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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio Relazione del Documento di Piano 1

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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio

Relazione del Documento di Piano 1

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Relazione del Documento di Piano 2

SOMMARIO 1 INTRODUZIONE ..................................................................................................................... 3

1.1 IL DOCUMENTO DI PIANO ........................................................................................................ 3 2 IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO: POLITICHE E OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE....................................................................................... 5

2.1 LE ISTANZE DEI CITTADINI ....................................................................................................... 5 2.2 DAL PGT AD UNA PROGETTAZIONE COORDINATA INTEGRATA ........................................... 5 2.3 GLI OBIETTIVI DEL PGT ............................................................................................................ 6

3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E RICOGNIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE ............................................................................................................................. 8

3.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE .......................................................................................... 8 3.2 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE ....................................................................................10

3.2.1 Il Documento Di Piano............................................................................................................10 3.3 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE – PIANO PAESISTICO REGIONALE ..........................16 3.4 LA RETE ECOLOGICA REGIONALE .........................................................................................24 3.5 IL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI VARESE..............................................................27

4 LA CITTA’ COSTRUITA: EVOLUZIONE DEL SISTEMA URBANO ..................................... 38 4.1 RAPPORTO TRA LA PIANIFICAZIONE E LA COSTRUZIONE DELLA CITTÀ ...........................40

4.1.1 Attuazione del precedente PRG .............................................................................................40 4.1.2 Il sistema dei servizi esistenti .................................................................................................42

4.2 CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE .............................................................................45 4.2.1 Popolazione ...........................................................................................................................45 4.2.2 Le abitazioni...........................................................................................................................51 4.2.3 Il sistema produttivo ...............................................................................................................54 4.2.4 Le attività commerciali ............................................................................................................60

5 IL SISTEMA AMBIENTALE .................................................................................................. 66 5.1 LO STATO DELL’AMBIENTE .....................................................................................................70 5.2 SISTEMA INFORMATIVO MONITORAGGIO AMBIENTALE ......................................................75

6 PIANIFICAZIONE DI SETTORE ........................................................................................... 78 6.1 PIANO DEL COMMERCIO .........................................................................................................78 6.2 RETICOLO IDRICO MINORE ....................................................................................................78 6.3 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE 2005 E 2010 ........................................................79 6.4 STUDIO ACUSTICO ..................................................................................................................84 6.5 PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI DEL SOTTOSUOLO ..............................................84 6.6 PIANO REGOLATORE ILLUMINAZIONE COMUNALE (P.R.I.C.) ...............................................85 6.7 RELAZIONE GEOLOGICA .........................................................................................................85

7 SINTESI DELLE PRINCIPALI CRITICITÁ E POTENZIALITÁ .............................................. 88 8 IL PROGETTO DEL PGT...................................................................................................... 90

8.1 I TEMI PROGETTUALI - SCENARIO DI PIANO ........................................................................90 8.1.1 La riqualificazione della città esistente ....................................................................................91 8.1.2 Attività commerciali e valorizzazione del mercato ...................................................................93 8.1.3 Riqualificazione della viabilità: interventi mirati e infrastrutture “smart”. ...................................94 8.1.4 La tutela delle aree fra la città e la montagna..........................................................................97

8.2 AREE DI TRASFORMAZIONE: LE AREE CENTRALI E GLI INTERVENTI DIFFUSI ..................97 8.2.1 Verifica delle aree di trasformazione con lo stato dei luoghi e con le previsioni sovraordinate .... ............................................................................................................................................101 8.2.2 Capacità insediativa .............................................................................................................105

8.3 DISPOSIZIONI PER LA REALIZZAZIONE DELLA CITTÀ PUBBLICA ......................................108

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1 INTRODUZIONE Il concetto di governo del territorio, ben più esteso di quello tradizionale della pianificazione comunale, è regolato dal capo II della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, dove si introduce (art.6) il Piano di governo del territorio (PGT) quale strumento che “definisce l’assetto dell’intero territorio comunale” (art. 7).

Per rispondere nel modo più aderente possibile alla natura complessa del governo delle trasformazioni urbane l’articolazione dei contenuti della pianificazione comunale prevede nella legge una separazione degli strumenti che comunque operano dentro ad un quadro strategico unitario. Secondo questa concezione il PGT si articola in tre atti:

“Documento di Piano” con contenuti di carattere prevalentemente strategico, quale elemento “di regia” di una politica complessiva sul territorio, armonizzata rispetto agli obiettivi ed alle procedure ma anche attenta a problemi di efficacia e di opportunità, attraverso un sistema di relazioni fondato su meccanismi di reciproca coerenza e attenzione alle dinamiche dell’evoluzione dei sistemi urbani;

“Piano dei Servizi” al quale è affidato l’armonizzazione tra insediamenti e città pubblica e dei servizi;

“Piano delle Regole” al quale sono affidati gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità della città costruita.

Piano dei Servizi e Piano delle Regole, pur congegnati in modo da avere autonomia di elaborazione, previsione ed attuazione, interagiscono costantemente attraverso la coerenza e il reciproco rapporto con il Documento di Piano. Il Documento di Piano si deve dotare di un apparato conoscitivo sufficiente a determinare regole, direttive ed indirizzi che sono poi approfondite e specificate nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole.

1.1 IL DOCUMENTO DI PIANO Il Documento di Piano, come anticipato, è finalizzato a restituire un’impostazione strategica alle ipotesi di sviluppo locale e non contiene previsioni che producano effetti diretti sul regime giuridico dei suoli (art.8, comma 3). È lo strumento:

in cui mettere a punto le strategie di breve e medio periodo finalizzate all’attuazione del Governo del Territorio del Comune e a coordinare ed indirizzare le politiche ed i Piani di Settore che concorrono ai processi di riqualificazione urbana;

all’interno del quale sintetizzare e valutare le analisi sui sistemi urbani e territoriali e sullo stato della pianificazione vigente ai vari livelli, per definire un quadro di criticità e potenzialità e focalizzare, quindi, sugli obiettivi da perseguire attraverso il Piano Comunale intende porsi per il breve e medio periodo;

in cui riportare le indicazioni e gli obiettivi specifici per il Piano dei Servizi, per il Piano delle Regole e per gli interventi di trasformazione urbana.

Il Documento di Piano si sviluppa attraverso contenuti di carattere analitico e progettuali (regole, direttive ed indicazioni) e dà luogo a tre tipi di prodotti principali:

elaborati cartografici (tavole di analisi, di rappresentazione delle strategie ed obiettivi di sviluppo, di individuazione e classificazione degli ambiti di trasformazione);

relazione nella quale sintetizzare le analisi ed le ricognizioni necessarie;

assetto normativo che definisce l’efficacia del Documento di Piano in termini di prescrizioni, direttive ed indirizzi.

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Per quanto attiene ai contenuti analitici del Documento di Piano essi fanno riferimento a:

obiettivi assegnati al piano con riferimento agli obiettivi che l’Amministrazione pubblica intende perseguire per lo sviluppo del proprio territorio;

inquadramento territoriale e ricognizione delle programmazione territoriale; oggetto di esame e studio sono gli atti della programmazione regionale e provinciale. Per gli aspetti connessi al sistema ambientale e paesistico le analisi tengono conto sia degli elementi rilevati a scala territoriale e riportati nei piani e programmi regionali e provinciali, sia degli approfondimenti realizzati in sede locale;

quadro conoscitivo del comune di Luino. Sono riconducibili a tale quadro le analisi di settore relative al sistema urbano, alle caratteristiche socio-ecomomiche, al sistema della mobilità, dei servizi, delle aree a rischio archeologico, di interesse paesistico o storico monumentale e degli elementi del paesaggio agrario nonché le analisi e le conseguenti valutazioni critiche del Piano generale dei Servizi del sottosuolo (PUGSS) che la legge indica come elemento integrativo obbligatorio nella relazione del Piano dei Servizi. Per ognuna delle tematiche oggetto di indagine il Documento di Piano individua criticità e potenzialità (anche in relazione alle capacità di spesa dell’amministrazione comunale) allo scopo di individuare le tematiche che possono diventare oggetto delle politiche del Documento di Piano e far emergere le parti da affidare agli approfondimenti del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi.

Per quanto attiene al contenuto progettuale, il Documento di Piano è volto a definire gli obiettivi (anche dal punto di vista delle quantità) e le politiche di governo del territorio, e riporta le prescrizioni e le direttive per il raggiungimento degli obiettivi.

Facendo riferimento agli stessi obiettivi strategici e quantitativi, detta inoltre le regole e le direttive che devono guidare i Piani Attuativi previsti nelle aree di trasformazione, il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole e i vari Piani di Settore e specialistici che sono previsti per una corretta gestione del sistema urbano

Nelle parti che seguono sono illustrati i contenuti del Documento di piano secondo la struttura sopra indicata.

Tra le peculiarità che emergono nel PGT di Luino si segnalano in particolare:

il ruolo della riqualificazione urbana nella ricostituzione dell’identità della città e nella valorizzazione della presenza del lago;

la modalità di gestione delle trasformazioni urbane e di realizzazione dei servizi.

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2 IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO: POLITICHE E OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

L’Amministrazione Comunale ha dato corso al proprio processo pianificatorio esaminando le istanze presentate dai cittadini e da tutti i soggetti interessati alla pianificazione del territorio, e condividendo al proprio interno gli obiettivi cui intendeva ispirare la propria strategia di piano.

Il processo è stato inoltre avviato analizzando l’insieme degli strumenti di pianificazione assunti negli ultimi 10 anni, il PRG del 1999 approvato con Delibera di G.R. 44613 e il Documento di Inquadramento delle Politiche Urbanistiche, verificando a riguardo le innovazioni in termini di strategie e di modalità di azione perseguibili con il PGT.

Nei paragrafi che seguono si da conto di questa riflessione, prima di iniziare ad analizzare la realtà del territorio e delle scelte di pianificazione che insistono su Luino.

2.1 LE ISTANZE DEI CITTADINI La legge regionale 12 del 2005 all’art. 13 prevede che contestualmente all’avvio del processo di Piano, e precisamente prima del conferimento dell’incarico di redazione degli atti di PGT, l’Amministrazione ne dia comunicazione al territorio, raccogliendone entro un periodo definito proposte e considerazioni utili alla composizione delle scelte del Piano stesso.

L’Amministrazione di Luino, a seguito dell’avviso con il quale ha informato i propri cittadini dell’intenzione di definire il nuovo strumento di pianificazione comunale, successivamente riproposto con il nuovo avvio del procedimento dopo le elezioni amministrative, ha ricevuto circa 230 istanze (richieste, proposte e suggerimenti) dalla cittadinanza, dalle associazioni e dai rappresentanti delle forze sociali, tutte analizzate e riportate negli elaborati di Piano.

Tali istanze sono state evidenziate in una apposita tavola, la n. A13 “Localizzazione delle istanze”, sulla quale sono state inoltre riportate le informazioni utili ad una loro valutazione oggettiva, prima ancora della verifica di coerenza con le politiche dell’Amministrazione.

2.2 DAL PGT AD UNA PROGETTAZIONE COORDINATA INTEGRATA Il PGT deve definire ruolo, caratterizzazione, pesatura e inquadramento territoriale di aree e comparti per garantire posizioni giuridiche e sostenibilità ambientali alle azioni di piano. La complessità delle situazioni e delle opportunità che caratterizzano la città e il territorio luinese, suggerisce l’immagine di un possibile effetto “domino” sulle diverse operazioni che potrebbero trasformare il territorio senza un sistema di regia che possa assicurare un governo consapevole dello sviluppo locale.

L’analisi e l’approccio a questioni problematiche quanto complesse come le scuole superiori, l’opportunità di promuovere integrazione con la formazione superiore anche in collaborazione con il Canton Ticino, il sistema della nautica, le caserme e i presidi, le ferrovie, la navigazione lacuale, il mercato, gli spazi pubblici, il patrimonio pubblico e altre opportunità suggeriscono di promuovere un masterplan in grado di tradurre le iniziative del PGT in una operazione dinamica in grado di coinvolgere e trainare anche iniziative private verso una riorganizzazione territoriale sostenibile e in grado di intercettare finanziamenti europei o comunque mirati per assicurare l’effetto volato di start up ma anche e soprattutto di garantire valore aggiunto agli investimenti pubblici.

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2.3 GLI OBIETTIVI DEL PGT Strettamente connessi alle condizioni del territorio di Luino, alla contingenza del momento economico e sociale, alle sue criticità ed alle sue potenzialità, sono stati individuati i nuovi obiettivi del PGT che prende le mosse dal lavoro già avviato e ora rinnovato.

La procedura del P.G.T. è ferma da ormai due anni. Per questo motivo la ripresa del progetto deve avvenire con una significativa azione politica che, pur recuperando i contenuti del dibattito svolto in questo periodo, determini una soluzione di continuità con il passato e testimoni una maggiore convinzione sul progetto urbano contenuto nel piano stesso.

Tenuto conto di quanto emerso negli incontri il grande obiettivo che può riassumere il significato del P.G.T. è la rigenerazione urbana. Questo obiettivo può essere declinato in obiettivi più puntuali che riguardano:

- la salvaguardia del territorio

- l’attenzione agli aspetti ambientali ed energetici

- il nuovo rapporto della città con il lago

- la razionalizzazione ed il rilancio del mercato

Questi quattro obiettivi devono essere illustrati come elementi che sono in grado di promuovere un consistente miglioramento rispetto a:

- qualità ambientale

- qualità urbana

- rilancio economico della città

Le azioni di Piano

Le azioni di Piano illustrano quale è l’insieme dei progetti che il Piano intende promuovere per conseguire questi risultati.

La premessa per questa fase è sottolineare il periodo di crisi che il paese sta vivendo e quindi la necessità / opportunità di improntare tutte le azioni ad un nuovo criterio di sostenibilità economica. Lo slogan per illustrare questa specifica problematica potrebbe essere risparmiare riqualificando.

Risparmiare riqualificando significa mettere a punto strategie ed azioni che consentano di risparmiare sia nella gestione della città pubblica sia negli interventi di riqualificazione diffusa che avvengono nella città.

Esempi di questa strategia possono essere: efficienza energetica, risparmio nei consumi di acqua, salvaguardia delle aree con criticità ambientali. Risparmiare riqualificando significa anche investire le risorse per potenziare gli elementi che tradizionalmente hanno determinato il successo insediativo della città: il lago ed il mercato. Fasi temporali

Il Piano deve quindi poter indicare gli obiettivi di un progetto che ha una soglia temporale che inevitabilmente supera il suo mandato operativo (cinque anni).

Per questo motivo è opportuno che il piano suddivida le azioni in tre categorie:

- breve termine

- medio termine

- lungo termine

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La suddivisione in queste fasi permette allo stesso tempo di presentare un progetto che abbia un significato strategico senza perdere il realismo dell’azione politica che deve confrontarsi con il contingente.

La suddivisione in fasi consente inoltre di rinviare ad approfondimenti successivi specifiche tematiche per le quali non è opportuno determinare ora una soluzione univoca.

Sulla base dei ragionamenti fino ad ora svolti le azioni potrebbero essere così suddivise:

breve termine

- salvaguardie ambientali

- riqualificazione diffusa (piccoli interventi di completamento del tessuto urbano)

- nuovi standard ambientali ed energetici per le costruzioni

- revisione dei piani attuativi non eseguiti

- razionalizzazione del mercato

- prosecuzione riqualificazione del lungo-lago ed arredo urbano del centro storico

medio termine

- attivazione dei progetti relativi alle aree centrali

lungo termine

- completamento del lungo-lago con nuovo porto e progetto integrato Ratti

Nella fase iniziale di dibattito potrebbe essere opportuno lasciare la possibilità di effettuare modifiche temporali alle varie azioni previste a seconda delle criticità che emergeranno durante il dibattito.

Il Piano quindi potrebbe presentare un progetto complessivo ben strutturato ma flessibile per quanto riguarda tempi, modalità di attuazione e strategie operative per raggiungere i risultati previsti.

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3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E RICOGNIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

3.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il Comune di Luino è collocato lungo la sponda lombarda del lago maggiore, a Nord della provincia di Varese, a confine con i comuni di Maccagno, Agra, Dumenza, Cremenaga, Montegrino Valtravaglia, Germignaga e, ad Ovest, con la Svizzera.

È il comune capoluogo della Comunità Montana "Valli del Verbano" e fa parte della Regione Agraria n° 2 - Montagna tra il Verbano e il Ceresio.

Figura 1 Collocazione del territorio comunale

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Figura 2 legenda Tav. A2 Inquadramento territoriale

Il territorio è quello dei declivi delle prealpi lungo il Lago Maggiore, dove le acque del fiume Tresa uniscono il Ceresio al Verbano.

L’urbanizzato si snoda prevalentemente nella parte bassa del lungo lago e a ridosso del fiume Tresa, oltre che nei nuclei urbani sparsi, i principali dei quali sono Colmegna, Poppino, Roggiolo, Motte, Longhirolo, Creva e Molino.

Il Comune di Luino è individuato come Polo attrattore dal PTCP della Provincia di Varese.

Figura 3 stralcio Tavola Mobilità del PTCP di Varese

Il territorio comunale ha una superficie complessiva di 2068 Ha ed è attraversato dalla SS 394, dalla SP6 e dalla linea ferroviaria delle Ferrovie dello Stato Gallarate – Luino - Bellinzona. Sono previsti interventi sulla viabilità di terzo livello, sia in termini di riqualifica della viabilità esistente sia di nuovi interventi.

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3.2 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Il Consiglio regionale ha approvato, nel gennaio 2010, il Piano Territoriale Regionale (PTR), con deliberazione del 19/01/2010, n.951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.6, 3° Supplemento Straordinario del 11 febbraio 2010.

Individuando i punti di maggiore criticità e fragilità ambientale, il PTR consente di orientare la pianificazione e la trasformazione del territorio, con l’intento di salvaguardare le specificità dei territori all’interno del processo di sviluppo del territorio lombardo.

Il PTR è uno strumento composito che ha nel Documento di Piano (DdP) l’elemento di riferimento e snodo degli elaborati che lo compongono.

Nello specifico, il piano si compone delle seguenti sezioni:

1) Il PTR della Lombardia: presentazione, che illustra la natura, la struttura e gli effetti del Piano;

2) Documento di Piano (DdP), che contiene gli obiettivi e le strategie di sviluppo per la Lombardia;

3) Piano Paesaggistico (PP), che integra e aggiorna i contenuti del Piano Paesistico vigente (2001);

4) Strumenti Operativi, che individua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi proposti;

5) Sezioni Tematiche, che contiene l'Atlante di Lombardia e approfondimenti su temi specifici;

6) Valutazione Ambientale (VAS), che contiene il rapporto Ambientale e altri elaborati prodotti nel percorso di Valutazione Ambientale del Piano;

7) Dichiarazione di Sintesi, che completa il percorso di Valutazione Ambientale.

3.2.1 Il Documento Di Piano Il Documento di Piano è il principale strumento di riferimento del PTR poiché, in relazione al dettato normativo della legge regionale (LR 12/2005, art. 19, comm. 2), definisce gli obiettivi di tutela e sviluppo della Lombardia (individuando i 3 macro-obiettivi e i 24 obiettivi di piano), le linee orientative dell'assetto del territorio, nonché gli effetti diretti e indiretti.

Elemento qualificante della proposta di Documento è rappresentato infatti dal sistema degli obiettivi, che il documento stesso individua come guida per il proprio agire ma anche come quadro di riferimento per gli atti di programmazione e pianificazione di tutti i livelli e di tutti gli strumenti che intervengono, programmano e trasformano il territorio.

Nelle figure che seguono sono riportati i 24 obiettivi del PTR, a loro volta organizzati intorno ai tre macro-obiettivi finalizzati alla valorizzazione delle risorse, al riequilibrio dei territori e la rafforzamento della competitività.

I 3 macro-obiettivi delle politiche territoriali lombarde sono individuati per perseguire lo sviluppo sostenibile (economico, sociale e ambientale), e concorrere al miglioramento della vita dei cittadini: «rafforzare la competitività dei territori della Lombardia, riequilibrare il territorio lombardo, proteggere e valorizzare le risorse della regione». 1

1 Cfr. Documento di Piano del PTR, Capitolo 1, Par.1.2.

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Figura 4 Sistema degli obiettivi del PTR (Fonte: PTR, DdP)

I 24 obiettivi che seguono rappresentano l’articolazione completa cui il PTR e gli atti di programmazione degli altri Enti dovrebbero ispirarsi.

Proteggere e valorizzare le risorse della Regione Riequilibrare il territorio lombardo

Rafforzare la competitività dei territori della Lombardia

1

Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: - in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della

produzione sull’ambiente - nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi) - nell’uso delle risorse e nella produzione di energia - nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e

diffondendo la cultura della prevenzione del rischio

2

Favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica

3

Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi

4 Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo

I macro obiettivi sono i principi cui si ispira l’azione del PTR; fanno riferimento alla Strategia di Lisbona e sono la declinazione, per la Lombardia, dello sviluppo sostenibile espresso dallo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo. Tale principio di fondo permea infatti tutta la programmazione del PTR. I macro obiettivi sono scaturiti dall’analisi delle politiche di settore e dalla verifica di coerenza rispetto alla programmazione regionale, nazionale e comunitaria. Gli obiettivi del PTR sono gli obiettivi che il PTR si pone per il perseguimento dei macro obiettivi sul territorio lombardo; sono scaturiti dall’analisi congiunta degli obiettivi settoriali e tratteggiano visioni trasversali e integrate. Gli obiettivi tematici sono la declinazione tematica degli obiettivi del PTR. Scaturiscono dall’insieme condiviso degli obiettivi settoriali della programmazione regionale letti alla luce degli obiettivi del PTR. Gli obiettivi dei sistemi territoriali sono la declinazione degli obiettivi del PTR per i 6 sistemi territoriali individuati dal piano. Le linee d’azione del PTR permettono di raggiungere gli obiettivi del PTR. Possono essere azioni della programmazione regionale che il PTR fa proprie, ovvero linee d’azione proposte specificamente dal PTR.

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sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio

5

Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: - la promozione della qualità architettonica degli interventi - la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici - il recupero delle aree degradate - la riqualificazione dei quartieri di ERP - l’integrazione funzionale - il riequilibrio tra aree marginali e centrali - la promozione di processi partecipativi

6

Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero

7

Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico

8

Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque

9 Assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio

10

Promuovere l’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo

11

Promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: - il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come

settore turistico, privilegiando le - modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile - il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la

concentrazione delle risorse su aree e obiettivi - strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale - lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità

12 Valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale

13

Realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo

14

Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat

15

Supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo

16

Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti

17

Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata

18 Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli

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approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica

19

Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia

20

Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati

21

Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio

22

Responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale, commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo)

23 Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi trans regionali attraverso il miglioramento della cooperazione

24 Rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti Legame principale con il macro-obiettivo Legame con il macro-obiettivo

Legame principale con il macro-obiettivo Legame con il macro-obiettivo

Figura 5 Tabella Obiettivi PTR

Con riferimento alla realtà e alle potenzialità di Luino, è utile evidenziare gli obiettivi che più di altri possono essere accolti e perseguiti a livello locale, di modo che il Comune possa contribuire ai processi di governo del territorio, partecipando attivamente alla definizione dell’assetto territoriale regionale e alla sua tutela.

In breve, senza la pretesa di essere esaustivi, i fronti su cui Luino può dare il suo apporto sono: un contributo al contenimento del consumo di suolo, fattore questo che deve interessare tutti i territorio della Lombardia, privilegiando il riuso; la crescita culturale collettiva e individuale tesa al risparmio delle risorse, alla mitigazione degli impatti e all’integrazione degli interventi nel contesto paesistico e ambientale, con una responsabilizzazione collettiva e individuale per promuovere l’innovazione di prodotto e di processo; l’investimento sulle reti materiali, con particolare riguardo alle reti tecnologiche, e immateriali, il sistema delle fiere, il sistema delle università, i centri di eccellenza, i network culturali; l’impegno per Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali; una offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione; il Riequilibrio ambientale e la valorizzazione paesaggistica dei territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica e di rinaturalizzazione del territorio; l’incremento della qualità e quantità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche; la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia; la gestione delle funzioni e delle complessità dei sistemi transregionali attraverso il miglioramento della cooperazione.

«Al fine di consentire una lettura più immediata sia da parte delle programmazioni settoriali, sia da parte dei diversi territori della Regione, i 24 obiettivi del PTR vengono declinati secondo due punti di vista, tematico e territoriale».2 2 Cfr. Documento di Piano del PTR, Capitolo 2.

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Relazione del Documento di Piano 14

I temi individuati, anche in coerenza con i fattori ambientali e i fattori di interrelazione emersi parallelamente nella procedura di Valutazione Ambientale, sono: ambiente (aria, cambiamenti climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore e radiazioni, ecc.), assetto territoriale (mobilità e infrastrutture, equilibrio territoriale, modalità di utilizzo del suolo, rifiuti, ecc.), assetto economico-produttivo (industria, commercio, turismo, energia, rischio industriale, ecc.), paesaggio e patrimonio culturale (paesaggio, patrimonio culturale e architettonico, ecc.), assetto sociale (popolazione e salute, qualità dell’abitare, patrimonio ERP, ecc.).

La declinazione territoriale avviene grazie all'individuazione dei sistemi territoriali, considerati la chiave di lettura del sistema relazionale a geometria variabile ed integrata, che si attiva e si riconosce spazialmente nel territorio.3

Figura 6 Sistemi territoriali del PTR (Fonte: PTR, DdP, Tavola 4)

Nello specifico, Luino fa parte del Sistema territoriale della montagna e nel Sistema territoriale dei laghi, come si riscontra anche nell’immagine sopra riportata.

L’individuazione dei sistemi territoriali è accompagnata nel PTR dalla indicazione di fattori critici ma anche di fattori positivi, esistenti e potenziali.

Per i sistemi cui Luino appartiene sono individuati, tra i punti di forza: il paesaggio, connotato da una forte permanenza di caratteri naturali, di particolare valore ricreativo e turistico e la varietà del paesaggio agrario, improntato all’uso agroforestale del territorio e, in alcuni casi, arricchito da attività agricole con produzione di prodotti tipici di qualità; la qualità storica e culturale del patrimonio architettonico e la forte identità storico culturale e sociale delle popolazioni locali; la presenza di risorse idriche e per la produzione di energie rinnovabili; la collocazione geografica, strategica per la posizione di frontiera e di porta rispetto ai collegamenti transfrontalieri locali che intercetta il sistema complessivo dei valichi e delle vie degli scambi; il ruolo di cerniera socioculturale tra popoli e nazioni.

3 I Sistemi territoriali individuati dal PTR sono 6: Sistema Metropolitano, Sistema della Montagna, Sistema

Pedemontano, Sistema dei Laghi, Sistema della Pianura Irrigua, Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura.

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Relazione del Documento di Piano 15

Più specificamente per il territorio dei laghi il Documento in esame segnala anche la presenza di città di media dimensione come poli attrattivi delle rispettive aree lacuali, la presenza di un eccezionale patrimonio di ville storiche, centri storici e complessi monumentali, la presenza di addensamenti commerciali e di pubblici esercizi connessi all’economia turistica, la presenza di celebri fondazioni, centri studi e istituzioni di rilievo globale, un elevato livello di qualità della vita.

Tra le debolezze sono invece segnalati la forte pressione insediativa e ambientale nei fondovalle che determina spesso continuum edificati e un significativo aumento del tasso di motorizzazione con relativo inquinamento atmosferico; un progressivo deterioramento del patrimonio architettonico tradizionale; la fragilità idrogeologica con importanti fenomeni di dissesto; la perdita di biodiversità e di varietà paesistica; la scarsità delle risorse necessarie a dare vita a progetti di riqualificazione. Non mancano problemi legati alla struttura economica debole, che offre limitate possibilità e varietà di impiego e un sistema scolastico che produce bassi flussi di lavoratori qualificati e specializzati, con una complessiva scarsa attrattività per i giovani; la quasi totale assenza di funzioni e servizi di alto livello; la concentrazione dei flussi turistici in periodi circoscritti dell’anno su aree limitate del territorio, la scarsa accessibilità. Da un punto di vista sociale sono segnalate infine lo spopolamento e invecchiamento della popolazione e la diff icoltà nel mantenimento di funzioni e servizi per la dispersione insediativa e il limitato numero di utenti.

Per il territorio dei laghi, a questi elementi critici che in parte si sovrappongono, sono evidenziati la mancanza di una strategia complessiva di governo delle trasformazioni territoriali e urbanistiche con un conseguente marcato disordine urbano che si accompagna ai rilevanti fenomeni di urbanizzazione attorno ai laghi e alla compromissione delle sponde, il degrado paesaggistico dovuto alla presenza di impianti produttivi, a volte dimessi, il conflitti d’uso delle acque tra turismo, agricoltura e attività produttive.

