Regione Veneto Provincia Rovigo Comune Adria · 1.15 Punto 2A della richiesta di chiarimenti di...
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Revisione 00
12 ottobre 2012
Regione Veneto
Provincia di Rovigo
Comune di Adria
Revisione 0
Luglio 2015
Chimicambiente S.n.c.
Via L. Da Vinci, 2 35042 Este (PD)
Redattore:
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L’ATTIVITÀ DI RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI CON CAPACITÀ > 75 Mg/g MEDIANTE
TRATTAMENTO BIOLOGICO
INTEGRAZIONI
Co.Im.Po. S.r.l.
Sede legale: Località America, 7 – Frazione Ca’ Emo 45011 Adria (RO)
Sede dell’installazione: Località America, 7 – 45011 Adria (RO)
Committente:
Aplus S.r.l.
Via G. Savelli, 86 35129 Padova (PD)
CoImPo_AIA_INTEGRAZIONI_rev20150715 2 di 29
SOMMARIO
0. PREMESSA 4
1. INTEGRAZIONI RICHIESTE DA PROVINCIA DI ROVIGO E ARPAV – DAP ROVIGO ............................................... 5
1.1 Punto 1 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: separazione fisica delle attività Co.Im.Po. /
Agri.Bio.Fert., al fine di eliminare le interferenze tra lavorazioni ..................................................................... 5
1.2 Punto 2 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: interventi per la riduzione dell’impatto
odorigeno ai ricettori ........................................................................................................................................ 6
1.3 Punto 3 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: compatibilità chimica tra rifiuti posti in
stoccaggio e possibili reazioni chimiche / emissione di inquinanti ................................................................ 13
1.4 Punto 4 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: compatibilità chimica tra rifiuti sottoposti a
recupero (R3) e possibili reazioni chimiche / emissione di inquinanti ........................................................... 14
1.5 Punto 5 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: limitazione stoccaggio rifiuti putrescibili a
<48 h .......................................................................................................................................................... 15
1.6 Punto 6 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: identificazione zone di stoccaggio rifiuti in
attesa di analisi o quarantena ........................................................................................................................ 15
1.7 Punto 7 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: controllo in continuo dei parametri del
processo di biostabilizzazione per evitare l'instaurarsi di condizioni anaerobiche con sviluppo di cattivi odori
.......................................................................................................................................................... 16
1.8 Punto 8 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: Trattamento aerobico dei fanghi per evitare
l'instaurarsi di condizioni di anaerobiosi e lo sviluppo di composti maleodoranti ......................................... 17
1.9 Punto 9 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: definizione delle aree e dei percorsi di
dilavamento meteorico e di raccolta del percolato, con particolare riferimento alla zona 19 ...................... 17
1.10 Punto 10 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: Identificazione delle zone di
eventuale stoccaggio del materiale lignocellulosico addizionabile ai rifiuti in lavorazione ........................... 18
1.11 Punto 11 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: DEFINIZIONE DELLE MODALITà DI
UTILIZZO DELLE ACQUE DI 1^ PIOGGIA, dei PERCOLATI E delle ACQUE DI LAVAGGIO MEZZI ....................... 18
1.12 Punto 12 della richiesta di chiarimenti della Provincia di Rovigo: integrazione scheda d/e3/e4
esplicitando le voci in cui si rimanda al sga e integrazione delle bat previste per i sistemi di gestione ......... 19
1.13 Punto 1 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: integrazione analisi rifiuti in
ingresso su parametri necessari ad escludere la pericolosità dei cer specchio .............................................. 20
1.14 Punto 2 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: specificazione se le analisi sul cer 19
08 05 sono attuate presso il produttore o presso Co.Im.Po. .......................................................................... 20
1.15 Punto 2A della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: predisposizione piano di
campionamento rifiuti in ingresso da allegare al PMC ................................................................................... 21
1.16 Punto 2B della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: campionamento rifiuti in ingresso
da personale qualificato ................................................................................................................................. 21
1.17 Punto 2C della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: presenza nei certificati di analisi
sui rifiuti in ingresso del giudizio di conformità .............................................................................................. 21
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1.18 Punto 2D della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: aggiunta dei parametri IPA, PCB E
PCDD/F nelle analisi del CER 19 08 05 in ingresso .......................................................................................... 22
1.19 Punto 3A della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: predisposizione piano
campionamento rifiuti prodotti da allegare al PMC ....................................................................................... 22
1.20 Punti 3B e 3C della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: campionamento rifiuti
prodotti da personale qualificato ................................................................................................................... 23
1.21 Punto 4 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: ricodifica CER fanghi stabilizzati (da
19 03 05 a 19 08 05) ....................................................................................................................................... 23
1.22 Punto E della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: inutilità controllo olfattivo
giornaliero previsto in Tab. 1.6.3 del PMC; monitoraggio odori e COV .......................................................... 24
1.23 Punto S1 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: integrazione parametri analisi
acque di prima pioggia (Tab. 1.7.2 del PMC); definizione controlli acque di prima pioggia preliminarmente
al riutilizzo ....................................................................................................................................................... 25
1.24 Punto S2 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: INTEGRAZIONE ANALISI ACQUE
SOTTERRANEE ................................................................................................................................................. 25
1.25 Punto R della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: OSSERVAZIONI INERENTI L’ASPETTO
RUMORE ......................................................................................................................................................... 25
1.26 Punto G2 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: INSERIMENTO NELLA SEZIONE 2
DEL PMC DELLE PROCEDURE CITATE .............................................................................................................. 26
1.27 Punto G3 della richiesta di chiarimenti di ARPAV – DAP ROVIGO: INDICATORI DI PERFORMANCE . 26
1.28 ULTERIORI OSSERVAZIONI PRESENTATE DAL COMITATO CA’ EMO NOSTRA .................................... 26
ANNESSO 1: ALLEGATO C.8 REV. 01 ..................................................................................................................... I
ANNESSO 2: ALLEGATO C.9 REV. 01 .................................................................................................................... II
ANNESSO 3: ALLEGATO C.10 REV. 01 .................................................................................................................. III
ANNESSO 4: ALLEGATO C.11 REV. 01 .................................................................................................................. IV
ANNESSO 5: ALLEGATO C.12 REV. 01 ................................................................................................................... V
ANNESSO 6: ALLEGATI E.3 REV.1 ED E.4 REV. 1 ................................................................................................... VI
ANNESSO 7: SCHEDA D REV. 01 ......................................................................................................................... VII
ANNESSO 8: VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO .......................................................................................... VIII
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0. PREMESSA
La presente relazione è redatta nell’ambito della richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale del
gestore Co.Im.Po. S.r.l. per la propria installazione IPPC di Adria (RO), ad integrazione della
documentazione presentata in data 27/03/2015 e delle osservazioni presentate dagli Enti competenti
nella Conferenza dei Servizi istruttoria tenutasi in data 11/06/2015.
La relazione è stata strutturata assegnando un paragrafo a ciascuna osservazione.
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1. INTEGRAZIONI RICHIESTE DA PROVINCIA DI ROVIGO E ARPAV – DAP ROVIGO
1.1 PUNTO 1 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
SEPARAZIONE FISICA DELLE ATTIVITÀ CO.IM.PO. / AGRI.BIO.FERT., AL FINE DI
ELIMINARE LE INTERFERENZE TRA LAVORAZIONI
1.1.1 Osservazione Provincia Rovigo
Si osserva innanzitutto la promiscuità delle due lavorazioni insistenti nel medesimo sito: ditta Coimpo e
ditta Agribiofert, che usufruiscono del medesimo ingresso e delle stesse aree di percorso degli automezzi,
nonché delle medesime linee di scarico di raccolta dei percolati e delle acque di dilavamento meteoriche,
dei pluviali, di lavaggio automezzi; interferenze si creano anche nelle operazioni di carico fanghi
pompabili nei silos prestabiliti della ditta Coimpo e poi al loro invio alle vasche E, con i mezzi
dell’Agribiofert che trasportano rifiuti al capannone 15 e poi all’area di lavorazione 12: le attività
dovrebbero essere fisicamente separate, attraverso ad esempio, accesso e viabilità separati, vasca
dedicata per la raccolta dei percolati, non conferimento dei rifiuti ricevuti dalla Coimpo alla Agribiofert,
ecc. Ciò al fine di minimizzare i rischi interferenziali conseguenti alle operazioni di processo, di
carico/scarico rifiuti, prodotti e materie prime.
1.1.2 Chiarimenti
Al fine di ridurre i rischi interferenziali tra lavorazioni Coimpo e lavorazioni Agribiofert si propone, come
primo intervento, che il capannone del piazzale 27 identificato con il numero 15 rientri in possesso e a
disposizione del legittimo proprietario Coimpo al pari della vasca identificata con la lettera D. A tal
proposito si riportano, negli Annessi 1, 2, 3, 4 e 5 gli Allegati C.8, C.9, C.10, C.11 e C.12 (rev. 01). Il
capannone identificato con il numero 15 e la vasca D rientreranno in possesso e a disposizione della
Coimpo non appena saranno completate le operazioni di svuotamento dei materiali / rifiuti in essi
stoccati.
Come secondo intervento, successivamente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alle due
installazioni, è intenzione della Agribiofert volturare la propria AIA a favore di Coimpo, riunendo di fatto
le due autorizzazioni in un’unica AIA previa definizione, con la Provincia di Rovigo e ARPAV–DAP Rovigo
delle modalità operative per la riunione dei due provvedimenti.
Per quanto riguarda la mancata separazione della rete di raccolta delle acque meteoriche, si rimanda a
quanto previsto dall’art. 124, comma 2, del D.Lgs. 152/06 e smi che prevede quanto segue: “Ove uno o
più stabilimenti conferiscano, tramite condotta, ad un terzo soggetto, titolare dello scarico finale, le
acque reflue provenienti dalle loro attività, oppure qualora tra più stabilimenti sia costituito un consorzio
per l'effettuazione in comune dello scarico delle acque reflue provenienti dalle attività dei consorziati,
l'autorizzazione è rilasciata in capo al titolare dello scarico finale o al consorzio medesimo, ferme
restando le responsabilità dei singoli titolari delle attività suddette e del gestore del relativo impianto di
depurazione in caso di violazione delle disposizioni della parte terza del presente decreto”. Nel caso in
esame, il titolare dello scarico finale cui rilasciare l’autorizzazione, è Co.Im.Po. S.r.l.
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1.2 PUNTO 2 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO: INTERVENTI
PER LA RIDUZIONE DELL’IMPATTO ODORIGENO AI RICETTORI
1.2.1 Osservazione Provincia Rovigo
La presenza accertata di odore ai recettori intorno alla Coimpo (> anche ai 300 UO/m3) comporta la
necessità di una diversa gestione del processo di biostabilizzazione, come:
copertura e trattamento delle arie esauste delle sezioni di ricevimento fanghi palabili (box e vasca B)
e di trattamento (vasche C, H), di trattamento fanghi pompabili (vasche E e D): ciò risulta in linea con
le Bref comunitarie del 2006 punti 24 d), 65 b), 35 a) e con le BAT del DMA 29.01.2007 ‐ paragrafo
D4.1, tab. 17, Cap. E.2.1, E.2.3, E.4.7, con rispetto dei valori limite di emissioni ivi previsti – rif. Punti
70‐41 bref ‐. Tale esigenza risulta altresì indicata più volte dall’Arpav (ultima con la nota prot. 53945
del 18.05.2015), la quale, visti i monitoraggi dell’aria ambiente eseguiti nella primavera del 2014 ed
a marzo 2015 (27.03.2015), propende per tali interventi, considerato le emissioni odorose prodotte
dalle varie unità costituenti l’impianto, che per quanto riguarda le vasche A, D, E, contribuiscono alla
quasi totalità delle emissioni odorigene;
ciò in un’ottica di fattibilità tecnico‐economica di tali interventi, attraverso un’analisi costi benefici,
come prevista dal cap. I delle BAT di cui al DMA 29.01.2007 ed al fine di minimizzare le emissioni
fuggitive e ridurre i disagi ai ricettori.
1.2.2 Osservazione Comitato Ca’ Emo Nostra
Alla luce dei monitoraggi degli odori effettuati nel marzo 2014 e marzo 2015, che hanno rilevato soglie
odorigene elevate ai ricettori, ritiene necessario la chiusura dei capannoni e delle vasche, aspirazione
delle arie e trattamento delle stesse con apposito impianto di abbattimento, in grado di rispettare per le
emissioni, i limiti previsti dalle BAT (riferimento punti 24 d), e), 27, 28, 35, 65 a), b), c), 70 delle Bref ‐
allegato D) domanda di AIA) […].
1.2.3 Osservazione ARPAV–DAP Rovigo
Per le aree destinate allo stoccaggio dei rifiuti ingresso all’impianto (es.: vasca B e box in ara 19, per la
messa in riserva dei palabili, nonché per le aree di trattamento (vasche C, H, E, D) non è indicata alcuna
forma di confinamento ed estrazione / trattamento dell’aria esausta, a differenza di quanto previsto per
le medesime aree dal BREF comunitario (Waste Treatments Industrles ‐ August 2006 ‐ 5.2 BAT for specific
types of waste treatments ‐ Biological treatments, 65.) e, per le aree dì ricezione e stoccaggio, dalle MTD
(Linea Guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nello categorie IPPC: 5 ‐ Gestione dei
rifiuti ‐ Impianti di trattamento meccanico biologico – 07/06/2007), per impianti che trattano matrici
organiche puirescibili/odorigene analoghe a quelle dell’impianto in esame e per attività che
comprendono quella dichiarata dal proponente per il rilascio dell’AlA (recupero di rifiuti non pericolosi,
con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comporla il ricorso a trattamento biologico).
Visto il punto 5 della Determinazione n. 60 del 15.01.2015 ‐ CO.IM.PO. S.r.I. – “che il ricevimento di nuovi
fanghi nella vasca E potrà avvenire solo successivamente all’ottenimento dell’autorizzazione alle
emissioni ex D.Lgs. n. 152/2006, Parte Quinta e ss.mm.ii., subordinata alla presentazione di formale
istanza riferita alle emissioni dell’intero stabilimento e che preveda la progettatione della captazione e
trattamento delle emissioni che si originano dalla vasca E”.
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Visto il punto 5 della Determinazione n. 59 del 15.01.2015 ‐ AGRI.BIO.FERT.CORRETTIVI S.r.l, ‐ “che,
successivamente a dissequestro, il ricevimento di nuovi fanghi nella vasca D potrà avvenire
successivamente all’ottenimento dell’autorizzazione elle emissioni ex D.Lgs. n. 152/2006, Parte Quinta e
ss.mm.ii. subordinata alla presentazione di formale istanza riferita alle emissioni dell’intero stabilimento
e che preveda la progettazione della captazione e trattamento delle emissioni che si originano dalla
vasca.
Visto il documento “Studio della diffusione atmosferica delle emissioni odorigene” inviato dalla ditta il
25.08.2014, e validato nei contenuti e risultati con nota del Dirigente del Servizio Controllo Ambientale
del 04.11.2014, prot. n. 109858; anzi, come si legge al punto 4.6.3 Contributo delle singole sorgenti “AI
fine di valutare il contributo delle differenti sorgenti sul contesto ambientale, in fase di simulazione, è
stata effettuata la separazione dei singoli contributi e analizzato l’impatto di ognuno di essi sui singoli
ricettori. Questa operazione è stata eseguita effettuando la simulazione per le singole sorgenti emissive.
Si riporta di seguito una tabella riassuntiva nella quale, considerando il parametro 98° percentile delle
concentrazioni orarie, vengono mostrati i contributi delle sorgenti più significative. Lo considerazioni
fatte di seguito hanno trovato conferma anche per gli altri parametri calcolati (valore massimo orario e
valori di picco). Dall’analisi dei dati, risulta evidente come il peso della vasca A (ditta Agri.Bio.Fert.
Correttivi srl) e della vasca D (stoccaggio fanghi pompabili), sia preponderante rispetto ai restanti
contributi, rappresentando una quota rispettivamente del 26‐47% e del 37‐57% del totale, variabile a
seconda del ricettore considerato. Si rileva, inoltre, come le vasche A e D, insieme alla vasca E (raccolta
fanghi pompabili) che rappresenta una quota variabile fra il 5% e il 10% del totale, contribuiscono per la
quasi totalità al contesto emissivo presente (74‐107%). È pertanto necessario che la ditta preveda la
progettazione della captazione e trattamento delle emissioni che si originano dalle vasche in questione.
1.2.4 Chiarimenti
Con riferimento ai richiamati Bref comunitari e alle tecniche adottabili per la mitigazione dell’impatto
odorigeno [es. 24 d), 24 e), 35 a), 65 b)] si premette che queste non sono prescrittive in quanto, come
stabilito dall’art. 29‐bis, comma 1, del D.Lgs. 152/06 e smi, “L'autorizzazione integrata ambientale è
rilasciata tenendo conto di quanto indicato all'Allegato XI alla Parte Seconda e le relative condizioni sono
definite avendo a riferimento le Conclusioni sulle BAT […]”1 e, come stabilito dall’art. 29‐sexies, comma 4,
del medesimo D.Lgs., “i valori limite di emissione, i parametri e le misure tecniche equivalenti di cui ai
commi precedenti fanno riferimento all'applicazione delle migliori tecniche disponibili, senza l'obbligo di
utilizzare una tecnica o una tecnologia specifica, tenendo conto delle caratteristiche tecniche
dell'impianto in questione, della sua ubicazione geografica e delle condizioni locali dell'ambiente”.
Ovviamente, laddove i Bref stabiliscano livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili
(BAT‐AEL), questi devono essere considerati come prescrittivi (in accordo a quanto stabilito dall’art. 29‐
sexies, comma 4‐bis del D.Lgs. 152/06 e smi), fermo restando il periodo minimo di adeguamento
1 La previgente versione dell’art. 29‐bis, comma 1, prevedeva che “L’autorizzazione integrata ambientale […] è rilasciata tenendo conto di quanto indicato nell’allegato XI e delle informazioni diffuse ai sensi dell’articolo 29‐terdecies, comma 4 e dei documenti BREF (BAT Reference Documents) pubblicati dalla Commissione europea, nel rispetto delle linee guida per l’individuazione e l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, emanate con uno o più decreti del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali […]”.
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stabilito dall’art. 21, paragrafo 3, della direttiva 2010/75/UE (entro 4 anni dalla data di pubblicazione
delle decisioni concernenti le conclusioni sulle BAT).
Con riferimento alle richiamate BAT di cui al DMA 29.01.2007 si evidenzia che esse non costituiscono più
riferimento valido per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. Infatti, il soprarichiamato art.
29‐bis, comma 1, del D.Lgs. 152/06 e smi, indica quali documenti tecnici da prendere a riferimento le
sole Conclusioni sulle BAT o “nelle more della emanazione delle conclusioni sulle BAT” “le pertinenti
conclusioni sulle migliori tecniche disponibili, tratte dai documenti pubblicati dalla Commissione europea
in attuazione dell’articolo 16, paragrafo 2, della direttiva 96/61/CE o dell’articolo 16, paragrafo 2, della
direttiva 2008/01/CE” (e, quindi, i cosiddetti “Bref”).
Ciononostante, al fine di ridurre l’impatto odorigeno dell’installazione, è stata individuata una prima
serie di interventi sulle sorgenti maggiormente odorigene consistenti in:
1) copertura vasca D, aspirazione emissioni prodotte dall’attività di carico, miscelazione e scarico e loro
trattamento in uno scrubber e biofiltro opportunamente dimensionati;
2) copertura vasche E, aspirazione emissioni prodotte dall’attività di carico, miscelazione e scarico e
loro trattamento in uno scrubber e biofiltro opportunamente dimensionati;
3) utilizzo di rifiuti biologici per la produzione di correttivo calcico palabile caratterizzati da carico
odorigeno inferiore a 15.000 OUE/m3;
4) produzione di correttivo calcico palabile ricorrendo esclusivamente a calce materia prima ed
assicurando il controllo del processo, al fine di contenere il carico odorigeno del gesso di
defecazione prodotto al di sotto di 15.000 OUE/m3.
1. Copertura vasca D, aspirazione emissioni prodotte dall’attività di carico, miscelazione e scarico e
loro trattamento in uno scrubber e biofiltro opportunamente dimensionati
Tale intervento consiste nella realizzazione di un sistema di copertura della vasca D (struttura in metallo
dotata di un numero di aperture sufficiente a consentire un campionamento rappresentativo e la pulizia
periodica), posta a circa 0,5 m dal pelo libero del fango liquido. Inoltre la vasca sarà dotata di sistemi di
miscelazione sommersi. In questo modo sarà possibile porre in leggera aspirazione la vasca ed inviare le
emissioni prodotte dalle attività di carico, miscelazione e scarico al sistema di abbattimento, costituito
da uno scrubber ad umido (per la riduzione dei composti inorganici costituiti quasi esclusivamente da
ammoniaca e acido solfidrico)2 e successivo biofiltro (per la riduzione dei composti organici). La
soluzione di lavaggio dello scrubber sarà ricircolata, periodicamente reintegrata con additivi al fine di
mantenere le caratteristiche chimiche necessarie per assicurare l’abbattimento dei composti inorganici
e, quando esausta, avviata a smaltimento presso impianti terzi autorizzati. Le acque di percolamento del
letto filtrante del biofiltro , se tecnicamente fattibile, saranno ricircolate nel circuito di bagnatura del
2 In alcune applicazioni l’H2S viene abbattuto in una prima colonna d’assorbimento, dove l’aria che sale incontra in controcorrente una soluzione di soda caustica. La reazione che avviene in colonna è la seguente: H2S + 2NaOH = (Na)2S + H2O. Successivamente l’aria che contiene come inquinante solo NH3, viene inviata in una seconda colonna dove incontra in controcorrente una soluzione di ipoclorito di sodio. La reazione che avviene è la seguente: 2NH3 + 3NaOCl = N2 + 3NaCl + 3H2O. L’aria in uscita dalla seconda colonna, nel caso in cui contenga piccole quantità di ammoniaca non reagita, può essere fatta passare in una terza colonna (detta di guardia) dove incontra in controcorrente una soluzione di acido solforico H2SO4. L’ammoniaca viene abbattuta con la reazione 2NH3 + H2SO4 = (NH4)2SO4. Tale processo ha il pregio di usare una quantità modestissima di H2SO4.
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letto filtrante, oppure collegate, previa verifica una tantum delle caratteristiche qualitative, alla rete di
raccolta delle acque meteoriche.
Il sistema di abbattimento sarà dimensionato per poter trattare circa 3.600 m3/h di aria calcolati
considerando l’estensione della vasca (1.174 m2), l’altezza del volume d’aria posto tra pelo libero del
fango e la copertura (0,5 m ai lati e 2,5 m al centro) e un numero di ricambi aria per ora pari a 2.
Prendendo a riferimento i criteri per il dimensionamento previsti dalla DGRV n. 568 del 25 febbraio
20053 (v. Allegato 1, P.to 6.2), vengono di seguito riportati i dati del biofiltro per il trattamento delle
emissioni prodotte dalle vasche E:
Tabella 1.1 – Dati di dimensionamento del biofiltro per il trattamento delle emissioni prodotte dalla vasca D
Dati di progetto Valore limite DGRV 568/05 Superficie attiva filtrante (m2) 68,5 Altezza strato filtrante (m) 1,65 Volume strato filtrante (m3) 113,0
Portata d’aria trattabile (m3/ora) 3.600,0 (1) Tempo di contatto (sec) 113,0 ≥ 30
Velocità di attraversamento (cm/sec) 1,46 Carico volumetrico (Nm3/h/m3 bio) 31,9 ≤ 120
Nota (1): calcolati considerando l’estensione della vasca (1.174 m2), l’altezza del volume d’aria posto tra pelo libero del fango e la copertura (0,5 m) e un numero di ricambi aria per ora pari a 2.
Inoltre, considerando una concentrazione dei COV pari a 2.118 mg/m3 (valore rilevato in data
20/03/2014 in occasione dei prelievi dei campioni d’aria per l’esecuzione dell’indagine olfattometrica
sulla sorgente “Vasche E”)4, in base alla portata d’aria da trattare (3.600 m3/h) risulterebbe un carico di
COV in ingresso al biofiltro pari a 7.624,8 g/h e un carico specifico di 67,5 g m‐3 bio h‐1 di COV,
conforme al carico specifico desumibile in bibliografia (da 10 a 200 g m‐3 bio h‐1 di COV).
Il biofiltro sarà costituito o da 5 cassoni con struttura in metallo, collegati in parallelo, aventi la
caratteristica di essere movimentabili da un autocarro dotato di attrezzatura scarrabile; tale soluzione
permette il trattamento deodorizzante di portate d’aria fino a 2.000 m3/h per singolo cassone e
consente una rapida messa in funzione poiché è sufficiente posare i cassoni a terra, montare il sistema
di bagnatura del letto filtrante e collegare le tubazioni (mandata dell’aria, bagnatura del letto filtrante e
scarico delle acque di percolamento). In alternativa, il biofiltro potrà essere costituito da una vasca in
calcestruzzo avente le medesime dimensioni utili (superficie di almeno 68,5 m2, altezza dello strato
filtrante di almeno 1,65 m e volume dello strato filtrante di almeno 113 m3).
La posizione del biofiltro a servizio della vasca D (punto di emissione B.1) è indicata nell’Allegato C.9 (v.
Annesso 2).
3 Norme tecniche ed indirizzi operativi per la realizzazione e la conduzione degli impianti di recupero e di trattamento delle frazioni organiche dei rifiuti urbani ed altre matrici organiche mediante compostaggio, biostabilizzazione e digestione anaerobica. 4 V. RdP Osmotech S.r.l. n. 2199‐03 del 27/03/2014 preso a riferimento in quanto la vasca D sarà destinata ad ospitare fanghi liquidi aventi le medesime caratteristiche di quelli attualmente posti all’interno delle vasche E.
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2. Copertura vasche E, aspirazione emissioni prodotte dall’attività di carico, miscelazione e scarico e
loro trattamento in uno scrubber e biofiltro opportunamente dimensionati
Tale intervento consiste nella realizzazione di un sistema di copertura delle vasche E (struttura in
metallo rimovibile per poter effettuare interventi di pulizia periodica del fondo delle vasche e dotate di
un numero di botole sufficiente a consentire un campionamento rappresentativo), posta a circa 0,8 m
dal pelo libero del fango liquido. Inoltre la vasche saranno dotate preventivamente alla copertura di
sistemi di miscelazione sommersi fissi. In questo modo sarà possibile porre in leggera aspirazione le
vasche ed inviare le emissioni prodotte dalle attività di carico, miscelazione e scarico al sistema di
abbattimento, costituito da uno scrubber ad umido (per la riduzione dei composti inorganici costituiti
quasi esclusivamente da ammoniaca e acido solfidrico) e successivo biofiltro (per la riduzione dei
composti organici). La soluzione di lavaggio dello scrubber e le acque di percolamento del letto filtrante
del biofiltro saranno gestite come già indicato per l’impianto di trattamento delle emissioni prodotte
dalla vasca D.
Il sistema di abbattimento sarà dimensionato per poter trattare circa 700 m3/h di aria calcolati
considerando l’estensione delle vasche (448 m2), l’altezza del volume d’aria posto tra pelo libero del
fango e la copertura (0,8 m) e un numero di ricambi aria per ora pari a 2.
Prendendo a riferimento i criteri per il dimensionamento previsti dalla DGRV n. 568 del 25 febbraio 2005
(v. Allegato 1, P.to 6.2), vengono di seguito riportati i dati del biofiltro per il trattamento delle emissioni
prodotte dalle vasche E:
Tabella 1.2 – Dati di dimensionamento del biofiltro per il trattamento delle emissioni prodotte dalle vasche E
Dati di progetto Valore limite DGRV 568/05 Superficie attiva filtrante (m2) 13,7 Altezza strato filtrante (m) 1,65 Volume strato filtrante (m3) 22,6
Portata d’aria trattabile (m3/ora) 716,8 (1) Tempo di contatto (sec) 113,5 ≥ 30
Velocità di attraversamento (cm/sec) 1,45 Carico volumetrico (Nm3/h/m3 bio) 31,7 ≤ 120
Nota (1): calcolati considerando l’estensione delle vasche (448 m2), l’altezza del volume d’aria posto tra pelo libero del fango e la copertura (0,8 m) e un numero di ricambi aria per ora pari a 2.
Inoltre, considerando una concentrazione dei COV pari a 2.118 mg/m3 (valore rilevato in data
20/03/2014 in occasione dei prelievi dei campioni d’aria per l’esecuzione dell’indagine olfattometrica
sulla sorgente “Vasche E”)5, in base alla portata d’aria da trattare (716,8 m3/h) risulterebbe un carico di
COV in ingresso al biofiltro pari a 1.518,2 g/h e un carico specifico di 67,2 g m‐3 bio h‐1 di COV,
conforme al carico specifico desumibile in bibliografia (da 10 a 200 g m‐3 bio h‐1 di COV).
Il biofiltro sarà realizzato con struttura in metallo avente la caratteristica di essere movimentabile da un
autocarro dotato di attrezzatura scarrabile; tale soluzione permette il trattamento deodorizzante di
portate d’aria fino a 2.000 m3/h e permette una rapida messa in funzione poiché è sufficiente posare il
cassone a terra, montare il sistema di bagnatura del letto filtrante e collegare le tubazioni (mandata
dell’aria, bagnatura del letto filtrante e scarico delle acque di percolamento).
5 V. RdP Osmotech S.r.l. n. 2199‐03 del 27/03/2014.
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La posizione del biofiltro a servizio delle vasche E (punto di emissione B.2) è indicata nell’Allegato C.9 (v.
Annesso 2).
3. Utilizzo di rifiuti biologici per la produzione di correttivo calcico palabile caratterizzati da carico
odorigeno inferiore a 15.000 OUE/m3
Consiste nell’utilizzo di rifiuti biologici per la produzione di correttivo calcico palabile caratterizzati da
carico odorigeno inferiore a 15.000 OUE/m3. La concentrazione di odore (valore rilevato in data
20/03/2014 in occasione dei prelievi dei campioni d’aria per l’esecuzione dell’indagine olfattometrica
sulla sorgente “fanghi da trattare”)6, pari a 230.000 OUE/m3, è ritenuta alquanto anomala e non
giustificabile in ragione del fatto che Agri.Bio.Fert.Correttivi S.r.l., per la produzione del correttivo calcico
denominato “gesso di defecazione”, potrebbe utilizzare fanghi aventi le medesime caratteristiche di
quelli trattati da Co.Im.Po. S.r.l. (campioni denominati “Uscita vasca B”, “Ingresso vasca C”, “Ingresso
vasca H” e “Area G”), i quali presentano un carico odorigeno massimo pari a circa 13.500 OUE/m3.
4. Produzione di correttivo calcico palabile ricorrendo esclusivamente a calce materia prima ed
assicurando il controllo del processo, al fine di contenere il carico odorigeno del gesso di defecazione
prodotto al di sotto di 15.000 OUE/m3
Consiste nella produzione, da parte di Agri.Bio.Fert.Correttivi S.r.l., di correttivo calcico palabile
denominato “gesso di defecazione” utilizzando, per l’idrolisi alcalina, esclusivamente ossido di calcio
(calce) materia prima ed assicurando il controllo del processo mediante:
pesatura dei rifiuti biologici a matrice organica in ingresso al trattamento;
calcolo stechiometrico dell’ossido di calcio da addizionare per l’idrolisi alcalina;
calcolo stechiometrico dell’acido solforico da addizionare per la precipitazione e correzione pH.
Tali interventi, assicurando il controllo del pH del correttivo calcico prodotto (da mantenere il più
possibile su valori di neutralità), determineranno la produzione di un gesso di defecazione avente carico
odorigeno non superiore a quello dei rifiuti biologici di partenza, pari al massimo a circa 15.000 OUE/m3.
Con l’attuazione della prima serie di interventi sopradescritti sulle sorgenti maggiormente odorigene, è
stata ripetuta la simulazione (tramite il codice di calcolo CALPUFF, in catena col modello meteorologico
diagnostico CALMET, già utilizzati per le simulazioni modellistiche descritte nello “Studio della diffusione
atmosferica delle emissioni odorigene” inviato dalla ditta il 25/08/2014) dei valori di concentrazione
oraria [98° percentile conc. massima oraria (OU/m3)] stimati presso i ricettori considerati.
Sono di seguito riportati i dati di input del modello:
6 V. RdP Osmotech S.r.l. n. 2199‐05 del 27/03/2014.
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Tabella 1.3 Caratterizzazione geometrica ed emissiva delle sorgenti di odore (stato di progetto)
Sorgente Modalità di campionamento
Concentrazione di odore (OUE/m
3)
Altezza di rilascio
rispetto al suolo (m)
Superficie emissiva totale (m2)
SOER ‐ Portata
specifica di odore
(OUE/m2 s)
Portata volumetrica nominale (m3 / h)
Vasca B (ingresso) EV (*) 2.200 3,00 4.483 4,30 Vasca B (uscita) EV (*) 11.000 3,00 4.483 21,48 Biofiltro B2
(tratt. emissioni vasca E)
CS (*) 300 (1) 2,85 13,7 716,80
Biofiltro B1 (tratt. emissioni
vasca D) CS (*) 300 (1) 2,85 68,5 3600,00
Area box delimitati da new jersey
EV (*) 15.000 0,55 356 (2) 29,30
Vasca A (A1 + A2) EV (*) 15.000 4,00 1.717 29,30 Vasca C EV (*) 540 4,50 2.823 1,05 Vasca H EV (*) 2.500 4,50 2.273 4,88
Area box da F1 a F11 (box 6M)
EV (*) 1.650 1,00 56 3,22
Area G EV (*) 13.500 0,55 19 (3) 26,37 Note (in giallo le sorgenti modificate): (*) EV = campionamento di flusso ventilato artificialmente su sorgente estesa; CS = campionamento con cappa statica. (1) Valore massimo previsto, in alcune Regioni (es. Lombardia), per le emissioni da biofiltri in impianti di compostaggio. (2) 5 box riempiti (n. 5‐6‐7‐2‐3) per metà altezza. (3) 1 box riempito (n. 6) per metà altezza.
Sono di seguito riportati i risultati delle simulazioni effettuate espressi come valori di concentrazione
oraria [98° percentile conc. massima oraria (OU/m3)] stimati presso i ricettori considerati:
Tabella 1.4 Valori massimi delle concentrazioni orarie e 98° percentile stimati presso i ricettori considerati (stato di fatto vs
stato di progetto)
RICETTORI CONC. MASSIMA 98° PERCENTILE CONC.
Id. x y Distanza ORARIA MASSIMA ORARIA
(m, G‐B) (m, G‐B) (m) (OU/m3) (OU/m3)
Stato di fatto Stato di progetto
Stato di fatto Stato di progetto
R1 1732940,7 4999096,7 1596 177,4 13,6 15,8 0,9
R2 1731893,6 4998705,3 1740 128,4 11,6 16,5 1,1
R3 1732366,9 4998540,2 1300 217,2 17,0 29,1 1,9
R4 1732161,8 4998467,7 1380 255,2 18,0 24,4 1,7
R5 1731919,8 4998423,0 1540 164,8 12,8 18,6 1,2
R6 1732000,5 4998103,9 1300 224,1 15,1 24,2 1,5
R7 1732023,9 4997896,3 1200 207,6 18,9 28,5 1,6
R8 1732068,6 4997679,7 1100 266,7 21,7 35,1 2,1
R9 1732477,2 4997967,5 820 369,6 24,9 62,2 3,7
R10 1732653,0 4998094,1 770 441,7 46,2 72,7 4,7
R11 1733135,4 4998122,1 600 574,9 39,9 95,2 5,2
R12 1733635,8 4998261,5 880 621,9 40,7 50,6 3,0
R13 1733334,8 4997264,1 300 892,4 53,0 208,1 13,7
R14 1733872,6 4997065,6 840 414,6 29,5 66,8 3,5
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RICETTORI CONC. MASSIMA 98° PERCENTILE CONC.
Id. x y Distanza ORARIA MASSIMA ORARIA
(m, G‐B) (m, G‐B) (m) (OU/m3) (OU/m3)
Stato di fatto Stato di progetto
Stato di fatto Stato di progetto
R15 1733856,9 4996975,9 880 530,8 36,1 63,1 3,5
R16 1733912,0 4996865,6 990 315,3 29,3 51,2 2,9
R17 1733565,5 4996700,1 910 534,0 28,8 77,3 5,4
R18 1733220,5 4996798,9 720 610,3 46,5 128,7 9,2
R19 1732783,0 4996470,0 1110 351,1 23,7 67,4 4,2
R20 1732599,0 4996374,3 1270 372,6 23,2 46,3 3,1
R21 1732268,1 4996759,5 1170 384,4 27,1 44,7 2,5
R22 1730345,4 4996627,4 2960 96,8 7,9 6,2 0,4
R23 1734771,0 4994367,8 3535 50,1 3,6 6,1 0,4
Come è possibile notare dai dati riportati in Tabella 1.4, con la prima serie di interventi volti a ridurre
l’impatto odorigeno dell’installazione, è prevedibile una sensibile riduzione della valori di
concentrazione oraria [98° percentile conc. massima oraria (OU/m3)] stimati presso i ricettori. Tali valori
dovranno essere confermati, successivamente alla realizzazione degli interventi, dalle analisi
olfattometriche che saranno ripetute sui recettori più sensibili (R10, R11, R13, R17, R18, R19) con le
frequenze indicate nel Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC), v. Allegato E.4 (rev. 1) in Annesso 6.
1.3 PUNTO 3 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
COMPATIBILITÀ CHIMICA TRA RIFIUTI POSTI IN STOCCAGGIO E POSSIBILI REAZIONI
CHIMICHE / EMISSIONE DI INQUINANTI
1.3.1 Osservazione Provincia Rovigo
La possibilità di stoccare ed utilizzare diversi tipi di rifiuti (fanghi civili ed agroalimentari, feci, urine e
letame, digestato, scarti di fibre, liquidi da trattamento anaerobico, ecc.) comporta la necessità di
definire modalità di stoccaggio e di segregazione degli stessi in relazione alla loro compatibilità chimica
(rif. punto 30 delle Bref ‐ Allegato D della domanda di AIA), sia in riferimento alla prevista diversa
gestione dei box dell’area 19, che nella vasca B, ove la miscelazione di diversi tipi di rifiuto può
determinare reazione chimiche o emissioni di inquinanti (rif. 13 Bref, 14, 24c); quindi per ogni CER
autorizzato è necessario identificare la zona di stoccaggio.
1.3.2 Chiarimenti
Con riferimento ai richiamati Bref comunitari e alle tecniche adottabili per la segregazione richiesta
dall’incompatibilità chimica [30] e il contenimento della produzione di inquinanti a valle dei trattamenti
[13, 14, 24c], oltre a richiamare quanto già riportato al precedente § 1.2.4 sull’assenza dell’obbligo di
utilizzare una tecnica o una tecnologia specifica, si evidenzia che:
la messa in riserva (R13) non costituisce attività di miscelazione di rifiuti (v. Allegato A alla DCR
Veneto n. 30 del 29 aprile 2015, Tabella “Classificazione degli impianti di gestione dei rifiuti”); le
attività di miscelazione sono afferenti all’attività di recupero R12;
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se anche si ammettesse che all’interno della vasca B viene effettuata attività di miscelazione di
rifiuti, questa potrebbe essere svolta senza vincoli poiché la norma ambientale (v. art. 187, comma
1, del D.Lgs. 152/06 e smi) impone il divieto di miscelare rifiuti pericolosi aventi differenti
caratteristiche di pericolosità ovvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi;
come riportato nel documento del Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 “Istruzione PR13 IO02
– Gestione rischio chimico”:
i rifiuti posti in R13 all’interno della vasca B “sono di origine vegetale o animale e composti da
un’elevata frazione organica degradabile, perfettamente miscibili tra di loro e non pericolosi”;
“le percentuali massime di presenza di metalli pesanti nei rifiuti sono molto basse (inferiori al
massimo al 0,25%) tali da non comportare problematiche alla salute dei lavoratori”;
“generalmente queste tipologie di rifiuto presentano delle caratteristiche compositive e
quantitative costanti”.
1.4 PUNTO 4 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
COMPATIBILITÀ CHIMICA TRA RIFIUTI SOTTOPOSTI A RECUPERO (R3) E POSSIBILI
REAZIONI CHIMICHE / EMISSIONE DI INQUINANTI
1.4.1 Osservazione Provincia Rovigo
Lo stesso dicasi nel processo di stabilizzazione / condizionamento dei fanghi palabili nelle vasche C, H e
dei funghi pompabili nelle vasche D, E; in entrambi i casi risulta necessario identificare le possibili
reazioni chimiche che possono avvenire nella miscelazione dei diversi tipi di rifiuti/fanghi e stabilire
regole per la miscelazione, al fine di restringere il numero di rifiuti che possono essere miscelati, evitare
l’aumento delle emissioni inquinanti o reazioni chimiche diverse.
1.4.2 Chiarimenti
Con riferimento ai richiamati Bref comunitari e alle tecniche adottabili per la segregazione richiesta
dall’incompatibilità chimica [30] e il contenimento della produzione di inquinanti a valle dei trattamenti
[13, 14, 24c], si rimanda a quanto premesso al precedente § 1.3.2.
