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TRIBUNALE ORDINARIO DI BRESCIA
Sezione Speciale Impresa
Fallimento n. 199/2017
CARNEVALI S.p.A.
Via Cefalonia, 77 Brescia
Capitale sociale € 120.000,00 i.v.
C.F. e P.I. 00297950172 Rea 106652 Brescia
RELAZIONE DI STIMA DEL VALORE
DEL RAMO D’AZIENDA IN LONATO
(BS)
Giudice Delegato: Dott.ssa Vincenza Agnese
Curatore: Dott. Ferruccio Gasparini
Stimatore: Dott. Andrea Astori
1
Sommario 1. PREMESSE: OGGETTO, FINALITA’ E SVOLGIMENTO DELL’INCARICO .......... 2
1.1 Conferimento dell’incarico ......................................................................................... 2
1.2 Oggetto e obiettivi della valutazione .......................................................................... 3
1.3 Attività propedeutiche alla stima e limitazioni al presente elaborato ......................... 4
1.4 I documenti acquisiti ed analizzati ............................................................................. 4
1.5 Limitazioni al lavoro svolto e modalità di svolgimento dell’incarico ........................ 5
1.6 Data di riferimento ...................................................................................................... 6
2. LA CARNEVALI SPA E L’IDENTIFICAZIONE DEL PERIMETRO OGGETTO DI
VALUTAZIONE ....................................................................................................................... 6
2.1 Descrizione del ramo d’azienda e del core business .................................................. 6
2.2 Le principali vicende societarie recenti ...................................................................... 8
2.3 Identificazione dei beni societari compresi nel ramo d’azienda oggetto di stima ...... 9
3. CARATTERISTICHE DEL MERCATO DI RIFERIMENTO ........................................... 10
3.1 Il mercato di approvvigionamento ............................................................................ 10
3.2 Il mercato di sbocco .................................................................................................. 11
4. I METODI DI VALUTAZIONE AZIENDALE E I P.I.V. ................................................. 12 4.1 Il metodo finanziario ................................................................................................ 13
4.2 Il metodo reddituale .................................................................................................. 14
4.3 Il metodo patrimoniale .............................................................................................. 15
4.4 Il metodo dei multipli ............................................................................................... 16
4.5 I metodi misti ............................................................................................................ 16
4.6 Adottabilità dei P.I.V. ............................................................................................... 18
5. LA SCELTA DEL METODO DI VALUTAZIONE ........................................................... 18 6. IL VALORE DEL RAMO D’AZIENDA RISULTANTE DALL’APPLICAZIONE DEL
METODO REDDITUALE ...................................................................................................... 21 6.1 Analisi dei risultati storici ......................................................................................... 21
6.2 La normalizzazione del reddito ................................................................................ 21
6.3 La determinazione del tasso di capitalizzazione ....................................................... 22
6.4 La determinazione del valore dell’azienda ............................................................... 23
7. CONCLUSIONI................................................................................................................... 24
2
DEFINIZIONI – ABBREVIAZIONI – GLOSSARIO
CAGR Tasso di crescita annuale composto
CAPM Capital Asset Pricing Model
EBITDA Earning Before Interests Tax Depreciation Amortization
MOL Margine Operativo Lordo
PIV Principi Italiani di Valutazione emessi dall’Organismo Italiano di
Valutazione ed entrati in vigore l’1 Gennaio 2016
Opinion Opinione di Valutazione
Intangibles Attività immateriali
Going Concern Presupposto della continuità aziendale
Fallita o società La società Carnevali Spa
l.f. Legge Fallimentare – R.D. 16/3/1942 n. 267
Procedura Il fallimento n. 199/2017 della Carnevali Spa
1. PREMESSE: OGGETTO, FINALITA’ E SVOLGIMENTO
DELL’INCARICO
1.1 Conferimento dell’incarico
Con provvedimento del 10/11/2017 il Giudice Delegato alla procedura di fallimento
della società Carnevali s.p.a., dott. ssa Vincenza Agnese, autorizzava, su proposta del
curatore fallimentare dott. Ferruccio Gasparini, la nomina dello scrivente dott. Andrea
Astori, dottore commercialista indifferente, con studio in Via San Giovanni Bosco n. 1/e
Brescia, iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia al n.
ro 1914 ed al Registro dei Revisori Legali G.U. n. 19 del 10/03/2009 al n. 153809, quale
esperto stimatore del ramo d’azienda “Carnevali” di Lonato (BS) presso il Centro
Commerciale “Il Leone Shopping Center”.
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Lo scrivente dichiara di essere indipendente dal fallimento della società Carnevali s.p.a.,
dalle società controllate e collegate, dai loro amministratori, sindaci e dal Curatore
Fallimentare, e di non aver alcun interesse diretto e/o indiretto, in operazioni riguardanti
la società.
In adempimento dell’incarico ricevuto lo scrivente ha esperito le necessarie verifiche e
dopo aver assunto le opportune informazioni effettuando, ove possibile, i più appropriati
riscontri contabili e amministrativi, espone di seguito i risultati a cui è pervenuto.
1.2 Oggetto e obiettivi della valutazione
L’oggetto dell’incarico conferito allo scrivente rappresenta la valutazione del capitale
economico del ramo d’azienda di proprietà della società Carnevali s.p.a. corrente presso
il Centro Commerciale “Il Leone Shopping Center” di Lonato (BS) ed avente ad oggetto
la “vendita al dettaglio di prodotti non alimentari ed in particolare di capi
d’abbigliamento e di accessori, biancheria intima e per la casa, articoli di pellicceria,
tessuti e prodotti tessili, mercerie, calzature ed articoli in pelle, articoli per
l’arredamento della casa, articoli di profumeria…”
La stima viene effettuata al fine di fornire alla curatela un potenziale valore al ramo
d’azienda nell’ottica della futura cessione a terzi, secondo le procedure dell’art. 107 l.f.
Lo scrivente intende evidenziare che la presente relazione costituisce a tutti gli effetti
una opinione di valutazione (di seguito “opinion”) ed è redatta secondo i Principi
Italiani di Valutazione (di seguito P.I.V.) formulati dall’Organismo Italiano di
Valutazione.
In particolare detta opinion viene effettuata su incarico della curatela fallimentare
nell’ambito del progetto di liquidazione del ramo d’azienda esercitato presso il Centro
Commerciale “Il Leone Shopping Center” a Lonato (BS).
