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RELAZIONE 2011 UNITÀ FUNZIONALE SALUTE MENTALE ADULTI FIRENZE Strutture Operative Semplici Salute Mentale Adulti 1 - 2 - 3 - 4 - 5

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RELAZIONE 2011

UNITà FUNZIONALE SALUTE MENTALE ADULTI

FIRENZE

Strutture Operative SempliciSalute Mentale Adulti

1 - 2 - 3 - 4 - 5

Presentiamo la relazione 2011 sulla situazione e attività dei Servizi di Salute Mentale della città di Firenze. Le tabelle non rendono pienamente conto del lavoro degli operatori che hanno affrontato gli aspetti di grave difficoltà e penuria di risorse e nel contempo l’esponenziale richiesta di cura ed assistenza da parte dei cittadini. La multidisciplinarietà è stata particolarmente esaltata anche attraverso la valorizzazione delle singole professioni. Abbiamo messo in campo diversi processi di riforma delle procedure rendendole più celeri e certe, continueremo sulla strada della responsabilizzazione e della semplificazione. Abbiamo proposto per la prima volta,un piano formativo triennale sull’attivazione di gruppi psicoterapeutici nei servizi rivolto ai dirigenti del DSM. Abbiamo realizzato ed abbiamo in ponte un netto miglioramento delle condizioni dei luoghi di lavoro ed assistenza. Vogliamo affrontare le sfide che continuamente si presentano soprattutto esaltando l’orgoglio professionale, la competenza, il senso del limite, ma anche con la presenza di quell’utopia che un giorno ci ha fatto non solo chiudere i luoghi della violenza che apparivano indistruttibili, anche costruire una funzione di cura per la patologia mentale.

Dr. Sandro Domenichetti, responsabile UFSMA Firenze

Dr. ssa Lucia Zani, responsabile SOS SMA 1

Dr. Giuseppe Saraò, responsabile SOS SMA 2

Dr. Maurizio Miceli, responsabile SOS SMA 3

Dr. ssa Gemma Brandi, responsabile SOS SMA 4

Dr. Andrea Tanini, responsabile SOS SMA 5

UNITà FUNZIONALE SALUTE MENTALE ADULTI FIRENZE

Responsabile: Dr. Sandro Domenichetti

Sede: Ospedale P. Palagi, Villa Margherita, V.le Michelangelo 41

Tel: 055 6937214Fax: 055 6939373

[email protected]

STRUTTURA OPERATIVA SEMPLICE Q. 1

Responsabile: Dr.ssa Lucia Zani

Sede: Centro di Salute Mentale, Borgognissanti 20/22Tel. 055 6935505Fax: 055 [email protected]. Infermieri: Erice Fierro

ORARIO APERTURA CENTRO SALUTE MENTALEDal Lunedì al Venerdì 7.30-19.30 - Sabato 7.30-13.00

CENTRO DIURNOCentro Diurno “Dino Campana”, via XXVII Aprile 18Dal Lunedì al Venerdì dalle 8.00 alle 16.00

RESIDENZE ASSISTITE

Comunità Terapeutica Psichiatrica, Borgognissanti 20/22Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

Gruppo Appartamento “Scarabeo”, via degli Alfani 55Aperto 12 mesi/anno per 5 giorni/settimana

Struttura Residenziale “Alice”, via delle Casine 16Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

REPARTO OSPEDALIEROSPDC c/o Ospedale S. Maria NuovaPiazza S. Maria Nuova 1, Tel. 055 6938898/695 - Fax 055 6938209Coord. Infermieri: Moira MalandriniSi ricoverano i pazienti residenti nei quartieri 1,2,3

STRUTTURA OPERATIVA SEMPLICE Q. 2

Responsabile: Dr. Giuseppe Saraò

Sede: Centro di Salute Mentale, Villino Borghi via L. il Magnifico 100Tel. 055 6934409Fax: 055 [email protected]. Infermieri: Annalisa Piccini

ORARIO APERTURA CENTRO SALUTE MENTALEDal Lunedì al Venerdì 7.30-19.30 - Sabato 7.30-13.00

CENTRO DIURNO

Centro Diurno “Centostelle”, via Pastrengo 17Dal Lunedì al Venerdì dalle 9.30 alle 18.00

Centro Diurno “La Tinaia”, via San Salvi 12, Tel. 055 6263578Dal Lunedì al Venerdì dalle 9.30 alle 17.00

RESIDENZE ASSISTITE

Residenza “Iris”, via Garbasso 3Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

Residenza “Emma”, via Giambologna 22Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

STRUTTURA OPERATIVA SEMPLICE Q. 3

Responsabile: Dr. Maurizio Miceli

Sede: Centro di Salute Mentale Viale Michelangelo 41Tel. 055 6937460Fax: 055 [email protected] Coord. Infermieri: Patrizia Carulli

ORARIO APERTURA CENTRO SALUTE MENTALEDal Lunedì al Venerdì 7.30-19.30 - Sabato 7.30-13.00

CENTRO DIURNOCentro Diurno “Franca Chellini”, v.le Michelangelo 41Dal Lunedì al Venerdì dalle 8.00 alle 17.00

RESIDENZE ASSISTITE

Casa Famiglia “Villino Schwaner”, via Senese 76Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

Centro Terapia Intensiva “La Terrazza”, via Senese 208Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

STRUTTURA OPERATIVA SEMPLICE Q. 4

Responsabile: Dr.ssa Gemma Brandi

Sede: Centro di Salute Mentale lungarno SantaRosa 13Tel. 055 6935643FAX: 055 6935705 [email protected]. Infermieri: Margherita Musso

ORARIO APERTURA CENTRO SALUTE MENTALEDal Lunedì al Venerdì 7.00 - 19.00 - Sabato 7.00-13.00

CENTRO DIURNOCentro Diurno “Busillis”, via Pisana 747Dal Lunedì al Venerdì dalle 8.30 alle 16.30

RESIDENZE ASSISTITE

Struttura Residenziale Psichiatrica “Bon Sai Via di Soffiano 73/BAperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

Struttura Residenziale Psichiatrica “Le Querce” Via di Ugnano 11Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

REPARTO OSPEDALIEROSPDC c/o Ospedale S.Giovanni di Dio-TorregalliVia di Scandicci 3, Tel. 055 6932420, Fax 055 6932421Coord. Infermieri: Luciana Del GuastaSi ricoverano i pazienti residenti nel quartiere 4

STRUTTURA OPERATIVA SEMPLICE Q. 5

Responsabile: Dr. Andrea Tanini

Sede: Centro di Salute Mentale via P. Fanfani 15Tel. 055 6939358FAX: 055 [email protected]. Infermieri: Stefania Bianchini

ORARIO APERTURA CENTRO SALUTE MENTALEDal Lunedì al Venerdì 7.30-19.30 - Sabato 7.30-13.00

CENTRO DIURNOCentro Diurno “Fili e Colori”, via E. il Navigatore 17Dal Lunedì al Venerdì dalle 8.00 alle 18.00

RESIDENZE ASSISTITE

Comunità Terapeutica “Il Villino”, via Ponte di Mezzo 18Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

Comunità Terapeutica “Villino Torrigiani”, via Toselli 168Aperta 12 mesi/anno per 7 giorni/settimana

REPARTO OSPEDALIERO

SPDC c/o Presidio “Le Oblate” - Careggi

Piazza di Careggi 1, Tel. 055 7954043/037, Fax 055 7954044

Coord. Infermieri: Stefania Bianchini

Si ricoverano i pazienti residenti nel quartiere 5

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI………

DECRETA

Livelli essenziali di assistenza

Art. 11. Il Servizio sanitario nazionale assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche e in coerenza con i principi e i criteri indicati dalla legge 23 dicembre 1978, n. 833 e decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche e integrazioni, i seguenti livelli essenziali di assistenza:a) Prevenzione collettiva e sanità pubblicab) Assistenza distrettualec) Assistenza ospedaliera2. I livelli essenziali di assistenza di cui al comma 1 si articolano nelle attività, servizi e prestazioni individuati dal presente decreto e dagli allegati che ne costituiscono parte integrante………………omissis

Art. 25Assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali1. Nell’ambito dell’assistenza distrettuale il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disturbi psichiatrici la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni, anche domiciliari, mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, e riabilitative previste dalle norme vigenti e dal Progetto Obiettivo “Tutela salute mentale 1998-2000”, ritenute necessarie e appropriate nelle seguenti aree di attività:a) accoglienza; b) valutazione diagnostica multidisciplinare; c) definizione, attuazione e verifica del programma terapeutico e socio-riabilitativo personalizzato; d) visite psichiatriche; e) somministrazione di terapie farmacologiche; f ) colloqui psicologico-clinici;g) psicoterapia (individuale, di coppia, familiare, di gruppo); h) colloqui di orientamento e sostegno alla famiglia; i) interventi riabilitativi e socio-educativi finalizzati al recupero dell’autonomia personale, sociale e lavorativa; j) consulenza e sostegno per problematiche amministrative; k) gruppi di sostegno per i pazienti e per i loro familiari; l) interventi sulla rete sociale informale; m) consulenza specialistica e collaborazione con i reparti ospedalieri e gli altri servizi distrettuali territoriali, semiresidenziali e residenziali;n) collaborazione con i medici di medicina generale; o) interventi terapeutici e riabilitativi a favore dei soggetti internati negli ospedali psichiatrici giudiziari, nell’ambito di rapporti convenzionali con l’amministrazione penitenziaria, anche ai fini della dimissione.2. L’assistenza distrettuale alle persone con disturbi mentali è integrata da interventi sociali….......omissis

Art. 32 Assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disturbi mentali 1. Nell’ambito dell’assistenza semiresidenziale e residenziale, il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disturbi mentali, previa valutazione multidimensionale e presa in carico, trattamenti terapeutico-riabilitativi e trattamenti di lungoassistenza, di recupero e mantenimento funzionale, nell’ambito dell’attività del DSM. Il trattamento include le prestazioni ritenute necessarie e appropriate nelle seguenti aree di attività: a) attuazione e verifica del programma terapeutico e socio-riabilitativo personalizzato in collaborazione con il Centro di salute mentale di riferimento; b) trattamenti psichiatrici; c) somministrazione di terapie farmacologiche; d) colloqui psicologico-clinici;

e) psicoterapia (individuale, di coppia, familiare, di gruppo); f ) interventi riabilitativi e socio-educativi finalizzati al recupero dell’autonomia personale, sociale e lavorativa; g) interventi di risocializzazione (individuali o di gruppo); h) interventi di tipo espressivo, pratico manuale e motorio (individuale e di gruppo); i) interventi sulla rete sociale informale; j) collaborazione con i medici di medicina generale. 2. In relazione al livello di intensità assistenziale, l’assistenza residenziale e semiresidenziale si articola nelle seguenti tipologie di trattamento: a) trattamenti residenziali terapeutico-riabilitativi intensivi, rivolti a persone che, anche nella fase della post-acuzie, richiedono interventi terapeutico-riabilitativi intensivi ed elevata tutela sanitaria nonché a minori con disturbi comportamentali affetti da patologie di interesse neuropsichiatrico. I trattamenti, della durata massima di 18 mesi, sono erogati nell’ambito di strutture che garantiscono la presenza di personale socio-sanitario nelle 24 ore; b) trattamenti residenziali terapeutico-riabilitativi estensivi, rivolti a pazienti in fase cronica che necessitano di assistenza e di trattamenti terapeutico-riabilitativi estensivi e l’attuazione di programmi di reinserimento sociale. I trattamenti, della durata massima di 36 mesi, salvo proroga motivata dall’equipe curante, sono erogati nell’ambito di strutture che garantiscono la presenza del personale sociosanitario per almeno 12 ore; c) trattamenti residenziali socio-riabilitativi, rivolti a soggetti parzialmente non autosufficienti, non assistibili all’interno del proprio nucleo familiare, che necessitano di una soluzione abitativa e di tutela sanitaria. I trattamenti sono erogati nell’ambito di strutture che garantiscono la presenza del personale sociosanitario per almeno 12 ore; d) trattamenti semiresidenziali terapeutico-riabilitativi, rivolti anche a minori con disturbi comportamentali affetti da patologie di interesse neuropsichiatrico, erogati all’interno di strutture dotate di équipe multiprofessionali, attive almeno 6 ore al giorno per 6 giorni la settimana. 3. I trattamenti residenziali terapeutico-riabilitativi intensivi ed estensivi di cui al comma 2, lettere a) e b) sono a totale carico del Servizio sanitario nazionale. I trattamenti residenziali socio riabilitativi di cui al comma 2, lettera c) sono a carico del Servizio sanitario nazionale per una quota pari al 40 per cento della tariffa giornaliera. I trattamenti semiresidenziali terapeutico-riabilitativi di cui al comma 2, lett. d, sono a totale carico del Servizio sanitario nazionale.

