Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle...

53
Gruppo di lavoro di Etnopsicologia 1 Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, criticità: il contributo dell’Etnopsicologia

Transcript of Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle...

Page 1: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

1

Realtà immigratoria fra

conoscenze, competenze, criticità:

il contributo dell’Etnopsicologia

Page 2: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

2

La psicologia si è affacciata alla etnopsicologia negli spazi istituzionali, solo recentemente, tali spazi

hanno invece sempre visto favorito un approccio etnopsichiatrico.

Possiamo dire che parte di questo ritardo sia stato causato dalla incapacità di cogliere

immediatamente i mutamenti della società, difficoltà che caratterizza molte delle professioni sociali

e sanitarie.

La definizione di etnopsicologia e la relativa ricerca, risalgono addirittura alla seconda metà dell’800,

ma solo oggi il nostro ruolo ha acquisito rilievo.

Siamo colpiti costantemente dai mass media con notizie che riguardano l’immigrazione e le varie

problematiche connesse: flussi migratori, integrazione e razzismo, solo per citarne alcuni.

È nostro compito, come professionisti psicologi e psicoterapeuti, seguire queste dinamiche.

Dobbiamo dare il nostro contributo sia a livello scientifico sia a livello di intervento clinico, sociale e

civico.

E’ necessario essere in grado di far recepire e concepire un nuovo pensiero e una nuova cultura che

include la realtà migratoria; essa pur presentando nuove difficoltà, bisogni e patologie rappresenta

sempre un elemento evolutivo di crescita e riflessione.

Questa ricerca del “Gruppo di lavoro di Entnopsicologia” costituito dall’Ordine Psicologi Marche,

vuole essere un contributo di riflessione, e non solo, sull’importanza, mai come oggi così urgente,

di una cultura entopsicologica.

Dr. Luca Pierucci

Presidente Ordine Psicologi Regione Marche

Page 3: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

3

PREMESSA

Riflettere, confrontarsi, capire l’attuale condizione migrante presso un contesto istituzionale quale l’Ordine

professionale degli Psicologi rappresenta un’azione di forte valenza culturale e civica, poiché come afferma

Tobie Nathan la cultura è “il sistema che contribuisce alla nostra costruzione del mondo e non può esistere

respiro psichico, senza filtro culturale che ordini, governi e fornisca i principali strumenti di interazione con

la realtà”. I colleghi e le colleghe che compongono il gruppo di lavoro di etnopsicologia presso l’Ordine

Psicologi Marche hanno pertanto profuso impegno, tempo ed energia per la valorizzazione di una cultura

etnopsicologica che rispetti innanzitutto la dimensione del diritto (per noi psicologi è sancito dall’articolo 3

del codice deontologico) e che sia all’insegna di un approccio psicologico profondamente connesso alla

potenza delle relazioni piuttosto che a rigide categorie nosografiche; uno sguardo alla migrazione tale da

poter riaffermare il senso della Storia della persona. La cultura etnopsicologica rappresenta in tal senso una

ricchezza perché parte dalle relazioni, dal rispetto per gli esseri invisibili, per la lingua, per gli oggetti simbolici

e per il corpo. È necessario però valorizzare le informazioni per poter leggere le condizioni contestuali dove

si muovono attualmente i destini di moltissime persone migranti.

Da qui l’elaborazione di un documento che rappresenti un viaggio, auspicabilmente esaustivo, nella

condizione migratoria, con la speranza che sia un contributo per vivere più tra uomini piuttosto che tra

avversari.

Silvana Zechini

Page 4: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

4

INTRODUZIONE

Il presente documento si offre come fotografia e analisi dell’attuale condizione migratoria, come realtà in

continua evoluzione, con l’intento di offrire dati e approfondimenti utili a conoscere le connotazioni di tale

fenomeno e promuovere contemporaneamente la cultura etnopsicologica. Il Gruppo di lavoro di

Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo

contributo a inizio 2018, ma negli ultimi mesi la situazione, per quanto riguarda il settore dell'accoglienza dei

migranti e dell'integrazione sociale, è profondamente cambiata. Notizie e informazioni distorte hanno

trovato terreno fertile proprio nella mancanza di ciò per cui questo documento era stato pensato:

un’informazione diffusa e concreta sullo stato dell'arte e sugli strumenti esistenti.

