relazione di progetto

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Marta Lucchetti Laura Sghedoni Co-Auletta Le tue idee abitano qui.

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Marta Lucchetti Laura Sghedoni

Co-Auletta

Le tue idee abitano qui.

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Introduzione

Ci sono alcune parole all’interno del bando che ricorrono più di altre:

trasformazione

futuro

idee

intelligenza collettiva

valorizzazione

bellezza

(continuare liberamente)

Queste quelle da noi scelte.

Poi c’è una parola che incontriamo una sola volta, ma contiene una forza straordinaria:

delega.

La delega in Italia è una parola con un’accezione quasi negativa, fa intendere la rinuncia alle responsabilità

a scapito di un’altra persona; il bando invece parla di “propensione alla delega” ovvero una distribuzione di

responsabilità tra più soggetti, ovvero collaborazione e co-partecipazione.

Il regista Mario Monicelli nelle sue ultime amare parole parla dell’uomo italiano come colui che delega e

delegando aspetta un super-uomo, che gli risolve i problemi economici, sociali, la fame e la guerra. Un

interlocutore ottimista potrebbe rispondere che non bisogna generalizzare, poiché non siamo tutti così.

E ad Auletta non è così.

A trent’anni da un evento distruttivo, con la crisi economica ed energetica globale e i giovani che cercano

luoghi dove ricominciare, Auletta riscopre la delega.

Nell’aria, nei giovani c’è desiderio di trasformazione positiva, vogliono il futuro e nel costruirlo chiamano

altri giovani. Desiderano idee. Qual è il modello per Auletta?

Auletta e il suo bellissimo territorio hanno in sé gli strumenti per la trasformazione: primo fra tutti la sua

terra (i frutti, i colori,…). Secondo poi non per importanza, la memoria.

Negli anni hanno coltivato la memoria del sisma, l’hanno curata, hanno mantenuto vive le domande (sulla

ricostruzione, la società, l’economia).

Qual è il nostro contributo?

Il nostro progetto sicuramente ambizioso è creare un sistema, avviare un processo di trasformazione,

lasciando ampio spazio alla libera iniziativa (l’unico limite umano d’altronde è la fantasia, poiché nella

natura c’è già tutto!). Il nostro percorso parte da questa domanda:

Può Auletta “autoalimentarsi”?

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Can Auletta “feed” itself?

The Project

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The School_____________________________________________

La proposta di questo gruppo di lavoro è quella di realizzare nei pressi del Parco a

Ruderi una “Scuola Diffusa”, come idea analoga e complementare all’Albergo Diffuso,

progetto in corso d’opera da parte dell’amministrazione di Auletta.

Si tratta di un corso di specializzazione agraria post-diploma, con un’attenzione più

generale alla cultura della sostenibilità. Le lezioni infatti dovrebbero trattare di

agricoltura ma anche di alimentazione, riciclo, piccolo artigianato e sistemi di

informazione e sensibilizzazione delle comunità.

Fine ultimo della scuola è la preparazione di una classe di lavoro specializzata rispetto

ad una prospettiva di lavoro sostenibile sul territorio.

I luoghi che proponiamo di utilizzare per la scuola sono gli spazi comuni dell’Albergo

Diffuso e le aziende agricole ubicate nelle campagne circostanti.

Le aule per le lezioni infatti non dovrebbero avere un edificio dedicato, ma essere

distribuite in ambienti esistenti sul territorio e collegati tra loro da questa rete

didattica (da qui il termine “scuola diffusa”). Le lezioni teoriche avverranno nelle

stanze disponibili del Parco a Ruderi e come conseguenza si avrebbe un

ripopolamento di tutto il centro storico, sia come via di passaggio che come luogo di

aggregazione.

La parte pratica verrà invece coordinata in tirocini formativi all’interno di quelle

aziende agricole che si renderanno disponibili per una collaborazione con la scuola.

Questa scelta organizzativa presenta un vantaggio economico notevole, evitando

spese costruttive e contrattuali, nonché una coerenza progettuale con l’Albergo

Diffuso.

