Reperti Ceramici Etrusco Romani e Corinzi - … · spazio e dimostrano una conoscenza reale...
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Reperti Ceramici Etrusco Romani e Corinzi
MODALITA’ DI SCHEDATURA DEL MATERIALE ARCHEOLOGICO
(Mario Goiorani G.A.R.S. Pescia )
1. INTRODUZIONE
La produzione delle ceramiche, iniziata nel neolitico, si è evoluta col tempo, nelle forme e nella
tecnica. Al tempo degli Etruschi quest’attività, divenuta di primaria importanza per la realizzazione
di oggetti di uso comune, domestico e funerario, ha ormai raggiunto eccellenti livelli di pregio e di
valore artistico.
2. SCHEDA DI REPERTI CERAMICI
La schedatura di reperti ceramici ha lo scopo di identificare e classificare gli stessi.
La scheda deve evidenziare i seguenti elementi:
Definizione
Luogo di conservazione e inventario
Classe di materiale
Stato di conservazione
Dimensioni
Provenienza
Forma (descrizione)
Decorazione (tecnica e motivo)
Classificazione (tipo e commento critico)
Datazione
Bibliografia
3. CLASSIFICAZIONE
Nella classificazione dei reperti ceramici bisogna identificare:
1. le classi di materiale;
2. le decorazioni
3. le forme;
3.1 CLASSI DI MATERIALE
Esistono varie classificazioni dei materiali basate sulla loro composizione, microstruttura e
proprietà. La maggior parte della produzione delle ceramiche è costituita, nel periodo etrusco, da
vasellame da cucina, da mensa, da dispensa, da cerimonie funebri, da toilette.
Esistono tre classi di materiali:
IMPASTO
L’ impasto è un’ amalgama di argilla e di inclusi, formati da frammenti di minerali o di roccia,
che variano per granulometria e per maggiore o minore concentrazione. Nei manufatti più
antichi l’ argilla è disomogenea, la lavorazione è a mano, lo spessore è piuttosto alto, il colore
oscilla dal rossastro al grigio cenere o al marrone, la superficie può essere levigata, steccata o
grezza. Può essere decorata con scanalature, incisioni, graffiti, stampigliature (con matrici su
ceramica non cotta). La produzione risale ai tempi preistorici e, per quanto concerne il mondo
etrusco, è comune nelle manifestazioni dell’ età del Bronzo e del Ferro (X-VIII sec. a. C.) e
continua fino alla romanizzazione. Ma già nell’ VIII sec. a. C. l’ impasto diventa depurato, gli
inclusi sono piccoli e visibili, lo spessore è assottigliato, la cottura è perfezionata e la
lavorazione è spesso al tornio.
BUCCHERO
L’ argilla è depurata e compatta, gli inclusi sono a granulometria finissima, lo spessore è sottile,
la lavorazione è al tornio, la superficie è lucente e spesso decorata a incisione, a stampigliature o
a graffito, il colore è nero all’ esterno e all’ interno. Questo fatto è dovuto alla cottura in
ambiente privo di ossigeno. La produzione del bucchero inizia dal VII sec. a.C. ed è tipica della
civiltà etrusca.
CERAMICA DEPURATA ACROMA
Viene realizzata con processi di depurazione più o meno lunghi e può essere di diversi colori.
Quando è sottile viene chiamata FIGULINA. E’ completamente ricoperta di vernice e dipinta
con elementi figurali, vegetali o geometrici.
3.2 DECORAZIONI
Secondo le decorazioni le ceramiche possono essere così suddivise:
CERAMICA ETRUSCO-GEOMETRICA
La ceramica dipinta fece la sua vera e propria comparsa in Etruria come imitazione della
ceramica geometrica greca che arriva in Italia a partire dalla fine del IX secolo a. C., da cui il
nome di ceramiche etrusco-geometriche dato alle prime ceramiche etrusche dipinte.
Tra le prime ceramiche greche di tipo geometrico giunte in Etruria figurano coppe decorate con
cerchi pendenti, coppe ornate con motivi a spina di pesce. Questi vasi giunsero in Italia perché
vi erano degli intensi scambi commerciali tra l’ Etruria e l’ Eubea. E’ chiaro quindi che,
all’origine delle prime officine etrusche di ceramica fine dipinta vi sono degli artigiani greci.
