relazione fitodepurazione standard

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ambiente srl ● Ambiente Ricerca Tecnologia ● via Costituzione, 25 42015 Correggio (RE) ITALY – Tel +39.522.691420 Fax 1782737322 www.artecambiente.it www.fitodepurazione.net [email protected] LA FITODEPURAZIONE UNA SCELTA NATURALE I processi di depurazione naturale delle acque sono realizzati da un insieme di reazioni chimico-fisiche e biologiche svolte dai microrganismi e dalla vegetazione nei confronti degli inquinanti presenti nelle acque (scarichi antropici, fiumi, canali, …): questi processi sono riassunti con il termine di FITODEPURAZIONE. Gli impianti di fitodepurazione possono essere progettati per depurare il refluo in uscita da una piccola unità abitativa, ma sono adatti anche in caso di ristrutturazioni di edifici storico rurali come i rustici di campagna, di gruppi di abitazioni isolate o di piccoli borghi collinari mal serviti o per nulla dalla rete fognaria. La recente normativa (sia del 1999 che più recente del 2006), sia comunitaria che nazionale italiana, ha ribadito l’importanza dell’utilizzo di tecnologie ecocompatibili, arrivando ad auspicare, per il trattamento dei reflui in uscita da piccoli insediamenti abitativi (parliamo quindi di un numero di abitanti equivalenti inferiore a 2000), il ricorso a tecniche di depurazione a basso impatto ambientale, quali la fitodepurazione e il lagunaggio. L’applicazione della fitodepurazione per il trattamento dei reflui civili ha le seguenti caratteristiche generali: - semplicità di realizzazione - bassa tecnologia impiantistica - bassa/nulla richiesta energetica di funzionamento - limitata ed economica attività di gestione e manutenzione nel corso dell’anno - assenza di odori nocivi e di insetti molesti - limitato impatto ambientale e visivo delle vasche vegetate - funzionalità durante tutto l’anno - funzionalità anche in ambiente collinare e montano - possibilità di fruizione pubblica delle aree limitrofe alle vasche di depurazione - possibilità di recuperare le acque di scarico per il riuso in irrigazione - sopporta carichi idraulici discontinui e nutrienti differenti La fitodepurazione quindi è un sistema perfettamente integrato ed ecocompatibile per lo smaltimento dei reflui civili. Rappresenta la soluzione ottimale in tutte quelle situazioni in cui un normale allacciamento alla rete fognaria è difficoltoso o impossibile. Quando adeguatamente progettato e dimensionato funziona senza interruzioni e senza problemi di sorta estate e inverno. In molti casi non necessita di costi aggiuntivi per il funzionamento. E’ la soluzione giusta per compiere una scelta naturale che rispetta l’uomo e l’ambiente. Tra gli impianti di fitodepurazione si distinguono sistemi a “flusso sottosuperficiale” dove il refluo viene mantenuto al di sotto del substrato di riempimento delle vasche, a “flusso superficiale” in cui il bacino è perennemente o periodicamente sommerso dall’acqua da depurare e sistemi galleggianti”, dove le piante vengono sorrette da idonee strutture galleggianti e le radici sono fluttuanti nel flusso idrico da depurare. I sistemi a “flusso sottosuperficiale” possono essere di tipo orizzontale o verticale, come schematizzato nelle figure seguenti. Con queste tipologia non vi sono limiti alla possibilità di trattamento. A lato di questi impianti, esistono tipologie “minori” consigliati per piccoli impianti sotto i 25 abitanti (trattamento appropriato): come i vassoi assorbenti o sistemi di fito-evapo- traspirazione integrale e i sistemi a flusso verticale semplificato con utilizzo di zeolite. Dalla nostra ricerca, abbiamo studiato e proponiamo anche un sistema denominato FAV: Filtro Aerobico Vegetato in modulo prefabbricato, che assomma in sé le capacità depuranti della filtro percolatore e della fitodepurazione a flusso verticale.