Pertanto si vuole offrire a tutti coloro che sono motivati a conoscere la realtà migratoria, o per lavoro o per

interesse personale, le informazioni su le problematiche più diffuse nella presa in carico dei migranti, le prassi

in uso e le istituzioni attive in quest’ambito.

In questo periodo anche il sistema SPRAR, che era considerato un modello di riferimento europeo e che

puntava sull’integrazione fra le realtà ospitanti e le persone accolte è stato accantonato, con inevitabili

ripercussioni rispetto agli ingressi dei migranti nel Paese, che in passato potevano usufruire di strutture

d’accoglienza e protezione per richiedenti asilo e per titolari di protezione internazionale e umanitaria in

attesa di verifica dei requisiti.

La gravità dell'attuale situazione invece di frenarci ci ha motivati ancora di più, perché è proprio quando la

confusione si fa grande che bisogna impegnarsi a fare chiarezza, così come quando arriva il buio che bisogna

accendere le luci. Speriamo quindi che il presente documento possa offrire testimonianza del nostro lavoro

e del lavoro dei tanti che da anni si impegnano nell'ambito dell'integrazione in senso lato e dell'etnopsicologia

nello specifico, diventando allo stesso tempo uno strumento di confronto e di informazione.

Per concludere, questo documento non vuole essere un punto di arrivo, ma l'inizio di un viaggio condiviso

con chiunque operi nel settore o si senta interessato e intenda partecipare allo stesso con osservazioni e

scambi.

Page 5: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

5

1. SETTORE GENERALE

1.1 COS’E’ L’ETNOPSICOLOGIA

Da una semplice analisi etimologica appare immediatamente chiaro che l'etnopsicologia si occupa della

psicologia applicata alle differenze etniche. Ma cosa, in concreto, si intende con ciò?

Per approfondire la questione proviamo a concentrarci sui concetti di salute e cura. Per molti anni si è cercato

di distinguere la salute fisica da quella psicologica, dimenticando che la salute è un meccanismo sfaccettato,

in cui i processi emotivi condizionano il benessere fisico, e viceversa. È difficile perciò ottenere buoni risultati

di cura focalizzandosi solo su uno dei due aspetti che, complessivamente, chiamiamo salute. Lo stesso

approccio va però applicato anche in ambito psicologico. Quando si parla di psicologia ci si riferisce,

solitamente, alla realtà interiore dell'individuo: personalità, emozioni, traumi, focalizzando l'attenzione

sull'esperienza del singolo rispetto al mondo, dimenticando il sottile condizionamento che quest’ultimo

opera sulle persone. La "realtà", o meglio il modo in cui ci rappresentiamo la realtà, si costruisce in base ai

modelli imposti o proposti dalla cultura.

Le diverse culture plasmano gli individui e il loro modo di essere attraverso usanze, regole esplicite e implicite.

E se per un occidentale è buona norma stringere la mano a uno sconosciuto, per un latino americano sarà

considerato più cortese un contatto maggiore, come un abbraccio, mentre per un orientale l'inchino appare

come la forma di massima educazione verso l'altro. Apparentemente si tratta solo di semplici consuetudini,

ma in realtà definiscono un modo di vivere ed esprimere la propria parte affettiva ed emotiva, condizionando

quindi la vita psichica dell'individuo.

Alla luce di tale consapevolezza, appare chiaro che la psicologia non può essere considerata come un corpus

di conoscenze e di metodologie monolitico e perfettamente delineato, valido per ogni occasione, ma deve

variare in base al substrato culturale in cui l'individuo è cresciuto o vive.

Ed è qui che entra in gioco l'etnopsicologia!

L'etnopsicologia può quindi essere definita come un approccio di intervento psicologico focalizzato sui tratti

distintivi del contesto socio-culturale di appartenenza del soggetto preso in carico. Come approfondiremo in

seguito, la sfida per l’etnopsicologia è quindi quella di costituire un impianto multidisciplinare e interculturale

che utilizzi la lingua del paziente e che permetta di conferire significato al vissuto del migrante. Pertanto

l'etnopsicologo è il professionista dell'intervento psicologico dotato di competenze e, soprattutto, di una

particolare sensibilità alle dinamiche psico-emotive dell'individuo, derivate dalle diverse culture di

Page 6: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

6

appartenenza. Parliamo di sensibilità, perché sarebbe impensabile riuscire a raggiungere una competenza

approfondita di tutti i modelli culturali esistenti. Meglio costruire, invece, un approccio "fluido" libero da

preconcetti e, al tempo stesso, una specifica attenzione alla differenza, al dettaglio dietro cui si nascondono

i diversi modi di costruire e vivere le relazioni, di rappresentarsi la realtà, di raccontarsi il corpo e le emozioni.

