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RELAZIONE VALUTATIVA E MONITORAGGIO Piano di Zona 2011-2015 prorogato al 31.12.2018 Distretto di Belluno Documento approvato dal Comitato dei Sindaci Distretto di Belluno il 24.11.2017 Comitato Sindaci Distretto Belluno

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RELAZIONE VALUTATIVA

E

MONITORAGGIO Piano di Zona 2011-2015

prorogato al 31.12.2018

Distretto di Belluno

Documento approvato dal Comitato dei Sindaci Distretto di Belluno il 24.11.2017

Comitato Sindaci Distretto Belluno

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Relazione Valutativa del Piano di Zona 2011-2015 - ULSS 1 Belluno.

Anno di attività 2016 Premessa pag. 1 A. Analisi dei costi e delle fonti di finanziamento pag. 7

A.1 Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento pag. 9

A.2 Tabella Risorse/Costi per gruppo di intervento pag. 11

A.3 Tabella Risorse/Costi per tipologia di costo pag. 13

A.4 Tabella Fonti di finanziamento pag. 15

B. Analisi delle diverse aree di intervento pag. 17

B.1 Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizione di disagio e giovani -

RELAZIONE B.1. Famiglia, infanzia, adolescenza, minori pag. 19

B.2 Area Persone Anziane RELAZIONE B.2.1 Persone anziane – residenzialità pag. 45

RELAZIONE B.2.2 Domiciliarità pag. 67

B.3 Area Disabilità

RELAZIONE B.3.1 Disabilità pag. 87 RELAZIONE B.3.2 Integrazione lavorativa pag. 119 +

B.4 Area Dipendenze RELAZIONE B.4. Dipendenze pag. 127

B.5 Area Salute Mentale RELAZIONE B.5. Salute Mentale pag. 135

B.6 Area Marginalità Sociale RELAZIONE B.6. Marginalità Sociale pag. 149

B.7 Area Immigrazione RELAZIONE B.7. Immigrazione pag. 159

B.8 Area Trasversale RELAZIONE B.8. Trasversale pag. 171

C. Il disegno di valutazione adottato pag. 177

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“Relazione Valutativa – anno di gestione 2016”

a cura di: Direttore dei Servizi Sociali:

Gian Antonio Dei Tos Direttore U.O. Amministrazione Soc. di Distretto:

Francesca Bertoldi

Ufficio di Piano Azienda ULSS n. 1 - Comitato dei Sindaci:

Paolo Dal Bianco Referenti del Gruppo di Coordinamento Tecnico:

− Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio e giovani: Maria Arrigoni - Coordinatrice U.O. IAF A. Ulss n. 1-Distretto di BL;

− Area Anziani: Arrigo Boito - Responsabile dei Servizi Sociali dei Comuni di Forno di Zoldo e Longarone;

− Domiciliarità Anziani:

Mariaelena Merella- Responsabile dei Servizi Sociali dell’U.M. Alpago;

− Area Disabili – Integrazione Lavorativa: Francesca Zanon - Coordinatrice U.O. Disabilità A. Ulss n. 1; Enrico Verdozzi - Responsabile del Servizio Integrazione Lavorativa dell’A. Ulss n. 1.-BL

− Area Dipendenze:

Alfio De Sandre - Direttore Dipartimento per le Dipendenze A. Ulss n. 1; − Area Salute Mentale:

Bruno Forti - Direttore Dipartimento Salute Mentale A. Ulss n. 1;

− Area Marginalità Sociale: Anna Viviani - Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Belluno;

− Area Immigrazione:

Milena Maia – Responsabile della rete di coordinamento immigrazione. Unità Operativa Amministrazione Soc. di Distretto - Azienda Ulss n.1-Distretto di Belluno:

Stefania Boccanegra Enrica Zanella Segreteria del Comitato dei Sindaci del Distretto di Belluno:

Maria Rosa Moro Si ringraziano per la collaborazione:

– Servizio Controllo di Gestione e Qualità Ulss n.1, Gestore Unico, Servizio Controlli Interni Ulss n.1, Servizio Personale Ulss n.1, Servizio Convenzioni Ulss n.1, Servizi distrettuali di Assi-stenza Domiciliare Integrata, Dipartimento di Salute Mentale e Dipartimento Dipendenze, Ser-vizi dell’Ulss n.1 di Belluno, U.I.C.A.A., Centri di Servizio dell’Ulss n.1 di Belluno, 47 Comuni dell’Ulss n.1 di Belluno, organizzazioni di volontariato che hanno aderito ai tavoli di lavoro del Piano di Zona, soggetti del terzo settore coinvolti nell’erogazione dei servizi qui rendicontati. Si ringraziano altresì tutti gli altri uffici e servizi che hanno fornito i dati economici e di attività.

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Premessa

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Premessa

Contesto socio-economico e demografico1 La popolazione residente in Veneto si è ridotta nel 2016 dello 0,15 per cento rispetto al 2015 pari a 7594 unità. Tale trend è ancora più sensibile nell’area della nostra Provincia che ha registrato com-plessivamente un saldo negativo di 1075 unità (-0,52 rispetto al 2015). Il declino demografico non è solo una questione di calo della popolazione, ma ancor di più di squili-bri tra generazioni, con le implicazioni sociali ed economiche che ne derivano, rimarcate dal costante aumento, nel territorio provinciale, dell’indice di dipendenza/carico sociale, passato dal 60 al 60,7% e dell’indice di vecchiaia (passato dal 209,8% al 215,5%). Il maggiore carico assistenziale lo vivono in particolare le famiglie (e in particolare le donne, per cui si parla di stress di genere) che devono farsi carico contemporaneamente della cura dei figli e delle persone anziane appartenenti al proprio nucleo. Rispetto al 2012 la popolazione residente del Distretto di Belluno si è contratta di quasi 4.000 unità con una tendenza all’aumento di soggetti sopra i 65 anni.

Classe d'età 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016Incidenza-

2016

fino a 1 anno 976 958 867 849 829 790 736 0,6%

da 1 a 14 anni 15.005 14.889 14.652 14.455 14.182 13.842 13.621 11,1%

da 15 a 64 anni 83.049 82.071 80.675 79.302 78.202 77.317 76.526 62,1%

65 anni e oltre 29.601 30.290 30.789 31.172 31.497 31.901 32.258 26,2%

Totale 128.631 128.208 126.983 125.778 124.710 123.850 123.141 100,0%

Indice di vecchiaia 185% 191% 198% 204% 210% 218% 225%

Azienda ULSS n. 1 - Belluno

Popolazione al 31 dicembre dell'anno

E’ interessante rilevare come il Distretto di Belluno presenti una incidenza della popolazione anziana superiore rispetto all’intera Provincia di Belluno. % POPOLAZIONE

ANZIANA Over 65

% POPOLAZIONE GIOVANILE

Under 15

Regione Veneto 22,3% 13,7%

Provincia di Belluno 25,8% 12,%

Distretto di Belluno 26,2% 11,7% In alcuni Comuni del Distretto di Belluno la percentuale si eleva oltre il 30% portando ad una media dell’età della popolazione a 52-53 anni contro il 46,8 della Provincia di Belluno e il 44,6 del Veneto. La tabella che segue illustra, distinto per sub-distretto, l’indice di dipendenza che rappresenta il cari-co sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, nel Veneto nel 2017 ci sono 56,2 individui a carico, ogni 100 che lavorano.

1 Fonte dei dati su PIL e popolazione veneta: Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso - Belluno su dati Unionca-mere del Veneto; Relazione al bilancio consuntivo ULSS1-Ufficio Controllo di Gestione Distretto di Belluno

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Premessa

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Territorio 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

CADORE 56,7 58,2 59,4 60,5 61,6 62,3 63

AGORDINO 56,3 57,2 58,1 58,8 59,6 59,8 61,1

BELLUNESE 53,5 54,9 56,2 57,6 58,4 59,2 59,8

ULSS 1 54,9 56,2 57,4 58,6 59,5 60,2 60,9

Reg.Veneto 51,8 53,4 54,1 54,7 55,4 55,8 56,2

Non tutti i Comuni dell’ambito distrettuale registrano un saldo negativo della popolazione. Nell’area bellunese i Comuni che registrano un incremento sono: Belluno, Limana, Borca di Cadore, Cibiana, Lorenzago, S.Vito, Sappada, Vodo di Cadore, Colle S. Lucia, Vallada Agordina. E’ significativo che i Comuni che hanno registrato un incrementato della popolazione, anche se in alcuni casi minimi, appartengano proprio all’area della montagna (Cadore e Agordino) che tipica-mente rischia maggiormente l’effetto dello spopolamento verso territori dotati di più servizi. Va pe-raltro sottolineato che i timidi aumenti di popolazione spesso rappresentano il semplice passaggio di abitanti da un Comune all’altro, per motivi legati ad es. al costo dell’abitazione (es: da Cortina a S. Vito di Cadore, da Belluno a Limana). Per quanto riguarda in particolare il Distretto di Belluno è opportuno evidenziare il fenomeno dell’elevata dispersione abitativa che comporta rilevanti difficoltà per l’Azienda ULSS nel garantire i servizi socio-sanitari, coniugando qualità delle cure, accessibilità delle stesse da parte di tutti i citta-dini ed equità nella distribuzione tra i distretti. Rispetto al 2012 sale il divario rispetto alla Regione del Veneto per quanto riguarda la densità di po-polazione e l’indice di vecchiaia.

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Premessa

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Passando invece ad esaminare i dati dell’occupazione, gli occupati in provincia di Belluno risultano 91.000, sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente; invariato anche il dato relativo alle “persone in cerca di occupazione”, che oscilla attorno alle 6.000 unità. Il tasso di occupazione generale è andato progressivamente migliorando, passando dal 67,6% del 2014 al 68,3% del 2015, al 68,8 del 20162: 12 punti percentuali più su rispetto a quello italiano (che è uno dei più bassi in Europa) e più alto rispetto al dato regionale del 64,7% del 2016.

2014 2015 2016

67,6% 68,3% 68,8% Variazione tasso di occupazione in Provincia di Belluno

Veneto Lavoro certifica per il 2016 un saldo occupazionale positivo in provincia di Belluno, pari a +1.480 posizioni di lavoro dipendente, sostenuto tanto dal turismo quanto dall’occhialeria e dalla metalmeccanica. Da due anni consecutivi accade che il saldo occupazionale chiuda in positivo, con un tasso di disoccupazione che si riporta al 6,2% dopo il picco del 7,5% nel 2014. Certo, ciò non è ancora sufficiente a recuperare i livelli occupazionali pre-crisi: mancano all’appello ancora 3.200 uni-tà. Nel 2014, però, il saldo occupazionale cumulato, conteggiato dal 2008, era arrivato ad eviden-ziare -6.000 posizioni di lavoro. Oggi dunque possiamo dire che questo saldo si è quasi dimezzato. Il tasso di disoccupazione, che nel 2014 era salito fino al 7,5%, risulta così al 6,2%, in linea con lo scorso anno; il dato nazionale, come noto, si posiziona all’11,7%. Permane tuttavia una significativa

2 Fonti dati: Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso - Belluno su dati Unioncamere del Veneto - Istat

267,15 4.907.529

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Premessa

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differenza di genere sotto traccia: per gli uomini il tasso di disoccupazione in provincia di Belluno si ferma al 5% (invariato sul 2015), per le donne si porta al 7,6% (rispetto al 7,1% dello scorso anno). Al 15,5% il tasso di disoccupazione giovanile, in linea con il dato del Veneto: era sali-to fino al 20,1% nel 2014. I risultati di attività: Utenza, Prestazioni, Risorse Impiegate Nel complesso si rileva una riduzione quasi generalizzata dell’utenza, ad eccezione dell’utenza disabi-le complessivamente presa in carico. Come per gli anni precedenti, l’interpretazione del fenomeno non risulta semplice né univoca e sconta l’impossibilità di confrontare i dati a disposizione con quelli su scala regionale. Come richiamato nelle precedenti relazioni, le cause di una diminuzione dell’utenza (che potrebbe risultare paradossale, considerato il contesto socio-economico soprade-scritto) possono essere rinvenute:

• in un aumento del disagio e della complessità dei bisogni e, nel contempo, dell’isolamento delle persone e delle famiglie e delle disuguaglianze di accesso, derivanti dal contesto di crisi economica e sociale;

• in una riduzione dell’offerta, dovuta alla riduzione delle risorse umane e/o finanziarie dispo-nibili

• nei problemi strutturali e di ricollocazione logistica di alcuni servizi. Peraltro, dobbiamo considerare che, in alcuni casi, la contrazione dell’utenza è da valutare positiva-mente, come nel caso della riduzione dei ricoveri in Comunità Terapeutica nell’area della Salute Mentale, così come la riduzione degli inserimenti in strutture residenziali extra ULSS, legata ad una politica del servizio mirata ad individuare percorsi riabilitativo – assistenziali nel territorio di apparte-nenza delle persone. La diminuzione dell’utenza registrata nell’area della Salute Mentale non è attribuibile al calo demo-grafico, in quanto è comune a molte realtà del Veneto, ma può essere attribuita ad una delle cause sopraesposte. Tale dato va inserito in un contesto in cui la quota di utenti che si rivolge ai servizi di salute mentale del dipartimento di Salute Mentale, vicina al 2 % della popolazione totale, è tra le più alte nella Regione Veneto. Anche gli inserimenti di soggetti minori in comunità sono lievemente calati, anche se va sottolineato un rilevante aumento della spesa dovuto alla necessità di inserimento in strutture con un maggior gradiente di presa in carico in ragione della gravità del quadro diagnostico. A fronte della diminuzione dell’utenza nell’area materno-infantile non corrisponde una riduzione, bensì un aumento, delle attività di promozione dei servizi consultoriali. Ciò è particolarmente apprez-zabile data la diminuzione delle risorse di personale a disposizione e testimonia l’impegno degli ope-ratori e la loro consapevolezza della necessità di intervenire a livello preventivo in un area così deli-cata; permane infatti una situazione di emergenza educativa sintomo di indebolimento della capacità di cura genitoriali. Nell’area della marginalità sussiste una difficoltà a mettere in rete le risorse e le informazioni per contrastare il problema della frammentazione; sarebbe utile riproporre un sistema di dialogo sinergi-co tra enti e istituzioni al fine di evitare interventi ridondanti sugli stessi nuclei famigliari e individui, anche se non va sottaciuto che esigenze di privacy impongono ai servizi specialistici di non rilasciare informazioni riguardanti gli importi e la tipologia dei servizi erogati. Nell’area dell’immigrazione permane una difficoltà a reperire informazioni per ottenere un quadro confrontabile con il passato (dati di utenza, dati economici). La situazione migratoria del territorio continua a mantenersi in una fase di stabilizzazione e di radicamento, confermando anche il feno-meno dei ricongiungimenti familiari dei genitori ultra sessantacinquenni, richiesti dagli immigrati che hanno maturato il diritto alla cittadinanza. Ha assunto particolare rilevanza l’aumento della popola-zione profuga nel territorio; tale emergenza ha richiesto l’impegno e l’intervento di una pluralità di attori nell’ottica di dare risposta ai bisogni primari: vitto e alloggio, fornitura di prodotti per l’igiene

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Premessa

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personale e vestiti, accesso al servizio sanitario nazionale, accompagnamento legale ai fini del rico-noscimento dello status di rifugiato.

Va rimarcato l’avvio di alcune progettualità nell’area della Disabilità, che stanno cercando di fornire risposte flessibili e personalizzate a bisogni residenziali (Agordo) e semiresidenziali (Centro Aliante, riservato ad utenti con disturbi dello spettro autistico). Nell’area delle dipendenze, per quanto si stiano diffondendo, soprattutto in area giovanile, stili di consumo di sostanze illegali, rimangono preminenti le problematiche legate all'uso di alcol, anche se in calo. Nel corso del 2016 è proseguito il processo di cambiamento sia della governance che della forma giuridica delle strutture residenziali presenti nel territorio; alcuni Centri di Servizio hanno intrapreso un percorso di condivisione e ottimizzazione delle risorse amministrative al fine della riduzione dei costi. Continuano con buoni risultati anche le progettualità dell’area della Domiciliarità (Home Care Premium e Sollievo), per i quali è stata assicurata una continuità negli anni a venire, pur a fronte di oneri amministrativi crescenti. Altro aspetto critico che emerge dalla lettura delle relazioni (Domiciliarità, Disabilità, Infanzia adole-scenza e famiglia, Immigrazione) è quello dell’integrazione tra la dimensione sociale e socio-sanitaria e quella strettamente sanitaria. Questa sembra essere la causa principale alla base della riduzione dell’utenza seguita in modo integrato dai servizi di assistenza domiciliare dei Comuni/Unioni Montane e dai servizi domiciliari distrettuali (c.d. utenza “SAD in ADI”). Per contro, si rileva un lieve aumento nell’utenza dei servizi domiciliari e del servizio di consegna pasti, dopo un biennio di flessione, im-putabile, tra le altre cause, alle condizioni economiche familiari, trattandosi di servizi soggetti a compartecipazione. Criticità e sfide Nel corso della vigenza del Piano di Zona 2011-2015 sono emersi alcuni bisogni che hanno trovato risposta nel Piano: l’autismo, i richiedenti asilo, le dipendenze tra i giovanissimi e le ludopatie. I bisogni che rimangono sul tavolo sono:

• carenze di offerta nel sistema residenziale per utenza disabile (Casa del Sole, nucleo per an-ziani disabili presso il Centro di Servizi di Forno di Zoldo) e carenze strutturali e di offerta nell’area della salute mentale;

• la cronica e strutturale mancanza di risorse (quota di rilievo sanitario) nell’area anziani, in particolare per l’utenza di profilo medio. Si auspica un riequilibrio delle assegnazioni regionali anche per effetto della riorganizzazione delle aziende sanitarie su base provinciale

• la mancanza di una comunità residenziale per minori; • la stabilità dei finanziamenti BIM a sostegno del servizio educativo domiciliare.

I profondi cambiamenti che sta vivendo il mondo finanziario e, di conseguenza, la riduzione dei divi-dendi percepiti dalle fondazioni bancarie, sta comportando la riduzione delle risorse a disposizione per gli interventi sociali e socio-sanitari e probabilmente porterà ad un ripensamento delle logiche e dei criteri alla base delle assegnazioni, privilegiando il sostegno a progetti che favoriscano o premino la costruzioni di autentiche reti di partenariato solidale, superando così il particolarismo e la settoria-lità degli interventi, che rischiano, in quanto tali, di essere poco efficaci e di avere un impatto ridotto sulle problematiche alle quali di propongono di dare risposta. Un’altra sfida che il sistema integrato non può perdere è quella di una maggiore omogeneità quali-quantitativa dei servizi sull’intero bacino dell’ULSS 1 Dolomiti, aspetto che chiama in causa anche la capacità di progettazione al fine di reperire risorse attraverso la partecipazione a bandi nazionali e comunitari. I diversi tavoli di lavoro continuano a segnalare l’opportunità di strutturare un ufficio, a questo punto su base provinciale, che si occupi di progettazione europea o dei bandi regionali e poi gestisca amministrativamente le rendicontazioni. Si tratterebbe di un investimento proficuo che porterebbe risorse nel territorio e si auto-sosterrebbe L’obiettivo deve essere quello di superare la parcellizzazione degli interventi presenti nel territorio

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Premessa

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distrettuale e la frammentarietà delle risposte presenti all’interno di uno stesso ambito comunale, per portare avanti progettualità condivise, che possano realmente raggiungere una massa critica e avere un effettivo impatto sui bisogni cui intendono rispondere, identificando delle priorità e delle aree tematiche di lavoro, anche trasversali ad aree di salute diverse, ma che condividano la stessa tipologia di bisogni. Serve un lavoro di governance che identifichi le priorità e le aree tematiche di lavoro/sviluppo ma anche che “orchestri” i tavoli di lavoro prima della presentazione dei progetti. Ciò richiama la necessità di un ripensamento strategico del sistema di offerta in un ottica provincia-le; i documenti di armonizzazione accompagnatori alla relazioni di ri-pianificazione dei due distretti e alle relazioni di monitoraggio offrono importanti spunti di confronto e di riflessione sulla attività e sulle esperienze maturate nei 2 distretti. La capacità di creare sinergie tra i vari attori, in particolare tra l’Azienda ULSS nella sua nuova confi-gurazione provinciale e i 64 Comuni che ne fanno parte, attraverso il dialogo ed il confronto costan-te, sarà la chiave di volta per rispondere con maggiore efficacia ai bisogni, in un contesto di carenza di risorse e di aumento della complessità delle situazioni di disagio.

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Piano di Zona 2011-2015

Ulss 1 Dolomiti –

Distretto di Belluno

A.

Analisi costi e

fonti di

finanziamento

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

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A.1 Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

Le risorse impiegate nel corso dell’anno 2016 ammontano a € 75.862.725,15. L’area Anziani rimane indiscutibilmente l’area che assorbe la maggior quantità di risorse, il 61,66% del totale, seguita dall’area della Disabilità (14,15%), della Salute Mentale (8,50%) e della Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio e giovani (9,54%). Le restanti aree, quali l’area delle Dipendenze, della Marginalità Sociale, dell’Immigrazione e l’area Trasversale assorbono nel complesso poco più del 7% delle risorse.

Famiglia, infanzia,

adolescenza minori, giovani

Persone anziane

Disabilità Dipendenze Salute mentaleMarginalità

socialeImmigrazione Trasversale TOTALE

7.238.747,57 46.776.977,80 9.976.138,29 2.248.207,39 6.445.554,98 1.130.780,28 609.101,42 1.437.217,41 75.862.725,15

Persone anziane

61,66%

Disabilità

13,15%

Dipendenze

2,96%

Salute mentale

8,50%

Famiglia, infanzia,

adolescenza, minori, giovani

9,54%

Marginalità sociale

1,49%

Immigrazione

0,80%

Trasversale

1,89%

Nell’anno di attività 2016, i servizi sociali e socio-sanitari presenti nel territorio dell’Ulss n. 1 di Belluno hanno potuto contare su fonti di finanziamento per € 76.377.325,40, determinando un avanzo costi/finanziamenti complessivo di € 514.600,25.

Regione ComuneFondi statali

vincolati e UEUtenza

Altri enti pubblici

Enti privatiAltro/Non definito

Totale Finanziamenti

41.681.814,67 6.706.949,28 690.191,04 1.126.137,35 24.528.363,89 1.128.934,43 514.934,74 76.377.325,40

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

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Regione e Aulss54,57%

Comune8,78%

Fondi statali vincolati e UE0,90%

Utenza32,11%

Altri enti pubblici1,47%

Enti privati1,48%

Non definito0,67%

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Dolomiti –Distretto di Belluno

Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

11

A.2 Tabella Risorse/Costi per gruppo di intervento

UDE 2.216.636,23 51.624,63 2.723.028,66 0,00 1.481.926,18 59.940,13 120.365,46 6.653.521,29

PROGETTI 48.550,27 5.300,00 0,00 2.400,00 527.846,01 1.130,00 585.226,28

UDE 614.700,06 5.318.605,93 1.272.039,64 38.062.126,85 1.254.948,01 52.065,12 0,00 46.574.485,61

PROGETTI 120.875,66 45.745,88 0,00 0,00 0,00 35.870,65 0,00 202.492,19

UDE 823.190,95 2.103.684,05 2.599.654,59 3.321.839,79 470.252,44 76.110,42 276.703,20 9.671.435,44

PROGETTI 10.089,40 7.662,00 164.899,19 85.196,66 0,00 36.855,60 0,00 304.702,85

UDE 1.764.674,11 0,00 0,00 0,00 480.656,28 2.877,00 0,00 2.248.207,39

PROGETTI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

UDE 3.901.304,17 6.620,14 497.983,18 1.575.269,80 451.675,69 0,00 0,00 6.432.852,98

PROGETTI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 12.702,00 0,00 12.702,00

UDE 9.152,40 34.648,18 0,00 10.000,00 325.947,28 0,00 0,00 379.747,86

PROGETTI 672.032,42 0,00 0,00 79.000,00 0,00 0,00 0,00 751.032,42

UDE 19.753,63 0,00 0,00 0,00 72.256,39 0,00 0,00 92.010,02

PROGETTI 13.091,40 0,00 0,00 500.000,00 0,00 4.000,00 0,00 517.091,40

UDE 486.728,96 59.647,96 144.823,50 377.121,64 1.068.322,06

PROGETTI 71.626,00 262.652,02 0,00 0,00 0,00 34.617,33 0,00 368.895,35

Anno: 2016Risorse/Costi per gruppo di intervento

46.776.977,80

121.495,46 7.238.747,57

Persone Anziane

735.575,71 5.364.351,81 1.272.039,64

CONSUNTIVO Tabella A.2

Interventi residenziali

Interventi semi-

residenziali

Interventi domiciliari/ter

ritoriali

Interventi di accesso,

consulenza e presa in carico

TotaleAltro

Interventi di socializzazione, prevenzione, in-

formazione, azioni di sistema

Sostegno economico

0,00 1.484.326,18 587.786,14

833.280,35 2.111.346,05 2.764.553,78 3.407.036,45 470.252,44 112.966,02

Salute Mentale

Marginalità Sociale

Disabilità

Totale

Immigrazione

Trasversale

Dipendenze

276.703,20 9.976.138,29

38.062.126,85 1.254.948,01 87.935,77 0,00

1.764.674,11 0,00 0,00 0,00

3.901.304,17 6.620,14 497.983,18 1.575.269,80

325.947,28 0,00

0,00 2.248.207,39

451.675,69 12.702,00 0,00 6.445.554,98

480.656,28 2.877,00

681.184,82 34.648,18 0,00 89.000,00 0,00 1.130.780,28

32.845,03 0,00 0,00 500.000,00 72.256,39 4.000,00 0,00 609.101,42

558.354,96 322.299,98 0,00 0,00 377.121,64 1.437.217,41144.823,50 34.617,33

75.862.725,15775.320,30842.884,264.684.885,7743.633.433,117.257.605,267.896.190,7910.772.405,66

Famiglia, infanzia, adolescenza

2.265.186,50 56.924,63 2.723.028,66

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

13

A.3 Tabella Risorse/Costi per tipologia di costo

Costi non specificati

PersonaleBeni sanitari e

nonServizi

Ammortamenti

Altri indirettiAcquisto

servizi da terziTotale

UDE 715.174,98 3.911.584,41 438.787,70 115.659,41 3.787,62 291.761,01 1.176.766,16 6.653.521,29

PROGETTI 4.900,00 265.351,10 26.491,45 34.785,94 3.000,00 27.851,92 222.845,87 585.226,28

UDE 195.975,13 21.045.584,79 2.493.113,76 9.904.807,36 947.993,72 341.928,99 11.645.081,85 46.574.485,61

PROGETTI 13.020,65 21.229,95 1.000,00 8.435,20 0,00 800,00 158.006,39 202.492,19

UDE 9.452,03 3.024.706,30 127.403,32 1.069.446,13 66.649,52 373,46 5.373.404,69 9.671.435,44

PROGETTI 0,00 212.526,47 11.423,60 22.035,25 0,00 6.351,30 52.366,23 304.702,85

UDE 2.877,00 1.449.755,51 51.294,56 213.788,26 2.311,82 47.523,97 480.656,28 2.248.207,39

PROGETTI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

UDE 25.479,94 4.046.566,00 295.794,55 521.349,28 17.916,05 128.571,34 1.397.175,82 6.432.852,98

PROGETTI 0,00 0,00 2.854,00 4.518,00 0,00 1.169,00 4.161,00 12.702,00

UDE 369.747,86 0,00 0,00 10.000,00 0,00 0,00 0,00 379.747,86

PROGETTI 0,00 218.341,69 87.046,04 65.488,47 12.083,03 297.291,54 70.781,65 751.032,42

UDE 72.256,39 18.918,35 739,50 95,78 0,00 0,00 0,00 92.010,02

PROGETTI 13.091,40 155.500,00 200.600,00 57.300,00 0,00 55.600,00 35.000,00 517.091,40

UDE 0,00 817.815,99 5.501,67 58.669,56 899,25 2.777,50 182.658,08 1.068.322,06

PROGETTI 490,00 77.708,53 12.037,25 30.652,00 76.192,00 10.812,27 161.003,30 368.405,35

Famiglia, infanzia, adolescenza…

Anno: 2016Risorse/Costi per tipologia di costo

720.074,98 4.176.935,51 465.279,15 150.445,35 6.787,62

25.479,94

Disabilità 9.452,03

Persone Anziane 208.995,78

Dipendenze 2.877,00

Salute Mentale 4.046.566,00 298.648,55 525.867,28 17.91 6,05

Marginalità Sociale

3.237.232,77

Totale

Immigrazione

Trasversale

85.347,79 174.418,35

218.341,69

1.449.755,51

21.066.814,74 2.494.113,76 9.913.242,56 947.993,72

51.294,56

319.612,93 1.399.612,03 7.238.747,57

11.803.088,24 46.776.977,80342.728,99

2.311,82 2.248.207,39213.788,26

138.826,92 1.091.481,38 66.649,52 6.724,76

77.091,25 13.589,77 343.661,38

5.425.770,92

12.083,03 297.291,54 70.781,65

480.656,28

129.740,34 1.401.336,82

9.976.138,29

57.395,78 0,00 55.600,00

47.523,97

75.488,47 1.130.780,28

6.445.554,98

369.747,86

490,00 895.524,52 17.538,92

201.339,50

87.046,04

89.321,56

12.117.030,633.754.087,4135.265.589,091.422.465,38

1.437.217,41

35.000,00 609.101,42

75.862.725,1520.959.907,321.212.812,301.130.833,02

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

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A.4 Tabella fonti di finanziamento

710.953,49

Totale Finanziamenti

per Fonte

Tabella A.4 CONSUNTIVO

Fonti di finanziamento Anno: 2016

76.377.325,40514.934,741.128.934,431.126.137,35

1.376.876,9612.913,4731.231,0895.323,25 28.112,540,00

24.528.363,89690.191,04

1.173.079,2653.357,90592.549,0834.339,88

610.964,530,0081.956,392.707,30

6.450.276,985.664,0011.760,000,00

11.401,55831,74361.608,60

15.485,960,0015.875,94

2.248.207,390,000,000,00 0,00

6.401.491,08

0,002.877,002.245.330,39

7.915,002.037.936,636.551.354,77 9.975.115,4077.992,7646.120,88406.311,66 847.483,70

0,001.753.396,1822.707.347,57 47.419.237,7314.800,00323.644,05408.510,20 22.211.539,73

7.123.567,14350.206,6141.672,95178.945,06

498.343,14

Famiglia, infanzia,

adolescenza, minori, giovani

Persone anziane

Disabilità

Dipendenze

Salute mentale

3.152.565,81

118.990,51

6.391,40

1.414.340,41

Fondi statali vincolati e

UEComuneRegione

181.444,301.804.392,00

UtenzaTotale

Finanziamenti per Area

Altro/Non definito

Enti privatiAltri enti pubblici

Marginalità sociale

Immigrazione

Trasversale

0,00500.000,0019.909,44

6.706.949,2841.681.814,67

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Analisi dei Costi e delle Fonti di Finanziamento

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Dolomiti –Distretto di Belluno

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Piano di Zona 2011-2015

Ulss 1 Dolomiti

Distretto di Belluno

B.

Analisi delle

diverse aree di

intervento

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Dolomiti –Distretto di Belluno

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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B.1. Area Famiglia, Infanzia, Adolescenza, Minori in condizioni di disagio e Giovani Uno sguardo d’insieme

Durante l’anno 2016 si è avvertita, in continuità con gli anni precedenti, in tutti i contesti di aiuto, la difficoltà di riuscire a rispondere a una maggiore complessità dei bisogni dei minori e delle loro famiglie, acuita dal perdurare della crisi economica con le sue ricadute sull’occupazione, sul tenore di vita e sulla conseguente condizione di “stress” vissuta dal mondo adulto. Le famiglie bellunesi si confermano, come illustrato nella relazione valutativa dello scorso anno, più disgregate che nel resto del territorio regionale, spesso monogenitoriali, con pochi figli, con un elevato carico assistenziale per la presenza di anziani, disabili e malati psichici; soffrono per l’isolamento dovuto ad un’elevata dispersione in un territorio vasto con comunicazioni difficoltose e risentono dei cambiamenti rispetto al modello tradizionale (nuove tipologie di famiglie, presenza di immigrati con culture diverse e nuovi bisogni, nuovi comportamenti e aspettative ecc.). Il disorientamento e il malessere conseguenti continuano a determinare un progressivo aumento delle segnalazioni istituzionali e della complessità delle prese in carico richieste ai servizi socio sanitari dell’area. In particolare si segnala la numerosità e complessità dei casi di adolescenti presi in carico dai servizi che richiede un particolare impegno dal punto di vista organizzativo e gestionale per riuscire a sviluppare e mantenere il necessario rapporto di collaborazione con il ragazzo/a, con i genitori e con gli altri adulti di riferimento. La situazione di disagio del territorio conferma la validità delle tre priorità di intervento individuate dal Piano in quest’area di salute:

1. sostenere la famiglia in difficoltà per conflitti, problemi economici, solitudine, fragilità personali e rafforzare le competenze educative dei genitori, per garantire il più possibile l’espletamento delle funzioni genitoriali;

2. rafforzare l’offerta educativa del territorio per diminuire il rischio di sviluppo di comportamenti devianti negli adolescenti e nei giovani;

3. facilitare l’informazione sull’offerta dei servizi, il lavoro in rete e l’accessibilità per evitare un uso frammentario, non economico e poco efficace delle risorse.

Tali priorità sono state tenute costantemente presenti anche durante l’anno 2016, ma non sempre si è potuto rispondere alle richieste o si sono ottenuti i risultati sperati. Il perdurare della crisi economica, che ha avuto anche una ripercussione negativa sulla disponibilità economica degli enti pubblici, ha determinato in molti ambiti di intervento una progressiva diminuzione dell'offerta conseguente alla riduzione del personale che non è stato possibile sostituire e alla diminuzione di finanziamenti vincolati a specifici progetti. Per fronteggiare le difficoltà descritte si è proceduto:

− alla revisione e/o razionalizzazione delle procedure di intervento; − alla partecipazione a bandi per intercettare risorse aggiuntive rispetto a quelle attivabili del

sistema pubblico; − all’avvio o consolidamento di collaborazioni con soggetti del territorio.

Nel 2016 sono stati ottenuti i risultati illustrati di seguito, con un particolare impegno per la riorganizzazione dei servizi dell’Unità Operativa Infanzia Adolescenza Famiglia prevista dal nuovo Atto Aziendale concretizzatasi anche nell’unificazione dei Consultori Familiari in un unico Consultorio costituito da n.3 equipe di Agordo, Belluno e Pieve di Cadore. Sono afferite all’equipe di Belluno l’equipe di Longarone-Alpago-Zoldo, l’equipe di sostegno alla genitorialità 0-6 anni Spazio Incontro, l’equipe di Spazio Adolescenti Giovani, l’equipe del CASF (Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare), l’equipe adozioni e la mediazione familiare. Per consentire il confronto dei dati di attività con quelli delle annualità precedenti la presente relazione mantiene la distinzione delle equipe descritte.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

20

1.1 Dati di attività ATTIVITA' DI PREVENZIONE La prevenzione, promozione e intercettazione dei fattori di rischio nella popolazione infantile è uno dei compiti istituzionali assegnati al Consultorio Familiare. Attività di promozione dei servizi consultoriali (Consultorio Familiare e Servizio Tutela Minori)

Attività di promozione dei servizi consultoriali

n° partecipan

ti 2011

n° partecipan

ti 2012

n° partecipan

ti 2013

n° partecipan

ti 2014

n° partecipan

ti 2015

n° partecipan

ti 2016

Variazione %

2015-2016

Equipe adozione 106 122 114 150 154 176 14%

Tutela Minori - - - 25 0 0 0

Centro Affido e Solidarietà Familiare (CASF) 579 427 806 901* 641 382 -40%

CF equipe Pieve di Cadore: educazione affettività/sessualità, sostegno genitorialità e percorso nascita, 0-3 e adolescenti, progetto MGF

242 337 193 514 236 537 128%

CF equipe Agordo: educazione affettività/sessualità, percorso nascita e adolescenza

329 105 172 413 535 373 -30%

CF equipe Belluno:conoscere il Consultorio - - - 90 120 - --

CF equipe di BL Spazio Incontro: attività gruppali di sostegno alla genitorialità, percorso nascita, 0-3 attività reti di famiglie Piano di Z.

601 682 561 660 830 554 -33%

CF equipe di BL Spazio Adolescenti: educazione affettività/sessualità e tematiche adolescenziali

854 689 807 494 937 1194 27%

CF equipe di BL Longarone: percorso nascita sostegno genitorialità gruppi educativi

22 0 5 32 0 19 --

Totale 2.733 2.362 2.658 3.279 3.453 3.235 -6%

*N. 404 partecipanti riguardavano l’azione straordinaria di promozione dei diritti dei minori e di sensibilizzazione all’affido attuata con l’apporto degli altri servizi.

Complessivamente, negli anni, l’attività di promozione realizzata dai servizi consultoriali è aumentata in modo significativo. Ciò è particolarmente apprezzabile data la diminuzione delle risorse di personale a disposizione e testimonia l’impegno degli operatori e la loro consapevolezza della necessità di intervenire a livello preventivo. In particolare è aumentato in modo rilevante il numero di adolescenti incontrati attraverso progetti di educazione all'affettività e sessualità e altre tematiche adolescenziali (es. bullismo). Le attività sono state realizzate prevalentemente nell'ambito del Progetto Guadagnare Salute promosso dal Dipartimento di Prevenzione che è finalizzato a includere tutte le offerte aziendali in un unico programma annuale che viene proposto alle scuole di ogni ordine e grado del territorio. Per quanto attiene all'attività di promozione del CASF il calo dei partecipanti è motivato dalla diminuzione della disponibilità di ore rispettivamente dello psicologo e dell'educatore professionale che sono stati impegnati per far fronte alle necessità dell'utenza seguita con mandato dell'Autorità Giudiziaria.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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Per superare tale criticità nel 2017 il CASF ha realizzato una formazione specifica di tutti gli educatori consultoriali al fine di gestire, nel 2018, un maggior numero di attività di promozione dell'affido.

Attività di Promozione dei Servizi consultoriali n° partecipanti

n° incontri

Educazione affettiva e sessuale (Cadore) 241 60

Tematiche relative alla genitorialità (Cadore) 141 44

Altre tematiche: progetto MGF (Cadore) 105 4

Tematiche adolescenziali (Cadore) 27 6

Percorso nascita pre-parto (Cadore) 6 42 individuali

Percorso 0-3 (Cadore) 17 3

Educazione socio affettiva e sessuale nelle Scuole del territorio (S.A.)

1018 107

Incontri di gruppo su tematiche adolescenziali (con adolescenti o genitori e insegnanti) (S.A.) 176 15

Percorso nascita (pre parto) (S.I.) 207 13

Percorso 0-3 (S.I.) 108 26

Tematiche relative alla genitorialità (S.I.) 112 24

Altre tematiche (Qui ci siamo, Ma Mi, Scuole, Incontri pubblici) (S.I.)

127 20

Educazione socio affettiva e sessuale (presso Istituto comprensivo di Cencenighe e di Alleghe) e Istituto alberghiero (Falcade) - Agordo

174 23

Percorso nascita (Agordo) 91 46 Tematiche relative alla genitorialità (asili nido – incontri genitori – e gruppo mamme attività di massaggio al bambino) (Agordo)

76 17

Tematiche adolescenziali (presso istituto alberghiero di Falcade – sportello di ascolto) (Agordo)

15 5

Progetto Swappoint-Punto di scambio solidale (Agordo) 17 6

Adozione - incontri sensibilizzazione + gruppi genitori + incontri formazione insegnanti (Belluno) 176 23

L'affido familiare tra fiaba e realtà (CASF) 333 16

Corso informazione/formazione (CASF) 23 4

Progetto reti di famiglie (CASF) 6 2

Gruppo FA con affidi in atto e in attesa (CASF) 20 6

Totale 3.235 516

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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Attività di promozione nel territorio del Cadore Nel territorio del Cadore gli interventi di promozione sono stati realizzati dall'equipe del Consultorio Familiare. L'aumento del numero di partecipanti, rispetto all'anno 2015, si spiega con:

• l'attivazione di un maggior numero di gruppi di sostegno alla genitorialità in sede consultoriale;

• la realizzazione del progetto MGF (contrasto alle Mutilazioni Genitali Femminili) • una maggiore adesione da parte delle Scuole ai progetti previsti in “Guadagnare Salute”.

Nel corso del 2016 gli incontri del percorso nascita pre-parto sono stati organizzati dall'equipe psico-sanitaria e si sono svolti in forma individuale, utente e singolo operatore, secondo un calendario programmato per la difficoltà di assemblare gestanti provenienti da diversi territori del Cadore con epoca gestazionale molto diversa tra loro. Con riferimento ai dati del 2016, le attività progettuali attuate in maggior misura sono quelle di educazione socio affettiva e sessuale, a seguire quelle su tematiche relative alla genitorialità. Si ricorda la presenza del sito Consultorio Giovani, che viene utilizzato da alcuni ragazzi per avere un primo contatto con il Consultorio: alcuni scrivono una e-mail e sembra loro sufficiente ricevere una risposta scritta (soprattutto per le consulenze nell'ambito della contraccezione), altri hanno un primo contatto con il sito e poi tornano per ulteriori incontri. Nel corso del 2016, in occasione degli incontri con le scuole, è stato promosso il Consultorio Giovani con l'obiettivo di offrire accoglienza e disponibilità all'ascolto su aspetti generali della crescita evolutiva piuttosto che sul tema della contraccezione, vista l'assenza del ginecologo. Attività di promozione nel territorio dell’Agordino Nel territorio dell’Agordino gli interventi di Promozione sono stati realizzati dall'equipe del Consultorio Familiare come di seguito illustrato con riferimento al triennio 2014 – 2016:

- sostegno alla neogenitorialità: mantenimento del percorso nascita (cicli di incontri di preparazione alla nascita, incontri nel puerperio, consulenze ai neogenitori). Nel 2016 è stata mantenuta l’esperienza con un gruppo di mamme per incontri di "massaggio infantile" che, nel 2017, diventerà attività afferente al distretto socio – sanitario;

- mantenimento dei progetti di educazione all'affettività ed alla sessualità in collaborazione con gli Istituti comprensivi che lo hanno richiesto (Cencenighe ed Alleghe) e che proseguirà nel 2017;

- incremento dei progetti su tematiche adolescenziali: nel 2015 si è concretizzata una collaborazione con l'istituto alberghiero di Falcade nell'educazione all'affettività e alla sessualità, che ha coinvolto 374 ragazzi/e che è proseguita nel 2016 con interventi specifici nelle classi seconde (continuerà nell'anno scolastico 2017/2018 coinvolgendo anche le classi seconde delle scuole superiori di Agordo). E’ stato attivato presso il convitto uno sportello di ascolto quindicinale, tenuto dall'educatore, fino a fine anno scolatico (2015/2016);

- nel corso del 2016 sono stati effettuati degli incontri a tema con i genitori inerenti i bisogni dei bambini presso 3 asili nido dell'Agordino;

- il CF di Agordo ha promosso la creazione ad Agordo di un centro di scambio per vestiti di tutte le età, coinvolgendo il volontariato locale. Il progetto denominato Swappoint-Punto di Scambio Solidale, ha preso forma attraverso un bando del CSV, ha visto la collaborazione di vari soggetti, in primo luogo del Comune di Agordo che ha messo a disposizione i locali e cofinanziato (assieme all'ULSS 1) il progetto stesso. Il Centro è stato inaugurato a fine settembre 2015 e nel corso del 2016 ha visto 227 iscritti ed un totale di 973 accessi.

Attività di promozione nel territorio del Bellunese: Le attività di promozione attuate dall'equipe del Consultorio familiare si concentrano nella fascia di età 0-6 anni e nella fascia dell’adolescenza. I progetti attivati sono inclusi e trovano coordinamento nella progettualità complessiva “Guadagnare salute”.

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Fascia di età 0-6 anni Spazio Incontro dell’equipe del Consultorio Nel 2016 è stata ampliata l'attività di “Guadagnare Salute” anche ai bambini che iniziavano la scuola primaria (oltre alle scuole materne nel 2016 ci sono state 5 scuole primarie che hanno richiesto l'attività). Complessivamente nel 2016 l'attività di promozione realizzata ha compreso attività a supporto della neogenitorialità:

• partecipazione al corso pre-parto organizzato dal reparto di ginecologie e ostetricia; • attivazione dei gruppi a sostegno della relazione mamma-bambino (con-tatto) e data la

richiesta significativa sono stati organizzati anche gruppi al pomeriggio per rispondere al bisogno;

• organizzazione di incontri a piccoli gruppi con le mamme che avevano partecipato a con-tatto.

A sostegno della genitorialità nei momenti di cambiamento: • progetto Passaggio pedonale (progettualità a sostegno dei bambini che iniziano il nido e

la scuola dell'infanzia), incontri a tema e mosaico. Nel 2016 è cresciuta la richiesta di collaborazione da parte di nidi e scuole dell'infanzia

• progetto di comunità Qui Ci siamo realizzato attraverso l'attività dei centri di scambio che si connotano sempre più come luogo dove le famiglie e le persone straniere trovano accoglienza, aiuto concreto e opportunità rispetto ai figli e alle relazioni sociali. Nel 2016 il progetto, mantenendo l'operatività in atto, ha attivato anche incontri di sensibilizzazione e approfondimento delle varie culture e incontri con mediatori culturali.

A Longarone, per un periodo, in collaborazione con la parrocchia e il Comune, è stato avviato in via sperimentale un piccolo gruppo di mamme straniere. Fascia di età=< 12 anni Spazio Adolescenti dell’equipe del Consultorio L'equipe ha molto investito nell’attività di prevenzione per cercare di contrastare il crescente disagio manifestato dai giovani e continuato la collaborazione con la scuola raggiungendo un sempre maggiore numero di ragazzi (1194 alunni):

• 107 incontri nell’ambito dei progetti dell'affettività e sessualità attuati da psicologo, educatore e ostetrica per un totale di 1018 partecipanti.

• 15 incontri condotti da uno psicologo e da un educatore, per 176 partecipanti, del progetto “Stiamo bene a Scuola” su tematiche specifiche al fine di migliorare il benessere psicologico degli alunni all’interno del contesto scolastico.

Le scuole che hanno aderito ai vari progetti sono state : - le scuole secondarie di 1° grado:Ist.Comprensivo Alpago, Ponte nelle Alpi, Belluno Nievo; - le scuole di 2° Grado: Enaip Longarone, Liceo linguistico Renier, ITC Calvi, Ist. Alberghiero

Dolomieu. Inoltre è continuata l’attività di “Sportello di ascolto” psicologico nelle seguenti scuole: Licei Classico Tiziano e Scientifico Galilei, ITC Calvi, Ist. professionale Catullo, Ist. Alberghiero Dolomieu. Hanno usufruito dell'intervento 92 studenti, con una media di 2,2 ore ciascuno. Lo sportello prevede un massimo di 3 incontri per alunno di circa 40 minuti ciascuno. Si è collaborato con 44 insegnanti per progettare gli interventi e ad una parte di essi è stata offerta consulenza sulle dinamiche relazionali della classe. Alcuni operatori del consultorio sede di Longarone Alpago Zoldo hanno collaborato ad azioni preventive del CASF e di Spazio Adolescenti. Attività di prevenzione a favore di tutto il territorio dell’ULSS E’ continuata l’attività dell’equipe adozione prevista all’interno del Progetto Territoriale Veneto Adozioni (PTVA) regionale, che ha visto:

• il potenziamento della collaborazione in ambito scolastico, attraverso la formazione degli insegnanti, in particolare quelli referenti per l’adozione individuati dai vari istituti scolastici, per rendere sempre più facilitante l’inserimento e l’inclusione del bambino/ragazzo adottato a scuola.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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• l’attività gruppale nel post-adozione per i genitori adottivi, che ha visto una buona partecipazione.

• incontri a tema pubblici di informazione e sensibilizzazione aperti alla popolazione. ATTIVITA' DI CONSULENZA E PRESA IN CARICO Utenza del Consultorio Familiare (CF) del distretto di Belluno. 2011-2016

Consultorio familiare (esclusa utenza

Adozioni e Tutela)

Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

equipe Cadore 614 674 789 658 611 365*** -40,26%

equipe Agordo 778 762 706 754 656 520 -20,73%

equipe Belluno (escluso Spazio Adolescenti e spazio Incontro)

777* 702* 439 464 490 396 -19,18%

equipe di Belluno -sede di Longarone Alpago Zoldo

454** 384** 210** 107 92 107 16,30%

Totale Ulss n.1 2.623 2.522 2.144 1.983 1.849 1. 388 -25%

* I dati del CF equipe di Belluno, fino al 2012, sono comprensivi anche della attività ginecologica ambulatoriale che veniva svolta nella sede di via Feltre. **Dati comprensivi di attività ginecologico-ostetrica cessata nel 2013 *** attività ginecologico-ostetrica cessata a metà 2016

Consultori familiari (esclusa utenza Adozioni e Tutela)

n° prestazio

ni 2011

n° prestazio

ni 2012

n° prestazio

ni 2013

n° prestazio

ni 2014

n° prestazio

ni 2015

n° prestazio

ni 2016

Variazione % 2015-2016

equipe Cadore 2.992 2.940 3.145 2.369 2.305 1.651 -28%

equipe Agordo 3.470 3.411 2.373 2.356 2.352 2532 8%

equipe Belluno 3.466 3.337 1.285 3.287 2.086 1889 -9%

equipe Belluno sedi di Longarone Alpago Zoldo

2.517 1.842 1.090 855 811 772 -5%

Totale Ulss n.1 12.445 11.530 7.893 8.867 7.554 6.844 -9%

Consultorio Familiare equipe del Cadore Il calo del numero di utenti e la conseguente diminuzione delle prestazioni, nel 2016, dipendono da più fattori: la riduzione e conclusione dell'attività ambulatoriale ginecologica consultoriale, il calo del numero dei parti nell'ospedale del Cadore, la fuga fuori ULSS delle gravide del territorio di Cortina, Comelico e Sappada, una implementazione di attività di promozione sulla popolazione rispetto agli interventi individuali, in particolare da parte degli educatori , la riduzione dal mese di aprile 2016 del monte ore settimanale dell’educatore convenzionato di n. 7 ore, il fatto che gli operatori sono quasi tutti distribuiti su più servizi intra ed extra UOIAF (ciò crea inevitabilmente un allungamento dei tempi di risposta all’ utenza). Nello specifico, le assistenti sociali si sono divise tra Consultorio e Tutela Minori per sopperire a un’assenza, l'educatore si divide equamente tra detti servizi, la psicologa dedica 13 ore settimanali alla Psichiatria di Pieve di Cadore, la puericultrice dedica 10 ore settimanali al Servizio Età Evolutiva, l'ostetrica dedica solo 3 ore settimanali al Consultorio Familiare, le prestazioni consultoriali della figura del ginecologo sono state garantite dai ginecologi ospedalieri a rotazione per n. 2 ore settimanali per sole 27 settimane. Nel 2016 nell'Area ostetrico-ginecologica sono prevalse notevolmente le prestazioni sul tema della procreazione; a seguire quelle sulla contraccezione, sulla menopausa, ultime quelle dell’area della sessualità; nell'Area Attività con mandato istituzionale il maggior numero di prestazioni ha riguardato l'adozione e gli affidi preadottivi, seguiti dall’affidamento dei figli in separazione/divorzio; nell'Area Attività senza mandato istituzionale è prevalso nettamente il numero di prestazioni nell’area delle difficoltà relazionali della famiglia; a seguire le aree:

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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separazione/divorzio, problematiche relazionali dell'individuo, della coppia, adolescenza e violenze e molestie sessuali. Dalla lettura della scheda dei dati 2016 relativi all'utenza si rileva che le femmine sono la popolazione più frequente ma anche i maschi di età fino a 17 anni e dai 35 ai 59 anni cominciano a frequentare il Consultorio; gli stranieri risultano sotto il 7% del totale degli utenti che hanno avuto accesso al Consultorio. Nel 2016 prevale il numero di utenti e di prestazioni di natura psico-sociale, inclusi gli interventi educativi domiciliari, rispetto all'area sanitaria. Si fa presente che l'educatore professionale del Servizio ULSS divide il suo monte ore tra il Consultorio e il Servizio Tutela Minori e che l'educatore professionale convenzionato impegnato nel sostegno alla genitorialità in “Guadagnare Salute” ha dedicato quasi tutto il suo monte orario a tale attività ed al Consultorio Giovani e nel 2016 gli educatori professionali sono stati impegnati maggiormente in attività di promozione (“Guadagnare Salute”, “Famiglie in rete”) piuttosto che sugli interventi individuali. Consultorio Familiare equipe di Agordo Pare utile far presente che nessun operatore dell’equipe di Agordo del Consultorio lavora a tempo pieno presso la sede di Agordo. L'area ginecologica-ostetrica, si conferma l’ambito con maggiore utenza anche se in calo perché dal 2015, alcune prestazioni non sono più state afferenti al Consultorio familiare (tamponi e pap test con prescrizione medica) e nel 2016 la prima visita in gravidanza viene effettuata presso la struttura ospedaliera, dove alla donne viene fissato il calendario anche delle visite successive, fino al termine della gravidanza. Si conferma che per l’ambulatorio ginecologico del Consultorio il sistema di prenotazione attraverso il CUP, che filtra gli accessi in base alla richiesta esplicitata dall'utente, ha dimostrato di essere difficoltoso perchè non contempla tutte le possibili tipologie di utenza afferibili al Consultorio (si veda area sessualità) ed inoltre sembra che esse vengano perlopiù dirottate sull'ambulatorio divisionale. E’ proseguita l'attività dell'ostetrica di “pronto mamma” come sostegno alle neo mamme nel puerperio. L’infermiera professionale ha continuato a seguire le puerpere con visite a domicilio. Nell'area psico-socio–educativa le attività con mandato istituzionale, le attività senza mandato, il sostegno ai singoli, alle coppie, alle famiglie e agli adolescenti (consultorio giovani), sono rimaste pressochè stabili. In particolare si è visto un incremento nell'utenza inerente l'area con mandato istituzionale (separazione – divorzio). Consultorio Familiare equipe di Belluno Durante il 2016 l'equipe psico-socio-educativa si è mantenuta stabile mentre l'area sanitarià è stata penalizzata da un turn over di figure provenienti dal poliambulatorio (infermiera- ostetrica) ed ha mantenuto la presenza in servizio della ginecologa per 6 ore settimanali (un solo giorno alla settimana). Per quanto riguarda l’utenza, si osserva una diminuzione nell’affluenza al Consultorio. Questa diminuzione è relativa agli utenti che hanno avuto accesso all’ambulatorio ostetrico-ginecologico, in modo particolare nelle attività dell’area procreazione. Si rileva infatti che dal 2016 la prima visita in gravidanza viene effettuata presso la struttura ospedaliera, dove alla donna viene fissato il calendario anche delle visite successive, fino al termine della gravidanza. Per quanto riguarda la presa in carico psico-socio-educativa, l’andamento risulta pressochè stabile, sia rispetto al totale dell’utenza seguita (che si discosta negli anni di poche unità – 192 nel 2014, 197 nel 2015 e 190 nel 2016), sia nelle prestazioni totali, che osservano comunque un lieve aumento (da 1189 nel 2015 a 1209 nel 2016). Si sottolinea nel confronto 2015-2016 un incremento sostanziale di prestazioni psico-sociali nell’attività con mandato (nello specifico nell’area separazione-divorzi con mandato istituzionale) a fronte di una diminuzione delle attività senza mandato (in modo più specifico nell’area delle

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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difficoltà familiari senza mandato). Si rileva inoltre un lieve aumento della richiesta in ambito psicologico, per quanto riguarda le difficoltà relazionali dell’individuo. Consultorio Familiare equipe di Belluno sede Longarone Alpago Zoldo L’attività con famiglie sottoposte a mandato, in condizione di multiproblematicità, è sensibilmente aumentato; nello specifico le prestazioni in tale ambito sono quasi triplicate e quadruplicate le relazioni per l’Autorità Giudiziaria. Le prestazioni senza mandato sono diminuite a fronte di un aumento di casi, sia a livello di nuclei, sia di singola utenza. Il dato della diminuzione fa riferimento a casi per i quali la risoluzione è stata determinata grazie a consulenze mirate offerte a situazioni non in condizioni di multi problematicità. Consultorio Familiare equipe di Belluno Mediazione familiare Lieve flessione si osserva anche nell’area della mediazione familiare, che avviene su richiesta volontaria dell’utenza. Nel 2016 l'attività di mediazione familiare, attuata dai due mediatori incaricati per 4 ore settimanali ciascuno, non ha avuto incrementi particolari. Va invece evidenziata la collaborazione tra le due Ulss rispetto ad attività di monitoraggio e sensibilizzazione di questa pratica sia con il territorio che con il tavolo interistituzionale tra magistrati, avvocati e mediatori delle Ulss provinciali. Consultorio Familiare equipe di Belluno Centro per l’affido e la solidarietà familiare (CASF)

Centro Affido familiare Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Ulss n. 1 95 138 129 177 188 155 -18%

Centro Affido familiare n°

prestazioni 2011

n° prestazioni

2012

n° prestazioni

2013

n° prestazioni

2014

n° prestazioni

2015

n° prestazioni

2016

Variazione % 2015-2016

Ulss n. 1 585 688 844 978 860 717 -17%

Sono utenti del CASF le famiglie affidatarie e i minori segnalati dai servizi per un progetto di affido Per quanto riguarda il dato complessivo relativo all’utenza, si può notare come nel 2016 si sia verificata una diminuzione se si raffronta il dato agli anni 2014 e 2015, mentre vi è un aumento se si considerano le annualità 2012 e 2013. Si può affermare che, vista la particolarità dell’utenza che afferisce al Centro Affido, l’incertezza della situazione socio-economica che ha caratterizzato anche il 2016 non ha favorito un’apertura delle famiglie verso azioni di solidarietà e di accoglienza, là dove il timore di non riuscire a garantire una sicurezza al proprio interno diventa motivo di preoccupazione. Accanto a questa considerazione si sottolinea come per necessità di interventi educativi da parte di utenti del Servizio Tutela Minori, l’attività di promozione sia stata ridotta e quindi siano venute meno alcune occasioni per raggiungere un più ampio bacino di popolazione e favorire una maggiore conoscenza e disponibilità ad avvicinarsi all’esperienza di affido. Il numero di prestazioni ha subito una diminuzione nel 2016 che è rappresentata sia dal minor numero di nuove valutazioni che dal numero di progetti di affido attivati. Si osserva che in 3 situazioni su 5 si è trattato di minori rispetto ai quali sono stati attivati più progetti di affido per i quali e non è stato quindi necessario attivare un lavoro di inter-equipe e di incontri per la conoscenza del minore.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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Consultorio Familiare equipe di Belluno Equipe Adozioni

Equipe adozioni Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione %

2015-2016 Belluno 78 68 57 47

Cadore 26 44 29 31 61 76 25%

Totale Ulss n.1 104 112 86 78 61 76 25%

Equipe adozioni

n° prestazio

ni 2011

n° prestazio

ni 2012

n° prestazio

ni 2013

n° prestazio

ni 2014

n° prestazio

ni 2015

n° prestazio

ni 2016

Variazione %

2015-2016

Belluno 355 119 162 201

Cadore 165 321 199 214 233 280 20%

Totale Ulss n.1 520 440 361 415 233 280 20%

L’equipe adozione, composta dal 2015 dall’unione delle due equipe adozione, di Belluno, che si occupa anche del territorio Agordino, e del Cadore, ha continuato la propria attività sia nell’ambito degli studi di coppie aspiranti all’adozione sia nell’accompagnare le famiglie nel post – adozione. Permane in capo all’ULSS n.1 la funzione del referente provinciale per l’adozione, che si occupa della programmazione in toto dell’area adozione in ambito provinciale. Per quanto riguarda i dati, si è verificato lo stesso trend del 2015; il generale calo nelle richieste di adozione si allinea sia con quello regionale che nazionale. Sono infatti meno le coppie che fanno domanda di disponibilità all’adozione internazionale, sia per i costi, vista la crisi economica in atto, che per l’accesso alla procreazione assistita, ampliata anche alla fecondazione eterologa. Nell’adozione nazionale, in ambito regionale, da alcuni anni, poche sono le coppie che si dichiarano disponibili all’affidamento a rischio giuridico (bambini non ancora dichiarati adottabili) o ad accogliere minori già grandicelli e/o con problematiche di salute. Consultorio Familiare equipe di Belluno Spazio Adolescenti Giovani

Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016 CF equipe di Belluno

Spazio Adolescenti

266 321 319 286 293 285 -3%

n° prestazio

ni 2011

n° prestazio

ni 2012

n° prestazio

ni 2013

n° prestazio

ni 2014

n° prestazio

ni 2015

n° prestazio

ni 2016

Variazione % 2015-2016 CF equipe di Belluno

Spazio Adolescenti

988 1.214 1.266 1.019 1.091 901 -17%

Spazio Adolescenti accoglie coloro che ne fanno richiesta “a porta aperta”. Offre una media di 5 incontri: due per i genitori e tre per gli adolescenti. Successivamente sono previsti interventi di ridotta (3-5 ore) e media intensità (6-8 ore). Il gruppo di lavoro opera in rete con le altre equipe del Consultorio, con altri servizi (Ser.D, CSM, SEE), con le istituzioni invianti come scuola, con MAP e PLS. E’ composto da 5 psicoterapeute convenzionate (4 psicologhe-psicoterapeute ed una psichiatra), un educatore UOIAF, due educatori del Ser.D., e un’ostetrica convenzionata, tutti con un monte ore settimanale parziale. L’ostetrica partecipa ai gruppi riguardanti l’affettività e la sessualità nelle scuole e alle equipe di programmazione relative all’ambito di pertinenza. Nel 2016, in base alla convenzione con la cooperativa Le Valli, Spazio Adolescenti ha avuto a disposizione progetti di intervento per complessive 1270 ore di psicologo psicoterapeuta per

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

28

interventi di consulenza diretti con adolescenti e familiari, per interventi in ambito scolastico e per il coordinamento. Sono stati fatti 5 incontri di supervisione con docenti esterni. Gli utenti visti nel 2016 a cui sono state date prestazioni dirette sono 285 così suddivisibili: adolescenti con età inferiore ai 14 anni: 5,7% adolescenti con età compresa tra i 15-18: 41,3 % adolescenti con età compresa tra i 19-23: 12,1% persone con età superiore ai 24 anni (genitori o persona che si occupa del ragazzo): 40%. Di questi 285 utenti, 156 sono adolescenti. E’ stato offerto un intervento medio di 5 ore ad ogni singolo adolescente. Per utente (adolescenti + genitori) è stata fornita una prestazione in media di 4 ore. Dai dati emerge che usufruisce del servizio in prevalenza la fascia di età compresa tra i 15-18 anni, ma il servizio viene utilizzato in egual misura anche dagli adulti che si occupano dei ragazzi stessi. I ragazzi vengono visti per problematiche adolescenziali tipiche della fascia di età considerata. Le tipologie di problemi spaziano dalle difficoltà scolastiche ai conflitti con i genitori e familiari. Frequenti sono i disagi nell'esercizio della genitorialità. I problemi rilevati riguardavano anche difficoltà comportamentali che possono mettere a rischio evolutivo l'adolescente quali alcool, fumo e sostanze psicotrope leggere. Si sono evidenziati inoltre problematiche relative alla sfera dell'affettività, della sessualità e dell'area emotiva più in generale quali ansia, fobie, e attacchi di panico. C’è stata inoltre una collaborazione con il Comune di Ponte nelle Alpi rispetto ad un caso problematico. A fronte di un numero pressochè costante di utenti rispetto al 2015, sono calate le prestazioni dirette e sono aumentati gli interventi preventivi con un maggior coinvolgimento di adolescenti (da 937 del 2015 a 1194 del 2016) per una crescente richiesta delle scuole. Consultorio Familiare equipe di Belluno Spazio Incontro

Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016 CF equipe di Belluno

Spazio Incontro

312 379 344 288 212 194 -8%

n° prestazio

ni 2011

n° prestazio

ni 2012

n° prestazio

ni 2013

n° prestazio

ni 2014

n° prestazioni 2015

n° prestazioni 2016

Variazione % 2015-2016 CF equipe di Belluno

Spazio Incontro

1.824 2.073 1.845 1.763 1.092 1260 15%

I dati di Spazio Incontro comprendono sia l'attività sanitaria (percorso nascita in carico all'ostetrica) che l'attività psico-socio-educativa (assistente sociale, educatore e psicologo). A fronte di un calo di nuovi accessi nel 2016 sono ritornati utenti che già si erano rivolti a Spazio Incontro chiedendo sostegno e accompagnamento sia per tematiche di crescita dei figli sia per trasformazioni e cambiamenti familiari che sono state le due aree principali di intervento rispetto all'accesso spontaneo.