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LA FITODEPURAZIONE UNA SCELTA NATURALE

I processi di depurazione naturale delle acque sono realizzati da un insieme di reazioni chimico-fisiche e biologiche svolte dai microrganismi e dalla vegetazione nei confronti degli inquinanti presenti nelle acque (scarichi antropici, fiumi, canali, …): questi processi sono riassunti con il termine di FITODEPURAZIONE. Gli impianti di fitodepurazione possono essere progettati per depurare il refluo in uscita da una piccola unità abitativa, ma sono adatti anche in caso di ristrutturazioni di edifici storico rurali come i rustici di campagna, di gruppi di abitazioni isolate o di piccoli borghi collinari mal serviti o per nulla dalla rete fognaria. La recente normativa (sia del 1999 che più recente del 2006), sia comunitaria che nazionale italiana, ha ribadito l’importanza dell’utilizzo di tecnologie ecocompatibili, arrivando ad auspicare, per il trattamento dei reflui in uscita da piccoli insediamenti abitativi (parliamo quindi di un numero di abitanti equivalenti inferiore a 2000), il ricorso a tecniche di depurazione a basso impatto ambientale, quali la fitodepurazione e il lagunaggio. L’applicazione della fitodepurazione per il trattamento dei reflui civili ha le seguenti caratteristiche generali:

- semplicità di realizzazione - bassa tecnologia impiantistica - bassa/nulla richiesta energetica di funzionamento - limitata ed economica attività di gestione e manutenzione nel corso dell’anno - assenza di odori nocivi e di insetti molesti - limitato impatto ambientale e visivo delle vasche vegetate - funzionalità durante tutto l’anno - funzionalità anche in ambiente collinare e montano - possibilità di fruizione pubblica delle aree limitrofe alle vasche di depurazione - possibilità di recuperare le acque di scarico per il riuso in irrigazione - sopporta carichi idraulici discontinui e nutrienti differenti

La fitodepurazione quindi è un sistema perfettamente integrato ed ecocompatibile per lo smaltimento dei reflui civili. Rappresenta la soluzione ottimale in tutte quelle situazioni in cui un normale allacciamento alla rete fognaria è difficoltoso o impossibile. Quando adeguatamente progettato e dimensionato funziona senza interruzioni e senza problemi di sorta estate e inverno. In molti casi non necessita di costi aggiuntivi per il funzionamento. E’ la soluzione giusta per compiere una scelta naturale che rispetta l’uomo e l’ambiente. Tra gli impianti di fitodepurazione si distinguono sistemi a “flusso sottosuperficiale” dove il refluo viene mantenuto al di sotto del substrato di riempimento delle vasche, a “flusso superficiale” in cui il bacino è perennemente o periodicamente sommerso dall’acqua da depurare e sistemi “galleggianti”, dove le piante vengono sorrette da idonee strutture galleggianti e le radici sono fluttuanti nel flusso idrico da depurare. I sistemi a “flusso sottosuperficiale” possono essere di tipo orizzontale o verticale, come schematizzato nelle figure seguenti. Con queste tipologia non vi sono limiti alla possibilità di trattamento. A lato di questi impianti, esistono tipologie “minori” consigliati per piccoli impianti sotto i 25 abitanti (trattamento appropriato): come i vassoi assorbenti o sistemi di fito-evapo-traspirazione integrale e i sistemi a flusso verticale semplificato con utilizzo di zeolite. Dalla nostra ricerca, abbiamo studiato e proponiamo anche un sistema denominato FAV: Filtro Aerobico Vegetato in modulo prefabbricato, che assomma in sé le capacità depuranti della filtro percolatore e della fitodepurazione a flusso verticale.

