relazione caffè filosofico su KANT

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RELAZIONE: CAFE’ FILOSOFICO SU ”KANT”. (Konisberg,Germania,22aprile 1724-12febbraio 1804) La vita di Kant fu priva di avvenimenti sconvolgenti,dedicata interamente alle attività intellettive e alla geografia,a cui fece cornice uno stile di vita molto regolare ed abitudinario,infatti ogni giorno il filosofo si svegliava molto presto per scrivere i suoi saggi di metafisica e nel pomeriggio leggeva libri di geografia. KANT E L’ILLUMINISMO. Che cos’è l’illuminismo ?” E’ il testo del 1784,epoca in cui l’illuminismo si era già sviluppato ampiamente, nel quale Kant espone le sue considerazioni su questo movimento. L’illuminismo è l’uscita dell’individuo dallo stato di minorità. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. La causa di essa non dipende da un difetto d’intelligenza,ma dalla mancanza di decisione e di coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidata da un altro.” ABBI IL CORAGGIO DI SERVIRTI DELLA TUA PROPRIA INTELLIGENZA. E’ questo il motto dell’illuminismo. Questo vasto movimento europeo offre a tutti la libertà di pensare con la propria testa e la propria ragione,senza basarsi sulla tradizione (cosa che la Chiesa faceva fino al 500),liberandosi dai tanti pregiudizi affrettati. Kant,nel 700,non era l’unico a pensarla cosi. C’era infatti May,filosofo minore,che individuava proprio un’analogia tra il pregiudizio e il peccato: egli sosteneva che avere dei pregiudizi equivale ad avere dei peccati di precipitazione,che portano alla rovina dell’uomo. Ritornando a Kant,egli afferma inoltre che l’illuminismo rappresenta il grande sviluppo della scienza,applicando la ragione all’esperienza. Questa ragion,come abbiamo già detto prima,deve

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RELAZIONE: CAFE’ FILOSOFICO SU ”KANT”.(Konisberg,Germania,22aprile 1724-12febbraio 1804)

La vita di Kant fu priva di avvenimenti sconvolgenti,dedicata interamente alle attività intellettive e alla geografia,a cui fece cornice uno stile di vita molto regolare ed abitudinario,infatti ogni giorno il filosofo si svegliava molto presto per scrivere i suoi saggi di metafisica e nel pomeriggio leggeva libri di geografia.

KANT E L’ILLUMINISMO.

“Che cos’è l’illuminismo?”

E’ il testo del 1784,epoca in cui l’illuminismo si era già sviluppato ampiamente, nel quale Kant espone le sue considerazioni su questo movimento.

“L’illuminismo è l’uscita dell’individuo dallo stato di minorità. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. La causa di essa non dipende da un difetto d’intelligenza,ma dalla mancanza di decisione e di coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidata da un altro.”

ABBI IL CORAGGIO DI SERVIRTI DELLA TUA PROPRIA INTELLIGENZA.

E’ questo il motto dell’illuminismo.

Questo vasto movimento europeo offre a tutti la libertà di pensare con la propria testa e la propria ragione,senza basarsi sulla tradizione (cosa che la Chiesa faceva fino al 500),liberandosi dai tanti pregiudizi affrettati. Kant,nel 700,non era l’unico a pensarla cosi.

C’era infatti May,filosofo minore,che individuava proprio un’analogia tra il pregiudizio e il peccato: egli sosteneva che avere dei pregiudizi equivale ad avere dei peccati di precipitazione,che portano alla rovina dell’uomo.

Ritornando a Kant,egli afferma inoltre che l’illuminismo rappresenta il grande sviluppo della scienza,applicando la ragione all’esperienza. Questa ragion,come abbiamo già detto prima,deve essere libera dalle tradizioni e dai pregiudizi,perché abbiamo bisogno di dati certi,come sosteneva Cartesio che faceva uso del cosiddetto “dubbio metodico” per arrivare a conoscenze chiare,certe e distinte.

KANT E LA RIVOLUZIONE COPERNICANA.