Si evidenzia inoltre che:
le attività di stabilizzazione (R3) sono svolte nel rispetto di quanto previsto dall’Allegato A, Punto 5,
della DGRV 2241 del 09/08/2005; infatti:
per i rifiuti biologici pompabili la stabilizzazione è attuata mediante trattamento di aerazione
estesa – ad esempio mediante miscelazione, ossigenazione forzata, rivoltamento, in funzione
delle caratteristiche chimico‐fisiche dei fanghi – a temperatura ambiente, senza apporti o
prelievi per l’intera durata del trattamento, per un tempo minimo di 30 giorni;
per i rifiuti biologici palabili la stabilizzazione è attuata mediante stoccaggio in lotti a
temperatura ambiente senza apporti o prelievi per l’intera durata del trattamento (di almeno 60
giorni);
i rifiuti sottoposti ad R3 all’interno delle vasche C ed H (se palabili) o D ed E (se pompabili), come
riportato nel documento del Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 “Istruzione PR13 IO02 –
Gestione rischio chimico”, “sono […] perfettamente miscibili tra di loro e non pericolosi”.
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1.5 PUNTO 5 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO: LIMITAZIONE
STOCCAGGIO RIFIUTI PUTRESCIBILI A <48 H
1.5.1 Osservazione Provincia Rovigo
Il periodo di stoccaggio provvisorio dei rifiuti putrescibili. non dovrebbe superare le 48 ore (cap D 3.11
pag. 779 del Dma 29.01.2007).
1.5.2 Chiarimenti
Con riferimento alle richiamate BAT di cui al DMA 29.01.2007 si evidenzia quanto già chiarito al
precedente § 1.2.4 in relazione al fatto che esse non costituiscono più riferimento valido per il rilascio
dell’autorizzazione integrata ambientale.
1.6 PUNTO 6 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
IDENTIFICAZIONE ZONE DI STOCCAGGIO RIFIUTI IN ATTESA DI ANALISI O QUARANTENA
1.6.1 Osservazione Provincia Rovigo
Identificare le zone ove i rifiuti sono stoccati in attesa di analisi o lo aree di quarantena per i rifiuti non
conformi [rif. Punto 10b) bref].
1.6.2 Chiarimenti
Tutti i rifiuti in ingresso all’impianto sono accettati solo se in possesso di “omologa” valida, costituita da
scheda rifiuto, sottoscritta dal produttore, e analisi di classificazione del rifiuto fornite dal produttore, e
datate non più di 365 giorni dal ricevimento in Co.Im.Po. S.r.l.. In alternativa per il rinnovo delle
omologhe su rifiuti con analisi ancora in corso di validità la Co.Im.Po. provvederà ad eseguire un
campionamento secondo l’istruzione operativa P.I.07‐I.O.18 e a far eseguire l’analisi da parte di un
laboratorio accreditato UNI 17025. Nel caso in cui Co.Im.Po. S.r.l. intenda effettuare proprie analisi sui
rifiuti in ingresso, a scopo di verifica rispetto a quanto dichiarato dal produttore e desunto dall’analisi
dallo stesso fornita (v. successivo § 1.14), sono utilizzati per lo stoccaggio provvisorio, in attesa dei
risultati delle analisi di verifica:
i box di stoccaggio presenti nell’area 19 (Box 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10), in caso di fanghi palabili;
i silos di stoccaggio (silos 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 17, 18, 19, 20, 21, 22), in caso di fanghi
pompabili.
I box e i silos utilizzati a tale scopo saranno contrassegnati da un’adeguata cartellonistica riportante il
codice CER del rifiuto e il produttore, nonché l’indicazione “Rifiuto in attesa di analisi”. Se il rifiuto
risultasse non conforme, rimarrà stoccato nello stesso box/silos in attesa dell’avvio a
smaltimento/recupero in impianti autorizzati.
Nel caso in cui l’Autorità Competente non consenta di utilizzare tutti i box e i silos sopraindicati,
Co.Im.Po. S.r.l. attuerà lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso in attesa di analisi nei box precedentemente
identificati con le sigle 1F, 2F, 3F, 4F, 5F e i silos identificati con le sigle S.F.P. 3, 4, 11, 12, 13 già
autorizzati a tale scopo con la Determinazione provinciale n. 3463 del 12/12/2013 e indicati nella
planimetria TAV n. 4 del 10/07/12 presente agli atti.
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1.7 PUNTO 7 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO: CONTROLLO
IN CONTINUO DEI PARAMETRI DEL PROCESSO DI BIOSTABILIZZAZIONE PER EVITARE
L'INSTAURARSI DI CONDIZIONI ANAEROBICHE CON SVILUPPO DI CATTIVI ODORI
1.7.1 Osservazione Provincia Rovigo
Controllo dei parametri del processo di biostabilizzazione (operazione R3) come: temperatura, pH,
umidità, ossigeno disciolto, C/N, allo scopo di evitare l’instaurarsi di condizioni anerobiche con sviluppo
di cattivi odori, in linea con le BAT di settore cap. D 1.3.1 pag. 766 del Dma 29/01/2007.
1.7.2 Osservazione Comitato Ca’ Emo Nostra
Non è disponibile una procedura di gestione del processo dove vengono descritte […] l’eventuale apporto
di ossigeno, il numero di rivoltamenti, la misura giornaliera della temperatura del cumulo, ecc. (DGRV n.
2241/09 cap. I punto 5 e s.m.).
1.7.3 Chiarimenti
Con riferimento alle richiamate BAT di cui al DMA 29.01.2007 si evidenzia quanto già chiarito al
precedente § 1.2.4 in relazione al fatto che esse non costituiscono più riferimento valido per il rilascio
dell’autorizzazione integrata ambientale.
Nell’osservazione presentata dal Comitato Ca’ Emo Nostra si richiama il Cap. 1, punto 5 dell’Allegato A
alla DGRV 2241/05 in cui sono elencate 7 tipologie di trattamenti per la stabilizzazione dei fanghi, alcuni
dei quali prevedono il mantenimento dei fanghi ad una temperatura minima per un determinato
numero di giorni o il controllo di altri parametri come il pH e la sostanza secca. È poi riportato che “La
temperatura del fango nel corso della stabilizzazione dovrà essere monitorata almeno giornalmente e, se
possibile, in continuo. I risultati devono essere registrati e messi a disposizione dell’autorità competente
per eventuali controlli. La Provincia può prevedere il monitoraggio di altri parametri che ritenga utili al
controllo del processo”.
Il processo condotto da Co.Im.Po. S.r.l. fa riferimento ai punti 4 (per i fanghi pompabili) e 5 (per i fanghi
palabili) che consistono, rispettivamente, nella stabilizzazione mediante aerazione estesa a temperatura
ambiente per un tempo minimo di 30 giorni e nella stabilizzazione mediante stoccaggio in lotti a
temperatura ambiente senza apporti o prelievi per l’intera durata del trattamento fissata in minimo 60
giorni.
Si ritiene pertanto che i processi di stabilizzazione attuati in Co.Im.Po., non essendo vincolati al rispetto
di parametri quali temperatura, pH o sostanza secca ma, più semplicemente, al mantenimento a
temperatura ambiente per almeno 30 giorni (se pompabili) o 60 giorni (se palabili), non richiedono
apporto di ossigeno, rivoltamenti e la misura giornaliera della temperatura dei cumuli.
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1.8 PUNTO 8 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
TRATTAMENTO AEROBICO DEI FANGHI PER EVITARE L'INSTAURARSI DI CONDIZIONI DI
ANAEROBIOSI E LO SVILUPPO DI COMPOSTI MALEODORANTI
1.8.1 Osservazione Provincia Rovigo
Si ritiene che il trattamento aerobico dei fanghi sia fondamentale per evitare l’instaurarsi di condizioni
anaerobiche che possono portare a sviluppo di composti maleodoranti (rif. 69b del Bref) e di
conseguenza lo stesso dovrebbe essere applicato laddove possibile.
1.8.2 Chiarimenti
Come descritto al precedente § 1.7.3 la stabilizzazione dei fanghi attuata da Co.Im.Po. S.r.l. consiste
nella stabilizzazione mediante aerazione estesa a temperatura ambiente per un tempo minimo di 30
giorni (nel caso dei rifiuti biologici pompabili) e nella stabilizzazione mediante stoccaggio in lotti a
temperatura ambiente senza apporti o prelievi per l’intera durata del trattamento fissata in minimo 60
giorni (nel caso dei rifiuti biologici palabili). Nel caso dei fanghi palabili non è prevista l’insufflazione di
aria nella massa. Nel caso dei fanghi pompabili, invece, l’apporto di ossigeno tramite aerazione estesa è
garantito da miscelatori sommergibili posti all’interno delle vasche ed azionati ogni 2‐3 giorni per circa 4
ore. Le emissioni odorigene prodotte dalle attività di miscelazione dei fanghi liquidi posti nelle vasche E
e D saranno gestire secondo quanto descritto al precedente § 1.2.4.
1.9 PUNTO 9 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO: DEFINIZIONE
DELLE AREE E DEI PERCORSI DI DILAVAMENTO METEORICO E DI RACCOLTA DEL
PERCOLATO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA ZONA 19
1.9.1 Osservazione Provincia Rovigo
Considerando che il piazzale 27 ritornerà in disponibilità della Coimpo, risulta necessario definire le aree
ed i percorsi delle acque di dilavamento meteorico e di raccolta del percolato (con particolare riferimento
alla zona 19 area box e vagliatura ‐ Allegato B21).
1.9.2 Chiarimenti
Le reti di raccolta acque meteoriche di dilavamento e percolati, comprese le reti della “Zona 19”,
aggiornate alla nuova configurazione aziendale, sono riportate interamente nell’Allegato C10 (v.
Annesso 3). In particolare:
nel piazzale 27, la zona precedentemente utilizzata da Agri.Bio.Fert S.r.l. per lo stoccaggio di rifiuti
integratori non sarà più adibita a tale scopo e non si produrranno quindi percolati; le acque
meteoriche di dilavamento prodotte su tale area saranno comunque raccolte attraverso il pozzetto
già presente precedentemente adibito alla raccolta dei percolati, che verrà ricollegato alla rete
acque meteoriche posta a ovest del Piazzale 27;
le acque meteoriche di dilavamento della zona ovest del piazzale 27, come indicato in Allegato C10,
già afferiscono alla rete principale di raccolta acque meteoriche.
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1.10 PUNTO 10 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
IDENTIFICAZIONE DELLE ZONE DI EVENTUALE STOCCAGGIO DEL MATERIALE
LIGNOCELLULOSICO ADDIZIONABILE AI RIFIUTI IN LAVORAZIONE
1.10.1 Osservazione Provincia Rovigo
Poiché la ditta ha la possibilità di addizionare ai rifiuti in lavorazione, anche materiale lignocellulosico,
dovrebbero essere stabilite le zone di eventuale stoccaggio dello stesso (sotto tettoia) e le modalità di
utilizzo nel processo, in relazione al rapporto C/N [rif. punto 69j) delle Bref].
1.10.2 Osservazione ARPAV–DAP Rovigo
Si ritengono necessari chiarimenti in relazione alla natura, all’origine ed alla relativa gestione del
materiale lignocellulosico, da addizionare ai fanghi palabili, definito 'non rifiuto' al punto 3.1.5 della
Relazione Tecnica dei processi produttivi ‐ All. B18.
1.10.3 Chiarimenti
Si precisa che la ditta intende rinunciare all’utilizzo di tale tipologia di materiale.
1.11 PUNTO 11 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ DI UTILIZZO DELLE ACQUE DI 1^ PIOGGIA, DEI
PERCOLATI E DELLE ACQUE DI LAVAGGIO MEZZI
1.11.1 Osservazione Provincia Rovigo
Altresì dovrebbero essere stabilite le modalità di utilizzo delle acque di prima pioggia, dei percolati e
delle acque di lavaggio mezzi, nel processo di biostabilizzazione, in relazione ai parametri di processo (es.
umidità), definendo quindi le quantità e le zone di utilizzo (vasche di trattamento fanghi palabili, o
vasche di trattamento fanghi pompabili).
1.11.2 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Non è chiaro quali trattamenti la ditta intenda applicare sulle acque di prima pioggia prima del loro
riutilizzo per la bagnatura dei cumuli di rifiuti palabili in vasca C o H o nelle vasche E o D. Si ritiene
opportuno che vengano ricercati tutti gli inquinanti previsti per lo scarico in acque superficiali in
previsione di eventuali scarichi, e che vengano chiarite le quantità previste per il riutilizzo e la
destinazione del surplus che eventualmente si verifichi.
1.11.3 Chiarimenti
Con riferimento al riutilizzo dei liquidi prodotti all’interno dell’installazione (percolati da stoccaggio
rifiuti biologici palabili, acque di lavaggio cassoni dei mezzi di trasporto rifiuti biologici palabili e acque
meteoriche di dilavamento piazzali e aree di manovra di 1^ pioggia) si chiarisce che:
i percolati da stoccaggio rifiuti biologici palabili saranno utilizzati per la bagnatura di tali rifiuti posti
all’interno delle vasche B, C ed H, senza monitorarne le quantità; si ritiene, infatti, che tale frazione
liquida possa essere re‐immessa nelle vasche di provenienza;
le acque di lavaggio cassoni dei mezzi di trasporto rifiuti biologici palabili saranno riutilizzate, se
possibile (in ragione della disponibilità delle vasche a riceverle, in quanto “aperte”), nelle vasche in
CoImPo_AIA_INTEGRAZIONI_rev20150715 19 di 29
cui è attuata la stabilizzazione dei rifiuti biologici pompabili (E e D); in alternativa, nei casi di
indisponibilità delle vasche a riceverle in quanto “chiuse”, tali acque saranno avviate a smaltimento
presso impianti esterni autorizzati; nel caso di trasferimento delle acque di lavaggio cassoni alle
vasche E e D, sarà mantenuta idonea registrazione della data di riutilizzo, della quantità stimata
riutilizzata e delle vasche di destino (E o D);
le acque meteoriche di dilavamento piazzali e aree di manovra di 1^ pioggia (stoccate nella vasca
identificata con il numero “18” e nel silos identificato con il numero 16) saranno sottoposte ad
analisi sui parametri indicati in Tabella 1.6.4 del Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC), v. Annesso
6; in caso di conformità ai limiti previsti per lo scarico in acque superficiali, esse saranno scaricate
attraverso il punto di scarico SF1; in caso di non conformità ai limiti previsti per lo scarico in acque
superficiali ma conformità ai limiti previsti per i rifiuti in ingresso (v. Tabella 1.1.2 del PMC in
Annesso 6), esse saranno riutilizzate, se possibile (in ragione della disponibilità delle vasche a
riceverle, in quanto “aperte”), nelle vasche in cui è attuata la stabilizzazione dei rifiuti biologici
pompabili (E e D); in alternativa, nei casi di indisponibilità delle vasche a riceverle in quanto
“chiuse”, tali acque saranno utilizzate per la bagnatura dei rifiuti palabili posti all’interno delle
vasche B, C ed H, mantenendo idonee registrazioni della data di riutilizzo, della quantità stimata
riutilizzata e delle vasche di destino (B, C o H); se tale riutilizzo non sarà valutato come possibile (in
relazione all’elevato contenuto di umidità dei fanghi posti all’interno delle vasche B, C o H, come
desumibile da un controllo visivo) le acque meteoriche di dilavamento piazzali e aree di manovra di
1^ pioggia saranno avviate a smaltimento presso impianti esterni autorizzati.
1.12 PUNTO 12 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO:
INTEGRAZIONE SCHEDA D/E3/E4 ESPLICITANDO LE VOCI IN CUI SI RIMANDA AL SGA E
INTEGRAZIONE DELLE BAT PREVISTE PER I SISTEMI DI GESTIONE
1.12.1 Osservazione Provincia Rovigo
Necessità di integrare la scheda D‐Bref, esplicitando le voci in cui si rimanda al SGA relativo alla
certificazione ISO 14001 (o allegare le parti relative).
1.12.2 Osservazione Comitato Ca’ Emo Nostra
La sezione 2 (del PMC) si presenta come una tabella riassuntiva che rimanda a procedure di gestione e di
emergenza interne, dichiarate in parte in allegato, ma che non sono disponibili.
Non è disponibile un effettivo Piano di gestione con individuazione di modalità di controllo, frequenza dei
controlli, responsabilità, modalità di individuazione di NON conformità e relative azioni correttive.
1.12.3 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Come previsto dal modello di PMC per trattamento rifiuti approvato con la DGRV 242/10, parte 2‐Piano
di gestione, gli impianti certificati ISO 14001 possono sostituire con il manuale di Sistema di Gestione
Ambientale il piano di gestione. In tal caso l'azienda è tenuta a presentare procedure e registri
predisposti per il SGA.
Si fa presente che tali procedure non sono state presentate.
In particolare, andranno presentate e descritte le procedure relative alle fasi di accettazione dei rifiuti in
ingresso e la loro tracciabilità all'interno della struttura impiantistica; è opportuna una descrizione
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accurata delle dotazioni tecniche che permettono di limitare al minimo i rischi di inquinamento, oltre che
le procedure di gestione e manutenzione necessarie a mantenerle in efficienza.
1.12.4 Chiarimenti
Per quanto riguarda la scheda D‐Bref si riporta, in Annesso 7, la scheda D (rev. 01).
Per quanto riguarda le procedure citate nella Sezione 2 del PMC, queste sono allegate allo stesso
Allegato E.4 rev. 1 (v. Annesso 6).
1.13 PUNTO 1 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: INTEGRAZIONE
ANALISI RIFIUTI IN INGRESSO SU PARAMETRI NECESSARI AD ESCLUDERE LA
PERICOLOSITÀ DEI CER SPECCHIO
1.13.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
La tabella 1.1.2 del PMC – Analisi rifiuti in ingresso prevede i soli parametri indicati dalla DGRV 235/2009
e non prevede analisi finalizzate alla verifica di non pericolosità sui rifiuti con CER c.d. a specchio.
1.13.2 Chiarimenti
L’obbligo di effettuazione di analisi finalizzate alla verifica di non pericolosità sui rifiuti con CER c.d. a
specchio è a carico dei produttori del rifiuto e potrà essere da questi effettuata sui parametri ritenuti
significativi in relazione al processo di produzione del rifiuto e alle sostanze che possono entrare nella
composizione dello stesso. Co.Im.Po., al fine si stabilire l’ammissibilità in impianto dei rifiuti prodotti da
terzi, richiederà che le analisi di classificazione (effettuate dai produttori) siano accompagnate da
giudizio di non pericolosità del rifiuto (v. successivo § 1.17).
1.14 PUNTO 2 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: SPECIFICAZIONE
SE LE ANALISI SUL CER 19 08 05 SONO ATTUATE PRESSO IL PRODUTTORE O PRESSO
CO.IM.PO.
1.14.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
In riferimento alla frequenza di autocontrollo, la Tabella 1.1.2 prevede l’analisi “in base a potenz. in AE
dell'impianto produttore” per il CER 190805, ed “annuale per CER e per produttore” per tutti gli altri
rifiuti in ingresso.
In merito, l'azienda dovrà precisare se tali controlli sono previsti sui rifiuti direttamente presso il
produttore/detentore dei medesimi (con successiva acquisizione della documentazione analitica) o
presso l'Impianto Co.Im.Po. Srl prima del trattamento degli stessi.
1.14.2 Chiarimenti
Si precisa che i controlli indicati in Tabella 1.1.2 sono previsti sui rifiuti direttamente presso il
produttore/detentore dei medesimi (con successiva acquisizione della documentazione analitica). Resta
ferma la possibilità per Co.Im.Po. di effettuare ulteriori analisi “di verifica” sui rifiuti in ingresso, allo
scopo di confermare le caratteristiche qualitative dei rifiuti desunte dalle analisi di omologa effettuate
presso il produttore/detentore. In tal caso, i rifiuti in attesa di analisi saranno posti in stoccaggio
all’interno dei box o dei silos identificati nel § 1.6.
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1.15 PUNTO 2A DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO:
PREDISPOSIZIONE PIANO DI CAMPIONAMENTO RIFIUTI IN INGRESSO DA ALLEGARE AL
PMC
1.15.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Le modalità di campionamento, finalizzate alla verifica dei rifiuti In ingresso da effettuarsi presso
l'Impianto Co.Im.Po. Srl dovranno essere definite (in funzione dello stato fisico e delle modalità di
stoccaggio dei medesimi) in apposito Piano di Campionamento (aggiornato alla norma UNI 10802:2013),
da allegare al PMC, ed al quale il PMC dovrà fare esplicito riferimento.
1.15.2 Chiarimenti
Nel PMC riportato in Annesso 6 è stata inserita una nota alla Tabella 1.1.2 che rimanda all’istruzione
operativa “Piano di campionamento rifiuti in ingresso a scopo di verifica” (PI07‐IO18), in Allegato VII al
PMC.
1.16 PUNTO 2B DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO:
CAMPIONAMENTO RIFIUTI IN INGRESSO DA PERSONALE QUALIFICATO
1.16.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Il campionamento dovrà comunque essere effettuato (sia direttamente presso i siti di
produzione/detenzione dei rifiuti, sia presso l'impianto Co.Im.Po. Srl) da personale
qualificato/addestrato, ed il riferimento alle modalità di campionamento rappresentative del
lotto/volume prelevato (riferimento a norma UNI 10802 o ad altra norma riconosciuta a livello
nazionale) dovrà essere riportato nel relativo certificato di analisi, o, in alternativa, sul verbale di
campionamento che dovrà in tal caso essere allegato al predetto certificata analitico.
1.16.2 Chiarimenti
Verrà richiesto al produttore di indicare nel Rapporto di Prova di omologa il metodo di campionamento
UNI 10802 (o altra norma riconosciuta a livello nazionale). Il personale Co.Im.Po. autorizzato
all’esecuzione dei campionamenti secondo le procedure PI07‐IO18 e PI07‐IO19 sarà adeguatamente
formato per l’esecuzione degli stessi.
1.17 PUNTO 2C DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: PRESENZA NEI
CERTIFICATI DI ANALISI SUI RIFIUTI IN INGRESSO DEL GIUDIZIO DI CONFORMITÀ
1.17.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
I certificati di analisi devono riportare il giudizio di conformità ai relativi limiti di legge e/o autorizzativi
(ove previsti).
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1.17.2 Chiarimenti
Come indicato al § 1.13.2, Co.Im.Po., al fine si stabilire l’ammissibilità in impianto dei rifiuti prodotti da
terzi, richiederà che le analisi di classificazione (effettuate dai produttori) siano accompagnate da
giudizio di conformità ai limite di legge.
1.18 PUNTO 2D DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: AGGIUNTA DEI
PARAMETRI IPA, PCB E PCDD/F NELLE ANALISI DEL CER 19 08 05 IN INGRESSO
1.18.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Sui fanghi con CER 190805 in ingresso all'impianto si ritiene opportuno sia effettuata, prima della
miscelazione con altri rifiuti, la verifica dei parametri IPA, PCB, PCDD/F previsti dalla DGRV n. 235/2009
per i fanghi di depurazione da destinare all'uso agricolo. SI ritiene pertanto opportuno chela Tab. 1.1.2
del PMC sia integrata con detti parametri analitici.
1.18.2 Chiarimenti
L’obbligo di verifica della concentrazione dei parametri IPA, PCB, PCDD/F sui fanghi CER 19 08 05 è
stabilito dalla Tabella B1/1 dell’Allegato B alla DGR n. 235 del 10 febbraio 2009 per i soli fanghi di
depurazione da destinare direttamente all’uso agricolo.
1.19 PUNTO 3A DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO:
PREDISPOSIZIONE PIANO CAMPIONAMENTO RIFIUTI PRODOTTI DA ALLEGARE AL PMC
1.19.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Relativamente alla Tabella 1.1.4 del PMC (Analisi rifiuti prodotti), analogamente a quanto attualmente
previsto dalla vigente autorizzazione all'esercizio, Determinazione n. 3463/2013 ed analogamente a
quanto già osservato al precedente punto 2a per la Tab. 1.1.2 relativa ai rifiuti in ingresso, le modalità di
campionamento dei rifiuti trattati dovranno essere definite (in funzione dello stato fisico e delle modalità
di stoccaggio dei medesimi) in apposito Piano di Campionamento, da allegare al PMC ed al quale il PMC
dovrà fare esplicito riferimento.
Si osserva, in proposito, che il PMC in esame non riporta riferimenti al Piano di campionamento di rifiuti
ed altre matrici attualmente adottato dall'azienda e richiamato nelle premesse della suindicata
Determinazione n. 3463/2013.
1.19.2 Chiarimenti
Nel PMC riportato in Annesso 6 è stata inserita una nota alla Tabella 1.1.4 che rimanda al “Piano di
campionamento dei fanghi palabili (vasche C ed H)”, approvato con Determinazione dirigenziale n. 2526
deI 30/07/2012 e all’istruzione operativa “Piano di campionamento fanghi biologici condizionati
pompabili” (PR07‐I19), in Allegato VIII al PMC.
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1.20 PUNTI 3B E 3C DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO:
CAMPIONAMENTO RIFIUTI PRODOTTI DA PERSONALE QUALIFICATO
1.20.1 Osservazioni ARPAV‐DAP Rovigo
Le osservazioni già espresse ,ai precedenti punti 2b. e 2c. per i rifiuti in ingresso sono da estendere ai
rifiuti prodotti di cui alla Tabella 1.1.4 del PMC.
1.20.2 Chiarimenti
Le analisi sui rifiuti in uscita (fanghi stabilizzati) saranno riferite ad un campione rappresentativo di
rifiuto prelevato esclusivamente da personale di laboratorio qualificato.
I rapporti di prova dovranno essere accompagnati da giudizio di conformità ai limiti indicati nella Tabella
1.1.4 del PMC riportato in Annesso 6 (parte relativa ai rifiuti stabilizzati).
1.21 PUNTO 4 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: RICODIFICA CER
FANGHI STABILIZZATI (DA 19 03 05 A 19 08 05)
1.21.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Si ritiene non corretta l'attribuzione del codice CER 190305 ‐ rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla
voce 190304 ‐ ai rifiuti trattati presso l'impianto in oggetto, mediante condizionamento/stabilizzazione,
per 60 gg in lotti a temperatura ambiente, o per 30 gg con areazione, a seconda dello stato fisico dei
medesimi.
La stabilizzazione ottenuta con i citati trattamenti è infatti relativa alla riduzione della componente
fermentescibile e dell'attività microbiologica dei fanghi, non alla modificazione delle componenti
pericolose in essi contenute, alla quale si riferisce invece il termine “stabilizzati” contenuto nel CER in
argomento (si veda relativa nota esplicativa riportata nell'elenco dei rifiuti di cui all’alI. D al Dlgs. 152/06
in corrispondenza del capitolo 1903 ‐ rifiuti stabilizzati/solidificali*).
Il codice più idoneo da attribuire a miscele di fanghi e rifiuti a matrice organica, in uscita da impianti di
condizionamento/stabilizzazione e destinate all'uso agronomico, è il CER 190805 (se presente nella
miscela), in quanto più conservativo in termini di caratterizzazione analitica (IPA, PCB, PCDD/F).
* = “I processi di stabilizzazione modificano la pericolosità delle sostanze contenute nei rifiuti e
trasformano i rifiuti pericolosi in non pericolosi”.
1.21.2 Chiarimenti
Con la recente Decisione della Commissione del 18 dicembre 2014 (in vigore dal 1 giugno 2015) che
modifica la Decisione 2000/532/CE relativa all'elenco dei rifiuti la nota (4) relativa al capitolo 19 03
“rifiuti stabilizzati/solidificati” dell’elenco CER in Allegato D alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e smi è
stata eliminata. La definizione di “stabilizzazione” (“i processi che modificano la pericolosità dei
componenti dei rifiuti e trasformano i rifiuti pericolosi in rifiuti non pericolosi”) è ora riportata al punto 5.
della premessa all’Allegato alla Decisione della Commissione del 18 dicembre 2014 ed assume, pertanto,
una connotazione generale e non specificatamente riferita al capitolo 19 03.
In virtù del fatto che l’Allegato A, Capitolo 1, Punto 5, alla DGRV 2241/2005 definisce “stabilizzazione” i
processi svolti in Co.Im.Po. volti “a diminuirne la probabilità di diffusione di microrganismi patogeni, il
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carattere di putrescibilità e l’emanazione di odori sgradevoli”, si ritiene che il codice CER (19 03 05)
assegnato ai rifiuti biologici stabilizzati sia il più corretto.
1.22 PUNTO E DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: INUTILITÀ
CONTROLLO OLFATTIVO GIORNALIERO PREVISTO IN TAB. 1.6.3 DEL PMC;
MONITORAGGIO ODORI E COV
1.22.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Per quanto riguarda i monitoraggi, si rileva quanto segue:
Tab. 1.6.3 PMC ditta CO.IM.PO, del tutto inutile, è peraltro poco plausibile che l'operatore riesca a
discernere la provenienza dell’impatto odorigeno.
Tab. 1.6.4 PMC ditta CO.lM.PO, non è un monitoraggio di emissioni diffuse, ma di aria ambiente,
quindi, coma più volte ribadito, i metodi non sono idonei. Si dovrà pertanto procedere secondo le
modalità previste nella DGR n. IX\3018 del 15.02.2012 della Regione Lombardia.
1.22.2 Osservazione Provincia Rovigo
La presenza accertata di odore ai recettori intorno alla Coimpo (> anche ai 300 UO/m3) comporta la
necessità di una diversa gestione del processo di biostabilizzazione, come:
prevedere il monitoraggio dei COV con speciazione dei singoli composti, al fine di individuare le
sostanze più odorigene;
prevedere monitoraggi anche di odore (v. PMC Tab. 1.6.4).
1.22.3 Osservazione Comitato Ca’ Emo Nostra
Alla luce dei monitoraggi degli odori effettuati nel marzo 2014 e marzo 2015, che hanno rilevato soglie
odorigene elevate ai ricettori […] ritiene […] che debba essere implementato il monitoraggio della qualità
dell’aria, previsto al punto 1.6.4 del PMC aggiungendo anche l’odore, la speciazione dei composti
costituenti, i COV ed aumentando la frequenza di monitoraggio a trimestrale / semestrale.
In relazione al PMC, il Comitato evidenzia le carenze per i seguenti punti:
[…]
mancata previsione dell'analisi olfattometrica (UNI/EN 13725:2004) come previsto dalla determina
dirigenziale n. 2526 del 30.07.2012 (sez. 1 punto 6.3);
mancata previsione dell’analisi della composizione dei COV per individuare i composti maggiormente
odorigeni (es. mercaptani) (sez. 1 punto 6.4);
considerata la variabilità stagionale delle condizioni meteo, il monitoraggio delle emissioni deve essere
condotto con frequenza trimestrale o almeno semestrale (sez.1 punto 6.4).
[…]
1.22.4 Chiarimenti
Nella Tabella 1.6.3 del PMC riportato in Annesso 6 sono stati inserite le attività di controllo
dell’efficienza dei sistemi di contenimento ed abbattimento delle emissioni prodotte dalle attività di
stabilizzazione rifiuti biologici pompabili.
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Nella Tabella 1.6.4 del PMC riportato in Annesso 6 sono stati inserite le attività di monitoraggio della
concentrazione di odore (mediante olfattometria dinamica) e di speciazione chimica dei COV contenuti
nei campioni d’aria prelevati, da eseguire sia in prossimità delle sorgenti che presso i recettori.
1.23 PUNTO S1 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: INTEGRAZIONE
PARAMETRI ANALISI ACQUE DI PRIMA PIOGGIA (TAB. 1.7.2 DEL PMC); DEFINIZIONE
CONTROLLI ACQUE DI PRIMA PIOGGIA PRELIMINARMENTE AL RIUTILIZZO
1.23.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Per quanto riguarda gli scarichi idrici relativi alle acque di prima pioggia, si osserva quanto segue:
Tabella 1.7.2 ‐ La tabella va integrata con i seguenti parametri Zn, Mn, Ni, As, B, Idrocarburi Tot., E. Coli.
Inoltre dovrà essere definita la procedura di campionamento dal silo di stoccaggio. Si fa inoltre presente
che dovrà essere data comunicazione agli Enti competenti (Provincia, Comune, ARPAV) del giorno ed ora
dì attivazione dello scarico con un preavviso minimo di 5 giorni lavorativi.
1.23.2 Chiarimenti
Nella Tabella 1.7.2 del PMC riportato in Annesso 6 sono stati aggiunti i parametri Zn, Mn, Ni, As, B,
Idrocarburi Tot., E. Coli ed indicate le modalità di campionamento dal silo di stoccaggio (campionamento
istantaneo da rubinetto).
1.24 PUNTO S2 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: INTEGRAZIONE
ANALISI ACQUE SOTTERRANEE
1.24.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Non è presente nel PMC la verifica e la gestione delle acque sotterranee. Tale sezione deve essere
integrata.
1.24.2 Chiarimenti
La Tab. 1.8.1 “Acque di falda” riporta i parametri monitorati con frequenza annuale nei 4 piezometri
attivi nell’installazione (v. Allegato B 21 per l’identificazione planimetrica).
1.25 PUNTO R DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: OSSERVAZIONI
INERENTI L’ASPETTO RUMORE
1.25.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Valutazione del clima acustico della zona
Nella documentazione presentata manca una valutazione strumentale della rumorosità della zona in
assenza dell'impianto in oggetto; la valutazione, da effettuarsi secondo le tecniche previste dalla
normativa vigente (o con tecnica di campionamento o per integrazione continua) dovrà fornire un valore
di LAeq riferito all'intero periodo di riferimento diurno;
Valutazione dello sfato di fatto
Nella Scheda B14, quale sorgenti di rumore, vengono citati i vagli fanghi palabili, dei quali tuttavia non
viene fornito alcun dato di pressione e/o di potenza sonora;
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Il dato di rumorosità indicato nella documentazione come LAeq‐pulito (in assenza dei transiti dei mezzi
pesanti) pari a 50 d8A. derivante da misure di 5 minuti, non caratterizza in modo sistematico e ripetitivo
la rumorosità ambientale della zona in assenza dci suddetti transiti, né fornisce indicazioni circa
l'eventuale presenza di macchinario e/o attività lavorativa presso l'impianto, che hanno contribuito alla
rumorosità rilevata; il monitoraggio e l'espressione del dato finale andavano effettuati secondo quanto
indicato al precedente punto 1.
Si ritiene pertanto che la valutazione di impatto acustico previsionale aggiornata debba essere integrata,
tenuto conto delle osservazioni di cui sopra, al line di offrire sufficienti garanzie circa il rispetto dei limiti
previsti dalla vigente classificazione acustica comunale.
1.25.2 Chiarimenti
Si allega alla presente relazione la “Valutazione di Impatto Acustico” effettuata da Tecnico Competente
in Acustica a Febbraio 2011 (v. Annesso 8).
La ditta intende ripetere l’indagine nel corso del 2015, a seguito della realizzazione delle modifiche
impiantistiche proposte.
1.26 PUNTO G2 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: INSERIMENTO
NELLA SEZIONE 2 DEL PMC DELLE PROCEDURE CITATE
1.26.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
Come previsto dal modello di PMC per trattamento rifiuti approvato con la DGRV 242/10, parte 2‐Piano
di gestione, gli impianti certificati ISO 14001 possono sostituire con il manuale di Sistema di Gestione
Ambientale il piano di gestione. In tal caso l'azienda è tenuta a presentare procedure e registri
predisposti per il SGA.
Si fa presente che tali procedure non sono state presentate.
1.26.2 Chiarimenti
Le procedure citate nella sezione 2‐Piano di Gestione del PMC sono state allegate al documento.
1.27 PUNTO G3 DELLA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DI ARPAV – DAP ROVIGO: INDICATORI DI
PERFORMANCE
1.27.1 Osservazione ARPAV‐DAP Rovigo
È necessario individuare idonei indicatori di performance (consumi e/o emissioni riferiti all’unità di
produzione annua o all'unità di materia prima).
1.27.2 Chiarimenti
La sezione 3‐Indicatori di Prestazione del PMC è stata integrata con n. 4 indicatori di performance.
1.28 ULTERIORI OSSERVAZIONI PRESENTATE DAL COMITATO CA’ EMO NOSTRA
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1.28.1 Reporting analisi caratterizzazione rifiuti in ingresso
Osservazione comitato:
Mancato reporting delle analisi di caratterizzazione dei rifiuti in ingresso.
Chiarimenti:
Si fa presente che per la mole di Rapporti di Prova inerenti la caratterizzazione dei rifiuti in ingresso
all’impianto archiviati nel corso di un intero anno risulterebbe proibitivo il reporting degli stessi nel
report annuale. I Rapporti di Prova saranno comunque archiviati presso l’installazione e resi
prontamente disponibili alle autorità competenti.
1.28.2 Registrazione quantità acque utilizzate nel processo e smaltite
Osservazione comitato:
Mancata registrazione di quantitativi di acque meteo utilizzate nel processo e di quelle smaltite.
Chiarimenti:
Come indicato al Cap. 1.11 la quantità di acque meteo utilizzate nel processo o eventualmente smaltite,
sarà stimata e registrata. La Tab. 1.2.1‐Risorse idriche del PMC è stata aggiornata di conseguenza.
1.28.3 Centralina meteo
Osservazione comitato:
Mancata previsione di una centralina meteo per la misura della direzione e velocità del vento, utile ai fini
operativi e per la valutazione di eventuali segnalazioni di odori molesti da parte della popolazione.
Chiarimenti:
La ditta intende installare quanto prima una centralina meteo per la registrazione della direzione e della
velocità del vento. La Tab. 1.6.5 – Parametri meteo climatici, del PMC, è stata aggiornata di
conseguenza.
1.28.4 Analisi acque di 2^ pioggia e avvio a smaltimento acque di 1^ pioggia.
Osservazione comitato:
Per quanto attiene le acque di II pioggia, ritiene necessario determinarne le caratteristiche, prima dello
scarico, al fine di dimostrare che l’inquinamento si esaurisce con le acque di prima pioggia, alla luce delle
norme del Pianto di Tutela delle Acque art. 39 comma 1 e prevedere un loro monitoraggio nel tempo, per
verificarne la conformità ai sensi del D. Lgs. 152/06 e s.m.; le acque di prima pioggia non riutilizzate
dovrebbero essere avviate a smaltimento presso idoneo depuratore.
Chiarimenti:
La ditta propone di effettuare uno studio una tantum, supportato da analisi chimica, per verificare
l’esaurimento del dilavamento di sostanze pregiudizievoli per l’ambiente con le acque di prima pioggia,
e di conseguenza poter gestire le acque di seconda pioggia ai sensi dell’Art. 39 comma 5 del PTA, che
non ne prevede l’autorizzazione e il monitoraggio.
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1.28.5 VERIFICA COMPATIBILITÀ COL PIANO REGIONALE GESIONE RIFIUTI
Osservazione comitato:
Visto altresì l’approvazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, come da Delibera n. 30 del
29.04.2015, chiedesi una verifica dell’intervento in questione, con le indicazioni di suddetto Piano.
Chiarimenti:
Con la D.C.R. n. 30 del 29/04/2015, pubblicata sul BUR n. 55 del 01/06/2015, è stato approvato il Piano
regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Il Piano è composto da:
Allegato A:
• elaborato A: normativa di Piano;
• elaborato B: rifiuti urbani;
• elaborato C: rifiuti speciali;
• elaborato D: programmi e linee guida;
• elaborato E: piano per la bonifica delle aree inquinate;
Allegato B:
• rapporto ambientale con valutazione di incidenza.
In relazione allo stabilimento in esame si riportano le seguenti osservazioni.
• elaborato A ‐ normativa di Piano:
‐ art. 13 Criteri di esclusione. Lo stabilimento non rientra in alcuna tipologia delle aree previste a
vincolo assoluto né in aree di esclusione in riferimento alla specifica tipologia impiantistica (nessun
vincolo di esclusione, compresa la distanza dalle abitazioni);
‐ art. 16 Disposizioni generali in materia di impianti di recupero e smaltimento di rifiuti: la ditta è in per
il possesso dei requisiti soggettivi, compresa la competenza del responsabile tecnico; l’impianto utilizza
sostanzialmente le applicabili migliori tecniche disponibili di cui al BREF disponibile “Reference
Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments Industries ‐ August 2006”, compresa
l’attuazione di un sistema di gestione ambientale certificato ISO 14001 e misure di mitigazione e
compensazione previste dal rapporto ambientale del Piano (sistemi di controllo del funzionamento delle
apparecchiature, personale competente e addestrato, utilizzo minimo di sostanze pericolose per la
manutenzione, sistemi di gestione dell’emergenza, pulizia dei piazzali e delle superfici, monitoraggio
delle emissioni acustiche, abbattimento delle emissioni di polveri, mitigazioni arboree a perimetro,
controllo delle emissioni diffuse);
‐ art. 18 Gestione degli impianti successivamente alla loro chiusura o dismissione: le operazioni di
gestione dei rifiuti hanno luogo in un contesto idoneo e correttamente individuato ai sensi degli
strumenti di pianificazione vigenti. La cessazione delle attività di gestione dei rifiuti non comporterà
necessità di modifiche strutturali, opere di mitigazione ambientale o particolari interventi di
ricomposizione e riqualificazione dell’area, la quale potrà rimanere sede di altre attività, in osservanza
delle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. Nel caso in cui le attività di cui alla presente domanda
presso lo stabilimento dovessero venire a cessare, si provvederà:
CoImPo_AIA_INTEGRAZIONI_rev20150715 29 di 29
all’allontanamento degli eventuali rifiuti non trattati o comunque presenti in impianto e dei
contenitori adibiti al deposito dei rifiuti, mediante invio a impianti terzi autorizzati;
alla rimozione delle strutture adibite alle lavorazioni;
alla rimozione dei materiali di lavoro di proprietà;
all’esecuzione delle eventuali operazioni segnalate dalle autorità competenti, e in particolare
dall’ULSS locale;
alla chiusura dei registri di carico e scarico/SISTRI;
alle opportune segnalazioni alle autorità competenti.
