Relazione progetto Ponte Lambro

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MUOVERE PONTE LAMBRO

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MUOVERE PONTE LAMBRO Il territorio di Ponte Lambro è stato pressoché totalmente agricolo fino agli inizi del XX secolo, ricco di acque. La sua originaria trasformazione, tra i secoli XII e XIII, da terre paludose in prossimità del Lambro a coltivazioni a marcite, avvenne ad opera dei monaci Umiliati e Cassinesi. I fondi con le relative cascine del Zerbone (Gerbone) e della Canova, di proprietà di tre ordini monastici, erano attraversati da tre rogge: la Spazzòla, su cui sorgeva dai tempi remoti un mulino, la Certosa e la roggia delle Quattro Ave Marie con la cascina del Bagutto. Agli anni intorno al 1905 risale il primo insediamento di tipo urbano, dei lavandai; lungo l'argine del fiume giungono da quartieri centrali della città alcune famiglie che si insediano con le loro attività. Villette con laboratori al piano terra e ampi spazi per gli stenditoi sorsero lungo le attuali vie Camaldoli e Umiliati. Nei decenni successivi si espande la popolazione operaia, richiamata dalle vicine attività industriali presso i nuclei storici di Morsenchio e Taliedo (industrie Caproni, Montecatini e Redaelli). Intorno al 1920 vi abitavano circa 500 persone. L'espansione edilizia fino al dopoguerra gravita intorno alla Paullese (vie Montecassino, Monteoliveto, Parea, Bonfadini, denominata poi Vittorini, e Camaldoli). La via degli Umiliati costituisce l'asse principale del quartiere, su cui si affacciano le attività commerciali e artigianali. Dal 1925 Ponte Lambro viene a far parte del comune di Milano (in concomitanza con la progettazione del "Porto di Mare", nuovo porto fluviale nel sud-est della città). Tuttavia il suo sviluppo resta al di fuori di qualsiasi disegno urbanistico; rimane soprattutto residenziale, in prevalenza secondo la tipologia delle villette. 6 Per stendere questa parte di relazione si è fatto riferimento in particolare ai seguenti testi: Comune di Milano, Quartiere Ponte Lambro, Dossier, gennaio 2002; Comune di Milano, Laboratorio di quartiere di Ponte Lambro, 1^ fase, novembre 2000; Comune di Milano, Laboratorio di quartiere di Ponte Lambro, Relazione di progetto, marzo 2002. 24 Negli anni '60 la popolazione si connota per una notevole coesione sociale. Circa 1000 persone, in prevalenza del ceto operaio, risiedono a Ponte Lambro. La coesione sociale è forte, legata alla diffusa attività associazionistica: nel borgo storico trovano sede sezioni di partito, Arci, Acli, numerose cooperative, tra cui spicca la storica Cooperativa di Consumo attiva fin dal 1921. http://www.comune.milano.it/portale/wps/wcm/jsp/fibm-cdm/FDWL.jsp?cdm_cid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/PonteLambro-ProgettiDiQuartiere-StrategiaDiSviluppo/db0c730045434a63a8ceba20d96dd0a2/PUBLISHED&cdm_acid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/relazione%20programmatica%20Ponte%20Lambro%20-%200712d8804543532fa92fbb20d96dd0a2/0712d8804543532fa92fbb20d96dd0a2/false

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MUOVERE PONTE LAMBRO

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a cura di COMUNE DI MILANO

Direttore Direzione Centrale Ambiente e Mobilità: Dott. Giuseppe Cozza Direttore del Settore Periferie: Ing. Mauro Cigognini Dirigente Ufficio Periferie: Arch. Massimo Cella Referente responsabile: Arch.Veronica Bellonzi POLITECNICO DI MILANO - Dipartimento di Architettura e Pianificazione

Supervisione scientifica: Prof. Alessandro Balducci Coordinamento generale: Dr. Massimo Bricocoli Supporto metodologico: Dr. Gabriele Rabaiotti Consulenza alla progettazione: Arch. Antonella Bruzzese, Arch. Christian Novak Segreteria tecnica: Dr. Francesca Cognetti

Responsabili: Dr. Gabriele Rabaiotti e Dr. Martina Gerosa Collaboratori: Dr. Paolo Cottino, Dr. Ilaria Tosoni IMMAGINI Christian Novak, Linda Cossa, Marianna Giraudi, Valeria Inguaggiato

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MUOVERE PONTE LAMBRO Introduzione - Strategie di selezione dei quartieri e di costruzione dei programmi 4

Indirizzi e linee di azione 5 Ambiti di intervento e contesti locali 6 La costruzione dei programmi di intervento da candidare 11

0. Uno scenario di lungo termine per lo sviluppo di Ponte Lambro 14

a. Obiettivi del piano strategico di ampliamento del quartiere Ponte Lambro 15

b. L’articolazione dello scenario 15 c. Individuazione dell’area e dati dimensionali 16

1. Il contratto di quartiere: territorio e strategie 19 1.1 Il contesto e l’ambito di intervento 20 1.2. Individuazione ed analisi delle

principali problematiche del quartiere 32 1.3. Risorse e potenzialità 39 1.4. Le strategie di intervento: muovere Ponte Lambro 48 1.5. L'ambito di intervento 50

2. Indirizzi e azioni di intervento 51 2.1. Abitare a Ponte Lambro 52

2.1.1. Valorizzazione e incremento del patrimonio ERP esistente 52 2.1.2. Adozione di soluzioni costruttive tese ad assicurare la qualità del manufatto edilizio e del servizio residenziale offerto 55 2.1.3. Miglioramento della qualità abitativa e insediativa 56 2.1.4. Incremento della funzionalità del contesto urbano 59

2.2. Attrezzare Ponte Lambro 60 2.2.1. Adeguamento e incremento della dotazione di opere infrastrutturali e di servizi 60

2.3. Vivere Ponte Lambro 67 2.3.1 Azioni volte a promuovere la partecipazione ed i coinvolgimento degli abitanti 67 2.3.2 Approccio integrato e coordinato alle problematiche sociali e di bisogno 67

2.4. Schema di sintesi degli interventi e delle azioni 73 3. Rispondenza delle azioni agli obiettivi

di riqualificazione complessiva del quartiere 75 3.1. Rispondenza delle azioni previste ai problemi espressi 76 3.2. Sviluppo del parternariato tra soggetti pubblici e privati 78 3.3. Capacità della proposta di generare addizionalità

di risorse pubbliche e private 79

Appendice alla Relazione Programmatica. Materiali di lavoro.

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"Contratti di Quartiere II" a Milano

Note sulle strategie di selezione dei quartieri e di costruzione dei programmi1

L'elaborazione di programmi di intervento da avanzare alla candidatura del bando per i Contratti di Quartiere II si inquadra – nel caso di una grande città come Milano – entro una riflessione di ampio respiro sul trattamento delle problematiche relative alle periferie urbane e ai quartieri pubblici. I programmi Contratto di Quartiere 2 costituiscono per il Comune di Milano l'occasione per avviare un percorso di articolazione di politiche che configurano una serie di interventi integrati in ambiti periferici segnati da una multidimensionalità dei problemi. In questa direzione, i programmi di Contratti di quartiere sono stati elaborati mirando a definire un quadro di azioni e di interventi che abbiano capacità generativa e che concorrano a definire modalità di intervento che possano essere assunte quali riferimenti generali per l'intervento dell'Amministrazione Comunale in altri quartieri periferici. La proposta di Contratto di Quartiere che di seguito è illustrata, si colloca, dunque, in un disegno più articolato, che, se ancora non viene automaticamente a configurare lo sviluppo di un "progetto integrato" sulle periferie di Milano, indica l'avvio di un percorso nel quale l'amministrazione comunale struttura e organizza un processo integrato, multiattoriale e orientato a trattare simultaneamente una serie di problematiche di diversa natura che in alcuni ambiti urbani - e nei quartieri pubblici in particolare - configurano situazioni di "crisi". Quella dei quartieri in crisi - una definizione ampiamente ripresa nel dibattito internazionale - è l'immagine che traduce l'effetto urbano della precipitazione in alcuni luoghi di una cumulazione di marginalità sociale, povertà economica, debolezza culturale, degrado ambientale tale per cui si perde la possibilità di definire in termini interpretativi un rapporto di causa - effetto tra le diverse aree di criticità. Accogliere quest’accezione complessa significa considerare come la condizione periferica non sia certo riconducibile ad un problema di distanza fisica, ma necessiti il riferimento a elementi di diseguaglianza distributiva rispetto alle risorse, alle possibilità di accesso alle stesse, alla intensità di opportunità. La prospettiva e la strategia di intervento entro cui si collocano le proposte di Contratto di Quartiere II per la città di Milano è quella di un quadro articolato in cui più campi di azione risultino complementari e sinergici: - l'intervento sulla dimensione fisica dei problemi dei quartieri pubblici e al contempo sulla dimensione sociale ed economica; - l'intervento di riqualificazione di servizi e strutture che hanno rilevanza alla scala locale insieme allo sviluppo di progetti che rimandano alla scala urbana complessiva, con l'obiettivo di rompere i recinti che sembrano delimitare i quartieri di edilizia pubblica e segnare quell'isolamento o "distinzione" che costituisce di per sé un problema centrale.

1 Il Comune di Milano e Aler Milano, in riferimento al relativo protocollo d'intesa siglato, si sono avvalsi nel processo di selezione e costruzione dei programmi del supporto scientifico e metodologico e del lavoro sul campo di un gruppo di consulenza che fa capo al Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano.

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Indirizzi e linee di azione Le dimensioni del quadro strategico generale all’interno del quale le proposte di intervento si collocano possono essere raccolte in riferimento a tre diverse finalità: - Restituire dignità e qualità all’abitare - Articolare le funzioni presenti e ridurre la monofunzionalità residenziale - Sostenere l’interazione con la città Restituire dignità e qualità all’abitare I diversi progetti prevedono, innanzitutto, interventi sul costruito che consentano di valorizzare il patrimonio abitativo pubblico adeguandolo ai requisiti tecnici, alle normative e, laddove possibile, alle richieste di particolari categorie di inquilini. La condizione di forte degrado degli immobili e degli alloggi costituisce un fattore centrale che ha orientato la scelta dei quartieri di intervento costituendo parametro prioritario nella loro selezione e configura come prioritario il tema del recupero e del risanamento edilizio. Valorizzazione e incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica costituiscono operazioni funzionali al raggiungimento di più elevati standard qualitativi dello spazio abitativo privato (l’appartamento) e collettivo (gli spazi comuni, le aree di pertinenza) in un processo di rigenerazione orientato a sciogliere quella discriminazione socio-territoriale che è associata all’essere abitanti di un quartiere popolare. Nonostante la densità abitativa che caratterizza i contesti dei quartieri milanesi individuati non si è rinunciato a verificare, volta per volta, la possibilità di conseguire un incremento del numero degli alloggi e/o la loro capacità insediativa. Da questo punto di vista, è opportuno che si considerino le cinque iniziative come un programma unitario che interviene sulla ridefinizione del comparto dell’offerta abitativa pubblica nel suo insieme, essendo unico e comunale il sistema che disciplina l’assegnazione e ne governa la gestione. Assumendo inoltre che in questi contesti il solo intervento di recupero edilizio può produrre migliorie nel breve termine ma in termini parziali e di breve durata, nei Contratti di Quartiere proposti l’amministrazione comunale si è impegnata a definire una serie convergente di azioni che affiancano la dimensione fisica dell'intervento. In particolare, nell'ambito dei Contratti di Quartiere saranno attivati: un piano di accompagnamento sociale finalizzato a dare un supporto concreto alla popolazione residente (e fondamentali per aumentare l’efficacia delle operazioni edilizie e dare continuità e consolidare i risultati ottenuti), un Patto Locale per la Sicurezza Urbana, un programma di azioni orientato a promuovere inserimento occupazionale e attività imprenditoriali insieme ad altre azioni promosse da altri soggetti del terzo settore che agiscano sul versante sociale. Articolare le funzioni presenti e ridurre la monofunzionalità residenziale

Arricchire il contesto ambientale dei quartieri dall’interno, iniziando dalla valorizzazione delle diverse risorse che sono difficilmente riconoscibili in situazioni segnate da forte disagio, rappresenta un aspetto fondamentale su cui fare leva per avviare processi di ripresa e di miglioramento che sappiano misurarsi con l’articolazione delle dimensioni del vivere. Superare la riduzione bipolare che regola i quartieri ‘pubblici’: la casa da una parte e la metropoli, come rete di servizi, di luoghi, di opportunità lavorative e culturali dall’altra.

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La considerazione e l’importanza attribuite nelle proposte ai potenziali del quartiere rappresenta un primo passo per sostenere il processo di affiancamento di iniziative ed azioni che, pur provenendo dall’esterno, risultino coerenti con il quadro degli equilibri propri del quartiere senza essere percepite come invasive e quindi da questo respinte. Sostenere l’interazione con la città Il solo processo di emersione di risorse "locali" non può certamente costituire l' unico dispositivo in grado di riscattare i destini di quartieri fortemente compromessi. L’iniezione di energie provenienti dall’esterno, dal resto della città, diventa non solo una operazione cui affidarsi per smuovere situazioni socio-territoriali il cui sviluppo appare bloccato ma anche un meccanismo che, spostando i centri di attenzione e allargando l’orizzonte all’interno del quale ricercare soluzioni e vie d’uscita, renda possibile riportare la dimensione identitaria del "quartiere", come recinto, in una dimensione "urbana" che si connoti proprio per la sua eterogeneità. L’oscillazione tra quartiere e città viene interpretata nelle cinque proposte come movimento di andata e ritorno: ambiti e contesti locali interessati dagli interventi dei Contratti diventano luoghi che ospitano nuove attività finalizzate non solo a diversificarli dal punto di vista funzionale ma anche a costituire una ragione di scambio con la città. Elementi non ordinari che funzionano da attrattori e che supportano l'interazione con la città, con chi non risiede nel quartiere, con quanto attraversa la città. Superare la logica del quartiere autosufficiente e dello spazio ripiegato su sé stesso diventa un passaggio fondamentale per dare a questi quartieri un respiro diverso e una energia nuova. Contenere i disagi generati dall’attuazione degli interventi Nella costruzione dei progetti si è prestata attenzione a quelli che possiamo definire come fattori di riduzione degli impatti che, specialmente in fase attuativa, ricadono sulla popolazione residente e sugli abitanti delle case interessate dagli interventi edilizi. Il contenimento del disturbo e del disagio associato alla manutenzione e alla riqualificazione degli alloggi ha spinto l’Amministrazione Comunale e l’Aler a ricercare, già in fase di progettazione preliminare, soluzioni tecnologiche e costruttive particolari e adatte alle specificità di ogni quartiere per evitare spostamenti e trasferimenti se non nei casi in cui la mobilità non sia risultata strettamente necessaria. Questa attenzione è parte integrante di quella che possiamo indicare come la fattibilità sociale dei Contratti di Quartiere, elemento che per il Comune di Milano è importante considerare a fianco della fattibilità tecnica, della fattibilità economica e della fattibilità amministrativa. Ambiti di intervento e contesti locali Il bando attuativo della Regione Lombardia sollecita i comuni ad individuare quartieri e ambiti sui quali costruire progetti di riqualificazione da candidare per il finanziamento di Contratti di Quartiere II. Il Comune di Milano si è attivato nel processo di selezione dei quartieri da candidare e di costruzione dei programmi in rispondenza dei requisiti indicati dallo stesso bando e di

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un'attività e di ricognizione condotta dal Settore Periferie che è stata centrata su un'esplorazione orientata ad intercettare politiche e progetti sostenuti da altri settori del Comune di Milano la cui convergenza e complementarietà costituisce una condizione importante per articolare forme di integrazione all'interno del Programma (in rispondenza ai requisiti del bando). In questo processo di definizione successiva dei quartieri da candidare e dei relativi programmi di intervento, si è proceduto seguendo due diversi ordini di ragionamento: uno centrato sulle dimensioni di criticità dei quartieri, il secondo su un insieme più articolato di fattori individuati in relazione alle linee guida e alla struttura del programma Contratto di Quartiere II. Ambiti contraddistinti da criticità sul piano socioeconomico ed ambientale

Su un primo livello si attesta un orientamento che fa riferimento all'identificazione di elementi e situazioni di criticità che connotano ambiti/quartieri sul piano socioeconomico ed ambientale e che, affidandosi tendenzialmente ad indicatori, costruisce una sorta di mappatura dei problemi. Si sono cioè considerati quegli elementi che specificatamente in riferimento a situazioni di disagio sociale, economico e ambientale segnalano ambiti urbani di particolare criticità e quartieri problematici. A partire dalla individuazione di queste aree all’interno della città di Milano, si è quindi proceduto a specificare e a focalizzare l'attenzione su quei quartieri che più corrispondono ai requisiti espressi dal bando nazionale e dalla declinazione regionale del programma Contratto di Quartiere II. In questi quartieri, come già richiamato, riconducibili alla formula di "quartieri in crisi", il Contratto di Quartiere si rivela essere il programma di intervento più appropriato, configurandosi come programma di azioni sull'edilizia pubblica connotato da una forte regia dell'amministrazione comunale e dall'azione congiunta di settori e soggetti che attengono non solo alla sfera dell'alloggio ma alle dimensioni dei servizi, a quella sociale ed economica. Una serie di informazioni (dati, elaborazioni quantitative e qualitative già realizzate dall'Amministrazione Comunale) ha consentito di costruire una successione di mappe della città in cui sono rappresentate aree che esprimono "criticità" rispetto alle condizioni (strutturali e del quadro di vita) della popolazione insediata. In particolare in riferimento a: status sociale (Servizi sociali – cfr. mappa del disagio sociale e atlante delle periferie), Sicurezza urbana (mappa del rischio), consistenza edilizia residenziale pubblica (mappa erp). Una comparazione successiva delle diverse mappe ha consentito di identificare quartieri/ambiti, che emergono in termini negativi ("di carenza/assenza") e di offrire un quadro di riferimento generale aggiornato sugli ambiti di criticità delle periferie cittadine. Una esplorazione successiva ha consentito di selezionare gli ambiti urbani con specifico riferimento alla rilevanza del patrimonio di edilizia residenziale pubblica esistente (elemento questo che rappresenta una precondizione del programma), alle condizioni edilizie degli stabili (sia rispetto allo stato di manutenzione che di tipologie abitative) nonché al quadro complessivo delle criticità relative allo stato contrattuale degli inquilini (intendendolo come rivelatore di una domanda di ridefinizione delle modalità di trattamento): Qualità abitativa (Aler); Status dell'utenza (Aler); Mappa delle priorità Erp (aree a prevalenza di Erp con rilevante degrado abitativo). L'insieme di questi elementi ha portato in una fase intermedia ad individuare sette diversi quartieri di edilizia residenziale pubblica quali ambiti di intervento

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prioritario da considerare nella candidatura al finanziamento di contratti di quartiere: Gratosoglio, Lorenteggio, Mazzini, Molise Calvairate, Ponte Lambro, San Siro, Stadera. Una selezione successiva ha portato a considerare l'esclusione di Lorenteggio (il cui ambito rientra nel perimetro definito di una Società di Trasformazione Urbana e di Stadera, sul quale è attualmente in fase avanzata di attuazione un PRU. Quartieri, soggetti e strategie nelle politiche urbane Un secondo ordine di riflessione ha messo in evidenza e risalto una serie di argomentazioni la cui natura è piuttosto riferita a soggetti e strategie nel merito delle politiche urbane (e di quelle di rigenerazione urbana in particolare) e a valutazioni di natura più strettamente programmatica ed operativa. In questa linea, si possono assumere come strategici rispetto al successo della candidatura, una serie di elementi - evidentemente più discrezionali - che derivano e/o fanno riferimento al contesto territoriale in cui i quartieri sono inseriti e alla disponibilità di un insieme di pratiche e/o soggetti (istituzionali e non) che potrebbero utilmente supportare il processo di sviluppo e attuazione dei Contratti di Quartiere II a Milano . Mentre il primo livello (1.1) ha esplorato la città in termini che - in negativo ("quali territori stanno peggio") e in modo tendenzialmente omogeneo (utilizzando un solo filtro di lettura per identificarle) - lasciano emergere le aree più svantaggiate, la seconda serie di riflessioni ha consentito di meglio rappresentare una serie di motivazioni (non tutte omogenee e analoghe) rispetto ai quali l'intervento su alcuni singoli quartieri può risultare strategica, meglio praticabile ed offrire condizioni di maggior efficacia anche in relazione alla natura e alle specificità dello strumento Contratto di Quartiere II e della relazione che lo strumento è in grado di costruire con i territori selezionati. Di seguito sono proposte una serie di considerazioni che configurano il profilo delle strategie cui il Comune di Milano ha fatto riferimento nel processo di selezione dei quartieri e poi nella costruzione dei programmi di intervento da candidare in relazione alla definizione di prospettive di intervento attraverso lo strumento Contratto di Quartiere II, sollecitando una caratterizzazione dei programmi di intervento sui singoli quartieri e a spostare su categorie differenti rispetto all’oggettiva situazione di svantaggio e/o alla esclusiva valutazione di sostenibilità economica il tema della scelta. Si è considerato che per la strutturazione del programma e quindi delle azioni che il Contratto di Quartiere prevede sia importante verificare le possibili declinazioni dello stesso a livello locale, in rispondenza di specifiche problematiche (che in alcuni quartieri si configurano come acute o comunque particolarmente rilevanti) sia in rispondenza dei diversi requisiti che il bando sollecita. Trasformabilità urbanistica e condizioni al contorno Un'esplorazione del contesto dei singoli quartieri è stata finalizzata ad evidenziare progetti e processi di trasformazione urbana già previsti o in fase di definizione nell'intorno dei quartieri e che potrebbero produrre sinergie e scambi (anche sul versante delle risorse finanziarie provenienti da altre fonti) rispetto allo sviluppo del Contratto di Quartiere. Inoltre tale ricognizione consente di evidenziare la consistenza degli elementi di trasformabilità (variazioni nelle volumetrie nella direzione di un

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accrescimento del patrimonio Erp o di una differenziazione significativa delle funzioni insediate nel quartiere). Sostenibilità economica

Il tema della sostenibilità economica è stato visto alla luce di diversi fattori. Primo fra tutti il confine che si intende attribuire al comparto: esiste infatti un limite ‘forte’ nella proposta di intervento che indica il luogo nel quale si andranno a concentrare gli interventi (in particolare quelli rivolti alla ristrutturazione/riqualificazione edilizia). Questa è la linea che contiene la ‘prevalenza di Erp’ e rispetto alla quale Comune di Milano ed Aler sono chiamati a registrare le risorse finanziarie disponibili. Vi è poi un limite ‘flessibile e leggero’ che include spazi, luoghi, campi di azione utili per completare, integrare sia interventi di natura non strettamente edilizia ma anche soggetti e risorse non immediatamente concentrate sull’intervento abitativo in senso stretto. Una seconda questione è connessa alla possibilità che in alcuni quartieri si creino le condizioni affinché entrino nel mercato della locazione (per quanto sociale) volumi senza mercato (vuoti, non occupati regolarmente, inutilizzabili) e nuovi volumi (integrati con superfici ad uso commerciale e a servizio, ad esempio). Il rientro delle morosità, l’adeguamento degli impianti, la razionalizzazione di alcuni servizi all’abitare possono in questa direzione rappresentare delle voci di spesa che diventano anche voci di risparmio e di possibile ammortamento di una quota dei costi. Un ultimo elemento è costituito dalla possibilità di ricontrattare i canoni, per gli alloggi soggetti ad interventi di manutenzione straordinaria, in funzione di una avvenuta ristrutturazione. Servizi, relazione domanda/offerta Una valutazione dello stato dei servizi ha consentito di evidenziare scostamenti e lacune nell'offerta dei servizi pubblici; la progettazione di futuri servizi si configura, altresì, come condizione di innalzamento dello standard qualitativo e di miglioramento delle funzionalità del comparto in esame e rappresenta un elemento che concorre alla possibilità di incrementare l'indice delle volumetrie realizzabili nel quartiere. Attività già svolta dall’amministrazione - preesistenza di un portafoglio progetti

già ipotizzati (Comune di Milano, Aler) La preesistenza di progetti pilota, attività e iniziative promosse dall'Amministrazione Comunale o da altri soggetti Istituzionali è stata assunta come un vantaggio competitivo (rispetto alla partecipazione al bando) laddove costituisce un bagaglio di conoscenza del quartiere, un investimento iniziale che può fare da volano rispetto allo sviluppo di ulteriori interventi e rispetto ai quali il CdQ offre le condizioni per una "composizione" delle azioni. Ancora, l'esistenza di un'attività pregressa segnala l'esistenza di soggetti che si sono già attivati sul/nel quartiere e la cui attivazione costituisce un vantaggio competitivo rispetto alle sollecitazioni del bando di coinvolgimento di soggetti locali nella costruzione stessa dei programmi. Laddove le attività pregresse abbiano prodotto progetti sperimentali o parziali, questo rappresenta un elemento strategico nella direzione della costruzione di un Contratto di Quartiere come parte di un più articolato programma di intervento rispetto al

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quale procedere attraverso verifiche di fattibilità e praticabilità in termini di integrazione, combinazione e allineamenti con interventi/soggetti diversi. Risorse e soggetti locali Il bando del Contratto di Quartiere segnala come fondamentale il coinvolgimento di soggetti locali nella costruzione e nell'implementazione dei progetti. La preesistenza e la consistenza delle attività svolte autonomamente (o già in accordo con istituzioni pubbliche) da parte di soggetti locali di varia natura (comitati, associazioni, cooperative, servizi pubblici) è stata assunta come una risorsa di grande valore. Da un lato, perché garantisce la disponibilità di interlocutori con i quali l'amministrazione comunale può sviluppare un processo di interazione per la definizione di obiettivi condivisi; dall'altro perché offre la possibilità di costruire un programma di interventi che abbia un riferimento non solo formale alla dimensione del "contratto", ovvero all'assunzione di responsabilità futura rispetto al processo di riqualificazione integrata del quartiere. Finanziamenti aggiuntivi pubblici/privati e interesse all'investimento dei soggetti privati Infine, la diversa collocazione e natura dei quartieri può corrispondere a differenti livelli e forme di interesse di soggetti privati e del terzo settore, all'investimento di risorse nel programma di rigenerazione, sia in relazione allo stato attuale del quartiere che alle prospettive di sviluppo. In particolare, differenti sono le valutazioni che si aprono sul fronte delle risorse private in relazione ai differenti scenari che il programma del CdQ rende futuribile. In più casi si è rivelata essenziale (data la densità che connota il tessuto urbano dei quartieri a cui si fa riferimento nella città di Milano) la disponibilità di immobili o di aree la cui destinazione d'uso e/o praticabilità risultava ancora incerta. La costruzione di un Contratto di Quartiere in questo senso ha offerto la possibilità di attivare processi (e procedure) di definizione e di progettazione degli usi di alcuni spazi secondo le linea guida espresse dal bando e, in particolare, con la finalità di articolare le funzioni sociali (e comunque non residenziali) nei quartieri. E' in corrispondenza dei diversi fattori qui sopra riportati che il Tavolo politico istituzionale ha proceduto nella selezione dei quartieri sui quali attivare il processo di esplorazione e approfondimento e di interazione con i soggetti locali finalizzato alla costruzione di un programma di interventi da presentare quale candidatura a Contratto di Quartiere II. La definizione dei programmi è stata condotta assumendo specificità, dimensioni problematiche e risorse locali che hanno consentito di disegnare profili di intervento differenziati in corrispondenza di ciascun quartiere: - Gratosoglio, si configura quale quartiere di grandi dimensioni costruito

secondo un disegno di edilizia aperta che sollecita ad un ripensamento e ad una qualificazione degli spazi aperti e dei luoghi di aggregazione

- il quartiere Mazzini ha un elevato valore storico architettonico ed è oggi

situato in un ambito di forte accessibilità, rispetto al quale l'offerta di servizi qualificati può risultare attarttiva rispetto ad un bacino sovralocale,

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- il quartiere Molise Calvairate ha costituito in questi anni un laboratorio di sperimentazione sulle forme dell'attivazione e del coinvolgimento dei soggetti locali nella articolazione delle politiche urbane sulla città e rappresenta una sfida rispetto alla capacità di produrre politiche pubbliche efficaci in ambiti di disagio acuto,

- il quartiere di Ponte Lambro ha rappresentato un simbolo del degrado dei

quartieri periferici e trova nel Contratto di Quartiere occasioni concrete per muovere i primi passi verso un processo di sviluppo di più lungo periodo,

- San Siro. caratterizzato come un recinto di grandi dimensioni ed elevata

densità di edilizia residenziale si misura con la capacità degli interventi previsti di rendere più permeabile il tessuto urbano rispetto alla presenza di servizi e di attività commerciali

Il settore Periferie ha dunque avviato un lavoro che si è articolato: - trasversalmente: trattando una serie di questioni comuni a tutti i quartieri e

che hanno implicato un lavoro di coordinamento tra diversi settori dell'amministrazione comunale oppure l'attivazione di un settore dell'amministrazione su più quartieri per la messa a punto di azioni da inserire nel programma e poi

- verticalmente: approfondendo l'analisi delle problematiche specifiche dei

quartieri ma soprattutto sviluppando un'esplorazione finalizzata alla progettazione di azioni e dunque all'attivazione di soggetti su specifici progetti nei quartieri.

