Relazione complessiva interventi 19 ottobre 2017 - Foro ... · che mette al centro le enoteche...
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Relazione complessiva interventi
19 ottobre 2017 - Foro Boario NIZZA MONFERRATO
L'ACCESSIBILITA' NEI SITI UNESCO - ESPERIENZE E BUONE PRATICHE A CONFRONTO
Land(e)scape the disabilities - Un paesaggio per tutti
Il progetto si propone di migliorare l’accessibilità del sito UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato, nell’ottica della conservazione e valorizzazione, permettendo al più ampio numero di persone possibile di conoscerne i valori e godere dei variegati aspetti che caratterizzano il paesaggio, secondo l’approccio della “catena dell’accessibilità” e della progettazione universale inclusiva. Si intende ragionare sul concetto di accessibilità al paesaggio con particolare attenzione alle persone che presentano esigenze specifiche. Tenendo conto delle esperienze già effettuate su questi temi e in seguito all’organizzazione di laboratori dedicati all’esplicitazione del quadro esigenziale specifico per il territorio, verranno predisposte delle linee guida operative a disposizione dei Comuni e realizzati una serie di interventi concreti in luoghi chiave del sito UNESCO, nell’ottica di costruire un itinerario di conoscenza del paesaggio vitivinicolo, e dei suoi prodotti, a elevata accessibilità.
Il progetto proposto dall'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, in qualità di ente gestore del sito, si inserisce nelle proposte progettuali finanziate a valere sui fondi Legge 20 febbraio 2006 n. 77. La Legge n. 77/2006 "Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, posti sotto la tutela dell’UNESCO" rappresenta una legge fondamentale che prevede il sostegno delle attività di valorizzazione, comunicazione e fruizioni dei siti UNESCO italiani.
Si riportano di seguito i relatori della giornata.
Programma SALUTI GIANFRANCO COMASCHI - Presidente Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe - Roero e Monferrato RAFFAELLA TITTONE - Responsabile Settore Valorizzazione del Patrimonio Culturale, Musei e Siti UNESCO, Regione Piemonte. SIMONE NOSENZO Sindaco di Nizza Monferrato INTRODUZIONE GABRIELLA CETORELLI MiBACT – Direzione Generale Musei Patrimoni accessibili. Progetti, interventi e buone pratiche del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo presso i siti UNESCO GIOVANNI FERRERO Direttore Consulta per le Persone in Difficoltà Accessibilità = Opportunità
LAND(E)SCAPE THE DISABILITIES, UN PAESAGGIO PER TUTTI Il progetto sull’accessibilità del sito UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato finanziato dalla L. 77/2006 ROBERTO CERRATO Direttore Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Azioni per migliorare l’accessibilità del paesaggio vitivinicolo SILVIA SOLDANO SiTI - Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione Conoscere per migliorare: il database per il censimento dei luoghi accessibili di Langhe-Roero e Monferrato EUGENIA MONZEGLIO IsITT - Istituto Italiano per il Turismo per Tutti Approccio for all applicato al territorio Unesco ANDREA MOIO Amministratore Delegato AT MEDIA, R&D AT MEDIA AT MEDIA e la tecnologia a 360° immersiva Coperniko: valorizzazione del patrimonio culturale e applicazioni per tutti ALESSANDRO ADRIANO SportAbili Alba Onlus Percorsi accessibili nei borghi di Langhe, Roero e Monferrato ESPERIENZE DI ACCESSIBILITA’ NEI SITI UNESCO ALDO GRASSINI Presidente del Museo tattile statale Omero di Ancona Il Museo Omero: indicazioni e suggerimenti sull’accessibilità dei luoghi della cultura per disabili visivi SERGIO BONOMELLI Presidente del gruppo istituzionale di coordinamento del sito UNESCO “Arte rupestre della Valle Camonica” Valle Camonica per tutti: un progetto partecipato per l’accessibilità della Valle dei Segni BRUNELLA MANZARDO Referente Comunicazione e Accessibilità - Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Cultura accessibile: l’esperienza del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli ALBERTO MARCHI Consulente per il sito UNESCO “Monte San Giorgio” Monte San Giorgio, sito naturale: l’accessibilità agli scavi di Cà del Frate PAOLA D’ANTONIO Assessore al Sito UNESCO “I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera” ELENA DE FILIPPIS Direttore dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti ANTONIETTA MARIA MAZZAGLIA Presidente del Parco dell’Etna IRMA VISALLI Fondazione Dolomiti UNESCO CHIUSURA LAVORI SILVIA PATRIGNANI MiBACT Segretariato generale - Servizio I
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Buongiorno a tutti e benvenuti a questo importante appuntamento oggi a
Nizza chi ci accoglie e ci permetterà di presentare le attività che da febbraio di questo anno stiamo portando avanti
legati alla legge 77 che per noi è un importante punto di riferimento dal primo contributo è ci è comunicato
dovrebbe essere in dirittura d’arrivo come risposta positivo le cantine della memoria. Tutta questa situazione di
accessibilità del sito UNESCO è un modo nuovo e operativo di vivere il territorio. Sarà una giornata piena. Vi
richiediamo di fare i propri interventi in maniera rallentata poiché c’è il sistema di raccolta dati che trasferiremo a
tutti. ci siamo permessi e ringrazio il presidente comaschi per questo, di donare una pedana che abbiamo realizzato
a bordo del palco al Comune di Nizza Monferrato che rappresenta un augurio a tutto il territorio di comprendere
l’efficienza di dotare tutti i territori per la gestione del sito UNESCO e possa servire a tutte le persone per
condividere momenti e convegni. Saluto la dottoressa Conti, tutti i relatori e do la parola al Sindaco di Nizza
Monferrato per il suo saluto.
SINDACO - SIMONE NOSENZO: Vi ringrazio per avere scelto il nostro Comune per questa conferenza. È una grande
opportunità, lo si sta vedendo, il numero di turisti sul territorio sta aumentando e questo non può che essere
motivo di orgoglio. Dovremo essere bravi ora a sviluppare per bene il tema di cui poi sarà fulcro la giornata di oggi.
Parliamo di barriere, dobbiamo essere noi per dare la possibilità a tutte le persone di venire nel nostro territorio e
godere delle nostre bellezze. Bellezze importanti perché c’è stato un grande incremento di persone sul nostro
territorio e questo non può che essere motivo di vanto per noi amministratori. Vi ringrazio, porto il saluto di tutta la
città e ringrazio per avere scelto questo paese e sviluppare un tema così importante in cui amministratori e
imprenditori dovranno collaborare per sviluppare al meglio un sito fruibile a tutti. Questo deve essere un obiettivo
per tutti coloro che tengono al nostro territorio UNESCO. Grazie.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Saluto la presenza dell’architetto Silvia Patrignani del sito UNESCO che con noi
collabora da sempre anche per altri siti che hanno voluto questa conferenza. Passo la parola al dottore Marco
Gabusi.
GABUSI: Il tema è importante quanto delicato è un tema che ritorna. Saluto con piacere Irma Visalli che ci ricorda
gli inizi, i momenti non semplici, amici di siti. Il tema dell’accessibilità, di soggetti meno fortunati ci racconta il
percorso che stiamo facendo. è un tema che ci proietta in una visione. Parliamo di accessibilità a 360 gradi. Il volere
di più e essere riusciti a completare un progetto ci dimostra che abbiamo fatto della strada e abbiamo raggiunto
degli obiettivi. Comodamente da casa e grazie alla piattaforma online possiamo gustare i nostri paesaggi. Grazie. Va
condiviso con le amministrazioni locali e con gli imprenditori. Grazie e complimenti per il convegno.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Il Presidente Comaschi guida l’associazione dal 2014.
COMASCHI: Buongiorno a tutti. Grazie a Cerrato come direttore dell’associazione è una persona che tutti i giorni sul
campo lavora, stiamo conseguendo nei risultati molto importanti. Sul tema accessibilità non voglio soffermarmi
perché sarà al centro dell’attenzione in tutte le relazioni che durante la giornata si susseguiranno. Sono trascorsi tre
anni dal giugno 2014 quando abbiamo ottenuto questo importante riconoscimento. Da quel momento le fatiche
fatte si sono trasformate, da quel giorno abbiamo cominciato a lavorare con più impegno e continuità come
associazione e territorio su quelle attività che sono tutela, conservazione e valorizzazione di un territorio. Siamo
stati capaci di accedere a questi fondi della legge 77. Va sottolineato che lo stato italiano ha voluto con una
specifica legge riconoscere attenzione e risorse, anche se limitate, ma seppure poche riescono a immettere molti
progetti e noi è il terzo anno che accediamo a questi fondi. Voglio sottolineare che in questi anni queste identità del
territorio stanno crescendo e sono il nostro elemento di forza. Oggi siamo a Nizza Monferrato, nella nostra
impostazione le riunioni dell’assemblea, gli incontri cerchiamo di essere presenti sul territorio. oggi siamo in questo
splendido contesto e con l’amico sindaco di Ovada scambiavamo battute, in questi anni stiamo colmando questo
ritardo e stiamo facendo cose straordinarie. Parlando di Monferrato basti pensare che nel passato le stesse vicende
politiche amministrative hanno costituito più un limite che uno stimolo, frammentazione delle due provincie asti e
Alessandria, ora stiamo facendo un progetto culturale diverso, Langhe Roero e Monferrato. In questo grande
progetto che riguarda il Piemonte sud stiamo lavorando bene con l’assessore alla regione Ferrero su un progetto
che mette al centro le enoteche regionali un grande valore per fare in modo che ci sia una rete del territorio sono
un punto di grande forza ma metterle in collegamento può essere un grande progetto e su questo stiamo
lavorando. Siamo stati capaci insieme di essere presenti sempre nei avari tavoli dove è importante proporci, oggi
insieme al sito città di Verona è stato individuato come uno dei due siti, il nostro, che lavorerà per dare vita a
questo forum, tredici siti italiani con tredici siti della Cina che dovranno lavorare insieme. Questo è un traguardo e
la certificazione di ciò che noi abbiamo detto. essere stati individuati tra questi tredici siti e avere un ruolo di
apripista è una certificazione di questo fatto e della capacità che abbiamo avuto insieme di essere presenti ai tavoli
giusti. in questo senso un ringraziamento a Roberto Cerrato sia doveroso. Grazie.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: La Regione Piemonte è sempre stata al nostro fianco è uno dei soci fondatori,
oggi è rappresentata dalla dottoressa Tittone, la dottoressa Parisi si scusa augurando buon lavoro. siamo contenti
che sia con noi la dottoressea Tittone che ha tante cose da dirci.
TITTONE: Buongiorno a tutti. Porto i saluti della regione Piemonte e dell’assessore Parigi che ha fatto del valore
UNESCO una delle strategie e delle attività del popolo assessorato cercando di ricondurre sotto una valenza ampia
le varie implicazioni che l’UNESCO rappresenta, facendo attività all’interno della regione e cercando di accorpare in
una unica organizzazione di settore quella presieduta dalla mia responsabilità tutto ciè che afferisce all’UNESCO.
l’associazione vitivinicola fondata anche dalla regione Piemonte e quindi il patrimonio UNESCO rappresenta per noi
all’interno di questo panorama più ampio regionale una punta di diamante, lo dico senza enfasi perché sia da un
punto di vista metodologico che di ricerca e proposte ci permette di segnare un percorso che poi a cascata noi
cerchiamo di fare rispettare o comunque fare in modo che costituisca uno spunto di metodo o approccio per tutto
il restante patrimonio UNESCO piemontese. A monte di tutto un grande ringraziamento e i miei complimenti, della
regione, all’associazione rappresentata nel presidente, vicepresidente e direttore. La governance è di un sistema, il
Piemonte ha tutti i riconoscimenti. è un territorio che deve dare altro oltre a quello UNESCO. volendo fare un ex
cursus più regionale a quello che rappresenta il Piemonte dove il vitivinicolo fa da apripista, delle slide veloci per
fare capire caratterizza il Piemonte, una serie di riconoscimenti che con datazioni diversi sono avvenuti, a partire
dalle residenze sabaude che hanno una dislocazione più concentrate più Torino ma anche cuneo che si interfaccia
con il nostro sito, per arrivare a Sacri Monti del Piemonte e lombardi che vanno a intercettare un’altra parte del
Piemonte e non rimane scoperta, i siti salafitticoli dell’arco alpino. Abbiamo Sacri Monti collocati in Lombardia,
questo è un sito. La caratteristica piemontese è avere dei siti seriali che rappresentano delle grandi potenzialità ma
anche problemi di carattere gestionale e complessità che ne derivano e questa possibilità di siti che travalicano il
territorio regionale. Queste sono tutte caratterizzate da diverse modalità di regione, in cui la regione ha un ruolo
diverso perché la struttura di gestione delle residenze sabaude fa capo al ministero, la struttura del palafitticolo si
riferisce a una conferenza permanente dove il ministero ha una parte considerevole e questa è ancora da
sviluppare, la governance dei Sacri Monti si riferisce a un ente della regione dove è anche referente per la legge 77.
sono queste delle spiegazioni non fini a se stesse, il patrimonio vitivinicolo fa capo a una rappresentazione del
territorio di cui fa parte la regione, che con varie modalità cerca di incidere con un coordinamento un po’ più
ampio. Abbiamo anche altro rispetto al patrimonio dell’Heritage perché proprio la varietà del Piemonte va a
intercettare tutti gli altri programmi UNESCO e quindi altri riconoscimenti che fanno riferimento ad altri
programmi, abbiamo la riserva del MAB, il geoparco Sesia Val Grande e la rete di Torino sono tutte diverse
modalità con cui l’UNESCO si organizza facendo riferimento agli stessi valori. abbiamo anche una buona diffusione
del club UNESCO della Valle d’Aosta e dei siti insieme all’università di Torino. Questa elencazione un po’ didascalica
dell’UNESCO in premono in termini pratici ci permette di dire che il 30%, 35% del territorio perimetrale del
Piemonte è interessato dal meccanismo UNESCO. proprio per questo motivo la regione agisce come entità di
programmazione sovraordinata per cercare di rafforzare questa capacità. lo fa con vari approcci e metodologie che
a distanza di un anno ha raggiunto una identificazione e una metodologia che sta dando i primi frutti. le nuove
candidature che accresceranno di alcuni valori le tipologie di riconoscimenti UNESCO le vedete elencate, sono
diverse fasi di iter abbiamo la città di Ivrea in valutazione ciò significa che dopo un periodo di tentativ list il mese
scorso ha ricevuto la visita ufficiale che dovrebbe portare a una svolta. come vedete il Piemonte continua a
produrre elementi scientifici e poi percorsi di candidatura rivolti ad ampliare la propria conoscenza prima del
territorio e poi valorizzazione. Abbiamo a questo punto l’idea di portare avanti un percorso di distretto come
ambiente culturale di riferimento in cui interagire nella maniera più flessibile con tutti i nostri patrimoni e valenze.
come sempre si parte con la conoscenza, questa parte è conclusa, abbiamo uno screening ben fatto, una
mappatura territoriale dei siti e una sottomappatura in cui questi siti… hanno risposto con entusiasmo alle nostre
questioni. Il primo livello di conoscenza è concluso. Siamo nella fase di condivisione e stiamo affrontando una
discussione e una riflessione rispetto a quello che deve essere il modello di governance che non è un’entità
riconosciuta, è un ambiente libero e creativo di lavoro interdisciplinare, non si pensa assolutamente di costituire
sovraorganismi e fondazioni che gestiscano i riconoscimenti UNESCO ma si tratta di aderire con strumenti comuni
di lavoro. Questo tipo di conoscenze e di mappatura di siti verrà rappresentato da questa matrice dove nelle ascisse
e nelle ordinate vedete i nostri siti e dove in maniera intuitiva se noi guardiamo la parte e la dividiamo in maniera
diagonale e stiamo nel quadrante in alto a destra vediamo con l’intensificarsi le che già esistono rispetto alla
localizzazione dei nostri siti, che già esistono solo perché sono sul nostro territorio. Nella parte del triangolo in
basso a sinistra vediamo le progettualità esistenti a prescindere dalla programmazione in capo alla regione.
