Lama san giorgio speciale fitodepurazione

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A quando una Conferenza dei Servizi di cooperazione tra le pubbliche amministrazioni, con lo scopo di realizzare la semplificazione del procedimento amministrativo in riferimento al problema complesso e difficile da interpretare e affrontare quale quello degli scarichi dei depuratori in lama San Giorgio? Si attende da molti anni l’istituzione dell’omonimo parco. La serietà del problema non può più vedere un confronto a colpi di lettere da parte degli enti come sta accadendo oggi. Sarebbe auspicabile che la Regione convochi una Conferenza dei Servizi, un procedimento in cui si assume una decisione, tenendo presente i pareri di tutte le amministrazioni coinvolte. E’ pur vero che il sindaco e l’assessore all’ambiente del Comune di Sammichele non si sono presentati al tavolo tecnico organizzato dalla regione Puglia lo scorso 2 giugno, occasione importante per esprimere la propria sovranità territoriale. Quella della Conferenza dei Servizi, che per gli scarichi dei reflui dei depuratori in lama non c’è mai stata, nonostante i numerosi enti coinvolti, è l’unica procedura estremamente garantista per tutti. Si registra a livello centrale e locale un rimbalzo di responsabilità colmato da sporadici tentativi di un lavoro alquanto pressappochista ed estremamente confuso, senza obiettivi condivisi anche con i cittadini, che non dimentichiamolo mai, sono coloro che esprimono il voto nelle urne. La Regione Puglia, la Provincia di Bari, AATO, AdB, ARPA, PdTA, ASL, le diverse Soprintendenze, i Comuni di Gioia del Colle, di Putignano, di Sammichele, di Casamassima, di Rutigliano, di Noicattaro, di Triggiano, di Bari sono gli enti che dovrebbero riunirsi in una Conferenza dei Servizi nominata dalla Regione Puglia. Da premettere che già dal 1993 la Provincia inviò a tutti i sindaci dei Comuni la proposta del parco Lama San Giorgio da inserire nel piano triennale del Ministero dell’Ambiente, il Comune di Casamassima deliberò la propria adesione. Dopo 6 anni il Comune di Sammichele approva il nuovo impianto di depurazione. All’epoca non si parlava di recapito finale in quanto già nel 2000 il Ministero dell’Ambiente individua la Lama San Giorgio Giotta come sito di interesse ambientale per la sua diversità biologica. Già si denota una forte ambivalenza da parte della Regione Puglia nei riguardi della lama fra parco e luogo di scarico dei reflui. Solo nel 2002, sempre la Regione, con l’approvazione del progetto definitivo del depuratore di Sammichele parla di recapito finale nella Lama San Giorgio o “macchia di Sciuscio”. Intanto in Regione e in Provincia, si continua a parlare di istituzione e gestione delle aree naturali protette anche in riferimento alle Lame San Giorgio e Giotta. Nel 2003 il Comune di Sammichele approva il progetto del collettore dei reflui trattati dagli impianti epurativi di Sammichele, Putignano, Gioia, Acquaviva, redatto dall’Acquedotto Pugliese e inviato dallo stesso a tutti i comuni interessati. Anche la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia dà parere favorevole alla realizzazione di un collettore. Tuttavia il comune di Bari esprime una forte perplessità in quanto non condivide l’individuazione di un terzo punto di scarico sulla costa cittadina, nonostante ciò, l’Autorità di Bacino rilascia il nulla osta alla realizzazione del collettore. A proposito di Conferenza dei Servizi, nel 2005 la Regione Puglia - Assessorato alle Opere Pubbliche, ne indice una per ottenere tutti i pareri e i consensi per il progetto definitivo del collettore. Tutti gli enti, a parte il Comune di Bari, esprimono parere favorevole condizionato. Perché, se già all’epoca la maggioranza era favorevole al collettore, non si è più realizzato? Intanto il Comune di Sammichele approva la soluzione del recapito finale del depuratore nella Lama San Giorgio, senza della quale non poteva ultimare i lavori di adeguamento dello stesso. A tutto questo i cittadini del Comune di Rutigliano non sono mai stati indifferenti, infatti hanno promosso nel tempo conferenze ed incontri relativi alla conoscenza e salvaguardia della Lama. Anche l’Associazione la Piazza e il circolo di Legambiente “Quattro Miglia” lavorano nella stessa direzione, con la ferma convinzione che la lama è un luogo da salvaguardare e certamente non deputato allo scarico dei reflui dei depuratori. Posizione non condivisa dall’AdB che esprime parere favorevole allo scarico dei reflui dell’impianto depurativo nella Lama e non considera, nel 2007, che contemporaneamente la Regione Puglia redige un documento d’indirizzo per l’istituzione dell’area naturale protetta Lame S. Giorgio e Giotta. Intanto il Comune di Sammichele è in proroga allo sversamento in falda, nonostante la normativa europea lo impedisca. Ad ogni buon conto i comuni, pur nella piena contraddittorietà degli eventi, aderiscono alla costituzione del parco. È questo uno dei casi in cui la mano destra deve sapere quello che fa la sinistra, ma ahimè, mai detto evangelico è stato così rispettato, infatti se da una parte si individua la lama come luogo del recapito finale dei reflui del depuratore, dall’altra, appunto, si pensa, per la stessa area, all’istituzione del parco. Anche il Comune di Rutigliano è interessato dallo scarico del Comune di Casamassima, benché si tratta di un progetto non previsto nel Piano di Tutela delle Acque Regionale. In questa circostanza si comincia a parlare, come esperienza già in atto, dello scarico a cielo aperto del Comune di Acquaviva in Lama Picone, che produce grave nocumento al territorio a causa del proliferare di vegetazione infestante, di lagunaggio, alla presenza massiccia di zanzare ed insetti di vario tipo e, più in generale, ai danni provocati, dagli scarichi, alle coltivazioni presenti ed alle proprietà private. La Regione afferma che il bacino idrografico della Lama San Giorgio è idoneo a recepire i reflui trattati dei diversi depuratori, a condizione che Speciale depurazione Settembre 2011 - a cura della Redazione Continua a pag. 2 1 Continua a pag. 2 Impianto di Fitodepurazione di Melendugno (Le)

