RECLAMO - caccia-fcti.ch Il... · assetati di sangue e noncuranti di ogni regola. 14. Come si...

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Piazza Indipendenza 2 CP 1820 6501 BELLINZONA Tel 091 825 00 30 - Fax 091 825 00 34 - [email protected] R ECLAMO (art. 92 LRTV) presentato dalla Spettabile FEDERAZIONE DEI CACCIATORI TICINESI (FCTI), Gordola, rappr. ta del suo Presidente Avv. Fabio Regazzi agente anche a titolo personale e del Segretario Signor Michele Tamagni (rappr. ti dall’avv. Fabrizio F. Monaci, 6500 Bellinzona) ~ Reclamanti ~ riguardante più trasmissioni connesse ai sensi dell’art. 92 cpv. 2 LRTV di cui alla finction “Il Guardiacaccia” trasmesso in cinque puntate dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) su LA 1 dal 4 dicembre all’8 dicembre 2017, alle ore 20:40. * * * C ELIO -K RAUSHAAR G ALFETTI M ONACI STUDIO LEGALE E NOTARILE Michela Celio-Kraushaar avvocato e notaio CHE-281.930.487 Giuseppe Galfetti avvocato CHE-419.863.465 Fabrizio F. Monaci avvocato CHE-149.137.391 Iscritti nel Registro degli avvocati del Canton Ticino e membri FSA RACCOMANDATA Avv. Francesco Galli Mediatore RSI Corso Elvezia 16 6900 Lugano Bellinzona, 15 gennaio 2018

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Piazza Indipendenza 2 • CP 1820 • 6501 BELLINZONA

Tel 091 825 00 30 - Fax 091 825 00 34 - [email protected]

RECLAMO

(art. 92 LRTV)

presentato

dalla Spettabile FEDERAZIONE DEI CACCIATORI TICINESI (FCTI), Gordola,

rappr.ta del suo Presidente Avv. Fabio Regazzi – agente anche a titolo

personale – e del Segretario Signor Michele Tamagni (rappr.ti dall’avv. Fabrizio

F. Monaci, 6500 Bellinzona)

~ Reclamanti ~

riguardante più trasmissioni connesse ai sensi dell’art. 92 cpv. 2 LRTV di cui alla

finction “Il Guardiacaccia” trasmesso in cinque puntate dalla Radiotelevisione

svizzera di lingua italiana (RSI) su LA 1 dal 4 dicembre all’8 dicembre 2017,

alle ore 20:40.

* * *

C E L I O - K R A U S H A A R

G A L F E T T I

M O N A C I

STUDIO LEGALE E NOTARILE

Michela Celio-Kraushaar

avvocato e notaio

CHE-281.930.487

Giuseppe Galfetti

avvocato

CHE-419.863.465

Fabrizio F. Monaci

avvocato

CHE-149.137.391

Iscritti nel Registro degli avvocati

del Canton Ticino e membri FSA

RACCOMANDATA

Avv. Francesco Galli

Mediatore RSI

Corso Elvezia 16

6900 Lugano

Bellinzona, 15 gennaio 2018

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A. IN ORDINE

1. La trasmissione oggetto del reclamo è stata trasmessa dalla RSI, su LA 1,

l’ultima volta l’8 dicembre 2017. Il termine di reclamo di 20 giorni secondo l’art.

92 cpv. 1 LRTV, sospeso dalle ferie di cui all’art. 22a lett. c. PA (in merito della

sospensione del termine di reclamo, cfr. decisione AIRR b.623 del 3.12.2010,

cons. 3.2.1) viene a scadere il giorno 13 gennaio 2018, sabato, di modo che viene

riportato al primo giorno feriale successivo (art. 20 cpv. 3 PA), vale a dire il

lunedì 15 gennaio 2018, e questo a prescindere dal fatto che in ogni caso l’ultima

replica è andata in onda l’11 dicembre 2017.

2. Ne discende che introdotto in data odierna il reclamo si rivela tempestivo

per tutte le trasmissioni qui impugnate (visto che tra la prima e l’ultima

trasmissione non sono trascorsi più di tre mesi, conformemente all’art. 92 cpv.

1 terza frase LRTV).

