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L’INDIRIZZO SCIENTIFICO-CULTURALE DELLA SCUOLA 1. Premessa 2. Obiettivi e metodologia didattica della scuola 3. La Psicoterapia Cognitiva e la prospettiva Costruttivista- Relazionale 4. Sviluppo della consapevolezza integrale del terapeuta 5. Bibliografia 1. Premessa: Cognitivismo, Costruttivismo, sviluppo della consapevolezza del terapeuta La scuola intende offrire agli allievi una formazione rigorosa basata sui modelli teorici e clinici e sulle tecniche della Psicoterapia Cognitiva, con riferimento in special modo alla prospettiva Costruttivista-Relazionale. Quest’ultima è intesa come prospettiva epistemologica e filosofica prima ancora che come insieme di teorie, modelli e tecniche terapeutiche. La scuola valorizzerà specificamente la ricca tradizione scientifica costruttivista-relazionale italiana, espressa da studiosi quali Bruno Bara, Vittorio Guidano, Furio Lambruschi, Giovanni Liotti, Giorgio Rezzonico, Antonio Semerari (vedi bibliografia), per citarne solo alcuni. La scuola non rinuncerà tuttavia ai contributi preziosi delle elaborazioni teoriche del cognitivismo razionalista cosiddetto “standard”. Allo stesso modo intende far propri alcuni dei risultati teorici e delle tecniche della Sede didattica Via Solari 11, 20144 Milano

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L’INDIRIZZO SCIENTIFICO-CULTURALE DELLA SCUOLA

1. Premessa

2. Obiettivi e metodologia didattica della scuola

3. La Psicoterapia Cognitiva e la prospettiva Costruttivista-

Relazionale

4. Sviluppo della consapevolezza integrale del terapeuta

5. Bibliografia

1. Premessa: Cognitivismo, Costruttivismo, sviluppo della consapevolezza del terapeuta

La scuola intende offrire agli allievi una formazione rigorosa basata sui modelli teorici e clinici e sulle tecniche della Psicoterapia Cognitiva, con riferimento in special modo alla prospettiva Costruttivista-Relazionale. Quest’ultima è intesa come prospettiva epistemologica e filosofica prima ancora che come insieme di teorie, modelli e tecniche terapeutiche.La scuola valorizzerà specificamente la ricca tradizione scientifica costruttivista-relazionale italiana, espressa da studiosi quali Bruno Bara, Vittorio Guidano, Furio Lambruschi, Giovanni Liotti, Giorgio Rezzonico, Antonio Semerari (vedi bibliografia), per citarne solo alcuni. La scuola non rinuncerà tuttavia ai contributi preziosi delle elaborazioni teoriche del cognitivismo razionalista cosiddetto “standard”. Allo stesso modo intende far propri alcuni dei risultati teorici e delle tecniche della

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tradizione cognitivo-comportamentale, nella cornice di un utilizzo strategico di orientamento costruttivista.

Nel progredire del percorso di formazione sarà data particolare enfasi al tema della soggettività del terapeuta, dei suoi processi cognitivi ed emotivi e al ruolo da essa giocato nella relazione terapeutica. Tale tema sarà esplorato con un approfondimento dei processi di organizzazione di significato personale dell’allievo nel dominio cognitivo ed emozionale attraverso modalità molteplici:

- l’utilizzo estensivo in ogni aspetto dell’insegnamento di metodologie didattiche che si focalizzano sulla sperimentazione personale diretta degli insegnamenti e l’identificazione della propria organizzazione di personalità;- progetti di formazione personalizzata in relazione alle caratteristiche individuali ed alle motivazioni e interessi espressi dagli allievi, che saranno individuati avvalendosi della supervisione dei didatti e dei tutor;- un percorso di psicoterapia didattica (analisi didattica);-tecniche specifiche capaci di promuovere negli allievi un’attenzione-consapevolezza diretta, immediata e continuativa del proprio funzionamento mentale e dei pattern di reazione emozionale e comportamentale: in particolare saranno approfonditi i contributi offerti dalla prospettiva della mindfulness, la quale è intesa e proposta nell’ambito del progetto didattico della scuola non tanto come tecnica terapeutica da applicare ai pazienti, quanto invece come strumento di sviluppo della consapevolezza del terapeuta in formazione.