La costruzione dei programmi di intervento da candidare

In relazione a queste considerazioni, il disegno degli interventi da inserire nelle proposte di programmi è andato costruendosi in modo incrementale: a. seguendo gli indirizzi espressi e le proposte avanzate da alcuni settori

dell'Amministrazione Comunale e dei soggetti già attivati, b. sollecitando alcuni settori e/o istituzioni e alcuni soggetti locali e non,

laddove l'esplorazione sul campo e gli approfondimenti condotti hanno individuato temi di progettazione (fisica e in termini di servizi) che risultavano significativi ed aderenti rispetto al programma Contratto di Quartiere,

c. mantenendo forme di interazione costante con i soggetti locali e le forme organizzate di rappresentanza degli abitanti per garantire una condivisione di finalità, obiettivi e azioni previste,

d. infine, relazionandosi alle strategie e indicazioni via via definite in merito all'intervento sul patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica elaborate da Aler Milano.

Si richiamano qui brevemente alcuni ambiti di intervento che hanno visto lo sviluppo di un lavoro trasversale dentro l'amministrazione comunale in relazione ai cinque quartieri, mentre si rimanda alle note sintetiche sui singoli quartieri la descrizione più precisa di problematiche e strategie di intervento:

- Infrastrutture: presso l'Agenzia Mobilità e Ambiente del Comune di Milano è stato attivato un tavolo di lavoro che ha coordinato quattro settori comunali nella prefigurazione e nel disegno degli interventi relativi alla sistemazione di

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strade, piazze, spazi verdi nonché alla nuova regolazione dei flussi di traffico e della sosta.

- Infrastrutture e servizi: in riferimento ad alcuni stabili di proprietà comunale

sui quali è andata emergendo dall'esplorazione sul campo, l'opportunità/necessità di interventi di qualificazione, ampliamento, ristrutturazione, è stato condotto un lavoro finalizzato a verificare la sostenibilità e la praticabilità degli interventi in relazione agli orientamenti e alle politiche attualmente delineate dai rispettivi settori di competenza (in particolare, mercati comunali coperti e biblioteche)

- Servizi sociali: in sinergia con il settore servizi sociali si sono andati definendo

interventi mirati a rafforzare e ad articolare l'offerta di servizi sociali nei quartieri con particolare riferimento alle quote di popolazione più deboli. In particolare, si è mirato ad un coinvolgimento dei servizi (e quindi anche di soggetti del terzo settore che operano in un regime di convenzione) nella definizione di progetti dedicati alla popolazione anziana e ai portatori di disagio psichico.

- "Patti per la sicurezza urbana": in corrispondenza dell'indicazione del bando e

di un consistente interesse (tanto del settore sicurezza urbana del comune quanto della corrispondente Direzione Centrale della Regione) a considerare i "Patti Locali per la sicurezza urbana" quali strumenti innovativi e sperimentali per articolare azioni sul fronte della sicurezza in corrispondenza di una visione articolata del problema e centrata sull'assunzione di un approccio integrato, si è pervenuti ad un accordo che prevede che i Patti Locali costruiti in corrispondenza dei programmi di Contratto di Quartiere II del Comune di Milano siano assunti quali prototipi sperimentali di riferimento per la Direzione Regionale. L'approfondito lavoro di esplorazione locale e di interazione con i soggetti che a vario titolo sono attivi nei quartieri oggetto di candidatura ha consentito di elaborare Patti Locali che configurano l'articolazione di una molteplicità di azioni sinergiche e complementari rispetto al programma di intervento complessivo.

- Nuova occupazione/ legge 266: di concerto con il settore comunale titolare

della promozione di interventi di promozione e sviluppo dell'imprenditoria (e dell'occupazione) attraverso la gestione dei fondi della legge 266, si è proceduto da un lato a costruire uno scenario in cui il Comune di Milano si impegna a destinare una quota rilevante dei finanziamenti ex legge 266 a progetti da sviluppare negli ambiti di intervento dei Contratti di Quartiere, dall'altro ad articolare per ciascun quartiere dei "profili" che consentano di declinare gli interventi di promozione di imprenditoria e nuova occupazione in corrispondenza di vocazioni e risorse progettuali specifiche del quartiere.

- Terzo settore e soggetti locali: in riferimento a ciascun quartiere, il contributo

dei soggetti locali e del terzo settore nel suo insieme risulta centrale nella costruzione del programma, da un lato per il patrimonio di conoscenze e di esperienze maturate, dall'altro per la ricchezza dei progetti di varia natura che si sono andati definendo ed attivando. Laddove il coinvolgimento diretto di soggetti privati e/o del terzo settore non può essere definito in questa fase perché deve essere oggetto di bando ad evidenza pubblica, si è comunque assunto che il contributo di questi soggetti sia fondamentale per creare oggi le condizioni affinché le azioni previste nel Contratto di Quartiere trovino piena

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rispondenza con le problematiche e le risorse disponibili e l'interesse di soggetti locali ad attivare forme di partnership con l'amministrazione comunale in rispondenza del principio di sussidiarietà.

- Il coinvolgimento degli abitanti: pur nei limiti di tempo contenuti entro le

scadenze e la complessità del processo, si è dato avvio a percorsi di tipo partecipativo nella definizione del programma e il rapporto con/tra gli abitanti e i soggetti locali (spesso il ruolo di abitanti e soggetti sociali risulta sfuocato e si tendono a confondere gli uni con gli altri, mentre si tratta di attori distinti con obiettivi e strategie territoriali differenti). E’ stata svolta un’attività di ascolto delle principali realtà sociali operanti sul territorio al fine di ricostruire una mappatura sensibile ai problemi e alle risorse esistenti. In particolare, si è curato lo snodo principale tra percorso e processo di elaborazione tecnica e amministrativa della candidatura e l'insieme dei soggetti locali del quartiere, procedendo alla definizione di problemi, priorità e nodi critici da sottoporre al vaglio di coloro che sono impegnati nella costruzione del progetto.

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0. Uno scenario di lungo termine per lo sviluppo di Ponte Lambro Proposta a cura di Renzo Piano con la consulenza di Ottavio di Blasi Associati e Lamberto Rossi

La presente proposta di Contratto di Quartiere si colloca all’interno di una visione complessiva di indirizzo sostenuta dalla consapevolezza che il futuro di Ponte Lambro dipende anche da un processo più ampio di sviluppo e di riqualificazione del vasto quadrante estremo della periferia sud-est di Milano. Questa prospettiva, che nell’aprile 2002 aveva indotto il Comune di Milano a promuovere lo studio di fattibilità per la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana d’intesa con i Comuni limitrofi di Peschiera Borromeo, San Donato Milanese e con Aler Milano, AEM SpA e MM SpA secondo quanto previsto dal bando del ministero dei Lavori Pubblici, ha portato all’individuazione di una proposta per l’ampliamento del quartiere all’interno dell’area compresa, ad ovest, tra il quartiere e la tangenziale. Tale area è stata indicata anche in sede di definizione della S.T.U. come Area n. 12. L’ambito individuato costituisce, per dimensione, consistenza e localizzazione il naturale elemento di connessione tra Ponte Lambro e, a ovest, sottopassando la tangenziale, il nascente quartiere di Montecity; a sud, l’area di San Donato e la stazione della metropolitana. Osservando il Quadrante di sud est oggetto della proposta, emergono una serie di elementi territoriali che suggeriscono ipotesi di tipo strategico: - un apparato infrastrutturale complesso e articolato che annovera:

aeroporto, passante ferroviario, una linea metropolitana in corso di prolungamento e una in previsione, linee di superficie e assi stradali primari e secondari (la tangenziale, via Mecenate, la Paullese, …);

- un sistema omogeneo di aree a valenza ambientale da risanare, disinquinare e rinaturalizzare, valorizzare lungo il corso medio/inferiore del fiume Lambro e tali da configurare un potenziale parco fluviale e, più a nord le aree verdi e le cascine che consentono di guardare a Parco Forlanini come ad una meta da raggiungere attraverso un parco lineare di interesse urbano;

- una casistica articolata di aree (potenzialmente) soggette a trasformazione urbana riconducibili a tre principali tipologie: (a) aree caratterizzate da grandi insediamenti di edilizia residenziale pubblica degli anni 60/80 che richiedono interventi coordinati di ristrutturazione fisica e sociale al fine di arricchirne la compagine, migliorarne al qualità abitative e fruitive, aumentare il mix funzionale; (b) aree industriali o di servizio di grandi dimensioni e complessità in corso di riconversione secondo forme di trattamento alternative basate sulla forte integrazione tra casa e lavoro; (c) aree inedificate da sviluppare al fine di concorrere ad un ridisegno coerente dello sviluppo di questa parte di territorio e al risarcimento di un tessuto urbano caotico, anonimo e scarsamente omogeneo;

- infine aree di proprietà pubblica (demaniale, comunale o di altri enti) che già ora si configurano come strutture di interesse collettivo e di utilità sociale.

Nell’ambito della proposta di STU sopra richiamata sono state individuate sia le aree di rilevanza strategica definite di “trasformazione urbana” sia quelle già in corso di trasformazione e che permettono di avere un quadro completo delle

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effettive potenzialità di sviluppo dell’intero quadrante. Delle 21 aree di trasformazione urbana due in particolare interessano il ragionamento (la numero 11 e la numero 12).

a. Obiettivi del piano strategico di ampliamento del quartiere Ponte Lambro

La proposta di avanzare una ipotesi di sviluppo più estesa e comunque prospettica rivolta in particolare all’area che connette i tessuto edificato con la tangenziale nasce da alcuni obiettivi. Innanzitutto occorre definire un organismo urbano unitario capace di integrare: il borgo storico, le addizioni degli anni ’70 ovvero le case bianche ma anche il sistema delle attrezzature pubbliche (compresa l’aula bunker – di cui sembra prossima la dismissione - e la relativa strada di servizio mai utilizzata) che abbia una massa critica indicativamente valutabile in 6/7 mila abitanti (contro gli attuali 3/4 mila). Un secondo obiettivo è quello di mettere in rete Ponte Lambro con il territorio circostante: a sud con San Donato, a ovest con Montecity. Il terzo obiettivo, di scala locale, punta a ridisegnare una trama minuta di connessioni est-ovest e una fascia di risarcimento del tessuto verso la tangenziale che serva ad introdurre, lungo la dorsale rappresentata dalla via di servizio al bunker nuove occasioni e nuove opportunità per la comunità locale (sia dal punto di vista degli spazi aggregativi e di incontro, sia sul versante dell’incremento occupazionale). In questa fascia (indicata con in numeri 1 e 2) sono presenti alcune preesistenze agricoli significative quali cascine d edifici di servizio all’agricoltura che diventa interessante ripensare e riconvertire. In questa prima fascia, a ridosso dell’attuale edificato e parallela alla trama viaria nord-sud del quartiere (via Serrati, via Ucelli di Nemi, via degli Umiliati e via Camaldoli) l’edificato dovrebbe essere a bassa densità privilegiando una sistemazione a verde sul modello dei parchi tecnologici comunitari. Una quarto obiettivo interessa la struttura attuale della parte realizzata negli anni ’70 e punta a densificare, ove possibile, il tessuto edilizio intorno alle case bianche (si tratta di tre aree residuali individuate con il numero 7). Il nuovo organismo urbano che si delinea punta a spostare il baricentro del quartiere verso sud-ovest facendo del Laboratorio di Quartiere uno degli elementi centrali del sistema. Una nuova centralità viene proposta anche per l’edificio della ex scuola media ora utilizzata come aula bunker per farne un centro di “eccellenza” a scala comunale o sovra-comunale capace di accreditare il quartiere come luogo positivo e di richiamo (museo del rock e della musica, …).

b. L’articolazione dello scenario Nell’ipotesi di disegno della strategia sono state individuate 9 sottozone: 1. Fascia di risarcimento tra parte edificata e zona di sviluppo con

funzioni terziarie, di servizio, di uso collettivo in parte esistenti e in parte di aggiungere;

2. Fascia del parco tecnologico ovvero zona delle preesistenze agricole riconvertibili a servizio misto terziario. Tra le zone 1 e 2 viene individuata una strada di collegamento che tende ad alleggerire il carico di via Ucelli di Nemi e riprende il tracciato della strada di servizio al bunker;

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3. Fascia di verde pubblico di protezione attrezzata a parco realizzata con un rilevato che isola dalla tangenziale;

4. sottopasso della tangenziale verso il nuovo quartiere di Montecity; 5. Aree di sviluppo residenziale a media densità di edilizia pubblica

rivolta all’affitto integrata con edilizia convenzionata. La proposta individua sei ambiti edificabili a media densità (edificazione a tre/quattro piani che costituisca un tessuto articolato). Le aree sono intervallate da un sistema di viali alberati est-ovest con funzione anche di accesso a parcheggi a raso e interrati. In corrispondenza del Laboratorio di Quartiere e del giardino esistente una fasci di verde pubblico collega questi spazi con la fascia più esterna verso la tangenziale;

6. Nodi di connessione tra la trama esistente e quella di nuovo impianto: sono le possibili piazze di connessione tra l’insieme delle attrezzature e delle residenze realizzate negli anni ’70 e il nuovo intervento previsto. Si tratta essenzialmente di tre interventi: la prima piazza , a nord, è localizzata nel punto di incontro della strada di servizio dell’aula bunker con via Serrati che viene prolungata all’interno della nuova zona di sviluppo residenziale; la seconda si innesta nel punto in cui Ucelli di Nemi scarta verso est tra l’asilo nido e il perimetro nord dell’area dell’aula bunker; la terza piazza al limite meridionale del quartiere;

7. Aree di densificazione e ristrutturazione all’interno del tessuto esistente con interventi residenziali misti: sono le aree che servono a rendere il tessuto più esterno, maggiormente fitto in modo da rilegare il borgo alle nuove aree di espansione;

8. Fascia delle attrezzature pubbliche esistenti di quartiere; 9. Area di espansione verso San Donato: già in corso di

trasformazione, l’insieme di queste aree rappresenta una delle grandi occasioni di Ponte Lambro per uscire dallo stato di isolamento attuale.

c. Individuazione dell’area e dati dimensionali L’ambito interessato dalla strategia descritta comprende l’area urbanizzata all’interno del quartiere non compresa nel perimetro di cui alla B2 13.3, caratterizzata da interventi degli anni ’70 di edilizia residenziale pubblica e attrezzature pubbliche per una superficie di mq. 142.600 con una cubatura esistente di 381.500 mc. e un’area da urbanizzare di cui alla scheda di Iniziativa n. 12 della S.T.U. “Ambito territoriale Sud- Est Fiume Lambro-Paullese” ovvero dell’area di proprietà di una società partecipata, con destinazione urbanistica SI (H) “zona per attrezzature pubbliche di interesse generale a livello intercomunale con destinazione ospedaliera” localizzata a Ovest del quartiere di Ponte Lambro tra l’edificato attuale e la tangenziale est, per una superficie totale di mq. 286.100 e una superficie edificabile di previsione di 100.000 mq. In totale l’area interessata è pari a 428.700 mq. Complessivamente la superficie territoriale dell’area di ampliamento è di 348.700 mq. Di cui 101.700 di superficie fondiaria per edilizia residenziale (settore n. 5), 68.000 mq. Destinati a terziario/misto (settori nn. 1 e 2) e 132.900 a verde pubblico (settore 3). La viabilità occupa in totale 46.100 mq.

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Indicativamente è prevista una superficie edificabile di 75.000 mq. per residenza e 50.000 mq. per terziario/misto per un totale di 125.000 mq. L’indice territoriale è dunque pari a 125.000/348.700 ovvero di 0,36 mq./mq. Questo il quadro delle linee di sviluppo all’interno del quale trova collocazione la proposta di Contratto di Quartiere per Ponte Lambro che il Comune di Milano e Aler hanno congiuntamente costruito per proporre a candidatura al bando di finanziamento regionale.

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Inserire Tavola di inquadramento (Veronica)

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1. Il contratto di quartiere: territorio e strategie

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1.1 Il contesto e l’ambito di intervento All’interno di questa prima parte del presente documento sono raccolti e riordinati gli elementi conoscitivi utili a inquadrare la realtà sociale e ambientale del quartiere Ponte Lambro e a riconoscere sotto quali punti di vista il bando “Contratti di Quartiere” può rappresentare una risorsa per migliorare le condizioni in cui versa. Innanzitutto sembra utile sottolineare come, diversamente da quanto accade nel caso degli altri quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica milanesi, facilmente individuabili e perimetrabili all’interno del tessuto edilizio complessivo, a Ponte Lambro questa operazione risulti meno automatica ed immediata per via della particolare posizione altra e separata rispetto alla città e delle caratteristiche di piccolo borgo che il quartiere ha assunto negli anni, oltre che per la dispersione del patrimonio ERP all'interno dell'abitato,. Proprio perché non si è mai del tutto sviluppata l’integrazione tra nucleo storico del quartiere ed i più recenti insediamenti di edilizia pubblica, appare difficile immaginare interventi di riqualificazione che non si pongano il problema di facilitare questa relazione. La proposta di CdQ ha dunque assunto questi elementi di riflessione e tentato di tradurli utilmente nei termini previsti dal bando attuativo2: si è quindi scelto, in primo luogo, di considerare quale contesto3 del CdQ l’intero quartiere, non potendo che riferire a quest’ultimo nel suo complesso la lettura dei problemi, delle criticità ed in special modo risorse. L’ambito4, all’interno del quale concentrare l’azione del contratto, è stato poi costruito a partire dalla localizzazione del patrimonio ERP (Aler e Comunale) e cercando inoltre di intercettare tutte quelle risorse utili a superare, da un lato, l’isolamento nei confronti della città e l’inadeguatezza (oltre che per certi versi l’insufficienza) dell’attuale sistema dei servizi che impedisce al quartiere di assumere una dimensione propriamente urbana; e dall’altra parte di riconnettere le due parti del quartiere attraverso la creazione di nuove centralità in grado di rimettere in moto i necessari processi di integrazione sociale, interculturale ed intergenerazionale.

1.1.1. Caratteristiche del quartiere Ponte Lambro

A. Inquadramento territoriale ed urbanistico5 Il quartiere Ponte Lambro si caratterizza, in primo luogo, per la propria posizione all’interno di un’area, sita nell’estrema periferia sud-est del territorio del Comune di Milano e separata dagli altri quartieri della città dal tracciato della Tangenziale est.

2‘Ogni Contratto di Quartiere deve fare riferimento ad un ambito, avente rilevanza territoriale tale da incidere sul contesto urbano, definito e riconoscibile spazialmente, caratterizzato dalla prevalente presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica, e alle sue immediate adiacenze, vale a dire alle aree confinanti con il perimetro individuato e strettamente relazionate con esso in termini di collegamenti viabilistici e trasportistici.’ (Bando attuativo §2.2) 3 Vedere allegato 1/b 4 Vedere allegato 1/b e Tavola 2 Schema generale degli interventi previsti 5 Vedere allegato 1/a e Tavola 1 Inquadramento urbanistico

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Tale separazione è amplificata dal perimetro del quartiere, che risulta chiuso, oltre che dalla tangenziale, anche ad est dal corso del fiume Lambro e, a nord e a sud, dalla presenza di ampie zone inedificate. L’unico collegamento con la città è rappresentato a nord dalla via Vittorini che si collega a via Mecenate attraverso un sottopassaggio in corrispondenza di uno svincolo della tangenziale. Sempre la via Vittorini collega ad est il quartiere con i Comuni di Linate e Peschiera Borromeo, mentre a sud è stato recentemente attivato il collegamento con la statale 415 Paullese ed il Comune di San Donato. In tutti i casi si può parlare di collegamenti funzionali, ma insufficienti a creare continuità tra il quartiere ed ogni altro agglomerato urbano. Una situazione che determina di fatto un sostanziale isolamento di Ponte Lambro dalla città di Milano, ma anche dagli altri Comuni limitrofi. Il quartiere è dunque escluso dalla viabilità urbana primaria, che in questo settore urbano è rappresentata dal viale Forlanini e, più a sud, dall’asta del corso Lodi–via Emilia; la direttrice Mecenate–Vittorini, che sfocia nell’abitato di Linate, ha invece un’importanza esclusivamente locale. Un sostanziale miglioramento si è invece avuto, in tempi recenti, per quanto riguarda la rete del trasporto pubblico: le reti principali di trasporto (rete ferroviaria urbana, passante ferroviario e metropolitana) non toccano l’abitato ma è stato attivato un collegamento via bus (linea 45) che in pochi minuti permette di raggiungere la stazione di San Donato della linea Metropolitana 3. Oltre alla linea 45 il quartiere è servito anche dalla linea di autobus 66 che si immette dalla via Vittorini, attraversa il quartiere in direzione nord–sud con un percorso ad anello ed esce nuovamente sulla via Vittorini per poi dirigersi verso il Comune di Linate. A fronte di questa situazione di fatto decisamente svantaggiata e di marcato isolamento, le ipotesi di intervento urbanistico e i progetti attualmente in fase di studio e di realizzazione da parte del Comune di Milano vedono anzitutto l’inserimento di Ponte Lambro in un ambito di riqualificazione urbana che si estende dalla via Emilia fino all’insediamento residenziale e industriale di via Mecenate (in particolare è in fase di studio di fattibilità la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana cui dovrebbero partecipare anche i Comuni di Linate, Peschiera e San Donato e che dovrebbe in prospettiva occuparsi delle trasformazioni di questo vasto territorio). Si tratta di un ambito urbano significativo e in forte trasformazione in quanto comprende, oltre ai due insediamenti storici di Ponte Lambro e Rogoredo e ad alcune aree agricole, le vaste aree industriali dismesse di Morsenchio (ex Montedison) e Rogoredo (con la stazione ferroviaria e il futuro collegamento al Passante), nonché l’area di interscambio di San Donato, capolinea della linea Metropolitana 3. La scelta di ripensare il ruolo urbano di Ponte Lambro rafforzandone il legame con Rogoredo e San Donato (anziché con l’asse Mecenate–Linate) e con il loro sistema di mobilità (ferrovia, MM3) appare senz’altro interessante: il potenziamento del collegamento “da sud” con Milano sembra infatti in grado di spezzare efficacemente l’isolamento del quartiere, contraddicendone l’attuale funzionamento “a enclave chiusa” e migliorando la qualità del trasporto pubblico.

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A conferma di questo orientamento generale della pianificazione, l’Amministrazione ha attualmente allo studio anche la trasformazione delle zone inedificate immediatamente a sud e ovest del quartiere, in particolare si ipotizza l’insediamento di servizi e uffici pubblici immediatamente a sud dell’abitato esistente, la creazione di una stazione di autocorriere lungo la S. S. 415 e la realizzazione di spazi verdi attrezzati da collegare con la vicina area di recupero della ex Montedison, attuando così anche il superamento (“sottopassandola”) della barriera della tangenziale. Anche per l’area inedificata e inutilizzata che si trova a nord del quartiere e della via Vittorini si ipotizza una prevalente destinazione a verde urbano, con il collegamento al vicino parco Monlué: Ponte Lambro si troverebbe così fortemente integrato in quel sistema del verde che si sta delineando lungo il corso del Lambro attraverso la progressiva realizzazione dei grandi parchi Monlué e Forlanini, ai quali si saldano l’ambito territoriale protetto dal Parco Sud e l’area ricreativa ormai consolidata dell’Idroscalo. Passando dalla scala territoriale a quella del quartiere è evidente anzitutto la presenza di margini netti dell’abitato, costituiti dal fiume Lambro a est, da terreni agricoli a ovest e sud e dalla storica direttrice della via Bonfadini (oggi via Vittorini) a nord. Si può inoltre notare come la funzione prevalente sia quella della residenza e le attività produttive, poche e di modeste dimensioni, occupino aree marginali; i negozi si attestano in prevalenza sull’unico asse di collegamento con Milano, la via Vittorini. Come già osservato la via Vittorini rappresenta di fatto la direttrice di collegamento con il centro città mentre la connessione, verso sud, con la statale 415 (“paullese”) e quindi con San Donato e Rogoredo costituisce, allo stato attuale, un asse di limitatissima importanza: Ponte Lambro continua a “funzionare” secondo la logica insediativa più antica che lo vedeva legato alla zona industriale di Taliedo e a Linate e la viabilità interna si configura quindi come un anello che si innesta sulla via per Milano, dal quale si dipartono diramazioni minori, funzionali a servire gli insediamenti residenziali e gli edifici pubblici. Questi ultimi sono collocati prevalentemente nel settore occidentale dell’abitato, in corrispondenza della zona di più recente edificazione (anni ‘70). È evidente una marcata dicotomia tra insediamento storico (lungo le vie Umiliati e Camaldoli, vicino al fiume) e nuova espansione di Ponte Lambro, sorta intorno ai caseggiati di edilizia residenziale pubblica di via Ucelli di Nemi e via Serrati. Le due parti di quartiere, entrambe chiuse su se stesse, non comunicano tra loro: gli spazi liberi ma impropriamente utilizzati come parcheggi alle spalle del grande condominio di via Ucelli di Nemi, i fabbricati dismessi della Olivetti (oggi in fase di recupero) e la totale mancanza di attraversamenti trasversali rendono evidente la mancata integrazione tra le due fasi costruttive del quartiere. Le strutture pubbliche o di pubblica utilità presenti nell’area sono per lo più di importanza limitata alla scala del quartiere e sono, da nord a sud, la chiesa parrocchiale con annesso oratorio, il mercato comunale, il centro civico, l’asilo nido, la scuola materna e quella elementare. Accanto ad esse si trovano anche due edifici di rilevanza sovracomunale: il complesso della Clinica e Centro Cardiologico Monzino (sulla via Vittorini) e la cosiddetta “aula bunker”, aula di sicurezza per processi del Tribunale di Milano che, essendo stata ricavata nei locali della ex scuola media, si trova ora molto impropriamente collocata all’interno della “cittadella scolastica” del quartiere.

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Il sistema degli spazi pubblici, stante la dualità già riscontrata, si sviluppa quasi esclusivamente nella zona ovest dell’abitato facendo da tessuto connettivo, attraverso un giardino attrezzato, tra gli insediamenti residenziali e i servizi di quartiere. Il settore orientale invece, chiuso dalla sua viabilità angusta e dal fiume (ancora non adeguatamente valorizzato) è pressoché privo di spazi di socializzazione e di zone pedonali. Attualmente i più recenti progetti di opere pubbliche si stanno muovendo prevalentemente nella direzione, già rilevata a proposito della pianificazione a grande scala, di collegare più organicamente Ponte Lambro con i centri di Rogoredo e San Donato. La nuova viabilità diretta a Sud (che sarà affiancata da pista ciclabile) è il primo intervento realizzato in questo senso, che ha aperto la strada a nuovi possibili insediamenti (uffici pubblici e stazione autocorriere) e avvicinato la linea del trasporto metropolitano a Ponte Lambro.

B. Cenni storici6 Le tappe dello sviluppo storico dell'abitato di Ponte Lambro sono di seguito fissate in modo sintetico, nell'intento di richiamare alla memoria quanto può servire a comprendere la situazione attuale. Il territorio di Ponte Lambro è stato pressoché totalmente agricolo fino agli inizi del XX secolo, ricco di acque. La sua originaria trasformazione, tra i secoli XII e XIII, da terre paludose in prossimità del Lambro a coltivazioni a marcite, avvenne ad opera dei monaci Umiliati e Cassinesi. I fondi con le relative cascine del Zerbone (Gerbone) e della Canova, di proprietà di tre ordini monastici, erano attraversati da tre rogge: la Spazzòla, su cui sorgeva dai tempi remoti un mulino, la Certosa e la roggia delle Quattro Ave Marie con la cascina del Bagutto. Agli anni intorno al 1905 risale il primo insediamento di tipo urbano, dei lavandai; lungo l'argine del fiume giungono da quartieri centrali della città alcune famiglie che si insediano con le loro attività. Villette con laboratori al piano terra e ampi spazi per gli stenditoi sorsero lungo le attuali vie Camaldoli e Umiliati. Nei decenni successivi si espande la popolazione operaia, richiamata dalle vicine attività industriali presso i nuclei storici di Morsenchio e Taliedo (industrie Caproni, Montecatini e Redaelli). Intorno al 1920 vi abitavano circa 500 persone. L'espansione edilizia fino al dopoguerra gravita intorno alla Paullese (vie Montecassino, Monteoliveto, Parea, Bonfadini, denominata poi Vittorini, e Camaldoli). La via degli Umiliati costituisce l'asse principale del quartiere, su cui si affacciano le attività commerciali e artigianali. Dal 1925 Ponte Lambro viene a far parte del comune di Milano (in concomitanza con la progettazione del "Porto di Mare", nuovo porto fluviale nel sud-est della città). Tuttavia il suo sviluppo resta al di fuori di qualsiasi disegno urbanistico; rimane soprattutto residenziale, in prevalenza secondo la tipologia delle villette.

