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Report dell'indagine sociale 1

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Report dell'indagine sociale

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PRESENTAZIONE

Il presente lavoro fa parte di un più ampio progetto che ha visto la coordinazione e la compenetrazione

reciproca di tre diverse azioni su aree di lavoro distinte, col duplice fine di permettere ad alcuni ragazzi e

ragazze dell’Altovicentino di fare delle esperienze formative e appaganti da una parte, e di restituire — ai suoi

amministratori e ai suoi cittadini —degli spunti di riflessione per interpretare la realtà degli adolescenti del

territorio dall'altra.

Le tre aree d'azione su cui si sono sviluppati gli interessi del progetto GIOLLI (GIOvani Linguaggi in Libertà)

sono state in particolare:

– La multimedialità come linguaggio dei giovani: illustrazioni, animazioni, riprese video sono oggi strumenti

comunicativi sempre più diffusi, soprattutto grazie all'uso del web. Questa azione si è sviluppata tramite lo

svolgimento di un corso sulla comunicazione multimediale per 20 giovani tra 15 e 30 anni.

– Il volontariato come fattore di crescita e di conoscenza del proprio territorio : sono state proposte, tramite la

partecipazione ad Esperienze Forti1, esperienze di volontariato estive attraverso le quali alcuni giovani hanno

avuto la possibilità di sperimentarsi in attività dirette presso realtà sociali e ambientali del territorio. Lo spirito

che anima queste iniziative è il protagonismo dei giovani, che sono chiamati a non essere semplici fruitori

passivi, ma attori centrali del loro territorio.

– La ricerc/azione sociale come strumento per raccontare se stessi, la propria generazione e i propri bisogni:

percorso d'indagine sociale con e per i giovani per conoscere non soltanto il loro punto di vista sul territorio

che vivono e le modalità per promuoverlo e valorizzarlo, ma anche i loro bisogni, le aspettative per il futuro,

le attese verso la comunità locale e il loro rapporto con le nuove tecnologie.

Per quanto riguarda gli interessi particolari della presente analisi sociologica, la terza azione è stata di

fondamentale importanza.

Il progetto è promosso dalla Rete per le Politiche Giovanili dell'Altovicentino (formata dai Comuni di

Santorso, Malo, Marano Vicentino, San Vito di Leguzzano, Thiene, Valli del Pasubio); partner tecnici sono

l'associazione Yourban, la cooperativa sociale Samarcanda e il centro studi Ce.I.S. Onlus.

Il progetto è stato sostenuto inoltre da alcune delle scuole superiori presenti nelle città di Schio e Thiene e

1 Il progetto Esperienze forti, attivo dal 2007, è un'iniziativa promossa dal centro studi Ce.I.S. che dà l'opportunità ai giovani di età compresa tra i 15 e i 23 anni di svolgere un'esperienza di volontariato attivo presso realtà sociali del territorio. Per maggiori informazioni si veda il sito: http://www.esperienzeforti.it/

2

da alcune associazioni, cooperative e centri culturali partner presenti sul territorio2.

Il progetto è cofinanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del programma “Fotogrammi veneti: i giovani

raccontano”.

Questa indagine sociale vuole dare continuità a quella che è già stata una precedente ricerca avvenuta nel

2010, sempre per volere della Rete per le Politiche Giovanili dell'Altovicentino, che ha visto le medesime

tematiche al centro del focus di ricerca3.

2 Più precisaemente hanno partecipato come collaboratori secondari le seguenti scuole di Schio: CFP Salesiani Don Bosco, Istituto Professionale Garbin, ITGC Pasini, ITIS De Pretto, Liceo Scientifico N. Tron, Liceo Zanella. Inoltre hanno aderito anche i seguenti enti privati e associazioni: Associazione Agorà, Associazione Cineforum Altovicentino, Associazione di volontariato Solidarietà e Speranza, Associazione Don Bosco 3A, FAV-Festival Altovicentino, Naturolandia, Soundoors, Casa di ricovero “Musan”, casa di ricovero “Penasa”, Centro del Movimento coop. Soc., Cooperativa Entropia, Gruppo Archeologico Altovicentino, Cooperatica Il Ponte, La Casa, La Locomotiva, L'Aquilone, Protezione Civile.

3 Per maggiori informazioni circa l'indagine sociale in questione, di cui il seguente lavoro è una sorta di continuazione e approfondimento, si veda il sito: https://tralemagliedellarete.wordpress.com/

3

INDICE

1. Introduzione..........................................................................................4

2. Qualche accenno teorico.....................................................................5

3. Contesto e Metodologia........................................................................7

4. Composizione del campione..............................................................10

5. Alcuni spunti di riflessione..................................................................12

5.1 Identikit del giovane.................................................................13

5.2 Il rapporto con gli enti e le istituzioni del territorio....................22

5.3 Il rapporto con i social media...................................................31

6. Conclusioni.........................................................................................39

7. Bibliografia..........................................................................................41

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1. INTRODUZIONE

Da una prospettiva sociologica l'importanza di comprendere quali siano le cornici interpretative dei giovani,

così come la necessità di rilevare i loro molteplici punti di vista sulla realtà che li circonda, risiede nella

convinzione che per intendere la direzione di una società bisogna riflettere prima di tutto sulla condizione

giovanile di coloro i quali fanno parte di suddetta società. Per lo stesso motivo, se ci si vuole orientare nel

contesto più istituzionale delle politiche giovanili, bisogna prima di tutto saper cogliere i bisogni e le necessità

degli adolescenti.

La riflessione sociologica sul concetto di giovinezza, il quale diviene sempre più centrale nel corso del

ventesimo secolo (Merico M., 2004), incomincia il suo percorso di istituzionalizzazione nel momento in cui

mette in evidenzia le sue competenze in quanto scienza capace di intepretare i processi di trasformazione

del mondo giovanile.

È per questo motivo, che nei momenti in cui la presenza giovanile è particolarmente attiva nella scena

sociale, gli studi sulla giovinezza e sui giovani vedono un indicativo incremento4.

Nonostante nel periodo storico in cui stiamo vivendo i giovani vengono spesso etichettati come apatici,

disincantati e inerti (Ambrosi E., Rosina A., 2009) rimane di fondamentale interesse, in particolar modo per

gli enti e le istituzioni che devono confrontarsi con il mondo dei cosiddetti millennials5, fare chiarezza su

questa condizione giovanile.

È con questo spirito e in questa direzione che il presente lavoro vuole dare un suo modesto contributo.

In ambito sociologico la categoria dei giovani è stata rappresentata (Benjamin W., 1914, Mannheim M.,

1927) come il fulcro centrale del processo di innovazione socio-culturale: è da loro difatti, non ancora

completamente socializzati alle norme e alle strutture sociali, che nascono nuovi modelli culturali, nuovi modi

di pensare e di agire. Tutto ciò avviene in forma ciclica, con le proposte della nuova generazione che

diventano a loro volta consuetudine, la quale aprirà inevitabilmente la strada a nuove possibilità di

cambiamento e innovazione.

È con questa prospettiva interpretativa che dobbiamo affacciarci sul mondo dei giovani i quali sono, per

predisposizione, i protagonisti principali delle trasformazioni in atto in una data società.

È da questi presupposti che si è deciso di focalizzare l'attenzione su ragazzi e ragazze di età compresa tra i

4 Basta guardare, per fare un esempio, alla grande mole di studi effettuati sui giovani durante gli anni delle proteste studentesche.5 La generazione dei millennials è indicativamente la generazione di coloro che sono nati tra l'inizio degli anni 80' e gli inizi del

ventunesimo secolo. È conosicuta anche con i nomi di Generazione Y, Millennial Generation, Generation Next e Net Generation.

5

15 e i 20 anni residenti nel territorio dell'Altovicentino.

Se i giovani sono dunque i promotori principali del mutamento e i portatori di nuove idee, gli adolescenti 6

dovrebbero dirci molto riguardo queste tematiche.

2. QUALCHE ACCENNO TEORICO

Il sorgere della riflessione sociologica sulla giovinezza e sui suoi protagonisti va di pari passo, come avremo

modo di vedere, con i concreti contesti storico-sociali che ne contraddistinguono, di volta in volta, le

caratteristiche e le singolarità. I primi lavori in questo ambito, avvenuti negli anni venti del secolo scorso negli

Stati Uniti, vedono l'affermarsi della sociologia come scienza capace di analizzare ed interpretare i processi

di trasformazione del mondo giovanile.

È in questi anni che la scuola di Chicago7 cerca per prima di analizzare il vissuto giovanile di coloro i quali

abitano una città che ha conosciuto, tra la metà del 1800 e i primi anni del 1900, trasformazioni socio-

culturali di eccezionale portata. Il forte flusso d'immigrazione e il conseguente incremento demografico ha

stravolto il volto di una città che si trova adesso a dover far fronte a fenomeni di segregazione, esclusione

sociale e marginalità (Rauty R., 1999). I soggetti principali che vengono studiati dai sociologi ed antropologi

sono dunque i giovani e le forme di devianza da loro espresse, dovute secondo gli studiosi alle

caratteristiche sociali e strutturali tipiche delle dimensione urbana.

Un forte contributo alla sociologia dei giovani è venuto dal sociologo tedesco Karl Mannheim, che sul finire

degli anni venti del secolo passato si è dedicato allo studio delle generazioni. Secondo lo studioso di origini

ungheresi, una generazione è accomunata da un insieme di attori sociali che vivono nello stesso periodo

storico e sono influenzati dalle stesse esperienze. Per essere ritenuta tale una generazione deve anche

essere consapevole della propria condizione comune e deve esprimere un insieme condiviso di pensieri,

sentimenti e atteggiamenti.

