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D Direzione Centrale Progettazione
Anas SpA
COMPLETAMENTO DELLA TANGENZIALE DI VICENZA 1° STRALCIO – 1° TRONCO
VE 18/14
PROGETTO ESECUTIVO
L’ APPALTATORE: -
IL GRUPPO DI PROGETTAZIONE: -
-
CONSULENZE SPECIALISTICHE:
MANDATARIA IMPRESA AFFIDATARIA
MANDANTE
RAPPRESENTANTE DELL’APPALTATORE:
IL PROGETTISTA
PROGER SPA
IL COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
PROTOCOLLO
DATA
PARTE GENERALE RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
CODICE PROGETTO
PROGETTO LIV.PROG N.PROG.
D P V E 0 7
E
1 3 0 1
.
NOME FILE
E_T00EG00GENRE04_B.Docx REVISIONE SCALA:
CODICE ELAB.
T 0 0
E G 0 0
G E N
R E 0 4
B
-
- - - - - -
- - - - - -
B REV. ISTR. ANAS Prot.CDG-0482941P 26/09/17 16.10.2017 Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese
A EMISSIONE 02.08.2017 Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese
REV DESCRIZIONE DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO
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COMMITTENTE: ANAS SPA Completamento della tangenziale di Vicenza – 1° Stralcio – 1° Tronco APPALTATORE – Mandataria: CONSORZIO INTEGRA – Affidataria CLEA s.c.– Mandante: Consorzio Stabile Infrastrutture PROGETTISTA Proger Spa
RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
PREMESSA 4
1. VARIANTI PER OTTIMIZZAZIONE VIABILITÀ SECONDARIA E
PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI (art. 132,
comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) 5
1.1. Modifica dell’innesto su strada Gambugliano 6
1.2. Modifica dell’andamento del sottopasso strada comunale Ambrosini 7
1.3. Modifica delle piste di servizio in prossimità dei sottopassi 8
1.3.1. Modifiche strutturali ai manufatti dovute all’accostamento delle piste di
servizio 12
1.3.1.1. Sottopassi ciclopedonali 12
1.3.1.2. Sottopassi carrabili 13
1.3.2. Modifiche dovute alla continuità idraulica 15
1.4. Spostamento dell’asse del tracciato al fine del salvataggio della roggia
esistente 18
2. ADEGUAMENTO A 4,50 M DELL’ALTEZZA DEI SOTTOPASSI
PODERALI E DEL SOTTOPASSO PODERALE CICLABILE AL KM
5+082 (NOTA ANAS PROT. CDG-0482941-P DEL 26/09/2017) 18
2.1. Sottopasso pk 3+529 19
2.2. Sottopasso pk 5+082 19
3. ADEGUAMENTO ILLUMINAZIONE SOTTOPASSI PK 4+006 E PK
5+028 e SOTTOVIA MADDALENE E AMBROSINI (NOTA ANAS
PROT. CDG-0482941-P DEL 26/09/2017) 19
4. SISTEMAZIONE IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA DELL’AREA
INTERCLUSA ALL’INTERNO DELLO SVINCOLO NORD (art. 132,
comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) 20
5. MODIFICHE STRUTTURALI OPERE D’ARTE MINORI (art. 132,
comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 21
5.1. Riconfigurazione geometrica delle opere d’arte minori 21
5.1.1.1. Sottopasso pk 4+006 21
5.1.1.2. Trincea San Giovanni 21
6. CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI FILTRAZIONE IN FASE DI
SCAVO DEI SOTTOPASSI STRADALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n.
163/06) 22
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
6.1.1. Progetto Definitivo 22
6.1.2. Progetto Esecutivo 22
6.1.2.1. Sottopasso Maddalene 22
6.1.2.2. Sottopasso Ambrosini 25
7. RILEVATI DI APPROCCIO ALLE SPALLE DEL VIADOTTO (art. 132,
comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 26
7.1.1. Progetto Definitivo 26
7.1.2. Progetto Esecutivo 26
8. FONDAZIONI VIADOTTO DEL SOLE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n.
163/06) 31
9. OPERE PROVVISIONALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 32
9.1. Inserimento puntoni provvisori sui sottopassi maggiori 32
9.2. Modifica delle opere provvisionali in prossimità delle vasche di prima
pioggia 33
10. MODIFICA TEI TOMBINI E DEL MANUFATTO DI SBOCCO (art. 132,
comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 34
11. PROPOSTA DELLA PAVIMENTAZIONE STRADALE IN VARIANTE
(art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 34
12. OTTEMPERANZA RACCOMANDAZIONI ARPAV (art. 132, comma 1,
D.Lgs. n. 163/06) 35
12.1. Preparazione del piano di posa del rilevato 35
12.1.1. Progetto Definitivo 35
12.1.2. Raccomandazioni Arpav 38
12.1.3. Progetto Esecutivo 39
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
PREMESSA
Durante la redazione della progettazione esecutiva, il Progettista e l’Appaltatore hanno
tenuto conto delle circostanze, insorte successivamente all’avvio della progettazione,
idonee a configurare delle varianti rispetto al progetto definitivo secondo l’art. 132,
comma 1, del D.Lgs. n. 163/2006.
In particolare si rappresenta che, su indicazione del progettista e previa informazione al
responsabile del procedimento, l’appaltatore ha provveduto all’effettuazione di studi e
indagini di maggior dettaglio e di verifica rispetto a quelli posti a base del progetto
definitivo. Il progetto esecutivo, conseguentemente, rende conto delle rideterminazioni
delle scelte progettuali, alla luce delle risultanze delle indagini eseguite.
Oltre a ciò, in conseguenza delle raccomandazioni con cui ARPAV ha accompagnato la
redazione del progetto esecutivo a partire dal 21/02/2017, riguardanti la necessità di
evitare il possibile impatto sulle acque sotterranee dell’utilizzo della tecnologia
“stabilizzazione a calce”, prevista dal progetto definitivo di gara per il miglioramento in
situ delle caratteristiche meccaniche dei piani di posa dell’infrastruttura, l’Appaltatore ha
sviluppato col progetto esecutivo una variante delle modalità di realizzazione degli strati
di bonifica dei rilevati.
Le circostanze di cui sopra si sono quindi configurate idonee, secondo l’art. 132, comma
1, del D.Lgs. n. 163/2006, a motivare la progettazione di interventi in variante rispetto al
progetto definitivo, che sinteticamente riguardano:
1) Variante relativa alle modalità di realizzazione della bonifica del piano di
posa dei rilevati;
2) ridefinizione degli interventi volti al contenimento dei processi di filtrazione
idraulici durante le fasi di scavo dei sottopassi stradali, alla luce degli esiti
della campagna d’indagine geotecnica integrativa;
3) introduzioni di interventi volti all’accelerazione del decorso dei cedimenti
dei rilevati d’approccio al viadotto di Viale del Sole;
4) adeguamento delle strutture di fondazione del viadotto del Sole;
5) adeguamento delle strutture della trincea San Giovanni;
6) adeguamento delle strutture dei sottopassi secondari;
7) adeguamento delle opere provvisionali per la realizzazione delle vasche
fuori linea;
8) adeguamento dei tombini e delle opere di efflusso di linea.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
L’Appaltatore ha inoltre sviluppato nel progetto esecutivo altre varianti, nell'esclusivo
interesse dell'amministrazione, finalizzate al miglioramento dell'opera e della sua
funzionalità, del tutto riconducibili all’art. 132, comma 3, del suddetto Decreto, che si
riepilogano qui di seguito:
1) miglioramento della viabilità secondaria e delle piste di servizio in
prossimità dei sottopassi e dei tombini idraulici;
2) sistemazione in configurazione definitiva dell’area interclusa all’interno
dello svincolo nord;
3) ridefinizione dei pacchetti di pavimentazione stradale.
