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    Spedizione in A. P. - 70% Filiale di Milano - In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente detentore del conto

    RIVISTA TRIMESTRALE A CURA DEL ANNO 13 - N. 27 - APRILE 2002

    .Cenni di metodologia

    omeopatica 

    . Ricerca . Le epatopatie (parte IIª)

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    Direttore responsabile: Vincenzo Bonifacio Vitale

    Edizione, direzione, redazione, amministrazione e pubblicità:iMO, via Firenze 34, 20060 Trezzano Rosa (Mi),tel. 02909313.250 (r.a.), fax 02909313.211

    Stampa:Litorama S.p.A.

     Via B. Quaranta, 44 - Milano

    È una rivista didattico scientifica riguardante le metodiche della medicina alternativa e in particolar modo omeopatia, agochimio-puntura e bioterapia. La rivista è aperta al contributo di tutti i medici operanti nei settori citati. Va comunque tenuto presente che icontributi dovranno corrispondere nel contenuto all’impostazione data dal CSOA (Centro Studi di Omeopatia Applicata) che curala supervisione scientifica della rivista, per cui l’accettazione dei lavori sarà subordinata al parere del Comitato Scientifico.Lavori, lettere, case reports ecc. possono essere inviati al seguente indirizzo: CSOA - Segreteria Omeopatia OGGI, Via Firenze 34,20060 Trezzano Rosa (Mi). I lavori non pubblicati non saranno restituiti. Autorizzazione - Tribunale di Milano n° 154 del 3/3/90

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    Istituto di Medicina Omeopatica Centro Studi Omeopatia Applicata

    Organizzano per l’Anno Accademico 2002/2003

    CORSO TRIENNALE DI OMEOPATIA 

     MILANO

     Riservato a Medici, Veterinari, Farmacisti elaureandi delle rispettive Facoltà

    OBIETTIVO DEL CORSO

    Il Corso triennale, che CSOA propone, ha l’obiettivo attraverso un percorso didattico, nato da una con-solidata esperienza di insegnamento della terapia omeopatica, di formare medici e farmacisti che possanointegrare con competenza l’uso dei rimedi omeopatici nella loro pratica quotidiana. Il programma di inseg-namento è in linea con le direttive dell’ECH – European Committee for Homeopathy – per la formazionedel Medico omeopata e con il Programma Nazionale elaborato dalle maggiori Scuole omeopatiche italiane,di cui CSOA è uno dei firmatari dell’accordo.

     METODOLOGIA DIDATTICA 

    Accanto alle tradizionali lezioni, il cui scopo è fornire conoscenze specifiche, nei tre anni di corso verran-

    no proposti momenti di verifica, discussione, simulazione di situazioni finalizzate ad un apprendimentoattivo del ruolo di medico/farmacista omeopata. In altre parole, mentre le lezioni forniscono gli elementiconoscitivi peraltro indispensabili, si cercherà di sviluppare e di stimolare negli allievi il giusto spirito dimedico/farmacista omeopata. Verranno quindi proposti test, questionari, esercitazioni e discussioni aperteaffinché la partecipazione al Corso sia attiva. In questo modo il Corso non sarà solo informativo, ma diver-rà realmente “formativo”; in questo aspetto sta il carattere peculiare innovativo del Corso CSOA, che lodifferenzia e lo caratterizza tra le tante iniziative analoghe presenti in Italia.

    SEDE DEL CORSO

     Jolly Hotel Machiavelli Via Lazzaretto, 5

     Milano

     ATTESTATO

     Al termine del triennio (Medici) e del biennio (Farmacisti) verrà rilasciato un attestato di partecipazionedopo il superamento di un esame.

    DOCENTI CON PLURIENNALE ESPERIENZA ED INTERVENTI DI ALTRI ESPERTI.

    PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI AI CORSI RIVOLGERSI ALLA SEGRETERIA I MO

     VIA FIRENZE 34, 20060 TREZZANO R OSA (MI)

     TEL. 02909313.253-257; FAX 02909313.211; E- MAIL: [email protected] 

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    Giunge voce che agli organizzatori di un Convegno, il cui scopo era quello di promuovere un’esperienza di integrazione medica tra medicinaconvenzionale e medicina nonconvenzionale, in ambito ospedaliero, eche avevano fatto una richiesta di patrocinio al Ministro della Salute, siagiunta una risposta negativa da partedello stesso, con l’argomentazione

    secondo cui il patrocinio non sarebbestato concesso perché nel Convegno ci si sarebbe occupati di temi privi di documentazione scientifica.

    Ciò si aggiunge a una serie di ini-ziative (chi ha dimenticato l’estro-missione delle MNC dai LEA?)del recente passato e ad altre, che sonostate annunciate, che tolgono ogni dub-bio: questo Ministro non ama le MNC,anzi, probabilmente, le odia. Il motivosarebbe scientifico e cioè la non compro-vata efficacia di molte di queste metodi-che e di molte parti di ciascuna di esse.

    Questo scenario, che è sicuramentepeggiore rispetto a ciò che si era visto aitempi del Ministro Bindi, che era un Mi-nistro politico, ma persino dello stessoVeronesi, il cui valore di scienziato è mol-to più difficilmente contestabile, obbligaa qualche riflessione.

    Nella passata legislatura vi è stata un’in-

    tensa esperienza legislativa attorno alla fi-gura dell’On. Galletti, che ha portato unprogetto di legge, non bello e, sicura-mente, perfettibile (ma cosa non lo è?), a

    centrare l’obiettivo dell’approvazionedella XII Commissione Affari Sociali. Iltempo e le imperfezioni non gli hannoconsentito di giungere alla discussione inaula. Nulla di fatto, dunque, tutto da rifa-re. E, di fatto, nella stessa Commissione,un certo numero di deputati si sta prepa-rando a ripresentare proposte di provve-dimenti quadro per la Medicina NonConvenzionale.

    Per quanto diversa possa essere la loroposizione politica (ve ne sono, infatti, di

    destra, di centro e di sinistra), tutti rico-noscono la necessità di consentire al citta-dino l’esercizio di un sacrosanto dirittoche è quello, all’interno di una doverosa ecorretta informazione, della libertà di cu-ra o, meglio, della libera autodetermina-zione dell’indirizzo della stessa.

    Nelle varie proposte di legge della scor-sa e della presente legislatura, si ribadisceil fatto che il principio del pluralismoscientifico è la necessaria premessa per-ché questa libera autodeterminazionedella cura si realizzi. Non solo, a più ri-prese e a diversi livelli, si è sottolineatocome la moderna medicina, individuandonel cittadino (non più paziente) il sogget-to della direzione della cura, abbia postole basi per una ristrutturazione del rap-porto medico-paziente, che deve passaredal vecchio modello paternalistico a quel-lo di una consulenza e di un’alleanza tra idue contraenti.

    Ecco che, invece, ci viene detto e ribadi-

    to che c’è una sola scelta terapeutica, cheè quella che decide lo Stato, e che a quel-la tutti devono uniformarsi, l’alternativaessendo quella che chi non si uniforma a

    ciò che lo Stato ha deciso, o ha i soldi perpagarsi la sua scelta o, nei fatti, è senza cu-re. Questo vale per tutti. Quindi, ancheper quei nove milioni di persone che, oc-casionalmente o stabilmente, scelgono dirivolgersi alla MNC, ben convinti della

    bontà della loro scelta e dei buoni effet-ti delle cure, cui si sottopongono. Tantoè vero che, da sempre – non c’era biso-gno di una legge – la maggior parte diquesti si è sempre pagata la gestione del-la sua salute. Vede, però, Signor Mini-stro, qui sorge un problema che, primache scientifico è politico e, in particola-re, di equità sociale.

    Lei sa spiegarci per quale motivo questinove milioni di italiani devono pagare le

    tasse per mantenere un sistema medico diuno Stato che non dà loro il tipo di curache loro, i cittadini, secondo i modernicriteri di relazione con la medicina, han-no responsabilmente scelto come moda-lità primaria o accessoria di cura?

    Perché, da sempre, per loro la medicinacosta il doppio? Un po’ come accade nel-le scuole: tasse per far studiare i propri fi-gli e poi una retta di una scuola privata, se vuoi esercitare il sacrosanto diritto di sce-gliere come farli educare. Sappiamo che

    la libertà ha un costo. Non sapevamoavesse anche una tassa e, soprattutto, maici saremmo aspettati che questo balzello venisse se non imposto, altri ci hannopensato prima di lei, avvallato da un rap-presentante della Casa delle Libertà. Lasua Collega Moratti nel campo dell’edu-cazione, per esempio, ci pare abbia presoun’altra strada, con grande soddisfazionedi tutti.

    Il suo Ministero ha cambiato nome ed èdivenuto il Ministero della Salute, abban-donando il titolo più antico di Ministerodella Sanità. Siamo convinti che le paroleabbiano un loro peso e crediamo di nonsbagliare se diciamo che, mentre la paro-la Sanità evoca l’aspetto organizzativo,inerente alla gestione della salute, la paro-la salute evochi, più immediatamente, ilproblema relativo alla domanda del citta-dino, di tutti i cittadini: godere buona sa-lute come premessa per essere felici. Ma ci chiediamo: cos’è la salute? Do-

    manda difficile, cui soccorre una defini-zione data dall’OMS, da tutti citata a pa-role e ignorata nei fatti, secondo cui la sa-lute sarebbe non solo l’assenza di malattia

    EDITORIALE

    OMEOPATIA OGGI

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    IL MINISTRO

    E I CATTIVI CONSIGLIERI

    di EMILIO MINELLIi 

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    o di infermità ma uno stato di benessereassoluto di tipo fisico, mentale e sociale.Se, come dice il nome, il Ministero che leidirige vuole occuparsi non solo delle ma-lattie e della sanità, ma anche della salutedei cittadini, in senso pieno, non può non

    intervenire in quel campo da sempre di-satteso e negletto che è la qualità della vi-ta dei cittadini. E qui direi che bisognasfatare un equivoco perché non è possibi-le continuare a dire, come fanno moltidetrattori di questo aspetto, che la guari-gione delle malattie è il versante scientifi-co della medicina, mentre la qualità dellavita ne sarebbe l’elemento, per così dire,ludico. Vorremmo ricordare come nelcampo sterminato della patologia cronica

    e degenerativa, dove nessuno che abbia ildono della sincerità oserebbe neanchesussurrare la parola guarigione, la qualitàdella vita e i suoi indicatori sono le unichecose di cui la medicina si occupa seria-mente nella cura del paziente. Molti deipazienti che utilizzano MNC sono con-vinti che la qualità della vita sia impor-tante quanto la vita stessa e che l’uso diMNC, oltre ad aver risolto numerosi lo-ro problemi di salute, abbia migliorato,spesso, anche la loro qualità di vita.

