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COMUNE DI MARCIANA MARINA Dott. Ing. Domenico Mei Via I. Campioni, 145 - San Marco – LUCCA Tel. e Fax. 0583/491308 C.F. MEI DNC 57R04 E715I RELAZIONE TECNICA DELLE STRUTTURE RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE RELAZIONE SUI MATERIALI PIANO DI MANUTENZIONE DELLA STRUTTURA RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI Ai sensi delle NTC DM 14.01.2008, della Circolare LLPP 02.02.2009, del DPGR n.36/R del 09.07.2009 ELABORATO ALL.2 OGGETTO REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA COSTITUITA DA TRE LIVELLI DI PARCAMENTO UBICAZIONE COMUNE DI MARCIANA MARINA (LI) – LOCALITA’ SAN PIETRO COMMITTENTE AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MARCIANA MARINA Viale G.Vadi, n.7- 57033 MARCIANA MARINA (LI) Il Tecnico Progettista

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COMUNE DI MARCIANA MARINA

Dott. Ing. Domenico Mei Via I. Campioni, 145 - San Marco – LUCCA Tel. e Fax. 0583/491308 C.F. MEI DNC 57R04 E715I

RELAZIONE TECNICA DELLE STRUTTURE RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE

RELAZIONE SUI MATERIALI PIANO DI MANUTENZIONE DELLA STRUTTURA

RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI Ai sensi delle NTC DM 14.01.2008, della Circolare LLPP 02.02.2009, del DPGR n.36/R del 09.07.2009

ELABORATO

ALL.2

OGGETTO REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA COSTITUITA DA TRE LIVELLI DI PARCAMENTO UBICAZIONE COMUNE DI MARCIANA MARINA (LI) – LOCALITA’ SAN PIETRO COMMITTENTE AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MARCIANA MARINA Viale G.Vadi, n.7- 57033 MARCIANA MARINA (LI)

Il Tecnico Progettista

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REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA ELEVATA SU DUE PIANI CON STRUTTURA PORTANTE IN CALCESTRUZZO ARMATO UBICATA NEL COMUNE DI MARCIANA MARINA (LI) – LOCALITA’ SAN PIETRO

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SOMMARIO

A1. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE ...................................................................................................... 3

A1.1. RELAZIONE GENERALE ILLUSTRATIVA DELL’OPERA .............................................................................. 3

A1.2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO ...................................................................................................................... 7

A1.3. MODELLO STRUTTURALE ............................................................................................................................ 8

A1.4. CALCOLO PIASTRA IN C.A. ........................................................................................................................ 13

A2. RELAZIONE SUI MATERIALI ........................................................................................................................... 15

A4. PIANO DI MANUTENZIONE .............................................................................................................................. 21

A5.2. RELAZIONE SULLE FONDAZIONI ................................................................................................................ 24

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OGGETTO

REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA ELEVATA SU DUE PIANI CON STRUTTURA PORTANTE IN

CALCESTRUZZO ARMATO UBICATA NEL COMUNE DI MARCIANA MARINA (LI) – LOCALITA’ SAN

PIETRO

A1. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE

A1.1. RELAZIONE GENERALE ILLUSTRATIVA DELL’OPERA

DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO

L’area di intervento è ubicata in Loc. San Pietro, nel Comune di Marciana Marina (LI), lungo la

Strada Provinciale n. 25 dell’Elba; è individuata catastalmente dal Mappale 504, Foglio 4. Il lotto, di

proprietà dell’Amministrazione Comunale di Marciana Marina, ha una forma pressochè triangolare e

confina su due lati con terreni di altrui proprietà e sul terzo con la viabilità sopra menzionata. Sorge

ad una distanza dal mare di circa 150m.

Nell’area di sedime del costruendo fabbricato, è stato realizzato recentemente uno scavo di

sbancamento, a valle della viabilità provinciale, per la realizzazione di un parcheggio, analogo a

quello in oggetto, i cui lavori in realtà non sono mai cominciati per rescissione del contratto con

l’impresa appaltatrice. Dopo la chiusura dei lavori, è stata realizzata, a monte del suddetto scavo e

marginalmente alla SP25, una palificata per la messa in sicurezza della strada stessa (“Progetto di

stabilizzazione del versante a monte dell’area di prevista realizzazione di un parcheggio in Comune

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di Marciana Marina a margine della S.P. 25 dell’Elba” – progetto n. 31385 del 14.10.2008 depositato

presso l’Ufficio del Genio Civile di Livorno). L’attuale piano di scavo è dello stesso ordine di

grandezza del piano necessario al Ns intervento.