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A quando una Conferenza dei Servizi di cooperazione tra le pubbliche amministrazioni, con lo scopo di realizzare la semplificazione del procedimento amministrativo in riferimento al problema complesso e difficile da interpretare e affrontare quale quello degli scarichi dei depuratori in lama San Giorgio?Si attende da molti anni l’istituzione dell’omonimo parco. La serietà del problema non può più vedere un confronto a colpi di lettere da parte degli enti come sta accadendo oggi. Sarebbe auspicabile che la Regione convochi una Conferenza dei Servizi, un procedimento in cui si assume una decisione, tenendo presente i pareri di tutte le amministrazioni coinvolte. E’ pur vero che il sindaco e l’assessore all’ambiente del Comune di Sammichele non si sono presentati al tavolo tecnico organizzato dalla regione Puglia lo scorso 2 giugno, occasione importante per esprimere la propria sovranità territoriale. Quella della Conferenza dei Servizi, che per gli scarichi dei reflui dei depuratori in lama non c’è mai stata, nonostante i numerosi enti coinvolti, è l’unica procedura estremamente garantista per tutti. Si registra a livello centrale e locale un rimbalzo di responsabilità colmato da sporadici tentativi di un lavoro alquanto pressappochista ed estremamente confuso, senza obiettivi condivisi anche con i cittadini, che non dimentichiamolo mai, sono coloro che esprimono il voto nelle urne.La Regione Puglia, la Provincia di Bari, AATO, AdB, ARPA, PdTA, ASL, le diverse Soprintendenze, i Comuni di Gioia del Colle, di Putignano, di Sammichele, di Casamassima, di Rutigliano, di Noicattaro, di Triggiano, di Bari sono gli enti che dovrebbero riunirsi in una Conferenza dei Servizi nominata dalla Regione Puglia.Da premettere che già dal 1993 la Provincia inviò a tutti i sindaci dei Comuni la proposta del parco Lama San Giorgio da inserire nel piano triennale del Ministero dell’Ambiente, il Comune di Casamassima deliberò la propria adesione. Dopo 6 anni il Comune di Sammichele approva il nuovo impianto di depurazione. All’epoca non si parlava di recapito finale in quanto già nel 2000 il Ministero dell’Ambiente individua la Lama San Giorgio Giotta come sito di interesse ambientale per la sua diversità biologica. Già si denota una forte ambivalenza da parte della Regione Puglia nei riguardi della lama fra parco e luogo di scarico dei reflui. Solo nel 2002, sempre la Regione, con l’approvazione del progetto definitivo del depuratore di Sammichele parla di recapito finale nella Lama San Giorgio o “macchia di Sciuscio”. Intanto in Regione e in Provincia, si continua a parlare di istituzione e gestione delle aree naturali protette anche in riferimento alle Lame San Giorgio e Giotta. Nel 2003 il Comune di Sammichele approva il progetto del collettore dei reflui trattati dagli impianti epurativi di Sammichele, Putignano, Gioia, Acquaviva, redatto dall’Acquedotto Pugliese e inviato dallo stesso a tutti i

