Reggio Emilia Venerdì 9 dicembre 2016 · ore 21 Museo ......2016/12/09  · Le quattro stagioni Da...

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Reggio EmiliaVenerdì 9 dicembre 2016 · ore 21

Museo Diocesano Sala ConferenzeVia Vittorio Veneto 6

Garden Quartet

Pàl Zsiga primo violinoFerenc Vojnity secondo violino

Slobodan Stefanović violaViktor Molnar violoncello

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Il programma

Arcangelo Corelli(Fusignano, 17 febbraio 1653 – Roma, 8 gennaio 1713)

Concerto grosso in sol minore, op. 6 n. 8Fatto per la notte di Natale

Vivace, Grave – Allegro – Adagio, Allegro, Adagio Vivace – Allegro – Pastorale

Antonio Vivaldi(Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741)

Le quattro stagioniDa Il cimento dell’armonia e dell’invenzione, op. VIII

Concerto n. 1 in mi maggioreLa primavera

(Allegro – Largo – Allegro)

Concerto n. 2 in sol minoreL’estate

(Allegro non molto – Adagio – Presto)

Concerto n. 3 in fa maggioreL’autunno

(Allegro – Adagio molto – Allegro)

Concerto n. 4 in fa maggioreL’inverno

(Allegro non molto – Largo – Allegro)

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Gli interpreti

Il Garden Quartet è nato nel 2006.

I membri del quartetto sono, Pàl Zsiga primo violino, Ferenc Vojnitysecondo violino, Slobodan Stefanović viola, Viktor Molnarvioloncello; n formazione insieme fin dagli anni del liceo, dopo averterminato gli studi in Ungheria e all'estero si sono riuniti per formarequesta realtà, molto attiva nella vita musicale della loro città natale,Subotica (Croazia).

Tutti i membri del quartetto suonano nelle prime parti del OrchestraFilarmonica di Subotica, fondata nel 1908 e prima orchestrafilarmonica del Paese.

In 10 anni di attività il Garden Quartet ha spesso tratto d‘ispirazionedalle opere di compositori contemporanei, i quali hanno compostoespressamente per il quartetto e registrato dischi con loro: fra questi siricordano Ernö Verebes, Géza Kucsera, Kostantin Stefanović.

Il Garden Quartet è regolarmente invitato dall'Ambasciata Ungheresea suonare in Serbia e Montenegro, e partecipa abitualmente alleproduzioni teatrali allestite nella regione della Vojvodina.

Dal 2011 è fra gli organizzatori del progetto “WHOSEMUSIC”promosso dall'Unione Europa al interno del progetto IPA, organizzan-do numerosi concerti e coinvolgendo più di 300 esecutori.

Il repertorio del quartetto spazia dal barocco più maturo alla musicaromantica e contemporanea.

Ogni membro del quartetto si è specializzato in uno di questi repertori,il che conferisce all'ensemble un timbro unico e inconfondibile.

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Frontespizio dei 12 Concerti grossi op. 6 di Arcangelo Corelli(Amsterdam, 1714)

Antonio Vivaldi, ms. del Concerto n. 4 L’inverno (Allegro non molto)

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Il luogo

Un museo ecclesiastico, con tutte le manifestazioni che vi siconnettono, è intimamente legato al vissuto ecclesiale, poichédocumenta visibilmente il percorso fatto lungo i secoli dalla Chiesanel culto, nella catechesi, nella cultura e nella carità.Un museo ecclesiastico è dunque il luogo che documenta l’evolversidella vita culturale e religiosa, oltreché il genio dell’uomo, al fine digarantire il presente.

Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa,La funzione pastorale dei musei ecclesiastici, 2001

Al termine di complessi interventi edilizi, resi possibili da un cospicuofinanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,finalizzati al consolidamento strutturale di gran parte dell’ala est delPalazzo Vescovile, con l’adeguamento impiantistico e un generalerestauro degli ambienti, nel dicembre 2006 è stato inaugurato il primonucleo del Museo della Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla.