A fronte di una eventuale dismissione delle aree interessate, in caso di esistenza di crepe nella
pavimentazione verrà effettuata una verifica per accertare l’assenza di eventuali contaminazioni sul
suolo; nel caso in cui nel corso di tali verifiche vengano poste in evidenza contaminazioni, verranno
effettuate tutte le necessarie attività finalizzate al ripristino dell’area secondo normativa vigente.
Tuttavia, è da considerare che le aree sono coperte e impermeabilizzate.
• elaborato B ‐ rifiuti urbani: non applicabile.
• elaborato C ‐ rifiuti speciali: in merito alla linea guida per la classificazione degli impianti e delle
operazioni di recupero, l’impianto è classificato come:
‐ SELEZIONE E RECUPERO PUTRESCIBILI ‐ Condizionamento fanghi R3 ‐ R13.
• elaborato D ‐ programmi e linee guida: in merito ai criteri di esclusione, si rimanda a quanto già
specificato in precedenza;
• elaborato E ‐ piano per la bonifica delle aree inquinate: non applicabile;
• rapporto ambientale con valutazione di incidenza: in merito all’utilizzo delle applicabili migliori
Tecniche disponibili e all’adozione delle misure di mitigazione e compensazione, si rimanda a quanto già
specificato in precedenza.
Redatto da: Verificato da: Approvato da:
Dott. Stefano Schiavon Aplus S.r.l.
p.i. Andrea Gattolin Chimicambiente S.a.s.
Gianni Pagnin Co.Im.Po. S.r.l.
INGRESSO
Progetto:
Data:
ScalaOggetto
Allegato n.
Rev.
APLUS S.r.l.
Via G. Savelli, 86
35129 - Padova
Committente:
Fg. Particella Subparticella
CHIMICAMBIENTE S.a.s.
Via L. Da Vinci, 2
35042 - Este (PD)
Sede legale e stabilimento:
COMUNE DI ADRIA (RO)
CO.IM.PO. S.r.l.
Località America, 7
45011 - Adria (RO)
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C.8Planimetria modificatadell'approvigionamento e delladistribuzione idrica
1:400
07/20155 94, 200
01
Redatto su dati di Co.Im.Po. da:
Scala 1:400
0m 5m 10m 20m
LEGENDA
SIMBOLO
AREA AGRI.BIO.FERT.CORRETTIVI S.R.L.
AREA CO.IM.PO. S.R.L.
DESCRIZIONE
POZZO
PESA
UFFICI
TETTOIA PARCHEGGIO
ABITAZIONE CUSTODE E
SERVIZI IGIENICI
RICOVERO ATTREZZATURE SCARRABILI E RIMORCHI
VASCA 10 ‐ RACCOLTA PERCOLATI(SOTTO CAPANNONE)
botole d'ispezione vasca interrata
VASCA C(R3)
VASCA B(R13)
VASCA H(R3)
RICOVERO MACCHINE /OFFICINA
QUADRI ELETTRICI
INGRESSO
VASCA E(R3)
VASCA E(R3)
EDIFICIO SERVIZI PERSONALEMAGAZZINO
DISTRIOBUTORE GASOLIO
PIAZZALE LAVAGGIO AUTOMEZZI
RAMPA E PIATTAFORMA DI SCARICO
POZZO P621
POZZO 357
23
16
14 15
SILOS PERCOLATI
SILOS ACQUE DI PRIMA PIOGGIA
n
n
VASCA INTERRATA PERCOLATI
SIMBOLO DESCRIZIONE
Vasca interrata n.18 raccolta prima pioggia
VASCA D(R3)
PIAZZALE 27
SILOS ACQUE LAVAGGIO CASSONIn
INGRESSO
Progetto:
Data:
ScalaOggetto
Allegato n.
Rev.
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CHIMICAMBIENTE S.a.s.
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35042 - Este (PD)
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COMUNE DI ADRIA (RO)
CO.IM.PO. S.r.l.
Località America, 7
45011 - Adria (RO)
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C9Planimetria modificata dello stabilimento, con individuazione dei punti di emissione e trattamento degliscarichi in atmosfera
1:400
07/20155 94
01
Redatto su dati di Co.Im.Po. da:
Scala 1:400
0m 5m 10m 20m
LEGENDA
SIMBOLO
AREA AGRI.BIO.FERT.CORRETTIVI S.R.L.
AREA CO.IM.PO. S.R.L.
DESCRIZIONE
PESA
UFFICI
TETTOIA PARCHEGGIO
ABITAZIONE CUSTODE E
SERVIZI IGIENICI
RICOVERO ATTREZZATURE SCARRABILI E RIMORCHI
VASCA INTERRATA RACCOLTA PERCOLATI(SOTTO CAPANNONE)
VASCA B(R13)
VASCA H(R3)
RICOVERO MACCHINE /OFFICINA
QUADRI ELETTRICI
VASCA C(R3)
VASCA E(R3)
VASCA E(R3)
EDIFICIO SERVIZI PERSONALEMAGAZZINO
DISTRIOBUTORE GASOLIO
PIAZZALE LAVAGGIO AUTOMEZZI
INGRESSOVASCA D(R3)
PIAZZALE 27
RAMPA E PIATTAFORMA DI SCARICO
Scrubber a umido Biofiltro in container
Scrubber a umido
Biofiltro in container
EMMISSIONI SOTTOPOSTE AD AUTORIZZAZIONE
B1.n Biofiltro a servizio VASCA D (Aria pretrattata con scrubber a umido)
B2 Biofiltro a servizio VASCA E (Aria pretrattata con scrubber a umido)
n
B1.1
B2
B1.2 B1.3 B1.4 B1.5
INGRESSO
Progetto:
Data:
ScalaOggetto
Allegato n.
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35129 - Padova
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Fg. Particella Subparticella
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35042 - Este (PD)
Sede legale e stabilimento:
COMUNE DI ADRIA (RO)
CO.IM.PO. S.r.l.
Località America, 7
45011 - Adria (RO)
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C.10Planimetria modificata delle rete fognarie, dei sistemi di trattamento, dei punti di emissione degli scarichi liquidi e della rete piezometrica
1:400
07/20155 94
01
Redatto su dati di Co.Im.Po. da:
Scala 1:400
0m 5m 10m 20m
LEGENDA
SIMBOLO
AREA AGRI.BIO.FERT.CORRETTIVI S.R.L.
AREA CO.IM.PO. S.R.L.
DESCRIZIONE
INGRESSOPESA
UFFICI
TETTOIA PARCHEGGIO
ABITAZIONE CUSTODE E
SERVIZI IGIENICI
RICOVERO ATTREZZATURE SCARRABILI E RIMORCHI
VASCA INTERRATA RACCOLTA PERCOLATI(SOTTO CAPANNONE)
botole d'ispezione vasca interrata
VASCA C(R3)VASCA B
(R13)
VASCA H(R3)
RICOVERO MACCHINE /OFFICINA
QUADRI ELETTRICI
ACQUE METEORICHE DILAVAMENTO PIAZZALI
ACQUE METEORICHE DA PLUVIALI
PERCOLATI
ACQUE NERE CIVILI
VASCA E(R3)
VASCA E(R3)
EDIFICIO SERVIZI PERSONALEMAGAZZINO DISTRIOBUTORE
GASOLIO
PIAZZALE LAVAGGIO AUTOMEZZI
RAMPA E PIATTAFORMA DI SCARICO
VAGLIATURA FANGHI PALABILI
VAGLIATURA FANGHI
POMPABILI
da reti Agri.Bio.Fert
da rete Agri.Bio.Fert
Vasca interrata raccolta prima pioggia
Silos 16 accumulo prima pioggia
Pozzetto di ispezione e prelievo acque meteoriche
da rete Agri.Bio.Fert
CB
B
IP
I
C
B
P
Trattamento acque meteoriche (sedimentazione disoleazione)
SF2
SF1
SIMBOLO
VASCA BIOLOGICA
VASCA CONDENSAGRASSI
DESCRIZIONE
VASCA IMHOFF
POZZETTI DI PRELIEVO
PUNTO DI SCARICO AUTORIZZATO
C
B
PP
DISPERSIONE PER SUBIRRIGAZIONE
SFn
Silos 23 stoccaggio percolato
Silos stoccaggio percolato ‐ lavaggio cassoni
Vasca 28 ‐ interrata di raccolta acque da pluviali
PIEZOMETRI DI MONTE
PIEZOMETRI DI VALLE
I
Pozzetto di rilancio
PIEZOMETRO 2
PIEZOMETRO 3
PIEZOMETRO 1
SF3
SF4
PIEZOMETRO 4
VASCA D(R3)
PIAZZALE 27
INGRESSO
Progetto:
Data:
ScalaOggetto
Allegato n.
Rev.
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Via G. Savelli, 86
35129 - Padova
Committente:
Fg. Particella Subparticella
CHIMICAMBIENTE S.a.s.
Via L. Da Vinci, 2
35042 - Este (PD)
Sede legale e stabilimento:
COMUNE DI ADRIA (RO)
CO.IM.PO. S.r.l.
Località America, 7
45011 - Adria (RO)
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C.11Planimetria modificata dellostabilimento, con individuazione delle aree per lo stoccaggio di materie e rifiuti
1:400
07/20155 94, 200
01
Redatto su dati di Co.Im.Po. da:
Scala 1:400
0m 5m 10m 20m LEGENDA
SIMBOLO
AREA AGRI.BIO.FERT.CORRETTIVI S.R.L.
AREA CO.IM.PO. S.R.L.
DESCRIZIONE
INGRESSOPESA
UFFICI
TETTOIA PARCHEGGIO
ABITAZIONE CUSTODE E
SERVIZI IGIENICI
RICOVERO ATTREZZATURE SCARRABILI E RIMORCHI
botole d'ispezione vasca interrata
RICOVERO MACCHINE /OFFICINA
QUADRI ELETTRICI
STOCCAGGIO MATERIE E ADDITIVI
STOCCAGGIO RIFIUTI IN INGRESSO
VASCA E(R3)
MAGAZZINO DISTRIOBUTORE GASOLIO
PIAZZALE LAVAGGIO AUTOMEZZI
VASCA E(R3)
STOCCAGGIO RIFIUTI PRODOTTI
VASCA B(R13)
VASCA C(R3)
VASCA H(R3)
VASCA INTERRATA RACCOLTA PERCOLATI(SOTTO CAPANNONE)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1011
1 2 3 4 5
8 9 10 11 12 13
21
20
22
FANGHI PALABILI
FANGHI PALABILI
FANGHI PALABILI
FANGHI PALABILI
FANGHI PALABILI
MONDIGLIA ‐ VAGLIO
FANGHI PALABILI
FANGHI PALABILI
FANGHI
PALABILI
CASSONE MONDIGLIA
CASSONE MATERIALE VAGLIATO
RAMPA E PIATTAFORMA DI SCARICO
CASSONE MONDIGLIA
CASSONE MATERIALE VAGLIATO
VAGLIO FANGHI PALABILI
VAGLIO FANGHI
POMPABILI
Condotta interrata
collegamento Vasca E
1
14 IMBALLAGGI IN
PLASTICA
17
18
19
76
VASCA D(R3)
PIAZZALE 27
SILOS FANGHI POMPABILIn
FANGHI
PALABILI
EDIFICIO SERVIZI PERSONALE
OLI E GRASSI
BATTERIE AL PIOMBO
12
13
OLI E GRASSI ESAUSTI /
FILTRI / LATTE12
OLI3
2
INGRESSO
Progetto:
Data:
ScalaOggetto
Allegato n.
Rev.
APLUS S.r.l.
Via G. Savelli, 86
35129 - Padova
Committente:
Fg. Particella Subparticella
CHIMICAMBIENTE S.a.s.
Via L. Da Vinci, 2
35042 - Este (PD)
Sede legale e stabilimento:
COMUNE DI ADRIA (RO)
CO.IM.PO. S.r.l.
Località America, 7
45011 - Adria (RO)
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C.12Planimetria modificata dello stabilimento, con individuazione dei punti di origine e delle zone di influenza delle sorgenti sonore
1:400
07/20155 94
01
Redatto su dati di Co.Im.Po. da:
Scala 1:400
0m 5m 10m 20m
LEGENDA
SIMBOLO
AREA AGRI.BIO.FERT.CORRETTIVI S.R.L.
AREA CO.IM.PO. S.R.L.
DESCRIZIONE
PESA
UFFICI
TETTOIA PARCHEGGIO
ABITAZIONE CUSTODE E
SERVIZI IGIENICI
RICOVERO ATTREZZATURE SCARRABILI E RIMORCHI
VASCA INTERRATA RACCOLTA PERCOLATI(SOTTO CAPANNONE)
VASCA B(R13)
VASCA H(R3)
RICOVERO MACCHINE /OFFICINA
QUADRI ELETTRICI
VASCA C(R3)
SORGENTE SONORA FISSA (funzionamento saltuario ‐ poche ore/mese):‐ vaglio fanghi palabili;‐ vaglio fanghi pompabili.
n
1
2
VASCA E(R3)
VASCA E(R3)
EDIFICIO SERVIZI PERSONALEMAGAZZINO
DISTRIOBUTORE GASOLIO
PIAZZALE LAVAGGIO AUTOMEZZI
INGRESSOVASCA D(R3)
PIAZZALE 27
RAMPA E PIATTAFORMA DI SCARICO
Revisione 00
12 ottobre 2012
Regione Veneto
Provincia di Rovigo
Comune di Adria
Revisione 01
Luglio 2015
Chimicambiente S.n.c.
Via L. Da Vinci, 2 35042 Este (PD)
Redattore:
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L’ATTIVITÀ DI RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI CON CAPACITÀ > 75 Mg/g MEDIANTE
TRATTAMENTO BIOLOGICO
SCHEDA E – ALLEGATO E.3: DESCRIZIONE DELLE MODALITÀ DI GESTIONE AMBIENTALE
Co.Im.Po. S.r.l.
Sede legale: Località America, 7 – Frazione Ca’ Emo 45011 Adria (RO)
Sede dell’installazione: Località America, 7 – 45011 Adria (RO)
Committente:
Aplus S.r.l.
Via G. Savelli, 86 35129 Padova (PD)
CoImPo_AIA_Scheda_E_ALL_E03_rev1 2 di 5
INDICE
1. PREMESSA ........................................................................................................................................... 3
CoImPo_AIA_Scheda_E_ALL_E03_rev1 3 di 5
1. PREMESSA
Le modalità di gestione dei diversi aspetti ambientali sono riportate nel Piano di Monitoraggio e
Controllo (v. Allegato E.4). Più in particolare, per il piano di gestione operativa così come per i controlli
ambientali adottati, sono adottate le seguenti procedure interne con riferimento alle diverse aree tematiche:
Redatto da: Procedure interne di gestione Aspetti disciplinati
1. Aspetti generali 1.1 Organizzazione
– Procedura gestionale Pr 08 “Gestione delle Risorse Umane e della Formazione” (v. Allegato I al PMC)
– Definizione requisiti personale destinato e ricoprire ruoli nelle attività che influenzano la qualità e l’ambiente (schede personale)
– Definizione fabbisogni formativi
– Definizione piano generale di formazione
– Effettuazione formazione
– Registrazione formazione effettuata
– Valutazione efficacia azioni formative intraprese
1.2 Formazione personale
1.3 Documentazione
– Procedura gestionale Pr 01 “Gestione della documentazione” (v. Allegato II al PMC)
– Gestione documentazione:
“di sistema” (manuale aziendale integrato, PMC, procedure, istruzioni operative, norme antinfortunistiche attinenti l’attività dell’azienda, documentazione richiesta dalla normativa vigente inerente la SSL, ecc.)
“interna” (es. documentazione relativa al servizio fornito e al processo di stabilizzazione; informazioni sui processi operativi e produttivi; manuali, schemi e impianti, istruzioni per l’uso di macchine, attrezzature e DPI; norme interne e procedure operative; regolamenti e accordi aziendali; piani di emergenza ecc.)
“esterna” (rapporti di analisi, autorizzazioni trasportatori, testi normativi, schede di sicurezza, prescrizioni organi di vigilanza ecc.)
– Approvazione ed emissione documenti e dati
– Modifica documenti e dati
– Gestione registrazioni
– Gestione prescrizioni legali
1.4 Comunicazione
– Non necessarie (presenza di un Responsabile Ambientale che gestisce le comunicazioni da / per le AA.CC.)
– //
1.5 Aspetti ambientali
– Presente PMC – //
– Procedura gestionale Pr 10 “Gestione dei monitoraggi e delle misurazioni ambientali” (v. Allegato III al PMC)
– Definizione piani annuali controlli analitici (Piano controlli ambientali)
1.6 Emergenze
– Istruzione operativa PR07‐I05 “Norme di sicurezza e comportamentali cui attenersi durante lo scarico e il carico dei fanghi palabili e pompabili” (v. Allegato IV al PMC)
– Verifiche da effettuarsi sulle tubazioni per lo scarico di fanghi pompabili
– Gestione perdite accidentali di materiale durante lo scarico di fanghi
– Istruzione operativa PR07‐I07 “Piano di intervento per le emergenze” (v. Allegato V al PMC)
– Organizzazione personale addetto alla gestione emergenze
– Descrizione impianti e sistemi antincendio
– Definizione procedure di intervento in caso di emergenza
2. Aspetti specifici
2.1 Gestione rifiuti in ingresso
– Procedura gestionale Pr 07 “Gestione erogazione del servizio e controllo operativo” (v. Allegato VI al PMC)
– Gestione conferimenti
qualifica conferitore
omologa
controlli in ingresso
– Programmazione manutenzioni ordinarie
– Effettuazione manutenzioni ordinarie e straordinarie
– Registrazione manutenzioni
2.2 Gestione manutenzioni attrezzature
CoImPo_AIA_Scheda_E_ALL_E03_rev1 4 di 5
Redatto da: Verificato da: Approvato da:
Dott. Stefano Schiavon Aplus S.r.l.
p.i. Andrea Gattolin Chimicambiente S.a.s.
Gianni Pagnin Co.Im.Po. S.r.l.
Revisione 00
12 ottobre 2012
Regione Veneto
Provincia di Rovigo
Comune di Adria
Revisione 1
Luglio 2015
Chimicambiente S.n.c.
Via L. Da Vinci, 2 35042 Este (PD)
Redattore:
DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L’ATTIVITÀ DI RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI CON CAPACITÀ > 75 Mg/g MEDIANTE
TRATTAMENTO BIOLOGICO
SCHEDA E – ALLEGATO E.4: PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO
Co.Im.Po. S.r.l.
Sede legale: Località America, 7 – Frazione Ca’ Emo 45011 Adria (RO)
Sede dell’installazione: Località America, 7 – 45011 Adria (RO)
Committente:
Aplus S.r.l.
Via G. Savelli, 86 35129 Padova (PD)
Pag. 2 di 15
DOCUMENTO TECNICO DI INDIRIZZO
PIANO MONITORAGGIO E CONTROLLO GENERALE
CO.IM.PO. S.r.l.
CATEGORIA IPPC 5.3.b).1) – Attività di recupero di rifiuti non pericolosi con capacità > 75 Mg/g
mediante trattamento biologico
14/07/15 1 Co.Im.Po. S.r.l.
DATA REVISIONE REDAZIONE
Pag. 3 di 15
SOMMARIO 0 ‐ QUADRO SINOTTICO ....................................................................................................................................... 4 1 – COMPONENTI AMBIENTALI ........................................................................................................................... 5 1.1 – Rifiuti in ingresso e prodotti ....................................................................................................................... 5 Tabella 1.1.1 – Rifiuti in Ingresso ......................................................................................................................... 5 Tabella 1.1.2‐ Analisi rifiuti in ingresso ................................................................................................................ 6 Tabella 1.1.3 – Rifiuti prodotti ............................................................................................................................. 7 Tabella 1.1.4‐ Analisi rifiuti prodotti .................................................................................................................... 7 Tabella 1.1.5 – Controllo radiometrico ................................................................................................................ 7 1.2 – Consumo di risorse idriche ......................................................................................................................... 8 Tabella 1.2.1 ‐ Risorse idriche .............................................................................................................................. 8 1.3 – Energia ........................................................................................................................................................ 8 Tabella 1.3.1 – Energia consumata ...................................................................................................................... 8 Tabella 1.3.2 – Energia prodotta ......................................................................................................................... 8 1.4 ‐ Consumo di combustibili ............................................................................................................................. 8 Tabella 1.4.1 – Combustibili ................................................................................................................................ 8 1.5 – Materie prime ............................................................................................................................................. 8 Tabella 1.5.2 – MPS prodotte .............................................................................................................................. 8 Tabella 1.5.3 – Analisi sulle MPS prodotte .......................................................................................................... 8 1.6 – Matrice aria ................................................................................................................................................ 9 Tabella 1.6.3 – Emissioni diffuse ......................................................................................................................... 9 Tabella 1.6.4 – Monitoraggio emissioni diffuse ................................................................................................. 10 Tabella 1.6.5 – Parametri meteo climatici (1) ..................................................................................................... 10 1.7 ‐ Emissioni in acqua ..................................................................................................................................... 10 Tabella 1.7.1 – Scarichi idrici ............................................................................................................................. 10 Tabella 1.7.2 ‐ Inquinanti monitorati ................................................................................................................. 11 1.8 – Suolo e sottosuolo .................................................................................................................................... 11 Tabella 1.8.1 – Acque di falda ............................................................................................................................ 11 1.9 – Emissioni rumore ...................................................................................................................................... 12 Tabella 1.9.1 – Impatto acustico........................................................................................................................ 12 2 – PIANO DI GESTIONE ..................................................................................................................................... 13 3 – INDICATORI DI PRESTAZIONE ....................................................................................................................... 14 ALLEGATI ............................................................................................................................................................ 15
Pag. 4 di 15
0 ‐ QUADRO SINOTTICO
FASI Gestore
Gestore o soggetto terzo
Soggetto terzo controllore
ARPA
Autocontrollo Reporting Attività Ispezioni
programmate Campionamenti/
analisi (*) 1 COMPONENTI AMBIENTALI
1.1 Rifiuti in ingresso e uscita
1.1.1 Rifiuti in ingresso Pesatura = per ogni
conferimento SI (riepiloghi mensili)
Controlli registri e analisi
1.1.2 Analisi rifiuti conferiti ‐ – Analisi di autocontrollo
Annuale: per CER diversi da 19 08 05 e per produttore / Comma 1, art. 11 D.Lgs. 99/92: per CER 19 08 05 e per
produttore
NO
Verifica autocontrolli analitici del gestore;
campionamento ed analisi nella giornata di controllo
1.1.3 Rifiuti prodotti Pesatura = per ogni
avvio a R / D SI (riepiloghi mensili)
Controlli registri e analisi
1.1.4 Analisi rifiuti prodotti Annuale SI
Verifica autocontrolli analitici del gestore;
campionamento ed analisi nella giornata di controllo
1.1.5 Controllo radiometrico n.p n.p. ‐
1.2 Consumo di risorse idriche
1.2.1 Risorse idriche Annuale SI
1.3 Energia
1.3.1 Energia consumata Annuale SI
1.4 Consumo Combustibili
1.4.1 Combustibili Annuale SI
1.5 Materie Prime
1.5.1 Consumo di materie n.p n.p.
1.5.2 MPS prodotte n.p n.p.
1.5.3. Analisi sulle MPS
prodotte n.p n.p.
1.6 Matrice aria
1.6.1 Punti di emissioni
(emissioni convogliate) Annuale SI
1.6.2 Inquinanti monitorati Annuale SI
1.6.3 Emissioni diffuse Settimanale/mensile NO
1.6.4 Monitoraggio emissioni
diffuse Semestrale SI
1.6.5 Parametri meteo
climatici In continuo NO
1.7 Emissioni in acqua
1.7.1 Scarichi idrici All’attivazione SI
1.7.2 Inquinanti monitorati
All’attivazione (scarico SF1) /
Annuale (acqua di 1^ pioggia da riutilizzare)
SI
1.8 Suolo e sottosuolo
1.8.1 Acque di falda Trimestrale / Annuale
SI
1.9 Emissioni rumore
1.9.1 Impatto acustico Triennale (SI)**
2 Piano di Gestione
3 INDICATORI PRESTAZIONE
(*) Le modalità di controllo analitico verranno specificate in dettaglio (sulla base di quanto ritenuto rilevante come impatto ambientale) nella lettera che verrà trasmessa da ARPAV entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui verrà eseguita l’ispezione ambientale integrata. (**) La Relazione dell’attività di monitoraggio è da inviare all’Autorità competente e al Dipartimento Provinciale ARPAV competente, una volta conclusa, con la periodicità stabilita, in concomitanza dell’invio del reporting annuale. Nota 1: da attuarsi successivamente all’avvio impianto alle condizioni specificate nella Determinazione n. 2526 del 30/07/2012 ed eventuali successive modifiche e/o integrazioni.
Pag. 5 di 15
1 – COMPONENTI AMBIENTALI
1.1 – Rifiuti in ingresso e prodotti Tabella 1.1.1 – Rifiuti in Ingresso
Descrizione Rifiuti Codice CER Operazione e descrizione
Modalità di controllo e di
analisi UM
Frequenza autocontrollo
Fonte del dato
Reporting
Fanghi da operazione di lavaggio e pulizia
02 01 01
R13: stoccaggio e messa in riserva
di rifiuti
R3: condizionamento/ stabilizzazione di fanghi e residui
Pesatura / Analisi
kg
Pesatura = per ogni
conferimento
Analisi (per CER diversi da 19 08 05) = annuale, per CER e per produttore
Analisi (per CER
19 08 05) = in base a potenz.
in AE dell’impianto, per produttore
Pesatura = Registro C/S
Analisi = RdP
Pesatura = SI
(riepiloghi mensili)
Analisi =
NO
Scarti di tessuti vegetali limitatamente a scarti vegetali
02 01 03
Feci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate) effluenti raccolti separatamente e trattati fuori sito
02 01 06
Rifiuti non specificati altrimenti – fanghi di depurazione reflui zootecnici
02 01 99
Fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
02 02 01
Fanghi dal trattamento sul posto di effluenti
02 02 04
Rifiuti non specificati altrimenti limitatamente a “contenuto
prestomaci” 02 02 99
Fanghi derivanti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura,
centrifugazione e saparazione di componenti
02 03 01
Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione
02 03 04
Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti ‐ limitatamente a fanghi del cacao, del caffè, della frutta, della verdura, dei cereali, degli oli alimentari
e del tabacco
02 03 05
Fanghi dal trattamento sul posto di effluenti
02 04 03
Fanghi dal trattamento sul posto di effluenti
02 05 02
Fanghi dal trattamento sul posto di effluenti
02 06 03
Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione, derivante dalla
preparazione delle bevande alcoliche ed analcoliche
02 07 04
Fanghi dal trattamento sul posto di effluenti
02 07 05
Scarti di corteccia e legno (limitatamente a scarti di corteccia)
03 03 01
Fanghi di recupero dei bagni di macerazione (limitatamente a fecce e
fanghi provenienti dall’industria cartaria)
03 03 02
Fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio
03 03 09
Scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione
meccanica
03 03 10
Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui
alla voce 030310 03 03 11
Fanghi prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti non
contenenti cromo 04 01 07
Rifiuti non specificati altrimenti limitatamente ai "residui organici non pericolosi derivanti dalla pulizia esterna
delle pelli animali"
04 01 99
Fanghi provenienti dal trattamento in loco degli effluenti diversi di cui alla
voce 040219 04 02 20
Rifiuti organici diversi da quelli di cui alla voce 160305 ‐ limitatamente alla polvere prodotta dalla vagliatura e pulitura delle sementi usualmente commercializzate in agricoltura
16 03 06
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Descrizione Rifiuti Codice CER Operazione e descrizione
Modalità di controllo e di
analisi UM
Frequenza autocontrollo
Fonte del dato
Reporting
Liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani
(limitatamente allo stato di fango palabile o pompabile non pericoloso)
19 06 03
Digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani
(limitatamente allo stato di fango palabile o pompabile non pericoloso)
19 06 04
Digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale
o vegetale 19 06 06
Fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane
19 08 05
Fanghi prodotti da processi di chiarificazione dell’acqua
19 09 02
Oli e grassi commestibili (limitatamente ad oli e grassi vegetali ed animali
esausti) 20 01 25
Rifiuti biodegradabili (limitatamente a rifiuti compostabili, bucce e paglie
dell’aglio) 20 02 01
Fanghi delle fosse settiche (limitatamente a fanghi conformi alla
D.G.R.V. n. 2241/2005 e s.m.) 20 03 04
Rifiuti della pulizia delle fognature (limitatamente a fanghi conformi alla
D.G.R.V. n. 2241/2005 e s.m.) 20 03 06
Tabella 1.1.2‐ Analisi rifiuti in ingresso Descrizione
Rifiuti Codice CER Parametro UM
Procedure di campionam.
Metodiche analitiche
Valori di conformità
Frequenza autocontrollo
Fonte del dato
Reporting
Rifiuti biologici in ingresso
02 01 01 02 01 03 02 01 06 02 01 99 02 02 01 02 02 04 02 02 99 02 03 01 02 03 04 02 03 05 02 04 03 02 05 02 02 06 03 02 07 04 02 07 05 03 03 01 03 03 02 03 03 09 03 03 10 03 03 11 04 01 07 04 01 99 04 02 20 16 03 06 19 06 03 19 06 04 19 06 06 19 08 05 19 09 02 20 01 25 20 02 01 20 03 04 20 03 06
Cadmio
mg/kg secco UNI 10802 (1)
C.N.R. – I.R.S.A.,
Quaderno n. 64, 1984
<20
Annuale, per CER e per produttore
RdP NO
Cromo tot <750
Mercurio <10
Nichel <300
Piombo <750
Rame <1000
Zinco <2500
Selenio <5
(**) comma 1 articolo 11 D.Lgs. 99/92 : I fanghi, così come prodotti presso gli impianti di depurazione, devono essere analizzati ogni volta che intervengano dei cambiamenti sostanziali nella qualità delle acque trattate e comunque, ogni tre mesi per gli impianti di potenzialità superiore a 100.000 AE, ogni 6 mesi per gli impianti di potenzialità inferiore a 100.000 AE . Nel caso di fanghi derivati dai processi di depurazione della acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili di impianti con capacita inferiore a 5.000 AE si procederà almeno ad un’analisi l’anno. (1) Vedi istruzione operativa “Piano di campionamento rifiuti in ingresso a scopo di verifica” (PI07‐IO18), in Allegato VII.
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Tabella 1.1.3 – Rifiuti prodotti
Descrizione Rifiuti (1)
Codice CER Destinazione (operazione e descrizione)
Modalità di controllo e di
analisi UM
Frequenza autocontrollo
Fonte del dato
Reporting
Rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04
19 03 05 R10
spandimento in agricoltura
Pesatura / Analisi
kg
Pesatura = per ogni
avvio a R10
Analisi = per vasca Pesatura =
Registro C/S
Analisi = RdP
Pesatura = SI
(riepiloghi mensili)
Analisi =
SI
Fanghi prodotti a seguito della pulizia delle vasche biologiche e della vasca di condensa grassi
durante lo scarico a seguito della grigliatura dei liquidi separando i
liquidi stessi dalle impurità (mondiglia)
19 12 12 D / R Pesatura / Analisi
kg
Pesatura = per ogni
avvio a R o D
Analisi = per vasca
Nota (1): I rifiuti prodotti riportati in tabella sono quelli derivanti dal ciclo produttivo di recupero rifiuti.
Tabella 1.1.4‐ Analisi rifiuti prodotti Descrizione
Rifiuti Codice CER Parametro UM
Procedure di campionam.
Metodiche analitiche
Valori di conformità
Frequenza autocontrollo
Fonte del dato
Reporting
Rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04
19 03 05
pH Unità pH
UNI 10802 (4)
C.N.R. – I.R.S.A.,
Quaderno n. 64, 1984
>5,5
Al completamento di ciascuna vasca
RdP NO
Sostanza secca
% ‐‐‐
Cadmio mg/kg secco <20
Cromo tot mg/kg secco <750
Mercurio mg/kg secco <10
Nichel mg/kg secco <300
Piombo mg/kg secco <750
Rame mg/kg secco <1000
Zinco mg/kg secco <2500
Selenio mg/kg secco <5
IPA (1) mg/kg secco <6
PCB (2) mg/kg secco <0,8
PCDD/F (3) Ng I‐TE/kg s.s <50
Salinità Meq/100g <200
Salmonelle MPN/g SS <1000
Rapporto C/N ‐‐‐ <25
Carbonio organico
% sul secco >20
Fosforo totale % sul secco >0,4
Azoto totale % sul secco >1,5
Potassio totale
% sul secco ‐‐‐
Grado di umidificazione
% DH ‐‐‐
Indice di germinazione
% >60%
Mondiglia 19 12 12 (5) UNI 10802 Annuale RdP NO
Note: (1) acenaftene, fenantrene, fluorene, fluorantrene, pirene, benzo(b+j+k)fluorantrene, benzo(a)pirene, benzo(ghi)perilene, indeno(1,2,3‐c,d)pirene (2) composti policlorobifenilici numeri 28, 52, 101, 118, 138, 153, 180. (3) Policlorodibenzodiossine / Policlorodibenzofurani. (4) Vedi “Piano di campionamento dei fanghi palabili (vasche C ed H)”, approvato con Determinazione dirigenziale n. 2526 deI 30/07/2012 e istruzione operativa “Piano di campionamento fanghi biologici condizionati pompabili” (PI07‐I19), in Allegato VIII. (5) Parametri da stabilire in base alle richieste dell’impianto di destino. Tabella 1.1.5 – Controllo radiometrico NON PERTINENTE.
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1.2 – Consumo di risorse idriche Tabella 1.2.1 ‐ Risorse idriche
Tipologia di approvvigionamento
Punto misura Fase di utilizzo UM Frequenza
autocontrollo Fonte del dato
Reporting
Pozzo 1 P1 Impianto antincendio mc Annuale Contatore SI
Pozzo 2 P2 Lavaggio dei piazzali mc Annuale Contatore SI
Acquedotto ‐
Uso igienico sanitario, saltuaria pulizia dei mezzi e pulizia idrodinamica di condotte
fognarie
mc Annuale Lettura da bolletta
SI
Acque di prima pioggia ‐ Processi di biostabilizzazione mc Annuale Stima SI
Acque di lavaggio cassoni ‐ Processi di biostabilizzazione mc Annuale Stima SI
1.3 – Energia Tabella 1.3.1 – Energia consumata
Descrizione Tipologia Fase
d’utilizzo Punto misura
e stima UM
Frequenza autocontrollo
Fonte del dato Reporting
Consumi energetici per
attività produttiva
Energia elettrica
Attività produttiva in genere e per illuminazione
Contatore generale
MWh e TEP Annuale Lettura da contatore
SI
Tabella 1.3.2 – Energia prodotta NON PERTINENTE.
1.4 ‐ Consumo di combustibili
Tabella 1.4.1 – Combustibili
Tipologia Fase di utilizzo UM Frequenza
autocontrollo Fonte del dato
Reporting
Gasolio Autotrazione Litri Annuale Lettura da contatore SI
GPL Riscaldamento uffici Litri Annuale Lettura da bolletta SI
1.5 – Materie prime NON PERTINENTE.
Tabella 1.5.2 – MPS prodotte NON PERTINENTE.
Tabella 1.5.3 – Analisi sulle MPS prodotte NON PERTINENTE.
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1.6 – Matrice aria Tabella 1.6.1 – Punti di emissione (in caso di emissioni convogliate)
Punto di emissione Provenienza/fase di
produzione
Impianto di abbattimento (specificare tipologia)
Durata emissione giorni/anno
Durata emissione ore/giorno
Reporting
B1 VASCA D Scrubber a umido
+ biofiltro 365/anno (1) 24/giorno (1) SI
B2 VASCA E Scrubber a umido
+ biofiltro 365/anno (1) 24/giorno (1) SI
Note: (1) Salvo fisiologici periodi di interruzione per attività di manutenzione ordinaria/straordinaria e nei periodi di mancato utilizzo
delle vasche.
Tabella 1.6.2 – Inquinanti monitorati (1)(2)
Processo Camino Parametro UM Frequenza Procedure di
campionamento Metodiche analitiche
Reporting
VASCA D B1
NH4 Nm3/h Annuale
D.Lgs. 152/06, Parte Quinta
Unichim 632 SI
H2S Nm3/h Annuale
D.Lgs. 152/06, Parte Quinta
Unichim 634 SI
SOV Nm3/h Annuale
D.Lgs. 152/06, Parte Quinta
UNI EN 13649 SI
VASCA E B2
NH4 Nm3/h Annuale
D.Lgs. 152/06, Parte Quinta
Unichim 632 SI
H2S Nm3/h Annuale
D.Lgs. 152/06, Parte Quinta
Unichim 634 SI
SOV Nm3/h Annuale
D.Lgs. 152/06, Parte Quinta
UNI EN 13649 SI
Note: (1) Il monitoraggio prenderà avvio dalla messa a regime dell’impianto. (2) Verrà monitorato semestralmente anche la concentrazione di odore generata dai biofiltri, come riportato in Tab. 1.6.4
Tabella 1.6.3 – Emissioni diffuse
Attività Parametro Prevenzione Modalità controllo
Fonte del dato
Frequenza autocontrollo
Reporting
Stabilizzazione fanghi
pompabili in vasche E
Emissioni odorigene
Copertura vasche Verifica
mantenimento in efficienza copertura
Report interno
Settimanale NO (*)
Pretrattamento in scrubber ad umido
Verifica livello reagenti
Report interno
Settimanale NO (*)
Trattamento in biofiltro
Verifica altezza stato filtrante
Report interno
Mensile NO (*)
Verifica grado umidità stato
filtrante RdP Mensile NO (*)
Stabilizzazione fanghi
pompabili in vasca D
Emissioni odorigene
Copertura vasche Verifica
mantenimento in efficienza copertura
Report interno
Settimanale NO (*)
Pretrattamento in scrubber ad umido
Verifica livello reagenti
Report interno
Settimanale NO (*)
Trattamento in biofiltro
Verifica altezza stato filtrante
Report interno
Mensile NO (*)
Verifica grado umidità stato
filtrante RdP Mensile NO (*)
(*) Indicare nel report annuale da inviare all’ente competente solo gli eventi che hanno presentato anomalie.
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Tabella 1.6.4 – Monitoraggio emissioni diffuse Punto misura
(1) Parametro UM Frequenza misura
Procedure di campionamento
Metodiche Analitiche
Fonte del dato Reporting
Sorgenti: 1. Ingresso Vasca B 2. Uscita Vasca B 3*. Biofiltro B2 4*. Biofiltro B1 5. Area box Agri.Bio.Fert. 6. Vasca A1 Agri.Bio.Fert. 7. Vasca C 8. Vasca H
9. Box n. 6 Co.Im.Po.
Ricettori sensibili:
- R10 - R11 - R13 - R17 - R18 - R19
Concentra‐zione di odore
OUE/m3
Semestrale
UNI EN 13725
RdP SI
SOV (totali e singoli
composti) mg/m
3 UNI EN 13725
EPA TO15 modificato
Note: (1) Il monitoraggio verrà preferibilmente effettuato nella stessa giornata sia presso i ricettori che presso le sorgenti.
Tabella 1.6.5 – Parametri meteo climatici (1)
Parametro UM Frequenza autocontrollo Fonte del dato Reporting
Direzione del vento ° In continuo Centralina meteo NO
Velocità del vento m/s In continuo Centralina meteo NO
Note: (1) Il monitoraggio prenderà avvio dopo l’installazione della centralina meteo.
1.7 ‐ Emissioni in acqua Tabella 1.7.1 – Scarichi idrici
Punto di emissione
Provenienza Recapito
(fognatura, corpo idrico)
Impianto di Trattamento
Durata emissione giorni/anno
Durata emissione ore/giorno
Reporting
SF1 Acque di prima pioggia (eccezionalmente, previa comunicazione ad ARPAV)
Fosso perimetrale Sedimentazione /
disoleazione Non
determinabile Non
determinabile SI
(se attuato)
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Tabella 1.7.2 ‐ Inquinanti monitorati
Provenienza Punto di emissione
Parametro UM Frequenza
autocontrollo Procedura di campionam.