    Sir Robert Hutchinson, in una preghie-ra rimasta famosa, chiedeva a Dio, tra l’al-tro, che “la cura non fosse peggiore delmorbo” e lo chiedeva in un periodo stori-co in cui l’eroismo e la radicalità delle cu-re mediche erano rinomate. In molticampi della medicina, oggi, non è cam-biato molto. Ci vuole coraggio per curar-si. Se la MNC aiuta a ridurre e ad affron-tare meglio gli effetti collaterali di una cu-ra, deve essere considerata una risorsa perla salute oppure no? Non ci aspettiamouna risposta da lei, Signor Ministro, per-ché non riteniamo che sia lei a dover ri-spondere. Sono i cittadini che devono es-sere messi nella condizione di scegliere li-beramente come determinare e dirigerel’indirizzo della loro cura. Ancora unavolta ci stupisce che, con cultura rigoro-samente statalista, come non la si vedevada anni, sia un rappresentante della Casadelle Libertà a selezionare e decidere perlegge quali siano i bisogni fondamentali

    di un cittadino e quali no.La MNC non produce dimostrazionidella propria efficacia. Ha ragione davendere, Signor Ministro, e glielo dicono

    persone che da vent’anni nel loro piccolosi arrabattano per produrre questa ricer-ca. Ma, Signor Ministro, lei è informatosul fatto che la stragrande maggioranzadella ricerca in MNC è autofinanziata espesso prodotta mediante un generoso la-

     voro di volontariato? Quando si parla dimedici non convenzionali, lei sa di tro- varsi di fronte a colleghi che fanno clini-ca, ricerca e, talora, anche didattica. Leore sono 24 e noi, come molti, teniamofamiglia. La ricerca non è buona, ci si ob-bietta, ma è un segreto di Pulcinella chela maggior parte di noi non sia un ricer-catore e che i pochi che lo sono siano di- ventati, ormai, dei maghi per far lievitarei magri budget, in modo da produrre una

    ricerca che abbia un minimo di decoro.Lei, Ministro, forse non sa o non ricordache la situazione venne giudicata talmen-te vergognosa, anche a livello europeo,che nel ’94 il Consiglio d’Europa stanziò10 milioni di ECU per promuovere ri-cerche nel settore? Quindi la ricerca nonè di buona qualità (chi dice che non c’è omente o è mal informato) ma bisogna purdire che, con l’eccezione del Consigliod’Europa e della recente iniziativa dellaRegione Lombardia, nulla è mai stato fat-

    to per migliorarla. Un secondo aspetto,complementare al primo, è poi quellodella metodologia della ricerca. L’argo-mento è delicato e complesso. Tuttavia cisorge spontanea una domanda, perchénel momento in cui dalla casa della meto-dologia dell’NIH giungono argomenticritici e di riflessione su tutta la struttura-zione e la validità degli RCT, nel mo-mento in cui anche l’industria farmaceu-tica comincia a considerare gli indicatoridi qualità della vita come utili per valuta-re, in alcune situazioni cliniche, l’impattodi un determinato farmaco, perché, ripe-tiamo, a noi viene rivolta in maniera os-sessiva la domanda di applicare una me-todologia che, a più riprese, abbiamo do- vuto valutare come inadeguata?

    È indubbio, per poca conoscenza si ab-bia delle MNC, che tutte queste discipli-ne attribuiscono un significato rilevante,ai fini della cura, agli aspetti di soggetti- vità, che si presentano tanto nella malat-

    tia che nella cura del paziente, rendendo-li fattori importanti per la strutturazionedi quella alleanza medico-paziente, che lastessa medicina moderna indica come

    fondamentale per l’esercizio di una prati-ca medica corretta ed efficace. Organiz-zate con queste profonde caratteristichedi recupero e valorizzazione della sogget-tività del paziente, le Medicine NonConvenzionali richiedono strumenti e

    metodiche di affronto e studio adeguati. Adeguati non vuol dire alternativi o unalibi per evitare l’onere della prova. Ancora una volta, se le parole hanno un

    peso, adeguati vuol dire adatti a rilevare ilfenomeno in esame, così come, ad esem-pio, a nessuno verrebbe o dovrebbe più venire in mente di analizzare un EEG ouna RMN per valutare il carattere di unapersona. Sarebbe sbagliato, perché lostrumento non è adeguato all’indagine

    che ci si propone. Non, si tratta, eviden-temente, Signor Ministro, di avere rego-le di ricerca scientifica diverse per legge –non le vorremmo – ma si tratta di porrein essere un’azione legislativa, che pro-muova un dibattito di idee per stimolaree promuovere una seria riflessione e unosviluppo anche nel campo della metodo-logia della ricerca. Questo, da un rappre-sentante della Casa delle Libertà, ce lo sa-remmo aspettato. In molti paesi europei enella stessa America del Nord ciò avvie-

    ne, perché non in Italia?Come vede, Signor Ministro, ciò chestupisce non è una sua attitudine vessato-ria, che sembra stia cominciando a emer-gere – ci siamo abituati – ma che ciò ac-cada da parte di un esponente di una for-za politica, che si dice portatrice di valorilegati alla libertà e al pluralismo. E, allo-ra, sorge spontanea una domanda: Signor Ministro, in questa Italia, ove l’alternanzaè un valore, cui pochi credono e ancorameno praticano, ma che, crediamo sia un valore per il Presidente del suo Governo,questa politica sanitaria sulla MNC, cosìpoco rispettosa dei valori di pluralismoscientifico e della libertà della persona,così statalista e, sotto certi aspetti, così inlinea con tutto quel vecchio, che è semprelì e non avanza mai, è sua o dipende dacattivi, anzi, perversi consiglieri? Perché, vede, la perversione è tutta lì: far vedere larealtà come non è. Azzardiamo un consi-glio: provi a procurarsi notizie fresche, di

    prima mano. Nelle guerre moderne – equella per la MNC lo è – l’Intelligence è,comunque, un punto fondamentale diogni valido stratega e lei lo è.  

    EDITORIALE

    N° 27 - APRILE 2002

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    Quando si raccolgono i sintomi mentali, consiglierei di chiedereal Paziente di parlare inizialmentedi sé a «ruota libera», primadi chiedere una questione specifica.In genere, le poche parole iniziali spesso vanno diritte al puntocentrale, riducendo le possibilitàdi scelta a ben pochi rimedi.

    Per esempio, il Paziente può inizia-

    re così: «Io sono una persona veramente tranquilla e riservata»;oppure: «Sono molto ansioso».

    Gli aspetti negativi vengono general-mente riferiti più di quelli positivi. Lecomuni frasi positive tipo «Amo la gen-te» o «Sono socievole» sono virtual-mente senza valore, poiché si applicano atroppe tipologie, persino ai soggetti piùriservati che hanno spesso imparato acompensarsi.

    Se le prime osservazioni del Paziente suse stesso sono rappresentate dalla nega-zione di un aspetto negativo (che non èstato chiesto esplicitamente dall’Omeo-pata), si potrebbe sospettare l’opposto diciò che il Paziente dice. Ad esempio,quando si pone una domanda genericasulle relazioni sentimentali, un uomoLachesis piuttosto orgoglioso che affer-ma «Io non sono un tipo geloso», diceimplicitamente che la gelosia è un suoproblema (questa conclusione deve però

    essere poi confermata da ulteriori do-mande).Se si sospetta che il Paziente non sia

    stato completamente preciso nella sua

    esposizione sintomatologica,ulteriori domande aiutano a chia-rire se tali sospetti erano corretti ono.

    Una volta che il Paziente ha termina-to di parlare di sé, bisogna porgli delledomande specifiche e si dovrebbe con-tinuare a farlo finché si giunge a sco-prire il simillimum (o il rimedio chesembra tale). Dopo di ciò, altre doman-de tendono a confondere il quadro (al-meno per me).

     Tra Omeopati si è soliti dire che non sidovrebbe mai credere a quello che il Pa-ziente dice. Nonostante questo concettosembri deliberatamente provocatorio ecomplicante il caso, in questa afferma-zione c’è qualcosa di vero. Non solomolti Pazienti cercano di nasconde-re le loro debolezze all’Omeopata,ma molti di più riescono a nascon-derle anche a se stessi, perciò non cisi deve aspettare che il Paziente dia unresoconto accurato di sé. Spesso, il mo-do in cui il Paziente si esprime è più im-portante di quello che concretamentedice.

    ESEMPIO DI TRACCIA PER UN’ ANALISI

    PSICOLOGICA DEL PAZIENTE

    1 - Reazioni del Paziente nelle situa-zioni acute della vita

    Ritengo che il tipo di reazione che si ma-

    nifesta nel corso di una situazione acuta distress o successivamente ad essa può rive-lare il profondo stato spontaneo del sog-getto meglio di altre condizioni di vita.

     Ad esempio, seuna persona pre-senta una patologia

    grave dopo la mortedel figlio in un inci-dente e reagisce conincapacità a piange-re per il dolore e consuccessiva ansia pergli altri figli: «Cosasuccederà alle mie fi-glie se io dovessi mo-rire?», va bene Cau-sticum, perché piùche dolore o tristez-

    za, c’è ansia per gli altri. Altro esempio: se un uomo intrapren-

    dente, esuberante, socialmente famoso eapparentemente così sicuro di sè da par-lare dal palcoscenico si ammala ed entrain una forte ansia per la sua salute, con ti-more di morire, vigliaccheria e desideriodi aggrapparsi agli altri, il suo rimedio èGelsemium sempervirens: la malattia hafatto emergere il suo carattere vero,mentre quello precedente era un ‘vesti-

    to’ che si era messo su, cioè una com-pensazione scelta in modo da nasconde-re perfettamente le sue debolezze.2 - Situazioni intense, reali ed estreme

    LETTURE/OMEOPATIA

    OMEOPATIA OGGI

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    CENNI DI METODOLOGIA

    OMEOPATICA:

    SCHEMA PER UN’ANALISI PSICOLOGICA DEL PAZIENTE 

    OMEOPATICO 

    di ROBERTO GAVAi 

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    che il Paziente ha affrontato nelpassato e che sono ancora vive in lui

    Sono quelle che si definiscono ‘situazio-ni epidemiche’, poiché un’epidemia èdovuta ad un’intensa causa scatenanteche può causare un effetto simile nella

    stragrande maggioranza della popolazio-ne. Tali situazioni hanno il medesimo ef-fetto sulla maggior parte degli esseriumani, indipendentemente dal loro ca-rattere originario. Ad esempio, se sta perscoppiare una bomba, quasi tutti reagi-ranno nello stesso modo. Dobbiamo esa-minare con attenzione la storia dell’in-fanzia del soggetto per vedere se è statocoinvolto in situazioni così intense. Uncaso classico è la morte di un familiare,

    cioè un fatto traumatizzante che il Pa-ziente ricorda anche dopo molti anni e acausa del quale ancora adesso piange nelraccontarlo.

    3 - Qualità che il Paziente non riesce atollerare negli altri

    Quando poniamo al Paziente qualchedomanda su questo argomento, moltesue caratteristiche emergeranno chiara-mente e molto più facilmente rispetto aquanto succederebbe se gli chiedessimo

    di parlare di sé. Cerchiamo ora di capirecome dobbiamo utilizzare tali informa-zioni. Normalmente, ciò che non tolle-riamo negli altri sono le azioni che cirendono infelici. Quando qualcuno af-ferma: «Non riesco a tollerare la sua in-differenza nei confronti della famiglia»,significa: «Voglio che se ne interessi, eallora mi sentirò bene».

    Questo modo di indagare ci porterà adesaminare le condizioni in cui il Pazien-te si sente bene, ovvero che cosa deve es-sere e che cosa necessita che gli altri fac-ciano o siano, affinché lui si senta bene.Le informazioni riguardo a ciò che deveessere possono provenire anche dalla do-manda: «Che cosa non riesce a com-prendere negli altri?». Di solito, le qua-lità che non riusciamo a capire negli altrisono l’opposto di quelle che per noi rap-presentano un comportamento forzato.Ad esempio, se siamo meticolosi, alloranon riusciremo a comprendere come

    qualcuno possa essere trasandato o ap-prossimativo. Possiamo porre al Pazien-te un’unica domanda: «Descriva unapersona/parente/amico e le qualità che

    non riesce a sopportare o che detesta inlui o lei». Il soggetto allora redigerà unelenco delle varie cose che non riesce atollerare, comprendere, apprezzare op-pure approvare negli altri. Di solito sono

    esattamente le cose che non riesce a sop-portare in se stesso e per cui necessitaobbligatoriamente la qualità opposta.Questo bisogno rientra nel suo stato edè di conseguenza il suo sintomo scom-pensato, cioè il suo stato psichicoprofondo.