comuni interessati. Anche la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia dà parere favorevole alla realizzazione di un collettore. Tuttavia il comune di Bari esprime una forte perplessità in quanto non condivide l’individuazione di un terzo punto di scarico sulla costa cittadina, nonostante ciò, l’Autorità di Bacino rilascia il nulla osta alla realizzazione del collettore.A proposito di Conferenza dei Servizi, nel 2005 la Regione Puglia - Assessorato alle Opere Pubbliche, ne indice una per ottenere tutti i pareri e i consensi per il progetto definitivo del collettore. Tutti gli enti, a parte

il Comune di Bari, esprimono parere favorevole condizionato. Perché, se già all’epoca la maggioranza era favorevole al collettore, non si è più realizzato? Intanto il Comune di Sammichele approva la soluzione del recapito finale del depuratore nella Lama San Giorgio, senza della quale non poteva ultimare i lavori di adeguamento dello stesso.A tutto questo i cittadini del Comune di Rutigliano non sono mai stati indifferenti, infatti hanno promosso nel tempo conferenze ed incontri relativi alla conoscenza e salvaguardia della Lama. Anche l’Associazione la Piazza e

il circolo di Legambiente “Quattro Miglia” lavorano nella stessa direzione, con la ferma convinzione che la lama è un luogo da salvaguardare e certamente non deputato allo scarico dei reflui dei depuratori. Posizione non condivisa dall’AdB che esprime parere favorevole allo scarico dei reflui dell’impianto depurativo nella Lama e non considera, nel 2007, che contemporaneamente la Regione Puglia redige un documento d’indirizzo per l’istituzione dell’area naturale protetta Lame S. Giorgio e Giotta. Intanto il Comune di Sammichele è in proroga allo sversamento in falda, nonostante la normativa europea lo impedisca. Ad ogni buon conto i comuni, pur nella piena contraddittorietà degli eventi, aderiscono alla costituzione del parco. È questo uno dei casi in cui la mano destra deve sapere quello che fa la sinistra, ma ahimè, mai detto evangelico è stato così rispettato, infatti se da una parte si individua la lama come luogo del recapito finale dei reflui del depuratore, dall’altra, appunto, si pensa, per la stessa area, all’istituzione del parco. Anche il Comune di Rutigliano è interessato dallo scarico del Comune di Casamassima, benché si tratta di un progetto non previsto nel Piano di Tutela delle Acque Regionale. In questa circostanza si comincia a parlare, come esperienza già in atto, dello scarico a cielo aperto del Comune di Acquaviva in Lama Picone, che produce grave nocumento al territorio a causa del proliferare di vegetazione infestante, di lagunaggio, alla presenza massiccia di zanzare ed insetti di vario tipo e, più in generale, ai danni provocati, dagli scarichi, alle coltivazioni presenti ed alle proprietà private. La Regione afferma che il bacino idrografico della Lama San Giorgio è idoneo a recepire i reflui trattati dei diversi depuratori, a condizione che

Speciale depurazioneSettembre 2011 - a cura della Redazione

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Impianto di Fitodepurazione di Melendugno (Le)

