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Regione Molise Struttura Commissariale I I l l p p e e r r c c o o r r s s o o d d e e l l l l a a r r i i c c o o s s t t r r u u z z i i o o n n e e SISMA MOLISE 2002 R E G I O N E M O L I S E

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Regione Molise Struttura Commissariale

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SISMA MOLISE 2002

REGI O N E M O

LISE

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Regione Molise Struttura commissariale

Il percorso della ricostruzione

Sisma Molise 2002

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Pubblicazione a cura della Struttura Commissariale post sisma Viale Elena, 1 - Campobasso

ConsulenzaMaria Teresa Bozzi, Bartolomeo Casolino, Vincenzo Di Grezia,Alberto Lemme, Giuseppe Marchese

Collaboratore: Gian Carlo FEOLEStampa TipolitografiaVia de Gasperi, 2/a - Termoli (CB) Finito di stampare nel mese di ottobre 2010

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INDICE

Presentazione IX

Prefazione XI

I IL TERRITORIO, IL TERREMOTO, GLI EFFETTI

1. La dimensione sociale del “cratere sismico” 1 2. La crisi sismica e gli effetti sul territorio 5

3.

Elenco dei comuni con stime d’intensità macrosismica (MCS) al 30 novembre 2002

8

4.

I dati sugli effetti del terremoto e sulla distribuzione del danneggiamento

9

II LA NORMATIVA DELLA RICOSTRUZIONE

1. Criteri informatori 13

2.

Provvedimenti di Protezione Civile per la gestione della prima emergenza

15

3. Il Commissario delegato e le attività di coordinamento 18

III L’ATTIVITÀ DEL COMMISSARIO DELEGATO E GLI ORGANISMI DI SUPPORTO

1. La Struttura Commissariale Post Sisma 21 2. Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) 22 3. La Commissione per il rilascio delle autorizzazioni sismiche 22 4. La microzonazione 24 5. Il Centro Operativo Misto (C.O.M.) di Larino 35 6. I Gruppi tecnici di Verifica PPS/PS: aspetti e funzioni 37

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VI

IV ASPETTI TECNICI DELLA RICOSTRUZIONE

1. Novità Procedurali 41 2. Le direttive del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) 43 3. I progetti edilizi unitari (PEU) e singoli (PES) 45 4. Individuazione dei sotto-progetti 48 5. Il rilievo del danno e la stima dei costi per gli edifici residenziali 49 6. Il Livello di danno e tipologie costruttive 52 7. La stima del contributo per i PPS-PS 53 8. Priorità di intervento e livello di danno 54 9. La progettazione esecutiva 56

V IL PROGETTO SCUOLA SICURA: DALL’INDAGINE DI VULNERABILITÀ SISMICA ALLE ESECUZIONI DEGLI INTERVENTI

1. Introduzione 59

2.

Acquisizione di adeguati livelli di conoscenza degli edifici scolastici 62

3.

Effettuazione di rilievi, prove ed indagini strutturali, geologiche e geotecniche

63

4. Valutazione degli effetti d’amplificazione locale 63 5. Valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici 64 6. Vulnerabilità sismica 64 7. Altri elementi di giudizio della vulnerabilità e del rischio 65 8. Risultati 66 9. Criteri adottati nella scelta delle priorità di intervento 70 10. Priorità di intervento e livello di adeguamento alla normativa 71 11. Criterio economico 72 12. Costo d’intervento 73 13. Modelli di costo per gli edifici scolastici di nuova costruzione 73 14. Dimensionamento degli edifici e costi associati 74

15.

Esempio di valutazione della vulnerabilità di un edificio in muratura

75

16.

Analisi dei risultati in termini di superficie e volume per la provincia di Campobasso

77

17. Modello dei costi applicato a tutte le scuole della regione Molise 79 18. Definizione della tipologia di interventi 80

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VII

VI IL “PIANO DI RICOSTRUZIONE”

DEL COMUNE DI SAN GIULIANO DI PUGLIA

1. La normativa 83 2. Le Opere Pubbliche 85 3. La ricostruzione privata 86

VII INTERVENTI SU OPERE PUBBLICHE ED EDIFICI DI CULTO NEGLI ALTRI COMUNI DANNEGGIATI

1.

Le opere pubbliche post sismiche realizzate nei Comuni danneggiati. Quadro d’insieme

87

2. Beni Culturali ed Edifici di culto 88 3. La programmazione e la ricostruzione 89 4. Programmazione degli interventi e fasi attuative 90 5. Il Piano straordinario degli interventi 2003 91 6. Stima dei costi di intervento 93 7. Le scuole 94

VIII FLUSSI FINANZIARI E GESTIONE DEI FONDI

1. Premessa 97 2. La quantificazione delle risorse ricevute 98 3. L’analisi delle risorse del 2003 99 4. L’analisi delle risorse del 2004 100 5. L’analisi delle risorse del 2005 100 6. L’analisi delle risorse del 2006 103 7. L’analisi delle risorse del 2007 104 8. L’analisi delle risorse del 2008 e 2009 105 9. L’analisi delle risorse del 2010 108 10. Lo stato della riscossione delle entrate 109 11. I residui attivi riportati 109

12.

La spesa. L’analisi delle spese: impegni assunti e pagamenti disposti ed effettuati; formazione dei debiti

110

13. Gli impegni assunti. 112 14. L’analisi della spesa 116 15. Lo stato dei pagamenti 120 16. I residui passivi riportati 121 17. Il riepilogo delle spese 122

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VIII

APPENDICI

I QUADRI STATISTICI. TABELLE DA N. 1 A N. 8 125

II

DOCUMENTO SU STIMA DEI DANNI E FABBISOGNO

139

III DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 153

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Presentazione

In occasione del terremoto del 31 ottobre 2002, sia per quanto riguarda la prima emergenza, che per quel che concerne la successiva ricostruzione, il “Sistema Molise” ha saputo dare un esempio di grande dignità, operatività e capacità. Il Governo centrale, la Regione Molise, i Sindaci, il sistema imprenditoriale e i cittadini hanno saputo lavorare insieme, hanno saputo fare delle scelte condivise, hanno posto in essere progettualità e iniziative che sapessero, non solo affrontare nell’immediato le esigenze di ristoro, accoglienza, sostegno ai cittadini, ma anche tracciare una strada di ripresa economica e sociale dell’intero territorio. Con l’aiuto e la solidarietà di tutti, abbiamo posto in essere una macchina organizzativa che ha visto impegnare in questi anni circa 800 milioni di euro, che sono stati utilizzati per la ricostruzione delle abitazioni private, per la realizzazione di infrastrutture viarie, per il restauro o l’edificazione ex novo di scuole, chiese e immobili pubblici.

La struttura Commissariale ha operato nell’assoluta trasparenza e mediante l’emanazione di provvedimenti condivisi e soprattutto noti in quanto pubblicati in documenti ufficiali e siti istituzionali. La stessa struttura Commissariale ha affidata l’attuazione di queste decisioni alla legittima responsabilità dei Comuni e degli enti proprietari degli immobili che, a loro volta, hanno operato attraverso lo svolgimento di regolari appalti pubblici.

Questo “Libro Bianco” vuole essere la storia documentata – con che dà atto anche della metodologia scientifica e tecnica – della gestione post sisma del Molise, la rappresentazione numerica, ma anche documentale e fattuale, di quello che noi con orgoglio chiamiamo il “Modello Molise” per la gestione di un disastro naturale. Questo libro vuole essere anche una “operazione verità” per rappresentare un quadro veritiero anche se, ovviamente, non esaustivo, ad un contesto nazionale che è stato più volte malamente informato da politici e giornalisti locali che hanno voluto descrivere un Molise “sprecone”, che per fortuna non c’è mai stato. Intere trasmissioni televisive ed editoriali di importanti quotidiani, hanno riferito su utilizzi impropri di risorse, su inopportune realizzazioni e su sprechi di risorse e ritardi della ricostruzione. Notizie che hanno nutrito quella campagna contro il SUD che sperpera e non realizza opere. Una campagna sicuramente discutibile per quanto riguarda il Mezzogiorno, ma certamente priva di fondamenti reali e riscontrabili per quanto riguarda il Molise. Questa operazione verità vuole fare giustizia delle tante falsità dette, vuole dire all’Italia istituzionale, ma anche a quella dell’informazione e più in generale dei

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cittadini, che il Molise ha speso appropriatamente e oculatamente ogni euro che gli è stato assegnato per la ricostruzione post sisma. Che questa ricostruzione è stata veloce e fatta con tecniche innovative e unanimemente ritenute confacenti alle necessità.

La ricostruzione post sisma, in questa nostra regione, mantiene il passo, e in alcuni casi li supera, con gli esempi più virtuosi che hanno caratterizzato esperienze precedenti del Nord e del Centro Italia.

Certo il percorso è ancora lungo, ma lo faremo con la forza, la tenacia e la dignità che caratterizzano da sempre i molisani.

Sen. Michele Iorio Presidente della Regione Molise

Commissario delegato per la gestione post-sisma

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PREFAZIONE

La forza del terremoto e l’energia della riflessione Sono passati otto anni dalla crisi sismica, che sconvolse in modo

rovinoso l’area orientale del Molise confinante con la Puglia, scuotendo gran parte del Mezzogiorno e sollevando onde di emozioni per la tragedia nella scuola “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia: 27 alunni e una maestra. Sembrano tanti otto anni, quando il vorticoso fluire del tempo divora gli attimi, cancellando le tracce dell’effimero. Ma non quando il cammino umano è squassato da segnali profondi, che rendono difficile il ritorno alla normalità e sul terremoto del 31 ottobre 2002 spesso si è detto prevalentemente il contrario, per gonfiare il malessere sociale, ignorando altre due vittime, due donne anziane, travolte dalle macerie e dalla solitudine.

Le polveri, materiali ed anche artificiali, hanno coperto o comunque velato molte verità e dopo otto anni si può osservare, con sufficiente tranquillità, che tanti hanno mostrato interesse a non farle emergere, quando non le hanno persino distorte, giovandosi della fuga dalle responsabilità di chi avrebbe dovuto vivere opposte dimensioni civili. In particolare è stata a lungo diffusa la convinzione che fu un “terremotino”, per estremizzare al minimo una crisi tettonica con picchi d’intensità non particolarmente elevati, ma con diffusi riscontri rovinosi in una realtà rurale, ai margini dello sviluppo della costa molisana, impoverita da un esodo ultra-secolare e non più incline a difendersi dai rischi sismici, per aver persino smarrita la memoria di remoti disastri tellurici.

Riletto dopo otto anni, l’evento è segnato da varie anomalie informative. La sequenza dei sussulti preliminari (foreshock), iniziata con una scossa di intensità 3.2 della scala Richter (ML, magnitudo locale), risulta mutilata: la lista diffusa nella imminenza dell’evento dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ne evidenziò altre 5, di cui 2 con intensità 3.0 e 3.5 ML; ma solo 4 furono poi riportate nei continui aggiornamenti e nella lista generale, con l’indicazione delle 530 vibrazioni registrate sino alla fine di marzo del 2003.

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XII

Per il “forte” scuotimento delle 11.32 (ora legale) l’INGV, in un comunicato, segnalò come area di risentimento “un’ampia porzione del territorio nazionale estesa dalle Marche alla Calabria”, indicando una intensità pari a 5.4 della scala Richter (ML, magnitudo locale) e una profondità nei primi 20 km della crosta terrestre. L’IRIS di Washington, collegato all’INGV, stimò invece 5.6 sulla scala MS (magnitudo superficiale) e una minor profondità, 10 km, il che significherebbe una energia più rovinosa in superficie. Il Servizio Sismico Nazionale (SSN) replicò il valore dell’INGV, 5.4 ML, aggiungendo l’intensità 5.7 MW, stimata sulla scala relativa alla magnitudo del momento sismico e indicando la profondità di 15 km. Il Centro sismologico dell’Agenzia governativa statunitense USGS di Denver (Colorado) registrò infine una intensità 5.9 MW e una profondità di 10 km. Per la seconda scossa “forte” delle 16.08 del 1. novembre, 12 km a SW della principale, ancora distanze significative tra i valori 5.3 ML dell’INGV e 5.8 MW dell’USGS.

Il confronto del valore 5.4 ML, diffuso dall’INGV come intensità ufficiale del sisma, anche con le Comunicazioni del Governo al Parlamento, con quello della Agenzia americana (5.9 MW), induce a ritenere che lo scuotimento del 31 ottobre fu sottostimato, con possibile effetto trascinamento per la stima del secondo. Le scale di riferimento sono diverse, ma la sismologia nord-americana, che si confronta con eventi d’intensità molto elevata, da un trentennio la calcola su quella della magnitudo momento (MW), che il geofisico giapponese Kanamori propose come perfezionamento della scala elaborata da Richter prima della seconda guerra mondiale. Non si può escludere che per il terremoto di San Giuliano di Puglia ci sia stata l’interferenza del fattore sorpresa.

In un comunicato l’INGV affermò infatti: “pur ricadendo tra regioni caratterizzate da sismicità storica significativa, quali il promontorio del Gargano e la dorsale appenninica molisana (colpita da terremoti disastrosi rispettivamente nel 1627 e 1805), l’area colpita non sembra essere stata interessata da terremoti significativi, e anche la sismicità recente registrata dalla rete sismica nazionale dell’INGV è molto limitata”. Nella “Relazione preliminare sulla sismicità di San Giuliano di Puglia”, gli esperti del SSN osservarono invece che il comune molisano “ricade in un’area caratterizzata da assenza di terremoti di origine locale, ma contornata da centri sismici di notevole importanza”, che “hanno rilasciato storicamente terremoti di elevata magnitudo (M=6.5 - 7), le cui aree di danneggiamento hanno più volte interessato il Molise orientale…”. Segnalarono inoltre che per il terremoto del

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XIII

1456 a Casacalenda e San Giuliano di Puglia era stata stimata una intensità massima locale del IX grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS). Evidenziarono anche un “danneggiamento molto probabile” in occasione delle successive crisi sismiche del: 1627 (epicentro San Severo), 1688 (beneventano), 1731 (foggiano), 1805 (Bojano), 1851 (Vulture), 1913 (Sannio).

La frequenza di forti scuotimenti negli ultimi sei secoli è la prova storica della vulnerabilità del territorio molisano, per la presenza nel sottosuolo di tensioni sismogenetiche. È ragionevole ritenere quindi che la crisi tettonica, durata cinque mesi, non è compatibile con l’ipotesi del “terremotino”, accarezzata spesso per liberare energia polemica e per scuotere le polveri del malessere sociale. I sussulti forti e le numerose repliche, con picco di 74 scosse nella giornata del 1. novembre, determinarono il cumulo degli effetti su un patrimonio edilizio in gran parte vulnerabile, per fragilità strutturali derivanti dall’epoca e dalle tecniche di costruzione, anteriori anche di molti anni alla seconda metà del ‘900. La dinamica tellurica provocò una catena di sopralluoghi per verificare l’agibilità degli immobili, pubblici e privati, religiosi e produttivi; di conseguenza fu continua la revisione dei livelli di danno nei singoli comuni, con progressivo ampliamento dell’area colpita. Entro il perimetro del V grado MCS il 1. novembre ne furono inseriti 29; alla fine del mese salirono a 61, di cui 18 in Puglia.

Questa è una delle dimensioni oggettive della forza del “terremotino”, cristallizzata in dati ufficiali della Protezione civile. Alla varietà delle intensità registrate, l’elemento scientifico che caratterizza la dinamica tettonica, è connessa la diversificazione degli effetti. Nella relazione sulla “Distribuzione del danneggiamento”, scritta nell’immediatezza della crisi, gli esperti del SSN osservarono: “A fronte del diffuso livello di danneggiamento lieve e moderato che interessava diversi paesi dell’area epicentrale, l’area del danneggiamento più elevata è apparsa da subito quella del paese di San Giuliano di Puglia. Qui si osservava un elevato grado di distruzione e crolli (totali e parziali) nel settore di crinale argilloso compreso tra la parte storica ubicata sullo sperone lapideo ed il versante… le cause della distruzione sembrano imputabili alla concomitante elevata vulnerabilità degli edifici coinvolti (quasi tutti costruiti nella prima metà del XX secolo, in muratura mista, con aggiunte di solai in cemento armato) e ad effetti di amplificazione locale… dovuti a cause morfologiche e geologiche”.

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XIV

Più puntuali furono gli osservatori scientifici d’una delegazione USA-Italia, in visita nei 14 comuni del “cratere”, dal 12 al 15 novembre, per analizzare le tipologie edilizie prevalenti e le risposte degli edifici alla frequenza dei sussulti. Rilevarono: “La qualità edilizia sembra migliore negli edifici storici, che spesso soffrono di scarsa manutenzione, che in quelli più recenti, oggetto spesso di ampliamenti, sopraelevazioni e superfetazioni realizzate con materiali e criteri costruttivi molto scadenti… si ha l’impressione… che il territorio sia stato soggetto in passato ad eventi sismici, come testimoniato da presidi antisismici tradizionali per edifici in muratura, come contrafforti e catene. Sembra che in tempi più recenti, all’allontanarsi del ricordo di quegli eventi, le tecniche costruttive siano divenute più disinvolte o povere, portando a successivi ampliamenti con materiali e tecnologie abbastanza scadenti”.

Le brevi osservazioni, scritte da soggetti terzi, con la sensibilità d’osservare senza emozioni e senza riserve mentali gli eventi naturali e le loro eventuali connessioni con i comportamenti umani, consentono di affermare che l’intensità del danno va sempre relazionata con le variabili ambientali del territorio sconvolto: da quelle fisiche a quelle sociali. A volte le une e le altre si intrecciano in nodi così stretti, che è difficile valutare il tasso di incidenza o di prevalenza delle une rispetto alle altre. Per cui anche un “terremotino” può provocare danni elevati, soprattutto se il patrimonio edilizio è debole per un debole contesto socio-economico e se questa fragilità è innestata su terreni geologicamente poco solidi, che amplificano l’energia tellurica.

Le esperienze maturate, verificando gli effetti in superficie della sismicità, provano infatti che la vulnerabilità dei sistemi urbani è inversamente proporzionale ai livelli socio-culturali e tecno-economici delle popolazioni. Il patrimonio edilizio è un indicatore molto evidente delle stratificazioni sociali che, in caso di terremoti, fanno emergere la scala dei livelli di benessere e di povertà. Pertanto, in una democrazia moderna lo Stato, che ne è immagine e sintesi, con il peso delle responsabilità soprattutto in relazione ai ritardi accumulati per le sue inadempienze, deve testimoniare diversi doveri, spesso per pagare i conti. Intanto degli interventi immediati, per alleviare i disagi delle emergenze e per affrontare le ricostruzioni, evitando i rischi delle fratture umane, soprattutto se la vitalità della terra lascia vittime e croci. Inoltre delle inerzie e degli errori del passato, che possono aver favorito divari e squilibri, deviazioni e distorsioni, adottando tutte le iniziative che in

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XV

qualunque modo possono favorire il rilancio dell’economia nelle aree danneggiate e in quelle influenzate dall’amplificazione degli effetti rovinosi.

L’Italia ha un affollato calendario di corse precipitose per le emergenze da disastri naturali, con frequenti vortici di spesa pubblica, che sarebbe stato meglio utilizzare per ridurre i rischi ambientali e per prevenirne i danni sociali, soprattutto quelli umani. Infatti è stata sempre lenta nella adozione di discipline normative, per vincolare i territori sulla base di dati storicamente consolidati. Dopo la crisi talasso-tellurica di Messina (1908), i legislatori di diverse stagioni istituzionali hanno individuato i comuni vulnerabili solo e sempre in seguito ai terremoti, che vi avevano provocato morti e rovine; quindi, quando non c’era più l’urgenza. Quasi un secolo dopo, le trenta vittime di San Giuliano e l’emozione sollevata dalla tragedia nella scuola, hanno accelerato la classificazione di tutti i comuni a rischio sismico della Penisola (2003) chiudendo una tormentata vicenda legislativa, con un bilancio in vite umane e danni patrimoniali difficile da valutare.

Il Molise, sconvolto da frequenti terremoti di elevata e media intensità, è dentro la storia della classificazione con passaggi occasionali. Dopo il disastroso sisma della Marsica (1915), furono vincolati 11 comuni dell’Alto Volturno. Altri due, San Martino in Pensilis e Ururi nel 1962 dopo un forte sisma nelle province di Avellino e Benevento. L’estensione a gran parte del territorio avvenne in seguito alla crisi tellurica che nel 1980 devastò Basilicata e Campania. Fu poi ampliata all’intero territorio regionale dopo il “terremotino” di San Giuliano. Ma il Molise non ha pagato solo le inerzie accumulate dallo Stato sulla strada della normativa antisismica. Come tutte le regioni del Sud, ha pagato soprattutto per essere una regione del Mezzogiorno, la macro-area più vulnerabile della Penisola, afflitta anche dai ritardi economici e socio-culturali rispetto al più avanzato Settentrione. I sistemi urbani delle aree interne e depresse, oggi definite sottoutilizzate, per attenuare le distrazioni delle passate politiche meridionalistiche, hanno i segni evidenti delle recenti corse nella modernità, ma anche delle povertà storiche, che il lungo fenomeno migratorio, esploso dopo l’Unità d’Italia, ha aggravato con il progressivo degrado di molte dimore, abbandonate alle ingiurie del tempo.

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XVI

Nel mosaico meridionale il Molise è la tessera più piccola, con una vasta costellazione di piccoli comuni, dove la natalità è scesa a livello zero, mentre avanza la quota della popolazione senile. Nella seconda metà del ‘900 ha fatto grandi sforzi, per conquistare livelli di modernità, non immaginabili tra le macerie prodotte dalla seconda guerra mondiale. Ma le diaspore hanno impoverito un ambiente povero e reso debole il tessuto economico. Il terremoto, colpendo una area interna, dove dello sviluppo sono arrivati gli echi, ha incrociato queste fragilità. Lo Stato repubblicano, che non ha mai risolto in modo definitivo la questione meridionale, favorendo una omogenea crescita della Nazione, nel rispetto dei valori costituzionali, per uno di quei paradossi della Storia ha dovuto affrontare l’occasione funesta del sisma per inviare nel Molise risorse pubbliche straordinarie e con esse eliminare le rovine dell’ultimo dei terremoti rovinosi e rilanciare l’economia della regione. I flussi, anche se consistenti, non sono sufficienti per completare una ricostruzione, materiale e morale, non priva di difficoltà. Occorrono altri fondi per risanare un tessuto socio-ambientale, che non doveva attendere un terremoto per vivere da vicino la presenza dello Stato.

L’aspetto singolare, ma scontato in un Paese, che spesso corre a folle velocità sulle strade degli scontri, per il gusto di demolire, è stato e continua a essere l’atteggiamento degli spiriti, che agitano sismicità mediatiche per dimostrare la propria esistenza. Invece di interrogarsi sulle proprie responsabilità verso la società, concorrendo doverosamente alla crescita della coscienza e della coesione civili, hanno preferito battere vie oscure e tortuose, accumulando altri danni su quelli provocati dalle forze della natura.

Questa pubblicazione ha pertanto un scopo: rappresentare la realtà oggettiva perché, otto anni dopo il terremoto, l’energia della riflessione possa avere piena cittadinanza per far vivere il primato della ragione e della dialettica, che essa alimenta: il pensiero, ricorda Kant, non deve essere soggetto ad alcuna autorità diversa dalla ragione critica. In un sistema democratico, per l’istituzione regionale è pertanto un dovere stimolare in ogni cittadino la volontà di riflettere. Nel Molise, piccola comunità con il bisogno di vivere con orgoglio la sua identità, dovrebbe essere più facile costruire un futuro di benessere per tutti, contribuendo al più grande disegno di crescita della Nazione.

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I

IL TERRITORIO, IL TERREMOTO, GLI EFFETTI

1. La dimensione sociale del “cratere sismico”

Il terremoto del 31 ottobre 2002 devastò un’area, che due secoli fa

era in parte nei confini della Provincia di Capitanata, a cui sin dal XV secolo era stato annesso anche il Contado di Molise, interrompendo la lunga unione con Terra di Lavoro. Nel 1806, con del decreto del 27 settembre, Giuseppe Bonaparte, da poche settimane sul trono dei Borbone dopo l’occupazione di Napoli, istituì la Provincia di Molise, nel contesto delle riforme amministrative per destrutturare il vecchio sistema feudale e innestare una nuova organizzazione statale, sul modello imposto in Francia dal fratello Napoleone. Il nuovo assetto del territorio, articolato in 14 province e queste in distretti, fu sottoposto a revisione dei confini e nel 1811, con decreto del 4 maggio, Gioacchino Murat ampliò il Molise aggregando il distretto di Larino, staccato dalla Capitanata.

Una testimonianza di quella identità, che è sinonimo di Provincia di Foggia e che con Terra di Bari e Terra d’Otranto compose in seguito l’attuale Regione Puglia, sopravvive nella denominazione del comune di San Giuliano di Puglia, l’unico con perdite umane: 30 vittime, di cui 28 per il crollo della scuola “Francesco Jovine”. Altre evidenze sono nelle tradizioni e nelle parlate, che resistono alle incursioni della modernità; ma anche nell’assetto urbano d’alcuni comuni e in particolare nell’edilizia religiosa, che conserva tratti visibili del “romanico pugliese”, a iniziare dall’uso della ”pietra” di Trani o di Apricena.

L’area più colpita dal sisma è una realtà di piccoli comuni, segnati da declino demografico, che si deve ritenere irreversibile per i forti esodi, verificatisi nel cinquantennio precedente le restrizioni migratorie fasciste e poi ripresi nel primo trentennio dell’attuale periodo repubblicano; ma anche per la crescente denatalità, che è la variabile più inquietante, per essere l’effetto più grave delle migrazioni di massa: amplifica lo spopolamento del territorio, sottraendo forze prevalentemente giovani e

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mature. Su queste premesse sono indicativi i dati della popolazione dei 14 comuni del cratere: vi è stato rilevato il maggior danno ai sistemi urbani.

L’osservazione statistica prende in esame i risultati ufficiali di 3 censimenti, rappresentativi di tre stagioni tra loro lontane, ma unite da un solo fattore, il declino demografico, che caratterizza un aspetto strutturale, spesso trascurato, della storia del Molise. La prima rilevazione fu effettuata nel 1861, appena dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia; l’altra nel 1951, l’anno della massima espansione demografica del Molise (quasi 407 mila ab.), mentre l’Italia iniziava la corsa allo sviluppo; la terza nel 2001, pochi mesi prima la crisi sismica.

Dal confronto dei dati emerge che tra il 1861 e il 1951 la popolazione residente nei comuni del cratere è cresciuta da 44.137 a 52.135 abitanti (+18,12%); ma si è poi contratta nei decenni successivi, fino a dimezzarsi rispetto al livello registrato quasi un secolo e mezzo prima: da 52.135 a 27.663 abitanti (-46,94%). Solo Larino, Santa Croce di Magliano e Ururi, i comuni relativamente più grandi, alla data dell’ultimo censimento registrarono più residenti di quelli del 1861; ma come gli altri sono segnati dal declino, che dal 1951 ha spopolato gran parte dei comuni del Molise, facendo emergere come indicatore inquietante l’incremento di quelli con meno di 1.000 anime: alla data del censimento ne erano 63, contro i 10 del 1861.

Tra i due estremi temporali i micro-comuni sono passati da 1 a 6 nel gruppo dei 14 del cratere, che è un ambito territoriale abbastanza rappresentativo delle dinamiche demografiche del Molise, una mini-regione con popolazione modesta per entità assoluta (320.621 ab. al 2001), ma eccessivamente frantumata su un territorio di 4.438 kmq. Non è vasto in senso assoluto; lo è tuttavia in rapporto agli abitanti – 72 per kmq – ed è caratterizzato da una disordinata orografia, che ha sempre marcato l’isolamento degli aggregati umani, per carenza di adeguate infrastrutture nel settore delle comunicazioni, determinando l’arretratezza socio-economica di ampie aree.

Il censimento del 2001 ha evidenziato che in Molise ben 124 dei 136 comuni hanno meno di 5.000 abitanti, da considerare il minimum per organizzare i servizi primari, da quelli igienico-sanitari e quelli formativi. Nel cratere si collocò oltre questo limite solo Larino, perché centro di servizi pubblici, peraltro in fase di contrazione, a iniziare da quelli sanitari, per effetto del decremento demografico dell’area su cui in passato esercitò forza attrattiva con il ruolo di capoluogo di circondario.

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Ma da un quarantennio è in lento declino, anche per il dinamismo economico di Termoli, favorita dalla vantaggiosa collocazione sulla costa adriatica e dalla presenza di sistemi di grande comunicazione.

Un declino forte lo ha già vissuto Casacalenda. Nel 1861, con 6.044 residenti, fu il comune più popolato dell’attuale Basso Molise. Nel 2001, dopo quasi un secolo e mezzo di Unità, ne furono censiti poco più d’un terzo: 2.440 (-59,6%). Ma in valori relativi spetta a Ripabottoni il poco invidiabile primato dello spopolamento: -84,8% tra il primo e l’ultimo dei censimenti. Sul medesimo pendio Morrone del Sannio (-79,5%), Provvidenti (-79,1%), Montorio nei Frentani (-74,9%). Per altri comuni i dati dimostrato forme di resistenza. Tra questi San Giuliano di Puglia: 1.587 abitanti nel 1861, 1.163 nel 2001 (-26,7%), dopo aver raggiunto i picchi di 1.962 e 1.934 residenti nel 1911 e nel 1951. In posizione parallela Colletorto: -26,3% tra i due opposti dati censuari, 3.357 e 2.474 iscritti in anagrafe, dopo il vertice di 4.372 anime contate nel 1951.

I numeri si comprendono meglio considerando altre variabili. Nel 2001 in nessuno dei 14 comuni del cratere le nascite superarono i decessi. Nei 6 con meno di mille anime – Castellino del Biferno, Montelongo, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Provvidenti e Ripabottoni – i nati furono al massimo 5. Mentre i cancellati per morte, escluso Provvidenti, furono anche il doppio e il triplo. Da diversi anni nei piccoli comuni le nascite scendono anche a livello zero ed il Molise da un trentennio è afflitto dal taglio di classi e scuole. La denatalità, iniziata nella seconda metà degli anni ‘60 del secolo scorso, è un fenomeno generalizzato in Italia, per l’intreccio di variabili economiche e culturali, dalla precarietà del lavoro alla incertezza del futuro per i figli e a scelte di vita al singolare, che rallentano, evitano o impediscono la formazione delle famiglie.

Il numero medio dei componenti le comunità domestiche è di 2,66 soggetti e il tasso di fecondità delle italiane, molisane comprese, supera di poco l’unità, un indice che impedisce il rinnovo generazionale. Peraltro continuano a essere deboli le politiche sociali, che dovrebbero relazionarsi con il bisogno di futuro dei giovani, mentre le ondate di immigrati, più o meno regolari, stanno determinando una ripresa della natalità: secondo dati Istat riferiti al 2006, la fecondità per il 60% è dovuta a madri straniere, con un tasso di fertilità pari al doppio di quello delle italiane. Ma stanno frenando anche il decremento demografico: nel

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Molise nel 2001 furono registrati come residenti 2.588, saliti nel 2006 a 4.336, l’1,35% della popolazione regionale (320.907 ab.)

L’effetto diretto del saldo negativo delle dinamiche naturali, è la senilizzazione della società, un fenomeno influenzato anche dall’aumento della speranza di vita per le migliori condizioni di vita e per il concorso della sanità, che beneficia dei successi scientifici e tecnologici. In esito ai dati del censimento del 2001, il Molise è la regione con più anziani del Mezzogiorno: 1 bambino ogni 4 ultra-sessantacinquenni. Dei 14 comuni del cratere solo Larino e Santa Croce di Magliano registrarono indici inferiori, ma superiori al rapporto 1 a 3. Morrone del Sannio risultò il più vecchio: 1 bambino per 13 anziani. Su livelli elevati anche altri piccoli comuni: 1 a 9,7 per Montelongo; 1 a 8,4 per Ripabottoni; 1 a 7,9 per Castellino del Biferno.

È paradossale, ma il sisma non ha prodotto solo vittime e rovine. Ha messo a nudo la realtà con i pesi residui, nelle sue pieghe, dei ritardi storici. Obiettivo primario è la ricostruzione, nel più breve tempo possibile. Ma non basta tornare alla normalità. Occhi e menti dovrebbero spalancarsi sulle necessità di crescita morale, civile ed economica, per guardare lontano. Confrontarsi con i numeri della dimensione sociale del territorio, vuol dire riflettere su verità oggettive, che pongono interrogativi, che a loro volta esigono testimonianze di volontà positive, per far vivere coesione e solidarietà sulle vie del futuro, un diritto di tutti.

