Renato Rinaldi e Andrea Collavino, Memoria di massa

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MEMORIA DI MASSA Archivi digitali e patrimonio artistico Un progetto di Andrea Collavino e Renato Rinaldi patrocinato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Università degli studi di Udine Realizzato da Cineteca del Friuli e Associazione Lenghis dal Drac In collaborazione con Radio Rai, IPAC Istituto Regionale Patrimonio Culturale FVG e Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli (Ud) Con il sostegno di Fondazione Antonveneta, Fondazione CariGo e Fondazione CRUP PREMESSA

Il progetto si propone di sensibilizzare la popolazione, e in particolare le giovani generazioni, sui problemi del mantenimento delle memorie digitali, cui viene oggi affidato tutto il patrimonio di testi, immagini e filmati che la società produce. La non corretta conservazione di queste memorie porterebbe alla perdita di un patrimonio essenziale per la ricostruzione storica della vita socio-culturale di intere generazioni. Il problema investe tanto i privati cittadini quanto le istituzioni come archivi, musei e cineteche. È importante che soprattutto i giovani siano coscienti della fragilità dei sistemi in cui immagazzinano i ricordi ma anche il frutto del loro lavoro.

L’opera di sensibilizzazione verrà svolta con diversi strumenti:

1) due serie di documentari radiofonici verranno messi in onda a livello nazionale da RAI RadioTre. Nelle dieci puntate, per un totale di due ore e mezza di trasmissione, si parlerà di come le istituzioni della regione affrontano il problema (Università di Udine e di Trieste, Città di Gorizia, Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale del FVG, Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, Cineteca del Friuli di Gemona, Basilica di San Petronio a Bologna,). La prima serie è andata in onda dal 21 al 25 Settembre 2015 e la seconda serie andrà in onda dal 07 all’11 marzo 2016;

2) due brevi video introduttivi che, nei giorni della messa in onda e nei giorni precedenti, verranno ospitati sul portale del programma e sulla pagina delle news di RadioRAI e proiettati nelle conferenze pubbliche.

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CONVEGNI E INCONTRI Una serie di conferenze su come, in questi anni, la definizione di Beni Culturali si sia allargata fino a comprendere non solo monumenti e opere d’arte ma anche oggetti d’uso comune e le memorie individuali. Con la conseguenza che alla conservazione del patrimonio siamo chiamati a partecipare tutti, anche informandoci sugli aspetti problematici della conservazione digitale, ma anche sugli aspetti positivi che la digitalizzazione comporta come l’accessibilità e la diffusione del patrimonio culturale della nostra regione.

28-29 GENNAIO 2016 - Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale del FVG – Trieste Convegno: Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni? 10-11 MARZO 2016 - La Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli in collaborazione con l’Associazione Italiana Biblioteche organizza un incontro sulle problematiche della digitalizzazione e mantenimento del patrimonio di testi antichi della regione; 12-13 Marzo 2016 - FilmForum Gorizia: proiezione di filmati provenienti dall’Archivio Nazionale Film di Famiglia e musicati dal vivo; 18-19 Marzo 2016 - Cineteca del Friuli: incontro sulle problematiche del mantenimento delle memorie visive (foto, film e video)

INCONTRI SCUOLA Una serie di incontri dedicati al triennio delle scuole superiori in cui si parlerà della cura di cui necessitano gli archivi digitali e degli sbocchi professionali generati da questa necessità. Nuove figure come il Digital Curator e l’Archeologo digitale, avranno un ruolo sempre maggiore nella società del futuro. I primi destinatari di questa serie di incontri sono gli allievi dei licei artistici, istituti d’arte e istituti tecnici a indirizzo informatico della regione, in quanto, come futuri operatori in campo informatico e artistico, saranno quelli chiamati più da vicino a confrontarsi sulle modalità e le strategie per il mantenimento e la conservazione degli elaborati e dei manufatti prodotti in ogni campo. Gli incontri si sviluppano tra marzo e maggio 2016.