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Nous è la parola greca che nella nostra tradizione filosofica classica indicava appunto questa superiore forma di consapevolezza/attenzione come conoscenza di tipo intuitivo e non discorsivo.

2. Obiettivi e metodologia didattica della scuola

L’ obiettivo formativo di fondo è quello di promuovere negli allievi una rigorosa formazione professionale - clinica e scientifica – unita ad una approfondita conoscenza di sé e del proprio funzionamento mentale, affinché a partire da questo solido fondamemento ciascuno abbia la possibilità di portare a maturazione la propria originalità unica come psicoterapeuta. Il fine è quindi quello di offrire un percorso formativo con una forte focalizzazione sulle caratteristiche individuali degli allievi, che porti allo sviluppo di un’intelligenza clinica adeguata alla libertà a della responsabilità di scegliere gli strumenti che corrispondono meglio a sé stessi e al paziente.

Gli obiettivi didattici specifici sono quelli di fornire agli allievi:- una conoscenza approfondita dell’approccio terapeutico cognitivista e in particolare costruttivista-relazionale, dei suoi fondamenti teorici ed epistemologici e dei suoi obiettivi sia in ambito clinico che conoscitivo;- la conoscenza teorica della psicopatologia e l’acquisizione della metodologia di intervento e delle strategie e delle tecniche terapeutiche applicabili nell’ambito dei

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disturbi nevrotici, dei disturbi psicotici, dei disturbi di personalità e dello sviluppo nei vari contesti di applicazione quali la terapia individuale, di gruppo, familiare, di counseling; - una base articolata di conoscenze sulla psicologia della personalità, i processi di sviluppo individuale, i processi di organizzazione di significato personale.

Il panorama attuale dell'approccio cognitivista alla Psicologia Clinica e alla Psichiatria si dispiega, come già accennato, fra il versante del cognitivismo razionalista standard e quello costruttivista-relazionale. Molti autori di fatto si pongono in vario modo lungo il continuum razionalismo-costruttivismo. La scuola intende centrare i propri riferimenti di base per la formazione pratico-personale soprattutto sul versante costruttivista-relazionale.

In questa direzione all’interno del progetto di valutazione globale dell’allievo, e avvalendosi della supervisione dei didatti e dei tutor, verranno inoltre individuati progetti di formazione personale in relazione alle caratteristiche individuali ed alle motivazioni e interessi espressi dagli alunni.

Un altro fondamentale obiettivo della scuola è quello di proporsi non solo come un istituto capace di realizzare formazione superiore ma anche come centro di ricerca scientifica, collegando strettamente l’insegnamento alla pratica viva della ricerca nel campo clinico.In termini didattici questo obiettivo si articola nel:

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- mettere gli allievi nella condizione di leggere e comprendere in modo critico la letteratura di ricerca internazionale - scientifica e clinica – circa lo sviluppo delle discipline collegate al cognitivismo;- sviluppare le capacità metodologiche e tecniche per impostare e condurre progetti di ricerca clinica e abituare gli allievi ad una pratica di psicoterapia evidenced-based;- stimolare la realizzazione di progetti di ricerca.

A questo scopo la didattica, per ogni anno di corso, prevede una parte teorica dedicata alla metodologia della ricerca e una parte partica dedicata alla progettazione e realizzazione di fasi di una ricerca, per giungere nel quarto anno alla realizzazione di una ricerca compiuta da presentare all’esame finale. In tal senso la scuola intende sviluppare legami operativi con centri di ricerca nazionali e internazionali. Al momento sono già attivati legami di collaborazione con istituzioni accademiche quali la cattedra di Psicologia Clinica (prof Giorgio Rezzonico) presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli studi Milano Bicocca e con il team interdisciplinare di ricerca Mind and brain condotto dal prof Henk Barnedregt presso la Radboud University di Nijmegen in Olanda, altre collaborazioni sono in progetto.

