Rovigo sett2014 n119

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continua a pag. 8 Intervento P arte a ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedi- cata alla prevenzione del tumore al seno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme e in prima linea per vincere questa patologia tumorale, che purtroppo registra un’incidenza sempre maggiore. Vincere il tumore al seno si può Campagna Nastro Rosa Da oggi l’informazione locale sempre con te App Come scaricare l’App laPiazza: dal sito www.lapiazzaweb.it & COUPON del risparmio 10€ 40€ 50€ 30€ 30€ 25€ 50€ 20€ 60€ 40€ 60€ COUPON del risparmio Scarica l’App www.coupondelrisparmio.it Adesso è davvero ufficiale: Bocciato il Passante Nord Urbanistica pag. 6 Il Polesine adesso a Roma ha un nuovo senatore Politica e territorio pag. 14 Enel saluta e abbandona il carbone Il futuro occupazionale ora è un rebus ISPEZIONE IN COMUNE LE CRITICITà RESTANO TANTE Le controdeduzioni del Comune di Rovigo non sono bastate a superare tutti i rilievi mossi dall’ispezione ministeriale avvenuta negli anni scorsi. Ad avviso del dicastero restano alcuni problemi. pag. 9 APERTURE DOMENICALI, SARà UN AUTUNNO CALDO Finita l’estate, si torna a vivere la città. Si torna a parlare di lavoro e, nel settore del commercio, di aperture do- menicali? Opportune o no? Fanno bene al settore o no? Ed è subito polemica. pag. 8 Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 119 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo 1994 - 2014 Sanità Salute pagg. 35-42 pagg. 4-5 Dopo 10 anni l’azienda decide di mollare, e non si sa se farà altri investimenti nel Delta E ra nell’aria, è accaduto: Enel ha annun- ciato l’addio al progetto di riconversione a carbone della centrale di Polesine Cameri- ni, a Porto Tolle. Difficile leggere le motivazioni di una scelta di portata epocale per il territorio. I fattori da valutare sono molti. Da una parte la complessità e le criticità di un’opera che si tro- va all’interno di un parco regionale: non caso varie volte le commissioni ministeriali incaricate della valutazione di impatto ambientale aveva- no sollevato perplessità e chiesto carte ulteriori. Basti pensare che la prima presentazione risale a maggio 2005. Dall’altra le indagini che la magistratura ha avviato sul funzionamento della centrale nel periodo di alimentazione a olio combustibile e sulle ricadute in termi- ni ambientali in due occasioni, ottenendo altrettanti processi. Ancora, la mobilitazione degli ambientalisti – ma anche di comitati e associazioni espressione del territorio - sempre pronti a ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. Infine, considerazioni strategiche globali che solo Enel può conoscere nel dettaglio. In ogni caso, ora si apre un interrogativo di proporzioni colossali per il territorio. Ossia: e adesso, che succede? Enel ha assicurato la tutela dell’occupazione. Nessun licenziamento, insomma, al massimo trasferimenti. Il vero rebus è però rappresentato dalle ricadute sul territorio: cosa farà da volano in zona ora? Le proposte non mancano. Per esempio, c’è chi parla di un investimento sulle rinnovabili che potrebbe dare nuova linfa allo stabilimento. Ma tutto dipenderà da Enel, che non ha alcun obbligo, ovviamente, di investire qui piuttosto che altrove. Ottobre è il mese della prevenzione: il cancro al seno si vince così L’EDITORIALE Genova ci fa paura di Germana Urbani* L e foto apocalittiche che arrivano da Ge- nova dopo l’ultima alluvione, l’assoluta inconsistenza delle dichiarazioni dei po- litici, la desolazione grande che coglie tutti noi nell’apprendere i perché e i per come le opere di contrasto al rischio idrogeologico non sono mai state finite, (alcune mai ap- paltate addirittura) lasciano tutti noi cittadini sgomenti. Anche perché nel disastro di Genova c’è un’aggravante forte: era già successo, quel- la città allora aveva anche pianto sei morti. Ecco perché Genova ci fa paura. Perché sospettiamo che qui in Veneto potrebbe ac- cadere la stessa cosa. Basta seguire le crona- che locali per rendersi conto che intere aree della nostra regione continuano ad andare in grave sofferenza non appena piove un po’ più del previsto. Il rischio per un disastro c’è, ed è forte soprattutto tenuto conto che, se- condo un censimento ufficiale della Regione, circa il 25% dei comuni veneti è soggetto a frane e il 40% ad alluvioni. Contro il dissesto idrogeologico la Regio- ne, un anno fa, contava 392 milioni spesi in 233 comuni per effettuare 925 interventi. Basteranno? *[email protected] [email protected] continua a pag. 3 www.trasportivianello.com Dal 1984 al Vostro servizio con serietà e professionalità •Trasporti lagunari in Venezia ed Isole •Noleggio motobarche con conducente •Traslochi da e per Venezia •Sgomberi di vario genere •Servizio ritiro olio alimentari esausto •Stoccaggio e deposito merci Sant’Anna Chioggia (VE) Via Primavera 41 cell 368 297056 347 2702881 Fax 041 4950514 Sedi operative: PEGOLOTTE DI CONA (VE) : Via Stazione, 13 CARTURA (PD) : Via Pozzetto Nespolari, 76 • Visite cliniche e domiciliari • Ecografia • Radiologia • Chirurgia • Laboratorio analisi AMBULATORIO VETERINARIO PEGOLOTTE Dr. Milan Roberto ord. Vet. PD 538 349 1202137

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Intervento

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Parte a ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedi-cata alla prevenzione del tumore al seno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società

leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme e in prima linea per vincere questa patologia tumorale, che purtroppo registra un’incidenza sempre maggiore.

Vincere il tumore al seno si può Campagna Nastro Rosa

continua a pag. 8

Parte a ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedicata alla prevenzione del tumore al seno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società

leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme e in prima linea per vincere questa patologia tumorale, che purtrop-po registra un’incidenza sempre maggiore.

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Campagna Nastro Rosa

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Adesso è davvero ufficiale: Bocciato il Passante Nord

Urbanistica

pag. 6

Il Polesine adesso a Roma ha un nuovo senatore

Politica e territorio

pag. 14

Enel saluta e abbandona il carboneIl futuro occupazionale ora è un rebus

IspezIone In ComuneLe CrItICItà restano tante

Le controdeduzioni del Comune di Rovigo non sono bastate a superare tutti i rilievi mossi dall’ispezione ministeriale

avvenuta negli anni scorsi. Ad avviso del dicastero restano alcuni problemi.

pag. 9

aperture domenICaLI,sarà un autunno CaLdo

Finita l’estate, si torna a vivere la città. Si torna a parlare di lavoro e, nel settore del commercio, di aperture do-

menicali? Opportune o no? Fanno bene al settore o no? Ed è subito polemica.

pag. 8

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 119 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo1994 - 2014

Ambulatoripediatrici, verso la nuova verifica

Sanità

pag. 10

Salute

pagg. 35-42

pagg. 4-5

Dopo 10 anni l’azienda decide di mollare,e non si sa se farà altri investimenti nel Delta

Era nell’aria, è accaduto: Enel ha annun-ciato l’addio al progetto di riconversione a carbone della centrale di Polesine Cameri-

ni, a Porto Tolle. Difficile leggere le motivazioni di una scelta di portata epocale per il territorio. I fattori da valutare sono molti. Da una parte la complessità e le criticità di un’opera che si tro-va all’interno di un parco regionale: non caso varie volte le commissioni ministeriali incaricate della valutazione di impatto ambientale aveva-no sollevato perplessità e chiesto carte ulteriori. Basti pensare che la prima presentazione risale

a maggio 2005. Dall’altra le indagini che la magistratura ha avviato sul funzionamento della centrale nel periodo di alimentazione a olio combustibile e sulle ricadute in termi-ni ambientali in due occasioni, ottenendo altrettanti processi. Ancora, la mobilitazione degli ambientalisti – ma anche di comitati e associazioni espressione del territorio - sempre pronti a ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. Infine, considerazioni strategiche globali che solo Enel può conoscere nel dettaglio.

In ogni caso, ora si apre un interrogativo

di proporzioni colossali per il territorio. Ossia: e adesso, che succede? Enel ha assicurato la tutela dell’occupazione. Nessun licenziamento, insomma, al massimo trasferimenti. Il vero rebus è però rappresentato dalle ricadute sul territorio: cosa farà da volano in zona ora? Le proposte non mancano. Per esempio, c’è chi parla di un investimento sulle rinnovabili che potrebbe dare nuova linfa allo stabilimento. Ma tutto dipenderà da Enel, che non ha alcun obbligo, ovviamente, di investire qui piuttosto che altrove.

Ottobre è il mese della prevenzione: il cancro al seno si vince così

L’EDITORIALE

Genova ci fa pauradi germana urbani*

Le foto apocalittiche che arrivano da Ge-nova dopo l’ultima alluvione, l’assoluta inconsistenza delle dichiarazioni dei po-

litici, la desolazione grande che coglie tutti noi nell’apprendere i perché e i per come le opere di contrasto al rischio idrogeologico non sono mai state fi nite, (alcune mai ap-paltate addirittura) lasciano tutti noi cittadini sgomenti.

Anche perché nel disastro di Genova c’è un’aggravante forte: era già successo, quel-la città allora aveva anche pianto sei morti.

Ecco perché Genova ci fa paura. Perché sospettiamo che qui in Veneto potrebbe ac-cadere la stessa cosa. Basta seguire le crona-che locali per rendersi conto che intere aree della nostra regione continuano ad andare in grave sofferenza non appena piove un po’ più del previsto. Il rischio per un disastro c’è, ed è forte soprattutto tenuto conto che, se-condo un censimento uffi ciale della Regione, circa il 25% dei comuni veneti è soggetto a frane e il 40% ad alluvioni.

Contro il dissesto idrogeologico la Regio-ne, un anno fa, contava 392 milioni spesi in 233 comuni per effettuare 925 interventi.

Basteranno?*[email protected]@givemotions.it

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www.trasportivianello.com

Dal 1984 al Vostro servizio con serietà e professionalità•Trasporti lagunari in Venezia ed Isole•Noleggio motobarche con conducente•Traslochi da e per Venezia•Sgomberi di vario genere•Servizio ritiro olio alimentari esausto•Stoccaggio e deposito merci

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• Visite cliniche e domiciliari• Ecografia • Radiologia • Chirurgia • Laboratorio analisi

AMBULATORIO VETERINARIOPEGOLOTTE

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Rovigo Regione

È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 settembre 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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è un marchio registrato di proprietà

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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Provincia RegionegIovanI e Lavoro

pag. XX

x

ambIente

pag. XX

x

mond sCuoLa

pag. XX

x

accaduto accadra rodigine

RovigoraCCoLte quasI 700 fIrme

Contro Le aperture seLvagge

Ha raccolto ben 668 fi rme e le ha accluse alla lettera che ha inviato all’assessore

regionale al Commercio Isi Coppola, tra l’altro polesana, e al governatore della Regione del Veneto Luca Zaia. Tiziana

Virgili, presidente uscente della Provincia di Rovigo, ci ha messo la faccia, nella

battaglia contro le aperture domenicali selvagge dei centri commerciali. Che, in

risposta, ampliano ancora di più gli orari. La Fattoria, per esempio, ha appena

annunciato l’eliminazione della chiusura mattutina del lunedì.

AdriaLa festa deLL’uva

raCCogLIe oLtre 2mILa persone: suCCesso

Era la prima edizione ma ha immediata-mente raccolto un consenso alla vigilia

diffi cilmente immaginabile. La Festa dell’Uva ha richiamato in centro ad Adria

oltre 2mila persone. Tanto entusiasmo per una manifestazione che, all’inizio

dell’autunno, ha portato una ventata di allegria e buonumore. Tra belle ragazze

addette alla pigiatura, tradizione e vernacolo, tanta voglia di partecipare alle

celebrazioni. Anche il sindaco Massimo Barbujani lo ha fatto, unendosi ai canti del

gruppo dei “Bontemponi”, tra le anime della kermesse.

RosolinaIL WI fI LIbero In paese ora È davvero reaLtà

E’ stata completata con pieno successo anche l’ultima fase del progetto volto

alla copertura dell’intero territorio comunale di Rosolina con il wi fi libero

e gratuito 24 ore su 24. Il sistema garantisce elevate performance e

consente di non avere problemi ad accogliere anche un numero molto alto di connessioni in contemporanea. Oltre

al Comune, anche per ognuna delle frazioni e località è stato individuato un punto di accesso ben preciso che

consente di navigare senza limitazioni e senza problemi. Un servizio in più,

dedicato a cittadini e turisti.

Porto Vironon CI saranno tagLI aLLa Casa dI Cura

Lo hanno assicurato i vertici della sanità bassopolesana e i rappresentati polesani in Regione, guidati dall’assessore Isi Coppola: non ci saranno tagli di alcun tipo a carico della casa di cura Madonna della salute. In questo modo sono state smentite le indiscrezioni che avevano fatto seguito all’annuncio della perdita dello status di presidio da parte della struttura sanitaria privata, ma convenzionata con la Regione e da sempre un punto di riferimento fondamentale per tutto il Basso Polesine, in primo luogo per la presenza del pronto soccorso. Che continuerà ad esserci.Adriatre ImportantI progettI da reaLIzzare a breve

Tre opere da condurre in porto prima della fi ne del mandato. Tre progetti sui quali la giunta Barbujani intende investire molto. In primo luogo la realizzazione della pista ciclabile attrezzata che dovrebbe collegare Adria alla frazione di Valliera. Quindi il rifacimento della pavimentazione in piazza Oberdan, in modo da valorizzare la massimo il caratteristico impianto veneziano del bello scorcio cittadino. Infi ne, la Casa della cultura Marino Marin, con interventi di manutenzione e rifacimento della copertura. Insomma: l’amministrazione comu-nale sta lavorando per chiudere il mandato con un biglietto da visita davvero niente male.RovigosI va verso Le eLezIonI eCCo ChI dI Certo Correrà

Tramontata la fantasiosa – come minimo – ipotesi di votare a novembre, restano ancora da fi ssare le elezioni comunali a Rovigo, commissariata dallo scorso luglio. Pochi dubbi comunque sul fatto che si andrà alle urne in primavera. Resta da capire se in concomitanza o no con le Regionali. Ancora molta incertezza su schieramenti e alleanze, in primo luogo nel centrodestra, che non appare ancora avere trovato la quadra e tanto meno un assetto omogeneo. Nonostante questo ci sono già alcuni nomi, quelli di coloro che senza dubbio – almeno da quanto annunciato – prende-ranno parte alla corsa elettorale. Tra loro l’ex assessore della Giunta Piva Stefano Bellinazzi e l’ex candidato del Pd Federico Frigato.

Provincia RegionegIovanI e Lavoro

pag. XX

x

ambIente

pag. XX

x

mond sCuoLa

pag. XX

x

accaduto accadra rodigine

RovigoraCCoLte quasI 700 fIrme

Contro Le aperture seLvagge

Ha raccolto ben 668 fi rme e le ha accluse alla lettera che ha inviato all’assessore

regionale al Commercio Isi Coppola, tra l’altro polesana, e al governatore della Regione del Veneto Luca Zaia. Tiziana

Virgili, presidente uscente della Provincia di Rovigo, ci ha messo la faccia, nella

battaglia contro le aperture domenicali selvagge dei centri commerciali. Che, in

risposta, ampliano ancora di più gli orari. La Fattoria, per esempio, ha appena

annunciato l’eliminazione della chiusura mattutina del lunedì.

AdriaLa festa deLL’uva

raCCogLIe oLtre 2mILa persone: suCCesso

Era la prima edizione ma ha immediata-mente raccolto un consenso alla vigilia

diffi cilmente immaginabile. La Festa dell’Uva ha richiamato in centro ad Adria

oltre 2mila persone. Tanto entusiasmo per una manifestazione che, all’inizio

dell’autunno, ha portato una ventata di allegria e buonumore. Tra belle ragazze

addette alla pigiatura, tradizione e vernacolo, tanta voglia di partecipare alle

celebrazioni. Anche il sindaco Massimo Barbujani lo ha fatto, unendosi ai canti del

gruppo dei “Bontemponi”, tra le anime della kermesse.

RosolinaIL WI fI LIbero In paese ora È davvero reaLtà

E’ stata completata con pieno successo anche l’ultima fase del progetto volto

alla copertura dell’intero territorio comunale di Rosolina con il wi fi libero

e gratuito 24 ore su 24. Il sistema garantisce elevate performance e

consente di non avere problemi ad accogliere anche un numero molto alto di connessioni in contemporanea. Oltre

al Comune, anche per ognuna delle frazioni e località è stato individuato un punto di accesso ben preciso che

consente di navigare senza limitazioni e senza problemi. Un servizio in più,

dedicato a cittadini e turisti.

Porto Vironon CI saranno tagLI aLLa Casa dI Cura

Lo hanno assicurato i vertici della sanità bassopolesana e i rappresentati polesani in Regione, guidati dall’assessore Isi Coppola: non ci saranno tagli di alcun tipo a carico della casa di cura Madonna della salute. In questo modo sono state smentite le indiscrezioni che avevano fatto seguito all’annuncio della perdita dello status di presidio da parte della struttura sanitaria privata, ma convenzionata con la Regione e da sempre un punto di riferimento fondamentale per tutto il Basso Polesine, in primo luogo per la presenza del pronto soccorso. Che continuerà ad esserci.Adriatre ImportantI progettI da reaLIzzare a breve

Tre opere da condurre in porto prima della fi ne del mandato. Tre progetti sui quali la giunta Barbujani intende investire molto. In primo luogo la realizzazione della pista ciclabile attrezzata che dovrebbe collegare Adria alla frazione di Valliera. Quindi il rifacimento della pavimentazione in piazza Oberdan, in modo da valorizzare la massimo il caratteristico impianto veneziano del bello scorcio cittadino. Infi ne, la Casa della cultura Marino Marin, con interventi di manutenzione e rifacimento della copertura. Insomma: l’amministrazione comu-nale sta lavorando per chiudere il mandato con un biglietto da visita davvero niente male.RovigosI va verso Le eLezIonI eCCo ChI dI Certo Correrà

Tramontata la fantasiosa – come minimo – ipotesi di votare a novembre, restano ancora da fi ssare le elezioni comunali a Rovigo, commissariata dallo scorso luglio. Pochi dubbi comunque sul fatto che si andrà alle urne in primavera. Resta da capire se in concomitanza o no con le Regionali. Ancora molta incertezza su schieramenti e alleanze, in primo luogo nel centrodestra, che non appare ancora avere trovato la quadra e tanto meno un assetto omogeneo. Nonostante questo ci sono già alcuni nomi, quelli di coloro che senza dubbio – almeno da quanto annunciato – prende-ranno parte alla corsa elettorale. Tra loro l’ex assessore della Giunta Piva Stefano Bellinazzi e l’ex candidato del Pd Federico Frigato.

urbanIstICa

pag. 6

Il caso Maddalenanon è ancora risoltoSi riparte da zero

IL progetto gIovane

pag. 10

E’ nato in PolesineIl primo socialdedicato alla sanità

vIa bramante

pag. 10

Scheletro incompiutoper l’Ater Rovigouna doccia fredda

sanItà

pagg. 18-19

Un capitolo davvero pesante

turIsmo

pag. 25

Il vero motore dell’economia veneta

CuLtura

pag. 26

Arte da vedere e da godere

L’EDITORIALE

Genova ci fa pauraE come mai interi quartieri delle nostre città continuano ad andare sott’acqua e la lista dei danni a cose e persone si allunga ad

ogni temporale?Servono le grandi opere, serve il canale scolmatore tra Padova e Venezia, per esempio, serve una visione d’insieme, serve su

questo delicatissimo argomento una legge obiettivo come quella che è servita a costruire il passante di Mestre.Serve qualcuno che capisca che siamo tutti al “fronte”, che c’è da combattere una “guerra” perché la natura continua a colpirci

a colpi di “bombe d’acqua” e non possiamo vivere a lungo pensando “si salvi chi può”!Ci aspettiamo dai nostri politici nazionali, regionali, locali un coraggio nuovo. Non si può più restare inerti in balia degli eventi

votandosi a Sant’Antonio sperando che non accada mai nulla di troppo grave. Lo Stato non può più spendere ogni giorno solo 200 mila euro per la prevenzione e 800 mila per tamponare e riaggiustare alla

meno peggio ciò che è stato distrutto, allagato, infangato, divelto. Occorre che faccia il contrario: ne metta a bilancio 800mila al giorno per la prevenzione e 200mila, casomai, per i danni.

I nostri giornali sono pieni di discussioni su strade e autostrade da costruire. Opere assolutamente necessarie, dicono. La vera domanda però è questa: necessarie a chi, per cosa? E per fi nire una rifl essione davvero banale. A questo punto, forse, sarebbe meglio costruire canali, navigabili magari. Pensiamoci, pensateci.

segue da pag. 1

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4 Argomento del mese

fanno rIferImento aLLa sentenza dI prImo grado

Con l’annuncio arrivano pure le motivazioni

La data è la stessa: proprio il giorno in cui Enel ha comu-nicato la propria decisione di

rinunciare uffi cialmente al processo di riconversione della centrale di Polesine Camerini, sono state rese pubbliche le motivazioni con le quali il Tribunale di Rovigo ha condannato in primo grado gli ex vertici di Enel, i manager Franco Tatò e Paolo Sca-

roni, all’epoca dei fatti contestati rispettivamente presidente e amministratore delegato del colosso energetico.

Il 31 marzo scorso era arrivata la sentenza di condanna a tre anni con interdizione di cinque anni dai pubblici uffi ci nel processo di primo grado nei confronti di Scaroni e Tatò, che accoglieva la tesi del pm Manuela Fasolato per il secondo capo di imputazio-ne, relativo al disastro doloso nell’ipotesi non aggravata, accertando che la centrale di Porto Tolle era stata gestita senza adeguati meccanismi di contenimento delle emissio-ni, mettendo in pericolo la pubblica incolumità.

“La pena infl itta - è scritto nelle motivazioni - risulta adeguata alla non indifferente capacità a delinquere dimostrata dai prevenuti, i quali hanno agito al fi ne di incrementa-re gli utili d’impresa a discapito della sicurezza e della salute dei cittadini”. Fr.Ca.

Non si può dire che la notizia non fosse nell’aria. Ma, nonostante questo, la sua uffi cialità non ha fatto meno rumore: Enel ha comunicato la rinuncia al pro-

getto di riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Polesine Camerini.

“A fronte dell’evidente cambiamento del contesto ener-getico e della differente dinamica tra domanda e offerta di energia avvenuti negli ultimi dieci anni – si legge nella nota diramata dall’azienda - tanto è durato l’iter autorizzativo (peraltro non ancora concluso) per la riconversione della centrale di Porto Tolle, nuove alternative devono essere esaminate per l’impianto polesano alimentato a olio combu-stibile. Enel conferma la volontà di ricercare nuove soluzioni condivise con territorio ed enti locali, nella prospettiva di creare valore e salvaguardare l’occupazione nell’area della centrale”. La storia, però, è molto più lunga di dieci anni e dopo questo colpo di scena è utile ripercorrerla a grandi linee.

La struttura, la cui ciminiera di 276 metri, la più alta d’Italia, svetta sulle lagune del Delta del Po, è stata costru-ita a fi ne anni settanta ed è entrata in funzione nel 1984,

con i suoi quattro gruppi che, bruciando olio combustibile, generano 2.640 MegaWatt.

Passano gli anni ed aumentano gli standard ambientali. Nel 1990 un decreto del ministro dell’Ambiente rende ne-cessarie delle modifi che per il contenimento delle emissioni inquinanti. L’Enel a questo punto propone una riconversione ad Orimulsion, un bitume liquido che arriva dalle foci dell’O-rinoco in Venezuela. Alla fi ne, il progetto naufraga, mentre la centrale continua a funzionare ad olio combustibile. Nel frattempo, nel 1997, nasce il Parco del Delta del Po, nella cui legge istitutiva si legge, che “nell’ambito dell’intero ter-ritorio dei Comuni interessati dal Parco del Delta del Po gli impianti di produzione di energia elettrica dovranno essere alimentati a gas metano o da altre fonti alternative di pari o minore impatto ambientale”.

Ma Enel ha altri piani e, nel 2005, presenta un farao-nico progetto da 2,5 miliardi di euro per la riconversione a “carbone pulito”. Il carbone divide forse ancora più dell’Ori-mulsion e nel 2006 un drappello di attivisti di Greenpeace per tre giorni resta abbarbicato alla ciminiera accendendo i rifl ettori sul progetto di Enel. Che, nel frattempo, va avanti

e il 29 luglio 2009 riceve dal ministero dell’Ambiente (gui-dato da Stefania Prestigiacomo) il parere positivo sulla com-patibilità ambientale. Il 5 il gennaio 2011 arriva il decreto fi rmato dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani che autorizza l’apertura dei cantieri.

Tutto sembra pronto e si formano consorzi d’imprese per sfruttare i bandi e le opportunità della grande opera. Ma il colpo di scena arriva il 17 maggio 2011, quando il Consiglio di stato accoglie il ricorso presentato da operatori turistici di Rosolina, associazioni ambientaliste, Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle ed i pescatori del Consorzio Delta Nord e annulla tutto. Il Consiglio regionale provvede a cambiare la legge del Parco, mentre Enel fa ripartire l’iter.

Ma stancamente, tanto che nel piano industriale 2012-2016, con investimenti per 27 miliardi di euro, non c’è traccia di Porto Tolle.

Arriviamo così al giorno d’oggi: il 19 ottobre sarebbe stato il termine ultimo per la presentazione della documen-tazione richiesta dal ministero dell’Ambiente per la procedu-ra di valutazione di impatto ambientale. Ma questa volta è stata Enel a far saltare il banco.

di Francesco Campi

Il faraonico piano per la prima volta venne

messo nero su bianco nel 2005 prima si era parlato di Orimulsion

La chiave di volta della vicenda è stata la pronuncia del Consiglio

di Stato: nel 2011 fu annullato il via libera

POLESINE CAMERINIA quasi dieci anni

dalla presentazione del progetto di riconversione

il colosso energetico ha comunicato l’abbandono.

La notizia era nell’aria, dopo un iter tormentatissimo.

Ma l’azienda assicura: “Salvaguarderemo

l’occupazione”.

Questa volta lo ha detto Enel: “Carbone addio”

Sabato 18 Ottobre ORE 18:00presentazione e incontro con l’autoreESISTE LA VERITà?Quando viene data la possibilità di interpretazione a ogni singolo evento in apparenza oggettivo, la verità non esiste.Esiste UNA verità che può risultare difforme da un’altra verità frutto di una differente interpretazione dello stesso fatto.Ma la verità per definizione dovrebbe essere unica e univoca.NO. LA VERITà NON ESISTE.

Corso del Popolo, 210 - Rovigo

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Disponibile anche presso:

di Rovigo (Piazza Vittorio Emanuele II) e di Adria (c/o il centro comm.le Il Porto)

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5Argomento del mese

di Francesco Campi

Sindacati e lavoratori assieme: “Enel deve investire”Battaglia per l’occupazione Pronta una lettera per Renzi

“Era da tempo che avevamo respirato il clima di disimpegno da parte di Enel e, non a caso, avevamo scritto a Ministeri, Regione ed amministrazioni locali che avevamo il sentore che l’azienda stesse solo prendendo tempo”. Dalmazio Passarella, esponente Cgil nelle Rsu della centrale di Polesine Camerini non sembra sorpreso dall’annuncio della rinuncia al progetto di riconversione: “Tanti erano

i segnali – spiega infatti il rappresentante sindacale – non ultimo il fatto che proprio a giugno fossero stati trasferiti una trentina di lavoratori”. Il tono in ogni caso non è quello di chi ha rinunciato a portare avanti una battaglia in favore dell’occupazione. “No, al contrario – conferma Passa-rella - Non siamo disposti a mollare l’osso. E la nostra non è tanto una preoccupazione personale, perché come dipendenti Enel siamo protetti da un accordo nazionale che prevede che gli esuberi siano ricollocati: anche se questo può voler dire ricominciare una vita a Brindisi, siamo tutelati”.

La questione è piuttosto rappresentata dalle ricadute sul territorio che il passo indietro da parte del colosso energetico nazionale rischia di avere. Ricadute negative e pesanti. “Quello che ci preoccupa – prosegue infatti il sindacalista - è la situazione dei lavoratori dell’indotto e dell’intero Delta. Se è vero che le più gravi responsabilità sono a livello di Governo, perché non è mai stata portata avanti una politica energetica seria e coerente, Enel, dopo aver parlato per anni di un investimento da 2,5 miliardi di euro, non può dire: era uno scherzo, tanti saluti. Le organizzazioni sindacali ad ogni livello si stanno muovendo per questo: inutile ora dividersi sulle ipotesi, intanto strappiamo ad Enel l’impegno ad investire in Polesine”.

Neppure i dipendenti se ne staranno, chiaramente con le mani in mano. Anzi, hanno già deciso la prima mossa: stanno già scrivendo una lettera a qualcuno che può intervenire in modo decisivo. La lettera inizia così: “Caro Matteo...”

Questa volta lo ha detto Enel: “Carbone addio”

La storia

Il primo “No al carbone” “Ora c’è grandesoddisfazione, ma quanto tempo buttato via”Prima di stappare lo spumante vuole vedere un documento uffi ciale dove sia

scritto nero su bianco che davvero la vicenda della riconversione a carbone è chiusa per sempre. Eppure Giorgio Crepaldi, bandiera dei comitati del no al

carbone, ne avrebbe di motivi per festeggiare perché l’ipotesi questa volta sembra davvero tramontata.

Da anni guida l’assalto degli ambientalisti al Fort Apache di Polesine Came-rini, perché non festeggiate questa vittoria intorno al totem del camino spento?

“Aspetto a sotterrare l’ascia di guerra perché ormai ci siamo abituati ai colpi di scena. Certo, siamo contenti, perché in questi anni ci siamo impegnati a fondo perché arrivasse questo risultato, abbiamo attaccato su tutti i fronti: dal ricorso al Tar e agli incontri con il ministro Pecoraro Scanio, con la Regione, con la Provincia, con il Comune, con le associazioni. Abbiamo impegnato tecnici preparati e tanti volontari, ma ancora prevale la cautela”.

Si immaginava un simile epilogo?“No, sinceramente no. Ero convinto che Enel preferisse rimanere in questo limbo

e, tanto per fare un esempio, continuasse a prendere tempo presentando delle docu-mentazioni incomplete alla commissione nazionale Via. Sinceramente ero convinto che lo stop sarebbe arrivato dalle istituzioni e non dall’azienda”.

E ora?“Insieme alla felicità per l’obiettivo raggiunto c’è il rammarico per come sono

stati buttati via tanti anni, senza che venisse elaborato un piano alternativo. Quando Enel, dopo il bluff dell’Orimulsion, se n’è uscita con il progetto del carbone, ci sarebbe dovuta essere una sollevazione ampia e generalizzata. Allora, forse, sarebbe stata ancora percorribile la strada del metano. Oggi anche questa ipotesi sembra superata dai fatti, nonostante il rigassifi catore che è stato piazzato al largo di Porto Levante. In sostanza il territorio, dopo tutte le promesse di investimenti, rischia di essere abbandonato: questa è ora la battaglia che ci deve vedere tutti uniti, chiedere che Enel non si limiti a chiudere i lucchetti di Polesine Camerini ma faccia concretamente qualche investimento sul territorio”.

Per esempio?“Dalle associazioni ambientaliste è arrivata una richiesta chiara, affi nché l’inve-

stimento destinato al carbone venga riconvertito in progetti con le fonti rinnovabili. In particolare, da più parti è stata fatta l’ipotesi delle biomasse. Da qualcuno è stata anche avanzata un’ipotesi di funzionamento che coinvolgesse anche l’attività fl orovivaistica che sorge nelle vicinanze e che si avvantaggerebbe di una possibile riaccensione della centrale, ma sono stati proprio i diretti interessati a non mostrare interesse. Come Comitato cittadini liberi di Porto Tolle avevamo più volte proposto che la centrale venisse trasformata in un centro studi sulle energie alternative, ma anche l’idea che Enel possa investire in progetti direttamente legati al Parco è inte-ressante. La verità è che si possono mettere in campo idee di ogni tipo, ma tutto dipende ancora dalle scelte di Enel”. Fr.Ca.

Giorgio Crepaldi

Sabato 18 Ottobre ORE 18:00presentazione e incontro con l’autoreESISTE LA VERITà?Quando viene data la possibilità di interpretazione a ogni singolo evento in apparenza oggettivo, la verità non esiste.Esiste UNA verità che può risultare difforme da un’altra verità frutto di una differente interpretazione dello stesso fatto.Ma la verità per definizione dovrebbe essere unica e univoca.NO. LA VERITà NON ESISTE.

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6 Rovigo

Zero a zero, palla al centro. L’ultimo capitolo della vicenda legata al parco Maddalena di Ro-vigo si potrebbe descrivere così, con una meta-

fora calcistica. Già perché il commissario prefettizio Claudio Ventrice, che sta guidando il Comune dallo scorso 15 luglio, sulla vicenda del polmone verde della città, conteso tra il Comune e le ditte private proprietarie di due terzi dell’area (Cefil e Reale) ha deciso di ripartire da zero, ovvero dalla variante urbanistica che stabilisce la destinazione d’uso pubblico del parco (non prevista dal vecchio piano regolatore) e, quindi, avviare una nuova procedura di esproprio. In questo modo, il commissario Ventrice, ribaltando la decisione dell’ex sindaco Bruno Piva, ha scelto di rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato per opporsi al verdetto del Tar di Venezia emesso lo scorso giugno. Verdetto che, in sintesi, ha annullato la delibera del consiglio comunale che dava il via libera all’esproprio. La questione si trascina da anni, tanto in Comune quanto nelle aule del tribunale amministrativo del Veneto, con risvolti talvolta clamorosi. Come quando, a maggio 2012, le ditte proprietarie hanno eretto un muro di plastica arancione per separare la parte pubblica da quella privata. Mentre il muro di plastica è ancora lì, a limitare l’accesso a gran parte del parco ai cittadini (benché il Comune, all’epoca dell’amministrazione guidata da Fausto Merchiori, avesse riqualificato l’intera area verde) la vicenda riparte da zero, non più nelle aule dei tribunali, ma dalle fondamenta, ovvero dai documenti necessari a stabilire la pubblica utilità del polmone verde.

urbanIstICa

Colpo di spugna su anni di contenziosi legalimaddaLena, IL CommIssarIo rIparte da zero Con gLI esproprI

Fr.Ca.

Non passa più. E’ una vicenda destinata a protrarsi ancora a lungo quella legata al futuro del Passante Nord di Rovigo, la grande ope-ra viaria che dovrebbe collegare la Tangenziale Est a viale Porta

Adige e alleggerire le strade cittadine del traffico pesante in entrata e in uscita dall’autostrada A13. Mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo perché la questione è a dir poco spinosa. Lo dimostra il fatto che le tre amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi 13 anni (guidate nell’ordine dai sindaci Paolo Avezzù, Fausto Merchiori e Bruno Piva) hanno affrontato la faccenda senza arrivare ad una con-clusione. La Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici del Veneto proprio nelle scorse settimane ha detto un secco no all’ipotesi di realizzare il tracciato a Sud di via Calatafimi passando sopra a Parco Langer e all’area in cui è collocato l’ex tiro a segno, sottoposti ai vincoli ambientali ed architettonici. Il parere della Soprintendenza era già noto, ma solo ora è stato formalizzato. E si apre così un nuovo capitolo della vicenda: Veneto Strade (azienda partecipata dalla Regione e dalle Provin-ce venete che si occupa delle reti stradali regionali) ha infatti impugnato al Tar di Venezia la decisione della Soprintendenza.

Il completamento degli ultimi 1.300 metri del Passante nord tiene banco a Rovigo da oltre 10 anni. Durante l’amministrazione Avezzù, quando l’intera opera fu progettata, il Passante fu collocato, con una variante urbanistica, su via Calatafimi, a Nord del canale Ceresolo. Nel 2006 l’intero appalto, da circa 25 milioni di euro compresa la realizza-zione di un sottopasso (di cui 8 milioni a carico del Comune di Rovigo),

ottenne l’ok di Veneto Strade. I lavori iniziarono ma non furono mai portati a termine. L’incompiuta, così è stata ribattezzata, ha subito una serie di stop, prima a causa del ricorso al Tar dei residenti di via Calatafimi contro le procedure di esproprio (nel 2008, durante l’amministrazione Merchiori, il Tar ha poi respinto le loro opposizioni), poi a causa della mancanza di soldi. Per questo motivo nel 2011 Veneto strade ha pre-sentato un nuovo progetto di completamento del Passante spostando il tracciato a Sud del Ceresolo, per un importo di sei milioni di euro.

Il progetto in questione, approvato dal consiglio comunale attra-verso una mozione presentata dal sindaco Bruno Piva , ha provocato una levata di scudi senza precedenti a partire dai consiglieri comunali di opposizione. Alle loro voci si sono unite quelle dei comitati cittadini e delle associazioni ambientaliste contrari alla distruzione di parco Langer, considerato il polmone verde della città.

di Francesco Campi

E’ arrivata la comunicazione. Ma Veneto Stradenon ci sta e impugna la decisione di fronte al Tar

Il caso La questione del collegamento tra Tangenziale Est e Porta Adige tiene banco ormai da 13 anni

E’ ufficiale: la Soprintendenza ha bocciato il Passante

Il via libera è arrivato proprio in zona Ce-sarini. Ma Rovigo ha rischiato seriamente di rimanere senza rugby, calcio e pallavolo.