    Una risposta potrebbe essere: «Nontollero una persona lenta, noiosa, privadi ambizione e pigra, che non svolge be-ne il proprio lavoro». Ciò dimostra cheoriginariamente lo stato deriva da una si-tuazione che richiede l’opposto, ovveroun’intelligenza superiore, ambizione,scrupolosità e industriosità.

    In generale, questo è un metodo moltofacile per comprendere un caso, dato chedà ad una persona la possibilità di criti-care gli altri (cosa che di solito non di-spiace fare) e, incidentalmente, rivela ilsuo carattere.

    Un’altra domanda importante è:«Quando si arrabbia con se stesso?». La

    risposta rappresenta le condizioni a cuideve attenersi per sentirsi bene.Insieme, queste domande vi faranno

    capire tutte le condizioni in cui il Pa-

    ziente si sente bene. Tutte le condizioniche imponiamo a noi stessi e agli altri, disolito, provengono dalle nostre stessesensazioni o paure. Ad esempio, se ab-biamo paura di stare da soli, imponiamo

    agli altri la condizione che siano semprecon noi e non tolleriamo che si allonta-nino. Se abbiamo il timore di smarrirequalcosa d’importanza vitale, allora sare-mo eccessivamente attenti e meticolosi. Tali sensazioni (emozioni) e compulsioni(azioni) traggono origine dalla nostrapercezione della situazione, cioè da quel-la che Sankaran chiama: falsa percezionedi base.

    4 - Le situazioni create dal Pazientenella sua vita

    In una condizione cronica, nella sua vitauna persona imposterà una situazionemolto analoga a quella a cui nella sua im-maginazione ha già reagito. Ciò lo tran-quillizzerà facendogli pensare che la suafalsa percezione è assolutamente vera.Un uomo Lycopodium sposerà una don-na Pulsatilla e dirà: «Come posso so-pravvivere se non domino, perché leinon vuole fare nulla da sola. Devo domi-

    nare». In realtà, sappiamo che Lycopo-dium vuole dominare e per giustificare asé e agli altri che non è un suo capriccio,ma una necessità, cerca una donna che

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    gli permetta di essere come lui vuole,senza sentirsi in colpa.

    5 - La scoperta della compensazioneIn generale, quanto più il Paziente è ‘raf-finato’, tanto meno ammetterà le sue de-

    bolezze. I Pazienti che si sono modifica-ti coscientemente, grazie ai loro sforzi oall’aiuto di un Terapeuta, tendono a ri-fiutare i tratti negativi che hanno posse-duto fino a quel momento. Se sospettateche una persona sia un certo tipo e se leirifiuta di ammettere di avere un partico-lare problema, chiedete se lo ha mai avu-to in passato. Molto spesso il Pa-ziente lo confermerà sponta-neamente. La crescita perso-

    nale non muta il tipo costitu-zionale, quindi anche le ca-ratteristiche precedenti pos-sono essere impiegate nellavalutazione omeopatica. A questo proposito, è sicura-mente molto utile un’analisidella personalità dell’infan-zia del Paziente. Man manoche si diventa adulti si impa-ra a compensare le propriedebolezze, a controllare gli

    eccessi e a mascherare gliaspetti caratteriali che nonsono socialmente accettabili.La personalità del bambino èrelativamente immodificata da tali adat-tamenti e spesso rivela molto chiaramen-te il tipo costituzionale.

    6 - Analisi del carattere da bambinoPossiamo cogliere l’aspetto spontaneo(cioè scompensato) della psiche del Pa-ziente se sappiamo com’era da bambino,dato che nell’infanzia si compensa moltopoco e, come abbiamo detto, in genere ilcarattere profondo non cambia. Quindi,dato che spesso il rimedio è lo stesso, sipuò usare il carattere da bambino comeindicazione per capire meglio il suo ca-rattere attuale. Ad esempio, se un adulto è molto so-

    cievole, diplomatico e va d’accordo contutti, si può pensare che abbia bisogno diPhosphorus, specie se ha desiderio di ge-

    lati, infreddolimento e un’indole servi-zievole. Comunque, se chiedendogli diparlare del suo carattere da bambino di-ce che era teso prima degli esami e timi-

    do, bisogna pensare a Silicea. La sua so-cievolezza, allora, è una forte compensa-zione della timidezza e dell’autocoscien-za. Quindi, a meno che non sia interve-nuto un cambiamento radicale, se il qua-dro attuale non è molto chiaro, ci si può

    basare sul quadro dell’infanzia per sco-prire il rimedio.

    7 - Indagare lo stato d’animo della ma-dre durante la gravidanza

    In un gran numero di bambini (nonchédi adulti) si può ripetere lo stato menta-

    l e

    che la madre aveva durante la gravidan-za, soprattutto se tale stato fu molto in-tenso e tra madre e figlio ci sono delleanalogie caratteriali. Anche lo stato del padre durante il con-

    cepimento può fornire numerose indica-zioni, ma è secondario rispetto a quellomaterno.

    8 - Lo studio dei genitori Analogamente ai Pazienti che spessopossiedono proprio quel carattere chenegano in modo categorico, anche i Pa-zienti che sono sicuri di non assomiglia-re al padre o alla madre spesso condivi-dono lo stesso tipo costituzionale del ge-nitore in oggetto. In questi casi, allora,acquista particolare importanza indagare

    la personalità dei genitori. La donna chemostra il proprio bambino con affetto eattenzione e che è determinata a non es-sere fredda come la propria madre, è

    probabilmente una Natrum muriaticum;mentre l’uomo che si mette ai marginidella società e dichiara di essere indiffe-rente a ciò che gli altri pensano di lui,probabilmente appartiene allo stessa ti-pologia di suo padre Lycopodium che,

    sempre a caccia di popolarità, ha prova-to in tutti i modi di diventare socialmen-te famoso.

    9 - Interrogare i familiari e gli amici delPaziente

    È sempre molto utile confermare l’im-pressione che ci siamo fatti sul Pazienteparlando con chi lo conosce da diversotempo. L’ideale sarebbe farlo in modoesauriente ma, se abbiamo poco tempo o

    se riteniamo di avere già unquadro preciso del sog-getto, ciò che possiamofare è chiedere all’amicoo al parente di descrive-re il temperamento delPaziente in poche pa-role che riassumano lesue caratteristiche piùimportanti. Quandoudiamo queste parole,

    se combaciano con la

    nostra comprensionedel Paziente, allora pos-siamo essere certi di aver

    individuato il nucleo. Seperò riscontriamo il pur

    minimo scostamento nella qualità dellanostra comprensione, allora dobbiamoapprofondirla ulteriormente con coluiche sembra avere buoni motivi per cono-scere il Paziente meglio di noi.

     ALCUNE REGOLE FONDAMENTALI

    PER IMPOSTARE UNA CORRETTA ANALISI

    MENTALE DEL PAZIENTE

    1 - L’informazione importante è quellaspontanea

    Ogni Omeopata deve rendersi conto chel’informazione che gli viene fornita spon-taneamente dal Paziente è molto più affi-dabile rispetto a quella ottenuta tramiteuna risposta ad una domanda specifica,

    specialmente se si tratta di una domandamirata: una di quelle a cui si può rispon-dere solo con un «Sì» o un «No». Il pro-blema però è che il Paziente parla spon-

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    taneamente solo se ha un carattere predi-sponente a questo e/o se è messo nellacondizione a lui sufficiente per parlare.

    2 - Avere la mente aperta e indagare il‘cuore’ del Paziente

    È estremamente importante iniziare ilcolloquio con la mente più aperta possi-bile. Sebbene fin dall’inizio possa venirein mente all’Omeopata un particolare ri-medio, bisogna essere pronti ad abban-donarlo al momento opportuno nel casouna nuova informazione muti il quadro.

    C’è un detto da ricordare: «Durante unbuon colloquio omeopatico, il Pazienteriderà o piangerà almeno una volta». Seb-bene questo concetto non sia vero alla let-

    tera, esprime un’importante verità e cioèche il colloquio dovrebbe essere di suffi-ciente ampiezza e profondità da riuscire araggiungere il ‘cuore’ del Paziente. Trop-po spesso noi Omeopati otteniamoun’impressione superficiale e ingannevoledella personalità del Paziente facendo ameno di indagare al di là delle risposteimmediate che riceviamo. Questo puòessere dovuto a pigrizia o a fretta, mamolto spesso è anche dovuto al timoredi imbarazzare non il Paziente ma noi

    stessi e può dipendere pure da unsentimento di disagio di fronte allamanifestazione di emozioni dolo-rose.

    Quanto più noi Omeopati siamo incontatto e a nostro agio con noi stessi,tanto più facilmente guadagneremo la fi-ducia dei nostri Pazienti e scopriremo lavera personalità che sta dietro l’apparen-za del nostro Assistito.

    3 - Sensazioni centrali del Paziente

    I sintomi non sono mai puri e semplicisintomi repertoriali e quando li racco-gliamo dobbiamo avere subito l’impres-sione, grazie alla nostra intuizione, diquali debbano essere i pensieri reconditidel Paziente.

    Una ragazza dice: «Dottore, perchénon presta sufficiente attenzione al miocaso? Che cosa ho fatto?». Qui possiamonotare litigiosità e rammarico, ma qual èla sensazione sottostante? La sensazione

    è che non si sente apprezzata dagli altri;c’è la sensazione di essere trascurata e c’èun sentimento di gelosia: il rimedio èCalcarea sulphurica.

    Se una persona è timida, ambiziosa, pi-gra e fa lunghe passeggiate da sola peravere la possibilità di fantasticare o teo-rizzare sulla sua situazione, senza peròfare nulla per realizzare i propri sogni,bisogna pensare a China officinalis.

    Se una persona ha un forte senso di infe-riorità e di dipendenza dagli altri al puntoche se questi hanno un minimo problema,lei pensa: «Se il mio amico muore, che co-sa mi accadrà?». Per questa persona puòessere utile Baryta carbonica.

    4 - L’essenza del quadro mentaleDal punto di vista del mentale, ci sonocasi atipici per ciascun rimedio che pos-sono ingannare l’Omeopata. In questicasi, l’essenza della personalità, se puòessere colta, può essere più utile rispettoai dati particolari. L’essenza è un temache si riscontra in ogni aspetto della per-sonalità, così come avviene, ad esempio,per l’insicurezza fisica di Arsenicum al-bum che ha le seguenti rubriche:

    • “Diffidente, sospettoso” [Mind, su-spicious, mistrustful].

    • “Inquietudine, ansiosa” [Mind, re-stlessness, anxious].

    • “Ansia, salute, per la” [Mind,

    anxiety, health, about].• “Paura, morire, di” [Mind, fear,death, of].

    In altri casi, un solo aspetto mentale,

    strano, raro o peculiare può rivelare il ri-medio corretto. La compulsione a lavar-si le mani di Syphilinum ne è un buonesempio.

    5 - L’essenza del rimedio attraverso al-

    cuni flash della sua vitaSe ci si abitua ad analizzare bene le ri-sposte e i comportamenti del nostroPaziente e se ci si abitua a scomporlinelle rubriche che li descrivono, di- venta più facile scoprire il rimedio.

     Vediamo tre esempi riportati daSankaran.

    Un bambino di sei anni che guardain basso da una finestra e lancia unsasso su un altro bambino che si tro-

     va al piano di sotto è caratterizzatoda: lanciare, colpire, distruggere eagire con astuzia. È il quadro di Ta-rentula hispanica.

    Un uomo che mentre guida la mo-tocicletta pensa così intensamente alsuo futuro che si dimentica di volta-re nel punto giusto e va avanti dialtri 4 o 5 chilometri prima di ac-corgersi di essersi sbagliato, è uncaso di Spigelia anthelmia, perla rubrica: ‘Assorto, sprofonda-

    to nei suoi pensieri, futuro, ri-guardo al’ [Mind, absorbed, bu-ried in thought, future, about].