Enfatizzando le risorse del paziente, l’etnopsicologo si pone come obiettivo quello di offrire un intervento di

sostegno psicologico meta-culturale, creato ad hoc, in grado di ristabilire l’involucro culturale, lacerato in

seguito l’esperienza migratoria. Questo perché è proprio nello sradicamento (ovvero l’allontanamento dal

proprio mondo verso un altro) che esplode il disagio psicofisico, una condizione che diventa difficile da

comunicare con un linguaggio o con sintomi comprensibili per la cultura ospite. Un esempio di questa

difficoltà sta nel lavoro dei medici che operano con pazienti stranieri, spesso provenienti da culture molto

lontane, con i quali non è possibile utilizzare gli stessi modelli di descrizione sintomatologica. Ciò che cambia,

chiaramente non è l’anatomia, ma il modo di rappresentare e descrivere il corretto funzionamento

dell'organismo; per cui ciò che nella nostra cultura può essere definibile come fitte al fegato o dolore alle

giunture, in Africa sub-sahariana può essere spiegato come uno squilibrio energetico tra la parte destra e

quella sinistra del corpo, mentre in medicina tradizionale cinese può essere raccontato come una presenza

eccessiva o insufficiente di vento o di fuoco nelle varie aree dell’organismo.

Un’altra questione alquanto spinosa da comprendere sta nel differente “rapporto con l’invisibile”, un

problema che si rende evidente nel lavoro con le donne vittime di tratta. La questione riguarda donne,

perlopiù nigeriane, reclutate nel loro villaggio o città d’origine, spesso con la falsa promessa di una nuova vita

in Europa e di un lavoro sicuro e onesto, vincolate mediante l’impegno alla restituzione di una certa somma

di denaro. Questo patto viene suggellato da un rito magico (vudù o juju) fatto allo scopo di assoggettare le

vittime da un punto di vista morale e spirituale, oltre che con la costrizione fisica, se necessario, anche

mediante minacce alla loro incolumità o a quella dei loro familiari rimasti nel Paese di origine. I riti prevedono

inoltre un vincolo di segretezza, che vieta loro di fare il nome dei propri sfruttatori. Il timore di ritorsioni

fisiche e spirituali, in seguito alla trasgressione del patto, rende la loro liberazione alquanto ardua.

Per fare al meglio questo lavoro di continua ricerca di comprensione e rispetto delle differenze socio-cultuali,

si rende necessaria la collaborazione con un mediatore culturale. Il mediatore linguistico culturale è un

ponte, una passerella tra due universi linguistici. Riguardo al ruolo del mediatore esiste ancora molta

confusione. Se da un lato alcuni operatori considerano i mediatori come figure di passaggio e semplici

traduttori da utilizzare solo in caso di emergenza, dall’altro ci sono operatori con grandi aspettative che

considerano i mediatori dei dispositivi passe-partout, dei tecnici in grado di risolvere qualsiasi questione

legata all’intercultura e all’integrazione dei cittadini stranieri.

Page 7: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

7

Le funzioni del mediatore dovrebbero invece essere delineate e costruite di volta in volta dagli stessi

operatori e mediatori in un preciso progetto di intervento. Entrambi dovrebbero collaborare ed essere

coinvolti nelle attività di promozione e personalizzazione degli interventi al fine di renderli più vicini all’utenza

straniera ed ai suoi bisogni. Poiché esiste una differenziazione di funzioni del mediatore, è difficile fare un

discorso generalizzato che non tenga conto del contesto. Tuttavia si possono individuare alcune principali

“funzioni base”, presenti in tutte le figure della mediazione, quali:

Funzione di orientamento e di informazione agli utenti

Funzione di accoglienza degli utenti nei servizi

Funzione di traduzione, interpretariato, mediazione linguistico-culturale

Funzione di sensibilizzazione, promozione e pubblicizzazione relative al servizio specifico in cui si è

inseriti.

1.2 PARTE STORICA E RIFERIMENTI TEORICI

La collaborazione interdisciplinare tra psicologi, antropologi, filosofi, storici, sociologi è stata fondamentale

nei secoli per sviluppare la ricerca nell’ambito della dimensione psichica nelle diverse popolazioni.