Lo scrivente si atterrà nello sviluppo dell’attività valutativa:
alla rete concettuale di base di P.I.V.;
la propria attività di esperto sarà improntata al disciplinare di cui al paragrafo II
dei P.I.V.;
per ciò che concerne la particolarità dell’incarico si evidenzia che i P.I.V. sono
applicabili anche alle valutazioni di rami d’azienda secondo il paragrafo III.1
Con riferimento all’ultimo punto sopra riportato, di particolare rilevanza e complessità
ai fini della presente stima è risultato l’inquadramento dei presupposti della valutazione,
4
ovvero se possa dirsi in qualche modo applicabile alla stima in esame il presupposto
della continuità nella gestione (going concern) ovvero se la valutazione debba avvenire
con la prospettiva della liquidazione attraverso il realizzo atomistico dei singoli beni
componenti il complesso aziendale.
Da ultimo pare necessario precisare che la presente opinion consiste in un giudizio sul
valore del ramo d’azienda esaminato, ma che detto valore è nozione ben distinta dal
prezzo che in concreto verrà esitato dalla vendita.
1.3 Attività propedeutiche alla stima e limitazioni al presente
elaborato
Lo scrivente si è recato presso i locali in cui veniva esercitato il ramo d’azienda di
proprietà della fallita al fine di verificare lo stato di conservazione dei cespiti ivi
compresi.
Altro accesso è stato effettuato, per tramite della curatela, presso gli uffici
amministrativi della fallita al fine di raccogliere le informazioni rilevanti per la
conoscenza del business aziendale nonché per procedere alla raccolta dei documenti
contabili e sociali elencati al punto 1.4.
1.4 I documenti acquisiti ed analizzati
I lavori peritali hanno avuto inizio con l’esame della documentazione reperita presso la
sede legale della società ed in possesso del curatore fallimentare.
In particolare, al fine di svolgere l’incarico assegnato, lo scrivente ha analizzato la
seguente documentazione:
Bilancio al 28/02/2014
Bilancio al 28/02/2015
Bilancio al 28/02/2016
Bilancio al 28/02/2017
Contabilità analitica del ramo d’azienda in Lonato (BS) per i periodi 2014-2015-
2016-2017;
Contratto d’affitto del ramo d’azienda in Lonato (BS);
Elenco dipendenti attivi nel ramo d’azienda in Lonato (BS);
Inventario dei beni mobili del ramo d’azienda in Lonato (BS);
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Piano industriale 2015 – 2020 Carnevali s.p.a.
Il fascicolo dei documenti sopra citati consta di un numero rilevanti di pagine e pertanto
non viene allegato alla presente. I documenti sono in ogni caso conservati in modalità
informatica presso lo studio dello stimatore.
Gli accertamenti compiuti, l’insieme dei dati raccolti e rielaborati, hanno costituito
operazioni strumentali allo svolgimento dell’incarico affidato, volto a determinare il
valore economico del ramo d’azienda.
1.5 Limitazioni al lavoro svolto e modalità di svolgimento dell’incarico
Le situazioni economiche e patrimoniali, con particolare riferimento a quelle elaborate
analiticamente per il ramo d’azienda di Lonato (BS), sono state fornite dal Curatore
Fallimentare.
L’incarico conferito allo scrivente non ha avuto ad oggetto, in quanto non richiesto, la
verifica della regolare tenuta della contabilità. Pertanto le procedura di verifica adottate
dal sottoscritto ai fini della corretta esecuzione del proprio incarico non costituiscono
una revisione legale ai sensi del d.lgs. n. 39/2010. Non è stata inoltre oggetto di verifica
la corretta applicazione della normativa di cui agli artt. 2423 e ss. c.c. e dei principi
contabili nazionali. Altresì non si è proceduto a verificare l’esistenza di passività
potenziali che possano comportare riflessi non contabilmente rilevati.
I valori di seguito esposti non tengono conto di eventuali effetti tributari.
Inoltre prima di procedere con la descrizione delle analisi e dei risultati a cui si è
pervenuto appare significativo indicare alcune limitazioni allo svolgimento
dell’incarico, ulteriori rispetto a quanto sopra puntualizzato.
In particolare:
non sono state effettuate verifiche sui titoli di proprietà dei beni, basando la
valutazione su quanto risultante dalla documentazione comunicata;
il contenuto della presente relazione non può essere interpretato o assunto come
una garanzia sul futuro andamento dell’azienda considerato che si basa su
elementi previsionali;
il documento è unitario e le sue parti non possono essere utilizzate
singolarmente.
Le modalità di svolgimento dell’incarico possono essere sintetizzate nelle seguenti fasi
principali:
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analisi dei presupposti metodologici per la valutazione;
individuazione ed analisi delle attività da sottoporre a valutazione;
analisi dei risultati economici storici;
individuazione dei criteri e delle metodologie valutative;
stima dei parametri per l’applicazione delle metodologie valutative prescelte;
sviluppo della valutazione in base alle metodologie individuate;
allocazione del valore alle singole componenti.
1.6 Data di riferimento
La valutazione s’intende riferita alla data del 10/11/2017, data di conferimento
dell’incarico.
La presente valutazione è svolta sulla base della documentazione meglio dettagliata nei
precedenti paragrafi ai quali si rimanda per maggiore dettaglio e che contengono la
descrizione delle limitazioni al presente elaborato.
2. LA CARNEVALI SPA E L’IDENTIFICAZIONE DEL
PERIMETRO OGGETTO DI VALUTAZIONE
2.1 Descrizione del ramo d’azienda e del core business
Il ramo d’azienda oggetto di valutazione è situato presso il Centro Commerciale “Il
Leone Shopping Center” (d’ora in avanti anche il Leone) e svolge l’attività di “vendita
al dettaglio di prodotti non alimentari ed in particolare di capi d’abbigliamento e di
accessori, biancheria intima e per la casa, articoli di pellicceria, tessuti e prodotti
tessili, mercerie, calzature ed articoli in pelle, articoli per l’arredamento della casa,
articoli di profumeria…”.
Il punto di vendita (di seguito anche PDV) situato presso il Centro Commerciale “Il
Leone” si sviluppa su una superficie di vendita di oltre 1.300 mq secondo la logica
distributiva del Multibrand ed un posizionamento nella fascia intermedia del mercato.
Nella proposta originaria e prima della crisi dei consumi manifestatasi in misura
preponderante in seguito alla crisi mondiale del 2008, il modello di business di
Carnevali non incontrava competitor a livello locale.