Possiamo evidenziare elementi di debolezza molto utile per chi agisce in termini decisionali, una per tutte il
palafitticolo evidenzia la sua debolezza sia in termini di intercettazione di territorio che di programmazione. Quello
che già emerge nell’ambito di tematiche su cui progettare anche su iniziativa diretta dei siti sono queste parole
tematiche ce si collegano a oggi, turismo sostenibile, comunicazione e promozione. i siti che stanno operando bene
si avvalgono della legge 77 che molto sta aiutando i siti nella progettazione. Le matrici su cui noi concentreremo
una azione di indirizzo della progettazione del territorio UNESCO avranno a che fare in parte con emergenze e altre
mobilità, uno studio a breve sarà fatto così come la segnaletica è un tema all’attenzione del nostro assessorato,
comunque della regione Piemonte. La comunicazione integrata è una attività già in corso che parte già
dall’intercettazione dei singoli calendari di attività che con più o meno capacità propositiva e quindi la capacità di
creare una organizzazione non solo a livello di comunicazione ma proprio di proposta. Il momento formazione
educazione. la regione la scorsa settimana ha ultimato un corso di formazione un po’ ispirato a quello fatto il
ministero all’interno della propria struttura per i funzionari del MIBACT aperta anche ai nostri referenti di sito
proprio per creare dei presupposti di conoscenza innanzitutto e poi raccogliere queste informazioni in un momento
successivo quindi dalla prossima settimana opereremo per la formazione di un kit formativo che attraverso una
piattaforma permetterà di avere una piattaforma operativa e dei contenuti. sempre più si prende conoscenza di
questo impatto territorio e della presenza UNESCO in Piemonte. C’è la legge 77 che afferisce al ministero, noi
abbiamo altri meccanismi non così standardizzati ma frutto di ampio desiderio di andare oltre la divisione dei
settori e le prime declaratorie. Abbiamo inserito la programmazione UNESCO nel Por Fesr e dal prossimo anno
potrà individuare i siti UNESCO con diverse dinamiche. È importante fare una premessa: l’UNESCO in questo caso è
riconosciuto come un valore che deve operare in termini di ricadute occupazionali sul territorio, siamo su questa
linea del por. la scommessa è difficile perché la rendicontazione è a livello di unione europea. Altre
programmazioni nell’INTERREG, vi sono progetti di eccellenza. Quello che vogliamo fare è creare possibilità di
finanziamento o creare le premesse affinché l’UNESCO anche a livello regionale sia oggetto di un decreto legge. per
questo motivo poiché è in fase avanzata la creazione di un ddl che riunisce tutti gli articoli abbiamo inserito due
articoli come da slide. dal riconoscimento dell’Heritage fino al MAB e ai network. questo per andare in coerenza
con questo stiamo progettando in a livello di distretto. Sono due proposte, se la legge a breve sarà in aula e non
verrà modificata i due articoli li potete leggere. Ringrazio l’entusiasmo che in parte noi abbiamo assorbito
dall’attività condotta dall’associazione vitivinicola.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Grazie sono state puntualizzati molti punti, è chiaro che questi spunti
darebbero anche l’occasione per altre conferenze e altri momenti che metteremo in campo con la regione
Piemonte. Introduciamo l’intervento della dottoressa Cetorelli, del MIBACT.
CETORELLI: Buongiorno a tutti mi occupo da diversi anni dell’accessibilità al patrimonio culturale, porto i saluti del
direttore generale e intendo ringraziare il presidente dell’associazione il dottore comaschi e il dottore Cerrato che
hanno organizzato l’importante giornata di oggi. il titolo del mio intervento riguarda i patrimoni accessibili che dal
2009 a oggi la regione ha portato avanti. L’amministrazione beni culturali dal 2009 ha trattato in modo superficiale
valorizzazione significa anche fruizione e quindi fruizione per tutti i nostri visitatori. queste competenze della
direzione generale museo sono entrate nelle competenze che coordina le politiche di gestione per garantire lo
sviluppo del sistema museale italiano. Quando parliamo di accessibilità pensiamo in questi giorni a quello che si sta
predisponendo nei prossimi mesi infatti il 2018 sarà l’anno europeo del patrimonio culturale. Le caratteristiche
sono quelle di creare delle politiche culturali sempre più inclusive. Non è possibile immaginare che non si possa
fruire pienamente al godimento dei nostri luoghi, della nostra grande bellezza. Anche perché la cultura è
l’elemento che in qualche modo ci rende cittadini europei e rafforza il senso di appartenenza all’unione. Gli
obiettivi fondanti sono proprio quello di promuovere la diversità umana e culturale il dialogo interculturale. Qual è
il dato da cui siamo partiti quello di mettere in evidenza la centralità della persona. fino a quegli anni si pensava a
partire dalla struttura. Gli anni che si sono susseguiti alla convenzione O.N.U. hanno fatto in modo di capire che le
persone è la parte centrale siamo noi ad appartenere ai luoghi e non il contrario. ci dobbiamo riappropriare delle
nostre risorse culturali considerandole come eredità del passato e come prospettiva di futura e lo dobbiamo fare
attraverso progetti condivisi. Va rafforzata la posizione di ciascuno, il nostro ordinamento lo ha sempre messo in
evidenza il codice dei beni culturali e del paesaggio nasce su questo visione di considerare tutto ciò come uno dei
diritti fondamentali dei cittadini. La prima cosa era cercare di creare una cultura dell’accoglienza perché si arriva in
luoghi anche molto belli ma non c’è nessuno che ti apre la porta. Abbiamo cercato di attivare strategie e percorsi,
quindi abbattimento di barriere, perché se ti apro la porta e non ho la possibilità di essere mediatore culturale sulle
tue esigenze, è anche vero che un luogo che non può essere fruito non esiste, la bellezza o si condivide o non
esiste. Siamo arrivati in questi giorni a parlare di questo motto dell’unione europea che ci vede uniti nella diversità
che è l’elemento fondamentale su cui basare le nostre politiche culturali dei primi anni, perché ciascuno di noi
siamo portati di una cultura e personalità che è diversa e unica nel suo genere. Questa premessa ci ha portato a
una domanda: chi sono i nostri pubblici? Qualcuno ha pensato che noi abbiamo almeno cinquanta sfumature di
pubbliche. Ciascuna di queste ha esigenze che non sempre ci vengono dichiarate, non sempre abbiamo la
possibilità di sapere quali sono le esigenze. Il nostro compito è quello di sapere comprendere le nostre esigenze.
Dobbiamo cominciare a imparare a scardinare gli stereotipi e approcciarci a esigenze nuove tenuto conto
dell’aumento esponenziale del pubblico nei musei, lavorare su temi nuovi e diversi è molto importante. Abbiamo
iniziato questo percorso con la creazione delle linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nel
2008 e abbiamo creato anche tutta una serie di progetti pilota su diversi luoghi alcuni dei quali sono iscritti al
patrimonio UNESCO. Faremo una carrellata, qualche anno fa per la loro caratteristica si riteneva che non fossero
accessibili, si riteneva che l’accessibilità fosse qualcosa in più e non si poteva concedere se non ci fossero dei
collegamenti. Vi parlerò di questi luoghi (vedi slide) sono siti che hanno prodotto importanti progetti. Vi
rappresento il problema delle cappelle di Firenze, erano il sepolcro della famiglia de medici, per diversi anni
inaccessibili alle persone con disabilità fisiche, un progetto ha cercato di dare una nuova connotazione a questo
monumento, creando un ascensore all’esterno nel complesso, è stato realizzato creando anche tutta una serie di
percorsi verticali che consentissero di entrare sia alla cappella dei principi. Si tratta di un progetto molto complesso
che fino a pochi anni fa era assolutamente inconcepibile in un luogo così prezioso e difficile da trattare. Negli anni
la sovrintendenza speciale si è occupata di progetti del palatino, vedete che scendendo con un ascensore vi è poi
un chilometro e mezzo di percorso facilitato. Vi vedete come l’ascensore poteva essere realizzato questo è
l’ascensore come è stato realizzato ai progetti sono seguiti i lavori reali. è un progetto molto particolare l’architetto
chiamo questo ascensore un calice di cristallo dà la sensazione di essere sospesi nel vuoto. Tutta una serie di
battuti, materiali removibili che sono stati inseriti per evitare di configgere con lo strato archeologico che va
salvaguardato, sono stati messi dei pannelli, percorso facile, difficile e molto difficile.
Questi sono i percorsi inaugurati l’anno scorso c’è un sopra elevatore. Il Palatino è un altro progetto finanziato dal
patrimonio oggi direzione musei, questa è la progettazione, perché non si improvvisa la accessibilità in luoghi di
così grande importanza, pendenza inferiore all’8 %: un altro intervento molto importante è Tarquinia, la tomba,
una di 6 mila. La maggiore parte di queste avevano segnato la storia della pittura italiana, queste seimila tombe
hanno l’ingresso a dromos, ce ne è una in particolare la tomba della pulcella, abbiamo voluto renderla accessibile,
una cosa difficilissima. Questo è lo studio di fattibilità, con passerelle, aree di sosta, gazebo, che consentono di
superare i dislivelli. Questo leggio con questo percorso c’è la possibilità di entrare in contatto con tutta la storia del
luogo sia con la lingua dei segni e un audio discrezione e una serie di percorsi con pendenze dolci con corrimano
che consentono di potersi appoggiare e sul corrimano sono scritte tutte le informazioni. Un progetto che abbiamo
inaugurato l’anno scorso è la galleria di Urbino. Siamo partiti con uno schermo multimediale, che facesse capire
l’importanza, questo è il professore Grassini che sta operando l’esplorazione tattile. La possibilità di visite tattili su
manufatti originali. la creazione di plastici per esplorazione tattili e la guida in brail. per le persone non udenti c’è
un percorso con una spiegazione in lingua italiana dei segni con un video con la lingua italiani dei segni e la
sottotitolazione. Questo è un progetto dalla direzione generale. Nell’ultimo anno ci sono stati dei siti che non
hanno creato progetto con il finanziamento della direzione generale è il caso di Paestum, parliamo di templi del
sesto secolo ac la basilica del tempio di era. in una area archeologica creare un percorso è difficile ma attraverso
una sorta di passerella creata in legno si è potuto accedere a questo tempio importante attraverso una serie di
accorgimenti, una serie di pannelli che illustrano, sono piuttosto bassi per dare la possibilità a tutti di accedervi. è
stato creato anche un laboratorio didattico che consente ai bambini soprattutto di potere toccare i materiali
originali, quelli che sono nei depositi, quindi non c’è nessun tipo di pericolosità. Ultimo progetto, Pompei per tutti.
tre milioni di euro fondi FESR tre chilometri di accessibilità, una serie di infinita di progettazioni e lavori per
consentire di attraversare tutta la città. Queste passerelle sono composte di fibra di vetro finalmente il
superamento di questi attraversamenti pedonali che erano una disperazione che consentano alle persone su sedie
a ruote di potere attraversare. Man mano che ci siamo accorti quali erano i nostri pubblici ci siamo accorti che le
esigenze sono di tutti delle famiglie con bambini, anziani e vi sono situazioni che non fanno godere di un luogo se vi
sono delle strategie specifiche. Queste passerelle penetrano le opere, fino all’interno per seguire completamente
un itinerario senza doversi fermare perché da lì in poi non si può andare. si sta attivando questo dispositivo
tecnologico, si chiama con me che attraverso una serie di misure tecnologiche consente di essere accompagnati nel
corso di visita e quindi in forma autonoma, la parola autonomia è fondamentale. Quando si progetta per un luogo
bisogna pensare che il risultato finale deve essere quello di permettere di fruirne in autonomia. Come li abbiamo
realizzati questi progetti? Con la consultazione pubblica con la progettazione partecipata con la formazione dei
nostri operatori perché se non abbiamo una formazione dei nostri operatori e se non siamo noi in condizioni di fare
superare le barriere dell’informazione abbiamo lavorato a metà. Se da casa non so cosa troverò… non sto a dire che
ci sono 80 milioni di persone potrei dire tante cose, credo che la prima cosa quando andiamo in un luogo è andare
su internet e capire cosa posso fare e dove posso andare e cosa troverò, devo avere delle informazioni preventive.
Abbiamo creato un corso di formazione e un sito che si chiama ad arte, abbiamo creato 80 siti. La ricerca del luogo
basandosi sul sito dei luoghi del ministero, io ho scelto Castel del Monte perché è un sito UNESCO, si legge la
presentazione del luogo che è diversa, questa è vista attraverso gli occhi dell’accessibilità. Sotto c’è una serie di
stringhe, scritte in italiano e in inglese, vi sono delle planimetrie parlanti e si aprono una serie di bottoni. Cliccando
mi da tutte le caratteristiche per l’accessibilità che non è solo fisica ma è anche settoriale. Le prime p80 schede le
abbiamo sul sito, abbiamo fatto un corso per i nostri funzionali, tecnici e dipendenti con 22 unità di
apprendimento. Poi passando alle conoscenze più tecniche per procedere alla rilevazione dei nostri luoghi della
cultura. Lo scorso anno abbiamo pubblicato un documento per un rafforzamento delle linee guida per fare in modo
che tutti coloro che operano sul patrimonio culturale sapessero che vi sono queste linee guida. È nata la circolare
80 e si è stabilito di richiedere ai luoghi della cultura di farci sapere che cosa intendono fare. Chiedono il
responsabile per quanto attiene le tematiche dell’accessibilità, cioè ci sia una persona preposta. Ci siamo offerti
come gruppo di lavoro di creare un team di supporto per tutti quegli enti che si vogliano rivolgere al ministero.
Siamo arrivati a settembre 2017 quando è stato istituito il gruppo di lavorare per la redazione di linee guida per il
superamento delle barriere.
Ritorno all’anno europeo, deve dire che l’Italia da questo punto di vista è leader. stiamo cercando di creare una
rete di inclusività. approcci ai patrimoni incentrati sulle persone, inclusivi, integrati e sostenibili. è l’invito che faccio
a tutti gli operatori.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Grazie dottoressa. Ci è stato ieri comunicato l’inclusione di un contributo
importante da parte dell’associazione di origine bancaria piemontese, cassa di risparmio di asti, di cuneo e
Alessandria unitamente all’associazione delle fondazioni con presidente quaglia hanno deliberato un importante
stanziamento per le attività di valorizzazione del territorio e le attività dell’associazione. alle 11.30 faremo una
pausa.
FERRERO: È un orgoglio parlare dopo, molte volte vado in giro a parlare di turismo accessibile e molte volte parlo
dopo le istituzioni e sento discorso che ormai sono vecchi, parlare dopo la dottoressa, è bello, sentire parlare un
direttore con terminologia giusta, portando della progettazione inclusiva è un vanto per il nostro paese. Si pensa
all’accessibilità come un atto dovuto, secondo me deve essere vista come una opportunità, perché ricercare
soluzioni di buona accessibilità per i siti UNESCO? Per siti etici, per prescrizioni normative, per ricadute economiche
ma anche perché lo chiede una società complessa e stratificata. L’articolo 30 della convenzione O.N.U. lo cita.