Metodiche Analitiche Fonte del dato
Reporting
Acqua di prima
pioggia (da destinare allo scarico)
Silos 16 (1)
pH ‐
Prima dell’attivazione
scarico
Campionamento istantaneo
(da rubinetto)
APAT CNR IRSA 2060 Man29 (2003)
Rapporto di prova
SI
Solidi sospesi totali
mg/l APAT CNR IRSA 2090
Man29 (2003)
COD (O2) mg/l APAT CNR IRSA 5130
Man29 (2003)
Ferro mg/l APAT CNR IRSA 5130
Man29 (2003)
Piombo mg/l APAT/IRSA CNR
3010+3160A Man29 (2003)
Cromo totale mg/l APAT/IRSA CNR
3010+3150A 2003
Rame mg/l APAT/IRSA CNR
3010+3250A 2003
Cadmio mg/l APAT/IRSA CNR
3010+3120A 2003 Fosforo totale
(come P) mg/l
APAT CNR IRSA 4090 Man29 (2003)
Azoto nitrico (N)
mg/l APAT/IRSA CNR 4040A1
2003 Azoto nitroso
(N) mg/l
APAT/IRSA CNR 4050 2003
Azoto ammoniacale
mg/l APAT CNR IRSA 4030A2
Man29 (2003)
Cloruri mg/l APAT/IRSA CNR 4090
2003
Solfati (SO4) mg/l APAT/IRSA CNR 4140 B
2003 Metalli (Zn, Mn, Ni, As)
mg/l EPA 3005A + EPA
6020A
B mg/l UNI EN ISO 17294; EPA
6020 A 2007 Idrocarburi
totali mg/l
APAT CNR IRSA 5160 B2 29 2003
E. Coli UFC/100 ml
APAT CNR IRSA 7030 F MAN 29 2003
Metalli (Cd, Cr tot., Hg, Ni,
Pb, Cu, Zn, Se)
mg/l s.s.
EPA 3005A + EPA 6020A
Note: (1) Da rubinetto di prelievo.
1.8 – Suolo e sottosuolo Tabella 1.8.1 – Acque di falda
Punto di misura Parametro UM Frequenza
autocontrollo Fonte del dato Reporting
4 piezometri (1, 2, 3, 4)
Altezza piezometrica m Trimestrale Relazione SI
pH ‐
Annuale Rapporti di
prova SI
Ferro mg/l
Rame mg/l
Piombo mg/l
Zinco mg/l
Manganese mg/l
Ammonio mg/l
Solfati mg/l
Nitrati mg/l
Nitriti mg/l
Cloruri mg/l
Ossidabilità mg/l
Temperatura °C
Conducibilità elettrica mS/cm
Fosforo totale mg/l
Arsenico mg/l
Boro mg/l
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1.9 – Emissioni rumore
Tabella 1.9.1 – Impatto acustico
Valuta‐zione n.
Posizione punto di misura
Altezza del punto di misura
Ricettore cui è riferita la misura
Condizioni di funzionamento degli impianti
Parametro valutato
Frequenza monitoraggio
Reporting Note (*)
1
Confine di proprietà, lato sud‐est, vicino
all’ingresso principale, su piazzale auto
1,5 m
Presenza di un ricettore in
direzione sud, a circa 200 m dal punto di misura
n.1
A regime Leq(A) triennale SI
(*) 2 Confine di proprietà, lato sud, su piazzale
mezzi 1,5 m A regime Leq(A) triennale SI
3 Confine di proprietà,
lato sud‐ovest 1,5 m A regime Leq(A) triennale SI
4 Confine di proprietà,
lato nord‐ovest 1,5 m A regime Leq(A) triennale SI
5 Confine di proprietà,
lato nord‐est 1,5 m A regime Leq(A) triennale SI
(*) Poiché le misure non sono effettuate presso i ricettori, l’algoritmo utilizzato per determinare il livello sonoro presso il ricettore è il seguente: livello di pressione misurato al confine – 20 Log (distanza recettore dalla sorgente / distanza sorgente dal confine).
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2 – PIANO DI GESTIONE La gestione dell’impianto viene a essere un momento di importanza fondamentale per la valutazione di aspetti ambientali significativi sui quali siano stati fissati obbiettivi di qualità ambientale o siano richiesti controlli, previsti dalla norma, finalizzati alla verifica del rispetto delle prescrizioni previste in autorizzazione. A tal proposito il gestore ha adottato procedure, controlli e monitoraggi volti alla verifica e al mantenimento di un livello di efficienza adeguato in merito alle tecniche di contenimento delle emissioni sull’ambiente. Per il piano di gestione operativa così come per i controlli ambientali adottati dal gestore, si rinvia alle procedure interne citate nella seguente tabella con riferimento alle diverse aree tematiche: Area tematica Procedure interne di gestione Aspetti disciplinati
1. Aspetti generali
1.1 Organizzazione 1.2 Formazione
personale
– Procedura gestionale Pr 08 “Gestione delle Risorse Umane e della Formazione” (v. Allegato I al PMC)
– Definizione requisiti personale destinato e ricoprire ruoli nelle attività che influenzano la qualità e l’ambiente (schede personale)
– Definizione fabbisogni formativi
– Definizione piano generale di formazione
– Effettuazione formazione
– Registrazione formazione effettuata
– Valutazione efficacia azioni formative intraprese
1.3 Documentazione – Procedura gestionale Pr 01
“Gestione della documentazione” (v. Allegato II al PMC)
– Gestione documentazione:
“di sistema” (manuale aziendale integrato, PMC, procedure, istruzioni operative, norme antinfortunistiche attinenti l’attività dell’azienda, documentazione richiesta dalla normativa vigente inerente la SSL, ecc.)
“interna” (es. documentazione relativa al servizio fornito e al processo di stabilizzazione; informazioni sui processi operativi e produttivi; manuali, schemi e impianti, istruzioni per l’uso di macchine, attrezzature e DPI; norme interne e procedure operative; regolamenti e accordi aziendali; piani di emergenza ecc.)
“esterna” (rapporti di analisi, autorizzazioni trasportatori, testi normativi, schede di sicurezza, prescrizioni organi di vigilanza ecc.)
– Approvazione ed emissione documenti e dati
– Modifica documenti e dati
– Gestione registrazioni
– Gestione prescrizioni legali
1.4 Comunicazione
– Non necessarie (presenza di un Responsabile Ambientale che gestisce le comunicazioni da / per le AA.CC.)
– //
1.5 Aspetti ambientali
– Presente PMC – //
– Procedura gestionale Pr 10 “Gestione dei monitoraggi e delle misurazioni ambientali” (v. Allegato III al PMC)
– Definizione piani annuali controlli analitici (Piano controlli ambientali)
1.6 Emergenze
– Istruzione operativa PR07‐I05 “Norme di sicurezza e comportamentali cui attenersi durante lo scarico e il carico dei fanghi palabili e pompabili” (v. Allegato IV al PMC)
– Verifiche da effettuarsi sulle tubazioni per lo scarico di fanghi pompabili
– Gestione perdite accidentali di materiale durante lo scarico di fanghi
– Istruzione operativa PR07‐I07 “Piano di intervento per le emergenze” (v. Allegato V al PMC)
– Organizzazione personale addetto alla gestione emergenze
– Descrizione impianti e sistemi antincendio
– Definizione procedure di intervento in caso di emergenza
2. Aspetti specifici
2.1 Gestione rifiuti in ingresso
2.2 Gestione manutenzioni attrezzature
– Procedura gestionale Pr 07 “Gestione erogazione del servizio e controllo operativo” (v. Allegato VI al PMC)
– Gestione conferimenti
qualifica conferitore
omologa
controlli in ingresso
– Programmazione manutenzioni ordinarie
– Effettuazione manutenzioni ordinarie e straordinarie
– Registrazione manutenzioni
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3 – INDICATORI DI PRESTAZIONE
Indicatore e sua descrizione Denominazione U.M. Frequenza di monitoraggio
Reporting
Consumo specifico di combustibile
IP1: Combustibile utilizzato (gasolio) / Rifiuti in ingresso (pompabili + palabili(
ton / ton Annuale SI
Riuso acque di processo IP2: Acque riutilizzate nella bagnatura / Acque riutilizzate + smaltite + scaricate
m3 / m
3 Annuale SI
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ALLEGATI
Allegato I al PMC: Procedura gestionale Pr 08 “Gestione delle Risorse Umane e della Formazione”
Allegato II al PMC: Procedura gestionale Pr 01 “Gestione della documentazione”
Allegato III al PMC: Procedura gestionale Pr 10 “Gestione dei monitoraggi e delle misurazioni ambientali”
Allegato IV al PMC: Istruzione operativa PR07‐I05 “Norme di sicurezza e comportamentali cui attenersi durante lo scarico e il carico dei fanghi palabili e pompabili”
Allegato V al PMC: Istruzione operativa PR07‐I07 “Piano di intervento per le emergenze”
Allegato VI al PMC: Procedura gestionale Pr 07 “Gestione erogazione del servizio e controllo operativo”
Allegato VII al PMC: Istruzione operativa PI07‐IXX “Piano di campionamento rifiuti in ingresso a scopo di verifica”
Allegato VIII al PMC: Istruzione operativa PI07‐IXX “Piano di campionamento fanghi biologici condizionati pompabili”
N.B. Resta inteso che il gestore potrà, in qualsiasi momento, revisionare le sopraelencate procedure e istruzioni operative fermo restano l’obbligo di comunicare, con il report annuale da trasmettere entro il 30 aprile di ciascun anno, le revisioni effettuate e una breve descrizione delle modifiche apportate rispetto alle revisioni precedenti.
Numero di pagine compresa questa: 5
Co.im.po. srl
Procedura Gestionale
Gestione delle Risorse Umane e della Formazione
Procedura: Pr 08 – Rev 02 Ed 01 Data: 02/03/15 Distribuzione Copia controllata n.: Copia non controllata Revisione Data Descrizione sintetica della cronistoria delle revisioni; il dettaglio delle modifiche inserite nella revisione
corrente, se diversa da 0, è poi evidenziato all'interno del documento mediante una barra laterale
Rev. 00 31/03/2011 Prima emissione Rev. 01 16/02/2015 Emissione del modello organizzativo ambiente-sicurezza Rev 02 02/03/2015 Integrazione relativa a valutazione delle competenze
ELABORAZIONE APPROVAZIONE
Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
Datore di lavoro
Gestione delle Risorse Umane e della Formazione
Pr 08 rev 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Pagina 2 di 5
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INDICE DEI CONTENUTI 1.1 GENERALITÀ ................................................................................................................................................................................................... 2 1.2 GESTIONE DEL PERSONALE ........................................................................................................................................................................ 3 1.3 SVOLGIMENTO DELLA FORMAZIONE ...................................................................................................................................................... 4 1.4 VALUTAZIONE EFFICACIA AZIONI INTRAPRESE .................................................................................................................................. 5 1.5 NEO-ASSUNZIONI E INFORMAZIONE ........................................................................................................................................................ 5
1.1 GENERALITÀ
La presente procedura regola le attività di gestione delle risorse umane e di formazione svolte in azienda.
Vista la particolare attività svolta da Co.Im.Po. e le implicazioni che tale attività, se non viene svolta secondo quanto prescritto dal sistema di gestione integrato aziendale o secondo il modello organizzativo , può comportare nell’ambiente circostante, l’attività formativa riguarda il personale
direttamente coinvolto nello sviluppo delle attività che influenzano la qualità, l’ambiente, la sicurezza, una qualunque responsabilità significativa per l’organizzazione;
appartenente alle aree aziendali che si interfacciano o sviluppano attività (sia per il ruolo di responsabilità, che per posizione ricoperta) collegate con la qualità e la tutela ambientale.
neoassunto e/o in corso di formazione, prima di assumere ruoli operativi nell’interno dell’azienda;
da avviare ad attività nuove e mai sviluppate precedentemente da Co.im.po., per esigenze particolari e richieste nuove fatte dal mercato e dal cliente. L'azienda, dopo valutazione e rivalutazione generalmente annuale sul Pr 08 M 04 “valutazione
profili”, programma normalmente corsi interni o esterni per addestrare ed aggiornare il proprio personale su argomenti e materie di specifico interesse; pertanto ogni anno la Direzione Generale con la collaborazione del Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL e RSPP prepara un “Piano di formazione” (modulo PR08-M01).
Tale attività di formazione è maggiormente avvertita e potenziata in presenza: di richieste contrattuali o di mercato, che richiedono conoscenze tecniche particolari; di nuovi obiettivi per la protezione e gestione ambientale e della sicurezza, oltre che della qualità del
servizio erogato; di investimenti in nuove attrezzature e impianti di produzione; di ridefinizione dei ruoli e delle mansioni. Di sostanziali modifiche al sistema di gestione dell’organizzazione o al modello organizzativo
Il personale destinato e ricoprire ruoli nelle diverse attività che influenzano la qualità, l’ambiente e la sicurezza, se non in possesso dei requisiti previsti dalle schede personali, è formato attraverso:
corsi di formazione svolti da personale esterno e, se richiesto, viene previsto il superamento di esami di qualificazione presso enti o istituti riconosciuti ed autorizzati al rilascio della relativa certificazione;
incontri interni con personale aziendale già addestrato e formato a ricoprire ruoli di responsabilità;
affiancamento con personale senior per un periodo di tempo prefissato, in funzione della scolarità e delle esperienze professionali di partenza al momento di introduzione nella struttura di Co.im.po. Vista la tipologia di lavoro della Co.Im.Po. la modalità di formazione che viene principalmente adottata è l’affiancamento: per tutti i nuovi assunti è previsto un periodo di affiancamento. Durante tale periodo viene fornita la informazione e formazione sui rischi specifici della mansione che sarà ricoperta e su quanto definito dall’azienda per garantire la protezione ambientale. La necessità di nuova formazione ed addestramento è individuata dalla Direzione Generale e/o dagli
altri responsabili di funzione e si basa su: 1. individuazione delle aree aziendali dove le conoscenze tecniche, gestionali etc. sono insufficienti
allo sviluppo delle attività svolte e inadeguate alle prescrizioni in materia ambientale, della salute
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e sicurezza del personale; tale fase è normalmente evidenziata durante le verifiche ispettive o in presenza di:
richieste contrattuali o di mercato, che richiedono conoscenze tecniche particolari;
nuovi obiettivi relativi al sistema di gestione o cambiamenti della politica aziendale;
investimenti in nuove attrezzature, strumentazioni e impianti di produzione;
ridefinizione dei ruoli e delle mansioni;
normative e leggi particolari.
1.2 GESTIONE DEL PERSONALE
La Direzione definisce la struttura aziendale in un Organigramma per funzioni, comunicato e reso noto all’interno dell’azienda tramite incontri o affissioni in bacheca.
La Direzione definisce i profili e i requisiti tecnico-professionali delle Funzioni in modo da garantire che tutti coloro che partecipano alla gestione, al funzionamento e al monitoraggio del Sistema di gestione siano competenti in relazione alle mansioni, alle conoscenze, alle capacità e all’esperienza richiesta.
I singoli profili e i requisiti delle Funzioni vengono formalizzati nelle PR08-M03 “job description” e sono approvate dalla Direzione e firmate per accettazione dal personale afferente a quel ruolo.
Per ogni Dipendente in forza viene compilata una Scheda Personale, mediante strumenti informatici, indicando i dati identificativi, la Funzione assegnata, la data di assunzione, ecc.. e allegando eventuali documenti attestanti formazione ed esperienze e competenze possedute, ecc...
Il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL confronta le caratteristiche richieste dal ruolo con le capacità dimostrabili dalla persona, anche in considerazione dei risultati della sorveglianza sanitaria effettuata e delle eventuali non idoneità, programmando eventuali argomenti di formazione/addestramento per colmare il gap formativo.
Il fabbisogno di formazione e addestramento in relazione alla funzione ricoperta dalla persona viene gestito in collaborazione con RSPP tramite strumento informatico.
In caso di carenze tecnico-professionali in relazione al ruolo e alle responsabilità assegnate e/o nei casi di:
Nuove assunzioni e/o nuove mansioni del personale;
Trasferimento o cambiamento di mansioni del personale;
Introduzione di nuove tecnologie, mezzi e materiali;
Introduzione di nuovi dispositivi di protezione individuale e/o collettiva;
Nuovi prodotti e/o modifiche a prodotti esistenti;
Insorgere e/o acutizzarsi di nuovi aspetti e impatti ambientali o modifiche a aspetti e impatti già esistenti;
Insorgere e/o acutizzarsi di nuovi rischi per la salute e la sicurezza o modifiche a rischi per la sicurezza esistenti;
Nuovi piani e programmi di miglioramento ambientale e della sicurezza;
Nuovi requisiti legislativi e regolamentari, cogenti e volontari, o modifiche a requisiti già applicati
viene valutata dal Preposto e/o dalla Direzione la possibile necessità di formazione e addestramento. Nel caso in cui sia evidenziata una non idoneità e/o limitazione al lavoro a seguito della sorveglianza
sanitaria periodica, MC comunica alla Direzione e al lavoratore interessato tale risultato, specificando il tipo di inidoneità e le eventuali limitazioni.
In tal caso la Direzione effettua un incontro con il preposto e il lavoratore interessato allo scopo di:
informare RP sull’inidoneità o parziale idoneità del lavoratore, nel rispetto della privacy dello stesso.
verificare se la mansione svolta da lavoro sia compatibile con le limitazioni al lavoro evidenziate dal MC
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stabilire quali attività possono essere svolte dal lavoratore nel rispetto della propria idoneità
responsabilizzare lo stesso lavoratore al rispetto delle limitazioni individuate e il preposto alla sorveglianza nei confronti di tale rispetto.
Qualora si presentasse la necessità di provvedere ad una riorganizzazione interna delle risorse e delle mansioni, la Direzione può effettuare un incontro con tutti i lavoratori interessati da tale riorganizzazione.
L’idoneità sanitaria è comunque gestita a parte con la Procedura operativa PR 08-IO 01 “Sorveglianza sanitaria”.
1.3 SVOLGIMENTO DELLA FORMAZIONE
Annualmente la Direzione Generale, con la collaborazione del Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL e di RSPP, definisce un piano Di formazione (PR08-M01), solitamente in occasione dei riesami sul sistema di gestione. Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL o il “docente” che effettua la formazione ne registra l’attuazione utilizzando il modulo PR08-M02 “Registrazione corsi/formazione” o qualsiasi altra forma equivalente (ad es. attestazioni fornite dall'ente che ha erogato la formazione).
Nel caso di affiancamento, il responsabile dell’attività deve a Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL l’avvenuta formazione registrandola sull’apposito modulo PR08-M02 “Registrazione corsi/formazione” ed esprimere anche una valutazione relativa alle persone che hanno svolto l’affiancamento.
I diplomi/attestati comprovanti la formazione esterna sono conservati da Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL e/o allegati alla “Scheda Personale” di ciascun partecipante che viene quindi aggiornata.
La formazione di base del personale deve prevedere almeno i seguenti argomenti:
Diffusione della “cultura e sensibilità” in merito alla Qualità, all’Ambiente e alla Sicurezza attraverso le motivazioni che hanno portato all’implementazione del Sistema di gestione e del modello organizzativo, illustrazione del sistema adottato, della Politica per la Qualità, l’Ambiente e la Sicurezza, del programma, degli obiettivi di miglioramento decisi, delle Responsabilità, dei ruoli e mansioni;
Importanza di conformarsi alla Politica aziendale, alle Procedure, alle Istruzioni e tutti gli altri requisiti del Sistema di gestione e modello organizzativo, comprese le leggi applicabili;
Utilizzo dei documenti, delle Procedure e Istruzioni di competenza e dei documenti di registrazione;
Impatti ambientali significativi, reali e potenziali, derivanti dalle singole attività operative e benefici ambientali derivanti dal miglioramento delle prestazioni dei singoli;
Rischi per la salute e la sicurezza, reali e potenziali, correlati sia all’attività dell’azienda sia alle specifiche attività svolte dal lavoratore;
Requisiti ed elementi di tipo cogente, legislativo e regolamentare, associati al proprio lavoro;
Conoscenze in dettaglio delle singole mansioni ed attenzioni particolari da rispettare per evitare implicazioni e le ricadute a causa di comportamenti diversi;
Livello di qualità richiesto, livello di criticità e rischi della mansione/attività e conseguente necessità di comportamenti controllati più o meno marcati per il rispetto dell’ambiente e della sicurezza;
Gestione di possibili emergenze e incidenti;
Pericolosità per la salute e l’ambiente delle sostanze e dei prodotti utilizzati;
Uso di dispositivi di protezione individuali e collettivi. Per quanto riguarda la formazione sugli argomenti di salute e sicurezza sul lavoro, inoltre, gli
argomenti e la durata della Formazione Generale e Specifica devono essere adeguati a quanto indicato negli Accordi Stato Regioni relativo alla Formazione dei lavoratori, dei dirigenti e dei preposti e all’abilitazione degli stessi all’utilizzo di determinate macchine e attrezzature individuate.
Tutta la documentazione relativa alla formazione del personale viene gestita ed archiviata da Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL.
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Anche i fornitori ed il personale esterno che opera nel sito (es. terzisti, trasportatori, ecc.) viene sensibilizzato ed informato sulle modalità operative aziendali in materia ambientale e di sicurezza; di conseguenza le ditte appaltatrici si attengono alle procedure ambientali e di sicurezza almeno quando sono impegnate all’interno del sito e/o per l’azienda.
Per quanto concerne i docenti di corsi di formazione per la sicurezza e la salute dei lavoratori, è necessario verificare la presenza dei requisiti previsti dagli Accordi Stato Regioni relativamente all’esperienza e la qualifica degli stessi.
1.4 VALUTAZIONE EFFICACIA AZIONI INTRAPRESE
La valutazione dell'efficacia delle azioni formative intraprese viene svolta in tempi diversi a seconda del tipo di formazione svolta; in particolare al termine del periodo previsto per la formazione svolta in affiancamento, registrando il giudizio
finale (comprensivo di firma e data) nel campo note nel modulo PR08-M02; in occasione del riesame del sistema di gestione per gli altri incontri di formazione, sulla base dei
risultati delle verifiche ispettive interne, delle non conformità e dei reclami registrazioni, delle azioni correttive e preventive attuate;
eventualmente tramite un monitoraggio intervistando i responsabili delle varie funzioni o direttamente sul campo da parte della Direzione, riportando poi i risultati in sede di riesame del sistema.
La verifica dell’efficacia può essere eseguita attraverso interviste, discussioni e colloqui, tra il docente e il personale formato, sugli argomenti oggetto di formazione e può essere eseguita al termine dell’incontro o in una data successiva.
1.5 NEO-ASSUNZIONI E INFORMAZIONE
In caso di nuove assunzioni, il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL in collaborazione con RSPP, deve contattare il MC e prenotare la visita pre-assuntiva.
Solamente dopo aver ricevuto comunicazione di idoneità da parte del Medico Competente, il lavoratore può entrare in forze.
Il RSPP ha il compito quindi di eseguire l’attività di informazione del lavoratore che prevede di base: L’informazione relativamente ai rischi connessi all’attività dell’impresa e a quelli specifici a cui è
esposto ciascun lavoratore, alle misure di prevenzione e protezione adottate, alla normativa vigente, alle procedure che riguardano il pronto soccorso e le emergenze, ai nominativi degli appartenenti al Servizio Prevenzione e Protezione, del medico competente e degli addetti alla squadra di emergenza;
L’informazione relativa agli aspetti e impatti ambientali significativi correlati alle attività assegnate, indicando ad esempio dove devono e come essere conservati i rifiuti, quali sono i comportamenti da tenere per evitare ricadute sull’ambiente, ecc…..;
La consegna e spiegazione di Istruzioni Operative, Procedure e Job description concernenti l’attività del neo-assunto. In particolare la formazione dei neoassunti eseguita da RSPP o da docenti esterni qualificati rispetta
le tempistiche, la durata e i contenuti minimi degli Accordi Stato-Regioni in merito alla formazione. La funzione Acquisti in collaborazione con il preposto deve inoltre provvedere alla prima dotazione
dei mezzi di protezione e prevenzione personali. La gestione e consegna dei Dispositivi di Protezione Individuale avviene secondo la PR14 “Gestione
dei DPI”.
Numero di pagine compresa questa: 9
Co.im.po. srl
Procedura Gestionale
Gestione della documentazione
Procedura: Pr 01 - Rev. 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Distribuzione Copia controllata n.: Copia non controllata Revisione Data Descrizione sintetica della cronistoria delle revisioni; il dettaglio delle modifiche inserite nella revisione
corrente, se diversa da 0, è poi evidenziato all'interno del documento mediante una barra laterale
Rev. 00 31/03/2011 Prima emissione Rev. 01 16/02/2015 Emissione del modello organizzativo ambiente-sicurezza
ELABORAZIONE VERIFICA E APPROVAZIONE
Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
_________________________
Datore di lavoro
Gestione della Documentazione
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AVVERTENZA Il presente documento è di esclusiva proprietà dell’azienda Co.im.po srl e di EGQ Consulenza d'azienda: nessuna sua parte può essere riprodotta,
né comunque diffusa, senza precedente autorizzazione scritta. Co.im.po srl, nonché EGQ Consulenza d'azienda che è stata di ausilio nella stesura del documento possono procedere per vie legali in caso di violazioni al copyright sopra.
INDICE DEI CONTENUTI 1. Scopo e campo di applicazione .................................................................................................................................................................................. 2
1.1 Generalità ............................................................................................................................................................................................................ 2 1.2 Approvazione ed emissione dei documenti e dei dati ........................................................................................................................................ 2
1.2.1 Documentazione interna ................................................................................................................................................................................ 3 1.2.2 Documentazione di origine esterna ............................................................................................................................................................... 3 1.2.3 Gestione dei dati informatici ......................................................................................................................................................................... 4
1.3 Modifiche ai documenti ed ai dati ...................................................................................................................................................................... 4 1.4 3.4 DOCUMENTI DEL SISTEMA DI GESTIONE.......................................................................................................................................... 4 1.5 3.5 CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI ................................................................................................................................................. 5 1.6 PRESCRIZIONI LEGALI .................................................................................................................................................................................. 8
1.6.1 Individuazione delle prescrizioni legali ........................................................................................................................................................ 8 1.6.2 Richiesta e rinnovo delle autorizzazioni ....................................................................................................................................................... 8 1.6.3 Informazione ai responsabili ......................................................................................................................................................................... 8 1.6.4 Verifica del rispetto della legislazione .......................................................................................................................................................... 8 1.6.5 Responsabilità ................................................................................................................................................................................................ 9
1. Scopo e campo di applicazione Allo scopo di garantire un corretto flusso informativo all’interno ed all’esterno dell’azienda e di
garantire la corretta archiviazione e ricerca delle informazioni, tutti i documenti (compresi quelli di origine esterna) ed i dati risultanti delle attività del sistema di gestione aziendale ed in particolare tutti i documenti necessari a garantire la conformità alle norme UNI EN ISO14001 e UNI EN ISO9001 e al modello organizzativo sono gestiti secondo le modalità descritte nel presente capitolo che costituisce la procedura di gestione della documentazione interna ed esterna.
1.1 Generalità La documentazione alla quale questa procedura si riferisce si può sostanzialmente suddividere nelle seguenti categorie: documenti che definiscono regole di comportamento (manuale aziendale integrato, programma di
controllo (LR n. 3/2000), modello organizzativo e di gestione, procedure, istruzioni operative, norme antinfortunistiche attinenti l’attività dell’azienda, documentazione richiesta dalla normativa vigente inerente la SSL, ecc.); è la documentazione che descrive il sistema di gestione integrato;
documentazione interna, quale ad es. la documentazione relativa al servizio fornito (tanto internamente quanto esternamente alla sede operativa) e al processo di stabilizzazione, informazioni sui processi operativi e produttivi; manuali, schemi e impianti, istruzioni per l’uso di macchine, attrezzature e DPI, norme interne e procedure operative; regolamenti e accordi aziendali, piani di emergenza ecc.;
documenti di registrazione: rappresentano la modalità per dimostrare l’avvenuto completamento di un servizio, di un processo o di una sua parte relativamente agli ambiti come da Paragrafo 2.1
documenti di origine esterna (come i rapporti di analisi dei fanghi, le autorizzazioni dei trasportatori, le normative,le schede di sicurezza, prescrizioni degli organi di vigilanza ecc.)..
Di seguito vengono descritte le modalità di gestione adottate per le diverse tipologie. Inoltre questa procedura descrive le modalità operative e le responsabilità per garantire che
vengano correttamente identificati i requisiti di legge e di altro tipo applicabili alla Co.im.po e riguardanti: gli aspetti ambientali, La sicurezza delle attività La salute e sicurezza dei lavoratori, La gestione delle responsabilità, La gestione dei prodotti e servizi e per garantire l’accesso agli stessi documenti;
1.2 Approvazione ed emissione dei documenti e dei dati Ogni funzione aziendale può proporre al Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL documenti di sua
pertinenza in base alle attività descritte nel presente Sistema di Gestione. Responsabile dell’elaborazione dei documenti è di norma Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL che
si avvale di volta in volta della collaborazione del personale competente (esempio RSPP per la sicurezza e salute dei lavoratori)
Gestione della Documentazione
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Ogni documento prima di essere utilizzato è soggetto a verifica e approvazione da parte della Direzione (Datore di lavoro) tramite la firma di verifica ed approvazione del contenuto. Tale firma è evidenza dell’autorizzazione all’impiego da parte di personale autorizzato: in generale, se non specificato diversamente nel documento stesso o in una delle sezioni del presente manuale, chi elabora un documento è anche responsabile di archiviarlo e conservarlo per il tempo indicato nella sezione CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI .
Per la documentazione relativa al sistema di gestione si rimanda ala sezione DOCUMENTI DEL SISTEMA DI GESTIONE . Il Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL mantiene inoltre: gli originali dei documenti del sistema di gestione integrato (vedi sezione 1.4 per l’indicazione delle
tipologie); l’elenco delle procedure con l’indicazione di chi ha ricevuto eventuali copie a distribuzione
controllata; l’elenco della modulistica ed eventuali istruzioni in vigore (Modulo PR01-M01 “Elenco documenti ”); l’elenco delle normative utilizzate in azienda (modulo PR01-M02) con la supervisione del
Responsabile Tecnico Impianto, di RSPP lo scadenziario delle prescrizioni di legge, norme e regolamenti inerenti la sicurezza e l’ambiente
1.2.1 Documentazione interna In Co.Im.Po. i documenti interni ritenuti importanti per il sistema di gestione integrato vengono
gestiti direttamente dalla funzione che li ha emessi; in particolare offerte, ordini, contratti, vengono archiviate per cliente in una cartellina assieme alle analisi chimiche preventive e agli eventuali rapporti di sopralluogo relative alla commessa; i rapporti d’intervento allegati alla fattura; analisi fanghi presenti in impianto: viene archiviata dal Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL; analisi fanghi in entrata: viene archiviata dal Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL; formulari: vengono archiviati all’interno del raccoglitore apposito da parte del responsabile dell’amministrazione. In caso di formulari annullati, questi vengono archiviati all’interno del raccoglitore ed elencati in un documento per facilitarne il reperimento. Tale operazione viene svolta dal Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL; formulari relativi a rifiuti prodotti all’interno: sono archiviati da parte del Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL all’interno di un raccoglitore separato; le autorizzazioni, documentazione commerciale (es. contratti), comunicazioni con intermediari e mediatori, notifiche con i produttori, ecc. vengono archiviate dall’Amministrazione; autorizzazioni, registro terreni, comunicazioni con gli enti, mappali riferite alle aziende agricole sono archiviati suddivisi per azienda agricola da parte del Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL; formulari relativi allo spandimento sono archiviati all’interno del raccoglitore apposito da parte del Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL; la documentazione amministrativa (fatture, eccc.) viene archiviata in un archivio separato da parte del responsabile amministrativo; documentazione di acquisto: è gestita dalla funzione Acquisti e comprende eventuali ordini d’acquisto, incarichi a professionisti e la documentazione necessaria per la valutazione dei fornitori. documentazione relativa al processo di raccolta (formulari vengono archiviati dall’amministrazione), di stabilizzazione, di spandimento e al servizio erogato vengono archiviati dal Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL. Documento di valutazione dei rischi e altri documenti a quello collegati vengono archiviati dal
datore di lavoro; Norme antinfortunistiche attinenti l’attività dell’azienda; Elenchi sostanze e preparati, studi su fattori di rischio tecnico, organizzativi, formativi, Letteratura scientifica; Prescrizioni degli organi di vigilanza; Piani di emergenza; Documenti degli audit previsti nella procedura relativa.
1.2.2 Documentazione di origine esterna
In Co.Im.Po. i documenti di origine esterna ritenuti importanti per il sistema di gestione aziendale sono principalmente:
Gestione della Documentazione
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normative: l’evidenza della loro presa in carico è data dalla approvazione dell’elenco norme da parte del Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL con la supervisione del Responsabile Tecnico Impianto, RSPP;
capitolati: generalmente accompagnano le richieste d’offerta e/o l’ordine e vengono gestiti da parte del responsabile amministrativo;
richieste d’offerta, contratti e/o ordini dei clienti: vengono gestite come la documentazione commerciale interna;
analisi chimiche dei fanghi, autorizzazioni dei trasportatori, smaltitori ecc, eventuali autorizzazioni provinciali per lo spandimento dei fanghi in agricoltura e il formulario vengono archiviati in un dox apposito: vengono gestiti come documenti di registrazione.
Attestati di formazione e altra documentazione inerente: vengono archiviati con modalità analoghe alle registrazioni della formazione
Prescrizioni degli organi di vigilanza: vengono raccolte e classificate dal responsabile del Sistema di Gestione integrato (solitamente come allagato ad un rapporto di non conformità) che le archivia e ne monitora lo stato di avanzamento tenendo informate le parti interessate.
Documenti di audit da parte di soggetti esterni: vengono archiviate da Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL e sono un importante input per il riesame della direzione
Schede di sicurezza dei prodotti Manuali d’uso e di manutenzione delle attrezzature presenti, relativi attestati di conformità e
certificati di verifica come da normative vigenti. L’elenco delle norme/leggi a cui è sottoposta l’attività dell’azienda è dato dal Modulo “Elenco
norme/leggi” (Modulo PR01-M02). Le normative sono gestite dal Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL con la supervisione del Responsabile Tecnico Impianto e del RSPP, il Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL ne cura l’archiviazione e la distribuzione in prestito alle varie funzioni aziendali.
L’autorizzazione all’impiego viene data da Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL tramite l’inserimento del documento nel registro che costituisce l’elenco delle norme/leggi a cui è sottoposta l’attività.
Il dettaglio delle attività di aggiornamento e gestione è descritto nel capitolo 3.6 “Prescrizioni legali”.
1.2.3 Gestione dei dati informatici I soli dati informatici presenti in azienda sono gestiti dall’Amministrazione per quanto riguarda i
dati contabili ed amministrativi. I dati di tipo amministrativo sono residenti su di un sistema informatico di cui viene fatto un back-
up con cadenza settimanale.
1.3 Modifiche ai documenti ed ai dati Qualora necessario, la documentazione già distribuita è oggetto di modifica o di nuova edizione a
cura della funzione aziendale che l’ha emessa. L'oggetto della modifica (se possibile) ed i relativi indici di edizione sono opportunamente evidenziati sul documento.
Tutte le modifiche e nuove edizioni di documenti devono essere verificate ed approvate dallo stesso personale autorizzato che ha verificato ed approvato l’edizione precedente, secondo quanto previsto nella sezione 1.2 - Approvazione ed emissione dei documenti e dei dati.
In caso di modifica o nuova edizione di un documento, la funzione che la elabora (dopo la approvazione) è responsabile di distribuirla a tutte le funzioni che hanno ricevuto l’edizione precedente in copia controllata; il vecchio originale del documento viene contraddistinto con la dicitura “superato” (od una avente equivalente significato) e viene archiviato presso la funzione che ha emesso la nuova edizione, per il periodo di tempo stabilito nella sezione - CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI . Le funzioni destinatarie sono responsabili di distruggere o restituire le copie superate alla funzione emittente oppure di identificare con un’opportuna dicitura le copie superate.
1.4 DOCUMENTI DEL SISTEMA DI GESTIONE Il sistema di gestione integrato viene documentato mediante:
manuale aziendale integrato; modello organizzativo di gestione e controllo; procedure, moduli e/o istruzioni di lavoro: alle procedure possono essere allegate Istruzioni di lavoro; programma di monitoraggio e controllo (secondo le disposizioni della legge regionale n. 3/2000):
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schede tecniche dei materiali impiegati; analisi ambientali degli aspetti impattanti monitoraggio aziendale dei fanghi in ingresso/uscita e loro destinazione finale; raccolta rapporti tecnici degli addetti al controllo qualità; raccolta relazioni tecniche periodiche degli addetti al programma di controllo; raccolta relazioni non tecniche annuali;
documento di valutazione dei rischi aziendali per la salute e la sicurezza dei lavoratori; documentazione di registrazione; politica per l’ambiente; politica per la sicurezza e salute dei lavoratori Organigramma aziendale; Comunicazioni della direzione; Comunicazioni con l’Odv. L'azienda distribuisce: copie soggette a distribuzione controllata; ai destinatari vengono date le successive edizioni; copie non controllate, distribuite a solo scopo informativo; ai destinatari possono non essere date le
successive edizioni. Le copie a distribuzione controllata sono numerate e registrate nella lista di distribuzione dei
documenti del sistema di gestione aziendale (relativa a manuale, procedure, istruzioni, moduli); la lista di distribuzione è conservata presso la funzione Sistema di Gestione ed è approvata dal Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL.
Le edizioni correnti dei documenti del sistema di gestione (da cui si escludono le registrazioni della qualità per le quali sono previsti tempi e modalità specifiche di archiviazione) vengono conservate presso la funzione Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL, assieme alla relativa lista di distribuzione per un tempo indefinito; le edizioni precedenti vengono conservate per un periodo minimo pari a 2 anni; al termine di tale periodo possono venire distrutte.
Relativamente al Manuale di gestione del sistema integrato la revisione di una sezione qualsiasi comporta la riemissione della sezione variata e della sezione 1, entrambe con un nuovo indice di revisione, aumentato di una unità. Modifiche sostanziali alla quasi totalità delle sezioni di un manuale fa sì che questo venga riemesso con una nuova edizione, azzerando così l’indice di revisione delle sezioni. Moduli ed istruzioni, in caso di modifica, vengono riemessi con l’indice di revisione incrementato di un’unità.
I moduli del sistema di gestione vengono generalmente identificati dal codice che riporta il documento (es. procedura) a cui il modulo si riferisce – numero progressivo (es. codice procedura-numero progressivo).
1.5 CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI La società Co.Im.Po. gestisce un sistema di documentazione, che fornisce l’evidenza dei risultati di
tutte le attività del sistema di gestione effettuate. Tali registrazioni hanno lo scopo di dimostrare: la conformità dei servizi ai requisiti richiesti per la tutela ambientale, per la salute e sicurezza dei
lavoratori e delle altre leggi vigenti applicabili; l’efficacia del Sistema di gestione, del modello organizzativo e la loro rispondenza alle norme di
riferimento. Le modalità di gestione della documentazione di cui sopra sono specificate:
nella sezione 1.2 - Approvazione ed emissione dei documenti e dei dati; nelle sezioni che definiscono e regolano le attività a cui la documentazione stessa si riferisce.