6 Per stendere questa parte di relazione si è fatto riferimento in particolare ai seguenti testi: Comune di Milano, Quartiere Ponte Lambro, Dossier, gennaio 2002; Comune di Milano, Laboratorio di quartiere di Ponte Lambro, 1^ fase, novembre 2000; Comune di Milano, Laboratorio di quartiere di Ponte Lambro, Relazione di progetto, marzo 2002.

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Negli anni '60 la popolazione si connota per una notevole coesione sociale. Circa 1000 persone, in prevalenza del ceto operaio, risiedono a Ponte Lambro. La coesione sociale è forte, legata alla diffusa attività associazionistica: nel borgo storico trovano sede sezioni di partito, Arci, Acli, numerose cooperative, tra cui spicca la storica Cooperativa di Consumo attiva fin dal 1921. Negli anni '60 vengono abbattuti il mulino e le due cascine storiche, nel decennio successivo avverrà la copertura dell'ultima roggia rimasta scoperta (1978) e scomparirà la maggior parte degli ultimi campi. Viene così meno la vocazione agricola della zona, che fino a quel momento aveva fortemente connotato il paesaggio di Ponte Lambro. La cascina Canova sulla via Bonfadini lascerà il posto nel 1963 all'Istituto Cardiologico Monzino, polo ospedaliero di rilevanza sovralocale. Le attività indotte dalla presenza di questo importantissimo polo ospedaliero e universitario tendono a localizzarsi negli immediati dintorni, in prossimità dell'uscita della tangenziale. Nel corso dei decenni diverse barriere fisiche "chiudono" il quartiere, disgregando il territorio: - Il fiume Lambro viene a costituire il margine orientale dell'insediamento fin dalle sue origini; l'andamento N-S degli assi stradali principali rimarca la presenza di tale barriera. - Nel 1933 viene realizzata la cintura ferroviaria al di fuori della quale resta Ponte Lambro. - Nel 1935-36 viene costruito l'aeroporto di Linate, (completato poi nel 1962) immediatamente a ridosso dell'omonimo abitato. Tale presenza introduce un forte elemento di discontinuità nella antica rete di canali e strade che da Milano conduceva, attraverso Ponte Lambro e Linate, fino a Paullo. - Nel 1975 viene inaugurata la Tangenziale Est. Tra il 1973 e il 1974 sono costruiti gli insediamenti di case popolari di via Ucelli di Nemi (le "case bianche") e via Serrati. Qui si stabiliscono soprattutto immigrati meridionali, in gran parte dalla Campania e dalla Calabria. "… i due nuclei – vecchio borgo e quartiere nuovo – non si sono mai integrati; c'è un problema di ordine culturale, un'ispirazione a delinquere del nucleo d'immigrazione, una mancanza di tradizioni locali, regionali del vecchio nucleo…" - "L'opposizione è grossomodo meridionali / milanesi e relative concezioni della vita e anche della legalità". 7 La stessa struttura fisica dei nuovi insediamenti unita all'assenza di attraversamenti orizzontali accentua la separazione dei quartieri popolari rispetto al borgo storico, che permane tutt'oggi. Vengono realizzati i servizi collettivi, innanzitutto le strutture scolastiche (il primo comparto della scuola elementare risale al 1954). Le scuole sono concentrate in un settore di quartiere che per la maggior parte del giorno si rivela poco frequentato, non essendo presenti altre attività. Nel 1984 viene chiusa la scuola media, di lì a poco trasformata in Aula Bunker, distaccamento del Tribunale dove verranno celebrati molti dei processi milanesi di mafia. Sulla linea di confine tra vecchio borgo e nuove espansioni residenziali si attestano la chiesa, il mercato rionale, il Centro Civico: "quello che dovrebbe essere il centro del paese non riesce a diventarne l'elemento

7 dalle interviste a due testimoni privilegiati, in Torri R., Spazi urbani dell'esclusione sociale: il caso del quartiere Ponte Lambro, tesi di laurea, relatore C. Ranci, Milano, Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, A.A. 1998/99.

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unificante, restando semplicemente la zona dove due realtà insediative si fronteggiano" (dalla Relazione di progetto del Laboratorio di Quartiere). Nel 1981 vengono realizzate le case popolari di via Rilke (le "case gialle") che chiudono la prospettiva della storica via degli Umiliati, costruite inglobando due villette pre-esistenti. All’i9nterno di questo caseggiato già nel 1994 ben il 40% degli inquilini del caseggiato di via Rilke era abusivo… Tutt'ora c'è un elevato turn-over abitativo e la percentuale degli abusivi rappresenta circa il 20% degli inquilini: per questo è detto “casa-parcheggio” La popolazione continua ad aumentare, Ponte Lambro drena dalla città abitanti dei ceti più bassi, gli "esclusi" dal mercato abitativo oltre che del lavoro: in un quartiere di piccole dimensioni si concentra un numero molto elevato di persone con problemi di ogni natura. Sfruttandone le caratteristiche ambientali (fisiche e sociali) si stabiliscono gruppi di famiglie di tipo mafioso che nel giro di pochi anni arrivano a detenere il controllo del territorio, condizionando pesantemente la vita di chi abita e lavora in quartiere. A metà anni '80 risale l'apertura presso il Centro Civico del Centro Territoriale Sociale e del Centro di Aggregazione Giovanile. A partire dal 1996-97 negli alloggi più fatiscenti del nucleo storico e nelle case popolari hanno cominciato a giungere sempre più numerosi immigrati extra-comunitari, attirati dai bassi prezzi degli alloggi in affitto. Alla fine degli anni '90 il Comune di Milano inizia ad elaborare una serie di progetti per la riqualificazione del quartiere, dietro la spinta delle iniziative nate dal basso intorno al 1995 per "riappropriarsi del quartiere" – via via che importanti operazioni di Polizia contribuivano a sgominare gruppi criminali presenti a Ponte Lambro.

1.1.2 Inquadramento edilizio

A. Il tessuto edilizio del quartiere A fronte di questo assetto urbano la pianificazione e l’intervento del Comune hanno puntato, a partire dagli anni ‘80, al superamento dello stato di degrado edilizio del quartiere attraverso la riqualificazione e il recupero degli isolati storici (posti a ridosso del fiume e sviluppatisi intorno agli assi delle vie Umiliati e Camaldoli) indicando alcune linee di intervento ancora attuali. La parte più vecchia del quartiere – sorta come si è detto, tra i primi del Novecento e la fine degli anni Trenta e rimasta pressoché immutata negli ultimi cinquanta anni (mentre le si costruivano accanto gli insediamenti di edilizia pubblica e i servizi connessi) – presentava infatti già alla fine degli anni Sessanta problemi di degrado per la vetustà delle costruzioni. All’inadeguatezza degli edifici si è aggiunto poi il degrado urbanistico, l’isolamento rispetto al nuovo insediamento: mancano i punti di connessione con il resto del tessuto urbano, le strade sono anguste e non esiste un sistema di spazi pubblici e di relazione. Rilevate queste problematiche edilizie e urbanistiche, il Piano di Recupero del 1986 prevedeva l’intervento su più comparti distinti e la realizzazione, su aree di cessione da parte dei soggetti attuatori, di passaggi pedonali, di spazi pubblici e attraversamenti trasversali in grado di porre finalmente in rapporto le “case bianche” di via Ucelli di Nemi con il quartiere storico e il fiume. Tuttavia il piano di recupero è stato realizzato solo parzialmente : diversi edifici sono stati risanati, rinnovati o sostituiti ma l’obiettivo di creare (sfruttando anche il piano terra a pilotis delle costruzioni più recenti) un

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continuum di spazi pubblici e di attraversamento del quartiere non è stato raggiunto. Attualmente i più recenti progetti di opere pubbliche si stanno muovendo prevalentemente nella direzione, già rilevata a proposito della pianificazione a grande scala, di collegare più organicamente Ponte Lambro con i centri di Rogoredo e San Donato. La nuova viabilità diretta a Sud (che sarà affiancata da pista ciclabile) è il primo intervento realizzato in questo senso, che ha aperto la strada a nuovi possibili insediamenti (uffici pubblici e stazione autocorriere) e avvicinato la linea del trasporto metropolitano a Ponte Lambro.

B. Il patrimonio ERP Per quanto riguarda il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, a Ponte Lambro sono presenti 4 diversi comparti per un totale di 451 alloggi: - le cosiddette Case Bianche di proprietà Aler di Via U. di Nemi e Via

Serrati; 2 stecche bianche di 4 piani lunghe circa 300 metri l'una ed altre due di dimensioni più ridotte;

- le Case Minime di proprietà comunale di via U. di Nemi 58, un blocco di alloggi (35) di dimensioni molto ridotte;

- la Casa Parcheggio di proprietà comunale di via Rilke 6-10, un edificio che ospita 117 alloggi caratterizzato da una particolare forma non-lineare dovuta alla necessità di disegnare l'intervento attorno a due piccolissime lottizzazioni preesistenti;

- l'edificio di proprietà Comunale di via Montecassino, un complesso a corte che, trovandosi all'interno del nucleo storico e sulla via principale di collegamento con la città, risulta più integrato di altri con il resto del quartiere.

Tutti i comparti ERP (tranne quello localizzato in via Montecassino, già ristrutturato in anni recenti) presentano un marcato livello di degrado dovuto a cause diverse: - problemi dovuti all'obsolescenza delle strutture, alla qualità di partenza

dei materiali costruttivi ed alle caratteristiche architettoniche dei manufatti; - degrado dovuto alla mancanza di una manutenzione costante negli

anni; - degrado dovuto ad un uso improprio degli spazi sia residenziali che di

pertinenza degli organismi abitativi. Si può dunque parlare di un processo cumulativo di questo genere:

→ proprietà pubblica → gestione inefficiente → assenza di manutenzione → degrado di alloggi e spazi collettivi → inappetibilità degli alloggi → concentrazione di popolazione in condizioni di disagio → ulteriore degrado per mancanza di cura e atti vandalici → abusivismo, morosità, occupazione illecita degli alloggi e degli spazi ecc. →

L'occupazione abusiva degli alloggi ERP (senza considerare le cessioni di alloggio e gli occupanti senza titolo) rappresenta un grande ostacolo alla riqualificazione del quartiere. Ufficialmente il 3,3% degli alloggi ERP a Ponte Lambro è occupato abusivamente (dati Aler); in via Rilke 6-10 il dato ufficioso è ben più alto, gli abusivi rappresentano quasi il 20% degli inquilini. In anni recenti si è inoltre diffuso il fenomeno del subaffitto irregolare (e del sovraffollamento), di alloggi nel nucleo storico del quartiere dove ci sono

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problemi di degrado edilizio legati alla vetustà delle costruzioni, in particolare in via Umiliati e in via Montecassino.

1.1.3. Alcuni dati sul contesto sociale

A. La popolazione

Nel 2002 Ponte Lambro conta 3.807 abitanti di cui quasi un terzo è costituito da inquilini di Edilizia Residenziale Pubblica: 1.075 (pari al 27%) residenti abitano in alloggi popolari (dati Anagrafe e Aler). anno residenti fonte

1920 500 Comune di Milano, Quartiere Ponte Lambro, Dossier, gennaio 2002

1960 1000 Comune di Milano, Quartiere Ponte Lambro, Dossier, gennaio 2002

1981 1750 ISTAT 1991 3640 ISTAT 2002 3807 Anagrafe, Comune di Mi

L'andamento della popolazione è in controtendenza rispetto alla città, e segue un inarrestabile trend positivo a partire dal secolo scorso; in particolare tra il 1991 e il 2002 la popolazione è cresciuta del 4,6%, passando da 3.640 a 3.807 residenti, mentre nella città la popolazione è diminuita del 5,1% (dati Istat e Anagrafe).

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La popolazione di Ponte Lambro si connota per una larga presenza di stranieri che oggi rappresentano il 18% della popolazione contro la media cittadina del 10%. Tra le più di 30 etnie presenti il gruppo extracomunitario numericamente più consistente è quello egiziano seguito da quello marocchino e dai gruppi filippino, peruviano, ecuadoregno e senegalese. Gli stranieri abitano, in affitto, le case popolari ma anche appartamenti privati che, data la scarsa attrattività del quartiere e la sua "cattiva fama" presenta spazi liberi e, specialmente, prezzi molto contenuti rispetto alla città. Consistenza numerica dei gruppi stranieri più rappresentati a Ponte Lambro egiziani 176 marocchini 108 filippini 48 peruviani 45 ecuadoregni 40 senegalesi 35 (…) (…) totale degli stranieri 687 fonte: Comune di Milano, Anagrafe 2002

Milano Ponte Lambro classi di età val.ass. val.perc. val.ass. val.perc. 0-4 anni 54.506 4% 211 6% 5-14 92.430 7% 405 11% 15-19 42.923 3% 199 5% 20-39 386.430 30% 1.241 33% 40-59 346.508 27% 954 25% 60-74 249.731 19% 598 16% 75 e più 126.271 10% 199 5% totale 1.298.799 3.807 fonte: Comune di Milano, Anagrafe 2002

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Osservando inoltre la piramide delle età, confrontata con quella relativa alla città, emerge come a Ponte Lambro ci sia una forte presenza di persone con età inferiore ai 40 anni; la popolazione sotto i 20 anni costituisce ben il 22% del totale contro il valore del 14% della città (dati Anagrafe, 2002). A Ponte Lambro si concentrano pertanto persone – tra giovani e stranieri – che in tale contesto sono facilmente vulnerabili ed esposte al rischio di marginalità.

B. Il tessuto produttivo locale 8 I processi di disgregazione territoriale e di progressivo isolamento del borgo/quartiere di Ponte Lambro hanno contribuito a nuocere all'economia del rione, che fino agli anni '60 si era basata – almeno in parte – sui servizi offerti oltre che agli abitanti (famiglie di artigiani e operai) ai pendolari che l'attraversavano giungendo a Milano dalla strada Paullese. Il tessuto urbano originario era andato connotandosi per un discreto mix funzionale. A partire dagli anni '70 con la realizzazione dei comparti di edilizia residenziale pubblica l'insediamento di Ponte Lambro ha assunto un carattere tendenzialmente "monofunzionale", per cui oggigiorno le attività produttive a Ponte Lambro non assumono un ruolo particolarmente caratterizzante. Attualmente le attività produttive, 67 attive al luglio 2003, sono poco specializzate, si concentrano per lo più nel nucleo storico e hanno difficoltà a sopravvivere, come si può evincere dall'elevata presenza di edifici abbandonati, di aree dismesse e di spazi commerciali chiusi: gli spazi dismessi sono 20, pari a circa un terzo del totale9. Le attività commerciali si collocano principalmente sulla via Vittorini e le vie immediatamente prospicienti e nel Mercato Comunale localizzato su Via Parea. Gli edifici residenziali pubblici non ospitano alcuna attività commerciale mantenendo una configurazione monofunzionale. Il tessuto commerciale (53 unità) è in gran parte costituito da punti di vendita del comparto alimentare (11) a cui si accompagnano gli esercizi pubblici (13 di cui ben 10 si localizzano nelle immediate vicinanze del Centro Cardiologico Monzino). In tempi recenti l'arrivo in quartiere di molti immigrati ha favorito l'apertura di alcuni punti vendita di prodotti "etnici".

8 Nell'ambito della promozione degli interventi previsti in attuazione dell'art. 14 della Legge 266/97 – Programma 2000, in data 17 febbraio 2003 è stata stipulata una Convenzione fra il Settore Servizi Sociali per Adulti del Comune di Milano e Agenzia Sviluppo Nord Milano (ASNM), in base a cui è stato attivato uno sportello informativo e di consulenza nel quartiere di Ponte Lambro. Tra le azioni dell'incarico è stato compreso il lavoro di mappatura degli spazi produttivi, commerciali e artigianali e quelli dismessi. Ne è derivato un Rapporto, aggiornato al novembre 2003, da cui sono attinte le informazioni contenute in questo paragrafo. 9 Il rilievo effettuato in loco nel luglio 2003 consente di restituire l'assetto della rete distributiva locale: 18 punti vendita al dettaglio nella rete tradizionale; 1 esercizio isolato (edicola); 13 esercizi pubblici; 1 struttura alberghiera (bed & breakfast) – rivolta in particolare ai parenti dei malati ricoverati presso l'ospedale Monzino; 2 strutture per attività di intrattenimento e svago; 6 centri di servizio alla persona; 4 centri di riparazione e servizio beni di consumo; 7 strutture di direzionale commerciale;1 distributore di carburante.

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Ben pochi locali, bar e ristoranti, sono aperti anche nelle ore serali per cui il quartiere è scarsamente frequentato nelle ore serali e notturne e laddove non esistono attrattori il passaggio a piedi è in genere evitato, anche durante il giorno. Il Mercato Comunale ospitando al suo interno spacci di genere alimentare (panettiere, piccolo supermercato, macellaio, fruttivendolo) e la farmacia (a cui si può accedere anche dall’esterno), rappresenta il principale polo commerciale per gli abitanti del quartiere - in particolare per gli anziani - dove rifornirsi di beni di prima necessità. Durante i colloqui con alcuni abitanti del quartiere è stato più volte messo in evidenza come i periodi di chiusura del Mercato (estate specialmente) rappresentino un vero problema, infatti gli abitanti del quartiere sono costretti a recarsi in altre zone per acquistare prodotti di prima necessità. Pur trovandosi in una posizione privilegiata al "centro" del quartiere, il Mercato è un edificio introverso, quasi privo di affacci all'esterno (vetrine su strada): c'è chi ha detto che entrandoci sembra di trovarsi in un obitorio… La struttura del Mercato mostra, a più di 20 anni dalla sua costruzione, evidenti problemi di degrado fisico e impiantistico. Si tratta di una struttura prefabbricata in cemento degli anni ’80 di scarsa qualità architettonica disposta “a elle” con gli accessi pubblici verso la piazza del centro civico e una galleria interna adiacente alla facciata. Gli accessi di servizio sono concentrati sul retro. La limitata altezza della struttura contribuisce ad aumentare l'immagine povera dell'edificio. Diverse attività artigianali (14 unità) sono distribuite in modo sparso nell'intero quartiere e rappresentano più del 20% del totale delle attività produttive pur non caratterizzandosi per una specializzazione particolare (falegnameria, piccola impresa di costruzioni, vetraio, installazione impianti di riscaldamento, fotolito…) Si sta assistendo a un graduale progressivo impoverimento dei laboratori artigianali (così come della rete commerciale), con la ri-destinazione di locali ad uso abitativo, rimesse, depositi. La visione negativa del quartiere (senso di insicurezza, diffuso degrado…) unitamente al fatto che Ponte Lambro è tagliato fuori dalla città (per insufficienza di collegamenti), spinge infatti alcuni a trasferire la loro attività in quartieri considerati più sicuri. E’ da segnalare, all’interno del quartiere, la presenza di due poli di rilevanza sovra-locale: il Centro Cardiologico Monzino e la cosiddetta "Aula Bunker". Presso il Monzino a cui giungono malati da ogni parte d'Italia, si svolgono attività in tre principali filoni: 1. La clinica, rivolta alla cura delle malattie di tipo cardio-vascolare; è presente un Pronto Soccorso, funzionante 24 ore su 24 tutto l’anno. 2. La ricerca, sia di base che legata alla clinica. Vi lavorano, oltre alle persone addette ai servizi (in parte dati in appalto all’esterno), una trentina di ricercatori e una novantina di medici. 3. La didattica, essendo sede dell'Istituto di cardiologia e cardiochirurgia dell’Università Statale, il Monzino ospita corsi di base (anche un corso di laurea breve che in futuro sarà ampliato) e in particolare il corso di specializzazione post-laurea. Presso il Centro Cardiologico lavorano numerosissime persone, addette ai servizi, ricercatori, medici e infermieri.

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Con la chiusura per inagibilità della scuola media avvenuta nel 1984, l'anno successivo venne creata l'Aula Bunker, aula di sicurezza per processi del Tribunale di Milano che si trova ora molto impropriamente collocata all’interno della “cittadella scolastica” del quartiere. L’apertura dell'Aula Bunker a ridosso delle scuole materna ed elementare ha creato grande disapprovazione da parte degli abitanti. Soprattutto negli anni '90, ci sono stati momenti molto drammatici e di grande tensione, in particolare nei giorni di processo per cui passavano scorte armate della polizia con le sirene spiegate e stazionavano militari con mitra puntatati che sorvegliavano l’ingresso alla presenza di parenti - tra cui anche abitanti del quartiere - che attendevano all’esterno i detenuti. Simili condizioni costringevano a tenere i bambini blindati all’interno della scuola, dove si cercava di mantenere un clima di tranquillità. A questi problemi di sicurezza alla fine degli anni '90 si è pensato di porre rimedio con la realizzazione di una strada collocata al confine occidentale del quartiere che servisse direttamente l'aula bunker attraverso un accesso totalmente indipendente dal vicino insediamento scolastico. Tale strada però non è mai stata aperta al traffico venendo a costituire essa stessa una nuova invalicabile barriera in prossimità dei Giardini di via Serrati.

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1.2. Individuazione ed analisi delle principali problematiche del quartiere.

A. Alcune possibili chiavi di lettura dei processi di ghettizzazione a Ponte Lambro10 A partire dagli anni '80 il quartiere è investito da fenomeni quali il controllo di tipo mafioso del territorio, la concentrazione di attività illecite, il racket degli alloggi e spaccio di droga. Il quartiere si è andato caratterizzando per la compresenza di fattori di degrado e disagio, quali l’isolamento fisico, l’emarginazione sociale, la microcriminalità, la precarietà del tessuto economico-commerciale che nel corso degli anni hanno contribuito a generare condizioni tipiche del ghetto, al punto da rendere molto complicato un autonomo e definitivo processo di riscatto. L'immagine del ghetto è utile a cogliere le problematiche che connotano il quartiere. Infatti tra i caratteri tipici che hanno caratterizzato in modo marcato il quartiere di Ponte Lambro nel passato ventennio – tra gli anni '80 e '90 – e che lo connotano tutt'oggi, anche se in diversa misura, si possono mettere in evidenza quelli che a partire dalla letteratura sul ghetto11 sono così definibili: La condizione di abbandono pubblico: oltre che nell'assenza di manutenzione edilizia (legata alla consistenza percentuale del patrimonio abitativo pubblico rispetto all'intera dotazione del quartiere) si manifesta nell'inadeguatezza dei servizi: un degrado ambientale associato alla scarsa cura per le strutture fisiche, finanche all'uso improprio degli spazi pubblici che produce un atteggiamento di disinteresse, di distanza e di rinuncia all'intervento. Nei casi estremi si assiste al progressivo ritirarsi anche dei servizi di tipo più elementare, che si traduce in una sorta di "desertificazione organizzativa" e che si riscontra soprattutto nella scarsa efficacia delle strutture di servizio che, anche quando presenti, faticano a trovare linguaggi e modalità organizzative in grado di rispondere alle esigenze degli abitanti, indotti ad uno stato di passività ed apatia o, per contro, portati ad assumere un atteggiamento di provocazione e sfida. L'insicurezza, la delinquenza e la violenza di strada. La condizione di paura e lo stato perenne di "allerta sociale" è determinata per lo più da furti, da piccole forme di delinquenza che producono un "restringimento" dell'uso degli spazi

10 Dal Bando attuativo: Caratteristica imprescindibile per l’individuazione dell’ambito è la compresenza delle seguenti condizioni: prevalente presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica; diffuso degrado delle costruzioni e dell'ambiente urbano; carenza e/o obsolescenza dei servizi e delle infrastrutture; - scarsa coesione sociale e/o marcato disagio sociale e abitativo.

11 Wirth L. (1968, Il ghetto, Ed. di Comunità, Milano, ed. or. 1928; Wacquant L. (1992), " 'Red Belt', 'Black Belt': colori, classi e luoghi dei ghetti di Chicago e della periferia parigina", in Inchiesta, n. 97-98, pp. 17-29; Smelser N.J. (1984), Manuale di Sociologia, Il Mulino, Bologna; Cavallier G. (1991), "I problemi sociali nelle periferie, Milano", in AAVV, Periferie confronto Parigi - Milano, Ferrovie Nord Milano Esercizio, Milano; Bruzzone E. (1982), "I processi di emarginazione urbana tradizionalmente identificati: segregazione, ghettizzazione, esclusione nella città", in Introduzione de Le frontiere della città, vol. 2 del Progetto Torino, a cura di Barbano F., F. Angeli, Milano.

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collettivi che vengono occupati e diventano sede di pratiche trasgressive ed improprie che creano disturbo, timore, senso di impotenza e, alla fine, rinuncia ed abbandono. La divisione sociale tra diversi gruppi della popolazione locale che provoca numerose forme di conflitto, in termini di tensione e di attrito. L'espressione più evidente di questo processo all'interno del quartiere si manifesta in una "scissione" che divide i giovani, indistintamente dal colore della loro pelle, da tutte le altre categorie sociali. In particolare adulti e anziani che in loro vedono gli autori degli episodi vandalici di delinquenza e dunque la principale fonte delle varie forme di insicurezza e di degrado presenti nel quartiere. Questo produce, a lungo andare, un senso di impotenza che porta a situazioni nelle quali bande di ragazzi e di adolescenti arrivano a tenere in scacco il quartiere impedendo, di fatto, lo svilupparsi di percorsi alternativi e la possibilità di costruire forme positive di convivenza sociale. La stigmatizzazione, di origine residenziale e ambientale è l'esito dell'esplosione pubblica del processo inizialmente localizzato. Associato alle forme nelle quali il quartiere viene conosciuto e riconosciuto, lo stigma connesso all'abitare in quella determinata zona della città rappresenta il marchio che viene trasferito sulle persone e sui gruppi che abitano quello spazio; un difetto che suscita tentativi di punire, isolare o degradare quelli che si pensa ne siano portatori e il più delle volte ostacola, per chi appartiene a questo territorio, la ricerca di un lavoro, una normale vita di relazioni sociali e affettive. Di seguito sono meglio esplicitate le problematiche che investono il quartiere, ben riassunte da alcuni dati ed elementi di informazione12, raggruppate nei filoni di criticità indicati nel Bando che corrispondono alla dimensione fisica e quella sociale delle forme di degrado.

B. Il diffuso degrado fisico e l'inadeguatezza dei servizi e delle infrastrutture

Il degrado delle costruzioni e dell'ambiente, la percezione di insicurezza (in particolare in alcune parti del quartiere e in determinate ore della giornata così come la carenza di servizi fanno sì che Ponte Lambro si presenti, in particolare a chi giunge da fuori, come un luogo poco ospitale. Il degrado fisico del quartiere è dato in primo luogo dalla presenza di numerosi spazi dismessi (interi edifici abbandonati o spazi produttivi chiusi): al luglio 2003 sono 20, pari a circa un terzo del totale delle attività presenti (cfr. paragrafo sul tessuto produttivo locale). Il margine orientale del quartiere è interessato da problemi legati all'inquinamento (ed esondazioni) del Lambro, per giunta usato come discarica di rifiuti, da cui derivano seri problemi igienico–sanitari che rendono inutilizzabile la fascia verde lungo il fiume. Se da una parte il fiume Lambro non è in alcun modo valorizzato come presenza storica e naturalistica, dall'altra le strade sono anguste e non esiste un sistema di spazi pubblici e di relazione. Il vecchio quartiere si percorre solo in senso nord–sud attraverso strade spesso prive di marciapiedi; anche la parte nuova del quartiere non

12 Sono desunti per la maggior parte da documenti elaborati dal Forum di accompagnamento sociale attivato dal Comune di Milano nell'ambito del pre-laboratorio di quartiere, oltre che attraverso interviste effettuate a componenti del Forum stesso.