3. La Psicoterapia Cognitiva e la prospettiva Costruttivista-Relazionale

La Psicoterapia CognitivaLo sviluppo storico della Psicoterapia Cognitiva è connesso all’esigenza di fornire un fondamento scientifico al trattamento psicologico dei disturbi mentali e comportamentali. Il termine “cognitivo” si riferisce soprattutto al rilievo che il cognitivismo – in particolare quello

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cosiddetto standard – attribuisce alle modalità di pensiero, di organizzazione della conoscenza di sé e di sé con gli altri. La psicoterapia cognitiva standard si prefigge di definire il tipo di pensiero che accompagna le emozioni negative e di cercare delle modalità alternative, più funzionali, di affrontare situazioni problematiche: l’adozione di modalità di pensiero più adattive conduce a una modificazione dell’esperienza emozionale dolorosa.

Uno dei principali aspetti che caratterizzano la Psicoterapia Cognitiva è il legame stretto, organico e continuativo durante tutto il suo sviluppo con la ricerca empirica condotta con metodo scientifico, tanto clinica che di base, nelle diverse discipline che ne alimentano la crescita. Essa si è sempre prestata e si presta dunque ad essere indagata scientificamente e a valutare sistematicamente l’efficacia dei suoi interventi con spirito critico.Questo aspetto ne caratterizza anche lo sviluppo storico, che è sempre stato influenzato dall’evoluzione della ricerca; e in tal senso è importante che la scuola favorisca negli allievi ampie capacità di pensiero critico e l’ abitudine all’aggiornamento scientifico e alla curiosità in modo da renderli aperti e capaci di seguire i diversi sviluppi del cognitivismo anche nel tempo successivo alla loro formazione come specializzandi .

La prospettiva costruttivista-relazionalePromuovere un approccio epistemologico e metodologico costruttivista (o "post-razionalista" o "sistemico processuale") significa porre in primo piano, sempre, il ruolo-cardine della relazione in psicoterapia. Dunque la centralità delle emozioni, dei vissuti soggettivi e delle attribuzioni di significato, tanto del paziente che del terapeuta.

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La prospettiva costruttivista considera la psicoterapia come un'integrazione di cognizioni ed emozioni rivolta al fine di raggiungere e mantenere un consapevole equilibrio dinamico e una più armonica regolazione dei propri stati mentali ed emozionali, conquistati dal paziente nella relazione terapeutica.

In questa prospettiva le teorie, i modelli, i protocolli, le tecniche, ecc. sono importanti ma possono avere reale efficacia solo all'interno di questa cornice relazionale, e vanno utilizzati di volta in volta come mappe per leggere l'esperienza, come indicazioni per orientare l'attenzione e l'azione in terapia. Quindi non come procedure standardizzate, meccanicamente ripetibili, le quali rischiano di illudere il terapeuta di poter disporre di risultati garantiti, predefiniti e di poter abdicare dalla responsabilità di una continua, aperta, creativa consapevolezza e dal partecipe ascolto di ciò che accade nel qui e ora dell'esperienza condivisa con l'altro.

La relazione è il luogo dove ha inizio qualunque mutamento significativo: sperimentare direttamente nella relazione col terapeuta la possibilità di un cambiamento è un esperienza chiave, che può prodursi solo in un clima di fiducia e di affidamento all'altro. La psicoterapia comporta dunque la capacità di piena accettazione dell'altro nell'interezza della sua persona, senza discriminazione tra bene e male. Ciò implica la dimensione della reciprocità emozionale, per cui il terapeuta necessita oltre che di un’adeguata capacità tecnica, di una ben sviluppata consapevolezza di sé. Quest'ultima è dunque componente assolutamente essenziale della sua capacità professionale.

