Regioni&Ambiente ottobre 2010

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Liège-Guillemins 04/09/10>01/05/11 www.sos-planet.eu SPECIALE ECOMONDO2010 CN/CONV/0969/2010 Free Service Edizioni - Falconara M. (AN) - Rivista Mensile di Informazione e Aggiornamento di Cultura Ambientale - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Ancona n° 10 OTTOBRE 2010 Anno XI 7,00

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Rivista di informazione e aggiornamento

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    2010Anno XI

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  • Rivista mensile di informazionee aggiornamento di cultura ambientale

    La Redazione di REGIONI & AMBIENTEsi riserva il diritto di modifi care, rifi utare o sospendere

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  • In copertina: La Locandina della Mostra di Liegi SOS Planet

    6 CAMBIAMENTI CLIMATICIPer i diplomatici ONU i negoziati sul clima sono ad un punto mortoSe le imprese debbano guidare la danza,non si rischia di ballare al buio?Destano perplessit le aperture al business del Direttore UNFCCC

    8Aperta a Liegi la grande Mostra dedicata agli effetti del Global WarmingSOS PlanetTradotto in immagini e grafici lallarme degli scienziati

    11Le difficolt dei Venditori del dubbio di fronte allevidenzaUnestate di fenomeni meteorologici estremiMa in Italia si continua a gestire lemergenza anzich la prevenzione

    14 ENERGIE ALTERNATIVE E RINNOVABILIRapporto UNEP su REN21Gli investimenti nelle rinnovabilisuperano quelli per le fonti fossiliSiamo ancora lontani, tuttavia, da quel che sarebbe necessario per la transizione energetica

    17Presentato dal Centro Comune di Ricerca dellUEPV Status Report 2010: installato nellUEil 70% di capacit fotovoltaica mondialeLe Rinnovabili nel complesso hanno rappresentatoil 62% di nuova capacit di generazione di energia

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  • 20La Pubblicazione del Rapporto Charpin mette in allarme la filieraIn Francia il fotovoltaico corre troppo, ha costi eccessivi sulla bolletta dei consumatori, utilizza tecnologie poco efficienti

    22Da UniVerde la proposta di un Tavolo di concertazione tra imprenditori agricoli e quelli del fotovoltaicoLaudato sie mi Signore per messer lo frate Solema anche per sora nostra matre terra!La Francia ha limitato a suoli non pi agricoli i parchi fotovoltaici e la Germania abolisce gli incentivi per gli impianti su suoli agricoli

    25 EQUIT E SOSTENIBILITLa Francia ha adottato laStrategia Nazionale per lo Sviluppo SostenibileUn modello di sviluppo economico verde ed equoNessuna nuova spesa che non corrisponda ad un investimento redditizio per le generazioni future

    di Massimo Lombardi

    28 MANIFESTAZIONI E CONVEGNIFerrara, 21-23 settembre 2010REMTECH EXPO 2010

    di Silvia Paparella

    30Relatori di fama mondiale per tematiche di stringente attualitRecord di partecipazione e interesse per Ravenna2010

    di Gian Maria Brega

    33 SPECIALE ECOMONDO 2010

    64 INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTOAl via il Progetto europeo SEBEBiogas per il futuro dellEuropa!Grandi potenzialit dalle biomassedi origine agro-forestale e zootecnica

    67Ulteriore proroga allavvio del SistemaSISTRI quaterSolo con le sanzioni la piena operativit

    69 AMBIENTE E SALUTEPresentato da EU-OSHA un interessante RapportoGli incentivi per la sicurezzamigliorano lambiente di lavoro e la saluteOpzione conveniente per i Governi cheriducono cos le spese per malattie

    72Un nuovo studio conferma i benefici sullasalute dalla riduzione delle emissioni climalteranti nellUEAdottare subito il target del 30% al 2020Visto che quello del 20% , praticamente, gi in atto

    74 EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILESettimana DESS-UNESCO: 8-14 novembre 2010Sensibilizzare la cittadinanza versoforme alternative e pi sostenibili di trasporto

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  • VENITE A SCOPRIRELA NUOVA STRADA DEI PNEUMATICI FUORI USO.

    Vi aspettiamo nel nostro stand per incontrarvi e darvi aggiornamenti sul nuovo Sistema di gestione dei Pneumatici Fuori Uso, di cui Ecopneus sar uno dei principali protagonisti dopo la prossima emanazione del Decreto attuativo dellart. 228 del D.Lgs. 152/06. Il Sistema dovr garantire raccolta, recupero e monitoraggio dei PFU su tutto il territorio nazionale, a benefi cio delle aziende del settore e contro ogni abbandono illegale di PFU. Ne parleremo anche nel nostro convegno DA COPERTONE SELVAGGIO A RISORSA PREZIOSA - Una fotogra a inedita dei traf ci illegali nel settore dei PFU e le risposte gestionali del modello Ecopneus che si terr gioved 4 novembre alle ore 14,00, Sala Neri I Hall Sud.

    Ecopneus: IL FUTURO DEL PNEUMATICO FUORI USO OGGIStand 135 - Pad. B1

  • 76Al via la Campagna per la Settimana Europeaper la Riduzione dei Rifiuti 2010Pi vuoto il bidone, pi forte suona!Per la giornata inaugurale proposta una batucada europea

    78 AMBIENTE E ARTEConclusa la Mostra multimediale di Yann Arthus-Bertrand6 miliardi di altri... che sono come noi!Bisogna agire, troppo tardi per essere pessimisti

    80 A COME AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE, AMBIENTEGiornata Mondiale dellAlimentazione, 16 ottobre 2010Uniti contro la fameMa Chi la combatte reaImente?

    82Le nuove regole europee in materia di coltivazione di OGM: costruire un sistema agricolo italiano libero da OGM

    di Natalia Marzia Gusmerotti

    84 AGENDA 21Citt sostenibile: spazio alle ideeIl Coordinamento A21 Locali Italianeparte attiva allapposita sezione di ECOMONDO 2010

    di Elisabetta Mutto Accordi

    86 BIODIVERSIT E CONSERVAZIONENew York, Assemblea ONU sulla BiodiversitPer chi suona la campana?

    88Presentato il TEEB per i decisori locali e regionaliDagli enti locali limportante contributoper un uso efficiente delle risorsePagare per tutelare i servizi ecosistemici

    90Dal Carnegie Institution for Science leproiezioni sul futuro degli ecosistemi umidiDeforestazione e cambiamenti climatici ridurranno le specie tropicali tra il 18 e il 45% entro il 2100Una svolta nella mappatura del carbonio di biomasse contribuir a dare nuovo slancio alliniziativa REED

    93 CO-FINANZIAMENTI

    96 I QUESITI DEL LETTORE

    96 AGENDA - Eventi e Fiere

    POLIECO MAGAZINE

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    86FIRMA LA PETIZIONE PER SCONFIGGERE LA FAME

    Organizzazione delle Nazioni Unite per lalimentazione e lagricolturawww.fao.org

    5.)4)#/.42/,!&!-%16 ottobre 2010

    Giornata mondiale dellalimentazione

  • 6CAMBIAMENTI CLIMATICI

    Destano perplessit le aperture al business del Direttore UNFCCC

    SE LE IMPRESE DEBBANO GUIDARE LA DANZA, NON SI RISCHIA DI BALLARE AL BUIO?

    Per i diplomatici ONU i negoziati sul clima sono ad un punto morto

    In attesa di conoscere gli esiti del prossimo round dei Climate Change Talks di Tianjin, in Cina (4-9 ottobre 2010), lattenzione degli osservatori si focalizzata su alcune sortite dei dirigenti ONU a pi alto livello, dalle quali emergono ben poche speranze che nel breve periodo si possa raggiun-gere un accordo globale e, di certo, non a Cancn.

    Partecipando il 23 settembre 2010 al-la Conferenza Clima: il futuro in un mondo dopo Copenhagen, tenutasi presso la Chatman House di Londra, prestigioso Think tank indipendente di questioni internazionali, Halldor Thorgeirsson , Direttore del team UNFCCC a supporto della Road Map di Bali, ha dichiarato che Gli ostacoli che si frappongono al conseguimento di risultati significativi a Cancn riman-gono elevati e c il rischio concreto di uno stallo.Thorgeirsson stato loratore principale della Sessione relativa al Processo ONU in atto, che doveva prendere in esame le risposte a due principali domande:- il Copenhagen Accord pu diventa-

    re un compiuto trattato legale nel 2010?

    - quali questioni chiave faranno pro-gressi da Copenhagen a Cancn?

    Un nuovo trattato non lunico mezzo per misurare il successo dei negoziati - ha affermato Thorgeirsson - Le parti sembrano aver accettato che la Con-ferenza di Cancn non fornir uno strumento giuridicamente vincolante, anche se non si pu escludere che possa emergere in futuro. Thorgeirsson ha poi individuato 7 azio-ni su cui potrebbe essere trovato un Accordo:1) formalizzare gli impegni per miti-

    gare i cambiamenti climatici, quali quelli previsti dal Copenhagen Ac-cord;

    2) progettare un sistema di monitorag-gio, reporting e verifica degli sforzi per mitigare le emissioni e quelli per il loro supporto finanziari;

    3) sottoscrivere un convenzione per ladattamento;

    4) concordare un Fondo per le azioni di mitigazione e adattamento a lun-go termine;

    5) implementare le infrastrutture ne-cessarie per dar vita a tale Fondo e definire un Registro per le azioni di mitigazione razionalmente assun-te;

    6) definire lobiettivo globale per limi-tare laumento della temperatura entro i 2 C;

    7) lanciare progetti pilota per la pro-mozione e salvaguardia delle foreste tropicali.

    Pi preoccupanti ci sono sembrate le affermazioni di Christiana Figueres, Direttore esecutivo dellUNFCCC, che in un focus su Energia e Ambiente dellannuale incontro Clinton Global Iniziative, svoltosi a NewYork (21-23 settembre 2010), ha fatto il punto del-la situazione, individuando due delle principali ragioni per le quali lOrgani-smo da lei attualmente guidato non ha finora conseguito i risultati attesi:- laspettativa da big bangper un ac-

    cordo globale post-Kyoto;- lo scarso impegno del mondo degli

    affari a svolgere un ruolo attivo.Secondo la Figueres sarebbe irragio-nevole pensare che solo un Accordo Globale sulla riduzione delle emissioni possa risolvere le questioni legate alle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto: La Terra non sar salvata da un semplice Accordo che non si rag-giunto a Copenhagen, che non ci sar questanno, n lanno prossimo. Non si pu pensare di riuscire a modificare di colpo situazioni che si sono evolute in pi di cento anni. In altre parole, si sarebbe creata una aspettativa per qualcosa che non praticamente possibile e politicamen-te praticabile.Secondo il Direttore esecutivo UNFCCC sarebbe di buon auspicio che a Cancn, dove ha promesso non ci sar il caos logistico che si verificato a Copenhagen

    (le ONG e le Associazioni ambientaliste sono avvisate!), si metta in piedi un ap-proccio realistico e progressista sulle questioni aperte, ben sapendo che si tratta di un primo passo lungo un cam-mino futuro, ancora molto arduo: Un approccio sensato e graduale, anche se appare in netto contrasto con lurgenza del problema.Ha poi osservato che deve essere modificata, pi in generale, la psico-dinamica delle trattative che si sta concentrando troppo sui costi per le azioni di adattamento e mitigazione e sulla responsabilit morale ed econo-mica dei Paesi sviluppati, tralasciando cos le opportunit emergenti e la pos-sibilit di includere regole di negoziato in collegamento tra i vari sistemi di governance emergenti.Per esempio, quali siano i criteri e i meccanismi attraverso i quali le azio-ni intraprese attraverso altri sistemi di governance possano essere accettate; come gli impegni nazionali di un Paese possano essere soddisfatti attraverso azioni realizzate con un altro sistema; quali regole definire affinch i credi-ti di un certo sistema possano essere convalidati da un altro sistema.In questa fase, secondo la Figueres, le condizioni sono pi favorevoli perch i geopolitici scettici sono in ritirata (geo-politics skeptics are recedine).