Tutti i contenuti di cui sopra sono stati acquisiti nella progettazione esecutiva presentata
alla Stazione Appaltante nel mese di agosto 2017.
In esito all’istruttoria della Stazione Appaltante, di cui alla nota prot. CDG-0482941-P del
26/09/2017, come superata dagli incontri con il Gruppo istruttore di ANAS del 22/09/2017
e del 11/10/2017, l’Appaltatore e il Progettista hanno aggiornato la progettazione
esecutiva consegnata, modificando in parte le soluzioni precedentemente sviluppate,
come argomentato nel seguito.
Rileviamo, inoltre, che con la medesima nota del 26/09/2017, appena citata, la Stazione
Appaltante ha chiesto di adeguare a 4,50 m l’altezza dei sottopassi poderali e del
sottopasso poderale ciclabile al km 5+082.
La presente relazione intende dunque illustrare, motivandola, ciascuna delle variazioni al
progetto definitivo sviluppata nel progetto esecutivo.
In base all’art. 20 del C.S.A. Norme Generali, per la disamina delle varianti conseguenti
all’ottemperanza alle richieste della Conferenza dei Servizi si rinvia, invece,
espressamente all’elaborato T00EG00GENRE02_D
1. VARIANTI PER OTTIMIZZAZIONE VIABILITÀ SECONDARIA E
PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI (art.
132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06)
Le varianti descritte in questo capitolo rimangono confermate senza modifiche rispetto
alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017. Si
procede nel seguito alla loro argomentata motivazione.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
1.1. MODIFICA DELL’INNESTO SU STRADA GAMBUGLIANO
La variante alla SP36 collega l’attuale via Gambugliano con la nuova rotatoria dello
svincolo sud.
Il progetto definitivo prevede di intervenire sulla viabilità esistente ben prima dell’inizio
della curva necessaria per innestarsi sulla nuova variante.
Tale soluzione sembra tuttavia figlia della precedente fase progettuale in cui era previsto,
in posizione adiacente e parallela alla viabilità est-ovest esistente, la realizzazione di un
sottovia stradale che garantisse lo scavalco della nuova SP46.
L’eliminazione di tale opera d’arte e la possibilità di utilizzare il più possibile il sedime
esistente, consiglia di avanzare sensibilmente l’inizio delle attività di variante, di ca. 170
m.
Da un punto di vista strettamente geometrico, la soluzione di variante ricalcherà
esattamente quanto previsto in PD, con raggio planimetrico pari a 65 m e clotoidi di
lunghezza invariata. (Vedi file: E_T00EG00GENPL08_B, E_T00EG00GENPL09_C)
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
La pista ciclabile di servizio parallela alla nuova viabilità principale attraverserà la nuova
variante all’incirca a metà del tratto curvilineo, senza risalire verso est per poi ritornare a
percorrere parallelamente alla strada il tratto verso la rotatoria di svincolo sud.
1.2. MODIFICA DELL’ANDAMENTO DEL SOTTOPASSO STRADA COMUNALE AMBROSINI
In merito alla viabilità di progetto necessaria per garantire continuità a via Ambrosini, su
richiesta della DL si è proceduto ad allontanare la nuova viabilità, e con essa la struttura
in c.a. contenente le rampe del sottovia, dalla residenza posta a nord di via Ambrosini (di
cui in viola nello schema seguente sono riportati i muri di confine).(Vedi file:
E_T00EG00GENPL10_B, E_T00EG00GENPL11_C)
Di seguito si riportano il progetto definitivo e la proposta di modifica:
Progetto definitivo
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Proposta di modifica
Con la nuova configurazione la parte terminale del sottovia si è spostata di ca. 4.50 m
verso sud, e la nuova viabilità si trova rispetto al muro di confine fino ad una distanza di
ca. 8.5 m dal limite interno della strada.
1.3. MODIFICA DELLE PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI
La direzione lavori Anas richiede di realizzare, in prossimità dei sottopassi, una pista di
servizio accostata al sottopasso, in aggiunta a quella già prevista, per evitare, a chi vuole,
di percorre la strada più lunga. Tali piste hanno, in generale, larghezza di 1.5 m in
prossimità dei sottopassi e 1.5 e 4 m in prossimità del sottopasso strada comunale
Ambrosini. In particolare tale modifica è richiesta alle seguenti progressive:
- PK 1+992 Sottopasso strada comunale Ambrosini
- PK 3+125 Sottopasso Via Pian delle Maddalene
- PK 4+005
- PK 5+085
Tale modifica richiede, anche, un adattamento delle barriere antirumore che in questi
tratti saranno del tipo integrato con la barriera di sicurezza.
Di seguito si riportano planimetricamente le modifiche:
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
PK 1+992 Sottopasso strada comunale Ambrosini (file E_T00EG00GENPL11_C)
La pista di servizio a sud est è stata eliminata allargando a 5 metri quella a nord est per
permettere il transito dei mezzi pesanti del proprietario dell’abitazione prospiciente il
sottopasso.
Per il sottopasso Ambrosini è stato previsto l’accostamento della pista di servizio per
permettere un passaggio ciclopedonale a sinistra e carrabile a destra.
Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali secondo la sezione
tipica riportata di seguito:
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
La lunghezza e la posizione delle barriere di sicurezza è specificata nell’elaborato:
E_T00EG00GENPL11_C.
PK 3+125 Sottopasso Via Pian delle Maddalene (file E_T00EG00GENPL12_C)
Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio
ciclopedonale a sinistra e a destra.
Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata
nell’elaborato: E_T00EG00GENPL12_C.
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PK 4+006 (file E_T00EG00GENPL13_C)
Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio
ciclopedonale a sinistra e a destra.
Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata
nell’elaborato: E_T00EG00GENPL13_C.
PK 5+082 (file E_T00EG00GENPL14_C)
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Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio
ciclopedonale a sinistra e a destra.
Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata
nell’elaborato: E_T00EG00GENPL14_C.
1.3.1. Modifiche strutturali ai manufatti dovute all’accostamento delle piste di
servizio
1.3.1.1. Sottopassi ciclopedonali
Tale soluzione comporta, oltre alla realizzazione di nuove piste di larghezza pari a 1.50m
anche modifiche strutturali ai sottopassi:
- allungamento del sottopasso di 1.50 m da un lato,
- Allungamento della rampa di discesa al sottopasso di non meno di 1.50
m.