Si tratta di tre saloni posti al pian terreno del Palazzo Vescovile“Estense” - realizzato da Bartolomeo Avanzini a metà Seicento - con ilpercorso espositivo e di vasti ambienti all’ultimo piano dell’edificio,destinati anche ad ospitare le collezioni “don Cesare Salami” e “donArchimede Guasti” e alcune donazioni pervenute alla Diocesi. Degliambienti museali fa parte anche un suggestivo ambiente noto – forsenon correttamente – come “Cappella Coccapani”, ricco di apparatiplastici legati a due fasi storiche d’uso di questo spazio, unamanierista e l’altra pienamente barocca.

La scelta del Palazzo Vescovile quale sede museale risale moltoindietro nel tempo. Fin dagli anni ’30 del XX secolo si registra infattila volontà di autorevoli personalità della Curia reggiana di raccoglierequanto era di particolare interesse artistico o a rischio di dispersionetra i beni della diocesi anche ai fini espositivi nel desiderato Museoecclesiastico. Un primo allestimento di opere e arredi sacri venne

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realizzato in ambienti dell’appartamento vescovile nel 1994 e fufruibile fino al 2000, quando il sisma rese inagibile l’aladell’Episcopio che ospitava il percorso.

Il percorso espositivo è organizzato in modo che le opere in mostravengano a narrare la storia della Chiesa in terra reggiana attraverso lestrutture ecclesiastiche che qui hanno operato per il radicamento e lacrescita della fede: la chiesa cattedrale segno dell’unità della comunitàdei credenti e sede del magistero del Vescovo; le pievi deputate alministero dell’evangelizzazione e dell’amministrazione dei sacramen-ti; i monasteri centri di preghiera, accoglienza, lavoro, cultura.

In considerazione degli spazi in questa fase destinati al MuseoDiocesano e in attesa di un prossimo auspicato ampliamento negliambienti contigui, le opere - esposte secondo un criterio di “enti diproduzione” - abbracciano un arco cronologico che partendo dal IV –V secolo giunge alla seconda metà del 1500, epoca segnata dallagrande Riforma Tridentina.

L’itinerario artistico si apre con la figura del Crocifisso: è infatti dalfianco squarciato di Cristo addormentato sulla croce che, Eva novella,nasce la Chiesa. Ad enfatizzare il valore del sacrificio di Gesù è lapresenza di riferimenti ai martiri dei primi secoli e al valore“liturgico” delle loro reliquie, collocate all’interno delle menseeucaristiche. Le immagini proposte in questa sezione sono un“patetico” Cristo ligneo del XV secolo, opera di un artista italiano diformazione tedesca, e l’affresco con la Crocifissione di Bartolomeo eJacopino da Reggio (1340 ca).

Una serie di capitelli del XII secolo, insieme ad una mitra abbaziale inprezioso tessuto di fabbricazione lucchese del XIII secolo,documentano le vicende del monastero benedettino di Marola fondatoper volontà di Matilde di Canossa negli anni di accesi contrasti tra ilpapato e l’Impero.

Nella seconda sala, particolarmente ricca è la sezione dedicata allepievi reggiane: tra le opere esposte, insieme ad una pergamena con lafirma autografa di Matilde di Canossa e il portale di Castellarano(attribuito ad un maestro legato alla bottega di Wiligelmo), spiccano

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per importanza una serie di capitelli dovuti ad artisti attivi a livellointernazionale provenienti dall’antica pieve di s. Vitale di Carpineti,che sembrano narrare la storia della salvezza: il peccato di orgogliocommesso da Adamo ed Eva ha aperto la porta al male, che soggiogal’uomo, abbrutendolo. Dio interviene personalmente nella storia:nascendo si rivela agli uomini come colui che è venuto per servire edare la sua vita in riscatto dei peccatori. A prova del suo amore perl’umanità, Cristo - come Daniele - scende fin nella “fossa della morte”per poi risorgere dal sepolcro. Con Cristo anche i credenti sono“sollevati su ali di aquila”(Es. 19,4); il male è vinto, ma ancoraoperante e “come un leone va in giro cercando chi divorare” (1Pt 5,8).Di altissima qualità due splendidi piatti di ceramica urbinate dellaprima metà del XVI secolo, già appartenuti ai Gonzaga di Novellaraopera rispettivamente di Nicolò da Urbino e di Orazio Fontana.