Mannheim sostiene che la gioventù ha una sua propria funzione sociale, che consiste nell'intrinseca

propensione all'innovazione e alla sua inclinazione ad essere forza attiva e fulcro centrale del mutamento

6 La suddivisione odierna dei demografi prevede 9 classificazioni d'età: “bambini” fino a 10 anni, “adolescenti” da 11 a 20 anni, “giovani” dai 21 ai 25 anni, “giovani adulti” dai 26 ai 35 anni, “adulti” dai 36 ai 55 anni, “tardo adulti” dai 56 ai 65 anni, “giovani anziani” dai 66 ai 75 anni, “anziani” dai 76 agli 85 anni e infine “grandi anziani” oltre gli 85 anni. Nelle pagine che seguono, visto anche la nostra popolazione di riferimento, i termini “adolescente” e “giovane” verranno utilizzati come sinonimi.

7 La scuola di Chicago è stata la prima scuola di sociologia urbana nata negli Stati Uniti. Una delle tematiche principali di questa scuola di pensiero, nata nei primi decenni del ventesimo secolo, era il rapporto tra sviluppo e il cambiamento comportamentale el'ambiente sociale e fisico circostante.

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sociale. Ciò in quanto i giovani sono una categoria che non ha ancora interiorizzato pienamente le norme

sociali ed è sprovvista del patrimonio culturale degli adulti e di conseguenza è orientata a maturare nuovi

modelli comportamentali, morali e culturali.

Nel contesto italiano, la disciplina sociologica inizia ad ottenere una certa considerazione e legittimazione a

partire dal secondo dopoguerra. Lo stesso discorso vale per la ricerca sociale e i suoi servizi alla comunità.

La riflessione sociologica sui giovani, che prende piede negli anni 50' ed arriva fino al primo decennio del

ventunesimo secolo, si sviluppa lungo quattro diversi periodi storici8 ben circoscrivibili.

Il primo periodo, quello dell'immediato dopoguerra, è caratterizzato da ricerche che si interessano dell'apatia

politica e sociale che sembra contrassegnare i giovani italiani. Le differenze generazionali tra figli e genitori

non sono ancora particolarmente marcate. Da sottolineare le ricerche di Dursi9 inerenti alcuni studenti di

scuola secondaria del centro nord e l'indagine di Alfassio-Grimaldi e Bertoni10 che hanno raccolto delle

informazioni su dei ragazzi di Pavia a dieci anni di distanza (1953-1963).

D'importanza notevole sono stati i primi studi demoscopici su abitudini e comportamenti dei giovani effettuati

dall'istituto Doxa di Milano.11

Il secondo periodo, da metà anni 60' alla fine degli anni 70', è testimone di un incremento significativo della

ricerca sociale intesa come ricerc/azione, dove gli studenti sono soggetto e oggetto centrale delle indagini.12

Sono questi gli anni dei nuovi modelli del consumo di massa; i giovani si fanno largo in nuovi spazi di

autonomia, di emancipazione, e il potere delle autorità tradizionali inizia a barcollare di fronte a tutti questi

cambiamenti. Le generazioni sono ora contraddistinte da forte discontinuità, con i giovani che dimostrano un

livello di interesse verso la politica tra i più alti mai registrati nella storia del nostro paese.

Le inchieste che rientrano nel terzo periodo, quello degli ultimi due decenni del ventesimo secolo, si

focalizzano principalmente sugli stili di vita e sull'utilizzo del tempo da parte di giovani13. È in questi anni che

viene meno la rappresentazione univoca e omogena della categoria dei giovani, ma viene portata alla luce

quella che è una realtà molto variegata e non riconducibile ad un unico modello. I movimenti giovanili hanno

perso vigore, e con loro scompare anche il protagonismo indiscusso dei giovani intesi come motore

principale del processo di cambiamento. Le indagini periodiche condotte dall'Istituto IARD 14 tra il 1983 e il

8 Si veda a tal proposito: Cavalli A., Leccardi C., «Le quattro stagioni della ricerca sociologica sui giovani», Quaderni di Sociologia, 62, 2013, 157-169.

9 Dursi M., Giovani soli. Indagine tra gli studenti italiani, Il Mulino editore, Bologna, 1958.10 Alfassio-Grimaldi U., Bertoni I., I giovani degli anni sessanta, Laterza editore, Bari, 1964.11 Luzzatto Fegiz P., Il volto sconosciuto dell'Italia, Giuffrè Editore, Milano, 1966.12 Si pensi ad esempio all'inchiesta apparsa sul giornale scolastico "La Zanzara" nel 1966.

13 Si veda a tal proposito: Guiducci R., I giovani e il futuro, Rizzoli Editore, Milano, 1983 e Cavalli A., Il tempo dei giovani, il Mulino editore, Bologna, 1985.14 L'istituto IARD è un ente attivo nel campo della ricerca sociologica inerente i giovani. Ogni quattro anni, dal 1983 al 2007, ha

pubblicato un rapporto sulla condizione giovanile in Italia.

7

2007 hanno permesso di raccogliere informazioni su una moltitudine di aspetti (orientamenti valoriali e

politici, rapporti di coppia, transizione al mondo del lavoro, etc.) riguardanti i giovani italiani.

I primi anni del ventunesimo secolo, che coincidono con il quarto periodo della ricerca sociologica sui

giovani, pongono in evidenzia un fenomeno che era già stato annunciato una decina di anni prima, ovvero il

prolungamento della fase giovanile e la difficoltà nella transizione alla età adulta. Le ragioni di questo ritardo

nel passaggio alla cosiddetta adulthood sono state rintracciate nei più svariati motivi, che vanno dal

"mammismo" degli italiani, all'affievolirsi della propensione a "fare impresa", all'incapacità della scuola

italiana a formare e preparare i giovani al mondo del lavoro.

Altri studiosi (Boeri T., Galasso V., 2007; Ambrosi E., Rosina A., 2009) sono più orientati ad identificare le

cause di questo prolungamento della fase giovanile nell'operare di alcune istituzioni: i partiti politici,

impegnati nel tutelare gli interessi delle fasce più anziane dell'elettorato, le banche, restie a concedere

prestiti e mutui, il mercato del lavoro con le sue dinamiche che tendono a sfavorire i più giovani. Qualunque

sia l'origine di questo fenomeno, negli ultimi anni la ricerca sociologica ha rappresentato i giovani come una

categoria chiaramente penalizzata. Ciò che viene enfatizzato in diversi contesti (ricerca, cronaca, dibattito

pubblico) è l'apoliticità, il disimpegno e l'invisibilità15 delle nuove generazioni, rappresentate spesso come

svogliate e travolte da una moltitudine di problematiche (abuso di sostanze, bullismo, crisi del sistema

educativo, etc.).

Si può vedere come, lungo il corso della tradizione sociologica italiana sui giovani, la ricerca sociale è stata

intesa come azione diretta a trovare delle interpretazioni e delle soluzioni a quello che la società degli ultimi

60' anni ha sempre considerato come una categoria sociale particolarmente problematica: quella dei giovani.

Alla sociologia spetta dunque il ruolo di disciplina in grado di esaminare tutte quelle dinamiche e tutti quei

processi di mutamento in atto nel mondo giovanile, da sempre contrassegnato da una spiccata propensione

verso una marcata fluidità e indeterminatezza dei confini e delle caratteristiche (Ambrosi E., Rosina A.,

2009).

3. CONTESTO E METODOLOGIA

L'approccio metodologico utilizzato è stato considerato, fin dalla prima fase di formulazione del disegno della

ricerca, uno dei punti forti di questa indagine sociale. La metodologia della ricerca si è avvalsa difatti di

15 Si veda a tal proposito: Diamanti I., La generazione invisibile: inchiesta sui giovani del nostro tempo, Il sole 24 ore editore, Milano, 1999.

8

quello che nelle scienze sociali è comunemente denominato Mixed Methods, un metodo basato sulla

commistione di dati di natura quantitativa e qualitativa, il quale sostiene che l'utilizzo di una

monometodologia sia una prospettiva quantomento limitante e suggerisce dunque l'impiego di metodi,

prospettive e punti di vista molteplici.

Nel nostro caso particolare nessun approccio è stato considerato di importanza prioritaria. Semplicemente, i

dati di carattere quantitativo sono serviti come supporto all'analisi qualitativa al fine di ottenere una

comprensione più ampia ed esaustiva.

La fase di raccolta dati è incominciata a Giugno 2016 e si è conclusa a metà Novembre 2016.

Sono stati collezionati un totale di 187 questionari, creati e raccolti online tramite l'applicazione gratuita

Google Form. I rispondenti sono ragazzi e ragazze che vivono nel territorio dell'Altovicentino, di età

compresa tra i 14 e i 26 anni, con la stragrande maggioranza che si posizione sulla fascia 15-20 anni (il 93%

circa). Per quanto riguarda il processo di campionamento degli intervistati, viste le risorse limitate a

disposizione16, questo è avvenuto principalmente tramite conoscenze personali. In questa fase hanno

partecipato attivamente tutti i coordinatori del progetto. I potenziali rispondenti sono stati "reclutati" sia in

gruppi virtuali tramite l'utilizzo di alcuni social media (Facebook e Whatsapp) e sia tramite il più tradizionale

passaparola. La maggioranza degli adolescenti contattati sono ragazzi che hanno partecipato al progetto

"Esperienze Forti", ai quali è stato chiesto a più riprese17 di partecipare all'indagine sociale esprimendo le

proprie idee attraverso la compilazione del questionario.