- modifica della soletta superiore con chiusura delle asole previste in
progetto definitivo sia nel caso di sottopassi ciclopedonali sia nel caso di
sottopassi carrabili.
Di seguito si riportano, in maniera indicativa, le modifiche strutturali che
riguardano il sottopasso ciclopedonale.
Modifiche su sottopasso ciclopedonale
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1.3.1.2. Sottopassi carrabili
In questo caso le piste di servizio sono da un lato di 1.50 m e dall’altro di 4.00
m per il sottopasso su Strada comunale Ambrosini e di 1.50 m da entrambi i lati per il
sottopasso Via Pian delle Maddalene
Le modifiche strutturali che andranno fatte sono:
- Aggiunta di travi prefabbricate per realizzare i nuovi tratti di soletta, di
lunghezza differente a seconda si tratti di pista di 4.00 m o 1.50 m
- Spostamento della vasca di raccolta delle acque
- Modifica del numero di diaframmi in corrispondenza dello scatolare
chiuso.
- Allungamento del sottopasso di 1.5 m
Di seguito si riportano le modifiche per il sottopasso strada comunale Ambrosini.
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Di seguito si riportano le modifiche per il sottopasso via Pian delle Maddalene
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1.3.2. Modifiche dovute alla continuità idraulica
L’accostamento della rampa di servizio ai manufatti comporta anche l’allungamento di
alcuni tombini di continuità idraulica.
In particolare i tombini da modificare si trovano alle seguenti progressive:
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PK 1+992 Sottopasso strada comunale Ambrosini (file E_T00EG00GENPL11_C)
PK 3+125 Sottopasso Via Pian delle Maddalene (file E_T00EG00GENPL12_C)
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PK 4+006 (file E_T00EG00GENPL13_C)
PK 5+082 (vedi file: E_T00EG00GENPL14_C)
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1.4. SPOSTAMENTO DELL’ASSE DEL TRACCIATO AL FINE DEL SALVATAGGIO DELLA ROGGIA
ESISTENTE
Su richiesta della Direzione dei Lavori è stato modificato l’asse del tracciato di progetto
tra le progressive 2+500 e 3+925 al fine di salvaguardare la roggia esistente che si trova
nei pressi di Via Pian delle Maddalene.
Tale modifica ha comportato uno spostamento del tracciato di circa 7 m in prossimità del
sottopasso Via Pian delle Maddalene con conseguente adattamento dell’opera d’arte alla
nuova configurazione.
La nuova configurazione permette di evitare lo spostamento della roggia per un tratto di
oltre 250 metri con un’ottimizzazione generale della conseguente sistemazione idraulica.
2. ADEGUAMENTO A 4,50 M DELL’ALTEZZA DEI SOTTOPASSI
PODERALI E DEL SOTTOPASSO PODERALE CICLABILE AL
KM 5+082 (NOTA ANAS PROT. CDG-0482941-P DEL
26/09/2017)
Successivamente alla presentazione della progettazione esecutiva, avvenuta
nel mese di agosto 2017, la Stazione Appaltante, con nota CDG-0482941-P del
26/09/2017, ha chiesto l’adeguamento a 4,50 m dell’altezza dei sottopassi poderali e del
sottopasso poderale ciclabile al km 5+082.
La modifica, dunque, interessa le seguenti opere:
Sottopasso Altezza conforme al progetto definitivo di offerta
Altezza richiesta con nota CDG-0482941-P del 26/09/2017
PK 3+529 3,20 m 4,50 m
PK 5+082 4,00 m 4,50 m
La necessità di adeguare l’altezza dei manufatti, mantenendo naturalmente
invariata la livelletta dell’asse stradale principale, ha giocoforza comportato sia un
adeguamento delle parti strutturali delle elevazioni in c.a., sia un allungamento dei
sottopassi, imposto dall’approfondimento delle quote d’imposta delle fondazioni al fine di
assicurare le maggiori altezze. Evidentemente, l’aumento della lunghezza dei manufatti
ha richiesto anche un conseguente adeguamento dei sedimi di esproprio.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
2.1. SOTTOPASSO PK 3+529
Le modifiche effettuate rispetto al progetto definitivo riguardano la geometria del
sottopasso.
In sede di progetto definitivo l’altezza interna del sottopasso era di 3.20 m; in fase
esecutiva è stata portata a 4.50 m per permettere il passaggio di mezzi agricoli così
come richiesto da Anas.
Questo ha comportato un ingente allungamento planimetrico del sottopasso di circa
31.70 m in quanto la pendenza della strada era già in fase definitiva del 12% e quindi non
poteva essere aumentata. Sono stati quindi aggiunti due ulteriori conci, uno a destra ed
uno a sinistra
2.2. SOTTOPASSO PK 5+082
Le modifiche effettuate rispetto al progetto definitivo riguardano la geometria del
sottopasso.
In sede di progetto definitivo l’altezza interna del sottopasso era di 4 m; in fase esecutiva
è stata portata a 4.50 m per permettere il passaggio di mezzi agricoli così come richiesto
da Anas.
Questo ha comportato una conseguente modifica anche delle geometrie dei muri ad U.
3. ADEGUAMENTO ILLUMINAZIONE SOTTOPASSI PK 4+006 E
PK 5+028 e SOTTOVIA MADDALENE E AMBROSINI (NOTA
ANAS PROT. CDG-0482941-P DEL 26/09/2017)
Successivamente alla presentazione della progettazione esecutiva, avvenuta
nel mese di agosto 2017, la Stazione Appaltante, con nota CDG-0482941-P del
26/09/2017, ha richiesto l’illuminazione dei sottopassi a pk 4+006 e PK 5+028 oltre che i
sottovia Maddalene e Ambrosini
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
4. SISTEMAZIONE IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA
DELL’AREA INTERCLUSA ALL’INTERNO DELLO SVINCOLO
NORD (art. 132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n.
163/06)
Il progetto esecutivo prevede la sistemazione in configurazione definitiva dell’area
interclusa all’interno dello svincolo nord. Gli interventi descritti in questo capitolo
rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione
esecutiva presentata nel mese di agosto 2017.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
5. MODIFICHE STRUTTURALI OPERE D’ARTE MINORI (art.
132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)
Gli interventi descritti in questo capitolo rimangono confermati senza modifiche rispetto
alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017.
5.1. RICONFIGURAZIONE GEOMETRICA DELLE OPERE D’ARTE MINORI
Nell’ambito delle verifiche strutturali delle opere minori è stata rivista la geometria delle
seguenti opere d’arte:
- sottopasso alla pk 4+006;
- sottopasso alla pk 5+082;
- trincea San Giovanni
al fine dell’ottemperanza alle normative vigenti in materia, con particolare riguardo al
soddisfacimento delle verifiche al galleggiamento.
