato e definito il progetto “Agevolare la successione d’impresa”.

Le OO.SS. ( CGIL – CISL – UIL ) hanno promosso una seria di attività ed iniziative, sia a livello regionale che territoriale, rivolte essenzialmente a sviluppare una strategia di contrattazione territoriale incentrata sulla metodologia della programmazione locale e dal basso, della progettazione integrata, del protagonismo virtuoso degli attori sociali, economici ed istituzionali, presenti nel territorio.

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Inoltre hanno promosso nel territorio quale metodologia ordinaria la pratica negoziale e concertata della programmazione integrata territoriale.

La Confederazione italiana agricoltori dell’Umbria ha svolto presso le imprese agricole un’intensa attività riguardante la divulgazione delle azioni previste dal Piano di Sviluppo Rurale dell’Umbria 2000-2006.Ha inoltre svolto un’azione di consulenza attraverso la rete dei tecnici agronomi presenti sul territorio affinché tutte le opportunità del P.S.R. potessero essere colte dalle imprese agricole per rafforzare la propria struttura produttiva e costituire occasione di nuovo sviluppo.In particolare le azioni di consulenza sono state rivolte ad orientare le imprese verso la misura degli investimenti aziendali, verso la diversificazione produttiva e verso la trasformazione dei prodotti aziendali nell’ottica della multifunzionalità per un incremento del reddito e della competitività.Inoltre la Cia ha assicurato alle imprese un servizio di progettazione degli interventi sulle varie misure e azioni attraverso la Cia Umbria Servizi all’Impresa srl.

La Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria ha svolto, nell’applicazione del P.S.R 2000-2006, una energica azione per allocare risorse consistenti sulle misure legate agli investimenti, all’ammodernamento ed alla riconversione delle imprese, alla multifunzionalità, alla qualità. Tale azione si è concretizzata con la realizzazione, di un apposito Servizio di Assistenza e Consulenza alle imprese che ha svolto, tra l’altro, azioni d’informazione e di orientamento.

La Coldiretti ha inoltre messo in atto un’azione di promozione delle attività integrative a quella agricola attraverso apposite strutture di riferimento che sono in grado di accompagnare le imprese verso lo sviluppo di attività multifunzionali: dall’agriturismo, al turismo rurale, dalle fattorie didattiche alle imprese faunistico-venatorie, dalla vendita diretta alle produzioni biologiche. Inoltre - tenuto conto che il concetto di multifunzionalità racchiude tante altre possibilità che presuppongono una regolamentazione chiara ed esaustiva sia dal punto di vista dell’inquadramento giuridico, che della gestione, ivi comprese le forme di incentivazione - la Coldiretti ha istituito un specifico gruppo di lavoro per la predisposizione di una proposta di normativa di riferimento sulla materia.

Infrastrutturazione del sistema economicoL’Unioncamere ha cofinanziato, con un contributo di € 40.000, i costi per lo studio preliminare necessario per la progettazione dei lavori di adeguamento del tratto della Flaminia Spoleto-Terni che rappresenta uno dei collegamenti strategici nel sistema viario regionale e quindi determinanti per lo sviluppo dell’economia locale.

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L’Unioncamere, in relazione al progetto del rilancio della struttura “Umbria fiere”, ha stanziato una somma di 75.000 € per partecipare all’aumento del capitale sociale con l’obiettivo di chiudere la fase di transizione che porterà al definitivo riassetto della società che dovrà essere accompagnata dalla contemporanea riqualificazione della struttura fieristica.

La Camera di Commercio di Perugia, in materia di infrastrutture stradali, ha partecipato – anche con contributi finanziari – alla progettazione del nodo di Perugia (€ 50.000 per gli anni 2002 e 2003), alla progettazione esecutiva SS 76 ( € 25.000 per l’anno 2003), al progetto di “Project Financing” relativo alla SS. 77 della Val di Chienti (€ 12.500 per l’anno 2003), alla progettazione strada 3 Valli (€ 12.500), nonché alla riqualificazione dell’area industriale di S.Andrea delle Fratte con un intervento di € 15.000.La Camera di Commercio di Perugia per sostenere lo sviluppo dell’aeroporto regionale dell’Umbria, ha altresì destinato risorse pari a € 339.000 nel 2002 e € 338.000 nel 2003 a ricapitalizzazione della società SASE, nonché risorse pari a € 50.000 nel 2002 per interventi promozionali realizzati dalla società SASE.

La Camera di Commercio di Terni ha contribuito alla realizzazione dello studio di fattibilità per l’ammodernamento della Flaminia nel tratto Terni-Spoleto, interessando anche la Fondazione Cariplo.

Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato), oltre a svolgere attività di animazione e coinvolgimento delle imprese per l’avvio dei processi di riqualificazione ed ampliamento di aree insediative di Bastia Umbra, Assisi, Area folignate, Spoleto, Città di Castello e media valle del Tevere, hanno cofinanziato con la Camera di Commercio di Perugia un’azione di riqualificazione dell’insediamento produttivo di S. Andrea delle Fratte, con il coinvolgimento del Comune di Perugia, della CCIAA di Perugia, di Assindustria e di Api, Regione Umbria, Provincia di Perugia e Sviluppumbria.

L’Unioncamere Umbria partecipa al Comitato Network subfornitura e provvede alla gestione e all’aggiornamento della banca dati, che ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di subfornitura e contiene schede di oltre 5.000 imprese subfornitrici con le principali caratteristiche tecnico-produttive delle aziende con almeno 6 addetti.L’inserimento delle aziende nella banca-dati è gratuito così come l’accesso è libero e gratuito collegandosi al sito internet “subfor.net”. Al momento l’Umbria è presente con oltre 700 aziende subfornitrici operanti nei settori della meccanica, dell’elettronica, del tessile, dell’abbigliamento, della plastica e gomma e del legno. Grazie all’accordo di collaborazione conseguito con Sviluppumbria, sta per essere avviato il lavoro di aggiornamento ed ampliamento. Un numero crescente di imprenditori umbri riferisce l’attivazione di rapporti di collaborazione con altre aziende e di acquisizione di commesse di lavoro grazie alle informazioni desunte dalla banca-dati.

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Internazionalizzazione delle imprese In materia di internazionalizzazione delle imprese, le Camere di Commercio di Perugia e di Terni, hanno destinato risorse dirette e indirette tramite il Centro Estero attraverso vari interventi.In particolare, la Camera di Commercio di Perugia ha fornito il proprio sostegno alle attività promozionali dei Consorzi Export, ha stipulato un accordo di collaborazione con la rete camerale e una convenzione con la Camera di Commercio Italiana in Germania sede di Berlino. Tramite il Centro Estero ha inoltre sostenuto iniziative inserite nell’accordo di programma Regione/Ministero attività produttive. Ha partecipato al COMEX con Regione dell’Umbria, con Sviluppumbria ed ICE, allo sportello Regionale per l’internazionalizzazione con Regione dell’Umbria, Ministero Attività Produttive, ICE, SACE, SIMEST, nonché all’avvio dell’Osservatorio Regionale sulla internazionalizzazione.

La Camera di Commercio di Terni ha partecipato alle iniziative curate dal Centro agroalimentare, contribuendo alla realizzazione di incontri di operatori economici all’estero.La Confcommercio regionale, ha svolto azioni di promozione di un’azione diffusiva da parte del Centro Estero della Camera di Commercio per intercettare imprese della distribuzione umbre interessate allo sviluppo del commercio estero.

Sempre in materia di internazionalizzazione, la Federazione regionale degli industriali dell’Umbria ha fornito sostegno alle imprese umbre al fine di partecipare a fiere nazionali ed internazionali, nei settori dell’agroalimentare, della meccanica, del tessile abbigliamento.In collaborazione con l’ICE è stato realizzato un corso per “Esperto in commercio estero”.E’stato inoltre organizzato un seminario informativo sulle possibilità del mercato russo con una dettagliata presentazione delle agevolazioni finanziarie specifiche per il paese caucasico.

Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato) hanno in questa materia promosso, attraverso i loro Consorzi export - soprattutto nei mercati russi, americani e giapponesi - le produzioni artigianali quali prodotti unici e tipici del territorio, nonchè quale “risultato culturale” della risorsa Umbria, al fine di permettere anche agli operatori esteri di identificare, riconoscere ed apprezzare la sua unicità in tutto il suo valore (ambientale, culturale, artistico).Hanno inoltre svolto attività di sostegno organizzativo e tecnico alle PMI umbre nei processi di parziale delocalizzazione produttiva in paesi extraeuropei in ritardo di sviluppo.

Promozione della Qualità e delle produzioni tipiche 20

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In tema di qualità, l’Università degli Studi di Perugia ha messo a disposizione, nell’ottica di operare in sinergia con altri operatori specializzati, le competenze del Comitato per la certificazione della qualità.

Sempre in materia di promozione della qualità, la Camera di Commercio di Perugia, ha realizzato il progetto intersettoriale per la diffusione della qualità nei processi e nei prodotti denominato “Mese della qualità” che vede coinvolte tutte le associazioni di categoria con un intervento nel 2002 di € 140.000 e uno stanziamento di € 140.000 per il 2003.La Camera di Commercio di Terni è entrata nella compagine sociale del Centro agroalimentare per una partecipazione più sinergica all’attività promozionale.

La Camera di Commercio di Perugia ha realizzato azioni sistematiche, in collaborazione con Regione dell’Umbria e tutto il sistema camerale, di iniziative di promozione in Italia e all’estero per la valorizzazione delle produzioni agricole di qualità, tramite il Centro Agroalimentare dell’Umbria, con risorse per circa € 90.000 nel 2002 e € 90.000 nel 2003.Inoltre, ha realizzato la manifestazione nazionale “Ercole Olivario” per la valorizzazione degli olii extravergini e DOP (il premio è considerato il più importante fra tutti i concorsi a livello nazionale) con un impegno di spesa per il 2002 di € 150.000La Camera di Commercio di Perugia ha inoltre attivato una iniziativa in collaborazione con la Federazione regionale degli industriali, tendente ad agevolare il percorso di certificazione delle strutture alberghiere (stanziamento di € 25.000 nel 2003 per favorire la certificazione di qualità ISO 2001 degli esercizi alberghieri tramite la concessione di contributi alle imprese).

La Federazione regionale degli industriali dell’Umbria, inoltre, nell’ambito del Mese della qualità, ha realizzato un seminario sulla sicurezza delle informazioni, un corso sulla leadership e sulle risorse umane ed una giornata di studio sulle balance scorecard.

La Confapi è impegnata nella sensibilizzazione e diffusione delle varie discipline certificatorie sulla propria base associativa. A tale proposito, ha promosso diversi livelli di incontri in materia attraverso collaborazioni e convenzioni (per Perugia e Terni) con primarie società del settore che, oltre a svolgere operazioni di pura sensibilizzazione e formazione, hanno accompagnato le aziende verso la certificazione. E’, inoltre, in programma a settembre un convegno per le Pmi dal titolo “Gestione in qualità delle imprese per conseguire performance commerciali di successo”.

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Le Centrali cooperative (AGCI Umbria, Confcooperative Umbria, Legacoop Umbria, UNCI Umbria) hanno avviato le procedure volte a garantire percorsi di qualità e di tracciabilità nei processi di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti, che sono in fase di avanzata attuazione nei seguenti settori:

- Lattiero-caseario- Zootecnia bovina da carne- Suinicolo- Olivicolo- Cereali (grano tenero – farina – panificazione)- Cereali per alimentazione animale

Sul piano regionale, si è completata la fusione tra i due molini con la costituzione della Molini Popolari Riuniti Ellera e Umbertine; è in fase di completamento la creazione del polo unico del settore lattiero caseario con la Cooperativa Produttori Latte Grifo.

Le Cooperative tra dettaglianti e tra consumatori aderenti alla Legacoop hanno inoltre attivato percorsi di qualità (Progetto “PQC” - Percorso Qualità Conad - Carni/Ortofrutta) dei prodotti a marchio Conad e tracciabilità dei prodotti (Carni). Viene inoltre confermata ed implementata la politica dell’inserimento dei prodotti a marchio garantiti e dell’incremento della gamma dei prodotti biologici, proseguendo l’impegno nel fornire a soci e consumatori prodotti sani ed a basso impatto ambientale. E’ stato introdotto un nuovo marchio Coop per frutta e verdura fresca “Qualità sicura Coop”, che garantisce la provenienza da produzioni integrate (metodo di coltivazione più naturale rispetto alle coltivazioni convenzionali).

La Confcooperative ha realizzato un programma di ricerca applicata sulla filiera vite – vino promuovendo l’introduzione di un nuovo metodo di vinificazione delle uve a 0°, già sperimentato con successo dalle Cantine Antinori e Lungarotti.Inoltre, Confcooperative ha realizzato linee guida per la certificazione di filiera controllata che rappresenta il completamento del progetto che tende a differenziare le produzioni lattiero – casearie umbre.La Confcooperative ha inoltre sottoscritto un protocollo d’intesa con l’ARUSIA per la fornitura dell’assistenza tecnica necessaria a supporto delle produzioni di qualità.

Le OO.SS. ( CGIL – CISL – UIL ) hanno promosso una seria di attività ed iniziative, sia a livello regionale che territoriale, rivolte essenzialmente a diffondere una pratica di contrattazione integrativa aziendale mirata a favorire la

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qualità dei prodotti e dei processi produttivi, oltre che il rafforzamento delle politiche di investimento pubblico e privato in ricerca, innovazione e risorse umane.

La Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria ha in merito attivato numerose azioni di animazione del territorio e delle imprese in particolare attraverso la realizzazione e presentazione all’Unione Europea per il riconoscimento del Marchio Territoriale Collettivo “Umbria Gusto e Colore” che garantisce la provenienza umbra dei prodotti e della materia prima, la tracciabilità dell’intera filiera , l’assenza d’uso di sementi OGM, la eticità della produzione, per tutta una gamma di prodotti agroalimentari e dell’agriturismo, il tutto certificato dal PTA. Parallelamente, per favorire l’aggregazione delle produzioni attorno al marchio di qualità, si è favorita la costituzione del Consorzio di Cooperative “Soloumbria” (3000 le aziende complessivamente interessate) che è la prima impresa umbra a commercializzare prodotti con il marchio territoriale suddetto. Il marchio è a disposizione di tutte le imprese del settore agroalimentare umbro che intendono valorizzare la provenienza umbra della propria produzione.

La Confederazione Italiana Agricoltori dell’Umbria, in collaborazione con le Associazioni di prodotto e l’Associazione “Gusti dell’Umbria” ha elaborato una serie di ipotesi di lavoro tese a valorizzare, attraverso i marchi comunitari DOP (denominazione di origine protetta), IGP (indicazione geografica protetta) e STG (specialità tradizionale garantita), le produzioni tipiche e tradizionali della regione al fine di conseguire il duplice obiettivo di incrementare il valore aggiunto della produzione e di fornire sicurezza alimentare al consumatore.

La Confesercenti regionale, per la realizzazione di sistemi di qualità certificata (ISO 9001, ISO 2000, ISO 14000) sta iniziando con l’Ufficio ISI a svolgere una serie di attività di consulenza normativa e assistenza organizzativa alle imprese.

La Federazione regionale degli agricoltori umbri ha attivato azioni di assistenza diretta alle aziende nel settore della valorizzazione delle produzioni: cereali (costituzione del comitato promotore per il riconoscimento della DOP pane dell’Umbria), olivicoltura (commercializzazione di olio a marchio DOP Umbria), tabacchicoltura (valorizzazione e qualificazione della produzione), viticoltura (enoturismo ed individuazione di vitigni autoctoni eventualmente da valorizzare da un punto di vista enologico), coltivazioni biologiche (valorizzazione e commercializzazione di produzioni attraverso la nostra associazione di prodotto), agriturismo (qualificazione e formazione degli operatori alla cultura.

Con riferimento all’impegno assunto di “introdurre il concetto della difesa ambientale e tutela paesaggistica, del ruolo sociale e culturale, della presenza diffusa dell’impresa agricola…..” la Coldiretti regionale ha favorito la crescita di un rapporto nuovo e di maggior fiducia con i consumatori e con i cittadini attraverso il Progetto Campagna Amica. Rientrano inoltre in questo contesto varie manifestazioni promosse e realizzate dalla Coldiretti: Tipico & D.O.P ART,

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Giovainsieme, Campagna Amica Country, ed altre alle quali la Coldiretti ha partecipato: Umbria Jazz, Giornate Valentiniane, Milano Taranto, ecc.

Strumenti finanziariIl 26 febbraio 2003 a Perugia è stato stipulato il “Protocollo d’Intesa tra gli strumenti Finanziari del Movimento Cooperativo e quelli della Regione dell’Umbria” teso a mettere in rete e sviluppare sinergie operative e collaborazioni tra gli stessi al fine di offrire adeguati sostegni per la crescita, lo sviluppo ed i programmi d’investimento delle cooperative dell’Umbria. Esso è stato sottoscritto da Sviluppumbria SpA e da Gepafin SpA, e dagli strumenti finanziari del Movimento Cooperativo (Consorzio Umbria Fidi – Fondo Garanzia collettiva Fidi, C.F.I. S.c.r.l. – Compagnia Finanziaria Industriale, COOPFOND S.p.a – Legacoop, FONDOSVILUPPO S.p.a – Confcooperative, C.C.F.S. S.c.r.l. – Consorzio Cooperativo Finanziario per lo sviluppo, GENERALFOND – A.g.c.i.)

La Camera di Commercio di Perugia ha fornito il proprio sostegno a consorzi fidi e cooperative di garanzia con contributi ai fondi rischi con un intervento per l’anno 2002 di € 258.200 e uno stanziamento di € 300.000 per il 2003, nonché alla Fondazione Umbra contro l’usura con un contributo di € 25.000 per il 2002 e uno stanziamento di € 26.000 per il 2003.La Camera di Commercio di Terni ha erogato contributi agli organismi fidi per incrementare i fondi di garanzia.

La Camera di Commercio di Perugia ha finanziato, un’azione di sostegno per le imprese, soprattutto della subfornitura, dotate di proprio progetto di riposizionamento produttivo/commerciale, nel quadro del “Fondo per lo sviluppo di settori particolarmente sensibili alla crisi (settori manifatture della moda, meccanica e ceramica)” Lo stanziamento nel 2002 di € 1.000.000, di cui € 600.000 per contributi diretti alle imprese ed € 400.000 per l’incremento dei fondi rischi dei Consorzi convenzionati, finalizzati all’abbattimento del costo del finanziamento di programmi di sviluppo, erogati dagli istituti di credito tramite i consorzi di garanzia. L’intervento ha riguardato 155 imprese con contributi di € 540.000 e 5 Consorzi fidi con contributi al fondo rischi per € 360.000, attivando con tale interventi finanziamenti per € 9.844.000 ed investimenti per € 13.813.000Tale azione ha visto il coinvolgimento di numerose associazioni, (tra cui Federazione degli Industriali, Api e federazioni regionali dell’Artigianato.

Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato) svolgono attività tese al rafforzamento strutturale, organizzativo e patrimoniale del sistema dei confidi dell’artigianato aderenti al Co.fi.re. Umbria, che ha garantito, nel corso del 2002, 3.345 finanziamenti (a medio/lungo termine) per oltre 108 milioni di euro ed in particolare a ben 425 neo imprese con l’attivazione della controgaranzia del F.E.I. in accordo con Gepafin spa.

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La Confapi, attraverso un suo accordo in esclusiva con Eurofidi, ha introdotto in Umbria un approccio innovativo nella concessione di garanzie fidejussorie al sistema bancario che agisce sull’intero spettro delle forme tecniche bancarie.L’impiego di tale strumento, tramite il proprio Consorzio Fidi, ha permesso nel 2002 a Confapi di fornire un valore aggiunto alle prestazioni dei tradizionali Consorzi Fidi presenti in Umbria. Infatti, in aggiunta alle performance di questi ultimi che hanno mantenuto, se non incrementato, il proprio volume di lavoro, Confapi ha contribuito con un’ ulteriore erogazione pari a circa 45 milioni di Euro di finanziato (90 miliardi di vecchie Lire) andando quindi a coprire esigenze di investimenti latenti che, altrimenti, sarebbero rimaste insoddisfatte. Il Consorzio Fidi di Confapi ha soddisfatto le richieste di circa 300 imprenditori.

La Confederazione Italiana Agricoltori dell’Umbria, al fine di creare strumenti che agevolino l’accesso al credito da parte delle imprese agricole, ha stipulato convenzioni con alcuni Istituti Bancari presenti sul territorio regionale.Inoltre, allo stesso fine, è stata stipulata una convenzione con Gepafin spa. Ha infine sottoscritto la convenzione promossa dal Comitato per l’Imprenditoria Femminile della CCIAA di Perugia finalizzata a favorire l’accesso al credito da parte delle imprese agricole a conduzione femminile.La Cia inoltre ha prodotto una forte azione di sensibilizzazione delle imprese agricole in merito alla Legge regionale N° 5/ 2000 riguardante la rinegoziazione dei tassi dei mutui agrari.

Energia La Federazione regionale degli industriali dell’Umbria, contribuisce agli impegni assunti nel Patto per lo sviluppo in materia di energia mediante l’attività dei Consorzi Perugia Energia e Pacinotti, che continuano la propria attività, aumentando il numero delle imprese fornite che, attualmente, sono oltre 100, garantendo così consistenti risparmi nei costi energetici sostenuti dalle aziende. A seguito della completa liberalizzazione del mercato sono in corso trattative per una convenzione che consenta significativi risparmi nel costo dell’energia a tutte le aziende che superano l’utilizzo di 100.000 KWh annui.

Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato) e Assindustria hanno costituito ed avviato operativamente la struttura ESCO Umbria. Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato) hanno inoltre attivato, con la diretta partecipazione della facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia, uno Sportello informativo e di assistenza alle imprese in materia di risparmio energetico.

La Confesercenti ha attivato, nel quadro delle liberalizzazioni introdotte nel mercato dell’energia elettrica, per un primo nucleo di propri associati risparmi rispetto sia ai costi fissi che ai costi variabili di generazione, con sconti che vanno da 512 a 11.244 euro per azienda.

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Azione strategica: Tutela e valorizzazione della risorsa Umbria

Impegni della Regione Umbria

Per quanto riguarda l’impegno relativo “all’approvazione ed attuazione del Piano dei Rifiuti”, in attuazione del “II Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti e della Legge Regionale n. 14/2002 “Norme per la gestione integrata dei rifiuti e per l’approvazione del Piano Regionale”, sono stati emanati i seguenti provvedimenti:- D.G.R. n. 502 del 23-04-2003, “Condizioni e criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle disposizioni vigenti

in materia, gli impianti per la gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, possono essere localizzati in aree destinate ad insediamenti produttivi”;

- D.G.R. n. 504 del 23-04-2003, “Schema di Convenzione regolante i rapporti tra i Comuni facenti parte degli A.T.O. per la gestione integrata dei rifiuti urbani. Approvazione”.

- D.G.R. n. 587 del 07-05-2003, “Direttiva concernente i criteri generali per le attività di recupero dei rifiuti speciali ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs. n. 22/1997 e comunicazione di inizio attività. Adozione.”;

- D.G.R. n. 749 del 05-06-2003, “Indirizzi e criteri per l’approvazione dei progetti, l’autorizzazione alla realizzazione e l’esercizio degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti di cui agli artt. 27 e 28 del D.Lgs. n. 22/1997. Approvazione.”.

Sono state altresì elaborate proposte di atti amministrativi, da sottoporre all’esame della Giunta Regionale, inerenti le seguenti materie:- Raccolta differenziata dei RSU: incentivi e contributi per gli anni 2003-2004;- Raccolta differenziata dei RSU: regolamento per la liquidazione degli incentivi e dei contributi previsti dal bando

di cui alla D.G.R. n. 1543/2001;- Direttiva concernente “Criteri di valutazione della qualità merceologica della Frazione Organica Umida raccolta

in forma differenziata dai Comuni Umbri e avviata ad impianti per la produzione di compost di qualità”.

In relazione alla proposta di accordo per il riutilizzo di compost di qualità e di compost “grigio” si è ancora in fase di definizione dei contenuti principali e se ne prevede l’adozione entro il 31-12-2003.

Inoltre, sono stati conclusi gli studi e per definire una tariffa omogenea per il trattamento dei R.S.U.; tale proposta dovrà essere verificata e discussa con i responsabili degli A.T.O.

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Con riferimento all’adeguamento ed alla implementazione degli impianti esistenti per il trattamento della frazione organica di R.D. sono stati finanziati interventi sugli impianti di Perugia, Foligno ed Orvieto; ad oggi soltanto quello previsto sull’impianto di Perugia è stato concluso.

In merito all’attuazione del I° stralcio del progetto sperimentale concernente “Sistema telematico per la gestione dei rifiuti Chek – Rif”, approvato dalla Giunta Regionale nel corso del 2002, si è in attesa dell’acquisizione del “partenariato” del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “l’attuazione dei piani di ambito per la gestione delle risorse idriche”, una particolare attenzione è stata in questi mesi dedicata a due bacini di grande significatività quali il Trasimeno e Piediluco.

Per quanto riguarda il Piano stralcio per il Trasimeno, approvato nel corso dell’anno 2002, sono in corso le attività per la sua attuazione. Poiché tali attività coinvolgono più strutture regionali, è stato costituito un apposito gruppo di lavoro per il coordinamento delle stesse e per l’emanazione di specifici indirizzi e regolamenti.

In relazione al Piano per Piediluco, adottato dal Comitato Istituzionale dell’autorità di Bacino del fiume Tevere in data 25-02-2003, sono aperti i termini per la consultazione dello stesso da parte dei soggetti legittimamente interessati e per la formulazione delle relative osservazioni.A conclusione di tale processo la Giunta Regionale prenderà atto delle osservazioni emerse e provvederà all’adozione di un apposito atto da trasmettere all’Autorità di Bacino del fiume Tevere per l’approvazione finale del Piano da parte del Comitato Istituzionale.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “l’approvazione del Piano regolatore generale degli acquedotti”, sulla base degli studi compiuti dall’A.R.P.A. ed a seguito degli incontri effettuati con gli A.T.O., è stata elaborata la bozza di Piano Regionale degli Acquedotti. La stessa è stata verificata nei contenuti principali con l’Assessore competente e verrà presentata quanto prima alla Giunta Regionale.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “il completamento dei Piani integrati di recupero connessi alla ricostruzione”, le azioni di ricostruzione, ed in particolare la realizzazione dei PIR, contribuiscono anche al perseguimento del successivo impegno relativo a qualità urbana nelle aree colpite dal sisma del 1997. Un particolare rilievo è assunto dal Programma Integrato di Recupero del centro di Castelluccio di Norcia per il quale, a tutt’oggi, sono stati effettuati una serie di studi preliminari. Gli stessi hanno consentito la redazione della progettazione delle infrastrutture a rete e

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di un primo progetto preliminare relativo al recupero dell’intero centro, con l’evidenziazione delle principali criticità e delle possibili soluzioni.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “l’attuazione dei Piani di riqualificazione urbana, con particolare riferimento ai centri storici”, tale obiettivo viene perseguito mediante il finanziamento dei P.U.C., orientati alla riqualificazione dei centri storici, e la promozione dei programmi innovativi in ambito urbano “Contratti di quartiere II”, con particolare attenzione anche alle aree degradate e dismesse.Con riferimento ai primi, l’attività è stata caratterizzata da istruttorie e finanziamento dei P.U.C. presentati entro il 31-01-2003. Tale termine si è reso necessario in attesa di una definizione più precisa del quadro delle risorse finanziarie disponibili allo scopo.

Per i secondi la Regione ha provveduto ad una prima adesione di massima al programma, sebbene l’impegno finanziario per il cofinanziamento risulti particolarmente oneroso.Prosegue, tuttavia, l’attività di sensibilizzazione verso le Amministrazioni comunali sulle problematiche inerenti la realizzazione di tali programmi.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “l’approvazione del piano triennale di sviluppo turistico”, in data 8 maggio 2003, in sede di Tavolo Tematico “Tutela e valorizzazione della risorsa Umbra”, è emersa la necessità di indire una Conferenza programmatica sul Turismo, quale luogo, tra l’altro, di riflessione e di confronto su quelli che saranno i piani di intervento per il prossimo triennio, oggetto del Piano triennale di Sviluppo turistico.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “alla costituzione dell’osservatorio turistico con la partecipazione dei soggetti pubblici e privati”, la Giunta regionale con atto n. 899 del 25 giugno 2003, ha adottato il programma di utilizzo dei fondi previsti dalla legge 135/01, annualità 2001-2002.In tale programma è stata prevista la somma di € 100.000,00 per l’attivazione dell’Osservatorio Turistico regionale.Successivamente la Giunta regionale con delibera n. 1198 del 30 luglio 2003, ha esaminato una prima ipotesi progettuale per la realizzazione dell’Osservatorio regionale sul turismo, inteso quale strumento che permetta di analizzare e fornire dati economici sul turismo a partire dalla definizione di un campione rappresentativo delle strutture ricettive, con i seguenti obiettivi:

1) tempestività dell’analisi del fenomeno turistico;2) capacità di fornire agli operatori pubblici e privati gli strumenti per pianificare le operazioni di marketing e gli

investimenti;3) analisi del fenomeno turistico sotto l’aspetto economico (domanda e relativa tipologia-offerta per categorie-

prezzi-durata della permanenza).28

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Per quanto riguarda l’impegno relativo “l’aggiornamento della normativa regionale sui musei e beni culturali per promuovere e sostenere il sistema museale umbro secondo obiettivi di qualità e promuovendo forme di gestione associata” è stato ridefinito e approvato dalla Giunta regionale il disegno di legge sul “sistema museale dell’Umbria e beni culturali connessi”. Il d.d.l. è attualmente all’esame del Consiglio regionale.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “l’aggiornamento della normativa regionale sullo spettacolo per orientarla a promuovere e sostenere la costituzione di un sistema umbro altamente qualificato e diffuso di produzione e circuitazione dello spettacolo” è stato prodotto il testo del d.d.l. che contiene la nuova normativa regionale sullo spettacolo e che si prevede possa essere sottoposto all’esame del Consiglio regionale entro l’anno in corso.

Per quanto riguarda l’impegno relativo “approvare la modifica della LR 31/97 ed il testo unico dell’edilizia al fine di semplificare le procedure urbanistiche ed individuare gli strumenti attuativi più opportuni”, lo stato di attuazione delle attività è stato descritto nell’Azione strategica 1.

In tema di politiche per la tutela dell’ambiente, vanno inoltre sottolineate le seguenti attività:Piano delle attività estrattive e miniereIl Progetto P.R.A.E. e il d.d.l. “Ulteriori modifiche alla L.R. n. 2/2000” sono stati adottati dalla Giunta Regionale in data 01-07-2003. Per quanto riguarda le modifiche previste al Regolamento Regionale n. 4/2000 sarà necessario attendere l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale, di entrambi gli atti.

Piano di risanamento atmosfericoIl Piano per la tutela ed il risanamento della qualità dell’aria, collaudato alla fine dell’anno 2001, è tuttora in attesa di approvazione in quanto la Giunta Regionale ha ritenuto opportuno rinviarne l’esame per verificarlo in coordinamento con altri Piani regionali (trasporti, energia) in corso di elaborazione.Nel corso dell’anno 2002 si è comunque provveduto ad approvare il progetto “Implementazione del Piano per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria della Regione Umbria”, che, definendo norme tecniche per l’attuazione del piano, prevedendo la ristrutturazione delle reti di rilevamento della qualità dell’aria e modalità per la raccolta e diffusione dei dati rilevati, integra e sviluppa il Piano stesso.Attualmente, si sta progettando la modifica del citato progetto per provvedere all’attuazione degli adempimenti previsti dal D.Lgs. 351/1999 e dal D.M. n. 6/2002.

Piano di assetto idrogeologico (attuazione e monitoraggio delle criticità)

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Il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) è stato adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Tevere nel corso del 2002 ed è attualmente in corso l’esame istruttorio delle osservazione presentate da parte dei soggetti legittimamente interessati e l’indizione delle conferenze programmatiche.A conclusione di tale processo la Giunta Regionale prenderà atto delle osservazioni emerse e provvederà all’adozione di un apposito atto da trasmettere all’Autorità di Bacino del fiume Tevere per l’approvazione finale del P.A.I. da parte del Comitato Istituzionale.

Qualificazione dei servizi ambientaliPredisposizione di criteri e indirizzi per la definizione dei rapporti inter ATO.Con Deliberazione n. 504 del 23/04/03 la Giunta Regionale ha approvato lo schema tipo di convenzione per la costituzione degli A.T.O. giusta disposizione del 4° comma dell’art. 11 della L.R. 14/2000. Ad oggi nessun A.T.O. è stato ufficialmente costituito, mentre risultano individuati i Comuni capofila volti alla rapida costituzione degli stessi.La predisposizione dei criteri di cui all’obiettivo strategico è in fase di elaborazione e si ritiene, per evidenti motivi, di concludere la proposta solo dopo la costituzione formale e l’avvio delle attività degli A.T.O.

In materia di Costituzione delle condizioni di sistema tra i beni e le attività culturali, beni e servizi ambientali, attività e ambiente rurale, turismo ai fini della valorizzazione integrata del territorio, in Umbria si sono costituiti e sono stati riconosciuti dalla Giunta regionale otto sistemi turistici locali:

- STL dell’Alto Chiascio- STL Media Valle del Tevere - STL di Assisi- STL del Perugino - STL del Trasimeno - STL del Territorio della Provincia di Terni - STL del Alta Valle del Tevere- STL Valli e Monti dell’Umbria antica.

In particolare 6 STL coincidono con gli ambiti territoriali delle Associazioni dei Comuni, costituite ai sensi dell’art. 39 della legge regionale n.3/99; il sistema turistico locale della Provincia di Terni coincide con l’intero territorio provinciale e il sistema turistico locale “Valli e Monti dell’Umbria Antica” coincide con il territorio del comprensorio della Valnerina, del Folignate – Nocera Umbra e dello Spoletino.I Sistemi costituiti associano, seppur con forme di accordo differenti, (accordo di programma, protocollo d’intesa convenzioni) attori locali pubblici e privati, Enti locali, Enti parco, Gal, Camere di Commercio, Associazioni di categoria, imprenditori privati singoli e associati, associazioni culturali, istituti di credito.

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Tutti gli STL hanno predisposto i Programmi di valorizzazione turistica del territorio; la Giunta Regionale, dopo aver espletato le procedure di concertazione in sede di tavolo tematico “Tutela e valorizzazione della risorsa Umbria”, ha adottato il programma di utilizzo dei fondi relativi alla Legge 135/2001 e della Misura 3.4 del Docup Ob.2 2000-2006.

Inoltre si è provveduto, in relazione all’attuazione della Misura 3.2 “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali” del Docup Ob.2 2000-2006, a predisporre un Programma regionale di cui costituiscono parte integrante le componenti ambiente e cultura del Progetto PIAT. Tale proposta di Programma sarà oggetto di concertazione nell’ambito del Patto per lo sviluppo (Tavolo Risorsa Umbria) entro la fine del 2003.

Per quanto riguarda la valorizzazione dell’agricoltura anche come strumento di governo e di sviluppo del territorio, si è avviata una nuova fase di azioni a carattere agroambientale e forestale, orientate al sostegno dei sistemi produttivi a basso impatto e alla salvaguardia dell’assetto territoriale con azioni preventive e/o di risanamento (misure f, h, i, t del PSR 2000-2006). Si sono inoltre intensificate azioni finalizzate a promuovere lo sviluppo integrato del territorio rurale (misure o) ed n) del PSR e Programma regionale Leader + 2000-2006).

Impegni delle altre Parti contraentiDi seguito si riporta lo stato di attuazione delle principali attività relative agli impegni assunti dalle Parti contraenti; a causa della notevole mole di informazioni pervenute, non è possibile, a meno di non inficiare la leggibilità del documento, riportare integralmente l’intera gamma delle attività svolte dal complesso delle parti contraenti; si è quindi cercato di sintetizzare le informazioni, privilegiando le attività particolarmente rilevanti rispetto alle finalità del Patto e/o quelle realizzate in sinergia tra più soggetti contraenti.Per un quadro più esaustivo di tutte le attività intraprese dalle diverse Parti contraenti, si rimanda comunque alle relazioni complete elaborate dalle stesse, allegate al presente report.

In materia di salvaguardia dell’ambiente, della sua difesa e di uno sviluppo ambientalmente sostenibile, la Federazione regionale degli industriali dell’Umbria, nel quadro dell’impegno assunto in merito alla promozione, diffusione e certificazione dei sistemi di gestione ambientale, ha realizzato il corso “Strumenti del sistema di gestione ambientale”, tenuto da docenti dell’Istituto CERTIQUALITY, che ha visto la partecipazione di imprenditori e tecnici ai quali è stato fornito un quadro riassuntivo degli strumenti che sono di supporto alle aziende per la gestione delle tematiche ambientali.

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Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato), partecipano nella compagine sociale e nella gestione della A. P. SpA; la società, partecipata anche da Gesenu, ha per obiettivo la raccolta, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti speciali, tossici e nocivi provenienti dal sistema produttivo umbro.

La Confesercenti regionale, nel quadro di una crescente attenzione ai temi ambientali ed alla salvaguardia della salute dei lavoratori, nonché la conseguente evoluzione della normativa di settore, sta iniziando con l’Ufficio ISI a svolgere una serie di attività di consulenza normativa e assistenza organizzativa, nonché di monitoraggio normativo in materia di recupero degli imballaggi (Conai, consorzi di filiera) e di sistemi volontari di gestione ambientale (EMAS).

In merito alla valorizzazione dell’Umbria e del suo territorio e alla promozione integrata della sua immagine, numerosi risultano gli impegni assunti nel Patto da molte parti contraenti. In relazione all’impegno assunto dall’Università degli Studi di Perugia riguardo all’incremento delle attività legate al turismo e alla tutela dei beni culturali, nonché della produzione radiofonica, televisiva e cinematografica, nel primo semestre 2003:- è stato costituito l’Osservatorio regionale per l’import-export per le piccole e medie imprese;- sono stati attivati progetti di orientamento all’imprenditoria femminile, analisi economica del territorio; di

integrazione delle politiche dell’industria agro-alimentare e dello sviluppo del territorio; è stato inoltre attivato il progetto Umbria Network sistema lavoro (finanziato con fondi CEE);

- È stato istituito un master in conduttore radiofonico.

La Camera di Commercio di Perugia, nel quadro degli impegni sottoscritti nel Patto, ha partecipato alle attività di promozione integrata dell’Umbria da realizzare con Sviluppumbria, anche mediante la creazione di strutture permanenti all’estero, con un finanziamento di € 150.000 nel 2002 e uno stanziamento nel 2003 di € 140.000. Inoltre, per la valorizzazione della risorsa Umbria, la Camera di Commercio di Perugia ha altresì partecipato allo sviluppo del progetto “Marchio Umbria”, con un finanziamento delle azioni relative di € 75.000 nel 2002 ed uno stanziamento di € 65.000 nel 2003.Essa ha inoltre finanziato il Progetto Turismo, mediante la realizzazione di progetti concordati con tutte le associazioni imprenditoriali della provincia per € 333.000 nel 2002 ed uno stanziamento previsto per il 2003 di € 350.000, nonché partecipato alla Borsa del Turismo e Borsa del Turismo sociale con un finanziamento nel 2002 di € 31.000 ed uno stanziamento di € 31.000 per il 2003.

La Camera di Commercio di Perugia ha realizzato il progetto “Qualità Hotels” per la valorizzazione delle strutture ricettive della provincia con un finanziamento di € 25.000 nel 2002; infine, essa partecipa al finanziamento “grandi eventi” ed eventi a carattere territoriale con un impegno nel 2002 di circa € 250.000 e con uno stanziamento di

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ulteriori € 250.000 nel 2003 (vanno ricordati, tra gli altri, Eurochocolate, Umbria Jazz, Festival di Spoleto, Sagra Musicale Umbra , Perugia Classico, I Primi d’Italia, Giostra della Quintana, ecc.)

La Camera di Commercio di Terni, oltre ad un’adesione di massima a Sviluppumbria per la realizzazione del “Marchio Umbria”, ha operato in stretta collaborazione con l’Amministrazione provinciale per la definizione del Sistema turistico locale ternano.Inoltre, in collaborazione con l’Amministrazione provinciale ed il Comune di Terni, la Camera di Commercio di Terni ha promosso la società consortile Distretto integrato turistico della provincia di Terni, cui partecipano anche i Comuni di Narni e Amelia, le tre Comunità montane della provincia, Sviluppumbria, le Associazioni imprenditoriali e numerosi imprenditori dei settori interessati allo sviluppo del turismo.

La Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria ha sviluppato varie azioni a favore dello sviluppo e valorizzazione delle attività integrative di quella agricola (agriturismo, Turismo rurale, vendita diretta, aziende faunistico-venatorie, ecc.), nonché iniziative (manifestazioni, convegni, seminari, corsi di formazione per imprenditori) volte alla promozione delle ricchezze territoriali in ottica di integrazione di filiera con le altre componenti economiche e sociali presenti nel territorio (artigianato, turismo, ristorazione, commercio, consumatori, picco,a industria) e intersettorialità tra cultura, ambiente e turismo.In particolare, Coldiretti ha iniziato un percorso progettuale per la realizzazione di Programmi di Azione Territoriale (P.A.T.) nei vari comprensori umbri allo scopo di individuare strumenti per dare valore alle produzioni agricole, dare un valore “vendibile” al territorio, al paesaggio ed alla sua esportabilità, dare valore alle azioni di “presidio” territoriale (multifunzionalità), esaltare la rilevanza sociale delle imprese sul territorio, promuovere l’implementazione e l’adeguamento di infrastrutture tecnologiche.Un’altra azione collegata con la valorizzazione del territorio e delle sue produzioni è la campagna di raccolta firme a sostegno della proposta di legge popolare per l’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima nell’etichettatura dei prodotti alimentari, che la Coldiretti ha attivato in tutto il territorio regionale. Ad oggi sono state raccolte in Umbria oltre 12.000 firme, mentre a livello nazionale si è abbondantemente superato il milione. Questa iniziativa è tesa a tutelare il territorio di origine dei prodotti agroalimentari, e nel caso dell’Umbria diventa un elemento strategico di forte competitività perché l’Umbria è ricca di prodotti a forte specificità territoriale, di elevata qualità non adeguatamente tutelati ed oggetto di speculazioni commerciali che danneggiano in primo luogo i produttori agricoli e più in generale l’immagine della nostra regione.

Nel quadro degli impegni assunti nel Patto, le cooperative aderenti a Legacoop Umbria hanno operato per il mantenimento del forte radicamento su tutto il territorio regionale, in particolare con specifico sostegno alle tipologie distributive piccole (negozi di prossimità – “Margherita” – Progetto Emporio) a salvaguardia di un servizio indispensabile per la collettività. Inoltre, rispetto all’impegno di una valorizzazione delle produzioni locali, sono stati

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stipulati contratti per la fornitura dall’ Umbria di alcuni prodotti a marchio Coop (uova, gelato, bibite e una parte dell’olio), distribuiti con tale marchio su tutto il territorio nazionale. Sono inoltre commercializzati nella rete nazionale Coop prodotti umbri con il loro marchio (uova, insaccati, prodotti ortofrutticoli, vini, olio, formaggi, carni, dolciumi).Direttamente attraverso la rete dei punti vendita di Coop Centro Italia vengono commercializzati prodotti alimentari umbri di qualità (nei punti vendita Coop Centro Italia, nel 2002 sono stati venduti prodotti alimentari umbri per oltre 50 milioni di euro, valore di acquisto ).