DEMOGRAFIA 2011

Quartiere Sesso F Sesso M Totale di cui stranieri

1 35.647 32.119 67.766 13.897

2 48.686 40.701 89.387 10.165

3 21.971 18.910 40.881 4.042

4 35.734 32.313 68.047 7.581

5 57.024 50.341 107.365 17.653

Totale 199.062 174.384 373.446 53.338

Indice di vecchiaia per quartiere

Q1 Q2 Q3 Q4 Q5 Firenze

192,88 231,53 228,25 215,46 211,43 215,77

Indice di dipendenza per quartiere

Q1 Q2 Q3 Q4 Q5 Firenze

47,60 6,34 68,36 63,29 59,84 59,99

SALUTE MENTALE: ANALISI DELL'UTENZA dal 01/01/2011 al 31/12/2011 (Adulti)Zona: FIRENZE - Pazienti in cura

Zona FIRENZE Del distretto Altra USL Totali

NUOVI UTENTI - CON RICOVERO E AMBULAT. 57 1 58

NUOVI UTENTI - CON UN SOLO CONTATTO 117 17 134

NUOVI UTENTI - SOLO CON D.H. 1 1

NUOVI UTENTI - SOLO CON RICOVERO 24 24

NUOVI UTENTI - SOLO TERRITORIALI 3.107 282 3.389

VECCHI UTENTI 3.047 148 3.195

Totali FIRENZE 6.353 448 6.801

Totali FIRENZE dal 1/1/2010 al 31/12/2010 6.278 382 6.660

SALUTE MENTALE: ANALISI DELL'UTENZA dal 01/01/2011 al 31/12/2011 (Adulti)Zona: FIRENZE - Pazienti in cura per SOS SMA

SOS SMA 1 Del distretto Altra USL Totali

NUOVI UTENTI - CON RICOVERO E AMBULAT. 11 11

NUOVI UTENTI - CON UN SOLO CONTATTO 27 3 30

NUOVI UTENTI - SOLO CON D.H. 1 1

NUOVI UTENTI - SOLO CON RICOVERO 11 11

NUOVI UTENTI - SOLO TERRITORIALI 531 38 569

VECCHI UTENTI 354 15 369

Totali SOS SMA 1 935 56 991

dal 1/1/2010 al 31/12/2010 986

SALUTE MENTALE: ANALISI DELL'UTENZA dal 01/01/2011 al 31/12/2011 (Adulti)Zona: FIRENZE - Pazienti in cura per SOS SMA

SOS SMA 2 Del distretto Altra USL Totali

NUOVI UTENTI - CON RICOVERO E AMBULAT. 13 13

NUOVI UTENTI - CON UN SOLO CONTATTO 24 4 28

NUOVI UTENTI - SOLO CON D.H.

NUOVI UTENTI - SOLO CON RICOVERO 1 1

NUOVI UTENTI - SOLO TERRITORIALI 740 38 778

VECCHI UTENTI 901 38 939

Totali SOS SMA 2 1.679 80 1.759

dal 1/1/2010 al 31/12/2010 1.729

SALUTE MENTALE: ANALISI DELL'UTENZA dal 01/01/2011 al 31/12/2011 (Adulti)Zona: FIRENZE - Pazienti in cura per SOS SMA

SOS SMA 3 Del distretto Altra USL Totali

NUOVI UTENTI - CON RICOVERO E AMBULAT. 3 3

NUOVI UTENTI - CON UN SOLO CONTATTO 7 7

NUOVI UTENTI - SOLO CON RICOVERO 1 1

NUOVI UTENTI - SOLO TERRITORIALI 213 213

VECCHI UTENTI 194 4 198

Totali SOS SMA 3 418 4 422

dal 1/1/2010 al 31/12/2010 483

SALUTE MENTALE: ANALISI DELL'UTENZA dal 01/01/2011 al 31/12/2011 (Adulti)Zona: FIRENZE - Pazienti in cura per SOS SMA

SOS SMA 4 Del distretto Altra USL Totali

NUOVI UTENTI - CON RICOVERO E AMBULAT. 21 1 22

NUOVI UTENTI - CON UN SOLO CONTATTO 46 4 50

NUOVI UTENTI - SOLO CON RICOVERO 11 11

NUOVI UTENTI - SOLO TERRITORIALI 518 151 669

VECCHI UTENTI 534 36 570

Totali SOS SMA 4 1.130 192 1.322

dal 1/1/2010 al 31/12/2010 1.345

SALUTE MENTALE: ANALISI DELL'UTENZA dal 01/01/2011 al 31/12/2011 (Adulti)Zona: FIRENZE - Pazienti in cura per SOS SMA

SOS SMA 5 Del distretto Altra USL Totali

NUOVI UTENTI - CON RICOVERO E AMBULAT. 9 9

NUOVI UTENTI - CON UN SOLO CONTATTO 13 6 19

NUOVI UTENTI - SOLO TERRITORIALI 1.105 55 1.160

VECCHI UTENTI 1.064 55 1.119

Totali SOS SMA 5 2.191 116 2.307

dal 1/1/2010 al 31/12/2010 2117

SALUTE MENTALE: PRESTAZIONI PER ADULTI dal 01/01/2011 al 31/12/2011Zona: FIRENZE

INFERMIERI PSICHIATRI PSICOLOGI ASS.SOCIALE EDUCATORE NEUROPSIC. INFANTILE

PRESTAZIONI OTA/OSA

TOTALI

Assistente sociale 1 14 5 82 102

Educatore professionale

10.444 1.982 1.584 47.112 204 61.326

Infermiere 50.010 2.731 903 840 4 54.488

Neuropsic. infantile 44 44

OTA 20.457 2.176 657 1.396 7.176 31.862

Psichiatra 4.459 34.577 170 22 6 39.234

Psicologo 2.361 479 11.972 453 15.265

Totali FIRENZE 87.732 41.959 15.291 82 49.823 44 7.390 202.321

Totali FIRENZE dal 01/01/2010 al 31/12/2010

95.376 42.470 11.646 706 29.347 5 3.916 183.466

SALUTE MENTALE: UTENTI IN CARICO PER DIAGNOSI dal 01/01/2011 al 31/12/2011Zona: FIRENZE

Sesso: Femmmine Totali Sesso: Maschi Totali

Altro 39 Altro 34

Altro psichiatrico 7 Altro psichiatrico 35

Disturbi affettivi psicotici 709 Disturbi affettivi psicotici 459

Disturbi da spettro schizofrenico 485 Disturbi da spettro schizofrenico 609

Disturbi del comportamento alimentare

31 Disturbi del comportamento alimentare

10

Disturbi della personalita e del comportamento

209 Disturbi della personalita e del comportamento

342

Disturbi depressivi non psicotici 675 Disturbi depressivi non psicotici 452

Disturbi mentali alcool-correlati 25 Disturbi mentali alcool-correlati 37

Disturbi mentali da dipendenza da sostanze

19 Disturbi mentali da dipendenza da sostanze

86

Disturbi mentali organici (senili, presenili e altri)

93 Disturbi mentali organici (senili, presenili e altri)

54

Disturbi nevrotici e reazioni di adattamento

775 Disturbi nevrotici e reazioni di adattamento

683

Non disturbi psicopatologici in atto

28 Non disturbi psicopatologici in atto

28

Oligofrenie, ritardo mentale 73 Oligofrenie, ritardo mentale 125

Totali Femmmine 3.168 Totali Maschi 2.954

Totali generali: 6.122

Budget Salute Mentale Adulti Zona Firenze Anno 2011

Conti Economici Budget 2011 Spesa 2011 Scostamento Spesa 2010

ASSIST. RESIDENZIALE PSICHIATRICA

SMA Distretto 1 1.218.818,08 1.179.948,64 38.869,44 1.331.811,00

SMA Distretto 2 1.398.225,96 1.387.278,99 10.946,97 1.436.920,00

SMA Distretto 3 320.002,33 346.296,72 -26.294,39 333.893,00

SMA Distretto 4 490.781,32 509.236,85 -18.455,53 587.199,00

SMA Distretto 5 581.442,31 550.355,20 31.087,11 600.766,00

UFM Salute mentale adulti Firenze 4.009.270,00 3.973.116,40 36.153,60 4.290.589,00

ASSIST. SEMI RESIDENZIALE PSICHIATRICA

SMA Distretto 1 66.060,84 73.741,00 -7.680,16 79.000,00

SMA Distretto 2 60.231,95 39.174,83 21.057,12 70.000,00

SMA Distretto 3 91.319,40 79.343,00 11.976,40 108.000,00

SMA Distretto 4 0,00 0,00 0,00 0,00

SMA Distretto 5 170.981,01 155.788,00 15.193,01 197.671,00

UFM Salute mentale adulti Firenze 388.593,20 348.046,83 40.546,37 454.671,00

SUSSIDI PER MM

SMA Distretto 1 14.301,65 9.620,00 4.681,65 14.110,00

SMA Distretto 2 15.601,80 12.650,00 2.951,80 16.236,00

SMA Distretto 3 20.802,40 14.520,00 6.282,40 20.420,00

SMA Distretto 4 53.956,23 54.628,00 -671,78 54.428,00

SMA Distretto 5 25.352,93 24.084,00 1.268,93 22.830,00

UFM Salute mentale adulti Firenze 130.015,00 115.502,00 14.513,00 128.024,00

Conti Economici Budget 2011 Spesa 2011 Scostamento Spesa 2010

INSERIMENTI LAV PER MM

SMA Distretto 1 35.896,30 29.265,00 6.631,30 35.835,00

SMA Distretto 2 44.001,91 38.716,00 5.285,91 37.137,00

SMA Distretto 3 37.054,24 38.510,00 -1.455,76 38.809,00

SMA Distretto 4 46.317,80 45.514,00 803,80 42.136,00

SMA Distretto 5 68.318,76 66.090,00 2.228,76 60.028,00

UFM Salute mentale adulti Firenze 231.589,00 218.095,00 13.494,00 213.945,00

Conti Economici Budget 2011 Spesa 2011 Scostamento Spesa 2010

FARMACI e vaccini e ossigeno (per SPDC)

UFM Salute mentale adulti Firenze 72.924,00 69.591,00 3.333,00 80.305,00

MATERIALE PER LA PROFILASSI (vaccini)

UFM Salute mentale adulti Firenze 0 0 0 33,00

MATERIALI DIAGNOSTICI PRODOTTI CHIMICI

UFM Salute mentale adulti Firenze 2.300,00 5.228,00 - 2.928,00 3.198,00

MAT.DIAGN. Lastre rx, mezzi di contrasto rx, carta ecg etc.

UFM Salute mentale adulti Firenze 0 16,00 -16,00 0

PRESIDI CHIRURGICI E MATERIALI SANITARI

UFM Salute mentale adulti Firenze 8.791,00 14.833,00 -6.092,00 12.773,00

OSSIGENO

UFM Salute mentale adulti Firenze 0 34,00 -34,00 0

PRODOTTI ALIMENTARI

UFM Salute mentale adulti Firenze 35.000,00 23.720,00 11.280,00 36.501,00

MATERIALE DI GUARDAROBA, PULIZIA E CONVIV.

