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1 PROGETTO STRADA Strategie di Adattamento al Cambiamento Climatico per la gestione dei Rischi Naturali nel territorio transfrontaliero REPORT CONCLUSIVO DELLE ATTIVITÀ AZIONE 6: Definizione e sperimentazione di strategie comuni di adattamento al cambiamento climatico

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PROGETTO STRADA

Strategie di Adattamento al Cambiamento Climatico per la gestione dei Rischi Naturali nel territorio transfrontaliero

REPORT CONCLUSIVO DELLE ATTIVITÀ

AZIONE 6: Definizione e sperimentazione di strategie comuni di

adattamento al cambiamento climatico

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Partner Capofila: REGIONE PIEMONTE

Partner Coinvolti: tutti

1) Obiettivi generali dell’Azione 6: Definizione e sperimentazione di strategie comuni di adattamento

al cambiamento climatico

Nell’attuale contesto del cambiamento climatico e delle conseguenti variazioni dei regimi pluviometrici e idrologici, la gestione dei rischi naturali non può prescindere da un approccio integrato, da basarsi sulla diffusione e acquisizione delle conoscenze sviluppate negli ultimi anni in merito agli impatti che il cambiamento climatico genera sulle risorse idriche. Benché i cambiamenti climatici abbiano portata globale, è innegabile che i loro impatti possono variare significativamente quando incidono in aree sensibili quali sono quelle montuose caratteristiche del territorio transfrontaliero tra Italia e Svizzera.

La cooperazione transfrontaliera in questo settore ha contribuito allo scambio di conoscenze e di buone pratiche, e ancor di più ha reso possibile un confronto sulle questioni tuttora aperte grazie ad un percorso comune che coinvolge tutti i partner. Inoltre, lo sviluppo di studi di settore riguardanti la pericolosità dei fenomeni valanghivi di piccola e media dimensione, la caratterizzazione dei fenomeni precipitativi estremi e concentrati e la definizione degli aspetti pianificatori e gestionali della risorsa idrica per i laghi Ceresio e Verbano rivestono elevata utilità nell’ambito dell’ambito trasfrontaliero, essendo essi fenomeni ad elevata pericolosità e che insistono diffusamente su tutta l’area interessata dal progetto strategico.

Questa azione rappresenta il punto nodale del progetto, in quanto consiste nella definizione di strategie comuni di adattamento al cambiamento climatico, in relazione ai temi trattati nelle diverse azioni. Rappresenta quindi la sintesi, in un documento condiviso tra i partner, dei risultati raggiunti, attraverso la definizione e la messa a punto di strategie comuni rivolte alle istituzioni, utili a fronteggiare gli effetti indotti dai cambiamenti climatici nei vari ambiti naturali indagati.

In tale contesto si è anche affrontata l’analisi di come il sistema di protezione civile possa sviluppare strategie di operatività territoriale sempre più efficaci, per dare risposte concrete di supporto alla popolazione eventualmente colpita da eventi calamitosi.

Attraverso l’organizzazione di un’esercitazione congiunta a scala reale (“full scale”) con gli operatori di protezione civile di ambito transfrontaliero, si è infine voluto misurare la risposta del sistema di protezione civile a fronte di un evento calamitoso nel contesto territoriale del Lago Maggiore, simulato in relazione a ipotetiche precipitazioni piovose intense e durature. La valutazione dei risultati ottenuti si è tradotta in un documento contenente raccomandazioni e definizione di “buone pratiche” sotto forma di ritorno d’esperienza delle attività svolte.

2) Descrizione di dettaglio delle Sottoazioni

Sottoazione 6.1 – Confronto e sintesi delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici

Referente: ERSAF, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste

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- Indicazione dei partner coinvolti:

Referente: ERSAF.

Partecipanti: tutti i partner.

- Contesto scientifico, modelli/metodologie/procedure applicate:

Nel contesto della sottoazione 6.1 e come logica prosecuzione delle attività di coordinamento scientifico

e progettuale, ERSAF si è occupato della raccolta, della sistematizzazione e della condivisione di

documenti ufficiali, report e delibere relativi alle strategie di adattamento al cambiamento climatico. I

principali documenti condivisi con il partenariato di progetto sono stati prodotti dalle Nazioni Unite

(UNFCCC, Convenzione ONU sul Cambiamento Climatico), dall’Unione Europea, dal CIPRA, e dalla

Mountain Alliance Initiative – ICIMOD International Centre for Integrated Mountain Development).