Nello specifico lo store di Lonato è stato inaugurato nel 2007 sotto il marchio “Il
Passatempo”, poi confluito per effetto di fusione societaria nella Carnevali s.p.a.
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In particolare si evidenzia che la società Carnevali ha siglato in data 17/04/2007 con la
concedente il contratto d’affitto di ramo d’azienda n. rep. 14941 n. racc. 4632 del notaio
Paolo Carbone di Verona. Detto contratto, registrato presso l’Agenzia delle Entrate,
ufficio di Verona 2 in data 07/05/2007 al n. ro 1.611 serie 1/T, aveva durata di anni 9 a
decorrere dal 16/05/2007, con la facoltà di rinnovo per ulteriori 3 anni da esercitarsi
almeno 12 mesi prima delle scadenza contrattuale.
La Carnevali s.p.a. con la comunicazione del 11/03/2015 ha esercitato detta opzione e
pertanto il contratto giungerà a naturale scadenza nell’aprile 2019.
Il canone d’affitto viene determinato nel 5% del volume degli affari realizzato
dall’affittuario per ciascun periodo di riferimento, con un canone minimo indicato in €
360.300,00, soggetto ad aumento ISTAT dal quarto anno in poi.
Sono poi previsti pagamenti relativi all’utilizzo delle parti comuni del Centro
Commerciale e per oneri individuali, oltre al rimborso di quota parte delle spese
sostenute dal centro commerciale per l’attività promozionale e pubblicitaria.
I dettagli dei costi sostenuti verranno forniti in un paragrafo seguente.
Per quanto concerne l’attrattività del concept store si evidenzia che il medesimo gode
del flusso di visitatori del centro commerciale “Il Leone Shopping Center”, struttura
posta in posizione strategica rispetto all’entroterra gardesano.
Il Leone conta n. 123 PDV e una GLA (gross leasable area) di 45.000 mq. I visitatori
stimati annualmente ammontano a 6.200.000, seppur occorre specificare che con
l’apertura del centro commerciale Elnos di Roncadelle (BS) si prevede un calo di
visitatori stimato nell’ordine del 4%1.
Vi è poi da considerare che, in larga parte, i visitatori del centro commerciale
appartengono alla categoria di turisti stranieri in villeggiatura sul vicino Lago di Garda,
i quali dispongono di una buona capacità di spesa e di attenzione verso i prodotti del
Made in Italy e precisamente verso i brand italiani di moda.
Il ramo d’azienda oggetto di valutazione è il secondo per corrispettivi dopo il negozio di
Brescia.
Il core business della società poteva fare leva su alcuni punti di forza: la disponibilità di
un vasto assortimento di merci prodotte da brand riconoscibili e riconosciuti dal
mercato (Armani, Diesel, MaxMara, Patrizia Pepe) e la concessione in esclusiva di
alcuni di questi; la fidelizzazione della clientela; la preparazione degli addetti alla
1 Fonte: Ugeo by Urbistat in Retail & Food di giugno 2017
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vendita; la capacità di selezione all’interno delle collezioni presentate dai marchi e
l’offerta personalizzata.
Il ramo d’azienda oggetto di valutazione è composto dai beni mobili situati presso il
negozio di Lonato (BS), dai contratti di lavoro dipendente riferiti a n. 14 lavoratori, dal
contratto di affitto di ramo d’azienda e, più in generale dall’avviamento.
Si rileva che, per quanto afferisce i rapporti con i lavoratori dipendenti dovranno essere
attuati gli accordi previsti dall’art. 47 L. n. 428/90, mentre il subentro nel contratto
d’affitto d’azienda è condizionato al gradimento della società concedente.
2.2 Le principali vicende societarie recenti
La società è stata interessata sin dall’esercizio chiuso al 28/02/2011 da costanti perdite
di gestione derivanti principalmente dalla crisi dei consumi avvertita dopo il 2008, da
una rigida struttura dei costi, dove i costi fissi incidono pesantemente sulla redditività
operativa, dall’elevata incidenza degli oneri finanziari dovuta al peggioramento del
rating creditizio, dalla diminuzione e peggioramento delle condizioni di
approvvigionamento delle merci (credito di fornitura) che ha impattato negativamente
sull’assortimento da offrire alla clientela.
In tale contesto la società ha avviato nel corso del 2013 le procedure per predisporre un
piano di risanamento ex art. 67 terzo comma lett. d) l.f.; tale tentativo ha avuto esito
negativo per l’impossibilità di adire alla transazione fiscale prevista dall’art. 182 ter l.f.,
stante la consistenza del debito tributario.
I tentativi di risanamento in bonis della società hanno comportato lo sviluppo di alcune
manovre, quali: la riduzione del costo del personale attraverso piano di mobilità, piani
di incentivazione all’esodo e trasformazione dei contratti da full a part time; la chiusura
di punti vendita non redditizi; la riduzione dei costi gestionali; il mantenimento dei
rapporti con i fornitori strategici.
La società nel corso del 2015, in considerazione del peso dei debiti tributari e bancari,
ha presentato ricorso ex art. 161 sesto comma l.f., al fine di accedere alla procedura di
concordato in continuità aziendale.
Parte fondamentale del ricorso assume il piano industriale per il periodo 2015-2020
attraverso il quale la società, per mezzo di interventi commerciali, di marketing, di
riduzione di costi nonché, per quanto concerne il piano finanziario, della dismissione di
assets non strategici e apporti di capitale, avrebbe dovuto portare all’equilibrio
economico e finanziario nel 2020.
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La società è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo in data 05/04/2016.
La gestione aziendale nel periodo intercorrente tra l’ammissione alla procedura di
concordato e l’omologazione della medesima (poi non intervenuta) ha comportato il
mancato affidamento dei fornitori generando criticità nell’approvvigionamento delle
merci e conseguenze importanti in termini di minore volume delle vendite.
Il ritardo nel perfezionamento degli accordi con i dipendenti ha comportato ulteriori
problematiche in ordine alle previste riduzioni di costo.
La crisi della controllante non ha favorito lo sviluppo delle previsioni del piano con
particolare riferimento all’incasso da parte della società di crediti di importo rilevante.
Con provvedimento del 14/04/2017 il Tribunale di Brescia rigettava la domanda di
omologazione del concordato preventivo.