Le decorazioni sono geometriche e lineari (cerchi concentrici, motivi a scacchiera, meandri), più
raramente figurate (uccelli, figure umane).
CERAMICA ORIENTALIZZANTE
L’Orientalizzante si sviluppa tra il 720-580 a. C. è un grande momento nel quadro culturale
dell’Italia antica. L’Etruria, grazie alle risorse del suolo e del sottosuolo, entra nei traffici a largo
raggio che comportano l’arrivo di merce pregiata e di maestri da aree culturalmente più
avanzate. Nascono così la grande scultura e la pittura parietale. Il repertorio figurativo consta
non più solo di schematici motivi geometrici, ma si arricchisce di figure umane, di animali, di
elementi vegetali, delle prime scene narrative. La decorazione viene organizzata su più registri e
vengono introdotti i riempitivi a rosetta.
CERAMICA ETRUSCO-CORINZIA
Viene chiamata così la ceramica prodotta in Etruria a imitazione di quella corinzia. I centri di
produzione sono da localizzare nell'Etruria meridionale e marittima (Veio, Cerveteri, Tarquinia
e Vulci), con una attività databile intorno al VII-VI secolo a.C. (630-540 a. C.). Il repertorio
figurativo predilige soggetti di animali reali e fantastici, scene narrative, riempitivi a rosetta,
treccia, raggiera e ad altri motivi fitomorfi. È stata riconosciuta l’attività di alcuni pittori, come
il Pittore delle Rondini e il Pittore della Sfinge Barbuta. Quest’ ultimo deve essere considerato il
primo a introdurre la tecnica a figure nere (sagoma disegnata, dettagli a incisione e ritocchi di
colore bianco e rosso) e la policromia sui vasi.
CERAMICA A FIGURE NERE
Nel VI secolo a. C. diminuisce la produzione e l’ importazione di vasellame corinzio in seguito
al crollo del regime tirannico di Corinto. Si insediano così in Etruria (a Cerveteri e a Vulci)
alcuni artigiani della Ionia e si adattano alle esigenze della loro nuova clientela, contribuendo al
rinnovamento della ceramica locale e della grande pittura. Gli artisti si specializzarono nella
produzione di particolari forme di vasi e realizzarono alcuni stamnoi, calici, hydriai e anfore
dalle forme tozze e dai colori vivaci, spesso decorate con scene di caccia (animali fantastici,
mostruosi) o scene mitologiche.
A partire dal primo quarto del V secolo a. C., sembra che la qualità della ceramica etrusca a
figure nere conosca un rapido declino. La maggior parte delle botteghe di ceramica dipinta
paiono limitarsi alla ripetizione di formule monotone che imitano le ultime figure nere attiche e
sempre più spesso abbandonano l’ incisione per una semplice silhouette con dettagli ottenuti
mediante ritocchi di colore bianco o paonazzo.
CERAMICA A FIGURE ROSSE
Inventata in Grecia intorno al 530 a. C. e praticata in Etruria solo dal 480 a. C.. Le opere di
questo periodo testimoniano l’accresciuto interesse nei confronti dell’ anatomia, della resa dello
spazio e dimostrano una conoscenza reale dell’epica e della mitologia greca. Venivano decorati
con figure rosse, diverse forme di vasi, come anfore, hydrai a doppia ansa, crateri, olpai e
oinochoai. Le scene raffigurate erano quelle di palestre, di armamenti e mitologiche. La tecnica
non era quella di dipingere le figure rosse ma colorare tutto il vaso di nero e risparmiare le
figure.
CERAMICA A FIGURE SOVRADDIPINTE
A seguire il periodo delle figure rosse segue quello caratterizzato da decorazioni a figure rosse
sovraddipinte. Tecnica più vicina alla figura nera, della quale conserva lo stesso repertorio, che
non alla figura rossa propriamente detta che vuole imitare. Il vaso veniva totalmente rivestito
con la ceramica e poi veniva disegnata la figura in rosso.