Tabella 1. Popolazione dei comuni del cratere (dati Istat)

Censimento: 1861 1951 2001 Bonefro 4.396 5.041 1.873 Casacalenda 6.044 6.561 2.440 Castellino del Biferno 1.605 1.859 673 Colletorto 3.357 4.362 2.474 Larino 5.783 8.521 7.078 Montelongo 1.125 1.644 490 Montorio nei Frentani 2.237 2.520 562 Morrone del Sannio 3.696 2.805 757 Provvidenti 795 650 166 Ripabottoni 4.425 2.723 673 Rotello 2.360 2.745 1.309 San Giuliano di Puglia 1.587 1.934 1.163 Santa Croce di Magliano 3.982 6.111 4.935 Ururi 2.745 4.659 3.070 Totale 44.137 52.135 27.663

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2. La crisi sismica e gli effetti sul territorio

Il 31 ottobre 2002 una vasta area dell’Italia centro-meridionale, sui

confini tra le Regioni Molise e Puglia (ca 2000 Km2) è scossa da una crisi tettonica, con picco di intensità 5.4 Ml Richter alle 11.33 (ora legale), nell’area epicentrale, localizzata nel territorio dei Comuni Bonefro - Montorio nei Frentani – Santa Croce di Magliano, in provincia di Campobasso. Sulla scheda tecnica del meccanismo focale, diffusa sui canali telematici internazionali, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) indica anche l’intensità 5.7 Mw, riferita alla scala che calcola la magnitudo del momento sismico, ritenuta dall’INGV “sicuramente la migliore stima della reale grandezza di un terremoto, essendo direttamente legata alle dimensioni e alla dislocazione della sorgente sismica”.

Figura 1. Meccanismo focale del 31 ottobre 2002 La sequenza sismica è iniziata alle 01.25.44 con una scossa di

magnitudo 3.2, seguita da altri cinque sussulti, che precedono lo scuotimento rovinoso. Entro le ore 24 del 31 ottobre L’INGV registra

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altre 38 repliche. Il giorno successivo le repliche raggiungono il picco pro die – 74 scosse - con una di magnitudo 5.3 (5.7 Mw).

Dal 2 novembre la crisi ha un’evoluzione tendenziale all’attenuamento, protraendosi per alcuni mesi per un totale di oltre 530 scosse alla fine di marzo del 2003. Altri scuotimenti anche nei mesi successivi, a volte di media intensità come il tremore registrato il 01 giugno 2003 (Mw 4.4).

Le repliche di forte intensità impongono frequenti aggiornamenti della stima dei danni, subiti dal patrimonio edilizio (privato, pubblico, commerciale, industriale, rurale, religioso, ecc.), distribuito in numerosi insediamenti umani di piccole dimensioni, espressione della accentuata dispersione d’una modesta entità demografica, ca 330.000 abitanti, su un territorio geologicamente fragile.

Le forti vibrazioni e il lungo sciame sismico determinano il fenomeno del cumulo dei danni sul patrimonio edilizio e la loro accentuazione, perché in gran parte costruito nei primi decenni del ‘900 e anche prima oppure in stato di abbandono in seguito al prolungato esodo degli abitanti. Per alcuni comuni, la seconda scossa forte (01 novembre) fa salire di mezzo grado verso il livello superiore la stima di intensità, secondo la scala Mercalli-Cancani-Sieberg (Mcs) e tale revisione determina anche l’ampliamento dell’area danneggiata.

Nella immediatezza dell’evento sismico, secondo le Stime preliminari di intensità macrosismiche della Protezione Civile e del Sevizio sismico nazionale (SSN), sono inseriti 22 comuni del Molise (e altri 7 della confinante provincia di Foggia), con una intensità osservata tra l’VIII-IX grado Mcs rilevato a San Giuliano di Puglia ed il V registrato in un gruppo di sei Comuni: Campolieto, Guglionesi, Monacilioni, Petrella Tifernina, Sant’Elia a Pianisi e Termoli. Alla fine del mese di novembre i Comuni molisani salgono a 43 (e quelli pugliesi a 18).

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Figura 2. Distribuzione delle intensità macrosismiche

Figura 3. Sismicità Molise dal 31 ottobre 2002 al 14 novembre 2002

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La zona colpita ricade in una area, secondo gli esperti, caratterizzata da sismicità significativa, collegata alle attività tettoniche del promontorio del Gargano e della dorsale appenninica molisana, che in passato hanno rilasciato terremoti di elevata magnitudo (6.5 – 7). La massima intensità locale (Is), tra l’VIII e il IX grado Mcs, sarebbe stata raggiunta a San Giuliano di Puglia, secondo fonti della Protezione civile e del SSN, in occasione del sisma del 5 dicembre 1456, il più importante e rovinoso degli ultimi mille anni nell’Italia centro-meridionale (da Relazione preliminare sulla sismicità di San Giuliano di Puglia, 2002).

Gli altri grandi terremoti per i quali mancano fonti documentarie sull’area di San Giuliano, sono stati ipotizzati probabili danneggiamenti in relazione alla forte intensità osservata (Io) negli epicentri dei terremoti di: - 30 luglio 1627, San Severo (Io X), - 5 giugno 1688, Beneventano (Io XI), - 2 marzo 1731, Foggiano (Io IX); - 26 luglio 1805, Bojano (Io X).

Figura 4. Meccanismi focali

3. Elenco dei comuni con stime d’intensità macrosismica (MCS) al 30 novembre 2002

- VIII-IX grado: San Giuliano di Puglia; - VII grado: Bonefro, Casalnuovo Monterotaro, Castellino del Biferno, Ripabottoni, Santa Croce di Magliano; - VI-VII grado: Colletorto, Montelongo;

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- VI grado: Casacalenda, Larino, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Pietramontecorvino, Provvidenti, Rotello, Ururi; - V-VI grado: Campodipietra, Campolieto, Carlantino, Casalvecchio di Puglia, Castellino Nuovo, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Chieuti, Guardialfiera, Limosano, Lucito, Lupara, Macchia Valfortore, Monacilioni, Montagano, Petrella Tifernina, Poggio Imperiale, San Martino in Pensilis, San Paolo Civitade, Sant’Elia a Pianisi, Toro, Tufara; - V grado: Acquaviva Collecroce, Apricena, Campobasso, Castelbottaccio, Castelmauro, Civitacampomarano, Gambatesa, Guglionesi, Lesina, Lucera, Matrice, Montecilfone, Motta Montecorvino, Palata, Pietracatella, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo, San Marco La Catola, San Severo, Sant’Angelo Limosano, Serracapriola, Termoli, Torremaggiore, Volturara Appula.

* in corsivo i comuni della provincia di Foggia

4. I dati sugli effetti del terremoto e sulla distribuzione del danneggiamento

Nella giornata successiva allo scuotimento del 31 ottobre 2002 i

tecnici del SSN e della Protezione civile effettuano rilievi macrosismici in vari comuni dell’area epicentrale, rilevando un danneggiamento “diffuso”, su livelli “lieve e moderato”; a San Giuliano di Puglia in particolare riscontrano “elevato grado di distruzione” con “crolli (totali e parziali) nel settore del crinale argilloso compreso tra la parte storica ubicata sullo sperone lapideo ed il versante”. In particolare osservano gravi danni negli edifici storici e monumentali (chiese, castelli, campanili nella parte sommitale).

Per gli esperti le cause della distruzione che è distribuita su un’area ellittica con il medesimo orientamento est-ovest dell’andamento della struttura sismogenetica che provoca la sequenza tellurica, sembrano imputabili alla concomitante elevata vulnerabilità degli edifici coinvolti (quasi tutti costruiti nella prima metà del secolo XX, in muratura mista, con aggiunta di solai in cemento armato); ma anche agli effetti della amplificazione locale, dovute alle cause morfologiche (cresta sottile) e geologiche del terreno: depositi di riporto e argilloso-sabbiosi su strati rocciosi poco profondi.

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Per il diffuso danneggiato il centro urbano di San Giuliano di Puglia è interamente evacuato e chiuso all’accesso. In quest’area si contano anche i morti del terremoto: due donne per il crollo delle loro abitazioni, 26 alunni e una maestra per il crollo parziale della scuola elementare “Jovine”. Un altro alunno morirà in ospedale romano un mese dopo.

Gli esperti sostengono infine che oltre l’area di danneggiamento, riferita all’isosisma del VI grado Mcs, si sono determinate situazioni locali di danno, generalmente concentrato su singoli edifici di rilevanza storico-artistica (chiese, palazzi, castelli). Inoltre non escludono che il grado di danneggiamento possa estendersi con il progredire della sequenza sismica, ampliando ulteriormente l’area del VI grado (ex Relazione Distribuzione del danneggiamento).

Gli osservatori scientifici di una delegazione U.S.A.-Italia, nei comuni del “cratere”per rilevare i danni esterni ed interni ai fabbricati e le cause della vulnerabilità, evidenziano in una relazione del SSN una diversa qualità edilizia: migliore negli edifici storici, che soffrono però di scarsa manutenzione e peggiore in quelle recenti, sottoposti spesso ad ampliamenti, sopraelevazione e superfetazioni.

In particolare a Bonefro rilevano un danneggiamento “abbastanza serio” riconducibile ad una intensità MCS VII-VIII. Negli edifici riscontrano la presenza di “catene” riconducibili ad una cultura che conservava l’attenzione per l’inserimento di “presidi antisismici tradizionali”. Bonefro viene ritenuto il “centro del danneggiamento” perché “la distribuzione del danno è più uniforme su gran parte dell’abitato”; circostanza particolare che lo distingue da San Giuliano di Puglia considerata invece la “località più danneggiata” perché i danni osservati sono risultati “più accentuati”.

L’ampliamento dell’area del danno, prevista dagli esperti della SSN e della Protezione civile ha riscontri immediati. Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2002, n. 3253, viene fissato il principio che la normativa emergenziale si applica “ai comuni delle province di Campobasso e di Foggia … in cui siano state riscontrate situazioni di danneggiamento degli immobili e costituiscono i primi interventi per il superamento della situazione emergenziale”(art. 1, comma 2). In forza di questo principio i Sindaci documentano le situazioni di danno sismico e il Presidente della Regione - Commissario delegato applica l’ordinanza Presidenziale: con propri decreti, nn. 5, 7, e

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21 del 2003, delimita l’area del danneggiamento, includendo 83 degli 84 comuni della provincia di Campobasso (escluso Guardiaregia).

La dimensione del danneggiamento ha una sua dominante specificità nei 14 Comuni del “cratere”. Secondo fonti della Protezione civile il 7 novembre 2002, cioè una settimana dopo l’inizio della crisi sismica, si è raggiunto il picco di oltre 10.600 senza tetto, temporaneamente ospitati in una trentina di tendopoli.

Comune Assistiti Comune Assistiti

Bonefro 512 Morrone del Sannio 24 Casacalenda 1.000 Provvidenti 140 Castellino del Biferno 673 Ripabottoni 673 Collotorto 1.500 Rotello 700 Larino 1.500 San Giuliano di Puglia 1.163 Montelongo 155 Santa Croce di Magliano 1.949 Montorio nei Frentani 370 Ururi 250

Tabella 2. Senza tetto nei Comuni del cratere sismico La crisi sismica, con scosse di forte intensità, ha imposto continue

verifiche tecniche sull’agibilità delle abitazioni, a seguito dei danni subiti o temuti per effetti indotti. In tutti i Comuni della provincia di Campobasso sono state effettuate da squadre della Protezione civile, con impegno di ca. 1.200 rilevatori, per constatare le condizioni di agibilità dei fabbricati privati. Secondo dati elaborati dal Centro Operativo Misto (COM) di Larino, istituito dal Dipartimento della Protezione civile e riferiti al 18 febbraio 2003, su 19.286 sopralluoghi, 11.483 edifici sono risultati agibili (59,5%), mentre 4.484 (23,3%) inagibili, di cui 598 per rischio esterno; inoltre 2.127 (11%) agibili con prescrizioni, 852 (4,5%) parzialmente inagibili, 340 (1,7%) con esito pendente. I dati, cristallizzati alla citata data, sono pressoché definitivi, risultando pendenti solo taluni controlli e verifiche tecnico-amministrative.

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II

LA NORMATIVA DELLA RICOSTRUZIONE

1. Criteri informatori

La normativa in merito ai primi soccorsi e, poi, alla ricostruzione è

frutto dell’esperienza già maturata in altri precedenti terremoti, tuttavia con talune differenze causate dalle specificità del terremoto molisano e dalla espressa volontà del Commissario delegato - Presidente della Regione - di dare risposta ai bisogni e alle aspettative della popolazione colpita.

Nella fattispecie, ha infatti pesato in modo determinante l’aspetto socio-economico dei territori interessati, che ha dato luogo, in particolare, alla concessione dei contributi di autonoma sistemazione alle famiglie “sgomberate” a causa del sisma fino alla recuperata agibilità della propria abitazione ovvero ad altra idonea definitiva sistemazione; alla concessione di contributi in varia forma, per così dire “personalizzata” per la ripresa delle attività produttive, artigianali e professionali; al finanziamento di iniziative volte a potenziare il tessuto dei rapporti commerciali e lo sviluppo dell’intera regione, al fine di non vanificare, in concreto, la stessa concessione di contributi a sostegno dell’imprenditoria locale.

Queste ultime iniziative sono state sostenute non con i fondi destinati alla “ricostruzione” in senso stretto, ma con i fondi, in particolare dell’art. 15 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3268 del 12 marzo 2003, che, in modo determinante, sono destinati a favorire lo sviluppo economico dell’intera regione.

La normativa, sotto il profilo amministrativo-finanziario della ricostruzione vera e propria è stata modellata, in parte, dalla normativa post-sisma 1980-81 in Campania, Basilicata e Puglia, in parte da quella post-sisma 1984, che ha colpito, in Molise, la provincia di Isernia, in parte da quella post-sisma 1997 in Umbria e Marche e in parte anche, dalla normativa post-sisma 1998 in Basilicata, che presentano, in via

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generale, analogo impianto, tuttavia con differenze di non poca importanza.

La base normativa è costituita dall’ordinanza commissariale n. 13 del 27 maggio 2003.

In analogia con tutti i precedenti terremoti, figura centrale della ricostruzione è il Sindaco, con competenze esclusive per quanto riguarda gli interventi sul territorio e figura istituzionalmente la più vicina ai residenti nel Comune.

Ancora analogamente a tutti i precedenti terremoti il meccanismo di ricostruzione dell’edilizia abitativa privata è incentrato sulla concessione di un contributo – da qualificarsi sostanzialmente come “diritto soggettivo” – parametrato sul calcolo della superficie danneggiata preesistente al sisma, secondo priorità variamente collegate a requisiti soggettivi del proprietario o dell’affittuario e oggettivi dell’edificio danneggiato.

A differenza che nella normativa post-sisma 1980-81, in cui oggetto di contributo è l’unità abitativa e a differenza del terremoto 1997 in cui il riferimento è il PIR, come progetto integrato di recupero, il modello molisano si è maggiormente conformato al terremoto di Isernia del 1984, in cui i principali punti di riferimento sono stati il PES, come progetto di edificio singolo di un unico proprietario e il PEU, come progetto edilizio unitario, di gruppi di edifici contigui, da finanziarsi unitariamente.

È evidente che tale ultimo sistema, da un punto di vista della sicurezza del territorio, è di gran lunga più funzionale, in quanto realizza, contestualmente alla riparazione dei danni provocati dal sisma, anche una percentuale di prevenzione, relativamente all’adeguamento sismico anche di edifici contigui, pur se non danneggiati.

La necessità, determinata dalla situazione della finanza pubblica, di limitare il più possibile il costo della ricostruzione, ha, peraltro, indotto il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), deputato a compilare, in dettaglio, l’iter della ricostruzione, a prendere come punto di riferimento, i Sotto-progetti ricavabili dal PEU, comprendenti l’edificio danneggiato nonché gli eventuali altri edifici ad esso collegati per ineludibili vincoli tecnici.

L’effetto di “trascinamento” risulta in tal modo minore, pur garantendo la sicurezza e la funzionalità degli interventi.

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2. Provvedimenti di Protezione Civile per la gestione della prima emergenza

Nell’immediatezza dell’evento sismico, il Presidente del Consiglio dei

Ministri, ha subito adottato il decreto del 31 ottobre 2002, decretando lo stato di emergenza.

Nel merito, infatti, considerata la situazione di emergenza determinata dai gravi eventi sismici verificatisi il giorno 31 ottobre 2002 e ravvisata la necessità di procedere con ogni urgenza sia alla realizzazione sollecita delle iniziative volte a fronteggiare il contesto emergenziale mediante l’utilizzo di mezzi e poteri straordinari, che ad una più generale azione di prevenzione e di contrasto riguardo ai predetti eventi sismici su tutto il territorio della provincia di Campobasso, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha decretato, ai sensi e per gli effetti dell’art. 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Campobasso, designando il Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quale Commissario delegato dello stesso Presidente del Consiglio, col compito di provvedere al coordinamento degli interventi di competenza delle autorità locali e delle componenti del Servizio nazionale della protezione civile volti al superamento della situazione emergenziale.

Il 4 novembre 2002, il Consiglio dei Ministri adotta il decreto legge n. 245, Interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali nelle regioni Molise, Sicilia e Puglia, nonché ulteriori disposizioni in materia di protezione civile, disciplinando i poteri del Commissario delegato, nonché i tempi e i modi del loro trasferimento ai Presidenti delle regioni indicate nell’epigrafe del decreto legge.

Nel merito, il Presidente del Consiglio dei Ministri, con tale provvedimento ha disposto, in sintesi, che il Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Commissario delegato: - provvede al coordinamento di tutti gli interventi e di tutte le iniziative per fronteggiare le situazioni emergenziali in atto, definendo con i comuni interessati appositi piani esecutivi di misure ed opere per il superamento delle emergenze stesse;

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- dispone direttamente in ordine agli interventi di competenza delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile di cui all’articolo 11, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, anche avvalendosi di appositi sub-commissari; - agisce, per il perseguimento degli obiettivi fissati, con i poteri di cui al comma 2 dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, adottando gli indispensabili provvedimenti per assicurare ogni forma di tutela agli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate ed assumendo ogni ulteriore determinazione per il soccorso e l’assistenza alle popolazioni interessate e per l’avvio della ripresa civile, amministrativa, sociale ed economica nei territori interessati. - è autorizzato a definire la propria necessaria struttura organizzativa, utilizzando, se del caso, gli uffici ed il personale delle amministrazioni ed enti pubblici in sede locale, ivi compresi quelli militari, acquisendo, ove necessario, la disponibilità di beni mobili, immobili e servizi, anche a trattativa privata mediante affidamento diretto.

Per i soggetti che alle date del 29 e del 31 ottobre 2002 erano residenti nei territori individuati nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri in pari data, si sospendevano fino al 31 marzo 2003 i termini di prescrizione, decadenza e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, anche previdenziali, comportanti prescrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione, in scadenza nel periodo di vigenza delle dichiarazioni di emergenza. Con il provvedimento adottato ai sensi dell’articolo 9, comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212, sono stati sospesi i termini per l’adempimento di obblighi di natura tributaria. Sono stati altresì sospesi per lo stesso periodo tutti i termini relativi ai processi esecutivi, mobiliari e immobiliari, nonché ad ogni altro titolo di credito avente forza esecutiva di data anteriore ai decreti sopra citati e alle rate dei mutui di qualsiasi genere in scadenza nel medesimo periodo. Come pure sono stati sospesi per il predetto periodo i termini di notificazione dei processi verbali, di esecuzione del pagamento in misura ridotta, di svolgimento di attività difensiva e per la presentazione di ricorsi amministrativi e giurisdizionali.

Con l’emanazione della legge 27 dicembre 2002, n. 286, i provvedimenti principali risultano i seguenti: - ai sensi dell’articolo 1, comma 3, il Presidente della Regione Molise subentra al Capo del Dipartimento della protezione civile nel ruolo di

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Commissario delegato, e che con successiva ordinanza ex articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, sono definiti sia gli ambiti di competenza, anche per quanto riguarda la fase conclusiva della prima emergenza, sia gli aspetti relativi alla necessaria struttura organizzativa di supporto all’attività del Presidente della predetta regione – Commissario delegato; - il Presidente delle Regione, provvede agli ulteriori e diversi interventi correlati al rientro nell’ordinario e per le fasi di ricostruzione e ripristino degli immobili colpiti dagli eventi sismici; nonché per la ricostruzione, la riparazione e l’adeguamento sismico degli edifici delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado parimenti danneggiate. Le azioni sono realizzate previa adozione, d’intesa con i comuni interessati, di appositi piani. Tali piani sono adottati con delibera consiliare dei comuni interessati; - il Commissario delegato, per l’espletamento degli incarichi, può nominare un sub-commissario.

Per accelerare i termini di intervento il provvedimento prevede la procedura di semplificazione dell’azione amministrativa ex legge 7 agosto 1990, n. 241. Per di più, tutte le competenze dei Presidenti - Commissari delegati sono definite con ordinanze governative, adottate ai sensi della legge sulla Protezione civile (art. 5, comma 2, legge n. 225/1992), con il correlato effetto che il potere di ordinanza in capo al delegante si trasferisce al delegato come potere straordinario, per semplificare ed accelerare le procedure tecnico-amministrative.

Le ordinanze di Protezione civile susseguitesi nel tempo hanno riguardato, in particolare, la definizione delle strutture a supporto delle attività sia del Commissario delegato sia degli altri soggetti operativi, soprattutto dei Sindaci, mediante l’autorizzazione a stipulare, per tutto il perdurare dello stato di emergenza, contratti di lavoro a tempo determinato e contratti di consulenza con esperti specializzati; la previsione di una serie di agevolazioni fiscali e contributive; il finanziamento, analogamente a quanto avvenuto in precedenti emergenze post-sima, di riparazioni funzionali per l’immediato recupero dell’agibilità di abitazioni, esercizi commerciali ed edifici scolastici, nonché, per il Comune di San Giuliano di Puglia, centro dei danni post-sisma, la previsione di un “Piano di ricostruzione” ad hoc.

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Lo stato di emergenza per il dopo-sisma 2002 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2009. Considerato, tuttavia, che permane una diffusa situazione di criticità, sicché occorre adottare ogni iniziativa utile per assicurare, nella continuità amministrativa, il monitoraggio sull’attuazione delle attività poste in essere in regime straordinario ed il completamento degli interventi finalizzati al definitivo ritorno alla normalità, anche in un contesto di necessaria prevenzione da possibili situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità, con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3829/2010 il Presidente della Regione Molise viene confermato quale Commissario delegato e autorizzato a provvedere, in regime ordinario e in termini di somma urgenza, alla prosecuzione e al completamento entro il 31 dicembre 2010 di tutte le iniziative finalizzate al superamento del contesto di criticità. Il Commissario delegato continua ad utilizzare la contabilità speciale già aperte ai sensi delle precedenti ordinanze di protezione civile.

3. Il Commissario delegato e le attività di coordinamento

Con l’ulteriore ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, n. 3279 del 10 aprile 2003, il Presidente della regione Molise, Commissario delegato, assicura il complessivo coordinamento: a) delle iniziative finalizzate all’attuazione ed al completamento degli interventi finalizzati alla chiusura della prima fase dell’emergenza, individuando e ponendo in essere tutte le iniziative necessarie ad un rapido rientro nell’ordinario, anche attraverso l’emanazione di direttive nei confronti dei comuni e delle altre strutture pubbliche locali interessate, per il corretto utilizzo e per la più proficua gestione dei beni e dei servizi acquisiti ed in corso di acquisizione; b) della effettuazione di rilievi aereofotogrammetrici sui centri storici dei Comuni colpiti dal sisma; c) della microzonazione sismica dei Comuni colpiti dagli eventi tellurici di cui in premessa; d) della verifica delle iniziative poste in essere dagli Enti locali in attuazione sia delle disposizioni di cui alla ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3253/2002 che delle determinazioni assunte dal Commissario delegato;

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e) della verifica ed accertamento delle attività da porre in essere da parte dei Sindaci; f) della predisposizione di uno studio della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, strategici e di culto localizzati nelle medesime aree; g) della definizione delle linee di indirizzo per la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione degli edifici pubblici e privati distrutti, e di riparazione dei danni e miglioramento sismico degli edifici danneggiati dall’evento sismico; h) della pianificazione degli interventi di ricostruzione, di riparazione, di miglioramento, di adeguamento sismico degli edifici pubblici e privati danneggiati, nonché di quelli adibiti a funzioni di servizio pubblico essenziale.

Al fine di assicurare un adeguato supporto tecnico per lo svolgimento delle proprie attività, nonché per le esigenze derivanti dalla fase della ricostruzione, il Commissario delegato può avvalersi di un Comitato Tecnico Scientifico (CTS), composto da cinque tecnici ed esperti di elevata e comprovata professionalità.

Viene istituita presso la Struttura commissariale una contabilità speciale per la gestione delle attività post-sisma.

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III

L’ATTIVITÀ DEL COMMISSARIO DELEGATO E GLI ORGANISMI DI SUPPORTO

1. La Struttura Commissariale Post-sisma

L’espletamento delle delicate quanto complesse attività attribuite al

Commissario delegato, direttamente o per delega, dalle leggi e dalle ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il conseguente adempimento, sul piano operativo, degli adempimenti di gestione della fase post-sisma, considerata rispetto a tutte le sue dimensioni ed alle implicazioni sociali, finanziarie, strutturali, economiche, ambientali e, non ultimo, di raccordo interistituzionale, correlate alle operazioni da attuare per fronteggiare sia la prima fase emergenziale, in senso stretto, sia le successive fasi di programmazione, organizzazione e realizzazione delle attività di ricostruzione e riporto a condizioni di ordinarietà del sistema socio-economico della regione, sono attuati attraverso il fondamentale supporto di appositi costituiti organismi tecnico, scientifico ed amministrativi che hanno svolto attività di consulenza, di indirizzo e supporto. In tal senso, infatti, il Presidente della Regione Molise – Commissario delegato per la ricostruzione post-sisma, ha programmato e coordinato tutte le attività, avvalendosi di una Struttura centrale, con compiti principalmente di alta direzione, coordinamento e controllo circa l’attuazione ed il rispetto delle norme e delle procedure tecnico, amministrative e contabili, in cui è tra l’altro incardinato il Gruppo Tecnico delle Verifiche, la Commissione per il rilascio del nulla osta sismico, la Commissione per la Microzonazione, il Comitato Tecnico Scientifico. Nell’insieme, detti organismi se da un lato costituiscono il presidio operativo, attraverso cui si espleta l’attività del Commissario delegato, attività sintetizzata nella moltitudine di atti e provvedimenti quotidianamente adottati per corrispondere e fronteggiare tempestivamente alle numerose e diverse fattispecie che man mano emergono, dall’altro danno evidenza della complessità dell’attuazione delle procedure di risanamento e recupero di un territorio che già di per

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sé strutturalmente delicato e complesso, a fronte di un evento così esteso e devastante, impone tempi e tecniche di intervento ragionevolmente più impegnative e complesse. In tale contesto, gli Enti locali sui quali gravano principalmente le fasi attuative della ricostruzione stanno dando evidenza di un eccezionale contributo di efficienza e collaborazione istituzionale.

2. Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) Il già citato Comitato Tecnico Scientifico è stato istituito dal

Presidente-Commissario delegato con decreto n. 19/2003. Il CTS ha dettato tutte le linee di indirizzo per l’iter della

ricostruzione, approvate e rese esecutive dal Commissario delegato con propri decreti e ha fornito risposta a tutti i quesiti sottopostigli, per lo più finalizzati a dirimere perplessità dei Sindaci, nell’applicazione delle normative di riferimento, con finalità di uniformità interpretativa e di chiarimenti e approfondimenti, ove necessari.

I pareri del CTS hanno dato luogo a decreti e circolari a firma del Presidente-Commissario delegato.

3. La Commissione per il rilascio delle autorizzazioni sismiche

Con decreto n. 143/2007 il Commissario delegato ha decretato, per

tutti i progetti di riparazione/ricostruzione post-sisma, l’obbligo di acquisizione dell’autorizzazione sismica preventiva da parte di apposita commissione istituita presso la Struttura commissariale per le attività post-sisma. Detta procedura ha recepito le disposizione normative di cui al D.P.R. n. 380/01 e ss.mm.ii. per gli interventi sulle costruzioni in zona sismica, non più derogabili alla luce della pronuncia della Corte Costituzionale che, di fatto, ha ritenuto non più legittime le procedure vigenti con particolare riferimento al rilascio dell’attestazione di deposito e alle conseguenti verifiche a campione dei progetti relativi agli interventi edilizi.

Con l’attivazione di detta procedura, resa possibile anche dai poteri di deroga legati allo stato di emergenza, il Commissario delegato ha posto

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in essere una procedura che, analogamente a quanto già avvenuto per la microzonazione sismica, negli anni a venire è entrata in vigore in gran parte delle regioni italiane. Ancora una volta il Molise ha fatto da precursore in campo nazionale, attuando importanti e rilevanti procedure in materia di sismica partendo dalla ricostruzione post-sisma.

Con l’autorizzazione sismica preventiva, quindi, tutti i progetti relativi agli interventi di riparazione/ricostruzione post-sisma devono essere sottoposti alla Commissione per l’autorizzazione sismica per l’acquisizione del relativo parere di competenza. In questo modo, tutti i progetti vengono esaminati preventivamente al fine di accertare sia il rispetto delle norme sismiche vigenti sia la coerenza dei medesimi progetti con le direttive tecniche emanate dal Commissario delegato in materia di ricostruzione post-sisma.

La nuova procedura, avviata nel settembre del 2007 e resa esecutiva nel successivo mese di ottobre con la nomina della competente Commissione, ha incontrato difficoltà operative causate prevalentemente dalle modalità di presentazione delle progettazioni esecutive che, fino ad allora, non necessitavano degli approfondimenti tecnici richiesti dalla Commissione per il rilascio delle relative autorizzazioni. Con l’impegno e la dedizione sia dei componenti della Commissione sia dei tecnici incaricati delle progettazioni, oltre che attraverso il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle strutture tecniche comunali preposte all’esame preventivo dei progetti, nel tempo si è ottenuto quel auspicabile miglioramento generale della qualità progettuale che ha consentito negli anni un incremento produttivo dell’attività della Commissione.

Infatti, la Commissione per l’autorizzazione sismica (allo stato operano autonomamente due Commissioni le cui attività sono collegate da un Coordinatore) è passata dai circa 120 progetti autorizzati nel corso del 2008, ai 150 del 2009 con la previsione, per l’anno 2010, di raggiungere quota 200 progetti, ovvero quasi un progetto autorizzato per ciascun giorno lavorativo. È da sottolineare che a fronte dell’elevato numero di progetti autorizzati, la Commissione compie, preliminarmente, un’attività istruttoria per circa il doppio degli interventi progettuali, anche se i tempi per il rilascio del provvedimento autorizzativo finale restano ancora lunghi e, quindi, migliorabili. Per il raggiungimento di tale obiettivo, però, devono farsi parte ancora più attiva sia i Sindaci dei territori interessati, sia i tecnici professionisti coinvolti, sia le strutture tecniche comunali preposte, oltre naturalmente

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ai diversi Ordini e Collegi professionali che, ad oggi, hanno sempre fornito il proprio indispensabile e proficuo contributo.

Dal 01 luglio 2010, dopo il grave terremoto d’Abruzzo del 2009, sono entrate in vigore le nuove norme tecniche per le costruzioni in zona sismica. Le circolari interpretative del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti non hanno fugato tutti i dubbi sollevati dai problemi dell’applicazione di tali norme nei confronti degli interventi già programmati per i lavori “privati”. La struttura commissariale si è attivata per la soluzione, in senso funzionale ed economico, dei problemi in atto, sollecitando allo stesso Ministero un’interpretazione più favorevole delle norme di cui trattasi, in parte adottata dallo stesso Ministero, con il quale sono tuttora in corso trattative per la soluzione piena del problema.

4. La microzonazione Dopo la prima fase emergenziale, riconoscendo l’importanza

propedeutica alle fasi di ricostruzione degli studi di microzonazione sismica, il Dipartimento della Protezione Civile, con nota n. DPC/DIP/0003488, ha trasmesso gli “Indirizzi generali per la microzonazione sismica dei comuni colpiti dagli eventi tellurici”.

Con ordinanza Commissariale n. 14 del 28 maggio 2003 il Presidente della Regione Molise, Commissario delegato, ha nominato la Commissione di esperti per l’attuazione delle linee di indirizzo predisposte dal Dipartimento di Protezione Civile per la microzonazione dei comuni colpiti dal sisma.

La microzonazione sismica, quindi, deve essere vista come uno strumento di base alle attività di pianificazione urbanistica e di protezione civile nonché di supporto a quelle di progettazione e di ricostruzione.

Per tale ragione, essa ha lo scopo di riconoscere ad una scala sufficientemente di dettaglio, le condizioni di sito che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico o possono produrre effetti cosismici rilevanti (frane, fratture, liquefazioni, ecc.).

In sostanza lo studio di microzonazione restituisce una mappa del territorio sulla quale sono indicate: - le zone in cui il moto sismico viene amplificato (indicando per quali frequenze avviene l’amplificazione) a causa delle caratteristiche

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morfologiche, strutturali, stratigrafiche, geofisiche e geotecniche dei terreni; - le zone in cui sono presenti, o sono suscettibili di attivazione, dissesti o deformazioni del suolo dovuti al sisma.

Come noto, è bene ribadire che le caratteristiche geologiche e litotecniche dei siti possono fortemente influenzare la forma dello spettro di risposta elastico.

In generale, per la determinazione degli effetti di sito o della risposta sismica locale si può procedere per via speditiva o per approfondimenti successivi. Le analisi speditive consistono generalmente in rilievi geologici e geomorfologici, più o meno dettagliati, tesi all’individuazione e perimetrazione di aree dalle condizioni e caratteristiche omogenee che determinano risposte sismiche sperimentalmente note. I successivi approfondimenti, invece, richiedono l’esecuzione di specifiche indagini geognostiche e geofisiche e l’applicazione di analisi numeriche a complessità crescente. L’approfondimento è dovuto prevalentemente alla necessità di conoscere, a priori, una serie di parametri necessari per la modellazione delle colonne stratigrafiche (definizione delle sezioni da modellare per le quali necessita il reperimento di parametri geotecnici e geofisici come velocità onde S, velocità onde P, modulo di taglio, coefficiente di Poisson, coefficiente di smorzamento, densità, ecc.).