I primi accenni al termine di etnopsicologia si ebbero grazie a Heymann Steinthal, filosofo del linguaggio e

psicologo tedesco, cofondatore nel 1860 della Rivista per l'etnopsicologia e la linguistica e autore di numerosi

scritti sull'origine del linguaggio. Nella sua opera (1851) Steinthal sostiene un orientamento volto a porre in

relazione l'analisi strutturale delle lingue e la psicologia dei popoli.

Successivamente Wilhelm Wundt, psicologo e filosofo tedesco del XIX secolo, parlò nelle sue ricerche di

“psicologia dei popoli” o etnopsicologia, ovvero dello studio del ruolo della cultura nella costruzione

delle funzioni psicologiche superiori (memoria volontaria, ragionamento, linguaggio, apprendimento). Il

concetto venne poi riutilizzato da Wundt nello studio dello sviluppo mentale generale dell'essere umano,

ovvero dei fattori costitutivi della cultura di un'etnia o di un popolo (lingua, religione, miti, morale, costumi

ecc.) tramite metodi psicologici, filologici, storici e antropologici. Una vera e propria indagine integrata che

oggi viene invece sviluppata da diverse discipline come la psicologia culturale, la psicologia trans-culturale o

cross-culturale, l'antropologia psicologica e l'etnopsicologia.

Gli studi di etnopsicologia hanno successivamente contribuito ad approfondire l’argomento. L'etnopsichiatria

può essere fatta risalire allo psichiatra Emil Kraepelin che, all'inizio del XX secolo, ha delineato una nuova

disciplina chiamata psichiatria comparata. Kraepelin era convinto che i fattori socioculturali svolgano un ruolo

Page 8: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

8

fondamentale nella genesi di diverse psicopatologie e perciò si preoccupò di identificare e spiegare il legame

che esiste tra disturbi mentali e caratteristiche etniche e culturali dei diversi popoli.

Con l'etnopsicologia e l'etnopsichiatria, etnia e cultura diventano così fattori centrali anche per le discipline

che si occupano della salute mentale. L’etnopsichiatria mirava al confronto tra diverse realtà cliniche al fine

di convalidare le categorie nosografiche della psichiatria classica occidentale, che rimanevano il termine di

riferimento certo e indiscutibile. Il metodo era appunto quello comparativo e da qui nasceva la definizione di

psichiatria trans-culturale, cross-culturale o comparativa. L’orientamento della prima etnopsichiatria era di

considerare le sindromi psichiatriche esotiche come una variante più semplice e povera di quelle riscontrate

in Occidente: in esse i fattori culturali costituivano dei meri ostacoli all’efficace riconoscimento delle

patologie secondo la nosografia psichiatrica occidentale. L’elemento culturale veniva preso in considerazione

e studiato solo in vista di una sua rimozione al fine di svelare i modi universali della sofferenza umana. La

prima etnopsichiatria riteneva infatti che, sebbene i contenuti del disagio psichico differissero in diverse aree

geografiche del mondo, essi sottintendessero una uguale forma, universale, di disturbo mentale.

Un altro pioniere degli studi etnopsicologici e della etnopsicanalisi è Georges Devereux, che ha effettuato

studi sul campo fra le popolazioni indigene in California, Australia, Nuova Zelanda, Nuova Guinea e Vietnam,

studiandone le formazioni culturali al fine di individuare le varianti strutturali comuni ad ogni cultura.

L’etnopsichiatria viene da lui considerata come una disciplina complementarista, in cui è necessario un

dialogo incessante e comparativo tra epistemologie psicoanalitiche, antropologiche, sociologiche, ma anche

biomediche, perché nessun punto di vista è esaustivo nello studio dell’uomo.

Gli orientamenti attuali hanno maturato una visione più critica del compiere azioni di cura. L’esigenza di farsi

carico di disagi "altri", ha suggerito la necessità di ripensare gli strumenti e i quadri teorici, riconoscendo la

loro inevitabilità culturale, cioè il loro essere localizzati, costruiti in spazi storici e geografici specifici. E infatti

gli etnostudiosi contemporanei si differenziano da quelli del passato per la consapevolezza della necessità di

storicizzare anche i propri riferimenti culturali e strumenti operativi.