Questo penso che sia stato la svolta primo perché hanno detto… le persone con disabilità nel monto sono circa 6
milioni parliamo di numeri importanti, lasciamo perdere l’indotto a livello economico, la disabilità come viene
vista? I meno fortunati, esigenze, terminologie brutte o belle. la consulta è il coordinamento di circa 56
associazioni, ma questi sono i disabili, forse non sono così poverini, ce ne sono altri, poi c’è Danilo, Luca, Stefania,
miei amici, persone che lavorano, che hanno una moglie, una fidanzata. Accessibilità non è solo disabilità, è la
società. Questa è una figura che siamo abituati a vedere in televisione, si vede una famiglia. La piramide della vita
perché in alto c’è la punta poi scendendo si allarga, erano 46 milioni, la parte più bassa sono le nascite, questa è
oggi, vedete che non è più una piramide, il 20% della popolazione sono gli over 65 tra cinque anni saranno 8
milioni. la vecchiaia porta a delle conseguenze, tutti noi chi più chi meno arriveremo a 80 anni, ma come
arriveremo? Forse ci arriveremo in carrozzina. Tornando al progetto dell’associazione del patrimonio dell’UNESCO:
un territorio che risponde alle esigenze e aspettative dei fruitori accresce la qualità complessiva dell’esperienza.
molte volte sento i sindaci che mi chiedono di fare un itinerario per i ciechi, ma Facciamolo per tutti. Si mette una
corda, poi dei nodi, quanti ciechi verranno? Cosa farete? Ci sarà una manutenzione? Fatelo per tutti. Io ho due
figlie, oggi le persone cercano l’esperienza, pensate se bendate la famiglia e una guida naturalistica spiega quello
che sentono, fate un itinerario di questo tipo, sarà per tutti. Si devono fare progetti per tutti. Le varie passerelle,
c’erano persone in piedi, mamme con passeggino, sono stato a Rimini, ero con due direttori di gal, abbiamo
prenotato un albergo, i tre stelle di Rimini per noi sono pensioni, c’era una rampa di scale, che non portava
comodità, che poi porterà a qualità. L’anziano non corre come prima, quando ci ha fatto vedere il camminamento
con le sedute, sono fondamentali. A Torino ci sono ma dopo due secondi ti viene il mal di schiena. La società è
diversificata, sta cambiando. l’accessibilità deve essere uno stimolo e non un vincolo. Si vede come un doversi
regolarizzare a una normativa. Noi abbiamo vissuto in uno stato assistenzialistico, quando vado in giro con i miei
amici in carrozzina… culturalmente pensiamo che la persona disabile è meno fortunata, forse quella persona ha
fatto la differenza, ha fatto la storia, è un po’ quello che io dico sempre quando vediamo l’immigrato che ci vende i
fiori, avete mai chiesto cosa hanno fatto nel loro paese? Lo vediamo sempre come sfortunato, bisogna vederlo
come stimolo, poi può essere un discorso di business l’albergatore è costretto a fare camere per disabili, che non
riesce a vendere, perché il progettista ha fatto il vaso con il buco in mezzo, è un pericolo quando fai il trasferimento
sulla carrozzina è scomodo. Le autorizzazioni la da l’ a.s.l. che non ha formazione. Arriva la persona con disabilità se
questa persona vede la camera standard se ci sta comodo, magari non farà la doccia ma sceglierà quella. fino a
venti anni fa era impensabile che il bene architettonico fosse accessibile, parola chiava progettazione inclusiva per
mettere al centro della progettualità tutti, persone anziani, mamme, bambini, persone con culture e usanze
differenti. la prima vignetta: disabili tutti, disabile qualcuno perché la carrozzina non può entrare. Sotto disabile
nessuno, perché c’è la pedana. La differenza la fanno i comuni con la loro progettazione e realizzazione. Fare una
cosa tattile costa cinquanta, cento euro in più non è una questione di soldi. Un cattivo progetto disabilità. La
necessità di un territorio per rilevare la qualità se la necessità è reale. Con la cecità aumentano le esigenze e i
potenziali fruitori, un visitatore non gode solo delle sette meraviglie ma chiede la risposta alle esigenze, è vero che
noi andiamo in un territorio per una cosa, ma guardiamo anche al nostro godimento rispetto alle aspettative.
Grazie.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Vi ringrazio di questo bel dialogo che è nato nei primi interventi da parte della
Regione Piemonte che ha presentato una serie di attività e poi la direzione musei ha dato ampia presentazione di
quello che è l’impegno professionale del Ministero. Con Ferrero ci siamo agganciati agli aspetti che riprendono la
nostra ricerca. Per questo abbiamo deciso di concentrare questo nostro progetto che nel 2016 ha visto il
finanziamento. Noi riteniamo che i soldi pubblici vanno spesi bene e condivisi con un territorio così importante, è
bello fruirlo ma è più importante renderlo accessibile in base alle problematiche ha scatenato. Anche nella pausa
ho sentito commenti positivi, un po’ speciali siamo tutti, le nostre famiglie, già quando ti muovi con un trolley e
tornare a casa si incontrano tante difficoltà, perché il trolley ti crea già una deambulazione difficile. Questa politica
ci ha portato a riflettere e confrontarci con le realtà dei territori per progettare questo impianto, un paesaggio per
tutti, iniziato a febbraio 2017. Il progetto si propone di migliorare l’accessibilità del sito UNESCO in un’ottica di
valorizzazione permettendo al più ampio numero di persone di goderne il paesaggio. Il nostro obiettivo finale è
conoscere ciò che esprime il territorio come accessibilità e possibilità, i luoghi del vino e non ci siamo limitati ai
luoghi UNESCO, tutto il paesaggio va aiutato a crescere, sarebbe inutile privilegiare alcune zone già privilegiate e sui
social hanno un impatto maggiore. L’associazione da sempre non ha particolarità, vuole fare un unicum di
territorio, è questo che ci caratterizza. Il Ministero dei beni culturali ci sta consentendo questo. Si stanno facendo
progetti singoli di sito e progetto che dovrebbero coinvolgere anche situazioni di territorio omogeneo come il
nostro ma diverso come clima, come morfologia del territorio e le Langhe, Roero e Monferrato, l’Etna, è
completamento diverso, ma ci si ritrova con il vino e lavorare spinti con la collaborazione Ministero con siti simili
seppure nelle diversità. La durata di questo progetto è diciotto mesi, siamo a metà percorso, ci sono dati
confortanti che danno il 75% delle strutture che danno accessibilità parziale e non solo ma anche luoghi chiusi o
che non avevano le dovute riflessioni in merito si stanno dotando anche con il nostro sprone che stiamo
raccogliendo schede che ci permettono di monitorare. Una catena dell’accessibilità e della progettazione inclusiva.
L’approccio for all ci permette di entrare nei siti UNESCO. Nella nostra prima 77 il progetto scuole è stato
importante, lo abbiamo lasciato nella seconda parte perché volevamo avere dei dati, si devono fare delle visite
ispettive sul territorio e noi abbiamo fatto delle schede di valutazione. Il progetto dell’accessibilità del territorio lo
vedremo. Ieri c’è stata una comunicazione del nostro sito web che ci ha riconosciuto l’accessibilità. Suggerimenti e
indicazioni sull’accoglienza inclusione sarebbe inutile procedere se riconosciamo che tutti noi abbiamo esigenze
particolari e specifiche, tutto deve essere considerato con questa sensibilità. L’accessibilità degli elementi che
caratterizzano il paesaggio. La regione Piemonte sta lavorando molto per dotare di punti di visuale i sei punti del
sito UNESCO. Noi vogliamo favorire i sei comuni e dare vita a questi elementi che caratterizzano il paesaggio. I
contenuti verranno caricati dall’associazione patrimonio, saranno confortati da suggerimenti e applicazione tattili,
faranno capo a una brochure dettagliata.
Paesaggio culturale è stato del connubio uomo e natura. Il sito web è stato rifatto nuovamente. Ieri è arrivato da
parte di aspi che è l’organo più importante la valutazione positiva di accessibilità del nostro sito e ci mette tra i
primi. Noi siamo molto onorati di partecipare a questo progetto che ci permetterà che da non una camera web di
un qualsiasi portatile, una volta caricati i video, una persona con esigenze davvero particolari che non consentono
neanche di lasciare la camera con un battito di ciglia entrerà nel nostro sito e per circa un’ora potrà navigare sulle
sei componenti entrando nella percezione del paesaggio e i sei luoghi e via via metteremo sulla nostra piattaforma.
L’azienda che ha questa esclusiva è della provincia di Alessandria. È un grande onore potere offrire a tutti anche da
un PC forse anche solo uno al mondo ma avremo dato questa possibilità. Ringrazio a tutti, grazie al consiglio di
Amministrazione e al suo Presidente che ci ha dato ampio mandato. Grazie.
SOLDANO: Buongiorno a tutti. Entriamo nel merito delle attività che caratterizzano questo progetto. È l’attività di
conoscenza è la base da cui siamo partiti per costruire questo progetto, che parte dall’analisi per conoscere
l’accessibilità di questo patrimonio. La parte in fase di chiusura è il censimento delle condizioni di accessibilità dei
diversi beni che caratterizzano questo sito UNESCO. Avevamo una base di partenza molto interessante, molto
ampia che deriva proprio dallo sviluppo della legge 77 dell’anno precedente, cioè un censimento del luogo del vino
e tutti quei luoghi che caratterizzano i vini. Avevamo un database con tutti i luoghi del vino, le aziende, le botteghe,
le cantine, musei della tradizione vitivinicola, a cui si associano tutti gli elementi che sono rappresentativi anche dal
punto di vista percettivo del paesaggio come i castelli e le strutture fortificate. Da questa base di partenza siamo
andati a censire le condizioni di accessibilità attraverso una scheda di elaborazione insieme a isit. Siamo partiti da
questo database e abbiamo selezionato tutti quei luoghi che fossero aperti al pubblico come filtro rilevanti a livello
di filiera vitivinicola. Queste informazioni che al momento sono al termine verranno fatte confluire all’interno di un
database di proprietà dell’associazione che sarà trasferito nell’ambito del sito web. I beni censiti sono un centinaio
e le informazioni riguardano le modalità di visita, la possibilità di avere delle audio guide, l’accesso la percorribilità
degli spazi, la presenza di dislivelli, piani gli spazi espositivi, la presenza di ostacoli e la presenza di servizi igienici
dedicati. Una volta effettuato questo censimento le informazioni verranno restituite all’interno del sito web
dell’associazione attraverso un web gis questo è un esempio di possibilità di restituzione di informazione ma
vorremmo anche interagire con altre piattaforme in modo che sa abbia una diffusione maggiore. costruiranno
questo web gis relativamente accessibile. Forniranno il quadro dello stato dell’arte all’accessibilità. Gli osservatori
del paesaggio porteranno avanti questo percorso e con questi dati alla mano ci sarà una base su cui moderare i
diversi step. Questo censimento fornisce una base di partenza per realizzare un percorso di visita del sito UNESCO
che verrà testato e verificato da sportabili onlus. Tra questi beni proporremo una selezione di luoghi che
costituiranno uno o più percorsi di visita all’interno del sito UNESCO che saranno poi verificato da sportabili. L’idea
è che questo percorso possa essere condiviso anche su altre piattaforme e entrare in contatto con altri schemi per
esempio con il sistema di turismabile che è già attivo. Grazie.
MONZEGLIO: Buona giornata a tutti, grazie per avermi contattata. Voglio ringraziare la signora Marzia che ci aiuta a
trascrivere per tutte le persone che hanno difficoltà di tipo autidivo. Parlerò di una delle attività che fanno parte del
progetto di cui il direttore Cerrato ci parlava all’inizio. Delle linee guida contenute nel manuale che vogliano dare
degli strumenti di riflessione e di attività per rendere accessibile e fruibile questo pregevole patrimonio UNESCO.
Qualsiasi forma di intervento per migliorare o rendere migliore non può dimenticare l’aspetto attrattivo
l’importanza del sentiment del genius loci del sito qualsiasi intervento che deve mettere in ascolto il territorio.
Occorre esaltare e rafforzare quello che già esiste in un’ottica di accessibilità ampliata non solo accessibilità di cui
parlano le normative ma accessibilità che guarda al futuro. Possiamo dire no a quegli interventi già preconfezionati
che molto spesso vengono proposti come utili e indispensabili, ma no anche a restare fermi e a nasconderci dietro
il paravento della normativa che molto spesso è poco conosciuta, applicata male e non conosciuta. Soluzioni
alternative, compensative e ricorso alla tecnologia che ci danno spazio per mettere in gioco la nostra
professionalità. Una frase del sito dell’UNESCO dice che il paesaggio delle Langhe Roero e Monferrato si distingue
per la sua armonia e su questo bisogna lavorare. Qualsiasi forma di intervento sempre rivolta a una accessibilità
deve essere rivolta agli abitanti del territorio, fatta con loro e per loro abitanti che sono custodi e sentinelle delle
territorio quelle garantiscono e hanno garantito la continuità di questa trasformazione fatta attraverso il connubio
uomo territorio. Mi piace citare una frase di Petrini: il turismo del futuro? Parte dai cittadini dalla qualità dalla
capacità di essere felici e dalla cura di chi ci abita e i turisti arriveranno così. Pensiamo all’accessibilità per la gente
che ci vive per chi ha esigenze specifiche. Chi ha problemi di salute dovuti a difficoltà, connesse all’alimentazione o
problemi connessi con il fatto ambientale. Le linee guida che stiamo finendo di redigere e contenute all’interno di
questo manuale vogliono essere da un lato un elemento di riflessione sul temo dell’accessibilità di questi siti
UNESCO vogliono essere uno strumento per diffondere una cultura per tutti, vogliono essere un contributo
concreto per fare sì che i siti UNESCO dei paesaggi vitivinicolo per presentare buone pratiche di inclusione. Una
prima parte riguarda quali possono essere i punti fondanti del sito UNESCO, il processo per attivare l’accessibilità
sul territorio e una seconda parte dei suggerimenti e indicazioni su tre settori, uno l’accoglienza inclusiva,
suggerimenti per gli elementi caratterizzanti il paesaggio vitivinicolo e poi il discorso della comunicazione inclusiva
e principi di leggibilità. Comunicazione inclusiva aperta a tutti, che va al di là del testo solo scritto o parlato che
quindi fa ricorso ad altri tipi di particolarità. Perché questo manuale? Per cercare di rendere più leggibili e quindi
applicabili i principi dell’accessibilità. Quindi l’universal design. Ogni paese che adotta la convenzione è tenuto ad
adottare i principi e le procedure della convenzione, tra questi c’è quello della accessabilità che si deve fondare
sull’universal design e che noi abbiamo cercato di tradurre in parole e atti semplici all’interno del manuale.
Manuale che serve anche per dare stimoli e approfondimenti per realizzare territorio sempre più inclusivo e
sostenibile. Destinatari sono tutti, partendo dagli amministratori, tutto il campo che riguarda coloro che operano
sul territorio, i progettisti, urbanisti, pianificatori, tutto il mondo dell’associazionismo, ambientalisti, operatori
turistici che hanno un grosso ruolo e la popolazione, in primis i giovani e gli studenti che sono il nostro futuro.