Un altro elemento di particolare rilevanza concernente il territorio in esame riguarda la particolare attenzione che la Regione Lombardia, tramite il PTR, ha scelto di dedicare al territorio dei Laghi. Esso, infatti, oltre ad essere sottoposto a disposizioni normative di natura paesistica, per le quali si rimanda al successivo capitolo, per gli interessi di natura regionale che rappresenta dovrà essere sottoposto ad esplicito parere regionale oltre che provinciale, come evidenziato nella sezione IV del PTR “Strumenti Operativi”4. Le Zone di preservazione e salvaguardia ambientale per le quali è prevista la trasmissione in Regione del PGT (l.r.12/05, art.13 comma 8):

i Comuni in cui sono presenti siti Unesco (Piano Paesaggistico art. 23);

i Comuni dell’ambito di specifica tutela paesaggistica dei Laghi Insubrici e di salvaguardia dei Laghi di Mantova (Piano Paesaggistico art. 19):

- Ambito del Lago Maggiore

- Ambito del Lago di Como

- Ambito del Lago di Garda

- Ambito del Lago d’Idro

- Ambito del Lago d’Iseo

- Ambito del Lago di Lugano

- Ambito dei Laghi di Mantova

4 “Oltre che per l’effetto di quadro di riferimento per la compatibilità degli atti di governo (l.r.12/05 art.20 comma 1), sono espressamente

individuati come obiettivi prioritari di interesse regionale o sovra regionale (l.r.12/05 art. 20, comma 4) gli interventi inerenti: i poli di sviluppo regionale (Documento di Piano - paragrafo 1.5.4); le zone di preservazione e salvaguardia ambientale (Documento di Piano - paragrafo 1.5.5); e per la realizzazione di infrastrutture e interventi di potenziamento e adeguamento delle linee di comunicazione e del sistema della mobilità (Documento di Piano -paragrafo 1.5.6). Con riferimento a quanto sopra, sono tenuti alla trasmissione alla Regione del proprio PGT, o sue varianti, (l.r.12/05, art.13 comma 8), i Comuni di seguito indicati (…)”.

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Relazione del Documento di Piano 16

3.3 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE – PIANO PAESISTICO REGIONALE Il Piano Territoriale Regionale, chiarisce che dal «2001 è vigente in Lombardia il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) approvato dal Consiglio regionale ai sensi delle leggi regionali 57/1985 e 18/1997 e del D.Lgs. 490/1999 allora vigenti. Il Piano ha sancito i principi base della politica di tutela del paesaggio regionale, esprimendo le priorità programmatiche della Regione Lombardia per la tutela e la valorizzazione dei paesaggi lombardi ed indirizzando l’attività degli enti di governo del territorio in questi anni».5

Le norme del piano identificano nelle finalità della conservazione, innovazione e fruizione, gli obiettivi che devono perseguire tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, nonché quelli di indirizzo progettuale, che è previsto vadano a comporre il cosiddetto Piano del paesaggio lombardo6, vale a dire il sistema integrato di atti che agiscono ai diversi livelli al fine di migliorare la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei paesaggi lombardi. Esso è un sistema complesso, che si costruisce e si aggiorna nel tempo, per il quale i diversi soggetti territoriali, e non solo la Regione, stanno lavorando in questi anni e che ora può trovare modalità di ulteriore affinamento e arricchimento alla luce del nuovo quadro normativo nazionale e della LR 12/2005 di Governo del territorio.7

Tale previsione regionale si è affiancata a un nuovo quadro legislativo nazionale, costituito dal Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004, che ha assegnato alla pianificazione paesaggistica regionale precisi contenuti, richiamando la necessità di una maggiore incisività normativa della stessa. La Legge per il governo del territorio (LR 12, art. 76) ha successivamente previsto che il «PTR debba avere natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico»:8 pertanto il Piano Paesaggistico Regionale (PP o PPR), quale sezione specifica (Sezione 3) del Piano Territoriale Regionale (PTR), assume, aggiorna e integra il PTPR del 2001, ribadendone i principi ispiratori.

In altri termini, il Piano Paesaggistico Regionale ha duplice natura:

• di quadro di riferimento per la costruzione del Piano del paesaggio lombardo,

• di strumento di disciplina paesaggistica attiva del territorio.9

Gli aggiornamenti delle indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal PTPR vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli

5 Cfr. Documento di Piano del PTR, Capitolo 3, Par 3.3. Il piano ha definito il quadro delle regole con il quale si è dato

avvio alla costruzione del Piano del paesaggio lombardo, vale a dire il sistema di atti e strumenti che contribuiscono a guidare l’azione di cittadini, operatori ed enti verso una più consapevole azione di salvaguardia, valorizzazione e riqualificazione dei paesaggi regionali. Il PTPR è stato affiancato e integrato negli anni da molti provvedimenti della Giunta regionale che hanno guidato le attività di pianificazione ed esame dei progetti degli enti verso la corretta applicazione di questi principi e finalità.

6 Piano Paesistico (PP) del PTR, Relazione, Introduzione: «Gli atti e le politiche, di diverso livello, natura ed efficacia, rilevanti ai fini del perseguimento delle finalità enunciate, costituiscono nel loro insieme il Piano del Paesaggio Lombardo, che può essere definito come il corpus degli atti a specifica valenza paesistica vigenti in ogni momento».

7 Cfr. Piano Paesistico (PP) del PTR, Relazione, Introduzione. 8 Cfr. Documento di Piano del PTR, Capitolo 3, Par 3.3. 9 Cfr. Piano Paesistico (PP) del PTR, Relazione, Introduzione. Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) in quanto

strumento di salvaguardia e disciplina del territorio, è potenzialmente esteso all’intero territorio, ma opera effettivamente là dove e fino a quando non siano vigenti atti a valenza paesaggistica di maggiore definizione. A riguardo ve sottolineato che «Si ritiene essenziale evitare che ci siano più discipline del paesaggio sovrapposte nel medesimo luogo. A questo fine, si introduce il principio di maggiore definizione, in base al quale, per ogni parte del territorio e in ogni momento, la disciplina paesaggistica da rispettare è quella e solo quella espressa dall’atto a specifica valenza paesaggistica più dettagliato in quel momento vigente». Tuttavia il piano ‘più definito’ può e deve dettagliare le prescrizioni di quello più ‘generale’, ma non può sovvertirne le strategie e le scelte fondamentali, pena l’illegittimità della sua approvazione.

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Relazione del Documento di Piano 17

strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando però nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, quelle ambientali e quelle infrastrutturali.10

L’approccio dinamico integrato al paesaggio si coniuga con la lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado.

Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti.

Gli elaborati adottati sono di diversa natura:

Relazione Generale, che esplicita contenuti, obiettivi e processo di adeguamento del Piano;

integrazioni e modifiche del Quadro di riferimento paesaggistico, con l’introduzione di nuovi significativi elaborati e l’aggiornamento dei repertori esistenti;11

Cartografia di piano, che aggiorna quella vigente e introduce nuove tavole;12 integrazioni e modifiche ai Contenuti dispositivi e di indirizzo, che aggiornano i

documenti di indirizzo precedenti e introducono anche una nuova normativa.13 10 Le nuove misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in reciproca relazione con le priorità del PTR

al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio.

11 I due versanti principali d’intervento sono: (1) l’integrazione delle descrizioni dei Paesaggi della Lombardia contenute nel PTPR vigente, con due nuovi elaborati quali l’Osservatorio dei paesaggi lombardi (documento a forte valenza iconografica utile a riconosce i paesaggi e a verificarne le trasformazioni, ma anche a salvaguardare e valorizzare i Belvedere di Lombardia e a riqualificare i numerosi nuclei e insediamenti storici), e i Principali fenomeni di degrado in essere o potenziali, che permettono una lettura a scala regionale volta ad evidenziare, con riferimento alle possibili cause, le priorità per il contenimento dei fenomeni di degrado e la riqualificazione; (2) l’aggiornamento e integrazione dei Repertori degli elementi di rilevanza regionale, con particolare attenzione ai percorsi e ai luoghi di specifico rilievo per i valori visuali e a luoghi che connotano in modo significativo le diverse realtà lombarde per valore simbolico/testimoniale o naturale.

12 La Cartografia è stata rivista nel suo complesso migliorandone livelli di georeferenziazione e forma grafica, integrandone e aggiornandone i dati anche alla luce dei nuovi temi di attenzione paesaggistica regionale introdotti. Sono inoltre state aggiunte diverse tavole in riferimento sia alle indicazioni normative, che trovano per gli ambiti dei grandi laghi insubrici una restituzione articolata di maggiore dettaglio (serie Tavole D), sia alla lettura delle situazioni regionali a maggiore potenziale presenza di particolari fenomeni di degrado o a maggior rischio di compromissione paesaggistica (Tavole F, G, H). La sezione delle Tavole I riporta invece un quadro sinottico delle tutele paesaggistiche di legge in essere. Tale quadro è da considerarsi comunque in divenire, è aggiornato nel tempo tramite il Sistema Informativo Beni Ambientali (SIBA).

13 La nuova Normativa conferma l’impianto complessivo delle norme del PTPR vigente, e quindi il processo di costruzione collettiva e sussidiaria del Piano del Paesaggio Lombardo, precisando il ruolo e i contenuti paesaggistici delle pianificazioni locali: provinciali, di parco e comunali. Viene anche ribadita l’importanza di un’attenzione paesaggistica per tutti i progetti.

Le principali novità introdotte riguardano: (1) prescrizioni specifiche in riferimento ai beni paesaggistici, con particolare riferimento a quelli tutelati ai sensi degli artt. 136 e 157 del D.Lgs. 42/2004; (2) integrazioni alle disposizioni operative, il Titolo III della Parte Seconda della Normativa conferma l’attenzione su ambiti di elevata naturalità della montagna, centri e nuclei storici, viabilità e percorsi di’interesse paesaggistico, introducendo però nuove norme; (3) attenzione dedicata, sempre nella Parte Seconda, alla rete verde di ricomposizione paesaggistica, in sinergia con la rete ecologica regionale, e ai compiti di piani e progetti per la riqualificazione/recupero di aree e ambiti degradati o dismessi e relativo controllo delle trasformazioni.

Gli Indirizzi di tutela vedono invece l’introduzione di: (1) tema della riqualificazione paesaggistica e contenimento dei potenziali fenomeni di degrado, oggetto della nuova Parte Quarta degli Indirizzi di Tutela che, con riferimento alle possibili cause del degrado e criticità paesaggistiche, indicano azioni, strumenti e livelli di pianificazione o progettazione più idonei per intervenire in termini migliorativi di singoli contesti o di inversione di processi più ampi in corso; (2) nuova versione del Piano di sistema, Tracciati base paesistici (organizzata in linee guida per la progettazione paesaggistica delle infrastrutture della mobilità e quaderni illustrativi), un documento metodologico d’indirizzo per i piani e i progetti riguardanti le reti di grande comunicazione, sia per la progettazione della mobilità dolce che per la valorizzazione della rete stradale esistente. La Parte Terza degli indirizzi di tutela viene invece confermata con alcuni aggiornamenti, così come l’Abaco delle principali informazioni di carattere paesistico-ambientale articolato per comuni.

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Relazione del Documento di Piano 18

L’analisi dei contenuti del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), descritto nella Sezione 3 del PTR, anche se ad una scala macro-territoriale, contiene indicazioni e criteri per una lettura in chiave paesistico ambientale del territorio e, all’interno di queste, anche delle caratteristiche salienti del territorio del Varesotto, cui Luino appartiene.

Le indicazioni grafiche del Piano Paesistico regionale sono contenute nella Tav. A02 del presente Documento di Piano.

Figura 7 Stralcio Tav. A2 contenete le principali indicazioni del P.T.P.R.

Esse mostrano appunto la collocazione del Comune all’interno dell’ambito geografico del “Varesotto” e dell’unità tipologica di paesaggio “Paesaggi dei laghi insubrici”, collocati all’interno della fascia prealpina, per i quali gli Indirizzi di Tutela del Piano prevedono una attenzione da esercitarsi prioritariamente “tramite la difesa ambientale, con verifiche di compatibilità di ogni intervento che possa turbare equilibri locali o sistemici”14. Tutela della naturalità delle sponde, dei corsi d’acqua affluenti, e delle condizioni idrologiche in generale, quindi, alla base della vita biologica del lago. Da un punto di vista infrastrutturale e insediativo è indicata l’esigenza di riqualificazione della viabilità esistente, piuttosto che la realizzazione di nuove infrastrutture, e la valorizzazione dei tracciati pedonali storici e dei loro elementi costitutivi. “Le nuove eventuali aggiunte edilizie devono rispettare le caratteristiche dell’impianto urbanistico del sistema insediamenti-percorrenze”. 15

Il Comune è inoltre interessato dal passaggio di una “strada panoramica” (113) e da un “tracciato guida paesistici” (1 e 13), che costituiscono la matrice del sistema insediativo regionale e/o di fruizione panoramica con grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo ovvero con tracciati viari storici.

14 Indirizzi di Tutela parte I PTPR 15 Indirizzi di Tutela Parte I PTPR

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Relazione del Documento di Piano 19

La strada panoramica n.113 è il tratto della strada statale 394 che, per quanto riguarda il territorio in esame, è segnalata come tale dalla città di Luino al confine di stato.

Il n. 1 - Sentiero Italia (tratto lombardo con le due direttrici nord e sud), parte integrante di una connessione escursionistica che attraversa l’Italia, dalla Sardegna al Friuli Venezia Giulia. “La parte lombarda connette il tratto piemontese (da Pino Tronzano sulla sponda del Lago Maggiore) con quello trentino (al Passo del Tonale) e attraversa il nostro territorio da est a ovest seguendo: nella direttrice alta, la dorsale retica e bormina; nella direttrice bassa, la dorsale orobica. Si tratta di sentieri già esistenti, generalmente fruibili dalla maggior parte degli escursionisti. L’itinerario è diviso in tappe che fanno capo a rifugi o località attrezzate. Il Sentiero Italia si sovrappone ad altri itinerari escursionistici già elencati nel repertorio del PTPR 1998 (ora alcuni di essi non più considerati singolarmente) e, in particolare, ai seguenti: 3V Via Verde Varesina (parte), Sentiero Confinale, Via dei Monti Lariani, Sentiero delle Orobie, Alta Via della Val Malenco, Alta Via Camuna, Alta Via della Magnifica Terra, Alta Via dell’Adamello. Alcuni tratti sono pure ricompresi nel percorso della Via Alpina, percorso di grande collegamento transalpino e transnazionale”.16

Il n. 13, la Via Verde Varesina, è il Percorso escursionistico che riguarda la parte montana e collinare della provincia di Varese. “Prende avvio nel Luinese e si conclude a Porto Ceresio attraversano le vette e i crinali prealpini. Si segnala inoltre, come proposta di itinerari a supporto, la rete dei nove percorsi della Linea Cadorna/Sentiero della pace, linea difensiva italiana a protezione del confine con la Svizzera, realizzata durante la Prima Guerra Mondiale.”17

Il titolo III delle norme del P.P.R., che riguarda le disposizioni immediatamente operative, all’art. 19 detta le disposizioni di tutela e di valorizzazione dei laghi lombardi. Per i laghi prealpini e collinari individua fra le priorità paesaggistiche: “la preservazione dell’elevato grado di naturalità e la valorizzazione delle differenti connotazioni ambientali e paesaggistiche, con specifico riferimento al sistema di insediamenti di interesse storico e delle presenze archeologiche che li caratterizza. Assume specifico rilievo, in termini di valorizzazione paesaggistica, la promozione di forme di fruizione compatibili con l‟ambiente, correlate alla valorizzazione dei beni culturali locali. (……)”18.

Nello specifico dei laghi insubrici, (Maggiore, Como e Lecco, Lugano, Iseo, Idro e Garda), che costituiscono “una specificità del paesaggio di Lombardia di rilevanza sovraregionale”19 si prescrive “l’attenta salvaguardia delle connotazioni paesaggistiche specifiche e l’attenta valorizzazione delle rilevanze naturalistiche e culturali”20 secondo quanto definito dal comma 4 dello stesso articolo 19.

“A tutela dei singoli laghi di cui al comma 3, viene individuato un ambito di salvaguardia paesaggistica del lago e dello scenario lacuale, come indicato nella tavola D e nelle tavole D1a/b/c/d, definito prioritariamente sulla base della linea degli spartiacque del bacino idrografico e delle condizioni di percezione dei caratteri di unitarietà che contraddistinguono il paesaggio di ogni singolo lago, meglio precisato in riferimento alla coincidenza con limiti amministrativi o delimitazioni di specifiche aree di tutela già vigenti, per i quali la pianificazione locale, tramite i P.T.C. di parchi e province e i P.G.T., e gli interventi di trasformazione perseguono i seguenti obiettivi”21 come di seguito sintetizzati:

- La preservazione della continuità e delle differenti specificità dei sistemi verdi e degli spazi aperti, dei versanti prealpini e degli ambiti pianeggianti non urbanizzati;

16 Repertori PTPR 17 Repertori PTPR 18 Art. 19 Normativa P.P.R. 19 Ibidem 20 Ibidem 21 Ibidem

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Relazione del Documento di Piano 20

- La salvaguardia degli sbocchi delle valli che si affacciano sullo specchio lacuale, come definizione dello scenario del lago e come aperture verso contesti paesaggistici più distanti ai quali il lago è storicamente relazionato;

- Il recupero e la valorizzazione di centri e nuclei di antica formazione, degli insediamenti rurali e dell’edilizia tradizionale;

- Il massimo contenimento delle edificazioni sparse e una individuazione attenta delle aree di trasformazione al fine di salvaguardare la continuità e la riconoscibilità del sistema insediamenti-percorrenze-coltivi, evitando sviluppi urbani lineari lungo la viabilità ed indicando le prescrizioni (altezze e dimensioni) per le nuove edificazioni, con riferimento alle relazioni con il contesto e il lago e ai rapporti storicamente consolidati tra i diversi elementi del territorio;

- L’attento inserimento paesaggistico di edifici e manufatti relativi alla conduzione agricola, tenendo conto dei caratteri propri del paesaggio rurale tradizionale;

- L’attenta localizzazione e contestualizzazione degli interventi di adeguamento delle infrastrutture della mobilità e di impianti, nel rispetto dell’elevato grado di percepibilità degli stessi dallo specchio lacuale e della necessità di preservare la continuità dei sistemi verdi e la riconoscibilità del sistema insediamenti-percorrenze-coltivi,

- La migliore integrazione tra politiche ed interventi di difesa del suolo e obiettivi di valorizzazione e ricomposizione paesaggistica dei versanti;

- La valorizzazione del sistema della viabilità minore e dei belvedere quali capisaldi di fruizione paesaggistica;

- La riqualificazione delle situazioni di degrado, abbandono e compromissione del paesaggio per la ricomposizione paesaggistica dei luoghi e per la valorizzazione delle identità della tradizione e della cultura locale;

- La tutela organica delle sponde e dei territori contermini;

Sono in ogni caso fatte salve le indicazioni paesaggistiche di dettaglio dettate dalla disciplina a corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico ai sensi del comma 2 dell’articolo 140 del D. Lgs. 42/2004. “I Comuni nella redazione dei propri Piani di Governo del Territorio recepiscono e declinano le prescrizioni e indicazioni di cui al presente articolo considerando attentamente le condizioni di contesto, con specifico riferimento al coordinamento con i Comuni confinanti e alle relazioni percettive con i territori prospicienti fronte lago. I P.T.C. delle Province relativi ad uno stesso specchio lacuale, nel definire le indicazioni per la pianificazione comunale, verificano la coerenze reciproca delle indicazioni relative alla tutela degli ambiti di prevalente valore fruitivo e visivo-percettivo”22.

22 Articolo 19 Normativa P.P.R.

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Relazione del Documento di Piano 21

Figura 8 Stralcio Tavola D1 P.P.R.

Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici: lago Maggiore Ceresio

“I territori contermini ai laghi di cui al precedente comma 3, come definiti dalla lettera b) dell’articolo 142 del D.Lgs. 42/2004 ed inclusi i centri abitati e lo specchio lacuale, costituiscono l’ambito di maggiore caratterizzazione per la compresenza, in stretta e reciproca relazione, di valori storico-culturali e naturalistici, la cui capacità attrattiva per la residenza e il turismo induce forti pressioni trasformative di potenziale rischio per l’integrità del delicato assetto paesaggistico; in questi territori le priorità di tutela e valorizzazione del paesaggio sono specificamente rivolte a garantire la coerenza e organicità degli interventi riguardanti sponde e aree contermini al fine di salvaguardare l‟unitarietà e la riconoscibilità del lungolago”23. La pianificazione locale, deve quindi porre specifica attenzione ad una serie di indicazioni paesaggistiche che la norma individua, ad integrazione di quanto già indicato.

La norma precisa ancora che in questi contesti sono esclusi i nuovi impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nuove cave ed attività estrattive o di lavorazione inerti, nuovi centri commerciali e grandi strutture di vendita. La previsione di nuovi porti o approdi deve essere

23 Art. 19 Normativa P.P.R.

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Relazione del Documento di Piano 22

oggetto di attenta valutazione paesaggistica fra i diversi Enti interessati, con riferimento alle previsioni di sviluppo dell’intero bacino lacuale, anche tramite convocazione di specifica conferenza dei servizi.

La norma pone infine una salvaguardia sino all’adeguamento degli strumenti dei comuni interessati a quanto contenuto in particolare ai commi 4, 5 e 10 dello stesso articolo 19, individuando l’obbligo di utilizzo dei piani urbanistici e territoriali vigenti esclusivamente con riferimento ai territori di cui alle successive lettere a) e b), assumendo quali indirizzi progettuali quelli contenuti nella d.g.r. 2121/06 “Criteri e procedure per l‟esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12”, fatti salvi una serie di interventi possibili puntualmente individuati dallo stesso comma:

a. ambiti che alla data di entrata in vigore del presente piano risultino edificati con continuità, compresi i lotti interclusi ed escluse le aree libere di frangia, a tal fine perimetrate dai comuni;

b. previsioni contenute in piani urbanistici attuativi già convenzionati o in programmi di intervento già beneficiari di finanziamenti pubblici e situazioni di diritti acquisiti alla data di entrata in vigore del presente piano.

Per ogni lago vengono infine indicati i sistemi e gli elementi da assumere quale ulteriore riferimento per la tutela e valorizzazione delle peculiarità paesaggistiche. Nel caso del Lago Maggiore si segnala la necessità:

- di una migliore valorizzazione dei punti e percorsi panoramici sugli ampi scenari alpini;

- di un miglioramento e potenziamento di percorsi e accessi a lago in correlazione al recupero dei nuclei storici;

- il recupero del sistema storico-culturale delle fornaci di calce e in generale del patrimonio di archeologia industriale presente.

L’adeguamento del Piano paesistico riguarda infine gli ambiti di degrado, ovvero gli ambiti di riqualificazione paesaggistica per il contenimento dei processi di degrado di cui alla parte IV degli indirizzi di tutela, che nel caso di Luino riguardano le aree di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani, e in particolare le aree di cui al punto 2.2, e cioè delle “conurbazioni” che interessano i tracciati infrastrutturali, ma anche i fondovalle e le zone costiere lungo i laghi (Garda e Maggiore soprattutto). Tali aree sono caratterizzate dalla perdita della caratterizzazione identitaria dei diversi nuclei urbani, dal peggioramento delle condizioni ecosistemiche, dalla perdita di continuità e di relazioni del sistema del verde e degli spazi agricoli. Gli indirizzi prevedono pertanto la “salvaguardia e il potenziamento dei varchi esistenti e delle relazioni interne ai sistemi degli spazi aperti per il rafforzamento della rete verde provinciale e del sistema del verde comunale e per una chiara individuazione delle relazioni tra gli elementi costitutivi del paesaggio”24, una conseguente valutazione specifica in tal senso dei progetti di recupero degli ambiti degradati o della rete idrografica, e la sistemazione paesistica degli ambiti lungo le infrastrutture.

24 Indirizzi di Tutela parte IV PTPR

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Relazione del Documento di Piano 23

Figura 9 Stralcio Tav. A2 contenete gli ambiti di degrado del P.T.P.R.

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Relazione del Documento di Piano 24

3.4 LA RETE ECOLOGICA REGIONALE L’Assessorato regionale alla Qualità dell’Ambiente, insieme alla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, al fine di definire una strategia per la conservazione della natura ha definito un progetto di Rete Ecologica della Pianura Padana Lombarda. La Rete Ecologica Regionale (RER) rientra tra la modalità per il raggiungimento delle finalità previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica25. La RER, quindi, come strumento che risponde alle finalità di:

- tutela e salvaguardia delle rilevanze esistenti, per quanto riguarda biodiversità e funzionalità ecosistemiche ancora presenti sul territorio lombardo;

- valorizzazione, intesa come consolidamento delle rilevanze esistenti aumentandone la capacità di servizio ecosistemico al territorio e la fruibilità da parte delle popolazioni umane senza che sia intaccato il livello della risorsa;

- ricostruzione, e cioè incremento attivo del patrimonio di naturalità e di biodiversità esistente attraverso nuovi interventi di rinaturazione polivalente in grado di aumentarne le capacità di servizio per uno sviluppo sostenibile.

L’approccio risponde al 6° Programma comunitario di azioni in materia ambientale»26

La RER è inoltre - assieme anche alla Rete verde regionale (“sistema integrato di boschi, alberi e spazi verdi ai fini della riqualificazione e ricomposizione paesaggistica dei contesti urbani e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione dei paesaggi lombardi”) - tra le infrastrutture strategiche indicate dal PTR27 per il raggiungimento degli obiettivi di piano.

Il progetto si è sviluppato in due principali fasi:

1. un prima fase (luglio 2006 – maggio 2007) il progetto ha identificato 35 Aree prioritarie e 417 aree importanti per la biodiversità; si tratta si siti, piccoli e grandi, riconosciuti come “le aree più importanti e ‘irrinunciabili’ per la salvaguardia di ambienti e specie della pianura lombarda”;

2. la seconda fase (giugno 2007 – settembre 2008) si è invece concentrata nella individuazione della rete ecologica regionale nell’area di studio (Pianura Padana e Oltrepò pavese)28.

Gli obiettivi generali che hanno segnato la costruzione della rete sono:

1) fornire al Piano Territoriale Regionale un quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e di debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio governato;

2) aiutare il PTR a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, aiutandoli ad individuare le priorità ed a fissare target specifici in modo che possano tenere conto delle esigenze di riequilibrio ecologico;

25 Sul concetto di rete ecologica il Ministero per l’Ambiente, nel 2001, ha fornito le seguenti indicazioni: “La rete ecologica può essere

definita “un’infrastruttura naturale e ambientale che persegue il fine di interrelazionare e di connettere ambiti territorial i dotati di una maggior presenza di naturalità ove migliore è stato ed è il grado di integrazione delle comunità locali con i processi naturali, recuperando e ricucendo tutti quegli ambiti relitti e dispersi nel territorio che hanno mantenuto viva una seppur residua struttura originaria, ambiti la cui permanenza è condizione necessaria per il sostegno complessivo di una diffusa e diversificata qualità naturale nel nostro paese”

26 cfr. “La rete ecologia regionale e la programmazione territoriale degli enti locali” 27 PTR, Documento di Piano, paragrafo 1.5.6 “Infrastrutture prioritarie per la Lombardia” 28 Con deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009 la Giunta regionale ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica

Regionale, aggiungendo l’area alpina e prealpina.

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Relazione del Documento di Piano 25

3) fornire alle autorità regionali impegnate nei processi di VAS, VIA e Valutazione d’incidenza uno strumento coerente per gli scenari ambientali di medio periodo da assumere come riferimento per le valutazioni;

4) consolidare e potenziare adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica, attraverso la tutela e la riqualificazione di biotopi ed aree di particolare interesse naturalistico;

5) riconoscere le “Aree prioritarie per la biodiversità”;

6) individuare un insieme di aree (elementi primari e di secondo livello) e azioni per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di ricostruzione naturalistica, attraverso la realizzazione di nuovi ecosistemi o di corridoi ecologici funzionali all’efficienza della rete, anche in risposta ad eventuali impatti e pressioni esterni;

7) fornire uno scenario ecosistemico di riferimento su scala regionale e i collegamenti funzionali per:

- l’inclusione dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE);

- il mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette regionali e nazionali;

- l’individuazione delle direttrici di connettività ecologica verso il territorio esterno rispetto a queste ultime;

8) prevedere interventi di deframmentazione mediante opere di mitigazione e compensazione per gli aspetti ecosistemici, e più in generale identificare gli elementi di attenzione da considerare nelle diverse procedure di Valutazione Ambientale;

9) riconoscere le reti ecologiche di livello provinciale e locale e fornire strumenti alle Amministrazioni di competenza per futuri aggiornamenti e integrazioni.»

A supporto operativo delle azioni regionali di ricostruzione ecologica e della pianificazione sub-regionale la RER comprende una Carta informatizzata della Rete Ecologica Regionale primaria che specifica: aree di interesse prioritario per la biodiversità; corridoi ecologici primari di livello regionale, gangli primari di livello regionale in ambito planiziale e i varchi insediativi da considerare a rischio di fini della connettività ecologica

La delibera Regionale (30 dicembre 2009 - n. VIII/10962) che individua l’intero progetto regionale inserisce il territorio di Luino in più settori della RER 7 – 27 e 8 – 28, che identificano rispettivamente la Val Veddasca con l’Alto Verbano, e i Monti della Valcuvia, compreso un tratto del Lago Maggiore.

Si tratta di un’area di particolare attenzione, al di là delle specifiche aree tutelate e protette, così identificate nella scheda: SIC - Siti di Importanza Comunitaria: IT2010016 Val Veddasca

SIC – Siti di Importanza Comunitaria: IT2010019 Monti della Valcuvia;

Aree di Rilevanza Ambientale: ARA “Valli Veddasca, Dumentina, Valganna-Valmarchirolo”

Altro: IBA – Important Bird Area “Lago Maggiore”

Elementi di primo livello compresi nelle Aree prioritarie per la biodiversità (vedi D.G.R. 30 dicembre 2009 – n. 8/10962): 36 Val Veddasca; 70 Lago Maggiore.

Altri elementi di primo livello: Fascia boscata a N di Laveno, di connessione tra i Monti della Valcuvia ed il Lago Maggiore; Monte Pian Nave.

Altri elementi di secondo livello: Fasce boscate tra SIC Val Veddasca e Lago Maggiore; Prati e boschi di Agra e Rio di Colmegna.

Altri elementi di secondo livello: Aree boscate tra Laveno e Luino, degradanti verso il Lago Maggiore.