Tutto perché i più importanti impianti cittadini, il Battaglini, tempio della palla ovale, lo storico Gabrielli, così come il Palazzetto dello Sport, non erano completamente a norma e, affin-ché fosse possibile disputarvi incontri ufficiali, era necessaria una deroga firmata dal sindaco. Che, però, in questo momento non c’è. Ad oc-cupare la poltrona di primo cittadino è infatti il commissario prefettizio Claudio Ventrice che, come lui stesso ha spiegato, è un tecnico e non un politico e si deve limitare ad applicare le norme. Non solo, ma per l’appunto Ventri-ce ha più volte presieduto, da viceprefetto, la Commissione di vigilanza e agibilità dei locali di spettacolo, interpretando il ruolo di chi chiama le amministrazioni al rispetto delle prescrizioni.

Per questo il commissario non ha, come da anni avveniva, firmato a cuor leggero la de-roga, ma ha effettuato sopralluoghi e chiesto la messa a norma completa e definitiva per interrompere una volta per tutte la tradizione del “si giochi comunque”.

Ventrice ha così concesso solo una deroga “a tempo” per le due amichevoli estive gio-cate al Battaglini dalla Rugby Rovigo e per la partita agostana di Coppa Italia del Delta Porto Tolle. Ma, chiusasi la finestra di agibi-lità, lo spettro chiusura è di nuovo tornato ad aleggiare.

La lista delle prescrizioni presentate dalla

commissione formata da Spisal, Questura, Po-lizia locale e Vigili del fuoco, è lunga ma non gravosa: al Gabrielli erano da sistemare le vie di fuga e le luci di emergenza della tribuna, un corrimano, una conduttura d’acqua, alcuni sci-voli per portatori di handicap, la numerazione dei posti per la precisa capienza, una recinzio-ne di sicurezza per la tribuna ospiti, oltre al piano di evacuazione e quello degli accessi per il pronto intervento. Al Battaglini, invece, man-cava il certificato prevenzione incendi, nonché alcuni accorgimenti legati ai posti a sedere ed alla larghezza di alcuni varchi.

Il Gabrielli, tuttavia, non ha superato il primo esame e il Delta Porto Tolle il 15 set-tembre è stato costretto a giocare la prima partita casalinga del campionato di serie D a porte chiuse. Perdendo, fra l’altro, 2-3 contro il Castelfranco. L’esame “di riparazione” del 19 settembre è stato invece superato, così come dal Battaglini, che ha infatti regolarmen-te ospitato la partita di Coppa fra i rossoblù ed i georgiani del Tblisi. E’ così arrivata la tanto agognata agibilità. Ma attenzione: ancora ci sono delle prescrizioni da adempiere ed il 3 novembre sarà effettuata una nuova verifica ad entrambi gli impianti.

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segue da pag. 1L’attrice Nicoletta Romanoff (nella

foto) sarà la testimonial italiana di questa edizione 2014.

La Campagna Nastro Rosa, ideata ne-gli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in oltre 70 Nazioni, ha come obiettivo

quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sulle abitudini di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare.

La diagnosi precoce del tumore al seno: 20 anni di progressi.Il tumore al seno resta il big killer numero uno per il genere

femminile registrando un incremento dovuto all’allungamento dell’età media della popolazione femminile e all’aumento dei fattori di rischio.

Sta cambiando anche l’età in cui la malattia si manifesta: il 30% circa prima dei 50 anni, fuori quindi dall’età prevista dai programmi di screening mammografi co. Un ulteriore motivo per sensibilizzare tutte le donne alla cultura della prevenzione come metodo di vita e renderle sempre più protagoniste della tutela della propria salute.

“Da recenti dati e studi si stima – afferma il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e Presidente Nazionale del-la LILT - che in Italia siano circa 46.000 i nuovi casi annui di carci-noma mammario. L’aumento dell’incidenza del tumore al seno è stata pari a circa il 14% negli ultimi sei anni e, in particolare, per le donne tra i 25 e i 44 anni l’incremento è stato del 29% circa”.

“Le nuove tecnologie diagnostiche di imaging sempre più precise e sofi sticate, insieme alla risonanza magnetica mamma-ria (RMM), consentono oggi di poter individuare lesioni millime-triche in fase iniziale, quando il grado di malignità e l’indice di aggressività del tumore sono bassi e il processo di metastatizza-zione è pressoché nullo. Scoprendo un carcinoma al di sotto del centimetro, la probabilità di guarire sale di oltre il 90% e questo permette altresì di poter eseguire interventi conservativi, che non provocano sensibili danni estetici alla donna, a benefi cio quindi dell’integrità del seno, simbolo della femminilità”.

Risultati impensabili solo 30 anni fa quando il cancro al seno era considerato una malattia “incurabile”, con una percentuale di guarigione del 40-45%.

Intervento

Campagna Nastro Rosa

Vincere il tumore al seno si può

8 Rovigo

La tematica legata alle aperture domenicali degli esercizi commerciali è sicuramente una delle più spinose degli ultimi anni che coinvolgono enti di

vario genere e moltissime realtà locali e non solo, visto che non sono rare le manifestazioni a carattere nazio-nale che accusano questa tendenza - ormai diventata routine - di essere la causa di molti malesseri dei citta-dini, in questo caso coloro che lavorano all’interno dei negozi che non possono usufruire del riposo necessario per legge nel giorno festivo.

Dal punto di vista umano secondo alcuni si tratta di una pratica che porta allo sfaldamento delle famiglie che non possono avere a disposizione un intero giorno da passare insieme. Ma non solo visto che, come dimo-strano i dati del settore, l’incremento delle vendite non è esponenziale come si vuol far credere e quella di recarsi al centro commerciale è una pratica che ha impoverito anche molti ambiti del territorio.

Tantissimi sono infatti i cittadini del Polesine, ma in realtà di tutta l’Italia, che scelgono lo shopping, che a volte è una semplice passeggiata fra le vetrine, all’inter-no degli ampi spazi commerciali anziché prendere parte alle iniziative che si svolgono nel territorio e nei centri storici, sia culturali che di altro genere. Un generale im-poverimento sia dal punto di vista emotivo quindi che da quello economico, visto che non vengono riconosciute maggiorazioni per chi lavora alla domenica: la giornata viene nella maggior parte dei casi fatta rientrare come una normale giornata lavorativa.

Nei mesi scorsi la tematica ha coinvolto anche le realtà cattoliche locali, in seguito alle esternazioni del pontefice, che avevano dichiarato attraverso il Mlac, ossia il Movimento lavoratori di azione cattolica della

Diocesi di Adria e Rovigo, come le aperture domenicali dei negozi fossero dannose non solo per il ritmo familia-re ed emotivo delle persone, ma in particolar modo per

l’economia e per i risvolti negativi che i consumi fatti la domenica posso-no avere.

Il tema come ov-vio non ha mancato di coinvolgere anche le

associazioni di categoria che si sono dichiarate preoc-cupate per l’ipotesi delle dodici chiusure festive annue, che preannuncerebbero le restanti aperture, scelta che metterebbe in seria difficoltà le piccole imprese a con-

duzione familiare. A questa ipotesi va aggiunta quella che riguarda i lavoratori del centro commerciale “La Fattoria” di Rovigo che dalle prossime settimane non seguirà più la chiusura del lunedì mattina per aprire le porte praticamente tutti i giorni della settimana. Una situazione complessa e molto articolata che coinvolge non solo i lavoratori ma anche tutti coloro che si trovano a ruotare attorno al settore. Una battaglia dura, quella contro la “liberalizzazione” delle aperture, è quella che si preannuncia per il mondo del commercio e alla quale si è unita anche la Presidente della Provincia uscente Tiziana Virgili portando la questione ai tavoli decisio-nali della Regione, all’attenzione del Presidente Zaia e dell’Assessore Regionale al Commercio Coppola.

di Martina Celegato

Commercio In tanti lamentano: “Si fanno danni alle famiglie”

Aperture domenicali, sarà scontro duro.Con l’arrivo dell’autunno si affilano le armi

Le realtà cattoliche locali protestano,anche la Provincia di Rovigo è contraria e porta la questione all’attenzione di Venezia

Intanto la Fattoria di Borsea rinuncerà alla chiusura del lunedì: si va verso l’apertura sette giorni su sette

Ben 668: tante sono le firme che hanno accompagnato la lettera della presidente della Provincia Tiziana Virgili indirizzata ad Isi Coppola, assessore regionale al Com-

mercio, e a Luca Zaia, presidente della Regione, per bloccare la “liberalizzazione” delle aperture domenicali e festive.

Una lettera che arriva dopo la paventata ipotesi di ridurre a 12 le chiusure festive obbligatorie, permettendo quindi l’a-pertura nelle restanti giornate festive, ossia la maggioranza. Una battaglia, quella intrapresa da Tiziana Virgili, presidente

della provincia uscente, dettata in particola modo da motivi morali ma anche economici.

Morali, come la stessa Virgili ha dichiarato, perché legati alla necessità di concedere un riposo in una giornata in cui è possibile condividere del tempo con la propria famiglia e i propri cari nei giorni in cui tradizionalmente le scuole sono chiuse; ed economici in quanto non vi sono maggiorazioni per chi lavora in queste giornate. Una tematica che tocca moltissime famiglie del Polesine, se si pensa a quante sono

le attività commerciali operative nel territorio e quanti sono gli operatori impiegati in tali settori in particolare all’interno dei centri commerciali. Come si legge dalla nota della Virgili, inviata lo scorso 19 settembre, tali aperture non si dimo-strerebbero nemmeno efficaci dal punto di vista economico, considerati i dati derivanti dalle giornate in questione dello scorso anno. Un tema importante, che la presidente ha scelto per chiudere il suo mandato in Provincia.

petIzIone Inviata a Isi Coppola e al governatore ZaiatIzIana vIrgILI ha raCCoLto quasI 700 fIrme per dIre: “adesso basta”

Tiziana VirgiliMa.Ce.

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9Rovigo

I conti del Comune continuano ad essere sotto la lente d’ingrandimento della Ragioneria dello Stato, che dal 24 settembre al 19 ottobre 2012 ha effettuato una

verifica contabile-amministrativa a Palazzo Nodari per con-trollare le spese di personale, i bilanci ed i rapporti con le società partecipate. Dopo le segnalazioni e le controdedu-zioni del Comune, sono arrivate le repliche degli ispettori e le nuove controdeduzioni, in un vero e proprio braccio di ferro. Nel frattempo i premi di risultato ed i salari ac-cessori sono stati bloccati e sono anche partiti gli avvisi di recupero delle somme che a detta degli ispettori sono

state indebitamente erogate: è il caso di 50mila euro di indennità di disagio per la polizia locale e di 28mila euro dei compensi aggiuntivi per progetti specifici a favore di alcuni dipendenti. Ad accendere i riflettori sul caso è stato il fatto che la relazione degli ispettori sia divenuta una sorta di oggetto del mistero, visto che gli uffici comunali hanno provveduto a secretarla. Non solo, ma a fronte di alcuni stralci comparsi sulla stampa nel giugno 2013 la risposta dell’ente è stata una denuncia. Un comportamento ano-malo trattandosi di atti pubblici, che ha fatto crescere voci e sospetti. Alla fine, il muro di gomma è caduto e sul sito

del Comune sono comparsi gli atti relativi all’ispezione. Il punto più caldo è quello che riguarda le retribuzioni dei dirigenti. Nella loro elaborata analisi gli ispettori sottoli-neano che vi è stata un’abnorme crescita del fondo per il salario accessorio, passato dal 33mila euro del ‘99 a 328mila del 2008 senza che aumentassero il numero dei dirigenti o delle competenze, ma semplicemente attraver-so ridistribuzioni di competenze e con improprie procedure di calcolo. Secondo gli ispettori, per questo, sarebbero stati spesi, dal 2007 al 2012, 985mila euro di troppo. Altri rilievi significativi sono stati fatti sulla mancanza di seletti-

vità delle progressioni orizzontali, ovvero sulle promozioni generalizzate e senza selettività, sullo sforamento del tetto agli straordinari, sulla stabilizzazione di alcuni precari e, so-prattutto, sulla gestione di Asm. Vicende di difficile lettura e sulle quali si attende il verdetto definitivo del Ministero. Ma anche a quel punto la vicenda non sarà chiusa, perché con molta probabilità partiranno ricorsi e controricorsi. Per il momento il vero effetto dell’ispezione è stato un richiamo ad una maggiore attenzione nella spesa dei soldi pubblici, pur riconoscendo al Comune di Rovigo il rispetto del Patto di stabilità ed una sostanziale correttezza finale dei bilanci.

di Francesco Campi

I rilievi del ministero delle Finanze si appuntano anche sul trattamento economico dei dirigenti. “Dal 2007 al 2012 erogato un milione di troppo”

Il caso Ma le problematiche ravvisate sono più di una

Il municipio di Rovigo

Cosa ci sarà da nascondere? Cosa è stato fatto dei nostri soldi? Queste sono le domande che, vista la reticenza de-gli uffici comunali a rendere pubblici gli atti dell’ispezione

ministeriale, a loro avviso coperta dal segreto istruttorio, sono

circolate con insistenza sul liston, al punto che l’ex consigliere comunale Giulio Zanforlin, che già all’indomani della consegna del rapporto aveva chiesto di visionare gli atti, sentendosi rispondere che doveva presentare un’istanza formale, poi presentata ma ri-masta inevasa, prende carta e penna per segnalare l’accaduto alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Anche i consiglieri comunali si muovono e a novembre 2013, un anno dopo l’ispe-

zione, presentano una mozione per chiedere trasparenza, firmata dai consiglieri di ogni gruppo consiliare: la prima firmataria Silvia Menon (nella foto a lato) di Rovigo si Ama, Aldo Guarnieri e Moni-ca Nale del Pdl, Giovanni Nalin di Sel, Renzo Bellinello della Lega, Matteo Masin di Sinistra e frazioni, Simone Bedendo della Lega per Rovigo, Barbara Businaro e Vittorio la Paglia del Movimento 5 stelle, Nadia Romeo, Federico Frigato, Andrea Borgato e Vanni Borsetto del Pd, Flavio Gioacchin di Presenza cristiana. Fr.Ca.

sono servite istanze e richiestema Che fatICa ha fatto IL Comune a rendere aCCessIbILI gLI attI!

Focus

L’Ispezione accusa: “Troppi soldi spesi male in passato”

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10 Rovigo

Come Facebook quanto all’idea primaria, enormemente più di Facebook per quanto riguarda le applicazioni pratiche e gli scenari

che è in grado di aprire. Health Around Me, ossia – tradotto dall’inglese - “La salute attorno a me” - si propone come un vero e proprio ambulatorio virtuale, in grado di mettere in contatto medico e paziente a prescindere dalla distanza fisica, scam-biare documenti necessari all’anamnesi – che come sa ogni buon medico costituisce un buon 60% della diagnosi – fissare appuntamenti ed eventualmente anche esami.

Una idea rivoluzionaria, se si pensa che a oggi la frontiera più estrema del rapporto medico paziente declinato nell’era delle app era stato un elementare software accessibile anche da telefoni-no che consentiva di individuare lo studio medico più vicino alla propria posizione.

Health Around Me è un parto tutto polesano. Orgogliosa-mente polesano. Ad avere l’idea è stato Gaetano Scaramozzino, medico odontoiatra, che per il supporto tecnico e la traduzione in software su social si è affidato a due esperti, Alessandro Forestieri e Michele Scanferlini. Assieme hanno fondato la società di

consulenza informatica 4Tech Srl, già operativa in Polesine e più in generale in tutto il Nord Est.

Il progetto primario è, chiaramente, quello di portare avanti l’idea di Health Around Me. La piat-taforma è stata premiata dal comitato scientifico

di Smau 2014 come miglior progetto It-He-alth presentato da una start-up e si avvia a finire in vetrina in due di-

stinte occasioni, entrambe decisamente prestigio-se: prima allo Smau di Milano, poi al summit di Dublino dove, dopo severissime selezioni, saranno esposte le migliori 500 start up a livello mondiale.

La creazione dei tre polesani è, appunto, già sicura di esserci. Ovvio che, almeno in una prima fase, la piattaforma sia pensata soprattutto per gesti-re il rapporto medico paziente in un contesto di sanità privata. Ma il sogno sarebbe una applica-zione anche nel pubblico. I risparmi – assicurano i tre “genitori” - sarebbero enormi, in termini di snellimento dei tempi e delle pratiche. Un primo studio ha calcolato che, se oggi per ottenere una prestazione medica sono necessari 12 passaggi, sette potrebbero essere eliminati.

Il tutto senza dovere pagare alcun dazio in termini di menomazione della privacy: i filtri per garantire che documenti e informazioni scambiati tra medico e paziente non siano accessibili ad altri ci sono e funzionano.

In vetrina allo Smau e al summit di Dublino il social per gestire il rapporto medico-paziente; lo hanno ideato tre giovani, tante le opportunità che farebbero risparmiare tempo e denaro

Il progetto Ha già ricevuto un importante premio dal comitato scientifico Smau 2014

Nasce in Polesine il primo ambulatorio virtuale

Gli ideatori di Health

La voliera verrà abbattuta: lo scheletro di acciaio che da anni si erge in via Bramante, dove l’Ater avrebbe dovuto realizzare 24 case popolari è, secondo quanto stabilito dalla perizia del tribunale, “precaria e pericolosa per la stabilità dell’opera” e “risulta

più conveniente il completo smontaggio e la ricostruzione ex novo”. Si riparte quindi da zero, per un intervento che ha preso le mosse nel 2007. Il progetto era inizialmente pre-visto in via Baruchello. Per non appesantire una zona già satura, l’allora presidente dell’A-ter Renato Borgato chiese al Comune di reperire un’altra area e questa fu individuata nei pressi del palazzetto dello sport. Non appena iniziati i lavori di scavo, ecco che spunta una tubatura non prevista. Il cantiere si ferma per la prima volta. E non sarà l’unica. Si arriva all’estate 2011, quando il direttore di Ater, appena nominato dal nuovo presidente Aldo Guiarnieri, decide lo stop dei lavori. Per la ditta che sta realizzando l’intervento, Opra Costruzioni, è un duro colpo e, per questo, chiede un indennizzo di 750mila euro. L’Ater decide di transare e versa all’impresa circa 300mila euro. Ma nel Cda dell’Ater non tutti sono d’accordo ed i consiglieri Lores Brusco e Luciano Marangoni ingaggiano un duello con la presidenza. Il risultato è che prima Marangoni decide di dimettersi, poi Brusco viene rimosso dall’incarico e sostituito da Gino Sandro Spinello dalla presidente Virgili, dopo che, insieme al consigliere nominato dal sindaco Piva in sostituzione di Marango-ni, Francesco Cacciapuoti, e ad Elisa Tidon, leghista, di nomina regionale, aveva votato una mozione di sfiducia nei confronti del vicepresidente dell’Ater Domenico Romeo. Ora è arrivato il pronunciamento del tribunale ed all’Ater non resta che ripartire da capo e chiedere un risarcimento danni nei confronti del direttore dei lavori Alberto Brighenti e della ditta costruttrice Opra, che, però, nel frattempo è fallita. Ma non è questo l’unico argomento che ha riportato alla ribalta l’Ater di Rovigo: con due decreti regionali dello scorso settembre sono stati revocati i finanziamenti di 204.800 e di 1.800.000 euro. Il primo era stato erogato dalla Regione per il recupero di otto alloggi ad Ariano, il secondo per la costruzione di quattro alloggi a Rovigo, quattro a Taglio di Po e quattro a Porto Viro. Il consigliere regionale Graziano Azzalin ha presentato un’interrogazione in Regione per chiedere che sia fatta chiarezza.

doCCIa fredda per L’aterSecondo la perizia del tribunale si deve ripartire da zero in Via Bramante,

Il sogno futuro è poterlo applicare anche alla sanità pubblica: “Consentirebbe grandi risparmi”

Ci sono voluti tre anni di lavori, due assessori comunali

ai Lavori pubblici e l’in-tervento di un commis-sario prefettizio ma, alla fine, la rotatoria cosid-detta “da Romano”, è stata riaperta al traffico. Lo snodo viario, che collega viale Porta Adige con viale della Pace, via Dante Alighieri e viale Regina Margherita, è stato definitivamente liberato dalle transenne giovedì 2 ottobre dopo che una parte del collegamento era stato aperto all’incirca a metà settembre. Solo un tratto era rimasto chiuso al transito delle auto, ovvero viale Regina Margherita. Ora il cantiere è praticamente chiuso ed il traffico ha ripreso a scorrere senza ostacoli, dopo anni di disagi.

I lavori della rotatoria erano iniziati nel 2012 su decisione dell’allora assessore ai Lavori pubblici Aniello Piscopo. Prima, l’incrocio era regolato da un semaforo che Piscopo fece togliere. Per circa due anni la rotonda è stata contrassegnata dai new jersey, i blocchi di plastica bianchi e rossi che sono rimasti lì fino allo scorso giugno.

I lavori sono infatti rimasti bloccati per circa due anni e a farli ripartire ci ha pensato l’assessore Alba Rosito che nel frattempo aveva preso il posto di Piscopo alla guida dei Lavori pubblici.

Ma solo con l’accelerazione imposta dall’arrivo del commissario pre-fettizio Claudio Ventrice, a metà luglio è arrivata la svolta definitiva ed oggi Rovigo ha finalmente una rotatoria tutta nuova.

lavori pubblicirotatorIa da romano: ora CI sIamo!

Fr.Ca.

neWs

Il calcio rodigino è sul tetto d’Italia grazie alla vitto-

ria, conquistata sul campo di Montalto di Castro (Viterbo), dell’ottava edizione di Matti per il calcio, la rassegna nazionale dei Centri di salute mentale promossa dall’Uisp. La squadra vincitrice si chiama Araba Felice ed è tutta rodigina. Ha conquistato il titolo di cam-pione del torneo, che si è svolto dall’11 al 13 settembre, al termine di tre giorni passati quasi senza interruzione dietro ad un pallone durante i quali si sono fronteggiate 16 squadre di calcio a 7 formate da pazienti con disagio mentale, operatori e medici dei dipartimenti di Salute mentale di tutta Italia. In tutto 40 partite (di 60 minuti ciascuna), 400 giocatori, più un centinaio di persone tra volontari dell’organizzazione e arbitri, operatori e accompagnatori.

La finale del torneo ha visto fronteggiarsi le squadre dell’Araba Felice e dell’Atletico Niguarda di Milano sul campo dello stadio comunale Martelli di Montalto di Castro. Netta la vittoria dei rodigini sui rivali: un 2 a 0 che ha fatto esplodere la gioia della squadra e che è valso il titolo di campione del torneo. La finale per il terzo e quarto posto tra Terapia di Torino e Fuori di testa di Fabriano (An), finita 4 a 4 dopo i tempi regolamentari, è stata vinta ai calci di rigore 8 a 6 dalla squadra piemontese. “Matti per il calcio” propone un calcio che agisce come strumento di relazione e socializzazione contro l’isolamento.

una competizione specialea rovIgo sono... mattI per IL CaLCIo!

Fr.Ca.

Ancora un colpo di scena nella vicenda della collocazione della sede aggiuntiva del tribunale di Rovigo, resa necessaria dalla soppressione delle sedi distaccate di Adria e di Este, accorpate al palazzo di giusti-

zia del capoluogo che quindi si è trovato con più cause, più magistrati, più persone e uno spazio assolutamente inadeguato a gestire il tutto.

Di qui la necessità di individuare locali nei quali espandersi. Pareva, or-mai consolidata l’ipotesi del trasferimento di parte degli uffici del tribunale civile nel palazzo ex sede dell’ufficio del Registro. Acquistato da un privato che poi lo avrebbe affittato al Comune di Rovigo. Proprio in extremis, tutta-via, è arrivata la proposta della Camera di commercio, che ha alcuni locali non impiegati e che potrebbe garantire condizioni molto più vantaggiose, in termini economici, al Comune. Quest’ultimo tuttavia da parte sua aveva già speso parole – e non solo – con un privato che riteneva sicuro l’investi-mento che ha operato. Che fare? Sia come sia, non è ancora il momento di fare calare il sipario.

la propostaIL trIbunaLe In Camera dI CommerCIo? sI può

Fr.Ca.

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12 Rovigo

A Rovigo già si respira aria di elezioni. Scongiurata l’ipotesi del voto a novembre insieme ai Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, ancora non si sa

quando si voterà, né se le Comunali saranno accorpate alle Regionali. Ma già in tanti stanno facendo le proprie mosse.

Alleanze, accordi, intese. Inevitabilmente tutto ruota intorno al Pd che in questo momento ha in mano il pallino del gioco. Molto dipenderà dalle scelte sulle alleanze e sulle primarie, ma visto come sono andate le cose con la caduta della Giunta Piva, il centrodestra, più diviso che mai, è costretto a rincorrere. Qualcuno, come l’ex assessore all’Urbanistica Andrea Bimbatti, si nasconde sperando che le fila si ricompattino, qualcun altro fa direttamente la corte al Pd come l’ex capogrup-po Pdl Aldo Guarnieri, qualcuno, infine, è pronto a scen-dere in campo qualsiasi sia il quadro di alleanze che si presenti, come l’ex presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù.

La Lega deve fare i conti con la fine della segreteria Contiero (che comunque è pronto a dar battaglia) e con la reggenza della senatrice Munerato, mentre il Movi-mento 5 Stelle ha serrato i ranghi dopo la spaccatura che, di fatto, ha visto fuoriuscire proprio i due consiglieri

comunali Barbara Businaro e Vittorio La Paglia, quest’ul-timo subentrato all’ortodossa Michela Furin, chiamata a Roma a dar manforte all’onorevole D’Incà.

Anche a sinistra sembra re-gnare l’incertezza, con Rifondazio-ne ormai sempre più evanescente e legata alle scelte del consigliere uscente Masin e Sel che, giocofor-za, guarda al Pd. Fra i democratici, dove in molti in realtà scalpitano sognando di poter indossare la fascia tricolore, l’unica candidatura già avanzata è quella del candidato della scorsa tornata e sconfitto da Piva Federico Frigato, che questa volta si dice, però, pronto ad offrire il petto alle

primarie. Un altro nome che rimbalza è quello dell’ex capo-

gruppo Nadia Romeo, che tuttavia non conferma, anche se il suo nome pare gradito al neo-segretario Pd Zanellato. Qualcosa, poi si muove a livello della cosid-detta “società civile”, ma ancora sembra essere prematuro avanzare ipotesi. Intanto, c’è chi gioca d’an-ticipo: già in campo la lista Viva Ro-

vigo, pensata da Stefano Bellinazzi, subentrato a Luigi Paulon come assessore al Bilancio della Giunta Piva e poi defenestrato prima del crollo. L’esponente di Forza Italia ha battuto tutti sul tempo iniziando la campagna

elettorale già a settembre.Il quadro, dunque, è estremamente frammentato

e, con molta probabilità si rispecchierà in un numero di liste e candidati superiore anche a quello da record dell’ultima tornata. Nel frattempo sono trapelati (o fatti trapelare?) i risultati di un sondaggio che, per la verità, non ha offerto molte indicazioni.

Su un campione di 800 intervistati, il Pd si attesta al 34,2%, Forza Italia al 12,8, la Lega all’8%, Grillo al 14,6%, i vari partiti di sinistra al 6,8, la lista Rovigo si Ama di Frigato al 5,6 e Viva Rovigo di Bellinazzi al 4,8%, al 3,6 Ncd-Udc e gli altri partiti di destra al 5,2.

Interessante è poi vedere come si sono disposti i potenziali elettori rispetto ad una lista di dieci pos-sibili candidati. Quasi un terzo degli intervistati si è chiamato fuori rispondendo con un secco nessuno di questi (31,1%), poi a seguire, molto distaccati i dieci: Federico Frigato, 13,5%, Paolo Avezzù 11,6%, Stefano Bellinazzi 9,5%, Silvia Menon 8,5%, Andrea Bimbatti 7,5%, Nadia Romeo 7,2%, Bruno Piva 5,3%, Valter Roana 2,9%, Antonello Contiero 2,3%, Ezio Conchi 1%. Insomma, a quanto pare, è probabile che il prossimo sindaco di Rovigo non sia nessuno di questi.

di Francesco Campi

Molta incertezza in primo luogo sulla data delle elezioni, alcuni politici però hanno comunque deciso di correre, tra questi Federico Frigato (Pd) e l’ex assessore Bellinazzi

Verso il voto Il centrodestra sembra ancora in alto mare

Palazzo Nodari, ci sono già i primi pretendenti

Stefano Bellinazzi e Federico Frigato

Franco Gemelli, medico da poco in pensione con la passione della storia, è autore di un romanzo storico sulla

Carboneria polesana, intitolato “Fermate i rivoltosi”, che recentemente è stato gratifi-cato del premio Vallavanti-Rondoni di Caorso (Piacenza). Un volume con un intreccio che in parte è frutto dell’inventiva dell’autore, ma che appare sempre rispettoso delle date e degli avvenimenti storici fondamentali.

Dott. Gemelli, quando ha concepito l’idea del romanzo?

“Rovigo appartiene a quell’elenco di città che vivono in un grigio anonimato: contrariamente a tante altre città italiane, difficilmente riusciamo ad associare a Rovi-go il nome di un evento, di un monumento o di un personaggio famoso. Confesso che non ho mai accettato di buon grado questa modesta reputazione, e ho sempre cercato di trovare qualche conforto nella storia di Rovigo. Le vicende della Carboneria (Rovi-go era sede di una vendita carbonara) mi hanno incuriosito e ho tentato di approfon-dire le conoscenze di quel periodo storico attraverso i suoi protagonisti, primo fra tutti Antonio Oroboni da Fratta ma anche Lenta, Cecchetti, Zona e gli altri carbonari che die-dero vita ad una società patriottica a Rovi-go. Spero che in futuro si possa associare il nome della nostra città alle gesta di questi primi martiri che con il loro sacrificio hanno diffuso l’ideale di patria”.

Il suo libro si conclude proprio rivendi-

cando a Rovigo la “prima scintilla” patriotti-ca a livello nazionale, una sorta di primoge-nitura nell’ambito del Risorgimento…

“A Rovigo e nei suoi dintorni avvennero le prime repressioni contro i patrioti che avevano un programma politico ben preci-so: un’Italia libera, unita e indipendente. I seguaci di questa idealità miravano alla rea-lizzazione di un valore che non avevano mai conosciuto ma che avevano elaborato come piano politico, che doveva sfociare nella creazione di una patria italiana. Quindi non erano dei nostalgici che volevano recupera-re una esperienza passata, ma dei sogna-tori che anticipavano di qualche decennio l’evolversi della storia. Il loro sogno finì con la carcerazione allo Spielberg o a Lubiana, ma il loro progetto anticipava le vicende del Risorgimento italiano. Credo che dobbiamo rivendicare la primogenitura di questi moti carbonari avvenuti in terra polesana (Silvio Pellico a Milano, Santorre di Santarosa a Torino e Guglielmo Pepe a Napoli furono posteriori) e che ci dobbiamo pertanto riap-propriare di questi personaggi”.

lA STORIA lA CARbONERIA VISTA DA uN MEDICO

Li.Se.

E’ trapelato un sondaggio che vede in pole i Democratici ma l’attendibilità è molto dubbia

Franco Gemelli

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14 Rovigo

La proclamazione ufficiale è avvenuta il 25 settembre. Ora Bartolomeo Amidei, ex sindaco di Loreo, ex consigliere provin-

ciale è un Senatore della Repubblica.Essendo il primo dei non eletti almeno

ci sperava?“In realtà la consideravo un’ipotesi remo-

ta, ma ad inizio estate è iniziata a circolare la voce che Elisabetta Casellati sarebbe stata proposta al Csm ed allora ho iniziato a pensar-ci. Non nego che con l’allungarsi dei tempi la mia speranza ha vacillato”.

Com’è stato il primo impatto con Pa-lazzo Madama?

“E’ stato emozionante ed interessante poter entrare in una sorta di luogo sacro della democrazia. Mi sto rendendo conto che c’è molto lavoro da fare”.

Questo potrebbe essere l’ultimo Sena-to eletto. Come giudica la riforma?

“Qui in Senato è ovviamente un tema sul quale si discuterà a lungo. Riformare la più antica delle istituzioni, già esistente già ai tempi dell’antica Roma, richiede attente va-lutazioni. Giusto ridefinire i compiti delle due Camere e ridurre parlamentari e spese. Ma la composizione di membri non eletti, scelti fra consiglieri regionali e sindaci di grandi città, che hanno molto altro di cui occuparsi, rischia di essere una riproposizione della pasticciata riforma delle Province”.

Cosa ritiene di poter concretamente fare per il Polesine?

“Non posso fare grandi promesse, se non quella di mettere in campo il mio pragmati-smo da amministratore locale. Ho avuto la

fortuna di essere inserito nella Commissione agricoltura, che per tradizioni di famiglia, stu-di e lavoro è quella a me più congeniale. Ed è anche quella nella quale, credo, si possano ottenere i risultati più significativi per il Pole-sine. Il mio impegno sarà rivolto soprattutto all’emergenza lavoro”.

A proposito di lavoro, proprio ora si discute di abolizione dell’articolo 18. E’ favorevole?

“Sì, credo che si tratti di un principio su-perato e poco utilizzato. Spero che la riforma del mercato del lavoro riduca i vincoli ai licen-ziamenti, così che possano essere fatte più assunzioni”.

Enel ha rinunciato alla riconversione a carbone di Polesine Camerini. E ora?

“Io sono stato sempre favorevole all’ipo-tesi metano. Ma è inutile parlare se non si ca-piscono le reali intenzioni di Enel: proprio per questo lancio un appello all’azienda affinché

di Francesco Campi

Bartolomeo Amidei era il primo dei non eletti le recenti consultazioni per la nomina del Csm gli hanno spalancato le porte di Palazzo Madama

Il personaggio “Mi darò da fare di certo sull’emergenza lavoro”

Per il Polesine a Roma ora c’è un nuovo senatore

Bartolomeo Amidei

avvii il dialogo sulle proprie strategie”. Berlusconi ha detto che Renzi è una

bandiera che sventola forte. Cosa ne pensa?“Sono perfettamente d’accordo: Renzi ha

dimostrato di voler cambiare e rompere con l’immobilismo e questo è di per sé positivo”.

Visto che è segretario provinciale di Forza Italia, è arrivato il tempo delle grandi intese anche per le amministrative di Rovigo?

Dialogo con tutti, inciuci con nessuno. Con le elezioni per la Provincia ho scelto di fare una lista che superasse gli accordi unitari e questo ha ricompattato e risvegliato il centrodestra. Quello di Ncd mi sembra un comportamento contro natura. E’ bene essere chiari, fare scelte di campo precise e non cercare sempre accordi pur di ottenere qualche poltrona. E’ questo il cambiamento che dobbiamo fare”.

“Ok all’abolizione,sarebbe megliosbloccare l’iterdi licenziamento”

Bartolomeo Amidei è nato a Rovigo il 25 maggio e vive a Loreo, Comune del quale è è stato sindaco dal 2004

al 2014, dopo essere stato già vicesindaco dal 1999 al 2004 e consigliere dal 1985. Lavora nel settore agricolo, come respon-sabile d’area di un’azienda multinazionale che produce agrofarmaci e nutrizionali. E’ sposato con Renata e ha due figlie, una di 8 e una di 12 anni. Le magliette Lacoste e la sua fluente e biondissima capigliatura sono il suo marchio di fabbrica e l’aned-dotica vuole che proprio Berlusconi durante l’incontro a Palazzo Grazioli prima dell’in-gresso ufficiale a Palazzo Madama abbia scherzato, forse con un pizzico d’invidia, sulla lunghezza eccessiva del suo ciuffo. Amidei ha mosso i primi passi politici nelle fila del Partito liberale, ma appena nasce Forza Italia entra nel partito di Silvio Berlu-sconi. Del quale è tornato a far parte dopo la parentesi Pdl. Dal 1995 al 2009 è stato consigliere provinciale e ha ricoperto sia il ruolo di capogruppo di Forza Italia che quello di vicepresidente del Consiglio pro-vinciale. Attualmente è anche segretario provinciale di Forza Italia.

IL rItratto

E’ stato sindaco di loreoIL suo CIuffo bIondIssImo ha stupIto anChe sILvIo berLusConI

Fr.Ca.

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39Cultura rovigo

L’Accademia dei Concordi torna a respirare, dopo l’estate bollente trascorsa tra fl ash mob e chiusu-ra anticipata dei servizi. Finalmente può dunque

ripartire il lavoro e a pieno regime, grazie ai 70mila euro messi già a disposizione dal Comune di Rovigo.

E’ questo il risultato più evidente della stagione, ottenuto grazie all’impegno del commissario Claudio Ventrice, che ha approvato il bilancio previsionale 2014, nel quale sono stati disposti 140mila euro per l’Accademia.

Si tratta della stessa cifra del 2013, che pratica-mente aveva portato allo scontro tra i vertici dell’Ac-cademia e l’amministrazione Piva e alla conseguen-te chiusura della biblioteca rodigina, dato che i conti non tornavano. Dopo la caduta del primo cittadino Bruno Piva, il 15 luglio scorso, la biblioteca ha riaperto uffi cialmente a settembre e la minaccia di chiusura e di licenziamento dei dipendenti è stata subito dopo ritirata. Per il 2015 rimane l’appunta-mento per analizzare la natura del fi nanziamento e trovare un accordo condiviso.