L’approccio è quello di presentare un nuovo sguardo sul mondo variegato delle esigenze specifiche, proprio per
migliorare le condizioni di vivibilità del sito cercando di puntare a alto livello di vita. Semplificare le prestazioni,
migliorando le possibilità di relazione tra le persone, l’accessibilità ha alla base la relazionalità, di interagire,
favorire le relazioni, l’approccio for all si basa su tre o quattro punto accesso all’esperienza, strutturale e
all’informazione e tecnologia. Accessibilità strutturale che non vuole dire solo superamento delle barriere
architettoniche ma vuole dire anche accessibilità, senso, percettiva relazionale. Accesso all’esperienza: una volta
che si è entrati in un sito potere svolgere le attività che caratterizzano quel posto, quindi la possibilità di fare, agire.
Ha poco senso che un posto sia raggiungibile, possa entrare ma poi non riesca a fare qualcosa per le difficoltà che
molto spesso possono essere difficoltà non sole o di tipo fisico ma anche non potere svolgere attività. L’accesso
all’informazione: sotto il profilo di capire, leggere quella informazioni, ma anche avere informazioni oggettive, una
comunicazione che mi sia inclusiva e quindi realizzata con più modalità. Accesso al patrimonio della tecnologia che
può fungere come elemento di compensazione della modalità di accesso. Caratteristiche del manuale le abbiamo
dette, si è cercato di utilizzare un linguaggio semplice, agevole evitando termini tecnicistici o evitando dei proclami
o imposizione. Introduzione della tecnologia dell’universal design con suggerimenti. È chiaro che i suggerimenti e
indicazioni che abbiamo dato accompagnati a una serie di esempi sono da un lato e non potrebbero essere
diversamente rispettosi della normativa per l’accessibilità. Ci sono una serie di ma. Bisogna tenere conto che non
sempre la rigida applicazione dei dettami normativi equivale a buona accessibilità, occorre andare a avanti. Lo
sappiamo che la normativa già quando nasce puzza già di vecchio. Mi pare proprio all’inizio di ottobre di questo
anno è stato presentato un disegno di legge per aggiornare le prescrizioni tecniche per l’accessibilità. Rispettosi
delle prescrizioni normative ci siamo basati su studi codici di pratica più innovativi e aggiornati. Ci siamo basati su
sperimentazioni estere in particolare quelle americane. Riferimenti specifici nel settore senso percettivi. Queste
sono le indicazioni rispetto agli elementi che servono per esporre e comunicare qualcosa che prendono spunto non
da linee guida italiani, in cui c’è poco, ricorso a soluzioni alternative o compensative che vanno dalle attrezzature
come il mezzo di trasporto a quelle di tipo tradizionale a quelle di tipo innovativo: anche qui c’è un ma, non
esaudiscono in toto le esigenze. Tutto questo non ci porta a dire che quel sito sia accessibile in toto. La scheda degli
elementi che possono essere spazi ambientali al chiuso o all’aperto che possono essere schede o prodotti
riguardano luoghi e spazi con particolare riguardo a quelli caratteristici del sito UNESCO in questione. Per ognuna
delle risorse individuate abbiamo individuato delle schede guida per ogni risorsa del sito UNESCO con particolare
attenzione ai luoghi caratterizzanti il sito i luoghi della percezione, della tradizione, occupandoci in subordine anche
di luoghi opzionali. I luoghi della coltivazione le prime due immagini ci dicono come molti di questi luoghi abbiano
potenzialità e bastano per la loro visibilità con modesti interventi. La percezione del paesaggio vuole dire postazioni
interattive e tutto quello che la tecnologia può supportare ma può volere dire modesti interventi per permettere in
comodità di potere visitare il luogo. L’immagine sottostante presenta la possibilità di vedere con le mani oltre che
vedere con le mani la descrizione del paesaggio o dei semplici appoggi delle sedute. Grazie per l’attenzione e buona
prosecuzione.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Il museo Omero è stato riconosciuto museo statale conferendogli una valenza
unica a livello nazionale. Siamo orgogliosi della presenza del professore Grassini con una relazione che ci aprirà ad
altre importanti e significative riflessioni. Grazie.
GRASSINI: Faccio riferimento a questo museo tattile statale omero. Quando lo si definisce come il museo per i non
vedenti questa definizione un po’ mi infastidisce, perché sin dalla sua nascita il museo ha inteso essere museo per
tutti. In questo mi richiamo a quello che diceva prima Ferrero in maniera precisa. Il museo omero vuole essere
museo per tutti, la stragrande dei nostri visitatori sono la ragione per cui vengono è perché scoprono qualcosa di
nuovo e allo stesso tempo come l’età della specie umana la possibilità di scoprire il mondo non solo attraverso la
vista anche il tatto, il nostro museo si può toccare tutto e lo possono fare tutti. A me non piace molto quando si
pensano dei percorsi particolari.
Mi rendo conto che visitando il museo non è che il cieco possa vedere tutto, ma il percorso che viene pensato
possa essere seguito dal non vedente insieme alle sue persone care o al suo accompagnatore, l’esperienza del
museo è importante con chi lo si fa e come lo si fa, il fatto di fare il percorso ognuno per conto proprio ci priva di
una esperienza che è importantissimo farla numero. Il bello della visita è anche il commentare, trasmettersi delle
osservazioni, gli o di meraviglia è anche suggestione che è importante dal punto di vista emozionale. Questa è
l’impostazione del museo omero, deve essere per tutti.
Naturalmente è evidente che poi ci sono alcune cose molto specifiche. La scrittura brail incuriosisce molto i
bambini e anche gli adulti, facciamo dei corsi, rappresenta dei modi diversi di comunicare.
In generale, visto che dobbiamo parlare dei luoghi riconosciuti dall’UNESCO, sottolineo che quando ci si avvicina ai
luoghi della cultura il primo punto è che il luogo sia accessibile. C’è una legge del 2004 prescrive che i siti siano
conformi a certi standard. Purtroppo come succede in Italia ci sono delle leggi bellissime che molto spesso non
sono rispettate, questo dovrebbe essere un obbligo di tutti gli enti pubblici. Quando si parla di accessibilità si fa
riferimento soprattutto al discorso delle barriere architettoniche, i disabili motori sono stati i primi che hanno
posto questi problemi nel 71 hanno avuto la prima vittoria. Ma si deve anche tenere conto dei vari pubblici
particolari, perché ci sono come dicevamo 50 sfumature di pubblici, riguarda i ciechi, gli ipovedenti che non è la
stessa cosa. Ipovedente è uno che vede poco, poi ci sono i ciechi o non vedenti che non vedono proprio. Già ci sono
delle differenze nell’ambito della categoria dei disabili visivi.
Tenete conto che per quanto riguarda la fruizione dei beni culturali, i musei, la categoria dei cieghi è quella che
comporta i problemi maggiori perché l’impostazione dell’offerta è fondata sulla fruizione visiva, quindi chi non può
usufruire dell’uso della vista è tagliato fuori. Per i disabili motori ha un peso economico maggiore, mentre per altre
categorie di disabili, come i sordi, per i ciechi è un problema maggiore. Noi vediamo con le mani, usiamo il tatto,
che è il senso bandito a priori da tutte le offerte musealmente e non solo. Capite che in fondo nel momento in cui i
ciechi entrano nella società e dicono: anche noi vogliamo come tutti gli altri volere usufruire come gli altri, fanno
una richiesta rivoluzionaria perché sconvolge l’offerta museologica. La storia poi va avanti a furia di atti
rivoluzionari, significa modificare il già fatto, mettere in discussione i luoghi comuni e cercare di creare qualcosa di
nuovo. Abbiamo portato avanti un discorso di esperienza e di accesso all’arte assolutamente nuovo. Abbiamo
scoperto che la bellezza di una scultura può essere vissuta in maniera concreta con l’approccio tattile. Se attraverso
il tatto è possibile vivere un esperienza reale in ambito estetico allora questo può valere anche per gli altri. Ecco
perché tutti vengono al museo omero. È talmente importante per l’uomo il tatto.
La cosa fondamentale è l’accoglienza. Quando si parla di costi, l’accoglienza costa pochissimo, basta un po’ di
formazione del personale, alla formazione basta aggiungere questo aspetto e si può fare. Il fatto stesso che la
persona che non vede entra in un luogo proibito e vede che c’è una persona che la accogliere con piacere, favore e
cordialità già si sente in un luogo che anche suo. Questo è un elemento psicologico importantissimo. L’accoglienza
significa dotare il luogo di tutte quelle caratteristiche per le esigenze della persona che non vede. I costi sotto
questo profilo sono minimi.
Quando sento dire: questo si può fare ma adesso no, vedremo quando ci saranno i fondi. Se i beni culturali sono
patrimonio dell’umanità significa che sono di tutti, se dichiarazioni dei diritti dell’uomo dice che tutti hanno diritto
all’arte allora per noi è un diritto. Poi sento dire: vedremo quando potremo. È un diritto. Quando ci saranno i soldi
ma non ci saranno mai. Avete mai visto un’Amministrazione a cui avanzano i soldi? Io non l’ho vista mai. Si tratta di
programmare. Quando si decide una programmazione si devono inserire i soldi per l’accessibilità, è un diritto e non
una prerogativa da parte di una persona particolari sensibile. Se la pensiamo in questo modo molti problemi si
risolvono. È una rivoluzione culturale, il mondo è di tutti, l’arte è di tutti è un fatto di cultura.
Si parla di adeguare le strutture, i luoghi della cultura, i musei, ma c’è un altro problema che è importantissimo, il
territorio, deve essere accessibile anche il territorio, ma poi troviamo pochi disabili, ma se il territorio non è
accessibile!. Il territorio reso accessibile è fruibile. È la società che deve cambiare la mentalità. Bisogna ricordarsi
dei disabili sensoriali. Abbiamo una grande qualità di segnaletica, ma è solo visiva. Non si chiede la luna nel pozzo,
mi rendo conto che vanno fatte un po’ per volta, facciamo il passo secondo la gamba, ma guardiamo all’obiettivo
serio, un passo per volta avviciniamoci a un obiettivo finale. Quanti semafori adeguati ci sono per le strade? In
alcune città di più in altre meno dipende dalla sensibilità dell’ente locale. Un disabile che si presenta in un luogo
della cultura cosa deve portare con sé? Informazioni, emozioni e sensazioni. I sensi sono importanti perché danno
la concretezza, è ciò che si ricorda più a lungo, è ciò intorno al quale si organizzano i concetti relativi ai progetti. Le
sensazioni sono tutte.
Prendiamo un monumento. Una persona che non vede entra in questo monumento, come può usufruirne? Quello
che può toccare lo tocca e non si tocca solo con le mani, ti fai un’idea, è importante il fatto che porti con te i
profumi, il rumore dei tuoi passi nell’ambiente che importante non solo per l’idea dalla dimensione. È importante
quello che odi, c’è un organo che suona, un coro che canta, deve portarsi dietro una quantità di sensazioni, ma
viene a mancare l’insieme. Ciò che si dovrebbe fare, piano piano, è un modellino architettonico, dovrebbe essere
un impegno che ogni comunità dovrebbe assumersi anche solo dei monumenti più importanti e la conoscenza sarà
completa perché darà la possibilità di vedere con il tatto come è. Toccare è una parola che non ha senso perché si
può toccare in cento modi diversi, bisogna vedere come si tocca, chi tocca, quanti toccano, quale materiale. Dopo
avere valutato tutto ciò si può dire se si può toccare o meno dire a priori di non toccare non ha senso.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Grazie professore. È l’inizio di una tematica che vorremmo affrontare
nuovamente. Prego Andrea Moio, at media e la tecnologia a 360 gradi Coperniko.
MOIO: Mi occupo di ricerca e sviluppo. Un brevissimo cenno, nasce nel 2012 mette al centro la creatività collabora
con la università di Alessandria nel 2016 mette sul mercato il suo primo prodotto che è Coperniko. Il vantaggio è
questa struttura a tre componenti la parte creativa, di marketing e di sviluppo. Tutto questo integrato in un
progetto di integrazione tecnologica. È una suite di servizi web che nasce per fornire informazioni innovative al
web. Parleremo in questo caso della realtà immersiva in realtà Coperniko si applica a ogni applicazione web.
L’applicazione con cui ha iniziato a farsi conoscere sul mercato è il prodotto per visite virtuale di at media l’utente
può collegarsi al web e con semplici movimento del viso può spostarsi, applicare delle attività interattive. Questo
progetto è stato sperimentato in collaborazione con il Comune di Alessandria che ci ha messo a disposizione la
pinacoteca, abbiamo presentato la tecnologia a SMAU e siamo stati premiati. Non è una tecnologia che vuole
sostituirsi alla visita fisica ma quello che Coperniko si pone come obiettivo è fornire la possibilità di vivere
l’esperienza in forma virtuale, ma seconda soluzione che stiamo implementando con questo progetto è la
interpretazione parziale della vita fisica cioè avere delle postazione totem che permettono all’utente di interagire
per esplorare queste aree che non sono alla sua portata. Per il paesaggio delle langhe stiamo realizzando dei tour
sui sei siti sarà possibile muoversi negli ambienti consultare schede informative e sanno accessibili da casa per chi
non potrà recarsi sul tosto per disabilità o altro. Anche sul posto si potrà visitarlo fisicamente o virtualmente. Ho
portato un rapido video. Questo è un primo esempio che abbiamo realizzato per la pinacoteca di Alessandria.
L’utente è inquadrato nella telecamera e muove la testa, al centro della scena c’è un puntino rosso. Strutturando
questi video come un percorso di visita si può ricreare. L’altro esempio c’entra poco con il patrimonio paesaggistico
ma è una piccola demo durante la presentazione del percorso espositivo multimediale del museo del cappello
Borsalino per farvi capire che è una tecnologia molto più ampia in questo caso era una esigenza che l’utenza
esprimeva di provare i cappelli. E poi scattarsi una vota e condividerla sui social. Veniamo ai paesaggi vitivinicoli.
Questo è un piccolo montaggio dei vari video che saranno visitabili, interattivi da casa ma anche in loco, saranno
disposti dei totem interattivi. Grazie.