ERSAF, nell’ambito della sottoazione 1.1 e 1.2, ha provveduto a condividere con il partenariato articoli

scientifici e materiale tecnico relativo alle conoscenze attuali sul cambiamento climatico; nell’ambito

della sottoazione 6.1, il materiale condiviso è in massima parte costituito da documenti ufficiali, report e

iniziative internazionali e comunità online con adeguate credenziali scientifiche e tecniche. In qualità di

leader di sottoazione 6.1, ERSAF ha inoltre fornito documenti ufficiali e bibliografia aggiornata sulle

strategie di adattamento al cambiamento climatico prodotti dall’Agenzia delle Nazioni Unite sul

Cambiamento Climatico (UNFCCC), dall’Unione Europea, dalla Convenzione delle Alpi e dall’Alleanza-

Iniziativa sulle Montagne e ha sovrinteso all’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico di Progetto che

si è occupato di redigere un documento comune di sintesi per la definizione degli scenari evolutivi e la

valutazione delle strategie di adattamento proposte dalle diverse Azioni.

- Attività del Comitato Tecnico Scientifico di Progetto:

Nel corso del III anno di Progetto ERSAF ha istituito il Comitato Tecnico Scientifico di Progetto (CTS),

costituito con rappresentanti nominati da ogni regione e da ogni cantone coinvolto (Grigioni, Lombardia,

Piemonte, Ticino, Valle d'Aosta, Vallese), che ha avuto il compito di lavorare sulla definizione comune

delle strategie di adattamento negli ambiti della gestione dei laghi, del monitoraggio delle sorgenti di

montagna e della gestione delle valanghe frequenti, sull’armonizzazione del quadro concettuale delle

strategie e sulla preparazione del documento finale strategico di Progetto.

Il CTS è stato presieduto da Eliot Laniado, dell’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e

delle Telecomunicazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a seguito di un’apposita Convenzione

stipulata con ERSAF.

Il 24 Maggio 2012 si è tenuto a Torino, presso la sede della Protezione Civile della Regione Piemonte, il 1°

Incontro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) del Progetto STRADA. La giornata ha visto la condivisione

degli elementi chiave di una strategia di adattamento, le riflessioni dei Referenti di Azione circa il

passaggio dal lavoro svolto nelle singole azioni alla definizione di strategie, e una discussione aperta ai

membri del CTS sull'organizzazione del lavoro e su come indirizzare e seguire le singole attività. Gli

elementi chiave di una strategia di adattamento sono stati individuati nei seguenti punti:

- Presenza di un quadro conoscitivo di riferimento (situazione attuale ed evoluzione storica)

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- Delineazione di uno scenario di riferimento

- Definizione di obiettivi e indicatori

- Definizione delle azioni/alternative

- Stima degli effetti delle azioni/alternative

- Confronto e scelta tra le alternative

- Attuazione e monitoraggio

In tutte le fasi sopraelencate, è essenziale prevedere il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti

interessati.

Il Comitato Tecnico Scientifico, al suo secondo incontro il 24 ottobre 2012, a Lugano, si è invece

concentrato sulla discussione della prime esemplificazioni di strategie di adattamento per le tematiche

della gestione delle sorgenti di montagna, delle valanghe frequenti e dei laghi transfrontalieri, secondo

gli elementi chiave condivisi.

I membri del CTS e i referenti di Azione presenti hanno inoltre convenuto con il coordinamento del CTS

di preparare un documento finale che rappresentasse l'insieme dei messaggi che il CTS di STRADA

concorda di fornire, in termini di tesi o lezioni apprese, a decisori politici e attori locali, incorporando le

esperienze strategiche e le specificità emerse nel corso del Progetto.

Sulla base delle proposte finali provenienti dai vari gruppi di lavoro, è stato quindi redatto un documento

di sintesi contenente le tesi e le lezioni apprese dal partenariato di progetto, la definizione dei nuovi

scenari evolutivi, i relativi impatti sul territorio e le proposte comuni per la migliore gestione del rischio e

dell’uso delle risorse. Le tesi condivise dal CTS e presentate nel documento finale sotto forma di lezioni

apprese sono le seguenti:

1) Cosa sappiamo, cosa occorre sapere e come ci muoviamo? L’incertezza: prenderne coscienza e agire.