Un ulteriore passo avanti, soprattutto nella direzione della costruzione di dispositivi di cura adeguati alle

patologie etniche, è stato più recentemente compiuto da Tobie Nathan. Da lui la psicoterapia viene

considerata come “un procedimento d’influenza destinato a modificare radicalmente, profondamente e in

modo duraturo una persona, una famiglia o semplicemente una situazione, partendo da un’intenzione

terapeutica” (Nathan 1998, p. 20). Non si separa perciò il paziente dalla famiglia o dal clan, per ricondurlo ad

un gruppo virtuale, statistico, come quello individuato e descritto dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual

of Mental Disorders), ma lo si considera parte di un corpo sociale più ampio. Di conseguenza, tutte le pratiche

terapeutiche presentano un interesse e non si può discriminare tra pratiche scientifiche e pratiche

Page 9: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

9

"selvagge". Le terapie tradizionali sono operazioni razionali, efficaci e suscettibili d’indagini approfondite:

tutto va ricondotto al sistema culturale e solo all’interno di esso si possono valutare l’efficacia e il senso.

Molti sono gli sviluppi, anche divergenti nel pensiero e nella pratica, che hanno origine dal lavoro di Nathan.

Ricordiamo soltanto Rose Marie Moro (1994, 1998), che si è concentrata in particolare sulla problematica

dell’intervento con i figli dei migranti.

Infine, va tenuto conto del fatto che in letteratura le sigle etnopsicoanalisi, etnopsichiatria e psichiatria trans-

culturale vengono a volte utilizzate come sinonimi, mentre in realtà corrispondono ad ambiti culturali e

applicativi diversi. In genere i primi due si riferiscono a quanto elaborato da George Devereux e da Tobie

Nathan, il terzo termine viene utilizzato nell’ambito della ricerca anglosassone.

Spostandoci in Italia, anche qui le ricerche e gli interventi in ambito etnopsicologico hanno avuto sviluppi

considerevoli. Già a partire dagli anni ‘50, sotto lo stimolo dell'antropologo e filosofo Ernesto De Martino,

sono stati effettuati studi e ricerche sul mondo magico e sui rapporti tra l’antropologia e la psiche. Giovanni

Jervis collaborò alle ricerche di De Martino sul tarantismo pugliese; Michele Risso e Wolfgang Boker si

occuparono di psicopatologia delle migrazioni presso le comunità d’immigrati in Svizzera; l'etnologo Vittorio

Lanternari studiò gli stretti legami tra medicina, magia e religione.

Un’eccellente attività di ricerca e d’intervento originale e feconda, e d’ispirazione nathaniana, continua ad

essere svolta da Piero Coppo che ha compiuto lunghi anni di attività scientifica e terapeutica in Mali;

dall'etnopsichiatra Salvatore Inglese, con precisi interventi sulla psicopatologia trans-culturale e sulla

psichiatria in tempo di guerra; da Giuseppe Cardamone e dallo psicologo Sergio Zorzetto, con interessanti

interventi sulla psichiatria di comunità; e dal gruppo di lavoro che si raccoglie attorno all'Associazione Oriss,

che pubblica la rivista I fogli di Oriss. E’ importante anche il contributo di Roberto Beneduce, con considerevoli

studi sulla possessione in Africa e sulla patologia delle migrazioni e di Natale Losi.

Page 10: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

10

1.3 RIFERIMENTI LEGISLATIVI

Premessa:

Generalmente con il termine IMMIGRAZIONE si definisce ogni movimento migratorio individuale o di massa

originato da motivi economici, di studio, di lavoro o dall'intento di fuggire da situazioni conflittuali del proprio

Paese che porta a stabilirsi, in via temporanea o definitiva, in un luogo diverso da quello di origine.

L'immigrazione in Italia è un fenomeno abbastanza recente. Per oltre un secolo terra di emigrazione, il nostro

Paese si trova di fronte ad un repentino cambiamento di ruolo ed è chiamato a misurarsi, sul piano culturale

e politico, con l'afflusso crescente di uomini e donne di culture, usi e religioni assai diverse tra loro così che

l'espressione "società multietnica" è diventata una realtà quotidiana.

Sul piano storico, l'arrivo dei primi flussi migratori cominciò nei primi anni '70 con l'inizio della crisi del

petrolio. L'Italia venne scelta dagli immigrati che non potevano più raggiungere i ricchi paesi dell'Europa

centro-settentrionale a causa delle politiche restrittive e della chiusura delle frontiere da parte degli Stati più

industrializzati.