    Quando a Madre Teresa era statochiesto se avrebbe continuato a lavo-rare nonostante la febbre, rispose inun modo che le era caratteristico:«Non è forse meglio bruciare in que-sta vita piuttosto che nella prossima?».Questa frase ha molte componentiquali:

    • “Falsa percezione, trascurato il pro-prio dovere, ha” [Mind, delusions,neglected his duty, he has].

    • “Scrupoloso nelle sciocchezze”[Mind, conscientious about trifles].

    • “Industrioso” [Mind, industrious].• “Religioso” [Mind, religious].• “Risposte, domande, con” [Mind,

    answers, questions, in].• “Contraddizione, intollerante alla”

    [Mind, contradiction, intolerant of].

    • “Ostinato” [Mind, obstinate].Da ciò si deduce che il suo rimedioavrebbe potuto essere stato Aurum me-tallicum.

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    6 - I sogniI sogni rappresentano sensazioni scom-pensate, dato che in essi la volontà e lamoralità sono molto deboli e le sensa-zioni si esprimono attraverso simbo-li. Quando i sogni vengono uniti ad

    altre osservazioni sul Paziente pos-sono essere di grande aiuto.

    Un individuo buono, piacevole epio sogna violenza e spargimento disangue: probabilmente il rimedio èAnacardium orientale. Il ragazzo chesi sentiva intrappolato sognava di esse-re in una zona vasta, di cui non riuscivaa scorgere i confini e correva precipito-samente cercando di uscirne. Questi so-gni rappresentano lo stato d’animo del-

    l’individuo: paura di luoghi stretti (anchese il sogno avviene in un ampio spazio),paura di essere intrappolato, ansia, agita-zione e impossibilità di uscirne sono tuttisintomi di Argentum nitricum.

    7 - Quali sensazioni provoca in noi ilPaziente?

    Durante il colloquio, il Medico deve im-parare a non giudicare il Paziente; anzi,o partecipa al suo stato d’animo in mododa fargli capire che è in grado di capirlo

    oppure impara a fare silenzio dentro disè e ad osservare la sensazione provocatadalla presenza del Paziente. Se riesce aguardare oltre il suo stato e le sue rea-zioni, scoprirà che può riflettere lo statodel Paziente nella sua mente, non intel-lettualmente, ma grazie alla sua sensibi-lità: può provare la sensazione del Pa-ziente, un processo noto con il nome di‘empatia’ (empatia è la capacità di porsinella situazione di un’altra persona connessuna o scarsa partecipazione emotiva;è diversa quindi da simpatia, che implicasempre questa partecipazione nel sog-getto).

    Sarebbe anche interessante vedere qua-le tipo di Pazienti sono attratti da noi inqualità di Medici e, in particolare, quelliche ci restano fedeli. Solitamente, si ve-drà che appartengono a stati comple-mentari ai nostri. A tale riguardo, è inte-ressante notare ciò che involontariamen-te noi diciamo al Paziente durante o al

    termine del colloquio. Spesso ciò riflettelo stato stesso del Paziente. Ad esempio,se gli diciamo: «Non abbia timore, nonaccadrà nulla», ciò potrebbe significare

    che il Paziente teme che accada qualco-sa, anche se forse non ha espresso questasensazione con così tante parole. Analo-gamente, un consiglio come: «Non sipreoccupi, la aiuterò a superarlo», riflet-te la sensazione di dipendenza del Pa-ziente nei confronti del Medico.

    Per concludere, durante il colloquio,

    osservare noi stessi merita tanta atten-zione quanto quella di osservare il Pa-ziente.

    8 - Significato dello stato fisicoLo stato fisico e lo stato mentale sonoparti dello stesso stato sottostante. Effet-tivamente, se osserviamo con attenzione,ci accorgiamo che le differenze tra fisicoe mentale diminuiscono e tendono ascomparire man mano che approfondia-mo la conoscenza globale della persona.Quindi, se si vuole confermare una no-stra impressione sullo stato mentale delPaziente, bisogna scoprire cosa indica lostato fisico. Se una persona è mite, gen-tile e tranquilla e noi troviamo come ca-ratteristici dei dolori fisici violenti, acutie guizzanti e se questi dolori sono indi-cativi dello stato principale della perso-na, allora bisogna prendere nuovamentein considerazione la nostra valutazionedi quello stato mite e arrendevole. Si può

    perfino procedere nella direzione oppo-sta e chiedersi quale qualità mentale in-dica la caratteristica fisica. Cioè, se nelcorpo si nota violenza, agitazione o altre

    esplosioni acute, anche questi dati posso-no essere utilizzati come sintomi dello

    stato mentale.

    9 - L’idea nei rapportiUn uomo stringerà un rapporto

    con una persona o un gruppocomplementare a lui a livello ca-ratteriale. Per complementarità siintende che sia opposto al suo tem-peramento e vi si adatti come lachiave nella serratura: la chiave e la

    serratura hanno qualità opposte.Conoscendo le caratteristiche di una

    delle due parti, si possono ricavare odedurre le caratteristiche mentali del-l’altra parte. La malattia nasce nel mo-

    mento in cui una delle due parti ha biso-gno di quel ruolo che sta svolgendo perpotersi sentire bene. Ogni uomo crea unequilibrio in un sistema e dobbiamo sco-prire il ruolo che svolge in quello speci-fico equilibrio.

    10 - La tecnica migliore Alla fine di questo lavoro, mi permettodi suggerire un finale ‘assurdo’: la tecni-ca migliore è quella di non usare diretta-mente nessuna delle tecniche suindicate,

    ma piuttosto di osservare che cosa avvie-ne spontaneamente nella relazione tranoi e il Paziente. Effettivamente, la mi-gliore ‘Presa del caso’ avviene con il si-lenzio, con l’osservazione e non con ledomande. Dobbiamo ricorrere conscia-mente alle tecniche di cui sopra solo se citroviamo in un vicolo cieco e non sap-piamo come procedere.  

    BIBLIOGRAFIA

    1) Sankaran R. Lo Spirito dell’Omeopatia. Vol. 1. Salus Infirmorum, Padova, 2aed, 2000.

    2) Sankaran R. La Sostanza dell’Omeopa-tia. Vol. 2. Salus Infirmorum, Pado- va, 1999.

    3) Sankaran R. L’Anima dei Rimedi . Vol.3. Salus Infirmorum, Padova, 2000.

    4) Bailey P. Psicologia Omeopatica. Profili di personalità dei maggiori rimedi costi-tuzionali. Salus Infirmorum, Padova,

    2000.5) Gava R.  Approccio Metodologico all’O-meopatia. Salus Infirmorum, Padova,1998.

    LETTURE/OMEOPATIA

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    medio è data dai dolori notturni ossei earticolari, soprattutto alle ginocchia elombari, particolarmente in pazienti vec-chi sifilitici o eredo-sifilitici.

    DEGENERAZIONE GRASSA

    P

    hosphorus: compare anche in que-sto capitolo delle cirrosi per l’am-

    piezza della sua azione, quando si mani-festa un’oliguria.Kali bicromicum: cirrosi dei bevito-

    ri di birra con sete intensa, disgusto perl’acqua e la carne, peso epigastrico do-po i pasti, bruciori e vomito di muco fi-lante, aderente, acido, che rappresentail quadro di una vera e propria gastritesenza ulcera.

    Per i francesi la caratteristica di que-st’ultimo sintomo è sufficiente a pre-

    scrivere il rimedio.I dolori sono molto localizzati, la zonasi può coprire con un dito. C’è la sensa-zione di un capello sul palato molle.

    N° 27 - APRILE 2002

    La prima parte di questo articolo èstata pubblicata nel mese di agosto2001 sul numero 25 di OmeopatiaOggi 

    SCLEROSI

    A urum: il fegato grosso e dolorosocon sclerosi cardio-vascolare èaccompagnato da discreta ascite e

    disturbi gastrointestinali. Il paziente è

    congestionato, sovente eredo-specifico,violento ma depresso con tendenza al sui-cidio.

    Non sopporta la minima contraddizio-ne perché questa lo manda terribilmentein collera. Il malato vede la metà inferio-re degli oggetti.

    Gli si può preferire: Aurum Muriati-cum quando è più importante la sclerosicardiaca con cuore ipertrofico.

    I pazienti Plumbum sono sclerotici,magri e secchi. Essi in seguito ad unaipertensione elevata e prolungata, pre-sentano disturbi cardiaci che con il tem-po portano ad una cirrosi atrofica. Il fe-gato non è grosso ma duro, con stipsi im-portante che arriva ad una paresi retto-anale. Crampi e dolori nevralgici accom-pagnano questa cirrosi. Il paziente hapaura di essere assassinato.Iodum: il fegato può essere ingrossato

    o rimpicciolito. La sclerosi epatica si ac-compagna a dimagrimento, fino allo sta-

    to cachettico.Il paziente è magro, affamato, nervoso,agitato, sta meglio dopo aver mangiato.

    È molto aggravato dal caldo. Ha bru-

    ciori e crampi allo stoma-co con alito cattivo do- vuto a gengivite o sto-matite. La milza è au-mentata di volume esensibile e presentadelle ipertrofie linfo-nodali indolori gene-ralizzate a tutto il cor-po. È agitato, non puòrimanere in una stessaposizione. Manifesta

    ansia e preoccupazio-ne che si aggrava se hafame.Silicea: è il grosso rimedio degli induri-

    menti tessutali in soggetti molto dimagri-ti, freddolosissimi, con notevole ipersen-sibilità nervosa. È il rimedio complemen-tare e vicino di Iodum e lo segue quandoi sintomi del paziente sono aggravati. Arsenicum Iodatum: ha il fegato e lamilza grossi e dolorosi. Il paziente è pro-strato, astenico con dispnea e miocarditecronica, con dolori brucianti e crampifor-mi, sovente presenta meteorismo. Tuttele secrezioni sono irritanti, brucianti,escorianti.Kali iodatum: soggetto magro, agitato,

    triste, astenico, migliora all’aria aperta.L’affaticamento nervoso è causato dal ri-poso.

    L’infiammazione domina tutto il tubodigerente a partire dalla lingua. Il pazien-te ha dolori notturni e vomita tutte le be-

     vande fredde nonostante la sete intensa.Il fegato è grosso e duro e deborda l’arca-ta costale mentre l’ittero è raro e l’ascitecompare tardi. L’indicazione di questo ri-

    LE EPATOPATIE(Parte seconda) 

    di ROBERTO BIANCHIi 

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    so rosso seguiti da un dolore in sede

    epatica, migliorato con l’immobilità, lapressione o sdraiandosi sulla destra. Vie-ne aggravato dalla tosse e c’è la possibi-lità di una reazione pleuro-polmonaredella base destra. La mucosa della boccaè secca ed il paziente desidera bevandefredde in grande quantità. Più il pazien-te Bryonia è freddoloso, dimagrito, conalcuni sintomi di insufficienza epatica ecefalee, più facilmente farà un ittero. Magnesia Muriatica: fegato grossocon dolori brucianti all’ipocondrio de-stro. Feci secche dure, quasi bianche,che si sbriciolano. Il paziente è subitte-rico, ha lingua gialla, spessa, bruciante.Da molto tempo presenta un’intolle-ranza netta per il latte . Natrum Phosphoricum: è un iper-cloridrico con fermentazioni intestinali.

    La lingua è umida, ricoperta da unostrato giallastro. La pirosi ed il vomitoacido sono sovente accompagnati dadiarrea acida, bruciante con tenesmo. La

    cefalea pulsante occipitale e il prurito te-stimoniano l’interessamento epatico. Ilpaziente desidera cibi molto conditi maha un disgusto ed un’intolleranza per il

    latte, i grassi e gli zuccheri. Melanconia profonda aggravata

    con il cambiamento di tempo. Diar-rea con flatulenza subito dopo la pri-ma colazione.