Come ha spiegato il sub commissario prefetti-zio, Massimo Zavagli, la decisione è arrivata in que-

sto preciso momento poiché si è atteso il documento con il piano di rientro di Polesine Acque. Il piano prevede per il Comune di non pagare più le bollette dell’acqua, con un risparmio annuo di 400mila

euro. Probabilmente l’Accademia dovrà tirare anco-ra un po’ la cinghia, sia nel 2014 che nel 2015, tuttavia il miglioramento sperato si potrà godere appieno nel 2016.

“Come da accordi - sottolinea il commissario del Comune, Claudio Ventrice - subito daremo un acconto, 70mila euro e a seguire i restanti, a con-fermare quanto già stanziato l’anno scorso”. Dopo l’approvazione del bilancio, lo scorso 29 settembre, in tempo reale, Ventrice ha esclamato: “oggi stesso il Comune farà il bonifi co da 70mila euro; altrettanti sono a bilancio e verranno versati entro l’anno”. Si tratta di una boccata a pieni polmoni per la storica istituzione, che anche se non potrà contare sull’in-tero ammontare dei 370mila euro richiesti, almeno potrà accontentarsi di usufruire del contributo per le proprie attività di routine.

di Melania Ruggini

Il commissario approva il bilancio e pone fi nealla querelle con i vertici dell’Accademia

Caso Concordi Una boccata d’ossigeno per l’istituzione

Finalmente la cultura torna ad abitare in città

Nel mondo dell’arte è nata una nuova stella: nel giro di qualche anno Baran, artista originario del Polesine, ha fatto irruzione nella scena artistica contemporanea, facendosi

apprezzare dal pubblico per la sua ventata di originalità tematica. La ricerca di Baran parte dalla scultura, dalla forma plastica

in acciaio lucido, modellata da torsioni, pieghe, accartocciamenti, a mostrare le varie sfaccettature che la vita può e deve assumere. Il successivo ciclo tematico affronta la complessità dei “margini”: Ai margini del mondo è un viaggio pittorico ai lati della tela, una decentralizzazione visiva che spiazza il fruitore.

In questo percorso controcorrente, in cui i margini prendono il sopravvento e si fanno posto nel campo visivo, Baran attua la sua intimistica denuncia. Poveri, oppressi, ammalati, diversi, fragili, giovani, onesti, talenti, cultura: gli elementi ai margini della socie-tà contemporanea diventano protagonisti del racconto per mezzo del colore, sferzante, pungente, inespugnabile.

La strada verso Progetti bruciati è breve. La denuncia parte dalla sua vicenda autobiografi ca e diventa urgenza di condivisione. Baran cede il posto ad Andrea Barasciutti, di professione architet-to, e alla sofferta rifl essione sullo stato di salute dell’architettura contemporanea italiana, che versa in un grave stato di crisi; si costruisce poco e male, la politica si inserisce prepotentemente nella fi liera, la meritocrazia è scarsamente premiata, la qualità non viene spesso considerata, il progetto e la progettualità non sono abbastanza tenuti in considerazione dal sistema. E così Ba-ran preleva i progetti che giacciono da anni nel suo cassetto e li plasma attraverso i principi fondatori dell’architettura vitruviana: l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua.

L’elaborato progettuale è ossidato all’aria, strisciato per ter-ra, bruciato sul fuoco e spento nell’acqua. Il risultato fi nale sono i brandelli di un progetto deturpato dall’azione dell’artista e dai

fenomeni naturali primari per i quali era stato pensato. I lacerti progetto emergono dal bianco della tela, simbolo del vuoto socia-le, in cui le idee sono relegate ai margini, confi nate nel non luogo dell’oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con l’universo.

In questo procedimento creativo, Baran gioca con la transito-rietà del tempo e dei tempi e le sue opere ne rifl ettono la fugacità fi sica e concettuale: la carta invecchierà per effetto della luce e dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.

L’artIsta

Nel giro di pochi anni la sua originalità s’è fatta strada

bARAN, l’ARChITETTO ChE SI È FATTO SCulTORE DI DENuNCIA

Me.Ru.

Nel mondo dell’arte è nata una nuova stel-la: nel giro di qualche anno Baran, artista originario del Polesine, ha fatto irruzione

nella scena artistica contemporanea, facendosi apprezzare dal pubblico per la sua ventata di originalità tematica. La ricerca di Baran parte dalla scultura, dalla forma plastica in acciaio lucido, modellata da torsioni, pieghe, accartoc-ciamenti, a mostrare le varie sfaccettature che la vita può e deve assumere. Il successivo ciclo tematico affronta la complessità dei “margini”: Ai margini del mondo è un viaggio pittorico ai lati della tela, una decentralizzazione visiva che spiazza il fruitore. In questo percorso controcor-rente, in cui i margini prendono il sopravvento e si fanno posto nel campo visivo, Baran attua la sua intimistica denuncia. Poveri, oppressi, ammalati, diversi, fragili, giovani, onesti, talenti, cultura: gli elementi ai margini della società contemporanea diventano protagonisti del racconto per mezzo del colore, sferzante, pungente, inespugnabile. La strada verso Pro-getti bruciati è breve. La denuncia parte dalla sua vicenda autobiografi ca e diventa urgenza di condivisione. Baran cede il posto ad Andrea Barasciutti, di professione architetto, e alla sofferta rifl essione sullo stato di salute dell’ar-chitettura contemporanea italiana, che versa in un grave stato di crisi; si costruisce poco e male, la politica si inserisce prepotentemente nella fi liera, la meritocrazia è scarsamente premiata, la qualità non viene spesso considerata, il pro-getto e la progettualità non sono abbastanza tenuti in considerazione dal sistema. E così

Baran preleva i progetti che giacciono da anni nel suo cassetto e li plasma attraverso i principi fondatori dell’architettura vitruviana: l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua. L’elaborato progettuale è ossidato all’aria, strisciato per terra, bruciato sul fuoco e spento nell’acqua. Il risultato fi nale sono i brandelli di un progetto deturpato dall’a-zione dell’artista e dai fenomeni naturali primari per i quali era stato pensato. I lacerti progetto emergono dal bianco della tela, simbolo del vuoto sociale, in cui le idee sono relegate ai margini, confi nate nel non luogo dell’oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con l’universo. In questo procedimento creativo, Baran gioca con la transitorietà del tempo e dei tempi e le sue opere ne rifl ettono la fugacità fi sica e concet-tuale: la carta invecchierà per effetto della luce e dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.

Per l’anno prossimo il tema sarà le identità riemerse: spazio alle piccole comunità

DElTARTE lA SECONDA EDIZIONE È STATA uN SuCCESSO. E lA TERZA...

Me.Ru.

La giovane artista rodigina Anna Casazza è approdata al premio Celeste 2014 e si è già piazza-

ta nella rosa dei fi nalisti con il video “I’ll make you pure”. Il video in gara è tratto da una performance contro l’infi bulazione realizzata nel novem-bre del 2011. In questa performan-ce l’infi bulazione viene praticata ad un fi ore di orchidea. Il fi ore, inteso quale elemento simbolico, è offerto ad una donna e accompagnato dalle seguenti parole; “Così ti ho reso pura”. La drammaticità di questa pratica non solo deriva dalla falsa credenza che con essa si possa raggiungere la purezza virginale, ma ciò che è ancora più atroce è che le donne che la subiscono a loro volta la infl iggono ad altre donne, aumentando la crudeltà di un atto inumano.

Anna Casazza nasce a Rovigo nel 1987; nel 2009 si laurea in Nuove tecnologie per le arti con una Tesi in Fotografi a di Moda presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2010 espone presso Artefare a Bologna e vince il Premio Arte Mondadori, Milano. Nel 2011 frequenta Uwe – University of West England – Department of Art and Design, a Bristol (Uk). Nel 2012 è selezionata da e-photoreview con il progetto Pain e ottiene il diploma di Laurea Magistrale in Fotografi a presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2013 si laurea Ied Master in Fotografi a, Milano.

arte In vIdeoAnna Casazza a Celeste 2014

Me.Ru.

Dopo una estate molto travagliatadopo polemiche e fl ash mob si torna infi ne alla normalità

Numerose e di grande rilievo le tematiche che sono affrontatecon grande acume nelle sue caratteristiche opere

16 Cultura

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38 Sport rovigo

È ancora tutto un girone da decifrare, quello di serie D, che doveva vedere una padrona assoluta, il Piacenza, ma

che fi n qui non ha rispettato le attese della vigilia, così come il Rimini e la Correggese, con il Delta Porto Tolle Rovigo che si ritrova a tre punti dalla capolista a sorpresa: Este.

Nonostante l’ottima partenza, l’Este non sembra squadra che possa tenere testa a quelle sopra citate, ma il bizzarro girone in queste prime cinque giornate ha già fatto registrare due scossoni in panchina con gli av-vicendamenti all’Imolese e alla neopromossa Ribelle.

A ottobre per il Delta allenato da Luca Tiozzo arriva un periodo in cui il calendario ri-serva squadre “importanti” come, in sequen-za, Fiorenzuola, Piacenza ed Este. La rosa ampiamente qualitativa messa a disposizio-ne dal presidente Mario Visentin dovrebbe garantire posizioni alte in classifi ca, ma si sa, soprattutto nel calcio, tutto può succedere. Come nella gara contro la Virtus Castelfran-co, quella “vergognosa” del Gabrielli senza tifosi per l’inagibilità (paradosso) della tribu-na nel corso della quale un Delta in vantaggio per 2-1 e che sembrava poter gestire tran-quillamente la gara è incappato in un errore

di Politti (solitamente sempre perfetto) che è costato il gol del pari e poi in un’altra dimen-ticanza di tattica collettiva con gli emiliani che sono tornati a casa con i tre punti.

Comunque, l’impianto di gioco del Delta sta trovando sempre più la propria fi siono-mia, i meccanismi cominciano a funzionare e la qualità della rosa fa sempre la differenza.

Le avversarie del Delta hanno rafforza-to gli organici con innesti importanti, come ha fatto la Correggese che ha ingaggiato Armando Perna, classe 1981, vanta molta esperienza tra i professionisti tra Palermo, Udinese, Livorno, Salernitana, Parma (con la

quale ha collezionato sei presenze in serie A) e ben nove stagioni con la maglia gialloblu del Modena prima di passare, nella scorsa stagione al Padova in serie B. A proposito di Padova, all’Atletico San Paolo (ultimo dopo cinque giornate) è arrivato l’attaccante Davi-de Matteini, 32 anni, la scorsa stagione al Viareggio, dove ha collezionato 10 presen-ze e 2 gol. Il Piacenza si è rinforzata con il fantasista Riccardo Palmieri (17 anni), cre-sciuto nelle giovanili di Inter e Modena, ed il centrocampista Pierangelo Tarantino (24) nell’ultima stagione con Celano, prima, e Civitanovese, dopo.

di Cristiano Aggio

Il Delta può sognare: la vetta è vicinapattInaggIo

Il rodigino Riccardo Passarotto, atleta dello Ska-ting club Rovigo, impegnato nel Campionato europeo di Geisingen, in Germania è tornato

a casa con un bottino di tre medaglie vinte, due d’argento e una di bronzo. Riccardo, in gara nella categoria Junior A, ha confermato di essere un ve-locista di razza.

Ha iniziato l’avventura nei 300 a cronome-tro su pista facendo segnare il secondo tempo (24”213) alle spalle dell’eccezionale tedesco Simon Albrecht (23”390) e davanti il belga Yan-nis Vandebeeck (24”674). Nella fi nalissima dei migliori 12 Passarotto ha fermato il cronometro sul 24”244 che gli è valso la prestigiosa medaglia d’argento alle spalle di Albrecht (23”003) e davanti d’un soffi o del francese Benjamin Soulet (24”249).

Il bronzo è arrivato nei 500 metri. Riccardo ha iniziato vincendo il proprio turno dei quarti di fi nale in 40”704. In fi nale si sono presentati il tedesco Simon Albrecht, i francesi Benjamin Soulet e Jonathan Bach e Passarotto, che ha gareggiato da protago-nista sulla scia dell’imprendibile tedesco sino all’arrivo in spaccata con il francese Soulet giunto secondo (40”316), Passarotto terzo (40”330) e Bach quarto (40”483) tutti lontani dal tedesco Albrecht (38”601). L’altro argento è arrivato nella gara dei 200 metri a cronometro su strada. Nella fi nalissima il rodigino ha sfoderato una prestazione super, abbattendo il muro dei 17” e fermando il cronometro a un eccellente 16”763, a ridosso del tedesco che ha vinto l’oro con 16”427.

Agli EuropeitrIpLo podIo per passarotto

Cr.Ag.

C’è chi dice che al giro di boa del cam-pionato di Eccellenza l’Adriese sarà già con un piede in serie D. Valeriano

Fiorin e il clan granata ovviamente, tocca-no ferro. Sanno però, che il “giocattolo” che il presidente Scantamburlo ha messo nelle mani di Longato e soci è bello, funzio-nale e prezioso.

E lo ha capito anche il pubblico che al Bettinazzi segue numeroso e con attenzio-ne le gesta di Marangon, Bellemo, Castro, Milan, Pittaro eccetera eccetera. Le delusio-ni delle passate stagioni sembrano brutti ricordi, non incubi e ora davanti c’è una squadra che interpreta a dovere la volontà del proprio tecnico, uno verace, capace di trasmettere tutta la propria passione per il calcio, il suo modo di intendere il football, con cuore e sacrifi cio.

Basta poco ad infi ammare gli animi dei tifosi: e i giocatori, grazie al suo tecni-co, l’hanno capito e giocano con l’intensità giusta, correndo su tutte le palle e recupe-rando. Non che sia tutto facile nel girone nel quale è inserita l’Adriese, perché il Campo-darsego è squadra costruita anch’essa per

fare il salto di categoria, e poi ci sono le ve-ronesi Bardolino, Ambrosiana, Santa Lucia, Vigasio, Sambonifacese, sempre “carogne” nel gioco, poi la Piovese e il Pozzonovo, pa-dovane fastidiose.

Ma i granata sono i granata. “Quando verranno a giocare al Bettinazzi - diceva mi-ster Fiorin alla presentazione - gli avversari devono avere una specie di timore reveren-ziale, perché la piazza e la storia di questa squadra sono state e sono importanti”.

E allora i tifosi granata sperano che anche ottobre, sia come settembre, quando l’Adriese non ha perso un colpo. Non sarà così facile, ma di sicuro il tecnico, il secondo “Encio” Gregnanin e tutto lo staff terranno alta la tensione. Nell’immaginario dei tifosi resta la partita contro il Sarcedo: prima lo svantaggio con il gol dei vicentini, il pari, poi l’espulsione di Ballarin al 40’ del primo tempo. Nella ripresa arrivano tre gol per l’Adriese che esaltano i 400 spettatori del Bettinazzi, per una partita che da diffi cile è diventata facile, grazie a grinta, volontà e voglia, cose che nel calcio, e non solo, non dovrebbero mancare mai.

Calcio. la squadra funzionaadrIese: C’È ChI La vede gIà promossa

Cr.Ag.

Calcio La rosa si sta confermando come una delle più talentuose

Riccardo Passarotto

Sopra i giocatori della squadra festeggiano (immagine tratta dal sito http://www.deltaportotolle.com)

17Sport

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14

IL VENETOin PRIMO PIANO

Arrivava a maggio l’ok della Corte dei Conti sul bilancio sanitario del Veneto dopo aver passato al microscopio la

gestione sanitaria 2012, dando anche una prospettiva per il 2013, anno che conferma il trend virtuoso del 2012 con un ulteriore con-tenimento dei costi ed un miglioramento dei conti delle Aziende sanitarie più in diffi coltà.

Un risultato ottenuto costringendo le Asl a limare, risparmiare e dunque, in verità, a tagliare servizi sul territorio.

Qualche riga del bilancio era comunque rimasta in rosso perchè alcune Asl non sono riuscite a portare in pareggio il bilancio. Nono-stante ciò avevano migliorato. Tra queste Asl 12 Veneziana (meno 55,2milioni); Asl 18 di Rovigo (meno 28,6 milioni); Asl 20 di Vero-na (meno 20,5 milioni; Azienda ospedaliera di Padova (meno 38,6 milioni); Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (meno 34,2 milioni).

Tutto bene dunque. O forse questi risulta-ti vanno riletti alla luce della realtà dei fatti? Alcuni di questi fatti sono macroscopici e i cittadini li conoscono bene.

L’ospedale all’Angelo di Mestre è gravato dai costi del project fi nancing: “Rate da circa 15 milioni di euro all’anno, per una ventina d’anni, a carico dei bilanci dell’Ulss 12 - affer-ma Gennaro Marotta, consigliere regionale di Italia dei Valori,- sono un macigno oppri-mente che impone sacrifi ci e minori servizi.

Ora il braccio di ferro leghista sull’ospedale di Padova ha prodotto come unico effetto certo lo stop al project fi nancing. Ebbene, visto che l’ospedale all’Angelo ha una dimensione provinciale e serve la popolazione di quattro Ulss, sia la Regione a farsi carico delle rate del project, senza che ci rimettano solo i cit-tadini mestrini e veneziani”.

Una posizione che rischia di trovare ap-poggio e consenso se, come sembra, in altri territori si costruirà il nuovo con fi nanziamenti pubblici.

Rovigo, intanto, subisce un taglio “ver-gognoso e gravissimo” come lo defi nisce il Consigliere Pd Azzalin che non esclude di impugnare la recente delibera di Giunta “che disattende non solo le promesse fatte, ma anche quanto contenuto nelle norme appro-vate dal Consiglio”. L’ospedale di Rovigo, che doveva essere hub provinciale, sarà un ospedale di serie B. Una scelta fatta, secondo il Consigliere polesano, per ammortizzare i costi della costruzione del nuovo ospedale di Monselice, a scapito delle esigenze dei territori.

Altra battaglia in corso a Noale dove il consigliere regionale del PD, Bruno Pigozzo chiede “che venga rispettato l’indirizzo della Regione di collocare ospedali di comunità in strutture pubbliche con i posti letto necessari a tenere così attivi i vari servizi ed ambulato-ri, dalla medicina di gruppo al distretto, dalla

medicina dello sport alla riabilitazione car-diologica. L’eventuale collocazione dei posti letto in una struttura privata - conclude Pigoz-zo - provocherebbe invece uno svuotamento dell’ospedale. Cosa che penalizzerebbe i cittadini noalesi e smentirebbe le indicazioni della Regione”.

E da ultima va raccontata la levata di scudi della commissione Sanità contro la Giunta per il riparto del fondo regionale per la non autosuffi cienza, deciso il 9 settem-bre scorso dall’esecutivo senza consultare prima la commissione. L’organo di indirizzo e controllo di palazzo Ferro-Fini, presieduto da Leonardo Padrin, ha deciso di censurare la Giunta, dopo aver ascoltato le preoccupate proteste di Uripa, l’associazione delle case di riposo pubbliche e private. La delibera, secondo le valutazioni di Uripa, azzera ogni forma di contribuzione per le case di riposo per circa 2 mila non autosuffi cienti accolti senza impegnativa regionale. ”Il fondo per la non autosuffi cienza non può essere il banco-mat della sanità – è insorto Roberto Volpe, presidente di Uripa, durante l’incontro con la commissione Sanità - Quest’anno mancava-no alla sanità 10,5 milioni di euro per pagare la quota alberghiera degli ospiti degli istituti psichiatrici e la giunta Zaia li ha presi dal fon-do per i non autosuffi cienti. Per forza che la sanità veneta è virtuosa nei bilanci: chiude in attivo a spese del sociale”.

di Maria Pavan

Roberto Volpe, presidente di Uripa: “Per forza che la sanità veneta è virtuosa nei bilanci: chiude in attivo a spese del sociale”

Bilancio La voce di spesa più pesante

La Sanità veneta è davvero virtuosa?

Sopra l’ospedale dell’Angelo a Mestre, a fi anco Roberto Volpe presidente di Uripa

neWs

Nonostante gli innegabili successi ottenuti dalla medicina e il capillare lavoro sulla pre-venzione e promozione dei corretti stili di vita, ogni anno in Veneto vengono colpite da tumore più di 31 mila persone e si verifi cano circa 14 mila decessi. In totale ad oggi

in Veneto i pazienti malati di tumore, in terapia o in fase di follow up sono oltre 212 mila. A questa galassia di sofferenza la sanità veneta dedica energie, fondi e professionalità che, partendo dall’Istituto Oncologico Veneto, si ramifi cano interessando pressoché l’intera galas-sia ospedaliera regionale, tanto che, da circa 6 mesi, come previsto una specifi ca delibera organizzativa della Giunta regionale, è nata la Rete Oncologica Veneta – ROV. Questa nuova organizzazione, garantisce le migliori cure a ogni cittadino veneto a prescindere da dove risieda e a quale ospedale territoriale faccia riferimento. “In questo modo – ha sottolineato Zaia – garantiamo l’eccellenza delle cure e le stesse possibilità d’accesso ad ogni cittadino veneto che ne abbia bisogno. Offriamo le migliori professionalità, un grande lavoro di ricerca clinica, macchinari e medicinali di ultimissima generazione. Sappiamo di avere una mobilità extraregionale che si indirizza verso il Friuli – ha aggiunto – ma non ha motivo di essere, perché l’oncologia veneta non teme confronti e i viaggi della speranza non servono. Forse – ha detto il Governatore rivolgendosi alla platea di specialisti – siete meno bravi di altri a promuovere all’esterno i vostri successi, ma di certo non siete secondi a nessuno”. L’obiettivo fi nale della ROV è di creare nel Veneto un Istituto Tumori di eccellenza diffuso sul territorio: qualunque sia la porta d’accesso, anche la più periferica, il paziente dovrà avere la consape-volezza di essere preso in carico da un sistema che garantirà la migliore qualità della cura e, se necessario, l’invio ai Centri di Eccellenza della rete.

Zaia: “Il meglio è qui non serve andare all’estero”e’ nata La rete onCoLogICa veneta

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15Il Veneto in primo piano

E’ stata la telenovela dell’estate che, visto il successo, prosegue più frizzante che mai anche in questa seconda parte

dell’anno. Stiamo parlando del destino dell’O-spedale di Padova, uno dei più importanti poli sanitari del Nordest, ma anche dell’Italia intera, da mesi al centro di un continuo botta e risposta tra il nuovo sindaco di Padova, il presidente della Regione, il rettore dell’Uni-versità e, di rifl esso, l’intero mondo politico e istituzionale. Bitonci pochi giorni dopo il suo insediamento ha stralciato il progetto del nuo-vo ospedale a Padova Ovest e rilanciato la co-

struzione del “nuovo sul vecchio”, per lasciare il nosocomio dove si trova e allo stesso tempo rifarlo da cima a fondo. Una soluzione che non trova tutti d’accordo, a partire dal mondo accademico che per Padova sottolinea la ne-cessità di un ospedale grande e moderno, con stantard di qualità e sicurezza molto lontani da quelli attualmente possibili nella struttura di via Giustinani. L’attuale cittadella è caotica e poco effi ciente, al punto che la ricostruzione nello stesso luogo verrebbe a costare di più e richiederebbe anche un periodo più lungo. Non la pensa allo stesso modo Bitonci che

di recente ha presentato un suo piano per la ricostruzione “nuovo su vecchio”. Il tutto in cinque passi: il trasferimento dell’obitorio in zona cimiteriale a carico del Comune, l’accen-tramento della “dorsale dei servizi” nell’area dell’ex Macello, l’abbattimento del vecchio obitorio e la costruzione dell’”Ospedale della mamma e del bambino”, lo spostamento delle cliniche dall’area ovest a quelle est della struttura (dopo l’abbattimento dei reparti ma-terni, infantili e ginecologici), la realizzazione di uffi ci, un parco ed, eventualmente, strutture di ricerca e campus universitari nell’area ovest

liberata. Il costo stimato dall’amministrazione comunale sarebbe di 779 milioni di euro. Quindici gli anni necessari alla realizzazione di tutti i tre blocchi del nuovo complesso (altezza compresa tra i tre e i quattro piani, più uno sotto terra) per un totale di 1320/1700 posti letto dove trasferire anche lo Iov e l’ospeda-le Sant’Antonio. Ma la discussione è ancora aperta e la settimana dopo arriva, dopo un lungo silenzio, la proposta di Zaia. “Si potreb-

be ridurre da 1400 a 1000 i posti letto, - ha dichiarato il Governatore - lasciare lo Iov dove sta, demolire la parte universitaria del vecchio ospedale, recuperare gli stabili messi meglio e realizzare un policlinico universitario con 1000 posti letto in città. Dopo 10 anni avremo così due ospedali un policlinico con campus e un hub provinciale”. Parole che aprono un ulterio-re scenario, accolte positivamente da Bitonci. Ma la strada è ancora lunga.

di Nicola Stievano

Dibattito infuocato Dopo la bocciatura del progetto di Padova Ovest ecco le ipotesi

Ospedale: Bitonci vuole il “nuovo sul vecchio”, Zaia cerca una mediazione

La soLuzIone

All’ultimo Bitonci scopre le carte e prende al balzo la proposta di Zaia, presentando il nuovo polo ospedaliero che mantiene mille posti nella sede attuale e una nuova struttura poco lontano, in via Corrado, dove si trovano il Cus e gli Uffi ci Acegas Aps.“Due ospedali, per la città e per tutta la Regione, in centro, a 600 metri l’uno dall’altro, vicini allo Iov

e agli Istituti universitari, collegati all’autostrada da un nuovo sistema di viabilità che consentirà di alleggerire il traffi co della Stanga, grazie ad un ponte che collegherà via Corrado con via Longhin. Una proposta che non prevede ulteriore consumo del suolo e rischiose pratiche di esproprio – dichiara Massimo Bitonci – Sull’area giustinianea potrà insediarsi l’Ospedale della città, con il Sant’Antonio, con 1000 posti letto. In via Corrado, dove ora si trovano gli impianti sportivi del Cus e gli uffi ci di

Acegas-Aps (ex Gasometro), su un’area di quasi 200.000 metri quadri, con possibilità di un ampliamento per altri 50.000 metri quadri sui prospicienti terreni di proprietà del Comune, in via Longhin, sorgerà il Policlinico universitario – prosegue il sindaco di Padova – Aspettare qualche settimana, dopo anni di immobilismo, è stato vantaggioso sia per la Regione, che per i padovani. L’Amministrazione ha prontamente raccolto l’offerta del presidente Zaia, che prevede di mantenere in città, e vicini fra loro, due ospedali e lo Iov. L’abbattimento degli edifi ci obsoleti, presenti nell’area giustinianea, consentirà inoltre di liberare nuovi spazi, a disposizione dell’Università, per la realizzazione di Istituti di ricerca e per l’ampliamento delle rete, già esistente, del Campus universitario”.

Il sindaco di Padova presenta il piano che rivoluziona anche la viabilità della StangabItonCI rILanCIa: nuovo poLICLInICo unIversItarIo neLL’area Cus - aps

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20 Il Veneto in primo piano16 Il Veneto in primo piano

“Il mio no alle trivellazioni è assolu-to”. Questa la posizione più volte espressa dal governatore del Veneto

Luca Zaia. Nonostante la sua irremovibilità, proprio il Veneto potrebbe essere una delle prime “vittime” delle novità contenute nel decreto legge 133 del 12 settembre 2014 meglio noto come “Sblocca Italia”.

Nelle pieghe della norma, che parados-salmente nella sua intestazione reca anche “l’emergenza del dissesto idrogeologico”, si trova infatti una parte defi nita “sblocca energia”, che il gruppo dei senatori del Mo-vimento 5 Stelle non ha esitato a defi nire “sblocca trivelle”.

In particolare, quanto contenuto nell’ar-ticolo 38 - “Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali” - ha già sollevato le critiche delle associazioni ambientaliste. Wwf, Legambiente e Green-peace ne hanno chiesto l’immediata cancel-lazione, in quanto queste misure “consen-

tono di applicare le procedure semplifi cate e accelerate sulle infrastrutture strategiche ad una intera categoria di interventi senza individuare alcuna priorità, trasferiscono d’autorità le valutazioni d’impatto am-bientale sulle attività a terra dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente e compiono una forzatura rispetto alle competenze concor-

renti tra Stato e Regioni”. L’Alto Adriatico, in particolare, sarebbe minacciato in quan-to, si legge nel documento, queste novità “trasformano forzosamente gli studi del Mi-nistero dell’Ambiente sul rischio subsidenza in Alto Adriatico legato alle attività di prospe-zione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in

‘progetti sperimentali di coltivazione’”.A rendere ancora più “avvelenata” la

polpetta per il presidente Zaia il fatto che una delle concessioni riguarda il permesso di ricerca “Carità” che prevede un cantiere di perforazione nel Comune di Nervesa della Battaglia, proprio nella “sua” provincia di Treviso.

Se lo “Sblocca Italia” sembra dare la stura alle trivellazioni a terra come in mare, in Veneto come in Sicilia, visto che proprio il premier Matteo Renzi si è augurato che la produzione d’idrocarburi possa raddoppiare e, con essa gli introiti da royalty e tasse, un’ancora di salvezza per le coste venete è comunque rappresentato dalle norme di tutela della laguna di Venezia, che gode di una speciale protezione viste le particolari problematiche legate al suo sprofondamen-to, connesso al fenomeno noto come subsi-denza, ovvero il progressivo abbassamento del terreno, provocato sia da cause naturali

di lorenzo Zoli

Il decreto “Sblocca Italia” contiene novità importanti. Secondo ambientalisti e Cinque stelle il rischio è quello di rendere più facili le autorizzazioni

La nuova legge Parte l’interrogazione alla giunta regionale

Estrazioni, ora lo spettro torna a fare paura

che da cause antropiche. Un fenomeno che si riscontra in manie-

ra evidente anche nelle zone della pianura Padana e, in particolare, nel Delta del Po, dove è particolarmente accentuato anche per le estrazioni di acque metanifere che hanno interessato questa zone.

Il Veneto si è espresso anche a livello di consiglio regionale, con una proposta di leg-ge statale volta a vietare le trivellazioni sul territorio delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Ed è chiamato ora a ribadire ancora

una volta la propria contrarietà dal consiglie-re regionale del Gruppo Misto ed esponente di Prima il Veneto Giovanni Furlanetto che ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere quali azioni intenda intraprendere affi nché il si blocchino i tenta-tivi di trivellazioni in Adriatico. E’ probabile che il Veneto insieme ad altre Regioni faccia ricorso alla Corte costituzionale contro il rila-scio dei permessi minerari centralizzato, ma quello che è certo è che la battaglia sugli idrocarburi è appena iniziata.

Il Veneto ha già detto chiaramente no alle trivelle: il 25 gennaio 2011 il Consiglio regionale ha approvato con consenso

unanime e trasversale la proposta di legge statale “Interventi di tutela dal fenomeno della subsidenza dei territori delle Province di Padova, Rovigo e Venezia’”, con la quale si vietano “le attività di ricerca, di prospe-zione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi” nelle province di Padova, Rovigo e Venezia. Un segnale forte, ribadito anche il 9 novembre 2012, in occasione della “tavola rotonda sul mare”, la confe-renza internazionale delle Regioni adriati-che e ioniche sulla “Salvaguardia delle coste dall’estrazione di idrocarburi in mare”, che ha riaffermato la volontà delle istituzioni regionali di fermare le trivellazioni al largo delle coste. Alla tavola rotonda era presen-te anche il consigliere regionale Graziano Azzalin, polesano, primo fi rmatario della proposta di legge statale. “Purtroppo – dice - nonostante la volontà politico-istituzionale del Veneto sia stata espressa in modo uni-voco, tutto giace ancora nei cassetti del Parlamento e nonostante qualche segnale da parte della Commissione Ambiente del Senato, che l’estate scorsa mi ha convo-cato a Roma per delle audizioni in merito, il tema sembra essere contrastato da inte-ressi forti e quanto contenuto nel decreto ‘Sblocca Italia’ ne è la conferma. Credo che ora la strada per questa legge sia ancora più in salita, ma non dispero: riaffermare il principio di precauzione e della sicurezza idrogeologica di un territorio che già soffre

i danni causati dalla subsidenza, Venezia, il territorio lagunare, il Delta del Po e la pianu-ra padano-veneta, è un ragionamento non tanto o non soltanto ambientale, quanto economico”.

“Questo – spiega Azzalin - si capisce bene guardando ai costi lasciati in dote dalle estrazioni di metano avvenute nel Delta del Po fi no al 1961: cifre vicine ai 5 miliardi di euro, oltre a circa un milione e mezzo annuo per tenere in funzione le idrovore. Questi sono gli effetti delle estrazioni, che nessuna royalty può coprire. La salvaguar-dia dell’assetto idrogeologico è la più gran-de opera pubblica che si possa avviare in questo momento e la prevenzione è a costo zero. E’ diffi cile monetizzare la messa in sicurezza e la tutela, purtroppo però i conti si fanno al negativo quando avvengono di-sastri”.

Il PARTICOlARE C’È uNA PROPOSTA PER FERMARlE

Lo.Zo.

Le norme di tutela della laguna di Venezia dovrebbero salvare le coste

Graziano Azzalin

Il presidente della Regione Luca Zaia

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18 Voci da palazzo

La Giunta veneta ha costituito l’Osser-vatorio regionale per dare attuazione alla cosiddetta ‘Riforma Delrio’ che

detta norme in materia di Città Metropoli-tane, Province, unioni e fusioni dei Comuni. “Il Governo ci impone di defi nire entro l’anno con provvedimenti normativi il nuovo assetto istituzionale, ma ancora non è stato deciso quali siano le funzioni fondamentali da attribuire alle aree vaste e metropolitane e soprattutto non abbiamo alcuna certez-za di vederci trasferiti i fi nanziamenti per assicurare i servizi che prima gestivano le Province. Corriamo il rischio che non siano disponibili le risorse per l’erogazione di servizi indispensabili come la manutenzione degli edifi ci scolastici, il riscaldamento delle aule, la gestione della viabilità, la pulizia delle strade dalla neve e altri compiti che venivano svolti dalle Province”.

Roberto Ciambetti, Assessore agli Enti locali“daLLo stato poChe rIsposte e rIsorse”

L’opinione

Vorrebbe andarci direttamente il governatore Zaia a parlare con Putin per sbloccare l’embar-go. E lo dice convinto, come se fosse davvero

possibile parlare con lo “zar” che ha messo al bando i prodotti di tutta l’Unione Europea dopo il sostegno occidentale all’Ucraina e alle relative sanzioni.

Fatto sta che Zaia avrebbe già avvitato contatti “uffi ciosi” con il Consolato generale di Milano e ha dichiarato che se troverà un’apertura per riavviare i rapporti commerciali previsti dai protocolli in vigore da anni tra la Regione e alcune repubbliche della Federazione russa, non chiederà certo al Governo nazionale il permesso di dare il via libera alla ripresa dei commerci.

Zaia agisce su mandato della Giunta che gli ave-va chiesto di prendere in prima persona la risoluzione approvata in Consiglio Regionale per agire diretta-mente con Mosca a difesa dell’economia veneta. Ma certo non basta e a ribadirlo è proprio il Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. “Non possiamo attenderci che tutto si fermi ad un’azione di vertice. Occorre continuare ad ascoltare il territorio e a costruire una rete europea di mobi-litazione anti-

embargo, anche perché sappiamo che la situazione muta in continuazione”. Secondo il Moscow Times, infatti, la Duma sta varando una legge che punta a compensare le perdite degli imprenditori e investitori russi in Europa (in transazioni e in proprietà) a segui-to della crisi russo-ucraina e della successiva “guerra economica degli embarghi”. Sono sempre più nu-merosi gli imprenditori russi che lamentano perdite considerevoli, tra cui Arkady Rotenberg (uno dei più potenti uomini d’affari di Mosca, businessman molto legato al presidente Putin) e le centinaia di altri nomi dell’economia russa, pesantemente frenati nel loro business dall’inserimento dei loro nomi nelle blacklist occidentali ed anche italiane.

Intanto, aspettando buone nuove, è stato varato un protocollo d’intenti dal titolo: “Italiano, meglio veneto”. Il documento, condiviso dal Presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato, dall’Assessore all’Eco-nomia e Sviluppo Maria Luisa Coppola, dal presidente della Com-missione Relazioni Internazionali, Nereo Laroni e dai rappresentanti delle associazioni delle categorie del settore agroalimentare ha l’ obiettivo di valorizzare e promuovere la produzione agroalimen-

tare veneta quale fattore strategico per la crescita dell’economia regionale. Il documento prevede che per tutelare e promuovere i prodotti agroalimentari veneti la Regione intervenga presso il Governo na-zionale e gli Organismi europei affi nché vengano va-lutati gli effetti negativi dell’embargo sull’economia e sull’occupazione in Veneto. I rappresentanti della grande distribuzione hanno risposto in modo positi-vo, a patto che il settore primario compia un salto di qualità sul piano imprenditoriale, che non signifi ca solo qualità del prodotto, ma anche capacità di stare economicamente sul mercato. In questa logica il Pre-sidente Ruffato, chiudendo l’incontro, ha chiesto a tutti di “fare squadra per modernizzare un settore in grado di competere sul mercato”.

di Maria Pavan

Obiettivo stare sul mercato Agroalimentare verso un salto di qualità necessario

Embargo russo: ora ci pensa Zaia!E’ sempre di più una priorità sostenere il prodotto veneto che ora sta soffrendo, ma in prospettiva è strategico per l’economia regionale

“Il terzo settore, soprattutto in un momento di crisi eco-nomica profonda e prolunga-ta, è un settore strategico”: l’ha detto intervenendo a Padova ad un meeting regio-

nale sul terzo settore, il vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto Matteo Toscani. Al dibattito, che presentava anche in Veneto il manifesto del no-profi t “Fiducia e nuove risorse per la crescita del Terzo Settore”, hanno partecipato il mondo del volontariato, della cooperazione sociale e allo sviluppo insieme a quei poli bancari e fi nanziari che credono al valore sociale dell’associazionismo.