Infine la Scuola Diffusa potrebbe assicurare un flusso mirato alle suites dell’albergo,

con la possibilità di proporre dei pacchetti di abitazione temporanea per gli studenti.

Per avviare il progetto la cosa migliore è collaborare con altre realtà italiane, che

porterebbero percorsi formativi, convegni o tavole rotonde all’interno della scuola, in

modo da iniziare l’attività inserendo un bacino di utenza già certo e dando la

possibilità alla popolazione locale di essere introdotta all’argomento. Suggeriamo

infatti di programmare degli incontri preliminari tematici. Accanto, nella bibliografia,

alcune realtà formative italiane che operano già da anni in ambito di agricoltura

naturale e movimento di transizione (*).

Un programma scolastico tipo dovrebbe comprendere, oltre ai corsi di studio canonici

(utilizzo di software di progettazione, potatura degli ulivi, ecc.), i seguenti percorsi

pilota:

1. Orticoltura sinergica: tecniche di coltivazione che, mediante accorgimenti

agronomici quali le consociazioni, favoriscono l’aumento della fertilità del

suolo, anziché il normale impoverimento che obbliga tra l’altro all’utilizzo

della chimica;

2. Orticoltura avanzata e vivaismo alternativo: prendendo spunto da nuove

esperienze e tecniche d’oltre confine si può intensificare la produzione di

SCUOLA di AGRICOLTURA SINERGICA

SCUOLA AGRARIA di MONZA

FONDAZIONE MINOPRIO

ACCADEMIA DELLA PERMACULTURA

UNISF (UNIVERSITA’ del SAPER FARE)

EMILIA HAZELIP – ORTICOLTURA

SINERGICA (video)

ELIOT COLEMAN e ‘THE WINTER

HARVEST’ (video)

SOIL BLOCKS

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ortaggi stagionali sia in colture protette che in campo, potenziando

notevolmente la filiera corta;

3. Progettazione in permacultura (**): sia ad uso agricolo che vivaistico, sia

pubblico che privato, per migliorare l’utilizzo della risorsa terra;

4. Tecniche di coltivazione innovative del carciofo bianco di Pertosa:

sperimentando consociazioni, concimazioni, tipologie di pacciame ed

eventuale apporto di piccola meccanizzazione, a seguire il filone del progetto

sponsorizzato dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano;

5. Lavorazione dei campi con l’uso di animali;

6. Innovazioni nella coltivazione del rafano;

7. Prove in campo di ammendanti ricavati da reflui oleari;

8. Diverse metodologie di compostaggio.

Di primaria importanza è riscuotere l’interesse e il coinvolgimento della popolazione

locale. Per questo proponiamo per gli abitanti dei Comuni di Auletta e Pertosa una

riduzione delle quote di iscrizione alla scuola.

Il conseguimento del diploma deve inoltre portare ad una facilitazione all’

insediamento sul territorio. Ad esempio, chi si diploma in agricoltura naturale

dovrebbe avere diritto ad incentivi per l’acquisto e/o la gestione di terreni agricoli

circostanti. Questo incentiverebbe la permanenza sul posto dei giovani autoctoni, ma

anche di chi si è spostato ad Auletta per studiare.

es. Di CORSO di PROGETTAZIONE in

PERMACULTURA

PROGETTO CARCIOFO BIANCO

IL PORTALE DEL CAVALLO

RISORSA RAFANO

PROGETTO TIRSAV PLUS

The Farm_______________________________________________

La partecipazione delle aziende agricole al programma scolastico è volontaria e

mutualistica:

- La presenza di studenti all’interno dell’azienda fornisce una manodopera pre-

specializzata a basso costo, in cambio di esperienze dirette sul campo;

- L’azienda entrerebbe in un circuito di informazione tecnologica e avrebbe

l’opportunità di apprendere utili insegnamenti dalle sperimentazioni messe in

opera sulla propria terra.

Poiché il capitale più consistente che un territorio possiede è la terra stessa, la materia

principe della Scuola Diffusa dovrebbe essere l’agricoltura naturale.