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Caseificio Santa Lucia – Salto di Montese (MO)

Beja – Portogallo – 100.000 abitanti

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I sistemi superficiali riproducono, in linea di massima, i caratteri delle aree umide naturali: possono presentare forme e dimensioni alquanto differenti, essere caratterizzati dall’alternanza di zone vegetate e di specchi di acqua libera, avere un regime idrico discontinuo nel tempo. In ambito nazionale vengono generalmente realizzati come stadio finale di affinamento a valle di vasche a flusso sottosuperficiale. Hanno un alto valore estetico e naturalistico. I sistemi galleggianti vengono realizzati utilizzando strutture di sostegno per le piante che altrimenti non potrebbero essere utilizzate per scopi depurativi. Rispetto ai sistemi precedenti questo permette di trattare grandi volumi di acqua in spazi relativamente contenuti, inoltre sono adatti alla depurazione in alveo in canali, fiumi, fossati, ecc (ovviamente entro certi limiti idrologici). Lo sviluppo delle radici può raggiungere i 115 cm di profondità, svolgendo un importante ruolo di filtrazione fisica oltre che di assorbimento. Nel territorio italiano le specie galleggianti in modo autonomo sono limitate. La realizzazione di questi sistemi quindi consente di utilizzare piante con alte potenzialità depurative, che altrimenti non potevano essere impiegate per la depurazione. LA REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI FITODEPURAZIONE:

Ancorchè impianti bassa tecnologia, necessitano di una sufficiente ingegnerizzazione. Non stiamo qui parlando naturalmente di piccoli impianti da 4-10 ae, ma di impianti da 100 ae in su. In questi impianti, la presenza di opere elettromeccaniche è generalmente necessaria al superamento delle difficoltà altimetriche, invero se realizzassimo un impianto in zona collinare, non ve ne sarebbe nemmeno la necessità. Consta in uno scavo realizzato su forme lineari, con profondità che va dagli 80 cm per i flussi orizzontali ai 120 cm per i flussi verticali. Stiamo ovviamente parlando della tipologia sub-superficiale. A scavo eseguito con fondo pendente del 5% verso lo scarico e la sponde inclinate con scarpa di 50 cm, si procede alla stesa del geotessuto inferiore di protezione del manto impermeabile, alla stesa dello stesso (sia in HDPE, sia in PVC e sia in EPDM) e poi al ricoprimento con un altro geotessuto a protezione. Il geotessuto dovrà avere un peso superiore ai 300 gr/mq ed una sufficiente e garantita capacità di resistenza al punzonamento statico e dinamico. Precedentemente avremo posato e collegato con l’area di scavo, sia il pozzetto a monte contenente il filtro estraibile (da cui arriva il refluo precedentemente sedimentato), che il pozzetto a valle contenente la guida comanda livello (da cui partirà la tubazione di scarico in acque superficiale o sul suolo mediante dreno). Potremo così collegare le tubazioni interne allo scavo sia di ingresso che di uscita. Si tratta di tubazioni in PVC rosso, fessurato, con alle estremità delle prolunghe che possano consentirne la manutenzione dall’esterno dell’impianto. Nel caso invece di un flusso verticale, poseremo sul fondo le medesime tubazioni in PVC rosso fessurato, ma sulla sommità dell’impianto, dopo la stesa delle ghiaie e sabbie di diversa granulometria decrescente dal basso verso l’alto, poseremo una rete di tubazioni in PE forato e collegato alla pompa di carico da inserire in un pozzettone a monte dell’impianto. A questo punto, nel flusso orizzontale, siamo pronti per distribuire la ghiaia all’interno dello scavo ponendo quella più grossa (80-100 mm) in testa ed in coda dell’impianto, ed al centro quella più fine (10-20 mm). Non ci resta ora riempire l’intero scavo impermeabilizzato con acqua, per la prova idraulica di tenuta, e piantare le specie vegetali prescelte. Possono seguire operazioni di sistemazione esterna per rendere di gradevole aspetto tutta l’area. Per piccoli impianti possiamo considerare per il flusso orizzontale la necessità di 5 mq per

abitante equivalente trattato e per il flusso verticale 2,5 mq per abitante.