UFM Salute mentale adulti Firenze 14.974,00 19.628,00 - 4.654,00 16.190,00

SUPPORTI INFORMATICI E CANCELLERIA

UFM Salute mentale adulti Firenze 11.039,00 8.714,00 2.325,00 12.888,00

ALTRI BENI NON SANITARI

UFM Salute mentale adulti Firenze 0 410,00 - 410,00 1.514,00

TOTALE CONSUMI DI MAGAZZINO

145.028,00 142.224,00 2.804,00 163.402,00

Il budget totale per ASSIST. RESIDENZIALE PSICHIATRICA assegnato per il 2011: € 4.288.083,00: € 60.600,00 per Progetto IESA, € 21.300,00 per A.C., € 120.000,00 per minorenni diventati maggiorenni, € 46.913,00 per incrementi CCNL Cooperative, € 30.000,00 per associazioni culturali

Nel 2011 risulta una minore spesa per SUSSIDI PER SOS rispetto al 2010; dai dati di attività si evidenzia infatti un numero inferiore di sussidi erogati nel 2011 rispetto al 2010: 58 nel 2010 43 nel 2011. Nel 2011 risulta una maggiore spesa per INSERIMENTI LAV PER SOS rispetto al 2010; dai dati di attività si evidenzia infatti un numero superiore di inserimenti erogati nel 2011 rispetto al 2010. 188 nel 2010, 226 nel 2011.

RICOVERI E RESIDENZIALITà

SDO Schede per Ospedale (Ordinari)

01-12/2011 01-12/2010 Tot.Ric. 2011/2010

Codice Ospedale N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

Deltaassoluto

Delta%

09063201OSPEDALE

SMN461 279 2.865 6,21 2 222 151 1.292 5,82 5 239 107,66

09063206 SPDC OBLATE

542 350 3.388 6,25 10 0 0 0 0,00 0 542 0,00

SMN SMNFIRENZE

0 0 0 0,00 0 283 200 2.254 7,96 3 -283 -100,00

SPD SPDC OBLATE

8 8 63 7,88 0 571 357 3.529 6,18 2 -563 - 98,60

Totale 1.011 637 6.316 6,25 12 1.076 708 7.075 6,58 10 -65 - 6,04

SDO Schede per Ospedale (D.H.)

01-12/2011 01-12/2010 Tot.Ric. 2011/2010

Codice Ospedale N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

Deltaassoluto

Delta%

09063201OSPEDALE

SMN68 51 57 0,84 0 30 27 16 0,53 0 38 126,67

09063206 SPDC OBLATE

56 44 156 2,79 0 0 0 0 0,00 0 56 0,00

SMN SMNFIRENZE

0 0 0 0,00 0 47 41 57 1,21 0 -47 -100,00

SPD SPDC OBLATE

0 0 0 0,00 0 47 44 62 1,32 0 -47 -100,00

Totale 124 95 213 1,72 0 124 112 135 1,09 0 0 0,00

è cambiato il sistema di registrazione tra il 2010 e il 2011 per cui i dati non sono perfettamente confrontabili.

SDO Schede per Ospedale (Ordinari) - Erogazione

01-12/2011 01-12/2010 Tot.Ric. 2011/2010

Codice Ospedale N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

Deltaassoluto

Delta%

09021601Villa

dei Pini469 404 17.181 36,63 0 545 456 18.324 33,62 0 -76 -13,94

09022801 PoggioSereno

244 194 4.354 17,84 0 249 205 4.788 19,23 0 -5 -2,01

Totale 713 598 21.535 30,20 0 794 661 23.112 29,11 0 -81 -10,20

SDO Schede per Ospedale (D.H.) - Erogazione

01-12/2011 01-12/2010 Tot.Ric. 2011/2010

Codice Ospedale N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

N. Ric. Teste GG degenza

Deg.media

di cuiTSO

Deltaassoluto

Delta%

09021601Villa

dei Pini44 39 558 12,68 0 52 46 829 15,94 0 -8 -15,38

09022801 PoggioSereno

54 52 349 6,46 0 61 58 337 5,52 0 -7 -11,48

Totale 98 91 907 9,26 0 113 104 1.166 10,32 0 -15 -13,27

STRUTTURE RESIDENZIALI e SEMIRESIDENZIALI Anno 2011 (Fonte Mod. STS24)

Posti letto Utenti Ammissioni GG. deg. Dimissioni Posti Utenti Accessi

CTP 9 11 4 3.217 2

Centro Diurno D. Campana 14 23 5796

G. Appart. Scarabeo/Alfani 9 10 2 3.237 1

Centro Diurno Franca Chellini 9 43 4.680

Villino Schwaner 5 5 0 1.825 0

La Terrazza Centro Terapia Intensiva 8 25 23 1.704 15 1 19 712

SRP Bonsai + Centro Diurno 7 9 2 2.555 2 2 9 960

SRP Le Querce + Centro Diurno 8 17 15 .2375 14 2 0 0

Gruppo Appartamento Giuliani 2 2 0 730 0

Centro Diurno Fili e Colori 12 104 5.457

Centro Diurno La Tinaia 10 13 1.639

C.F. Cimabue 2 1 0 365 0

Gruppo Appartamento Ragazzi del 99 3 3 0 1.095 0

Centro Diurno 100 Stelle 12 32 2.743

Centro Diurno Busillis 18 151 6.456

Bon Sai Maccari (nuovo presidio) 2 2 0 312 0

Bon Sai Talenti (nuovo presidio) 2 2 0 312 0

Bon Sai Montelupo (nuovo presidio) 2 2 0 260 2

Casa Iris 9 16 8 3.219 6

S.R. Alice 8 9 1 2.824 1

Casa Emma 6 8 2 2.086 2

SRP Il Villino 12 12 4 4.409 5

C.T. Villino Torrigiani 10 12 4 2.733 3

TOTALE ZONA FIRENZE 119 219 121 39.150 113 80 394 28.443

ANNO 2010 116 220 211 35.314 134 80 301 25.088

Differenza 2010/2011 2,59 - 0,45 - 42,65 10,86 - 15,67 0,00 30,90 13,37

Gruppo “Salute Mentale Inserimenti Lavorativi nei luoghi di lavoro” UFSMA Firenze

E.P. Amanda Carrino, E.P. Giovanni Daffra (ref.), E.P. Bernardo Accordi, E.P. Alberto Bresci, E.P. Luca Paoletti

Tabella riepilogativa degli Inserimenti Lavorativi: Inserimenti socio-terapeutici, Tirocini e Assunzioni UFSMA zona Firenze

ANNO 2011

Inserimenti socio-terapeutici (IST)Tirocini

SOS IST al 1/1 Nuovi progetti Tot. IST conclusi interrotti

1 18 13 31 6 3 2

2 24 13 37 8 1 3

3 31 3 34 1 1

4 32 2 34 4 1 1

5 29 19 48 5 6

Tot. 134 50 184 24 12 6

Nel corso del 2011 sono stati attivati i seguenti progetti formativi:1) Vivai Fiorentini: conclusione progetto Manutenzione del verde Marzo; n° 3 pazienti 2) Vivai Fiorentini: progetto formativo Potatura Olivi Gennaio; n° 4 pazienti 3) Fondazione Adecco: Percorso Orientamento – Marzo; n° 6 pazienti 4) Fondazione Adecco: Corso base Informatica 40 h; Maggio; n° 5 pazienti 5) Fondazione Adecco: Percorso Orientamento – Novembre; n° 9 pazienti 6) Conclusione del Progetto Task: Tempo libero e competenze base Novembre; n° 5 pazienti 7) Conclusione del progetto WIN: Work experience in azienda Novembre; n° 5 pazienti 8) Proseguono Tirocini di Osservazione; n° 3 pazienti 9) Percorso di addetto Back Office customer care n° 100 ore – Novembre; n° 6 pazienti

I referenti per gli inserimenti lavorativi di ogni SOS della zona Firenze si sono ritrovatimensilmente per rafforzare il lavoro di rete. Da segnalare i costanti rapporti con il Collocamento Mirato della Provincia, i GOTZ, ancheattraverso incontro comuni.Da evidenziare pertanto la dimensione zonale di questa collaborazione. Inoltre il Gruppo Lavoro ha svolto altre collaborazioni come partner delle seguenti attività: 1) Tavola Rotonda sugli Inserimenti Lavorativi presso la Sala del Parterre del Quartiere 2 2) Convegno “Mercato del lavoro e persone con svantaggio” 10 anni Fondazione Adecco –12 Maggio 2011

presso sala F. Portinari 3) Progetto Incontriamoci Diversamente promosso dalla Coop.Soc. Liberamente Attraverso il bando Pia

Paradossi. Nel 2011 sono iniziati gli incontri cittadini in che vedono coniugare il tema dell’alimentazione e della Salute Mentale. Il Servizio di Salute Mentale SOS 4 si è fatto promotore dell’evento del 19 novembre alla Biblioteca Canova vedendo una nutrita presenza di pazienti, operatori e cittadini. Il progetto si concluderà nel 2012.

4) Partecipazione come sostenitori al Bando Esprit 3 “Progetto Liberamente” sovvenzione globale per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati, che ha previsto l’assunzione di 2 pazienti per la durata del progetto.

5) Partecipazione come sostenitori al Bando Esprit 3 “Progetto SPAZIO Liberamente” che prevede una serie di eventi con Bio-cene itineranti.

6) Collaborazione con la Coop.Soc. Liberamente per l’apertura del punto d’appoggio per la vendita dei prodotti, presso il Circolo Arci di Sorgane del Quartiere 3, in particolar modo del SOS 3, l’attivazione di

un IST e la partecipazione dei pazienti del Centro Diurno Franca Chellini in vari laboratori sia presso il negozio Cambio Spesa della Liberamente (borse natalizie).

7) Collaborazione alla preparazione della cena d’inaugurazione del punto di appoggio del 29 settembre 2011. Hanno collaborato in cucina e a fare i camerieri in 7 pazienti.

8) Pranzo del 21 dicembre allo IOT offerto ai dipendenti ASL preparato in collaborazione dalla Coop Liberamente e i pazienti del Centro Diurno Franca Chellini.

Sistema Carcere/Le Querce

Responsabile Salute Mentale in Carcere: Dr.ssa Gemma BrandiResponsabile SRP “Le Querce”: Dr. Mario Iannucci Nel 2011 ha compiuto dieci anni la esperienza de Le Querce, mantenendo la funzione di risposta ai bisogni di salute dei portatori di sofferenza psichica autori di reato internati o detenuti, ovvero passibili di internamento o detenzione, residenti nell'Area Vasta Centro della Regione Toscana. Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana, ha consentito di ridurre i tempi di internamento o detenzione ai soggetti riguardati, o di evitare loro internamento o detenzione, allorché utilizzata a monte della applicazione di una misura di sicurezza o di una pena detentive. Il decennale della esperienza è stato motivo di un incontro, il 7 Novembre 2011, che ha raccolto esperienze analoghe nel Paese, nate sulla falsariga di quella fiorentina, che oggi, forte di una consolidato retroterra, potrebbe costituire il modello di residenza alternativa utile alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Perché questa avvenga in maniera non traumatica, serve una filiera di sorveglianza, cura e assistenza gradualmente meno impegnative, proporzionalmente ai livelli di competenza sociale della singola persona. La coazione può essere benigna, ancorché personalizzata, necessaria, umana, interdisciplinare. Da questo percorso non può essere escluso il carcere, che ospita una percentuale elevatissima di malati di mente gravi e gravissimi. Nelle istituzioni penitenziarie adulti di Firenze la UFSMA ha dato una risposta legata al territorio, individuando le carceri Mario Gozzini e Sollicciano come parti del Quartiere 4 e attribuendo al locale SOS SMA 4 l'onere della risposta, che rimane ad oggi limitata alla offerta di visite psichiatriche, di un quantitativamente modesto intervento psicologico, di una circoscritta azione riabilitativa, limitata a due aree molto critiche della Casa Circondariale di Firenze. Questa ospita l'unica Casa di Cura e Custodia Femminile italiana, uno dei due luoghi di Osservazione Psichiatrica Femminili nel Paese e uno dei pochi Centri di Osservazione Psichiatrica Maschile in Italia. Inoltre, vi sono allocati un'area per madri con bambini, uno dei più grandi reparti femminili d'Italia, una sezione per transessuali. La complessità del carcere fiorentino e il fatto che vi vengano inviati soggetti affetti da psicopatologia maggiore da tutte le carceri del Paese, essendo il posto ritenuto più di altri istituti adeguato alla presa in carico di problemi di salute mentale reclusi, espone Sollicciano al rischio di una overdose di domanda, alla quale non può essere data risposta con risorse che sarebbero sufficienti per i problemi della realtà toscana. L'assenza di personale infermieristico e di assistenza sociale, e la riduzione delle ore psichiatriche, avvenuta nel 2011, rendono urgente integrare le assegnazioni professionali, ai fini di un miglioramento della cura, con particolare riguardo alla sorveglianza sanitaria nelle zone calde dell'istituto, della fase di accoglienza dei nuovi giunti, della integrazione di interventi psicologici e psichiatrici.