Si segnala inoltre che all’interno dell’area stessa, sul lato Ovest, è presente, ad oggi, una strada

comunale, che si diparte dalla provinciale e che in origine serviva un parcheggio di superficie posto

su tre livelli, il cui piano inferiore corrispondeva, all’incirca, con il piano dell’attuale sbancamento e al

contempo con il piano inferiore del Ns progetto.

DESCRIZIONE DELL’OPERA

L’autorimessa oggetto del presente progetto è costituita da una struttura elevata su due piani fuori

terra e caratterizzata da tre livelli di parcamento: due al coperto ed uno sulla copertura piana

superiore, alla quale si accede direttamente dalla viabilità limitrofa. Ai due piani inferiori si accede

invece dalla viabilità comunale sul confine di proprietà, già sopra menzionata.

La superficie lorda di ciascun piano è pari a 795 mq, per una volumetria complessiva di 4530 mc

circa. La pianta è inscrivibile in un rettangolo di dimensioni massime 26.60 m x 36.80 m.

I tre livelli di parcamento sono così sviluppati: il primo è ubicato a quota + 6.70 m slm (piano finito), il

secondo a quota + 9.50 m slm ed il terzo a +12.30 m slm; quota quest’ultima coincidente col piano

strada in corrispondenza dell’asse dell’accesso carrabile al parcheggio (vedasi progetto

architettonico per un migliore inquadramento dle contesto).

Considerando uno spessore per la finitura del calpestio (comprese le pendenze) pari a 10 cm al

piano inferiore e pari a 5 cm ai piani superiori, si ricavano le quote strutturali dell’estradosso di platea

e dei due impalcati; in particolare si ha:

- Estradosso platea +6.60 m slm – spessore 40 cm;

- Estradosso impalcato intermedio +9.45 m slm – spessore 35 cm;

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- Estradosso impalcato superiore +12.25 m slm – spessore 35 cm;

Per una migliore comprensione degli elaborati strutturali, le piante dei vari orizzontamenti sono state

rapportate ad un nuovo sistema di riferimento avente la quota +0.00 m coincidente con l’estradosso

grezzo della platea; esso corrisponde al 6.60m nel riferimento assoluto. Le altezze interne dei locali

sono entrambe pari a 240 cm al finito, 250 al grezzo per la prima elevazione, 245 cm al grezzo per la

seconda elevazione.

Dal punto di vista strutturale l’edificio è costituito da una struttura in c.a. a telaio a più piani e più

campate (p.to 7.4.3. NTC 2008); i telai, bidirezionali, sono formati da pilastri di sezione rettangolare

sul perimetro e di sezione circolare all’interno, e da travi emergenti sul perimetro ed in spessore di

solaio all’interno. Gli impalcati sono costituiti da una piastra in c.a. di spessore complessivo pari a 35

cm, ma alleggerita con elementi in polistirolo di spessore 18 cm e dimensioni in pianta 50 cm x 50

cm, posti ad interasse 60 cm; per cui trattasi in realtà di piastra nervata formata da due piastre (una

inferiore ed una superiore) di 8.5 cm di spessore, collegate tra loro da nervature piene di 10 cm di

larghezza e 18 cm di altezza (vedasi particolare nelle tavole strutturali). L’alleggerimento della piastra

così realizzato consente una riduzione del peso proprio della stessa del 40 %.

La fondazione è costituita da una piastra in c.a. di 40 cm di spessore, realizzata su di uno strato di

magrone (cls C12/15) dello spessore medio di 10 cm. La platea presenta una ciabatta di 50 cm

rispetto al filo esterno dei pilastri solo sul versante a valle, mentre altrove il filo esterno della platea

coincide col filo esterno dei pilastri.

I tamponamenti perimetrali vengono realizzati:

- lato mare con pareti in muratura ordinaria di blocchi di laterizio da tamponamento, spessore 30

cm. I tamponamenti saranno connessi alla struttura in c.a. mediante l’inserimento nella stessa di

barre da c.a. a passo 50 cm lungo il perimetro della zona tamponata;

- lato monte con setti in c.a. la cui armatura non viene prolungata all’interno dei pilastri, per cui la

continuità è garantita dalla solo getto di cls.

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Sul lato monte del fabbricato si segnala la presenza di una palificata, già precedentemente

menzionata, ad una distanza dallo stesso di circa 120 cm. La palificata, sviluppata lungo la viabilità,

consente di non considerare la spinta delle terre sul nostro manufatto; a tergo dello stesso sarà

realizzato un drenaggio mediante inerti 4/7.