3. Il presente reclamo ha per oggetto una “trasmissione redazionale diffusa”

da una “emittente svizzera” secondo l’art. 91 cpv. 3 lett. a LRTV, ovvero la

fiction “Il Guardiacaccia” trasmessa dalla RSI, su LA 1. Del resto è pacifico che

anche una fiction può rientrare tra le trasmissioni qui querelabili (in tal senso

cfr. BLUM/STAUB, I Muri del pianto dei media svizzeri, pag. 45; cfr. altresì

decisione AIRR b. 684 del 20.06.2014).

4. La FCTI è la federazione di tutte le associazioni venatorie del Cantone

Ticino è persegue quale scopo, tra l’altro, la difesa della caccia e degli interessi

dei cacciatori (doc. 1: Statuto della FCTI). Fabio Regazzi reclama anche

individualmente in qualità di cittadino toccato dalla trasmissione quale

cacciatore; in ogni caso, nella denegata ipotesi che non gli si possa riconoscere

un legittimo interesse, egli potrà senza dubbio vantare ben più dei 20 firmatari

1 Oltre alla menzionata decisione dell’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva AIRR, si

veda anche AIRR, Rapporto annuale 2010, pag. 7.

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richiesti per l’azione popolare dinnanzi all’autorità indipendente che, se del

caso, si potrà adire in seconda istanza (art. 94 LRTV; DTF 137 II 40).

B. PREMESSE

5. Primariamente occorre premettere che le puntate da qualche giorno non

sono più disponibili sul sito della RSI2 di modo che non è più stato possibile

effettuare un’ulteriore visione al fine di riportare nel dettaglio i passaggi

maggiormente contestati. Ne viene che si chiede a codesto Mediatore che alla

RSI venga fatto ordine di produrre più copie del DVD contenente le cinque

puntate, così come ci si riserva – una volta visionata nuovamente la serie – di

approfondire, specificare e addurre argomentazioni aggiuntive.

6. Sta di fatto che la trasmissione, una prima TV prodotta dalla RSI, è passata

in cinque puntate, tra il 4 e l’8 dicembre 2017. Le rispettive repliche sono andate

in onda dal 5 all’11 dicembre 2018 (vedi doc. 2).

7. Sebbene si tratti di una fiction è bene porre in particolare risalto che la

trasmissione è stata espressamente promossa come ispirata ad una storia vera e

come rappresentativa del mondo della caccia cantonale e addirittura quale

spunto di riflessione sulla caccia.

8. Nel promo di cui al doc. 2, pubblicato sul sito della RSI il 29 novembre

2017, il responsabile Produzione Fiction RSI Alessandro Marcionetti afferma:

“Ci auguriamo che questa serie in 5 episodi dia uno spunto appassionante

per interrogarci su sensibilità, approcci e opinioni diverse attorno alla tutela

di fauna e ambiente sul nostro territorio”3. [nostre sottolineature]

2 Più precisamente i video si trovavano ai seguenti indirizzi URL: www.rsi.ch/play/tv/programma/il-

guardiacaccia?id=9798694&station=rete-uno, rispettivamente www.rsi.ch/la1/film-e-telefilm/telefilm/il-

guardiacaccia/ 3 Cfr. anche www.rsi.ch/chi-siamo/comunicati-stampa/Il-Guardiacaccia-Prima-tv-9842962.html.

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9. Come risulta altresì dal promo di cui al doc. 34, il regista Andrea Canetta

“s’ispira a una storia vera e nella Valle Onsernone (Vergeletto) gira cinque

episodi dedicati al mondo della caccia”. Del resto è noto che la storia vera a cui

ci si riferisce è quella dell’ex-capo del corpo dei guardiacaccia ticinesi,

Venanzio Terribilini di Vergeletto (il suo nome scorre d’altronde anche nei titoli

di coda della fiction litigiosa), di cui il medesimo regista si era occupato nel suo

documentario “I racconti del guardiacaccia”, passato sulla RSI, LA 1, domenica

15 novembre 2015, ore 20:405.

10. La locandina promozionale (doc. 4) così presenta la serie:

“Serie in cinque episodi dedicata al mondo della caccia. Nelle valli e

nei boschi della Svizzera italiana s’intrecciano le vicende di

guardiacaccia e bracconieri, rivali per mestiere eppure complici nella

passione per la natura, i suoi segreti e le avventure vissute inseguendo

la preda.