3.3 FORME
La forma può essere aperta o chiusa.
ORLO: parte terminale del labbro; può essere arrotondato, piano o assottigliato
LABBRO: parte compresa tra l’ orlo e il collo; può essere a tesa, estroflesso, introflesso o a
colletto
COLLO: parte tra il labbro e il corpo, può essere presente oppure no; può essere cilindroide,
tronco-conico, concavo o rigonfio
CORPO: parte dalla base del collo al fondo; può essere globulare, ovoidale, piriforme,
lenticolare o ad anello; si suddivide in:
- SPALLA: parte superiore del corpo
- VENTRE o VASCA: parte inferiore del corpo; può essere carenata, a calotta,
ovoidale, cilindrica, tronco-conica
PIEDE o FONDO: base del vaso; può essere ad anello, a tromba, a disco, tronco-conico
ANSA: manico del vaso, veniva disposto sia in orizzontale che in verticale; può essere a
sezione rettangolare (a nastro), circolare o a bastoncello.
A seconda delle forme i vasi possono essere così classificati:
VASO BICONICO: Ceramica d'impasto con superficie liscia o decorata. Vaso composto da
due tronchi di cono uniti; costituito da labbro estroflesso o a tesa, corpo privo di spalla,
ventre tronco-conico e senza piede. Spesso utilizzato sia da mensa, per contenere l’acqua,
sia come urna cineraria.
Vaso biconico con due anse Urna cineraria biconica con coperchio
VASI GEMINI: Piccole tazze accoppiate utilizzate per contenere unguenti e profumi.
ASKOS: piccola otre di pelle che può contenere liquidi diversi. Formati da un protomo di
animale ibrido e da un collo. Il corpo può essere circolare, schiacciato o anche cilindrico-
allungato, al cui termine si ha un corto beccuccio decentrato rispetto al baricentro. Un'ansa
arcuata sovrasta il corpo e ne rende possibile l'uso; questa è costituita da un cavaliere che
guida il viaggio del defunto nell’aldilà.
Ascos Benacci, altezza cm. 17,7
realizzato tra fine VIII - inizio VII secolo a.C.
OLLA: Recipiente di forma chiusa, utilizzato in diversi ambiti per contenere e conservare
alimenti, granaglie, liquidi vari o per cuocerli. Può essere anche usato per contenere le
ceneri dei cremati. Ha labbro, corpo globulare con fondo piatto, può essere ansato oppure
no.
Olla in bucchero a collo concavo scanalato e corpo troncoconico.
DOLIO: vaso di grandi dimensioni, con labbro estroflesso e corpo panciuto.
Dolio, Museo Archeologico di Scansano
ZIRO: Un grosso vaso fittile dentro il quale venivano collocati l'urna con le ceneri e il
corredo funerario.
PITHOS: Un grande vaso per stoccare, spesso sepolto nel terreno. Qualche volta ha delle
decorazioni in rilievo. Dimensioni: altezza circa 1 m., ma alcuni esemplari sono sopra i 2m.
TAZZA: Vasellame di impasto semi-depurato, generalmente con un’unica ansa verticale a
nastro , con piede basso ad anello.
Tazza carenata di produzione etrusca; 699 - 600 a.C. Tazza carenata mono-ansata; produzione etrusca; 699 - 600 a.C.
SCODELLA DI COPERTURA: Vasellame utilizzato per chiudere urne cinerarie o
contenitori da dispensa. Vaso a basso piede a disco, con un’ unica ansa, a volte plastica.
.
Urna cineraria con scodella di copertura;
rinvenuta a Chiusi,
risalente ai secoli IX-VII a.C.
CIOTOLA-COPERCHIO DI IMPASTO: Recipiente basso, con base appena rilevata, senza
anse, ed orlo rientrante. Usato per contenere cibi e liquidi.
Ciotola carenata; 750 a.C. - 675 a.C
CIOTOLE SU ALTO PIEDE: Ciotole con labbro estroflesso, vasca a calotta, piede alto e
cavo, di forma tronco-conica o a tromba.