A queste vanno aggiunti, con buon esito, progetti di intervento precoce a sostegno della genitorialità in collaborazione con la psichiatria e la pediatria ospedaliera che hanno coinvolto l'intera equipe, un aumento di richieste di valutazione della genitorialità da parte del Tribunale Ordinario in situazioni di separazione e divorzio e attività di spazio neutro che spiegano l’aumento delle prestazioni.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

29

Servizio Tutela Minori

Servizio Tutela Minori Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore 84 87 106 107 106 89 -16%

Agordo 71 55 39 40 55 51 -7%

Belluno 108 136 160 186 193 167 -13%

Totale Ulss n.1 263 278 305 333 354 307 -13%

Servizio Tutela Minori

n° prestazio

ni 2011

n° prestazio

ni 2012

n° prestazio

ni 2013

n° prestazio

ni 2014

n° prestazio

ni 2015

n° prestazio

ni 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore 1.504 1.512 1.552 1.408 1.060 1092 3%

Agordo 365 550 525 382 668 478 -28%

Belluno 1.505 2.058 2.213 2.390 2.478 2594 5%

Totale Ulss n.1 3.374 4.120 4.290 4.180 4.206 41 64 -1%

Dopo il costante incremento degli ultimi anni, nel 2016 l’utenza e le prestazioni del Servizio Tutela Minori sono calate in tutti gli ambiti del Distretto (salvo le prestazioni di Belluno che sono aumentate per la maggiore presenza di educatori). L’operatività del Servizio è stata condizionata da molteplici fattori:

- la minore disponibilità di risorse di personale (instabilità e assenza di assistenti sociali, quiescenza dello psicologo coordinatore del servizio e sostituzione non tempestiva);

- l’efficacia di interventi anche prolungati che ha consentito di concludere delle prese in carico;

- il raggiungimento della maggiore età di alcuni utenti; - l’aumento di richieste da parte dell’Autorità Giudiziaria: le relazioni inviate all'AG

nell'anno 2016 sono state 45 e si tratta di relazioni complesse, impegnative anche in termini di tempo, la cui stesura comporta il coinvolgimento di più operatori e a volte di più servizi;

- la maggiore operatività a favore di MSNA, in particolare di partecipazione agli incontri con la Prefettura, di conoscenza dei minori, di verifica della condizione dell’accoglienza e/o organizzazione di un’accoglienza rispondente ai bisogni, di rapporto con i tutori assegnati;

- un aumento delle prestazioni relative alle visite in comunità collocate anche fuori regione, con spostamenti impegnativi (55 rispetto alle 34 del 2015 e tale dato si riferisce al numero di incontri effettuati in comunità da uno o più operatori). Si rileva la necessità di una comunità educativa per minori e una comunità mamma bambino nel nostro territorio;

- un aumento delle visite protette (da 129 nel 2015 a 151 nel 2016), alcune delle quali sono avvenute fuori dal nostro territorio poiché i minori sono collocati anche in famiglie affidatarie di altri territori;

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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Servizio Età Evolutiva

Servizio Età Evolutiva

Area Minori (ex

Neuropsichiatria)

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore Totali 252 242 240 227 -5,42%

Cadore Minori 192 175 154 130 -15,58%

Cadore Minori disabili

60 67 86 97 12,79%

Agordo Totali 165 182 202 172 -14,85%

Agordo Minori 97 119 147 121 -17,69%

Agordo Minori disabili

68 63 55 51 -7,27%

Belluno Totali 590 570 550 586 6,55%

Belluno Minori 360 310 325 327 0,62%

Belluno Minori disabili

230 260 225 259 15,11%

Totale Ulss n.1 1.007 994 992 985 -0,71%

Servizio Età Evolutiva

Area Minori (ex

Neuropsichiatria)

n° prestazioni

2013

n° prestazioni

2014

n° prestazioni

2015

n° prestazioni

2016

Variazione % 2015-2016

Cadore Totali 3.165 3.710 3.586 3.292 -8,20%

Cadore Minori 2.408 2.682 2.301 1.885 -18,08%

Cadore Minori disabili

757 1.028 1.285 1.407 9,49%

Agordo Totali 2.526 3.195 2.720 2.496 -8,24%

Agordo Minori 1.482 2.086 1.979 1.756 -11,27%

Agordo Minori disabili

1.044 1.109 741 740 -0,13%

Belluno Totali 11.384 11.452 7.816 8.498 8,73%

Belluno Minori 6.944 6.206 4.618 4.742 2,69%

Belluno Minori disabili

4.440 5.246 3.198 3.756 17,45%

Totale Ulss n.1 17.075 18.357 14.122 14.286 1,16 %

Nel 2016 rimane sostanzialmente invariato il numero di utenti in carico rispetto al 2015 e si osserva un leggero aumento del numero delle prestazioni che comunque restano inferiori a quelle del 2014 per l'instabilità del personale che ha caratterizzato l'ultimo biennio. Come conseguenza naturale dell’unificazione delle èquipe e della condivisione della figura professionale del neuropsichiatra infantile sono aumentati gli spostamenti da parte di questi verso Agordo/Cadore e degli operatori del Cadore/Agordo verso Belluno. Nonostante maggiori tempi di spostamento, assenze ed inserimenti di operatori nuovi, nel 2016 si è mantenuto il trand di utenza e prestazioni descritto. L’aumento significativo delle richieste di accesso, in particolare nell’ambito dei disturbi dell’apprendimento, ha determinato un incremento delle liste d’attesa.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

31

Interventi educativi domiciliari

Utenti 2011

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

SED Convenzionato (Società Nuova e

Itaca) 35 45 39 40 20 17 -15%

SED con educatori dei Servizi ULSS

35 40 42 57 28 53 89%

Totale 70 85 81 97 48 70 46%

Il servizio di educativa domiciliare convenzionato viene gestito dall'ULSS per conto dei Comuni del Distretto di Belluno con finanziamenti esterni, acquisiti tramite la partecipazione a bandi; nell'ultimo biennio 2015/16 tali finanziamenti sono diminuiti e soprattutto ci sono stati dei periodi incertezza di assegnazione di risorse con conseguente riduzione o interruzione degli interventi. L’attesa di finanziamenti infatti ha condizionato negativamente l’utilizzo di questa modalità di intervento diventata “poco sicura” e quindi non opportuna per molti minori. In seguito a ciò e a conferma del crescente disagio manifestato dai minori, nel 2016 gli educatori dipendenti dei servizi consultoriali hanno seguito un maggior numero di casi e hanno conseguentemente ridotto la loro disponibilità per azioni di prevenzione. 1.2 Centri per la Prima Infanzia

Servizi Prima Infanzia – Fonte: Rilevazione Regionale L.R. n.23/1980 – Anno di attività 2016

Denominazione Ente Titolare Comune Sedi Operative

N. Posti autorizzati

Totale Bambini accolti, in

quanto iscritti Micronido “Girotondo – Spazio Bambini” Consorzio Girotondo Cencenighe Agordino 16

3

Micronido “Mon Petit” Monica Funes Pieve d'Alpago 15

9

Asilo Nido “Girotondo” Comune di Longarone Longarone 35

26

Nido Integrato “San Gaetano” Associazione Scuola dell'Infanzia S.Gaetano

Belluno 18

14

Nido integrato “Spazio Bambini” IPAB Asilo Infantile Scuola dell'Infanzia Lozzo di Cadore

Lozzo di Cadore 25

17

Centro Infanzia Associazione “Facciamo un Nido” Associazione Facciamo un nido Cortina d'Ampezzo 30

17

Nido Aziendale” Nido Martino” Azienda ULSS n.1 Belluno 43

16

Nido Integrato Comunale di Levego

Comune di Belluno Belluno 12

8

Asilo Nido “Piccolo Girasole” di Cavarzano

Comune di Belluno Belluno 44

42

Micronido ” Peter Pan” Peter Pan di Nicola Agnoli Belluno 14

17

Nido Integrato Scuola Materna Divina Provvidenza Belluno 28

20

Nido Integrato di Farra d'Alpago Unione Montana Alpago Farra d'Alpago 20

23

Centro Infanzia”Uno Due Tre” Società Nuova S.C.S Onlus Belluno 28

27

Scuola dell'Infanzia San Biagio – Nido Integrato

Parrocchia SS.Biagio e Stefano Belluno 24

29

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

32

Micronido “L'Arcobaleno” Micronido l'Arcobaleno di Sommavilla G.

Agordo 17

n.d.

Asilo Nido Comunale Azienda Speciale Comunale Agordo Servizi

Agordo 40

18

Nido Integrato “ Papa Luciani” Comune di S. Vito di Cadore San Vito 25

10

Scuola dell'Infanzia con Nido Integrato “Don F. Zalivani” Parrocchia di S. Maria Nascente Ponte nelle Alpi 16

18

Totale 450

323

Fonte: Rilevazione Regionale L.R. n.23/1980

L’offerta di posti nei servizi per la prima infanzia è complessivamente superiore alla domanda. Come gli anni scorsi i posti non sono stati tutti utilizzati soprattutto nelle zone più periferiche (Cortina e Cencenighe); in quelle più popolate si è ricorsi solo in alcuni casi a liste d’attesa. Lo scarso utilizzo delle strutture è dovuto sia al calo demografico che all’impoverimento delle famiglie. Permane la carenza di offerta in alcune zone periferiche (Comelico, Zoldo). 2. Dati economici

Costo dei Consultori familiari – comprese le prestazioni di Ostetriche e ginecologi – Anni 2012-2016

Consultori familiari (esclusi costi

Adozioni e Tutela)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2011-2016

Belluno 225.421,34 167.726,39 193.428,58 187.266,42 180.778,98 -3,46% -19,80%

Agordo 174.329,67 150.368,26 147.001,26 148.779,64 178.339,64 19,87% 2,30%

Cadore 293.019,21 276.940,07 258.130,70 266.339,27 255.403,80 -4,11% -12,84%

Longarone 88.844,07 90.701,71 80.088,73 73.769,23 76.277,26 3,40% -14,14%

Totale Ulss n.1 781.614,28 685.736,44 678.649,28 676.154,56 690.799,68 2,17% -11,62%

Prestazioni di Ostetriche e ginecologi – Anni 2012-2016

Consultori familiari prestazioni Ostetriche e

Ginecologi (costi già inclusi nel costo dei Consultori)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Belluno 64.820,03 27.991,50 48.105,27 33.988,85 27.872,62 -17,99% -57,00%

Agordo 43.689,54 26.889,30 43.480,67 44.719,66 57.047,55 27,57% 30,57%

Cadore 100.155,39 79.420,15 87.694,35 95.334,62* 81.682,48 -14,32% -18,44%

Longarone 17.311,82 10.132,71 0,00 0,00 0,00 - -100,00%

Totale Ulss n.1 225.976,78 144.433,66 179.280,29 174.043,14 166.602,65 -4,28% -26,27%

*il costo dei ginecologi 2015 si riferisce alla presenza sporadica di ginecologi ospedalieri per complessivi 12.740 euro. Nel 2016, invece, è diminuito di 5 ore settimanali l' impegno orario della puericultrice. C.F. Agordo: Nel 2016, a differenza del 2015, è stata presente anche un'infermiera, 9 ore a settimana C.F. Belluno: Nel 2016 azzerate le ore delle infermiere, aumentato impegno orario dell'ostetrica, che però ha compensato l'impegno orario della ginecologa (6 ore settimanali per tutto l'anno, mentre per 2/3 del 2015 era a 8 ore settimanali) Costo dei Consultori familiari – escluse le prestazioni di Ostetriche e ginecologi – Anni 2012-2016

Consultori familiari (esclusi costi

Adozioni e Tutela) senza prestazioni Ostetriche e

Ginecologi

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Belluno 160.601,31 139.734,89 145.323,31 153.277,57 152.906,36 -0,24% -4,79%

Agordo 130.640,13 123.478,96 103.520,59 104.059,97 121.292,09 16,56% -7,16%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

33

Cadore 192.863,82 197.519,93 170.436,35 171.004,65 173.721,32 1,59% -9,93%

Longarone 71.532,25 80.569,00 80.088,73 73.769,23 76.277,26 3,40% 6,63%

Totale Ulss n.1 555.637,51 541.302,78 499.368,98 502.111,42 524.197,03 4,40% -5,66%

Costo del Centro Affido – Anni 2012-2016

Centro Affido familiare Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Ulss n. 1 117.574,57 122.485,99 118.751,20 119.502,43 109.891,39 -8,04% -6,53%

Costo dell’Equipe Adozioni – Anni 2012-2016

Equipe adozioni Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Belluno 60.056,89 64.326,02

Cadore 30.371,23 29.946,42 97.761,86 81.048,05 84.295,87

Totale Ulss n.1 90.428,12 94.272,44 97.761,86 81.048,05 84.295,87

4,01% -6,78%

Costo delle Unità Tutela Minori – Anni 2012-2016

Unità Tutela Minori Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Belluno 189.264,61 193.792,38 199.285,12 224.986,79 217.146,56 -3,48% 14,73%

Agordo 48.439,62 50.363,78 49.028,86 53.470,60 30.090,09 -43,73% -37,88%

Cadore 87.144,60 74.432,53 76.141,28 88.361,12 100.463,40* 13,70% 15,28%

Totale Ulss n.1 324.848,84 318.588,69 324.455,27 366.818,51 347.700,05 -5,21% 7,03%

*Parziale sostituzione di una maternità, che si somma al costo ordinario degli operatori

Costo dello Spazio Adolescenti – Anni 2012-2016

Spazio Adolescenti - CF di Belluno

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Ulss n. 1 141.054,94 128.439,48 127.507,00 125.743,80 129.708,19 3,15% -8,04%

Costo dello Spazio Incontro – Anni 2012-2016

Spazio Incontro - CF di Belluno

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Belluno 106.622,26 88.115,14 100.304,38 100.481,36 100.462,55 -0,02% -5,78%

Costo del Servizio Età Evolutiva (ex NPI) (Minori) – Anni 2012-2016

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Belluno Minori 449.310,21 415.115,64 459.170,74 459.170,74 427.534,20 10,61% -13,29%

Agordo Minori 88.739,20 95.262,59 109.859,36 109.859,36 106.042,37 15,32% 32,21%

Cadore Minori 208.503,54 211.949,53 180.194,43 180.194,43 157.701,94 -14,98% -11,53%

Totale Ulss n.1 746.552,95 722.327,76 749.224,53 749.224,53 691.278,50 -7,73% -8,01%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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Il costo del servizio viene suddiviso percentualmente tra utenti disabili, che compaiono nel Piano di Zona nell'area della disabilità, e utenti minori. La variazione del costo complessivo è dunque legata al fatto che nel 2016 i minori non disabili sono il 58% degli utenti, mentre nel 2015 erano il 63%. Costo del Servizio Educativo Domiciliare (esternalizzato)– anni 2012-2016

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016 Servizio Educativo

Domiciliare

93.878,49 135.678,11 101.377,07 57.522,80 39.983,97 -30,49% -57,41%

Costo della Direzione/segreteria – Anni 2012-2016

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2013

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016 Direzione segreteria

UOIAF

153.477,13 136.700,76 122.474,02 126.185,10 39.983,97 -68,31% -73,95%

Costo Gruppo Servizi Area Infanzia Adolescenza e Famiglia – Anni 2012-2016

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione % 2012-2016

Totale gruppo servizi area Infanzia Adolescenza

Famiglia 2.560.994,46 2.456.570,00 2.393.607,83 2.402.681,14 2.314.485,66 -3,67% -9,63%

Nel corso di 5 anni sono calati i costi di tutti i servizi tranne del Servizio Tutela Minori che comunque è calato rispetto allo scorso anno. Il risparmio è dovuto a diminuzione o instabilità del personale e si ripercuote negativamente sull’operatività nei confronti dell’utenza.

2.1 Inserimenti in Comunità

Spesa per inserimenti di minori in Comunità e relative fonti di finanziamento – Anno 2016

omune n°minori inseriti Spesa totale Spesa del

Comune Fondo BIM Aulss Provincia Famiglia

d'origine Ministero

BELLUNO 7 243.092,26 104.093,66 0,00 135.998,60 0,00 3.000,00 0,00

CALALZO 1 4.559,00 4.559,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

CENCENIGHE 1 16.470,01 10.309,85 0,00 0,00 0,00 6.160,16 0,00

COMELICO SUP. 1 29.696,00 13.672,00 0,00 0,00 0,00 16.024,00 0,00

CORTINA 2 78.758,00 78.374,00 0,00 384,00 0,00 0,00 0,00

FALCADE 1 32.208,00 32.208,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

LIMANA 1 12.379,51 5.240,00 0,00 7.139,51 0,00 0,00 0,00

LONGARONE 1 12.000,00 7.200,00 0,00 4.800,00 0,00 0,00 0,00

PIEVE DI CADORE 1 66.749,14 0,00 0,00 55.761,12 0,00 10.988,02 0,00

PONTE NELLE ALPI

4 107.226,66 88.219,56 0,00 19.007,10 0,00 0,00 0,00

S. STEFANO DI CAD.

2 55.000,00 55.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

TAMBRE 2 96.843,94 28.619,12 0,00 65.296,82 0,00 2.928,00 0,00

Totale 24 754.982,52 427.495,19 0,00 288.387,15 0,0 0 39.100,18 0,00

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Di cui spesa per inserimenti di minori in Comunità RESIDENZIALI “Mamma Bambino” e relative fonti di finanziamento – Anno 2016

Comune n°minori inseriti Spesa totale Spesa del

Comune Fondo

BIM Aulss Provincia Famiglia d'origine Ministero

AGORDO 1 31.393,05 31.393,05 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

BELLUNO 1 20.215,00 20.215,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

LIMANA 1 24.458,85 24.458,85 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

PONTE NELLE ALPI

1 15.174,25 15.174,25 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Totale 4 91.241,15 91.241,15 0,00 0,00 0,00 0,00 0, 00

Gli inserimenti in comunità ”mamma bambino” riguardano prevalentemente bambini piccoli e quindi interventi precoci di sostegno alla genitorialità per favorire la crescita ed evitare in futuro un allontanamento.

Di cui spesa per inserimenti di minori in Comunità DIURNE e relative fonti di finanziamento – Anno 2016

Comune n°minori inseriti Spesa totale Spesa del

Comune Fondo BIM Aulss Provincia Famiglia d'origine Ministero

BELLUNO 5 48.934,19 28.306,06 0,00 18.978,13 0,00 1.650,00 0,00

PONTE NELLE ALPI

1 2.647,96 847,39 0,00 1.800,57 0,00 0,00 0,00

TAMBRE 1 5.562,51 1.782,99 0,00 3.779,52 0,00 0,00 0,00

Totale 7 57.144,66 30.936,44 0,00 24.558,22 0,00 1. 650,00 0,00

L'utilizzo dell'unica comunità diurna del territorio aziendale è necessariamente limitato all'utenza che vive a Belluno, dove insiste la struttura, o all’utenza dei comuni limitrofi.

Spesa per inserimenti di minori stranieri non accompagnati

Comune n°minori inseriti Spesa totale Spesa del

Comune Fondo BIM Aulss Provincia Famiglia d'origine Ministero

BELLUNO 1 1.935,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.935,00

Totale 1 1.935,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.935,00

Trend inserimenti di minori in Comunità – Anni 2012-2016

Inserimenti minori in Comunità 2012 2013 2014 2015 2016 Variazione %

2015-2016

Variazione % nel

quinquennio

Minori inseriti 26 33 41 38 36 -5,26% 38,46%

Costi 543.512,25 650.428,90 748.980,21 865.349,28 905.303,33 4,62% 66,57%

Inserimenti minori in Comunità 2012 2013 2014 2015 2016

Minori inseriti 26 33 41 38 36 di cui allontanati dalla

famiglia (compreso MSNA)

17 18 23 21 25

Non allontanati 9 15 18 17 11

% allontanamenti sul totale degli inserimenti

65% 55% 56% 55% 69%

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Anno Costo totale Comune Fondo

GAL/BIM A.ULSS Famiglia d'origine Provincia Ministero

2011 466.194,26 359.338,36 39.391,23 51.884,27 7.480,40 8.100,00 2012 543.512,25 288.606,98 109.451,79 137.150,68 8.302,80 2013 656.417,30 391.203,45 74.740,47 175.654,88 14.818,50 2014 748.980,21 499.119,16 8.376,16 224.906,72 16.578,17 2015 859.697,28 581.300,03 - 245.699,83 20.592,42 12.105,00

2016 905.303,33 549.672,78 0,00 312.945,37 40.750,18 1.935,00

Nel 2016 gli inserimenti in struttura sono lievemente calati mentre sono aumentati gli allontanamenti dal proprio nucleo familiare, nonostante l'impegno dei servizi nel contrastare tale fenomeno, perché:

• è aumentato il numero di minori, soprattutto adolescenti, con situazioni gravi; • non sono presenti strutture in loco, salvo una comunità diurna a Belluno; • sono diminuite le risorse per interventi educativi domiciliari come già illustrato.

Si rileva che sono state utilizzate strutture con un maggior gradiente di presa in carico, necessarie in base alle maggiori necessità dell'utenza inserita (quadri di grave disadattamento, diagnosi neuropsichiatriche, grave disabilità). Questo dato conferma il crescente disagio delle famiglie e dei minori che si manifesta con caratteristiche di gravità soprattutto in adolescenza. L’aumento della spesa è dovuto al maggiore ricorso a comunità educative riabilitative e terapeutiche (CER e CTRP) che hanno rette più costose rispetto alle comunità educative. Per contrastare le difficoltà che rendono necessario l’allontanamento serve intervenire maggiormente in fase precoce sulle situazioni di rischio attraverso lo sviluppo di servizi per le famiglie, di forme domiciliari di intervento sui minori, di incentivo all’affido familiare o ad altre forme di solidarietà familiare. Servono una prospettiva di medio-lungo periodo, la partecipazione attiva dei comuni e un impegno finanziario, con una visione dell’intero sistema dei servizi per le famiglie. 2.2 Affidi familiari

Inserimenti di minori in affido – Anno 2016

Comune n° minori in affido CON contributo

n° minori in affido SENZA

contributo

Spesa totale

Alleghe 1 0 6.022,68 Belluno 4 4 23.990,83 Comelico Superiore 3* 0 13.809,57 Longarone 6 0 42.174,48 Lozzo di Cadore 1 0 1.607,60 Ponte nelle Alpi 4 0 22.182,37 Tambre 1 0 4.517,01 Vigo di Cadore 1 0 45.141,01 Vallada Agordina 1 0 2.007,56 Limana 0 1 0,00 Totale 22 5 161.453,11

*2 affidi rinforzati (psicoterapia e intervento educativo per una spesa aggiuntiva a carico della spesa sanitaria pari a euro 7.624,52)

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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Tipologia affido n° affidi 2011

n° affidi 2012

n° affidi 2013*

n° affidi 2014**

n° affidi 2015

n° affidi

2016

Consensuale intra familiare residenziale 5 6 2 7 0 3

Giudiziale intra familiare residenziale 12 10 9 1 6 3

Consensuale etero familiare diurno 11 13 9 8 3 3

Consensuale etero familiare residenziale 3 1 2 5 7 4

Giudiziale etero familiare diurno 0 1 2 1 1 1

Giudiziale etero familiare residenziale 7 5 10 11 14 13

Totale 38 36 34 33 31 27 * 2013: ad uno stesso minore corrispondono due tipologie di affido ** 2014: a tre minori corrispondono due tipologie di affido

n° minori in Affido 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Variazione %

2015-2016

Affidi con contributo 31 30 28 27 26 22 -15,38%

Affidi senza contributo 7 6 5 4 5 5 0,00%

Totale 38 36 33 31 31 27 -12,90%

Il numero di minori in affido è diminuito rispetto al 2015 per difficoltà di abbinamento con le famiglie disponibili (richieste per adolescenti che non possono essere inseriti in famiglie con bambini piccoli) e per l'elevata problematicità dei minori in carico che ha richiesto altre tipologie di intervento. Le famiglie affidatarie della banca dati del CASF attivate nel 2016 sono state 19, le altre appartengono ad altri territori. Gli affidi diurni sono calati perchè condizionati da due fattori: la presenza di situazioni complesse già citata e l'assenza di famiglie disponibili nelle vicinanze dell'abitazione del minore. Gli affidi che non usufruiscono di contributo sono intra-familiari, e due di questi riguardano minori stranieri non accompagnati (MSNA). Si rileva l'esiguità degli affidi privi di contributo che sono limitati ad accoglienze intra-familiari. Si ricorda che il contributo per l'affido superiore alle 25 ore settimanali viene rimborsato annualmente dalla Regione ed è fondamentale per connotare la disponibilità delle famiglie affidatarie come servizio svolto a favore della comunità locale. Il calo dei progetti intra-familiari anche consensuali induce l'ipotesi che il tessuto familiare allargato sia diventato più fragile e quindi meno protettivo nei confronti dei minori. Tra gli affidi giudiziali sono incluse anche le situazioni di affido consensuale in cui vi è stato l'intervento del Tribunale per i Minorenni per sancire la proroga oltre i 24 mesi indicati dalla legge. Sono quindi progetti che si prolungano nel tempo, ma dove perdura la condizione di consenso che favorisce la crescita relazionale dei bambini. 3 Analisi generale dei servizi dell’area

3.1 I progetti - Analisi dell'attività

Elenco delle progettualità inserite nel Piano di Zona

Reti di famiglie A. ULSS n. 1 Belluno Assieme per l'adozione A. ULSS n. 1 Belluno

Interventi a favore della persona e della famiglia: sviluppo dei Consultori Familiari Pubblici

A. ULSS n. 1 Belluno

Programma aziendale Family Friendly e Audit famiglia & lavoro

A. ULSS n. 1 Belluno

Protezione e tutela dei minori tramite sostegno educativo e A. ULSS n. 1 Belluno

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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affido familiare di contrasto all'istituzionalizzazione, all'esclusione sociale e alle disuguaglianze in salute

Coop. Società Nuova e Coop. Itaca (da luglio 2016)

Percorsi di futuro Cooperativa PortAperta Progetto “Mappe Concettuali”; “Dammi un minuto”; Motivazione e potenziamento matematica”

Ufficio scolastico Regionale del Veneto ambito Terr.le di Belluno Ufficio Interventi Educativi

Buono nuovi nati Comune di Agordo Centri estivi Comune di Agordo Dialogando con i film Comune di Agordo Doposcuola Comune di Agordo Io nella mia Agordo Comune di Agordo Informagiovani Comune di Belluno Centro ricreativo Diurno Estivo 2016 Comune di Belluno La belluno dei Bambini Comune di Belluno Spazio Giovani Cortina Comune di Cortina d'Ampezzo Fantalibrando Comune di Limana Squadre ecologiche Comune di Limana Promozione alla lettura Comune di Limana Progetto Salute Comune di Limana Giovani cittadini attivi dell’Alpago Comuni dell’Alpago Progetto Giovani "Sabato al Taulac" Comune di Livinallongo Progetto Infanzia "Canester" Comune di Livinallongo AAA Offresi Comune di Ponte nelle Alpi Sostegno alla famiglia Comune di Ponte nelle Alpi Educatore di strada Comune di Ponte nelle Alpi Progetto "Giorgio Dal Molin" Fondazione Progetto Uomo I giovani per i giovani Associazione Belluno-DONNA Spazio libero e di studio Associazione Giovanni Conz SAVE Associazione Dafne La prevenzione a scuola Associazione Dafne Laboratori estivi Associazione Dafne Arrikkiamo lo Spzio Giovani (Cortina) Coop. croce Blu Servizio Integrato Extrascolastico Associazione Pro Loco di Longarone Doposcuola San Gaetano - scuola e famiglia: per mano, un'alleanza da costruire

Associazione Scuola dell'Infanzia San Gaetano

Centro Estivo Nevegalitos Associazione Scuola dell'Infanzia San Gaetano Abilmente CSSA Cooperativa Servizi Sociali Associati Dimensione apprendimento CSSA Cooperativa Servizi Sociali Associati Doposcuola LaBel Comune di Belluno e CSSA Cooperativa

Servizi Sociali Associati Spazio Adolescenti - Stare bene a scuola Società Cooperativa Sociale Le Valli Spazio Adolescenti – Vita e destino Società Cooperativa Sociale Le Valli Spazio Adolescenti – Educazione alla civile convivenza Società Cooperativa Sociale Le Valli Csv... Volontario anche tu! Centro di Servizio per il Volontariato (CSV)

della Provincia di Belluno I progetti elencati rispondono in vario modo ai bisogni delle famiglie del territorio:

− di accudimento dei figli durante il pomeriggio o l'estate come strumento di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;

− di stimolo allo sviluppo delle potenzialità individuali e aiuto nell'educazione; − di implementazione dell'offerta di aiuto nel contesto comunitario e nei servizi; − di sostegno e guida al passaggio all'età adulta.

Non tutti i comuni hanno presentato le progettualità attivate e permane una distribuzione disomogenea dell'offerta a discapito delle zone periferiche.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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3.2 Analisi generale dell’Area

I risultati raggiunti

in ambito aziendale Nel corso del 2016:

- UOSD Infanzia Adolescenza Famiglia con l’unificazione dei Consultori Familiari in un unico servizio comprensivo di Spazio Adolescenti , Spazio Incontro, Centro per l’Affido, Equipe Adozioni e Mediazione Familiare ha raggiunto l’organizzazione interna prevista dall’Atto aziendale di 3 servizi, il Servizio Età Evolutiva, il Consultorio Familiare e il Servizio Tutela Minori, ciascuno composto da 3 equipe con sede ad Agordo, Belluno e Pieve di Cadore. Tale unificazione favorisce modalità omogenee di intervento e consente una collaborazione per far fronte, per quanto possibile, alla carenza di personale;

- sono state realizzate formazioni comuni tra servizi e condivise procedure di intervento sia interne a ciascun servizio che tra servizi, tra le altre la procedura per intervenire a favore delle famiglie multiproblematiche (vedi prossimi paragrafi) ;

- sono stati presentati progetti per ottenere finanziamenti esterni e sostenere o implementare, per conto dei Comuni, l'offerta a favore delle famiglie (progetto a sostegno delle famiglie che vivono in montagna al Bando Cariverona, progetto per l’ educativa domiciliare al Consorzio BIM, progetto per il contrasto alla povertà educativa o-6 anni e 11-17 anni all’Associazione Con i bambini) Tutti questi progetti sono stati finanziati;

- il numero di ricoveri in struttura è aumentato ma si conferma che la loro durata è breve, mediamente di 2 anni negli ultimi 5 anni, perchè si è realizzato, nella maggior parte dei casi, un progetto quadro di intervento che prevede anche azioni di recupero/sostegno delle funzioni genitoriali che consentono il ritorno in famiglia o l'accettazione di un affido familiare;

- di particolare rilievo è stata l’evoluzione del progetto “Reti di famiglie” in 4 comuni (Belluno, Limana, Ponte nelle Alpi e Longarone). Una formazione comune e una stretta collaborazione tra comuni e ULSS ha consentito di realizzare 3 reti disponibili ad accogliere minori, di avviare n.5 accoglienze e di motivare altri 20 comuni ad aderire al progetto;

- è stato avviato per la prima volta, in seguito all’assegnazione di un finanziamento da parte della Fondazione Cariverona, un progetto di partenariato che prevede l’attivazione di un’equipe multiprofessionale per sostenere le famiglie che vivono in montagna e nel 2017 verrà sottoscritto un formale accordo.

Servizi consultoriali

• Si è concluso con Deliberazione n.560 del 02/09/2016 il percorso di unificazione dei Consultori in un unico servizio secondo quanto previsto dall’Atto aziendale. Tale percorso ha consentito la condivisione di procedure e modalità operative omogenee (prenotazione CUP per prestazioni ginecologiche tranne IVG), a garanzia di una maggiore equità di offerta nel territorio.

• Si è definita la realizzazione di incontri bimensili delle 3 equipe in cui è suddiviso il Consultorio (Agordo, Belluno e Pieve di Cadore) e l’appartenenza all'equipe di Belluno di Spazio Incontro, di Spazio Adolescenti, dell’equipe di Longarone Alpago Zoldo, dell’equipe adozioni, della mediazione familiare e del CASF.

• Nonostante la diminuzione complessiva dell'attività promozionale rispetto all'anno precedente, dovuta a minore disponibilità di personale, un risultato significativo è l’incremento delle azioni di promozione/prevenzione realizzate dai servizi consultoriali a favore della fascia adolescenziale, in collaborazione con le scuole di tutto il territorio distrettuale, in una situazione di complessiva carenza di personale, segno di un forte

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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convincimento della necessità di agire a tale livello per favorire il benessere e contrastare l’insorgere di condizioni di disagio.

• La partecipazione al Progetto Guadagnare Salute ha consentito di essere presenti nel gruppo di lavoro coordinato dal Dipartimento di Prevenzione e di garantire, come nel 2015, alle scuole del territorio, un’offerta omogenea, organica e coordinata di progetti di prevenzione.

• La partecipazione al tavolo promosso e coordinato dalla Prefettura di Belluno ha consentito di collaborare alla stesura del Protocollo d’intesa per la costituzione di una “Task- Force interistituzionale” per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto della violenza contro le persone in condizione di vulnerabilità, sottoscritto il 26 ottobre 2016.

• Il Consultorio familiare ha condiviso internamente una “Procedura per l'accoglienza e la cura delle vittime di violenza domestica e di genere” e ha definito insieme al Pronto Soccorso una collaborazione per l'accompagnamento delle donne che hanno subito violenza dal Pronto Soccorso al Consultorio F., denominato “Percorso Rosa”.

• E’ proseguito il tavolo di lavoro sulla mediazione familiare con l’ULSS n.2 , l’ordine degli avvocati e i giudici.

• L'equipe di Agordo ha potuto usufruire della collaborazione stabile di una infermiera del Distretto che si è fatta carico delle visite domiciliari alle puerpere.

Servizio Età Evolutiva • Dopo alcuni mesi di assenza è stato possibile acquisire uno psicologo per l’equipe del

Cadore, e un amministrativo in sostituzione di professionisti in quiescenza. • E’ proseguita l’attività di progressiva omogeneizzazione ed integrazione delle modalità

operative tra le tre equipe del servizio sia rispetto alle procedure interne, sia alle modalità di interconnessione con altri servizi dell’ULSS (in particolare SISS e CF) e con agenzie esterne (Scuola).

• L’informatizzazione delle prestazioni ha facilitato l’elaborazione del consuntivo annuo richiesto dalla regione finalizzate ad avviare un percorso di maggiore tracciabilità delle prestazioni effettuate all’interno del SEE.

• Il servizio ha consolidato dei percorsi diagnostici per talune patologie: del linguaggio, neuromotoria e del prematuro, dei disturbi della coordinazione motoria, dei disturbi specifici dell’apprendimento, dei disturbi pervasivi dello sviluppo (autismo) e dei disturbi comportamentali (adhd in particolare) ed ha definito una specifica modalità di accesso per la fascia adolescenziale a garanzia di una presa in carico tempestiva (per le situazione di urgenza rimane attiva l’area ospedaliera).

• E’ proseguita la convenzione con il Centro Medico Alpago, al fine di contenere i tempi di attesa per i trattamenti riabilitativi nell’ambito del disturbo del linguaggio e della comunicazione e contrastare la fuga verso altri territori.

• Sono stati raggiunti degli accordi con l’associazione Nostra Famiglia, finalizzati a chiarire e razionalizzare le modalità inerenti la presa in carico, anche congiunta, dei soggetti minori e delle loro famiglie.

Servizio Tutela Minori • Sono state garantite le prestazioni richieste dall’Autorità giudiziaria nonostante il loro

notevole incremento. • E’ proseguita l’attività di raccordo con i Tutori volontari in collaborazione con il Garante

dei diritti della persona - area minori e l’ULSS n.2 di Feltre. E' stata richiesta la disponibilità al Garante dei Diritti della Persona per l'avvio di un corso di formazione, attualmente in attesa di autorizzazione. Sta diventando sempre più difficile il reperimento di Tutori volontari, specialmente in relazione ai minori stranieri non accompagnati.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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• E’ aumentata l’operatività a favore di MSNA, le visite protette e le prestazioni relative alle visite in comunità.

• Dopo aver incontrato gli amministratori di tutto il Distretto di Belluno per approfondire il tema della tutela dei minori e della delega all’ULSS di tale competenza, è stato avviato un percorso di approfondimento con gli operatori dei comuni e dei servizi che nel 2017 proseguirà concretizzando anche 2 eventi formativi condivisi.

in ambito regionale:

� è stato garantito, tramite l’ULSS di Treviso, l’apporto dell’Equipe interprovinciale di 2° livello per il contrasto all’abuso e maltrattamento che, oltre ad operare su richiesta dell’Autorità Giudiziaria, offre valutazioni dell’utenza, consulenze agli operatori, prese in carico dei minori autori di reato sessuale e interventi di formazione/prevenzione. L’equipe ha realizzato un percorso formativo per insegnanti che è stato molto apprezzato e, con la collaborazione e sovvenzione dell’Associazione Dafne, si è concluso con uno spettacolo teatrale per studenti di 14-16 anni;

� è stato rifinanziato il Piano di potenziamento dei Consultori Familiari e il PTVA per consentire l'acquisizione di risorse e adeguare per quanto possibile il sistema d'offerta alle Linee guida regionali;

� é stato finanziato e realizzato un progetto per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che ha consentito tra l'altro un'esperienza di Audit a favore degli operatori consultoriali e del Nido aziendale;

� é stato finanziato un progetto di contrasto alle MGF (mutilazioni genitali femminili), realizzato con la collaborazione del tavolo interculturale dell'area immigrazione del Piano di Zona;

� è stato finanziato il progetto “Reti di famiglie” a cui hanno aderito 4 comuni del territorio. La realizzazione prosegue nel 2017;

� è stato finanziato il progetto P.I.P.P.I. che prevede un programma di lavoro intensivo (educativa domiciliare, interventi condivisi con la scuola, gruppo di sostegno per i genitori, gruppo per i bambini) a favore di n.10 famiglie negligenti dei Distretti di Belluno e Feltre, per favorire la crescita ed evitare l’allontanamento. E’ un progetto di ricerca ideato e seguito dall’Università di Padova, in grado di insegnare un utile metodo di lavoro e di misurare i risultati raggiunti. Verrà realizzato nel 2017/18 e potrà innovare le modalità di presa in carico.

4. Le criticità riscontrate e le azioni correttive

Criticità riscontrate nell'area durante l'anno 2016

• Permane nei servizi dell’UO IAF la carenza di personale in particolare delle seguenti figure professionali: amministrativo, ginecologo, ostetrica, tecnico della psicomotricità, logopedista.

• I servizi dell'UO IAF hanno usufruito dell'apporto dell'equipe interprovinciale di 2° livello per il contrasto all’abuso e maltrattamento solo per qualche consulenza non essendo più prevista la presa in carico di minori vittime di abuso/maltrattamento.

• L’attività di partecipazione a bandi per ottenere finanziamenti da parte dell’UO IAF ha limitato le azioni di coinvolgimento dei soggetti del territorio che si occupano di minori e famiglie (tavoli di coordinamento dei nidi e dei doposcuola del territorio), mentre è stato riattivato il tavolo dei soggetti interessati alla tutela dei minori.

Consultorio Familiare • Nell’area separazioni/divorzi il servizio è sempre più impegnato a rispondere a richieste

dell’Autorità Giudiziaria a discapito di tutte le altre attività. • Il Consultorio intercetta solo parzialmente il malessere delle famiglie; la mediazione

familiare è poco richiesta nonostante la numerosità delle coppie disgregate.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Infanzia Adolescenza Famiglia

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• Permane l' assenza di stabilità della figura del ginecologo nell'equipe di Pieve di Cadore, l’assenza a Longarone e la scarsa presenza nell'equipe di Belluno rispetto ad Agordo.

• Permane la carenza della figura dello psicologo dell'equipe di Pieve di Cadore che dedica al CSM 13 ore settimanali.

• Permane la carenza della figura dell'ostetrica nell'equipe di Pieve di Cadore e Belluno (superata a Belluno nel 2017 con l'assegnazione di un operatore a tempo pieno).

• Si conferma che per l’ambulatorio ginecologico del Consultorio il sistema di prenotazione attraverso il CUP, che filtra gli accessi in base alla richiesta esplicitata dall'utente, è difficoltoso perchè non può valutare le richieste e individuare tutte le possibili tipologie di utenza afferibili al Consultorio (si veda area sessualità) ma è stato adottato per carenza di risorse di personale.

Servizio Età Evolutiva • Permane la presenza di liste d’attesa per l’accesso, la cura e la riabilitazione e la numerosità

delle richieste di diagnosi e di adempimenti istituzionali, in particolare nei confronti della scuola, insieme alla ridotta disponibilità di personale, non consentono di garantire le prese in carico psicoterapeutiche necessarie .

• Le difficoltà incontrate nell'adozione di agende CUP per la prenotazione delle visite/colloqui, in buona parte superate o comunque superabili, conseguono alla necessità di interfacciare uno strumento generato sulla base dell’esperienza ospedaliera, con una realtà operativa (territoriale), che risponde a richieste e bisogni della popolazione con modalità necessariamente diverse.

• L’informatizzazione delle prestazioni ha impegnato molto gli operatori a discapito dell’attività clinica, per insufficiente presenza di personale amministrativo.

• Permane la difficoltà di garantire il ricovero ospedaliero a minori con patologia neuropsichiatrica che ne hanno necessità, per carenza di posti letto a livello regionale.

Servizio Tutela Minori

• Risulta sempre più difficile far fronte al progressivo aumento delle richieste dell’Autorità Giudiziaria e rispettare le scadenze definite dalla stessa mantenendo costanti le risorse di personale.

• L’impegno con la casistica ha impedito la realizzazione di azioni di prevenzione da parte degli operatori e ridotto il tempo dedicato alla condivisione di percorsi e procedure con altri soggetti del territorio (servizi, comuni ecc.)

• Si rileva la necessità di una comunità educativa per minori e di una comunità mamma bambino nel nostro territorio per poter seguire da vicino l’utenza ed evitare, se possibile, l’allontanamento dal proprio ambiente d vita.

• La tutela dei MSNA è stata condizionata dall’assenza di adeguate strutture di accoglienza (l’appartamento a bassa soglia attivato dal Comune di Belluno può accogliere solo 16-17enni valutati come sufficientemente autonomi durante un’accoglienza di almeno 2 mesi c/o una comunità educativa per minori.

4.1 Azioni correttive da attuare

Azioni correttive interne ai servizi. - Rafforzare l'omogeneità di offerta e di procedure di intervento del Consultorio familiare

favorite dall’unificazione del servizio - Rafforzare l’informazione sui servizi rivolta ai cittadini anche tramite il nuovo sito aziendale

perché la nuova organizzazione non diventi fonte di disorientamento o mancato accesso. - Rafforzare le attività di promozione dell’affido familiare coinvolgendo tutti gli educatori del

Consultorio Familiare. - Proseguire nella definizione/revisione delle procedure di intervento anche insieme al

Distretto di Feltre, data l'unificazione delle ULSS n.1 e n.2 da gennaio 2017.

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- Concordare tra il Pronto Soccorso, la Pediatria, la Psichiatria e il Servizio Età Evolutiva una procedura per garantire i ricoveri dei minori con patologia neuropsichiatrica.

- Proseguire la collaborazione tra il Pronto Soccorso di Belluno e il Consultorio familiare per il contrasto alla violenza di genere ed estendere la procedura a tutto il Distretto.

- Definire un PTDA per valutazione e la presa in carico di minori autistici da parte del SEE (ambulatorio autismo).

- Acquisire, per quanto possibile, risorse di personale per realizzare progressivamente le indicazioni delle Linee guida regionali di ciascuna tipologia di servizio (potenziamento degli ambulatori Ostetrico – Ginecologici del Consultorio, riattivazione della figura dello Psicologo a tempo pieno nel CF di Pieve, stabilizzazione della presenza di un consulente legale esperto di diritto di famiglia, assegnazione di un amministrativo all’UO IAF).

- Partecipare a bandi per accedere a finanziamenti regionali ed europei al fine di poter sostenere l’attuale operatività dei servizi e abbattere la spesa per i minori sostenuta dai Comuni.

- Concordare procedure omogenee di intervento in ogni ambito territoriale e una puntuale valutazione dei risultati ottenuti.

- Rafforzare la collaborazione con i PLS e MMG e i servizi sociali dei Comuni anche realizzando formazioni in comune con gli operatori dei servizi dell’area.

- Rafforzare la collaborazione con l’equipe interprovinciale di contrasto all’abuso e al maltrattamento realizzando anche azioni preventive.

4.1.2 Azioni correttive a livello locale (ULSS, Comuni, CM)

• Individuare, nell’ambito della Conferenza dei Sindaci, un amministratore disponibile ad approfondire i bisogni e le problematiche di quest’area di salute per riferire alla Conferenza e facilitare la comunicazione con le strutture e i servizi del territorio.

• Favorire i processi di deistituzionalizzazione rafforzando tutte le azioni di competenza dei Comuni (spesa sociale), che consentono la permanenza dei minori in famiglia: affido diurno, comunità educativa diurna, intervento educativo domiciliare, progetti educativi nei doposcuola, reti di famiglie solidali. Tale obiettivo è raggiungile attraverso l’assegnazione di finanziamenti esterni. E’ auspicabile che il contributo concesso dal Consorzio BIM Piave possa diventare una fonte di finanziamento strutturale, in modo da poter consolidare il servizio educativo domiciliare finanziato.

• Proseguire gli incontri con l’Associazione La Nostra Famiglia di Conegliano per garantire chiarezza e possibili collaborazioni nella presa in carico di utenti del territorio dell’ULSS n.1

• Attivare nel territorio strutture di accoglienza (comunità familiare e educativa) In base alla DGR n.1839/15 il Comune di Belluno avvierà nel 2017, tramite convenzione con la cooperativa Società Nuova, la gestione di un appartamento a bassa soglia per l’accoglienza di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) di 16/17 anni dotati di una certa autonomia.

4.1.1 Azioni correttive a livello regionale

- Si auspica la prosecuzione di approfondimenti organizzati a livello regionale per la revisione delle linee guida della tutela minori e dei Consultori Familiari.

- Dato il perdurare della crisi economica che condiziona la capacità dei comuni di garantire le spese per i minori in comunità e l’acuirsi delle problematiche soprattutto in adolescenza, sarebbe opportuno favorire l’apertura nel territorio regionale di Comunità Educative Riabilitative (CER) e Comunità Terapeutico Riabilitative Protette (CTRP) che risultano ora insufficienti (si è dovuti ricorrere a strutture fuori regione) e definire dei tetti di spesa sociale come già avvenuto per la quota-parte di spesa sanitaria delle rette (DGR n.2621/12 e n.494/13…..).

- Risulta indispensabile proseguire, se non implementare, i finanziamenti di progetti di potenziamento dei servizi e della rete comunitaria di aiuto alle famiglie e il rimborso delle spese sostenute dai comuni per la residenzialità, con particolare attenzione per quelli di dimensioni ridotte.

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- Si auspica che la Regione preveda la possibilità di partecipare a bandi finanziati con fondi europei per sostenere servizi che garantiscano ai minori interventi di protezione e tutela, integrando le risorse limitate a disposizione dei Comuni.

- Nel 2016 è stato opportunamente rivisto l'ambito di competenza dell'equipe interprovinciale di 2° livello per il contrasto all’abuso e maltrattamento, ripristinando, per il 2017, la possibilità di presa in carico di minori vittime di abuso/maltrattamento tanto necessaria e richiesta dai servizi negli anni in cui era prevista.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 45

B.2.1 Area Persone Anziane - Residenzialità

1. Uno sguardo d’insieme

Da diversi anni la relazione consuntiva e quella programmatica dell’area residenzialità anziani analizza gli effetti dovuti al mancato riconoscimento di impegnative in misura pari al fabbisogno del territorio stabilito dalla normativa regionale. Questo fattore, come ampiamente condiviso, genera tre fenomeni altamente negativi:

• Il mancato riconoscimento del diritto all’assistenza residenziale dei nostri anziani rispetto agli utenti di altre zone della Regione dove il parametro del fabbisogno di impegnative viene rispettato o addirittura superato;

• L’aumento esponenziale degli ospiti che si fanno carico anche della quota sanitaria del costo di ricovero, normalmente di competenza della finanza pubblica, pur di ricevere la necessaria assistenza, assumendo impegni economici che nel medio e lungo periodo possono risultare insostenibili e di conseguenza chiamare in causa i Comuni di ultima residenza:

• La precarizzazione della gestione economica delle strutture residenziali, che avviene in modo eterogeneo colpendo alcune strutture più frequentemente, ma danneggiando quasi tutte con cadenza imprevedibile in quanto legata alle dinamiche di assegnazione delle impegnative.

In merito all’ultimo punto va però evidenziato come questa situazione di disagio programmatico gestionale delle strutture residenziali, se confrontata con le realtà di altri territori, rappresenti una situazione di sostanziale sostenibilità come rappresentato dalle tabelle apposite. Questo è dovuto esclusivamente alla sagacia programmatica degli Amministratori dell’ex Ulss 1 che hanno saputo, soprattutto negli ultimi anni, fare delle scelte conservative in merito alla espansione della offerta di posti letto, non considerando la Delibera Regionale n. 2243/2013 che ne permetteva l’aumento fino al 25% in più rispetto al fabbisogno programmato, ma senza prevedere il finanziamento di risorse utili a sorreggere la nuova offerta, sottintendendo quindi la distribuzione di un disavanzo economico fra le varie strutture residenziali fino alla chiusura di alcune di esse, e conclamando il fenomeno dell’utenza che privatamente si fa carico anche dei costi sanitari, in antitesi anche alle previsioni Costituzionali. Gli Amministratori locali, che nel territorio bellunese si sono fatti carico di gestire direttamente i servizi residenziali, prima in modo improprio per mezzo degli stessi Comuni, ora con società o Enti strumentali a governance pubblica, hanno negli ultimi anni fatto scelte coraggiose, congelando progetti di espansione in un’ ottica solidaristica, nella consapevolezza che risulterebbe lesivo del sistema e dei diritti dell’utenza attivare nuovi posti non adeguatamente finanziati, e che in un sistema di conflittuale concorrenza fra i vari Centri Servizi a soccombere sarebbero forzatamente quelli delle zone periferiche della Provincia, che in molti casi rappresentano non solo l’ultimo presidio sanitario rimasto, ma anche l’identificazione stessa della Comunità che rappresentano.

L’unificazione delle Ulss 1 e 2 comporta fra i molteplici effetti anche la gestione unificata del sistema residenziale e del fondo non autosufficienza con il quale sono finanziate le impegnative. Dato che l’espansione dei posti letto e la gestione del FnA nel “territorio feltrino” hanno seguito logiche diverse con effetti diversi, ad esempio, in merito ai tassi di occupazione delle strutture ed alla percentuale di utenti “privati” accolti, che si possono evincere dalla relazione consuntiva ex Ulss 2, gli Amministratori dell’ex Ulss 1 sono chiamati ad un grande sforzo di condivisione e confronto con i colleghi del territorio limitrofo per la definizione del nuovo regolamento di accesso al sistema residenziale e della gestione del fondo impegnative.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 46

Onde evitare che il lodevole risultato programmatorio degli anni precedenti venga compromesso dalle scelte effettuate da altri, le cui conseguenze nel medio termine, tra l’altro, colpirebbero maggiormente le zone più fragili e periferiche della Provincia, appare necessaria una transazione progettuale di gestione del sistema, che abbia come obiettivi il mantenimento dell’equilibrio attuale del sistema di questo territorio (tenuto conto delle espansioni approvate ed in fase di realizzazione) o che in alternativa guardi alla “stella polare” della programmazione territoriale che altro non può essere se non il fabbisogno dei vari territori di impegnative e posti letto previsto dalla normativa.

2. I servizi - Analisi dell'attività

2.1 Analisi delle tabelle di utenza ed economiche

2.1.1 Posti autorizzati

Tab. 1 - Posti letto autorizzati e accreditati/pre accreditati delle Strutture per Anziani Non Autosufficienti - Ridotta Intensità Assistenziale

Posti autorizzati

Posti Accreditati/

pre-accreditati

Impegnative riconoscibili

Struttura al 31.12.2016

Auronzo di Cadore 55 55 55

Cortina d'Ampezzo 60 60 60

Pieve di Cadore 87 87 113

S. Stefano di Cadore 49 49 49

Cad

ore

Totale 251 251 277

Agordo 74 74 98

Livinallongo 24 24 24

Taibon Agordino 0 0 0

Ago

rdin

o

Totale 98 98 122

Belluno 92 92 114

Farra d'Alpago (Alpago) 40 40 40

Forno di Zoldo (Val di Z.) 42 42 42

Limana 72 72 72

Longarone 70 70 70

Nevegal 0 0 0

Ponte nelle Alpi 60 58 58

Puos d'Alpago (Alpago) 82 82 82

Bel

luno

Totale 458 456 478

TOTALE 807 805 877

I posti utilizzati segnati in blu, indicano l’utilizzo per utenti di ridotta intensità a fronte di una autorizzazione ottenuta per utenti di media intensità ma non finanziata

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 47

In ottemperanza a quanto contenuto nelle premesse la previsione di aumento posti del CS di Limana è stata convertita in aumento offerta per autosufficienti evitando così di incidere sul fondo non autosufficienti e la conversione di posti da auto a non autosufficienti della Casa di Soggiorno di Taibon è stata congelata per lo stesso motivo. Rimane dubbio il progetto sul Nevegal per il quale la Conferenza si era espressa in modo da garantire che non avrebbe mai inciso sul Fondo non autosufficienza premettendo nel parere positivo alla realizzazione che non si sarebbe dovuta convenzionare con l’Ulss per l’utilizzo di impegnative.

Tab. 2 - Posti letto autorizzati e accreditati/pre accreditati delle Strutture per Anziani Non Autosufficienti Media Intensità Assistenziale

Posti autorizzati

Posti Accreditati/

pre-accreditati

Impegnative riconoscibili

Struttura al 31.12.2016

Pieve di Cadore 26 26 0

Agordo 48 48 24

Belluno 42 42 24

Limana 0 0 0

Nevegal 0 0 0

TOTALE 116 116 48

Il confronto fra le tabelle 1 e 2 dimostra come l’espansione dei posti letto di media intensità rimanga una possibilità solo teorica, in mancanza dell'attribuzione di un numero di impegnative dedicate superiore alle n. 48 attualmente assegnate, con tutte le conseguenze del caso più avanti espresse.

Tab. 3 - Posti letto autorizzati e accreditati– Sezione Alta Protezione Alzheimer (SAPA) e Stati Vegetativi Permanenti (SVP)

Posti autorizzati

Posti Accreditati/

pre-accreditati

Impegnative riconoscibili

Struttura al 31.12.2016

Belluno SAPA 10 10 10

Belluno SVP 6 6 2 + 2 (SLA)

Totale 16 16 12+2

La tabella 3 conferma i numeri di posti letto in merito alle Unità di Offerta Servizio Alta Protezione Alzheimer (SAPA) Stati Vegetativi Permanenti (SVP) ed aumento dei posti SLA.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 48

Tab. 4 - Posti autorizzati dei Centri Diurni per Anziani Non Autosufficienti

Posti autorizzati

Struttura al 31.12.2016

Belluno 20

Cortina d'Ampezzo 10

Limana 15

Ponte nelle Alpi 18

Puos d'Alpago 10

TOTALE 73 Rimane invariata l’offerta per Centri Diurni che presentano però dei tassi di occupazione in notevole calo.

Tab. 5- Posti letto autorizzati delle Case di Riposo per Anziani Autosufficienti

Posti autorizzati

Struttura al 31.12.2016

Auronzo di Cadore 12

Cortina d'Ampezzo 0

Lozzo di Cadore 10

Pieve di Cadore 0

Tai di Cadore 41

S. Stefano di Cadore 14 (+4)

Cad

ore

Totale 77

Agordo 0

Livinallongo 33

Taibon Agordino 151

Ago

rdin

o

Totale 184

Belluno 3

Farra d'Alpago 14

Forno di Zoldo 32

Limana 28 (+10)

Longarone 38

Ponte nelle Alpi 0

Puos d'Alpago 0

Bel

luno

Totale 115

TOTALE 376 (+14)

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Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 49

CdS di Belluno: a seguito di parere favorevole della Regione Veneto (prot. 336243 del 18/09/2015), 3 posti letto per non auto (autorizzati ma non accreditati) vengono transitoriamente utilizzati per autosufficienti. Erano 43 posti ad inizio 2015

Nella tabella 5 rileva l’aumento di posti letto per autosufficienti a Limana e Santo Stefano, mentre la chiusura di Villa Brizio Gradenigo ha ridotto di oltre 40 posti questa unità di offerta sul territorio. Tab. 6 - Posti letto autorizzati delle Comunità Alloggio per Anziani Autosufficienti

Posti autorizzati

Struttura al 31.12.2016

Lozzo di Cadore 10

Limana 10

Nota: I 10 p.l di Lozzo sono gli stessi già indicati nella tabella riferita alle strutture per Autosufficienti. I 10 posti letto autorizzati a Limana nel 2017 sono inclusi nei 42 riportati nella tabella riferita alle comunità alloggio per persone anziane. I due valori sopra esposti non sono dunque da intendersi come un livello di offerta “aggiuntivo”.

Nel 2016 è rimasta inalterata l’offerta territoriale di Comunità Alloggio anche se occorre segnalare che gli standard previsti per questo tipologia di UdO appaiono molto più elastici e duttili di quelli previsti per gli altri servizi residenziali, per cui non è da escludere in futuro un aumento di questa tipologia con posti derivanti da conversione, ad esempio, dei servizi per autosufficienti.

Tab. 7 - Posti autorizzati dei Centri Diurni per Anziani Autosufficienti

Posti autorizzati Struttura

al 31.12.2016

Belluno 6

Livinallongo 5

TOTALE 11

2.1.2 Utenza

Tab. 8 – Giornate di presenza degli utenti con impegnativa in strutture di ridotta intensità assistenziale – Anni 2012-2016

Profilo ridotta/minima intensità 2012 2013 2014 2015 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

Numero giornate di presenza utenti con impegnativa 296.070,50 297.404,50 296.854,50 296.212,50 296.717,00 0,17% 0,22%

I dati del 2016 confermano sostanzialmente quelli del 2015, il problema non appare quello dell’utilizzo delle impegnative, bensì la loro distribuzione fra le varie unità di offerta. Tab. 9 – Giornate di presenza degli utenti con impegnativa in strutture di media intensità assistenziale (NRSA) – Anni 2012-2016

Profilo media intensità NRSA 2012 2013 2014 2015 2016 Variazione

% 2015-2016

Variazione %

2012-2016

Numero giornate di presenza utenti con impegnativa

17.538,50 17.502,25 17.470,75 17.466,25 17.508,50 0,24% -0,17%

Per motivi già esposti, le giornate di presenza relative ai posti riservati alla media intensità si discostano di poco, in quanto il tasso di occupazione risulta quasi sempre essere vicino al 100%.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 50

Tab. 10 – Giornate di presenza degli utenti con impegnativa in strutture di media intensità assistenziale Sezione Alta Protezione Alzheimer (SAPA) - Anni 2012-2016

Profilo Alzheimer SAPA 2012 2013 2014 2015 2016 Variazione

% 2015-2016

Variazione %

2012-2016

Numero giornate di presenza utenti con impegnativa

3.447,00 2.119,00 2.722,00 2.686,00 2.239,00 -16,64% -35,04%

Malgrado la riorganizzazione operata nel 2013 l’utilizzo del SAPA rimane una opportunità non adeguatamente sfruttata dal territorio e dai CS, vista l’incidenza di utenti con gravi problemi di degrado cognitivo. Va forse considerato che sia stata adottata una gestione troppo rigida nei tempi di permanenza dell’utenza presso il nucleo e quindi di utilizzo del servizio.

Tab. 10a – Giornate di presenza e tasso di occupazione Strutture residenziali per anziani Non Autosufficienti profilo di media intensità assistenziale – Nucleo SVP e SLA

2015 2016

Strutture residenziali per Anziani Non autosufficienti

Giornate di disponibilità

del posto

Numero giornate

di presenza

Tasso di occupazione

Giornate di disponibilità

del posto

Numero giornate

di presenza

Tasso di occupazione

Profilo SVP 155,00 152,00 98,06% 366,00 127,00 34,70%

Profilo SLA 136,00 136,00 100,00% 366,00 189,00 51,64%

Desta curiosità il tasso di occupazione dei nuclei per SVP e SLA particolarmente bassi soprattutto se confrontati con quelli del 2015 dovuti alla mancanza di casi proposti dalla Ulss.

Tab. 11 – Tasso di occupazione equivalente Strutture residenziali per anziani Non Autosufficienti profilo di media intensità assistenziale – Sezione Alta Protezione Alzheimer SAPA – Anni 2012-2016

2012 2013 2014 2015 2016 Sezione Alta Protezione

Alzheimer (SAPA)

94,18% 58,05% 74,58% 73,59% 61,17%

Si conferma quanto espresso in commento alla tab. 10. Appare anomalo che, in una situazione di esplosione della patologia di Alzheimer e delle difficoltà gestionali della stessa, questo servizio non trovi la piena occupazione.

