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    REGOLE DI

    ITALIANO

    Classe II

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    LA PAROLALa parola una espressione scritta o parlata con la quale si esprime un

    concetto, cio una certa idea.Qui vediamo come si forma la parola scritta.

    Le parti della singola parola1) LE LETTERE

    La parola si compone di un insieme di lettere del nostro alfabeto.

    Maiuscole e minuscole

    La maiuscola si usa:

    - per scrivere l iniziale dei nomi propri;- allinizio della frase;- dopo il punto fermo, il punto interrogativo ed il punto esclamativo.

    2) LE SILLABEAlcune lettere prese insieme formano una sillaba; alcune sillabe prese

    insieme formano, infine, una parola.

    Divisione in sillabe

    Normalmente una sillaba formata da una o pi vocali e da una o piconsonanti. Le tre regole fondamentali della divisione in sillabe sono

    queste:

    1. le consonanti doppie si separano sempre;2. le consonanti L, M, N, R si staccano dalle consonanti che vengono

    dopo. Nella divisione in sillabe, CQU si divide in C-QU: ac-qua-rio. Nella

    divisione in sillabe mp-mb si dividono: bam-bi-no; cam-pa-na;

    3.la consonante S sta sempre con le consonanti che vengono dopo di lei.

    3) LE DIFFICOLT ORTOGRAFICHELe difficolt ortografiche sono delle sillabe che si scrivono in modo un po

    particolare e non sempre facile da capire senza vederle scritte.CE/CIE - GE/GIE

    Se cia e gia sono precedute da vocale il plurale cie e gie.Ad esempio: farmacia-farmacie; ciliegia-ciliegie.

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    Se cia e gia sono precedute da consonante, il plurale si forma ince e ge.

    Ad esempio: provincia-province; frangia-frange.

    SCE/SCIESCE non vuole la I.

    Ma si scrivono con SCIE le parole che derivano da scienza e coscienza e le

    parole SCIE ed usciere.CU/QU - CCU/QQU

    Dopo QU c sempre una vocale: quaderno, aquilone, quiete

    Soqquadro (= disordine) lunica parola che si scrive con QQ, cio con

    la doppia Q.

    Dopo CU c quasi sempre una consonante: culla, cuscino, custode, mafanno eccezione le PAROLE CAPRICCIOSE, che si chiamano cos proprio

    perch in esse dopo CU c una vocale:cuoco = persona che cucinacuore = organo che fa circolare il sangue nel corpo

    scuola = luogo dove bambini e ragazzi vengono istruiticuoio = pelle di mucca lavorata ed essiccata

    scuotere = agitare, scrollarepercuotere = colpire, picchiare

    riscuotere = incassare

    cuocere = cucinareinnocuo = inoffensivo

    circuito = pista

    taccuino = blocco, agendaCQU

    Tutte le parole della famiglia di ACQUA si scrivono con CQU: acquario,acquaio, acquedotto, acquerello, acquirente, acquerugiola, eccRicordiamo che nella divisione in sillabe, CQU si divide in C-QU: aC-QUA-

    rio.

    GLI/LI

    GL sempre seguito da I e si pronuncia con un suono dolce, come nellaparola bottiglia:GLIA bottiglia

    GLIE - stoviglie

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    GLI bargigli

    GLIO coniglioAlcune parole, per, fanno eccezione ed in esse GL si pronuncia con un

    suono duro anche se seguito dalla lettera I. le principali di queste

    eccezioni sono: glicine, glicemia, glicerina, glicolisi, eccInvece, quando GL non seguito dalla lettera I, ma da unaltra vocale, hasempre un suono duro, come in queste parole: globo, inglese, sigla,

    glucosio, agglomerato, ecc...GN NI

    Le sillabe GNA, GNE, GNO e GNU non vogliono mai la I:

    castagna, pigne, cigno, gnu non vogliono mai la i.

    Lunica eccezione la parola compagnia si scrive con la i, per distinguerladalla parola compagna, che ha un significato diverso.MP MB

    Davanti alla lettera p e alla lettera b ci vuole la lettera m, mai la n.Tamburo, ambulanza, imbuto, simpatico.Nella divisione in sillabe mp-mb si dividono: bam-bi-no; cam-pa-na.