ADRIANO: Grazie. Qualche parola sulla nostra associazione. Sportabili Alba nasce nel 97 a Predazzo è iniziata come
connubio tra turismo e sport, nel 2004 grazie all’attività di quattro volontari nasce sportabili alba. La nostra
associazione offre alle persone con qualsiasi tipo di disabilità la possibilità di fare sport, di mettersi in gioco nello
sport e di praticarlo a tutto campo. Non ha ambizioni prettamente agonistiche, anche se abbiamo avuto degli
sportivi che sono arrivati a livello paraolimpico come la Fenocchio. Questo tipo di esperienza si può fare con
professionisti ma anche ausili specifici. In questo senso siamo aiutati dalle federazioni a cui siamo associati, a
partire dal coni associazioni e federazioni locali. Il nostro motto è se posso fare questo posso fare tutto, ci piace
ripeterlo perché lo relativo alle persone con disabilità sembra quasi un paradosso, in realtà è proprio dove il divario
tra le persone con disabilità è possibile colmarlo e dare la possibilità di fare sport a tutti i nostri atleti. Vi elenco
qualche sport che pratichiamo, nuoto, sci, calcio, ciclismo, equitazione, danza, tennis, barca a vela, escursionismo,
atletica leggera, basket, tutto questo ci permette di fare praticare più di 2500 ore di sport annualmente, qui c’è
qualche immagine che vi fa vedere che anche senza ausili particolari ma con l’accompagnamento di istruttori e
volontari si possa praticare lo sport. Sul turismo l’immagine in basso a sinistra pratichiamo delle escursioni per le
disabilità motorie attraverso l’utilizzo della gioelet, messo a disposizione dal Comune di novello. Il connubio tra
sport e turismo è originario dal Trentino dove anche storicamente si è sviluppato prima. La prima esperienza
rilevante che abbiamo volto è stata una collaborazione con l’ente fiera dove in associazione con l’ente fiera siamo
riusciti a sviluppare una mappa di accessibilità su alba e eventi principi quali il palio e altri eventi. La mappatura
della città si è sviluppata su eventi storici ma anche su altri tipi di eventi offriamo anche supporto
nell’organizzazione di vacanze accessibili nel senso che cerchiamo di rendere pratico e accessibile il connubio tra
sport e turismo quindi su richiesta specifica offriamo questo servizio. Il nostro ruolo in questo progetto bello e
importante per cui ringraziamo per averci inserito. La collaborazione con l’associazione sarà di tipo esperienziale di
test, sulla base di schede che ci verranno proposte faremo dei test esperienziali il loco che documenteremo. Non
pensiamo solo alle disabilità motorie ma sensoriali, intellettive e relazionali. Sarà possibile quindi un collaudo vero
e proprio dei percorsi. Il supporto sarà di esperienza e di progettazione attiva di fornire informazioni necessarie per
completare questa fase di progetto. Vorrei collegarmi con i relatori che mi hanno preceduto. Molto è stato detto,
molto meglio di quello che sto dicendo io. Quello che mi ha colpito è che la base di partenza è la persona, mettere
la persona al centro perché è l’unico modo per capire quali siano i bisogni delle persone. È stato citato un progetto
di cui non ero a conoscenza simulare una disabilità per fare provare un percorso, lo abbiamo provato come
associazione nelle scuole facciamo questo gioco di simulazione di un limite e i bambini sono fantastici nel cogliere
dove è il problema e come affrontarlo. Un altro concetto che si collega, è che le parole giuste sono importanti non
è solo una questione di estetica della persona, la parola rappresenta il pensiero ma la parola giusta aiuta a definire
il pensiero. Questo progetto di accessibilità del turismo deve essere di turismo cultural, noi cerchiamo sempre di
dare la possibilità come persone. Dire persone disabili e non disabili non è una identità, rappresenta una
condizione. Sicuramente l’accessibilità dei percorsi nel turismo è la prima migliore per tutti, in questo modo si
riuscirà a avvicinare le persone ai luoghi e attraverso questo le persone ai tra loro.
MODERATORE - ROBERTO CERRATO: Le persone giuste le ha trovate e ci ha emozionato. Grazie. Ringrazio due
persone presenti che hanno lavoro con anima e cuore a questo progetto, Elisa Gandino che ha recepito le dritte
della direzione dell’associazione, particolare grazie a Elena Marcolin che è alla nostra reception, è la testimonianza
di stage di master dell’università di Trento. Accogliamo questa giovane e ogni anno abbiamo queste sorprese. Tutto
ciò fa la differenza per noi che abbiamo qualche anno in più.
VALLE: Bisogna copiare dagli altri, questo è quello che abbiamo imparato. Quando inizia un progetto vediamo che
cosa è già stato fatto, nessuno produce cose positive pensando che sia il Parlamento. Spero sia interessante, per
noi lo sarà capire altri siti UNESCO che si pongono questo problema. Le soluzioni migliori speriamo di riuscire ad
applicarle. Parlavamo con Matera che ha delle idee, sulla val Camonica abbiamo più vicinanza. Ogni esperienza è
per noi un elemento di crescita e spero che lo sia anche per il territorio.
MANZARDO: Con molti di voi siamo già in contatto da tempo. Vi ringrazio molto dell’invito, sono anche io originaria
di queste torre, delle langhe. È motivo di orgoglio vedere che sul nostro territorio avvengono eventi come questo.
Noi siamo parte del circuito sabaudo. Il progetto accessibilità è del dipartimento di educazione. Dando per scontato
anche se non è sempre così che ci siano già le possibilità per accedervi, vi parlerò di accessibilità in senso culturale e
sensoriale. È il cuore del nostro dipartimento. È stato istituito nel 1984 con Anna Pironti. È una idea di accessibilità
per tutti. Non è bello parlare di percorsi specifici o qualcosa di separato ma è bello che questo sia inserito in una
progettualità complessiva, è giusto così. I nostri pubblici sono tutti, dai bambini piccoli alla terza età e anche per le
persone con disabilità, che portano esigenze specifiche come anche le famiglie con bambini o anziani. Parto con la
carrellata di immagini per il trentennale del castello di rivoli nel 2014, è stato fondamentale invitare amici e
compagni di strada con cui lavoriamo da più di 15 anni, vedete Francesco fratta che molti di voi conoscono che è
stato referente prima a Torino e ora a livello nazionale per l’associazione ciechi con cui abbiamo iniziato, c’è poi la
consulta per le persone in difficoltà e la consulta dei sordi. Queste sono le tre associazioni più importanti. Qui
Francesco Fratta che dialoga con… In un discorso onnicomprensivo
In questo senso è importante ripartire dall’inizio, essere accessibile vuole dire garantire a tutti l’accessibilità.
Progetti per le famiglie con bambini piccolissimi, ho spazio a disposizione per le mamme in allattamento, il
laboratorio della terza età, per rendere partecipi anche gli anziani, molti di loro sono frequentatori attivi ed
entusiasti per poi arrivare a percorsi inclusivi per le persone con disabilità. Ci sono infinite possibilità e infinite sono
le sfumature nel mondo della disabilità. In questo caso le persone con disabilità intellettive hanno a disposizione
una serie di momenti per coinvolgerli e farli entrare dentro i contenuti dell’arte contemporanea. Poi la
collaborazione con CPD. Qui ricordiamo Paolo Osiride Ferrero in un evento del tavolo per la cultura accessibile. È un
tavolo di confronto che abbiamo messo in piedi a partire dall’anno 2010 con un grosso lavoro di sedimentazione
culturale e di dibattito perché se è vero che da un lato ciascun ente mette in atto tutto ciò che può e
continuamente fa delle ricerche per aumentare quello che si fa altrettanto è importante condividere quello che si
fa e aumentare la consapevolezza di quello che si fa e in tutti i luoghi dove si svolge cultura. Questo è un tavolo
legato alla cultura accessibile, che ha prodotto un manifesto che ho portato qui e vorrei rendere disponibile a voi e
a tutti gli interessati, manifesto per la cultura accessibile a tutti, qui si dice che cosa significa per noi rendere la
cultura accessibile e si auspica che tutti coloro che aderiscono al tavolo vogliono farsi carico di questi punti e
renderli concreti. Con CPD si è fatto un grande lavoro, ricordo solo ricordare l’evento di massa per la giornata
internazionale per le persone disabili, si chiamava abitanti, questi piccoli esseri sono un simbolo di entità e
differenza. In ognuno di noi è insita la diversità. Un modo per fare parlare le persone. L’evento è piaciuto talmente
tanto che siamo stati invitati a Melbourne, il tema dell’immigrazione è sentito, siamo stati accolti in questo modo
dal ministro. Queste immagini sono relative alle giornate delle scuole a Torino perché è fondamentale disseminare
questa cultura della inclusione, in questo senso con le scuole e con i giovani hanno una rilevanza particolare. Qui il
dizionario di arte contemporanea in lingua dei segni, perché la lingua dei segni si va arricchendo nel tempo, ci sono
delle aree ancora inesplorate e quindi quando un po’ di anni fa nel 2007 ci siamo interrogati su come accogliere al
meglio le persone sorde è sorte questo problema: come fare accedere i sordi segnanti se non esistevano le parole
specifiche nella loro lingua madre? In modo complesso siamo arrivati a creare 8 parole che non è esaustivo, ma è
un lessico base per potere parlare nella lingua dei segni di arte contemporanea. Questo ha portato attività di visita,
qui vedete le famiglie, tutto ciò nasce sempre dalla condivisione con le persone, tutto nasce da un tentativo di
condivisione e partecipazione tra noi e la comunità di riferimento. Per qualsiasi cosa lascerò la mia mail per potermi
contattare se vi fa piacere. Questo è un altro percorso condiviso con l’unione ciechi e ipovedenti. Ricordo il primo
incontro, fratta mi ha aperto un mondo, riscoprire la bellezza delle sensazioni sintetiche di tutto il nostro corpo.
L’arte contemporanea non è solo visiva, qui vedete un performer che sta suonando uno strumento particolare, le
sonorità delle stanze, sentire il pavimento scricchiolare, riconoscere il materiale degli ambienti, è un arricchimento
anche per noi che ci concentravamo sul vedere. È un approccio ricchissimo, mille sfumature. Ancora mi piace
sottolineare come si possa arrivare al diritto alla consuetudine e cerchiamo di farlo attivando più possibile percorsi
dedicati, visite, eventi, in questo caso il cane guida entra. Qui abbiamo una visita con numerosi sordi che dibattono
tra loro, c’è una persona sordo/cieca che è accompagnata e comunica con la lis tattile. Questo, la possibilità di
affidare a una guida sorda delle visite. Dovete sapere che i sordi preferiscono se possibile avere una guida
madrelingua, avere un’interprete di lingua dei segni non è la stessa cosa, è stata una possibilità straordinaria. Su
prenotazione organizziamo queste visite. Un successo clamoroso perché è molto importante la relazione, quindi in
questo caso avere potuto lavorare con lei e con la comunità sorda è quello che fa la differenza.
Una provocazione sull’inversione dei ruoli. Perché non darci l’opportunità di vedere il mondo con gli occhi degli
altri, in questo senso dare la possibilità di vedere con ciò che ci raccontano le persone non vedenti, sui limiti che noi
stessi ci vediamo, qui un grande successo la possibilità di realizzare del percorsi di formazione per le persone
vedenti che però si bendavano. In questo caso la residenza sabauda ci ha dato un’immensità di stimoli perché oltre
ad avere una serie di lavori da toccare ma sulla residenza ci siamo sbizzarriti, si può lavorare sulla descrizione e sul
tatto, il percorso è stato interessantissimo anche con l’utilizzo di supporti tattili, le ragazze stanno toccando con
delle piantine a rilievo. Altra possibilità calarsi nel rapporto con le persone afasiche, reduci da ictus, che hanno
difficoltà nella parola potete immaginare quanta difficoltà abbiano a relazionarsi, questo miracolo è avvenuto.
Francesco Fratta è stato uno di quelli che hanno voluto relazionarsi e le persone in visita hanno voluto
immedesimarsi in chi vive l’afasia. Nel momento in cui si fa la formazione è indispensabile l’esperienza ma anche il
cercare di immedesimarsi, oltre a diversi incontri di carattere teorico. Questo è stato un incontro speciale
nell’ambito nella nostra summer school. Lui è un sordo americano che fa la guida al metropolitan museum da qui
abbiamo avuto lo spunto per lavorare con Valentina Abani. Quella che vede è una brevissima persona sorda italiana
Rosella Ottolini che traducevano dalla lingua italiana dei segni alla lingua americana dei segni e poi traducevano in
italiano per noi. Qui ancora eventi. Vorrei chiudere con questo pensiero tutto questo materiale che abbiamo merita
di essere valorizzato attraverso la rete e abbiamo cercato di fare questo con la summer school. Il Piemonte ha un
patrimonio enorme da questo punto di vista. Vi invitiamo ad aderire al tavolo della cultura accessibile. Siete tutti
benvenuti. Grazie.
BONOMELLI: Buongiorno a tutti. Volevo partire con un brevissimo video per inquadrare il territorio del quale poi vi
parlerò. La valle Camonica, la valle dei segni, perché oltre che avere il patrimonio di arte rupestre più importante
d’Italia e forse d’Europa abbiamo coniato questo logo, che ha incominciato a essere conosciuto. La valle Camonica,
una delle valli alpine della Lombardia, una delle valli più estese e che si estende su un territorio alpino, una valle
lunga cento chilometri e quindi difficile da tenere insieme perché cambino le situazioni sia dal punto di vista
geografico che ambientale. La difficoltà di tenere insieme anche diverse realtà. È divisa in quaranta comuni, 200
nuclei abitati, una forte identità culturale, diventa anche pericolosa se l’affermazione dell’identità diventa
un’affermazione conservativa di localismo. Questo è uno del compiti che ci siamo assunti a riportare unità i diversi
localismi. Ricco patrimonio storico culturale. Il turismo è nell’alta valle dove ci sono le stazioni turistiche e le terme
di boario. Tra i segni della valle il segno principale è il segno delle incisioni rupestri. Nel 1979 siamo stati i primi a
essere inseriti come sito UNESCO come arte rupestre. In questo senso, per la nostra arte rupestre è venuto agli
storici di scrivere la storia. Abbiamo incisioni rupestri in tutta la valle, una valle molto lunga segnata dal percorso
del fiume Oglio. Arti rupestri, 250 mila segni, otto parchi archeologici tutti infrastrutturati e documentati. Sono
però otto parchi gestiti in modo autonomo o dai singoli comuni o dalla sovrintendenza con diverse gestioni. Stiamo
lavorando a un progetto di nuova governance che potrebbe fondazione il tentativo di riportare a unità le diverse
gestioni che possa portare attività di promozione del sito UNESCO. Questa difficoltà di gestione unitaria perché
rende difficile l’accessibilità al sito UNESCO e limita il turismo. Abbiamo avuto pochi turisti in questo senso. Si
hanno grosse difficoltà come accessibilità, parliamo di parchi che sono in mezzo alla natura spesso in terreni
scoscesi difficoltosi anche per i normodotati. Da difficoltà è anche per le persone anziane, le famiglie con
passeggini, è un tema che stiamo cercando di affrontare e rendere i nostri parchi accessibili a tutti. Sono parchi
bellissimi dal punto di vista naturalistico ambientale ma tutti con difficoltà di accesso. Abbiamo avviato un progetto
a ciascuno il passo, è un contenitore di idee e progetti, abbiamo individuato tre parchi che abbiamo ritenuto
significativi, abbiamo messo in rete i settori del parchi, tre progettisti che abbiamo individuato attraverso un bando
e tre onlus che si occupano di accompagnamento di persone con disabilità. Abbiamo costruito dei microprogetti
per rendere accessibili dei piccoli parti di parco. Sono parchi che presentano delle parti difficilmente accessibili. Il
primo parco è quello di massi di Cemmo, sono sue massi istoriati e sono significativi perché sono stati identificati e
documentati che poi hanno portati all’identificazione di tutte quelle scritture. Da qui partì la ricerca e lo studio
sistematico delle scritture rupestri. Il piccolo propetto che abbiamo realizzato consiste nella stabilizzazione del
percorso, oggi c’è un percorso con ghiaietto. Si vuole modificare i percorsi con ghiaietto in modo che ci si possa
avvicinare da parte dei disabili. L’altro parco è quello di ceto, Ciembergo e Passardo, vi sono due tipi di intervento.
Stiamo realizzando un cordolo in metallo che serve anche come punto di appoggio per disabili che terminerà con
una campana di pietra con un martelletto in corrispondenza di un masso. È importante riportare delle sensazioni,
questo martelletto dà le sensazioni di come gli uomini preistorici martellavano la roccia. L’ultimo parco è quello di
luine in Comune di Darfo, Boario terme. Stiamo lavorando una parte di parco che oggi è prato, lo renderemo
accessibile e abbiamo effettuato uno scavo per portare l’illuminazione, l’obiettivo sarà arrivare ad alcune rocce
abbiamo provveduto con delle tabelle in brail. Partendo dal logo abbiamo creato un logo specifico. L’importante è
che non parliamo di accessibilità per disabili ma per tutti. Qui c’è la carrozzina ma anche la famiglia, abbiamo
cercato di creare un logo che renda visivamente che i nostri parchi sia accessibile per tutti. Questo è un pannello
che metteremo nel parco dove vi è l’individuazione dei siti che si possono vedere con le caratteristiche di pendenza
e percorso che abbiamo reso disponibile. Non ci siamo fermati qui perché un luogo che non viene comunicato è
non luogo per cui stiamo lavorando sulla comunicazione e abbiamo deciso di allargare la comunicazione a tutto ciò
che è intorno ai parchi. L’obiettivo è creare una mappa in modo che il turista sappia quali sono i luoghi. Per cui
stiamo facendo una sorta di ricognizione delle strutture e su quelli bisogna intervenire per migliorare l’accessibilità.