Di seguito vengono elencati i principali documenti di registrazione relativi al sistema di gestione di Co.Im.Po. e al modello organizzativo:
Tipo di registrazione Documentazione di riferimento
Norma UNI EN ISO14001 / OHSAS 18001
Norma UNI EN ISO9001
Funzione responsabile dell’archivia-zione
Periodo di archiviazione
Riesame della direzione Riesame della direzione
4.6 5.6.1 Responsabile Qualità-Ambiente/RSG
5 anni
Gestione della Documentazione
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Tipo di registrazione Documentazione di riferimento
Norma UNI EN ISO14001 / OHSAS 18001
Norma UNI EN ISO9001
Funzione responsabile dell’archivia-zione
Periodo di archiviazione
SL Registrazioni relative al grado di istruzione, all’addestramento, all’abilità ed esperienza del personale
Piano di formazione, Registro formazione, Job description
4.4.2 6.2.2 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni per dare evidenza che i processi realizzativi ed i prodotti risultanti soddisfino i requisiti
Formulario, Registro di carico e scarico
7.1 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative al riesame dei requisiti del prodotto
Cartellina cliente (offerta, ordine, contratto, sopralluogo)
4.4.6 7.2.2 Commerciale 1 anno
Registrazioni dei risultati delle valutazioni dei fornitori e di tutte le azioni scaturite da dette valutazioni
Albo fornitori 4.4.6 7.4.1 Acquisti 5 anni
Registrazioni relative alla validazione dei processi di produzione ed erogazione dei servizi
Certificato di analisi, scheda descrittiva del rifiuto, formulario
7.5.2 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazione relative alle proprietà del cliente perse, danneggiate o riscontrate inadeguate all’utilizzazione
IV copia formulario
7.5.4 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative ai risultati delle tarature e delle verifiche sulle apparecchiature di misurazione
Scheda strumento
4.5.1 7.6 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative alle verifiche ispettive interne
Rapporti di verifica ispettiva, Piano verifiche ispettive
4.5.4 8.2.2 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative al monitoraggio e misurazione dei prodotti
Formulario, analisi chimiche, bolle, autorizzazioni
8.2.4 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative alla natura delle non conformità ed alle azioni susseguenti intraprese
Registrazione segnalazioni, Stato segnalazioni
4.5.2 – 4.4.3
8.3 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative alle azioni correttive intraprese
Registrazione segnalazioni, Stato segnalazioni
4.5.2 – 4.4.3
8.5.2 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative alle Registrazione 4.5.2 – 8.5.3 Responsabile 5 anni
Gestione della Documentazione
PG 01 rev 01 ed 01 Data: 16/02/2015 Pagina 7 di 9
Tipo di registrazione Documentazione di riferimento
Norma UNI EN ISO14001 / OHSAS 18001
Norma UNI EN ISO9001
Funzione responsabile dell’archivia-zione
Periodo di archiviazione
azioni preventive intraprese segnalazioni, Stato segnalazioni
4.4.3 Qualità-Ambiente/RSGSL
Dichiarazioni, registrazioni e certificati di conformità
8.2.4 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Registrazioni relative ai reclami dei clienti
Registrazione segnalazioni, Stato segnalazioni
4.5.2 – 4.4.3
Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Risultati delle misurazioni di performances ambientali
Registro controlli ambientali
4.5.1 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Autorizzazioni e permessi Validità autorizzazioni
4.3.2 – 4.5.1
Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
Legge
Documento Valutazione dei Rischi (Dlgs 81/08)
DVR 4.3.1 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
Ogni 4 anni per valutazione agenti fisici
Elenchi sostanze e preparati, studi su fattori di rischio tecnico, organizzativi, formativi
Schede tecniche, Schede di sicurezza
4.4.6 7.5.5 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
Pari al periodo di utilizzo
Prescrizioni degli organi di vigilanza
4.3.2 4.2 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
25 anni
Rapporti degli audit Report audit interni e esterni
4.5.5 8.2.2 Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
5 anni
Rapporti degli audit dell’Odv - - Datore di Lavoro/Legale Rappresentante
10 anni
Comunicazioni con l’ODV - - Datore di Lavoro/Legale Rappresentante
10 anni
Ogni ente indicato come responsabile dell’archiviazione è responsabile dell’identificazione,
catalogazione, accesso, archiviazione, conservazione, aggiornamento ed eliminazione delle registrazioni del sistema di gestione ambiente e qualità aziendali. Tutte le registrazioni sono archiviate e conservate in luoghi che assicurano condizioni ambientali idonee per prevenire deterioramenti, danni ed evitare smarrimenti. Al termine del periodo indicato per la conservazione le registrazioni possono essere cestinate.
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Se previsto da contratto le registrazioni sono messe a disposizione del cliente o di un suo rappresentante per un periodo di tempo concordato e specificato nel contratto. La restante documentazione che non è prevista tra le registrazioni sopra citate o per la quale nel capitolo 1.4 non è stato fissato il periodo di conservazione viene conservata per un periodo minimo pari a 5 anni.
1.6 PRESCRIZIONI LEGALI
1.6.1 Individuazione delle prescrizioni legali
Il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL individua in base alle attività, prodotti e servizi svolti dalla Co.im.po i requisiti di legge e di altro tipo applicabili e riguardanti gli aspetti , i rischi presenti di cui al paragrafo 2.1.
Quando sono stati individuati i requisiti legislativi (con la collaborazione delle figure aziendali competenti nei singoli ambiti) che devono essere rispettati dalla Co.im.po, il RSG redige e mantiene aggiornato l’Elenco norme/leggi (modulo PR01-M02).
Il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL accede alla legislazione vigente mediante abbonamenti a riviste del settore, a convenzioni con associazioni di categoria e tramite l’accesso mediante internet ai cataloghi degli enti normativi e iscrizioni a mailing list (ad es. UNI, ARPAV, ISPESL, Ambiente Lavoro), studi di consulenza, segnalazioni da risorse interne aziendali (esempio RSPP).
Vanno anche qui compresi altri requisiti che la Co.im.po, pur non essendo cogenti, decida di sottoscriverli, quali ad esempio eventuali accordi volontari con la comunità locale, con organizzazioni no-profit, con le pubbliche autorità.
Nel caso in cui un nuovo adempimento legislativo causi cambiamenti nelle prassi operative, è compito del Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL, in collaborazione con i responsabili coinvolti, aggiornare eventuali documenti del sistema e pianificare l’istruzione degli addetti al riguardo. In caso di cambiamenti sostanziali della legislazione, che possano causare nuovi adempimenti autorizzativi o rivoluzionare la gestione esistente di una determinata problematica, il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL ne informa la Direzione Generale, con la quale concorderà tempi e modalità di adeguamento.
I testi di legge, le circolari, le comunicazioni e le riviste, come anche le revisioni dell’Elenco Norme, sono archiviate dal Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL per il tempo indicato nel capitolo CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI.
Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL estrapola, dalle Leggi, Norme e Regolamenti applicabili al sito, tutte le prescrizioni legali e regolamentari e compila lo scadenziario automatico gestito mediante proprio software.
Ogni aggiornamento di natura legislativa e regolamentare in materia di sicurezza comporta l’aggiornamento del relativo scadenziario.
1.6.2 Richiesta e rinnovo delle autorizzazioni
La validità delle autorizzazioni per trasporto di fango e rifiuti, stoccaggio/condizionamento fango, spandimento di fango sia della Co.im.po che di aziende esterne è tenuta sotto controllo.
Nei moduli PR01-M03 e PR01-M04 (“Validità autorizzazioni trasporti” e “Validità autorizzazioni impianti” rispettivamente) sono infatti indicate le aziende (Co.Im.Po. inclusa) e/o trasportatori, i relativi mezzi ed impianti con le scadenze delle autorizzazioni. I mezzi autorizzati sono desumibili dalle autorizzazione di riferimento. La gestione delle autorizzazioni è a carico di Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL.
1.6.3 Informazione ai responsabili
Il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL, una volta individuati i responsabili che devono essere a conoscenza dei requisiti legislativi, li informa e/o forma anche mettendo loro a disposizione l’elenco norme aggiornato. A seguito di una modifica delle prescrizioni legali, se viene ritenuto necessario, viene effettuato un incontro di formazione con il personale al fine di illustrare le modalità operative richieste dalla nuova normativa.
1.6.4 Verifica del rispetto della legislazione
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Il Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL verifica la conformità alla legge secondo quanto descritto nella procedura PR10 “Monitoraggi e misurazioni”, compresa la validità delle autorizzazioni. Le scadenze vengono ricordate in automatico dallo scadenziario automatico configurato da Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL nel proprio computer.
1.6.5 Responsabilità
La responsabilità di identificare le prescrizioni legali applicabili e di aggiornare l’Elenco norme/leggi è a carico del Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL, che ha inoltre la responsabilità di verificare o far verificare il rispetto delle leggi, coinvolgendo se necessario i responsabili delle varie attività (ad. Es. RSPP per la sicurezza).
Numero di pagine compresa questa: 5
Co.im.po. srl
Procedura Gestionale
Gestione dei monitoraggi e delle misurazioni ambientali
Procedura: Pr 10 - Rev. 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Distribuzione Copia controllata n.: Copia non controllata Revisione Data Descrizione sintetica della cronistoria delle revisioni; il dettaglio delle modifiche inserite nella revisione
corrente, se diversa da 0, è poi evidenziato all'interno del documento mediante una barra laterale
Rev. 00 31/03/2011 Prima emissione Rev.01 16/02/2015 Emissione del modello organizzativo ambiente-sicurezza
ELABORAZIONE APPROVAZIONE
Responsabile Qualità Ambiente Datore di lavoro
Gestione monitoraggi e misurazioni ambientali
Pr 10 rev 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Pagina 2 di 5
AVVERTENZA Il presente documento è di esclusiva proprietà dell’azienda Co.im.po srl e di EGQ Consulenza d'azienda: nessuna sua parte può essere riprodotta,
né comunque diffusa, senza precedente autorizzazione scritta. Co.im.po srl, nonché EGQ Consulenza d'azienda che è stata di ausilio nella stesura del documento possono procedere per vie legali in caso di violazioni al copyright sopra.
INDICE DEI CONTENUTI 1.1 GENERALITÀ ................................................................................................................................................................................................... 2 1.2 Pianificazione .................................................................................................................................................................................................. 2
1.2.1 Programma di controlli ambientali ....................................................................................................................................................... 2 1.3 Controlli relativi alle attività ...................................................................................................................................................................... 3 1.4 Controlli operativi aggiuntivi ...................................................................................................................................................................... 3 1.5 Controlli relativi al Piano di Monitoraggio e Controllo approvato ..................................................................................................... 4 1.6 Controlli previsti per leggi e autorizzazioni ............................................................................................................................................. 4 1.7 Verifica della conformità legislativa .......................................................................................................................................................... 4
1.7.1 Analisi dei dati ........................................................................................................................................................................................... 4 1.8 Manutenzione periodica ................................................................................................................................................................................ 5 1.9 Responsabilità ................................................................................................................................................................................................. 5
1.1 GENERALITÀ
Il presente documento costituisce la procedura per la gestione delle attività legate ai monitoraggi e alle misurazioni ambientali.
Al fine di assicurare che le attività di controllo operativo vengano eseguite conformemente a quanto pianificato e, in particolare, che venga rilevato se quanto pianificato sia valido RAQ, con il supporto dei responsabili delle funzioni coinvolte, deve monitorare e misurare ad intervalli prefissati le caratteristiche delle operazioni e attività aziendali che possono avere impatti significativi in termini ambientali.
Inoltre, al fine di assicurare che le attività, i prodotti e i servizi non generino impatti ambientali significativi negativi, RAQ deve pianificare i controlli ambientali relativi alle attività, ai prodotti e ai servizi svolti dalla Co.im.po e deve far eseguire i controlli nel rispetto di tale piano.
1.2 Pianificazione La funzione Ambiente Qualità sulla base della legislazione applicabile, del Piano di Monitoraggio e
Controllo approvato e delle autorizzazione ottenute definisce i piani annuali dei controlli analitici sulle diverse emissioni (Piano controlli ambientali PR07-I01). In particolare, la pianificazione dei controlli viene effettuata in base ai risultati dell’analisi ambientale iniziale, e delle sue successive modifiche, in base a quanto richiesto dalla legislazione vigente applicabile all’attività aziendale, al Piano di Monitoraggio e Controllo, ai risultati ottenuti da controlli precedenti, ovvero se il parametro rilevato è vicino ai limiti considerati accettabili dall’azienda (e da obblighi cogenti), il RAQ valuta la possibilità di incrementare la frequenza dei controlli per evitare che si vada al di fuori dei limiti consentiti. Al contrario il RAQ può valutare la possibilità di modificare i limiti accettabili al fine di promuovere il miglioramento delle prestazioni ambientali aziendali. Può essere altrimenti rivisto il programma alla luce delle eventuali modifiche introdotte alle attività aziendali, dopo aver effettuato un’analisi degli aspetti ambientali e dei relativi impatti. Tutto ciò al fine di verificare che le prestazioni ambientali siano sempre accettabili.
Il piano viene elaborato dal RAQ, coinvolgendo il Responsabile tecnico Impianto ed approvato dalla Direzione.
Il piano di Monitoraggio e Controllo è elaborato dall’Estensore del Piano e approvato dall’Autorità competente in fase autorizzativa.
1.2.1 Programma di controlli ambientali Il piano annuale dei controlli ambientali, preparato dalla funzione Ambiente Qualità con il
benestare della Direzione generale, definisce l’attività che essere monitorata, la tipologia di controllo, la frequenza e i parametri accettabili.
I metodi di controllo da utilizzare, non indicati nel programma, sono stabiliti dal personale specializzato esterno qualificato che esegue i controlli.
I prelievi e le analisi vengono effettuate da laboratori qualificati ed inseriti all’interno dell’albo fornitori della Co.im.po.
Gestione monitoraggi e misurazioni ambientali
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I controlli che prevedono l’utilizzo di strumentazione vengono effettuati da enti esterni qualificati. Il RAQ, al ricevimento dei risultati delle analisi, si accerta che nella relazione siano definite le metodologie di analisi utilizzate, siano specificate le strumentazioni utilizzate e la loro taratura, che sia definito l’errore dello strumento utilizzato, oppure si verifica la presenza dell’analisi all’interno dell’elenco delle analisi accreditate. Inoltre, verifica che il valore rilevato sia all’interno dei limiti considerati accettabili dall’azienda.
L’evidenza del controllo e dell’accettazione da parte del RAQ dei dati presenti all’interno dei bollettini d’analisi è data dall’archiviazione dei documenti stessi presso l’ufficio ambiente qualità con firma di visto da parte di RAQ per accettazione o nel modulo PR07-M03 (per quanto concerne i controlli sui fanghi in entrata definiti dal piano dei controlli ambientali).
In caso di scostamento dei parametri definiti dalla Co.im.po., viene attivata la procedura PR02 “Gestione della Qualità e dell’Ambiente”.
A cadenza triennale viene fatta da parte della COIMPO l’analisi dei terreni e la documentazione per il rinnovo delle autorizzazioni, che comprende: 1) natura, composizione e caratteristiche dei fanghi da utilizzare; 2) l’identificazione sui mappali catastali della superficie dei terreni sui quali si intende applicare i fanghi, segnalando su carta tecnica regionale le aree interessate dallo spandimento e le aree sottoposte a vincolo in riferimento ai divieti sottoelencati; 3) una relazione che attesti l’idoneità dei siti prescelti in relazione alle caratteristiche pedologiche, agronomiche, idrogeologiche e chimiche dei terreni (i parametri devono essere all’interno di quanto riportato nella tabella B1/2 della delibera regionale n. 3247); 4) piano di utilizzazione agronomica dove vengono indicati i tempi e i quantitativi di fanghi utilizzabili in rapporto alle esigenze colturali, indicando le quantità di azoto, fosforo e potassio apportate); 5) dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attestante il titolo di disponibilità dei terreni ed il consenso allo spandimento nei limiti indicati dal piano di utilizzo. Tale documentazione viene redatta da tecnico competente qualificato dalla Co.im.po
Solitamente i controlli ambientali sono comunque:
controllo dei fanghi in entrata;
controllo dei fanghi durante il condizionamento;
controllo dei fanghi prima dello spandimento;
controllo dei terreni;
controlli delle emissioni fumi caldaia;
validità delle autorizzazioni, conformità legislativa, conformità dei programmi ambientali.
1.3 Controlli relativi alle attività Le attività che possono avere impatti ambientali rilevanti sono descritte in apposite procedure
operative. Tali procedure o istruzioni sono relative a: Controlli dei fanghi;
Spandimenti in agricoltura;
Pulizia vasche;
Carico, trasporto e scarico fanghi;
Pulizia e controlli su cassoni e autobotti;
Gestione delle attività di trasporto per lo spandimento;
Gestione della manutenzione dei mezzi, degli scarrabili e degli impianti;
Gestione dei rifiuti.
1.4 Controlli operativi aggiuntivi Con frequenza annuale, il Responsabile Ambiente Qualità verifica:
l’aggiornamento delle autorizzazioni definito nel modulo PR01-M03, PR01-M04 (sia per quanto riguarda i trasportatori, che le discariche, che l’impianto);
la validità delle leggi (secondo quanto disposto dalla PR01);
il livello di raggiungimento degli obiettivi, all’interno dei programmi di sviluppo (come descritto dalla procedura PR09.
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1.5 Controlli relativi al Piano di Monitoraggio e Controllo approvato Il programma di Monitoraggio e Controllo (LR3/2000) deve essere predisposto ed eseguito da
personale qualificato ed indipendente che non ha partecipato in alcun modo alle fasi di progettazione, costruzione e gestione dell’opera.
Il soggetto incaricato, inoltre, dovrà garantire l’unicità della responsabilità nella predisposizione ed esecuzione del programma nel tempo, dimostrare adeguata esperienza nello specifico campo e disporre in maniera continuativa delle specifiche professionalità richieste dalla situazione impiantistica da controllare.
I contenuti del Piano devono rispondere a quanto previsto dalla normativa nazionale o regionale e da linee guida specifiche.
Il Responsabile/Estensore del Piano dei controlli deve essere personale indipendente da Co.Im.Po, in caso di sostituzione, il documento deve essere riprogettato dal nuovo soggetto e riapprovato da parte dell’Ente competente, oppure accettato formalmente da parte del nuovo Responsabile, mediante specifica sottoscrizione.
Per l’esecuzione dei controlli l’Estensore/Responsabile del PMC può incaricare uno o più addetti aventi le medesime competenze e caratteristiche di indipendenza, i quali effettuano i controlli previsti dal Piano mediante specifiche check list di controllo.
Le check list di controllo fanno parte integrante del monitoraggio per l’ambiente e pertanto eventuali non conformità vengono gestite secondo le procedure del Sistema di gestione e secondo quanto indicato nel Piano stesso.
1.6 Controlli previsti per leggi e autorizzazioni Tali controlli sono pianificati come sopra descritto. L’esecuzione dei controlli viene effettuata
mediante la coordinazione del RAQ, Responsabile tecnico trasporti e impianto e del laboratorio esterno qualificato e i risultati vengono formalizzati sulla modulistica interna e/o del laboratorio.
La validità delle autorizzazioni dei trasportatori, dei mezzi della Co.Im.Po., delle discariche, delle aziende agricole, degli impianti della Co.Im.Po., viene verificata annualmente in occasione della valutazione periodica della conformità legislativa.
1.7 Verifica della conformità legislativa Dopo aver inserito nell’elenco delle norme tutta la legislazione ambientale applicabile all’attività
della Co.Im.Po., il RAQ effettua periodicamente, in collaborazione con enti qualificati, con frequenza almeno annuale, , in occasione del ciclo di verifiche ispettive, lo stato di aggiornamento e conformità legislativi, verificando quindi come l’azienda si pone nei confronti della legge (per esempio nel caso di nuovi limiti per le emissioni si verifica se vi è attualmente il loro rispetto); l’evidenza del controllo viene dato dalla compilazione del “Rapporto di verifica ispettiva” (PR03-M01), inerente alla verifica effettuata alla funzione Ambiente Qualità, evidenziando la verifica come verifica della conformità legislativa.
1.7.1 Analisi dei dati Una volta eseguiti i controlli, gli esiti vengono trasmessi al RAQ a cura del laboratorio esterno. I dati
contenuti o il riferimento al documento emesso vengono inseriti all’interno del modulo PR10-M01“Registro controlli ambientali” o altri registri gestiti dal RAQ. Il RAQ effettua il confronto fra quanto pianificato e quanto rilevato: se i risultati ottenuti sono all’interno della tolleranza accettata, l’aspetto ambientale si ritiene sotto controllo; se sono al di fuori dei limiti accettati, si devono intraprendere delle azioni correttive secondo quanto previsto dalla procedura gestionale PR02 “Gestione della qualità e dell’ambiente”.
Quando previsto dalla legislazione, il Responsabile Ambiente Qualità provvede ad inviare comunicazione agli Enti di controllo e sorveglianza preposti e conserva in archivio copia delle lettere di trasmissione.
I risultati dei controlli vengono perciò utilizzati per monitorare l’andamento delle prestazioni ambientali.
Gestione monitoraggi e misurazioni ambientali
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1.8 Manutenzione periodica Anche gli interventi di manutenzione periodica fanno parte delle attività di monitoraggio. In
particolare, la manutenzione deve garantire l’ispezione e/o la sostituzione di parti degli impianti che svolgono funzione di prevenzione ambientale, come descritto nella procedura PR07.
1.9 Responsabilità Il Responsabile Ambiente Qualità ha la responsabilità di definire il piano annuale dei controlli, con
l’approvazione della Direzione Generale, di comunicare gli esiti dei controlli agli enti di controllo e sorveglianza preposti, se previsto. Inoltre, ha la responsabilità di far eseguire i controlli nel rispetto del piano stesso e di gestire la relativa documentazione, compresa l’archiviazione delle relazioni e dei bollettini di analisi emessi da enti esterni.
Tuttavia, in casi definiti dal Responsabile Ambiente Qualità o su richiesta di enti competenti di vigilanza possono essere effettuati controlli ambientali non previsti dal piano. Ciò viene evidenziato nel “Registro controlli ambientali” (PR10-M02) o altri registri appositi gestiti ed aggiornati dal RAQ.
Vengono anche descritte le modalità di registrazione dei risultati e i confronti con i dati di riferimento.
CO.IM.PO. S.r.l. – Sede legale: Via America, 7 – 45010 ADRIA – Fraz. CA’ EMO (RO) - Tel. 0426/46194 0426 46434 Partita IVA e Cod. Fiscale 00729380295 – ISCR. TRIB. N° 4063 – C.C.I.A.A. 90821
CO.IM.PO. s.r.l. Istruzione: PR07-I05 Rev.04- 16/02/2015________ Pag. 1 di 3
Via America, 7 – 45010 – Adria – Frazione Cà Emo – Rovigo
Norme di sicurezza e comportamentali cui attenersi durante lo scarico e il carico dei fanghi palabili e pompabili
1) Il personale che può accedere al sito della CO.IM.PO. S.r.l. deve essere in regola con gli adempimenti contributivi previdenziali ed assicurativi ed essere stato adeguatamente formato ed informato sui rischi inerenti alla sua mansione da parte del suo datore di lavoro;
2) Nelle aree destinate allo scarico e al carico di materiali è fatto divieto di fumare, di assumere cibi o bevande.
3) Le operazioni di carico e scarico devono avvenire secondo quanto riportato nel regolamento interno.
4) Tenere presente che l’attività propria della CO.IM.PO. S.R.L. ha sempre precedenza sugli interventi esterni.
5) Indossare all’interno delle aree di lavoro i seguenti D.P.I.:
scarpe antinfortunistiche
guanti in neoprene
tute usa e getta
casco protettivo
mascherine con filtro ABEK e antipolvere
6) Procedere a passo d’uomo coi propri mezzi all’interno dell’impianto, e all’interno delle vie di circolazione. Gli automezzi devono essere posteggiati in modo da non ostacolare la circolazione interna.
7) E’ severamente vietato utilizzare attrezzature e materiale della CO.IM.PO. s.r.l.
8) In caso di perdita accidentale di materiale durante lo scarico dei fanghi palabili, gli operatori sono pregati di ripulire quanto caduto utilizzando la pala posizionata nelle vicinanze dello scarico e successivamente avvisare il personale di quanto accaduto. Durante lo scarico dei fanghi pompabili, gli operatori sono pregati di verificare che la tubazione utilizzata e l’attacco della tubazione allo scarico della cisterna non abbiano perdite di materiale, in caso di perdita di materiale, sostituire la tubazione o la guarnizione e avvisare il personale di quanto accaduto.
9) Bottiglie di plastica, guanti, stracci, e quanto altro NON DEVONO assolutamente essere gettati nelle vasche, ma RIPOSTI nei contenitori appositamente sistemati nell’impianto. Il personale che accede al sito della Co.Im.Po. deve tenere presente che l’impianto non è infatti una “DISCARICA”, e non deve essere considerata come tale.
Il sito della Co. Im.Po. srl,, per un maggior controllo sulla sicurezza di chi opera all’interno dell’impianto, è dotato di un sistema di videosorveglianza con videocamere a circuito chiuso con cui vengono monitorati tutti i movimenti, ed in particolare durante le fasi di scarico e carico. Coloro che non si atterranno alle prescrizioni sopraelencate, verrà richiamato verbalmente. Nel caso in cui l’infrazione dovesse ripetersi il personale coinvolto verrà allontanato dall’impianto e verrà informato dell’accaduto il proprio datore di lavoro.
Partita IVA e Cod. Fiscale 00729380295 – ISCR. TRIB. N° 4063 – C.C.I.A.A. 90821 CO.IM.PO. s.r.l. Istruzione: PR07-I05 Rev 4 del 16/02/2015
CO.IM.PO. S.r.l. – Sede legale: Via America, 7 – 45010 ADRIA – Fraz. CA’ EMO (RO) - Tel. 0426/46194 0426 46434
REGOLAMENTO INTERNO
Operazioni di scarico e carico rifiuti effettuate nell’impianto della Co.Im.PO. Al fine di evitare il crearsi di situazioni di pericolo con conseguente aumento del rischio di infortuni e/o contaminazioni ambientali, durante le operazioni devono essere rispettate le sottoelencate disposizioni:
1- prima di accedere all’interno dell’impianto è necessario attendere l’autorizzazione del personale addetto che provvederà ad accompagnare, munito di dispositivo di rilevazione portatile dei gas, al luogo di carico/scarico assegnato (identificazione della vasca); l’informazione relativa alla vasca di riferimento verrà specificata sul formulario di identificazione rifiuti in fase di accettazione e detta verbalmente dall’addetto di CO.IM.PO. s.r.l. Sarà tassativo lo scarico nella vasca indicata.
2- all’interno dell’impianto gli autisti devono rispettare la segnaletica orizzontale e verticale, oltre che le regole del codice della strada. Particolare attenzione deve essere posta ai pedoni ed agli altri mezzi in movimento;
3- gli automezzi all’interno dell’impianto devono procedere a passo d’uomo;
4- in caso di sosta, gli automezzi devono essere lasciati nelle apposite aree predisposte per la sosta. Per nessun motivo è consentito fermarsi nelle vie di transito, lungo le zone di movimentazione, di fronte ai presidi antincendio e alle uscite di emergenza.
5- l’autista non deve mai abbandonare il posto di guida salvo quando necessario per effettuare le operazioni di carico e/o scarico. Nello svolgimento di tali operazioni, e tutte le volte che si scende dal posto di guida, devono essere indossati i seguenti mezzi di protezione:
- scarpe antinfortunistiche - casco di protezione - mascherina con filtro ABEK e antipolvere - Cintura di protezione - occhiali di protezione - guanti in neoprene
6- prima di iniziare le operazioni di carico e/o scarico dei cassoni scarrabili, l’autista deve verificare con particolare attenzione le condizioni dei portelloni posteriori e dei sistemi di tenuta e ancoraggio degli stessi. Solo in caso di esito positivo della verifica, e solo dopo essersi accertato che non vi sia altro personale presente nelle vicinanze oltre all’addetto della Co.im.po che lo accompagna, l’autista può procedere all’apertura dei portelloni e allo scarico. Qualora dovessero insorgere delle difficoltà durante le operazioni, l’autista deve immediatamente sospenderle e segnalare al responsabile dell’impianto le anomalie. Le operazioni potranno riprendere solo dopo aver ricevuto le necessarie istruzioni;
7- al termine delle operazioni di scarico, gli autisti che necessitano di eseguire
Partita IVA e Cod. Fiscale 00729380295 – ISCR. TRIB. N° 4063 – C.C.I.A.A. 90821 CO.IM.PO. s.r.l. Istruzione: PR07-I05 Rev 4 del 16/02/2015
CO.IM.PO. S.r.l. – Sede legale: Via America, 7 – 45010 ADRIA – Fraz. CA’ EMO (RO) - Tel. 0426/46194 0426 46434
una ispezione visiva all’interno dei cassoni devono servirsi esclusivamente delle piattaforme sospese in testa ai ponti delle vasche. E’ fatto ASSOLUTO DIVIETO SPORGERSI OLTRE AI PARAPETTI. Qualora per motivi eccezionali vi sia la necessità di eseguire operazioni che possono comportare il rischio di caduta da una altezza superiore a 2m, gli operatori devono obbligatoriamente indossare le imbracature di sicurezza.
9- durante le operazioni che richiedono l’esecuzione di manovre da eseguire sopra i cassoni, i rimorchi, i bilici, o comunque ad un’altezza da terra superiore a metri 1.50, è obbligatorio utilizzare, oltre ai mezzi di protezione individuale già richiamati al punto 5, anche l’apposita imbracatura per il corpo da collegare ai dispositivi anticaduta. Si ricorda che per un corretto utilizzo dell’imbracatura anticaduta per il corpo è necessario: regolarla, dopo averla indossata, in modo che aderisca perfettamente alla
taglia dell’utilizzatore., stringendo od allargando gli appositi nastri. una volta correttamente indossata, l’operatore deve ancorarsi al corrimano
di sostegno e solo successivamente iniziare la salita facendo attenzione che la linea di scorrimento sia sempre posta in verticale e mai obliqua. Per gli scarrabili cisterna e le autobotti, assicurare l’imbracatura anticaduta all’ancoraggio scorrevole presente nella scaletta e nella passerella per accedere ai boccaporti delle cisterne
l’imbracatura deve essere sganciata solo quando si è terminato il lavoro e una volta a terra.
10- in caso di emergenza, qualora venga attivato il sistema di allarme, il personale della CO.IM.PO. e delle altre aziende presenti in quel momento all’interno dell’impianto, deve
abbandonare immediatamente il proprio posto di lavoro mettendo in sicurezza gli automezzi (freno a mano inserito, motore spento e chiave di avviamento inserita nel quadro);
raggiungere a piedi e senza correre, il punto di raccolta, che si trova all’ingresso principale nella zona uffici, seguendo la cartellonistica d’emergenza e le indicazioni ricevute dai preposti. E’ severamente vietato raggiungere il punto di raccolta con il proprio mezzo.
Il trasportatore firmerà per presa visione dei contenuti di tale istruzione in un apposito documento.
Certi della Vostra massima collaborazione, cogliamo l’occasione per porgervi distinti saluti.
Co.Im.Po. Srl
Pagnin Gianni
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PIANO DI EMERGENZA
ED EVACUAZIONE UNICO
Piano di intervento per le emergenze
PR07-I07
D.lgs. 81/08 D.M. 10 marzo 1998
Co.Im.Po. S.r.l. Via America, 7 – 45010 Ca’ Emo di Adria (RO) Tel. 0426/46194 Fax 0426/46434
Agri.Bio.Fert S.r.l. Sede operativa: Via America, 7 – 45010 Ca’ Emo di Adria (RO) Tel. 0426/46194 Fax 0426/46434
Datore di lavoro: Sig. Gianni Pagnin Datore di lavoro: Sig. Rossano Stocco
Responsabile tecnico (impianto): Mauro Luise
Responsabile tecnico (impianto): Mauro Luise
R.S.P.P.: Michele De Stefani R.S.P.P.: Michele De Stefani
Medico Competente: Dott. Graziano Boscaro
Medico Competente: Dott. Graziano Boscaro
R.L.S.: ____/_____ R.L.S.: ____/_____
Rev. 04
Data emissione: 22.12.2014
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INDICE GENERALE 1 dati generali dell’azienda .............................................................. 4 2 scopo del piano di emergenza ....................................................... 5 3 tipologie di emergenze considerate ..................................................... 7 4 elenco nominativo dei componenti ............................................... 8 5 caratteristiche aziendali ................................................................ 8
5.1 Descrizione del ciclo produttivo ............................................. 8 5.2 Descrizione dell’edificio .......................................................... 9 5.3 Definizione dell’impianto antincendio .................................. 10
6 definizioni .................................................................................... 10 7 segnalazione di una situazione di pericolo ................................. 12
7.1 Procedura generale di evacuazione ..................................... 14 7.2 Regole generali di evacuazione ............................................ 15
8 Comportamento del personale .................................................... 16 8.1 Comportamento del personale ............................................. 18
9 Disposizioni del coordinatore generale ...................................... 19 9.1 Compiti in caso di emergenza (Preallarme – allarme) ........ 19 9.2 Compiti specifici .................................................................... 20 9.3 Compiti del Coordinatore Generale ...................................... 22
10 comportamento della squadra di emergenza .......................... 24 10.1 Requisiti della squadra di intervento ................................ 25 10.2 Compiti della squadra d’emergenza .................................. 26
11 procedura di evacuazione per persone estranee all’organizzazione ............................................................................... 27
11.1 Compiti del datore di lavoro committente ........................ 27 12 procedure in caso di infortuni specifici ................................... 29
12.1 Ferita lieve ......................................................................... 29 12.2 Contusioni .......................................................................... 30 12.3 Amputazione ...................................................................... 30 12.4 Svenimento ........................................................................ 31 12.5 Ustione da calore ............................................................... 32 12.6 Folgorazione ....................................................................... 32 12.7 Dolore intenso al petto ...................................................... 33 12.8 Convulsioni ......................................................................... 33
13 produzione di percolato nel caso di piogge abbondanti ......... 35 13.1 Piano operativo di intervento ............................................ 35
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13.2 Procedura di emergenza .................................................... 36
14 emissioni in atmosfera/produzione di odori molesti a fronte di non conformità di processo provenienti dall’impianto di trattamento degli effluenti gassosi esausti durante la fase di biossidazione (compostaggio intensivo A.C.T.) ....................................................... 37
14.1 Piano operativo di intervento ............................................ 37 14.2 Procedura di emergenza .................................................... 38
15 produzione di percolato a fronte di non conformita’ di processo .............................................................................................. 39
15.1 Piano operativo di intervento ............................................ 39 15.2 Procedura di emergenza .................................................... 40
16 SversameNti di sostaNze duraNte il trasporto ..................................... 42 16.1 Descrizione delle azioni operative di prevenzione ......................... 42
17 emissione di gas tossici .................................................................... 44 17.1 Descrizione delle azioni operative di prevenzione ......................... 44
18 allegato “CHIAMATA SOCCORSI ESTERNI” ........................................ 46 19 allegato fac simile “modulo di sfollamento”/ Simulazioni ..................... 49
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1 DATI GENERALI DELL’AZIENDA Ragione sociale: Co.Im.Po. S.r.l. Legale rappresentante: sig. Gianni Pagnin Sede legale e operativa: Via America, 7 Ca’ Emo di Adria (RO) Dipendenti totali: 9 Turno di lavoro: 8 ore – dalle 8 alle 12 e dalle 13.00 alle
17.00 – dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30
Attività: trasporto di fanghi pericolosi – trasporto e stoccaggio e spandimento di fanghi non pericolosi provenienti da impianti di depurazione civili
Ragione sociale: Agri.Bio.Fert S.r.l. Legale rappresentante: sig. Rossano Stocco Sede legale: Via Rizzo Attilio Aurelio, 197 – 45010
Villadose (RO) Sede operativa Via America, 7 Ca’ Emo di Adria (RO) Dipendenti totali: 0 Turno di lavoro: 8 ore – dalle 8 alle 12 e dalle 13.00 alle
17.00 – dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30
Attività: produzione di correttivo calcico
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2 SCOPO DEL PIANO DI EMERGENZA
Il presente Piano di Emergenza viene elaborato in piena
collaborazione tra le due società Agri.Bio.Fert. S.r.l. e CO.IM.PO.
S.r.l. e pertanto costituisce il Piano di Emergenza Unico del sito
produttivo situato in Via America, 7 Località Cà Emo, Adria (RO).
Tale piano è stato unificato in virtù del fatto che le attività effettuate
dalle due società all’interno del sito prevedono la presenza del personale di
entrambe contemporaneamente e non esiste la separazione di fatto dei
luoghi frequentabili dal personale presente.
Inoltre la ditta Agri.Bio.fert. S.r.l. non presenta un numero sufficiente di
personale dipendente per poter garantire una squadra di emergenza e di
primo soccorso sufficiente, pertanto per l’intervento in caso di emergenza
anche nelle zone o impianti occupati da quest’ultima vengono utilizzati
procedure e addetti formati di CO.IM.PO. S.r.l..
Il piano di emergenza ha lo scopo di minimizzare i danni alle persone, al
patrimonio aziendale ed alla attività lavorativa, nel caso in cui si verifichi un
incidente che possa creare una situazione di pericolo all’interno dell’azienda.
Per far sì che un Piano di emergenza sia efficace è necessario che tutte
le persone e gli accessori dell’azienda siano pronti a metterlo in atto. E’
opportuno quindi usare delle precauzioni affinché non ci si trovi sprovvisti di
elementi importanti al momento dell’emergenza.
Qui di seguito sono riportati alcuni interventi e consigli da mettere in atto
per avere un Piano di Emergenza efficace:
effettuare prove periodiche di sfollamento al fine di:
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accertare l’effettiva applicabilità del piano stesso;
individuare eventuali azioni migliorative;
verificare la preparazione e/o l’idoneità del personale
preposto all’emergenza.
verificare la disponibilità e l’efficienza delle dotazioni per
l’emergenza (mezzi di lotta Antincendio e di Pronto Soccorso)
tramite una periodica manutenzione ed una corretta compilazione
ed uso del REGISTRO DEI CONTROLLI ANTINCENDIO;
informare e formare ogni persona neoassunta sulle procedure di
emergenza; a tal riguardo bisognerà informare tutti, anche i
visitatori e/o le ditte esterne, di cosa fare in caso di rilevazione di
una situazione di pericolo;
avere sempre a disposizione, presso più telefoni dell’azienda, un
elenco con i numeri di Emergenza;
controllare che le vie di fuga e le uscite di emergenza siano sempre
lasciate libere;
verificare lo stato di efficienza del CENTRO RACCOLTA CHIAMATE
ovvero luogo sicuro, nonché facilmente raggiungibile dai soccorsi
esterni e dal quale si è in grado di coordinare l’emergenza. A tale
riguardo il CENTRO RACCOLTA CHIAMATE, già provvisto di telefoni
con linea esterna ed interna, sarà dotato di:
planimetrie;
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elenco dei lavoratori presenti presso il fabbricato, da utilizzare
per l’appello nel PUNTO DI RACCOLTA;
istruzioni per la chiamata dei soccorsi esterni;
chiavi per accedere a tutti i luoghi dell’edificio.
Tale documento è elaborato in accordo a quanto disposto dal D.lgs. 81/08 e
successive modifiche ed integrazione e dalla norma UNI EN ISO 14001.
3 TIPOLOGIE DI EMERGENZE CONSIDERATE Le situazioni di pericolo con ragionevole probabilità di accadimento sono:
incendio e/o scoppio in uno dei locali
malori o infortuni
produzione di percolato a fronte di precipitazioni meteorologiche
eccezionali (presso le vasche di stabilizzazione fanghi)
emissioni in atmosfera/produzione di odori molesti a fronte di non
conformità di processo provenienti dall’impianto di trattamento
degli effluenti gassosi esausti durante la fase di biossidazione
(compostaggio intensivo A.C.T.)
produzione di percolato in eccesso a fronte di non conformità di
processo
sversamenti accidentali durante il trasporto
emissione di gas tossici (es. ammoniaca o acido solforico)
Ipotesi considerate nel presente piano di emergenza:
preallarme, allarme, cessato allarme
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procedure tecnico organizzative in caso di emergenza medica
4 ELENCO NOMINATIVO DEI COMPONENTI
Coordinatore generale: Effettivo: sig. Mario Crepaldi Sostituto: sig. Francesco Crepaldi Addetti alla squadra di emergenza:
NOMINATIVO INCARICO
Mario Crepaldi Addetto al primo soccorso/antincendio
Francesco Crepaldi Addetto al primo soccorso/antincendio
Bellettato Daniele Addetto al primo soccorso/antincendio
Marzolla Luca Addetto al primo soccorso/antincendio
Vianello Annibale Addetto al primo soccorso/antincendio
Grotto Massimo Addetto al primo soccorso/antincendio
5 CARATTERISTICHE AZIENDALI 5.1 Descrizione del ciclo produttivo Gli impianti della CO.IM.PO. s.r.l. e di AGRI.BIO.FERT. S.r.l. sono finalizzati
rispettivamente al recupero di fanghi di depurazione non pericolosi, rientranti
nel D.Lgs. n. 99/1992, da destinare al riutilizzo nei terreni agricoli e alla
produzione di correttivo calcico di defecazione per lo spandimento in
agricoltura, rientrante nel D.Lgs. n. 75/2010.
Per quanto concerne l’impianto di gestione dei fanghi di CO.IM.PO. , l’attività
svolta consiste nel ricevimento di fanghi di depurazione di tipo civile e/o
agroindustriale che sono mantenuti in cumulo stratificato per un periodo
variabile compreso tra 60 e 90 gg fino alla stabilizzazione del materiale
(perdita dell’effetto putrescibile e umificazione della sostanza organica).
Successivamente il fango “condizionato” viene distribuito sul terreno agricolo
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secondo un piano di distribuzione ed un calendario predisposto secondo i
dettami del D.lgs. n. 99/1992.
Per quanto concerne l’impianto di gestione del correttivo calcico palabile di
AGRI.BIO.FERT., l’attività svolta consiste nel trasferimento dei fanghi di
depurazione di tipo civile e/o agroindustriale dall’impianto di CO.IM.PO. e nel
trattamento nell’impianto di produzione del correttivo palabile, del fango
stesso addizionato a calce (o solfato di calcio in sostituzione), acido solforico
e ulteriori rifiuti integratori. Successivamente alle analisi di omologazione il
correttivo viene poi utilizzato in agricoltura.
5.2 Descrizione dell’edificio
L’impianto/edificio è suddiviso dalle seguenti aree:
PIANO AREA DESCRIZIONE
Terra
Officina L’area confina con la rimessa degli scarrabili. Non vi operano stabilmente persone.
Ufficio E’ in un edificio a se stante, all’interno dell’area occupata da CO.IM.PO. Vi lavorano 4 addetti.
Ricovero attrezzature L’area confina con l’officina e con la vasca fanghi pompabili. Non vi operano stabilmente persone.