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presenta spazi collettivi; neppure la strada principale, via Ucelli di Nemi, è percorribile a piedi in tranquillità per il senso di insicurezza (legato anche all'assenza di qualsiasi attività commerciale) che spinge coloro che non abitano nelle case bianche a non passare sotto i portici bensì sul marciapiede finanche in mezzo alla strada rischiando la vita per l'eccessiva velocità delle auto… I parcheggi esistenti non vengono utilizzati a causa di atti vandalici e furti: auto scassate, rubate, abbandonate intere o a pezzi sono rinvenibili ovunque, così come i rifiuti abbandonati (colpiscono in particolare quelli ingombranti) negli spazi pertinenziali dell'ERP e nelle aree marginali del quartiere: per esempio sul retro di via Ucelli di Nemi, nei box e cantine di via Rilke e lungo il Lambro in via Camaldoli. Si assiste in generale all'uso improprio delle aree verdi attrezzate e degli spazi comuni e pertinenziali dell'ERP, dove si rilevano problemi quali spaccio, gimcane con i motorini, corse d'auto, furti, atti vandalici in particolare nei Giardini di via Serrati, nei portici e negli spazi comuni (finanche sui tetti) delle "case bianche" di via Ucelli di Nemi e nella "casa parcheggio" di via Rilke 6-10 (in particolare nelle cantine). "Il termometro visibile a tutti dell'insoddisfazione degli adolescenti è lo stesso fastidio che arrecano al vivere comune, risvegliando vecchi malumori e rancori tra le famiglie" 13 . D'altra parte a una elevata presenza di popolazione giovane corrisponde una scarsissima offerta di luoghi di aggregazione ad essi destinata. Per alcuni gruppi si traduce in un senso di frustrazione che porta ad azioni di sistematico boicottaggio delle iniziative istituzionali di supporto al disagio giovanile oltre che a comportamenti vandalici che compromettono la percezione di sicurezza negli altri abitanti. La dotazione di servizi alla persona, più che insufficiente, appare inadeguata nelle modalità organizzative. Non esistono luoghi di aggregazione come cinema e biblioteca, molto desiderati dagli abitanti. Lo scarso radicamento di un sistema di regole di convivenza condiviso, nell’uso degli spazi pubblici e di quelli comuni all’interno degli edifici, rappresenta insieme alla latitanza delle Istituzioni l'origine di molte delle forme di degrado che investono il quartiere che versa così in condizioni di abbandono pubblico e insicurezza. Gli abitanti lamentano la scarsa capacità di fronteggiare la situazione da parte delle stesse Forze dell'Ordine: riferendosi a Polizia e Carabinieri lamentano una vera e propria assenza, mentre riferendosi ai Vigili urbani lamentano l'inconsistenza numerica e la loro incompetenza nell'affrontare i problemi di Ponte Lambro.

C. Forme del degrado dell’Edilizia Residenziale Pubblica Dal punto di vista edilizio, è da rimarcare la consistenza del patrimonio ERP sia di proprietà Aler (300 alloggi) che del Comune (151 alloggi). La gran parte degli stabili ERP non riceve manutenzione da circa 30 anni e versa in condizioni di avanzato degrado soprattutto dal punto di vista degli impianti e degli spazi comuni. Il patrimonio di ERP in particolare è costituito da 4 diversi comparti: - le cosiddette Case Bianche di proprietà Aler di Via U. di Nemi e Via Serrati; - le Case Minime di proprietà comunale di via U. di Nemi 58; - la Casa Parcheggio di proprietà comunale di via Rilke 6-10 - l'edificio di proprietà Comunale di via Montecassino.

13 Da una lettera degli abitanti di Ponte Lambro alle Istituzioni, nov. 2002

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Come già accennato, tutti i comparti (tranne quello localizzato in via Montecassino, già ristrutturato in anni recenti) presentano un marcato livello di degrado dovuto a cause diverse: - degrado dovuto all'obsolescenza delle strutture, alla qualità di partenza dei

materiali costruttivi ed alle caratteristiche architettoniche dei manufatti; - degrado dovuto alla mancanza di una manutenzione costante negli anni; - degrado dovuto ad un uso improprio degli spazi sia residenziali che di

pertinenza degli organismi abitativi. In particolare, per quanto riguarda gli edifici Aler di via U. di Nemi e Serrati si riscontrano: per quanto riguarda gli alloggi: - l'inefficienza degli impianti idrici, che dà luogo a continue infiltrazioni; - la necessità di messa a norma degli impianti elettrici e di riscaldamento; - la non funzionalità dei serramenti; per quanto riguarda gli spazi di servizio e d'uso collettivo: - il degrado diffuso dei corpi scala ed in particolare delle pareti in

vetrocemento presenti, che oltre a non consentire una corretta areazione dei vani scala sono stati in più punti oggetto di atti vandalici;

- il malfunzionamento e l'obsolescenza degli ascensori; - il degrado degli atri d'ingresso, che per la particolare distribuzione degli

spazi al loro interno e la mancanza di una corretta illuminazione, sono in molti casi spazi marginali, bui ed insicuri e che si prestano ad usi non-corretti (posteggio di motorini, deposito di rifiuti ingombranti,…);

- la mancanza di un reale progetto dello spazio collettivo, in particolare per quanto riguarda il piano pilotis, che nella attuale forma non riesce ad avere la dignità di portico e spazio pedonale coperto, ma si configura come uno spazio di risulta che ingenera in chi lo attraversa un profondo senso di insicurezza;

- le facciate e gli intonaci presentano minori problemi dal un punto di vista del degrado fisico, anche se da un punto di vista percettivo la mancanza di punti di riferimento e differenziazione dei corpi scala (segnalazione degli accessi, differenze nei colori…) genera un problema di poca riconoscibilità ed identità dei luoghi cui spesso si accompagna un progressivo processo di abbandono da parte degli abitanti.

L'edificio di via U. di Nemi 58, di proprietà comunale, rappresenta uno dei 25 interventi denominati Case Minime presenti sul territorio del Comune di Milano. Questa particolare tipologia ospita infatti 35 alloggi di piccole dimensioni distribuiti su 5 piani e accessibili da un ballatoio ed un corpo scala addossati alla facciata dell'edificio. Lo stabile presenta problemi legati: - alle ridotte dimensioni dell'elemento distributivo (larghezza circa 1 m); - agli impianti di riscaldamento autonomi con caldaietta all'interno

dell'alloggio; - alle dimensioni ridotte degli alloggi (circa 40 mq); - allo stato di degrado degli ascensori e delle facciate, oltre che dello spazio

a giardino di pertinenza. La Casa Parcheggio di via Rilke 6-10, realizzata nel 1981 per accogliere famiglie in mobilità provenienti da altri quartieri ERP. In realtà la condizione residenziale, che doveva essere provvisoria, si è rivelata in molti casi definitiva. La situazione di incertezza e precarietà che caratterizza

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il complesso ha lasciato spazio a comportamenti impropri (molti alloggi sono occupati abusivamente, il piano cantine è prevalentemente utilizzato per scopi impropri, come il deposito di merce rubata, in alcuni casi le cantine sono utilizzate come dormitori…). L'intero immobile dunque si presenta in uno stato di profondo e diffuso degrado, che riguarda sia le strutture fisiche che la convivenza civile all'interno del complesso. In particolare dal punto di vista della struttura si segnalano i seguenti problemi: - deterioramento del manto di copertura del tetto che genera numerose

infiltrazioni; - necessità di messa a norma e recupero degli impianti e dei locali di

servizio; - degrado delle facciate; - scarsa manutenzione degli spazi comuni; - presenza di un ampio locale sottostante ad uno dei corpi scala che

necessita di un intervento di bonifica: al suo interno sono ancora presenti le macerie del cantiere di realizzazione dell'edificio;

- degrado diffuso dei locali cantina e necessità di ripristinare una regola distributiva ed una funzionalità di questi spazi;

- necessità di regolamentare e ripristinare la funzionalità delle aree di sosta degli autoveicoli; attualmente molti degli spazi sono occupati da veicoli danneggiati o di dubbia provenienza;

- necessità di trattare il problema dei rifiuti, ordinari ed ingombranti, attualmente depositati nei locali comuni;

- dal punto di vista architettonico va segnalata la necessità di suddividere l'unico elemento distributivo interno creando più corpi scala separati, al fine soprattutto di evitare l'attuale situazione di impossibilità di controllo di uno spazio così ampio da parte degli abitanti;

- infine va segnalata la mancanza di uno spazio d'uso collettivo che favorisca le relazioni di vicinato all'interno del complesso.

D. Processi cumulativi di molteplici forme di disagio sociale A Ponte Lambro quasi un terzo della popolazione è residente in alloggi ERP: al 2002 1.075 dei 3.807 (pari al 27%) residenti di Ponte Lambro risiedono in alloggi popolari. Da sempre il quartiere si connota per la scarsa coesione sociale tra gli abitanti del vecchio nucleo storico e quelli delle case popolari. Gli stessi criteri in base ai quali il Comune di Milano assegna gli alloggi popolari determinano l'insediarsi in tale quartiere di molteplici persone e famiglie accomunate da condizioni di povertà strutturale. Si innescano processi cumulativi in cui si sommano condizioni di svantaggio sociale (cfr. schema riportato sotto).

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Schema: il processo di determinazione della povertà strutturale 14 A Ponte Lambro è particolarmente elevato il numero di persone disoccupate e in cerca di I° occupazione: nel 1991 il tasso di disoccupazione è pari al 23% contro il dato cittadino pari al 9,5% (dato Istat); è verosimile che ancora oggi il numero di disoccupati a Ponte Lambro sia più di due volte superiore alla media cittadina. La percentuale di persone con basso livello di studio è elevata: il tasso di abbandono scolastico non è abnorme – per gli alunni delle scuole c'è una buona rete di servizi di sostegno, ma ben l'85% della popolazione ha unicamente un titolo di studi inferiori, la percentuale di analfabeti supera il 2% della popolazione (dati Istat 1991). Un dato che conferma la presenza di molteplici forme di disagio sociale è rappresentato dal 47% della popolazione in carico ai servizi sociali che si evince dal documento su Ponte Lambro presentato agli Stati generali delle periferie tenutisi a Milano nel 2000. Nello stesso documento si rileva che circa il 54% della popolazione residente a Ponte Lambro al 1998 ha avuto/ha dei problemi con la giustizia, per cui si assiste a un'elevata concentrazione di persone legate ad attività illecite: spaccio di sostanze stupefacenti, criminalità organizzata, atti vandalici, corse d’auto e moto, scippi, furti... Il problema riguarda oggi circa il 20% della popolazione, una larga parte delle persone ha lasciato alle spalle il passato. Gruppi spontanei di giovani e adolescenti – le cosiddette "baby-gang" – sono dediti al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina: tali giovani sono ritenuti problematici e temuti dal resto della popolazione. Il senso perduto della legalità unitamente al vissuto di impunità contribuisce da un lato a tenere in scacco il quartiere, dall’altro non consente l’emancipazione dei ragazzi dall’etichetta di “pericolosi”. Grande numero di persone che fa uso di stupefacenti: tra gli anni '80 e '90 il problema assunse una dimensione drammatica, quando 1000 – 1500 giovani provenienti dalla città e dall'hinterland bivaccavano, si drogavano, morivano sulla "piazza". Oggi il numero è calato circa dell' 80%; tra la popolazione di Ponte Lambro si contano circa 30/40 tossicodipendenti saltuari per lo più adulti tra i 30 e i 50 anni. Inoltre elevato numero di persone che hanno contratto l’HIV; chi è sieropositivo si rivolge direttamente a strutture fuori dal quartiere. Elevata concentrazione di "senza fissa dimora", in particolare nelle ore notturne: un tempo bivaccavano soprattutto dietro l'edificio di Ucelli di Nemi 58 dove sta sorgendo una RSA; oggi in spazi dimessi e nelle aree marginali del quartiere (via Camaldoli) oltre che negli spazi collettivi di ERP. Già si è detto che a Ponte Lambro la popolazione si connota per una larga presenza di giovani e stranieri, che rappresentano gruppi di popolazione particolarmente esposti in tale contesto periferico al rischio di marginalizzazione ed esclusione sociale.

14 Fonte: Campiglio L. (1990) "L'illecito", in IreR – Progetto Milano, Tensioni e nuovi bisogni nella città in trasformazione, Franco Angeli, Milano

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La consapevolezza delle problematiche che pesano su Ponte Lambro e che tendono a connotarlo in modo negativo porta ad individuare temi e questioni che il programma di intervento del Contratto di Quartiere pone alla base e colloca come ragioni della sua particolare impostazione e strategia.

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1.3 Risorse e potenzialità Tra le caratteristiche che contraddistinguono i cosiddetti “quartieri in crisi” va annoverato l’intreccio tra deprivazione fisica e deprivazione sociale, alludendo con quest’ultima tanto alla multiproblematicità dei singoli profili di molti abitanti quanto alla debolezza del tessuto sociale locale. Una delle principali condizioni di svantaggio di un territorio rispetto all’ambiente urbano più consolidato viene attribuito in altre parole alla debolezza (o all’indebolimento) del sistema dei legami comunitari e alla assenza di occasioni di sviluppo di relazioni sociali. Per questo motivo le politiche di rigenerazione urbana se da una parte lavorano alla promozione di interventi attraverso i quali riversare nel quartiere nuove energie e nuove risorse (anche attraverso il coinvolgimento di soggetti privati), dall’altra guardano con interesse alle iniziative che emergono nel contesto locale e che, per quanto minute, rappresentano prime occasioni di incontro, scambio e di risposta ad esigenze collettive da valorizzare. Queste ultime infatti rappresentano solitamente un buon punto di partenza cui agganciare strategie di sviluppo territoriale centrate sulla prospettiva di avvicinare i contesti periferici a condizioni più “normalmente“ urbane. Da questo punto di vista, in particolar modo a Ponte Lambro dove, come abbiamo visto, le criticità più rilevanti sembrano consistere nelle condizioni di ghettizzazione e di elevata conflittualità tra gli abitanti, ogni forma di aggregazione o riaggregazione di interessi individuali e collettivi attorno ad iniziative, progetti e proposte per il quartiere (per gli altri abitanti) rappresenta una risorsa importante verso prospettive di riscatto. Se la disponibilità in quartiere di spazi e strutture rappresenta una condizione per sviluppare questo tipo di processi, il determinarsi di parti e luoghi del quartiere come centralità e nuovi punti di riferimento per gli abitanti rappresenta un primo obiettivo alla luce del quale lavorare a progettare la riqualificazione del territorio in questione. In questo paragrafo pertanto proveremo a guardare a Ponte Lambro da questo punto di vista, mettendo in evidenza: 1. Innanzitutto le forme di mobilitazione già in atto alle quali il Contratto di Quartiere può appoggiarsi. Si tratta di forme di mobilitazione tra loro molto diverse e sostanzialmente riconducibili a due tipologie: - Forme di mobilitazione dall’alto (delle politiche pubbliche e degli attori

privati che intervengono sul territorio portando risorse aggiuntive) - Forme di mobilitazione dal basso (degli abitanti, delle associazioni, dei

gruppi locali: che cercano di promuovere l’uscita dal ghetto attraverso iniziative al servizio della comunità locale centrate sulla valorizzazione delle capacità e delle risorse esistenti)

2. Poi individueremo i luoghi che oggi già rappresentano per certi versi dei punti di riferimento per gli abitanti all’interno del quartiere 3. Infine su una mappa proveremo a rappresentare quei luoghi che, costituendo i nodi di intersezione tra le forme di mobilitazione già in

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atto e il territorio di riferimento per gli abitanti, potrebbero essere fatti oggetto di valorizzazione e potenziamento come nuove centralità per il quartiere.

1.3.1. Forme di mobilitazione già in atto

A. La mobilitazione dall’alto In primo luogo va considerato il “Progetto di riqualificazione Ponte Lambro” a cura di Renzo Piano: si tratta di un progetto integrato che, assumendo provocatoriamente le periferie metropolitane come patrimonio storico dell’umanità, sceglie di intervenire secondo un approccio partecipativo su uno di questi contesti (Ponte Lambro) mirando ad attenuarne il carattere monofunzionale residenziale attraverso la predisposizione di infrastrutture fisiche e sociali utili a perseguire diversificazione funzionale del quartiere e riappropriazione collettiva dello stesso da parte degli abitanti. Tra le azioni previste nell’ambito della fase attualmente in atto: - Il pre-Laboratorio di quartiere: consiste in un ufficio con il compito di

promuovere la sensibilizzazione, l’informazione, la formazione e la comunicazione tra gli abitanti e tra gli abitanti e le istituzioni, in questo modo lavorando a ridurre la distanza che attualmente li separa. Gestito dal personale del Settore Periferie del Comune di Milano, oggi si colloca all’interno di uno degli appartamenti delle case bianche di via Ucelli di Nemi. E’ destinato a trasformarsi nel Laboratorio di Quartiere, e cioè in una struttura che attraverserà trasversalmente le stecche dell’Aler da parte a parte includendo al suo interno diverse servizi alla comunità, tra i quali anche il servizio di portierato sociale.

- Il piano di accompagnamento sociale: si tratta di un programma di azioni finalizzato ad avvicinare gli abitanti ai processi decisionali relativi ai temi di progetto, lo sviluppo del quale, affidato dal Comune alla Martini Associati, ha portato alla costituzione del Forum, e cioè di una sistematica occasione di messa in relazione degli abitanti. In particolare oggi il Forum è frequentato da una ventina di persone, tra cui spicca un numeroso gruppo di anziani e/o pensionati con energie da dedicare al quartiere.

In secondo luogo va rilevata l’attivazione di soggetti privati all’interno del quartiere come potenziale leva cui affidare prospettive di creazione di corto circuiti positivi nel contesto locale: si tratta della Fondazione Monzino, del proprietario dell’ex-falegnameria Besia e della società Prato magro s.r.l. responsabile del progetto per la realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistita in quartiere. Il Centro Cardiologico “Monzino”, di proprietà di una Fondazione senza scopo di lucro che promuove lo studio, la ricerca e l’applicazione della medicina e della chirurgia cardiovascolare. Convenzionato con la Regione Lombardia la Clinica, unico esempio di Istituto Cardiologico monotematico in Europa, è sede dell’Istituto di Cardiologia dell’Università degli Studi di Milano. Il personale operante presso il Centro Cardiologico ammonta a circa trecento unità.

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Il PII Parea-Menotti, che riqualificherà l’area dell’ex segheria Besia (7500 mq) oggi dismessa, prevede la realizzazione di nuove residenze, di parcheggi interrati, di un centro poliambulatoriale che verrà ceduto al Comune come standard qualitativo, oltre alla risagomatura di via Parea (con la quale verrà restituito spazio ai pedoni e allargato lo spazio della piazza adiacente al centro civico) e alla creazione di una corte interna ad uso pubblico su cui si affacceranno nuovi negozi. Le opere di urbanizzazione, a carico del privato a scomputo degli oneri, includono, tra l’altro, la sistemazione di tutte le aree a verde pubblico della zona. L’intervento proposto dalla Prato magro s.r.l., ubicato nell’area retrostante le “case parcheggio” di via Rilke consiste nella realizzazione ex novo di due Residenze Sanitarie Assistite da 120 posti letto ciascuna, e di un Centro Diurno Integrato (CDI) per 30 posti. La richiesta della società “Prato Magro” di essere ammessi all’aggiornamento del programma socio–assistenziale di zona relativamente alle RSA/NAT (nel bando indetto dal Comune di Milano il 31/03/00) è stata accolta (con delibera CC n° 21 del 22/02/01) per una capacità di 180 posti letto. È stata quindi inoltrata la richiesta di ampliamento del programma per ulteriori 60 posti letto in modo da raggiungere la capacità insediativa del presente progetto (la richiesta è stata protocollata dal DC Socio–sanitaria del Comune in data 09/10/01). Almeno un cenno va inevitabilmente dedicato anche alla possibile incidenza sul contesto di Ponte Lambro che potrebbe derivare dall’azione di altri soggetti privati attivi nel contesto sovralocale di riferimento: - la Società di Trasformazione Urbana attivata nel 2002 da parte di

Comune di Milano, Comune di Peschiera Borromeo, Comune di San Donato Milanese, ALER Milano, AEM s.p.a e MM s.p.a relativamente all’area del Sud-Est della provincia milanese (Fiume Lambro – Paullese).

- la rete di soggetti coinvolti nelle iniziative di promozione immobiliare e di sviluppo del territorio riguardanti il nodo di interscambio Rogoredo-San Donato-MM3 e al Piano Integrato di Intervento Rogoredo-Montecity

B. La mobilitazione dal basso La vita sociale e comunitaria a Ponte Lambro ruota attorno ad alcune realtà associative e ad alcuni servizi autogestiti nati come iniziativa spontanea da parte di abitanti e di volontari provenienti dall’esterno per far fronte ad alcuni problemi e alla condizione di oggettiva carenza di. Alcune di queste attività hanno un’origine tutt’altro che recente ed in particolare si tratta de: § la Cooperativa di Consumo, la cui fondazione risale al 1921, che da

allora svolge una funzione aggregativa nel quartiere: è sede della Valentia–calcio, società sportiva con 40 iscritti tra i 20 e i 35 anni, che partecipa al campionato di seconda categoria; ospita la società ciclistica “Esposito”; offre quotidianamente un servizio di ristorazione; in primavera e in estate durante i fine settimana organizza serate danzanti con musiche dal vivo che richiamano moltissima gente sia del quartiere che di fuori.

§ la chiesa e il relativo centro parrocchiale che, realizzate tra gli anni

’70 e gli anni ’80 in concomitanza con lo sviluppo residenziale del quartiere,

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hanno sempre assolto e tutt'ora assolvono un'insostituibile funzione di accoglienza, ascolto e servizio rivolti a ogni fascia della popolazione.

§ i comitati locali che si sono sviluppati nell’ambito dei processi di

risanamento del quartiere, a partire dalla seconda metà degli anni 80, con l’obiettivo di coinvolgere gli abitanti e aggregare i rispettivi interessi per contribuire alla formazione scelte inerenti il quartiere: all’esperienza di “Insieme per Ponte Lambro” oggi si sono sostituite quella del Forum e del Nuovo Comitato che, per quanto originate in maniera diversa (nell’ambito del Piano di accompagnamento sociale la prima e su spinta di tipo partitico/politico la seconda), lavorano oggi parallelamente alla riaggregazione locale degli interessi degli abitanti. Il luogo fisico che ne ospita le attività è il Centro Civico, struttura del Consiglio di Zona 4 che ha rappresentato negli anni e continua a rappresentare un punto di riferimento importante per la comunità locale: è quotidianamente fruito infatti da molte persone che, provenendo dal quartiere stesso come da altre parti della città, prendono parte alle attività proposte, si riuniscono e utilizzano lo spazio con iniziative estemporanee. Sono gli stessi abitanti che ne riconoscono il valore tanto dal punto di vista delle opportunità che già offre, quanto dal punto di vista di quelle che potrebbe offrire qualora venissero affrontati alcuni nodi che oggi ne ostacolano un funzionamento “a pieno regime” (a questo proposito si rimanda al progetto preliminare all’interno dell’allegato 5 ed al progetto di riorganizzazione delle attività all’interno dell’allegato 6). Una risorsa introdotta di recente all’interno del Centro civico (anche se non ancora sufficientemente "dispiegata") è il presidio dei vigili di quartiere, che è da potenziare, magari attraverso la creazione di un team composto oltre che da vigili da altri operatori sociali e figure professionali, sulla scorta di esperienze pionieristicamente sviluppate con successo altrove.

Inoltre a Ponte lambro sono attivi numerosi soggetti del volontariato e del privato-sociale che con modalità e scopi diversi offrono un prezioso contributo al quartiere, dotandolo di servizi e attività importanti e altrimenti . Tra questi: § l’Associazione Alice, associazione di ispirazione laica e democratica che,

a seguito di un accordo con i servizi sociali, opera in quartiere offrendo un servizio di doposcuola per minorenni problematici. Integrando questo servizio con attività di gruppo, laboratori creativi e gite mensili ludico-culturali viene complessivamente sviluppato un progetto di prevenzione dell’inadempienza e della dispersione scolastica.

§ il Centro Educativo Ponte Lambro è uno dei progetti sviluppati beneficiando dei finanziamenti della Legge 285/97 da parte del Gruppo di Volontariato Vincenziano, che opera a Ponte Lambro dal 1976, in collaborazione con la cooperativa sociale “Mosaico”. Si tratta di uno spazio di socializzazione, aggregazione, ascolto per i ragazzi del quartiere, le cui attività sono articolate in sostegno scolastico, laboratori culturali, attività ludiche di gruppo,….

§ il Centro evangelico Oikos, che (di recente apertura all’interno del quartiere) si propone di diventare un nuovo punto di riferimento per il quartiere attraverso l’organizzazione di eventi, iniziative, attività e servizi rivolti alla comunità locale

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§ le Guardie ecologiche volontarie, che hanno una sede in quartiere tra la via Parea e la via Vittoriani e sono stati spesso partner di iniziative di promozione dell’educazione ambientale in quartiere. Vanno infine menzionati come interlocutori rilevanti anche

§ Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) e l’Unione Inquilini, che, pur non avendo (più) una sede a Ponte Lambro, seguono costantemente le vicende locali

§ Cooperativa sociale La Strada, che ha gestito il Centro di Aggregazione Giovanile all’interno del Centro Civico di via Parea fino a quando la difficile relazione con un gruppo di ragazzi ha reso impossibile proseguire l’attività. La stessa Cooperativa si ricandida a ricoprire il medesimo ruolo con un nuovo progetto quando il CAG verrà riaperto. La stessa cooperativa è proprietaria in quartiere di una ampio edificio a corte recentemente ristrutturato e che verrà destinato ad ospitare una comunità-alloggio per malati terminali di AIDS

§ Cooperativa sociale Comunità Progetto, che dal febbraio 2002 è responsabile a Ponte Lambro di un progetto di educativa di strada e garantisce la presenza in quartiere due pomeriggi alla settimana.

§ Cooperativa sociale Diapason, che con il progetto Azimut offre per conto del Comune un servizio di orientamento ad personam e di valorizzazione delle capacità personali rivolto alla popolazione giovanile di Ponte Lambro

§ commercianti locali

1.3.2. Punti di riferimento in quartiere A partire dagli anni 60, il quartiere di Ponte Lambro si è sviluppato per progressivo affiancamento al nucleo storico originario (il borgo delle lavandaie, sviluppatosi lungo via Camaldoli) dei nuovi lotti di edilizia residenziale (sia pubblica che privata). Il problema della scarsa relazione tra queste due parti del quartiere, in parte riconducibile alla morfologia dell’edificato che tiene poco conto di questa esigenza, permane ad oggi. Tuttavia è la dislocazione dei servizi e delle attrezzature collettive a costituire un punto di aggancio per orientare il lavoro finalizzato a identificare e valorizzare quel sistema di luoghi che per certi versi oggi già rappresentano dei punti di riferimento per gli abitanti del quartiere. Si tratta di quegli spazi e di quegli edifici che, fruiti quotidianamente da molti abitanti, rappresentano “di fatto” le centralità del quartiere. In particolare, • da una parte il sistema di spazi composto da: - mercato - centro civico - parrocchia

del quale è già prevista una prima parziale valorizzazione a mezzo del Piano Integrato di Intervento Serrati-Menotti: verrà infatti ricavata una piazza attraverso il ripensamento dello svincolo stradale di Via Parea su cui si affacciano queste tre strutture. Con opportuni interventi integrativi a

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quelli previsti dal PII la valorizzazione di questo ambito come punto di riferimento per la vita pubblica del quartiere potrebbe essere rafforzata.

• e dall’altra il Laboratorio di quartiere, la struttura progettata da Renzo

Piano a cavallo di via Ucelli di Nemi che, di prossima realizzazione, connetterà le due principali stecche di edilizia residenziale pubblica presenti in quartiere e ospiterà una serie di nuovi servizi rivolti al quartiere. Date l’enfasi e le aspettative associate al progetto e le prospettive di destinazione sociale di gran parte degli spazi previsti, ci sono buone probabilità che con questo intervento verrà di molto potenziato il ruolo di oggi già anticipato dalle attività del pre-laboratorio collocato in un appartamento di via Ucelli di Nemi.

Ci sono poi una serie di altri luoghi che costituiscono ulteriori punti di riferimento e occasioni di incontro e vita pubblica nel quartiere, se non per tutti, almeno per una parte consistente degli abitanti. Si tratta dei giardini pubblici attrezzati di via Serrati e delle scuole (asilo nido, materna comunale e elementare statale) di via Ucelli di Nemi. Infine non si può mancare di citare anche alcune strutture ed alcuni luoghi che, pur esterni all’ambito definito per il contratto di quartiere e pertanto non intercettabili attraverso lo strumento in oggetto, tuttavia rappresentano al contempo questioni irrisolte e potenziali risorse per nuovi progetti sul quartiere. Si tratta de: - lo “scheletro” della struttura prevista negli anni 90 come albergo per i

mondiali; - l’aula bunker; - la sponda verde del Lambro lungo la via Camaldoli.

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1.3.3. Una mappa dei luoghi da valorizzare tra nodi e centralità

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Inserire foto (file cristian)

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1.4 Le strategie di intervento: muovere Ponte Lambro Il quadro analitico rilevato attraverso l’attività di ricerca e di esplorazione sul campo e attraverso interviste e momenti di incontro con gli abitanti del quartiere ha portato l’Amministrazione Comunale ad individuare tre principali strategie lungo le quali organizzare e caratterizzare il Contratto di Quartiere: - riqualificare il patrimonio attraverso interventi di recupero, di

manutenzione straordinaria e di rifunzionalizzazione come modalità per superare il decadimento delle strutture abitative, il senso di abbandono, il degrado ambientale e come forma di superamento della monofunzionalità residenziale

- affrontare il problema della condizione di svantaggio derivante dall’isolamento dal sistema delle opportunità che caratterizza l’abitare in questo quartiere rispetto all’abitare in altre parti della città

- supportare, attraverso la riqualificazione degli spazi di vita, dalla casa allo spazio e alle strutture di uso pubblico, la creazione e la riproduzione di un tessuto di regole condivise cui riferire le nuove iniziative di promozione della convivenza.