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si attuino le sistemazioni imposte dalla Provincia: evitare la demolizione di ponti di pregio storico ed architettonico; assicurare la funzionalità idraulica della lama; realizzare opere di mitigazione e rifunzionalizzazione della lama; ripristinare una sezione di magra; eseguire una pulizia della lama con estirpazione di alberature e quant’altro impedisca lo scorrimento delle acque; realizzare tubazioni in acciaio con l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica; proteggere le scarpate trasversali; realizzare apposita cartellonistica; manutenere costantemente la lama. Nonostante l’opposizione del Comune di Rutigliano, nel 2009 la Regione approva il progetto del depuratore di Casamassima e del collettore di scarico in Lama San Giorgio – Vallone Guidotti, contestualmente dà mandato all’AQP di realizzare l’opera. Nello stesso anno il Comune di Sammichele di Bari completa i lavori dell’impianto di depurazione. A questo punto la Regione comincia a sollecitare il Comune di Sammichele a mettere in esercizio l’impianto per evitare conseguenze igienico ambientali in seguito allo sversamento in falda. Sempre la Regione, però, nelle persone degli assessori Losappio e Barbanente, esprime contrarietà al progetto dell’AQP relativo al recapito finale dei due depuratori (Sammichele e Casamassima) collocati sulla lama San Giorgio. Successivamente l’AQP invia al Comune di Rutigliano e al Presidente Vendola una nota in cui si evidenzia che il progetto dello sversamento in lama è carente. Contemporaneamente si deposita in V Commissione Ambiente la proposta di Disegno di Legge per l’istituzione del Parco Naturale regionale “Lame San Giorgio – Giotta”. Fino a questo punto nessun Comu-ne è convinto dello scarico dei reflui dei depuratori in superficie e si ten-tano delle rimostranze alla Regione individuali e molto deboli. L’Asso-ciazione la Piazza e Legambiente con le associazioni degli altri paesi interessati dal problema, lanciano una petizione popolare “No allo sversamento dei reflui dei depuratori dei Comuni in Lama San Giorgio”, raccogliendo un vasto consenso. Nel gennaio 2010 la Provincia di Bari invia una nota al Sindaco di Sammichele con la quale si autorizza lo scarico in Lama San Giorgio delle acque reflue.Il Consiglio Comunale di Rutigliano approva all’unanimità una mozione di assoluta contrarietà allo sversamento delle acque reflue del depurato-re di Casamassima in lama e tutti i cittadini, in accordo con il Consiglio Comunale, cominciano a protestare nei riguardi dell’Acquedotto prima e della Regione dopo, tanto da indurla a convocare un incontro, con tutti gli enti interessati, per valutare la possibilità di finanziare eventuali interven-ti necessari per riqualificare la condizione del recapito finale in lama San Giorgio con i fondi P.O.R. Tutto questo, però, non frena la Regione nei confronti del Comune di Sammichele che continua a chiedere quando il depuratore sverserà in lama. Il comune di Gioia, intanto persiste nel versare nelle vasche di spandimento, poste a ridosso del comune di Sammichele, i propri liquami. Il Comune di Sammichele, messo alle strette fa ricorso al Commissario delegato per l’annullamento del provvedimento di diniego della proroga allo scarico nel sottosuolo. Si costituisce, in Rutigliano, un movimento intercomunale “Salviamo Lama San Giorgio” per opporsi allo sversamento dei reflui e il Consiglio Comu-nale di Sammichele delibera all’unanimità l’impegno per la salvaguardia della lama. In tutto questo nessuno ha ancora detto che si sta perpetrando un’ipocrisia politica, perché la Regione sa che la lama, per sua natura, è ricca di inghiottitoi naturali, quindi comunque l’acqua andrebbe nel sotto-

suolo, cioè in falda. La Provincia dice all’ AQP, all’ATO Puglia, al Comune di Casamassima, all’ARPA, al Commissario Delegato e al Dirigente servi-zio tutela delle Acque che non ci sono i presupposti per lo scarico in Lama San Giorgio. Sempre lo scorso giugno si tiene un tavolo tecnico presso l’Assessorato Regionale alle Opere Pubbliche, tutti i comuni coinvolti partecipano tranne quello di Sammichele che perde l’occasione di parlare e dire la propria opi-nione, non solo, ma arbitrariamente per il nostro comune si presenta l’ing. Romanazzi (progettista del nostro depuratore) che sostiene la bontà della soluzione dello scarico in lama, idea contraria a quanto deciso nella sedu-ta monotematica del Consiglio Comunale. Tutti avremmo voluto che in un’occasione tanto importante fossero stati presenti il sindaco e l’assessore all’ambiente, le due voci più autorevoli del nostro territorio. Il sindaco Ro-magno di Rutigliano ha inviato all’assessore Amati una lettera sottoscritta da tutti i sindaci finalizzata al diniego dello scarico in lama e al sostegno del collettore. I sindaci di Sammichele e Bari non l’hanno firmata. Mentre si parla di collettore, come possibile soluzione alternativa allo scarico in superficie, Legambiente di Sammichele, all’interno della manifestazione nazionale “Parchi puliti”, organizza un incontro dibattito dal titolo “Lama San Giorgio: parco o discarica?” ed invita, fra gli altri, l’assessore regionale Angela Barbanente, che lancia la proposta della fitodepurazione. La Pro-vincia afferma che manca la VIA al nuovo impianto di depurazione di Casa-

