RELATORE: Dirigente Scolastico Prof. Avv. … Scolastico Prof. Avv. Giuseppe DE CATO Scuola laterale...
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Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
Un insegnante mediocre parla.
Un bravo insegnante spiega.
Un ottimo insegnante dimostra.
Un grande insegnante ispira.
William Arthur Ward
3 Prof. Antonio Tosco
D. Lgs. N. 297/1994 T. U. delle disposizioni legislative in materia di istruzione
L’art. 395 delinea l’identità, articolata e complessa, della funzione docente.
1 «La funzione docente è intesa come esplicazione
essenziale dell’attività di trasmissione della
cultura, di contributo alla elaborazione di essa e
di impulso alla partecipazione dei giovani a tale
processo e alla formazione umana e critica della
loro personalità”.
By: Giuseppe De Cato
4 Prof. Antonio Tosco
D. Lgs. N. 297/1994 T. U. delle disposizioni legislative in materia di istruzione
Art. 395
2.I docenti delle scuole di ogni ordine e grado, oltre a svolgere il loro normale
orario di insegnamento, espletano le altre attività connesse con la funzione
docente, tenuto conto dei rapporti inerenti alla natura dell'attività didattica
e della partecipazione al governo della comunità scolastica.
In particolare essi:
a) curano il proprio aggiornamento culturale e professionale, anche nel
quadro delle iniziative promosse dai competenti organi;
b) partecipano alle riunioni degli organi collegiali di cui fanno parte;
c) partecipano alla realizzazione delle iniziative educative della scuola,
deliberate dai competenti organi;
d) curano i rapporti con i genitori degli alunni delle rispettive classi;
e) partecipano ai lavori delle commissioni di esame e di concorso di cui
siano stati nominati componenti. By: Giuseppe De Cato
5 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
1. La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto
a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni,
sulla base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici
definiti per i vari ordini e gradi dell'istruzione.
2. La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei
docenti; essa si esplica nelle attività individuali e collegiali e nella
partecipazione alle attività di aggiornamento e formazione in servizio.
3. In attuazione dell’autonomia scolastica i docenti, nelle attività collegiali,
attraverso processi di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano, attuano e
verificano, per gli aspetti pedagogico-didattici, il piano dell’offerta formativa,
adattandone l’articolazione alle differenziate esigenze degli alunni e tenendo
conto del contesto socio - economico di riferimento, anche al fine del
raggiungimento di condivisi obiettivi qualitativi di apprendimento in ciascuna
classe e nelle diverse discipline. Dei relativi risultati saranno informate le
famiglie con le modalità decise dal collegio dei docenti.
CCNL 2006-2009 – Art. 26
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Prof. Antonio Tosco
1. Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze
disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche,
organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e
valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si
sviluppano col maturare dell’esperienza didattica, l'attività
di studio e di sistematizzazione della pratica didattica.
I contenuti della prestazione professionale del personale
docente si definiscono nel quadro degli obiettivi generali
perseguiti dal sistema nazionale di istruzione e nel rispetto
degli indirizzi delineati nel piano dell’offerta formativa
della scuola. By: Giuseppe De Cato
CCNL 2006-2009 – Art. 27
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
L’errore
non annulla il valore
degli sforzi compiuti. Proverbio africano
“L’arte e la scienza
sono libere e libero
ne è l’insegnamento”
By: Giuseppe De Cato
Art. 33 c. 1 Costituzione
By: Giuseppe De Cato
Il principio che regola la libertà
d’insegnamento lo ritroviamo nel
DPR n. 417/1994 - Art.1
«Nel rispetto delle norme costituzionali e degli
ordinamenti della scuola stabiliti dal presente testo
unico, ai docenti è garantita la libertà
d’insegnamento intesa come autonomia didattica e
come libera espressione culturale del docente.
Tale azione di promozione è attuata nel rispetto
della coscienza morale e civile degli alunni stessi».
By: Giuseppe De Cato
Al diritto dell’alunno al pieno sviluppo della
sua personalità va riconosciuta una sfera di
autonomia inaccessibile da parte del docente.