Il 700 è definito,da molti studiosi,il secolo delle rivoluzioni. Abbiamo infatti:

LA RIVOLUZIONE AMERICANA ,con la quale si ha la dichiarazione d’indipendenza e le colonie si dichiarano indipendenti;

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE ,con la quale,dopo l’assalto alla Bastiglia, si ha la nascita della repubblica e l’abbandono dell’ancien regime;

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ,con la quale si passa dall’artigianato all’industria.

Anche Kant attua una vera e propria rivoluzione,detta COPERNICANA : come Copernico rivoluzionò la visione della Terra,sostenendo che essa gira intorno al proprio asse e al Sole,così Kant rivoluziona il modo di pensare,ponendo l’uomo,e non più l’oggetto,al centro del processo conoscitivo. E’ per questo che nella sua filosofia,il soggetto svolge un ruolo determinate e attivo,per mezzo di forme a priori,ossia SPAZIO e TEMPO,che sono strutture innate dell’uomo,sulla base delle quali la natura si modella.

E’ vero la conoscenza parte dall’oggetto,ma al centro del sistema conoscitivo c’e un soggetto che organizza i dati dell’esperienza sensibile attraverso strutture a priori,di cui Kant ne parlerà meglio nella CRITICA DELLA RAGION PURA.

CRITICA DELLA RAGION PURA.

E’ uno degli scritti più importanti del filosofo tedesco,pubblicata nel 1781 e dopo anni di riflessione,ripubblicata nel 1787.

In questa prima critica egli si pone una domanda:“Che cosa posso conoscere e sapere legittimamente del mondo?”. Bisogna quindi interrogare la ragione come un giudice giudica l’imputato. L’atto con cui i concetti dell’intelletto esplicano la loro forza è il GIUDIZIO;pensare significa proprio giudicare, non essere degli stupidi credendo a tutto ciò che ci viene detto.

Questi giudizi possono essere: ANALITICI,il predicato è già compreso nel soggetto e sono per questo giudizi a priori universali e SINTETICI,il predicato non è contenuto nel soggetto,ma nell’esperienza e per questo sono a posteriori.

Critica della ragion pura

Dottrina degli elementi

Estetica Trascendentale

LogicaTrascendentale

Dialettica

Analitica

Dottrina del metodo

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Siccome per Kant la conoscenza deve essere sintetica e razionalmente fondata,si conciliano questi due tipi di giudizi e abbiamo i GIUDIZI SINTETICI A PRIORI,ossia proposizioni oggettive e scientifiche,universali e necessarie.

Per poter “giudicare”,determinare i confini del mondo è necessario ricorrere alla forme a priori di SPAZIO e TEMPO, e alle CATEGORIE.

SPAZIO: forma pura della sensibilità,rappresentazione necessaria del disporsi delle cose le une accanto alle altre;

TEMPO: rappresentazione necessaria del disporsi delle cose le une dopo le altre.

CATEGORIE: servono ad ordinare il materiale sensibile e sono per questo le regole universali sotto le quali avviene la nostra conoscenza. Esse ne sono 12,ma le più importanti sono la SOSTANZA e la CAUSA.

Questa due categorie sono però state criticate dall’Empirismo,il quale sosteneva che la sostanza non è niente di determinato,ma solo un sovrapporsi di accidenti e che la causa non esiste,ma è solo il sovrapporsi di cose temporanee ed è quindi un’abitudine non certa. Kant smentisce queste critiche sostenendo che la sostanza esiste ed è proprio il “contenitore” entro il quale si trovano tutti questi accidenti e che la causa è vero che non è concreta,ma essendo pensata è un concetto puro.

A unificare tutto questo materiale sensibile è il principio unificatore e legislatore dell’IO PENSO,che è onnipresente,cioè ci accompagna sempre,ovunque noi andiamo. Con questo termine si esprime l’autocoscienza che pur essendo individuale,è identica in tutti e quindi il risultato dell' unificazione sarà valido universalmente e oggettivamente.Queste intuizioni sensibili inoltre non sono mai rappresentazioni di cose in sè, ma soltanto di fenomeni. Ne deduciamo quindi che,per Kant,oggetto della conoscenza umana è sempre e soltanto il fenomeno. La cosa in sé,ossia il noumeno,non può essere conosciuta ma solo pensata.