La Confesercenti regionale ha inoltre realizzato delle giornate seminariali all’interno del progetto “mese della qualità” della Camera di Commercio di Perugia, una riguardante la qualità della proposta come elemento primario delle agenzie di viaggio, ed un’altra relativa all’offerta nei campeggi umbri.

La Confederazione nazionale Agricoltori – Sede regionale dell’Umbria (CIA) rispetto all’impegno assunto ha svolto attività di animazione, in particolare con un seminario svoltosi a Bettona il 13 giugno 2003 su “la qualità dell’offerta agrituristica, fattore strategico della crescita, del successo aziendale e della competitività settoriale”.

La Confcommercio dell’Umbria, ha presentato documenti inerenti il dibattito in corso in diversi comuni dell’Umbria finalizzati alla realizzazione di strumenti innovativi per il recupero e la valorizzazione dei centri storici; ha altresì svolto azioni di animazione e sensibilizzazione delle aziende nel territorio in relazione al Progetto chiave Sistema integrato turismo ambiente e cultura del PIAT.

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Azione strategica: Riqualificazione e sostenibilità del sistema di welfare, tutela del diritto ala salute e promozione dei diritti di cittadinanzaImpegni della Regione UmbriaPer quanto riguarda l’impegno relativo “all’approvazione del nuovo Piano Sanitario regionale (Un Patto per la salute, l’innovazione e la sostenibilità)” il PSR 2003-2005 è stato approvato con la DCR 314 del 23 luglio 2003.Con tale approvazione si è concluso il lungo iter attivato nel marzo 2002, che ha visto coinvolti, all'interno dei tre comitati (Interistituzionale, tecnico scientifico e redazionale) e di più di 20 gruppi di lavoro, le principali realtà scientifiche, istituzionali e sociali della nostra Regione e circa 300 medici del SSR. Il PSR evidenzia la centralità data al mantenimento e sviluppo dell'impianto universalistico del SSR, rilevando la presenza di innovazioni metodologiche e organizzative di punta nel panorama sanitario italiano (modello assistenziale per le malattie cronico degenerative, patti per la salute, capitale sociale, governo clinico ed organismi di auto governo dei professionisti - equipes territoriali e dipartimenti- riorganizzazione dell'assistenza ospedaliera e sui percorsi della acute care e long term care, sviluppo della funzione riabilitativa, etc), calibrate in base alla loro sostenibilità finanziaria per l'Umbria. Si tratta di una sfida impegnativa per la qualità gestionale richiesta alle direzioni aziendali delle ASL, nonché per il governo della sanità che deve porsi sempre di più come struttura capace di supportare sul piano del confronto scientifico e dell’interazione metodologica la maturazione dei processi.

Per quanto riguarda il tema del rispetto delle compatibilità finanziarie del Servizio Sanitario Regionale, il Tavolo di Monitoraggio, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, si è riunito in data 30/10/03 ed ha valutato positivamente l’andamento gestionale del 2002 e la validità delle ulteriori misure di razionalizzazione della spesa adottate nel 2003, ammettendo pertanto la Regione dell’Umbria all’incremento di finanziamento della spesa sanitaria per l’esercizio 2002 secondo le procedure previste dall’Accordo dell’8 agosto 2001.Sono state giudicate particolarmente efficaci le misure adottate per contenere i costi del personale attraverso il blocco delle assunzioni e dei consumi farmaceutici, sviluppando ulteriormente il monitoraggio delle prescrizioni e

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diffondendo programmi di miglioramento dell’appropriatezza, nonché gli interventi effettuati per razionalizzare la rete dei servizi sanitari realizzando un contenimento della spesa senza alterare i livelli qualitativi dell’assistenza. Per quanto il riguarda il 2002, secondo i dati di consuntivo, emerge una perdita pari a 7,2 milioni di euro, di cui però solo una parte modesta risulta a carico del sistema regionale, essendo imputabile in gran parte all’Azienda ospedaliera di Perugia. Essendo tale Azienda un’azienda mista, quasi la metà di detto disavanzo dovrà essere coperto con un contributo dell’Università, così come previsto dall’Accordo 8 agosto 2001.Per quanto riguarda l’esercizio 2003 le prime valutazioni di preconsuntivo sull’andamento dei costi e dei ricavi portano ad un presumibile disavanzo più consistente, in buona parte dovuto dall’adeguamento del contratto di lavoro, sul quale è in corso un confronto tra il sistema delle regioni italiane ed il governo nazionale.I provvedimenti adottati per contenere la spesa sanitaria regionale senza penalizzare il livello dei servizi sono stati: messa a regime di tecniche di analisi di bilancio e di valutazione dei costi per centro di responsabilità, sia a livello

di singola azienda che di consolidato regionale; ampliamento del paniere dei beni sanitari inclusi nell’osservatorio prezzi;

avvio dell’osservatorio regionale per la raccolta ed il confronto dei dati sulle tecnologie sanitarie per la predisposizione di indicatori di monitoraggio della spesa per gli investimenti, anche al fine dell’attivazione di meccanismi di acquisizione di tecnologie centralizzate;

sperimentazione in tutte le Aziende Sanitarie del “budget di distretto” attraverso, in prima istanza, la predisposizione di budgets settoriali riferiti alle specifiche aree di attività;

aggiornamento dei tariffari regionali per riallinearli ai costi di produzione; rilevazione dei costi di produzioni dei laboratori analisi al fine di determinare il costo medio unitario per

prestazione e riallineare successivamente i tariffari; sperimentazione del sistema DRG per la remunerazione delle prestazioni ospedaliere rese dalle Aziende

ospedaliere e dai Presidi ospedalieri a gestione diretta; sperimentazione dei sistemi di monitoraggio delle attività residenziali e territoriali, attraverso il sistema di

classificazione dei pazienti (sistema R.U.G.); riorganizzazione rete ospedaliera.

Per quanto riguarda questo specifico punto, esso fa innanzi tutto riferimento al quadro normativo nazionale (D.Lgs.502/92; L.382/96; L.662/96), al Piano sanitario regionale e al DPR 14.1.97, sui requisiti minimi per l’accreditamento delle strutture.Il programma di investimento ex art.20 L.67/88, rappresenta ovviamente un nodo sostanziale e cruciale del processo riorganizzativo della rete, orientato in particolare alla:

Semplificazione della rete dei presidi ospedalieri; Riorganizzazione funzionale degli ospedali portanti delle ASL; Riordino dei presidi sanitari.

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Al finanziamento derivante dall’art. 20 della L. 67/88 si sono aggiunti finanziamenti specifici per il settore materno-infantile, AIDS, libero-professione, l’hospice, radioterapia e riqualificazione e riorganizzazione per il centro urbano di Perugia.In particolare, proseguono i lavori, secondo il calendario previsto, per il Polo unico ospedaliero Silvestrini, per il nuovo ospedale di Foligno, per l’ampliamento dell’ospedale San Matteo di Spoleto e per la realizzazione del DEA dell’ospedale Santa Maria di Terni. Per quanto riguarda l’ospedale unico comprensoriale di Gubbio-Gualdo Tadino, è stato stipulato l’atto d’acquisto dell’immobile tra l’INAIL e la SOCE e il preliminare per l’affitto da parte della ASL 1. Per l’avvio della realizzazione del nuovo ospedale unico Todi-Marsciano, si stanno valutando oltre che i finanziamenti statali, altri strumenti finanziari, da utilizzare anche in previsione dell’accorpamento, previsto dal Piano sanitario, degli ospedali di Città della Pieve-Castiglione del Lago e Narni-Amelia.

I programmi d’investimento rispettano, dunque, i tempi e le previsioni determinati dagli atti di programmazione della regione. La preoccupazione riguarda oltre che il rispetto dei tempi di erogazione delle somme autorizzate, la disponibilità di cassa da parte del Ministero del Tesoro delle somme inerenti in particolare l’intramoenia e in generale di tutti i programmi autorizzati alla spesa con decreti ministeriali. Per non rallentare o sospendere l’attuazione dei programmi si renderebbe opportuno l’istituzione di un fondo di rotazione che consenta di anticipare quanto necessario.

Per quanto riguarda il tema del potenziamento e qualificazione dei servizi territoriali e di prevenzione, secondo quanto previsto anche dal Piano Sanitario Regionale 2003-2005, sono stati attivati due patti per la salute:a. il patto per la salute degli anziani, stipulato con i sindacati confederali pensionati potrebbe coinvolgere fino a

130.000 dei 180.000 anziani residenti in Umbria. Al momento oltre alla sottoscrizione del Patto, sono stati realizzati i seguenti sviluppi: definizione di una proposta metodologica, elaborata congiuntamente tra Servizio II° della DRSS e SEDES per le

attività di formazione tra gli iscritti al sindacato pensionati; attivazione dell’Osservatorio per la salute degli anziani; realizzazione di una analisi sulla sperimentazione dell'assegno di cura in Umbria, come richiesto dai costituenti

il patto stesso;b. il patto per la salute nella scuola, sperimentato prima all'interno di una ricerca ex art 12/502 dal Servizio

Prevenzione della DRSS con la Fondazione Angelo Celli e le Direzioni Didattiche di Perugia e Temi e attualmente in via di sottoscrizione. All'interno di tale prospettiva metodologica innovativa verranno ricollocate anche tutte le azioni e gli interventi di educazione alla salute nella scuola, ricomponendo così alcune spinte alla proiezione verticale di alcuni servizi sanitari specialistici nel mondo della scuola.

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Per quanto riguarda l’impegno relativo a “sviluppare e potenziare, anche mediante adeguata allocazione di risorse umane, finanziarie e strumentali, le attività finalizzate alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti sui luoghi di lavoro”, in attuazione del protocollo Regione Inail, sono proseguiti i lavori di tre gruppi integrati anche con rappresentanti delle Aziende sanitarie:1) Assistenza alle piccole e medie imprese;2) Sistema Informativo integrato;3) Garanzia dei livelli Socio sanitari e riabilitativi.In particolare, a seguito del lavoro del primo gruppo, è stato redatto un Protocollo congiunto Regione/INAIL/Aziende sanitarie per svolgere attività concordate di Prevenzione nelle piccole e medie imprese approvato sia dalla Direzione regionale dell’INAIL che dalla Giunta regionale (DGR 946 del 1/7/2003).

Inoltre per la prevenzione nei luoghi di lavoro sono in corso di realizzazione i quattro progetti esecutivi triennali su problematiche prioritarie a livello regionale concordate con i servizi PSAL delle Aziende sanitarie: Progetto cancerogeni, progetto amianto, sistema informativo sulle attività produttive e sistema informativo concordato tra Inail, Ispesl e Regione, e modulo formativo per operatori dei servizi di prevenzione che svolgeranno attività di formazione nelle scuole tecniche.

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “promuovere le condizioni per una migliore operatività del “Comitato interistituzionale umbro per la sicurezza nei luoghi di lavoro” si è concluso il progetto nazionale “Monitoraggio sull’attuazione del D.Lgs. 626/94” al quale le Aziende sanitarie hanno partecipato visitando 434 Aziende su tutto il territorio regionale, e sono stati elaborati i dati relativi ai risultati registrati in Umbria. Il report nazionale, alla stesura del quale ha partecipato anche la nostra Regione, è stato approvato dal Coordinamento tecnico delle Regioni per la Prevenzione nei Luoghi di lavoro e sarà presentato a dicembre.Il report regionale sarà presentato per un confronto con tutti i soggetti che a livello regionale lavorano per la prevenzione nei luoghi di lavoro, soprattutto con le associazioni datoriali e dei lavoratori, per le valutazioni e le prospettive che ne deriveranno.

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “sviluppare le funzioni dell’associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale, anche in base alla nuova riforma dell’impresa sociale, valorizzando le capacità di intervento sociale e territoriale del Terzo Settore”, con atto n. 1575 del 14/11/2002 è stato preadottato il disegno di legge “Norme sull’associazionismo di promozione sociale” attuativo della L. 383/2000. Sono stati inoltre attivati i gruppi di lavoro per la revisione della LR 12/93 sulla cooperazione sociale e della LR 15/94 sulle organizzazioni di volontariato.

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Per quanto riguarda l’impegno relativo a “elaborare e approvare una legge di riforma organica dell’edilizia residenziale pubblica che ridefinisca obiettivi, regole e strumenti di gestione della edilizia residenziale pubblica, nonchè il ruolo dei soggetti attuatori pubblici e privati” la Giunta Regionale ha approvato il Disegno di Legge relativo alla riforma dell’edilizia residenziale pubblica attualmente in discussione presso il Consiglio Regionale. Si prevede che l’approvazione definitiva possa avvenire entro il 31-12-2003.

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “rivedere la legislazione di supporto alle cooperative al fine di sviluppare programmi tesi a favorire le politiche di inclusione sociale dei “soggetti deboli”, nonché a favore della famiglia”, in sede di riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali anno 2001 e 2002, sono stati accantonati complessivi € 626.434,40 per la realizzazione di un progetto rivolto alle famiglie a rischio di povertà da attivarsi in sede di Tavolo del Patto per lo sviluppo. A tali risorse vanno aggiunte quelle relative all’anno 2003 la cui entità è in corso di concertazione con i Comuni nell’ambito del riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali anno 2003.

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “sostenere le politiche di promozione sociale per contrastare il crescente disagio giovanile, la crisi degli equilibri relazionali e dei modelli di convivenza” con atto n. 1852 del 23/12/2002 sono state fornite le indicazioni ai Comuni per la presentazione dei progetti di innovazione sociale a valere sul 15% del Fondo sociale regionale e sul 20% dei fondi della L.285/97. Le aree di intervento dei progetti sono:

a) Per i progetti a valere sul 15% del Fondo sociale regionale, quelle individuate dal Piano sociale regionale che coinvolgono :

1. la sostenibilità e la valorizzazione sociale del lavoro di cura;2. l’accoglienza e l’inserimento sociale degli immigrati;3. l’occupabilità dei soggetti svantaggiati.

b) Per i progetti finanziabili con la L.285/97 l’area di innovazione sociale indicata dalla DCR 9 ottobre 2000 n. 20 riguarda :

1. l’acquisizione di una figura coordinamento tecnico (coordinatore pedagogico dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza) con funzioni di programmazione dell’attività dei servizi; monitoraggio della qualità e valutazione; definizione di programmi di formazione e organizzazione della formazione 2. la qualificazione dei servizi per l’area dell’adolescenza.

Lo stanziamento complessivo è pari a € 1.313.672,29

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “convocare periodicamente il Tavolo unico regionale di coordinamento sulla immigrazione” tale organo (di cui fanno parte, oltre alla Regione, anche rappresentanti del Ministero del Lavoro, delle

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Istituzioni Locali, delle Organizzazioni Produttive, delle Organizzazioni Sindacali) insediato il 5/4/2002, è stato convocato periodicamente nel corso dell’anno.Il Tavolo, istituito in concomitanza con la stipula di due Accordi di Programma con il Ministero del Lavoro le cui risorse sono in corso di piena utilizzazione, si occupai dei provvedimenti attuativi dei suddetti accordi e dei fabbisogni umbri, qualitativi e quantitativi, di lavoratori, delle capacità di accoglienza dei territori.

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “utilizzare pienamente le risorse finalizzate recate dalla L.R.n.18/90 :”Interventi a favore degli immigrati extracomunitari” , dal fondo politiche migratorie (ex art.45 D.Lgs.n.286/98.Testo Unico sull’immigrazione) e dall’Accordo di Programma tra la Regione Umbria ed il Ministero del Lavoro firmato in data 20/12/2001” è in corso l’utilizzo delle risorse della L.R.n.18/90 e del Fondo nazionale per le politiche migratorie ex art.45 del D.Lgs.n.286/98.Con D.G.R. n.1291 del 10/09/2003 è stato approvato il Programma annuale 2003 degli interventi in materia di immigrazione ai sensi della L.R.n.18/90. Tale Programma prevede il finanziamento di 73 progetti, alcuni realizzati dalla Regione in collaborazione con altri soggetti, altri presentati da enti locali, organismi ed associazioni pubbliche e private, finalizzati a favorire l'integrazione dei cittadini stranieri con la società regionale. Fra le tipologie di intervento finanziate dalla Regione, per un importo complessivo di 438 mila 988 euro, le attività di educazione interculturale, la tutela del patrimonio culturale d'origine, l'informazione, ricerca e documentazione sull'immigrazione, iniziative sociali, culturali e ricreative e riguardanti il diritto alla salute e l'assistenza sociale. Una parte consistente delle risorse è stata destinata all'assistenza di studenti provenienti da paesi extracomunitari, bisognosi e meritevoli, anche in considerazione della particolare vocazione dell'Umbria ed alle proposte avanzate dalle scuole, secondo una metodologia di ripartizione dei finanziamenti che garantisce, comunque, il sostegno economico ad un numero ampio e rappresentativo di soggetti sociali ed istituzionali.

Inoltre, dopo il parere favorevole espresso dalla III° Commissione Consiliare permanente, sono in corso di approvazione da parte del Consiglio regionale il nuovo Programma regionale Triennale 2003/2005 ed il Quinto programma regionale ai sensi dell’art.45 del D.Lgs.n.286/98. Impegni delle altre Parti contraenti

Di seguito si riporta lo stato di attuazione delle principali attività relative agli impegni assunti dalle Parti contraenti; per un quadro più esaustivo di tutte le attività intraprese dalle diverse Parti contraenti, si rimanda comunque alle relazioni complete elaborate dalle stesse, allegate al presente report.

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Per quanto attiene l’Università degli Studi di Perugia, è stato approvato dalla facoltà di Medicina un Corso di perfezionamento per Medici e Infermieri su: “Cure palliative e malato terminale” a numero chiuso (12 posti riservati a medici e 24 posti riservati a Infermieri professionali), che avrà luogo presso il Polo didattico di Terni.Inoltre, si è svolto il Convegno Internazionale :VI th European Conference on- health promotion and Education. Equity solidarity adn responsability for health”, June 18-21, 2003 Perugia.

Le OO.SS. (CGIL – CISL – UIL) hanno promosso una seria di attività ed iniziative, sia a livello regionale che territoriale, rivolte essenzialmente:

a sviluppare una strategia di contrattazione territoriale incentrata sulla metodologia della programmazione territoriale integrata, valorizzando il ruolo degli attori sociali, della comunità locale;

a diffondere una pratica di contrattazione integrativa sia nel settore pubblico che privato finalizzata sia a favorire la scelta consapevole della qualità nell’erogazione dei servizi e degli interventi, sia all’individuazione e all’efficacia degli investimenti pubblici, il controllo di gestione, la valorizzazione del lavoro e del capitale umano, quali fattori determinanti per la realizzazione dei processi di trasformazione qualitativa degli apparati pubblici e, più in generale, della riforma istituzionale in corso.

Inclusione e qualità sociale, sicurezza civile e promozione dei diritti di cittadinanza Nell’ambito dell’accordo di programma tra Regione Umbria e Ministero del Lavoro è stato finanziato il progetto “Dedalo Umbria” al quale partecipano la Cna regionale (titolare del progetto) Confcommercio e Confcooperative (in qualità di partners); per l’attuazione del progetto, che si pone l’obiettivo di definire una filiera di servizi eccellenti ed un percorso di buone prassi per l’integrazione e l’inserimento di extracomunitari immigrati all’interno delle aziende del territorio umbro (quali lavoratori o titolari d’impresa o lavoro autonomo), è stato siglato un protocollo con la Provincia di Perugia.

In tema di sostegno all’inserimento degli immigrati, inoltre, la CNA è nodo territoriale del progetto nazionale “Integra”, rivolto ai rifugiati politici, finalizzato alla definizione di buone prassi per il loro inserimento ed integrazione.La Confcommercio regionale, a tale proposito, ha seguito l’iniziativa che l’associazione Cidis-Alisei ha svolto in Umbria nel mese di maggio 2003 sul tema dell’immigrazione rispetto al mercato del lavoro.

Nell’ambito degli impegni assunti all’interno del Patto per lo sviluppo, Confcooperative (Federsolidarietà), insieme ad ACLI si è posta il problema di approfondire il tema ed in particolar modo quello della certificazione etica e della norma sulla Responsabilità Sociale (SA8000), coinvolgendo CNA e Confcommercio; è stato quindi sviluppato un progetto di sensibilizzazione verso le aziende rappresentate e verso il terzo settore in generale, per diffondere i concetti di RSI, Responsabilità\Coinvolgimento Sociale dell’Impresa, allo scopo di fornire un reale valore aggiunto ai

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contenuti della norma, nell’ottica di valorizzare il tessuto sociale e il patrimonio di servizi di promozione sociale presenti nel territorio umbro, favorendo sinergie e contaminazioni positive tra tale tessuto e la rete imprenditoriale delle aziende locali.Il percorso operativo programmato è già avviato prevede:

la definizione di linee guida e codici etici per le varie realtà rappresentate ; la strutturazione di reti di servizi collegati; la Sperimentazione nella nostre imprese di buone prassi; l’accompagnamento delle imprese – Supporto e

Presenza - verso l’applicazione di un sistema di RSI; la promozione e diffusione dei contenuti e dei risultati raggiunti; la trasposizione delle esperienze ad altre realtà locali e\o nazionali.