Tab. 12 – Giornate di presenza degli utenti con impegnativa nei Centri Diurni per anziani Non Autosufficienti

Centri Diurni per Anziani Non Autosufficienti 2012 2013 2014 2015 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

Numero giornate di presenza utenti con impegnativa

12.831,00 13.581,00 12.631,00 9.693,00 11.068,00 14,19% -13,74%

Si rinforza nel 2016 il dato relativo all’utilizzo dei Centri Diurni anche se risulta comunque inferiore ai dati dal 2012 quando l’utilizzo veniva effettuato oltre le 220 giornate riconosciute dalla Regione.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 51

Tab. 13 – Tasso di occupazione equivalente Centri Diurni per anziani Non Autosufficienti – Anni 2012-2016

Centri Diurni per Anziani Non Autosufficienti

Tasso di occupazione equivalente

2012

Tasso di occupazione equivalente

2013

Tasso di occupazione equivalente

2014

Tasso di occupazione equivalente

2015

Tasso di occupazione equivalente

2016

Belluno 78,07% 85,14% 89,02% 60,11% 71,80%

Cortina d'Ampezzo 118,00% 125,55% 112,09% 94,68% 88,27%

Limana 39,16% 17,97% 13,58% 18,12% 13,12%

Ponte nelle Alpi 88,86% 89,02% 78,01% 56,64% 67,88%

Puos d'Alpago 121,73% 134,32% 123,23% 111,05% 129,36%

TOTALE 89,73% 84,56% 78,65% 67,78% 68,92%

n.b. I posti nei CD aumentano da 59 del 2011 a 65 del 2012 (+ 6 posti del CD di Ponte nelle Alpi) a 73 nel 2013 (+ 8 posti Limana).

La dinamica di utilizzo dei Centri Diurni appare non completamente governabile (ad esempio Limana nel corso del 2015 ha intrapreso delle politiche promozionali e tariffarie particolarmente vantaggiose, ma il tasso di utilizzo è rimasto molto basso anche nel 2016) si manifestano quindi oscillazioni molto ampie nelle singole unità di offerta. La struttura di Puos d’Alpago, ha un tasso ulteriore al 100% perché amplia le giornate di apertura addebitando però agli utenti i costi non coperti da impegnativa.

2.1.3 Tassi di occupazione dei posti letto

Tab. 14 – Tasso di occupazione equivalente Strutture residenziali per anziani Non Autosufficienti profilo di minima/ridotta intensità assistenziale – Anni 2012-2016

Strutture residenziali per Anziani Non autosufficienti

profilo ridotta/minima

Tasso di occupazione equivalente

2012

Tasso di occupazione equivalente

2013

Tasso di occupazione equivalente

2014

Tasso di occupazione equivalente

2015

Tasso di occupazione equivalente

2016

Oscillazione 2015 -2016

Agordo 94,65% 88,75% 84,49% 83,47% 82,69% -0,78%

Auronzo di Cadore 96,37% 91,81% 93,53% 94,86% 97,30% 2,43%

Belluno 99,27% 99,66% 99,49% 99,34% 97,95% -1,40%

Cortina d'Ampezzo 92,07% 87,86% 92,20% 92,63% 93,06% 0,43%

Farra d'Alpago 98,81% 99,08% 96,98% 96,14% 97,56% 1,42%

Forno di Zoldo 94,56% 92,34% 91,83% 97,99% 85,71% -12,28%

Limana 94,57% 97,07% 97,25% 96,33% 95,79% -0,53%

Livinallongo 99,78% 99,82% 99,47% 99,67% 99,60% -0,06%

Longarone 95,21% 93,02% 95,42% 83,50% 87,18% 3,67%

Pieve di Cadore 75,49% 83,48% 86,74% 91,18% 93,16% 1,98%

Ponte nelle Alpi 99,25% 96,11% 93,68% 98,70% 98,24% -0,46%

Puos d'Alpago 98,29% 95,18% 95,98% 90,91% 92,09% 1,17%

S. Stefano di Cadore 97,38% 97,68% 95,88% 96,36% 93,72% -2,64%

TOTALE 93,83% 93,18% 93,41% 93,07% 92,90% -0,18%

La Tabella 14 palesa il vero problema per le strutture: la mancata dotazione di impegnative in numero pari a pareggiare l’offerta, ovvero l’impossibilità di programmare le entrate, essendo queste legate a delle dinamiche di utenza non governabili. A fronte di un tasso di utilizzo delle impegnative pressoché stabili, nel complesso la distribuzione delle stesse fra le varie unità di offerta cambia in modo palese e non prevedibile. Quindi la carenza di impegnative si riversa su alcune strutture, ma se sul medio periodo è intuibile quali siano maggiormente soggette a questo fenomeno (leggasi la relazione previsionale 2016 in tal senso), nel breve non sono individuabili perché legate al turn over dell’utenza. Accade allora che nel 2016 sia Zoldo ad esempio a

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 52

registrare un – 12% di utilizzo di impegnative per l’altissimo turn over di utenza registrato mentre nel 2015 aveva registrato un + 6% e Longarone che aveva registrato un -12% nel 2015 risale nel 2016, entrambe le strutture non hanno modificato il valore delle rette né modificato il layout del servizio. Si tratta solo di dinamiche di occupazione dei posti letto che risultano ingovernabili e vengono semplicemente subite. E’ ovvio che a livello di gestione di budget la questione diventa assolutamente complicata. Il dato di Agordo invece è ormai stabilizzato su una bassa percentuale di occupazione con ogni probabilità legata al costo della retta. Sarà interessante in questo senso verificare il tasso del 2018 quando il costo del ricovero a carico dell’utenza sarà riproposizionato in un contesto di concorrenzialità con le altre strutture.

Tab. 15 – Tassi di occupazione Strutture residenziali per anziani Non Autosufficienti profilo di minima/ridotta intensità assistenziale – Anno 2016

Profilo di minima ridotta intensità assistenziale

Posti

Tasso di utilizzo FNA ULSS n. 1

(solo utenti intra ULSS)

Tasso di occup. utenti con impegn.

(intra + extra ULSS)

Tasso di occupazione

utenti "paganti"

Tasso di occupazione

Totale

Agordo 98 81,68% 82,69% 11,97% 94,66%

Auronzo di Cadore 55 97,30% 97,30% 2,25% 99,55%

Belluno 114 97,95% 97,95% 0,05% 98,00%

Cortina d'Ampezzo 60 93,06% 93,06% 6,26% 99,32%

Farra d'Alpago 40 97,09% 97,56% 2,06% 99,61%

Forno di Zoldo 42 85,71% 85,71% 10,80% 96,51%

Limana 72 95,79% 95,79% 3,65% 99,44%

Livinallongo 24 99,60% 99,60% 0,00% 99,60%

Longarone 70 87,18% 87,18% 10,67% 97,85%

Pieve di Cadore 113 91,39% 93,16% 5,53% 98,69%

Ponte nelle Alpi 58 98,24% 98,24% 3,56% 98,86%

Puos d'Alpago 82 89,66% 92,09% 7,30% 99,39%

S. Stefano di Cadore 49 93,72% 93,72% 4,48% 98,20%

TOTALE 877 92,31% 92,90% 5,56% 98,45%

Tab. 15 a) – giornata di presenza degli utenti privati nelle singole strutture. Anno 2016.

gg. presenza paganti

su p.l. Non Auto 2014 2015 2016

Variazione %

2015-2016

Agordo 3.399,00 3.513,00 4.293,00 22,20%

Auronzo di Cadore 899,00 818,00 453,00 -44,62%

Belluno 75,00 0,00 22,00

Cortina d'Ampezzo 724,00 1.335,00 1.374,00 2,92%

Farra d'Alpago 306,00 430,00 301,00 -30,00%

Forno di Zoldo 412,00 226,00 1.660,00 634,51%

Limana 402,00 632,00 961,00 52,06%

Livinallongo 0,00 0,00 0,00 -

Longarone 846,00 3.000,00 2.734,00 -8,87%

Pieve di Cadore 4.089,00 2.972,00 2.289,00 -22,98%

Ponte nelle Alpi 964,00 419,00 780,00 86,16%

Puos d'Alpago 894,00 2.406,00 2.191,00 -8,94%

S. Stefano di Cadore 367,00 322,00 804,00 149,69%

TOTALE 13.377,00 16.073,00 17.862,00 11,13%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 53

Il mantenimento dell’equilibrio economico di alcune strutture è affidato quindi agli utenti privi di impegnativa. In ogni caso per alcune strutture non ci sono nè le certezze né le quantità di risorse presenti fino al 2010, anche perché gli utenti privati concorrono alla copertura delle spese con circa il 75% delle risorse necessarie. Non appare possibile chiedere un sacrificio maggiore a chi ha bisogni assistenziali urgenti e non può attendere l’assegnazione dell’impegnativa. Si rileva, tra l’altro, come l’assegnazione dell’impegnativa di residenzialità a favore di soggetti dichiarati non autosufficienti costituisce un LEA e, come tale, esigibile dal momento della dichiarazione di non autosufficienza certificata.

Tab. 16 – Tasso di occupazione equivalente Strutture residenziali per anziani Non Autosufficienti profilo di media intensità assistenziale – Anni 2012-2016

Strutture residenziali per Anziani Non autosufficienti

profilo media 2012 2013 2014 2015 2016

Nucleo Residenza Sanitario Assistenziale (NRSA) Agordo

99,82% 99,93% 99,64% 99,68% 99,78%

Nucleo Residenza Sanitario Assistenziale (NRSA) Belluno

99,84% 99,86% 99,79% 99,70% 99,54%

TOTALE 99,83% 99,90% 99,72% 99,69% 99,66%

La mancanza di impegnative dedicate alla media intensità di fatto genera, come già osservato, un utilizzo praticamente costante dei 48 posti letto finanziati.

Tab. 17 – Persone inserite in struttura sul totale dei contatti – Anni 2011-2016

2011 2012 2013 2014 2015 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2011-2016

Numero contattati* 837 878 789 745 829 760 -8,32% -9,20%

delle quali poi inserite** 569 561 472 517 586 512 -12,63% -10,02%

delle quali poi non inserite 268 317 317 228 243 248 2,06% -7,46%

* il numero di contatti non risponde alle persone contattate: una stessa persona può essere stata contattata più volte per l'ingresso in diverse strutture ** nel conteggio delle persone inserite rientrano anche le mobilità e i passaggi di livello assistenziale

Tab. 18 – % delle persone inserite e non inserite sul totale dei contatti

2011 2012 2013 2014 2015 2016

Numero contattati 837 878 789 745 829 760

delle quali poi inserite 67,98% 63,90% 59,82% 69,40% 70,69% 67,37%

delle quali poi non inserite 32,02% 36,10% 40,18% 30,60% 29,31% 32,63%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 54

Tab. 19 – Cause di mancato inserimento in struttura

Struttura Rifiuto da

parte dell'utente*

Rifiuto da parte della

Casa di Riposo

TOTALE

Agordo 37 5 42

Auronzo di Cadore 3 1 4

Belluno 22 4 26

Cortina d'Ampezzo 7 6 13

Farra d'Alpago 0 2 2

Forno di Zoldo 18 13 31

Limana 4 4 8

Livinallongo 4 2 6

Longarone 19 16 35

Pieve di Cadore 21 8 29

Ponte nelle Alpi 7 7 14

Puos d'Alpago 4 4 8

S. Stefano di Cadore 9 19 28

Struttura esterna alla rete 2 0 2

TOTALE 157 91 248

* Rifiuto da parte dell’utente: rinuncia all’inserimento, rinuncia alla mobilità, sospensione per 6 mesi.

Le strutture che presentano il minor tasso di occupazione sono le stesse ad avere il maggior numero di contatti e quindi in termini assoluti anche i dati più rilevanti in merito a rifiuti da parte dell’utenza o della struttura. Si ribadisce che alcuni utenti vengono riproposti più volte per cui i dati di rifiuto da parte delle strutture (che devono sempre rispondere ad una scelta consapevole della capacità di assistenza producibili dall’unità di offerta a favore del singolo utente) risultano in questo modo inflazionati.

Tab. 20 - Rifiuti da parte della Casa di Riposo 2011-2016

Rifiuti 2011

Rifiuti 2012

Rifiuti 2013

Rifiuti 2014

Rifiuti 2015

Rifiuti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2011-2016

Rifiuti da parte delle strutture residenziali

55 99 87 124 67 91 35,82% 65,45%

% sulle persone contattate 6,56% 12,03% 11,03% 16,64% 8,08% 11,97% 48,15% 82,44%

Il numero di rifiuti da parte delle strutture residenziali è maggiore rispetto al numero delle persone rifiutate in quanto ad alcuni anziani è stato rifiutato l’ingresso da parte di più strutture

Il numero di rifiuti risulta condizionato dai profili offerti ai CS per cui un confronto numerico fra anni diversi può dare degli spunti ma risultare nel contempo fuorviante.

Tab. 21 - Rifiuti da parte delle strutture residenziali per profilo dell’Utente rifiutato

Profili degli utenti rifiutati dalle strutture

Profilo 5

Profilo 14

Profilo 15

Profilo 16

Profilo 17 totale

n° persone rifiutate* 1 0 5 24 20 50

n° rifiuti delle CdR 1 0 8 54 28 91

* si specifica che una persona può essere stata rifiutata da più strutture

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 55

Legenda: Profilo 5 Lucido, gravemente dipendente Profilo 14 Lucido, allettato, con elevata necessità di cure sanitarie Profilo 15 Confuso o stuporoso, dipendente, con elevata necessità di cure sanitarie Profilo 16 Problemi comportamentali prevalenti, discreta autonomia Profilo 17 Problemi comportamentali, dipendente Come sempre i profili 16 e 17, relativi ad utenti con disturbi del comportamento, risultano quelli che suscitano le maggiori resistenze all’accoglimento da parte delle strutture. Stupisce il rifiuto del profilo 5 probabilmente dovuto a condizioni diverse dall’utente rispetto a quanto rilevato nella scheda svama.

Tab. 22 - Numero domande di iscrizioni in graduatoria – Anni 2011-2016

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Distretto n. 1 161 190 216 132 236 253

Distretto n. 2 103 113 118 95 125 110

Distretto n. 3 331 340 313 266 378 420

Totale 595 643 647 493 739 783

Tab. 23 - Numero utenti che hanno fatto richiesta di iscrizione in graduatoria – Anni 2011-2016

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Distretto n. 1 154 173 169 122 218 222

Distretto n. 2 99 103 92 91 118 99

Distretto n. 3 311 322 256 256 350 395

Totale 564 598 517 469 686 716

In base ai dati raccolti, si rileva che alcune persone nel corso dell'anno hanno fatto più richieste

Le tabelle 22 e 23 confermano il trend in aumento della domanda di residenzialità. Molto probabilmente su questo incide anche la situazione descritta in relazione ai Centri Diurni, preferendo le famiglie affidarsi al servizio residenziale. Soprattutto rileva che al sistema non manca la domanda, ma solo adeguate risorse per soddisfarla.

Tab. 24 - Numero utenti valutati – Anni 2011-2016 Totale

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Distretto n. 1 141 155 180 172 191 192

Distretto n. 2 82 95 108 107 114 110

Distretto n. 3 287 300 299 298 389 392

Totale 510 550 587 577 694 694

dei quali con punteggio <60

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Incidenza % rispetto agli

utenti del distretto valutati

Distretto n. 1 20 10 21 38 33 39 20,3%

Distretto n. 2 9 8 9 5 2 7 6,4%

Distretto n. 3 52 39 31 40 71 58 14,8%

Totale 81 57 61 83 106 104 15,0%

dei quali con punteggio >60

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 56

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Incidenza %

Distretto n. 1 121 145 159 134 158 153 79,7%

Distretto n. 2 73 87 99 102 112 103 93,6%

Distretto n. 3 235 261 268 258 315 334 85,2%

Totale 429 493 526 494 585 590 85,0%

N.B:Sono state considerate anche altre tipologie di domanda (es. richiesta centro diurno) per cui è stato previsto come progetto l'accoglienza in residenza temporanea o definitiva sulla base della valutazione in UVMD. Si precisa inoltre che il report riporta solo l'ultima valutazione registrata nel corso dell'anno, pertanto una persona che ha avuto più valutazioni è considerata una volta soltanto.

Impossibile non notare come il dato delle valutazione <60 nel distretto 2 risultino di gran lunga inferiori rispetto a quelle degli altri due territori, non può che dipendere dal metodo di valutazione.

Tab. 25 - Numero utenti rimasti esclusi dalla graduatoria – Anni 2011-2016 Totale

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Distretto n. 1 6 8 9 21 14 19

Distretto n. 2 14 1 5 2 3 5

Distretto n. 3 31 25 27 30 54 30

Totale 51 34 41 53 71 54

dei quali con punteggio <60

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Distretto n. 1 0 1 2 4 2 0

Distretto n. 2 7 0 0 1 1 1*

Distretto n. 3 8 5 15 11 18 11**

Totale 15 6 17 16 21 12

* per 1 persona è stato predisposto un progetto SAPA; ** per 9 persone è stato predisposto un progetto SAPA; per 1 persone è stato predisposto un progetto in struttura per autosufficienti; per 1 persona è stato predisposto un progetto ADI.

dei quali con punteggio >60

Distretto 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Distretto n. 1 6 7 7 17 12 19*

Distretto n. 2 7 1 5 1 2 4**

Distretto n. 3 23 20 12 19 36 19***

Totale 36 28 24 37 50 42

* per 10 persone è stato predisposto un progetto di accoglimento definitivo in struttura; per 8 persone è stato predisposto un progetto in struttura per autosufficienti; per 1 persona è stato predisposto un progetto SLA.

** per 1 persona è stato predisposto un progetto di accoglimento definitivo in struttura; per 2 persone è stato predisposto un progetto in struttura per autosufficienti; per 1 persona è stato predisposto un progetto "altre forme di assistenza".

*** per 3 persone è stato predisposto un progetto di accoglimento definitivo in struttura; per 3 persone è stato predisposto un progetto di altre forme di assistenza; per 3 persone è stato predisposto un progetto di centro diurno; per 8 persone è stato predisposto un progetto in struttura per autosufficienti; per 2 persona è stato predisposto un progetto ADI.

La tabella 25 e le relative annotazioni testimoniano lo sforzo delle UVMD di trovare una risposta assistenziale anche agli utenti che non raggiungono il punteggio minimo per inserimento in graduatoria pari a 60.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 57

Tab. 26 - Domande di accoglimento temporaneo nel triennio – Anni 2012-2016

Sub-Distretto 2012 2013 2014 2015 2016

Sub-Distretto n. 1 19 44 33 56 63

Sub-Distretto n. 2 11 14 13 19 18

Sub-Distretto n. 3 55 83 67 93 86

Totale 85 141 113 168 167

Il numero di domande è superiore al numero delle persone che hanno fatto richiesta perché alcune persone hanno inoltrato più richieste di valutazione nel corso dell'anno

La tabella 26 appare come un altro indice della mancanza di impegnative residenziali in numero adeguato. Il mantenimento di un trend di domande di inserimento temporaneo così elevato non può essere spiegato con un’improvvisa affermazione di questo tipo di offerta, piuttosto si dovrà supporre che venga utilizzato questo strumento in modo improprio per poter dare una risposta, rapida ed in deroga a parte del regolamento, all’utenza la cui famiglia non riesce più a farsi carico dell’assistenza presso il domicilio. Il problema di questo palliativo risiede nella falsa temporaneità del bisogno che si manifesta in tutta la sua drammaticità al termine del periodo di ricovero temporaneo. Una dotazione di impegnative superiore ridurrebbe la lista della graduatoria e i tempi di attesa permettendo un uso corretto dello strumento del ricovero temporaneo.

2.2. Dati economici

Va premesso che mentre i dati di utenza sono in qualche modo filtrati e corretti dal Gestore unico dell’Ulss, su quelli economici non è possibile intervenire sulle diverse interpretazioni date dai Centri di Servizio. Questo comporta che una parametrazione fra dati di utenza ed economici determina a volte valutazioni tra loro non coerenti. Tab. 27 - Costi, finanziamenti e avanzo disavanzo delle strutture residenziali e semi residenziali per anziani auto e non autosufficienti – Anno 2016

Finanziamenti a strutture residenziali e semi-residenziali 2016

CdR per NON auto minima

CdR per NON auto

media

CdR per NON auto SVP-SLA

CdR per AUTO

Centri Diurni per NON auto

Centri Diurni per

auto Totale

da Utenti 14.413.469,63 938.847,81 10.127,00 5.369.571,26 369.767,83 119.072,08 21.220.855,61

da Regione (Impegnative e Convenzione Ulss)

15.522.214,25 1.131.569,23 47.525,00 43.992,80 291.757,37 0,00 17.037.058,65

da Comuni/Comunità Montane 488.946,19 31.498,13 0,00 39.878,68 145.838,30 1.386,25 707.547,55

da altri enti pubblici e soggetti privati

99.528,29 33.212,47 0,00 268.636,11 1.179,91 327,42 402.884,20

TOTALE FINANZIAMENTI 30.524.158,36 2.135.127,64 57.652,00 5.722.078,85 808.543,41 120.785,75 39.368.346,01

Tab. 28 - Costi, finanziamenti e avanzo disavanzo delle strutture residenziali e semi residenziali per anziani auto e non autosufficienti – Anno 2016

CdR per NON auto minima

CdR per NON auto

media

CdR per NON auto SVP-SLA

CdR per AUTO

Centri Diurni per NON auto

Centri Diurni per

auto Totale

Costi delle strutture residenziali e semi-

residenziali 2016 29.388.453,29 2.135.127,64 57.652,00 5.748.290,69 927.480,77 344.558,87 38.601.563,26

Le Tabelle 27 e 28 illustrano i volumi di risorse relativi al servizio residenziale anziani e le fonti di finanziamento.

Tab. 29 - Costi, finanziamenti e avanzo disavanzo delle strutture residenziali e semi residenziali per anziani auto e non autosufficienti – Anno 2016

CdR per NON auto minima

CdR per NON auto

media

CdR per NON auto SVP-SLA

CdR per AUTO

Centri Diurni per NON auto

Centri Diurni per

auto Totale Avanzo/disavanzo

2016 1.135.705,07 0,00 0,00 -26.211,84 -118.937,36 -223.773,12 766.782,75

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 58

La tabella 29 esprime concetti noti, ovvero che alcune unità di offerta possono produrre una gestione economica vantaggiosa, mentre altri come i Centri Diurni sono normalmente fisiologicamente in perdita.

Si evidenzia come la media intensità sebbene abbia tassi di occupazione prossimi al 100% non garantisca l’equilibrio economico dell’unità di offerta quindi lo spread di 7€ sul valore dell’impegnativa di media intensità rispetto a quello della ridotta non garantisce la copertura dei maggiori costi necessari ad assistere i profili assistenziali più impegnativi. Appare altresì interessante il dato relativo all’utile prodotto dalle udo per utenti non autosufficienti di ridotta intensità, ovvero il servizio proporzionalmente più finanziato anche dalla Regione. Innanzitutto va evidenziato come questo utile del sistema si genera in un contesto per il quale le risorse in entrata sono nominalmente bloccate (il contributo regionale non viene indicizzato da diversi anni e le rette applicate all’utenza anche nel 2016 sono rimaste invariate praticamente in tutte le strutture) e sostanzialmente in diminuzione a causa dell’effetto degli utenti paganti che non sostengono comunque il vero costo della produzione del servizio cui usufruiscono ma una tariffa calmierata per le ragioni già richiamate. Risulta quindi evidente quali sforzi di gestione siano stati realizzati in questi anni nella conduzione economica delle strutture per ridurre la spesa corrente lasciando inalterata la qualità dei servizi, molto spesso frutto diretto delle sinergie attuate fra più Centri Servizi.

Tabella 30 - Avanzo disavanzo delle singole strutture – Anno 2016

Totale Finanziamenti

COSTIAvanzo/

disavanzo

Agordo 4.426.313,14 4.426.313,14 0,00

Auronzo di Cadore 2.046.127,27 2.038.089,72 8.037,55

Belluno 5.735.975,00 5.735.975,00 0,00

Cortina d'Ampezzo 2.302.926,85 2.243.628,95 59.297,90

Farra d'Alpago 1.762.461,00 1.658.436,00 104.025,00

Forno di Zoldo 1.918.710,47 1.738.429,71 180.280,76

Limana 2.985.880,42 2.965.804,12 20.076,30

Livinallongo 1.325.806,88 1.322.154,52 3.652,36

Longarone 2.797.564,93 2.627.736,38 169.828,55

Pieve di Cadore 3.771.088,21 3.737.927,87 33.160,34

Ponte nelle Alpi 2.431.763,85 2.345.369,84 86.394,01

Puos d'Alpago 2.947.207,30 2.936.885,10 10.322,20

S. Stefano di Cadore 1.816.548,82 1.854.134,00 -37.585,18

Lozzo di Cadore 116.307,48 116.307,48 0,00

Pieve di Cadore TAI 601.619,39 595.993,43 5.625,96

Taibon agordino 2.382.045,00 2.258.378,00 123.667,00

39.368.346,01 38.601.563,26 766.782,75 Fatta salva la necessità di verificare l’omogeneità nella raccolta dei dati, la tabella 30 dimostra come le strutture abbiano una gestione profittevole del servizio, anche quelle per utenti autosufficienti.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 59

Tab. 31 - Finanziamenti delle strutture residenziali e semi residenziali per anziani auto e non autosufficienti – Anno 2016

Finanziamenti a strutture residenziali e semi-

residenziali 2016

CdR per NON auto minima

CdR per NON auto

media

CdR per NON auto SVP-SLA

CdR per AUTO

Centri Diurni per NON auto

Centri Diurni per

auto Totale

da Utenti 14.413.469,63 938.847,81 10.127,00 5.369.571,26 369.767,83 119.072,08 21.220.855,61

- da Utenti con impegnativa 13.289.534,64 873.248,96 10.127,00 0,00 330.666,66 0,00 14.503.577,26

- da Utenti paganti 1.123.934,99 65.598,85 5.369.571,26 39.101,17 119.072,08 6.717.278,35

da Regione, fondo sanitario vincolato 15.522.214,25 1.131.569,23 47.525,00 43.992,80 291.757,37 0,00 17.037.058,65

- da Regione impegnative ricevute -

14.781.366,64 1.093.399,33 47.525,00 0,00 291.757,37 0,00 16.214.048,34

- da convenzione con Aulss 611.731,31 38.169,90 43.992,80 0,00 0,00 693.894,01

- da Aulss per rette ospiti Asilari (Agordo) 129.116,30 0,00 0,00 0,00 0,00 129.116,30

da Comune/Comunità Mont. tot: - Fondi Comunali 488.946,19 31.498,13 0,00 39.878,68 145.838,30 1.386,25 707.547,55

- per pagamento/integrazione retta indigenti 161.527,60 2.721,13 32.596,93 60.792,00 0,00 257.637,66

- abbattimento rette residenti NON indigenti 327.418,59 28.777,00 7.158,75 85.046,30 1.386,25 449.786,89

- per ripianamento disavanzo 0,00 0,00 123,00 0,00 0,00 123,00

da altri enti pubblici 42.644,68 33.212,47 0,00 5.033,00 0,00 0,00 80.890,15

da enti/associazioni e soggetti privati 56.883,61 0,00 0,00 263.603,11 1.179,91 327,42 321.994,05

TOTALE FINANZIAMENTI 30.524.158,36 2.135.127,64 57.652,00 5.722.078,85 808.543,41 120.785,75 39.368.346,01

Tabella 32- Variazione delle linee di finanziamento del sistema residenziale negli ultimi 5 anni Finanziamenti a

strutture residenziali e semi-residenziali

2012 2013 2014 2015 2016 Variazione

% 2015-2016

Variazione % 2012-2016

da Utenti 19.580.217,07 20.920.023,32 21.429.699,14 20.788.415,30 21.220.855,61 2,08% 8,38%

da Utenti con impegnativa 13.900.665,32 14.287.515,33 10.300.348,78 12.059.491,44 14.503.577,26 20,27% 4,34%

da Utenti NON AUTO privati 224.849,75 894.382,51 1.112.560,66 1.187.600,21 1.228.635,01 3,46% 446,42%

da Utenti AUTO 5.454.702,00 5.738.125,48 5.742.060,19 5.378.305,11 5.488.643,34 2,05% 0,62% da Regione/ULSS 16.623.200,05 16.836.555,93 17.050.500,26 17.148.570,35 17.037.058,65 -0,65% 2,49% - da Regione, impegnative ricevute

15.969.244,84 16.070.685,48 16.196.472,85 16.159.444,42 16.214.048,34 0,34% 1,53%

- da convenzione con Aulss 517.986,09 591.459,38 688.670,84 837.544,07 693.894,01 -17,15% 33,96% - da Aulss per rette ospiti Asilari (Agordo) 135.969,12 174.411,07 165.356,57 151.581,86 129.116,30 -14,82% -5,04%

da Comuni/CM 1.606.501,02 1.156.292,34 1.050.754,15 922.980,70 707.547,55 -23,34% -55,96%

- per pagamento/ integrazione retta indigenti 128.035,20 105.811,99 214.185,67 147.280,67 257.637,66 74,93% 101,22%

- abbattimento rette residenti NON indigenti

1.207.201,44 822.635,50 822.725,47 721.035,59 449.786,89 -37,62% -62,74%

- per ripianamento disavanzo 271.264,38 227.844,85 13.843,01 54.664,44 123,00 -99,77% -99,95%

da altri enti pubblici 104.546,46 179.781,59 69.937,91 43.001,80 80.890,15 88,11% -22,63%

da enti/associazioni e soggetti privati 376.577,19 292.530,03 304.256,26 381.953,08 321.994,05 -15,70% -14,49%

TOTALE FINANZIAMENTI 38.291.041,79 39.385.183,21 39.905.147,72 39.284.921,23 39.368.346,01 0,21% 2,81%

Il dato più interessante delle Tabelle 31 e 32 risiede nel volume di finanziamento del sistema degli utenti privi di impegnativa che fino al 2012 non veniva nemmeno preso in considerazione. Continua il trend in ascesa della quota immessa nel sistema da utenti privati. Dal 2012 l’aumento è pari al 446%.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 60

Tab. 33 - Finanziamenti da Comuni/Unioni Montane delle strutture residenziali e semi residenziali per anziani auto e non autosufficienti – Anno 2016

Finanziamenti a strutture residenziali e semi-residenziali da Comuni/ Comunità Montane

- 2016

CdR per NON auto minima

CdR per NON auto

media

CdR per NON auto SVP-SLA

CdR per AUTO

Centri Diurni per NON auto

Centri Diurni per

auto Totale

- per pagamento/integrazione retta indigenti 161.527,60 2.721,13 0,00 32.596,93 60.792,00 0,00 257.637,66

- abbattimento rette residenti NON indigenti

327.418,59 28.777,00 0,00 7.158,75 85.046,30 1.386,25 449.786,89

- per ripianamento disavanzo 0,00 0,00 0,00 123,00 0,00 0,00 123,00

- per ripianamento disavanzo non dichiarato

- - - - - - 37.585,18

TOTALE FINANZIAMENTI Comuni/CM 488.946,19 31.498,13 0,00 39.878,68 145.838,30 1.386,25 745.132,73

La tabella 33 illustra come vengano impiegate più risorse per ridurre la retta per i residenti che per sostenere gli utenti privi delle necessarie risorse per pagare il ricovero. I grafici sottostanti illustrano in modo più immediato quanto descritto nelle tabelle. Grafico 1 Suddivisione percentuale finanziamenti anno 2016

da Utenti con impegnativa; 36,84%

da Utenti NON Auto paganti; 3,12%

da Utenti AUTOSUFF; 13,94%

da Regione impegnative; 41,19%

da convenzione con Aulss + da Aulss per Asilari ;

2,09%

da Comune: per pagamento/integrazione

retta indigenti; 0,65%

da Comune: abbattimento rette residenti NON

indigenti; 1,14%

da Comune: per ripianamento disavanzo;

0,00%

da enti/associazioni e soggetti privati; 0,82%

Utenti53,90%

Regione/Ulss 43,28%

Altri Enti/Privati0,82%

Comune 1,80%

Page 65: RELAZIONE VALUTATIVA 2016 · 2018. 11. 13. · Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS1 Dolomiti –Distretto di Belluno Relazione Valutativa del Piano di

Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 61

Grafico 2 Suddivisione percentuale finanziamenti anno 2015

da Utenti con impegnativa; 30,70%

da Utenti NON Auto paganti; 3,02%

da Utenti AUTO; 13,69%

da Regione impegnative; 41,13%

da convenzione con Aulss + da Aulss per Asilari ;

2,52%

da Comune: per pagamento/integrazione

retta indigenti; 0,37%

da Comune: abbattimento rette residenti NON

indigenti; 1,84%

da Comune: per ripianamento disavanzo;

0,14%

da altri enti pubblici; 0,11%

da enti/associazioni e soggetti privati; 0,97%

Utenti52,92%

Regione/Ulss 43,65%

Altri Enti/Privati1,08%

Comune 2,35%

Grafico 3 Suddivisione percentuale finanziamenti anno 2014

da Utenti con impegnativa; 25,81%

da Utenti NON Auto paganti; 2,79%

da Utenti AUTO; 14,39%

da Regione impegnative; 40,59%

da convenzione con Aulss + da Aulss per Asilari ; 2,14%

da Comune: per pagamento/integrazione

retta indigenti; 0,54%

da Comune: abbattimento rette residenti NON

indigenti; 2,06%

da Comune: per ripianamento disavanzo;

0,03%

da altri enti pubblici; 0,18%

da enti/associazioni e soggetti privati; 0,76%

Utenti53,70%

Regione/Ulss 42,73%

Altri Enti/Privati0,94%

Comune 2,63%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 62

Grafico 4 Suddivisione percentuale finanziamenti anno 2013

da Utenti con impegnativa; 36,28%

da Utenti NON Auto paganti; 2,27%

da Utenti AUTO; 14,57%

da Regione impegnative; 40,80%

da convenzione con Aulss ; 1,94%

da Comune: per pagamento/integrazione

retta indigenti; 0,27%

da Comune: abbattimento rette residenti NON

indigenti; 2,09%

da Comune: per ripianamento disavanzo;

0,58%

da altri enti pubblici; 0,46%

da enti/associazioni e soggetti privati; 0,74%

Utenti53,12%

Regione/Ulss42,74%

Altri Enti/Privati1,20%

Comune 2,94%

Grafico 5 Suddivisione percentuale finanziamenti anno 2012

da convenzione con Aulss ; 1,71%

da Regione impegnative; 41,70%

da Utenti AUTO; 14,25%da Utenti NON Auto paganti;

0,59%da Utenti con impegnativa;

36,30%

da Comune: per pagamento/integrazione

retta indigenti; 0,33%

da Comune: abbattimento rette residenti NON

indigenti; 3,15%

da Comune: per ripianamento disavanzo;

0,71%

da enti/associazioni e soggetti privati; 0,98%

da altri enti pubblici; 0,27%

Utenti51,14%

Regione/Ulss43,41%

Altri Enti/Privati1,26%

Comune 4,20%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Residenzialità 63

I grafici sopra riportati meglio illustrano la modalità di suddivisione della spesa per finanziare il sistema residenziale. Si nota come a fronte di una lieve riduzione percentuale delle risorse Regionali corrisponda un incremento progressivo e significativo della spesa a carico dell’utenza.

3. I progetti - Analisi dell'attività

Non sono presenti progettualità nell’area Anziani Residenzialità nell’anno 2016.

4. I risultati raggiunti

Il risultato più importante nel sistema residenziale è stato senz’altro il completamento fra il 2016 ed il 2017 del processo di fuoriuscita dalle restrittive gestioni Comunali dei Centri Servizi per confluire in forme societarie che hanno assunto declinazioni diverse ma che in tutti i casi hanno permesso l’adozione di una gestione dei bilanci più consona ed utile. In particolare il percorso dei Sindaci dell’Agordino ha portato alla nascita di ASCA il 9 gennaio 2017 che ha potuto nel corso dell’anno farsi carico della RSA di Agordo e dei servizi sociali e domiciliari di tutta la conca. 5. Le criticità riscontrate e le azioni correttive

Di seguito trovano specificazione le criticità riscontrate nel corso dell’anno e le azioni correttive necessarie al raggiungimento dell’obiettivo o alla soluzione della criticità suddivisa per ambiti di competenza.

5.1 Equilibrio del sistema residenziale di offerta

5. 1. a Criticità Si riportano le considerazioni espresse nelle relazioni precedenti in quanto nulla è cambiato in merito alle conseguenze di un mancato equilibrio nel rapporto fra posti letto ed impegnative a disposizione del territorio, tranne il fatto che l’aumento dei posti letto in attuazione di una programmazione legittima e comunque inferiore ai tetti previsti dai parametri regionali, ha elevato il livello di criticità della situazione locale.

Gli effetti problematici risultano essere:

- la mancata uguaglianza nell’accesso ai servizi residenziali rispetto all’utenza di altri territori della Regione in cui la dotazione può, anche, superare il fabbisogno teorico autorizzato dai parametri regionali;

- la tenuta del sistema nel suo insieme, e di alcuni Centri Servizi in particolare, che data l’orografia del territorio è esposta a rilevanti rischi gestionali che espongono alcuni territori, sopratutto le valli periferiche, alla concreta prospettiva di una riduzione nel medio-lungo periodo dell'offerta residenziale per anziani non autosufficienti;

- l’incapacità programmatoria dei bilanci di alcune strutture essendo divenute aleatorie le entrate con variazioni rilevanti anche da un anno all’altro e l’impossibilità di contrastare il fenomeno nel breve periodo in quanto legato a dinamiche di turn over dell’utenza.

- l'espansione di un utilizzo “privatistico” e di mercato del sistema, nel quale chi ha maggiori disponibilità economiche può usufruire di un servizio eludendo le procedure e i tempi previsti dalla Graduatoria Unica.

5.1. b. Azioni correttive

5.1. b.1 Azioni correttive interne ai servizi

Non si intravede soluzione di tenuta economica diversa per i Centri Servizi che proseguire nella messa in rete di alcuni settori (amministrativi, direzionali, manutentivi, gestionali) e nella verifica dell’effettivo bisogno del territorio di riferimento rispetto all’offerta presente o programmata. L’adozione dello strumento convenzionale per definire per ogni Centro Servizio

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dei posti ad occupazione prossima al 100% potrebbe essere l’unica opzione per ridare attendibilità alle previsione delle entrate di alcune strutture.

5.1. b.2 Azioni correttive a livello locale (ULSS – Comuni – C.M.)

Grazie ad un approccio pragmatico da parte della Conferenza dei Sindaci la programmazione dell’espansione dell’offerta si è adeguata alla mancanza di risorse, anche se si manifestano posizioni diverse, tra l’altro del tutto legittime, da parte di alcuni Comuni titolari dei Servizi. L’obiettivo dell’assemblea dei Sindaci appare quello di confermare la distribuzione territoriale delle udo residenziali, in particolare salvaguardando l'offerta delle aree periferiche che, se non supportata da una visione unitaria e solidale, rischia la “non sostenibilità” con la conseguenza di ridurre ulteriori servizi in quei territori e di costringere gli anziani a trascorrere il loro ricovero in contesti ambientali che, anche se apparentemente omogenei, possono essere vissuti come molto diversi per questioni di identità comunitaria/culturale. Tutti questi obiettivi dovranno ora essere confermati nella dinamica di fusione delle ex Ulss 1 e 2 al fine di non vedere frustrata una politica programmatoria consapevole coerente prudente ed efficace a tutela del sistema. La nuova Conferenza dovrà invece impegnarsi in una decisa azione nei confronti della Regione per permettere che agli utenti del territorio venga concessa la stessa possibilità di accesso ai servizi, previsto per Legge e garantito ad altri territori, con il riconoscimento di un numero adeguato di impegnative di residenzialità. Va rilevato tuttavia che questa azione portata avanti da anni non ha sortito nessun effetto specifico. Risulta strategico, inoltre, ottenere una maggiore autonomia nella gestione locale delle risorse a disposizione del FNA al fine di attivare soluzioni più corrispondenti ai peculiari bisogni delle persone e della comunità.

5.1. b.3 Azioni correttive a livello regionale

Per il mantenimento dell’equilibrio del sistema il ruolo della Regione appare assolutamente fondamentale. In primo luogo, sebbene la programmazione spetti alla Conferenza dei Sindaci, può agire come consulente interessato nell’indirizzare le scelte, sulla base delle risorse disponibili. In secondo luogo la distribuzione di eventuali risorse aggiuntive al FNA, dovrebbe premiare quelle ULSS sottoparametro come la ex ULSS n.1 che si è prodigata in investimenti importanti negli ultimi anni al fine di colmare la distanza fra offerta e bisogno accertato. Risulterebbe grave che tutti gli sforzi di investimento cui la stessa Regione partecipa in modo considerevole, venissero frustrati per la mancata assegnazione di adeguate risorse per la gestione corrente. In mancanza, come probabile, di risorse aggiuntive, si dovrebbe procedere ad un riequilibrio delle risorse fra i territori, promuovendo pari opportunità tra utenti appartenenti ad A.ULSS diverse, ed, infine, garantire maggiore autonomia nell'allocazione e finalizzazione delle risorse trasferite alla programmazione operativa locale di Comuni e ULSS.

5.2. Utenti necessitanti la media intensità assistenziale 5.2.a Criticità

Come già espresso in premessa, la gestione di utenti di media intensità rappresenta un problema di difficile soluzione, anche in questo caso dovuto alla mancanza di risorse. Il territorio, infatti, si è dotato di una quantità di posti autorizzati per la media intensità che potrebbe essere adeguata (anche se ormai non lo è più) ma le risorse destinate rimangono ancorate ai 48 posti autorizzati oltre dieci anni fa. Tamponano questa criticità sino ad ora i responsabili dei Centri Servizi che in virtù della dotazione sovra standard dei loro organici possono garantire adeguata assistenza. Le persone con un profilo di media intensità inserite nel 2016 nelle strutture della Ulss 1 in posti letto di ridotta intensità sono state 199.

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Di queste, successivamente, 12 hanno fatto il passaggio da un posto letto di ridotta intensità a uno di media intensità assistenziale e successivamente una delle 12 ha fatto nuovamente passaggio da media a ridotta intensità. La percentuale delle persone con profilo di media intensità sul totale delle persone complessivamente inserite nel 2016 in posti letto di ridotta intensità (pari a 468 utenti, dei quali 412 nuovi ingressi + 56 mobilità) è stata pari al 42,52%; considerando invece i passaggi da posti letto di ridotta a quelli di media intensità, la percentuale è stata pari al 39,96% (su 12). Esiste però una questione di possibili responsabilità formali e sostanziali di tutti i servizi coinvolti a fronte di un’utenza sempre più determinata, in alcuni casi, nella rivendicazione dei propri diritti. Risulta quindi necessario ripensare a questa dinamica perché fondamentalmente i CS di ridotta si fanno carico di carichi di assistenza formalmente non autorizzati e in un contesto nel quale l’atteggiamento delle famiglie risulta sempre più pronto ad intraprendere azioni giudiziarie per appurare eventuali responsabilità organizzative nell’assistenza fornita ai propri cari. Risulta quindi necessario rivedere questa dinamica iniziando dal riproporre una doppia graduatoria, a seconda del profilo di utenza (ridotta e media intensità) in modo da destinare gli utenti esclusivamente nelle strutture formalmente autorizzate a fornire adeguata assistenza. Esistono inoltre dei profili di utenza con disturbi comportamentali prevalenti che nemmeno nelle strutture autorizzate per media intensità ricevono adeguata risposta e per i quali l’unica vera soluzione può essere la previsione di nuclei specializzati appropriati sia con riferimento a standard strutturali e organizzativi che alla specifica formazione del personale. Di seguito si riporta la tabella delle persone con profilo di media inserite in strutture di ridotta suddivise per tipologia di profilo:

Profilo autonomia

n. persone

14 14

15 54

16 66

17 65

Totale 199

Si evidenzia come anche i profili 16 e 17 che ricevono un alto numero di rifiuti da parte delle strutture in realtà siano accolti cercando di dare una risposta anche a profili assistenziali così impegnativi.

5.2. b. Azioni correttive

5.2. b.1 Azioni correttive interne ai servizi

Il Tavolo di lavoro ha condiviso la necessità di tornare ad una gestione separata dei livelli assistenziali, essendo impossibile procastinare la metodologia di scaricare sulle strutture la mancanza di risorse utile ad una gestione appropriata anche sotto il profilo formale degli utenti con maggiori bisogni assistenziali. La fusione dei due Fondi non Autosufficienza e la necessità di scrivere un solo regolamento per l’accesso ai servizi residenziali per la nuova Ulss 1 Dolomiti, rappresentano la giusta occasione per sanare questo aspetto di gestione del sistema residenziale. Ovviamente propedeutica all’attuazione di un nuovo regolamento risulta essere una rivalutazione di tutti i profili presenti in graduatoria ed una armonizzazione fra le varie UVMD presenti sul territorio al fine di non pregiudicare i diritti di alcun utente, e questo può essere garantito solo dalla presenza di una stessa figura di garanzia in tutte le valutazioni (cosa difficile da realizzare in un territorio vasto quanto l’intera Provincia). Per quanto attiene i profili di media già presenti nelle strutture autorizzate solo per la ridotta intensità, vanno pensate ed elaborate procedure di garanzia, anche sotto il profilo

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amministrativo e della sicurezza per i centri di servizio, coinvolgendo e corresponsabilizzando utenti e famiglie. Da questo processo non può essere esclusa l’Ulss che gestendo la Graduatoria unica consapevolmente affida utenti valutati di media intensità in strutture autorizzate per la ridotta, nel tentativo di dare una risposta alle famiglie.

5.2. b.2 Azioni correttive a livello locale (ULSS – Comuni – C.M.)

Nella approvazione del nuovo RUR (registro unico residenzialità) vanno definite due graduatorie per i diversi livelli di bisogno assistenziale. Tra l’altro a questo progetto sta lavorando in questi mesi un gruppo regionale, si tratterà di verificare alla approvazione dello stesso i campi di manovra che questo lascerà alla regia locale. Per quanto attiene gli utenti con prevalenti disturbi comportamentali va programmata una specializzazione di alcune unità di offerta nelle quali il sacrificio della libertà di scelta degli utenti verrebbe premiata dalla appropriatezza della prestazione offerta.

5.2. b.3 Azioni correttive a livello regionale

Definito che la Regione promulgherà un nuovo RUR ed inciderà quindi profondamente sulla soluzione di questa dinamica, oltre ad una maggiore assegnazione di risorse specifiche, come previsto anche dalla DGRV 1133/2008, la Regione potrebbe per questa linea di intervento, ma anche per altre del FNA, lasciare, a limite di spesa totale invariato, maggior discrezionalità alle singole ULSS sull’utilizzo delle risorse.

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B.2.2 Area Persone Anziane - Domiciliarità 1. Uno sguardo d’insieme:

L’impegno dei servizi della domiciliarità si è concentrato, nell’anno 2016, in quattro aree di intervento principale:

- la nuova formula di finanziamento dei servizi e i benefici per gli utenti collegati al progetto “Home Care Premium – INPS Gestione Dipendenti Pubblici”;

- Approfondimento della tematica relativa all'ISEE; - Centrale Operativa Territoriale: confronto tra operatori per definire procedure operative.

Nell’ambito della non autosufficienza, il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrato con l’Assistenza Domiciliare di tipo sanitario (SAD in ADI) ha visto nell’ultimo anno un aumento dello 0,65% pari a 8 utenti. Si rileva invece un aumento maggiore nel SAD con una percentuale del 4,47% pari a n. 23 utenti.

Nel 2016 si rileva un lieve aumento del 1,02% nel numero di utenti del Servizio di consegna pasti a domicilio e del 3,61% nel numero dei pasti complessivamente consegnati nel corso dell’anno che sono stati 88.557, quindi 3089 in più rispetto all'anno precedente.

Permangono nel SAD in ADI notevoli squilibri nelle percentuali di utenza seguita fra i Sub-Distretti n. 1 e n. 2 ed alcuni territori del Sub-Distretto n. 3, così come le considerevoli differenze fra le percentuali riferite ai profili e alle tipologie di utenza in carico. Si rinvia al paragrafo conclusivo “Criticità riscontrate e azioni correttive” per una valutazione complessiva della variazione dell’utenza seguita, con particolare riferimento alle caratteristiche dei servizi e ai bisogni/comportamenti dell’utenza.

Continua l’impegno in gran parte nei progetti previsti nel Piano di Zona. Meritano una particolare attenzione i risultati ottenuti dal progetto “Home Care Premium”: progetto di Assistenza domiciliare, avviato nell’anno 2013 con Ente capofila l’ULSS n. 1 di Belluno ed enti partner la Conferenza dei Sindaci e gli Enti locali del territorio, ha permesso la presa in carico di un cospicuo numero di utenti non autosufficienti attraverso l'erogazione di prestazioni prevalenti (contributi in denaro) e/o prestazioni integrative (intervento di operatori a domicilio, frequenza ai Centri Diurni, consegna pasti a domicilio, servizio di trasporto, fornitura di ausili, ecc.) e dal Progetto Sollievo attivo in diverse realtà territoriali che permette oltre alla realizzazione di attività occupazionali anche un sostegno ed una formazione a favore dei familiari che hanno in carico pazienti affetti da demenza. 2. I servizi - analisi dell’attività

2.1 Analisi delle tabelle di utenza ed economiche

Tutte le tabelle che seguiranno riportano per la prima volta una riga grigia in corrispondenza del servizio di assistenza domiciliare di Zoldo Alto. Il 18 febbraio 2016 il Comune di Zoldo Alto si è fuso con quello di Forno di Zoldo, determinando la nascita del Comune di Val di Zoldo. Successivamente, a seguito della creazione dell'Azienda speciale Servizi alla Persona Longarone Zoldo, i Comuni di Val di Zoldo e di Longarone hanno delegato all'azienda stessa la gestione, tra gli altri, dei servizi domiciliari e residenziali. A partire dal 2017, i dati di utenza e di costo riferiti agli ambiti territoriali dei due ex comuni vengono esposti in modo aggregato alla voce "Val di Zoldo".

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2.1.1 Servizio Assistenza Domiciliare:

Tab. 1 Utenza del Servizio d’Assistenza Domiciliare SAD (Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria e distribuzione pasti a domicilio) – Anni 2012-2016

Servizio Assistenza Domiciliare (SAD) 2012 2013 2014 2015 2016 Variazione %

2015-2016 Variazione %

2012-2016

Servizio Assistenza Domiciliare (SAD) 1324 1238 1191 1229 1237 0,65% -6,57%

di cui con Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) 655 597 578 515 538 4,47% -17,86%

Tab. 2 Variazione % dell’utenza del Servizio d’Assistenza Domiciliare SAD (Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria e distribuzione pasti a domicilio) per Centro di Servizio – Anni 2012-2016

Servizio Assistenza Domiciliare (SAD+SAD in ADI + PASTI)

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 252 224 238 245 247 0,82% -1,98% BELLUNO 248 235 228 219 226 3,20% -8,87% U.M. CENTRO CADORE 165 138 130 111 122 9,91% -26,06% U.M. DELL' ALPAGO 124 139 84 178 150 -15,73% 20,97% U.M. VAL BOITE 42 45 66 63 61 -3,17% 45,24% U.M.COM. SAPPADA 121 117 100 104 103 -0,96% -14,88% CASTELLAVAZZO 19 25 - - - - - CORTINA 88 72 82 81 80 -1,23% -9,09%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)*

28 31 31 28 44 57,14% 57,14% LIMANA 56 54 54 52 51 -1,92% -8,93% LONGARONE 47 45 53 58 51 -12,07% 8,51% OSPITALE DI CADORE 2 3 2 1 1 0,00% -50,00% PERAROLO DI CADORE 4 - - 0 - - - PONTE NELLE ALPI 111 97 111 82 99 20,73% -10,81% SOVERZENE 8 5 6 2 2 0,00% -75,00% ZOLDO ALTO 8 8 6 5 - - - ZOPPE' DI CADORE 1 0 0 0 0 - - TOTALE 1324 1238 1191 1229 1237 0,65% -6,57% Tab. 3 Variazione % dell’utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) 2012-2016

Assistenza Domiciliare Integrata

(SAD in ADI) Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 151 145 142 121 104 -14,05% -31,13% BELLUNO 146 137 136 115 125 8,70% -14,38% U.M. CENTRO CADORE 82 68 65 53 64 20,75% -21,95% U.M. DELL' ALPAGO 31 26 26 45 59 31,11% 90,32% U.M. VAL BOITE 25 20 28 33 29 -12,12% 16,00% U.M.COM. SAPPADA 73 62 54 52 47 -9,62% -35,62% CASTELLAVAZZO 8 11 - - - CORTINA 45 36 43 27 22 -18,52% -51,11% FORNO DI ZOLDO/VAL DI

ZOLDO (dal 18.02.16) 12 13 13 6 9 50,00% -25,00% LIMANA 17 14 19 19 18 -5,26% 5,88% LONGARONE 21 21 26 18 20 11,11% -4,76% OSPITALE DI CADORE 1 2 2 0 0 - -100,00% PERAROLO DI CADORE 1 - - 0 -

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PONTE NELLE ALPI 36 36 19 23 40 73,91% 11,11% SOVERZENE 2 2 3 1 1 0,00% -50,00% ZOLDO ALTO 4 4 2 2 - ZOPPE' DI CADORE 0 0 0 0 0 - - TOTALE 655 597 578 515 538 4,47% -17,86%

Nel corso dell’anno 2016 si è rilavato un lieve aumento nel numero di utenti complessivamente presi in carico pari al 0,65% sul Servizio di Assistenza Domiciliare (pari a 8 utenti) ed anche un aumento del 4,47% sul SAD in ADI (pari a 23 utenti). Il dato di utenza, rispetto al 2012 rileva una diminuzione del – 6,57% (SAD) e – 17,86% (SAD in ADI).

Se analizziamo i singoli centri di costo, i cui dati sono esplicitati nelle tabelle sopra riportare (Tab. 2 e 3) si può rilevare un importante crescita nell'ultimo quinquennio dell’attività nei territori dell'Unione Montana Alpago (+ 20,97%), della Comunità Montana Val Boite (+ 45,24%), Forno di Zoldo/Val di Zoldo (+ 57,14) e Longarone (+8,51%). Percentuali in calo maggiori al 10% (variazioni % 2015-2016) le troviamo invece nell’Unione Montana Alpago (-15,73%) e Longarone (-12,07%).

Il SAD in ADI (Tab. n. 3) vede una situazione molto differenziata considerando le variazioni % 2015-2016, che risultano essere in aumento in realtà quali: - Belluno (+ 8,70%) - U.M. Centro Cadore (+20,75%) - U.M. Alpago (+ 31,11%) - Forno di Zoldo (+ 50%) - Longarone (+11,11%) - Ponte nelle Alpi (+ 73,91%)

ed importanti diminuzioni in realtà territoriali quali Agordino (-14,05%), U.M. Comelico Sappada (12,12%), Cortina (- 18,52%).

Tab. 4 Incidenza utenti dell’Assistenza Domiciliare (SAD) sulla popolazione anziana - Anno 2016

Centro di servizio Utenti SAD

Popolazione >=65 anni

% utenti SAD su pop. >=65

U.M. CENTRO CADORE 122 4.776 2,55% U.M. VAL BOITE 61 981 6,22% U.M.COM. SAPPADA 103 4.776 2,16% CORTINA 80 1.644 4,87% SUB-DISTRETTO N. 1 366 9.634 3,80% AGORDINO -Sub Distretto n. 2 247 5.162 4,78% BELLUNO 226 9.424 2,40% U.M. DELL' ALPAGO 150 2.416 6,21% CASTELLAVAZZO

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 44 996 4,42%

LIMANA 51 1.123 4,54% LONGARONE 51 1.379 3,70% OSPITALE DI CADORE 1 85 1,18% PONTE NELLE ALPI 99 1.854 5,34% SOVERZENE 2 101 1,98% ZOLDO ALTO - - - ZOPPE' DI CADORE 0 84 0,00% SUB-DISTRETTO N. 3 624 17.462 3,57% TOTALE ULSS N. 1 1237 32.258 3,83%

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Analizzando invece l’incidenza degli utenti in carico all’Assistenza Domiciliare (SAD) sul totale della popolazione anziana, quindi prendendo in considerazione le persone che hanno un età maggiore dei 65 anni (tab. n. 4) emerge che gli utenti seguiti dal SAD nell’ambito territoriale afferente all’Ulss n.1 è pari al 3,83% (dato stabile rispetto all’anno precedente che era del 3,85%). Il dato è abbastanza uniforme nei tre distretti: si rileva un valore di 4,78% nell’Agordino, il 3,80% nel sub-distretto n. 1 ed il 3,57% nel sub-distretto n. 3.

Tab. 5 Incidenza utenti dell’Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) sulla popolazione anziana - Anno 2016

Centro di servizio Utenti SAD in ADI

Popolazione >=65 anni

% utenti SAD in ADI su pop.

>=65

Scostamento dalla % teorica

(2%) U.M. CENTRO CADORE 64 4.776 1,34% -0,66% U.M. VAL BOITE 29 981 2,96% 0,96% U.M.COM. SAPPADA 47 4.776 0,98% -1,02% CORTINA 22 1.644 1,34% -0,66% DISTRETTO N. 1 162 9.634 1,68% -0,32% AGORDINO - Distretto n. 2 104 5.162 2,01% 0,01% BELLUNO 125 9.424 1,33% -0,67% U.M. DELL' ALPAGO 59 2.416 2,44% 0,44% CASTELLAVAZZO

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 9 996 0,90% -1,10%

LIMANA 18 1.123 1,60% -0,40% LONGARONE 20 1.379 1,45% -0,55% OSPITALE DI CADORE 0 85 0,00% -2,00% PONTE NELLE ALPI 40 1.854 2,16% 0,16% SOVERZENE 1 101 0,99% -1,01% ZOLDO ALTO

ZOPPE' DI CADORE 0 84 0,00% -2,00% DISTRETTO N. 3 272 17.462 1,56% -0,44% TOTALE ULSS N. 1 538 32.258 1,67% -0,33% Con riferimento all’utenza seguita dal SAD in ADI (Tab. 5), rispetto all’obiettivo fissato dalla Regione Veneto pari al 2% della popolazione residente ultrasessantacinquenne, è in linea solo il Sub-Distretto n. 2 (2,01%). I Sub Distretti 1 e 3, con i valori rispettivamente pari a 1,68% e 1,56% non raggiungono l’obbiettivo posto dalla Regione. Il valore medio nell’ambito dell’intero territorio dell’Ulss n. 1 è pari 1,67%. Il 2% viene superato dalle realtà territoriali di: U.M. Valboite (2,96%), U.M. Alpago (2,44%), Ponte nelle Alpi (2,16%). Continuano a presentare valori inferiori alla media numerosi centri quali U.M. Centro Cadore (1,34%), U.M. Comelico Sappada (0,98%), Cortina (1,34%), Belluno (1,33%), Forno di Zoldo (0,90%), Limana (1,60%), Longarone (1,45%), Soverzene (0,99%).

Pare significativo evidenziare ancora una volta che, al di là dei diversi dati relativi alla richiesta ed offerta del Servizio di Assistenza Domiciliare nel suo complesso nell’ambito territoriale afferente all’Ulss n. 1, la percentuale di popolazione seguita dal SAD in ADI (tab. n. 6) dovrebbe avere una linearità perché legata ai Livelli Essenziali di Assistenza.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

71

Tab. 6 Incidenza degli utenti SAD in ADI (Assistenza Domiciliare Sanitaria) sul totale degli utenti SAD (Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria e distribuzione pasti a domicilio) – Anno 2016

Centro di servizio SAD di cui in ADI % utenti in ADI su utenti SAD

U.M. CENTRO CADORE 122 64 52,46% U.M. VAL BOITE 61 29 47,54% U.M.COM. SAPPADA 103 47 45,63% CORTINA 80 22 27,50% DISTRETTO N. 1 366 162 44,26% AGORDINO - Distretto n. 2 247 104 42,11% BELLUNO 226 125 55,31% U.M. DELL' ALPAGO 150 59 39,33% CASTELLAVAZZO 0 0 0,00%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 44 9 20,45%

LIMANA 51 18 35,29% LONGARONE 51 20 39,22% OSPITALE DI CADORE 1 0 0,00% PONTE NELLE ALPI 99 40 40,40% SOVERZENE 2 1 50,00% ZOLDO ALTO - - - ZOPPE' DI CADORE 0 0 0,00% DISTRETTO N. 3 624 272 43,59% TOTALE ULSS N. 1 1237 538 43,49% Tab. 7 Incidenza degli utenti SAD in ADI (Assistenza Domiciliare Sanitaria) sul totale degli utenti SAD (Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria e distribuzione pasti a domicilio) – Anni 2012-2016

2012 2013 2014 2015 2016 % di utenti SAD in ADI sul totale

degli Utenti SAD 49,47% 48,22% 48,53% 41,90% 43,49% Tab. 8 Utenza del Servizio d’Assistenza Domiciliare SAD in ADI (Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria e distribuzione pasti a domicilio) per tipologia di Utenza - Anno 2016

Centro di servizio

AN

ZIA

NI

DIS

AB

ILI

DIP

EN

DE

NZ

E

IMM

IGR

A

ZIO

NE

SA

LUT

E

ME

NT

ALE

MIN

OR

I

MA

RG

INA

LITA

'

GE

NE

RA

LE

AGORDINO - Distretto n. 2 233 10 0 0 3 0 0 1 BELLUNO 212 10 0 0 1 0 2 1 U.M. CENTRO CADORE 111 11 0 0 0 0 0 0 U.M. DELL' ALPAGO 142 2 2 0 4 0 0 0 U.M. VAL BOITE 53 3 0 0 2 0 3 0 U.M.COM. SAPPADA 87 8 0 0 6 0 2 0 CASTELLAVAZZO CORTINA 80 0 0 0 0 0 0 0

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 44 0 0 0 0 0 0 0

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

72

LIMANA 46 2 0 0 2 1 0 0 LONGARONE 48 1 0 0 1 0 0 1 OSPITALE DI CADORE 1 0 0 0 0 0 0 0 PERAROLO DI CADORE PONTE NELLE ALPI 84 3 3 0 5 0 2 2 SOVERZENE 2 0 0 0 0 0 0 0 ZOLDO ALTO ZOPPE' DI CADORE 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE 1143 50 5 0 24 1 9 5 Tab. 8A Utenza del Servizio d’Assistenza Domiciliare SAD per tipologia di Utenza – per Distretto – Anno 2016

ANZIANI % DISABILI %DIPENDE

NZE%

IMMIGRAZIONE

%SALUTE

MENTALE% MINORI %

MARGINALITA'

%GENERAL

E%

331 90,4% 22 6,0% 0 0,0% 0 0,0% 8 2,2% 0 0,0% 5 1,4% 0 0,0%

233 94,3% 10 4,0% 0 0,0% 0 0,0% 3 1,2% 0 0,0% 0 0,0% 1 0,4%

579 92,8% 18 2,9% 5 0,8% 0 0,0% 13 2,1% 1 0,2% 4 0,6% 4 0,6%

SAD

Sub-Distretto n. 1

Sub-Distretto n. 2

Sub-Distretto n. 3

1143TOTALE 1237

92,40%

50

4,04%

5

0,40%

0

0,00%

24

1,94%

5

0,40%

1

0,08%

9

0,73%

Anche nel 2016 si confermano i dati emersi negli anni precedenti, ovvero delle importanti differenze sull’intero territorio rispetto alle tipologie di utenti presi in carico:

- Anziani: complessivamente il 92,40% dell’utenza presa in carico, percentuale molto simile nei sub-distretti 2 e 3 (rispettivamente 94,3% e 92,80%) e 90,40% nel sub-distretto n. 1;

- Disabili: complessivamente il 4,04% dell’utenza presa in carico con percentuali molto diverse nelle tre realtà dei sub-distretti: 6,0% nel sub-distretto n. 1; 4,0% nel sub-distretto n. 2 e 2,90% nel sub-distretto n.3;

- Dipendenze: complessivamente lo 0,40% dell’utenza presa in carico con percentuali pari a 0,00% nei sub-distretti di 1 e 2; 0,8% nel sub- distretto n. 3;

- Immigrazione: pari a 0,00% - Salute mentale: complessivamente il 1,94% dell’utenza presa in carico con percentuali simili

nei tre sub–distretti e precisamente l'2,2% nel distretto 1 e l'1,2% nel sub-distretto 2 e il 2,1 nel distretto 3;

- Minori: complessivamente lo 0,08% (pari a n.1 utente) del totale utenza presa in carico con percentuali dello 0,2% nel sub-distretto n. 3. E’ dello 0,00% il dato dei sub-distretti n. 1 e 2.