Vasche fanghi palabili L’area è a cielo aperto ed è posizionata a nord rispetto all’edificio destinato agli uffici Non vi operano stabilmente persone, eccetto durante le operazioni di carico e scarico.
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Vasche fanghi pompabili
L’area è a cielo aperto. Le vasche sono posizionate a ovest e a est rispetto all’edificio destinato agli uffici. Non vi operano stabilmente persone, eccetto durante le operazioni di carico e scarico.
5.3 Definizione dell’impianto antincendio Al fine della prevenzione incendi è stato realizzato un sistema antincendio
disposto su tutta l’area dell’impianto costituito da:
N. 3 colonnine idriche
N. 9 estintori a polvere
N. 1 estintori a CO2
6 DEFINIZIONI PUNTO DI RACCOLTA: Luogo nei pressi dell’edificio aziendale
verso il quale convergono i lavoratori e le persone che si trovano in azienda al momento dell’evacuazione. In questo luogo verrà effettuato l’appello e le persone vi resteranno fino alla fine dell’emergenza o fino a nuovi ordini dati dalle Autorità preposte. Luogo di ritrovo sicuro aziendale: PIAZZALE ANTISTANTE GLI UFFICI
SEGNALE DI EVACUAZIONE: Segnale convenuto diffuso dal Coordinatore generale o dall’addetto all’emergenza su indicazioni del Coordinatore, che avvisa i lavoratori e le persone che si trovano in azienda di evacuare l’edificio. Segnale di allarme aziendale: SIRENA A SUONO CONTINUO
SEGNALE DI CESSATO ALLARME: Segnale convenuto che avvisa i lavoratori
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e le persone che si trovano in azienda che non sussistono più condizioni di pericolo e che pertanto è possibile riprendere l’attività. Segnale di cessato allarme aziendale: SEGNALE VOCALE
DOTAZIONI PER L’EMERGENZA: Planimetrie con le indicazioni: delle vie di esodo e delle uscite di emergenza; delle attrezzature e degli impianti di estinzione incendi; dell’ubicazione dell’interruttore generale dell’alimen-tazione elettrica; dell’ubicazione della cassetta di P.S.; dell’ubicazione delle zone con il divieto di fumare ed utilizzare fiamme libere (zone deposito); dell’ubicazione del Centro di Raccolta Chiamate; del Punto di Raccolta esterno.
Estintori portatili a polvere polivalente e a CO2;
Vie di esodo e uscite organizzate; Cassette di Pronto Soccorso; Segnaletica di sicurezza; Centro Raccolta Chiamate (C.R.C.).
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7 SEGNALAZIONE DI UNA SITUAZIONE DI PERICOLO
CHIUNQUE AVVERTA VISIVAMENTE
UNA SITUAZIONE PERICOLOSA:
UN PRINCIPIO DI INCENDIO;
PRESENZA DI FUMO;
UNA ESPLOSIONE;
UNA EMERGENZA MEDICA (TRAUMI, MALORI, ECC.);
ALLAMENTI DA ACQUA IN GENERE;
UN CROLLO O QUALSIASI ALTRO SINISTRO ALLE STRUTTURE;
UNA QUALSIASI CONDIZIONE DI PERICOLO PER LA SICUREZZA E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI
DEVE: IN CASO DI PERICOLO IMMEDIATO e SOLO in questo caso,
dare l’allarme, cercare di informare il CENTRO RACCOLTA
CHIAMATE (o il COORDINATORE GENERALE stesso) ed
intervenire nell’ambito delle proprie competenze con i mezzi di
pronto intervento a disposizione sempre se ciò NON COMPORTA
RISCHIO PER LA PROPRIA INCOLUMITA’ E QUELLA DEGLI
ALTRI PRESENTI.
IN CASO DI PERICOLO NON IMMEDIATO:
Dare informazioni ed indicazioni al CENTRO RACCOLTA
CHIAMATE o al COORDINATORE GENERALE stesso
indicando:
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I. ZONA IN CUI SI E’ RILEVATA L’EMERGENZA;
II. TIPO DI EMERGENZA RISCONTRATA;
III. SE CI SONO FERITI.
Dal Centro Raccolta Chiamate il Coordinatore deciderà come
intervenire e potrà:
Attivare gli addetti della squadra di intervento;
Chiamare i soccorsi esterni;
Diffondere i segnali di preallarme/allarme e/o
cessato allarme.
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7.1 Procedura generale di evacuazione
La procedura generale di evacuazione prevede:
diffusione del segnale di evacuazione: SUONO CONTINUO;
apertura di tutte le uscite di emergenza;
inizio dell’esodo, disciplinato dalle persone incaricate;
appello dei presenti nei luoghi di raccolta e verifica di eventuali
dispersi;
verifica della praticabilità delle strade di accesso per facilitare
l’arrivo dei soccorsi.
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7.2 Regole generali di evacuazione
L’evacuazione totale deve essere ordinata dal Coordinatore
generale;
L’esodo deve iniziare dalle zone più vicine all’incidente;
Se l’esodo deriva da un incidente verificatosi in un piano, vanno
evacuati nell’ordine: il piano dove è scoppiato l’incendio, i piani
superiori a partire da quello immediatamente sopra ed infine i piani
inferiori a partire dal piano terra;
Se non ci sono situazioni pericolose nei piani, l’esodo deve iniziare
a partire dal piano terra;
Se non ci sono incidenti localizzati, l’esodo deve iniziare dalle zone
più vicine alle uscite;
Se l’evacuazione deriva da un incendio, aprire le porte con estrema
cautela. Prima di aprire una porta, toccarla in alto per sentire se è
calda. Se è calda o v’è fuoriuscita di fumo, cercate un’altra via di
fuga od aprite, se non ci sono alternative, con estrema cautela
riparandosi da un’eventuale fiammata divampante ponendovi in
posizione in ginocchio (con un solo ginocchio appoggiato per terra
e le braccia in avanti verso la porta);
Spostarsi con estrema prudenza saggiando il pavimento. Scendere
le scale all’indietro. Non trasferire il peso del corpo su un gradino
se non si ha incontrato un supporto sufficiente;
Spostarsi lungo i muri, anche discendendo le scale;
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Controllare attentamente la presenza di crepe (quelle orizzontali
sono più pericolose di quelle verticali, perché indicano che le mura
sono sollecitate verso l’esterno).
8 COMPORTAMENTO DEL PERSONALE
1 – SENTITO IL SEGNALE DI ALLARME
Il personale all’INTERNO dell’area interessata dall’evento:
Eseguirà le procedure per mettere in sicurezza i loro posti di lavoro:
spegnere le attrezzature su cui si sta lavorando, chiudere finestre,
gli impianti di condizionamento/ventilazione e lasciare l’ambiente di
lavoro, prelevando esclusivamente gli effetti personali. Non
chiudere a chiave le porte.
Seguirà le disposizioni della squadra di emergenza per coadiuvarne
l’opera.
Il personale all’ESTERNO dell’area interessata dall’evento:
Mantiene la sua postazione di lavoro in attesa di ordini, mettendosi
comunque a disposizione della squadra di emergenza per
coadiuvarne l’opera;
In caso sia ordinata l’evacuazione, tutto il personale dovrà
abbandonare il proprio posto di lavoro dirigendosi verso la zona di
ritrovo designata EVITANDO DI:
1. CORRERE, URLARE O DIFFONDERE IL PANICO
2. PORTARSI AL SEGUITO OGGETTI PERSONALI
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3. TORNARE INDIETRO PER QUALSIASI MOTIVO
Nella zona di ritrovo sarà effettuato l’appello e segnalato al
Coordinatore delle operazioni gli eventuali assenti per attivarne la
ricerca o il soccorso.
2 – SE NON SENTITE IL SEGNALE DI ALLARME
Se non si è udito il segnale di evacuazione o non lo si è riconosciuto,
ma si è percepita la presenza di una situazione insolita, il personale
continui ciò che sta facendo ed attenda l’arrivo di un addetto alle
emergenze;
Se entro qualche minuto nessuno è arrivato e si ritiene che ci sia una
situazione di pericolo, dirigersi verso la più vicina via di fuga segnalata
ed aggregarsi al primo dipendente che si incontra ed attenersi alle sue
istruzioni;
Se non si incontra alcun dipendente, il personale si diriga con
sollecitudine verso l’uscita dell’insediamento, seguendo la segnaletica di
sicurezza
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8.1 Comportamento del personale
Si reca nel reparto interessatodall'emergenza e si riuniscealla squadra di emergenza,
mettendosi a disposizione delCoordinatore
Attendere la finedell'emergenza
o seguirele istruzioni del Coordinatore
Il lavoratore aiuta eventualicompagnmi in difficoltà, nonmettendo però a repentaglio
la propria incolumità e si reca presso la più vicinauscita di emergenza perraggiungere il punto di
ritrovo sicuro
Portarsi nel luogo sicuro diritorvo e attendere la fine
dell'emergenza
FINE DELL'EMERGENZA
Il lavoratore mette in sicurezza i macchinari e gli impianti della sua postazione di lavoro
Viene segnalato il preallarme(vocalmente dal Coordinatore)
Il lavoratore segnalal'allarme al C.R.C.
EMERGENZA
Il lavoratore ha rilevatol'emergenza?
sì
no
sì
E' un addettoalle emergenze?
no
no
sìC'è stato anche il segnale ola comunicazione di evacuazione?
(suono continuo)
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9 DISPOSIZIONI DEL COORDINATORE GENERALE 9.1 Compiti in caso di emergenza (Preallarme – allarme)
Venuto a conoscenza dell’emergenza il Coordinatore generale dovrà:
Convocare l’addetto all’emergenza;
Portarsi sul luogo dell’incidente;
Valutare se la situazione è gestibile con le risorse aziendali o
necessita l’intervento dei mezzi di soccorso esterni (Vigili del Fuoco,
Croce Rossa), se esiste rischio per il personale presente in azienda,
quindi decidere se ordinare l’evacuazione;
SE LA SITUAZIONE NON E’ GESTIBILE CON LE RISORSE AZIENDALI:
1. Il Coordinatore dovrà attivarsi per dare l’avviso di
evacuazione ed organizzare la procedura di chiamata dei
soccorsi esterni;
2. Affidare ad ogni componente della squadra di emergenza dei
compiti specifici (es. scollegare impianto elettrico, impianto
del gas metano, ecc.);
3. In caso di chiamata dei Soccorsi esterni, delegare un Addetto
della squadra di Emergenza ad attenderli presso l’entrata
principale dell’azienda. Tale addetto dovrà aprire i cancelli,
liberare il passaggio da eventuali ostacoli e condurre
velocemente i soccorsi sul luogo dell’emergenza;
4. Coordinare l’attività della squadra di Emergenza cercando di
circoscrivere l’emergenza stessa;
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5. Accertarsi in caso di evacuazione, attraverso gli appelli
effettuati nel punto di incontro dai vari responsabili di
reparto, che tutto il personale presente in azienda sia
evacuato; in caso contrario, coordinare la ricerca dei dispersi
e il soccorso agli eventuali feriti;
6. assicurarsi che le persone non autonome abbiano dovuta
assistenza;
7. rendersi disponibile per eventuali chiarimenti ai soccorritori
esterni;
8. redigere un rapporto particolareggiato sull’accaduto ad
emergenza conclusa e allegarlo successivamente al presente
piano di emergenza. Verificare inoltre i mezzi antincendio
usati e provvedere al loro ripristino.
SE LA SITUAZIONE E’ GESTIBILE CON RISORSE AZIENDALI:
Il Coordinatore dovrà attivarsi secondo le modalità di cui ai punti 2., 3.,
4., 5., 6., 7., 8.
9.2 Compiti specifici
Assicurarsi che siano presenti gli addetti della squadra, verificando la
presenza dell’elenco presso il C.R.C.;
In sua assenza sia presente uno dei suoi sostituti;
Siano mantenuti in efficienza tutti i dispositivi antincendio e le misure
per l’evacuazione;
Le vie di esodo, le uscite di emergenza ed il punto di raccolta siano
sempre praticabili;
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Eventuali deficienze riscontrate nelle misure per lo sfollamento siano
segnalate al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
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9.3 Compiti del Coordinatore Generale
EMERGENZA
Il coordinatore viene a conoscenza dell'emergenza
Il coordinatore allerta l'addetto all'emergenza
Il coordinatore si porta sul luogo dell'emergenza
E' una situazionegestibile con le
risorse aziendali?
Il coordinatore avvertel'addetto alle comunicazioni
di avvisare i soccorsi esternie di segnalare l'evacuazione
dai posti di lavoro
Il coordinatore affida i compitiad ogni componente della squadra
di emergenza
Il coordinatore con la squadradi emergenza affronta e cercaredi circoscrivere l'emergenza neimodi appresi durante il corso di
formazione
Il coordinatore valuta lanecessità di un'eventuale
evacuazione
Il coordinatore affida i compitiad ogni componente della
squadra di emergenza
La squadra gestisce l'emergenza
FINE DELL'EMERGENZA
Terminata l'emergenza il coordinatore organizza e dirige le operazioniper la riattivazione degli impianti e la ripresa del lavoro. Farà inoltre
una verifica dei mezzi antincendio usati e provvederà al più presto alloro ripristino
All'arrivo dei soccorsi il coordinatoree la squadra di emergenza si mettono
a disposizione degli stessi
Sìno
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10 COMPORTAMENTO DEL CENTRO RACCOLTA CHIAMATE
Al segnale di allarme (o all’ordine ricevuto dal Coordinatore) il lavoratore
addetto provvede a:
liberare tutte le linee telefoniche esterne, lasciare le linee interne a
disposizione esclusivamente per comunicazioni attinenti
all’emergenza;
restare in attesa di disposizioni del Coordinatore generale per
eventuali chiamate di emergenza e per l’eventuale comunicazione
di evacuazione;
se autorizzato dal Coordinatore delle operazioni comunica con gli
operatori esterni (Vigili del Fuoco, Protezione Civile);
NEL CASO L’AREA INTERESSATA DALL’EMERGENZA
COMPRENDESSE I SUOI LOCALI, ESAURITI QUESTI COMPITI IL
CENTRALINO DEVE ABBANDONARE IL POSTO DI LAVORO E
RECARSI NEL PUNTO DI RACCOLTA.
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10 COMPORTAMENTO DELLA SQUADRA DI EMERGENZA
Il Coordinatore dell’emergenza definisce le modalità di intervento delle
squadre di emergenza.
TUTTI GLI INTERVENTI DEVONO ESSERE EFFETTUATI SENZA METTERE
A REPENTAGLIO L’INCOLUMITA’ PROPRIA O DEGLI ALTRI LAVORATORI
PRESENTI ED IN CONFORMITA’ ALLE ISTRUZIONI RICEVUTE.
Ricevuta la disposizione, la squadra di emergenza si recherà nella
zona indicata dal Coordinatore al più presto possibile, munita
dell’attrezzatura di pronto intervento;
All’arrivo sul luogo dell’emergenza, i responsabili della squadra in
collaborazione con il Coordinatore delle operazioni accerteranno
che non vi siano persone in pericolo, in caso contrario si
provvederà al salvataggio senza mettere in pericolo se stessi o
altri;
Il Coordinatore assegna i compiti da svolgere ad ogni componente
della squadra di emergenza (scollegare l’impianto elettrico, del gas
metano e altri eventuali impianti pericolosi, aprire i cancelli
principali dell’azienda per i mezzi di soccorso, circoscrivere
l’emergenza, ecc.);
In caso di evacuazione i responsabili della squadra dovranno
informarsi dal Coordinatore delle operazioni se all’appello risultano
degli assenti; in tal caso dovranno fare il possibile per individuarli e
salvarli senza però mettere in pericolo la propria incolumità o quella
dei componenti della squadra di emergenza;
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Il Coordinatore comanderà l’intervento della propria squadra di
emergenza secondo l’addestramento e le istruzioni ricevuti in
relazione alla natura del sinistro;
All’arrivo dei mezzi di pronto intervento esterni, i responsabili delle
squadre di Emergenza si metteranno a disposizione delle Autorità
proposte, per fornire tutta la collaborazione e le indicazioni in
merito ai prodotti coinvolti o alla dislocazione dei mezzi di interventi
aziendali;
I componenti delle squadre si terranno in contatto con il
Coordinatore delle operazioni per continui aggiornamenti;
In caso di presenza di persone disabili o menomate l’addetto alla
squadra di intervento, sotto la direzione del Coordinatore generale,
provvederà a:
Dirigersi verso di lei per assicurarla ed allertarla;
Se la persona è in carrozzella, in caso di assenza di idonee
misure per il superamento delle barriere architettoniche, verrà
trasportata di peso, eventualmente con l’aiuto di altra persona;
Se la persona è disabile o limitata visibilità verrà guidata sui
percorsi e le uscite segnalate.
10.1 Requisiti della squadra di intervento
Conoscenza approfondita della situazione generale dell’edificio, di tutte
le aree e degli impianti in esse concentrati;
Capacità di utilizzo dei mezzi di spegnimento incendi;
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Frequenza del corso di formazione ed addestramento per spegnimento
incendi;
Conoscenza delle modalità di messa in sicurezza degli impianti e delle
attrezzature;
Frequenza di un corso specifico di pronto soccorso;
Conoscenza di eventuali soggetti a rischio che necessitano di assistenza
(disabili, ecc.).
10.2 Compiti della squadra d’emergenza
EMERGENZA
Il componente della squadra di emergenza, una volta avvisato,mette in sicurezza i macchinari e gli impianti della sua postazione di lavoro
L'addetto della squadra d'Emergenza riceve quindidisposizioni dal Coordinatore delle emergenze
L'addetto si riunisce con la squadra di emergenza
Il Coordinatore assegna i compiti specifici per ognicomponente della squadra di emergenza
Compito diaprire i cancelli
principali
Compito dicircoscriveree contenerel'emergenza
Compito di scollegarel'impianto elettrico, del
gas metano, ecc.
Compito dicoordinare
l'evacuazionedel personale
FINE DELL'EMERGENZA
Assolti i compiti affidatogli i componenti della squadra diemergenza si riuniscono con il Coordinatore e si mettono
a sua disposizione o a quella delle Autorità preposte
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11 PROCEDURA DI EVACUAZIONE PER PERSONE ESTRANEE
ALL’ORGANIZZAZIONE Se si riceve il segnale di evacuazione, aggregarsi ad un dipendente e
seguire le sue istruzioni.
Se un dipendente segnala la necessità di seguirlo, perché è stata
dichiarata l’evacuazione dell’insediamento produttivo, attenersi alle sue
istruzioni.
E’ insolito che i visitatori, gli ospiti ed in generale le persone estranee
all’organizzazione si trovino sole nell’insediamento. Se tuttavia dovesse
verificarsi questa eventualità, comportarsi come segue:
Se si riceve il segnale di evacuazione, dirigersi verso l’uscita più
vicina; aggregarsi al primo dipendente che si incontra ed attenersi
alle sue istruzioni;
Se non si sente il segnale di evacuazione o non lo si ha riconosciuto
ma si percepisce una situazione di pericolo, dirigersi verso la più
vicina via di fuga segnalata ed aggregarsi al primo dipendente che
si incontra ed attenersi alle sue istruzioni;
Se non incontrate alcun dipendente dirigetevi con sollecitudine
verso l’uscita dell’insediamento, seguendo la segnaletica di
sicurezza.
11.1 Compiti del datore di lavoro committente
Informazioni dettagliate della committente dovranno essere fornite su:
Ingresso utilizzabile dai dipendenti della ditta affidataria;
Area interdetta ai dipendenti della ditta affidataria;
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Nominativo del Coordinatore generale e degli addetti
all’emergenza;
Segnaletica da rispettare;
Presa visione delle planimetrie affisse;
Eventuale presenza di aree a rischio di incendio specifico;
Eventuali prodotti tossici, infiammabili esistenti;
Pericoli di investimenti nella circolazione di automezzi.
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12 PROCEDURE IN CASO DI INFORTUNI SPECIFICI
Le informazioni fornite sono da ritenersi indicative; le procedure
operative indicate, senza addestramento specifico, potrebbero avere
un’efficacia molto limitata.
ATTENZIONE: L’ACQUISIZIONE DELLE TECNICHE DI POSIZIONAMENTO
E LE PROCEDURE TECNICO PRATICHE NECESSITANO DI FORMAZIONE
SPECIFICA ED ESERCITAZIONI PRATICHE RIPETUTE NEL TEMPO.
Chiunque assista ad un qualsiasi evento infortunistico deve attivarsi
nell’ambito delle proprie competenze ed informare tempestivamente il C.R.C.
Venuto a conoscenza dell’emergenza il Coordinatore generale insieme
all’addetto all’emergenza si recano sul luogo dell’infortunio ed adoperandosi
nell’ambito delle proprie competenze, prestano il primo soccorso
all’infortunato.
12.1 Ferita lieve
Prendere garze sterile, acqua ossigenata, disinfettante, cerotti, bende;
Indossare guanti monouso;
Risciacquare sotto l’acqua corrente oppure lavare con acqua e sapone
attorno alla ferita;
Versare acqua ossigenata sulla ferita. NON parlare o tossire sopra la
ferita;
Disinfettare attorno alla ferita con disinfettante usando garze sterili.
NON usare cotone, polvere antibiotica, alcool.
Applicare la medicazione;
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Raccomandare di verificare lo stato della vaccinazione antitetanica;
Se profonda o lunga più di 1,5 cm trasportare al pronto soccorso.
12.2 Contusioni
Prendere ghiaccio e bende;
Applicare ghiaccio. NON MASSAGGIARE;
Se interessa un’articolazione, immobilizzare. NON tentare di sistemare
l’articolazione;
Trasportare al pronto soccorso.
12.3 Amputazione
Prendere garze, ghiaccio e sacchetti puliti;
Indossare i guanti;
Sollevare l’arto amputato;
Praticare una medicazione compressiva del moncone;
In caso di amputazione di mano, braccio, piede, gamba: chiamare il
118 (se l’emorragia non si ferma applicare fascia emostatica e
tranquillizzare l’infortunato);
In caso di amputazione delle dita: avvolgere la parte amputata in
medicazioni sterili ed inserirla in un sacchetto e poi in un contenitore
con ghiaccio. NON APPORRE LA PARTE AMPUTATA DIRETTAMENTE
NEL GHIACCIO. Riportare, su un’etichetta adesiva da applicare sul
contenitore, il nome dell’infortunato, giorno e ora dell’infortunio.
Trasportare al pronto soccorso.
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12.4 Svenimento
Prendere una coperta;
Far assumere una posizione antishock (posizionare sotto le gambe
dell’infortunato un supporto es. sedia, sacchi creando un angolo di
45°);
Indossare guanti monouso quindi assicurare che le vie respiratorie
siano libere;
Slacciare cinture, vestiti;
Ventilare. NON SOMMINISTRARE BEVANDE;
Coprire l’infortunato;
Tenere sotto controllo respiro e battito;
NON alzare l’infortunato rapidamente. Trattare eventuali lesioni da
caduta;
Se persiste per più di 3 minuti o è correlato ad una malattia cronica
trasportare al pronto soccorso.
I criteri per distinguere uno svenimento da una situazione di perdita di
coscienza più grave sono i seguenti:
Si risolve spontaneamente in pochi minuti senza lasciare esiti;
Rappresenta spesso una reazione a situazioni ambientali sfavorevoli
(caldo eccessivo, affollamento) o a fattori emotivi (spavento,
visione di sangue, stress) o alla mancanza di cibo;
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Avviene improvvisamente senza causa evidente (non è
conseguente a lesioni) o causa nota (non associato a malattie
croniche);
E’ accompagnato da pallore o polso lento, NON sono presenti
sintomi importanti quali difficoltà respiratoria, convulsioni, bocca
storta.
12.5 Ustione da calore
Prendere garze sterili.
In caso di incendio Senza incendio
indossare il respiratore e i guanti;
allontanare l’infortunato;
far assumere una posizione supina. Versare acqua sull’infortunato;
verificare lo stato di coscienza, respiro e polso;
chiamare il 118
indossare i guanti;
fare assumere una posizione antishock posizionando sotto le gambe un supporto tale da creare un angolo di almeno 45°,
versare acqua sulla parte ustionata;
togliere eventuali costrizioni. NON bucare le bolle;
Coprire con garze sterili. NON applicare pomate;
Valutare lo stato generale e la gravità;
Chiamare il 118 o trasportare l’infortunato al pronto soccorso.
12.6 Folgorazione
Prendere garze sterili;
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Interrompere la corrente dall’interruttore generale oppure staccare
l’infortunato con bastone di LEGNO salendo sopra un’asse di legno
SEMPRE evitando di avvicinarsi all’infortunato;
Verificare poi lo stato di coscienza, respiro e polso;
Chiamare il 118;
Se non è cosciente ma respira far assumere una posizione laterale di
sicurezza. Indossare i guanti ed applicare garze sterili sulle ustioni;
Se ha il respiro e battiti assenti: rianimare. Indossare i guanti ed
applicare garze sterili sulle ustioni.
12.7 Dolore intenso al petto
Prendere una coperta;
Far assumere una posizione antishock posizionando sotto le gambe un
supporto tale da creare un angolo di almeno 45°;
Aiutare ad assumere la medicina specifica eventualmente in dotazione
del lavoratore;
Chiamare il 118;
Tranquillizzare l’infortunato;
Slacciare i vestiti e coprire l’infortunato;
Tenere sotto controllo respiro e battito.
12.8 Convulsioni
Prendere una coperta;
NON tentare di fermarlo. Allontanare oggetti circostanti;
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NON inserire niente in bocca. Slacciare cinture, vestiti;
Cessate le convulsioni, far assumere una posizione laterale di
sicurezza;
Coprire l’infortunato;
Se è la prima volta, le crisi si ripetono, non si sveglia dopo la crisi,
chiamare il 118.
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13 PRODUZIONE DI PERCOLATO NEL CASO DI PIOGGE
ABBONDANTI In caso di piogge abbondanti è possibile che si produca percolato in
maggiore quantità rispetto a quanto le vasche siano in grado di contenere.
Pertanto può esserci la possibilità che questo fuoriesca, in particolare in
concomitanza ad uno spanto inquinante causato da una perdita da un
automezzo o macchina operatrice dedicata (olio o idrocarburo).
I percolati prodotti dai fanghi palabili sono stoccati in apposito silos,
prima del loro rilascio nei cumuli di fango o dello smaltimento in impianto
autorizzato. Il rischio di incidente ambientale estendibile all’esterno è elevato.
A tale proposito è previsto l’utilizzo di un’apposita valvola di intercettazione
da azionarsi manualmente che impedisce l’immissione nella vasca di prima
pioggia e da questa all’esterno.
13.1 Piano operativo di intervento Il piano prevede le azioni da porre in essere, personale, mezzi e
procedure da adottare in caso di evento accidentale che possa pregiudicare
l’ambiente posto ai contermini dell’impianto di seguito elencate:
Formare il personale per gli eventi imprevisti;
Individuare i soggetti preposti all’intervento straordinario;
Decidere le priorità;
Stabilire le modalità di attivazione di VVFF e personale di pronto
intervento ove necessario;
Predisporre dispositivi di intercettazioni di possibili effluenti liquidi
e solidi che possono migrare all’esterno dell’impianto;
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Evitare di contaminare le acque superficiali poste ai contermini
dell’impianto, il suolo, le percolazioni e/o le infiltrazioni in falda
idrica sotterranea;
Stabilire un protocollo di intervento.
13.2 Procedura di emergenza I. Informare il legale rappresentante e/o il responsabile tecnico impianto
tempestivamente;
II. Attivare il personale designato agli interventi imprevisti;
III. Attivare tempestivamente di concerto con il personale designato (ai
sensi del D.lgs. 81/08) il/i servizio/i di pronto intervento VVFF, ARPAV,
Croce Rossa (a seconda della gravità dell’intervento);
IV. Individuare prontamente il possibile rischio di intervento su cui
concentrare gli interventi;
V. Circoscrivere l’area inquinata o inquinante;
VI. Posizionare il materiale per il contenimento dei possibili inquinanti
liquidi e solidi (quali panne, salsicciotti assorbenti, barriere di
separazione);
VII. Utilizzare macchine operatrici in grado di operare anche grandi
movimentazioni di materiale se necessario;
VIII. Azionare tempestivamente valvole/dispositivi che consentono
l’intercettazione di inquinanti liquidi e solidi all’esterno dell’impianto.
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14 EMISSIONI IN ATMOSFERA/PRODUZIONE DI ODORI MOLESTI A
FRONTE DI NON CONFORMITÀ DI PROCESSO PROVENIENTI DALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO DEGLI EFFLUENTI GASSOSI ESAUSTI DURANTE LA FASE DI BIOSSIDAZIONE (COMPOSTAGGIO INTENSIVO A.C.T.)
Il sistema tecnologico impiegato applica con buon successo il processo
del cumulo statico aerato, evitando i rivoltamenti che provocano uno
sprigionarsi di forti odori molesti ed elevate cariche di patogeni aerodispersi
negli ambienti di lavoro. L’aria di processo, che ha attraversato il materiale
apportandovi l’ossigeno necessario alle reazioni di ossidazione, deve essere
deodorizzata prima del rilascio in atmosfera. Le emissioni odorigene sono
convogliate all’interno di apposito impianto e gli effluenti vanno trattati nel
biofiltro.
Nel caso in cui accadano malfunzionamenti all’impianto di trattamento, ci
potrebbe essere pertanto la possibilità che emetta in atmosfera effluenti non
conformi ai parametri accettabili.
Pertanto sono presenti due valvole per intercettazione degli effluenti, al
fine di evitare che vengono immessi in atmosfera.
Dopo aver apportato gli interventi correttivi possibili e aver verificato che
i parametri rientrano all’interno dei limiti accettabili si apre la valvola per
l’emissione in atmosfera.
14.1 Piano operativo di intervento Il piano prevede le azioni da porre in essere, personale, mezzi e
procedure da adottare in caso di evento accidentale che possa pregiudicare
l’ambiente posto ai contermini dell’impianto di seguito elencate:
Formare il personale per gli eventi imprevisti;
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Individuare i soggetti preposti all’intervento straordinario;
Decidere le priorità;
Stabilire le modalità del personale di pronto intervento ove
necessario;
Predisporre dispositivi di intercettazioni di possibili effluenti gassosi
che possono migrare all’esterno dell’impianto;
Evitare di contaminare l’aria;
Stabilire un protocollo di intervento.
14.2 Procedura di emergenza I. Informare il legale rappresentante e/o il responsabile tecnico impianto
tempestivamente;
II. Attivare il personale designato agli interventi imprevisti;
III. Attivare tempestivamente di concerto con il personale designato (ai
sensi del D.lgs. 81/08) il/i servizio/i di pronto intervento e ARPAV (a
seconda della gravità dell’intervento);
IV. Individuare prontamente il possibile rischio di intervento su cui
concentrare gli interventi;
V. Azionare tempestivamente la valvola che consente l’intercettazione di
inquinanti gassosi all’esterno dell’impianto;
VI. Intervenire sull’area inquinante;
VII. Verificare la risoluzione della non conformità e il rientro all’interno dei
parametri accettabili;
VIII. Azionare valvole/dispositivi che consentono l’emissione in atmosfera.
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15 PRODUZIONE DI PERCOLATO A FRONTE DI NON CONFORMITA’
DI PROCESSO
In caso di non conformità di processo è possibile che si produca
percolato in maggiore quantità rispetto alla produzione in condizioni operative
normali. Pertanto può esserci la possibilità che questo fuoriesca, in particolare
in concomitanza ad uno spanto inquinante causato da una perdita da un
automezzo o macchina operatrice dedicata (olio o idrocarburo).
I percolati prodotti dall’impianto di compostaggio sono convogliati
all’interno di una rete di captazione di percolati che vengono poi convogliati
nella vasca di raccolta in attesa di essere smaltiti. Il percolato è riciclato, in
parte o totalmente, a seconda delle necessità e/o delle opportunità.
Il rischio di incidente ambientale estendibile all’esterno è elevato. A tale
proposito è previsto l’utilizzo di un’apposita valvola di intercettazione da
azionarsi manualmente che impedisce l’immissione nella vasca di prima
pioggia e da questa all’esterno. Inoltre, all’interno della rete di captazione, è
stato installato un pozzetto di raccolta del percolato per emergenza e
successivo trasporto a discarica (dim. 150x150x200).
15.1 Piano operativo di intervento Il piano prevede le azioni da porre in essere, personale, mezzi e
procedure da adottare in caso di evento accidentale che possa pregiudicare
l’ambiente posto ai contermini dell’impianto di seguito elencate:
Formare il personale per gli eventi imprevisti;
Individuare i soggetti preposti all’intervento straordinario;
Decidere le priorità;
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Stabilire le modalità di attivazione del personale di pronto
intervento ove necessario;
Predisporre dispositivi di intercettazioni di possibili effluenti liquidi
che possono migrare all’esterno dell’impianto;
Evitare di contaminare le acque superficiali poste ai contermini
dell’impianto, il suolo, le percolazioni e/o le infiltrazioni in falda
idrica sotterranea;
Stabilire un protocollo di intervento.
15.2 Procedura di emergenza I. Informare il legale rappresentante e/o il responsabile tecnico impianto
tempestivamente;
II. Attivare il personale designato agli interventi imprevisti;
III. Attivare tempestivamente di concerto con il personale designato (ai
sensi del D.lgs. 81/08) il/i servizio/i di pronto intervento o ARPAV (a
seconda della gravità dell’intervento);
IV. Individuare prontamente il possibile rischio di intervento su cui
concentrare gli interventi;
V. Circoscrivere l’area inquinata o inquinante;
VI. Posizionare il materiale per il contenimento dei possibili inquinanti
liquidi e solidi (quali panne, salsicciotti assorbenti, barriere di
separazione);
VII. Utilizzare macchine operatrici in grado di operare anche grandi
movimentazioni di materiale se necessario;
VIII. Azionare tempestivamente valvole/dispositivi che consentono
l’intercettazione di inquinanti liquidi e solidi all’esterno dell’impianto.
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16 SVERSAMENTI DI SOSTANZE DURANTE IL TRASPORTO 16.1 Descrizione delle azioni operative di prevenzione
Qui di seguito viene riportata la descrizione più dettagliata di azioni
d'intervento, unitamente ad alcune note preliminari esplicative sui metodi di
buona tecnica adottati, per prevenire, contenere ed attaccare la situazione
d'emergenza ipotizzata.
Cause:
- Operazioni errate o accidentali
- Rotture o fessurazioni
a) Azioni operative - Eliminare la perdita nel più breve tempo possibile, fermando ogni
operazione in corso e intercettando le valvole più vicine al punto in cui
si è verificato il rilascio, se trattasi di tubazione. Se, invece trattasi di
contenitori, cercare di isolarli dagli altri.
- Evitare il dilagarsi del prodotto, erigendo barriere con materiali inerti,
quali sabbia, segatura ecc.
- Informare il legale rappresentante e/o il responsabile tecnico trasporti
tempestivamente
- Evitare che il prodotto sversato possa entrare all’interno di condotte
fognarie o corsi d’acqua.
- Neutralizzare le sorgenti d'innesco all'accensione come corti circuiti da
impianti elettrici, fiamme libere, scintille da attriti di materiali ferrosi o
da mezzi a combustione interna
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- Procedere il più rapidamente possibile alla rimozione della pozza,
mediante l'ausilio dei mezzi più appropriati ed idonei
- Lavare abbondantemente con acqua.
Nel caso di rilascio di sostanze liquide durante il carico/scarico di autobotti:
Cause:
- Errore di manovra, l'autobotte viene messa in movimento durante il
carico/scarico
- Trabocco del liquido durante il riempimento
- Bloccaggio in fase di apertura della valvola di erogazione
- Apertura della valvola di erogazione con il braccio di carico fuori
cisterna
a) Azioni operative
- Azionare il blocco d'emergenza per l'immediata interruzione del carico
- Chiudere i coperchi dei passi d'uomo
- Chiudere la valvola di fondo delle autobotti
- Informare il legale rappresentante e/o il responsabile tecnico trasporti
tempestivamente
- Bonificare la zona inquinata, rimuovendo, con opportuni materiali
assorbenti, il prodotto fuoriuscito. Quindi lavare abbondantemente con
acqua, facendo defluire nella fognatura reflui.
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17 EMISSIONE DI GAS TOSSICI 17.1 Descrizione delle azioni operative di prevenzione
Qui di seguito viene riportata la descrizione più dettagliata di azioni
d'intervento per prevenire e intervenire in caso di emissione di gas tossici,
quali ammoniaca e acido solforico.
Cause:
- Operazioni errate o accidentali presso l’impianto di produzione del
correttivo di Agri.Bio.Fert. S.r.l.
- Presenza di reazioni di idrolisi delle proteine e fermentazione
maggiormente spinte nelle vasche di maturazione dei fanghi
Individuazione:
- Situazione di allarme di uno dei dispositivi portatili di rilevamento gas
degli operatori
a) Azioni operative - Abbandonare nel più breve tempo possibile l’area interessata
dall’emissione avvisando il Responsabile delle Emergenze
- Confinare l’area impedendone l’accesso tramite opportuna
cartellonistica e fermare ogni operazione in corso nell’impianto.
- Evacuare lo stabilimento fornendo a tutti i lavoratori la maschera
facciale con filtri ABEK in dotazione.
- Informare il datore di lavoro e il Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione.
- Richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco e dei Soccorsi Esterni in caso
di malore.
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Allegato “NUMERI DI EMERGENZA”
ENTI ESTERNI SERVIZI INTERNI
CARABINIERI 112 ------------
COORDINATORI EMERGENZA
Effettivo: Mario Crepaldi
Sostituto: Francesco Crepaldi POLIZIA 113
VV.F. 115
PRONTO SOCCORSO 118 ---------
ADDETTI EMERGENZA
Mario Crepaldi
Francesco Crepaldi
Bellettato Daniele
Marzolla Luca
Vianello Annibale
Grotto Massimo
POLESINE SERVIZI 0425 363729
GPL - MISSILGAS 0444 491711
ELETTRICITA’ 800 900800
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18 ALLEGATO “CHIAMATA SOCCORSI ESTERNI”
ATTENZIONE: FORNIRE CON CALMA LE
INFORMAZIONI RICHIESTE DALL’OPERATORE DELLA CENTRALE OPERATIVA
IN CASO DI INCENDIO
L’addetto che rileva l’emergenza impedisce l’accesso alla struttura da
parte di esterni attraverso attivazione immediata di un allarme sonoro
presente con pulsanti presso l’officina e l’area lavaggio
opportunamente segnalati e avvisa immediatamente il responsabile
emergenze.
Chiamare i VIGILI DEL FUOCO (VV.F.) telefonando al 115;
Rispondere con calma alle domande dell’operatore dei VV.F. che
richiederà:
DENOMINAZIONE DELLA DITTA ED EVENTUALE NOME E
COGNOME DELL’INTERLOCUTORE;
INDIRIZZO (EVENTUALI PUNTI DI RIFERIMENTO, PERCORSO
PIU’ BREVE) E RECAPITO TELEFONICO;
INFORMAZIONI SULL’INCENDIO.
Seguire i consigli dell’operatore della Centrale Operativa;
Osservare bene quanto sta accadendo per poterlo riferire;
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IN CASO DI INFORTUNI O MALORI
Chiamare il SOCCORSO PUBBLICO componendo il numero telefonico
118;
Rispondere con calma alle domande dell’operatore che richiederà:
DENOMINAZIONE DELLA DITTA ED EVENTUALE NOME E
COGNOME DELL’INTERLOCUTORE;
INDIRIZZO (EVENTUALI PUNTI DI RIFERIMENTO, PERCORSO
PIU’ BREVE) E RECAPITO TELEFONICO;
DESCRIZIONE DELL’ACCADUTO E SINTOMI DELL’INFORTUNATO:
Assenza di respiro e/o battito cardiaco;
Perdita di coscienza, stato confusionale, disorientamento;
Tremori, sudorazione, disturbi della sensibilità, formicolio;
Sonnolenza, difficoltà respiratoria, emorragia.
Conclusa la telefonata (non riattaccare mai per primi ed accertarsi
che il messaggio sia stato recepito) lasciare libero il telefono perché
potrebbe essere necessario richiamare;
Incoraggiare e rassicurare il paziente;
Fornire ai soccorritori ulteriori informazioni circa la dinamica
dell’accaduto;
Prestare attenzione ad eventuali fonti di pericolo (es. incendio,
fughe di gas, ecc.)
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19 ALLEGATO FAC SIMILE “MODULO DI SFOLLAMENTO”/
SIMULAZIONI Lo scopo di questo modulo è quello di migliorare le procedure e/o le misure di supporto per lo sfollamento dei locali. NOME:
COGNOME: Indicare eventuali problemi riscontrati (mancanza di segnaletica, sistema di comunicazione carente, ecc. Consigli: Data simulazione:
Firma RSPP:
Numero di pagine compresa questa: 10
Co.im.po. srl
Procedura Gestionale
Gestione erogazione del servizio e controllo operativo
Procedura: Pr 07 - Rev. 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Distribuzione Copia controllata n.: Copia non controllata Revisione Data Descrizione sintetica della cronistoria delle revisioni; il dettaglio delle modifiche inserite nella revisione
corrente, se diversa da 0, è poi evidenziato all'interno del documento mediante una barra laterale
Rev. 00 31/03/2011 Prima emissione Rev. 01 16/02/2015 Emissione del modello organizzativo ambiente-sicurezza
ELABORAZIONE APPROVAZIONE
Responsabile Qualità-Ambiente/RSGSL
Datore di lavoro
Gestione erogazione servizio e controllo operativo
Pr 07 rev 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Pagina 2 di 10
AVVERTENZA Il presente documento è di esclusiva proprietà dell’azienda Co.im.po srl e di EGQ Consulenza d'azienda: nessuna sua parte può essere riprodotta,
né comunque diffusa, senza precedente autorizzazione scritta. Co.im.po srl, nonché EGQ Consulenza d'azienda che è stata di ausilio nella stesura del documento possono procedere per vie legali in caso di violazioni al copyright sopra.