Adulti /Infanz ia /Adoles cenz aAdulti/Infanz ia

Adulti /Adoles cenz aAdulti

0

20

40

60

80

100

120

140

20

124

104

39

CENTRO AZIENDALE PER I DISTURBI COMPORTAMENTO ALIMENTARE Responsabile: Dr.ssa Maria Pia TeodoriReferente UFSMA: Dr.ssa Rossana Travaglini

Riepilogo assistiti per zona di provenienza

ANNO 2011

Nord ovest Sud est Firenze MugelloTotale

assistiti Asl 10

Altre ASL(Prato,Empoli,

Siena,Lucca,Cagliari)

Totale assistiti

<18 anni 13 11 9 1 34 0 34

>18 anni 17 16 20 2 55 5 60

Totale 30 27 29 3 89 5 94

CENTRO DI CONSULENZA SOSTEGNO E PSICOTERAPIA FAMILIARE Sede presidio CamerataResponsabile: Dr.ssa Angela Gonnelli Dr.ssa Stefania Tostati, Dr.ssa Chiara Poggi

CTF – Volume Attività

CTF – Area di Intervento

DATI 2011

N. coppie/famiglie 287

N. utenti 1007

N. prestazioni 4578

10°Congresso Nazionale SIEP Bologna 1-3 dicembre 2011

Ricoveri per patologie psichiatriche tra i residenti nella Azienda Sanitaria di Firenze dal 2004 al 2009. Analisi del fenomeno tramite l’archivio SDO.

Maurizio Miceli, Alessandro Barchielli*, Andrea Caneschi, Sandro Domenichetti. Dipartimento Salute Mentale. *Epidemiologia.

Azienda Sanitaria Firenze: suddivisione per Zone Sanitarie: Mugello 66.000 ab.Nord-ovest 213.000 ab.Sud-est 167.000 ab.Firenze 365.000 ab

Premesse e scopo dello studio: Il ricovero psichiatrico rappresenta un evento relativamente raro nel percorso di cura dei disturbi psichici (circa 10% all’anno) che può dipendere dai bisogni dell'utente, dalla disponibilità ed accessibilità delle strutture, di ricovero o alternative, dall’organizzazione e stile di lavoro dei servizi e dal contesto culturale della comunità. Lo studio descrive il fenomeno della ospedalizzazione per disturbi psichici nella ASL 10 di Firenze (circa 860.000 abitanti) nel periodo 2004-2009.

Materiali e Metodi: Sono stati selezionati 23.065 ricoveri indicati nella SDO come relativi a residenti nei comuni della Asl 10, con ammissione e/o dimissione da reparto di psichiatria (codice specialità: 40) e/o con diagnosi di dimissione per malattie psichiche (ICD9-CM: 290*-319*) ed a carico del SSN, dimessi negli anni 2004-2009. I ricoveri sono stati incrociati con l’Anagrafe Assistiti aggiornata al luglio 2009 (contenente anche i deceduti e gli emigrati), per ricercare l’indirizzo di residenza dei residenti a Firenze e procedere alla attribuzione del quartiere di residenza. Sono stati calcolati i Tassi Standardizzati per età per le 4 zone della ASL 10.

Risultati: Dell’insieme dei ricoveri analizzati (anno dimissione 2009), risulta che il 63% è avvenuto in reparti di psichiatria mentre i restanti ricoveri sono avvenuti in altri reparti. Dei ricoveri in reparto di psichiatria (anno dimissione 2009), il 75% è avvenuto in ospedali della ASL, il 13% in Case di Cura accreditate ed il 10% alla A.O. Careggi. Nei 5 anni considerati l’analisi per Zona mostra che il numero di ricoveri avvenuti in altri reparti ha presentato un chiaro trend in riduzione per i ricoveri ordinari, presente in tutte le Zone. I tassi riferiti all’insieme dei ricoveri in reparti psichiatrici non mostrano differenze rilevanti tra i due periodi nelle diverse Zone. Si confermano in entrambi i periodi i valori più elevati della Zona Firenze.

Conclusioni: I residenti nella Zona Firenze presentano dei tassi di ricovero statisticamente più elevati rispetto ai residenti in altre Zone. La struttura socio-culturale cittadina favorisce il ricorso al ricovero psichiatrico, sia in reparti specifici sia in altri reparti. E’ necessario predisporre di percorsi di cura per le situazioni di acuzie in ambito cittadino alternativi al ricovero ospedaliero.

PROPOSTA DI PROGETTO PER LA CONTINUITà ASSISTENZIALE AL PAZIENTE PSICHIATRICOC.I . Annalisa Piccini, C.I. Erice Fierro, C.I. Patrizia Carulli, C.I. Margherita Musso C.I. Serena Sabattani, C.I. Stefania Bianchini, C.I. Moira Malandrini

Per migliorare la qualità e mantenere la continuità assistenziale ai pazienti con patologia psichiatrica, nasce nella UFSMA Firenze l’esigenza di proporre un progetto assistenziale che coinvolga sia il personale infermieristico dell’SPDC dei due Presidi S.Maria Nuova e Oblate con i 5 Centri Salute Mentale della Zona Firenze.

TARGET DI RIFERIMENTORientrano in questo progetto i pazienti che presentano una complessità assistenziale piùelevata. Pazienti che risiedono e che hanno il domicilio sanitario nei cinque Quartieri della Zona Firenze.

CRITERI DI APPROPRIATEZZA:I pazienti che rientrano in questa proposta di progetto sono pazienti con patologie psichiatriche gravi e che necessitano di un assistenza infermieristica specifica e multiprofessionale. Pazienti con ricoveri ripetuti,in regime sia ordinario che in TSO, con presenza di comorbilità, pazienti già in carico al SOS SMA che si ricoverano in SPDC. Pazienti seguiti dai Servizi Sociali,che effettuano interventi socio-riabilitativi, che sono inseriti in Strutture Sanitarie Intermedie, o che effettuano attività nei Centri Diurni del territorio. Inoltre pazienti che presentano patologie psichiatriche (disturbo schizofrenico,disturbo bipolare, disturbi di personalità, gravi depressioni ) con gravi disagi sociali e familiari.

OBIETTIVI 1) Mantenere la continuità assistenziale a pazienti con alta complessità 2) Identificare e intervenire sui bisogni del paziente 3) Seguire il paziente nel suo percorso di cura 4) Ridurre la degenza media 5) Integrare più figure sanitarie per migliorare la presa in carico territoriale

RISORSE Umane : Microequipe infermieristica ( infermiere CSM, SPDC) Psichiatra di riferimento Assistente Sociale (se il caso ne necessita) Medico di Medicina Generale (collaborazione ) Operatori dei Servizi afferenti al CSM (Case Famiglia, Centri Diurni)

Strumenti Operativi : Cartella infermieristica spdc/csm Scheda di dimissione dall’SPDC infermieristica Sistema informativo Registro Briefing

FASI DEL PROGETTOI Coordinatori infermieristici dell’SPDC e del CSM individuano l’infermiere di riferimento per quel paziente, viene cosi’ organizzato un incontro tra gli infermieri referenti, lo Psichiatra di riferimento per il territorio di competenza. Durante il ricovero del paziente in SPDC si attiva una microequipe infermieristica dove l’infermiere referente nel csm di quel paziente e l’infermiere referente del spdc programmano insieme allo psichiatra di riferimento il progetto terapeutico da attivare. Alla dimissione del paziente il Coordinatore infermieristico del reparto invierà per fax la scheda di dimissione, dove sarà riportato :

Nome e Cognome e generalità •Composizione del nucleo familiare•Se il paziente è già conosciuto al Servizio Territoriale ( CSM )•L’infermiere di riferimento del reparto e del CSM•Il medico psichiatra che lo segue•Se è seguito dai Servizi Sociali•Il medico di Medicina Generale•Lo schema Terapeutico•Bisogni assistenziali rilevati•Se il paziente necessita di un Day-hospital territoriale•

Viene pianificato l’intervento assistenziale e in base agli obiettivi prefissati, vengono effettuati gli interventi in base alle esigenze e ai bisogni della persona verrà programmato un numero di ore ( pers.infermieristico SPDC ) da effettuare o in orario di Servizio o straordinario, durante il quale il personale del reparto effettuerà l’intervento assistenziale.Periodicamente il personale dei due Servizi informerà il Coordinatori Infermieristici sull’andamento della presa in carico. Sarà infatti verificato dal gruppo di lavoro, con incontri periodici il piano di cura e eventuali possibili criticità .

LE FUNZIONI DELL’INFERMIERE NELL’AREA DELLA SALUTE MENTALE

Lo scopo del trattamento assistenziale in psichiatria consiste nel venire incontro ai bisogni di base di quei pazienti che a causa di deficit costituzionali e di esperienze ambientali patogene, non sono in grado di mantenere uno stabile equilibrio o di garantirsi la sopravvivenza. Il bisogno del paziente psicotico non viene quasi mai espresso direttamente (anche se elemento fondamentale della richiesta di aiuto ), viene distorto, mascherato, manifestato in modo indiretto.

Obiettivi dell’assistenzaOffrire un sostegno al funzionamento deficitario del paziente: funzione di io ausiliario•Individuare i bisogni della persona assistita e formulare gli obiettivi di assistenza • (valutazione del piano di cura)Assistenza di tipo progressivo •Sostenere funzioni più evolute (fare programmi, prendere decisioni,ect) ed incoraggiare le capacità di •affrontare le situazioni.

Funzioni infermieristicheFunzione di accoglienza•Intervenire sugli aspetti clinici della persona assistita, considerando anche le comorbilità•Funzione psicoeducativa nei confronti dei familiari•Funzione psicoterapeutica e riabilitativa•Funzione diattica e di ricerca•

Funzione di OsservazioneOsservazione iniziale. raccolta di elementi significativi da integrare con i dati raccolti dagli operatori. • Osservazione in ambito intraospedaliero (SPDC): storia,comportamento,cura del sé,dimensione cognitiva •ed affettiva. Osservazione in ambito extraospedaliero (csm):contesto familiare e sociale attraverso la visita domiciliare.•

Funzione di AccoglienzaLa funzione di accoglienza si svolge nei vari servizi.•Questa funzione si esplica nella disponibilità all’ascolto.•Offrire alla persona la possibilità di esprimere liberamente la richiesta di aiuto.•Offrire un luogo idoneo, riservato,possibilmente privo di elementi di disturbo.•L’infermiere deve assumere una posizione di ascolto in modo da trasmettere disponibilità emotiva di •presa in carico concreta dei suoi bisogni.Accettare il paziente cosi’ come è.•

Funzione psicoeducativa ai familiariL’infermiere rappresenta per i familiari una persona “meno qualificata “quindi può svolgere una funzione •di tipo pedagogico.Attività di counselling, istaurare un rapporto attivo tra un professionista consulente ed un consultante: di •basa sulla fiducia e sulla reciprocità (contatti telefonici ) Attraverso i familiari l’Infermiere referente di quel caso assistenziale può meglio conoscere, valutare e •aiutare il paziente nel suo percorso di cura .