Orso è guardiacaccia e veglia sulle montagne in cui è cresciuto. Diana

è una biologa che condivide l’amore per gli animali, ma da un altro

punto di vista. Insieme sono chiamati ad assicurare che ognuno rispetti

la legge per una convivenza equilibrata tra l’uomo e la natura.”

[nostre sottolineature]

11. Nella trasmissione di RETE UNO, “Attualità culturale”, del 29.11.17, ore

17:40, intitolata “Il Guardiacaccia: dal locale all’universale”

(nientepopodimeno), la serie è così presentata: “Asperità e genesi di una serie

TV targata RSI scritta e diretta dal regista Andrea Canetta dedicata alla

montagna e alle sue creature (esseri umani compresi)” (doc. 5).

4 Stampa della pagina di cui all’URL www.rsi.ch/rete-uno/programmi/intrattenimento/millevoci/Ciak-si-

gira-Il-Guardiacaccia-9780082.html. 5 Ancora reperibile sul sito www.rsi.ch/la1/programmi/cultura/storie/I-racconti-del-guardiacaccia-

6350098.html (visitato il 10.01.2018). Anche su Youtube: www.youtube.com/watch?v=bylYxuVXxpQ.

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12. Anche il direttore RSI, Maurizio Canetta, nel suo scritto del 14 dicembre

2017 (doc. 6) inviato al reclamante in risposta alla sua lettera aperta dell’11

dicembre 2017 (doc. 7), afferma che “si tratta di una serie basata su episodi

reali”.

13. Tutto ciò per dire che pur trattandosi di una fiction – per definizione un film

che basa la sua storia su fatti o personaggi di fantasia – la volontà, espressamente

dichiarata, della produzione e della regia, peraltro ampiamente reclamizzata, era

quella di conferire alla trasmissione sul mondo venatorio cantonale un evidente

aspetto realistico, quasi documentaristico, in contrapposizione quindi alle storie

meramente fantasiose ed inventate, senza riferimenti a cose o a persone, tipiche

della finzione. Fosse stato così non avrebbe generato nel pubblico l’idea che i

cacciatori sono bracconieri, delinquenti incalliti privi di scrupoli e di etica,

assetati di sangue e noncuranti di ogni regola.

14. Come si vedrà appresso, non solo la trasmissione riporta fatti solo

parzialmente veri e mai accaduti nelle modalità presentate o addirittura del tutto

inverosimili, ma in genere rappresenta un mondo venatorio che si contrappone

totalmente alla realtà. Alcuni episodi o non se ne ha più memoria o sono avvenuti

in tutt’altro modo e per di più in tempi ben lontani, decenni e decenni orsono.

Terribilini può casomai averne riferito per sentito dire e di sicuro non possono

essere capitati in maniera così non credibile ed inverosimile.

C. MOTIVI

15. I motivi di reclamo configurabili nella specie discendono in particolare

dagli art. 4 e 5 LRTV. Nel caso qui in esame i reclamanti fanno valere

segnatamente i seguenti motivi di reclamo.

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1) Principio di oggettività (art. 4 cpv. 2 LRTV)

Principio di oggettività (in senso stretto) (art. 4 cpv. 2 prima frase LRTV): “Le

trasmissioni redazionali con contenuto informativo devono presentare

correttamente fatti e avvenimenti, in modo da consentire al pubblico di formarsi

una propria opinione”.

Principio di trasparenza (art. 4 cpv. 2 seconda frase LRTV): “I pareri e i

commenti devono essere riconoscibili come tali”.

16. Diversamente dagli asseriti propositi promozionali visti poc’anzi, la serie

non consente nemmeno lontanamente al pubblico di formarsi un’opinione

oggettiva e corretta riguardo il mondo contemporaneo della caccia e della tutela

della fauna e del territorio. I fatti presentati sono anacronistici, arcaici, travisati

e di cui se ne era persino perso la memoria tanti gli anni trascorsi (ad es. si pensi

alla ragazzina freddata in modo assolutamente scriteriato da un cacciatore; 4.a

puntata); non sono credibili (si pensi solo al precedente cacciatore che in

condizioni meteo e di luce perfette spara alla ragazza vestita di bianco

confondendola per un capriolo (marrone-rosso) e da questo atto gravemente

negligente viene poi addirittura assolto in via giudiziaria, oppure al bracconiere

morto nel dirupo perché in fuga dal guardiacaccia che, nel 2017, caccia per

sfamare la moglie, da cui è divorziato, con i suoi tre figli; non sono riferiti come

avvenuti (ad es., nell’ultima puntata, il ferimento del guardiacaccia durante la

caccia alla beccaccia, accaduto sì, ma in modo del tutto differente – vedi anche

il documentario menzionato sopra –, tanto che i tribunali avevano prosciolto il

cacciatore siccome esente da colpe, per contro – salvo errore – attribuite alla

vittima che non doveva trovarsi in quella situazione).

