NET EUROPEO DI WELFARE PROGRAMMA INTERREG III A TRANSFRONTALIERO ADRIATICO

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NET EUROPEO DI WELFARE NET EUROPEO DI WELFARE PROGRAMMA INTERREG III A PROGRAMMA INTERREG III A TRANSFRONTALIERO ADRIATICO TRANSFRONTALIERO ADRIATICO Le diverse età Le diverse età degli adolescenti degli adolescenti Forlì, 23 Gennaio 2006 Forlì, 23 Gennaio 2006 Ilaria Ilaria Barachini Barachini

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NET EUROPEO DI WELFARE PROGRAMMA INTERREG III A TRANSFRONTALIERO ADRIATICO. Le diverse età degli adolescenti. Forlì, 23 Gennaio 2006 Ilaria Barachini. DEFINIZIONE. Pertinente Rispettosa Utile RAPPRESENTAZIONE. ???. IMMAGINE PROVVISORIA Esperienza personale di sé, Scienze umane - PowerPoint PPT Presentation

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TRANSFRONTALIERO ADRIATICOTRANSFRONTALIERO ADRIATICO

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Le diverse età degli Le diverse età degli adolescentiadolescenti

Forlì, 23 Gennaio 2006Forlì, 23 Gennaio 2006

Ilaria BarachiniIlaria Barachini

DEFINIZIONE

PertinenteRispettosa

Utile

RAPPRESENTAZIONE

???

IMMAGINE PROVVISORIA

• Esperienza personale di sé, • Scienze umane• Cultura, stereotipi• Mass media (cinema, giornali,

libri ecc)

Preadolescenza ed adolescenza come CATEGORIE CONCETTUALI

MODERNE

La dimensione del soggetto in età evolutiva (infanzia, predolescenza e adolescenza) come componente strutturale della società

Preadolescenza

età compresa tra i 10 ed i 14 anni

“età negata” “età sconosciuta” “età appendice”

Preadolescenza Età di soglia

in transizione di uscita e di ingresso Pubertà

Caratterizzata da richieste implicite, domande

silenziose

Adolescenza

età compresa tra i 15 ed i 18 anni compresi

“età critica”“età difficile”“età a rischio”

ANNI ’80 RAPPRESENTAZIONE LEGATA AL DISAGIO

AdolescenzaEtà di ricerca e sperimentazione

l’identità giovanile come portatrice di valori, istanze in rottura con la

società e le generazioni precedenti

Elementi•Cambiamento

•Identità•Gruppo

•Autonomia•Corpo

MetodoContesto Società post-moderna

• Paradigma della complessità• Globalizzazione• Sviluppo demografico• Nuove immigrazioni• Nuove forme di povertà • Evoluzione del sistema lavorativo• Ruolo della donna• Gestione familiare modifiche interne alla

famiglia• Individualismo affermazione di sè,

indebolimento logoramento del legame sociale

• competitività• sviluppo tecnologico e scientifico

PrincipiConvenzione internazionale sui diritti

dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) ONU 20 novembre 1989

• Interesse superiore del fanciullo• Promozione e tutela della crescita

personale del soggetto• Obiettivo della crescita: costituirsi e

realizzarsi pienamente come persona• Principio: Bambino come soggetto attivo e

competente del proprio processo di sviluppo

La convenzione ONU

Principi generaliSecondo modello Le “3 P”

• La provision si riferisce al diritto per i bambini e gli adolescenti di possedere, ricevere o accedere a determinati beni o servizi,

• la protection si riferisce al diritto alle cure e alla protezione,

• la partecipation al diritto di fare delle cose, di esprimere se stessi ed avere effettivamente voce in quanto bambino o adolescente attivo membro di una comunità. la partecipazione è intesa come un elemento di sviluppo e di cittadinanza.

Non esiste una reale cittadinanza se una di queste 3 P è disattesa.

Principali fasi

di sviluppo

delle politiche

per i minori

1989Convenzione Onu su sui diritti del fanciullo

1990 Piano d’azione mondiale per l’infanzia

1991 Ratifica della CRC L. 176/91

1997 I Piano d’azione

2000 II Piano d’azione

1997 Legge 285

1997 Legge 451

2000 L. 328

1998 Legge 476

2001 Legge costituzionale n.3

1998 Legge 269

1991 Legge 216/91

2003 Child one europe

2005Terza conferenza nazionale

Legge L. 285/97 “Disposizioniper la promozione di diritti e opportunità

per l’infanzia e l’adolescenza”

Le caratteristiche della leggeLe caratteristiche della legge

• Istituisce un fondo nazionale per realizzare interventi al fine di promuovere i diritti, la qualità della vita, lo sviluppo individuale e sociale dei bambini e degli adolescenti,

• È uno strumento fondamentale e innovativo per il rilancio e la trasformazione delle politiche sociali in un settore fino ad ora caratterizzato da provvedimenti parziali e settoriali

• Definisce indirizzi e finalità generali, affermando tra l’altro, la centralità della famiglia e del rapporto genitori-figli

• Indica aree di intervento con progetti e interventi da garantire su tutto il territorio nazionale, cercando di diminuire gli squilibri territoriali

Il pianoterritoriale

• Le Regioni definiscono gli indirizzi generali, gli ambiti territoriali e il riparto economico

• Per accedere ai finanziamenti è necessario costruire un Piano territoriale

• I Gruppi tecnici di ogni ambito, individuano obiettivi, elaborano o accolgono i progetti, definiscono le modalità di gestione

Legge L. 285/97 “Disposizioniper la promozione di diritti e opportunità

per l’infanzia e l’adolescenza”Idee guida:

La strategiadelle connessioni

• I Piani territoriali sono confermati attraverso accordi di programma obbligatori tra Comuni, Aziende USL, Provveditorati e Centri giustizia minorile...