Funzione psicoterapeuticaLa relazione psicoterapeutica avviene tra infermiere e paziente quando il primo risponde alle richieste del •secondo favorendo il cambiamento interno oltre che esternoAiutare il paziente a rievocare le cose belle e costruttive, incoraggiare la speranza, qualcosa di positivo •può ancora esserci nel presente e nel futuro.Creare una alleanza per il recupero della speranza e dell’autostima.•Approccio “problem solving". Identificare piccoli problemi che possono essere risolti nell’immediato per •infondere fiducia per poi affrontare problemi più gravosi.

Funzione di Io ausiliarioIl Maternage•Il Contenimento•

Il MaternageL’infermiere svolge questa funzione in tutti quei casi in cui la patologia del paziente comporta una massiccia •regressione (depressione grave,panico psicotico,schizofrenia catatonica ). L’Io del paziente è gravemente compromesso, anche in quelle azioni più elementari legate alla sopravvivenza(cibo, alloggio,ecc ). L’Infermiere si sostituisce all’Io del paziente •Questa funzione infermieristica si realizza attraverso tutti quegli atti materni nell’aiuto alla cura del corpo •del paziente. Attraverso il cibo, l’idratazione, l’igiene, il vestiario, la termoregolazione, l’eliminazione.C’è una chiusura del paziente totale: il mondo esterno risulta troppo minaccioso per il proprio mondo interno.•L’Infermiere attraverso gli atti descritti permette al paziente di riprendere i contatti con il proprio corpo e •con l’esterno.

Il ContenimentoLa funzione di contenimento può essere svolta in vari modi:

Contenimento farmacologico •Contenimento meccanico •Contenimento psicologico •

L’Infermiere deve provvedere ad equilibrare quelle emozioni che il paziente non è in grado di organizzare da solo.

Neri Pollastri

IL CONSULENTE FILOSOFICO NEI CENTRI DI SALUTE MENTALEPROGETTO DELLA REGIONE TOSCANA/ UFSMA FIRENZE/SOS SMA 4

Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana per la durata di un anno, pensato come biennale, vista la complessità delle situazioni nelle quale si andava a sperimentare la nuova figura professionale e, conseguentemente, della necessità di avere tempi più lunghi per verificarne l’operato. Il progetto seguiva una sperimentazione svoltasi nel 2003-2004 presso il Quartiere 4. In quell’occasione la figura del consulente filosofico, allora appena affacciatasi in ambito italiano, era stata offerta alla cittadinanza attraverso uno “sportello” pubblico, con intenti principalmente di prevenzione rispetto al disagio esistenziale e alla malattia mentale, con esiti interessanti riguardo sia all’interesse suscitato sui cittadini, sia ai risultati conseguiti. Nel frattempo della nuova figura del “filosofo pratico” - peraltro già ben nota da trent’anni in Nord Europa e da oltre quindici oltre oceano - in Italia si è parlato molto, sempre sottolineando il carattere fortemente innovativo della valorizzazione di una figura come il filosofo. Erano tuttavia sempre mancate significative e rigorosamente verificate esperienze circa la sua effettiva utilizzazione in strutture operative riconosciute. Il progetto della Regione Toscana nasceva appunto per colmare questa lacuna.Avviata il 21 settembre 2010 presso il S.O.S SMA 4, l’esperienza si è formalmente conclusa nella stessa data dell’anno successivo. Oggi, all’atto della conclusione del Progetto finanziato, è possibile affermare che gli esiti della sperimentazione siano andati perfino aldilà delle attese, come attestato anche dalla soddisfazione non solo delle persone con le quali il filosofo ha operato (pazienti a lui inviati dagli psichiatri del servizio), ma anche degli operatori con cui egli ha avuto modo di collaborare.

Inizi e ambientamentoGli inizi della sperimentazione sono stati piuttosto prudenti. Nonostante il progetto fosse stato preceduto, un anno prima, da un paio di incontri di presentazione della consulenza filosofica al gruppo degli operatori, la figura professionale del “filosofo consulente” era in buona parte sconosciuta ai più e, soprattutto, era tutto da definire il modo in cui potesse inserirsi virtuosamente nelle attività degli altri professionisti. La sola responsabile del servizio e della sperimentazione, preliminarmente all’avvio del progetto, aveva avuto modo di leggere parte della letteratura in materia e di confrontarsi puntualmente con il filosofo sualcune delle specificità della consulenza filosofica, avviando una prima progettazione dei modi in cui valorizzarla nella collaborazione con psichiatri, psicologi, educatori, operatori sociali e infermieri, ossia con coloro che operano stabilmente nel servizio. Era tuttavia anche necessario che i singoli operatori fossero messi in grado di conoscere meglio le specificità del lavoro del filosofo e ciò non attraverso indicazioni “teoriche”, bensì concretamente e personalmente, così da trovare assieme le occasioni di possibile collaborazione. Contemporaneamente era necessario che il filosofo stesso acquisisse la conoscenza delle strutture, delle modalità di lavoro individuale e collettivo degli operatori, la tipologia di utenti del servizio, in modo da poter ipotizzare quali situazioni fossero più adatte al suo intervento. Per queste ragioni, i primi due mesi del progetto sono stati dedicati in prevalenza alla partecipazione del filosofo ai gruppi di lavoro, con atteggiamento in primo luogo osservativo. Già qui è comunque emerso un primo dato positivo, di per sé non scontato: la buona accoglienza da parte degli operatori, interessati alla nuova figura e alle possibilità che essa poteva aprire a livello sia dicomprensione critica, sia di collaborazione con i pazienti. Un interesse che haampiamente superato le comprensibili perplessità che la figura di un filosofopoteva destare in un contesto non ad esso tradizionalmente vocato.Al termine del secondo mese, grazie a una prima familiarizzazione con il servizio, è iniziata anche la concreta collaborazione: gli psichiatri hanno inviato al filosofo alcuni pazienti, indicandogli sommariamente anche che tipo di lavoro si sarebbero aspettati da lui. Vista l’assenza di esperienze precedenti, gli sono state inizialmente inviate persone con caratteristiche in prima approssimazione adatte a una possibile interazione con il suo profilo:

di buona cultura e/o desiderose di un confronto culturalmente ricco;•necessitanti di un lavoro di comprensione e rielaborazione dell’identità;•bisognose di avere un ulteriore interlocutore, oltre il curante, capace di fornir loro ulteriori elementi •di “ancoraggio” alla realtà circostante (anche quando si trattava di pazienti psicotici e/o tendenti a un’elaborazione delirante).

è interessante notare che, fin dall’inizio, non sia stato dirimente il grado di “gravità” delle patologie dei soggetti inviati al filosofo, che ha ricevuto (su input dei medici) persone con le più diverse diagnosi. Altrettanto interessante è il fatto che, fin dall’inizio, in alcuni casi il filosofo sia stato invitato a lavorare con i familiari dei pazienti, ipotizzando un loro significativo concorso nello stato dei pazienti stessi e a fronte di una difficoltà a svolgere con essi un percorso terapeutico. Qui, come in altri casi, la particolare figura del filosofo ha mostrato di poter essere uno strumento d’intervento aggiuntivo rispetto a quelli attualmente attivi presso il SOS SMA.Questa prima fase è stata anche per il filosofo fonte di scoperta e positiva inquietudine - per usare una classica parola legata alla filosofia, di meraviglia - perché le prime persone incontrate manifestavano problematiche e atteggiamenti propri di “pazienti” di un servizio psichiatrico e non era immediato mettere a fuoco quale lavoro filosofico fosse opportuno e utile fare con esse, talvolta neppure se per un filosofo fosse davvero possibile lavorarecon loro. Ma proprio a partire da quella meraviglia s’è avviata la prima definizione delle modalità d’interazione plurale che poteva legare filosofo, psichiatra, paziente e, in alcuni casi, parenti e altri operatori. La questione del lavoro possibile con i parenti dei pazienti psichiatrici è uno dei nodi aperti del servizio e anche uno nei quali l’innovativa figura del filosofo può essere particolarmente importante. I parenti sono infatti persone “formalmente” sane, con le quali raramente è pensabile un percorso terapeutico; ciononostante le patologie dei pazienti sono strettamente connesse alle loro problematiche, non affrontare le quali rischia di vanificare ogni intervento terapeutico.

Avvio del lavoroA partire dall’inizio del 2011 il lavoro del filosofo ha iniziato a essere regolare e ben integrato all’interno del servizio, in piena interazione con gli altri operatori nei casi assegnatigli. Oltre a prendere parte alle riunioni del S.O.S., egli ha complessivamente seguito circa 12 persone, instaurando con quasi tutte rapporti continuativi con cadenze di caso in caso diverse; ha inoltre avuto contatti con altri pazienti prendendo parte a un gruppo terapeutico diretto da uno degli psichiatri, con il quale ha collaborato sia nella conduzione del gruppo, sia nelle riflessioni sul lavoro svolto. Infine, il filosofo ha interagito con frequenza con gli infermieri del servizio, confrontandosi anche con essi in merito alle problematiche quotidiane del servizio e alla gestione delle non infrequenti situazioni di crisi. Grazie a questo cooperativo “lavoro sul campo”, il filosofo ha anche potuto rafforzare il ruolo giocato all’interno dei gruppi di coordinamento, apportando un maggior numero di contributi sia nella condivisione delle strategie terapeutiche, sia riguardo alle riflessioni epistemologiche. Buona parte delle relazioni individuali instaurate con gli utenti hanno dato origine a interazioni virtuose con quelle in corso con altri operatori, in taluni casi - pur nella brevità dei tempi della sperimentazione - producendo incoraggianti effetti sui pazienti. Al termine formale della sperimentazione:

due delle persone seguite erano in dimissione dal servizio, con evoluzione positiva anche •sorprendentemente rapida della loro vicenda esistenziale;due manifestavano un significativo cambiamento della criticità, con riduzione delle somministrazioni •farmacologiche e importanti miglioramenti nel modo di condurre la vita;in un caso, iniziato tardivamente rispetto alla scadenza del progetto, era in corso un incoraggiante •sviluppo, che prosegue tuttora anche se formalmente fuori dal progetto stesso;un caso particolarmente critico, pur essendo assai lontano da possibili fuoriuscite positive, presentava un •interessante cambiamento di rapporti tra parenti del paziente ed équipe terapeutica;una persona, pur avendo interrotto dopo alcuni incontri la frequentazione del filosofo, non era più ricorsa •alle cure del servizio;un caso solo di quelli seguiti con continuità, dopo una fase di miglioramento del proprio modo di gestire •l’esistenza, aveva manifestato nuovi scompensi.