    Sono in difficolt, aggiungiamo noi, an-che gli scettici del clima, dopo che il Climategate si rivelato una bufala. Il 31 agosto, infatti, sono state pubblicate le conclusioni dellInterAcademy Council che riunisce Accademici scientifici indi-pendenti di 15 Paesi, a cui il Segretario generale delle Nazioni Uniti, Ban Ki-moon aveva commissionato nel marzo scorso la revisione delle procedure e del-le metodologie utilizzate dallIPCC per redigere il 4 Rapporto sui Cambiamen-ti Climatici (AR4), dopo che la stampa internazionale si era occupata in modo eccessivo e strumentale, di alcuni errori che vi sono contenuti (cfr: Climatega-te, Ghiacciai himalayani e Olanda

  • 7sottacqua, in Regioni&Ambiente, n. 3 marzo 2010, pagg 9-11).I revisori hanno dichiarato che Il me-todo utilizzato dallIPCC per produrre le sue valutazioni periodiche sta-to coronato da successo ( e le sue principali affermazioni) sono corret-tamente fondate e nessuna contiene errori significativi.Poich lo IAC per bocca del suo Pre-sidente Harold Shapiro, Preside dellUniversit statunitense di Princeton, ha aggiunto che per far fronte a valuta-zioni climatiche sempre pi complesse, lIPCC deve riformare profondamente la sua struttura direttiva e rafforzare le sue procedure, tanto bastato a certa stampa italiana per diffondere la notizia che il Presidente dellIPCC, Rajendra Pachauri sarebbe stato invitato a di-mettersi; qual giornale ha addirittura riportato che ha rimesso il mandato dopo essere stato criticato per aver com-messo deplorevoli errori.Interrogato al riguardo, il Presidente IPCC ha ribadito di voler rimanere al suo posto fino alla stesura del 5 Rap-porto (AR5), prevista per il 2013-2014 e che, comunque, Il problema sar eventualmente discusso da tutti i Go-verni delle Parti, durante la Riunione dellIPCC di Pusan in Corea del Sud (ndr: 11-14 ottobre 2010).

    Per tornare alle considerazioni della Figueres, il neo Direttore UNFCCC, dando ulteriore prova di prediligere un linguaggio metaforico (cfr: Ora c la pentola ma non si sa ancora cosa cucinare, in Regioni&Ambiente, n. 8/9, agosto-settembre 2010, pp. 6-8), ha paragonato la situazione ad un bal-lo che nessuno si decide ad iniziare, aspettando che sia laltro a prendere liniziativa. La coppia in questione sa-rebbe costituita dal Government che si guarda nervosamente i piedi, quasi a rammaricarsi di non essere stato ancora sollecitato, mentre laltro, il Business, non si decide, perch attende di avere un quadro normativo globale.Chi dovrebbe fare il primo passo?Molto opportunamente, io credo che debbano essere le imprese a guidare le danze, ha dichiarato la Figures che per avvalorare questa sua opinione, ha portato lesempio del telefonino portatile che ha modificato e diffuso la moderna comunicazione: Il primo cellulare costruito nel 1973 pesava oltre 1 Kg., ora nel 2010 ci sono sul mercato 5 miliardi di telefonini di vari modelli che superano di poco il peso di 1hg..

    Video e registrazione del Forum diffusi sul web non ha mancato di suscitare qualche perplessit e critica. Tra le altre, riportiamo quelle di un blogger che su TreeHugger,

    uno dei siti principali dedicati alla sosteni-bilit, riprendendo lesempio dei telefonini osserva che proprio a causa della mancan-za di un quadro normativo globale nella gestione dei RAEE, i Paesi in via di svi-luppo rischiano di diventare la pattumiera dei rifiuti elettronici con gravi ripercussioni per la salute umana. Solo lIndia produrr questanno circa 1.700 tonnellate di e-wa-ste che il Programma ambientale dellONU (UNEP) prevede che si incrementer di 18 volte nel prossimo decennio, con il rischio che assurga a problema, simile a quello dello smaltimento delle scorie derivanti dagli impianti di produzione di energia elettrica dallatomo.Abdicare, perci, alla responsabilit di pro-teggere il clima, delegandola al mercato rischia di immetterla sul cammino impervio delle logiche imprenditoriali che sono ine-vitabilmente pi concentrate su loro ricavi trimestrali che non sul futuro del Pianeta: sarebbe, afferma lautore del blog come dancing in the dark, ballare al buio.

    A questo punto, ci esponiamo ad af-fermare che anzich perdere tempo a seguire la Conferenza di Cancn in dicembre, dallo scontato risultato, var-rebbe la pena spostare lattenzione dal mese di dicembre al successivo genna-io, quando dal 26 al 30 gennaio 2011 avr luogo a Davos (Svizzera) lannuale Meeting del World Economic Forum.

    Christiana Figueres al Clinton Global Initiative, tra Richard Branson, a destra della foto, titolare del marchio Virgin e il fratello ex Presidente del Costa Rica ed attuale Presidente della Fundacion Costa Rica para el Desorollo Sostenibile, Jos Maria Figueres (foto: CGI)

  • Tradotto in immagini e grafici lallarme degli scienziatiSOS PLANETAperta a Liegi la grande Mostra dedicata agli effetti del Global Warming

    Si aperta ufficialmente al pubblico il 4 settembre 2010, la pi grande espo-sizione mai realizzata sui cambiamenti climatici SOS Planet.Organizzata da Collections & Patrimoi-nes e Europa 50, sotto la Direzione artistica delle storico dellarte, Jean-Christophe Hubert, la Mostra ospitata allinterno della Stazione Guillemins di Liegi (Belgio), importante nodo della rete europea ad velocit (TGV) che col-lega fra loro Londra, Parigi, Bruxelles e la Germania, la cui costruzione av-veniristica stata completata lo scorso anno, su progetto dellarchitetto San-tiago Calatrava.

    I cambiamenti cli-matici costituiscono una delle sfide prio-ritarie con cui deve confrontarsi il Pia-neta - ha affermato il Presidente di turno del Consiglio euro-peo il bega Herman Van Rompuy, du-rante la cerimonia di inaugurazione per le autorit, avvenu-ta qualche giorno prima - e mettono a grave rischio la no-stra sopravvivenza. Chiedo agli uomini politici e alla societ di prendere coscien-za della necessit di agire. Siamo al contempo vittime e responsabili del no-stro destino.

    Per questo, il per-corso espositivo che si snoda per circa 1 km nel parcheggio adiacente allingres-so del primo dei cinque livelli su cui articolata la stazione, mette al centro del

    dibattito lUmanit, suddividendosi in quattro sezioni, tante quante sono le tappe naturali dello spirito umano nella sua volont di conquistare il mondo e di padroneggiare la conoscenza.

    La prima sezione, Lumanit os-serva, mette in luce la bellezza del nostro Pianeta, come un gioiello che deve essere preservato. Un ritorno al suo passato attraverso le fasi delle gla-ciazioni, intervallate dai riscaldamenti, e durate pi di 4,6 miliardi di anni, che ci permette di osservare come i cambiamenti climatici in atto non siano paragonabili a quelli precedenti.

    Immagini e grafici mostrano la velocit impressionante con cui il Pianeta si sta riscaldando, tra cui foto inedite di gran-de impatto della Fondazione Nicolas Hulot e di Yann Arthus-Bertrand.

    Alla seconda sezione, Lumanit si allarma, si accede attraversando un tunnel di ghiaccio sul punto di fon-dersi, che sfocia su una banchisa che si stacca dalla costa. dedicata agli impatti attuali e futuri in quattro prin-cipali settori: - acqua, la cui riduzione determina-

    ta dallo scioglimento dei ghiacciai e delle nevi per effetto del riscal-

    damento globale, colpir le popolazio-ni, con la prospettiva da incubo di una mancanza di acqua potabile e della sa-linizzazione delle acque sotterranee per linnalzamento dei livelli dei mari;- cibo, messo a grave rischio dalla perdita dei terreni coltivabi-li, dal calo delle rese delle colture e dalla riduzione dei pasco-li, dallaumento dei periodi di siccit, a causa dellesauri-mento delle falde acquifere, dalle dif-ficolt per agricoltori e pescatori che pra-ticano unagricoltura di sussistenza e una pesca per sostenta-mento, da carestie e incendi;- ecosistemi, com-promessi per la grave perdita di bio-diversit (lestinzione delle specie, le mi-nacce al plancton a causa dellacidifica-zione degli oceani,

    di Massimo Lombardi

  • 9lo sbiancamento e la morte delle barriere coralline, le modifiche alle aree condivise dalle specie, gli incen-di incontrollati, le migrazioni delle popolazioni);

    - salute, sempre pi a rischio per malnutrizione, diarrea, malattie cardio-respiratorie e infettive, mi-grazione di alcuni vettori patogeni e deterioramento della qualit dellaria, quali conseguenze dirette e indirette dei cambiamenti climatici.

    In questa sezione i visitatori potranno guardare per la prima volta video tele-

    visivi in 3 D senza luso di occhiali.

    La terza sezione, Lumanit riflette, consente di comprendere i meccanismi (sono individuati ben 27 cause prin-cipali) che inducono ai cambiamenti climatici (il ciclo del carbonio, leffetto serra, la riflessione dei raggi del sole, ecc.) e il loro legame con le attivit umane, cio il percorso evolutivo dello sviluppo socio-economico delle nostre societ industrializzate, fonte di ingiu-stizie globali.

    Lultima sezione della mostra, Luma-nit agisce, indica le soluzioni per ridurre il riscaldamento globale e per adattarsi in materia di energia, sanit, acqua, ecosistemi, cibo e abitazioni. Un grande affresco del giovane artista contemporaneo Rexha Kresh, nativo di Liegi, illustra in modo originale i com-portamenti da condannare e le abitudini da adottare. Questa sezione presenta lo stato dellarte delle tecnologie pi avanzate, con un focus particolare sulle previsioni climatiche, valutando i com-portamenti da assumere e mettendo

    La stazione Guillmins di Liegi, progettata dallarchitetto Santiago Calatrava e completata nel 2009, sede della Mostra.

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    in risalto la necessit che i governanti adottino misure strutturali.Spezzoni del nuovo film danimazione in 3 D Le voyage extraordinaire de Samy del belga Ben Stassen, specia-lista mondiale della tecnologia IMAX, che racconta il viaggio di una coinvol-gente tartaruga marina, sono indirizzati soprattutto alle giovani generazioni che vengono colpite e allarmate dalle con-seguenze dei cambiamenti attuali.