L’idea dei promotori è quella di rafforzare la consistenza patrimoniale del Terzo settore, investire in nuove forme di management, lanciare seri programmi di rete con e verso l’Unione Europea, ripensare senso e tecniche della raccolta fondi e individuazione di nuovi fi loni di sviluppo per le organizzazioni non profi t anche attraverso una loro responsabilizzazione nell’ambito fi nanziario, coinvolgimento di realtà istituzionali in un nuovo approccio politico-culturale ai temi del volontariato. “In qualità di sindaco di un comune del Cadore - ha ricordato Toscani - ho lavorato a lungo nell’ambito della coo-perazione, tanto da essere stato tra i promotori di quella che è risultata essere la prima cooperativa sociale di tipo B, con la presenza di soci istituzionali. Certo non sempre in ambito regionale si presta la dovuta attenzione al terzo settore, alla cooperazione ed all’associazionismo ma il Consiglio Regionale nei prossimi mesi porrà particolare atten-zione alle proposte concrete e percorribili che verranno dal terzo settore”: la sfi da che mi sento di accogliere è di raggiungere risultati concreti in merito a proposte concrete”.

IL terzo settore È strategICo per IL venetoMatteo Toscani

“Un aiuto al ricambio generaziona-le e alla coerenza della politica”. Così Leonardo Padrin, capo-

gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale defi nisce la nuova proposta di modifi ca della legge elettorale vigente (la n. 5/2012) che estende il limite dei due mandati a tutti i consiglieri regionali. “Ritengo che 10 anni di attività politica in Regione siano un periodo più che suffi ciente anche per i consiglieri, per dare il meglio delle proprie capacità politiche. Gli effetti della proposta di Padrin sull’attuale Consiglio regionale determinerebbero un vasto ricambio della classe politica regionale, in tutte le forze politiche. Presenze troppo prolungate nel tempo in ruoli di responsabilità regalano un indebito vantaggio di relazioni, visibilità e potere, a danno di quanti non sono presen-ti nelle istituzioni”.

leonardo Padrin, (FI)“poLItICI In regIone: due mandatI bastano”!

“Invito i polesani ad aprire gli oc-chi su quello che sta accadendo ed a mobilitarsi per prevenire

l’emorragia dei nostri migliori speciali-sti. Nel Piano socio sanitario è previsto che per ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento, con specialità di base e medio livello, e la presenza di alte spe-cialità per un territorio più ampio, costituendo centri hub a livello sovra-aziendale. Questo principio è stato defi niti-vamente affossato con la Dgr 1630 del 9 settembre che declassa defi nitivamente l’ospedale di Rovigo, che invece di essere hub diviene un ospedale di serie B. Oggi, le specialità stralciate all’ospedale di Rovigo sono proprio quelle che, in-vece, avrà il nuovo ospedale di Schiavonia, a Monselice, un ospedale costruito con un project fi nancing”.

graziano Azzalin (PD)tagLIo gravIssImo deLLa sanItà poLesana

“Il Governo italiano si sta comportando come il peggiore dei motoscafi sti. Pro-prio come i motoscafi sti scaricano uo-

mini, donne e bambini sulle nostre coste senza alcun scrupolo e senza nessuna pietà, l’Esecuti-vo nazionale sta scaricando sugli enti locali la gestione di una emergenza umanitaria che si sta aggravando di giorno in giorno. Dobbiamo dire basta: altro che Mare nostrum, Veneto nostrum!”.

A dirlo è l’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti sostenuto da Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, capogruppo e vice-capogruppo di Forza Italia per il Ve-neto. “Il Veneto è da sempre terra di accoglienza, ma quella che si sta registrando in queste settimane è una invasione senza regole che rischia di far saltare gli equi-libri socio-economici raggiunti dopo decenni di graduale integrazione. Mille arrivi in meno di due giorni sono davvero troppi; mettono a dura pro-va le strutture e lo stes-so volontariato che fi nora non si è mai tirato indietro”.

“La linea di questo Governo è quella di scaricare l’emergenza sui Prefetti, a loro volta sempre più imbarazzati nell’approcciarsi ai sindaci, i veri anelli deboli della catena. Tocca all’Esecutivo as-sumersi la respon-sabilità degli arrivi; scaricare sugli altri è fi n troppo facile”.

“IL governo È IL peggIore deI motosCafIstI”Massimo giorgetti

Clodovaldo Ruffato

22 Voci da palazzo

Page 23: Rovigo sett2014 n119

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25Voci da palazzo 19Voci da palazzo

“Esprimiamo profonda preoccupazione sul lavoro di ENIT – sostiene Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto – che così non funziona

e dev’essere trasformato in una macchina da guerra per la promozione del turismo, come succede in altri paesi, Spa-gna in primis. Non chiediamo alla Regione di aiutare gli al-bergatori – continua Michielli – ma di attrezzare la logisti-ca del terriorio con servizi di trasporto o navette, pubbliche o private, che dagli aeroporti riescano a portare i visitatori direttamente alle località turistiche. Dobbiamo fi nalmente rendere facile al turista venire e muoversi in Italia”.

Fa eco il consigliere del Ministero del Turismo e alla Cultura, Stefano Ceci: “Il problema del turismo non è una questione di posti letto, ma riguarda gli spostamenti delle persone. La mobilità è diventata un punto strategico e deci-sivo per lo sviluppo di questo settore – e aggiunge Ceci - da Roma proporremo degli incentivi fi scali ai Comuni che inve-stono nella riqualifi cazione del loro Piano Urbanistico per migliorare l’offerta turistica anche abbattendo le vecchie strutture ricettive eredi della cementifi cazione selvaggia dei nostri paesaggi. Con altri sgravi fi scali, invece, cercheremo d’incentivare la digitalizzazione del turismo, diventato il mezzo imprescindibile per ricevere prenotazioni e pubbli-cizzare l’accoglienza”.

CommentI

Dagli operatori turistici al consigliere del MinisteromIChIeLLI: “LavorIamo suLLa promozIone” CeCI: “strategICI mobILItà e InnovazIone”

L’analisi tecnica Il direttore del Dipartimento regionale del Turismo Paolo Rosso

Il Veneto si conferma locomotiva dell’economia del turismo nazionale. Prima regione italiana per pre-senza turistica, a un anno di distanza dall’entrata

in vigore della nuova legge regionale sul turismo, il Veneto tira le somme e si prepara ad affrontare nuovi scenari per il futuro.

“Il turismo è diventato l’industria più importante del Veneto – afferma Paolo Rosso, direttore del Di-partimento regionale del Turismo – ma necessita di un adeguamento delle sue strutture e infrastrutture di accoglienza per migliorarne offerta e appetibilità turistica. La legge 11 del 2013 aggiorna sicuramente l’approccio governativo di questo settore e sposta fi nal-mente l’attenzione sui suoi due attori fondamentali: le imprese e i clienti turisti”.

Non più strutture asettiche, ma sistemi turistici tematici e organizzati secondo le caratteristiche natu-rali, culturali e artistiche del territorio in cui le imprese s’inseriscono.

“La nostra regione è ricca di prodotti turistici da sviluppare – spiega Paolo Rosso – basti pensare a tutti i paesaggi che offre, dalle spiagge alle Dolomiti, Vene-zia e la sua Laguna fi no al Lago di Garda. Bisogna im-pressionare il turista proponendogli esperienze ad alto impatto emozionale legate ad ogni particolare territorio che lo motivino a tornare in Veneto”.

A questo scopo, la nuova legge regionale sostituirà le vecchie APT con Organizzazioni per la Gestione della Destinazione (OGD) preposte a creare un tavolo per-manente tra amministrazione e privati per migliorare

la commercializzazione di ogni destinazione regionale. Le prime sei regioni della classifi ca nazionale (Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e Trentino Alto-Adige) rappresentano da sole il 70% delle entrate dell’intero comparto turistico.

Il Veneto, capolista italiano, conta il 64% di presen-ze straniere, si colloca anche tra i primi posti delle mete turistiche internazionali, subito dopo le Isole Baleari e prima della Provenza. Oltre ai fedelissimi tedeschi, in-

glesi, scandinavi, francesi e nordamericani, negli ultimi anni sono i turisti dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ad essere aumentati esponenzialmente.

“Un dato di cui tenere assolutamente conto nell’o-spitalità – sostiene il direttore del Dipartimento regio-nale del Turismo – perché i turisti di nazionalità Bric sono anche coloro che spendono di più al giorno sul nostro territorio. Primi in assoluto i russi, con una media di 150 euro al giorno, seguiti da brasiliani, statunitensi, cinesi e tedeschi. Dobbiamo farli sentire a loro agio, perché tornino in Veneto e non vadano altrove”.

Fondamentale l’inserimento in rete di tutte le strutture ricettive, perché la prenotazione via web è diventato il metodo d’acquisto turistico più usato a cui gli hotel, bed and breakfast, agriturismi e campeggi devono adeguarsi.

“Cambieranno anche i servizi d’informazione e accoglienza turistica– aggiunge Paolo Rosso - di cui si potrà occupare l’amministrazione pubblica o privati in convenzione. L’importante è che le formule varino contestualmente al territorio. Così ritroveremo lo IAT o l’Info Point, pensando anche a sistemi in mobilità dell’utente e alle famose App per smartphone”.

Indispensabile, infi ne, un piano per l’incremento della logistica, di cui si discute anche a livello naziona-le, e dei servizi aeroportuali, con un occhio di riguardo ai voli low-cost, da considerare ormai parte integrante nella scelta di una meta turistica.

Sara Boscolo Marchi

Veneto, volano del turismo nazionale, si prepara alle sfi de future

La politica si confronta con il mondo degli operatori turistici, le associazioni di categoria, le organizzazio-ni sindacali, tecnici e addetti ai lavori in un dibattito

pubblico organizzato per fare il punto della situazione ad un anno dall’approvazione della nuova legge regionale, la n. 11 del 2013, sul turismo. L’iniziativa, dello scor-so 10 ottobre a Sottomarina di Chioggia, è del gruppo regionale del Partito Democratico che si propone di met-tere a fuoco opportunità e criticità di una legge che rego-lamenta un’attività principe dell’economia regionale, in una fase di profondi e radicali cambiamenti.

A fare gli onori di casa il capogruppo del Pd Veneto Lucio Tiozzo che ha introdotto i lavori e gli ospiti del convegno: il segretario regionale, Roger De Menech e il consigliere Roberto Fasoli, il direttore del Dipartimento del Turismo per la Regione Veneto, Paolo Rosso; l’asses-sore al Turismo di Chioggia, Maurizio Salvagno e Stefano Ceci, consigliere del Ministro al Turismo e alla Cultura Franceschini.

“Il Veneto - ha esordito Tiozzo - si conferma anche nel 2014, nonostante la stagione controversa per l’incle-menza del tempo, la prima regione in Italia e la quinta in Europa per le presenze turistiche: 62milioni l’anno pas-

sato. Un primato che conferma il ruolo trainante che il turismo gioca nell’economia regionale, a maggior ragio-ne se si pensa che rappresenta un’industria che nessuno può delocalizzare”.

Alla luce di queste considerazioni risulta perciò stra-tegica la nuova legge regionale che introduce elementi di innovazione nell’ambito di un settore che sta cambian-do pelle ed i provvedimenti messi in campo dalla Giunta regionale e dall’attività del Consiglio.

“La Legge - prosegue il capogruppo del Pd Veneto - punta al potenziamento di tutti gli asset tradizionali dell’offerta turistica, da Venezia alla montagna, dalle spiagge al Delta, dai laghi ai fi umi per alimentare nuove capacità del comparto e proporsi su scala nazionale e internazionale in modo innovativo”. Un’azione che trova supporto nel Decreto legge 83 presentato dal Ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini che su scala nazionale rafforza questa impostazione di valo-rizzazione di tutte le voci che, aggregate, rappresentano i punti di forza del turismo: la cultura, i centri storici, l’enogastronomia...

Importante anche il primo voto al Senato sulla mo-difi ca del Titolo V della Costituzione, dove negli articoli

116 e 117 si ridefi nisce in maniera chiara il rapporto di competenze tra Stato e Regioni anche in materia di turismo.

Lucio Tiozzo ribadisce dunque “l’impegno del Partito democratico in questo ultimo scampolo di legislatura ver-so questo tema che rimane una voce predominate della nostra azione politica” anche in prospettiva di una futura eventuale vittoria alle prossime regionali.

L’appello agli operatori e a tutti gli addetti ai lavori è dunque quello di fare squadra, anche in un contesto di rapporto dialettico e talvolta confl ittuale, ma sempre profi ucuo per rispondere alle sfi de del futuro.

Il segretario regionale del Pd e deputato Roger De Menech ha insistito sull’azione che il Governo nazionale sta portando avanti attraverso la riforma del titolo V fi na-lizzata a riqualifi care il sistema Paese anche a scopo di rilanciare il turismo. “Dobbiamo legare il turismo - ha det-to nel suo intervento - alle bellezze del paesaggio, alle infrastrutture che devono essere funzionali e accoglienti. Da questo presupposto di una visione complessiva nasce il concetto nella riforma del titolo V di far sì che alcune funzioni dai Comuni tornino allo Stato, coordinatore cen-trale del progetto di riqualifi cazione del sistema Italia.

Per fare bene il turismo, che è una vera e propria indu-stria, bisogna gestire in maniera professionale il Paese”.

Più tecnico l’intervento del consigliere regionale del Pd Roberto Fasoli che pur premettendo il buon risultato ottenuto dai lavori che hanno portato alla nuova legge regionale sul turismo ha voluto soffermarsi sulle criticità che ancora interessano il settore. Da quelle contingenti come il futuro dei lavoratori delle Apt, considerata l’im-minente chiusura dell’ente, che non possono essere assorbiti dalla pubblica amministrazione essendo assun-ti con contratti privatistici. Al nuovo assetto delle Odg (organizzazione di gestione delle destinazioni) gestite in cooperazione pubblico-privato, a quello dei fi nanziamen-ti che prima erano regionali, al demanio marittimo, alla tassa di soggiorno la cui norma nazionale va cambiata chiarendo che si tratta di una tassa di scopo.

Infi ne un’esortazione guardando al futuro. “Il Ve-neto - ha concluso Fasoli - è un laboratorio importante, non deve seguire il carro ma dettare le norme a livello nazionale anche in ambito turistico”.

Il Pd Veneto strizza l’occhio al settore, promettendo di esserci nelle prossime sfi de, pronto a dare risposte di cui c’è bisogno.

Politica ed economia Il dibattito pubblico organizzato dal Partito Democratico regionale

Pd: “Il turismo del futuro in Veneto”

Da sinistra De Menech, Fasoli, Rosso, Salvagno e Lucio Tiozzo

Ad un anno dall’approvazione delle legge regionale n.11 del 2013 si rifl ette su opportunità e criticità per un settore trainante dell’economia veneta che sta cambiando pelle

Paolo Rosso

“Bisogna impressionare il turista proponendogli esperienze ad alto impatto emozionale e così convincerlo a tornare in Veneto”

Sistemi turistici tematici, commercializzazione di ogni destinazione, la rete e la logistica sono le direzioni su cui si deve lavorare

Da sx Marco Michielli e Stefano Ceci

S.B.M.

di Ornella Jovane

Page 26: Rovigo sett2014 n119

20 Cultura veneta

Un percorso espositivo che conta 72 opere scelte dal deposito concesso al museo veneziano, con lavori esposti per la prima volta

Un nuovo capitolo espositivo in collaborazione con The Sonnabend Collection Foundation è proposto alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Cà Pe-

saro Venezia, fi no al 4 gennaio 2015, dopo l’esposizione dell’anno passato. La mostra “Da Rauschenberg a Jeff Koons. Lo sguardo di Ileana Sonnabend” apre nuova-mente un percorso sulla storia dell’arte del secolo scorso, attraverso l’occhio mercantile di una potente gallerista: Ileana Sonnabend, ossia Ileana Schapira (Bucarest 1914 - New York 2007). Moglie di Leo Castelli fi no al suo de-cesso e successivamente di Michael Sonnabend, Ileana aprì in questi sodalizi diverse gallerie: Parigi nel ’39, New York nel ’57 con artisti quali Jasper Johns, Robert Rau-schenberg, Andy Warhol, fi no alle successive sempre a Parigi nel ’62 e New York 1970. Di carattere tosto, unito a una forte dose di opportunismo, all’epoca la signora dell’arte imperava sugli artisti tanto che da quest’ultimi usciva spesso la frase: “Se lo dice Ileana ..” Il percorso espositivo consta di 72 opere, scelte dal deposito conces-so al museo veneziano, con lavori esposti per la prima volta quali “Infl atable Flower (Yellow)” del 2011 di Jeff Koons, “None Sing/Neon Sign” (1970) e “Eat Death” (1972) di Bruce Nauman. A questi si affi anca una sezio-ne dedicata all’arte povera con opere di Jannis Kounellis,

Gilberto Zorio, Mario Merz, Pier Paolo Calzolari e Giovan-ni Anselmo. Inoltre si possono ammirare capolavori quali “Figure 8” di Jasper Johns del ’59 e le opere “Interior - Combine painting” del ‘56, “Payload” (1962) e “Kite” (1963) di Robert Rauschenberg artista che Ileana, assie-me a Leo Castelli e Alan Solomon, contribuì a portare alla Biennale di Venezia del 1964, facendolo vincere il Gran premio della Pittura grazie anche all’intervento del critico italiano Marchiori. Altri artisti presenti sono Andy Wharol con otto lavori quali “Nine Jackies” (1964), “Triple Rau-schenberg” e “Cambell’s Soup Can - Turkey Noodle” (1962), Roy Lichtenstein, Jim Dine, James Rosenquist, Claes Oldenburg e Tom Wesselman. L’esposizione chiude con una sala dedicata alla Minimal Art con alcune impor-

tanti sculture datate anni Sessanta, composte di forme geometriche elementari singole o ripetute, realizzate con materiali di preferenza industriali dagli artisti Dan Flavin, Donald Judd e Robert Morris. Una mostra che testimo-nia un percorso reale dell’Arte che, dagli anni sessanta, attraverso la via commerciale di mercanti e galleristi ha determinato la forza della produzione artistica maggior-mente statunitense. La collezione Sonnabend, come indica la direttrice dei Musei Civici Veneziani, Gabriella Belli, è “diventata parte del patrimonio museale di Cà Pesaro anche se si tratta di un prestito a lungo termine: una prosecuzione delle collezioni che come acquisizioni si è fermato agli anni ‘60”.

di Alain Chivilò

Venezia La signora dell’arte imperava sugli artisti che spesso dicevano: “Se lo dice Ileana”

La collezione Ileana Sonnabend Continua la rassegna che porta nei migliori teatri e piazze della

Regione alcune delle voci più belle del mondo. Tra queste c’è sicuramente quella di Noa una cantautrice e percussionista di

origine yemenita/israeliana/americana, che insieme con Gil Dor ha entusiasmato e incantato il pubblico di tutto il mondo con il suo unico, appassionato e intelligente stile di scrittura e di interpretazio-ne. Sarà in concerto sabato 25 ottobre alle ore 21.00 al Teatro Accademia di Conegliano. Al centro dello spettacolo Love Medicine, frutto della collaborazione di Noa con Gil Dor, da sempre al suo fi anco come direttore musicale e chitarrista. Un album che nasce da quattro anni di lavorazione: una pausa creativa in cui hanno tradot-to in musica tutte le sfumature delle emozioni e l’energia scaturite da incontri signifi cativi e luoghi magici. Noa sarà accompagnata da Gil Dor alla chitarra, Adam Ben Ezra al basso e Gadi Seri alla bat-teria, insieme a un quartetto d’archi. I live saranno l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo, omonimo CD, e al tempo stesso per ripercorrere le canzoni più amate della carriera di questa straordina-ria interprete, capace di conquistare anche l’ascoltatore più esigente con la sua voce angelica e la sua presenza scenica magnetica. La musica per Noa è anche strumento per il suo instancabile e corag-gioso lavoro per la pace nel suo Paese. I suoi numerosi impegni di volontariato in tutto il mondo, le sono valsi titoli e riconoscimenti, tra cui Ambasciatrice di buona volontà della FAO, Cavaliere della Repubblica Italiana, il Chrystal Award del WEF di Davos, la Colomba della Pace di Shimon Peres e molti altri ancora. Ma nel calendario di Veneto jazz sabato 1 novembre c’è Gilberto Gil e ancora il 13 novembre Robert Glasper mentre Cassandra Wilson, la signora del Jazz, sarà al Teatro Nuovo di Verona sabato 13 dicembre. Per i dettagli: http://www.venetojazz.com

veneto Jazz

a ConegLIano noa e La sua voCe per La paCe

M.P.

Fondazione Prada

Il rapporto tra arti visive e suono, dal Cinquecento alla nostra contemporaneità attraverso il ruolo dell’artista musicista e

degli strumenti musicali, è la tematica della mostra che fi no al 3 novembre la Fondazione Prada di Venezia, sede a palazzo Cà Corner, propone durante il periodo della Biennale Architettura. Le sonorità si mettono in rela-zione con le opere d’arte trovando similitudini e diversità. L’esposizione si sviluppa nei due pia-ni principali di questa storica residenza riu-nendo più di 180 opere e oggetti, tra dipinti e partiture, strumenti mu-sicali decorati, automi e macchine musicali, sculture e readymade. Un allestimento che ri-manda al concetto dello spartito nel quale una struttura lineare crea la planimetria e la disposizione ambientale dei supporti, mentre la scrittura musicale che lo compone è sostituita dagli oggetti e dagli strumenti in mostra. Il XVI secolo inizia il percorso espositivo con dipinti a soggetto mu-sicale realizzati da Bartolomeo Veneto e Ni-cola Giolfi no (1520 – 1530) per proseguire con strumenti musicali realizzati da Giovanni Battista Cassarini e Michele Antonio Grandi nel Seicento. Nella storia i secoli XVIII e XIV evidenziano l’evoluzione musicale che portò

alle esplorazioni del 1900. Il secolo passato, suddiviso tra arte moderna e contemporanea, tocca le principali tappe artistiche attraverso il movimento Fluxus con John Cage, George Maciunas e Joe Jones, il Nouveaux Réealism di Jean Tinguely e Arman: tutti artisti caratte-rizzati da opere con assemblaggi precostitui-ti, casuali e dispositivi musicali. Da qui le re-

lazioni che i diversi soggetti hanno avuto con le sonorità sono molti, da Tom Wesselmann, Claes Oldenburg a Coosje van Bruggen per esempio. Relazioni con spartiti, banjo, violini e chitarre fi no alle opere interattive con il pub-blico di Laurie Anderson con Handphone Table (1978), Loris Gréaud con Crossfading Suitca-se (2004) e Doug Aitken con Marble Sonic Table (2011). Una mostra divulgativa che aiuta a comprendere la complessità creativa che contraddistingue tuttora musica e arte.

Art or Sound

A Venezia, isola della Giudecca, la Casa dei Tre Oci sta divenendo anno dopo anno la sede principale per la fotografi a d’arte della Serenissima. Fino all’08 dicembre la mostra “Venezia si difen-

de 1915 – 1918” testimonia, a cento anni dall’inizio internazionale della Grande Guerra, le protezioni ideate per far fronte alle incursioni aeree austriache. In totale furono 42 gli attacchi che scaricarono sulla città un totale di 1029 bombe (300 solo durante la notte tra il 26 e il 27 febbraio 1918), con il risultato di provocare ingenti danni materiali, ma soprattutto 52 vittime e 84 feriti tra la popolazione. Le quattro sezioni del percorso espositivo mostrano come Venezia si di-fese, inserendo un focus sulla più importante azione militare italiana durante la I guerra: l’affondamento della corazzata Wien nel porto di Trieste, compiuto dai Mas guidati dal tenente di vascello Luigi Rizzo. Lungo la mostra si percepisce come fu studiata e attuata un’impor-tante strategia difensiva partendo dalla protezione dei monumenti

cittadini. Murature di rinforzo, “saccate”, imbragature di legno, rimo-zione di monumenti pubblici, palloni frenanti per ostruire lo spazio aereo e altane trasformate in postazioni di avvistamento e di difesa antiarea attraverso fucilieri della Marina e volontari pronti al fuoco sono gli strumenti attuati durante la guerra. Tutto questo ha creato la modifi ca degli usi e costumi dei veneziani che dovevano sempre pensare a essere vicini ai rifugi in occasione delle frequenti incursioni, ascoltando il suono delle sirene, vivendo anche nell’oscuramento, aiutando la rimozione delle macerie, fi no al continuo andirivieni negli ospedali. A conclusione del percorso espositivo un corpus illustrativo pone l’accento sulle cartoline postali e sulle campagna di sostegno e sottoscrizioni. Una mostra dunque che mette in luce una testimo-nianza sugli effetti della Grande Guerra, che diventano a loro volte documenti indispensabili per approfondire ulteriormente la tragicità dell’evento.

grande guerrra 1915-1918

VENEZIA SI DIFENDE

Al.Ch. Al.Ch.

26 Cultura veneta

Page 27: Rovigo sett2014 n119

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Argos è semplice e tutta incentrata sulla fiducia e sulla percezione dei nostri clien-ti. Gli elementi decisivi sono infatti la ca-pillarità della rete di vendita e la forza del servizio di customer service. In altri termini, a determinare il successo di Argos Energia è la qualità del servizio che siamo in grado di offrire, più che lo stesso sconto del 15% sulle forniture che garantiamo per sempre a tutti i nostri clienti».Sia per le utenze private sia per le azien-de, Argos offre tre tipologie di contratto: solo Gas, solo Elettricità, Luce + Gas. A tutte le categorie di clienti e per ogni ti-pologia di contratto la società riconosce a vita uno sconto del 15% rispetto alle tariffe correnti.Ma i veri punti di forza di Argos, come detto, sono la forza e la qualità della rete di vendita e di assistenza. Innanzitutto, gli sportelli sono gestiti direttamente da personale aziendale, e non affidati a ter-zi. L’assistenza telefonica viene garantita attraverso il numero verde gratuito 800-178997, attivo dalle 8 alle 20 dal lunedì al

venerdì, e dalle 9 alle 12,30 il sabato.Anche l’area clienti online sul sito www.ar-gosenergia.com è gestita direttamente da addetti Argos ed è ottimizzata per rendere intuitivi e immediati il fai-da-te e il con-trollo di ogni fase della fornitura. A partire dall’autolettura, che garantisce all’utente il controllo totale dei suoi consumi e del-la relativa spesa, mettendolo al riparo da qualsiasi brutta sorpresa in bolletta. E an-che quest’ultima è trasparente e semplice da leggere: tutte le voci sono comprensibili e ogni mese si paga solo quanto effettiva-mente consumato. In questo modo è facile tenere d’occhio la spesa.«Con noi il cliente è tutelato a 360 gradi – continua Peruzzo –, perché non solo co-nosce direttamente la persona con cui ha

stipulato il contratto, ma può anche con-tattarla personalmente per ogni esigenza di informazione o chiarimento. La nostra filosofia è semplice: l’utente, che sia una famiglie o un cliente business, si deve sen-tire sempre accolto e ascoltato. Il risulta-to di tutto questo è che ogni sua esigenza trova sempre accoglienza diretta e qua-lificata. Il suo interlocutore non sarà mai impreparato, né tanto meno gli risponderà un call center ubicato chissà dove, senza alcun legame con il territorio e con il ser-vizio erogato». Affidabilità, competenza, capillarità dei servizi, personalizzazione del rapporto, trasparenza della fatturazione, competi-tività delle tariffe: tutti buoni motivi per scegliere Argos Energia.

Page 28: Rovigo sett2014 n119

14 Sì,viaggiare

Vespe gialle si muovono gaie e leggere tra i fi lari delle viti, sullo sfondo di paesaggi di rinascimentale bellezza. Paesaggi dove l’uomo è intervenuto con saggezza,

rispettando la naturale armonia dell’ambiente. Percorrere in allegria con la moto i sentieri tracciati fra i vigneti che ordinata-mente ricamano le colline del Collio è un’idea stravagante (ma azzeccata) di Edi Keber, Josko Sirk e alcuni loro amici in vena di lanciare qualche novità. Il tour a bordo del popolare scooter della Piaggio, quello reso universalmente famoso da Audrey Hepburn e Gregory Peck nel fi lm “Vacanze romane”, è un modo per godere degli splendidi scorci racchiusi nel territorio delimitato dallo Judrio e dall’Isonzo, incorniciato fra i dolci pendii vitati dove nascono i celebrati vini bianchi del Collio. Vini così buoni da far meritare alla zona l’appellativo di “Borgogna italiana”. La sosta in qualche selezionata cantina aiuta poi a catturare anche i profumi di questa terra baciata da Bacco e tenuta meglio di un giardino da chi la lavora. L’escursione sulle scanzonate Vespe gialle ha colpito anche una giornalista americana e così l’esperienza è fi nita persino sul New York Times. Un reportage di tre pagine che ha dato una visibilità incredibile al Collio.

La cartina che indica i sentieri per le Vespe è signifi camen-te priva dei confi ni fra Italia e Slovenia. Un modo per esorciz-zare e archiviare defi nitivamente il passato, quando il Collio

era diviso in due e la cortina di ferro che correva dal Baltico all’Adriatico tagliava a metà persino il piazzale della stazione di Gorizia. Ora il Collio, la cui parte slovena si chiama Brda, è tornato unico, come lo era stato per secoli, prima sotto il Vesco-vado di Aquilea e poi sotto la corona d’Asburgo. I confi ni sono spariti. Attraversarlo in libertà signifi ca non accorgersi nemme-no più dell’assurda lacerazione provocata dalla Guerra Fredda, che qui tagliò poderi e vigneti, chiese e cimiteri, in qualche caso persino i cortili delle case. La Vespa gialla è stata una trovata molto apprezzata dagli enoturisti. Si sa, il turismo del vino in Italia muove ogni anno circa cinque milioni di persone e di idee nuove ce n’è sempre bisogno. Un gruppo di cinque vignaioli, un’avanguardia culturale (e colturale), s’è messo in testa di valorizzare ancora di più questa terra eletta di grandi vini e ha creato “Collio Vitae”, che riprende la positiva esperienza di “Piccolo Collio”, associazione per il territorio creata da artigiani del gusto e ristoratori, nobili contadini e vignaioli che amano la zona. “Collio Vitae” ha come stella polare l’eccellenza: Roberto Picech, Edi Keber, Damijan Podversic, Damian Princic e Dario Raccaro la perseguono senza compromessi, come stanno a dimostrare i tanti riconoscimenti meritatisi dai loro vini. Oggi per loro il Collio è un unico vino, dalla qualità allo stato puro: un blend fra i vitigini della Doc Collio, in primis Ribolla gialla, Malvasia istriana e Tocai friulano. Un unico vino

a cui ciascuno di loro però vuol dare sfumature diverse per connotare il proprio talento creativo. Edi Keber lo ha chiamato Collio. Collio e basta. E per farlo utilizza Ribolla, Malvasia e Tocai (pardon, Friulano). Raccaro ha fatto lo stesso: il suo Col-lio è un uvaggio composto da Tocai friulano (qui lo chiamano ancora così alla faccia degli ungheresi), Sauvignon e Pinot grigio. Picech ha scelto Jelka (Gabriella in sloveno, la mamma di Roberto l’attuale titolare della cantina), prodotto con vini ottenuti da uve provenienti da vecchi viti di Tocai friulano, Mal-vasia e Ribolla gialla. Il primo affi nato in botte grande, gli altri in tonneaux. Picech ha pure ricavato una accogliente foresteria agrituristica accanto alla cantina: gli sono arrivati ospiti anche dalla Nuova Zelanda. Princic ha eletto a vino simbolo il suo Colle Duga: Sauvignon, Tocai friulano e Chardonnay. Infi ne il “fi losofo” Damijan Podversic: il suo Kaplia, un blend fra Chardonnay, Tocai friulano e Malvasia istriana, è frutto di uve raccolte in surmaturazione, lunghe macerazioni sulle bucce, affi namento in botti grandi e poi in bottiglia.

L’obiettivo di Collio Vitae è dare un appeal diverso al Collio: non più la regione delle ultime viti dell’impero, ma il cuore della nuova Europa, sinonimo internazionale di una terra vocata al vino com’è avvenuto per la Borgogna, la Mosella, la Wachau austriaca. Insomma, i cinque vignerons di Collio Vitae sono convinti che sia giunto il momento anche per il Collio di

darsi un’identità più forte e marcata. Basta con i troppi vitigni internazionali e in alternativa creare un vino unico che connoti fortemente la zona (vedi l’esempio del Franciacorta) e nel contempo dare più valore al lavoro nel vigneto con coltivazioni più sostenibili, in molti casi biologiche, in modo che la differen-za di qualità si percepisca nel bicchiere. Dal vino al territorio. Il Collio e la zona circostante hanno molto da offrire anche sotto il profi lo turistico. Basta pensare ai castelli (quello di Spessa e quello dei conti Formentini a San Floriano sono circondati da campi da golf), ai borghi storici, alle pievi, ma soprattutto alle testimonianze della Grande Guerra: dal sacrario di Oslavia, al museo sul monte San Michele, o a quello ospitato al Castel-lo di Gorizia. E poi alle trincee, molte delle quali in vista del Centenario sono state ripristinate e rese agibili alle visite degli escursionisti. E poi c’è il Parco Ungaretti di Sagrado che ricor-da l’esperienza dolorosa del poeta-soldato durante la Grande Guerra. La sua vita in trincea è condensata in opere che tutti abbiamo studiato a scuola, come San Martino del Carso, dove la tragicità del confl itto si avverte nel suo quotidiano incontro con la morte, magari nella descrizione cruda del volto devasta-to di un compagno ucciso dal fuoco nemico. Il parco letterario è impreziosito da artistiche e ardite installazioni che riportano i versi del poeta. Dal belvedere del parco lo sguardo si spinge fi no al mare, fi no a Grado, fi no al golfo di Trieste.

NELLA FOTO GRANDE UNA VISTA PANORAMICA DEL COLLIO DALL’AZIENDA DI DAMIJAN PODVERSIC. A DESTRA, IN ALTO, LE VESPE GIALLE DEL COLLIO E UNA VECCHIA PIANTA DI VITE DELL’AZIENDA RACCARO. PIÙ SOTTO: IL CASTELLO DI SPESSA. A SINISTRA: UNA CAMERA DELL’AGRITURISMO DI ROBERTO PICECH E I CINQUE VIGNERONS DI COLLIO VITAE. SOTTO, DA SINISTRA: UNA MAPPA STORICA DEL COLLIO, I CINQUE VINI SIMBOLO DI COLLIO VITAE, UNO SCORCIO DELLA ZONA E LA STORICA CANTINA DI EDI KEBER

PER LA QUALITÀ DEI SUOI BIANCHIS’È MERITATO L’APPELLATIVO

DI “BORGOGNA D’ITALIA”DOPO L’APERTURA DELLE FRONTIERE

CON LA SLOVENIA LO SI PUÒ VISITAREINTEGRALMENTE IN PIENA LIBERTÀ

UN’IDEA ORIGINALE È FARLOA BORDO DI UNA VESPA GIALLA

CINQUE VIGNERONSUNITI IN “COLLIO VITAE”

GUARDANO AL FUTUROPUNTANDO SU UN VINO UNICO

CHE DIA PIÙ IDENTITÀ ALLA ZONASIRK, L’ARTE DELL’ACETO

Collio territorio da bere

FRIULI VENEZIA GIULIA

C’è aceto e aceto. Da una terra di grandi vini come il Collio nasce uno dei grandi aceti italiani. Lo produce Josko Sirk alla Subida di Cormons. Sirk nella vita fa

anche il ristoratore (è suo lo storico ristorante “Al cacciato-re”) e offre ospitalità agrituristica di alto livello. Sirk (nella foto) ottiene il suo grande aceto direttamente dalle uve prodotte nelle vigne adiacenti all’acetaia. Le uve deraspa-te fermentano in tini di rovere, poi viene innescata la fermentazione acetica con l’aceto madre. Dura quasi un anno. Poi l’affi namento in piccole botti per altri tre o quattro anni. La qualità delle uve e il lunghissimo contatto con le bucce e le fecce nobili, permettono di ottenere un prodotto di grande struttura, ricco di minerali, persistente e complesso. Josko Sirk, opera dell’architetto Markus Klaura, su prenotaazione apre la sua acetaia alle visite.