La scuola nel tempo influenzerebbe una conversione all’agricoltura naturale dei

terreni agricoli, seguendo il filone dell'agricoltura biologica, di quella biodinamica o

approcciandosi alla permacultura. Su quest’ultima noi poniamo l’accento per l’essenza

di sostenibilità su cui si basa attraverso i suoi principi:

1. cura della terra,

2. cura dell’uomo,

3. condivisione equa (ridistribuzione delle eccedenze, riduzione al minimo dello

scarto).

La permacultura (**) è un metodo di progettazione degli spazi agricoli che,

ispirandosi agli ecosistemi naturali, si basa sull'utilizzo e sul riciclo di tutte le risorse

FORMAZIONE IN AGRICOLTURA

NATURALE PRESSO IL CILENTO:

M. Amato , M.R. Martino , E. Turner , F. D’Orilia , V. Gay , A. Aloia , A. De Vita , A.

Troiano. 2011. The MIDA Junior Scientific Council: an incubator for future

generations of geopark conservationists. 10th European Geoparks Conference

Langesund. Norway 16-18 September

2011

Progetto Consiglio Scientifico Junior Fondazione MIdA: M. Amato , M.R.

Martino , E. Turner , F. D’Orilia , V. Gay , A. Aloia , A. De Vita , A. Troiano. 2011. The MIDA Junior Scientific Council: an

incubator for future generations of geopark conservationists. 10th European

Geoparks Conference Langesund.

Norway 16-18 September 2011.

AGRICOLTURA BIODINAMICA

GREEN ME – La Permacultura

GENITRON – AGRICOLTURA SOSTENIBILE

ESSENZA DELLA PERMACULTURA – David

Holmgren

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disponibili, con il minimo apporto di energie esterne. Ogni elemento dell'azienda

viene analizzato con un bilancio energetico che deve, per portare alla sostenibilità,

risultare positivo.

Avviare una conversione all’agricoltura naturale e associarvi un percorso didattico

specifico in un luogo preciso del Mezzogiorno significherebbe a nostro avviso creare

un caso esemplare, un centro sperimentale unico nella sua peculiarità.

Typical Products________________________________________

Uno dei principali punti di forza del Vallo di Diano è la tipicità dei suoi prodotti. Le

associazioni che operano sul territorio (Fondazione Mida, Associazione Auletta Terra

Nostra, Fondazione Medes, pro loco di Auletta e Pertosa) hanno già un programma di

valorizzazione al quale la scuola si aggancerà con gruppi di lavoro e docenti che

potrebbero venire dai progetti scientifici in corso (es. PSR Misura 124 Regione

Campania 2007-2013. “Validazione di nuove produzioni casearie e di alimenti

zootecnici in grado di migliorare la qualità globale del sistema vacca da latte

NOVOROD” )

La scuola, direttamente dal territorio di origine, contribuirà così alla divulgazione della

conoscenza nazionale del prodotto, sia dal punto di vista enogastronomico che dal

punto di vista scientifico, aumentandone la richiesta di mercato.

Infine, tramite l’ente formativo si possono promuovere attività di ricerca per un

incremento qualitativo dei prodotti, ma anche per un aumento del numero di tipicità.

USI MULTIFUNZIONALI DEL CARCIOFO:

PROGETTO NOVOROD

PREOGETTO SESIRCA – REGIONE

CAMPANIA

M. Amato, F. D’Orilia, V. Gay, A. Aloia, A. De Vita, A. Troiano. 2011. Multifunctional

agriculture and sustainability in the Cilento Geopark. In: Rangnes, K. (ed.) 10th European Geoparks Conference.

European Geoparks Network, Porsgrunn, Norway 16-18 September 2011. ISBN

978-82-93189-00-8

Amato M. 2011. Una pianta ritrovata. in: M. Amato L. Rosati (eds.) “I cardi e il

carciofo. Appunti di storia naturale dagli orti.”. MIdA Pp 5-7. ISBN9788890514845

CASO: La consociazione uliveto-asparagiaia-pollame

La monocoltura difficilmente si mantiene economicamente sostenibile. Ormai è noto

che investire su una sola produzione (tanto più colture a lungo ciclo come l’ulivo) è

rischioso e oneroso.