2) Chi deve fare cosa, e insieme a chi? Assicurare la governance e prevedere la partecipazione

3) Cosa vogliamo ottenere? In quali ambiti e con quali tempi? La definizione di obiettivi e indicatori.

4) Che effetti avranno le nostre azioni? Come scegliamo la strategia? La valutazione degli effetti, la

selezione e l’attuazione della strategia.

5) E se succede un imprevisto? E se qualcosa va storto? La gestione del rischio di ogni giorno.

6) Come rispondiamo alle dinamiche sul territorio? Come monitoriamo la situazione? La flessibilità di

una strategia e il monitoraggio.

Le informazioni raccolte sono state strutturate e riordinate per permettere una sintesi differenziata per

target di riferimento:

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- Ai decisori politici e ai tecnici, che rappresentano le istituzioni direttamente coinvolte nel processo

decisionale, sono state messe a disposizione – opportunamente rielaborate e sistematizzate – tutte le

informazioni tecnico-gestionali utili allo svolgimento delle loro attività di gestione e pianificazione;

- Al pubblico generico (cittadini, ecc.) sono stati illustrati con idonei strumenti divulgativi gli impatti dei

cambiamenti climatici sulle risorse locali e le strategie di adattamento ideate nel progetto.

- Bibliografia

i) Documenti dell'UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico) sulle

strategie di adattamento: Bali Action Plan del 2007 e la Convenzione sull'Adattamento di Cancùn del

2010. Disponibile anche un kit informativo sugli accordi mondiali sulla mitigazione e sull'adattamento al

cambiamento climatico.

ii) Documenti dell'Unione Europea: in particolare il Green Paper sull'Adattamento del 2007, il White

Paper sulle Strategie di Adattamento del 2009, la Valutazione d'impatto del White Paper e il Report

Comunitario sulle Strategie del 2009. Selezionati inoltre il Paper sulla valutazione comparata delle

strategie di adattamento nazionali (l'Italia non ne ha alcuna). Sono disponibili anche i report della

European Environmental Agency sulla gestione delle acque sulle Alpi e sui segnali osservabili del

cambiamento climatico, tutti datati 2009.

iii) Documenti CIPRA (Convenzione delle Alpi): il Piano d'Azione sul Cambiamento Climatico nelle Alpi

(2009) e il Report sull'Acqua nelle Alpi nel contesto del Cambiamento Climatico del 2011.

iv) Documenti ICIMOD - Mountain Initiative (International Centre for Integrated Mountain Development):

ICIMOD è un ente intergovernativo dell'Asia Meridionale con sede a Kathmandu. ICIMOD e il Governo del

Nepal hanno promosso l'Alleanza-Iniziativa delle Montagne nel contesto del cambiamento climatico, con

report e testi destinati al COP16 di Cancùn (2010).

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Sottoazione 6.2: Definizione di procedure operative di intervento congiunto in zone transfrontaliere

- Indicazione dei partner coinvolti:

Referente: Regione Piemonte – Settore Protezione Civile.

Partecipanti: tutti i partner.

- Contesto scientifico, modelli/metodologie/procedure applicate:

La conoscenza dei rischi del territorio rappresenta la base per la pianificazione delle azioni finalizzate alla

tutela della vita, dei beni e degli insediamenti. L’ambito di riferimento per tali azioni non può essere

limitato dai confini politici ed amministrativi in quanto la propagazione dei rischi e lo sviluppo degli

elementi vulnerabili trascendono gli ambiti delle singole nazioni.

Partendo dagli approfondimenti, definiti nell’ambito delle azioni 1-5, si sono pertanto proposte ed

analizzate procedure operative di intervento congiunto condivise, finalizzate in particolare a definire lo

scenario di rischio alluvionale nel contesto transfrontaliero del Lago Maggiore. Le ricadute degli studi

volti a perseguire una maggiore conoscenza del rischio sono state quindi integrate in un documento atto

a coordinare le risorse e le procedure di gestione dell’emergenza a scala transfrontaliera.

- Attività svolte:

Per la definizione dell’ambito tematico all’interno del quale sviluppare l’azione esercitativa, attraverso

un confronto con i partners, si è scelto un tema che coinvolgesse il maggior numero di partner possibile

e che costituisse un argomento unificante tra le varie problematiche affrontate dal progetto.

