Recupero degli altari della chiesa di Santa Maria La Nova - Terlizzi

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IL RESTAURO DEGLI ALTARI DELLA CHIESA DI S. MARIA LA NOVA A TERLIZZI Terlizzi, Chiesa di S. Maria la Nova sabato 26 Marzo 2011 Dopo un lungo ed attento restauro, fortemente voluto dal parroco Sac. Don Pasquale de Palma e curato dalla ditta “Annamaria e Giuseppe Chiapparino” sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Puglia ( funzionari incaricati dell’alta sorveglianza sono la dott.ssa Rosanna Gnisci e la restauratrice sig.ra Maria Letizia de Bellis Vitti ), viene oggi presentato il risultato di questa importante campagna di restauri, che partita con il restauro della scultura lignea dell’Immacolata ha poi interessato il maestoso dossale ligneo in cui è ubicata la scultura per poi concludersi con i lavori di restauro e manutenzione straordinaria della bellissima cornice barocca della pala del SS. Rosario.

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Il 26 marzo 2011, dopo oltre 18 lunghi mesi di paziente ed attento restauro sono stati presentati alla cittadinanza i risultati di un'importante campagna di recupero all'interno della chiesa di Santa Maria la Nova.Il lavoro, partito con il recupero della scultura lignea dell'Immacolata, ha poi interessato il maestoso dossale ligneo (Altare de Viti) in cui è ubicata la scultura per poi concludersi con il restauro e la manutenzione straordinaria della bellissima cornice barocca dell'altare della Madonna del Rosario.

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IL RESTAURO DEGLI ALTARI DELLA CHIESA DI S. MARIA

LA NOVA A TERLIZZI

Terlizzi, Chiesa di S. Maria la Nova sabato 26 Marzo 2011

Dopo un lungo ed attento restauro, fortemente voluto dal parroco Sac. Don Pasquale de Palma e curato dalla ditta “Annamaria e Giuseppe Chiapparino” sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Puglia ( funzionari incaricati dell’alta sorveglianza sono la dott.ssa Rosanna Gnisci e la restauratrice sig.ra Maria Letizia de Bellis Vitti ), viene oggi presentato il risultato di questa importante campagna di restauri, che partita con il restauro della scultura lignea dell’Immacolata ha poi interessato il maestoso dossale ligneo in cui è ubicata la scultura per poi concludersi con i lavori di restauro e manutenzione straordinaria della bellissima cornice barocca della pala del SS. Rosario.

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il “corpus” di opere interessato dagli interventi di restauro conservativo ed estetico è costituito dai seguenti manufatti:

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Una scultura lignea policromata e dorata , raffigurante “Immacolata” (epoca sec. XVII, cm. 180 x cm. 85 x cm. 65), ubicata sul III altare laterale destro

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Un altare in legno intagliato e dorato ( altare “de Viti”, sec. XVIII, cm. 650 x cm. 450 mq.50 ca.), ubicato nella IV campata laterale destra

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Una cornice-dossale in legno intagliato e dorato ( altare del Rosario, sec. XVIII) ubicato nella VII campata laterale sinistra

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“IMMACOLATA”DESCRIZIONE DELL’OPERA

La scultura lignea in oggetto , rappresenta un pregevole esempio, in Puglia, della statuaria barocca del XVII secolo prodotta da abili intagliatori locali che emulavano, a loro volta, i preziosi modelli provenienti dalla Spagna o dalla più vicina capitale partenopea Napoli caratterizzati dalla ricchezza delle vesti, solitamente o completamente indorate o finemente decorate con la tecnica dell’ “estofado de oro”.

L’opera è caratterizzata dalla bella figura femminile , che calpesta, su soffici nubi la falce di luna ed il serpente; essa è ritratta nell’atto di incedere in avanti e di congiungere le mani.

L’incedere calmo e serafico è enfatizzato dal fluire, quasi mosse dal vento, delle preziose vesti dorate.