Aspetti del lavoro del filosofoA ridosso della conclusione del progetto e di fronte all’esigenza di proseguirne l’esperienza per una sua migliore e più completa valorizzazione, si cercherà solo di indicarne alcuni aspetti particolarmente caratteristici. Per prendere posizione all’interno di un servizio istituzionalizzato e dalle professionalità ricche di esperienza qual è un Centro di Salute Mentale, il filosofo consulente si è mosso a partire dal rovesciamento di uno degli storici luoghi comuni sulla consulenza filosofica: definita molti anni fa dall’americano Peter March “una terapia per sani”, è stata in questo contesto viceversa messa alla prova

come una pratica non terapeutica adatta anche a malati. Detto diversamente: per non ripetere, inutilmente e immotivatamente, modalità d’intervento proprie di altri operatori, il filosofo ha instaurato con gli utenti del servizio un dialogo (idealmente) paritetico, lasciando da parte il loro essere affetti da patologie o, al massimo, occupandosi di queste solo per dare a esse un senso. Ciò per tener fede, anche in questo contesto terapeutico, alla specifica finalità della filosofia, che è precipuamente quella di chiarire, arricchire e rendere coerenti le visioni del mondo - in questo contesto, quelle degli “ospiti”. Certo, gli ospiti inviati al filosofo dagli psichiatri del Centro di Salute Mentale erano di fatto anche malati, ragione per cui potrebbe esser lecito pensare che la loro visione del mondo fosse necessariamente disturbata, distorta da problematiche complesse e soggetta a “patologici” ostacoli al corretto funzionamento delle loro capacità di elaborazione intellettuale. Va tuttavia osservato che:

tale lettura è già subordinata all’assunzione di un più o meno determinato concetto di “normalità” o, •comunque, di “salute” e “malattia”;essa, anche quando ragionevolmente accettabile, è fatta dall’esterno del modo di pensare dell’ospite e •perciò è per lui di difficile comprensibilità e accettazione;essa non facilita il recupero della stima dell’ospite e la sua riassunzione di dignità e responsabilità;•ogni persona, anche quando affetta da patologie gravi come le psicosi, ha comunque una visione del •mondo ed è quasi sempre capace di coglierne inconsistenze, duplicità, incoerenze.

è per queste ragioni che si è sperimentato un lavoro dialogico “libero” dal pre-giudizio eziologico, nel corso del quale - per riprendere le parole di Gerd Achenbach, ideatore della consulenza filosofica - “prendere sul serio le parole dell’ospite”. Un lavoro portato avanti da un filosofo accanto a quello svolto da un terapeuta, che si configura come un complemento e che può talvolta essere un importante catalizzatore per lo sviluppo della persona e, perciò, per il suo superamento di uno stato patologico. Un lavoro che, come hanno evidenziato già le prime riflessioni fatte assieme ai singoli psichiatri con cui vi è stata collaborazione diretta, presenta anche altre interessanti differenze di sguardo, che si riflettono nel tipo di relazione che si instaura tra utente e professionista, nel rilievo dato ad alcuni aspetti della persona e nelle concrete modalità di lavoro.

La relazione con il filosofo appare al dialogante meno “obbligata”, appunto più “amichevole” e perciò •talvolta più aperta e trasparente di quella usualmente in atto con i terapeuti - e proprio grazie a ciò capace di produrre poi effetti positivi anche su quella tra paziente e psichiatra, in quanto il filosofo, aiutando la comprensione del senso dei “percorsi disciplinari” propri della terapia e il riconoscimento da parte del paziente della loro convergenza con i suoi più intimi desideri e valori, facilita anche il loro “allineamento” alla sua volontà.L’attenzione agli aspetti della persona da parte del filosofo, in generale, è diretta peculiarmente verso la •struttura identitaria, la visione del mondo e le costellazioni valoriali degli ospiti, laddove altri operatori si occupano prioritariamente di aspetti psicofisici e affettivo-relazionali - cosa, anche questa, emersa più volte nelle riflessioni fatte con gli psichiatri. Una tale differenza è in realtà solo il risultato di modi diversi di leggere e interpretare il medesimo fenomeno, vale a dire la difficoltà di adeguata interazione delle persone con il mondo circostante; proprio l’interazione multidisciplinare di modalità interpretative diverse ha in più circostanze favorito letture più complete e aperto altre opzioni d’intervento.Le concrete modalità di lavoro sono di fatto quelle di un dialogo aperto e libero tanto di accogliere le idee •più bislacche che l’interlocutore può presentare, quanto di contestarle, obbligando l’ospite a farsi carico della loro giustificazione, ovvero di assumersi la responsabilità di quel che afferma, senza tuttavia pre-giudicarle come in se insostenibili.

Ciò sovente favorisce una maggiore reattività delle persone, con crescita della loro consapevolezza, permettendo comunque di accompagnarle in modo diverso e, come si osservava,complementare a quello di altri operatori.Le esperienze condotte e le riflessioni sviluppate nel corso dell’anno della sperimentazione hanno evidenziato l’importanza rivestita dalla possibilità di rendere operanti e far interagire contemporaneamente più letture e interpretazioni - cioè di un allargamento di quella interdisciplinarità che sta a cuore ai più attenti operatori del settore. L’approccio filosofico è infatti apparso un’utile opportunità non solo per gli utenti del servizio (che grazie a esso hanno avuto a disposizione un maggior numero di stimoli di attivazione, l’uno rafforzante l’altro), ma anche per gli stessi operatori, anch’essi stimolati e arricchiti dal confronto con una diversa lettura dei fenomeni.

Il filosofo e gli altri operatoriQuest’ultimo aspetto del lavoro del filosofo nel Centro di Salute Mentale, quello svolto cioè con gli operatori,

era l’altro importante versante che il progetto si proponeva di esplorare, accanto al lavoro con i pazienti. Tale esplorazione si è di fatto concretizzata negli interessanti confronti con i singoli psichiatri con i quali vi è stata collaborazione diretta e nella partecipazione alle riunioni dei gruppi di lavoro o alle supervisioni su casi particolarmente delicati, nel corso delle quali il filosofo ha offerto il proprio punto di vista. Tuttavia, la riflessione critica prodotta è apparsa a questo stadio della sperimentazionesoprattutto un utile preludio all’apertura di un più ampio lavoro di confronto tra le teorie e le prassi dei diversi professionisti del servizio, progettabile in futuro all’interno o a margine delle riunioni di gruppo come momento di formazione e/o supervisione epistemologica. Un tale lavoro è stato finora appena accennato in alcune occasioni, a causa della già citata necessità preliminare, da parte del filosofo, di calarsi adeguatamente all’interno dellacomplessità del servizio e di acquisire una maggiore esperienza nell’interazione con gli altri professionisti. è infatti apparso evidente fin da subito che una riflessione epistemologica che prescindesse dal lavoro concreto del filosofo sui casi di competenza del servizio e dalla sua diretta collaborazione con gli altri operatori rischierebbe di essere astratta e poco utile alla loro crescita di consapevolezza critica.Anche nei limiti con cui questo versante è stato affrontato, è possibile distinguere almeno tre diversi piani sui quali sarebbe interessante e utile muoversi in un futuro sviluppo della sperimentazione:1. La progettazione e gestione della prassi terapeutica;2. Il confronto nelle riunioni multidisplinari;3. La riflessione epistemologica.

1. Filosofia e terapiaIl primo piano è quello se si vuole più “ordinario”, ma al tempo stesso anche decisivo per il servizio: quello del confronto tra professionalità diverse nella progettazione e gestione della terapia. Infatti, benché il filosofo non sia un terapeuta, come già detto la sua lettura può essere assai utile ad aprire strade o a individuare strategie terapeutiche diverse, oppure a far meglio intendere e dialogare approcci diversi e perfino curanti e pazienti o parenti.Tra i diversi piani, questo è quello che è stato maggiormente indagato nell’anno della sperimentazione, in quanto quello sul quale ci si è giocoforza mossi nelle interazioni con gli psichiatri che hanno chiesto la collaborazione del filosofo. Qui sono stati particolarmente interessanti casi di una certa complessità e nei quali vi era la partecipazione di più medici e di altri operatori (come nel caso di un paziente con doppia diagnosi, tossicodipendente e perciò seguito anche dal Sert), nei quali è apparso che lo sguardo trasversale e meno vincolato a certe responsabilità di ruolo proprio del filosofo possa talvolta cogliere aspetti che rimangono sullo sfondo della lettura terapeutica, oppurecostruire interpretazioni originali degli eventi e delle personalità coinvolte, tali da cambiare le carte in tavola e riaprire vicende apparentemente senza altre prospettive.

2. L’approccio filosofico nelle discussione delle riunioni dei medici e del SOS SMALa presenza del filosofo è ancor più importante quando, nelle riunioni dei dirigenti o in quelle allargate agli altri operatori, emergono differenze linguistico-concettuali, di sguardo, di approccio teorico e pratico. In questi casi il filosofo - “specialista del non speciale”, ovvero in grado di comprendere e tradurre gran parte degli universi concettuali e delle Weltanschauung – può svolgere il ruolo di facilitatore del discorso e di tessitore di una trama collegiale che superi, integrandole, le differenze. Un lavoro, va detto, che nel centro ove si è svolta la sperimentazione è di fatto già svolto molto bene da diversi operatori, ma potrebbe essere reso più completo e sistematico da un filosofo che si occupasse specificamente di questo piano: egli potrebbe anzi anticipare l’emergere delle differenze, raccogliendone traccia negli incontri ordinari e dal personale confronto con gli operatori, progettando e strutturando un lavoro su di esse, per poi affrontarle in lavori di gruppoopportunamente calendarizzati quali momenti di alta (auto)formazione.

3. Temi epistemologiciProprio questi ultimi possono rappresentare il momento più importane del lavoro del filosofo con gli operatori, allorché egli possa mirare specificamente a coordinare, rendere unitari e omogenei i molteplici piani problematici che si stratificano all’interno di un servizio complesso e delicato come un Centro di Salute Mentale: la traduzione linguistico concettuale tra i diversi operatori è infatti pienamente possibile solo grazie a un lavoro di riflessione epistemologica sui principali temi che sovraintendono al servizio stesso.

Tra questi, alcuni sono emersi chiaramente nel corso dell’anno di sperimentazione e in certi casi, quando le urgenze del servizio l’hanno permesso, sono anche stati parzialmente affrontati. Tra essi possono essere ricordati:

Il modo di interpretare la relazione terapeutica;•Il senso da dare al ricovero in pronto soccorso psichiatrico;•Il rapporto tra intervento somatico-farmacologico e dialogico-psicoterapeutico;•La relazione tra tempi della terapia e tempi del servizio;•Il concetto di tempo;•I limiti imposti agli operatori dai ruoli istituzionali e il deficit che causano alla cura.•

Questi (e molti altri) temi potrebbero e dovrebbero essere presi utilmente in esame nel prosieguo della sperimentazione, meglio se uniti ad attività di formazione pratico-riflessiva che il filosofo potrebbe svolgere con gli psicologi e gli infermieri (spesso, specie per quelli operanti in pronto soccorso psichiatrico, soggetti a disagi personali, burn out e difficoltà a fronteggiare le frequenti urgenze).

Prime conclusioni dell’esperienza: un ruolo per il filosofoIn questa relazione non approfondiremo ulteriormente l’analisi, concludendo con uno schematico sunto di quanto a oggi è possibile indicare quale possibile ruolo del filosofo all’interno di un servizio come quello della salute mentale. Un ruolo che si compone dimolteplici funzioni che la nuova figura può svolgere nei diversi ambiti del servizio.

A. Con i “pazienti” il filosofo può:occuparsi del loro modo di pensare il mondo, cercando di rendere migliore la loro Weltanshauung, confidando •sul fatto poco contestabile che pensare meglio è un presupposto necessario per poter vivere meglio;lavorare come “ragionatore”, “chiarificatore” del pensiero del paziente-ospite, in modo da “prendersi cura” •del suo pensiero, laddove gli altri professionisti si prendono cura del suo stato di salute;svolgere il ruolo di “poliziotto buono” che spiega e dà ragione dell’intervento terapeutico dei medici •(deontologicamente e istituzionalmente più direttivo), rendendolo meglio comprensibile, più vicino alle esigenze dei pazienti e perciò loro più praticabile;presentarsi come “figura altra”, libera di avere una relazione più diretta e amichevole rispetto a quella dei terapeuti;•svolgere un ruolo di interprete tra servizio terapeutico e utenti, tanto nella figura dei pazienti, quanto in •quella dei loro parenti, ai quali spesso i curanti non hanno la possibilità di dedicare tempo e attenzione necessari a un più funzionale coinvolgimento nella vicenda terapeutica;rappresentare un “jolly” pronto a effettuare interventi personali in situazioni pre-critiche e/o ipercritiche •(la filosofia è in fondo nient’altro che la disciplina della “crisi”, in quanto a essa ci si rivolge quando fanno bancarotta le “scienze speciali”).