Coop Centro Italia, aderente a Legacoop, è certificata Sa 8000 dal 2001. Nei primi sei mesi del 2003 è stata attivata la procedura perché tutti i fornitori si impegnino anch’essi al rispetto dei principi della Sa 8000; l’obiettivo per la fine del 2003 è che almeno il 10% dei fornitori abbiano intrapreso il percorso per essere certificati Sa 8000. In tal modo si intende progressivamente estendere ed ampliare il numero di aziende che uniformino i loro comportamenti ai principi della responsabilità sociale, ad una idea di mercato che abbia al centro il rispetto dei diritti umani.

In relazione ad altri impegni previsti in tale azione strategica, la Confcommercio regionale ha effettuato uno studio dei piani di zona per quanto riguarda la definizione del sistema socio-assistenziale locale, anche in vista di un’estensione di operatività dell’Enasco, l’ente di patronato della Confcommercio e della Fenacom, che in Umbria conta n. 4.500 soci tra “gli anziani” del terziario e si interessa delle politiche per la terza età.

Le OO.SS. (CGIL – CISL – UIL) hanno promosso una seria di attività ed iniziative, sia a livello regionale che territoriale, rivolte essenzialmente a sollecitare l’uso di procedure e metodologie di sostegno e promozione dello sviluppo del Terzo settore e del privato, tramite anche l’utilizzo di criteri di selettività e coordinamento nell’utilizzo delle risorse finanziare disponibili, che premino i soggetti che legano la propria immagine a programmi socialmente responsabili.

La Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria, attraverso la propria struttura di Patronato EPACA svolge assistenza in materia previdenziale e sociale agli imprenditori agricoli, ai dipendenti, ai pensionati, ed agli occupati in genere. Una particolare attenzione viene rivolta all’occupazione di manodopera extracomunitaria compresa la formazione ed i servizi sociali per questa specifica categoria. In questo ambito la Coldiretti ha svolto un ruolo di monitoraggio ed analisi del fabbisogno di manodopera stagionale e di immigrati i cui risultati vengono forniti al Ministero del Lavoro ai fini della legiferazione in materia di flussi migratori. Sul tema dell’immigrazione la Coldiretti

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collabora con la Caritas per la realizzazione di corsi di formazione per l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati extracomunitari.

La Confederazione italiana agricoltori dell’Umbria avvalendosi del proprio Istituto di Patronato INAC (Istituto nazionale di assistenza per i cittadini) ha promosso azioni ed iniziative mirate alla tutela e salvaguardia dei diritti previdenziali e socio assistenziali dei propri assistiti, rivolgendo particolare attenzione ai giovani nell’avvio della loro attività di insediamento ed agli imprenditori agricoli fornendo servizi di consulenza e formazione per la gestione della manodopera straniera, con particolare riguardo alle problematiche della regolarizzazione e della integrazione. Mediante la propria Associazione Anp (Associazione nazionale pensionati) ha avviato una campagna di tutela degli stessi sul piano previdenziale e socio-sanitario, volta a rafforzare la rete dei servizi in ambito regionale, soprattutto nelle aree rurali e svantaggiate, proponendo azioni più incisive nell’attuazione dei nuovi Piani regionali: sanitario e sociale.

Prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoroPer quanto concerne gli interventi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro prosegue l’impegno del CAT della Confcommercio regionale che ha attualmente in carico n. 1441 contratti stipulati con le imprese del terziario.

La Confesercenti regionale, nel quadro di una crescente attenzione ai temi ambientali ed alla salvaguardia della salute dei lavoratori, nonché la conseguente evoluzione della normativa di settore, sta iniziando con l’Ufficio ISI a svolgere una serie di attività di consulenza normativa e assistenza organizzativa, nonché di monitoraggio normativo in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs 626/94 e prevenzione incendi e sicurezza macchine).

La Confederazione italiana agricoltori dell’Umbria ha condotto una specifica azione di consulenza ed assistenza alle imprese agricole, giovani imprenditori, donne imprenditrici, aziende agrituristiche, per estendere ed attuare la normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs 626/94) mediante corsi di formazione ai titolari di impresa per l’acquisizione del requisito di “Responsabile della sicurezza”.In collaborazione con l’INAIL di Perugia e con l’ASL2 ha gestito il corso “ Sicuri di essere sicuri?- per l’autocertificazione della sicurezza aziendale finalizzato alla prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro con particolare attenzione a quelli agricoli.

La Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria, in materia di sicurezza sul lavoro e del rispetto, da parte delle imprese, delle normative in materia di lavoro, oltre a svolgere azioni di sensibilizzazione, ha attribuito al marchio “Umbria gusto e colore” anche la funzione di garantire il rispetto e l’eticità nelle questioni lavoristiche.

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Servizi alle famiglie In relazione a due temi di particolare rilevanza per il consolidamento e la realizzazione dei servizi tesi a semplificare la vita quotidiana delle famiglie all’interno dell’azione strategica relativa al welfare, e precisamente rispetto alle tematiche degli interventi di sostegno per la casa e per l’area dell’ ”economia sociale”, di seguito si segnalano alcune iniziative.L’associazione di settore della Cooperazione di abitazione, aderente a Legacoop, ha avviato un percorso di ricerca e sperimentazione finalizzato alla elaborazione di progetti specificamente improntati a criteri di bioedilizia e alla realizzazione di abitazioni eco-compatibili. Tali interventi prevedono – oltre a soluzioni progettuali particolarmente attente alla morfologia e alle caratteristiche climatiche dei siti - anche l’uso dei materiali facenti parte della tradizione locale del costruire. Su tale questione Coop Umbria Casa sta costruendo un accordo con la Facoltà di Ingegneria della Università di Perugia.Tale attività è stata sviluppata nel quadro di un progetto nazionale dell’associazione di settore che vede la collaborazione di diverse Università.

In particolare Confcooperative Umbria ha promosso un progetto strategico, con riferimento alle problematiche abitative, sulla filiera accoglienza e integrazione degli immigrati extracomunitari, presentato nell’ambito di una giornata seminariale svolta a Todi il 20 giugno 2003 con l’obiettivo di definire un percorso di lavoro capace di valorizzare le potenzialità “intersettoriali” di approccio ai problemi degli immigrati (che sono sociali, culturali, economici etc) e di proposta del modello cooperativo.

Le cooperative sociali aderenti a Legacoop Umbria hanno mantenuto i livelli quantitativi e qualitativi dei servizi investendo risorse proprie pur in presenza di ritardi dei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni; ritardi che possono provocare conseguenze negative sul mantenimento dei servizi.La cooperazione sociale inoltre ha continuato a perseguire un suo peculiare processo di certificazione della qualità elaborando il modello “MAQRE”.Le cooperative ex Legge 602 stanno rispettando gli obblighi di legge che impongono il superamento graduale dei salari convenzionali migliorando quindi le condizioni previdenziali dei soci lavoratori.Continua inoltre l’impegno delle cooperative di servizio per l’applicazione della Legge nazionale 142 sul socio lavoratore con la conseguente elaborazione ed approvazione dei regolamenti interni in vista della scadenza del 31/12/2003. Per quanto riguarda la cooperazione sociale di Tipo B si è registrato un aumento sia del numero delle cooperative sia del numero dei lavoratori svantaggiati inseriti.

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Azione strategica: Politiche attive del lavoro

Impegni della Regione Umbria

Per quanto riguarda l’impegno relativo a “predisporre la nuova legge sulle politiche attive del lavoro quale strumento, flessibile e adattabile ai mutamenti del mercato del lavoro, per affrontare le criticità peculiari del sistema umbro, assicurando a tal fine il raggiungimento della “buona e piena occupazione”, la Legge è stata approvata dal Consiglio regionale (legge 23 luglio 2003, n. 11 in materia di “interventi a sostegno delle politiche attive del lavoro, modificazioni ed integrazioni della legge regionale 25.11.98 n. 41 e disciplina del Fondo regionale per l’occupazione dei disabili”).

Un ulteriore provvedimento, molto significativo per dare attuazione agli impegni comuni delle parti in materia di conseguimento di una “piena e buona occupazione per i cittadini umbri”, ha riguardato la DGR 21 luglio 2003 n.1087 con la quale sono stati approvati gli “Indirizzi applicativi per l’attuazione nel sistema regionale dei Servizi per l’impiego delle Province del DLgs n.181/2000, recante disposizioni per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”. Con tale provvedimento attuativo la Regione dell'Umbria intende: definire l'ambito di operatività della funzione pubblica in materia di collocamento e nella gestione del sistema

complessivo del governo del mercato del lavoro, riconoscendo competenza esclusiva ai Servizi pubblici per l’impiego relativamente all’accertamento, verifica, conservazione, perdita o sospensione dello stato di disoccupazione;

prevedere che l'attività dei privati e comunque degli altri organismi autorizzati o accreditati a svolgere funzioni incidenti sulla gestione del mercato del lavoro, come indicati dal D.Lgs. 297/2002, si svolgerà nei casi e secondo le modalità individuate dalla normativa regionale, sulla base dei principi fondamentali stabiliti con legge dello stato;

favorire e monitorare gli aspetti qualitativi delle attività svolte dai soggetti pubblici e privati, avvalendosi dell’Agenzia Umbria Lavoro quale ente strumentale istituzionalmente deputato allo svolgimento del ruolo, secondo anche quanto stabilito dalla L.R. 41/98;

fissare obiettivi ed indirizzi per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, promuovendo, al di là dei meri adempimenti temporali previsti dal D.Lgs. 297/2002, la definizione di un progetto di azione individuale tra il lavoratore disoccupato e il Centro per l’impiego;

definire le modalità di applicazione della nuova disciplina al fine di assicurarne l'uniformità nel territorio regionale, attraverso un percorso di analisi e soluzioni delle problematiche condiviso con le amministrazioni provinciali, cui compete la gestione dei servizi per l’impiego, e l’Agenzia Umbria Lavoro.;

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stabilire criteri e modalità uniformi in materia di accertamento, verifica e sussistenza dello stato di disoccupazione, garantendone la competenza esclusiva ai servizi pubblici per l’impiego, in un’ottica tesa comunque alla massima tutela del lavoratore disoccupato che si pone fattivamente alla ricerca di un’occupazione;

fornire gli indirizzi operativi e gestionali per l'attivazione dell'elenco anagrafico dei lavoratori e della scheda professionale;

semplificare le procedure di avviamento al lavoro nella pubblica amministrazione, adottando in via sperimentale criteri di graduatoria più rispondenti all’effettiva condizione di bisogno del lavoratore con riferimento al reddito relativo all’anno precedente, dato ISEE , che valuta nella sua definizione anche il carico familiare e particolari condizioni del soggetto interessato.

Più in generale, in tema di politiche attive del lavoro, la Regione Umbria ha proseguito le attività previste nell’ambito del POR Ob.3 2000-2006, nonché l’attivazione di progetti regionali ed interregionali.

In particolare, riguardo agli obiettivi contenuti nel Patto per lo sviluppo dell’Umbria, sono state realizzate azioni di supporto alla gestione e realizzazione di interventi di politica attiva del lavoro a favore delle fasce deboli ed all’attuazione del mainstreaming di genere, nonché azioni di sostegno e potenziamento della progettazione degli interventi delle politiche attive del lavoro, della formazione e della stabilizzazione del lavoro, che si articola in due interventi:

1. Supporto alla progettazione di politiche del lavoro innovative;2. Realizzazione di un laboratorio su organizzazione dell’impresa, flessibilità, stabilizzazione e tutela del lavoro.

Impegni delle altre Parti contraenti

Di seguito si riporta lo stato di attuazione delle principali attività relative agli impegni assunti dalle Parti contraenti; per un quadro più esaustivo di tutte le attività intraprese dalle diverse Parti contraenti, si rimanda comunque alle relazioni complete elaborate dalle stesse, allegate al presente report.

E’ stato firmato un protocollo di intesa per attivare il progetto “Umbria Network Sistema Lavoro” che vede come capofila la Provincia di Perugia, insieme ad altri partners pubblici come la Provincia di Terni, la Regione Umbria, i Comuni di Perugia, Foligno e Terni, la Facoltà di Economia e Commercio, e diverse forze sociali e Organizzazioni Professionali in rappresentanza di tutti i settori produttivi, oltre alle rappresentanze dei lavoratori. L’intervento progettuale mira ad introdurre nel territorio regionale metodologie e strumenti innovativi

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capaci di realizzare un modello di network locale dei servizi orientati all’impiego, valorizzando l’esistente e rispondendo alle esigenze degli attori e fruitori del sistema, con particolare riguardo alle misure di inclusione sociale. Il modello di costruzione del network è orientato in maniera tale da poter porre costantemente al centro lavoratori ed imprese, attori principali del sistema – rete. I nodi operativi, le funzioni organizzative, i servizi sono tutti processi di supporto da articolare in base ai bisogni effettivi che esprimono gli attori sopradetti; inoltre l’impegno dei partners nella costruzione del network, soprattutto nelle fasi di studio e progettazione della rete è orientato ad evitare sovrapposizioni, sprechi, duplicazioni non funzionali.

La Camera di Commercio di Terni in collaborazione con la Provincia di Terni ha avviato un’attività di approfondimento della ricerca “Excelsior”, per avere dati più dettagliati sulla richiesta di profili professionali da parte delle imprese sia per il Centro per l’impiego di Terni che per quello di Orvieto.

La Federazione regionale degli industriali dell’Umbria, ha partecipato attivamente alla definizione dell’accordo tra Nestlè Italia S.p.A. e OO.SS. del 27 febbraio 2003, che ha comportato la riassunzione di 420 ex-stagionali. Successivamente, Confindustria Umbria, le OO.SS. e la Provincia di Perugia, Assessorato Lavoro Formazione Istruzione, hanno messo a punto un piano di formazione e riqualificazione del personale assunto in base a tale accordo, in collaborazione con la Nestlè Italia SpA.Parallelamente alle attività di formazione di tipo tradizionale sono stati realizzati corsi di alta formazione. Alcuni sono destinati a giovani neo diplomati e neo laureati da qualificare (Master in gestione d’impresa, in Controllo di gestione, in Web marketing, Tecnici della gestione ambientale,…), altri alla formazione di imprenditori, manager e addetti alle varie funzioni aziendali. Questi ultimi, realizzati in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e Luiss Management, hanno interessato i temi della Gestione di impresa e del Passaggio generazionale.La Federazione Regionale ha inoltre, tramite la propria struttura di formazione, assistito le imprese nelle fasi di progettazione e gestione di numerose iniziative interne di formazione continua e aggiornamento del personale. Alcuni progetti sono stati finanziati dal Fondo Sociale Europeo, altri direttamente dalle imprese committenti o dai raggruppamenti di settore di riferimento, come il Comitato di istruzione grafica, il Sindacato delle imprese del settore zootecnico, le Acciaierie Speciali di Terni per i quali sono stati organizzati specifici percorsi formativi durante i quali sono stati trattati i temi della Qualità, dell’Organizzazione della produzione, dell’Informatizzazione dei processi, della Sicurezza, del Controllo di gestione, del Marketing-Commerciale e della Gestione del personale.

E’ stato sottoscritto un Patto bilaterale tra Confapi e OO.SS. volto a rafforzare: l’esperienza, già per altro avviata, di formazione complementare esterna per gli apprendisti, gestita attraverso

le ATI in cui interagiscono i rispettivi enti di Formazione47

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la formazione continua dei lavoratori occupati attraverso la gestione del fondo interprofessionale denominato “Fondo Formazione PMI” che gestirà i fondi derivanti dallo 0,30.

azioni integrate di sistema per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Inoltre Confapi Perugia è partner di primo livello nell’iniziativa comunitaria Equal “Rete per l’adozione professionale degli immigrati” che ha coinvolto 300 imprese associate. Principale obiettivo del progetto è quello di lottare contro tutte le forme di discriminazione e le ineguaglianze nel mercato del lavoro. E’ già partita la prima fase delle 300 imprese individuate e di conoscenza dei 450 immigrati ed altrettanti pensionati coinvolti nel progetto.

La Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria sul piano del miglioramento della trasparenza qualità ed eticità nella prestazione dei servizi, ha realizzato un sistema strutturato di specifiche società a responsabilità limitata che operano in un contesto legalmente riconosciuto (C.A.F. Imprese, C.A.F. Dipendenti e Pensionati, C.A.A.) che garantiscono un efficiente sistema di assistenza alle imprese ed alla popolazione, la formazione e l’aggiornamento continuo del personale, un sistema di controllo che garantisce gli utenti e gli operatori, la massima eticità nei rapporti di lavoro. Ha inoltre attivato uno sportello di orientamento e consulenza per l’avviamento dell’attività d’impresa rivolto in particolare ai giovani e alle donne.

La Confederazione italiana agricoltori dell’Umbria ha intrapreso due importanti iniziative:- costituzione dell’ Associazione Donne in Campo che raggruppa tutte le imprenditrici agricole con l’obiettivo, tra

gli altri, di incentivare la presenza delle donne in questo comparto. A tal fine l’ associazione ha svolto due corsi di formazione professionale finanziati dal POR ob. 3 Mis. E1 partecipati da 20 donne che hanno dato vita ad altrettante imprese agricole.

- Costituzione dell’Associazione Giovani Agricoltori (AGIA) che opera analogamente all’associazione Donne in campo. L’AGIA ha promosso numerosi corsi di formazione professionale finalizzati all’acquisizione della capacità professionale da parte dei giovani appena insediati come titolari di impresa.

Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato), mediante l’EBRAU (Ente Bilaterale Regionale Artigianato Umbro), hanno attivato circa 35 sportelli territoriali in materia di sicurezza sul lavoro per animare ed affiancare le imprese e con la finalità di attivare percorsi di miglioramento della sicurezza sul lavoro e, nel contempo, delle relazioni sindacali aziendali.

La Confcommercio dell’Umbria, ai fini di contribuire all’aumento del tasso di attività in particolare femminile e giovanile, ha realizzato lo sportello “Novimpresa”, a cura della Confcommercio della provincia di Perugia, per

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l’orientamento, la consulenza e l’assistenza alla creazione di nuove imprese del terziario, che, ha avuto contatti e/o prestato assistenza a circa 100 iniziative imprenditoriali.Inoltre la Provincia di Perugia ed il consorzio Iter, il centro di formazione della Confcommercio regionale hanno sottoscritto il protocollo per la realizzazione di tirocini formativi presso le imprese del terziario senza oneri aggiuntivi per la P.A.

Per quanto riguarda l’occupazione e lo sviluppo delle risorse umane, la Legacoop Umbria conferma che le aspettative complessive relativamente ai livelli occupazionali sono positive. Nel 2003 verranno resi noti i dati di una indagine regionale in corso di elaborazione; in ogni caso i dati delle principali cooperative già confermano questa tendenza. Ad esempio, Coop Centro Italia registra un aumento occupazionale di 82 dipendenti rispetto all’anno precedente. La stessa cooperativa per la formazione del personale nel 2002 ha investito 1.500.000 euro.

In relazione all’impegno delle Centrali cooperative di rafforzare le politiche di sostegno alla occupabilità delle fasce deboli, la Federazione regionale delle cooperative di solidarietà e servizi sociali ha dato operatività al protocollo d’intesa tra Confcooperative e INAIL per l’attuazione del diritto al lavoro dei disabili, ai sensi dell’art.24 del Decreto Legislativo 23 febbraio 2002, n.38. Nell’ambito dell’applicazione di questo strumento sono state svolte le seguenti iniziative:

incontro con tutte le cooperative del settore aderenti a Federsolidarietà Umbra per promuovere la conoscenza delle opportunità recate dal citato decreto e per operare una ricognizione dell’ utenza seguita dalle cooperative su servizi di assistenza e sostegno sociale;

incontro con le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative, con le quali Confcooperative ha relazioni consolidate e protocolli d’intesa, al fine di promuovere la conoscenza del decreto in questione e gli incentivi previsti per l’abbattimento delle barriere architettoniche a cui le imprese possono accedere.

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Azione strategica: Sviluppo sistema integrato di istruzione, formazione e ricercaImpegni della Regione Umbria

L’azione strategica sviluppo del sistema integrato di istruzione, formazione e ricerca non presenta impegni di sola competenza regionale; le caratteristiche dei sistemi di istruzione e di formazione, e la tematica della ricerca non sono, come è noto, di pertinenza esclusiva di un’amministrazione o di un ente ma coinvolgono una pluralità di soggetti istituzionali.La sfida di sviluppare un sistema integrato di istruzione formazione e ricerca rafforza ancora di più la necessità di procedere verso la costruzione di un percorso condiviso e congiunto di attività.Per tale motivo il titolo non parla di impegni di parte regionale ma di impegni di parte pubblica; ovviamente, la rilevanza e l’importanza del ruolo della Regione comporta una particolare trattazione del tema nell’ottica delle attività regionali compiute riguardo l’attuazione degli impegni inseriti nel patto per lo sviluppo, dei quali di seguito si dà conto.

Per quanto riguarda l’impegno relativo alla “definizione di un procedimento condiviso e partecipato per l’orientamento del sistema verso il soddisfacimento delle domande di istruzione e formazione coerenti con le esigenze di crescita dell’Umbria” è stato avviato un confronto per la promozione ed il sostegno della qualità e dell'integrazione tra istruzione e formazione, con l'obiettivo di realizzare un sistema regionale orientato alla diffusione e alla crescita della conoscenze e delle competenze. Tale confronto è stato avviato nella riunione del Tavolo tematico del 13 giugno 2003.Inoltre nell’ambito della programmazione delle Azioni di sistema riferite alla Misura C1- “Adeguamento del sistema della formazione professionale e dell’istruzione” del POR Ob.3, è stata messa a punto una prima ipotesi di costruzione di un sistema di rilevazione ed analisi dei fabbisogni professionali e formativi come strumento fondamentale per il supporto delle politiche formative in coerenza con i bisogni espressi dal sistema socio-economico.