APPROFONDIMENTI

IL DOCUMENTARIO

I° CICLO IN ONDA 21-25 SETTEMBRE 2015 RAI-RADIO3

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II° CICLO IN ONDA 7-11 MARZO 2016 RAI-RADIO3

Il primo ciclo, “Il dilemma digitale”, metteva in crisi lo stereotipo dell’archiviazione digitale vista come la salvezza della memoria del mondo; il suo deposito. Affrontava problemi come l’obsolescenza tecnologica, la gestione dei formati e la tenuta di dati digitali, ed era focalizzata sull’archiviazione di materiali audiovisivi. Nel secondo ciclo ci occuperemo di come si costruisce il patrimonio culturale, di come questa definizione si sia allargata negli ultimi anni e di come sia in continuo mutamento. Dell’importanza dei dati digitali relativi ad un’opera nel momento del suo restauro fisico, e di come questi si rivelano indispensabili per tutto il processo di valorizzazione, di diffusione e quindi di democratizzazione del patrimonio culturale. Di come le varie istituzioni siano chiamate ad armonizzare i loro archivi per renderli compatibili e dunque veramente accessibili ad un pubblico ampio e non specialistico. Anche la nuovissima arte digitale va protetta e conservata, ma i problemi che pone questo tipo di arte immateriale sono tantissimi, a partire dalla messa in crisi del concetto di opera originale. Il nuovo ciclo affronta altresì il problema della copie ottenibili da una matrice digitale che, più la tecnologia si fa sofisticata, più divengono indistinguibili dall’originale. Come tutto questo patrimonio, anche se tecnicamente riproducibile all’infinito, è sempre legato alla conservazione del supporto originale. La copia è garanzia di integrità ma, anche se indistinguibile, non avrà mai il valore dell’originale. Patrimonio Culturale

Chi decide che cosa bisogna salvare: come si è formata e allargata nel tempo la nozione di Beni Culturali. Quali sono le strategie per la conservazione del patrimonio culturale

Digitalizzare per Restaurare

Oramai sappiamo che i dati digitali possono perdersi un labirinto immateriale fatto di dati, software, supporti, chiavi di decrittazione e formati che diventano obsoleti e incompatibili nel giro di pochi anni, essere estremamente utili per studiare il problema della decadenza legata alla chimica dei materiali nella copia fisica originale.

Il trasferimento dell’Aura Walter Benjamin sosteneva che un'opera d’arte era un pezzo unico e originale (non prodotto in serie) e autentico, irripetibile e destinato ad un godimento estetico esclusivo nel luogo in cui si trovava. Questo hic et nunc dell'opera, questa sua autenticità e irripetibilità che ne rende esclusivo il godimento estetico, viene da Benjamin chiamata ‘aura’.

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Teche Biblioteche, cineteche, archivi e musei; Istituzioni sempre in bilico tra la preservazione e la conservazione del patrimonio culturale e il suo sfruttamento commerciale. Tra i doveri di queste istituzioni c’è il compito di valorizzare e diffondere il patrimonio e in questo la tecnologia digitale è di enorme aiuto, infatti sembra uno strumento più utile per la diffusione della cultura che per la sua conservazione.

Percorsi Virtuali L’esempio di un percorso virtuale che permette la valorizzazione di un territorio attraverso la riscoperta di un patrimonio di antichi codici, sparsi in vari musei del mondo. Straordinaria opportunità, sia per gli studiosi che per il turismo culturale. Come si appronta un modello di digitalizzazione e fruizione per tutelare e divulgare un importante patrimonio, sapendo che non tutto si può digitalizzare.

INTERVENTI NELLE SCUOLE Il programma di laboratori con i ragazzi interessa alcune scuole superiori della regione, che abbiamo selezionato in base all’argomento principale di Memoria di Massa, ossia la conservazione delle memorie nell’era digitale. Per tale ragione abbiamo contattato i licei artistici e i licei tecnologici con indirizzo informatico, espandendo poi il campo ad altri istituti riscontrando un diffuso interesse per i temi proposti. Laboratori più che lezioni Partiamo dall’idea che le memorie siano state trasmesse fino a poco tempo fa attraverso gli oggetti: Scritti, fotografie, film su pellicola, o nastri VHS, musica su cassette, vinili, più di recente i CD e i DVD. Tutti supporti che in questi anni stanno diventando obsoleti. Alcuni di questi presto saranno talmente antiquati da essere sconosciuti alle nuove generazioni. La domanda che ci facciamo è se gli adolescenti, da nativi digitali, si pongono il problema di cosa rimarrà di tutti gli scritti, le e-mail, i messaggi, le foto e i filmati digitali, che continuamente producono. Interessa loro la conservazione di queste memorie, e se così fosse, che strategie adottano per assicurarle alla posterità? Ci incuriosisce poi comprendere come si muovono tra le continue novità tecnologiche con cui si rapportano, quale sia la consapevolezza dei rischi della obsolescenza programmata, dovuta cioè all’innovazione e alla comparsa di nuovi modelli di tecnologia di consumo che soppiantano i precedenti e li rendono incompatibili. E’ infatti l’idea di ascoltare loro, i ragazzi, che ci muove, di scambiare delle idee e divulgare un seme di conoscenza che riguarda un mondo che cambia molto rapidamente, soprattutto in relazione alla tecnologia digitale. Consapevolezza della memoria

