Recensione Al Libro Di Massimo Recalcati Su Jacques Lacan - La Repubblica 28.11.2012

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    Noi, i soggetti. Ma chi siamo, noi? E cosa vuol dire sogget-to? Che rapporto passa tra me e laltro, allinterno dellacomunit? Ma anche tra me e ci che, senza appartener-mi, come il linguaggio che parlo, mi condiziona, mi mo-della, mi altera? E ancora: cosa , per ciascuno di noi, il de-

    siderio? A quale legge risponde? E come si articola con letica, larte,lamore? Sono le grandi domande che si pone, e ci pone, Massimo Re-calcati in Jacques Lacan. Desiderio, godimento, soggettivazione (Cor-tina), prima parte di un dittico, straordinario per quantit e qualit,cui seguir unaltra sulla clinica psicoanalitica. Si tratta del suo ultimolibro, ma anche, pi a fondo, del libro della sua vita. Certamente Re-calcati ne scriver ancora molti. Ma il libro della vita unaltra cosa. il libro cui dedichiamo la vita, ingaggiando una battaglia che non pos-siamo mai davvero vincere. E che poi, a un certo momento, sorpren-dendoci, la vita scrive attraverso di noi.

    Si potrebbe dire che questo, a conti fatti, quanto ci ha insegnato

    Lacan. La sua unopera difficile non perch lontana dalla nostraesperienza, ma perch, al contrario, tanto prossima ad essa che qua-si non riusciamo a metterla a fuoco e oggettivarla. La forza e il fascinodel libro di Recalcati stanno appunto in questa consapevolezza. Nelsapere, e nel dirci, che le tesi di Lacan non possono essere descrittedallesterno, come una qualsiasi teoria, ma vanno riconosciute den-tro di noi nei nostri gesti e nelle nostre parole, nei nostri impulsi e neinostri smarrimenti. In questo senso va intesa quella sovversione delsoggetto cui, fin dai primi semi-nari, Lacan dedica la propriaopera e dunque, come si diceva,la propria vita. Contro lidea di

    candola, dando senso a ci chesembra non averne.

    Recalcati ricostruisce in tutte

    Heidegger, di Sartre e Kojve, diSaussurre e Jakobson per nonparlare di Freud, restato fino al-lultimo il suo interlocutore pri-vilegiato. In questo quadro com-

    plesso e in continua evoluzione,quale il suo punto di partenza il nucleo rovente da cui si pu di-re nasca la necessit del suo pen-siero? Si tratta del fatto che, nel ri-fiuto narcisistico dellaltro, neltentativo inane di ricucire la pro-pria faglia originaria, il soggettomostra di odiare innanzitutto sestesso. In questo modo nel no-

    do mortifero che lega Narciso aCaino si pu rinvenire la radicedei totalitarismi e della guerra, a

    LACANTUTTO

    SU

    Massimo Recalcatidedica due volumial controversopsicoanalista

    Il primo, appenapubblicato, sul soggettoe i sentimenti

    Riunito in tuttele sue pieghe losviluppo di unateoria perniente lineare

    ROBERTO ESPOSITO

    DALLETICA AL DESIDERIOI PENSIERI DI UN MAESTRO

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    inatteso, come quella che, nel-linterpretazione sartriana, fa diFlaubert non un idiota, ma un ge-nio.

    Ma li ritrova anche nella dina-mica dellamore come ci cheriscatta limpossibilit degliamanti di ottenere un godimen-to reciproco. Mentre il maschionon pu godere che di se stesso ein se stesso, la domanda delladonna senza limiti e dunquemai soddisfatta. Vero amore quello che, anzich rimuoverla,riconosce questa distanza, ri-nunciando al godimento assolu-to. Non labolizione della man-canza, ma la sua condivisionenellabbandono e nel rischio chene deriva. Larte, in una diversaesperienza di sublimazione, ri-produce tale condizione. Anchein essa la pulsione si afferma cir-coscrivendo un vuoto elevandoil proprio oggetto alla dignit del-la Cosa. Come provano i quadridi Czanne, ma anche la scatoladi fiammiferi di Prvert, in unapratica artistica intesa come or-ganizzazione del vuoto, presen-za e assenza si sovrappongono inuna forma che fa delluna le-spressione rovesciata dellaltra,cos come, in tutta larte contem-