INDICE DEI CONTENUTI 1.1 erogazione del servizio e gestione dei fanghi ..................................................................................................................................................... 2
1.1.1 Raccolta e trasporto dei fanghi ...................................................................................................................................................................... 2 1.1.2 Ricevimento fanghi ........................................................................................................................................................................................ 3 1.1.3 Scarico fanghi ................................................................................................................................................................................................ 4 1.1.4 Stabilizzazione in vasche/Condizionamento ....................................................................................................................................... 5 1.1.5 Spandimento in agricoltura .................................................................................................................................................................... 5 1.1.6 Attività di pulizia idrodinamica ............................................................................................................................................................. 7
1.2 IDENTIFICAZIONE dei fanghi .................................................................................................................................................................. 7 1.2.1 Trasporto ..................................................................................................................................................................................................... 7 1.2.2 Stoccaggio .................................................................................................................................................................................................... 7
1.3 RINTRACCIABILITÀ ................................................................................................................................................................................... 7 1.4 MOVIMENTAZIONE .................................................................................................................................................................................... 7 1.5 IMMAGAZZINAMENTO .............................................................................................................................................................................. 8
1.5.1 GESTIONE AMMINISTRATIVA DEI FANGHI ............................................................................................................................... 8 1.5.2 PREDISPOSIZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO ................................................................................................................... 8
1.6 MANUTENZIONE ......................................................................................................................................................................................... 9 1.6.1 RESPONSABILITÀ .................................................................................................................................................................................. 9 1.6.2 GESTIONE DEI RIFIUTI ....................................................................................................................................................................... 9 1.6.3 PREPARAZIONE ALLE EMERGENZE E RISPOSTE .................................................................................................................10
1.1 Erogazione del servizio e gestione dei fanghi
La procedura gestisce il processo di ricevimento, stoccaggio fanghi, e trasporto da un impianto all’altro e le attività di pulizia idrodinamica delle condotte fognarie pubbliche. Inoltre la procedura definisce le modalità seguite presso la COIMPO: per la pianificazione dei vari ritiri presso i clienti; per la gestione delle attività di raccolta, trasporto, ricevimento e stabilizzazione dei fanghi; per la gestione del successivo spandimento sui vari terreni; per la definizione di un programma di manutenzione dei mezzi.
Le attività sottoposte a controllo operativo riguardano la gestione delle attività di raccolta, trasporto, ricevimento e stabilizzazione dei fanghi, la gestione del successivo spandimento sui vari terreni, la gestione dei rifiuti interni, la manutenzione delle attrezzature e dei mezzi antincendio.
L’elenco delle procedure/istruzioni di controllo operativo, tanto a scopo ambientale che di sicurezza, sono elencate nel Pr 01 M 01 Elenco documenti subordinate alla presente procedura.
In COIMPO l’attività principale consiste nel ricevimento, nello stoccaggio di fanghi consegnati dai clienti e nel successivo spandimento sui vari terreni per i quali esiste l’autorizzazione.
Una volta arrivati gli ordini, la pianificazione delle attività viene effettuata da persona delegata dal Responsabile Tecnico Impianto come da organigramma che annota su un planning tutti i ritiri che sono stati fissati per la settimana, il cliente e se il trasporto è gestito dal cliente o da COIMPO.
Ogni qualvolta arrivi un camion viene segnato il conferimento suddiviso per giorno, per mese e per anno specificando il bacino di provenienza, il codice CER, lo stato fisico e la quantità sul PR 07 M16. Sul Pr 07 M 03 invece viene registrato i dati del produttore, ed il riferimento alle analisi del fango con il relativo codice CER e la relativa scadenza dell’analisi con il nome del laboratorio che l’ha effettuata.
Questi fogli vengono gestiti a livello informatico, vengono salvati all’interno di un supporto magnetico, e conservati per almeno 5 anni. Ad ogni trasportatore viene consegnata una brochure sul comportamento da tenere all’interno del sito ai fini di un corretto conferimento e del mantenimento delle opportune condizioni di sicurezza ambientale e dei lavoratori (la brochure in questione è catalogata in elenco documenti come PR 07 IO 13). La consegna di tale documento viene registrata dal personale di CO.IM.PO presente in ufficio al momento dell’ingresso del trasportatore, in apposito registro con la firma del ricevente e la data.
1.1.1 Raccolta e trasporto dei fanghi
1.1.1.1 Trasporto fanghi non pericolosi
Gestione erogazione servizio e controllo operativo
Pr 07 rev 01 Ed 01 Data: 16/02/2015 Pagina 3 di 10
Il personale della COIMPO può provvedere a raccogliere direttamente i fanghi classificati non pericolosi presso gli impianti di depurazione utilizzando idonei mezzi meccanici, rispettando le condizioni igieniche per gli addetti e evitando possibili inquinamenti ambientali. La richiesta della raccolta di fanghi perviene dal cliente al personale dell’ufficio commerciale, il quale provvede ad annotare la richiesta nel planning indicando luogo e data concordata di raccolta o di ricevimento.
Le attività di raccolta e trasporto sono descritte in un’apposita istruzione operativa “Raccolta e trasporto fanghi” PR07-I02.
Il trasporto dei fanghi viene effettuato con mezzi idonei tali da evitare qualsiasi dispersione durante il trasferimento.
Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati da copia autentica dell’iscrizione all’albo dei trasportatori di rifiuti.
E’ vietato il trasporto contemporaneo su uno stesso veicolo di rifiuti pericolosi o di rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi che tra loro risultino incompatibili.
Da parte del personale della Gestione movimentazione per ciascun autista (ordine di servizio); viene comunicato telefonicamente ed annotato direttamente da parte dell’autista. Le registrazione delle attività svolte viene poi registrata attraverso formulario rifiuti e/o rapporto di lavoro. A fine giornata, tali documenti vengono consegnati alla Gestione Movimentazione.
1.1.1.2 Trasporto fanghi pericolosi
Nel caso di ritiro di fanghi pericolosi o i fanghi che non sono comunque autorizzati ad essere ricevuti, la funzione commerciale richiede al cliente il codice CER del rifiuto da trasportare, più eventuale analisi. Per i nuovi clienti vengono richieste le analisi del rifiuto (o viene verificata la sua validità) oppure la scheda descrittiva del rifiuto da questi sottoscritta. La COIMPO richiede la disponibilità di ricevere ai centri di stoccaggio temporaneo. Solo a seguito del benestare del centro di stoccaggio autorizzato, si provvede ad inserire il trasporto all’interno del programma settimanale/planning e ad avvisare il cliente sulla data del prelievo. Una volta giunti presso il cliente per il ritiro, il personale della COIMPO elabora il formulario oppure ritira quello elaborato dal cliente stesso. Al momento del prelievo gli autisti controllano a vista la tipologia di rifiuto che corrisponda a quanto descritto nel formulario. Gli autisti, dopo aver caricato il rifiuto seguendo le modalità definite dall’azienda per tale tipologia di rifiuto, effettuano il trasporto fino al centro di stoccaggio predestinato, seguendo le istruzioni contenute nel documento PR07-I09. Prima del trasporto il responsabile commerciale verifica che non vi sia l’obbligo di sottostare alla normativa ADR: se sì, rifiuta l’incarico o lo trasferisce a trasportatori che seguono la normativa di riferimento.
1.1.2 Ricevimento fanghi
Nella vasca per lo stoccaggio di fanghi liquidi (pompabili) viene impiegato un miscelatore meccanico per evitare la decantazione e per consentire la miscelazione/omogeneizzazione del fango stesso.
Ogni entrata di prodotto viene accompagnata da formulario e da certificato di analisi (qualora risultasse in scadenza dallo scadenziario analisi “Situazione analisi produttori” PR07-M03): in accordo con il produttore si provvede al loro rinnovo. L’analisi, se concordato con il cliente, può essere effettuata direttamente da Co.Im.Po. L’addetto al controllo in accettazione provvede a verificare la correttezza dei dati inseriti, compresi i dati del destinatario e il codice rifiuto. Al momento dell’accettazione l’addetto al ricevimento provvede a far pesare il carico, utilizzando idonea pesa. Il bindello relativo alla pesata viene allegato al formulario di riferimento, riportando, dopo lo scarico, la quantità a destino sul formulario.
In particolare, all’arrivo del carico la gestione movimentazione aggiorna il documento riepilogativo PR07-M16 , specificando il riferimento della copia del formulario.
Al momento dell’arrivo di un nuovo impianto è elaborata la scheda di campionamento rifiuto inserendo i dati dell’impianto ed è aggiornato il promemoria scadenza analisi (PR07-M03) e aggiornando poi a che il modulo PR07-M05.
L’evidenza di tali controlli viene data mediante compilazione della parte relativa all’accettazione del carico nel formulario e mediante l’inserimento di dati relativi al rifiuto inseriti dal personale addetto alla ricezione all’interno del software gestionale aziendale dedicato.
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Nel caso di nuovo cliente, viene effettuato un ritiro di prova, effettuando un’analisi come previsto nel piano dei controlli ambientali (PR07-I01) presso laboratorio qualificato dalla COIMPO. In particolare il carico viene scaricato in un box separato, identificato e autorizzato all’uso; si provvede ad effettuare le analisi. Se le analisi danno esito positivo (rispettano i parametri definiti nel piano dei controlli) i fanghi vengono scaricati all’interno delle vasche dell’impianto; altrimenti viene richiesto il ritiro da parte del cliente stesso e si apre un rapporto di non conformità. Se tali analisi quindi danno esito positivo, si inizia il ritiro del prodotto. I campioni da inviare ai laboratori vengono identificati mediante etichetta che riporta il nome del produttore, codice CER e stato fisico e sigillati, allegando copia del formulario. I campioni trasmessi per le analisi vengono raccolte all’interno del modulo scadenze analisi (PR07-M03).
La metodologia di prelievo consiste in: 1° arrivo: si attende lo scarico completo del carico all’interno della vasca adibita allo
stoccaggio di fanghi del primo conferimento; viene fatta una partizione virtuale in quattro parti e vengono prelevati mediante badile 4/5 parti all’interno di diverse partizioni, vengono mescolati assieme, viene prelevato il campione che viene immesso all’interno di un sacco di nylon;
Per il rinnovo delle analisi o per analisi mensili, a mezzo di un badile di lunghezza appropriata si prendono delle quantità di fanghi durante lo scarico (circa 4/5 kg di fango) e immesso nel sacchetto, dopo averlo mescolato.
Tali prelievi vengono effettuati dal Responsabile Ambiente Qualità o da persona qualificata da questi delegata.
In caso di accettazione con riserva in attesa di analisi, tale situazione viene annotata dall’addetto all’accettazione in attesa degli esiti delle verifiche del caso e della conseguente destinazione successiva del materiale stesso (in caso di esito negativo tale materiale viene smaltito come rifiuto).
La Co.Im.Po. effettua analisi a campione dei fanghi in entrata con frequenza mensile, prendendo a riferimento un giorno del mese e, durante i conferimenti che avvengono in quel giorno, vengono prelevati i campioni ed analizzati, evitando di prelevare campioni su fanghi già analizzati di recente (inferiori a sei mesi) e di cui si dispone di riscontro positivo. Le modalità di tali controlli vengono inseriti all’interno del Piano dei controlli ambientali (PR07-I01)
1.1.3 Scarico fanghi
In accettazione, il personale controlla la tipologia di fango. Tutti i fanghi che entrano, diversi dal 190805, vanno nella zona con box; i quantitativi entrati sono registrati nei formulari. I fanghi in entrata sono tutti in R13; poi viene fatta un passaggio mediante una registrazione al giorno da R13 a R3 (max 317 t/g); dopo il condizionamento le quantità vengono trasformate da 190805 (o altro) in 190305 per poi essere scaricati per lo spandimento in R10.
Se in accettazione i controlli previsti danno esito positivo, la Gestione Movimentazione della COIMPO provvede ad indicare al trasportatore la vasca destinata allo scarico dei fanghi, accompagnandolo sulla vasca in funzione delle caratteristiche fisiche del fango stesso (palabile o pompabile). Il trasportatore deve attenersi a quanto previsto dalla procedura operativa “scheda informativa di sicurezza”(PR07-I0 13) che gli è stata precedentemente consegnata e il trasportatore firma per ricevuta informazione su un registro apposito.
Lo stoccaggio del fango incide profondamente sulla funzionalità dell’impianto in quanto l’errata collocazione in stoccaggio del materiale può inficiarne la destinazione finale, cioè il riutilizzo agronomico. Nell’effettuazione delle operazioni di messa a dimora è importante evitare la commistione tra fanghi palabili e pompabili. Per evitare questo il responsabile Gestione movimentazione definisce i luoghi di stoccaggio dei fanghi palabili per garantire il periodo di condizionamento.
Nel caso di fanghi palabili, si costituiscono dei cumuli di avanzamento, dove il fango più “fresco” viene collocato in posizione opposta alla bocca di carico.
Nel caso di fanghi pompabili, vengono conferiti nell’apposita vasca di accumulo per essere semplicemente miscelati.
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In particolare nei mesi più caldi, può essere presa la decisione dal RAQ di bagnare i cumuli con acque di prima pioggia. Ogni volta che viene fatta questa operazione si aggiorna il modulo PR 07 M 31 “Bagnatura cumuli”.
A termine dello scarico il trasportatore posiziona il mezzo sopra la pesa e il peso rilevato per differenza viene inserito all’interno del formulario (peso rilevato a destino), allegando il bindello di pesa, ed archiviandolo all’interno del raccoglitore da parte del Responsabile Ambiente Qualità che provvede anche all’aggiornamento entro una settimana del registro di carico e scarico.
Il Responsabile Ambiente Qualità intraprende le azioni di controllo atte a verificare (e registrare) eventuali irregolarità nella fase di accettazione o disfunzioni nella collocazione del materiale.
1.1.4 Stabilizzazione in vasche/Condizionamento I fanghi, dopo essere stati scaricati all’interno delle vasche, vengono sottoposti ad idoneo
trattamento di stabilizzazione anaerobica (condizionamento naturale), atto a diminuire il carattere di putrescibilità e l’emanazione di odori sgradevoli, come previsto dall’autorizzazione provinciale dell’impianto. Per fango stabilizzato si intende un fango che ha perso le caratteristiche originarie di putrescibilità mediante trattamenti di digestione aerobica atti ad eliminare o inibire fortemente l’attività microbiologica.
Il condizionamento avviene su cumuli statici realizzati a strati successivi di fanghi che possono essere intercalati da uno strato di paglie in rapporto massimo del 10% in peso rispetto alla massa di fanghi.
I cumuli statici vanno generalmente tenuti in stabilizzazione per almeno 60 giorni, durante il quale vengono comunque effettuate le verifiche analitiche sul prodotto.
In tal modo, il materiale “più vecchio” viene sottoposto ad un effettivo condizionamento grazie al prolungato tempo di permanenza nel sito. Questa disposizione spaziale dei fanghi implica l’applicazione di un processo di maturazione del fango stesso basato sulla stabilizzazione anaerobica (processo di mineralizzazione della sostanza organica in assenza di ossigeno, mediante deposito di fanghi in cumulo indisturbato per un periodo prolungato).
Con cadenza prestabilita vengono effettuati prelievi per verificare la corrispondenza a quanto indicato nelle prescrizioni legali, come viene definito nel piano dei controlli (PR07-I01). Il piano dei controlli viene richiamato anche all’interno della procedura PR10 “Monitoraggi e misurazioni”, assieme agli ulteriori monitoraggi ambientali. Tali analisi possono essere effettuati anche da enti preposti (es. ARPAV). Il responsabile tecnico impianto della COIMPO può provvedere in questo ultimo caso a richiedere il risultato delle analisi. Le vasche da cui si prelevano i campioni sono identificate.
L’esito dei controlli/analisi viene registrato nei rapporti di prova forniti dal laboratorio analisi. Se i parametri sono al di fuori dei parametri accettabili dalla COIMPO il RAQ provvederà ad aprire un rapporto di non conformità e, se ritenuta necessaria, un’azione correttiva, al fine di risolvere la non conformità ed evitare il ripetersi, secondo quanto definito Pr 02 “Gestione dell’ambiente e della qualità”.
Il personale della COIMPO (Responsabile amministrativo) annota sul registro di carico e scarico i quantitativi di fango ritirato e “scarica” quelli forniti per uso agricolo; nel formulario sono specificati il tipo di condizionamento impiegato, i nomi e gli indirizzi dei destinatari dei fanghi e i luoghi previsti di utilizzazione (con riferimento ai mappali).
1.1.5 Spandimento in agricoltura L’utilizzazione di fanghi di depurazione in agricoltura avviene in modo da evitare effetti nocivi sul
suolo, sulla vegetazione, sugli animali e sull’uomo. Vengono spanti in agricoltura i fanghi che sono stati sottoposti a trattamento di stabilizzazione, che
sono idonei a produrre effetto concimante e/o correttivo migliorativo della struttura del terreno, che non contengono sostanze tossiche e nocive e/o persistenti e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente.
Lo spandimento viene effettuato presso aziende agricole autorizzate. I dati delle diverse aziende agricole sono contenuti all’interno della Cartella informatica “Registro Terreni” in cui vengono registrate le informazioni relativamente all’autorizzazione, alla sua scadenza e rinnovo, analisi fanghi terreno, data di inizio e fine spandimento, la superficie autorizzata, la coltura da mettere in atto, gli spandimenti effettuati ecc.
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Il responsabile tecnico provvede a pianificare lo spandimento nelle campagne per la concimazione agricola avendo cura di: implementare le operazioni di carico/scarico dei fanghi da riutilizzare, organizzare il coordinamento di personale e mezzi per il buon esito della concimazione come da prescrizioni autorizzative. Il responsabile spandimenti segue personalmente le operazioni di concimazione e lavorazione successiva del terreno.
Prima dello spandimento, vengono prelevati alcuni campioni da analizzare al fine di verificare il rispetto dei limiti fissati nel piano dei controlli ambientali PR07-I01. A seguito dell’esito dell’analisi viene inviata comunicazione scritta preventiva almeno 30 gg prima dello spandimento in campagna agli enti preposti (Provincia, ARPAV, comune di competenza) dello spandimento, allegando il certificato di analisi, specificando i mappali, le quantità di fango e il periodo. Tali comunicazioni vengono approvate dagli enti stessi mediante timbro di accettazione.
L’ente preposto (ARPAV), comunque, può provvedere ad effettuare ulteriori analisi. Prima di iniziare lo spandimento, viene inoltrata ulteriore comunicazione agli enti preposti,
comunicando la data precisa e il luogo dello spandimento stesso. A seguito di tali attività vengono incaricati i terzisti allo spandimento, consegnando loro i mappali
con specificate le aree di rispetto e quelle destinate allo spandimento. Il personale si attiene a quanto descritto nell’istruzione PR07-I03 (o altre istruzioni collegate all’attività di svolgere), trasmessa a questi in copia. Al termine dello spandimento il Responsabile Gestione Movimentazione provvede ad aggiornare i dati contenuti nella Cartella informatica “Registro Terreni” inserendo al termine dello spandimento stesso.
In base alla coltura viene fatta una verifica della quantità di fango che va sparso per ettaro anche in funzione della quantità di azoto, fosforo, potassio presente nel fango stesso. Di conseguenza il quantitativo di fanghi utilizzati è fissato in funzione delle caratteristiche del fango e del terreno. La quantità ed il periodo di applicazione devono comunque essere in relazione alle esigenze agronomiche delle colture, come indicato nell’autorizzazione in possesso.
La pianificazione della concimazione viene effettuata secondo i criteri di Buona Pratica Agronomica in funzione delle condizioni climatiche, delle superfici di terreno libero a disposizione; inoltre viene calcolato il quantitativo totale in base al carico unitario spandibile di volta in volta previsto. Vengono verificate preventivamente le zone escluse, le aree poco adatte e le altre prescrizioni autorizzative. Durante lo spandimento il responsabile tecnico organizza il personale e i mezzi per le operazioni di carico/scarico in uscita dall’impianto e di scarico presso i terreni da concimare in maniera coordinata con le operazioni di interramento/ ricopertura dei fanghi.
Prima del trasporto, il Responsabile Gestione Movimentazioni provvede a compilare il formulario indicando il codice del rifiuto (19 03 05), le quantità, lo stato del fango, ecc.
La concimazione viene fatta dal terzista incaricato dalla Co.Im.Po. seguendo l’istruzione PR07-I03 “Modalità di esecuzione di spandimenti in agricoltura”, in cui sono espressi anche i divieti che devono essere presi in considerazione prima di effettuare lo spandimento stesso e i comportamenti da tenere da parte del personale preposto.
Dopo lo spandimento il personale addetto provvede a consegnare la scheda al personale della Amministrazione che lo archivia all’interno del raccoglitore in ordine progressivo. L’evidenza del buon esito dell’operazione è data dalla compilazione del formulario ed aggiornando il modulo “ Registro Terreni”.
Al termine dello spandimento il Responsabile Ambiente Qualità annota sui registri dei terreni vidimati dalla regione il numero di riferimento del formulario, la quantità, il luogo su cui avviene lo spandimento, la coltura a cui è destinato il fango e la data in cui è avvenuto lo spandimento.
Con frequenza annuale, il Responsabile Tecnico Impianto della COIMPO, in collaborazione con il Responsabile Ambiente Qualità, provvede a trasmettere alla Provincia , a consuntivo, secondo quanto richiesto dalla legislazione vigente in materia, per ciascuna azienda agricola le quantità e i luoghi interessati dallo spandimento. (Scheda invio dati relativi all’utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura/anno). Durante il periodo di lavoro, il personale incaricato della CO.IM.PO. effettua alcuni sopralluoghi sia sulle strade di percorrenza dei mezzi che sulle zone dove vengono distribuiti i fanghi per verificare che tutto proceda secondo le normative provinciali e le istruzioni impartite. Tali sopralluoghi sono
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formalizzati all’interno del modulo PR07-M02 (Rapporto di sopralluogo spandimenti) e/o inseriti all’interno dell’albo fornitori in corrispondenza dell’area relativa al terzista. Per evidenziare l’attività di controllo sui terzisti può essere eseguita anche una verifica mensile per fase operativa (come previsto dal Programma di Controllo). Tale documento attesta anche l’ulteriore monitoraggio eseguito nei confronti dei terzisti.
1.1.6 Attività di pulizia idrodinamica L’attività viene svolta da personale della COIMPO utilizzando mezzi idonei (autobotte). A seguito
della richiesta del cliente, come definita nella procedura PR05, il personale della funzione Gestione Movimentazione pianifica le attività all’interno del planning e/o fornisce all’operatore mediante comunicazione verbale le indicazioni relative agli interventi da apportare o ai luoghi dove operare. Al ricevimento dell’ordine l’operatore annota la comunicazione all’interno di un documento riportando la tipologia e il luogo di intervento, la tempistica richiesta e i riferimenti della persona da contattare una volta giunto nel luogo di intervento. Se questo viene svolto per conto di un ente pubblico (comune), il personale tecnico dell’ente può rilasciare una specifica dei luoghi ove deve essere effettuato l’intervento, specificandone la tipologia. Gli operatori effettuano gli interventi seguendo quanto indicato nella istruzione “Pulizia Vasche” (PR07-I04) e nella relazione di sopralluogo (PR05-M01 o documentazione equivalente). Al termine dell’intervento gli operatori compilano il “Rapporto di lavoro”, che può essere approvato dal cliente/richiedente, inserendo il tipo di servizio eseguito, i riferimenti del richiedente e il formulario. Tale documento attesta che l’intervento e i controlli relativi sono stati eseguiti nel rispetto dell’istruzione di riferimento. Qualora sorgessero non conformità gli operatori provvedono a registrarlo nel rapporto di lavoro, all’interno dell’area “Annotazioni” e/o a comunicarlo al Responsabile Ambiente Qualità che lo registra nell’idonea modulistica.
I rifiuti, in funzione della classificazione, vengono trasferiti presso gli impianti della COIMPO o presso altre discariche autorizzate (elenco autorizzazioni impianti smaltimento fanghi), verificando le autorizzazioni stesse. In questo caso, in particolare, è fatto obbligo al trasportatore di sincerarsi dell’accettazione dei rifiuti da parte del destinatario prima di iniziare il trasporto e, comunque, di riportare il rifiuto all’insediamento di provenienza se il destinatario non lo riceve; di accertarsi che il destinatario sia munito delle autorizzazioni o iscrizioni previste dalle norme vigenti e che i rifiuti siano destinati in modo effettivo ed oggettivo ad attività di recupero.
1.2 IDENTIFICAZIONE dei fanghi
1.2.1 Trasporto I fanghi durante il trasporto, sia dal cliente all’impianto della COIMPO che dall’impianto alle
aziende agricole e ai centri di smaltimento, sono identificati mediante i documenti di trasporto (formulario).
1.2.2 Stoccaggio Dopo l’accettazione dei fanghi, quindi sono identificati a vista come fanghi pompabili e palabili
all’interno delle rispettive vasche di destinazione. I silos sono identificati mediante numero progressivo. Altri prodotti utilizzati per le manutenzioni (es. oli) sono identificati dal fornitore mediante nome del
prodotto e/o codice.
1.3 RINTRACCIABILITÀ
Una volta che i fanghi sono stati immessi all’interno delle vasche, non è possibile garantire completamente la rintracciabilità dei fanghi; invece, nel caso di fanghi in attesa di accettazione, questi vengono stoccati temporaneamente in una vasca apposita identificata ed è pertanto possibile risalire al formulario in arrivo.
1.4 MOVIMENTAZIONE Tutte le operazioni di movimentazione dei fanghi sia presso il cliente che presso l’impianto viene
effettuato utilizzando, quali: autocarri; escavatore (utilizzato per la movimentazione dei rifiuti all’interno dell’impianto di stoccaggio); trattori stradali; autospurghi.
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La movimentazione viene autorizzata mediante la presenza del formulario. Le operazioni di movimentazione vengono eseguite dal personale in base all’addestramento ricevuto e in base a quanto descritto nell’istruzione PR07-I09. La movimentazione dei rifiuti viene eseguita con cautela stando sempre all’interno di platee impermeabilizzate e/o strutture adeguate in grado di raccogliere eventuali spandimenti. Il conducente durante la movimentazione o il trasporto deve avere piena visibilità; questi deve assicurare il carico in modo da evitare il pericolo di caduta accidentale dello stesso carico o di una sua parte. Inoltre il carico deve essere sistemato in modo da non nascondere gli indicatori di direzione, le luci, la targa. Il carico deve essere sistemato evitando di compromettere la stabilità del veicolo.
Il personale addetto alla movimentazione e al trasporto viene informato sulla natura dei rifiuti da trasportare , sui dispositivi di protezione individuale da indossare nelle fasi di carico e scarico e nel caso di fuoriuscite accidentali.
Durante la movimentazione dei rifiuti, gli operatori hanno l’obbligo di non fumare, bere e consumare cibo.
Il conducente deve accertarsi che siano a disposizione le attrezzature necessarie per gli interventi di prima necessità (come da istruzione PR07-I09): il responsabile tecnico trasporti e il responsabile Ambiente Qualità hanno la responsabilità di verificare il rispetto di tali prescrizioni.
1.5 IMMAGAZZINAMENTO I fanghi vengono stoccati seguendo le prescrizioni definite nelle autorizzazioni dell’impianto della
COIMPO. L’immagazzinamento durante il trasporto avviene all’interno di appositi contenitori e idonei cassoni.
La responsabilità dello stoccaggio è a carico dell’autista/addetto all’impianto.
1.5.1 GESTIONE AMMINISTRATIVA DEI FANGHI Al ricevimento dei formulari (in arrivo ed in partenza) il Responsabile dell’Amministrazione, dopo
aver effettuato una ulteriore verifica sull’assenza di errori, viene archiviato temporaneamente in un raccoglitore ed al termine della giornata li inserisce il documento all’interno del software gestionale dedicato. Dopo l’inserimento effettua una prima per verificare che i dati inseriti siano corretti a quelli presenti nei formulari. Dopo la verifica, il Responsabile dell’Amministrazione effettua una prestampa del documento e successivamente la stampa sul modulo vidimato relativo al registro di carico e scarico: dopo tale operazione archivia il registro stesso.
A cadenza annuale, in previsione della stesura del MUD, il Responsabile dell’Amministrazione trasmette i dati alla società incaricata per l’elaborazione del MUD. Il documento, nei tempi definiti dalla legislazione vigente, viene trasmesso alla Camera di Commercio.
1.5.2 PREDISPOSIZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
1.5.2.1 Ambiente di lavoro Vista la tipologia di attività svolta, il lavoro viene svolto prevalentemente all’esterno. Gli operatori
sono pertanto dotati di indumenti di protezione contro gli agenti atmosferici e dispongono di idonei dispositivi di protezione individuale.
Tutti i lavoratori dispongono inoltre di sistemi di rilevazione portatile dei gas. I mezzi impiegati sono identificati e registrati in elenchi. Il preposto ha il compito di garantire:
il loro corretto funzionamento;
la gestione e sviluppo dei piani di manutenzione previsti e precedentemente elaborati;
l’applicazione, l’attuazione e il monitoraggio di tutte le modifiche e miglioramenti necessari ai fini sia della qualità che della gestione ambientale e della sicurezza sul lavoro. Al fine di garantire lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico dei fanghi in sicurezza,
l’azienda ha provveduto a dotarsi di un sistema di videocamere per monitorare costantemente le operazioni presso le vasche; ha inoltre installato un sistema di apertura a distanza dei cancelli delle vasche al fine di evitare il pericolo di caduta dall’alto, dotando gli autisti autorizzati ad accedere di telecomando, distribuendo agli stessi una istruzione dettagliata della sequenza delle operazioni da svolgere al momento dello scarico, verificando direttamente a campione il rispetto di tali procedure e richiamando in forma scritta coloro che non applicano pedissequamente l’istruzione stessa. Inoltre ha
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installato un sistema di registrazione a circuito chiuso che permette di valutare eventuali comportamenti tenuti dal personale che accede alle vasche.
1.6 MANUTENZIONE E GESTIONE DEI MEZZI AUTORIZZATI Presso COIMPO le risorse soggette a manutenzione programmata sono gli automezzi; per ognuno di
essi il personale della Amministrazione mantiene una scheda ove sono riportati, oltre ai dati identificativi, gli interventi programmati, quelli definiti dalla casa costruttrice e riportati nel libretto di manutenzione del mezzo, e le registrazioni effettuate (o un riferimento alle stesse); la manutenzione ordinaria e quella straordinaria vengono effettuate prevalentemente all’esterno presso officine qualificate, riportando i riferimenti delle manutenzioni all’interno del modulo PR07-M04 “Manutenzione mezzi”, indicando il riferimento alla documentazione rilasciata dalla ditta che ha eseguito la manutenzione.
L’elenco dei mezzi autorizzati per le attività dell’organizzazione viene aggiornato da RAQ nel Pr 07 M 06 “elenco mezzi autorizzati”.
Per quanto riguarda la bonifica dei mezzi, sono effettuati interventi di bonifica periodica che generalmente si sostanzia con la rimozione di tracce di rifiuto/fanghi (non pericoloso) rimaste nel container in prossimità della zona predisposta. Tale operazione viene svolta dagli autisti qualora, da un controllo visivo, si evidenzi la presenza di tracce di rifiuto, viene effettuata all’interno del capannone per evitare che il rifiuto vada a contaminare l’ambiente.
Qualora invece la contaminazione del container o del mezzo avvenga a seguito di uno sversamento di rifiuto pericoloso (per incidente, in particolare), la bonifica viene registrata su apposito registro (PR07-M19) ed effettuata in luogo predisposto (es. presso il centro di smaltimento).
Ogniqualvolta il mezzo si rechi presso un centro di raccolta o di smaltimento, prima che questo esca, viene pulito; in particolare vengono pulite le ruote e bonificato il cassone o autobotte contenente il rifiuto pericoloso.
Per quanto riguarda la manutenzione dei mezzi antincendio, questa è effettuata da ditta autorizzata e il RAQ aggiorna il registro dei controlli antincendio.
Per quanto concerne la “manutenzione” dell’impianto, questa viene programmata all’interno del modulo PR10-M01 in cui vengono anche riportati, dopo la loro attuazione, gli interventi eseguiti ed eventuali anomalie riscontrate.
Per la manutenzione dei cassoni, viene eseguito da parte del responsabile tecnico trasporti la pianificazione delle manutenzioni: la registrazione della loro esecuzione viene eseguita dal responsabile della gestione movimentazione sul modulo PR07-M13. I cassoni o le autobotte dopo essere stati utilizzati per il trasporto di fanghi non pericolosi vengono puliti e depositati in area apposita. Questi sono identificati univocamente.
Al fine di garantire la prevenzione dell’inquinamento sono conservate parti di ricambio di automezzi o cassoni (es. guarnizioni, tubazioni per l’espurgo, valvole) a disposizione per facilitare un’immediata sostituzione in caso di emergenza/rottura. All’interno della scheda relativa alla macchina/automezzo sono descritte il tipo e la quantità di pezzi di ricambio da avere a disposizione. La responsabilità di verificare la costante presenza di tali pezzi è del personale addetto alla manutenzione/autisti.
Per quanto riguarda la manutenzione alle macchine e attrezzature di officina meccanica, questa viene programmata all’interno del modulo PR07-M04 B “manutenzione mezzi officina” in cui vengono riportati anche gli interventi eseguiti per ogni singola macchina.
1.6.1 RESPONSABILITÀ La responsabilità del processo è a carico del Responsabile di Tecnico trasporti, con la collaborazione
del Preposto, del Responsabile Ambiente Qualità/RSGSL e, per la parte strettamente operativa, degli autisti/terzisti.
1.6.2 GESTIONE DEI RIFIUTI COIMPO ha stabilite le modalità per la corretta gestione dei rifiuti derivanti dalle attività
aziendali (senza considerare ovviamente il fango). Il dettaglio delle attività è descritto nella procedura operativa PR07-I06 “Gestione dei rifiuti prodotti all’interno”. Al fine di controllare il deposito temporaneo il Responsabile Ambiente Qualità aggiorna il modulo Riepilogo rifiuti.
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1.6.3 PREPARAZIONE ALLE EMERGENZE E RISPOSTE Questo capitolo della sezione costituisce la procedura che descrive le modalità adottate in azienda
per la gestione delle emergenze. Le misure da adottare in caso di emergenza costituiscono responsabilità che fanno capo direttamente
alla Direzione generale che, attraverso il Responsabile Qualità Ambiente/RSGSL in collaborazione con RSPP, mantiene risorse addestrate e mezzi al fine di poter tempestivamente intervenire per limitare qualsiasi tipo di impatto derivante dall’evento, circoscrivendolo o riducendolo al minimo.
Il RAQ, in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, ha la responsabilità di individuare i potenziali incidenti e le situazioni di emergenza sulla base dell’analisi ambientale iniziale e degli aspetti e impatti ambientali, del documento di valutazione dei rischi, del registro infortuni, dei manuali d’uso e di manutenzione delle attrezzature e di eventuali relazioni tecniche; in base a queste informazioni il Datore di Lavoro in collaborazione con RSPP definisce quindi un piano di emergenza. I potenziali scenari di emergenza individuati dall’azienda riguardano eventi accidentali quali gli incendi, emissioni di sostanze tossiche, sversamenti durante il trasporto e, in caso di abbondanti piogge, il surplus di percolato che si crea (che comunque viene raccolto in serbatoi appositi), i cui effetti possono essere estesi al di fuori del perimetro dell’impianto.
Il RSPP ha l’incarico inoltre di fornire, anche con il supporto di enti esterni qualificati, ai lavoratori incaricati, in accordo con la Direzione generale, la formazione e l’addestramento necessario per affrontare le situazioni di emergenza, e di attuarle; a tutto il personale vengono forniti l’equipaggiamento ed i mezzi di protezione adeguati agli incidenti ed alle situazioni di emergenza previsti dal piano di emergenza o istruzione operativa. Vengono inoltre distribuite in azienda schemi indicanti le vie di fuga, uscite di emergenza, posizione degli estintori, dei dispositivi di protezione individuale di emergenza, interruttori di emergenza, oltre alle istruzioni sui comportamenti e le azioni da intraprendere in caso di emergenza da parte di tutte le persone, interne ed esterne, alla Co.im.po.
Per far fronte all’emergenza legata alla produzione di percolato in eccesso in concomitanza di abbondanti piogge, la COIMPO ha provveduto ad installare alcuni serbatoi che permettono la raccolta del percolato stesso o comunque ha predisposto dispositivi di intercettazione di possibili effluenti liquidi e solidi che possono migrare all’esterno dell’impianto; evitando la contaminazione di acque superficiali poste ai contermini dell’impianto, suolo nonché percolazioni e/o infiltrazioni nella falda idrica sotterranea
Il Datore di Lavoro in collaborazione con RSPP ha la responsabilità di riesaminare e revisionare il piano di emergenza o l’istruzione operativa di intervento ogniqualvolta si verifichi un incidente o una situazione di emergenza ambientale, in modo da verificare l’adeguatezza del piano di emergenza migliorando la risposta nel caso si ripetesse l’evento.
I lavoratori devono segnalare al RSPP tutti gli incidenti o situazioni di emergenza potenziali o verificatesi; egli poi registra la segnalazione nell’apposito modulo e tiene aggiornato la “Registrazione delle emergenze” (PR07-M08).
1.6.3.1 Addestramento e esercitazioni La formazione e l’addestramento alle emergenze per il personale incaricato rientra all’interno della
gestione della formazione prevista dalla procedura PR08 “Gestione risorse umane e formazione”. Inoltre, trattandosi di argomenti inerenti situazioni straordinarie è spesso necessario che l’addestramento sia integrato da esercitazioni pratiche con simulazioni dell’evento di emergenza, in accordo a quanto stabilito sul modulo PR07-M09 “Pianificazioni delle simulazioni”, dove vengono indicate le frequenze delle simulazioni (almeno annualmente), la tipologia e il personale coinvolto; questo piano viene preparato dal RAQ/RSGSL ed approvato dalla Direzione Generale.
L’istruzione operativa “Piano di intervento per le emergenze” (PR07-I07) descrive dettagliatamente i comportamenti da tenere e le azioni da intraprendere in caso di tale emergenza. Nel modulo PR07-M08 vengono registrati gli esiti delle situazioni di emergenza accadute e i comportamenti a ciò conseguenti.
Piano di campionamento rifiuti in ingresso a scopo di
verifica.
Istruzione Operativa P.I. 07 I.O.18
1.1 Premessa
La presente procedura determina le modalità di campionamento dei rifiuti palabili e
pompabili in ingresso all’impianto ai sensi della UNI 10802:2013.
Tale procedura verrà applicata per le analisi di autocontrollo o per il rinnovo delle
omologhe su rifiuti con analisi ancora in corso di validità, in quanto per tutti i nuovi
conferitori verrà richiesta al produttore l’analisi relativa ad un campione prelevato
prima che il rifiuto sia allontanato dal luogo di produzione.
1.2 Fase di accettazione dei rifiuti palabili in ingresso
I rifiuti organici palabili in ingresso su cui risulti necessaria la verifica analitica
verranno scaricati presso i box n. 1‐2‐3‐4‐5‐7‐8‐9‐10 autorizzati separando per ogni
box un lotto conferito da un singolo impianto.
I box utilizzati a tale scopo saranno contrassegnati da un’adeguata cartellonistica
riportante il codice CER del rifiuto e il produttore nonché l’indicazione “ rifiuto in
attesa di analisi”
Ogni rifiuto, che costituisce ciascun lotto, viene conferito all’impianto secondo un
programma che prevede per lo stesso produttore vari conferimenti periodici nel
corso dell’anno ritenuti rappresentativi per le tempistiche indicate secondo le
specifiche attività produttive dalle norme di riferimento ( D.Lgs. 99/92 , D.G.R.V
2241/05 DGRV 235/09).
1.3 Modalità di campionamento dei rifiuti palabili
Il rifiuto verrà posizionato in cumulo in uno dei box indicati e campionato secondo
la strategia casuale stratificata.
Il prelievo sarà effettuato a varie profondità in diversi punti del materiale depositato
in vbox costituente il lotto di produzione, in modo da coprire tutto il quantitativo di
materiale.
Il campione di laboratorio ottenuto mediante opportuna omogeneizzazione e
quartatura del materiale costituito da vari incrementi, confezionato con imballaggi
idonei, verrà trasferito in laboratorio dal personale aziendale adeguatamente
formato.