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L’aspetto originale di questo approccio, nell’ambito del cognitivismo, è proprio l’accento posto sulla dimensione soggettiva, sia per quanto riguarda lo sviluppo e l’ordinamento della conoscenza, sia per ciò che concerne la psicopatologia, dove è ritenuto centrale il processo soggettivo "dell'attribuzione di significato" al sintomo. L’individuo è poi considerato nella sua globalità psico-fisica ma anche nel suo divenire temporale, con attenzione alla dimensione evolutiva. Per il costruttivismo l'assimilazione dell'esperienza e la costruzione della conoscenza avvengono con finalità adattive attraverso un rapporto attivo e reciproco con l'ambiente, a partire dalla relazione di attaccamento: i processi mentali, cognitivi ed emozionali emergono come attività conoscitive di un sistema complesso (aspetto "sistemico") che è finalizzato al mantenimento della coerenza interna pur nelle maturazioni, nelle vicissitudini e nei cambiamenti sperimentati nell'intero ciclo di vita.Dalla relazione di attaccamento si dispiega gradualmente uno stile affettivo e relazionale che è espressione di una specifica "organizzazione di significato personale" peculiare di ciascun individuo, proprio la costruzione di tale organizzazione consente all'individuo di riconoscersi in un identità stabile, di dare senso a sé e al proprio rapporto con il mondo nonostante le perturbazioni e i mutamenti cui inevitabilmente va incontro nell'arco della vita.

Sono dunque gli aspetti cognitivi "caldi", intrisi di emozioni e motivazioni, ad essere fondanti per il paziente; ed è solo a partire da una diversa "attribuzione di significato" di questi aspetti caldi che ha poi senso modificare la cognizione "fredda". Modificare la cognizione fredda, legata agli aspetti razionali ed espliciti del pensiero, non è di per sé inutile, ma di efficacia limitata: è necessario passare attraverso una progressiva riconnotazione del suo

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significato e del suo contesto, così che la reazione emozionale usuale non scatti in modo automatico e la persona abbia modo di sperimentare una risposta alternativa.Il costruttivismo fornisce numerosi, duttili e validi strumenti di intervento psicoterapeutico centrati sul significato soggettivo dei disturbi, tra i quali, di particolare rilievo: l’individuazione degli schemi emozionali della propria organizzazione di personalità; l’approccio narrativo che identifica e riformula le "narrative personali" disfunzionali del paziente in nuove "narrative" che garantiscono una maggiore coerenza interna. Ma è in grado di far uso anche delle tecniche di intervento clinico ereditate dalla tradizione del cognitivismo "standard" e della tradizione cognitivo-comportamentale, pur utilizzandole nella cornice strategica propria del costruttivismo, la quale vede le persone, i pazienti, diventare “attori” consapevoli delle tecniche utilizzate .

Il forte accento posto dalla scuola sulla dimensione soggettiva del terapeuta e sullo sviluppo della consapevolezza da parte dell'allievo va nella direzione delineata dai più recenti sviluppi della ricerca clinica cognitivista, ben rappresentati per esempio in J. D. Safran, J.C. Muran (2003). A proposito del processo di formazione del terapeuta, gli autori mettono in evidenza come l’aspetto procedurale/tacito della conoscenza sia quello che determina l’abilità del terapeuta: "è importante che il training del terapeuta comprenda una consistente componente esperienziale e sottolinei il processo di crescita personale”. Questo obiettivo viene favorito dall’ utilizzo continuativo di pratiche ed esercizi per discriminare il concettuale dall’esperienziale e padroneggiare entrambi. Gli autori elencano quindi i modi per sviluppare questa componente nel training del terapeuta:

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- privilegiare una focalizzazione sull’esperienza diretta e sul non-concettuale;

- l’utilizzo di tecniche diversificate e esercizi strutturati di- consapevolezza;

- l'enfasi sull’esplorazione di sé e la crescita personale nel processo di formazione;

- l’esplorazione collaborativa attraverso una stretta relazione terapeuta- supervisore, per superare gli empasse nel processo di

apprendimento.