Si è quindi ritenuto che la simulazione di un evento di precipitazioni intense con effetti importanti

sull’innalzamento del livello del Lago Maggiore, in uno scenario simile a quello verificatosi nell’ottobre

2000, potesse rappresentare un valido banco di prova per la sperimentazione del sistema di protezione

civile nel contesto transfrontaliero.

Al fine di strutturare un modello d’intervento per fronteggiare lo scenario di rischio derivante

dall’esondazione del Lago Maggiore in aree urbanizzate e sulla viabilità del lungolago sono state quindi

intraprese le seguenti iniziative:

Incontri tecnici si sono svolti tra il Settore Protezione Civile della Regione Piemonte e quello della Regione Lombardia, con l’interessamento della Provincia di Varese; sono stati inoltre coinvolti il Servizio Protezione Civile della Provincia del Verbano Cusio Ossola, il Gruppo comunale di protezione civile del Comune di Verbania, per l’acquisizione e l’analisi della documentazione già esistente a livello di Piani di Protezione Civile Comunali e Provinciali.

E’ stato interessato il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale per la definizione dei rapporti formali transfrontalieri con il Cantone Ticino per l’attuazione dell’esercitazione, effettuatasi nei giorni 19 e 22 aprile del 2013.

Il confronto svolto, in particolare con i rappresentanti della Protezione Civile del Canton Ticino (CH) in occasione di un incontro tenutosi a Locarno il 26 marzo 2012,

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relativamente alle diverse procedure d’intervento in uso in caso di calamità naturale, ha permesso di definire un’ottimizzazione delle modalità di cooperazione transfrontaliera, specialmente nelle procedure di comunicazione e di informazione reciproca. Gli elementi di raccordo introdotti dal confronto instaurato sono stati raccolti nel documento di sintesi delle sottoazioni 6.2, 6.3 e 6.4

6.3 - Esercitazione congiunta Italo-Svizzera

- Indicazione dei partner coinvolti:

Referente: Regione Piemonte – Settore Protezione Civile.

Partecipanti: tutti i partner.

- Contesto scientifico, modelli/metodologie/procedure applicate:

Il 22 Aprile 2013, a Verbania, sul Lago Maggiore, si è svolta l’esercitazione di protezione civile

prianificata, denominata “Al lago”, secondo i criteri individuati nell’azione 6.2.

La simulazione della gestione di un evento alluvionale, con effetti di progressivo allagamento delle rive

del lago e di innesco di fenomeni di dissesto sui versanti, ha coinvolto l’intero sistema di protezione civile

locale, rappresentato dal Servizio Protezione Civile e dal Servizio Difesa del Suolo della Provincia di

Verbania, dalla Prefettura e dal Comune di Verbania, nonché dal Coordinamento Provinciale del

Volontariato di Protezione Civile, dal Gruppo Comunale di Protezione civile e dal Corpo Volontari Anti-

incendi Boschivi di Verbania. Le fasi operative dell’esercitazione hanno inoltre coinvolto il Servizio di

Emergenza sanitaria 118, la Croce Rossa Italiana, i Vigili del fuoco, le Forze dell’ordine ed i fornitori di

servizi essenziali, coordinati dalla Prefettura.

La programmazione delle attività oggetto di esercitazione ha richiesto l’effettuazione di numerosi

incontri a Verbania (2 in febbraio, 2 a marzo e 2 nel mese di aprile 2013) con le autorità e ed i

rappresentanti degli operatori di protezione civile locale.

Il documento d’impianto dell’esercitazione redatto contiene il quadro dell’organizzazione, delle risorse

necessarie e delle procedure operative (attraverso 146 attivazioni), attuate fra le giornate del 19 e del 22

aprile. La sua redazione è stata ottimizzata dall’impiego di uno specifico applicativo informatico

sviluppato da CSI Piemonte per conto del Settore regionale Protezione civile, che permette di

condividere tra i vari enti coinvolti nella stesura del documento, secondo le proprie competenze,

indicazioni, informazioni, dati, mappe ed eventuale altro materiale di interesse per l'evento

programmato.