L’azione della scuola, volta a promuovere la piena
formazione della personalità dell’alunno, nel rispetto
della coscienza morale e civile dello stesso, si ricollega
ai diritti fondamentali dell’uomo (Art. 26 della
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo –
10.12.1948), oltre che a regole universali poste a
tutela dei minori (Convenzione ONU sui diritti
dell’infanzia – 20.11.1989)
L’elemento peculiare che
consente di distinguere la libertà d’insegnamento
dalla libera manifestazione del pensiero, è dato dal fatto
che essa non investe soltanto i diritti del privato cittadino,
tutelati dall’art. 21 Cost, bensì i diritti del cittadino
chiamato a esercitare una funzione pubblica.
Di conseguenza, l’esercizio della libertà d’insegnamento,
quale diritto individuale del docente, si integra con una
serie di diritti, altrettanto costituzionalmente garantiti,
che fanno capo ad altri soggetti (il discente, la scuola e,
indirettamente, l’intera collettività).
By: Giuseppe De Cato
Se da un lato tale «diritto individuale» del
docente è garantito contro ogni costrizione o
condizionamento da parte dei pubblici poteri, d’altro
canto in tale garanzia non trovano ragioni d’essere:
- la proclamazione di convinzioni personali in campo etico
o politico;
- le interpretazioni ideologiche della storia o dell’attualità;
- le pressioni su convinzioni religiose o morali che i
discenti hanno acquisito in campo familiare;
- l’improvvisazione metodologica, l’incompetenza
disciplinare, l’irragionevolezza nella valutazione.
By: Giuseppe De Cato
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
La vera cultura vive di
simpatie e ammirazioni, non
di antipatie e disprezzo.
William James
16 Prof. Antonio Tosco
By: Giuseppe De Cato
La pedagogia
è la scienza umana che studia l’educazione. Nasce in
Grecia con la filosofia ( in particolare socratica).
E’ qui che nasce il concetto di Paideia: percorso di
formazione secondo un’idea di umanità ideale.
I pilastri pedagogici sono sempre stati legati alla
conoscenza della vera natura dell’uomo, della sua
identità; questioni che rimandano al rapporto con la
natura, con Dio, con le finalità e il senso della vita e lo
studio del rapporto tra individui e comunità.
17 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
La didattica
è la scienza della comunicazione e della relazione educativa. L'oggetto
specifico della didattica è lo studio della pratica d'insegnamento,
l'organizzazione razionale delle strategie, dei metodi e delle tecniche
volte all'ottenimento di un efficace progetto educativo.
Il termine didattica è per lo più riferito ad un'azione consapevole,
intenzionale, pianificata e fondata su un apparato teorico pedagogico o
filosofico.
In essa è presente il rapporto insegnante-allievo, per cui si è soliti
parlare di processo di insegnamento/apprendimento come di un
processo unico, poiché in realtà, entrambe le persone coinvolte
insegnano e imparano contemporaneamente.
La didattica comprende sia l'ambito scolastico sia l'ambito
extrascolastico. Ogni situazione in cui si organizzano azioni finalizzate
intenzionalmente all'apprendimento è una situazione didattica.
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
Coloro che fanno distinzione fra Coloro che fanno distinzione fra
intrattenimento ed educazione intrattenimento ed educazione
forse non sanno che l’educazione forse non sanno che l’educazione
deve essere divertente e il deve essere divertente e il
divertimento deve essere educativo.divertimento deve essere educativo.
Marshall Marshall MaLuhanMaLuhan
20 Prof. Antonio Tosco
By: Giuseppe De Cato
Le strategie sono essenzialmente due: strategia espositiva
strategia euristica
La differenza fondamentale riguarda la diversa
focalizzazione che guida l’azione dell'insegnante nella
scelta della strategia.
Strategia espositiva – L’insegnante privilegia il ricorso alla
strategia espositiva quando il centro della sua attenzione è
posto sugli aspetti contenutistici dell'insegnamento.
Strategia euristica – L’insegnante privilegia la strategia di
tipo euristico quando l'attenzione è centrata sui modi di
apprendere dell'alunno.
21 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
La strategia di tipo espositivo si presta
maggiormente alla trasmissione di contenuti e garantisce
maggiormente la sistematicità dell’insegnamento, ma tale
approccio può avvenire anche in forma coinvolgente, non
necessariamente di trasmissione passiva.