- Analisi della pericolosità sismica (ex C. SCASSERRA, M. BERNABINI, C. EVA, P. MAURIELLO, R. NICOLICH, Linee Guida per la Microzonazione Sismica dei Comuni della Provincia di Campobasso.)

Prima di avviare un qualsiasi studio di microzonazione sismica, è indispensabile poter definire il livello di sismicità al quale ci si vuole riferire (input sismico di riferimento).

La definizione del moto sismico di input è basilare per impostare il segnale di ingresso per la valutazione delle eventuali amplificazioni locali e per vincolare lo spettro di risposta. In sostanza occorre definire un livello di scuotimento (terremoto di riferimento) per il quale determinare l'entità dei fenomeni di amplificazione locale, dovuti alle particolari condizioni geologiche, geotecniche e geomorfologiche del sito.

La determinazione dell’input sismico non si limita, in generale, alla definizione del livello della PGA attesa, ma può contenere importanti modificazioni dello spettro del moto del suolo, in funzione alle caratteristiche dell’evento che genera il moto sismico.

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Nello specifico e con riferimento al sisma del Molise 2002, un terremoto che si originasse con epicentro più lontano rispetto a quello registrato, ma con magnitudo superiore (terremoti del Matese del 1688 M=7.3 e del 1805 M=6.7; terremoto della Capitanata del 1627 M=7.0) produrrebbe sui comuni della Provincia di Campobasso uno scuotimento con PGA magari inferiore, ma con frequenze predominanti più basse e con durata maggiore. La conseguenza sarebbe un pattern di danneggiamento profondamente diverso.

Va, inoltre, sottolineato che all’input sismico, in generale, è vincolata la scelta della complessità delle procedure di microzonazione da applicare. Tanto maggiore è la pericolosità o scuotibilità di un certo sito, tanto maggiori e più accurate dovranno essere le indagini da effettuare.

Un importante contributo al miglioramento delle conoscenze dell’input sismico potrebbe, ad esempio, derivare da un attento riesame di tutte le informazioni raccolte dalle reti di monitoraggio, accelerometriche e velocimetriche, installate per l’analisi della sequenza del terremoto dell’ottobre 2002. Tale analisi permetterebbe di tarare gli spettri equiprobabili degli studi condotti a scala nazionale e di definire più appropriati spettri di riferimento per le aree considerate. Di particolare importanza, qualora si considerasse questa ipotesi di lavoro, sarebbe una più completa caratterizzazione dal punto di vista geomeccanico dei siti in cui furono installate le reti mobili.

Relativamente a quanto finora svolto, su specifiche indicazione degli esperti sismologi, nominati dal Commissario delegato, è stata condotta un’analisi probabilistica di pericolosità sismica (Probabilistic Seismic Hazard Analysis – PSHA) allo scopo di definire i valori di accelerazione spettrale (spettri isoprobabili), comprensivi del valore di accelerazione orizzontale di picco (ag), con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni (Periodo di Ritorno RP = 475 anni). Successivamente, sulla base delle informazioni fornite dalle indagini geologiche e geotecniche, effettuate in diverse campagne di misura, e a seguito di analisi numeriche mono-dimensionali (1D), sono stati determinati i valori della frequenza fondamentale e il livello di amplificazione di ciascuna situazione locale analizzata all’interno dell’area urbana studiata.

La pericolosità sismica dell’intero territorio nazionale è stata determinata con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 Marzo 2003 secondo cui i Comuni della Provincia di

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Campobasso rientrano in Zona sismica 1, 2 e 3. Più recentemente l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha rideterminato, utilizzando metodologie più attuali e riproducibili (come previsto dall’ordinanza), la pericolosità sismica del territorio nazionale (Gruppo di Lavoro MPS, 2004).

Nonostante ciò, al fine di fornire risultati locali in termini di spettri di risposta elastici a pericolosità uniforme (Uniform Hazard Spectra o spettri isoprobabili), relativi ad un periodo di ritorno di 475 anni, nonché per poter eseguire la disaggregazione della pericolosità, si è resa necessaria la rivalutazione della pericolosità sismica dei siti d’interesse. Gli spettri, calcolati per sito in roccia, sono stati considerati quali riferimento per la caratterizzazione dell’input sismico per ciascun sito.

Il calcolo della pericolosità sismica di un sito o di un’area secondo l’approccio probabilistico classico (CORNELL, 1968; REITER, 1991) prevede: - la caratterizzazione geometrica di uno o più modelli sismogenetici; - la determinazione del tasso di occorrenza dei terremoti al di sopra di una data soglia di magnitudo per ciascuna sorgente sismogenetica; - l’impiego di relazioni di attenuazione che descrivano l’ampiezza dello scuotimento in funzione della grandezza del terremoto, espressa in termini di magnitudo o di intensità, e della distanza sorgente-sito (es. epicentrale, ipocentrale); - la valutazione della probabilità di eccedenza di prefissati valori di scuotimento.

- Catalogo dei terremoti (ex UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA, DIP. STUDIO DEL TERRITORIO E DELLE SUE RISORSE, Considerazioni generali metodologiche propedeutiche agli studi di Microzonazione Sismica per i comuni della Provincia di Campobasso)

Per la caratterizzazione regionale della sismicità si è utilizzato il catalogo parametrico dei terremoti italiani CPTI04 (Gruppo di lavoro CPTI, 2004), compilato opportunamente per la redazione della recente mappa di pericolosità sismica italiana (Gruppo di lavoro MPS, 2004). Il catalogo in esame, che costituisce un’evoluzione ed un aggiornamento del catalogo CPTI99 (Gruppo di Lavoro CPTI, 1999), comprende una finestra temporale che si estende dall’anno 217 a.C. al 2002 d.C. Alle sezioni ante 1000 e 1000-1980 sono state apportate alcune modifiche rispetto ai cataloghi precedenti, di cui le salienti sono: determinazione della magnitudo momento, Mw, e della magnitudo Msp (necessaria per il

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corretto impiego della relazione di attenuazione di SABETTA e PUGLIESE), l’aggiornamento e il completamento per i periodi 1981-2002. In conformità con il modello di Poisson, il catalogo non contiene eventi definibili come repliche e precursori. Per quanto concerne le soglie di magnitudo, il catalogo CPTI04 eredita per le finestre pre-1980 la soglia minima dei cataloghi NT4.1 (CAMASSI e STUCCHI, 1997) e CPTI99, da cui è derivato e contiene solo eventi con magnitudo Ms 4.0, dove Ms è la magnitudo calcolata dalle onde superficiali. Per le sezioni post-1980 si è adottata, con l’eccezione della zona etnea, una soglia minima di magnitudo leggermente superiore (Ms 4.15).

Figura 1. Distribuzione della sismicità nell’area di studio. Eventi contenuti nel catalogo CPTI04 (Gruppo di lavoro CPTI, 2004). Sovrapposizione della zonazione sismogenetica ZS9 (Gruppo di lavoro MPS, 2004).

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In figura 1 è illustrata la distribuzione della sismicità per l’area molisana. Da essa risulta evidente come la distribuzione degli epicentri corrisponda ad una sismicità regionale diffusa con la presenza non trascurabile di terremoti aventi magnitudo Ms > 6.0 (Molise 05/12/1456 Ms = 6.7; Matese 05/06/1688 Ms = 7.3; Matese 26/07/1805 Ms = 6.7; Sannio 21/08/1962 Ms = 6.2).

- Zonazione sismogenetica (ex UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA, DIP. STUDIO DEL TERRITORIO E DELLE SUE RISORSE, Considerazioni generali metodologiche propedeutiche agli studi di Microzonazione Sismica per i comuni della Provincia di Campobasso)

Una zona sismogenetica rappresenta il contorno della proiezione in superficie di tutte le strutture considerate sorgenti di terremoti ad alta e bassa energia: essa contiene, quindi, sia segmenti di faglie maggiori sia di faglie minori. Nelle valutazioni di pericolosità sismica, basate su un approccio di tipo probabilistico, le zone sismogenetiche sono assunte quali aree caratterizzate da sismicità uniforme. Esse sono, pertanto, zone omogenee dal punto di vista del potenziale di generazione dei terremoti in quanto si assume che gli eventi sismici possano verificarsi in ogni punto di una stessa zona con la stessa probabilità.

Ai fini di questo studio è stata adottata acriticamente la zonazione sismogenetica ZS9 recentemente sviluppata dal Gruppo di Lavoro MPS (2004) ed impiegata per la redazione della nuova mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale. Le zone che interessano maggiormente l’area di studio sono mostrate nella figura 1, sovrapposte alla distribuzione degli epicentri riportati nel catalogo CPTI04.

La ZS9 contempla 36 zone sismogenetiche ed è stata sviluppata a partire dalla precedente zonazione ZS4 (MELETTI et al., 2000) seguendo l’approccio cinematico di Scandone et al. (1990). In particolare, rispetto a ZS4, sono stati apportati rilevanti cambiamenti per tener conto delle più recenti conoscenze sulla tettonica attiva e sulla distribuzione delle sorgenti sismogenetiche, superando il problema delle ridotte dimensioni delle zone sorgenti e del conseguente numero limitato di terremoti in ciascuna di esse. ZS9, inoltre, fornisce per ciascuna zona sismogenetica una stima della profondità media dei terremoti e un meccanismo di fagliazione prevalente.

Ai fini del presente lavoro sono state considerate tutte le zone giudicate influenti sulla pericolosità sismica dei Comuni molisani.

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Figura 2. Mappa di pericolosità sismica della Regione Molise (Gruppo di Lavoro MPS, 2004): valori di PGA con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni (periodo di ritorno: 475 anni).

- Analisi di risposta sismica locale

Aspetti legislativi.

Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 aprile 2003 n. 3279, Ulteriori disposizioni di protezione civile diretta a fronteggiare i danni conseguenti ai gravi eventi sismici verificatesi nel territorio della provincia di Campobasso, è stato attribuito al Commissario delegato, tra l’altro, il complessivo coordinamento della microzonazione sismica dei comuni colpiti dagli eventi tellurici.

La mancanza di una specifica metodologia e normativa di riferimento, di valenza nazionale, ha indotto il Commissario delegato, come già precedentemente accennato, a nominare, con Decreto del 28 maggio 2003 n. 14, una Commissione di esperti per la necessaria consulenza scientifica sull’attività da svolgere e per la predisposizione delle “Linee guida per la microzonazione sismica dei comuni della provincia di Campobasso”. Le stesse “Linee guida”, approvate con Decreto del Commissario delegato del 06 agosto 2003 n. 27 e pubblicate

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sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise del 16 agosto 2003 n. 17, evidenziano che fra le attività di studio, propedeutiche alla ricostruzione, assumono particolare rilevanza quelle dirette allo svolgimento di indagini per la microzonazione sismica del territorio alle cui eventuali risultanze, prescrittive, dovranno essere adeguati gli strumenti urbanistici comunali, come previsto dall’art.13 della L.R. 20/05/2004.

Le fasi dello studio

La programmata attività di microzonazione sismica, coordinata dal Servizio Geologico Regionale e dalla Struttura commissariale, ha riguardato prioritariamente i centri urbani della Provincia di Campobasso con precedenza a quelli ricadenti nell’area del “cratere” e, successivamente, a quelli contraddistinti da più elevata pericolosità sismica, secondo la classificazione in vigore.

Per portare avanti tali attività si è fatto ricorso a più professionalità ed alla collaborazione di Enti pubblici e di ricerca universitaria.

La Commissione di esperti ha assicurato la consulenza scientifica per l’intera durata dello studio, dalla fase di analisi e programmazione delle indagini a quella di sintesi e valutazione dei risultati.

Per le fasi conoscitive si è fatto ricorso all’attività professionale di geologi iscritti all’Ordine regionale. Essi, sotto il coordinamento e la validazione del Dipartimento STAT dell’Università degli Studi del Molise, hanno eseguito, nei siti esaminati, i rilievi a carattere geologico, geomorfologico e litotecnico necessari per l’elaborazione delle relative e omonime carte di base. A corredo delle suddette carte è stata predisposta la mappa del danno a cura di tecnici non geologi (ingegneri, architetti e geometri).

A supporto delle informazioni desumibili dai rilievi di superficie sono state consultate le risultanze delle indagini preesistenti e, quindi, programmate nuove investigazioni di carattere litostratigrafico, geotecnico e geofisico, affidate, tramite appalti pubblici a cura del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Campania-Molise, ad imprese specializzate nel settore.

Grande rilevanza ha assunto la fase di reperimento dei risultati delle numerose indagini preesistenti e disponibili presso le pubbliche amministrazioni (Comuni, Province, Enti sub-regionali, Provveditorato alle OO.PP.), a vario titolo competenti sui territori indagati. In

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particolare, sono stati recuperati circa 1700 sondaggi a carotaggio continuo oltre ad un significativo numero di indagini geofisiche e prove geotecniche di laboratorio. Tale fase propedeutica si è rilevata di fondamentale importanza per una prima conoscenza del sottosuolo, oggetto di studio, e per l’economia complessiva del lavoro investigativo.

In relazione alle informazioni desunte dalle indagini preesistenti, peraltro sottoposte preventivamente ad un’attenta validazione, sono state programmate nuove indagini integrative più specialistiche e conformi alla vigente normativa, per una più puntuale caratterizzazione dei siti investigati.

Globalmente sono stati eseguiti: - n. 180 sondaggi a carotaggio continuo (profondità compresa tra 30 e 70 metri), attrezzati per prova sismica in foro (Down-Hole) con prelievo di n. 400 campioni indisturbati; - n. 400 prove SPT; - n. 500 misure di microtremori in campo libero; - n. 21 prospezioni col metodo geoelettrico; - n. 4 SASW (analisi spettrali delle onde di superficie); - n.15 prospezioni sismiche a rifrazione; - n.2 colonne risonanti.

Nell’area di Bojano, inoltre, è stato eseguito un approfondimento delle conoscenze delle caratteristiche strutturali, con sismica profonda a riflessione, e di risposta sismica, mediante monitoraggio temporaneo dell’attività “strumentale” di bassa intensità, effettuando così uno studio più articolato, esaustivo e rispondente anche alle richieste della comunità locale.

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Figura 3. Esempio di carta di microzonazione.

- Costi e conclusioni Gli studi complessivi di microzonazione hanno riguardato n. 98 siti a

più alta densità antropica (centri abitati ed aree produttive), ricadenti in n. 82 comuni, per un costo complessivo di circa 3,2 Ml di euro da essi risultano esclusi quelli riguardanti il comune di San Giuliano di Puglia,

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condotti direttamente dal Dipartimento della Protezione Civile, ed il comune di Ripabottoni, eseguiti dall’Università degli Studi di Genova con il Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti.

Il percorso che ha portato alla predisposizione delle mappe di microzonazione sismica può essere sintetizzato come segue.

Sulla base di tutti i rilievi geologici, delle indagini geofisiche e dei sondaggi geognostici è stato possibile definire i litotipi o parti di formazioni geologiche a comportamento sufficientemente omogeneo. Ciascuna unità litotecnica è stata caratterizzata da un valore di VS30 e successivamente associata ad una delle categorie di suolo di fondazione, previsto dalla normativa sismica vigente.

Ai diversi suoli è stato associato un valore del coefficiente di sito, S, che, come definito dalla normativa, tiene conto del profilo stratigrafico del suolo di fondazione. Ciò ha portato alla elaborazione di mappe preliminari di microzonazione, basate solo su parametri geologico-geotecnici e geomorfologici, informazioni desunte dalle corrispondenti carte elaborate dai professionisti incaricati e validate dall’Università del Molise.

Per ogni sondaggio, in cui è stata effettuata una prova Down-hole e per i siti in cui sono stati eseguiti profili sismici 2D, talora integrando, quando previste, con le indagini basate sulla registrazione di microtremori, si è proceduto ad una modellazione 1D delle colonne stratigrafiche, allo scopo di determinare le funzioni di trasferimento e le frequenze proprie del terreno. In generale, non sono state fatte modellazioni quando il substrato roccioso risultava a profondità minore di 5 m.

Dal rapporto tra gli spettri ottenuti (suolo/bedrock) è stato valutato il fattore di amplificazione Fa. Tale fattore è stato valutato per la banda spettrale: 0.1-1.0 s. Questa banda si riferisce prevalentemente alle componenti ad alta frequenza contenute nello spettro e, pertanto, risulta legata a stratificazioni molto superficiali. I valori del fattore di amplificazione, così calcolati, sono stati confrontati con quelli derivati (coefficiente S) da informazioni geologiche, geomorfologiche, litotecniche e geofisiche e valutati criticamente per ogni singolo sondaggio. Laddove possibile, i valori delle frequenze fondamentali, ottenute dalle funzioni di trasferimento, sono stati confrontati con quelli desunti dai rapporti H/V, ottenuti mediante analisi Nakamura. In alcuni

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casi i risultati di tali analisi sperimentali hanno consentito di trarre utili indicazioni anche sugli spessori delle coltri superficiali.

I valori di Fa, calcolati per ciascun sito, in base alle informazioni acquisite da studi geologici e geomorfologici, hanno contribuito a definire i valori definitivi del parametro S, utilizzati per la redazione delle mappe di microzonazione.

I risultati di tali analisi specialistiche che, per estensione di aree indagate (l’intera provincia di Campobasso), in relazione al livello di approfondimento, hanno rappresentano un caso sperimentale e unico in Italia, sono stati pubblicati sul sito web della Regione Molise e, in tal modo, resi disponibili a tutti coloro che a vario titolo operano sul territorio. Nei fatti, le Amministrazioni locali ed i professionisti interessati sono stati dotati di uno strumento di conoscenza della pericolosità sismica dei siti urbanizzati e di una banca dati georeferenziata, che nell’insieme costituiscono elementi di supporto per una corretta gestione e pianificazione territoriale, ma anche di sostegno per una specifica progettazione.

5. Il Centro Operativo Misto (C.O.M.) di Larino Il C.O.M. di Larino (Centro Operativo Misto) è la Struttura operativa

nata allo scopo di coordinare i Servizi di emergenza in seguito all’evento sismico che ha colpito il Molise il 31 ottobre 2002.

La localizzazione dello stesso è avvenuta su indicazione della Regione Molise e della Protezione Civile i cui Responsabili e Funzionari hanno operato direttamente fino al 25 gennaio 2003.

Da tale data le funzioni emergenziali sono state delegate al Presidente della Regione Molise-Commissario delegato.

Le attività della Struttura sia di carattere tecnico che amministrativo sono tutt’altro che esaurite, considerato che la fase della ricostruzione pesante non è stata ancora completata.

Le stesse sono state ed in parte sono ancora le seguenti. - Gestione tecnico-amministrativa di tutto l’archivio cartaceo comprendente oltre 30.000 schede di agibilità (AeDes/05/2000 bis) redatte a seguito di sopralluoghi effettuati su edifici pubblici e privati nei Comuni della Provincia di Campobasso. Ad esse vanno aggiunte quelle

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di seguito pervenute ed inerenti sopralluoghi congiunti e schede redatte per aggravamento dei danni. Si evidenzia che tutta la normativa per la concessione e l’erogazione di contributi finanziari fa riferimento alle schede di agibilità. - Gestione della documentazione tecnica ed amministrativa consegnata dal Dipartimento della Protezione civile alla Regione Molise il 25 gennaio 2003. - Custodia dell’archivio dei Beni Culturali comprendenti schede di sopralluoghi di edifici di culto, architettonici e monumentali effettuati dalla Funzione Beni Culturali e rilascio di copie richieste. - Custodia dei verbali dei sopralluoghi effettuati dal Gruppo Tecnico di sostegno (GTS). - Tenuta archivio delle richieste e dei sopralluoghi dei dissesti idrogeologici. - Attività di supporto ai Comuni della Provincia riferita, prevalentemente, al rilascio di tutte le copie delle schede C.O.M richieste. - Attività analoga per i cittadini ed i tecnici incaricati nel ritiro delle copie occorrenti per le procedure di rito. - Scannerizzazione di tutto l’archivio delle schede. Il trasferimento del materiale cartaceo su supporti informatici ha velocizzato non poco le procedure per i Comuni per le incombenze loro proprie. Alla fine di ogni procedura informatica sono stati redatti 3 CD, uno dei quali è depositato presso l’archivio informatico del C.O.M., uno consegnato al Comune di riferimento ed uno inviato al Servizio Cartografico della Regione Molise. - Attività di supporto all’Economato della Struttura Commissariale di Campobasso consistente nell’invio delle schede C.O.M., tramite fax, per i provvedimenti di erogazione dei contributi. - Attività di supporto tecnico ed amministrativo nelle innumerevoli riunioni tenutisi presso la Struttura le cui risultanze sono contenute in verbali all’uopo redatti. - Verifica, da parte del personale tecnico presente nella Struttura e facente parte dei Gruppi Tecnici ai sensi del decreto n. 1 del 08 gennaio 2005, di tutti i P.E.U. e P.E.S. - Attività di supporto tecnico ed amministrativo ai Corsi tenutisi per i tecnici C.O.C presso la Struttura da Professori Universitari e da Collaboratori della Regione Molise.

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6. I Gruppi tecnici di Verifica PPS/PS: aspetti e funzioni Con decreti 08 gennaio 2005 n. 1 e 24 gennaio 2005 n. 5 il Presidente

della Regione Molise - Commissario delegato ha costituito i Gruppi Tecnici allo scopo di verificare il 100% dei PEU/PES, con precedenza per i SP e PES con priorità di “classe A” a partire dai Comuni del cratere sismico.

I Gruppi di verifica sono costituiti con personale tecnico della Struttura Commissariale e sono coordinati da due consulenti esterni, professionisti qualificati da una consolidata esperienza e da specifica professionalità.

Compiti dei Gruppi Tecnici, unitamente ai Tecnici COC (in servizio presso i Comuni), sono quelli di verificare: - la legittimità della perimetrazione dei PEU/PES (decreti commissariali n. 28/03 e n. 52/03), possesso per ogni P.E.U./.P.E.S. della scheda COM o del Comune di Campobasso e/o della richiesta di sopralluogo nei termini del 15 aprile 2003 per i residenti in Italia e del 15 maggio 2003 per i residenti all'estero; - la regolarità della perimetrazione di ciascun S.P. (punto 2.2 decreto commissariale n. 28 del 06 agosto 2003); - il livello di danno per ogni S.P./P.E.S. dichiarato dai liberi professionisti nelle pps - perizie di stima; - la regolarità della quantificazione delle parcelle professionali (decreto commissariale n.94/03);

A verifica compiuta dovrà essere redatto, per ogni SP/PES esaminato, da parte dei Gruppi Tecnici congiuntamente con i Tecnici COC, il Protocollo Unico di Verifica, definito Pr.U.Ver.

- Le procedure

Il protocollo di verifica - Pr.U.Ver - dei Progetti Preliminari Semplificati- Perizie di Stima (PPS-PS), prevede le procedure di controllo della regolarità tecnico-amministrativa dei progetti redatti dai tecnici progettisti incaricati dai soggetti attuatori (pubblici o privati) e consegnati ai Comuni entro la scadenza del 02 novembre 2004.

- Il protocollo unico di verifica

Il protocollo unico di verifica prevede 3 fasi.

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1. Fase preliminare:

- Raccolta speditiva dei dati relativi ai PPS-PS con la scheda messa a disposizione dei comuni; - Elaborazione dei dati speditivi e valutazione preliminare del fabbisogno economico e del danno rilevato per la programmazione degli interventi; - Messa a punto di strumenti schedografici e metodologici per la verifica della regolarità tecnico amministrativa dei PPS-PS; - Attività di informazione delle procedure di verifica ai Tecnici comunali operanti presso i COC; - Attività di formazione ai Tecnici dell’Ufficio del Commissario che effettueranno le verifiche in collaborazione con i Tecnici comunali. 2. Fase operativa.

I Tecnici della Struttura Commissariale, singoli o in gruppo, inviati presso i singoli comuni, in collaborazione con i Tecnici COC, effettuano le verifiche delle perizie di stima relative ai progetti preliminari..

La procedura di controllo, nelle linee generali, viene attuata nel seguente modo: - i Tecnici COC, preliminarmente alla verifica dei Gruppi regionali, provvedono a richiedere ai progettisti le integrazioni ritenute necessarie nel rispetto delle direttive del CTS; - i Tecnici COC in collaborazione con i Gruppi tecnici della Struttura commissariale effettuano il controllo del PPS-PS secondo li protocollo di verifica (compilazione della scheda di controllo) e secondo il programma per la determinazione della classe di priorità; - nel caso di esito positivo il PPS-PS viene ritenuto ammissibile al finanziamento e convalidato con firma congiunta della scheda di controllo da parte dei tecnici del gruppo tecnico regionale e del tecnico COC; - nel caso in cui occorre integrare o modificare il progetto, dopo un esame preliminare completo del progetto, il comune richiede al progettista di effettuare le integrazioni necessarie; - nel caso in cui le integrazioni non sono ritenute esaurienti, il Gruppo tecnico insieme al tecnico COC effettuerà un sopralluogo e nei casi dubbi rimetterà il progetto all’ufficio del Commissario delegato per superiori determinazioni.

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3. La Fase finale.

La raccolta finale dei dati verificati dei PPS-PS viene effettuata tramite schede ed elaborati grafici informatizzati contenenti tutte le indicazioni ritenute necessarie per il successivo trattamento dei dati.

I dati derivanti dalle procedure di verifica vengono elaborati nell’ambito del progetto unico di verifica e messi a disposizione del Commissario delegato per la programmazione degli interventi.

L’intera attività di verifica è oggetto di monitoraggio al fine del rispetto dei procedure e della tempistica del protocollo di verifica.

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IV

ASPETTI TECNICI DELLA RICOSTRUZIONE

1. Novità Procedurali

Rispetto ai precedenti terremoti che hanno interessato l’Italia negli

ultimi 10-15 anni, significative novità tecnico-procedurali per l’attuazione degli interventi post-sisma sono state adottate a seguito dell’evento sismico che ha interessato le regioni Molise e Puglia nel 2002. Pochi mesi dopo il terremoto il Dipartimento della Protezione Civile ha emanato l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, nella quale è contenuta una nuova classificazione sismica di tutto il territorio nazionale. La Regione Molise ha adottato questa classificazione con Legge Regionale n. 13/2004. Successivamente, con la Deliberazione del Consiglio Regionale (DCR) n. 194 del 20 settembre 2006 (BURM n. 31 del 31.10.2006, Supplemento Ordinario n. 1), la Regione Molise ha aggiornato la classificazione del territorio regionale sulla base del nuovo studio di pericolosità sismica dell’INGV, di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519/2006. Con il passaggio dalla classificazione vigente prima del terremoto a quella del 2003, i comuni molisani a rischio sismico passano da 50 a 101; con la classificazione del 2006 i comuni a rischio sismico aumentano ulteriormente e quasi tutta la provincia di Isernia e parte di quella di Campobasso (area del Matese) transitano dalla Zona Sismica 2 alla Zona Sismica 1. Si consideri che i comuni maggiormente danneggiati dall’evento del 2002 ricadevano prima in zone non classificate sismiche (DECANINI ET AL., 2004). Le attività svolte per la ricostruzione nella fase di avvio hanno previsto studi di microzonazione sismica per tutta la provincia di Campobasso, progettazione preliminare di tutti gli interventi di ricostruzione post-sisma, studi di vulnerabilità sismica per gli edifici pubblici, in particolare per quelli scolastici, e messa a punto di un protocollo di progettazione esecutiva per l’edilizia residenziale. Ciò ha consentito di quantificare in modo preciso e dettagliato il danneggiamento causato dal terremoto e i presunti costi di intervento, di prevedere graduatorie di finanziamento

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delle opere pubbliche con criteri oggettivi, di finanziare gli interventi privati in base a priorità di danneggiamento e di utilizzo e di esercitare un controllo sulla qualità degli stessi interventi con l’obiettivo di evitare quelle tipologie di intervento che al “collaudo” dell’evento sismico occorso si fossero rivelate poco efficaci.

Figura 1. Mappa della pericolosità sismica della Regione Molise (DGR194/2006).

Figura 2. Classificazione sismica in vigore al momento del terremoto del 2002.

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Figura 3. Area interessata dal terremoto del 2002.

Figura 4. Classificazione sismica al 2003 - L.R. 13/2004.

2. Le direttive del Comitato Tecnico Scientifico (CTS)

Il CTS ha predisposto le linee di indirizzo della ricostruzione, ha dettato i criteri per la progettazione e l’esecuzione dei lavori e la scelta dei parametri per la valutazione del danno, della vulnerabilità e dei livelli di contributo. Le fasi principali dell’intero processo sono state: 1) l’individuazione dei PES (Progetto Edilizio Singolo) e la perimetrazione dei PEU (Progetto Edilizio Unitario) a cura dei comuni; 2) la redazione dei PPS-PS (Progetto Preliminare Semplificato-Perizia di Stima) a cura

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dei comuni o dei consorzi privati, attraverso incarichi conferiti a tecnici liberi professionisti; 3) la stima del fabbisogno economico generale, sulla base dei dati trasmessi dai comuni al Commissario delegato, e la formulazione di piani d’intervento sulla base dei fondi disponibili; 4) la verifica ed il controllo dei PPS-PS, effettuata dai Gruppi Tecnici della Struttura Commissariale congiuntamente ai tecnici dei Comuni, per la formazione delle classi d’intervento e l’approvazione delle graduatorie, a cura dei comuni, per ciascuna classe a partire da quella con priorità “A” (residenze principali o attività produttive oggetto d’ordinanza di sgombero); 5) la microzonazione sismica, secondo le linee d’indirizzo prodotte dal CMS, per tutti i comuni della provincia di Campobasso, con precedenza a quelli dell’area epicentrale (IMCS�6); 6) la redazione dei progetti esecutivi, a cura di liberi professionisti, e la successiva approvazione in Conferenza dei Servizi; 7) l’esecuzione dei lavori a cura dei Comuni o dei Consorzi privati.

Le linee di indirizzo tengono conto dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003 e forniscono le indicazioni per l’esecuzione degli interventi. È stato, altresì, consentito di applicare la Normativa preesistente (DM 16/01/1996) per il previsto periodo di coesistenza, con indicazioni specifiche previste nelle direttive del CTS. Nella prima parte delle linee di indirizzo del CTS, approvate con Decreto commissariale n. 52/2003, sono state individuate le fasi della ricostruzione e sono stati dettati i criteri per la perimetrazione e l’individuazione dei progetti edilizi unitari. Dopo la perimetrazione dei PEU e dei PES è stata avviata la progettazione preliminare con la redazione dei PPS, aventi lo scopo di “definire le porzioni di edificato da trattare mediante Sotto-progetti (SP)” e di stimare i costi di intervento in base alle superfici delle singole unità immobiliari e ai livelli di danno associati a specifici livelli di costo. Nella seconda parte delle linee di indirizzo del CTS sono stati indicati i contenuti del PPS, sono state definite le soglie di danno, i parametri per la stima semplificata del contributo e i criteri per la formazione della priorità degli interventi.

Sono stati definiti quattro livelli di danneggiamento: il danno nullo e/o minore del danno significativo, il danno significativo, il danno grave e il limite di convenienza alla riparazione, che prevede il crollo parziale o la presenza del danno grave e di altre importanti carenze costruttive. Con il PPS viene computata la superficie ammissibile per il contributo, viene

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valutato il livello di danno in base alle condizioni indicate dalla normativa e viene stimato il contributo sulla base dei valori indicati nelle direttive per ciascuna tipologia d’edifici (residenziali, agricoli, monumentali, sociali produttivi). Specifici requisiti si riferiscono alla presenza di ordinanza di sgombero e al possesso della residenza al momento del terremoto; la classe di intervento ed il punteggio di ciascun SP è calcolata dal progettista. Il finanziamento degli interventi è stato attuato sulla base delle classi di intervento e del punteggio. Dopo la redazione dei PPS e la successiva verifica operata dai gruppi tecnici inviati dal Commissario delegato, i Comuni hanno provveduto ad effettuare le graduatorie e sono stati finanziati i primi interventi. La progettazione esecutiva è stata regolamentata da una specifica direttiva del CTS, approvata con Decreto commissariale n. 35/05 e con un protocollo di progettazione che contiene tutte le indicazioni per la redazione dei progetti e la determinazione dei contributi, nel rispetto delle direttive predisposte dallo stesso CTS.