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A1.2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

La normativa di riferimento è essenzialmente costituita da:

- Decreto Ministero delle Infrastrutture 14.01.2008 “Nuove norme tecniche per le costruzioni”;

- CIRCOLARE MINISTERO LLPP 2 FEBBRAIO 2009, N. 617.

- Del. G.R.T. n. 431 del 19.06.06, che recepisce le indicazioni della Proposta di riclassificazione

sismica dei Comuni della Toscana, conseguente all’Ordinanza Presidenza del Consiglio dei

Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006.

- DPGR (REGIONE TOSCANA) n.36/R del 09.07.2009

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A1.3. MODELLO STRUTTURALE

CODICE DI CALCOLO UTILIZZATO

• INFORMAZIONI SULL’ORIGINE, LE CARATTERISTICHE E LA VALIDAZIONE DEI CODICI DI

CALCOLO

Il software di calcolo utilizzato è denominato “SISMICAD 11 è prodotto dalla Società CONCRETE SRL

(CF/PI:02268670284) con sede in Via della Pieve, 19 - 35121 Padova; la versione utilizzata è la

versione 11.7 del Luglio 2009. Gli estremi della licenza, intestata al sottoscritto Progettista Strutturale,

Ing. Domenico Mei, sono i seguenti:

SW-3839370.

• AFFIDABILITA’ E VALIDAZIONE DEI CODICI DI CALCOLO UTILIZZATI

Si rimanda all’allegato documento redatto dalla software house di cui sopra relativo all’affidabilità del

codice di calcolo in uso.

DESCRIZIONE DEL MODELLO STRUTTURALE

Il metodo di analisi adottato è quello previsto dalla vigente normativa - D.M. 14.01.2008 NTC.

Le caratteristiche principali dell’opera sono le seguenti:

• TIPO DI COSTRUZIONE TIPO “2” (OPERE ORDINARIE Vn ≥ 50 anni) (Tab. 2.4.1. DM 14.01.2008)

• CLASSE D’USO CLASSE II P.to 2.4.2. DM 14.01.2008

• VITA UTILE Vn = 50 anni

• LOCALITA’ COMUNE DI MARCIANA MARINA* – PROVINCIA LIVORNO

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Nota *: Il Comune di Marciana Marina è ubicato in zona 4; nonostante sia consentito svolgere le verifiche alle tensioni ammissibili (p.to 2.6 NTC 2008), le verifiche sono state condotte con il metodo agli stati limite secondo NTC 2008.

• TIPOLOGIA COSTRUTTIVA EDIFICIO NUOVO IN C.A. – CLASSE DI DUTTILITA’ “B” NON REGOLARE IN PIANTA (non rispettato il p.to “c” 7.2.2. NTC2008) REGOLARE IN ALTEZZA

EDIFICIO A TELAIO q0 = 3 aaaau/aaaa1

ED. A PIU’ PIANI E PIU’ CAMPATE NON REG. IN PIANTA aaaau/aaaa1 = 1.15

• CAT. SUOLO CATEGORIA DEL SUOLO “B” (Tab. 3.2.II. DM. 14.01.2008)

• CAT. TOPOGRAFICA T3 ” (Tab. 3.2.IV. DM. 14.01.2008) – St = 1.20

Per quanto riguarda il metodo di analisi adottato, è stato condotta un’analisi di tipo DINAMICA

lineare con lo “zero sismico” coincidente col piano di posa della platea.

Per quanto riguarda i materiali, viene utilizzato calcestruzzo con classe di resistenza C32/40 sia per

la fondazione che per l’elevazione e acciaio B450C. I fattori di sicurezza sono i seguenti:

- Per l’acciaio gs = 1.15;

- Per il calcestruzzo gs = 1.5

Per l’ulteriore caratterizzazione dei materiali si rimanda alla “relazione sui materiali” riportata in

seguito.

CONDIZIONI DI CARICO

- Pesi strutturali: pesi propri + permanenti portati

- Variabili cat. F – rimesse e parcheggi autoveicoli p < 30kN

- Neve a quota < 1000 m slm

- Variabili cat. H2 – coperture praticabili

- Variabili cat. C2 – scale comuni (ambienti suscettibili di affollamento)

CARICHI LINEARI

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- Tamponamenti pareti finestrate 160 kg/ml

- Tamponamenti pareti piene in laterizio 800 kg/ml

- Setti in cls portati (lati ciechi) 1650 kg/ml

CARICHI SUPERFICIALI

VALUTAZIONE DEI CARICHI PERMANENTI (G)

• IMPALCATI IN SOLETTE PIENE IN C.A. ALLEGGERITE CON POLISTIROLO

PESO PROPRIO PIASTRA ALLEGGERITA 515 kg/mq PACCHETTO DI FINITURA + IMPIANTI PORTATI 85 kg/mq

• CARICO SUPERFICIALE SULLE SCALE ESTERNE PERMANENTE PORTATO 250 kg/mq (oltre peso proprio delle orditure principali)

VALUTAZIONE DEL CARICO NEVE

Il carico provocato dalla neve sulle coperture sarà valutato mediante la seguente espressione:

qs = mi · qsk · CE · Ct

dove:

qs è il carico neve sulla copertura;

mi è il coeff. di forma della copertura;

qsk è il valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo [kN/mq];

CE è il coeff. di esposizione;

Ct è il coeff. termico.