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LE PIANTE PER LA FITODEPURAZIONE TRADIZIONALE:

Canna Palustre (Phragmites australis) - CONSIGLIATA Mazza sorda (Typha latifolia) Calla (Calla palustris) Canapa acquatica (Eupatorium cannabinum) Cannacoro (Canna indica) Fior di cardinale (Lobelia Cardinalis) Giglio acquatico (Iris pseudocorus) Mazza d’oro comune (Lysimachia vulgaris) Menta d’acqua (Menta aquatica) Mestolaccia comune (Alisma plantago-aquatica) Salcerella comune (Lythrum salicaria) Talia (Thalia dealbata) La scelta e la gestione della specie sono elementi chiave per la buona riuscita dell’impianto, anche se spesso la loro importanza viene sottovalutata. Non mancano infatti esempi di funzionamento non soddisfacente dei sistemi dovuto alla errata utilizzazione della vegetazione. La scelta delle piante dipende dalle condizioni climatiche, dalle caratteristiche del refluo, dalla qualità richiesta dell’effluente finale. Tenuto conto di ciò, e ricordando la numerosità delle specie potenzialmente utilizzabili, è opportuno scegliere specie:

• Autoctone, perché sono adatte al clima in cui si opera e non rappresentano pericoli per eventuali sviluppi incontrollabili ed incontrollabili;

• Capaci di vivere in condizioni di saturazioni del terreno e di avvantaggiarsi di

acque eutrofiche;

• Che presentino, a maturità, un adeguato sviluppo ipogeo per assorbire l’acqua e apportare l’ossigeno fino ad almeno 0,5-0,6 mt di profondità e fogliare (LAI almeno di 4-5) per disperdere la maggiore quantità possibile di acqua con la traspirazione;

• Preferibilmente erbacee, in quanto colonizzano più velocemente ed

uniformemente l’ambiente, che normalmente ha dimensioni limitate. Fra le erbacee, puntare decisamente su quelle che hanno organi perennanti. Si pongono così i presupposti perché il sistema di depurazione naturale raggiunga più velocemente le prestazioni desiderate e le mantenga più costantemente nel tempo;

• Aventi requisiti di adattabilità, resistenza e competitività, affinché sappiano

sopravvivere nelle condizioni particolari di “coltura”, non siano soggette a malattie o attacchi parassitari e sappiano mantenere nel tempo l’associazione flogistica desiderata.

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FITO-EVAPO-TRASPIRAZIONE INTEGRALE (< 25 AE)

Principi di funzionamento della FITO-EVAPO-TRASPIRAZIONE integrale

Con il termine evapotraspirazione, si intende quella naturale capacità del terreno e delle piante di trasferire acqua in atmosfera per azione del clima, del sole e del vento. Gli impianti di evapotraspirazione si realizzano attraverso uno scavo di sezione rettangolare avente profondità di circa 70 cm. La dimensione dell’impianto varia a seconda degli abitanti serviti e generalmente si considera come parametro 5mq ad abitante. Lo scavo deve essere protetto da un telo impermeabile, all’interno del quale viene steso un primo spessore di ghiaia grossa lavata. Questa verrà poi protetta dalla stesura di un geotessile per evitarne l’intasamento; sopra al geotessile e fino a quota del piano campagna, lo scavo sarà riempito di terreno vegetale sul quale andranno piantate specie vegetali adatte all’evapotraspirazione. Sono di norma, piante a foglia larga persistente. Un pozzetto filtrante precederà l’arrivo del refluo nell’impianto al fine di impedire che solidi non sedimentati vi possano entrare intasandolo. Termina l’impianto un pozzetto di controllo, dal quale partirà una tubazione di troppo pieno per il drenaggio delle acque in eccesso. È un impianto che può essere realizzato all’interno della definizione di “trattamento appropriato” laddove cioè non vi sia la richiesta di certificazione della depurazione, ma semplicemente un rispetto delle Linee Guida riguardo alle caratteristiche dimensionali dell’impianto. Sappiamo bene infatti che l’evapotraspirazione integrale è un concetto non applicabile realmente ai piccoli impianti se non con l’utilizzo di enormi superfici e che tale impianto non può garantire alcuna depurazione per il refluo che naturalmente uscirà dall’impianto.