massima e nega al Commissario delegato e al Comune di Sammichele l’autorizza-zione allo scarico in Lama San Giorgio. Nell’agosto scorso la Regione emana un decreto in cui dispone che l’AQP pren-da in gestione l’impianto di depurazione di Sammichele e che dal 1 gennaio 2012 cessi di scaricare in falda e cominci a scaricare in Lama. Insomma, con tutti i poteri che le sono affidati, la Regione Puglia ha deciso, notificando il decre-to all’Autorità Idrica Pugliese (AATO), all’Acquedotto Pugliese, all’ARPA, alla Provincia, al Sindaco di Sammichele e al Servizio Tutela delle Acque. Ancora si aspetta una conferenza dei servizi mai realizzata, si sono tenuti solo tavoli tec-nici, dove tutti hanno parlato e nessuno

ha ascoltato, dove non si è mai votato per capire la maggioranza degli enti cosa ne pensa, dove non si è voluto scegliere e decidere, dove tutti hanno scaricato agli altri facendo rimbalzare le responsabilità, decretando il fal-limento degli enti preposti al governo del territorio, perpetrando un mo-dello di falsa democrazia. Se scaricare in superficie vale per il comune di Sammichele, automaticamente varrà anche per i comuni di Casamassima nell’immediato, e per tutti gli altri comuni a seguire. Gennaio 2012 è ormai alle porte ma rimangono aperte delle questioni:i liquami scorreranno tra le persone provocando danni di natura igienico-ambientale anche alle diverse attività che si sono insediate sul territorio (per esempio l’agriturismo Lama San Giorgio);gli inghiottitoi naturali, che nel passato hanno contenuto i notevoli eventi meteorici, non possano essere chiusi. l’AQP nel 2009 era molto critica in ordine allo sversamento in superficie, e oggi? Intanto rimane sempre un verbale dell’incontro tra le amministrazio-ni locali e l’assessore Barbanente di definizione dell’accordo per il parco regionale “Lama San Giorgio–Giotta”, che per le sue caratteristiche è sog-getto alla protezione di leggi europee e di PUTT.E’ di questi giorni la condivisione con il Comune di Casammassima e con la relativa neoformazione cittadina “Ama la Lama” l’idea di perseguire una soluzione più ecocompatibile e meno dispendiosa: la fitodepurazione. (Vedi filmato e fotografie pubblicate sul sito www.la-piazza.it)

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FitodepurazioneNell’ambito dell’attività “Parchi puliti”, indetta da Legambiente e svoltasi il 6 luglio 2011 in Sammichele di Bari, si è tenuto un incontro pubblico in cui si è affrontato il tema del futuro della nostra lama San Giorgio, conosciuta dai sammichelini con i nomi di Lama di Jumo (a Sud) e macchie di Sciuscio (a Nord). Tra i relatori è intervenuta l’Assessore Regionale all’assetto del territorio, Angela Barbanente che nel suo intervento ha lanciato, come provocazione al pubblico presente, l’idea di utilizzare la realizzazione di un impianto di fitodepurazione. Fino ad allora l’idea corrente era quella delle trincee drenanti, come soluzione temporanea, e di un collettore intercomunale come soluzione definitiva. Questo sistema di depurazione dei reflui filtrati e parzialmente depurati da altro impianto, si basa su un sistema naturale. In pratica sull’azione combinata del substrato ghiaioso, delle piante, del refluo e dei microorganismi presenti. E’ certamente ecocompatibile, considerato che non necessita di energia aggiunta, se non quella del sole.Procediamo con ordine. La fitodepurazione si basa sulla riproduzione del sistema naturale di autodepurazione, tipico delle zone umide. Anche se il nome potrebbe far pensare ad un sistema dove l’attore principale dell’azione di depurazione sia la vegetazione, in realtà questa ha solo la funzione di creare l’habitat per lo sviluppo della flora batterica, vera protagonista del lavoro di depurazione. Le motivazioni che inducono a scegliere il sistema di fitodepurazione sono legate: al basso impatto ambientale; al basso consumo energetico; alla possibilità di riutilizzo dell’acqua depurata; al fatto che necessita di ridotti interventi di manutenzione effettuati, fra l’altro, da personale non necessariamente specializzato. L’inconveniente consiste nella necessità di utilizzare un’ampia superficie, superiore agli impianti tradizionali. L’impianto di fito-depurazione appare come una zona umida con la vegetazione tipica di queste aree. I trattamenti di fitodepurazione sono trattamenti biologici secondari, che necessitano di un trattamento primario di sedimentazione a monte come una fossa Imhoff o tricamerale, ma possono anche essere utilizzati come stadio di affinamento a valle di un depuratore a fanghi attivi di tipo tradizionale. Il letto, che ospiterà l’impianto, deve essere impermeabilizzato con argille, in modo che l’acqua non si disperda nel sottosuolo. Esistono due modi per realizzare un impianto di fitodepurazione chiamati: sistema a flusso sub-superficiale e a flusso superficiale.