Per quanto riguarda l’impegno relativo al “coordinamento e messa in sinergia dei ruoli istituzionali della Regione e delle Province in una logica di concertazione con le Parti Sociali, in modo da valorizzare il ruolo di programmazione della prima, il ruolo di promozione dello sviluppo locale delle seconde, attraverso l’individuazione concertata delle filiere di sviluppo, la destinazione selettiva delle risorse e la co-definizione degli ambiti delle sperimentazioni di sistema”, l'argomento è stato oggetto di una prima discussione e confronto in sede di riunione del relativo Tavolo

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tematico e sarà portata a compimento nel quadro della nuova normativa regionale sul sistema integrato formazione istruzione.

Per quanto riguarda l’impegno relativo alla “creazione di un modello di coordinamento nell’utilizzo delle risorse, che ponga in sinergia le risorse riservate alla Regione per le azioni di sistema, quelle ad utilizzo delle Province per lo sviluppo dei territori locali, le une e le altre con le risorse della legge regionale sulle politiche attive del lavoro. In particolare:

- Attuazione delle direttive attuative POR Ob. 3 Regione dell'Umbria per l’anno 2002;- Istituzione di una conferenza regionale per il sistema formativo;- Predisposizione di un Piano integrato di formazione e istruzione triennale.”

L'argomento è stato oggetto di una prima discussione e confronto in sede di riunione del relativo Tavolo tematico e sarà portata a compimento nel quadro della nuova normativa regionale sul sistema integrato formazione istruzione.

Va ricordato inoltre che con D.G.R. n. 1085 del 31/07/2002 è stata istituita la “Conferenza di servizio permanente per l’attuazione del D.Lgs. 112/98 in materia di Istruzione e Formazione Professionale” che realizza una forma di coordinamento istituzionale e risponde alla necessità di far fronte al nuovo assetto delle funzioni della Regione, delle Province e dei Comuni anche alla luce della riforma del Titolo V della Costituzione (L.3/2001).

Per quanto riguarda l’impegno relativo “all’approvazione della nuova normativa regionale sul sistema integrato tra istruzione e formazione che preveda la flessibilità dei percorsi di istruzione e formativi e la loro interconnessione, privilegiando, fino all’età di diciotto anni, l’istruzione e la formazione su discipline generali e trasversali”, è stata portata una Informazione alla Giunta Regionale (seduta del 19/02/2003) riguardante la “Traccia del ddl regionale in materia di istruzione, formazione e transizione al lavoro”. A seguito di ciò è stato avviato il processo di predisposizione dei contenuti e dell’articolato che la Legge Regionale dovrà contenere. Va tuttavia sottolineato il permanere del vincolo dell'incertezza derivante in primo luogo degli esiti della riforma del sistema scolastico a livello nazionale, in secondo luogo dalla proposta di devolution in materia di istruzione.

A seguito dell’emanazione della Legge n. 53 del 28 marzo 2003 53, e dell’ Accordo quadro sancito in Conferenza Unificata il 19 giugno 2002, relativo all’assunzione di specifiche intese per la realizzazione dall’anno scolastico 2003/2004 di una offerta formativa sperimentale di istruzione e formazione professionale, nelle more dell’emanazione dei decreti legislativi, la Giunta Regionale con Delibera n. 1084 del 21/7/2003 ha approvato lo schema di Protocollo che è stato sottoscritto in data 1 agosto 2003 tra la Regione, il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per la realizzazione dei percorsi sperimentali a livello regionale è

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stato predisposto l’Accordo tra la Regione e l’Ufficio scolastico regionale, in fase di perfezionamento, ed apposite Linee Guida.

In merito all’iter per l’accreditamento delle sedi formative ed orientative, fondamentale per l’attuazione del sistema integrato di istruzione e formazione, nel primo semestre del 2003 ha preso avvio la fase di realizzazione: sono state portate a compimento gran parte delle attività definite nella precedente fase di progettazione del sistema di accreditamento, nella quale erano state individuate le regole, le procedure, le caratteristiche, le risorse umane e finanziarie. E’ stato a tal fine predisposto un bando per gli organismi di formazione interessati; sono state presentate 255 domande, di cui 239 sono state ammesse alla verifica in loco (audit) dei requisiti dichiarati nella domanda. L’attività di audit è stata conclusa nel mese di ottobre. Attualmente è in corso la valutazione e l’istruttoria sulla base dei report elaborati in fase di audit.

Impegni delle altre Parti contraenti

Di seguito si riporta lo stato di attuazione delle principali attività relative agli impegni assunti dalle Parti contraenti; per un quadro più esaustivo di tutte le attività intraprese dalle diverse Parti contraenti, si rimanda comunque alle relazioni complete elaborate dalle stesse, allegate al presente report.

La Camera di Commercio di Terni nel triennio 2001-2003 ha reso disponibili circa 380.000 euro per il consolidamento del Polo universitario ternano; rispetto alla disponibilità delle risorse si è trattato di un intervento straordinario che non potrà essere mantenuto allo stesso livello per il futuro. Rimane l’impegno a considerare l’esperienza fondamentale anche per lo sviluppo delle imprese; inoltre la Giunta camerale ha deliberato di entrare come socio promotore nel costituendo Consorzio per lo sviluppo del Polo universitario di Terni.

L’azione della Camera di Commercio di Perugia in materia di istruzione, formazione e lavoro, svolta attraverso il Centro di Formazione Imprenditoriale, ha perseguito la realizzazione di obiettivi di interazione e sviluppo dell’offerta formativa regionale specialmente attraverso la progettazione e gestione del progetto nazionale “ Orientamento al lavoro e raccordo formazione-imprese” del Fondo di Perequazione Unioncamere 2001, rispetto a quale è stato seguito il metodo della concertazione tra soggetti pubblici e privati (associazioni d’impresa, scuole, università, enti pubblici). A livello locale, si persegue, attraverso differenti ambiti progettuali, la politica dell’integrazione tra istruzione, formazione e lavoro specialmente tramite il trasferimento e l’adeguamento di programmi di intervento inerenti

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l’attuazione delle norme di riforma della scuola ( che assegna alle Camere un ruolo definito nell’articolato) e dell’università, il sostegno a programmi di tirocinio formativo curriculare, il sostegno allo sviluppo di politiche di qualità degli enti formativi e delle professioni della formazione e dell’orientamento. Particolare rilevanza assumono in questo contesto gli impegni assunti nella gestione e nel popolamento di strumenti informativi di collegamento tra imprese e studenti (programma POLARIS) che restano a disposizione del territorio nella logica dell’integrazione tra soggetti e sistemi e del trasferimento delle buone prassi.

La Federazione regionale degli industriali dell’Umbria, ha continuato a svolgere un’attività di sensibilizzazione in materia di ricerca e innovazione attraverso informative sulle opportunità di finanziamento (regionali, nazionali, comunitarie), nonchè assistenza per la presentazione dei progetti comunitari di Ricerca e Sviluppo Tecnologico e Innovazione e diffusione di informazioni relative alla ricerca di partner per i progetti comunitari.Il 28 febbraio 2003, Confindustria Umbria in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, ha realizzato il convegno “Il VI Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea (2002-2006)” con l’obiettivo di presentare priorità e regole di funzionamento del Programma Comunitario, con un focus particolare sul ruolo delle PMI.Nel primo semestre dell’anno la Federazione Regionale degli Industriali ha confermato il proprio impegno nell’ambito della Rete dell’Innovazione promossa dal Nucleo Innovazione, Ricerca e Net Economy di Confindustria, utile strumento di lavoro per condividere informazioni, esperienze, best practices su tutti gli ambiti della ricerca e innovazione nazionali e comunitari.

La Confapi, nell’ottica di promuovere una “cultura dell’innovazione” e della qualità tra le imprese nonchè per la messa in rete delle diverse opportunità, ha impostato, tra le iniziative principali, un progetto formativo diretto agli imprenditori della Valnerina, aggregati nel più importante Consorzio per la produzione tipica della zona (norcinerie), l’obiettivo è quello di creare e consolidare una cultura della qualità certificata (sia di prodotto che di processo) nel rispetto dell’ambiente e con finalità marcate di promozione del territorio. Sempre nell’ambito di questo progetto è stato previsto il conferimento di un’importante concettualità riguardante un uso evoluto delle tecnologie della comunicazione quale strumento catalizzatore di nuovi modelli organizzativi d’impresa.

E’ stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Federazione regionale Coltivatori diretti dell’Umbria Iripaat (ente di formazione di Coldiretti), Confcooperative, Irecoop (ente di formazione di Confcooperative), Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Perugia, Cesar e 3AParco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, finalizzato a stabilire una collaborazione tra i soggetti firmatari per effettuare un’analisi dei fabbisogni formativi nel settore agro-alimentare e dello sviluppo rurale, sviluppare obiettivi formativi rispondenti alle esigenze delle imprese e

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dei lavoratori, studiare e realizzare nuove metodologie formative, progettare e realizzare azioni di accompagnamento a favore dell’occupazione e professionalizzazione degli imprenditori e lavoratori.Sono stati inoltre realizzati direttamente o in partenariato tra gli stessi soggetti di cui sopra, nonché tra la Coldiretti ed altri soggetti (Caritas, Sviluppumbria), percorsi formativi rivolti a laureati (master in marketing territoriale, finanziati con la misura C3 – alta formazione del POR Ob. 3 Regione dell’Umbria), a donne per la costituzione di imprese agricole (misura E1 Por Ob. 3 della Provincia di Perugia) ed infine ad extracomunitari donne (misura E1 Por Ob. 3 della Provincia di Perugia).

La struttura di formazione Irecoop Umbria ha effettuato una rilevazione dei fabbisogni formativi da parte delle cooperative aderenti a Confcooperative, interessando tutti i comparti, dall’agricoltura alla produzione e lavoro, dalla pesca ai servizi, dalle cooperative culturali a quelle sociali. L’indagine è stata condotta attraverso la compilazione di questionari e mediante interviste rivolte agli amministratori e dirigenti delle imprese associate. Ne è scaturita una precisa conoscenza delle esigenze rispetto alle quali si è dato avvio ad una progettazione specifica.

L’Università degli studi di Perugia, all’interno del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione, in collaborazione con l’associazione studentesca Inmedi@tamente, ha in fase di elaborazione un protocollo di intesa con gli uffici della Regione preposti alla formazione e all’istruzione, per la definizione di un master sulla comunicazione, al fine di realizzare prodotti utili per le imprese e per le aziende di turismo.

L’Università degli studi di Perugia e la Lega regionale delle cooperative (Legacoop) ritenendo importante far incontrare competenze e ricerca universitaria con i bisogni e le necessità del mondo della cooperazione hanno stipulato in data 28 agosto 2003 una convenzione che individua appositi programmi scientifici su temi di comune interesse, da sviluppare a cura delle singole Facoltà, e che prevede anche l’attivazione di stage aziendali, di borse di studio, di borse per ricerche e per dottorati di ricerca. Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato) continuano a sviluppare un sistema di formazione continua per l’artigianato e la Pmi attraverso la Progettazione e realizzazione, da parte del sistema degli enti di formazione e dell’artigianato, di attività formative per imprenditori, addetti alle pmi, neo imprenditori, inoccupati, disoccupati, etc., finalizzati all’accrescimento continuo delle competenze.

La Confesercenti Umbria e le OO.SS. hanno costituito il Fondo interprofessionale per la formazione continua dei lavoratori del terziario (Fonter), che ha il principale obiettivo la promozione della formazione continua dei lavoratori nel commercio, turismo e servizi, con particolare attenzione alla valorizzazione delle risorse umane e professionali, nonché lo sviluppo della competitività delle PMI.

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La Confederazione Italiana Agricoltori dell’Umbria attraverso il suo Centro di Istruzione Professionale Agricola (CIPA.AT) ha avviato diverse attività formative il progetto “Naturaliter” nell’ambito del Programma Comunitario “Leonardo da Vinci” (unico in ambito agricolo su tutto il territorio nazionale), teso a promuovere l’utilizzazione di strumenti e tecnologie informatiche anche per la formazione imprenditoriale a distanza (FAD) in partenariato con soggetti di 8 paesi europei.

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Azione strategica: Riforma della pubblica amministrazione

Impegni della parte pubblica

L’Azione strategica Riforma della Pubblica amministrazione prevede una formulazione diversa rispetto alle altre Azioni strategiche del Patto.Essa, inoltre, investe in maniera ovviamente diversa i vari soggetti firmatari, posto che un ruolo fondamentale è in questo caso assegnato alla parte pubblica, intendendo con ciò sia la Regione che il sistema delle autonomie locali, rappresentate nel Patto dal CAL (Consiglio delle Autonomie Locali).L’Azione strategica così come definita nel Patto per lo Sviluppo prevede, in particolare, una serie di impegni da parte delle Pubbliche amministrazioni ripartiti in cinque linee principali:

1- Patto di stabilità fiscale e tariffario2- Riforma endoregionale3- Pubblica amministrazione amica4- Servizi pubblici locali5- Promozione di una cultura amministrativa orientata al risultato.

Di seguito si riporta lo stato di attuazione di ciascuna di esse, distinguendo - ove ritenuto utile e necessario – la parte relativa all’ente regione e quella al sistema delle autonomie locali.

Patto di stabilità fiscale e tariffario

La Regione e le autonomie locali si sono impegnante a “coordinare e concordare tra di loro obiettivi e percorsi con riferimento alle decisioni relative alle manovre fiscali e alle variazioni tariffarie dei servizi pubblici, tenendo in adeguato conto le differenti condizioni di partenza in termini dei diversi livelli di prelievo fiscale e parafiscale esercitato dai singoli Enti”. Ulteriori sviluppi in tal senso potranno derivare dalla attuazione della riforma fiscale progettata dal Governo.Un utile strumento ai fini del monitoraggio dei comportamenti relativi al patto di stabilità può essere rappresentato dall’attivazione, ad opera del Consiglio delle Autonomie locali, dell’Osservatorio regionale sulla finanza pubblica che dovrà consentire di poter svolgere analisi e valutazioni sul versante dei flussi di spesa.

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A tale riguardo, nel corso del 2003 sono stati compiuti gli atti formali di intesa tra il CAL e il Comune di Spoleto per l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulla misurazione dei costi, rendimenti, risultati degli EE.LL. dell’Umbria. Sono in fase di ultimazione gli adempimenti tecnici ed organizzativi per rendere operativo l’Osservatorio entro ottobre-novembre prossimi. Al fine dell’attuazione della sua missione l’Osservatorio provvederà a realizzare una banca dati consultabile on-line da tutti gli EE.LL. con i bilanci, conti consuntivi, quadro analitico dei vari tributi locali e tariffe dei servizi pubblici locali, al fine da una parte di avviare la propria attività di studio ed analisi comparative, e dall’altra di attuare il monitoraggio in tempi reali dei comportamenti relativi al patto di stabilità.

Riforma endoregionale

E’ stato predisposto un Disegno di legge recante “Norme in materia di forme associative dei Comuni e di incentivazione delle stesse. Altre disposizioni in materia di sistema pubblico endoregionale.”Il Disegno di legge è stato approvato dalla Giunta regionale, sottoposto all’esame del CAL, e successivamente alla concertazione nella riunione del Tavolo tematico del 30 giugno 2003, ed è attualmente all’esame del Consiglio regionale.Entro il 31 dicembre 2003 potrebbe, quindi, essere approvato il 1° Programma di riordino territoriale.Nella riunione del Tavolo tematico del 28 luglio 2003 è stato sottoposto alla concertazione l’atto relativo alle “Linee attuative applicazione art. 118 della Costituzione”, al quale dovrà seguire la predisposizione di uno o più Disegni di legge di attuazione dell’art. 118 della Costituzione che contenga anche interventi correttivi della legge regionale 3/1999 e al completamento del processo di trasferimento avviato.E’ stato costituito un apposito gruppo tecnico Regione-EE.LL. che sta operando la ricognizione di tutte le funzioni amministrative regionali, enti strumentali inclusi.

Per quanto riguarda i ruoli, funzioni e competenze dei singoli livelli di governo, essi verranno delineati secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza e secondo l’obiettivo di ricondurre tendenzialmente i compiti e le funzioni ai livelli di governo democraticamente eletti.Esso terrà conto di esiti e lavori della Commissione del Consiglio regionale per la predisposizione dello Statuto regionale. .

Per il confronto con la Regione teso all’attuazione della riforma endoregionale, il CAL dell’Umbria ha predisposto il documento di S.Venanzo del 18 giugno 2003, come base programmatica e di indirizzo del sistema delle autonomie locali dell’Umbria.

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In relazione alla “possibile eliminazione di enti di secondo livello con la riconduzione dei compiti ai livelli di governo democraticamente eletti,” il CAL con il documento di S.Venanzo ha stabilito di procedere su una via confermativa del numero per quanto riguarda le Comunità Montane riportando però all’assemblea dei Sindaci alcune importanti decisioni di indirizzo politico; di semplificare gli organi di enti di secondo livello tipo gli ATO, con l’ipotesi di abolire tra l’altro i Consigli di amministrazione ex l.r. 43/1997 integrando ove possibile ATO- acqua e ATO- rifiuti, in modo da ridurre i costi e semplificare i livelli decisionali riconducendoli all’assemblea dei Sindaci.

Azione Pubblica amministrazione amica

All’interno di tale azione si colloca la revisione della legislazione regionale di settore e la conseguente ridefinizione dei procedimenti amministrativi. L’azione richiede interventi diretti alla predisposizione di un programma di razionalizzazione e riassetto normativo regionale e la elaborazione di testi unici e/o leggi organiche per materia.Nella riunione del Tavolo tematico del 28 luglio 2003 è stato sottoposto alla concertazione lo schema di Disegno di legge recante “Struttura organizzativa e dirigenza della Presidenza della Giunta regionale e della Giunta regionale” di modifica della legge regionale 15/1997.L’intervento su tale legge regionale, con l’apporto di opportune modifiche in relazione all’esigenza di consentire un pieno dispiegarsi del processo di programmazione, attuazione e controllo, implementando la gestione per budget e centri di responsabilità, dovrà conseguire il risultato di rendere più flessibili gli interventi di modifica organizzativa tramite una adeguata delegificazione degli stessi, oltre a chiarire ruolo e funzioni della dirigenza apicale regionale.La ridefinizione dell’assetto e delle funzioni degli enti strumentali e/o dipendenti dalla Regione è strettamente connessa alla riforma endoregionale. L’obiettivo richiede interventi diretti alla predisposizione di disegni di legge regionale i cui tempi sono connessi al disegno di legge regionale sulla ridefinizione dei ruoli e delle competenze dei singoli livelli di governo e alla revisione della LR 15/1997.Per quanto relativo alle politiche di valorizzazione del patrimonio regionale, la Giunta regionale ha approvato la riforma della LR 14/1997 ed il conseguente piano di valorizzazione del patrimonio. Con legge regionale 14 maggio 2003, n. 9 si è operata la riforma della LR 14/1997 mentre il Piano di valorizzazione del patrimonio, al momento, è all’esame del Consiglio regionale ed in via di definitiva approvazione.Ai fini della realizzazione di una rete telematica a diffusione regionale è stata sottoposta alla concertazione sia nella riunione del 30 giugno che in quella del 28 luglio 2003 la bozza del “Piano regionale per la società dell’informazione e dalla conoscenza”.

Per quanto riguarda il sistema delle autonomie locali (CAL), l’attuazione di tale impegno è oggetto di permanenti e diffuse azioni da parte degli Enti locali dell’Umbria. L’attivazione degli sportelli unici, il piano regionale di e-

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governement, i siti internet di ciascun ente locale per una sempre maggiore trasparenza ed informazione del cittadino rappresentano un punto di riferimento quotidiano del lavoro del sistema delle autonomie. Per quanto riguarda lo snellimento e la semplificazione delle procedure in ambito locale, anche nel contesto della riscrittura in chiave federalista del Testo unico degli enti locali che il Governo è stato delegato a compiere entro 12 mesi dalla legge La loggia n. 131/2003, si sta pensando ad un gruppo di lavoro degli EE.LL. umbri con il compito di elaborare una proposta organica.

Servizi pubblici locali

Il tema è notoriamente complesso anche per i diversi punti di vista espressi dal Governo e dalle Regioni per quanto riguarda le competenze legislative al riguardo che hanno portato alla presentazione alla Corte costituzionale di diversi ricorsi dei quali è opportuno attendere l’esito chiarificatore.

Alla luce di quanto disposto dall’art. 35 della Legge finanziaria 2002 e della disciplina nazionale di settore, avuto riguardo alle competenze legislative che in materia ha acquisito la Regione, si procederà a predisporre, entro il 2003, un idoneo disegno di legge al fine di favorire la crescita dimensionale e quindi la competitività delle aziende; preservare il patrimonio esistente di imprenditorialità e competenze gestionali; migliorare le prestazioni a favore dell’utenza, evitando la crescita ingiustificata dei prezzi di erogazione dei beni e servizi.

In ogni caso il sistema delle autonomie locali (CAL) ha più volte ribadito tramite i propri organismi associativi nazionali e regionali che ogni intervento al riguardo, ulteriore rispetto alla normativa statale di principio sull’organizzazione e sull’erogazione dei servizi pubblici locali che deve guardare ad una dimensione dei processi di imprenditorializzazione, liberalizzazione e concentrazione in chiave europea, non può che attuarsi, qualora ritenuto necessario, previa intesa con gli EE.LL. dal momento che essi sono storicamente, nella quasi generalità dei casi, in Umbria come a livello nazionale, non solo i soggetti programmatori degli investimenti e delle tariffe, ma anche i proprietari delle reti e delle aziende erogatrici dei servizi pubblici locali.