28 Sì, viaggiare

Page 29: Rovigo sett2014 n119

ISOLA DELLA SCALA (VR)

14a

DAL 13 AL 30NOVEMBRE 2014

Iniziativa fi nanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007 - 2013, Asse 4 - Leader. Organismo responsabile dell’informazione: Comune di Isola della Scala. Autorità di gestione: Regione del Veneto - Direzione Piani e Programmi del Settore Primario. COMUNE

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Page 30: Rovigo sett2014 n119

40 Concerti e non solo

gran teatro geoxmorrIsseY, 22 ottobre a padova

Mercoledì 22 ottobre arriva a Padova l’attesissimo tour di Morrissey: sul palco del Gran Teatro Geox la voce storica degli Smiths proporrà i brani dell’ultimo album da solista.Morrissey, l’artista più importante dell’ondata

british wave, torna infatti nella sua amata Italia per sei date del suo incredibile tour mondiale. Il mese scorso, Morrissey ha rilasciato, dopo cinque anni, l’album solista dal titolo “World Peace Is None Of Your Business”. Sempre tagliente, sarcastico e dallo stile inconfon-dibile, l’artista inglese è pronto ad incontrare nuovamente i fans italiani e a cantare con loro.Nato in Inghilterra da genitori irlandesi, Steven Patrick Morrissey è stato la voce di uno dei gruppi cardine della musica inglese degli anni Ottanta, gli Smiths. Finita l’esperienza con la band, Morrissey si è cimentato subito in una carriera solista ricca di grandi successi. Il primo album, “Viva hate”, fu pubblicato sei mesi dopo lo sciogli-mento del gruppo, a conferma del fatto che la carriera del cantante era tutt’altro che fi nita. Da allora Morrissey non si è più fermato, continuando a incontrare i suoi fan in occasione di tour di successo.Con gli Smiths Morrissey ha inventato l’indie-rock inglese così come lo conosciamo oggi, formando con Johnny Marr una delle coppie

d’autori più amate dai tempi di John Lennon e Paul McCartney.Il concerto di Padova sarà quindi un’occasione imperdibile per ap-prezzare dal vivo l’artista che è stato annoverato da Rolling Stones tra i cento cantanti migliori di tutti i tempi.

Palasport di Verona15 novembre 2014 paLasport dI veronaI subsonICa tornano Con un dIsCo e un tour per uno shoW InnovatIvo sorprendente InImItabILe

In questi mesi Sa-muel, Max Casac-ci, Boosta, Ninja e

Vicio hanno riacceso i motori, ritrovandosi tutti insieme a con-frontarsi, scrivere e registrare nuove idee con il desiderio comune di far girare un po’ di sub vibes e ritornare sul palco. Un nuovo progetto, quindi, per la band che è riuscita sempre a sperimentare coinvolgendo un pubblico in costante crescita. Nella loro musica l’elettronica, il dub, la dance e il rock si mixa-no in un insieme unico e originale che è il SUONO dei SUBSONICA, po-tente, riconoscibile e inimitabile. Una ricerca costante che non indugia in virtuosismi ma che trova concretezza in grandissime canzoni.

tutte le info: www.ecoveneto.it - www.picklook.com

In veneto eventI

mille e ancora mille...pagina a cura di graziano edi Corazza1134

Yavanna... quando IL CLassICo InContra L’eLettronICa tre soreLLe Che vogLIono andare ”dove Le porta IL Cuore” Yavanna Kementeri e’ un personaggio di Arda, l’universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien (quello de “Il Signore degli Anelli”. E’ una Vala, nonche’ una degli Aratar... ed e’ anche il nome scelto da tre sorelle piemontesi (sono di Cuneo) nel quale identifi care la propria musica. Incontro le Yavanna pochi giorni fa a Piove di Sacco (Pd). Le tre ragazze pie-montesi sono venute anche nel Veneto per promuovere il loro disco “Intuito Al-chemico”. Sono tre sorelle gentili, alla mano. Virginia di 34 anni - pianoforte, mamma di un bambino di due anni e mezzo; Letizia di 32 anni - fl auto, Anita: 28 anni - violino. Volti molto giovanili con parecchi anni trascorsi sui loro strumenti classici ed anche a fare “qualche marchetta sonora” nei matri-moni, conventions, e feste in genere, facendo anch’esse covers. Una gavetta che ha loro contribuito ad amalgamare le armonie vocali. La loro musica e’ nata per gioco, in quanto la musica in famiglia era di casa... con genitori ap-passionati di “classica”. La vostra formazione musicale? Letizia parla a nome delle tre: “Tutte e tre abbiamo una formazione classica. Anita ha anche suonato ed ascoltato un po’ di musica celtica. Hanno penato un bel po’ prima di incontrare Luca Vicini “Vicio” (bassista dei Subsonica) ed arrivare al loro album comple-to. E’ Anita a dichiarare: “Prima di entrare ad X Factor abbiamo avuto delle tensioni tra noi circa gli indirizzi musicali ed anche se partecipare o no a quella vetrina televisiva.” Virginia ammette: “Inizialmente eravamo molto chiuse. Non ci fi davamo di nessuno e non volevamo fi darci di nessuno. Ma grazie a Vicio ci siamo aperte al mondo dei suoni elettronici. Ci abbiamo messo mesi pri-

ma di prendere la decisione di affi darci a lui per i suoni e per gli arrangiamen-ti.” Anita: “Si’. Io ero gia’ aperta a quei suoni. Mi piace la musica celtica, per esempio, e lui e’ riuscito a farci comprendere che c’erano nei nostri suoni qualcosa da togliere e qualcosa da unire al suono digitale.” Letizia: “Siamo oggi aperte ad evolverci nel-la musica. Siamo musiciste e nella nostra testa abbiamo dei musicisti da inserire nel prossimo futuro nel nostro organico. Un batterista, per esempio. Ma al momento non ci sono i soldi per farlo e quindi ci affi diamo anche noi a delle basi elettroniche.” Chiedo: “Verso quale direzione state andan-do?” Anita confessa: “La direzione e’ quella del cuore...” “E i testi?” E’ Anita che riprende la parola: “Sono cose quotidiane viste attraverso le no-stre esperienze personali. A volte temi importanti, a volte meno, che vengo-no trattati secondo il nostro punto di vista.” “Cos’e’ Yavanna per voi?” Le-tizia: “Deriva da un libro di Tolken.

Quel personaggio e’ stato di ispirazione per la nostra musica, soprattutto meditativa. Il nome Yavanna signifi ca ‘distributrice di frutta’. E poi noi quando suoniamo e cantiamo ci sembra di dare vita ad una quarta voce... Yavanna, appunto.” “Ed i talent?” Vir-ginia: “C’e’ il gioco, ed anche la strategia del gioco. Si rischia di venire triturati dal talent. Ed uscirne convinti di avere raggiunto popolarita’. Ma in realta’ non sempre e’ cosi’. Noi in effetti quan-do siamo uscite dal talent non abbiamo avuto le persone giuste che si affi ancassero nell’aiutarci.” Stringo la mano a tutte e tre convinto che abbiano veramente talento!

Amedeo Lombardi parla alla chiusura della quinta edizione dell’evento tra obiettivi, nodi logistici, sfi de per il futuro e le (solite) richieste agli amministratori locali.

Fango, gioia, sudore, meraviglia ed una certezza: HOME FESTIVAL e’ adulto. Dopo esiste la consapevolezza che la quinta edizione, ha proiettato HF oltre le aspettative degli orga-nizzatori, superando anche la soglia psicologica del ticket di ingresso. I numeri danno ragione all’HOME FESTIVAL: 11.000 ingressi la prima sera, 15.000 la seconda, sold out il sabato e chiusura con 16.000, per un totale di 62.000 paganti.

Allora Amedeo e’ andata bene... Meglio di cosi’ non poteva andare, adesso i numeri sono certifi cati dai biglietti e dalle spettacolari immagini del nostro villaggio.

“Guardateci, dall’alto, come hanno fatto i droni: e’ un nuovo mondo, e’ un popolo che ha bisogno di stupirsi, socializzare, amare, sperare, vivere. E guardando queste foto il primo tributo va a chi ha lavorato: i volontari, i dipendenti, gli artisti, gli sponsor, i partner, tutti. C’erano 1.400 accreditati, grazie alle loro mani, ai loro cervelli e ai loro cuori ora stiamo volando”.

E adesso? “Finita l’edizione 2014, adesso e’ ora di pensare al 2015. Siamo sicuri di quello che

siamo, di come lo facciamo, di essere gli unici e modestia a parte i migliori in italia. Unici perche’ abbiamo un margine di crescita, abbiamo la possibilita’ di creare un pacchetto composto da un network con la regione che ci ospita, gli unici che possono creare un’esperienza, un momento di aggregazione, di crescita sociale e culturale, ma soprattutto uno sviluppo e una sostanziosa crescita economica”.

La prova-tICKet: sI InIzIa a fare suL serIo: 62.000 presenze”. IntervIsta ad amedeo LombardI, Ideatore deL home festIvaL trevIgIano

trevIso “home festIvaL”

Tutto e’ iniziato cinque anni fa... “Si’. Un percorso cominciato 5 anni fa, con un’idea precisa, un progetto che si sta materia-

lizzando con un unico obiettivo: realizzare un festival vero e interazione. Abbiamo visto che non c’e’ paura per il biglietto anche se minimo e simbolico di cinque euro. E cosi’ magari potremmo osare di piu’ con gli ospiti, tentando magari di strutturare l’area per ampliarla ed aumentare i servizi. La strada verso la prossima edizione sara’ lunga. Seguiteci durante tutto l’anno: la nostra famiglia ha una casa, all’Home Rock Bar, ma si muove ovunque, e’ un attore culturale che propone intrattenimento e cultura per 365 giorni all’anno”.

Qualche problema... “Quest’anno la bomba d’acqua di venerdi’ sera ne ha dato la prova. In pochi attimi siamo

riusciti a gestire una enorme emergenza, centinaia di auto bloccate nel fango. Ci siamo sporcati in prima persona, abbiamo pagato di tasca nostra interventi straordinari per ribonifi care l’area con camion e camion di terra e ghiaia. Abbiamo pure trovato una nuova area parcheggi all’ulti-mo minuto grazie ad Ali’. Ma sappiamo anche stare tra la gente: abbiamo bussato ad ogni casa nella zona della Dogana, invitando tutti i residenti. Lamentele? Inevitabili, ma meno di quelle che pensavamo. La gente ci ama”.

Deluso da cosa? “Spiace pero’ constatare che ancora una volta si sarebbe potuto far meglio. Come? “L’ex Dogana continua ad essere un deserto nel quale noi ogni anno installiamo un paese,

l’attrezziamo con corrente, acqua, servizi, rendiamo agibile il capannone. Ben venga il dialogo con le Fiere di San Luca, Treviso ha bisogno di una area fi ssa, organizzata per i grandi eventi. Solo cosi’ la citta’ potra’ valorizzare la sua importanza turistica. E ci siamo pure stancati di sottolineare cosa questo possa voler dire: hotel e ristoranti che lavorano, marketing territoriale, valorizzazione della citta’: siamo e potremmo essere sempre piu’ un indotto per il territorio.

Cosa speri ti si possa concedere? “Chiediamo sempre di continuo quest famoso “campeggio” che non signifi ca far dormire

delle persone in tenda, ma avere un’area viva 24 ore al giorno, in modo da realizzare tutti i nostri obiettivi. E invece ci troviamo a discutere di orari di apertura, di sciocchezze che servono solo a perdere tempo. Tempo che invece dovremmo impiegare per concretizzare azioni, non c’e’ tempo e scuse per parlarne.

In conclusione? Sapete dove trovarci, noi siamo sempre a casa, all’Home. Siamo adulti, ve lo abbiamo

dimostrato. Ma non siamo ancora stanchi di crescere e migliorare, permetteteci di farlo”.

30 Concerti e non solo

Page 31: Rovigo sett2014 n119

Scegli fra tanti articoli e rinnova

la tua casa...

Page 32: Rovigo sett2014 n119

Crucilibro24

di Germana Urbani · www.inmondadori.it<>www.giunti.it<> www.einaudi.it<>www.guanda.it<>wwwbaldinicastoldi.it< >

Eroe - Eroina Alma Arianna, un ragazzina cerebrolesa Padre Mauro

VeronicaUna madre assenteAlice e Daniele, i fratelliMaio, il fratello scomparso di AlmaAlter Ego

Un ingrosso alimentareLa quotidianità della vitaUna famigliaFerraraLocation

I dipendenti dell’ingrossoUn neonatoAnna e Davide, madre e padreAntonia, fi glia di Alma Co-Protagonisti

Veronica e Mauro, una normale coppia di trentenni prossimi a diventare genitori:

lei lavora come cameriera, lui ha un contratto a termine presso un ingrosso

alimentare. Una sera Mauro investe un collega, ferendolo: per sostituirlo,

l’azienda è costretta ad assumere in via defi nitiva un altro dipendente

Gli invincibili sono un padre e un fi glio, un giovane imprenditore e un

neonato ancora da svezzare. Si ritrovano improvvisamente da soli, e devono imparare a stare al mondo, insieme

Da una gravidanza serena che si ribalta nell’incubo di una patologia senza speranze di guarigione o di miglioramenti, Arianna vive nelle

storie di Anna, Davide, Alice e Daniele, sconcertanti per la loro lucidità,

tenerezza, crudezza, forza

A Ferrara, Alma e Maio, due fratelli adolescenti hanno fi nito la scuola e, su idea di Alma, provano l’eroina.

Maio resta segnato da questa esperienza e un giorno scompare. Di tutto questo Alma non racconta nulla alla fi glia Antonia fi no a quando lei

non aspetta un fi glio

Intrigo

Veronica, apprendista Lady Macbeth di provincia, convince allora Mauro a uccidere uno dei lavoranti, in modo

che questa volta la «fortuna» cada su di loro, Ma il padrone del luogo spia i dipendenti e scopre qualcosa di grave

Trovarsi soli davanti a quella calamita portentosa che è un bambino rischia di scompaginare ciò che si era prima,

spalancando un universo tutto da inventare. E se poi si rifacesse viva la donna che tanti anni prima li aveva

abbandonati?

Rifl essioni profonde, emozioni forti e drammatiche, situazioni comiche e grottesche, sentimenti sinceri e

naturali raccontati senza la censura del ‘’politicamente corretto’’, in un ritmo incalzante che tiene incollati alla pagina. E che ci fa interrogare,

inevitabilmente, sulla vita.

Antonia torna a Ferrara per cercare Maio. Passa attraverso un vortice

di incontri e verità nascoste. E mentre il fi glio le cresce in grembo

lei percorre la discesa che va di madre in fi glia e si chiede: come si

fa a meritarsi l’amore?

Finale

Un ritratto amaro ma allo stesso tempo ironico e paradossale del mondo del

lavoro di oggi. La precarietà che uccide il futuro e l’anima delle persone

Uno dei romanzi più belli di questo inizio autunno 2014, di leggerezza nel senso inteso da Italo Calvino

nelle Lezioni americane

Una storia vera di una famiglia “diversamente normale” con personaggi vibranti di vita e

d’amore che nella diffi coltà trovano motivo di stare insieme

Un giallo pieno di tensione e di colpi di scena ma anche la storia di una famiglia che di fronte a un dolore insopportabile si disgrega

fi no all’autodistruzione

Cosa dire del libro

Alberto SchiavoneNessuna carezza

Baldini&Castoldi, pp.176€ 14.00

Marco FranzosoGli invincibili Einaudi, pp. 109

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Anna ViscianiSe AriannaGiunti, pp.192

€ 12.00

Daria BignardiL’amore che ti meriti

Mondadori, pp. 252€ 18.00

Leggere…

Daria Bignardi Anna Visciani Marco Franzoso Alberto Schiavone

Bisogna meritarselo l’amore

Finale

Leggere

L’amore per i fi gli non è un sentimento naturale: arriva e va coltivato così come la verità e la forza che tiene unite le famiglie

32 Crucilibro

Page 33: Rovigo sett2014 n119

www.azzurraedizioni.comGiochi e tantoumorismo!!!li trovate su Puzzle Zero,tutti i mesi in edicola!

Azzurra Edizioni S.a.s. - C.P. 93/B - 35028 Piove di Sacco (PD) [email protected]

• Perché le donne guidano male? Perché tutti gli istruttori di guida sono uomini.Perché…• Perché se entro in un autogrill non posso uscire subito ma sono

costretto a fare una labirinto tra pupazzi minacciosi di Peppa Pig, tobleroni di due metri, caciotte al pepe e speck di Sauris? Ero entrato per bere un caffè e ho speso 150 euro! Perché???

AMLETOARRESTATO

ATTOREGANGSTER

HEAT - ITALOHUDSON

IL PADRINOMADONNANEW YORK

NOMINATIONOSCAR

PERSONAGGIPREMI

REGISTA

Il Puzzle Al Pacino

Chiave (8) - Ha recitato nel film.......................................................................

l’INTARSIO Partendo dal nome d’arte della cantante in foto completate lo schema.

Chuck Norris... • Chuck Norris può distrarre Coccolino Concentrato.• Chuck Norris usa come venti-latore il Mulino Bianco.• Chuck Norris non piange, suda dagli occhi.All’università... • Lezione di medicina all’univer-sità: Il professore: “Il paziente si è fratturato un femore e zoppi-ca; tu cosa faresti?” Lo studen-te: “Zoppicherei anch’io”.• Due giovani studenti univer-sitari discutono: “Tu cosa fai per vivere?” “Scrivo” “Fai il ro-manziere?” “No.” “Sceneggia-tore?” “No.” “Poeta?” “No.” “Ma allora cosa scrivi?” “Scri-vo a mio padre chiedendogli di mandarmi i soldi!”Le grandi domande della vita!• Le tende da sole soffrono di solitudine?• Sono le pecore di Murano che producono la lana di vetro?• Se alla fine incontrerò la don-na dei miei sogni, che cosa ne farò di mia moglie?• Se lavorare fa bene, perché non lo lasciamo fare agli ammalati?

Suocere… • Due amici, Giovanni e Carlo, si incontrano e Carlo è tutto graf-fiato e abiti strappati. Giovanni gli chiede cosa gli sia successo e Car-lo tristemente risponde: “Oggi ho seppellito mia suocera.” Gio-vanni si dispiace e incalza: “Si ma perché sei così conciato?” e Car-lo risponde: “Non voleva!”Computer…• Computer: macchina proget-tata per velocizzare e automa-tizzare gli errori.• I computer sono più stupidi degli esseri umani, ma fortu-natamente hanno l’interruttore per spegnerli.Donne…• Cosa hanno in comune i fulmi-ni e le donne al volante? Entram-bi vengono attirati dagli alberi.• Quella donna chiacchiera tan-to che d’estate le si abbronza anche la lingua.Uomini…• Perché gli uomini si vestono di scuro il giorno del matrimo-nio? Per essere in tinta col te-lecomando e con il sacco della spazzatura.

Il Crittografico A numero uguale corrisponde lettera uguale. Completate lo schema.

Soluzioni:

3 lettereATI - ROS - RSU - STO4 lettereANNI - DIVA - TOUR5 lettereALBUM - DANCE - VIDEO6 lettereAWARDS - FORBES - LOUISERAZZIE7 lettereCICCONE - OTTANTAREGISTA - VERSACE8 lettereATTIRARE - STILISTA

Il Gioco del Mese

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Giochi e divertimento per tutta la famiglia

RIDIAMOCI SU…

Aforismi…Trovo che la televisione sia molto educativa. Ogni volta che qualcuno l’accende, vado in un’altra stanza a leggere un libro. (Groucho Marx)

Crucipiazza26 33Crucipiazza

Page 34: Rovigo sett2014 n119

30

i nostri Esperti

IL DIRITTO PER IL CITTADINO

La cessione di immobili AterDott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN [email protected]

I c.d. immobili ATER (Azienda Territoriale Edilizia Residenziale) sono la categoria più nota degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, quelli cioè realizzati usufruendo di particolari contribuzioni e deroghe alla legislazione generale di settore allo scopo di fornire alloggi abitativi per i cittadini con scarso reddito. Questo tipo di attività edilizia è realizzata a costi ridotti allo scopo di avvantaggiare i destinatari di questi alloggi. Come contropartita per questo vantaggio vengono solitamente previsti dal legislatore divieti temporanei di alienazione degli alloggi così realizzati, oppure limitazioni varie alla

libertà del commercio giuridico del bene realizzato, al duplice scopo di evitare comportamenti speculativi su queste costruzioni ed altresì per garantire che il bisogno di alloggio, da parte di questi ceti bisognosi e meritevoli di assistenza sia effettivo, in tal modo costringendo il benefi ciario ad occupare l’alloggio per un determinato periodo.Per la Regione Veneto la disciplina di questa tipologia di alloggi la si ritrova nella Legge regionale 13 aprile 2001, n. 11, la quale sostanzialmente non fa che recepire quanto già previsto dalla Legge nazionale del 24 dicembre 1993, n. 560. In concreto il soggetto titolare di

immobili ATER si vede gravare da due oneri fondamentali: 1) il primo consiste nel divieto di vendita, anche parziale, per un periodo di dieci anni dalla data del contratto di acquisto; il divieto è a intendersi in senso ampio per cui non solo è vietata la vendita in senso proprio ma pure qualsiasi altro atto che determini un trasferimento del bene (permuta, donazione ecc.); 2) il secondo consiste nel diritto di prelazione riconosciuto in ogni caso di vendita agli enti pubblici anche una volta che siano decorsi i 10 anni.In concreto quindi il titolare di immobile ATER non può cedere ad alcun titolo il bene prima che

siano decorsi 10 anni; l’obbligo si trasferisce anche agli eredi che subentrino nella titolarità del bene per morte del suo titolare (es. la moglie che riceve dal marito oppure i fi gli che ricevono dal genitore). Decorsi i 10 anni, invece, si potrà vendere ma occorrerà prima informare l’ente pubblico di questa intenzione per garantirgli il diritto di prelazione

sull’acquisto; sebbene gli enti pubblici non esercitino quasi mai questa facoltà, la legge riconosce loro 60 giorni di tempo per il suo esercizio. Soltanto decorso tale termine, e previa esibizione al Notaio della prova dell’avvenuta comunicazione all’ente pubblico, sarà possibile vendere senza rischi l’immobile ATER.

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero affronto la delicata questione inerente il maltrattamento e l’uccisione di animali, che, si sa, con l’arrivo dell’estate aumentano notevolmente con vanto, in molti casi anche pubblico su Facebook, di queste spregievoli e gravissime condotte da parte degli autori.quale la disciplina applicabile in questi casi? di quale reato rispondono gli autori del fatto?Con la legge n. 189/2004 è stato introdotto nel codice penale il Titolo IX bis rubricato “Dei delitti contro il sentimento degli animali”.Con tale titolo si vogliono punire tutte quelle condotte che, con intensità diversa, offendono la sensibilità degli esseri umani nei confronti degli animali cagionando lesioni o fi nanco la morte di questi.Le fattispecie di reato introdotte dalla legge n. 189/2004 sono, rispettivamente:1) Uccisione di animali ex art. 544 bis c.p.2) Maltrattamento di animali ex art. 544 ter c.p.3) Spettacoli e manifestazioni vietati ex art. 544 quater c.p.4) Combattimenti tra animali ex art. 544 quinquies c.p. Quali sono gli atti che costituiscono maltrattamento di animali?Essenzialmente il reato di maltrattamento previsto e punito dall’art. 544 ter c.p. si ritiene integrato ogni

qual volta l’animale viene sottoposto, per crudeltà o senza necessità e con coscienza e volontà da parte del soggetto agente, a sevizie (intese come comportamenti che procurano una lesione all’animale) o comportamenti o fatiche o lavori insopportabili per le sue caratteristiche, quando gli vengono somministrate sostanze stupefacenti o vietate (es. sostanze dopanti o eccitanti) o sottoposto a trattamenti che procurino un danno per la sua salute. Questo reato è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. Se da tali condotte segue la morte non voluta dell’animale, della quale cioè l’agente neppure ha accettato il rischio, il colpevole risponderà anche dell’aggravante ad effetto speciale prevista dall’art. 544 ter comma III c.p. con un aumento della pena della metà. Diversamente, ovvero se la morte dell’animale era voluta dal soggetto agente, si confi gura il reato di uccisione di animali di cui all’art. 544 bis c.p.Che cos’è l’animalicidio?L’animalicidio altro non è che l’uccisione volontaria di animali; condotta che può essere posta in essere da un soggetto agente con qualsiasi modalità per crudeltà o senza necessità nei confronti di un animale cagionandone la morte e che integra la fattispecie di reato p. e p. (p. e p= prevista e punita) dall’art. 544 bis del codice penale.La pena per chi si rende responsabile di tale reato,

procedibile di uffi cio, è della reclusione da da quattro mesi a due anni.La ratio evidente di questa norma è quella di tutelare l’esistenza in vita di qualsiasi animale domestico, selvatico o addomesticato, ponendolo al riparo da atti di crudeltà o senza necessità che l’essere umano possa porre nei suoi confronti.Come poc’anzi esposto l’uccisione dell’animale deve avvenire per crudeltà o senza necessità. Evidente quindi che non rientra nel delitto in esame l’uccisione di animali per la macellazione o per la sperimentazione.Cosa si intende per “crudeltà” e “senza di necessità”?I menzionati concetti sono stati individuati dalla Corte di Cassazione. Per crudeltà si intende una condotta “di per sé caratterizzata dalla spinta di un motivo abbietto o futile”. Rientrano nella fattispecie le condotte che si rivelino espressione di particolare compiacimento o di insensibilità» (così Cass. Pen. n. 9668/1999).In altre parole gli atti di crudeltà consistono nell’infl izione di gravi sofferenze fi siche senza giustifi cato motivo.Per assenza di necessità si fa riferimento a tutte quelle condotte di uccisione che sono poste in essere e non sono giustifi cate dalla necessità dii evitare un pericolo imminente o un danno giuridicamente apprezzabile (così Cass. Pen. n. 1010/1997).Si evidenzia alla Vs attenzione di come l’uccisione di un animale può essere causata tanto da un’azione

quanto da un’omissione. E’ ininfl uente, al fi ne della rilevanza penale dell’atto, il mezzo impiegato per cagionare il decesso.L’uccisione da parte di un altro animale sfuggito a chi ne aveva la custodia, quale responsabilità penale genera?Non rientra nella fattispecie in esame l’uccisione di un animale da parte di un altro animale sfuggito al custode, trattandosi di evento colposo, che può generare solo una forma di responsabilità civile ai sensi dell’art. 2052 c.c. Diverso il caso di uccisione di un animale a seguito di un combattimento con altro animale. In tal caso vi sarà concorso tra i reati di cui agli artt. 544 bis (uccisione di animali) e 544 quinquies c.p. (divieto di combattimenti tra animali). Concludo esortando ciascuno di VOI a segnalare, anche tramite la sottoscritta ogni caso di maltrattamento di animali cui sia seguita o meno la morte degli stessi onde poter procedere alla giusta denuncia avanti l’Autorità competente nei confronti di chi si è reso responsabile di una siffatta ignobile, vergognosa e criminale condotta.

AFFARI DI FAMIGLIA

Maltrattamento ed uccisione di animali (animalicidio) investimento di animale e omissione di soccorso

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

34 I nostri esperti

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Ottobre è il mese della prevenzione: il cancro al seno si vince così

Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it

L’Editoriale

Diffi coltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate dalle liste di attesa e ticket sanitari che in tem-

pi di profonda crisi economica risultano insostenibili per molte persone fanno sì che molti italiani siano costretti a trascu-rare la propria salute.

Delle oltre 24mila segnalazioni per-venute illustrate nel 17mo rapporto Pit Salute (Sanità) nazionale la maggior parte riguarda le diffi coltà di accesso alla diagnostica ed alle prestazioni specialistiche dovuta alle lista di attesa, seguono l’aumento dei ticket ed i costi elevati per le stesse prestazioni che spingono molte volte alla loro rinuncia sia attraverso il SSN, nel primo caso, che in regime di libera professione,nel secondo caso, intramoenia o in strutture private.

Viene inoltre segnalato che una famiglia in media sostiene già diret-tamente costi annui per 650 euro per farmaci necessari ma non prescrivibili attraverso il SSN; 901 euro per para-farmaci (pomate, integratori, colliri etc.); 7390 euro per strutture residen-ziali o semiresidenziali; 11.300 euro per eventuale badante; 1070 euro per visite specialistiche o riabilitative; 537 euro per protesi ed ausili; 737 euro per dispositivi medici monouso: pannoloni, cateteri, materiali per stomie.

Continua a pag.

di Francesco noce*

CAMBIA LA SOCIETÀ E SERVE UNA NUOVA MEDICINA DEL TERRITORIO

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*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

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Contrastare la caduta dei capelli

Implantologia per computer guidata

Continua a pag. 39 Continua a pag. 41

Adolescenza? Parliamone

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Page 36: Rovigo sett2014 n119

Siamo felici davvero se stiamo bene

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

Il consiglio giusto?Rivolgersi a medici esperti

vicini a casa nostra

per collaborare all’inserto La piazza salute contattare 049 8704884 - [email protected]

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Consulenza scientificaFarmaCia- Farmacia Comunale n. 1Via Badaloni- Farmacia Comunale n. 2S. apollinare- Farmacia Comunale n. 3V.le Tre martiri- Farmacia Comunale n. 4Boara Polesine- Dispensario Farmaceutico Borsea

FarmaCiaFarmacia Tre Colombine della Farmacia San Gaetano s.n.c.Dott.sse maddalena e Patrizia ZanettiVia Leopoldo Baruchello, 30 - rOViGO tel.0425/412038 -www.farmaciatrecolombine.it

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L’EditorialeSegue da pag.

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In questa diffi cile situazione sarebbe opportuno evitare ulteriori tagli in Sanità, che rischierebbero di com-promettere ulteriormente la salute dei cittadini. Ottenere la diminuzione dei ticket ed effettuare un governo clinico delle patologie,soprattutto croniche, per limitare le liste di attesa, sarebbero scelte che rappresenterebbero una valida risposta alle segnalazioni di disagio per le diffi cili situazioni economiche delle famiglie e la diffi coltà dell’ accesso alle prestazioni sanitarie.

Va da sé che in questo contesto prestazioni di esami per la prevenzione, e quindi non esenti ticket, di patologie di soggetti a rischio risulta molto più diffi cile e complicato con la elevata probabilità dell’ insorgenza di nuove disabilità che andranno ad incrementare un circolo vizioso.

La più rappresentativa Associazione dei Medici di famiglia (FIMMG), ha stretto una collaborazione con FederAnziani,una Federazione con oltre 3 milioni di iscritti, per favorire quelle condizioni in cui i pazienti anziani, per lo più affetti da patologie croniche e quindi con necessità di controlli strumentali periodici, possano trovare risposte in tempi brevi presso gli studi dei loro Medici curanti.

In pratica si tratta di dotare gli studi dei Medici di famiglia della strumentazione e del personale occorrente per svolgere quell’attività di diagnostica strumentale di primo livello che oggi grazie alla tecnologia ed alla telemedicina possa consentire al paziente di trovare presso il suo Medico curante, che conosce la sua e la storia clinica della sua famiglia, quelle risposte che il suo stato di salute necessita senza sballottamenti continui da una parte all’altra,senza esser visitato ogni volta da professionisti diversi che spesso vede per la prima volta, attraverso un percorso diagnostico-terapeutico adattato alla singola persona, in collaborazione con i Medici specialisti di riferimento.

E’ diffi cile, allo stato attuale, comprendere il silenzio della Regione Veneto ed i gravi ritardi nella adozione dei provvedimenti attuativi degli accordi, ormai codifi cati da mesi con le Associazioni dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta per attuare una nuova medicina del territorio in linea con i cambiamenti della società e con il progresso della scienza, in grado anche di fronteggiare in modo effi ciente ed effi cace da un lato l’ aumento esponenziale delle patologie croniche legato all’ aumento della vita media e dall’ altro far fronte ai minori ricoveri e dismissioni precoci, legati ad una revisio-ne strutturale degli Ospedali (minori posti letto) e a tecniche terapeutiche sofi sticate che riducono i tempi di degenza. Nel corso dell’anno vengono sostenute diverse iniziative per sensibilizzare la pubblica opinione, ma anche per raccogliere fondi per la ricerca, su determinate malattie come può essere la Giornata Mondiale sull’ AIDS o sul Diabete o sulle Leucemie o sulla SLA o sulla Sclerosi Multipla e altre. Ci ha sorpreso invece la no-tizia che il 26 settembre è stata celebrata la “Giornata Mondiale della Contraccezione” Come se la Maternità (la M maiuscola non è casuale) fosse una malattia. Già viviamo in tempi di crisi e di prospettive di un futuro incerto e di denatalità, ma così ci sembra di perdere ogni speranza.

Se le intenzioni degli organizzatori sono quelle di organizzare un Convegno Scien-tifi co organizzino un Convegno Scientifi co; se sono quelle di approfondire conoscenze sulla sessualità organizzino la “Giornata dell’Educazione Sessuale”, sui comportamenti a rischio, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sui comportamenti atti ad evitarle etc.; se sono quelle di divulgare misure contraccettive per evitare gravidanze indeside-rate sarebbe più responsabile e più etico organizzare la “Giornata della Maternità Re-sponsabile” in cui vi è anche spazio per le metodiche contraccettive, ma in un contesto e con fi nalità ben diverse.

Non dimenticando che da molte gravidanze indesiderate al momento, sono nati fi gli che, anche solo per il loro essere, hanno costituito la felicità dei genitori.

CAMBIA LA SOCIETÀ E SERVE UNA NUOVA MEDICINA DEL TERRITORIO

Consulenza scientifi caSTuDiO DenTiSTiCODott. mauro rubinatoVia Don eugenio Bellemo - Chioggia (Ve)tel. 041405006Fax. 04155091055

STuDiO DenTiSTiCODott. Lucio VianelloV.le Verona 3/a- Sottomarina di Chioggia (Ve)tel. 041 401133

meDiCinaDott. Francesco SaccoVia F. Borromini, 11 - mira (Ve)Tel. 041 421836

STuDiO DieTiSTiCODott.ssa rita Smaniorovigo, Badia Polesine, Solesino, monselice, Battaglia Terme, Tel. 3491250982

È accertato da numerosissimi studi che lo sport è ideale per pro-teggere e migliorare l’effi cienza cardiovascolare, controllando il colesterolo HDL, l’iperovimento aumenta il dispendio di calorie,

attiva il metabolismo e contribuisce ad una sensazione di benessere generale.

Lo sport come medicina naturaleMuoversi a scopo salutare rappresenta uno dei principali elementi della ricetta per stare bene

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

di Francesco noce*

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In un’accogliente casa in stile Liberty nel centro della città di Rovigo nascono nel 2005 gli Studi Logos dall’incontro di quat-

tro professionisti con esperienze nel settore pubblico e privato, le cui attività sono rivolte al benessere psico-fi sico della persona attraverso il funzionamento e lo sviluppo delle sue risorse e potenzialità. Ai quattro studi originari (Medico, Psicologico, Pedagogico e Logopedico) si sono aggiunti da tempo uno studio Nutrizionistico e uno studio Neuropsicomotorio.

I servizi degli Studi Logos si rivolgono a bambini, genitori e adolescenti e adulti attra-verso attività cliniche (diagnosi, terapia, trat-tamento riabilitativo e consulenza) e attività formative (laboratori di consapevolezza psico-corporea per adulti, laboratori di psicomotricità, di logopedia, di educazione emotivo-affettiva e cognitiva per l’età evolutiva, laboratori per geni-tori, organizzazione di corsi rivolti agli educatori e agli insegnanti).

Uno dei maggiori punti di forza degli Studi Logos consiste nella possibilità di un intervento non solo del singolo professionista, ma anche

di un intervento in équipe nei casi in cui vi sia la necessità di un metodo che veda l’integra-zione di più fi gure professionali, permettendo un approccio multidisciplinare alle problema-tiche dell’individuo, della coppia o del nucleo familiare sia nell’ambito dell’attività clinica sia nell’ambito della formazione.

La fi ducia nell’effi cacia di tale approccio è il motivo per cui le diverse fi gure professionali interagiscono attraverso il confronto quotidiano e il lavoro di équipe.

L’équipe di LOGOS è formata da i seguenti professionisti:

Dott.ssa Maria Cristina Berdusco, Medico Chirurgo, Neuropsichiatra Infantile e Psicotera-peuta,

che si occupa di Visite neurologiche, Va-lutazioni NPI globali, Psicoterapia ad orienta-mento psicodinamico individuale del bambino, Counselling a genitori nella psicopatologia;

Dott. Matteo Spagnolo, Psicologo e Psico-terapeuta, che si occupa di Psicoterapia indivi-duale e della coppia, formato in Psicosomatica, tecniche di Bioenergetica e Ipnosi clinica;

Dott.ssa Claudia Fenzi, Pedagogista e Con-sulente Familiare, che si occupa di Consulenza Educativa per genitori ed è applicatrice del Metodo Feuerstein per il potenziamento delle funzioni cognitive;

Stefania Stabellini, Logopedista, che si oc-cupa di Valutazione e Trattamento Riabilitativo Logopedico

Dott.ssa Barbara Marchi, Biologa Nutrizio-nista, che si occupa di consulenza nutrizionale per obesità, sovrappeso, sottopeso e disturbi del compartimento alimentare; elaborazione di piani alimentari personalizzati in bambini adulti ed anziani; valutazioni bioimpedenziometriche e nutrigenetica

Dott.ssa Martina Vischi, Neuropsicomotri-cista, che si occupa di Valutazione e Terapia NeuroPsicomotoria e di attività preventivo-educative nelle scuole.