17. Tutti i casi evocati che in qualche modo sono realmente accaduti – sebbene

in circostanze ben differenti da quelle narrate – risalgono ad ogni buon conto a

parecchi anni orsono, ragione per cui rappresentano un mondo venatorio che non

esiste più, sempre che sia mai esistito in queste dimensioni. Si tratta in ogni caso

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di fatti più unici che rari che sono casomai avvenuti sull’arco di parecchi anni

(probabilmente non meno di 60 anni), che non possono in nessun modo essere

rappresentativi del mondo della caccia e della montagna ticinese come

annunciato dalla produzione e dal regista. Condensandoli ai giorni nostri così

come fa la serie oltre che essere del tutto anacronistico rende l’idea che questi

avvenimenti siano la regola quotidiana e non l’eccezione.

18. La serie televisiva oggetto di contestazione si limita a proporre episodi

deplorevoli e condannabili dell’esercizio della caccia e della pesca, in totale

dispregio dei sentimenti di coloro che queste attività le praticano con estrema

passione e rigore etico e legale. L’immagine del cacciatore veicolata è deleteria

e si manifesta in tutto il suo squallore nella quarta puntata, nella quale si mostra

la scena, osservata dall’alto da due guardiacaccia, di un cacciatore che si apposta

dietro ad un masso, orina (“i cacciatori lo fanno per marcare il territorio”

chiosa il protagonista!), sorseggia del liquore da una borracina di latta, sente

degli improbabili rumori provenienti dalla boscaglia generati da due ragazze che

corrono, imbraccia il fucile e lo punta verso tali rumori, non si ferma nemmeno

con le urla, i fischi e lo sparo con la pistola delle guardie, e infine, appena una

ragazza esce dalla vegetazione esplode dissennatamente il colpo freddandola

con una pallottola al petto. Per di più una ragazza vestita di bianco-grigio chiaro

che in condizioni di visibilità perfette viene confusa con un capriolo marroncino-

rosso. Non solo: il cacciatore vuole persino darsela a gambe, sennonché viene

fermato dalla compagna della vittima. Seguirà poi il dialogo a cena tra le due

guardie e la biologa durante il quale – con riferimento all’uccisione della

giovane – si dirà che i cacciatori sono come gli squali quando sentono il sangue:

rimangono accecati! Ma non è finita. Poco oltre nello sceneggiato si vedrà il

medesimo cacciatore sbirciare nel cimitero il protagonista Orso che posa un

fiore sulla tomba della ragazza uccisa: riferirà di lì a poco di essere stato

prosciolto per l’omicidio (sic!), nonostante la gravissima e manifesta negligenza

di costui.

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19. Orbene, in tutte le puntate i cacciatori sono sostanzialmente presentati

come dei selvaggi, degli scriteriati, confusi con personaggi loschi che si

aggirano sulle montagne, dei criminali dediti all’alcol (al proposito la fiction

contiene tutta una morale) che possono uccidere incautamente che tanto

vengono altrettanto avventatamente prosciolti per il loro agiti delinquenziali,

manco si trattasse di personaggi intoccabili che tutto possono. Si minaccia

(seconda puntata) e si spara al guardiacaccia con disinvoltura (ultima puntata),

si uccide un capriolo a sassate alla testa per non rovinarne le carni (terza

puntata), e via almanaccando tutta un serie di episodi che diffondono

un’immagine del cacciatore completamente distorta, falsata e forzata.

20. D’altronde fin dalla prima puntata si propone un bracconiere incallito che

non può farne a meno di catturare camosci, quasi sia assuefatto da chissà quale

dipendenza come lo potrebbero essere tutti i cacciatori.