Si ipotizza che il carico agisca direttamente in direzione verticale e lo si riferisce alla proiezione orizzontale

della superficie della copertura.

Il valore del carico neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione, considerata la

variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona. In mancanza di adeguate indagini statistiche e specifici

studi locali, che tengano conto sia dell’altezza del manto nevoso che della sua densità, il carico di riferimento

neve al suolo, per località poste a quota inferiore a 1500m sul livello del mare (caso in esame), non dovrà

essere assunto minore di quello calcolato in base alle espressioni riportate nel seguito, cui corrispondono valori

associati ad un periodo di ritorno pari a 50 anni.

L’edificio si trova nel Comune di MARCIANA MARINA – Provincia di LIVORNO, perciò ubicato in zona di neve

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III. Di conseguenza il valore caratteristico minimo del carico della neve al suolo risulta, essendo as ≤ 200m:

qsk = 0.60 kN/m2 as ≤ 200m;

dove as è la quota del suolo sul livello del mare, nel sito in cui è ubicato l’edificio.

Il coeff. di esposizione CE può essere utilizzato per modificare il valore del carico neve in copertura in

funzione delle caretteristiche specifiche dell’area in cui sorge l’opera; nel caso in esame si assume CE=1 , il

quale corrisponde alla classe di topografia “NORMALE : Aree in cui non è presente una significativa rimozione

di neve sulla costruzione prodotta dal vento, a causa del terreno, altre costruzioni o alberi” (D.M. 14 gennaio

2008 par. 3.4.3).

Il coeff. termico Ct può essere utilizzato per tener conto della riduzione del carico neve a causa dello

scioglimento della stessa, causata dalla perdita di calore della costruzione. Tale coeff. tiene conto delle

proprietà di isolamento del materiale utilizzato in copertura. Nel caso in esame si assume Ct =1.

Per il calcolo del carico neve sulle coperture devono essere considerate le due seguenti principali disposizioni

di carico :

- carico da neve depositata in assenza di vento;

- carico neve depositata in presenza di vento.

Il coeff. di forma per le coperture mi viene ottenuto in funzione dell’angolo a, espresso in gradi

sessagesimali, formato dalla falda con l’orizzontale.

Per le coperture ad una o due falde si ha, essendo a < 30°:

mi = 0,8

Tutto ciò premesso il carico neve sulla copertura risulta:

qs = 0.60x1x1x0.8 = 0.48 kg/mq

Nei calcoli si è assunto qs = 50 kg/mq.

VALUTAZIONE DEI CARICHI VARIABILI (D.M. 14.01. 2008 TAB. 3.1.II)

- CATEGORIA “F” - rimesse e parcheggi autoveicoli p < 30kN

qk= 250 kg/mq

- CATEGORIA “H2” - SULLA COPERTURA PIANA - Secondo categoria di appartenenza

qk= 500 kg/mq

- CATEGORIA “C2” - SULLE SCALE ESTERNE

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qk= 400 kg/mq

COMBINAZIONI DI CARICO

Combinazioni non sismiche:

- Stato limite ultimo SLU

- Stato limite di esercizio SLE – combinazione rara

- Stato limite di esercizio SLE* – combinazione frequente

- Stato limite di esercizio SLE* – combinazione quasi permanente

Combinazioni sismiche:

- Stato limite di danno SLD

- Stato limite di salvaguardia della vita SLV

- SLV fondazioni: tiene conto del p.to 7.2.5 con grd = 1.1 – classe di duttilità “B”

*NOTA: Vista la vicinanza del fabbricato dal mare le condizioni ambientali in cui si inserisce

sono di tipo “aggressivo” per cui il limite di apertura delle fessure è:

- comb. Frequente: apertura fessura < w2 = 0.03

- comb. Quasi permanente: apertura fessura < w1 = 0.02

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A1.4. CALCOLO PIASTRA IN C.A.