- Marginalità: complessivamente il 9% del totale dell’utenza presa in carico con percentuali del 1,4% e dello 0% nei sub-distretti 1 e 3. E’ dello 0,6% il dato del sub-distretto n. 2.

Una possibile lettura ai dati riportati nelle tabelle di cui sopra è che non tutti i SAD effettuano una presa in carico (da regolamento) di tutte le tipologie di popolazione/utenza. Anche la diversa organizzazione e metodologia di intervento dei servizi specialistici delle specifiche aree di salute nelle diverse realtà sub-distrettuali incidono sul ricorso e sull’utilizzo dei servizi domiciliari.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

73

Tab. 9 Utenza del Servizio d’Assistenza Domiciliare SAD per tipologia di Utenza – Anni 2012- 2016

Centro di servizio

AN

ZIA

NI

DIS

AB

ILI

DIP

EN

DE

NZ

E

IMM

IGR

A

ZIO

NE

SA

LUT

E

ME

NT

ALE

MIN

OR

I

MA

RG

INA

LITA

'

GE

NE

RA

LE

Anno 2012 1207 59 6 5 22 4 17 4

Anno 2013 1139 48 6 0 23 2 16 4

Anno 2014 1087 54 4 0 24 4 14 4

Anno 2015 1128 58 5 0 19 2 14 3

Anno 2016 1143 50 5 0 24 1 9 5

Variazione % 2015-2016 1,33% -13,79% 0,00% - 26,32% -50,00% -35,71% 66,67%

Tab. 10 Utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) per profilo – Anno 2016

Profilo Centro di servizio SAD in ADI 2016 A % B % C % D %

AGORDINO - Distretto n. 2 104 4 3,8% 19 18,3% 71 68,3% 10 9,6% BELLUNO 125 1 0,8% 33 26,4% 63 50,4% 28 22,4% U.M. CENTRO CADORE 64 0 0,0% 26 40,6% 28 43,8% 10 15,6% U.M. DELL' ALPAGO 59 2 3,4% 32 54,2% 17 28,8% 8 13,6% U.M. VAL BOITE 29 0 0,0% 17 58,6% 11 37,9% 1 3,4% U.M.COM. SAPPADA 47 2 4,3% 28 59,6% 11 23,4% 6 12,8% CASTELLAVAZZO 0 - - - - - - - - CORTINA 22 2 9,1% 9 40,9% 9 40,9% 2 9,1%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 9 0 0,0% 7 77,8% 2 22,2% 0 0,0%

LIMANA 18 0 0,0% 4 22,2% 10 55,6% 4 22,2% LONGARONE 20 0 0,0% 1 5,0% 16 80,0% 3 15,0% OSPITALE DI CADORE 0 0 - 0 - 0 - 0 - PONTE NELLE ALPI 40 0 0,0% 10 25,0% 29 72,5% 1 2,5% SOVERZENE 1 0 0,0% 0 0,0% 1 100,0% 0 0,0% ZOLDO ALTO 0 0 - - - 0 - - - ZOPPE' DI CADORE 0 0 - 0 - 0 - 0 - TOTALE 538 11 2,0% 186 34,6% 268 49,8% 73 13,6%

Tab. 10A Utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) per profilo per Sub-Distretto – Anno 2016

Profilo Centro di servizio SAD in ADI 2016 A % B % C % D %

Sub-Distretto n. 1 162 4 2,5% 80 49,4% 59 36,4% 19 11,7% Sub-Distretto n. 2 104 4 3,8% 19 18,3% 71 68,3% 10 9,6% Sub-Distretto n. 3 272 3 1,1% 87 32,0% 138 50,7% 44 16,2% Totale 538 11 2,0% 186 34,6% 268 49,8% 73 13,6%

Analizzando i dati “Utenti ADI per profilo di assistenza” – Tab. 10-10A, emergono sensibili differenze tra i territori:

- Il Profilo A (Riabilitativa) presenta una tendenziale del 2,0%. I valori più elevati in termini percentuali si rilevano nell’U.M. Com. e Sappada (4,3%), Cortina (9%), nell'UM Alpago (3,40%) e nell'Agordino – Distretto n. 2 (3,8%).

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

74

- Il Profilo B (AD infermieristica) presenta una tendenziale del 34,60%; valori superiori al 50% sono presenti nelle realtà territoriali di: U.M. Alpago (54,20%), U.M. Val Boite (58,60%), U.M. Com/Sappada (59,60%) e la Val di Zoldo (77,80%). Il territorio del Sub-Distretto n. 2 presenta la percentuale più bassa su questo profilo (118,30) oltre al comune di Longarone (5,00%).

- Il Profilo C (AD Programmata) presenta una tendenziale del 49,80%. Valori elevati (superiori al 60%) sono presenti nelle realtà territoriali di: Agordino – Distretto 2 (68,30%), Longarone (80,00%), Ponte nelle Alpi (72,50%). Presentano invece un dato basso le realtà dell’U.M. Alpago (28,80%) l’U.M. Comelico Sappada (23,40%) e Forno di Zoldo (22,20%).

- Il Profilo D (ADIMED) presenta una tendenziale del 13,60%. Da rilevare le basse percentuali nelle realtà territoriali di: Distretto Agordino (9,60%), U.M. Valboite (3,40%), Cortina d’Ampezzo (9,10%) e Ponte nelle Alpi (2,50%).

Tab. 11 Utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) per profilo – Anni 2012-2016

Profilo Centro di servizio SAD in ADI A B C D

Anno 2012 655 12 177 355 111

Anno 2013 597 16 161 297 123

Anno 2014 578 12 177 297 92

Anno 2015 515 14 142 277 82

Anno 2016 538 11 186 268 73

Variazione % 2015-2016 4,47% -21,43% 30,99% -3,25% -10,98%

Rispetto all’aumento complessivo dell’utenza SAD in ADI, pari al +4,47% (2015-2016) si rileva, dalla Tab. n. 11, che l’aumento nell’anno 2016 va imputato all’importante aumento in termini percentuale del profilo B (+30,99%) ed al calo dei profili A (- 21,43%), C (- 3,25%) e D (-10,98%).

Tab. 12 Variazione % dei costi del Servizio d’Assistenza Domiciliare SAD (Assistenza Domiciliare sociale e sanitaria e distribuzione pasti a domicilio) per Centro di Servizio – Anni 2012-2016 Servizio Assistenza Domiciliare

(SAD+SAD in ADI + PASTI) Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 467.669,74 479.136,05 518.693,37 499.294,31 459.381,05 -7,99% -1,77% BELLUNO 503.538,37 507.641,26 534.943,00 510.912,06 485.727,00 -4,93% -3,54% U.M. CENTRO CADORE 313.933,72 286.714,13 244.415,90 235.774,27 267.806,37 13,59% -14,69% U.M. DELL' ALPAGO 133.768,60 231.391,80 220.363,83 245.613,78 261.153,65 6,33% 95,23% U.M. VAL BOITE 79.879,80 78.437,76 103.048,31 101.899,12 104.365,06 2,42% 30,65% U.M.COM. SAPPADA 205.575,00 218.108,36 200.264,37 201.615,11 205.437,49 1,90% -0,07% CASTELLAVAZZO 16.628,09 37.398,12 - - - CORTINA 269.765,40 252.527,37 258.121,77 246.409,82 210.033,38 -14,76% -22,14%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 48.202,10 44.166,74 43.133,70 51.306,54 60.806,40 18,52% 26,15%

LIMANA 123.406,44 126.899,00 130.784,01 127.064,56 133.187,81 4,82% 7,93% LONGARONE 125.328,30 116.285,45 126.954,22 119.055,12 87.506,64 -26,50% -30,18% OSPITALE DI CADORE 1.597,85 2.032,02 2.097,60 858,30 19,34 -97,75% -98,79% PERAROLO DI CADORE 1.268,80 - - - - PONTE NELLE ALPI 229.356,30 223.175,42 222.162,77 226.428,31 226.477,40 0,02% -1,26% SOVERZENE 12.438,68 13.275,73 10.968,30 3.710,62 3.467,25 -6,56% -72,13% ZOLDO ALTO 13.051,94 16.769,18 13.157,42 15.519,99 - ZOPPE' DI CADORE 591,85 0,00 0,00 0,00 0,00 - -100,00% TOTALE 2.546.000,98 2.633.958,39 2.629.108,57 2.585.461,91 2.505.368,84 -3,10% -1,60%

Page 79: RELAZIONE VALUTATIVA 2016 · 2018. 11. 13. · Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS1 Dolomiti –Distretto di Belluno Relazione Valutativa del Piano di

Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

75

Tab. 13 Variazione % dei costi dell’Assistenza Domiciliare Integrata (SAD in ADI) 2012-2016 Assistenza

Domiciliare Integrata (SAD in ADI)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 389.283,02 386.998,19 421.697,71 360.240,84 390.738,93 8,47% 0,37% BELLUNO 375.927,55 401.036,60 358.411,81 378.074,92 226.021,09 -40,22% -39,88% U.M. CENTRO CADORE 178.752,84 143.357,07 114.692,01 112.770,03 138.991,07 23,25% -22,24% U.M. DELL' ALPAGO 60.195,87 113.381,98 115.147,52 135.087,58 141.022,97 4,39% 134,27% U.M. VAL BOITE 47.927,88 35.296,99 43.281,01 52.985,29 49.052,89 -7,42% 2,35% U.M.COM. SAPPADA 124.033,78 101.290,70 99.105,76 99.807,55 103.265,03 3,46% -16,74% CASTELLAVAZZO 7.000,43 19.924,70 CORTINA 202.324,05 164.041,78 176.371,77 143.484,19 93.590,87 -34,77% -53,74%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 24.027,47 19.033,03 16.609,71 18.432,84 13.993,75 -24,08% -41,76%

LIMANA 44.426,32 45.683,96 52.349,45 57.196,98 73.253,30 28,07% 64,89% LONGARONE 63.541,45 49.963,27 63.521,40 61.759,40 60.278,52 -2,40% -5,14% OSPITALE DI CADORE 319,57 1.692,47 2.097,60 0,00 0,00 - -100,00% PERAROLO DI CADORE 311,95 PONTE NELLE ALPI 111.581,84 105.695,88 68.112,95 107.847,80 114.778,71 6,43% 2,87% SOVERZENE 8.754,34 8.863,63 6.224,35 1.576,07 1.261,45 -19,96% -85,59% ZOLDO ALTO 6.525,97 12.525,60 7.797,94 11.672,88 ZOPPE' DI CADORE 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 - - TOTALE 1.644.934,34 1.608.785,85 1.545.420,99 1.540.936,37 1.406.248,58 -8,74% -14,51%

2.1.2 Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata Distrettuale (ADI)

Tab. 1. Utenza del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), con suddivisione degli utenti che ricevono prestazioni ADI integrate con prestazioni socio-assistenziali e utenti ADI che ricevono solo prestazioni sanitarie - Anno 2016

Sub-Distretto

Utenti ADI integrati in

SAD (ADI con sociale)

Utenti ADI solo sanitaria

Utenti TOTALI

ADI

Cadore 240 1.365 1.605 Agordo 177 590 767 Belluno 321 2.252 2.573 Totale ULSS n. 1 738 4.207 4.945

Tab. 2. Utenza totale dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI Integrata con il Sociale + ADI solo Sanitaria) – Anni 2012-2016

Sub-Distretto Utenti ADI (sanitaria +

sociale) 2012

Utenti ADI (sanitaria +

sociale) 2013

Utenti ADI (sanitaria +

sociale) 2014

Utenti ADI (sanitaria +

sociale) 2015

Utenti ADI (sanitaria +

sociale) 2016

variazione % utenti ADI 2015-2016

variazione % utenti ADI 2012-2016

Cadore 1.496 1.422 1.409 1.370 1.605 17,15% 7,29% Agordo 1.051 1.022 1.056 897 767 -14,49% -27,02% Belluno 2.317 2.282 2.166 2.238 2.573 14,97% 11,05% Totale ULSS n. 1 4.864 4.726 4.631 4.505 4.945 9,77% 1,67%

L’ADI è un servizio attivo su tutto il territorio dell’Azienda ULSS n. 1 che prevede l’erogazione coordinata di prestazioni di carattere sanitario (senza oneri aggiuntivi a carico dell’utente), al domicilio di anziani disabili o di persone di ogni età affette da malattie cronico-degenerative che si trovino in una situazione di parziale o totale, temporanea o permanente non autosufficienza con bisogno di assistenza.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

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In questo tipo di assistenza confluiscono gli interventi di più figure professionali sociali e sanitarie (medici, fisioterapisti, assistenti sociali, infermieri, O.S.S.) per attuare al domicilio dell’utente un progetto di assistenza individualizzato e condiviso.

Nell’anno 2016 i progetti di assistenza avviati complessivamente nel territorio dell’ULSS n. 1 sono stati 4.945, per un totale di 102.752 accesi. Va precisato che per uno stesso utente possono essere attivati nel corso dell’anno diversi progetti, a seconda che le sue condizioni di salute richiedano una maggiore o minore intensità di cure sanitarie.

Tab. 3 – Accessi dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI Integrata con il Sociale + ADI solo Sanitaria) – Anni 2012-2016

Sub-Distretto Tot. accessi 2012

Tot. accessi 2013

Tot. accessi 2014

Tot. accessi 2015

Tot. accessi 2016

variazione % 2015-2016

variazione % 2012-2016

Cadore 38.116 31.526 26.467 29.157 26.085 -12,49% -38,37%

Agordo 32.406 30.600 26.165 22.131 73.081 -1,61% -15,00%

Belluno 60.981 60.334 56.363 56.796 3.586 -10,42% 12,03%

Totale 131.503 122.460 108.995 108.084 102.752 -4,93% -21,86%

Tab. 4 – Dati dei soli utenti che ricevono prestazioni ADI integrate con prestazioni socio-assistenziali – Anni 2012-2016

Sub-Distretto Utenti ADI

integrati in SAD (ADI con sociale)

2012

Utenti ADI integrati in SAD (ADI con sociale)

2013

Utenti ADI integrati in SAD (ADI con sociale)

2014

Utenti ADI integrati in SAD (ADI con sociale)

2015

Utenti ADI integrati in SAD (ADI con sociale)

2016

variazione % 2015-2016

variazione % 2012-2016

Cadore 285 251 231 220 240 9,09% -15,79% Agordo 210 199 213 185 177 -4,32% -15,71% Belluno 332 307 271 298 321 7,72% -3,31% Totale ULSS n. 1 827 757 715 703 738 4,98% -10,76%

Tab. 5 - Utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) solo Sanitaria – Anni 2012-2016

Sub-Distretto Utenti

ADI solo sanitaria 2012

Utenti ADI solo sanitaria

2013

Utenti ADI solo sanitaria

2014

Utenti ADI solo sanitaria

2015

Utenti ADI solo sanitaria

2016 variazione %

2015-2016 variazione %

2012-2016

Cadore 1.211 1.171 1.178 1.150 1.365 18,70% 12,72% Agordo 841 823 843 712 590 -17,13% -29,85% Belluno 1.985 1.975 1.895 1.940 2.252 16,08% 13,45% Totale ULSS n. 1 4.037 3.969 3.916 3.802 4.207 10,65% 4,21%

Tab. 6 - Utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) per età – Anno 2016

Tipologia utenza Utenti ADI

integrati in SAD (ADI con sociale)

Utenti ADI solo sanitaria

Utenti TOTALI

ADI

Minori (<19 anni) 1 9 10 Disabili (19-64 anni) 52 312 364 Anziani (>65 anni) 685 3.886 4.571 Totale ULSS n. 1 738 4.207 4.945

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

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Tab. 7 - Utenza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) per profili – Anno 2016

Tipologia assistenza

Utenti TOTALI

ADI

%tipologia su profilo su tot

utenti ADI - A 95 1,92% ADI - B 2.365 47,83% ADI - C 1.893 38,28% ADI - D 592 11,97% Totale ULSS n. 1 4.945 100,00%

L’Assistenza Domiciliare si differenzia in cinque profili a seconda della tipologia di assistenza:

- ADI – A Assistenza Domiciliare Riabilitativa: definita dall’insieme di trattamenti riabilitativi effettuati da professionisti quali il terapista della riabilitazione o il logopedista in relazione ad obbiettivi di recupero neuro motorio e funzionale.

- ADI – B Assistenza Domiciliare Infermieristica: consiste nell’esecuzione a domicilio di prestazioni infermieristiche quali il prelievo venoso per esami di laboratorio, medicazioni per lesioni cutanee rilevanti e per ulcere da decubito, gestione di cateteri vescicali a permanenza, controlli glicemici, addestramento e supporto all’utente e ai familiari per la gestione di stomie (colonstomie, urostomie, tracheotomie e gastrostomie).

- ADI – C Assistenza Domiciliare Programmata: effettuata dal MMG o dal PLS e caratterizzata dalla periodicità degli accessi con frequenze predefinite: solitamente accesso mensile, quindicinale o settimanale.

- ADI – D Assistenza Domiciliare ADIMED - ADI – H Assistenza Domiciliare Ospedaliera: assistenza ospedaliera a domicilio e riabilitazione

intensiva ospedaliera.

La tipologia di assistenza maggiormente diffusa è l’Assistenza Domiciliare Infermieristica – B (47,83%) seguita dall’Assistenza Domiciliare Programmata – C (38,28%) e dall’ADIMED – D (11,97%).

Tab. 8 - % Utenti dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) sul totale della popolazione e sulla popolazione anziana (>65 anni) del rispettivo Sub-Distretto – Anno 2016

Sub-Distretto Utenti

TOTALI ADI

% utenti su popolazione totale

% utenti su popolazione anziana >=65

Cadore 1.605 4,52% 16,66% Agordo 767 4,01% 14,86% Belluno 2.573 3,76% 14,73% Totale ULSS n. 1 4.945 3,86% 16,33%

2.1.3 Servizio Pasti a domicilio

Tab. 1 Utenza del servizio PASTI 2012-2016

Servizio di consegna pasti a domicilio 2012 2013 2014 2015 2016 variazione %

2015-2016 variazione %

2012-2016

Utenti servizio pasti 600 581 569 586 592 1,02% -1,33% di cui utenti che, tra i Servizi, usufruiscono solo del servizio pasti

393 406 379 414 388 -6,28% -1,27%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

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Tab. 2 Utenza del servizio PASTI 2012-2016

Servizio di consegna pasti a domicilio

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 75 74 88 90 88 -2,22% 17,33% BELLUNO 114 102 91 94 98 4,26% -14,04% U.M. CENTRO CADORE 67 60 60 58 61 5,17% -8,96% U.M. DELL' ALPAGO 82 88 68 97 88 -9,28% 7,32% U.M. VAL BOITE 17 22 32 30 26 -13,33% 52,94% U.M.COM. SAPPADA 69 68 58 53 57 7,55% -17,39% CASTELLAVAZZO 13 19 0 0 CORTINA 45 31 35 46 48 4,35% 6,67%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 15 20 19 17 23 35,29% 53,33%

LIMANA 29 21 27 24 21 -12,50% -27,59% LONGARONE 26 31 31 33 27 -18,18% 3,85% OSPITALE DI CADORE 0 0 0 0 0 - - PERAROLO DI CADORE 0 0 0 0 0 - PONTE NELLE ALPI 40 39 55 40 54 35,00% 35,00% SOVERZENE 3 1 2 1 1 0,00% -66,67% ZOLDO ALTO 5 5 3 3 -100,00% -100,00% ZOPPE' DI CADORE 0 0 0 0 0 - - TOTALE 600 581 569 586 592 1,02% -1,33%

Tab. 3 Numero pasti consegnati 2012-2016

Servizio di consegna pasti a domicilio

N° pasti consegnati

2012

N° pasti consegnati

2013

N° pasti consegnati

2014

N° pasti consegnati

2015

N° pasti consegnati

2016 Variazione %

2015-2016 Variazione %

2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 11.900 11.714 12.838 14.172 14.212 0,28% 19,43% BELLUNO 15.922 17.181 14.862 13.058 13.377 2,44% -15,98% U.M. CENTRO CADORE 8.949 8.043 5.833 6.998 6.625 -5,33% -25,97% U.M. DELL' ALPAGO 13.895 14.005 9.447 10.687 12.866 20,39% -7,41% U.M. VAL BOITE 2.072 2.775 3.978 3.788 3.715 -1,93% 79,30% U.M.COM. SAPPADA 9.337 10.277 8.847 9.275 10.050 8,36% 7,64% CASTELLAVAZZO 2.641 3.361

CORTINA 6.374 4.810 4.881 5.984 6.866 14,74% 7,72% FORNO DI ZOLDO 1.869 2.498 2.603 2.339 3.761 60,80% 101,23% LIMANA 4.490 4.053 4.626 4.458 3.192 -28,40% -28,91% LONGARONE 4.580 4.918 5.433 4.340 3.283 -24,35% -28,32% OSPITALE DI CADORE 0 0 0 0 0 - - PERAROLO DI CADORE 0

PONTE NELLE ALPI 8.887 7.844 8.698 9.560 10.372 8,49% 16,71% SOVERZENE 249 246 260 249 238 -4,42% -4,42% ZOLDO ALTO 892 951 665 560

ZOPPE' DI CADORE 0 0 0 0 0 - - TOTALE 92.057 92.676 82.971 85.468 88.557 3,61% -3,80% Nel 2016 si rileva un lieve aumento dell’utenza del Servizio di consegna pasti caldi a domicilio. Rispetto all’anno precedente la variazione positiva è stata di n. 6 utenti pari al 1,03% (Tab. n. 1). Se raffrontiamo invece i dati degli ultimi cinque anni la diminuzione è stata complessivamente di n. 8 utenti, pari al – 1,33%.

Sono altresì aumentati complessivamente i pasti complessivamente consegnati agli utenti del 3,61% (Tab. n. 3) pari a n. 3.089 pasti (2015-2016). Hanno una variazione positiva in termini di

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

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numero pasti consegnati realtà quali: Belluno (+2,44%), UM dell'Alpago (20,39%), U.M. Comelico Sappada (+8,36%), Cortina (+ 14,74%), Forno di Zoldo (60,80%). Ponte nelle Alpi (9,91%). Hanno invece un dato negativo realtà territoriali quali U.M. Centro Cadore (- 5,33%), Limana (-28,40%) e Longarone (-24,35%). 2.1.4 Servizio Sociale Professionale (SSP)

Analizzando i dati relativi al Servizio Sociale Professionale (SSP), si rileva una lieve diminuzione dell’utenza seguita nelle diverse realtà pari al – 3,71% nell’anno 2016 e del –1,04% nel periodo temporale 2012-2016. Variazioni significative si rilevano nelle realtà di Longarone (-31,84%) d e il distretto agordino (-12,35%), ove l’utenza è diminuita. Vi è stato un aumento nei servizi quali: Ospitale di Cadore (40,00%), Soverzene (25%). Si rileva una diminuzione nel costo del servizio pari a € 17.854,61 rispetto all'anno 2016 che rappresenta il – 5,25 in termini percentuali. Tab. 1 Utenza del Servizio Sociale Professionale (SSP) – Anni 2012-2016

Servizio Sociale Professionale (SSP)

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 669 703 671 761 667 -12,35% -0,30% BELLUNO 1.028 1.160 1.200 1.340 1.400 4,48% 36,19% U.M. CENTRO CADORE 270 244 240 216 228 5,56% -15,56% U.M. DELL' ALPAGO 410 450 510 450 460 2,22% 12,20% U.M. VAL BOITE 62 83 126 130 130 0,00% 109,68% U.M.COM. SAPPADA 260 271 295 312 305 -2,24% 17,31% CASTELLAVAZZO 66 65 - - - CORTINA 720 224 219 265 265 0,00% -63,19%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 92 83 90 84 81 -3,57% -11,96%

LIMANA 390 370 400 400 400 0,00% 2,56% LONGARONE 169 158 209 267 182 -31,84% 7,69% OSPITALE DI CADORE 10 9 5 5 7 40,00% -30,00% PERAROLO DI CADORE 7 - - 0 - PONTE NELLE ALPI 410 410 425 467 432 -7,49% 5,37% SOVERZENE 10 10 7 4 5 25,00% -50,00% ZOLDO ALTO 35 20 26 34 ZOPPE' DI CADORE 4 4 3 5 2 -60,00% -50,00% TOTALE 4.612 4.264 4.426 4.740 4.564 -3,71% -1,04% Tab. 2 Costi del Servizio Sociale Professionale (SSP) – Anni 2012-2016

Servizio Sociale Professionale (SSP)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

AGORDINO - Distretto n. 2 11.626,80 11.626,80 11.626,80 11.626,80 11.710,59 0,72% 0,72% BELLUNO 81.726,72 93.049,30 86.058,00 83.128,94 62.024,00 -25,39% -24,11% C.M. CENTRO CADORE 20.431,15 21.841,71 20.116,91 18.041,52 19.481,69 7,98% -4,65% C.M. DELL' ALPAGO 24.146,72 32.015,33 67.383,63 48.006,87 48.006,45 0,00% 98,81% C.M. VAL BOITE 12.111,10 15.262,97 20.104,79 21.048,13 20.186,60 -4,09% 66,68% C.M.COM. SAPPADA 35.944,00 37.911,28 39.629,84 37.680,80 49.016,24 30,08% 36,37% CASTELLAVAZZO 4.268,36 5.261,35 - - - CORTINA 16.962,65 17.124,79 12.924,10 17.928,39 17.928,39 0,00% 5,69%

FORNO DI ZOLDO/VAL DI ZOLDO (dal 18.02.16)* 8.951,00 7.399,23 9.205,80 9.172,79 7.031,05 -23,35% -21,45%

LIMANA 24.528,32 19.357,80 18.902,00 18.532,00 17.250,00 -6,92% -29,67% LONGARONE 10.953,76 17.698,46 22.388,54 24.235,81 24.103,12 -0,55% 120,04%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Anziani Domiciliarità

80

OSPITALE DI CADORE 350,00 150,33 268,93 401,51 437,74 9,02% 25,07% PERAROLO DI CADORE 0,00 - - - - PONTE NELLE ALPI 28.036,52 54.724,51 54.724,51 47.871,32 44.462,50 -7,12% 58,59% SOVERZENE 351,14 248,44 230,91 19,65 469,50 2289,30% 33,71% ZOLDO ALTO 3.110,23 4.864,46 2.120,33 1.978,94 - ZOPPE' DI CADORE 167,13 344,06 0,00 382,66 93,66 -75,52% -43,96% TOTALE 283.665,60 338.880,82 365.685,09 340.056,13 322.201,52 -5,25% 13,58% 2.1.5 Impegnative di Cura Domiciliare

Il passaggio dall'Assegno di Cura alla nuova Impegnativa di Cura Domiciliare, avvenuto nel 2013, ha richiesto una informazione diffusa e capillare agli utenti, sia quelli che erano già titolari dell'Assegno di Cura, sia i nuovi potenziali beneficiari di ICD. Tale attività di informazione degli utenti e di formazione/informazione degli operatori è proseguita per tutto il biennio 2014-2015, anche per alcune novità introdotte, sia nella normativa regionale per le ICD (DGR 1047/2015), sia nella normativa nazionale per l'ISEE. Allo stato attuale, quindi, l'utenza è informata in modo adeguato sulle modalità di accesso, sui requisiti necessari e sulle modalità di erogazione dei contributi e/o dei servizi.

L’ICD è strutturata in cinque categorie, due delle quali, ICDp e ICDf, destinate a persone disabili e non analizzate in quest’Area della relazione:

- ICDb utenti con basso bisogno assistenziale i cui bisogni sono rilevati nell’ambito della rete dei servizi sociali e, per la parte sanitaria, dal Medico di Medicina Generale.

- ICDm utenti con medio bisogno assistenziale, corrispondenti agli utenti con presenza di demenze di tutti i tipi accompagnate da gravi disturbi comportamentali o con maggior bisogno assistenziale.

- ICDa utenti con alto bisogno assistenziale, corrispondenti a persone con disabilità gravissime e di dipendenza vitale che necessitano a domicilio di assistenza continua nelle 24 ore.

L'utilizzo delle ICDm è comunque sempre di molto inferiore a quanto assegnato dalla Regione Veneto, anche per il fatto che attualmente possono accedere all'ICDm solamente gli assistiti con diagnosi di demenza e con problemi comportamentali (minimo 9 punti in almeno 2 di 7 disturbi principali), limitando in modo importante la platea di potenziali beneficiari di questa tipologia di ICD. Per quanto riguarda le ICD attive, il 2016 ha visto un lieve aumento delle tipologie di ICD sanitarie che rappresentano i due più alti livelli di gravità assistenziale: ICDa (+2,44%) e ICDm (+18,75%). Un decremento si è riscontrato invece per le ICD di livello assistenziale più basso (- 9,14%). Nel complesso, l'importo complessivo dei contributi erogati per le ICD (b-m-a) nel territorio nel 2016 è pari a € 1.126.240,00, Nel 2015 l’importo complessivo erogato è stato di € 1.177.376,00. Si rileva pertanto un decremento del –4,34% tra il 2015 e 2016, mentre è positiva la variazione in termini percentuali dal 2013 al 2016 calcolata nel +28,13%. Dall'introduzione dell'Impegnativa di Cura Domiciliare, avvenuta nel 2013, è stata fatta una diffusione capillare delle informazioni e quindi oggi è possibile affermare che è una linea di intervento conosciuta in modo adeguato dall'utenza.

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Tab. 1 – Impegnative di cura domiciliare (ICD) – Anno 2016

Utenti che hanno ottenuto l'ICD Sub-Distretto TOTALE ICD b ICD m ICD a

Agordo 126 116 4 6 Belluno 456 418 22 16 Cadore 164 132 12 20

TOTALE 746 666 38 42

Sul totale delle 746 Impegnative di Cura Domiciliare erogate:

- il 89,27% sono ICD b

- il 5,10% sono ICD m

- il 5,63% sono ICD a

La percentuale di incidenza dell'ICD sulla popolazione risulta però molto variabile rispetto agli ambiti territoriali di riferimento ed è sensibilmente maggiore nei sub distretti di Belluno e dell’Agordino (vedi tabella 2 di seguito riportata).

Tab. 2 – Incidenza ICD sulla popolazione del Sub Distretto

Sub-Distretto ICD ottenute Popolazione al 31.12.16 %

Agordo 126 19.146 0,66% Belluno 456 68.481 0,67% Cadore 164 35.514 0,46%

TOTALE 746 123.141 0,61%

Tab. 3 – Variazione % domande di ICD b pervenute – Anni 2013-2016

Sub-Distretto ICD b 2013

ICD b 2014

ICD b 2015

ICD b 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2013-2016

Agordo 92 117 114 116 1,75% 26,09% Belluno 281 463 463 418 -9,72% 48,75% Cadore 105 157 156 132 -15,38% 25,71%

TOTALE 478 737 733 666 -9,14% 39,33%

Nel 2016 è stato rilevato un calo del numero di ICDb del 9,14% dovuto principalmente alle modifiche, anche in corso d'anno, alla nuova normativa nazionale sull'ISEE. Tali modifiche avevano inizialmente comportato anche l'inserimento delle indennità e dei contributi relativi alla disabilità e alla non autosufficienza. Questa novità aveva causato l'esclusione di molti utenti dal contributo, a causa dell'incremento del valore dell'ISEE oltre la soglia di accesso delle ICD. A seguito di sentenza del Consiglio di Stato, dal 1° giugno 2016 l'INPS ha dovuto escludere dal calcolo le indennità e i contributi riferiti a disabilità e non autosufficienza. Pertanto è stato necessario ricontattare tutti gli utenti esclusi per richiedere una nuova dichiarazione ISEE. Una parte degli utenti inizialmente esclusi è rientrata nel diritto al contributo, ma una parte non ha ritenuto di richiedere un nuovo ISEE o ha ottenuto un nuovo importo ISEE ancora sopra soglia. Le altre due tipologie di ICD sanitarie, ICDa e ICDm, hanno avuto un incremento rispettivamente lieve (2,44%) e più elevato (18,75%), rispetto all'anno precedente.

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Tab. 4 – Variazione % domande di ICD m pervenute – Anni 2013-2016

Sub-Distretto ICD m 2014

ICD m 2014

ICD m 2015

ICD m 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2013-2016

Agordo 5 6 4 4 0,00% -20,00% Belluno 19 12 20 22 10,00% 15,79% Cadore 5 6 8 12 50,00% 140,00%

TOTALE 29 24 32 38 18,75% 31,03%

Si è riscontrata un aumento delle ICDm (18,75%) nel periodo temporale 2015-2016 e del 31,03% nel periodo 2013-2016.

L'utilizzo delle ICDm è sempre di molto inferiore a quanto assegnato dalla Regione Veneto, anche per il fatto che attualmente possono accedere all'ICDm solamente gli assistiti con diagnosi di demenza e con problemi comportamentali (minimo 9 punti in almeno 2 di 7 disturbi principali), limitando in modo importante la platea di potenziali beneficiari di questa tipologia di ICD. Sarebbe auspicabile che la Regione Veneto estendesse i criteri di accesso all'ICDm in modo tale da comprendere in tale tipologia anche pazienti con patologie sanitarie di gravità intermedia e con necessità di analoghi livelli di assistenza sanitaria, pur non presentando diagnosi di demenze e problemi comportamentali medio-gravi. Un adeguamento dei criteri di accesso in tal senso permetterebbe di rispondere a effettivi bisogni di assistenza domiciliare della popolazione, anche se richiederebbe un aumento del Fondo per la Non Autosufficienza riconosciuto al Distretto di Belluno, già ampiamente insufficiente.

Tab. 5 – Variazione % domande di ICD a pervenute – Anni 2013-2016

Sub-Distretto ICD a 2013

ICD a 2014

ICD a 2015

ICD a 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2013-2016

Agordo 3 3 4 6 50,00% 100,00% Belluno 8 17 20 16 -20,00% 100,00% Cadore 8 14 17 20 17,65% 150,00%

TOTALE 19 34 41 42 2,44% 121,05% Tab. 6 – Variazione % Nuove domande di ICD pervenute – Anni 2013-2016

Sub-Distretto Nuove Domande 2013

Nuove Domande 2014

Nuove Domande 2015

Nuove Domande 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2013-2016

Agordo 104 64 20 49 145,00% -52,88% Belluno 318 282 150 134 -10,67% -57,86% Cadore 132 90 47 70 48,94% -46,97%

TOTALE 554 436 217 253 16,59% -54,33%

Dal punto di vista del numero di nuove domande presentate, il 2016 presenta una leggera ripresa rispetto al 2015, ma in sensibile riduzione rispetto al primo biennio di utilizzo delle ICD (riduzione del 50% rispetto al 2013). Questa flessione è rappresentativa di una sorta di "saturazione", nel senso che le nuove domande si riferiscono esclusivamente ai nuovi bisogni emergenti, mentre il maggiore numero di domande del biennio 2013-2014 è dovuto alla situazione dinamica indotta dalla transizione dall'Assegno di Cura alle ICD e quindi all'entrata a regime del nuovo assetto delle ICD.

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Tab. 7 – Contributi erogati per impegnative di cura domiciliare – Anno 2016

Contributi erogati Sub-Distretto ICD b ICD m ICD a TOTALE

Agordo € 119.400,00 € 14.800,00 € 32.800,00 € 167.000,00 Belluno € 475.320,00 € 76.800,00 € 125.600,00 € 677.720,00 Cadore € 135.720,00 € 33.200,00 € 112.600,00 € 281.520,00

TOTALE € 730.440,00 € 124.800,00 € 271.000,00 € 1.126.240,00 Tab. 8 – Contributi erogati per impegnative di cura domiciliare – Anni 2013-2016

Tipologia ICD Contributi 2013

Contributi 2014

Contributi 2015

Contributi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2013-2016

ICD b € 650.300,00 € 729.240,00 € 798.120,00 € 730.440,00 -8,48% 12,32% ICD m € 111.200,00 € 72.400,00 € 115.600,00 € 124.800,00 7,96% 12,23% ICD a € 117.483,05 € 194.696,00 € 263.656,00 € 271.000,00 2,79% 130,67%

TOTALE € 878.983,05 € 996.336,00 € 1.177.376,00 € 1.126.240,00 -4,34% 28,13% Nel complesso, l'importo dei contributi erogati per le ICD delle tre tipologie di non autosufficienza (A-M-B) è diminuito del 4,34% rispetto al 2016 (-51.136 €), in ragione di un calo degli importi riconosciuti sotto forma di ICDb, mantenendosi però su livelli molto superiori rispetto al primo biennio di utilizzo delle ICD (+28,13% rispetto al 2013 e +13% rispetto al 2014). 3. Elenco delle progettualità inserite nel Piano di Zona

Progetti attivati nell’anno 2016

1 Grigio Brillante (UM Alpago)

2 Progetto di Assistenza Domiciliare “Home Care Premium – INPS Gestione Dipendenti Pubblici” (A. ULSS n. 1 - 47 Comuni – Le Valli “S.C.S.)

3 Progetto “Sollievo” a favore delle persone affette da decadimento cognitivo (A. ULSS n. 1 e alcuni Comuni del territorio)

4 Servizi di trasporto (comuni vari)

5 Soggiorni termali e balneari (comuni vari)

6 Coopercare e S.I.SAD (Coop. Le Valli)

7 Sostegno alla domiciliarità (Ass. El Broi+Comuni vari)

8 Attività ricreative, aggregative, motorie e culturali (comuni vari)

Lo sviluppo della progettualità dell’Area Anziani prevede per l’anno 2016 la continuazione di otto progetti, già proposti negli anni precedenti, che hanno come scopo il benessere e l’animazione sul territorio per le persone anziane, creando per loro dei momenti di incontro e di aggregazione organizzando delle attività specifiche sia ludico-motorie che formative/informative, coinvolgendo anche esperti del territorio. Nelle diverse realtà e con proprie modalità, talvolta differenti da Comune a Comune, sono stati proposti i Servizi di Trasporto ed i Soggiorni Termali e balneari. Il Comune di Cortina ha rendicontato ulteriori progetti di carattere sociale-animativo quali ad esempio l'attività Motoria, la Castagnata ed il Pranzo Sociale. Il Comune di Limana ha invece rendicontato i progetti “In

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movimento per la salute”, “Settembre insieme” a cura della Consulta Anziani, i Soggiorni climatici; Servizio Trasporto ed il Pranzo Sociale.

Meritano una particolare attenzione i risultati ottenuti dal progetto “Home Care Premium”, avviato nel 2013 con Ente capofila l’Ulss n. 1 di Belluno ed enti partner la Conferenza dei Sindaci e gli Enti Locali del territorio. Ha permesso la presa in carico di 157 utenti non autosufficienti attraverso l’erogazione di prestazioni prevalenti (contributi in denaro) e/o prestazioni integrative (interventi di OSS a domicilio, frequenza i centri diurni, consegna pasti a domicilio, servizio di trasporto, fornitura di ausili, ecc..) L’Azienda Ulss n. 1, visti i risultati ottenuti nel primo anno di sperimentazione del progetto (2° posto a livello regionale e 15° a livello nazionale per numero di prese in carico), nel corso del 2014 ha aderito al bando 2014-2015 dello stesso progetto.

Progetto Home Care Premium - Edizione 2014 Spese Gestionali (gennaio-dicembre 2016) 122.119,27

Prestazioni erogate all'utenza (gennaio-dicembre 2016) 216.580,37

Totale 348.401,32

L’importo dei contributi economici erogati all'utenza (c.d. “prestazioni prevalenti”), che nella prima fase di sperimentazione ha rappresentato il 59% delle prestazioni erogate ai beneficiari, dal 2015 non viene più comunicata dall’INPS, ma si presume che il volume di risorse sia in linea con quello della prima fase del progetto. Le prestazioni integrative erogate all’utenza consistono in assistenza domiciliare erogata tramite O.S.S., prestazioni residenziali, consegna pasti, prestazioni professionali a favore di persone con disabilità (OSS per le persone adulte ed educatori per i minori), consegna di ausili, per un miglioramento della qualità di vita dei beneficiari. Nel corso del 2016 sono state erogate a 120 utenti, ridottisi a 118 a fine 2016 a seguito dell’ esaurimento della graduatoria a disposizione. Il progetto è stato prorogato fino al 30.06.2017 e nel primo semestre 2017 è uscito un nuovo bando dell’INPS. Nel corso del progetto sono via via aumentate le prestazioni residenziali finanziate con il contributo dell’INPS. Nel 2016 l’Ambito ha deciso di riconoscere agli enti locali partner del progetto delle risorse aggiuntive a ristoro dell’attività di monitoraggio dei casi, svolta dagli assistenti sociali, e dell’attività amministrativa garantita dagli enti stessi.

Nel 2014, a seguito dell’adesione al Bando Regionale DGRV n. 1873/2013, è stato avviato il Progetto Sollievo: il progetto, con destinatari persone affette da forme di demenza a livello iniziale e loro familiari, ha avuto l’obiettivo di:

- fornire sollievo e sostegno ai familiari di persone affette da demenza;

- offrire alle persone dementi momenti di stimolo delle abilità presenti e di socializzazione;

- implementare la rete territoriale delle Associazioni di volontariato e delle cooperative sociali, attualmente operanti nell’assistenza a livello locale, in un progetto comune di aiuto.

Il progetto prevede nel corso del biennio l’apertura di quattro centri sollievo nel territorio dell’Ulss n. 1 suddivisi nei tre ambiti Sub distrettuali (Ponte nelle Alpi, Limana, Agordo, Santo Stefano) gestiti da volontari adeguatamente formati e coordinati da operatori professionali. Il progetto in corso d'opera dovrà essere concluso e rendicontato entro il 30/09/2017. Il progetto è stato ri-finanziato dalla Regione Veneto anche per il 2018, annualità che potrebbe vedere anche l’apertura di nuovi centro sollievo in altre realtà territoriali. 4. Risultati raggiunti Nel corso del 2016 si è riuscita ad attivare una buona collaborazione con la Centrale Operativa Territoriale organizzando dei momenti di scambio di informazioni reciproche volte alla

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collaborazione da l miglioramento del servizio offerto ai cittadini. Nel corso di tali incontri è stato anche presentato il ruolo dell’infermiere care-manager nato per creare appunto una continuità assistenziale fra la struttura ospedaliera ed in territorio. 5. Le criticità riscontrate e le azioni correttive:

5.1 Criticità riscontrate nell’Area durante l’anno 2017 e Azioni correttive da attuare

Sulla Domiciliarità, come sul complesso della rete dei servizi territoriali influiscono in modo significativo gli effetti della crisi economica e sociale degli ultimi anni. Sono emersi fenomeni estesi di disagio sociale che attraversano ormai l’insieme delle generazioni, lo scivolamento verso la soglia della povertà di persone e di nuclei familiari non riconducibili a situazioni di marginalità sociale tradizionale, il logoramento dell’attività di cura, accoglienza e sostegno, in molti casi anche di tipo economico, da parte delle famiglie, incidono in modo rilevante sulle condizioni di salute (in senso ampio del significato) delle singole persone della Comunità stessa acutizzando i bisogni ed approfondendone le disuguaglianze.

Dopo alcuni anni di flessione degli utenti SAD, nel 2016 si rileva una variazione positiva del 0,65% e relativamente all'utenza pari a n. 8 persone.

Nell'anno 2016 aumentano invece gli utenti SAD in ADI (+ 4,47% pari a +23 utenti) nel quinquennio 2012-2016 la diminuzione è stata pari al – 17,86%. Si rileva invece un aumento del3,60% del numero dei pasti caldi consegnati a domicilio. Se raffrontiamo invece i dati degli ultimi cinque anni, la diminuzione è stata complessivamente del –3,80%. Le ragioni di questo risultato di attività possono essere molteplici:

- sviluppo dell’offerta bloccata dalla risorse a disposizione dei Comuni; - servizio soggetto a compartecipazione degli utenti/famiglie; - difficoltà a garantire, a costi sostenibili, pacchetti/ore di assistenza specifica per i casi

più complessi che richiedono assistenza continua;

Va, altresì, segnalato che lo stress delle famiglie con persone affette da demenza con disturbi comportamentali e il rilevante carico dell’assistenza a domicilio di persone non autosufficienti, a fronte di nuclei familiari a volte fragili o con ridotta capacità/possibilità di cura, spesso determinano il ricorso necessitato all’accoglienza residenziale come dimostrano la numerosità di ricoveri temporanei e il forte incremento degli utenti paganti nei Centri di servizio.

Questa situazione di difficoltà generalizzata delle persone e dei nuclei familiari fa emergere ancor più il ruolo importante e strategico del Servizio Sociale Professionale che vede, tra le sue attività principali:

- l’intercettare e leggere i bisogni delle famiglie e di organizzare le risorse, l’accesso ai servizi e le opportunità di sostegno al fine di rafforzare la capacità di cura e assistenza del nucleo familiare mediante un supporto professionalmente competente;

- il contrastare il rischio di esclusione all’accesso ai servizi e l’aumento delle disuguaglianze nelle condizioni di salute per le famiglie in stato di fragilità sociale;

- informare ed accompagnare persone e famiglie, in modo efficace, nell’utilizzo appropriato della rete dei servizi presenti nel territorio in funzione della domiciliarità (Impegnative di Cura Domiciliare, Centri Diurni, Ricoveri Temporanei di emergenza o di Sollievo);

- difficoltà nel reperire eventuali ricoveri in struttura in situazione di emergenza o comunque nel momento in cui viene meno la rete sociale prima presente, se non facendo riferimento a ricoveri “paganti” ove possibile.

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Al fine di ottimizzare, a vantaggio dell’utente, l’integrazione tra progetti di assistenza domiciliare sociale (SAD) con i Progetti di Assistenza domiciliare di tipo sanitario (ADI), va inoltre pienamente utilizzata l’opportunità offerta dall’attivazione della Centrale Operativa Territoriale e dalla riorganizzazione della Medicina Primaria.

Si ripropongono, in questa sede, due azioni già previste per la realizzazione nell’anno in corso nella Relazione di Ri-pianificazione 2017:

• permane la difficoltà da parte degli Operatori Sociali, visto il carico di lavoro presente nel territorio ad essere presente a tutte le UVMD convocate dalla COT considerato soprattutto il poco preavviso che viene dato. Continueranno con la COT gli incontri volti a perfezionare le modalità condivise e formalizzate dei rapporti con il Servizio Sociale Professionale.

• progetto di integrazione professionale/istituzionale (Medicina di Assistenza Primaria – Distretto - Comuni) tra Medicina di Assistenza Primaria e Servizio Sociale Professionale. A tal fine va previsto un confronto diretto, anche territorialmente decentrato, tra Distretto Socio Sanitario, Centri di Servizio e Medici di Assistenza Primaria con particolare priorità per le Aree Sub Distrettuali più facilmente organizzate nelle Medicine di gruppo, semplici e/o integrate (Comelico, Longaronese - Zoldano, Comune di Belluno, Unione Montana Alpago, Comune di Ponte nelle Alpi). Sarà opportuno prevedere un incontro con gli Assistenti Sociali per presentare loro ed illustrare la configurazione delle medicine di gruppo e medicina integrata.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 87

B.3 Area disabilità 1. Uno sguardo d’insieme:

Il sistema dei Servizi per le Persone con Disabilità dell’Azienda Ulss 1 Belluno, come previsto nella relazione di aggiornamento 2016 ha mantenuto un’organizzazione dei servizi come filiera d’interventi e prestazioni sulla base dell’approccio alla disabilità sostenuto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità (2006) e dal Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità - in attuazione della legislazione nazionale e internazionale ai sensi dell'art. 5, co. 3, della legge 3 marzo 2009, n. 181. Nell’attività dell’UO Disabilità si sono consolidate pratiche e orientamenti che hanno caratterizzato l’operatività, in particolare:

• un’organizzazione che agisce in un quadro di coerenza tra le indicazioni normative (informazione, accesso, valutazione multidimensionale, presa in carico, progetto personalizzato) limando ove possibile, percorsi complessi per i cittadini e promuovendo processi trasparenti e coerenti;

• un sistema di servizi che mantiene forte la dimensione di territorialità e di relazione con

l’ambiente, nella consapevolezza che solo l’azione con l’ambiente può generare l’inclusione delle persone con disabilità;

• la centratura sul valore della personalizzazione, come diritto esigibile e come risposta

specifica e mirata che diventa progetto di vita, se in grado di prefigurare il cammino, nel ciclo vitale della persona, a partire dalle mete che la singola persona ha definito per se stesso e nel proprio processo di empowerment;

• l’attenzione alla persona e alla famiglia, come risorsa primaria e alle modificazioni dei

bisogni nella quotidianità e nel ciclo vitale personale e familiare; • il rapporto con i soggetti del terzo e quarto settore, come elementi essenziali per lo

sviluppo di nuove progettualità integrate nella rete territoriale. Sulla base dei riferimenti espressi, il Piano di Zona, anche per l’anno 2016 ha inteso perseguire, in coerenza con quanto stabilito nel quinquennio, le finalità dichiarate dirette a confermare l’offerta dei servizi locali e sostenere i processi di miglioramento continuo dei servizi, introducendo anche alcuni elementi d’innovazione, in forma sperimentale e propedeutica alla definizione del nuovo Piano di Zona. Le finalità che, nel quinquennio, si sono confermate sono riassunte in :

� garantire l’applicazione dei LEA in modo omogeneo sul territorio dell’A.ULSS 1 Belluno � mantenere/aumentare il livello di qualità nei processi/servizi (valutazione, presa in carico,

monitoraggio, verifica) riferiti all’integrazione tra i servizi che compongono l’unità operative e tra questi e gli altre componenti sanitarie, socio sanitarie ed amministrative dell’Azienda Ulss

� dare continuità al lavoro di sinergia e forte integrazione con le espressioni associative locali ed i portatori d’interesse per un costante e sistematico confronto sulle scelte delle politiche locali ed aziendali

� aumentare la visibilità del sistema dei servizi per la disabilità, sia come capacità interna di valutare gli esiti del lavoro, sia come restituzione alla collettività dell’impegno dei servizi, delle cooperative sociali e delle associazioni; sia come stimolo per una cultura dell’accoglienza e dell’inclusione sociale

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 88

L’UO Dipartimentale Semplice della Disabilità ha ribadito, per l’annualità considerata, l’impegno al mantenimento dei Servizi declinati dai LEA; l’integrazione territoriale, con le diverse espressioni sociali presenti nei singoli territori; il rispetto dell’informazione ai cittadini, l’omogeneità dei criteri di accesso ai servizi e prestazioni, la revisione dei processi di lavoro, attraverso la declinazione in procedure comuni ed applicabili e verificabili nei singoli servizi. Accanto alle attività ordinarie, sono stati attivati percorsi innovativi per differenziare e aumentare le opportunità per le persone con disabilità, di fronte a bisogni nuovi e fortemente diversificati. In linea generale e come si potrà meglio dettagliare di seguito, i bisogni legati alla residenzialità e al dopo di noi si sono manifestati in modo più dirompente nell’anno, determinando un trend di crescita, rispetto al quale si segnala la necessità di prevedere nella prossima programmazione nuove unità d’offerta, sulla base di differenti livelli d’intensità assistenziale. Il bisogno di offrire attività occupazionali alternative al Centro Diurno, cui si è cercato di dare una risposta innovativa con la progettazione di “Nuove frontiere per l’occupabilità” (crf. la DGR739/2013), ha avuto attuazione nel 2015 e 2016. Tale progettualità è stata connotata dalla discontinuità nell’erogazione delle risorse necessarie allo svolgimento dell’attività, poiché le risorse assegnate inizialmente in forma sperimentale non sono state confermate nei trasferimenti regionali, né previsti nella gestione del FNA e tantomeno in quota parte nella spesa sociale. Ciò non ha impedito la regolare apertura dei laboratori del cui onere si sono fatte carico le cooperative interessate. L’anno 2016 è stato caratterizzato dall’introduzione, nel sistema, di alcuni specifici interventi e servizi rivolti ai bisogni di persone affette da disturbo dello spettro autistico, sotto forma di progetto innovativo, denominato “Percorsi di Autismo” ai sensi della DGRV 739/2013, sviluppando, con la collaborazione della Cooperativa sociale “Società nuova” che ha destinato propri finanziamenti alla progettualità, tre livelli d’intervento :

a) progetto Aliante, quale gestione di un centro diurno pomeridiano finalizzato alla strutturazione di percorsi individualizzati con applicazione di metodologie psico-educative validate nei confronti di soggetti in età evolutiva (max sette minori di età in carico ai servizi dell’A.Ulss, SEE e SISS) in ambienti idonei (autorizzati o accreditati dalla Regione del Veneto come centri diurni);

b) progetto Eureka, rivolto a persone adulte, affette da disturbo dello spettro autistico, con basso funzionamento, che necessitano di strategie di intervento specifiche in ambienti adeguati allo sviluppo di metodologie di lavoro su base comportamentista.

c) Progetto Con Tatto, che ha avuto avvio nell’autunno del 2016 e ha coinvolto 6 giovani con alto funzionamento in esperienze di agricoltura sociale e attività individualizzate specifiche orientate al potenziamento delle autonomie sociali e relazionali.

Le finalità e gli orientamenti esplicitati oltre che le indicazioni in merito a nuovi bisogni sono stati possibili attraverso un impianto organizzativo complesso, sia per dimensione territoriale che per specificità di interventi e relative aree di necessaria integrazione. Infatti, l’articolazione organizzativa dei servizi, sotto elencati, ha richiesto un costante interfacciamento con le reti istituzionali (Scuole, Comuni….) e comunitarie (associazioni, comitati familiari….) in virtù del principio dell’inclusione sociale, quale mission essenziale dei servizi dedicati alla disabilità:

1. Servizio d’integrazione sociale e scolastica (SISS) presente nelle tre aree che compongono il Distretto con differente articolazione dei livelli di coordinamento (previsto solo a Belluno);

2. Servizio d’integrazione lavorativa (SIL) con posizione organizzativa sull’area aziendale;

3. Servizio sociale Disabilità (SSD) senza livelli di coordinamento; 4. Servizi a carattere semiresidenziale (Centri Diurni, CEOD) a gestione diretta e nelle

forme convenzionali previste dalla vigente normativa, con annesso il servizio trasporto;

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 89

5. Servizi a carattere residenziale a dimensione familiare (Comunità alloggio) a gestione indiretta;

6. Residenza sanitaria assistenziale a valenza provinciale a gestione indiretta per la componente professionale;

7. servizi di segreteria ed amministrazione presenti in due aree/tre. (totale di 90 dipendenti distribuiti nei tre ambiti distrettuali.) La gestione unitaria dei servizi ha di certo determinato come elemento di efficacia, la possibilità di maturare una visione d’insieme dei bisogni e dei territori, spostando anche le risorse umane ed economiche, attraverso un costante monitoraggio della spesa, con le necessarie motivazioni tra le linee d’intervento della Disabilità (dalla domiciliarità alla residenzialità) e integrando le risorse professionali per obiettivi condivisi, nell’ottica della omogeneizzazione delle risorse. Nella gestione unitaria, alcuni strumenti, che si sono rivelati adeguati all’organizzazione dell’UO, possono essere riassunti nel Coordinamento area adulta, nella costituzione del Comitato del Servizio d’integrazione sociale e scolastica e nei protocolli operativi e nelle procedure d’integrazione, definite nell’anno. Il Coordinamento dell’area adulti, attraverso incontri di staff, ha affrontato sistematicamente le seguenti tematiche:

• monitoraggio progetti innovativi, • definizione e attuazione del piano formativo, per le iniziative riferite ai servizi dell’area

adulti; • rilevazione carichi di lavoro, costituzione dell’agenda di servizio; • definizione di strategie di lavoro e modalità di lavoro comuni ai tre distretti: revisione del

percorso di presa in carico degli utenti nell’età adulta (rapporto tra Servizio Sociale Disabilità e SIL); avvio gruppi di lavoro per la definizione del protocollo per la continuità della presa in carico nel passaggio dall’età evolutiva all’età adulta; condivisione di una prassi interna ai servizi nella presa in carico di persone affette da cerebro lesioni acquisite;

• condivisione e attuazione obiettivi di budget. Il coordinamento dei servizi dedicati all’integrazione scolastica è stato svolto attraverso la costituzione di un Comitato del SISS, come previsto nel documento di organizzazione dell’UO.Unica della Disabilità. Il Comitato, attraverso alcuni incontri ha affrontato le tematiche relative:

• certificazioni scolastiche, modalità di svolgimento, raccolta delle richieste dalle famiglie, rapporti con le scuole del territorio e rapporti con i Servizi Età evoluiva

• definizione del Programma di servizio, organizzazione soggiorni marini e attività d’inclusione sociale estive pomeridiane

• omogeneizzazione di prestazioni a livello territoriale e sistemi di rilevazione dell’attività. • protocollo per l’assegnazione dell’operatore sociosanitario nell’integrazione sociale e

scolastica. Protocolli e procedure definite :

1. Procedura per l'attivazione di interventi per l’integrazione sociale e scolastica; 2. Procedura per la continuità della presa in carico delle persone con disabilità tra i servizi

dell’età evolutiva e i servizi dell’età adulta; 3. Procedura per l’accesso facilitato all’assistenza ambulatoriale del paziente fragile. 4. protocollo interno per la presa in carico di persone con cerebro lesioni acquisite 5. definizione della base di strumentazione testistica per la valutazione psicologica.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 90

2. ATTIVITA’ DEI SERVIZI 2.1 L’accesso al sistema dei servizi

Il processo di accesso al sistema dei Servizi avviene, nella maggior parte delle situazioni, trattandosi di bisogni complessi, attraverso l’Unità di valutazione Multidimensionale Distrettuale (UVMD). I percorsi che si sono consolidati riguardano :

• la certificazione ai fini dell’integrazione scolastica (DGR 2488/2007) • l’ammissione e la conferma del progetto di inserimento nei servizi semiresidenziali (Centro

diurno); • l’ammissione presso una struttura residenziale (Comunità alloggio o RSA ) sia nella forma di

accoglienza residenziale che temporanea, con rilascio di impegnativa; • l’ammissione all’ICD f (ex Vita indipendente) con rilascio impegnativa; • l’ammissione alla graduatoria dell’ Impegnativa di cura domiciliare (ICDp) riferita alla

disabilità intellettiva con rilascio di impegnativa spendibile in servizi gestiti dall’Ente pubblico in forma diretta o convenzionata o acquisto diretto di prestazioni.

• l’accesso ai progetti innovativi alternativi ai Centri Diurni; • la presa in carico di casi complessi che vedono coinvolti servizi di aree di salute differenti

per la presa in carico integrata. Nella Tabella sono riportati gli esiti delle UVMD effettuate nell’anno 2016, in funzione delle principali tipologie d’intervento previste. Tabella 1. Unità di valutazione nell’anno 2016 per percorso d’intervento

Domiciliarità

ambiti territoriali

certificazioni

scolastiche

semiresidenz. centri

diurni residenziali

tà ICD f ICD p progetti innovativi

Progetto Vita indip. Ministero totali

Cadore 45 6 11 14 17 7 9 109

Agordo 21 4 1 6 4 8 1 45

Belluno 98 43 35 20 21 12 6 235

TOTALI 164 53 47 40 42 27 16 389 (elaborazione da Atl@nte 2017)

Domiciliarità

ambiti territoriali ICD f ICD p

Minori assegnatari di

ICDp Adulti assegnatari

di ICDp Cadore 14 17 9 8 Agordo 6 4 4 0 Belluno 20 21 13 8

TOTALI 40 42 26 16

L’UVMD, come documentato, costituisce un’attività decisiva ai fini dell’accesso agli interventi, alle prestazioni e alla definizione di quadri diagnostici, ammissibili all’integrazione scolastica secondo i criteri definiti nello specifico Accordo di programma siglato nel dicembre 2014; dei livelli di gravità e alla conseguente fruizione di impegnative di cura domiciliare o di residenzialità; di definizione conseguente degli standard professionali ed organizzativi necessari per garantire una risposta articolata nei confronti dell’utenza. Restando nella dimensione dell’accesso ai servizi, una delle attività effettuate nell’ambito dell’U.O. Disabilità riguarda l’integrazione della funzione sociale nell’ambito delle commissioni previste dalla

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 91

Legge 104/92. Per l’ambito territoriale del Cadore, svolgendo la funzione di raccordo per tutti i servizi sociali del territorio, inclusi i SSP dei Comuni e delle Unioni Montane, il dato viene rappresentato nella globalità, per gli ambiti territoriali di Agordo e di Belluno, il dato è riferito alle richieste di persone con disabilità , adulti e minori. Tabella 3 Accertamenti commissione 104 /92 ambito territoriale Cadore

Comune di <18 >18 < 65 di cui L.80 totali

AURONZO 2 12 4 14

BORCA 4 4

CALALZO 8 3 8

CIBIANA 1 2 2 3

COMELICO 8 1 8

CORTINA 2 5 1 7

DANTA 1 1

DOMEGGE 5 5

LORENZAGO 1 1

LOZZO 3 3

PERAROLO 3 1 3

PIEVE 4 10 2 14

S.NICOLO' 1 1 1

S.PIETRO 7 3 7

S.VITO 9 4 9

S.STEFANO 6 6

SAPPADA 2 2

VALLE 4 1 4

VIGO 3 3

VODO 1 1

Totali 9 95 23 104 Tabella 4 Accertamenti commissione 104 /92 ambito territoriale Agordino

Comune di <18 >18 < 65 di cui L.80 totali

Agordo 3 12 2 15 La Valle Agordina 3 2 3 Rivamonte 4 1 4 Voltago 2 1 2 Gosaldo 5 5 Taibon 1 2 3 Cencenighe 3 2 3 Vallada Agordina 1 1 Canale d'Agordo 1 1 Falcade 1 3 4 S.Tomaso Ag. 3 2 5 Alleghe 4 2 4 Rocca Pietore 1 1 1 2 Selva di Cadore 1 1 Colle S. Lucia 1 1 Livinallongo 1 1 1 Totali 9 46 12 55

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 92

Tabella 5 Accertamenti commissione 104 /92 ambito territoriale Bellunese

Comune di <18 >18 < 65 di cui L.80 totali

Alpago (Farra d'Alpago) 2 5 2 9 Alpago (Pieve d'Alpago) 1 3 1 5 Alpago (Puos d'Alpago) 1 7 1 9 Belluno 20 77 28 125 Chies d' Alpago 1 4 5 Limana 2 10 12 Longarone 2 13 2 17 Ponte nelle Alpi 6 19 1 26 Tambre d’Alpago 0 2 2 4 Val di Zoldo (Forno di Zoldo) 0 1 1 Zoppe' 1 1

Totali 35 142 37 177 2.1 Analisi delle tabelle di utenza e delle tabelle economiche Le tipologie di servizio che costituiscono la rete per la disabilità appaiono dalla tabella riassuntiva stabili nelle definizioni, nella disponibilità di posti, e anche per quel che attiene la fruizione degli stessi, con oscillazioni differenziate a seconda dei servizi e dei territori. Il complesso dei servizi si conferma sostanzialmente invariato sia nelle UDO (Unità di offerta) che negli interventi, consolidati negli anni precedenti. Da registrare l’inserimento delle nuove attività legate ai progetti innovativi, che con l’emanazione della DGR 739/2015 hanno consentito un impulso importante verso la differenziazione dell’offerta di semiresidenzialità, nonché dei progetti innovativi “percorsi di autismo” ampliati all’utenza adulta e dei giovani adulti. Tabella 6. Utenza generale dell’area DISABILITA_ 2016

Piano di Zona 2011-2015

Rendiconto attività: anno 2016

Posti autorizzati

2016

Utenti 2016

di cui residenti

nell'Ulss 1

Giornate di presenza

2016 (program.)