Il bell’ovale del volto è incorniciato da una ricca chioma, che si apre a ventaglio ricadendo sulle spalle della Madonna.

La base lignea su cui la scultura poggia, è decorata con motivi floreali realizzati ad intaglio ed impreziosita dalla luminosa doratura in oro zecchino.

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

La statua poggia su di una base decorata , di forma ottagonale, realizzata integralmente in abete e si ancòra a questo piedistallo ottagonale grazie a numerose chiodature ed un grande perno metallico. La restante parte, ovvero l’opera scultorea, fu realizzata con più blocchi di legno da intaglio (ipotesi verosimile e che furono impiegate essenze da frutto quali pero e/o ciliegio) non cavi e connessi fra di loro con tenoni lignei scorrevoli, chiodature forgiate e commettiture lignee. In corso d’opera, inoltre, si è riscontrata la presenza di diversi “impannaggi”, realizzati di tela ed applicati a ridosso della giuntura di due blocchi, al di sotto della gessatura, al fine di limitare spaccature e fessurazioni che si potessero verificare nel tempo.

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

Per ciò che concerne la storia conservativa del manufatto occorre riferire che nei primi decenni del novecento ,la scultura fu sottoposta ad un improprio intervento di restauro ad opera di un doratore barese, Enrico Giaquinto, il quale, dopo aver asportato le parti instabili della policromia originale, applicò spessi strati di colla animale e gesso per poter procedere ad una nuova doratura applicata a missione, mentre il retro della statua, nascosto dalla nicchia in cui l’opera è ubicata, fu gessato e dipinto a tempera ocra similoro. Anche le nuvole subirono analogo trattamento e su di esse fu applicata foglia d’argento “finita” con vernice mecca di colore verde.A questo intervento risale anche la ridipintura dei piedi dell’Immacolata, mentre il volto e le mani non furono rimaneggiati.

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Stato di conservazione

Dove visibile, l’essenza lignea di cui la scultura è costituita, di struttura compatta, venatura regolare e media durezza, risultava indebolita dall’aggressione di insetti xilofagi. Si riscontravano, inoltre, diffusi sollevamenti e distacchi della preparazione gessosa originale dal supporto ligneo causati dal naturale processo di depauperamento dei leganti, per le repentine variazioni termoigrometriche a cui il manufatto è stato soggetto in passato, e dalla forte trazione superficiale indotta dallo spesso strato di gesso e colla animale applicato in occasione della manomissione novecentesca.Svariate le fessurazioni che attraversavano la figura in più punti, causate dal naturale ritiro dei blocchi lignei. Tutte le superfici dorate (con la tecnica della doratura “a missione”), così come gli incarnati non ridipinti apparivano offuscati da uno strato di vernice annerita ed ossidatasi nel tempo.La testa del drago-serpente, che simboleggia il demonio, risultava da tempo spezzata ed era stata riapplicata, senza rispettare l’andamento originario, con più chiodature che avevano indebolito le fibre legnose della sua sede.

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Stato di conservazione

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Stato di conservazione

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Quando si è intuita la presenza di una policromatura e di una doratura più antica, in accordo con il parroco don Pasquale de Palma e con i funzionari della Soprintendenza, si è proceduto con la realizzazione di piccoli e numerosi tasselli stratigrafici, non esistendo ad oggi indagini diagnostiche non distruttive in grado di rivelare l’estensione delle gessature e/o dorature residue ancora presenti al di sotto dell’aspetto novecentesco dell’opera. Infatti le indagini diagnostiche oggi applicate al restauro delle sculture lignee, come la radiografia a raggi X o la tomografia assiale computerizzata, avrebbero restituito immagini in grado di fornirci altre informazioni, come la presenza di chiodature o le sezioni trasversali dei blocchi di legno, informazioni queste non utili alla delicata decisione che l’intervento richiedeva; ovvero asportare la “facies” novecentesca dell’opera o mantenerla.I tasselli di “ispezione”, seppure hanno rivelato la presenza dell’originaria policromatura e gessatura residua, hanno altresì lasciato intendere la presenza di numerose ed estese lacune, alcune delle quali generate di proposito dal doratore Giaquinto al fine di migliorare l’adesione della nuova imprimitura che andava a realizzare.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Con grande coraggio ed in accordo fra noi operatori, il parroco committente ed i funzionari della Soprintendenza, si è deciso di procedere con il recupero dell’aspetto originario dell’opera restituendo così anche elementi fondamentali in un’opera scultorea come il modellato e l’originaria resa plastica. Con un lento e paziente lavoro, durato diversi mesi, questa stesura novecentesca è stata asportata rinvenendo al di sotto la doratura secentesca, “a guazzo”, decorata a tempera con motivi floreali seppure gravemente compromessa e frammentaria.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