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L'area è segnalata particolarmente importante dal punto di vista faunistico per l'avifauna forestale e per numerose specie di rapaci diurni nidificanti ed è inoltre caratterizzata dalla presenza di torrenti in buono stato di conservazione.

Questi settori comprendono altresì il tratto settentrionale del Lago Maggiore e un tratto compreso tra Luino e Laveno, la cui importanza, anche a livello internazionale, è legata soprattutto all'avifauna (uccelli acquatici svernanti e nidificanti; si tratta di un sito regolare di svernamento per strolaghe e svassi e uno dei pochi siti italiani in cui nidifica lo Smergo maggiore) e alla ricca comunità ittica dei laghi profondi, a diversi livelli trofici. L’area comprende il sito Natura 2000 “Val Veddasca”.

I principali elementi di frammentazione sono costituiti dal consumo di suolo derivante dalla espansione dell’urbanizzato nelle aree limitrofe al Lago Maggiore, dalla S. P. n. 5 della Val Veddasca, dalla S.S. 394dir del Lago Maggiore e da cavi aerei sospesi, che possono costituire una minaccia sia per l’avifauna nidificante che per quella migratoria, soprattutto se di grandi dimensioni (ad es. rapaci). Gli ambienti prativi sono soggetti a rapida “chiusura” da parte di specie arboreo-arbustive, a seguito dell’abbandono di pratiche agricole tradizionali (pascolo, sfalcio del fieno).

La delibera fornisce infine una serie di indicazioni per l’attuazione della Rete Ecologica Regionale che sinteticamente prevedono:

- Favorire la realizzazione di nuove unità ecosistemiche e di interventi di deframmentazione ecologica che incrementino la connettività;

- Favorire interventi di deframmentazione ecologica lungo le principali infrastrutture lineari, ad es. lungo la S. P. 5 della Val Veddasca, e interventi di messa in sicurezza di cavi aerei a favore dell’avifauna;

- Evitare l’inserimento di strutture lineari capaci di alterare sensibilmente lo stato di continuità territoriale ed ecologica che non siano dotate di adeguate misure di deframmentazione.

Il reticolo idrografico dei torrenti deve considerarsi elemento fondamentale al mantenimento della connettività ecologica.

Per quanto riguarda il Lago, dovrà essere conservata e migliorata la vegetazione perilacuale; devono essere gestiti i livelli idrici del lago con regolamentazione delle captazioni idriche per evitare eccessivi sbalzi del livello idrico; deve essere effettuato il monitoraggio della qualità delle acque; deve essere realizzati interventi per favorire la connettività trasversale della rete minore e, in generale, migliorati i sistemi per il mantenimento della fauna acquatica e migliorata la funzionalità ecologica e naturalistica.

Fra gli elementi di secondo livello sono indicate le Aree boscate tra Laveno e Luino, degradant i verso il Lago Maggiore, per le quali è previsto il mantenimento/miglioramento della funzionalità ecologica e naturalistica; la prevenzione degli incendi; la conversione a fustaia e la conservazione di grandi alberi; incentivazione e attivazione di pascolo bovino ed equino gestito e regolamentato a favore del mantenimento di ambienti prativi; l’incentivazione delle pratiche agricole tradizionali.

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Relazione del Documento di Piano 27

3.5 IL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI VARESE Il PTCP della Provincia di Varese individua all’interno del proprio territorio di riferimento “Ambienti socioeconomici” che identificano ambiti con caratteri specifici e problematiche differenti, al netto del fatto che tutta la Provincia è considerata omogenea per quanto riguarda le dinamiche di trasformazione della struttura economica, della popolazione e dell’indice di invecchiamento, del traffico e dell’inquinamento e dei livelli di scolarizzazione. Ogni ambito presenta, infatti, più che differenze sotto l’aspetto del tipo di fenomeno, diversità sotto il profilo dell’intensità e della variabilità dei fenomeni stessi.

Figura 10 ambiente socio-economico della Zona lacuale montana

Il Comune di Luino è inserito nell’ambiente socio-economico della Zona lacuale montana, che si caratterizza per una dinamica occupazionale negativa ed una crescenza dipendenza economoca dalla Svizzera, una crescente marginalizzazione ed un sistema infrastrutturale debole, ma con una buona specializzazione dei servizi turistico-ricettivi e cospicue risorse paesistiche.

Per questo ambito i rischi individuati riguardano prevalentemente la crisi occupazionale e la delocalizzazione delle lavorazioni mature, la migrazione dei profili professionali e delle competenze più qualificate, l’eccessivo peso antropico lungo i fondovalle e l’ambito lacuale e la compromissione della qualità paesistico-ambientale

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Relazione del Documento di Piano 28

Da quanto emerge dalla tabella allegata riferita al 2001, si evidenzia una permanenza medio bassa di addetti nel settore manifatturiero (47% circa) ed una medio alta nel settore terziario (53% circa) oltre alla più alta presenza di addetti nell’agricoltura che è comunque bassa in tutti gli ambienti della Provincia.

Valori assoluti Valori percentuali

Ambienti Agric. Industria Terziario Totale Agric. Industria Terziario Totale

Zona lacuale montana

62

5.928 6.650 12.640 0,5 46,9 52,6 100

Direttrice Varese – Laveno

44 7.280 5.504 12.828 0,3 56,8 42,9 100

Direttrice Varese – Porto Ceresio

97 14.603 26.079 40.779 0,2 35,8 64,0 100

Colline moreniche e basso Verbano

43 16.317 6.448 22.808 0,2 71,5 28,3 100

Somma – Vergiate – Sesto

16 8.535 13.625 22.176 0,1 38,5 61,4 100

Val d’Arno 39 16.706 7.056 23.801 0,2 70,2 29,6 100

Media Valle Olona

10 5.442 1.873 7.325 0,1 74,3 25,6 100

Dorsale orientale

25

9.586 5.685 15.296 0,2 62,7 37,2 100

Busto – Gallarate – Malpensa

83 48.230 46.720 95.033 0,1 50,8 49,2 100

Saronnese 24 15.878 14.855 30.757 0,1 51,6 48,3 100

Provincia di Varese

443

148.505 134.495 283.443 0,2 52,4 47,5 100

Figura 11 Tabella Addetti nei macro settori economici per Ambiente Fonte: Elaborazioni Prov. Varese su dati del Censimento ISTAT 2001

Mettendo in relazione la tendenza insediativa, il sistema economico e quello infrastrutturale, sono state evidenziate situazioni specifiche che pongono il comune di Luino fra le “polarità urbane”, che registrano incrementi demografici ridotti (o decrementi), un aumento del patrimonio abitativo, un incremento del numero di addetti nei settori del commercio, terziario e servizi. Si tratta di polarità certamente di ruolo inferiore rispetto a quelle principali ma che rivestono importanza a livello provinciale, come nei casi di Castellanza, Sesto Calende, Somma Lombardo, Tradate oltre che di Luino.

Queste polarità svolgono un ruolo di servizio nei confronti dei sistemi urbani di riferimento, da valorizzare nella definizione delle politiche locali. E’ infatti riconosciuto il ruolo prioritario dei comuni polo attrattore come sede privilegiata per la localizzazione dei servizi di interesse sovracomunale, al fine di generare sinergie con altri servizi esistenti del medesimo rango.

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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio

Relazione del Documento di Piano 29

Figura 12 Schema dei servizi sovra comunali PTCP Varese

La lettura provinciale dei sistemi insediativi ha poi consentito di individuare le specificità delle “SISTEMA SPONDALE DEL LAGO MAGGIORE” fascia di territorio affacciata sul lago Maggiore e fortemente interessata dai processi legati al turismo del lago. “I processi recenti riguardanti quest'area vedono un preoccupante abbandono delle piccole attività manifatturiere, commerciali e agricole che hanno caratterizzato l'organizzazione dei questi territori fino a tutti gli anni '80. L'economia si è rapidamente convertita a favore delle attività turistico-ricreative e a scapito dei servizi alla popolazione residente. E' in atto un calo demografico, che comunque va considerato anche in rapporto all' aumento delle seconde case e, quindi, della popolazione non residente.

Proprio per questo motivo i Comuni dell' area sono poco dinamici dal punto di vista economico e sociale tanto che alcuni registrano la presenza di aree dimesse di considerevole superficie”.29

Per questo contesto il Piano individua alcuni indirizzi che spingono alla salvaguardia dei valori naturalistici e alla localizzazione di strutture funzionali al sistema turistico. Riorganizzare la struttura con una attenzione alla contestuale valorizzazione dell’entroterra.

29 Relazione cap 4.1.1. Il sistema urbano provinciale - PTCP Varese

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Relazione del Documento di Piano 30

Figura 13 Carta dei poli Attrattori del PTCP

L’articolazione in sottosistemi individua l’appartenenza di Luino al sottosistema del nord-Verbano. NORD VERBANO – SISTEMA SPONDALE 30 Il sub-ambito si organizza lungo la porzione nord della costa lacuale e comprende i Comuni di Maccagno, Luino, Germignaga, Brezzo di Bedero, Porto Valtavaglia e Castelveccana. Dal punto di vista demografico è Luino il centro maggiore con oltre 14.000 residenti, mentre gli altri Comuni si attestano tra le 1.000 e le 3.000 unità. Il sistema insediativo segue la sponda nord del Lago Maggiore. Con l’eccezione di Luino e Germignaga è costituito da Comuni definiti di dinamicità medio-bassa rispetto al sistema demografico ed economico. Il sub ambito ha una forte connotazione residenziale, con un sistema turistico non particolarmente attivo, ma stabile per la notevole presenza di seconde case. I principali servizi sono presenti a Luino, con la dotazione di diversi livelli di istruzione superiore, ospedale e case di riposo, uffici pubblici e stazione del servizio ferroviario nazionale. Indirizzi specifici per il Governo del Territorio: - favorire la localizzazione di servizi di livello sovracomunale funzionali alla vocazione turistica della zona, - favorire la localizzazione di insediamenti a carattere misto, pubblici e privati, per la nautica da diporto, - riqualificare gli insediamenti dell’entroterra luinese al fine di sviluppare le sinergie con la Valcuvia, - aggregare funzioni di eccellenza per il turismo e per il tempo libero, anche correlate al potenziale esistente nel bacino del Verbano-Cusio-Ossola.

Figura 14 stralcio Relazione del PTCP

30 Relazione cap 4.1.1. Il sistema urbano provinciale - PTCP Varese

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Relazione del Documento di Piano 31

Il Comune di Luino appartiene però anche ad un altro sistema, quello Montano, con caratteristiche diverse da quelle fin’ora descritte e specificità proprie di natura idrogeologica. Esso comprende due sistemi insediativi corrispondenti alle conurbazioni di fondovalle della Valcuvia e della Valceresio. Luino appartiene alla conurbazione di fondovalle della Valcuvia, per la quale le indicazioni principali sono quelle riportate nella scheda allegata. VALCUVIA - CONURBAZIONE DI FONDOVALLE Si attesta sul fondovalle della Valcuvia, in corrispondenza della viabilità principale. Congiunge i sub-ambiti spondali del Centro e del Nord Verbano, rispettivamente in corrispondenza di Cittiglio e di Luino. Fanno parte del sub-ambito della Valcuvia i Comuni di Cittiglio, Brenta, Casalzuigno, Cuveglio, Cassano V., Brissago V.T., Mesenzana, Montegrino e Luino. Si tratta di comuni demograficamente di piccola dimensione, mediamente al di sotto dei 2.000 abitanti, con l’eccezione di Cuveglio che supera di poco le 3.000 unità e del Comune di Luino attestato attorno ai 14.000 residenti. Dal punto di vista del sistema insediativo la struttura si organizza sul fondovalle con insediamenti sia di carattere residenziale che produttivo. I Comuni, nonostante la non rilevante dimensione demografica, risultano, almeno in parte, abbastanza dinamici. Termine di riferimento del sistema ed erogatore dei principali servizi è il Comune di Luino che, oltre a diversi livelli di istruzione superiore, è dotato di ospedale, servizi socio-assistenziali ed uffici pubblici di interesse territoriale. Indirizzi specifici per il Governo del Territorio - Localizzare poli di servizi, anche di livello sovracomunale tra le polarità urbane esistenti al fine di migliorare le opportunità offerte ai comuni della fascia centrale della valle, - Riqualificare il fondovalle al fine di valorizzarne il ruolo di connessione ecologica.

Figura 15 stralcio Relazione del PTCP

La TAV. A3 del PGT contiene gli stralci delle tavole del PTCP relative al paesaggio. Esse includono il territorio comunale nell’unità paesistica 6 (Valcuvia, Valtravaglia – Lago maggiore ), sulla base di una lettura del territorio fondata sulle invarianti strutturali naturali ma soprattutto su una visione del paesaggio in senso storico culturale, differenziandosi così dalle unità di paesaggio di natura eco sistemica della rete ecologica.

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Relazione del Documento di Piano 32

Figura 16 Tav. A3 estratto tavola paesaggio PTCP

Gli indirizzi per l’Ambito n. 6, prevedono prevalentemente:

Tutela e valorizzazione delle zone boscate e delle emergenze naturali perseguendone il riequilibrio ecologico.

Salvaguardia della panoramicità della montagna prealpina. Mantenere sgombre le dorsali, i prati di montagna, i crinali.

Difesa e conservazione delle condizioni di naturalità delle sponde dei laghi, degli affluenti, della qualità biochimica delle acque, nonché tutelare la flora e la fauna.

Tutela e valorizzazione del paesaggio agrario, in particolare nei suoi valori connotativi, e recupero delle aree a vocazione agricola in abbandono.

Tutela e recupero degli ambiti agricoli di fondovalle salvaguardando gli elementi connotativi del paesaggio agrario e evitandone la saturazione insediativa; riuso del patrimonio edilizio esistente.

Contenimento della pressione antropica sulle sponde dei laghi prevedendo una verifica di compatibilità per ogni intervento interessante le coste lacuali, al fine di garantire la continuità

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Relazione del Documento di Piano 33

morfologica e tipologica dei manufatti, compresi quelli relativi a strade , piazze e altri spazi pubblici.

Sostegno al turismo salvaguardando le sponde lacustri evitando l’espansione dell’urbanizzato e valorizzando le zone meno conosciute.

Promozione di funzioni legate alla produzione culturale, di ricerca o di alta formazione.

Recupero, tutela e valorizzare, degli insediamenti storici di significativo impianto urbanistico e delle singole emergenze di pregio (chiese, ville, giardini, parchi, antiche strutture difensive, stabilimenti storici, viabilità storica). Programmi di intervento finalizzati alla salvaguardia e alla rivalutazione del patrimonio culturale e identitario dei luoghi.

Recupero e valorizzazione delle presenze archeologiche delle darsene, porti e relativi manufatti. La progettazione di nuovi approdi deve essere prevista e valutata anche sotto il profilo paesaggistico.

Salvaguardia della viabilità panoramica, tutela dell’accesso alle aree spondali, recupero di percorsi ciclo pedonali, ippici, senti eristici. Individuazione e tutela delle visuali sensibili (punti panoramici) dalle sponde dei laghi e tutelare i coni visuali, la percezione lacustre e gli scenari montuosi.

Sulle Tavole sono poi segnalati il nucleo storico principale ed altri minori lungo il fiume Tresa e verso l’interno, una strada panoramica e un punto panoramico, oltre alle aree di rispetto dei corsi d’acqua (art. 142 lett. c del D.lgs 142/2004) e del lago (art. 142 lett. b del D.lgs 42/2004).

Il PTCP analizza inoltre gli elementi costituenti la rete ecologica provinciale, e per il territorio di Luino segnala gli ambienti individuati nella cartografia che segue.

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Relazione del Documento di Piano 34

Figura 17 Tav. A3 estratto della Carta della rete ecologica del PTCP

Il progetto della rete ecologica della provincia di Varese è stato realizzato partendo dall’analisi di idoneità faunistica, che consente di individuare le aree più idonee per la realizzazione della rete ecologica. Sono pertanto stati individuati gli elementi fondamentali della rete e le aree di particolare interesse con funzionalità di nodo strategico o di zone con evidenti criticità. Nel progetto di rete sono state inserite le aree protette già istituite nonché quelle comunque meritevoli di tutela.

Nel territorio comunale si distinguono i seguenti elementi strutturali:

Core area di primo livello: rappresenta la rete principale, ovvero aree di ampia estensione che sono le principali sorgenti di biodiversità; è prevalentemente caratterizzata dagli ecosistemi forestali nella fascia montana e dalle zone umide dei laghi.

corridoi ecologici e aree di completamento delle core areas di primo e secondo livello: riguardano aree prevalentemente di tipo lineare che connettono le sorgenti di biodiversità;

Oltre a questi elementi il PTCP individua delle fasce tampone con il principale ruolo di fungere da cerniera ecologica e paesaggistica con i contesti insediativi; esse prevedono:

fasce tampone di primo livello: aree caratterizzate dalla presenza di “ecomosaici aperti e mediamente diversificati”, che richiedono una prioritaria attenzione nei confronti dell’economia agricola e al paesaggio;

fasce tampone di secondo livello: spazi posti tra la fascia tampone di primo livello e l’urbanizzato, comprendenti aree di frangia urbana (non identificate cartograficamente) che

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Relazione del Documento di Piano 35

richiedono una prioritaria attenzione nei confronti dell’economia agricola, del contenimento dell’urbanizzazione diffusa e del consumo di suolo.

Il Piano individua infine:

a) corridoi fluviali da riqualificare;

b) interferenze infrastrutturali.

Nel comune di Luino sono presenti “Core Area” nella parte del lungo lago verso Nord, dove l’edificazione è meno intensa, e nella parte più alta della montagna, collegate fra loro e agli altri elementi primari della rete da tratti di corridoi ecologici e aree di completamento, a loro volta circondate da fasce tampone.

Il Piano prevede il mantenimento delle core-areas primarie e la limitazione delle interferenze ad opera di nuove infrastrutture viabilistiche e ferroviarie o comunque la messa in opera di idonee misure di mitigazione e compensazione ambientale.

Per le aree di completameno e/o dei corridoi, gli indirizzi del PTCP mirano a favorire l’equipaggiamento vegetazionale del territorio, per agevolare gli spostamenti della fauna naturale, aumentare la capacità portante delle aree naturali e ridurne la vulnerabilità. In tali ambiti le fasce sono finalizzate a prevenire la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi.

Per le fasce tampone di primo livello l’indirizzo strategico del PTCP è quello di individuare

ambiti di territorio potenzialmente caratterizzabili da nuovi elementi ecosistemici, per favorire occasioni di appoggio alla struttura portante della rete ecologica.

Per le fasce di secondo livello i principi riguardano la necessità di integrazione dei progetti insediativi con proposte relative all’inserimento paesistico dell’opera nel contesto di frangia, oltre che alla realizzazione funzionale e morfologica delle aree di frangia.

Il sistema agricolo è stato analizzato dal Piano sulla base delle caratteristiche insite in ogni sistema, partendo dalla considerazione delle due tipologie fondamentali di agricoltura in provincia di Varese, l’agricoltura di pianura e quella di montagna.

Secondo la suddivisione delle Regioni agrarie effettuata dall’Istat, il comune di Luino appartiene alla Regione agraria n. 2: Montagna fra il Verbano e il Ceresio, dove si concentra circa un quarto della superficie agricola provinciale.

L’elemento di qualità di tale contesto è rappresentato dal paesaggio, mentre il punto di debolezza è legato, oltre che alla marginalità, alla pressione per l’uso del suolo per destinazioni diverse da quella agricola.

La normativa del PTCP disciplina tali zone come segue: “a) individua gli ambiti destinati all’attività agricola (ambiti agricoli), al fine di tutelare i suoli da utilizzi edificatori e da alterazioni della loro qualità;

b) stabilisce criteri e modalità per la migliore definizione, a livello comunale, delle aree agricole;

c) propone indirizzi per la valorizzazione delle aree agricole (…) l’individuazione degli ambiti agricoli, come effettuata al precedente comma 1, ha efficacia prescrittiva e prevalente nei confronti degli strumenti di pianificazione urbanistica comunale, fino all’approvazione del PGT”31

“L’individuazione delle aree agricole da parte dei Comuni concorre alla pianificazione del territorio comunale, attraverso la messa in valore delle funzioni produttive, di presidio ambientale, di riqualificazione e diversificazione del paesaggio, di mantenimento del presidio economico, sociale e culturale, ed altresì di mitigazione/compensazione degli effetti ambientali negativi indotti dall’urbanizzato esistente.

I Comuni individuano le aree agricole perseguendo, quali obiettivi generali:

31 Art. 41 e 42 NTA PTCP Varese

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a) la conservazione dello spazio rurale e delle risorse agroforestali;

b) la valorizzazione delle funzioni plurime del sistema agricolo e del sistema forestale32.

In linea generale il PTCP incentiva la salvaguardia e la valorizzazione delle aree agricole anche attraverso la riqualificazione paesaggistica e agro-ecosistemica e la multifunzionalità, favorendo le forme di fruizione.

Figura 18 Tavola A3 contenente stralci tavola Ambiti agricoli PTCP

32 Art. 44 NTA PTCP Varese

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Relazione del Documento di Piano 37

Nel comune di Luino sono individuati ambiti agricoli di dimensioni piuttosto modeste su macro classe Fertile, lungo il confine verso Sud e Poco Fertile nella parte centrale.

E’ infine da evidenziare che il Comune di Luino può vantare una presenza non irrilevante di aree boscate soprattutto a Sud e sui margini a Nord e Nord Est.

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Relazione del Documento di Piano 38

4 LA CITTA’ COSTRUITA: EVOLUZIONE DEL SISTEMA URBANO

Il territorio comunale ha una estensione di 2.065 ettari, dei quali circa 484 utilizzati per funzioni urbane (suoli urbanizzati comprensivi delle aree destinate a servizi e a infrastrutture) pari al 33% del territorio comunale con esclusione della superficie lacuale, e 992 ettari di aree non urbanizzate. La tavola che segue, con allegata legenda, rende evidente questo dato:

Figura 19 Tavola consumo di suolo

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L’analisi della cartografia storica, compiutamente sviluppata all’interno del Piano delle Regole, mette in evidenza l’esistenza di diversi nuclei storici collocati, in corrispondenza del nucleo centrale di Luino i due più grandi, a ridosso del lago e del fiume e ubicati sui rilievi (frazioni di montagna) gli altri, con presenza di tipologie edilizie legate all’economia agricola e tipologie di carattere più propriamente residenziale.

Tutti i nuclei storici sono compresi nel cessato catasto del 1860/80 e alcuni risultano già presenti nel catasto teresiano del 1722.

In qualche caso (come per Voldomino o Colmegna) essi hanno dato luogo a vere e proprie conurbazioni, in altri si caratterizzano ancora come semplici cascine isolate sorte lungo le strade consortili (Il Valdo, Cascina Donato, Il Torchio).

Figura 20 Popolazione a Luino 1.861 – 2007 (Fonte Comuni Italiani)

In percentuale si può rilevare un incremento di popolazione fra il 1861 e il 1951 pari al 212% (la popolazione si è più che triplicata nel corso di un secolo), mentre ha continuato a crescere, ma con un ritmo decisamente inferiore, dal 1951 al 1981, con un aumento di circa il 45%. Il ritmo si inverte dopo il 1981, con una lieve perdita di popolazione calcolata al 2007 pari all’8%.

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Relazione del Documento di Piano 40

4.1 RAPPORTO TRA LA PIANIFICAZIONE E LA COSTRUZIONE DELLA CITTÀ

4.1.1 Attuazione del precedente PRG Il Piano regolatore precedente al PGT presenta un quadro di sviluppo delle potenzialità edificatorie riassunto nelle tabelle che seguono.

Le previsioni insediative del PRG sono state divise per tipologia di Piano attuativo, e sono state di conseguenza evidenziate le percentuali di attuazione.

Nella prima tabella sono evidenziati i Piani esecutivi relativi alle zone speciali Z previsti dal PRG già attuati o comunque in corso, e quelli per i quali l’iter amministrativo, se avviato, non è ancora approdato alla sottoscrizione della convenzione.

COD. AMBITO SUP. VOLUME ATTUATO IN CORSO DI ATTUAZIONE NON ATTUATO

13 PA fonteviva Z1 55.749 ESISTENTE 55.749

14 PII ex Borri Z2 12.481 28.632 12.481

15 PA Ratti Z3 36.968 ESISTENTE 36.968

16 PA Z4 via Ghiringhelli Z4 11.860 29.650 11.860

17 PII Z5 Castelletto Ticino Z5 15.240 24.003 15.240

18 PII ex steiner Z6 20.250 30.715 20.250

19 PII Z7 Creva Z7 22.656 50.387 22.656

20 PA Z8 Creva Z8 9.514 9.514 9.514

21 PA Z9 Voldomino Z9 5.877 8.816 5.877

22 PZ10 A Z10a 26.353 15.811 26.353

23 PZ10 B Z10b 5.410 2.974 5.410 222.358 200.501 32.110 65.301 124.947 TOTALE

Figura 21 Tabella Stato di attuazione del PRG del 1999

In termini percentuali ciò si traduce nella constatazione che il 56% circa delle previsioni edificatorie di P.R.G. relative alle zone Z non sono ancora state attuate (non sono ancora giunte alla convenzione), per un totale di 124.947mq, mentre 32.110 mq sono già stati realizzati e 65.301 mq sono in corso, pari rispettivamente al 14% e al 29%.

Il PRG del 99 individuava inoltre ambiti di espansione o completamento all’interno dei quali gli interventi potevano avere luogo tramite Piano di lottizzazione o anche attraverso intervento diretto, sulla base di una serie di criteri e premialità definiti dallo stesso PRG.

In questi contesti sono stati attuati o avviati alcuni Piani residenziali o industriali così come illustrato nella tabella che segue oltre che nella tavola sullo stato di attuazione dei Piani Attuativi del Documento di Piano.

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Relazione del Documento di Piano 41

COD. AMBITO SUP. VOLUME ATTUATO IN CORSO DI ATTUAZIONE NON ATTUATO

1ambito "Y5" presidio ospedaliero di Luino

B438024 171.729

2a

2b

2c

3a PL via Fornara

3b

4 PP Poppino B4

5 Villa Castiglioni B4

6 Peep Motte B4

7 Peep via Lugano B4

8 Peep Moncucco B4

9 Peep Voldomino B4

10 Peep centro di vita B4 6755

11 Peep Via Cervinia B4 9903

12Peep Via Cervinia-via Lugano

B45779

24 PL Cascina Ferrari B4 14577

PP via XXV aprile B4

B4

COD. AMBITO SUP. VOLUME ATTUATO IN CORSO DI ATTUAZIONE NON ATTUATO

25 PL 1 industriale D2

26 PL industriale via GoriziaD2

26.643

27 PL ind Mondiscia nord D2 9.637 7.645

28 PL ind Mondiscia sud D2 11.671 7.000

29 PL industriale triangolare D2 11.595

COD. AMBITO SUP. VOLUME ATTUATO IN CORSO DI ATTUAZIONE NON ATTUATO

30 PL Santa Rita C1

31 Villa Ottavia C1 19.076 18.376

32 PL Via Lugano C2 22.043 17.634

33 PE 1 via Voldomino C2

34PE 10 Via Cacsina Ferrari

C2

35 Tecco C2

36 Tecco C2

COD. AMBITO SUP. VOLUME ATTUATO IN CORSO DI ATTUAZIONE NON ATTUATO

37 Via Rossini B1

38 PR albergo Milano B1

39 ex segheria -cast tic B1 7.355 20.228

40 PR Lucrezia B1

41 PR Pezzolungo B1

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Relazione del Documento di Piano 42

COD. AMBITO SUP. VOLUME ATTUATO IN CORSO DI ATTUAZIONE NON ATTUATO

42 ponte storno BVP

43 ca donato BVP

44 ca Pozzi BVP

45 Campo BVP

46 Campo1 BVP

47 Torchietto BVP

48 Dumenza BVP

50 Rebisello BVP

51 Moncucco BVP

Piani sviluppati, in corso di perfezionamento

amministrativo, in attuazione o attuati con la norma

speciale Bvp: ambiti dove l'edificabilità è condizionata alla perimetrazione a piano

esecutivo

Figura 22 Piani di Lottizzazioni individuati nel corso dell’attuazione del PRG del 99

Gli interventi previsti risultano prevalentemente attuati, con un numero maggiore di inattuato nelle zone produttive D2 e nelle zone residenziali C1.

4.1.2 Il sistema dei servizi esistenti Anche per quanto attiene le dotazioni di aree pubbliche, analizzate poi compiutamente nel Piano dei Servizi, le previsioni del P.R.G. sono state in buona parte attuate.

Esse sono suddivise a seconda del regime di proprietà dei suoli in: pubblici, privati di uso pubblico e privati destinati all’acquisizione da parte del Comune; questa suddivisione ha evidenziato le aree che già svolgono la funzione di pubblica utilità (aree pubbliche e private di uso pubblico) rispetto a quelle che, non essendo ancora state acquisite, costituiscono al momento una semplice previsione.

Sotto il profilo quantitativo le dotazioni di progetto del P.R.G. per la residenza prevedono:

DESTINAZIONE AREA Mq. PUBBLICO USO PUBBLICO DA ACQUISIRE

TOT. SERVIZI INT. GENERALE 42.542 37.609 4.933 0TOT ISTRUZIONE 34.674 25.533 9.141 0TOT. SERVIZI RELIGIOSI 41.662 0 41.662 0TOT. PARCHEGGI 62.295 53.854 7.204 1.237TOT VERDE E ATTREZZ. SPORTIVE 421.181 242.028 139 179.014TOT SERVIZI ALLA RESIDENZA 602.354 359.024 63.079 180.251TOT SERVIZI TECNOLOGICI 86.177 54.542 31.635 0

Figura 23 Tabella dotazione di aree per servizi pubblici prevista nel P.R.G. approvato

A questo dato vanno poi aggiunte le dotazioni previste all’interno dei piani di attuazione in corso o ancora da attuare, i servizi di rilevanza sovracomunale come l’ospedale o l’istruzione superiore, e altre aree a servizi anche di natura privata ma di interesse pubblico.