    poranea, la figura si rivolge allin-figurabile. Ancora una volta il soggetto si

    riconosce assoggettato a qualco-sa che lo domina, su cui egli nonpu avere controllo. E tuttavia,ci non ne determina n la disso-luzione n la soggezione a unapotenza straniera. C sempre, inogni esistenza, una sporgenza ri-spetto al proprio destino, unpunto di resistenza alla ripetizio-ne che coincide con la singolaritdella vita. proprio lassenza digoverno di s, lesposizione al-lAltro, che riapre il cerchio dellanecessit alla dimensione delpossibile. Forse, si potrebbe ag-giungere, lunico terreno sulquale questa possibilit apparepi appannata, nellopera di La-can, quello della politica. Non acaso il libro di Recalcati percorrei territori della filosofia, delleti-ca, dellestetica, ma non quellodella politica. Forse perch allapolitica non basta la soggettiva-zione in quanto tale, e neanchelincrocio delluno con laltro.Occorre anche una linea conflit-tuale che, allinterno della so-ciet, aggreghi gli uni contro, o al-meno di fronte, agli altri. Ecco laquestione ultima, lasciata apertada Lacan, con cui la ricerca di Re-calcati chiamata a confrontarsi.

    me legge della parola e del dono.Quando la tendenza allimmu-nit alla chiusura identitaria prevale sulla passione per la co-munit, lIo batte contro il pro-prio limite rimbalzando sullal-tro, secondo una pulsione dimorte che finisce per risucchiar-li entrambi nel proprio vortice. Igrandi temi dellinconscio comelinguaggio, del nome del padre,della dialettica tra desiderio e go-dimento, sono tutti modi perproporre, da parte di Lacan, lamedesima esigenza. Che quel-la, per un soggetto esposto allapropria alterit, di non identifi-carsi con se stesso, ma senza per-dersi nellaltro. Di sfuggire alla ri-cerca compulsiva di un godi-mento senza limiti, ma anche al-la legge di un desiderio senza rea-lizzazione.

    Loriginalit di Lacan nellin-terpretazione di Recalcati stanella capacit di tenersi lontanoda entrambi questi estremi. Dinon contrapporre il godimentoal desiderio, ma di cercare di arti-colarli in una forma che fa di unoil contenuto dellaltro. Il proces-so di soggettivazione vale a diredi elaborazione, da parte dellio,dellalterit da cui proviene illuogo di questa alleanza, la zonamobile in cui le acque del deside-

    rio confluiscono in quelle del go-dimento, pur senza mischiarsi.Godere nel desiderio, attraversoil desiderio vale a dire non diuna pienezza irraggiungibile, madella differenza che ci attraversae ci costituisce: ecco la sfida, illuogo impervio della nostra re-sponsabilit etica verso laltro,che n la dissipazione libertina diSade n la morale sacrificale diKant potevano mai attingere. iltema su cui sono tornati con effi-

    cacia anche Bruno Moroncini eRosanna Petrillo inLetica del de-siderio. Un commentario del se-minario sulletica di Lacan (Cro-nopio). Quali sono i segni di que-sta possibile giuntura tra godi-mento e desiderio, pulsione elegge, uno e altro? Lacan li rin-traccia intanto in unetica delreale non dei valori trascenden-ti che, pur consapevole dellanecessit che ci governa, la aprealla contingenza dellincontro RIPRODUZIONE RISERVATA

    Lo scoglio che nonviene affrontato quello dellapolitica nel suoaspetto conflittuale

    IL LIBROJacques

    Lacan.Desiderio,godimento esoggettiva-zione Vol. 1di MassimoRecalcati(RaffaelloCortina,pagg. 500,euro 39)