    Il merito di tale evento quello di aver tradotto per il grande pubblico i con-tenuti dellultimo Rapporto dellIPCC che, secondo alcuni critici, non di facile lettura - ha dichiarato il clima-tologo Jean-Pascal Van Ypersele, Vice-direttore dellIntergovernmental Panel on Climate Change e Direttore

    scientifico della Mostra - Le semplifi-cazioni allestite sono fedeli alle sintesi delle conoscenze scientifiche del rappor-to, relativamente ai cambiamenti, alle cause, alle conseguenze, che possono essere comprese sia da scolari che da decisori politici, avendo un solido fon-damento scientifico.

    La realizzazione di questo progetto ha richiesto 2 anni di preparazione e 5 mesi di lavori senza sosta su un can-tiere di 6.000 m2, a cui hanno concorso 150 persone, per un budget finale che si aggira su 6-7 milioni di euro, co-perto per lo pi da sponsorizzazioni e partenariati. Sono 250 gli oggetti rari presentati, provenienti da musei e collezioni private che sono esposti al pubblico. Lungo il percorso ben 70

    pannelli didattici sono affissi alle pareti in modo da fornire il maggior numero possibile di informazioni al visitatore, mentre 20 installazioni multimediali of-frono la visione di 120 filmati, alcuni dei quali alcuni realizzati per loccasio-ne. Sono attesi nel corso degli 8 mesi di apertura, non meno di 350.000 visitatori provenienti da ogni parte, che potranno usufruire di didascalie e guide-video in 4 lingue: oltre al neerlandese, francese, inglese e tedesco.

    In parallelo a questa Mostra, si svol-geranno alcuni grandi eventi che tratteranno il problema dei cambia-menti climatici che avranno luogo a Liegi nel corso del 2010 e 2011, tra cui spicca una Riunione dellIPCC.

    Il tunnel di ghiaccio che introduce alla seconda sezione dellitinerario espositivo, Lumanit si allarma

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    Ma in Italia si continua a gestire lemergenza anzich la prevenzione

    UNESTATE DI FENOMENIMETEOROLOGICI ESTREMI

    Le difficolt dei Venditori del dubbio di fronte allevidenza

    Secondo quanto riportato in un comu-nicato stampa rilasciato il 27 settembre 2010 da Munich Re, Compagnia leader mondiale nel ramo delle riassicurazioni, le perdite finora accumulate nel corso del 2010 a seguito di catastrofi naturali sono pi che raddoppiate rispetto alla media dellultimo decennio. In special modo, i danni causati dagli eventi meteorologici una avuto unimpennata, passando dai 22 miliardi di dollari del 2009, ai 18 miliardi dei primi 8 mesi del 2010. come se la macchina del tempo avesse invertito il senso di marcia - ha dichiarato il Prof. Peter Hppe, a capo del settore Geo Risks Research di Mu-nich Re - Salvo obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di carbonio che sono in agenda, le future genera-zioni ne subiranno le conseguenze.In allegato al comunicato, lelenco del-le aree geografiche pi colpite dalle

    principali catastrofi da eventi meteo-rologici includeva, oltre a Pakistan e Cina che in agosto erano state inve-stite da disastrose alluvioni delle cui immagini i media avevano dato ampia diffusione, anche il Messico che fino a quel momento non era stato assunto agli onori delle cronache catastrofiche e che ospiter nei prossimi mesai la Conferenza delle Parti dellUNFCCC sui Cambiamenti Climatici.Il giorno seguente si avuta una cla-morosa conferma dei gravi rischi che il Paese latino-americano corre e per i quali era stato incluso nellelenco so-pramenzionato, attraverso le immagini del fiume dacqua e di fango che si era formato per le piogge torrenziali e che attraversava Tlahuiltoltepec di Santa Mara (Stato di Oaxaca), provocando 11 morti.Come se non bastasse, il 29 settembre

    altre immagini delle devastazioni, cau-sate da eccezionali precipitazioni che erano avvenute nella regione hanno fatto il giro del mondo: ad Amatan (Stato di Chiapas) una frana, staccatasi dalla sovrastante montagna sulla qua-le erano caduti in poche ore 300 mm di pioggia, si era abbattuta sulla cit-tadina, mietendo 16 vittime, oltre a 4 dispersi.

    Tali situazioni si sono associate a quel-le ancora pi gravi registrate in Asia nel corso dellestate, allorch piogge monsoniche di insolita violenza hanno devastate:- le province nord-occidentali del

    Pakistan (Khyber - Pukhtunkhwa e Jammu - Kashmir), facendo 1.200 morti e 14 milioni di sfollati;

    - le regioni settentrionali dellIndia (Kashmir e Ladakh), con 143 morti

    Tlahuiltoltepec di Santa Mara (Messico), la disastrosa frana del 17 settembre 2010 che ha investito la cittadina

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    e 400 dispersi;- le province cinesi sud-orientali del

    Sichuan e dello Yunnan (in luglio, 1.110 tra morti e dispersi)) e la provin-cia settentrionale del Gansu (agosto, 1.239 morti e 505 dispersi).

    Eventi meteorologici estremi hanno toccato in agosto anche il Continente africano.Gli agricoltori di Gatimu (Central Province, in Kenya) hanno perduto i raccolti che sono stati ricoperti da una coltre di neve il 19 agosto, dopo esser stati devastati da continue piog-ge torrenziali. Le grandinate non sono insolite nella regione, ma la neve veni-va intravista finora, seppur sempre pi ridotta, sulle cime dei monti Kenya e Kilimanjaro.Nevicate inconsuete sono cadute in Sud-America, dove le temperature so-no scese molto al di sotto delle medie stagionali (inverno), con una pampa argentina gelata e un manto bianco calato sugli Stati meridionali costieri del Brasile (Rio Grande do Sul e Santa Caterina), tale da far porre sulle re-lative immagini dei giornali locali la didascalia: Frio histrico.Nonostante il freddo invernale fuori del comune dellemisfero australe, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), lAgenzia fe-derale statunitense che si interessa di meteorologia, basandosi sui dati riferiti ai primi 6 mesi del 2010, ha avanzato lipotesi che, a livello globale, lanno in corso sar uno dei pi caldi da quando si fanno le misurazioni.Non andata meglio allEuropa che ha visto contemporaneamente siccit e caldo asfissiante in Russia, con tem-perature superiori di 10-15 alle medie storiche, tali da determinare incendi di proporzioni enormi, e alluvioni nella regione mittleuropea (Germania, Ce-kia, Slovacchia, Polonia, Austria) che hanno causato morti e danni ingenti.

    Gli eventi meteorologici fuori dal comune che si stanno verificando in questi giorni - ha dichiarato il 6 agosto, a margine dei Climate Change Talks di Bonn, Jonathan Pershing, Capo negoziatore degli Stati Uniti - sono perfettamente coerenti con quello che possiamo aspettarci dai cambiamenti climatici e che peggiorer se non agi-remo in fretta.Il 6 settembre 2010 al Kavli Prize Sciente Forum di Oslo (iniziativa in-ternazionale a cadenza biennale per

    facilitare la discussione ad alto livello in materia di scienza e di politica scientifi-ca, a cui, inopinatamente, i nostri media non hanno riservato alcuna citazione), il Consigliere Scientifico del Presiden-te USA Barack Obama e Direttore dellUfficio delle Politiche Scientifiche e Tecnologiche della Casa Bianca, John P. Holdren (ndr.: per un profilo biogra-fico, vedi Sto lavorando ad un sogno anche se molto lontanoPi di quan-to si immagini!, in Regioni&Ambiente, n1/2 gennaio-febbraio 2009, pag. 36 e segg.), intervenendo con una Key-note dal titolo Scienza e Governo dei Cambiamenti Climatici: cosa dobbiamo sapere? Cosa dovremmo fare ha osser-vato che la maggior parte della gente non sufficientemente consapevole dei tanti modi con cui il clima influenza il nostro benessere.Dopo aver smantellato ad uno ad uno i 5 miti diffusi dai negazionisti dei cambiamenti climatici, definiti the merchants of doubt, riprendendo la frase pronunciata poco prima dal Mi-nistro degli Esteri norvegese, Holdren ha riassunto cos la questione: Stiamo osservando in varie parti del mondo fenomeni di pi diffuse inondazioni, di incendi di pi ampie dimensioni, di pi prolungate siccit, di pi frequenti ondate di calore, di epidemie pi viru-lente, di pi intenso sbiancamento dei coralli, di progressivo aumento della potenza distruttrice di uragani e ciclo-ni, di una pi ampia distribuzione di malattie tropicali. Tutti questi fenomeni sono plausibilmente riferibili alla teo-ria dei cambiamenti climatici, quali osservati dai modelli simulativi e dalla cosiddetta impronta ecologica, che si incrociano con quel che ci si attende-rebbe se la causa fossero i cambiamenti climatici.Abbiamo bisogno di promuovere la consapevolezza che il problema reale - ha proseguito Holdren - Parlare dei rischi e degli impatti dei cambiamenti climatici probabilmente ci fa andare avanti nella sfida che ci si prospetta, ma poi occorre andare un po pi in profondit per individuare quel che dovremmo fare: le opzioni a nostra disposizione; quel che serve in termini di mitigazione - il quanto e quanto velocemente; valutare le implicazioni delle opzioni delle politiche di mitigazione per poterle diffondere.

    Anche in Italia negli ultimi mesi si sono registrati vari fenomeni alluvionali e

    franosi, connessi a precipitazioni in-tense, i cui effetti sono stati accentuati per il grave dissesto idrogeologico di cui il nostro Paese soffre per decenni di incuria dei bacini idrici e di cemen-tificazione dei suoli.Per ultimo ad Atrani (SA), sulla co-stiera amalfitana, il torrente Dragone straripato il 9 settembre, trascinando via tutto quel che ha trovato sulla sua strada, compresa una giovane barista, tuttora dispersa.In precedenza, a Baselga di Pin (TN), in localit Campolongo, le forti piog-ge che si sono concentrate nella notte tra sabato 14 e domenica 15 agosto (130 mm), hanno causato una cola-ta detritica torrentizia (debris flow) che si abbattuta su alcune abitazio-ni del luogo. Fortunatamente non ci sono state vittime, anche se ingenti sono risultati i danni. Leccezionalit dellevento pluviometrico stato tale da non aver riscontri storici, negli ultimi 200 ultimi, da quando cio sono inizia-te le misurazioni delle precipitazioni: In sei ore caduta un quantitativo di pioggia che cade mediamente in pi di un mese ed in tre giorni quel che mediamente cade in due mesi (Me-teotrentino).Ancor prima, nella notte tra il 30 e il 31 luglio il maltempo aveva colpito la pro-vincia di Perugia su cui si era abbattuta una tempesta con ben 1.508 fulmini, secondo i dati forniti dal Centro opera-tivo ENEL di Perugia che ha monitorato la situazione per evitare significative interruzioni dellenergia elettrica.