Come risulta dai dati sopra riportati, il 70% circa delle aree per servizi sono già state acquisite o sono private di uso pubblico.

Sulla base della popolazione insediata al gennaio 2012 (14.615 abitanti) e considerati i servizi già acquisiti o privati d’uso pubblico, lo standard per la residenza si attesta intorno a 29 mq/ab mentre quello complessivo, valutato sempre sulla popolazione 2012, corrisponde a circa 41 mq per abitante.

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Relazione del Documento di Piano 43

VERIFICA DOTAZIONE STANDARD MQ/ABITANTI

POPOLAZIONE 2012

SERVIZI TOTALI

SERVIZI ESISTENTI

14.615 602.354 422.103

41,2 28,9

I trasporti pubblici Di seguito è riportata la situazione dei trasporti pubblici extraurbani che interessa la città di Luino.

L’elemento di forza è chiaramente rappresentato dal treno: dalla stazione di Luino, sono attivi i collegamenti ferroviari per Milano e Novara (direzione sud) e per Bellinzona (direzione nord), completato dalle autolinee e dalle linee di navigazione del lago che rendono possibile il collegamento pubblico con Varese e con Locarno.

Linee di trasporto

B30 Varese-Luino

Autolinee Varesine Via Marconi, 26 21020 Bardello (VA) Tel: 0332/731110

B80 Luino-Cittiglio

Autolinee Varesine Via Marconi, 26 21020 Bardello (VA) Tel: 0332/731110

B81 Luino-Maccagno

Baldioli Viale Dante, 9 21016 Luino (VA) Tel: 0332/530271

B82 Luino-Agra-Curiglia

Baldioli Viale Dante, 9 21016 Luino (VA) Tel: 0332/530271

B85 Luino-Ponte Tresa

Autolinee Varesine Via Marconi, 26 21020 Bardello (VA) Tel: 0332/731110

B86 Luino-Montegrino

Baldioli Viale Dante, 9 21016 Luino (VA) Tel: 0332/530271

B87 Laveno-Luino

Nicora & Baratelli Via Labiena, 187 21014 Laveno Mombello (VA) Tel: 0332/668056

B88 Luino-Bedero-Nasca

Baldioli Viale Dante, 9 21016 Luino (VA) Tel: 0332/530271

B89 Luino-Maccagno-Biegno

Baldioli Viale Dante, 9 21016 Luino (VA) Tel: 0332/530271

B96 Luino-Voldomino-Brissago Autolinee Varesine Via Marconi, 26 21020 Bardello (VA)

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Relazione del Documento di Piano 44

Tel: 0332/731110

B801 Luino-Ponte Tresa-Lugano Baldioli Autopostale

BC84 Urbana Luino

Baldioli Viale Dante, 9 21016 Luino (VA) Tel: 0332/530271

FS134 Luino-Sesto Calende-Novara

TRENITALIA Spazio Clienti Milano P.ta Garibaldi (ore 7.00-20.30) 20154 Milano (MI) Tel: 02/63717408 - info 892021

FS160 Luino-Gallarate-Milano

TRENITALIA Spazio Clienti Milano P.ta Garibaldi (ore 7.00-20.30) 20154 Milano (MI) Tel: 02/63717408 - info 892021

MA1 Arona-Locarno

Navigazione Lago Maggiore Viale Francesco Baracca, 1 28041 Arona (NO) Tel: 0322/233200

MB1 Arona-Stresa-Locarno

Navigazione Lago Maggiore Viale Francesco Baracca, 1 28041 Arona (NO) Tel: 0322/233200

Figura 24 Sistema dei Trasporti (Fonte D.G. Infrastrutture Regione Lombardia)

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Relazione del Documento di Piano 45

4.2 CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE Per analizzare le caratteristiche socio economiche del comune è opportuno definire un ambito amministrativo rispetto al quale valutare il peso relativo dei fenomeni locali. Sembra eccessivo individuare tale ambito in uno degli ambienti socioeconomici individuati dalla Provincia di Varese, considerata la loro estensione, anche se tale definizione deriva da un’analisi delle caratteristiche della popolazione e dello sviluppo economico e sociale dei diversi contesti.

Si è pertanto identificato un ambito di confronto più ristretto, definito con il criterio della contiguità territoriale, che ci porta a confrontare le caratteristiche del comune di Luino con quelle dei Comuni confinanti, e cioè di Maccagno, Agra, Dumenza, Cremenaga, Montegrino Valtravaglia e Germignaga.

Figura 25 Ambito di comparazione dei dati

4.2.1 Popolazione Riprendendo l’andamento di crescita anticipato nei precedenti capitoli si può notare come alla crescita edilizia della città si sia affiancata una dinamica positiva della popolazione residente e delle sue attività economiche, fino al 1981, data a partire dalla quale l’andamento inizia ad avere vicende alterne, dando vita ad una flessione della popolazione assestatasi al dicembre 2008 su 14.310 abitanti.

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Relazione del Documento di Piano 46

Anno Popolazione Variazione percentuale

1861 3.427 1871 3.774 10,10% 1881 4.127 9,40% 1901 7.808 89,20% 1911 9.205 17,90% 1921 9.235 0,30% 1931 9.655 4,50% 1936 9.692 0,40% 1951 10.693 10,30% 1961 11.275 5,40% 1971 14.118 25,20% 1981 15.510 9,90% 1991 14.883 -4,00% 2001 14.234 -4,40% 2007 14.238 0,00%

Figura 26 Andamento popolazione 1861 – 2007 (Fonte www.comuni-italiani.it)

La flessione di popolazione residente verificatasi non ha comunque minimamente messo in discussione il ruolo centrale di Luino rispetto all’ambito di comparazione e, con riferimento soprattutto al peso demografico, anche in una visione provinciale. Si noti a riguardo la densità abitativa del comune, sostanzialmente uguale a quella della provincia.

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Relazione del Documento di Piano 47

COMUNI Popolazione residente N. Famiglie Superficie

territoriale (Kmq) Densità abitativa

(ab/Kmq) Agra 370 164 3 122 Cremenaga 779 298 5 169 Dumenza 1.325 561 18 72 Germignaga 3.596 1.504 6 583 Luino 14.234 6.094 21 679 Maccagno 2.004 878 17 118 Montegrino Valtravaglia 1.183 496 10 115

Totale Provincia 812.477 320.900 1.199 678 Figura 27 Tabella Popolazione residente e densità abitativa 2001 Fonte ISTAT

POPOLAZIONE RESIDENTE

VARIAZIONE POPOLAZIONE

1991 - 2001

COMUNI ottobre 2001 ottobre 1991 N. %

Agra 370 338 32 9,5% Cremenaga 779 800 -21 -2,6% Dumenza 1.325 1.267 58 4,6% Germignaga 3.596 3.356 240 7,2% Luino 14.234 14.883 -649 -4,4% Maccagno 2.004 2.288 -284 -12,4% Montegrino Valtravaglia 1.183 1.120 63 5,6% Totale provincia 812.477 797.039 15438 1,9% Figura 28 Tabella Popolazione residente censita al 1991 e al 2001 Fonte ISTAT

Figura 29 Grafico Variazione della popolazione nel decennio ’91 - 2001

Il decremento totale fra il 1991 e il 2001 è pari al 4,4%, quantità questa inferiore a quasi tutti i comuni dell’area, mentre a livello provinciale la crescita segna un +2%.

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Relazione del Documento di Piano 48

Come negli altri casi l’apporto alla crescita è dato fondamentalmente dall’arrivo di nuova popolazione, mentre il saldo naturale è pressoché ininfluente, se non negativo, fino al 2006.

Anni Popolazione 1 gennaio

Saldo Naturale

saldo Migratorio

Popolazione 31 dicembre

2002 4820 -18 64 4866 2003 4866 12 86 4964 2004 4964 6 51 5021 2005 5021 0 93 5114 2006 5114 23 51 5188 2007 5188

Figura 30 Tabella Variazione della popolazione a Luino 2002 – 2007 Fonte ISTAT

Figura 31 Grafico variazione della popolazione 2002 - 2007

La composizione per classi d’età della popolazione nell’ambito di riferimento è piuttosto omogenea, anche se, nel caso di Luino, leggermente più orientata verso le classi alte di quanto non risulti a livello provinciale.

COMUNI

Classi di età Meno di

15 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75 e più Totale

Agra 45 30 46 59 38 55 43 54 370 Cremenaga 141 70 141 120 106 96 73 32 779 Dumenza 171 134 187 215 197 182 116 123 1.325 Germignaga 497 346 593 566 458 443 399 294 3.596 Luino 1.667 1.490 2.152 2.074 1.962 1.956 1.580 1.353 14.234 Maccagno 231 194 254 327 269 298 231 200 2.004 Montegrino Valtravaglia 164 132 187 176 177 155 110 82 1.183

Totale Prov 107.988

83.587

128.351

127.311 112.228 104.989

83.167

64.856

812.477

Figura 32 Tabella Popolazione residente per classe di età Censimento 2001 Fonte ISTAT

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Relazione del Documento di Piano 49

Figura 33 Popolazione residente per classe di età – Valori percentuali - Censimento 2001

Fonte ISTAT

COMUNI Numero di componenti

1 persona

2 persone

3 persone

4 persone

5 persone

6 o più persone

Agra 43% 21% 20% 12% 5% 0% Cremenaga 22% 30% 23% 17% 6% 2% Dumenza 32% 26% 22% 16% 3% 1% Germignaga 28% 30% 20% 18% 3% 0% Luino 31% 30% 21% 14% 3% 1% Maccagno 32% 30% 21% 13% 3% 1% Montegrino Valtravaglia 31% 28% 21% 14% 5% 1% Totale 24% 29% 24% 18% 4% 1%

Figura 34 Tabella Famiglie per numero di componenti- Censimento 2001

Anche la composizione delle famiglie è abbastanza omogenea alla situazione dell’ambito considerato, con una prevalenza di famiglie composte da una persona, a differenza del dato provinciale dove prevalgono le due persone e, a seguire, da due e da tre. Solo nel Comune di Cremenaga, che peraltro è il Comune con la popolazione più giovane di tutto il comparto, prevalgono le famiglie composte da due persone.

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Figura 35 Grafico numero di componenti delle famiglie in percentuale

Come si vede dalla tabella che segue Luino ha un numero di località abitate nettamente superiore agli altri Comuni, che concentrano la gran parte della popolazione.

I nuclei minori e le case sparse raccolgono non più del 4% dell’intera popolazione.

COMUNI Numero di

località abitate

Agra 3 Cremenaga 1 Dumenza 6 Germignaga 4 Luino 18 Maccagno 7 Montegrino Valtravaglia 12 Totale 463

Figura 36 Numero di località abitate

COMUNI Tipo di località abitate

Centri abitati

Nuclei abitati

Case sparse Totale

Agra 318 32 20 370 Cremenaga 779 - - 779 Dumenza 1.055 130 140 1.325 Germignaga 3.544 52 - 3.596 Luino 13.595 482 157 14.234 Maccagno 1.963 32 9 2.004 Montegrino Valtravaglia 581 540 62 1.183 Totale 790.677 9.952 11.848 812.477

Figura 37 Tabella Popolazione residente per tipo di località abitate - Censimento 2001 Fonte ISTAT Dal punto di vista degli spostamenti, fino al 2001 Luino risulta essere l’unico Comune dell’ambito considerato in cui gli spostamenti si verificano in maggioranza all’interno dello stesso comune

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(58%), superando in ciò anche il totale provinciale dove gli spostamenti fuori dal Comune di dimora abituale sono pari al 42% degli spostamenti totali.

COMUNE Luogo di destinazione

Nello stesso comune di dimora abituale

Fuori del comune

Totale

Agra 46 107 153 Cremenaga 92 355 447 Dumenza 194 466 660 Germignaga 599 1.353 1.952 Luino 3.573 2.632 6.205 Maccagno 329 546 875 Montegrino Valtravaglia 73 508 581 Totale Provincia 182.606 250.016 432.622

Figura 38 Tabella Spostamenti dei residenti 2001 Fonte ISTAT

Figura 39 Grafico spostamenti giornalieri in Comune di Luino Fonte ISTAT

4.2.2 Le abitazioni Per quanto attiene il patrimonio abitativo si possono individuare alcuni dati caratterizzanti il comparto esaminato dalle risultanze del censimento ISTAT 2001.

Quanto all’epoca di costruzione il dato censuario mostra la seguente situazione:

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COMUNI

Epoca di costruzione

Prima del 1919

Dal 1919 al 1945

Dal 1946 al 1961

Dal 1962 al

1971

Dal 1972 al 1981

Dal 1982 al 1991

Dopo il 1991 Totale

Agra 101 45 43 38 53 24 28 332 Cremenaga 60 31 12 29 40 41 14 227 Dumenza 296 117 57 78 104 31 7 690 Germignaga 207 62 69 206 167 105 79 895 Luino 403 396 391 472 562 281 92 2597 Maccagno 478 65 46 123 209 86 48 1055 Montegrino Valtravaglia 353 19 17 84 86 19 33 611 Totale Provincia 25349 15589 23195 34011 27145 14097 12099 151485

Figura 40 Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione - Censimento 2001

Il 64% delle abitazioni totali di Luino sono state costruite entro il 1971, anche se l’aumento più consistente si verifica fra il 72 e il 1981, con 562 abitazioni in più, data a partire dalla quale non si registrano più grandi incrementi del patrimonio abitativo. Il dato è omogeneo a quello della provincia, mentre presenta alcune differenze nel confronto con gli altri Comuni dell’area. In particolare spicca il dato dei comuni di Maccagno e Valtravaglia dove l’incidenza delle abitazioni presenti entro il 1919 risulta superiore a quella rilevata nel Comune di Luino.

Figura 41 Grafico epoca di costruzione edifici Censimento 2001

La tabella che segue descrive il numero di stanze per abitazione nel 2001, dal quale si evidenzia che la maggioranza delle famiglie è insediata in abitazioni di 4 stanze.

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Relazione del Documento di Piano 53

COMUNI Numero di stanze

N. 1 1 S % N. 2 2 S

% N. 3 3 S % N. 4 4 S

% 5 5 S %

6 e più

6 S % Tot

Agra

1 1%

20 12%

37 23%

36 22%

37 23%

33 20% 164

Cremenaga

2 1%

16 5%

42 14%

85 29%

96 32%

57 19% 298

Dumenza

11 2%

46 8%

114 20%

209 37%

99 18%

82 15% 561

Germignaga

38 3%

176 12%

362 24%

516 34%

256 17%

156 10% 1.504

Luino

104 2%

681 11%

1.507 25%

2.315 38%

963 16%

508 8% 6.078

Maccagno

14 2%

80 9%

202 23%

261 30%

192 22%

129 15% 878 Montegrino Valtravaglia

13 3%

52 10%

113 23%

140 28%

82 17%

96 19% 496

Totale Provincia

5.027 2%

30.192 9%

64.948 20%

117.235 37% 62.167 19%

41.113 13% 320.682

Figura 42 Numero di famiglie secondo il numero di stanze dell'alloggio (ISTAT 2001)

Figura 43 Grafico famiglie insediate per n. di stanze

Si rileva infine dai dati del censimento 2001 che il 12% delle abitazioni risulta non occupato, con una percentuale leggermente superiore a quella provinciale ma inferiore al resto dell’ambito di riferimento, circostanza questa che conferma per Luino un ruolo che va al di là di quello strettamente turistico di città sede di seconde case.

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Relazione del Documento di Piano 54

COMUNI

Tipo di occupazione Abitazioni

occupate da persone residenti

Abitazioni occupate da persone non

residenti Abitazioni vuote

Totale

N. % N. % N. % Agra 164 30% 5 1% 369 69% 538 Cremenaga 298 96% 1 0% 11 4% 310 Dumenza 559 55% 8 1% 453 44% 1.020 Germignaga 1.504 82% 7 0% 319 17% 1.830 Luino 6.072 87% 56 1% 849 12% 6.977 Maccagno 878 55% 29 2% 698 43% 1.605 Montegrino Valtravaglia 496 58% 1 0% 354 42% 851

Totale 319.510 89% 3.807 1%

34.866 10% 358.183 Figura 44 Abitazioni per tipo di occupazione 2001

COMUNI

Titolo di godimento Proprietà Affitto Altro titolo Totale

Agra 123 16 25 164 Cremenaga 224 41 33 298 Dumenza 405 98 56 559 Germignaga 987 403 114 1.504 Luino 4.073 1.587 412 6.072 Maccagno 636 172 70 878 Montegrino Valtravaglia 388 58 50 496 Totale provincia 228.218 64.304 26.988 319.510

Figura 45 abitazioni occupate per titolo di godimento dell'abitazione (ISTAT 2001)

I dati relativi al titolo di godimento delle abitazioni rivelano che il 67% delle abitazioni di Luino è in proprietà e, il resto, 26% e 7%, corrispondono rispettivamente all’affitto o ad altre forme di utilizzo.

Sia l’ambito di riferimento che la Provincia rivelano percentuali leggermente superiori

4.2.3 Il sistema produttivo I dati del censimento ufficiale delle Imprese e dei servizi (2001) registrano per i comuni dell’ambito di comparazione questa situazione rispetto agli addetti ed alle unità locali:

COMUNI Attività economica Agricoltura Industria Altre attività Totale

Agra 7 43 78 128 Cremenaga 6 140 191 337 Dumenza 20 228 308 556 Germignaga 34 649 846 1529 Luino 110 1863 3249 5222 Maccagno 20 265 484 769 Montegrino Valtravaglia 24 210 254 488 Totale Provincia 4542 163788 183953 352283

Figura 46 Tabella Occupati per attività economica (ISTAT 2001)

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Figura 47 Valore percentuale nell’ambito degli addetti per ramo di attività (ISTAT 2001)

Figura 48 Addetti per ramo di attività (ISTAT 2001)

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Figura 49 Grafico Distribuzione percentuale degli occupati nel Comune di Luino

La comparazione dei due grafici precedenti mostra che il valore percentuale della composizione per ramo di attività degli occupati di Luino è in linea con quella dell’ambito di riferimento, salvo modeste differenze nel settore manifatturiero (25% contro 27%) ancora più modeste in alcuni altri settori.

Le differenze si fanno più marcate se si analizzano i Comuni singolarmente. Il peso numerico di Luino influenza infatti l’andamento di tutto l’ambito, se considerato in termini aggregati, mentre sono evidenti le specificità dei diversi Comuni, come mostrano i grafici di alcuni Comuni di seguito riportati.

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Relazione del Documento di Piano 57

Figura 50 Distribuzione percentuale degli occupati: Comparazione di alcuni comuni dell’Ambito

In termini quantitativi assoluti Luino ha fra il 60 e il 70% delle Unità Locali e degli addetti di tutto l’ambito, mentre a livello provinciale l’incidenza è rispettivamente pari al 2% per le UL e all’1% per gli addetti, a conferma del ruolo assolutamente primario che Luino riveste in tutta l’area. Si noti infine il diverso peso dei settori: l’industria è appena superiore al 20% delle Unità locali luinesi, mentre il resto è occupato dal Commercio e dai servizi.

INDUSTRIA COMMERCIO ALTRI SERVIZI TOTALE VALORI % Unita' Locali Addetti Unita'

Locali Addetti Unita' Locali Addetti Unita'

Locali Addetti Unita' Locali Addetti

Agra 4

7

4

4

16

50

24

61 1,4% 1,0%

Cremenaga 7

12

11

16

21

34

39

62 2,2% 1,0%

Dumenza 21

122

7

12

24

72

52

206 3,0% 3,3%

Germignaga 77

472

64

145

124

272

265

889 15,2% 14,2%

Luino 257

1.085

268

751

640

2.749

1.165

4.585 66,9% 73,1%

Maccagno 29

132

26

69

71

158

126

359 7,2% 5,7%

Montegrino Valtravaglia

27

45

13

15

31

50

71

110 4,1% 1,8%

Totale Ambito 422

1.875

393

1.012

927

3.385

1.742

6.272 100,0% 100,0%

Totale Provincia

21.463 149.064

16.688 47.770

33.569

130.606 71.720 327.440

Figura 51 Unità Locali e Addetti nell’ambito di comparazione (ISTAT 2001)

La comparazione fra il 1991 e il 2001 evidenzia per Luino una crescita di U.L. nel settore industriale e degli altri servizi e una decrescita per quanto riguarda gli addetti, mentre nel settore commerciale diminuiscono in modo considerevole sia le U.L. che gli addetti. Il dato è per molti aspetti simile a quello dell’ambito e della Provincia, anche se con pesi e peculiarità diverse.

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Relazione del Documento di Piano 58

INDUSTRIA COMMERCIO

U. L. 1991

U. L. 2001

Addetti 1991

Addetti 2001

U. L. 1991

U. L. 2001

Addetti 1991

Addetti 2001

Agra 5

4 - 1

13 7 - 6

3 4 1 4

4 -

Cremenaga 6

7 1

23 12 - 11

8 11 3 17

16 - 1

Dumenza 21

21 -

117 122 5

9 7 - 2 19

12 - 7

Germignaga 68

77 9

371 472 101

77 64 - 13 161

145 - 16

Luino 210

257 47

1.274

1.085 - 189

398 268 - 130 1.030

751 - 279

Maccagno 27

29 2

209 132 - 77

27 26 - 1 68

69 1

Montegrino Valtravaglia

14

27 13

45 45 -

14 13 - 1 21

15 - 6

Totale Provincia

21.548

21.463 - 85

173.802

149.064 - 24.738

17.450 16.688 - 762 48.016

47.770 - 246

ALTRI SERVIZI

U. L. 1991

U. L. 2001

Addetti 1991

Addetti 2001

Agra 11 16 5 44 50 6 Cremenaga 9 21 12 24 34 10 Dumenza 23 24 1 67 72 5 Germignaga 80 124 44 196 272 76 Luino 454 640 186 2.737 2.749 12 Maccagno 51 71 20 161 158 - 3 Montegrino Valtravaglia 16 31 15 29 50 21 Totale Provincia

21.203 33.569 12.366 93.645

130.606 36.961

Per quanto riguarda la partecipazione di Luino e dell’ambito di riferimento al sistema dei distretti (il 16 marzo 2001 la Regione Lombardia ha definito 16 nuovi "Distretti industriali di specializzazione produttiva" che sostituiscono i precedenti) e dei metadistretti (con la delibera del 5 ottobre 2001 la Regione ha individuato i Distretti Tematici o Meta Distretti, aree tematiche d'intervento non limitate territorialmente e caratterizzate da una forte integrazione fra i diversi settori) va segnalata la presenza del solo comune di Luino al Metadistretto delle biotecnologie alimentari, insieme ad un altro comune della provincia di Varese non appartenente all’area in esame.

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Relazione del Documento di Piano 59

Unità locali, addetti e principali indicatori

Comune unità locali addetti

Unità locali per

Kmq

Unità locali per

100 abitanti

Addetti per 100 abitanti

Addetti per unità

locale

Rancio Valcuvia 44 193 9,82 5,03 22,08 4,39 Luino 891 3.202 42,53 6,49 23,31 3,59

TOTALE DISTRETTO 218.889 962.397 68,02 8,37 36,79 4,4

Figura 52 Tabella Metadistretto Biotecnolie alimentari Fonte: ISTAT – ASPO Elaborazioni UNIONCAMERE

E’ interessante infine notare come il tasso di disoccupazione generale nel Comune non sia fra i più bassi dell’ambito, posizionandosi dopo Agra, Dumenza, Cremenaga, e, se si osserva il tasso di disoccupazione giovanile, il Comune non modifica la sua posizione, con Maccagno che prende il posto di Dumenza al 3°. Una situazione leggermente più favorevole si riscontra nel caso della disoccupazione giovanile femminile, dove Luino quadagna una posizione con un tasso pari al 22,96%.

Rispetto al dato provinciale la situazione di Luino è sempre leggermente più sfavorevole, con un tasso che è sempre superiore al totale provinciale in tutte le tipologie esaminate.

COMUNI Disoccupazione

giovanile Maschi

Disoccupazione giovanile Femmine

Totale Giovani

Totale Tasso di disoccupazione

Agra 0 50 13,33 3,76 Cremenaga 14,29 15 14,63 5,87 Dumenza 21,43 21,74 21,54 4,3 Germignaga 19,15 23,19 20,86 6,08 Luino 16,78 22,96 19,61 6,06 Maccagno 10,42 21,88 15 6,11 Montegrino Valtravaglia 18,42 23,53 20,83 9,29 Totale Provincia 13,54 18,1 15,63 5,16

Figura 53 Tabella Tasso di disoccupazione 2001 (ISTAT 2001)

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Relazione del Documento di Piano 60

Figura 54 Grafico Tasso di disoccupazione 2001

4.2.4 Le attività commerciali Qualche considerazione specifica merita il settore dell’attività commerciale; tra le attività economiche è infatti quella che può produrre effetti diretti in termini di tensioni trasformative del territorio, soprattutto in relazione all’insediamento di esercizi di media e grande superficie di vendita.

Sotto questo profilo la situazione dell’ambito di comparazione è descritta in breve nelle tabelle che seguono.

Per gli esercizi di vicinato si evidenzia la situazione illustrata dalle tabelle relative al 2005, al 2008 e al 2011.

Comune N° alimentari

Sup. alimentari

N° non

alimentari

Sup. non

alimentari N°

Misti Sup. misti

AGRA - - - - 2 98 CREMENAGA 2 200 2 120 - - DUMENZA - - 2 65 2 172 GERMIGNAGA 10 448 34 1.839 5 178 LUINO 26 1.227 194 13.456 15 1.347 MACCAGNO 2 150 11 387 - - MONTEGRINO VALTRAVAGLIA - - 1 20 4 406

TOTALE AMBITO 40 2.025 244 15.887 28 2.201

Figura 55 Tabella esercizi di vicinato al 30 giugno 2005 (Osservatorio Regionale per il Commercio)

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Relazione del Documento di Piano 61

Comune N.

Alimentari Sup.

Alimentari N. non

alimentari Sup. non

alimentare N.

misti Sup. misti

AGRA - - - - 2 98 CREMENAGA 3 280 - - - - DUMENZA - - 2 65 2 172 GERMIGNAGA 7 220 35 1.453 2 74 LUINO 38 1.381 189 13.577 16 622 MACCAGNO 2 150 11 387 - - MONTEGRINO VALTRAVAGLIA - - 1 20 2 300

TOTALE AMBITO 50 2.031 238 15.502 24 1.266

Figura 56 Esercizi di vicinato al 30 giugno 2008 (Osservatorio Regionale per il Commercio)

Comune N.

Alimentari Sup.

Alimentari N. non

alimentari Sup. non

alimentare N.

misti Sup. misti

AGRA 0 0 0 0 2 98 CREMENAGA 1 105 0 0 2 205 DUMENZA 0 0 2 65 2 172 GERMIGNAGA 10 290 38 1.662 3 214 LUINO 43 1.870 210 13.820 12 565 MACCAGNO 2 150 11 387 0 0 MONTEGRINO VALTRAVAGLIA 0 0 1 20 4 300

TOTALE AMBITO 56 2.415 262 15.954 25 1.554

Figura 57 Esercizi di vicinato al 30 giugno 2011 (Osservatorio Regionale per il Commercio)

La comparazione tra le soglie temporali mostra una oscillazione nell’ambito che si conclude con un risultato positivo, ad eccezione dei negozi a merceologia mista. Per quanto riguarda Luino, che guida in termini assoluti l’andamento nell’ambito, il dato è confermato, con una diminuzione del numero di esercizi misti e un dimezzamento delle relative superfici.

In termini di distribuzione percentuale degli esercizi di vendita all’interno dell’ambito la situazione è quella mostrata dal grafico seguente.

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Relazione del Documento di Piano 62

Figura 58 Grafico Ripartizione nell'ambito delle superfici degli esercizi di vicinato (Osservatorio

Regionale del Commercio 2011)

Figura 59 Suddivisione per settore merceologico del numero di esercizi di vicinato

(Osservatorio Regionale del Commercio 30-06-2011)

Come si vede, solo a Luino e a Germignaga sono presenti i tre settori merceologici, mentre negli altri casi sono presenti solo uno o due settori, con una prevalenza degli esercizi non alimentari. Anche a Luino è nettamente prevalente il numero degli esercizi non alimentari ed è estremamente limitato il numero degli esercizi misti.

Per effettuare l’analisi della presenza di Medie e Grandi strutture di vendita e per meglio comprendere la consistenza del fenomeno di localizzazione di strutture commerciali in tutto il contesto di riferimento, è utile ampliare l’indagine anche ai Comuni di Mesenzana e Brissago, molto prossimi al territorio di Luino anche se non direttamente confinanti.