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La storicizzazione della civiltà è stata possibile grazie alle fonti. Non solo le opere artistiche, che contenevano in sé l’idea della trasmissione alle generazioni successive, ma anche e soprattutto gli oggetti di uso comune, gli scritti tecnico-professionali, la corrispondenza a tutti i livelli della società. Gli archivi sono pieni di testimonianze apparentemente insignificanti, ma preziosissime per ricostruire usi e costumi dei nostri predecessori. Vogliamo, per esempio, far comprendere ai ragazzi che molte delle conoscenze che abbiamo si basano sul casuale accumulo di dati nel tempo. L’archivio, in quanto contenitore di dati e di oggetti, che compongono una storia personale, è anche involontario, ma se questi oggetti e dati sono sempre più evanescenti, l’atto di formazione dell’archivio deve diventare maggiormente consapevole e volontario. Nel contempo non sappiamo quanta coscienza ci sia della molteplicità ed enorme quantità di tracce che vengono lasciate ad ogni passaggio in rete, ad ogni comunicazione attraverso gli smartphone o i computer. Laboratorio Per cominciare, faremo portare ai ragazzi alcuni oggetti conservati da loro o dai loro genitori, che hanno un legame con una storia o un frammento di storia della propria famiglia. Grazie all’osservazione accurata di questi materiali faremo loro comprendere che le informazioni che ne possiamo ottenere sono ben più di quelle che si notano a uno sguardo superficiale. Per esempio una fotografia degli anni settanta ci fornirà dati sul formato, sulla macchina usata per scattare la foto, e poi dettagli sul modo di vestire dei soggetti inquadrati, le pettinature, il paesaggio circostante o l’arredamento, se si tratta di un interno ecc. Poi gli chiederemo di raccontare la storia che concerne l’oggetto, ciò che lo lega a sé o alla propria famiglia. La domanda successiva è se si hanno anche oggi degli oggetti da trasmettere. Ciò che si scrive su supporto digitale, le registrazioni audio, le foto, che forse non si potranno più recuperare nella classica scatola di cartone o nel baule di famiglia, come potranno essere conservate? Grazie a questa introduzione potremo scambiarci idee sul funzionamento di cloud, memorie smart e hard disk e potremo immaginare insieme come difenderci dall’evanescenza e dalla proliferazione continua di enormi quantità di dati che ad un certo punto non sapremo più come gestire a meno di non tornare alla capacità di fare selezione. Prospettive occupazionali Dove si prospetta un problema nasce una nuova professione, ed ecco che negli ultimi anni si stanno formando spontaneamente delle nuove figure professionali nel campo digitale. Parliamo per esempio del “digital curator”, che si occupa di gestire gli archivi personali e di fornire conoscenze su come “curare” al meglio il proprio archivio. Altra figura che sta prendendo piede è l’ “archeologo digitale”, ossia colui che è in grado di ritrovare dati nascosti all’interno di cartelle e di dischi rigidi dimenticati, o di recuperare e studiare pagine web e artefatti grafici della prima cultura di internet. Perciò a livello accademico ci si sta orientando verso l’apertura di nuovi corsi di laurea per formare questi professionisti del mondo digitale, che dovranno avere competenze scientifiche, storiche ed economiche.

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Diffusione dell’esperienza Alcuni dei ragazzi che parteciperanno ai laboratori saranno poi invitati negli studi radiofonici della Rai regionale per parlare della loro esperienza, coinvolgendo in tal modo un pubblico più vasto, dato che il tema riguarda veramente tutti.