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FITODEPURAZIONE VERTICALE SEMPLIFICATA (< 25 AE)

Principi di funzionamento della FITODEPURAZIONE VERTICALE SEMPLIFICATA

Il presente sistema è un misto dei sistemi precedenti. Essendo a flusso verticale, può avere una superficie necessaria di 2,5 mq per abitante trattato. Gli impianti di fitodepurazione verticale semplificata si realizzano attraverso uno scavo di sezione rettangolare avente profondità variabile a seconda della quota della tubazione di ingresso. Come minimo si considerino 70 cm. Lo scavo deve essere protetto da un telo impermeabile, all’interno del quale viene steso un primo spessore di ghiaia grossa lavata. Vengono poi stese le tubazioni fessurate di uscita le quali sono interamente coperte da uno strato di zeolite naturale. Seguirà un ulteriore strato di ghiaia grossa e la stesa delle tubazioni fessurate di drenaggio iniziale. Anche queste tubazioni sono protette da ghiaia. A questo punto verrà steso un geotessile per evitarne l’intasamento; sopra al geotessile e fino a quota del piano campagna, lo scavo sarà riempito di terreno vegetale sul quale andranno piantate specie vegetali adatte all’evapotraspirazione. Sono di norma, piante a foglia larga persistente. Un pozzetto filtrante precederà l’arrivo del refluo nell’impianto al fine di impedire che solidi non sedimentati vi possano entrare intasandolo. Termina l’impianto un pozzetto di controllo, dal quale partirà una tubazione di troppo pieno per il drenaggio delle acque in eccesso. È un impianto che può essere realizzato all’interno della definizione di “trattamento appropriato” laddove cioè non vi sia la richiesta di certificazione della depurazione, ma semplicemente un rispetto delle Linee Guida riguardo alle caratteristiche dimensionali dell’impianto. Sappiamo bene infatti che l’evapotraspirazione integrale è un concetto non applicabile realmente ai piccoli impianti se non con l’utilizzo di enormi superfici e che tale impianto non può garantire alcuna depurazione per il refluo che naturalmente uscirà dall’impianto.

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FAV: FILTRO AEROBICO VEGETATO (< 25 AE)

Principi di funzionamento del FAV

Questo impianto risponde primariamente alle esigenze di riduzione drastica della superficie necessaria in quanto sfrutta diversi principi di depurazione. La superficie necessaria varia da 0,75 a 1,5 mq per abitante equivalente trattato. Si utilizzano quindi sia i principi legati alla fitodepurazione verticale, che quelli legati alla percolazione aerobica ed anaerobica. Il sistema viene fornito già pronto in un modulo prefabbricato di cemento armato, completo del riempimento, delle tubazioni di ingresso e uscita, delle tubazioni di aerazione, della tubazione in inox per il lavaggio dei condotti, della pompa e della rete superficiale di ricircolo. Viene anche fornito il filtro ARTEC iniziale per impedire che i solidi in uscita dalla vasca Imhoff possano entrare nell’impianto intasandolo. Sarà quindi sufficiente solamente piantumare la vasca, collegarla alla rete di ingresso e alla rete di scarico. La vasca ha una profondità standard di 225 cm. Il peso è variabile da 60 a 120 q.li. Il sistema per funzionare ha necessità di energia elettrica 220 o 380. Le pompe utilizzate variano da 0,5 a 1 kw di potenza. Questo impianto è in grado di garantire il rispetto della tabella di scarico richiesta. È a tutti gli effetti un impianto di trattamento completo.

Elenco delle specie di arbusti ed erbe adatte all’evapotraspirazione, all’impianto di

fitodepurazione verticale semplificato e al FAV

Aucuba Japonica Bambù Cotoneaster Salicifolia Giunco Gynerium Argenteum Papiro Laurus Cerasus Lavandula Spica Nerium Oleander Pittosporum Viburnum Tinus Alnus Fraxinus Populus Salix

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artecAMBIENTE srl è nata nel 2004 raccogliendo 2 soci attorno a una visione finale, quella di promuovere un approccio sferico alla vita, che consenta di produrre in questa una qualità significativa tanto per le singole persone che per gli organismi sociali, economici ed ambientali. artecAMBIENTE srl progetta e realizza in tutta Italia impianti di fitodepurazione di alta qualità. Investe inoltre da anni in sperimentazione e ricerca, anche in collaborazione con diverse università italiane: ha infatti partecipato attivamente alla conferenza mondiale sulla fitodepurazione Multi Functions of Wetland Systems 2007.