La società, tornata in bonis, depositava istanza di fallimento in proprio che veniva
dichiarato con provvedimento n. 199/17 del Tribunale di Brescia in data 03/11/2017.
2.3 Identificazione dei beni societari compresi nel ramo d’azienda
oggetto di stima
Il perimetro del ramo d’azienda oggetto di valutazione è stato indicato allo scrivente
dalla curatela.
Nel dettaglio il ramo d’azienda oggetto di valutazione risulta essere composto dai
seguenti elementi:
mobili, arredi, attrezzature e macchine d’ufficio meglio individuati nella perizia
di stima redatta dall’ing. Stefano Bertoglio su incarico dell’attestatore del piano
concordatario ex art. 161 terzo comma l.f., dott. Stefano Midolo;
rapporti di lavoro dipendente in essere alla data di redazione della presente con
n. 14 dipendenti;
contratto d’affitto del ramo d’azienda;
avviamento
Si precisa che la valutazione dei marchi di proprietà della fallita è stata oggetto di
specifico incarico assegnato ad altro professionista (dott. Giovanni Peli).
Risultano esclusi dal perimetro di valutazione tutti i crediti ed i debiti che rimarranno in
capo al fallimento.
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3. CARATTERISTICHE DEL MERCATO DI RIFERIMENTO
3.1 Il mercato di approvvigionamento
Per un’azienda multibrand, quale era Carnevali Spa, i fornitori rappresentano una
risorsa determinante nella proposta commerciale e di sviluppo della catena di valore,
nonché partner con i quali impostare strategie su differenti aree, tra le quali si citano: (a)
scelta dei prodotti da porre in vendita; (b) attività promozionali; (c) visual
merchandising.
Vengono di seguito brevemente evidenziati in forma tabellare i principali fornitori di
Carnevali Spa, nella fattispecie si tratta di una analisi cumulata della “top 10 buy-in”
estrapolata dai dati rivenienti dalla contabilità aziendale (tenuta su AS400, sistema
operativo OS/400 poi diventato i5/OS) riferiti al 2014.
Il fornitore principale di Carnevali Spa era Giorgio Armani Spa (marchio omonimo),
che sfiorava il 10% della base acquisti, seguito da Grotto Spa (marchio GAS), che si
attestava poco sotto il 4%, e da Peuterey Group Spa (marchio omonimo), poco sotto il
3%.
Le strategie commerciali operate sul mercato di approvvigionamento impattano in
maniera diretta sull’immagine aziendale, tanto che ai marchi di moda più affermati che
hanno riconosciuto a Carnevali Spa l’esclusiva territoriale è stato assegnato all’interno
delle superfici di vendita uno spazio dedicato.
Peso Top 5 (Buy-in) 22,0%
Queste considerazioni valgono in particolar modo per lo store di Lonato, oggetto della
presente perizia di stima, caratterizzato rispetto agli altri punti vendita del gruppo da una
forte di componente di clientela turistica, richiamata dalle griffe italiane più note a
11
livello internazionale, quali “Armani”, “Peuterey” e “GAS” (Grotto Spa) nonché dalla
qualità di un servizio tailor made, in grado di comunicare in lingua e di comprendere le
esigenze di una clientela eterogenea.
Per quanto attiene al presente elaborato, elementi intangible quali location, formazione
e preparazione delle risorse umane, immagine e storicità assumono un peso
determinante sulla capacità di marginare del singolo punto vendita. A ciò si aggiunga
una considerazione ulteriore, distintiva e propria dello store di Lonato rispetto agli altri
del gruppo: “carnevali-lonato” infatti rappresenta una particolarità nella differenziazione
delle proposte del Centro Commerciale “Il Leone Shopping Center”. All’interno del
centro infatti non vi sono competitor diretti in grado di offrire un assortimento di marchi
griffati e di richiamo come storicamente dal 2007 per 10 anni ha sempre proposto
“carnevali”.
3.2 Il mercato di sbocco
In questa sezione viene brevemente rappresentato il contributo al volume dei ricavi di
ciascun punto vendita Carnevali Spa, partendo dal presupposto che ogni store può
caratterizzare una propria clientela tipica, soprattutto in considerazione del presupposto
della provenienza territoriale. Situazioni di appartenenza che qualificano abitudini,
tendenze e capacità di spesa, anche in considerazione della dislocazione di ciascun
punto vendita: il caso del punto vendita di Lonato da questo punto di vista è
emblematico.
Lo store di Lonato, come affermato in precedenza, rappresenta il 22,32% del fatturato
complessivo di Carnevali Spa. In particolare, a livello di gruppo, detto punto vendita
risultava essere il primo per l’indicatore “fatturato/superficie di vendita” ed il secondo
per performance relative al fatturato per dipendente, connotando una rilevanza notevole
in termini assoluti nelle strategie commerciali aziendali.
Nr. Cliente Fatturato %
1 Sede Brescia - Via Cefalonia 10.022.100 € 45,76%
2 Store Lonato del Garda (BS) - C.Comm. "Il Leone" 4.887.500 € 22,32%
3 Store Erbusco (BS) - C. Comm. "Le Porte Franche" 4.362.800 € 19,92%
4 Store Curno (BG) 1.889.000 € 8,63%
5 Outlet Brescia - via volta (ora dismesso) 738.500 € 3,37%
RIPARTIZIONE CORRISPETTIVI PER UNITA' LOCALE (Dati 2014)
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Dal punto di vista della composizione delle vendite, gli unici dati disponibili sono quelli
relativi alla sede di Brescia via Cefalonia, campione comunque significativo dal punto
della rappresentazione della composizione del venduto.
La composizione del fatturato negli ultimi anni è rimasta sostanzialmente stabile, con
variazioni molto limitate. L’”Uomo” continua a essere il reparto trainante con il 49,6%
mentre la “Donna” vale il 43,2%. Ancillare il contributo del segmento “Bambino”.
L’orientamento è significativo anche per lo store di Lonato, oggetto del presente
elaborato.
4. I METODI DI VALUTAZIONE AZIENDALE E I P.I.V.
La presente sezione è dedicata ai criteri metodologici più diffusamente applicati in sede
di valutazione d’azienda o di specifici rami di azienda. Ritenendo necessario fornire
alcune argomentazioni di natura teorica ed operativa relativamente al criterio prescelto
in questa perizia valutativa, l’obiettivo che ci si pone è, in particolare, quello di
descrivere in estrema sintesi gli approcci valutativi in uso, discutendo successivamente
le problematiche connesse al caso specifico oggetto di stima.