    Tali accadimenti ci predicono che ormai tempo di passare dalla gestione delle emergenze alla fase della preven-zione, perch non pi tollerabile che ad ogni periodo di maltempo conse-guono danni e vittime. Soprattutto i piccoli corsi dacqua imbrigliati o in-tubati, quando non si costruito ai loro margini, sono quelli pi soggetti a rischio di esondazione per effetto dei fenomeni meteorologici estremi che saranno sempre pi frequenti.Tuttavia, non pare che i nostri politici siano propensi a mettere in atto quelle azioni di adattamento e mitigazione, pur raccomandate dallONU e dallUE, a giudicare dalla mozione approvata prima dellestate dal Senato della Re-pubblica, con cui si chiede al Governo di rinunciare allobiettivo del triplo 20, sul quale si era raggiunto un tribolato accordo in sede europea, che aveva

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    portato alladozione del Pacchetto Cli-ma-Energia. Per paura che i costi per la riduzione del 20% al 2020 dei gas ad effetto serra, possano compromettere la competitivit delle nostre imprese si richiesto di dichiarare decaduto, in quanto non pi utile, lAccordo del 20-20-20 e chiederne la sostituzione con un nuovo accordo che meglio ri-sponda al dato scientifico, che riveda gli impegni di riduzione delle emissioni di CO

    2 su livelli per l'Italia pi equili-

    brati rispetto a quelli assunti dagli altri Stati membri aderenti ed in linea con quelli assunti autonomamente da USA, Cina, India, Sudafrica, Brasile e Mes-sico, Paesi maggiormente protagonisti dei consumi di energia mondiali e che certamente possono essere coinvolti con nuove modalit di intesa, e che riveda altres i gravosissimi impegni connessi con gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabilie di valutare lopportunit di sospendere, promuovendo una fase di comune riflessione, alcuni progetti internazionali di particolare impegno di spesa, tanto nellattivazione quanto nella gestione, che sono stati presenta-

    ti sulla base dei dati e delle previsioni fornite dall'IPCC al contesto politico in-ternazionale, dati rivelatisi poi errati se non addirittura infondati.

    Gi lanno prima, era stata approvata unaltra mozione similare che di fatto sconfessava i risultati cui era giunto il Panel di scienziati incaricati dalle Nazio-ni Unite, che nel suo ultimo Rapporto sui Cambiamenti Climatici (AR4), aveva affermato che al 90% delle probabilit il global warming in atto causato dalle attivit umana.Quand che la politica comincer ad usare il linguaggio comune della scienza, come auspicato dal Ministro francese dellEcologia, dello Sviluppo Sostenibile e del Mare, Jean-Louis Borloo in occasione delle celebrazioni dellAn-no Internazionale della Biodiversit?Certo, la scienza dei cambiamenti clima-tici, come di altri campi, ha margini di incertezza tali che non tutti gli scienziati si trovino unanimemente daccordo, ma come ha scritto il filosofo e matematico Bertrand Russell Anche quando tutti gli esperti concordano, pu darsi benissi-

    mo che si sbaglino Tuttavia lopinione degli esperti, quando pressoch una-nime deve essere accolta dai non esperti come giusta con maggior probabilit rispetto allopinione contraria (da In-troduzione a Sceptical Essays - 1928, traduzione a cura della redazione).

    Viene alla mente pure laneddoto, ri-portato da Plinio il Vecchio, del pittore greco Apelle che, recatosi da un cal-zolaio, fu da questi criticato per come aveva dipinto una scarpa in un quadro, estendendo poi le censure ad altre parti del dipinto. Tant, lartista pi famoso del suo tempo, indignato, intim che il ciabattino non dovesse giudicare ol-tre la scarpa ([...] ne supra crepidam sutor iudicaret [...] in Caius Plinius Secundus, Naturalis Historia, Liber XXXV, 85), risposta che divenuta proverbiale come ad ognuno il suo mestiere ovvero non bisogna formu-lare giudizi o consigli quando non si hanno competenze specifiche sullog-getto del contendere.

    Campolongo di Baselga di Pin (TN), la frana staccatasi dal monte Costalta che ha investito alcune abitazioni della frazione il 15 agosto 2010(foto: www.altopianodipine.com)

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    ENERGIE ALTERNATIVE E RINNOVABILI

    REN21 (Renewable Energy Policy Network for the 21st Cen-tury), la rete politica globale di UNEP e IEA, che fornisce un forum per la leadership internazionale sulle energie rinnovabili e che ha come obiettivo quello di sostenere lo sviluppo delle politiche per la rapida espansione delle ener-gie rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo e nelle economie industrializzate) ha rilasciato la sua pubblicazione annuale Global Renewables Status Report 2010.Nella relazione si sottolinea che il 2009 stato un anno senza precedenti nella storia delle energie rinnovabili, nonostante laggravarsi delle turbolenze poste dalla crisi finanziaria globale, i prezzi del petrolio pi bassi e la lentezza nei progressi della politica del clima.La performance di relativa tenuta del settore durante la crisi economica dimostra che lenergia pulita non stata una bolla creata dal boom dei finanziamenti degli ultimi tempi - ha dichiarato Michael Liebrich, Amministratore dele-gato di Bloomberg New Energy Finance, leader mondiale sulle informazioni e analisi su ener-gia pulita, tecnologie a basse emissioni e mercato del carbo-nio - ma invece un tema di investimento che rimarr im-portante per i prossimi anni.Infatti, mentre altri settori economici hanno visto un peggioramento dei dati in tut-to il mondo, il settore delle rinnovabili ha continuato a crescere a tassi vicini a quelli degli anni precedenti, come avvenuto per le connessioni in rete del solare fotovoltaico (53%), delleolico (32%), del solare termico ( 21%), del geotermico (4%) e dellidro-elettrico (3%). La produzione annuale di etanolo e biodiesel aumentato rispettivamente del 10% e il 9%, nonostante licenziamenti e chiusure di impianti di etanolo negli Stati Uniti e in Brasile.

    Dal Report si evidenzia che per il secondo anno consecutivo, sia negli Stati Uniti che in Europa, stata aggiunta pi capa-cit di energia rinnovabile rispetto a quella convenzionale (carbone, gas, nucleare).Le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 60% della ca-

    pacit di nuova potenza installata in Europa nel 2009, e quasi il 20% di produzione elettrica annuale. la Cina il Paese che pi di ogni altro ha avuto la maggiore capacit di energia rinnovabile (37 GW), raggiungendo i 226 GW di capacit totale. A livello globale, si sono aggiunti circa 80 GW di capacit rinnovabile, di cui 31 GW di origine idroelettrica e 48 GW da altre fonti.Lenergia eolica ha raggiunto il livello record di 38 GW, con la Cina che, avendo aggiunto 13,8 GW ha costituito oltre un terzo del mercato mondiale, mentre nel 2004 era pari al solo 2%. Gli Stati Uniti risultato il secondo Paese, con una capacit aggiunta di 10 GW. La quota di produzione di energia eolica in molti Paesi ha raggiunto livelli record (tra il 6,5% in Germania e il 14% in Spagna).

    Il solare fotovoltaico installato ha raggiunto la cifra record di 7 GW. La Germania stata il primo mercato, con 3,8 GW installato (pi della met del mercato globale). Altri grandi mercati sono risultati, lItalia, il Giappone, gli Stati Uniti, la Repubblica Ceca e il Belgio. La Spagna, leader mondiale nel 2008, ha visto precipitare le installazioni ad un basso livello basso nel 2009 dopo che era stato superato un tet-to politico.Molti Paesi ha avuto record dalluso delle biomasse. No-tevole stata la performance della Svezia, dove la produ-zione di energia da biomasse ha superato per la prima volta la percentuale di quella pro-dotta dal petrolio.La produzione di energia da biocarburanti ha contribu-ito al 5% della produzione mondiale di carburante per autotrazione.

    Quasi tutte le industrie energetiche rinnovabili hanno registrato una crescita di pro-duzione nel 2009, nonostante la continua crisi economica globale ed anche se molti piani di espansione del capita-le siano stati ridimensionati o rinviati. Il ridotto ricorso ai mercati azionari, la difficolt ad ottenere finanziamenti, e il consolidamento industriale si sono ripercossi negativamente su quasi tutte le societ.Sono stati prodotti quasi 11 GW di energia solare fotovol-

    Siamo ancora lontani, tuttavia, da quel che sarebbe necessario per la transizione energetica

    Rapporto UNEP su REN21

    GLI INVESTIMENTI NELLE RINNOVABILISUPERANO QUELLI PER LE FONTI FOSSILI

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    taica con un aumento del 50% rispetto al 2008. First Solar (USA) diventata la prima azienda a produrre pi di 1 GW in un solo anno. I maggiori ribassi di prezzo del modulo cristallino hanno toccato il 50-60%, secondo alcune stime, da picchi di 3,50 dollari per watt nel 2008 si raggiunto un minimo di 2 dollari per watt.

    Gli investimenti totali sul solare fotovoltaico sono diminuiti rispetto al 2008, in parte per grosse cadute nei costi di produzione. Tuttavia, questo calo stato compensato dagli investimenti record per progetti di solare fotovoltaico a piccola scala (sui tetti).

    Gli investimenti in nuovi impianti di biocarburanti sono diminuiti rispetto al 2008, dal momento che la capacit di produzione di etanolo dal mais non stata pienamente uti-lizzata negli Stati Uniti perch numerose imprese sono fallite. Anche lindustria brasiliana di produzione di etanolo dallo zucchero ha avuto problemi economici, determinando uno stallo, nonostante i piani di espansione in corso. LEuropa ha affrontato unassenza di crescita similare per il biodiesel, con bassa percentuale di utilizzo della capacit produttiva.

    Gli sforzi di Green stimulus fatti sin dalla fine del 2008 da molte delle principali economie mondiali ammontava a circa 200 miliardi dollari, sebbene la maggior parte siano

    stati lenti ad essere avviati e meno del 10% dei fondi sia stato speso nel corso del 2009.

    Al 2009, pi di 85 Paesi avevano in merito un qualche tipo di obiettivo politico, rispetto ai 45 Paesi del 2005. Molti sono gli obiettivi nazionali per la quota di elettricit prodotta, in genere dal 5% al 30%, ma varia fino al 90%. Altri obiettivi si riferiscono alle percentuali sul totale di fornitura di energia primaria o finale (in genere 10-20%), a specifiche capacit di installazione da varie tecnologie o sulla quantit di energia prodotta dalle rinnovabili. I pi recenti obiettivi mirano al 2020 e oltre, altri si riferiscono ad obiettivi di livello statale, provinciale e locale. Almeno 83 Paesi hanno un qualche tipo di politica di pro-mozione per produrre energia rinnovabile. La politica pi comune il conto energia che stato adottato negli ultimi anni in molti nuovi Paesi e Regioni. Allinizio del 2010, sono 50 i Paesi e 25 le Regioni / Province che avevano tariffe di incentivazione, pi della met di questi le avevano adottate solo dal 2005. Il forte impulso per il conto energia continua in tutto il mondo, dal momento che i Paesi continuano a dar vita o a modificare le proprie politiche. Le energie rinnovabili avranno un ruolo importante nel for-nire un accesso moderno allenergia per miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo che continuano a dipendere

    I cinque Paesi che hanno maggiormente implementato impianti di energia rinnovabile (fonte: REN21)

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    sempre pi da fonti di energia tradizionali, sia per le famiglie che per le piccole industrie. Il numero delle famiglie rurali servite da energia rinnovabile difficile da stimare, ma si stima in decine di milioni, considerazione tutte le forme di energia rinnovabile. Il mini-idraulico si configura a scala di villaggio o contea serviti da mini-reti. Pi di 30 milioni di famiglie hanno potuto essere illuminate o cucinare dal biogas derivante da digestori a scala familiare, mentre sono stimate in 3 milioni le famiglie che producono energia da piccoli impianti solari fotovoltaici e il 40% della popolazione mondiale utilizza la stufa a legna per cucinare.