Per quanto riguarda le caratteristiche della piastra si rimanda a quanto già riportato nella descrizione

introduttiva. La piastra viene calcolata col metodo di Grashov considerando una piastra di spessore 35

cm, con peso proprio ridotto (600 kg/mq), incastrata su quattro lati (k=1). Considerando la combinazione

più gravosa allo SLU si ottiene, per una striscia larga 1 m e per l’analisi dei carichi sopra riportata:

qtot = 1530 kg/ml.

In base alla geometria della piastra, considerando lx = 5.12 m e ly = 5.48 m, si ottiene:

px = 662 kg/ml

py = 868 kg/ml

La sollecitazione più elevata si ha all’appoggio in y per cui My = ql2 / 12 = 1900 kgm. Ottenuto il

momento sollecitante, deve essere confrontato con il momento resistente relativo ad una sezione

35x100 armata con 5+5 f10 inf. + sup. Si riporta la scheda di calcolo da cui si ottiene un Mrd = 5100

kgm per cui la verifica risulta soddisfatta.

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Per quanto riguarda tutte le rimanenti verifiche si rimanda all’allegato fascicolo dei calcoli.

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A2. RELAZIONE SUI MATERIALI

Normative di riferimento

DM 2008 Norme tecniche per le costruzioni

UNI EN 1992-1-1 Progettazione delle strutture in c.a.

UNI EN 206-1 Calcestruzzo, specificazione, prestazione, produzione e conformità

UNI 11104 Istruzioni complementari per l’applicazione della EN 206-1

UNI 8520 Parte 1e 2 Aggregati per calcestruzzo – Istruzioni complementari per l’applicazione in Italia della norma UNI-EN 12620 – Requisiti

UNI 7122 Calcestruzzo fresco. Determinazione della quantità di acqua d’impasto essudata

EN 10080:2005 Acciaio per cemento armato

UNI EN ISO 15630-1/2 Acciai per cemento armato: Metodi di prova

EN 13670:2008 Execution of concrete structures

ACCIAIO

L’acciaio utilizzato comprende: barre d’acciaio tipo B450C (6mm ≤ Ø ≤ 50 mm), rotoli tipo B450C (6mm

≤ Ø ≤ 16 mm); prodotti raddrizzati ottenuti da rotoli con:

- diametri ≤ 16 mm per il tipo B450C;

- reti elettrosaldate (6mm ≤ Ø ≤ 12 mm) tipo B450C;

- tralicci elettrosaldati (6mm ≤ Ø ≤ 12 mm) tipo B450C;

CALCESTRUZZO

- Controlli

Il calcestruzzo, secondo quanto previsto dalle Norme tecniche vigenti, deve essere prodotto da impianti

dotati di un sistema di controllo permanente della produzione, certificato da un organismo terzo

indipendente riconosciuto.

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È compito della DL accertarsi che i documenti di trasporto indichino gli estremi della certificazione. Nel

caso in cui il calcestruzzo sia prodotto in cantiere occorre che, sotto la sorveglianza della DL, vengano

prequalificate le miscele da parte di un laboratorio ufficiale (di cui all’art.59 del DPR 380/2001). Sul

calcestruzzo dovrà essere eseguito il controllo di accettazione di tipo A secondo quanto previsto dal

capitolo 11 delle Norme tecniche.

- Tipi di calcestruzzo

I calcestruzzi dovranno essere conformi alla UNI EN 206-1 e UNI 11104 e dovranno rispondere alle

prestazioni riportate nella tabella Tab.1.

- Classe di resistenza

La classe di resistenza è stata definita in conformità alle Norme tecniche e alla norma UNI EN 206-1: il

primo termine definisce la resistenza caratteristica a compressione cilindrica (fck per le Norme tecniche e

f,ck, cyl per le norme europee) mentre il secondo termine definisce la resistenza caratteristica a

compressione cubica (Rck per le Norme tecniche e fck, cube per le norme europee). Le resistenze

soddisfano i valori minimi previsti dalla norma UNI 11104 per l’ambiente in cui è previsto che debbano

lavorare i vari elementi strutturali.

Normative di riferimento

UNI 11104 (prospetto 1)

UNI 11104 (prospetto 4) e UNI EN 206.1 UNI EN 1992-1-1

Tipo Campi di impiego Classe di

esposizione

Classe di resistenza (resistenza

caratteristica)

Dmax

aggregato

(mm)

Classe di consistenza

Copriferro nominale

1 Sottofondazione X0 C12/15 3.2 cm S4 -

2 Platea di

fondazione XC2 + XS2 C32/40 3.2 cm S4 5 cm

3 Struttura in elevazione

XC4 + XS1 C32/40 2 cm S4 4.5 cm

Tab.1

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- Classe di esposizione ambientale

La classe di esposizione ambientale prevista per le strutture di fondazione (platea), tiene conto della

vicinanza del mare (< 200 m) e della possibile conseguente presenza di cloruri provenienti da acqua di

mare nella falda.