La strategia di tipo euristico, al contrario, è più
funzionale alla partecipazione degli alunni, al loro
coinvolgimento e quindi prevede una maggiore negoziazione
con gli alunni. Tale approccio può essere meno sistematico (e
quindi può portare a trascurare qualche contenuto), ma
risulta più significativo anche sul piano cognitivo, perché
impegna attivamente gli alunni.
22 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
I metodi riguardano l’insieme di procedure che il docente
attiva nella realizzazione delle singole unità didattiche che ha
progettato.
Essi possono rientrare sia nella strategia espositiva sia in
quella euristica.
È convinzione consolidata che nell’insegnamento, non si possa
parlare di un metodo capace di imporsi come ‘il’ metodo
migliore. I docenti hanno la possibilità di scegliere tra una
pluralità di metodi didattici, a seconda dei propri
convincimenti didattici, e tenendo anche conto degli obiettivi
che intendono perseguire e delle condizioni di contesto in cui si
realizza il processo di insegnamento-apprendimento.
23 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
METODO DIRETTIVO
O FUNZIONALE
METODO
NON DIRETTIVO
METODO
SKINNERIANO
ANIMAZIONE
(GROUPWORK)
TEAM TEACHING
MASTERY LEARNING
Tassonomia proposta da G. Alessandrini (’98)
Centralità della funzione guida dell’insegnante;
Programma pre-strutturato, rigido, finalizzato
prevalentemente all’adddestramento;
Centrato sulla motivazione ad apprendere;
Finalizzato all’autorealizzazione del soggetto;
Attento alla qualità della relazione interpersonale
(empatia, accettazione incondizionata, fiducia…)
Teoria del condizionamento operante (importanza del
rinforzo);
Processi di apprendimento centrati sul gruppo:
gruppi di discussione; gruppi di lavoro;
Insegnamento a squadre o gruppi di docenti;
I docenti interagiscono, integrano le loro competenze;
Attenzione a favorire il raggiungimento della
‘padronanza’ e il ‘rinforzo’ dovuto al successo;
Programmazione di strategie individualizzate e di
formulazione di obiettivi specifici.
24 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
La Tecniche didattiche riguardano gli aspetti più specifici e tattici finalizzati alla
realizzazione di particolari momenti dell'azione didattica e collocati all'interno
del metodo e della strategia che si sta utilizzando.
Il role-playing o simulazione di ruoli;
Il cooperative learning (apprendimento cooperativo);
Il peer-education o tutoraggio tra pari;
Il mentoring, una guida che aiuta il giovane nel passaggio alla vita adulta;
Il learning-by-doing o imparare facendo;
L’experimental learning, ossia l’apprendimento esperienziale (e.g. outdoor
training);
Le comunità di apprendimento
I corners, imparare usando gli «angoli»,
La webquest, attività di ricerca, analisi e risoluzione di problemi attraverso
l’uso di internet,
I giochi tra pari, ossia tecniche ludiche a disposizione dei formatori per
incoraggiare i propri ragazzi e motivarli alla partecipazione.
By: Giuseppe De Cato
Role playing
Il role playing è una tecnica di animazione pedagogica, con lo scopo di vivacizzare
l’insegnamento, coinvolgere gli alunni e rivitalizzare l’aula.
Favorisce l’affettività, rinforza la memoria, coinvolge la creatività e i processi di
identificazione; consente di interagire, di impegnarsi con i compagni in un’attività
ordinata e programmata.
L’insegnante diventa animatore di un apprendimento circolare, il mediatore tra la
materia da apprendere e i discenti, immettendo nella scena, emozioni e movimento.
L’insegnante dà le consegne e decide se condurre attivamente il gioco o appartarsi
come critico e osservatore. E’ opportuno che il role playing sia integrato da altre
tecniche come la ricerca, il lavoro di gruppo, il metodo dei casi, in modo che la
drammatizzazione sia un momento di valorizzazione e coinvolgimento.
Il role playing produce molti effetti positivi:
contribuisce alla maturazione sociale degli allievi: incoraggia i commenti
collettivi, lo spirito di osservazione, il senso critico, l’espressione di giudizi e
opinioni personali, la partecipazione emotiva.
Insegna a lavorare e cooperare con gli altri e ad ascoltare con intenzionalità.
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
È l’arte suprema dell’insegnante,
risvegliare la gioia della creatività
e della conoscenza.