I VANTAGGI DELLA FITODEPURAZIONE: .

∗ Gli impianti di fitodepurazione si inseriscono nell'ambiente senza modificarlo e necessitano di ridotte superfici come indicato dal Dlgs 152/06 e dalle linee guida ANPA del Luglio 2005

∗ Il sistema di trattamento riunisce in una sola fase di depurazione la filtrazione meccanica, la degradazione biologica e l'assorbimento da parte delle piante.

∗ L’impianto di fitodepurazione dimensionato nelle condizioni limitanti di funzionamento (es. mesi invernali, altitudine, ecc) garantisce una capacità depurativa per tutto l’anno.

∗ Se correttamente dimensionato, realizzato e gestito non si verificano fenomeni di intsamento del substrato di riempimento.

∗ Sopporta forti variazioni di carico giornaliero, settimanale, mensile o annuale senza compromettere la qualità dello scarico.

∗ Crea un ambiente di piacevole aspetto grazie all'utilizzo di piante (anche ornamentali) di diversa tipologia.

∗ Non dà luogo alla formazione di fanghi di alcun tipo in quanto eliminati con i pre-trattamenti a monte della fitodepurazione

∗ Non vi è la formazione di cattivi odori né la presenza di insetti molesti in quanto il refluo scorre sotto-superficialmente nel substrato ghiaioso.

∗ I costi di realizzazione e di gestione sono contenuti: per alcuni tipi di impianti non si hanno infatti consumi di energia elettrica, mentre le sole spese fisse annuali sono relative allo sfalcio della vegetazione.

∗ Possibilità di recuperare le acque depurate per altri usi: irrigazione di orti e giardini, riuso nei WC, lavaggio superfici pavimentate.

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impianto integrato - Assisi (PG) 200 ae

impianto 120 ae guida comanda livello in uscita

Irirs pseudacorus Carex Tipha Latifolia

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Vincitore premio regionale Veneto Innovazione 2007

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Il sistema galleggiante multiuso è indicato per il supporto di piante erbacee, arborescenti ed arboree. Il suo utilizzo principale rientra nel campo delle tecniche di depurazione naturale in mezzi liquidi e corpi idrici in generale, conosciuto anche con il termine di fitodepurazione.

Le caratteristiche tecniche innovative derivano dalla singolarità del prodotto e dalla possibilità di poter utilizzare, nel campo della fitodepurazione, specie vegetali che per loro natura non possono galleggiare, ma adatte alle finalità depurative. In tal modo potranno essere utilizzate in ambienti dove finora non era possibile operare.

Il materiale del sistema è EVA (ethylen vinil acetate), materiale reciclabile; il singolo elemento ha un peso medio di 1730 gr, una lunghezza di 90 cm e larghezza di 50 cm e può supportare il peso di circa 20 kg.

La struttura del materiale è a a cellula chiusa, presenta un’alta resistenza meccanica, e un’elevata sopportazione a cambiamenti chimici, biologici e climatici, è inoltre di facile installazione e gestione.

Il sistema può essere ritenuto efficiente e

funzionale sia quando viene utilizzato

singolarmente sia associato ad altri sistemi

di depurazione tradizionale (al fine di

potenziarne l’efficacia e contribuire

all’affinamento del refluo).

L’elemento galleggiante, vegetato con

specie erbacee dalle fioriture colorate e

distribuite nell’arco dell’anno, può essere

usato a scopi ornamentali e costituisce

perciò un ottimo elemento di arredo

urbano.

La struttura nasce per l’utilizzo nel settore

della fitodepurazione di piante non

galleggianti, ma può trovare impiego anche

in molti altri ambiti: isole vegetate per

scopi naturalistico/faunistici, barriere

galleggianti, vegetate o meno, con

funzione di delimitazione e segnalazione; isolotti decorativi in specchi d’acqua naturali, artificiali, pubblici e

privati; supporti per piante allevate in idroponica, per la creazione di piattaforme galleggianti, supporto per

la realizzazione di ambienti di allevamento ittico.