ultimata questa lenta e delicata operazione, condotta anche con l’ausilio di visori stereoscopici, si è proceduto con la disinfestazione e la sigillatura del manufatto, a cui è seguito il consolidamento delle fibre legnose degradate.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

il lungo intervento di restauro si è poi concluso con l’integrazione e la ripresentazione estetica dell’opera. L’integrazione della veste e del manto dorato è stata effettuata con l’applicazione di foglia oro sulle lacune, preventivamente trattate per la doratura a guazzo, e l’abbassamento del tono della foglia metallica con successive velature a tratteggio di colori a vernice trasparenti. Questa scelta metodologica era motivata dalla necessità di restituire integrità al manufatto rispettando altresì l’istanza cultuale dell’oggetto.

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Statua dell’Immacolata prima e dopo il restauro

 

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Statua dell’Immacolata dopo l’intervento di restauroconservativo ed estetico

 

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“ALTARE DELLIMMACOLATA”( altare “de Viti”)

DESCRIZIONE DELL’OPERA

Il dossale, ad andamento concavo, contiene al suo interno la nicchia che ospita la statua lignea dell’Immacolata; una esuberante decorazione costituita da volute fitomorfe e fogliami incornicia la nicchia centrale.

Due colonne tortili “a pergola”, anch’esse avviluppate da racemi e grappoli d’uva, mediano il passaggio alle due ali laterali, dal profilo mistilineo, in cui spiccano due putti che sorreggono i simboli lauretani (rosa e specchio).

A coronamento dell’intera struttura un’edicola che accoglie, fra nubi e cherubini, l’Eterno Padre benedicente con, ai due lati, grandi acroteri curvilinei su cui giacciono due angeli che sorreggono un modellino della chiesa e del convento.

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

La struttura portante del dossale fu realizzata impiegando delle tavole di abete, montate in modo da creare una struttura su cui ancorare le parti aggettanti.Questa struttura è fissata alla parete di fondo del fornice conditoriale da numerose travi lignee incassate nella muratura e da diversi tiranti metallici anch’essi assicurati alla muratura retrostante. Tutte le parti scultoree, come le decorazioni , il Padre Eterno fra i cherubini, le due colonne tortili e gli angeli sugli acroteri furono eseguiti impiegando legno da intaglio , più compatto e privo di nodosità, e poi applicate alla struttura di abete con l’uso di chiodi forgiati e tenoni di legno duro.Il sontuoso altare, definito “dossale alla leccese”, fu realizzato nel 1724 su commissione di Domenico de Viti per il conditorio familiare posto nella quarta campata laterale destra della chiesa di S. Maria la Nova

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

Nei primi anni del secolo XVIII ed ancora nel 1851 la chiesa subì importanti lavori di ampliamento e rinnovamento, che portarono alla reimpaginazione di alcuni altari e degli arredi lignei in essa contenuti.Fu in occasione di questi lavori che l’abside, riconsiderato architettonicamente, perse la pregevole macchina lignea intagliata e policromata(citata da mons. Antonio Pacecco nella sua visita Apostolica avvenuta fra il 1725 ed il 1727) che conteneva la pala del Pordenone e che divideva l’area del presbiterio in due settori, uno destinato alle funzioni liturgiche l’altro occupato dal coro( realizzato in noce intagliato , anch’esso fu distrutto in occasione di questi rinnovamenti).