Dalla seconda metà degli anni ‘80, l'Italia vide aumentare in maniera esponenziale il numero degli ingressi di

cittadini stranieri. Da allora l’immigrazione iniziò ad essere percepita dall'opinione pubblica come un

problema e gli studiosi intrapresero ricerche più approfondite sulla condizione degli immigrati.

L'Italia, a differenza di altri Stati europei solo da pochi anni si è impegnata ad elaborare politiche

sull'immigrazione; durante gli anni '70 e la prima metà degli anni '80, lo Stato preferì "non decidere" in

materia di immigrazione, lasciando al libero gioco delle forze di mercato il compito di regolamentare i flussi

migratori e agli enti locali ed alle organizzazioni assistenziali quello di affrontare, in qualche modo, le

emergenze con centri di prima accoglienza, mense, dormitori. Le politiche che vennero adottate non tennero

sufficientemente conto dei bisogni e soprattutto dei diritti di chi proveniva da un altro Paese, fornendo

prevalentemente assistenza caritatevole in assenza di una legge specifica, in cui l'unica soluzione era spesso

individuata nell'espulsione con il ritorno immediato nel Paese di origine.

La prima legge in materia di immigrazione risale alla fine del 1986, periodo nel quale si avvertiva la necessità

di un intervento da parte dello Stato che esprimesse la volontà di regolarizzare i flussi migratori, tenendo

conto anche dei diritti degli stranieri.

Page 11: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

11

Riferimenti legislativi

Ripercorrendo l’evoluzione normativa in materia di asilo il punto di partenza si può individuare nel dettato

costituzionale: l’articolo 10 comma 3 della Costituzione riguarda i diritti di asilo e prevede che: “lo straniero

al quale sia impedito nel suo Paese l’esercizio effettivo delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione

italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Di seguito

verranno riportate altre tappe cruciali di questo processo:

Il 28 luglio 1951 l’Italia firmò la Convezione di Ginevra: pilastro del sistema di asilo che affrontò per

la prima volta la questione relativa ai rifugiati nel dopoguerra. L’Italia aderì alla Convezione di Ginevra

attraverso la legge di autorizzazione alla ratifica n. 722 del 24 luglio 1954.

È con la Legge Martelli che ci fu un punto di svolta nel campo del diritto di asilo e sul tema, fino ad

allora inedito, dell’accoglienza dei richiedenti asilo, in termini più generali, nella regolamentazione

della disciplina della condizione giuridica dello straniero.

Legge 28 febbraio 1990 n. 39 fu la prima norma Nazionale in cui venne affrontato il tema del Diritto

di Asilo.

Nel luglio del 1999 l'esperienza isolata delle comunità virtuose che avevano spontaneamente

predisposto forme di accoglienza integrata a favore dei soggetti rimasti esclusi dalle strette maglie

del circuito di accoglienza governativo, assunse una dimensione strutturata grazie all'approvazione

del progetto “Azione Comune”, avviato con il sostegno dell'Unione Europea e del Ministero

dell'Interno in favore degli esuli kosovari. Il progetto venne affidato al Consiglio Italiano per i Rifugiati,

che lo realizzò in partenariato con altre associazioni ed enti di tutela attivi sul fronte dell'accoglienza.

Il progetto Azione Comune "rappresentò la sperimentazione di una metodologia in base alla quale si

sono successivamente costituiti i sistemi di accoglienza istituzionalizzati e più strutturati: il

Programma Nazionale Asilo (PNA), poi evolutosi in Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e

Rifugiati (SPRAR)".

Nel 2002 venne approvato un importante intervento legislativo di modifica della normativa vigente

in materia di immigrazione, contenente al suo interno disposizioni concernenti il diritto di asilo. La

Legge 30 luglio 2002 n.189, meglio nota come Bossi-Fini, rappresentò un inasprimento della

condizione giuridica dello straniero in Italia. Il tema dell'asilo divenne un punto a sé; affrontato in via

diretta, seppur non organica, dettando un ordine nella procedura di riconoscimento dello status e

gettando le basi per la realizzazione di un sistema di accoglienza a livello nazionale.