Si tratta di tre assi prioritari solo apparentemente distinti e che invece, nel programma di intervento sul quartiere vengono tenuti in stretta relazione come sistemi di azione che si rafforzano reciprocamente. Muovere Ponte Lambro come strategia per: 1. arrivare ad un superamento della separazione tra nucleo storico e quartieri

di Edilizia popolare attraverso interventi di connessione e cucitura che consentano spostamenti e movimenti più intensi tra le parti interne;

2. dare possibilità ai gruppi sociali "esclusi" di aprirsi alla città, di poterla attraversare, di potervi anche trovare opportunità di crescita e di sviluppo. Una volta i ricchi rimanevano sul luogo e i poveri si muovevano, oggi è un po' il contrario, i ricchi si spostano e i poveri restano.

3. adeguare, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, l’offerta di servizi di uso pubblico a partire da una mobilitazione delle risorse locali e dei soggetti attivi nel quartiere;

4. costruire occasioni e opportunità di scambio con la città che diano maggiore dinamismo al contesto locale andando a definire un quadro di riferimento differente, meno ripiegato su sé stesso, capace di superare una condizione di isolamento e di abbandono che rappresenta una delle ragioni dello svantaggio reale e percepito.

Movimento, mobilitazione, animazione, cambiamento sono le coordinate di una strategia il cui obiettivo è quello di ricostruire gli spazi e le regole della convivenza per rompere l’isolamento. Questa è la strategia generale del Contratto di Quartiere a Ponte Lambro.

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Le azioni attraverso cui la strategia viene perseguita sono state organizzate attorno a tre assi tematici di intervento: “abitare” a Ponte Lambro relativo alla dimensione che lavora sullo spazio della casa intesa sia come spazio ‘privato’ (l’appartamento) che come luogo collettivo (le parti comuni, gli affacci, le pertinenza dirette). A questo asse appartengono le azioni relative alla riqualificazione, alla valorizzazione e all’incremento del patrimonio abitativo pubblico; “attrezzare” Ponte Lambro, che riguarda l’adeguamento e il miglioramento delle infrastrutture e delle dotazioni di interesse pubblico. Collegamenti, attraversamenti, nuove strutture di scala locale e urbana, diventano i materiali su cui appoggiare il progetto di miglioramento della qualità e della funzionalità urbana del quartiere attraverso le cuciture interne (tra vecchio borgo e insediamenti popolari) e il rafforzamento delle relazioni con il resto della città partendo dai territori circostanti; “vivere” a Ponte Lambro, è l’asse cui corrispondono gli interventi di tipo immateriale associati allo sviluppo sociale e all’incremento delle opportunità occupazionali. Iniziative di integrazione, azioni di garanzia e di tutela degli abitanti e programmi di partecipazione e di coinvolgimento della popolazione e degli attori locali rappresentano i capitoli in cui si articola lo sforzo di ridisegnare il sistema delle opportunità individuali e collettive. La strategia “Muovere Ponte Lambro”, esplicitando l’intenzionalità sottesa al disegno del progetto di intervento, consente da una parte di selezionare le misure e le azioni più significative e rilevanti e dall’altra di attribuire pesi differenti alle diverse azioni incluse nel programma di lavoro nel quale si articola il Contratto di Quartiere dando ordine e coerenza al quadro complessivo.

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1.5 L'ambito di intervento L'ambito della presente proposta di Contratto di Quartiere15 (vedere tavola 1/b all’interno dell’ allegato 1) è stato costruito in stretta relazione con i ragionamenti che hanno condotto a definire le strategie di intervento. Si è giunti ad identificare un perimetro chiaro e riconoscibile all’interno del quale trovano spazio tutti gli elementi necessari a sviluppare ciascun asse tematico. Relativamente all’asse tematico Abitare a Ponte Lambro, il fuoco dell’azione riguarderà - i comparti ERP di proprietà Aler di via U. di Nemi e via Serrati e le loro pertinenze (spazi parcheggio, giardini ed aree di accesso); - i comparti ERP di proprietà comunale di via U. di Nemi, 58 e via Rilke 6-10 e le loro pertinenze; Per quanto riguarda l’asse tematico Attrezzare Ponte Lambro (e quindi l’adeguamento e il miglioramento delle infrastrutture e delle dotazioni di interesse pubblico) l'ambito intercetta alcune delle risorse del quartiere (oggi sottoutilizzate o in via di realizzazione): - il Centro Civico; - il Mercato Comunale; - la Chiesa Parrocchiale; - il progetto di un nuovo Poliambulatorio Medico (PII) - la Cascina (ex risificio) Spazzola; - il Laboratorio di Quartiere; - il Nido e la Scuola Materna; - l'ambito inoltre intercetta, ed il CdQ si occuperà di ripensare, il sistema delle

connessioni tra queste emergenze.

Infine gli interventi associati allo sviluppo sociale e all’incremento delle opportunità occupazionali, relativi all’asse tematico Vivere a Ponte Lambro, si sviluppano diffusamente in tutto l'ambito trovando di volta in volta la localizzazione più appropriata.

Nella definizione dell’ambito e delle possibili azioni si è inoltre tenuto conto di quanto emerso durante alcuni incontri aperti agli abitanti del quartiere. Durate gli incontri, tenutisi presso il Centro Civico, gli abitanti sono stati invitati a segnalare le possibili azioni ed i problemi connessi a ciascun tema proposto ed a provare ad ipotizzare le modalità del proprio coinvolgimento nei diversi progetti. Gli esiti di queste riflessioni sono riportati in allegato alla presente relazione. (Allegato B).

15 Per una descrizione puntuale delle singole azioni si rimanda al capitolo successivo.

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2. Indirizzi e azioni di intervento

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Di seguito saranno illustrate tutte le azioni16 incluse nella presente proposta di Contratto di Quartiere denominata Muovere Ponte Lambro (confronta Tavola 2 Schema generale interventi previsti) ordinate secondo gli obiettivi specifici individuati dal bando regionale e raggruppate secondo i tre assi strategici precedentemente illustrati: 2.1. Abitare a Ponte Lambro 2.2. Attrezzare Ponte Lambro 2.3. Vivere Ponte Lambro

2.1. Abitare a Ponte Lambro A questo asse appartengono le azioni relative alla riqualificazione, alla valorizzazione, all’incremento ed alla diversificazione dell’utenza del patrimonio abitativo pubblico. L’approccio adottato tende a lavorare sullo spazio della casa intesa sia come spazio ‘privato’ (l’appartamento) che come luogo collettivo (le parti comuni, gli affacci, le pertinenza dirette). In questo senso gli interventi di riqualificazione proposti si propongono di raggiungere sia un obbiettivo di qualità abitativa, da svilupparsi attraverso gli interventi di recupero e manutenzione delle strutture fisiche, che un obiettivo di qualità dell’abitare, intesa come qualità delle relazioni e recupero di un senso di appartenenza ai luoghi e di un comune terreno di regole condivise.

2.1.1. Valorizzazione e incremento del patrimonio ERP esistente Gli interventi volti a valorizzare ed incrementare il patrimonio ERP muovono dall’analisi e dalla rilevazione dello stato di diffuso degrado condotta in loco ed illustrata nel precedente capitolo (§1.2/B). In particolare per ciascuno dei quartieri su cui si intende operare è stata individuata una strategia complessiva che permetta di armonizzare l’azione di recupero della funzionalità dei manufatti con il contesto sociale all’interno del quale si colloca l’intervento, rispondendo in questo modo ad un preordinato obiettivo di fattibilità dei progetti di recupero. I complessi sui quali il Contratto di quartiere andrà ad operare sono tre (confronta Tavola 3 Interventi previsti sul patrimonio residenziale pubblico):

• ERP Ucelli di Nemi 11-36 (ALER) • ERP Ucelli di Nemi 58 (COMUNE) • ERP Rilke 6-10 (COMUNE)

A. ERP Ucelli di Nemi 11-36 (ALER) Per quanto riguarda le Case Bianche di via Ucelli di Nemi 11-36 la logica dell’intervento è quella di favorire una maggiore flessibilità tipologica degli alloggi (oggi tutti di taglio medio e grande), una complessiva riqualificazione architettonica degli edifici che rompa la monotonia dei corpi edilizi esistenti ed attribuisca maggiore identità al manufatto iniziando a scalfire anche percettivamente lo stigma spesso associato a questi luoghi, ed

16 Per una visone d'insieme vedere griglia sinottica allegata (allegato 1)

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infine di favorire una riprogettazione partecipata degli spazi comuni (in particolare del piano pilotis) e delle pertinenze degli alloggi. Grande attenzione è stata posta, in fase di progettazione, agli aspetti gestionali legati alla necessità di effettuare un Piano della mobilità degli inquilini: si è quindi scelto, laddove possibile, di ridurre al minimo questo tipo di necessità, introducendo tecniche costruttive e tecnologie che consentano di effettuare gli interventi di recupero ed i frazionamenti degli alloggi senza spostare le persone; questo per contenere il più possibile le occasioni di conflitto connesse a questi interventi e di conseguenza aumentare fattibilità e possibilità di successo del progetto di recupero. In particolare gli interventi previsti sono i seguenti:

- manutenzione straordinaria degli impianti idrici attraverso la formulazione di soluzioni impiantistiche in grado di fornire una soluzione definitiva al degrado irreversibile delle reti impiantistiche interne (soprattutto per quanto riguarda gli scariche delle acque nere);

- manutenzione straordinaria degli infissi degli alloggi; - frazionamento di 15/20 alloggi di grandi dimensioni attraverso

l’utilizzo di pareti attrezzate che dovrebbero consentire di dividere gli alloggi senza spostare gli attuali occupanti;

- manutenzione straordinaria dei tetti e rifacimento delle coperture; - manutenzione straordinaria degli ascensori; - manutenzione straordinaria dei corpi scala, sostituzione delle pareti

in vetro cemento ed inserimento di aperture che permettano l’areazione dei locali;

- manutenzione straordinaria delle facciate cui si assocerà la predisposizione di un apposito piano del colore da gestirsi con gli abitanti;

- manutenzione straordinaria e riorganizzazione del piano pilotis;

B. ERP Ucelli di Nemi 58 (COMUNE) L’edificio di Via U. di Nemi 58, come già segnalato, rappresenta uno dei 25 interventi denominati Case Minime presenti sul territorio del Comune di Milano. Questa particolare tipologia ospita 35 alloggi di piccole dimensioni distribuiti su 5 piani e accessibili da un ballatoio ed un corpo scala addossati alla facciata dell'edificio. Gli spazi molto ridotti e frazionati, interni e di pertinenza degli alloggi, ne riducono notevolmente la funzionalità. Il progetto sperimentale di ristrutturazione proposto punta, dunque, a favorire una riqualificazione degli spazi interni e distributivi del manufatto, sviluppando una modalità d’intervento prototipale che potrebbe, in seguito, essere replicata anche per gli altri 24 quartieri. Nel dettaglio gli interventi previsti riguardano:

- la manutenzione straordinaria messa a norma impianti: rimozione delle caldaie all’interno dei singoli alloggi e realizzazione di una centrale termica centralizzata; adeguamento normativo degli impianti interni agli alloggi e rifacimento di bagni e cucine;

- adeguamento dei vani interni di servizio (riduzione vani ripostiglio, antibagno e rimozione delle canne fumarie) con conseguente incremento della superficie residenziale dell’alloggio;

- rimozione e modifica dei serramenti;

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- manutenzione straordinaria degli ascensori; - opere di manutenzione straordinaria finalizzate all’eliminazione delle

barriere architettoniche mediante l’ampliamento dei ballatoi di piano da realizzarsi attraverso strutture di carpenteria metallica;

- manutenzione straordinaria delle coperture e del sottotetto attraverso la realizzazione di 7 alloggi duplex, realizzati annettendo la volumetria di sottotetto agli attuali alloggi dell’ultimo piano. Questo particolare intervento incrementerà la capacità insediativa complessiva del 20% portandola da 70 ad 84 utenti; utilizzo in copertura di manufatti di captazione a scopi energetici dell’energia solare;

- manutenzione straordinaria delle facciate; - sistemazione generale dell’area esterna adibita a giardino; - rifacimento della recinzione; - realizzazione di isole ecologiche per la raccolta differenziata dei

rifiuti.

C. ERP Rilke 6-10 (Di proprietà del Comune) L'intero immobile si presenta in uno stato di profondo e diffuso degrado (vedi cap. 1 § 1.2.C) che riguarda sia le strutture fisiche che la convivenza civile all'interno del complesso. Il progetto proposto mira a realizzare un intervento leggero dal punto di vista dell’impatto delle trasformazioni sugli spazi della residenza, concentrando le azioni decisive sulla riorganizzazione degli spazi e delle attrezzature d’uso comune. In particolare si ritiene opportuno intervenire suddividendo gli spazi di corridoio e creando corpi scala separati: lo spazio distributivo sul quale affacciano gli accessi di 32 alloggi per piano si presenta oggi come un continuum frazionato in un solo punto da una porta a vetri; le dimensioni notevoli di tale elemento di servizio (circa 500 mq per piano) lo rendono uno spazio sul quale è impossibile per gli abitanti esercitare forme di controllo indiretto finendo pertanto per essere una sorta di terra di nessuno. Di contro, a tanta abbondanza di spazi di servizio fa da contraltare la mancanza di uno spazio aggregativo (una sala riunioni...) tanto che non è inusuale nei mesi estivi trovare gli abitanti, muniti di sedie, sul marciapiede antistante l’edificio. Un ulteriore ragionamento è stato fatto per quanto riguarda il piano cantine e parcheggi che si presenta oggi in condizioni estremamente precarie a causa del perpetuarsi di comportamenti e usi non consentiti (il deposito di rifiuti ingombranti, il ricovero di motorini nelle cantine, l’abbandono di veicoli danneggiati nei posti auto): anche in questo caso diviene necessario intervenire per recuperare quanto è stato nel tempo danneggiato e ristabilire un quadro di regole condivise per quanto riguarda l’uso degli spazi. In particolare il progetto di ristrutturazione edilizia proposto prevede: a) Interventi di carattere generale:

- manutenzione delle coperture; - manutenione delle facciate; - messa a norma degli impianti;

b) Interventi al Piano Interrato 1) Interventi di bonifica igienico-ambientale:

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- rimozione macerie e rifiuti e ripristino agibilità del locale sottostante il corpo scala di via Rilke 6 attualmente inagibile; una volta recuperato il locale potrà essere destinato ad ospitare funzioni collettive tra le quali una sala riunioni ed una parte del progetto di incubatore diffuso (vedi allegato 6/3);

- ripristino delle condizioni ig. sanitarie e rimozione rifiuti locali accesso cantine e locali di servizio;

- creazione di un area ecologica per la raccolta differenziata rifiuti e di un’area adibita allo stoccaggio di rifiuti ingombranti;

2) Ripristino delle funzionalità di cantine, impianti e locali di servizio - Sistemazione e razionalizzazione degli accessi, rimozione e ripristino

porte e serrature lesionate dei locali cantina. - Adeguamento e messa a norma degli impianti e ripristino

funzionalità dei locali di servizio. - Recupero e riqualificazione dell’area a parcheggio: rimozione rifiuti

e veicoli danneggiati, introduzione di segnaletica orizzontale, ri-organizzazione dell’area a parcheggio separata dall’organismo abitativo.

3) Sistemazione pendenza rampa di accesso da Via Camaldoli 4) Realizzazione di un area ricreativo/ambientale di uso collettivo ricavata nello

spazio intercluso tra i tre attuali corpi di fabbrica da realizzarsi attraverso: - l’eliminazione di n° 7 posti auto e la loro sostituzione con locali

cantina; - la creazione di un’aiuola verde; - il recupero del locale inagibile di cui sopra per funzioni collettive.

c) Interventi a piani fuori terra 1) Frazionamento dei corpi scala attraverso:

- installazione di 2 nuovi vani ascensore - ripristino di corpi scala inagibili - chiusura con opere murarie dei corridoi di collegamento in 3 diversi

punti; - demolizione dell’attuale portineria e realizzazione di uno spazio

adibito a portineria sociale nell’atrio d’ingresso. 2) Riduzione della superficie di corridoio attraverso l’annessione di parti di

questo ad alcuni alloggi con funzione di locale ripostiglio/studio e conseguente incremento della slp residenziale.

2.1.2. Adozione di soluzioni costruttive tese ad assicurare la qualità del manufatto edilizio e del servizio residenziale offerto

Le proposte progettuali riferite ai singoli quartieri rispondo in modo differenziato a questo obiettivo prevedendo in particolare:

a. soluzioni volte a garantire la massima flessibilità nel tempo nella formazione del layout di ogni singolo alloggio, in relazione alle diverse e possibili categorie di utenti e composizioni del nucleo familiare;

- Intervento su alloggi Aler di via U. di Nemi 11-36: il progetto preliminare (vedere allegato) formula soluzioni tese alla riduzione del taglio degli alloggi attraverso lo studio di tipologie alternative

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ottenibili dal frazionamento dell’unico taglio oggi esistente. L’operazione sarà effettuata attraverso l’utilizzo di pareti prefabbricate attrezzate di semplice posa raggiungendo contemporaneamente un obiettivo di flessibilità e rapidità dell’intervento. In questo modo si potranno aumentare il numero delle unità abitative e l’assortimento dei tagli più adatti al soddisfacimento di una articolata domanda di alloggi per le diverse fasce di età e di composizione dei gruppi famigliari.

- Alloggi comunali di Via Ucelli di Nemi, 58: l’intervento prevede la realizzazione di 7 alloggi duplex recuperando lo spazio di sottotetto, ampliando così l’offerta tipologica disponibile che attualmente prevede esclusivamente alloggi di piccolissimo taglio.

b. Soluzioni volte ad incentivare l’innovazione tecnologica del processo edilizio, anche ai fini del risparmio delle risorse energetiche e/o naturali e dell’introduzione di applicazioni di domotica;

- Via U. di Nemi 11-36: il progetto preliminare (vedere allegato) prevede soluzioni che, partendo dagli interventi necessari alla riqualificazione impiantistica ed architettonica, arrivino ad offrire un contributo significativo, da un lato, alla riduzione dei consumi energetici invernali e dall’altro al miglioramento delle condizioni di confort interno nel periodo estivo;

- Via U. di Nemi 58: il progetto preliminare (vedere allegato) prevede la realizzazione di nuovo impianto termico centralizzato in sostituzione delle attuali caldaiette site nei singoli alloggi, raggiungendo un obiettivo di messa in sicurezza degli alloggi, risparmio energetico e contenimento delle emissioni inquinanti; inoltre l’intervento prevede l’introduzione di pannelli solari sul tetto dell’edificio: tale soluzione permette di trasferire in rete l’energia prodotta in modo da ottenere una riduzione dei costi per l’energia elettrica quale bilancio tra l’energia consumata e quella autoprodotta.

c. Soluzioni tese ad adottare, nel caso l’intervento proposto riguardi opere significative di architettura del XX secolo, adeguate metodologie e soluzioni progettuali per il restauro del moderno;

- Via U. di Nemi 58: l’intervento (vedere preliminare allegato) si configura come recupero di carattere sperimentale di una particolare tipologia di edilizia economica e popolare, presente a Milano in 25 esemplari e denominata casa popolare minima. L’ipotesi di intervento ha dunque tenuto conto della rilevanza anche storica dell’edificio operando scelte progettuali che trovassero un momento di sintesi tra tradizione ed innovazione tecnologica.

2.1.3. Miglioramento della qualità abitativa e insediativa

a. Riqualificazione complessiva e definitiva degli elementi spaziali e di quelli tecnologici.

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Per tutti i quartieri oggetto di riqualificazione all’interno di questa proposta di Contratto di Quartiere sono previsti interventi volti ad una generale riorganizzazione e rifunzionalizzazione degli elementi spaziali e degli elementi tecnologici. Per una trattazione dettagliata di questi aspetti si rimanda ai progetti preliminari ed alla paragrafo 2.1.1. del presente capitolo.

b. Individuazioni progettuali volte a favorire un adeguato utilizzo degli spazi comuni. Uno dei principali problemi riscontrati all’interno del patrimonio ERP a Ponte Lambro riguarda un generale degrado ambientale che si associa in particolare alla scarsa cura ed all’uso improprio degli spazi comuni. I progetti di recupero dedicano dunque particolare cura alla ri-organizzazione fisica degli spazi comuni ed alla regolamentazione della loro fruizione. Va sottolineato come nessun progetto edilizio potrebbe, in questi contesti, ritenersi sufficiente a risolvere la situazione di degrado e a modificare i comportamenti, senza che gli interventi di riqualificazione siano accompagnati da misure volte a promuovere processi di coinvolgimento e partecipazione degli abitanti alla definizione delle trasformazioni, in grado di alimentare un nuovo senso di appartenenza ai luoghi e ri-costruire un quadro di regole condivise. Per questo motivo tutti i progetti edilizi di riprogettazione degli spazi comuni presenti in questa proposta sono accompagnati da azioni specifiche di accompagnamento (vedere Piano di Accompagnamento Sociale allegato 6/1) Scendendo ad un livello di maggiore dettaglio riportiamo gli interventi previsti per quanto riguarda gli spazi comuni nei singoli quartieri:

Via U. di Nemi 11-36: il progetto preliminare propone una riorganizzazione del piano terra (cantine, portici, androni d’ingresso) tesa ad eliminare il senso di estraniazione e di pericolo oggi esistente attraverso una diversa perimetrazione degli spazi di pertinenza dei diversi numeri civici ed un differente uso del portico oggi esistente, offrendo una risposta erticolata al problema dell’aumentato numero di cantine richiesto, dei parcheggi, dei depositi di rifiuti condominiali e pubblici. Il progetto si integrerà inoltre con la rete dei percorsi pedonali previsti con l’introduzione del Laboratorio di Quartiere. Via U. di Nemi 58: il progetto preliminare prevede la riqualificazione del giardino condominiale attualmente utilizzato come deposito temporaneo di rifiuti e privo della necessaria manutenzione. Via Rilke 6-10: IL progetto preliminare interviene in primo luogo sugli spazi comuni interni all’edificio suddividendo gli spazi di corridoio e creando corpi scala separati: lo spazio distributivo sul quale affacciano gli accessi di 32 alloggi per piano si presenta oggi come un continuum frazionato in un solo punto da una porta a vetri; le dimensioni notevoli di tale elemento di servizio (circa 500 mq per piano) lo rendono uno spazio sul quale è impossibile per gli abitanti esercitare forme di controllo indiretto finendo pertanto per essere una sorta di terra di nessuno. L’intervento pertanto prevede:

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- il frazionamento dei corpi scala attraverso: - installazione di 2 nuovi vani ascensore - ripristino di corpi scala inagibili - chiusura con opere murarie dei corridoi di collegamento in 3 diversi

punti; - demolizione dell’attuale portineria e realizzazione di uno spazio

adibito a portineria sociale nell’atrio d’ingresso.

- la riduzione della superficie di corridoio attraverso l’annessione di parti di questo ad alcuni alloggi con funzione di locale ripostiglio/studio e conseguente incremento della SLP residenziale.

Di contro, a tanta abbondanza di spazi di servizio fa da contraltare la mancanza di uno spazio aggregativo (una sala riunioni...) tanto che non è inusuale nei mesi estivi trovare gli abitanti, muniti di sedie, sul marciapiede antistante l’edificio. Pertanto un ulteriore ragionamento è stato fatto per quanto riguarda gli spazi comuni localizzati all’esterno dell’edificio. Il piano cantine e parcheggi si presenta oggi in condizioni estremamente precarie a causa del perpetuarsi di comportamenti e usi non consentiti (il deposito di rifiuti ingombranti, il ricovero di motorini nelle cantine, l’abbandono di veicoli danneggiati nei posti auto): anche in questo caso diviene necessario intervenire per recuperare quanto è stato nel tempo danneggiato e ristabilire un quadro di regole condivise per quanto riguarda l’uso degli spazi comuni. In particolare il progetto di ristrutturazione edilizia in risposta a tali problemi prevede:

- il ripristino delle condizioni ig. sanitarie e rimozione rifiuti locali accesso cantine e locali di servizio;

- la creazione di un area ecologica per la raccolta differenziata rifiuti e di un’area adibita allo stoccaggio di rifiuti ingombranti;

- la sistemazione e razionalizzazione degli accessi, rimozione e ripristino porte e serrature lesionate dei locali cantina;

- il recupero e la riqualificazione dell’area a parcheggio: rimozione rifiuti e veicoli danneggiati, introduzione di segnaletica orizzontale, ri-organizzazione dell’area a parcheggio separata dall’organismo abitativo;

- la realizzazione di un area ricreativo/ambientale di uso collettivo ricavata nello spazio intercluso tra i tre attuali corpi di fabbrica da realizzarsi attraverso:

- l’eliminazione di n° 7 posti auto e la loro sostituzione con locali cantina;

- la creazione di un’aiuola verde; - il recupero di un ampio locale inagibile per funzioni collettive

attraverso la rimozione delle macerie e dei rifiuti presenti ed il ripristino dell’agibilità; una volta recuperato il locale potrà essere destinato ad ospitare funzioni collettive tra le quali una sala riunioni ed una parte del progetto di incubatore diffuso (vedi allegato 6/3).

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2.1.4. Incremento della funzionalità del contesto urbano Il carattere quasi esclusivamente residenziale e quindi lo scarso livello di mix funzionale e sociale di Ponte Lambro è annoverato tra le principali a cause a cui va ricondotta la condizione di crisi in cui versa il quartiere. Per questo motivo la presente proposta di Contratto di Quartiere promuove alcuni interventi attraverso i quali si persegue l’obiettivo della diversificazione delle destinazioni d’uso dello spazio e delle strutture locali e, conseguentemente, della composizione sociale della popolazione quotidianamente presente in quartiere. Se le considerazioni sin qui condotte riguardano il quartiere in generale, gli interventi proposti – come richiesto dal Bando17 – vanno a inserirsi nei comparti di ERP.

a. Il Laboratorio di Quartiere Il Laboratorio di Quartiere di prossima ventura realizzazione nell’ambito del progetto di riqualificazione di Ponte Lambro, è stato progettato come struttura complessa in cui è previsto l'inserimento di nuove attività all’interno dei corpi di fabbrica ad uso residenziale. E' costituito da un insieme di spazi con destinazioni d’uso diverse, in parte ricavate all’interno delle "case bianche" e in parte oggetto di nuova edificazione, che includerà al suo interno diverse funzioni. In particolare si articola in quattro aree:

1. Area “Vita” - ospiterà alloggi protetti e comunità–alloggio per anziani e avrà la funzione di integrare diverse culture, sia in senso multietnico che in senso generazionale, al fine di incrementare il senso di appartenenza al quartiere. Il settore comprenderà anche una serie di funzioni istituzionali volte ad aumentare il livello di sicurezza del quartiere (portierato sociale e Vigili di Quartiere). 2. Area “Fabbrica” - avrà una funzione di supporto e consultorio tecnico per il miglioramento delle condizioni abitative attraverso lo sviluppo di un artigianato specializzato; sarà attrezzato con strumenti e materiali per gli interventi di manutenzione ordinaria, di trasformazione interna e di finitura degli alloggi. 3. Area “Habitat” - avrà una funzione progettuale sia a scala urbana (tramite l'elaborazione di un progetto di riqualificazione urbanistica dell'intero quartiere e delle altre aree in crisi) che edilizia 4. Area “Impresa” - avrà la funzione di favorire l'insediamento di attività imprenditoriali, tecnologicamente avanzate e innovative all'interno del quartiere attraverso un modello di azione definibile come incubatore diffuso. In questo ambito si prevede la collocazione delle attività promosse da un soggetto che, svolgendo un ruolo di promotore imprenditoriale, attivi una pluralità di azioni di animazione economica, di sostegno indiretto alle imprese ex lege 266/97.

17 Laddove indica di "Incrementare la funzionalità del contesto urbano anche attraverso l’introduzione di destinazioni d’uso ed utenze diversificate all’interno dei quartieri esistenti di edilizia residenziale pubblica …"

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b. Micro-intervento alle "case parcheggio" di via Rilke Con la realizzazione del Laboratorio di Quartiere si darà vita a quello che può venir definito un incubatore diffuso, un modello di intervento a sostegno dell’impresa che si sviluppi in una rete di micro-progetti imprenditoriali distribuiti all’interno del quartiere in funzione delle risorse immobiliari che via via saranno mobilitate (confronta la scheda del progetto di massima all’interno dell’allegato 6). Rimanendo nell'ambito dell'ERP, è stata verificata la possibilità di ricavare uno spazio che si potrebbe immaginare di destinare ad un'attività di tipo artigianale gestita da giovani drop-out all’interno del Quartiere ERP di via Rilke 6-10, in particolare il progetto potrebbe localizzarsi all’interno di un locale attualmente inagibile oggetto di recupero.