    Le attuali politiche favorevoli in oltre 100 Paesi hanno giocato un ruolo determinante nella capacit di investire recentemente nellenergia rinnovabile - ha osservato Moha-med El-Ashry, a Capo del Comitato Direttivo di REN21 - Per far s che la tendenza di crescita delle energie rinnovabili continui, occorre che ora siano fatti sforzi politici al livello successivo e siano incoraggiati massicciamente gli investi-menti per le tecnologie.

    Contemporaneamente al Rapporto di REN21, lUNEP (United Nations Environmental Programme) ha diffuso quello ge-mello: Global Trends in Sustainable Energy Investment 2010 che si concentra sulle tendenze globali degli investi-menti nelle energie rinnovabili e nel settore dellefficienza energetica.I nuovi investimenti in energia sostenibile nel 2009 sono stati pari a 162 miliardi dollari, in calo del 7% rispetto al 2008, riflettendo limpatto della recessione sugli investimenti in Europa e Nord America in particolare, con molti sotto-settori

    che hanno subito una significativa riduzione, in particolare per gli impianti di grandi dimensioni di energia solare e per i biocarburanti.Al contrario, altri settori, in specie quello delleolico ha conseguito investimenti record, soprattutto ad opera della Cina, avendo goduto di pi del 60% degli investimenti per energie rinnovabili nel 2009 (esclusi i progetti di piccole dimensioni).

    Gli investimenti del 2009 nel settore energetico sostenibile rivelano uno stato di resilienza, frustrazione e determina-zione - ha dichiarato il Direttore dellUNEP, Achim Steiner - Resilienza alla crisi finanziaria che ha colpito tutti i settori delleconomia globale; frustrazione in quanto la Conferenza ONU sul Clima di Copenhagen non ha conseguito i risul-tati attesi; infine, determinazione quale quella mostrata da una parte di industrie e governi di trasformare la crisi finanziaria ed economica in unopportunit di una crescita pi verde.Tuttavia, rimane una grave divario tra quel che viene fat-to e quello che la scienza richiede che venga fatto da qui al 2020 per evitare pericolosi cambiamenti climatici - ha osservato Steiner - Ma quel che la ricerca in questi 5 anni ha evidenziato, tale scollamento non incolmabile. Infatti, lenergia rinnovabile consistentemente e pervicacemente in controtendenza e pu fare la sua parte nella realizzazione della Green Economy, a basso tasso di carbonio e di uso efficiente delle risorse, sempre che le politiche dei Governi inviino segnali ad un mercato sempre pi difficile per gli investitori.

    Ripartizione dellenergia rinnovabile sul consumo globale finale di energia (fonte: REN21)

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    Le Rinnovabili nel complesso hanno rappresentato il 62% di nuova capacit di generazione di energia

    PV STATUS REPORT 2010: INSTALLATO NELLUEIL 70% DI CAPACIT FOTOVOLTAICA MONDIALE

    Presentato dal Centro Comune di Ricerca dellUE

    Nel corso della 25a Conferenza Europa dellEnergia Solare Fotovoltaica, svoltasi a Valencia (Spagna) dal 6 al 10 set-tembre 2010, lIstituto per lEnergia del Centro Comune di Ricerca (Joint Research Center) dellUnione europea, che ha sede ad Ispra (VA), ha presentato

    la IX edizione del suo annuale Photo-voltaics Status Report che sintetizza e valuta i risultati di un sondaggio di oltre 300 aziende in tutto il mondo.Analogamente agli anni precedenti, il Rapporto evidenzia la posizione domi-nante in questo settore dellUE, dove sono stati installati nel 2009 pi di tre quarti di nuovi moduli fotovoltaici del mondo.Le cellule FV installate nel 2009 in Euro-pa, infatti, hanno generato 5,8 gigawatt

    (GW) di energia, contro una produzione mondiale di energia elettrica stimata di 7,4 GW.Secondo il Rapporto, la capacit com-plessiva installata di produzione di energia fotovoltaica (sia nuova che gi esistente) al 31 dicembre si trovava a 16

    GW, il che rappresenta circa il 70% dei 22 GW di capacit mondiale. Unanalisi mostra che circa un quarto di un milione di case in Europa pu essere alimentato con appena 1 GW per un anno.Dei 27,5 GW di capacit nuova di pro-duzione di energia sviluppata solo nel 2009, oltre il 20% era basata sullenergia FV. La cifra aumentata di 0,7 GW fino a 5,8 GW nel corso dellanno.Il mercato che ha registrato la crescita maggiore stata la Germania con 3,8

    GW. In effetti, circa 2,3 GW sono stati connessi alla rete da ottobre a dicem-bre. LItalia si classificata al secondo posto con 0,73 GW, seguita dal Giappo-ne (0,48 GW), la Repubblica ceca (0,41 GW) e il Belgio (0,3 GW). La Germania anche in cima alla lista mondiale per

    la capacit complessiva installata (9,8 GW), seguita dalla Spagna (3,5 GW). In questi paesi, la legislazione sullenergia rinnovabile ha contribuito a far crescere queste cifre. Il fiorente mercato del FV ha, comun-que, spazio per crescere ancora, vi si afferma, nonostante le cifre di cui sopra, vi si afferma. Il FV ha rappresentato lo 0,4% dellelettricit totale fornita nellUE nel 2009, mentre costituiva appena lo 0,1% a livello mondiale.

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    Il rapporto dellIstituto per lEnergia sti-ma che la produzione mondiale delle cellule FV aumentata del 56% fino a 11,5 GW da un anno allaltro, e dello 0,1% fino a 2 GW nellUE.I leader mondiali per il 2009 sono stati la Cina (4,4 GW), seguita da Taiwan (1,6 GW) e dalla Malesia (0,72 GW).Nel frattempo, sebbene alcune aziende abbiano deciso di concentrare o annul-lare i loro piani di espansione, nuovi operatori sono entrati in scena e hanno dato una spinta al settore del fotovol-taico, compensando efficacemente le potenziali perdite.

    Nel Rapporto si sottolinea anche che i cambiamenti del mercato, che si spo-stato da una logica basata sullofferta a una logica basata sulla domanda e la conseguente capacit eccessiva per i moduli solari, ha provocato una consi-stente discesa dei prezzi di circa il 50% in un periodo di 2 anni, con un prezzo medio di vendita di circa 1,5 euro per Watt.

    Sul fronte della tecnologia, il CCR nota

    che il silicio a base di wafer ha conqui-stato la parte pi grande del mercato nel 2009, assicurandosi un sensazionale 80%. I prodotti solari a pellicola sottile hanno aumentato la loro quota di mer-cato al 16%-20% nello stesso anno.Il mix di tecnologia FV esistente un fondamento solido per la crescita futura del settore, visto che nessuna tecnologia singola in grado di soddisfare tutte le diverse esigenze dei consumatori - affer-ma il CCR - La variet di tecnologie FV unassicurazione contro un blocco per limplementazione dellelettricit sola-re FV se limitazioni materiali o ostacoli tecnici dovessero restringere lulteriore sviluppo o la crescita di un singolo per-corso tecnologico.

    Come accennato, i dati stilati da oltre 300 aziende sui mercati internazionali, riguardavano in particolare il mercato dellUE, nonch la Cina, lIndia, il Giap-pone, Taiwan e gli Stati Uniti. Lo studio fornisce, inoltre, informazio-ni su cosa sta attualmente succedendo in questo settore in termini di ricer-ca, produzione e dellavvicinamento

    dellenergia fotovoltaica al mercato. necessario precisare, avverte il Rappor-to, che a causa della difficile situazione del mercato e del sempre minor nume-ro di aziende propense a rivelare dati confidenziali, i dati del 2009 potrebbero comportare una maggiore incertezza ri-spetto a quelli degli anni precedenti.

    Nel corso dellestate, il Centro Comune di Ricerca della Commissione UE ave-va pubblicato il Rapporto Renewable Energy Snapshots in cui si evidenzia-va che le fonti energetiche rinnovabili hanno rappresentano il 62% (17GW) della nuova capacit di generazione di energia elettrica installata nellUE-27 nel 2009 (nel 2008 la percentuale era stata del 57%).Nel 2009, in termini assoluti, circa il 19,9% (608 TWh) del consumo totale di energia elettrica in Europa (3.042 TWh) proveniva da fonti energetiche rinnovabili, con lidroelettrico che vi ha contribuito con la quota maggiore (11,6%), seguito da eolico (4,2%), bio-masse (3,5%) e solare (0,4%).

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    Per quanto riguarda la nuova capacit di costruzione nello stesso anno (27,5 GW), tra le fonti rinnovabili, il 37,1% dovuta allenergia eolica, il 21% al fo-tovoltaica (PV), il 2,1% alla biomassa, l1,4%allidroelettrico e lo 0,4% allener-gia solare a concentrazione; mentre il resto derivato dalle centrali elettriche a gas (24%), a carbone (8,7%), a petrolio (2,1%), a incenerimento dei rifiuti (1,6%) e nucleare (1,6%).Secondo il Rapporto, se i tassi di cre-

    scita attuali saranno mantenuti, nel 2020 potrebbero essere prodotti da fonti rinnovabili fino a 1.400 TWh di elettricit, vale a dire circa il 35%-40% del consumo complessivo di elettricit nellUE, a seconda del successo delle politiche comunitarie in materia di ef-ficienza di elettricit, e contribuirebbe in modo significativo al raggiungimento dellobiettivo del 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili.Tuttavia, ha concluso il Rapporto, do-

    vranno essere risolte alcune questioni per poter raggiungere gli obiettivi, in particolare per quanto concerne lacces-so equo alle reti, il rilevante sostegno pubblico per Ricerca e Sviluppo e lade-guamento delle attuali reti elettriche per la connessione dellelettricit prodotta da fonti rinnovabili.Lo studio, inoltre, ha evidenziato che la riduzione dei costi e laccelerazione dellim-plementazione dipenderanno dal volume della produzione e non dai tempi.

    Traiettoria per raggiungere la percentuale di energia da fonti rinnovabili nellUE al 2020 (fonte: JRC)

    Capacit da nuove installazioni o dismissioni nel 2009 (fonte: JRC)

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    LIspettorato Generale delle Finanze (IGF) ha pubblicato il 3 settembre 2010 latteso Rapporto Charpin, dal nome di Jean-Michel Charpin, Direttore dellIstituto Francese di Statistica e di Studi Economici (INSEE), corrispondente al nostro ISTAT.Il Rapporto era stato commissionato dal Ministro dellEco-nomia, Industria e Lavoro Christine Lagarde, e da quello del Bilancio, dei Conti pubblici e della Riforma dello Stato Franois Baroin, allo scopo di valutare lo stato di salute della filiera fotovoltaica in Francia (Mission relative la rgulation et au dveloppement de la filire photovoltaque en France), dopo che EdF (lectricit de France) aveva ricevuto nel 2009 pi di un quadruplo di domande, rispetto al 2008, per nuove installazioni (un terzo delle quali nel mese di dicembre), per quasi 4,7 GW, corrispondenti al 90% dellobiettivo al 2020 fissato dalla legge Grenelle de lEnvi-ronnement, approvata definitivamente nel maggio scorso, che definisce, tra laltro, le indicazioni prioritarie per lenergia francese e descrive le azioni concrete da intraprendere per il raggiungimento degli obiettivi.