Il campionamento, di natura non probabilistica, ha previsto la selezione del campione in base a criteri di

comodo e praticità. Per la compilazione del questionario era sufficiente accedere al sito del progetto e

seguire un link. Naturalmente un campione selezionato con criteri non probabilistici la possibilità di

autoselezione da parte dei rispondenti ci fornisce dati che possono essere facilmente viziati da errori

sistematici. È quindi plausibile la presenza di un certo grado di bias18 che rende il campione difficilmente

rappresentativo della popolazione più generale. Difatti è probabile che abbiano risposto alle nostre domande

gli adolescenti più attivi sul mondo digitale, ovvero coloro i quali sono più propensi ad utilizzare il pc ed a

navigare sul web ricercando un certo tipo di informazione. Inoltre è verosimile aspettarsi una

rappresentazione di alcune tematiche che sarà, per quanto poco, orientata verso la prospettiva di quel

16 Un campionamento casuale probabilistico prevede costi elevati e tempi molto più lunghi.17 Più in particolare, ai partecipanti di “Esperienze Forti”, è stato chiesto di compilare il questionario in due diverse occasioni: sia

durante l'incontro organizzativo di Giugno e sia durante le verifiche in itinere previste dal progetto: una a Luglio, una ad Agosto ed una a Settembre.

18 Nel linguaggio scientifico il termine bias indica tendenza, inclinazione, distorsione dei dati. Esso può avere diversa natura: cognitivo, di memoria, di conferma, etc.

9

gruppo di adolescenti che hanno aderito all'inizativa "Esperienze Forti" e che potrebbero, in linea di principio,

essere anche quelli più attivi nella sfera del sociale. Il questionario è rimasto attivo sul web per tutta la durata

dell'indagine. I dati raccolti tramite la somministrazione dei questionari sono stati analizzati in un secondo

momento con il software per analisi statistiche STATA.

Il fulcro centrale della metodologia qualitativa dell'indagine ha previsto, durante i mesi di Luglio ed Agosto, lo

svolgimento di 28 interviste semi-strutturate19. 22 di queste sono state effettuate presso l'associazione

Yourban di Thiene dove i ragazzi che hanno partecipato al corso20 sulla comunicazione multimediale previsto

dal progetto GIOLLI hanno intervistato alcuni giovani, d'età compresa tra i 15 e i 21 anni, la maggior parte

dei quali stava partecipando o aveva partecipato al progetto "Esperienze Forti". Gli adolescenti che sono

stati coinvolti in questa fase della ricerca sono stati intervistati dalle stesse persone nei medisimi luoghi21. Le

interviste sono state registrate tramite l'utilizzo di telecamere e microfoni. Le restanti interviste, svolte sempre

con ragazzi che hanno aderito ad "Esperienze Forti", sono state condotte dal sociologo responsabile

dell'indagine in alcuni dei vari centri estivi che hanno partecipato al progetto nel ruolo di collaboratori

secondari22 (case di riposo, centri sportivi, residenze per disabili, etc.). Queste ultime 6 interviste hanno visto

la semplice registrazione audio. Per l'analisi delle interviste è stato utilizzato il software ATLAS.TI.

Anche nella fase della raccolta dati tramite la conduzione delle suddette interviste si sono palesati gli stessi

limiti di rappresentatività che abbiamo caratterizzare anche la fase di somministrazione dei questionari

online. Il processo di autoselezione del campione di intervistati, difatti, non può dirci molto riguardo la

popolazione più generale che ci interessa analizzare. Inoltre, il fatto che la stragrande maggioranza dei

ragazzi intervistati abbiano aderito al progetto "Esperienze Forti" è un altra evidente fonte di errore

distorsivo.

Nonostante questi evidenti limiti di rappresentatività, i risultati ottenuti devono essere considerati come degli

spunti di reiflessione utili a chiunque sia in cerca dei indicazioni su come poter interagire con il mondo

giovani altovicentini.

Nei capitoli riservati all'analisi dei dati verranno utilizzati nomi di fantasia per tutelare la privacy dei giovani

intervistati.

Infine, nel mese di Novembre sono stati effettuati un totale di 3 focus group. Due di questi, incentrati sul

19 L’intervista semi strutturata prevede una traccia con gli argomenti che devono essere necessariamente affrontati durante l’intervista; nonostante la suddetta traccia è fissa e comune per tutti, la conduzione dell’intervista può subire variazioni dovute alla singolarità di ogni situazone e in base alle risposte date dall’intervistato.

20 Ci si riferisce qui al corso sulla comunicazione multimediale accennato nella presentazione.21 Più precsiamente, le interviste sono avvenute in due aule dell'associazione Yourban adibite appositamente.22 Si veda nota n.2 al riguardo.

10

tema della tecnologia e dei social media, sono avvenuti presso il Liceo scientifico N. Tron di Schio e hanno

visto la partecipazione di due classi di seconda superiore. I suddetti focus group sono avvenuti lo stesso

giorno, durante l'orario scolastico, nella medesima aula ma in due momenti differenti.

Il terzo focus group è avvenuto presso lo spazio di coworking Megahub di Schio a cui hanno partecipato 20

ragazzi provenienti dai sei comuni facenti parte della Rete per le Politiche Giovanili. Durante questa

occasione sono stati analizzate tematiche inerenti la politica e il confronto generazionale.

Per lo svolgimento dei focus group, vista la giovane età dei partecipanti, si è optato per un approccio più

ludico orientato, oltre che alla raccolta di dati che sono stati utilizzati in seguito nella fase di analisi, a

stimolare la creatività dei ragazzi e a suscitare qualche riflessione sui temi presentati. Lo scopo, non

secondario, è stato anche quello di creare momenti di dialogo e di interazione durante i quali i giovani

possano prendere coscienza di essere potenziali attori centrali nel contesto del loro territorio.

Uno degli obiettivi della ricerc/azione23 è appunto coinvolgere attivamente i ragazzi e le ragazze del territorio

promuovendo una modalità di indagine che si esprima attraverso il loro frame interpretativo e che miri ad

essere uno strumento di consapevolezza che nasca dai giovani per i giovani.

4. COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE

Le riflessioni che seguono sono il risultato dell'analisi delle tre diverse metodologie che sono state utilizzate

nella fase di raccolta dati. Per quanto riguarda le interviste semi-strutturate queste sono state, come già

accennato nel capitolo precedente, 28 in totale. Gli intervistati rientrano nella fascia d'età 15-21 anni: 12

sono maschi e 16 sono invece femmine. In merito ai partecipanti dei focus group, la prima delle due classi

era formata da 19 maschi e 8 femmine mentre la seconda era formata da 24 scolari, 13 maschi e 11

femmine.

Il terzo focus group ha visto la partecipazione di 20 giovani, 10 ragazzi e 10 ragazze.

Ci soffermeremo ora sulla composizione del campione di coloro che hanno risposto al questionario online.

23 La ricerc/azione si affida ad una comunicazione simmetrica fra i protagonisti con lo scopo di eliminare il rapporto soggetto-oggetto fra i ricercatori ed i loro cooperatori. In tal modo, esalta l’attività di ricerca come agente di cambiamento, nel senso che punta a creare l’azione attraverso la ricerca e a sua volta, la ricerca tramite l’azione. È questo il punto di contatto tra la presente indagine e la metodologia della ricerc/azione.

11

Grafico n°1 Grafico n°2

Grafico n°3 Grafico n°4

Grafico n°5

12

Gli intervistati che hanno compilato il questionario sono in tutto 187. Il 26% circa del campione è formato da

rispondenti maschi, mentre il restante 74% è formato da rispondenti di genere femminile. Questa evidente

sovrarappresentazione delle ragazze a sfavore dei ragazzi può essere dovuta al fatto che il bacino d'utenza

di Eperienze forti, da dove proviene buona parte del campione, è costituito da una maggioranza femminile.

Di fatto, il 74%24 è anche la percentuale di ragazze partecipanti ad Esperienze forti a cui è stato chiesto di

compilare il questionario online.

Per quel che riguarda l'età, il 93% del campione circa rientra nella fascia d'età 15-20, che rappresenta la

coda generazionale dei cosiddetti millennials. Più precisamente, l'80.6% degli intervistati ha tra i 15 e i 18

anni, con i diciassettenni che sono la fetta più numerosa del campione mentre il restante 12.4% è formato da

diciannovenni e ventenni. Il rimanente 7% è costituito da casi più isolati.

Il 97.3% degli intervistati, la stragrande maggioranza del campione, è di nazionalità italiana. Questa

composizione può essere dovuta allo stesso motivo visto poco fa per il sesso dei rispondenti: gli aderenti al

progetto Esperienze forti sono principalmente ragazzi e ragazze di origine italiana.25

Come si può vedere dal grafico numero 4 l'80% circa dei rispondenti frequenta la scuola secondaria di

secondo grado.

Per concludere, dei 43 Comuni che fanno parte del distretto dell'Altovicentino26, 27 sono rappresentati

nell'indagine27.

La percentuale di intervistati che proviene da quest'ultimi varia molto da comune a comune: il più

rappresentato è quello di Malo con il 17.6% del totale dei rispondenti che vi risiede.

5. ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE

Quelli che seguono sono da considerarsi dei semplici spunti di riflessione che possono fungere da

scorciatoie privilegiate nel momento in cui si voglia tentare di immedisimarsi nella realtà dei giovani

adolescenti dell'Altovicentino. Sono interpretazioni che, per quanto parziali e lontane dal dover essere

24 Più precisamente, dei 165 ragazzi che hanno aderito al progetto nell'Estate 2016 e ai quali è stato chiesto di compilare il questionario, 122 sono ragazze mentre i ragazzi sono solo 43.

25 Non abbiamo dati certi al riguardo, ma sembrerebbe che il numero di stranieri che ha partecipato al progetto Esperienze forti sia in numero molto contenuto.