Negli eventuali campi prova di ricerca istituiti dalla scuola si deve tenere conto, per

primo, del caso dell’olivo e dell’asparago selvatico è esemplare. Una soluzione

proposta e finanziata dalla Regione Umbria (misura 1.2.4.) è infatti quella di

sperimentare l’oliveto-asparagiaia contestualmente all’allevamento di pollame.

Partner di questo progetto è il C.R.A. (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in

Agricoltura), in particolare il Centro di Ricerca per l’Orticoltura con sede a

Pontecagnano (SA). Tramite queste collaborazioni è stato anche realizzato un opuscolo

ben fatto sulla valorizzazione dell’asparago selvatico in territori della Provincia di

Salerno, dove esistono già alcuni campi di prova.

Di asparago selvatico si è parlato anche all’interno dell’VIII Convegno Nazionale sulla

Biodiversità tenutosi a Lecce nel 2008 e in un incontro organizzato dal Comune di

Rofrano con un intervento del Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di

Diano nel 2010.

ASPARAGI NELL’OLIVETO

PARCO TECNOLOGICO

AGROALIMENTARE DELL’UMBRIA

VALORIZZAZIONE DELL’ ASPARAGO

SELVATICO NEL COMUNE di AQUARA E

NEL TERRITORIO DELLA VALLE DEL

CALORE (SA)

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Questo prova l’interesse crescente che ruota attorno a questa possibile coltura

perenne e redditizia. L’asparago selvatico (Asparagus acutifolius) rappresenta infatti

un buon investimento sulla coltivazione di un prodotto che proprio in questo momento

comincia a far parlare di sé e potrebbe alimentare la suddetta filiera corta con nuove

tipicità “speciali”. Nel contempo, il pollame se utilizzato con buon senso può sostituire

le operazioni di sfalcio, poiché razzolando funge da diserbante naturale.

Questo non toglie che sarebbe interessante sperimentare anche la consociazione

pianificata ed eventualmente meccanizzata con il carciofo bianco di Pertosa, le cui

esigenze climatiche sono analoghe.

VIII CONVEGNO NAZIONALE SULLA

BIODIVERSITA’

TAVOLA ROTONDA PRESSO ROFRANO

ALTRA CONSOCIAZIONE INTERESSANTE:

ULIVO E ZAFFERANO

Farmers’ Market_________________________________________

Una gestione agricola che guarda alla tradizione e all’incremento dell’autosufficienza

locale porta alla nascita di una filiera corta in cui il piccolo artigianato diventa

indispensabile.

Rispolverare le professionalità perdute diventa infatti una necessità economica e non

più solo il desiderio di un’eventuale attrazione turistica legata al folklore. A maggior

ragione, questa doppia valenza aumenterebbe l’affluenza al Parco a Ruderi.

La nostra proposta per il centro storico è il riutilizzo degli antichi spazi di aggregazione,

tra questi Piazzale Giallorenzo, luogo di scambi economici prima del sisma; la piazza

ospiterà il mercato contadino a Km 0, con un vantaggio immediato nella rivendita

diretta dei prodotti da parte dell’agricoltore e con un tributo alla memoria storica di

tutto il paese.

Contemporaneamente, verrebbero riaccese altre “luci spente” della memoria quali via

Beatrice, i forni comuni e, più in generale, le piccole botteghe che potrebbero riaprire

in seguito ad una affluenza più certa e ad una sensibilizzazione dei proprietari.

Traditional customs______________________________________

Le associazioni e amministrazioni locali tra cui la fondazione Mida hanno in cantiere

un insieme di iniziative mirate a rievocare gli antichi usi del territorio: museo delle

culture locali, corso di panificazione, utilizzo degli asini da soma, tinteggio con prodotti

naturali come il carciofo bianco, ecc.

Leggiamo un filo conduttore tra la nostra proposta di ripopolamento del cento storico

ed un programma di attività come quelle proposte dal Comune.