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Relazione del Documento di Piano 63

Comune N° Pdv

Sup. alimentari

Sup. non alimentari

Sup. Totale

BRISSAGO VALTRAVAGLIA 3 300 1.640 1.940

CREMENAGA 2 120 270 390 DUMENZA 2 130 430 560 GERMIGNAGA 4 1.000 2.330 3.330 LUINO 14 4.025 5.962 9.987 MACCAGNO 3 550 430 980 MESENZANA 8 1.404 2.623 4.027 TOTALE AMBITO 36 7.529 13.685 21.214

Figura 60 Tabella Medie strutture di vendita alla data del 30 giugno 2005 (Osservatorio Regionale per il Commercio)

Comune N. PdV Sup. alimentari

Sup. non alimentari

Sup. Totale

BRISSAGO VALTRAVAGLIA 3 - 1.750 1.750

CREMENAGA 3 120 480 600 DUMENZA 2 130 430 560 GERMIGNAGA 5 700 2.880 3.580 LUINO 13 2.110 5.299 7.409 MACCAGNO 3 550 430 980 MESENZANA 13 2.040 5.327 7.367 TOTALE AMBITO 42 5.650 16.596 22.246

Figura 61 Tabella Medie strutture di vendita alla data del 30 giugno 2008 (Osservatorio Regionale per il Commercio)

Comune N. PdV Sup. alimentari

Sup. non alimentari

Sup. Totale

TOT BRISSAGO 5 0 2.285 2.285 TOT CREMENAGA 1 0 250 250 TOT DUMENZA 2 130 430 560 TOT GERMIGNAGA 6 539 3.377 3.916 TOT LUINO 14 2.490 6.013 8.503 TOT MACCAGNO 1 400 200 600 TOT MESENZANA 13 2.040 5.722 7.762 TOTALE AMBITO 42 5.599 18.277 23.876

Figura 62 Tabella Medie strutture di vendita alla data del 30 giugno 2008 (Osservatorio Regionale per il Commercio)

La comparazione tra le due soglie temporali, del 2005 e del 2008 non evidenzia mutazioni significative nell’ambito, che vede un leggerissimo incremento nel numero degli esercizi e nelle superfici non alimentari, fatta eccezione per il comune di Mesenzana, che passa da 8 a 13 strutture e segna un incremento di superfici di vendita sia alimentari che non alimentari. Fra il 2008 e il 2011 si riscontra una sostanziale stabilità in tutto l’ambito, con una diminuzione delle superfici alimentari e un aumento di quelle non alimentari, Per quanto riguarda Luino il segno è positivo, anche se non di molto. Aumentano infatti sia gli esercizi (+1) che le superfici alimentari e non alimentari.

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Relazione del Documento di Piano 64

Figura 63 Ripartizione del numero di esercizi di media dimensione all’interno dell’ambito

(Osservatorio Regionale del Commercio 30-06-2011)

Figura 64 Grafico Ripartizione della superficie di esercizi di media superficie

(Osservatorio Regionale del Commercio 30.06-2011)

L’esame dei dati relativi agli esercizi di grande superficie di vendita rileva infine l’assenza totale di modifiche nell’ambito fra il 2005 e il 2011, con un’unica grande superficie presente esclusivamente nel Comune di Luino. L’unica modifica rilevata riguarda la distribuzione fra superficie alimentare e non alimentare all’interno della stessa struttura fra il 2005 e il 2008. Fra il 2008 e il 2011 la situazione resta viceversa immutata.

Comune Centro

Comm.le Titolare Settore merc.

non alim. Sup. Alimentari Sup. non

alimentari Sup. Totale

LUINO NO NOVACOOP - 1.445 1.475 2.920

Figura 65 Tabella Esercizi di grande superficie nell’ambito (Osservatorio Regionale per il Commercio 30-06-2005)

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Relazione del Documento di Piano 65

Comune Centro Comm.le Titolare

Settore merc.

non alim. Sup.

Alimentari Sup. non alimentari Sup. Totale

LUINO NO NOVACOOP - 1.920 1.000 2.920

Figura 66 Tabella Esercizi di grande superficie nell’ambito (Osservatorio Regionale per il Commercio 30-06-2008)

Comune Centro Comm.le Titolare

Settore merc.

non alim. Sup.

Alimentari Sup. non alimentari Sup. Totale

LUINO NO NOVACOOP - 1.920 1.000 2.920

Figura 67 Tabella Esercizi di grande superficie nell’ambito (Osservatorio Regionale per il Commercio 30-06-2011)

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Relazione del Documento di Piano 66

5 IL SISTEMA AMBIENTALE

Come risulta dalle tavole di analisi, il comune di Luino è inserito all’interno di un sistema ambientale ricco, grazie alla presenza del Lago Maggiore ma anche alla presenza di numerose aree boscate che, soprattutto nelle parti alte, caratterizzano i luoghi da un punto di vista ambientale e paesistico.

La morfologia di gran parte del territorio è tipica dell’ambiente montano, con pendii ad inclinazione anche del 40% e quote altimetriche variabili tra 210 e 700 m s.l.m.; i versanti più ripidi sono localizzati nelle parti alte dei Torrenti Colmegnino e Luina, del Fiume Tresa e lungo le pendici del M.te Bedea.

La parte sud-occidentale è invece prevalentemente pianeggiante a debole pendenza.

I corsi d’acqua principali sono il Fiume Tresa e il Torrente Margorabbia, ma è presente anche un sistema di corsi d’acqua minori a prevalente carattere torrentizio, che scorrono in valli strette, con sezione a V e fianchi ripidi.

Il Comune di Luino è quello con la più alta concentrazione di popolazione nell’area, insediata in ben 18 località, parti integranti del Comune. Al di là del lungo lago vi sono infatti insediamenti che penetrano verso l’interno attestandosi spesso intorno a nuclei urbani di origine storica, e in particolare lungo il fiume Tresa, dove sorgono anche gli insediamenti industriali attivi e dismessi.

Ciò naturalmente pone alcune esigenze di attenzione nella ricerca di un equilibrio fra i valori ambientali e paesistici del lago e delle montagne retrostanti, e quelli dei luoghi abitati con le loro attività, che supportano la vita di più di 14.000 abitanti.

L’ambiente, il paesaggio e le presenze storiche rappresentano comunque il patrimonio di Luino, per il quale lago e montagna possono tornare a incontrarsi visivamente e fattivamente, per potenziare le opportunità ambientali e turistiche, e quindi economiche, che certamente caratterizzano questo territorio di confine.

E in effetti la montagna è ricca di elementi di interesse storico che segnano il passato di questi territori: il sistema di fortificazioni costruito lungo il confine italo-svizzero tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, denominato “linea Cadorna”, costituisce un segno identificativo e di interesse che bene si integra con la natura dei luoghi e testimonia di un passato in cui i valichi alpini delle Alpi centrali svizzere sono state viste come uno dei luoghi di passaggio delle truppe austro-tedesche per occupare il territorio italiano.

La presenza di terrori a seminativo è modesta ed è situata prevalentemente nella parte centrale, ed ha conosciuto una sensibile diminuzione nel decennio, così come verificatosi in gran parte della Provincia. E’ un tipo di agricoltura debole, ma che con la nuova PAC può trovare nuovo motivo di sviluppo nella direzione della tutela del territorio e della multifunzionalità.

In questo quadro anche alcune tipologie di allevamenti, in special modo i caprini, possono concorrere a valorizzare l’agricoltura come importante elemento di presidio e salvaguardia del territorio e fonte economica e di produzioni tipiche, in linea con le politiche regionali e della comunità montana nell’area.

Gli elementi utili ai fini della biodiversità, come illustrato anche nella tavola delle rete ecologica provinciale e come qui già affermato, sono rappresentati dal lago e dalle parti della montagna verso il confine svizzero e verso Nord.

Da rilevare anche la presenza del Sito di Interesse Comunitario della rete Natura 2000 Val Veddasca (IT2010016) corrispondente all’incirca con il bacino idrografico del Torrente Giona, non riguardante il Comune di Luino ma comunque posto nei pressi dei suoi margini verso Nord.

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Relazione del Documento di Piano 67

Figura 68 Localizzazione Sito di Interesse Comunitario Val Veddasca

Il sito interessa quasi interamente l’estremità settentrionale del territorio della provincia di Varese, con una configurazione prevalentemente montuosa. Il confine settentrionale e quello orientale coincidono con il confine di stato con la Confederazione Elvetica, mentre il confine occidentale è pressoché parallelo alle sponde del Lago Maggiore; il confine meridionale parte da Maccagno, segue il sentiero che, mantenendosi sopra Agra confluisce alle Cinque Vie, e da qui giunge all’Alpe Pian di Runo, incrociando il confine elvetico sulle pendici del Monte Lema.

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Relazione del Documento di Piano 68

Figura 69 Sito di Interesse Comunitario Val Veddasca (Fonte D.G. Ambiente Regione lombardia)

Dal punto di vista delle tipologie di habitat, il Sito risulta prevalentemente caratterizzato da foreste di caducifoglie, ed ha mantenuto discrete condizioni di naturalità grazie al suo parziale isolamento, con una buona condizione faunistica.

Nella valutazione della condizione ambientale del comune vanno riportati infine i dati reperiti dal sito della Direzione Agricoltura della Regione Lombardia, che riguardano le superfici bruciate a causa di incendi verificatisi fra il 97 e il 2004, pari a 3,80 ha di cui 3,30 ha a bosco, e i dati sulla presenza di fauna, indice di un buono o modesto livello di biodiversità. Superficie bruciate causa incendio boschivo, periodo 1997 - 2004 Superficie totale [ha]: 3,80

- Superficie boscata [ha]: 3,30

- Superficie non boscata [ha]: 0,50 (Fonte: Cartografia Regione Lombardia Geodatabase) SINTESI BANCHE DATI TERRITORIALI (Polo Territoriale di Direzione)UINO(VA) Co: Comunità Montana: VALLI DEL LUINESE CAP: 21016 Specie animali (ordinate in base alla % comunale potenzialmente interessata) % comunale potenzialmente interessata.. 100 Nome italiano........................................... Gheppio Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Cesena

Nome italiano........................................... Gabbianello Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Codone Abbondanza............................................. Scarsa

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Relazione del Documento di Piano 69

Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Merlo Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Fringuello Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Peppola Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Toporagno d'acqua Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Moscardino Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 99 Nome italiano........................................... Nottola di Leisler Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano.........................................Vespertilio Mustacchino Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Gabbiano comune Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Folaga Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Beccaccino Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Strolaga minore Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Strolaga mezzana Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano.................................Gabbiano reale mediterraneo Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Crocidura minore Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Minilepre Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Tasso Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Puzzola Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Tarabusino Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Moretta tabaccata Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Martin pescatore Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Fischione Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Canapiglia Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Germano reale Abbondanza............................................. Abbondante Nome italiano........................................... Alzavola Nome scientifico...................................... Anas crecca Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Mestolone Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................ Airone bianco maggiore Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Airone cenerino Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Cigno reale Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Moretta grigia Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Moretta Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 99 Nome italiano........................................... Moriglione Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Tarabuso Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Quaglia Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Picchio muratore Nome scientifico...................................... Sitta europaea Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Rampichino Abbondanza............................................. Abbondante Nome italiano........................................... Ghiandaia Abbondanza............................................. Comune

Nome italiano........................................... Porciglione Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Volpe Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Pavoncella Abbondanza............................................. Abbondante Nome italiano........................................... Talpa europea Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Cinghiale Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Fistione turco Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Beccaccia Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Porciglione Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Fagiano comune Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Scoiattolo Abbondanza............................................. Comune Nome italiano.........................................Vespertilio di Capaccini Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Quercino Abbondanza............................................. Comune Nome italiano.........................................Orecchione meridionale Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Orecchione Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Ghiro Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Cormorano Abbondanza............................................. Comune Nome italiano....................................... Vespertilio di Daubenton Abbondanza............................................. Comune Nome italiano........................................... Cornacchia grigia Abbondanza............................................. Abbondante Nome italiano........................................... Passero d'Italia Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Passero mattugio Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Rinolofo minore Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Vespertilio smarginato Abbondanza............................................. Rara Nome italiano........................................... Martora Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Vespertilio di Natterer Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Svasso maggiore Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 98 Nome italiano........................................... Tortora dal collare Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 97 Nome italiano........................................... Barbagianni Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 93 Nome italiano........................................... Colombaccio Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 93 Nome italiano........................................... Allocco Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 93 Nome italiano........................................... Tortora Abbondanza............................................. Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 92 Nome italiano........................................... Nibbio bruno Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Cincia bigia Abbondanza............................................. Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 55 Nome italiano........................................... Albanella reale Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 50 Nome italiano........................................... Succiacapre Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 42

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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio

Relazione del Documento di Piano 70

% comunale potenzialmente interessata.. 90 Nome italiano..........................................Picchio rosso maggiore Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 89 Nome italiano........................................... Pellegrino Abbondanza............................................. Rara % comunale potenzialmente interessata.. 88 Nome italiano........................................... Tordo sassello Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 86 Nome italiano........................................... Zigolo muciatto Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Codirosso Abbondanza............................................. Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 76 Nome italiano........................................... Allodola Abbondanza............................................. Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 73 Nome italiano........................................... Luì bianco Abbondanza............................................. Abbondante % comunale potenzialmente interessata.. 69 Nome italiano........................................... Cornacchia nera Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 63 Nome italiano........................................... Cannaiola verdognola Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 57 Nome italiano........................................... Rondine Abbondanza............................................. Molto abbondante Nome italiano........................................... Corvo Abbondanza............................................. Abbondante

Nome italiano........................................... Picchio muraiolo Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 39 Nome italiano........................................... Frosone Abbondanza............................................. Rara % comunale potenzialmente interessata.. 37 Nome italiano........................................... Canapino Abbondanza............................................. Abbondante Nome italiano...........................................Pipistrello di Nathusius Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 34 Nome italiano........................................... Venturone Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 25 Nome italiano........................................... Rondone maggiore Abbondanza............................................. Scarsa % comunale potenzialmente interessata.. 24 Nome italiano........................................... Astore Abbondanza............................................. Rara % comunale potenzialmente interessata.. 12 Nome italiano........................................... Cincia dal ciuffo Abbondanza............................................. Comune % comunale potenzialmente interessata.. 5 Nome italiano........................................... Merlo acquaiolo Abbondanza............................................. Scarsa Nome italiano........................................... Arvicola delle nevi Abbondanza............................................. Comune

Fonte www.sistemarurale.regione.lombardia.it elaborazione a cura di Lombardia Servizi

5.1 LO STATO DELL’AMBIENTE Per contribuire ad inquadrare lo stato di salute dell’ambiente nell’area, vale la pena fare riferimento al Rapporto sullo stato dell’Ambiente in Lombardia redatto a cura di ARPA Lombardia. Il rapporto cui ci si riferisce è quello del 2006 che inquadra la Provincia di Varese caratterizzata da:

Una Superficie provinciale di 1.199 Km2

Una Superficie a destinazione agricola che corrisponde al 15%

Una Superficie antropizzata che corrisponde al 24%

Una Superficie a bosco che corrisponde al 46 %

Una Superficie di aree protette pari al 23 %

Una Popolazione al 31.12.2005 pari a 848.606 abitanti

Una Densità della popolazione pari a 708 ab/km2

Emissioni di GHG pari a 7.243 kt, anno (2003)

E’ interessante prima di tutto notare il 46% della superficie provinciale a bosco – il 10% della superficie regionale - che comprende boschi di latifoglie submontani a dominanza di querce (roverella, rovere e farnia), e di castagno e boschi di latifoglie montani a dominanza di faggio.

Nell’immagine che segue si può osservare come il comune di Luino si collochi tra i Comuni con una percentuale di aree boscate medio alta, ma comunque inferiore alla quasi totalità della parte Nord della provincia di Varese.

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Relazione del Documento di Piano 71

Figura 70 Superficie destinata a bosco nel 2004 in Provincia di Varese (RSA 2006)

Fra i dati che hanno una forte incidenza sulla qualità dell’ambiente vanno considerati quelli relativi ai trasporti ed agli spostamenti. La consistenza del parco veicolare ha subito nell’ultimo decennio un incremento sia in termini assoluti sia relativamente alla dotazione individuale, portando il tasso di motorizzazione a 619 autovetture/1.000 abitanti (il più elevato della regione). D’altro canto l’autovettura è il mezzo di trasporto preferito dal 70,8% delle persone che compiono spostamenti sia interni alla provincia sia verso o dall’esterno.

“Anche per il 2005 i parametri critici per l’inquinamento atmosferico in provincia di Varese risultano essere l’ozono e il particolato fine, per i quali si registrano ricorrenti superamenti dei limiti. In particolare, per quanto riguarda il PM10, si osserva uno scostamento del numero di giorni di superamento della soglia di 50 μg/m3 dal numero massimo di superamenti ammessi per legge pari al 246% per l’intera provincia e al 126% per il capoluogo. Gli inquinanti tradizionali (CO, NO2, SO2) confermano invece l’andamento decrescente nel lungo periodo e, nel 2005, presentavano mediamente indicatori con valori inferiori o molto inferiori (come nel caso del CO) ai valori di legge. I contributi emissivi di particolato fine apportati dalle diverse macroattività descrivono un quadro secondo il quale la provincia di Varese contribuisce per il 7% circa al totale regionale; le macroattività responsabili complessivamente del 78% circa del carico emissivo sono la combustione non industriale (43%) e il trasporto su strada (35%). (…..) Dal punto di vista territoriale, analizzando le densità areali dei contributi annui ripartite per comune, si nota che la maggior parte dei comuni (56% del totale) contribuisce con un livello di emissione compreso tra

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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio

Relazione del Documento di Piano 72

0,5 e 2 t/km2, mentre i comuni che si trovano nell’alta provincia, soprattutto quelli lacustri o montani, presentano emissioni inferiori e il rimanente 31% emissioni superiori.”33

Figura 71 PM10: densità emissiva – 2003 in Provincia di Varese (RSA 2006)

Il Comune di Luino, tuttavia, appartiene alla fascia della provincia che contribuisce fra lo 0,5 e il 2% di t/Kmq di emissioni, con una qualità dell’aria che è certamente fra le migliori nella propria Provincia di appartenenza. L’area del Luinese, infatti, non è interessata da una concentrazione rilevante di attività industriali e non rientra nelle “zone critiche”per qualità dell’aria.

I dati testimoniano comunque della possibilità concreta di interventi migliorativi a vari livelli compreso quello comunale. Uno spazio tipico è quello del riscaldamento domestico o, più in generale, relativo alla produzione e consumo di energia degli edifici, che caratterizza un’area di attenzione e di possibile azione idonea al livello comunale; in forma decisamente minore si attesta la possibilità di incidenza nel settore della mobilità, che in molti dei Comuni dell’area coincide sostanzialmente (ma non completamente) con il trasporto privato.

Si osservi infine l’immagine che segue, che sintetizza alcune informazioni relative allo stato delle acque nella Provincia di Varese.

33 Rapporto Stato dell’Ambiente 2006 - ARPA Lombardia

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Relazione del Documento di Piano 73

Figura 72 Qualità delle acque correnti in Provincia di Varese (E. coli) – 2005 (RSA 2006)

I corsi d’acqua naturali oggetto di monitoraggio ai sensi della normativa vigente, sono Arno, Bardello, Boesio, Olona, Ticino e Tresa. Come noto la maggiore criticità è rappresentata dal fiume Olona, che fa riferimento ad un territorio fortemente urbanizzato e industrializzato, anche se sono stati rilevati miglioramenti negli ultimi anni, mentre la migliore qualità dal punto di vista microbiologico è rilevata nel fiume Ticino. Il fiume Tresa si colloca in una posizione intermedia, con un livello d’inquinamento pari a 3.

A completamento di quanto sin qui illustrato si riporta la proposta di Piano di Indirizzo Forestale redatta dalla Comunità Montana Valli del Verbano, tutt’ora in fase di puntuale definizione.

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Relazione del Documento di Piano 74

Figura 73 PIF adottato

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Relazione del Documento di Piano 75

5.2 SISTEMA INFORMATIVO MONITORAGGIO AMBIENTALE La Comunità Montana Valli del Verbano ha messo a punto un sistema informativo per il monitoraggio dell’ambiente nel proprio territorio di riferimento, con un progetto Obiettivo 2 DOC.U.P. Lombardia 2000-2006.

Tale attività ha consentito di predisporre una serie di banche dati che aiutano a comprendere lo stato dell’ambiente e del paesaggio nel comune di Luino, delle quali si riportano alcuni esiti, che in parte riprendono le analisi effettuate dall’ARPA, già trattate al precedente paragrafo.

Acque Il giudizio sulla qualità delle acque del fiume Tresa è ottenuta incrociando l’indice LIM (Livelli di Inquinamento da Macrodescrittori) relativo ai nutrienti, alle sostanze organiche biodegradabili, al ciclo dell’ossigeno e all’inquinamento microbiologico, con l’indice IBE (Indice Biotico Esteso), che esprime un giudizio sintetico sulla qualità complessiva dell’ambiente, basandosi sulla presenza nei corsi d’acqua di particolari invertebrati più o meno sensibili agli effetti dell’inquinamento. Il dato riepilogativo SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua) considera il valore peggiore tra i due e determina 5 livelli di giudizio.

Figura 74 Fonte: Sistema Informativo Sovracomunale di Monitoraggio ambientale del territorio della

Comunità Montana Valli del Verbano

Il fiume Tresa è posto in classe 2, con un giudizio di qualità buona, confermando con ciò quanto già evidenziato dagli studi dell’ARPA.

Sempre dagli studi dell’ARPA, ripresi nel sistema informativo della Comunità Montana, emerge uno stato del lago in questa zona, anch’esso classificato come “buono”, ovvero di classe 2, utilizzando in questo caso un indice denominato SEL (Stato Ecologico dei Laghi), che ne esprime il livello trofico. (riferito al livello di nutrienti che determina lo stadio raggiunto dal lago).

Aziende agricole Il Sistema informativo della Comunità Montana restituisce dati sull’attività agricola nel luinese che testimoniano della presenza di attività complementari a quella agricola, con particolare riferimento all’allevamento, all’apicoltura ed alle produzioni casearie e in molti casi a servizi di agriturismo.

La tabella che segue offre un quadro dell’insieme delle attività presenti nel territorio del Comune di Luino.

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Relazione del Documento di Piano 76

Com

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luin

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P

Agr

ituris

mo

Luino

Via Moncucco, 19 sede legale, Via Longhirolo azienda

In Silvis di Tomasetto Silvano X X X 5,077

Luino Via Bonga, 17

Azienda Agricola Gandini Leoncina X 56,700

Luino Via Gorizia Azienda Agricola La Perla di Lanella Fernanda X 219,850 X

Luino Via Dumenza, 12 Azienda Agricola e Agriturismo Paù di Callera M. Paesan A.

X X 119,315 X

Luino Via Cascina Cattaneo, 8

Amadei Vincenzo Agricoltore X 800

Luino Via Del Cattel, 17

Azienda Agricola Campagnani di Campagnani Silvia & Figli

X 33,650

Luino Via Creva, 1

Azienda Agricola Gatti Paolo - Floricoltura X 44,509

Luino Via Biviglione, 14 Macchi Andrea X 0

Luino Via Moncucco, 29 - Loc. Creva

Apicoltura Ranzoni Gian Paolo X

Luino Via Torchietto, 20/A Vaglio Mariano X X X

Luino Via Lugano, 68

Azienda Agricola Andreoli Piero X

Luino Via Montegrino, 18/A

Azienda Agricola Colle Verde snc di Seminatore G. e Badi R.

X X 6,090

Luino Via Carnella, 3 Farina Elisabetta X 8,700 Luino Via Biviglione, 2 Fontana Clemente X 8,725 Luino Via del Pozzo,

16 Frascaroli Giovanni Battista X

Luino Via Pezze, 12 SAI F.lli Luino Via Longhirolo, 1 Giannini Adriano X X

Figura 75 Stralcio Tabella Aziende agricole - Fonte: Sistema Informativo Sovracomunale di Monitoraggio ambientale del territorio della Comunità Montana Valli del Verbano

Uso del suolo Si riportano infine alcuni dati sul consumo di suolo nell’area della Comunità Montana, desunti dal sito della Regione Lombardia riferite al sistema SIMO2.

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Relazione del Documento di Piano 77

Figura 76 - Fonte: Sistema Informativo Sovracomunale di Monitoraggio ambientale del territorio della

Comunità Montana Valli del Verbano

Come si vede il comune di Luino è fra quelli con la più alta percentuale di superficie agricola (al secondo posto se si considerano solo i comuni confinanti), ma è fra gli ultimi per percentuale di superficie boschiva (al penultimo posto se si considerano solo i comuni confinanti).

Per quanto riguarda la superficie occupata da funzioni urbane i dati riportano per il comune di Luino i seguenti indici percentuali:

0,06 commerciale direzionale

0,42 polifunzionale

1,03 produttivo artigianale

0,33 turistico ricettivo

5,43 servi e aree verdi comunali e sovracomunali

9,77 residenziale

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Relazione del Documento di Piano 78

6 PIANIFICAZIONE DI SETTORE

Le attività di pianificazione e i progetti di intervento a Luino sono regolati da una serie di indagini conoscitive e strumenti di pianificazione che, nel regolare gli argomenti di specifica competenza, costruiscono un importante, e in qualche caso obbligatorio, elemento di riferimento per la definizione del Piano.

La strumentazione di maggiore rilevanza è messa in evidenza nei capitoli che seguono. A questi sono da aggiungere il Bilancio idrico, nello specifico considerato all’interno del Rapporto Ambientale, e il Piano di Inquinamento elettromagnetico, i cui principali contenuti si riflettono sulla tavola dei vincoli.

6.1 PIANO DEL COMMERCIO Il Comune di Luino si è dotato di un Piano del Commercio in adeguamento al D.lgs 114/98 con la Delibera di CC 13/3/2005 di variante allo strumento urbanistico comunale.

La normativa tecnica, inserita nelle NTA del PRG, è stata riproposta nel Piano delle Regole del presente PGT con i necessari adeguamenti formali.

Il Piano ha scelto di non indicare puntualmente sul territorio comunale altre aree per le Grandi superfici di vendita e, in relazione alla loro attuale presenza per le parti che la norma affida alla potestà decisionale delle Amministrazioni, di prevedere la possibilità di un loro ampliamento, concentrazione o trasferimento, nei limiti previsti dalla vigente normativa regionale in materia.

Per quanto concerne le medie superfici di vendita la normativa del Piano prevede la possibilità di una loro realizzazione esclusivamente nelle aree già destinate a tale scopo dal P.R.G. allora vigente, possibilità ora estesa ad alcune delle nuove aree di trasformazione. Limitatamente a quelle con superficie inferiore ai 500 mq è possibile un loro insediamento nelle zone A e B, che sono le zone in fregio al sistema viario principale.

La normativa suddivide, infine, la classe delle Medie superfici di vendita in due ulteriori categorie, introducendo la soglia dimensionale dei 500 mq: da 250 a 500 mq e da 500 a 2500 mq.

6.2 RETICOLO IDRICO MINORE Ai sensi della d.g.r. 25.01.02 n. 7/7868 e d.g.r. 01.08.03 n. 7/13950, l’Amministrazione ha approvato nel 2008, con delibera di consiglio comunale, la determinazione del Reticolo Idrico Minore e il Regolamento di Polizia Idraulica, assumendosi con ciò le competenze di polizia idraulica specificatamente delegate dalla Regione con la l.r.1/2000 e le sopra citate d.g.r.

Gli elaborati predisposti sono costituiti da:

La Relazione Tecnica che indica i criteri adottati per l’individuazione del reticolo idrico minore, le principali caratteristiche idrauliche di ciascun corso d’acqua, i riferimenti normativi e pianificatori di settore;

Il Regolamento di Polizia Idraulica che disciplina le attività nelle aree perimetrali ai corsi d’acqua ricompresi nel reticolo idrico e assoggettati ai diversi gradi di tutela attraverso l’attribuzione delle fasce di rispetto;

Le schede tecniche dei corsi d’acqua

Gli Allegati cartografici, contenenti l’Individuazione del reticolo idrico, sia quello principale che quello minore. Per ciascuno dei corsi idrici lo studio riporta le fasce di tutela individuate sulla base delle valutazioni di carattere geologico, idrogeologico e ambientale (ampiezza 10 m.) dedotte dagli studi eseguiti sul territorio comunale. Lo studio propone l’identificazione di una

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fascia di rispetto assoluto di ampiezza pari a 4 metri per i corsi d’acqua identificati come Reticolo Idrico Minore lungo i tratti tombinati e/o coperti (tale proposta di riduzione della fascia di rispetto è subordinata all’esecuzione di una verifica idraulica che accerti il corretto dimensionamento della sezione di imbocco e del tratto coperto, da sottoporre comunque alla preventiva approvazione del competente S.TER).

Nel merito è descritta una rete idrica superficiale abbastanza complessa, articolata anche in relazione alla variabilità dei caratteri morfologici (gran parte della superficie territoriale presenta acclività intorno o superiore al 40 %).

Sono evidenziate sia aste idriche assimilabili a veri e propri fiumi, sia elementi minori a carattere tipicamente torrentizio, sia rogge e fossi che caratterizzano tipicamente le aree pianeggianti di fondovalle.

Il Reticolo Idrico Principale, per il quale l’attività di Polizia Idraulica è di competenza della Regione Lombardia è costituito da: il Torrente Valle Maina (dallo sbocco all’abitato di Montegrino Valtravaglia); il Fiume Margorabbia (dallo sbocco alla confluenza con il Val Dastellera); T. Colmegno o Rio di Colmegna o Colmegnino (dallo sbocco alle origini sotto la mulattiera Alpe Pradecolo-Prato Bernardo-Alpone) e il Fiume Tresa (tutto il corso a valle della diga).

Il Reticolo Idrico Minore è individuato per differenza dal suddetto elenco e diviene pertanto di competenza dei Comuni, i quali applicano i criteri per l’esercizio delle attività di Polizia Idraulica definiti nell’Allegato B.

6.3 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE 2005 E 2010 La Comunità Montana Valli del Verbano ha predisposto nel 2005 il Piano di Emergenza Intercomunale dei Comuni rivieraschi del Lago Maggiore, affrontando le problematiche afferenti la valutazione del rischio e la Protezione civile sia a livello di area vasta che nello specifico di ogni comune interessato.

Per quanto riguarda le specificità del comune di Luino sono rilevate alcune situazioni di criticità che riguardano il sistema idrogeologico, il rischio di esondazione, la possibilità di incendi e le zone a rischio di incidente rilevante.