5.1.1.1. Sottopasso pk 4+006
Nel progetto definitivo per quanto riguarda il concio 2 era considerata una fondazione di
spessore 50 cm; nel progetto esecutivo è stato aumentato tale spessore portandolo a 60
cm.
La modifica si è resa necessaria per la verifica al galleggiamento del concio; questa è
stata fatta considerando, a favore di sicurezza, uno spessore di 40 cm di pacchetto
stradale.
5.1.1.2. Trincea San Giovanni
Rispetto al progetto definitivo sono state modifiche le geometrie dei conci 7-8-10-11-12
Tale modifica si è resa necessaria per la verifica al galleggiamento dei vari conci; questa
è stata effettuata considerando uno spessore della pavimentazione pari a 40 cm.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
6. CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI FILTRAZIONE IN FASE
DI SCAVO DEI SOTTOPASSI STRADALI (art. 132, comma 1,
D.Lgs. n. 163/06)
6.1.1. Progetto Definitivo
Il Progetto Definitivo prevede l’esecuzione di cortine di diaframmi, laterali allo scavo, per il
contrasto alle spinte del terreno e idrostatiche; adeguatamente approfonditi oltre il fondo
scavo per limitare le portate dell’acqua di infiltrazione. E’ previsto l’ausilio del sistema
well-point per il dewatering.
6.1.2. Progetto Esecutivo
6.1.2.1. Sottopasso Maddalene
Il piano di campagna medio attuale si trova a circa 37.0 m s.l.m., la massima risalita della
falda è ipotizzata alla stessa quota del p.c., mentre a profondità di oltre 15 m è stata
riscontrata una piezometrica a +37.538.0 m s.l.m. (quindi in leggero artesianesimo).
La profondità massima dello scavo è a quota +30.8 m s.l.m., che si approfondisce
localmente a quota +29.0 m s.l.m. per la vasca interrata di raccolta dell’acqua.
Per l’elevato battente idrostatico massimo a fondo scavo, di circa 9 m in corrispondenza
della vasca di raccolta acque, il sistema dewatering well-point presenta delle complessità
di installazione.
Nella fase di indagini per il Progetto Esecutivo è stata posta particolare attenzione allo
studio dei parametri di permeabilità dei terreni per verificare la fattibilità e le tecnologie
per un razionale sistema di dewatering.
I terreni sono di natura alluvionale costituiti da intercalazioni orizzontali di sabbie limose,
limi sabbiosi e limi argillosi con valori delle permeabilità locali comprese mediamente nel
range: k=10-7
÷10-5
m/s (da prove penetrometriche con piezocono CPTU, prove di
permeabilità Lefranc in foro di sondaggio).
Per la struttura eterogenea dei terreni si è ritenuto di proporre una prova di emungimento
da pozzo, ottenendo i seguenti risultati sintetici:
Portata di emungimento per un abbassamento stabilizzato di 8-9 m: ≈ 0.7 l/s,
prossima a valori critici per il pozzo.
Cono di depressione, misurato sui piezometri posti a varie distanze, regolare e
relativamente rapido nella stabilizzazione.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Elevate perdite di carico concentrate sui filtri e nell’immediato intorno del pozzo
(“skin effect”).
Notevole trasporto di fine con persistenza di acqua torbida.
La portata di emungimento è stata inferiore alle attese per le caratteristiche strutturali e
granulometriche dei depositi, per l’inevitabile disturbo con effetto impermeabilizzante, che
la perforazione apporta alle pareti di scavo del pozzo e per una certa quota, inevitabile, di
intasamento del filtro. Va dato atto all’Impresa esecutrice della sperimentazione di aver
ottemperato alle specifiche esecutive, di avere impiegato idonee tecnologie e modalità
esecutive (in particolare impiegando acqua chiara senza nessun tipo di additivi per
l’esecuzione della perforazione), nonché adeguata diligenza complessiva. Tutti gli aspetti
qualitativi dei risultati delle prove sono infatti corretti.
Va comunque ricordato che un obiettivo delle prove di emungimento da pozzo era di
verificarne la “produttività”, ovvero la reale efficacia (disturbi compresi), per eventuale
proposta come tecnologia di dewatering per l’esecuzione degli scavi.
Figura 1. Prova di pompaggio PEm02: sintesi dei risultati
Per la sicurezza dell’esecuzione degli scavi occorre prevedere un tampone di fondo, da
realizzare mediante colonne jet-grouting compenetrate, per uno sviluppo complessivo di
circa 115 m in corrispondenza delle massime profondità di scavo (inferiori a +33 m
s.l.m.).
L’esecuzione del tampone di fondo consente i seguenti vantaggi:
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Limitare fortemente le portate di acqua di infiltrazione; in tal modo l’impiego del
dewatering è molto ridotto, rimanendo a regime per le sole portate residue di
infiltrazione a fondo scavo. Oltre a tutti gli aspetti di semplificazioni esecutive e
risparmi energetici, si evidenzia che viene praticamente annullato il trasporto di
fine dall’esterno (diversamente inevitabile). Il trasporto di fine, per periodi
prolungati, può comportare degrado delle caratteristiche dei terreni esternamente
ai diaframmi, con rischi di subsidenza ed effetti indotti nell’intorno.
Si possono accorciare le profondità dei diaframmi di circa 2-5 m. Scavi
approfonditi possono interessare acquiferi locali artesiani, in tali condizioni
risulterebbe precaria la stabilità della perforazione per carenza del battente
idrostatico del fluido di perforazione. Una significativa riduzione delle profondità
dei diaframmi riduce moltissimo tale rischio.
Le modalità esecutive, per gli scavi e le attività da svolgere a fondo scavo sono
più semplici, i tempi esecutivi certi, con riduzione delle alee di incertezza e dei
rischi.
In mancanza di tampone di fondo il sistema di dewatering richiede una
architettura complessa, da adattare alle condizioni locali, con necessità di
controlli e manutenzioni continue, con maggiori rischi connessi all’efficacia delle
lavorazioni da eseguire a fondo scavo (impermeabilizzazione, getto del solettone
di base ecc.).
Le caratteristiche del tampone sono:
Esecuzione di colonne con tecnologia bi-fluido, diametro reso utile di ≈ 1200 mm;
Maglia triangolare equilatera con interassi di ≈ 900 mm;
Altezza del trattamento ≥ 3.0 m;
Parametri del trattamento: caratteristiche delle miscele cementizie, velocità di
rotazione e risalita, portate di iniezione ecc., da determinare e ottimizzare
mediante appositi campi prova;
Ogni 20-40 m verranno eseguiti dei setti trasversali di compartimentazione
mediante doppia file di colonne prolungate fino alla testa dei diaframmi. Lo
scopo delle compartimentazioni è di limitare le portate di emungimento ai soli
settori soggetti a scavo e ad isolare eventuali difettosità per disporre mirate azioni
correttive.