    ITTERO

     Myrica Cerifera: cefalee con asteniache arriva fino all’indifferenza tota-le. L’ittero è conclamato, polsolento, ma ci possono essere palpi-tazioni, l’urina è schiumosa con

    colore di birra scura.Digitalis: domina la bra-

    dicardia con polso irregola-re e debole.

    Il fegato è grosso e dolentementre le urine sono scarse.La nausea è accompagnata da

    sete con vuoti epigastrici. Compa-re oliguria con edemi alle caviglie.Le feci sono acoliche. È particolar-

    mente indicato in cardiopaticiche hanno già presentato delle

    stasi epatiche.Chelidonium: ha un ittero impor-

    tante con prurito intenso. Il dolore al-la punta della scapola destra è aggrava-

    to dal movimento e rivela un doloreepigastrico ed epatico con ingrossa-mento soprattutto del lobo destro delfegato che dà dei dolori a cintura. Ilpaziente trattiene solo liquidi moltocaldi e in modo particolare il latte.Podophyllum: il paziente non tollera

    niente. Il vomito a ripetizione, la diar-rea a getto e la prostrazione segnalanotutta la gravità dell’ittero con fegatogrosso, urine molto scure e rare. Taraxacum: si deve prescrivere solose la lingua è a carta geografica e il lo-bo medio è ingrossato con distensioneaddominale e borborigmi.Cardus Marianus: stasi portale.Il paziente si lamenta di un dolore all’i-

    pocondrio destro aggravato con la pres-sione ma non si può sdraiare sul fiancosinistro: infatti è il lobo epatico sinistroche è sensibile. Le urine sono giallo oro,la palpazione epigastrica scatena nauseee bocca amara, infine le emorroidi con

    prurito testimoniano la stasi portale. Voglio segnalare Dolichos per il pru-rito e Berberis come drenante della co-lecisti.

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    PERIODO PREITTERICO

    Nello studio di questi rimedi si de-ve ricercare la causa essenziale chepredispone all’ittero.

    • Cattiva digestione, sia per eccessoalimentare (Nux V.) sia per banaledisturbo gastrico (Puls.).

    • Disturbi gastro intestinali per irrita-zione delle mucose direttamentelegata a una vecchia insufficien-za epatica (Merc. Sol.).

    • Il raffreddamento improvvi-so che scatena una reazioneepato-colecistica (Bry.).

    • Le dispepsie atoniche con diate-

    si acida negli epatici stitici (Mag. Mur.)• Ipercloridria in un astenico cro-

    nico (Nat. Phos.).

     Nux Vomica: è caratteristica perla nausea, l’amarezza della bocca nellasua metà posteriore, la lingua sporca, lasensazione di peso sullo stomaco anchedopo un pasto frugale. Necessita di unabreve siesta dopo i pasti. Il pazientedorme male, si sveglia alle 3 di notte e

    al mattino è molto stanco. Emorroidiinterne dolorose, fegato che può de-bordare dall’arcata costale ed è doloro-so. Tutti questi sintomi compaiono inpersone sedentarie, con discreta insuf-ficienza epatica, che hanno commessoabusi alimentari ripetuti.Pulsatilla: l’intolleranza per i cibi

    grassi scatena cefalee con vertigini alrisveglio, con caduta mentre si alza, epuò arrivare al vomito.

    La bocca è secca, l’alito cattivo, la lin-gua bianca con assenza di sete. Mercurius Solubilis: lo stato di fati-

    ca abituale in questi vecchi epatopa-zienti spiegano i diversi sintomi che simanifestano all’inizio: subittero agli oc-chi, lingua spessa e giallastra che man-tiene l’impronta dei denti, odore fetidodella bocca con il classico gusto metal-lico, salivazione esagerata. Il doloreepatico con l’epatomegalia impedisce alpaziente di sdraiarsi sulla destra.

    Bryonia: dopo un raffreddamentoimprovviso che scatena disturbi gastro-epatici si manifestano i sintomi di que-sto rimedio: brividi, febbre alta con vi-   ➧

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    ITTERI GRAVI

    Ci sono due grandi rimedi che pos-sono esserci utili in questi casie devono essere sempretenuti presenti in itteri gra-

    vi o malattie infettive con com-plicanze epatobiliari.Phosphorus: interessa gli

    itteri che si prolungano senzacausa apparente. Sono gli it-teri gravi con epato e sple-nomegalia, emorragie fre-quenti con porpora, epi-stassi, emorragie intestina-li. Il malato ha sete ardentedi acqua fredda che viene

    vomitata non appena siriscalda nello stomaco.Tutto brucia, soprattutto ilpalmo delle mani. Pho-sphorus è indicato negli it-teri secondari ad infezioniacute.Lachesis: è utile se com-

    paiono epatomegalia, por-pora, emorragie.

    Generalmente il pazienteè un epatopatico di vec-

    chia data o un etilista con visocaldo e guance rosse, labbra viola,tremori della lingua, sensazione distrangolamento e disturbo costante in vi-ta. Di notte è agitato e si scopre perchésoffoca.

    Il malato Lachesis migliora semprecon una perdita di liquidi e si aggravadopo aver dormito.

    Se, come nella maggior parte dei casi,si tratta di una paziente in menopausao premenopausa compaiono segni lo-cali di disfunzione ovariche, soprattut-to a sinistra che aggravano il metaboli-smo epatico.

    Come sempre in questo prodotto cisono la loquacità eccessiva, i colpi dicalore, la costrizione alla gola, i sognicon sensazione di insufficienza cardia-ca e le emorragie.

    COLELITIASI

    Prima di affrontare i rimedi per le co-liche epatiche voglio analizzarequelli della dispepsia legata alla litiasidella colecisti.

    FORME LATENTI

    Possiamo distinguere le manifestazionigastrointestinali e le cefalee.

    Gastrointestinali 

    a) NauseePossono essere isolate o con vomito.Bryonia nausea al mattino, al risveglio,

    che peggiora con il minimo movimen-to e che, dopo il pasto lascia la boccaamara. Il malato si lamenta di avere labocca e le labbra secche e la linguasporca e bianca.

    Stipsi violenta con feci voluminose,

    secche, nere. Il paziente è freddoloso,dimagrito, con appetito molto variabi-le e ripugnanza per i grassi.

    Beve a bicchierate.

     Nux vomica: presenta nausea al mat-tino, con brividi, che obbligano il pa-

    ziente a coprirsi non appena si al-za. I brividi compaiono quando

    si spoglia o si cambia. Manifestagusto amaro con avversione per i ci-

    bi, il tabacco e il caffè. La lingua èsporca, giallastra solo nella par-

    te posteriore.La nausea si aggrava dopo

    la prima colazione. Il tuttoè accompagnato da fatica, catti- vo umore al mattino perchè il

    paziente si è svegliato alle 4ed ha avuto sogni stancantiper tutta la notte. Anche Sepia ha nausee al

    mattino ma le sue migliora-no con la prima colazione. È unrimedio sovente indicato nella

    donna con congestioneportale, epatica e uterina.Petroleum: il soggetto è

    un vagotonico con nauseanon forzatamente mattutina,molto freddoloso, aggravatoin inverno. È un dispeptico

    cronico. La nausea è accom-pagnata da piccole vertigini e il

    malato si lamenta di “avere la boccasempre piena d’acqua”. Nonostantetutto ha una fame canina e gradisce so-prattutto i cibi freddi. Due sintomi so-no importantissimi: l’aggravamentocon il movimento e l’intolleranza per icavoli e la choucroute che scatenanouna diarrea.

    b) nausea alla vista o all’odore dei cibi Negli stati vagosimpatici le nausee so-no capaci, a causa della loro persisten-za, di causare disturbi generali. Arsenicum album: la nausea non èisolata ma domina in uno stato di di-spepsia con cattiva condizione del pa-ziente, con sete frequente di piccolequantità d’acqua gelata, subito vomita-ta. Tutto è migliorato con il calore lo-cale e aggravato tra l’1 e le 3.

    c) aerofagia e aerocoliaCarbo vegetabilis: presenta disten-

    sione addominale soprattutto nellaparte superiore dell’addome con dolo-ri crampoidi, dispnea, aerofagia coneruttazioni acide e putride che danno

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    falee. Si manifestano anche colpi di ca-lore con rossore alle guance.Iris Versicolor: presenta cefalee ac-

    compagnate da pirosi gastrica, anche seè tutto il tubo digerente che brucia. Labocca e la lingua sono come scottate e

    la gastralgia acida è momentaneamen-te calmata dal vomito biliare a voltesanguinolento. Una diarrea mattutinacon bruciori intensi all’ano completasovente il quadro.

    Oltre a questi due rimedi ne esistonomolti altri già trattati.

    DOLORI ACUTI DELLA COLELITIASI

    La manifestazione clinica più caratteri-

    stica della litiasi biliare è la colica.In Bryonia il dolore è in sede epiga-strica con aggravamento al minimomovimento, con la tosse, anche solocon il respiro. Il paziente mi-gliora con l’immobilità com-pleta, in particolare riducendoal massimo la motilità dia-frammatica. Se si sdraia sullato doloroso destro o secomprime la partedolorosa, il dolore

    migliora mentrele applicazionicalde lo aggrava-no. Manifestasecchezza impor-tante delle muco-se, con grande sete.Colocyntis: dolori

    improvvisi, parossisti-ci all’epigastrio che siestendono all’addomeche costringono il pa-ziente a piegarsi indue con le ginoc-chia contro l’ad-dome per atte-nuare i dolori.

    Le crisi do-lorose posso-no compariredopo un col-po di freddo,un’emozio-

    ne, o più fa-cilmente unabuso ali-mentare o

    una cattiva digestione. Questi pazien-ti sono generalmente forti mangiatoriche vengono assaliti da improvvisidolori, soprattutto di notte, che li ob-bligano a piegarsi in due. L’addome ègonfio e migliora solo con l’emissione

    di gas.Dioscorea, al contrario, ha crisi di

    dolore bruciante, parossistico che mi-gliora con l’estensione del tronco in-dietro e con il movimento. Questi do-lori epigastrici compaiono all’im-provviso e ad intervalli regolari. Si ir-radiano dall’ipocondrio al seno omo-laterale e alla spalla.Belladonna è da prescrivere non so-

    lo se è presente il dolore acuto epiga-

    strico o addominale, ma anche secompaiono ipersensibilità e iperecci-tabilità di tutti i sensi, dal contatto,alla pressione, al minimo movimento

    impresso al letto del malato.Sono generalmente

    LETTURE/OMEOPATIA

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    un momentaneo sollievo al paziente.L’aerofagia va distinta da quella di Ly-copodium la cui distensione addomi-nale è limitata alla parte inferiore del-l’addome e da quella di China la cui di-stensione è diffusa a tutto l’addome.China: presenta distensione notevo-

    le, diffusa a tutto l’addome, eruttazionicostanti che non migliorano le condi-zioni del paziente come Carbo Veg.Kalium carbonicum: presenta di-

    stensione gastrica che compare subitodopo il pasto e dà origine anch’essa adisturbi addominali. Ogni cibo assor-bito si trasforma subito in gas tanto cheil paziente ha la sensazione di avere lostomaco pieno d’acqua. Si ha l’aggra-

    vamento classico alle 3 del mattino do-vuto alla distensione addominale checausa dispnea ed obbliga il paziente asedersi sul letto e a piegarsi in avanti.Graphites: ha gonfiore epigastrico

    postprandiale che è accompagnato daeruttazioni ma è migliorato dal vomito.Sono presenti rigurgiti acidi che sonosegno di gastrite. Moscus: distensione gastrica con

    nausea e svenimenti postprandiali chesi accompagnano a considerevole ipe-

    reccitabilità sia nervosa sia sessuale. Argentum Nitricum: è indicato se

    sono presenti flatulenza dolorosa ederuttazioni brucianti che compaionodopo l’ingestione di cibo. Queste erut-tazioni migliorano momentaneamentele condizioni del paziente. Il meteori-smo importante scatena dolore irra-diante sotto le arcate costali. È costan-te l’agitazione, la precipitazione e l’ir-requietezza con desiderio di zuccheroche lo fa stare male.