La classe di esposizione ambientale prevista per le strutture in elevazione tiene conto del clima marino e

del rischio di carbonatazione in regime bagnato-asciutto, tipico della zona in cui è sito l’edificio, avendo

esteso, per ovvi motivi di continuità strutturale e pratici, lo stesso calcestruzzo delle strutture perimetrali

(travi, pilastri, grondina) alle strutture interne (piastre, travi, pilastri) (in ogni caso essendo la struttura

“aperta” ossia priva di infissi non è possibile considerare “asciutte” le part strutturali interne). Le classi di

esposizione ambientale hanno determinato la scelta delle caratteristiche minime dei calcestruzzi, la

dimensione dei copriferri e la verifica dello stato limite di deformazione riportata nella relazione di calcolo

allegata.

- Classe di consistenza

Le classi di consistenza sono state stabilite ipotizzando l’utilizzo della pompa.

Nel caso che, per motivi legati all’operatività, venga richiesto di utilizzare una classe di consistenza

diversa da quella prescritta, può venire autorizzata dalla DL e annotata sull’apposito registro di cantiere,

adducendo le motivazioni della variazione.

Il mantenimento della consistenza deve essere garantito per un tempo di almeno due ore dalla fine del

carico dell’autobetoniera e comunque non meno di un’ora dall’arrivo dell’autobetoniera in cantiere,

tempo in cui l’impresa deve completare lo scarico. Il fornitore di calcestruzzo e l’impresa devono

programmare il getto in modo che il produttore cadenzi le consegne per dare il tempo necessario

all’impresa di poter mettere in opera il materiale. Sono da evitare interruzioni di getto superiori a un’ora.

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- Aggregati

Gli aggregati devono essere marcati CE secondo la norma UNI EN 12620[N16] con un sistema di

attestazione 2+ e devono essere conformi alla norma UNI 8520-2[N15].

Il diametro massimo dell’aggregato grosso prescritto tiene conto degli spessori, delle geometrie e dei

copriferri e interferri degli elementi strutturali. In funzione della disponibilità delle pezzature reperibili dai

produttori di calcestruzzo in zona, sono accettabili solo diametri massimi minori o uguali a quelli

prescritti.

- Copriferro

I valori dei copriferri sono stati stabiliti secondo la norma UNI EN 1992-1-1 (sezione 4), in funzione delle

classi di esposizione ambientali. Si ricorda che il valore del copriferro è misurato dal filo esterno delle

staffe, per cui se verranno utilizzati distanziatori fissati alle barre longitudinali occorrerà sommare al

valore fornito anche il diametro delle staffe e il raggio della barra. Le tolleranze di esecuzione dei

copriferri sono quelle previste dalla norma EN 13670:2008: è stata considerata una tolleranza ∆cdev di 10

mm, come proposto dalla norma UNI EN 1992-1-1.

- Messa in opera

L’esecuzione dell’opera deve essere conforme alla norma prEN13670:2008[N12]. A tal fine è stata

prevista la classe di esecuzione 1 e la classe di tolleranza 1. In particolare si raccomanda di utilizzare

casseforme di resistenza, rigidezza, tenuta e pulizia adeguate per ottenere superfici regolari e prive di

difetti superficiali che possano incidere pesantemente sulla capacità del copriferro di proteggere le

armature, soprattutto per la presenza dell’ambiente marino in cui verrà costruita la struttura.

Per quello che riguarda la messa in opera (tolleranze, giunzioni, assemblaggio) e piegatura (temperatura

minima, diametro dei mandrini, ecc.) delle armature, occorre attenersi alle prescrizioni riportate nel

capitolo 6 della norma prEN13670:2008[N12].

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I lavori di preparazione ai getti dovranno essere contemplati, ispezionati e documentati come richiesto

dalla classe di esecuzione.

Le superfici che vengono a contatto con il calcestruzzo fresco non devono avere una temperatura

inferiore a 0°C finché questo abbia superato la resistenza a compressione di 5MPa. Se la temperatura

ambientale è prevista al di sotto di 0°C o al di sopra di 30°C al momento del getto o nel periodo di

maturazione, occorre prevedere precauzioni per la protezione del calcestruzzo, come specificato nel

paragrafo successivo.