Albert Camus
Apprendimento cooperativo
Cooperative Learning
Si tratta di un insieme di tecniche di conduzione della classe, grazie
alle quali gli alunni lavorano in gruppi per attività di
apprendimento e ricevono valutazioni sulla base dei risultati
conseguiti.
PRESUPPOSTI
Ogni essere umano ha disposizioni sociali e cerca l’integrazione
con gli altri, anche per migliorare le sue competenze cognitive;
L’apprendimento avviene sia secondo modalità verticali e
asimmetriche (docente-alunno) sia con modalità orizzontali e
simmetriche (alunno-alunno), dacché ognuno attiva con i
compagni scambi di informazioni e materiali;
Un gruppo è cooperativo quando ha un obiettivo comune da
raggiungere, quando cioè si stabilisce una interdipendenza
positiva e si stabilisce un sereno e proficuo gruppo di
lavoro. By: Giuseppe De Cato
Apprendimento cooperativo
Cooperative Learning
By: Giuseppe De Cato
INTERDIPENDENZA POSITIVA
Affinché si stabilisca una
interdipendenza positiva è
necessario che l’obiettivo da
raggiungere si accettato e
condiviso da tutti; deve essere
complesso e indurre alla «sfida».
Tutti devono comprendere che il
compito da svolgere è superiore
alla forza dei singoli e che solo in
gruppo è possibile raggiungere
l’obiettivo.
CLIMA DI LAVORO
Perché i gruppi lavorino insieme
in una comunità di
apprendimento è fondamentale
un clima relazionale sereno,
esteso e profondo, in modo che
ciascuno si senta a proprio agio
con se stesso e con gli altri.
Sono quindi indispensabili
abilità sociali e comunicative e
abitudini di lavoro comune.
CONDIZIONI
By: Giuseppe De Cato
Peer education
Joseph Lancaster (1778-1838), nel 1798 aprì a Londra, nel
borgo di Southwark, una scuola elementare per bambini
poveri e per supplire alla carenza di mezzi instaurò il
metodo detto del mutuo insegnamento, per cui gli scolari
migliori insegnavano ai compagni più lenti.
È una tecnica che si applica in un gruppo eterogeneo di
alunni, ove è possibile un insegnamento reciproco (tutoring)
tra l’alunno più competente e quello meno competente.
L’alunno tutor può agire con un solo compagno o in un
piccolo gruppo.
L’insegnante svolge un ruolo attivo di regia e di controllo,
assumendo il ruolo di tutor di classe.
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
Identikit del docente che “promuove”… disagio
Non comunica il voto e non coinvolge gli studenti nell’attività
didattica.
Parla poco con gli alunni e non comunica con i colleghi.
Si limita a fare la lezione e non esce mai dalla sua programmazione.
E’ contraddittorio e parziale nei propri giudizi.
E’ eccessivamente permissivo o eccessivamente rigido.
Abusa del suo potere “ricattando” o esercitando una pesante ironia.
Giudica l’alunno come persona, etichettandolo.
Seduce gli studenti per una propria gratificazione.
E’ incompetente nell’esercizio della professione.
Non riconosce i propri errori e non accetta di mettersi in discussione.
Stabilisce rapporti competitivi con i colleghi, facendone ricadere gli
effetti sugli studenti.
E’ chiuso alle innovazioni.
31 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
L’Unità Didattica si prefigura nella logica della razionalità,
dell’efficacia e dell’efficienza, della programmazione e organizzazione del
compito del docente e dell’allievo. E’ una metodologia didattica rigorosa,
che tende ad eliminare l’improvvisazione del lavoro del docente; uno
strumento di programmazione e controllo del lavoro didattico, dove la
programmazione è intesa in senso prescrittivo e l’attività docente ha il
compito di attuarla fedelmente, pur con le opportune modifiche in itinere.
L’unità didattica tende a considerare l’apprendimento come processo
acquisitivo di conoscenze, comportamenti e abilità.
La logica sequenziale e progressiva dell’UD ha reso possibile pluralizzare
i percorsi di apprendimento e graduarli per adattarli alle differenze
individuali. Ha reso possibile, negli insegnanti più accorti,
l’individualizzazione dell’insegnamento ed è sempre stata ispirata dalla
convinzione di portare tutti gli alunni al raggiungimento degli stessi
obiettivi.