21. Tutto ciò non corrisponde alla prospettata informazione fornita al pubblico

sul mondo della caccia e atta a suscitare la riflessione preannunciata e

prefigurata dagli autori. L’assenza di oggettività, di correttezza e di trasparenza

è manifesta. Bastava un minimo sforzo di ricerca sul web (ad es. consultazione

del sito della FCTI e dell’UCP) oppure una scorsa alla legislazione venatoria

federale e cantonale per appurare che la realtà della caccia in Ticino e in Svizzera

è ben diversa.

22. Intanto chi vuole conseguire la patente di caccia oggi deve per due anni

frequentare corsi teorici e pratici sull’etica, sulle leggi, sulla biologia della fauna,

sulle conoscenze forestali ed ecologiche, sull’igiene delle carni, ecc.; deve

svolgere giornate di lavoro a favore dell’habitat, effettuare dei censimenti di

selvaggina, garantire di saper maneggiare a perfezione le armi, imparare a

sparare in maniera ottimale, e via discorrendo, ritenuto che da qualche anno è

pure stato pubblicato un libro che occorre apprendere a memoria. Dopo i due

anni di preparazione i candidati cacciatori devono superare severi e rigorosi

esami scritti, orali e pratici (per le armi e il tiro). L’Ordinanza sulla caccia

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prevede poi che anche il cacciatore patentato deve continuare ad effettuare un

tiro obbligatorio. La FCTI prevede poi regolarmente ad informare i cacciatori

organizzando serate di formazione e informazione, pubblicando una newsletter

e la rivista “La Caccia”.

23. In Ticino, i circa duemila cacciatori partecipano in modo determinante alla

gestione di specie problematiche come il cervo e il cinghiale, notoriamente fonte

di danni alla vite, alle colture e alle foreste, danni che hanno già superato più di

una volta la soglia annua del milione di franchi a carico del Cantone. I cacciatori

versano annualmente oltre un milione di franchi nelle casse dello Stato per le

patenti, contribuendo a finanziare il servizio cantonale della caccia. Prestano

pure il loro tempo per il recupero degli habitat per la selvaggina (anche a favore

di specie non cacciabili e in bandite di caccia) e collaborano, sempre

gratuitamente, con i guardacaccia per i conteggi primaverili di diverse specie

selvatiche o fornendo preziosi dati per altre specie, ad esempio la beccaccia o i

censimenti di fagiani nel mese di agosto, ecc. La stragrande maggioranza di loro

esercita l’attività venatoria nel rispetto delle leggi, non esitando ad

autodenunciarsi in caso di errore, e contribuisce alla valorizzazione di una

preziosa risorsa naturale qual è la carne di selvaggina le cui norme sanitarie

divengono sempre più esigenti. Essi propongono pure la costituzione di bandite

di caccia per la salvaguardia delle popolazioni di selvaggina.

24. I cacciatori concorrono a mantenere salde le tradizioni gastronomiche

(salumi di selvaggina, vecchie ricette, ecc.) e si adoperano per il mantenimento

del territorio, preservando vecchi sentieri e restaurando cascine di montagna che

sarebbe andate altrimenti perse. Attraverso la FCTI hanno raccolto

un’imponente collezione di animali imbalsamati e si recano pure nelle scuole

del cantone a presentare ai giovani le specie viventi in Ticino allestendo nei

boschi una esposizione di animali che i ragazzi devono trovare e riconoscere.

Talmente sono tante che è impossibile in questa sede, senza rischiare di essere

troppo prolissi, riassumere quali siano le reali attività dei cacciatori nel Cantone

e l’interesse pubblico che essi assolvono nell’ambito della tutela del patrimonio

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ambientale; fatto è che la fiction in contestazione si distanzia assai dalla realtà,

diffondendo – contrariamente agli intenti proferiti – l’univoco messaggio che la

caccia è delinquere e bracconaggio, un’equazione del tutto errata e falsa.

25. Il bracconaggio, inteso come il cacciare di frodo e il comportarsi senza

scrupoli verso la natura, è da sempre duramente osteggiato dalla FCTI e dai

cacciatori tutti, tant’è che l’art. 3 lett. g dei suoi Statuti ne postula una severa

repressione (doc. 1). I casi gravi si riducono vieppiù e sono da ricondurre in

prevalenza a personaggi che nulla hanno a che vedere con il mondo venatorio.

A fronte dei 7000 capi di selvaggina (di tutte le specie cacciabili)6 che vengono

abbattuti in un anno nel Canton Ticino, l’uccisione di frodo di qualche raro

esemplare diviene veramente un fatto straordinario.