L’attivazione delle varie fasi prestabilite nel documento di impianto è stata legata all’emissione da parte

del Centro Funzionale di ARPA Piemonte, secondo cadenze programmate nei giorni tra il 19 e il 22 di

aprile, di bollettini d’allertamento e d’aggiornamento previsti dal Disciplinare regionale del sistema

d’allertamento per scopi di protezione civile in caso di criticità idrogeologica.

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Lo schema seguente identifica il modello d’intervento di protezione civile adottato dalla Regione

Piemonte, sulla base del quale sono stati strutturati gli apporti operativi da parte dei vari organismi

istituzionali coinvolti nell’esercitazione.

- Attività svolte:

Nel corso dell’esercitazione, svoltasi in modalità “full scale”, ovvero attraverso azioni per posti di comando e d’intervento reale sul territorio, è stato anche possibile testare operativamente sistemi e metodologie innovative basate sul web, finalizzate ad una rapida trasmissione alle sale operative, tramite app di web mapping installate su smartphone, dei dati di rilevamento dei fenomeni di dissesto da parte delle strutture tecniche regionali coinvolte nell’esercitazione. Si sono messi a confronto due diversi sistemi di segnalazione di effetti al suolo in corso di evento: uno, sviluppato dal Settore Protezione Civile regionale, denominato GeoEventFlex, ed uno denominato ODK (Open Data

Fig. n. 1: Schema organizzativo del modello d’intervento regionale di protezione civile adottato nel corso dell’esercitazione del 22 Aprile 2013 a Verbania.

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Kit) implementato dal Centro Interdipartimentale di ricerca sui rischi naturali in ambiente montano e collinare (NAT-RISK) dell’Università di Torino, sotto il coordinamento del Prof. Marco Giardino.

Lo stesso Centro NAT-RISK ha altresì contribuito all’allestimento sperimentale, di concerto con il Settore Protezione Civile e con il Centro funzionale regionale, di una Redazione web presso la Sala operativa del Coordinamento provinciale del volontariato di Verbania, presso la quale sono state sperimentate, attraverso la realizzazione di un apposito sito web, nuove modalità di diffusione alla popolazione di informazioni sullo sviluppo dell’evento calamitoso e di comunicazione di raccomandazioni per l’autoprotezione del cittadino.

Scopo della Redazione Web è stato quello di far pervenire le informazioni al pubblico sull’evento in modo puntuale e continuo, facendo una sorta di cronaca dell’evento attraverso:

informazioni meteo puntuali e comprensibili (es. i bollettini sono stati accompagnati da spiegazioni sul significato dei diversi livelli di allerta e da indicazioni sui comportamenti di autoprotezione);

Fig. n. 2: Schermata dell’applicativo GeoEventFlex sviluppato dal Settore regionale Protezione civile, per l’acquisizione e la gestione delle segnalazioni sul dissesto idrogeologico in corso d’evento rilevate sul territorio attraverso l’uso di smartphone.

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informazioni di contatto con gli organismi del soccorso, individuazione di aree di raccolta della popolazione e di centri operativi (su mappa);

informazioni sull’evoluzione dell’evento: impatto, aree a rischio, interruzioni della viabilità, danni, etc.;

informazioni sulle attività in loco degli organismi del soccorso;

informazioni sul contesto operativo (procedure e processi);

informazioni di autoprotezione;

link utili;

approfondimenti sull’evento: geologici e geomorfologici, storici.

Il principale canale di comunicazione utilizzato, in condivisione tra il Settore regionale Protezione Civile ed il Centro funzionale di ARPA Piemonte, è stato un sito web http://pcexverbania.wordpress.com/2, appositamente creato per l’esercitazione.

Fig. n. 3: Home page del sito EXPC Verbania allestito sperimentalmente con il supporto del Centro Interdipartimentale di ricerca sui rischi naturali in ambiente montano e collinare (NAT-RISK) dell’Università di Torino, per l’informazione alla popolazione sull’evoluzione dell’evento alluvionale simulato nel corso dell’esercitazione “Al lago”.

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Il carattere transfrontaliero dell’esercitazione è stato garantito dalla presenza presso il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) istituito presso la Prefettura di Verbania, di rappresentanti delle autorità di protezione civile del Canton Ticino della Confederazione Elvetica, con il coinvolgimento del Centro operativo di Chiasso per una richiesta di supporto per la gestione di un’emergenza simulata, riferita alla necessità di rientro da oltre confine di lavoratori frontalieri bloccati da una frana sulla viabilità del lungo lago.