Le modalità di controllo durante l’esecuzione e sulla resa finale verranno definite.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Figura 2. Sezioni trasversali
Rispetto all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017, gli
interventi descritti in questo capitolo relativamente al contenimento dei processi di
filtrazione in fase di scavo del sottopasso Maddalene rimangono confermati senza
modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di
agosto 2017. In particolare si precisa che il dimensionamento del tappo di fondo in jet
grouting deriva dall’esperienza acquisita. Il diametro previsto per le colonne è fattibile in
relazione ai terreni in sito e l’interasse è dettato dall’esigenza di compenetrazione, legata
alla verticalità delle colonne ed alla profondità di trattamento.
Comunque si prevede apposito campo prova finalizzato appunto a tarare i parametri
operativi ed ottimizzare diametro ed interasse.
Nei tratti dove è presente il tappo di fondo, non è previsto wellpoint, ma un semplice
sistema di agottamento a fondo scavo. Il sistema wellpoit è previsto dove non c’è tappo di
fondo (altezze di scavo < 5 m circa).
6.1.2.2. Sottopasso Ambrosini
Le condizioni geometriche sono assimilabili al Sottopasso Maddalene.
Sono migliori le condizioni stratigrafiche: per la maggior presenza statistica di terreni più
fini, ed idrologiche per la minor quantità di acqua di emungimento da prova da pozzo e
per non aver osservato fenomeni di artesianesimo.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Anche in questa situazione sarebbe raccomandabile l’impiego di un tampone di fondo,
per le semplificazioni e le limitazioni dei rischi precedentemente descritti.
Tuttavia, accogliendo le prescrizioni dell’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-
0482941-P del 26/09/2017, è stato eliminato il tappo di fondo in jet grouting, che era
comunque previsto solo nella zona di massimo scavo. Tale modifica comporta
l’allungamento dei diaframmi in tale tratto, riportandoli alle lunghezze di Progetto
Definitivo, al fine di aumentare il percorso di filtrazione; la lunghezza dei diaframmi in
questo tratto è passata quindi da 17.0 m (con tampone jet grountig) a 23.0 m (senza
tampone); la lunghezza di 23.0 m è la stessa prevista in PD.
Per quanto sopra, la pianificazione dei lavori dovrà prevedere comunque l’esecuzione
degli scavi del sottopasso ST01 preliminarmente a quelli del ST02, al fine di poter avere
ancora disponibili le attrezzature del jet grouting, nel caso sopraggiungessero difficoltà
nel gestire l’acqua.
7. RILEVATI DI APPROCCIO ALLE SPALLE DEL VIADOTTO
(art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)
7.1.1. Progetto Definitivo
Nel PD non è previsto alcun consolidamento per i rilevati maggiori (di approccio alle
spalle del viadotto). Nella Relazione Geotecnica (T00SG00GETRE01-C) si stima un
cedimento totale di 50-55 cm con tempi di dissipazione delle sovrapressioni interstiziali
entro 60 giorni, quindi confrontabili con i tempi di costruzione (valutato con un cv = 410-5
m2/s, mediante rappresentativo dell’intero spessore alluvionale Al e Al1, presente nei
primi 24 m dal p.c.).
7.1.2. Progetto Esecutivo
La zona in esame è stata indagata in fase PE mediante un sondaggio (SE01, lunghezza
44.0 m, lungo il quale sono stati prelevati 6 campioni sottoposti alle prove di laboratorio),
3 prove CPTU spinte fino ad una profondità massima di circa 26 m.
L’insieme delle indagini complessivamente disponibili hanno confermato lo spessore
compressibile (circa 24-25 m dal p.c.) ed hanno consentito di dettagliare la stratigrafia
locale, distinguendo all’interno del deposito francamente argilloso-limoso (unità Al) tre
stratificazioni limoso-sabbiose con spessori di ordine metrico (unità Al1).
Nella seguente figura si sintetizzano i principali risultati delle prove CPTU disponibili, che
evidenziano una marcata ripetibilità.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Con riferimento all’unità Al, che di fatto governa la natura differita dei cedimenti nel
tempo, numerose prove sono state finalizzate alla valutazione della permeabilità e quindi
alla stima del coefficiente di consolidazione cv. I risultati complessivamente disponibili
conducono ad una stima di cv = (15)10-07
m2/s.
Pur confermando l’ordine di grandezza dei cedimenti attesi (50-60 cm totali), si stima un
tempo di consolidazione di 1.52 anni, non compatibili con i tempi realizzativi previsti per
l’opera.
Per la necessità di ridurre drasticamente i tempi di consolidazione a circa 60 gg,
compatibili con le fasistiche previste, si prevede l’inserimento di dreni verticali a nastro, L
= 20.0 m, disposti a maglia quadrata 1.8 m x 1.8 m. I dreni sono idraulicamente collegati
in testa mediante uno strato di “drenante - anticapillare” spesso 30 cm, ubicato alla base
del rilevato, immediatamente sopra il piano campagna.
Il trattamento interessa una porzione di circa 100 m a tergo di entrambe le spalle.
L’obiettivo progettuale è quello di ridurre a valori trascurabili i cedimenti differenziali tra il
rilevato-viadotto nonché le coazioni indotte dal rilevato sui pali di fondazione. Questi
ultimi potranno essere realizzati, ovvero collegati al plinto, solo al termine dei processi di
consolidazione.
Quanto previsto verrà verificato sperimentalmente mediante monitoraggio dei cedimenti
del rilevato in costruzione; i dati via via acquisiti consentiranno di verificare le previsioni
progettuali, ed operare le scelte sugli eventuali aggiustamenti in corso d’opera
(calibrazione dei tempi di attesa ed eventuale pre-carica).
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Figura 3. Vi del sole: profili delle resistenze CPT con determinazione del “Material Index, Ic.
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Figura 4. Sezione tipo con dreni.
Rispetto all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017, gli
interventi descritti in questo capitolo, relativi all’accelerazione del decorso dei cedimenti
del piano di posa dei rilevati d’approccio al viadotto, rimangono confermati senza
sostanziali modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel
mese di agosto 2017. In particolare si precisa che, come si evince dalla figura 30 della
relazione geotecnica generale di PE (allegata di seguito), il valore del coefficiente di
consolidazione verticale assunto in PE, si interpola bene sia con i dati delle prove
penetrometriche statiche (delle sole prove eseguite in corrispondenza dell’opera), sia con
la stima da correlazione empirica. Il valore del coefficiente di consolidazione verticale
assunto in PD (riportato in figura seguente per confronto) deriva molto probabilmente da
una interpretazione dei dati di tutto il tracciato. Le indagini integrative hanno infatti
evidenziato una importante novità rispetto al PD: in corrispondenza del viadotto in
oggetto, relativamente alle alluvioni superficiali, si ha una prevalenza della componente
argilloso-limosa (unità Al), poi fra le progressive chilometriche 1+100 e 1+500 circa, si
intensificano le intercalazioni sabbiose e limoso sabbiose (unità Al1) e dalla progressiva
chilometrica 1+500 circa, si evidenzia una marcata eterogeneità nel rapporto fra le facies
delle alluvioni argillosa (unità Al) e sabbiosa (Al1), con livelli/lenti/strati di spessore da
centimetrici a metrico e, mediamente, di pari incidenza. Questo concetto verrà comunque
meglio specificato nella relazione geotecnica generale.