32 Prof. Antonio Tosco
By: Giuseppe De Cato
L’Unità di Apprendimento è centrata sull’alunno: tiene
conto dei suoi bisogni, esperienze, motivazioni, ritmi di apprendimento,
sorreggendo il protagonismo dei discenti. Promuove il problem solving
e l’organizzazione dei laboratori come attività ordinaria e non
eccezionale.
L’UdA asseconda l’apprendimento dell’allievo adattandosi alle
mutevoli situazioni soggettive e oggettive. La sua idea di
programmazione è a bassa definizione, ridotta a pochi elementi
essenziali e ha una struttura flessibile. Ha lo scopo di orientare l’azione
didattica e si arricchisce e precisa progressivamente, pertanto, non è
progettata in modo dettagliato e particolareggiato fin dall’inizio e si
specifica e arricchisce strada facendo, seguendo le azioni e le reazioni
degli alunni. E’ un’occasione per apprendere e sposta l’attenzione
sull’evoluzione concreta dell’apprendimento dei singoli allievi.
33 Prof. Antonio Tosco
By: Giuseppe De Cato
Tende a considerare l’apprendimento in un’ottica trasformativa. Il
compito di apprendimento ha come meta finale la competenza, ovvero,
un sapere e un saper fare che si sono trasformati in capacità di
intervenire consapevolmente ed efficacemente nella realtà.
Pur non sottovalutando l’importanza dell’individualizzazione degli
itinerari didattici, indispensabile per conquistare una comune base di
conoscenze e abilità, l’UdA si sforza di andare oltre, cercando di
assecondare i bisogni e le aspirazioni dei singoli allievi, di sviluppare i
loro interessi, attitudini e inclinazioni, per portare ognuno alla conquista
di una “propria eccellenza”.
La misura della personalizzazione degli apprendimenti è data dalla
maturazione delle competenze: il segno visibile che le conoscenze e le
abilità si sono integrate nel tessuto dell’io e propongono un soggetto
protagonista nell’esperienza della realtà.
34 Prof. Antonio Tosco
By: Giuseppe De Cato
In base a quali elementi possiamo dire che un
metodo didattico, in quanto «strumento»
dell’insegnamento è utilizzato in modo
corretto?
Alcuni punti fondamentali:
L’idea di significatività (Ausubel)
L’idea di comunicazione
L’idea di mediazione
35 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
L’apprendimento si può classificare secondo due diverse
qualificazioni: meccanico o significativo.
L’apprendimento meccanico si verifica quando i contenuti
dell’apprendimento sono semplicemente memorizzati o
diventano automatismi, routine, senza che vi sia una
personale elaborazione da parte dell’alunno.
L’apprendimento significativo si verifica quando l’alunno fa
propri i nuovi contenuti di apprendimento attraverso un
personale lavoro cognitivo, che consiste nella rielaborazione
dei nuovi dati e nella ristrutturazione della propria ‘matrice
cognitiva’, cioè dei propri schemi o concetti consolidati,
frutto di apprendimenti precedenti.
L’idea di significatività
36 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
L’idea di significatività
Secondo la pedagogia contemporanea l'apprendimento
significativo, basato su teorie costruttiviste, ha come
obiettivo principale quello di rendere autonomo il
soggetto nei propri percorsi conoscitivi .
Esso è diametralmente opposto all'apprendimento
meccanico, che utilizza la memorizzazione per produrre
conoscenza “inerte” e dove la ricezione delle
informazioni è veicolata dal docente e non possono essere
modificate dal discente per integrarle ad informazioni
precedenti o per negoziarne socialmente il significato.
L’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
È ATTIVO – Richiede uno sforzo concreto di colui che apprende, e quindi è un
apprendimento consapevole, responsabile, coinvolgente.
In questo modo si verifica il principio del «learning by doing»
È COSTRUTTIVO - le nuove conoscenze entrano in relazione con il già noto e
si integrano in un nuovo equilibrio.
È COOPERATIVO – Prevede una dimensione conversazionale e collaborativa,
per favorire la comprensione. Chi apprende lavora in una comunità che costruisce
conoscenza dove ogni attore può offrire una varietà di “supporti” sia intenzionali
sia spontanei.