Il calcestruzzo deve essere compattato a rifiuto in modo che le armature vengano adeguatamente

incorporate nella matrice cementizia, l’elemento strutturale assuma forma imposta dalle casseforme e la

superficie del getto sia priva di difetti superficiali. Allo scopo occorre utilizzare vibratori ad ago da inserire

ed estrarre verticalmente ogni 50 cm circa, facendo attenzione a non toccare le armature e ad inserire il

vibratore ad una profondità tale da coinvolgere gli strati inferiori precedentemente vibrati. Per la scelta

delle classi di consistenza, la durata della vibrazione sarà relativamente bassa, soprattutto nei getti dei

solai e della platea. Maggior cura richiederà la compattazione del calcestruzzo gettato nei pilastri, nelle

pareti e nei nodi trave-pilastro.

- Stagionatura

Il calcestruzzo, dopo il getto, deve essere protetto contro la veloce evaporazione dell’acqua, dal gelo,

dagli agenti atmosferici.

Nei getti verticali, la stagionatura consiste nel mantenimento delle casseforme, per i getti orizzontali

nell’applicazione di teli di plastica per il tempo necessario fissato dalle tabelle sotto riportate.

Per la platea di fondazione, per le piastre di piano (soprattutto in corrispondenza del perimetro e della

grondina di marcapiano, si prescrive una classe di stagionatura 3, per i pilastri è sufficiente una classe di

stagionatura 2.

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Eccetto che nel periodo invernale, è consentito utilizzare agenti antievaporanti, facendo attenzione ad

evitare le riprese di getto. In questo periodo, si prescrive l’utilizzo di teli di plastica, in modo da

proteggere il getto, oltre che dall’evaporazione dell’acqua, anche dalle basse temperature .

Nel periodo invernale, si consiglia di richiedere al fornitore di calcestruzzo un prodotto con bassi tempi di

indurimento, in modo da accorciare i tempi di stagionatura.

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A4. PIANO DI MANUTENZIONE

“ Il piano di manutenzione delle strutture e’ il documento complementare al progetto strutturale che ne

prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi dell’intera opera,

l’attività di manutenzione dell’intervento al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche

di qualità, l’efficienza ed il valore economico.”

Nel caso in oggetto, le attività di manutenzione della struttura riguardano essenzialmente: strutture in

elevazione in calcestruzzo armato

• DETERIORAMENTO DELLE STRUTTURE IN CALCESTRUZZO

1. ATTACCHI CHIMICI E BIOLOGICI

SOLFATI SOLFURI ANIDRIDE CARBONICA CLORURI ALCALI (Na+ e K+)

2. ATTACCHI FISICI

GELO/DISGELO RITIRO INCENDIO

3. ATTACCHI MECCANICI

ABRASIONE EROSIONE, CAVITAZIONE URTI

VIBRAZIONI

• MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

TRATTAMENTI SUPERFICIALI (impregnanti, sigillanti, vernici);

RIVESTIMENTI (film plastici restringenti, fibra di vetro, etc.);

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PROTEZIONI CATODICHE (corrente impressa alle armature, o anodi sacrificali

esterni);

USO DI INIBITORI (chimici, tipo nitrato di calcio);

AUMENTO/RIPRISTINO DEL COPRIFERRO (con malta, cls, o polimeri inorganici).

• DETERIORAMENTO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO

Tipi di corrosione: generalizzata, localizzata, galvanica, erosione, corrosione LWL.

Zone di corrosione: atmosferica, spruzzi, intertidale, LWL, sommersa, interrata.

• MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO

PROTEZIONI CATODICHE (anodi sacrificali, corrente impressa);

RIVESTIMENTI INORGANICI (malta, metallici);

RIVESTIMENTI ORGANICI (polietilene, epoxy, plastici, etc.);

RIVESTIMENTI MISTI (pitture in epoxy-zinco, in resine, etc.);

RIVESTIMENTI IN BITUME

FREQUENZA E METODI DI ISPEZIONE

ISPEZIONI PERIODICHE

ad intervalli regolari, eventualmente limitati ad elementi “rappresentativi”

ISPEZIONI GENERALIZZATE

quando le ispezioni periodiche ne suggeriscano la necessità, sono riferite a tutti gli elementi

strutturali. Saranno via via più frequenti nel tempo

ISPEZIONI SPECIALI

prima e dopo ingenti interventi di riparazione/manutenzione e dopo eventi straordinari

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I metodi di ispezione (diversi a seconda del materiale costituente l’opera in esame) constano di:

ispezioni visive;

test meccanici in situ;

misure degli spessori/diametri residui;

test non distruttivi;

test distruttivi;

test di corrosione;

test di laboratorio

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A5.2. RELAZIONE SULLE FONDAZIONI