BOCCALE: simile all’ oinochoe, utilizzato per versare vino e acqua. Con un’ ansa verticale.
Boccale etrusco in bucchero
PIATTI SU ALTO o BASSO PIEDE: I piatti a basso piede venivano utilizzati come delle
ciotole per mangiare. Avevano orlo piano, labbro estroflesso, corpo molto corto e piede a
tromba. I piatti ad alto piede sono molto simili alle coppe attiche e ai kylikes. La differenza
più evidente è che generalmente non erano dotati di anse.
Due piatti in impasto bruno, lisciati a stecca,
su basso piede a tromba.
KANTHAROS: Tazza con due anse a largo nastro verticali che sormontano l'orlo, con piede
più o meno alto. Forma molto diffusa nella ceramica etrusca (bucchero). Usato per bere e
libare.
Kantharos in bucchero pesante,
Necropoli dell'Osteria,
Tomba della Panatenaica;
VI sec. a.C.;
Vulci, Museo Nazionale
CALICE: vasellame per bere, utilizzato soprattutto dagli aristocratici durante i banchetti.
Sono senza labbro, con piede alto e strombato.
Calice in bucchero;
Tomba dei Soffitti intagliati;
VII-VI sec. a.C.
Vulci, Museo Nazionale
KOTYLE: con anse orizzontali a livello dell'orlo con corpo più ovoide.
Kotyle bucchero realizzato con tornio veloce;
produzione etrusca;
650 a.C. - 600 a.C.
SKYPHOS: Coppa per bere derivata da profonde ciotole di legno usate nelle campagne. Può
avere piede basso a disco o non averlo; il corpo è snello a tronco di cono, molto aperto, con
anse orizzontali a bastoncello ai lati.
Skyphos etrusco a figure nere
KYLIX: Coppa di varia grandezza, con corpo basso e largo, molto aperto, con due anse e
alto piede. Usata per bere. E’ distinta in tre diverse forme: coppa distinta dall'orlo e dal
piede; orlo e coppa unite, ma piede nettamente distinto; piede, coppa ed orlo hanno una
linea continua.
Kylix con immagini di satiri detta di Vibenna,
eponima del Pittore di Rodin, da Vulci(?),400 a. C.
Kylix di produzione etrusca
COPPE ATTICHE: Kylikes senza labbro, con decorazione nel tondo interno.
OINOCHOE: Recipiente usato per attingere, conservare e versare vino, da cui il nome. Ha
bocca rotonda o trilobata, corpo ovoidale o sferico, ansa verticale, a volte sormontante l'orlo
ed ornata con apofisi a rotelle.
Tipi principali: con corpo ovoidale e linea continua dalla bocca al piede; con corpo
globulare, collo distinto dalla spalla, bocca circolare; con corpo globulare, collo distinto
dalla spalla, bocca trilobata.
Oinochoe corinzia, rinvenuta a Cerveteri;
circa 570-550 a.C.; altezza cm 29,9 Oinochoe a testa bovina; in bucchero; ritrovato a Chiusi;
VI sec. a.C.; Firenze, Museo Archeologico Nazionale
OLPE: Per molti è una variante dell'oinochoe. Ha corpo più snello, spesso con linea
continua dalla bocca al piede, bocca trilobata o circolare ed un'ansa che a volte sormonta
l'orlo. Era usato per attingere o per versare liquidi.
Olpe a rotelle; Tomba dei Soffitti intagliati;
VII sec. a.C.; Vulci, Museo Nazionale.
Olpe in bucchero leggero, decorato alla base del
collo, risale al VI sec. a.C.
CRATERE: E’ una forma da mensa. Vaso a bocca larga, deriva il suo nome dal greco
“mescolare” (acqua e vino). Può essere di diverse forme:
- A COLONNETTE: Così chiamato per la forma delle piccole anse cilindriche che su
ognuno dei lati uniscono il grande e spesso labbro alla spalla.
Cratere a colonnette di produzione etrusca
- A CALICE: Il corpo è distinto in due parti: una bassa, robusta, ed una superiore che
si apre totalmente come un calice. Nel punto di divergenza del corpo, che non ha
collo, si impostano due robuste anse cilindriche.