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

Furono, inoltre, sostituite le mense d’altare degli altari laterali della navata destra fra cui quello dell’Immacolata.

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

Questa operazione comportò non solo la perdita di una parte integrante del dossale ( ovvero la sua mensa,realizzata presumibilmente in legno e concepita assieme a tutta la macchina lignea)ma anche la distruzione ed il rifacimento dei due plinti laterali che sorreggono le colonne tortili e lo smontaggio e rimontaggio delle predelle al di sopra della mensa.

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Stato di conservazione

Staticamente il dossale non manifestava alcun segno di dissesto strutturale ed era saldamente ancorata alla parete di fondo del fornice conditoriale, mentre risultavaindebolito dall’aggressione di insetti xilofagi. Sulla superficie decorata si riscontravano diffusi sollevamenti e distacchi della preparazione ed alcune fessurazioni delle tavole lignee.Per ciò che concerne la fruizione estetica del manufatto l’opera si presentava vistosamente alterata da pesanti e numerose ridipinture applicate nel tempo che impedivano la lettura della originaria resa plastica e figurale dell’apparato scultoreo e decorativo che arricchisce il dossale.

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Stato di conservazione

In corso d’opera sono emerse alcune integrazioni, in cartapesta ed in legno, risalenti alle passate operazioni di ridipintura dell’intero altare.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Effettuate preliminarmente le indagini stratigrafiche in diversi punti dell’altare, al fine di rinvenire sotto i numerosi strati di ridipintura le decorazioni e/o le dorature originali si è proceduto con la pulitura integrale di tutte le superfici e con le conseguenti operazioni di disinfestazione e consolidamento.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Ultimata l’operazione di pulitura ed effettuata la protezione di tutte le superfici, si è proceduto con la ripresentazione estetica del manufatto realizzando limitati interventi di stuccatura ed integrazione e la ricostruzione mimetica delle decorazioni dei plinti..

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Altare dell’Immacolata ( altare de Viti ) prima e dopo il restauro

 

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Altare dell’Immacolata ( altare de Viti ) prima e dopo il restauro:particolari

 

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Altare dell’Immacolata ( altare de Viti ) prima e dopo il restauro:particolari

 

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Altare dell’Immacolata ( altare de Viti ) prima e dopo il restauro:particolari

 

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Altare dell’Immacolata ( altare de Viti ) dopo l’intervento di restauroconservativo ed estetico

 

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“CORNICE DEL SS. ROSARIO”

DESCRIZIONE DELL’OPERA

La fastosa cornice in legno dorato racchiude due tele di dimensioni diverse raffiguranti la Madonna del Rosario e l’Eterno Padre.È composta da volute , festoni, grappoli di melograni e rami frondosi finemente intagliati. Dal fondo emergono, ai lati delle due tele, putti reggi-ghirlande ed altri putti che si stringono in un abbraccio.Fra le due tele è intagliata la Colomba raggiata dello Spirito Santo.

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Tecnica esecutiva e storia conservativa

La grande cornice lignea è costituita da un tavolato ligneo in legno di abete, ancorato alla parete con ben otto travi di legno incassate nella muratura, e riccioli e volute realizzate in legno da intaglio privo di nodosità e di venatura compatta e regolare. Su questa struttura, fissa, si innestano, grazie a ganci di ferro dolce, tutte le parti mobili quali le tre coppie di cherubini ( realizzati anch’essi in legno da intaglio e cavi sul retro per rendere questi elementi più leggeri) ed i serti di foglie in aggetto.La datazione della splendida cornice e delle due tele in essa contenute la si può desumere dagli atti della Visita Apostolica del Vescovo di Bisceglie mons. Antonio Pacecco avvenuta fra il 1725 ed il 1727. Nella sua descrizione risulta, infatti, che gli arredi lignei e la bellissima cornice che ospita il dipinto della titolare erano stati appena ultimati e non ancora indorati. (notizie tratte da “cielo e terra “ di Francesco Di Palo)Agli inizi degli anni ottanta del novecento risale l’intervento di restauro conservativo ed estetico dei due dipinti ad opera della soprintendenza di Bari ( il restauro fu effettuato dal restauratore Giuseppangelo Chiapparino).Di pregevole fattura, le due tele sono state attribuite prima a Leonardo Antonio Olivieri e più recentemente accostate alla produzione del pittore solimenesco Giuseppe Tomaioli.In quella occasione i due dipinti furono foderati e puliti e si provvide alla sostituzione dei telai lignei originali ormai fatiscenti, ma nessun intervento interessò la cornice dorata.