26 Per consultare la lista completa dei comuni del distretto Altovicentino si veda il sito: https://www.regione.veneto.it/web/cultura/distretto-n.-8-alto-vicentino

27 Non abbiamo rispondenti che provengono da: Bressanvido, Calvene, Chiuppano, Cogollo del Cengio, Conco, Cresapdoro, Laghi, Lastebasse, Mason Vicentino, Molvena, Posina, Recoaro Terme, Roana, Salcedo, Tonezza del Cimone, Valdagno.

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considerate in maniera assoluta, possono essere un supporto ed uno strumento per chiunque voglia cercare

di far chiarezza circa alcuni dei bisogni e delle necessità dei giovani dell'Altovicentino. Con l'intento di

mettere in evidenzia alcune delle cornici interpretative degli adolescenti del territorio, il fine è anche quello di

consegnare agli amministratori locali qualche appiglio conoscitivo per eventuali risvolti pratici sul territorio, in

una prospettiva di ricerc/azione che viene dai giovani per i giovani.

Consapevoli delle difficoltà con le quali bisogna confrontarsi ogni qual volta ci si affaccia sul mondo degli

adolesenti, in questa sede siamo ben lontani da un'analisi esaustiva e sistematica che prenda in

considerazione le mille sfacettature che contraddistinguono, forse oggi più che mai, l'essere giovani.

Per questo motivo, fin dalle prime fasi del disegno della ricerca e in base ai risultati emersi dall'indagine

precedente, si è deciso di focalizzarsi su alcune questioni particolari al fine di portare alla luce quelle che

sono state percepite come le più rilevanti e centrali per gli scopi di questa indagine. Per questo motivo le

interviste, i focus group e il questionario online sono stati calibrati ad hoc per raccogliere informazioni e dati

circa tre grandi aree tematiche principali.

In primo luogo si è voluto tracciare una sorta di identikit del giovane dell'Altovicentino con l'obiettivo di

coglierne alcuni aspetti salienti per capire innanzitutto con chi ci si sta confrontando. È in questa sezione che

si sono toccati i temi del tempo libero, delle passioni, del senso di appartenenza al territorio e del confronto

intergenerazionale.

In secondo luogo ci siamo concentrati sulle tematiche più care alle amministrazioni locali. Qui, dunque, si è

concentrata l'attenzione su argomenti quali la politica, il livello di partecipazione dei giovani, la conoscenza e

il rapporto con gli enti e le istituzioni locali così come la fiducia in essi.

Per finire, è stato svolto un rilevante focus di ricerca sulla questione delle nuove tecnologie e dei social

media. È in questa sezione che sono state sviscerate le opinioni e gli atteggiamenti dei giovani nei confronti

di queste nuove tecnologie così centrali nella vita di un adolescente d'oggi.

5.1 IDENTIKIT DEL GIOVANE

Uno degli elementi principali che emerge con chiarezza dalla totalità dei dati che abbiamo raccolto durante

questa indagine sociale è senz'ombra di dubbio la centralità del gruppo dei pari nella vita dei giovani

adolescenti. Niente di nuovo considerando che nelle scienze sociali questa relazione è da sempre al centro

di molti studi e ricerche28.

28 Uno dei primi sociologi ad interessarsi di questo tema fu G. Simmel, già sul finire del diciannovesimo secolo.

14

Secondo lo studioso Cesare Freddi il gruppo dei pari è uno spazio di transizione al cui interno, attraverso il

rapporto e il confronto con i coetanei, l'adolescente può vivere esperienze di identificazione, ricercare e

costruire nuovi modelli e valori generazionali, sperimentare relazioni con l'altro sesso e conversare sui temi

più svariati (Freddi C., 2009).

Innanzi tutto, quest'importanza fondamentale attribuita alla figura amicale si esplica in maniera evidente nella

quantità di tempo che i giovani dell'Altovicentino decidono di impiegare con i loro coetanei. Si veda il grafico

seguente al riguardo:

Grafico n°6

Il 39% di coloro che ha compilato il questionario ha affermato di passare con gli amici, escluse le ore

dedicate alla scuola e allo sport, da 1 a 2 ore al giorno di media. Il 27% dichiara invece di spendere in loro

compagnia tra le 3 e le 5 ore al giorno. Lo stesso discorso vale anche per la maggioranza dei ragazzi

intervistati vis-à-vis la quale ha affermato di passare con gli amici una buona parte del pomeriggio.

L'“andare a casa di amici” è di gran lunga l'attività più svolta dalla maggioranza dei rispondenti al

questionario, i quali hanno affermato di averla praticata “più di 10 volte” negli ultimi 6 mesi. Il voler incontrare

degli amici è risultato anche essere il motivo primario per il quale i giovani si spostano al di fuori del loro

comune di residenza. Inoltre, dalle nostre interviste a dai questionari raccolti si è evidenziato che tra le

ragioni principali che spingono le ragazze e i ragazzi dell'Altovicentino ad uscire dalle loro città e paesi ci

sono motivazioni connesse a meri bisogni pratici. Tra questi, fare la spesa, comprare capi d'abbigliamento

ed andare a scuola. Sembrerebbe invece che per quel che riguarda servizi e strutture i giovani siano

relativamente soddisfatti da quel che viene loro offerto localmente: difatti, solo il 18.7% di coloro che ha

15

risposto al nostro questionario dichiara di doversi spostare in un altro paese per usufruire di servizi e

strutture che non riesce a reperire nella sua località di residenza.

Per quanto riguarda i luoghi di aggregazione frequentati dai giovani del territorio si denota una sorta di

riutilizzo di quelli che possono essere considerati i luoghi d'incontro tradizionali per antonomasia. Si veda il

grafico numero 7, il quale riporta le statistiche inerenti coloro che hanno frequentato alcuni luoghi per più di 4

volte negli ultimi 3 mesi:

Grafico n°7

Dal grafico è evidente come la "casa di amici", "piazze" "bar/pub" siano tra i luoghi preferiti dove passare il

tempo. Nella scelta di quest'ultimi, sembrerebbe che il criterio della vicinanza a casa sia quello adottato: solo

un quinto degli intervistati ha indicato "l'andare in un bar/pub" motivo di spostamento in un altro paese o

località. Anche i giardini pubblici sono mediamente molto frequentati, a discapito della discoteca, il cinema o

eventuali sale e laboratori offerti da enti locali. Per ciò che concerne lo studio scolastico sembrerebbe che i

giovani del territorio preferiscano studiare nella comodità della propria casa piuttosto che usufruire di spazi

comuni quali biblioteche e aule studio. Un caso a parte è rappresentato dalla parrocchia che sembra

viaggiare su binari a se stanti che si strutturano su due estremi: da una parte un buon numero di rispondenti

(46%) che dichiara di non esserci mai andata negli ultimi 3 mesi, ma dall'altra circa un quarto del campione

(23%) afferma di esserci stato più di 5 volte.

In merito all'associazionismo, i dati emersi mettono in luce un certo grado di disinteresse da parte dei giovani

16

dell'Altovicentino. Alla domanda "Segnala con quale frequenza hai partecipato alle seguenti associazioni

negli ultimi sei mesi" la modalità di risposta più selezionata dagli intervistati è stata "mai" per ogni tipo di

associazione:

Grafico n° 8

L'associazionismo di stampo politico risulta essere praticamente assente, con il 95.2% del campione che

dichiara di non aver mai partecipato a nessuna associazione politica negli ultimi 6 mesi. Male anche le

associazioni ambientaliste e culturali, rispettivamente con 85% e 63.6% di rispondenti che si sono

posizionati, anche qui, sulla modalità di risposta "mai".

La partecipazione ad associazioni religiose assume la stessa tendenza della frequentazione alla parrocchia

che abbiamo visto poc'anzi, con valori elevati in corrispondenza degli estremi (58.8% "mai" e 18.2% "più di

10 volte").

Ciò può essere interpretato alla luce del pronunciato radicamento dello scautismo di stampo cattolico

(Agesci) tipico del territorio dell'Altovicentino.

Con un trend simile a quello riscontrato per le associazioni religiose anche le associazioni sportive (con il

41.2% che si posiziona su "mai" e il 32.6% che si posiziona su "più di 10 volte").

Per quanto riguarda le associazioni di volontariato e quello legate agli hobbies i valori si distribuiscono in

maniera più omogenea sulle varie modalità di risposta.

La scarsa presa dell'associazionismo sui giovani dell'Altovicentino risulta ancora più significativo se lo

17

mettiamo in relazione con il tessuto associativo del territorio, da sempre caratterizzato da una marcata

vivacità29. Sembrerebbe dunque che i giovani non siano particolarmente attratti da queste opportunità.

Un'altro elemento sul quale ci siamo soffermati durante la fase di analisi dati sono state le attività svolte dai

ragazzi e ragazze negli utlimi 6 mesi:

Grafico n° 9

È emerso con preponderanza il fatto che i giovani dell'Altovicentino prediligono attività che possono essere

29 Basandoci sui dati fornitici dai singoli comuni le associazioni presenti sul territorio sono: 99 a Malo, 41 a Marano Vicentino, 38 a Santorso, 20 a San Vito di Leguzzano, 111 a Thiene e 30 a Valli del Pasubio. Questi dati rappresentano una stima, non essendostato possibile effettuare una mappatura precisa di questa importante realtà sociale: le statistiche qui fornite, infatti, non contengono necessariamente tutte le associazioni attive sul territorio, mentre in alcuni casi possono esservi dei doppioni.

18

svolte tra le mura domestiche. Difatti, tra le più apprezzate, troviamo "il guardare un film a casa" e "guardare

una serie tv", seguite da "leggere un libro" che risulta ancora essere un passatempo relativamente

apprezzato.