Cratere a calice, proveniente da Vulci
- A VOLUTE: Sono le anse a dargli il nome. Esse partendo dalla parte superiore di
altre due anse cilindriche verticali si elevano a nastro fino alla bocca dove terminano
con volute decorative.
Cratere a volute con congedo di Alcesti,
eponimo del Pittore di Alcesti,
da Vulci, 350 a.C.
- A CAMPANA: Ricorda una campana cui la parte minore volge alla base. Le anse,
appena sotto l'orlo, sono cilindriche e rivolte in alto.
Cratere a campana con figure rosse
STAMNOS: Vaso di forma globulare, provvisto di due anse orizzontali , con grande
bocca, collo corto, con corpo tondeggiante e basamento pesante. La scena dipinta è collocata
sul corpo. In esso veniva versato olio o vino . Dimensioni: altezza circa 30-40 cm.
Stamnos attico a figure rosse,
490 a.C., Pittore di Berlino, h. 34 cm
HYDRIA: Grande vaso simile all'anfora usato per attingere, contenere e versare acqua come
indica chiaramente il nome. Si distingue dall'anfora per avere, oltre le due anse orizzontali,
una terza, verticale, necessaria per versare il liquido.
Hydria in argilla di produzione etrusca 520-510 a.C.
ANFORA: Recipiente di grandi dimensioni usato per contenere liquidi vari (vino, olio,
acqua, latte). Il nome le deriva dall'avere due anse opposte. Di forma prevalentemente
ovoidale, ha base distinta. Si distinguono due tipi fondamentali: anfore ove la linea del collo
continua la curva della spalla e anfore con il collo nettamente distinto dalla spalla.
Del secondo tipo abbiamo:
- ANFORE NICOSTENAICHE. Corpo ovoidale, collo sporgente, un largo manico su
entrambi i lati e base svasata. Questa forma fu introdotta dal vasaio Nikosthenes
circa nel 530 a.C.. È stata dipinta con "figure-nere" e "figure-rosse", e sparisce
all'inizio del quinto secolo. Le scene dipinte sono disposte sul corpo, sul collo e sui
manici.. Quest’anfora è molto usata nella seconda meta del VI secolo a.C..
Anfora rinvenute nella Tomba del Pittore della Sfinge barbuta,
attribuite all’artista omonimo. Roma, Museo di Villa Giulia
- ANFORE PANATENAICHE, erano il premio delle gare panatenaiche. Corpo largo,
nettamente affusolato verso il basso, collo sporgente con imboccatura pesante, anse
di sezione cilindrica e piccola base. Le scene dipinte sono disposte su entrambi i lati
del corpo: Athena è su un lato, la gara vinta sull'altro.
Tomba della Panatenaica. Vulci, Museo nazionale
.
Vi sono poi delle anfore da trasporto. Erano di grandi dimensioni, la forma è generalmente alta
con una base a punta. È stato spiegato come questa forma fosse comoda per impilare i vasi nel
terreno. Il vaso era immagazzinato su dei supporti o sepolto nel terreno.
Anfora da trasporto del periodo etrusco
ARYBALLOS: Vaso di piccole dimensioni, atto a contenere oli profumati e unguenti, tipico
oggetto della toeletta femminile. Ha orlo a tesa orizzontale, labbro a disco, largo e piatto,
collo breve. Il corpo può essere piriforme, globulare, ovoidale. Può essere privo di anse,
averne una molto piccola tra labbro e collo, o anche due. Appare nella ceramica corinzia
nella prima metà del VII sec. a.C. ed ha una cospicua produzione per il resto del secolo.
Ariballos Etrusco-Corinzio, 590-580 a. C.,
probabilmente realizzato a Vulci Aryballos, Corinzio, 575 a.C., in terracotta
Pescia 03- 05- 2016
Mario Goiorani G.A.R.S. Pescia
Modalità per Catalogare i reperti Ceramici del Museo Civico di Scienze Naturali e Archeologia
della Valdinievole. Pescia
Pescia Piazza San Francesco 4
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