    CEFALEE

    In Sanguinaria compaiono cefalee pe-riodiche, ogni sette giorni con l’attaccoche inizia al mattino, arriva al culminea mezzogiorno e scompare alla sera.

    Inizia all’occipite e si localizza condolore bruciante in zona sotto orbita-ria e temporale destra. Durante la crisic’è intolleranza agli odori e al minimo

    rumore. Il malato deve rimanere sdra-iato in una camera buia e le cefalee so-no accompagnate da nausea e vomitoalimentare o biliare che migliora le ce-

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    malati pletorici che pre-sentano dolori brucianti.La febbre, la pelle umida,la testa rovente, i piedi ge-lati possono confermareBelladonna. Magnesia phosphoricadolori addominali cram-poidi, spasmodici, checompaiono e scompaionoimprovvisamente. Questicrampi obbligano il pa-ziente a piegarsi in due ap-poggiando violentementele mani sull’addome. Il ca-lore migliora relativamen-te questi dolori.

    Per quanto riguarda i do-lori crampoidi non si devedimenticare Cuprum che èil rimedio principale perquesto sintomo. I crampisono molto violenti e in-termittenti, accompagnatida nausea e seguiti da vo-mito.

    L’addome è teso, duro,caldo, molto sensibile altatto.

    Ha grande sete di bevan-de fredde.

    DOLORI EPATO COLECISTICI

    Chelidonium: dolori all’i-pocondrio destro che si ripetono ad in-tervalli più o meno regolari e si localiz-zano al lobo epatico destro con irradia-zione all’angolo inferiore della scapoladestra. La nausea e il vomito biliare sialternano con i disturbi gastrointesti-nali, la diarrea e la stipsi. Le feci sonoargillose e galleggiano sull’acqua. Que-sto paziente è sempre subitterico conbocca amara, prurito all’ano, urine scu-re e schiumose. Il fegato è nettamentedolente al lobo destro. Una caratteri-stica è il desiderio di liquidi bollenti,soprattutto di latte caldo.Carduus marianus: presenta a livel-

    lo del lobo epatico sinistro dolori ag-gravati dalla pressione che impedisco-

    no al malato di sdraiarsi su questo lato.Fegato grosso e doloroso soprattutto allobo sinistro con addome gonfio, fecinere e difficili da espellere. Piccole

    macchie gialle alla regione presternalecostituiscono un sintomo prezioso, acui si aggiungono i segni di un rallen-tamento della circolazione portale:emorroidi e varici.China: ipersensibilità diffusa con do-

    lore acuto in regione epatica. Il fegatosi palpa difficilmente per il notevolemeteorismo. L’epatomegalia si accom-pagna a milza palpabile e dolente. Ladiarrea è indolore con gas e peggioradopo latte o frutta. Compare soprattut-to di notte ed è seguita da fatica inten-sa con sudorazioni importanti e sete.Berberis: i dolori sono acuti, im-

    provvisi e si irradiano all’arcata costa-le e lombare sinistra. Sono aggravati

    dal movimento e dalla pressione, im-pediscono al malato di respirare. Èuno dei migliori rimedi di drenaggiodelle litiasi. Presenta tre sintomi ca-

    ratteristici: la salivazionespessa, l’arrossamento violaceo alla parte internadel labbro inferiore, i do-lori perianali con Herpesdopo ogni defecazione.

    R IMEDI D’INFEZIONE

    La colica epatica si può ac-compagnare a febbre epiccoli brividi.Eupatorium perfolia-

    tum: dolori muscolari earticolari alla parte alta delcorpo (il contrario Phyto-lacca) con piccoli brividi.

    Gelsemium: la febbre èaccompagnata da una pro-strazione con piccoli tre-mori al momento dei bri- vidi. La cefalea è occipita-le accompagnata da di-sturbi visivi e fotofobia. Labocca è secca ma il malatonon ha sete. È uno dei ri-medi principali per le coli-che epatiche degli anziani.Echinacea: stati settici

    con febbre alta, a volteoscillante; il paziente èadinamico con viso conge-sto, polso rapido. I doloriaddominali migliorano seil malato si sdraia a cane di

    fucile come Colocyntis.Pyrogenium: prostazione, agitazione

    e tendenza al delirio. Dissociazionepolso temperatura. Secrezioni fetidecon prostrazione alternata ad agitazio-ne e il malato si lamenta per il lettotroppo duro.

    R IMEDI COSTITUZIONALI

    Il loro ruolo è di fondamentale impor-tanza perché agiscono sullo stato epati-co cronico. La scelta è basata sulla co-stituzione di ogni malato e sono:Phosphorus, Lycopodium, Natrum

    Sulf., Lachesis, Arsenicum Alb..Calcarea Carbonica è indicata in quei

    pazienti che in tutta la loro vita hannopresentato i segni di questo prodotto eche evolvono verso uno stato di sclero-si tessutale.

    LETTURE/OMEOPATIA

    OMEOPATIA OGGI

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    RICERCA CLINICA

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    RICERCA OMEOPATICASPERIMENTALE SU

    ETNA LAVA

    di GAETANO ARENAi 

    Struttura sperimentale della ricerca Etna Lava

    Procedura sperimentale eseguita dal Prof. Matera:doppio cieco randomizzato versus placebo su 60 ipotetici soggetti sani scelti a Catania e Palermo 

    Composizione del campione

    • Soggetti di entrambi i sessi• Età compresa fra i 20 e i 55 anni• Apparente stato di buona salute fisica e psichica• Non sottoposti a trattamenti farmacologici allopatici né omeopatici da almeno 3 mesi• Consumo di sigaretta non superiore a 3 al dì

    • Non uso di superalcolici (ammesso qualche bicchiere di vino al dì)• Uso massimo di due tazzine di caffè o di the al dì

    N.B.: Annotata qualsiasi variazione a questo protocollo 

    La sperimentazione su Etna Lava,sotto la supervisione del Monitor Prof. Mario Matera, è statacondotta in due tempi tra il Gennaio 2000 e Settembre 2001

    C AMPIONI RACCOLTI

    Il prelievo viene praticato su unità vul-cano-stratigrafiche del Monte Etna.

    Lave sub-alcaline di base700.000 – 500.000 a.c.Lave alcaline basiche200.000 – 80.000 a.c.Prodotti decisamente di serie alcalina80.000 – 30.000 a.c.Prodotti ancora decisamente di seriealcalina30.000 a.c. - 2.000

    UBICAZIONE DEI CAMPIONI RACCOLTI

    Campione n° 1Sotto Grande Albergo Etna, colatadel 1780Campione n° 2Sud-Est Paternò, Villaggio AstrelCampione n° 3Sud BelpassoCampione n° 4Fra Misterbianco e Belpasso, colatadel 1669

    Raccolta dei campioni con la colla-borazione del Prof. Diego Puglisi Di-partimento Scienze Geologiche Uni-versità di Catania

    TRATTAMENTO DEI CAMPIONI

    • Frantumazione tramite pressa ma-nuale – dimensione inferiore a 2mm

    • Riduzione della granulometria con Molino a dischi della Herzog – di-mensione delle argille

    • Successive quartazione• Mescolamento delle polveri dopo,

    prelievo di una porzione uguale daogni campione

    Scopo del mescolamento finale, deri- vato dal miscuglio delle polveri deiquattro campioni, è ottenere una pol- vere omogenea che possa conteneretutte le caratteristiche chimiche deicampioni di provenienza.

    La polvere è stata sottoposta ad anali-si chimica tramite spettrometria dimassa con ICP (Inductively Couplet Plasma).

    (ACTLABS Activation LaboratoriesLtd, Ontario, Canada).

    PERSONALE PARTECIPANTE

    MONITOR 

    • Prof. Mario Matera (direttore Cattedra

    Farmacologia Ateno Catanese)

    DIRETTORE SPERIMENTAZIONE

    • Dott. Gaetano Arena (Associazione“L’Albero della Vita” – CT)

    MEDICI INVESTIGATORI

    • Maria Francesca Spada• Gaetano Arena

    • Riccardo Nucifora

    SPONSOR E RESPONSABILE FARMACEUTICO

    • iMO - Milano

    Il lavoro è stato svolto per convalida-re nella seconda fase i sintomi rilevatidagli sperimentatori nella prima faseed eventualmente estrapolarne deinuovi. La prima parte della ricerca è

    stata realizzata a doppio cieco e cross-over, con 11 verum ed 11 placebo; poi-ché i sintomi sono stati ritenuti assaiinteressanti, si è proceduto alla secon-da fase della sperimentazione su altri18 soggetti ambosessi (non a cono-scenza della sostanza somministrata)alla diluizione 30 ch e 2 soggetti (giàpresenti nella prima fase) alla diluizio-ne 200 ch.

    I sintomi sperimentati, per tutta ladurata del lavoro, suddivisi per or-   ➧

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    RICERCA CLINICA

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    avvertito molto intensamente apatia, tri-stezza, stanchezza mentale e fisica, convoglia di non far niente ed inoltre crisi dipianto immotivato. (S.N.); ha sospeso lasperimentazione in quinta giornata perripeterla dopo 16 giorni, ma sono riap-

    parsi gli stessi sintomi; ha scritto, “nonvolevo uscire di casa, mi sentivo comeisolata e prigioniera della mia tristezza,avevo apatia e volevo piangere senza mo-tivo, mi sentivo indifferente anche allepersone a me care”.

    La sperimentatrice n. 33 (Ar.–Ol.) ha ri-ferito tra il terzo ed il sesto giorno, moltairrequietezza, agitazione interna, perditadel self-control ed intolleranza alla con-traddizione.

    Dal 7° al 10° giorno stato di crollo estanchezza fisica e mentale “ho fatto fati-ca ad organizzare la giornata ed il lavoro;tutte le cose che per me erano normali,diventavano pesanti, non sono proprioriuscita a svolgerle, né fisicamente némentalmente, mi sono sentita come dro-gata”.

    Ho sospeso il rimedio e la sintomatolo-gia si è ancora protratta per cinque gior-ni per poi scomparire (S.N.).

    La sperimentatrice n. 34 (Ga.–Ca.) dal

    2° al 5° giorno, ha avvertito meno rabbiae una insolita serenità a livello mentaleche l’ha portata ad affrontare con tran-quillità e senza tensione i problemi quoti-diani (S.N.). La sperimentatrice n. 36(Ca.–Le.) ha scritto che dal primo giornodella sperimentazione e nei giorni a segui-re fino al 5° giorno, periodo in cui ha so-speso il prodotto, ha avvertito molta sicu-rezza e grande fiducia in se’ stessa, si èsentita più forte nell’affrontare il lavoro ela vita di tutti i giorni (S.N); alla sospen-sione è riaffiorata ansia, agitazione ed ir-requietezza caratteristica della sua indole.