Le attività più mondane come andare in discoteca, al cinema o partecipare ad un concerto/festival hanno

messo in risalto un'evidente mancanza d'interesse. Modesto anche il numero di coloro che negli ultimi 6

mesi ha partecipato ad un corso/laboratorio. Sembrerebbe che uno dei motivi più validi per uscire al fine di

partecipare a qualche momento di socialità sia il recarsi al bar/pub, deputato a luogo di socializzazione e

aggregazione per eccellenza.

Tra le tematiche indagate in questa sezione ci siamo interessati circa il senso d'appartenenza al territorio e il

rapporto con l'estero, da intendere come potenziale luogo per dar vita ad esperienze lavorative e di studio

future. Il grafico seguente illustra le risposte alla domanda "A quale delle seguenti unità geografiche ti senti

di appartenere?"

Grafico n°10

A seguire il senso d'appartenenza alla località in cui si vive, il quale si manifesta come appartenenza

identitaria primaria, i rispondenti al questionario hanno indicato di sentirsi parte "dell'Italia" e "del mondo in

generale" (rispettivamente con 52 e 53 selezioni). Sembra invece meno marcato il senso d'appartenenza

all'Europa tanto elogiato dai sostenitori dell'identità sovranazionale, i quali vedrebbero appunto in questo

sentimento uno dei pilastri fondanti il processo di costruzione della tanto ricercata identità sovranazionale.

Anche la provincia non sembrerebbe essere un polo di riferimento nella strutturazione di un qualche tipo di

sentimento identitario.

19

L'eventualità di emigrare all'estero, a fini lavorativi o scolastici, è un'opzione che in rari casi viene presa in

considerazione dal nostro campione di giovani. In molti hanno dichiarato, nonostante la consapevolezza che

un'esperienza all'estero, di qualsiasi tipo, sia una possibilità di crescita personale, di non averla ancora presa

in seria considerazione.

Per quanto riguarda i viaggi di piacere, probabilmente anche a causa del fattore economico e della giovane

età dei rispondenti, la meta più gettonata negli ultimi 6 mesi risulta essere l'Italia, a discapito dei viaggi

internazionali che si attestano su livelli più bassi.

Buona parte delle interviste qualitative è stata dedicata al tema della Millenial Generation e del confronto

intergenerazionale. Nel ragionare con i ragazzi e le ragazze intervistate su cosa vuol dire essere giovani al

giorno d'oggi, sono emersi molti spunti di riflessione interessanti che possono essere una sorta di avamposto

privilegiato da dove poter osservare alcuni schemi interpretativi dei giovani del territorio.

In molti hanno dimostrato una certa sensibilità di fronte a quello che è stato più volte definito un periodo

storico dominato dalla velocità e dalla frenesia, derivanti in primo luogo dalle nuove tecnologie e dai social

media.

In seguito sono presentati alcuni stralci d'intervista nei quali i ragazzi e le ragazze ci consegnano il loro punto

di vista sull'argomento:

"...invece adesso è tutto più frenetico e quindi non si ha il tempo di guardare dentro se stessi" (Mik,16

anni)

"...la vita è molto più veloce adesso e quindi se è veloce dobbiamo fare più strada possibile in meno

tempo..." (L, 21 anni)

"...perchè comunque rispetto al passato ora è tutto più veloce, tutto più movimentato..." (Ale, 17 anni).

La differenza che intercorre tra la generazione propria degli intervistati e quella dei nonni o dei genitori viene

dipinta da molti intervistati innanzitutto come differenza nella dinamicità e celerità delle tempistiche. I tempi

che caratterizzano la vita dei giovani d'oggi sono ritenuti più frenetici rispetto a quelli esperiti dalle

generazioni che li hanno preceduti.

Tutto ciò sembra essere vissuto come un fenomeno congenito figlio di questi tempi ai quali, volente o

20

nolente, bisogna comunque adeguarsi se si vuole dialogare con le dinamiche tipiche della società moderna.

Così è come si è espresso Nik al riguardo:

"....le parti veloci magari sono le parti org...cioè dell'organizzazione magari anche a scuola hai, ti...ti

costringono ad avere dei tempi, ti costringono aaa far tutto in un determinato modo, in un determinato

tempo, di conseguenza tu devi sbrigarti a farlo è anche giusto così, però questo dopo ti porta anche nella

vita ad essere molto frenet..c'è molta frenesia..." (Nik, 20 anni).

Il tema dell'onnipresenza dei social media e della tecnologia nelle vite degli adolescenti è un argomento che

è emerso con forza durante le interviste. Anche durante i focus group i ragazzi hanno differenziato la loro

generazione da quella dei loro genitori tracciando una linea di confine che si struttura prima di tutto sulla

conoscenza e sulla familiarità con le nuove tecnologie. Tra le attività che i genitori non sanno fare spiccano

tra tutte l'utilizzo di tutte quelle tecnologie con cui i cosiddetti nativi digitali30 hanno a che fare

quotidianamente (computer, smart-phones, social media, etc.). Una diversità intergenerazionale che si

manifesta principalmente, a detta degli intervistati, in conoscenze digitali e abilità manuali. Mentre appunto i

giovani si sono autodefiniti in un certo senso come i rappresentanti della cultura del digitale, essi hanno

affermato anche di aver minori competenze manuali rispetto ai loro genitori. Più precisamente, i partecipanti

a i focus group hanno dichiarato che le loro madri e i loro padri hanno più confidenza con i lavori di

manutenzione della casa, con la gestione dell'orto e sono più competenti in fatto di cucina e cucito, tutte

piccole attività che si stanno lentamente dissolvendo di fronte alle sfide lanciate dalla modernità.

Nell'impostare il discorso sulle differenze che passano tra la loro generazione e quella dei loro genitori, la

maggioranza dei giovani interpellati si è allineata sul concetto di "possibilità e opportunità":

"...una volta c'erano meno possibilità, per esempio la scuola si smetteva prima subito perchè magari

costava troppo e e si andava a lavorare...dopo anche eee un svantaggio di una volta era che non si poteva

andare in giro a vedere tanto il mondo, non si era informati su quello che accadeva in giro..." (J, 15 anni)

"...soprattutto abbiamo infinite possibilità, cioè spostarci o anche vedere comunicare con persone da

altre parti del mondo può essere utile se fatto in modo adeguato ovviamente..." (Gad, 16 anni)

30 Termine utilizzato per la prima volta da Mark Prensky nel suo articolo Digital Natives, Digital Immigrants del 2001. Sono da considerare nativi digitali coloro che sono nati dopo il 1985.

21

"...beh io penso che, si ci sono più possibilità di...di lavoro, di andare all'estero, di spostarsi, perchè

con i mezzi di comunicazione che abbiamo adesso si può far tutto..." (Al, 15 anni)

Anche in questo ambito sono le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione a fare la differenza.

Secondo i ragazzi e le ragazze dell'Altovicentino grazie all'avvento di queste nuove modalità di

comunicazione e interazione sono sorte nuove opportunità nei più vari contesti sociali, da quello lavorativo, a

quello degli spostamenti e della comunicazione.

Ma se da una parte i vantaggi del vivere in un'era digitale come questa sono apertamente apprezzati da

coloro i quali questi vantaggi possono e riescono a sfruttarli, dall'altra parte della medaglia i giovani

intervistati hanno manifestato alcune incertezze e insicurezze circa la situazione attuale per quel che

riguarda la gestione e la manifestazione di alcune emozioni. Per una buona parte di loro gli adolescenti

d'oggi sono più impacciati nell'esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni. Sembrerebbe che i giovani

che hanno partecipato alle nostre interviste accusino una sorta di genuina invidia per le relazioni

interpersonali vissute dalle generazioni che li hanno preceduti, sentite come più sincere ed autentiche.:

"...una volta non c'erano tutti questi mezzi eee c'era più sincerità tra le persone e si coltivavano di più

le emozioni che si provavano..." (Mik, 16 anni)

"...perchè tutti i ragazzi e le ragazze non hanno più la sensibilità che si aveva una volta. Il modo di

pensare diverso è tutto più superficiale, non si pensa più con sentimento diciamo...(Cep, 16 anni)

"...è una generazione superficiale, si perchè comunque si basa, si beh...con l'uso di tutte queste

tecnologie si perde tanto dei valori che una volta c'erano, adesso non ci sono più..." (Ga, 17 anni)

Parrebbe che la fascia generazionale da noi intercettata sia testimone consapevole di una avvenuta

diminuzione della spontaneità e della genuinità dell'ambito relazionale, esito di una schermatura digitale che

prende forma tramite l'utilizzo di piattaforme social. Tutto ciò causerebbe un evidente disinteresse circa

l'importanza di ascoltare e comprendere le proprie emozioni con risultati che si manifestano, a detta degli

intervistati, attraverso un diffuso sentimento di superficialità.

22

Questa rappresentazione di "generazione superficiale" che si è delineata durante le interviste faccia a faccia

la ritroviamo con forza anche nelle risposte consegnateci ad una domanda posta nel questionario online,

dove è stato chiesto ai rispondenti di utilizzare due aggettivi per descrivere la loro generazione. Nella figura

seguente sono presentati i termini più ricorrenti: più grande è l'aggettivo più volte è stato segnalato.

Figura n°1

Da uno primo sguardo alla figura numero 1 si intuisce come gli aggettivi più usati si rifanno all'ambito delle

tecnologie, anche qui a conferma dell'autorappresentazione giovanile fondata su un sentimento collettivo di

appartenenza ad una generazione che è intrinsecamente intrecciata al mondo digitale. Di fianco a questa

sfera semantica ne troviamo un altra che richiama un insieme di termini che rivelano una

autorappresentazione giovanile fondata su tratti caratteriali solitamente utilizzati dalle generazioni più

anziane: tra questi spiccano superficiale, svogliata e apatica.