Giornate di

presenza 2016

(effettive)

Giornate di apertura

2016

Strutture Semi-residenziali di supporto alla disabilità

Centro Diurno per persone disabili Via Carducci 33 Pieve di Cadore (BL) - A. ULSS 1 30 31 31 5.568 5.191

Nuovo Centro Diurno per persone disabili Via Carducci 30 Pieve di Cadore (BL) - A. ULSS 1 11 14 14 1.224 1.061

Centro Diurno per persone disabili Via Dozza 2 Agordo (BL) - Società Nuova S.C.S. 30 29

29 5.550 4.992

Centro Diurno "Limana" Via La Cal 1 Limana (BL) - "Società Nuova S.C.S." 9

0*indicati nella tabella riferita ai Percorsi di

autismo

Centro Diurno Educativo Didattico "CED" Piazzale Resistenza 60/62 Belluno - "Società Nuova" 14 17 17 3.339 3.210

Centro Diurno Laboratorio "Ceramica" via F.M. Colle 14/16 Belluno - "Società Nuova S.C.S." 12 18 18 3.722 3.219

Centro Diurno Laboratorio "Stile Libero" via Caffi 87 Belluno - "Società Nuova S.C.S." 10 10 10 1.734 1.575

Centro Diurno "Franco Rui" Via Lungardo 77 Belluno - Società Nuova S.C.S. 30 36 34 7.272 6.791 Centro Diurno per persone con disabilità grave e gravissima Via Sala 35 Belluno - A. ULSS n. 1 20 19 19 4.045 3.753

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 93

Trasporto sociale Centro Diurno Via Carducci 33 - Pieve di Cadore (BL) 25 25

Trasporto sociale Nuovo Centro Diurno Via Carducci 30- Pieve di Cadore (BL) 7 7

Trasporto sociale Centro Diurno Via Dozza 2 Agordo (BL) 20 20 3979 3573

Trasporto sociale Centro Diurno "Limana" Via La Cal 1 Limana (BL) - "Società Nuova S.C.S."

Trasporto sociale Centro Diurno "CED" Piazzale Resistenza 60/62 Belluno - "Società Nuova" 10 10

Trasporto sociale Centro Diurno "Ceramica" via F.M. Colle 14/16 Belluno - "Società Nuova S.C.S." 6 6

Trasporto sociale Centro Diurno "Stile Libero" via Caffi 87 Belluno - "Società Nuova S.C.S." 5 5

Trasporto sociale Centro Diurno "Franco Rui" Via Lungardo 77 Belluno - Società Nuova S.C.S. 19 17

Trasporto sociale Centro Diurno gravi e gravissimi Via Sala 35 Belluno - A. ULSS n. 1 17 17

Strutture Residenziali di supporto alla disabilità

Comunità Alloggio Via Alle Vare 7 Venas di Valle di Cadore (BL) "Le Valli" S.C.S.

16 17 17 4342 4340 366

Comunità Alloggio "Villa Anna" Via La Cal 1 Limana (BL) "Società Nuova" S.C.S. 20 27 27 6.554 6.472 366

Comunità Alloggio "Casa Polit" Via Feltre 1 Belluno (BL) "Società Nuova" S.C.S. 10 10 10 3.029 2.944 366

RSA per disabili gravi e gravissime Via Sala 53 Loc. Cusighe Belluno (BL) "ATI Pilota" 46 56 * 56 15.251 14.936 366

Attività di Servizio Sociale Professionale

Servizio Sociale Professionale – Cadore*** 315 315

Servizio Sociale Professionale – Agordo*** 157 156

Servizio Sociale Professionale – Belluno*** 731 731

Integrazione sociale

Interventi per l'integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio - Cadore

18 18

Interventi per l'integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio - Agordo

21 21

Interventi per l'integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio - Belluno

24 24

Interventi e servizi educativo-assistenziali

Servizio Integrazione Scolastica e Sociale (SISS) - Cadore 30 30

Servizio Integrazione Scolastica e Sociale (SISS) - Agordo 13 13

Servizio Integrazione Scolastica e Sociale (SISS) - Belluno 64 64

Sostegno socio-educativo territoriale e domiciliare - Cadore 29 29

Sostegno socio-educativo territoriale e domiciliare – Agordo

39 39

Sostegno socio-educativo territoriale e domiciliare - Belluno

53 53

Servizio Riabilitazione età evolutiva e Neuro Psichiatria Infantile

Servizio Riabilitazione età evolutiva e Neuro Psichiatria Infantile - Disabili Cadore

97 97

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 94

Servizio Riabilitazione età evolutiva e Neuro Psichiatria Infantile - Disabili Agordo

51 51

Servizio Riabilitazione età evolutiva e Neuro Psichiatria Infantile - Disabili Belluno

259 256

Interventi volti a favorire la domiciliarità

Impegnativa di Cura Domiciliare ICDp 42 42

Impegnativa di Cura Domiciliare ICDf 40 40

Inserimenti extra Ulss

Giardino dei Tiglio Vicenza 1 0 366 366 366

OPSA Padova 1 0 366 366 366

Casa del Campo Cavaso del tomba 2 2 427 427 366

Altro

Interventi alternativi ai Centri Diurni - Nucleo Cerebrolesioni acquisite c/o Csv

6 6 540 475

Progetti innovativi "Nuove frontiere per l'occupabilità" (DGR 739/2015)

22 22 2.287 2.287

Progetto innovativo "Percorsi di autismo" (DGR 739/2015)

16

16 915 829

* comprensivo di nr. 2 utenti provenienti dall’ex ULSS nr.2 (presente teoriche 732 presenze effettive 724)

Il dato complessivo dell’utenza in carico ai servizi, e dell’attività professionale svolta pone in rilievo come l’investimento più significativo riguardi le condizioni di media e lunga assistenza che coinvolge un totale di 880 persone con disabilità. 2.2 Analisi dell’attività dei servizi

2.2.a Il Servizio sociale Professionale Il Servizio sociale professionale garantisce l’accesso al sistema attraverso il lavoro di consulenza, orientamento e presa in carico delle situazioni di disabilità. Nel dato di utenza di cui alla tabella, è riassunto il lavoro riguardante sia l’età adulta che l’età evolutiva, inclusi gli accertamenti di cui alla Legge 104. Tabella 7. Utenza Servizio sociale Professionale variazione %

Utenti Utenti Utenti Utenti Utenti variazione % Attività di Servizio

Sociale Professionale

2012 2013 2014 2015 2016 2015-2016

Cadore 275 270 252 267 315 17,98%

Agordo 204 167 178 150 157 4,67%

Belluno 650 629 649 663 731 10,26%

Totale 1.129 1.066 1.079 1.080 1.203 11,39%

In generale, il servizio registra un aumento generalizzato nell’utenza seguita, determinato dal fatto di costituire il primo fronte di accesso per i cittadini. I servizi dell’età adulta definiscono per ciascun utente un progetto personalizzato che trova poi sviluppo nella rete dei servizi. I progetti sono monitorati con cadenze concordate con gli enti gestori dei Servizi.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 95

I Servizi alimentano il sistema informativo Atl@nte e concorrono all’assolvimento del debito informativo verso la Regione, denominato Flusso FAD con l’analisi degli interventi riferiti ai singoli utenti e con il monitoraggio dei risultati di salute conseguiti. Nelle tabelle che seguono sono indicati i numeri di utenti e di prestazioni, come dati di sintesi, svolte dal Servizio disabilità dell’età adulta. Il sistema contiene inoltre una miriade di dati ulteriori che possono restituire un quadro articolato della condizione di vita delle persone con disabilità che vivono nel territorio.

2.2.b Attivita’ del Servizio Sociale Disabilita’ Il Servizio sociale disabilità è rivolto alle persone con disabilità in età adulta e si compone di diverse figure professionali: Ass. Sociale, Psicologo, Educatore Professionale e Operatore Socio Sanitario. Gli interventi svolti dall’equipe sono finalizzati alla valutazione, presa in carico e progettualità per le situazioni di disabilità presenti nei tre ambiti territoriali e per le quali sia possibile attivare risorse comunitarie e della rete dei servizi. In sintesi sono elencati gli utenti, divisi per Comune di residenza. Composizione dei gruppi di lavoro del Servizio Sociale Disabilità (Adulti). Rilevazione attività 2016 finalizzata al confronto con al realtà dell’ex ULSS 2 di Feltre Composizione dei

gruppi di lavoro

(Personale equivalente) distretto Belluno Belluno Cadore Agordo totali

figura professionale ore Operatore

equivalente ore Operatore

equivalente ore Operatore

equivalente ore Operatore

equivalente responsabile Psicologi 13 0,4 10 0,3 24 0,7 47 1,3 Assistenti sociali 72 2,0 60 1,7 36 1,0 168 4,7 Educatori Professionali 54 1,5 5 0,1 36 1,0 95 2,6 Operatori socio sanitari 54 1,5 5 0,1 18 0,5 77 2,1

totali

193,0 5,4 80 2,2 114 3,2 387 10,8

Tabella 8 Utenza per ambito territoriale 2016

Ambito territoriale Cadore Ambito territoriale Agor dino Ambito territoriale Bellunese Comuni utenti Comuni utenti Comuni utenti Auronzo 2 Agordo 31 Alpago 37 Borca 1 Alleghe 11 Belluno 212 Calalzo 7 Belluno 6 (RSA) Chies 7 Cibiana 1 Canale 7 Limana 30 Comelico Superiore 11 Cencenighe 9 Longarone 35 Cortina d'Ampezzo 13 Colle S.Lucia 3 Ospitale 1 Danta 1 Falcade 11 Ponte nelle Alpi 40 Domegge 3 Gosaldo 10 Soverzene 1 Lorenzago 2 La Valle 4 Sospirolo 1 Lozzo 5 Limana 1 Tambre 10 Perarolo 3 Livinallongo 3 Val di Zoldo 9 Pieve di Cadore 16 Rivamonte 6 Zoppè 1 S.Nicolò di Comelico

1 Rocca Pietore 3

S.Pietro 4 SanTomaso 4

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 96

S.Vito 5 Selva 4

Santo Stefano 9 Taibon 9

Sappada 4 Voltago 3 Valle 14 Vallada Agordina 1

Vigo 3 Vodo 1 totali 175 126 384

Costo Servizio Sociale Professionale di supporto alla disabilità – Anni 2012-2016

Attività di Servizio Sociale Professionale

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore 73.038,22 55.780,84 68.981,31 87.445,33 91.192,08 4,28%

Agordo 45.561,81 44.456,87 51.291,68 51.666,44 51.654,97 -0,02%

Belluno 65.848,36 74.005,66 103.624,84 103.494,68 102.220,56 -1,23%

Totale 184.448,39 174.243,37 223.897,83 242.606,45 245.067,60 1,01%

2.2.d Servizio d’Integrazione Sociale e Scolastica

L’integrazione sociale e scolastica degli alunni con disabilità, oltre che essere un LEA sociale, rappresenta un’area di lavoro strategica per una presa in carico precoce e integrata con il Servizio Età Evolutiva Territoriale (SEE) come evidenziato nella relazione di aggiornamento del Piano di zona 2016. Attraverso il lavoro di coordinamento e di rapporto con le famiglie e la Scuola svolto dagli Assistenti Sociali, il ruolo di affiancamento e stimolo allo sviluppo di autonomie relazionali, personali e sociali garantito dagli Educatori e la funzione di supporto attivo, di assistenza tutelare svolto dagli operatori socio sanitari assegnati al servizio, il SISS risponde in modo efficace:

� ai bisogni dei minori con disabilità con attenzione fortemente personalizzata; � ai bisogni di sostegno delle famiglie, talvolta molto sole nella difficile gestione della

disabilità; � alle esigenze della Scuola, per la quale i bisogni delle persone con disabilità rappresentano

solo una piccola parte della complessità e necessitano di forte integrazione. La percezione di efficacia è data dalla scuola, che negli incontri di GLPT ha riportato anche per il 2016 un riscontro positivo del lavoro svolto in collaborazione con i SISS ed in particolare in ragione della condivisione quotidiana che si realizza con gli Educatori e con gli operatori socio sanitari, assegnati agli alunni. Il Servizio registra annualmente un aumento di richieste da parte della scuola che necessita di esser “filtrato” per dare risposte adeguate alle persone con disabilità, in primis alle persone con disabilità e limitazione nelle autonomie. A tale scopo è stata definita una procedura condivisa tra i tre ambiti territoriali che mira ad indagare le aree di autonomia degli alunni, sulla base di strumenti omogenei. A tale scopo, nell’anno considerato, è proseguito il lavoro di omogeneizzazione di criteri tra i tre ambiti che compongono il Distretto, per evitare difformità e/o rappresentazioni incoerenti dell’offerta e dei bisogni. Il lavoro si è sviluppato attraverso la costruzione di uno strumento di valutazione delle limitazioni funzionali da utilizzare a scopo osservativo per i casi nuovi, per documentare un dato di contesto che affiancato al riconoscimento dell’art. 3 comma 3 possa dare esito relativamente al lavoro di affiancamento da parte di operatori socio sanitari.

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

L’attività del Siss è stata rilevata, PER L’ANNO 2016 attraverso la condivisione di tipologie di prestazioni omogenee, come riportato in tabella . CADORE AGORDO BELLUNO TOTALI

INTERVENTO- PRESTAZIONE UTENTI x tipologia d'intervento

N. prestazioni

UTENTI x tipologia

d'intervento

N. prestazioni

UTENTI x tipologia

d'intervento

N. prestazioni

UTENTI x tipologia

d'intervento

N. prestazioni

Attività integrazione scolastica

individuale 26 824 13 315 55 2266 94 3405 di gruppo 10 105 15 9 695 19 815 Attività di integrazione sociale

individuale 13 109 13 150 16 623 42 882 di gruppo 14 236 7 166 12 445 33 847 Interventi domiciliari 8 15 5 18 13 33 Colloqui utente 4 5 10 10 14 15 famiglia 106 393 62 282 264 278 432 953 Riunioni scuola P.E.I. 49 122 58 144 264 414 371 680 altri 26 62 19 64 54 45 180 Osservazioni/valutazioni 15 23 3 16 6 24 24 63 Istruttoria 38 38 43 72 126 126 207 236 UVMD 38 44 26 27 128 128 192 199 Incontri 0 0 Tra operatori SISS sul caso 26 295 17 104 150 178 193 577 Tra operatori altri servizi per la discussione del caso

25 72 49 189 264 119 338 380

Commissioni 104 11 11 9 9 25 25 45 45 Utenti complessivi

(fonte: Atlante) 106 79 264 335

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 98

Nella tabella 9 è riportato il numero di alunni con disabilità certificata per i quali è stato attivato un progetto di assistenza scolastica con affiancamento di un Operatore Socio Sanitario per alcune ore settimanali. L’aumento nel numero degli alunni seguiti si registra, seppure con percentuali diverse, in tutto il territorio distrettuale, in funzione di programmi di sostegno differenziati e per i quali, nei casi possibili, è stato posto un termine di valutazione. L’aumento di persone prese in carico, a fronte di un livello di risorse “cristallizzato” da molti anni, rende evidente la “polverizzazione” delle risorse, che pone un quesito in merito all’efficacia e all’appropriatezza dell’intervento e alla necessità di prevedere un maggior numero di ore di OSS nel prossimo anno.

Tabella 9. Utenza Integrazione Scolastica variazione %

Servizio Integrazione Utenti Utenti Utenti utenti utenti Variazione %

Scolastica e Sociale (SISS) 2012 2013 2014 2015 2016 2015-2016

Cadore 26 13 17 25 30 20,00%

Agordo 14 7 10 10 13 30,00%

Belluno 61 41 58 58 64 10,34%

Totale 101 61 85 93 107 15,05%

Sul piano dei costi si ha una variazione pari al – 2,72%. Per l’ambito territoriale di Agordo si registra una variazione negativa pari al 9,74% dovuta ad un minore impegno orario degli educatori. Costo Servizio Integrazione Scolastica e Sociale – Anni 2012-2016

Servizio Integrazione Scolastica e Sociale (SISS)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore 227.444,41 206.713,80 186.907,08 211.862,35 213.288,08 0,67%

Agordo 74.014,72 74.038,10 87.905,92 100.525,19 90.735,13 -9,74%

Belluno 349.594,24 324.248,13 335.606,68 356.924,77 347.087,58 -2,76%

Totale 651.053,37 605.000,03 610.419,68 669.312,30 651.110,79 -2,72%

Altro elemento da evidenziare nel Servizio per l’integrazione scolastica è dato dagli interventi educativi e abilitativi che in ciascun ambito territoriale si realizzano secondo diverse modalità. Tabella 10. Utenza Interventi Educativi territoriali variazione %

SISS e SSD Utenti Utenti Utenti utenti utenti Variazione %

Interventi educativi territoriali 2012 2013 2014 2015 2016 2015-2016

Cadore 38 16 42 34 29 -14,71%

Agordo 14 26 31 50 39 -22,00%

Belluno 53 39 56 56 53 -5,36%

totali 105 81 129 140 121 -13,57%

Nella tabella è riportato il numero di utenti per i quali è stato attivato un progetto educativo prevalentemente a carattere territoriale, diretto a favorire l’inclusione e a potenziare alcuni livelli di autonomie. La riduzione dell’utenza è generalizzata ed è determinata dall’incremento di utenti gravi seguiti, il quale richiede una maggiore intensità assistenziale a parità di risorse disponibili. La riduzione per il servizio del Cadore è anche determinata da una scelta di

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 99

metodo legata a dare maggior investimento al lavoro con le classi scolastiche, contesto d’integrazione privilegiato. Quest’ultima modalità è stata confermata dalle scuole del territorio come efficace e necessaria in alcune condizioni, ove il “contesto classe” risulta problematico nei confronti dell’alunno con disabilità. L’intervento degli educatori dell’età evolutiva si traduce nell’organizzazione di attività rivolte a piccoli gruppi d’utenza, al lavoro con le classi scolastiche ai sostegni personalizzati in attività extra e para scolastiche. Una parte minoritaria dell’utenza è stata coinvolta in progetti territoriali dell’età adulta con l’obiettivo di superare l’isolamento e promuovere misure di sostegno alla persona con disabilità. E’ ormai collaudata da molti anni a Belluno l’esperienza del GEOD (piccoli gruppi in orario parascolastico) finalizzata alla promozione delle abilità sociali, in vista dell’uscita da percorso scolastico. Ultimo dato che risulta comunque significativo è la tipologia di risposta nel servizio secondo il profilo professionale. Gli OSS sono quasi totalmente impegnati nell’attività diretta. Nel lavoro per l’utenza e per il servizio trovano spazio i momenti di confronto di gruppo e la partecipazione al lavoro di programmazione con gli insegnanti. Aumenta la percentuale di lavoro per l’utenza e per il servizio per le altre figure professionali che sono maggiormente impegnate nel creare le condizioni per l’accesso a servizi e prestazioni (Ass. Sociali) e/o per attività d’integrazione sociale per lo sviluppo delle autonomie sociali e personali, necessarie per la crescita e lo sviluppo di un’identità adulta. Costo Sostegno Socio-educativo territoriale e domiciliare – Anni 2012-2016

Sostegno Socio-educativo territoriale e domiciliare

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore 49.202,70 55.368,91 66.944,56 44.172,06 38.283,17 -13,33%

Agordo 59.570,52 43.670,33 66.554,04 79.685,87 74.215,23 -6,87%

Belluno 121.325,41 121.470,55 146.187,93 173.291,05 169.397,17 -2,25%

Totale 230.098,63 220.509,79 279.686,52 297.148,98 281.895,56 -5,13%

La riduzione significativa registrata per l’ambito territoriale del Cadore è legata alla riduzione oraria della figura dell’OSS dedicata al territorio, dovuta ad un periodo di maternità. 2.2.e I Centri Diurni I centri diurni, come più volte posto in rilievo, costituiscono un anello essenziale nella gestione della domiciliarità della persona con disabilità e nella forma di supporto alla famiglia. Nell’anno 2016 si registra una lieve flessione dell’utenza, ma non significativa sotto il profilo delle giornate di presenza, che sono addirittura aumentate nel complesso. Nel trend dal 2012 -2016 vi è un aumento di +15 unità in relazione alle importanti modificazioni avvenute nell’organizzazione dei centri, con la riorganizzazione dei Centri nell’ambito territoriale di Belluno e l’attivazione del nuovo Centro Diurno nel Cadore.

Tabella 12. Centri Diurni Utenza 2012-2016 variazioni %

Strutture Semi-residenziali di supporto alla disabilità

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione % 2015-2016

CD Via Carducci 33 Pieve di Cadore (BL) A. Ulss 1 35 32 32 31 31 0.0%

Nuovo CD Via Carducci Pieve di Cadore A.ULSS 1 0 10 12 17 14 - 17,65%

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 100

CD per persone con disabilità grave Via Sala 35 Belluno - A.Ulss 1

20 19 21 22 19 -13,64%

CD Via Dozza 2 Agordo Società Nuova S.C.S. 28 29 29 30 29 -3,33%

CD "Limana" Via La Cal 1 Limana Società Nuova S.C.S. 0 0 0

CD "CED" P.Resistenza 60/62 BL Società Nuova S.C.S. 14 16 17

CD Laboratorio "Ceramica" via Colle BL Società Nuova S.C.S. 12 17 18

CD "Stile Libero" via Caffi 87 Belluno Società Nuova S.C.S.

76 48

11 10 10

+4,65%

CD "Franco Rui"Via Lungardo 77 Belluno Società Nuova S.C.S.

0 30 38 35 36 +2,86%

Totale 159 168 169 178 174 -2,25% L’utenza nei centri diurni è caratterizzata da differenti livelli di gravità e diversi profili di funzionamento, con una sostanziale differenza: per l’ambito territoriale di Belluno si è nel tempo andati verso una differenziazione secondo gravità; nel Cadore si è differenziato per tipologia (Disabilità acquisita e non) e nell’Agordino, dato il numero di utenti, si garantisce una riposta unitaria sebbene personalizzata. Si registra un aumento nel livello di gravità degli utenti inseriti nei centri diurni (=prevalenza di 1° e 2° livello), a fronte dell’avanzamento dell’età degli ospiti già presenti e al fatto che le persone inserite negli ultimi anni hanno esclusivamente alti livelli di gravità. Se poi i profili di gravità vengono analizzati complessivamente si è di fronte ad un numero molto significativo di persone con compromissioni e ricadute impegnative sul funzionamento, mentre solo il 9% appartiene al terzo livello di gravità (numero dimezzato rispetto al 2015). Questo dato appare coerente con la scelta di considerare i centri diurni prioritariamente per le persone certificate come gravi e con l’orientamento a ricercare tutte le alternative possibili per le persone che presentano un più basso livello di gravità.

Centro Diurno 1° livello - grave 2° livello-medio 3° livello- lieve Totale CD Pieve di Cadore 14 12 5 31 Nuovo CD Pieve di Cadore

2 5 7 14

CD Agordo 15 14 29 CD Cusighe 19 19 CD Didattico - P.le

Resistenza 5 10 2 17

CD Ceramica - Via Colle 5 13 18 CD Stile Libero - Via Caffi 9 1 10 Cd Franco Rui - Via

Lungardo 17 18 1 36

Totali 86 73 15 174

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 101

Tabella 13 distribuzione profili di gravità per Centri Diurni

Azienda ULSS1. Distribuzione livelli gravità per ce ntro diurno. Anno 2016

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

CD Pieve diCadore

Nuovo CDPieve diCadore

CD Agordo CD Cusighe CD Didattico -P.le

Resistenza

CD Ceramica -Via Colle

CD Stile Libero- Via Caffi

Cd Franco Rui- Via Lungardo

3° livello- lieve

2° livello-medio

1° livello - grave

Tabella 14. Utenza dei Centri Diurni per Livello di gravità a livello di ULSS

A. ULSS 1 Belluno. Popolazione Centri Diurni e rela tivo profilo di gravità. Anno 2016

49%

42%

9%

1° livello - grave

2° livello-medio

3° livello- lieve

A conferma di quanto detto si documenta inoltre che tutte le 174 persone afferenti ai Centri Diurni sono in possesso dei requisiti previsti dalla Legge 104/92 e ben 158 sono stati riconosciuti come gravi ai sensi dell’ art. 3 comma 3 Legge 104 Sul piano delle presenze si è di fronte ad un aumento di 1,70 %, in ragione dell’ampliamento dei programmi frequenza degli utenti inseriti, soprattutto a fronte di situazioni caratterizzate da fragilità personale e familiare. Tabella 15. Centri Diurni giornate di presenza 2012-2016 variazioni %

Strutture Semi-residenziali gg presenza gg presenza gg presenza gg presenza gg presenza Variazione

%

di supporto alla disabilità 2012 2013 2014 2015 2016 2015-2016

CD Via Carducci 33 Pieve di Cadore (BL) A. Ulss 1 A. ULSS n. 1

5.945 5.755 5.332 5.277 5.191 - 1,63%

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 102

Nuovo CD Via Carducci Pieve di Cadore A. ULSS n. 1

0 478 721 1.041 1.061 +1,92%

CD Via Dozza 2 Agordo Società Nuova S.C.S.

5.207 4.831 4.601 4.932 4.992 + 1,22%

CD "Limana" Via La Cal 1 Limana Società Nuova S.C.S. 0 0 0

CD "CED" P.Resistenza 60/62 BL Società Nuova S.C.S.

2.600 3.129

3.210

CD Laboratorio "Ceramica" via Colle BL Società Nuova S.C.S.

3.052 3.160 3.219

CD "Stile Libero" via Caffi 87 Belluno Società Nuova S.C.S.

14.909 13.172

1.746 1.459 1.575

3,3%

CD "Franco Rui"Via Lungardo 77 Belluno Società Nuova S.C.S.

0 898 6.741 6.410

6.791 +5,94%

CD per persone con disabilità grave Via Sala 35 Belluno - A. ULSS n. 1

3.718 3.674 3.866 3.886 3.753 -3,42%

Totale 29.779 28.808 28.659 29.294 29.792 1,70%

Criticità

La differenziazione cui è stato dato impulso negli ultimi anni è coerente con un quadro di bisogni in evoluzione e fortemente diversificati. Dal punto di vista delle metodologie di lavoro, nei centri diurni si conferma l’orientamento alla personalizzazione e alla flessibilità dei programmi d’inserimento, che consente di garantire l’accesso al servizio per un numero superiore di persone rispetto ai posti disponibili e di limitare il numero di persone in lista d’attesa. La personalizzazione fa però i conti con un sistema di risorse poco duttile e poco flessibile, che talvolta pone in discussione anche il livello essenziale di assistenza. Tra le maggiori criticità rilevate sono da segnalare:

1. la presenza di personale con prescrizioni che rende difficile la distribuzione di carichi di lavoro secondo parametri condivisi;

2. le caratteristiche personali di alcuni utenti (per forte dipendenza e per manifestazioni comportamentali di aggressività verso se stessi e gli altri), che inducono una assistenza individualizzata quasi permanente (durante tutto il tempo di frequenza al CD) e con interventi mirati.

3. l’aumento di bisogni sanitari in relazione al fisiologico invecchiamento e all’elevata compromissione psicofisica dei nuovi anche di utenti nuovi.

4. aumento dell’età dei familiari e indebolimento delle relative capacità di cura, che si traduce una maggiore richiesta assistenziale all’interno dei servizi.

I costi dei servizi semiresidenziali subiscono una variazione del -0,81%, con un aumento determinato dal Centro diurno modulo 1 del Cadore e con una diminuzione percentuale del 16,86% registrata dal Centro Diurno di Agordo, determinata dallo spostamento della spesa del personale addetto all’accompagnamento/trasporto sul budget del servizio trasporto (vedasi tabella sottoriportata). L’aumento dei costi presso il CD di Pieve di Cadore è dovuto all’adeguamento dello standard degli OSS e alla sostituzione della maternità di un’educatrice. Infine, su tutto il 2016 si è avuto l'effetto della rimodulazione dell'abbassamento dello standard di personale, con l'applicazione dei nuovi carichi assistenziali definiti dalla DGR 740/2015.

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 103

Costo Strutture Semi-residenziali di supporto alla disabilità – Anni 2012-2016

Strutture Semi-residenziali di supporto alla disabilità

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

CD Via Carducci 33 Pieve di Cadore (BL) A. ULSS n. 1

559.461,53 559.458,19 493.254,49 486.342,25 528.542,41 8,68%

Nuovo CD Via Carducci Pieve di Cadore A. ULSS n. 1

0,00 0,00 85.598,78 94.410,27 94.157,96 -0,27%

CD per persone con disabilità grave Via Sala 35 Belluno - A. ULSS n. 1

426.772,26 413.132,83 398.747,66 411.021,86 422.960,07 2,90%

CD Via Dozza 2 Agordo Società Nuova S.C.S.

506.566,21 511.338,42 504.837,12 476.525,58 396.185,33 -16,86%

CD "Limana" Via La Cal 1 Limana Società Nuova S.C.S.

CD "CED" P.Resistenza 60/62 BL Società Nuova S.C.S.

CD Laboratorio "Ceramica" via Colle BL Società Nuova S.C.S.

CD "Stile Libero" via Caffi 87 Belluno Società Nuova S.C.S.

1.197.672,02

CD "Franco Rui"Via Lungardo 77 Belluno Società Nuova S.C.S.

0,00

1.186.517,39 1.157.808,82 1.152.628,82 1.157.808,82 0,45%

Totale 2.690.472,02 2.670.446,83 2.640.246,86 2.620.928,78 2.599.654,59 -0,81%

Il servizio di trasporto ha interessato 109 utenti, lo stesso numero del 2015. Esso rappresenta un elemento essenziale per il servizio diurno, in modo specifico a fronte:

� di una dimensione territoriale estesa, con caratteristiche geomorfologiche specifiche ed i relativi tempi di percorrenza anche in considerazione di condizioni meteorologiche e stagionali avverse;

� della carenza di reti di trasporto pubblico adeguate, sia come accessibilità che in funzione delle esigenze delle persone e dell’organizzazione del servizio;

� dell’età media dei care giver e altri familiari che supera, in molti casi, i 65 anni a fronte di impegnativi livelli di assistenza domiciliare.

Giornalmente vengono percorsi in media 1.455 Km che si snodano in 16 percorsi per un totale 334.744 Km annui. I percorsi, come da puntuale verifica, sono caratterizzati, in alcuni casi, da dislivelli altimetrici di ben 1000 metri. Tra le principali criticità, si conferma la necessità di sostituire i mezzi dedicati al trasporto degli utenti oltre che la sostituzione di alcune auto di servizio, benché nel 2016 siano stati sostituiti due mezzi (sui 3 previsti), dei quali uno assegnato al CD di Cusighe e uno al CD Mod. 2. di Pieve di Cadore. Permane la necessità di sostituirne altri (tra i quali un pulmino assegnato al sub-distretto del Cadore). Si conferma altresì la necessità di strutturare alcune modalità di collaborazione funzionali con il terzo settore Centro Servizi del volontariato per il progetto Stacco, oltre che con alcune associazioni di volontariato che già collaborano con i servizi.

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 104

Costo Trasporto verso le Semi-residenziali di supporto alla disabilità – Anni 2012-2016

Trasporto Strutture Semi-residenziali

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Cadore 85.277,35 121.030,18 108.432,47 132.761,24 128.573,31 -3,15%

Agordo 111.716,96 108.222,60 113.947,58 105.848,15 123.190,29 16,38%

Belluno 266.582,51 276.124,31 283.816,62 280.736,44 293.636,73 4,60%

Totale 463.576,82 505.377,09 506.196,67 519.345,83 545.400,33 5,02%

L’aumento dei costi del servizio l’Agordino, come richiamato più sopra, è motivata da uno spostamento “tecnico” di costi dei fattori produttivi tra i due centri di costo (Centro diurno e servizio trasporto) I progetti innovativi Con la DGR 739/2015 la Regione del Veneto ha promosso iniziative innovative ed alternative ai centri diurni, da finanziate con risorse del Fondo per la non autosufficienza; l’Azienda Ulss 1 di Belluno ha ritenuto di presentare in questo contesto due progetti già avviati, secondo la logica della proposta regionale. Entrambe hanno come destinatari persone disabili in età giovane con caratteristiche di funzionamento alle quali non corrisponde, nell’offerta dei servizi ormai consolidata, una appropriata risposta. La prosecuzione dell’attività ha richiesto la sottoscrizione di nuove convenzioni allo scopo di poter garantire l’erogazione delle risorse previste dalle disposizioni regionali. Nel corso del 2016, peraltro, la Regione non ha dato esplicite indicazioni riguardo alla redistribuzione alle Aziende ULSS del Fondo per la non autosufficienza e alla possibilità di dar continuità, con tali risorse, alle attività programmate. Ciò ha determinato un rallentamento del processo decisionale che si è tradotto in un periodo nel quale il flusso finanziario, a copertura delle attività, si è interrotto. Va sottolineato come, in questo periodo, la continuità delle attività relative alle due progettualità è stata comunque garantita dai gestori dei progetti con risorse proprie: 1. NUOVE FRONTIERE DI OCCUPABILITA'. In continuità con l’esperienza avviata dal 2014, nel 2016 si è data continuità alle esperienze gestite dalle cooperative Cadore, nel territorio cadorino, Società Nuova nell’agordino e Cantiere della Provvidenza nel bellunese. Nel corso del 2016 i soggetti gestori hanno consolidato alcune delle attività proposte nei laboratori cercando, al contempo, di diversificarle e ampliarle per meglio rispondere all’obiettivo di coinvolgere i giovani utenti in attività concrete e significative. A tale scopo si è modificata, estesa e consolidata la rete di relazioni con aziende private attraverso la quale le cooperative alimentano la propria attività. L’attenzione agli aspetti “produttivi” non è stata comunque prevalente rispetto all’attenzione rivolta alla gestione dei progetti personalizzati dei singoli utenti. La continuità ha consentito di affinare le strategie educative e di migliorare la collaborazione fra i Servizi dell’U.O. Disabilità ed i singoli laboratori allo scopo di garantire un opportuno monitoraggio e di sostenere le esperienze di autonomia nella gestione della mobilità territoriale e nella strutturazione di routine necessarie alla condizione soggettiva e familiare. Nell’anno 2016 le persone che hanno potuto usufruire dei percorsi proposti sono state complessivamente 22 (3 in più che nel 2015). Le Cooperative coinvolte hanno avuto assegnata una impegnativa per utente pro die di € 30,00 dal mese di maggio, momento in cui sono state rinnovate le convenzioni. Nel periodo gennaio – maggio, i soggetti gestori hanno volontariamente sostenuto direttamente con proprie risorse l’attività dei tre laboratori coprendo i costi necessari a garantire 610 giornate di presenza.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 105

Progetti Nuove frontiere di Occupabilità – anno 2016

Progetto Ambito territoriale Utenza gg. presenza

Importi erogati 2015

Importi erogati 2016

Mosaico (Coop. Cadore) Cadore 9 896 11.999,92 13.439,94

Laboratorio assemblaggio (Coop. Società nuova) Agordino 8 865 9.690 26.880,00

Il Cartiere (Cantiere della Provvidenza) Bellunese 5 526 6.810 9.990

Totale 22 2287 28.499,92 50.309,94

2. Progetto “PERCORSI DI AUTISMO” Il Progetto nasce dalla riflessione portata al Tavolo Disabilità del Piano di zona 2014, sulla difficoltà di individuare risposte adeguate, rispettose ed efficaci per le persone affette da disturbi dello spettro autistico. Tale difficoltà appare legata ai particolari determinanti soggettivi sul piano del funzionamento; all'ampia gamma di funzionamenti possibili ed, allo stesso tempo, dall'inappropriatezza di risposte laddove riferite alla gestione di queste condizioni nei contesti di centri diurni tradizionali e/o nei percorsi di integrazione scolastica. Tale riflessione si è incrociata con la disponibilità di una Cooperativa sociale locale, accreditata al Piano di Zona e titolare di un finanziamento da privato, destinato a servizi per soggetti in età evolutiva, che ha espresso la volontà di promuovere un percorso specifico verso i bisogni delle persone con diagnosi di autismo. Si è dato avvio ad un processo che ha visto:

• Costituzione di un confronto attivo e costante con un gruppo di famiglie che ha contribuito all'analisi dei bisogni e alla riflessione, che sarà proposta anche a livello pubblico, sui bisogni, sulle caratteristiche di specificità della patologia e su confronti tra esperienze a livello nazionale;

• Predisposizione di un progetto condiviso Ulss/Cooperativa che, a partire da esperienze di formazione e di pratica di alcuni operatori dell'Ulss, ha dato avvio ad una formazione specifica (teorico pratico) per un ampio numero di operatori (25) e all'attivazione contestuale (seconda fase della formazione) di avvio di una esperienza a carattere diurno per 5 bambini/ragazzi con diagnosi specifica e selezionati dal Servizio Età evolutiva e SISS, a fronte della riscontrata disponibilità delle famiglie ad avviare un percorso. La seconda fase della formazione è stata infatti strutturata attraverso la distinzione tra un gruppo di operatori attivi con i minori ed un gruppo, più ampio, di operatori nel ruolo di osservatori;

• Attivazione di un percorso diurno, a sostegno delle famiglie, con maggior investimento nel periodo estivo, per i cinque minori conosciuti, per dare continuità alla presa in carico, ai processi metodologici attivati e condivisi nella formazione. Il percorso sia formativo che di sperimentazione è stato costruito e monitorato con l'apporto di uno professionista esterno.

• Il percorso è strutturato sulla base della collaborazione tra ULSS e Cooperativa, che ha destinato un fondo all’iniziativa, oltre che i locali e il personale necessario alla gestione dell’intervento

• Attivazione nel corso dell’estate di un servizio diurno sperimentale per soggetti adulti e giovani adulti con disturbi dello spettro autistico a basso funzionamento. Il Centro, chiamato Eureka, è aperto due giorni alla settimana e ospita n. 4 utenti. Di questi n.3 già ospiti del Centro diurno per persone con disabilità grave e gravissima dell’Ulss n. 1 con sede a Cusighe, e uno ancora minorenne attualmente ospitato presso la comunità “Casa Polit” e ancora frequentante la scuola. Il centro vede la

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 106

compartecipazione di personale ULSS e della Cooperativa Società Nuova, partner del progetto, ed è ospitato presso i locali della cooperativa

• Nel mese di novembre ha avuto inizio anche il progetto Con-tatto, che si rivolge a giovani adulti affetti da disturbi dello spettro autistico a medio-alto funzionamento. Il riconoscimento di quote di rilievo sanitario al progetto è avvenuto nel 2017, ma già nel 2016 ha ospitato n. 6 utenti. I locali e il personale sono della cooperativa Società Nuova.

“Percorsi di autismo". Utenza e costi -anno 2016

Progetto Utenti (teste) Presenze teoriche Presenze effettive Importi erogati Aliante (minori) 6 721 656 4.459 Eureka 4 161 147 3.270 Con-tatto 6 33 26 Totali 16 915 829 7.729 Altre progettualità a) Continuità è stata altresì confermata per il progetto rivolto a persone con cerebro lesioni acquisite nell’ambito territoriale di Belluno. Il progetto è stato attivato come nuove progettualità del Piano di zona, già a partire dal 2011 ha strutturato negli anni alcuni interventi di stimolazione alla partecipazione di persone con disabilità acquisita e tipologie di disabilità non compatibili con l’utenza dei servizi tradizionali. Il progetto è realizzato presso il Comitato d’intesa delle associazioni di volontariato della provincia di Belluno “Casa del Volontariato” e con il riconoscimento allo stesso di un contributo per le spese. In conclusione, le progettualità richiamate permettono l’accesso ad un diverso livello di partecipazione sociale, sotto forma di occupabilità e/o sotto forma di attività diurne, per mantenere e stimolare le abilità residue e sviluppare capacità entro schemi strutturati differenziati, sulla base dei diversi livelli di funzionamento. Nel sistema dei servizi si propongono quindi come un elemento di arricchimento e di differenziazione utile per garantire un maggior numero di risposte. Tale inclinazione verso nuove forme di servizi a carattere semiresidenziale, a sostegno della partecipazione attiva della persona con disabilità, deve essere mantenuta e considerata anche nella prossima programmazione locale, a garanzia di risposte più appropriate e rispettose della persona e delle proprie capacità. b) Progetto “Vita Indipendente” – Ministero delle Politiche Sociali L’A.Ulss 1 ha deliberato l’approvazione e l’attuazione del Progetto per la sperimentazione del modello d’intervento della Vita indipendente e inclusione nella società, delle Persone con disabilità con atto n. 1071 del 30.12.2015, autorizzando la spesa prevista per le diverse azioni identificate nel documento progettuale. Il progetto dell’Ulss 1 ha previsto, infatti, lo sviluppo di quattro linee d’azione:

1. sostegno ai progetti personalizzati, individuando i sostegni necessari al miglioramento della Qualità di Vita; 2. promozione e sostegno ad iniziative a cura di associazioni di portatori d’interesse, accreditate al Piano di zona, per aumentare le opportunità di partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità e sviluppare azioni di peer to peer e processi di empowerment soggettivo. Per dare impulso è stato pubblicato sul sito Aziendale un avviso per la raccolta di progetti finalizzati e sono stati informati tutti i soggetti accreditati al Piano di Zona; 3. sviluppo di iniziative dirette all’Abitare autonomo e Abitare sociale come ulteriore anello della Vita indipendente, sulla base di un avviso pubblico (dal sito aziendale) per la raccolta di progetti finalizzati e informazione ai soggetti portatori d’interesse, accreditati al Piano di Zona.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 107

4. implementazione di un modulo all’interno del sistema Informativo Aziendale, per la valutazione e sviluppo del sistema informativo, riferito alla progettazione personalizzata e ai sistemi di monitoraggio dei processi e degli esiti.

La scelta di affiancare ai progetti personalizzati, azioni di sviluppo d’iniziative e opportunità di partecipazione, trova impulso dall’analisi prodotta dai servizi, nell’ambito del Piano di zona che evidenzia la difficoltà d’inclusione sociale e della partecipazione alla vita di comunità per le persone con disabilità che abitano i territori di montagna. Le distanze (solo il Cadore rappresenta un settimo del territorio regionale), la dispersione insediativa, il clima, la struttura demografica della popolazione rappresentano alcuni degli elementi che condizionano in modo significativo la vita delle persone in genere e delle persone con disabilità in modo più marcato. Con l’obiettivo di introdurre elementi d’innovazione nel sistema e coinvolgere in modo attivo le stesse organizzazioni di portatori d’interesse è stata promossa, in linea con il Piano di Zona, l’azione diretta a “pensare” progetti che potessero coinvolgere più persone, per aumentare le relazioni, i momenti di confronto, gli spazi d’incontro e di attivazione personale e sociale.

Azione 1. Progetti personalizzati Hanno presentato domanda e progetto 19 persone, ammesse 16. Le tre persone non ammesse al finanziamento hanno potuto fruire delle impegnative di Cura domiciliare per la disabilità fisico motoria, previste dalla DGRV 1338/2013. La valutazione delle progettualità è stata improntata al modello di valutazione multidimensionale attraverso la scheda SVaMDi per la definizione del profilo di gravità e di funzionamento, quest’ultimo considerato quale riferimento per la definizione dei sostegni più adeguati alla persona, in vista del soggettivo “accomodamento ragionevole”. L’importo complessivo dedicato ai progetti personalizzati si è quindi assestato a € 52.783,20, con un aumento di 2.783,20, rispetto alla previsione, determinato da un maggior numero di richiedenti rispetto alla soglia di 12/15 persone da coinvolgere nella sperimentazione. Il finanziamento richiesto nel piano dei costi presentato con il Progetto e riferito ad una quota del personale sociale dedicato è stato assorbito completamente dall’Azienda nell’ambito delle proprie spese di personale dedicato alla Disabilità.

Azione 2. Progetti di promozione sociale e sostegno a iniziative, a cura di associazioni dei portatori d’interesse. L’azione era diretta a aumentare le opportunità di partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, sviluppare azioni di peer to peer e processi di empowerment soggettivo. Lo sviluppo dell’azione 2 è stato condotto dall’Associazione ASSI. L’attività di consulenza alla pari e tutoring ha coinvolto 15 persone per un totale di 210 interventi che hanno portato alla presentazione dei progetti per la Vita indipendente, all’acquisizione di ausili, alla partecipazione alle iniziative dell’associazione stessa, anche tramite una fattiva collaborazione con i Servizi sociali della disabilità dell’A.Ulss 1. Per garantire la più ampia partecipazione possibile e consapevoli delle molteplici difficoltà della mobilità territoriale, il sostegno alla mobilità stessa è stato organizzato, dall’ASSI, attraverso la disponibilità di un mezzo attrezzato e il coinvolgimento di volontari che hanno garantito 60 trasporti in favore di 7 persone con disabilità, non in condizione di utilizzare mezzi pubblici e non disponendo di mezzi propri.

Azione 3. Sviluppo di iniziative dirette all’Abitare autonomo e Abitare sociale per la raccolta di progetti finalizzati dei portatori d’interesse accreditati al Piano di Zona L’Azione 3 è stata promossa con attenzione all’abitare autonomo, abitare sociale, con apertura anche alle Associazioni con presenza di persone con disabilità intellettiva, per lo sviluppo di iniziative dirette a riconoscere il diritto della persona con disabilità a vivere esperienze al di fuori della famiglia di origine.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 108

Sono stati presentati due progetti dalle associazioni ANFFAS e AIPD. Esiti ANFFAS. Il progetto da marzo a dicembre ha organizzato 280 giornate di vita nella casa, che hanno visto partecipi 21 persone, che si sono coinvolte per min 8 max 24 giornate di progetto. L’ANFFAS ha mantenuto l’importante lavoro di rete, per costruire intorno alla persona con disabilità molteplici relazioni ed occasioni di partecipazione. Un elemento di particolare qualificazione ha riguardato il rapporto tra Servizi, che ha curato la valutazione multidimensionale e l’invio delle persone vs l’iniziativa; l’Associazione e la Cooperativa hanno invece condiviso la scelta metodologica di differenziare l’offerta per gruppi omogenei di persone con disabilità, con il fine di promuovere maggiormente la centralità della persona. Esiti AIPD. L’attività svolta in un appartamento del centro storico di Belluno, ha coinvolto 7 Persone con SdD, ed è stata strutturata attraverso alcuni incontri pomeridiani di preparazione mensili, week end per tre – sei persone e due settimane residenziali che hanno coinvolto tre persone. 2.2.f Residenzialità Sul piano dell’espressione del bisogno, i servizi residenziali hanno garantito gli interventi e le prestazioni secondo i parametri di riferimento e secondo quanto concordato negli Atti contrattuali che definiscono i reciproci impegni tra Azienda Ulss ed Enti gestori. Si registra, come da tabella, una stabilizzazione nella numerosità dell’utenza, pur a fronte di alcune variazioni verificatesi a Villa Anna e presso l’RSA. Nello specifico sono state assegnate 108 impegnative (+2 da ex ULSS2 di Feltre), invariate rispetto al 2015, delle quali 80 per accoglimenti residenziali ordinari (81 nel 2015) e 28 impegnative dedicate alle accoglienze temporanee e di sollievo, rispetto alle 29 assegnate nel 2015. Quest’ultimi interventi ricevono sempre più consenso dalle famiglie, in ragione dell’aumento delle età dei genitori e più spesso alla presenza di un solo genitore convivente con la persona con disabilità. Tabella 16. Servizi Residenziali Utenza 2012-2016 variazioni %

Strutture Residenziali Utenti Utenti Utenti Utenti Utenti Variazione %

di supporto alla disabilità 2012 2013 2014 2015 2016 2015-2016

Comunità Alloggio Venas Valle di Cadore (BL) "Le Valli" S.C.S. 17 16 16 17 17 0,00%

Comunità Alloggio "Villa Anna" Limana (BL) "Società Nuova" S.C.S. 20 19 24 29 27 -6,9%

Comunità Alloggio "Casa Polit" Belluno (BL) "Società Nuova" S.C.S. 12 8 10 10 10 0,00%

RSA per disabili gravi e gravissime Loc. Cusighe Belluno (BL) "ATI Pilota" 52 50 50 54 56 3,70%

Totale 101 93 100 110 110 -

La variazione del tasso di occupazione evidenzia che per tutte le strutture vi è un aumento di giornate di presenza, seppure in modo più rilevante presso la C.A. di Venas e Villa Anna di Limana a seguito dell’inserimento di ospiti a titolo definitivo, i quali hanno sostituito accoglienze temporanee (le quali consentono una maggiore rotazione e quindi un maggior numero di persone accolte nell’anno). Tabella 17. Servizi Residenziali giornate presenza 2012-2016 variazioni %

Strutture Residenziali gg presenza gg presenza gg presenza gg. Presenze gg. Presenze Variazione %

di supporto alla disabilità 2012 2013 2014 2015 2016 2015-2016

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 109

Comunità Alloggio Venas Valle di Cadore (BL) "Le Valli" S.C.S.

3.263 3.113 3.327 3744 4.340 15,92%

Comunità Alloggio "Villa Anna" Limana (BL) "Società Nuova" S.C.S.

5.696 5.325 5.383 5817 6.472 11,26%

Comunità Alloggio "Casa Polit" Belluno (BL) "Società Nuova" S.C.S.

2.986 2.831 2.840 2888 2.944 1,94%

RSA per disabili gravi e gravissime Loc. Cusighe Belluno (BL) "ATI Pilota"

15.586 15.440 14.522 14903 14.936 0,22%

Totale 27.531 26.709 26.072 27.352 28.692 4,9%

Nella tabella 18 sono indicati, per ciascun servizio residenziale, il numero di persone assegnatarie di impegnative, l’utilizzo che delle stesse è stato realizzato e i relativi costi per livello di gravità. Vista l’entità dei costi è stato necessario richiede un adeguamento della Quota parte del Fondo della non autosufficienza, spostando risorse dalla domiciliarità verso la residenzialità. Tabella 18. Gestione impegnative di Residenzialità distribuzione per livelli di gravità QUADRO IMPEGNATIVE ANNO 2016 DIVISE PER UNITA' D'OFFERTA E LIVELLO RSA CUSIGHE LIVELLO COSTO UTENTI PRESENZE COSTO DEFINITIVA 1° 56 35 11.891 665.896 DEFINITIVA 2° 49 5 1.799 88.151 TEMPORANEA 1° 56 11 421 23.576 TEMPORANEA 2° 49 3 101 4.949 TOTALI 54 1.4212 782.572 Per l’RSA di Cusighe vengono visualizzate solo le impegnative erogate dal Distretto di Belluno, quindi sono escluse le presenze dei due utenti con impegnativa di Feltre (724 giornate di 1° liv. pari a € 40.544,00

VILLA ANNA LIVELLO COSTO UTENTI PRESENZE COSTO DEFINITIVA 1° 56 4 1.243 69.608 DEFINITIVA 2° 49 11 3.817 187.033 DEFINITIVA 3° 34,98 3 1.089 38.093 TEMPORANEA 1° 56 2 87 4.872 TEMPORANEA 2° 49 7 236 11.564 TEMPORANEA 3° 34,98 0 0 0,00 TOTALI 27 6.472 311.170,22 CA POLIT LIVELLO COSTO UTENTI PRESENZE COSTO DEFINITIVA 2° 49 4 1.356 66.444 DEFINITIVA 3° 34,98 4 1.437 50.266,26 TEMPORANEA 2° 49 1 111 5.439 TEMPORANEA 3° 34,98 1 40 1.399,20 TOTALI 10 2.944 123.548,46 CA VENAS LIVELLO COSTO UTENTI PRESENZE COSTO DEFINITIVA 2° 49 8 2.822 138.278 DEFINITIVA 3° 34,98 6 1.417 49.566,66 TEMPORANEA 1° 56 0 0 0 TEMPORANEA 2° 49 0 0 0 TEMPORANEA 3° 34,98 3 101 3.532,98 TOTALI 17 4.340 191.377,64 Totali generali 108 27.968 1.408.668,32

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 110

Analizzando i dati in termini complessivi, la spesa per gli inserimenti ordinari/definitivi è di 1.353.336,14 pari a 26.871 giornate (+150 gg sul 2015) cui si aggiunge una spesa di 55.332,18 a fronte di 1.097 giornate di accoglienze temporanee.

tipologia accoglienza utenti giornate costi DEFINITIVA 1° livello 39 13.134 735.504 DEFINITIVA 2° livello 28 9.794 479.906 DEFINITIVA 3° livello 13 3.943 137.926,14 TEMPORANEA 1° livello 13 508 28.448 TEMPORANEA 2° livello 11 448 21.952 TEMPORANEA 3° livello 4 141 4.932,18 108 27.968 1.408.668,32

Al dato rappresentato è inoltre necessario integrare la spesa sostenuta per inserimento fuori Ulss e di competenza dell’ULSS 1, ai sensi della normativa regionale (DGR 2827/2009). Il ricorso alle strutture fuori ULSS, in due casi è determinato dall’esigenza di gestione appropriata e mirata dei disturbi comportamentali, in contesti comunitari a tale scopo costituiti. IMPEGNATIVE EXTRA ULSS

denominazione UDO località COSTO 2015 COSTO 2016 Giardino dei Tigli Altavilla Vicentina (VI) 17.885 17.934 Opera Provvidenza S.Antonio Sarmeola di Rubano (PD) 20.464 20.522 Casa del Campo Cavaso del Tomba (TV) 6.173,44 24.513,65 TOTALI 44.522,44 62.969,65 Con riferimento a Casa del Campo, l’aumento dei costi rispetto al 2015 non si riferisce a nuovi inserimenti in senso proprio: con il compimento del 18° anno di età, un utente, già presente presso la struttura, è passato in carico all'U.O. Disabilità. Pertanto il relativo costo di inserimento viene ora esposto nella relazione dell’Area Disabilità anziché in quella dell’area Famiglia e minori. Il totale della spesa sostenuta nell’anno per la Residenzialità è di 1.471.637,97 sulla base di un adeguamento del Fondo nell’anno per 83.291,12 rispetto al 1.388.346,84 con cui si è chiuso l’anno 2015). Nella tabella che segue è espresso il costo complessivo inclusa la spesa sociale (utenti e comuni di residenza) come documentata dagli Enti gestori nel Flusso Regionale “FAD”.

Costo Complessivo Strutture Residenziali di supporto alla disabilità – Anni 2012-2016

Strutture Residenziali di supporto alla disabilità

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Comunità Alloggio Venas Valle di Cadore (BL) "Le Valli" S.C.S.

372.669,93 364.148,59 384.846,46 370.817,50 363.366,00 -2,01%

Comunità Alloggio "Villa Anna" Limana (BL) "Società Nuova" S.C.S.

578.620,04 546.887,32 551.807,9 614.777,00 635.588,00 3,39%

Comunità Alloggio "Casa Polit" Belluno (BL) "Società Nuova" S.C.S.

254.011,90 252.532,05 278.995,25 290.188,20 241.409,00 -16,81%

RSA per disabili gravi e gravissime Loc. Cusighe Belluno (BL) "ATI Pilota"

2.077.920,56 2.090.287,48 2.108.116,24 2.081.787,62 2.081.476,79 -0,01%

Totale 3.283.222,43 3.253.855,44 3.323.765,85 3.357.570,32 3.321.839,79 -1,06%

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 111

La dimensione dei costi: la spesa riferita alla residenzialità diminuisce dell’1,06%. Le variazioni registrate dai diversi enti gestori rispetto al 2015 sono principalmente dovute ai diversi criteri di contabilizzazione dei costi sulla base delle nuove indicazioni ricevute dagli uffici regionali. Nella prospettiva del prossimo Piano di Zona, a fronte di una condizione di saturazione delle Unità di Offerta, diventa necessario ri-considerare e dare un definitivo sviluppo alle due progettualità, inserite nel Piano e riguardanti:

• la definizione dell’Unità di offerta presso la Casa del Sole di Ponte nelle Alpi, destinata alla disabilità fisico motoria;

• la progettualità, ponte con area anziani, per la strutturazione di un nucleo dedicato alle persone con disabilità in età anziana presso la Casa di riposo di Forno di Zoldo.

Criticità In sintesi la residenzialità ordinaria evidenzia alcuni vecchi e nuovi problemi, non più procrastinabili che richiedono di essere affrontati in modo significativo dai diversi soggetti coinvolti:

• Il bisogno è destinato a crescere, data la presenza di elementi di fragilità sociale legati all’età delle persone conviventi con la persona con disabilità e al normale invecchiamento fisiologico che per alcune persone con disabilità costituisce un passaggio di forte criticità;

• il limitato numero di impegnative, calcolato sulla base del parametro 0,7/1000, che non risulta più adeguato a fronte di un dato significativo di aumento di persone con disabilità;

• l’esigenza di considerare, dal punto di vista regionale, l’opportunità di prevedere forme di intervento sanitario (medico ed infermieristico) all’interno della comunità alloggio, in funzione del progressivo decadimento/invecchiamento che si registra nella disabilità intellettiva, che talora comporta il ricorso alle strutture per gravi (RSA) con conseguente saturazione della disponibilità di posti.

• la necessità di sostenere dei percorsi di collaborazione con le strutture per anziani che altrimenti fanno fatica ad accogliere persone con disabilità o che acquisiscono una disabilità, come esito di alcuni stili di vita, in età non ancora anziana. D’altro canto è anche difficile sostenere l’ingresso di persone di media età con disabilità acquisita, esempio a seguito di ictus, in servizi per lo più dedicati alla disabilità intellettiva o alla disabilità gravissima dalla nascita;

• fornire una risposta strutturata per la disabilità acquisita e/o con compromissione fisico motoria prevalente, che necessita di una considerazione specifica (Casa Del Sole);

� la rappresentazione di bisogni di residenzialità per persone con diagnosi di autismo e/o con disabilità associata a disturbi comportamentali che non trova risposta nell’attuale sistema se non con riferimento a servizi fuori Ulss con conseguente trasferimento di impegnativa;

� la funzionalità nel sistema della residenzialità, di promuovere il sostegno alle progettualità di “abitare Autonomo”–“abitare sociale” quali esperienze di progressivo distacco dalla famiglia ma anche di sviluppo di autonomie, per considerare anche una prospettiva di vita all’interno di piccoli nuclei familiari, comunitari cosiddetti di “bassa soglia” .

2.2.g Gli interventi a sostegno della domiciliarità La Regione del Veneto con DGRV n.1338 del 30.07.2013 “Istituzione dell’impegnativa di Cura Domiciliare”, ha introdotto l’impegnativa di cura domiciliare (ICD) distinguendo tra diverse tipologie e definendole in relazione all’intensità del bisogno considerato e alla specifica tipologia di utenza. Nella disabilità sono state introdotte ICDp per le persone con

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 112

grave disabilità psichica ed intellettiva, in sostituzione dei progetti di aiuto personale (L.162/98) e dei progetti di promozione delle Autonomie (L. 284/97) e sotto la denominazione di ICDf, per le persone con disabilità fisico motorie in sostituzione degli interventi di Vita Indipendente. La mancanza di sistema informativo regionale, a supporto dell’operatività, in grado di generare una graduatoria di ammissibilità, come per l’area anziani, ha costretto i servizi dell’Ulss ad un lavoro di definizione di criteri di accesso, di strumenti di valutazione e di applicazione di processi, anche di carattere amministrativo. Con Deliberazione del Direttore Generale n.120 del 21/02/2014 è stato approvato il Regolamento per la gestione delle impegnative di cura domiciliare per persone con disabilità psichica intellettiva(Icdp) e per persone con disabilità fisica (Icdf) ed approvati gli strumenti e i processi previsti, che dovrà essere rivisto in relazione all’unificazione delle due ex ULSS di Belluno e di Feltre. Criticita’ Si confermano le criticità già esposte nella Relazione Valutativa del 2015:

-con l’introduzione dell’Impegnativa di Cura Domiciliare P, rivolta esclusivamente alle persone con grave disabilità psichica ed intellettiva, il criterio della compatibilità della diagnosi e del riconoscimento dell’Indennità di accompagnamento ha necessariamente comportato una “restrizione” relativa all’utenza che può accedere a tali progetti, che ora presenta perlopiù condizioni di gravità e complessità tali da richiedere l’attivazione di interventi assistenziali nelle attività quotidiane di ADL ed iADL, o progetti più strutturati in contesti protetti come i Centri Diurni, soprattutto laddove, per la presenza di disturbi comportamentali, sia necessario un’integrazione del personale per garantire rapporto 1 a 1. Non si delineano più quindi, come invece in passato con il progetto di “Aiuto Personale”, interventi volti alla socializzazione, integrazione ed accompagnamento sul territorio, gestione del tempo libero, ecc. -i progetti ICDp continuano ad essere fortemente condizionati dal dato economico, poichè la formula stabilita dalla Regione Veneto per la costruzione del punteggio e la definizione della graduatoria dei beneficiari è totalmente sbilanciata sul valore dell’ISEE degli stessi. Questo rischia di vincolare i Servizi ad una strutturazione di progetti non sempre pienamente rispondenti all’effettiva intensità del bisogno espresso. -relativamente alle ICDp il quadro di applicazione, in sintesi, è stato più complesso anche in virtù dell’estrema eterogeneità nella domanda da tradurre in servizi a gestione diretta, servizi in convenzione, contributi economici e la possibilità di utilizzo di entrambe le formule.

Tabelle utenti ICDp e ICDf

Relativamente all’Impegnativa di cura per la disabilità fisica (ICDf), le persone titolari di impegnativa sono state 40 rispetto alle 42 dell’anno precedente; per quanto riguarda, invece, i beneficiari di ICDp, gli assegnatari nel 2016 risultano essere stati 42 a fronte dei 45 assegnatari del 2015. Nelle tabelle di seguito riportate sono indicati i rispettivi Comuni di residenza:

ICD f Nr.

Alpago 2 Belluno 13 Canale d’Agordo 1 Cortina d’Ampezzo 5 Falcade 2 La Valle Agordina 1 Longarone 2

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 113

Pieve di Cadore 4 S. Stefano di Cadore 1 Sappada 1 Selva di Cadore 1 Soverzene 1 Taibon Agordino 1 Tambre d’Alpago 2 Valle di Cadore 2 Vigo di Cadore 1 TOTALE 40

ICD p Nr.