LA RAGIONE HA DEI LIMITI: ESSA PUO’ CONOSCERE SOLO QUELLE COSE CHE STANNO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO;MENTRE I CONCETTI DI ANIMA,DIO E MONDO NON POTRA’ CONOSCERLi POICHE’ NON NE ABBIAMO UN ESPERIENZA E PORTANO AD ANTINOMIE (proposizioni in contrapposizione tra loro.)

CRITICA DELLA RAGION PRATICA.

Pubblicata nel 1778.

Come già nella Critica della ragion pura,Kant si proponeva di mostrare come l'uomo conosce, potremo dire i "meccanismi" della conoscenza e non di indicare che cosa l'uomo conosce, così fa per la morale: egli vuole far capire in che consiste la morale,che cos'è la morale, non vuole indicare quali comportamenti morali debba compiere l'uomo: il suo quindi è ancora una volta un discorso "formale", ossia indica la forma e non il contenuto della morale.

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Per Kant noi siamo liberi di agire,abbiamo una nostra volontà che si basa su un qualcosa di certo,ossia il DOVERE.

L'uomo quindi è un essere che appartiene a due mondi: in quanto dotato di sensi appartiene a quello naturale, e per questo è sottoposto alle leggi causali; in quanto creatura razionale, però, l'uomo appartiene anche a quello che Kant chiama il mondo "intellegibile" o noumeno,cioè il mondo com'è in sé indipendentemente dalle nostre sensazioni o dai nostri legami conoscitivi, e perciò in esso egli è assolutamente libero (autonomo), di una libertà che manifesta nell'obbedienza alla legge morale, all' "imperativo categorico".

Questo imperativo,diverso da quello ipotetico (pronunciare un comando per un fine) è caratterizzato da 3 massime:

Agire secondo una massima che può valere per tutti; Tutte le azioni devono essere finalizzate al bene comune e devono rispettare la dignità

dell’uomo; Non bisogna agire solo notando la propria sfera individuale,ma anche quella degli altri.

CRITICA DELLO GIUDIZIO.

Pubblicata nel 1790.

Nella prima Critica Kant ha affrontato il tema della conoscenza pervenendo alla conclusione che la ragione umana è limitata dall’esperienza; nella seconda Critica Kant affronta il tema della morale e disegna un mondo della volontà in cui si può postulare la libertà, lasciando intendere che la ragione possa orientare il comportamento umano in assoluta autonomia.Nella Critica del Giudizio Kant vorrebbe riuscire a conciliare i due mondi,ovvero quello dell’esperienza caratterizzato dalla necessità, e quello della morale caratterizzato dalla libertà. Se nel primo mondo ad agire è la ragione e nel secondo è la volontà, Kant concepisce ora una terza facoltà: il sentimento (attraverso cui l’uomo soddisfa la sua necessità di non ridurre ilmondo a meccanismo, ma di pensarlo armonicamente) che dovrebbe fungere da mediatore fra i due mondi spiegando il passaggio dall’uno all’altro. Ciò può avvenire in due modi:

pensare il particolare sotto una legge universale data: in questo caso il giudizio è determinante.

muovere da un particolare alla ricerca di un universale in cui comprenderlo: in questo caso il giudizio è detto riflettente. (L’universale non è dato ma deve essere cercato).

Tale giudizio si chiama riflettente perché, secondo Kant, riflette su una realtà che è già stata determinata I giudizi riflettenti che sono giudizi sentimentali puri, cioè derivano dalla struttura a priori della nostra mente e non dall’esperienza, si dividono a loro volta in :

Estetici : riguardano l’analisi del bello e del sublime. Il bello non è qualità oggettiva delle cose,ma siamo noi che attribuiamo questa caratteristica all’oggetto.Il sublime invece è il sentimento che proviamo quando ci troviamo di fronte ad un immenso paesaggio naturale. Dapprima si avverte un senso di dispiacere immediato per la nostra piccolezza e debolezza di fronte alla smisuratezza dell’evento; ma ad esso segue un

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piacere che proviamo quando acquisiamo la consapevolezza del fatto che la nostra ragione è in grado di concepire un’idea d’immensità e di potenza.

Teleologici: viviamo la finalità della natura concettualmente, cioè mediante la nozione di fine. E ciò soddisfa l’esigenza propria dell’uomo di concepire il mondo in modo finalistico.

LUCIA GESUELE.