Gli incrementi di circa 2 kg ciascuno potranno essere omogeneizzati tra di loro
mediante due processi alternativi:
‐OPZIONE A : omogeneizzazione meccanica con betoniera a bicchieri (soluzione
preferibile);
‐ OPZIONE B: omogeneizzazione manuale o assistita da mezzo meccanico su
superficie dura e pulita.
A seguito dell’evenienza cui all’opzione A il materiale omogeneizzato sarà quindi
scaricato su una superficie pulita sino a formare un cumulo. Data l’ottimale
omogeneizzazione che può essere ottenuta con miscelazione in betoniera, il
suddetto cumulo potrà essere campionato con criterio random (es. in un punto
scelto a caso) sino a formare un campione di laboratorio di circa 2 kg ciascuna.
Verificandosi invece l’opzione B il materiale ottenuto dovrà essere posto su
superficie pulita, dura e liscia e sotto posto a procedura di quartatura sino al
raggiungimento di una quantità di campione pari a quelle sopra esposte.
Il numero di punti di prelievo viene calcolato mediante la seguente espressione:
(√V) con V=volume della massa da caratterizzare espresso in m3
Il numero di punti di prelievo di norma deve essere compreso tra 4 e 30. Ai fini del
presente campionamento il minimo numero di punti è stabilito in numero di 12.
Il numero di incrementi per punto di prelievo è fissato in base allo spessore del
materiale, ed in particolare:
‐ Per spessore in profondità compreso entro 1 metro dalla superficie del
materiale: n.1 incremento per punto;
‐Per spessore in profondità superiore ad 1 metro dalla superficie del materiale:
n.2 incrementi per punto (superficie e profondo);
Anche nel caso di piccole quantità di materiale, dovranno comunque essere
garantiti almeno 12 incrementi equamente distribuiti su tutta la superficie del
materiale.
Tutto il materiale non monouso utilizzato per il campionamento, dovrà essere
opportunamente bonificato prima di ogni operazione di campionamento al fine
di evitare contaminazioni crociate.
Il sistema di campionamento utilizzato è costituito da una sonda montata su
braccio meccanico in grado di prelevare il materiale alla profondità desiderata
secondo la seguente modalità:
‐ il braccio meccanico viene infisso nel materiale da campionare;
‐viene estratto un incremento di dimensioni più possibile a quelle desiderate
(2kg);
‐ l ’incremento prelevato viene disposto su una superficie piana (o meglio su una
piccola vasca, tipo quelle per il contenimento liquidi), dove un operatore può
prendere visione dello stesso e se necessario operarne una riduzione volumetrica
per quartatura fino alla quantità di circa 2 kg;
‐l ’incremento viene trasferito con una pala alla betoniera;
‐ il procedimento viene ripetuto per tutti gli incrementi da prelevare ai sensi di
quanto definito in precedenza;
1.4 Fase di accettazione dei rifiuti pompabili in ingresso
I rifiuti organici pompabili in ingresso su cui risulti necessaria la verifica analitica
verranno scaricati presso i silos n.1‐2‐3‐4‐5‐6‐7‐8‐9‐10‐11‐12‐13‐17‐18‐19‐20‐21‐22
autorizzati separando per ogni silos un lotto conferito da un singolo impianto.
Tale rifiuto, che costituisce ciascun lotto, viene conferito all’impianto secondo un
programma che prevede per lo stesso produttore vari conferimenti periodici nel
corso dell’anno ritenuti rappresentativi per le tempistiche indicate secondo le
specifiche attività produttive dalle norme di riferimento ( D.Lgs. 99/92 , D.G.R.V
2241/05 DGRV 235/09).
1.5 Modalità di campionamento dei rifiuti pompabili.
Il rifiuto, conferito da mezzi autorizzati per il traporto in fase liquida, verrà travasato
nei silos indicati tramite idonea linea di collegamento mobile.
Ogni silos dispone di un rubinetto posto in ingresso alla linea di carico per cui si
procederà al campionamento direttamente durante la fase di scarico dell’autobotte
prelevando un incremento di circa 1 litro ogni 5 minuti per garantire l’omogeneità
del campione.
Il tempo di scarico in silos di ogni singolo lotto varia dai 20 ai 45 minuti per cui si
stabilisce un numero minimo di quattro incrementi per la formazione del campione
primario.
Gli incrementi verranno posizionati in un idoneo vasca da cui , previa miscelazione,
si procederà alla formazione del campione di laboratorio.
1.6 Registrazione dati campionamento.
All’atto del campionamento va redatto il verbale di prelievo che deve contenere tutte le indicazioni atte ad identificare correttamente il campione ed almeno:
1. Data, ora e luogo del prelievo; 2. Nominativo del personale prelevatore; 3. Generalità del legale rappresentante della Ditta; 4. Nominativo e qualifica delle persone presenti al sopralluogo; 5. Modalità di campionamento e sigillatura dei campioni; 6. Identificazione del lotto oggetto di campionamento; 7. Eventuali informazioni ricevute dal Committente o dal personale intervenuto; 8. Condizioni ambientali al momento del prelievo; 9. Eventuale necessità di predisposizione di contro campioni; 10. Comunicazioni al laboratorio finalizzate alle conclusioni finali; 11. Firma degli intervenuti.
Piano di campionamento fanghi biologici condizionati
pompabili.
Istruzione Operativa P.I. 07 I.O.19
1.1 Premessa
La presente procedura determina le modalità di campionamento dei fanghi biologici
condizionati pompabili.
Tale procedura verrà applicata per la verifica del rispetto dei limiti previsti dalla
Tabella B1/1 dell’Allegato B al DGRV 235/2009 dei lotti condizionati delle vasche
autorizzate allo stoccaggio dei fanghi in fase liquida. ( pompabili)
Il fango verrà preventivamente mantenuta in agitazione tramite miscelatori
sommersi.
1.2 Modalità di campionamento.
Il numero di punti di prelievo verrà calcolato mediante la seguente espressione:
(√V) con V=volume della massa da cara erizzare espresso in m3
Il numero di incrementi per punto di prelievo è fissato in uno per punto di prelievo.
Il sistema di campionamento utilizzato è costituito da tubi con indicazione di
profondità collegati ad un sistema di aspirazione mobile ( autobotte
preventivamente bonificata) che verrà attivata,previa apertura della saracinesca
di aspirazione, ad un altezza intermedia rispetto alla profondità totale.
Gli incrementi verranno posizionati in un idonea vasca da cui , previa miscelazione, si
procederà alla formazione del campione di laboratorio.
1.3 Registrazione dati campionamento
All’atto del campionamento va redatto il verbale di prelievo che deve contenere tutte le indicazioni atte ad identificare correttamente il campione ed almeno:
1. Data, ora e luogo del prelievo; 2. Nominativo del personale prelevatore; 3. Generalità del legale rappresentante della Ditta; 4. Nominativo e qualifica delle persone presenti al sopralluogo; 5. Modalità di campionamento e sigillatura dei campioni; 6. Identificazione del lotto oggetto di campionamento; 7. Eventuali informazioni ricevute dal Committente o dal personale intervenuto; 8. Condizioni ambientali al momento del prelievo; 9. Eventuale necessità di predisposizione di contro campioni; 10. Comunicazioni al laboratorio finalizzate alle conclusioni finali; 11. Firma degli intervenuti.
Revisione 00
12 ottobre 2
Revision
Luglio 20
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Sede legalLocalità Am45011 Adr
Sede dell’iLocalità Am
Aplus S.r.l
Via G. Save35129 Pad
mbiente S.n.c.
Vinci, 2 e (PD)
ZAZIONR L’ATN PERICMEDIAOGICO
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S.r.l.
le: merica, 7 – Frazria (RO)
installazione: merica, 7 – 450
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SCHEDA D - INDIVIDUAZIONE DELLA PROPOSTA IMPIANTISTICA ED
EFFETTI AMBIENTALI
D.1 Informazioni di tipo climatologico ....................................................................................... 3
D.2 Scelta del metodo .................................................................................................................. 4
D.3 Metodo di ricerca di una soluzione MTD soddisfacente .................................................... 5
pagina 3 di 16
D.1 Informazioni di tipo climatologico
Sono stati utilizzati dati meteo climatici? sì � no
In caso di risposta affermativa completare il quadro D.1
Sono stati utilizzati modelli di dispersione? � sì no
In caso di risposta affermativa indicare il nome:
…………………………………………..
Temperature Disponibilità dati sì � no
Fonte dei dati forniti A.R.P.A.V. - Centro Meteorologico di Teolo
Precipitazioni Disponibilità dati sì � no
Fonte dei dati forniti A.R.P.A.V. - Centro Meteorologico di Teolo,
Venti prevalenti Disponibilità dati sì � no
Fonte dei dati forniti A.R.P.A.V. - Centro Meteorologico di Teolo
Altri dati climatologici (pressione, umidità, ecc.)
Disponibilità dati � sì no
Fonte dei dati forniti ____________________________________________
Ripartizione percentuale delle direzioni del vento per classi di velocità
Disponibilità dati sì � no
Fonte dei dati forniti A.R.P.A.V. - Centro Meteorologico di Teolo
Ripartizione percentuale delle categorie di stabilità per classi di velocità
Disponibilità dati � sì no
Fonte dei dati forniti ____________________________________________
Altezza dello strato rimescolato nelle diverse situazioni di stabilità atmosferica e velocità del vento
Disponibilità dati sì � no
Fonte dei dati forniti A.R.P.A.V. - Centro Meteorologico di Teolo
Temperatura media annuale
Disponibilità dati sì � no
Fonte dei dati forniti A.R.P.A.V. - Centro Meteorologico di Teolo
Altri dati (precisare)
………………………
Disponibilità dati �sì no
Fonte dei dati forniti ____________________________________________
pagina 4 di 16
D.2 Scelta del metodo
Indicare il metodo di individuazione della proposta impiantistica adottato:
Metodo di ricerca di una soluzione MTD soddisfacente compilare la sezione D.3
Metodo di individuazione della soluzione MTD applicabile compilare tutte le sezioni seguenti
Riportare l’elenco delle LG nazionali applicabili
LG settoriali applicabili LG orizzontali applicabili
“Reference Document on Best Available
Techniques for the Waste Treatments Industries
- August 2006”: cap. 5.1 “Generic BAT”
-
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D.3 Metodo di ricerca di una soluzione MTD soddisfacente
Legenda D.3.1
SI = Tecnica presente
NO = Tecnica non presente (verificare la fattibilità della MTD proposta)
NP = Tecnica Non Pertinente
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D.3.1 Confronto fasi rilevanti - LG nazionali
Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
BAT GENERICHE
Gestione Ambientale
SI (presente Sistema di Gestione Ambientale certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 14001:04, v. Allegato A 11)
Implementare un Sistema di Gestione Ambientale appropriato, con le seguenti caratteristiche: a) definizione di politiche ambientali da parte dell’alta dirigenza; b) pianificazione e istituzione delle necessarie procedure; c) implementazione delle procedure; d) controllo dell’efficienza e adozione delle azioni correttive; e) revisione da parte dell’alta dirigenza; f) accreditare il sistema di gestione e le procedure di audit da un ente verificatore esterno g) preparare e pubblicare una relazione ambientale h) implementare sistemi internazionali come EMAS o ISO 14001
1
SI (presente Sistema di Gestione Ambientale certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 14001:04 che comprende una procedura per la gestione della documentazione interna ed esterna (Procedura Gestionale Pr 01); presenti inoltre manuali d’uso e manutenzione delle principali attrezzature e dei principali impianti; presenti infine relazioni periodiche riportanti gli esiti dei principali controlli eseguiti sulle matrici ambientali)
Assicurare la fornitura di tutte le informazioni sulle attività svolte nel sito, in particolare: a) descrizione dei metodi di trattamento e delle procedure; b) diagrammi degli elementi principali con rilevanza ambientale e diagrammi di flusso; c) dettagli delle reazioni chimiche, cinetiche di reazione e bilancio energetico; d) dettagli della filosofia del sistema di controllo e come esso incorpora le informazioni del monitoraggio
ambientale; e) dettagli delle misure di protezione durante i funzionamenti anomali; f) manuali di istruzioni; g) diario operativo; quadro annuale delle attività svolte e dei rifiuti trattati.
2
SI (presente Sistema di Gestione Ambientale certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 14001:04 che comprende procedure per la gestione della manutenzione (Procedura gestionale Pr 07 “Gestione erogazione del servizio e controllo operativo”) e della formazione del personale (Procedura gestionale Pr 08 “Gestione delle Risorse Umane e della Formazione”); presente inoltre DVR redatto ai sensi degli artt. 17 e 28 del D.Lgs. 81/08 e smi)
Avere buone pratiche di gestione dell’impianto, come procedure di manutenzione, adeguati programmi di formazione, prevenzione di rischi sulla salute, sicurezza e ambientali
3
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI (i rifiuti in ingresso all’impianto sono sottoposti ad omologa mediante raccolta dei dati sul processo produttivo che li ha generati e caratterizzazione analitica mediante metodiche di campionamento ed analisi standardizzate)
Avere una stretta relazione con i produttori di rifiuti in modo da assicurare la necessaria qualità dei rifiuti
4
SI (il personale dell’impianto è sufficiente e adeguatamente formato per la gestione dei principali aspetti ambientali e di sicurezza dell’installazione)
Avere uno staff disponibile sufficiente e con le adeguate competenze
5
Rifiuti in ingresso
SI (tutti i rifiuti in ingresso sono sottoposti ad omologa)
Avere una conoscenza concreta dei rifiuti in ingresso, prendendo in considerazione i rifiuti in uscita, i trattamenti usati, il tipo di rifiuti, la loro origine, le procedure utilizzate e il rischio legato ai rifiuti in uscita e ai trattamenti.
6
SI (tutti i rifiuti in ingresso sono sottoposti ad omologa, i campioni sono prelevati secondo norme standardizzate e inviati a laboratori certificati; codici e metodologie di lavorazioni ottimali sono già state individuate, v Allegato E04)
Implementare una procedura di pre-accettazione con almeno i seguenti punti: a) testare i rifiuti riguardo ai trattamenti pianificati; b) assicurarsi che sono state reperite tutte le informazioni sulla natura dei rifiuti e sui processi che li hanno
prodotti; c) avere un sistema per ottenere e analizzare un campione rappresentativo dei rifiuti; d) avere un sistema per verificare attentamente le informazioni ricevute se non si tratta direttamente con il
produttore; e) assicurarsi che sia fornito il codice del rifiuto un accordo alla European Waste List; f) identificare i trattamenti appropriati per ogni rifiuto ricevuto, indentificando un metodo di trattamento adatto
con una metodologia chiara, considerando le proprietà chimico-fisiche del rifiuto.
7
SI (i rifiuti per i quali sia necessario verificare il possesso dei requisiti previsti per il trattamento sono depositati in aree confinate coperte identificate mediante opportuna cartellonistica in attesa del ricevimento dei risultati delle analisi che ne confermino la possibilità di utilizzo; ogni carico in ingresso è sottoposto a pesatura)
Implementare una procedura di accettazione contenente almeno i seguenti punti: a) un sistema chiaro e preciso che permetta agli operatori di accettare i rifiuti solo se è già determinato il
metodo di trattamento, di stoccaggio e di recupero; b) misurare le quantità di rifiuti in ingresso e tenerne traccia in un registro per assicurarsi di avere capacità di
stoccaggio sufficiente; c) avere criteri chiari e non ambigui per la non accettazione dei rifiuti e riportare tutte le non conformità; d) avere un sistema per identificare la capacità massima di rifiuti che possono essere stoccati; e) ispezionare visivamente i rifiuti in ingresso.
8
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI (le procedure di campionamento sono standardizzate in base alla tipologia di rifiuto)
Implementare differenti procedure di campionamento per tipi differenti di rifiuti in ingresso, contenenti almeno i seguenti punti: a) procedure basate su un approccio di rischio. Alcuni elementi da considerare sono il tipo di rifiuto e la
conoscenza del produttore; b) controllare i parametri chimico-fisici rilevanti. c) registrazione di tutti i materiali di rifiuto; d) avere differenti procedure per materiale sfuso, piccoli e grandi contenitori; e) avere dettagli dei campionamenti dei rifiuti in fusti; f) campionare prima di accettare; g) mantenere una registrazione dei campionamenti per ogni carico; h) avere un sistema per determinare e registrare:
• il luogo adatto per i campionamenti; • la capacità dei contenitori; • il numero dei campioni e il grado di consolidamento; • le condizioni operative;
i) avere un sistema per assicurare che i campioni siano analizzati; j) in caso di basse temperature ambientali, può essere necessario uno stoccaggio temporaneo per permettere
il decongelamento del campione.
9
SI (i rapporti di prova sono disponibili nel tempo massimo di 1 mese. Il rifiuto è uniforme. Presente la planimetria del sito con delimitate le aree di stoccaggio, v. Allegato B 22. Presente un sistema di drenaggio delle acque meteoriche. Il personale che esegue le analisi appartiene a un laboratorio accreditato)
Avere una struttura di ricezione che copra almeno i seguenti punti: a) avere un laboratorio di analisi dei campioni alla velocità richiesta dalle BAT; b) avere un deposito di quarantena dove stoccare i rifiuti che non soddisfano i criteri richiesti; c) avere procedure chiare per la gestione dei rifiuti quando non soddisfano i criteri richiesti, comprese le misure
per informare le autorità competenti, per stoccarli in sicurezza o rimandarli indietro; d) spostare i rifiuti nell’area di stoccaggio solo dopo l’accettazione; e) identificare le aree di ispezione, scarico e campionamento in una planimetria del sito; f) avere un sistema di drenaggio; g) un sistema per assicurare che il personale coinvolto nelle procedure di campionamento analisi e controllo sia
qualificato e formato; h) l’applicazione di un sistema di etichettatura/codifica per ogni contenitore, contenente almeno le dati di arrivo
e il codice del rifiuto.
10
Rifiuti in uscita
SI (ogni lotto di fanghi in uscita dall’installazione è sottoposto ad analisi secondo le modalità indicate nel PMC, v. Allegato E 4)
Analizzare i rifiuti in uscita in accordo con i parametri rilevanti per la struttura ricevente. 11
Sistemi di Gestione
SI (la tracciabilità è gestita secondo il SGA ISO 14001 mediante opportune registrazioni – registro di C/S dei rifiuti, DDT di ricevimento e vendita, ecc.)
Avere un sistema per garantire la tracciabilità dei trattamenti. Potrebbero essere necessarie diverse procedure in base alle proprietà del rifiuto, al tipo di processo e ai cambiamenti che possono essere indotti dal trattamento stesso. Esso deve contenere almeno e seguenti punti: a) documentazione dei trattamenti attraverso diagrammi di flusso e bilanci di massa; b) tracciabilità attraverso le varie fasi operative. c) registrare e riferire le informazione sulle caratteristiche dei rifiuti, sulla loro origine, e renderla disponibile in
ogni momento; d) avere un database digitale, con backup frequenti con tutti i dati dei rifiuti trattati; e) movimentare fusti e altri contenitori mobili solo su istruzione precisa dei dirigenti appropriati, registrando tali
movimenti.
12
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI – vengono miscelati solo rifiuti compatibili con il processo ed autorizzati
Avere e applicare regole per la miscelazione per restringere il numero di rifiuti che possono essere miscelati per evitare l’aumento di emissioni inquinanti a valle dei trattamenti, considerando il tipo di rifiuto e il trattamento applicato.
13
SI – i rifiuti vengono separati in base alla loro classificazione ed identificati
Avere procedure per l’isolamento e la compatibilità dei rifiuti, includendo: a) mantenimento dei registri dei test, includendo ogni reazione che può creare un rischio; un registro dei
parametri operativi e altri parametri rilevanti come l’emissione di odore; b) imballare differenti contenitori di sostanze chimiche in fusti separati in base alla loro classificazione.
14
SI (l'azienda è certificata ISO 14001, norma che prevede l’obbligo di impegno al miglioramento dei processi di lavorazione)
Avere un approccio volto a migliorare l’efficienza dei trattamenti, includendo la ricerca di indicatori adatti a valutare l’efficienza e un programma di monitoraggio.
15
SI (ai sensi del D.M. 10/03/1998 Art. 5 e allegato VII, del D.Lgs. 81/08 e successive modifiche ed integrazioni)
Elaborare un piano di gestione degli incidenti ben strutturato. 16
SI (eventuali incidenti sono registrati) Avere e usare un diario degli incidenti. 17
NP (non sono prodotte vibrazioni. La valutazione di impatto acustico è eseguita con frequenza triennale)
Avere un sistema di gestione del rumore e delle vibrazioni, solo per le installazioni pertinenti. 18
NP (la scelta di strutture facilmente rimovibili è stata fortemente limitata dalle necessità di realizzazione di vasche di ampie dimensioni, a tenuta e in grado di resistere ad elevati carichi strutturali)
Considerare il decomissioning dell’impianto nella fase di progettazione dello stesso. 19
Utilities e gestione delle materie prime
NP (l’energia elettrica viene utilizzata principalmente per illuminazione esterna ed uffici; inoltre viene fornita en. elettrica all’adiacente ditta Agri.Bio.Fert.Correttivi S.r.l.)
Produrre un’analisi dei consumi e della produzione di energia, in base al tipo di sorgente, includendo: a) il report dei consumi energetici in termini di energia consegnata; b) il report dell’energia esportata dall’installazione; c) fornire informazioni sui flussi di energia mostrando come essa è usata dei processi.
20
SI (Il sistema ISO 14001 prevede il miglioramento continuo dell’efficienza energetica)
Aumentare continuamente l’efficienza dell’installazione: a) sviluppando un piano di efficienza energetica; b) usando tecniche che riducono i consumi e di conseguenza le emissioni dirette che indirette; c) definire e calcolare i consumi specifici per attività.
21
SI (i consumi di materie prime sono soggetti a monitoraggio, v. PMC, in Allegato E 4)
Effettuare un’analisi comparativa interna dei consumi di materie prime. 22
SI (il processo stesso prevede la miscelazione di più fanghi rifiuti al fine di ottenere, dopo il processo di maturazione, un fango con caratteristiche idonee allo spandimento in agricoltura)
Considerare varie opzioni per l’uso dei rifiuti come materia prima per i trattamenti di altri rifiuti. 23
Stoccaggio e manipolazione
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI (aspetti considerati in fase di costruzione dell'impianto; le principali attrezzature ed impianti sono sottoposte a controlli periodici e manutenzione ordinaria)
Applicare le seguenti tecniche: a) localizzare le aree di stoccaggio distante da corsi d’acqua e perimetri sensibili e in modo da minimizzare o
eliminare la ri-movimentazione dei rifiuti; b) assicurare che la rete di drenaggio delle aree di stoccaggio possa contenere tutta l’acqua contaminata
possibile e che rifiuti incompatibili non possano entrare in contatto; c) usare un area dedicata, equipaggiata con le misure correlate al rischio specifico per il tipo di rifiuto; d) maneggiare materiali odorigeni in vasche sigillate o stoccandoli in strutture chiuse dotate di abbattitori; e) assicurare che tutte le connessioni tra le vasche possano essere chiuse con valvole. f) aver misure per prevenire l’aumento del livello dei fanghi oltre certi livelli e la formazione di schiume; g) equipaggiare i serbatoi e le vasche con sistemi di abbattimento adatti alle emissioni volatili, con allarmi e
misuratori di livello; h) stoccare i rifiuti organici liquidi con un basso punto di infiammabilità sotto atmosfera inerte ad azoto. Ogni
serbatoio deve essere posizionato in un area di contenimento impermeabile e i gas devono essere collettati e trattati.
24
SI (i percolati prodotti sono stoccati in silos in vetroresina, posizionati all’interno di un bacino di contenimento adeguato)
Arginare i liquidi in decantazione e in stoccaggio con argini impermeabili e resistenti ai materiali stoccati. 25
SI (i silos presenti sono univocamente identificati; v. Allegati B.19 e B.22)
Applicare le seguenti tecniche riguardo all’etichettatura dei serbatoi e del sistema di tubazioni: a) etichettare chiaramente tutte le vasche in base al contenuto e capacità, e applicare un codice identificativo
univoco; b) assicurare che le etichette differenzino le acque di rifiuto e quelle di processo, i liquidi combustibili e i vapori
combustibili e la direzione del flusso; c) mantenere traccia di ogni serbatoio, del numero identificativo e di tutte le informazioni sullo stesso.
26
SI (l'autorizzazione prevede un limite massimo di rifiuti stoccabili)
Prendere misure per evitare problemi che possono essere generati dall’accumulo di rifiuti. 27
SI (sistemi previsti dall'autorizzazione, e dal SGA ISO 14001 e SGQ ISO 9001, Procedura gestionale Pr 07 “Gestione erogazione del servizio e controllo operativo”)
Applicare le seguenti tecniche nella gestione dei rifiuti: a) avere sistemi e procedure per assicurare che i rifiuti siano trasferiti nell’appropriata area di stoccaggio in
sicurezza; b) avere un sistema di gestione per il carico e lo scarico dei rifiuti nell’installazione, considerando tutti i rischi
derivanti da tali attività; c) assicurare che personale qualificato assista il gestore/proprietario nel controllo delle attrezzature di
laboratorio, dell’origine dei rifiuti, dei rifiuti con origine incerta e dei rifiuti indefiniti, per classificare le sostanze e stoccarle nei giusti contenitori;
d) assicurare che non vengono utilizzati tubi, valvole e connettori danneggiati; e) raccogliere i gas di scarico dalle vasche e dai serbatoi quando si maneggiano rifiuti liquidi; f) scaricare i solidi e i fanghi in aree chiuse dotate di ventilatori per l’estrazione, collegati ad abbattitori adatti; g) usare un sistema per assicurare che l’assembramento di diversi lotti avvenga solo dopo test di compatibilità.
28
SI (la miscelazione dei rifiuti è effettuata da personale addestrato)
Assicurare che l’assembramento/miscelazione di rifiuti imballati assieme avvenga solo sotto istruzione e supervisione e sia effettuato solo da personale addestrato. Per alcuni tipi di rifiuti questo deve avvenire in locali ventilati.
29
SI (i rifiuti in ingresso sono stoccati in aree apposite e separate, e identificati opportunamente)
Assicurare nello stoccaggio il grado di segregazione richiesto dall’incompatibilità chimica. 30
pagina 11 di 16
Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
NP (non sono utilizzati rifiuti stoccati in contenitori)
Applicare le seguenti tecniche nel maneggiamento di rifiuti in contenitori: a) stoccare i contenitori sotto coperture con adeguata ventilazione; b) garantire l’accesso all’area di stoccaggio per i contenitori che contengono sostanze sensibili a calore, luce e
acqua.
31
Altre tecniche comuni non menzionate sopra
NP (l’attività di vagliatura dei fanghi palabili e pompabili è svolta saltuariamente; l’attività non genera emissioni significative)
Effettuare frantumazione, triturazione e setacciatura in aree dotate di sistemi di ventilazione collegati ad abbattitori se i materiali processati possono generare emissioni in aria.
32
NP (non sono effettuate operazioni di frantumazione e, triturazione)
Effettuare frantumazione e triturazione in atmosfera sigillata e inerte se i contenitori/fusti contengono sostanze altamente volatili. L’atmosfera inerte deve essere abbattuta.
33
SI (per la bagnatura dei cumuli nelle Vasche C ed H sono utilizzate acque metoriche di prima pioggia, percolati da vasche di stoccaggio e area 12 Agri.Bio.Fert, acque di lavaggio cassoni automezzi, acque meteoriche di dilavamento dei tetti)
Effettuare processi di lavaggio considerando: a) l’identificazione dei componenti dilavati che possono essere presenti nel materiale processato; b) trasferire i materiali dilavati in appropriate aree di stoccaggio e trattarli allo stesso modo dei rifiuti da cui
derivano; c) usare acque di rifiuto trattate per il lavaggio, piuttosto che acqua potabile.
34
Trattamenti delle emissioni in aria (per prevenire o controllare le emissioni principalmente di polveri, odori e COV e alcuni composti inorganici)
NP/SI (la scelta di realizzazione di vasche di ampie dimensioni, a tenuta e in grado di resistere ad elevati carichi strutturali è resa necessaria dalla tipologia di processo attuato. Le vasche di trattamento, eccetto la Vasca E, e le zone di stoccaggio dei rifiuti sono posti sotto tettoie)
Limitare l’uso di serbatoi aperti, vasche e fosse: a) che non permettano la ventilazione diretta o lo scarico in aria collegando tutte le aperture a sistemi di
abbattimento adatti; b) mantenere i rifiuti o le materie prime sotto coperture o in condizioni impermeabili; c) collegare lo spazio sopra le vasche di sedimentazione alle unità di abbattimento dei gas di scarico.
35
NP (non sono utilizzati liquidi volatili) Usare un sistema chiuso con estrazione, o in depressione, dotato di un sistema di abbattimento adatto, soprattutto nei processi che implicano il trasferimento di liquidi volatili.
36
NP (non sono presenti emissioni di tipo convogliato)
Applicare un sistema di estrazione adeguatamente dimensionato che possa coprire i serbatoi delle acque usate, le aree di pretrattamento, i serbatoi di stoccaggio, i serbatoi di miscelazione e le aree con filtro-presse, o avere sistemi separati per trattare i gas da ogni specifico elemento.
37
NP (non sono presenti emissioni di tipo convogliato)
Usare e mantenere correttamente i sistemi di abbattimento. 38
NP (non sono presenti emissioni di tipo convogliato)
Avere un sistema di scrubber per il rilascio di sostanze gassose inorganiche da quelle unità di trattamento che hanno un punto di scarico. Installarne uno secondario se lo scarico è incompatibile o troppo concentrato per quello principale.
39
NP (non sono presenti emissioni di tipo convogliato)
Avere procedure per la rilevazione e la riparazione di perdite nell’installazione 40
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
NP (non sono presenti emissioni di tipo convogliato)
Ridurre le emissioni ai seguenti livelli: Parametri Livelli di emissione
associati alle BAT (mg/Nm3)
VOC 7-201
PM 5-20 1Per bassi carichi di VOC, il limite superiore può essere esteso a 50
41
Gestione delle acque reflue
SI (la quasi totalità della superficie dell’impianto è impermeabilizzata e dotata di sistemi di allontanamento sia delle acque meteoriche di dilavamento che dei percolati prodotti dai rifiuti stoccati; le acque meteoriche di prima pioggia, di dilavamento dei tetti e i percolati sono stoccati in silos e vasche adeguatamente dimensionati e dotati di bacini di contenimento; sono eseguite regolarmente ispezioni per verificare l’integrità di tali sistemi)
Ridurre l’utilizzo e la contaminazione di acqua: a) applicando un’impermeabilizzazione al sito e metodi di conservazione delle acque stoccate; b) effettuando verifiche periodiche dei serbatoi e delle fosse specialmente se sotterranee; c) drenare separatamente diversi tipi di acque in base al carico di inquinanti; d) utilizzare bacini di contenimento di sicurezza; e) effettuare audit regolarmente con l’obiettivo di ridurre il consumo e prevenire l’inquinamento di acqua; f) separare le acque di processo da quelle di pioggia.
42
SI (i sistema di trattamento, delle acque di seconda pioggia e dei reflui neri civili, sono stati progettati e dimensionati adeguatamente)
Avere procedure per assicurare che gli effluenti sono adatti al sistema di trattamento dell’impianto o allo scarico. 43
SI (le reti di raccolta e allontanamento delle acque e dei percolati sono adeguatamente dimensionati)
Evitare che gli effluenti bypassino i sistemi di trattamento. 44
SI (l'area di trattamento rifiuti è pavimentata e progettata per la raccolta percolati e loro invio ai silos o alla vasca di stoccaggio)
Avere e utilizzare un sistema chiuso per la raccolta di acqua di pioggia che cade in aree di processo. 45
SI (l'impianto effettua la divisione tra acque meteoriche di 1^ pioggia e acque meteoriche di 2^ pioggia)
Separare i sistemi di raccolta dell’acqua maggiormente contaminata e quelli dell’acqua meno contaminata. 46
SI (l’intera superficie dove avvengono i trattamenti è pavimentata e dotata di rete di raccolta delle acque)
Avere una pavimentazione in cemento in tutta l’area dei trattamenti, che convogli acque di pioggia e fuoriuscite al sistema di drenaggio interno.
47
SI (le acque di prima pioggia sono stoccate in silos in vetroresina posti all’interno di un bacino di contenimento di sicurezza)
Raccogliere le acque di pioggia in bacini appositi per il controllo della contaminazione. 48
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI (le acque di prima pioggia, di dilavamento tetti e di lavaggio dei cassoni degli automezzi sono stoccate e utilizzate per la bagnatura dei cumuli nelle vasche C e H)
Massimizzare il ri-utilizzo delle acque trattate e usare le acque di pioggia nell’installazione. 49
NP Effettuare controlli giornalieri nel sistema di gestione dell’effluente e mantenere traccia di tutti i controlli effettuati, monitorando la qualità dell’effluente e dei fanghi.
50
SI (l'impianto effettua la divisione tra acque meteoriche di 1^ pioggia e acque meteoriche di 2^ pioggia)
Innanzitutto identificare le acque reflue che possono contenere sostanze pericolose, poi separarne il flusso e trattarle nel modo appropriato all’interno o all’esterno del sito.
51
NP (le acque separate non richiedono un trattamento ma vengono riutilizzate nel processo)
Dopo l’applicazione della BAT 42, selezionare e applicare le appropriate tecniche di trattamento per ogni tipo di rifiuto.
52
NP (le acque di prima pioggia, che richiedono un trattamento prima dello scarico, sono raccolte in silos e riutilizzate nel processo. Le acque nere civili sono disperse per subirrigazione attraverso un sistema adeguatamente dimensionato)
Implementare misure per incrementare l’affidabilità dei rendimenti di abbattimento e del controllo richiesto. 53
NP (gli effluenti scaricati non sono sottoposti ad analisi chimiche)
Identificare i principali costituenti chimici dell’effluente trattato e valutare il loro destino nell’ambiente. 54
NP (le acque di dilavamento stoccate sono riutilizzate in processi all’interno dell’azienda e non richiedono trattamenti e ispezioni)
Scaricare le acque reflue dai loro accumuli solo dopo la conclusione di tutti i trattamenti e l’ispezione finale. 55
NP (non sono eseguite analisi chimiche sugli effluenti generati in quanto sono scaricate solo acque di seconda pioggia e acque di dilavamento dei tetti, oltre ad acque nere civili disperse attraverso subirrigazione)
Raggiungere i seguenti livelli di emissione: Parametri Livelli di emissione
associati alle BAT (ppm)
COD 20 – 120 BOD 2 – 20 Metalli pesanti (Cr, Cu, Ni, Pb, Zn)
0.1 – 1
Metalli pesanti altamente tossici: As Hg Cd Cr(VI)
<0.1 0.01 – 0.05 <0.1 – 0.2 <0.1 – 0.4
56
Gestione dei residui prodotti
SI (previsto nel SGA ISO 14001) Avere un piano di gestione dei residui, come parte del sistema di gestione ambientale, includendo: a) tecniche base di buona gestione; b) tecniche di analisi comparative interne.
57
NP (non vengono utilizzati imballaggi) Massimizzare l’uso di imballaggi riutilizzabili. 58
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI (I fusti di olio lubrificante sono riutilizzati nelle attività di manutenzione od eventualmente smaltiti)
Riutilizzare i fusti se in buono stato. In caso contrario, inviarli ai trattamenti appropriati. 59
SI (presente registro di C/S e sistema SISTRI)
Mantenere un inventario dei rifiuti presenti nel sito, registrando i rifiuti ricevuti e quelli processati. 60
NP (non sono riutilizzati rifiuti prodotti) Riutilizzare i rifiuti di un attività/trattamento possibilmente come materia prima per altri trattamenti 61 Contaminazione del suolo
SI (presente programma di controllo e manutenzione ordinaria delle strutture)
Fare manutenzione alle aree di processo, applicare misure per prevenire o pulire velocemente eventuali perdite, e assicurare la manutenzione dei sistemi di drenaggio. 62
SI (tutta l’area è pavimentata e servita da apposite reti di allontanamento delle acque meteoriche di dilavamento, dei percolati e delle acque piovane da pluviali)
Utilizzare una pavimentazione impermeabile e un sistema di drenaggio interno. 63
SI (la superficie dell’installazione è stata dimensionata al fine di effettuare le attività di recupero in condizione di sicurezza)
Ridurre l’area dell’installazione e minimizzare l’utilizzo di vasche e condutture sotterranee. 64
BAT PER SPECIFICI TRATTAMENTI DI RIFIUTI
Trattamenti biologici
NP (i rifiuti biologici sono stoccati in cumuli all’aperto sotto tettoia. Le dimensioni e le esigenze operative del processo non permettono lo stoccaggio dei rifiuti in aree chiuse)
Utilizzare le seguenti tecniche per lo stoccaggio e la gestione nei sistemi biologici: a) per i rifiuti meno odorigeni, usare porte ad apertura rapida automatizzate in combinazione con un sistema di
ventilazione idoneo mantenendo gli ambienti in sotto-pressione. b) per i rifiuti più odorigeni, usare depositi chiusi dotati di chiusura automatica. c) equipaggiare le aree di deposito con sistemi di collettamento dell’aria.
65
SI (sono accettati solo rifiuti compatibili con i processi di stabilizzazione dei fanghi biologici)
Adeguare i tipi di rifiuti accettati e i processi di separazione in base al tipo di processo svolto e alle tecniche di abbattimento applicabili.
66
NP (non è effettuata digestione anaerobica)
Usare le seguenti tecniche se si effettua digestione anaerobica: a) applicazione di una stretta integrazione tra processo e gestione delle acque; b) Riciclare più acqua reflua possibile nel reattore. c) Operare in condizioni termofile. d) Misurare TOC, COD, N, P e Cl nei flussi in ingresso e uscita. Se necessario, monitorare anche altri
parametri per controllare meglio il processo. e) Massimizzare la produzione di biogas, considerando gli effetti nella qualità del digestato e del biogas.
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NP (non è utilizzato biogas come combustibile)
Ridurre le emissioni in aria dei gas di scarico se si usa il biogas come combustibile, diminuendo le emissioni di polveri, NOx, SOx, H2S, e COV usando una combinazione appropriata delle seguenti tecniche: a) lavaggio del biogas con sali di ferro; b) usare tecniche de-NOx come SCR; c) usare un’unità di ossidazione termica; d) usare filtrazione a carboni attivi.
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Fasi rilevanti Tecniche adottate BREF EUROPEO Riferimento
SI (il processo è stato ottimizzato in fase di progettazione)
Migliorare i trattamenti meccanici biologici: a) usando reattori biologici chiusi; b) evitando condizioni anaerobiche nei trattamenti aerobici, controllando la digestione e l’erogazione di aria e
adattando l’aerazione all’attività biologica effettiva; c) usando l’acqua in maniera efficiente; d) isolando termicamente il tetto del reattore biologico; e) minimizzando la produzione di gas a livelli di 2500-8000 Nm3/t; f) garantendo un ingresso uniforme; g) riciclando le acque di processo o i residui fangosi all’interno dei trattamenti aerobici per evitare
completamente emissioni in acqua. Se si generano acque reflue, queste dovrebbero essere trattate per raggiungere i valori riportati nella BAT 56.
h) acquisire continuamente informazioni sulle connessioni tra le variabili controllate del processo biologico e le emissioni gassose misurate;
i) ridurre le emissioni di composti azotati ottimizzando il rapporto C:N.
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NP (non sono presenti emissioni in atmosfera di tipo convogliato; le dimensioni e le esigenze operative dell’attività non permettono la chiusura e il convogliamento delle emissioni diffuse generate dai cumuli di stoccaggio e dalle vasche di stabilizzazione; le emissioni odorigene sono comunque minimizzate diminuendo per quanto possibile la movimentazione dei fanghi nelle vasche)
Ridurre le emissioni dai trattamenti meccanico-biologici ai seguenti livelli: Parametri Gas trattati Odori (ouE/m3) <500 – 6000 NH3 (mg/Nm3) <1 - 20 Per VOC e PM, vedere la BAT 41.
utilizzando una combinazione appropriata delle seguenti tecniche: a) mantenere le buone pratiche di gestione; b) ossidatore termico rigenerativo; c) rimozione delle polveri.
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NP (non sono eseguite analisi chimiche sugli effluenti generati in quanto sono scaricate solo acque di seconda pioggia e acque di dilavamento dei tetti, oltre ad acque nere civili disperse attraverso subirrigazione)
Ridurre le emissioni in acqua ai livelli indicati nella BAT 56. In aggiunta, ridurre altrettanto le emissioni di Azoto Totale, Ammoniaca, Nitrati e Nitriti.
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D.3.2 Risultati e commenti
Inserire eventuali commenti riguardo l’applicazione del modello basato su criteri di soddisfazione. In particolare:
In caso di un criterio non soddisfatto, esplicitare chiaramente le circostanze limitanti ed effettuare un confronto per
giustificare la non applicabilità di soluzioni alternative previste nella LG nazionale.
Identificare e risolvere eventuali effetti cross - media (esempio: incrementare la potenzialità di un sistema
depurativo comporta aumento di rifiuti e di consumi energetici).
Per le tecniche non presenti (NO), sono riportate nella colonna “Tecniche adottate” le eventuali attività e tempi di adeguamento.