Agordo 1 Alleghe 1 Belluno 14 Calalzo di Cadore 1 Canale d’Agordo 1 Colle S. Lucia 1 Comelico Superiore 2 Cortina d’Ampezzo 5 Domegge di Cadore 1 Farra d’Alpago (Alpago) 3 Limana 2 Longarone 2 Pieve di Cadore 2 S. Stefano di Cadore 2 S. Vito di Cadore 3 Sappada 1 Taibon Agordino 1 Tambre d’Alpago 2 TOTALE 45 Tabelle utenti ICDa e ICDb. I dati riferiti alle persone disabili che beneficiano di ICDa ICDb sono ricompresi nelle tabelle esposte nella relazione dell’area Anziani-Domiciliarità. Nelle tabelle seguenti si riportano solo gli importi, rientranti tra le ICDa, riconducibili a servizi alla persona erogati da personale dipendente (O.S.S.) dell’U.O. Disabilità (Centro Diurno di Pieve d.C.-Modulo 2 e SSP di Belluno) Costo Servizi domiciliari e Impegnative di Cura Domiciliare – Anni 2012-2016

Domiciliarità Aiuto Personale Vita Indipendente

ICD

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Cadore 147.665,35 141.668,80

Agordo 85.579,47 91.617,55

Belluno 287.498,87 256.974,05

491.557,06 448.553,64 435.798,36 -2,8%

Totale 520.743,69 490.260,40 491.557,06 448.553,64 435.798,36 -2,8%

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 114

Impegnative di Cura Domiciliare – biennio 2015-2016

Impegnativa di Cura Domiciliare (ICD)

Servizi alla persona

Contributo economico

Costi tot 2015

Servizi alla persona

Contributo economico

Costi tot 2016

ICDa (servizi alla persona erogati dall’Az. ULSS riconducibili a ICDa)*

14.615,28 5.108,67 5.108,67

ICDp 137.822,27 54.187,01 192.009,28 105.155,98** 76.432,53 181.588,51

ICDf 241.544,46 241.544,46 249.101,18 249.101,18

Totale 152.437,55 295.731,47 448.169,02 110.264,65 325.533,71 435.798,36

*importi già ricompresi nelle Tabelle esposte nella Relazione dell’’Area Domiciliarità-Anziani ** dei quali 25.754,58 riconducibili a servizi alla persona erogati da personale dipendente (O.S.S.) dell’U.O. Disabilità

3. I PROGETTI 3.1 Il lavoro con le Associazioni dei portatori d’interesse Anche per il 2016 il lavoro con i portatori d’interesse ha occupato uno spazio significativo nell’attività, sia in occasione della ri-pianificazione locale (aggiornamento e verifica del Piano di zona), sia attraverso spazi aperti di discussione e confronto con le associazioni, in relazione alle progettualità attivate e ai nuovi bisogni/richieste espressi. Si è inoltre confermata anche per il 2016, la ricerca di azioni integrative del sistema dei servizi formali, sostenendo le iniziative con l’intervento economico della Conferenza dei Sindaci.

In sintesi gli orientamenti espressi e condivisi con le associazioni hanno riguardato: � la definizione delle modalità di rapporto nella concertazione e nella consultazione; � la promozione dell’incontro delle responsabilità e la sinergia delle risorse per una

significativa collaborazione tra i diversi attori del territorio; � l’avvio ad una fase di miglior comunicazione, sulla base di modalità di lavoro

condivise e trasparenti. I progetti presentati nella fase di ri-pianificazione sono stati sottoposti all’attenzione del Nucleo di valutazione composto dai Rappresentanti del Centro servizi volontariato, dal comitato d’intesa delle associazioni volontaristiche della provincia di Belluno, da un rappresentante dei Comuni, dal Coordinatore dell’area disabilità e dal titolare dell’Ufficio di Piano. Il lavoro svolto, sulla base delle procedure definite per la valutazione dei progetti delle Associazioni accreditate al Piano di zona (DDG 549/2012), è stato orientato a:

1. valutare e assegnare un valore alle proposte progettuali; 2. ordinare le proposte progettuali secondo un ordine di priorità correlata alle politiche

definite per l’area; 3. definire l’ammissibilità dei progetti al finanziamento della Conferenza dei Sindaci

Nella tabella sono rappresentati i progetti che hanno arricchito l’offerta e che sono stati valutati dal Nucleo.

Associazione portatori d'interesse titolo del progetto punteggio

ottenuto contributo assegnato

ASSI Verso un centro per l'autonomia partecipata 19 € 4.100,00

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 115

AISM Attività di orientamento

psicologico per persone con sclerosi multipla

9 € 1.900,00

ANFFAS Autonomie Possibili 20 € 4.300,00

AIPD Lavoratori si diventa 15 € 3.200,00

GIACCHE VERDI Cavallo, natura, benessere 20 rinuncia

4. Direzione, amministrazione e segreteria La Direzione dell’Unità operativa, unitamente all’area amministrativa, ha garantito :

� la direzione e il coordinamento dei servizi per le persone con disabilità (Servizi

integrazione sociale e scolastica, Centri Diurni a gestione diretta, Servizio sociale disabilità adulta, Servizio Integrazione Lavorativa) e la PASS del Cadore, per un totale di 90 operatori divisi in gruppi di lavoro (4 coordinamenti, di cui 3 per i Centri Diurni (De Michiel, Rossi, Pompanin) e 1 per il SISS di Belluno (Capovilla). Il restante personale afferisce direttamente al dirigente dell’unità operativa.

� la gestione del personale (valutazione della performance; definizione degli obiettivi annuali in collaborazione con coordinatori di servizi ove presenti; colloqui di valutazione) e il monitoraggio degli standard di personale per servizi a gestione diretta e inquadrati nella L.R. 22/2002; istituzione dell’Agenda di servizio per il controllo delle attività svolte a livello territoriale fuori dalla sede ordinaria di servizio;

� raccolta del fabbisogno formativo del personale e sua traduzione nel programma di formazione annuale e negli adempimenti conseguenti (individuazione docente, organizzazione delle iniziative di formazione; accreditamento dell’evento presso l’Ordine degli Assistenti Sociali)

� la gestione delle UVMD. � il coordinamento dei Gruppi di Programmazione Territoriale previsti, per ciascun

ambito territoriale, dall’Accordo di Programma per l’integrazione scolastica (siglato a livello provinciale nel 2014) finalizzati all’assegnazione del personale OSS per gli interventi educativi da realizzare nei contesti scolastici; monitoraggio dell’applicazione dell’Accordo di programma e della qualità dell’integrazione (indicatori previsti: 6 incontri annui e la definizione della procedura per l’integrazione scolastica).

� la definizione degli Accordi Contrattuali con i soggetti del Terzo settore, finalizzati alla gestione dei servizi residenziali e semiresidenziali della Disabilità (3 Comunità alloggio e 5 centri diurni); il monitoraggio dei servizi esternalizzati, attraverso controlli di qualità, appropriatezza e amministrazione

� predisposizione della documentazione necessaria alla definizione di gare, cottimi fiduciari per servizi di trasporto e/o convenzioni per la gestione di servizi di assistenza domiciliare per le persone con gravi disabilità;

� implementazione e sviluppo del sistema informativo Atl@nte (diventato strumento regionale) per la definizione dei profili di gravità, assegnazione del progetto personalizzato ai servizi della rete, rilevazione, da parte dei soggetti gestori e dei servizi aziendali, delle presenze degli ospiti e del conseguente consumo di impegnative semiresidenziali e residenziali;

� alimentazione dei Flussi Regionali della Disabilità (Flusso FAD Decreto 220/2015) � coordinamento dell’area Disabilità del Piano di zona, attraverso l’organizzazione e la

gestione coordinata dei tavoli di lavoro per la disabilità (Associazioni, Cooperative sociali, Servizi). Tale attività ha comportato inoltre la raccolta e analisi dei bisogni evidenziati ai tavoli, tradottasi nella stesura della Relazione di ri-pianificazione, nonché la raccolta dei dati utenza e delle rendicontazioni dei servizi e l’ analisi delle tabelle economiche, confluite nella presente Relazione Valutativa;

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 116

� predisposizione dei provvedimenti deliberativi per l’assunzione di spesa relativi a specifici interventi dei servizi (approvazione programma Centri Diurni, approvazione programmi per i Soggiorni marini, inserimenti utenti extra ulss)

� predisposizione della documentazione relativa a bandi per l’accesso a contributi in favore delle Associazioni dei portatori d’interesse, su progettualità specifica (es. abitare autonomo- abitare sociale) e Bandi per l’accesso a contributi individualizzati per la vita indipendente.

� partecipazione al Comitato Etico � Mantenimento del lavoro in area vasta Treviso – Belluno, sia per il monitoraggio della

Comunità alloggio istituita in forma integrata, sia quale confronto relativo alle modalità operative (regolamenti, protocolli, ecc..) attivi nella aree contigue.

CRITICITA’ DA SEGNALARE Si riconfermano alcune criticità già rilevate nelle relazioni precedenti:

1. il numero elevato di UVMD, che per alcune linee d’intervento si concentrano in alcuni periodi dell’anno, con la conseguente necessità di individuare personale da designare e delegare nella funzione di coordinamento delle UVMD; 2. la necessità di ridistribuire le funzioni, prevedendo quanto meno una distinzione tra età evolutiva ed età adulta, così come accade in altre A. Ulss del Veneto; 3. il lavoro con gli Enti Gestori dei Servizi, che in funzione delle disposizioni in materia di appalti, richiede un livello di monitoraggio e di controllo della qualità erogata che deve essere incentivato rispetto alle modalità di gestione sin quì adottate; 4. l’aumento della mole di lavoro collegato all’alimentazione del Sistema Informativo regionale, al conseguente adeguamento del sistema informativo locale e alla necessità di monitorare e ridefinire i profili dell’utenza e l’entità dei costi rendicontati. Tali esigenze, unitamente a quelle espresse al punto 3 e a quelle derivanti dall’applicazione della DGR 740/2015, suggeriscono la necessità di aumentare le risorse amministrative disponibili; 5. il rapporto con le associazioni dei portatori d’interesse, che richiede un livello di investimento relazionale e di concertazione impegnativo.

Tali elementi, espressi in sintesi, richiedono una riflessione accurata e potrebbero trovare uno sviluppo più puntale all’interno del lavoro di analisi organizzativa che porterà nel 2017 all’adozione di un nuovo Atto Aziendale, conseguente alla creazione di un’unica Azienda ULSS su base provinciale.

Costo Direzione e Segretaria – Anni 2012-2016

Direzione e segreteria Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Cadore 133.019,57 134.151,60

Agordo 105.966,34 104.362,43

Belluno 124.987,44 115.177,22

271.567,89 264.497,85 276.703,20 4,61%

Totale 363.973,35 353.691,25 271.567,89 264.497,85 276.703,20 4,61%

Il costo della Direzione e segreteria ha visto un aumento di costo, dovuto in modo prevalente alle spese di manutenzione degli automezzi presso la sede di Belluno. 5. SISTEMA INFORMATIVO Il Sistema informativo, strutturato sull’architettura organizzativa dei Servizi si qualifica attraverso i seguenti supporti:

1. informatizzazione dell’attività dell’UVMD:; 2. documentazione dell’attività dei Servizi per singolo progetto personalizzato

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 117

3. gestione presenze centri diurni secondo fruizione personalizzata 4. gestione attribuzione impegnativa di residenzialità 5. sperimentazione gestione presenze Servizi residenziali correlato al costo del livello di

impegnativa assegnata Attraverso il sistema infine è possibile raccogliere ed esporre molte informazioni, sia riguardanti la persona e le relative caratteristiche di gravità e di profili di funzionamento, sia informazioni più generali riguardanti la quantificazione degli interventi per il singolo utente, per gruppi di utenza, per territori, per unità di offerta, per tipologia di prestazioni. A partire dal 2015 il sistema è stato interessato dall’applicazione del Decreto Regionale 220/2015 che ha istituito i Flussi Regionali in materia di disabilità per i Servizi residenziali e semiresidenziali. La molteplicità dei dati raccolti nel sistema aziendale ha permesso un ”travaso” di dati dal nostro sistema al Sistema Atl@nte Regionale, con un’attenzione alla ridefinizione di passaggi informativi e di riallineamento rispetto al Debito informativo Regionale che si è protratta sino al 2016. Nel 2016 sono stati ulteriormente affinate le informazioni da inserire nei flussi regionali (FAD) e sviluppate nuove reportistiche, con l’intento di fornire ulteriori elementi di valutazione agli operatori e supportare la fase di programmazione dei servizi e del Piano di Zona. Nel corso del 2016 è stato inoltre implementato un modulo dedicato alla Vita indipendente, come elemento di qualità del Progetto ministeriale, con l’obiettivo di legare la fase valutativa con la progettualità personalizzata.

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità 118

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

119

B.3.2 - Area Disabilità - Integrazione lavorativa 1. Uno sguardo d’insieme

Già dal 2015, i segnali di ripresa dell’economia locale hanno iniziato a produrre timidi effetti sul mercato del lavoro locale modificando parzialmente lo scenario nel quale opera il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL). La situazione generale, dunque, pur se non ancora favorevole e connotata dal permanere di fenomeni di precarizzazione del lavoro e di marginalizzazione delle fasce più fragili della popolazione, è in fase di lento e graduale miglioramento. Ciò si manifesta molto timidamente anche nella capacità e disponibilità delle aziende ad accogliere esperienze di integrazione lavorativa. Prendendo ad indicatore i dati riferiti al collocamento mirato delle persone disabili – dove vi è un obbligo di assunzione in capo alle aziende - si evidenzia, comunque, come i volumi di attività stiano progressivamente tornando verso i livelli pre-crisi sia per quanto riguarda gli avviamenti (137 nel 2016), sia per quel che riguarda i tirocini finalizzati all’assunzione (77 nel 2016). Si tratta, comunque, di dati meramente indicativi e di scenario, riguardando solo una fascia marginale dell’utenza in favore della quale il SIL opera collaborando con i servizi per l’impiego della Provincia nell’ambito della gestione del collocamento mirato. Essi danno peraltro l’idea concreta della capacità di tenuta del sistema rivolto alla fascia più fragile della popolazione. Un sistema che tende sempre più ad integrare funzioni istituzionali diverse, soggetti risorse e capacità propositive di soggetti privati e pubblici.

Come si evidenzierà in seguito, il quadro sopra sommariamente descritto ha consentito un leggero miglioramento nell’obiettivo di mantenimento dei precedenti livelli di attività del SIL.

2. I servizi - analisi dell'attività

L’attività del SIL può essere valutata principalmente basandosi su dati quantitativi riferiti alle risorse impiegate, al numero di persone prese in carico, al numero di percorsi d’integrazione lavorativa attivati, alle diverse tipologie d’intervento. Va ricordato peraltro i risultati di attività dipendono non solo dalle competenze degli operatori ma anche dal supporto che questi ricevono dal servizio stesso; in questa prospettiva assumono un particolare rilievo tutte quelle attività che riguardano le iniziative finalizzate a ripensare i contenuti e le modalità di erogazione dei servizi offerti, la partecipazione ad azioni di rete mirate a diversificare le possibilità di integrazione lavorativa, l’individuazione di strategie e realizzazione di azioni che hanno ad oggetto aspetti di contorno ma che incidono nel proporre un’offerta più attenta alle necessità delle persone. In quest’ambito rientrano, dunque, le ormai consuete attività di revisione e snellimento delle procedure e degli strumenti operativi del servizio il cui obiettivo è l’efficacia degli interventi e l’adattamento ai cambiamenti di contesto come anche il confronto con l’analogo servizio di Feltre, intensificato in seguito all’unificazione delle due aziende sociosanitarie provinciali, avendo l’obiettivo di rendere simile il sistema di offerta fra i due Distretti della stessa ULSS.

2.1 Analisi delle tabelle economiche e di utenza

Le tabelle riferite a spesa e utenza rendono evidente come, a fronte di costi che dal 2011 sono in costante decremento, nell’anno considerato questa tendenza si arresta facendo registrare una sostanziale stabilizzazione rispetto al precedente. A fronte di ciò, il numero di utenti seguiti dal SIL, pur con oscillazioni nel tempo, fa registrare un significativo aumento nell’anno considerato.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

120

2.1.1 Dati economici

Tab. 1 - Servizio Integrazione Lavorativa: Spesa complessiva 2011-2016

Costi 2011

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variaz. %

2015-16

Variaz. %

2011-16 Servizio di Integrazione Lavorativa

441.145,90 433.479,58 433.246,42 430.873,78 416.300,30 416.554,30 0,06 -5,57 Tab. 2 - Servizio Integrazione Lavorativa: Spesa strutturale 2011-2016

Costi 2011

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variaz. % 2015-16

Variaz. %

2011-16 Servizio di Integrazione

Lavorativa (escluse borse lavoro)

272.639,09 275.606,55 270.437,32 270.347,08 268.625,80 271.478,80 1,06% -0,43% Tab. 3 - Servizio Integrazione Lavorativa: Spesa per Borse Lavoro 2011-2016

Costi 2011

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variaz. %

2015-16

Variaz. %

2011-16 Spesa per borse lavoro

168.506,81 157.873,03 162.809,10 160.526,70 147.674,50 145.075,50 -1,76% -13,91%

Le tabelle evidenziano come dal 2011 il costo complessivo del servizio sia in costante diminuzione; nel 2016, in realtà, si assiste ad una modestissima inversione di tendenza rispetto all’anno precedente ciò è determinato dal’incremento della spesa “strutturale” (+1,06% rispetto al 2015) compensata in parte dal continuo calo riferito alla spesa per le indennità di tirocinio (borse lavoro) il cui trend è costante dal 2013.

2.1.2 Dati d’utenza

Tab. 4 - Persone in carico al Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) – Anno 2016

Tipologia di Persone Già in carico Nuove persone Totale Maschi Femmine

Adulti: Disabili (fisici, intellettivi, sensoriali) 172 22 194 114 80 Con problemi Psichiatrici 115 6 121 78 43 Tossicodipendenti 8 1 9 9 0 Alcolisti 12 2 14 12 2 Fasce Deboli (secondo LR 23/2006) 1 0 1 0 1 Minori: Minori disabili (fisici, intellettivi, sensoriali) 5 9 14 6 8 Minori con problemi Neuropsichiatrici 0 1 1 1 0

TOTALE COMPLESSIVO 313 41 354 220 135 Tab. 5 - Persone in carico al Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) – Anni 2011-2015

Persone in carico nel 2011

Persone in carico nel 2012

Persone in carico nel 2013

Persone in carico nel 2014

Persone in carico nel 2015

Persone in carico nel 2016

Variaz. % 2015-16

Variaz.% 2011-16 Servizio di Integrazione Lavorativa

268 290 273 294 343 354 3,21% 32,09%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

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Tab. 6 - Persone per le quali il SIL ha realizzato soltanto interventi di orientamento e consulenza senza una successiva presa in carico nel 2016

Tipologia di Persone Totale di cui con invalidità

civile Adulti: Disabili (fisici, intellettivi, sensoriali) 52 45 Con problemi Psichiatrici 15 14 Tossicodipendenti 1 1 Alcolisti 0 0 Persone in fase di prima valutazione L 68/99 268 0 Minori: Minori disabili (fisici, intellettivi, sensoriali) 0 0 Minori con problemi Neuropsichiatrici 0 0 Minori con svantaggio sociale o con provvedimenti giudiziari a carico 0 0

TOTALE COMPLESSIVO 336 60

A fronte della diminuzione della spesa, le tabelle riferite all’utenza evidenziano come continui la tendenza ad un incremento, già iniziata dopo il 2014. Rispetto all’anno precedente vi è infatti un aumento del numero di persone in carico (+3,21%) che riguarda sia le persone con disabilità che, in misura più contenuta, quelle con dipendenza patologica; sostanzialmente stabile il numero di persone con diagnosi psichiatrica. Oltre alle persone con le quali il Servizio ha strutturato un rapporto continuativo (di presa in carico in carico condivisa con i servizi di riferimento), una consistente parte di attività (Tab. 6) in diretto rapporto con l’utenza è rivolta a persone che si rivolgono per ricevere una consulenza o verso le quali il SIL garantisce l’adempimento istituzionale finalizzato alla “valutazione della disabilità” previsto dalla normativa per l’accesso al collocamento mirato. Da sottolineare come nell’anno considerato il volume di attività rivolto a questa funzione ha raggiunto un picco superiore a tutti gli anni precedenti. Si tratta di attività di colloqui, compilazione di schede e relazioni (a volte integrati da visite domiciliari) finalizzate a portare, nelle commissioni che hanno il compito di esprimere una valutazione riferita all’accesso al mondo del lavoro, il contributo di parte sociale.

Nell’analisi delle progettualità si segnala che i dati riferiti ai progetti ed ai tirocini riportati nelle tabelle seguenti hanno richiesto un lavoro di rielaborazione allo scopo di renderli maggiormente confrontabili: negli anni, infatti, si sono adottati criteri diversi di inserimento nel sistema gestionale Atl@nte allo scopo di renderli sempre più in grado di offrire uno spaccato realistico dell’attività svolta. Va comunque ricordato che molte delle variazioni sono da attribuire a flussi che sono indipendenti da qualunque tentativo di razionalizzazione e previsione.

Tab. 7 - Progetti personalizzati suddivisi per finalità – Anni 2011-2016

Finalità Numero progetti

2011

Numero progetti

2012

Numero progetti

2013

Numero progetti

2014

Numero progetti

2015

Numero progetti

2016

Variazione 2015-

2016 Variazione 2011-2016

Accoglienza 25 21 4 18 42 32 -23,81% 28,00% Osservazione e Orientamento 3 8 7 21 5 19 280% 533,33% Formazione in situazione 33 53 65 55 62 48 -22,58% 45,45% Mediazione al collocamento 52 47 59 55 61 49 -19,67% -5,77% Mantenimento del posto di lavoro 38 41 29 37 71 68 -4,23% 78,95%

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

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Supporto alla ricerca attiva del posto di lavoro 57 24 22 20 24 86 258,33% 50,88%

Continuità scuola lavoro 20 19 17 16 20 30 50,00% 50,00% Integrazione sociale in ambiente di lavoro 82 83 83 69 80 84 5,00% 2,44%

TOTALE 310 296 286 291 365 416 16,45% 34,19%

Tab. 8 - Numero di tirocini suddivisi per finalità - Anni 2013-2016

Finalità N.

tirocini 2011

N. tirocini

2012

N. tirocini

2013

N. tirocini

2014

N. tirocini

2015

N. tirocini

2016

Variazione 2015-

2016

Variazione 2011-

2016 Osservazione e Orientamento 1 5 3 1 3 9 200,00% 800,00% Formazione in situazione 34 53 63 58 58 43 -25,86% 26,47% Mediazione al collocamento 52 50 39 42 57 49 -14,04% -5,77% Inclusione sociale 75 79 70 72 67 73 8,96% -2,67% Alternanza scuola lavoro 17 18 15 16 16 20 25,00% 17,65%

TOTALE 179 205 190 189 201 194 -3,48% 8,38% L’analisi dei dati riportati nelle tabelle precedenti relative alla tipologia di progetti ed ai tirocini attivati va affrontata avendo alcune avvertenze. Innanzitutto va evidenziato che il dato riferito ai progetti rispecchia la dinamicità del servizio offerto: il numero di progetti registrati nell’arco dell’anno è infatti superiore (+62) al numero di persone prese in carico; ciò sta a significare come nell’arco di tempo considerato vi siano stati cambiamenti nella vita o nel percorso delle persone e come questi cambiamenti abbiano avuto necessità di essere seguiti con strumenti di volta in volta appropriati. L’evidente differenza fra il numero di progetti ed i tirocini attivati, evidenzia il fatto che non sempre ad una progettualità corrisponde l’attivazione di un’esperienza di tirocinio. Alcune delle progettualità (accoglienza - mantenimento del posto di lavoro – supporto alla ricerca attiva) non prevedono nemmeno tale strumento; considerato ciò, resta comunque una differenza fra progetti e tirocini, la cui ragione sta nel fatto che spesso il passaggio da un’enunciazione (“iniziamo un progetto di ...”) e l’avvio dell’esperienza richiede tempi per una maggior definizione e tempi necessari alla ricerca di situazioni adeguate agli obiettivi ed al livello di funzionamento delle persone. Complessivamente il numero di tirocini nei quali il SIL ha avuto un ruolo è stato leggermente inferiore (-7) all’anno precedente. Considerando solo quelli di cui il SIL è pienamente titolare (osservazione, formazione in situazione, integrazione sociale) questa differenza si riduce ulteriormente (-3). Fra questi risultano in decremento i tirocini di formazione in situazione (-15) mentre aumentano i tirocini a scopo osservativo (+6) e quelli d’integrazione sociale dalle caratteristiche inclusive e finalizzati al mantenimento delle abilità e dell’autonomia delle persone più compromesse le cui risorse sono incompatibili con una piena condizione di “lavoratore” (+6). Da segnalare come nell’anno considerato sia cresciuto anche il numero di collaborazioni con la scuola nella gestione di tirocini di alternanza scuola lavoro rivolto ad alunni con programmazione differenziata. Ciò che ha in parte modificato alcuni dei dati è senz’altro da attribuire all’effetto di aver potuto trasferire parte dei percorsi in altri contesti progettuali (come ad esempio i progetti attivati con l’AICT, a cui si rimanda in una successiva parte). Inoltre va segnalato come, in alcuni casi, la crescente attenzione alle ricadute - in termini di responsabilità ed adempimenti in capo alle aziende – derivanti dall’applicazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha rappresentato un ostacolo nel reperire (ed in alcuni casi nel mantenere) disponibilità da parte di datori di lavoro. Si tratta di un problema già più volte affrontato anche in ambito di coordinamento regionale dei SIL che attende ancora di trovare appropriate soluzioni.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

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Infine si evidenzia come ai progetti realizzati in collaborazione e a supporto dei Servizi per il lavoro della Provincia (mediazione al collocamento, mantenimento del posto di lavoro, ricerca attiva del posto di lavoro) sia destinata una parte significativa dell’attività del SIL; all’interno di queste attività vi sono degli scostamenti significativi che, almeno in parte, sono dovuti ad una revisione delle modalità di collaborazione fra SIL e CPI. 3. I progetti - Analisi dell'attività

Sotto il profilo delle progettazioni relative al Servizio, il 2016 è stato caratterizzato principalmente dall’impegno nella gestione dell’Azione Integrata di Coesione Territoriale (AICT) nell’ambito della programmazione regionale FSE 2014-2020. Questa progettualità è stata per 21 utenti del SIL una buona opportunità di acquisizione di competenze e al momento per 5 di essi la chiave di accesso ad un effettivo rapporto di lavoro; inoltre ha rappresentato l’occasione per rivitalizzare i rapporti operativi fra i vari soggetti che aderiscono alla rete provinciale per l’integrazione sociale e lavorativa delle persone svantaggiate. Particolarmente significativo è risultato il seminario d’avvio del progetto nel quale vi è stata l’occasione per impostare un confronto con diversi rappresentanti del mondo imprenditoriale. Tali occasioni di lavoro e confronto rappresentano un buon humus nel quale continuare a coltivare la valorizzazione della preziosa disponibilità dimostrata da molte aziende nel collaborare alla realizzazione di progetti di inclusione sociale: resta questo uno degli obiettivi di medio termine per il SIL. 4. Le criticità riscontrate e le azioni correttive: 4.1 Criticità riscontrate nell’Area durante l’anno 2015

Nel corso del 2016 non vi sono stati significativi cambiamenti rispetto all’anno precedente; si riconfermano nella sostanza le criticità a suo tempo individuate:

- la crisi economica che ha dominato il quadro degli ultimi anni ha avuto come effetto strutturale una significativa diminuzione di quelle Aziende, di piccole dimensioni e caratterizzate da dinamiche relazionali favorevoli all’integrazione lavorativa delle persone più fragili. Peraltro, come evidenziato dall’indagine condotta dal SIL nel 2015 presso le Aziende partner, si conferma, nell’operatività quotidiana, un buon livello di sensibilità e di attenzione agli aspetti sociali della comunità da parte del mondo imprenditoriale più legato al territorio;

- gli effetti della crisi si ripercuotono sulla popolazione sia in termini di restrizione dei diritti e su quello delle quotidiane condizioni di vita, soprattutto delle persone e delle famiglie più fragili; per tale motivo, anche a fronte della limitatezza delle risorse dei servizi, sempre più spesso al SIL è richiesto di operare in ambiti marginali - quando non addirittura estranei - al proprio mandato istituzionale (sostegno al reddito, strutturazione del tempo, socializzazione, …);

- le ripetute novità normative, che hanno riguardato sia le politiche del lavoro sia le funzioni istituzionali attribuite alle Province, hanno comportato, e comporteranno prevedibilmente ancora per qualche tempo, ripetuti aggiustamenti sul piano della collaborazione con i Servizi per l’impiego nella gestione della normativa sul collocamento mirato delle persone disabili;

- anche nell’anno considerato ha pesato, riguardo alla soluzione di numerosi aspetti problematici (ed in particolare le ricadute derivanti dall’applicazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro) la sostanziale assenza del Dipartimento dei Servizi sociosanitari e sociali della Regione nel coordinare ed indirizzare l’attività dei SIL.

- nell’anno considerato si sono manifestati - in termini di maggiori difficoltà nel reperimento di aziende disponibili ad accogliere esperienze di tirocinio – gli effetti di una lodevole maggior attenzione agli aspetti relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli interventi possibili messi in atto negli anni scorsi (organizzazione, in collaborazione con lo SPISAL aziendale, di corsi di primo livello rivolti ai tirocinanti) non sono più sufficienti a rispondere a quelle che sono le

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

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disposizioni normative; ciò rende a volte maggiormente complicato l’avvio di nuove esperienze di tirocinio.

Infine, il recente accorpamento dell’ULSS di Feltre, rende necessario un serrato confronto fra i modelli di servizio che presentano alcune differenze; lo scopo è, naturalmente, non creare disparità di accesso e di trattamento alle persone che afferiscono ai due Distretti della stessa Azienda sociosanitaria. 4.2 Azioni correttive da attuare

I fattori di criticità sopra riportati rendono necessario prevedere interventi correttivi su diversi fronti. Alcuni di questi, in particolare quelli da realizzare all’interno del sistema dei servizi aziendali, potranno sicuramente essere attuati, altri vengono citati ma sulla loro effettiva concretizzazione i margini di possibilità di incidere da parte del SIL sono, in alcuni casi, veramente limitati. In generale le azioni correttive, alla luce dei seppur ancora deboli segnali di ripresa del mercato del lavoro, devono tendere a rinforzare, nel Servizio, la capacità di coinvolgere e attivare risorse del sistema produttivo, valorizzandole al meglio.

4.2.1 Azioni correttive interne ai servizi

Sul piano dei rapporti interni all’Azienda: appare prioritario, nel Distretto di Belluno, perfezionare e completare l’integrazione del SIL nell’U.O. Disabilità; inoltre, dopo un anno di applicazione, è opportuno procedere ad una verifica in merito all’efficacia del Protocollo di collaborazione con i Dipartimenti della Salute Mentale e delle Dipendenze allo scopo di apportare eventuali miglioramenti e di esplorare eventuali nuove aree di collaborazione. I continui cambiamenti a cui è soggetto il sistema produttivo rendono necessaria una continua revisione e manutenzione dei processi di lavoro del SIL. Inoltre, alla luce delle sollecitazioni riscontrate negli ultimi tempi da parte soprattutto dei Servizi Aziendali (CSM; SerD; Disabilità) si rende necessaria una riflessione in merito a quale possa essere oggi una più appropriata funzione del Servizio e quali siano le aree ed i livelli di possibili nuove interazioni anche allo scopo di individuare risposte appropriate ai bisogni rilevati. 4.2.2. Azioni correttive a livello locale (ULSS, Comuni, CM)

Va data continuità all’adeguamento delle modalità collaborative fra il SIL ed i servizi per l’impiego ricercando una effettiva coerenza con le variazioni di assetti istituzionali e normativi. Uno dei nodi fragili dell’offerta lavorativa del territorio resta, da sempre, la ridotta incidenza delle cooperative sociali di produzione e lavoro. Rispetto a questa criticità l’azione del SIL non può essere che marginale ma sarà indirizzata al sostegno ed al rafforzamento delle realtà esistenti, sia attraverso interventi di sensibilizzazione verso i servizi Aziendali titolari di appalti sia verso le Pubbliche Amministrazioni locali affinché venga privilegiato, laddove possibile, l’affidamento di lavori alle cooperative sociali operanti sul territorio. Nell’ambito della collaborazione con il mondo della cooperazione sociale dovrà essere data continuità alle azioni innovative (Nuove Frontiere di Occupabilità) che rappresentano un valido momento di passaggio nel percorso di crescita di giovani persone disabili.

L’avvio di nuove progettualità nell’ambito delle azioni previste dal POR – FSE 2014 – 2020, ed in particolare del progetto AICT “Un territorio che accoglie”, rappresenta un’opportunità di rafforzamento della rete provinciale da non perdere. In quest’ambito il SIL potrà operare nel contesto di relazioni fra soggetti istituzionali e del privato sociale aggregato dal Protocollo provinciale per l’inserimento delle persone svantaggiate.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Disabilità

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4.2.3. Azioni correttive a livello regionale

Da quando, nel 2010, le attività del Coordinamento Regionale dei SIL (istituito con DGRV n. 994 del 2003 e riconfermato dalla DGRV n. 1138 del 2008) si sono di fatto interrotte, è venuto a mancare un punto di riferimento e di confronto fra le singole realtà aziendali e fra queste e la competenti strutture Regionali. Ciò in un periodo in cui il mondo del lavoro – quello, cioè, al cui interno principalmente opera il SIL – è stato interessato da radicali modificazioni sia nell’assetto istituzionale che sul piano della normativa. Per tale motivo, in attesa che riprendano con regolarità le attività del Coordinamento – nel corso del 2016 la Sezione Servizi Sociali ha promosso un solo incontro –, appare necessario mantenere i rapporti di collaborazione e scambio di esperienze strutturati negli anni recenti con i SIL delle Aziende ULSS di Area Vasta Belluno Treviso.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

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B.4 Area dipendenze 1. Uno sguardo d’insieme Nel 2016 il Dipartimento delle Dipendenze con le sue Unità Operative e il gruppo di lavoro di Agor-do a fronte delle carenze di organico, ha mantenuto un adeguato livello di risposta in riferimento alle problematiche storiche legate all’uso di:

• sostanze illegali in età adulta, con cronicizzazione, soprattutto riferita al consumo di eroina; • sostanze legali, quali l’alcol ed il tabacco; • sostanze cosiddette “ricreative” in età giovanile.

ed ai “nuovi” disagi prodotti da:

• gioco d’azzardo; • comportamenti di addiction legati alle nuove tecnologie; • multiproblematicità e multidimensionalità della sofferenza (così detta doppia diagnosi).

Inoltre ha continuato nell'attuazione di progetti di promozione della salute e prevenzione delle Dipendenze in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione. 2. I servizi - analisi dell’attività:

Il numero degli utenti presso le U.O di Belluno, del Cadore e dell’Equipe di lavoro di Agordo è complessivamente ancora in leggero calo (utenti 2015 = 850; utenti 2016= 838). Una attenzione particolare continua ad essere posta:

1) al potenziamento della collaborazione con il SIL e le cooperative sociali per l’inserimento lavorativo/occupazionale di soggetti svantaggiati e/o disagiati

2) alla collaborazione tra il Dipartimento delle Dipendenze e il Dipartimento di Salute Mentale in linea con il protocollo definito;

3) alla collaborazione tra il Dipartimento delle Dipendenze e le strutture residenziali (Comunità Terapeutiche) regionali ed extraregionali

4) al coordinamento tra Servizi, sia con nuove forme di collaborazione che con il potenziamento della formazione condivisa soprattutto nelle situazioni del disagio minorile e aggancio precoce di tali situazioni.

Nel 2016 le UOA afferenti il Dipartimento delle Dipendenze hanno proseguito nell'attività di pre-venzione del disturbo del gioco d'azzardo con :

• attività ambulatoriale nelle tre sedi • percorsi psicoeducatibi ed individuali di gruppo per i giocatori e i familiari • gruppi di autoaiuto territoriale a Belluno e ad Auronzo di Cadore • attività di sensibilizzazione sul territorio

Nell’ULSS n.1 viene attuato il programma Programma Regionale di Prevenzione delle patologie fu-mo-correlate: piano strategico” in un’ottica di stretta cooperazione interdipartimentale. In tal senso nel corso del 2016 il Dipartimento delle Dipendenze nell’ambito delle problematiche fumo-correlate, ha dato continuità alle attività già in essere da anni sia in campo preventivo che curativo collaborando con il Dipartimento di Prevenzione e l’Ambulatorio per smettere di fumare all'interno dell'Ospedale (Pneumologia di Belluno). Nel corso del 2016 si è ulteriormente sviluppata l'attività di valutazione, monitoraggio, informazio-ne per le persone interessate da provvedimenti a carico della patente (guida in stato di ebbrezza) e segnalati dalla Commissione Medica Locale Patenti.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

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E' proseguita una azione volta a migliorare una lettura del bisogno nel territorio e la sensibilizza-zione delle popolazioni al fine di favorire un accesso più precoce ai servizi. Nello specifico si prose-gue nelle seguenti attività:

• la collaborazione con lo Spazio Adolescenti, • collaborazione e formazione con i MMG al fine di affinare la capacità di diagnosi precoce, • collaborazione con le U.O. ospedaliere al fine di favorire l'individuazione precoce dei problemi

alcol-droga correlati ed avviare percorsi di trattamento (segnalazioni), • attività di sensibilizzazione sul territorio coinvolgendo tutti i nodi della rete formale e informa-

le comunitaria.

L’attività preventiva del Dipartimento delle Dipendenze ha avuto continuità nonostante le criticità sopra descritte. Il Dipartimento ha mantenuto un costante sforzo soprattutto per le azioni indirizzate ai giovani, sia attraverso le azioni del progetto Fuoriposto e le attività dell’equipe del Laboratorio di Comunicazione che hanno usufruito anche di finanziamenti regionali e di progettazione europea sia attraverso specifici progetti condivisi con i singoli poli scolastici. I progetti preventivi realizzati dal Dipartimento e le altre attività di sensibilizzazione curate dal Centro Acologico Territoriale funzionale sono descritti, successivamente, nel capitolo “prevenzione”. 2.1 Analisi delle tabelle di utenza e dei servizi dell’area

2.1.1 L'utenza complessiva

Se vengono considerati anche gli utenti seguiti per problemi legati al gioco d'azzardo, si evidenzia nel quinquennio in questione, una lieve flessione dell'utenza che afferisce alle U.O. del Dipartimen-to, che passa da 892 nel 2012 a 838 nel 2016, pari a –6,05%. Utenti dei Ser.D 2012-2016

Servizi per le Dipendenze

(Ser.D) Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione % nel quin-quennio

2012-2016 Ser.D Belluno 518 539 534 496 502 1,21% -3,09% Ser.D Agordo 131 120 112 118 124 5,08% -5,34% Ser.D Cadore1 243 250 263 236 212 -10,17% -12,76% Totale Ulss n.1 892 909 909 850 838 -1,41% -6,05%

Utenti dei Ser.D 2011-2016 - % utenti Residenti nel territorio dell'ULSS n. 1 sul totale degli utenti

Servizi per le Di-pendenze

(Ser.D)

% utenti del-l'ULSS n. 1 sul

totale degli utenti 2011

% utenti del-l'ULSS n. 1 sul

totale degli utenti 2012

% utenti del-l'ULSS n. 1 sul

totale degli utenti 2013

% utenti del-l'ULSS n. 1 sul

totale degli utenti 2014

% utenti del-l'ULSS n. 1 sul

totale degli utenti 2015

% utenti del-l'ULSS n. 1 sul

totale degli utenti 2016

Ser.D Belluno 66,98% 57,92% 63,08% 62,55% 63,71% 56,77% Ser.D Agordo 96,15% 96,18% 96,67% 96,43% 94,07% 96,77% Ser.D Cadore2 84,82% 85,19% 87,20% 90,11% 90,68% 86,32% Totale Ulss n.1 76,15% 70,96% 74,15% 74,70% 75,41% 70,17%

1 Vengono conteggiati tutti gli utenti seguiti ambulatorialmente (Tossicodipendenti, anche in appoggio, alcoldipendenti,

già ricoverati, ma con un programma di monitoraggio in corso. Dal conteggio complessivo quindi, sono esclusi gli u-tenti alcoldipendenti ricoverati nel D.H. e residenti fuori Provincia, in quanto non seguono un programma di monito-raggio a livello ambulatoriale.

2 Vedi nota 1

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

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Per quanto si stiano diffondendo, soprattutto in area giovanile, stili di consumo di sostanze illegali, rimangono preminenti le problematiche legate all'uso di alcol.

Utenti Alcoldipendenti 2012-2016 Servizi delle Dipendenze (Ser.D)

Servizi per le Dipendenze

(Ser.D)

Utenti Alcoldipen-

denti 2012

Utenti Alcoldipen-

denti 2013

Utenti Alcoldipen-

denti 2014

Utenti Alcoldipen-

denti 2015

Utenti Alcoldipen-

denti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

nel quin-quennio

2012-2016

Ser.D Belluno 247 277 273 276 246 -10,87% -0,40% Ser.D Agordo 94 78 79 78 86 10,26% -8,51% Ser.D Cadore3 201 212 223 198 180 -9,09% -10,45% Totale Ulss n.1 542 567 575 552 512 -7,25% -5,54%

Utenti Alcoldipendenti 2011-2016 - % utenti Residenti nel territorio dell'ULSS n. 1 sul totale degli utenti

Servizi per le Dipendenze

(Ser.D)

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2011

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2012

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2013

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2014

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2015

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2016

Ser.D Belluno 95,28% 84,62% 92,06% 87,18% 86,59% 82,52% Ser.D Agordo 100,00% 100,00% 98,72% 98,73% 100,00% 100,00% Ser.D Cadore4 83,26% 89,05% 89,62% 94,17% 91,41% 85,56% Totale Ulss n.1 90,91% 88,93% 92,06% 91,48% 90,22% 86,52% Utenti Tossicodipendenti 2012-2016 Servizi per le Dipendenze (Ser.D)

Servizi per le Dipendenze

(Ser.D)

Utenti Tossicodi-pendenti

2012

Utenti Tossicodi-pendenti

2013

Utenti Tossicodi-pendenti

2014

Utenti Tossicodi-pendenti

2015

Utenti Tossicodi-pendenti

2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

Ser.D Belluno 271 262 261 220 256 16,36% -5,54% Ser.D Agordo 37 42 33 40 38 -5,00% 2,70% Ser.D Cadore 42 38 40 38 32 -15,79% -23,81% Totale Ulss n.1 350 342 334 298 326 9,40% -6,86% E' noto che spetta ai Ser.D. garantire la continuità terapeutica ai tossicodipendenti in cura presso altri Ser.D. e domiciliati temporaneamente nei nostri territori (per motivi di vacanza, lavoro, deten-zione, inserimento in Comunità Terapeutica). Si spiega così l'alta percentuale di utenti tossicodipendenti provenienti da altre UU.LL.SS.SS..

Utenti Tossicodipendenti 2011-2016 - % utenti Residenti nel territorio dell'ULSS n. 1 sul totale de-gli utenti

Servizi per le Dipendenze

(Ser.D)

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2011

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2012

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2013

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2014

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2015

% utenti Residenti

nell'ULSS n. 1 2016

Ser.D Belluno 47,94% 33,58% 32,44% 36,78% 35,00% 32,03% Ser.D Agordo 89,13% 86,49% 92,86% 90,91% 82,50% 89,47% Ser.D Cadore 94,44% 66,67% 73,68% 67,50% 86,84% 90,63% Totale Ulss n.1 56,93% 43,14% 44,44% 45,81% 47,99% 44,48%

3 Vedi nota 1 4 Vedi nota 1

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

130

2.1.2 Il D.H. Alcologia

A partire dall'inizio dell'attività (1983) il D.H. Alcologia ha visto l'accesso di persone provenienti da altre UU.LL.SS.SS. del Veneto e da altre Regioni italiane. Per le persone ricoverate presso il D.H. e residenti in Provincia (U.L.S.S. 1 e 2), viene proposto un monitoraggio con colloqui-visite di controllo a 2, 6 e 12 mesi dalla dimissione.

Utenti 2011-2016 Day Hospital Alcologico (D.H.)

Utenti totali 2011

Utenti totali 2012

Utenti totali 2013

Utenti totali 2014

Utenti totali 2015

Utenti totali 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2011-2016 Day Hospital

Alcologico (D.H.)

196 164 168 175 187 181 -3,21% -7,65%

50 35 39 40 46 36 -21,74% -28,00% di cui residenti nell'ULSS n. 1

25,51% 21,34% 23,21% 22,86% 24,60% 19,89% 2.1.3 Gli inserimenti in C.T. Si evidenzia negli ultimi cinque anni:

1. una lieve decrescita complessiva del bisogno di residenzialità in termini di numero di utenti ma non di numero di giornate;Tale date può essere significativo di una maggiore tenuta te-rapeutica,

2. si conferma un incremento della necessità di risposte specialistiche, a fronte di una cre-scente complessità delle situazioni che si presentano.

Utenti 2012- 2016 Inseriti in Comunità Terapeutiche (CT)

Inserimenti in Comuni-tà Terapeutiche (CT)

Utenti totali 2012

gg di presen-za 2012

Utenti totali 2013

gg di presen-za 2013

Utenti totali 2014

gg di presen-za 2014

Utenti totali 2015

gg di presenza

2015

Utenti totali 2016

gg di presenza

2016

Sub-Distretto di Belluno 31 4.928 20 3.766 16 2.972 11 2.847 19 4.383 Sub-Distretto di Agordo 8 1.272 10 2.478 8 2.193 7 1.465 6 1.583 Sub-Distretto del Cadore 5 1.208 7 579 10 1.651 16 2.572 10 1.969 Totale Ulss n.1 44 7.408 37 6.823 34 6.816 34 6.884 35 7.935 N° gg medi x utente 168 184 200 202 227

2.1.4 Carcere

Come da disposizioni di legge, il Ser.D. operante laddove insiste un Istituto di Pena, garantisce gli interventi per i detenuti alcol-tossicodipendenti. Ciò comporta l'analisi della domanda (frequente ricorso per usufruire delle misure alternative alla detenzione), l'inquadramento diagnostico, i pro-grammi trattamentali ed il lavoro di rete con i Servizi di provenienza.

2.1.5 Minori

Utenti che hanno avuto accesso ai Servizi del Dipartimento delle Dipendenze in età minore nel 2016:

• Auronzo 3 • Agordo 0 • Belluno 5 • Totale 8

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

131

Tali situazioni, in aumento, implicano un carico di lavoro significativo per la complessità ed il con-testo familiare e vede il Dipartimento impegnato in un impegno costante nell'interagire con i servizi specifici, Servizio Tutela Minori e Servizio Adolescenti /Giovani e Servizio Età Evolutiva. 2.1.6 Giocatori d'Azzardo problematici in carico

Auronzo 10 Agordo 3 Belluno 25

Età media uomini 55,0

Età media donne 50,67

Come descritto precedentemente il Dipartimento è stato particolarmente attivo sia per quanto ri-guarda l’attività preventiva sul territorio, con il coinvolgimento degli Enti Locali, sia in ambito tera-peutico (presa in carico, colloqui, gruppo psicoeducativo, gruppi di autoaiuto) sia per quanto ri-guarda gli aspetti di tutela dei soggetti interessati (aspetti legali, amministratore di sostegno). 2.1.7 Segnalati dalla CMLP

L’attività di presa in carico e di certificazione per le persone inviate dalla CMLP per la definizione dell’idoneità alla guida in seguito alla contestazione per guida in stato di ebbrezza continua ad ave-re una significativa rilevanza nel carico di lavoro delle UO del Dipartimento. L’intervento messo in atto dal Dipartimento ha come obiettivi la valutazione dei problemi alcol cor-relati e la loro cura, la valutazione del rischio di abuso, la prevenzione e il miglioramento della con-sapevolezza del rischio legato allo stile di vita e la guida. Per tali obiettivi vengono messi in atto programmi di monitoraggio, colloqui di verifica, il corso “Guida Sicura”. In particolare il corso in-formativo-educativo intende sensibilizzare sulle conseguenze fisiche psichiche e relazionali collega-te all’uso di alcol e di sostanze stupefacenti sia alla guida di autoveicoli sia come comportamento e stili di vita a rischio. Utenti seguiti su invio della CMLP – serie storica

Anno Auronzo Agordo Belluno Totale

2011 63 11 115 189

2012 78 35 140 253

2013 83 32 149 264

2014 82 35 147 264

2015 71 26 149 246

2016 69 35 126 230 2.18 Attività con l'Associazionismo

Punto di forza del Dipartimento delle Dipendenze è credere nell'attuazione e nello sviluppo di una rete territoriale sinergica finalizzata alla promozione e protezione della salute con il coinvolgimento di tutte le risorse delle Comunità Locali. Fin dall’inizio dell’attività del Dipartimento si è prestata at-tenzione alla collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato (CSV). Da anni le U.O. sviluppano una collaborazione strutturata con le Associazioni dei Club Alcologici Territoriali attive nell'ULSS n. 1, al fine di promuovere i programmi territoriali per il controllo dei problemi alcol correlati. In concreto si considera l'impegno diretto di operatori delle U.O. del Dipartimento nelle seguenti attività:

1) impegno come Servitori insegnanti nei Club Alcologici Territoriali da parte di 5 operatori del Dipartimento;

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

132

2) cooperazione nella realizzazione di attività di sensibilizzazione sul territorio (Scuole Alcologi-che Territoriali su tutto l’ambito con il coinvolgimento attivo degli Enti Locali e di altre A-genzie e Associazioni presenti sul Territorio);

3) impegno diretto da parte di un operatore del Dipartimento nella gestione della Banca Dati Regionale dei Club Alcologici Territoriali.

Nel 2016 è stato realizzato un corso di sensibilizzazione con il coinvolgimento di 46 iscritti tra ope-ratori socio sanitari e volontari.

Sono attivi sul territorio dell'ULSS 1 29 Club Alcologici Territoriali.

2.1.9 Inserimenti lavorativi

In relazione alla crisi economico-occupazionale e alla complessità delle singole situazioni è cre-scente la richiesta di un sostegno per gli inserimenti lavorativi mirati. E' proseguita in questa linea i la collaborazione con il SIL e le Cooperative Sociali del territorio.

Da anni è attivo un protocollo d'intesa con la Coop. Cadore. E' attivo il protocollo Dipartimento Dipendenze – Dipartimento Salute Mentale- SIL.

2.1.10 Tabagismo

A livello preventivo è stata data continuità al progetto regionale di educazione tra pari “Sfumiamo i dubbi” con il coinvolgimento di docenti e studenti della scuola secondaria di secondo grado. Nell’ambito del trattamento nel 2016 è stato organizzato, come di consueto, un corso per smettere di fumare secondo il modello regionale “TG fumo”. Trattamento di gruppo per smettere di fumare, articolato in nove incontri serali con follow-up a 6-12-24 mesi. I partecipanti sono stati 15. Nel 2016 è continuata la collaborazione tra gli operatori del Ser.D di Belluno alla formazione per counseling breve per tabagisti in setting sanitari opportunistici. Continua la partecipa al gruppo aziendale “Ambienti sanitari liberi dal fumo” per la definizione di attività preventive negli ambienti dell'Azienda. Nel corso del 2016 operatori del Dipartimento con conoscenze e esperienze specifiche hanno par-tecipato agli incontri di coordinamento a livello regionale. 2.1.11 Attività preventiva realizzata nel corso del 2016

L’attività di prevenzione delle problematiche alcol-droga correlate è proseguita secondo le modlità e progettualità degli anni precedenti.

2.2 Analisi delle risorse economiche

I costi del 2016 registrati dai SERD e dal DH Alcologico sono sostanzialmente in linea con quelli del 2015. Come per il 2015, una quota di costi riferita a servizi non sanitari e costi comuni aziendali (c.d. “costi indiretti”) è stata attribuita in modo proporzionale, per un’incidenza complessiva del 3% sul costo complessivo dei servizi in questione. Tab. 7 - Risorse complessive impiegate nell'Area Dipendenze (esclusi progetti) 2012-2016

Risorse complessive impiegate nell'Area Di-

pendenze Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Sub-Distretto di Belluno 1.282.396,86 1.229.812,22 1.150.658,41 1.057.712,88 1.182.283,80 11,78% -7,81% Sub-Distretto di Agordo 216.039,95 278.229,81 252.367,71 218.547,12 225.678,78 3,26% 4,46% Sub-Distretto del Cadore 712.656,06 705.395,33 690.221,01 903.728,14 837.367,82 -7,34% 17,50%

Totale Ulss 1 2.211.092,88 2.213.437,37 2.093.247,13 2.179.988,14 2.245.330,39 3,00% 1,55% Nel 2016 va rilevato un forte incremento delle risorse utilizzate nel sub-distretto di Belluno, dovuto principalmente alle maggiori risorse utilizzate in funzione degli inserimenti presso le

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

133

Comunità Terapeutiche. Nel sub-distretto del Cadore si rileva, invece, un andamento in controtendenza, sempre a motivo di una diminuzione di risorse destinate agli inserimenti residenziali. Presso il Ser.D del Cadore a metà 2016 è andato in quiescenza il coordinatore infermieristico (sostituito in settembre 2017). Tab. 8 - Costi 2012-2016 Servizi per le Dipendenze (Ser.D) Personale

Servizi per le Dipendenze

(Ser.D) Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Ser.D Belluno 961.159,44 974.502,52 953.308,93 866.293,01 898.656,32 3,74% -6,50% Ser.D Agordo 143.373,27 132.435,77 130.872,23 144.612,20 143.089,74 -1,05% -0,20% Ser.D Cadore 212.153,31 242.760,07 206.968,69 227.858,40 223.796,21 -1,78% 5,49%

Totale Ulss 1 1.316.686,03 1.349.698,36 1.291.149,85 1.238.763,61 1.265.542,26 2,16% -3,88%

Presso il SerD di Belluno nel 2016 si è registrato il turnover di un assistente sociale e di un infermiere, e la presenza aggiuntiva, per 5 ore a settimana, di una seconda assistente sociale, proveniente dal SerD di Agordo.

Tab. 9 - Costi 2012-2016 Day Hospital Alcologico (D.H.)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016 Day Hospital

Alcologico (D.H.) - Cadore

405.323,43 419.038,20 381.956,73 498.817,27 499.131,85 0,06% 23,14%

Tab. 10 - Costi 2012-2016 Inseriti in Comunità Terapeutiche (CT)

Inserimenti in Comunità Tecapeutiche (CT)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Distretto di Belluno 321.237,42 255.309,70 197.349,48 191.419,87 283.627,48 48,17% -11,71% Distretto di Agordo 72.666,68 145.794,04 121.495,48 73.934,92 82.589,04 11,71% 13,65% Distretto del Cadore 95.179,32 43.597,07 101.295,59 177.052,46 114.439,76 -35,36% 20,24%

Totale Ulss1 489.083,42 444.700,81 420.140,55 442.407,25 480.656,28 8,65% -1,72%

3. I risultati raggiunti:

Nel 2016 sono stati realizzati i seguenti risultati:

- Mantenimento delle offerte istituzionali delle tre sedi operative. relativamente alle problema-tiche legate all'uso di alcol, droghe illegali, tabacco e gioco d'azzardo.

- Implementazione del lavoro di rete tra diverse agenzie del pubblico, del privato sociale e del volontariato

- Implementazione della formazione degli operatori, soprattutto per quanto riguarda la presa in carico della famiglia e gli inserimenti in comunità terapeutica e le nuove droghe.

- Partecipazione attiva alla rete regionale dei Servizi pubblici di Alcologia. - Prosecuzione dei progetti preventivi e di promozione della salute, con un incremento della

collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione (Guadagnare Salute). 4. Le criticità riscontrate e le azioni correttive:

4.1 Criticità riscontrate nell’Area durante l’anno 2016

Si conferma quanto già evidenziato nella relazione anno 2015:

• Complessità delle situazioni afferenti ai Servizi

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Dipendenze

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• Famiglie con figli minori che presentano uso di sostanze e comportamenti problematici • Aumento delle richieste d’aiuto da parte di utenti/famiglie con problemi di gioco d'azzardo

patologico • Dotazione organica non adeguata • La collaborazione con gli Enti Locali (amministrazioni comunali) evidenzia la scarsità di risorse

lamentate dagli stessi, soprattutto per attuare gli inserimenti lavorativi • Mercato del lavoro in crisi e diminuzione delle opportunità di reinserimento sociale degli u-

tenti con problemi alcol droga correlati e complessi, con ricadute negative anche per quanto riguarda l’aspetto terapeutico/riabilitativo

• Aumento del lavoro burocratico/amministrativo in assenza di personale destinato all’occorrenza.

4.2 Azioni correttive da attuare

4.2.1 Azioni correttive interne ai servizi

- Utilizzo della mobilità degli operatori nei tre Ser.D. favorendo le iniziative trasversali. - Mantenimento di un livello adeguato di formazione ed aggiornamento del personale.

4.2.2. Azioni correttive a livello locale (ULSS, Comuni, CM)

- Piena Attuazione dei protocolli definiti negli anni precedenti (con le Cooperative Sociali, il Di-partimento di Salute Mentale, il SIL e il CeIS di Belluno)

- Implementazione della collaborazione con i MMG - Maggiore sinergia con i Reparti ospedalieri (segnalazioni, dimissioni protette). - Implementazione della collaborazione con altri Servizi dell'Azienda (soprattutto Servizio Tute-

la Minori, Servizio Età Evolutiva). - Implementazione di progetti condivisi con il Dipartimento di Prevenzione su stili di vita, taba-

gismo usufruendo in sinergia delle risorse allocate presso il suddetto Dipartimento (Progetto Regionale Guadagnare Salute).

4.2.3. Azioni correttive a livello regionale

Rimangono aperte le questioni inerenti la carenza di risorse riguardanti la prevenzione e il tratta-mento del gioco d'azzardo (fondo bloccato) e la promozione della salute nella comunità locale.

5. Prospettive e obiettivi operativi

L’intervento precoce resta fondamentale per individuare segnali iniziali di disagio. Varie figure e istituzioni devono essere coinvolte in questo processo, oltre i Medici di Medicina Generale, la scuo-la, i servizi sociali dei Comuni, la comunità locale in generale ma soprattutto le famiglie.

In riferimento al processo di riorganizzazione dipartimentale conseguente la unificazione delle due ex Ulss 1 e 2, e' in corso lo sviluppo di iniziative trasversali sull'intero territorio aziendale con l'o-biettivo di armonizzare e uniformare gli interventi. In riferimento alla attuazione della DGR 247 della Regione Veneto riferentesi alle modalità di ge-stione del Fondo per gli inserimenti nelle strutture riabilitative protette (Comunità Terapeutiche), vi sono state alcune criticità burocratiche (a livello regionale). Lo strumento appare comunque effi-cace e probabilmente la sperimentazione sarà estesa al 2018.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

135

B.5 Area Salute Mentale

1. Uno sguardo d’insieme

Rispetto ai bisogni consolidati, le priorità di intervento per l’anno 2016 hanno riguardato riguar-dano, come per gli anni precedenti, soprattutto i percorsi di inserimento lavorativo e la residenziali-tà. Nonostante il miglioramento della collaborazione tra Dipartimento Salute Mentale e Servizio Inte-grazione Lavorativa, permane una criticità nelle politiche per l’inserimento lavorativo delle persone con diagnosi psichiatrica, sia per la difficoltà di coordinamento tra i soggetti che a vario titolo con-corrono alla realizzazione dei progetti di inserimento lavorativo (Centri di Salute Mentale, Servizio Integrazione Lavorativa, Centri per l’impiego, Provincia, privato sociale, agenzie di valutazione e riconoscimento dell’idoneità lavorativa), sia, soprattutto, per la scarsità dell’offerta lavorativa e di cooperative di tipo B nel territorio bellunese.

Le difficoltà nell’area della residenzialità consistono nella problematicità di alcune strutture psichia-triche di Belluno e nella carenza di offerta di posti letto (Comunità Alloggio (CA), Gruppi Apparta-mento Protetto (GAP), Comunità Alloggio di tipo estensivo, con un turnover delle strutture tera-peutiche residenziali, da anni, quasi azzerato. Rispetto ai bisogni emergenti le priorità di intervento riguardano i disturbi del comportamento alimentare, la comorbilità con disturbi di personalità e con disturbi da uso di sostanze, gli interventi precoci nell’area delle psicosi e l’integrazione con le aree di intervento vicine. In questo ambito le problematiche vanno dalle necessarie sinergie con la Neuro Psichiatria Infantile nell’area dell’adolescenza e negli interventi di urgenza (è indispensabile la definizione di una procedura ope-rativa specifica tra DSM, NPI, PS e Pediatria), al consolidamento dei rapporti di collaborazione con i Medici di Medicina Generale, soprattutto nell’ambito di richieste di salute mentale che interessano problematiche che si collocano nell’ambito dei disturbi dell’adattamento, anche in relazione alle ne-gative contingenze socio-economiche attuali, e problematiche psicogeriatriche, spesso concomitan-ti a disturbi somatici e della sfera cognitiva, ma anche a solitudine e ad una carenza di reti sociali di supporto.

Le politiche di intervento possono essere così riassunte:

- trovare collocazione idonea alle strutture psichiatriche esistenti a Belluno; - promuovere l’integrazione interna ai servizi del Dipartimento Salute Mentale e la collabora-

zione con aree di intervento vicine; - promuovere politiche di inclusione sociale, favorendo inserimento lavorativo, domiciliarità,

socializzazione e incrementando il ruolo delle reti sociali istituzionali e non istituzionali; - promuovere azioni contro lo stigma.

Attuazione compartecipazione Rispetto alla questione della compartecipazione alla spesa per le strutture residenziali ad elevato livello di integrazione socio-sanitaria, prevista dai livelli essenziali di assistenza (LEA)-area salute mentale- di cui all’all. 5 della DGR n. 2227 del 9 agosto 2002 e all’all. 1 della DGR n. 3972 del 30 dicembre 2002, il 17 dicembre 2013 la Conferenza dei Sindaci dell’A.ULSS n. 1 ha approvato la de-libera di presa d'atto del DGR 1749/13 del 3 ottobre 2013 "Linee di indirizzo per la compartecipa-zione alla spesa sociale degli inserimenti in strutture e percorsi riabilitativi del dipartimento di salu-te mentale". Tale delibera, che prevede anche la stesura di un regolamento che faciliti la gestione economica da parte dei Comuni rispetto ai soggetti indigente e la creazione di un fondo economico comune, completa gli strumenti per la necessaria applicazione della compartecipazione alla spesa per le Comunità Alloggio e per i Gruppi Appartamento Protetto.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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La concomitante approvazione del Progetto triennale (1 gennaio 2014-31 dicembre 2016) “Appar-tamenti Protetti – Domiciliarità Protetta - Attivazione Gruppo Appartamento Protetto afferente all’Unità Operativa di Psichiatria del Distretto n. 3 di Belluno e avvio del Gruppo Appartamento Pro-tetto afferente all’Unità Operativa di Psichiatria del Distretto n. 1 del Cadore di cui alla deliberazio-ne n. 511 del 19.05.2011”, avvenuta il 20 marzo 2014 (Delibera ULSS n.231/2014), e le successive integrazioni, deliberate con provvedimento n.239 del 19.03.2015, prevedono, anche per il 2016, la prosecuzione della domiciliarità protetta e hanno reso operativo l’avvio del GAP del Cadore e del GAP maschile di Belluno. Nel corso del 2016 la delibera è stata applicata ai due GAP di Pieve di Cadore e di Belluno e alla CA di base di Auronzo. Non è stata applicata sulla Comunità Terapeutica Residenziale di Cavarzano, in attesa che il rinnovo dell’affidamento ne ridefinisca a pieno titolo le caratteristiche come Comunità Alloggio di Base. Nonostante tali deliberazioni, appare opportuno, in vista del rinnovo dell’appalto e quindi dell’aumento significativo dell’offerta residenziale in quota partecipazione, definire delle mo-dalità di incontro tra servizi sanitari e Comuni, per il tramite della Conferenza dei Sindaci, per stabi-lire modalità di attuazione e di reperimento delle risorse necessarie. 2. I servizi – Analisi dell’attività

2.1.1 Dati d’utenza

Nelle tabelle seguenti si presentano i dati di utenza dei servizi dell’area della Salute Mentale.