È INTENZIONALE - fondato sulla motivazione intrinseca all’apprendere e
sulla consapevole volontà di raggiungere obiettivi cognitivi rilevanti. E’ compito
dell’insegnante creare la motivazione all’impegno e al conseguente apprendimento
È CONVERSAZIONALE - nella relazione dialogica i partecipanti traggono
beneficio dall’essere parte di una comunità più ampia. Il conoscere è anche
prodotto dall’attribuire, negoziare e condividere significati.
È CONTESTUALIZZATO - tra i compiti scolastici e i compiti del mondo reale
ci deve essere una relazione di significatività.
È RIFLESSIVO - il soggetto organizza ciò che apprende “riflettendo” sui
processi svolti e sulle decisioni che hanno comportato.
38 Prof. Antonio Tosco By: Giuseppe De Cato
La relazione comunicativa è efficace se vi è «una cooperazione attiva dei
partecipanti alla elaborazione dei significati da attribuire ad un’esperienza
ai vari livelli cognitivi, di realizzazione personale e di costruzione dei
rapporti interpersonali» (Compagnoni, 1983).
Le condizioni perché vi sia una buona comunicazione didattica sono:
a. la chiarezza: riguarda la presentazione del contenuto;
b. la continuità tematica: riguarda la necessità di mantenere
attenzione allo stesso tema per un tempo sufficiente a consentirne
l’esplorazione;
c. l’impegno comunicativo: riguarda il processo matetico o di
mediazione;
d. il clima relazionale disteso: riguarda la qualità emotiva del clima
relazionale;
e. la circolarità: riguarda il grado di partecipazione.
L’idea di comunicazione
39 Prof. Antonio Tosco
By: Giuseppe De Cato
Per mediazione intendiamo l’azione di facilitazione nel
passaggio dall’oggetto di conoscenza al soggetto
conoscente.
L’insegnante, nel processo di comunicazione didattica,
impiega varie forme di mediazione, dacché gli stili di
apprendimento degli alunni possono portarli a
privilegiare forme diverse di rappresentazione della
realtà, anche in relazione al diverso ricorso che essi fanno
alla pluralità delle loro ‘intelligenze’.
Bruner classifica le principali tipologie di mediatori in
attivi, iconici, simbolici.
L’idea di mediazione
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
La conoscenza è potere, La conoscenza è potere,
ma è l’entusiasmoma è l’entusiasmo
che fa scattare l’interruttore.che fa scattare l’interruttore.
Ball Ball IvernIvern
L’apprendimento rappresenta lo scopo principale e il
valore istituzionale del sistema scolastico. È un
processo complesso che si realizza nel tempo, che
investe la sfera cognitiva, metacognitiva e socio
affettiva, ed è influenzato dalla personalità del
soggetto che apprende (esperienza, bisogni, interesse,
motivazione, attitudini (..), dal contesto socio-culturale
in cui si realizza il processo di insegnamento-
apprendimento, ivi incluse le strategie didattiche e
organizzative messe in campo.
Scopo, valore dell’apprendimento
by: Giuseppe DE CATO
Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento
permanente (EQF) - Raccomandazione del 23 aprile 2008
Risultati dell’apprendimento: descrizione di ciò che un discente conosce,
capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo d’apprendimento.
I risultati sono definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze.
Conoscenze: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso
l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e
pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro
europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.
Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how
per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro
europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti
l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità
manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).
Competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità
personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello
sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro europeo delle
qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.
by: Giuseppe DE CATO
Scopo, valore dell’apprendimento
Valutazione deriva dal latino valitus, participio
passato di valere, stimare, dare un prezzo
In senso etimologico, quindi, la valutazione
è il processo mediante il quale si attribuisce
un «valore» ad un oggetto, un’azione, un evento.
La valutazione è collegata alle procedure,
metodi e strumenti usati, che possono
condizionare l’attendibilità del giudizio
medesimo.
by: Giuseppe DE CATO
Scopo, valore dell’apprendimento
Valutazione iniziale (a scopo diagnostico) – Ha funzione
proattiva al processo di insegnamento-apprendimento, poiché fornisce
informazioni necessarie per elaborare la progettazione didattica
annuale e individuare le scelte metodologiche e gli strumenti più
idonei per raggiungere gli obiettivi prefissati
Valutazione in «itinere» (Valutazione formativa) - Si svolge
in corso d’opera e ha funzione orientativa. Fornisce al docente (e
anche agli alunni), informazioni sulla rispondenza fra insegnamento e
apprendimento. Costituisce una guida per orientare opportunamente
l’insegnamento.