Per quanto riguarda la giustificazione dell’estensione del tratto di rilevato con dreni (100
m circa), negli elaborati esecutivi è stata inserita una sezione di calcolo dei cedimenti a
distanza di 100 m da inizio intervento. In questa sezione, che presenta comunque una
altezza di rilevato intorno ai 6 m, senza dreni e senza precarica, il cedimento residuo da
scontare dopo 1 anno, è inferiore a 5 cm (come prescritto da Capitolato Speciale
d’Appalto).
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-5
0
1.00E-09 1.00E-08 1.00E-07 1.00E-06 1.00E-05 1.00E-04 1.00E-03
Pro
fon
dit
à d
a p
.c.
[m]
cv [m2/s]
Coefficiente di consolidazione primaria verticale
SCPTU1_2014
CPTU1_2014
CPTPP1_2005
CPTU-E03
CPTU-E02
CPTU-E01
NAVFAC-DM 7.1. (1971)
Valore di cv di PD
Valore di cv di PE
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
8. FONDAZIONI VIADOTTO DEL SOLE (art. 132, comma 1,
D.Lgs. n. 163/06)
Per la redazione del P.E. è stata appositamente eseguita una campagna di indagini
integrativa nel periodo marzo-maggio 2017 con la finalità di verificare, approfondire ed
ottimizzare la caratterizzazione geotecnica dei litotipi interagenti con le opere.
Le indagini eseguite hanno confermato lo spessore alluvionale (unità Al-Al1 - intercettato
fino a circa 25 m dal p.c.) che sovrasta i depositi ghiaiosi, ed hanno evidenziato una
prevalenza della componente coesiva compressibile (Al) e solo in sub-ordine la presenza
di strati limoso-sabbiosi (Al1). Inoltre, grazie al nuovo sondaggio SE-01, spinto fino a 44.0
m di profondità, si è evidenziato che le ghiaie di base non sono continue ma intervallate
da depositi coesivi.
Questa circostanza, che rappresenta la novità rispetto al P.D., implica per i pali una
minore portanza di base, che nelle ghiaie viene in parte inficiata dalla presenza degli
orizzonti coesivi.
In tale contesto, i pali sono di tipo “sospeso”, ovvero progettati con resistenza
prevalentemente laterale. Quindi il dimensionamento ottimale si ottiene privilegiando i pali
di minore diametro (DN 800 -1000 mm) rispetto a quelli del P.D. offerto (DN 1200 mm). In
base a tali criteri è stato dunque sviluppato il progetto esecutivo presentato nel mese di
agosto 2017.
Tuttavia, accogliendo le prescrizioni dell’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-
0482941-P del 26/09/2017, il diametro dei pali di spalle e pile è stato uniformato a D=800
mm, garantendo un interasse ≥ 3D.
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9. OPERE PROVVISIONALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n.
163/06)
9.1. INSERIMENTO PUNTONI PROVVISORI SUI SOTTOPASSI MAGGIORI
In fase di progettazione esecutiva dei sottopassi maggiori (sottopasso strada comunale
Ambrosini e sottopasso Via Pian delle Maddalene) sono stati aggiunti dei puntoni
provvisori dovuti alla natura dei terreni interessati dallo scavo ed i tempi di realizzazione
dell’opera. Rispetto al PD che considerava condizioni non drenate, le analisi del PE si
basano sui parametri geotecnici drenati e si considera un regime di filtrazione stazionario.
Per garantire la sicurezza e la stabilità in condizioni di scavo e mantenere un regime
deformativo accettabile, lo scavo dovrà essere effettuato con un elemento di contrasto in
testa alle opere di sostegno. Tale funzione è assolta dall’impalcato di copertura nel tratto
coperto e dai puntoni definitivi in c.a. nel tratto finestrato, mentre per i rimanenti tratti è
necessario disporre puntoni in acciaio provvisori sulla trave di coronamento dei
diaframmi. Tali puntoni potranno essere rimossi solo dopo la realizzazione della soletta di
fondazione in c.a..
In base all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017,
rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017
il progettista esecutivo ha riscontrato la necessità dell’impiego, in corrispondenza sia del
sottopasso Ambrosini sia del sottopasso Maddalene, di puntoni Φ609.6mm sp.14.2mm
ad interasse di 6m, al fine di garantire la sicurezza e la stabilità in condizioni di scavo e
mantenere un regime deformativo accettabile.
La stabilità e la sicurezza in condizioni di scavo sono assolte dall’impalcato di copertura
nel tratto in galleria e dai puntoni definitivi in c.a. nel tratto finestrato, mentre per i
rimanenti tratti è necessario disporre puntoni in acciaio provvisori sulla trave di
coronamento dei diaframmi. Tali puntoni potranno essere rimossi solo dopo la
realizzazione della soletta di fondazione in c.a.. Tale scelta comporta inoltre altri
significativi vantaggi progettuali: importante riduzione delle sollecitazioni nei diaframmi e
della loro armatura, quindi maggiore durabilità dell’opera; minori alee di rischio collegate
alla variabilità delle complesse condizioni al contorno (condizioni stratigrafiche,
caratteristiche geotecniche, idrodinamiche e sovraccarichi); incremento delle condizioni di
sicurezza generali e per le maestranze.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
9.2. MODIFICA DELLE OPERE PROVVISIONALI IN PROSSIMITÀ DELLE VASCHE DI PRIMA
PIOGGIA
Nel Progetto definitivo era previsto uno scavo massimo di circa 5.5 m sotto il piano
campagna, protetto mediante palancolato Larssen 605 L=18.0 m, contrastato
internamente con due ordini di tiranti.
Nella nuova configurazione di PE, si prevede una riduzione della profondità di scavo, che
si spinge fino ad un massimo di -4.0-4.2 m dal p.c..
Si conferma la necessità di proteggere lo scavo mediante palancolato, per la riduzione
dei processi di filtrazione verso lo scavo. Gli scavi saranno protetti mediante palancolato
perimetrale (tipo Larssen 605) che verrà infisso dal p.c. fino ad una profondità di circa
12.0 m (contro i 18 m previsti in fase di progettazione definitiva).
Dopo aver verificato la compatibilità degli ingombri di scavo con le aree di esproprio, si è
scelto di allargare l’impronta di scavo, prevedendo la profilatura di una berma
stabilizzante sul palancolato conformata con larghezza in testa di 1.8-2.0 m, scarpata di
circa 40° rispetto all’orizzontale, altezza 2.0 m.
Tale soluzione comporta numerosi vantaggi di carattere esecutivo e di sicurezza delle
maestranze:
operando con palancole di 12.0 m si evitano complicate operazioni di saldatura in
cantiere;
le minori altezze di scavo e l’allargamento dello scavo mediante berma
stabilizzante hanno consentito di evitare la realizzazioni dei tiranti; tale
lavorazione appare critica per la necessità di lavorare all’interno dello scavo e
con battente d’acqua rispetto al punto di perforazione..