Per quel che concerne il rischio di esondazione nel Piano si mette in particolare l’accento su alcune criticità nelle aree di Voldomino e Creva, in zone ricche di risorse idriche e storicamente esposte al rischio di esondazione dei corsi d’acqua principali che attraversano il territorio comunale: il fiume Tresa, il torrente Margorabbia, la Luina e la Maina, come le stesse analisi dello studio geologico confermano. “Queste aree della piana hanno sempre rappresentato territori di risorgiva e spazi destinati alla laminazione naturale delle acque in caso di piene fluviali”.34

I corsi d’acqua principali determinano infatti potenziali situazioni critiche lungo il fiume Tresa, nelle aree urbane a valle dello sbarramento Enel di Creva. In particolare l’area di via Folli, caratterizzata dalla presenza di un intero quartiere residenziale, della caserma dei VVFF e di varie attività commerciali, in corrispondenza dell’ultima ansa che precede la confluenza con il Margorabbia, rappresenta una zona esposta a fenomeni di esondazione fluviale e ad allagamenti.

Altre zone a rischio sono localizzate nel tratto subito a valle del ponte che collega via Don Folli all’abitato di Voldomino Inferiore (via Tresa) per la presenza di alcuni edifici a ridosso degli argini.

Più in generale è affermato nella relazione del Piano che il Tresa negli ultimi anni ha superato in più occasioni i suoi valori massimi storici di portata al colmo comportando danni alle infrastrutture e ad alcune aree ubicate a ridosso e nelle vicinanze dell’argine, mentre, per quanto riguarda il torrente Margorabbia, negli ultimi anni ha creato situazioni problematiche nei comuni di Luino di

34 Comunità Montana Valli del Luinese - Piano di Emergenza Intercomunale Per i Comuni rivieraschi del Lago Maggiore – Comune di Luino Dicembre 2005

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Germignaga, Montegrino, Brissago Valtravaglia e Grantola in periodi dell’anno caratterizzati da piogge prolungate e assai intense

“E’ interessante analizzare l’evoluzione storica dell’andamento dei torrenti e dei rigagnoli nella piana di Voldomino dal 1700 ad oggi. L’intera piana era occupata, fino alla prima metà del ‘900 da un ambiente acquitrinoso di cui faceva parte anche un laghetto, generato dal fosso Mondiscio/torrente Maina nella località Molino; il torrente Margorabbia era caratterizzato, in quanto non ancora regimato dalle opere idrauliche, da andamento sinuoso e dalla presenza di diverse anse. Nonostante le modifiche del tracciato del Margorabbia e la bonifica del laghetto la piana di Voldomino è tutt’oggi umida e soggetta ad inondazioni dopo piogge particolarmente intense.”35

Per quanto riguarda i corsi d’acqua minori si segnala in particolare la Luina, che percorre in tratto tombinato tutta la zona urbanizzata della piana di Luino e che in occasione di violenti eventi meteorici e delle piene del lago può creare situazioni critiche sia lungo via XV agosto sia nel primo tratto sotterraneo in via B.Luini (sotto il ponte della ferrovia).

Con riferimento ai livelli di rischio determinati dal lago maggiore sono evidenziati gli elementi esposti a piene catastrofiche ed eccezionali, fra i quali vanno segnalati il campo sportivo del Luino FBC, via Lido e le aree prossime alla foce del Tresa (fra cui le aree della manifattura Ratti), via Bertoni (Colmegna).

Ancora una volta è sottolineata la criticità potenziale alla quale è sottoposta la caserma dei Vigili del Fuoco, risorsa strategica per la gestione delle emergenze, localizzata in un’area a rischio di inondazione per tracimazione del fiume Tresa. La tracimazione del fiume Tresa, concomitante con l’esondazione del lago aggraverebbe infatti di molto lo scenario atteso, provocando notevoli danni anche nelle zone a sud di Luino centro (via Don Folli, Voldomino Inferiore).

Sul fronte del rischio frane e dei dissesti idrogeologici il Piano fornisce un elenco dettagliato delle situazioni potenzialmente critiche avvalendosi anche dello studio geologico predisposto ai sensi della legge regionale 41/97.

Il quadro che ne deriva, contenuto nella Tavola dei rischi territoriali sotto allegata, si compone di zone con pericolosità territoriale alta (versante a lago al confine con Maccagno, tratto di valle del torrente Colmegnino) e media (Colmegna alta, tratti di valle del torrente Colmegnino, versante a lago tratto tra Colmegna e Luino), e di aree maggiormente esposte a fenomeni di dissesto idrogeologico, descritte puntualmente nell’inventario dei dissesti.

Dal punto di vista del rischio chimico e industriale e del trasporto di sostanze pericolose è segnalata la presenza di impianti a Rischio di Incidente Rilevante ai sensi del DLgs 334/99 e ai sensi del Decreto del Ministro dell’Ambiente 20/10/1998 e in particolare:

- LO SCALO MERCI FERROVIARIO

- LA F.LLI DELLEA – Deposito di Idrocarburi (nel territorio di Mesenzana)

E’ inoltre segnalato il passaggio di treni merci lungo la linea ferroviaria Bellinzona - Gallarate/Novara e una modesta possibilità di rischio sulla rete stradale.

Sono indicati a riguardo gli scenari di rischio e gli interventi da mettere in atto per contenerne gli effetti, avvalendosi anche dell’esperienza determinatasi da incidenti effettivamente occorsi.

Sul fronte degli incendi boschivi, infine, le analisi forniscono un quadro di pericolosità per Luino definita medio-alta, con porzioni di territorio esposte a questa tipologia di rischio corrispondenti alle zone interne del territorio comunale (boschi al confine con i Comuni di Dumenza, Montegrino V, Cremenaga, Maccagno) con la localizzazione dei punti vulnerabili nelle Zone antropizzate ai margini dei boschi: Frazioni di Biviglione, Colmegna Alta, Longhirolo, Roggiolo, Bonga, Il Gaggio, Pianazzo, Trebedora, Pezza di Voldomino, Nuclei Case e Cascine sparse.

La tavola dei Rischi Territoriali sotto riportata offre una visione di insieme delle diverse tipologie di Rischio, in particolare di quelle inerenti i fenomeni di Esondazione e Dissesto Idrogeologico,

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evidenziando così le interrelazioni che esistono tra un evento e l’altro, eventi di natura diversa ma che spesso si manifestano nelle medesime circostanze.

Figura 77 Stralcio Tavola dei Rischi Territoriali

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E’ ut ile inf ine riportare, anche ai f ini del Piano dei servizi, le Aree per l’atterraggio di elicotteri, di part icolare importanza per il territorio in esame, date le caratterist iche del territorio con ampie zone montuose anche impervie e con vaste porzioni di suolo occupate da boschi e quindi spesso soggette ad incendi.

Le aree per l’atterraggio possono corrispondere a piazzole attrezzate appositamente realizzate o ad aree idonee rispetto ad alcuni requisit i richiest i.

Aree Atterraggio Elicotteri

E1 Piazzola atterraggio elicottero Voldomino Inferiore Via Copelli

E2 Campo Sport ivo Motte Via delle Motte

E3 Campo Sport ivo Pianazzo Via Pianazzo

E4 Campo Sport ivo Colmegna Via Berra

Nel 2010 il Piano Intercomunale di Emergenza è stato aggiornato, sempre dalla Comunità Montana, che ha modif icato alcuni scenari di rischio. Fra questi, risultano modif icat i i rischi connessi alle aziende a Rischio di Incidente Rilevante, mentre permangono quelli legati al trasporto di sostanze pericolose.

La logica ribadita nel Piano Intercomunale è quella di definire uno strumento utile di Protezione Civile, secondo una logica di compartecipazione dei Comuni e della Comunità Montana per la prevenzione del rischio e l’organizzazione efficace e tempestiva dei soccorsi in caso di emergenza.

Nell’aggiornamento del Piano, oltre a individuare nuovamente le tipologie di rischi territoriali, e il relativo livello di pericolosità, sono indicate le modalità di intervento e i soggetti abilitati a svolgere un ruolo attivo di soccorso, rimozione del pericolo e supporto logistico, avendo preventivamente individuato anche le infrastrutture e i luoghi cui fare riferimento per lo svolgimento degli interventi necessari.

Il quadro dei rischi trattato alla scala intercomunale evidenzia la necessità di compartecipazione di un livello sovracomunale alla gestione degli incidenti connessi ai fenomeni di rischio evidenziati, riconducendo anche alla scala locale gli aspetti maggiormente operativi.

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Ogni tipologia di rischio è affrontata separatamente, con la specificazione delle problematiche e delle tipologie di intervento da mettere in atto, ma è poi ricondotta ad una visione d’insieme con l’intento di offrire una visione unitaria delle diverse tipologie di Rischio, in particolare di quelle inerenti i fenomeni di Esondazione e Dissesto Idrogeologico. L’approccio settoriale, infatti, con cui spesso vengono trattati i rischi, non consente di cogliere le interrelazioni che sussistono tra un evento e l’altro, eventi di natura diversa ma che spesso si manifestano nelle medesime circostanze.

I rischi considerati, e che interessano direttamente il comune di Luino restano:

1 Rischio Idraulico: Esondazione Lacustre e Fluviale

2 Rischio Idrogeologico: Frane e Dissesti

3 Rischio Dighe

4 Rischio Chimico Industriale e da Trasporto di Sostanze Pericolose

5 Rischio Incendi Boschivi

6 Rischio Eventi Meteorologici Estremi

La tipologia di rischio che si richiama qui in particolare è il rischio da Trasporto di sostanze pericolose, che interessa direttamente, e potenzialmente in modo grave, l’ambito urbano centrale entro il quale sono concentrate la maggior parte delle azioni individuate dal PGT. Mentre infatti non sono più presenti le zone RIR richiamate nel precedente studio, permane il problema del trasporto di sostanze pericolose.

Il territorio di Luino è attraversato dalla Linea ferroviaria Bellinzona-Gallarate/Novara dove passano quotidianamente treni merci composti in parte da vagoni (ferrocisterne-colli) contenenti sostanze pericolose sottoposti a normativa RID. Pur essendo cessata l’attività dello scalo ferroviario di tipo Intermodale presente fino a qualche anno fa in Luino, lungo la linea ferroviaria Luino-Gallarate/Novara persiste il transito di treni merci adibiti anche al trasporto di sostanze pericolose. L’ampliamento dello scalo di Gallarate ha inoltre portato ad un notevole incremento dei transiti giornalieri. Settimanalmente i treni merci che trasportano anche sostanze pericolose sono circa 110, quantità che pone la Luino-Laveno-Gallarate tra le linee più sfruttate per il transito merci transfrontaliero.

Le emergenze di natura Chimico-Industriale e coinvolgenti Sostanze Pericolose, che richiedono capacità di intervento complesse e altamente professionali e che si muovono in scenari altamente variabili, vengono coordinate ad una scala sovracomunale, ma vedono responsabilità e azione diretta da parte delle istituzioni locali della Struttura Operativa Comunale e delle risorse di Volontariato di Protezione Civile locali.

Di seguito è riportata una scheda che indica i diversi scenari di rischio connessi con il trasporto ferroviario, evidenziando le fasce entro le quali possono verificarsi ricadute di eventuali fenomeni incidentali.

Effetto prolungato/differito Zona di impatto Fascia di danno Fascia di attenzione

SCENARIO 1 - RILASCIO DI AMMONIACA CONSEGUENTE AL LESIONAMENTO DELLA FERROCISTERNA PER INCIDENTE FERROVIARIO

Formazione di vapori tossici in atmosfera

100m 300m 600m

SCENARIO 2 - RILASCIO DI BENZENE CONSEGUENTE AL LESIONAMENTO DELLA FERROCISTERNA PER INCIDENTE FERROVIARIO

Rischio di incendio/esplosione della ferrocisterna in presenza di una fonte di innesco.

25m 50m 100m

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Relazione del Documento di Piano 84

SCENARIO 3 - RILASCIO DI CLORO CONSEGUENTE AL LESIONAMENTO DELLA FERROCISTERNA PER INCIDENTE FERROVIARIO

Dispersione tossica in atmosfera

500m 1200m 2400m

SCENARIO 4 - ESPLOSIONE DI UNA FERROCISTERNA CONTENENTE 40 T. DI G.P.L. PER SURRISCALDAMENTO CONSEGUENTE AD INCENDIO

Possibili incendi/esplosioni, per effetto domino

70m 160m 200m

SCENARIO 5 - ESPLOSIONE DI UNA FERROCISTERNA CONTENENTE 40 T. DI OSSIDO DI ETILENE PER SURRISCALDAMENTO CONSEGUENTE AD INCENDIO

Formazione e dispersione in atmosfera di nube tossica

100m 150m 300m

SCENARIO 5 – ESPLOSIONE OSSIDO DI ETILENE

Formazione e dispersione in atmosfera di nube tossica

100m 150m 300m

Dalla tabella risulta che le zone di primo impatto variano dai 25 ai 500 metri che diventano dai 100 ai 2.400 metri per le fasce di attenzione.

Analizzando gli incidenti il cui effetto indotto è l’incendio o l’esplosione, le distanze di sicurezza della fascia di prima impatto variano dai 25 ai 70 metri mentre per la fascia di attenzione arrivano fino ad un massimo di 200 metri.

Attraverso questa griglia di lettura dovranno essere valutati gli interventi previsti dal PGT, tenendo comunque conto che la ferrovia attraversa un’area urbana densamente edificata, che per certi aspetti può modificare in qualche caso la definizione delle distanze di sicurezza.

Per quanto riguarda gli scenari di rischio legati al Trasporto di Sostanze Pericolose via strada, il Piano mette in evidenza che la probabilità che si verifichino incidenti coinvolgenti carichi di sostanze pericolose all’interno del territorio della Comunità Montana è decisamente bassa, in ragione della ridotta quantità movimentata, data dalla mancanza di aziende chimiche locali che stoccano e/o lavorano tali sostanze.

Il comune di Luino è in particolare attraversato da un'unica infrastruttura stradale di livello statale, la SS394, e all’interno del suo territorio, oltre a non avere più lo Scalo Merci Ferroviario, non ha aziende classificate RIR.

L’aggiornamento in corso, che in particolare riflette l’eliminazione dei depositi ferroviari nelle aree centrali, introduce nuove modifiche ai rischi fin qua descritti, in particolare per quanto riguarda il rischio da trasporto di sostanze pericolose.

6.4 STUDIO ACUSTICO Con delibera di Consiglio Comunale n. 28 del 26 luglio 2011 è stato adottato il Piano di zonizzazione acustica del territorio comunale.

6.5 PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI DEL SOTTOSUOLO Gli studi per la redazione del P.U.G.S. sono in corso. I principali contenuti sono stati anticipati dall’Amministrazione per quanto indispensabile alla definizione degli scenari di Piano.

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6.6 PIANO REGOLATORE ILLUMINAZIONE COMUNALE (P.R.I.C.) Con riferimento a quanto previsto dalla normativa regionale L.R. n. 17 del 27/03/2000 così come modificata dalla L.R. n. 38 del 21/12/2004 che prevede la predisposizione, da parte dei Comuni di piani di illuminazione ad integrazione dello strumento urbanistico generale, il Comune di Luino ha adottato, nel giugno 2008, il proprio strumento di riferimento.

Esso prevede e disciplina le modalità di intervento dei futuri progetti di illuminazione pubblica al fine di regolamentarne l’inserimento per uno sviluppo organico di illuminazione pubblica e privata sulla base dei seguenti obiettivi:

- sicurezza per il traffico stradale;

- sicurezza delle persone al fine di disincentivare il compimento di atti criminosi;

- migliore fruibilità degli spazi urbani secondo i criteri di destinazione urbanistica:

- illuminazione adeguata delle emergenze architettoniche e ambientali aumentando l’interesse verso le stesse con la scelta opportuna del colore, della direzione e l’intensità della luce, in rapporto alle costruzioni stradali;

- ottimizzazione dei costi di esercizio e di manutenzione;

- risparmio energetico e miglioramento dell’efficienza globale di impianto mediante l’uso di sorgenti luminose, apparecchi di illuminazione e dispositivi di controllo del flusso luminoso finalizzati a un migliore rendimento, in relazione alle scelte adottate;

- contenimento dell’inquinamento luminoso atmosferico e stradale e dell’invasività della luce.

6.7 RELAZIONE GEOLOGICA Con delibera di Consiglio Comunale del 2005 è stato approvato lo studio geologico comunale allegato alla variante di PRG, ai sensi della legge regionale 41 del 1997. Un primo aggiornamento a quanto previsto dall’art. 57 della legge 12/2005 è stato predisposto nella fase di avvio del presente PGT, seguito da una seconda verifica realizzata in base ai disposti della d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616.

La cartografia e la relativa normativa dello studio geologico riportano i fenomeni naturali ed antropici potenzialmente in grado di costituire una limitazione alle scelte urbanistiche.

Essi sono raggruppati in classi di rischio che a loro volta individuano gli studi da effettuare per un’adeguata definizione dei fenomeni ai fini edificatori.

Classe 2 Fattibilità con modeste limitazioni

Classe 3 Fattibilità con consistenti limitazioni

Classe 4 Fattibilità con gravi limitazioni

Nelle classi sono evidenziati gli interventi necessari alla riduzione del rischio geologico connesso a specifiche problematiche o per consentire l’intervento edificatorio.

Lo studio di aggiornamento predisposto in fase di avvio del presente PGT ha aggiornato e riverificato i dati già contenuti nel precedente studio oltre che negli altri elaborati e indagini relative al territorio del Comune di Luino con particolare attenzione allo studio del Reticolo Idrico Minore.

Fra gli elementi evidenziati si sottolinea l’attenzione per il Lago Maggiore e per i suoi livelli, con relative piene, valutati sulla base dei dati messi a disposizione dalla Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo svizzere: “si sono manifestate al ritmo di una ogni 23 mesi nel

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Relazione del Documento di Piano 86

periodo compreso fra il 1868 e il 1942, mentre dal 1952 al 1993 la loro frequenza è aumentata ed è stata di una ogni 19 mesi; nei nove anni intercorsi fra questi due periodi, particolarmente siccitosi, la loro frequenza fu di una ogni 36 mesi”36

Sul fronte dei dissesti, i fenomeni rilevati sono principalmente riconducibili alla scarsa manutenzione di piccoli corsi d’acqua, che in occasione di piogge abbondanti causano smottamenti e fenomeni di erosione superficiale, e al mancato funzionamento dei sistemi di tombinatura e di drenaggio delle strade, che sovralimentano idricamente i versanti sottostanti.

La classe sismica del Comune è la numero 4, quindi a bassa sismicità. A tale riguardo è precisato che, secondo la normativa vigente:

a) in fase di pianificazione dovranno essere soggette all’analisi di 2° livello, tutte le costruzioni strategiche e rilevanti in progetto, la cui edificazione è prevista nelle aree con le caratteristiche di cui al D.D.U.O. n. 19904/2003;

b) dovranno essere sottoposte all’analisi di 3° livello tutte le costruzioni strategiche e rilevanti in progetto, la cui edificazione è prevista nelle aree indicate nello stesso decreto.

La Carta di Fattibilità geologica delle azioni di piano costituisce l’elaborato finale, desunto dalla Carta di Sintesi e dalle considerazioni tecniche svolte nel corso delle analisi, e rappresenta la carta contenente “le indicazioni relative alle limitazioni e destinazioni d’uso del territorio, le prescrizioni per gli interventi urbanistici, gli studi e le indagini necessarie per gli approfondimenti richiesti e gli interventi di ripristino e di mitigazione del rischio reale o potenziale. Tutte le analisi condotte permettono la definizione di questo elaborato, redatto alla scala di piano, che mediante la valutazione incrociata degli elementi cartografati, individua e formula una proposta di suddivisione dell'ambito territoriale d’interesse in differenti aree, che rappresentano una serie di "classi di fattibilità geologica””37

Le classi 3 e 4 comprendono in particolare le seguenti tipologie di aree:

3-A Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti

3-B Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico

3-C Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico

3-D Aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche

4-A Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti

4-B Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico

4C – Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico

Per quanto riguarda le zone centrali, corrispondenti alla parte costruita della città dove si concentrano le principali azioni di Piano, la verifica cartografica ha evidenziato la presenza di aree di inedificabilità (la classe 4) solo lungo i principali corsi d’acqua, e la classe di fattibilità 3, quindi con limitazioni e attenzioni da assumere nella realizzazione delle opere, lungo il lago maggiore compresa l’area Ratti, e lungo il torrente Luina.

L’area a servizi a Nord del fiume Tresa, dove sono situate alcune funzioni di interesse pubblico da ricollocare, è anch’essa in classe 3, e per di più adiacente alla fascia di classe 4 per la presenza

36 Relazione Studio Geologico di supporto alla pianificazione comunale “Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ai sensi della L.R. 12/2005 e secondo i criteri della D.G.R. n. 8/7374/08: Studio di Consulenze Geologico Tecniche - Dott. Geol. Fabio Meloni 37 Relazione Studio Geologico di supporto alla pianificazione comunale “Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ai sensi della L.R. 12/2005 e secondo i criteri della D.G.R. n. 8/7374/08: Studio di Consulenze Geologico Tecniche - Dott. Geol. Fabio Meloni

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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio

Relazione del Documento di Piano 87

dello stesso fiume Tresa, imponendo con ciò particolari attenzioni nella perimetrazione dell’effettiva area di intervento e negli accorgimenti tecnici e funzionali da assumere.

Il lavoro di aggiornamento ha avuto luogo a seguito di quanto indicato dalla d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616 “Aggiornamento dei Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio, ed alle previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Varese (PTCP). rispetto allo studio precedente sono stati approfonditi e integrati e i seguenti punti:

- Analisi sismica ai sensi della d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616, ed in particolare dell’Allegato 5 “Analisi e valutazione degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzate alla definizione dell’aspetto sismico nei Piani di Governo del Territorio”;

- Realizzazione della Carta dei Vincoli cosi come previsto dalla d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616;

- Revisione della Carta di Sintesi;

- Revisione della Carta di Fattibilità geologica per le azioni di piano e della relativa normativa.

- Pericolosità da frana (superficiali e di crollo), come richiesto nelle Norme di Attuazione del PTCP (art. 80 – 85) per le aree a pericolosità alta, media e bassa individuate nella cartografia del piano provinciale.

Inoltre, a seguito del parere della Provincia di Varese – Settore Territorio e Urbanistica del 15 luglio 2009, si è reso necessario integrare la Carta del dissesto con legenda uniformata a quella del PAI, uniformandola con il quadro del dissesto individuato e cartografato nella carta della dinamica geomorfologica, integrando e modificando quest'ultima con più accurati rilievi sugli elementi di dissesto rappresentati nello studio geologico vigente.

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Relazione del Documento di Piano 88

7 SINTESI DELLE PRINCIPALI CRITICITÁ E POTENZIALITÁ Il sistema urbano – le aree centrali e le aree dismesse Il sistema urbano della città pubblica è inteso come il luogo centrale della città dove si svolge la vita di relazione, commercio e svago, all’interno del tessuto cittadino.

Il centro di Luino, è il risultato di un’aggregazione di tessuti differenti per soglie storiche di edificazione e morfologia. La disomogeneità determina un punto di forza e nello stesso tempo di criticità dell’assetto urbano odierno.

Si può suddividere il centro in 3 zone omogenee per soglia di edificazione:

Nucleo storico - Caratterizzato da un’alta densità insediativa e da un tessuto gotico, arroccato su un’altura.

Città novecentesca - Si sviluppa ad ovest del centro storico consolidato. Il tessuto ha come origine la stazione ottocentesca, che rimane il centro del disegno urbano.

Città industriale - Si sviluppa a sud del tracciato ferroviario lungo il tracciato del fiume Tresa.

La presenza della stazione e dello scalo ha rappresentato il fulcro dell’evoluzione del tessuto urbano dalla fine dell’ottocento alla dismissione delle aree industriali; lo scalo in particolare ha garantito lo sviluppo economico della città. Oggi le attrezzature ferroviarie sono sottoutilizzate, molti edifici ed aree sono dismesse, creando un’ampia zona di inerzia e stasi. La situazione ha portato all’indebolimento del tessuto limitrofo, la città ottocentesca si rigenera esclusivamente verso il lago e gli assi commerciali, mentre le aree industriali vengono progressivamente dismesse. La presenza della scalo, privato del suo utilizzo, viene percepito come un vuoto all’interno del tessuto consolidato, e accentua la sua caratteristica di barriera, che divide in modo netto Luino.

Gli edifici della stazione ricoprono un ruolo fondamentale per la messa a sistema della città industriale oggi isolata.

Le area dismesse, per estensione, rappresentano una grande potenzialità per la città di Luino, in particolare possono essere il fulcro di nuove prospettive economiche sociali ed elemento di raccordo tra i diversi tessuti.

Il ridisegno della città dovrà tenere conto dei principali elementi di qualità della città stessa e del territorio in generale, la cui valorizzazione è anche elemento trainante della riqualificazione di tutta la città.

Fra questi occupa un posto assolutamente prioritario il lago, sia per il suo valore ambientale sia in relazione allo sviluppo economico della città.

Attualmente la presenza di aree industriali come l’ex Ratti e delle aree parcheggio interposte tra la passeggiata lungolago e il bacino, rendono poco fruibile alcuni scorci e tratti delle sponde del Lago Maggiore. Inoltre il punto di conclusione del percorso è privo di ogni riferimento visivo o aree di sosta, e la veduta sulla confluenza del fiume Tresa è negata dalla presenza del parcheggio sul sedime del campo sportivo.

Anche viale Dante Alighieri, che si sviluppa lungo il lago, è di fatto la via principale del centro storico, su cui si innestano i principali parcheggi.

La mancanza di forti poli attrattivi e la dismissione delle aree industriali ha portato ad accentuare la separazione tra le diverse zone della città. Gli interventi di riqualificazione degli edifici esistenti si concentrano nell’immediato intorno del centro storico consolidato in corrispondenza del lungo lago e nell’area del mercato.

Da segnalare la presenza di alcune eccezioni nel panorama funzionale all’interno del centro, come il deposito dei mezzi di trasporto, il macello per i cacciatori ed un canile. Tali destinazioni d’uso

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risultano impattanti rispetto al contesto residenziale, e necessitano di trovare una diversa collocazione all’interno del territorio.

La disponibilità di nuove area di trasformazione offre alcune alternative sulla riorganizzazione dei sistemi e il recupero della stazione rappresenta una importante opportunità.

Il sistema ambientale e il lago E’ pleonastico ribadire il valore del lago in termini di opportunità e potenzialità per la comunità luinese. Questa risorsa va però letta anche in relazione all’insieme degli altri elementi di ricchezza ambientale e fruitiva del luogo, come il Fiume Tresa, con le sue sponde che rappresentano una occasione straordinaria di connessione ecologica fra la montagna e il lago e di opportunità fruitiva, attraverso una rete di percorsi; una sorta di estensione del sistema verde, dalla montagna alla costa lacuale, attraverso la quale favorire il potenziamento della biodiversità.

A questo vanno aggiunte le realtà già esistenti di agricoltura multifunzionale come le aziende agrituristiche, che non potranno che giovarsi di un miglioramento della relazione fra lago e montagna che passi anche attraverso la connessione delle aree pubbliche a verde.

La mobilità Fra i temi evidenziati in una dimensione problematica vi è quello della mobilità, prevalentemente per il passaggio della strada principale proprio lungo il lago, trasformando la più importante via cittadina in un luogo di percorrenza e parcheggio continuo degli autoveicoli.

Fra i temi di attenzione vi è pertanto la restituzione del lungo lago alle esigenze della fruizione pedonale, decongestionandolo dal traffico veicolare.

La nuova viabilità dovrà liberare il centro dal traffico di passaggio, e poggiarsi su un sistema di aree a parcheggio strettamente correlate alle aree centrali.

In generale il tema dei trasporti interni e dei collegamenti fra le aree a servizi rappresenta un elemento di debolezza della città, che il Piano può contribuire ad affrontare.

Il mercato Il mercato settimanale costituisce una circostanza economica, turistica, identitaria alla quale è utile dedicare una particolare attenzione.

Esso rappresenta una risorsa importante per l’economia locale, con un forte richiamo internazionale, particolarmente apprezzato da Svizzeri e Tedeschi.

Il mercato si svolge settimanalmente all’interno del tessuto novecentesco, ai limiti del centro storico, con una parziale estensione sul lungo lago, generando qualche conflitto con le potenzialità percettive e panoramiche del lago stesso.

La lunga tradizione che al mercato è legata (le sue origini si collocano intorno al 1500) e l’attrattività che esercita sul turismo anche giornaliero possono rappresentare importanti spunti per delineare una strategia di valorizzazione che connetta il mantenimento della tradizione e quindi l’elemento di spontaneità e auto-organizzazione tipica di un mercato artigianale, all’organizzazione commerciale della città, offrendo spunti di sviluppo e occasioni che vadano al di là delle strette esigenze commerciali.

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8 IL PROGETTO DEL PGT

8.1 I TEMI PROGETTUALI - SCENARIO DI PIANO L’analisi effettuata sul comune di Luino e lo studio delle forme di programmazione di livello sovraordinato che insistono sul suo territorio, hanno portato alla definizione di uno scenario di piano che ha incentrato la sua riflessione soprattutto sugli ambiti centrali della città, per quanto riguarda gli interventi diretti, senza trascurare di inquadrare le azioni all’interno di una visione ampia di riqualificazione, tutela e sviluppo, che dalle azioni dirette dovrebbero man mano innestarsi.

Luino, infatti, è una città con una buona qualità della vita ed una serie di opportunità, i cui principali elementi sono enucleabili in una dote ambientale straordinaria, il lago e la montagna, e una posizione geografica che dalla linea di confine con la Svizzera e dal frontalierato ha potuto trarre elementi di ricchezza economica e sostegno per il contenimento della precedente crisi occupazionale determinata dalla graduale dismissione delle attività economiche, al netto della crisi finanziaria ed economica che caratterizza invece questi ultimi anni.