Come è noto in letteratura2, i metodi valutativi d’azienda possono in generale basarsi
sull’analisi dei seguenti elementi:
1. il patrimonio;
2 Si veda, su tutti, Guatri L., Bini M., Nuovo trattato sulla valutazione delle aziende, Università Bocconi Editore,
Milano, 2005.
Store Fatturato
Sup.
Vend.
Mq
Nr. Dip.
(incluso
resp.)
Fatt su Sup Fatt per dip
Brescia - Via Cefalonia 10.022.100 € 3600 38 2.784 € 263.739 €
Lonato - C. Comm. "Il Leone" 4.887.500 € 1300 15 3.760 € 325.833 €
Erbusco - C.Comm. "Le Porte Franche" 4.362.800 € 1250 7 3.490 € 623.257 €
Curno 738.500 € 800 21 923 € 35.167 €
Analisi del fatturato 2014
Reparto 2013-2014 2014-2015 2015-2016
Fatturato mln euro 11,2 10,1 9,8
Uomo 50,00% 50,80% 49,60%
Donna 43,50% 42,30% 43,20%
Bambino 5,90% 5,40% 6,00%
Media scontrini (360 gg) nd 119 € 110 €
BRESCIA SEDE CENTRALE VIA CEFALONIA RIPARTIZIONE VENDITE
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2. i flussi di risultato;
3. l’economic profit;
4. le grandezze economiche e finanziarie di soggetti appartenenti al medesimo settore
di attività (comparable).
In una visione integrata, gli approcci che ruotano intorno ai suddetti elementi
costituiscono lo schema di analisi cui fare riferimento nel processo valutativo del
capitale economico aziendale.
Nei successivi paragrafi saranno richiamati i dettagli di base connessi a ciascuna delle
alternative indicate.
4.1 Il metodo finanziario
Il processo valutativo porta alla determinazione del valore attualizzato dei flussi, che
sarà disponibile per gli azionisti. Più specificamente, fissato un orizzonte temporale
entro cui si prevede saranno collocati i flussi futuri, rappresentati dai flussi di cassa
operativi e dall’eventuale valore residuo esistente a fine periodo (valore atteso dei flussi
che saranno generati oltre l’orizzonte temporale di riferimento), si dovrà procedere alla
determinazione della differenza tra il valore atteso dei flussi monetari, scontati ad un
tasso espressivo del costo medio ponderato del capitale totale (determinato in funzione
dei tassi di remunerazione da corrispondere agli azionisti e ai finanziatori esterni), e i
debiti finanziari onerosi derivabili dalle risultanze iscritte in bilancio.
In formule,
D
WACC
FCV
T
tt
t
1 1
dove FC indica il flusso di cassa operativo stimato all’epoca t, D i debiti finanziari
onerosi ed infine WACC (Weighted Average Cost of Capital) il costo medio ponderato
del capitale totale.
Laddove si introduca l’ipotesi di un orizzonte temporale infinitamente esteso, la formula
è riconducibile a quella di una rendita perpetua con tasso WACC, ovvero:
DWACC
FCV
14
4.2 Il metodo reddituale
In questo caso, il valore dell’azienda viene fatto dipendere dalla capacità della
medesima di generare redditi futuri. Analogamente al metodo finanziario, il processo
valutativo fa perno sulla attualizzazione di grandezze stimate mediante un appropriato
tasso di sconto. Tuttavia, rispetto alla tecnica precedente sussistono alcune importanti
differenze.
Le grandezze oggetto di attualizzazione sono rappresentate dai redditi netti
conseguibili durante l’orizzonte temporale con eventuale valore residuo o valore a
regime stimato in ipotesi di rendita perpetua.
La quantificazione dei redditi netti prevede una procedura cosiddetta di
“normalizzazione”, attraverso la quale si provvede a rimuovere i condizionamenti
indotti dalle componenti straordinarie e da quelle estranee alla gestione corrente e
in genere da tutte le politiche di bilancio che in varia misura potrebbero distorcere
la stima del reddito effettivamente conseguibile in futuro.
Poiché le grandezze esaminate si riferiscono a flussi di reddito netto è evidente che
la prospettiva di analisi è quella dei soli azionisti e non anche di quella dei
finanziatori esterni. Per tale ragione, il tasso di attualizzazione da utilizzare quale
fattore di sconto dei flussi stimati deve essere rappresentativo del solo costo del
capitale proprio. Di contro, si ricorderà che nel metodo finanziario il tasso di
sconto deriva dalla media ponderata della remunerazione riconosciuta agli
azionisti e di quella riconosciuta ai finanziatori esterni.
La logica valutativa fa riferimento a flussi di reddito che sono già al netto della
posizione debitoria, sicché il valore dell’azienda deriva dalla somma del valore
attuale di tali flussi con l’eventuale valore residuo. Non è necessario quindi fare
riferimento ai debiti onerosi per sottrarli dal valore attuale dei flussi, come avviene
invece nel metodo finanziario.
Matematicamente, la stima del valore d’azienda V è formalizzabile come:
T
tt
t
k
RV
1 1
15
in cui R rappresenta il reddito netto per il tempo t e k il tasso di remunerazione previsto
per gli azionisti. Analogamente alle considerazioni svolte in merito all’ipotesi di
orizzonte temporale infinito, la formula si riduce in questo caso a:
k
RV
4.3 Il metodo patrimoniale
L’approccio si sostanzia nella stima dei singoli elementi del patrimonio aziendale che
concorrono a determinare il capitale investito della società. Il metodo prevede,
innanzitutto, l’individuazione dei singoli asset da considerare nel processo di stima.
Invero, l’attività valutativa può considerare:
a. i soli valori iscritti in bilancio (metodo patrimoniale semplice), ovvero
b. estendersi anche tutti gli altri elementi attribuibili a beni immateriali (intangible),
che sebbene non direttamente espressi nel sistema dei valori di bilancio, sono
ciononostante ritenuti parte integrante del patrimonio aziendale e in quanto tali
oggetto di esplicita stima (metodo patrimoniale complesso) 3
.
Relativamente alla attività valutativa in senso stretto, il metodo si prefigge l’obiettivo di
rappresentare gli elementi attivi e passivi del patrimonio “a valori correnti”. Al riguardo,
si sottolinea che laddove la natura dei beni oggetto di stima presenta un elevato
contenuto tecnico, si rende necessario l’intervento di esperti con professionalità
specifiche per ottenere valutazioni congrue, sia sotto l’aspetto economico che sotto
quello fisico-tecnico.