La sezione della cattedrale, allestita nella terza sala, presenta unarticolato insieme di opere che evidenziano il ruolo e il significatodella chiesa madre della diocesi.

In questo contesto sala è collocato dal 2015 uno splendido pavimentomusivo di IV secolo, riemerso negli scavi archeologici che hannointeressato la cripta del duomo reggiano tra il 2007 e il 2010. Sisegnalano inoltre: il grandioso affresco bizantineggiante del XIIIsecolo con Cristo in mandorla e angeli, sulla facciata medievale delduomo fino al 1959 – 1960, quando ragioni conservative ne consiglia-rono il distacco; la lastra antelamica della Majestas Domini con ampietracce dell’originaria policromia, già parte dell’antico ambone, unasplendida Pace liturgica attribuita al “Bombarda” di Cremona, l’elmoe lo stocco, insegne del vescovo principe di Reggio.

Completano il Percorso Espositivo alcune Collezioni e opere d’artedonate alla Diocesi per il Museo Diocesano tra esse dipinti di artistiemiliani quali: Parmiggiani, Spatola, Poli, Galliani, Tamagnini, Destri,Manicardi, Olivi, ecc.

Una sala, intitolata a Marco Gerra, è destinata ad accoglierepermanentemente una antologia di opere dell’artista reggiano.

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Il monogramma di J. S. Bach

Le iniziali J S B sono presenti due volte, da sinistra a destra e viceversa, specularmente,

a formare un intreccio sovrastato da una corona di dodici pietre (7 + 5).

Il monogramma illustra il motto Christus coronabit crucigeros (Cristo incoronerà coloro che portano la Croce),

utilizzato da Bach come symbolum enigmatico nel Canone doppio sopr’il soggetto BWV 1077

(1747; il canone è basato sullo stesso modulo del basso delle Variazioni Goldberg e la sua linea melodica di cinque note, una sorta di

lamento cromatico, presenta analogie con la Variazione XXV).

Al centro del monogramma è possibile identificare

la lettera greca , simbolo cristologico la cui forma richiama ovviamente la Croce, nonché iniziale della parola Christós in greco.

Nell’intreccio delle proprie iniziali Bach dunque ‘porta la Croce’ (crucigeros),

e la corona celeste viene così posta sopra al symbolum, poiché Christus coronabit crucigeros.

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August Friedrich Christoph Kollmann (1756 - 1829)Die Sonne der Komponisten

Il Sole dei compositori

«Allgemeine musikalische Zeitung», n. 5, 30 ottobre 1799, p. 104.Come si nota dall’immagine, il centro del ‘sole’ dell’arte compositivatedesca viene considerato, ancora nel 1799 (ma già nel 1799, se ci siriferisce alla pretesa ‘riscoperta’ bachiana da parte di F. Mendelssohn),proprio Johann Sebastian Bach; l’iconografia impiegata rassomigliavolutamente il triangolo che contiene l’occhio di Dio, da cui emananoraggi luminosi. Personalità del calibro di G. F. Händel e F. J. Haydn (unitea C. H. Graun, oggi misconosciuto) vengono raffigurate ad un livello dipoco inferiore a Bach, mentre W. A. Mozart e C. W. Gluck non sono cheraggi di seconda grandezza.

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I prossimi concerti

Domenica 18 dicembre 2016 · ore 16

CalernoSant’Ilario d’Enza

Chiesa di Santa MargheritaVia XXV Luglio

Virtuosi Italiani

Roberto Gander clarinettoAlberto Martini violino

Leonardo Sapere violoncelloSilvia D'Errico soprano

Rossella Carrillo mezzo sopranoPaolo Vergari pianoforte

Musiche diOlivier Messiaen

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Domenica 18 dicembre 2016 · ore 21

GavassaReggio Emilia

Chiesa di San FlorianoVia Fleming

Corale San Francesco da Paoladi Bagnolo in Piano

Primo IottiOrgano e direttore

Musiche diB. Asioli, J. S. Bach, F. Couperin,

A. Vivaldi, J. Rutter

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Sponsor

Sponsor tecnico

Si ringrazianoMons. Tiziano Ghirelli

Fernando G. MieleUfficio Diocesano Beni CulturaliVolontari del Museo Diocesano

per la disponibilità e la preziosa collaborazione