26. Associare la caccia al bracconaggio, duramente combattuto dai cacciatori

medesimi e quasi sempre compiuto da persone prive di patente (quindi non

cacciatori), è del tutto fuorviante. Lascia pertanto oltremodo sgomenti

apprendere dal responsabile fiction RSI che “per raccontare questo universo

[quello dei cacciatori, ndr.] fosse obiettivamente necessario concentrarsi su chi

non rispetta le buone regole di comportamento tenute dalla maggioranza degli

appassionati di caccia alle nostre latitudini”, ciò che dovrebbe suscitare “un

dibattito aperto e costruttivo”. (v. doc. 8). Mal si comprende come si possa

sostenere che per raccontare oggettivamente un determinato settore è necessario

concentrarsi su chi, in numero esiguo, sgarra e su chi compie atti penalmente

rilevanti, segnatamente quando ciò rappresenta l’eccezione: è come dire che per

raccontare il mondo clericale occorre concentrarsi solo sui preti pedofili, o che

per raccontare l’attività dei politici svizzeri occorre concentrarsi solo su quelli

corrotti, o che per presentare il giornalismo occorre parlare solo dei giornalisti

di regime, e per il mondo dell’insegnamento si deve parlare soltanto di quei

pochi docenti inchiestati, e qui non finiremmo più di proporre esempi. Sta di

6 Sulle catture in Ticino, vedi sito UCP: www4.ti.ch/dt/da/ucp/temi/caccia/caccia/tabelle-

riassuntive-delle-catture.

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fatto che è manifestamente errato presupporre che per presentare un settore

specifico (la caccia) occorra concentrarsi quel che è eccezionale e straordinario

(il bracconaggio), ciò che per definizione non è comune, non è rappresentativo,

e dunque non può fornire una visione oggettiva e trasparente.

27. Non ne va diversamente di come è stato rappresentato l’operato dei

guardiacaccia. Essi sono delle persone mosse da passione per la natura e la fauna

selvatica, spesso con un passato di cacciatori attivi, il cui ruolo non si riduce a

sorvegliare i cacciatori durante l’esercizio della caccia, peraltro limitato a pochi

mesi all’anno. Il loro ruolo comprende il rilevamento di indicatori biologici, la

raccolta di dati sul terreno (censimenti notturni o durante il periodo degli amori)

per la pianificazione della caccia e per il monitoraggio degli effettivi di

selvaggina, la verifica dello stato di salute della fauna selvatica e dei danni alle

colture, gli abbattimenti di selvatici malati o fonte di danni, il controllo delle

catture, nonché il rilevamento dei dati biometrici delle stesse.

28. In esito a quanto suevocato se ne devo concludere che la contestata serie

televisiva il Guardiacaccia lede manifestamente il principio di oggettività.

2) Principio di pluralità o di pluralismo (art. 4 cpv. 4 LRTV)

Vedi art. 4 cpv. 4 LRTV: “I programmi delle emittenti concessionarie devono

rappresentare in modo adeguato la pluralità degli avvenimenti e delle opinioni

nell’insieme delle loro trasmissioni redazionali”.

29. Ritenuto che l’idea di fondo della fiction in parola era quella di suscitare

un dibattito, di fungere da spunto di riflessione, di presentare il mondo venatorio

e della montagna, appare chiaro a tutti che il messaggio univoco che ne è

scaturito viola altresì il principio di pluralità. S’imponeva di interpellare anche

la FCTI e di valutare le più disparate opinioni, in particolar modo di quelli che

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potevano rappresentare il cacciatore corretto che si prodiga per svolgere tutte

quelle attività di cui si è appena detto e a cui si rimanda.

30. D’altro canto il guardiacaccia, ora in pensione, a cui la serie s’ispira era

noto nell’ambiente venatorio per essere molto agguerrito contro la categoria dei

cacciatori verso cui serbava parecchi pregiudizi e, probabilmente, anche

qualche rancore, specie dopo l’inchiesta amministrativa che una quindicina di

anni fa lo aveva coinvolto.

3) Mancato rispetto dei diritti fondamentali (art. 4 cpv. 1 LRTV)

Vedi art. 4 cpv. 1 LRTV: “Tutte le trasmissioni di un programma radiofonico

o televisivo devono rispettare i diritti fondamentali. Le trasmissioni devono in

particolare rispettare la dignità umana, non devono essere discriminatorie, né

contribuire all’odio razziale, né ledere la morale pubblica, né esaltare o

banalizzare la violenza”.