Formalmente, l’applicazione del metodo in esame è esprimibile secondo la seguente
relazione:
PAPNCPNRV
con V ad indicare il valore dell’azienda (o di un suo ramo), PNR il patrimonio netto
rettificato, PNC il patrimonio netto contabile, A le plus(minus)valenze derivanti dalla
3 Si distingue, in proposito, tra beni immateriali iscritti in bilancio (marchi, brevetti, ecc.) dotati di valore
di mercato (metodi patrimoniali complessi di I grado), e beni immateriali non iscritti in bilancio che
possono essere oggetto di autonomo trasferimento (rete di vendita, personale) dotati anch’essi di un
valore di mercato (metodi patrimoniali complessi di II grado).
16
revisione degli elementi attivi e P le plus(minus)valenze derivanti dalla revisione
degli elementi passivi.
4.4 Il metodo dei multipli
Il valore d’impresa viene determinato attraverso multipli di alcune caratteristiche
quantità aziendali espressi dal mercato e riferiti a società quotate ed operanti nel
medesimo settore di riferimento (ad esempio il rapporto tra il valore d’impresa e il
margine operativo lordo, EV/EBITDA, o il rapporto tra il prezzo di mercato e l’utile per
azione, price/earning).
L’attrattività di questo metodo deriva dalla sua facilità d’utilizzo, i multipli possono
infatti essere impiegati per ottenere delle stime immediate del valore d’impresa e sono
particolarmente utili quando esiste un numero consistente di imprese confrontabili
quotate sui mercati finanziari.
La relativa semplicità di calcolo evidenzia d’altro canto alcune criticità dovute perlopiù
al fatto che gli indicatori siano facilmente manipoli ed utilizzabili impropriamente,
soprattutto nel caso non esistano azienda comparabili simili.
Il metodo dei multipli si distingue tra: metodo dei multipli di mercato e metodo basato
sull’enterprise value. Con il primo approccio il prezzo viene rapporto a differenti
variabili specifiche d’azienda che acquisiscono significato e natura diverse a seconda
del settore di appartenenza dell’impresa.
Il secondo metodo considera la somma della capitalizzazione di borsa e l’indebitamento
finanziario netto dell’azienda.
4.5 I metodi misti
La logica di fondo di questo approccio si basa sulla considerazione che il valore del
capitale economico è determinato dalla somma di due fattori: (i) il valore delle attività
aziendali in essere; (ii) il valore dei redditi eccedenti il rendimento atteso delle
medesime. Gli approcci più diffusi nella pratica operativa riconducibili a questa
categoria sono i seguenti:
il metodo misto con evidenziazione dell’avviamento;
il metodo dell’Economic Value Added (EVA);
Il metodo misto correla il valore d’impresa sia al valore “effettivo” del suo patrimonio,
sia alla capacità di generare flussi futuri. L’approccio utilizza quindi
17
contemporaneamente il metodo patrimoniale (semplice o complesso) e il metodo basato
sui flussi di risultato (finanziario o reddituale).
La soluzione più diffusa in ambito operativo - professionale è quella del metodo misto
patrimoniale - reddituale, secondo il quale il valore dell’azienda si ottiene sommando
due elementi:
o il patrimonio netto rettificato, da denotarsi con PNR;
o il sovra-reddito attualizzato, che quantifica l’avviamento ovvero la capacità
dell’impresa di generare un redditività in eccesso rispetto al rendimento normale
di settore.
In formule:
T
tt
t
i
PNRiRPNRV
1 1
dove i esprime in tasso di rendimento medio di settore, i il tasso di attualizzazione del
sovra-reddito (generalmente si ha ii in considerazione del fatto che i riflette una
maggiore rischiosità rispetto al settore, ovvero il rischio che il sovra-reddito possa non
ripetersi nel tempo), mentre
T
tt
t
i
PNRiR
1 1 costituisce la stima autonoma
dell’avviamento. Quando tale ultimo fattore è positivo, l’azienda è in grado di generare
un sovra-reddito e si parla di goodwill o avviamento positivo. Se invece il valore risulta
negativo, si parla di avviamento negativo o badwill.
In ipotesi di capitalizzazione illimitata del reddito medio, il valore da attribuire
all’avviamento deve determinarsi per il tramite di una rendita perpetua e la
formulazione precedente si riesprime come segue:
i
PNRiRPNRV
.
Il metodo EVA applicato nella valutazione del capitale economico si sostanzia nella
stima della capacità prospettica del management di creare valore in via durevole e
stabile. Secondo questo approccio, il valore del capitale economico si determina
sommando al capitale investito rettificato il valore attuale degli EVA al netto del debito
finanziario oneroso. Pertanto, il metodo richiede in via preliminare che si disponga di
18
una stima analitica del capitale effettivamente investito nell’azienda (definito come
capitale investito rettificato o semplicemente CIR) e del reddito operativo disponibile
(definito come net operating profit after tax o NOPAT). Si ricorda, infatti, che l’EVA si
ottiene sottraendo al NOPAT la remunerazione attesa dai finanziatori e parametrata alle
risorse complessivamente apportate, data da CIRWACC . In sintesi,
CIRWACCNOPAT EVA .
In una prospettiva di analisi in cui l’orizzonte temporale si estende per un certo numero
di anni, la logica sarà perciò quella di determinare la ricchezza complessivamente
prodotta sommandola al capitale investito rettificato al netto dei debiti onerosi.
Analiticamente,
D
WACC
EVACIRV
T
tt
t
1 1
ovvero, in ipotesi di capitalizzazione infinita,
DWACC
EVACIRV
.
4.6 Adottabilità dei P.I.V.
Il sottoscritto evidenzia, prima della scelta del metodo applicabile al ramo d’azienda in
parola, che si atterrà ai presupposti concettuali che ispirano i P.I.V. In particolare,
trattandosi di “ramo”, si sottolinea che i P.I.V. sono applicabili anche alle valutazioni di
rami d’azienda secondo quanto contenuto nel paragrafo “III.1”.