4. Sviluppo della consapevolezza integrale del terapeuta

La scuola intende lavorare alla crescita della consapevolezza personale del terapeuta con il concorso delle molteplici modalità sopra indicate (cfr. Paragrafo 1). In particolar modo ritiene essenziale promuovere la crescita della sua capacità di auto-riflessività nel momento presente circa il proprio funzionamento cognitivo, emozionale e comportamentale; sviluppare quindi una più intensa e continuativa consapevolezza integrale di sé. Tra queste diverse modalità gli allievi sperimenteranno anche l’utilizzo di tecniche di incremento della consapevolezza quali quelle derivate: a) dalla prospettiva della mindfulness e b) dalle discipline che studiano le dimensioni espressive extra-verbali attraverso metodologie di esplorazione esperienziale delle dimensioni emotive e corporee.

La prospettiva della mindfulnessLa parola mindfulness indica uno stato mentale che ha a che fare con particolari qualità dell'attenzione alla propria esperienza immediata, le

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quali possono essere sistematicamente sviluppate e stabilizzate attraverso forme specifiche di mental training.La prospettiva della mindfulness sta riscontrando negli ultimi anni un crescendo di applicazioni cliniche e sviluppi teorici a livello internazionale, testimoniato da un crescente numero di ricerche cliniche e neuroscientifiche, trial clinici, libri, dissertazioni di PhD dedicate a quest'area. Più in generale, nel dialogo sempre più serrato e ricco fra le neuroscienze, la scienza cognitiva e la prospettiva della mindfulness si è aperto un orizzonte di estremo interesse per una comprensione della mente umana e delle sue potenzialità. Espressione autorevole di questo interesse è il recentissimo libro dedicato al tema da Daniel Siegel (2007), noto ricercatore nell’area della interpersonal neurobiology – lo studio dei correlati neurali dei processi interpersonali – esplorati in particolare inThe Developing Brain (1999). Scrive Siegel in The Mindful Brain che ”nel mio campo di studio, quello delle relazioni interpersonali, utilizziamo il concetto di sintonizzazione – attunement – per esaminare come una persona, un genitore per esempio, focalizza la sua attenzione sul mondo interiore di un altro, quale un bambino. Questo focus sulla mente di un'altra persona utilizza quei circuiti neurali che rendono possibile l’empatia tra due persone, il sentirsi sentiti”. Per l’autore questo stato mentale è cruciale per sviluppare capacità di autoregolazione emotiva nelle relazioni. Ora: “a partire dagli studi su queste capacità di sintonizzazione inter-personale e sulla funzione auto-regolatoria del focus attenzionale è possibile considerare la mindfulness come una forma di sintonizzazione intra-personale, ossia come lo sviluppo di un maggiore attunement con sé stessi” che favorisce lo sviluppo di consapevolezza di sé e di abilità empatiche.Sul versante del training degli psicoterapeuti il potenziale positivo dello sviluppo della mindfulness investe più aspetti:lo stabilizzarsi,

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attraverso tecniche specifiche, di un’attenzione diretta e immediata del proprio funzionamento; e di conseguenza una più intensa presenza a sé stessi e empatia verso l’altro, competenze essenziali nello svolgersi della relazione terapeutica.E’ stata inoltre sviluppata, sul versante delle applicazioni cliniche, una forma di Mindfulness-Based Cognitive Therapy con un protocollo manualizzato per la prevenzione delle ricadute depressive; protocolli per altri disturbi sono in elaborazione.

Tecniche di tipo espressivo e a mediazione non verbaleSaranno utilizzate tecniche specifiche capaci di estendere la conoscenza procedurale e non-concettuale nelle dimensioni del vissuto emozionale e della corporeità. Queste metodologie derivano sia da discipline espressive (mirate all’estensione della consapevolezza emozionale nelle dinamiche relazionali), sia da discipline psicofisiche (mirate soprattutto allo sviluppo di competenze riguardanti la consapevolezza corporea). La consapevolezza corporea infatti non è soltanto verso di sé ma anche verso l'altro: lo scopo è sviluppare una capacità di attenzione che riesca a confrontarsi con l'intera complessità psicofisica della relazione con l’altro, di cui le parole sono la parte emergente, essere consapevoli dell' espressività dell'altro perché si è imparato a essere consapevoli della propria.

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