E’ anche una città punto di riferimento del suo territorio, luogo di servizi e attrezzature sovracomunali, ai quali si rivolgono i cittadini della gran parte del Nord della provincia di Varese.

Tutto ciò ha consentito e giustificato la scelta di non definire una visione prospettica del proprio futuro, modificatosi eventualmente lentamente e progressivamente attraverso piccoli interventi ed adeguamenti che man mano si sono resi necessari.

Col nuovo PGT si è intrapresa la strada di costruire uno scenario di lungo termine, all’interno del quale le opere siano progressive e di impatto moderato, ma all’interno di un programma di grande respiro che ne confermi il ruolo e la qualità dell’abitare, garantendone il perdurare e il miglioramento in prospettiva.

Tale scenario si fonda su tre funzioni che sostanziano il ruolo di Luino: città di servizi, città del turismo e città delle trasformazioni, o per meglio dire, della rifunzionalizzazione.

Per quanto riguarda il ruolo di riferimento che la città ha nell’offerta di servizi al territorio, il dato è evidente e per certi aspetti inevitabile, per posizione, dimensione e accessibilità.

L’attrattività ha però generato anche alcuni elementi di criticità, riscontrabili ad esempio nel processo conurbativo nella piana.

La forte presenza amministrativa delle istituzioni con riferimento sovracomunale contribuisce a generare una forte attrattività nei confronti del territorio, portando tutti i giorni in città utenti provenienti dalle diverse parti dello stesso, senza contare la funzione svolta dalla stazione, che una volta svolgeva il ruolo di polo logistico e che adesso occupa “inutilmente” una parte importante e centrale della città.

Il mercato, infine, svolge il suo ruolo di scambio di prodotti ma ha anche una sua identità e riconoscibilità che ne potenzia la sua capacità attrattiva.

La città che si trasforma è in ultima analisi la parte di città alla quale guarda in prevalenza il Piano, quella delle grandi aree dismesse e delle parti in evoluzione, la cui entità è tale da porre la sfida al livello più alto. Non si tratta infatti di piccole trasformazioni dove si sostituisce un po’ di residenza alle fabbriche dismesse, pezzettino dopo pezzettino, ma di aree strategiche che offrono l’opportunità di riqualificare la parte più importante della città, costruendo una prospettiva economica basata sul turismo, sulla produzione di paesaggio e di ambiente, sull’attrattività del territorio e sull’organizzazione della sua fruizione.

L’esito di questa ricostruzione, che ha poi condotto a individuare i temi del Piano di cui ai successivi capitoli, e che il Piano dovrà giungere a definire, è l’individuazione di alcuni sottoambiti di discussione, e cioè quelli delle strategie, dei percorsi di trasformazione e dei tempi.

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Le strategie sono quelle di lungo periodo, ispirate ad una visione della Luino del futuro fortemente caratterizzata nella sua identità, e con un miglioramento visibile e qualificante della città pubblica cui gli interventi privati devono contribuire in modo sostanziale.

Le modalità delle trasformazioni, ed i processi che si intende innestare, sono quelli che servono a perseguire l’obiettivo definito, e che devono essere chiaramente individuati dall’inizio, nella consapevolezza che la valenza delle trasformazioni di Luino è tutt’altro che fisiologica ma fortemente strategica, perché può arrivare a delineare il suo nuovo modello produttivo. Si tratta di un programma complesso e con molte variabili, dove le parti devono essere chiaramente inquadrate nel sistema generale nei loro elementi fondamentali, e non pensate di volta con accordi separati. Devono però poter avere luogo appunto per parti, tralasciando l’illusione che sia possibile avviare un grande processo di riqualificazione in tutto e per tutto definito.

Ultimo fra gli aspetti su cui ragionare è l’inquadramento territoriale, geografico e relazionale, dove non si può non guardare al ruolo del confine svizzero, ma si deve e si può pensare anche alle opportunità offerte da Malpensa, entrambi potenziali punti di partenza di nuove prospettive di sviluppo, i cui veicoli sono la ferrovia e l’acqua, per arrivare a costruire nuove funzioni capitalizzando i valori del territorio.

Da qui e da questa visione si può passare a descrivere i temi progettuali del Piano, e quindi inquadrarne correttamente le proposte e le relative modalità di perseguimento.

8.1.1 La riqualificazione della città esistente La riqualificazione della città esistente e il rinnovamento del suo rapporto con il lago rappresentano l’elemento cardine delle politiche di intervento del Piano, fondate su alcuni elementi prioritari fra loro interconnessi che riguardano:

il recupero del lungolago

la riqualificazione delle aree dismesse

la trasformazione della città pubblica

Il disegno urbano si pone come obiettivo la riqualificazione del tessuto cittadino tramite la riqualificazione delle aree dismesse, con l’inserimento di funzioni in grado di innestare un processo di trasformazione e riqualificazione del tessuto urbano.

I processi di trasformazione della città pubblica riguardano principalmente tre contesti d’intervento, anche questi fra loro interconnessi, che andranno poi a definire l’Ambito di intervento delle aree centrali, che si compone appunto del lungo lago, della città novecentesca e della città industriale.

Il lungo lago rappresenta l’identità della città di Luino; il progetto di riqualificazione tende a valorizzare e riqualificare il tracciato lungo le sponde del fiume, potenziando le politiche di riqualificazione urbane già in atto (Parco “al Lago”). Il ridisegno della fascia ripariale del Lago si pone come primo obiettivo la restituzione del rapporto città-lago, oggi parzialmente compromesso dalla presenza di aree industriali dismesse, dalla frammentarietà delle zone fruibili e dalla carenza di funzioni attrattive. Le azioni previste dal Piano sono mirate ad istituire un nuovo percorso più fruibile, a diretto contatto con la fascia ripariale, integrato da funzioni di interesse collettivo che rappresentano nuove centralità urbane e poli attrattori.

L’innovazione del sistema lungolago è la premessa al nuovo volto della città, al nuovo corso che si vorrebbe imprimere all’economia locale e al rinnovato modo di vivere e frequentare la città.

La ristrutturazione della costa ha esaltato alcune questioni che sono messe in primo piano nell’agenda programmatica della politica dell’Amministrazione e che il Piano registra nelle opportunità legate agli scenari di sviluppo locale; da nord a sud:

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- Colmegna: ristrutturazione lungolago, promozione della sicurezza pedonale dopo l’allargamento della strada statale;

- Serenelle – Fonteviva: coniugazione dei percorso pedonali agevolando lo scavalco della strada statale e connettendo il parco botanico del complesso con la fascia a lago;

- Palazzo Verbania: spazio museale di interesse comprensoriale con sala congressi

- Palazzo AVAV: trasferimento centro velico e recupero del palazzo per servizi complementari per il parco e museo;

- Porto lido e nuovo: ristrutturazione con collegamento dei due bracci secondo un progetto di iniziativa regionale mai completato per mancanza di fondi;

- Polo nautico: riorganizzazione del centro velico, canottaggio e sub all’interno della ristrutturazione della fascia a lago del lido di Luino e del recupero del complesso Ratti.

Il disegno qui delineato è coerente con l’obiettivo del Piano di migliorare l’immagine della città per aumentarne l’attrattività, e di riqualificare l’uso delle parti di città sottoulizzate o male utilizzate, in una logica coerente sotto il profilo delle funzioni da attivare o riqualificare, degli elementi da valorizzare e degli impatti che gli spostamenti determinano sulla vivibilità dei luoghi.

La riqualificazione del lungo lago rappresenta dunque una delle occasioni per il rilancio dell’attività turistica ma è anche occasione di valorizzazione di un elemento di identità del luogo.

Anche la riqualificazione dell’area Ratti, unita all’area Lido, oggi sottoutilizzata, partecipa a questo processo, e consente di restituire ai cittadini un’area di alta valenza ambientale, che connette il Lago, il fiume Tresa e il parco del Comune di Germiniaga.

Le scelte progettuali dei singoli operatori dovranno garantire le connessioni citate e privilegiare nuove edificazioni che per densità e allineamenti permettano di ristabilire coni visivi verso il lago anche dalla viabilità interna, in particolare dalla via Dante Alighieri, restituendo al tessuto sud dell’area un rapporto diretto con il lago.

Al fine di integrare il sistema lungo lago alla città consolidata, si deve intervenire sull’asse viario di viale Dante Alighieri, oggi uno degli assi più trafficati di Luino, creando così una barriera tra il percorso lungo le sponde del bacino e la città.

L’area della città novecentesca raccoglie tutti gli interventi previsti all’interno del tessuto consolidato novecentesco, tra la stazione e il lago. Le aree di trasformazioni risultano strategiche al fine di creare raccordi fisici e funzionali tra le polarità pubbliche dislocate all’interno del tessuto urbano con la stazione e il lungo lago, rendendo fluidi i collegamenti tra le diverse parti che compongono la città.

L’area dell’ex deposito ferrotramviario SVIT, oggi quasi totalmente adibita a parcheggio, rappresenta il più importante elemento di raccordo tra la zona commerciale della città e il sistema del lungolago e del mercato settimanale. Sono in atto studi di fattibilità per riproporre un sistema di piazza pubblica che possa conciliare le esigenze di una nuova zona mercato con un sistema a parco, per rendere fruibile tale spazio anche indipendentemente della presenza del mercato.

In quest’area è importante evidenziare il ruolo della stazione: l’edificio, di grande valenza storica e artistica, necessita di una rifunzionalizzazione per meglio recepire le potenzialità insediative oggi sottoutilizzate e riacquisire un ruolo centrale, senza comprometterne, come ovvio, la destinazione principale. La stazione è solo uno dei potenziali edifici legati alla ferrovia che possono essere rifunzionalizzati con destinazioni d’uso compatibili con gli obiettivi del rilancio di Luino.

Il terzo contesto riguarda la parte della città industriale ed interessa processi di trasformazione verso la città post industriale; gli interventi hanno come finalità il recupero delle aree sedi dei maggiori stabilimenti di Luino, all’interno di un tessuto che si è sviluppato a corona intorno alle aree produttive. La crisi industriale ha portato allo “svuotamento” delle aree, mettendo in crisi la

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configurazione dell’intorno a “satellite”. Attualmente si prefigurano i presupposti per il rilancio del fronte lungo il fiume Tresa, storicamente secondario rispetto allo sviluppo integrato al tracciato ferroviario. L’area di trasformazione interessata, la ex Ratti, dovrà essere l’occasione di un ridisegno dell’intorno, con il potenziamento visivo verso il Tresa.

Le dimensioni delle aree dismesse, in particolare dello scalo ferroviario, determinano grande potenzialità insediativa e la creazione di un nuovo asse principale di connessione e collegamento parallelo all’asse ferroviario. La riqualificazione dello scalo, unita agli interventi di rifunzionalizzazione della stazione, diventano quindi l’opportunità di superamento della barriera rappresentata dalla ferrovia, che di fatto divideva in modo netto la città, rendendo nulle le relazioni funzionali tra i due lati del tracciato.

Le nuove relazioni insediate tra la città industriale e la città novecentesca sono l’occasione per ridisegnare il perimetro della città pubblica, incentivando il trasferimento delle funzioni poco compatibili con il contesto urbano (macello, depositi autobus, attività produttive) a favore di nuove destinazioni, in modo che esse rappresentino le nuove centralità urbane. Il progetto prevede l’insediamento di nuove attività commerciali.

8.1.2 Attività commerciali e valorizzazione del mercato Ripensare le strategie commerciali nel comune di Luino vuol dire certamente valutare le possibilità di sviluppo del settore, in una dimensione quantitativa e di diversificazione dell’offerta, ma soprattutto comporta la messa in atto di una politica fondata sull’integrazione di diversi fattori: la media distribuzione e gli esercizi di vicinato, l’offerta stabile per i residenti e l’offerta connessa al turismo, il mercato settimanale e il commercio tradizionale.

Per dirla in una forma riepilogativa e sintetica, lo sviluppo commerciale, in questo caso specifico più che in altri, può essere al tempo stesso causa ed effetto di un incremento del turismo, con forme e modi che il piano ha ipotizzato di reinventare e articolare con modalità innovative.

La linea già impostata dal piano commerciale vigente, che vede il limite dei 1.500 mq per le Medie strutture di vendita resta confermata, fatta eccezione per le aree di trasformazione dell’Ambito centrale, dove tale possibilità è estesa a 2500 mq, con il vincolo di presentazione di un progetto industriale che dimostri il verificarsi di una fattiva integrazione fra la nuova struttura commerciale e gli esercizi esistenti, con particolare attenzione al rispetto degli obiettivi del presente Piano di rilancio del ruolo del mercato.

La possibilità sopra indicata risiede prevalentemente, ma non esclusivamente, nella creazione di nuovi format commerciali (Temporary shop, e-commerce, eco-commerce), i cui obiettivi sono quelli di favorire lo sviluppo di sistemi indotti, in grado di avere delle ricadute sul mercato e quindi sulla movimentazione di persone e interessi intorno a quella attività, ma anche in generale sulle attività che a Luino possono migliorare l’attrattività del luogo. I Temporary shops possono costituire una opportunità in questo senso, con un modello organizzativo flessibile, che si espande e si trasforma nei diversi periodi, giorni o stagioni dell’anno. La parte espositiva è fissa, in termini di continuità di presenza, mentre l’apertura vera e propria può essere legata al funzionamento del mercato, con collegamenti di tipo merceologico o funzionali (servizi di ristorazione, alimentari Km zero, ecc…) o relativi alla presenza turistica (estate o periodi festivi).

In considerazione delle caratteristiche dei principali fruitori (provenienti dall’estero) gli elementi su cui puntare possono essere la qualità del prodotto e l’Italian style, sia nel food che nel no food, con integrazioni di elementi di tipicità come l’arredo e il cibo in una unicità di esposizione e vendita.

Un'altra occasione di offerta può essere quella dei prodotti alimentari locali, pubblicizzando il ricorso al Km zero (produzioni alimentari del luogo, che quindi non hanno dovuto essere trasportate da località anche molto lontane) e alla vendita di prodotti biologici anche con il supporto di iniziativa della Comunità Montana.

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L’obiettivo primario dei Temporary shops in questa circostanza più che quello di creare un “evento” unico e irripetibile, è quello di mostrare l’offerta, i prodotti e le occasioni del territorio, anche con una modalità variabile e alternata, in una continuità di esposizione finalizzata all’espansione delle opportunità di vendita.

Gli spazi ideali per questo tipo di strutture stanno nelle aree di trasformazione dell’ambito centrale, con particolare riguardo al grande comparto dei binari ferroviari e della stazione.

L’edificio della stazione appare in questo senso un luogo di particolare significatività: edificio di grande qualità architettonica, le cui funzioni occupano una parte minima delle strutture, in posizione strategica e di grande visibilità, esso offre un contesto particolarmente interessante per l’insediamento di tali segmenti commerciali.

L’E-Commerce e l’Eco-Commerce, possono anch’essi contribuire a migliorare gli spazi commerciali e a favorire opportunità di produzione locali, senza generare impatto da un punto di vista ambientale e senza determinare influenze negative sugli esercizi piccoli e medio piccoli esistenti.

In questo quadro, il mercato esistente, che come detto è un segno connotativo di Luino e non solo una attività economica, può essere valorizzato senza cercare di travalicare la componente spontanea che l’ha tenuto in vita fin’ora ma supportandolo anche per evitare il verificarsi di alcuni rischi che potrebbero comprometterne il futuro.

Il mercato è infatti un elemento straordinario, il cui perdurare nel tempo non può essere attribuito a caratteristiche merceologiche o a scelte commerciali in senso stretto, quanto piuttosto all’essere inserito nella cornice che la città e l’ambiente circostante offrono.

L’orizzonte di scenario individuato riguarda la possibilità di inserire il Mercato in una dimensione di fruizione molto più allargata rispetto alla situazione esistente, ricorrendo alle possibilità di trasporto collettivo di minore impatto, il treno e la navigazione lacuale, eventualmente integrato con i voli aerei, per trasportare in modo mirato e organizzato visitatori e fruitori di un mercato a tale riguardo potenziato e in grado di rispondere alla conseguente domanda.

E’ chiaro che una politica di questa dimensione può essere lanciata dal Documento di Piano, ma deve essere poi raccolta dall’Amministrazione Comunale e dalle forze economiche e sociali della zona, in termini di marketing territoriale e di accordi locali con i diversi settori interessati (agenzie di trasporti, agenzie di viaggio, associazioni commercianti ecc..).

L’idea è quella di far nascere un turismo organizzato giornaliero o di più giorni, da trasportare collettivamente in giorni e orari corrispondenti al mercato, con una forma di mobilità integrata aereo – treno – traghetto, da “portare” al mercato in una cornice ambientale e paesistica di qualità, come quella di Luino.

Non un Outlet sull’autostrada, ma un mercato artigianale sul lago, in un ambiente che si presta eventualmente anche ad una sosta più lunga.

Già l’agenda Strategica che il Comune di Luino ha formalizzato nel 2005 individuava una esigenza di potenziamento delle opportunità del mercato, da perseguire attraverso l’ampliamento degli spazi ad esso dedicati e/o l’allargamento dei tempi ovvero dei giorni in cui è possibile fare mercato, legato ai week-end, alle festività e alle stagioni.

In questa visione le prospettive di sviluppo del settore commerciale devono necessariamente essere integrate con le potenzialità di riqualificazione della città, di sviluppo dell’area e di compenetrazione con il territorio, integrazione senza la quale qualsiasi ipotesi di sviluppo sembra poco praticabile.

8.1.3 Riqualificazione della viabilità: interventi mirati e infrastrutture “smart”. Parallelamente alle singole trasformazioni delle aree, dovranno essere attuate modifiche sul sistema dell’accessibilità urbana, con il ridisegno delle gerarchie della rete stradale locale e il decongestionamento del lungo lago dal traffico veicolare.

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La riqualificazione della rete stradale è una prerogativa indispensabile per l’attuazione del nuovo disegno urbano, sia per migliorare la sostenibilità della mobilità, sia per consentire il realizzarsi dei progetti individuati, primo fra tutti il declassamento a strada prevalentemente locale della via lungo il lago, con relativa sistemazione del fronte “a lago” della città”.

Ciò determina l’esigenza di realizzare interventi di riqualificazione delle sedi stradali esistenti e la riorganizzazione dei tracciati viabilistici, che porti il traffico di attraversamento a non interferire con il nucleo storico e la zona a prevalenza pedonale e ciclabile, e a connettersi con il lungo lago in un circuito continuo.

Tale scelta, tra l’altro, è coerente con l’analisi e i conseguenti indirizzi contenuti nel PTCP della provincia di Varese, che per l’ambito di studio 1, cui Luino appartiene, pongono proprio l’accento sulla interferenza delle strade di rango superiore con i percorsi lungo il lago che attraversano i centri cittadini. Si riporta a riguardo lo stralcio dell’allegato “Approfondimenti tematici – Volume 1”

“L’ambito n. 1 (Valtravaglia, valli del luinese) vedrà migliorate le proprie relazioni viabilistiche con il territorio provinciale, a seguito della realizzazione del progetto che prevede la prosecuzione della S.P. 1, nella direzione verso Laveno Mombello, e con la riqualifica di alcuni tratti della S.S. 394 verso Luino. La S.S. 394 rappresenta, come detto, il principale collegamento con il sud della provincia, ma presenta evidenti criticità nel tratto che attraversa Luino, dove riprende, proprio dal centro città, la direttrice lungolago, verso la Svizzera, portando il traffico nell’abitato e causando, quindi, problemi di gestione per la viabilità interna comunale. Un ulteriore problema riguarda, sempre nel territorio del comune di Luino, la connessione della S.P. 61 con la S.S. 394 (la S.P. 61 è, peraltro, interrotta da una frana al km 13+500 nei pressi del confine con la Svizzera, sono perciò in corso importanti progetti per la messa in sicurezza e la successiva ricostruzione dell’asse stradale, nel territorio del comune di Cadegliano Viconago). La strada provinciale costituisce il principale collegamento, in territorio italiano, tra il luinese, la Val Marchirolo e la zona del Ceresio: in sostanza, anche il traffico proveniente da queste zone (entrambe nell’ambito n. 2) si scarica nel centro cittadino di Luino, aggravando i problemi più sopra evidenziati, e creando un circolo vizioso per effetto del quale è più difficoltosa anche la connessione con la strada statale 394 stessa. Sempre nell’ambito 1, la situazione della viabilità condiziona la valorizzazione del lungolago, obiettivo che potrà essere efficacemente perseguito solo quando i problemi legati alla percorribilità della sponda lacuale saranno risolti. L’unico percorso lungo il quale, attualmente, si snoda il traffico (anche di tipo turistico) è rappresentato dalla S.P. 69 dalla quale, al fine di potenziarne il servizio, viabilità veloce e trasporto merci dovrebbero essere allontanati, portandoli sulla S.S. 394, garantendo comunque la fluidità di entrambe queste aste, che, sole, garantiscono l’accessibilità al nord ovest della provincia”.38

A tale riguardo va evidenziato che, in considerazione della complessità orografica e della fragilità paesaggistica del territorio del Luinese, ogni intervento strutturale sulla rete stradale risulta difficilmente mitigabile e tende a compromettere l’equilibrio tra infrastrutture e paesaggio:

- le diverse rotatorie urbane ed extraurbane realizzate non lasciano sufficiente spazio e agio per la circolazione pedonale e ciclabile;

- la bretella del “Cucco”, Voldomino – Germignaga, di fatto ha diviso in due la piana del Margorabbia interrompendo un interessante corridoio eco sistemico longitudinale;

- l’“ammodernamento” della strada statale Luino – Maccagno va a mutare la cartolina sul lago e genera non poche preoccupazioni man mano che i lavori proseguono e mostrano la consistenza degli interventi.

Verso la fine degli anni ’90 è stato promosso uno studio generale del traffico urbano dimostrando, di fatto, una elevata variabilità e mutabilità di flussi e percorsi in relazione alla diversificazione di fenomeni ed occasioni: il mercato del mercoledì rende il centro zona pedonale; il mattino presto il traffico dei frontalieri segue un unico senso di marcia così come verso sera al rientro; le festività di

38 Approfondimenti tematici – Volume 1. Cap. 2.3.1 pag. 90 - 91

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primavera e fine estate vanno a congestionare le strade litoranee sia per l’accesso al lago che per raggiungere i collegamenti verso le località prealpine.

Tra le questioni di maggiore criticità si evidenziano:

- la frattura urbana dettata dalla presenza della linea ferroviaria che divide in due la città: a fronte dell’incremento del traffico merci si profila la chiusura del PL di via Carnovali-Voldomino e i due sottopassi di via Fornara e via Luini non sono in grado di sostenere il carico;

- la localizzazione delle scuole superiori ad una distanza e quota che non agevola i collegamenti pedonali;

- il sistema della grande distribuzione presente nelle zone periurbane rende satura la capacità stradale e la dotazione di parcheggi del centro urbano di Luino.

Ipotesi infrastrutturali: tangenziale e sottopasso ferroviario. Centro urbano, storico e novecentesco, si ritiene meritino una attenzione di “zona a traffico limitato”, con regolamentazione del traffico che “tolleri” l’attraversamento, con attenzione alle funzioni ricche, mercato e servizi, e alla dimensione pedonale. Pertanto non sembra utile persistere con indicazioni di attraversamento semplificato coniugando in piazza Garibaldi la direttrice Valcuviana con la litoranea.

Quale alternativa, laddove condizioni di traffico e disponibilità di risorse ne renderanno praticabile la realizzazione, è possibile prevedere una tangenziale che bypassi la litoranea da via Fornara a via Lugano, passando sulle aree ferroviarie a alzando un viadotto in corrispondenza della galleria ferroviaria, a guisa delle previste infrastrutture per il contenimento acustico della rete ferroviaria.

Per quanto riguarda l’attraversamento della linea ferroviaria, per le motivazioni riconducibili all’incremento del traffico merci è proposto un sottopasso stradale in corrispondenza della via Carnovali e almeno un sovra-sottopasso del piano ferroviario pedonale e ciclabile all’altezza della piazza Marconi.

Uso della città contemporanea, applicazioni di “infomobility”. Mercato settimanale, rotazione della sosta, ciclabilità della città, vivibilità pedonale, opportunità di aggregazione e animazione urbana, sono i principali temi di interesse legati all’innovazione nella mobilità urbana.

Per mettere a punto questi indirizzi l’Amministrazione è impegnata con iniziative sul piano della condivisione e partecipazione:

- ristrutturazione del mercato settimanale, mercato storico di strada;

- riorganizzazione del sistema dei parcheggi disponendo di parcheggi di lunga sosta nella cintura urbana e a pagamento a rotazione all’interno della linea ferroviaria;

- strutturazione di piste ciclabili secondo un piano pluriennale di ciclabilità urbana che colleghi stazioni e scuole;

- riqualificazione dell’arredo pubblico e privato negli spazi ed esercizi pubblici: rinnovamento della fascia a lago, parco Ferrini, regolamentazione dehor, insegne e arredi bar ecc..

Quale strategia di piano, è ipotizzato lo sviluppo e la promozione di una infrastruttura integrata di infomobility, in grado di governare con la necessaria flessibilità le zone a traffico limitato, il sistema informativo dei parcheggi in tempo reale, la gestione delle tariffe dei parcheggi, l’attivazione di percorsi di circonvallazione temporanei ecc…

La regolazione della mobilità urbana mediante infomobility comporta il superamento della logica della “rotatoria”, utile strumento regolatorio introdotto negli anni 90 ma che sconta il fatto che privilegia esclusivamente la circolazione veicolare motorizzata. La reintroduzione degli impianti semaforici, anche in ausilio alle rotatorie (via Sbarra) necessariamente dovrà essere legata alla

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semaforizzazione intelligente e gestibile a distanza: questo potrebbe garantire la regolazione periodica a doppio senso della via Confalonieri Battisti e della via Santonofrio, per esempio.

Naturalmente l’attivazione di questi processi ad elevata innovazione è legata non solo al centro urbano ma esportabile nelle frazioni di Creva, Voldomino e Colmegna. La percezione e la fruizione del Lungo Lago Si è già detto di come gli interventi programmati debbano contribuire a migliorare l’uso, l’immagine e la funzionalità di questa parte importante di città, e di come questo possa costituire l’occasione per il rilancio dell’attività turistica.

Tale obiettivo non può però prescindere dall’intervenire anche sul fronte della viabilità, per integrare il sistema lungo lago alla città consolidata ed eliminare i diversi elementi di frattura fra le due parti. In particolare è necessario intervenire sull’asse viario di viale Dante Alighieri, oggi uno degli assi più trafficati di Luino, che crea una barriera tra il percorso lungo le sponde del bacino e la città, barriera da rimuovere attraverso la riorganizzazione della viabilità del traffico.

8.1.4 La tutela delle aree fra la città e la montagna Migliorare il rapporto fra la città e il lago è uno dei principali obiettivi del Piano che, come abbiamo visto, opera principalmente sulla città esistente. E’ però essenziale, nel contempo, mettere in atto alcune scelte tese a valorizzare anche il rapporto fra la città e la montagna, e creare una relazione positiva fra le diverse parti del territorio luinese.

Una delle scelte principali a riguardo è incentrata sulla salvaguardia di ampie porzioni di aree agricole e boscate, individuate nello studio per il Piano paesistico oltre che nel Documento di Piano, per la loro valenza ambientale e paesistica, di interfaccia fra la città e la montagna, da mantenere inedificata per contenere l’impatto della città sul territorio, e nello stesso tempo di favorire lo scambio fra il lago, la città e il resto dei luoghi.

Le aree sopra indicate dovranno infatti intercettare i percorsi e sentieri esistenti e previsti, che dal lago e dal fiume, o attraverso il corso del fiume, percorrono il territorio e connettono fra loro le numerose località di cui Luino si compone.

E’ da evidenziare, in questo caso più che in altri, come la qualificazione delle diverse parti del territorio sia funzionale una allo sviluppo dell’altra: il miglioramento della qualità turistica della città è ad esempio un’occasione anche per lo sviluppo delle attività agricole multifunzionali (agriturismo e multifunzionalità) e alle produzioni DOP legate all’economia della montagna del luinese, così come l’evoluzione in senso agrituristico delle attività agricole e la percorribilità dei sentieri rappresentano una ulteriore opportunità di turismo che può facilmente integrarsi col lago.

I sentieri, una buona rete ciclopedonabile, la qualità del verde pubblico e la connessione fra le aree verdi, sono tutti elementi che non solo rendono alta la qualità della vita della comunità, in questo caso estesa anche ai comuni che gravitano su Luino, ma che migliorano l’attrattività dei luoghi e la orientano verso una forma di turismo meno impattante e con una migliore sostenibilità ambientale.

8.2 AREE DI TRASFORMAZIONE: LE AREE CENTRALI E GLI INTERVENTI DIFFUSI Le aree di trasformazione individuate, disciplinate nella normativa del Documento di Piano, sono l’esito del ruolo che la definizione della città pubblica ha esercitato sulla formazione del Piano stesso, guidando e generando le esigenze di trasformazione; esse sono prima di tutto riconducibili all’Ambito di trasformazione delle aree centrali, che comprende l’area dismessa ex Ratti, l’area della ferrovia, della stazione e della ex Visnova, le aree pubbliche adiacenti al lago e la ex area SVIT.

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Le aree della città pubblica sono quelle che emergono in funzione di un nuovo ruolo cui la città vuole ambire, dove il lago è un valore fruibile da valorizzare in funzione turistica, e quindi da tutelare per i valori ambientali e paesistici che sottende.