5. LA SCELTA DEL METODO DI VALUTAZIONE
La dottrina aziendalistica e la prassi professionale concordano nel ritenere che la
valutazione di un’azienda rappresenti un problema complesso, la cui apprezzabile
risoluzione richiede la considerazione di molteplici profili, tra i quali, principalmente i
seguenti:
la tipologia dell’operazione in vista della quale la valutazione è stata richiesta e
le sue finalità;
l’identità, gli interessi e gli scopi delle parti interessate alla transazione;
19
la specificità e lo stato dell’azienda oggetto di valutazione;
le informazioni disponibili per la valutazione.
Con riferimento alla tipologia di operazione si rileva che la valutazione viene richiesta
per le finalità liquidatorie regolate dall’art. 107 l.f.. La stima, nello specifico, attiene il
ramo d’azienda d’impresa assoggettata prima alla procedura di concordato preventivo in
continuità aziendale e successivamente a fallimento, con i locali chiusi al pubblico
successivamente alla sentenza che lo ha dichiarato.
Il secondo profilo rilevato non comporta alcun effetto rispetto alla presente opinion
considerato che non è in corso un processo di negoziazione tra parte cedente e parte
acquirente, bensì la valutazione è a beneficio della procedura fallimentare, la quale
intende conoscere quale sia il prezzo più probabilmente esitabile a seguito delle
procedure competitive di vendita.
Il processo di valutazione subisce la limitazione degli elementi documentali evidenziati
nell’apposito paragrafo.
La scelta del metodo di stima del ramo d’azienda è stata condizionata in maniera
sensibile dalla specificità e dallo stato del medesimo.
Si rileva infatti che l’attività commerciale della fallita è cessata con la dichiarazione di
fallimento della medesima ed il curatore ha proceduto alla chiusura della sede operativa
in cui veniva svolta l’attività in Lonato (BS).
Tale contesto avrebbe fatto propendere per una valutazione in ottica di liquidazione
atomistica dei cespiti costituenti il ramo d’azienda.
Se non che è stato considerato positivamente l’interesse che alcuni player hanno
rappresentato alla curatela nell’ottica di acquisizione del ramo d’azienda oggetto di
stima nella medesima combinazione produttiva.
Tale circostanza, corroborata dall’indiscussa valenza di possedere un ramo d’azienda
dotato di ottima diffusione nel mercato di sbocco, ha portato a ritenere che, sebbene i
valori degli assets immateriali abbiano subito una perdita di valore connessa alla
cessazione dell’attività e alla dichiarazione di fallimento, sia comunque ancora possibile
valutare il ramo d’azienda nell’ottica della continuità d’impresa, pur con i necessari
correttivi imposti dalla peculiare situazione aziendale.
A supporto di tale decisione vi è da considerare che il ramo d’azienda viene ceduto
senza alcun debito mentre le prospettive correlate alla realizzazione di cospicui volumi
d’affari sono corroborate dai dati storici. Si ritiene che l’ingresso di un player del
20
settore, apportando alcune modifiche necessarie per la ristrutturazione del modello di
business, possa favorire l’ottenimento della giusta combinazione dei fattori produttivi in
un mercato di sbocco alimentato dai costanti ingressi nel centro commerciale.
L’attendibile previsione futura di flussi reddituali, su un arco temporale di medio-lungo
periodo, rispetto alla situazione di crisi attuale costituita da una fase di depressione dei
consumi dei privati, porterebbe a stime fuorvianti del valore dell’azienda.
Si è pertanto ritenuto di apportare alcuni correttivi rispetto ai dati storici rilevati anche al
fine di meglio intercettare la specificità dell’attuale situazione aziendale.
Conseguentemente sono stati analizzati i conti economici del ramo aziendale per i
periodi 2014-2015-2016, precisando che i bilanci della Carnevali spa chiudono al 28
febbraio di ciascun esercizio.
Detti risultati sono stati ritenuti una buona approssimazione di quelli che potranno
essere registrati in futuro, al netto di investimenti che attengano alla modifica
sostanziale della capacità produttiva aziendale ma prevedendo costi specifici per il
rilancio dell’attività.
Avuto riguardo degli assunti di cui sopra si ritiene di scegliere il metodo reddituale
puro quale metodo che meglio approssima il valore del ramo d’azienda determinato
sulla base della proiezione futura del reddito medio normalizzato osservato
storicamente.
Nel caso di specie si ritiene di adottare il valore della rendita attualizzata per n. 2 anni.
Ciò in quanto la durata del reddito è correlata al contratto d’affitto di ramo d’azienda al
quale il cessionario potrà subentrare, previo gradimento del concedente, con scadenza
aprile 2019.
Alla scadenza contrattuale non è possibile, allo stato, prevedere se le parti troveranno
l’accordo per la sottoscrizione di un nuovo contratto e conseguentemente le condizioni
alle quali il medesimo potrà essere soggetto.
Il metodo reddituale puro si fonda sulla capitalizzazione, ad un determinato tasso, del
reddito medio atteso futuro. Tale reddito deve essere unico, normale e costante.
La formula di riferimento per la determinazione del capitale economico nell’accezione
sopra descritta è la seguente:
W = R * a¬ni’-IR
Dove W è il valore del capitale economico dell’azienda, R è il reddito netto medio
normale atteso dell’azienda, a¬ni’ è la periodicità dei redditi attesi al tasso di
21
attualizzazione individuato mentre IR rappresenta l’importo stimato degli investimenti
integrativi per il rilancio dell’attività.
6. IL VALORE DEL RAMO D’AZIENDA RISULTANTE
DALL’APPLICAZIONE DEL METODO REDDITUALE
6.1 Analisi dei risultati storici
La documentazione posta alla base delle assunzioni della presente opinion è costituita
dal conto economico, riclassificato secondo il metodo del costo del venduto, per i
periodi 2014, 2015 e 2016.
I dati rilevati sono riferiti unicamente al ramo d’azienda oggetto di stima e riflettono i
ricavi ed i costi afferenti tale business unit.
Tali elaborazioni permettono di trascurare l’impatto di costi indiretti e di struttura che
nel caso di specie sarebbero peraltro difficilmente attribuibili, se non per mezzo di
assunzioni.
Si individua pertanto il margine operativo per centro di costo del ramo d’azienda per i
periodi sopra citati, il quale, adeguatamente normalizzato e mediato, sarà posto alla base
delle successive determinazioni.
6.2 La normalizzazione del reddito
Come sopra accennato, la disponibilità di dati contabili direttamente riferiti al ramo
d’azienda oggetto di stima, permette di adottare quale misura di reddito l’EBITDA,
indicatore espressivo della capacità reddituale del ramo d’azienda che esclude le
componenti di natura straordinaria e finanziaria, per loro natura poste non caratteristiche
e condizionate dalle vicende societarie.