Vi sarà capitato di trovare l’indicazione struttura accessibile ai disabili poi ci sono tre gradini per arrivarci. Abbiamo
realizzato dei totem interattivi, totem multisensoriali dinamici, totem tuttavia ò i quali si può avere una conoscenza
di cosa si trova sul territorio da visitare ma anche delle sensazioni che si possono portare a casa, cosa si può toccare
nei nostri parchi, si tratta di tubi rotanti con dei cassettini dove troverà le essenze che ci sono nei parchi, le pietre,
le incisioni e le varie informazioni sui parchi. La prossima settimana in valle Camonica avremo due giornate di
convegno una sula governance per mettere a confronto le due esperienze di governance dove partendo
dall’esperienza di Hornby, venne in visita l’anno scorso, volle assolutamente di visitare un parco, da lì partì l’idea, ci
ha dato molti suggerimenti, sarà con noi in quelli incontri e vedrà che cosa siamo riusciti a fare. Il 28 nella giornata
di sabato inaugureremo i tre percorsi e visiteremo i lavori che abbiamo effettuati. Non mi resta che ringraziare
l’associazione e invitarvi a partecipare e visitare la valle Camonica.
MAZZAGLIA: ringrazio gli organizzatori di questo momento di confronto tra i siti UNESCO italiani. Ringrazio
l’associazione per il patrimonio per i paesaggi vitivinicoli, ringrazio Roberto che ha voluto la nostra partecipazione e
ha proposto un abbraccio tra questi due territori. L’Etna è anche un territorio dove il territorio è stato forgiato
dall’uomo, è certamente una delle caratteristiche pregevoli del patrimonio. Vi parlerò di come nostro territorio, il
nostro vulcano aspira a diventare accessibile e patrimonio universale, per tutti non solo per tipologia del
riconoscimento che aveva implicitamente già da prima. L’Etna credo che sia considerato da tutti un bene di
straordinario valore non solo ambientale. Tante persone arrivare da tante parti del mondo e appropriarsi del
paesaggio innamorandosene. Il nostro sito ha ottenuto il riconoscimento a seguito della presentazione della
candidatura dell’ente parco dell’Etna il 21 giugno 2013, un anno prima del riconoscimento delle Langhe. Il
riconoscimento è avvenuto nell’elenco dei beni ambientali, è il quarto dei siti naturalistici, qui la pagina sito
UNESCO che parla del nostro patrimonio. Il riconoscimento è stato anche una grande occasione per riflettere
ancora di più di quanto non si sia fatto in passato sull’universalità del patrimonio mondiale. È ovvio che il
riconoscimento richiama la responsabilità anche degli enti che si occupano della gestione e segnatamente del parco
dell’Etna. Scorrendo le immagini qui vedete l’esito della prima revisione a cui siamo stati sottoposti nel settembre
2014 e come vedete il sito gode di buona salute. Il sito è in buono stato di conservazione. Rendere patrimonio per
tutti un vulcano che già per sua natura ha delle difficoltà di accesso e di fruizione perché vi sono dei momenti in cui
non è accessibile alle persone cosiddette abili, renderlo accessibile a tutti è una sfida che noi inquadriamo nelle
diciotto sfide del pianeta terra individuate dall’uomo. È un elemento importante per ridurre disuguaglianze che io
ritengo come opportunità.
Questa è la stele del riconoscimento. L’attenzione del parco alla riduzione degli ostacoli alla fruizione e quindi un
approccio di fruizione per tutti in realtà vi è sempre stata. La sede dell’ente nel quale il parco è ospitato già nel
2005 è stata realizzata con abbattimento delle macro e microbarriere architettoniche. Al suo interno vi è un piccolo
museo realizzato per consentire l’accesso ai tutti visitatori, alle scuole, bambini. La sede del nostro piccolo museo è
interamente accessibile non solo alle persone che hanno disabilità di carattere motorio ma anche alle persone
ipovedenti, quindi vi è un percorso che consente attraverso la collaborazione con le stamperie brail di rendere
accessibile l’intera area. Un approccio molto attento all’ospitalità per tutti è stata dedicata in maniera particolare
alla formazione del personale dell’ente. Qui nelle immagini che scorrono non si vede ma i nostri collaboratori, le
guide sono particolarmente attenti, alcuni hanno fatto formazione specifiche, alle nostre guide si rivolgono i tanti
con difficoltà motorie soprattutto perché quando si pensa al vulcano la difficoltà, la barriera principale per arrivare
a quelle quote a cui aspirano di arrivare. Qualche giorno fa la nostra guida vulcanologica più giovane, Vincenzino
Greco ha accompagnato fino all’Etna una giovane donna americana con disabilità motorie che aveva espresso
desiderio nell’ambito di una raccolta fondi. Questo approccio al racconto del vulcano Etna che sia quanto più
accessibile a tutti i visitatori va ancora più riproposto anche nelle più recenti attività che il parco si sta proponendo
di realizzare. Il parco ha ottenuto il finanziamento di un progetto nella gestione del sito ma ha anche riproposto un
progetto che mira all’implementazione della accessibilità attraverso i propri strumenti virtuali, quindi la revisione
del sito internet in modo da renderlo ancora più adatto anche a visitatori che si approcciano al sito e che non
hanno la possibilità di avere approcci normali. Un lavoro nella direzione dall’accessibilità è stato fatto nell’ambito
del progetto su scuola e comunicazione per la valorizzazione dei siti UNESCO che ha messo insieme i sette siti
UNESCO della Sicilia è un progetto ha l’obiettivo di rendere omogeneo il racconto dello straordinario patrimonio
culturale e ambientale siciliano attraverso degli strumenti che servono da approccio per le scuole primarie e
secondarie. In questo momento sono in corso le attività di disseminazione dei risultati di questo progetto.
Per tornare all’accessibilità dei luoghi fisici del vulcano Etna, vi presento uno dei progetti che è stato con più cura
messo in campo dal parco Etna, è la realizzazione del germoplasma, lungo 773 metro, interamente accessione a
soggetti con disabilità motorie, rampe con pendenza inferiore al 7%, la possibilità di avere un percorso guidato con
un passante in alluminio che consente di fare il percorso per tutti. Questo percorso dei cinque sensi ha avuto
l’obiettivo di riunire la rappresentazione di tutta biodiversità vegetare e animale. Il racconto di questo percorso che
è apprezzato con delle tavole che consentono di conoscere le specie animali e vegetali che vivono nel nostro
vulcano è pensato per permettere alle persone con disabilità fisiche di conoscere queste biodiversità, attraversare
un ginestreto in fiore e comprendere la macchia mediterranea, c’è un’area attrezzata a vigneto e vedere la
coltivazione della vite anche ad alberello è visibile a tutti, alle scolaresche che possono approcciarsi a tutte le
biodiversità. Sono conservate tutte le specie abbiamo ottenuto il presidio Slow Food. Qui si racconta con la
traduzione in brail la vite ad alberello e quella a spalliera. Qui vedete le persone all’opera del vigneto, la potatura di
questo vigneto è realizzata grazie alla collaborazione con l’istituto minorile penitenziale di Acireale. Questi ragazzi
coltivano il nostro vigneto. Settimana scorsa abbiamo fatto la vendemmia e vedere la gioia di questi ragazzi
raccogliere il frutto del lavoro di anno è davvero bello. Qui i nostri dipendenti del parco con i visitatori, è stato
seguito un approccio formativo che consente di accompagnare questi gruppi e raggiungere bei risultati insieme.
Questa è una delle 150 stazioni di rivelamento sismico delle istituto nazionale, appartiene al circuito per tutti
perché l’Etna come il Vesuvio è il vulcano più monitorato al monto per ovvie ragioni. Questa è la coltivazione delle
varie specie arboree. Ha ultimo solo di recente in collaborazione con l’arpa e con un finanziamento con la regione
Sicilia si è festeggiato con questo prodotto il catalogo multimediale dell’Etna che tuttavia ò la fotografia immersiva
e le strategie proprio adatte a essere inserite a google street, ha consentito una visita virtuale a tutti coloro che non
hanno la possibilità di visitare ugualmente luoghi particolarmente interessanti. Google ha mappato circa cento
chilometri di sentiero e sono visitabili attraverso la tecnologia di google street view, e potrete vedere gli
straordinari paesaggi del vulcano, qui è la visita alla quota sommitale. Qui non posso farlo ma è possibile fare un
virtual tour interattivo e poi vi sono delle tabelle informative che danno specifica delle singole emergenze
ambientali che vengono individuate. Questo catalogo è stato particolarmente apprezzato e importante. È nato
come prodotto accessibile ma questo approccio si è trasformato in una grande opportunità di promozione e
fruizione per tutti perché sono molti più di quanti non si pensino le persone che hanno bisogno di approcci integrati
alla conoscenza e alla fruizione del luogo. Un luogo come la valle del bove che ha una conformazione morfologica di
grandissima importanza ma inaccessibile è così visibile e accessibile a tutti. Alcune immagini che ho portato con
me, alcuni escursionisti, è uno dei trabocchi del 92 tra le tante formazione questa è una dei conetti della
bottoniera che si è aperta nel versante meridionale, le colate del nostro straordinario vulcano se veniste a vederlo
in questo momento è diventato un gigante. Abbiamo potuto grazie al virtual tour. Fare una operazione
straordinaria, entrare in una grotta, che è il ventre del vulcano, non è una sfida consentita a tutti, virtual tour lo
consente, qui vediamo la grotta del gelo, qui vedete questo ghiacciaio straordinario e viene raccontato dal nostro
vulcanologo che lo spiega. Tanto altro rimane da fare: l’accessibilità di un intero vulcano è una sfida non di poco
conto, è questo l’obiettivo che ci siamo dati, rendere reale quella dichiarazione di patrimonio universale che ci è
stata riconosciuta, è una sfida che si costruisce tassello dopo tassello l’importante che vi sia condivisione di questo
patrimonio e anche nel cambiamento dell’ottica con cui si code un patrimonio. Dico questo perché una delle
prossime iniziative è quella che stiamo portando avanti con Antonio presti, un mecenate, stiamo lavorando
sull’Etna per un itinerario dell’invisibile. Dice Antonio che tutti noi siamo diventati ciechi anche davanti alla grande
bellezza del creato non siamo più in grado di scorgere la bellezza, il valore del patrimonio umano e del creato che ci
circonda. Stiamo mettendo su un percorso accessibile a tutti, con questo approccio che caratterizzerà il percorso
dell’accessibilità in cui invertiremo i ruoli, saranno i ciechi da fare da guida alle persone normovedenti per spiegare
loro quella parte di bellezza e di sensazioni che tutti noi spesso non siamo più in grado di cogliere fino in fondo.
Grazie per l’attenzione.
MARCHI: Sono coinvolto al Monte San Giorgio da molti anni. Questo è il Monte San Giorgio, un sistema romboidale,
la punta doppia italiana. Sul progetto di cui parliamo oggi non sono il progettista né l’ideatore ma la persona che ha
reso possibile tutto ciò, l’idea è del professore tintoli e l’intervento è stato fatto dall’ingegnere Nieddu. Dopo quello
che ci siamo detti oggi e questa foto direi che la prima caratteristica di questa foto è la democrazia. Qui
l’accessibilità è difficile per tutti per cui deve essere ragionata in tanti altri termini: età, forma fisica perché è su
questo versante che si trovano i siti di scavo e i fossili che sono stati vincolati dall’UNESCO per il patrimonio
dell’umanità. C’è un altro paradosso. Il fossile si trova sotto terra e si dissocia dal sito in cui è stato trovato, viene
portato in università dove viene preparato e studiato, quindi non vedi il patrimonio ma vedi come si manifesta
quindi devi saperlo comunicare, raccontare. C’è un terzo paradosso di cui vorrei raccontare. Questo è il Monte San
Giorgio, dalla parte Svizzerà è stata tutta inserita la parte italiana è la parte che guarda il lago. Il confine è casuale
non segue una linea di fondo valle, passa in un determinato modo, all’epoca non c’era il confine per cui è stato
chiesto da UNESCO l’estensione della candidatura in Italia e il Monte San Giorgio è diventato il terzo sito italiano.
Ha anche degli altri patrimoni, quello naturalistico, paesistico, con il lago e tutto quello che fa di questo ambiente
qualcosa di conosciuto al mondo intero. Dal punto di vista della campagna e degli scavi le stratificazioni andavano
dalla parte Svizzera per sbancamento e dalla parte italiana con scavi in miniera che hanno aumentato il costo. Sul
sito di cave del frate si è potuto intervenire in trincea, i detriti venivano utilizzati per fare il sostegno, quando è
stato terminato lo scavo è stato completamente chiuso quindi ci siamo trovati una parte di terreno recintata dove
non c’era niente. prima della guerra mondiale l’Italia aveva paura che vi fosse invasione dalla parte Svizzera. Vi
sono state bianche di accesso. In questo caso vedete dal punto di vista di googlee l’accesso per potere arrivare a
questo scavo per questo era ca del frate quando siamo andati a fare la visita. Scavo recintato vegetazione
spontanea. Non appariva nulla se non i fossili che però si trovavano a Milano in seno al dipartimento di scienze
della terra. Con la legge 77 abbiamo avuto la possibilità di fare questo intervento con il professore Balini e la
dottoressa grassi siamo intervenuti su questo sito, abbiamo sbancato, c’è sempre stata l’assistenza perché tutti i
detriti sono stati analizzati e il sito poi è stato attrezzato, pavimentato, rimessi in evidenza gli strati fossiliferi.
Quando mi è stato chiesto di preparare questo intervento ho avuto difficoltà a trovare le cose specifiche perché di
accessibilità ne abbiamo parlato, della dissociazione tra reperto e sito ne abbiamo parlato, abbiamo una strada
bianca è stato pavimentato un passaggio, è stata creata una balaustra che è diventata un filo conduttore e arriva
all’ingresso del sito di ca del frate. Il sito è recintato perché gli affioramenti ce ne sono tanti e di amanti dei fossili
ce ne sono stati l’unico limite è la balaustra. Io vorrei dare delle cifre all’UNESCO, dal punto di vista gestionale mi
interessa avere i numeri e le cifre. Si entrata nell’area, sono stati installati tre cartelli curati dall’università di Milano
che raccontano la storia del sito e hanno una caratteristica che è quella di avere una parte in basso inclinata dove
sono stati aggiunti, la fine del percorso e una piccola zona per potere tenere una lezione con un tavolino alle
persone che arrivano. Arriviamo ai tabelloni che raccontano il sito e poi c’è questa parte inclinata la quale è
composta da una stampa in rilievo di un rettile, un pesco o mollusco, una parte scritta in brail e una in rilievo, c’è la
possibilità di toccare il tutto, c’è una parte in basso a destra che è quella che riguarda una tipologia di linguaggio più
adatta ai bambini, la traduzione del testo in inglese. Io quando vedo un fossile lo voglio toccare in realtà se ti
avvicini muori, ti sparano. Con una carta velina e una monetina ho fatto il rilievo per dare la possibilità alle famiglie
di portare a casa qualcosa. Queste sono stampe, stiamo ragionando sul fatto di farle in 3 d. Qui viene anche
mostrato, nell’ultima parte nella colonna stratigrafica come sui tabelloni si ripete il testo anche in brail. Questo è il
risultato del lavoro fatto perché ci si renda conto, le scuole locali perché si vuole fare un certo lavoro sulle scuole
locale per la coscienza del patrimonio perché vivere in armonio con il territorio vuole dire che i turisti vengono.