1) L’impianto sub-superficiale (o a flusso sommerso) si chiama così perché le acque non sono evidenti in superficie, ma scorrono ad una certa profondità. L’ impianto è composto da una letto profondo da 80 cm a 1 metro e di superficie dimensionata in funzione del numero di abitanti/equivalenti di cui viene accettato il refluo. Nella trincea viene steso uno strato di ghiaia a diversa granulometria e sabbia. L’impianto sub-superficiale può essere eseguito con la tecnica a scorrimento dell’acqua verticale o a scorrimento orizzontale. In pratica nel primo caso si ottiene con le acque che passano dalla parte superficiale di ghiaia a maggiore gralunometria, verso il basso, attraversando lo strato sottile e sabbioso ed è in questo viaggio che viene depurata dalla flora batterica. Nel secondo

caso, a scorrimento orizzontale, le acque scorrono orizzontalmente nello strato inferiore del riempimento della trincea ed è sempre a questo livello che avviene la depurazione. Sono poste a dimora piante acquatiche tipo elofite. E’ un sistema adatto per piccole portate.

2) I sistemi a flusso superficiale consistono in vasche e canali dove la superficie dell’acqua è esposta all’atmosfera ed il suolo, costantemente sommerso, costituisce il supporto per le radici delle macrofite acquatiche. Questi sistemi richiedono un rapporto superficie/abitante equivalente maggiore per rendere efficace la loro azione nell’abbattimento del carico microbiologico residuo. Inoltre sono molto importanti dal punto di vista naturalistico per la creazione di nuove aree umide e per la biodiversità.

Nel tempo si è sempre più diffuso il metodo di fitodepurazione, ed in particolare quello a scorrimento superficiale, anche per numero di utenti molto alto che riesce a soddisfare.

Superficie necessaria e Abitante/EquivalentePer capire qual è la superficie necessaria occorre calcolare il numero di abitanti equivalenti (a.e.) che l’impianto dovrà servire. Abitante Equivalente (a.e.) è un modo per esprimere il carico organico biodegradabile dello scarico e viene definito con modalità diverse:

• Richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi al giorno. (D. Lgs.152/99 e s.m.i.).

• Richiesta chimica di ossigeno (COD) di 130 grammi al giorno o ad un volume di scarico di 200 litri per abitante per giorno, facendo riferimento al valore più alto. (D.P.G.R. 28/R/03)

La superficie da impegnare è da calcolarsi in 2 - 6 mq per a.e.Tipo di utenza Abitanti Equivalenti (a.e)

Abitazioni 1 a.e. ogni personaAlberghi, agriturismi, villaggi turistici 1 a.e. ogni persona + 1 a.e. ogni 3 addetti

Campeggi 1 a.e. ogni 2 persone + 1 a.e. ogni 3 addettiRistoranti 1 a.e. ogni 3 coperti + 1 a.e. ogni 3 addetti Bar 1 a.e. ogni 10 clienti + 1 a.e. ogni 3 addettiCinema, teatri, sale convegni 1 a.e. ogni 10 posti + 1 a.e. ogni 3 addetti

Scuole 1 a.e. ogni 6 alunniUffici, negozi, attività com-merciali 1 a.e. ogni 3 impiegati

Fabbriche, laboratori 1 a.e. ogni 2 lavoratori

Principio di funzionamentoA monte dell’impianto di fitodepurazione è opportuno che ci sia un pretrattamento con la funzione di trattenere parte del carico organico (inquinante) e buona parte dei solidi sospesi. Questo migliora l’efficienza depurativa del sistema a valle e la vita media dello stesso. I reflui in uscita dal trattamento primario (pretrattamento) confluiscono sul letto di fitodepurazione. Le macrofite messe a dimora sul letto di fitodepurazione hanno la naturale capacità di catturare l’ossigeno attraverso l’apparato fogliare e condurlo attraverso il fusto, alle radici. La superficie di queste, già dopo pochi mesi dall’avviamento dell’impianto, si rivestirà di un film batterico di microrganismi, i reali responsabili del processo depurativo. Lo stesso riempimento di sabbia/ghiaia utilizzato riuscirà ad ossigenarsi naturalmente per cui il film batterico si estenderà anche sul substrato. Tale tipo di trattamento è influenzato dalla temperatura esterna, in quanto tale fattore condiziona le velocità delle reazioni chimiche e biologiche responsabili della purificazione. I maggiori successi si registrano, infatti, nei paesi più caldi.