Promozione di una cultura amministrativa orientata al risultato

L’impegno dei Comuni e delle Province contenuto nell’obiettivo, di avviare entro il 2003 un sistema di controllo di gestione e di controllo strategico può dirsi già ampiamente attuato in quanto sono numerosi gli EE.LL. della nostra regione ( tutti quelli di maggiore dimensione) che hanno ormai operativi strumenti di controllo di gestione e strategico.

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Al riguardo il CAL si sta facendo promotore verso i Comuni medio piccoli della diffusione di adeguati strumenti informativi tesi alla diffusione della cultura del risultato nelle pubbliche amministrazioni locali.

Impegni delle altre Parti contraenti

Di seguito si riporta lo stato di attuazione delle principali attività relative agli impegni assunti dalle Parti contraenti

La Camera di Commercio di Perugia , in materia di informatizzazione e e-government, ha costituito un consorzio con le associazioni di categoria denominato Assonet con il fine di:

- diffondere sul territorio provinciale i servizi del Registro Imprese tramite le associazioni di categoria; sono state attivate ad oggi 38 postazioni, dalle quali è possibile ottenere in via telematica documenti e inviare atti;

- mettere a disposizione degli enti locali la rete telematica del sistema camerale al fine di agevolare l’attivazione del SVAP e rendere disponibile la consultazione degli archivi;

- diffusione della firma digitale.

In tale contesto la Camera di Commercio di Terni, per facilitare i rapporti con gli imprenditori del comprensorio orvietano ha deciso di potenziare l’ufficio distaccato di Orvieto, aperto fin dal 1950, anche con l’acquisto di idonei locali.

Le Federazioni umbre dell’artigianato (CNA e Confartigianato), riguardo lo Sportello unico per le attività produttive (suap), il raggruppamento Progetto Impresa srl – SFCU – Webred Spa è titolare del progetto RAP 2 – Formez per l’attivazione dello s.u.a.p. nei comuni del territorio della Comunità Montana Monti del Trasimeno. Il progetto è l’unico finanziato in Umbria.

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Tavolo del credito Il Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione dell’Umbria e da numerose Banche operanti nella regione il 29 luglio 2003, ha quale obiettivo fondamentale quello di favorire lo svolgimento di un ruolo strategico del “sistema credito” a supporto di un forte avanzamento della competitività del sistema regionale della piccola e media impresa.

La finalità del Protocollo è quella di pervenire, attraverso azioni concertate Regione/Sistema Bancario Regionale, ad un impegno congiunto per stimolare e sostenere un cambiamento dell’apparato produttivo umbro verso una maggiore competitività basata sulla qualità delle risorse umane e dei modelli organizzativi, su un mix più ampio e a più alto valore aggiunto di specializzazioni produttive, sull’aumento dimensionale, sull’accesso più esteso e strutturale alla ricerca ed all’innovazione tecnologica, sull’internazionalizzazione, sullo sviluppo di un’operatività collocata in un contesto di reti d’impresa e di rete imprese-territorio.

Il sistema del credito regionale, largamente rappresentato dalle Banche firmatarie del Protocollo, può concorrere al perseguimento di tale compito strategico senza rinunciare, anzi accentuando la sua natura di sistema competitivo al suo interno.

A tal fine, lo stesso Protocollo ha individuato gli ambiti tematici sui quali è possibile ed utile un apporto corale e concertato d’idee, d’impegni, di risorse da parte degli Istituti di credito, come “sistema” unitario e quelli sui quali è più corretto e produttivo che ciascun gruppo bancario o singolo Istituto esprimano il massimo d’autonoma e peculiare forza competitiva nel proporre al sistema d’impresa umbro ed all’Istituzione regionale il ventaglio dei prodotti e delle iniziative da mettere in campo, per perseguire le finalità del Protocollo.

Il Protocollo, ha individuato tre temi principali sui quali gli Istituti di credito, in accordo con la Regione, intendono, “come sistema credito”, caratterizzare in modo unitario la propria partecipazione attiva alla ricerca d'idonee soluzioni:

Regolamento bancario “Basilea 2” Crisi d’impresa Finanza integrata

Fra i tre temi esistono importanti correlazioni orizzontali capaci di dar luogo ad utili sinergie fra le azioni relative a ciascun tema.

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Per ciascuno dei temi è stato definito un quadro di proposte operative, da sottoporre al “tavolo” settoriale del credito ed al “tavolo” generale del Patto per lo Sviluppo dell’Umbria.

Basilea 2Con questo nuovo regolamento bancario, le Banche adotteranno sistematicamente metodologie di rating per la valutazione del rischio di credito correlato ai singoli affidamenti.L’azione che si propone di attivare, al fine di ridurre i possibili elementi negativi d’impatto del rating e di amplificarne gli aspetti positivi, è costituita dalla costruzione di un percorso d’avvicinamento delle PMI umbre al rating, da realizzare nella fase transitoria 2003-2006. Tale percorso tiene conto dei miglioramenti apportati alla proposta di regolamento dal Comitato di Basilea 2, al fine di evitare problemi di accesso e di costo del credito per le piccole e medie imprese con particolare riguardo a quelle classificabili nel gruppo Retail.

La costruzione di tale percorso è basata sull’attivazione di tre azioni positive:- Informazione- Formazione - Orientamento

La programmazione e progettazione delle tre azioni è affidata ad un “Gruppo promotore e di coordinamento”, supportato da un Comitato scientifico e da una segreteria tecnica.

Crisi d’impresaLa Regione dell’Umbria e le Banche firmatarie del Protocollo di Intesa hanno convenuto sull’opportunità di intervenire in modo concertato, innovativo e tempestivo nelle situazioni di crisi delle imprese al fine di massimizzare le possibilità di un loro risanamento, con vantaggio per tutto il sistema economico-produttivo regionale.A tal fine sono state proposte tre linee d’intervento:

prevenzione segnalazione tempestiva definizione di una procedura per la gestione concertata delle crisi reversibili di impresa

I soggetti interessati sono: le Imprese e le Associazioni Imprenditoriali; la Regione dell’Umbria attraverso le proprie Agenzie Sviluppumbria S.p.a. e Gepafin S.p.a.; le Banche.

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Il complesso coordinato dei soggetti, delle regole di comportamento e degli strumenti d’intervento costituisce il Sistema regione chiamato ad intervenire sulle crisi d’impresa.

I soggetti interessati si impegneranno:

tutti, a sottoscrivere un “Codice regionale di comportamento” finalizzato ad affrontare i processi di ristrutturazione atti a superare le Crisi d’Impresa, che per le Banche sia integrativo di quello nazionale sottoscritto in sede ABI;

le imprese, a fornire informazioni chiare e complete; le Associazioni Imprenditoriali, a collaborare alla fornitura di Servizi mirati; le Agenzie, a fornire Servizi mirati (anche di ricerca di partnership e di attivazione di tavoli nazionali

presso la task force del Ministero per le crisi di impresa e l’attivazione degli ammortizzatori sociali) ed ad accompagnare le operazioni di crisi reversibile mettendo a disposizione un “fondo specializzato” di garanzia e partecipazione.

le Banche, unitamente agli altri soggetti interessati, a riconoscere agli organismi di seguito indicati “Comitato di garanzia” e “Struttura Dedicata” il ruolo di sovrintendenza ed attuazione della “procedura regionale per la gestione concertata delle crisi reversibili”.

Per tale Comitato è stato proposto che esso sia volontariamente accettato da tutti i sottoscrittori di un patto di collaborazione e concertazione e che sia sia funzionalmente indipendente rispetto a ciascuno dei soggetti sottoscrittori e bilanciato nella sua composizione.

Finanza integrata

La partecipazione delle banche firmatarie del “Protocollo d’intesa” ai “Tavoli di finanza integrata” ha come presupposto l’individuazione di specifici programmi / progetti / interventi da parte dell’Istituzione regionale, su cui costruire le forme, i livelli e gli strumenti più adeguati di sostegno finanziario da parte del sistema bancario regionale, in sinergia con gli interventi di altri soggetti, impegnati nella definizione ed attuazione di tali strumenti di programmazione. Tale sostegno si configura quindi più come azione “su misura” che come determinazione a priori di strumenti e apporti utilizzabili, poi, discrezionalmente, dall’Istituzione a copertura di proprie necessità.

L’approccio della finanza “su misura” consente inoltre una maggior elasticità alla stessa Istituzione regionale nella scelta dei programmi da proporre non essendo vincolata dalla definizione di strumenti attuativi standard.

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La piattaforma di accordo, attuativa del Protocollo d’intesa, per il tema della “Finanza integrata”, stabilisce i seguenti punti:

1. viene istituita una procedura generale di “disponibilità” che sancisce l’apertura immediata e automatica di un “tavolo” per la definizione e il montaggio degli interventi del sistema bancario su ogni proposta programmatica / progettuale che sarà avanzata dalla Regione, , allo stesso sistema ;.

2. su tali tavoli verranno costruiti gli interventi del sistema bancario tenendo conto sia delle forme più efficaci d’integrazione tra finanza pubblica, finanza mista e finanza privata sia delle modalità maggiormente convenienti di adesione e apporto per il sistema bancario nel suo complesso;

3. si ritiene quale forma d’intervento preferenziale, a parità di condizioni, l’attivazione presso i tavoli di finanza integrata, delle linee d’intervento riconducibili alle specifiche intese bilaterali tra Regione e singoli soggetti o gruppi di soggetti bancari, previste nel Protocollo d’intesa;

4. le tipologie di apporto del sistema bancario alla realizzazione di programmi / progetti / interventi presentati dalla Regione, oltre a contemplare l’impiego di tutte le forme e strumenti finanziari, comportano anche la disponibilità del sistema stesso allo studio e definizione e messa in opera del progetto finanziario.

Nell’attesa della presentazione delle specifiche proposte che l’istituzione regionale avanzerà, le parti concordano sul carattere prioritario da assegnare ai seguenti temi o progetti coerenti con gli obiettivi della programmazione regionale:

i Progetti integrati sia tematici che territoriali a cominciare dal PIAT (Progetto integrato per le aree terremotate) ; la messa a punto di misure finalizzate al sostegno dei settori “sensibili” dell’economia regionale in modo da

prevenire la deriva verso situazioni di crisi; un primo impegno specifico in questo campo è costituito da una partecipazione agli interventi a sostegno delle componenti del sistema industriale regionale coinvolte dalle ripercussioni della crisi della FIAT, su cui la Regione sta delineando una propria ipotesi di intervento.

la costruzione di pacchetti finanziari aggiuntivi a rafforzamento di quanto previsto nelle azioni d’ingegneria finanziaria attivate dalla Misura 2.3 del Docup Ob 2 2000-2006;

il sostegno alle cosiddette “politiche di sostenibilità dello sviluppo“ riguardanti in particolare le problematiche energetiche e ambientali con priorità a quelle definite nell’ambito dei Progetti integrati territoriali o tematici;

il supporto delle iniziative finalizzate alla diffusione dell’innovazione tecnologica e alla ricerca con priorità alle azioni rientranti nella progettazione di specifiche filiere regionali (quali quella Turismo-ambiente-beni culturali), allo sviluppo di servizi innovativi per la collettività (telematica e sanità, società dell’informazione) nonché all’attuazione di progetti inseriti nei Programmi nazionali e comunitari per la R&S/T.

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ALLEGATO ARiunione di insediamento del Tavolo tematico “Potenziamento dei fattori di sviluppo e di competitività (28 maggio 2003)

La riunione di insediamento del Tavolo tematico “Potenziamento dei fattori di sviluppo economico e di competitività” , si è aperta con una breve illustrazione dei contenuti della piattaforma.In particolare, dopo aver delineato la gerarchia dei rapporti tra Tavoli tematici e Tavoli territoriali del Patto con la particolare considerazione che la competitività del sistema delle imprese non può prescindere dalla competitività dei sistemi territoriali, la Presidente Maria Rita Lorenzetti, ha sottolineato i seguenti aspetti:

il Tavolo tematico “Potenziamento dei fattori di sviluppo economico e di competitività” rappresenta la spina dorsale delle scelte condivise, anche perché la sua importanza e vastità si intreccia con tutte le altre azioni strategiche, con gli altri Tavoli, siano essi territoriali che tematici. E’ quindi necessario determinare le condizioni per uno sviluppo verso attività e processi produttivi a più alto valore aggiunto, partendo dalle competenze e dalle risorse storicamente accumulate dal tessuto produttivo.

gli obiettivi fondamentali e le conseguenti priorità ai fini del sostegno e qualificazione dell’apparato produttivo regionale sono da perseguire attraverso le politiche di: integrazione, innovazione, accessibilità, qualità. In particolare, l’intreccio tra le due politiche di integrazione ed innovazione, rappresenta inoltre il mezzo più adeguato per favorire l’innesco di processi virtuosi di consolidamento e evoluzione qualitativa del tessuto imprenditoriale.

l’obiettivo di crescita dimensionale dell’impresa da intendersi più come crescita della scala di organizzazione delle funzioni imprenditoriali che della semplice dimensione media delle imprese.

Dalla discussione è emersa una sostanziale condivisione dei contenuti della piattaforma.Sono altresì emerse alcune critiche/osservazioni:

Coerenza tra indirizzi e priorità definiti dai Tavoli tematici con i lavori e le discussioni dei Tavoli territoriali (vari soggetti)

E’ necessario ricostruire attorno al Patto il tema delle politiche industriali della nostra Regione, anche alla luce dei trasferimenti di competenze dalla Stato alla regione e tenendo conto della preponderante presenza di multinazionali in Umbria.(OO.SS)

Occorre lavorare in maniera tale da arrivare ad una rapida conclusione della discussione sulle priorità; quindi dopo gli insediamenti dei Tavoli, sarebbe opportuno predisporre dei protocolli per chiudere i lavori con delle sintesi operative sull’attuazione del Patto.(UIL)

Rispetto ai 64 interventi definiti nel Patto relativamente alle Azione strategica potenziamento della competitività, sarebbe interessante

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capire ad oggi quanti ne sono partiti e quanti hanno difficoltà ad iniziare, ovvero allo stato dell’arte. La priorità dovrebbe pertanto essere data allo stato dell’arte rispetto alle politiche, per meglio definire gli indirizzi strategici (associazioni datoriali e CIDA);

Non è sufficientemente sottolineato il problema della selettività e dell’uso delle risorse, tema che è invece in assoluta coerenza con quanto affermato in sede di programmazione delle risorse comunitarie e nel Patto (CGIL).

Riguardo alle politiche per l’integrazione – considerando le stesse come politiche volte alla integrazione tra le imprese - andrebbero meglio precisati i contenuti, nonché gli strumenti da mettere in campo. Andrebbe meglio definito anche il concetto di qualità, riferendolo anche a quello delle aziende e quello delle produzioni della nostra Regione.( Federazione Industriali - UIL)

La definizione delle politiche e dei relativi interventi va fatta evitando il rischio della perdita di risorse, favorendo progetti in cui far confluire risorse, senza tuttavia precostituire strumenti rigidi. (Federazione Industriali)

Rispetto alle problematiche dell’innovazione e della ricerca, va precisata quale interazione sistemica mettere in atto fra risorse pubbliche, private e quelle dell’Università, con priorità ed obiettivi, per una efficace politica di innovazione e trasferimento tecnologico. (CGIL)

Nella scheda del Tavolo non viene fatto un esplicito riferimento all’esigenza di mettere in campo una proposta complessiva di riordino e ripensamento del sistema regionale di agenzie e strumenti di offerta pubblica di servizi per la promozione dello sviluppo, dell’innovazione tecnologica e per la messa a punto di interventi di natura finanziaria, come invece inserito fra le priorità del Patto. (CGIL)

c’è una sfasatura tra gli impegni assunti dalla Regione nel Patto e le priorità delineate nella piattaforma (per esempio la Legge regionale di riforma sul commercio). Viene auspicata pertanto una rilettura del testo (Confcommercio);

In base alle osservazioni emerse la Presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti ha sottolineato i seguenti aspetti: coerenza tra Tavoli Tematici e Tavoli territoriali: le scelte di fondo si fanno

nei Tavoli tematici, mentre i Tavoli territoriali sono indispensabili perché le scelte che fanno sistema camminano sulle gambe delle singole imprese, enti locali, Comunità montane.

I referenti dei Tavoli territoriali di tutte le associazioni oltre che della Regione, devono controllare che le scelte degli stessi siano coerenti con quelle effettuate nei Tavoli tematici.

La definizione delle politiche industriali: Il concetto di integrazione va declinato sia rispetto alle imprese, sia

rispetto al rapporto tra imprese e territorio. Si deve quindi ragionare su che cosa sono le politiche industriali per questa regione; con particolare riferimento alle multinazionali e al sistema delle piccole e medie imprese piccole e medie imprese, in quanto l’integrazione non è una cosa astratta .

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Tali tematiche ovviamente ricomprendono anche le politiche di accessibilità e di qualità, così come la progettazione integrata (di cui si è trattato nel documento relativo ai Tavoli territoriali).

Su tale base, senza impostazioni dirigistiche, ma con l‘utilizzo delle risorse per sostenere e promuovere i progetti di filiera, si darà impulso alla crescita dimensionale delle imprese.

I lavori dei prossimi mesi saranno orientati all’approfondimento dei seguenti temi:

strumenti e risorse a disposizione. In particolare si si ragionerà sullo stato dell’arte del Docup Ob. 2;, del Piano di sviluppo rurale; del POR Ob. 3, nonché di alcuni rilevanti programmi programmi in corso d’opera (Programma regionale aree industriali, Piano per l’innovazione, qualità, ecc.) che possono costituire gli strumenti per un approccio integrato.

questioni dell’urbanistica, delle reti, degli investimenti strutturali per aumentare la produttività di un territorio ai fini dell’inserimento di imprese. Tale approccio sulle politiche dell’accessibilità non sarà centrato come stato di avanzamento dei programmi, ma come esse potranno generare maggiore competitività e produttività del territorio;

relativamente ad alcune tematiche più settoriali (commercio, agricoltura, ecc.) la loro più precisa trattazione verrà definita nel prosieguo dei lavori dei vari Tavoli.

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Riunione di insediamento del Tavolo tematico “Tutela e valorizzazione della risorsa Umbria”(29 maggio 2003)

L’incontro è iniziato con una breve introduzione, nel corso della quale è stata sottolineata la necessità di un attento “presidio politico e tecnico” ai lavori di questo tavolo tematico, per ricondurlo alla scelta di fondo è quella della filiera (quindi dell’integrazione ambiente-cultura-turismo qualità dei prodotti e delle produzioni-sviluppo rurale) per eccellenza e, in questa fase d’avvio, dell’importanza di parlare di filiere che colloquiano con il territorio, delle azioni di Governo e delle scelte territoriali, che sono legate a quelle degli Enti locali e della regione.E’ stato ribadito che tale approccio è necessario per evitare il rischio di una divaricazione e di una lenta - e possibile - trasformazione del tavolo Tavoli in una elencazione di progetti che non hanno a che fare con l’operatività, visto che alcuni sono più “maturi” e altri menoDopo questa premessa, sono state illustrate i principali argomenti trattati nella “piattaforma del tavolo tematico”

In estrema sintesi:1) E’ indispensabile definire politiche di sistema che consentano l’integrazione

tra ambiente, cultura, turismo, in modo da assicurare la condizione per la sostenibilità economica della tutela ambientale. Le politiche di sistema sono di carattere regionale e devono diffondersi nel territorio:

- politica dell’informazione (domanda ed offerta);- politica di qualità (ambiente-territorio-ricettività-ristorazione-qualità del

paesaggio- insieme delle certificazioni ambientali);- promozione integrata.

2) Per la composizione e l’integrazione della filiera, c’è comunque bisogno anche di politiche specifiche:

Ambiente: tutela e valorizzazioneRagionare sulle questioni che riguardano l’ambiente sia in termini di aree naturali protette che di tutto l’insieme delle certificazioni ambientali, accanto a politiche di tutela di acqua, aria e suolo. Una particolare attenzione va posta al tema della qualità dell’acqua. Per regolare la materia si sono scelti strumenti di programmazione e pianificazione quali il Piano regolatore degli acquedotti ed il Piano di tutela delle acque, per ora anticipati da alcune misure di emergenza.Un ruolo importante e decisivo spetta alle tre Autorità di ambito che sono in possesso di tutti gli strumenti per assicurare una gestione del servizio idrico integrato efficiente, non dimenticando che l’acqua è un bene che va protetto e difeso, patrimonio di tutti. Gran parte del territorio regionale è classificato come area sensibile.CulturaL’elemento fondamentale è definito nella creazione di circuiti museali per una crescita culturale e aspetti educativi e una gestione dei servizi ambientali. Occorre impostare le questioni in termini integrati: cultura, attività e beni culturali (quindi la rete dei musei, le grandi manifestazioni, attività culturali e beni culturali).

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TurismoCi sono diversi problemi aperti, le sfide ed i ritardi con cui bisogna misurarsi. Si è discusso sul Tavolo generale affinchè i sistemi turistici locali fossero attuati, con perplessità da parte di molti; oggi ci sono, si è evitato che fossero piccola cosa, si deve adesso evitare l’eccessiva frammentazione, misurandosi sulle questioni ancora aperte e quindi sulla politica di sistema e sulle linee regionali per accompagnare la progettazione.Piano di sviluppo ruraleLa nostra regione si caratterizza per la presenza di un ambiente antropizzato diffuso. E’ fondamentale il mantenimento e la valorizzazione del tessuto economico dell’ambiente rurale (politica del sistema rurale): paesaggio, valorizzazione dei prodotti legati al territorio, politiche settoriali legate all’agricoltura, anche attraverso un uso finalizzato di tale strumento.CommercioCi sono diverse politiche specifiche che lo interessano trasversalmente. E’ importante riportare un commercio di qualità nei centri storici, nei borghi, non desertificando i borghi di campagna e di montagna. Occorre riuscire a trovare un equilibrio tra la necessità di mantenere qualità e rete, che sono elementi importanti nei centri storici, accanto ai problemi economici delle famiglie.