2.2. Attrezzare Ponte Lambro

A questo asse fanno capo le azioni che riguardano l’adeguamento e il miglioramento delle infrastrutture e delle dotazioni di interesse pubblico. Collegamenti, attraversamenti, nuove strutture di scala locale e urbana, diventano i materiali su cui appoggiare il progetto di miglioramento della qualità e della funzionalità urbana del quartiere attraverso le cuciture interne (tra vecchio borgo e insediamenti popolari) e il rafforzamento delle relazioni con il resto della città partendo dai territori circostanti

2.2.1. Adeguamento e incremento della dotazione di opere infrastrutturali e di servizi

Grande rilevanza è stata data nella costruzione di questa proposta all’adeguamento qualitativo e quantitativo dell’offerta di servizi di uso pubblico sia alla scala di quartiere che alla scala urbana. La cronica insufficienza ed inadeguatezza del sistema dei servizi (connessa alla monofunzionalità residenziale) è oggi tra i principali motivi di rischio per la coesione sociale all’interno del quartiere e tra le principali cause che contribuiscono ad alimentare una condizione periferica, quando non addirittura altra rispetto alla città, del quartiere. Richiamiamo qui alcuni dei principali elementi di debolezza che caratterizzano la dotazione infrastrutturale del quartiere: 1. Innanzitutto a Ponte Lambro oggi è debolissima (quasi inesistente) la presenza di attività e servizi diversi da quelli essenziali (e cioè diversi da mercato, centro civico, posta, scuole, ambulatorio,…). Soprattutto per alcune fasce di popolazione (soprattutto i giovani) diviene indispensabile rivolgersi all’esterno del quartiere per soddisfare esigenze diverse da quelle residenziali. Questa condizione preclude a Ponte Lambro tanto una prospettiva di sviluppo orientata all’integrazione con il resto della città quanto una prospettiva di sviluppo centrata sul consolidamento del contesto locale. Essa infatti implica § sia l’isolamento sociale del quartiere rispetto alla città: il fatto che non sussistano ragioni che spingano gli abitanti di altre parti della città a recarsi a

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Ponte Lambro priva il contesto locale di quel carattere propriamente urbano che consiste nelle occasioni di incontro e scambio con popolazioni diverse da quella dei residenti. § sia la dipendenza dalla città per gli abitanti del quartiere: l’assenza di un sistema di economia locale si traduce infatti per i residenti tanto nella mancanza di opportunità di inserimento quanto nella assenza di occasioni di vita sociale e di radicamento locale. 2. In secondo luogo le poche attività commerciali oggi presenti a Ponte Lambro faticano a sopravvivere: il quartiere è infatti un mercato debole e la concorrenza dei vicini centri commerciali vede i piccoli negozi al dettaglio ancora attivi avviarsi rapidamente alla chiusura. Per rivitalizzare un’economia locale altrimenti destinata a scomparire dunque l’unica strada percorribile sembra essere quella di sviluppare mercati alternativi, di promuovere un’offerta dai contenuti diversi rispetto a quelli attuali. In altre parole si tratta di sostenere la nascita di un’offerta commerciale che anziché porsi in concorrenza con l’offerta esterna sia specifica al punto tale da attirare clientela anche dal resto della città. 3. Infine, guardando alla attuale dotazione di opportunità aggregative che caratterizza Ponte Lambro si rileva una scarsa diversificazione tanto degli spazi adibiti quanto delle natura delle attività previste al loro interno: la cooperativa di consumo e il centro civico sembrano tanto insufficienti quanto inadeguati ad esaurire la variegata domanda locale: infatti mentre la prima risponde esclusivamente alle esigenze aggregative degli anziani, il secondo ha evidenziato limiti strutturali e gestionali non indifferenti sul piano delle possibilità di coesistenza di un’offerta articolata. A questi problemi il CdQ risponde attraverso una serie articolata e coordinata di azioni volte a recuperare e rifunzionalizzare alcuni servizi esistenti ed introdurre nuove infrastrutture di servizio qualificanti per il contesto urbano: l’analisi svolta, anche con il coinvolgimento di alcuni abitanti, ha infatti portato ad un ragionamento progettuale che tende ad integrare il sistema dei servizi esistente con 2 nuove centralità:

- la creazione di uno spazio pubblico e la riqualificazione del sistema di servizi attorno alla piazza/via Parea;

- il Laboratorio di Quartiere ed il sistema delle scuole;

Un quarto elemento di progetto riguarda infine il sistema delle connessioni tra i servizi esistenti e di progetto. Particolare attenzione è stata inoltre posta alla dimensione gestionale degli interventi, che appare oggi uno degli elementi di maggiore debolezza dell’offerta di servizi esistente: si riscontra infatti molto spesso un problema di inefficienza di strutture di servizio non inesistenti, ma organizzate in modo tale da non poter rispondere alle vere esigenze degli abitanti, indotti da modelli gestionali troppo rigidi o precostituiti ad uno stato di relativa passività e apatia (l’argomento viene affrontato nel paragrafo successivo e fa riferimento ai progetti di massima raccolti nell’allegato 6).

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a. Creazione di uno spazio pubblico e riqualificazione del sistema di servizi attorno alla piazza/via Parea Le priorità di intervento per quanto attiene alle infrastrutture si articolano, in questo caso, su 2 livelli: - un primo livello di carattere strategico è incentrato sulla riqualificazione

di uno spazio pubblico compreso fra la chiesa, il centro civico ed il mercato comunale. Tutti questi edifici affacciano attualmente sulla via Parea in corrispondenza di un tratto in cui la strada si allarga formando una curva molto accentuata: tale conformazione della strada permetterebbe attraverso alcuni interventi di ripavimentazione e ridisegno del tracciato stradale di far raggiungere a questo luogo la dignità di piazza, raggiungendo conteporaneamente il doppio obiettivo di dotare il quartiere di uno spazio centrale aperto e d’uso collettivo oggi inesistente e creare un elemento di contenimento/rallentamento del flusso di traffico veicolare che transita attraverso il quartiere. In particolare si interverrà sul lato nord della piazza integrando e completando la riqualificazione dello spazio antistante già prevista dal Programma Integrato di Intervento Parea – Serrati- Menotti (PII).

- Un secondo livello si concentra sulla ri-definizione, volta a costruire una più forte relazione con il contesto di strutture edilizie pubbliche e di uso pubblico: il Centro Civico, il Mercato Comunale, la Chiesa.

La piazza Per quanto riguarda la creazione della piazza è prevista l’integrazione tra gli spazi stradali e gli spazi antistanti al mercato attraverso con la nuova piazza pavimentata che sarà realizzata all’interno del progetto di PII, mediante una estensione della pavimentazione della piazza e la creazione di una piastra al medesimo livello della piazza che colleghi, Centro Civico, Mercato e Chiesa. E’ inoltre prevista la riqualificazione dell’area a parcheggio posta sul lato est della futura piazza, attraverso un intervento di razionalizzazione della sosta e l’inserimento di alcune funzioni di presidio dello spazio, ad esempio una bocciofila ed un edicola (attualmente il parcheggio è considerato un luogo insicuro ed i veicoli posteggiati sono spesso oggetto di atti vandalici). Il Centro Civico Il Centro dovrebbe essere uno spazio prevalentemente ricreativo e di incontro, attualmente ospita il Centro Territoriale Sociale (CTS), il Centro di Aggregazione Giovanile (CAG, chiuso da alcuni mesi), il presidio dei Vigili di Quartiere e la Posta. Risulta sotto-utilizzato anche a causa della sua struttura interna troppo rigidamente definita ed ad un modello gestionale che non favorisce il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti alla progettazione e gestione delle attività. Il progetto preliminare prevede interventi di ridefinizione della struttura interna e degli accessi volti ad aumentare la flessibilità degli spazi e moltiplicare le possibilità d’uso, oltre ad un adeguamento generale ed una messa a norma dell’edificio. Il ripensamento complessivo degli spazi prende spunto da un ragionamento condotto con i responsabili del Settore decentramento, che hanno in carico la struttura, circa un possibile nuovo modello di gestione maggiormente aperto alle istanze degli utenti ed una nuova vocazione delle attività ospitate dal Centro maggiormente orientate al sostegno dei processi di integrazione

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sociale, interculturale ed intergenerazionale necessari al raggiungimento di un obbiettivo di maggiore coesione sociale all’interno del quartiere. La suddivisione dello spazio fisico del CC in comparti autonomi e la destinazione di ciascuno di questi a funzioni orientate ad un proprio target di popolazione di riferimento è utile a supportare una nuova identità per il centro civico, più simile ad un insieme di nuovi e diversi spazi pubblici autonomi (“dei locali, dei circoli… come potrebbero essere aperti indistintamente in altre parti della città”) che ad una struttura istituzionale “speciale” per Ponte Lambro. Ponte Lambro ha infatti bisogno di “normalità” più che di qualsiasi altra cosa: “normalità” è un posto dove potersi liberamente trovare a chiacchierare, a bere qualcosa, ad ascoltare musica, a ballare, a fare delle attività manuali, a giocare, a seguire dei corsi, a fruire di alcuni servizi… Inoltre uno spazio pubblico di qualità, caratterizzato da iniziative originali e sperimentali, potrebbe rispondere bene all’esigenza di attrarre anche popolazione dal resto della città. Dunque uno spazio all’interno del quale non sia automaticamente riproposta la gerarchia di ruoli tipica di altre istituzioni (educatore-educato, operatore-utente, responsabile-fruitore, …) ma, per quanto possibile, uno spazio in cui siano sperimentati percorsi ibridi. Il Mercato Comunale Si tratta di una struttura prefabbricata in cemento degli anni 80 di scarsa qualità architettonica, disposto a elle con gli accessi verso la piazza ed il centro civico ed una galleria interna adiacente alla facciata. Il progetto preliminare prevede una generale ridefinizione della qualità architettonica dell’edificio ed in particolare della sua facciata verso la piazza , per permettere un’integrazione con lo spazio antistante ed una maggiore permeabilità della facciata. Da quanto sopra detto i principali obiettivi si possono individuare nelle seguenti azioni: a) aumentare la qualità esterna del manufatto; b) favorire l'integrazione del mercato con il contesto; c) inserire il mercato in un disegno complessivo dello spazio pubblico; da realizzarsi attraverso: - la realizzazione di tettoie per evidenziare gli ingressi, creare uno spazio

pubblico coperto disponibile ad una pluralità di usi, mascherare e ridefinire le facciate degli edifici

- nuove insegne/totem per rinnovare la comunicazione dei mercati attraverso un elemento fortemente riconoscibile e visibile che abbia una funzione attrattiva e che costituisca un elemento dello spazio pubblico

- nuovi volumi per dotare i mercati di volumi tecnici necessari al loro adeguamento igienico e tecnologico, per riordinare e organizzare spazi e strutture commerciali temporanee, per rilocalizzare attività commerciali leggere (edicole, chioschi, ecc..) per eventualmente ampliare spazi commerciali del mercato, per migliorare le relazioni fra interno ed esterno, per ridurre l'introversione del mercato, per ridefinire il fronte principale

- nuove bucature per aumentare la trasparenza interno esterno, per ridefinire le facciate.

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Dunque anche la ristrutturazione del mercato comunale, con l’obiettivo di incrementarne la qualità e di conseguenza l’attrattività, sembra inscriversi nell’ambito di quegli interventi che perseguono gli obiettivi della diversificazione sociale della popolazione presente in quartiere e dell’incremento della funzionalità urbana del contesto locale. La nuova configurazione del mercato consentirà di rinnovare, articolare e moltiplicare l’offerta e in questo modo di mirare ad attribuire al mercato di Ponte Lambro un raggio di attrazione più esteso. La Chiesa E’ una struttura introversa priva di elementi di apertura verso l’esterno. L’intervento in questo caso prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche per quanto riguarda gli accessi, la creazione di un spazio per il sagrato antistante all’accesso principale che si andrà ad integrare con il resto della piazza ed infine la risistemazione delle aiuole verdi che circondano l’edificio. Progetto di un nuovo Poliambulatorio medico Il Progetto di Piano Integrato di Intervento, sopra citato, prevede la realizzazione, all’interno di un complesso residenziale che affaccerà sulla futura piazza, di un Poliambulatorio Medico quale opera a scomputo di oneri di urbanizzazione. A questo proposito è in corso la definizione di accordi con l’operatore privato promotore del progetto di PII per prevedere l’integrazione del progetto all’interno del progetto complessivo di riordino della piazza e l’ascrizione delle risorse corrispondenti alla quota di risorse addizionali a quelle derivanti dal finanziamento regionale.

b. Nuove centralità nella zona sud del quartiere: Il Laboratorio di Quartiere ed il sistema delle Scuole. Il Laboratorio di Quartiere Il Laboratorio fa parte del Progetto di Riqualificazione di Ponte Lambro avviato nel 2000 dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con Aler, Regione Lombardia e l’Arch. Renzo Piano. Per la sua natura di contenitore di servizi differenziati, si candida a diventare una centralità forte all’interno del tessuto del quartiere e a sviluppare nuove connessioni tra il nucleo storico del quartiere e gli interventi pubblici. Il progetto prevede la creazione di uno spazio polifunzionale all’interno del quartiere ERP delle Case Bianche di via U.di Nemi: allo scopo sono stati liberati 40 alloggi al posto dei quali saranno realizzati, minialloggi per anziani, la sede degli uffici decentrati del Settore Periferie, un incubatore d’impresa, la sede del portierato sociale ed altri servizi d’interesse locale. In particolare in occasione della redazione della proposta del CdQ è stato possibile ripensare alcuni dei servizi localizzabili al suo interno: - in particolare, raccogliendo le richieste delle scuole del quartiere, si è

ipotizzato di realizzare uno spazio biblioteca/sala lettura/gioco/ristoro aperto a tuttoil quartiere;

- inoltre all’interno del Laboratorio di Quartiere si prevede la collocazione delle attività promosse da un soggetto che, svolgendo un ruolo di promotore imprenditoriale, attivi un percorso finalizzato a:

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- individuare gli spazi fisici presenti nel quartiere con particolare attenzione a quelli all’interno dei quali risulta tecnicamente possibile insediare attività di impresa;

- costruire un catalogo delle consistenze immobiliari individuate; - interfacciare realtà informali localmente presenti con l’occasione

offerta dalla presenza di un tavolo strutturato di lavoro anche attraverso funzioni di individuazione di soggetti e di sollecitazione di temi di impresa (talent scout e innovation promoting);

- avvicinare progetti di impresa che, presenti tra attori locali ovvero tra soggetti di scala sovralocale, hanno necessità e bisogno di trovar sede, di localizzarsi;

- attivare un tavolo d’impresa che metta in relazione domanda e offerta.

In questo modo si andrebbe a dare vita a quello che è stato definito un incubatore diffuso, un modello di intervento a sostegno dell’impresa che, utilizzando il tavolo come nodo centrale si articoli e si sviluppi in una rete di micro-progetti imprenditoriali distribuiti all’interno del quartiere in funzione delle risorse immobiliari che lo stesso tavolo sarà stato in grado di mobilitare. Inoltre il progetto di CdQ prevede di usufruire del canale attivato dai prossimi bandi della Legge 266 a supporto della nascita di nuove imprese per promuovere la definizione di progetti formativi orientati alla creazione di impresa, ed introdurre all’interno del progetto di Incubatore diffuso un’area di sperimentazione per progetti di microimpresa rivolti agli abitanti che riguardino l’offerta di servizi di bassa soglia (manutenzione del verde e delle case pubbliche, officina meccanica, attività connesse con RSA in via di realizzazione). Interventi rivolti alla riqualificazione del nido e della scuola materna E' facile comprendere quale rilevanza possa avere in un contesto come quello di Ponte Lambro il sistema scolastico; le scuole sono uno dei soggetti più attivi e presenti sul territorio locale e rappresentano uno dei pochi casi in quartiere di servizio funzionante e, per quanto possibile, aperto alle istanze del quartiere. Le tre scuole presenti in quartiere (nido, materna ed elementare) si collocano tutte in un comparto nella zona sud del quartiere a poca distanza dalla futura collocazione del Laboratorio di Quartiere, all’interno del quale troveranno spazio servizi quali la biblioteca di loro diretto interesse. La proposta di CdQ prevede dunque un intervento di manutenzione del nido e della scuola materna essendo questi gli edifici più degradati e compromessi da un punto di vista fisico.

c. Riqualificazione del sistema della mobilità e delle connessioni tra le nuove centralità.

Il CdQ offre anche l’occasione per ripensare il sistema delle connessioni tra le principali centralità individuate, oltre al progetto di riqualificazione della piazza, si prevede infatti la ristemazione di Via U. di Nemi attraverso un progetto che mira a configurarla come strada di quartiere attraverso una diversa regolamentazione della sosta, la previsione di elementi volti a ridurre la

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velocità dei veicoli in transito e sottolineare gli attraversamenti pedonali, la ristemazione degli spazi verdi circostanti. Per quanto riguarda i collegamenti con la Cascina Spazzola e la nuova struttura ricettiva (oggi garantiti dalla strada di collegamento tra la via Vittorini e l’aula bunker) è in corso di studio l’apertura verso ovest ed il prolungamento della via Serrati, il progetto non può limitarsi alla connessione semplice fra le due viabilità ma deve porre attenzione alla definizione della sezione stradale in ragione delle differenti pendenze esistenti; in ragione di questi motivi tecnici che richiedono ulteriori verifiche non è stato possibile prevedere un progetto preliminare in questa sede, ma l’indicazione progettuale è stata raccolta e sarà sviluppata dall’Agenzia per la Mobilità. Un ragionamento simile vale per la previsione dei fondamentali attraversamenti orizzontali necessari a collegare direttamente il nucleo storico del quartiere (vie Umiliati e Camaldoli) con i quartieri ERP di via U.di Nemi e Serrati. Anche in questo caso sono stati individuati alcuni possibili ambiti di intervento e si rimanda ad un ulteriore approfondimento la fase progettuale.

d. Progetto per la realizzazione di un Servizio di Videosorveglianza Il progetto di Contratto di Quartiere prevede inoltre la realizzazione di un servizio di Videosorveglianza (si consulti preliminare allegato).

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2.3. Vivere Ponte Lambro

A questo asse corrispondono gli interventi di tipo immateriale associati allo sviluppo sociale e all’incremento delle opportunità occupazionali dettagliatamente descritti all’interno dell’allegato 6. Iniziative di integrazione, azioni di garanzia e di tutela degli abitanti, proposte per lo sviluppo di nuove attività economiche e per l’incremento locale dell’occupazione e programmi di partecipazione e di coinvolgimento della popolazione e degli attori locali rappresentano i capitoli in cui si articola lo sforzo di ridisegnare il sistema delle opportunità individuali e collettive.

2.3.1 Azioni volte a promuovere la partecipazione ed il coinvolgimento degli abitanti

Nella fase di implementazione del Contratto di Quartiere è fondamentale la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti e dei soggetti portatori di conoscenze e risorse essenziali nell’individuazione e nella definizione degli obiettivi e degli interventi, ed anche nella gestione di questi ultimi. Richiamiamo qui in modo sintetico alcuni dei principi chiave del Piano di Accompagnamento Sociale predisposto (per la versione completa si rimanda al progetto descritto nell’allegato 6): Finalità → La gestione del processo di attuazione affrontando il passaggio cruciale dai progetti preliminari alla loro implementazione. → L’accompagnamento dello sviluppo delle azioni complesse per il loro carattere trasversale. → La promozione di forme di coinvolgimento attivo di abitanti, soggetti locali e non. Livelli operativi - 1. Gruppo integrato di coordinamento, che si occuperà della gestione del processo di attuazione. 2. Laboratorio di Quartiere che costituisce la struttura locale che viene creata per seguire l’implementazione delle attività previste dal CdQ, anche attraverso l'attivazione di Tavoli di Lavoro. Il piano di accompagnamento sociale – Sono stati definiti i fronti di lavoro: animazione e comunicazione, progettazione partecipata, accompagnamento alla riqualificazione degli alloggi, sviluppo locale e di comunità, in corrispondenza di ciascuno dei quali sono state delineate finalità e azioni. Attraverso il riconoscimento delle risorse già attivate a Ponte Lambro, sono prefigurate diverse specifiche azioni che andranno a comporre il PAS, nonché le fasi attuative del processo.

2.3.2 Approccio integrato e coordinato alle problematiche sociali e di bisogno

In anni recenti a Ponte Lambro è stato riqualificato il parco del quartiere (i Giardini di via Serrati), in cui sono stati introdotti nuovi giochi per bambini,

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panchine e varie attrezzature per lo sport, per renderlo più piacevole e godibile da parte degli abitanti. Un "parco modello" che ospita anche una pista roller che difficilmente si può trovare in un parco del centro città. Questa sinuosa piccola striscia di asfalto colorato tra il verde dei prati - che sicuramente era stata immaginata per lasciar correre liberamente i bambini del quartiere su roller, biciclette… - è teatro di ben altre corse specialmente nelle ore in cui cala il buio. Con gimcane con motorini (e persino auto) alcuni ragazzi e giovani del quartiere si "appropriano" di questo spazio fino a danneggiare le strutture con più o meno piccoli atti vandalici. L'uso improprio di questo prezioso spazio verde (è l'unico fruibile dagli abitanti del quartiere) contribuisce a generare quelle condizioni di degrado ambientale e insicurezza che abbiamo già descritto nella prima parte della Relazione. Il racconto dei Giardini di via Serrati è paradigmatico di quanto si rischierebbe di fare senza tener adeguatamente in conto l'importanza del procedere per passi successivi definendo - insieme agli interventi di riqualificazione edilizia e di adeguamento delle infrastrutture e dei servizi presenti - un'ampia gamma di azioni di natura sociale che vadano a supportare: - la progettazione e realizzazione degli interventi fisici, - l'utilizzo e gestione futura in particolare degli spazi comuni, dei servizi e dei

luoghi collettivi del quartiere. In un documento recente18 a proposito del Contratto di Quartiere per Ponte Lambro si legge quanto segue: "accedere ai finanziamenti previsti dal CdQ permetterebbe di dar corpo al progetto di riqualificazione inaugurato dal Laboratorio di Quartiere di Renzo Piano e di estendere l'intervento architettonico/urbanistico all'intero quartiere. In particolare, sarebbe finalmente possibile mettere in atto opere di manutenzione straordinaria negli edifici di edilizia popolare attualmente in fase di degrado avanzato. Inoltre, il CdQ consentirebbe di dar seguito al programma di sostegno allo sviluppo economico avviato sul territorio e che vede come momento decisivo la creazione di un incubatore di impresa… l'assegnazione di spazi in disuso a nuove attività imprenditoriali… A seguito dell'analisi più approfondita condotta per la stesura della Proposta di Contratto di Quartiere sulle condizioni di degrado e disagio del quartiere, emerge chiaramente come Ponte Lambro molti dei caratteri tipici del "ghetto". In questo contesto, per mettere a punto le azioni di natura sociale, occorre far riferimento in primo luogo alle condizioni di svantaggio sociale di una larga parte della popolazione che oltre a essere disoccupata quasi sempre ha un basso titolo di studi, frequentemente con precedenti con la giustizia, spesso in carico ai servizi sociali, per es. per problemi di tossicodipendenza19. Contemporaneamente occorre tener presente che a Ponte Lambro vivono molti giovani, stranieri e nuclei famigliari -è elevato il numero di bambini- con difficoltà (ma anche con risorse) di ogni natura. Non sono da dimenticare gli anziani che anche se numericamente non particolarmente numerosi (almeno fin quando non saranno aperte le nuove RSA che sono in via di realizzazione)

18 Si tratta di una Relazione (2003) redatta nell'ambito del lavoro del Settore Periferie del Comune di Milano sullo stato d'avanzamento del Progetto di Riqualificazione di Ponte Lambro. 19 A questo proposito, proprio in questi mesi sono stati organizzati sei seminari per la conoscenza e la prevenzione dei comportamenti da dipendenza, rivolti a giovani, genitori, educatori, operatori, organizzati dal Consiglio di Zona 4 (Comm. Servizi Sociali) con il Centro Ambrosiano di Solidarietà.

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costituiscono una parte di popolazione che pone domande e bisogni a cui rispondere. Riesce difficile immaginare di poter riscattare una simile situazione puntando direttamente sulla riqualificazione ambientale e su azioni e politiche volte a creare posti di lavoro. Occorre procedere attraverso azioni che mirino non solo alla riqualificazione delle risorse fisiche del quartiere ma anche di quelle umane, dei singoli e della collettività. Una volta "preparato il terreno" mediante il rafforzamento della stima e della fiducia personale20, la ricostruzione del tessuto delle relazioni sociali e il ripristino delle regole della convivenza civile, sarà possibile avviare azioni di animazione e formazione di tipo economico: per continuare con la metafora agreste a questa seconda fase corrisponderebbe il momento della "semina".21

La sperimentazione di attività di animazione economica si potrà avviare da subito ma occorre definire a quali gruppi di popolazione non necessariamente locale – anzi è da auspicare la partecipazione anche dall'esterno del quartiere – rivolgersi attraverso svariate forme di sostegno, formazione, promozione… ad es. a: - i giovani, - le donne immigrate di religione musulmana, - i commercianti e artigiani esistenti che rischiano di chiudere l'attività Obiettivo Finalità generale delle azioni integrate e coordinate alle problematiche sociali e di bisogno è di:

→ affrontare la diffusa percezione di rischio, inteso da una parte come sentimento di incertezza del futuro a livello personale e dall'altra come senso di insicurezza a livello sociale nel contesto ambientale in cui si vive. Strategie Molte sono le azioni che si potranno progettare e implementare; parole/idee chiave a cui riferirsi sono: accompagnare, sostenere, sviluppare, attivare… Quelle che seguono sono le strategie che stanno alla base delle azioni. Nella tabella in neretto sono definite le strategie di intervento che si prefigurano in riferimento alla situazione di Ponte Lambro.

Supportare… … la voglia di riscatto degli abitanti e le occasioni di responsabilizzazione e protagonismo.

Offrire strumenti… … per contenere i conflitti intergenerazionali. Accompagnare processi…

… di integrazione tra le diverse popolazioni e culture.

Creare opportunità… … a scopo preventivo, in termini di servizi e occasioni di apprendimento, di lavoro e svago in particolare ai soggetti maggiormente esposti al rischio di emarginazione.

20 A Ponte Lambro muove in questa direzione il Progetto Mentore della Società Umanitaria con l'obbiettivo di combattere l'abbandono degli studi, rivolto ai ragazzi in difficoltà, per aiutarli a superare riconoscere e sviluppare le loro capacità… Nello stesso ambito di intervento operano inoltre gli educatori e animatori (Cooperativa Mosaico) del Centro Educativo promosso presso la parrocchia dal Gruppo Vincenziano. 21 Cfr. esperienze di risanamento avviate nel Bronx di NY, riportate in Sclavi M., 2000, La signora va nel Bronx, Le Vespe, Pescara).

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emarginazione.