Macrofite

Categoria che comprende numerose specie vegetali che hanno in comune le dimensioni macroscopiche e l’essere rinvenibili sia in prossimità sia all’interno di acque dolci superficiali.

Piante Idrofite

Sono le piante con fusti e foglie completamente sommersi o galleggianti, e vivono in genere in acque più profonde. Le Idrofite si dividono in natanti e radicanti.

Le piante galleggianti (o con foglie galleggianti) sono utili come piante ombreggiatrici in laghetti esterni e favoriscono una riduzione della temperatura durante i mesi estivi

Piante Elofite

Sono le piante acquatiche che vivono lungo le sponde e le rive di paludi, stagni e laghi. Dove l’acqua è più bassa e hanno solo le radici e il basso fusto sommersi, mentre la parte superiore del fusto e il fogliame rimangono in massima parte al di fuori dall’acqua.

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La trincea drenanteLa trincea drenante è un sistema per la dispersione sul suolo di acque nere depurate. Al termine del ciclo di trattamento e depurazione, più o meno spinto, le acque contengono una parte, seppur minima di carico inquinante. Vengono così realizzati degli scavi, la cui dimensione è strettamente correlata alla permeabilità del terreno, al dimensionamento dell’impianto di depurazione, etc., in cui far defluire queste acque che lentamente vengono assorbite” dal terreno. Lo strato di roccia che le separa dalla falda permette un’ottimale depurazione. Per avere un’idea, la falda, nel nostro territorio si trova ad una profondità di circa 300 m. Alcuni sostengono che con l’approvazione del “Piano di tutela delle acque”, da parte della Regione Puglia, questo sistema non sia più utilizzabile. Questo non è vero, diversi sono i comuni che sono stati autorizzati a far ricorso alle trincee drenanti. Allo stesso modo c’è da dire che il piano regionale predilige lo sversamento in lame o gravine e solo in ultima analisi, quando non c’è la fattibilità tecnico/economica del recapito in “corpi idrici non significativi”.

Il Collettore intercomunaleIn diversi numeri de “la Piazza” abbiamo affrontato la questione del recapito finale dei reflui del depuratore di Sammichele, e, anche, di quello dei comuni di Acquaviva, Gioia, Putignano e Casamassima. Nel numero di Marzo – Aprile 2011 è stato fatto un ampio excursus relativo al progetto del collettore di raccolta dei reflui degli impianti depurativi di Sammichele, Putignano, Gioia, Acquaviva e Casamassima. Questo progetto, redatto dall’Acquedotto Pugliese nei primi anni del nuovo secolo, va avanti fino al 2005, ma poi rimane nel cassetto, secondo alcuni per motivi finanziari (il costo stimato all’epoca era di 15,8 milioni di € e i fondi regionali ad un certo punto non erano più disponibili), secondo altri, per le “pressioni” del Comune di Bari che non vede affatto di buon occhio lo sversamento in mare, all’altezza di San Girolamo, delle acque depurate dei 5 comuni. Tutto tace per oltre tre anni, fino a quando, nel 2008, viene presentato nuovamente il progetto, nell’ambito del Piano Strategico di area vasta “Metropoli terra di Bari – BA 2015”. Nel frattempo i costi sono lievitati: oggi ammontano a 25 milioni di €, ma ci sono delle importanti novità. Oltre a realizzare 59 km di condotta (vedi schema), si prevede il rifacimento della condotta sottomarina del depuratore Bari ovest, lunga circa 2 km, per evitare eventuali problemi per la balneazione; e la realizzazione di un impianto di affinamento delle acque in modo da favorire il riuso delle acque a fini agricoli. Per i comuni vicini al mare, dove il processo di salinizzazione della falda è ormai tale da rendere inopportuno/dannoso un emungimento ulteriore delle acque sotterranee, questa è sicuramente una opportunità.Anche questo progetto rimane nel cassetto.Nel frattempo, il 20 ottobre 2009 la Regione Puglia approva in maniera definitiva il “Piano di tutela delle acque” che recepisce il D. Lgs 152/99 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, che vieta, tra le altre cose, lo scarico delle acque nel sottosuolo. In Puglia, meno che mai nella provincia di Bari, non sono presenti corsi d’acqua e così si definiscono le lame “corpi idrici non significativi” e si predilige