    A sintetizzare i risultati del Rapporto, pu servire la citazione di una frase messa in evidenza a pie di pagina 38 ( il Rap-porto consta di 70 pagine e di un Allegato Le dveloppement de la filire photovoltaque franaise di 43 pagine):Non fare troppo oggi permette qualche margine di manovra per poter fare di pi in futuro con tecnologie pi economiche, pi efficienti e pulite.Come a dire che in Francia, il fotovoltaico sta correndo troppo rispetto alle reali capacit dellindustria nazionale, costa troppo e utilizza tecnologie poco efficienti.

    Nel Rapporto si osserva che a tuttoggi lenergia fotovoltaica da impianti a terra la pi costosa tra le fonti rinnovabili (200 euro/MWh, contro i 60 euro dellidroelettrico e i 70 delleolico onshore). In giugno 2010, EdF ha pagato ai gesto-ri degli impianti fotovoltaici tra i 314 e i 580 euro per MWh, quando il prezzo medio dellenergia elettrica in Francia era di 56 euro per MWh.Ricordiamo che tale differenza viene pagata dai consuma-

    Richiesto un tetto di 300-500 MW alla capacit produttiva di elettricit del settore

    La Pubblicazione del Rapporto Charpin mette in allarme la filieraIN FRANCIA IL FOTOVOLTAICO CORRE TROPPO, HACOSTI ECCESSIVI SULLA BOLLETTA DEI CONSUMATORI, UTILIZZA TECNOLOGIE POCO EFFICIENTI

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    tori, attraverso un contributo aggiunto sulle bollette, come avviene in Italia.Per il Rapporto queste spese sono considerate sproporzio-nate rispetto alla quantit di energia prodotta e che sussiste una questione di scala macroeconomica.Gli autori indicano che stante lassenza di cambiamenti, lintroduzione di impianti fotovoltaici destinata a prose-guire a rapidi ritmi con conseguente significativi costi per i consumatori di energia elettrica, con un costo aggiuntivo annuale di 3 miliardi di euro, rispetto alla traiettoria di riferimento basata sulla programmazione pluriennale degli investimenti. Il rapporto chiede, al di l della riduzione del 12% delle tariffe incentivanti di acquisto in vigore dal 1 settembre 2010 (la seconda dellanno!), che venga meglio definita la strategia e gli obiettivi della politica fotovoltai-ca in Francia, con un obiettivo annuale compreso tra una capacit di 300 MW (qual la capacit produttiva attuale della Francia) e i 500 MW (in modo da non destabilizzare la nascente filiera e permetta di gestire la coda delle richieste del 2009), e che, al contempo, venga elargito di meno per gli incentivi e di pi per la ricerca, con investimenti in grado di spendere fino a 150 milioni di euro.Nel Rapporto si sottolinea infatti che, nonostante lentit degli sforzi finanziari per lo sviluppo di un mercato interno, lindustria fotovoltaica francese non decollata. Si sono creati solo posti di lavoro a valle della filiera (assemblaggio, installazione e funzionamento), mentre la produzione in-dustriale assai limitata, provocando un deficit di bilancia commerciale (800 milioni di euro nel 2009).Il Rapporto, comunque, critica anche loperato dellesecutivo nella gestione 2009 per il ritardo nella riduzione delle tariffe incentivanti, tanto che il Decreto del 12 gennaio 2010 con i suoi tagli retroattivi presenta dubbi di legalit, invitando il Governo a non seguire la stessa prassi in futuro. Da qui la tempestivit del Decreto 31 agosto 2010 (qualche giorno prima della diffusione del Rapporto), con cui si operato il secondo taglio, per evitare gli effetti della bolla speculativa, secondo le dichiarazioni rese dal Ministro per lEcologia lEnergia lo Sviluppo Sostenibile e il Mare Jean-Louis Borloo.Il Rapporto osserva, inoltre, che la filiera bloccata (bou-che) sul silicio cristallino (85% del mercato), a causa della concorrenza della Cina, dove i prezzi sono pi bassi ed enorme la capacit di produzione. Solo la tecnologia a film sottile ad alta efficienza potrebbe avere un ruolo nella partita, offrendo la prospettiva di uno sviluppo industriale a breve termine e, soprattutto, la possibilit che emerga un attore francese nel medio termine.Infine, secondo il Rapporto, lenergia elettrica da solare rappresenta soltanto lo 0,4% rispetto allobiettivo del 23% di energia prodotta da rinnovabile al 2020. Tal che, il fotovoltaico, quantunque rimanesse fortemente sovvenzio-

    nato fino al 2020, non sarebbe in grado di assolvere ad una quota rilevante del mix delle rinnovabili, anche se gli obiettivi iniziali fossero superati.

    Non si sono fatte attendere le reazioni delle Associazioni imprenditoriali di settore, anche se ci sono sembrate meno scomposte di quelle intervenute in Italia dopo la relazione annuale del Presidente dellAutorit per lEnergia Elettrica e il Gas, Alessandro Ortis, che sostanzialmente giungeva alle stes-se conclusioni, riferendosi alla filiera italiana (cfr: Le Linee Guida Nazionali per le Rinnovabili, in Regioni&Ambiente, n. 8/9, agosto-settembre 2010, pagg. 32-34).Apesi (Associazione dei produttori di elettricit solare), Pho-tosol (Associazione dei Produttori Fotovoltaici), Enerplan (Associazione professionale dellEnergia Solare) e RES - Soler (Sindacato Energie Rinnovabili - Gruppo Professionisti del So-lare Fotovoltaico), hanno criticato, pur con sfumature diverse, i risultati dello Studio, che costituirebbero unecatombe per le piccole e medie imprese del solare fotovoltaico francesi. In particolare, sono stati contestati i costi e lincidenza del foto-voltaico sulle bollette dei consumatori, nonch la definizione del tetto a 300-500 MW di capacit annuale di produzione, con leventualit di ridurre drasticamente od annullare i progetti di impianti fotovoltaici a terra (il Rapporto propone di assegnare a tale segmento una capacit da 0 a 150 MW).Qualche Associazione (Photosol) ha criticato anche la scelta di affidare a Jean-Michel Charpin la realizzazione del Rappor-to, tirando in ballo il suo passato di amministratore di EdF e di autore di un Rapporto nel 2000 dal titolo Studio sulle Prospettive Economiche della Filiera Elettrica Nucleare; altre (RES - Soler) hanno espresso, comunque, soddisfazione per veder per la prima volta riconosciuto il potenziale industriale della filiera del solare ai pi alti livelli, garantendo il proprio contributo al consultazione tra tutti i portatori di interesse, preannunciato per lautunno dal Ministro Borloo, per la quale il Rapporto Charpin costituir, presumibilmente, lintroduzione al dibattito.

    Come si pu constatare le polemiche sul fotovoltaico sem-brano tener banco anche in Francia come in Italia, forse influenzate in ambedue i Paesi da quella che potrebbe essere definita la Sindrome del Nucleare, con la differenza che:- in Francia, si tenderebbe ad ostacolare i concorrenti alla

    produzione di energia elettrica dallatomo, che nel Paese transalpino ha una posizione dominante (80% di produzione elettrica), anche se non verranno pi costruiti nuovi impianti, se non quelli programmati dal precedente Governo;

    - in Italia, per paura di vedere installate (inopinatamente e costosamente) centrali nucleari per la produzione di energia elettrica, si minimizzerebbero le distorsioni e le speculazioni che sottendono allallargamento indiscrimi-nato della filiera fotovoltaica non integrata.

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    Da UniVerde la proposta di un Tavolo di concertazione tra imprenditori agricoli e quelli del fotovoltaico

    LAUDATO SIE MI SIGNORE PER MESSER LO FRATE SOLEMA ANCHE PER SORA NOSTRA MATRE TERRA!La Francia ha limitato a suoli non pi agricoli i parchi fotovoltaicie la Germania abolisce gli incentivi per gli impianti su suoli agricoli

    Su Avvenire del 7 settembre appar-so un articolo dal titolo Loasi di San Francesco? Un parco fotovoltaico.In verit, la notizia stata ampiamente diffusa, anche con maggior enfasi, da altri quotidiani, riproponendo allatten-zione dellopinione pubblica limpatto

    degli impianti fotovoltaici a terra su un territorio ricco di tradizioni storiche, culturali, paesaggistiche ed agro-ali-mentari, qual quello italiano.

    Secondo quanto riportato dal quotidia-no della CEI, la comunit francescana

    di Assisi avrebbe espresso perplessit e contrariet per il progetto di un im-pianto fotovoltaico a terra di 2-3 ettari per complessivi 4.312 pannelli, che dovrebbe essere installato in localit Piandarca nel comune di Cannara (PG), nei luoghi dove S. Francesco, secondo

    Assisi (PG), Basilica superiore, Giotto, La predica agli uccelli (affresco 230 cm x 270 cm)

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    la tradizione agiografica, tenne la cele-bre Predica agli uccelli.La Comunit Francescana del Sacro Convento - ha scritto il Custode, padre Giuseppe Genovese - valuta favorevol-mente ogni sforzo che si sta compiendo nel nostro tempo per la ricerca e la realizzazione di fonti alternative di energia, ma non pu accettare che gli strumenti tecnologici che la produco-no vengano a deturpare ambienti che da secoli rappresentano la bellezza del creato, cos tanto amato e cantato da San Francesco.

    Il progetto, sostenuto dal Sindaco di Cannara e avversato dal Presidente della Provincia di Perugia (entrambi dello stesso partito, a dimostrazione di come largomento sia dirimente non solo tra maggioranze e minoranze, ma allinterno dei vari schieramenti politi-ci), ricorda le polemiche che si erano scatenate tre anni fa per un grosso inse-diamento immobiliare alle pendici del colle Montichiello, in Val dOrcia (SI). Anche allora era stato un articolo sul quotidiano La Repubblica del Prof. Alberto Asor Rosa a denunciare la scar-sa attenzione al paesaggio dei policy makers, nonostante il sito fosse stato dichiarato dallUNESCO Patrimonio dellUmanit, proprio come la Basi-lica di Assisi e il paesaggio culturale circostante.

    Siamo di fronte ad una delle tante ope-re infrastrutturale per la produzione di energia pulita che si collocano nel di-scrimine tra:- la necessit di rispettare gli impegni

    internazionali sottoscritti per la ridu-zione delle emissioni climalteranti e di conseguire gli obiettivi ed i target delle Direttive UE;

    - unoperazione di puro e semplice business as usual.

    Tant che il giornale dei Vescovi sotto-linea che lapparente paradosso solo questione di fatturato; se il progetto fos-se approvato entro il 31 dicembre, Frate Sole renderebbe 110.000 euro allanno, pi 550.000 euro di contributi pubblici. Moltiplicato per ventanni, significhe-rebbe pi dei 3,5 milioni di euro che costa il parco fotovoltaico, chiavi in mano. Se per la Conferenza dei ser-vizi non autorizzasse il progetto entro la fine dellanno, salterebbe il contri-buto in Conto energia e (forse) lintero business Piandarca.