The “Slow” Tourism______________________________________

La particolarità della scuola diffusa ed un programma economico e sociale tutto

incentrato sulla valorizzazione delle proprie risorse e delle proprie tradizioni farebbe

di Auletta un’eccellenza nazionale.

Questo tra l’altro attirerebbe l’attenzione dei media nazionali interessati alla

divulgazione degli esempi positivi di realtà locali.

TERROIR - WIKIPEDIA

UNA NUOVA AGRICOLTURA ESPRESSIONE

DEL TERROIR

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Dal punto di vista turistico Ciò che vogliamo suggerire è un’iniziativa di ristorazione

specificatamente basata sul concetto di terroir come marchio autonomo di qualità

locale.

Terroir (termine francese) è un concetto solitamente utilizzato in viti-vinicoltura, ma

che qui vogliamo ampliare un po’. Descrive la tipicità di gusto racchiuso nell’alimento

coltivato e prodotto in un territorio specifico, con metodi che guardino alla tradizione

e che alterino il meno possibile gli equilibri naturali.

Terroir dovrebbe diventare una sigla che rappresenta un’iniziativa promossa dalle

autorità locali, che non vuole perciò contraddire qualunque altro riconoscimento

nazionale o internazionale (slow food, d.o.c., ecc.), ma piuttosto integrarlo.

Questa iniziativa aspira a promuovere un’economia basata sul rapporto di

collaborazione tra produttore e ristoratore: una maggiore resilienza alimentare.

Es. di RISTORANTE NATURALE KM 0 –

PAESTUM (SA)

TRANSITION TOWN TOTNES – THE FOOD

LINK PROJECT

RESILIENZA

La resilienza, come si può leggere in bibliografia, è la forza di saper affrontare

avversità e situazioni di crisi uscendone rinforzati.

Tale concetto riassume perfettamente lo stato di un territorio e di una comunità colpiti

da un sisma.

RESILIENZA ALIMENTARE – CARLO

PETRINI A NAPOLI

RESILIENZA – TRANSITION ITALIA

RESILIENZA – BIBLIOTECA WWF

**********************************************************************

Il sistema che si viene a creare è una piccola filiera in grado di autoalimentarsi e non

c’è niente che guarda meglio alle connessioni territoriali che una città autonoma.

Mentre impartisce un’istruzione specializzata, Auletta impara velocemente a

diventare un posto migliore in cui vivere, mettendo in pratica quanto viene dalle

esperienze e dalle collaborazioni del piano formativo. Anche i comuni adiacenti

risentirebbero presto dell’ influenza di questa politica della sussistenza territoriale.

Politica che si riscontra all’interno del “movimento di transizione” .

CITTA’ IN TRANSIZIONE (*)

Le città in transizione sono molto diffuse soprattutto nel Regno Unito, nel Continente

Nuovo e negli USA. L’Italia, come sempre in ritardo, vede sorgere il primo caso negli

anni ’80 a Monteveglio in provincia di Bologna, paese che ha ospitato anche il

programma Report, in onda su Rai Tre. Nella puntata del 12 dicembre 2010 si parla di

consumo più sostenibile per il futuro, anche con il padre della transizione: Rob

Hopkins.

TRANSITION TOWNS – Italia

TRANSITION TOWNS – internazionale

MANIFESTO “Chi siamo e cosa facciamo”

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Per definizione, il movimento di transizione è l’aggregazione di persone residenti nello

stesso comune che sentono la necessità di proporre attività in risposta al picco del

petrolio e ai problemi ecologici causati dallo standard di vita attuale.

Il tutto inizia con un gruppo di cittadini sensibile a questi argomenti che tramite i

sistemi di comunicazione moderni (newsletter, facebook, twitter, google+, ecc.)

informa la popolazione di incontri a frequenza programmata in cui apre le porte ad

una tavola rotonda.

L’obiettivo iniziale di un movimento di transizione è quello di raggiungere nell’arco di

qualche anno il supporto delle amministrazioni locali. Grazie ad una collaborazione

pianificata, si potranno vedere risultati statistici come ad esempio una diminuzione

delle emissioni di CO2, un aumento delle superfici coltivate a ortaggi a disposizione

della popolazione, una diminuzione dei terreni incolti, e così via.