Il Servizio Difesa del Suolo provinciale ha inoltre reso disponibile un server web con un visualizzatore cartografico GIS integrato, accessibile dai vari posti di comando mediante una pagina internet dedicata, sul quale venivano pubblicati in tempo reale le cartografie rappresentanti le aree di allagamento e gli edifici vulnerabili al progressivo innalzamento simulato del livello del lago. Un esempio di cartografia prodotta dall’applicativo impiegato è rappresentato nell’immagine alla pagina seguente.

Il Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile del Verbano Cusio Ossola ha fornito il necessario supporto operativo - logistico alle azioni di intervento simulato nel corso dell’esercitazione; i volontari sono stati coinvolti, in particolare, in azioni di mitigazione degli effetti dell’innalzamento del livello del lago, attraverso l’installazione di barriere anti-esondazione “NOAQ” sulla piazza antistante il Municipio di Verbania.

Altri interventi sono stati effettuati a supporto di operazioni di evacuazione della popolazione da aree allagate di un campeggio ubicato in area prossima al lago e per la gestione di una situazione d’emergenza connessa al verificarsi di una frana sulla viabilità transfrontaliera nel comune di Cannero Riviera.

Il Coordinamento dei volontari ha infine contribuito alla simulazione di un salvataggio di persone infortunate su un isola del lago, attraverso l’impiego di un mezzo anfibio cingolato derivato da un mezzo militare; a conclusione dell’esercitazione, il Coordinamento ha messo a disposizione i propri locali e la cucina da campo per la fornitura di un pasto a tutti i partecipanti.

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Fig. n. 4: Pagina del sito http://geomatic.disat.unimib.it/vco/ allestito sperimentalmente dal Servizio Difesa del Suolo della Provincia di Verbania, per aggiornamenti sull’evoluzione del livello del Lago Maggiore nel corso dell’esercitazione “Al lago”.

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Fig. n. 5: esempio di rappresentazione modellistica, elaborata dal Servizio Difesa del Suolo della Provincia di Verbania, delle fasce di esondazione del Lago Maggiore nella zona di Intra (Verbania) e della vulnerabilità degli edifici in relazione all’altezza della lama d’acqua.

Fig. n. 6: Fase di simulazione di soccorsi con mezzo anfibio da parte del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile del Verbano Cusio Ossola.

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6.4 - Valutazione dei risultati ottenuti ed elaborazione di raccomandazioni sotto forma di “ritorno d’esperienza” delle attività svolte – training

- Indicazione dei partner coinvolti:

Referente: Regione Piemonte – Settore Protezione Civile.

Partecipanti: tutti i partner.

- Contesto scientifico, modelli/metodologie/procedure applicate:

Al termine dell’esercitazione sono stati valutati criticamente, in una apposita riunione di confronto tra i vari soggetti coinvolti, sia a livello istituzionale che operativo, i risultati ottenuti in relazione alla programmazione effettuata, attraverso la verifica quantitativa di indicatori stabiliti preventivamente in relazione al rispetto della tempistica delle attivazioni previste e alla reattività operativa del sistema di protezione civile nel suo complesso.

Gli esiti dell’esercitazione hanno portato alla redazione di uno specifico documento finale relativo alle Azioni progettuali 6.2 e 6.3, nel quale sono illustrate, oltre al documento d’impianto dell’esercitazione “Al lago”, le strategie di operatività territoriali ottimali per la gestione, a livello di protezioni civile, di fenomeni calamitosi connessi al verificarsi di precipitazioni intense.

Ai fini del raggiungimento degli obiettivi del progetto sono stati in particolare analizzati gli aspetti procedurali dell’esercitazione che identificano possibili miglioramenti del sistema d’intervento di protezione civile per eventi similari a quello simulato; sono state altresì discusse le possibilità di sviluppo del sistema di rilevamento e trasmissione di informazioni georeferenziate sul dissesto, attraverso l’impiego di applicativi specifici per smartphone o tablet, oltre al ritorno d’esperienza derivante dall’esercizio di un canale d’informazione sperimentale alla popolazione in corso d’evento via web.

- Risultati delle attività svolte:

Nel corso dell’esercitazione, dal punto di vista procedurale, le tempistiche di attivazione del sistema di protezione civile e l’efficacia d’intervento sono complessivamente risultati in linea secondo quanto programmato.