    HO, HAI, HA, HANNO

    Si scrivono con H quando sono una voce del verbo avere.

    Ad esempio: Tu hai mangiato una mela (= hai fatto lazione di.)Io ho mal di denti (sento, provo)

    Giovanni hapaura del buio (sente, prova)

    Mamma e pap hanno gli occhiali nuovi (possiedono)

    La parola intera1) NOMI

    I nomi sono parole che indicano tutto ci che sta attorno a noi o dentro dinoi: persone, cose, animali, sentimenti.

    Possono indicare, ad esempio:- Luoghi (citt, campagna, paese)- Parti del corpo (bocca, braccia..)- Sentimenti (amicizia, amore, odio)- Fenomeni atmosferici (pioggia, vento..)Nomi comuni e nomi propri

    I NOMI COMUNI sono quelli che di riferiscono indistintamente ad una

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    serie infinita di persone, cose, animali e sentimenti. Essi si scrivono con

    liniziale minuscola. Ad esempio: il cane un animale. Cane nomecomune perch si riferisce a tutti i cani senza distinzioni.

    I NOMI PROPRI sono quelli che si riferiscono ad una persona, cosa,

    animale preciso. Essi si scrivono con liniziale maiuscola. Ad esempio: lamaestra Simonetta insegna danza allallieva Margherita. Qui Simonettae Margherita sono due nomi propri perch indicano due persone ben

    precise.Nomi maschili e nomi femminili

    Sono MASCHILI i nomi preceduti dagli articoli: il, lo, i, gli, un, uno (ad

    esempio: il gatto, un pulcino)

    Sono FEMMINILI i nomi preceduti da: la, le, una (ad esempio: la gatta, unapulcina)Alcuni nomi passando dal maschile al femminile e viceversa cambiano del

    tutto: madre-padre, marito-moglie.Alcuni nomi non cambiano dal maschile al femminile. Per sapere se sonomaschili o femminili, bisogna mettere larticolo. Il nipote-la nipote; un

    farmacista-una farmacista

    Nomi al singolare e nomi al plurale

    Il SINGOLARE di un nome indica una sola persona, una sola cosa o un soloanimale. Ad esempio: il cane, il gatto, il bambino.

    Il PLURALE indica pi di una persona, pi di una cosa, pi di un animale.

    Ad esempio: i cani, i gatti, i bambini.

    2) AGGETTIVIGli aggettivi sono parole che descrivono una qualit del nome.

    Aggettivi QualificativiGli aggettivi qualificativi ci dicono com una persona, un animale, una

    cosa.Donna sorridente, Cielo nuvoloso, Cane fedele

    3) VERBI

    I verbi sono parole che descrivono una azione; dicono cio CHE COSA FA

    la persona, lanimale o la cosa di cui si sta parlando. Ad esempio: .

    Per individuarlo in una frase, basta chiedersi: CHE COSA FA?

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    Ad esempio: Il bambino mangia la mela. Che cosa fa il bambino? Mangia,

    cio compie lazione di mangiare. Mangia il verbo che indica lazionedi mangiare che fa il bambino.

    Tempo dei verbi

    Le azioni si possono svolgere al passato, al presente o al futuro.Ad esempio: ieri mangiavo le caramelle (azione al passato); oggi corroveloce (azione al presente); domani andr a passeggio (azione al futuro).

    Il verbo esserePASSATO: da piccola io erocosPRESENTE: Oggi io sonocosFUTURO Da grande io sar cos

    PASSATO PRESENTE FUTUROIo ero Io sono Io sarTu eri Tu sei Tu sarai

    Egli era Egli Egli sarNoi eravamo Noi siamo Noi saremoVoi eravate Voi siete Voi sarete

    Essi erano Essi sono Essi saranno

    Verbo averePASSATO: Da piccola avevo il tricicloPRESENTE: Oggi ho la biciclettaFUTURO: da grande avr lautomobilePASSATO PRESENTE FUTURO

    Io avevo Io ho Io avr

    Tu avevi Tu hai Tu avrai

    Egli aveva Egli ha Egli avrNoi avevamo Noi abbiamo Noi avremo

    Voi avevate Voi avete Voi avreteEssi avevano Essi hanno Essi avranno

    4) ARTICOLIArticoli determinativi

    Gli articoli determinativi si chiamano cos perch indicano qualcosa di

    preciso: il libro, cio quel libro preciso e non un libro qualsiasi.