Questo è il risultato di alcune gite scolastiche. Alcune riflessioni che volevo fare le ho fatte all’inizio perché è lo
spunto. Grazie.
D’ANTONIO: Buonasera e grazie agli organizzatori. Sono molto felice di essere qui presente perché sono state delle
relazioni che hanno arricchito con i loro contenuti le idee che un amministratore di una città sito UNESCO e capitale
della cultura nel 2019 ha in mente che questo 2019 sino un punto di partenza e non di arrivo. Ho preparato una
presentazione che questo sito UNESCO unico nel suo genere illustra tutte le situazioni di accessibilità. Per un
motivo molto legato al momento sono partito dalla dichiarazione universale dei diritti umani perché in questi ultimi
giorni abbiamo visto come anche l’UNESCO possa vivere di momenti particolari fatti di azioni e decisioni che
aiutano a riflettere sul concetto che ognuno di noi ha della cultura dei diritti umani. In questa slide riporto la lettura
di un passo di Carlo Levi nel suo libro Cristo si è fermato a Eboli, è un medico destinato in confine a Aliano è una
cittadina dei calanchi lucani. In questa sua permanenza oltre che dedicarsi alla pittura e disegnare i paesaggi con i
personaggi ha anche scritto molto e il più noto è Cristo si è fermato a eboli. In questo passo rappresenta il arrivo a
Matera e non riusciva a capire dove fossero questi sassi, che sono in una conca come se in qualche modo i borghi li
avessero coperti. I sassi sono stati definiti dicembre da Togliatti e da de Gasperi la vergogna d’Italia. Un passato
antico. Questo percorso importante che parte dagli anni 30 e vede negli anni 50 la costituzione prima dei borghi e
poi dei quartieri moderni portano Matera a essere candidata e poi essere nominata patrimonio UNESCO nel 1993.
primo sito del meridione d’Italia e sesto sito in assoluto italiano, nei numeri importanti. Tra l’altro il prossimo anno
noi avremo una data importante che ci condurrà nel 2015 ci saranno 25 anni di patrimonio UNESCO, è un momento
importante e lo sarà anche per il discorso della accessibilità che cosa Matera è riuscita a fare. Inizio con il progetto
spero barriere. Nel 2014 non è il progetto più vecchio, nel periodo in cui si lavorava per la candidatura, per il
dossier viene tenuta a Matera una conferenza durante la quale si affrontava un percorso con la costituzione del
manifesto di Matera inteso come un modello di sviluppo nuovo e di una concezione di accessibilità come utilizzo
della progettazione multisensoriale e come processo di inclusione sociale e rendere accessibile un bene, un
monumento, una piazza a tutti, a chi ha un cultura diversa e ha una realtà differente e deve nutrirsi di quella
cultura. L’adozione del manifesto è un momento importantissimo perché ha consentito di dossierare il
miglioramento della fruizione del patrimonio. Patrimonio aperto a tutti affinché ci si indirizzi a un turismo solidale
accogliente e inclusivo. In questi tre anni si è fatto tanto, si sono promosse nuove iniziative e concluse iniziative in
itinere, un processo di inclusione. Ci sono due viste, il sasso barisano e il sasso caveoso, una immagine che vuole
fare l’idea della conformazione e di paesaggio che incontra il cittadino e il turismo perché è un sito UNESCO ma un
sito che vive. È un momento importante legata anche un forte turismo. Rupi di culto che si alternano, le chiese
rupestri le troviamo nei sassi e si alternano a unità abitative che manifestino il segno di un segno antico. Accanto ai
sassi abbiamo i quartieri moderni, le periferie i borghi rurali. I progetti sono elencati, alcuni di questi progetti sono
a valere sulla legge 77, progetti importanti non particolarmente recenti come finanziamento e approvazione non
recenti. Progetti che sono stati fermi perché poi la vita delle città segue anche le difficoltà delle Amministrazioni e
quindi i momenti che vive anche politica, instabilità della vita politica. Alcuni come dicevo sono finanziati del
MIBACT, altri finanziati dall’Amministrazione comunale, altri dalla regione e altri progettati e realizzati da cittadini.
Questo è importantissimo perché l’accessibilità è una grande sfida che si può pensare di vincere ce si lavora in rete
se c’è una sintonia di azioni. Il catasto dei beni culturali e ambientali è uno di quei progetti a valere sulla legge 77 e
include una serie di progetti. Come Amministrazione questo progetto ci impone di fare delle rilevazioni immediate.
Il sito è complesso, poche unità abitative sono private la maggiore parte sono demaniali. La possibilità di avere uno
strumento di questo tipo è importante per la parte documentale.
Archivio multimediale della memoria, mediante la multimedialità consente la fruizione accessibile da parte di tutti i
cittadini e le persone interessate che per motivi differenti possono non essere. Vedete le foto di Pasolini perché
abbiamo acquisito una serie di foto che racconta la storia di Matera nel secolo scorso. In questa foto è possibile
notare come si svolgeva nelle case nei sassi ai fini degli anni 50. notare come questa civiltà che viveva nei sassi era
una civiltà contadina. Abbiamo il museo multimediale, una iniziativa promossa dalla cooperativa oltre l’arte con il
progetto sassi e sensi conoscere Matera oltre le barriere. Ancora la tecnologia che interviene come strumento di
inclusione sociale. L’esterno e l’interno di chiese rupestri. All’interno delle chiese è possibile trovare dei plastici che
consentono al visitatore di potere mediante il contatto avere contezza della forma, della dimensione del
monumento in cui si ritrovano. C’è poi Matera città narrata un progetto commissionato da APT con un approccio
innovativo di riqualificazione e valorizzazione del paesaggio culturale. In questa slide si vede come i contenuti sono
divisi in quattro macrosezione, sono individuati 31 siti che sono i più rappresentativi della storia della città. Di
bisogni siti non solo c’è una rappresentazione dal punto di vista archeologico e storico ma ci sono anche dei brevi
filmati con il racconto di personaggi storici, quegli abitanti culturali e che hanno dato a Matera la possibilità di
divenire città della cultura. Attività come sito web e varie applicazioni. Casa NOHA è un’unità abitativa, un sasso
presente nella civita, è il quartiere più alto e signorile dei sassi del secolo scorso, all’interno oltre che visitare una
ricchezza di materiale documentazione è possibile vivere all’interno di un racconto. È un progetto importante che
offre al visitatore la storia completa della città. Tutto narrato da storici, archeologi, antropologi che hanno dato la
lettura del territorio da diverse prospettive. Idea è un progetto importante che ha come obiettivo il proposito di un
laboratorio di una istituzione di ricerca della storia antropologica e culturale. Co- working È un progetto realizzato
da un’associazione di volontariato finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il progetto è in corso
e la finalità è creare laboratori multidisciplinare per condividere conoscenze e coinvolgere le scolaresche in questo.
C’è il progetto social trekking finanziato dalla regione basilicata in collaborazione con l’unione italiana ciechi e ente
nazionale sordi ideato dall’associazione sassi e murgia con tre itinerari turistici per non vedenti e non udenti.
Percorsi accessibili. Matera mare, molti di voi lo conoscono, è un progetto coordinato dalla regione Basilicata,
coinvolge molte associazioni, tutte impegnate in questa azione disponibili integrazione sociale, è volta alla
identificazione, mappatura e elaborazione di data in relazione alla accessibilità. Recentemente ci sono alcune realtà
lucane come Maratea e Tursi che hanno richiesto questo progetto. È strumento che analizza l’accessibilità con
strumenti cartacei e anche con un racconto delle esperienze avere la possibilità di cogliere e avere a disposizione
strumenti che raccontano le esperienze vissute nel percorso da altri turisti. Sono strumenti importanti per la
programmazione turistica, per i tour operator, per i progettisti e le Amministrazioni locali. Qui vedete come viene
arricchito il lavoro di mappatura. Questa è una mappa con percorsi divisi secondo tre tipologie. Una mappa tattile
che consente…
Il MUV, museo virtuale tutti possono essere protagonisti inviando una foto o un audio o un video. Casa cava è una
struttura, oggi è una struttura ricettiva, è una cava nei sassi ristrutturata con fondi della regione. completamente
resa accessibile. Non entro nel merito di tutti i lavori di riqualificazione del centro storico, piazza san Francesco
r’abbiamo chiuso l’anno scorso il restauro della cattedrale. Tutti questi lavori prevedono lo studio e la
progettazione in ottemperanza all’accessibilità di spazi esterni con la realizzazione di percorsi fruibili e altre
esigenze. Queste sono le mappe tattili che verranno poste lungo i percorsi di accesso a queste strutture in restauro.
Per rendere accessibili abbiamo realizzato degli ascensori, vi sono due punti importanti. Abbiamo avuto difficoltà
davvero importanti da superare. L’UNESCO ha anche assegnato all’università la cattedra UNESCO. Mi volevo
collegare i fossili, a Matera è stato scoperto anni fa un fossile, la chiamano la balena giuliana, dovrebbe avere una
lunghezza di 25 metri è stata trovata una diga Giuliana e per questa abbiamo una attività progettuale per il quale
stiamo prevedendo la possibilità di vendere questo fossile accessibile e quindi utilizzare la multimedialità per fare
in modo che questa grande scoperta fruibile. Ci auguriamo che Matera, città dove viene sperimentato il 5G , dove
ha inserito al pari della cultura creativa l’accessibilità che sarà oggetto ti sperimentazione per la tecnologia del 5G.
Matera ora è capitale della cultura ma è stata capitale del mondo contadino.
Per l’accessibilità fisica nell’ambito dei sassi e della buffer zone noi abbiamo individuato dei percorsi che sono
accessibili. Partendo da piazza Vittorio veneto c’è il percorso accessibile e poi sant’Agostino accanto c’è un
ascensore e con esso si avrà la possibilità di accesso a vico fiorentino che è la parte sottostante l’ipogeo di piazza
Vittorio Veneto che è una location importante che era il punto centrale del barisano a oggi impossibile da
raggiungere. Inoltre con un finanziamento europeo ma mi farebbe piacere candidarlo con una progettualità
UNESCO, stiamo cercando di acquisire come Amministrazione da dare in gestione alle associazioni albergatori le
carrozzine cingolate. Sono in corso le valutazioni. Sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione e restauro. I percorsi
più fruiti sono fruibili e accessibili, ci siamo dotati di guide, ci sono dei punti IAT dove il visitatore hanno delle guide.
È stato ricostituito l’ufficio sassi, unico in Italia, con un pool fatto da architetti, archeologi, amministrativi, istituito
con la legge 771.
DE FILIPPIS: Parlo soprattutto per la componente Piemontese del sito. I problemi credo che siano in comune perché
come conformazione sono tutti tipologicamente molto simili. Come vedete è un grosso sperone roccioso e questa
sembra una piccola città fortificata. La scelta di questo luogo, è dovuto al fatto che il fondatore ha rivisto la terra
santa ma gli storici dicono che è stato scelto perché questa roccia era ricchissima di materiale costruttivo. È
talmente connaturata la zona con il Sacromonte che dappertutto affiora roccia. La realtà del Sacromonte è legata
alla ascesa, al salire a fare fatica per arrivare in cima, ha anche un connotato imborico, in cima c’è questa ultima
lama di roccia, c’è una cappella che è collocata sopra e lo ingloba e si vede che è il calvario. Cancellare questi
elementi è impossibile. Qui si vede la parte della spianata, c’è la zona di bosco. È un promontorio montuoso in cui
le cappelle sono in un percorso a spirale. La zona della sommità che finge delle piazze urbane ma la parte
precedente è sparsa nel bosco a quote diverse. Vi è la cappella che si elevava in un piccolo cocuzzolo. Qui la visita a
queste cappelle sono a più livelli e quindi con barriere. Questa stampa è l’itinerario come era ma non veritiera.
Questa è la porta di ingresso. Il Sacromonte è stato costruito a fine 400 per volontà dei padri costruttori, tuttora
radicanti in terra santi che tornato guardiania con l’idea di costruire il luogo affinché il fedele avesse la percezione
di essere in quei luoghi e con il sentimento religioso di alloro si sentisse come dentro i posti in cui Cristo era stato.
Dentro questi luoghi furono riprodotte delle immagini e statue a grandezza naturale. Dal nostro punto di vista
l’ingresso a questa porta è segnato da alcuni elementi che rendono difficile la deambulazione e in un progetto di
accessibilità è quasi impossibile intervenire dato i vari vincoli. Più avanti altri gradini. Qui è il secondo complesso si
entra in questa prima struttura e numerose scale e poi continua l’acciottolato. C’è la zona del bosco dove il
rapporto della natura aveva un rapporto particolare che riproduce l’eremo che invitava al raccoglimento e alla
preghiera. Percorso che continua a essere interessato da salite e da pavimentazione in ciottoli. Questo è l’interno
del Sacromonte. Si riproduce la basilica di Betlemme che ancora è identica a quella in terra santa dalla grotta si
ripartono due scale e un elemento di assoluta barriera. Questo è il piano superiore le statue sono in terra cotta con
barba e capelli veri e a grandezza naturale. Nella parte superiore lo spazio è inaccessibile. Questo è il percorso, il
sentiero con cordoli in pietra. Questa è un’immagine del piazze dove la situazione è un po’ più pianeggiante ma
basta guardare la chiesa per capire la conformazione. La costruzione di fine 500 si aggiunge anche l’idea di una città
ideale che porta alla costruzione delle due piazze urbane, quella dei tribunali, anche qui la piazza è una piazza piana
ma l’accessibilità è quasi impossibile. Il grosso ostacolo è la basilica in questa foto, vi è una rampa con numerose
scale. Questo è il calvario che ingloba la montagna che è impossibile da raggiungere con una grossa scalinata.
Questa cappella grande un terzo di questa sala, con sculture a grandezza naturale in terra cotta e sulle pareti con il
racconto della medesima scena dipinte. Quando si parlava di realtà aumentata e virtuale. Questo è un esempio di
quel tipo di realtà di quei tempi, con una dimensione di grande coinvolgimento, e non discriminante nel senso che
il racconto che viene illustrato è un racconto che mira a mettere in scena le tappe della storia sacra come vissute da
gente normale, ci sono tutti i tipi umani sociali e anche tutte le età così che già da allora era mirato a rivolgersi a
tutti. Anche questa è un’immagine in dettaglio con le figure dipinte, a quei tempi doveva dare la percezione di
entrare. Il Sacromonte ha un pubblico di anziani, è un posto dove ci va gente con età sempre più avanzata e si va
non solo per vedere le cappelle, quelle che portano dalla cittadina sottostante portano il cagnolino a passeggiare.
Noi abbiamo pensato a un percorso di prime esigenze. Percorso con corsie in pietra, scelte e pensate perché non
diano del nuovo a spacco, giunti molto ridotti. Il percorso che noi abbiamo individuato per arrivare a superare
anche le quote in tevoli è quello che porta all’edificio della funivia e collegava Varallo al monte in alto che è stata
rimessa in piedi con un finanziamento comunitario del 2003 e ha consentito a tanta popolazione anziana di tornare
a Sacromonte. Questo è il percorso per le persone con difficoltà di deambulazione che abbiamo provveduto anche
ad allargare. Il dislivello da coprire è questo. Il percorso porta a un elevatore che scarica sulla piazza superiore.