5.2 IL RAPPORTO CON GLI ENTI E LE ISTITUZIONI DEL TERRITORIO

In questa seconda sezione d'analisi ci concentreremo principalmente sui dati emersi in relazione al rapporto

23

che i giovani dell'Altovicentino intrattengono con gli enti e le istituzioni presenti sul territorio.

Il tema della fiducia nelle istituzioni è stato approciato tramite una scala lickert31 che proponeva 5 opzioni di

scelta che andavano da 1, nessuna fiducia, a 5, molta fiducia32:

Grafico n°11

Come si può vedere dal grafico numero 11 la scuola è l'unica istituzione alla quale più di un terzo del

31 La scala Lickert è una tecnica molto utilizzata nelle scienze sociali utilizzata per la misurazione di atteggiamenti e opinioni.32 Le modalità di risposta sono state agglomerate in un secondo momento durante la fase di analisi dati. Più precisamente: 1 e 2 “poco/per niente”,

3 “abbastanza”, 4 e 5 “molto”.

24

campione di rispondenti al nostro questionario ha dichiarato di dare "molta fiducia".

L'ente comunale si posiziona meglio dell'amministrazione provinciale e del governo nazionale ma peggio

dell'Unione Europea. Da sottolineare che la Chiesa, unica con le associazioni politiche, ha collezionato le

percentuali più alte nella modalità di risposta "1 nessuna fiducia".

Lo scarso interesse per l'associazionismo politico rilevato nei dati presentati nel capitolo precendente trova

molto probabilmente una sua ragion d'essere anche nello scarsissimo livello di fiducia attribuito alle

associazioni di natura politica. Difatti, solamente il 2.7% dichiara di avere "molta fiducia" verso queste realtà

mentre più di due terzi degli intervistati (70.1%) afferma di possedere "poca o nessuna fiducia".

Nonostante la scarsa partecipazione all'associazionismo politico e l'eguale scarsa fiducia nei confronti di

questo tipi di associazioni, alla domanda "Come valuti il tuo atteggiamento nei confronti della politica?" una

buona fetta del nostro campione di intervistati (53% circa) ha dichiarato di informarsi con il 23% di costoro

che asserisce di esserne anche interessato. Del restante 47% la parte più consistente dei giovani interrogati

(23%) afferma di non preoccuparsi riguardo questioni politiche ma pensa diventeranno motivo di

interessamento con l'aumentare dell'età.

In merito ai servizi più conosciuti riguardo il comune di residenza spiccano fra tutti Informagiovani ed

Esperienze forti, probabilmente anche a causa della natura del campione. Molto note anche le varie

biblioteche e aule studio sparse sul territorio nonostante, come abbiamo già avuto modo di vedere, non

siano molto frequentate. Da sottolineare che il 17% circa del campione di rispondenti, che in questo caso è

di soli 87 giovani vista la facoltatività della risposta, ha affermato di non conoscere nessun servizio.

Di seguito è presentato il grafico corrispondente alla domanda "Quali sono secondo te i servizi rivolti ai

giovani che mancano nella tua città/paese?", alla quale gli intervistati potevano dare un massimo di due

risposte. In questo caso sono stati riportati solamente i tre servizi più richiesti:

25

Grafico n°12

La modalità che ha ricevuto più selezioni (89) è stata "servizi per il tempo libero".

L'opzione "servizi di supporto alla progettazione di attività/iniziative", la quale ha ricevuto anch'essa un

elevato numero di scelte (85), mette in luce quel che sembrerebbe essere una sorta di paradosso. Difatti, da

una parte i giovani dichiarano di necessitare di un contributo nella progettazione di iniziative quali laboratori

o corsi, ma dall'altra parte gli spazi che offrono questi servizi sono tra i meno frequentati in assoluto. Forse

questi luoghi di socializzazione offerti dagli enti locali semplicemente non intercettano i reali bisogni e

necessità dei giovani del territorio.

Poco meno di un terzo degli intervistati crede invece che siano i servizi di ascolto e quelli di aiuto specifico a

scarseggiare.

Da evidenziare come la maggioranza degli adolescenti ritenga il comune l'ente più adatto a provvedere a

questo tipo di servizi. Si veda il grafico numero 12 al riguardo:

Grafico n°13

26

Di seguito sono presentati alcuni grafici che ci illustrano il grado di consenso dei giovani adolescenti

intercettati con il questionario online ai quali è stato chiesto di esprimere la loro opinione circa alcune

affermazioni da noi presentategli:

Grafico n°14

Si intuisce subito come per tutte e quattro le affermazioni la grande maggioranza dei rispondenti si posiziona

su giudizi discordanti. L'unica asserzione che presenta un numero elevato di giudizi positivi è quella relativa

alla rappresentazione del comune come ente più adatto ad offrire i servizi ai giovani.

Stando a ciò che era emerso dall'analisi della precedente indagine sociale il comune era percipito dai giovani

dell'Altovicentino come un luogo prettamente ammistrativo che operava in contesti distanti ed estranei.

Viceversa, in base a quello che è stato evinto dai nostri dati, i giovani del territorio sembrano invece aver ben

presente quali siano le caratteristiche e le competenze dell'ente comunale. Non parrebbe nemmeno che i

giovani lo vedano come un organismo lontano o correlato alla risoluzione di servizi puramente burocratici.

27

In più momenti, sia nei questionari e sia nelle interviste, ci siamo soffermati sulla conoscenza giovanile della

realtà territoriale per quel che riguarda le manifestazioni e le associazioni dell'Altovicentino. Si è messo in

luce un certo grado di disinformazione e ignoranza circa queste realtà sociali e la rappresentazione dei

giovani che ne è emersa li raffigura come un insieme interessato limitatamente al contesto locale in cui

vivono. Nella maggior parte dei casi, sembrerebbe che la conoscenza degli eventi e delle manifestazioni più

celebri sia circoscritta al prorio paese di residenza. Difatti le manifestazioni più conosciute sono proprio

quelle paesane e quelle connesse all'appartenenza alla dimensione locale, che è risultata essere un

sentimento particolarmente accentuato. Tra le più rinomate ci sono appunto le sagre nostrane, le

rievocazioni storiche, i mercatini di natale e le feste popolari. Lo stesso discorso vale per le associazioni

conosciute, in quanto le più note sembrano essere le varie Proloco sparse sul territorio a discapito di tutto

quell'insieme associazionistico di stampo prettamente giovanile che nella teoria dovrebbe collezionare i

consensi maggiori.

Tra gli eventi più mondani i più segnalati sono stati il festival musicale Mararock di Marano, L'english day

scledense, l'Estate in villa a Malo e il Summer Garden di Thiene.

Il grafico presentato qui di seguito da voce a quelle che sono avverite come carenze nel vasto ambito delle

attività e delle manifestazioni del territorio:

Grafico n°15

Tra tutte le attività presentate, sembra che le maggiori lacune del territorio dell'Altovicentino siano da

attribuire allo scenario musicale.

28

Per finire, ci siamo interessati sui motivi che spingono un giovane a partecipare ad un evento o ad una

manifestazione:

Grafico n°16

Dai dati raccolti si comprende che la maggior parte dei giovani dell'Altovicentino decide di prendere parte ad

un evento nel momento in cui ne è sinceramente interessata. Un'altra motivazione che sprona i ragazzi e le

ragazze del territorio ad aderire ad una manifestazione sembra essere un sincero sentimento di curiosità,

ragione per cui se si vuole attivare la partecipazione giovanile bisogna riuscire a suscitare un certo grado di

interesse circa l'attività proposta. Anche in questo caso non viene riconfermato ciò che si era evinto dai dati

analizzati nella precedente indagine sociale, secondo i quali la partecipazione sarebbe influenzata in

maniera eccessiva dalle opinioni del gruppo dei pari. Diversamente i social media, i quali, come avremo

modo di vedere nel prossimo capitolo, occupano uno spazio rilevante nella quotidianità degli adolescenti

intervistati, sembrano avere un ruolo decisivo nel complesso intreccio di dinamiche che porta un giovane a

partecipare o meno ad un evento o ad una manifestazione. Questa rilevanza, come avremo modo di vedere,

si esprime non tanto tramite la popolarità che un evento o una manifestazione può raggiungere in questo

tipo di piattaforme sociali, ma si manifesta principalmente attraverso il loro utilizzo come canale privilegiato di

informazione.

Durante le interviste faccia a faccia con i ragazzi è stato chiesto quali sarebbero, a loro parere, le modalità

più efficaci per attivare la complicità giovanile e rendere più partecipi gli adolescenti del territorio. Ne sono

emerse opinioni discordanti. Molto probabilmente è l'insieme di tutte queste motivazioni a consegnarci il

29

quadro generale dello scarso coinvolgimento dei giovani in attività ed iniziative. Per alcuni di loro la mancata

adesione alle attività proposte è da attribuire al disinteresse dei giovani i quali dovrebbero mettersi in gioco

in prima persona. Ecco cosa ne pensano alcuni giovani che abbiamo intervistato:

"...secondo me sono i giovani che devono attivarsi non c'è niente da fa...c'è,c'è poco niente da fare, ci

sono eventi ovunque ogni sera..." (Col, 20 anni)

"Beh sicuramente di mettersi più in gioco, accettare più proposte, non nascondersi magari dietro la

compagnia o stare sempre con le stesse persone...allargare comunque i propri orizzonti e vedere più in la

dei propri amici..." (Edi, 17 anni)

Secondo l'opinione di altri ragazzi la mancata partecipazione è da rintracciare invece nella carenza di

iniziative allettanti che possano suscitare un qualsiasi tipo di interesse nei giovani del territorio.

Secondo altri ancora il problema si può semplicemente ridurre ad una comunicazione inefficace da parte di

coloro i quali queste iniziative e attività le propongono.