MONTEVEGLIO (BO)

REPORT – puntata 12.12.2010

ROB HOPKINS

Collateral projects_______________________________________

Con i progetti collaterali di seguito suggeriti, vogliamo dare un primo assaggio di

quello che si potrebbe realizzare ad Auletta oltre alle iniziative già in corso di

valutazione dalla Fondazione Mida o dalla Pro Loco (es. corso di panificazione presso il

forno comune, consegne a domicilio con asini da soma all’interno del Parco a Ruderi,

corso di colorazione di stoffe con l’impiego di tintura vegetale di carciofo bianco, ecc.).

Iniziative a cui il gruppo di transizione potrebbe dare un contributo organizzativo.

1. GARDENSHARE - collega giardinieri e appassionati di orticoltura con

proprietari di terra disponibili a condividere i prodotti in cambio di lavoro

manuale; è la controparte privata dell’iniziativa pubblica degli orti urbani;

presso le case a bordo rupe sono già stati previsti (dal progetto del Parco a

Ruderi) dei terrazzamenti a verde: la nostra proposta è di utilizzare questi

spazi per il gardenshare.

2. BIKE/CAR SHARING – iniziativa sia pubblica che privata di facile attuazione, ma

di notevole impatto sull’ambiente e sull’economia domestica, a fronte di un

eccessivo consumo di fonti di energia non rinnovabili e di un aumento

vertiginoso del prezzo del petrolio.

3. PIEDIBUS – un “autobus” che va a piedi formato da una carovana di bambini

che vanno a scuola in gruppo, accompagnati da due adulti, un “autista”

davanti e un “controllore” dietro.

4. COMMONLY PURCHASE OF SOLAR CELL - gruppi di acquisto per agevolazioni

di prezzo nella fornitura di pannelli solari.

5. COMMONLY PURCHASE OF BIOGAS SYSTEM – è la controparte

imprenditoriale del punto precedente; l’utilizzo del biogas sia per la fornitura

elettrica che per il riscaldamento abbatterebbe i costi energetici per le

imprese; la realizzazione di un impianto di trasformazione ha un costo

importante per un singolo imprenditore ma diventa accessibile se distribuito

tra più imprenditori organizzati; l’iniziativa sta avendo largo successo tra le

imprese agricole emiliane.

GARDEN SHARE

ORTALON

PIEDIBUS

GRUPPO ENERGIA

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Conclusione

La domanda è: cosa fa restare i giovani nel luogo in cui sono nati?

La risposta è il lavoro. Non fondato esclusivamente sul turismo o sulla creazione di qualcosa che non c’è,

bensì partorito dall’utilizzo intelligente delle risorse esistenti, con minori stravolgimenti strutturali possibili.

E la risorsa principe di un luogo è la vita stessa: chi vive, come vive e come mantiene viva la piazza del suo

paese. Sembrerà banale, ma la vita inizia dalla terra. Un sistema che funzioni nasce dal lavoro agricolo, dal

settore primario. Il progetto infatti si compone di più momenti: la scuola agraria come motore diretto ed

indiretto per la creazione di posti di lavoro e il movimento di transizione come esempio di impegno per il

rispetto della risorsa terra. («l’essere umano più vicino a Dio è un contadino» Masanobu Fukuoka)

Ci rendiamo conto che questa proposta può sembrare complicata da un punto di vista gestionale.

Tuttavia il nostro intento nell’affrontare le richieste del bando è stato quello di creare un sistema, il quale,

una volta avviato, può essere portato avanti dai cittadini stessi.

Il sistema arriverebbe al massimo della sua potenzialità qualora Auletta diventasse modello di sostenibilità

per le altre realtà locali e più ottimisticamente per il resto d’Italia. Tutto ciò è possibile solo con il

coinvolgimento di molti attori, chiamati non solo a patrocinare una o più iniziative, ma a rendersi parte

attiva nel progetto di concretizzazione di intelligenza collettiva.

Il tutto è più della somma delle parti.

Laura Sghedoni

Marta Lucchetti