In particolare le specifiche aree d’intervento comprese nell’Ambito delle zone centrali sono:

TR5 – Area SVIT

TR6 – Aree pubbliche lungolago

Gli interventi individuati dovranno essere connessi a quelli previsti nelle aree di trasformazione, nel senso che dovranno essere inquadrati all’interno di un unico Piano attuativo di Inquadramento di iniziativa pubblica o privata, che dovrà delineare puntualmente le destinazioni, le quantità, le scansioni temporali, la suddivisione degli oneri, le priorità di interesse pubblico e i condizionamenti, sulla base di quanto la scheda d’ambito contenuta nelle Schede delle Aree di trasformazione definisce. La definizione del Piano attuativo di Inquadramento avrà luogo attraverso una interazione fra tutti i proprietari delle aree inserite nell’Ambito e l’Amministrazione, per addivenire ad una programmazione dei tempi e delle modalità dei singoli interventi, determinando nei vari casi gli effetti indotti e le mitigazioni necessarie per la sostenibilità degli interventi stessi.

La conformazione del Piano di Inquadramento sarà quella del Piano Integrato di Intervento, di cui al capo I del titolo VI della legge regionale 12/05, in quanto strumento idoneo a rispondere all’esigenza di coinvolgere più soggetti pubblici e privati, a considerare gli aspetti di carattere infrastrutturale anche di interesse regionale e ad integrare l’interesse pubblico e l’iniziativa privata in un quadro coordinato di interventi.

In assenza del Piano attuativo di inquadramento è in ogni caso sempre possibile realizzare interventi pubblici e di interesse pubblico volti a realizzare nuovi spazi di interesse pubblico o per adeguare, migliorare o integrare quelli esistenti.

Con l’attivazione del procedimento per lo studio del piano si procederà ad opportune forme di partecipazione idonee a raccogliere suggerimenti e contributi utili alla definizione del progetto urbanistico.

Le aree di trasformazione private, i cui processi d’intervento sono interrelati con i programmi di interesse pubblico sono:

TR 1 – Ex fabbrica Ratti

TR 2 – Ex Scalo Ferroviario

TR 3 – Stazione

TR 4 - Area Visnova

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Relazione del Documento di Piano 99

Figura 78 Individuazione delle aree dell’ambito di trasformazione delle aree centrali

Scheda 1 - Ex fabbrica Ratti Scheda 2 - Scalo Ferroviario Scheda 3 - Stazione Scheda 4 - Area Visnova Scheda 5 - Area SVIT Scheda 6 - Aree pubbliche lungolago

Come si vede l’Ambito delle aree centrali riguarda un complesso di aree pubbliche e private in parte dismesse, che rappresentano una risorsa strategica per la città di Luino, per promuovere una riqualificazione complessiva degli spazi centrali e generare un rilancio economico, sociale ed ambientale della città

Il Piano attuativo di inquadramento delle aree centrali, stabilito il volume globale dell’insieme degli interventi da definirsi attraverso l’utilizzo di meccanismi perequativi, dovrà individuare gli ambiti di concentrazione volumetrica con le relative tabelle di corrispondenza – in termini di pesatura volumetrica - tra le destinazioni d’uso ammesse nello spettro previsto dal documento di piano.

Esso dovrà infatti individuare puntualmente le destinazioni d’uso consentite, con l’obiettivo di salvaguardare le attività esistenti e promuovere il rilancio economico, produttivo ed ambientale delle aree centrali. Le destinazioni attribuite terranno inoltre conto dei vincoli di carattere paesistico derivanti dalla presenza del lago e da quelli derivanti dalla presenza della ferrovia.

Le destinazioni d’uso che seguono sono indicate con riferimento a quote minime e/o a quote massime. Le percentuali massime potranno essere applicate nel caso di proposte in grado di garantire il massimo vantaggio pubblico, così come individuato dal Piano d’Inquadramento, e la migliore qualità prestazionale, architettonica e di inserimento ambientale.

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Le Destinazioni d’uso individuate sono:

RESIDENZA: MINIMO 5% - MASSIMO 15%

COMMERCIALE: MASSIMO 15% Comprensive di MSV < 500 mq di Superficie di Vendita e 2 MSV fino a 2.500 mq di Superficie di Vendita (con presentazione progetto industriale)

RICETTIVO: MINIMO 15%

ALTRE DESTINAZIONI PREVISTE:

CANTIERISTICA

ARTIGIANATO DI SERVIZIO

ESPOSITIVO

CULTURALE E RICREATIVO

ASSISTENZA E CURA ALLA PERSONA

FUNZIONI PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO

Nell’individuazione dei parametri urbanistici ed edilizi il Piano attuativo di inquadramento delle aree centrali potrà disporre di una volumetria complessiva pari a It=1,0 mc/mq con la possibilità di un ulteriore incremento premiale Itp di 0,3 mc/mq da utilizzare come incentivo e premialità per la realizzazione di iniziative ritenute strategiche per il rilancio del sistema urbano. In particolare l’indice premiale è ottenibile in relazione alla verificata realizzabilità delle condizioni infrastrutturali contenute nelle singole schede del presente ambito, in funzione della corrispondenza del programma degli interventi alle indicazioni individuate per la massima valorizzazione della città pubblica, e a condizione che la progettazione degli spazi e dei manufatti sia tale da garantire una ottimizzazione delle performance prestazionali e della qualità architettonica e paesistica degli interventi.

L’indice 0,3 può essere oggetto di trasferimento delle relative volumetrie, con le stesse modalità descritte nei successivi articoli, a condizione che vengano assunti i medesimi impegni che l’hanno generato.

Al solo scopo di tradurre la volumetria teorica derivante dall’applicazione dell’indice, in SLP, l’altezza virtuale è assunta pari a 3 m.

Va infine precisato che all’interno delle aree centrali è presente un’area il cui Piano è già stato approvato e non ancora convenzionato quale l’area Ratti (Z3). Per tale area valgono i rapporti convenzionali che verranno eventualmente sottoscritti nonché la possibilità di aderire alle proposte che saranno contenute nel Piano di Inquadramento d’Ambito. I principali requisiti dimensionali approvati sono i seguenti:

Sup. territoriale: mq 37.482

Sup. coperta esistente: mq 27.379

Vol. esistente: mc 272.151

Vol. progetto: mc 240.347

Indice di densità territoriale: 7,26%

SLP produttiva: mq 31.097

SLP centro fieristico: mq 472

Volume a destinazione residenziale: mc 12.017

Le aree di trasformazione fin qui considerate e disciplinate nelle schede normative appartengono tutte al sistema della città esistente, da riqualificare e rifunzionalizzare per il rilancio e il rinnovamento della città stessa, e non prevedono nuovo consumo di suolo.

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Il Piano individua inoltre una serie di interventi che sostanzialmente ricalcano previsioni non ancora attuate dal precedente PRG, se pur introducendo alcune modifiche normative, di perimetro o di dimensione. Si tratta di piani esecutivi non ancora attuati o di previsioni di completamento, che solo in pochi casi determinano nuovo consumo di suolo rispetto a quanto già il precedente PRG determinava.

Esse sono:

Area TR B – Via Asmara

Area TR C – Via Copelli

Area TR D – Via Copelli

Area TR E - Voldomino Inferiore

Area TR F - Voldomino Inferiore

Area TR G – Zona Tecco

Area TR I – Poppino Via Crevella

Le modifiche introdotte dal PGT sono prevalentemente di carattere normativo (fatte salve alcune modificazioni del perimetro) ed hanno riguardato il contributo che ogni area di trasformazione può e deve dare al completamento della città pubblica, realizzando le opere necessarie al suo affermarsi o contribuendo attraverso gli oneri di urbanizzazione calcolati sulla base degli effettivi costi di realizzazione, incrementati o meno sulla base dell’impatto che ogni destinazione genera sul territorio (vedi succ. capitolo).

Va a tale fine precisato che le specificità del tessuto urbano di Luino, tessuto rado nelle nuove espansioni e nuclei storici diffusi, hanno comportato l’identificazione di un Tessuto Urbano Consolidato frazionato in aree con caratteristiche fra loro anche diverse, includendo aree residenziali esistenti a bassa densità composte prevalentemente da case unifamiliari. In questo tessuto si inseriscono le aree di trasformazione, indicate come tali per poter meglio concordare le modalità attuative, che sono state poi oggetto di revisione in sede di controdeduzioni.

Allo stesso modo in fase di controdeduzione sono stati eliminati dal perimetro del TUC gli ambiti più piccoli relativi ai servizi sparsi sul territorio, mantenendo sostanzialmente inalterata la formulazione originaria del TUC stesso.

8.2.1 Verifica delle aree di trasformazione con lo stato dei luoghi e con le previsioni sovraordinate

Come già ampiamente illustrato, il territorio di Luino si trova in un’area ricca di elementi ambientali e paesistici di grande interesse, e come tale sottoposto ad una serie di attenzioni di rilevanza sovracomunale che è necessario considerare.

Di seguito sono riportati gli stralci di una elaborazione in cui sono state sovrapposte le previsioni del piano con le indicazioni regionali e provinciali connesse con il progetto di rete ecologica regionale (RER), con l’individuazione delle aree agricole da parte del PTCP, oltre che con la sussistenza delle aree boscate, come individuate dal PIF in itinere ad opera della Comunità Montana.

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Relazione del Documento di Piano 102

Figura 79 Tavola A18.1 verifica Aree di trasformazione con Aree agricole PTCP, RER e PIF

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Relazione del Documento di Piano 103

Nello stralcio che segue è evidenziato il comparto che presenta maggiori elementi di criticità. I Piani attuativi originari in questa zona si sovrapponevano infatti ad elementi della RER ed alle aree agricole provinciali. I perimetri sono stati conseguentemente modificati e ridimensionati, allo scopo di diminuire o eliminare le interferenze e attenuarne gli impatti.

In particolare si evidenziano le aree TRE (il Piano originario interessava tutta l’area agricola), e le previsioni lungo via Asmara, che riguardano il Piano TRC.

Figura 80 Stralci zona Voldomino

A tale riguardo si precisa che fra l’Adozione e l’Approvazione del Piano l’Amministrazione ha effettuato uno specifico studio naturalistico che ha approfondito la tematica della rete ecologica e dei varchi da mantenere. Ciò ha consentito di dettagliare meglio alcune previsioni, che in particolare riguardano le aree in oggetto e la ex Area TRH, evidenziata nello stralcio cartografico che segue col numero 1).

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Relazione del Documento di Piano 104

Quest’ultima infatti, anche raccogliendo il suggerimento proposto col parere Regionale, è stata modificata in area da attuare con permesso di costruire convenzionato, vincolando l’area compresa nella Rete Ecologica Regionale in verde privato vincolato.

Le altre aree che interessano questa parte di territorio sono l’area già occupata da una installazione di pannelli fotovoltaici evidenziata nello stralcio cartografico col numero 2), e l’area del Piano attuativo in corso, n. 3), erroneamente indicato come non attuato nelle analisi dello stato di attuazione del previgente PRG.

Figura 81 Stralci zona Voldomino

Per una più completa evidenziazione di quanto detto si esamini a riguardo la tavola A13 relativa allo stato di attuazione delle previsioni del PGT.

Va in ultimo evidenziato che nella normativa del Documento di Piano è stata introdotta una disposizione che ha lo scopo, da una parte, di mantenere le aree interessate da ipotesi di trasformazione in buono stato ecologico e ambientale, evitando situazioni di abbandono e usi impropri tipici delle condizioni transitorie, dall’altro di anticipare la sistemazione del verde ad una fase precedente allo stesso avvio dei cantieri, in modo da avere la composizione delle parti a verde e delle alberature che normalmente completano l’intervento ancora prima che l’intervento stesso abbia avuto inizio.

Tale disposizione rende la sopradetta norma come una condizione indispensabile al mantenimento della previsione di trasformazione, imponendo di scegliere, entro lo spazio massimo di un anno, quale fra le sistemazioni transitorie individuate (piantumazione preventiva, produzione agricola e/o florovivaista, orti urbani, realizzazione di servizi temporanei ad uso pubblico, giardini privati), affidare all’area in oggetto. Il ricorso alla piantumazione preventiva, in particolare, è prevista lungo tutti i margini dell’area interessata, e dovrà essere mantenuta anche in fase di realizzazione

2

3

1

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Relazione del Documento di Piano 105

dell’intervento previsto, affinchè, ad intervento concluso, le alberature siano già in grado di svolgere la propria funzione ecologica e paesistica.

In una città come Luino tale scelta è stata dettata da evidenti ragioni paesistiche, prima che di natura ecologico-ambientale, tenuto conto dell’importanza che assumono le visuali nelle diverse prospettive, in direzione del lago e in direzione della montagna. Essa assume un valore particolare nella zona della piana di Voldomino, dove la fragilità dell’equilibrio fra interventi esistenti e previsti e la salvaguardia paesaggistica e ambientale dell’area comporta particolari attenzioni, anche alla luce delle indicazioni regionali in materia di rete ecologica.

8.2.2 Capacità insediativa Al fine di verificare la capacità insediativa teorica del presente PGT ed accertarne la dotazione di standard, al netto degli spazi d’uso e fruizione che il nuovo Piano viene a determinare, è stata assunta come base di partenza la popolazione residente nel comune nel gennaio 2012, pari a 14.615 abitanti.

A questo dato sono state aggiunte le previsioni del PGT, stimandone la presenza residenziale, che come illustrato dal Documento di Piano è teorica perché soggetta a percentuali variabili.

Fra l’adozione e l’approvazione del piano sono intervenute alcune modifiche in recepimento delle osservazioni, che hanno comportato un incremento della capacità insediativa del Piano.

Tali modifiche possono essere così riassunte:

Ambito delle aree centrali: le osservazioni hanno richiesto una precisazione delle aree, da attestare meglio sui mappali del catasto, dando così il via ad una verifica complessiva che ha interessato anche gli ambiti pubblici. Il calcolo delle superfici, che è indicativo, è risultato superiore a quello originariamente individuato, comportando così il conseguente incremento volumetrico.

Aree di trasformazione: la TRA, a destinazione residenziale, riguarda un Piano attuativo in corso la cui convenzione risulta scaduta. Essa è stata ricondotta alla sua previsione originaria, con una ipotesi di ridefinizione della volumetria residua da verificare in sede di rinnovo della convenzione. La volumetria individuata è pertanto da intendersi come indicativa, ancorchè con una indicazione volumetrica superiore a quella originariamente individuata.

Ambiti da realizzare con permesso di costruire convenzionato: si tratta di piccole aree adiacenti a zone di completamento, per le quali è stata individuata una capacità edificatoria con prescrizioni relative alle aree a servizi da cedere, zone a verde da mantenere e opere da realizzare. Di seguito si riportano le tabelle che danno conto della dimensione stimabile degli interventi nelle aree centrali e nelle aree di trasformazione sul resto del territorio, con una evidenziazione in particolare delle previsioni residenziali. Stima delle previsioni nelle aree centrali AMBITO DI TRASFORMAZIONE DELLE AREE CENTRALI

SUP. COMPLESSIVA

Indice Totale da perequare

It mc/mq

Premialità massima su

aree di Trasformazione con 0,3 mc/mq

mc

Volume Totale compreso esistente

Mq

Quota Residenziale

15%* Mc

Quota Ricettiva

40%* Mc

Quota Commerciale

15%*Mq

Altre destinazioni

30%* Mq

Popolazione Standard Residenziali (26,5 mq/ab)

Mq

Res. Min. 5% - Max 15%Comm Max 15%Ricettivo Min. 15%Altre destinazioni 289.100 1 86.730 375.830 56.375 112.749 18.792 12.528 376 9.959 * percentuale stimata

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Relazione del Documento di Piano 106

Stima delle previsioni nelle aree di trasformazione AREA Destinazione Superficie

territ.Mq

Indice Ut mq/mq

Indice It mc/mq

SLP Produttivo

Mq

SLP Commercio

Mq

Volume Residenza

Mc

Volume Direzionale

Mc

Volume Ricettivo

Mc

PopolazioneN.

Standard Residenziale

MqTRA eliminata (diventa PA in corso)TR B - EX PZ 9 Via AsmaraResidenza e attività compatibili: min 40% - max 70% (60%)Ricettivo: min 10% - max 30% (20%)Direzionale e uffici: min 10% - max 30% (20%)

Residenziale e altre Funzioni Ricettive Terziarie

5.200 1,5 4.680 1.560 1.560 31 827

TR C - EX PZ 10AAttività produttive: min 40% - max 70% (65%)Artigianato di servizio e direzionale: min 10% - max 30% (20%)Commerciale MSV: min 10% - max 20% (15%)

Produttiva e Commerciale

15.000 0,7 6.825 1.575 6.300

TR D - EX PZ 10BAttività produttive: min 40% - max 70% (65%)Artigianato di servizio e direzionale: min 10% - max 30% (20%)Commerciale MSV: min 10% - max 20% (15%)

Produttiva e Commerciale

5.410 0,7 2.462 568 2.272

TR E - BVP Voldomino Inferiore Residenziale 8.200 0,3 2.460 16 435

TR F - BVP Voldomino Superiore

Residenziale 5.600 0,3 1.680 11 297

TR G - Residenziale 3.000 0,8 2.400 16 424 TR H eliminata (Diventa industriale con Permesso di Costruire Convenzionato)TR I – Poppino Via Crevella Residenziale 6.890 0,4 2.756 18 487 TOTALI 49.300 9.287 2.143 13.976 10.132 1.560 93 2.469

AREA DestinazioneSuperficie

territ.Mq

SLP Produttivo

Mq

Volume Residenza

Mc

PopolazioneN.

P.A. Poppino Residenziale 9.480 8.000 53

9.480 - 8.000 53

P. A. Via Gorizia

Attività produttive

23.690 3.000

23.690 3.000 - -

TOTALE RESIDENZA

PIANI ATTUATIVI IN CORSO

TOTALE PRODUTTIVO

cessioni individuate

TOT

P1 Ipotesi di riconversione funzionaleP2 Ipotesi di riconversione funzionaleP3 RESIDENZA 2870 0,3 861 9 OPEREP4 RESIDENZA 2460 0,3 738 7 OPEREP5 RESIDENZA 3080 0,8 2464 25 2450P6 RESIDENZA 1720 0,8 1376 14 1340P7 RESIDENZA 1840 0,8 1472 15 250 OPEREP8 RESIDENZA 640 0,8 512 5 490P9 RESIDENZA 1360 0,8 1088 11 OPEREP10 RESIDENZA 1900 1,5 2850 29 1660

15870 11361 114 6190P11 PRODUTTIVO 6850 0,7 4795

6850 4795

TOTALE RESIDENZA

TOTALE PRODUTTIVO

PERMESSI DI COSTRUIRE CONVENZIONATI

Standard ResidenzialeMqAREA Destinazione

Superficie territ.

Mq

Indice UT mq/mq IT mc/mq

SLP Produttivo

Mq

Volume Residenza

Mc

PopolazioneN.

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Comune di Luino (VA) Piano di Governo del Territorio

Relazione del Documento di Piano 107

Totale delle previsioni residenziali

AREA Superficie territ.

Mq

Volume Residenza

Mc

PopolazioneN.

Standard Residenziale

MqAMBITO CENTRALE 56.375 376 9.959 AREE TR X 13.976 93 2.469 P.A. IN CORSO 8.000 53 P.di C.C. 11.361 114 6.190

89.712 636 18.619

FUNZIONE RESIDENZIALE

TOTALE

Il dato di 636 nuovi abitanti teorici, da aggiungere alla popolazione residente, pari a 14.615, è stato poi confrontato con la dotazione di aree a standard previste dal Piano dei servizi, che comprende le nuove aree individuate come evidenziato in tabella. Queste sono poi incrementate della quota minima di 26,5 Mq/ab. da realizzare all’interno dei comparti residenziali delle aree di trasformazione.

DESTINAZIONE AREA Mq. PUBBLICO USO PUBBLICO DA ACQUISIRE

TOT. SERVIZI INT. GENERALE 32.098 27.972 4.126 - TOT ISTRUZIONE 34.674 25.533 9.141 - TOT. SERVIZI RELIGIOSI 39.977 - 39.977 - TOT. PARCHEGGI 62.836 54.395 7.204 1.237 TOT VERDE E ATTREZZ. SPORTIVE 420.132 241.487 139 178.506 PARZIALE SERVIZI ALLA RESIDENZA 589.717 349.387 60.587 179.743 NUOVA AREA VERDE VIA DANTE 1.231 1.231 NUOVA ARE A VERDE E PER PERCORSI LUNGO IL TRESA 1.800 1.800 TOTALE SERVIZI ALLA RESIDENZA 592.748 349.387 60.587 182.774

Figura 82 Servizi residenziali esistenti e previsti del Piano dei Servizi

I dati che ne risultano sono i seguenti:

Verifica dotazione di standard

Volumetria Ambito Centrale

Mc

Volumetria Aree TRX

Mc

Abitanti Aree P.A. in corso

Abitanti Permessi di Costruire Convnezionati

Nuova Popolazione

N.

56.375 13.976 53 114 636 Popolazione

Totale (esist. 14.615)

Servizi esistenti e

previsti Mq

Nuovi Servizi Aree TR e PDCC

Mq

Servizi ToT. Mq

StandardMq/Ab.

15.251 592.748 18.619 611.367 40,1

In presenza di una più che buona disponibilità di standard, pari a 40,1 mq/ab, Luino può contare inoltre di una dotazione di servizi di interesse sovracomunale e servizi per l’amministrazione dello Stato che corrispondono a circa 142.650 mq, ai quali sono poi da aggiungere le aree tecnologiche a servizio della città ed altre funzioni sovracomunali private di interesse pubblico.

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Relazione del Documento di Piano 108

Va precisato che le aree a verde naturalistico funzionali alla rete ecologica hanno natura sovracomunale, ma sono state comunque considerate all’interno dello standard in quanto chiaramente di interesse per la dotazione di verde locale.

A completamento dei dati sin qui riportati, di seguito sono indicate le previsioni quantitative delle altre funzioni previste, seppur stimate all’interno delle percentuali stabilite per ogni Piano. Nella colonna “altre destinazioni” sono comprese le altre destinazioni dell’ambito centrale più la funzione direzionale compresa nelle schede TRX.

TOTALE DESTINAZIONI NON RESIDENZIALI

AREA PRODUTTIVA SLP MQ

RICETTIVA SLP MQ

COMMERCIO SLP MQ

ALTRE DEST.* SLP MQ

AMBITO CENTRALE 3.948 16.974 1.316 AREE TR X 13.046 520 2.143 3.377 Permessi di C. C. 4.795

TOTALE

14.082

38.103 20.935 14.693 * compreso direzionale TR

8.3 DISPOSIZIONI PER LA REALIZZAZIONE DELLA CITTÀ PUBBLICA Uno dei temi cha ha investito l’urbanistica per tutta l’epoca della prima legge quadro regionale (L.51/75) riguarda la modalità di realizzazione della città pubblica ed i suoi costi, da interpretare in rapporto alle aree di trasformazione. La legge 12/2005 ha affrontato il tema in vari modi, mettendo a disposizione delle amministrazioni e dei progettisti una serie di strumenti funzionali allo scopo.

Il Piano dei Servizi è in particolare lo strumento del PGT deputato a esplicitare e disciplinare le scelte in materia di servizi, declinando anche la relazione che tali scelte hanno con il sistema dei costi e degli oneri da prescrivere per la realizzazione degli interventi privati.

La legge 12, all’art. 9 regolamenta l’istituto del Piano dei Servizi evidenziandone, tra l’altro, la correlazione con il PUGSS. In particolare con il Piano dei Servizi i Comuni devono:

- determinare i servizi da insediare correlandoli con gli utenti esistenti e quelli previsti, calcolati in relazione alle previsioni del Documento di Piano.

- esplicitare la sostenibilità dei costi per dare attuazione al precedente punto, anche in rapporto al Programma triennale delle opere pubbliche, nell’ambito delle risorse comunali e di quelle provenienti dalla realizzazione degli interventi

A conferma del ruolo del Piano dei servizi per la determinazione degli oneri di urbanizzazione, necessari a corrispondere a quanto sopra indicato, la legge 12 all’art.25 specifica che fino alla approvazione del Piano dei Servizi gli oneri di urbanizzazione sono regolamentati dalla normativa previgente.

All’art. 44, infine, definiti gli elenchi delle opere che rientrano nella categoria delle urbanizzazioni primarie e secondarie, la legge determina che l’entità degli oneri deve essere definita dai Comuni con l’obbligo di aggiornamento ogni tre anni, in relazione alle previsioni del Piano dei Servizi (e del Programma delle Opere pubbliche) tenuto conto dei costi prevedibili delle opere di urbanizzazione incrementati dai costi relativi alle spese generali. I costi sono indicati a “metro cubo” per gli interventi residenziali e a “metro quadro” per le attività industriali, turistiche, commerciali, direzionali.

A riguardo di quanto fin qui illustrato, il presente Documento di Piano ha individuato gli elementi orientativi cui fare riferimento per la determinazione dei costi, mediante la messa a punto di un “set” di indicatori finalizzati alla definizione di una struttura tariffaria per l’applicazione degli oneri di

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urbanizzazione, coerente con i costi di competenza delle cubature indicate dal Documento di Piano stesso.

Si tratta di andare a individuare una forma di bilanciamento tra le operazioni immobiliari, di carattere produttivo o residenziale, e il costo che l’Amministrazione, e cioè tutti i cittadini, devono sostenere per completare e dare adeguatezza a quell’operazione.

Il costo reale dei servizi, infatti, non è solo quello che viene calcolato per la costruzione delle urbanizzazioni primarie e secondarie, ma è anche quello necessario alla gestione, riorganizzazione, mantenimento e implementazione della rete di servizi che rendono abitabile e vivibile un luogo, e idoneo a svolgerci attività a vario titolo produttivo.

Questi costi vengono, in buona parte, sostenuti dalla fiscalità generale, determinando una sperequazione fra la proprietà di un’area cui viene attribuita una possibilità di trasformazione e le altre parti della città, che a volte ne sopportano solo gli esiti negativi soggettivamente o oggettivamente parlando.

In questo quadro si inserisce la visione introdotta dal nuovo Piano dei Servizi, strumento chiamato non solo a indicare i dati quantitativi relativi ai servizi esprimibili in superfici e livelli di gradimento e di necessità, ma anche ad esporre i costi di produzione, mantenimento e gestione dei servizi stessi, da rapportare sia alla città esistente che ai nuovi sviluppi.

Più nel dettaglio:

- Il monitoraggio quinquennale operato sui costi della città pubblica, le proiezioni di spesa prefigurate in relazione al livello di standard dei servizi attesi, le valutazioni effettuate sui programmi di investimento correlate alle indicazioni di piano, restituiscono il presumibile stock di spesa quinquennale per la città pubblica.

- Nel contempo una indagine sulla sostenibilità degli investimenti in termini di capacità di spesa diretta o di indebitamento da parte del Comune, quindi l’analisi del livello di capacità di intercettazione di finanziamenti esterni – in termini di trend decennale – restituisce il carico massimo possibile cui la città che vive riesce a far fronte per la conservazione e mantenimento dei servizi afferenti l’attuale quadro rotazionale oltre le prefigurabili necessità di adeguamento e ri-produzione.

Tali analisi, che come già detto saranno affrontate all’interno del Piano dei Servizi, possono essere in grado di individuare un onere medio differente per gli interventi di completamento nella città costruita e nelle aree di trasformazione e un’altro per le grandi aree di trasformazione dell’ambito centrale, da incrociare con gli altri parametri di valutazione che attengono in particolare all’interesse per l’intervento, alla conformità con le politiche dell’Amministrazione, alla zona in cui si colloca, all’impatto che genera.

Il sistema di costi definito sulla base delle valutazioni sopra indicate porta alla creazione di un protocollo gestionale che il Piano dei Servizi deve sviluppare che prende in considerazione:

- superfici di aree a standard minimi di riferimento per le diverse destinazioni d’uso;

- tariffazione degli oneri di urbanizzazione strutturata per :

Indicatori di coerenza con le politiche territoriali espresse nel documento di piano in termini di destinazioni d’uso;

Indicatori di compensazione delle perdite del livello qualitativo dei servizi esistenti;

Specifiche attribuzioni per le Aree di Trasformazione

Esso dovrà contribuire in modo sostanziale a definire le prescrizioni e gli oneri ai quali gli interventi nelle aree di trasformazione dovranno essere sottoposti, attribuendo così una fattibilità reale al disegno della città pubblica pur limitando il ricorso alla perequazione.

Le tabelle riepilogative che il Piano dei Servizi riporta, esemplificano quanto sopra accennato, e ipotizzano una traduzione degli esiti individuando i parametri in base ai quali determinare gli oneri di urbanizzazione che dovranno essere applicati alle zone di trasformazione, calcolati con

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riferimento alla previsione di interventi per il mantenimento, ristrutturazione e implementazione dei servizi generati dalle stesse trasformazioni.

E’ evidente che tale determinazione “oggettiva”, suffragata da dati concreti e previsioni definite, è poi da integrare con considerazioni soggettive, ovvero da valutazioni dell’Amministrazione che può guardare con maggiore o minore favore a determinate categorie di insediamenti.

Dato “100” il costo individuato tramite i parametri delle tabelle, l’amministrazione può infatti scegliere di favorire o scoraggiare un determinato tipo di insediamento, diminuendone o aumentandone il parametro stesso e applicando ad esso un ulteriore moltiplicatore, esito di una valutazione sull’indotto e sull’impatto positivo o negativo che l’insediamento stesso può generare.

In modo particolare l’utilizzo di coefficienti per incrementare o diminuire l’impatto degli oneri di urbanizzazione può vedere una utilità strategica nell’obiettivo di favorire il recupero dei centri storici, recuperandone un pieno utilizzo e una migliore efficienza; il contenimento al minimo delle tariffe potrebbe conseguire a riguardo lo scopo di migliorare la città esistente e contenere il consumo di nuovo suolo.

Le tariffe medie sono da intendersi riferimenti da aggiornare, sulla base del monitoraggio del Piano e degli altri fattori che nel corso di vigenza del Piano stesso si renderà necessario considerare.