3. I progetti edilizi unitari (PEU) e singoli (PES) I PEU possono essere individuati alla presenza di due o più unità

immobiliari e sono riferiti ad un complesso edilizio rispondente ad almeno una delle seguenti condizioni: la continuità strutturale o fisica in elevazione e l’interazione tra strutture contigue. In ogni caso, il complesso edilizio, cui è riferito il PEU, è limitato dalla presenza di strade o spazi a cielo aperto adibiti alla circolazione dei veicoli e/o dei pedoni e da spazi non edificati. Il PEU può essere riferito anche ad un organismo piuttosto ampio, che inquadra in modo organico le caratteristiche complessive del tessuto edilizio e dei possibili modi di intervento. I lavori possono essere gestiti sia da privati, organizzati in consorzi regolarmente costituiti, che direttamente dal comune, a seguito di delega dei privati, ovvero in caso di inerzia dei privati. Il PEU è attuato per Sotto-progetti (SP) aventi caratteristiche di sostanziale omogeneità in termini di tipologia strutturale, di tipologia di materiali, di epoca di costruzione, di eventuale intervento strutturale pregresso, di continuità delle strutture portanti, di sfalsamento degli orizzontamenti, di compattezza delle sagome sia in pianta che in elevazione e di sviluppo

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sull'intera altezza. Nella individuazione dei PEU e “nella valutazione del comportamento strutturale, ai fini delle successive verifiche sismiche, occorrerà tenere conto in modo opportuno delle interazioni con i corpi adiacenti”. Tali interazioni devono essere considerate per evitare che l’individuazione dei Sotto-progetti possa determinare uno squilibrio della resistenza sismica all’interno dello stesso PEU provocando un danneggiamento maggiore per gli edifici di minore resistenza.

Figura 5. Morrone del Sannio (CB): individuazione dei PEU.

PEU19A23

PEU19A32

PEU19A27

PEU19A19PEU19A28

PEU19A29

PEU19A18

PE

U19A

17

PEU19A26

PEU19A31

PEU19A25

PEU19A02

PEU19A01

PEU19A03

PEU19A05

PEU19A04

PEU19A21

PEU19A07

PEU19A06

PEU19A08

PEU19A10

PEU19A09

PEU19C23

PEU19C30

PEU19C29

PEU19A05

EU19-02

PEU19-03

PEU19-06

2

PEU19C31

PUBBLICOPUBBLICO

PUBBLICO

PES 19-686

PES 19-1638PES 19-1653

PES 19-1525 PES 19-938

PES 19-1617

PES 19-1019

PES 19-1036

PES 19-1086

PES 19-1646

PES 19-1003

PES 19-434

PES 19-372

PES 19-1645PES 19-1618

Confine Foglio Catastale

PEU (Progetto Edilizio Unitario) gestiti da Consorzi privati

PES (Progetto Edilizio Singolo)

PEU (Progetto Edilizio Unitario) a gestione pubblica

PES Edificio pubblicoPubblico

Figura 6. Comune di Bonefro - individuazione dei PEU e PES.

SOTTOPROGETTO 1

SOTTOPROGETTO 2

SOTTOPROGETTO 3

SOTTOPROGETTO 4

501Via

C

olon

na

471

9

470481

502

488

508

Via

dei

Fi

ori

480

474473

475

472

476

479

478

477

94

489

Via

B

icchi

erin

o

498

497

503

507

504

506

505

Via

499

500

509

950

487

della ChiesaLargo

511

510

3 C4 D

494

8 H-R

5 E

493 496

2B-S-T

1A-A1

495

490

492

13 Q

484

486

483

485

482

6 F-F1

7 G-U

9-I

10 L-M

11 N-O

12 P-V

491

Figura 7. Progetto Edilizio Unitario PEU

Figura 8. Sotto-progetti all’interno di un PEU

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Figura 9. Larino – Palazzo Ducale di Larino sede del Municipio individuato come Progetto Edilizio Singolo (PES).

Figura 10. Comune di Collotorto (CB) Chiesa di S. Giovanni Battista individuata come singolo PES.

Figura 11. Comune di Collotorto - Torre Angioina, individuazione come PES.

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Il PES è riferito ad una o più unità immobiliari di un unico proprietario, appartenenti allo stesso organismo strutturale, individuabile con le stesse condizioni del PEU. Un esempio di PES sono i castelli, i palazzi storici (Figure 9, 10 e 11), gli edifici di culto, gli edifici produttivi, agricoli e residenziali. L’individuazione dei Sotto-progetti, e quindi delle unità minime d’intervento, è stata una delle operazioni più delicate del processo di ricostruzione che ha lasciato aperte alcune problematiche collegate alla loro individuazione e all’esecuzione differenziata, anche temporalmente dei lavori all’interno degli aggregati urbani.

Figura 12. Larino: Palazzo Ducale, sede del Municipio, individuato come Progetto Edilizio Singolo (PES). Infatti, la previsione del finanziamento per Sotto-progetto e per

priorità ha comportato che all’interno di uno stesso PEU potessero essere presenti Sotto-progetti con priorità e livelli di danno differenti, sui quali si interverrà anche in tempi diversi

4. Individuazione dei Sotto-progetti

L’individuazione dei Sotto-progetti, coincidenti con le Unità Minime di Intervento, è stata una delle operazioni più delicate del processo di ricostruzione che lascia aperto il problema dell’intervento differenziato all’interno degli aggregati urbani. Secondo le direttive del CTS (Decreto commissariale n. 52/2003), per l’individuazione dei Sotto-progetti all’interno degli aggregati edilizi occorre considerare i seguenti aspetti: � Omogeneità sostanziale di tipologia strutturale e dei materiali: le strutture verticali e gli orizzontamenti devono essere realizzati da elementi costitutivi con caratteristiche simili e l’organizzazione del

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sistema strutturale deve essere concepita in modo unitario. Ad esempio una prima individuazione può avvenire sulla base della tipologia costruttiva (muratura, cemento armato, mista, ecc.) ed una successiva individuazione deve tenere conto del comportamento strutturale unitario; � Epoca di costruzione: analisi delle fasi di accrescimento al fine di individuare soluzioni di continuità che identificano porzioni di aggregato che possono essere caratterizzate da un comportamento differenziato; � Epoca di eventuale intervento strutturale pregresso: necessario per individuare modifiche all’organismo strutturale originario (rifacimento degli orizzontamenti, realizzazione di aperture, ecc.); � Continuità delle strutture portanti: valutazione dell’ammorsamento tra le pareti verticali, dell’organizzazione del sistema resistente ed individuazione di possibili giunti; � Sostanziale omogeneità delle quote degli orizzontamenti; � Compattezza delle sagome in pianta; � Compattezza delle sagome in elevazione; � Sviluppo sull’intera altezza.

Inoltre le direttive del CTS (Decreto commissariale n.52/2003) affermano che “Nella valutazione del comportamento strutturale ai fini delle successive verifiche sismiche, occorrerà valutare opportunamente le interazioni con i corpi adiacenti. A tal fine la porzione da esaminare viene indicativamente definita oltre che dalle pareti di chiusura verticale libere, da sezioni verticali passanti per le mezzerie dei vani adiacenti alle pareti di chiusura verticale di confine”. 5. Il rilievo del danno e la stima dei costi per gli edifici residenziali

Il rilievo del danno è iniziato subito dopo l’evento del 31 ottobre

2002, con l’insediamento del COM di Larino. Con il coordinamento e dell’allora Servizio Sismico Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile (DPC-SSN) sono state inviate sul territorio squadre per stimare l'intensità macrosismica dei centri abitati, per effettuare il censimento dei danni e per verificare l’agibilità degli edifici. Il personale del SSN ha provveduto in tale ambito alla formazione e istruzione delle squadre di

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rilevamento fino all’informatizzazione dei dati e alla stima dei costi di intervento. Complessivamente sono stati effettuati oltre 23.000 sopralluoghi con gli esiti indicati in Tabella 1.

Tabella 1. Esiti dei sopralluoghi danno/agibilità.

A edificio agibile 60,62%

B edificio temporaneamente agibile (tutto o parte) ma agibile con provvedimenti di pronto intervento 10,66%

C edificio parzialmente agibile 4,21%

D edificio temporaneamente inagibile da rivedere con approfondimento 1,89%

E edificio inagibile 19,36%

F edificio inagibile per rischio esterno 3,26% Oltre che sugli edifici privati, sono stati eseguiti sopralluoghi sui Beni

Culturali (circa 600 manufatti tra chiese, palazzi, castelli), sugli edifici pubblici (circa 1.000) e su numerosi siti a rischio idrogeologico. Nella fase iniziale dell’emergenza, il rilievo è stato effettuato su segnalazione; successivamente è proseguito a tappeto per alcuni comuni inseriti nell’area epicentrale (IMCS�6) ed a richiesta per gli altri comuni della Provincia di Campobasso. La stima dei costi in emergenza è stata effettuata adottando costi al m2 dello stesso ordine di grandezza di quelli utilizzati in recenti eventi sismici italiani (Umbria e Marche 1997, Pollino 1998, ecc.). Utilizzando i dati metrici contenuti nella scheda per il rilievo del danno e dell’agibilità (scheda AeDES/2000) per ciascun edificio sono stati determinati: superficie, tipologia strutturale, vulnerabilità, livello di danno e sua estensione. In base al livello di danno (scala EMS98 accorpata in 4 campi di valori) e alla vulnerabilità sono state definite le strategie di intervento (riparazione, riparazione con miglioramento sismico, ripristino, rifunzionalizzazione) ed i costi parametrici per la stima del fabbisogno economico complessivo della ricostruzione. Con le estrapolazioni effettuate per gli edifici residenziali, agricoli, produttivi e commerciali è stato stimato un costo complessivo di circa 1.200 milioni di Euro (compreso San Giuliano di Puglia).

Dopo la fase del rilievo del danno è iniziata la progettazione degli interventi con la redazione dei PPS, mediante i quali è stato possibile avere indicazioni più puntuali sul danneggiamento e sulla stima dei costi,

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finalizzati alla formulazione delle graduatorie dì intervento. L'identificazione dei danni prodotti o aggravati dal sisma sono stati poi messi a confronto con le soglie di danno previste dalla normativa regionale, per definire il livello di danneggiamento ed il conseguente contributo.

Figura 13. Ripabottoni: vista aerea.

Figura 14. Ripabottoni: schiere edilizie.

Figura 15. Ripabottoni: esiti di agibilità AeDES

Figura 16. Ripabottoni: danno globale EMS98 e microzonazione sismica.

I livelli di danno per l'assegnazione dei contributi previsti dalla

normativa per la ricostruzione in Molise sono quattro: nullo, significativo, grave e limite di convenienza.

Tali livelli sono confrontabili con quelli previsti dal rilievo in emergenza effettuato con la scheda AeDES, basato su cinque livelli di danno oltre quello nullo.

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6. Il Livello di danno e tipologie costruttive La correlazione tra il livello di danno rilevato e le tipologie

costruttive mostra la prevalenza degli edifici in muratura (70%) molto danneggiati (circa 59%) ed una presenza limitata di edifici in c.a. (3,76%) e a struttura mista (3,64%) poco danneggiati (circa 2%).

0,00%

10,00%20,00%

30,00%40,00%

50,00%

60,00%70,00%

80,00%90,00%

100,00%

% importo 39,21% 26,20% 34,59%

% numero PPS 60,49% 31,83% 7,69%

PEU-PES PUBBLICI PEU-PES PRIVATI OPERE PUBBLICHE

Figura 17. Distribuzione dei PPS tra SP pubblici, privati e opere pubbliche. Occorre comunque far presente che, in relazione al limitato numero

di edifici in cemento armato ed a struttura mista, il danneggiamento è in ogni modo significativo. Questo fatto evidenzia come in molti comuni non classificati sismici le strutture in cemento armato, eseguite anch'esse senza prescrizioni anti-sismiche, sono risultate molto vulnerabili anche per un evento di modesta magnitudo.

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-

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

10.000

11.000

12.000

NO

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ATO

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MU

RAT

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A

PREF

ABBR

ICAT

A

NON INDIVIDUATA NULLO SIGNIFICATIVO GRAVE LIMITE DI CONVENIENZA

Figura 18. Distribuzione % del numero dei SP per tipologia costruttiva e destinazione d’uso.

7. La stima del contributo per i PPS-PS La stima del contributo scaturisce dal prodotto tra la superficie

ammissibile ed il livello di contributo corrispondente al livello di danno e alla tipologia dell’unità immobiliare (decreto commissarile n. 52/2003). La superficie ammissibile a contributo (SU) è determinata come somma delle superfici residenziali, non residenziali e destinate a parcheggi. Per le unità immobiliari residenziali la superficie ammissibile a contributo è calcolata al 100% per i primi 100 m2, all’80% fino a 250 m2 e al 60% tra 250 m2 e 500 m2. Non viene considerata la superficie eccedente i 500 m2.

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Tabella 2. Fasce di contributo per tipologia edilizia sulla base del livello di danno.

Tipologia Edilizia

Significativo(€/m2)

Grave (€/m2)

Lim.conv. (€/m2)

Edilizia privata Residenziale 550 800 950 Immobili agricoli (art.7 OC 13/03) 330 480 570 Immobili agricoli (art.7 c.1 OC 13/03) 220 320 380 Attività produttive 330 480 670 Turistico ricettive 660 960 1.140 Immobili di interesse storico 660 960 1.140

8. Priorità di intervento e livello di danno Per la formazione delle graduatorie d’intervento sono state previste 5

classi definite sulla base della presenza dell’ordinanza di sgombero, dell’utilizzazione delle unità immobiliari come residenza principale o secondaria e di un indice (punteggio), determinato dal numero dei residenti e delle unità immobiliari del Sotto-progetto, oltre che in funzione di alcuni requisiti “soggettivi” relativi alle unità immobiliari residenziali (presenza di portatori di handicap, numero di residenti, numero di anziani ed ulteriori criteri stabiliti dal singolo Comune).

Tabella 3. Priorità dei Sotto-progetti

Priorità del SP (Classe A,B,C,D,E)

Art. 17 Classe Uso ordinanza di

sgombero Altri requisiti Punti

1 A Totale 10

2 B Parziale

Assenza di altre proprietà nel comune con stessa destinazione d’uso

5

3 C

Residenza principale e/o attività produttive e/o sociali

No 3

4 D Totale

e/o parziale

2

5 E

Non stabilmente occupata No 1

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In base ai criteri sopra indicati, tutti i SP per i quali è stato rilevato un danno maggiore o uguale a quello significativo sono stati suddivisi nelle classi di priorità, come evidenziato nella Tabella 4.

Tabella 4. Numero di SP per priorità e livello di danno.

LIVELLO DI DANNO

A %

B %

C %

D %

E %

Totale %

Limite 1,83 0,15 0,50 2,01 0,71 5,30 Grave 9,77 1,99 6,44 7,41 3,73 29,73 Significativo 5,00 3,13 36,20 5,05 14,42 64,97

Totale 16,60 5,27 43,14 14,46 18,86 100,00

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%

45,00%

50,00%

A B C D E

Limite Grave Signif icativo

Figura 19. % del numero di SP per priorità di intervento e livello di danno.

0

100000000

200000000

300000000

400000000

500000000

600000000

700000000

800000000

900000000

A B C D E

Significativo Grave Limite

Figura 20. Importo stimato per i SP, per ciascuna priorità di intervento. I valori vengono rappresentati considerando anche il livello di danno.

Complessivamente il numero maggiore di SP è riferito alla “classe C” (residenze principali e/o produttive) senza ordinanza di sgombero; ad

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essi seguono quelli riferiti alla “classe A” (presenza d’ordinanza di sgombero). In relazione al danno significativo, il numero di edifici interessati è pari a circa il 50% del totale. Ad essi segue il gruppo di quelli danneggiati in modo grave, che invece costituisce circa il 40%.

Nell’ambito dell’ottimizzazione delle risorse il Presidente – Commissario delegato ha ritenuto di effettuare promessa di contributo, indipendentemente dal punteggio, per tutti gli interventi relativi alla “classe A” con la conseguente possibilità per i Comuni di far redigere le progettazioni esecutive da parte dei tecnici.

9. La progettazione esecutiva Le progettazioni esecutive sono regolate dalle direttive generali per la

ricostruzione e dal protocollo di progettazione, che contiene tutte le indicazioni per la redazione dei progetti e la determinazione dei contributi, nel rispetto delle direttive predisposte dal CTS. Nelle linee generali la metodologia non si discosta da quella utilizzata durante gli eventi sismici che si sono verificati in Italia negli ultimi 10 anni. Essa prevede preliminarmente il calcolo delle soglie di danno e di vulnerabilità (necessarie a stabilire il livello di contributo) e successivamente la determinazione del contributo, calcolato per ogni unità immobiliare sulla base della superficie ammissibile, considerando le maggiorazioni dipendenti dalla zona d’intervento (zona sismica, zona interessata da effetti di amplificazione locale, etc.). Il contributo è suddiviso in due parti: una parte più consistente per strutture e parti comuni ed una minore per finiture ed impianti interni. La seconda è concessa all’80% per le abitazioni principali ed al 20% per le abitazioni ulteriori, indipendentemente dal reddito. Il protocollo di progettazione (Decreti commissariali n. 10/2006 e n. 70/2006) comprende: 1) una scheda d’accompagnamento al progetto esecutivo, che rappresenta una guida per la redazione dei progetti e contiene le informazioni per la realizzazione della banca dati della ricostruzione; 2) fogli di calcolo in formato Excel per la verifica sismica dei principali meccanismi di danno, sulla base delle direttive emanate; 3) una metodologia per il riconoscimento e la determinazione delle caratteristiche meccaniche delle murature; 4) indicazioni per la scelta degli interventi di miglioramento

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sismico che si basano sull’analisi dei principali meccanismi di collasso; queste permettono di controllare l’efficacia dei presidi sismici introdotti, sia in termini di riduzione della vulnerabilità che dei costi, con l’obiettivo di realizzare interventi efficaci a costi limitati senza eccessivi oneri per i proprietari; 5) una rassegna delle principali tecniche d’intervento di consolidamento, organizzate per classi tipologiche (strutture verticali, orizzontali, coperture), con l’indicazione dei principali limiti e campi d’applicazione per ciascuna di loro.

Questi documenti s’ispirano ai recenti studi sulla vulnerabilità e sull’analisi del danno, che hanno evidenziato come gli interventi post-sisma, eseguiti negli ultimi anni, in molti casi hanno introdotto vulnerabilità aggiuntive nelle costruzioni, rivelandosi talora del tutto inadeguati se non addirittura dannosi (placcaggio delle murature con reti elettrosaldate e betoncino cementizio, realizzazione di coperture e solai in cemento armato, esecuzione di cordoli in breccia, consolidamento con perforazioni armate ed iniezioni a base di cemento (PODESTÀ ET AL., 2001). A tal proposito occorre evidenziare come in precedenti eventi sismici la corsa alla ricostruzione, condizionata da esigenze abitative e di riparazione del danno, ha portato a sottovalutare la necessità del controllo dell’efficacia e della qualità degli interventi, che hanno evidenziato i loro limiti proprio durante un evento sismico che ha colpito successivamente gli stessi edifici consolidati per il terremoto precedente (terremoto del 1997, Comune di Sellano - PG). In Tabella 5 è rappresentato lo schema per la determinazione del livello di contributo sulla base del livello di danno e di vulnerabilità. La vulnerabilità è valutata attraverso l’individuazione di almeno 3 (su 11) carenze costruttive ritenute gravi e del valore della resistenza convenzionale C, che è data dal prodotto del coefficiente corrispondente alla zona sismica, del coefficiente d’amplificazione S (che tiene conto della categoria di suolo di fondazione) e del coefficiente �i, che tiene conto del numero dei piani dell’edificio. I quattro livelli di costo riportati nella Tabella 5 sono attribuibili per diverse combinazioni danno-vulnerabilità.

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Tabella 5. Livelli di contributo-base in funzione del danno, delle carenze e del parametro C.

Assenza di carenze

Presenza di carenze

Cl. Resistenza convenzionale C Danno

significativo Danno Grave

Danno Significativo

Danno Grave

A � 0.2 S �i in zona 1 � 0.14 S �i in zona 2 � 0.08 S �i in zona 3

L0 (Riattazione)

L1 �

L0 (Riattazione)

L2 �

B < 0.2 S �i in zona 1 0.14 S �i in zona 2 0.08 S �i in zona 3

L1 �

L2 �

L2 �

L3 �

La seguente Tabella 6 mostra i livelli di costo per le strutture e le parti comuni (SPC) e per le finiture e gli impianti interni (FI).

Tabella 6. Costi-base della ricostruzione, riferiti al 2005.

Schema 1

Schema 2

SPC Importo €/m2 FI Importo

€/m2 L0 345,00 L0 57,50 L1 322,00 L1 138,00 L2 359,37 L2 154,10 L. SPC

L3 431,25

L. FI

L3 184,81 Ricostruzione L4 442,47 Ricostruzione L4 189,63

Il costo base viene aggiornato conformemente al costo annuale,

parametrato su dati ISTAT, fissato con decreto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti (ordinanza commissariale 13/2003).

Nota bene. Elementi statistici sulla ricostruzione privata sono contenuti nelle tabelle nn. 5 e 6 riguardanti il numero dei nuclei familiari tuttora sistemati in moduli abitativi prefabbricati o beneficiari del contributo per l’autonoma sistemazione, nelle tabelle nn. 7 e 8 riguardanti il totale dei Sottoprogetti approvati definitivamente e nel documento sulla stima dei danni e fabbisogno in appendice.

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V

IL PROGETTO SCUOLA SICURA: DALL’INDAGINE DI VULNERABILITÀ SISMICA

ALLE ESECUZIONI DEGLI INTERVENTI

1. Introduzione

Il problema dell’agibilità degli edifici scolastici, venuto

drammaticamente alla ribalta dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, va posto con riferimento a due diversi aspetti. Il primo riguarda l’agibilità degli edifici danneggiati, che, proprio in base all’esame tecnico dei danni riportati, consentono la precisa individuazione degli interventi, secondo le vigenti norme sismiche al fine di raggiungere la piena funzionalità. Gli edifici scolastici danneggiati dagli eventi sismici del 31 ottobre 2002 vengono riparati con i fondi messi a disposizione per la ricostruzione. Altro problema è quello riguardante gli edifici non danneggiati dagli eventi sismici, che, tuttavia ai fini della dichiarazione di agibilità, richiedono accertamenti tecnici sotto il profilo della vulnerabilità che ne indicano lo stato di sicurezza in relazione alle norme sismiche applicabili nel territorio ove sono ubicati. Gli interventi per la loro agibilità ove risultino necessari a seguito degli accertamenti tecnici debbono trovare copertura su fondi diversi da quelli assegnati per la ricostruzione, su fondi pertanto espressamente destinati a interventi di prevenzione.

A seguito del terremoto che ha colpito il Molise nel 2002 la Regione ha avviato una campagna di indagini per la verifica delle condizioni di sicurezza sismico-statica degli edifici pubblici, con priorità per quelli scolastici, ai sensi della legge regionale n. 38/2002. L’intervento, nel marzo 2003, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 è stata l’occasione che ha indotto la Regione Molise a coordinare ed indirizzare il lavoro di verifica avviato con apposite “Linee guida per la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici”. L’obiettivo fissato per le indagini ha riguardato il controllo delle condizioni statiche e conservative degli edifici e la determinazione della vulnerabilità sismica

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degli stessi. Con tale finalità è stato stabilito lo svolgimento di una serie di attività, tra cui la ricerca dei documenti progettuali esecutivi e di collaudo e l’esecuzione di rilievi e prove per poter definire le caratteristiche della struttura e delle parti non strutturali che forniscono un contributo alla resistenza sismica. Nel presente lavoro è sintetizzata l’attività svolta e gli aspetti più significativi dell’intera esperienza di indagine, vengono presentati alcuni risultati parziali relativi alle scuole indagate per l’intera regione e i criteri assunti per la formazione di graduatorie di intervento e la determinazione dei relativi costi. Viene infine illustrata l’applicazione delle linee guida ad un edificio scolastico in muratura ubicato nel Comune di Morrone del Sannio (CB), danneggiato dal sisma del 2002, per il quale è stata scelta la soluzione della demolizione e della ricostruzione adottando una struttura in cemento armato su isolatori sismici.

Il tragico crollo dell’edificio scolastico di San Giuliano di Puglia causato dal sisma che ha colpito il Molise nell’ottobre del 2002, con le sue drammatiche conseguenze a fronte di una evidente inadeguatezza della classificazione sismica vigente, ha suscitato una profonda attenzione per il problema della capacità di tutela della pubblica incolumità delle strutture scolastiche rispetto all’effettiva pericolosità sismica del territorio. La brusca presa di coscienza ha indotto le autorità amministrative regionali ad assumere una iniziativa volta a conseguire una conoscenza adeguata della situazione complessiva delle condizioni di vulnerabilità e rischio sismico di tutto il patrimonio edilizio scolastico presente sul territorio, con l’intento di programmare una incisiva e razionale attività di prevenzione. A tal fine la Regione Molise, con legge n. 38/2002, ha quindi finanziato i comuni per l’affidamento di incarichi professionali di verifica del livello di sicurezza delle scuole, attraverso l’espletamento di indagini ed analisi dirette sui fabbricati. L’iniziativa ha rappresentato probabilmente una delle prime significative esperienze nel suo genere a livello nazionale, finalizzate alla prevenzione sismica. Al suo avvio essa ha dovuto affrontare non pochi problemi che la novità ha posto rispetto all’organizzazione e alla pratica ingegneristica, quest’ultima generalmente non sostenuta da una consolidata esperienza nello specifico settore. L’emanazione, nel marzo 2003, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 con la nuova normativa sismica è stata l’occasione che ha tempestivamente favorito un

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appropriato intervento della Regione volto a coordinare ed indirizzare il lavoro di verifica avviato, dando mandato all’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del CNR dell’Aquila di predisporre apposite “Linee guida per la valutazione della vulnerabilità degli edifici scolastici” [Rif.]. I criteri, le metodologie e gli strumenti adottati nelle linee guida, formulati con l’intento di orientare e armonizzare l’attività di indagine e controllo già intrapresa secondo un quadro di riferimento unitario, nel seguito sinteticamente richiamati, hanno consentito che le valutazioni fossero il più possibile omogenee e funzionali alle finalità conoscitive prefissate. Le indagini sono state programmate con l’obiettivo fondamentale del controllo delle condizioni statiche e conservative degli edifici e soprattutto della determinazione della vulnerabilità sismica degli stessi, intesa come determinazione dell’intensità del terremoto che può verosimilmente produrre il collasso (danneggiamento molto grave o crollo) della struttura. Con tale finalità le linee guida hanno stabilito lo svolgimento di una serie di attività: la raccolta dei dati amministrativi, tecnici e geologici degli edifici scolastici e la predisposizione di una relazione descrittiva, l’esecuzione di saggi e prove sperimentali distruttive e non sulle strutture e sui terreni di fondazione, la valutazione della vulnerabilità sismica, per la quale sono stati messi a disposizione modelli semplificati di calcolo per muratura e c.a., ed infine la redazione di una sorta di carta di identità delle condizioni sismico-statiche della costruzione con l’indicazione di massima degli eventuali interventi. Naturalmente l’impostazione generale e le indicazioni specifiche per le attività di indagine finalizzate alla conoscenza fanno esplicito riferimento alle disposizioni della normativa sismica allegata all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274. In base alle indicazioni delle linee guida le attività previste dal monitoraggio sono state articolate secondo le seguenti fasi principali: - Fase 1: raccolta dei dati amministrativi, tecnici e geologici e predisposizione di una relazione descrittiva di sintesi; - Fase 2: esecuzione di rilievi, prove ed indagini strutturali, geotecniche e geologiche ritenute necessarie; - Fase 3: valutazione della vulnerabilità e del rischio sismico delle strutture, secondo il modello regionale; - Fase 4: formazione di graduatorie di rischio sismico ed economico.

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2. Acquisizione di adeguati livelli di conoscenza degli edifici scolastici

Per conseguire l’obiettivo della valutazione della vulnerabilità sono

state previste una serie di attività, tra cui la ricerca dei documenti progettuali, di collaudo e l’esecuzione di rilievi e prove, per poter definire le caratteristiche della struttura e delle parti non strutturali che possono fornire un contributo significativo alla resistenza sismica. Per la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici analizzati è stata utilizzata una metodologia che prevede l’impiego di modello meccanico semplificato sviluppato dal DiSGG dell’Università degli Studi della Basilicata, e un modello che fa uso degli indicatori di vulnerabilità della scheda GNDT di secondo livello. Il modello meccanico adottato, stante la limitata disponibilità economica, è semplificato, ma permette una valutazione adeguata agli scopi richiesti della resistenza sismica al collasso. Nella definizione delle resistenze dei materiali non si adotta alcun coefficiente di sicurezza riduttivo ed si assumono direttamente valori medi o nominali o ancora desunti dalla letteratura, anziché valori caratteristici. Inoltre, nel caso delle strutture in c.a., si mettono in conto, direttamente o indirettamente, anche i possibili contributi positivi che gli elementi non strutturali possono offrire. La resistenza sismica ottenuta con tale metodologia risulta generalmente più alta di quella determinabile applicando le norme tecniche vigenti per le costruzioni in zona sismica inoltre, ai fini di una valutazione complessiva della vulnerabilità, sono stati indagati alcuni aspetti, non considerati nel modello di calcolo semplificato, ma in grado di influenzare il comportamento sismico del singolo edificio quali la qualità strutturale globale, l’adeguatezza del modello di calcolo, la qualità delle informazioni e assunzioni fatte e la vulnerabilità delle parti non strutturali. L’indagine è completata con la redazione scheda di I e II livello GNDT al fine di consentire un confronto con rilevazioni precedenti. Le attività previste hanno per oggetto i plessi scolastici, che possono essere costituiti da singoli edifici o da complessi d’edifici. Nella fase 1 è prevista: la raccolta dei dati amministrativi, tecnici e geologici relativi all’edificio e la stesura di una relazione con riferimento all’epoca della realizzazione dei singoli interventi costruttivi succedutisi nel tempo e alla disciplina vigente all’epoca della realizzazione. La fase 2 prevede la pianificazione e

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l’esecuzione di una campagna d’indagini, comprendente anche saggi sugli elementi strutturali. La fase 3 prevede la redazione di un fascicolo che rappresenta una “carta d’identità del fabbricato” contenente le seguenti informazioni:rilevo fotografico dell’edificio, storia tecnico-amministrativa dell’edificio, copia del progetto, dati progettuali di sintesi, caratteristiche dei materiali, valutazione statica per carichi verticali, identificazione del comportamento dinamico dell’edificio e valutazione della vulnerabilità.

3. Effettuazione di rilievi, prove ed indagini strutturali, geologiche e geotecniche

Le prove sono finalizzate a definire le caratteristiche di rigidezza e

resistenza dei materiali delle parti resistenti. Nel definire numero e tipo di saggi si è fatto riferimento alle norme sismiche di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/03, cercando di conseguire il livello di conoscenza LC2 nel caso di reperibilità del progetto, o LC1 in assenza della documentazione progettuale e costruttiva. Sono previste, inoltre, misurazioni delle vibrazioni dell’edificio ai fini dell’identificazione del suo comportamento dinamico. Le misure possono eseguirsi utilizzando un numero adeguato di sensori disposti orizzontalmente, secondo due direzioni ortogonali definite in relazione alle caratteristiche dimensionali e strutturali dell’edificio stesso. In alternativa è possibile utilizzare una vibrodina o altro eccitatore in grado di esplicare un’azione di tipo armonico a frequenza variabile.

4. Valutazione degli effetti d’amplificazione locale Per la valutazione degli effetti d’amplificazione locale ci si basa su

eventuali studi disponibili, misure geofisiche appropriate, mappe geologiche, sondaggi effettuati nel passato o da effettuarsi ex-novo.

Gli studi di microzonazione avviati dalla Regione dopo il sisma del 2002 hanno portato a definire, per i centri urbani della provincia di Campobasso, entità e caratteristiche degli effetti d’amplificazione locale.

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Una volta definito il profilo di riferimento del suolo, le norme stesse permettono di assegnare un preciso coefficiente d’amplificazione S ed il corrispondente spettro di risposta elastico.

Tabella 1. Valori dei parametri nelle espressioni (3.2) dello spettro di risposta elastico delle componenti orizzontali

Categoria suolo

S TB TC TD

A 1,0 0,15 0,40 2,0B, C, E 1,25 0,15 0,50 2,0D 1,35 0,20 0,80 2,0

5. Valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici

La metodologia di elaborazione per la stima della vulnerabilità

sismica dell’edificio si compone dei seguenti passi: 1)analisi dei possibili meccanismi di collasso e individuazione del o dei meccanismi di collasso più probabili, 2) analisi delle strutture con un modello semplificato in grado di quantificare la resistenza sismica dell’opera, 3)esecuzione dei calcoli per la determinazione della resistenza (vulnerabilità) sismica del modello adottato, (Dolce, Moroni Vc/Um), 4) sintesi dei risultati ottenuti e valutazione del rischio e 5)analisi d’ulteriori fattori che possono influenzare la vulnerabilità della singola costruzione, non considerati nel modello semplificato.

La procedura integrata permette di giungere ad una valutazione numerica quantitativa della vulnerabilità e del rischio, riferita al collasso della struttura che, pur con i limiti detti, permette di raffrontare in maniera diretta le condizioni dei diversi edifici scolastici.

6. Vulnerabilità sismica Per valutare la vulnerabilità in termini di accelerazione, occorre

determinare il taglio prodotto ai vari piani da un dato valore di

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accelerazione spettrale e confrontarlo con le resistenze di piano. A tale scopo si utilizza il metodo dell’analisi statica equivalente, che definisce i coefficienti di piano da applicare alle accelerazioni, in relazione ad una prefissata forma semplificata (lineare) del primo modo di vibrare della struttura. Definiti i coefficienti di piano e fissato un valore unitario dell’accelerazione spettrale, è immediato ottenere i tagli ai vari piani e confrontarli con i valori resistenti ottenuti ai piani corrispondenti. I diversi rapporti così ottenuti permettono di individuare il piano più debole e di definire la resistenza dell’edificio in termini d’accelerazione spettrale. L’ultimo passaggio da compiere per arrivare a definire l’intensità del sisma cui la struttura può resistere senza collassare consiste nel tradurre il valore spettrale dell’accelerazione al valore dell’accelerazione massima del terreno (PGA), parametro che definisce l’intensità del terremoto.