L’utilizzo di un sistema well-point consentirà di mantenere i piani di lavoro
all’asciutto fino al completamento dei getti in c.a..
Rispetto all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017, gli
interventi descritti in questo paragrafo, relativi alle opere provvisionali delle vasce di
prima pioggia, rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della
progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
10. MODIFICA TEI TOMBINI E DEL MANUFATTO DI SBOCCO
(art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)
È’ stato necessario inoltre inserire ed adeguare alle intervenute modifiche della viabilità
principale, secondaria e di servizio i manufatti di scarico provvisti di pancone metallico
per garantire lo scarico delle acque di piattaforma dai fossi di guardia al ricettore finale.
La laminazione delle acque previo passaggio nelle vasche di prima pioggia infatti avviene
nei fossi di guardia del tracciato principale ed è necessario fornire un manufatto per
permettere eventuali regolazioni del flusso di scarico.
11. PROPOSTA DELLA PAVIMENTAZIONE STRADALE IN
VARIANTE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)
Nell’elaborazione della progettazione esecutiva l’Appaltatore e il Progettista hanno avuto
cura di ricercare soluzioni progettuali e costruttive alternative a quella originariamente
previste per la realizzazione della pavimentazione stradale, con l’intento di ulteriormente
migliorare le caratteristiche di resistenza, rigidezza e durabilità della struttura.
La geometria della pavimentazione prevista nel progetto definitivo posto a base di gara
era la seguente:
- fondazione in misto granulare, cm 30;
- fondazione in misto cementato, cm 25;
- base in conglomerato bituminoso, cm 10;
- strato di collegamento in conglomerato bituminoso, cm 6;
- strato di usura in conglomerato bituminoso “fonoassorbente” cm 4.
Nell’ambito della progettazione esecutiva viene proposta la seguente geometria della
pavimentazione con l’intento di migliorare le caratteristiche di resistenza, rigidezza e
durabilità della struttura:
- sottofondazione in misto granulare (per le sezioni di TIPO A) o materiale
stabilizzato a calce (per le sezioni di TIPO B, C), cm 19;
- fondazione in misto cementato, cm 35
- base in conglomerato bituminoso a freddo, cm 12
- strato di collegamento in conglomerato bituminoso ad alto modulo, cm 5;
- strato di usura in conglomerato bituminoso “fonoassorbente” cm 4.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Le verifiche svolte in questa sede hanno dimostrato che, dal punto di vista strutturale, la
proposta di variante è senza dubbio migliorativa rispetto al progetto definitivo.
Il confronto evidenzia la minore deformabilità, le minori sollecitazioni sui conglomerati
bituminosi (a causa di un aumento di rigidezza globale) e la maggiore vita utile della
pavimentazione in variante. Le tensioni di esercizio nel misto cementato sono compatibili
con le attese caratteristiche di resistenza del materiale previsto nella proposta di variante.
Si può quindi asserire che, alle ipotesi della verifica per i cui dettagli si rimanda alla
relazione specialistica dedicata, la soluzione di variante appare migliorativa rispetto a
quella del progetto definitivo.
L’appaltatore e il progettista confermano la proposta di variante tecnica migliorativa
presentata con la progettazione esecutiva nel mese di agosto 2017.
12. OTTEMPERANZA RACCOMANDAZIONI ARPAV (art. 132,
comma 1, D.Lgs. n. 163/06)
12.1. PREPARAZIONE DEL PIANO DI POSA DEL RILEVATO
12.1.1. Progetto Definitivo
I dettagli per la preparazione dei piani di posa dei rilevati sono forniti nel § 11.2 della
Relazione Geotecnica (T00SG00GETRE01-A) e nella tavola delle Sezioni Tipo – Corpo
stradale principale (T00PS00TRAST01-A).
In dettaglio, si prescrive che si rispettino le Norme Tecniche del Capitolato Speciale
d’Appalto ANAS in cui si richiede che i sottofondi dei piani di posa dei rilevati abbiano un
modulo di deformazione Md al primo ciclo di carico su piastra (di diametro pari a 30 cm)
pari a:
Per altezze di rilevati superiori a 2 m, si ammettono anche valori inferiori a 15 MPa
sempre che sia garantita la stabilità dell’opera e la compatibilità dei cedimenti, sia totali
che differenziali e del loro decorso nel tempo.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Per il conseguimento dei valori su indicati, si prescrive che i terreni in posto (materiali
coesivi, saturi o parzialmente saturi) siano sottoposti a un adeguato trattamento a calce,
aventi caratteristiche differenti in funzione della tipologia dei rilevati in esame:
1. Nuovi rilevati stradali:
- scotico di spessore 20 cm;
- scavo di sbancamento per bonifica di 50 cm (approfondimento di 70
cm dal p.c. originale);
- trattamento del terreno in posto con calce, sino a uno spessore pari a
30 cm (fino a circa 100 cm dal p.c. originale);
- riporto di terreno trattato con calce per 50 m (terreno
precedentemente sbancato);
- riporto di terreno da rilevato per 20 cm, sino alla quota del p.c.
originale;
Complessivamente si hanno 80 cm di terreno trattato che si spingono fino
a 1 m sotto del p.c. originale.
2. Rilevati aventi funzione anti-rumore:
- scotico di spessore 20 cm;
- scavo di sbancamento per bonifica di 20 cm (approfondimento di 40
cm dal p.c. originale);
- trattamento del terreno in posto con calce, sino a uno spessore pari a
30 cm (fino a circa 70 cm dal p.c. originale);
- riporto di terreno trattato con calce per 20 cm (terreno
precedentemente sbancato);
- riporto di terreno da rilevato per 20 cm, sino alla quota del p.c.
originale;
Complessivamente si hanno 50 cm di terreno trattato che si spingono fino a 0.70 m sotto
del p.c. originale.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Figura 5. Schema sottofondo rilevato previsto in Progetto Definitivo.
Figura 6. Schema sottofondo rilevato antirumore previsto in Progetto Definitivo
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
12.1.2. Raccomandazioni Arpav
A partire dal 21/02/2017, come risulta dal relativo verbale di riunione, ARPAV ha
accompagnato la redazione del progetto esecutivo con raccomandazioni, riguardanti la
necessità di evitare il possibile impatto sulle acque sotterranee dell’utilizzo della
tecnologia “stabilizzazione a calce”, prevista dal progetto definitivo (elaborati
T00GE00GEORE04C, T00GE00GEORE05D, T00PS00TRAST01C,
T00SV01TRAST01C, T00SV02TRAST01C, T00PS01TRAST01C) per il miglioramento in
situ delle caratteristiche meccaniche dei piani di posa dell’infrastruttura.
La soluzione prevista nel Progetto Definitivo, ancorché adeguata a garantire i requisiti
prestazionali richiesti, non è in linea con le indicazioni dell’ARPAV sulle limitazioni relative
all’impiego della calce nei terreni saturi, a contatto con la falda. È infatti opinione
dell’ARPAV che la calce possa inquinare la falda acquifera superficiale.