• Si stabilisce un rapporto tra pubblico e privato laddove l’Ente locale assume compiti di governo e di regolazione/coordinamento

- - Promozione dei dirittiPromozione dei diritti:: le città le città amiche amiche dell’infanzia, attenzione al generedell’infanzia, attenzione al genere

- - Tempo liberoTempo libero:: interventi educativi e interventi educativi e ricreativiricreativi

- - Prima infanzia e relazioni Prima infanzia e relazioni genitori/figligenitori/figli:: interventi socio-interventi socio-educativi e di educativi e di sostegnosostegno

- - Povertà, disagio, violenza e Povertà, disagio, violenza e istituzionalizzazioneistituzionalizzazione::

interventi di contrastointerventi di contrasto

- - Promozione dei dirittiPromozione dei diritti:: le città le città amiche amiche dell’infanzia, attenzione al generedell’infanzia, attenzione al genere

- - Tempo liberoTempo libero:: interventi educativi e interventi educativi e ricreativiricreativi

- - Prima infanzia e relazioni Prima infanzia e relazioni genitori/figligenitori/figli:: interventi socio-interventi socio-educativi e di educativi e di sostegnosostegno

- - Povertà, disagio, violenza e Povertà, disagio, violenza e istituzionalizzazioneistituzionalizzazione::

interventi di contrastointerventi di contrasto

L’eredità di metodo della legge 285/97

I quadri culturali di riferimento: crescita dei livelli di attenzione riguardo ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza;

La dimensione della processualità, quale modalità sviluppo unitario di azioni sensate, dotate di intenzionalità

La dimensione della programmazione conoscere, osservare,comprendere, agire, valutare

L’integrazione, fulcro strategico della costruzione del sistema (integrato) dei servizi

Il lavoro di comunità e la comunità locale, luogo geografico e tessuto relazionale per realizzare gli interventi

La valutazione e la formazione, strumenti per forme di apprendimento generativo più che adattivo

Legge 328/00 Legge quadro per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali

•strumento normativo di programmazione e organizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali

•compete agli enti locali, alle regioni ed allo Stato

•Si basa su i principi di sussidiarietà, cooperazione, efficacia, efficienza ed economicità, omogeneità,

Modifiche al Titolo V della Parte Seconda della Costituzione

Trasferimento di responsabilità in termini di:•Programmazione•Gestione dei fondi•Competenze in materia di politiche sociali dallo Stato alle Regioni ed gli Enti Locali

Questioni aperte relative alle politiche sociali rivolte all’infanzia e

l’adolescenza

Normativa

Finanziaria

Gestionale

Culturale

Questioni:

Normativa• La legge 285 non è abrogata • Nuovo scenario istituzionale legato alla riforma costituzionale• La finanziaria 2003 ha istituito il fondo unico indistinto

Economico/Finanziaria

• Risorse limitate, costanti o in diminuzione

• Crescita della domanda

• Situazione di quasi mercato, squilibrio tra domanda e offerta

Questione gestionale

Rischi• Funzionerà il rapporto tra i vari soggetti/attori delle politiche?• Regia: integrazione o disintegrazione?• Quali meccanismi di coordinamento e di supporto alle decisioni?• Quale sistema di raccolta delle informazioni e di comunicazione?• Quali strategie di gestione?

Opportunità• Disegnare circuiti di

regolazione• Tavoli, gruppi di

lavoro• Promuovere la

partecipazione• Integrazione

istituzionale, gestionale, professionale

• Formazione, documentazione, monitoraggio e valutazione

• Programmazione e pianificazione

• Sussidiarietà

Questione culturale

Rischi• Perdita di centralità del “soggetto infanzia” a favore della “famiglia”?• Adultocentrismo: infanzia da proteggere e non da promuovere?• Visione della politiche sociali in senso residuale e assistenziale?

Opportunità• La famiglia come parte

del “capitale personale” del minore

• Il suo ben-essere dipende dalla qualità delle relazioni che vive

• Le difficoltà dei bambini rivelano oggi la difficoltà di “essere adulti”

• Effetto “contaminazione” delle politiche per l’infanzia

• Capacità delle istituzioni di avere un progetto sociale di futuro

Ricerca nazionale sui servizi rivolti a preadolescenti ed

adolescenti - 2002Tipi di servizi

a) area sostegno e prevenzione:ascolto e sostegno degli adolescenti: 114 interventilavoro di strada: 109 interventicentro educativo: 89 interventiprevenzione dispersione scolastica: 48 interventisostegno ad adolescenti fragili: 38 interventiconsultorio per adolescenti: 13 interventi

b) area aggregazione:centro di aggregazione: 519 interventiinformazione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: 246 interventi

c) area protagonismo e partecipazione:

microprogetti per la partecipazione: 85 interventiconsigli comunali dei ragazzi: 80 interventi.