L’ambito transfrontaliero dell’esercitazione ha permesso di mettere a confronto i sistemi d’intervento a livello regionale sia italiano che svizzero, identificando gli ambiti nei quali, in particolare quello comunicativo, sono stati individuati spazi di miglioramento, attraverso futuri protocolli condivisi di gestione delle emergenze.

La collaborazione instauratasi tra gli organi istituzionali e operativi coinvolti a livello regionale (Settore Protezione civile, Centro Funzionale di ARPA Piemonte, Settori tecnici della Direzione regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo e Economia Montana e Foreste) provinciale (Servizio di Protezione civile, Servizio Difesa del Suolo, Prefettura e Coordinamento provinciale del volontariato di Protezione civile) e locale (Gruppo comunale di Protezione civile) ha permesso di verificare e

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ottimizzare la solidità del sistema di protezione civile regionale, individuandone alcuni punti critici e definendone le relative azioni correttive necessarie.

L’impiego di un sistema appositamente creato per il controllo e il rilevamento di dati sugli effetti al suolo su punti critici pre-individuati, mediante l’uso di un’app per il web mapping su smartphone e l'invio in tempo reale ad un server presso la Sala operativa regionale, ha consentito di valutarne l’utilità nel percorso metodologico di supporto alla gestione dell’evento, attraverso il controllo sullo stato evolutivo al suolo dei fenomeni.

In particolare, sono stati evidenziati alcuni aspetti critici legati all’uso sul terreno degli strumenti di web mapping (legati principalmente ai limiti intrinseci degli strumenti stessi, ad esempio in relazione alla visibilità dello schermo in condizioni di forte luminosità ambientale).

Complessivamente, è stata valutata positivamente l’esperienza d’impiego di sistemi innovativi di trasmissione alle Sale operative di segnalazioni dal territorio di fenomeni di dissesto e/o dei danni associati, in relazione soprattutto alla facilità d’impiego del sistema, all’elevata affidabilità della trasmissione dei dati (seppur dipendente dalla qualità della rete del gestore d’appoggio) ed alla rapidità di disponibilità dei dati.

Per quanto concerne le attività sperimentate nel campo della comunicazione, è evidente quanto l’informazione sia centrale al fine di rendere resiliente la cittadinanza, le amministrazioni locali, i gestori dei servizi essenziali e delle infrastrutture. Le possibilità di reazione della popolazione di fronte agli eventi calamitosi si basa inevitabilmente su una informazione che renda il cittadino consapevole e responsabile.

In questa prospettiva, gli esiti dell’esercitazione di protezione civile condotta nell’ambito del progetto sono stati riportati in un apposito documento, che affronta i temi dell’esigenza di fornire alla popolazione un’informazione aperta, accessibile e comprensibile, sulle tematiche dei rischi naturali.

Nel documento vengono proposte soluzioni, in parte applicabili a breve termine, in parte a medio e lungo termine, efficacemente introducibili nel sistema della comunicazione per scopi di protezione civile nel contesto transfrontaliero italo-svizzero.

Alcuni prodotti di comunicazione sono stati infine realizzati dalla Regione Piemonte (una brochure informativa, un video e materiale promozionale del progetto) per garantire la massima diffusione dei risultati e per proporre un approccio coinvolgente al cittadino sul tema dell’adozione di adeguati comportamenti di autoprotezione nei confronti dei rischi naturali.

- Bibliografia

i) DGR 30 Luglio 2007, n. 46-6578 “Disciplinare per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di

allertamento regionale ai fini di protezione civile”. Regione Piemonte.

ii) Linee guida per la redazione dei Piani Comunali di Protezione Civile. Regione Piemonte, 2004.

iii) Giardino M., Giordan D., Ambrogio S., 2004. GIS Technologies for data collection, management and

visualisation of large slope instabilities: two applications in the Western Italian Alps. Natural Hazards and

Earth System Sciences 4, pp. 197 – 211.

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iv) Lanfranco M. and Rapisardi E., 2011. Urban resilience to severe storms. An Italian case-history of local

community response to natural disasters. Geophysical Research Abstracts, Vol. 3, EGU2011-6770-1.

v) Rapisardi E., Lanfranco M., Di Lolli A., Lombardo D., 2011. Web and mobile emergencies netwrk to real

time information and geodata management, doi: 10.2788/73045.