Tali perplessità sono state espresse nel corso degli incontri tecnici avuti con ARPAV
presso gli uffici di Vicenza in data 21/02/2017 e nel successivo incontro, presso la sede
ARPAV di Padova in data 16/03/2017. ARPAV ritiene che l’utilizzo della calce per la
realizzazione del sottofondo dei piani di posa dei rilevati possa determinare significative
variazione del pH delle acque sotterranee che modificherebbero lo stato qualitativo della
risorsa idrica. Le variazioni nel ph, sarebbero indotte sia dalla lisciviazione del terreno
che dal contatto con le acque sotterranee. In merito a quest’ultimo aspetto, i tecnici
ARPAV hanno più volte sottolineato, che, visto il particolare assetto idrogeologico (parti
del tracciato sono all’interno della fascia delle risorgive), è necessario considerare che il
livello delle falde possa periodicamente raggiungere il piano campagna. Le perplessità di
ARPAV, derivano da quanto accaduto in situazioni analoghe, nelle quali, l’utilizzo della
stabilizzazione a calce, ha determinato notevoli aumenti nei valori di pH delle acque
sotterranee. A tal, proposito, nell’incontro tecnico del 16.03.2017, si è concordato di
eseguire uno studio sperimentale sugli effetti dell’utilizzo della calce nella stabilizzazione
dei terreni a contatto con le acque sotterranee.
Lo studio è stato eseguito attraverso una procedura analitica concordata con ARPAV,
che ha previsto le seguenti operazioni:
prelievo di 10 campioni di terreno lungo il tracciato stradale in progetto;
stabilizzazione a calce del campione (miscele 2,5% e 3, 5%);
immersione del campione in acqua proveniente dalle Sorgenti Seriola;
determinazioni analitiche ad intervalli stabiliti.
I risultati dello studio hanno evidenziano che in tutti campioni analizzati, si sono registrati
notevoli incrementi del ph, con valori anche superiori a 12.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
12.1.3. Progetto Esecutivo
Viste le indicazioni di ARPAV, e visti i risultati dello studio sperimentale, si è quindi deciso
di proporre nel Progetto Esecutivo una varianti, in linea ai seguenti criteri progettuali:
Nel Progetto Esecutivo si è quindi deciso di proporre le modifiche, in linea con i seguenti
criteri:
- Garanzia di prestazioni equivalenti a quelle previste in P.D., con
particolare riferimento alle prescrizioni sui moduli di deformazione
misurabili durante le prove di carico su piastra;
- Scavo di bonifica ad una profondità di 70-90 cm (inclusi i 20 cm di
scotico), non inferiore a quella trattata nel P.D., pari a 70 cm dal p.c.
originale, assicurando la completa la rimozione dello spessore di
terreno vegetale;
- Evitare, per gli spessori di bonifica potenzialmente a contatto con la
falda, l’utilizzo di stabilizzazione a calce.
- Bonifica per sostituzione con spessore e qualità dei materiali modulati
in funzione dell’altezza rilevato e quindi della prestazionalità richiesta
sul piano di posa (generalmente crescente al diminuire dell’altezza di
rilevato).
In fase di PE sono state eseguiti numerosi pozzetti esplorativi: hanno rilevato uno
spessore di vegetale compreso tra 0.2-0.5 m (mediamente 0.4 m).
Sono state inoltre eseguite 6 prove di carico su piastra ubicate ad una profondità di circa
0.8 m dal p.c.: hanno misurato un modulo di carico su Md compreso tra 6.519.0 MPa
(misurato al primo ciclo tra 50-150 kPa), con una media di 12.0 MPa. Una prova
effettuata in prossimità del Viadotto del Sole ha misurato un valore molto elevato Md = 45
MPa. Il rapporto tra i moduli di primo/secondo carico si attesta intorno 0.3-0.6 a denotare
una discreta attitudine dei materiali alla compattazione in posto.
Si prevedono 3 sezioni tipo, in funzione dell’altezza del corpo del rilevato (Hr) e quindi
della prestazionalità richiesta sul piano di posa in conformità al Capitolato (vedi Figura 7).
La sezione Tipo A è relativa ai rilevati a raso o bassi (Hr < 0.3 m), ed interessa quindi
gran parte del tracciato. Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori
70 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4 per i primi 25 cm,
misto granulare stabilizzato per i successivi 45 cm.
Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico su piastra Md = 50
35 MPa in funzione dell’altezza Hr = 0.0 0.3 m.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede di continuare mediante misto granulare
stabilizzato (tra piano di posa e piano di fondazione della pavimentazione stradale).
La sezione Tipo C è relativa ai rilevati “alti” (Hr > 0.8 m), ed interessa quindi i tratti di
approccio alle spalle del viadotto e il restante tracciato solo localmente. Al di sotto dei 20
cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante
materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4.
Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico minimo su piastra Md =
20 15 MPa in funzione dell’altezza Hr = 1.0 2.0 m
Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede l’utilizzo dei materiali di scavo
opportunamente stabilizzati a calce.
La sezione Tipo B è relativa ai rilevati con altezze 0.3 m < Hr < 0.8 m, è rappresenta
quindi la sezione di transizioni tra le precedenti A e C.
Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà
bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4.
Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico minimo su piastra Md =
35 20 MPa in funzione dell’altezza Hr = 0.3 0.8 m.
Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede l’utilizzo dei materiali di scavo
opportunamente stabilizzati a calce.
Per i rilevati aventi funzione anti-rumore, oltre allo scotico di 20 cm, si prevede uno scavo
di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A2-4.
In tutti i casi si prevede la messa in opera di un TNT > 35kN/m sul fondo scavo di
bonifica; ha la principale funzione di separazione del materiale di riporto e verrà risvoltato
su tale spessore per almeno 2.0-3.0 m su entrambi i lati.
Si prevede di predisporre un adeguato campo prova (ovvero un settore sperimentale da
realizzare nella fase iniziale delle lavorazioni), finalizzato a verificare il raggiungimento
dei requisiti prestazionali richiesti in Capitolato.
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO
Figura 7. Sezione Tipo schematica e tabella riepilogativa
La soluzione di PE prevede tre sezioni tipo in funzione delle altezze di rilevato; lungo lo
sviluppo del tracciato prevale la sezione tipo A con 20 cm di scotico e 70 cm di bonifica
per sostituzione, di cui 45 cm con misto granulare stabilizzato. Quindi l’intervento di PE è
di spessore assimilabile e con qualità migliore rispetto al PD, le modeste riduzioni di
spessore complessivo sono compensate con l’utilizzo di TNT avente funzione non solo di
elemento filtro, di separazione fra terreno naturale e materiale del rilevato, ma anche con
adeguate caratteristiche di resistenza per ripartire uniformemente il carico. Si evidenzia
che il TNT non era presente nel PD in quanto i primi 30 cm di terreno erano trattati a
calce in posto.