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Stato di conservazione

Fatta eccezione per qualche frammento decorativo aggettante, la grande cornice scolpita, intagliata e dorata non manifestava alcun segno di dissesti e/o cedimenti strutturali e risultava saldamente ancorata alla parete di fondo del fornice conditoriale che la contiene. Le essenze lignee di cui è costituita risultavano gravemente indebolite dall’aggressione di insetti xilofagi tanto da essere vistosamente ricoperta di rosume a causa del frequente sfarfallamento dell’anobium punctatum. L’infestazione di insetti xilofagi interessava anche i telai dei due preziosi dipinti contenuti nella cornice barocca già sottoposti ad interventi di restauro.Risultava evidente, quindi, la necessità di effettuare, dopo le preliminari operazioni di rimozione della polvere e del rosume,un forte intervento di disinfestazione della cornice.Infine, le superfici dorate e decorate a finto marmo risultavano offuscate da un leggero strato di polvere e nerofumo e, nelle zone più esterne, erano ricoperte di sgocciolature di calce e tempera verificatesi nel corso delle varie pitturazioni della chiesa

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Realizzati i ponteggi adeguati per effettuare il lavoro, si è proceduto con lo smontaggio di tutte le parti decorative removibili ( i cherubini, i serti aggettanti e di alcune foglie e volute dall’ancoraggio malfermo) e delle due tele contenute nella cornice-dossale.A questa operazione è seguita la verifica dello stato dei telai lignei ad espansione dei due dipinti sostituiti in occasione loro restauro; dalla ricognizione dei telai è emerso che i cunei d’espansione dei telai, realizzati in legno di faggio, erano stati aggrediti dagli insetti xilofagi.Dopo la rimozione di tutti i depositi incoerenti presenti sulla cornice- dossale, con pennelli morbidi ed aspiratori a bassa pressione, si è effettuata la disinfestazione della cornice e di tutte le parti rimosse con applicazione di miscele antitarlo idonee per poi sigillare i manufatti per 15 giorni.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Effettuata la disinfestazione, il lavoro successivo è consistito nel consolidamento delle fibre legnose degradate (operazione effettuata solo dove il legno era a vista ) ed il fissaggio al substrato ligneo dei sollevamenti di gessatura dipinta e/o dorata.Dopo questa operazione preliminare si è potuto procedere con la pulitura delle dorature e delle marmorizzazioni di fondo al fine di rimuovere la leggera patina di polvere e nerofumo sedimentatasi sulle superfici e la rimozione meccanica delle numerose sgocciolature di calce e tempera presenti lungo i bordi perimetrali della cornice.

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

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Interventi di restauro conservativo ed estetico

Ultimata l’operazione di pulitura ed effettuata la protezione di tutte le superfici, si è proceduto con la ripresentazione estetica del manufatto realizzando limitati interventi di stuccatura ed integrazione. A queste operazioni è seguita la sostituzione dei cunei d’espansione dei telai e la loro disinfestazione per poi procedere con il ricollocamento dei due dipinti entro la cornice-dossale preventivamente disinfestata. 

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Cornice del SS. Rosario prima e dopo il restauro

 

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Cornice del SS. Rosario dopo l’intervento di restauroconservativo ed estetico