Una volta valutata la vulnerabilità reale della struttura, ottenuta selezionando il valore più basso nelle due direzioni orizzontali principali e ai diversi piani, espressa in termini di accelerazione massima a terra del terremoto che produce il collasso, tale accelerazione può essere espressa anche in termini di intensità della scala macrosismica Mercalli-Cancani-Sieberg, attraverso una legge di trasformazione.

La stessa accelerazione a terra consente di definire il rischio di collasso, espresso attraverso il periodo di ritorno del terremoto corrispondente all’accelerazione di picco trovata, nel sito. In relazione all’assegnazione del profilo di terreno ottenuto attraverso le indagini di microzonazione o attraverso le indagini svolte, è stato definito il coefficiente S. L’accelerazione al suolo di collasso, dovrà essere scalata con tale coefficiente, per arrivare a definire l’accelerazione di picco su roccia. In sintesi, nota l’accelerazione di picco corrispondente al collasso, PGA, si determinerà l’accelerazione massima su roccia.

7. Altri elementi di giudizio della vulnerabilità e del rischio I risultati scaturiti dalle analisi quantitative vanno riferiti al contesto

generale dell’intera indagine ed ai relativi limiti. È opportuno precisare, inoltre, che il modello matematico adottato tiene conto anche d’eventuali effetti torsionali, conseguenti ad una sfavorevole distribuzione in pianta

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degli elementi resistenti, attraverso due coefficienti che, sulla base di un giudizio esperto, valutano la regolarità geometrica e la rigidezza del fabbricato e possono assumere valori compresi tra 0.9 e 1. Il modello determina quindi una valutazione della vulnerabilità al collasso strutturale d’insieme, ma tiene conto della vulnerabilità delle parti non strutturali. In particolare non è stimato il pericolo di crollo d’elementi di tamponatura e tramezzatura, nonché d’eventuali appendici a mensola, spesso caratterizzate da fragilità e bassa resistenza. A completamento delle valutazioni precedenti si è ritenuto necessario effettuare un’analisi qualitativa di alcuni aspetti che possono incidere sia sulla valutazione numerica della vulnerabilità d’insieme, sia sulla vulnerabilità delle parti non strutturali. Tali aspetti sono riconducibili ai 4 gruppi di seguito illustrati: - fattori che influiscono sulla qualità strutturale, - fattori che influiscono sull’adeguatezza del modello di calcolo, - qualità delle informazioni e assunzioni fatte, - vulnerabilità delle parti non strutturali.

8. Risultati In seguito agli studi di vulnerabilità effettuati sugli edifici scolastici è

stato approntato un database per la raccolta dei dati prodotti. Nel seguito sono riportati alcuni dati caratterizzanti il campione, al

fine di illustrarne le principali caratteristiche. La metà degli edifici sono scuole materne o elementari aventi una popolazione scolastica piuttosto bassa: oltre il 50% delle scuole hanno meno di 50 alunni. Tale dato è dovuto principalmente all’ubicazione della maggior parte degli edifici in comuni scarsamente popolati.

Materna21%

Elementare29%Media

13%

Superiore18%

Palestra9%

Mista8%

Altro2%

Figura1. Distribuzione degli edifici per grado d’istruzione

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80

30

7 5 3 7 510

0

20

40

60

80

100

0-50 50-100 100-150 150-200 200-250 250-300 350-400 >400

N° Edifici

% Cumul.

Figura 2. Distribuzione del numero di alunni per edificio. La maggior parte degli edifici hanno struttura a telaio in calcestruzzo

armato e sono state costruite principalmente dal dopoguerra agli anni ‘80: il 20% circa risalgono ad epoche antecedenti il secondo conflitto mondiale.

2621

59

79

06 2

0

20

40

60

80

100

A1 A2 B C D E F G

N° Edifici

% Cumul.

Figura 3. Tipologie costruttive più ricorrenti: A1-Muratura in elementi naturali irregolari, A2 - Muratura in elementi naturali regolari, B – Muratura in elementi artificiali, C – Muratura in elementi misti, D –Calcestruzzo armato, E – Acciaio, F – Mista, G – Prefabbricata.

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Figura 4. Distribuzione delle epoche di costruzione

Dagli studi geologici si rileva che la quasi totalità dei terreni sono di

tipo “B” (ai sensi della classificazione data dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/03). Il risultato è in buon accordo con gli studi di microzonazione.

A7%

B65%

C25%

D3%

Figura 5. Distribuzioni delle categorie di terreno secondo la classificazione dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/03.

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1

20%

260%

320%

Figura 6. Distribuzioni delle zone sismiche per numero d’edifici scolastici

Le valutazioni semplificate di vulnerabilità hanno consentito di determinare per ciascun edificio il valore di stima dell’accelerazione di picco su roccia che ne provoca il collasso. Nel grafico di figura 7 sono indicate le distribuzioni statistiche dei valori della PGA massima sopportabile da ciascun edificio al collasso. Risulta quindi evidente che sul campione fino a questo momento analizzato il 40% circa degli edifici scolastici ha una PGA di collasso minore di 0.15 g.

Figura 7. Distribuzioni delle accelerazioni massime su roccia per numero d’edifici scolastici

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Figura 8. Distribuzioni dei rapporti di rischio PGAc/PGAr L’analisi di maggior rilievo nello studio di vulnerabilità è senza

dubbio la valutazione del rischio sismico che mette in relazione la capacità del fabbricato oggetto di studio in relazione alla domanda di prestazione richiesta dalla normativa: l’accelerazione massima è quella indicata dall’ ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519/2006. Nella valutazione del rischio R l’azione sismica di riferimento è stata valutata tenendo in conto del coefficiente di importanza.

9. Criteri adottati nella scelta delle priorità di intervento I criteri previsti sono di due tipi: uno basato sulla valutazione di

rischio sismico che consente di ordinare in una scala di priorità gli edifici e che discende dalle valutazioni di vulnerabilità (accelerazioni di collasso) rapportate alla pericolosità sismica dei siti (accelerazioni massime attese così come ufficialmente stabilite dalla Regione) e un altro che, a valle del precedente, è finalizzato alla valutazione dell’economicità del possibile intervento, attraverso un confronto tra 1) l’eventuale costo stimato dal tecnico a seguito dell’indagine (costo di progetto), 2) un costo che è stato

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stimato in conformità a valutazioni medie parametriche, tenendo conto delle condizioni di vulnerabilità e di stato di conservazione (costo stimato) 3) ed un costo di raffronto che è calcolato come costo di una nuova struttura in grado di soddisfare le esigenze funzionali della popolazione scolastica interessata. (costo di raffronto). Quest’ultimo deriva del fatto che è discriminante la considerazione dell’adeguatezza della costruzione in esame alle effettive esigenze funzionali che deve rispondere al numero di utenti attuale, o ragionevolmente prefigurabile in vista di prevedibili variazioni, e agli standard fissati dalle specifiche normative del settore. A questo proposito si è considerato anche un indice derivante dalla stima della superficie virtuale costruita, e quella calcolata nel rispetto di detti standard in base al numero di alunni, numero di sezioni e alle altre esigenze funzionali correlate (spazi comuni, uffici, palestra, laboratori etc.).

10. Priorità di intervento e livello di adeguamento alla normativa

La graduatoria di priorità degli interventi non può che discendere

dalla valutazione delle condizioni di rischio degli edifici con riferimento a quelle adottate nella vigente normativa antisismica. A tal fine si può definire un livello di adeguamento dell’edificio determinato dal rapporto tra la vulnerabilità dell’edificio e la pericolosità sismica del sito. La vulnerabilità sismica è espressa in termini d’accelerazione di collasso della struttura al suolo rigido, determinata dalle indagini sugli edifici e dalle elaborazioni dei dati esistenti; la pericolosità è data dal valore della Pga di riferimento stabilita dalla Regione per ogni comune. In questo modo gli edifici sono classificati nella graduatoria in classi di rischio.

Per ognuno degli estremi delle classi definite per l’indice d’adeguamento si è valutato il periodo temporale nel quale si ha la probabilità di superamento del 10% della PGA di collasso dell’edificio e che può essere considerata come una stima probabilistica del tempo d’utilizzazione: periodo di tempo di riferimento per l’Amministrazione per adottare i provvedimenti necessari alla messa in sicurezza. In base al livello d’adeguamento sono individuate sei classi di rischio. Per gli edifici

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delle prime tre classi (A,B,C) sono previsti interventi per la riduzione del rischio sismico.

Tabella 2. livello di vulnerabilità – adeguamento e tempo di utilizzazione

Classe rischio

Livello di adeguamento (PGA edificio / PGA sito)

A < 0.25 B Tra 0.25 e 0.35 C Tra 0.35 e 0.45 D Tra 0.45 e 0.55 E Tra 0.55 e 0.65 F Maggiore di 0.65

11. Criterio economico Per la valutazione del costo di intervento ed anche della convenienza

economica è necessario considerare: - il costo stimato d’intervento che è valutato in base alle dimensioni reali dell’edificio, tenendo conto dello stato di conservazione e dell’eventuale livello di danneggiamento oltre che dalla vulnerabilità dell’edificio; - il costo di raffronto stimato in relazione alla superficie necessaria per lo svolgimento delle attività scolastiche determinata in funzione del numero degli alunni e delle sezioni presenti nella scuola secondo i parametri del Ministero dell’Istruzione. In entrambi i casi hanno incidenza fattori quali la pericolosità sismica del sito di ubicazione (zona sismica e amplificazioni locali) e l’eventuale utilizzo di tecniche innovative (isolamento sismico).

Nella valutazione è quindi necessario tener in conto la superficie reale dell’edificio corrisponde a quella rilevata dal tecnico, che in molti casi può risultare quella strettamente necessaria per lo svolgimento dell’attività scolastica. Con tali dati è possibile calcolare l’indice di superficie (Ic = superficie reale/superficie virtuale) che consente di stabilire se l’immobile, che ospita la scuola, è adeguato alla normativa in termini di superficie.Viene quindi determinata la superficie virtuale, valutata in base al numero di alunni e sezioni presenti nella scuola e il

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costo di raffronto ne deriva come prodotto di detta superficie per un costo medio di riferimento per nuove strutture di tipo scolastico.

12. Costo d’intervento In generale il costo d’adeguamento sismico di un edificio esistente

può essere stimato tenendo conto dello stato di conservazione e del livello di vulnerabilità del corpo di fabbrica e della sua tipologia d’uso. Nel caso degli edifici scolastici per fare la valutazione si può tenere conto dello stato di conservazione degli edifici (buono, discreto, scadente, pessimo) che corrisponde al livello di danneggiamento dopo un evento sismico con opportuni correttivi delle classi vulnerabilità corrispondenti al livello d’adeguamento dell’edificio scolastico. Ai fini del costo di intervento le 6 classi di vulnerabilità sono raggruppate in tre gruppi (A-B, C-D, E-F). Il costo limite di intervento è eterminato basandosi su analisi di costo effettuate su edifici campione di diversa dimensione e destinazione scolastica utilizzando i prezzi ricavati dal prezziario della Regione Molise aggiornato al 2005. Al costo d’adeguamento sismico, stimato in 950 euro/mq vanno aggiunti: gli oneri previsti dalla normativa per le opere pubbliche (Iva, spese tecniche…), per l’eventuale demolizione dell’edificio esistente (nel caso nuova realizzazione), per eventuali interventi speciali di fondazione, per eventuali sistemazioni esterne e opere di urbanizzazione e per eventuali dispositivi di isolamento sismico.

13. Modelli di costo per gli edifici scolastici di nuova costruzione

Tenendo conto delle analisi svolte sulle scuole della Regione Molise

con il modello dei costi illustrato è stato determinato un costo ad alunno per ogni tipo di scuola che consente di ottenere il costo di intervento in modo rapido per effettuare stime di massima del costo di nuova costruzione.

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Tabella 3. Superficie media e costo alunno

Sup. mediaalunno mq

Costo alunno

Materna 7,38 15.600Elementare 5,21 12.500Media 7,57 10.500Superiore 7,24 13.000

Da tali dati è stata ricavata la superficie media ed il costo ad alunno

per qualsiasi tipologia di scuola primaria che costituiscono un indicatore per stime a livello territoriale.

Ai fini del costo di intervento le 6 classi di vulnerabilità sono state raggruppate in tre gruppi (A-B, C-D, E-F).

Danno –

Molise 2002 significativo Significativo Grave Limite

Stato

conservazione Buono Discreto Scadente pessimo

D0 D1 – D2 D3 - D4 D5

<1/3 1/3-

2/3 >2/3 <1/3

1/3-

2/3 >2/3 <1/3

1/3-

2/3 >2/3 <1/3

1/3-

2/3 >2/3

Euro/mq Euro/mq Euro/mq Euro/mq

Muratura - E-F 500/600 600/700 700/800 950 Muratura –C-

D 700/800 700/800 800/900 950

Muratura A-B 800/950 800/950 950 950 Cemento armato

E;F 400/500 400/500 500/600 950

Cemento armato

C,D 600/700 600/700 600/700 950

Cemento armato

A,B 800/950 800/950 800/950 950

Tabella 4. Costi - danno/vulnerabilità

14. Dimensionamento degli edifici e costi associati

Per la progettazione degli edifici scolastici il Ministero dell’Istruzione fornisce gli standard edilizi e di superficie e sulla base di tale normativa è stato elaborato il dimensionamento degli edifici per le scuole materne,elementari, medie, superiori tendendo conto del numero delle

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classi e degli alunni nelle scuole della Regione Molise prevedendo tutti i locali e gli spazi necessari richiesti dalla citata normativa (spazi per lo svolgimento dei programmi didattici, delle attività parascolastiche, dei programmi di insegnamento e per l’educazione fisica, motoria e sportiva.

Per quanto riguarda gli asili nido e le scuole materne le tipologie di spazi sono differenti e prevedono spazi per attività ordinate; per attività libere, per attività pratiche, per la mensa e per l’assistenza.

Dalle previsioni statistiche sull’andamento della popolazione sarà possibile per le diverse zone del territorio prevedere un eventuale numero maggiore (o minore) di alunni.

Il criterio utilizzato per il dimensionamento degli spazi destinati alle attività scolastiche tiene conto del numero di 25 alunni a classe per le attività didattiche normali mentre si considera il numero reale degli alunni per le altre attività. Con questo criterio le aule vengono dimensionate in base al numero massimo di alunni risultando in tal modo ampie e confortevoli mentre gli altri spazi sono dimensionati sulla base della effettiva domanda di alunni.

Per l’intera Regione Molise sono stati esaminati n. 433 istituti cosi distinti:

Tabella 5. Suddivisione per tipologia di scuola

Per l’applicazione a titolo esemplificativo della metodologia, a titolo

esemplificativo, è stato scelto un edificio scolastico in muratura destinato a scuola materna ed elementare, che è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2002 ubicato a Morrone del Sannio (CB), uno dei due comuni della zona epicentrale che prima del terremoto del 2002 era classificato nella seconda categoria sismica e che attualmente, in base alla nuova normativa, è da considerare a media sismicità con ag pari a 0,21 e un

15. Esempio di vulnerabilità di un edificio in muratura

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Tr=475 anni. La scelta è ricaduta su questo edificio perché dopo la valutazione della vulnerabilità, ai sensi della legge regionale n. 38/2002, e la stima dei costi di intervento è stato ritenuto conveniente procedere alla demolizione degli edifici esistenti e alla ricostruzione di un nuovo complesso scolastico composto da due strutture in cemento armato, la palestra e l’edificio scolastico, di cui quest’ultimo realizzato su isolatori sismici. Nel complesso scolastico sono ospitati gli alunni delle scuole materna ed elementare di Morrone del Sannio e Ripabottoni che prima occupavano due edifici, entrambi gravemente danneggiati e ubicati nella stessa area a poca distanza l’uno dall’altro. La struttura, distribuita su due livelli, era in muratura composta da blocchi di pietra sbozzata a due paramenti non ammorsati tra di loro con i solai di piano e la copertura in laterocemento con armature in ferro liscio e calcestruzzo di qualità scadente. Il nuovo complesso scolastico è composto da due corpi di fabbrica: l’edificio scolastico, isolato alla base, e la palestra. L’edificio principale si sviluppa su due piani, ha la struttura portante a telaio in cemento armato. La fondazione è costituita da un reticolo di travi su pali sulle quali sono stati applicati i dispositivi di isolamento; il sistema di isolamento è stato previsto con un sistema combinato di n. 33 isolatori elastomerici cilindrici e da n.6 dispositivi a slitta in acciaio. La rigidezza complessiva del sistema di isolamento è di 27000 kN/m per una massa di 2800 ton. Il periodo fondamentale della struttura è pari a circa 2 sec con uno spostamento massimo stimato pari a circa 20 cm nelle due direzioni principali del sisma di progetto.

Figura 1. Viste del nuovo realizzato

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Figura 2. Isolatori elastomerici montati alla base della scuola nel comune di Morrone del Sannio (CB)

16. Analisi dei risultati in termini di superficie e volume per la provincia di Campobasso

Complessivamente sono stati presentati in provincia di Campobasso n. 281 scuole organizzate sul territorio in n. 66 direzioni didattiche e istituti comprensivi in un sistema di edifici che spesso accorpano scuole differenti in base alle esigenze e alle particolari condizioni locali. Il confronto tra le differenti tipologie di scuole evidenzia un indice medio di superficie variabile tra 5,21 mq/alunno per le scuole materne ed elementari e 7,2 mq/alunno per gli istituti di istruzione superiore. In termini di superficie lorda, con o senza palestra e direzioni didattiche, la superficie maggiore è attribuita agli istituti di istruzione superiore con 138.064 mq pari al 35% e al 36,75% in termini di volume.

TIPOLOGIA

SCUOLA

num

scuole

num

alunni

2004

num

sezioni

2004

Indice netto

di sup.

mq/alunno

DM 1975

S lorda tot

mq

S lorda con

P e DD – mq

Volume

lordo con

P e DD - mc

Materna 87 4.412,00 213 6,1 52.655,51 52655,5127 159.935,73 Elementare 100 10.729,00 638 5,2 94.936,36 108854,356 403.760,24 Media 63 7.578,00 387 5,2 65.864,34 82295,9104 315.080,68 Media superiore 31 12.634,00 1.323 7,2 115.390,88 138064,88 510.596,07

Totale 281 35.353,00 2.561 328.847,09 381.870,66 1.389.372,75

Tabella 6. Dati edifici scolatici 2004.

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P = Palestra – DD = Direzione Didattica

0

1

2

3

4

5

6

7

8

indice netto - DM 1975 6,09 5,21 5,21 7,2

Materna Elementare Media superiori

-

20.000,00

40.000,00

60.000,00

80.000,00

100.000,00

120.000,00

140.000,00

160.000,00

S lorda tot - mq 52.655,51 94.936,36 65.864,34 115.390,88

S lorda con P e DD - mq 52655,51265 108854,3562 82295,9104 138064,88

Materna Elementare Media Media superiore

Indice medio netto di superficie (mq) per tipologia di scuola

Superficie lorda per tipologia di scuola

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

Volume lordo con P e DD -mc

159935,7396 403760,2468 315080,6864 510.596,07

Materna Elementare Media Media superiore

-

500.000,00

1.000.000,00

1.500.000,00

2.000.000,00

2.500.000,00

S lorda con P e DD - mq 381.870,66

Volume lordo con P e DD -mc

1.389.372,75

Volume Rilievo 1996 2.153.797,00

Sup rilievo 1996 615.370,00

Totale

Volume lordo per tipologia di scuole

Confronto per volume e superficie tra gli edifici virtuali e quelli del rilievo GNDT-DPC

Figura 3. Analisi confronto dei dati per gli edifici scolastici Significativo è il confronto, in termini di superficie e di volume, tra

gli istituti scolastici, e gli edifici che li ospitano. Dal confronto si evidenzia come la superficie e il volume degli edifici esistenti sono superiori di circa il 60% ai corrispondenti valori degli edifici virtuali. Ciò dipende dalla presenza di edifici scolastici sovradimensionati che ospitano un numero limitato di alunni. Il dimensionamento virtuale, effettuato sul numero reale degli alunni, non risulta essere calibrato con le superfici a disposizione per gli edifici e ciò dipende dalla diminuzione della popolazione per i piccoli comuni e un aumento nei centri maggiori avvenuta negli ultimi 40 anni in Molise.

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17. Modello dei costi applicato a tutte le scuole della regione Molise

Nelle tabelle seguenti è riportato il costo di nuova costruzione degli

edifici scolatici per l’intera regione e il costo di adeguamento di quelli esistenti.

Nel caso di nuova costruzione di tutti gli edifici regionali il costo stimato è pari a circa 609 milioni di euro mentre il costo di adeguamento degli edifici esistenti è pari a circa 758 milioni di euro.

Dal confronto si evince anche che la superficie degli edifici nuovi (sup. virtuale = 528.174,90 ma) è inferiore alla superficie degli edifici esistenti pari a circa 892.286,50 mq.

Questo confronto virtuale evidenzia la convenienza delle soluzioni che prevedono la demolizione e la ricostruzione degli edifici esistenti a condizione che il dimensionamento sia effettuato sul numero degli alunni presenti nella scuola eventualmente maggiorati di un coefficiente demografico per stimare gli incrementi e i decrementi demografici.

Provincia Isernia

Alunni

Costo base Euro/alunno

Costo totale

Scuola materna 1838 15.584,56 28.644.421,28 Scuola elementare 1870 12.437,98 48.134.974,86 Scuola media 2716 10.422,38 28.307.194,94 Scuola media superiore 5257 12.775,00 67.158.175,00

Totale 13.681 172.244.766,08

Tabella 7. Provincia di Isernia – Nuova costruzione

Provincia Campobasso

Alunni

Costo base Euro/alunno

Costo totale

Scuola materna 4.412 15.584,56 68.759.087,54 Scuola elementare 10.729 12.437,98 133.447.065,96 Scuola media 7.578 10.422,38 78.980.825,95 Scuola media superiore 17.497 12.775,00 156.366.000,00

Totale 34.959,00 437.552.979,46

Tabella 8. Provincia di Campobasso – Nuova costruzione

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Regione Molise

Alunni

Costo base Euro/alunno

Costo totale

Scuola materna 6.250 15.584,56 97.403.512,50 Scuola elementare 14.599 12.437,98 181.582.040,82 Scuola media 10.294 10.422,38 107.288.020,90 Scuola media superiore 22.754 12.775,00 223.524.175,00

Totale 34.959,00 609.797.749,22

Tabella 9. Regione Molise – Nuova costruzione

Provincia

Sup. Virtuale mq

Costo virtuale euro

Sup esistente mq

Costo reale Euro

Isernia 149.686,46 172.244.766,08 276.916,50 235.379.025,00 Campobasso 378.488,44 437.552.979,46 615.370,00 523.064.500,00 Regione Molise 528.174,90 609.887.745,54 892.286,50 758.443.525,00

Tabella 10. Confronto tra superficie virtuale e superficie reale e costo di intervento di nuova costruzione e adeguamento esistente

18. Definizione della tipologia di interventi

Sulla base dei risultati delle indagini e delle valutazioni effettuate

vengono individuate le principali carenze strutturali dell’edificio, ed è possibile fornire indicazioni sulla tipologia di intervento che, per le strutture a telaio in calcestruzzo armato, prevedono: riduzione delle irregolarità mediante realizzazione di giunti o collegamenti tra corpi separati, interventi d’ampliamento dei giunti, rafforzamento diffuso di pilastri e nodi mediante incamiciatura, cerchiatura, placcaggio, inserimento di nuovi elementi strutturali (ad es. pareti) capaci di assorbire gran parte delle forze sismiche, inserimento di controventi di acciaio tradizionali, dissipativi e/o rientranti e isolamento sismico mediante sottofondazione, immediatamente sopra le fondazioni o ad un piano intermedio.

Per le strutture in muratura gli interventi possibili sono: riduzione delle irregolarità mediante la previsione di giunti o collegamenti tra corpi separati, interventi d’ampliamento dei giunti, miglioramento dei collegamenti tra strutture verticali e tra queste e gli orizzontamenti,

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collegamenti di piano, rafforzamento delle strutture murarie, inserimento di nuovi elementi strutturali (ad es. pareti) capaci di assorbire parte delle forze sismiche o contenimento delle spinte sulle strutture verticali o eliminazione delle strutture spingenti, in particolare quelle di copertura.

Nel caso delle strutture in muratura è stata determinata la strategia di intervento in funzione delle tipologie di intervento.

Dal campione delle scuole si rileva che gli edifici in muratura in prevalenza sono costruiti tra il 1919 e il 1969 con struttura mista e solai in latero-cemento e pochi sono stati costruiti dopo il 2000. Il numero dei piani è compreso tra 1 e 3 ed hanno una buona regolarità in pianta ed in elevazione e sono presenti casi di piano debole.

Nelle tabelle sono individuate le tipologie costruttive prevalenti e per ciascuna di esse è stata proposta qualitativamente la strategia di intervento con indicazione degli interventi possibili da calibrare sul singolo caso a prescindere dal valore numerico della vulnerabilità e per fornire un indirizzo operativo ai tecnici progettisti per le scelte da effettuare tenendo conto dei principi di efficacia ed economicità.

Elementi

Strutturali Tipologia 1 Tipologia 2 Tipologia 3 Tipologia 4 Tipologia 5 Tipologia 6

Strutture Verticali

Pietra Pietra Mattoni e pietra Pietra e c.a. Pietra e c.a. Mattoni e

c.a.

Strutture Orizzontali

Volte Ferro e voltine-tavelloni

Ferro e tavelloni

Ferro e voltine Sap Sap

Organizzazione sistema resistente

Senza collegamenti di piano

Con collegamenti di piano poco efficaci

Senza collegamenti di piano

Collegamenti di piano poco efficaci

Collegamenti di piano poco efficaci

Collegamenti di piano poco efficaci

Copertura

Legno Ferro e tavelloni

Ferro e tavelloni Sap Sap Sap

Pianta

regolare Regolare Regolare Regolare Regolare Regolare

Bucature

Elevata a nastro

Elevata a nastro

Elevata a nastro

Elevata a nastro

Elevata a nastro

Elevata a nastro

Distribuzione Pareti

Interasse maggiore 7 m e corridoi lunghi

Interasse maggiore 7 m e corridoi lunghi

Interasse maggiore 7 m e corridoi lunghi

Interasse maggiore 7 m e corridoi lunghi

Interasse maggiore 7 m e corridoi lunghi

Interasse maggiore 7 m e corridoi lunghi

Tabella 11: Individuazione delle principali tipologie costruttive degli edifici scolastici

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82

%

Tipologia costruttiva Strategia intervento

63%

� Strutture verticali in pietra � Strutture orizzontali in volte e ferro tavelloni � Assenza collegamenti di piano � Interasse murature elevato � Bucature elevate � Copertura in legno – ferro

� Collegamenti di piano � Regolarizzazione sistema strutturale trasversale e longitudinale inserendo pareti quando l’interasse supero 5-6 m � Regolarizzazione sistema aperture in facciata � Cordoli in acciaio di copertura � Consolidamento murature: o Iniezioni o collegamenti trasversali incamiciatura con malta e fibra

16%

� Strutture verticali in mattoni � Strutture orizzontali e ferro tavelloni � Assenza collegamenti di piano � Interasse murature elevato � Bucature elevate � Copertura in legno – ferro

� Collegamenti di piano � Regolarizzazione sistema strutturale trasversale e longitudinale inserendo pareti quando l’interasse supero 5-6 m � Regolarizzazione sistema aperture in facciata � Cordoli in acciaio di copertura � Consolidamento murature: o Iniezioni o collegamenti trasversali o incamiciatura con malta e fibra

21%

� Strutture verticali in pietre/mattoni e c.a. � Strutture orizzontali e ferro tavelloni � Assenza collegamenti di piano � Interasse murature elevato � Bucature elevate � Copertura in legno – ferro

� Collegamenti di piano � Regolarizzazione sistema strutturale trasversale e longitudinale inserendo pareti quando l’interasse supero 5-6 m � Regolarizzazione sistema aperture in facciata � Cordoli in acciaio di copertura � Consolidamento murature: o Iniezioni o collegamenti trasversali o incamiciatura con malta e fibra

• intervento prioritario ° intervento non prioritario Tabella 12. Correlazione tra la tipologia costruttiva e la possibile strategia di

intervento

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VI

IL “PIANO DI RICOSTRUZIONE” DEL COMUNE DI SAN GIULIANO DI PUGLIA

1. La normativa

L’art. 4 comma 1 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei

Ministri n. 3279 del 10 aprile 2003 ha stabilito la singolarità tecnica ed economica della ricostruzione post sismica del Comune di San Giuliano di Puglia.

Difatti l’Amministrazione Comunale, d’intesa con il Commissario delegato, ha redatto il Piano della Ricostruzione pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise (B.U.R.M.) n. 24 del 01 dicembre 2003, integrato con le variazioni approvate dal consiglio comunale di San Giuliano di Puglia con delibera n. 24 del 13 novembre 2004 e reso esecutivo con il decreto commissariale n. 111 del 23 dicembre 2004.

Per l’applicazione sotto il profilo urbanistico del sopraddetto Piano, il Comune si è dotato del Piano di Variante al Piano Regolatore Generale con delibera del Consiglio Comunale n. 02 del 29 marzo 2003, approvato dal Consiglio Regionale del Molise con delibera n. 171 del 30 luglio 2004 e reso esecutivo con il Decreto Commissariale n. 71 del 27 agosto 2004.

Ai sensi dell’art. 4 del Piano è stato redatto il Programma Generale delle Opere Infrastrutturali formulato d’intesa con il Commissario delegato ed integrato nel mese di maggio 2007.

Successivamente con il decreto commissariale n. 120 del 28 luglio 2009 è stato rimodulato il Programma generale delle Opere Infrastrutturali per complessive € 153.765.376,75 ed esplicitamente definita l’articolazione degli interventi di ricostruzione privata per € 86.234.623,25 con un impegno di spesa di € 240.000.000,00 corrispondenti alla riserva di legge in favore del Comune di San Giuliano di Puglia dei fondi stanziati in generale per la ricostruzione.

Gli aspetti normativi del “Piano”, pur nella specificità del Comune di San Giuliano, risultano armonizzati, sotto il profilo della uniformità di trattamento, alle disposizioni previste nelle normative generali applicabili agli altri Comuni.

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Particolarmente nel Comune di San Giuliano di Puglia è stata attuata la “politica” dell’ascolto delle esigenze e delle aspettative dei cittadini danneggiati dagli eventi sismici nell’approvazione della variante urbanistica e nella scelta delle aree da assegnare ai “delocalizzati”.

L’approvazione dello strumento urbanistico è stata infatti attuata secondo le ordinarie procedure di pubblicazione all’albo pretorio e di esame delle opposizioni dei cittadini e la scelta delle aree da assegnare ai delocalizzati è stata effettuata da una specifica Commissione che ha valutato, secondo criteri precostituiti, le richieste inoltrate dai singoli interessati.

Il Comune di San Giuliano di Puglia è stato anche destinatario di fondi derivanti dalle liberalità affluite alla Regione Molise, che hanno formato oggetto di appositi decreti pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise, relativamente, in particolare al progetto presentato dall’associazione “Casa Amica”, realizzato in collaborazione con l’università Cattolica di Milano, per iniziative di carattere sociale a sostegno della popolazione.

I risultati conclusivi del progetto, come anche i temi presentati dagli studenti della scuola primaria e secondaria, nell’ambito delle iniziative a carico dei fondi delle liberalità, di estremo interesse, saranno oggetto di prossima apposita pubblicazione.

L’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3279/03 ha ritenuto di nominare, per il Comune di San Giuliano di Puglia, un “Soggetto Attuatore” nella persona del Provveditore pro-tempore del Molise, cui, successivamente, anche dopo la sua sostituzione quale Provveditore, successive ordinanze di protezione civile hanno mantenuto tale incarico, estendendolo, su delega dei Sindaci interessati, anche ad altri Comuni danneggiati, dotandolo di contabilità speciale, di potere di deroga in materia di lavori pubblici, di autorizzazione a stipulare contratti di lavoro a tempo determinato e di consulenza specialistica.

I rapporti del “Soggetto Attuatore” con il Commissario delegato sono stati regolati da appositi atti di intesa, che hanno sancito l’estraneità del Commissario delegato nei confronti dell’attività del “Soggetto Attuatore” che resta pienamente responsabile delle scelte e dell’operato nell’espletamento delle sue funzioni.

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Con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3880 del 06 giugno 2010, art. 5, il Provveditore interregionale per la Campania e il Molise subentra alle funzioni del precedente “Soggetto Attuatore”.

Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 04 agosto 2010, art. 9, il Sindaco di San Giuliano di Puglia riacquista in prima persona le competenze post-sisma nell’ambito del proprio Comune.

2. Le Opere Pubbliche Secondo il citato decreto commissariale n. 120/09 il Piano prevede

complessivamente 150 interventi, naturalmente non esiste una correlazione biunivoca con le relative opere in quanto nel piano non sono distinti i finanziamenti ulteriori accordati su ogni singolo appalto.