Contribuire a realizzare situazioni / eventi…

… che possano attrarre persone e iniziative da altre parti della città e dell' hinterland, per superare l'isolamento del quartiere e la stigmatizzazione sociale

Azioni Innanzitutto occorre riconoscere e mappare una miriade di esperienze portate avanti da una pluralità di soggetti del pubblico, del privato e del volontariato, in spazi del quartiere che già oggi costituiscono dei punti di riferimento per la popolazione, che andranno supportate e valorizzate. In particolare occorre far riferimento alle azioni che sono rivolte ai minori, alle famiglie, agli anziani così come agli stranieri… Attraverso percorsi di prevenzione, accoglienza, presa in carico mirano a realizzare progetti specifici e costruire reti di soggetti competenti per affrontare bisogni e domande specifici portati dalle diverse categorie di persone.22 In occasione del Contratto di Quartiere a Ponte Lambro si mette in campo una iniziativa istituzionale già sperimentata con successo in altri quartieri della città: le portinerie sociali e custodi sociali, figure che verranno introdotte presso il Laboratorio di Quartiere in via Ucelli di Nemi e la "casa parcheggio" di via Rilke. Occorrerà promuovere una serie di iniziative che portino la gente a vivere (e rivivere) il quartiere, in particolare nei luoghi collettivi come le piazze, le vie, gli spazi verdi ma anche spazi di ritrovo, di espressione e di relazione che abbiano un carattere "normale" (come bar oppure luoghi dove fare e ascoltare musica, teatro…) che proprio il Contratto di Quartiere contribuisce a riqualificare o realizzare, in particolare il Centro Civico e il Laboratorio di Quartiere. Un esempio di quello che si può promuovere per i ragazzi e i giovani di Ponte Lambro è rappresentato dalla realizzazione di Laboratori teatrali 23 che da un lato consentano di lavorare sui loro problemi e difficoltà espressi in modo ludico, dall'altro a costruire vere opportunità di lavoro a partire dal

22 In particolare sono stati rilevati tra le Istituzioni: CTS (ballo, sport, corsi di lingua inglese e italiana); CAG (attività temporaneamente sospese); Scuole: Nido, Materna, Elementare (collaborazione ai progetti messi in atto dai soggetti locali); Tempo per le Famiglie (sostegno alla genitorialità); Presidio dei vigili di quartiere; Guardie Ecologiche Volontarie. Tra le Cooperative di servizio che sono (o che sono state) attive sul territorio di Ponte Lambro: Gruppo di Volontariato Vincenziano (centro di ascolto, servizio di mediazione familiare, ambulatorio medico, corso di cultura e lingua italiana per stranieri, ecc.); Mosaico (centro educativo di aggregazione giovanile); la Strada (CAG e Comunità per malati terminali di AIDS); Comunità Nuova (Educativa di Strada per i giovani); Diapason (progetti di dopo scuola e sostegno scolastico); Alice (associazione per minori); cooperativa per il reinserimento post detenzione. Tra i Soggetti locali: Forum di Accompagnamento Sociale (luogo della messa in rete dei soggetti attivi in quartiere, in cui sono confluite molte delle persone che animavano il Comitato “Insieme per Ponte Lambro” ); Parrocchia Sacro Cuore (oratorio, società sportiva, attività estive); Centro Oikos della chiesa evangelica (dispensario abiti usati, mensa per i poveri, spazio per gruppi musicali, ostello); Cooperativa di Consumo (luogo di ritrovo per gli anziani, ex sede di una società calcistica…); Nuovo Comitato di Quartiere. Tra le Aziende di servizio pubblico: AMSA (progetto di educazione ambientale). Tra gli Enti / associazioni di rilevanza cittadina: la Società Umanitaria (progetto Mentore per la dispersione scolastica) e Legambiente ("Puliamo il mondo").

23 Proposte più dettagliate di azioni di intervento teatrale a Ponte Lambro sono riportate nell'allegato al Patto Locale Sicurezza.

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riconoscimento delle loro capacità e della domanda nel mercato del lavoro di figure come tecnici e assistenti scenografi. Fino a mettere in scena nei Giardini di via Serrati invece di "gimcane con le motorette" delle rappresentazioni preparate –in stretta in collaborazione con le scuole e coloro che già offrono forme di sostegno scolastico- con i bambini, i ragazzi del quartiere sui loro vissuti e aspettative: … la città è malleabile, è in attesa di un marchio di identità. …In meglio o in peggio, vi invita a rifarla, a confermarla nella forma in cui voi possiate vivere. Anche voi…. (dal pensiero riportato in apertura al paragrafo). Infine azioni di una certa portata - di cui sono delineati i progetti di massima contenuti in allegato alla presente Relazione - sono rappresentati dal Patto Locale Sicurezza e il Piano di Azione per lo sviluppo di iniziative di animazione economica, oltre che dal Piano di Accompagnamento Sociale imprescindibile strumento del Contratto di Quartiere.

a. Patto Locale Sicurezza per Ponte Lambro Il Patto Locale per la Sicurezza rappresenta una sperimentazione complementare e sinergica nella proposta di Contratto di Quartiere. Nel caso di Ponte Lambro rappresenta uno strumento di intervento essenziale per affrontare in modo integrato i problemi legati ai processi di marginalizzazione, stigmatizzazione e più in particolare al senso di insicurezza che connotano il quartiere. In occasione delle attività di ricerca sul campo condotte per l'elaborazione delle proposte di intervento del CdQ, è stata possibile la co-progettazione e definizione del Patto Locale. In particolare attraverso la restituzione di alcuni elementi di conoscenza relativi a: Quartiere – Criticità – Priorità – Risorse – Soggetti. E' prefigurato il programma degli interventi e delle azioni (con alcune note sull'implementazione) in diverse aree di intervento: - Area tecnologica - Area Formazione / Informazione - Area Accoglienza/Ascolto - - Area Integrazione Sociale/Animazione Infine sono contenute alcune indicazioni in merito alle fasi di avvio e attuazione del Patto locale, attraverso l'attivazione di un Tavolo Locale per la Sicurezza Urbana che in stretta relazione con il Gruppo di Coordinamento istituzionale e il Laboratorio di Quartiere attivati nell'ambito del Contratto di Quartiere costituirà la struttura di "regia" delle azioni.

b. Piano di Azione Sviluppo di iniziative di animazione economica per la partecipazione al Bando di Finanziamento legge 266/97

I problemi di disoccupazione che colpiscono una larghissima parte della popolazione di Ponte Lambro e che spesso sono all'origine di una spirale discendente della "povertà strutturale" entro cui è sospinto un numero crescente di persone rendono indispensabile intervenire attraverso iniziative che promuovano forme di inserimento e reinserimento occupazionale. Essendo il quartiere Ponte Lambro inserito all’interno delle aree potenzialmente candidabili alla partecipazione al Bando della Legge 266/ 97,

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una prospettiva di lavoro da sviluppare attraverso l’implementazione del Contratto di Quartiere potrà riguardare l’integrazione tra le risorse sopra indicate e i problemi di disoccupazione e di sviluppo di nuove attività di impresa.

c. Cascina Spazzola: verso la realizzazione di un servizio integrato per l’accoglienza e l’aggregazione24

Questo particolare intervento risponde alla necessità di superare l’isolamento complessivo del quartiere attraverso il potenziamento dell’offerta di servizi di scala urbana. In particolare il progetto prevede il recupero di uno spazio attualmente inutilizzato ed in corso di acquisizione da parte del Comune , la Cascina Spazzola (sita in prossimità dell’area agricola confinante con la Tangenziale Est), e la creazione di un servizio che consenta di portare “nuovi soggetti nel quartiere” integrando una funzione ricettiva ed attività ricreative/culturali. L’idea è quella di attivare, attraverso una partnership che potrebbe coinvolgere l’ISU in quanto soggetto già titolare di una convenzione con il Comune di Milano, un progetto di ostello/pensionato studentesco che rispondendo localmente ad un tipo di domanda di scala urbana in gran parte inevasa in città (quella di strutture utili ad ospitare giovani che transitano) in questo modo attivi un prima traiettoria di movimento dalla città verso Ponte Lambro. Il servizio potrebbe essere rivolto a studenti universitari e giovani temporaneamente presenti in città per quanto riguarda la funzione residenziale, rispondendo in questo modo in misura limitata ma qualitativamente significativa, ad una domanda che nella città di Milano si fa sempre più pressante. L’orientamento progettuale è sostenuto dall’idea che funzione ricettiva/d’accoglienza e funzione aggregativa possano essere reciprocamente sinergiche: si pensi ad esempio al ruolo che potrebbe svolgere l’apertura al piano terra del nuovo ostello di un bar, di una piccola sala musica/discoteca (come avviene in tutti gli ostelli all’estero), e magari di un piccolo spazio per concerti e spettacoli, che possano rappresentare contestualmente un servizio rivolto ai clienti dell’ostello e un’opportunità di incontro, scambio, svago e divertimento per la popolazione più giovane di Ponte Lambro. L’importanza di questo progetto infine risiede oltre che in questi elementi e nella possibilità offerta di ripristinare all’uso un edificio storico del quartiere oggi abbandonato, anche nella possibilità che questo intervento offre di iniziare a riprogettare il confine ovest del quartiere ed il collegamento, per il momento solo ideale, con il progetto Rogoredo-Montecity e dunque con la città, secondo quanto previsto nelle linee di sviluppo strategico (confronta Capitolo 0).

24 Per la cascina è stato indicata una ipotesi di intervento (confronta scheda progetto di massima all’interno dell’allegato 6) che non prevede coperture all’interno del co-finanziamento regionale sui Contratti di Quartiere.

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2.4. Schema di sintesi degli interventi e delle azioni

Assi di intervento Indirizzi Azioni (Progetti) Soggetti

coinvolti

valorizzazione patrimonio

- Manutenzione straordinaria su stabili di v. Ucelli di Nemi 11-36: impianti idrici, tetti, ascensori, corpi scala, infissi, facciate, piano eliminazione barriere architettoniche

- Ristrutturazione edilizia su stabili di via Rilke 6-10: copertura, corpi scala, ascensori, spazi distributivi orizzontali, spazi comuni

- Recupero Edilizio su stabile di via U. di Nemi 58: messa a norma impianti, adeguamento vani interni di servizio, modifica serramenti, giardino, ascensori, coperture e ballatoi, eliminazione barriere architettoniche

Aler Comune

incremento patrimonio

- interventi stabili di via U. di Nemi 11-36 frazionamento di 15/20 alloggi

- interventi su stabile di via U. di Nemi 58 sopraelevazione copertura e creazione 7 alloggi duplex

Aler Comune

sviluppo soluzioni costruttive innovative

- interventi su stabili di via U. di Nemi 11-36 Frazionamento alloggi con pareti attrezzate, domotica per mini alloggi anziani, sistemi di sicurezza controllo cantieri

- interventi su stabile di via U. di Nemi 58 Centrale termica a condensazione, pannelli solari, realizzazione di un prototipo per l’adeguamento funzionale della casa popolare minima senza prevedere mobilità dell’inquilinato

Aler Comune

miglioramento qualità abitativa e insediativa (riqualificazione spazi comuni)

- Via U. di Nemi 11-36 Risistemazione piano pilotis,, modifiche atri ingresso, ampliamento cantine

- Via Rilke 6-10 Recupero portineria, ripristino agibilità cantine, contatori e autorimesse, riorganizzazione spazi comuni al piano terra, creazione isole ecologiche, regolamentazione della sosta

- Via U. di Nemi 58 Recupero giardini pertinenziali e recinzione

Aler Comune

Spazi per attività imprenditoriali e servizi - Laboratorio di Quartiere di via Ucelli di Nemi (Area

Impresa) - incubatore diffuso, laboratori artigianali e biblioteca di quartiere

- micro-intervento in uno spazio pertinenziale di via Rilke 6-10 per attività artigianale

Aler Comune

Riq

ual

ific

azio

ne

pat

rim

on

io E

rp

incremento funzionalità contesto urbano Diversa composizione sociale utenza

- Laboratorio di Quartiere di via Ucelli di Nemi (Area Vita): alloggi protetti per anziani

- Alloggi a canone moderato per studenti e lavoratori Monzino

Aler Comune Monzino

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Do

tazi

on

e in

fras

tru

ttu

re e

ser

vizi

adeguamento/ incremento infrastrutture

Infrastrutture e servizi scala locale: − Riqualificazione mercato comunale realizzazione

di piccole strutture (tettoie, piccoli volumi aggettanti) per creare una maggiore relazione con la piazza e le attività commerciali che vi si affacciano.

− Progetto Piazza - riqualificazione via Parea: ridefinizione della viabilità, ridisegno dei parcheggi, sistemazione illuminazione, nuova pavimentazione, studio percorsi di attraversamento e relazione con il mercato comunale, interventi sui fronti delle attività commerciali prospicienti la piazza per una maggiore riconoscibilità e coerenza

− Realizzazione poliambulatorio medico − riqualificazione via U. di Nemi (viabilità,

illuminazione, parcheggi) Infrastrutture e servizi scala urbana: − manutenzione straordinaria del Centro Civico di

via Parea − Riqualificazione cascina Spazzola con nuova

funzione ricettiva per studenti Realizzazione Laboratorio di Quartiere

Comune Settore strade, Settore

Periferie, Settore Edilizia

Cimiteriale e Mercati ALER

Dott. Giulio Besia,

Parrocchia Sacro Cuore

Piano di Accompagnamento Sociale lavoro su diversi fronti da parte di: - Gruppo integrato di coordinamento - Laboratorio di Quartiere

Comune

Progettazione Partecipata: - una parte del progetto di riqualificazione di via Parea - spazi comuni di pertinenza ERP…

Comune abitanti partecipazione

degli abitanti Gestione diretta abitanti di servizi:

- autogestione dei servizi condominiali - associazioni di cittadini residenti o attivi nel quartiere

per la gestione di servizi (assistenza per anziani, ludoteca, baretto in Centro Civico, manutenzione del verde…)

Comune abitanti

Azioni di servizio alla persona e alla famiglia - portierato sociale - attività di aiuto allo studio e mediazione culturale - sostegno alla genitorialità - progetto per il recupero delle regole della convivenza,

del rispetto dell'ambiente

Comune +

soggetti vari

Azioni per l’occupazione ex lege 266/97 - Incubatore diffuso presso il Laboratorio di quartiere. E'

prevista la creazione di un Tavolo locale per l'implementazione degli interventi 266

Comune +

soggetti vari

Svi

lup

po

so

cial

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ccu

paz

ion

e

sviluppo di servizi di integrazione sociale e occupazionale, Patti Locali Sicurezza

Patto Locale Sicurezza Sono ipotizzate azioni nelle seguenti aree:

- Area tecnologica - Area Formazione / Informazione - Area Accoglienza/Ascolto - Area Integrazione Sociale/Animazione E' prevista la creazione di un Tavolo locale sulla Sicurezza urbana

Comune Settore

Sicurezza +

soggetti vari

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3. Rispondenza delle azioni agli obiettivi

di riqualificazione complessiva del quartiere

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3.1. Rispondenza delle azioni previste ai problemi espressi Le azioni integrate e coordinate che il Contratto intende mettere in campo, andando a "intercettare" la vasta gamma dei problemi presenti a Ponte Lambro, mirano a risolvere in modo definitivo le condizioni di esclusione urbana, ossia di degrado fisico e di disagio sociale che oggi interessano il quartiere. Nella tabella che segue si restituisce un quadro sinottico delle azioni e dei problemi da esse intercettati, rimandando ai paragrafi e/o agli allegati in cui sono forniti gli elementi di informazione relativi. N.B. Le linee orizzontali della griglia in grassetto ripartiscono le azioni nei tre assi di intervento: Riqualificazione patrimonio ERP / Dotazione di infrastrutture e servizi / Sviluppo sociale e incremento dell'occupazione.

Azioni del CdQ § par. /All.

Problemi intercettati

§ par. /All.

Valorizzazione patrimonio ERP - Manutenzione straordinaria su stabili di v.

Ucelli di Nemi 11-36: impianti idrici, tetti, ascensori, corpi scala, infissi, facciate, piano eliminazione barriere architettoniche

- Ristrutturazione edilizia su stabili di via Rilke 6-10: copertura, corpi scala, ascensori, spazi distributivi orizzontali, spazi comuni

- Recupero Edilizio su stabile di via U. di Nemi 58: messa a norma impianti, adeguamento vani interni di servizio, modifica serramenti, giardino, ascensori, coperture e ballatoi, eliminazione barriere architettoniche

2.1.1 degrado edilizio (in particolare degli impianti) inadeguatezza delle parti comuni degli edifici

1.2/C

1.2/C

Incremento patrimonio ERP - interventi stabili di via U. di Nemi 11-36

frazionamento di 15/20 alloggi - interventi su stabile di via U. di Nemi 58

sopraelevazione copertura e creazione 7 alloggi duplex

2.1.1 carenza di alloggi a canone sociale (emergenza a livello cittadino)

Sviluppo soluzioni costruttive innovative - interventi su stabili di via U. di Nemi 11-36

Frazionamento alloggi con pareti attrezzate, domotica per mini alloggi anziani, sistemi di sicurezza controllo cantieri

- interventi su stabile di via U. di Nemi 58 Centrale termica a condensazione, pannelli solari, realizzazione di un prototipo per l’adeguamento funzionale della casa popolare minima senza prevedere mobilità dell’inquilinato

2.1.2 scarsa qualità dell'ERP 1.2/C

Riqualificazione spazi comuni - Via U. di Nemi 11-36 Risistemazione piano

pilotis,, modifiche atri ingresso, ampliamento cantine

- Via Rilke 6-10 Recupero portineria, ripristino agibilità cantine, contatori e autorimesse, riorganizzazione spazi comuni al piano terra, creazione isole ecologiche, regolamentazione della sosta

- Via U. di Nemi 58 Recupero giardini pertinenziali e recinzione

2.1.3 inadeguatezza e degrado degli spazi comuni uso improprio degli spazi comuni

1.2/C

1.2/A/B/C

Page 77: Relazione progetto Ponte Lambro

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Spazi per attività imprenditoriali e servizi

- Laboratorio di Quartiere di via Ucelli di Nemi (Area Impresa) - incubatore diffuso, laboratori artigianali e biblioteca di quartiere

- micro-intervento in uno spazio pertinenziale di via Rilke 6-10 per attività artigianale

2.1.4 debolezza del tessuto produttivo locale carattere monofunzionale del quartiere inadeguatezza dei servizi

1.1.3/B

1.1.1/A 1.2.1/A

1.2/A/B

Diversa composizione sociale utenza - Laboratorio di Quartiere di via Ucelli di

Nemi (Area Vita): alloggi protetti per anziani

Alloggi a canone moderato per studenti e lavoratori Monzino

2.1.4 scarsa risposta al fabbisogno di alloggi protetti per anziani (emergenza a livello cittadino)

Infrastrutture e servizi scala locale: - Riqualificazione mercato comunale

realizzazione di piccole strutture (tettoie, piccoli volumi aggettanti) per creare una maggiore relazione con la piazza…

- riqualificazione via Parea: ridefinizione della viabilità, ridisegno dei parcheggi, sistemazione illuminazione, nuova pavimentazione, studio percorsi di attraversamento (abbattimento barriere architettoniche dell'accesso chiesa)…

- riqualificazione via U. di Nemi (viabilità, percorsi pedonali, illuminazione, parcheggi)

2.2.1

inadeguatezza delle infrastrutture di quartiere degrado dell'ambiente fisico del quartiere scarsità di spazi di aggregazione e di servizio

1.2/A/B

1.1.1

1.2/A/B

1.1.1 1.2/A/B

1.3

Infrastrutture e servizi scala urbana - Manutenzione straordinaria del Centro

Civico di via Parea - Riqualificazione cascina Spazzola con

nuova funzione ricettiva per studenti - Realizzazione Laboratorio di Quartiere

2.2.1 percezione di abbandono pubblico isolamento urbano stigmatizzazione quartiere

1.2./A

1.1.1 1.2/A

1.2/A

Piano di Accompagnamento Sociale lavoro su diversi fronti da parte di: - Gruppo integrato di coordinamento - Laboratorio di Quartiere

2.3.1 2.3.2

diffusa sensazione che i progetti siano calati dall'alto

1.2/A 1.2/B 1.3

Progettazione Partecipata: - una parte del progetto di riqualificazione di

via Parea - spazi comuni di pertinenza ERP…

2.3.1 2.3.2

diffusa sensazione che i progetti siano calati dall'alto

1.2/A 1.2/B 1.3

Gestione diretta abitanti di servizi: - autogestione dei servizi condominiali - associazioni di cittadini residenti o attivi nel

quartiere per la gestione di servizi (assistenza per anziani, ludoteca, baretto in Centro Civico, manutenzione del verde…)

2.3.1 2.3.2

scarsa valorizzazione delle risorse umane esistenti inadeguatezza delle attuali forme di gestione di spazi e servizi collettivi

1.1 1.2 1.3

1.2/A/B

1.3 Azioni di servizio alla persona

- portierato sociale - attività di aiuto allo studio e mediazione

culturale - sostegno alla genitorialità - progetto per il recupero delle regole della

convivenza, del rispetto dell'ambiente

2.3.1 2.3.2

abbandono pubblico conflittualità intergenerazionali uso improprio degli spazi collettivi del quartiere

1.2/A

1.1.3 1.2/A/B

1.1.2/A/B

Azioni per l’occupazione ex lege 266/97 - criticità - risorse - strumenti E' prevista la creazione di un Tavolo locale per l'implementazione degli interventi 266.

2.3.1 2.3.2

elevato tasso di disoccupazione diffuso basso livello di studio condizione di disagio dei giovani

1.1.3 1.2

1.1.3 1.2

1.1.3 1.2

Page 78: Relazione progetto Ponte Lambro

78

scarsa integrazione degli stranieri

1.1.3 1.2

Patto Locale Sicurezza Sono ipotizzate azioni nelle seguenti aree:

- Area tecnologica - Area Formazione / Informazione - Area Accoglienza/Ascolto - Area Integrazione Sociale/Animazione E' prevista la creazione di un Tavolo locale sulla Sicurezza urbana

2.3.2 percezione diffusa di insicurezza nel quartiere conflittualità intergenerazionali scarsa integrazione degli stranieri

1.1.2 1.2

1.1.3 1.2

1.1.3 1.2

3.2. Sviluppo del partenariato tra soggetti pubblici e privati Con riferimento alle seguenti azioni: Creazione di uno spazio pubblico:

- Mercato Comunale - Pavimentazione - Rampa di accesso alla Chiesa

Adeguamento dotazioni infrastrutturali - Progetto Poliambulatorio

Diversificazione utenze e sviluppo della capacità attrattiva sono state siglate una serie di adesioni che attestano l’accordo tra Comune di Milano e soggetti interessati a contribuire, in diverse forme, a prendere parte allo sviluppo di specifiche azioni individuate nel programma di lavoro del Contratto di Quartiere. Con questi soggetti si sono individuate modalità operative e prime linee di intervento a partire dalle quali i soggetti stessi andranno a collaborare per il raggiungimento di precise finalità. - Associazione Commercianti del Mercato Comunale coperto di Ponte Lambro: condivisione delle linee di intervento per la ristrutturazione dello stabile e della conseguente riorganizzazione spaziale e funzionale degli esercizi commerciali; - Dott. Besia Giulio, proprietario dell’area interessata dal Piano Integrato di Intervento “Serrati-Menotti–Parea”: sostegno alla realizzazione della nuova Piazza Parea e all’ambulatorio medico atraverso l’evidenziazione della quota di risorse relativa alle suddette azioni a valere sul capitolo delle risorse addizionali; - Fondazione Centro Cardiologico Monzino: individuazione di spazi abitativi per il collocamento di particolari bisogni intercettati dall’ospedale- medici, infermieri, studenti, famiglie di degenti,…- e disponibilità ad individuare con i proprietari segli spazi sopra indicati modalità appropriate di gestione e/o convenzionamento; - Parrocchia del Sacrocuore: condivisione delle linee di intervento relative alla realizzazione della piazza e supporto attraverso la realizzazione della nuova rampa di accesso che collega la chiesa alla piazza stessa. Le adesioni sono raccolte nell’allegato 4 della documentazione. A fianco delle adesioni è stata sottoscritta dai soggetti locali una dichiarazione di condivisione degli obiettivi e delle finalità esplicitate nel Contratto di Quartiere “Muovere Ponte Lambro” e di interesse a prendere parte, attraverso il piano della partecipazione, alle fasi successive del progetto.

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Il lavoro preliminare che è stato svolto in fase di preparazione della candidatura, essendosi articolato anche a livello locale in forme di primo coinvolgimento dei soggetti presenti nel quartiere, ha consentito di raccogliere la firma di: -Forum di accompagnamento ‘Ponte Lambro’; -Sicet, sindacato inquilini locale; -Chiesa Evangelica ‘Oikos’; -Cooperativa di abitazione ‘Ponte Lambro’; -‘Ciclistica Ponte Lambro’; -Polisportiva pontelambrese; -Gruppi di volontariato Vincenziano; -Cooperativa Sociale ‘Il Mosaico’; -Cooperativa di consumo ‘Ponte Lambro’; -Gruppo di volontariato ‘Tempo per le famiglie’.

Anche le sottoscrizioni sono raccolte nell’allegato 4.

3.3. Capacità della proposta di generare addizionalità di risorse pubbliche e private

Le risorse addizionali che sono state attivate riguardano la partecipazione di un soggetto privato promotore di un Piano Integrato di Intervento adiacente all’ambito di intervento. L’integrazione tra PII e Contratto di Quartiere ha determinato una convergenza di azioni rispetto a: -contributo privato per la realizzazione di una quota della piazza Parea a

scomputo oneri di urbanizzazione; -contributo per la realizzazione di un nuovo servizio di quartiere, nello

specifico un poliambulatorio medico, a titolo di standard qualitativo. Gli elementi che dettagliano e sostanziano l’addizionalità sono riportati nel quadro sintetico dei costi e dei relativi finanziamenti (allegato 7) e nei materiali in appendice agli accordi e alle adesioni (allegato 4).

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Appendice alla relazione programmatica. Materiali di lavoro.

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Proposta di CONTRATTO DI QUARTIERE ii

PONTE LAMBRO - milano

consultazione dei cittadini di ponte lambro

per l'elaborazione della proposta di cdqii

nell'ambito del forum di accompagnamento sociale

FEBBRAIO - MARZO 2004

RAPPORTO A CURA DEL

laboratorio di quartiere

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Il presente documento sintetizza quanto è emerso durante il lavoro svolto attraverso i Tavoli di Consultazione proposti ai cittadini di Ponte Lambro, che si sono tenuti nei giorni 9 – 12 – 16 febbraio 2004 presso il Salone del CTS di via Parea, a cui hanno partecipato numerosi abitanti e soggetti locali. Ogni volta sono stati riproposti gli stessi tre Tavoli tematici: "muoversi a Ponte Lambro", "abitare a Ponte Lambro" e " "stare a Ponte Lambro", in modo da offrire a chiunque avesse una sollecitazione, problema o proposta da portare, la possibilità di intervenire su ogni argomento.

Muoversi a ponte lambro1

Sono qui inclusi tutti quegli interventi infrastrutturali che si riferiscono ai parcheggi, alle strade, alle piazze. Particolare risalto viene riservato a tutti quegli interventi urbanistici che riguardano la possibilità di creare nel quartiere vie di attraversamento interno tra parti del quartiere stesso e di connessione del quartiere con il circostante assetto urbano al fine di favorire la comunicazione e facilitare l’attraversamento.

CONNESSIONI Cornice Con il termine “connessioni” si definiscono tutte quelle soluzioni urbanistiche che permettono di collegare le diverse parti del quartiere e consentono alle persone di raggiungere ed usufruire delle diverse funzioni offerte dal quartiere, senza compiere lunghi percorsi. Il quartiere Ponte Lambro ha la caratteristica di essere stato costruito lungo tre direttrici principali poco collegate tra loro (via Ucelli di Nemi, via degli Umiliati, via Camaldoli). In automobile, per collegarsi da una via all’altra, è quindi necessario percorrere l’intera via fino in fondo; anche per chi si sposta a piedi esiste solo un passaggio tra via Ucelli di Nemi e via degli Umiliati ed un altro tra via degli Umiliati e via Camaldoli. In questo modo la mobilità, soprattutto per i soggetti più deboli (anziani, disabili, bambini, invalidi, ecc..), viene limitata o addirittura impedita. Questa situazione ha anche ostacolato la comunicazione tra la parte storica del quartiere e la parte nuova, costituita soprattutto di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica¸ costruita a partire dalla seconda metà degli anni ’70. Proposta dei tecnici La necessità per il quartiere di connettersi e di essere attraversato è importante per dare la possibilità alle persone di fruire delle funzioni che Ponte Lambro offre ai cittadini e di frequentare e vivere i luoghi dl quartiere. L’obiettivo è trovare con i cittadini alcune possibili connessioni e valutare con loro vantaggi e svantaggi di futuri interventi. Contributi dei cittadini Esisteva un vecchi piano di recupero per Ponte Lambro che prevedeva una serie di collegamenti tra via degli Umiliati e via Ucelli di Nemi. Nel corso del tempo costruzioni abusive hanno occupato queste aree sottoposte a vincolo. Il compito è molto difficile ed è possibile solo se si avvieranno delle trattative con i proprietari. CONNESSIONI via degli Umiliati/via Ucelli di Nemi

1 Gli argomenti emersi in questo Tavolo tematico sono stati considerati nell'elaborazione delle proposte di azione relative all'asse che nelle strategie di intervento del CdQ è stato definito "attrezzare Ponte lambro".