Questa piazza è di primo 600, è un luogo di tardo rinascimento. Abbiamo pensato a un percorso che ripercorresse il
perimetro dalla piazza. Si può fruire di un tavolino storico di accesso e si arriva a passare sotto il portico senza
dislivelli perché il camminamento li supera. Abbiamo disegnato degli scivoli, si continua il percorso, c’è un
bellissimo posto di belvedere. Abbiamo fatto questo lavoro insieme al CAI e alcuni disabili. Abbiamo il vincolo di
non modificare i luoghi modificando le pietre abbiamo creato un punto di vista. Qui sotto c’è la funivia. Noi siamo
arrivati di qua, abbiamo percorso la piazza, non si riesce a salire questa cappella ma si visitano le due vicine. Si
arriva qui sotto, c’è il percorso ti provenienza della prima piazza. Si percorre interamente la piazza e si arriva alla
chiesa. Intorno al sagrato abbiamo pensato di ridisegnare questa parte ci è stato chiesto di non interrompere
l’ellissi e così abbiamo fatto e siamo arrivati qui per potere accedere al sagrato del chiesa e con un altro scivolo
abbiamo creato l’accesso alla chiesa. Siccome il Sacromonte è molto fotografato tutto è fatto con elementi molto
piatti in modo che si veda pochissimo. Questo è un vecchio scivolo precedente. Dalla chiesa lo stesso gioco
consente di tornare dove eravamo e si arriva all’albero contro non è accessibile. Non è una soluzione per ogni
problema è il modo per consentire di poter consentire di vedere il Sacromonte, per riappropriarsi di uno spazio che
sarebbe sempre più difficile frequentare. Queste sono le immagini dell’inaugurazione. E questa è l’immagine finale.
VISALLI: ringrazio tutti. Sono molto contenta di essere qui. Volevo ricordare solo chi mi ha avvicinato al Piemonte
che è Lorenzo Gancia. Vi porto il lavoro fatto dalla fondazione dolomiti UNESCO. È il patrimonio composto da nove
pezzi, è un bene seriale, è molto complesso, per lo più coperto da aree protette e parchi. Dal punto di vista
gestionale è uno dei siti più complessi perché è composto da Amministrazioni con particolari difficoltà statutarie,
sono cinque provincie, Trento Bolzano Udine Pordenone, Belluno. Dei progetti fatti dalla fondazione ho deciso di
articolare questa presentazione su quattro parti la prima è la accessibilità con la governance, accessibilità e
strategia, l’approccio prestazionale, progetti: azioni dirette e indirette. Questa è la governance del sito dolomiti, c’è
una fondazione composta da tutte Amministrazioni fondatrici, è una fondazione molto snella, composta da
direttore, CDA organi di revisione. Si occupano di temi specifici. Verrebbe da pensare che la mobilità è la rete che si
occupa dell’accessibilità o anche quella del turismo. In realtà ogni rete è guidata da uno o più enti. (segue slide)
queste reti lavorano in correlazione e l’accessibilità è uno dei temi più trasversali riguardanti i progetti delle reti e
tocca tutti i temi. La fondazione adesso un lungo percorso di progettazione ha definito la propria strategia
gestionale, è una agenda strategica che si compone di quattro assi, il patrimonio, l’esperienza, comunità e sistema.
L’accessibilità riguarda delle azioni strategiche soprattutto per e due assi esperienza e sistema. Tocca anche la
tutela l’appropriazione del patrimonio da parte delle comunità ma su esperienza e sistema ci sono delle azioni e
questa è la tabella in cui gli assi strategici si muovono in obiettivi e azioni. Sul sistema la promozione di progetti.
Progetti che interessano tutti i nostri sensi, l’altra è l’esperienza dove c’è una azione, un obiettivo specifico che è la
mobilità sostenibile dove c’è promozione e gestione integrava gestione coordinata dei flussi e accessi, i passi
dolomitici e strumenti per la mobilità. In questi ci sono anche dei temi molto caldi e conflittuali. La questione dei
passi non è semplice. Il Trentino vorrebbe promuovere la chiusura dei passi e il bellunese assolutamente no, perché
significa ridotto introito di turisti e quindi di economia. Tutte le azioni vengono attuate dalla fondazione e dalle reti
con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. Quindi i promotori legati all’alta quota, i vari sostenitori della
fondazione e del sito quindi istituti culturali, musei e poi tutte le reti funzionali con gli enti parco. L’ente parco è
l’unica rete che non ha solo un tema funzionale ma ha una rete quindi la gestione è consacrata da reti e ha una sua
governance. Poi province, regioni e popolazione. Secondo me l’accessibilità andrebbe letta nella sua dimensione
prestazionale. Nel caso la domanda di accessibilità può avere tre diverse sfaccettature: a quante cose possiamo
accedere? A più cose si accede più la qualità è alta. Nel nostro caso quando viene un visitatore che deve essere di
qualità, ci muoviamo nell’ambito del turismo sostenibile le dolomiti si muovono offrendo servizi che vanno
dall’accoglienza al sostentamento e all’emergenza. Stiamo parlando di montagna e sapete quanti possibili incidenti
ci sono e quindi un sito deve essere accessibilità. Accessibilità a luoghi e paesaggio, ai mezzi di trasporto pubblico e
ai luoghi di scambio e di intermodalità. Si può arrivare in macchina ma poi si deve garantire il percorso in treno,
bicicletta o a piedi, accedere a eventi e persone. I siti naturali fanno sempre i conti con l’antropizzazione e la
certezza che se non c’è la comunità non c’è la natura quindi accedere alle comunità delle dolomiti e non solo alle
vette. E poi informazione e conoscenza. Siamo molto spostati secondo me sulla necessità di informare e conoscere
attraverso i nuovi canali innovativi, la possibilità di vedere il mondo da qualsiasi ti trovi dove chi è impossibilità e
muovendo il viso vede e percorre luoghi. Questo può abbassare la necessità e la voglia che si percorrano nella
realtà. C’è un problema della parità di accesso, che dipende dalla garanzia di parità di accesso. Non si è fatto cenno
alla possibilità di accesso a livello economico. Questo fatto della garanzia alle diverse possibilità economiche deve
essere un tema che noi dovremmo iniziare a considerare quindi dare la possibilità di accessibilità anche in questo
senso. Nel nostro caso abbiamo un’altra domanda: la tutela dei valori universali. Agisci muovendo su tutela e
rispetto dei valori universali, sui passi, sul controllo dei flussi, se aumenti l’accessibilità devi fare i conti con un
contenimento delle persone che arrivano: questi sono gli elementi prestazionali che fanno capire come gli elementi
sono legati. La questione della accessibilità ai luoghi e paesaggi, uno dei primi progetti credo sia stato uno dei primi
progetti quello dei balconi panoramici da cui si può ammirare le dolomiti qui ci sono delle informazioni anche tantili
che consentono di leggere il panorama e capire cosa vedi. La fondazione ha coinvolto sia il touring club facendo la
prima mappa, per noi è una cosa fantastica, unica e nuova che questi strumenti ripuardino tutte e cinque le
province, il nostro obiettivo è quello di fare capire ché è un territorio unico. La carta tabacco che è una carta legata
al patrimonio UNESCO, la prima in tre lingue, la prima con i sentieri e tutte le indicazioni. Sono stati utilizzati tutti gli
strumenti aggiornati per fare sì che si possa muovere con un tocco di mouse e questo con i finanziamenti della
legge 77, si è creato un portare in cui si possono fare delle visite virtuali sistema per sistema, ambito per ambito,
analizzare e studiare per esempio dal punto di vista geologico l’arcipelago geologico che sono le dolomiti, sono
anche su google street view. Il sistema viene costantemente aggiornato, ci sono state delle fasi di inserimento dei
dati e quindi di sentieri percorribili attraverso questo sistema. L’accessibilità è stata studiata trasversalmente.
L’analisi è stata propedeutica a tutti i progetti. In questa ricerca condotta da EURAC sono stati analizzati tutti i flussi
e gli andamenti turistici, le durate delle escursioni, tipologie di viaggio e di visitatori, dopo la mappatura si è
proceduto a affrontare i temi conflittuali e annosi come la chiusura dei passi, chiusi ma non vuoti. Questo vuole
dire non abbiamo trovato ancora la soluzione. Tutelare in una direzione e nell’altra. In questo senso una fondazione
come quella delle dolomiti sta riuscendo ad avere un percorso idoneo. Questo è uno dei progetti che sul fronte
bellunese tutte le dolomiti e anche il Trentino Alto Adige. Si parte con il treno o con le biciclette dietro, si arriva in
posti dove si possono percorrere tutte le piste ciclabili e la possibilità di mobilità dolce e poi ci sono dei luoghi
adibiti allo scambio del mezzo. Le dolomiti devono fare i conti con flussi notevoli. Nel momento in cui vai a un
evento grandioso sei consapevole che il silenzio è la nota distintiva e vai ad ascoltare musica che si inserisce con il
silenzio. È molto diverso un concerto dei suoni delle dolomiti da quello che può essere un concerto di musica di
altro tipo. La stessa cosa vale per altri eventi. Ci sono servizi che garantiscono la qualità del flusso, non è una massa
che precipita sull’ambiente e produce danni ma è un flusso equilibrato. C’è un progetto di rete tipo quello dei
rifugi, sono 66 i rifugi aderenti, le reti dell’accessibilità si stanno muovendo legati a questi poli a cui accedere e
dove si fanno anche i viaggi culturali.. Alla rete rifugi si può associare la rete dei prodotti agroalimentare di qualità
del patrimonio, mette in relazione il prodotto con il produttore e il paesaggio che lo produce, progetti di tipo
educativo e turistico e anche conservazione attiva. Il progetto mira a costruire questi percorsi, che associano la
qualità… Mi permetto di segnalarvi questa idea, si è progettato questa cucina che si può chiudere e trasportare in
qualsiasi luogo anche più accessibile e cucinare per 20 persone, si può prenotare e andare dappertutto, preparando
anche i picnic. Prima ho fatto la carrellata particolari progetti indotti. Questo è un progetto dolomiti accessibili un
progetto per tutti. Progetto legato alla legge 77 nella sua parte relativa alla accessibilità al patrimonio. Questo
progetto ha visto alcune fasi fatte, nel senso che è stata fatta una perlustrazione di quanto segnalato per i percorsi,
con interventi ad alto, medio e basso costo, dopo questa analisi è stato fatto un ciclo di formazione agli operatori,
alle guide alpinistiche alla prima accoglienza e o sono state fatte delle esperienze dirette, queste sono legate a
ipovedenti, soprattutto alla possibilità di muoversi, all’equilibrio e sono anche progetti che guidano
all’esperienzialità della montagna anche se queste persone non è che vanno da soli ma li si accompagna per
incrementare il livello di esperienza sensoriale. Grande promotor del progetto è de pellegrin, è un campione del
bellunese di tiro all’arco alle paraolimpiadi. Si arriva in luoghi che sembrerebbero impossibili. Gli enti parco partono
da una connaturata cultura dell’accessibilità. Il progetto viene inserito negli strumenti di ascesso per avere una
correlazione diretta. Nel sito trovate in uno stesso comparto le dolomiti accessibili con i musei e i parchi proprio per
fare capire che tutto è messo in rete. Grazie.
Grazie. Siamo alla parte finale con l’intervento della dottoressa Patrignani, il ministero dei beni culturali. Ribadire
l’utilità della legge 77.
PATRIGNANI: è stata una legge importante da parte dello stato italiano, ha destinato fondi consistenti r’sono
risorse basse se consideriamo il numero di siti iscritti. Volevo ringraziare per l’ospitalità che ci è stata data,
ringraziare i siti presenti e non presenti, perché se la legge sta producendo dei risultati è perché c’è da una parte
l’impegno dell’Amministrazione centrale di creare delle condizioni perché tutti i soggetti possano tra loro dialogare
e ci siano le condizioni favorevoli per la conservazione del patrimonio iscritto ma dall’altra perché da parte di tutti i
soggetti coinvolti c’è un analogo impegno. Se in un primo tempo avevamo visto nel libro bianco che abbiamo
redatto nel 2012 uno dei principali della legge che era quello di creare delle reti cioè costringere a soggetti a fare
sistema, gli effetti nel lungo periodo è che invece attraverso una serie di incontri promossi dal Ministero ma anche
dei singoli siti di fare rete. Non aggiungerei altro rispetto all’accessibilità. Abbiamo parlato di accessibilità, ma credo
che sia emersa da parte di tutti che non è né un fine né un fatto di strumenti. È un mezzo per potere rendere vivo
un patrimonio e consentire a tutti a tutti di accedervi. L’opera d’arte esiste nel momento in cui è riconosciuta. Oggi
si parla di riconoscimento da parte della comunità. Siamo nel pieno della convenzione che ancora l’Italia non ha
ratificato, la convenzione di faro. La possibilità di rendere concreta l’idea del patrimonio come bene comune ma lo
è se tutta la comunità lo riconosce a prescindere dalle caratteristiche. Parliamo di faro perché parliamo di diversità.
Il patrimonio è fonte di identità ma l’identità si basa sulla differenza e qui stiamo parlando di favorire l’accesso alle
differente. Ognuno di noi ha provenienza, cultura e formazione diversa, ha diversità fisica. Sull’autobus io ho una
disabilità perché arrivo al maniglione con difficoltà. Ognuno ha le sue disabilità. Nel rendere il patrimonio
accessibile a tutti e tenendo conto delle diverse esigenze io ho anche, a me è piaciuta l’idea della accessibilità come
opportunità. Ci permette di conoscere e renderci sono che la conoscenza avviene attraverso i strumenti. Oggi
riflettevo: se io devo riconoscere una bici in carbonio come faccio? Non ha la saldatura, tante volte la tocco e sento
la temperature o la batto e sento il rumore. Anche noi riconosciamo il solaio perché vibra. Irma ha parlato delle
dolomiti e poi ha parlato del silenzio. La montagna come silenzio. Di tutti questi elementi un progetto che fa della
accessibilità uno strumento di comunicazione si arricchisce perché lo si vede sotto i diversi aspetti. L’accessibilità è
lo strumento perché la comunità si appropri e diventi detentrice di quel patrimonio ma lo sappia comunicare in
modo accessibile. Questo è lo strumento per potere facilitare lo sviluppo socioeconomico. Dalla conoscenza può
nascere e essere facilitato l’indotto e le capacità socioeconomiche degli abitanti e dei detentori di quel patrimonio.
Siamo nel pieno dell’idea che il patrimonio è parte integrante di una comunità intesa in tutte le sue specificità, nelle
sue relazioni nei diversi compiti che ogni singolo cittadino assume all’interno della comunità. Dando un senso
fondamentale nel riconoscimento dei diritti. Il patrimonio culturale esiste per essere tramandato ma perché se ne
crei nel nuovo. In questo senso l’accessibilità è un tema fondante non rivolto a chi delle difficoltà ben codificate,
ma l’accessibilità è il tema centrale del rispetto degli obblighi che abbiamo sottoscritto quando abbiamo ratificato
la contenzione per il patrimonio ambientale e culturale. Un'altra cosa mi ha fatto pensare l’intervento di valle. La
convenzione è nata da questa duplice esigenza. Grazie a tutti per l’impegno che mettete nella tutela valorizzazione
e conservazione del patrimonio.