Per la lettura analitica si rimanda alla tabella n. 1 in appendice degli interventi ed ai singoli quadri economici disponibili, mentre analizzando l’andamento della realizzazione in riferimento ai vari provvedimenti di assegnazione nel seguito riportati la percentuale delle somme erogate rispeso a quelle finanziate è pari ad 68,83 % con un residuo maggiore sui provvedimenti più recenti.

IMPORTO

DECRETO FINANZIATO EROGATO RESIDUO

Ord. Liq. 2005 € 518.352,78 € 518.352,78 € 0,00

79/06 ex 44/05 e 79/04 € 8.758.003,29 € 8.754.357,28 € 3.646,0145/2005 € 432.396,70 € 432.396,70 € 0,0050/2005 € 24.466.081,17 € 23.474.454,43 € 991.626,7468/2005 € 8.533.918,83 € 6.597.631,87 € 1.936.286,9673/2006 € 25.256.623,98 € 22.614.646,48 € 2.641.977,50144/2007 € 30.800.000,00 € 26.330.145,98 € 4.469.854,02241/2008 € 40.000.000,00 € 14.858.816,97 € 25.141.183,03299/2008 € 15.000.000,00 € 2.259.348,70 € 12.740.651,30TOTALE € 153.765.376,75 € 105.840.151,19 € 47.925.225,56

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86

Considerato che l’attività è andata a regime nell’anno 2004 può stimarsi prudenzialmente che la completa utilizzazione delle somme residue potrà avvenire non prima di tre anni e quindi nell’anno 2013.

3. La ricostruzione privata Secondo il segnalato decreto commissariale n. 120/09 il Piano

prevede complessivamente 95 interventi tra Aree, Comparti, Progetti Edilizi Unitari (P.E.U.) e Progetti Edilizi Singoli (P.E.S.) che salgono a 164 tenendo conto dei sottoprogetti per un totale previsto di € 86.234.623,25 ed oggi in fase di rimodulazione rispetto ai contributi concessi a saldo per gli interventi chiusi di € 83.150.530,93 che comprende anche la somma di € 998.135,01 accantonata per finanziare le eventuali perizie di variante utilizzata per € 18.031,08. Ad oggi gli interventi ultimati sono 82 di cui 49 sottoprogetti pari al 50 % del piano con una somma erogata in favore dei singoli beneficiari di € 65.035.235,23 pari al 79 % sul finanziamento assentito, che contempla anche gli importi concessi in regime di anticipazione sui lavori incorso.

Considerato che l’attività è andata a regime nell’anno 2004 può stimarsi prudenzialmente che la completa utilizzazione delle somme residue potrà avvenire non prima di 2 anni e quindi nell’anno 2012.

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VII

INTERVENTI SU OPERE PUBBLICHE ED EDIFICI DI CULTO

NEGLI ALTRI COMUNI DANNEGGIATI

1. Le opere pubbliche post sismiche realizzate nei Comuni danneggiati. Quadro d’insieme

Dall’anno 2003 al 30 settembre 2010 sono stati emanati 1.306

provvedimenti di finanziamento per complessive € 569.778.202,17 di cui € 187.546.345,47 per assegnazioni utili alla realizzazione di opere pubbliche pari al 32,92% dell’importo complessivo e corrispondenti a 616 provvedimenti.

L’andamento dell’utilizzo delle risorse assentite in riferimento all’anno di assegnazione vede una netta separazione tra un primo periodo di quasi totale utilizzo per gli anni 2003, 2004, 2005, 2006 e 2007 con percentuali pari a 97,39%, 93,97%, 92,92%, 80,23% e 94,92% ed un secondo periodo relativo agli anni 2008, 2009 e 2010 con percentuali notevolmente ridotte e pari rispettivamente al 26,84%, 24,79% e 31,96%. Questo dato può essere interpretato non tenendo conto dell’importo assoluto finanziato per anno ed affermando che l’avvio completo delle procedure che portano all’esecuzione degli interventi ed alla chiusura amministrativa delle opere intercorre un periodo medio non inferiore ai quattro anni. Il quadro d’insieme per ente attuatore è riportato nella tabella 1. in appendice.

Sugli interventi relativi agli edifici pubblici e sulle scuole sono state destinate le percentuali maggiori delle risorse per le opere pubbliche pari rispettivamente al 35,94% ed al 32,11%, seguono gli interventi sugli edifici di culto (11,52%), le infrastrutture (6,92%), le opere di manutenzione selle strutture temporanee (5,04%), le messe in sicurezza e le demolizione (3,84%) e le strutture cimiteriali (4,60%).

Risulta utile approfondire le situazioni specifiche relative alle prime tre categorie sopra individuate e di seguito illustrate.

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2. Beni Culturali ed Edifici di culto La Struttura Commissariale ha da subito recepito la necessità sociale

rappresentata anche dalle competenti Diocesi di riaprire al culto almeno una chiesa per ogni territorio comunale per tale motivo è stato emanato il decreto commissariale n. 85 del 25 novembre 2003.

L’intervento è stato attuato per piani e interventi singoli riassunti nella tabella, relativa ai primi interventi (per tutti gli altri interventi si rimanda alla tabella in appendice).

Attività Soggetto attuatore Importo in euro

Stima dei costi per la riparazione e il miglioramento sismico stimati nella fase dell’emergenza (2002-2003)

Funzione Beni Culturali – Dipartimento Protezione civile – CNR-ITC

Circa 100 milioni

Realizzazione di interventi di messa in sicurezza in 50 edifici di culto (2002-2003)

Soprintendenza Architettonica del Molise

Circa 10 milioni

Piano Generale edifici di tutti gli Culto e analisi di rischio (stima dei costi) – (2004-2005)

Commissario Delegato – CNR-ITC

Circa 100 milioni (Stima dei costi)

Finanziamento del primo piano straordinario edifici di culto 2003 da parte del Commissario Delegato

Arcidiocesi Campobasso -Bojano e Diocesi Termoli Larino

Circa 9 milioni

Finanziamento del secondo piano edifici di culto da parte del Commissario Delegato – (2008)

Arcidiocesi Campobasso -Bojano e Diocesi Termoli Larino

Circa 10 milioni

Finanziamento del piano indagini per il terzo piano edifici di culto da parte del Commissario Delegato – (2010)

Arcidiocesi Campobasso -Bojano e Diocesi Termoli Larino

Circa 100.000 euro

Finanziamento degli edifici di culto di San Giuliano di Puglia da parte del Commissario Delegato

Soggetto attuatore – Provv. OO.PP. Molise

Circa 6 milioni

Finanziamenti di interventi su singoli edifici di culto da parte del Commissario Delegato

Arcidiocesi Campobasso -Bojano e Diocesi Termoli Larino

Circa 3 milioni

Finanziamento di interventi singoli su altre tipologie costruttive da parte del Commissario Delegato (Palazzi, conventi, torri)

Proprietari: enti pubblici e privati cittadini

Circa 40 milioni

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Sintesi del percorso per la salvaguardia dei Beni Culturali

TAPPE FONDAMENTALI ATTIVITA’

Evento sismici del 2002 - Emergenza Rilievo del danno, Puntellature edifici

Riclassificazione sismica del territorio nazionale (OPCM 3274/2003 e ss.mm.ii)

Riclassificazione sismica territorio regionale

Legge regionale 38/2008 e Studio per la vulnerabilità degli edifici pubblici Monitoraggio edifici scolastici

Ordinanze PCM per la ricostruzione e OCD n.13/2003

CTS – indirizzi e norme per la ricostruzione

Linee guida per la vulnerabilità e la progettazione degli edifici monumentali (2004)

vulnerabilità edifici di culto (CNR-2004) Primo piano edifici di culto 2004 -2006

Istruzioni per la esecuzione dei progetti esecutivi di ricostruzione degli edifici ordinari (DC 35/2005) Protocollo di progettazione esecutiva per l’edilizia ordinaria (DCD 70/2006

Finanziamento circa 1000 progetti di ricostruzione in classe A ordinanza sgombero (circa 450 milioni di euro) Controllo progetti a sorteggio

Istituzione commissione sismica preventiva – 2007

Controllo preventivo di tutti i progetti

Linee guida Bei Culturali – Direttiva (2007-2008) MIbac

Nuova normativa sismica NTC - 2008 Secondo piano edifici di culto 2008-2010

3. La programmazione e la ricostruzione

Prima di descrivere da un punto di vista tecnico gli interventi del Piano straordinario degli interventi 2003, si è ritenuto opportuno riassumere il percorso tecnico-amministrativo e i criteri che hanno indirizzato l’elaborazione dello stesso piano.

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L’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3279 del 10 aprile 2003 prevede all’art. 1 comma f) che il Commissario delegato provveda al coordinamento per “uno studio della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, strategici e di culto della provincia di Campobasso danneggiati dalla crisi sismica iniziata nel 2002”.

Tale studio ha previsto, nella fase iniziale, l’analisi del danno rilevato in emergenza e il rilievo della vulnerabilità di tutti gli edifici di culto della provincia di Campobasso, effettuata con la scheda chiese di II livello (LAGOMARSINO ET AL., 2004). A tale attività ha fatto seguito l’elaborazione delle Linee guida preliminari per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico per gli edifici di culto e monumentali - EDIFICI DI CULTO - PARTE PRIMA, per la redazione dei Progetti Preliminari Semplificati (Decreto del Commissario delegato n. 26 del 9 marzo 2004 – BURM n.7 del 1 aprile 2004) e delle Linee guida per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico per gli edifici di culto e monumentali - EDIFICI DI CULTO - PARTE SECONDA per la redazione dei Progetti Esecutivi (Decreto commissariale n. 70 del 31 luglio 2004 in Supplemento Ordinario al BURM n. 17 del 01 settembre 2004). Con decreto commissariale n. 85/2003 è stato finanziato il Piano straordinario degli interventi 2003, cui ha fatto seguito la redazione dei Progetti Preliminari Semplificati e dei Progetti Esecutivi.

4. Programmazione degli interventi e fasi attuative

Nelle richiamate Linee guida – Parte Prima viene, tra l’altro, disposto che: “All’interno della programmazione generale degli edifici di culto e monumentali, il programma relativo agli edifici di culto è predisposto dal Commissario delegato, sentite le Diocesi sulla base dei Progetti Preliminari Semplificati, come di seguito definiti, e della previsione dei costi contenuta nel rilievo del danno al patrimonio monumentale effettuato dal Gruppo di Lavoro della Funzione Salvaguardia Beni Culturali (art. 9 ordinanza commissariale n. 13/2003). Il fabbisogno economico associato al programma degli interventi potrà essere modificato sulla base delle risultanze dei Progetti Preliminari Semplificati e della stima dei costi effettuata nell’ambito dello studio di Studio per la vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, strategici e di culto nei Comuni colpiti dal sisma del 31 ottobre 2002 (Decreto del Commissario delegato n.29 del 06 agosto 2003). Il programma generale degli

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interventi sarà attuato mediante piani stralcio sulla base dei fondi disponibili. Per il 2003 il Commissario delegato, sentite le Diocesi, ha approvato un primo programma straordinario sugli edifici di culto danneggiati dall’evento sismico del 31 ottobre 2002 per la esecuzione di interventi di riparazione del danno, miglioramento sismico, eventuale ripristino degli impianti finalizzato alla riapertura al culto nel minor tempo possibile e al recupero della funzionalità totale o parziale degli edifici di culto ubicati nei Comuni colpiti dal sisma che attualmente non dispongono di una chiesa agibile o abbiano un edificio di culto agibile ma puntellato (Decreto commissariale n. 85 del 25 novembre 2003 - Concessione contributi al fine della riapertura al culto delle Chiese). Dopo avere effettuato una prima valutazione economica dei danni sulla base delle schede di rilievo effettuate su tutte le chiese della provincia di Campobasso, le stime dei costi sono state rielaborate ed aggiornate anche in funzione degli elementi conoscitivi, soprattutto di carattere metrico, acquisiti dai progetti preliminari semplificati (PPS-PS). Sulla base di queste ulteriori informazioni è stata elaborata una graduatoria di vulnerabilità e danno a cui è stata associata una stima dei costi di intervento. Tale graduatoria tiene conto, oltre che del danno e della vulnerabilità, anche di altri aspetti quali, ad esempio, la presenza di puntellature, l’inagibilità, il rilevanza culturale e il grado di utilizzazione.

5. Il piano straordinario degli interventi 2003

Il Piano straordinario degli interventi 2003 per gli edifici di culto, finanziato con il Decreto del Commissario delegato n. 85/2003, è stato finalizzato al recupero della funzionalità totale o parziale degli edifici maggiormente danneggiati ubicati nei Comuni che non disponevano di una chiesa agibile o avevano un edificio di culto agibile ma puntellato. I progetti sono stati predisposti sulla base di principi generali di economicità, di compatibilità delle caratteristiche costruttive attraverso il riconoscimento delle regole dell’arte dell’edificio, di reversibilità nel tempo degli interventi. Tali concetti generali sono contenuti nelle citate Linee guida – Parte Prima e sono in accordo con le Raccomandazioni per la redazione dei progetti di restauro dei beni architettonici di valore storico-artistico in zona sismica, redatte dal Comitato Nazionale per la Prevenzione del Patrimonio Culturale dal Rischio Sismico.

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I criteri, adottati, per la individuazione degli edifici di culto da inserire nel Piano straordinario degli interventi 2003 sono stati i seguenti:

Criterio Requisiti

Edificio danneggiato dalla crisi sismica iniziata il 31.10.2002

Presenza della scheda di rilievo del danno sismico compilata della Funzione Beni Culturali che ha operato presso il Com di Larino nella fase dell’emergenza

Edificio inagibile Presenza di ordinanza di sgombero, emanata nella fase dell’emergenza, a seguito di segnalazione delle squadre NOPSA,operanti presso il COM di Larino

Edifico puntellato Intervento di messa in sicurezza eseguito dalla Soprintendenza Architettonica BAP-SAD del Molise o dai Vigili del Fuoco nella fase dell’emergenza

Edificio ubicato in un comune che non dispone di una chiesa agibile od abbia un solo edificio di culto agibile ma puntellato

Criteri per la individuazione degli edifici di culto da inserire nel Piano straordinario degli interventi 2003

Sulla base di questi criteri e delle disponibilità finanziarie sono stati

selezionati 17 edifici di culto.

COMUNE NOME CHIESA Id Iv

Stima COM

2002

Finanziamento

anno 2003

(DC 85/03) €

Bonefro S.Nicola 0,45 0.50 279.086,18 300.000,00 Campodipietra S.Martino 0,24 0,56 411.076,08 411.076,00 Campolieto S.Michele Arcangelo 0,37 0,37 418.076,57 418.076,00 Castellino del Biferno S.Pietro in Vincoli 0,82 0,64 660.136,11 660.136,00 Colletorto S.Giovanni Battista 0,54 0,77 402.550,08 402.550,00 Guardialfiera S.Maria Assunta 0,27 0,57 387.941,18 387.941,00 Limosano S.Francesco 0,22 0,59 203.037,58 203.037,00 Macchia Valfortore S.Nicola di Bari 0,21 0,43 742.237,86 400.000,00 Montagano SS. Nome di Maria 0,29 0,64 135.135,00 153.633,00 Montecilfone S.Giorgio 0,33 0,61 254.996,38 254.996,00, Montelongo S.Rocco 0,53 0,68 181.074,64 181.074,00 Provvidenti S.Maria della Libera 0,18 0.61 115.273,08 115.273,00 Ripabottoni S. Maria della Concezione 0,70 0,65 295.000,00 295.000,00 Rotello S.Maria degli Angeli 0,14 0.72 582.768,50 582.768,00 San Giovanni in Galdo S.Giovanni Battista 0,17 0,57 179.365,20 179.365,00 Santa Croce di Magliano S.Antonio 0,46 0.50 1.126.450,09 700.000,00 Sant'Elia a Pianisi S.Elia Profeta 0,24 0,56 243.668,57 243.668,00

TOTALE 6.617.873,10 5.888.593,00

Indice di danno [Id], indice di vulnerabilità [Iv], stima dei costi e finanziamento concesso

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Il finanziamento concesso, in base ai progetti esecutivi successivamente redatti dai tecnici incaricati dalle Diocesi, è risultato sufficiente alla riapertura al culto della maggior parte degli edifici mentre, per alcuni di essi è necessario un finanziamento integrativo. Il fabbisogno economico definitivo, ricavato dai Progetti Preliminari Semplificati e dalle analisi di danno-vulnerabilità, tiene conto dell’eventuale completamento delle finiture, dell’impiantistica e in alcuni casi anche di interventi strutturali integrativi.

I progetti, come previsto dalle Linee guida – Parte seconda per la progettazione, sono stati istruiti dal Gruppo Tecnico per i Beni Culturali, appositamente costituito dal Commissario delegato, composto da funzionari della struttura commissariale, della Soprintendenza Architettonica. Successivamente i progetti sono stati approvati dalla Conferenza di servizio per i Beni Culturali presieduta da un delegato del Commissario delegato e appaltati dalle Parrocchie (soggetti attuatori ai sensi dell’art.9 dell’ordinanza commissariale n. 13/2003) con l’assistenza di un Responsabile Unico del Procedimento indicato dalla Arcidiocesi di Campobasso-Bojano e dalla Diocesi di Termoli-Larino.

6. Stima dei costi di intervento

Per la stima dei costi di intervento è stato utilizzato, nella fase di avvio del programma, il modello dei costi sviluppato in emergenza e sulla base di tale stima è stato programmato il fabbisogno economico del Piano Straordinario 2003.

Successivamente, per la redazione del piano generale degli edifici culto, è stato messo a punto il modello dei costi basato sulle curve di riduzione controllata della vulnerabilità: con tale modello sono state verificate e rettificate le stime effettuate con i Progetti Preliminari Semplificati.

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Beni architettonici - riepilogo per categoria di intervento

Tipologia N.

Beni

( A )

Danni ai

beni mobili €

( B )

Pronto

Intervento €

( C )

Ripristino

Strutturale €

( D )

Recupero

Definitivo €

Totale

(A+B+C+D)

Abbazia 1 422.500,00 715.000,00 1.137.500,00

Castello 4 63.000,00 327.000,00 1.306.875,00 1.696.875,00

Chiesa 296 584.000,00 6.756.745,00 11.545.402,73 35.301.323,70 54.187.471,43

Convento 11 - 150.000,00 1.828.582,63 4.464.304,25 6.442.886,88

Monumento 3 - 3.000,00 2.805,00 5.400,00 11.205,00

palazzo 51 57.250,00 545.000,00 7.120.980,14 19.610.490,90 27.333.721,04

Torre 13

TOTALE 379 641.250,00 7.517.745,00 21.247.270,50 61.403.393,85 90.809.659,35

Riepilogo del costo di intervento per tipologia

Nel caso delle chiese il costo complessivo stimato con il modello per la programmazione è stato di circa 70 milioni di euro e il costo stimato con i progetti preliminari è stato di circa 120 milioni di euro.

7. Le scuole L’indirizzo costante della Struttura commissariale è stato quello di

intervenire sugli edifici strategici ed in particolare su quelli destinati allo svolgimento dell’attività scolastica. Infatti, la somma complessivamente assentita per le scuole (interventi di miglioramento sismico ed adeguamento, strutture temporanee, sistemazione aree di pertinenza) dal 2003 al mese di agosto 2010 è pari ad € 64.384.768,15 uguale al 32,29% del complesso delle risorse destinate alle opere pubbliche, contemplante 133 provvedimenti di finanziamento. Tale somma non tiene conto degli interventi di riparazione funzionale attuati fino all’emanazione del decreto commissariale n. 145 del 25 novembre 2009, data la difficoltà contabile di scorporazione del dato dal totale delle riparazioni funzionali relative anche alle civili abitazioni ed agli altri edifici pubblici in considerazione dell’impegno unico predisposto per finanziale questa tipologia di opere.

Le richieste di finanziamento per edifici scolastici che ad oggi non hanno avuto un positivo riscontro con la relativa assegnazione del

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contributo ammontano complessive ad euro 4.526.054,56 secondo il dettaglio riportato nella tabella n. 2 in appendice, di cui € 27.052.206,56 per interventi di completamento su fondi non commissariali ed € 9.526.152,00 per interventi di completamento su fondi commissariali. Inoltre per gli interventi che non hanno trovato capienza nei fondi della ricostruzione è stata formulata apposita segnalazione al competente Servizio della Regione Molise, affinché la richiesta potesse trovare ristoro su fondi ordinari in considerazione della mancanza delle caratteristiche per l’accesso al finanziamento sui fondi speciali della ricostruzione post sisma.

Oltre alle richieste sopra riportate, tenuto conto del decreto commissariale n. 142 del 18 novembre 2009 relativo al definanziamento degli interventi infrastrutturali attuato dal decreto commissariale n. 12 del 19 febbraio 2010 che ha operato la revoca dei fondi assegnati per gli interventi non cantierati alla data del 18 febbraio 2010, si riporta la tabella n. 3 in appendice relativa ai fondi da riassegnare per gli edifici scolastici ai soggetti attuatori interessati dal provvedimento sopra citato, per i quali si sono ripristinate o si concretizzeranno le condizioni di cantierabilità (ottenimento dell’autorizzazione sismica da parte della competente Commissione di cui ai decreti commissariali nn. 143/07, 149/07, 119/07 e 113/08).

Analogamente sono riportati nella tabella n. 4 in appendice le somme promesse per gli edifici scolatici di proprietà del Comune di Campobasso secondo quanto stabilito dal decreto commissariale n. 79 del 21 maggio 2010 e quelle necessarie a dare piena attuazione all’accordo di programma del 08 settembre 2004 per gli edifici scolastici della Provincia di Campobasso ad integrazione dei finanziamenti già concessi con i decreti commissariali nn. 80 del 25 novembre 2004, 245 del 04 luglio 2008, 255 del 04 luglio 2008, 84 del 21 aprile 2009 e 81 del 25 giugno 2010.

In considerazione delle esigue risorse economiche disponibili si ribadisce la necessità di dare piena attuazione alla circolare commissariale n. 6538 del 09 novembre 2009 con la quale oltre a codificare la documentazione minima necessaria ai fini dell’istruttoria dei provvedimenti di finanziamento per gli degli edifici scolastici, sono state fissate le priorità d’intervento di seguito riportate:

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1) edifici inagibili a seguito del sisma, dotati di ordinanza di sgombero sindacale e scheda C.O.M. con giudizio di agibilità “inagibile”o “parzialmente inagibile”, con studio di vulnerabilità eseguito e concluso ai sensi della legge Regione Molise n. 32/02 con esito di “alta vulnerabilità”; 2) edifici inagibili a seguito del sisma, dotati di ordinanza di sgombero sindacale e scheda C.O.M. con giudizio di agibilità “inagibile” o “parzialmente inagibile”, con studio di vulnerabilità eseguito e concluso ai sensi della legge Regione Molise L.R. n. 32/02 con esito di “media vulnerabilità”; 3) edifici inagibili a seguito del sisma, dotati di ordinanza di sgombero sindacale e scheda C.O.M. con giudizio di agibilità “inagibile”, con studio di vulnerabilità eseguito e concluso ai sensi della legge Regione Molise n. 32/02 con esito di “bassa vulnerabilità”; 4) edifici danneggiati dal sisma ma agibili con scheda C.O.M. con giudizio di agibilità “agibile” o “agibile con provvedimenti” con studio di vulnerabilità eseguito e concluso ai sensi della legge Regione Molise n. 38/03 con esito di “alta/media/bassa vulnerabilità”;

Nella ripartizione di fondi hanno comunque priorità gli interventi di completamento necessari a rendere nuovamente agibili e fruibili gli edifici scolastici già oggetto di precedenti finanziamenti commissariali, mentre se la fonte di finanziamento è diversa la richiesta di completamento prevale solo sulla priorità 4.

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VIII

FLUSSI FINANZIARI E GESTIONE DEI FONDI

1. Premessa Il Commissario delegato, nei suoi poteri di programmazione dei

fondi statali assegnati sulla propria contabilità speciale, nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse, ha provveduto, sia in merito all’edilizia abitativa privata, sia per le opere pubbliche di competenza dei Comuni, ad attribuire ai Comuni stessi le risorse necessarie, con provvedimenti amministrativi di varia natura, a seconda della disponibilità dei fondi, di competenza o di cassa.

In generale, si è proceduto con promessa di finanziamento, seguita dall’erogazione di cassa in una o più tranche in corrispondenza delle varie fasi di realizzazione dell'intervento (progettazione, approvazione, autorizzazione sismica, affidamento in appalto, esecuzione).

Nella gestione dei fondi, attesa la ricognizione effettuata sul fabbisogno complessivo, con l’apporto anche del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), istituito ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 aprile 2003, n. 3279 (art. 1, punto 4.), già reso noto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ne ha preso atto, notevolmente superiore ai fondi finora assegnati, la Struttura commissariale ha proceduto secondo il principio della priorità del finanziamento corrispondente alla cantierabilità dell’opera. Il quadro riassuntivo della stima dei danni e del conseguente fabbisogno è allegato in appendice.

Le attività di gestione finanziaria dei fondi a disposizione del Commissario delegato messe in essere per consentire l’immediata uscita dalla fase emergenziale prima, e quella della ricostruzione poi, riguardano il periodo di riferimento dello “stato di emergenza, dal marzo del 2003 al 31 dicembre 2009 e quello “dello stato di criticità emergenziale”, sancito dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3839 del 12 gennaio 2010.

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È opportuno ricordare che nella prima fase immediatamente susseguente all’evento sismico del 31 ottobre 2002 intervenne direttamente il Dipartimento della Protezione Civile con un finanziamento di 50 milioni di Euro, dei quali € 11.650.000,00 furono assegnati ai Comuni per i provvedimenti di loro competenza. La rimanente parte fu gestita direttamente dal Dipartimento.

La gestione dei fondi, ai sensi delle disposizioni normative emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, avviene esclusivamente mediante una contabilità speciale – la numero 3089 - aperta presso la Sezione di tesoreria Provinciale dello Stato – Banca d’Italia di Campobasso, sulla quale affluiscono tutte le risorse rese disponibili [entrate] e si dispongono i pagamenti necessari a fronteggiare gli interventi autorizzati [spese].

Le risorse assentite per il finanziamento delle attività di gestione della ricostruzione fanno riferimento ai fondi assegnati alla struttura commissariale in relazione a quanto espressamente previsto dalle leggi finanziarie per gli anni dal 2003 al 2009. Per il 2010 non sono state previste assegnazione di fondi.

L’ingegneria finanziaria studiata per il reperimento delle risorse destinate a fronteggiare gli eventi derivanti da calamità naturali è consistita nella concessione, a favore dei diversi soggetti attuatori individuati ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, di appositi mutui passivi assunti inizialmente per gli anni 2003 e 2004 con la Cassa Depositi e Prestiti e per gli anni successivi, 2005- 2009, reperiti sul libero mercato, il cui onere di ammortamento fu assunto dallo Stato, ai sensi dell’art. 1, comma 1, del citato decreto legge 7 febbraio 2003, n. 15, a valere sulle quote di impegno di volta in volta stabilite dalle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri emanate in relazione allo stato di emergenza dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 ottobre 2002, e coperte dalle leggi finanziarie annuali e/o da specifici provvedimenti legislativi.

2. La quantificazione delle risorse ricevute

In primis si presenta la tabella riepilogativa delle risorse accertate:

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Anno di riferimento Anno di riferimento €

Anno 2003 121.734.434,09Anno 2004 88.009.868,40Anno 2005 142.146.019,72Anno 2006 131.877.992,40Anno 2007 75.658.572,35Anno 2008 169.068.511,07Anno 2009 79.547.392,22Anno 2010 0,00

Totali 808.042.790,25

3. L’analisi delle risorse del 2003 Per il primo e per il secondo anno, il 2003 e il 2004, la fonte

normativa delle risorse assentite agli eventi calamitosi fu il decreto legge 7 febbraio 2003 n. 15, recante “Misure finanziarie per consentire interventi urgenti nei territori colpiti da calamità naturali”, come convertito, con modificazioni, in legge n. 62 del 1 aprile 2003 e la conseguente ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 28 marzo 2003, n. 3277, con la quale furono determinate le procedure, le modalità di utilizzo e di riparto delle risorse finanziarie autorizzate dal suddetto decreto legge n. 15 / 2003, come stanziate delle leggi finanziarie approvate dal Parlamento per gli esercizi 2003 e 2004.

Soggetto e norma di

finanziamento

Disposizione applicabile – attività finanziaria conclusa

Destinazione di spesa

Importi Realizzati

93.894.057,65 Decreto Legge n. 15 in data 7.2.2003, convertito, con modificazioni, in legge n. 62 del 1.4.2003 – legge finanziaria per il 2003 legge 27 dicembre 2002, n.289.

OPCM in data 28 marzo 2003, n. 3277 -n. 2 Mutui aggiudicati alla Cassa Depositi e prestiti

Attività del Comm. delegato evento sisma 16.188.630,63

Rimborsi delle anticipazioni disposte ai Comuni per conto del Dipartimento della Protezione Civile 11.651.745,81

Per un totale di 121.734.434,09

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4. L’analisi delle risorse del 2004 Per l’anno 2004, con la stessa normativa applicata per il 2003, furono

attribuiti le seguenti risorse finanziate dalla legge finanziaria per il 2004. Inoltre, sulla Contabilità speciale n. 3089 affluirono a favore del Commissario delegato i rimborsi di alcune partite di spesa non riscosse dai beneficiari.

Schematicamente, per l’anno 2004, si ebbero a disposizione le seguenti risorse:

Soggetto e norma di finanziamento

Disposizione applicabile – attività finanziaria conclusa

Destinazione di spesa Importi realizzati

43.733.563,67 Attività del Comm. delegato evento sisma 43.733.563,67

Decreto Legge n. 15 in data 7.2.2003, convertito, con modificazioni, in legge n. 62 del 1.4.2003 – legge finanziaria per il 2004 legge 350/2003

OPCM in data 28 marzo 2003, n. 3277

n. 2 Mutui aggiudicati alla Cassa Depositi e prestiti In totale 87.467.127,34

Soggetti diversi Rimborsi Attività evento sisma 109.383,74

Soggetti diversi Altri rimborsi 122.054,18

ANAS spa Rimborsi al Soggetto attuatore Ricostruzione San Giuliano 311.303,14

Per un totale di 88.009.868,40

5. L’analisi delle risorse del 2005

Per l’anno 2005 la legge finanziaria, legge 30 dicembre 2004, n. 311,

giusta l’art. 1, comma 203, attribuì un contributo dell’importo complessivo di € 10.550.000,00 per quindici anni a decorrere dal 2005, prevedendone la possibilità di attualizzazione con la stessa ingegneria finanziaria attuata per i due precorsi esercizi. La normativa applicabile fu esplicitata nell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3464 del 29 settembre 2005, che, a differenza delle precedenti, autorizzò i Commissari delegati a provvedere direttamente alla contrazione dei mutui, che, naturalmente rimanevano a carico del bilancio dello Stato.

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La stessa ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3464/2005 assegnò alla Regione Molise il contributo annuo di € 10.550.000,00 che rappresenta la quota annua delle due semestralità costanti e posticipate del mutuo complessivamente realizzabile con ammortamento a tasso fisso per n. 15 (quindici) anni, da destinare alle seguenti attività emergenziali:

n. Evento Importo

contributo annuo €

Note

1 Sisma 31.10.2002 - € 5.600.000,00 Prosecuzione interventi di emergenza

2 Sisma 31.10.2002 S. Giuliano P. € 2.925.000,00 Interventi di ricostruzione – Riserva di

legge

3 Sisma 31.10.2002 S. Giuliano P. € 1.725.000,00 Interventi di ricostruzione – Integrazione

4 Alluvione gennaio 2003 € 300.000,00 Prosecuzione interventi di emergenza Totale complessivo € 10.550.000,00

La realizzazione della procedura conseguì nella aggiudicazione al

Monte Paschi di Siena del mutuo di attualizzazione che comportò i seguenti realizzi netti:

Ricostruz. S. Giuliano Riserva legge € 33.901.494,31

Ricostruz. S. Giuliano somme aggiunt. € 19.993.188,95

Attività del Comm. delegato evento sisma € 64.905.425,00

Attività del Comm. delegato evento alluvione € 3.477.076,34

Per un totale di € 122.277.184,60

Alla data del 31 dicembre 2009, tale somma, risultava, per l’importo

di € 54.500.000,00, già introitata alla Contabilità speciale 3089, e la differenza di € 67.777.184,60 depositata su due conti fruttiferi della stessa Monte Paschi di Siena, certi e immediatamente disponibili. La capitalizzazione degli interessi maturati su tali depositi ha determinato una ulteriore disponibilità di risorse pari, oggi, ad oltre € 7.000.000,00. L’operazione è stata resa possibile dalle norme riferite alle attività

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finanziarie successive che hanno consentito l’utilizzo per cassa delle rivenienze 2006 e successive senza il necessario intacco dei depositi accumulati presso il Monte Paschi Siena.

Nel 2005, inoltre, il Commissario delegato ricevette una contribuzione da parte della Commissione Europea, a ristoro delle spese per l’emergenza e per la ricostruzione post-sisma 2002, di ulteriori € 21.826.000,00. Oltre ad attribuzioni di liberalità pervenute direttamente alla Regione Molise ed al rimborso di alcune partite di spesa non riscosse dai beneficiari.