Studi Logos per il benessere psicofisico delle personeGli Studi Logos propongono attività cliniche e formative per bambini, genitori, adolescenti e adulti

via Domenico Piva, 14 - rovigoweb: www.logos.rovigo.ite-mail: [email protected]

Percorso sul METODO DI STUDIO per ragazzi di 1^- 2^-3^ mediaPiccolo gruppo di esperienza e di confronto sulle diverse strategie di apprendimento e di risoluzione dei problemi attraverso il Metodo Feuerstein, in particolare per imparare ad individuare le parole chiave in un testo e costruire mappe concettuali. Tutti i martedì dalle 18.15 alle 19.30 da martedì 4 novembre a martedì 10 dicembre 2014

Martedì 4 novembre 2014 PRIMO INCONTRO GRATUITO

Per informazioni: dott.ssa Claudia Fenzi - cell.333-3604742

Le fi gure professionali di LogosSTUDIO MEDICOSTUDIO PSICOLOGICO

STUDIO LOGOPEDICO

dott.ssa Maria Cristina BerduscoNeuropsichiatra Infantile

PsicoterapeutaCell.347 4186423

Formazione: laurea in Medicina e Chirurgia presso la Facoltà di Medici-na e Chirurgia dell’Università degli Studi di Padova e specializzazione in Neuropsichiatria Infantile presso l’Università degli Studi di Firenze

dott. Matteo SpagnoloPsicologo e Psicoterapeuta

Cell. 347 7969516

Formazione: laurea in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’U-niversità degli Studi di Padova e specializzazione in Psicoterapia presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano.

Stefania StabelliniLogopedista

Cell. 328 7554791 Formazione: diploma universitario in Logopedia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Ferrara

STUDIO PEDAGOGICOSTUDIO NEUROPSICOMOTORIO

STUDIO NUTRIZIONISTICOdott.ssa Claudia Fenzi

Pedagogista e Consulente FamiliareCell. 333 3604742

Formazione: laurea in Scienze dell’Educazione presso la Facoltà di Let-tere e Filosofi a dell’Università degli Studi di Ferrara; specializzazione presso l’ISFAR Istituto Superiore Formazione e Ricerca di Firenze e presso la Scuola di Formazione per Consulenti Familiari e Operatori di Consultorio “La Famiglia” di Roma, riconosciuta dall’Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari (A.I.C.C.e F.)

Dott.ssa Martina VischiTerapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva

Cell. 349 5244278

Formazione: laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva conseguita presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Uni-versità degli Studi di Padova

dott.ssa Barbara Marchi Biologa NutrizionistaCell. 346 6223921

Formazione: laurea in Biologia Molecolare e Biologia Sanitari presso la facoltà di Biologia dell’Università degli Studi di Padova

Imparare ad imparareLaboratorio sul metodo di studio

Ciclo di 8 incontri esperienziali di gruppo in cui sarà possibile sperimentare semplici ed effi caci tecniche psico-corporee rivolte alla riduzione dello stress psico-fi sico attraverso il riconoscimento e la “scarica” delle proprie tensioni ed emozioni accumulate nel corpo,

ripristinando una condizione di maggior rilassatezza e vitalità.Conduttore: dott. Matteo Spagnolo, Psicologo e Psicoterapeuta.

Date e orari: a partire da venerdi 24 ottobre 2014 dalle 20.00 alle 21.30 per 8 venerdi.Data la natura esperienziale del laboratorio si consiglia un abbigliamento comodo.

Iscrizioni entro martedi 21 ottobre 2014.Per informazioni ed iscrizione: dott. Matteo Spagnolo cell.: 347.7969.516

Psicosomatica & BioenergeticaLaboratorio esperienzale

LE PRIME RELAZIONILaboratorio di psicomotricità per bambini dai 2 ai 3 anni

Promuovere le tappe principali della socializzazione e l’utilizzo del gioco come canale di espressione, in quanto esso è la prima forma di linguaggio, e di sviluppo.

DAL PIACERE DI AGIRE AL PIACERE DI PENSARELaboratorio di psicomotricità per bambini dai 4 ai 5 anni

Favorire l’espressività psicomotoria del bambino e a modulazione degli impulsi a sostegno di uno sviluppo armonico sia motorio che espressivo-relazionale.

IPERATTIVITA’ E PASSIVITA’ MOTORIA: L’AIUTO IN GRUPPOLaboratorio di psicomotricità per bambini dai 5 ai 6 anni

Favorire i processi di apprendimento e la modulazione degli impulsi.

IPERATTIVITA’ E PASSIVITA’ MOTORIA: L’AIUTO IN GRUPPO (2° PUNTATA)

Laboratorio di psicomotrcità per bambini dai 7 ai 9 anniFavorire, grazie all’esperienza nel piccolo gruppo, la cooperazione tra pari e la

modulazione degli impulsi, che vengono poi generalizzate in gruppi più ampi, come il gruppo classe, il gruppo sportivo, ecc..

Tutti i laboratori di articoleranno in 6 incontri, a partire dal mese di Ottobre-Novembre 2014, con date comunicate al raggiungimento del numero di iscritti.Per informazioni: Dott.ssa Martina Vischi - cell. 349 5244278

Laboratori di Psicomotricità

 

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ta la marca e matricola del proprio dispositivo e viene erudito sull’importanza di una corretta igiene orale, di periodici controlli e non per ultimo su un corretto stile di vita.

La mancata osservazione di queste regole posso-no compromettere il successo della terapia impiantare e costringere il paziente ad un nuovo intervento.

L’implantologia ha dunque rivoluzionato l’esteti-ca dentale, il più delle volte, mandando in pensione la vecchia dentiera.

L’installazione di impianti orali, sostituendo denti mancanti, consente i migliori risultati sia estetici che funzionali.Gli impianti orali sono dispositivi costituiti da una

vite in titanio inserita all’interno dell’osso mandibolare o mascellare, che consente di sostituire le protesi den-tarie con il supporto diretto dell’osso stesso.

L’implantologia orale, che nel nostro studio viene eseguita dal Dr. Augello Michele da oltre 15 anni, rappresenta senza dubbio una terapia affi dabile che consente i migliori risultati riabilitativi sia estetici che funzionali a lungo termine.

La terapia implantare è indicata per la sostituzione di uno o più denti mancanti oppure nel caso si voglia rendere fi ssa una prostesi mobile nel caso questa non sia abbastanza sostenuta.

Un requisito essenziale per utilizzare gli impianti è quello di avere suffi ciente volume di osso residuo nelle aree interessate.

Si esegue tramite un piccolo intervento chirurgico direttamente in studio dentistico.

Durante l’intervento viene inserito, dall’implanto-logo, l’impianto nell’osso . L’intervento è indolore, si esegue in anestesia locale e in sala sterile.

Nei nostri protocolli operativi, dopo l’inserimento degli impianti per mantenere in salute i tessuti circo-stanti, dedichiamo una seduta di informazione al pa-ziente durante la quale viene consegnato il passaporto implantare che altro non è che un documento che ripor-

Quando scegliere gli impiantiUna terapia affidabile che consente i migliori risultati riabilitativi sia estetici che funzionali a lungo termine

Studio dentistico “Dott. Ottavo Franco Bellucco”igiene e profilassi, trattamenti sbiancanti, con-servativa ed endodonzia, chirurgia e parodon-tologia, protesi mobile e fissa, implantologia, ortondonzia pedodonziaVia Contarini, 54 – Porto Viro (ro)tel. 0426 632640

Il dr. Ottavo Franco Bellucco medico chirurgo specialista odontostomatologia

Dr.ssa alessia marcato Psicologa-Psicoterapeuta specializzata in terapie di coppia/famigliari ed individuali Studio atma via Pozzuoli 13/b Spinea (Ve) - Cell. 3493610094

te restano nel sistema e come i “fi umi carsici” passano, e vengono consegnati, dai membri di una generazione a quelli della generazione successiva che spesso si trova designata a raccogliere, pure non avendo i mezzi per farvi fronte e sostenere il ricevuto”. Vetere M., (2008) Ogni genitore dovrebbe, quindi, sentirsi in dovere di offrire al fi glio sicurezza in termini non solo di calore e protezio-ne, ma anche di capacità di gestire le esperienze stressanti non evitandole, né rimuovendole, né minimizzandole, ma riconoscendole e, assicurandogli così, una solida affettività e competenza per continuare la vita in modo equilibrato. Sa-ranno quindi la consapevolezza e la capacità d’esprimere il dolore, nelle sue varie manifestazioni (sentimento di vuoto, isolamento, mancanza, pericolo, perdita, abbandono) e il correre il rischio di condividerlo, che diverranno dono prezioso per uno sviluppo sano ed autentico della personalità dei fi gli.

Mi è capitato spesso di osserva-re come i genitori, di fronte al disappunto e alla sofferenza

dei fi gli, in seguito ad un castigo o una sgridata, intervengano immediatamen-te distraendoli, minimizzando il loro do-lore o facendoli ridere in un momento in cui il bambino sta ancora cercando di bloccare il pianto, di allontanare la paura, l’offesa o tutto ciò che lo ha scosso. L’educazione e la disciplina richiedono, però, coerenza pena l’emergere del seguente pensiero nei fi gli: “Sono così forte, ingestibile e pericoloso a tal punto che i miei genitori temono la mia disperazione? Se non sanno reggere un divieto, ge-stire il mio dolore e non sono chiari nei loro messaggi, come posso io riporre la mia sicurezza e fi ducia in adulti insicuri?” I bambini con il loro comportamento chiedono l’intervento adulto non per porre fi ne alle loro sofferenze, ma per aiutarli a riconoscerle, gestirle e superarle. Il limite, la regola, il rispet-to del loro pianto, della loro angoscia e paura gli consentono di aver un contenimento delle emozioni negative e li fanno sentire protetti, così che ogni loro relazione sociale sia guidata da sentimenti d’effi cacia, senso d’adeguatezza e di sicurez-za. Il principale sistema educativo preposto a tale obiettivo è senza dubbio la famiglia. I teorici affermano che essa ha due compiti preponderarti da svolgere: garantire lo sviluppo psicosociale e affettivo di ciascuno dei suoi membri e gestire la sofferenza e il dolore senza che essi travolgano la mente. Succede spesso che in terapia arrivino situazioni nelle quali “I dolori non elaborati dalle persone direttamente coinvol-

mamma, papà fatemi soffrire!!!Quando la sofferenza diviene un bene prezioso

Dott. Alessia Marcato

Molte persone presentano quell’ eccesso di pelle alle palpebre che conferisce allo sguardo un’aria stanca e “datata,” ma evitano di affrontare l’intervento

di blefaroplastica per paura sia dell’anestesia sia di andare incontro alle possibili complicanze degli interventi chirurgici tradizionali. La chirurgia non ablativa è una pratica medico-chirurgica non invasiva, incruenta, affi dabile e sicura, di fa-cile attuazione e priva di rischi per il paziente, ovviamente se eseguita da operatori preparati.

Si tratta di una tecnica eseguita con un piccolo rivolu-zionario strumento (PLEXR)che sfrutta il plasma, “il quarto stadio della materia” che agisce a livello superfi ciale, non prevede tagli, cicatrici, sanguinamento o punti di sutura e permette di ottenere un progressivo ringiovanimento delle palpebre e del contorno occhi, attraverso una vaporizza-zione del tessuto cutaneo in eccesso. Il trattamento non prevede anestesia ma solo l’applicazione di una crema anestetica; si opera intervenendo mediante piccoli spot distanziati tra loro per permettere un accorciamento del tes-suto trattato con conseguente scomparsa progressiva delle rughe. Una seduta dura circa 20 minuti; nell’immediato post trattamento compaiono delle crosticine puntiformi che

Blefaroplastica: cosa c’è di nuovo?Il trattamento non chirurgico della pelle in eccesso

Studio medico Dott.ssa Cristina rogatoViale dei mille 107a – [email protected]. 3282523160

Dott.ssa Cristina Rogato, medico

chirurgo specialista in chirurgia plastica

non vanno rimosse e cadono spontaneamente nel giro di qualche giorno, il gonfi ore scompare in un paio di giorni. Il ritorno al sociale è immediato. Il numero e l’intensità delle sedute viene poi valutato in base al caso specifi co.

Il risultato è progressivo, naturale e duraturo nel tempo. I campi di applicazione però, non sono solo le palpebre. Il Plexr permette di ottenere ottimi risultati anche sulle lassità tessutali post-gravidanza non ecces-sive, sulle smagliature periombelicali, sulle pieghe delle guance e sul collo. Inoltre trova impiego nell’asportazio-ne di nevi benigni, cheratosi, angiomi, macchie cutanee, xantelasmi, acne in fase attiva e in cicatrici post-acneiche, permettendo risultati immediatamente visibili con guari-gione in circa una settimana.

Nonostante gli effetti veloci e duraturi la metodica ha un costo assolutamente accettabile se paragonato a quello di un intervento chirurgico tradizionale.

L’adolescenza è una fase importante e delicata dello sviluppo

dell’individuo, rappresenta un momento in cui il le-game con i genitori viene ridefi nito e per questo motivo possono emergere dei con-fl itti. L’adolescente si trova in piena trasformazione da un punto di vista fi sico, psicologico e relazionale; egli deve poter comprendere i propri sentimenti, capire che livello di autonomia può raggiungere e identifi care ciò che gli interessa e vuole conoscere, attuando un processo di dif-ferenziazione dai genitori. La maggior parte dei ragazzi riesce ad attraversare il processo adolescenziale e della giovane età adulta con suffi ciente serenità e fi ducia, a volte invece questo passaggio può essere vissuto come fonte di ansia, di eccessive tensioni e insicurezze.

Il disagio giovanile si può manifestare attraverso comportamenti quali ritiro sociale, fobie e abbandoni del percorso formativo (scolastico e universitario) o del lavoro, ansia e attacchi di panico, dipendenze o abuso di alcol e droghe, depressione, disturbi o disor-dini del comportamento alimentare, diffi coltà affettive e relazionali, espressioni di un’impasse o di un blocco

evolutivo. Quando non è il ragazzo a chiedere aiuto direttamente e’ comunque importante cogliere la valenza co-municativa dei compor-tamenti, unico modo forse in quel momento per esprimere una diffi -coltà o una sofferenza. Durante l’adolescenza è

molto importante l’uso del dialogo; mantenere un at-teggiamento accogliente e pronto all’ascolto, aiuta a prevenire eventuali disagi e a ridimensionare problemi che sembrano insormontabili. Laddove questo dialogo risulta diffi cile e si manifestano i segni di un possibile disagio è opportuno chiedere aiuto. Una valutazione psicologica tiene in considerazione i diversi comporta-menti e aspetti all’interno del funzionamento globale della personalità, della propria storia, del contesto in cui vengono vissuti e della specifi cità del momento evolutivo.

adolescenza? …Parliamone!

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa Clinicariceve per appuntamento ad adria e rovigoCell.: 348 3468022 - mail: [email protected]

Dott.ssa Cristina Zago

In questa fase della vita risulta importante cogliere i segnali di un possibile disagio

OK OK1717

ok

Ci sono luoghi, nel nostro pianeta, unici nel loro genere, in cui l’evoluzione geologica e climatica ha dato vita a condizioni ambien-

tali del tutto particolari, che non possono essere trovate altrove.

Uno di questi è senza dubbio l’area del Mar Morto, un mare chiuso situato tra Israele, Giorda-nia e Cisgiordania, nella depressione più profonda della terra.

La sua caratteristica principale è l’elevatissima salinità, causata dall’evaporazione delle sue acque non compensata dai fi umi immissari. E’ proprio questo fenomeno a provocare il deposito dei nu-merosissimi Sali minerali contenuti nell’acqua, ar-ricchita peraltro dalle fonti vulcaniche del territorio.

In un contesto così particolare, costruito alla perfezione dalla natura nel corso dei millenni, si possono quindi trovare fanghi e sali ricchissimi di elementi importantissimi per la nostra salute, come magnesio, potassio, sodio e calcio.

Ciò ha fatto sì che anche nell’antichità i Sali

Sali del mar morto: un’antica risorsa per il benessere e la bellezza

Farmacia Tre Colombine della Farmacia San Gaetano s.n.c.Dott.sse maddalena e Patrizia ZanettiVia Leopoldo Baruchello, 30 - rOViGO tel.0425/412038 -www.farmaciatrecolombine.it

Per scoprire i benefici di questi antichissimi prodotti della natura, la Farmacia Tre Colombine presenta una serata a partecipazione gratuita: un “viaggio virtuale” in Terra Santa guidato dal Dott. Isawi, esperto italo-israeliano di Sali del Mar Morto.

D o t t . s s a Maddalena Zanetti

del Mar Morto venissero impiegati per fi nalità cu-rative e cosmetiche.

Sono infatti tantissimi gli utilizzi e le forme in cui i Sali del Mar Morto possono contribuire al be-nessere ed alla salute di ciascuno di noi, ed è per scoprirli ed imparare ad utilizzarli che la Farma-cia Tre Colombine ospiterà, il 7 novembre 2014 alle ore 20:30, una serata gratuita dedicata alla loro conoscenza, che da secoli si tra-manda nelle popolazioni che vivono sulle sponde di quel mare.

A fare da guida alla serata sarà il Dott. Mosè Isawi, italo-israeliano nato a Nazareth, farmacista e partner uffi ciale in Italia di DSM Mon Platin, azienda cosmetica che produce le sue linee proprio con i fanghi ed i Sali del Mar Morto. Il dott. Isawi accompagnerà i partecipanti a conoscere i preziosi benefi ci dei Sali del Mar Morto attraverso un coinvolgente “viaggio virtua-le” alla scoperta di uno dei territori più ricchi di storia, tradizioni e cultura del nostro pianeta: la

Terra Santa.Per confermare la partecipazione alla serata

(completamente gratuita), telefona alla Farmacia Tre Colombine allo 0425/412038 o invia una mail a [email protected].

ok

Dr a. nanni rosoliaPsicologo - Specializzato in DSa e Difficoltà dell’apprendimentoVia matteotti 79, [email protected]. 3455698160

garantire al bambino una maggiore maturazione fi sio-logica e un’ adeguata esperienza scolastica. Le recenti indicazioni in materia suggeriscono che già alla fi ne del primo anno della scuola primaria si potrebbe anticipare il sospetto di profi li funzionali compromessi al fi ne di intraprendere degli specifi ci” training” che potrebbero favorire una riduzione del disturbo. Negli ultimi anni l’u-so di software specifi ci hanno permesso buoni risultati per quanto riguarda le abilità di base e hanno motivato notevolmente l’esercizio da parte degli interessati. Un bambino con D.S.A. o con diffi coltà di apprendimento si stanca molto facilmente ed è importante che riceva un adeguato supporto scolastico che tenga conto dei suoi punti di debolezza e che può derivare da un’effi ca-ce collaborazione tra scuola, famiglia e professionisti.

I Disturbi Specifi ci dell’Ap-prendimento Scolastico (D.S.A.) sono disturbi di

origine neuropsicologica che interessano alcune abilità specifi che necessarie all’ap-prendimento scolastico e non permettono ai bambini che ne soffrono una completa autosuffi cienza nell’apprendi-mento, nonostante la presenza di buone capacità intel-lettive. Non si tratta dunque di diffi coltà momentanee dovute alle modalità in cui avvengono i processi relativi all’apprendimento scolastico o alla “cattiva volontà” del bambino. Essi interessano, nella maggior parte dei casi, la lettura (Dislessia e Disturbo della Comprensione del Testo Scritto), la scrittura (Disgrafi a e disortografi a) e il calcolo (Discalculia). I primi sintomi del D.S.A. pos-sono essere osservati fi n dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia nei compiti che riguardano pre-scrittura , pre-lettura e nel linguaggio. Questi bambini incontrano vere e proprie diffi coltà sia nei primi anni della scuola primaria sia nei successivi gradi . Ad esempio, i bambini dislessici compiono spesso inversioni di lettere o sillabe (es.: li al posto di il). Inoltre, si osservano diffi coltà nel memorizzare informazioni in sequenza come i giorni della settimana, i mesi, le tabelline, ecc. Si è notato che spesso confondono la destra con la sinistra e così via. Allo stato attuale esistono indagini e strumenti che indagano specifi catamente i D.S.A e la diagnosi defi -nitiva viene posta da Specialisti esperti, mediante test specifi ci verso la fi ne della seconda primaria, questo per

Bambini, cos’è il DSa? L’esperto rispondeQuando imparare è più difficile

Dott. Antonino Nanni Rosolia

ro può essere anche una dipendenza infatti i ricercatori dell’Università di Princeton e altri studi hanno dimostrato che lo zucchero è una sostanza a cui il corpo si abitua fi no a sentirne automaticamente il bisogno. Il neuroscien-ziato Bart Hoebel ritiene che lo zucchero abbia effetti sul cervello molto simili a quelli provocati dagli stupefacenti. Queste constatazioni scientifi che derivano dal fatto che tra gli altri fattori lo zucchero attiva “la dopamina” e il cervello associa al gusto dolce dello zucchero uno stato di benessere ed euforia e dunque il nostro corpo manda

segnali di “bisogno di zucchero”, questa è una delle cause che fa insorgere la voglia di “dolce” in momen-ti di stress o emozioni negative. Considerato ciò, consiglio a tutti di ridurre il più possibile l’apporto di zucchero

semplice assunto attraverso bibite, per addolcire caffè o tè, dolci etc etc Incrementare invece l’uso di frutta che è pur sempre dolce ma assieme ai suoi zuccheri possiamo apportare nel nostro organismo tanta fi bra, sali minerali e vitamine. A chi proprio non può rinunciare allo zucchero consiglio la stevia che è un dolcifi cante 100% naturale derivato da una pianta.

La maggioranza delle persone adora i cibi dolci quindi consuma quantità spesso elevate di zucchero aumen-tando il rischio d’ingrassare, l’insorgenza di diabete,

malattie cardiovascolari e addirittura tumori. Dal punto di vista energetico, un grammo di zucchero apporta 4 calo-rie (kcal) come le proteine e meno della metà delle ca-lorie apportate dai grassi (9 kcal). Però, è proprio lo zuc-chero che porta spesso all’eccesso di energia squilibrando il bilancio energetico. Perché? Gli zuccheri o carboidrati possono essere complessi come quelli provenienti da pasta, pane e cereali in genere, o semplici provenienti dalla frut-ta (fruttosio) dal latte (lattosio) e dallo zuc-chero da cucina (sac-carosio) estratto in Europa principalmente dalla barbabietola da zucchero e nel resto del mondo dalla canna da zucchero. Lo zucchero, sia raf-fi nato (bianco) o più o meno integrale (bruno) apporta sempre le stesse calorie. Lo zucchero da cucina, in quanto carboidrato semplice, viene utilizzato in fretta dall’or-ganismo, mentre quelli complessi sono a lento rilascio. Gli zuccheri semplici come saccarosio, lattosio, glucosio, fruttosio hanno più facilità di essere consumati perchè dal punto di vista molecolare sono più semplici e quindi assi-milabili. D’altra parte gli zuccheri complessi che troviamo nel pane, prodotti da forno, pasta, legumi... hanno un processo metabolico diverso più lungo e quindi anche il loro impiego è più duraturo. Talvolta il bisogno di zucche-

Zucchero e dieta: sì ma come?Ridurre l’apporto di zucchero semplice ed incrementare invece l’uso di frutta

Studio Dietistico Dott.ssa rita Smanioe-mail: [email protected]: 3491250982

Dott.ssa Rita Smanio

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Ci sono luoghi, nel nostro pianeta, unici nel loro genere, in cui l’evoluzione geologica e climatica ha dato vita a condizioni ambien-

tali del tutto particolari, che non possono essere trovate altrove.

Uno di questi è senza dubbio l’area del Mar Morto, un mare chiuso situato tra Israele, Giorda-nia e Cisgiordania, nella depressione più profonda della terra.

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In un contesto così particolare, costruito alla perfezione dalla natura nel corso dei millenni, si possono quindi trovare fanghi e sali ricchissimi di elementi importantissimi per la nostra salute, come magnesio, potassio, sodio e calcio.

Ciò ha fatto sì che anche nell’antichità i Sali

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Sono infatti tantissimi gli utilizzi e le forme in cui i Sali del Mar Morto possono contribuire al be-nessere ed alla salute di ciascuno di noi, ed è per scoprirli ed imparare ad utilizzarli che la Farma-cia Tre Colombine ospiterà, il 7 novembre 2014 alle ore 20:30, una serata gratuita dedicata alla loro conoscenza, che da secoli si tra-manda nelle popolazioni che vivono sulle sponde di quel mare.

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I Disturbi Specifi ci dell’Ap-prendimento Scolastico (D.S.A.) sono disturbi di

origine neuropsicologica che interessano alcune abilità specifi che necessarie all’ap-prendimento scolastico e non permettono ai bambini che ne soffrono una completa autosuffi cienza nell’apprendi-mento, nonostante la presenza di buone capacità intel-lettive. Non si tratta dunque di diffi coltà momentanee dovute alle modalità in cui avvengono i processi relativi all’apprendimento scolastico o alla “cattiva volontà” del bambino. Essi interessano, nella maggior parte dei casi, la lettura (Dislessia e Disturbo della Comprensione del Testo Scritto), la scrittura (Disgrafi a e disortografi a) e il calcolo (Discalculia). I primi sintomi del D.S.A. pos-sono essere osservati fi n dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia nei compiti che riguardano pre-scrittura , pre-lettura e nel linguaggio. Questi bambini incontrano vere e proprie diffi coltà sia nei primi anni della scuola primaria sia nei successivi gradi . Ad esempio, i bambini dislessici compiono spesso inversioni di lettere o sillabe (es.: li al posto di il). Inoltre, si osservano diffi coltà nel memorizzare informazioni in sequenza come i giorni della settimana, i mesi, le tabelline, ecc. Si è notato che spesso confondono la destra con la sinistra e così via. Allo stato attuale esistono indagini e strumenti che indagano specifi catamente i D.S.A e la diagnosi defi -nitiva viene posta da Specialisti esperti, mediante test specifi ci verso la fi ne della seconda primaria, questo per

Bambini, cos’è il DSa? L’esperto rispondeQuando imparare è più difficile

Dott. Antonino Nanni Rosolia

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segnali di “bisogno di zucchero”, questa è una delle cause che fa insorgere la voglia di “dolce” in momen-ti di stress o emozioni negative. Considerato ciò, consiglio a tutti di ridurre il più possibile l’apporto di zucchero

semplice assunto attraverso bibite, per addolcire caffè o tè, dolci etc etc Incrementare invece l’uso di frutta che è pur sempre dolce ma assieme ai suoi zuccheri possiamo apportare nel nostro organismo tanta fi bra, sali minerali e vitamine. A chi proprio non può rinunciare allo zucchero consiglio la stevia che è un dolcifi cante 100% naturale derivato da una pianta.

La maggioranza delle persone adora i cibi dolci quindi consuma quantità spesso elevate di zucchero aumen-tando il rischio d’ingrassare, l’insorgenza di diabete,

malattie cardiovascolari e addirittura tumori. Dal punto di vista energetico, un grammo di zucchero apporta 4 calo-rie (kcal) come le proteine e meno della metà delle ca-lorie apportate dai grassi (9 kcal). Però, è proprio lo zuc-chero che porta spesso all’eccesso di energia squilibrando il bilancio energetico. Perché? Gli zuccheri o carboidrati possono essere complessi come quelli provenienti da pasta, pane e cereali in genere, o semplici provenienti dalla frut-ta (fruttosio) dal latte (lattosio) e dallo zuc-chero da cucina (sac-carosio) estratto in Europa principalmente dalla barbabietola da zucchero e nel resto del mondo dalla canna da zucchero. Lo zucchero, sia raf-fi nato (bianco) o più o meno integrale (bruno) apporta sempre le stesse calorie. Lo zucchero da cucina, in quanto carboidrato semplice, viene utilizzato in fretta dall’or-ganismo, mentre quelli complessi sono a lento rilascio. Gli zuccheri semplici come saccarosio, lattosio, glucosio, fruttosio hanno più facilità di essere consumati perchè dal punto di vista molecolare sono più semplici e quindi assi-milabili. D’altra parte gli zuccheri complessi che troviamo nel pane, prodotti da forno, pasta, legumi... hanno un processo metabolico diverso più lungo e quindi anche il loro impiego è più duraturo. Talvolta il bisogno di zucche-

Zucchero e dieta: sì ma come?Ridurre l’apporto di zucchero semplice ed incrementare invece l’uso di frutta

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Dott.ssa Rita Smanio

Page 39: Rovigo sett2014 n119

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Come avviene il posizionamento degli impianti nella bocca del paziente con questa tecnica?

Attraverso il computer ho realizzato solo un progetto. La seconda fase prevede l’invio del progetto a una ditta specializzata che trasforma il mo-dello digitale in un modello reale. Così mi trovo ad avere una riproduzione in resina della bocca del paziente, nella quale trovo inseriti dei fi nti impianti laddove avevo progettato. Grazie a questo modello riesco a realizzare una mascherina in resina che, indossata dal paziente, funzionerà da guida chirur-gica. Il posizionamento degli impianti avviene attraverso piccoli fori cilindrici presenti su questa mascherina. Essi guidano le frese chirurgiche e l’impianto nella direzione giusta e nell’esatta posizione scelta al computer.

Quali sono i vantaggi, quindi, nello scegliere l’implantologia computer guidata?

I vantaggi dell’implantologia computer guidata non sono solo il posi-zionamento estremamente preciso dell’impianto: la cosa che più colpisce i miei pazienti è spesso la totale assenza di gonfi ore e dolore dopo l’in-tervento chirurgico. Con la tecnica tradizionale, infatti, si esegue un taglio sulla gengiva e la si scolla fi no ad esporre visibilmente l’osso sul quale lavorare.

Ad impianto inserito è poi necessario suturare la gengiva e aspettarne la guarigione. Con l’ausilio della guida chirurgica, invece, viene praticato nella gengiva un piccolo foro dello stesso diametro dell’impianto, (da 3 a 5 millimetri), laddove esso viene inserito, senza più bisogno dei punti di sutura. L’implantologia computer guidata è la scelta più confortevole e più sicura che abbiamo oggi a disposizione.

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Il Dott. Guido Bruno Boldrin ci spiega come gli straordinari progressi della tecnologia trovino applicazione anche nell’odontoiatria, facilitando la pratica clinica di tutti i giorni. L’ausilio del computer ha reso meno in-

vasiva l’implantologia, eliminando il disagio post-operatorio del paziente e minimizzando i rischi dell’intervento.

Dottor Boldrin, cos’è l’impianto dentale?

L’impianto dentale è una vite in titanio biocompatibile. Ciò signifi ca che dopo il suo posizionamento nell’osso della mandibla o della mascella, esso è in grado di “ingannare” il nostro organismo e di integrarsi completamente in esso. E’ capitato a tutti di infi larsi una scheggia in un dito: lasciando la scheg-gia nel dito notiamo che esso si gonfi a, diventa rosso e che anche la più piccola pressione provoca un forte dolore. Se insistiamo a tenere la scheggia nel dito, poi, notiamo che attorno ad essa si può forma un po’ di pus. In questo caso si è instaurata quella che in medicina si chiama “reazione da corpo estraneo”, che permette al nostro corpo di espellere o isolare ciò che non è proprio. L’im-pianto dentale, invece, non causa questa reazione e, per la particolare rugosità della sua superfi cie, è in grado di formare un legame intimo con il tessuto osseo in cui è inserito. Questo processo, che prende il nome di osteointegra-zione, richiede da 4 a 6 mesi e conferisce all’impianto stabilità sia meccanica che temporale. Dopo l’osteointegrazione infatti l’impianto ha la funzione di sorreggere una protesi, come per esempio una corona, e di supportarne i carichi masticatori. Si può dire che l’impianto in titanio sostituisce la radice del dente, essendo la parte che inserendosi nell’osso ne conferisce stabilità.

Quali sono le condizioni necessarie per l’osteointegrazione? Qual è la percentuale di successo?

Ci sono ormai protocolli operativi universalmente condivisi per il posiziona-mento dell’impianto dentale. Il rispetto rigoroso di questi protocolli durante le fasi operatorie permette l’osteointegrazione in più del 95 % dei casi.

Alcune condizioni necessarie per il successo implantare sono per esempio:1. la sterilità del campo operatorio e dei materiali usati;2. una buona “stabilità primaria”, cioè la stabilità che ha l’impianto subito

dopo il posizionamento nell’osso, senza che sia ancora avvenuta osteointe-grazione;

3. assenza di infi ammazione ossea e tissutale nel sito implantare.La percentuale di successo implantare va diminuendo poi in pazienti diabe-

tici, forti fumatori, o in concomitanza di altre patologie sistemiche, dipenden-temente dalla loro entità. Ogni caso, comunque, va valutato singolarmente.

Può essere sempre utilizzato l’impianto dentale per rimpiaz-zare i denti persi?

Nel paziente sano l’impianto dentale è la prima scelta per la riabilita-zione protesica dei denti persi e ci permette di aggiungere degli elementi all’arcata dentaria senza dover intaccare la struttura dei denti adiacenti. Un impianto delle giuste dimensioni può sostenere anche più di una singola corona e, per esempio, si può riabilitare una intera arcata dentaria con solo 4 o 5 impianti. L’impianto dentale può addirittura essere utilizzato per stabilizzare protesi mobili totali, per evitare l’utilizzo delle paste ade-sive. Tuttavia, essendo una vera e propria vite, esso necessita della giusta quantità e qualità di osso per poter essere posizionato interamente in esso. Esistono in commercio impianti con diversa lunghezza e diametro per adat-tarsi meglio a situazioni di ridotta altezza o ridotto spessore dell’osso. Molte volte mi trovo a dover riabilitare pazienti in cui c’è stato un importante riassorbimento osseo e in cui la possibilità di posizionare o meno l’impianto si gioca su misure di un solo millimetro: proprio in questi casi mi è di grande aiuto l’implantologia computer guidata.

Cosa vuol dire implantologia computer guidata?Con questa tecnica stabilisco al computer la posizione che dovranno

avere gli impianti nell’osso in modo estremamente preciso. In prima fase faccio al paziente un esame radiologico, la TC Cone

Beam, che riproduce un modello digitale 3D della testa del paziente. In questo modo ho letteralmente messo sullo schermo del mio computer la testa del paziente, sulla quale vado a posizionare, sempre virtualmente, gli impianti. Attraverso un programma specifi co riesco a misurare correttamen-te altezza e spessore dell’osso e riesco a visualizzare determinate strutture anatomiche da evitare durante l’inserimento degli impianti. Nel corpo della mandibola, per esempio, decorre il nervo alveolare inferiore, la cui lesione durante le manovre chirurgiche potrebbe compromettere la sensibilità del labbro inferiore.

Mi capita allora di posizionare l’impianto superiormente al nervo, la-sciando un margine di sicurezza di 2 millimetri; altre volte, se lo spessore dell’osso lo consente, scelgo un impianto più lungo ma ne cambio l’inclina-zione in modo da passare lateralmente al nervo.

Solo il computer mi permette di scegliere in modo così preciso l’incli-nazione e la profondità che dovranno avere gli impianti nell’osso, minimiz-zando i rischi. Terminata la fase di progettazione ho sullo schermo del mio computer la testa del paziente, con gli impianti inseriti esattamente dove ho scelto.

La precisione del computer per risolvere anche i casi più complicati

implantologia computer guidata

STuDiO DenTiSTiCO Dr. GuiDO BrunO BOLDrinrOViGO - 45100 - (area Tosi) Via L. einaudi, 24/int. 2 Tel. 0425 475218

LenDinara - 45026 (rO)Viale Santa Sofia, 22 b/2Tel. 0425 642150

www.studiodentisticoboldrin.it

Dott. Guido Bruno Boldrin

L’implantologia computer guidata è la scelta più confortevole e più sicura che abbiamo oggi a disposizione

Modello di arcata superiore con impianti inseriti

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Page 40: Rovigo sett2014 n119

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Un bel sorriso è piacevole, suscita interesse e met-te allegria nelle persone che ci circondano.

C’e’ sempre più richiesta al giorno d’oggi di denti belli, bianchi e di un sorriso armonioso che ci faccia sentire bene con noi stessi ma soprattutto con le altre persone con le quali ci relazioniamo. Possiamo dire che il sorriso sia il nostro primo biglietto da visita e come diceva il famoso Charlie Chaplin: ”UN GIORNO SENZA SORRISO E’ UN GIORNO PERSO”.

Come fare allora per ottenere un sorriso “sma-gliante”?

Nel campo dell’odontoiatria, e in particolare nel settore estetico, si fanno molti progressi e si cerca sempre di proporre al paziente un piano di trattamento adatto alle sue problematiche e mirato a risolvere il suo personale caso.

I trattamenti per ottenere un bel sorriso sono

Insieme allo specialista si studierà una soluzione personalizzata che garantirà un bellissimo sorriso dalla prima seduta

Faccette Componeer: una nuova soluzione estetica

Dott.marcato C. e Dott.ssa marcato F.Studio dentistico mCFVia L.Baruchello 6, rovigotel. 0425-486136

Nel campo dell’odontoiatria, e in particolare nel settore estetico, si fanno molti progressi e si cerca sempre di proporre al paziente un piano di trattamento adatto alle sue problematiche e mirato a risolvere il suo personale caso

differenti, possono andare dalle più o meno complesse ricostruzioni estetiche con il composito, che è il materiale utilizzato più comunemente oppure si possono applicare delle faccette sulla superfi cie esterna del dente, effet-tuando una leggera preparazione.

Ovviamente i costi per l’uno o per l’altro trattamento sono differenti. Il prezzo per le faccette che vengono realizzate in ceramica è piuttosto alto, ma il risultato è duraturo nel tempo.