B. Nel gruppo terapeutico il filosofo può:mettere a disposizione dei colleghi il proprio sguardo critico (né eziologico, né psicologico) sulle vicende •dei pazienti, sulla loro identità, sul loro modo di pensare il mondo;produrre una mediazione linguistico-concettuale tra le diverse interpretazioni della prassi terapeutica dei •medici, favorendo la creazione congiunta di una lettura multidisciplinare integrata;condurre un’analisi critica collettiva delle dinamiche istituzionali, spesso condizionate dai ruoli e dalle •costrizioni imposte dalla limitatezza delle risorse.

C. Come supervisore e/o formatore critico-epistemologico il filosofo può:condurre e facilitare periodici (ma sistematici) confronti epistemologici attorno alle prassi terapeutiche e •ai loro presupposti teorici e concettuali;realizzare periodiche (ma sistematiche) attività di formazione critica a vantaggio degli operatori; •un’attività non “d’aula”, bensì dialogata e a partire dalle reali esigenze (che perciò presuppone una reale partecipazione del filosofo al lavoro con gli utenti). Si noti che qui il ruolo del filosofo si immagina ben diverso da quello già svolto dallo psicologo, che si occupa dei parenti dei pazienti per quanto riguarda il loro coinvolgimento psicologico e le loro relazioni affettive con i pazienti, mentre il filosofo avrebbe il compito di occuparsi della loro identità (personale e/o collettivo-familiare) e della loro personale visione del mondo, lasciando largamente da parte le questioni relazionali con i pazienti.produrre periodicamente una restituzione delle problematiche istituzional-organizzative da egli stesso •vissute all’interno del servizio.

Una suggestiva definizione finaleConcludendo questa relazione, alla luce delle prime valutazioni dell’esperienza di un anno di lavoro, ci piace riassumere in una breve e suggestiva definizione quel che un filosofo consulente può fare all’interno di una struttura come un Centro di Salute Mentale: si può affermare che egli abbia la possibilità di apportare libertà - tanto agli utenti, quanto agli operatori - esplorando gli scenari che portano al disagio con uno sguardo al tempo stesso serio e aperto, critico e comprensivo, privo dell’urgenza della “guarigione” ma egualmente certo del fatto che favorire un pensiero migliore porti necessariamente a vivere una vita migliore anche a chi sia portatore di patologie psichiche. Una tale libertà sarebbe per i pazienti l’occasione di tornare a sentirsi persone - oltre che “malati” - e a (ri)assumersi alcune delle responsabilità che la malattia tende a giustificare di alienarsi, mentre agli operatori essa offrirebbe la possibilità di guardare con occhio diverso, più complesso, multiforme e integrato il proprio lavoro e le persone-pazienti, ovvero coloro che lo rendonoal tempo stesso difficile e avvincente.

PROGETTO IESA

Responsabile del Progetto: Luca Paoletti (Educatore Professionale Coordinatore)Equipe IESA:– Sara Binazzi (Psicologa, Psicoterapeuta)– Virginia Valeska Quaranta (Psicologa, Psicoterapeuta)– Davide Musian (Psicologo, Psicoterapeuta)

Il Progetto IESA nasce con l'intento di inserire persone con disturbi psichici non gravi in un ambiente familiare affidatario idoneo. è stato dimostrato infatti che la vita familiare determina un miglioramento delle condizioni di salute mentale delle persone assistite aiutandole a risolvere molti problemi psichici, favorendo il loro reinserimento sociale.

L'inserimentoDopo una serie di incontri informali ospite-famiglia affidataria si può cominciare a pensare alla tipologia di inserimento più idonea per entrambi. Il tempo e le modalità dell'inserimento verranno stabilite in accordo con la famiglia e gli operatori sanitari. L'inserimento prevede un periodo di prova a cui seguirà l'eventuale affido. Per l'inserimento dei malati psichici ogni famiglia riceve un contributo mensile fino ad un massimo di euro 1.200 a seconda della tipologia dell'inserimento stesso. Inoltre il progetto IESA prevede un monitoraggio e sostegno costanti da parte di operatori e servizi alla famiglia e all'ospite durtante l'intero periodo di affido.

I risultati raggiuntiInserimenti eterofamiliari:

il • primo realizzato per una paziente in carico al SOS SMA 4 presso una famiglia selezionata (ancora in corso)Il • secondo realizzato per una paziente in carico al SOS SMA 3 presso una famiglia selezionata (ancora in corso)il • terzo realizzato per un paziente in carico al SOS SMA5 presso una famiglia selezionata (ancora in corso)il • quarto realizzato per una paziente in carico al SOS SMA 1 presso una famiglia precedentemente selezionata dai servizi (ancora in corso)il • quinto realizzato per una paziente in carico al SOS SMA 4 presso una famiglia selezionata (terminato a dicembre 2010 per trasferimento in altra città della pz.)il • sesto realizzato per una paziente del SOS SMA 4 presso una famiglia selezionata (ancora in corso)il • settimo (part-time) realizzato per un paziente del SOS SMA 3 presso una famiglia già vicina al paziente (in fase di completamento)Raggiungimento numero massimo di inserimenti previsti dal budget dedicato allo Iesa •(5 pazienti full-time + 1 part-time).

Attività di Progettazione, Monitoraggio e Tutoraggio dei percorso riabilitativi e delle dinamiche familiari in condivisione con gli operatori di riferimento del servizio interessato, con le famiglie e con i pazienti coinvolti.

Lavoro di rete con i SOS SMA di Firenze e relativi SIAST per la verifica dell’idoneità degli utenti inseriti in strutture convenzionate da loro individuati come possibili candidati all’inserimento eterofamiliare: anche se al momento non è pervenuto nessun riscontro da parte dei servizi territoriali.

Progetto IESA / ATTIVITà SVOLTE anno 2011 n. prestazioniINCONTRI DI PROGRAMMAZIONE 41COLLOQUI DI SELEZIONE FAMIGLIE 23COLLOQUI CON I PAZIENTI CANDIDATI 3COLLOQUI CON LO PSICHIATRA CURANTE 16COLLOQUI CON L'EQUIPE CURANTE 4COLLLOQUI CON L'ASSISTENTE SOCIALE/AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO 11VISITE DOMICILIARI DI VALUTAZIONE ABITAZIONE 10VISITE DOMICILIARI DI MONITORAGGIO DELL'INSERIMENTO 21INCONTRI DI MONITORAGGIO DELL'INSERIMENTO CON LE FAMIGLIE 41INCONTRI DI MONITORAGGIO DELL'INSERIMENTO CON L'EQUIPE CURANTE 22SUPPORTO GIURIDICO/AMMINISTRATIVO DELL'INSERIMENTO 25INCONTRI INFORMATIVI CON UNITA' FUNZIONALI ESTERNE 2PUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO NEL TERRITORIO 33PUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO PRESSO I MOM 3INCONTRI DI GRUPPO CON LE FAMIGLIE AFFIDATARIE 2COLLOQUI TELEFONICI DI MONITORAGGIO E SOSTEGNO ALL'INSERIMENTO 230

INTERVENTO PSICOEDUCATIVO PER PAZIENTI E FAMILIARI NEI SERVIZI DEL DSM

Responsabile del Progetto: Dr.ssa Rosanna Perone

L’attuazione del Progetto 2011 è stata caratterizzata dal lavoro per la creazione di una Rete di Interventi Psicoeducativi, rivolti a Pazienti con disturbi psichici gravi e ai loro Familiari, nell’ambito dei Servizi di Salute Mentale dell’ASL 10 di Firenze. Pertanto l’attività svolta ha consentito:

la continuazione del funzionamento dei Servizi di Psicoeducazione e di Riabilitazione Cognitiva •(attraverso il Training di Abilità Sociali o Social Skills Training) già presenti da alcuni anni (rivolti ai Pazienti con Sindromi Psicotiche e ai loro Familiari); l’attuazione della fase iniziale necessaria per la creazione di altri Servizi psicoeducativi aziendali; •la promozione e il consolidamento della sinergia tra Servizi per la Salute Mentale della ASL 10 e le •Associazioni di Familiari e/o di Volontariato. Particolarmente rilevante appare la definizione del Progetto Front-office cittadino per la Salute Mentale, ideato dal Coordinamento delle Associazioni Fiorentine per la Salute Mentale insieme all’U.F.S.M.A Firenze e alla Società della Salute di Firenze. Tale Progetto verrà attuato nel 2012, grazie ad un finanziamento regionale.

Gruppo Psicoeducativo con Familiari di Pazienti Psicotici (incontri settimanali per un anno)

Numero Famiglie trattate 5

Numero familiari trattati 8

Numero Incontri dei Gruppi Psicoeducativi 23

Gruppo di Auto-Aiuto di Familiari di Pazienti Psicotici

Numero Famiglie 14

Numero familiari 19

Numero Incontri con i Familiari del Gruppo di Auto-Aiuto 7

Dati relativi al Social Skill Training (incontri bisettimanali per un anno)

Numero Pazienti Psicotici 11

Numero Incontri di gruppo effettuati(bisettimanali con durata 1 anno)

73

Numero Incontri con gli altri operatori 21

Dati relativi al Gruppo di Auto-Aiuto di Pazienti Psicotici “La Casa di Cristallo” (incontri settimanali per un anno)

Numero Pazienti Psicotici 9

Numero Incontri di gruppo effettuati (settimanali) 46

Il Numero dei Pazienti del Gruppo di Auto-Aiuto di Pazienti Psicotici “La Casa di Cristallo” è aumentato (passando da N = 6 a N = 9) ed è incrementato anche il numero degli incontri (passando da N = 33 a N = 46). Questi dati indicano l’allargamento della rete e dell’attività di Auto-aiuto dei Pazienti.

Dati relativi ai Gruppi Psicoeducativi con Pazienti ricoverati c/o S.P.D.C. Oblate(Fase sperimentale con Gruppi bisettimanali)

Numero Pazienti Ricoverati che hanno partecipato ai Gruppi Psicoeducativi

28

Numero Incontri di gruppo effettuati(bisettimanali durante la fase sperimentale)

7

Numero Incontri con gli Infermieri e OSS del Reparto(prima della conduzione dei Gruppi)

7

Numero Discussioni Cliniche insieme agli Infermieri e OSS del Reparto (dopo la conduzione dei Gruppi)

7

Dati relativi all’implementazione delle Tecniche Psicoeducative

Focus Group con Pazienti ricoverati in S.P.D.C. Oblate per la Definizione del Progetto Psicoeducazione in reparto

2

Focus Group con Infermieri e OSS dell’S.P.D.C. Oblate per la Definizione del Progetto Psicoeducazione in reparto

2

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per la realizzazione del Progetto Psicoeducazione presso S.P.D.C. Oblate

10

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per la realizzazione del Progetto Psicoeducazione presso S.P.D.C. S. Maria Nuova

2

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per la conduzione di Gruppi Psicoeducativi con Familiari di Pazienti con sindromi Psicotiche presso C.S.M. di Grassina

3

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per la conduzione di Gruppi Psicoeducativi con Adolescenti a rischio (Progetto integrato SMA/SMIA Q. 4)

3

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per la conduzione di Gruppi Psicoeducativi con Familiari di Pazienti presso S.O.S. S.M.A. 2

1

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per l’applicazione delle Tecniche Psicoeducative presso il S.O.S. S.M.A. 1

1

Riunioni per la definizione di un Progetto integrato rivolto allo svolgimento di attività lavorative e/o ricreative, ideato dal Gruppo di Auto-aiuto di Pazienti“La casa di Cristallo”, dall’Associazione Fenice Familiari Salute Mentale e dagli operatori del S.O.S. S.M.A. 5,