Schematicamente, per l’anno 2005, si ebbero a disposizione le seguenti risorse:

Soggetto e norma di finanziamento

Disposizione applicabile –

attività finanziaria conclusa

Destinazione di

spesa

Importi Realizzati

Ricostruz. S.Giuliano Riserva legge 33.901.494,31

Ricostruz. S.Giuliano somme aggiunt. 19.993.188,95

Attività del Comm. delegato evento sisma 64.905.425,00

Attività del Comm. delegato evento alluvione (non sommate)

0,00

Dipartimento Protezione civile - legge 30.12.2004, n. 311, art. 1, comma 203

OPCM n. 3464 del 29.09.2005 Mutuo aggiudicato al Monte Paschi di Siena

Per un totale di 118.800.108,26

Commissione Europea

Tramite Ministero Tesoro e DPC

Attività del Comm. delegato evento sisma 21.826.000,00

Soggetti diversi Rimborsi Attività del Comm. delegato evento sisma 837.688,79

Soggetti diversi Liberalità Attività del Comm. delegato evento sisma 638.376,58

Soggetti diversi Altri Rimborsi 682.222,67

Per un totale di 142.146.019,72

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6. L’analisi delle risorse del 2006 Per l’anno 2006 la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria

per il 2006) al comma 100 dell’art. 1, attribuì alla Regione Molise, 10 milioni di euro annui per 15 anni destinati alla ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici del 2002.

L’attualizzazione di tali contributi avvenne sulla base delle disposizioni dei commi 511 e 512 dell’art. unico della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ed in applicazione delle disposizione integrative di cui al decreto interministeriale n. 2512 del 23 maggio 2007 previsto in attuazione della circolare MEF 15 del 28 febbraio 2007, concernente le modalità di attuazione dell’art. 1 comma 511 e 512 della legge 296/2006 del Dipartimento della Protezione civile, nonché dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3534/2006 (applicativa del comma 100 dell’art. 1 della legge 266/2005).

La procedura di gara espletata per il conferimento del mutuo passivo a carico del Bilancio dello Stato si concluse con l’aggiudicazione a favore del Monte Paschi di Siena, che provvide al versamento dell’intero importo mutuato - quale netto ricavo dell’operazione finanziaria di attualizzazione (riferita a n. 27 semestralità, dal luglio 2007 al dicembre 2020) di € 101.877.992,40.

Il Dipartimento della Protezione Civile provvide alla liquidazione ed al pagamento delle quote di contributo (€ 15.000.000,00 in totale), riferite ai primi tre semestri (I e II del 2006 e I del 2007) che, per i ritardi della emanazione delle norme applicative della attualizzazione, non potettero essere inclusi nella configurazione del mutuo. Parimenti provvide al pagamento del contributi una tantum stabilito per la Regione Molise dalla stessa legge finanziaria 2006, pari ad € 15.000.000,00.

Schematicamente, per l’anno 2006, si ebbero a disposizione le seguenti risorse:

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Soggetto e norma di finanziamento

Disposizione applicabile –

attività finanziaria conclusa

Destinazione di spesa

Importi realizzati €

Dipartimento Protezione civile – Attualizzazione contributi legge 23.12.2005, n. 266 - comma 100 dell’art. 1 Capitalizzazione Contributi 2007 - 2020

OPCM 3534/2006 - commi 511 e 512 dell’art. unico della legge 27.12.2006, n. 296 DDIIMM n. 2512 del 23.05.2007 circolare MEF 15 del 28.02.2007 Mutuo aggiudicato al Monte Paschi di Siena

Attività del Comm. delegato evento sisma

101.877.992,40

Dipartimento Protezione civile

C. 100 L 266 del 23.12.2005

Pagamento 1’ e 2’ semestralità 2006 e 1’ semestralità 2007 contributi non attualizzati

15.000.000,00

Dipartimento Protezione civile

Contributo una tantum previsto dalla legge 266-2006, art. 1 comma 100

Attività del Comm. delegato evento sisma

15.000.000,00

Per un totale di 131.877.992,40

7. L’analisi delle risorse del 2007 Per l’anno 2007 la legge finanziaria per tale anno, la numero 296 del

27 dicembre 2006, stabilì per la prosecuzione degli interventi emergenziali e della ricostruzione post-sisma 2002 in favore della Regione Molise solamente contributi una tantum, con specifica destinazione e vincolo di spesa. In particolare si ebbero a disposizione i seguenti trasferimenti:

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Soggetto e norma di finanziamento

Disposizione applicabile –

attività finanziaria conclusa

Destinazione di spesaImporti

realizzati €

Interventi emergenziali 33.000.000,00 Ricost S Giuliano (OOPP Sogg Att.) 30.800.000,00

Dipartimento Protezione civile – Attualizzazione contributi legge 27.12.2006, n. 296 – art. 1 - comma 1008 Dipartimento Protezione civile

Contributi una tantum

Ricost S Giuliano (Classe A privati) 9.200.000,00

Per un totale di 73.000.000,00

Interessi attivi su depositi MPS 2.400.000,00

Rimborsi diversi 258.572,35

Per un totale generale di € 75.658.572,35

8. L’analisi delle risorse del 2008 e 2009

Per gli anni 2008 e 2009 con le disposizioni legislative seguenti

furono assegnati fondi per garantire le stesse finalità istituzionali di prosecuzione degli interventi e delle opere di ricostruzione nelle zone colpite dagli eventi sismici del 31 ottobre 2002 e successivi nel territorio delle Regioni Molise e Puglia:

1 Anno 2008 € 35.000.000,00

2

Art. 1 comma 1008, legge 27.12.2006, n. 296 Anno 2009

a cura del Dipartimento di Protezione Civile € 35.000.000,00

3

Art. 21, comma 4 ter D.L. 1.10.2007, n. 159 convertito con legge 29.11.2007, n. 222

Anno 2008

a cura del Dipartimento di Protezione Civile

€ 50.000.000,00

4

Art. 21 bis D.L. 1.10.2007, n. 159 convertito con legge 29.11.2007, n. 222

Anno 2008

a cura del Ministero delle Infrastrutture

€ 60.000.000,00

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5

Anno 2008 – contributo quindicennale di € 5.000.000,00 annui dal 01.01.2009 al 31.12.2023, corrispondenti a

a cura del Dipartimento di Protezione Civile

€ 52.500.000,00

6

Art. 2, comma 257, legge 24.12.2007, n. 244 Anno 2009 –

contributo quindicennale di € 5.000.000,00 annui dal 01.01.2010 al 31.12.2024, corrispondenti a

a cura del Dipartimento di Protezione Civile

€ 52.500.000,00

In Totale € 285.000.000,00

Con i Decreti del Ministro delle Infrastrutture n. 1406 del 6 febbraio

2008 e n. 2108 del 26 febbraio 2008 si provvide alla ripartizione dei fondi medesimi, assegnando alle due Regioni i seguenti finanziamenti.

Rivenienza fondi

Destinazione/Tipologia fondi Regione Puglia Regione Molise

Regione Molise – riserva di legge per il Comune di San Giuliano di Puglia

€ 35.000.000,00

Regione Molise per interventi € 121.800.000,00

Fondi 2008 rivenienti dalle disposizioni delle leggi 27.12.2006, n. 296 e 29.11.2007, n. 222 Regione Puglia per interventi € 23.200.000,00

Netto ricavo dell’attualizzazione anno 2008 del contributo quindicennale di € 5.000.000,00 (ripartito in ragione di 4,2 milioni alla Regione Molise e 0,8 milioni alla Regione Puglia)

€ 8.400.000,00 € 44.100.000,00

Fondi Art. 2, comma 257, legge 24.12.2007, n. 244 Netto ricavo

dell’attualizzazione anno 2009 del contributo quindicennale di € 5.000.000,00 (ripartito in ragione di 4,2 milioni alla Regione Molise e 0,8 milioni alla Regione Puglia)

€ 8.400.000,00 € 44.100.000,00

In Totale € 40.000.000,00 € 245.000.000,00

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Schematicamente, per l’anno 2008, si ebbero a disposizione le seguenti risorse:

Soggetto e norma di

finanziamento

Disposizione applicabile – attività finanziaria conclusa

Destinazione di spesa Importi

realizzati €

Dipartimento Protezione civile – Legge finanziaria per il 2007

art. 1 comma 1008, legge 27.12.2006, n. 296

Interventi per il biennio successivo 2008 e 2009

riserva di legge per il Comune di San Giuliano di Puglia

35.000.000,00

Dipartimento Protezione civile Fondi 2008 rivenienti dalle disposizioni delle leggi 27.12.2006, n. 296

Utilizzo delle disponibilità di cui alla legge 29.11.2007, n. 222

Attività del Comm. delegato evento sisma 36.800.000,00

Ministero Infrastrutture Fondi 2008 rivenienti dalle disposizioni delle leggi 29.11.2007, n. 222

Art. 21 bis D.L. 1.10.2007, n. 159 convertito con legge 29.11.2007, n. 222 – rifinanziamnento con Delibera Cipe n. 68 del 30.07..2009

Attività del Comm. delegato evento sisma 50.000.000,00

Dipartimento Protezione civile Fondi - Art. 2, comma 257, legge 24.12.2007, n. 244

Netto ricavo presunto dell’attualizzazione anno 2008 del contributo quindicennale di € 5.000.000,00 (ripartito in ragione di 4,2 milioni alla Regione Molise e 0,8 milioni alla Regione Puglia)

Attività del Comm. delegato evento sisma 44.100.000,00

Per un totale di 165.900.000,00

Interessi attivi su depositi MPS 1.800.000,00

Rimborsi diversi 1.268.511,07

Per un totale generale di € 169.068.511,07

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E per l’anno 2009:

Soggetto e norma di

finanziamento

Disposizione applicabile – attività finanziaria conclusa

Destinazione di spesa

Importi realizzati €

Dipartimento Protezione civile – Legge finanziaria per il 2007 Interventi per il biennio successivo 2008 e 2009

art. 1 comma 1008, legge 27.12.2006, n. 296 anno finanziario 2009

Attività del Comm. delegato evento sisma

35.000.000,00

Dipartimento Protezione civile Fondi - Art. 2, comma 257, legge 24.12.2007, n. 244

Netto ricavo presunto dell’attualizzazione anno 2009 del contributo quindicennale di € 5.000.000,00 (ripartito in ragione di 4,2 milioni alla Regione Molise e 0,8 milioni alla Regione Puglia)

Attività del Comm. delegato evento sisma

44.100.000,00

Per un totale di 79.100.000,00

Rimborsi diversi 447.392,22

Per un totale generale di € 79.547.392,22

9. L’analisi delle risorse del 2010 Per il corrente anno la legge finanziaria non ha destinati risorse

all’evento sisma Molise del 2002. A fine esercizio saranno accertati gli interessi attivi sui depositi Monte Paschi maturati fino alla data del già disposto parziale svincolo.

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10. Lo stato della riscossione delle entrate Le risorse accertate, € 808.042.790,25, sono state riscosse per una

percentuale pari all’81,68% stante il seguente quadro di riepilogo:

RISCOSSIONI Anno di

riferimento

Risorse Accertate € Importi riscossi € % Reste da riscuotere €

Anno 2003 121.734.434,09 110.082.688,28 90,43 11.651.745,81 Anno 2004 88.009.868,40 88.009.868,40 100,00 0,00 Anno 2005 142.146.019,72 141.948.830,95 99,86 197.188,77 Anno 2006 131.877.992,40 131.877.992,40 100,00 0,00 Anno 2007 75.658.572,35 75.658.572,35 100,00 0,00 Anno 2008 169.068.511,07 78.568.511,07 46,47 90.500.000,00 Anno 2009 79.547.392,22 33.847.392,22 42,55 45.700.000,00 Anno 2010 0,00 0,00 0,00 0,00

Totali 808.042.790,25 659.993.855,67 81,68 148.048.934,58

11. I residui attivi riportati

La differenza tra le somma accertate, € 808.042.790,25 e quelle

riscosse, € 659.993.835,67, rappresenta il credito ancora da riscuotere, pari ad € 148.048.934,58.

Ad eccezione della partita ancora aperta dal 2003 di € 11.651.745,61 che rappresenta il ristoro delle anticipazioni eseguite per conto del Dipartimento della Protezione Civile in favore dei Comuni per i primi interventi di assistenza alla popolazione, e che verrà sistemata dopo l’approvazione dei rendiconti dei singoli Comuni, rappresentando essa una mera partita di giro, e della somma di € 197.188,77 giacente presso la Regione Molise a titolo di liberalità erogate da terzi e che hanno già trovato la destinazione di spesa, tutti gli altri crediti risalgono agli esercizi 2008 e 2009 nei quali si sono manifestati varie e diversificate problematiche di chiusura dei procedimenti di spesa da parte del

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Ministero del Tesoro che non ha autorizzato il Dipartimento per la Protezione civile alle pur complesse procedure di spesa.

In particolare rimane da incassare la quota 2008 di cui all’art. 21 bis decreto legge 01 ottobre 2007, n. 159 convertito con legge 29 novembre 2007, n. 222 – rifinanziato con Delibera Cipe n. 68 del 30 luglio 2009 che ha trovato l’approvazione della Corte dei Conti solo il data 22 dicembre 2009 e il netto ricavo dell’attualizzazione dei contributi quindicennali, sia 2008 sia 2009 e di cui all’art. 2, comma 257, legge 24 dicembre 2007, n. 244, già recentemente aggiudicata alla Banca Investimenti, Innovazione e Sviluppo S.p.A. (Gruppo Intesa San Paolo).

12. La spesa. L’analisi delle spese: impegni assunti e

pagamenti disposti ed effettuati; formazione dei debiti

Per la gestione finanziaria di tutte le procedure amministrative di

spesa inerenti l’utilizzo delle risorse resisi disponibili tempo per tempo, dal 2003 al 2010, è tenuta una regolare contabilità di natura pubblica “autorizzatoria” alla stessa stregua di quanto stabilito per lo Stato dalla legge 468/1978, per gli enti locali dal decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e per la Regione Molise dalla legge regionale 07 maggio 2002, n. 4 e s.m.i.. Pertanto la gestione finanziaria è avvenuta, ed avviene tuttora, mediante le fasi dell’accertamento di entrata (che si attua al momento della comunicazione dell’attribuzione delle risorse) e dell’impegno di spesa (che si attua al momento della emanazione del provvedimento autorizzatorio delle spese (generalmente decreti del Presidente della Giunta Regionale Commissario delegato, deliberazioni della Giunta Regionale), nonché - al momento delle realizzazioni nella fase dell’introito materiale dei fondi (Assunzione di reversale di incasso emessa sulla base della avvenuta comunicazione della Banca d’Italia di entrata in Contabilità speciale) ovvero, per la parte spesa, dalla emissione di ordinativo di pagamento (sempre preceduto da atti di liquidazione che certificano la avvenuta favorevole istruttoria tecnico amministrativa in relazione agli atti giustificativi della spesa disposta). Segue infine la fase

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dell’effettivo pagamento, demandata alla Banca d’Italia con l’utilizzo dei fondi giacenti esclusivamente sulla richiamata contabilità speciale n. 3089 presso Sezione di Tesoreria Provinciale dello Stato di Campobasso.

Tutte le spese sono considerate: - formalmente impegnate, quando, a valere sulle disponibilità finanziarie sussistenti, è stata autorizzata, con formali atti amministrativi (decreti, delibere, ecc.) assunti in esecuzione di norme legislative e/o di specifiche ordinanze del Presidente Consiglio Ministri e del Commissario delegato Presidente Giunta Regionale; - pagate - a valere sugli impegni di spesa assunti – nel momento in cui il procedimento di liquidazione è dichiarato concluso con il provvedimento di liquidazione dei corrispettivi dovuti ai beneficiari, e poi con la disposizione di pagamento (mandato) emesse a valere sulle disponibilità di cassa sussistenti sulla contabilità speciale n. 3089 in essere presso la Banca d’Italia di Campobasso.

Le spese, sotto il profilo economico funzionale sono state classificate nelle seguenti voci e nelle seguenti macro categorie:

A SPESE GENERALI E PRIMARIE

A1 Gestione della struttura commissariale A2 Gestione strutture degli Enti Locali A3 Assistenza primaria alla popolazione

B SPESE PER LA RICOSTRUZIONE

B1 Gestione indagini - microzonazione B2 Riparazioni funzionali (Comuni) B3 Gestione lavori pubblici scolastici Enti Locali B4 Gestione lavori pubblici strutturali Enti Locali B5 Riparazioni beni architettonici (Sovr. Beni Culturali) B6 Lavori pubblici strutturali: San Giuliano P. B7 Ricostruzione privata: San Giuliano P. B8 Ricostruzione privata: Comuni cratere

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13. Gli impegni assunti

In forza dei provvedimenti emessi dal Presidente della Giunta Regionale del Molise nella sua qualità di Commissario delegato per le attività post-sisma, sono stati formalmente impegnati complessivamente € 793.619.521,49, che, sotto il profilo temporale, sono ripartiti come appresso:

Anno Impegni %

2003 121.733.398,84 15,12 2004 88.008.082,72 10,93 2005 141.867.113,77 17,62 2006 131.874.563,25 16,38 2007 74.695.252,55 9,28 2008 167.708.511,07 20,83 2009 79.384.345,10 9,86 2010 0,00 0

Totali 805.271.812,67 100,00

Ne deriva che la maggior concentrazione di attività finanziaria di

spesa, relativamente alle autorizzazioni (impegni) si è avuta all’inizio delle attività - anni 2003 / 2005 e poi nel 2008 / 2009, in coincidenza con le attribuzioni delle risorse.

Sotto il profilo economico funzionale gli impegni sono stati classificati come dal seguente prospetto.

Per una migliore leggibilità la tabella delle tipologie di spesa viene presentata suddivisa negli anni di riferimento, per cui:

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il primo triennio

2003 2004 2005 Descrizioni

Importi € % Importi € % Importi € %

10-Gestione Struttura Commissariale 4.089.331,68 3,36 480.983,91 0,55 4.238.541,63 2,99

11-Gestione strutture EE.LL. 4.896.792,67 4,02 4.795.949,48 5,45 5.370.325,09 3,79

20-Assistenza primaria popolazione EELL 41.421.685,54 34,03 13.376.404,15 15,20 6.387.709,95 4,50

21-Assistenza primaria popolazione Enti Terzi 1.733.142,88 1,42 71.931,84 0,08 - -

TOTALE SPESE PRIMARIE

52.140.952,77 42,83 18.725.269,38 21,28 15.996.576,67 11,28

26-Lavori Pubblici scolastici EELL 16.983.766,81 13,95 10.380.125,10 11,79 5.834.255,54 4,11

27-Lavori pubblici strutturali EELL 15.817.517,20 12,99 7.528.054,05 8,55 6.807.120,60 4,80

30-Riparazione Beni architettonici SBC 13.246.791,38 10,88 1.701.804,79 1,93 5.247.772,14 3,70

40-Lavori pubblici strutturali Sogg Attuat 8.213.980,26 6,75 13.097.980,28 14,88 58.297.215,92 41,09

41-Ricostruzione San Giuliano Classe A - 0,00 - 0,00 21.122.198,93 14,89

42-Ricostruzione altri Comuni Classe A - 0,00 - 0,00 8.842.150,34 6,23

TOTALE SPESE RICOSTRUZIONE

69.592.446,07 57,17 69.282.813,34 78,72 125.870.537,10 88,72

TOTALE SPESE SISMA

121.733.398,84 100,00 88.008.082,72 100,00 141.867.113,77 100,00

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e il secondo periodo, 2006 – 2008

2006 2007 2008 Descrizioni

Importi € % Importi € % Importi € %

10-Gestione Struttura Commissariale 607.931,50 0,46 - - 3.650.152,05 2,18

11-Gestione strutture EE.LL. 13.090.596,61 9,93 - - 6.527.185,09 3,89

20-Assistenza primaria popolazione EELL 7.015.526,99 5,32 - - 4.921.793,80 2,93

21-Assistenza primaria popolazione Enti Terzi 2.711,40 0,00 - - - -

TOTALE SPESE PRIMARIE

20.716.766,50 15,71 - - 15.099.130,94 9,00

22-Gestione indagini: Microzonazione - - - - - -

25-Riparazioni funzionali EELL 10.931.069,52 8,29 - - 16.546.995,48 9,87

26-Lavori Pubblici scolastici EELL 7.214.653,93 5,47 53.015,09 0,07 21.043.306,53 12,55

27-Lavori pubblici strutturali EELL 9.977.355,50 7,57 343.762,31 0,46 25.991.312,90 15,50

30-Riparazione Beni architettonici SBC 2.076.045,34 1,57 690.000,00 0,92 10.823.265,25 6,45

40-Lavori pubblici strutturali Sogg Attuat 9.479.451,83 7,19 30.800.000,00 41,23 1.797.976,10 1,07

41-Ricostruzione San Giuliano Classe A 33.922.377,18 25,72 9.200.000,00 12,32 35.064.183,96 20,91

42-Ricostruzione altri Comuni Classe A 37.556.843,45 28,48 33.608.475,15 44,99 41.342.339,91 24,65

TOTALE SPESE RICOSTRUZIONE

111.157.796,75 84,29 74.695.252,55 100,00 152.609.380,13 91,00

TOTALE SPESE SISMA

131.874.563,25 100,00 74.695.252,55 100,00 167.708.511,07 100,00

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Di seguito, ancora, la tabella riferita al 2009 ed al 2010 anno nel quale si sono definanziati alcuni lavori di infrastrutture a vantaggio di ulteriori finanziamenti dei lavori ricostruzione di “classe A” ed al totale generale.

2009 2010 TOTALI

Descrizioni

Importi € % Importi € % Importi € %

10-Gestione Struttura Commissariale 3.143.106,71 3,96 -464.308,94 15.745.746,74 1,96

11-Gestione strutture EE.LL. 100.000,00 0,13 34.780.873,59 4,32

20-Assistenza primaria popolazione EELL 4.900.000,00 6,17 -5.149,20 78.018.023,27 9,69

21-Assistenza primaria popolazione Enti Terzi - - 1.807.787,26 0,22

TOTALE

SPESE PRIMARIE

8.143.106,71 10,26 -469.458,14 130.352.430,86 16,19

22-Gestione indagini: Microzonazione - - 4.143.987,73 0,51

25-Riparazioni funzionali EELL - - 94.959.220,59 11,79

26-Lavori Pubblici scolastici EELL 1.500.000,00 1,89 -13.195.513,28 49.813.652,33 6,19

27-Lavori pubblici strutturali EELL 7.100.000,00 8,94 -10.439.007,68 63.126.159,24 7,84

30-Riparazione Beni architettonici SBC - - -1.496.933,09 32.288.767,50 4,01

40-Lavori pubblici strutturali Sogg Attuatore 38.202.023,90 48,12 159.888.732,39 19,86

41-Ricostruzione San Giuliano Classe A - - 99.308.828,64 12,33

42-Ricostruzione altri Comuni Classe A 24.439.214,49 30,79 25.600.912,19 171.390.033,39 21,28

TOTALE

SPESE RICOSTRUZIONE

71.241.238,39 89,74 469.458,14 674.919.381,81 83,81

TOTALE

SPESE SISMA

79.384.345,10 100,00 0,00 805.271.812,67 100,00

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14. L’analisi della spesa

Le spese “primarie” pari ad € 130.352.430,86 rappresentano il 16,19% degli impegni totali e sono rappresentate dalle:

10-Gestione Struttura Commissariale € 15.745.746,74 1.96

Sono le spese di mantenimento degli uffici predisposti per la

struttura del Commissario delegato, quelle per i Centri Operativi Misti di Larino e San Giuliano di Puglia ove sono catalogate le spese per il personale (Regionale comandato e/o autorizzato a prestazioni straordinarie per adempiere ad incarichi connessi alla struttura commissariale, commissioni speciali, consulenti, personale assunto in forza delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri vigenti), spese per l’acquisizione di beni e servizi (spese generali, logistica, locazioni, contratti di energia, telefonia e servizi similari), spese per i rimborsi alle forze di polizia, di vigilanza, di volontariato ecc. che hanno operato nelle zone terremotate, comprensive di tutto quanto è occorso (alloggio, pasti, spese per i mezzi di trasporto, rimborso oneri previdenziali ecc.) per la loro permanenza nelle zone terremotate medesime.

11-Gestione strutture enti locali € 34.780.873,59 4.32

Questa spesa è riferita principalmente al rimborso degli oneri che i

Comuni sostengono per le assunzioni di personale tecnico e/o consulenti e/o collaboratori disposte ai sensi delle normativa vigente. Interessa ben 76 Enti su 84 (n. 83 Comuni e la Provincia di Campobasso). Le altre spese sono i rimborsi delle spese di gestione C.O.C. Nel tempo in tale categoria di spesa sono confluiti alcuni interventi gestiti dai Comuni in favore della popolazione, ovvero altre spese di gestione che i Comuni hanno sostenuto, diversamente non classificabili nella altre categorie.

20-Assistenza primaria popolazione gestita direttamente dagli EELL € 78.018.023,27 9.69

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21-Assistenza primaria popolazione gestita da Enti e soggetti Terzi € 1.807.787,26 0.22

Compendia le spese di assistenza primaria alle popolazioni, quali gli

oneri di autonoma sistemazione e similari. Ha interessato 58 Comuni. La gran parte degli interventi sono stati destinati ai 14 Comuni del cratere. Il solo Comune di San Giuliano ha assorbito risorse per circa il 15%

La spesa sostenuta, cioè impegnata ad oggi, per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma è pari ad € 674.919.381,81 che rappresenta l’ 83,81% di tutte le somme impegnate.

22-Gestione indagini: Microzonazione € 4.143.987,73 0.51

Trattasi del finanziamento disposto per le indagini propedeutiche agli

interventi di ricostruzione.

25-Riparazioni funzionali EELL € 94.959.220,59 11.79 Rappresenta il finanziamento degli interventi per la riparazione

funzionale di immobili “privati” richieste dai cittadini ai Comuni ai sensi dell’art. 12 dell’ordinanza Commissariale n. 13/03.

Sono state contabilizzate tutte le richieste inserite nelle graduatorie approvate dai singoli comuni per una spesa complessiva già sostenuta di € 94.959.220,59, che potrebbe elevarsi nel prossimo periodo per un ulteriore potenziale esborso di circa altri € 2.000.000,00 cui dovrà aggiungersi una ulteriore spesa di circa € 3.500.000,00 per effetto del decreto commissariale n. 117 del 04 gennaio 2005.

26-Lavori Pubblici scolastici EELL € 49.813.652,33 6.19

Rappresenta il finanziamento (ex art. 12 ordinanza commissariale n.

13/03) degli interventi per la riattivazione degli immobili degli Enti Locali sedi di Scuole materne, asili, elementari, medie e superiori che danneggiati dal sisma hanno avuto necessità di un immediato intervento che li ponesse nella condizione di essere immediatamente utilizzati.

I Comuni interessati e la Provincia di Campobasso, per le scuole medie superiori, sono 67 per un totale di oltre 250 interventi. Trattandosi

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di opere di ripristini infrastrutturali è sicuramente soddisfacente la percentuale di realizzazione, pari ad oltre il 50 %. I rimanenti lavori sono in avanzato stato di completamento per cui è auspicabile la chiusura dei procedimenti entro il 31 dicembre 2012.

27-Lavori pubblici strutturali EELL € 63.126.159,24 7.84

Rappresenta il finanziamento degli interventi per la rimozione di

pericoli per la pubblica incolumità, la riattivazione delle sedi di servizi pubblici degli enti locali, nonché l’esecuzione indagini geognostiche, le demolizioni di fabbricati pericolanti e la rimozione di macerie e i lavori di messa in sicurezza di fabbricati, opere viarie, idrauliche ecc.

Con il decreto n. 142 in data 18 novembre 2009 si è attivato il procedimento di definanziamento di alcuni interventi infrastrutturali per opere pubbliche di interesse comunale e degli edifici di culto danneggiate a seguito dell’evento sismico del 31 ottobre 2002, i cui progetti, alla stessa data del 18 novembre 2009 , non risultano attivati in maniera tale da risultare cantierabili nel termine perentorio di novanta giorni, e cioè entro il 18 febbraio 2010.

Tale operazione si è resa necessaria per deficienza di finanziamenti 2010 e per la effettiva difficoltà di immediata cantierabilità di alcune opere infrastrutturali già finanziate, da utilizzarsi esclusivamente per finanziare i lavori di ricostruzione di PEU e PES i cui progetti sono, al momento, già completamente cantierabili, possibilmente con carattere prioritario nello stesso Comune.

30-Riparazione Beni architettonici SBC € 32.288.767,50 4.01

Rappresentano i lavori di messa in sicurezza di oltre 50 Chiese e

Monumenti, danneggiati dal sisma. Gli interventi sono stati predisposti, affidati, diretti e liquidati dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali del Molise. La Struttura commissariale ha solamente provveduto ai pagamenti previo il riscontro degli atti amministrativi e tecnici emanati dalla stessa Sovrintendenza.

I contratti stipulati con le imprese appaltatrici dei lavori hanno previsto che dopo sei mesi dalla ultimazione fossero corrisposti i

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corrispettivi per il noleggio dei ponteggi installati a sostegno delle strutture dei fabbricati.

Per talune delle Chiese si è provveduto a redigere i progetti per la sistemazione definitiva, ed a finanziarli. Molti di essi sono oggi appaltati ed i lavori relativi sono in fase di ultimazione.

40-Lavori pubblici strutturali Sogg Attuatore € 159.888.732,39 19.86

41-Ricostruzione San Giuliano Classe A € 99.308.828,64 12.33 32,19

Gli interventi e le opere disposte per il Comune di San Giuliano di

Puglia sono considerati a parte. Quelle infrastrutturali sono state demandate al Soggetto Attuatore di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3375 del 10 settembre 2004, mentre quelle di ricostruzione “privata” è stata gestita direttamente dal Comune. Ad oggi l’opera di ricostruzione di San Giuliano di Puglia può dirsi completata.

La spesa come sopra rappresentata è il finanziamento degli interventi per la rimozione di pericoli per la pubblica incolumità, la riattivazione delle sedi di servizi pubblici, scolastici, sportivi, nonché le demolizioni di fabbricati pericolanti e la rimozione di macerie e i lavori di messa in sicurezza di fabbricati, opere viarie, idrauliche ecc. del solo Comune di San Giuliano di Puglia.

Come detto gli interventi diretti al Comune di San Giuliano di Puglia, sono stati demandate al Soggetto Attuatore di cui alla summenzionata ordinanza n. 3375/2004. Pertanto le somme erogate e da erogare sono versate direttamente alla contabilità speciale accesa presso la Sezione di Tesoreria provinciale dello Stato di Campobasso al detto Soggetto Attuatore, con le cadenze dell’andamento dei lavori e tenuto conto delle disponibilità di cassa esistenti.

L’elenco degli interventi autorizzati, impegnati e pagati sino ad oggi è riportato nel piano approvato dalla conferenza di servizio tra il Dipartimento per la Protezione Civile, il Commissario delegato ed il Comune di San Giuliano di Puglia, piano che prevedeva una spesa 240 milioni di euro, recentemente riqualificato con il decreto Commissariale

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n. 120/09 che ne ha riconfermati i singoli interventi ed i rispettivi finanziamenti.

42-Ricostruzione altri Comuni Classe A € 171.390.033,39 21.28

Dai prospetti riportati si evince anche la spesa complessiva per la

ricostruzione privata dei PEU e PES che i Comuni hanno già approvato che, alla data del 31 agosto 2010, hanno ricevuto formale finanziamento, giusta i singoli decreti commissariali emanati, pari ad oltre 170 milioni di euro, copre una buona fetta di ricostruzione pesante. La previsione complessiva di oltre 500 milioni di € solo per la “classe A” è stata finanziata, quindi circa al 33%.

L’elenco completo dei finanziamenti, per Comune, è disponibile sul sito internet delle attività regionali post-sisma.

15. Lo stato dei pagamenti Tutta l’attività finanziaria messa in atto per la gestione degli eventi

sisma 2002 si è compendiata in numero 19.070 mandati di pagamento a favore dei 2.330 beneficiari.

Gli importi pagati, tutti regolarmente documentati sia sotto il profilo fiscale e contributivo, ove del caso, sia sotto il profilo amministrativo autorizzativo, sia ancora sotto il profilo del controllo preventivo della istruzione del procedimento definito nell’atto di liquidazione finale che ne autorizzava l’emissione del titolo di spesa, sono riepilogati come dal seguente prospetto.

L’elenco completo, redatto anno per anno, dei pagamenti eseguiti, completo dei dati dei beneficiari, degli atti autorizzativi e dei singoli importi pagati, è disponibile quale allegato ai rendiconti presentati ai sensi dell’art. 5, comma 5 bis della legge n. 225/1992, come introdotto dal decreto legge n. 208/08.

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Pagamenti

Anno Importi € %

2003 49.032.489,97 8,66

2004 65.504.220,97 11,57

2005 75.168.652,79 13,27

2006 70.935.899,80 12,52

2007 101.148.407,22 17,86

2008 107.979.078,17 19,06

2009 96.618.388,27 17,06

2010 56.037.775,78 11,65

Totali 622.424.912,97 100,00

16. I residui passivi riportati La differenza tra le somme impegnate, € 805.271.812,67 e quelle

pagate, € 622.424.912,97, rappresenta il debito ancora da pagare, pari ad € 182.846.899,70.

Tale somma rappresenta quanto ancora in corso di realizzazione riferibile ai lavori pubblici in gestione ai Comuni ed agli altri soggetti attuatori individuati di volta in volta nonché ai pagamenti per forniture, servizi ecc. rinviati all’esercizio 2010 per mera attuazione dei provvedimenti di liquidazione.