Per la descrizione di carattere generale si rimanda alla prima parte della relazione. Per quanto

riguarda lo studio del complesso fondazione-terreno, si è utilizzato l’approccio di tipo 2 che prevede

un coefficiente di sicurezza per la resistenza del terreno pari a R3 = 2.3 (tab. 6.4.I – ntc 2008) e

coefficienti dei parametri geotecnici pari a 1. Per quanto riportato di seguito si fa riferimento alla

relazione geologico-geotecnica redatta dal Dott. Geol. Alberto Gragnani. Da questa si ricavano i

parametri geometrici del terreno caratterizzante l’area di sedime del ns manufatto; trattasi di terreno

roccioso alterato e fratturato con i seguenti parametri:

- Angolo di attrito interno f = 32°;

- Coesione non drenata cu = 1 kg/cmq;

- Peso specifico g = 2.2 kg/cmc.

- Coefficiente di sottofondo k = 10 kg/mc (costante di Winkler)

Il calcolo del carico limite viene calcolato, come suggerito dalla relazione geologica, con il criterio di

Terzaghi, con coefficienti unitari per i parametri geomeccanici. Come mostrato dalla sintesi del calcolo,

qui sotto riportata, il valore del qlim risulta pari a 1378 kPa, pari a 14.06 kg/cmq. Da cui si ottiene il

valore di Rd = 6.11 kg/cmq mediante l’applicazione del coefficiente R3.

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CAPACITA' PORTANTE DELLE ROCCE

J.E. Bowles (1991) "Fondazioni" ed. McGraw-Hill

dati di ingresso (PARAMETRI AMMASSO ROCCIOSO)

Angolo d'attrito a.r. 32 gradi

Coesione a.r. 98 kPa

Peso di volume a.r. 21 kN/m3

R.Q.D.= 30 %

dati di ingresso (TIPOLOGIA FONDAZIONALE)

Forma della fondazione 2 (1) quadrata

(2) rettangolare

(3) circolare

Larghezza (B) o (2r) 27.00 m

Lunghezza (L) 28.00 m

Profondità (D) 0.1 m

Tensione sn 2.1 kPa

Pressione d'esercizio (q0) 98 kPa

COEFFICIENTI DI FONDAZIONE

fattore Nc 53.0

fattore Nq 34.5

fattore Nγ 35.5

FATTORI DI FORMA

fattore di forma Sc 1.0

fattore di forma Sg 1.0

Pressione a rottura dell'a.r. 15319.4 qr (kPa)

Capacità portante ultima a.r. 1378.7 q'r (kPa)

E’ rispetto a tale valore che viene confrontata la pressione sollecitante massima; questa risulta

pari a 2.62 kg/cmq ottenuta per la combinazione SLU 19, come mostra il fascicolo dei calcoli (p.to

7.1. pressioni sul terreno).

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Figura 1 - Pressioni sul terreno minime La platea viene armata con doppia maglia di barre f14 a passo 25 cm, incrociata, inferiore e superiore,

posta in opera copriferro pari a 5 cm e distanziatori ad omega in ragione di 9 al mq, come indicato nella

tav. 1. In corrispondenza dei pilastri maggiormente sollecitati, viene diposta armatura integrativa

costituita da una seconda maglia incrociata di barre f20 a passo 25 cm. Sul perimetro della platea,

laddove non è presente la ciabatta, viene disposta un’ulteriore armatura integrativa costituita da barre

f14 a passo 25 cm sagomate a “C” a chiusura della piastra. Si riportano nel seguito gli andamenti delle

sollecitazioni flettenti nella piastra di fondazione nelle due direzioni principali.

Si rimanda al fascicolo dei calcoli per le verifiche della piastra.

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Figura 2 - Sollecitazioni Mxx platea di fondazione

Figura 3 - Sollecitazioni Myy platea di fondazione

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Dott. Ing. Domenico Mei

FASCICOLO DEI CALCOLI

Ai sensi delle NTC DM 14.01.2008, della Circolare LLPP 02.02.2009, del DPGR n.36/R del 09.07.2009

ELABORATI

A1.5

OGGETTO REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA ELEVATA SU DUE PIANI CON STRUTTURA PORTANTE IN CALCESTRUZZO ARMATO UBICAZIONE COMUNE DI MARCIANA MARINA (LI) – LOCALITA’ SAN PIETRO COMMITTENTE AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MARCIANA MARINA

Viale G.Vadi, n.7- 57033 MARCIANA MARINA (LI)

Il Tecnico Incaricato dei calcoli strutturali

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REALIZZAZIONE DI UN COMPLESSO COMPRENDENTE DUE FABBRICATI PER COMPLESSIVE NOVE UNITA' ABITATIVE COMUNE DI SANTA MARIA A MONTE (PI) - VIA CERRETTI

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