    Nemmeno le Linee Guida Naziona-li, recentemente approvate, (cfr.: Le Linee Guida Nazionali per le Rinnova-bili. Pi deregulation che vincoli, in Regioni&Ambiente, n.8/9 agosto - set-tembre 2010, pagg. 32-34) risolveranno tali e analoghe situazioni che inevita-bilmente si riproporranno, stante la tendenza tutta italiana a diffondere tali impianti sui suoli agricoli, magari con minor veemenza per la scarsa notoriet dei luoghi.Solo il buon senso potr costituire il punto di equilibrio per ridurre al minimo gli impatti sul territorio di tali progetti, sempre che tutti i portatori di interessi rammentino che nel Cantico delle Creature, il pi antico e uno dei pi bei testi della letteratura italiana, S. Francesco, oltre lodare frate Sole, bellu e radiante cum grande splendo-re, non dimentica sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba!

    Ovviamente, la notizia ha avuto riso-nanza anche allinterno del Convegno Solare, Agricoltura e Territorio: opportunit e precauzioni che si svolto alla Fiera di Roma, allinterno di Zero Emission 2010, il Salone de-dicato alle energie rinnovabili.Occorre adottare un principio di pre-cauzione - ha affermato lex-Ministro dellAmbiente e della Tutela del Terri-torio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio, attuale Presidente della Fon-dazione UniVerde che ha promosso liniziativa - perch non ci siano conflitti tra mondo agricolo e solare.Secondo Pecoraro Scanio, fotovoltaico e agricoltura sono due mondi che pos-sono e devono procedere insieme nel rispetto delle reciproche esigenze di crescita. Lo sviluppo impetuoso che il settore solare ha fatto registrare in Italia nel corso degli ultimi anni pone infatti lesigenza di arrivare a un giusto equi-librio tra aumento delle installazioni e utilizzo del territorio, in particolare delle aree agricole spesso e a torto con-siderate di scarso valore.Proprio per porre preventivamente un freno a possibili distorsioni che non farebbero bene ad alcuno - ha sot-tolineato lex-Ministro - necessario giungere a regole condivise che indi-viduino quali terreni possano ospitare gli impianti e quelli assolutamente da preservare, nel rispetto della grande tra-

    dizione agroalimentare italiana. Lobiettivo strategico lapertura di un tavolo tra imprenditori del settore fotovoltaico e di quello agricolo, per privilegiare le installazioni sulle coper-ture e i suoli marginali, salvaguardando le aree agricole.

    La proposta ha trovato appoggio con-vinto nella Coldiretti, lAssociazione di rappresentanza e assistenza dellagri-coltura italiana che raccoglie circa 568.000 imprese del settore, pari al 52% di quelle censite dalle Camere di Commercio. necessario porre dei limiti a po-tenziali speculazioni - ha dichiarato Stefano Masini, Responsabile dellArea Ambiente e Territorio di Coldiretti - i danni causati da un utilizzo scriteriato dei terreni agricoli si ripercuotono ne-gativamente su tutto il territorio, non solo da un punto di vista paesaggisti-co, ma anche economico. Lagricoltura italiana un patrimonio da salvaguar-dare, basti pensare che nel nostro Paese si producono oltre 450 prodotti iscritti nellAtlante del patrimonio italiano. Il fotovoltaico una risorsa impre-scindibile per una politica energetica sostenibile, ma non deve mettere a ri-schio questo patrimonio.

    Ma qual la posizione delle aziende del settore, peraltro presenti al Con-vegno?Il solare rappresenta una diversifi-cazione per terreni poco produttivi o incolti - ha spiegato lAmministrato-re delegato di Fotowatio Renewable Ventures Italia, Andrea Fontana - Lin-stallazione di pannelli fotovoltaici se fatta osservando le norme ambientali, rappresenta unimportante alternativa per diversificare i redditi provenienti dallagricoltura. Anche nellipotesi in cui tutti i 3.000 MW del nuovo Conto energia fossero implementati su terreno agricolo, si occuperebbero circa 6.000 ettari a livello nazionale, quando, se-condo dati ISTAT, la superficie agricola totale di 3.200.000 ettari: il fotovol-taico occuperebbe, quindi, lo 0,045% della superficie agricola. Valori mar-ginali, soprattutto se si tiene conto che oltre 6 milioni di ettari agricoli non sono utilizzati.

    C da osservare, tuttavia che tale tec-nologia, nata essenzialmente per essere collocata sui tetti o integrata agli edifici, in Italia sta conoscendo notevole diffu-

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    sione a terra, con circa il 44% del totale al 2009 (percentuale che a nostro avviso destinata ad aumentare ulteriormente stante quel che vediamo sui campi di varie regioni italiane), come, peraltro, testimoniato dai dati di una Ricerca condotta dal CIRPS (Centro Interu-niversitario di Ricerca Per lo Sviluppo Sostenibile) dellUniversit La Sapienza di Roma e diffusi per loccasione.Quello che emerge una forte discre-panza nella tipologia di impianti tra Nord e Sud della Penisola - ha spiegato Luca Rubini, Coordinatore dellUnit Pro.Ene.R-CIRPS dellAteneo romano - Mentre nelle regioni settentrionali c un certo equilibrio tra installazioni in-tegrate e a terra, in quelle meridionali vi una netta prevalenza di queste ultime. Un andamento che davvero ha gene-rato qualche preoccupazione, data la concentrazione delle installazioni non integrate in regioni come la Puglia.Abbiamo calcolato - ha aggiunto Ru-bini - che semplicemente sfruttando le strutture presenti sui campi, come stalle, capannoni, magazzini, e scre-mando le superfici meno e poco adatte alle installazioni, si ha unarea adat-ta ad ospitare 1,6 GWp fotovoltaici. Se a questa cifra aggiungiamo gli spazi come pensiline, parcheggi, strutture di arredo urbano, costruzioni periferiche,

    si ottiene spazio sufficiente per altri 6 GW. Sommando queste due cifre vedia-mo che puntando sullintegrazione si arriva a un totale di 7,6 GWp installa-bili senza occupare un centimetro di terreno, quota molto vicina agli 8 GWp destinati al fotovoltaico dal Piano per lo sviluppo delle rinnovabili presentato dal Governo nellambito degli impegni assunti in sede europea per la riduzio-ne delle emissioni inquinanti.

    La vicina Francia ha risolto con sem-plicit la querelle. Per preservare il suolo agricolo (si ricorda che con una popolazione leggermente superiore a quella italiana, la Francia possiede una SAU quasi doppia!), la Circolare del 18 dicembre 2009 del Ministero per lEcologia, lEnergia, lo Sviluppo sostenibile e il Mare, interpretativa del Decreto 9 dicembre 2009 relativo alle procedure amministrative da applicare a certe opere di produzione elettrica, ha limitato di molto linstallazione di impianti fotovoltaici a terra. Vi si legge, infatti, che:I progetti di parchi fotovoltaici a terra non possono essere installati in aree agricole, coltivate o utilizzate per lallevamento del bestiame. Quindi, lin-stallazione di una centrale solare su un terreno situato in una zona agricola

    [] in generale non idonea, data la necessit di preservare luso agricolo del terreno in questione. Tuttavia, linstal-lazione di impianti solari al suolo pu essere prevista su terreni che, pur col-locati su aree classificate agricole, non siano state utilizzate per uso agricolo negli ultimi tempi. Per cui necessaria una modifica della destinazione duso del terreno.In Germania, la Camera alta del Par-lamento ha approvato la proposta di rivedere i sussidi per lenergia prodotta dal solare tra cui labolizione dal 1 lu-glio 2010 degli incentivi per gli impianti solari collocati su suolo agricolo.

    Evidentemente, alla base di queste deci-sioni c la consapevolezza condivisa e partecipativa che il suolo agricolo un bene comune, mentre in Italia tuttora considerato un bene di consumo, di cui la propriet pu disporre senza limitazio-ne alcuna. O meglio, una limitazione ci sarebbe ed quella contenuta nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, l do-ve si richiama la necessit di prescrizioni e previsioni per la salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche degli altri ambiti territoriali, assicurando al con-tempo il minor consumo di suolo (art. 135, comma 4, lettera c).Ma il paesaggio strategico?

    Il tavolo dei relatori al Convegno Solare, Agricoltura e Territorio: opportunit e precauzioni che si svolto alla Fiera di Roma, allinterno di Zero Emission 2010, il Salone dedicato alle energie rinnovabili, organizzato dalla Fondazione Univerde.

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    EQUIT E SOSTENIBILIT

    2222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222222555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555

    Do le thorme que lon pourrait dire de droit naturel - jentends ici par naturel une conduite gnrale chez les espces vivantes -: le propre sacquiert et se conserve par le sale. Mieux: le propre, cest le sale(Michel Serres, Le mal propre. Polluer pour sapproprier?, Editions Le Pommier, Paris 2008, p. 7)

    Secondo Michel Serres, filosofo e Accademico di Francia, la propriet si acquista e si conserva con la sporcizia. O meglio la propriet ci che sporco. Non diversamente da qualsiasi animale, afferma lautore di Bioge ( termine da lui usato per indicare la Terra e tutti i suoi elementi), luomo inquina per possedere, ovvero lascia la sua traccia impura sulloggetto di cui intende appropriarsi. Dobbiamo lasciare a poco a poco la condizione animale, quella dei mammiferi o dei carnivori che orinano ai confini della loro tana [] non dobbiamo pi dichiararci padroni e proprietari della natura. Il nuovo Con-tratto diventa contratto daffitto. Quando diventeremo semplici inquilini, potremmo concepire la pace, pace con gli uomini perch pace con il mondo.

    Non sar il nuovo Contrat naturel di Serres e nemmeno il Pacte cologique di Nicolas Hulot, ma non c dubbio che la nuova Strategia Nazionale per lo Svi-luppo Sostenibile, adottata dalla Francia, segna un passa importan-te verso una societ che cerca un compromesso tra i suoi componenti e lambiente in cui vivono.

    Con ladozione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (Stratgie Nationale de Dveloppement Dura-ble-SNDD) da parte del Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile (CIDD), presieduto dal Ministro per lEcologia, dellEnergia, dello Sviluppo Sostenibile e del Mare, Jean-Lois Borloo, la Francia ha posto le basi per un modello nazionale di sviluppo economico a basse emissioni di carbonio e a limitato consumo di risorse naturali, per divenire uno dei principali attori di una green economy compatibile con lo sviluppo dei Paesi emergenti, garantendo coerenza e complementariet con gli impegni internazionali sottoscritti e le politiche dellUnione europea.

    La SNDD 2010-2013 fornisce unarchitettura comune a tutte le parti interessate, pubbliche e private, per aiutarle a strutturare i propri progetti e le proprie politiche sulla base di scelte strategiche e di indicatori dello sviluppo sostenibile che sono stati elaborati dopo un ampio dibattito.Ladozione della Strategia il risultato di un lungo proces-so consultivo e legislativo, conclusosi con lapprovazione definitiva della Legge nel maggio u. s. che era iniziato 3 anni fa, allorch il neo-Presidente Nicolas Sarkozy, rispet-

    tando gli impegni assunti durante la campagna elettorale, convoc gli Stati Generali dellAmbiente, da lui ribattezzati Grenelle de lenviron-nement per analogia con un altro storico accordo tra le parti sociali, che nel 1968 rivoluzion il mercato del lavoro, riducendo lorario a 40

    Nessuna nuova spesa che non corrisponda ad un investimento redditizio per le generazioni future

    La Francia ha adottato la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile

    UN MODELLO DI SVILUPPOECONOMICO VERDE ED EQUO

    di Massimo Lombardi

  • ore settimali ed aumentando il salario minimo del 25%, (cfr.: Grenelle dellAmbiente, in Regioni&Ambiente, n. 11 novembre 2007, pp. 8-12).