2

Dati relativi alla Definizione e alla Realizzazione del Progetto integrato ASL-Volontariato (Coordinamento delle Associazioni Fiorentine per la Salute Mentale e U.F.S.M.A Firenze)“FRONT-OFFICE CITTADINO PER LA SALUTE MENTALE”

Riunioni di Progettazione e Organizzazione per la realizzazione del Progetto 5

Attività di Formazione sulla Psicoeducazione rivolta agli Psicologi dell’U.O. di Psicologia

Giornata di Aggiornamento sulla Psicoeducazione, in qualità di docente (Dr.ssa Rosanna Perone), rivolta agli Psicologi dell’U.O. di Psicologia dell’ASL 10 di Firenze

5 ore

Numero Globale delle Prestazioni di 4 Psicologhe e di 1 Educatrice effettuate prevalentemente presso il M.O.M. S.M.A 5 (le Prestazioni Psicologiche sono state effettuate da una Psicologa Dipendente e da 3 Psicologhe dell’Associazione G.R.U.F)

Numero Prestazioni Psicoeducative di Gruppo con Familiari di Pazienti Psicotici 115

Numero Prestazioni Psicoeducative con il Gruppo di Auto-Aiuto di Familiari di Pazienti Psicotici 64

Numero Prestazioni riferite al Social Skill Training 555

Numero Prestazioni Psicologiche con il Gruppo di Auto-Aiuto di Pazienti Psicotici “La casa di Cristallo”

322

Numero Prestazioni Psicoeducative con il Gruppo di Pazienti ricoverati presso S.P.D.C. Oblate 116

Numero Colloqui Individuali con i Familiari 14

Numero Colloqui Individuali con i Pazienti 25

Numero prestazioni di Psicoterapia 44

Numero Somministrazioni ed Elaborazioni Tests Psicodiagnostici 67

Numero Discussioni di casi clinici 12

* Si fa presente che: - la riduzione del numero delle prestazioni riferite alle somministrazioni e elaborazioni dei Test Psicodiagnostici,

rispetto all’anno precedente, è dovuto al cambiamento della modalità di registrazione dei dati su CARIBEL. Fino al 2010, infatti, in seguito ad un accordo con la Direzione Sanitaria della ASL 10, oltre alla somministrazione dei test, veniva registrata anche la loro elaborazione e la stesura della valutazione testistica; oltre a ciò poteva essere registrata la somministrazione di più test durante lo stesso giorno, utilizzando codici diversi (poiché CARIBEL non prevede la registrazione di prestazioni ripetute lo stesso giorno, cioè non consente l’inserimento dello stesso codice più di una volta al giorno).

CORSO DI FORMAZIONE PER LA CONDUZIONE DI GRUPPI PSICOTERAPEUTICI Formazione ObbligatoriaResponsabili del Corso: Dott. Giuseppe Saraò, Dott. Livio Comin

Il Corso, previsto per una durata di tre anni, è iniziato nel 2010 si è rivolto ai Dirigenti Sanitari e agli Operatori dei MOM SMA della ASL di Firenze. è stato strutturato su quattro livelli:1. formazione esperenziale (primo anno);2. supervisione (secondo e terzo anno);3. formazione teorico- clinica (primo, secondo e terzo anno);4. attivazione di gruppi terapeutici. Nel 2010 è stata effettuata la formazione esperenziale di cui hanno usufruito 12 Dirigenti Psichiatri e Psicologi delle varie Zone della ASL di Firenze. Questa è avvenuta attraverso 20 seminari (sede: Presidio ASL di via Lorenzo il Magnifico n. 100) condotti da un Analista di Gruppo esperto di gruppi rivolti a pazienti del Servizio di Salute Mentale del SSN. Sempre nel corso del 2010 è stata effettuata una formazione teorico-clinica rivolta, oltre che ai dirigenti iscritti alla formazione esperenziale, anche ad altri dirigenti e a tutte le figure della èquipe multidisciplinare. Questa è stata effetuata attraverso 10 Seminari (sede: Sala I.O.T), ha registrato presenze di 50-60 partecipanti e si è articolata sulle tematiche qui di seguito specificate con i relativi Relatori.1) La psicoterapia di gruppo e la sua utilizzazione clinica all’interno della cura del paziente (G.Saraò - G.L.Comin) 2) Il gruppo interno e il gruppo di lavoro (M. De Bernardinis)3) l setting: individuale, gruppale, istituzionale; il metasetting del csm e del sevizio (L. Zani – A. Tanini)4) l campo: bipersonale, gruppale, istituzionale (S. Domenichetti) 5) I fattori terapeutici (M. Ferrara)6) Fondazione del gruppo e individuazione dei pazienti (S.Calamandrei)7) La transferalità nei luoghi del Servizio di Salute Mentale (G. Brandi)8) I modelli dei gruppi “naturali” nel Servizio di Salute Mentale (L.Paoletto - G.Daffra - A. Piccini - S.Sabatani)9) I modelli dei gruppi terapeutici nel Servizio di Salute Mentale (F. Sirianni - S. Castagnoli)10) Vertici di attenzione e tecniche di conduzione (G.Saraò – G.L.Comin)

Nel 2011, cioè nel 2° anno di Corso, è iniziata la Spervisione per i Dirigenti che avevano effettuato la for-mazione esperenziale nel 1° anno ed è stata proseguito un lavoro di formazione teorico-clinica attraverso quattro seminari (sede Il Fuligno) rivolti, ancora, a tutte le figure dell’èquipe mutidisciplinare. Questi Semi-nari, che hanno registrato una partecipazione simile a quella dell’anno precedente, si sono articolati con più relazioni teorico-esperenziali di operatori dei Gruppi di lavoro S.O.S. delle varie Zone della nostra ASL. Questo, per ogni uno dei quatro Seminari sottoelencati ciascuno dei quali ha avuto come Discussanet l’esperto sotto indicato.

La presa in carico: campi emozionali ed aspettative degli operatori •(discussant G. Cesari, Responsabile Salute Mentale ASL Arezzo);Luoghi che accolgono, luoghi che respingono: quale abitabilità curativa •(discussant A. Giannini, Responsabile Strutture terapeutico-riabilitative ASL Siena);Gradienti di temperatura nella relazione di cura: la dimensione inanimata e l’intensità emotiva •(discussant M. De Bernardinis, Responsabile Salute Mentale ASL Firenze);Cronicità: fra bisogno di sicurezza e bisogno di cambiamento •(discussant E. Marchi, Responsabile Salute Mentale ASL Lucca).

L’attività di supervisione, chiamata formalmente “Presentazione di sedute di psicoterapia di gruppo con ap-profondimento teorico clinico” è stata effettuata con otto seminari, condotti dal Dott. Giacomo Tessari (sede: Presidio di Via L. Il Magnifico. 100) Questi Seminari hanno registrato una assidua partecipazione dei Dirigenti coinvolti: sedici complessivi, dieci psichiatri e sei psicologi (ai dirigenti che hanno effettuato la formazione

del Corso,se ne sono aggiunti quattro, previa valutazione dei Responsabili del corso, considerando la loro competenza psicodinamica ed il fatto che risultano conduttori di gruppi psicoterapeutici). Tutti questi Diri-genti effettuano la conduzione di gruppi psicoterapeutici che a tutt’oggi sono 19, di cui 10 progettati e/o attivati nel biennio 2010-11. Ecco qui di seguito una TABELLA RIASSUNTIVA CON LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI.

PRESIDIO ASL INIZIO GRUPPO FREQUENZA SEDUTE N PAZIENTI

Via Fanfani Marzo 2009 Settimanale 8

Villino Torrigiani Ottobre 2009 Settimanale 8

Villa Falcucci Ottobre 2009 Quindicinale 3

Distretto Firenzuola Ottobre 2009 Mensile 6

CSM B.go S. Lorenzo Marzo 2011 Settimanale 6

Casa Iris Gennaio 2012 Settimanale 10

Distretto S. Casciano Gennaio 2012 Settimanale 8

CSM Campi Bisenzio Maggio 2011 Settimanale 8

CSM Grassina Gennaio 2007 Settimanale 9

CTP Borgognissanti Settembre 2003 Settimanale 9

CSM Santa Rosa Settembre 2010 Settimanale 10

CSM Scandicci Febbraio 2011 Quindicinale 7

C. Diurno Bagno a Ripoli Ottobre 2009 Settimanale 10

CSM Campi Bisenzio Febbraio 2009 Quindicinale 7

C. Diurno Cento Stelle Febbraio 2011 Settimanale 12

CSM Villino Borchi Aprile 2007 Settimanale 9

C. Diurno Cento Stelle Gennaio 2011 Quindicinale 9

CSM Villino Borchi Marzo 2004 Settimanale 12

Totale Pazienti in cura 158

Come si vede dalla Tabella, i pazienti in Cura sono 158, i Presidi utilizzati sono prevalentemente CSM, a seguire come frequenza Comunità Terapeutiche e Centri Diurni di tutte le Zone della ASL. Dai dati raccolti da un questionario rivolto ai Conduttori, risulta che la “modalità di collegamento con il gruppo di lavoro di appartenenza” avviene prevalentemente (75%) attraverso la riunione dell’ èquipe del Servizio, secondari-amente (20%) attraverso il rapporto con i Curanti invianti dei pazienti e in minima parte (5%) attraverso le Supervisioni. Il lavoro di approfondimento teorico e clinico con il Dott. Giacomo Tessari ha riguardato le car-atteristiche di “fondazione” dei gruppi psicoterapeutici nei vari contesti dei Servizi di Salute Mentale, il rap-porto fra “transferalità verticale” e “transferalità orizzontale” all’interno della dinamica della seduta, i fattori terapeutici attivati, la regolazione del setting del gruppo psicoterapeutico in relazione al meta-setting del Servizio. Quest’ultimo aspetto, che riguarda la complessa fenomenologia delle inter-relazioni fra il “campo “ della processualità psicoterapeutica del gruppo e il “campo” (storico e attuale) del Servizio, è stato partico-larmente approfondito attraverso il “modello” di conduzione, che nella nostra esperienza si sta configurando isomorficamente alla matrice dell’èquipe multidisciplinare attraverso l’assetto conduttore/co-conduttori. Si tratta di un modello in grado appunto di attivare simultaneamente sia transferalità verticali che orizzontali, ossia di attivare potenzialità integrative sia della dimensione “strutturale” che di quella “funzionale” dello psichismo dei pazienti.

è presumibile inoltre, ma a tutt’oggi non abbiamo strumenti di rilevazione, che l’articolazione della gruppal-ità terapeutica fondata su un assetto che prevede la matrice strutturante dell’èquipe, svolga una funzione di manutenzione, forse di vitalizzazione, dell’apparato pluripsichico del gruppo di lavoro. Un apparato delicato,

come qualsiasi organismo vivente, e comunque decisivo per la cura dei pazienti psichici, particolarmente dei pazienti gravi.

Nel 2012, cioè nel terzo anno di Corso previsto, saranno effettuati altri otto Seminari di approfondimento teorico e clinico con il dott. Giacomo Tessari, sia al fine di consolidare gli assetti dei gruppi attivati, che a quello di perfezionare le competenze di conduzione dei dirigenti impegnati nel progetto. E’ anche previsto, sempre nel corso del 2012, un Seminario intensivo articolato in due giornate di studio, allargato a tutte le professionalità che compongono l’èquipe interdisciplinare e centrato sui “Fattori terapeutici specifici ed i fattori terapeutici aspecifici” . L’intento di questa iniziativa articolata ma concentrata nel tempo, è quello di approfondire i modelli di conduzione ed i setting dei vari tipi di gruppi che vengono effettuali nella salute mentale: psicoterapeutici, riabilitativi, psicoeducativi, con i famigliari, occupazionali, di accoglienza e au-toaiuto.