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§ Aprire passaggio pedonale tra il parcheggio e la ex Olivetti § Migliorare il passaggio del signor Bognardi § Tra il civico 11 e il civico 7 di via Ucelli di Nemi ci sarebbe la possibilità di un passaggio ma la recinzione della proprietà del civico 7 è stata costruita oltre il confine impedendo il collegamento § Invertire il senso unico di via Montecassino (da via Parea a via Umiliati) § Il vecchio piano di recupero prevedeva un passaggio in corrispondenza del civico 34 di via degli Umiliati che sbucava all’altezza del n°33 di via Ucelli di Nemi, dove adesso c’è quella costruzione incompiuta CONNESSIONI alla via dell’aula bunker § Strada dell’aula bunker che prosegue verso la strada Paullese (fino al fast food) § Collegare via Serrati alla strada dell’aula bunker § La strada dell’aula bunker eviterebbe il traffico nell’area della clinica CONNESSIONI via Umiliati via Camaldoli § Aprire lo spazio dove è situata la falegnameria, è necessario espropriare del terreno § Tra il 12 e la proprietà Celasco si può allargare il passaggio § In via Umiliati 17 c’è una proprietà privata

PARCHEGGI

Cornice Anche se Ponte Lambro non soffre in modo così marcato della mancanza di parcheggi, i cittadini temono che la nuova edificazione del quartiere possa portare in un prossimo futuro ad una carenza di posti auto. La cooperativa edificatrice di Ponte Lambro, qualche anno fa, aveva in progetto di costruire dei box sotterranei in via Serrati, ma pare che il tutto si sia fermato. Il P.I.I. Parea-Menotti ed il progetto Laboratorio di Quartiere di Renzo Piano sottrarranno posti auto in via Parea ed in via Ucelli di Nemi che, se sommati alla endemica carenza di posti auto patita dal centro cardiologico “Monzino” e all’avvento di nuove costruzioni previste nel quartiere, non è difficile comprendere le ragioni di questa preoccupazione. Nei sopralluoghi effettuati dai tecnici incaricati dal Comune, viene rilevato soprattutto un sotto-utilizzo di alcuni parcheggi (per problemi di sicurezza) e un cattivo utilizzo dei parcheggi che spesso non sono delimitati da una segnaletica orizzontale. Proposta dei tecnici I parcheggi potrebbero, se usati appropriatamente, essere sufficienti. E’ necessario comprendere con i cittadini come ottimizzare e regolamentare l’offerta attuale e valutare l’effettiva necessità e fattibilità di nuovi posti auto. Contributi dei cittadini E’ un tema che preoccupa molto i cittadini e potrebbe interessare qualche operatore privato. PARCHEGGI lungo via Ucelli di Nemi § Sagomare il marciapiede sul lato dei numeri civici pari per creare parcheggi lungo la via § I parcheggi nelle pertinenze nel retro delle case Aler vanno regolamentati PARCHEGGIO via Ucelli di Nemi 3 § Installare telecamere nel parcheggio § Il passaggio ex Olivetti consentirebbe, anche a chi abita in via degli Umiliati, di utilizzare il parcheggio PARCHEGGI via Serrati § Installare telecamere nel parcheggio di via Serrati per motivi di sicurezza

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§ Capire se si può modificare la destinazione d’uso del parcheggio, poiché adesso è inutilizzato, per valutare la possibilità di spostare qui il mercato comunale § Considerare l’area dietro le case di via Serrati (verso la strada dell’aula bunker) come possibile futuro parcheggio § Impossessarsi di questo luogo ora terra esclusiva di chi delinque PARCHEGGI via Camaldoli § Regolamentare i parcheggi auto in fondo alla via PARCHEGGI via Montecassino § Le case comunali del cosiddetto “quadrilatero” hanno un parcheggio sotterraneo che non è utilizzato a causa dei frequenti allagamenti

PIAZZA Cornice Nel quartiere non esiste una piazza dove la gente può sostare e passeggiare. Il centro del quartiere è costituito dalla zona del mercato e del CTS che è poco utilizzato dalle persone, sia per sostare che per transitare. Il passaggio delle auto a velocità sostenuta, spesso rappresenta un pericolo per il pedone che la attraversa. Nell’attuale “piazza” sono presenti inoltre barriere architettoniche che rendono in parte inutilizzabili alcuni accessi al sagrato della Chiesa, al mercato comunale e al CTS. Proposta dei tecnici La proposta che è stata fatta dall’équipe di progetto è quella di pensare ad una possibile piazza da ricavare nel largo di via Parea antistante il CTS, il mercato comunale, l’ufficio postale e la Chiesa. Questo potrebbe diventare il centro civico del quartiere che ospiterebbe una piazza sulla quale si affacciano edifici ed uffici di pubblica utilità. Pensare di introdurre funzioni diverse per fare stare la gente in piazza. Portare il livello della strada a livello del marciapiede, cambiando la pavimentazione. Regolamentare lo spazio dietro il mercato e adibire a parcheggio e ad area di carico/scarico merci. Contributi dei cittadini L’idea della piazza piace molto ai residenti.

4. PIAZZA

§ Attenzione ai parcheggi! § Creare dei rallentamenti § Aprire l’area CIMEP, dove ora c’è un meccanico, per creare un passaggio da via Vittorini a via Montecassino § Abbattere le barriere architettoniche della Chiesa e del mercato comunale § Spostare il mercato nel parcheggio tra via Serrati e via Ucelli di Nemi per creare una piazza vera § Riqualificare l’area dietro il mercato comunale utilizzata oggi come parcheggio selvaggio riservandola a carico/scarico merci § Realizzare una fontana utilizzando l’acqua di falda § Realizzare un’area pedonale e di sosta nella piazza con panchine ed alberi § Spostare l’edicola nella piazza

PISTE CICLABILI Cornice Grazie alla sua posizione decentrata, il quartiere di Ponte Lambro offre la possibilità di collegarsi con il sistema dei parchi del sud-est Milano compresi nella zona tra tra Linate, Peschiera, San Donato fino al parco Forlanini.

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Al momento esiste una pista ciclabile che da San Donato arriva fino a via Camaldoli ed un altro tratto che dal ponte sul fiume Lambro arriva fino al sottopasso della tangenziale costeggiando via Vittorini. Gli abitanti hanno più volte segnalato l’utilità di collegare Ponte Lambro alla Cascina Monluè costeggiando il fiume Lambro. A causa di una deregolamentazione e incuria della via Vittorini, la pista ciclabile attuale diventa parcheggio per le auto di coloro che frequentano bar, negozi, trattorie ed edicola distribuiti lungo la via. Proposta dei tecnici Pensare insieme ai cittadini a dei possibili percorsi ciclabili. Contributi dei cittadini I cittadini vedono molto di buon occhio il potenziamento delle piste ciclabili e molti sognano una Ponte Lambro collegata via bici ai paesi vicini. Ponte Lambro potrebbe fare diventare una risorsa la sua lontananza dal centro della città.

5. PISTE CICLABILI

§ In via Camaldoli continuare da via Rilke fino in via Vittorini § Intervenire nel tratto di ciclabile di via Vittorini § Costeggiando il fiume Lambro si potrebbe arrivare fino a Cascina Monluè e al parco Forlanini creando un interessante percorso ciclabile § Collegare la pista ciclabile di via Vittorini con quella che arriva da Linate

ILLUMINAZIONE

Cornice: Nella riqualificazione di un quartiere riveste una particolare importanza l’aspetto dell’illuminazione poiché aumenta il senso di sicurezza dei cittadini, e facilita in tal modo la circolazione e la sosta delle persone anche nelle ore serali. Una buona illuminazione consente quindi di utilizzare meglio e più a lungo gli spazi offerti dal quartiere anche perché, oltre al valore funzionale si aggiunge il valore estetico dell’intervento. Proposta dei tecnici: Poiché non ci sono delle proposte, l’obiettivo è quello di raccogliere indicazioni e suggerimenti per realizzare un piano dell’illuminazione. Contributi dei cittadini: L’illuminazione è vista come fattore per aumentare il senso di sicurezza e per evitare che vengano abbandonati abusivamente rifiuti solidi urbani ed ingombranti.

6. ILLUMINAZIONE

§ Aumentare l’illuminazione nei retri di via Ucelli di Nemi § Illuminare via Camaldoli per evitare che vengano scaricati rifiuti § Illuminare il futuro passaggio pedonale tra il parcheggio di via Ucelli di Nemi 3 e l’ex Olivetti § Illuminare il passaggio del signor Bognardi

abitare a ponte lambro2 Sono presenti in questa categoria tutti gli interventi da realizzare sul patrimonio di

edilizia residenziale pubblica del quartiere che in parte è di proprietà dell’ALER (Ucelli di Nemi dal n°11 al n°36, Serrati tra il n°7 e il n°29) ed in parte di

2 Il tema corrisponde nella Relazione programmatica al principale asse strategico degli interventi del CdQII.

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proprietà comunale (via Rilke n°6 e n°10, via Ucelli di Nemi n°58, via Vittorini n°26).

via Ucelli di Nemi dal n°11 al n°36

Cornice E’ l’insediamento abitativo più consistente e più impattante del quartiere. Due

stecche di 250 metri circa, ubicate l’una di fronte all’altra e poste a guardia di un tratto di strada d’accesso al quartiere.

Da sempre è visto dagli abitanti, e anche dall’esterno, come il simbolo di un passato che ha portato Ponte Lambro alla ribalta delle cronache per il verificarsi di diverse situazioni di illegalità legate soprattutto allo spaccio e al consumo di

stupefacenti che, unite alla concentrazione nel quartiere di diversi casi sociali, ha trasformato questo insediamento in un ghetto da tutti conosciuto come “le case bianche”. In questo clima, anche le molte persone per bene che qui abitano, non hanno potuto investire nella cura degli spazi comuni, utilizzati molto spesso come “riparo” per attività illegali. Col tempo, la morosità degli inquilini, le occupazioni

abusive e/o senza titolo, i vandalismi, le minacce e le ritorsioni, hanno contribuito a demotivare ulteriormente gli inquilini.

Proposta dei tecnici Un intervento di risanamento manutentivo che intervenga sugli impianti, sulle parti comuni e sulle pertinenze. Pensare con gli inquilini ad un nuovo piano del colore in modo che ogni scala (o ogni due) sia contraddistinta da un colore differente sia esternamente che internamente. Contributi dei cittadini Lo stato degli edifici preoccupa molto i residenti che spesso convivono con situazioni di pericolo dovute all’insicurezza degli impianti e ai frequenti guasti che si verificano. La manutenzione raramente è tempestiva, al disagio si aggiunge la rassegnazione degli inquilini che ormai fanno fatica a credere che qualcosa possa cambiare. Il colore bianco delle case costituisce uno stigma per queste persone che sono da tutti identificate come le “case bianche” annullando in questo modo tutte le differenze tra chi all’interno di questo insediamento vive.

7. VIA UCELLI DI NEMI DAL N°11 AL N°36

§ Mettere a norma gli impianti elettrici § Chiusura del piano pilotis per corpi scala § Fare la raccolta differenziata dei rifiuti § Regolamentare la raccolta dei rifiuti § Non adibire uno spazio per la raccolta dei rifiuti ingombranti § Segnare i posti auto § Ogni civico con un ingresso ed un giardino privati § Il piano pilotis lungo non ha nessuna funzione § Sistemare le canne fumarie § E’ necessario prevedere un comitato di controllo dei lavori attraverso la costituzione di un gruppo di “capi-scala” § Deblattizzazione

VIA Serrati n°7 n°29 Cornice Sono edifici del tutto simili ai precedenti per struttura e taglio degli alloggi, essi formano però un insediamento più piccolo e situato in una posizione più decentrata, verso il margine ovest del quartiere.

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Aler è proprietaria di circa metà del patrimonio edilizio delle case di via Serrati che vedono anche la presenza di appartamenti di proprietà degli inquilini. La composizione e la dimensione dell’insediamento di via Serrati hanno contribuito a creare le condizioni affinché gli spazi siano delimitati e curati, non vengono denunciati gravi problemi degli edifici e crea, invece, molti problemi la questione dei posti auto che sono insufficienti. Proposta dei tecnici Essendo questi stabili simili a quelli di via Ucelli di Nemi 11-36, anche l’intervento manutentivo ricalcherà quello precedente, anche se sarà meno consistente. Particolare attenzione verrà posta in questo caso, per delimitare i posti auto nelle pertinenze degli edifici con la sostituzione del pavimento stradale. Contributi dei cittadini Il parcheggio tra le case di via Serrati è una giungla di auto fino in terza fila, i cittadini sono soprattutto esasperati da questa situazione.

8. VIA SERRATI N°7 N°29

§ Segnare i posti auto § Dai rubinetti arriva poca acqua § Intervenire nelle perdite dagli impianti idrici § I serramenti interni ed esterni spesso non chiudono § Controllare le infiltrazioni

via Ucelli di Nemi n°58 Cornice Un edificio isolato nel quale vivono 35 famiglie. E’ considerato un luogo irraggiungibile. Sono presenti diversi problemi di funzionalità dell’edificio e di adeguatezza delle dotazioni. Le parti comuni versano in condizioni di incuria e degrado che, sommati ai danni strutturali dell’edificio abbassano il livello della qualità abitativa degli inquilini. Proposta dei tecnici Anche se una prima valutazione potrebbe consigliare un intervento di demolizione e ricostruzione, si preferisce, dopo un’accurata analisi, optare per un intervento di risanamento manutentivo realizzando opere atte a migliorare la funzionalità dell’edificio. Rifacimento dei tetti con la creazione all’ultimo piano di alloggi duplex, allargamento dei balconi sia sulla facciata che sul retro, sistemazione dell’ascensore e delle scale, Contributi dei cittadini In questo edificio esistono situazioni abitative precarie, al limite della sostenibilità. Chi abita qui si sente abbandonato e non investe nel luogo in cui abita. La partecipazione e l’interesse delle persone non è stato neppure risvegliato dalla possibilità che vengano eseguiti dei lavori di manutenzione.

9. VIA UCELLI DI NEMI N°58

§ E’ un edificio brutto § Non è un posto raggiungibile § Rendere i giardini fruibili § Sistemare la recinzione sul retro della casa § Infiltrazioni di acqua dal tetto

via Rilke n°6 e n°10 Cornice Questo edificio nasce come casa parcheggio del Comune di Milano avrebbe dovuto ospitare temporaneamente le famiglie che venivano spostate dal loro

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alloggio, per poi ritornarci a lavori di ristrutturazione ultimati. Nel tempo si è trasformata da casa parcheggio in residenza più o meno permanente. Nell’edificio risiedono anche alcuni agenti delle forze dell’ordine prima di trovare una più stabile sistemazione. Non più di una decina di anni fa lo stabile è stato oggetto di lavori di manutenzione ma oggi si presenta in uno stato di degrado evidente soprattutto nell’uso e nella cura degli spazi comuni. Nello stabile in questione ci sono problemi nei garage e nelle cantine impropriamente utilizzati come depositi di masserizie varie. Tempo fa viveva e lavorava in via Rilke 6, un custode che era una garanzia per mantenere un aspetto decoroso dei spazi comuni. Proposta dei tecnici Vista la situazione sociale che caratterizza questo insediamento, la proposta dei tecnici è quella di realizzare sulle strutture un intervento soft mirato a risolvere i problemi nelle parti comuni e nelle pertinenze, accompagnato da un forte intervento sociale di mediazione culturale e di attivazione della comunità residente. Contributi dei cittadini Negli anni passati, un gruppetto di inquilini, ha cercato di prendersi cura delle condizioni dell’edificio, segnalando all’Aler le disfunzioni ed i problemi che si verificavano. In questo stabile c’è un frequente turn-over di inquilini che favorisce il disinteresse delle persone verso il luogo in cui abitano. E’ anche presente in modo massiccio il fenomeno dell’abusivismo, che preoccupa molto i residenti.

10. VIA RILKE N°6 E N°10

§ Canne fumarie non a norma § Infiltrazioni dai tetti § Assegnazione e segnalazione dei posti auto § Ripristinare il cancello di entrata nei box da via Ucelli di Nemi § Manutenzioni ascensori § Regolamentare locali per la raccolta dei rifiuti § Intervenire nei corridoi § Manutenzione citofoni § Manutenzione caselle § Sistemare cantine § Illuminare ingressi § Cortocircuiti fanno saltare le luci dell’edificio § Verificare gli allacciamenti elettrici degli inquilini abusivi sulle parti comuni

via Vittorini n°26 Cornice Questi alloggi sono ubicati in una zone di passaggio del quartiere e non presentano problemi strutturali e sociali evidenti. Nel cortile di questo edificio, conosciuto come “quadrilatero”, è presente un campo da basket/pallavolo in asfalto praticamente inutilizzato essendo chiuso da una cancellata in ferro. Proposta dei tecnici Inizialmente il cosiddetto quadrilatero non è stato compreso nell’ambito di intervento del Contratto di Quartiere poiché non presenta particolari criticità né di ordine edilizio né di carattere sociale. Si decide quindi di raccogliere suggerimenti dagli abitanti anche a riguardo di questo edificio, sul quale verrà valutata la fattibilità e la possibilità di intervenire. Purtroppo lo strumento del Contratto di quartiere non consente di finanziare tutti gli interventi data la presenza di vincoli molto precisi nel bando. Contributi dei cittadini

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Emerge durante la fase di consultazione un’impossibilità da parte dei residenti di utilizzare appieno il parcheggio sotterraneo poiché spesso subisce degli allagamenti a causa dell’innalzamento della falda acquifera.

11. VIA VITTORINI N°26

§ Intervenire nelle cantine e nei box che si allagano in concomitanza di piogge abbondanti § Assegnare posti auto nei box § Ci sono parcheggiate auto “abusive” § Sistemare cantine “scassate” § Masserizie nelle cantine § Regolamentare gli impianti elettrici poiché vengono manomessi § Controllare le canne fumarie che sono otturate § Tinteggiatura facciate § Sistemare gli ascensori § Sistemare il giardino sporco e non utilizzato

stare a ponte lambro3

Questa categoria comprende gli interventi da eseguire sulle dotazioni strutturali del quartiere all’interno delle quali sono ubicati servizi ed attività per il pubblico,

che vanno dai servizi alla persona agli spazi per attività culturali, ricreative e sportive. Sono stati individuati degli edifici che rivestono una valenza di pubblica

utilità sui quali intervenire con delle migliorie o con delle vere e proprie trasformazioni d’uso.

CENTRO TERRITORIALE SOCIALE

Cornice E’ il luogo istituzionalmente deputato ad ospitare ed organizzare attività ricreative e culturali per le persone che vivono nel quartiere. Negli ultimi anni ha attraversato periodi difficili a causa dei frequenti atti vandali ci di cui era oggetto da parte di un gruppo di adolescenti del quartiere. Il CTS, infatti, condivide la struttura con il CAG e questa vicinanza ha compromesso anche il regolare svolgimento delle attività degli adulti. Queste continue chiusure hanno allontanato le persone che, dopo il verificarsi di alcuni episodi di aggressione, temono per la propria incolumità. E’ percepito quindi come un luogo poco fruibile da chi frequenta il quartiere. Proposta dei tecnici Si prevede di realizzare un intervento di manutenzione e di adeguamento degli spazi che ormai non rispondono alle reali esigenze degli abitanti. Nello stesso edificio coesistono servizi anche molto differenti come il CTS, l’ufficio postale, il CAG e il presidio dei vigili che non facilitano la gestione. Ripensare al CTS per riorganizzarlo in spazi funzionali al tipo di utilizzo e al tipo di proposta che si vorrà portare avanti, è l’obiettivo che si vuole raggiungere con i cittadini in questa consultazione. Contributi dei cittadini Il CTS dovrebbe essere, secondo i cittadini, il luogo della socialità del quartiere. La struttura è sempre chiusa e questo non fa del CTS un punto di riferimento. C.T.S. § La struttura deve essere utilizzabile da tutti i richiedenti

3 Le sollecitazioni intorno a questo tema sono state considerate nell'elaborazione delle proposte di azione relative agli assi strategici "attrezzare Ponte Lambro " e "vivere a Ponte Lambro".

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§ Attivare gruppi di donne § Pensare ad una struttura a settori autonomi con ingressi separati in modo da poterne utilizzare anche solo una parte § Alternanza dell’utenza § E’ necessaria una presenza costante § Salone al piano terra a norma per cinema/teatro § Ristrutturare le cantine per utilizzare gli spazi al seminterrato § Trovare uno spazio per l’attività di consulenza dei sindacati § Il CAMD potrebbe mettere a disposizione un avvocato § Deve essere possibile usare il c.t.s. anche senza la presenza del custode § Dialogare con il Consiglio di Zona 4 per la gestione degli spazi fin da subito

CASCINA SPAZZÒLA Cornice E’ un ex risificio che da anni non è utilizzato. Sembra che su questa struttura esisteva un progetto per realizzare una comunità per minori da parte di una cooperativa locale. Proposta dei tecnici Trasformare la Cascina in un ostello per i giovani in modo da rivitalizzare il quartiere con una presenza giovanile “attiva”. La creazione di un ostello risponde ad una forte domanda di posti letto a prezzi contenuti che esiste in città, anche alla luce del fatto che a Milano esiste un solo ostello in piazzale QT8. E’ necessario pensare non solo alla creazione di nuovi posti letto ma anche ad un’offerta di servizi che possa far rimanere i giovani in quartiere, non solo per dormire. Il Laboratorio di Quartiere che verrà costruito a Ponte Lambro, con le sue dotazioni innovative, potrebbe soddisfare queste nuove esigenze. Contributi dei cittadini

I cittadini osservano che la realizzazione del progetto Montecity-Rogoredo, porterebbe i giovani a frequentare questo i servizi offerti da questo nuovo

insediamento come il cinema multisala e il centro commerciale e non a rimanere a Ponte Lambro.

CASCINA SPAZZÒLA § Troppo decentrato come ostello rispetto alla città § Sono necessari molti posti letto perché possa funzionare § C’è il rischio che vengano giovani che “scassano” § Fare un centro di aiuto e sostegno all’handicap § Fare dell’edificio un centro giovani con strutture esterne in un luogo dove non si arreca disturbo § Fare un centro sportivo polifunzionale con aree aperte verso l’esterno per evitare rumori

CENTRO SPORTIVO Cornice

I cittadini di Ponte Lambro da circa un ventennio cercano di fare pressione a diversi livelli affinché si possa realizzare un centro sportivo soprattutto dedicato ai ragazzi che spesso hanno avuto solo la strada come punto di riferimento e di vita. Esiste in quartiere una società sportiva denominata “Valentia” che tempo fa si era candidata a gestire e organizzare le attività calcistiche per i giovani del quartiere. Proposta dei tecnici Valutare con i cittadini la possibile ubicazione di un centro sportivo per il quartiere

alla luce delle trasformazioni in atto e dei vincoli urbanistici esistenti. CONTRIBUTI DEI CITTADINI CENTRO SPORTIVO

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§ Non va bene lungo il Lambro perché non si possono costriure strutture § Si può fare nell’area verso la tangenziale § E’ opportuno contrattare con il proprietario della cascina (sig. Arioli) § Ridare vita al Valentia Calcio § Verificare la possibilità di accedere a finanziamenti regionali e/o provinciali per la realizzazione di campi sportivi

AREA LUNGO IL LAMBRO

Cornice L’area che costeggia il fiume Lambro è occupata abusivamente da costruzioni che

fungono da deposito di merci varie. Oltre alle merci depositate, in quest’area vengono abbandonati diversi tipi di rifiuti che rendono tutta l’area impraticabile. I cittadini che abitano nelle vicinanze hanno più volte segnalato questa situazione

di incuria e di degrado in cui versano le sponde del Lambro in questa zona. Proposta dei tecnici Pensare ad un possibile risanamento dell’area in oggetto introducendo funzioni che mirino a fare girare e sostare delle persone. Un campo da bocce, un’area

attrezzata per i cani, un’area verde, sono alcune delle possibili funzioni che qui si potrebbero introdurre.

Contributi dei cittadini AREA LUNGO IL LAMBRO § Realizzare un campo da bocce solo se sui riqualifica l’area e la si rende frequentabile attraverso la costruzione di un chiosco, un’area per cani, una pista ciclabile, ecc… § Prolungare la pista ciclabile da via Rilke collegandosi alla pista ciclabile di via Vittorini e prolungarla fino a viale Forlanini e creando così un percorso verde § Realizzare un’area botanica per le scuole vicino agli orti urbani § Realizzare una tensostruttura o un’area aperta da adibire a feste e spettacoli § Attivare un gruppo di bocciatori che si faccia carico del campo § Non lasciare il campo in un luogo isolato § Fare in modo di ombreggiare il campo § Il campo da bocce vicino agli orti § Creare dei nuovi posti auto ampliando il parcheggio § Area pic-nic § Illuminazione dove si abbandonano masserizie

ORTI URBANI

Cornice La realizzazione di orti urbani è un’esigenza che è emersa già negli incontri del

Tavolo di Consultazione nell’inverno 2001/2002. Allora era stata valutata la possibilità di realizzare degli orti sull’area adiacente al fiume Lambro ma, per

problemi di fattibilità, era stata abbandonata. Questa scelta ha creato un po’ di malcontento tra i molti abitanti, soprattutto anziani, che speravano nella

realizzazione di questo progetto. Proposta dei tecnici

Poiché in quartiere sono cambiate alcune condizioni ed esistono dei bandi che finanziano la realizzazione di orti urbani, con i cittadini si vuole valutare una

possibile ubicazione ed una possibile gestione futura. Contributi dei cittadini

ORTI URBANI § Ci sono molti aspiranti ortisti § Appoggiarsi alla cooperativa di consumo § Vicino agli orti assegnare delle aiuole ai bambini delle scuole

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LABORATORIO DI QUARTIERE

Cornice Il Laboratorio di Quartiere è l’intervento che ha cominciato il processo di trasformazione del quartiere. La scommessa di introdurre funzioni diverse

all’interno di un insediamento popolare è stata fatta nel 2000 dall’Amministrazione Comunale conferendo l’incarico a Renzo Piano di realizzare un Laboratorio di Quartiere. Al momento attuale si sta completando, non senza

disagi, la mobilità delle 40 famiglie che abitano la superficie che ospiterà il Laboratorio. Il primo lotto dei lavori comincerà probabilmente entro l’estate di

questo anno con la realizzazione di alloggi protetti per anziani. Questo è stato un intervento criticato da più parti poiché esso non era in grado di rispondere ai

bisogni di chi abita a Ponte Lambro. La prospettiva del Contratto di Quartiere ha consentito alle persone di guardare al Laboratorio di Quartiere come ad un

progetto integrato con una serie di interventi di rigenerazione urbana che hanno avuto l’effetto di rivalutare questo intervento scoprendone le potenzialità.

Proposta dei tecnici Inserire nel laboratorio degli alloggi per gli infermieri che lavoreranno nel

Cardiologico Monzino e nella futura residenza per anziani. Per generare scambio tra i giovani che risiederanno nella Cascina Spazzòla ed il quartiere valutare la possibilità di inserire funzioni quali una biblioteca con servizi avanzati, adatti ad

un pubblico giovane. CONTRIBUTI DEI CITTADINI Il Laboratorio di Quartiere è stato oggetto nei mesi scorsi di un lavoro di analisi

da parte del Forum di Ponte Lambro che ha prodotto e condiviso delle osservazioni, inviate poi all’Assessore, ai progettisti ed al Dirigente del settore periferie. Poiché il Laboratorio di Quartiere dovrebbe avere già la copertura

finanziaria per la sua realizzazione, si chiede all’Amministrazione Comunale di investire su Ponte Lambro i soldi che risparmierà grazie al co-finanziamento

regionale. LABORATORIO DI QUARTIERE § Valutare la possibilità di inserire l’Ufficio Postale § Inserire nel laboratorio una biblioteca/mediateca § *prevedere la possibilità di convertire gli spazi destinati ad incubatore di impresa (quelli situati al piano terra e al primo piano) ad altro uso senza alcun tipo di vincolo in quota parte o totale § *prevedere la modularità degli alloggi nella ristrutturazione dei piani terzo o quarto in modo da poter essere facilmente adattati nel caso in cui, un domani, cambino le esigenze abitative § *anziché destinare anche il quinto piano ad uffici, potrebbero essere inseriti servizi alle persone quali un centro ricreativo per anziani, il tempo per le famiglie e una banca del tempo che potrebbero essere co-gestiti stimolando la partecipazione ed il coinvolgimento dei residenti § *ci sembra infatti eccessivamente oneroso mantenere ad esempio una coltura di piante idroponiche sul tetto, curare i giardini pensili e garantire il funzionamento ed il decoro degli ascensori esterni e delle passerelle *osservazioni al Laboratorio di Quartiere prodotte dal Forum di Accompagnamento Sociale di Ponte Lambro

MERCATO COMUNALE Cornice

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Il mercato comunale riveste un ruolo importante nella vita delle persone che qui abitano. Vengono spesso segnalati i prezzi elevati del mercato comunale che

difficilmente è il negozio dove la maggioranza dei residenti fa tutta la spesa, esso è particolarmente importante, però per gli anziani e per chi ha difficoltà negli

spostamenti. Proposta dei tecnici Il mercato comunale, che dovrebbe sorgere al centro della futura piazza, è un edificio chiuso, senza vetrine. La realizzazione di vetrine lungo il lato del mercato aperto sulla piazza, renderebbe più gradevole questa struttura che, introducendo un elemento di trasparenza alleggerirebbe anche l’impatto visivo. Contributi dei cittadini MERCATO COMUNALE § Ricostruire il mercato comunale in modo “rovesciato” rispetto ad ora, in modo da creare una “L” aperta sulla piazza § Inserire l’ufficio postale nella struttura del mercato comunale § Pannelli solari sul tetto