lo scarico in questi solchi erosivi che solo in occasione di fenomeni meteorologici di straordinaria importanza sono caratterizzati dalla presenza di acqua. I comuni di Putignano, Gioia, Sammichele e Casamassima devono sversare nella lama S. Giorgio, quello di Acquaviva nella lama Picone. Nel 2009, appresa la notizia che la Regione ha finanziato la realizzazione di un impianto di affinamento per l’utilizzo in agricoltura delle acque reflue, l’amministrazione di Acquaviva decide di tirarsi fuori dal progetto del collettore.Ad aprile 2011, ci sono proteste e sit-in di numerosi abitanti di Rutigliano (e non solo) che si oppongono alla realizzazione della condotta che sverserà nel vallone Guidotti (così si chiama quel tratto di Lama San Giorgio), i reflui di Casamassima. Il

sindaco di Rutigliano Romagno, alcuni amministratori dei comuni interessati e il comitato “Salviamo Lama San Giorgio”, ripropongono l’idea di realizzare il collettore intercomunale. Da alcuni colloqui con l’Assessore Regionale

alle Opere Pubbliche Amati, emerge che quello dei costi dell’opera non è un problema, ma occorre che tutti i comuni siano favorevoli alla realizzazione. Amati indice un Tavolo tecnico dove sono presenti i rappresentanti dei Comuni interessati, il vicepresidente della Provincia di Bari Altieri, l’assessore all’ambiente Barchetti, il segretario generale dell’AdB Puglia e rappresentanti dell’AQP e dell’AATO Puglia. In quella occasione si decide che sarà la Provincia di Bari a coordinare il successivo tavolo tecnico tra le amministrazioni interessate, inoltre si definisce che occorre presentare, entro il 3 giugno, una ipotesi alternativa, ma condivisa da tutti. Il 23 giugno si tiene il secondo incontro. Tra le amministrazioni invitate non c’era stato un preventivo accordo sulla linea da portare avanti. Seppure molti si erano pronunciati a favore del collettore, nel corso del Tavolo Tecnico, soltanto Rutigliano e Gioia premono per quella scelta. Nessun rappresentante (autorizzato) del nostro Comune è presente, il sindaco è dimissionario... Altri

parlano del collettore ma senza convinzione. Infine, il consigliere Maugeri, delegato del Sindaco di Bari comincia ad esporre le perplessità sul progetto. A questo punto l’assessore Amati dà altri dieci giorni per decidere, pena la conferma del progetto originario. A questo punto il sindaco di Rutigliano decide di attivarsi personalmente ed elabora una proposta in cui si chiede la realizzazione del collettore per il medio lungo termine. Per il breve termine propone la costruzione di trincee drenanti in ciascun comune. Il tempo necessario per realizzare il collettore è di 5-6 anni e quindi in questo modo si vuole evitare sia di continuare a sversare nel sottosuolo (cosa vietata dalla UE), che in lama. Romagno si reca presso tutte le amministrazioni interessate. Tutti i sindaci mettono la propria firma in calce al documento, tranne quello di Sammichele che chiede del tempo per riflettere (è preoccupato sia dell’impatto delle trincee drenanti sia per il fatto che possano diventare un’opera definitiva). Anche il sindaco di Bari, Emiliano, temporeggia. Passano i giorni e si apprende: “Il comune di Bari ha mandato una nota dicendo che è contrario al collettore”. Il colpo di grazia alla realizzazione del collettore arriva il 5 agosto. In quella data il governatore della Regione Puglia, Vendola, ha inviato una comunicazione al Comune di Sammichele con cui intima lo sversamento in lama, a partire dal

1° gennaio 2012. Il Sindaco Romagno, così, gioca la carta della diffida al Comune di Sammichele contro l’eventuale sversamento.

Schema del Collettore inter-comunale

A V V I S OIl circolo “Quattromiglia di Legambiente Sammichele sta organiz-zando, entro settembre, un incontro dibattito con l’intento di fare chiarezza sulle problematiche dei sistemi di smaltimento dei reflui dei depuratori. Tra i relatori sarà presente il biologo Maurizio Man-na responsabile Legambiente Puglia delle aree protette.Legambiente, dopo aver esaminato le diverse possibili soluzioni, è convinta che la soluzione ottimale, in quanto la più ecocompatibile e idonea alla salvaguardia della biodiversità ambientale e della tute-la dell’ecosistema lama, sia quella della fitodepurazione.Dopo una visita all’impianto di fitodepurazione di Melendugno (Lecce), abbiamo realizzato un video e delle foto per far conoscere la realtà del sistema di fitodepurazione tra i più grandi d’Europa. Si possono visionare tali documenti sul sito www.la-piazza.it .

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