31. I reclamanti reputano inoltre che la categoria dei cacciatori sia stata

ampiamente discriminata, oltre che lesa nella propria immagine, nella propria

personalità e nel proprio onore, beni giuridici tutelati a livello costituzionale

dalla libertà personale sancita dall’art. 10 cpv. 2 Cosf fed., segnatamente dalla

sua componente psichica (cfr. AUER/MALINVERNI/HOTTELIER, Droit

constitutionnel suisse, ed. 2006, vol. II, n. 340 e segg., segn. 342). Trattandosi

di diritti fondamentali protetti dalla Costituzione, i reclamanti sono senz’altro

legittimati a censurare la trasmissione anche da questo profilo.

32. Orbene, è pacifico che la serie in discussione tende a screditare la categoria

dei cacciatori dipingendoli come personaggi disonesti, dediti alla delinquenza,

privi di senso della legalità e dell’etica, non solo venatoria ma anche umana. Al

proposito, per non ripeterci, si rinvia a quanto già diffusamente scritto sopra,

rimarcando qui come in siffatte circostanze è normale che la categoria dei

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cacciatori si sia sentita lesa nella sua personalità, offesa e diffamata nella misura

in cui ciò non rappresenta per niente la realtà, soprattutto quella odierna. La

generalizzazione che viene fatta, la decontestualizzazione dei fatti, distorce la

realtà e non può che essere offensiva (non può essere la comparsata di una

manciata di secondi nella terza puntata del cacciatore corretto recitato da Diego

Gaffuri che ha ristabilito gli equilibri).

33. Per finire ci sembra pure ammissibile sostenere che la violenza sia stata

senz’altro banalizzata ed esaltata, probabilmente con l’intento di ottenere non

si capisce bene quale effetto. Ci si riferisce all’episodio già surriferito

dell’uccisione della ragazza: un fatto di estrema gravità, compiuto con così tanta

leggerezza da una persona poi addirittura assolta nonostante l’estrema

violazione delle più elementari norme di diligenza, ci appare una chiara e

preoccupante banalizzazione.

C. CONCLUSIONI

34. I reclamanti chiedono che il Mediatore esamini le contestazioni oggetto del

presente reclamo a norma dell’art. 93 LRTV. In accoglimento del reclamo, si

chiede che il Mediatore accerti che la trasmissione “Il Guardiacaccia” ha violato

i principi testé evocati e che fornisca debite raccomandazioni alla RSI al fine di

evitare per il futuro ulteriori violazioni rispetto al mondo venatorio, oltre che

raccomandare alla medesima emittente di produrre una o più trasmissioni che

rappresentino oggettivamente e in maniera completa il reale ed effettivo mondo

venatorio odierno.

35. Si chiede infine che il Mediatore inviti l’emittente a che la trasmissione non

venga più resa accessibile in alcun modo, specialmente su internet.

36. In ogni caso si chiede che venga indetta un’udienza conciliativa tra le parti.

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Con i migliori saluti.

Avv. Fabrizio F. Monaci

Si producono i seguenti documenti:

Doc. 1 Statuto FCTI (ed. 8.5.2010);

Doc. 2 Stampata promo pubblicato sul sito della RSI il 29 novembre 2017 (www.rsi.ch/chi-

siamo/comunicati-stampa/Il-Guardiacaccia-Prima-tv-9842962.html), intitolato Il

Guardiacaccia – Prima TV;

Doc. 3 Stampa promo pubb. Sul sito RSI il 4.12.2017 (www.rsi.ch/rete-

uno/programmi/intrattenimento/millevoci/Ciak-si-gira-Il-Guardiacaccia-9780082.html)

intitolato Ciak si gira – Il Guardiacaccia;

Doc. 4 Locandina de Il Guardiacaccia;

Doc. 5 Stampa presentazione della trasmissione su RETE UNO, “Attualità culturale”, del 29.11.17,

ore 17:40, intitolata Il Guardiacaccia: dal locale all’universale;

Doc. 6 Lett. Canetta/Regazzi del 14.12.2017;

Doc. 7 Lett. aperta Regazzi/Canetta dell’11.12.2017;

Doc. 8 Mail Marcionni/Dal Mas del 20.12.2017.