Stando ai dati emersi dall'analisi dei questionari, il modo migliore per comunicare con i giovani è attraverso

l'utilizzo dei social media:

30

Grafico n°18

La comunicazione cartacea effettuatata tramite l'utilizzo di volantini, depliant e pubblicazioni locali è

considerata efficace solamente dal 5% circa degli intervistati.

Per quanto riguarda la comunicazione tra coetanei e quella tra figli e genitori gli strumenti sono

essenzialmente gli stessi, ma la differenza sta nella gerarchia di utilizzo:

Grafico n°18

Tra il gruppo dei pari lo strumento più usato è di gran lunga WhatsApp, di cui ne usufruisce la quasi totalità

31

del campione (96.3%). Al secondo posto troviamo la più tradizionale chiamata telefonica che viene ancora

presa in considerazione da più di metà degli intervistati (il 55.6%). Per la comunicazione con i genitori invece

i due strumenti più utilizzati sono gli stessi, ma invertiti di posizione: al primo posto i giovani preferiscono la

chiamata (87.7%), mentre al secondo troviamo WhatsApp (62%). Gli altri social media come ad esempio

Facebook, Instagram, twitter, etc. sono utilizzati molto più raramente sia che si tratti di comunicazione

orizzontale (con percentuali che si posizionano intorno al 20%) sia che si tratti di comunicazione verticale,

dove questi tipi di piattaforme sociali sono praticamente sconosciute nel processo comunicativo figlio-

genitore.

Questi numeri ci dicono molto dell'importanza attribuita ai social media dagli adolescenti di oggi quando si

parla di comunicazione.

Nel prossimo capitolo verrano presentati i dati che riguardano il rapporto tra i giovani e queste moderne

tecnologie.

5.3 IL RAPPORTO CON I SOCIAL MEDIA

La maggioranza di coloro che abbiamo intervistato tramite l'ausilio del questionario online ha dichiarato di

utilizzare i social media per un massimo 2 ore al giorno di media. Un'altra buona fetta del campione (un terzo

circa), afferma di usufruirne per meno di un'ora al giorno. Pochissimi i casi estremi: meno del 5% impiega più

di 5 ore al giorno mentre solo il 3% circa asserisce di non utilizzare mai questo tipo di tecnologie.

Grafico n°19

32

Quello che segue è invece il grafico che riporta le percentuali inirenti le risposte alla domanda "Ti è mai

capitato di sentirti ansioso in quanto non potevi/riuscivi a collegarti ai social?"

Grafico n°20

Nonostante poco più di metà campione abbia risposto in maniera negativa, un terzo dei rispondenti afferma

di essersi sentito ansioso. Questo dato può dirci qualcosa riguardo il rapporto che i giovani intrattengono con

i moderni social media. Fra le conseguenze negative dell'utilizzo eccessivo dei social troviamo alcuni disturbi

(Sindrome da disconnessione, FOMO, IAD, etc.) che rientrano a pieno titolo nei disordini legati all'abuso di

internet, un insieme di patologie in continuo aumento. Il fatto che il 34% degli intervistati ha dichiarato di

essersi sentito ansioso in quanto impossibilitato a connettersi ad Internet ci fa capire quanta rilevanza

assume l'utilizzo di questa tecnologia nelle vite degli adolescenti.

Durante le interviste, tramite l'esposizione di una situazione fittizia33, abbiamo indagato quali potrebbero

essere le potenziali conseguenze di un eventuale inacessibilità alle piattoforme social. Alcuni intervistati

hanno dichiarato che ciò non gli crerebbe nessun problema. Altri hanno invece dimostrato una certa

apprensione nei confronti di certe attività per le quali l'utilizzo dei social sembrerebbe essere di importanza

fondamentale. In particolare i giovani asseriscono che avrebbero difficoltà notevoli nel riuscire a comunicare

e ad organizzarsi con i loro amici. Nell'immaginare una situazione di totale assenza dei social media, alcuni

ragazzi e ragazze hanno esplicitato una sorta di disagio che sarebbe causato dalla mancanza di uno

strumento a cui, a loro detta, la maggioranza della popolazione si è in un certo modo assuefatta.

33 Più precisamente la domanda era: in Cina è attivo il cosiddetto scudo d'oro che è un sistema di censura e sorveglianza che blocca decine di migliaia di siti che lo Stato giudica dannosi come youtube, facebook, instagram...tu immagina per un secondo se anche in Italia dovessero attuarequesto provvedimento e tu per una settimana non potessi utilizzare i social network, come reagiresti?

33

Questo è quello che pensa Dad al riguardo:

"...hanno preso talmente tanto posto nelle nostre vite che ormai non si riesce più a starne senza..."

(Dad, 16 anni).

E ancora:

"...Partirebbe la terza guerra mondiale...perchè le persone senza internet senza social network non

stanno bene stanno tutti male..." (Luzia, 16 anni).

"Bè io mi troverei male cioè ma perchè ormai siamo abituati e penso anche tutti i giovani sarebbero un

pò impazziti..." (Vina, 17 anni).

"Ma crisi...sarebbe drastico, io sono sempre abituata ad utilizzare quelle cose e poi da un momento

all'altro non utilizzarle più, è drastico" (Cep, 16 anni).

In merito all'uso dei social media si è cercato di comprendere anche il tipo di utilizzo che gli adolescenti

fanno di queste tecnologie, così come si sono voluti indagare i vantaggi e gli svantaggi riconosciuti

nell'adoperarli.

34

Grafico n°21

Il 55.6% ha segnalato "per passare il tempo/per noia" il motivo principale dell'utilizzo dei social. Tra i motivi

ritenuti più importanti c'è anche il tenersi in contatto con gli amici (60%) e l'informarsi circa

eventi/feste/manifestazioni, modalità selezionata dal 40% degli intervistati.

Il grafico seguente raffigura invece le risposte che sono state date in merito a ciò che piace dei social

media. Ai rispondenti è stata data la possibilità di segnare al massimo 3 risposte:

Grafico n°22

Anche dalle risposte ottenute a questa domanda emerge con chiarezza come i giovani dell'Altovicentino

apprezzino particolarmente i social media in quanto strumenti di comunicazione che offrono la possibilità di

rimanere sempre in contatto con gli amici i quali, come abbiamo già avuto modo di vedere, sono considerati

una figura centrale. Inoltre sembrerebbe che l'utilizzo dei social sia giudicato positivamente in quanto

conceda una notevole opportunità d'informazione. Difatti, il 46% dei rispondenti apprezza la possibilità di

informarsi circa argomenti ritenuti interessanti e il 39% gradisce la possibilità di informarsi riguardo

35

feste/eventi/manifestazioni.

L'utilizzo dei social media sembra dunque strutturarsi su più dimensioni. Da una parte in maniera funzionale,

sia come strumento di comunicazione, della quale ne viene palesemente apprezzata la velocità d'interazione

(selezionata come risposta dal 39%) e sia come strumento di informazione e di conoscenza. Dall'altra parte

troviamo un uso più futile e superficiale, una mera tecnologia che permette di impegnare facilmente tempi

vuoti e momenti di tedio.

Anche nelle interviste faccia a faccia molti hanno manifestato il loro gradimento verso i social media in

quanto mezzi che permettono la condivisione di informazioni (siano queste foto, video, notize, etc.) e la

possibilità di "stalkerare"34, per usare un termine utilizzato dai ragazzi stessi, ciò che fanno amici e

conoscenti. Inoltre quello che emerge è che i social sono apprezzati dai più per la loro velocità di

comunicazione e la loro comodità. È emblematico il fatto che durante una attività svolta nel corso di uno dei

focus group tenuti presso la scuola superiore di Schio, i ragazzi abbiano utilizzato l'emoticon rappresentante

una lumaca per definire il concetto di e-mail. È evidente che per questa fascia della popolazione l'uso della

mail è considerato obsoleto se paragonato alle nuove possibilità offerte dalle piattoforme social.

In merito a quello che invece non piace, al primo posto troviamo l'uso improprio di queste tecnologie:

Grafico n°23

Al secondo posto, sorprendentemente, risulta esserci il fatto che spesso l'utilizzo dei social comporta uno

spreco di tempo. In questa circostanza si palesa difatti una sorta di paradosso tra quello che gli intervistati

hanno dichiarato di non gradire riguardo i social media e il motivo principale per il quale utilizzano gli stessi.

34 Termine che deriva dall'inglese to stalk, che significa pedinare, braccare, perseguitare.

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Sembrerebbe che la noia esperita dai giovani dell'Altovicentino, i quali, come abbiamo visto, non

manifestano un'eccessivo interesse per l'associazionismo o per la partecipazione ad attività proposte dagli

enti presenti sul territorio, trovi una valvola di sfogo nell'utilizzo delle piattaforme social. Ciò nonostante, i

ragazzi e le ragazze ai quali è stato somministrato il questionario sembrano essere ben consapevoli di

sprecare tempo prezioso nel momento in cui utilizzano appunto queste tecnologie senza uno scopo ben

preciso.

A metà campione circa (49.7%) non piace nemmeno che i moderni social media concentrino molta

attenzione sul loro impiego distogliendola da altri contesti e situazioni, cosi come è considerato sgradevole il

loro utilizzo come palcoscenico o vetrina (45.5%). Dalle interviste personali si è confermato che l'uso

improprio dei social è un argomento particolarmente caro ai più giovani. Inoltre si è evidenziata anche la

mancanza di privacy come tematica che preoccupa alcuni adolescenti i quali hanno manifestato un pò di

apprensione in merito alla possibilità che foto e commenti personali possano diventare di dominio pubblico.