Dalla riunione è emersa una condivisione delle piattaforme presentate e dei temi individuati. E’ emersa altresì la convinzione che si debba valorizzare e tutelare la nostra regione che è un patrimonio di tutti e si è dato atto, che la Giunta regionale sta facendo un grosso sforzo anche sotto questo profilo.

Le principali osservazioni emerse riguardano: E’ stata sottolineata l’importante di individuare una metodologia e una

tempistica dei lavori, visti i tempi ristretti, predisponendo una scaletta di priorità di argomenti , comunicati in anticipi alle Parti, in maniera che ci si arrivi preparati. (CISL)

Occorre un coordinamento sulle sintesi dei lavori dei Tavoli al fine di ottenere un valore aggiunto dal Patto. Vanno affrontare immediatamente alcune priorità, quali il tema delle cave, dello smaltimento dei rifiuti, dell’assetto idrogeologico e del piano stralcio del Trasimeno e di Piediluco (UIL)

E’ stato tralasciato un po’ il problema del turismo. E’ un elemento di sviluppo di grande valenza da non appesantire con un eccesso di normativa che potrebbe anche comportare eccessive rigidità ad un settore che ha bisogno di adeguarsi a tutti i mutamenti che possono avvenire anche nei riguardi dei consumatori. (Federazione Industriali)

Dovrebbero essere previsti reti e marchi di qualità, e il territorio dovrebbe imparare a correlarsi anche senza l’aiuto della Regione, nell’ottica di evitare di puntare esclusivamente a distribuire risorse ai propri associati (API).

E’ stato proposto di integrare le priorità riportare nel testo consegnato, inserendo un Piano agricolo regionale che sancisca le strategie individuate a questo tavolo; così come un Piano per le promozioni integrate e per la promozione e valorizzazione della risorsa Umbria, tutto ciò legato strettamente all’assistenza alle aziende. Le politiche strutturali per quanto riguarda il comparto agricolo necessitano di una ulteriore focalizzazione delle scelte, che devono essere mirate e precise. (Confagricoltura)

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L’agricoltura va intesa come funzione che svolge anche un ruolo di governo del territorio; questo deve essere inquadrato all’interno delle politiche della qualità e delle politiche strutturali, alla luce della certa riduzione delle risorse trasferite alle aziende agricole. Mentre sarà accresciuto il ruolo della multifunzionalità . (Confagricoltura)

E’ stato evidenziata l’importanza di due filiere. E precisamente quella del tabacco (sistema che presenta problematiche per il futuro) e del latte, strutturato in una organizzazione dei produttori che è riuscita a dare valore alla materia prima con una gamma di prodotti che riesce a remunerare tutta la filiera con un filo conduttore che è l’Umbria. (Col diretti)

Il Tavolo tematico “Tutela e valorizzazione della risorsa umbra” con le sue filiere deve avere una trasversalità ben più alta degli altri Tavoli. (CGIL).

I lavori, alla luce di quanto emerso nella riunione di insediamento, possono essere organizzati ampliando il dibattito su questi temi:

politiche di sistema (Informazione, Qualità, Promozione integrata e organizzazione turistica regionale – IAT-STL e APT)

politiche ambientali e qualità urbana dei centri storici; politiche culturali; politiche del turismo.

Si è deciso di iniziare approfondendo il tema delle politiche di sistema.

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Riunione di insediamento del Tavolo tematico “Riqualificazione e sostenibilità del sistema di welfare, tutela del diritto alla salute e promozione dei diritti di cittadinanza”(9 giugno 2003)

Dopo una breve introduzione relativa al ruolo e compiti dei tavoli tematici e dei tavoli territoriali, e dopo aver dato atto che questo tavolo tematico ha già cominciato a lavorare ragionando sul Piano sanitario e sul Piano sociale, si è brevemente descritto il contesto di riferimento e le questioni principali da affrontare. In particolare, sono stati ribaditi gli obiettivi di fondo di questa azione strategica:1. perseguire l’interesse generale della promozione e tutela della salute di chi

vive e lavora in Umbria (scelta prioritaria), dando concretezza agli obiettivi di legge e di Piano;

2. affermare una cultura della protezione ed inclusione sociale, della sicurezza civile e della promozione dei diritti di cittadinanza, reinterpretando le politiche sociali come parte integrante ed inscindibile di una strategia di sviluppo, coniugando quindi qualità sociale e qualità dello sviluppo;

3. mantenimento dei caratteri di responsabilità collettiva con in primis la tutela della salute; di universalità, prevedendo la parità di accesso ai servizi da parte di tutti i cittadini e di equità, privilegiando i soggetti con maggiori bisogni.

4. politica della casa; grande priorità per le famiglie a rischio di povertà e per le problematiche ad essa connesse; tra queste, una riguarda i ritardi nel trasferimento di risorse per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica materia esclusivamente di competenza delle Regioni e la legge 431.

Il Piano sanitario regionale – attualmente all’esame del Consiglio regionale - è stato predisposto mantenendo fermi alcuni principi fondamentali: equità, universalità, diritto alla salute e alla prevenzione. Un elemento fondamentale è quello di riuscire a coniugare la qualità del nostro sistema sanitario con la sua sostenibilità, come l’Umbria ha sino ad ora saputo fare.Relativamente al tema dell’eccellenza clinica le priorità sono individuate in: centri terapeutici, centro “cellule staminali” a Terni, trapianti, centri di traumatologia, tumori, come elementi qualificanti.

Partendo da questi temi, occorrerà in seguito definire quali azioni intraprendere per un efficace governo del sistema di welfare regionale, per il raggiungimento degli obiettivi per l’innovazione e la messa a verifica del Piano sanitario regionale (in discussione in Consiglio Regionale) e del Piano sociale.Il governo del welfare è una questione che riguarda l’assunzione di responsabilità di governo e di finanza tra Regione, ASL e Comuni.

Sono state evidenziate altre due questioni:1. integrazione dei servizi per gli anziani e per i disabili;2. integrazione di questo Tavolo, tramite un protocollo d’intesa, con il Terzo

settore. E’ un’assenza che c’è sempre stata, ma ora la sua presenza è importante per delineare un nuovo sistema di welfare.

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Un tema sullo sfondo e da non dimenticare riguardo alle politiche per il welfare è relativo all’allungamento della vita media in una regione che, fra due anni, sarà la regione dove la popolazione anziana sarà superiore a quella della Liguria.La politica regionale nei confronti degli anziani non autosufficienti è rivolta al mantenimento dell’anziano nell’ambito della propria famiglia in ogni caso in cui sia possibile, sostenendo e accompagnando queste famiglie anche con l’Assegno di cura

Per quanto riguarda il Piano sociale (verifica dell’attuazione del Primo e avvio della predisposizione del secondo), ci sono due grandi questioni:

1. Programmazione territoriale, che è una sfida importante che consente di radicare le politiche sociali nel territorio e farvi partecipare tutti gli attori; sta sin qui funzionando l’impianto programmatorio riproponendo la necessità di parlare della questione socio-sanitaria nel corso della concertazione nel territorio.

2. Ufficio della cittadinanza, ovvero semplicemente politiche sociali che si rivolgono a tutti ed in grado di dare risposte diverse, anche complesse.

Per le “politiche aggiuntive”, non si prevedono interventi episodici o settoriali; gli aiuti alle giovani coppie devono rientrare nel complesso dei provvedimenti per la casa e i cittadini; anche l'incoraggiamento alla natalità, deve stare dentro la programmazione già esistente.Il compito di questo Tavolo è ragionare puntando definitivamente a sistemare tutta l’innovazione messa in campo in questi anni, perché serve non solo agli utenti delle politiche sociali e agli operatori, ma è un punto di forza per lo sviluppo della società umbra.

In base a tale introduzione si è svolta una discussione i cui temi principali sono stati:

la condivisione riguardo all’integrazione del tavolo con il Terzo settore (Generalità dei Soggetti presenti)

la richiesta di aggiungere, oltre al Consiglio delle autonomie locali, quali soggetti del tavolo anche le Associazioni degli enti (in particolare l’Anci, l’Upi e l’Uncem); alla luce delle questioni che attengono nello specifico lo stato sociale e la sua difesa e alle prerogative che anche a livello di Enti territoriali si hanno in questo versante. con assunzione delle relative responsabilità (CISL);

la necessità di una più forte sottolineatura ed incisività nella piattaforma riguardo al tema strategico dell’integrazione socio-sanitaria, sia riguardo agli aspetti di metodo; in particolare, collegandosi anche alle tematiche della sostenibilità finanziaria, andrebbe meglio chiarito, all’interno di una spesa assistenziale rilevante, quanto è quella sanitaria e quanto è quella sociale e precisare le responsabilità degli attori (CISL e UIL);

sul tema della sostenibilità finanziaria, una migliore qualificazione delle azioni per raggiungere l’obiettivo; ad esempio la realizzazione di un Centro unico per gli acquisti sia sul versante sanitario che su quello del sociale ai fini della razionalizzazione della spesa.(CISL); è indispensabile avere uno schema omogeneo del “mondo sociale”. il Governo centrale ha espresso la volontà di un monitoraggio in questo senso ed è importante

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farsi trovare preparati, anche mediante l’attivazione di una “regia regionale” di aiuto e di supporto (CGIL);

la presenza in Umbria di un elevato numero di famiglie a rischio di povertà rende essenziale una politica di sostegno; in tale senso, va approfondito il tema dell’individuazione certa dello stato di reddito delle famiglie e dei singoli, usando anche lo strumento dell’ISEE (CISL);

una forte critica alla gestione dei Comuni sull’accertamento dell’invalidità civile (CISL);

sul tema del disagio, va maggiormente enfatizzata la necessità di interventi mirati, di diverse modalità di approccio e di soluzione ai problemi del disagio, nell’ottica dell’approccio “assistenza e prevenzione” e di accompagnamento dall’uscita dal disagio nelle sue diverse declinazioni (disagio giovanile, famiglie monogenitore, tossicodipendenti, anziani, non autosufficienti ecc..), mediante aiuti alle famiglie (Centro pari opportunità, CGIL);

andrebbero declinati, nel quadro delle priorità da definire, anche due temi rilevanti quali il riconoscimento più pieno della cittadinanza “uguale” e, nell’ambito del sociale, la salvaguardia della tutela e della qualità del lavoro sia dei lavoratori pubblici che di quelli privati. In questo senso, la programmazione va orientata verso un maggiore coinvolgimento degli Enti locali sul piano formativo annuale del pubblico e privato sociale; inoltre, è indispensabile completare il processo di impianto normativo, in particolare prevedendo una legge regionale sugli appalti e di una carta sui diritti di cittadinanza (CGIL);

è stato messo in rilievo il problema dei ritardi nel pagamento da parte del sistema pubblico che incide pesantemente sui bilanci del sistema di impresa; a titolo di esempio, nel 2002 la cooperazione sociale ha pagato 2,5 miliardi di interessi al sistema bancario, risorse che potevano essere utilizzate diversamente se la committenza avesse mantenuto gli impegni (LegaCoop);

il tema della qualità va declinato anche con riferimento agli appalti per i servizi; il rischio di un impostazione eccessivamente “ragionieristica” potrebbe comportare una riduzione della qualità degli interventi e degli operatori; a questo riguardo, è importante anche il tema della formazione e riqualificazione professionale (Legacoop).

Inoltre, da parte della CISL, è stata avanzata una proposta metodologica sul prosieguo dei lavori, che preveda la discussione di tre tematiche specifiche: 1. definire l’universalità dei servizi, la sostenibilità finanziaria, l’unificazione

delle risorse sociali, finanziarie e patrimoniali, la razionalizzazione delle spese e centro unico per gli acquisti;

2. famiglie a rischio di povertà e quali interventi di sostegno, problema della casa e dell’edilizia residenziale, anziani e famiglie, barriere architettoniche;

3. rete ospedaliera e servizi territoriali e patto per la salute.

La riunione si è chiusa con le seguenti conclusioni: la presenza a questo Tavolo e agli altri Tavoli del Patto per lo Sviluppo

dell’ANCI, UPI e UNCEM dovrà essere discussa con le stesse e con il Consiglio delle Autonomie Locali per valutarne l’opportunità e la possibilità;

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la Regione è d’accordo con l’utilizzo dell’ISEE che può essere un utile punto di riferimento. Peraltro, quando la Regione ha proposto il suo inserimento all’interno della proposta di legge regionale sull’edilizia pubblica residenziale, le associazioni degli inquilini si sono dichiarate fortemente contrarie;

l’integrazione socio-sanitaria è un tema di grande rilevanza, che al di là della collocazione corretta e propria delle risorse finanziarie necessita di una assunzione di responsabilità collettiva del complesso delle istituzioni pubbliche (Comuni, comparto sanitario, regione e aziende); sul Patto di stabilità fiscale e tariffario verranno introdotti meccanismi premiali per quegli enti che provvederanno a svolgere in modo associato una serie di funzioni;

all’interno del tema dell’integrazione socio-sanitaria ci sono i problemi delle famiglie (la famiglia cambia così pure i bisogni); il sostegno è la prima azione strategica che c’è all’interno del Piano sociale per il diritto di cittadinanza; il concetto stesso di “disagio”si modifica in termini quantitativi e qualitativi, affrontarlo è più difficile e presuppone un ragionamento molto serio che cerca di capire le insicurezze ed i problemi di questo mondo.

Il problema degli anziani e della disabilità è una “bomba ad orologeria”, in una regione dove – e bisogna esserne orgogliosi – la vita media è più lunga, dove gli anziani continuano a vivere all’interno delle famiglie; è evidente che se si vuole mantenere la scelta di civiltà fatta, vanno organizzati servizi onerosi, anche in termini di risorse finanziarie. Questo problema va affrontato con coraggio, valutando quante sono e quanto potrebbero costare le prestazioni da erogare tenendo in debito conto le scelte in sede nazionale. In questo contesto, ci sono gruppi di Regioni che stanno costruendo progetti per l’analisi delle risorse necessarie a sostenere questo tipo di politiche (per esempio: assegno di cura come aiuto all’anziano);

Spetta a questo Tavolo ragionare complessivamente sull’integrazione, sull’autosufficienza e in modo particolare sulle politiche per gli anziani;

Per quanto riguarda i rapporti con il Terzo settore, esso è un soggetto importante per i servizi.

Per quanto riguarda la metodologia di lavoro, si sono individuati tre blocchi di problematiche da discutere al Tavolo:1. Stato di attuazione e valutazione delle questioni e delle problematiche

relative al Primo Piano sociale al fine di avviare la predisposizione del nuovo Piano sociale;

2. integrazione socio-sanitaria con le declinazioni che deve avere;3. approvazione e implementazione del nuovo Piano sanitario sia mediante il

monitoraggio delle politiche che riguardo al tema della disponibilità di risorse finanziarie, della valorizzazione del patrimonio e della razionalizzazione delle reti ospedaliere e delle altre questioni esaminate nel corso della riunione.

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Riunione di insediamento dei Tavoli tematici “Politiche attive del lavoro” e “Sviluppo del sistema integrato di istruzione, formazione e ricerca” (13 giugno 2003)

L’incontro è iniziato con una breve introduzione, nel corso della quale è stata in primo luogo spiegata la motivazione di un insediamento congiunto dei due tavoli, collegato alla decisione di accorpare le due azioni strategiche: “Politiche attive del lavoro” e “Sistema integrato istruzione, formazione e ricerca”.Riguardo alle materie oggetto del tavolo, è stato sottolineato che per esse il lavoro è stato già avviato nei mesi scorsi, citando, ad esempio, la predisposizione del ddl regionale in materia di Politiche attive del lavoro e le direttive attuative per il 2003 del POR Ob.3.

Sono state evidenziate tre linee di fondo su cui avviare il confronto e precisamente la piena occupazione, la flessibilità governata e le scelte di vita. Per monitorare il raggiungimento di questi macro obiettivi risulterà utile l’”Osservatorio sul mercato del lavoro”.Sono stati richiamati gli impegni assunti dalla Regione nel Patto per lo Sviluppo:

- la nuova Legge sulle politiche attive del lavoro, che ha concluso il suo iter concertativo ed è in discussione in Consiglio Regionale,

- la valorizzazione del proprio patrimonio regionale ai fini dell’alimentazione del Fondo per l’occupazione ex L.R. 14,

- il miglioramento del raccordo tra processi formativi e mondo del lavoro,Quest’ultimo in particolare è un obiettivo di questa legislatura, anche in base alla riforma del titolo V della Costituzione, che ha trasferito alcuni poteri alle Regioni.Per quanto riguarda il sistema integrato di istruzione, formazione e ricerca i criteri ispiratori possono così essere sintetizzati:

esistono problemi seri sul tema della costruzione del sistema istruzione e formazione, alla luce delle incertezze derivanti dalle scelte di politica nazionale, con particolare riferimento al tema dell’obbligo formativo e dei percorsi di integrazione istruzione-formazione. E’ stata in particolare sottolineata la grave emergenza riguardo ai Decreti attuativi che non sono ancora stati emanati. L’Umbria farà una direttiva attuativa, all’interno della convenzione quadro.

l’investimento sulla risorsa umana che è, contemporaneamente, investimento individuale e rafforzamento del sistema Umbria, alla luce del contesto nazionale in recente evoluzione (delega sul Mercato del lavoro, Legge di riforma sulla scuola, Credito di imposta per la ricerca, formazione e innovazione).

gli interventi del POR Ob.3, strumento importante che si deve integrare con altri strumenti, riguardo alle tematiche sopradescritte, così come con il VI programma quadro della ricerca, anche per la costruzione di una “massa critica” che vada al di là della Regione, per partecipare ai bandi e agli strumenti comunitari.

In tema di alta formazione e di ricerca, si avverte l’esigenza di riordinare la strumentazione pubblica (Parco Sitech. Parco Tecnologico di Pantalla) e si pone anche la necessità di un raccordo migliore e più efficace tra questi strumenti e le Università;

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La questione della ricerca è particolarmente fondamentale, e deve essere affrontata non solo all’interno di questo tavolo tematico, ma va affrontata anche in altri Tavoli perché questione delicata e complessa;

Infine, riforma dei servizi diretti allo studio universitario insieme ai Comuni e all’Università, per qualificare sempre di più i servizi, partendo dalla riforma dell’AdiSU.

E’ stato quindi proposto di organizzare i lavori analizzando le questioni relative a:

Politiche del lavoro Integrazione del sistema dell’istruzione e della formazione, alla luce della

riforma del Titolo V Attuazione del POR Ob.3 Sistema della ricerca e dell’innovazione.

Rispetto all’approccio e ai contenuti dell’illustrazione svolta si è registrata una condivisione dei rappresentanti delle parti contraenti e dell’Ufficio scolastico regionale.Le principali osservazioni emerse riguardano:

necessità di procedere con celerità riguardo l’approvazione della Legge regionale sulle politiche attive del lavoro (alla luce delle evoluzioni del quadro nazionale) (CGIL, CISL, UIL, Ufficio Scolastico regionale e Provincia di Perugia);

forte necessità di costruire il “Sistema integrato di istruzione e formazione, a partire dall’elaborazione dell’articolato sul progetto di legge ad esso relativo, alla luce delle difficoltà esistenti a livello nazionale e dell’importanza di far comprendere l’importanza dell’obbligo formativo a famiglie e studenti (CGIL, CISL, UIL, Ufficio Scolastico regionale e Provincia di Perugia);

esigenza di una maggiore sottolineatura riguardo al tema dell’occupazione femminile e del posizionamento nel lavoro delle donne in Umbria, alla luce delle previsioni della Legge 53 (con particolare riferimento al progetto flessibilità), in base alla quale la Regione deve dare gli strumenti di promozione culturale e politica per i soggetti protagonisti e destinatari. (Centro pari opportunità);

opportunità di effettuare un più puntuale un monitoraggio sugli effetti occupazionali degli interventi già attuati con i fondi comunitari europei), al fine di puntare su quelli che hanno funzionato di più e meglio o, anche, di riorientare quelli che non hanno prodotto i risultati attesi (Provincia di Perugia);

è stata sottolineata l’incertezza sulle competenze regionali alla luce delle modifiche costituzionali già approvate e a quelle in fieri, unitamente agli sviluppi che proverranno dal nuovo quadro legislativo su materie che riguardano in parte la legislazione già acquisita, compresa la stessa Legge di riforma della scuola. (CGIL, CISL e Ufficio Scolastico regionale);

è stata evidenziata la necessità di considerare quale priorità strategica e sovraordinata rispetto alle altre l’incremento del tasso di occupazione in Umbria (CISL);

le politiche attive del lavoro devono prevedere anche la sussidiarietà orizzontale, che valorizza e responsabilizza le parti sociali riconoscendogli

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un ruolo e obiettivi concreti, in parte di gestione, per il raggiungimento di alcuni obiettivi condivisi (CISL)

riaffermazione di alcune perplessità, già illustrate nel Tavolo della competitività, che riguardano la ricerca. Questo argomento deve essere ricomposto dentro una progettazione unica in modo tale da poter avere una concertazione unitaria, separando gli elementi tecnici dagli elementi di progettazione alta da mettere in campo (CGIL);

è stato evidenziato che in Italia e anche in Umbria il sistema universitario è troppo separato rispetto all’apparato produttivo, mentre l’offerta pubblica risulta autoreferenziale, incapace di integrarsi con il mondo produttivo; non bastano solo le risorse finanziarie – peraltro insufficienti - che vengono destinate se non si costruisce un sistema tra Università, impresa pubblica riformata e impresa privata. Occorre quindi puntare ad un coordinamento tra gli strumenti a sostegno dello sviluppo e della strumentazione finanziaria, per vedere come interagiscono (CGIL e CNA);

è stato sottolineata l’esigenza di orientare le Politiche attive del lavoro partendo dalle effettive esigenze del sistema produttivo e alla luce delle modifiche avvenute recentemente in materia di centri per l’impiego, su cui sembrano esserci opportunità di sviluppo nella nostra regione con le conseguenti ricadute in termini occupazionali (CNA).