    I due sperimentatori della diluizione200 ch hanno rispettivamente appuntato:il n. 38 (Ar.–Ga.) nei primi 12 giorni haavvertito sensazione di rilassamento, pacea calma interiore, diminuzione della sen-sazione di fretta insita del suo carattere,invece in quattordicesimo ed in quindice-simo giorno ansia, tensione e rabbia: “misono sentito nei primi dodici giorni come

    se fossi sotto effetto di un blando sedati-vo”; lo sperimentatore n. 39 (Pa.–Gi);ha notato che a partire dal sesto giornoha avvertito una stanchezza mentale

    PROCEDIMENTO

    • Suddivisione in due gruppi, A e B, del campione dei soggetti sperimentatori, nel rap-

    porto di 1:1 nell’esperimento a doppio cieco.

    • Ulteriore suddivisione delle due popolazioni in due gruppi, sempre in rapporto di 1:1,nell’esperimento a doppio incrocio (la suddivisione dei soggetti, casuale, è stata custo-

    dita segretamente dal prof. Matera. Solo a sperimentazione ultimata sono stati resi no-

    ti i gruppi di Verum e di Placebo e gli elenchi delle popolazioni A1, A2, B1, B2).

    • Preparazione della sostanza Etna lava alla dose di 30CH, secondo farmacopea omeo-

    patica e le norme di buona fabbricazione della Ditta iMO.

    • Prescrizione di un dosaggio giornaliero di 6 granuli in due somministrazioni giornalie-

    re, lontano dai pasti, al risveglio e prima del riposo notturno, per 15 giorni.

    • Osservazione dei soggetti per ulteriore 15 giorni dopo la fine della sperimentazione.

    • Prescrizione di esami di routine e ECG a discrezione dello sperimentatore su alcuni sog-getti prima dell’inizio della sperimentazione.

    INIZIO DEL LAVORO DI SPERIMENTAZIONE

    Prima fase

    • Conferenza introduttiva riservata agli sperimentatori sulle finalità della ricerca per l’os-

    servazione della sintomatologia soggettiva dei sintomi sue tre piani: fisico, emoziona-

    le, mentale.• Osservazione, raccolta su apposita cartella, dei sintomi relativi ai tre piani sopra citati,

    punto di riferimento per i sintomi sperimentali per almeno sette giorni prima dell’inizio

    della sperimentazione.

    • Anamnesi completa di ogni soggetto, condotta secondo metodica omeopatica classica.

    • Visita clinica, per ogni soggetto, con l’esame obiettivo classico.

    Seconda fase

    • Assunzione per 15 giorni di Verum e di Placebo (interrotta al primo apparire di sintomi

    significativi in numero 2 soggetti).• Contatti telefonici costanti tra medico investigatore e sperimentatore.

    • Attenzione a situazioni traumatiche intercorse durante la sperimentazione (incidenti, li-

    tigi ecc.; ciò a portato all’esclusione di un soggetto).

    Terza Fase

    • Osservazione dei soggetti per ulteriori 15 giorni dopo la fine della sperimentazione.

    • Analisi delle schede di osservazione.

    • Incontro finale tra prover e investigatore, con discussione ed analisi completa dei sin-

    tomi segnalati.

    • Elaborazione dei dati raccolti.➧

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    RICERCA CLINICA

    OMEOPATIA OGGI

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    accompagnata da dolori frontali e sututta la testa; al 10° giorno La stanchez-za si è trasformata in confusione menta-le e quindi in depressione sino ad avver-tire l’esigenza di piangere per liberarsida un senso di oppressione in cui vede-

    va tutto nero (S.N.), ha così sospeso ilrimedio.

    Quasi tutti gli sperimentatori hannoriferito cefalea a casco.

    La sperimentatrice n. 5 (Ti.–Ma.) hadescritto cefalea a casco con localizza-zione sopra il naso comprese le soprac-

    ciglia (1°–3° giorno), vertigini e sensodi ondeggiamento come se fosse in al-to mare (presente al mattino sino alledieci per poi scomparire e ripresentar-si nel pomeriggio) (S.N.).

    La maggior parte degli sperimentatori

    ha descritto la cefalea in sede frontale conconfusione mentale (n. 7, 23, 27, 30).

    Lo sperimentatore n. 34 (Ga.–Ca.) haaccusato cefalea a tratti frontali che siirradiava all’occhio sinistro. I soggettiche hanno presentato questo sintomolo hanno descritto nella prima mattina-ta sino alle ore 10 o nel pomeriggioverso le ore16.

    Occhi

    Solo 4 sperimentatori hanno manife-stato sensazioni di bruciore agli occhi(S.V.), la sperimentatrice n. 5 (Tu.–Ti)l’ha modalizzato la sera al crepuscolo.

    La sperimentatrice n. 5 (Ti.-Ma.) e losperimentatore n. 14 (Me.–Ni.) hannoriferito forte raffreddore come se scari-casse del muco in trachea e petto, la spe-rimentatrice n. 15 (Va.–Da.) sensazionedi raffreddamento e lieve secrezione na-sale,anche lo sperimentatore n. 16(Po.–Pi) ha riferito sintomi da raffred-damento con naso congestionato ed in-fine lo sperimentatore n. 22 (Ar.–Ga.)lapresenza di muco nel naso ed in gola.

     Alcuni sperimentatori hanno espressobruciore e catarro, raucedine, costri-zione in gola ed afonia di lieve entità,altri invece in modo marcato.

    0 3 6 9 12 15

    15

    61

    Cefalea a casco

    Pesantezza (maggiormente frontale)Vertigine

    Testa

    0 1 2 3 4 5 6 7 8

    8

    3

    1

    1

    Rinorrea, catarro

    Costipazione

    Secco

    Starnuti mattutini

    Naso

    0 2 4 6 8 10

    10

    7

    4

    4

    3

    2

    1

    Bruciore, dolore

    Catarro

    Raucedine

    Afonia

    Costrizione

    Tosse

    Fame aria

    Gola

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    Lo sperimentatore n. 22 (Ar.–Ga.) haaffermato di avere avvertito raucedine co-me per presenza di muco difficoltoso adespellere, accompagnato da bruciore,afonia nella prima parte della giornata (si-no alle ore12), brividi di freddo a tutto ilcorpo specialmente in zona lombare elieve dolenza al petto. (S.M.).

    Lo sperimentatore n. 30 (Sp.–Mi.) hariferito congestione al naso come da al-lergia, raucedine, catarro giallo-verdastroe di giorno in giorno (3°–7°) abbassa-mento del timbro vocale in modo semprepiù marcato, brividi di freddo lungo la

    schiena (S.V.). La sperimentatrice n. 40(An.–Ri.–Ca.) ha avvertito secrezione dimuco denso, aggravato al mattino in ma-niera grave e bisogno continuo di schia-

    rirsi la gola, tosse e raucedine, bruciorealla faringe in modo continuo che èscomparso solo dopo 24–36 ore dalla so-spensione di Etnea Lava 30 ch..

    La sperimentatrice n. 24 (Ga.–Ca.) halamentato dal 5° al 9° giorno, mal di go-

    la serale che si aggravava con raucedine ediventava raschiante, qualche giorno do-po è comparso un senso di costrizione al-la gola, di sera, tosse a volte secca ed a volte catarrale. Lo sperimentatore n. 37(Sq.–Gi.) ha verificato mezz’ora dopo lasomministrazione del rimedio, prurito alnaso, congestione e lieve catarro in golascomparso poi dopo tre giorni.

    Lo sperimentatore con la diluizione200 ch (Pa.–Gi) ha scritto che dal 6° gior-

    no ha constatato abbassamento della vo-ce e lieve mal di gola, il naso quasi sem-pre secco a tal punto che non gli permet-teva di respirare bene. In generale moltisperimentatori hanno avvertito in conco-mitanza a questi sintomi brividi di fred-do e dolori alle ossa come da raffredda-mento.

     Tre sperimentatori hanno riferito nau-sea dopo il pranzo e bruciore, due unsenso di oppressione al plesso solare.

    RICERCA CLINICA

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    Lo sperimentatore n. 14 (Me.–Ni.) hascritto che al quarto giorno ha avvertitobruciore al palato ed emissione di mucoverdastro, bruciore lungo la trachea e tos-se secca, quindi ha sospeso il rimedio chepoi ha assunto dopo dieci giorni ripresen-tando esattamente gli stessi sintomi conaggiunta di sensazione di soffocamento efame d’aria, inoltre, ha scritto di provarela paura di soffocare con sensazione dipanico. (S.N.). I sintomi sono completa-mente scomparsi solo dopo 6–7 giornidalla sospensione. Altri sperimentatorihanno espresso il sintomo in maniera

    meno vistosa. La sperimentatrice n. 20(Mo.–Ce.) ha lamentato dolenzia alla go-la con presenza di muco, lieve pesantezzae bruciore al petto.

    0 1 2 3 4 5

    5

    3

    3

    1

    1

    1

    1

    Bruciore

    Nausea

    Oppressione

    Peso plesso solare

    Gonfiore

    Vuoto

    Assenza sete prima mestruazioni

    Stomaco

    0 1 2 3 4 5 6 7 8

    8

    5

    4

    2

    Gonfiore

    Dolore

    Fitte, crampi

    Meteorismo,aerofagia

     Addome

    Tabella totale sperimentatori (42)

    11 placebo 31 verum

    Mente 3 38% 52 236%

    Testa 8 100% 22 100%

    Occhi 5 63% 5 23%

    Orecchio 1 13% 2 9%

    Naso 4 50% 13 59%

    Faccia 1 13% 4 18%

    Denti - - 1 5%

    Bocca 2 25% 3 14%

    Gola 3 38% 31 141%

    Appetito 1 13% 4 18%

    Stomaco 3 38% 15 68%

    Addome 2 25% 19 86%

    Retto e feci 2 25% 13 59%Apparato urinario 1 13% 1 5%

    M: genitali/sessualità 2 25% - -

    F: genitali/sessualità - - 3 14%

    Apparato respiratorio 2 25% - -

    Torace - - 6 27%

    Apparato cardiovascolare 1 13% 7 32%

    Schiena 2 25% 8 36%

    Estremità - - 3 14%

    Arti superiori - - 2 9%

    Arti inferiori 1 13% 6 27%Sintomi generali 4 50% 25 114%

    Sonno 8 100% 15 68%

    Sogni 1 13% 3 14%

    Temperatura 1 13% 2 9%

    totale sintomi en° sintomi per soggetto   58 5,3 265 8,5

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    RICERCA CLINICA

    OMEOPATIA OGGI

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    Circa dieci sperimentatori hannomanifestato gonfiore addominale,crampi ed aumento della stipsi opresenza di diarrea.

    Lo sperimentatore n. 30(Sp.–Mi.) ha riferito che dopo lasomministrazione del rimedio, aven-do fisiologicamente una evacuazione

    di 2-3 volte al dì con feci liquide masenza dolenzia, ha ottenuto la norma-lizzazione dell’alvo con una evacuazio-ne giornaliera e presenza di feci com-patte (S.C.).

    La sperimentatrice n. 36 (Ca.–Le.) haosservato dal 4° al 9° giorno presenzadi dolore della zona addominale bassaa sinistra con fitte, crampi e diarrea almattino al risveglio (S.N.), questi sin-tomi sono iniziati gradualmente peraumentare a tal punto da farle inter-

    rompere il rimedio. Lo sperimentatoren. 15 (Sq.–Gi.) al 3° giorno ha avverti-to diarrea esplosiva alle ore 12 (egli hatendenza alla stipsi).

     Apparato e organi genitalifamminili

    La sperimentatrice n. 7 (Pa.-Am.) haosservato assenza di sete prima del me-struo, sintomo mai presentato (S.N.).

    La sperimentatrice n. 33 (Ar.–Ol.) hanotato diminuzione marcata della libi-do (4°–8° giorno) (S.V.). Infine la spe-rimentatrice n. 11 (Me.–Ca.) ha con-fermato assenza di dolori mestruali giàdalla prima mestruazione dopo la finedella sperimentazione (S.N.).