Per ovviare a ciò, da un paio di anni sono state in-trodotte nel commercio, delle faccette che si chiamano “COMPONEER” che sono dei gusci di smalto in composi-to nano-ibrido polimerizzati e preformati , prodotti indu-strialmente, i quali uniscono i vantaggi del restauro di-retto in composito ai vantaggi delle faccette preformate.

Si tratta del primo sistema appositamente messo a punto per consentire restauri sorprendentemente semplici dei denti anteriori.

I benefi ci per il paziente sono:-riabilitazione estetica dopo 1 sola seduta-rimozione mini-invasiva della sostanza dentale sana-tempi alla poltrona ridotti-soluzione personalizzata-superfi cie e margini di alta qualità-più economiche delle soluzioni indiretteLe indicazioni cliniche sono:

-trattamento di carie estese-alterazioni cromatiche dello smalto -lievi malposizionamenti, rotazioni dei denti-fratture dentali -denti erosi, abrasi-allungamento dei margini incisali dei denti anteriori-malformazioni anatomiche (denti di forma irregolare, denti conici)

Il sistema di faccette dirette in composito aggiunge una nuova e interessante dimensione alle opzioni di

trattamento esistenti, fornendo ai professionisti e ai pazienti nuove prospettive economiche.

I pazienti possono ottenere un bellissimo sorriso naturale in una sola seduta, e ricominciare a sorridere.

Nella sua storia recente, l’odontoiatria è passata attraverso varie fasi. Svilup-pi riconducibili e legati alla ricerca in

tema di biomateriali con conseguente ado-zione di nuovi concetti e metodiche, spesso divenute moda o tendenza. Negi anni ’70 erano frequenti le estrazioni di denti dei settori posteriori, ma anche anteriori, minati nella loro struttura da processi cariosi o nella loro stabilità per la presenza della malattia parodontale (piorrea), al fi ne di far posto ad apparecchi in lega leggera (scheletrati) che andavano a sostituire analoghe e già presenti strutture più pesanti e costose in quanto concepite in metallo prezioso (oro).Alla fi ne degli anni ’70, e all’inizio degli anni ’80, prende piede il concetto di “arcate accorciate”. In base agli studi a supporto di quest’ultima tendenza, la grande maggioran-za degli atti masticatori viene svolta a livello dei settori premolari, rendendo pertanto non indispensabile la sostituzione dei settori mo-

lari perduti. Questa concezione è tuttavia destinata a durare ben poco in quanto dal 1983 all’incirca, il prof. P.I. Branemark intro-duce il concetto di osseointegrazione tissuta-le ponendo le basi scientifi che di quella che possiamo defi nire l’implantologia moderna.Il concetto di sostituzione di un dente man-cante attraverso l’inserimento di un suo ana-logo nello spessore dell’osso, risale ai tempi della preistoria, se è vero che sono stati ritro-vati reperti cranici fossili che ben evidenziano tentativi fatti in tal senso. Alla fi ne degli anni ’50 e durante gli anni ’60 sono molti i casi descritti di impianti di viti o lamine dei più svariati materiali, inseriti nelle ossa mascella-ri con lo scopo di fornire sostegno a denti di sostituzione. Ma solo con l’introduzione della lega di titanio e con la diffusione degli studi dell’università di Goteborg, che si può stabi-lire e datare l’anno zero dell’implantologia moderna.

Da allora le tendenze cambiano e la

Progressi e tendenze: la storia dell’odontoiatria

Da quasi 30 anni il Dott. Giuseppe Bertolini esercita la professione odontoiatrica: laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Odontostomatologia e protesi dentaria, ha lavorato all’ospedale di Padova e di Monselice e dal 1999 è dirigente medico presso la Cittadella Socio Sanitaria dell’ASL 18 di Rovigo. E’ stato uno dei primi impiantologi del Veneto. Da sempre impegnato anche nella libera professione, dal 2011 ha aperto il suo studio a Rovigo,

una struttura moderna, funzionale, attrezzata per le moltissime esigenze e richieste dei pazienti, ma anche accogliente e confortevole. Uno studio pensato per essere un punto d’incontro per le persone in quanto tali e non esclusivamente in quanto pazienti, tenendo sempre in massima considerazione che la soluzione ai problemi dentali deve essere trovata conciliando la necessità di cura con l’esistenza di limitazioni, spesso dettate da fattori economici.

Dott. Giuseppe BertoliniMedico Chirurgo, specialista in Odontostomatologia e protesi dentaria

Ciò che è importante per una corretta masticazione e per un benessere generale, è l’equilibrio dell’apparato stomatognatico nel suo complesso. Importante la figura del dentista “di famiglia” in grado di valutare la globalità della situazione

Studio Dentistico Dott. Giuseppe BertoliniLargo Cappellini 1 – rovigo0425-1680170 [email protected]

sostituzione di denti andati perduti viene sentita come una necessità primaria. For-se, la verità, come in altre situazioni, sta nel mezzo. Ciò che è importante per una corretta masticazione e per un benessere generale, è l’equilibrio dell’apparato stoma-tognatico nel suo complesso.

Esistono, nella pratica clinica, situazio-ni di benessere e equilibrio pur in assenza di parecchi elementi dentari, nel mentre in altri casi la mancanza anche di un solo ele-mento è causa di disarmonia e squilibrio, pronti a trasformarsi in sintomatologia.

Come può orientarsi il paziente tra le

molteplici proposte e pseudoverità sancite dai richiami dei mass-media?

Torna importante la fi gura del dentista “di famiglia” in grado di valutare la globali-tà della situazione e di proporre le soluzioni più opportune indipendentemente dalle ten-denze dettate dal momento.

ok8

presto, lasciando passare alme-no 2 ore dall’ultimo pasto. Bere molto, almeno 2 litri di acqua al di. Alcalinizzare l’organismo bi-lanciando il PH con frutta e ver-dura cioè con cibi antinfi amma-tori. Respirare profondamente e non fumare. Fare il lavaggio del colon (IDROCOLON-TERAPIA) almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali che naturalmente non riusciremo eliminare. Quindi l’uso sconsi-derato di terapie antibiotiche e anti-infi ammatorie portano allo squilibrio della nostra buona fl ora batterica a scapito della fl ora patogena. Per questo sono convinta che solo delle

terapie naturali ed equilibranti possano garantire una buona salute che duri nel tempo.

E’ convinzione di tutto il mondo scientifi co che l’in-testino sia il nostro secondo

cervello e che esistono tra i due rapporti bidirezionali. L’organi-smo umano è abitato da 40.000 specie diverse di batteri, che vivono in comunione con noi e lavorano per noi, partecipando ai processi digestivi. Come si è detto lo stesso IPPOCRATE 2500 anni fa sentenziò “CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA, E CHE LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO”. Concludendo quindi esistono po-che regole per prendersi cura del proprio intestino:

Alimentarsi con cibi biologici (non OGM) e non trattati. Pren-dere spesso probiotici e prebiotici per ridurre l’infi ammazione e ripristinare le giuste popolazioni batteriche. Fare esercizio fi sico per al-meno 30 min. al dì. Lo yoga rappresenta una scelta ottimale per il rilassamento della mente e la giusta respirazione. Usare poco sale, poco zucchero soprat-tutto bianco e grassi raffi nati, evitare latte vaccino e latticini freschi e cibi industriali. Coricarsi abbastanza

ippocrate nel 400 a.c diceva: “Tutte le malattie hanno origine dall’intestino”

La Dott.ssa Angela Ballarin

Dott. ssa Ballarin angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Una buona alimentazione e delle terapie naturali ed equilibranti possono garantire una buona salute che duri nel tempo

Il consiglio: fare il lavaggio del colon almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali

settimana, ma nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e succes-sivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento effettuato

all’interno della cornea. Il fl ap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolimento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il velo-ce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progres-sivamente. I vantaggi sono un minor fastidio postoperatorio ed una minor reazione infi ammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comun-que utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ov-viamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modifi carsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta stra-da è stata fatta soprattutto per quanto

riguarda la tecnologia laser. Sostanzial-mente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una deter-minata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazio-ne funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia ge-neralmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’ano-malia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rugby. Possiamo quindi avere astigmatismo as-sociato a miopia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quan-to si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad eccimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modifi care la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superfi cie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni

Il Dr. Massimo Camellin

Dott. massimo Camellin:Via Dunant, 10 - rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Trattamenti laser refrattivi: Lasek

Spesso si ricorre allo psicologo/psicoterapeuta solo dopo aver provato un senso di sconforto e

smarrimento rispetto ai tentativi di risol-vere da soli problemi di tipo personale o relazionale.

Lo spazio relazionale, nel colloquio terapeutico rappresenta un luogo in cui emergono nuovi signifi cati, in cui co-costruire modalità correttive ed effi caci per prendersi cura di sé. Il ricorso ad uno specialista non necessariamente avviene quando è presente una psicopatologia e non necessariamente il processo pre-vede sempre dei tempi lunghi; possono verifi carsi, ad es, problematiche collegate al “ciclo di vita” diffi cili da affrontare, o situazioni di sofferenza che si ripe-tono nella propria storia quasi come in un “copione” ripetitivo sul quale si ha il senso di non poter metterci le mani.

O ancora situazioni in cui non si riesce a dare un nome alle proprie sofferenze. Il cambiamento in te-rapia, è un processo di crescita e di trasformazione creativa che avviene in un clima di autenticità e di accoglienza.

Per cambiamento nella psicoterapia (sia a livello emotivo, che cognitivo e comportamentale) intendo il recupero da parte della persona, della capacità di uti-lizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze per fare delle scelte effi caci e funzionali in relazione ai propri desideri e sulla base del proprio contesto specifi co e attuale. La compren-

sione dell’eziologia e quindi della natura del proble-ma che la persona porta in terapia, dà la possibilità di chiarire cosa lo ha costituito e come questo viene mantenuto e reiterato nel tempo. I modelli arcaici di relazione interpersonale interiorizzati infatti, infl uen-zano le relazioni attuali e, nell’incontro terapeutico è possibile portare alla consapevolezza e dare un senso a tali processi attraverso una relazione “ricostruttiva” autentica calda e reale per sperimentare delle alterna-tive possibili e scegliere di cambiare. La psicoterapia è un’ ”arte” perché pur se fondata su una metodologia clinica e sostenuta da una teoria di riferimento, ogni trattamento va plasmato sulla persona che è unica e irripetibile.

Quando iniziare una psicoterapia?L’incontro terapeutico come processo di cambiamento

Dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, Psicoterapeutaadria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il Dr. Fabrizio Boscolo

Cosa sonoI fi bromi penduli, o acrocordon (in ingle-

se: skin tags), sono delle piccole escrescenze che nascono dal derma, quella parte della pelle situata sotto l’epiderme, e che, anzichè crescere al suo interno, si sviluppano verso l’esterno. Possono raggiungere varie gran-dezze, da pochi millimetri fi no al diametro di un centimetro, ed essere così piuttosto evidenti e fasti-diosi, anche per le zone del corpo in cui crescono. Quando sono di dimensioni considerevoli, possono pendere verso il basso a causa della forza di gravità da qui il nome di fi bromi penduli.

Dove si presentanoSi formano classicamente ai lati del collo e alle ascel-

le, alcune volte sono presenti anche all’inguine e alle pal-pebre superiori e inferiori.

Perché si formanoNormalmente possono iniziare a svilupparsi, sia

nell’uomo che nella donna, intorno ai 40 anni, anche se non mancano casi in cui spuntano verso i 20. Il loro mani-festarsi è dovuto a una predisposizione genetica, ereditaria quindi, per cui intere famiglie appaiono “affette” dai fi bro-mi penduli. La causa della loro presenza non è assoluta-mente nota; si sa solo che i fi broblasti, così si chiamano le cellule di cui sono fatti, per errore crescono verso l’esterno.

Sono pericolosi?La crescita di fi bromi non è segno di alcuna patologia,

perché ad essi non corrisponde una malattia. Le loro conse-guenze sono in primo luogo estetiche, anche perché han-no generalmente un colore più scuro della pelle, che va dal

i fibromi penduli: un disturbo estetico molto frequente

Dott. Stefano Spoladori Via umberto i n. 31 45100 rovigotel. [email protected]

Dr. Stefano Spoladori

marrone carico al nero. Quelli sporgenti si possono impigliare facilmente nelle catenine o nei colletti, nei reggiseni e negli indumenti in genere e, in questi casi, possono esser causa di disturbi della pelle. Il trauma può causare il distacco parziale del fi broma, con sanguinamento e rischio d’infezione.

Bisogna toglierli?In generale è consigliabile asportarli man mano che si

formano, in modo da tenere in ordine la pelle, ma questo, specie per quelli del collo e delle ascelle, non è indispen-sabile, anche perché è bene sottolineare che il fi broma pendulo non degenera, non evolve in tumore. E’ invece fortemente raccomandabile togliere quelli che crescono sulle palpebre in quanto possono anche disturbare la vista.

Donne e uomini ugualmente colpiti?I fi bromi penduli si sviluppano con la stessa frequenza

sia negli uomini sia nelle donne, almeno fi no ai 50 anni cir-ca. Dopo quest’età essi tendono a prelevare nella donna a causa dell’entrata in menopausa. Data la loro natura benigna gli studi al riguardo non sono tanti: si pensa che gli ormoni possano in qualche modo regolarne la crescita. Una cosa è certa i fi bromi penduli non diventano mai tumori tuttavia essi possono essere confusi con alcuni tipi di nevi, quest’ultimi invece possono degenerare in tumore.

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presto, lasciando passare alme-no 2 ore dall’ultimo pasto. Bere molto, almeno 2 litri di acqua al di. Alcalinizzare l’organismo bi-lanciando il PH con frutta e ver-dura cioè con cibi antinfi amma-tori. Respirare profondamente e non fumare. Fare il lavaggio del colon (IDROCOLON-TERAPIA) almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali che naturalmente non riusciremo eliminare. Quindi l’uso sconsi-derato di terapie antibiotiche e anti-infi ammatorie portano allo squilibrio della nostra buona fl ora batterica a scapito della fl ora patogena. Per questo sono convinta che solo delle

terapie naturali ed equilibranti possano garantire una buona salute che duri nel tempo.

E’ convinzione di tutto il mondo scientifi co che l’in-testino sia il nostro secondo

cervello e che esistono tra i due rapporti bidirezionali. L’organi-smo umano è abitato da 40.000 specie diverse di batteri, che vivono in comunione con noi e lavorano per noi, partecipando ai processi digestivi. Come si è detto lo stesso IPPOCRATE 2500 anni fa sentenziò “CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA, E CHE LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO”. Concludendo quindi esistono po-che regole per prendersi cura del proprio intestino:

Alimentarsi con cibi biologici (non OGM) e non trattati. Pren-dere spesso probiotici e prebiotici per ridurre l’infi ammazione e ripristinare le giuste popolazioni batteriche. Fare esercizio fi sico per al-meno 30 min. al dì. Lo yoga rappresenta una scelta ottimale per il rilassamento della mente e la giusta respirazione. Usare poco sale, poco zucchero soprat-tutto bianco e grassi raffi nati, evitare latte vaccino e latticini freschi e cibi industriali. Coricarsi abbastanza

ippocrate nel 400 a.c diceva: “Tutte le malattie hanno origine dall’intestino”

La Dott.ssa Angela Ballarin

Dott. ssa Ballarin angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Una buona alimentazione e delle terapie naturali ed equilibranti possono garantire una buona salute che duri nel tempo

Il consiglio: fare il lavaggio del colon almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali

settimana, ma nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e succes-sivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento effettuato

all’interno della cornea. Il fl ap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolimento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il velo-ce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progres-sivamente. I vantaggi sono un minor fastidio postoperatorio ed una minor reazione infi ammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comun-que utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ov-viamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modifi carsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta stra-da è stata fatta soprattutto per quanto

riguarda la tecnologia laser. Sostanzial-mente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una deter-minata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazio-ne funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia ge-neralmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’ano-malia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rugby. Possiamo quindi avere astigmatismo as-sociato a miopia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quan-to si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad eccimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modifi care la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superfi cie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni

Il Dr. Massimo Camellin

Dott. massimo Camellin:Via Dunant, 10 - rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Trattamenti laser refrattivi: Lasek

Spesso si ricorre allo psicologo/psicoterapeuta solo dopo aver provato un senso di sconforto e

smarrimento rispetto ai tentativi di risol-vere da soli problemi di tipo personale o relazionale.

Lo spazio relazionale, nel colloquio terapeutico rappresenta un luogo in cui emergono nuovi signifi cati, in cui co-costruire modalità correttive ed effi caci per prendersi cura di sé. Il ricorso ad uno specialista non necessariamente avviene quando è presente una psicopatologia e non necessariamente il processo pre-vede sempre dei tempi lunghi; possono verifi carsi, ad es, problematiche collegate al “ciclo di vita” diffi cili da affrontare, o situazioni di sofferenza che si ripe-tono nella propria storia quasi come in un “copione” ripetitivo sul quale si ha il senso di non poter metterci le mani.

O ancora situazioni in cui non si riesce a dare un nome alle proprie sofferenze. Il cambiamento in te-rapia, è un processo di crescita e di trasformazione creativa che avviene in un clima di autenticità e di accoglienza.

Per cambiamento nella psicoterapia (sia a livello emotivo, che cognitivo e comportamentale) intendo il recupero da parte della persona, della capacità di uti-lizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze per fare delle scelte effi caci e funzionali in relazione ai propri desideri e sulla base del proprio contesto specifi co e attuale. La compren-

sione dell’eziologia e quindi della natura del proble-ma che la persona porta in terapia, dà la possibilità di chiarire cosa lo ha costituito e come questo viene mantenuto e reiterato nel tempo. I modelli arcaici di relazione interpersonale interiorizzati infatti, infl uen-zano le relazioni attuali e, nell’incontro terapeutico è possibile portare alla consapevolezza e dare un senso a tali processi attraverso una relazione “ricostruttiva” autentica calda e reale per sperimentare delle alterna-tive possibili e scegliere di cambiare. La psicoterapia è un’ ”arte” perché pur se fondata su una metodologia clinica e sostenuta da una teoria di riferimento, ogni trattamento va plasmato sulla persona che è unica e irripetibile.

Quando iniziare una psicoterapia?L’incontro terapeutico come processo di cambiamento

Dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, Psicoterapeutaadria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il Dr. Fabrizio Boscolo

Cosa sonoI fi bromi penduli, o acrocordon (in ingle-

se: skin tags), sono delle piccole escrescenze che nascono dal derma, quella parte della pelle situata sotto l’epiderme, e che, anzichè crescere al suo interno, si sviluppano verso l’esterno. Possono raggiungere varie gran-dezze, da pochi millimetri fi no al diametro di un centimetro, ed essere così piuttosto evidenti e fasti-diosi, anche per le zone del corpo in cui crescono. Quando sono di dimensioni considerevoli, possono pendere verso il basso a causa della forza di gravità da qui il nome di fi bromi penduli.

Dove si presentanoSi formano classicamente ai lati del collo e alle ascel-

le, alcune volte sono presenti anche all’inguine e alle pal-pebre superiori e inferiori.

Perché si formanoNormalmente possono iniziare a svilupparsi, sia

nell’uomo che nella donna, intorno ai 40 anni, anche se non mancano casi in cui spuntano verso i 20. Il loro mani-festarsi è dovuto a una predisposizione genetica, ereditaria quindi, per cui intere famiglie appaiono “affette” dai fi bro-mi penduli. La causa della loro presenza non è assoluta-mente nota; si sa solo che i fi broblasti, così si chiamano le cellule di cui sono fatti, per errore crescono verso l’esterno.

Sono pericolosi?La crescita di fi bromi non è segno di alcuna patologia,

perché ad essi non corrisponde una malattia. Le loro conse-guenze sono in primo luogo estetiche, anche perché han-no generalmente un colore più scuro della pelle, che va dal

i fibromi penduli: un disturbo estetico molto frequente

Dott. Stefano Spoladori Via umberto i n. 31 45100 rovigotel. [email protected]

Dr. Stefano Spoladori

marrone carico al nero. Quelli sporgenti si possono impigliare facilmente nelle catenine o nei colletti, nei reggiseni e negli indumenti in genere e, in questi casi, possono esser causa di disturbi della pelle. Il trauma può causare il distacco parziale del fi broma, con sanguinamento e rischio d’infezione.

Bisogna toglierli?In generale è consigliabile asportarli man mano che si

formano, in modo da tenere in ordine la pelle, ma questo, specie per quelli del collo e delle ascelle, non è indispen-sabile, anche perché è bene sottolineare che il fi broma pendulo non degenera, non evolve in tumore. E’ invece fortemente raccomandabile togliere quelli che crescono sulle palpebre in quanto possono anche disturbare la vista.

Donne e uomini ugualmente colpiti?I fi bromi penduli si sviluppano con la stessa frequenza

sia negli uomini sia nelle donne, almeno fi no ai 50 anni cir-ca. Dopo quest’età essi tendono a prelevare nella donna a causa dell’entrata in menopausa. Data la loro natura benigna gli studi al riguardo non sono tanti: si pensa che gli ormoni possano in qualche modo regolarne la crescita. Una cosa è certa i fi bromi penduli non diventano mai tumori tuttavia essi possono essere confusi con alcuni tipi di nevi, quest’ultimi invece possono degenerare in tumore.

Page 41: Rovigo sett2014 n119

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“A oggi – spiega Drago – i requisiti per ottenere la patente B sono minimi. Per quanto riguarda la capacità di sentire occorre semplicemente capire una conversazione ef-fettuata a due metri di distanza da ciascun orecchio. Possia-mo affermare che ciò non sia del tutto suffi ciente”. L’idea dell’audioprotesista Drago trova conferma anche nel proget-to “Udito è Sicurezza” che ha come scopo l’introduzione di un esame in più al momento del rinnovo della patente di guida: quello delle funzioni uditive. Dai dati diffusi da Anap e Ana, emerge che in Italia il 12% della popolazione è affetta da problemi di udito e spesso questo problema non viene preso in considerazione. A causa di questo comportamento superfi ciale si mette a rischio la propria vita e quella degli altri.

Come capire, quindi, se siamo affetti da qualche disturbo e se sia il caso di rivolgerci a un professionista del settore?

“Gli auto-test sono molto semplici: alla guida provate a sentire se percepite distinta-mente il ticchettio prodotto dall’inserimento delle frecce, se distinguete i due suoni di una sirena di un’ambulanza, se

riuscite a capire le parole di un eventuale passeggero o se avete una sensazione di ovattamento. Se avete risposto sì ad almeno una delle precedenti domande prendete in seria

considerazione l’idea di sotto-porvi a un esame dell’udito”.

Con sede a Cadoneghe (PD) il negozio Drago vanta un’esperienza di oltre venticin-que anni. Daniele Drago offre prove audiometriche gratuite, una consulenza d’eccellenza e un supporto concreto nelle scelte

più adatte per la risoluzione di questi disturbi che possono colpire persone di tutte le eta’. Perché chi sente bene, si sente anche meglio.

Daniele Drago, specialista nel settore dei problemi dell’udito, offre soluzioni per qualsiasi tipo di disturbo. Questo mese ci illustra, sulla base di un’interessante

iniziativa promossa da Anap e Ana – “Udito è Sicurezza” – come capire preventivamente se siamo affetti da qualche disturbo. La campagna ha lo scopo di sensibilizzare l’intero popolo dei guidatori sull’importanza dell’udito alla guida, e Drago, con la sua esperienza di audioprotesista, offre delle soluzioni personalizzate per porre rimedio a eventuali pro-blemi del condotto uditivo.

I numeri parlano chiaro: un italiano su dieci ha problemi di udito e questo dato infl uisce negativamente su molti aspetti delle nostra vita. Uno di questi è costituito dalla

guida, azione che fa parte della nostra quotidianità. Tra le cause di incidenti nel nostro paese un terzo è costituito da problemi relativi a defi cit di vista e udito. Nella guida tutti danno più importanza al vedere bene e alla prontezza di rifl essi, ma non tutti si preoccupano anche del sentire bene. Daniele Drago ci da dei piccoli suggerimenti per testare il nostro udito. Il parere medico, tuttavia, resta il più attendi-bile perché spesso chi è affetto da questo genere di disturbi ne è inconsapevole o, peggio, non vuole ammetterlo con sé stesso.

Daniele Drago

Per guidare ci vuole... orecchio!Tra le cause di incidenti nel nostro paese un terzo è costituito da problemi relativi a deficit di vista e udito

apparecchi acustici - Daniele DragoVia Gramsci a., 10 – Cadoneghe (Pd)tel. 349 4297959mail: [email protected]

In italia il % della popolazione è affetta da problemi di udito e spesso questo problema non viene preso in considerazione

Il ciclo vitale del capello prevede l’alternanza di tre fasi, una di crescita, una di riposo, ed una di caduta. La durata media di questo ciclo

varia dai 2 ai 7 anni. Si stima pertanto che ogni follicolo produca circa 20 capelli nel corso della sua vita. Il numero dei capelli caduti durante la giornata è variabile e dipende da numerosi fattori quali:

- il sesso (la caduta è maggiore negli uomi-ni rispetto alle donne)

- la stagione (in autunno e primavera la caduta aumenta)

- condizioni di salute (l’utilizzo di certi far-maci e alcune malattie possono accelerare la caduta)

- lavaggio e spazzolatura ( il trauma mecca-nico facilita il distacco dei capelli)

- densità di capelli (più capelli si hanno e maggiore sarà la caduta in termini assoluti)

- genetica (alcuni soggetti sono genetica-mente predisposti alla caduta).

A titolo puramente informativo, senza che questo dato rappresenti una regola, una caduta superiore ai 100 capelli al giorno protratta per alcune settimane è un indice di sofferenza del capello. In questi casi è opportuno rivolgersi ad un medico specializzato in grado di valutare e

risolvere la situazione. L’importanza della visita tricologica in giovane età, ancor prima che si manifestino i primi sintomi di diradamento, è essenziale per ricevere opportune indicazioni sui prodotti più adatti al proprio tipo di capello. In questi ultimi anni la tricologia (la scienza che studia l’anatomia, la fi siologia del capello e del pelo) ha compiuto numerosi passi in avanti e può oggi offrire numerose soluzioni in grado di bloccare o contrastare la caduta. Così come per il proprio benessere fi sico occorre scegliere un professionista delle scienze motorie laure-ato e con le opportune certifi cazioni professio-nali, anche la scelta del tricologo deve ricadere su professionisti qualifi cati specializzati in der-matologia. Attenzione dunque ai falsi esperti, abili a sfruttare economicamente il dramma psicologico di chi sta perdendo i capelli.

I rimedi utilizzati per combattere la calvizie sono numerosi e vanno dall’utilizzo di semplici lozioni alla somministrazione di veri e propri farmaci (fi nasteride,minoxidil). Massaggi, laser

terapie, fototerapie e crioterapie rappresentano alcuni esempi delle numerosissime tecniche oggi disponibili nei moderni centri tricologici. Quando il problema è particolarmente marcato e come tale irreversibile, le moderne tecniche di trapian-to di capelli sono in grado di offrire risultati este-tici di tutto rispetto. La prevenzione, comunque, continua a rivestire un ruolo essenziale contro la caduta dei capelli. Brevemente, diciamo che

è importante seguire una serie di norme igieniche, come evi-tare diete drastiche e mangiare sano, pro-teggere i capelli dal sole e dalle lampade abbronzanti, non fu-mare ed evitare anche il fumo passivo.

Infi ne, lavare spesso i capelli (almeno 3 volte alla settimana, ma anche più spesso se sono grassi) non ne accentua, ma spesso addi-rittura ne previene, la caduta.

Nota redatta dal Dott. Emanuele Galuppo, farmacista presso la Farmacia Comunale n. 1 di Rovigo Via Badaloni n. 47

E’ bene affidarsi a professionisti specializzati per contrastare il problema. Attenzione ai falsi esperti che ne approfittano

La caduta dei capelli

- Farmacia Comunale n. 1Via Badaloni- Farmacia Comunale n. 2S. apollinare- Farmacia Comunale n. 3V.le Tre martiri- Farmacia Comunale n. 4Boara Polesine- Dispensario FarmaceuticoBorsea

 

Massaggi, laser terapie, fototerapie e crioterapie rappresentano tecniche disponibili nei moderni centri tricologici

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ta la marca e matricola del proprio dispositivo e viene erudito sull’importanza di una corretta igiene orale, di periodici controlli e non per ultimo su un corretto stile di vita.

La mancata osservazione di queste regole posso-no compromettere il successo della terapia impiantare e costringere il paziente ad un nuovo intervento.

L’implantologia ha dunque rivoluzionato l’esteti-ca dentale, il più delle volte, mandando in pensione la vecchia dentiera.

L’installazione di impianti orali, sostituendo denti mancanti, consente i migliori risultati sia estetici che funzionali.Gli impianti orali sono dispositivi costituiti da una

vite in titanio inserita all’interno dell’osso mandibolare o mascellare, che consente di sostituire le protesi den-tarie con il supporto diretto dell’osso stesso.

L’implantologia orale, che nel nostro studio viene eseguita dal Dr. Augello Michele da oltre 15 anni, rappresenta senza dubbio una terapia affi dabile che consente i migliori risultati riabilitativi sia estetici che funzionali a lungo termine.

La terapia implantare è indicata per la sostituzione di uno o più denti mancanti oppure nel caso si voglia rendere fi ssa una prostesi mobile nel caso questa non sia abbastanza sostenuta.

Un requisito essenziale per utilizzare gli impianti è quello di avere suffi ciente volume di osso residuo nelle aree interessate.

Si esegue tramite un piccolo intervento chirurgico direttamente in studio dentistico.

Durante l’intervento viene inserito, dall’implanto-logo, l’impianto nell’osso . L’intervento è indolore, si esegue in anestesia locale e in sala sterile.

Nei nostri protocolli operativi, dopo l’inserimento degli impianti per mantenere in salute i tessuti circo-stanti, dedichiamo una seduta di informazione al pa-ziente durante la quale viene consegnato il passaporto implantare che altro non è che un documento che ripor-

Quando scegliere gli impiantiUna terapia affidabile che consente i migliori risultati riabilitativi sia estetici che funzionali a lungo termine

Studio dentistico “Dott. Ottavo Franco Bellucco”igiene e profilassi, trattamenti sbiancanti, con-servativa ed endodonzia, chirurgia e parodon-tologia, protesi mobile e fissa, implantologia, ortondonzia pedodonziaVia Contarini, 54 – Porto Viro (ro)tel. 0426 632640

Il dr. Ottavo Franco Bellucco medico chirurgo specialista odontostomatologia

Dr.ssa alessia marcato Psicologa-Psicoterapeuta specializzata in terapie di coppia/famigliari ed individuali Studio atma via Pozzuoli 13/b Spinea (Ve) - Cell. 3493610094

te restano nel sistema e come i “fi umi carsici” passano, e vengono consegnati, dai membri di una generazione a quelli della generazione successiva che spesso si trova designata a raccogliere, pure non avendo i mezzi per farvi fronte e sostenere il ricevuto”. Vetere M., (2008) Ogni genitore dovrebbe, quindi, sentirsi in dovere di offrire al fi glio sicurezza in termini non solo di calore e protezio-ne, ma anche di capacità di gestire le esperienze stressanti non evitandole, né rimuovendole, né minimizzandole, ma riconoscendole e, assicurandogli così, una solida affettività e competenza per continuare la vita in modo equilibrato. Sa-ranno quindi la consapevolezza e la capacità d’esprimere il dolore, nelle sue varie manifestazioni (sentimento di vuoto, isolamento, mancanza, pericolo, perdita, abbandono) e il correre il rischio di condividerlo, che diverranno dono prezioso per uno sviluppo sano ed autentico della personalità dei fi gli.

Mi è capitato spesso di osserva-re come i genitori, di fronte al disappunto e alla sofferenza

dei fi gli, in seguito ad un castigo o una sgridata, intervengano immediatamen-te distraendoli, minimizzando il loro do-lore o facendoli ridere in un momento in cui il bambino sta ancora cercando di bloccare il pianto, di allontanare la paura, l’offesa o tutto ciò che lo ha scosso. L’educazione e la disciplina richiedono, però, coerenza pena l’emergere del seguente pensiero nei fi gli: “Sono così forte, ingestibile e pericoloso a tal punto che i miei genitori temono la mia disperazione? Se non sanno reggere un divieto, ge-stire il mio dolore e non sono chiari nei loro messaggi, come posso io riporre la mia sicurezza e fi ducia in adulti insicuri?” I bambini con il loro comportamento chiedono l’intervento adulto non per porre fi ne alle loro sofferenze, ma per aiutarli a riconoscerle, gestirle e superarle. Il limite, la regola, il rispet-to del loro pianto, della loro angoscia e paura gli consentono di aver un contenimento delle emozioni negative e li fanno sentire protetti, così che ogni loro relazione sociale sia guidata da sentimenti d’effi cacia, senso d’adeguatezza e di sicurez-za. Il principale sistema educativo preposto a tale obiettivo è senza dubbio la famiglia. I teorici affermano che essa ha due compiti preponderarti da svolgere: garantire lo sviluppo psicosociale e affettivo di ciascuno dei suoi membri e gestire la sofferenza e il dolore senza che essi travolgano la mente. Succede spesso che in terapia arrivino situazioni nelle quali “I dolori non elaborati dalle persone direttamente coinvol-

mamma, papà fatemi soffrire!!!Quando la sofferenza diviene un bene prezioso

Dott. Alessia Marcato

Molte persone presentano quell’ eccesso di pelle alle palpebre che conferisce allo sguardo un’aria stanca e “datata,” ma evitano di affrontare l’intervento

di blefaroplastica per paura sia dell’anestesia sia di andare incontro alle possibili complicanze degli interventi chirurgici tradizionali. La chirurgia non ablativa è una pratica medico-chirurgica non invasiva, incruenta, affi dabile e sicura, di fa-cile attuazione e priva di rischi per il paziente, ovviamente se eseguita da operatori preparati.

Si tratta di una tecnica eseguita con un piccolo rivolu-zionario strumento (PLEXR)che sfrutta il plasma, “il quarto stadio della materia” che agisce a livello superfi ciale, non prevede tagli, cicatrici, sanguinamento o punti di sutura e permette di ottenere un progressivo ringiovanimento delle palpebre e del contorno occhi, attraverso una vaporizza-zione del tessuto cutaneo in eccesso. Il trattamento non prevede anestesia ma solo l’applicazione di una crema anestetica; si opera intervenendo mediante piccoli spot distanziati tra loro per permettere un accorciamento del tes-suto trattato con conseguente scomparsa progressiva delle rughe. Una seduta dura circa 20 minuti; nell’immediato post trattamento compaiono delle crosticine puntiformi che

Blefaroplastica: cosa c’è di nuovo?Il trattamento non chirurgico della pelle in eccesso

Studio medico Dott.ssa Cristina rogatoViale dei mille 107a – [email protected]. 3282523160

Dott.ssa Cristina Rogato, medico

chirurgo specialista in chirurgia plastica

non vanno rimosse e cadono spontaneamente nel giro di qualche giorno, il gonfi ore scompare in un paio di giorni. Il ritorno al sociale è immediato. Il numero e l’intensità delle sedute viene poi valutato in base al caso specifi co.

Il risultato è progressivo, naturale e duraturo nel tempo. I campi di applicazione però, non sono solo le palpebre. Il Plexr permette di ottenere ottimi risultati anche sulle lassità tessutali post-gravidanza non ecces-sive, sulle smagliature periombelicali, sulle pieghe delle guance e sul collo. Inoltre trova impiego nell’asportazio-ne di nevi benigni, cheratosi, angiomi, macchie cutanee, xantelasmi, acne in fase attiva e in cicatrici post-acneiche, permettendo risultati immediatamente visibili con guari-gione in circa una settimana.

Nonostante gli effetti veloci e duraturi la metodica ha un costo assolutamente accettabile se paragonato a quello di un intervento chirurgico tradizionale.

L’adolescenza è una fase importante e delicata dello sviluppo

dell’individuo, rappresenta un momento in cui il le-game con i genitori viene ridefi nito e per questo motivo possono emergere dei con-fl itti. L’adolescente si trova in piena trasformazione da un punto di vista fi sico, psicologico e relazionale; egli deve poter comprendere i propri sentimenti, capire che livello di autonomia può raggiungere e identifi care ciò che gli interessa e vuole conoscere, attuando un processo di dif-ferenziazione dai genitori. La maggior parte dei ragazzi riesce ad attraversare il processo adolescenziale e della giovane età adulta con suffi ciente serenità e fi ducia, a volte invece questo passaggio può essere vissuto come fonte di ansia, di eccessive tensioni e insicurezze.

Il disagio giovanile si può manifestare attraverso comportamenti quali ritiro sociale, fobie e abbandoni del percorso formativo (scolastico e universitario) o del lavoro, ansia e attacchi di panico, dipendenze o abuso di alcol e droghe, depressione, disturbi o disor-dini del comportamento alimentare, diffi coltà affettive e relazionali, espressioni di un’impasse o di un blocco

evolutivo. Quando non è il ragazzo a chiedere aiuto direttamente e’ comunque importante cogliere la valenza co-municativa dei compor-tamenti, unico modo forse in quel momento per esprimere una diffi -coltà o una sofferenza. Durante l’adolescenza è

molto importante l’uso del dialogo; mantenere un at-teggiamento accogliente e pronto all’ascolto, aiuta a prevenire eventuali disagi e a ridimensionare problemi che sembrano insormontabili. Laddove questo dialogo risulta diffi cile e si manifestano i segni di un possibile disagio è opportuno chiedere aiuto. Una valutazione psicologica tiene in considerazione i diversi comporta-menti e aspetti all’interno del funzionamento globale della personalità, della propria storia, del contesto in cui vengono vissuti e della specifi cità del momento evolutivo.

adolescenza? …Parliamone!