Pertanto si è proceduto ad individuare l’EBITDA normalizzato sulla base del criterio dei
risultati storici come media degli EBITDA degli esercizi 2014-2015-2016, al fine di
individuare la capacità reddituale dell’azienda in funzionamento.
Gli esercizi considerati invero riportano l’incidenza della crisi d’impresa che ha colpito
la Carnevali spa e ha comportato la necessità, da ultimo, di proporre domanda di
concordato preventivo in continuità aziendale.
Ciò premesso si ritiene che i dati analitici del ramo d’azienda considerato siano
sufficientemente significativi e rispecchino con buona approssimazione la tendenza del
settore di riferimento.
22
L’EBITDA medio normalizzato è stato individuato in € 596.325.
Successivamente sono state dedotte le quote di ammortamento dei beni mobili oggetto
di cessione unitamente al ramo d’azienda, assumendo un’aliquota di ammortamento del
15% da applicare sul totale dei beni già oggetto della stima dell’ing. Stefano Bertoglio.
L’ammortamento è stato così stimato in € 16.937.
Al valore così ottenuto sono state dedotte le imposte, calcolate come di seguito:
IRES 24% su base imponibile EBIT;
IRAP 3,9% su EBIT al lordo del costo dei dipendenti
Ciò ha permesso di stimare imposte per complessivi € 188.379.
Nel processo di normalizzazione del reddito non si è tenuto conto di ulteriori
investimenti; ciò in quanto gli investimenti necessari al rilancio commerciale sono stati
stimati separatamente e portati in diminuzione del valore del ramo aziendale calcolato
sulla base del reddito medio normalizzato.
Nella seguente tabella vengono illustrati i passaggi sopra descritti:
6.3 La determinazione del tasso di capitalizzazione
Coerentemente con l’indicazione fornita dai PIV al punto I.20.2, vista la scelta del
metodo di valutazione reddituale puro, verrà scelto un tasso di capitalizzazione unico e
di tipo semplificato.
Il tasso viene determinato come somma tra il tasso degli investimenti senza rischio ed il
tasso di rendimento atteso per la specificità dell’azienda, detto anche premio per il
rischio.
Tale nozione di tasso non è altro che l’esplicitazione di un approccio razionale
all’investimento in cui l’investitore è disposto a correre il rischio d’impresa con
l’intento di ricevere la remunerazione del capitale investito, almeno uguale a quella che
Descrizione Importo
EBITDA medio 596.325
Ammortamenti -16.937
IRES -143.118
IRAP -45.261
EBIT normalizzato netto imposte 391.010
23
ritrarrebbe sul mercato finanziario investendo in titoli a basso rischio, oltre ad una
maggiorazione che deriva dallo specifico mercato/settore in cui decide di investire.
In dettaglio il tasso di capitalizzazione è stato individuato come segue:
i’= Rf + (Rm – Rf) x beta
Dove Rf rappresenta la componente risk free, tasso privo di rischio, che pare ben
rappresentato dal rendimento dei BTP a 30 anni pari al 3,33%4 (al lordo delle imposte);
(Rm – Rf) rappresenta il premio per il rischio azionario, esso viene solitamente
rappresentato come media dei rendimenti di lungo periodo di un paniere di titoli
azionari o di un indice di borsa, al netto della media dei rendimenti di investimenti privi
di rischio. Il premi per il rischio è stato assunto pari al 5,5%5. Il coefficiente beta
esprime il premio al rischio dello specifico settore, è stato assunto nella versione
unlevered, in assenza di indebitamento finanziario, in 0,95%6. In considerazione della
carenza di liquidabilità del bene oggetto di stima, trattasi infatti di un complesso
aziendale che non trova riferimenti in mercati quotati, nonché della situazione di crisi
che ha colpito la Carnevali spa, si è ritenuto di applicare una maggiorazione per il
rischio specifico di azienda e di carenza di negoziabilità il 3%.
Dall’applicazione della formula sopra riportata ne deriva che il tasso di attualizzazione
utilizzato è pari al 11,55%, come si dettaglia nella tabella seguente:
6.4 La determinazione del valore dell’azienda
Il reddito normalizzato è stato individuato in € 391.010 mentre il tasso di attualizzazione
è stato determinato nel precedente paragrafo nello 11,55%.
4 Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze, risultati asta BTP 30 anni del 12/10/2017 – 13/10/2017
5 Fonte: Equity Market Risk Premium – Research Summary del 19/10/2017 by KPMG
6 Fonte: Aswath Damodaran, “Beta, unlevered beta and other risk measures”
Descrizione Importo
Tasso risk free 3,33%
Market risk premium 5,50%
Beta del settore 0,95%
Premio al rischio specifico per illiquidità 3%
Tasso di attualizzazione 11,55%
24
Il periodo di attualizzazione del reddito è stato limitato a n. 2 anni; ciò in quanto, come
già accennato, il contratto d’affitto di ramo d’azienda ha scadenza aprile 2019.
Il valore del ramo d’azienda considerati i parametri sopra determinati è stato individuato
in € 664.754.
Infine occorre stimare i costi necessari per il rilancio dell’attività commerciale e
ulteriori rispetto ai costi di pubblicità normalmente sostenuti nel centro commerciale.
Si ritengono congrui costi complessivamente da sostenere per gli esercizi 2018 e 2019
nella misura di € 60.000, importo che pare adeguato rispetto ai costi annualmente
sostenuti per la pubblicità nel centro commerciale (circa € 30.000).
Si è cosi proceduto a calcolare il valore del capitale economico del ramo d’azienda della
società Carnevali spa presso il centro commerciale “Il Leone Shopping Center” in €
604.574 che si arrotonda in € 600.000.
7. CONCLUSIONI
Allo scrivente stimatore è stato assegnato l’incarico di individuare il probabile valore di
mercato sul presupposto della continuità aziendale del ramo d’azienda di proprietà della
società Carnevali spa situato presso il centro commerciale “Il Leone Shopping Center”
in Lonato (BS).
All’esito delle analisi sopra compiute lo scrivente, ritenendo di aver assolto l’incarico
conferito, individua in € 600.000,00 il valore di mercato del ramo d’azienda già
descritto.
Brescia, 15 dicembre 2017
Lo stimatore
Dott. Andrea Astori