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    IL LO LA I GLI LE

    LO e LA diventano L davanti ai nomi che iniziano per vocale.Articoli indeterminativi

    Gli articoli indeterminativi indicano invece una cosa qualsiasi: un libro,

    una palla, uno sciroppoUN UNO UNA UNUna diventa UN solo davanti ai nomi FEMMINILI che iniziano per vocale.

    Unamica, unoca, unisolaLapostrofo

    Lo e la vogliono lapostrofo davanti ai nomi che iniziano per vocale. Ad

    esempio: lo elefante diventa lelefante; la isola diventa lisola.

    Un sta per una e quindi si mette con lapostrofo solo davanti ai nomifemminili che iniziano per vocale. Ad esempio: unape (che sta per unaape).

    Un senza lapostrofo si mette invece davanti a tutti i nomi maschili. Adesempio: un imbuto.

    5) ACCENTONel parlare a voce, in ogni parola c una sillaba che si sente pi forte

    delle altre, perch sulla vocale di quella sillaba cade laccento: quella lasillaba accentata. Ad esempio: se dico finestra, la sillaba che si sente pi

    forte ne ed in fatti io dico finstra.

    Secondo la regola generale laccento si scrive solo quando cadesullult ima lettera della parola, che ovviamente una vocale. Ad esempio:

    gi, gi, pi, pu, ci

    Ci sono, per, alcune eccezioni, parole cio dove laccento non si scrive

    anche se esso cade sullultima lettera della parola. Ad esempio:fu, su, so,sa, sto, sta, no, re, tra, va, qui, qua

    6) IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE

    SINONIMIDue parole si dicono tra loro sinonimi quando hanno lo stesso significato.

    Ad esempio: gioia, felicit, contentezza, allegria sono tutte parole che

    esprimono uno stesso significato e quindi possono essere usate luna al

    posto dellaltra. Ad esempio: io posso dire indifferentemente provo

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    molta gioia oppure provo molta felicit.

    CONTRARISono parole che significano luna il contrario dellaltra.

    Ad esempio: allegria e tristezza. Cos, lespressione sono triste il

    contrario di sono allegro.

    LA FRASEIl discorso diretto e indirettoIl discorso si chiama diretto quando vengono riportate le parole precise

    dette da una persona. Di solito viene scritto tra le virgolette. Ad esempio:io dissi Che cosa vuoi da mangiare?; Margherita rispose: Vorrei le

    lasagne. Le due frasi t ra virgolette sono un discorso diretto.

    Il discorso si chiama indiretto quando vengono spiegate le cose dette dauna persona, per senza riportare le parole precise che essa ha

    impiegato. Ad esempio: io chiesi a Margherita cosa volesse da mangiare e

    lei mi rispose che avrebbe gradito le lasagne.

    La punteggiaturaSono quei segni grafici che indicano a chi legge che bisogna fare una

    pausa nella lettura ed aiutano a capire meglio il senso della frase.

    Il punto fermo (si scrive con un semplice puntino .) si mette alla finedella frase, quando cio la frase finita.

    Il punto interrogativo (si scrive cos ?) si mette alla fine di una domanda

    e serve proprio per indicare che quella una domanda.Il punto esclamativo (si scrive cos !) si mette alla fine di una frase

    urlata, cio che va letta a voce ben alta.La virgola (si scrive cos ,) si mette tra le varie parti di una stessa frase,per indicare che bisogna fare una piccola pausa nella lettura.

    I due punti (si scrivono cos :) si mettono allinizio di un elenco, oppure

    quando viene spiegato meglio un concetto gi detto prima.