Le conclusioni di questa riunione di insediamento del Tavolo tematico sono state:

si conferma l’accordo sugli obiettivi e sugli impegni, con una presa d’atto da parte di tutti, espressa a questo Tavolo, che su questi temi si è già iniziato a lavorare e che è stato valorizzato un lavoro di concertazione già svolto in modo particolare sull’Ob. 3 e sui Comitati di sorveglianza;

la ripartizione degli argomenti nei diversi tavoli tematici è un approccio metodologico, ma è evidente la necessità di definire via via che si procede nei lavori le questioni che necessitano di un approccio integrato;

sul tema della ricerca, l’impostazione non può che essere quella di lavorare immediatamente per definire come modificare, cambiare, riorganizzare e semplificare, insieme all’Università, l’offerta pubblica e le risorse private;

pur tenendo presente quale siano le caratteristiche del sistema delle imprese umbre, che presenta tra l’altro numerosi punti di forza, una delle principali sfide del Patto per lo Sviluppo sta nel mettere le imprese in condizioni di produrre maggior valore aggiunto, individuando con quali politiche di accompagnamento e con quali risorse fare “massa critica” per fare sviluppo e ricerca, perché questo rappresenta un punto decisivo. Vanno cioè assunte decisioni che possano offrire all’Umbria delle nuove opportunità.

sul sistema integrato istruzione, formazione e ricerca, in relazione alla situazione nazionale che rischia di disorientare le famiglie, necessita di un ragionamento più articolato, da fare a questo Tavolo e sui territori, per rasserenare il clima e risolvere le preoccupazioni e le incertezze esistenti all’interno delle famiglie.

man mano che andrà avanti la discussione a livello nazionale, i documenti che saranno predisposti verranno discussi in questo Tavolo, così come il monitoraggio relativo ad alcune azioni. Anche sulla ricerca si dovranno attendere i provvedimenti a livello nazionale e dentro

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l’approccio integrato si discuteranno le scelte e le azioni da intraprendere.

sulla riorganizzazione dei servizi universitari verrà svolto un approfondimento a parte.

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Riunione di insediamento del Tavolo tematico “Riforma della Pubblica Amministrazione”(22 maggio 2003)

La riunione di insediamento del Tavolo tematico “Riforma della PA” si è aperta con una illustrazione sintetica dello schema di funzionamento del sistema di governo del Patto per lo sviluppo dell’Umbria.Successivamente la Presidente Maria Rita Lorenzetti e l’Assessore Vincenzo Riommi hanno illustrato le linee di indirizzo e le priorità per la riforma della PA contenute nelle piattaforme di discussione dei Tavoli tematici.In particolare, dopo una breve analisi del contesto entro cui si muove tale azione (Riforma del Titolo V ed eventuali ed ulteriori modifiche, attuazione del D. Lgs. 56/2000, nuovo statuto regionale, ecc.), sono state evidenziate le questioni prioritarie da approfondire:

la ridefinizione dei ruoli e delle competenze dei diversi livelli istituzionali; l’esercizio delle funzioni amministrative in base ai principi del nuovo Tit. V; la ridefinizione del sistema degli enti strumentali della regione; la riorganizzazione del sistema dei servizi pubblici locali; il patto di stabilità fiscale e tariffario.

Per quanto attiene al primo punto si definirà il ruolo le funzioni e le competenze dei singoli livelli di governo, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, riconducendo i compiti e le funzioni ai livelli di governo democraticamente eletti.Gli interventi prioritari, che dovranno tener conto dei lavori della Commissione Statuto, riguarderanno:- predisposizione di un apposito disegno di legge regionale, anche con

interventi correttivi della LR 3/99. Le scelte di riferimento, partendo dal nuovo art. 118 della Costituzione, saranno: l’individuazione del Comune cui affidare la generalità delle funzioni amministrative; la scelta della Provincia per l’esercizio delle funzioni amministrative e l’erogazione dei servizi non riconducibili a livello territoriale comunale; la scelta della Regione quale ente di governo con funzioni di programmazione, legislazione, indirizzo e controllo.

- completamento del processo di trasferimento (entro il secondo semestre 2003).Sono in fase avanzata gli atti connessi al trasferimento del personale da trasferire alle Province per le materie di cave e torbiere, ambiente, risorse idriche e difesa del suolo.

Per quanto concerne il secondo punto va affrontato il modo e la capacità di fornire servizi uniformi alle comunità locali, prevedendo forme di sostegno agli stessi e l’esercizio associato delle funzioni amministrative, valorizzando le forme di aggregazione intercomunale. Per il raggiungimento di tale obiettivo occorre la predisposizione di un DDL regionale concernente le forme associative dei comuni e il riordino delle comunità montane (in fase di approvazione da parte del Consiglio regionale).

Per quanto riguarda il terzo obiettivo occorre ridefinire l’assetto e le funzioni degli enti strumentali e/o dipendenti dalla Regione (scadenza 2006),

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strettamente connessa alla riforma endo-regionale, puntando a realizzare la piena autonomia di tali enti, che deve essere funzionale al conseguimento degli indirizzi politico-amministrativi dettati dalla Regione, che corregga la L.3, in accordo anche con le Province. Altro punto è la rilettura delle LR.15/97 e 13/2000, apportando le necessarie modifiche, implementando la gestione per budget e centri di responsabilità. L’intervento sulla LR.15/97 dovrà rendere più flessibili gli interventi di modifica organizzativa chiarendo ruolo e funzioni della dirigenza apicale regionale.

Per quanto riguarda o servizi pubblici locali l’obiettivo è quello del raggiungimenti di tariffe più eque, dell’apertura alle imprese e della valorizzazione del patrimonio regionale.

Il patto di stabilità fiscale e tariffario, in accordo tra Regione, Province e Comuni, che dovrà attivare un comportamento virtuoso e concordato in materia di pressione fiscale e tariffaria sul cittadino umbro, pur in presenza dei tagli ai trasferimenti al sistema delle autonomie locali già operati dal Governo.

Su tali argomenti si è registrata una pressoché totale condivisione; le principali osservazioni emerse riguardano:

il passaggio dalla fase di elaborazione delle piattaforme a quella di attuazione delle priorità e degli interventi condivisi in tempi brevi e comunque entro il 2003 (osservazione espressa in particolare dalle associazioni datoriali);

la non sufficiente sottolineatura alla tematica della sussidiarietà orizzontale, che diverse organizzazioni di categoria ritengono invece prioritaria;

l’importanza che a una corretta piattaforma programmatica segua una verifica dei concreti comportamenti delle amministrazioni pubbliche (diversi soggetti);

sulla questione dei servizi pubblici locali, è stato sollevato il problema degli “Enti di seconda emanazione”, all’interno delle prerogativa di programmazione, su cui occorrerebbe una maggiore specificazione; (CISL)

rispetto alla valorizzazione del patrimonio, sono state sollevate perplessità circa lo strumento individuato dalla Regione, che sta diventando una sovrastruttura che non porta all’esterno, ma che diventa quasi un freno; (CISL)

manca la sottolineatura alla lotta contro la precarizzazione del lavoro nella Pubblica amministrazione; (OO.SS.)

l’esigenza di una coerenza dell’amministrazioni pubbliche riguardo alla necessità che le funzioni amministrative vadano ricondotte ai livelli elettivi, in quanto la fase precedente non è andata in questa direzione (CGIL);

la gestione associata delle funzioni, pur essendo corretto politicamente insistere sulla “volontarietà” delle PA, non va dimenticato che è da un “punto di vista tecnico” molto spesso una scelta obbligata; infatti non si può ragionare come se l’Umbria fosse una regione più grande. Di conseguenza l’accettazione del concetto della sussidiarietà va coniugato con quello dell’adeguatezza: data la dimensione della Regione, si deve capire che in Umbria alcune cose o si fanno a livello regionale (o

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addirittura a livello interregionale , come ad es. la formazione tecnica superiore) o non di fanno. Una rivisitazione va fatta. Se si decide di non fare alcune cose in ambito regionale, vuol dire che è la Pubblica amministrazione che rinuncia a farle. (CGIL)

necessità di una analisi delle “competenze trasversali” che sono in particolare quelle femminili, anche, ma non solo, al fine della conciliazione dei tempi di vita e del lavoro;

è stata evidenziata una scarsa attenzione al tema delle risorse finanziarie necessarie per attuare la piattaforma, nell’eventualità di un aggravio dei costi (Confcommercio).

Alla conclusione dell’incontro, si è convenuto di procedere alla discussione e all’approfondimento delle tematiche partendo da tre blocchi di argomenti:

Riforma endoregionale (modifiche Titolo V Costituzione e attribuzione diverse competenze tra i vari soggetti istituzionali);

qualità dei procedimenti e organizzazione dell’Ente regione, ivi comprese le Agenzie, nonché la esternalizzazione dei servizi e la precarizzazione del lavoro nella PA;

riorganizzazione dei servizi pubblici locali; Patto di stabilità fiscale e tariffario, unitamente ai temi della

valorizzazione del patrimonio e alla convenzione con Consip.

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ALLEGATO B

Riunione di insediamento del Tavolo territoriale “Area colpita dal terremoto” (06 giugno 2003)

Il Tavolo territoriale “Area colpita dal terremoto”, insediato il 6 giugno 2003, prende avvio a partire da un lungo processo di elaborazione del PIAT (Programma Integrato Aree maggiormente colpite dal Terremoto). Lo studio di fattibilità relativo al PIAT ha individuato cinque aree strategiche:1. sistema integrato turismo, ambiente e cultura,2. qualità della vita e servizi di interesse collettivo,3. mobilità e reti di trasporto,4. consolidamento sistema industriale,5. sviluppo integrato in ambiente rurale.

Il Sindaco di Foligno, Maurizio Salari, ha aperto la riunione evidenziando che nell’area zona terremoto si è lavorato a livello di PIAT e che il processo di formulazione e formazione con la parte programmatoria si è attestata su livelli avanzati. A sostegno dell’importanza di programmare su aree omogenee ha ricordato che l’”Area colpita dal terremoto” è stata in grado di presentare e proporre dei progetti unitari quali PRUST e GAL. E’ stata infine evidenziata l’importanza della dotazione finanziaria per poter dare attuazione alla programmazione.Il Presidente della Giunta Regionale, Maria Rita Lorenzetti, ha messo in evidenza due questioni: la prima è che rispetto agli altri Tavoli territoriali non ci sono le Camere di Commercio e le Università e che quindi ci si dovrà attivare in tal senso; l’altra è che chi ha seguito in modo particolare le unità di progetto dovrà ragionare su una struttura utile ad accompagnare i progetti nel territorio. La Presidente conclude dicendo che,come è noto, ci sono delle risorse CIPE a disposizione di questo territorio.L’Assessore regionale, Vincenzo Riommi, ha messo in evidenza il problema di come raccordare il Tavolo territoriale, che nasce con le stesse regole del Patto, con le esperienze del Piat. Importante è stato focalizzare, dal punto di vista sostanziale, che il Piat non coincide con i problemi del territorio, lascia fuori alcune tematiche che questo Tavolo deve inglobare.

I rappresentanti della UIL e della CGIL concordano con la necessità di un lavoro di cerniera e di recupero delle potenzialità, per evitare di far saltare il lavoro del Piat che è stato positivo e sul fatto di partire sin dalla prossima riunione ad analizzare il lavoro del Piat.Il rappresentante di Assoindustria fa notare la mancanza delle Fondazioni bancarie. L’Assessore Riommi ricorda che le Banche hanno firmato un altro accordo che ha dato luogo al Tavolo del credito, che riguarda tra l’altro la finanza innovativa e di progetto.

La Presidente conclude dicendo che questo Tavolo territoriale è un utile punto di riferimento dal punto di vista metodologico.

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Per il prossimo incontro del Tavolo occorrerà: predisporre l’indice dei temi che si vogliono affrontare ragionando in

termini più ampi, con confronti e approvazione dei documenti che sono risultanze di attività e progettazioni del Piat;

usare strumenti di attuazione e strumentazione come accompagnamento all’attuazione di questi progetti, in modo da avere la chiusura definitiva della progettazione;

avviare i bandi, i piani, i programmi scelti all’interno del documento.

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Riunione del Tavolo territoriale “Area territoriale Trasimeno-Orvietano” (16 giugno 2003; 11 settembre 2003)

Il tavolo territoriale “Area territoriale Trasimeno-Orvietano” si è insediato il 16 giugno 2003. Il Sindaco di Città della Pieve apre la riunione affermando che l’Area Trasimeno e l’Area Orvietano sono due aree di confine che hanno un ruolo strategico per tutta la Regione e di cerniera verso la Toscana ed il Lazio.

La Presidente Maria Rita Lorenzetti afferma che le problematiche relative al Lago Trasimeno richiamano la necessità di ragionare in prospettiva su quelle che sono le attività fondamentali in quest’area: agricoltura e turismo. In riferimento all’agricoltura occorre puntare ad una riconversione delle colture intorno al Trasimeno con sistemi di innovazione, di una delle zone che vive in maniera più pressante la crisi idrica.In riferimento al turismo, la valorizzazione della risorsa Umbria in quest’area punta molto sulla qualità e sull’innovazione, sui prodotti tipici, beni culturali, centri storici, etc.

Questo significa ragionare sulle aree strategiche che qui sono presenti e che vanno al di là dell’interesse dell’area stessa (Pietrafitta – Caserma Piave – Aeroporto di Castiglione del Lago), come gli studi di fattibilità per la Perugia-Valnestore-Chiusi, completando il ragionamento sulle infrastrutture utili a quest’area. Per l’aspetto welfare occorre ragionare sul sistema dei servizi, con al centro la priorità dell’ospedale unico Trasimeno-Pievese.

Dal dibattito è emersa una condivisione sia della filosofia che deve ispirare i lavori del Tavolo territoriale sia delle tematiche da affrontare. I vari rappresentanti delle istituzioni locali e delle parti sociali hanno tutte sottolineato l’importanza del lavoro svolto sin qui con il Patto territoriale Valdichiana Amiata Trasimeno Orvietano (VATO). Le Parti hanno inoltre sottolineato l’importanza di alcuni aspetti inerenti la salvaguardia e valorizzazione del Lago Trasimeno e dell’area Orvietana, nelle quali vanno inseriti la questione delle infrastrutture e quella del rafforzamento del sistema delle imprese.In particolare è stata posta la questione della valorizzazione del patrimonio pubblico e il ruolo dell’Università nel territorio.

Il tavolo territoriale “Area territoriale Trasimeno-Orvietano” si è riunito l’11 settembre 2003, per discutere dei seguenti temi all’ordine del giorno:a) Individuazione priorità di lavoro,b) strumentazione operativa del Tavolo.

L’Assessore Vincenzo Riommi richiama l’attenzione sulle finalità dei Tavoli territoriali e cioè orientamento politico e lavoro tecnico operativo. Per fare ciò è necessario calendarizzare le priorità dei lavori e sui temi individuare i soggetti che devono formare i Gruppi tecnico operativi per gli approfondimenti specifici.Le istituzioni locali hanno prefigurato a tal fine alcuni progetti concreti:1. Lago Trasimeno – Progetto complessivo connesso alla crisi idrica;

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2. Valorizzazione e recupero dei centri storici ;3. Qualificazione e sviluppo manifatturiero – Utilizzazione dell’area di

Pietrafitta.La prima scadenza è il 31 dicembre 2003. Per quanto riguarda la parte organizzativa viene stabilito che la Regione ha il coordinamento dei lavori del Tavolo (la Giunta regionale ha già individuato come referenti politici gli Assessori Riommi e Maddoli), avvalendosi anche di strumenti tecnici sul territorio (risorse locali). Per la strutturazione effettiva occorre individuare delle unità di progetto (sedi tecnico-politiche), per poter lavorare più operativamente, le quali rispecchiano la composizione del Tavolo e discutono di temi specifici, evitando il rischio di discussioni ampie generalizzate che impediscono le risoluzioni dei problemi in tempi rapidi.

I rappresentanti della UIL, del Comune di Orvieto e della CGIL condividono le proposte fatte dall’Assessore per la gestione successiva di questo Tavolo. Mettono in evidenza il problema dei tempi, temendo che si assuma una strumentazione burocratica che tenda a far scivolare i tempi.Si devono insediare immediatamente i Gruppi di lavoro sulle tre questioni poste .Alle tre questioni proposte si aggiunge quella di integrazione tra cultura, ambiente e turismo e Agricoltura-Turismo-Ambiente.

L’Assessore Riommi conclude proponendo un percorso: tre gruppi di lavoro su tre questioni prioritarie (che non escludono anche il resto): 1. Lago Trasimeno, 2. Pietrafitta come progetto integrato,3. Centri storici. Per quanto riguarda il problema infrastrutture, un conto è il problema Pietrafitta, altro è tutto il resto del territorio; anche qui occorre capire bene, facendo riferimento ai vari Progetti di Piani regionali già approvati.

La proposta è quindi che i Gruppi di lavoro inizino con l’assemblare le questioni, mettendosi d’accordo sulle caratteristiche di ognuno. Gli stessi saranno costituiti da un rappresentante di tutti i soggetti che hanno titolo a sedere intorno al Tavolo, unendo la sensibilità politica con la competenza tecnica (i rappresentanti dovranno avere un mandato tecnico-politico), in modo da sbrogliare le questioni in tempi veloci.

I gruppi di lavoro andranno convocati, integrando i tre descritti in premessa con altri due che riguarderanno:- Cultura, turismo, ambiente e agricoltura;- Competitività sistema manufatturiero.

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Riunione di insediamento del Tavolo territoriale “Area Nord-Est comprendente territorio di Città di Castello e triangolo Umbertide-S.Giustino-Gubbio” (25 luglio 2003)

Il Tavolo territoriale “Area Nord-Est comprendente territorio di Città di Castello e triangolo Umbertide-S.Giustino-Gubbio” si è insediato il 25 luglio 2003.La Presidente nell’illustrare i cinque Tavoli Territoriali in cui è articolato il territorio regionale, afferma che con essi non si vuole frammentare il territorio, bensì devono essere utilizzati per costruire un disegno equilibrato di sviluppo; essi non vanno intesi come l’occasione per ottenere risorse aggiuntive, se non si affrontano i “nodi” locali. Illustra altresì le azioni strategiche e fa una proposta organizzativa per il Tavolo Area Nord-Est e cioè che per le sedute a venire, il Tavolo sarà coordinato dall’assessore Rosi, referente locale.Continua dicendo che l’Area territoriale NORD-EST ha una grande effervescenza di investimenti e produttività lungo l’asse del Tevere, mentre nella dorsale appenninica dovrà essere maggiormente incentivato il settore turistico, definendo meglio la filiera turismo/ambiente. Va progettato un sistema innovativo per entrambe le zone, che investa nell’alta formazione, che potenzi le strutture viarie, che elabori progetti di fattibilità sulle tematiche operative emergenti.I rappresentanti di Confindustria Umbria e Confartigianato fanno presente solo uno dei problemi di fondo della zona, che è quello del mancato completamento della E78. Ritengono questo un grande problema strategico, in quanto l’area NORD-EST è un punto di confluenza tra regioni.Il rappresentante di Confcommercio aggiunge alcune problematiche legate ad una visione programmatoria regionale:- l’aeroporto;- la viabilità;- le aree industriali dismesse (per esse è necessario deciderne l’uso, non è

possibile trasformarle tutte in centri commerciali);- il federalismo fiscale, problematica delicata per una piccola Regione;- i centri storici da valorizzare.Il Sindaco di Città di Castello esprime l’esigenza di velocizzare la Gubbio-Umbertide, oltre il rapido completamento della E78, tra le infrastrutture vanno inoltre annoverati anche i servizi all’agricoltura e tra le infrastrutture immateriali, per contro, vanno annoverate le nuove tecnologie, le infrastrutture di supporto telematico, le quali andranno anch’esse potenziate.

L’Assessore regionale Rosi fa proprie alcune delle emergenze poste, come quella del completamento della E78 o quella delle esigenze irrigue delle coltivazioni. Precisa che un punto di eccellenza per l’Area è la creazione di corsi di laurea universitari a Città di Castello. Conclude la Presidente della Giunta regionale concordando col giudizio positivo sull’Area NORD-EST espresso da tutti gli intervenuti e ricorda che per il completamento della E78, strada europea e fondamentale snodo tra le due infrastrutture viarie portanti della nostra regione, la Regione dell’Umbria ha chiesto al Governo le necessarie risorse ed ha dato la sua disponibilità ad investire su quest’opera anche risorse proprie. Per quanto attiene invece al versante ferroviario si dovrà trovare un finanziamento per il tratto S.Sepolcro-Arezzo nel Piano regionale dei Trasporti.

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Riunione di insediamento del Tavolo territoriale “Contratto d’area comprendente Terni, area del Narnese e territorio dell’Amerino” (20 maggio 2003)

Il Tavolo si è insediato a Terni, presso la sede dell’Amministrazione provinciale il 20 maggio 2003.

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Riunione di insediamento del Tavolo territoriale “Area centrale della regione che si estende da Todi a Bastia con all’interno Perugia capoluogo di Regione” (11 novembre 2003)

Il Tavolo si è insediato a Perugia, presso la sala del Consiglio comunale, l’11 novembre 2003.

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