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Elementi di fitodepurazione

La fitodepurazione è un sistema di depurazione naturale delle acque reflue basato sull’interazione pianta-refluo-comunità batteriche.

La tecnica della fitodepurazione si avvale di sistemi di trattamento estensivi, diffusi e localizzati. I sistemi estensivi riguardano prevalentemente l’impiego irriguo di acque inquinate su suoli variamente vegetati. I sistemi diffusi sono costituiti prevalentemente con la creazione di aree umide (tipo wetlands) e fasce tampone boscate in cui si utilizzano piante opportunamente selezionate per i diversi tipi di depurazione richiesti.

La fitodepurazione localizzata fa riferimento a sistemi artificiali dimensionati sulla base della quantità di reflui da trattare e del relativo carico inquinante. Questi sistemi sono normalmente chiamati letti di canne vegetati (reedbeds). Possono essere concepiti dal punto di vista costruttivo sia a flusso orizzontale sia a flusso verticale. In entrambi i casi le piante crescono in un substrato permeabile al flusso del refluo (ghiaia, sabbia, argilla espansa). È evidente la necessità di un supporto di crescita che funga da ancoraggio per le piante. Inoltre in tutti i sistemi che utilizzano il refluo con tempi di permanenza abbastanza lunghi si pone il vincolo dell’utilizzo di specie vegetali proprie di ambienti umidi, palustri o acquatici.

Esistono infine sistemi basati sull’impiego di piante galleggianti, autonome in questa funzione grazie a specifici organi, costituiti da vasche impermeabili, nelle quali si fa transitare il refluo da trattare e si fa crescere la vegetazione selezionata. Nei climi del nord Italia, la maggior parte delle piante utilizzabili è di piccole dimensioni e non consente un’adeguata esplorazione della lama d’acqua ( es. Lemna sp.pl.).

L’utilizzo del sistema Tech-IA permette di aumentare la gamma di piante impiegabili, estendendola a specie dotate di apparato radicale profondo. Consente inoltre l’adattamento del sistema fitodepurante alle variazioni di livello ed alle condizioni di flusso dell’ambiente di utilizzo.

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Indicazioni sulle performance di depurazione

I rendimenti di depurazione degli impianti di fitodepurazione dipendono dal tipo di piante utilizzate, dal clima

locale, dalla tipologia di impianto adottata, dalla manutenzione eseguita, e da altri fattori tecnici, ecologici e

microbiologici.

Nel caso di impianti di fitodepurazione galleggianti e non convenzionali, l’elemento di partenza è il contenuto

inquinante dovuto alle forme azotate; successivamente viene preso in considerazione il carico organico (COD

e BOD5).

Il contenuto azotato è importante perché la vegetazione assorbe in via preliminare le forme azotate disciolte

nella colonna d’acqua (principalmente azoto nitrico ed ammoniacale). L’azoto organico e le macromolecole

organiche devono essere trasformati in elementi semplici e resi disponibili per l’assorbimento da parte delle

piante. Questa azione viene svolta dalle comunità batteriche che si sviluppano negli apparati radicali e vivono

in simbiosi con le painte stesse.

È quindi imporante utilizzare diverse specie vegetali in modo da far sviluppare diverse colonie batteriche che

nell’insieme concorreranno alla degrazazione delle macromolecole organiche.

1. Schema di funzionamento del sistema

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La fitodepurazione realizzata con sistemi galleggianti dove l’azione di depurazione è svolta dalle comunità

batteriche e dalle piante, basa i suoi rendimenti di depurazione sull’approfondimento radicale e sulla capacità

delle piante di assorbire gli elementi disciolti. Numerosi studi, sia italiani che internazionali, indicano le

capacità di assorbimento di elementi nutritivi da parte delle principali specie utilizzate in fitodepurazione.

Committente:............................................................................................................... Puricelli ambiente

Anno di svolgimento del progetto: ...............................................................................................2008

Descrizione progetto: al fine di incrementare le prestazioni depurative in un lagone di finissaggio del

depuratore comunale del comune di Cazzago S. Martino (Bs), vi sono stati installati 1800 sistemi flottanti

TECH-IA®.