Tra gli svantaggi derivanti dall'utilizzo dei social i giovani hanno riproposto le dinamiche dello spreco di

tempo e della distrazione ma si sono anche soffermati su altre due conseguenze che, a loro parere, incidono

in maniera non trascurabile sulle loro vite. Queste ripercussioni procedono su direzioni diametralmente

opposte: infatti se da una parte gli adolescenti avvertono il rischio di isolarsi e di diventare asociali, dall'altra

parte la voglia di apparire sembra influenzare significativamente questa fascia di popolazione, che trova

nelle piattoforme social uno strumento adeguato allo scopo.

Bisogna prendere atto che generalmente i giovani dell'Altovicentino, probabilmente anche grazie al continuo

bombardamento mediatico sull'argomento a cui sono sottoposti, sono apparsi ben consapevoli dei rischi

legati all'utilizzo eccessivo dei social media,

Vediamo ora quali sono le statistiche inerenti l'influenza dei social media riguardo alcuni ambiti e aspetti

della vita dei giovani dell'Altovicentino:

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Grafico n°24

A prima vista è evidente che gli aspetti e gli ambiti più condizionati risultano essere le mode, le tendenze e i

gusti estetici. Anche e il fatto di partecipare o meno ad un evento sociale sembra sia significativamente

influenzato dall'utilizzo dei social media in quanto il reperimento di informazioni circa eventi e manifestazioni

sono tra le attività più svolte con questi mezzi. Ciò che invece i social non sembrano vincolare, nonostante il

loro notevole utilizzo, sono l'orientamento politico, l'atteggiamento verso l'ambiente e le preferenze

alimentari. Tutti gli altri ambiti presentano delle percentuali che si ditribuiscono in maniera più omogenea tra

le varie modalità di risposta. È di notevole interesse sottolineare come la considerazione degli amici, i quali

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sono risultati essere un elemento di importanza centrale nel contesto sociale dei giovani intervistati, risente

in maniera non trascurabile dell'utilizzo dei social media: un terzo del campione (33%) ha difatti dichiarato di

esserne influenzato in maniera elevata.

Anche durante lo svolgimento delle interviste qualitative si è discusso con i ragazzi il tema dell'influenza dei

social su certi comportamenti e opinioni.

Questo è quello che pensa al riguardo Rae, di Valli del Paubio, quando le viene chiesto se crede che i

giovani d'oggi ragionano con la loro testa:

"Non lo..mmm..non sarei sicura di dargli proprio ragione..perchè siamo tanto influenzati...Dal mm da

questi social dal mondo virtuale insomma..." (Rae, 15 anni).

E ancora Trix, sedicenne di Malo, risponde in maniera affermativa alla seguente domanda "Cosa pensi di

coloro che affermano che i giovani d'oggi sono molto influenzati dai social?":

"Che è vero, tanti ragazzi si fanno influenzare dai social" (Trix, 16 anni).

In questa sezione d'analisi è emersa in maniera lampante tutta la rilevanza attribuita ai social media dai

ragazzi e dalle ragazze del territorio dell'Altovicentino. È stato messo in luce il ruolo fondamentale di queste

moderne tecnologie in alcuni contesti di vita sociale, dall'ambito comunicativo a quello organizzativo. Si sono

viste inoltre le caratteristiche del loro utilizzo e ci siamo soffermati anche sulla loro sfera d'influenza.

Tutto questo è perfettamente comprensibile se prendiamo in considerazione l'incontrastata onnipresenza e

la smisurata visibilità che viene concessa a tutte le moderne tecnologie oggigiorno, social media compresi.

Alcuni dei ragazzi interpellati durante i focus group svolti a scuola ha afferrmato di possedere il cellulare da

molti anni (qualcuno addirittura possiede il telefono da 5 anni). Ciò significa che alcuni adolescenti utilizzano

il telefono cellulare già dall'età di 12-13 anni. Coloro i quali si trovano oggi nella fascia d'età 15-20 anni

possiede un livello di confidenza estremamanete elevato con questo tipo di tecnologie, e di diritto rientra in

quella categoria di millenials che lo studioso Mark Prensky ha definito "nativi digitali".

Anche durante le interviste vis-a-vis è stato toccato il tema dell'odierna onnipresenza della tecnologia e dei

social media e le opinioni raccolte non si discostano dalle nostre interpretazioni.

Per finire, riportiamo quello che pensano al riguardo i ragazzi e le ragazze con cui abbiamo conversato:

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"...C'è sempre più tecnologia intorno a noi e ormai tutti quanti abbiamo comunque oggetti tecnologici

intorno..." (Col, 15 anni).

"...Praticamente tutti i ragazzi adesso o stanno sempre su per il cellulare o per il computer o per l'i-pod

o per il tablet, tutti strumenti tecnologici..." (Al, 17 anni).

"...Sempre il discorso della tecnologia che è troppo boh..troppo incentrata sulla vita quotidiana..." (J,15

anni).

6. CONCLUSIONI

Nella prima sezione d'analisi, dedicata a tracciare il profilo di un giovane dell'Altovicentino, sono venute

delineandosi alcune caratteristiche ben precise. La rappresentazione dei giovani dell'Altovicentino che ne è

emersa raffigura costoro come un insieme di attori sociali i quali, nonostante un forte attaccamento alla città

o al paese di residenza, non esprimono in egual misura una attiva partecipazione sul territorio. L'interesse

verso l'associazionismo, di qualsiasi tipologia esso sia, ha registrato livelli molto bassi così come la

partecipazione verso le attività e le manifestazioni proposte dagli enti locali. È evidente come i cosiddetti

millennials preferiscono attività che si possono svolgere tranquillamente tra le mura domestiche, come

guardare film e serie tv o leggere un libro. Ciò è dovuto in parte anche alla loro grandissima confidenza con

tecnologie (computer, videogames, telefonini, etc), facilmente fruibili nella comodità della propria casa.

Quando escono i luoghi più visitati sono le piazze, i giardini pubblici e i bar/pub locali, a riconferma di un

senso d'appartenenza al locale che si manifesta anche tramite la frequentazione di questi spazi di socialità.

Nell'autorappresentarsi come generazione i giovani intervistati hanno espresso opinioni molto similari

sottolineando come sia l'universo tecnologico, con tutti i suoi pro e i suoi contro, il vero spartiacque

generazionale sul quale essi delineano le differenze più evidenti c o n coloro che li precedono

anagraficamente.

Nella seconda sezione si è puntata la lente d'ingrandimento sul rapporto tra i giovani dell'Altovicentino e gli

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enti territoriali. Il grado di fiducia verso associazioni e organismi locali assume, scuola a parte, valori molto

bassi e delinea una sorta di scetticismo circa la possibilità che questi enti possano svolgere un ruolo

rilevante nelle dinamiche giovanili. Nonostante ciò, e a differenza della precedente indagine sociale, i ragazzi

e le ragazze intervistate non hanno dimostrato di percepire il loro comune come un luogo estraneo che

svolge funzioni prettamente burocratiche ed amministrative. Il comune è considerato da molti il luogo più

adatto a fornire servizi ed attività sul territorio: tra queste, le più apprezzate sarebbero la realizzazione di

eventi e spazi musicali e la creazione di servizi per il tempo libero.

Per quanto riguarda il bassissimo tasso di partecipazione giovanile in molti ambiti sociali è evidente che le

istituzioni del territorio devono effetturare un maggiore sforzo nell'intercettare i reali bisogni e necessità degli

adolescenti dell'Altovicentino. Secondo i rispondenti al nostro questionario, elementi essenziali per la

partecipazione attiva ad una qualsiasi proposta presentata dall'alto sono innanzitutto un sincero sentimento

di interesse ed una genuina curiosità. È compito delle istituzioni e delle associazioni locali trovare la maniera

più adatta per suscitare questo m i x di sentimenti. Dall'altra parte, sarebbe auspicabile un maggior

coinvolgimento e una maggiore complicità da parte dei giovani nell'avanzare proposte ed attività.

Nell'ultima sezione presentata il focus d'analisi si è posizionato sul rapporto che gli adolescenti del territorio

instaurano con le moderne tecnologie, social media in particolare. In questa sede particolare è emersa con

forza tutta l'importanza e la rilevanza attribuita a queste nuove modalità di comunicazione.

I giovani che abbiamo intercettato si sono dimostrati ben consapevoli dei vantaggi e degli svantaggi

connessi all'utilizzo delle piattaforme social. Di quest'ulltime apprezzano vivamente la velocità d'interazione e

la possibilità di comunicare con facilità con i loro amici, così come giudicano positivamente il loro utilizzo

come strumento d'informazione (anche per la ricerca di eventi e manifestazioni). Paradossalmente, cio che è

più disprezzato di questi strumenti è proprio il fatto che spesso con il loro utilizzo si perde tempo prezioso,

ma il ricorso a queste tecnologie per "ammazzare il tempo" è risultato essere anche il motivo principale del

loro impiego.

Abbiamo visto che la sfera d'influenza di queste moderne tecnologie di comunicazione condizionano

significativamente molti ambiti e aspetti della vita dei giovani dell'Altovicentino: da quello della partecipazione

agli eventi, alle mode, alle opinioni sui fatti di cronaca fino ad intaccare anche la considerazione dei propri

amici. Un dato da non sottovalutare è quello inerente all'ansia esperita da una buona parte degli adolescenti

intervistati nel non poter accedere ai social media, che ha interessato un terzo del campione circa.

Per finire, nel ricordare l'importanza di ascoltare le voci e le opinioni dei giovani anche tramite questo tipo di

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indagini, riportiamo le parole di Vina, ragazza diciasettenne di Santorso, che si è espressa cosi alla

domanda " Cosa si potrebbe fare per capire di più i giovani e i loro bisogni?":

"Mm bè ascoltandoci, magari chiedendoci qualcosa e ascoltandoci..." (Vina, 17 anni).

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