Utenti 2012-2016 – Centri Diurni per utenti psichiatrici (CD)

Centri Diurni per utenti Psichiatrici

(CD) Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Centro Diurno di Belluno (12 posti)* 30 33 42 34 30 -11,76% 0,00%

Centro Diurno di Agordo (15 posti) 21 17 19 18 17 -5,56% -19,05%

Centro Diurno di Pieve di Cadore (10 posti) 36 36 28 37 35 -5,41% -2,78%

Totale Ulss n. 1 87 86 89 89 82 -7,87% -5,75%

* Nel Marzo 2011 c’è stata l’apertura del Centro Diurno di Agordo conseguentemente alla necessaria riconversione dell’attività CEOD rivolta ad utenti psichiatrici all’interno dell’attività del CEOD Disabili.

Utenti 2012-2016 – Comunità Terapeutiche Residenziali Protette (CTRP)

Comunità Terapeutiche Residen-ziali Protette (CTRP)

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 CTRP di San Gervasio Belluno (20 posti) 23 22 20 19 19 0,00% -17,39%

CTRP di Auronzo di Cadore (8 posti) 13 16 11 14 10 -28,57% -23,08%

Totale Ulss n. 1 36 38 31 33 29 -12,12% -19,44%

Giornate di presenza 2012-2016 – Comunità Terapeutiche Residenziali Protette (CTRP)

Comunità Terapeutiche Residen-ziali Protette (CTRP)

gg, di pre-senza 2012

gg, di pre-senza 2013

gg, di pre-senza 2014

gg, di pre-senza 2015

gg, di pre-senza 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

CTRP di San Gervasio - Belluno (12 posti) 6.214 6.074 5.973 5.841 5.832 -0,15% -6,15%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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di cui residenziale 4.817 4.692 4.513 4.343 4.314 -0,67% -10,44% di cui diurna 1.397 1.382 1.460 1.498 1.518 1,34% 8,66%

CTRP di Auronzo di Cadore (6 posti) 2.978 2.568 2.765 2.186 2.020 -7,59% -32,17%

di cui residenziale 2.976 2.568 2.764 2.136 2.020 -5,43% -32,12% di cui diurna 2 0 1 50 0 -100,00% -100,00%

Totale Ulss n. 1 9.192 8.642 8.738 8.027 7.852 -2,18% -14,58%

Il calo dei dati di utenza e di attività della CTRP DI Auronzo nel corso del 2016 è legato alla ridu-zione dei posti letto da 14 a 12 attuata in attuazione della deliberazione regionale.

Utenti 2012-2016 – Comunità Alloggio (CA)

Comunità Alloggio (CA)

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 C.A. di Cavarzano (BL) (15 posti) 18 16 16 16 16 0,00% -11,11%

Comunità Alloggio di Auronzo (8 posti) 11 8 10 10 8 -20,00% -27,27%

Totale Ulss n. 1 29 24 26 26 24 -7,69% -17,24%

Giornate di presenza 2012-2016 - Comunità Alloggio (CA)

Comunità Alloggio (CA) gg, di pre-

senza 2012

gg, di pre-senza 2013

gg, di pre-senza 2014

gg, di pre-senza 2015

gg, di pre-senza 2016

Variazione %

2015-2016 CA Cavarzano - Belluno (ex Casa Carbone) (15 posti)

3.576 3.270 3.317 2.797 2.892 3,40%

di cui residenziale 1.443 1.368 1.543 1.086 1.313 20,90% di cui diurna 2.133 1.902 1.774 1.711 1.579 -7,71%

CA di Auronzo di Cadore (8 posti) 1.854 2.145 1.965 2.092 2.039 -2,53%

di cui residenziale 1.854 2.145 1.949 2.092 2.039 -2,53% di cui diurna 0 0 16 0 0 -

Totale Ulss n. 1 5.430 5.415 5.282 4.889 4.931 0,86% Il calo di utenza della CA di Reane, che non si associa ad una diminuzione proporzionale delle gior-nate di presenza, è legato ad una diminuzione del turn –over degli utenti ospitati. Utenti 2012-2016 – Centri di Salute Mentale (CSM)

Centri di Salute Mentale (CSM)

Utenti 2012

Utenti 2013

Utenti 2014

Utenti 2015

Utenti 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Centro di Salute Mentale di Belluno (6 sedi) 1.458 1.369 1.360 1.312 1.340 2,13% -8,09%

Centro di Salute Mentale di Agordo (3 sedi) 387 341 331 345 349 1,16% -9,82%

Centro di Salute Mentale di Cadore (4 sedi) 752 714 661 589 619 5,09% -17,69%

Totale Ulss n. 1 2.597 2.424 2.352 2.246 2.308 2,76% -11,13%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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Prestazioni 2012-2016 – Centri di Salute Mentale (CSM)

Centri di Salute Mentale (CSM)

Prestazioni 2012

Prestazioni 2013

Prestazioni 2014

Prestazioni 2015

Prestazioni 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Centro di Salute Mentale di Belluno 34.259 31.989 30.674 30.439 29.667 -2,54% -13,40%

Centro di Salute Mentale di Agordo 9.869 10.455 11.700 12.342 12.974 5,12% 31,46%

Centro di Salute Mentale di Pieve di Cadore 22.901 20.514 21.730 21.414 22.007 2,77% -3,90%

Totale Ulss n. 1 67.029 62.958 64.104 64.195 64.648 0,71% -3,55%

Giornate di degenza 2013-2016 – Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC)

Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC)

Giornate di degenza

2013

Giornate di degenza

2014

Giornate di degenza

2015

Giornate di degenza

2016 Variazione %

2015-2016

SPDC Ospedale di Belluno (16 posti) 4.197 3.900 3.707 3.845 3,72%

SPDC Ospedale di Pieve di Cadore (6 posti) 2.031 2.061 1.886 1.866 -1,06%

Totale Ulss n. 1 6.228 5.961 5.593 5.711 2,11%

N. ricoveri 2013-2016 – Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC)

Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC)

N. ricoveri 2013

N. ricoveri 2014

N. ricoveri 2015

N. ricoveri 2016

Variazione % 2015-2016

SPDC Ospedale di Belluno (16 posti) 255 266 242 247 2,07%

SPDC Ospedale di Pieve di Cadore (6 posti) 107 101 106 103 -2,83%

Totale Ulss n. 1 362 367 348 350 0,57%

I dati relativi alle giornate di degenza e al numero di ricoveri nei due SPDC si mantengono sostan-zialmente invariati. Permane un utilizzo improprio dei posti letto sia per utenti psichiatrici che ne-cessiterebbero di soluzioni di tipo residenziale e che permangono ricoverati per periodi eccessiva-mente lunghi, sia per problematiche non specificamente legate ad un’acuzie clinica, prevalente-mente di tipo comportamentale e sociale, che non trovano risposte idonee in altri contesti. Una quota della domanda impropria è relativa a utenti geriatrici che, soprattutto del subdistretto del Cadore, non trovano altre risposte, anche a livello ambulatoriale.

2.1.2 Dati economici

I costi del 2016 riferiti ai servizi gestiti direttamente dall’Azienda Sanitaria sono in taluni casi non perfettamente confrontabili con i dati del 2015, in quanto la contabilità analitica aziendale è stata ulteriormente perfezionata, con la rilevazione di costi di riscaldamento/manutenzione più precisi, anche a seguito dello spostamento “logistico” di alcuni servizi e la conseguente creazione di nuovi centri di costo. Permane in capo ai servizi qui elencati una quota di costi comuni aziendali (c.d. “costi indiretti”), attribuita in modo proporzionale, per un’incidenza complessiva del 3% sul costo complessivo. Tale affinamento dei dati di costo consente una migliore e più precisa definizione della quota di compartecipazione a carico dell’utenza (e, in subordine, dei Comuni), ai sensi della DGRV 1749/13 del 3 ottobre 2013 "Linee di indirizzo per la compartecipazione alla spesa sociale degli inserimenti

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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in strutture e percorsi riabilitativi del dipartimento di salute mentale”. Costi 2012-2016 – Centri Diurni per utenti psichiatrici (CD)

Centri Diurni per utenti Psichiatrici

(CD) Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Variazione % 2012-2016

Centro Diurno di Belluno (12 posti) 155.061,70 150.485,66 148.315,45 184.831,10 182.796,85 -1,10% 17,89%

Centro Diurno di Agordo (15 posti) 198.887,26 195.882,53 199.547,96 199.421,32 199.243,78 -0,09% 0,18%

Centro Diurno di Pieve di Cadore (10 posti) 158.543,51 157.708,64 161.579,50 146.210,28 115.942,55 -20,70% -26,87%

Totale Ulss n. 1 512.492,46 504.076,83 509.442,92 530.462,70 497.983,18 -6,12% -2,83%

La diminuzione di costi registrata presso il Centro diurno di Pieve è dovuta allo spostamento di un’educatrice presso il Centro diurno di Belluno a partire dal 01/02/16.

Costi 2016 - Gruppi Appartamento e Domiciliarità protetta

Gruppi Appartamento e Domicilia-rità protetta

Costi 2015

Costi 2016

Variazione % 2015-2016

Gruppo Appartamento Protetto Pieve di Cadore 11.248,22 23.653,95 110,29%

Gruppo Appartamento Protetto Belluno 22.069,79 28.081,59 27,24%

Domiciliarità protetta 7.070,10 115,68 -98,36% Totale 40.388,11 51.851,22 28,38%

Gli aumenti di costo del Cadore sono dovuti all’entrata a regime dei GAP, che nel 2015 erano stati aperti solo per 151 giorni. E’ crollata la domanda di domiciliarità protetta, a causa della compartecipazione economica richie-sta all’utenza. Costi 2012-2016 – Comunità Terapeutiche Residenziali Protette (CTRP)

Comunità Terapeutiche Residenziali Protette

(CTRP) Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

CTRP di San Gervasio - Belluno (12 posti)

707.670,28* 684.370,48 654.276,93** 632.241,42 660.503,33 4,47% -6,67%

CTRP di Auronzo di Cadore (8 posti)

381.716,25 402.839,31 398.614,33 378.075,32 402.645,27 6,50% 5,48%

Totale Ulss n. 1 1.089.386,53 1.087.209,79 1.052.891,25 1.010.316,74 1.063.148,60 5,23% -2,41% * Nel corso dell’anno 2012 ci sono stati due pensionamenti (OSS e Infermiere) non subito sostituiti. ** Nel corso dell’anno 2014 c’è stato un pensionament0 (OSS) e un trasferimento (Infermiere) non subito sostituiti.

Le variazioni di costo riferite alla CTRP di Auronzo sono principalmente legate alla rilevazione del costo dei servizi non sanitari (riscaldamento e manutenzioni impiantistiche), in precedenza frutto di stime e/o attribuzioni proporzionali, come specificato più sopra. In merito alla CTRP di Belluno, l’aumento dei costi, per circa 26.000 euro, è dovuto a diversi avvicendamenti avvenuti a livello di personale (OSS e infermieri).

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

140

Costi 2012-2016 – Comunità Alloggio (CA)

Comunità Alloggio (CA)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

Comunità Alloggio di Auronzo (8 posti) 180.873,82 165.350,91 166.488,48 153.891,50 171.421,35 11,39% -5,23%

Comunità Alloggio di Cavarzano - Belluno (15 posti)

238.629,01 240.892,07 237.478,88 247.983,65 263.484,37 6,25% 10,42%

Totale Ulss n. 1 419.502,84 406.242,98 403.967,36 401.875,15 434.905,72 8,22% 3,67%

L’aumento dei costi registrato dalla CA di Cavarzano è per metà dovuto al pagamento dell’affitto (circa 13.000 euro annui), voce di costo in precedenza assente. L’aumento dei costi a carico della CA di Auronzo è dovuto ad utenze (acqua ed energia elettrica, lavanderia e riscaldamento), in precedenza non rilevate o frutto di stime. Costi 2012-2016 – Centri di Salute Mentale (CSM)

Centri di Salute Mentale (CSM)

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Centro di Salute Mentale di Belluno 1.438.314,21 1.368.508,77 1.345.957,60 1.129.788,41 1.064.395,48 -5,79% -26,00%

Centro di Salute Mentale di Agordo 523.310,18 408.899,29 401.070,06 380.148,62 380.900,88 0,20% -27,21%

Centro di Salute Mentale di Pieve di Cadore 626.105,90 563.839,67 624.134,75 572.646,01 569.425,67 -0,56% -9,05%

Totale Ulss n. 1 2.587.730,29 2.341.247,74 2.371.162,41 2.082.583,03 2.014.722,02 -3,26% -22,14% CSM Belluno: nell’anno 2013 la diminuzione dei costi è dovuta alla riduzione del costo della somministrazione diretta dei farmaci di circa € 100.000. Nel 2015 si rileva una forte diminuzione del costo del personale (-240.000 euro), dovuta alla mancata sostituzione di un dirigente me-dico e alla condivisione del personale medico, precedentemente attribuito in via esclusiva al CSM di Belluno, con altri reparti della stessa Unità Operativa. Rispetto al 2015, nel 2016 è diminuita la spesa per il personale, a causa delle dimissioni o quiescenza del personale medico, solo parzialmente sostituito. Assieme ad alcune variazioni dovute al turnover degli infermieri, ciò ha determinato una diminuzione di costi di circa 51.000 euro.

CSM Agordo: nell’anno 2013 la rilevante diminuzione dei costi (-21,86%) è dovuta al pensionamento dal mese di giugno del Dirigente medico a 38 h, sostituito nel mese di luglio 2014 e alla riduzione del costo della somministrazione diretta dei farmaci di € 30.000.

CSM Cadore: nell’anno 2012, rispetto al 2011, c’è stato un aumento delle ore dei Dirigenti medici da 19 a 25, dell'AS da 30 a 36 del-l'infermiera da 10 a 18. Da settembre 2012 è entrato in servizio uno Psicologo (25 0re). Nell’anno 2013 la diminuzione dei costi è dovuta alla mancata immediata sostituzione di due Medici psichiatra che hanno terminato l’attività il 22.01.13 e il 27.06.13 e sostituiti il 26.03.13 e 16.09.13 e al dimezzamento del costo per somministrazione diretta dei farmaci di circa € 50.000. Nel corso dell’anno 2014 sono stati assunti due Medici psichiatra rispettivamente il 16.06.14 e 01.09.14, in data 27.07.14 ha terminato l’attività la Psicologa sostituita, per 13 ore dal 01/12/14, dalla psicologa in ruolo al Consultorio Familiare. Il 2015 ha visto diversi avvicendamenti nel personale medico ed infermieristico, e il pensionamento di un’infermiera, determinando la riduzione del costo del personale per circa 51.000 euro

di cui per somministrazioni farmacologiche dirette

Centri di Salute Mentale (CSM)

somministrazioni farmaci dirette

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 di cui somministrazioni farmaci dirette CSM di Belluno 199.805,26 102.101,46 82.268,98 78.550,97 52.821,26 -32,76% -73,56%

di cui somministrazioni farmaci dirette CSM di Agordo 55.391,82 21.596,64 24.797,22 34.350,90 27.553,43 -19,79% -50,26%

di cui somministrazioni farmaci dirette CSM di Pieve di Cadore 103.262,33 58.847,71 48.910,71 47.203,18 32.295,73 -31,58% -68,72%

Totale Ulss n. 1 358.459,41 182.545,81 155.976,91 160.105,04 112.670,42 -29,63% -68,57%

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

141

La diminuzione dei costi dei farmaci erogati per somministrazione diretta, che peraltro non corri-sponde al budget complessivo relativo alla spesa farmacologica, è da attribuire principalmente alla scadenza di numerosi brevetti relativi agli antipsicotici atipici maggiormente utilizzati.

Costi 2012-2016 – Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (Servizio ospedaliero residenziale)

Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura

(SPDC) Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 SPDC - Ospedale Belluno (16 posti) 1.171.037,78 1.218.111,18 1.251.725,71 1.166.286,81 1.154.685,36 -0,99% -0,05%

SPDC - Ospedale Pieve di Cadore (6 posti) 785.361,99 805.879,05 793.575,76 702.597,72 731.896,78 4,17% -18,58%

Totale Ulss n. 1 1.956.399,78 2.023.990,22 2.142.181,69 1.868.884,53 1.886.582,14 0,95% -7,93% SPDC Belluno: Nell’anno 2013 il lieve aumento dei costi è dovuto all’acquisizione di due nuove figure: un’infermiera a 36 dal 18.03.13 (in aspettativa dal 01.07.13 al 30.06.15) e un OSS dal 23.12.13. Nell’anno 2014 il lieve aumento dei costi è dovuto trasferimento di due nuove figure: un’infermiera a 36 dal 18.08.14 e un OSS a 36 ore dal 01.04.14

SPDC Cadore: Nell’anno 2012, rispetto al 2011, c’è stata una diminuzione delle ore dei Dirigenti medici da 19 a 13 e dell'infermiera da 26 a 18. Da settembre 2012 è entrato in servizio un Medico Psichiatra (13 ore). L’anno 2013 è caratterizzato da un ricambio di Medici Psichiatri: cessano l’attività tre medici, impegnati ciascuno per 13 ore presso il servizio, rispettivamente il 22.01.13, 27.03.13, 19.05.13 e prendono servizio due medici, anch’essi per 13 ore, il 26.03.13 e il 16.09.13. Aumentano da 18 a 26 le ore dell’infermiera professio-nale. Nell’anno 2014 cessano l’attività due Medici Psichiatri, rispettivamente il 15.07.14 e 31.08.14 sostituiti da due assunzioni avvenu-te il 16.06.14 e il 01.09.14.

Costi 2012-2016 – Inserimenti in strutture residenziali extra Ulss

Inserimenti in strutture residenziali

situate fuori Ulss Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

Distretto n. 1 del Cadore 122.975,24 141.594,44 180.348,07 185.796,42 97.081,49 -47,75% -21,06%

Distretto n. 2 di Agordo 283.848,84 242.249,11 224.279,88 208.076,89 209.922,21 0,89% -26,04%

Distretto n. 3 di Belluno 248.609,75 226.161,84 201.192,12 163.530,10 144.671,99 -11,53% -41,81%

Totale Ulss n. 1 655.433,83 610.005,39 605.820,07 557.403,41 451.675,69 -18,97% -31,09%

Anno 2015 - Utenti inseriti in strutture residenziali extra ULSS

Cadore Agordo Belluno Totale utenti inseriti in strutture Regione Ve-neto

5

2

3

10

utenti inseriti in strutture Extra Regio-ne Veneto

1

2

3

6

Anno 2016 - Utenti inseriti in strutture residenziali extra ULSS

Cadore Agordo Belluno Totale utenti inseriti in strutture Regione Ve-neto

5

2

3

10

utenti inseriti in strutture Extra Regio-ne Veneto

2

3

5

Negli ultimi anni vi è stato un costante decremento degli inserimenti dei pazienti seguiti dal DSM in strutture extra-ULSS. Tale decremento è stato particolarmente significativo nel corso del 2016. Ciò è dovuto ad una progettualità rivolta sia al contenimento dei costi, sia alla scelta di fornire una ri-sposta attraverso le strutture interne al dipartimento, anche al fine di favorire il mantenimento di contatti significativi ed un possibile reinserimento nella realtà sociale di appartenenza.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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3 Analisi generale dei servizi dell’area

La dotazione complessiva del personale nel Dipartimento di Salute Mentale di Belluno è sostan-zialmente in linea con gli standard regionali, che si traducono tuttavia in una carenza relativa se si considerano la densità abitativa e la conformazione geografica del territorio, che comportano l’apertura di tre Centri di Salute Mentale e di due Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) su un bacino di utenza di circa 125.000 abitanti. La situazione del personale evidenzia difficoltà legate al mancato turnover del personale infermieristico e, per l'UO del Cadore, alle difficoltà quasi conti-nuative, causa l’elevato turn-over, di garantire numericamente il personale medico, soprattutto in riferimento alla necessaria turnazione sul SPDC, per il trasferimento di medici ad altre aziende sa-nitarie. Nell’ultimo periodo si sono aggiunte difficoltà legate sia all’ottenimento delle necessarie au-torizzazioni regionali, sia alla difficoltà di reperimento di personale. Il numero degli utenti del Centro Diurno di Belluno è in linea con quello degli anni passati, se si eccettua il numero, particolarmente elevato, di utenti del 2014. il rapporto elevato tra utenti (30) e posti disponibili (12) è legato in parte agli utenti che frequentano il CD per un numero limitato di giorni alla settimana. Tale fenomeno è legato, oltre che ad un aumento generale della domanda, al fatto che alcuni di essi seguono contemporaneamente altri percorsi, ad esempio di reinserimento nel mondo del lavoro. I percorsi diurni semiresidenziali consentono, ai pazienti che presentano un certo grado di autonomia, di mantenere un grado discreto di inserimento sociale ed il contatto con le famiglie di origine ed acquisite. Inoltre, le attività si differenziano in alcuni giorni per venire in-contro a diverse tipologie di utenti, in particolar modo nelle fascia giovanile.

Il calo verificatosi negli ultimi anni nell’utenza e nel numero degli interventi del Centro di Salute Mentale di Belluno è probabilmente dovuto alla mancata sostituzione dei dirigenti medici operanti sul territorio non più attivi. Molti disturbi psichiatrici sono caratterizzati dalla possibilità di una significativa remissione del qua-dro clinico ma, allo stesso tempo, da una tendenza alle ricadute che, nel loro reiterarsi, comporta-no una progressiva compromissione psicopatologica e funzionale. I nostri servizi sono caratterizzati quindi da una modalità di presa in cura che, pur facendo fronte all’acuzie sintomatologica ed alle situazioni di crisi e di emergenza psicosociale, mira soprattutto ad un approccio di tipo preventivo e ad una presa in carico continuativa nel tempo, seppure con diversi livelli di intensità. Da questo punto di vista, la riduzione del numero dei dirigenti medici ha comportato inevitabilmente una ridu-zione del numero delle prestazioni, il cui impatto può essere valutabile solo sul lungo termine.

La diminuzione degli inserimenti in strutture residenziali extra ULSS, ulteriormente accentuata ri-spetto al 2015, è legata ad una politica del servizio mirata ad individuare percorsi riabilitativo – as-sistenziali nel territorio di appartenenza delle persone, spesso in collaborazione con i Comuni, con altri servizi e con il volontariato.

Per quanto riguarda il CSM di Agordo, nonostante la sostituzione solo parziale del responsabile medico andato in quiescenza, negli ultimi anni si rivela un aumento del numero delle prestazioni effettuate. Nel 2016 vi è stato un ulteriore aumento degli utenti e delle prestazioni rispetto al 2015. Alla fine del 2015 vi è stata la nomina del nuovo responsabile dell’U.O.semplice di Agordo, che ha assunto una valenza dipartimentale. L’aumento a quindici dei posti del Centro Diurno ha consentito di fornire una risposta più adeguata agli utenti con bisognio riabilitativi. Nell’area del Cadore permangono le difficoltà legate al continuo turnover di medici psichiatri, che va a compromettere la continuità assistenziale e in alcuni periodi ha reso difficile la copertura della turnazione sul SPDC. La presenza maggiore di medici nel corso dell’anno ha consentito un leggero aumento dell’utenza e delle prestazioni. L’attività del Centro Diurno di Pieve si è mantenuta so-stanzialmente invariata rispetto all’anno precedente in cui, differenziando le giornate di frequenza per tipologia di utenti, si era verificato un aumento dell’utenza rispetto al 2014.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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4. I risultati raggiunti

Gruppi Appartamento Protetti. Nel 2016 è proseguita l’attività:

- dell’Appartamento Protetto maschile del Cadore, attivato a Pieve di Cadore nel mese di ago-sto 2015.

- del Gruppo Appartamento Protetto da 4 posti letto, attivato nel gennaio 2015 e collocato nel-l'immobile di proprietà comunale denominato “Kraller A” in via Lungardo 38 – Belluno; nel prossimo periodo sarà necessario reperire una nuova locazione, in quanto allo stabile è stata attribuita una diversa destinazione d’uso.

Nel corso del 2015 è stata inoltre reperita una struttura dell’ULSS, frutto di una donazione, sita in via Lambioi (Belluno), al fine di poterla adibire a gruppo appartamento (GAP) per l’utenza femminile. L’attivazione di tale struttura è stata mantenuta in sospeso e verrà riconsiderata non appena verrà individuata la locazione di altre strutture, tra cui lo stesso GAP maschile. Integrazione intraservizi In considerazione della complessità degli interventi richiesti ad una psichiatria che miri all’integrazione delle persone seguite nel territorio e nella Comunità di appartenenza, è necessario proseguire, consolidare ed ottimizzare il livello di integrazione esistente all’interno del Dipartimento di Salute Mentale e tra i servizi che compongono le diverse Unità Operative (CSM, SPDC, CD, CTRP, CA). Strumenti utili a questa finalità:

- Formazione dipartimentale, comprendente la formazione che si avvale di esperti esterni, mirata all’aggiornamento e alla necessaria supervisione dei casi e delle dinamiche relaziona-li con i pazienti ed all’interno dell’equipe curante, e la formazione interna, mirata all’attuazione protocolli di operativi.

- Progetto-obiettivo del comparto: “Gestione del rischio e dei comportamenti problematici”, attraverso la metodologia di una formazione interna focalizzata sulla prevenzione e sul con-tenimento, in senso lato (relazionale, farmacologico, fisico, ambientale) nelle situazioni problematiche e di agitazione psicomotoria

Collaborazione con associazioni familiari e volontariato

Sono stati effettuati incontri periodici con il Consiglio Direttivo dell'Associazione A.I.T.Sa.M.; soste-gno e collaborazione ad iniziative contro lo stigma e mirate a sensibilizzare la popolazione sulle te-matiche della malattia mentale, tra le quali l’organizzazione un ciclo di quattro incontri effettuati in collaborazione con A.I.T.Sa.M. e Comune nei mesi di aprile e maggio 2016 che hanno incontrato una positiva risposta sia in termini delle persone intervenute, sia della qualità del dibattito. Al ciclo di quattro incontri hanno preso parte come relatori, oltre ad esponenti dell’associazione dei familia-ri, diversi operatori del DSM.

L'A.I.T.Sa.M. di Belluno, in qualità di componente del Tavolo Tecnico dell'Area Salute Mentale del Piano di Zona 2011-2015 ULSS n.1, per promuovere azioni contro lo stigma e promuovere reti di auto mutuo aiuto ha attuato le seguenti azioni di mantenimento:

1. attività del gruppo di ricerca espressiva "Il Gabbiano", formato da persone con disagio psichico, dai loro familiari e da volontari, guidati da un educatore/animatore professionale. 2. organizzazione delle uscite domenicali con il gruppo "Airone", formato da persone con disagio psichico, dai loro familiari e da volontari. 3. incontri dei gruppi di auto mutuo aiuto rivolti alle persone con disagio psichico e ai loro familiari a Belluno e a Feltre. 4. progetti di sostegno economico, in collaborazione con l'Associazione Antenna Anziani Onlus, per le persone anziane con disagio psichico. 5. fare rete tra i Dipartimenti di Salute Mentale di Feltre e di Belluno e con altre associazioni di vo-

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Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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lontariato, per iniziative a tutela della salute mentale, coinvolgendo in particolare l'Associazione Antenna Anziani Onlus e l'Anffas Onlus (Associazione Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) nelle finalità condivise. 6. ha dato continuità alla presenza dell'associazione nei contesti istituzionali. 5. Le criticità riscontrate nell’Area durante l’anno 2016 e le azioni correttive 5.1 Criticità riscontrate e azioni correttive interne ai servizi

Superamento criticità logistiche delle strutture del Dipartimento. Per quanto riguarda le strutture del Cadore, per l’attività riabilitativa residenziale sono in funzione da anni la Comunità Terapeutica Residenziale Protetta (CTRP) (con 6 posti letto) e la Comunità Alloggio (con 8 posti letto), collocate dal 2014 in Auronzo di Cadore rispettivamente al II piano dell’ospedale di Comunità in Via Ospitale e in una palazzina adiacente allo stesso.

La situazione logistica delle strutture dell’Unità Operativa Complessa (UOC) di Psichiatria di Belluno è problematica per quanto riguarda la Comunità Terapeutica Residenziale Protetta (CTRP) di San Gervasio e la Comunità Terapeutica di Cavarzano (ex “Casa Carbone”). Ultimati i lavori sul blocco “F”, con il trasferimento conseguente della Pediatria e della Ostetricia-Ginecologia, la CTRP è stata collocata provvisoriamente nella medesima palazzina. Il degrado dell’edificio che ospitava la CTRP di San Gervasio era palese, ed è stato oggetto di numerose ricer-che di collocazioni alternative effettuate negli scorsi anni. Contemporaneamente alla CTRP, hanno trovato sistemazione nel padiglione presso il blocco “B” sia il Centro di Salute Mentale, sia il Centro Diurno. Ciò ha consentito di superare le disfunzioni dovute alla separazione, avvenuta nel 2014, tra attività strettamente ambulatoriale ed attività riabilitativa e a carattere di accoglienza. Sono state superate le problematicità legate al Centro di Salute Men-tale e al Centro Diurno. La collocazione della CTRP presso la palazzina del Blocco “B” ha consentito la messa in sicurezza della struttura, ma non rappresenta una soluzione ideale. Gli aspetti negativi si possono riassumere nella collocazione della CTRP all’interno dell’area ospedaliera, nei lavori di ristrutturazione minima effettuati e nella “concentrazione” nella medesima struttura di quattro servizi psichiatrici: SPDC, CTRP, CSM e CD. Il progetto definitivo, più a lungo termine, dovrebbe prevedere una collocazione in area idonea al di fuori dell’Ospedale. Ciò potrebbe avvenire attraverso l’esternalizzazione della struttura alla Cooperativa a cui verrà affidata la gestione assistenziale e il reperimento dei locali atti ad ospitare la CTRP o, in alternativa, la ristrutturazione di locali esistenti. Anche la collocazione della CA di Cavarzano “Casa Carbone”, da gennaio 2014 ospitata presso quattro alloggi dell’immobile denominato “Ex Case Sperti”, messi a disposizione dal Comune di Bel-luno, va rivista. Sulla base delle indicazioni fornite dalla CRITE per il rinnovo dell’affidamento delle strutture del Dipartimento di Salute Mentale, è in programma nel corso del 2017 il completamento della procedura di gara per la comunità alloggio (CA) di base con 8 posti letto di Auronzo di Cadore e per la CA di Base di Cavarzano. In quest’ultimo caso si prevede che la struttura venga fornita dalla Cooperativa affidataria. Ciò consentirà di rivedere la collocazione della CA di Cavarzano “Casa Carbone”, da gennaio 2014 ospitata presso quattro alloggi dell’immobile denominato “Ex Case Sperti”, messi a disposizione dal Comune di Belluno. Alla luce delle normative regionali, è anche indispensabile rendere autonoma, dal punto di vista organizzativo e strutturale, l’attività semiresi-denziale attualmente svolta presso la Comunità di Cavarzano, con l’attivazione di un Centro Diurno di 6 posti. Sarebbe parimenti opportuna una collocazione più idonea per il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. La collocazione attuale del SPDC è, quantomeno, poco decorosa se paragonata allo standard degli altri reparti di degenza dell’Ospedale di Belluno. Inoltre, con il trasferimento della Pediatria e della Ostetricia-Ginecologia, il reparto di Psichiatria è rimasto l’unico reparto separato dal corpo centrale dell’Ospedale, con conseguenze negative sia dal punto di vista funzionale che dello stigma

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sociale. Un’ipotesi di trasferimento del SPDC presso il V piano dell’ala chirurgica dell’Ospedale San Martino è stata abbandonata per il considerevole impegno economico necessario per la collocazio-ne di un reparto psichiatrico per acuti ad un piano elevato. Per il momento, sono in previsione un rinnovo degli arredi e alcuni lavori di ristrutturazione finalizzata a rendere più accoglienti gli attuali locali. 5.2 Criticità riscontrate e azioni correttive a livello locale (ULSS, Comuni, Unità Monta-ne) Riorganizzazione dell’offerta Il numero e l’utilizzo dei posti letto dedicati all’acuzie risulta, in relazione alla presenza di due SPDC in un territorio numericamente ristretto, nettamente superiore alla media regionale. Anche la me-dia delle giornate di degenza in SPDC è particolarmente elevata.

Risulta invece inferiore alla media regionale, per quanto riguarda le Comunità Alloggio e i Gruppi Appartamento Protetto, il numero e l’utilizzo dei posti letto residenziali. Il territorio dell’agordino è tuttora del tutto privo di un’offerta riabilitativa a livello residenziale, che, proporzionalmente al ba-cino di utenza, ammonterebbe a 6-8 posti letto. Sempre per quanto riguarda l’Unità Operativa di Agordo, il Centro Diurno, con 15 posti, consente di far fronte al bisogno di interventi terapeutico riabilitativi in regime di semiresidenzialità. Una carenza numericamente simile, 8–10 posti letto, è presente nell’U.O. di Psichiatria di Belluno. Pur tenendo in considerazione la specificità e le esigenze dei diversi territori dell’A.ULSS n.1, condi-zionati dalle elevate distanze e dalla peculiare conformazione orografica, il rapporto tra risposta all’acuzie e risposta al bisogno di residenzialità andrebbe ripensato in funzione di un riequilibrio dell’offerta dei posti letto esistenti.

L’offerta riabilitativa in regime residenziale contempla CTRP ad intensità assistenziale intermedia e Comunità Alloggio di base, ma non comprende né una CTRP ad elevato grado di intensità assisten-ziale, che potrebbe garantire percorsi alternativi al ricovero in SPDC o diminuirne i tempi di degen-za, offrendo ospitalità in post-ricovero, né una Comunità Alloggio di tipo Estensivo con 12-20 posti letto a valenza dipartimentale che, oltre a fornire una risposta adeguata ad utenti lungo-assistiti con ridotti gradi di autonomia, potrebbe consentire di far rientrare una parte degli inserimenti e-xtra-ULSS, onerosi sul piano economico e spesso inappropriati rispetto ad una possibile reintegra-zione sociale dell’utente. In alcuni casi, che avrebbero necessitato della CTRP intensiva prevista dal Progetto Obiettivo Regionale, si è stati costretti a utilizzare in maniera inappropriata il SPDC di Bel-luno, con ricoveri prolungati anche a più di un anno.

Inoltre, la carenza a Belluno di unità di offerta residenziali a connotazione socio-assistenziale e a media e bassa soglia assistenziale ha quasi azzerato il turn-over presso le strutture riabilitative re-sidenziali di Belluno. Di fatto la CTRP di San Gervasio ospita attualmente soggetti che, attraverso un lungo percorso riabilitativo, hanno raggiunto dei livelli di funzionamento che, sebbene non con-sentano una completa autonomia, sono compatibili con situazioni residenziali a più basso livello assistenziale, come la Comunità Alloggio o il Gruppo Appartamento. La non disponibilità di tali strutture ha tre principali conseguenze negative:

- ostacolare un miglioramento nel funzionamento sociale della persona e il suo progressivo reinserimento sociale;

- il costo elevato del livello assistenziale attuale; - il mancato accesso alla CTRP a nuovi pazienti che necessitano di questo percorso riabilitati-

vo. In considerazione delle problematiche esposte nella premessa, è stata avanzata una proposta di riorganizzazione del Dipartimento di Salute Mentale, che riguarda i servizi attualmente collocati presso l’UOC di Psichiatria del Cadore. Tale proposta prevede allo stato attuale le seguenti modifi-che:

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Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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- chiusura del SPDC di Pieve di Cadore; i pazienti di tutto il Dipartimento di Salute Mentale farebbero riferimento al SPDC di Belluno;

- attivazione di una nuova unità di offerta consistente in una Comunità Alloggio di tipo Estensivo a valenza dipartimentale con 14 posti letto.

L’ipotesi di riorganizzazione dell’offerta di salute nei territori dell’area del Cadore ha ricevuto l’adesione delle Comunità interessate nel corso delle riunioni dell’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e dei Sindaci dell’ambito territoriale subdistrettuale del Cadore effettuate in data 17.12.2013. Il Direttore dell’UO Salute Mentale e sanità penitenziaria della Regione Veneto ha espresso parere negativo sull’ipotesi di attivazione di una nuova CA Estensiva di 14 posti letto in considerazione della presenza di 64 posti letto di CA estensiva presso l’ex ULSS di Feltre. Allo stesso tempo, ha ravvisato la possibilità di adeguare la proposta avanzata sulla base della revisione del sistema di offerta residenziale in atto a livello regionale, che dovrebbe individuare nuove unità di offerta. Allo stato attuale l’orientamento è il seguente:

- trasferimento della CTRP con 6 posti letto dal secondo piano dell’Ospedale di Comunità di Auronzo all’Ospedale di Pieve di Cadore, nei locali attualmente occupati dal SPDC, con gestione diretta del servizio, utilizzando parte del personale attualmente occupato presso il SPDC.

- collocazione della CA estensiva presso il secondo piano dell’Ospedale di Comunità di Auronzo presso i locali attualmente occupati dalla CTRP, liberando l’intero piano per ottenere spazi più ampi, necessari per ospitare 14, anziché 8, utenti.

Di conseguenza, la rete assistenziale del DSM di Belluno risulterebbe così articolata:

U.O.C. di Psichiatria di Belluno:

- Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) con 16 posti letto, a cui afferisce l’utenza dell’UO di Belluno e di Agordo;

- Centro di Salute Mentale (CSM); - Centro Diurno adiacente al CSM; - Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta (CTRP) ad intensità assistenziale intermedia con

12 posti letto (a valenza dipartimentale) con CD di 6 posti; - Comunità Alloggio (CA) di base con 6 posti letto con CD di 6 posti; - Gruppo Appartamento Protetto (GAP) maschile con 4 posti letto; - Gruppo Appartamento Protetto (GAP) femminile con 4 posti letto (da attivare).

UOC di Psichiatria del Cadore:

- CSM; - Centro Diurno annesso al CSM; - Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta (CTRP) a intensità assistenziale intermedia con

6 posti letto; - Comunità Alloggio di base con 8 posti letto. - Comunità Alloggio di tipo Estensivo con 14 posti letto (a valenza dipartimentale) - Gruppo Appartamento Protetto con 3 posti letto.

UO di Psichiatria di Agordo:

- CSM; - Centro Diurno annesso al CSM.

La Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta ad intensità assistenziale intermedia con 12 posti

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letto di Belluno, la Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta ad elevato grado di intensità assi-stenziale con 6 posti letto del Cadore e la Comunità Alloggio di tipo Estensivo con 14 posti letto sarebbero in grado di dare una risposta specifica e differenziata ai bisogni assistenziali e riabilitativi in regime residenziale dell’intero territorio dell’Azienda ULSS n 1. In presenza di risposte assisten-ziali adeguate, i 16 posti letto del SPDC di Belluno appaiono congrui ai bisogni della popolazione di riferimento, se si considera che la legislazione nazionale prevede un posto letto in SPDC per 10.000 abitanti. Integrazione interservizi e nella comunità Promozione integrazione lavorativa Allo scopo di migliorare l’efficacia degli interventi d’integrazione lavorativa di persone in carico al Centro di Salute Mentale, considerata l’alta valenza ai fini riabilitativi e dell’integrazione sociale che tali interventi assumono, è proseguito il confronto fra i servizi afferenti al CSM ed il SIL, alla luce del protocollo di collaborazione redatto nel gennaio 2015. Il percorso intrapreso si integra con quelli riguardanti il Servizio Handicap Adulti e il Ser.D. Tale iniziativa, che ha come riferimento le citate linee guida regionali, si basa sul principio di rendere le persone protagoniste delle proprie scelte di vita ed ha, proprio per il senso riabilitativo e di restituzione ai contesti comunitari di vita delle persone stesse, una particolare ricaduta nel contribuire a rimuovere le cause di disuguaglian-za nell’accesso a percorsi di salute e nel promuovere l’integrazione sociale.

Vanno programmati ulteriori incontri a cui partecipino il privato sociale con i rappresentanti delle Cooperative di tipo B, il Distretto di Salute Mentale, il Servizio Integrazione Lavorativa, una rappre-sentanza della Direzione dell’A.ULSS n.1 ed una rappresentanza della Conferenza dei Sindaci. Gli incontri devono essere finalizzati a porre in evidenza e sviluppare le iniziative in atto, anche identi-ficando possibili forme di sinergia, ad individuare forme di collaborazione tese a facilitare lo svilup-po in sede locale delle cooperative di tipo B (ad esempio finanziamenti starter, operatori dedicati o tutor, percorsi agevolati nella assegnazione di appalti), a verificare la disponibilità del settore pub-blico nei confronti di appalti e inserimenti sociali che possano consentire la collocazione di soggetti svantaggiati ed a formulare un protocollo comune di collaborazione. Disturbi del comportamento alimentare L’attività dell’equipe del Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare, a fronte di una do-manda crescente di presa in carico ambulatoriale di casi complessi che necessitano anche di per-corsi residenziali a carattere terapeutico e riabilitativo, è attualmente condizionata negativamente dalla riduzione del monte ore complessivo della psicologa professionista. Sarebbe auspicabile che le ore dedicate al Centro per i DCA fossero almeno 14 alla settimana. È stato attivato nel corso del 2016, in collaborazione con l’Associazione Margherita, un’attività di pasto assistito, mirata a fornire all’utenza un servizio diurno destinato a situazioni che presentano una maggiore complessità clini-ca.

Vanno inoltre promosse forme di collaborazione con le aree territoriali vicine nelle seguenti temati-che:

- disturbi del comportamento alimentare per favorire risposte efficaci, e in continuità con l’intervento in sede locale, a problematiche complesse, in particolar modo per quanto ri-guarda il ricovero per emergenze internistiche e la residenzialità;

- nelle problematiche dell’adolescenza per consentire una miglior integrazione tra presa in carico del minore e presa in carico dell’adulto e per favorire risposte efficaci e in continuità con l’intervento in sede locale a situazioni complesse, in particolar modo per quanto riguar-da il ricovero per emergenze psicopatologiche e comportamentali e la residenzialità.

5.3 Criticità riscontrate e azioni correttive a livello regionale

A livello locale, le maggiori difficoltà e le azioni correttive conseguenti sulle quali la Regione Veneto

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Relazione Valutativa 2016 – Area Salute Mentale

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potrebbe intervenire, pur tenendo conto della contingenza economica attuale, vanno individuate nei seguenti punti:

- difficile individuazione di finanziamenti per investimenti o finanziamenti in conto capitale, che rende, in questo periodo, ulteriormente difficile l’attuazione delle politiche relative alla resi-denzialità e ai percorsi lavorativi, che necessiterebbero finanziamenti ad hoc.

- basso rapporto tra spesa per la salute mentale e spesa sanitaria: il recente rapporto SISM ha individuato la spesa per la salute mentale nella Regione Veneto nel 2,9 % della spesa sanita-ria totale, a fronte del 5% previsto nei Progetti Obiettivo Nazionali e del 7,5% che rappresen-ta la media UE.

- difficile rispetto della normativa regionale per i servizi per la salute mentale (DGRV n. 1616/2008 “Approvazione dei requisiti e degli standard per le unità di offerta nell'ambito della salute Mentale”), che va ottemperata non solo per i servizi esistenti, ma anche per quelli non attivati.

- mancato riconoscimento della specificità relativa alla dispersione abitativa e alla conformazio-ne geografica della Provincia di Belluno, ancor più evidente in servizi, come quelli per la salu-te mentale, tipicamente orientati al territorio e alla rete comunitaria.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Marginalità Sociale

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B.6 Area Marginalità sociale 1. Uno sguardo d’insieme L'anno 2016 ha visto confermarsi le situazioni di criticità evidenziate negli ultimi anni, legate principalmente alla diminuzione di risorse economiche da parte di persone singole e famiglie, a causa della riduzione delle possibilità occupazionali o della totale assenza di occupazione e di forme di ammortizzazione sociale.

La riduzione strutturale delle risorse a disposizione del sistema pubblico locale (economiche ed umane), la variazione, in aumento, del tasso di disoccupazione, l'incremento delle famiglie mono genitore, l'indebolimento delle capacità di cura delle famiglie e il logoramento delle reti comunitarie di supporto hanno comportato un aumento dei casi di marginalità sociale, povertà e nuove vulnerabilità che si rivolgono ai Servizi Sociali, agli Enti del Terzo settore e alle Associazioni, i quali, per accompagnarli in percorsi orientati all’autonomia, necessitano di modalità di intervento innovative e risorse crescenti. Nel territorio, il bisogno rilevato, più frequente e primario è quello occupazionale con particolare riferimento alla popolazione giovanile. Secondo la rilevazione sulle forze lavoro di fonte Istat sulla condizione lavorativa delle persone in età compresa fra i 15-64 anni, e nei limiti di attendibilità delle stime campionarie su base provinciale, gli occupati in provincia di Belluno risultano 91.000, sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente; invariato anche il dato relativo alle “persone in cerca di occupazione”, che oscilla attorno alle 6.000 unità. Il tasso di occupazione generale è andato progressivamente migliorando, passando dal 67,6% del 2014 al 68,3% del 2015, al 68,8 del 20161: 12 punti percentuali più su rispetto a quello italiano (che è uno dei più bassi in Europa) e più alto rispetto al dato regionale del 64,7% del 2016. Veneto Lavoro certifica per il 2016 un saldo occupazionale positivo in provincia di Belluno, pari a +1.480 posizioni di lavoro dipendente, sostenuto tanto dal turismo quanto dall’occhialeria e dalla metalmeccanica. Da due anni consecutivi accade che il saldo occupazionale chiuda in positivo, con un tasso di disoccupazione che si riporta al 6,2% dopo il picco del 7,5% nel 2014. Certo, ciò non è ancora sufficiente a recuperare i livelli occupazionali pre-crisi: mancano all’appello ancora 3.200 unità. Nel 2014, però, il saldo occupazionale cumulato, conteggiato dal 2008, era arrivato ad evidenziare -6.000 posizioni di lavoro. Oggi dunque possiamo dire che questo saldo si è quasi dimezzato. Il tasso di disoccupazione, che nel 2014 era salito fino al 7,5%, risulta così al 6,2%, in linea con lo scorso anno; il dato nazionale, come noto, si posiziona al 11,7%. Permane tuttavia una significativa differenze di genere sotto traccia a questo indicatore: per gli uomini il tasso di disoccupazione in provincia di Belluno si ferma al 5% (invariato sul 2015), per le donne si porta al 7,6% (rispetto al 7,1% dello scorso anno). Al 15,5% il tasso di disoccupazione giovanile, in linea con il dato del Veneto: era salito fino al 20,1% nel 2014. Nel corso del 2016 la provincia di Belluno ha perso ulteriori 119 imprese, di cui 66 artigiane. Da inizio crisi lo stock di imprese attive è passato da 15.300 a 14.430 (quasi -900). I settori più colpiti: edilizia (-52 imprese nel 2016), commercio al dettaglio (-49 imprese), commercio all’ingrosso (-31), metalmeccanica (-19).

I Servizi Sociali Professionali del territorio, nell'anno 2016, non hanno però ancora visto risultati confortanti per quanto riguarda la situazione lavorativa delle persone in carico o che chiedono aiuto ai servizi: permane la difficoltà di ricollocazione delle figure a bassa scolarizzazione o con basso profilo professionale, sia per le fasce più giovani d'età ma sopratutto per la fascia d'età 45-60.

1 Fonti dati: Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso - Belluno su dati Unioncamere del Veneto - Istat

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Relazione Valutativa 2016 – Area Marginalità Sociale

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I Servizi si sono trovati, anche nel 2016, a confrontarsi con le ricadute che l'assenza di occupazione produce nella quotidianità dei singoli e dei nuclei: difficoltà nel fronteggiare spese alloggiative e di prima necessità, progressiva emarginazione non solo sotto il profilo economico ma anche relazionale, difficoltà per le persone nel reinventarsi nuovamente attori della propria comunità, a fronte di sicurezze economiche perdute. Il bisogno economico è risultato essere la seconda tipologia di domanda espressa dall'utenza che si è rivolta ai servizi. La richiesta di contributi economici è conseguenza diretta della mancanza di un'occupazione lavorativa ma presente anche in caso di reddito non sufficiente al sostenimento delle spese quotidiane, in particolare per singoli con figli minori a carico o famiglie monoreddito. In molte situazioni è stato necessario intervenire, in una logica di pronta risposta ai bisogni e, contemporaneamente, di accompagnamento al raggiungimento dell'autonomia, con azioni immediate di integrazione al reddito. I servizi hanno affrontato, quotidianamente, il problema dell’emergenza casa e del conseguente disagio sociale derivato dalla difficoltà di reperire un alloggio. Il problema ha riguardato particolarmente nuclei familiari che hanno subito una temporanea diminuzione del reddito o in situazioni di incertezza lavorativa. Una nuova area di bisogno è rappresentata dalla popolazione immigrata al termine dei due anni di accoglienza presso le strutture messe a disposizione per tramite del Ministero dell’Interno.

2. I servizi - Analisi dell'attività Per quanto concerne l'area della marginalità sociale i principali servizi erogati sono riconducibili all'attività dei Servizi Sociali Professionali territorialmente competenti che, in collaborazione con il Terzo Settore, hanno operato per prevenire il fenomeno della marginalità sociale cercando di intervenire sui presupposti dei percorsi di impoverimento e di esclusione sociale. I servizi hanno registrato la necessità di attivare dei percorsi di contrasto all’impoverimento educativo e alla mancanza di una progettualità di vita, che caratterizza sempre di piu’ i nuclei famigliari e i singoli, attraverso progetti educativi, di consulenza e affiancamento nella gestione e nel monitoraggio dell’utilizzo delle risorse famigliari.

Nella tabella sotto riportata sono state dettagliate le azioni principali attivate dai Comuni appartenenti all'A.Ulss n. 1, che riguardano principalmente, oltre all'attività specifica del Servizio Sociale Professionale, attività quali il supporto per il reperimento di alloggi, l'erogazione di voucher utilizzabili per l'acquisto di spesa e/o farmaci, contributi economici erogati a titolo di prestito o prestiti d'onore, contributi economici per alloggi, contributi economici volti all'inserimento lavorativo, contributi economici per l'integrazione del reddito familiare e contributi per favorire interventi del terzo Settore.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Marginalità Sociale

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Monitoraggio del Piano di Zona

2011-2015 Anno di attività 2016

Comuni N° utenti/

beneficiari

COSTO TOTALE DELL'INTERVENT

O

FINANZIAMENTI TOTALI:

di cuiSpesa a carico

del Comune

di cuiRegione

e/o A. ULSS

di cuiFondi statali e Fondi UE

di cuiCompartecipazione utenti

di cuiFinanziamento da altri

enti pubblici

di cuiFinanziamen

to da enti/ soggetti privati

di cuiFinanziamento da "Altro"

Servizio Sociale Professionale

BELLUNO - LONGARONE - PIEVE DICADORE - PONTE N. ALPI - LIMANA 488 109.056,37 109.056,37 97.142,90 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 11.913,47

Attività di supporto per il reperimento alloggi

ALPAGO - PONTE N. ALPI - TAMBRE -VALLE DI CADORE - LIMANA 17 9.152,4 9.152,4 8.143,7 1.008,73 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Buoni spesa/farmacia (voucher) e Buoni pasto

AURONZO - ALPAGO - CHIES-LIMANA- S.STEFANO DI CADORE-BELLUNO 211 39.829,16 39.829,16 30.779,16 0,00 0,00 0,00 0,00 9.050,00 0,00

Contributi economici per cure o prestazioni sanitarie

ALPAGO

2 1.560,00 1.560,00 1.560,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Contributi economici erogati a titolo di prestito/prestiti d'onore

LONGARONE - PIEVE DI CADORE-OSPITALE

8 4.379,0 4.379,0 4.379,0 0,00 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Contributi economici per alloggio

AGORDO - BELLUNO - CIBIANA-LIMANA- PIEVE DI CADORE - PONTEN. ALPI - S.PIETRO DI CADORE -VALLE DI CADORE - LONGARONE

54 40.145,3 40.145,3 9.085,0 9.246,88 831,7 0,0 17.728,7 3.253,0 0,0

Contributi economici per l'inserimento lavorativo (compresi lavori di pubblica utilità)

AGORDO - CHIES D'ALPAGO -CIBIANA- GOSALDO - LIMANA -LIVINALLONGO - LORENZAGO -LONGARONE - OSPITALE- PIEVE DICADORE- VODO DI CADORE -VOLTAGO AGORDINO - S.PIETRO DICADORE - S.STEFANO DI CADORE

60 145.725,7 145.725,7 116.114,5 8.000,00 0,0 5.000,0 16.611,2 0,0 0,0

Contributi economici ad integrazione del reddito familiare

AGORDO - BELLUNO - CALALZO -CHIES D'ALPAGO - PONTE N. ALPI -LIVINALLONGO 113 35.822,2 35.822,2 31.422,2 0,00 0,0 0,0 0,0 4.400,0 0,0

Retta per prestazioni residenziali (adulti indigenti a rischio di marginalità)

VOLTAGO AG. - BELLUNO 6 55.386,0 55.386,0 20.167,0 0,00 0,0 0,0 0,0 35.219,0 0,0

Contributi per favorire interventi del Terzo Settore

BELLUNO - CENCENIGHE

51 3.100,0 3.100,0 3.100,0 0,00 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Altro (servizi domiciliari ecc..)

LIVINALLONGO - AURONZO -CENCENIGHE- LIMANA - PONTE N.ALPI - S.PIETRO DI CADORE- VALLEDI CADORE - VIGO DI CADORE -BELLUNO - ALPAGO - LONGARONE

368 34.148,2 34.148,2 28.246,6 0,00 0,0 5.901,6 0,0 0,0 0,0

Totale 1.378,00 478.304,25 478.304,25 350.140,00 18.255,61 831,74 10.901,55 34.339,88 51.922,00 11.913,47 Si precisa che è stata considerata esclusivamente la spesa per prestazioni residenziali da garantire ad adulti indigenti a rischio di marginalità sociale. L’esborso finanziario finalizzato al pagamento/integrazione retta degli anziani indigenti, così come le rette per l’inserimento di minori e disabili in strutture residenziali/semiresidenziali sono state rilevate ed esposte nelle relazioni delle rispettive aree di bisogno.

2.1 Analisi delle tabelle economiche e di utenza

Pur considerando la parzialità dei dati raccolti (hanno risposto alla rilevazione 40 Comuni sui 47 complessivi) è possibile effettuare qualche sommaria considerazione. Il costo totale degli interventi (€478.304,25) viene finanziato nella misura del 73,2% dai Comuni, per il 13,4% da enti/soggetti privati (trasferimenti provenienti da Associazioni, Fondazioni bancarie, ecc.), per il 7,2% da altri enti pubblici (es. Provincia, Consorzio Bim, INPS). A seguire i finanziamenti provengono dalla Regione (3,8%) attraverso trasferimenti regionali vincolati o indistinti - sanitari o sociali -/trasferimenti dell'Azienda ULSS n. 1 di Belluno e da fondi statali o fondi dell'UE (0,2%). Per quanto riguarda i beneficiari delle attività, il 35,41% è rappresentato da utenti in carico al Servizio Sociale Professionale con progetti individuali d'intervento - escluse persone anziane e disabili -, seguito dal 15,39% di utenti supportati attraverso interventi che consentono l'acquisto di generi alimentari, farmaci o il consumo di pasti negli esercizi in convenzione e dal 8,20 % riguardante l'utenza che ha ricevuto supporto ad integrazione del reddito famigliare. Il 4,35 % è rappresentato da interventi riguardanti inserimenti lavorativi, interventi che hanno riguardato (secondo i dati raccolti) i Comuni di Agordo, Belluno, Chies d'Alpago, Cibiana, Gosaldo, Limana, Lorenzago, Longarone, Ospitale, Pieve d'Alpago, Vodo di Cadore, San Pietro, Santo Stefano, Voltago agordino, richiedendo un impegno finanziario pari al 7,49% delle risorse disponibili. L'attività dei Servizi Sociali Professionali assorbe il 22,8% delle risorse impiegate nel 2016, mentre la spesa correlata a prestazioni residenziali rappresenta il 11,58% della spesa complessiva. La voce residuale “altro”, la quale racchiude soprattutto trasferimenti per la copertura di spese funerarie, la fornitura di pacchi alimentari e beni di prima necessità e interventi domiciliari per persone indigenti, raggiunge il 26,71% dell’utenza complessiva con un impiego di risorse pari al 7,14%

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3. I progetti - Analisi dell'attività 3.1 Elenco delle progettualità inserite nel Piano I progetti attivati nel 2016 hanno riguardato principalmente l'attuazione di percorsi per l'integrazione lavorativa rivolti a singoli e famiglie in situazione di disagio socio-economico o esclusione sociale e a persone sottoposte ai provvedimenti dell'autorità giudiziaria e in uscita dai circuiti penali: Progetto “RIA – Reddito Inclusione Attiva (ex RUI – Reddito Ultima Istanza)” - Comuni di Belluno, Limana, Longarone, Ponte nelle Alpi

Il progetto “RIA”, prosecuzione del Progetto ”RUI” istituito con DGR n. 2897/2013, rivolto alle categorie di persone più deboli, che difficilmente possono trovare collocazione nel mondo lavorativo per patologie, scarsa formazione o per stati di disoccupazione di lungo periodo, ha visto la presa in carico di 82 utenti, suddivisi in due sotto categorie: RIA di Inserimento e RIA di Sostegno, come di seguito riportato:

RUI di Inserimento RUI di Sostegno Comune

Spesa [€] N. Beneficiari Spesa [€] N. Beneficiari

BELLUNO 58.548,26 25 7.679,25 6

FELTRE 19.153,98 14 18.267,79 17

PONTE NELLE ALPI 15.639,43 12 0 0

LONGARONE 5.972,39 2 1.705,43 1

LIMANA 6.743,25 2 1.656,75 3

TOTALE 106.057,31 55 29.309,22 27

Per quanto riguarda il RUI di sostegno, la maggior parte dei Comuni coinvolti ha avviato i progetti individuali in un momento successivo, poiché in sede progettuale si è deciso di dare priorità agli inserimenti lavorativi e di conseguenza, prima di impegnare in modo preciso risorse nel sostegno, hanno verificato quanto sarebbero riusciti a destinare al RUI di inserimento. Detto ciò, il Comune di Belluno ha sia proseguito due progetti di sostegno avviati nella precedente edizione (in un caso l'attività di volontariato, però, si è conclusa prima del previsto a causa della decisione dell'interessato di rientrare nel paese di origine, pertanto non è stata inclusa la relativa documentazione), sia avviato 6 nuovi progetti di sostegno (uno di questi sì è interrotto precocemente per scarsa adesione della persona coinvolta, mentre gli altri 5 sono stati portati a termine con successo). Il Comune di Feltre/Azienda Feltrina per i Servizi alla Persona ha attivato progetti personalizzati di sostegno a favore di 17 persone, collocate presso l'Azienda stessa, presso associazioni di volontariato, parrocchie e similari per svolgere attività di volontariato. Il Comune di Ponte nelle Alpi non ha realizzato progetti di sostegno veri e propri, ma dei progetti che, pur retribuiti con voucher sono stati rivolti a persone in condizione di particolare fragilità ed in cui prevaleva l'aspetto della socializzazione. Il Comune di Longarone ha attivato un progetto di sostegno presso il Centro Servizi comunale. Il Comune di Limana ha realizzato 3 progetti di sostegno: le 3 persone sono state collocate presso il Centro Servizi per l'Anziano.

Progetto “Prevenzione, Promozione all’autonomia, Progettualità di rete” - Comune di Belluno

Il progetto si articola in 3 ambiti e più precisamente:

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- Prevenzione: attraverso l'attivazione di interventi, rivolti ai giovani cittadini, di promozione all'integrazione, di prevenzione del disagio sociale, di diffusione di una cultura della non violenza, dell’intercultura, dell'apertura ed accoglienza, di promozione del senso di appartenenza alla comunità e del senso di responsabilità e partecipazione attiva al benessere della collettività;

- Promozione all'autonomia: mediante interventi di contrasto del progressivo impoverimento dei nuclei familiari del territorio sperimentando nuovi modelli di re-inserimento lavorativo al fine di innalzare il livello di partecipazione al lavoro dei soggetti svantaggiati e attivazione di progettualità multidimensionali attente agli aspetti considerati determinanti per la vita delle famiglie: abitazione, accesso a beni di prima necessità, salute, al fine di sostenere singoli e famiglie in situazione di grave indigenza e vulnerabilità ed accompagnarli in percorsi orientati all’autonomia;

- Progettualità di rete: mediante azioni di ri-generazione dei legami sociali che con gli anni si sono indeboliti per rispondere alle necessità emergenti, riattivando le comunità locali allo scopo di prevenire il fenomeno della marginalità sociale adottando una metodologia ispirata ai principi di sussidiarietà, orizzontalità e generatività.