Una buona quota di tale debito rappresenta finanziamenti accordati ai Comuni e non ancora canteriabili per deficienza di procedimento.

Si richiama quanto già esplicitato in riferimento all’attuazione di alcune definanziamenti disposti con i decreti commissariali n. 142/2009 e n. 12/2010.

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17. Il riepilogo delle spese

Risulta opportuno fornire, per consentire un esame del quadro d’insieme, il prospetto riepilogativo.

QUADRO DI SINTESI FINANZIARIA EVENTI SISMA 2002

descrizioni sisma

Risorse assentite € 808.142.790,25

Totale impegni assunti € 805.271.267,30

Tot pagamenti € 622.424.912,97

Residui passivi € 182.846.354,33

DISPONIBILITÀ DA IMPEGNARE O RIMBORSARE

€ 2.871.522,95

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APPENDICI

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I

QUADRI STATISTICI

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127

Tabella 1. I finanziamenti delle OO.PP. per ente attuatore

Importi finanziati per tipologia Comune

I II III IV V VI VII altro Totale €

Acquaviva Collecroce 68.550,72 200.000,00 79.425,44 108.402,46 475.000,00 931.378,62

Baranello 46.844,20 104.000,00 150.844,20 Bojano 12.000,00 638.031,83 600.000,00 1.250.031,83 Bonefro 30.940,99 574.338,00 1.076.000,00 1.751.596,96 2.570.650,00 2.145.600,00 51.439,60 8.200.565,55 Busso 15.000,00 300.000,00 750.000,00 1.065.000,00 Campobasso 302.400,00 302.400,00 Campochiaro 350.000,00 774.117,94 150.000,00 1.274.117,94 Campodipietra 491.076,00 390.000,00 240.000,00 1.121.076,00 Campolieto 131.870,00 658.353,00 12.540,00 135.000,00 252.000,00 1.189.763,00 Campomarino 93.038,19 93.038,19 Casacalenda 510.000,00 818.740,24 2.715.443,68 411.669,63 1.405.776,95 3.455.998,26 588.651,00 9.906.279,76 Casalciprano 100.000,00 100.000,00 250.000,00 140.000,00 590.000,00 Castellino del Biferno 750.254,04 160.000,00 1.360.136,00 250.544,14 3.153.324,36 2.274.000,00 7.948.258,54

Castelbottaccio 77.240,00 77.240,00 154.480,00 Castelmauro 50.000,00 50.500,00 268.000,00 53.000,00 421.500,00 Castropignano 200.000,00 99.531,84 849.540,00 1.149.071,84 Cercemaggiore 127.921,40 329.500,00 153.170,67 610.592,07 Cercepiccola 50.172,46 50.172,46 Civitacam- pomarano 192.000,00 107.500,00 299.500,00

Colle d'Anchise 414.965,41 343.281,25 758.246,66

Colletorto 70.000,00 1.352.550,00 4.142.139,91 4.433.294,67 1.538.825,00 478.250,00 12.015.059,58 Duronia 20.000,00 30.567,64 300.000,00 350.567,64 Ferrazzano 1.500.000,00 139.769,62 1.639.769,62 Fossalto 199.651,98 85.427,96 333.015,09 151.056,67 769.151,70 Gambatesa 743.000,00 580.600,00 160.000,00 1.483.600,00 Gildone 6.500,00 570.000,00 15.000,00 167.558,00 18.000,00 777.058,00 Guardialfiera 239.276,00 440.000,00 502.941,00 12.622,17 2.200.000,00 113.997,05 3.508.836,22 Guglionesi 711.123,00 711.123,00 Jelsi 230.000,00 192.000,00 90.000,00 720.000,00 1.232.000,00 Larino 90.380,00 1.879.320,00 208.653,57 2.114.949,94 3.300.691,31 1.338.522,74 66.760,99 8.999.278,55 Limosano 40.000,00 609.670,40 146.202,59 1.237.098,80 2.032.971,79 Lucito 6.800,00 187.500,00 194.300,00 Lupara 50.000,00 455.612,87 299.600,00 805.212,87 Macchia Valfortore 700.000,00 105.184,75 500.000,00 130.000,00 1.435.184,75

Mafalda 122.922,72 5.800,00 128.722,72 Matrice 49.500,00 59.723,08 540.000,00 649.223,08 Mirabello Sannitico 25.711,62 137.000,00 162.711,62

Monacilioni 100.000,00 70.000,00 50.000,00 53.708,04 200.000,00 473.708,04 Montagano 25.000,00 508.300,00 1.188.579,01 99.419,63 1.821.298,64 Montecilfone 325.996,00 325.996,00 Montelongo 517.074,00 769.132,35 1.300.000,00 35.218,74 2.621.425,09 Montemitrio 21.906,18 21.906,18

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Importi finanziati per tipologia Comune

I II III IV V VI VII altro Totale €

Montenero di Bisaccia 2.559.872,94 250.000,00 2.809.872,94

Montorio nei Frentani 746.000,00 650.000,00 234.655,46 1.400.000,00 430.127,24 11.000,00 3.471.782,70

Morrone del Sannio 68.669,22 1.050.000,00 172.258,50 2.258.042,00 800.000,00 4.348.969,72

Oratino 580.000,00 330.000,00 910.000,00 Palata 286.807,08 350.000,00 500.000,00 1.136.807,08 Petacciato 560.000,00 110.000,00 670.000,00 Petrella Tifernina 25.000,00 30.000,00 540.000,00 595.000,00

Pietracatella 610.000,00 30.000,00 515.000,00 1.155.000,00 Portocannone 900.000,00 200.000,00 1.100.000,00 Provvidenti 215.165,73 600.000,00 1.542.702,21 70.171,89 9.023,03 2.437.062,86 Riccia 69.500,00 69.500,00 Ripabottoni 290.673,69 480.000,00 1.915.000,00 921.531,18 715.000,00 2.280.000,00 177.273,64 6.779.478,51 Ripalimosani 249.942,73 249.942,73 Roccavivara 341.260,00 125.000,00 466.260,00 Rotello 2.470.333,00 1.212.768,00 53.241,83 1.450.000,00 500.000,00 5.686.342,83 Salcito 85.000,00 300.000,00 637.591,87 1.022.591,87 San Felice del Molise 1.900,00 431.599,58 433.499,58

San Giacomo degli Sciavoni 200.000,00 140.000,00 340.000,00

San Giovanni in Galdo 15.000,00 295.365,00 310.365,00

San Martino in Pensilis 30.000,00 40.311,17 984.608,00 201.715,60 1.256.634,77

San Massimo 500.000,00 500.000,00 San Polo Matese 500.000,00 500.000,00

Santa Croce di Magliano 1.004.737,48 500.000,00 2.650.000,00 388.000,57 5.950.000,00 1.505.000,00 11.997.738,05

Sant'Angelo Limosano 20.000,00 50.000,00 36.860,39 19.000,00 125.860,39

Sant'Elia a Pianisi 11.786,84 704.000,00 493.668,00 25.000,00 13.176,27 11.097,48 1.258.728,59

Sepino 685.300,00 685.300,00 Spinete 40.000,00 578.979,12 618.979,12 Tavenna 300.000,00 21.891,94 100.700,00 422.591,94 Termoli 420.000,00 420.000,00 Torella del Sannio 331.000,00 623.630,00 200.000,00 1.154.630,00

Toro 16.000,00 935.000,00 20.000,00 971.000,00 Trivento 200.000,00 300.000,00 500.000,00 Tufara 64.000,00 64.000,00 Ururi 114.961,54 86.699,52 463.393,84 2.190.872,00 696.000,00 3.551.926,90 Vinchiaturo 28.000,00 380.000,00 408.000,00

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129

Segue tabella 1

Importi finanziati per tipologia Enti diversi

I II III IV V VI VII altro Totale €

Provincia di Campobasso 611.000,00 6.000.000,00 1.330.669,50 598.224,00 8.539.893,50

A.S.L. n. 4 "Basso Molise" 650.000,00 650.000,00

Comunità Montana "Molise Centrale"

534.000,00 534.000,00

Ente Morale educandato femminile S.Alfonso dei Liguori

1.200.000,00 1.200.000,00

Casa del Fanciullo "M. Camilla Rolon" Scuola Materna Paritaria

396.688,66 396.688,66

Istituto femminile "G. Speranza"

550.000,00 550.000,00

Scuola Parrocchiale "S. Antonio"

136.533,83 136.533,83

Scuola dell'Infanzia "Beata Maria Assunta in Cielo"

140.000,00 140.000,00

LEGENDA I dati riportati non tengono conto delle somme definanziate con il D.C. n°12/10 ed in parte riassegnate, non per tutti i dd.cc. è seguito l’impegno di spesa. I Infrastrutture: Acquedotti, Fognature, Strade; Campi sportivi, Acquisto terreni (espropri)

II Cimiteri III* Chiese IV Messa in sicurezza e demolizioni V** Scuole (interventi di miglioramento sismico ed adeguamento, strutture temporanee, sistemazione aree di pertinenza) VI Edifici Pubblici o ad uso pubblico VII Manutenzione scuole, abitazioni temporanee

Altro

* il finanziamento è assegnato alla porrocchia o alla diocesi competente, le somme indicate non tengono conto degli importi riconosciuti per i noli delle opere provvisionali

** Le somme indicate non tengno conto degli importi riconosciuti per le riparazioni funzionali I dati non tengono conto delle somme definanziate con il D.C. n°12/10 ed in parte riassegnate

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132

Tabella 3. Scuole - Complesso degli interventi da rifinanziare

decreto commissariale

Aut.ne sismica

N. o

rdin

e

n. Del

Oggetto Beneficiario

Importo da

riassegnare€ n. del

1 246 04/07/08 Edificio pubblico via XX settembre, ex scuola Media

Comune di Bonefro 1.087.300,00 34/2008 04/07/2008

2 127 23/09/09

Riparazione dell'edificio pubblico destinato a Scuola elementare - PES 29 - 1° lotto funzionale

Comune di Castelmauro 268.000,00 in corso

3 273 29/07/08 Edificio scolastico: scuola elementare e media

Comune di Colletorto 3.900.000,00 84/2010 26/05/2010

4 255 04/07/08 Edificio scolastico scuola materna San Leonardo

Comune di Larino 860.000,00 117/2010 14/07/2010

5 111 05/03/08

lavori di riparazione con miglioramneto sismico Edificio Scolastico sede della scuola materna

Comune di Lupara 39.600,00

6 274 29/07/08 Palestra Comune di Montelongo 800.000,00 in corso

7 2 17/02/09 Edificio scolastico per scuola elementare e media PRS J

Comune di Montorio

nei Frentani 1.400.000,00 in corso

8 9 17/02/09

Lavori di adeguamento sismico della struttura scuola elementare e media sita in via Kennedy (Corpo di Valle). Ulteriore Finanziamento

Comune di Palata 350.000,00 128/2010 11/08/2010

9 278 29/07/08 edificio scolastico: elementare e materna PES n.16 Comune di Rotello 1.450.000,00 in corso

10 276 29/07/08 Edificio scolastico elementare Comune di San Massimo 500.000,00 non pervenuta

11 243 04/07/08 edificio scolastico scuola elementare

Comune di Santa Croce di Magliano 3.300.000,00 non pervenuta

12 243 04/07/08 edificio scolastico scuola materna Comune di Santa Croce di Magliano 650.000,00 in corso

Totale 14.604.900,00

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133

Tabella 4. Scuole - Somme promesse

N. o

rdin

e

Oggetto Beneficiario

Importo Da

riassegnare €

1 Liceo Scientifico di Campobasso Provincia di Campobasso 2.500.000,00

2 Altro Provincia di Campobasso 500.000,00

3 Scuola elementare e materna II Circolo in Via d'Amato

4 Scuola media "F. D'Ovodio" in Piazza della Repubblica

5 Scuola elementare e materna IV Circolo in Via G. Leopardi

6 I.C. "Montini" in Via Scarano

7 Direzione didattica II in Via Crispi

8 Palazzo Nord II Circolo in Via Crispi

9 Scuola Elementare "F. D'Ovidio" I Circolo in Via Roma

Comune di Campobasso 2.217.600,00

Totale 5.217.600,00

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134

Tabella 5. Nuclei familiari in moduli abitativi e in autonoma sistemazione nei Comuni del “Cratere”*

Nuclei familiari in:

Comune

Moduli abitativi

Autonoma sistemazione

Bonefro 47 58 Casacalenda 0 23 Castellino 14 19 Colletorto 22 112 Larino 8 81 Morrone 4 3 Montelongo 4 3 Montorio 0 5 Provvidenti 3 2 Ripabottoni 6 4 Rotello 30 20 San Giuliano di Puglia 80 15 Santa Croce di Magliano 9 75 Ururi 0 46

Totale 227 466 * Gli interventi di riparazione/ricostruzione delle abitazioni danneggiate e sgomberate sono tutti oggetto di promessa di contributo. I dati, aggiornati al mese di agosto 2010, sono stati forniti dalle Amministrazioni comunali.

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135

Tabella 6. Nuclei familiari in moduli abitativi e in autonoma sistemazione nei Comuni “Fuori Cratere”*

Nuclei familiari in:

Comune Moduli abitativi

Autonoma sistemazione

Acquaviva Collecroce 0 0 Baranello 0 0 Bojano 0 0 Busso 0 0 Campobasso 0 0 Campochiaro 0 0 Campodipietra 1 5 Campolieto 2 8 Campomarino 0 0 Casalciprano 0 0 Castelbottaccio 0 0 Castelmauro 0 2 Castropignano 0 0 Cercemaggiore 0 2 Cercepiccola 0 0 Civitacampomarano 1 6 Colle d’Anchise 0 0 Duronia 0 0 Ferrazzano 0 0 Fossalto 0 3 Gambatesa 1 1 Gildone 0 4 Guardialfiera 6 3 Guglionesi 0 15 Jelsi 0 3 Limosano 0 8 Lucito 0 6 Lupara 0 4 Macchia Valfortore 0 8 Mafalda 0 1 Matrice 0 0 Mirabello Sannitico 0 4 Molise 0 0 Monacilioni 0 9 Montagano 0 0 Montecilfone 1 2

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136

Nuclei familiari in:

Comune Moduli abitativi

Autonoma sistemazione

Montefalcone nel Sannio 0 0 Montemitro 0 0 Montenero di Bisaccia 0 2 Oratino 0 0 Palata 0 1 Petacciato 0 0 Petrella Tifernina 0 2 Pietracatella 0 0 Pietracupa 0 0 Portocannone 0 7 Riccia 0 2 Ripalimosani 0 1 Roccavivara 0 1 Salcito 6 1 San Biase 0 0 San Felice del Molise 0 1 San Giacomo degli Schiavoni 0 1 San Giovanni in Galdo 0 1 San Giuliano del Sannio 0 0 San Martino in Pensilis 0 11 San Massimo 0 0 San Polo Matese 0 0 Sant’Angelo Limosano 0 0 Sant’Elia a Pianisi 0 14 Sepino 0 4 Spinete 0 0 Tavenna 0 0 Termoli 0 0 Torella del Sannio 0 2 Toro 0 10 Trivento 0 15 Tufara 1 2 Vinchiaturo 0 0

Totale 19 172 * Gli interventi di riparazione/ricostruzione delle abitazioni danneggiate e sgomberate sono tutti oggetto di promessa di contributo. I dati, aggiornati al mese di agosto 2010, sono stati forniti dalle Amministrazioni comunali.

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137

Tabella 7. Sottoprogetti approvati definitivamente - Comuni del “Cratere”*

Comune Sottoprogettifinanziati n.

Sottoprogetti da finanziare n.

*

Importo finanziato €

Importo da finanziare €

* 47,860.787.452,586.321.113182 orfenoB

Casacalenda 60 4 21.101.724,36 1.316.114,61 Castellino del Biferno 3 0 1.272.862,55 0

12,962.549.225,736.562.72676 otrotelloC 72,207.275.640,162.924.910206 oniraL

Montelongo 16 0 5.422.121,60 0 01,679.84633,321.047.147 oirotnoM 078,720.782.21061 enorroM 11,670.6768,073.670.5112 itnedivvorP

Ripabottoni 16 4 14.762.787,26 4.664.591,93 34,070.923.179,363.480.9743 irurU 044,953.415.31023 olletoR

Santa Croce di Magliano 44 0 14.994.248,76 0 Totale 404 59 157.074.573,81 22.339.869,40

* Sottoprogetti comunicati alla Struttura Commissariale in attesa di

finanziamento. Si evidenzia che la stima totale dei progetti in classe A (cratere e fuori cratere) è di

360 milioni di euro. I dati aggiornati al 20 ottobre 2010.

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138

Tabella 8. Sottoprogetti approvati definitivamente - Comuni “Fuori Cratere”

ComuneSottoprogettifinanziati n.

Sottoprogettida finanziare n.

*

Importofinanziato €

Importoda finanziare €

*

089,070.801.101 onarpiclasaC 006,090.68906 otlassoF

27,269.00101 isenoilguG

29,573.700.188,353.46242 onasomiL 075,938.47201 adlafaM 87,667.59327,741.25411 inoilicanoM 86,934.98162,612.05211 enoflicetnoM

Montenero di B. 2 0 364.581,39 0 094,884.12702 .T allerteP 028,831.57101 apucarteiP 34,351.24284,756.73313 oticlaS 07,586.2410 .S omocaiG naS

San Martino in P. 7 1 1.147.503,13 386.481,84 San Polo Matese 2 0 531.471,34 Sant'Angelo L. 1 0 151.528,06 0

54,273.126.281,416.13221 .P a ailE'naSTermoli

61,445.230.120 .S led alleroT 033,596.93701 orutaihcniV

Totale 33 13 7.837.359,95 5.917.819,96

* Sottoprogetti comunicati alla Struttura Commissariale in attesa di

finanziamento. Si evidenzia che la stima totale dei progetti in classe A (cratere e fuori cratere) è di

360 milioni di euro. I dati aggiornati al 20 ottobre 2010.

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II DOCUMENTO

SU STIMA DEI DANNI E FABBISOGNO

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Campobasso, lì

Il Sub Commissario(Geom. Nicola E. Romagnuolo)

Viale Elena, 1 - 86100 Campobasso

Interventi di riparazione/ricostruzione degli edifici pubblici e privati danneggiati dagli

eventi sismici del 31 ottobre 2002.

5 marzo 2010

Stima dei danni e finanziamenti al

13 marzo 2010

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Struttura Commissariale per le Attività Post Sisma

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Tabella 1

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 1

Gli importi finanziati tengono conto delle utilizzazioni già disposte sulle economie realizzate dai definanziamenti disposti ai sensi dei CCDD 142/2009 e 12/2010

346.143.269,83

Cratere

Fuori Cratere

Totali

Dati sottoposti a variazioni in esito ai controlli e verifiche amministrative in corso.

Gli importi "stimati" sono stati determinati sulla scorta dei progetti preliminari di stima forniti dai Comuni e verificati dalla struttura commissariale

1.266 5.078 513.559.678,85

167.416.409,02

153.914.584,66

865

401

3.586

1.492

435

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

Comuni della Provincia di Campobasso(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Edilizia Privata(Tabelle riepilogative)

Classe "A" Abitazioni principali e/o immobili sedi di attività produttive con ordinanza di sgombero totale

SottoprogettiUnità Immobiliari

ricomprese nei Sottoprogetti

Importi di stima Classe "A"

359.645.094,19

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Tabella 1 Bis

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 2

Gli importi finanziati tengono conto delle utilizzazioni già disposte sulle economie realizzate dai definanziamenti disposti ai sensi dei CCDD 142/2009 e 12/2010

Comuni della Provincia di Campobasso

Cratere

Fuori Cratere

Totali

Dati sottoposti a variazioni in esito ai controlli e verifiche amministrative in corso.

(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Edilizia Privata(Tabelle riepilogative)

Classe "A Bis" Immobili sedi di attività produttive / agricole con ordinanza di sgombero totale

SottoprogettiUnità Immobiliari

ricomprese nei Sottoprogetti

Importi di stima Classe "A Bis"

16 -

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

2.146.224,52

106 - 13.869.417,56

12.124.548,44

Gli importi sono stati determinati sulla scorta dei progetti preliminari di stima forniti dai Comuni e verificati dalla struttura commissariale

122 - 16.015.642,08

3.891.093,64

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Tabella 2

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 3

1.631.052.973,20

Gli importi sono stati determinati sulla scorta dei progetti preliminari di stima forniti dai Comuni e verificati dalla struttura commissariale

500.959.226,69

1.130.093.746,51

Dati sottoposti a variazioni in esito ai controlli e verifiche amministrative in corso.

Cratere

Fuori Cratere

Totali 1.631.052.973,20

-

(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Edilizia Privata(Tabelle riepilogative)

Restanti Classi di poriorità: "B", "C", "D", "E"

Importi di stima Classi "B", "C", "D", "E"

Comuni della Provincia di Campobasso

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

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Tabella 3

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 4

Gli importi finanziati tengono conto dei definanziamenti disposti ai sensi dei CCDD 142/2009 e 12/2010

Gli importi sono stati determinati sulla scorta dei progetti preliminari di stima forniti dai Comuni e verificati dalla struttura commissariale. Dati sottoposti a variazioni in esito ai controlli e verifiche amministrative in corso.

Fuori Cratere 700.000.000,00

Totali 1.000.000.000,00

63.126.114,88

936.873.885,12

Cratere 300.000.000,00

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

Comuni della Provincia di Campobasso(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Opere Pubbliche(Tabelle riepilogative)

Importi dei progetti preliminari di stima degli interventi di riparazione / ricostruzione di Opere pubbliche individuate dai Comuni - Sono escluse le scuole e gli edifici di culto

Importi di stima

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Tabella 4

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 5

Gli importi sono stati determinati sulla scorta dei progetti preliminari di stima forniti dai Comuni. Dati sottoposti a variazioni in esito ai controlli e verifiche amministrative in corso.

Relativamente agli Istituti secondari di 2' grado il Commissario Delegato ed il Presidente della Provincia di Campobasso hanno stipulato una convenzione per un importo complessivo di 24 milioni di euro, di cui 12 milioni a carico dei fondi commissariali. Di questi sono stati già finanziati 9 milioni di euro.

105.186.390,28

(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Scuole(Tabelle riepilogative)

Importi dei progetti preliminari di stima degli interventi di riparazione / ricostruzione di Scuole pubbliche e private ad uso pubblico dell'infanzia, primarie e secondarie di 1' grado

Importi di stima

Cratere 37.000.000,00

Fuori Cratere 118.000.000,00

Totali 155.000.000,00

49.813.609,72

Comuni della Provincia di Campobasso

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

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Tabella 5

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 6

Fuori Cratere 80.000.000,00

Totali 115.000.000,00

32.288.745,81

82.711.254,19

Dati sottoposti a variazioni in esito ai controlli e verifiche amministrative in corso.Gli importi finanziati tengono conto delle utilizzazioni già disposte sulle economie realizzate dai definanziamenti disposti ai sensi dei CCDD 142/2009 e 12/2010

Cratere 35.000.000,00

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

Comuni della Provincia di Campobasso(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Edifici di Culto(Tabelle riepilogative)

Importi dei progetti preliminari di stima degli interventi di riparazione / ricostruzione degli edifici di culto gli edifici di culto

Importi di stima

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Tabella 6

Già finanziati

Ulteriori risorse da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 7

Fuori Cratere 85.000.000,00

Totali 150.000.000,00

94.959.145,05

55.040.854,95

Cratere 65.000.000,00

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

Comuni della Provincia di Campobasso(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

Interventi di Riparazione funzionale(Tabelle riepilogative)

Gli importi sono stati determinati sulla scorta dei dati foreniti dai Comuni inerenti gli interventi di riparazione funzionale - Contributo max di € 20.000,00 per unità immobiliare ad istanza di parte.

Importi di stima

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STIMA CRATERE

STIMA FUORI CRATERE

TOTALE STIMAGIA'

FINANZIATIRISORSE DA

REPERIRE

SPESE GENERALI (STIMA ANNUALE PER IL 2010)

11.640.000,00 11.640.000,00 -

EDILIZIA PRIVATA CLASSE A 359.645.094,19 153.914.584,66 513.559.678,85 167.416.409,02 346.143.269,83

EDILIZIA PRIVATA CLASSE A bis

13.869.417,56 2.146.224,52 16.015.642,08 3.891.093,64 12.124.548,44

EDILIZIA PRIVATA ALTRE CLASSI

500.959.226,69 1.130.093.746,51 1.631.052.973,20 - 1.631.052.973,20

TOTALE EDILIZIA PRIVATA 874.473.738,44 1.286.154.555,69 2.160.628.294,13 171.307.502,66 1.977.196.243,03

OPERE PUBBLICHE 300.000.000,00 700.000.000,00 1.000.000.000,00 63.126.114,88 936.873.885,12

SCUOLE 37.000.000,00 118.000.000,00 155.000.000,00 49.813.609,72 105.186.390,28

EDIFICI DI CULTO 35.000.000,00 80.000.000,00 115.000.000,00 32.288.745,81 82.711.254,19

RIPARAZIONI FUNZIONALI 65.000.000,00 85.000.000,00 150.000.000,00 94.959.145,05 55.040.854,95

Totali 1.311.473.738,44 2.269.154.555,69 3.592.268.294,13 423.135.118,12 3.157.008.627,57

Totale da reperire

Valutazione dati al 05-mar-10 Pagina 8

3.157.008.627,57

(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

QUADRO di SINTESI

Comuni della Provincia di Campobasso

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

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ANNO 2010 ANNO 2011 ANNO 2012 Totale

SPESE GENERALI (STIMA TRIENNALE)

27.000.000,00 11.640.000,00 15.360.000,00 - 7.860.000,00 7.500.000,00 15.360.000,00

EDILIZIA PRIVATA CLASSE A

513.559.678,85 167.416.409,02 346.143.269,83 100.000.000,00 120.000.000,00 100.000.000,00 320.000.000,00

EDILIZIA PRIVATA CLASSE A bis

16.015.642,08 3.891.093,64 12.124.548,44 4.000.000,00 4.000.000,00 4.000.000,00 12.000.000,00

EDILIZIA PRIVATA ALTRE CLASSI

1.631.052.973,20 - 1.631.052.973,20 -

TOTALE EDILIZIA PRIVATA

2.160.628.294,13 171.307.502,66 1.989.320.791,47 104.000.000,00 124.000.000,00 104.000.000,00 332.000.000,00

OPERE PUBBLICHE

1.000.000.000,00 63.126.114,88 936.873.885,12 80.000.000,00 150.000.000,00 200.000.000,00 430.000.000,00

SCUOLE 155.000.000,00 49.813.609,72 105.186.390,28 50.000.000,00 55.186.000,00 - 105.186.000,00

EDIFICI DI CULTO 115.000.000,00 32.288.745,81 82.711.254,19 20.000.000,00 20.000.000,00 20.000.000,00 60.000.000,00

RIPARAZIONI FUNZIONALI

150.000.000,00 94.959.145,05 55.040.854,95 10.000.000,00 5.000.000,00 10.000.000,00 25.000.000,00

Totali 3.607.628.294,13 423.135.118,12 3.184.493.176,01 264.000.000,00 362.046.000,00 341.500.000,00 967.546.000,00

Totale da reperire nel triennio

Valutazione dati a 05-mar-10 Pagina 9

(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

QUADRO di SINTESI dei FABBISOGNI

967.546.000,00

TOTALE STIMAGIA'

FINANZIATIRISORSE TOTALI

DA REPERIREFABBISOGNO MINIMO TRIENNIO CORRENTE

Comuni della Provincia di Campobasso

Regione MoliseStruttura Commissariale Attività post sisma

(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Piano di Finanziamento per il Triennio corrente

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Allegato 1

Classe A / Abis Classe B Classe C Classe D Classe E n.i. Totale

306.263.803,08 43.930.970,00 237.818.955,21 91.666.705,85 30.286.982,05 3.580.311,02 713.547.727,21

67.250.708,67 10.104.123,10 54.698.359,70 21.083.342,35 6.966.005,87 823.471,54 160.926.011,23

Totale 373.514.511,75 54.035.093,10 292.517.314,91 112.750.048,20 37.252.987,92 4.403.782,56 874.473.738,44

Allegato 2

Classe A Classe B Classe C Classe D Classe E n.i. Totale

127.280.033,19 74.783.485,51 585.174.721,98 93.689.804,80 131.858.012,78 33.269.297,13 1.046.055.355,39

28.780.775,99 17.200.301,67 134.590.186,06 21.548.655,10 30.327.342,94 7.651.938,54 240.099.200,30

Totale 156.060.809,18 91.983.787,18 719.764.908,04 115.238.459,90 162.185.355,72 40.921.235,67 1.286.154.555,69

Valutazione al 05-mar-10 Pagina 10

Stima degli Interventi di riparazione/ricostruzione

Comuni della Provincia di Campobasso

Regione Molise

Spesa lavori di progettoMaggiorazione (ca 23%) in fase di progett. esecutiva

Struttura Commissariale Attività post sisma(Legge 27 dicembre 2002, n. 286)

Il Sub Commissario

Edilizia Privata(Allegati di dettaglio)

Spesa lavori di progetto

Comuni del Cratere - Importi dei progetti preliminari di stima degli interventi di riparazione / ricostruzione suddivisi sui definitivi cinque livelli di priorità

Importi in €

Comuni Fuori Cratere - Importi dei progetti preliminari di stima degli interventi di riparazione / ricostruzione suddivisi sui definitivi cinque livelli di priorità

Importi in €

Maggiorazione (ca 23%) in fase di progett. esecutiva

(escluso San Giuliano di Puglia finanziato con specifico piano)

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III

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA sugli eventi sismici del 31 ottobre 2002

Esempi di danneggiamento

nei Comuni del CRATERE relativamente al patrimonio edilizio

� abitativo

� di culto

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COMUNE

DI

BONEFRO

Abitazioni

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Chiese:Santa Maria delle Rose

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COMUNE

DI

CASACALENDA

Abitazioni

0

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COMUNE

DI

CASTELLINO DEL BIFERNO

Abitazioni

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Chiese:San Pietro in Vincoli

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COMUNE

DI

COLLETORTO

Abitazioni

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Chiese:

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COMUNE

DI

LARINO

Abitazioni

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Chiese:San Francesco

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COMUNE

DI

MONTELONGO

Abitazioni

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Chiese:S. Rocco

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COMUNE

DI

MONTORIO NEI FRENTANI

Abitazioni

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Chiese:Santa Maria Assunta

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COMUNE

DI

MORRONE DEL SANNIO

Abitazioni

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Chiese:Santa Maria Maggiore

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COMUNE

DI

PROVVIDENTI

Chiese:S. Maria Assunta

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COMUNE

DI

RIPABOTTONI

Abitazioni

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Chiese:Santa Maria della Concezione

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COMUNE

DI

ROTELLO

Chiese:Santa Maria degli Angeli

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COMUNE

DI

SANTA CROCE DI MAGLIANO

Abitazioni

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Chiese:San Antonio di Padova

San Giacomo

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COMUNE

DI

SAN GIULIANO DI PUGLIA

Abitazioni

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Abitazioni

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Chiese:San Giuliano

Sant’Elena

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COMUNE

DI

URURI

Abitazioni

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA sugli eventi sismici del 31 ottobre 2002

Esempi di danneggiamento

nei Comuni FUORI DEL CRATERE relativamente al patrimonio edilizio

� abitativo

� pubblico

� di culto

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COMUNE

DI

CAMPOLIETO

Abitazioni

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COMUNE

DI

CASTELMAURO

Abitazioni

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COMUNE

DI

FOSSALTO

Abitazioni

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COMUNE

DI

GUARDIALFIERA

Abitazioni

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Cimitero

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COMUNE

DI

GUGLIONESI

Abitazioni

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COMUNE

DI

LIMOSANO

Abitazioni:

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Chiese:

Santa Maria Maggiore

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Santo Stefano Protomartire:

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Centro di comunità e scuola della Caritas italiana

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COMUNE

DI

LUPARA

Abitazioni

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COMUNE

DI

MACCHIA VALFORTORE

Municipio

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Chiesa

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COMUNE

DI

MONACILIONI

Abitazioni

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COMUNE

DI

PALATA

Abitazioni

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COMUNE

DI

PORTOCANNONE

Abitazioni

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COMUNE

DI

RIPALIMOSANI

CHIESA MADRE

SANTA MARIA ASSUNTA

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COMUNE

DI

SANT’ELIA A PIANISI

Abitazioni

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Il confronto con le Amministrazioni Locali e con i cittadini mi ha consentito di verificare e valutare l’efficacia dei provvedimenti per la ricostruzione in Molise e di svolgere un ruolo di raccordo tra la Struttura del Commissario delegato e le Amministrazioni locali, per risolvere i problemi di natura amministrativa e tecnica, che quotidianamente si sono verificati, nella prospettiva di migliorare il complesso processo di ritorno alla normalità civile e di ripresa delle attività economiche.

La ricostruzione, attualmente in fase di avanzata attuazione, risulta collegata a questo impegno, da considerare come un contributo doveroso di partecipazione allo sforzo più ampio, svolto dal Molise, che ha voluto testimoniare la sua capacità di guardare oltre le macerie, materiali e morali, prodotte dal terremoto, per un avvenire con ampi orizzonti.

Il Sub Commissario Nicola Eugenio Romagnuolo