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa Clinicariceve per appuntamento ad adria e rovigoCell.: 348 3468022 - mail: [email protected]

Dott.ssa Cristina Zago

In questa fase della vita risulta importante cogliere i segnali di un possibile disagio

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adria

L’allungamento progressivo della vita media, l’au-mento della cosiddetta speranza di vita hanno por-tato e porterà sempre di più ad un aumento della

fascia d’età degli ultrasettantenni. Questo profondo mu-tamento sta già producendo un incremento delle malat-tie, disfunzioni e disadattamenti tipici della fascia d’età più avanzata; tra queste ritroviamo i problemi uditivi in forte crescita in tutto il mondo e che coinvolgono oltre il 10% della popolazione mondiale.

La sordità è la maggiore causa della riduzione della qualità della vita e di disabilità.

Le persone affette da problemi uditivi subiscono una forte riduzione delle proprie capacità individuali chiudendosi così in se stesse isolandosi e di conseguen-za, se la sordità non viene trattata adeguatamente e in tempo, nella maggior parte dei casi, possono asso-ciarsi disturbi psichici quali asocialità e depressione.

Sottovalutare l’ipoacusia può essere pericoloso perché aggrava ulteriormente la patologia, compor-tando un recupero più diffi coltoso, una riduzione della memoria dei suoni e degli stimoli intellettivi. Tenere sotto controllo il proprio udito effettuando periodici e semplici controlli è dunque fondamentale per pre-venire, curare oppure ricorrere a supporti uditivi che possono correggere la perdita dell’udito.

I Centri Dimensione Udire offrono un servizio pro-fessionale con la presenza di Audioprotesisti qualifi ca-ti, per risolvere ogni problema dell’udito, con soluzioni tecnologiche più adeguate alla propria perdita uditiva.

Basta un semplice controllo dell’udito gratuito e una prova immediata per tornare a sentire come pri-ma. La ricerca più avanzata in campo audioprotesico ha messo a punto una vasta gamma di apparecchi acustici di ultima generazione che, oltre a garantire un’ottima qualità di percezione degli stimoli sonori, sono vere e proprie meraviglie della tecnologia, quasi invisibili, concepite per essere degli indispensabili stru-menti per tornare a sentire e da portare con estrema disinvoltura.

La cosa più importante è intervenire tempestiva-mente, prima di perdere la memoria uditiva. Tanto più precoce sarà il controllo tanto più facile sarà adattarsi all’eventuale applicazione dell’apparecchio e tornare a distinguere perfettamente i diversi suoni.

Sordità e problemi di uditoDimensione Udire, migliora la qualità della vita con soluzioni innovative e quasi invisibili

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Sottomarina (Ve): Viale mediterraneo, 452Tel. 041 5544458 chioggiaDimensione udire Bovolenta (Pd): Via G. D’annunzio, 35 Tel. 049 8804078monselice (Pd): Via Zanellato, 17 Tel. 0429 700091

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rovigo

Studio dentisticoDental team s.r.l del dott. Diego LonghinCampagna Lupia (Ve) - 30010tel. 0415140094

te, spostamento e mobilità dei denti, gengive gonfi e, san-guinanti e scostate dai denti, fi no nei casi gravi alla perdita dei denti. Senz’altro il fumo accentua parecchio il problema.Cosa fare?Bisogna eliminare le cause, ovvero fare più sedute di pulizia ravvicinate se c’è tanto tartaro ed istruire il paziente su come mantenere poi l’igiene a casa, prescrivere un collutorio a base di clorexidina, infi ne eliminare fattori predisponenti come il fumo. La prevenzione dentale è il modo migliore per ottenere una bocca sana e forte, e parte innanzitutto dal quotidiano, con semplici e facili gesti:• Lavarsi i denti dopo ogni pasto principale con uno spaz-zolino morbido;• Passare il fi lo interdentale e/o scovolini;• Sciacquare con collutorio dopo lo spazzolamento;• Effettua una detartrasi una volta all’anno associata a visite periodiche per tenere sempre la situazione sotto controllo.Poche piccole accortezze quotidiane risparmieranno cure e visite più invasive in futuro. Una volta che la situazione è sotto controllo, si può pensare a far ricrescere i tessuti gen-givali persi, quando sia possibile, e questo sarà oggetto del prossimo appuntamento.

Salute orale e salute generaleUna corretta igiene orale aiuta a prevenire alitosi, carie e ma-lattie gengivali, e a conservare i denti con l’avanzare degli anni. Una bocca sana può aiutare a tenere lontano i disturbi medici. Al contrario malattie gengivali aumentano il rischio di problemi seri quali infarto, ictus, diabete e parti prematuri. La bocca è una fi nestra su quello che succede nel resto del corpo: più del 90% di tutte le malattie che riguardano l’intero corpo causa segni e sintomi orali. La saliva, protezione contro invasori nociviLa saliva è una difesa del corpo contro gli organismi che provocano le malattie, come batteri e virus. La saliva con-tiene infatti anticorpi e difese che distruggono o bloccano la crescita dei batteri. Nonostante questo, oltre 1 miliardo di batteri di 500 specie diverse si moltiplicano nella bocca in ogni momento, formando costantemente la placca batterica, una pellicola collosa e incolore che si attacca ai denti.Cosa può succedere?Se non ci si lava i denti regolarmente con spazzolino, fi lo e colluttorio, la placca si può accumulare lungo il bordo delle gengive creando un ambiente ideale per la formazione di infezioni diverse:• Gengivite (una infi ammazione reversibile dei bordi gen-givali)• Parodontite (un’infezione gengivale più grave, nota anche come “piorrea”, malattia progressiva che può persino porta-re alla perdita dei denti)La parodontite genera danni in parte irreversibili: alito pesan-

Sorridere fa bene al cuoreIl sorriso è uno dei gesti più belli e spontanei che possiamo compiere, ma è anche il nostro “biglietto da visita”. Il modo migliore per conservarlo sano e bello è proprio la prevenzione, fin da piccoli Il dott.

Diego Longhin

Senza dubbio l’odontoiatria conservativa é la branca piú importante che si sviluppa

all’interno dello studio dentistico. Essa è dedita al recupero degli ele-menti presenti nella cavità orale. Se il dente è stato intaccato dal processo carioso si procede all’e-liminazione degli strati del dente ormai irrecuperabili che vengono sostituiti con materiali biocompatibi-li e con proprietà meccaniche tali da sopportare le forze masticatorie, questo procedimento è conosciuto come otturazione. Se la lesione cariosa è tale da arrivare alla polpa presente all’interno del dente si procede realizzando una cura canalare me-glio conosciuta come devitalizzazione questo procedi-mento abbraccia una seconda branca chiamata endo-

donzia. Con questo procedimento si estirpa la polpa del dente, presente all’interno dei canali, alloggiati a loro volta all’interno delle radici, che verrà rimpiazza-ta con materiale plastico sigillandoli provvedendo al mantenimento del dente all’interno della sua naturale posizione nell’arcata dentaria.

Odontoiatria conservativaSe il dente è stato intaccato dalla carie, si eliminano gli strati dei denti irrecuperabili con materiali biocompatibli

Studio DentisticoDott. Lucio VianelloV.le Verona 3/a – SottomarinaTel./fax 041-401133medico chirurgo [email protected] ulss 14

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Page 42: Rovigo sett2014 n119

42 1111

Un bel sorriso è piacevole, suscita interesse e met-te allegria nelle persone che ci circondano.

C’e’ sempre più richiesta al giorno d’oggi di denti belli, bianchi e di un sorriso armonioso che ci faccia sentire bene con noi stessi ma soprattutto con le altre persone con le quali ci relazioniamo. Possiamo dire che il sorriso sia il nostro primo biglietto da visita e come diceva il famoso Charlie Chaplin: ”UN GIORNO SENZA SORRISO E’ UN GIORNO PERSO”.

Come fare allora per ottenere un sorriso “sma-gliante”?

Nel campo dell’odontoiatria, e in particolare nel settore estetico, si fanno molti progressi e si cerca sempre di proporre al paziente un piano di trattamento adatto alle sue problematiche e mirato a risolvere il suo personale caso.

I trattamenti per ottenere un bel sorriso sono

Insieme allo specialista si studierà una soluzione personalizzata che garantirà un bellissimo sorriso dalla prima seduta

Faccette Componeer: una nuova soluzione estetica

Dott.marcato C. e Dott.ssa marcato F.Studio dentistico mCFVia L.Baruchello 6, rovigotel. 0425-486136

Nel campo dell’odontoiatria, e in particolare nel settore estetico, si fanno molti progressi e si cerca sempre di proporre al paziente un piano di trattamento adatto alle sue problematiche e mirato a risolvere il suo personale caso

differenti, possono andare dalle più o meno complesse ricostruzioni estetiche con il composito, che è il materiale utilizzato più comunemente oppure si possono applicare delle faccette sulla superfi cie esterna del dente, effet-tuando una leggera preparazione.

Ovviamente i costi per l’uno o per l’altro trattamento sono differenti. Il prezzo per le faccette che vengono realizzate in ceramica è piuttosto alto, ma il risultato è duraturo nel tempo.

Per ovviare a ciò, da un paio di anni sono state in-trodotte nel commercio, delle faccette che si chiamano “COMPONEER” che sono dei gusci di smalto in composi-to nano-ibrido polimerizzati e preformati , prodotti indu-strialmente, i quali uniscono i vantaggi del restauro di-retto in composito ai vantaggi delle faccette preformate.

Si tratta del primo sistema appositamente messo a punto per consentire restauri sorprendentemente semplici dei denti anteriori.

I benefi ci per il paziente sono:-riabilitazione estetica dopo 1 sola seduta-rimozione mini-invasiva della sostanza dentale sana-tempi alla poltrona ridotti-soluzione personalizzata-superfi cie e margini di alta qualità-più economiche delle soluzioni indiretteLe indicazioni cliniche sono:

-trattamento di carie estese-alterazioni cromatiche dello smalto -lievi malposizionamenti, rotazioni dei denti-fratture dentali -denti erosi, abrasi-allungamento dei margini incisali dei denti anteriori-malformazioni anatomiche (denti di forma irregolare, denti conici)

Il sistema di faccette dirette in composito aggiunge una nuova e interessante dimensione alle opzioni di

trattamento esistenti, fornendo ai professionisti e ai pazienti nuove prospettive economiche.

I pazienti possono ottenere un bellissimo sorriso naturale in una sola seduta, e ricominciare a sorridere.

Nella sua storia recente, l’odontoiatria è passata attraverso varie fasi. Svilup-pi riconducibili e legati alla ricerca in

tema di biomateriali con conseguente ado-zione di nuovi concetti e metodiche, spesso divenute moda o tendenza. Negi anni ’70 erano frequenti le estrazioni di denti dei settori posteriori, ma anche anteriori, minati nella loro struttura da processi cariosi o nella loro stabilità per la presenza della malattia parodontale (piorrea), al fi ne di far posto ad apparecchi in lega leggera (scheletrati) che andavano a sostituire analoghe e già presenti strutture più pesanti e costose in quanto concepite in metallo prezioso (oro).Alla fi ne degli anni ’70, e all’inizio degli anni ’80, prende piede il concetto di “arcate accorciate”. In base agli studi a supporto di quest’ultima tendenza, la grande maggioran-za degli atti masticatori viene svolta a livello dei settori premolari, rendendo pertanto non indispensabile la sostituzione dei settori mo-

lari perduti. Questa concezione è tuttavia destinata a durare ben poco in quanto dal 1983 all’incirca, il prof. P.I. Branemark intro-duce il concetto di osseointegrazione tissuta-le ponendo le basi scientifi che di quella che possiamo defi nire l’implantologia moderna.Il concetto di sostituzione di un dente man-cante attraverso l’inserimento di un suo ana-logo nello spessore dell’osso, risale ai tempi della preistoria, se è vero che sono stati ritro-vati reperti cranici fossili che ben evidenziano tentativi fatti in tal senso. Alla fi ne degli anni ’50 e durante gli anni ’60 sono molti i casi descritti di impianti di viti o lamine dei più svariati materiali, inseriti nelle ossa mascella-ri con lo scopo di fornire sostegno a denti di sostituzione. Ma solo con l’introduzione della lega di titanio e con la diffusione degli studi dell’università di Goteborg, che si può stabi-lire e datare l’anno zero dell’implantologia moderna.

Da allora le tendenze cambiano e la

Progressi e tendenze: la storia dell’odontoiatria

Da quasi 30 anni il Dott. Giuseppe Bertolini esercita la professione odontoiatrica: laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Odontostomatologia e protesi dentaria, ha lavorato all’ospedale di Padova e di Monselice e dal 1999 è dirigente medico presso la Cittadella Socio Sanitaria dell’ASL 18 di Rovigo. E’ stato uno dei primi impiantologi del Veneto. Da sempre impegnato anche nella libera professione, dal 2011 ha aperto il suo studio a Rovigo,

una struttura moderna, funzionale, attrezzata per le moltissime esigenze e richieste dei pazienti, ma anche accogliente e confortevole. Uno studio pensato per essere un punto d’incontro per le persone in quanto tali e non esclusivamente in quanto pazienti, tenendo sempre in massima considerazione che la soluzione ai problemi dentali deve essere trovata conciliando la necessità di cura con l’esistenza di limitazioni, spesso dettate da fattori economici.

Dott. Giuseppe BertoliniMedico Chirurgo, specialista in Odontostomatologia e protesi dentaria

Ciò che è importante per una corretta masticazione e per un benessere generale, è l’equilibrio dell’apparato stomatognatico nel suo complesso. Importante la figura del dentista “di famiglia” in grado di valutare la globalità della situazione

Studio Dentistico Dott. Giuseppe BertoliniLargo Cappellini 1 – rovigo0425-1680170 [email protected]

sostituzione di denti andati perduti viene sentita come una necessità primaria. For-se, la verità, come in altre situazioni, sta nel mezzo. Ciò che è importante per una corretta masticazione e per un benessere generale, è l’equilibrio dell’apparato stoma-tognatico nel suo complesso.

Esistono, nella pratica clinica, situazio-ni di benessere e equilibrio pur in assenza di parecchi elementi dentari, nel mentre in altri casi la mancanza anche di un solo ele-mento è causa di disarmonia e squilibrio, pronti a trasformarsi in sintomatologia.

Come può orientarsi il paziente tra le

molteplici proposte e pseudoverità sancite dai richiami dei mass-media?

Torna importante la fi gura del dentista “di famiglia” in grado di valutare la globali-tà della situazione e di proporre le soluzioni più opportune indipendentemente dalle ten-denze dettate dal momento.

ok

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presto, lasciando passare alme-no 2 ore dall’ultimo pasto. Bere molto, almeno 2 litri di acqua al di. Alcalinizzare l’organismo bi-lanciando il PH con frutta e ver-dura cioè con cibi antinfi amma-tori. Respirare profondamente e non fumare. Fare il lavaggio del colon (IDROCOLON-TERAPIA) almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali che naturalmente non riusciremo eliminare. Quindi l’uso sconsi-derato di terapie antibiotiche e anti-infi ammatorie portano allo squilibrio della nostra buona fl ora batterica a scapito della fl ora patogena. Per questo sono convinta che solo delle

terapie naturali ed equilibranti possano garantire una buona salute che duri nel tempo.

E’ convinzione di tutto il mondo scientifi co che l’in-testino sia il nostro secondo

cervello e che esistono tra i due rapporti bidirezionali. L’organi-smo umano è abitato da 40.000 specie diverse di batteri, che vivono in comunione con noi e lavorano per noi, partecipando ai processi digestivi. Come si è detto lo stesso IPPOCRATE 2500 anni fa sentenziò “CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA, E CHE LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO”. Concludendo quindi esistono po-che regole per prendersi cura del proprio intestino:

Alimentarsi con cibi biologici (non OGM) e non trattati. Pren-dere spesso probiotici e prebiotici per ridurre l’infi ammazione e ripristinare le giuste popolazioni batteriche. Fare esercizio fi sico per al-meno 30 min. al dì. Lo yoga rappresenta una scelta ottimale per il rilassamento della mente e la giusta respirazione. Usare poco sale, poco zucchero soprat-tutto bianco e grassi raffi nati, evitare latte vaccino e latticini freschi e cibi industriali. Coricarsi abbastanza

ippocrate nel 400 a.c diceva: “Tutte le malattie hanno origine dall’intestino”

La Dott.ssa Angela Ballarin

Dott. ssa Ballarin angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Una buona alimentazione e delle terapie naturali ed equilibranti possono garantire una buona salute che duri nel tempo

Il consiglio: fare il lavaggio del colon almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali

settimana, ma nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e succes-sivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento effettuato

all’interno della cornea. Il fl ap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolimento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il velo-ce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progres-sivamente. I vantaggi sono un minor fastidio postoperatorio ed una minor reazione infi ammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comun-que utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ov-viamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modifi carsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta stra-da è stata fatta soprattutto per quanto

riguarda la tecnologia laser. Sostanzial-mente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una deter-minata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazio-ne funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia ge-neralmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’ano-malia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rugby. Possiamo quindi avere astigmatismo as-sociato a miopia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quan-to si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad eccimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modifi care la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superfi cie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni

Il Dr. Massimo Camellin

Dott. massimo Camellin:Via Dunant, 10 - rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Trattamenti laser refrattivi: Lasek

Spesso si ricorre allo psicologo/psicoterapeuta solo dopo aver provato un senso di sconforto e

smarrimento rispetto ai tentativi di risol-vere da soli problemi di tipo personale o relazionale.

Lo spazio relazionale, nel colloquio terapeutico rappresenta un luogo in cui emergono nuovi signifi cati, in cui co-costruire modalità correttive ed effi caci per prendersi cura di sé. Il ricorso ad uno specialista non necessariamente avviene quando è presente una psicopatologia e non necessariamente il processo pre-vede sempre dei tempi lunghi; possono verifi carsi, ad es, problematiche collegate al “ciclo di vita” diffi cili da affrontare, o situazioni di sofferenza che si ripe-tono nella propria storia quasi come in un “copione” ripetitivo sul quale si ha il senso di non poter metterci le mani.

O ancora situazioni in cui non si riesce a dare un nome alle proprie sofferenze. Il cambiamento in te-rapia, è un processo di crescita e di trasformazione creativa che avviene in un clima di autenticità e di accoglienza.

Per cambiamento nella psicoterapia (sia a livello emotivo, che cognitivo e comportamentale) intendo il recupero da parte della persona, della capacità di uti-lizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze per fare delle scelte effi caci e funzionali in relazione ai propri desideri e sulla base del proprio contesto specifi co e attuale. La compren-

sione dell’eziologia e quindi della natura del proble-ma che la persona porta in terapia, dà la possibilità di chiarire cosa lo ha costituito e come questo viene mantenuto e reiterato nel tempo. I modelli arcaici di relazione interpersonale interiorizzati infatti, infl uen-zano le relazioni attuali e, nell’incontro terapeutico è possibile portare alla consapevolezza e dare un senso a tali processi attraverso una relazione “ricostruttiva” autentica calda e reale per sperimentare delle alterna-tive possibili e scegliere di cambiare. La psicoterapia è un’ ”arte” perché pur se fondata su una metodologia clinica e sostenuta da una teoria di riferimento, ogni trattamento va plasmato sulla persona che è unica e irripetibile.

Quando iniziare una psicoterapia?L’incontro terapeutico come processo di cambiamento

Dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, Psicoterapeutaadria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il Dr. Fabrizio Boscolo

Cosa sonoI fi bromi penduli, o acrocordon (in ingle-

se: skin tags), sono delle piccole escrescenze che nascono dal derma, quella parte della pelle situata sotto l’epiderme, e che, anzichè crescere al suo interno, si sviluppano verso l’esterno. Possono raggiungere varie gran-dezze, da pochi millimetri fi no al diametro di un centimetro, ed essere così piuttosto evidenti e fasti-diosi, anche per le zone del corpo in cui crescono. Quando sono di dimensioni considerevoli, possono pendere verso il basso a causa della forza di gravità da qui il nome di fi bromi penduli.

Dove si presentanoSi formano classicamente ai lati del collo e alle ascel-

le, alcune volte sono presenti anche all’inguine e alle pal-pebre superiori e inferiori.

Perché si formanoNormalmente possono iniziare a svilupparsi, sia

nell’uomo che nella donna, intorno ai 40 anni, anche se non mancano casi in cui spuntano verso i 20. Il loro mani-festarsi è dovuto a una predisposizione genetica, ereditaria quindi, per cui intere famiglie appaiono “affette” dai fi bro-mi penduli. La causa della loro presenza non è assoluta-mente nota; si sa solo che i fi broblasti, così si chiamano le cellule di cui sono fatti, per errore crescono verso l’esterno.

Sono pericolosi?La crescita di fi bromi non è segno di alcuna patologia,

perché ad essi non corrisponde una malattia. Le loro conse-guenze sono in primo luogo estetiche, anche perché han-no generalmente un colore più scuro della pelle, che va dal

i fibromi penduli: un disturbo estetico molto frequente

Dott. Stefano Spoladori Via umberto i n. 31 45100 rovigotel. [email protected]

Dr. Stefano Spoladori

marrone carico al nero. Quelli sporgenti si possono impigliare facilmente nelle catenine o nei colletti, nei reggiseni e negli indumenti in genere e, in questi casi, possono esser causa di disturbi della pelle. Il trauma può causare il distacco parziale del fi broma, con sanguinamento e rischio d’infezione.

Bisogna toglierli?In generale è consigliabile asportarli man mano che si

formano, in modo da tenere in ordine la pelle, ma questo, specie per quelli del collo e delle ascelle, non è indispen-sabile, anche perché è bene sottolineare che il fi broma pendulo non degenera, non evolve in tumore. E’ invece fortemente raccomandabile togliere quelli che crescono sulle palpebre in quanto possono anche disturbare la vista.

Donne e uomini ugualmente colpiti?I fi bromi penduli si sviluppano con la stessa frequenza

sia negli uomini sia nelle donne, almeno fi no ai 50 anni cir-ca. Dopo quest’età essi tendono a prelevare nella donna a causa dell’entrata in menopausa. Data la loro natura benigna gli studi al riguardo non sono tanti: si pensa che gli ormoni possano in qualche modo regolarne la crescita. Una cosa è certa i fi bromi penduli non diventano mai tumori tuttavia essi possono essere confusi con alcuni tipi di nevi, quest’ultimi invece possono degenerare in tumore.

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presto, lasciando passare alme-no 2 ore dall’ultimo pasto. Bere molto, almeno 2 litri di acqua al di. Alcalinizzare l’organismo bi-lanciando il PH con frutta e ver-dura cioè con cibi antinfi amma-tori. Respirare profondamente e non fumare. Fare il lavaggio del colon (IDROCOLON-TERAPIA) almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali che naturalmente non riusciremo eliminare. Quindi l’uso sconsi-derato di terapie antibiotiche e anti-infi ammatorie portano allo squilibrio della nostra buona fl ora batterica a scapito della fl ora patogena. Per questo sono convinta che solo delle

terapie naturali ed equilibranti possano garantire una buona salute che duri nel tempo.

E’ convinzione di tutto il mondo scientifi co che l’in-testino sia il nostro secondo

cervello e che esistono tra i due rapporti bidirezionali. L’organi-smo umano è abitato da 40.000 specie diverse di batteri, che vivono in comunione con noi e lavorano per noi, partecipando ai processi digestivi. Come si è detto lo stesso IPPOCRATE 2500 anni fa sentenziò “CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA, E CHE LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO”. Concludendo quindi esistono po-che regole per prendersi cura del proprio intestino:

Alimentarsi con cibi biologici (non OGM) e non trattati. Pren-dere spesso probiotici e prebiotici per ridurre l’infi ammazione e ripristinare le giuste popolazioni batteriche. Fare esercizio fi sico per al-meno 30 min. al dì. Lo yoga rappresenta una scelta ottimale per il rilassamento della mente e la giusta respirazione. Usare poco sale, poco zucchero soprat-tutto bianco e grassi raffi nati, evitare latte vaccino e latticini freschi e cibi industriali. Coricarsi abbastanza

ippocrate nel 400 a.c diceva: “Tutte le malattie hanno origine dall’intestino”

La Dott.ssa Angela Ballarin

Dott. ssa Ballarin angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Una buona alimentazione e delle terapie naturali ed equilibranti possono garantire una buona salute che duri nel tempo

Il consiglio: fare il lavaggio del colon almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali

settimana, ma nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e succes-sivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento effettuato

all’interno della cornea. Il fl ap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolimento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il velo-ce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progres-sivamente. I vantaggi sono un minor fastidio postoperatorio ed una minor reazione infi ammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comun-que utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ov-viamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modifi carsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta stra-da è stata fatta soprattutto per quanto

riguarda la tecnologia laser. Sostanzial-mente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una deter-minata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazio-ne funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia ge-neralmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’ano-malia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rugby. Possiamo quindi avere astigmatismo as-sociato a miopia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quan-to si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad eccimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modifi care la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superfi cie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni

Il Dr. Massimo Camellin

Dott. massimo Camellin:Via Dunant, 10 - rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Trattamenti laser refrattivi: Lasek

Spesso si ricorre allo psicologo/psicoterapeuta solo dopo aver provato un senso di sconforto e

smarrimento rispetto ai tentativi di risol-vere da soli problemi di tipo personale o relazionale.

Lo spazio relazionale, nel colloquio terapeutico rappresenta un luogo in cui emergono nuovi signifi cati, in cui co-costruire modalità correttive ed effi caci per prendersi cura di sé. Il ricorso ad uno specialista non necessariamente avviene quando è presente una psicopatologia e non necessariamente il processo pre-vede sempre dei tempi lunghi; possono verifi carsi, ad es, problematiche collegate al “ciclo di vita” diffi cili da affrontare, o situazioni di sofferenza che si ripe-tono nella propria storia quasi come in un “copione” ripetitivo sul quale si ha il senso di non poter metterci le mani.

O ancora situazioni in cui non si riesce a dare un nome alle proprie sofferenze. Il cambiamento in te-rapia, è un processo di crescita e di trasformazione creativa che avviene in un clima di autenticità e di accoglienza.

Per cambiamento nella psicoterapia (sia a livello emotivo, che cognitivo e comportamentale) intendo il recupero da parte della persona, della capacità di uti-lizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze per fare delle scelte effi caci e funzionali in relazione ai propri desideri e sulla base del proprio contesto specifi co e attuale. La compren-

sione dell’eziologia e quindi della natura del proble-ma che la persona porta in terapia, dà la possibilità di chiarire cosa lo ha costituito e come questo viene mantenuto e reiterato nel tempo. I modelli arcaici di relazione interpersonale interiorizzati infatti, infl uen-zano le relazioni attuali e, nell’incontro terapeutico è possibile portare alla consapevolezza e dare un senso a tali processi attraverso una relazione “ricostruttiva” autentica calda e reale per sperimentare delle alterna-tive possibili e scegliere di cambiare. La psicoterapia è un’ ”arte” perché pur se fondata su una metodologia clinica e sostenuta da una teoria di riferimento, ogni trattamento va plasmato sulla persona che è unica e irripetibile.

Quando iniziare una psicoterapia?L’incontro terapeutico come processo di cambiamento

Dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, Psicoterapeutaadria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il Dr. Fabrizio Boscolo

Cosa sonoI fi bromi penduli, o acrocordon (in ingle-

se: skin tags), sono delle piccole escrescenze che nascono dal derma, quella parte della pelle situata sotto l’epiderme, e che, anzichè crescere al suo interno, si sviluppano verso l’esterno. Possono raggiungere varie gran-dezze, da pochi millimetri fi no al diametro di un centimetro, ed essere così piuttosto evidenti e fasti-diosi, anche per le zone del corpo in cui crescono. Quando sono di dimensioni considerevoli, possono pendere verso il basso a causa della forza di gravità da qui il nome di fi bromi penduli.

Dove si presentanoSi formano classicamente ai lati del collo e alle ascel-

le, alcune volte sono presenti anche all’inguine e alle pal-pebre superiori e inferiori.

Perché si formanoNormalmente possono iniziare a svilupparsi, sia

nell’uomo che nella donna, intorno ai 40 anni, anche se non mancano casi in cui spuntano verso i 20. Il loro mani-festarsi è dovuto a una predisposizione genetica, ereditaria quindi, per cui intere famiglie appaiono “affette” dai fi bro-mi penduli. La causa della loro presenza non è assoluta-mente nota; si sa solo che i fi broblasti, così si chiamano le cellule di cui sono fatti, per errore crescono verso l’esterno.

Sono pericolosi?La crescita di fi bromi non è segno di alcuna patologia,

perché ad essi non corrisponde una malattia. Le loro conse-guenze sono in primo luogo estetiche, anche perché han-no generalmente un colore più scuro della pelle, che va dal

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Page 44: Rovigo sett2014 n119

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INGREDIENTI PER UNA TEGLIA DI 19 CM200G FARINA W170 + PER LO STAMPO

270G MIRTILLI

1/3 BICCH. CREMA AL WHISKY

2 CUCCH. MIELE D’ACACIA

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16G LIEVITO VANIGLIATO

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SETACCIARE LA FARINA CON IL LIEVITO, UNIRE IL MIELE, L’OLIO ED I DUE TUORLI D’UOVO; INIZIARE A MESCOLARE ED INCORPORARE IL LIQUORE E LATTE Q.B. PER AMMORBIDIRE, PER ULTIMI AGGIUNGERE PRIMA GLI ALBUMI MONTATI A NEVE E, UNA VOLTA AMALGAMATI, 70G DI MIRTILLI.SPALMARE UNA PIROFILA CON LA MARGARINA ED UN PO’ DI FARINA, VERSARE IL COMPOSTO E CUOCERE IN FORNO, PRERISCALDATO A 180° CON FUNZIONE VENTILATA, PER CIRCA 20 MINUTI. TOGLIERE LA TORTA DAL FORNO E METTERE IN SUPERFICIE I MIRTILLI RIMANENTI, FACENDO UN PO’ DI PRESSIONE PERCHÉ ENTRINO NELL’IMPASTO. CUOCERE PER ALTRI 5-10 MINUTI E TENERE IN FORNO FINO AL MOMENTO DI SERVIRE.

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by Paolo Marani

PAOLO MARANI [email protected] MESSAGGIO PUBBLICITARIO

LA RICETTA

CARRE’ d’agnello in crosta di erbette su tetto di funghi porcini con tortino di porri e scalogno glassato

INGREDIENTI 1 CARRÈ D’AGNELLO, ERBETTE AROMATICHE, 2 FUNGHI PORCINI, 4 SCALOGNI, 2 PORRI

ESECUZIONE PREPARARE IL TRITO DI ERBE AROMATICHE E “IMPANARE” IL CARRÈ D’AGNELLO. ROSOLARLO IN UNA PADELLA ANTIADERENTE PER CIRCA 3 MIN. E FARE RIPOSARE LA CARNE PER 10 MIN. PREPARARE IL TORTINO DI PORRI TAGLIANDOLI A QUADRETTI. FATELI ROSOLARE IN UNA PADELLA DÌALLUMINIO CON UNA NOCE DI BURRO, AGGIUNGERE DELLA FARINA SETACCIATA E UN PÒ DI PANNA. MANTECARE CON GRANA PADANO E METTERLI IN PICCOLE FORTMINE IN MODO DA OTTENERE DELLE TORTINE. METTETE GLI SCALOGNI IN UNA CASSERUOLA FINO ALLA COMPLETA RESTRIZIONE DELL’ACQUA, AGGIUNGERE 5 CUCCHIAI DI ZUCCHERO E CUOCERE FINO ALLA COMPLETA RESTRIZIONE DELL’ACQUA. FATE SALTARE IN UNA PADELLA ANTIADERENTE I FUNGHI PORCINI PRECEDENTENENTE TAGLIATIA A FETTINE NEL SENSO DELLA LUNGHEZZA, CON UN GOCCIO D’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA E SALE. ADAGIARE SU UN PIATTO I FUNGHI SLATATI, DISPORVI SOPRA IL CARRÈ SCALOPPATO E ACCOMPAGNARE CON TORTINO DI PORRI E SCALOGNO GLASSATO. “LUCIDARE” CON UN FILO D’OLIO EXTRAVERGINE E AGGIUNGERE UNA SPOLVERATA DI SALE E PEPE NERO.

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Page 46: Rovigo sett2014 n119

46 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO MARTE E GIOVE VALORIZZANO LA

VOSTRA FIGURA E I VOSTRI PEN-SIERI. APRITEVI CON TOCCO LEGGERO A CHI VI INTERESSA SALUTE RISENTITE DELL’UMIDITÀ CHE RISTAGNA IN QUESTO PERIODO DELL’ANNO. UTILI I MASSAGGI MA ANCHE I BAGNI TERMALI

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO SIETE

INCANTEVOLI IN QUESTO PERIODO,

QUINDI ANCHE IL VOSTRO PARTNER SE NE ACCORGE E VI GRATIFICA SALUTE ATTENTE AL MAL DI DENTI, NON SOT-TOVALUTATELO. UNA SEMPLICE NEVRAL-GIA PUÒ NASCONDERE MOLTO ALTRO

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12FASCINO RINCORRETE

QUALCOSA DI TROPPO ALTO. ABBIATE PAZIENZA, LE COSE NON SI RISOLV-

ERANNO IN FRETTA COME SPERATE SALUTE SIETE IN FORMA E NE APPROFITTATE PER ALLENARE CORPO E SPIRITO CON DISCIPLINE ORIENTALI: AN-CHE LA DANZA DEL VENTRE

CAPRICORNODAL 22/12

AL 20/01FASCINO VI TRO-VERETE DI FRONTE A

GRANDI RESPONSABIL-ITÀ MA SAPRETE ESSERE TRANQUILLE, SAGGE E SOPRATTUTTO EQUILIBRATE SALUTE ANCHE PER IL BENESSERE LO STILE DEV’ESSERE BILANCIATO. NON STRAFATE IN PALESTRA, I MUSCOLI NE RISENTIREBBERO

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO SIETE COINVOL-GENTI E FANTASIOSI, NESSUNO

PUÒ RESISTERE AI VOSTRI PROGETTI E CHIUNQUE È PRONTO A SEGUIRVI SALUTE CURATE RAFFRED-

DORE E TOSSE PRIMA CHE DIVENTINO BRONCHITI. E NON SEMPRE BASTA BERE LATTE E MIELE

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO CREDETE DI PIÙ NELL’AMORE

ANCHE SE NON È STAGIONE. C’È TEMPO PER ANDARE IN LETARGO! SÙ, ENERGIA! SALUTE I CERVICALI SONO SEMPRE UN PROBLEMA DA CURARE CON LE DOVUTE ATTENZIONI. CONTROLLATE LO STRESS CHE LI INFIAMMA

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO AVRETE TANTA FORZA CHE CEL-

ERÀ LA DOLCEZZA. ATTENTI A DOSARE BENE LA TENEREZZA RISCHIATE LA VOS-TRA FRAGILITÀ SALUTE NON MAN-CANO I RAFFREDDORI: SCEGLIETE CURE SEMPLICI COME DECOTTI E UNGUENTI NATURALI

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO AN-

CHE SE È AU-TUNNO IL VOSTRO

SORRISO È IN GRADO DI FAR TORNARE L’ESTATE. TUTTI VI ADORANO APPROFIT-TATENE SALUTE SIETE UN PÒ TROPPO NERVOSI E, SICCOME NON LO DATE A VEDERE, RISCHIATE CHE NE RISENTA IL FISICO: TRANQUILLIZZATEVI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RIUSCITE A

F A R SENTIRE CHI VI STA VI-CINO IN FORMA COME NON MAI. E VOI NE TRAETE I MAGGIORI BENEFICI SALUTE IL LAVORO AEROBICO È CIÒ CHE VI SERVE IN QUESTO MOMENTO. DATECI DENTRO E RAGGIUNGERETE LA FORMA SPERATA

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO VI SEMBRA CHE UNA PAUSA DI RIFLESSIONE SIA UNO

SPRECO DI TEMPO, MA NON È COSÌ. MEGLIO ORA CHE DOPO

SALUTE ARRICCHITE LA VOSTRA DIETA CON ALIMENTI DI STAGIONE: ZUCCA E CAVOLI IN PRIMIS MA ANCHE LA FRUTTA SECCA VI AIUTERÀ.

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO SE PROVATE DISAGIO ALLA PRE-SENZA DI UNA PERSONA

CHIEDETEVI PERCHÉ. FORSE LA RISPOSTA STA NEL VOSTRO CUORE SALUTE OCCORRE CHE VI DEPU-RIATE A FONDO. PENSATE ANCHE AD UN LAVAGGIO INTESTINALE FATTO DA ES-PERTI: UN TOCCASANA

VERGINEDAL 24/08

AL 22/09FASCINO LA VOSTRA DOLCEZZA FULG-IDA SEMPRE COMPOSTA COLPIRÀ PRO-FONDAMENTE CHI SAPRÀ COGLIERLA SALUTE ATTENZIONE ALLO STRESS: NON PRETENDETE TROPPO DA VOI STESSI PERCHÉ ALTRIMENTI PAGHERETE CON GLI INTERESSI

OroscopoUN AUTUNNO DI BELLEZZA PER TUTTI,

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