Progetto “Marginalità” - Comune di Limana

Il Comune di Limana, nel corso del 2016, ha organizzato, nell'ambito del Progetto “Marginalità” interventi mirati e personalizzati, su valutazione dell'Assistente Sociale, per i casi e le famiglie che si trovano in condizione di marginalità sociale. Sono stati organizzati incontri periodici della Consulta dei Servizi Sociali, allo scopo di lavorare in modo integrato con le Associazioni che operano in prima persona sul territorio comunale. Progetto “Rinascita” - Comune di Selva di Cadore

Il Progetto ha offerto un percorso di recupero a una donna in una situazione familiare profondamente disagiata. Il progetto ha avuto un esito positivo a partire dal reinserimento lavorativo della donna nel tessuto economico-sociale e comunitario. Progetto aiuto economico – Comune di San Pietro di Cadore

Il progetto ha previsto un supporto all’inserimento lavorativo di 7 persone con la collaborazione delle Regole e della Casa di Riposo di S. Stefano di Cadore. Il progetto ha avuto un esito positivo e ha visto un impiego economico di € 20.000. “Centro Antiviolenza e Casa di Secondo Livello” - Associazione Belluno-DONNA

Il progetto prevedeva il mantenimento della gestione delle attività del Centro antiviolenza e della Casa di secondo Livello Belluno-DONNA. Al Centro si è continuato ad offrire accoglienza alle donne vittime di violenza per la costruzione di un percorso di uscita dalla violenza con operatrici specificatamente formate attraverso: 1- Centro Antiviolenza (accoglienza telefonica/accoglienza personale) 2- Consulenze legali 3-Attività di prevenzione e formazione. La Casa di Secondo Livello offre ospitalità temporanea alle donne vittime di violenza e ai loro figli/e. Nel 2016, inoltre, l'associazione ha aperto una succursale del Centro antiviolenza nel territorio feltrino. Progetto “Microcredito” - CEIS Centro Italiano di Solidarietà di Belluno ONLUS

ll progetto è rivolto a persone e nuclei familiari presenti del territorio della provincia di Belluno che non riescono ad accedere al prestito bancario e che, tuttavia, si trovano in una situazione di oggettiva difficoltà economica a seguito di eventi di carattere non ordinario. A fronte dell’intervento di tipo economico sono previsti azioni di tipo formativo ed educativo in modo che le persone siano accompagnate in un progetto di cui sono parte attiva. Al progetto partecipano vari soggetti pubblici e privati: Comune di Belluno, Rotary Club Belluno, Inner Wheel, Associazione Centro di Solidarietà Charles Peguy, Caritas Diocesana di Belluno-Feltre, Centro Caritas Hakim, Associazione Gruppi

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“Insieme Si Può..” onlus-ong; Comitato di Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Belluno, Integra Cooperativa Sociale. Integra Cooperativa Sociale è l’ente a cui è affidato il coordinamento del servizio di consulenza. Hanno dato il patrocinio all’iniziativa la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss n.1 di Belluno e dell’Ulss n.2 di Feltre e il Consorzio BIM Piave Belluno. Il Fondo di garanzia, costituito con precedenti finanziamenti e finalizzato all’erogazione di piccoli prestiti, ha permesso al progetto di continuare nel 2016, anche grazie alla restituzione dei prestiti da parte dei beneficiari. Nel 2016 sono state prese in carico una cinquantina di persone. Progetto “Fondo di solidarietà” - CEIS Centro Italiano di Solidarietà di Belluno ONLUS

Il progetto, rivolto a persone e nuclei familiari in difficoltà economica e con presenza di un disagio sociale, in particolare legato al fenomeno della perdita del lavoro e/o all’assenza di ammortizzatori sociali, ha visto l'erogazione di contributi a fondo perduto per utenze, spese mediche, ecc. Il progetto è stato realizzato in rete con vari soggetti privati (Comitato di Intesa, Insieme si Può, Caritas) permette di dare aiuti economici a fondo perduto (senza restituzione) alle persone che sono state viste dallo sportello di microcredito e che non possono ricevere il prestito in quanto non hanno capacità restitutiva (non a tutti ma in base a singola valutazione); ovviamente questi fondi sono gestiti dalle associazioni in autonomia e su richiesta dello sportello erogano contributi a chi non può ricevere il prestito e che, in seguito a valutazione, viene ammesso a contributo attraverso il fondo di solidarietà. Progetto “Esodo – verso l'integrazione” – CEIS

La Fondazione Cariverona ha promosso progetti per l’attivazione di percorsi giudiziari di inclusione socio-lavorativa; l’iniziativa è interprovinciale e coinvolge le province di Belluno, Verona e Vicenza. I progetti provinciali sono coordinati dalle Caritas Diocesane. Il progetto provinciale di Belluno, coordinato dalla Caritas Diocesana di Belluno, è denominato “Esodo” e comprende due sottoprogetti, uno dei quali gestito dal Ce.I.S. di Belluno onlus, denominato “Verso l’integrazione”. Il secondo progetto prevede azioni all'interno del carcere. Il progetto intende dare risposta al bisogno di inserimento lavorativo e di inclusione sociale di persone che si trovano fuori dal carcere e che sono presenti nel territorio della provincia di Belluno. Per ogni persona presa in carico viene costruito un progetto individuale, che definisce la tipologia di intervento da attivare: orientamento, formazione, tirocinio formativo, tutoraggio, accompagnamento al lavoro, supporto abitativo, sostegno educativo e psicologico. Il progetto è attivato nell'ambito di una rete provinciale promossa dalla Caritas e prevede la collaborazione di cooperative sociali che collaborano in partenariato: Coop. Soc. Tempus, Coop. Soc. Mani Intrecciate, Cooperativa Lavoro Associato, Cooperativa Il Cantiere della Provvidenza, Cooperativa Dumia; Coop Società Nuova. Progetto “Abitare Sociale” – CEIS

Il progetto intende dare risposta a situazioni di disagio sociale ed abitativo. Obiettivo dell’intervento è attivare azioni di sostegno abitativo rivolte a: -persone che abbiano intrapreso un percorso di reinserimento sociale -persone con limitata capacità reddituale al fine di preservarne la piena autonomia abitativa

I destinatari sono residenti o domiciliati in provincia di Belluno. Si prevede di inserire 14 persone per circa 7 mesi presso sedi proprie. Inoltre saranno realizzate azioni di accompagnamento e supporto educativo e di counseling, in base al progetto individuale e alla tipologia dell’utenza. Il progetto prevede, inoltre, di attivare una rete nell'ambito dell'housing sociale. La rete è composta da: partner operativi: Ce.I.S. di Belluno onlus (ente capofila), Dumia Cooperativa Sociale onlus, Società Nuova Cooperativa Sociale. Partner di rete: Integra Cooperativa Sociale. Nel 2016 sono state prese in carico 15 persone.

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Progetto “Pegaso” - Associazione Movimento Fraternità Landris ONLUS

L'associazione Movimento Fraternità Landris Onlus, ente gestore, nell'anno 2016 ha usufruito di tale Servizio per la fase residenziale finale del percorso educativo-terapeutico. Il Servizio è costituito da una struttura abitativa (appartamento semi-protetto), da interventi destinati alle persone inserite e da ulteriori interventi realizzati sul territorio (destinati sia agli utenti che al territorio stesso). Nel 2016 ne hanno fruito solo 2 ospiti della Comunità Fraternità in fase di reinserimento, i quali hanno partecipato forfettariamente alle spese. Con Decreto n. 297 del 19 ottobre 2015 è stata ottenuta l'Autorizzazione all'esercizio per questo Servizio Residenziale da parte della Regione del Veneto. Progetto “Ripartiamo dalla terra” - Associazione Movimento Fraternità Landris ONLUS

Il progetto si realizza tramite attività di agricoltura sociale; è trasversale e associa quindi inclusione sociale a interventi nei percorsi realizzati con gli utenti della Comunità Terapeutica per le dipendenze. Pur essendo un’opportunità di formazione ed inserimento lavorativo, “Ripartiamo dalla terra” si presenta come un percorso complesso che si rivolge alle istituzioni, agli operatori del sociale, alla comunità locale, al mondo del consumo attento e solidale ed al mondo dell’agricoltura, con l’intento di generare buone pratiche ed un più intenso dialogo sociale, rinforzando e costruendo interventi di rete sul territorio. Progetto “Cittadella cielo”, "C'è posto per te - per ridare un senso alla vita" - Associazione Insieme verso nuovi orizzonti Triveneto Onlus

A livello internazionale, “Nuovi Orizzonti” promuove fin dalla sua nascita il Progetto “Cittadella Cielo”, in via di realizzazione con diversi centri in Italia (Belluno e Frosinone) e all’estero (Bosnia-Erzegovina e Brasile). Nella sua complessità, il Progetto “Cittadella Cielo” prevede la realizzazione di un grande Centro di formazione per giovani che decidono di impegnarsi, a vari livelli, in iniziative ed attività nel campo della prevenzione, dell’accoglienza, del recupero di persone che versano in situazioni di grave disagio. Nella Cittadella Cielo ciascuno si forma con l’obiettivo di attivare e gestire, in Italia e all’estero centri di accoglienza e centri di sostegno alla vita, piccoli villaggi per bambini di strada, case famiglia, centri di ascolto, telefoni in aiuto, gruppi di sostegno, equipe di strada, centri di formazione al volontariato, cooperative sociali, centri per il reinserimento lavorativo, luoghi positivi di aggregazione giovanile, spettacoli, trasmissioni, concerti di solidarietà, iniziative di prevenzione e sensibilizzazione, corsi di conoscenza di sé, corsi di formazione per operatori sociali e educatori, missioni di strada, centri di spiritualità, progetti nei paesi in via di sviluppo e altre iniziative rivolte a chi si trova in difficoltà. Nel 2016 sono state prese in carico 12 persone. Nel corso del 2016 è stato maturato un avanzo di gestione che sarà investito in conto capitale per la ristrutturazione della cucina e servizi igienici attigui per poi proseguire nell'inserimento lavorativo delle persone ospiti dell'Associazione. Progetto “Camminare nell'Accoglienza” - Associazione Giovanni Conz

L'Associazione ha messo a disposizione un mini appartamento a bassa protezione per accogliere una mamma straniera con bambino segnata da un'umanità ferita sotto il profilo relazionale, sociale e familiare. Il progetto ha favorito la sua crescita personale nel pieno rispetto e nella valorizzazione delle sue ricchezze culturali; è stata aiutata nei momenti di difficoltà e accompagnata nel perseguire una buona autonomia anche attraverso la ricerca di un lavoro. Il progetto, che nel 2016 ha visto accogliere 2 utenti, e' stato inserito in una programmazione più ampia presentata alla Fondazione Cariverona, la quale prevede anche il completamento della ristrutturazione del fabbricato.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Marginalità Sociale

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Progetto “S. Martino” - Cantiere della Provvidenza

Il progetto ha mirato a migliorare le performance dei percorsi di attivazione al lavoro di persone con bassa contrattualità sociale segnalate dalle parrocchie alla Caritas. Attraverso il rafforzamento degli strumenti di ascolto, orientamento, accompagnamento, addestramento ed inserimento socio lavorativo dei beneficiari. Il Progetto ha avuto esiti positivi in quanto ci sono state 41 prese in carico e 16 utenti effettivi. Progetto “Per una cittadinanza solidale e inclusiva” –Associazione Il Tralcio

Il Progetto mira ad accogliere e accompagnare famiglie con minori in stato di grave disagio economico e sociale. Nel 2016 sono stati presi in carico 10 utenti, ospitati presso gli alloggi gestiti dall’Associazione. 4. I risultati raggiunti

Seppur in un contesto di riduzione strutturale delle risorse a disposizione del sistema pubblico locale (economiche ed umane) la rete dei servizi del territorio dell'ULSS n. 1 di Belluno, ha mantenuto inalterata l'offerta a sostegno di famiglie e singoli in situazione di vulnerabilità sociale. Rispetto al 2015 sono aumentate le progettualità in modo particolare nell’ambito lavorativo e abitativo da parte del pubblico e dell’associazionismo e terzo settore.

Nel corso dell'annualità 2016 il territorio ha proseguito con gli interventi di contrasto del progressivo impoverimento dei nuclei familiari sperimentando nuovi modelli di re-inserimento lavorativo al fine di innalzare il livello di partecipazione al lavoro dei soggetti svantaggiati e attivato progettualità multidimensionali attente agli aspetti considerati determinanti per la vita delle famiglie: abitazione, accesso a beni di prima necessità, salute, al fine di sostenere singoli e famiglie in situazione di grave indigenza e vulnerabilità ed accompagnarli in percorsi orientati all’autonomia. 5. Le criticità riscontrate e le azioni correttive

5.1 Criticità riscontrate nell’Area durante l’anno 2016

Le problematiche riscontrate nell'area marginalità dipendono soprattutto, malgrado i confortanti segnali di ripresa, dalla crisi economico-occupazionale che continua a manifestare i suoi effetti sulle figure a bassa scolarizzazione o con basso profilo professionale.

Le risorse limitate, inoltre, non permettono di dare una sempre adeguata risposta alla crescente numerosità dei bisogni rilevati, problema questo che si evidenzia con maggior peso nei comuni di piccole dimensioni e dislocati nelle aree montane. La minor disponibilità di risorse, il progressivo ridimensionamento dei servizi rivolti alla comunità, il minor tasso demografico e il progressivo spopolamento di alcune aree incide negativamente anche sulla possibilità di offrire un sistema di offerta che sia omogeneamente distribuito nel più ampio territorio dei Comuni appartenenti all'A.Ulss.

La collaborazione ed integrazione tra i soggetti della rete (Enti locali, Enti del terzo settore, ecc.) diviene quindi requisito fondamentale ed imprescindibile per l'attuazione di azioni maggiormente efficaci.

Rimane problematica, come evidenziato negli anni precedenti, la verifica dei risultati e dell'efficacia dei vari progetti che appaiono molto frammentati e poco coordinati tra di loro per un efficace utilizzo delle risorse disponibili.

Si manifestano delle perplessità relativamente all’efficacia delle nuove misure di sostegno al reddito (SIA, REI ecc) in quanto in quanto sembrerebbero ispirate da principi assistenzialistici che non sollecitano l’attivazione delle competenze e risorse individuali.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Marginalità Sociale

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5.2 Azioni correttive da attuare

5.2.1 Azioni correttive interne ai servizi

Tra le azioni correttive da attuare si evidenzia l'importanza di azioni preventive, mediante l'attivazione di azioni innovative di promozione all'integrazione, educazione e accrescimento culturale, di prevenzione del disagio sociale, di diffusione di una cultura della non violenza, dell’intercultura, dell'apertura ed accoglienza, di promozione del senso di appartenenza alla comunità e del senso di responsabilità e partecipazione attiva al benessere della collettività.

Importante inoltre investire nell'ambito delle “progettualità di rete”, mediante azioni di ri-generazione dei legami sociali che con gli anni si sono indeboliti per rispondere alle necessità emergenti, riattivando le comunità locali allo scopo di prevenire il fenomeno della marginalità sociale adottando una metodologia ispirata ai principi di sussidiarietà e orizzontalità. Per contrastare il problema della frammentazione sarebbe utile riproporre dei sistemi di dialogo sinergico tra enti e istituzioni al fine di evitare interventi ridondanti sugli stessi nuclei famigliari e individui anche se non va sottaciuto che esigenze di privacy impongono ai servizi specialistici di non rilasciare informazioni riguardanti gli importi e la tipologia dei servizi erogati. 5.2.2. Azioni correttive a livello locale (ULSS, Comuni, CM)

Tra le azioni correttive a livello locale, si conferma l'importanza di proseguire l'operatività in condivisione di alcune progettualità al fine di ottimizzare i risultati raggiungibili attraverso azioni condivise e coordinate. Un elemento critico continua ad essere rappresentato dalle fonti di finanziamento che non sempre permettono di poter ragionare secondo termini di continuità, aspetto che impone la capacità di riuscire a fronteggiare eventuali assenze di finanziamento attraverso azioni innovative, tra le più invocate negli ultimi anni le azioni di welfare generativo, affinché il sistema di risposta continui ad essere sostenibile. 5.2.3. Azioni correttive a livello regionale

Sono importanti i momenti di confronto tra le varie realtà territoriali organizzati dalla Regione, al fine di poter effettuare una condivisione delle migliori prassi operative che rispondono alle domande croniche ed emergenti riguardanti l'area marginalità seppur consapevoli che le risposte non siano sempre duplicabili in contesti diversi.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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B.7 Area Immigrazione 1. Uno sguardo d’insieme

La presente relazione valutativa riporta l’analisi delle attività e il rendiconto operativo ed economico dell’area Immigrazione durante l’anno 2016. Nell'anno 2016 le risorse economiche per l'attività dell'area ammontano a € 621.608,72, così suddi-vise: € 19.753,63 per i servizi e € 601.855,09 per i progetti. Le risorse economiche sono cresciute in rapporto all'anno scorso, anche se sono calate le erogazioni per i servizi soprattutto dalla parte dell'Ulss, sono cresciute le erogazioni per i progetti, inoltre dob-biamo tenere conto che non si conoscono i dati relativi all’erogazione relativa al Comune di Belluno per l'anno 2016. Anche se i progetti sono ben equilibrati nelle aree di bisogno, si evince una lieve mancanza di pro-gettazioni rivolte all'integrazione scolastica e alla formazione dei giovani immigrati naturalizzati. Nell'anno 2016 quasi la totalità dei progetti sono stati portati a termine e si è data continuità al po-tenziamento della collaborazione tra i soggetti partecipanti al tavolo tecnico che, nonostante la com-plessità, hanno operato in sinergia ed in modo propositivo. L’Area Immigrazione è organizzata all'interno del “Coordinamento Rete Immigrazione della Provincia di Belluno” di cui fanno parte associazioni e gruppi informali di immigrati e soggetti del pubblico e del privato che si occupano di immigrazione. Nell'ambito del Coordinamento sono presenti le seguenti nazionalità e lingue: Paesi presenti: Italia, Albania, Algeria, Argentina, Brasile, Camerun, Cina, Congo, Croazia, Egitto, Etiopia, Filippine, Ghana, Kuwait, Marocco, Macedonia, Moldavia, Nigeria, Romania, Senegal, Somalia, Ucraina, Tuni-sia. LINGUE PRESENTI : Italiano, albanese, amarica, arabo, cinese, croato, filippino, francese, inglese, portoghese, rumeno, russo, somalo, spagnolo, ucraino, dialetti di varie etnie africane. Negli ultimi anni l'Area è stata caratterizzata da molti cambiamenti riguardanti l'entrata significativa dei migranti profughi sul territorio e l'aumento della popolazione immigrata che ha raggiunto lo status di cittadinanza.

Alcuni obiettivi raggiunti:

-A livello riorganizzativo, è stata definita una nuova modalità di gestione dei fondi PISS e FAMI, il primo dei quali, dal 2016, viene gestito a livello amministrativo, dal Comune di Agordo, mentre il secondo dal Comune di Belluno. -In particolare sono stati potenziati i seguenti aspetti: miglioramento della rete di collaborazione, potenziamento dell’associazionismo, potenziamento degli interventi formativi, potenziamento degli interventi di prima accoglienza e di inclusione sociale delle famiglie, delle donne e dei giovani.

In rapporto con lo scorso anno, notiamo che la situazione migratoria del territorio continua a man-tenersi in una fase di stabilizzazione e di radicamento, inoltre è da notare appunto un importante aumento della popolazione profuga nel territorio.

Un altro elemento significativo già segnalato nelle relazioni precedenti è il continuo aumento del numero di immigrati stabilizzati da tempo sul territorio che, oltre aver maturato il diritto di cittadinanza, richiedono il ricongiungimento familiare anche dei genitori ultra sessantacinquenni per

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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potersene occupare in prima persona e permettere loro di accedere al Sistema Sanitario Italiano. 2. I servizi - Analisi dell'attività.

2.1- Analisi delle tabelle economiche e di utenza Le risorse economiche per l’attività dell’area Immigrazione ammontano a € 621.608,72.

I Servizi € 19.753,63 I Progetti € 601.855,09

Dall’analisi dei dati dei servizi e dei progetti si nota che i servizi per gli immigrati vengono sostenuti soprattutto dai fondi Europei, Regionali e dalle Associazioni ed enti privati. I Fondi Europei sono in aumento e questo rende possibile potenziare la progettualità mirata.

2.1.1 Servizio Informa Immigrati: Costi 2016

Sportelli InformaImmigrati

Costi 2012

Costi 2013

Costi 2014

Costi 2015

Costi 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016 Comune di Belluno –

Punto Amico 3.993,60 16.307,20 17.804,80 16.556,80* n.d *** - -

Distretto n. 2 di Agordo Azienda ULSS n. 1 14.469,06 14.636,47 14.100,89 13.635,74 13.246,33 -2,86% -8,45%

5 Comuni dell'Alpago Ass. Alba Azione di Gioia 5.650,00 5.019,00 5.640,00 4.690** 6.507,30**** 38,75% 15,17%

Totale Ulss n. 1 24.112,66 35.962,67 37.545,69 34.882,54 19.753,63 -43,37% -18,08%

*dei quali € 6.240 già ricompresi e rendicontati nell’ambito del “Piano Integrazione Sociale e Scolastica degli immigrati non comunitari – PISS” ** dei quali € 3.800 finanziati dai Comuni aderenti all’UM Alpago *** Dal 1/01/2016 il servizio Informaimmigrati è stato accorpato allo Sportello dei Cittadini, senza possibilità di scorporarne il costo specifico. ****Il finanziamento per il 2016 è composto da 3800 euro di finanziamento da parte dei 3 Comuni dell'Alpago e da 2707,30 euro di finanziamento all'associazione Alba Azione di Gioia Onlus, erogato dal Comune di Belluno nell'ambito di apposito bando rivolto alle associazioni di immigrati.

Utenza 2016

Sportelli InformaImmigrati

Utenza 2012

Utenza 2013

Utenza 2014

Utenza 2015

Utenza 2016

Variazione %

2015-2016

Variazione %

2012-2016

Comune di Belluno 130 317 503* 360 n.d. - -

Distretto n. 2 di Agordo Azienda ULSS n. 1 252 279 251 294 302 2,72% 19,84%

5 Comuni dell'Alpago Ass. Alba Azione di Gioia 316 456 393 339 346 2,06% 9,49%

Totale Ulss n. 1 698 1.052 1.147 993 648 -34,74% -7,16%

*Accessi

SPORTELLO INFORMA IMMIGRATI BELLUNO Dal 1/01/2016 il servizio Informaimmigrati è stato accorpato allo Sportello dei Cittadini. SPORTELLO INFORMA IMMIGRATI AGORDO. Dati sull’attività svolta nel 2016.

È un Servizio gestito dall’Unità Locale Socio Sanitaria n. 1 – ex Distretto di Agordo su delega dei 16 Comuni dell’Agordino.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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Sede: presso Municipio di Agordo, al piano terra. Recapiti: 0437/643097 (negli orari di apertura al pubblico). Orari: è aperto al pubblico il martedì dalle 11:00 alle 13:00 ed il giovedì dalle 16:30 alle 18:30, su appuntamento in altri giorni ed orari. Costi: il Conto d'Esercizio indica un costo annuo per il 2016 di € 13.246,33

UTENZA – nazionalità nazionalità numero

totale

% sul totale maschi % maschi femmine % femmine

ALBANIA 37 12,25% 13 10,08% 24 13,87%

BANGLADESH 4 1,32% 2 1,55% 2 1,16%

BOSNIA 4 1,32% 3 2,33% 1 0,58%

CINA 11 3,64% 4 3,10% 7 4,05%

CUBA 5 1,66% 2 1,55% 3 1,73%

ITALIA 10 3,31% 5 3,88% 5 2,89%

KOSOVO 128 42,38% 65 50,39% 63 36,42%

MACEDONIA 2 0,66% 0,00% 2 1,16%

MAROCCO 8 2,65% 4 3,10% 4 2,31%

MOLDAVIA 8 2,65% 2 1,55% 6 3,47%

POLONIA 1 0,33% 0,00% 1 0,58%

ROMANIA 2 0,66% 0,00% 2 1,16%

RUSSIA 2 0,66% 0,00% 2 1,16%

SERBIA 10 3,31% 6 4,65% 4 2,31%

SPAGNA 1 0,33% 0,00% 1 0,58%

TUNISIA 2 0,66% 2 1,55% 0,00%

UCRAINA 67 22,19% 21 16,28% 46 26,59%

TOTALE 302 100,00% 129 100,00% 173 100,00%

Come per le annualità precedenti, anche nel 2016 la nazionalità maggiormente rappresentata è quella kosovara (42,38 %), seguita dalla ucraina (22,19 %) ed infine da quella albanese (12,25 %). Tra gli utenti di nazionalità ucraina si conferma, come per l'anno 2015, una maggiore consistenza del numero delle donne rispetto a quello degli uomini: si deduce ancora, dall'incrocio con i dati rela-tivi alla tipologia di occupazione dell'utenza, che questo elemento è riconducibile alla presenza di molte assistenti familiari di nazionalità ucraina.

UTENZA – classi d'età

Classe d'età numero % 0/18 39 12,91% 18/24 45 14,90% 25/34 85 28,15% 35/44 69 22,85% 45/59 52 17,22% > 60 12 3,97% non conosciuto 0 0,00% TOTALE 302 100,00% Le classi d'età maggiormente rappresentate sono quelle relative alle persone in età lavorativa (ed ai loro coniugi ricongiunti, normalmente coetanei); le fasce d'età restanti sono riferibili ai figli minori (12.91 %).

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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UTENZA – occupazione

OCCUPAZIONE NUMERO %

nessuna (studenti, casalinghe e pensionati) 69 22,85%

disoccupati – in cerca di occupa-zione 15 4,97% operaio 25 8,28% operaio ottico 92 30,46% ass. familiare/lavoro domestico 52 17,22% alberghiero/ristorazione 35 11,59% artigiani autonomi 3 0,99% altro 9 2,98% non conosciuto 2 0,66% TOTALE 302 100,00%

Il dato più consistente si conferma quello dell'occupazione nel comparto dell'occhiale (30,46 %), se-guito da quello dei non-occupati (categoria che comprende studenti, casalinghe e pensionati: 22,85 %) e dal lavoro domestico (17,22 %). Rispetto all’annualità precedente, nel 2016 il dato relativo alle persone disoccupate o è diminuito (da 9,52 % a 4,97 %). RICHIESTE/NAZIONALITÀ

Nel corso del 2016 le richieste maggiormente pervenute al Servizio sono state relative a:

1) Richieste di rinnovo dei documenti di soggiorno (14,1 %); 2) Richieste informative e di presentazione istanza di ricongiungimento familiare (12,5 %); 3) Richieste varie non riferibili alle normali classificazioni utilizzate per definire l’attività dello

Sportello (12,5 %); 4) avvio di richieste per la concessione della cittadinanza italiana, in particolare per naturalizza-

zione (10,3 %).

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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Informazioni di esito degli interventi: le richieste che pervengono allo Sportello Informa Immigrati sono principalmente di tipo informativo; rispetto a questa tipologia di richieste emerge che l'esito è di soddisfacimento della domanda informativa nella totalità dei casi. Nel caso di invio od accompagnamento ad altro servizio esterno (ad es. a Servizi socio-sanitari com-petenti per territorio, Centro per l'Impiego, CTP per corsi di lingua) non è sempre possibile conosce-re il percorso dell'utenza e quindi l'esito finale dell'intervento.

Durante questa annualità, in linea con quanto emerge dai dati di attività sopracitati, è possibile deli-neare alcuni elementi caratterizzanti:

a) la situazione migratoria del territorio agordino si mantiene ancora sostanzialmente in una fa-se di stabilizzazione e di radicamento, considerata in particolare la limitazione dei nuovi in-gressi per motivi di lavoro (dovuti all’assenza di quote per lavoro continuativo nel decreto flussi nazionale). E’ lievemente in aumento invece il numero di ingressi conseguenti ai ricon-giungimenti familiari (le richieste in tal senso passano da 9,72 % del 2015 a 12,5 % dell’anno corrente). Anche quest’anno si è registrato un numero consistente di richieste informative rispetto a concessioni di cittadinanza italiana.

b) rispetto all’anno precedente si registra una diminuzione dell’utenza in situazione di disoccu-pazione (da 9,52 % a 4,97 %), elemento che permette di ipotizzare che nel territorio di rife-rimento il mercato del lavoro ha ripreso ad assorbire le offerte di candidatura provenienti dalla popolazione in età lavorativa, probabilmente grazie al comparto dell'occhiale ha iniziato una buona ripresa (con assunzioni di giovani tramite agenzie di lavoro interinale) e al com-parto turistico alberghiero.

c) c'è stato un grosso incremento di richieste di informazioni per l'accesso ai corsi di italiano, funzionali al raggiungimento del livello A2 per l'ottenimento del documento di soggiorno permanente; si evidenzia come nel corso del 2016 sono stati riavviati nuovamente organizza-ti i corsi CIVIS attraverso il CPIA di Belluno;

d) si segnala come a partire dal 2016 la gestione del Piano Territoriale per l’integrazione (Comi-tato dei Sindaci del Distretto di Belluno – ex ULSS 1) è stato affidato al Comune di Agordo (funzione amministrativa) e allo Sportello Informa Immigrati (funzione tecnica).

SPORTELLO INFORMA IMMIGRATI DELL’ ALPAGO. Dati di attività del 2016

Il Progetto “Informa Immigrati” ha offerto informazione qualificata ai cittadini stranieri con particola-re riferimento all’accesso alle pratiche amministrative, orientamento scolastico, lavorativo ed allog-giativo, nonché mediazione culturale, interpretariato e sviluppo di progettualità diverse, anche in collaborazione con la scuola. La Finalità: dare precise ed esaurienti informazioni agli utenti, mettendoli in collegamento con le di-verse istituzioni e la rete dei servizi presenti sul territorio; favorire l’inserimento nel tessuto sociale dei cittadini stranieri e prevenire situazioni di disagio; incrementare le attività collaterali proposte. UTENZA: 662 utenti. Non sono presenti nella relazione nei i dati specifici , ne l'esito degli interventi.

2.1.2 Servizi e contributi erogati dai comuni dell’ULSS n.1

Interventi a favore di persone immigrate Comune

Nr. utenti/ benefi-

ciari

Costi Finanzia-

menti

Contributi per favorire interventi del Terzo settore

Puos d'Alpa-go,CHIES,TAMB

RE 3.800* 3.800

Interventi per l’integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio (coordinamen-to interventi per richiedenti asilo)

Limana 10 1.000 1.000

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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Servizio di pronta accoglienza e progetti e-ducativi di sgancio per minori stranieri non accompagnati

Belluno 0* Dato non

pervenuto- Dato non

pervenuto

*il "gruppo appartamento", ovvero il progetto di alloggio in semi-autonomia per minori stranieri non accompagnati (MSNA)

è iniziato il 10/01/2017.

Nei mesi di gennaio e febbraio 2016 un minore straniero non accompagnato è stato ospitato in una comunità, per un im-

porto pari a € 1.935, a totale carico della Prefettura di Belluno. 2.1.3 Servizi erogati dai soggetti del Terzo Settore e da Enti Istituzionali

A- Prefettura B- Associazione “Insieme si può” C- Caritàs Centro Hakim D- Ufficio Scolastico Territoriale.

A) Prefettura di Belluno Dati 2016 ancora non disponibili. B) Associazione “insieme si Può”: € 72.256,39 – Progetto di Servizio. Progetto di servizio “La povertà a casa nostra”

ANNO 2016: 1.200 contatti

146 UTENTI Finalità: Sostegno economico e morale alle persone/famiglie italiane o straniere versanti in situa-zioni di difficoltà economica o di particolare sofferenza, residenti in provincia di Belluno.

Con il progetto si prefigge di aiutare le persone/famiglie che l'Associazione accoglie, a diventare i primi protagonisti della loro ripresa economica e sociale. Si cerca, a tal scopo, di predisporre, insie-me alla persona/famiglia bisognosa, un piano di uscita dalla situazione d’indigenza e di porre le basi per garantire un futuro auto-sostentamento. Qualora le condizioni economiche non permettano un percorso di questo tipo – situazione assai frequente - l'intervento avviene attraverso il sostegno, temporaneo e nella misura ritenuta di volta in volta necessaria, per il pagamento di bollette luce e gas, arretrati locatizi, spese mediche, spese alimentari, rinnovo documenti al fine della ricerca lavo-ro, spese scolastiche, corsi professionali, contributo per l’avvio di attività lavorativa, ricongiungimen-to famigliare, beni materiali (cibo, vestiti, scolastico) e altro.

L'utenza: Persone/famiglie italiane o straniere versanti in situazioni di difficoltà economica o di parti-colare sofferenza residenti in provincia di Belluno.

C) Caritas – Centro Hakim € 6.700,00

Attività specifiche nell’area immigrazione realizzate nell’anno 2016:

- ascolto dei bisogni;

- supporto materiale (pacchi alimentari, abbigliamento, mobili, articoli per la casa e per neona-ti) e altro (indirizzo a organi istituzionali, assistenza in richiesta di finanziamenti ed altro);

- accoglienza di gruppi etnici per momenti di festa e di preghiera;

- organizzazione della Giornata Migrantes, promossa dalla chiesa italiana la seconda domenica di gennaio (coordinamento tra vari gruppi etnici, organizzazione festa e rinfresco);

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- organizzazione, in concorso con l’associazione “Popolinsieme”, dell’annuale Festa dei Popoli, svoltasi nel 2016 presso il Teatro Comunale, con la collaborazione del Comune di Belluno, assessorato alla Cultura, di altri Uffici Pastorali e dell’ associazione Bellunesi nel mondo;

- partecipazione al tavolo immigrazione e ai suoi progetti

- partecipazione attiva al progetto Microcredito; Partecipazione alle iniziative organizzate dal Comune di Belluno “Picnic della cultura” e “Natale Solidale”;

- coinvolgimento di persone immigrate come collaboratrici delle attività del centro.

Nel corso dell’anno 2016 è stata data continuità, consegne di pacchi alimentari al mese a nuclei fa-miliari di immigrati e di vestiario e oggetti vari.

Sono stati ospitati diversi gruppi etnici, alcuni per momenti di preghiera, o per feste. Nell’ambito dell’area immigrazione, queste le richieste in ordine di priorità:

1) Ricerca di un lavoro 2) Assistenza (alimenti, vestiti, mobili, suppellettili, articoli per l’infanzia…); 3) Reperimento di un alloggio, specie in situazione di sfratto per morosità; 4) Reperimento fondi per pagamento di bollette o affitti; 5) Farsi “voce” presso istituzioni e l’opinione pubblica; 6) Disponibilità di spazi e luoghi di incontro; 7) Ricongiungimento familiare;

D- 2.1.4 Ufficio scolastico provinciale di Belluno- Area integrazione e accoglienza scolastica alunni e adulti stranieri Attività e progetti Gli interventi realizzati dalle istituzioni scolastiche della provincia con i finanziamenti loro assegnati ai sensi del’art.9 del CCNL, pur avendo come obiettivo prevalente l’alfabetizzazione e l’integrazione de-gli alunni stranieri, anche quest'anno hanno messo in evidenza un bisogno crescente di contenimen-to della dispersione degli alunni, anche italiani, pluriripetenti e in situazione di disagio sociale. L’alfabetizzazione e l’integrazione degli alunni stranieri,interventi di accoglienza, di integrazione degli alunni neo arrivati e i progetti di tipo interculturale sono stati realizzati con il coinvolgimento delle intere classi. Azioni di orientamento scolastico, formativo e professionale e counseling, di sviluppo delle compe-tenze di base e trasversali e di recupero delle competenze linguistiche, singoli progetti elaborati e realizzati in sintonia con i curricoli delle scuole, con la condivisione dei Consigli di Classe, dei Collegi docenti, delle commissioni per la progettazione del POF e in collega-mento con l’extrascuola (famiglie, enti, istituzioni). La rete CTI (Area Intercultura di Belluno) con capofila l’I.C. 3 di Belluno ha svolto attivi-tà di:

- Coordinamento mirato alla condivisione di problematiche relative all’inserimento e all’integrazione degli alunni stranieri, all’aggiornamento su metodologie e strumenti di inse-gnamento efficaci, alla creazione di uno “scaffale interculturale” di materiali ricevuti o prodot-ti dalla rete;

- Ricerca-azione: percorso di autoformazione in modalità di laboratorio per l’elaborazione di materiale didattico da utilizzare con gli alunni.

- Sono state realizzate le UDA (Unità di apprendimento trasversali e interculturali), una per la scuola primaria e una per la scuola secondaria di primo grado e per i primi anni della secon-daria di secondo grado.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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Attività CPIA Belluno

Nell'anno 2015, il CTP “è diventato CPIA, Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti è stata atti-vata un'unica sede provinciale, con una sede specifica per la scuola degli immigrati adulti. I CPIA sono strutture del Ministero dell’Istruzione che realizzano un’offerta formativa per adulti e giovani adulti; costituiscono una tipologia di Istituzione scolastica autonoma dotata di uno specifico assetto organizzativo e didattico e sono articolati in una Rete Territoriale di Servizio. 2.2 Analisi generale dei servizi dell’area Si nota ancora un aumento delle risorse economiche da parte dei soggetti del terzo settore, che sono diventati una fondamentale e importante risorsa e supporto per le famiglie e persone bisogno-se. Principalmente i servizi erogati dalla associazione”Insieme si Puo”. Inoltre le associazioni di immigrati hanno lavorato in prima linea nel supporto agli operatori e connazionali in ambito sanitario e scolastico. La natura dei servizi sono maggiormente di prima accoglienza, formazione, integrazione dei giovani e delle donne e supporto alle famiglie in difficoltà. 3. I progetti 3.1 Elenco delle progettualità inserite nel Piano di Zona. N.B.: tutti i progetti sono descritti dettagliatamente nella relazione di Ri-pianificazione anno 2016.

Progetti previsti nel 2016 Stato Attuazione

Costi e utenza

MANTENIMENTO

0 0

POTENZIAMENTO

Stato Attuazione Costi e utenza

1P “Coordinamento rete immigrazione”

Attivato € 0

2P “La povertà a casa nostra” Soggetto promotore: “Associazione Insieme si può”

Attivato *rendicontato nella parte

dei servizi

€ 72.256,39 Utenti: 146

3P “Qui ci siamo, mi a ti , ti a mi” Soggetto promotore: Spazio Incontro Consul-torio Familiare, Ass. “Spazio amico, noi ci siamo”, “La Esse” Soc. Coop. Soc.

Attivato *rendicontato nell'area tra-

sversale

4P e 5P

Progetto:“Accoglienza Richiedenti Asilo” Cooperativa Lavoro Associato, Coop. Cadore, Coop. Integra Comune di Limana

Attivato € 501.000,00 (dati economico incompleto: mancano progetti gestiti da

Consorzio Sviluppo e Innova-zione ecc..) Utenti: 45

+12 di Limana 6 P Progetto: “Festa dei Popoli”

Associazione Popolinsieme, Centro Hakim, Caritas diocesana.

Attivato

€ 3.000,00

7P Progetto “SPORTELLO “INFORMA IMMIGRA-TI” DELL'ALPAGO

Attivato € 6.507,30 346 utenti

8P Progetto “Progetto ”Alpago Accogliente” Soggetto promotore: Cinque Comuni dell’Alpago. Partner: Associazione Alba Azio-ne di Gioia

Attivato *finanziato con le risorse del progetto Informa Immi-

grati Alpago) Utenti: circa 90

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8P Progetto: Progetto “Promozione delle persone” Soggetto promotore: Associazione Alba Azio-ne di gioia.

Attivato € 0 Utenti: circa 90/100 Contatti: circa 200

9 p Progetti CPT(non definiti in fase di ripianifica-zione 2016) – SCHEDE Non pervenute

10P Centro Hakim Soggetto promotore:Caritas

Attivato € 6.700

INNOVAZIONE

1. I Progetto “INCONTRI INFORMATIVI” a cura dello Sportello Informa immigrati del Comune di Agordo.

Attivato ma non ancora sviluppato.

€ 0

2.I PROGETTO DI ORIENTAMENTO AL LAVORO - PIANO TERRITORIALE DI INTEGRAZIONE (PTI) – Comune di Agordo PISS

Attivato 6.391,40 Utenti: 51

3.I Progetto “L’educazione musicale come-pratica inclusiva” CTI di Belluno

Non attivato per mancanza di risorse

4.I

Progetto "MGF_Mutilazioni Genitali Femminili" Soggetto promotore:Azienda ULSS 1 Belluno

Attivato e concluso *rendicontato nell'area tra-

sversale

5.I Progetto "Scuderia Armonica" Soggetto promotore: Ass. Formarte

Attivato *rendicontato nell'area tra-

sversale

6.I Progetto "NDAKH SUBA (per un domani)" Soggetto promotore: Associazione “La Musica non ha confine”

Attivato € 0 Utenti: n.d.

7.I

Progetto: "Servizio di pronta accoglienza e progetti educativi di sgancio per minori stranieri non accompagnati".

Attivato € 57.780,00

I progetti sono 17, distribuiti tra potenziamento e innovazione, con le seguente finalità:

II. l’integrazione sociale, soprattutto a favore di donne e minori; III. l’educazione alla cittadinanza e alla solidarietà; IV. l’inserimento scolastico; V. lo studio della lingua italiana;

VI. l’informazione; VII. la formazione degli operatori;

VIII. il coordinamento e la progettazione in rete; IX. gli interventi per il contrasto alle disuguaglianze in salute; X. l’aiuto alle famiglie bisognose;

XI. l’interculturalità. XII. supporto ai richiedenti asilo.

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I FONDI PER lA PROGETTAZIONE IN AMBITO DELL'IMMIGRAZIONE -FAMI(fondo asilo, migrazione e integrazione), ministero dell'interno. -Fondi Regionale per l’immigrazione, (programma di integrazione sociale e scolastica) -Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di paesi terzi (FEI), -Fondi strutturali Europei, per la scuola. -Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) -Associazioni di immigrati, Cooperative Sociali, Caritas, Enti Locali 3.2 Analisi delle progettualità Dall’analisi dei progetti per l’anno 2016 si evince che la maggioranza dei progetti in programma sono stati sviluppati e gli obiettivi e le priorità dell’area raggiunti e potenziati. La valutazione qualitativa e la progettazione in rete tra i membri del tavolo tecnico hanno portato a una maggiore qualifica dell'offerta in base ai bisogni e alle politiche dell'area. Anche se i progetti sono bene equilibrati per area di bisogno, si auspica una maggiore progettualità rivolta all'inclusione dei bambini e dei giovani. Quanto al progetto di rete “Coordinamento rete immigrazione..” i finanziamenti previsti non sono stati erogati, ma la progettualità è stata portata avanti lo stesso, con alcune riduzioni e difficoltà o-perative: Progetto “Coordinamento Rete Immigrazione” Finanziamento: € 0.

Descrizione: il Coordinamento Rete Immigrazione coordina la rete del pubblico e del privato in ambito immigrazione. Il Tavolo delle associazioni di immigrati lavora in sinergia con la rete per dare una risposta concreta ai bisogni emersi. Il Tavolo si riunisce una volta al mese, Finalità: - coordinare, programmare, monitorare le attività delle associazioni di immigrati e dei soggetti del pubblico e del privato che si occupano di immigrazione; - dare una risposta concreta ai bisogni espressi dalla rete e favorire le relazioni (Prefettura, A.ULSS n.1, UST, CTI, Associazioni e Cooperative varie),

E' attiva, presso il CPI di Belluno, una sede di Coordinamento Generale, per eseguire le se-guenti azioni:

a) riferimento per gli Enti interessati (Prefettura, ULSS, CTI, Scuole ecc..) nell’ambito della mediazione culturale e linguistica b) coordinamento della rete e supporto a progetti e attività.

ATTIVITA' DI MASSIMA SVILUPPATA NELL' ANNO 2016: - coordinamento della rete. - mediazione culturale e linguistica . - supporto ai profughi. - incontri mensili del “tavolo delle associazioni e gruppi di immigrati”. - gruppo di prima accoglienza. - attività di sensibilizzazione territoriale e interventi. - collaborazione con l'Azienda ULSS n. 1 nell'ambito del progetto MGF - partecipazione al Consiglio Territoriale della Prefettura di Belluno.

Quanto ai progetti di ” Richiedenti asilo..” il fenomeno è in continua crescita per la Provincia di Belluno. Tale emergenza ha richiesto l’impegno e l’intervento di realtà del privato sociale che hanno sottoscritto una convenzione con la Prefettura di Belluno. E' stata stipulata una convenzione con le cooperative locali, nell’ottica di dare risposta ai bisogni primari: vitto e alloggio, fornitura di prodotti

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per l’igiene personale e vestiti, accesso al servizio sanitario nazionale, accompagnamento legale ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato. Sono stati attivati vari progetti di “Prima Accoglienza”. Il periodo trascorso all’interno dello stesso è per sua natura di carattere temporaneo, periodo in cui il richiedente asilo viene accolto e orientato all’interno di in un nuovo contesto socio-culturale e accompagnamento nel proprio iter legislativo. Al termine dell’accoglienza è possibile che il migrante venga accolto in un progetto SPRAR o che decida di spostarsi in un altro Paese. Preso atto degli elementi sopraindicati, uno dei bisogni di maggior rilevanza è quello di instaurare una collaborazione sinergica e proficua tra enti e servizi del territorio coinvolti nell’accoglienza dei richiedenti asilo politico: è necessaria l’integrazione delle risorse presenti sui territori, creando a li-vello locale modelli virtuosi di inserimento sociale e culturale. Si tratta di favorire un dialogo interistituzionale – anche a livello di ministeri e di assessorati – il qua-le possa supportare lo sviluppo di programmi integrati, in favore dei migranti accolti nel progetto. Le risorse economiche disponibili per la gestione, corrispondono all’importo di 30 euro/die per cia-scun migrante accolto. Esse sono volte a coprire le seguenti voci di spesa: vitto e alloggio, spese di gestione e coordinamento, spese legali, costo degli operatori, attività di integrazione, acquisto di abbigliamento e beni accessori, spese mediche, abbonamento dell’autobus. I progetti e interventi formativi in generale sono finalizzati a:

- facilitare e veicolare nella popolazione bellunese la conoscenza del progetto di accoglien-za, della condizione dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in generale e del diritto di asilo;

- favorire un positivo inserimento sociale dei migranti nella comunità locale; - prevenire l’insorgere di fenomeni di esclusione sociale ed emarginazione; - valorizzare il dialogo interculturale. - favorire l’acquisizione di nuove competenze o la rivalutazione del proprio background

formativo e professionale attraverso corsi di formazione e stage, - attività di orientamento e accompagnamento al lavoro

4. I risultati raggiunti Il risultato più significativo è il potenziamento di una rete funzionale che opera trasversalmente at-traverso il “coordinamento rete immigrazione” con dei programmi concreti, della rete fanno parte i soggetti del pubblico e del privato che si occupano di immigrazione e le associazioni e gruppi di im-migrati. 5. Le criticità riscontrate e le azioni correttive: 5.1 Criticità riscontrate anno 2016 A) Mancanza di un gruppo per la “Progettazione mirata nell'ambito dei fondi europei” Azione correttiva: - Attivazione di un gruppo misto all'interno del tavolo tecnico inserito nella ri-pianificazione 2017 B) A volte le idee progettuali non vengono condivise con il tavolo delle associazioni e gruppi di im-migrati. Azione correttiva: -Le progettualità all'interno dei fondi devono essere condivise nel Tavolo Tecnico dell'Area Immigra-zione. C)- I dati dei progetti nelle aree trasversali rivolti alla popolazione immigrate,non vengono condivisi con l'area immigrazione. Azione correttiva: - attivare una maggior collaborazione tra le aree.(vedi azioni correttivi ai servizi) 5.2.1 Azioni correttive interne ai servizi.

- l'interazione con le altre aree del Piano di Zona (interventi trasversali) è migliorata ma non ancora ottimale.

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Relazione Valutativa 2016 – Area Immigrazione

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- alcuni interventi e servizi per gli immigrati sono stati inseriti nell’area marginalità e inclusione sociale; essa dovrebbe distinguere e segnalare al Coordinatore di Area gli interventi a favore degli immigrati per valutare il peso e oneri dei servizi erogati.

5.2.2. Azioni correttive a livello locale (ULSS, Comuni, CM)

- Maggiore la comunicazione di rete. 5.2.3. Azioni correttive a livello regionale

- E’ auspicabile che ci sia un coordinamento a livello regionale tra le altre Aree Immigrazioni e che il “coordinamento rete immigrazione della Provincia di Belluno” partecipi al tavolo regio-nale di individuazione dei bisogni e definizione delle politiche e strategie da attuare.

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Interventi Trasversali 171

1.8 Area Trasversale Azioni Piano di Zona 2011-2015 (prorogato al 31.12.2018) 1.1 Progetto “Psicologi del Territorio. ” “Interazione multidisciplinare tra psicologo, medico di famiglia e assistenti sociali, per la riduzione del disagio psichico e sociale e per il benessere della comunità” Finanziamento:€ 42.000,00

Soggetti Promotori: Azienda ULSS n.1, Cooperativa KCS Caregiver, Fondazione Cariverona, Comuni del Cadore (San Vito di Cadore, Borca di Cadore, Vodo di Cadore, Valle di Cadore, Pieve di Cadore, Cibiana, Domegge di Cadore, Santo Stefano di Cadore, Comelico Superiore, S.Pietro di Cadore, Danta di Cadore, S. Nicolò Comelico, Sappada , Cortina; Auronzo di Cadore; Lorenzago di Cadore; Vigo di Cadore; Lozzo di Cadore), ARCFACO; Parrocchia di Calalzo.

L’iniziativa si svolge attualmente all’interno di sei punti ambulatoriali di accoglienza

Ogni ambulatorio contempla 6 ore di attività settimanale, vista l'entità numerica delle richieste spesso è stato necessario un aumento delle ore per ambulatorio in modo di poter dedicare il tempo necessario agli utenti. Quando avviene un invio o una richiesta diretta si cerca di chiarire l'urgenza, in caso di urgenza viene data priorità alla richiesta. Per il proseguo del servizio è stata attivata una mail PEC di comunicazione e un nuovo modulo per l'invio.

L'Accesso: l'accesso all'ambulatorio avviene tramite l'invio del medico o dai soggetti che si occupano della salute e benessere della comunità (sindaci, ecc..) o a richiesta diretta del cittadino, in caso di richiesta diretta, il medico viene avvisato dallo psicologo che il suo utente ha fatto la richiesta. L'Invio: l'invio dalla parte del medico avviene attraverso la compilazione di un modulo previsto dal servizio e consegnato all'utente e a un colloquio telefonico o personale tra lo psicologo e il medico per un confronto sulla casistica da trattare.

Il rapporto con i servizi: In caso di invii ai servizi, la valutazione dello psicologo viene confrontata con il medico ed esso esegue l'invio. Nel caso il medico ritenga necessario lo psicologo entra in contatto con il servizio per maggiori chiarimenti sul caso o per un accompagnamento all'invio, quindi in collaborazione con i medici i servizi vengono contattati e in caso di necessità c'è un confronto di equipe (medico, psicologo del territorio e servizio), attraverso il quale viene incentivata la comunicazione e la collaborazione tra i vari servizi.

Il servizio di psicologia territoriale non sostituisce i servizi di 2° livello, viste le caratteristiche specifiche e unicità del servizio stesso, che in prevalenza contatta precocemente problematiche molte volte complesse portatrici di “domande da chiarire”, problematiche in cui non sempre si sono ancora “organizzate delle patologie”. l'intervento offre l'opportunità di accogliere e ascoltare il disagio e la sofferenza presenti e molte volte di cogliere il disagio sul nascere. L’utenza che fino ad ora ha utilizzato il servizio ha espresso in partenza una situazione conclamata di disagio, sofferenza individuale e famigliare. E' stata accolta e ascoltata la persona e la sua “richiesta”cercando di comprendere insieme a lei il problema, le risorse e le potenzialità presenti (personali e nel sistema) per chiarire meglio il percorso da fare per il benessere psico fisico e sociale dell'utente. Caratteristiche degli interventi. Gli interventi sono stati prevalentemente di prevenzione di 1° e 2° livello e di cure primarie attraverso:consulenza psicologica, supporto e sostegno psicologico, riabilitazione,

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Interventi Trasversali 172

terapia breve e invio ai servizi. Eseguite in ambulatorio o quando necessario attraverso le visite domiciliari. Aspetti Valutativi: I principali risultati si possono riassumere così: - sperimentazione del modello dell'integrazione multidisciplinare nelle cure primarie, nei processi di cura più completi, quindi con attenzione alle condizioni biologiche, psichiche, relazionali e sociali della Persona. Il lavoro complementare e di integrazione delle competenze medico e psicologo ha permesso il raggiungimento del benessere in modo completo e l'attivazione di percorsi di promozione della salute alternativi. - accesso diretto al servizio di psicologia senza pregiudizi e stigmi. Il servizio si colloca sul territorio e in prevalenza sull'ambulatorio del medico di famiglia, questa facilità e semplicità di accesso si è rivelato un'importante punto di forza. - prevenzione e promozione del benessere attraverso l'intervento precoce a problematiche di disagio psichico, relazionale, sociale e complesse , frutto dell’integrazione fra il medico di famiglia e lo psicologo del territorio,che permette l' intercettazione di una parte di popolazione in sofferenza, portatrice di una “domanda da comprendere”. Gli ambulatori sono stati avviati positivamente e accolti dalla comunità e dai medici come un servizio utile, già nella fase di avvio i numeri di accessi ambulatoriali si sono rivelati significativi. Alcune domande iniziali dell'utenza: ASPETTI DEPRESSIVI

- Depressione lieve - Depressione post-traumatica - Depressione legata ai cicli di vita

DISTURBI D’ANSIA

- Ansia generalizzata - Attacco di panico

DISAGIO PSICHICO GENERALIZZATO DIFFICOLTA’ FAMILIARI- RELAZIONALI Inoltre: Problematiche complesse e multiple (lavoro-ricaduta da alcol- situaz.di precarietà) disturbi psicosomatici Problemi di Dipendenza da (alcol, droghe, gioco) Disturbi del sonno, disagio psichico, relazionale e sociale: - disagio legato al particolare ciclo di vita ; Nota: - Il dato relativo alla domanda dell’utente riguarda alla domanda iniziale. - Le domande iniziale sono spesso accompagnate da situazioni complesse e “confuse” di sofferenza e disagio. - La relazione valutativa dettagliata verrà presentata nel mese di dicembre.

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Interventi Trasversali 173

Punti di accesso ambulatoriali attivati (e comuni serviti):

AMBULATORIO 1 :Ambulatorio Presso: Borca di Cadore e S.Vito di Cadore. Comuni: S.Vito di Cadore Borca di Cadore Vodo di Cadore Cibiana.

AMBULATORIO 2: Ambulatorio presso: Pieve di Cadore e Valle di Cadore. Comuni: Valle di Cadore Pieve di Cadore Domegge di Cadore Calalzo

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Interventi Trasversali 174

AMBULATORIO 3: Ambulatorio Presso il Distretto Ulss.n.1- S. Stefano di Cadore Comuni: S.Stefano di Cadore Comelico Superiore S. Pietro di Cadore Danta di Cadore S.Nicolò di Comelico Sappada AMBULATORIO 4: Ambulatorio Presso: Distretto Ulss n.1- Cortina D'Ampezzo. COMUNE: Cortina D'ampezzo AMBULATORIO 5: Presso L'ospedale di Auronzo di Cadore. COMUNI: Auronzo di Cadore Lorenzago di Cadore Vigo di Cadore Lozzo di Cadore AMBULATORIO 6: Presso La Farmacia di Caprile. COMUNI: Livinallongo del Col di Lana; Colle Santa Lucia; Selva di Cadore; Rocca Pietore; Alleghe; Utenza complessiva che ha avuto accesso agli ambulatori Utenza anni 2014/2017: 775 Utenti- anni 2014/ a Giugno 2017 Utenza anno 2016: 217 utenti Registro Attività Ambulatorio n.1 Apertura 1 volta alla settimana per 6 ore settimanali TOTALE 2014-2017: 175 UTENTI

Caratteristiche utenti Masch

i Range

età Femmin

e Range

età S. Vito di C.

Borca di C.

Vodo di C.

Cibiana di C.

74 14-85 101 12-79 65 62 43 5

Registro Attività Ambulatorio n.2 Apertura 1 volta alla settimana per 6 ore settimanali TOTALE 2014-2017: 182 UTENTI Caratteristiche utenti

Maschi

Range età

Femmine

Range età

Valle di C.

Pieve di C.

Domegge di C.

Calalzo: *Perarolo

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Interventi Trasversali 175

75 8-83 107 15-78 54 65 42 17 4

Registro attività ambulatorio n.3 Apertura 1 volta alla settimana per 6 ore settimanali TOTALE 2014-2017: 170 UTENTI

Caratteristiche utenti Comelico S. 30 Masch

i Range

età Femmin

e Range

età S.Stefano C. S. Pietro 32

S.Nicolo' 15 66 12-81 104 6-79 67 Danta 8

__________________ Sappada 18

Registro attività ambulatorio n.4 - Cortina Apertura 1 volta alla settimana per 6 ore settimanali TOTALE 2014-2017: 113 UTENTI Nota: Le richieste dirette vengono successivamente condivise con il medico di famiglia.

Caratteristiche utenti Masch

i Range

età Femmin

e Range età

50 14-79 63 17-78

Registro Attività Ambulatorio n.5 Apertura 1 volta alla settimana per 6 ore settimanali TOTALE 2014-2017: 88 UTENTI

Caratteristiche utenti Masch

i Range

età Femmin

e Range

età Auronzo

di C. Lorenzago di C.

Lozzo di C.

Vigo di C.

32 18-79 56 17-78 34 28 11 15

Registro attività ambulatorio n.6 - UTENTI 2016-2017: 47

Caratteristiche utenti Masch

i Range

età Femmin

e Range

età

22 6-68 25 8 - 77

*I minorenni sono stati 3 fino ad ora, incontrati insieme ai genitori in incontri famigliari. PROVENIENZA: Livinallongo del Col di Lana; 15 utenti Colle Santa Lucia; 8 utenti Selva di Cadore; 6 utenti Rocca Pietore; 11 utenti Alleghe; 7 utenti

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Relazione Valutativa 2016 - Piano di Zona 2011-2015 ULSS 1 DOLOMITI – Distretto di Belluno

Interventi Trasversali 176

1.2 Psicologi di territorio – Comune di Limana. La progettualità prevede l'introduzione della figura professionale della psicologa per 16 ore settimanali, la quale collabora con i medici di base, gli assistenti sociali, la scuola e gli altri enti territoriali in iniziative e progettualità varie (Reti di famiglie, per es.), per intervenire sulle situazioni di disagio psichico, sociale e relazionale attraverso spazi di incontro e supervisione e l’eventuale indirizzo verso il miglior percorso di soluzione. 2 Progetti di scambio solidale 2.1 Progetto “SWAPPOINT” Finanziamento:€ 3.790,08 Soggetto proponente: Associazione Volontari Agordini San Martino, Gruppi “Insieme di Può” Onlus

2.2 Progetto ”Qui ci siamo, mi a ti, ti a mi” Finanziamento:€ 13.500,00 Progetto richiamato anche nell’area Immigrazione del documento di ri-pianificazione 2017 Soggetto proponente: Spazio Incontro-Consultorio Familiare dell’ULSS n.1, Ass.”Spazio amico, noi ci siamo”,“La Esse” Società Cooperativa Sociale”.

3. Progetto “Supporto Extrascolastico Armonico” Finanziamento: € 9.000 Soggetto proponente: Centro Studi e ricerche Formarte”.

4. Progetto “STACCO- Servizio Trasporto e ACCOmpagnamento” Costi € 227.652 Finanziamenti: € 98.825 da Regione Veneto - DGR 2012/2016; € 50.000 dal Comitato dei Sindaci di Distretto di Belluno; 20.000 Altri enti pubblici Soggetto responsabile della gestione: Comitato d'Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Belluno.

5. Amministratore di Sostegno Soggetto responsabile della gestione: Comitato d'Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Belluno Costi previsti: € 24.136 Finanziamenti: € 4.136 dal Centro Servizi al Volontariato (CSV) di Belluno; € 20.000 dal Progetto Home Care Premium 2014 (INPS)

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Dolomiti –Distretto di Belluno

Nota Metodologica

177

C. Nota Metodologica

Il disegno di valutazione adottato

La presente “Relazione Valutativa del Piano di Zona – anno di gestione 2016” è il frutto di una complessa attività di raccolta, elaborazione e valutazione dei dati di attività ed economici relativi ai servizi sociali e socio sanitari presenti nel territorio dell’azienda Ulss n. 1 –Distretto di Belluno che si è sviluppata nelle seguenti fasi:

Fase 1 “Predisposizione delle schede per la raccolta dati”

L’Ufficio di Piano, in collaborazione con la direzione dei Servizi Sociali, ha predisposto le schede per la raccolta dei dati di utenza, costo e finanziamento dei servizi sociali e socio-sanitari presenti nel territorio del Distretto di Belluno. Con lo scopo di poter cogliere le peculiarità delle diverse Unità di Erogazione, si è scelto di creare tipologie diverse di schede che, pur essendo facilmente compilabili dai servizi, potessero fornire, non solo le informazioni necessarie per la compilazione del web regionale dei Piani di Zona, ma anche ulteriori indicazioni necessarie per una esaustiva valutazione.

Fase 2 “Invio delle Schede di raccolta dati ai servizi e supporto alla compilazione”

A partire dal mese di maggio l’Ufficio di Piano ha inviato, via posta elettronica, le schede progettuali per la raccolta dei dati consuntivi 2016 (per le aree disabilità e Immigrazione tale fase è stata realizzata nel mese di ottobre 2017). A fine settembre sono state inviate le Schede di raccolta dati ai servizi accordando il termine per la restituzione a circa tre settimane dalla data di invio e restando a disposizione per le attività di supporto alla compilazione. La rilevazione ha riguardato in contemporanea i dati di utenza e costi/ricavi delle unità di offerta dell’area anziani (case di riposo e servizi di assistenza domiciliare), nonché i dati di spesa dei comuni e i dati di costo riferiti alle unità di erogazione gestite dall’azienda ULSS.

Fase 3 “Ricezione delle Schede di raccolta dati, controllo della loro completezza e correttezza ed elaborazione dei dati.”

L’Ufficio di Piano, attraverso un constante monitoraggio dello stato di ricezione delle schede e, ove necessario, attraverso alcune sollecitazioni, è riuscito ad entrare in possesso di tutti i dati necessari per la valutazione del Piano di Zona 2016 solo tra l’ultima settimana di ottobre e la seconda settimana del mese di novembre 2017. Particolarmente difficoltosa è stata la raccolta dei dati provenienti dai centri di Servizio dell’area Anziani, per i quali ha in parte pesato il passaggio, nel corso del 2016 o del 2017, da una gestione diretta da parte del Comune ad una gestione dei servizi attraverso aziende speciali. Inoltre la fase di rilevazione, compressa da un punto di vista temporale, ha coinciso con altre rilevazioni sulla spesa sociale (ISTAT, INAPP-ex ISFOL), ha creato un carico di lavoro elevato a fronte del ridotto numero di risorse amministrative presente negli enti locali. Va però rilevato che è aumentata la collaborazione da parte degli enti locali: ben 40 Comuni su 47 hanno fornito informazioni sulla propria spesa sociale, a fronte dei 36 del 2015. Dopo aver controllato che le schede di rilevazione fossero complete e corrette si è proceduto ad elaborare i dati in esse contenuti. La creazione di serie storiche dei dati ha permesso di svolgere un’analisi non solo dell’anno di gestione 2016 ma anche del quinquennio 2012-2016. Le tabelle e i grafici, una volta completati e resi conformi alle esigenze informative dei diversi servizi, sono state restituire ai Responsabili delle sette aree di intervento.

Fase 4 “Valutazione dell’attività – anno di gestione 2016 e confronto con i diversi stakeholder”

Nei mesi di aprile, maggio e giugno i tavoli tematici, uno per ogni area di intervento prevista nel Piano di Zona e composti dai rappresentanti dei servizi (servizi dell’Ulss, dei Comuni/Comunità Montane, del Terzo settore ecc..), si sono riuniti, in concomitanza alle attività di Ri-pianificazione 2017 per:

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Relazione Valutativa Piano di Zona 2011-2015 – Anno 2016 ULSS 1 Dolomiti –Distretto di Belluno

Nota Metodologica

178

- individuare quali sono stati gli elementi facilitatori e quali sono stati i vincoli di contesto locale (vincoli finanziari, vincoli delle risorse umane, vincoli culturali, tecnici, rapporti con il terzo settore) e i vincoli di contesto generale che hanno o non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi;

- analizzare il rapporto tra offerta di servizi e bisogni rilevati; - analizzare le tendenze e i cambiamenti riscontrati nel corso dell’anno 2016.

Anche grazie al lavoro svolto in occasione degli incontri dei singoli tavoli tematici i relativi coordinatori hanno elaborato le relazioni valutative delle diverse aree che vanno a comporre il presente documento.