    La Strategia 2010-2013, intitolata Verso uneconomia verde ed equa, che mira ad astenersi da qualsiasi nuova spesa che non corrisponda ad un investimento redditizio per le generazioni future, strutturata su nove sfide strategiche, con i loro obiettivi, secondo la sintesi sottostante.

    1) Consumo e produzione sostenibili, grazie alle azioni di consumatori e produttori responsabili che tengono conto dellintero ciclo di vita dei prodotti e servizi:- entro il 2012, raddoppiare il volume delle vendite di pro-

    dotti con un marchio di qualit ecologica (Ecolabel o altre etichette europee);

    - ridurre, entro il 2013, del 7% pro-capite la produzione di elettrodomestici e assimilati o di 25 kg pro capite nei prossimi cinque anni;

    - riciclare, nel 2012, il 35% dei rifiuti domestici e assimilati e del 45% nel 2015;

    - riciclare, nel 2012, il 75% gli imballaggi domestici contro il 60% del 2006;

    - riciclare, nel 2012, il 75% dei rifiuti provenienti dalle aziende, dal settore delle costruzioni e dallagricoltura, contro il 68% del 2004;

    - estendere lagricoltura biologica al 6% della superficie agricola utilizzata (SAU) al 2012 e raggiungere il 20% nel 2020;

    - realizzare, entro il 2012, lobiettivo del 20% di prodotti biologici nella ristorazione;

    - avere, nel 2012, il 50% delle aziende agricole impegnate in un processo di certificazione ambientale e il 30% con bassa dipendenza energetica en-tro il 2013;

    - ridurre, entro il 2018, del 50% luso dei prodotti fitosanitari con-tenenti sostanze potenzialmente pericolose e senza alternative;

    - portare al 100% entro il 2010 gli acquisti di prodotti provenienti da foreste gestite in modo soste-nibile (ecocertified).

    2) Societ della conoscenza, mediante lo sviluppo dellin-formazione, della formazione, dellistruzione lungo tutto larco della vita, con un accresciuto sostegno alla ricerca e allinnovazione, condizione della competitivit e, quin-di, della sostenibilit del modello sociale ed economico proposto.In prospettiva europea al 2020:- il 15% degli adulti, partecipino ad attivit di formazione

    per tutta la vita;- gli abbandoni scolastici si riducano a meno del 10%.A livello nazionale, entro il 2013:- tra il 20-25% la quota di bambini e adolescenti che rice-

    veranno attivit educative e culturali;- ridurre al 25% la quota di popolazione che non ha mai

    partecipato ad un incontro culturale o frequentato un luogo di cultura;

    - entro il 2010, la spesa per ricerca e sviluppo sar pari al 3% del PIL;

    - entro il 2010, due terzi dei fondi per ricerca e sviluppo saranno assegnati alle imprese;

    - mobilitare, entro il 2012, un miliardo di euro nella ricerca, in aggiunta alla spesa per la ricerca sullo sviluppo sosteni-bile, sulle tecnologie pulite e sulla prevenzione dei danni causati allambiente, che sar gradualmente aumentata fino ad arrivare, alla fine del 2012, al livello di spesa per la ricerca sul nucleare civile.

    3) Governance, che deve facilitare ladattamento al cam-biamento ed aiutare la societ ad evolversi, insieme a tutte le parti interessate:- attuare gli impegni della Grenelle sulla creazione di una

    democrazia ecologica;- fare della produzione e acces-so alle informazioni sullo sviluppo sostenibile una priorit;- applicare metodi di lavoro tra-sversali per coinvolgere le parti interessate nel processo decisio-nale;- portare nel 2013 a 1.000 gli enti territoriali di Agenda 21 Locale; - realizzare, entro il 2013, i criteri

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    del patto di stabilit (deficit sotto il 3% del PIL).

    4) Cambiamento climatico ed energia, che esigono un maggior rigore e sobriet nei consumi, lo sviluppo delle energie rinnovabili, ladattamento dei territori, garantendo persone e attivit vulnerabili:- raggiungere lobiettivo comunitario del 20% di riduzione

    delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020 rispetto al 1990. Per la Francia, i settori coperti dal sistema di scam-bio comunitario (EU ETS), come cementifici, metallurgia, cartario, chimica, parteciperanno agli sforzi europei per ridurre le emissioni del 21% tra il 2005 e il 2020, mentre i settori esclusi dal ETS (tra cui agricoltura, edilizia, tra-sporti) lo ridurrano del 14%;

    - portare al 23% nel 2020 in Francia la quota del consumo finale di energia prodotto da energie rinnovabili nei con-sumi finali di energia;

    - nei Dipartimenti doltremare tale quota sar del 50%.

    5) Trasporti e Mobilit Sostenibile, si favorir il trasporto intermodale, la complementariet e i trasporti meno inqui-nanti, con particolare attenzione a ridurre gli spostamenti e a sviluppare sistemi innovativi che soddisfino performance economiche, ambientali e di coesione sociale:- entro il 2012, dovr aumentare del 25% la quota di merci

    trasportate su strada e per via aerea;- entro il 2015, dovr essere raddoppiata la percentuali di

    merci sbarcate o imbarcate dai porti:- entro il 2020, sar raggiunta la quota del 10% di biocar-

    buranti addizionati a benzina e gasolio;- entro il 2020, ridurre le emissioni medie dei nuovi veicoli

    nuovi saranno ridotte a 95 g/Km di CO2;

    - entro il 2020 si raggiunger il 10% di energie rinnovabili nei trasporti.

    6) Conservazione e gestione sostenibile della biodiversi-t e delle risorse naturali, facendo leva su una maggiore consapevolezza - e riconoscimento - del loro contributo alle fondamentali necessit degli individui, su uneconomia, ur-banizzazione e organizzazione pi sobrie ed ecoefficienti:- arrestare la perdita di biodiversit;- entro il 2012, garantire la tutela dei cinquecento bacini

    pi a rischio di inquinamento diffuso, compresi quello derivante da nitrati e pesticidi;

    - entro il 2012, creare una rete coerente di zone marine protette pari al 10% delle acque territoriali sotto la giu-risdizione francese e al 20% entro il 2020, secondo la Convenzione internazionale sulla diversit biologica;

    - entro il 2015, raggiungere un buono stato ecologico per il 66% dei corpi idrici;

    - prima del 2020, mettere sotto forte protezione almeno il 2% del territorio metropolitano;

    - acquisire e conservare 20.000 ettari di zone umide;- nel periodo 2020-2030, rinaturalizzare un terzo delle coste.

    7) Salute pubblica, prevenzione e gestione del rischi, con particolare attenzione alla qualit ambientale ed alle potenziali diseguaglianze sociali:- entro il 2015 si deve raggiungere lobiettivo di 15 micro-

    grammi per m3 (15 ug/m3) di polveri sottili nellaria ;- entro il 2012, devono essere ridotti i rumori pi pericolosi

    per la salute;

    - entro il 2012, si dovr sviluppare 2.500 nuovi piani per la prevenzione dei rischi naturali.

    - entro il 2013, ridurre del 30% le emissioni di polveri sottili nellaria e la riduzione delle emissioni in aria e acqua di sei sostanze tossiche: mercurio, arsenico, idrocarburi poli-ciclici aromatici (IPA), benzene, PERC e PCB e diossine.

    8) Demografia, immigrazione, linclusione sociale, il cui impatto sulleconomia e sullequilibrio dei sistemi di protezione sociale determinante, lottando contro tutte le esclusioni causate particolarmente dallet, dalla povert, dallinsufficiente istruzione e formazione, sulla base della dimensione multi-culturale della societ: - innalzare al 6% il numero dei lavoratori disabili nelle

    imprese con pi di 20 dipendenti;- entro il 2012, ridurre la povert nazionale di un terzo;- entro il 2020, rendere energeticamente efficienti 800.000

    abitazioni che consumano molta energia.

    9) Sfide internazionali per lo sviluppo sostenibile e la lotta contro la povert nel mondo, sostenendo il rafforza-mento della governance internazionale per meglio integrare le esigenze dello sviluppo sostenibile, e contribuendo alla sicurezza alimentare ed energetica dei Paesi pi poveri: - sostenere lo sviluppo con aiuti pubblici pari allo 0,7% del

    reddito nazionale lordo entro il 2015, contro lo 0,39% del 2008;

    - ridurre le emissioni di gas serra (GHG);- stanziare un miliardo di euro per lagricoltura e la sicurezza

    alimentare in Africa, per 5 anni;- mobilitare in 5 anni, 2,5 miliardi di euro di finanziamenti

    per il settore privato africano;- aumentare il sostegno per gli aiuti al commercio (infra-

    strutture di produzione e di trasporto, assistenza tecnica) attraverso la mobilitazione di 250 milioni di euro allanno a partire dal 2010.

    Nel corso del 2009, la Strategia, come pure i suoi 19 in-dicatori, in armonia con le conclusioni del Rapporto Il PIL, il Benessere e le Politiche, redatto dalla Commisione Sen-Stiglitz-Fitoussi (commissionato nel febbraio 2008 dal Presidente Sarkozy e consegnata a settembre 2009), sono stati oggetto di unampia concertazione con tutti i Ministe-ri e con tutti gli attori socio-economici, per poi allargare le consultazioni ad Internet e a una serie di seminari di consultazione, in particolare quelli del Comitato di Sorve-glianza della Grenelle e del Consiglio Economico, Sociale e Ambientale.Ogni anno tale Strategia sar oggetto di un Rapporto al Par-lamento per verificare il suo stato di attuazione allinterno delle politiche nazionali, secondo quanto previsto dallar-ticolo 1 della Legge di programmazione relativa alla messa in opera della Grenelle de lEnvironnement.

    Questa strategia che stata adottata appartiene a tutti - ha dichiarato il Ministro Jean-Louis Borloo - protagonisti pub-blici, economici ed associativi, che se ne devono appropriare per costruire collettivamente i percorsi di uneconomia pi verde e pi equa, la sola risposta positiva alle crisi cui la nostra societ deve affrontare per preparare lavvenire.

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    MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

    Si conclusa con successo la 4a Edizione di RemTech Expo, il Salone sulle Bonifiche dei Siti contaminati e sulla Riquali-ficazione del territorio.Oltre 100 aziende espositrici, pi di 2.000 visitatori altamente qualificati, un ricco programma congressuale e una sessione internazionale, 20 convegni ed eventi speciali, 20 incontri tecnici di approfondimento, un nuovo salone espositivo dedicato alla difesa della fascia costiera: sono questi i numeri che testimoniano del successo che la Manifestazione, svoltasi presso il Centro fieristico di Ferrara dal 21 al 23 settembre 2010, ha riscosso tra gli operatori del settore, confermandola come un evento di importanza nazionale per il settore delle bonifiche ambientali.

    La presenza di 110 aziende italiane e straniere, la partecipazio-ne di 2.400 visitatori qualificati, un programma congressuale di alto livello scientifico sia per i relatori intervenuti sia per le tematiche trattate, hanno dimostrato come RemTech sia un appun-tamento fondament