Valutazione sommativa - Con la valutazione sommativa
s’intende verificare i risultati complessivi a conclusione di un percorso
formativo, sulla base di un campionamento degli obiettivi più
rappresentativi del curricolo svolto.
Connotati principali della valutazione in relazione
ai momenti e alle finalità con cui viene effettuata
by: Giuseppe DE CATO
Una volta definiti finalità e obiettivi specifici (che
devono essere chiaramente e preventivamente
esplicitati agli alunni), si pone il problema della
scelta della tipologia di prove ritenuta più idonea
per accertarli.
Quale tipologia di prove?
Prove non strutturate
Prove semistrutturate
Prove strutturate
by: Giuseppe DE CATO
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
Tutto è difficile,
Prima di essere facile.
Thomas Fuller
Prove non strutturate (stimolo aperto, risposta aperta):
le risposte non sono univoche e non sono predeterminabili.
Appartengono a questa categoria le prove tradizionali: libera
trattazione degli argomenti, interrogazioni su temi generali, il tema
tradizionale)
Prove semi-strutturate (stimolo chiuso- risposta
aperta): Le risposte non sono univoche ma sono in grande misura
predeterminabili grazie ai vincoli posti negli stimoli. Appartengono
a questa categoria: il riassunto, il saggio breve, il colloquio
strutturato, l’intervista con scaletta, il questionario con domande, la
prova di comprensione di un testo).
Prove strutturate (stimolo chiuso – risposta chiusa)
Le risposte sono univoche e predeterminabili. Appartengono a
questa categoria di prove, dette anche prove oggettive di verifica: i
quesiti vero/falso o a scelta multipla, le corrispondenze, i
completamenti).
Prove non strutturate – semistrutturate - strutturate
by: Giuseppe DE CATO
Validità - Requisito riferito agli aspetti qualitativi delle
rilevazioni, che devono essere ancorate alla parte di
curricolo effettivamente svolta e devono tener conto degli
obiettivi stabiliti, dei contenuti svolti e della metodologia
didattica usata.
Attendibilità - Le prove sono attendibili se utilizzano
sistemi di misura stabili e omogeni e se i criteri di
valutazione dei risultati sono stati stati determinati
preventivamente e senza ambiguità
Funzionalità - E’ riferita agli aspetti pratici della
somministrazione e valutazione della prova: le richieste
devono essere formulate in modo chiaro e la valutazione
deve essere ottenuta in modo trasparente e riconoscibile.
I requisiti cui devono rispondere le prove di verifica
by: Giuseppe DE CATO
Effetto alone
Condizionamento dovuto a precedenti valutazioni
negative o positive.
Effetto contrasto
Condizionamento connesso con standard di prestazione
ideali
Effetto stereotipia
Condizionamento connesso con generalizzate opinioni
originarie
Effetto pigmalione
Condizionamento dovuto ad aspettative di prestazione
Fattori psicologici ed emotivi che possono
condizionare negativamente la valutazione
by: Giuseppe DE CATO
by: Giuseppe DE CATO
D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122
Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni
La valutazione è espressione dell'autonomia
professionale propria della funzione docente, nella
sua dimensione sia individuale che collegiale,
nonché dell'autonomia didattica delle istituzioni
scolastiche. Ogni alunno ha diritto ad una
valutazione trasparente e tempestiva, secondo
quanto previsto dall'articolo 2, comma 4 del D.P.R.
24 giugno 1998, n. 249 (Art. 1 c. 2)
by: Giuseppe DE CATO
La valutazione ha per oggetto il processo di apprendimento, il
comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli
alunni. La valutazione concorre, con la sua finalità anche
formativa e attraverso l'individuazione delle potenzialità e
delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione
degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di
conoscenza e al successo formativo, anche in coerenza con
l'obiettivo dell'apprendimento permanente di cui alla
«Strategia di Lisbona nel settore dell'istruzione e della
formazione», adottata dal Consiglio europeo con
raccomandazione del 23 e 24 marzo 2000. (Art. 1 c. 3)
D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122
Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni
Scuola laterale positiva – By: Giuseppe De Cato
La passione
tinge dei propri colori
tutto ciò che tocca. Baltasar Gracian y Morales