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Committente: Oasi di Cervara e Parco Naturale Regionale del Fiume Sile

Anno di svolgimento del progetto: 2006

Link: www.oasicervara.it

Descrizione progetto: Il progetto ha visto la realizzazione di due strutture galleggianti vegetate con piante

erbacee -sistema TECH-IA®-, poste nel ramo Rosta e nel ramo Piovega all’interno dell’Oasi di Cervara, ed il

monitoraggio biennale sulla loro capacità nella riduzione dei carichi inquinanti in ingresso all’Oasi.

Il sistema galleggiante TECH-IA® è stato studiato per realizzare “isole” fitodepuranti vegetate all’interno di

bacini a flusso superficiale. Esso consente l’utilizzazione di piante idrofite non galleggianti con apparato

radicale esteso, in grado di compiere un’intensa azione di filtrazione e depurazione nei confronti del flusso

idrico da trattare. Il carattere innovativo di questo sistema consiste nel sapersi adattare all’altezza della lama

d’acqua presente nel bacino di fitodepurazione, offrendo ampia adattabilità alle differenti condizioni di carico

idraulico.

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• Irlanda

Fornitura di 100 elementi Tech-ia a The Glen, Distretto di Monaghan, nella Repubblica Irlandese. Il sistema viene utilizzato per testare la funzionalità degli elementi flottanti e della vegetazione nei climi freddi del Nord Europa .

EFFICIENZA IMPIANTO NEI PRIMI DUE LAVORI

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LE NUOVE FRONTIERE

La palude indoor che lava i panni

Dalla Palude Brabbia al Museo del Design di Milano, la particolarissima lavatrice "BioLogic" di Whirlpool si afferma come un'icona del design italico nella mostra "Serie Fuori Serie" aperta pochi giorni fa nella capitale lombarda. Nata nel 2002 nel quadro del progetto Project-F Fabric Care Futures, "BioLogic" è una lavatrice a tutti gli effetti, ma che non usa né elettricità né detersivi, basandosi sui principi di fito-depurazione che regolano la vita delle...paludi!! Il cuore del dispositivo è un autentico ecosistema costituito da piante vive, che riproducono i delicati equilibri degli ambienti naturali acquitrinosi, come la Palude Brabbia, sulla quale si affaccia il centro design Whirlpool di Cassinetta, e dove lavorano i suoi creaTori Patrizio Cionfoli, Giuseppe Netti e Ruben Castano……

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La doccia fitodepurata

Con il principio naturale della

fitodepurazione, il bagno diventa un mini-

eco-sistema di riciclo e rigenerazione delle

acque reflue. L’acqua della doccia è filtrata

prima di essere riutilizzata. Durante il suo

processo di filtraggio, l’acqua passa

attraverso diverse fasi: le canne sono

piantati nella sabbia che filtra le particelle

più grandi. Le radici dei giunchi

contengono batteri vari che rompono

queste particelle poi assorbite dalla pianta;

accanto ai giunchi vi sono delle canne che

hanno la capacità di filtrare i metalli

pesanti; i giacinti d’acqua filtrano le

particelle restanti; completano il filtraggio i

lemna

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HPPY-DOG fitodepurazione da parco per le deiezioni dei cani

la prima aiuola auto depurante per cani

In uno spazio adatto, il vostro cane

potrà espletare i suoi bisogni, a voi solo

il compito di premere un pulsante

PUSH 4 WAT che metterà in funzione

il tappis rulant senza alcuna necessità

di palette, secchielli, sacchetti di nylon,

e senza soprattutto spiacevoli multe da

parte delle autorità competenti.

Un getto d’acqua disinfetterà il tappeto,

producendo anche il lavaggio dello

stesso.

Ed ecco che HAPPY DOG è pronto per

un altro utilizzo, HAPPY DOG serba al

suo interno la più ecologica e sicura

delle tecnologie depurative:

LA FITODEPURAZIONE