     Astenia e brividi di freddo con doloriarticolari diffusi agli arti superiori ed

    inferiori, si sono presentati in almeno12 sperimentatori; in alcuni si è mani-festata più stanchezza ed astenia senzabrividi, in altri ambedue i sintomi condurata superiore ai tre giorni.

    Lo sperimentatore n. 18 (Fi.–To.) dal7° all’11° giorno si è lamentato in modomarcato di astenia per tutto il giorno egrande sonnolenza specie alle ore 16.

    Per concludere, lo sperimentatore n.29 (Ge.–Pa.) dal 10° al 13° giorno haaccusato così tanta astenia e stanchez-

    za generale, con dolore alla zona lom-bare, da interrompere il rimedio, dopodue giorni i sintomi sono regrediti.

    La sperimentatrice n. 23 (Pu.–Sa.) ha

    confermato un sonno continuo e sere-no per tutta la notte e durante tutta lasperimentazione, in soggetto con in-sonnia cronica (S.C.).

    Otto sperimentatori hanno annotatodifficoltà ad addormentarsi, risvegli

    notturni e comunque sempre sonno agi-tato. La sperimentatrice n. 36 (Ca.–Le.)ha scritto, che dal 7° al 9° giorno, mo-

    mento in cui ha sospeso il rimedio, haavvertito un sonno disturbato e ri-sveglio con ansia alle ore 3 del mat-tino con difficoltà a riprenderesonno.

    Sogni

    Due sperimentatori, il n. 4 (Ga.-Gi.)con la diluizione 30 ch ed il n. 38 (Ar.-Ga.) con la diluizione 200 ch hanno so-gnato per almeno tre sere di lupi o ca-ni a pelo nero.

    PelleLo sperimentatore n. 43 (Le.–Fr.) ha

    osservato dal 7° al 10° giorno comparsadi eczema alla gamba sinistra (S.N.).

    Due sperimentatori hanno osservato,nei primi giorni di sperimentazione,

    comparsa di afte brucianti alla mucosabuccale, labbro superiore ed inferioresinistro. Solo uno sperimentatore(Ar.–Ga.), con la diluizione 200 ch, hapresentato un ascesso gluteo sinistro,molto dolente al tatto, dal 6° al 10°giorno (S.V.).  

    BIBLIOGRAFIA

    1) Hahnemann S., Organon dell’arte del  guarire. Traduzione della 6° edizione,Ed. Cemon, Napoli, 1987.

    2) Hahnemann S., Dottrina e tratta-mento omeopatico delle malattie croni-che, Arte tipografica, Napoli, 1987.

    3) Kent J. T,.  New remedies sett , Dey and Co. 1973.

    4) Kent J. T., Lezioni di filosofia omeopa-tica, Ed. Como, 1991.

    5) Bradford T. L.,  La nascita dell’omeo- patia Vita e lettere di S. Hahneman.Ed. Grosseto, 1993.

    6) J. Yaakov Sherr, Le dinamiche e la me-todologia della sperimentazione omeopa-tica, Ed. Salus Infirmorum (Tradu-zione Dr. M. L. Gonella), 2001.0   2 4   6   8   10 12

    11

    9

    2

    Astenia

    Algie osteomusc. arti inf.

    Brividi

    freddo

    Sintomi generali

    0 1 2 3 4 5 6 7 8

    8

    4

    3

    Risvegli notturni

    Sonnolenza

    Ansia, angoscia,agitazione

    Sonno

    0   1   2   3   4 5   6   7   8

    Stipsi

    Diarrea

    Retto

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    RICERCA CLINICA

    N° 27 - APRILE 2002

    25

    INTRODUZIONE

    L’obesità è una condizio-ne associata all’au-mento della morta-lità[1; 16] e ad una diminuzio-ne della speranza di vita(figura 1). In Italia i bambi-ni sono obesi nel 20% deicasi; gli adulti in misura del30% se maschi, del 35% sefemmine. I ricoveri nelle

    strutture di medicina interna,conseguenti a patologie che deri-vano direttamente da questo stato(figura 1) ammontano al 35% e incidonoper il 10% sulla spesa sanitaria globale.[2]All’instaurarsi dell’obesità contribuisconodiversi fattori tra i quali uno dei piùimportanti è l’addestramento ricevutodurante l’infanzia.[14] La sua correzione sipone come scopo primario “il riequilibrioalimentare a lungo termine” [15] e l’acquisi-zione di uno stile di vita che comprendaanche un aumento del dispendio energe-tico mediante l’attività fisica.[1]

    PROBLEMI DEL RIEQUILIBRIO ALIMENTARE A

    LUNGO TERMINE

    Molto spesso sia i pazienti che i cu-ranti spinti dall’ansia della presta-zione si pongono degli obbiettivi pocorealistici da raggiungere. Se 1 Kg di tes-suto adiposo equivale a 8791 kcal, con un

    deficit calorico dietetico di 400 kcal algiorno occorrono circa 22 giorni, ovverotre settimane, per perdere 1 kg di massagrassa. Pertanto per perdere un sovrap-

    peso di 10 o 20 kg occorrerebbero, se l’a-derenza alla terapia fosse perfetta, rispet-tivamente 7 e 14 mesi.[1] Deficits caloricigiornalieri molto più spinti sono con-troindicati in quanto tendono ad intacca-re più severamente la massa magra chenon quella grassa, inoltre l’organismo insovrappeso tende a difendersi da questogenere di aggressione diminuendo il di-

    spendio calorico, già di per sè più bassonegli obesi.[4] Il raggiungimento di unnuovo equilibrio metabolico è frutto diuna operazione la cui durata è stimabile

    in 2-3 anni,[15] specie se la con-dizione di obeso dura da 20, 30 o

    più anni, quindi il paziente dev’es-sere edotto di questo lungo periodo

    di cura al momento in cui entra in tera-pia per evitare disappunto e delusioni tar-dive inutili.[1] Durante una terapia cosìlunga l’aderenza al trattamento diventa ilproblema primario. I fattori che tendonoa diminuirla sono di ordine sia somaticoche psicologico. Tra i primi l’iperinsulini-smo, conseguente all’insulinoresistenza(figura 1), che si rende più evidente versole 11 del mattino e le sei del pomeriggio,i momenti cioè di maggior produzionedell’insulina che induce ipoglicemia pro-

     vocando malessere ed irritabilità che mi-gliorano con l’assunzione di cibo, nel no-stro tempo in genere fuori dai più cor-renti orari dei pasti. Tra i secondi, da un

    CAUSE DIATESICHE

    D’INSUCCESSO DEL NALOXONE

    COME OMEOTERAPICOCOADIUVANTE L’ADERENZA

    AL RIEQUILIBRIO DIETETICO

    DEI SOGGETTI IN SOVRAPPESOdi CARLO POGGIALIi 

     ABSTRACT

    Signs and symptoms of the chronicmyasm “syphilis” in adult obesesubjects are good predictors of failure in

    reducing overweight by a short term ali-mentary rehabilitatory program combi-ning diet with Naloxone 10-60 asadjunctive therapy 

    Homoeopathic preparations of the wellknown opioid antagonist, Naloxone, aresupposed, as far as homoeopathic litera-ture is concerned, to behave at someextent as anorexants. We have testedNaloxone 10-60, twice a day, in 12overweight subjects, as a drug adjunctive

    therapy for a short term alimentary reha-bilitatory program. Almost all patients(11/12) showed, at the starting point,symptoms and signs of the chronicmyasm “sycosis” ; this myasm in 9subjects was mixed with symptoms andsigns of “syphilis”. The end point was set-tled at a 20% of overweight loss withinfour months. Only 4 patients (33%) rea-ched this goal. These subjects, except one, were “syphilis” free. The presence of symptoms and signs of the chronic mya-

    sm “syphilis” resulted, in the limits of thisexperiment, to be significatively (p exact=0.018) in proportion with the failure of this treatment (diet+drug adjunctiveterapy) of obesity.

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    RICERCA CLINICA

    OMEOPATIA OGGI

    26

    lato il condizionamento sociale, iniziatoin età infantile, che si esprime con unafenomenologia multiforme di circostan-ze le quali necessitano di una gratifica-zione orale immediata, dall’altro la rela-tiva indifferenza verso la propria imma-

    gine corporea indotta dall’eventuale so- vrapporsi di una modalità reazionale si-cotica.[14] Al primo tipo di fattore si cercadi ovviare con una formulazione dieteti-ca appropriata, al secondo tipo con unassiduo maternage da parte del terapeu-ta che molto gradualmente deve trasfor-marsi in padre e insinuare nel pazientedei valori paterni come la soddisfazioneper il raggiungimento di obbiettivi ra-gionevoli, al posto di quelli prevalente-

    mente “umidi”, matriarcali, in genere adimpronta totalizzante: “tutto e subito”. Tuttavia sia la psicoanalisi che la psicote-rapia si sono rivelate di scarso aiuto nelcontrollare il peso.[1] Non altrettantofrustranti sembrano gli altri tentativi ir-razionali di controllo[1] tra cui il ricorsoall’Omeopatia. [14]

    B ASI PER UN TRATTAMENTO

    FARMACOLOGICO AGGIUNTIVO

    In una prima fase della terapia ancoratesa alla richiesta di gratificazione ora-le, prima che possa evidenziarsi il rinfor-zo offerto dal raggiungimento dei primiobbiettivi, può essere utile il sostegnoofferto da una terapia farmacologica dibreve durata, dato che nel lungo periodoquesta si è rivelata di scarsa efficacia enon priva di effetti secondari.[1] Guer-monprez e coll. pubblicano nel 1981 idati di una patogenesi sperimentale ese-guita in doppio cieco nel 1980 su giova-ni adulti di ambo i sessi che seguivano uncorso di Omeopatia presso l’Universitàdi Lilla. La sostanza studiata era un mor-finomimetico, il Naloxone, usato in cli-nica come antagonista della morfina e, ascopo di ricerca, come antagonista deglioppioidi endogeni.[7] Alcuni partecipantialla sperimentazione notarono un bru-sco aumento di peso di 1 kg e 1/2 all’ini-zio e/o un aumento considerevole di pe-so nelle prime due settimane di speri-

    mentazione, mentre al termine di questa(l’esperimento durava 5 settimane) an-notarono una perdita di peso sui 2 kg.

    D. Deswarte in un articolo del 1984

    Tabella 1 CARATTERI ANTROPOMETRICI DEL CAMPIONE

    Identif. Sesso Etá Altezza Peso Bmi* Gradob**Caso 1 F 43 1.60 70.2 27.4 1Caso 2 F 22 1.71 83.2 28.5 1Caso 3 F 45 1.52 68.2 29.5 1Caso 4 M 52 1.64 73.0 27.1 1Caso 5 F 55 1.65 68.8 25.3 1Caso 6 F 56 1.73 99.6 33.3 2Caso 7 F 60 1.54 95.5 40.3 3Caso 8 F 32 1.65 78.8 28.9 1Caso 9 F 53 1.53 57.0 24.3 0Caso 10 F 23 1.55 56.2 23.4 0Caso 11 M 61 1.71 96.0 32.8 2Caso 12 M 43 1.78 103.0 32.5 2

    * Body Mass Index (B.M.I.) = Kg/(altezza in m)2** Grado di obesità secondo il B.M.I.:

    0 = < 25 2 = 30 – 401 = 25 – 29.9 3 = > 40

    Tabella 2 OBBIETTIVI E RISULTATI DELLA TERAPIA

    (Tab. 2.a) 

    Identif. Sovrappeso Obb. 20%   ∆ pre/post Pre Post Esito*Caso 3 19.3 -4.0 -7.2 68.2 61.0 1Caso 2 23.0 -4.6 -6.7 83.2 76.5 1Caso 11 31.6 -6.3 -6.6 96.0