L'Italia, a partire dalla fine degli anni '80 del secolo scorso, partecipò ai primi trattati intraeuropei

incidenti anche sulla materia della protezione politico-umanitaria aderendo tanto all'Accordo di

Page 12: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

12

Schengen del 1985 quanto alla Convenzione di Dublino del 1990. Il primo nacque dal dibattito sorto

sul finire degli anni '80 riguardante il concetto di libertà di movimento delle persone all'interno

dell'Unione che portò a una graduale eliminazione dei controlli alle frontiere comuni. Con l’entrata

in vigore della Convenzione di Schengen nel 1995, di ratifica dell'Accordo del 14 giugno 1985, venne

sancita l'abolizione delle frontiere interne degli Stati firmatari, creando un'unica frontiera esterna

dove i controlli delle migrazioni sarebbero avvenuti sulla base di regole comuni riguardanti il tema

dei visti d'ingresso, soggiorni brevi, controlli alle frontiere e richieste di asilo. Quanto a quest'ultimo

aspetto, la Convenzione gettava le basi per la determinazione dello Stato competente ad esaminare

la domanda di asilo, una questione affrontata specificamente nella Convenzione di Dublino siglata il

15 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1997 per gli Stati firmatari. La Convenzione di Dublino si

propose di dare risposta a due fenomeni, conseguenza indiretta del sistema Schengen. Il primo, noto

come asylum shopping, consistente nella tendenza dei richiedenti asilo a ricercare lo Stato membro

che offra condizioni più permissive per il conferimento dello status. Il secondo volto a risolvere il

fenomeno dei 'rifugiati in orbita', imponendo che sussista in capo a un determinato Stato membro

l'obbligo di esaminare una domanda di asilo, evitando che la competenza venga rimbalzata di Stato

in Stato, senza alcuna presa di responsabilità.

Nel 1997 tramite il Trattato di Amsterdam prese avvio la cosiddetta "comunitarizzazione" della

materia, ovvero il passaggio della materia dall'area intergovernativa alla competenza comunitaria.

La legge 6/03/98 n.40 guarda in modo particolare all'integrazione sociale e ai diritti-doveri degli

stranieri, facendo emergere la consapevolezza nella società contemporanea che non è più possibile

evitare questa realtà e che bisogna cercare nuovi strumenti per costruire un dialogo con le altre

culture. Nella legge sono inserite innovazioni importanti, per quanto concerne le misure

d'integrazione, quale, ad esempio, la carta di soggiorno, un documento che permette di rimanere a

tempo indeterminato dopo 5 anni di permanenza con regolare permesso di soggiorno. La legge

prevede, quindi, che l'espulsione possa essere disposta solo per gravi motivi di ordine pubblico e che

lo status di titolare di carta di soggiorno si estenda anche al coniuge e ai figli minori conviventi. Il

ricongiungimento familiare viene garantito e si allarga la sfera dei parenti che ne può usufruire.

Quanto all'assistenza sanitaria, lo straniero regolarmente soggiornante ha parità di trattamento e

piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani. Ai minori presenti sul territorio,

regolari e clandestini, tra le altre forme d tutela è esteso l'obbligo scolastico. Per tutti gli stranieri,

infine, è prevista un'azione civile contro qualsiasi atto di discriminazione per motivi razziali, etnici o

religiosi. Oltre alle diverse esigenze oggettive di controllo dei flussi migratori, con questa legge

Page 13: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

13

cambia anche la sensibilità di fronte allo straniero: da lavoratore utile per l'economia del Paese, a

persona desiderosa di creare un nuovo progetto di vita nel nostro territorio e che quindi ha bisogno

di strutture sociali e culturali.

Inoltre, il Dlgs n. 286/1998 stabilisce all’articolo 2 che la tutela dei diritti fondamentali della persona

non possa essere limitata al solo cittadino italiano, ma debba essere estesa anche ai cittadini degli

altri Stati ed agli apolidi.

Nel 1999 si tenne il Consiglio europeo di Tampere da cui scaturirono importanti conclusioni sul tema

dell'asilo. In particolare venne introdotto per la prima volta il concetto di Common European Asylum

System (CEAS), ovvero l'istituzione di un regime europeo comune in materia di asilo, basato

sull'applicazione della Convenzione di Ginevra in ogni sua componente, garantendo in tal modo che

nessuno venga esposto nuovamente alla persecuzione, ossia mantenendo il principio di non-

refoulement.

Nell'arco del quinquennio successivo furono adottati atti normativi di fondamentale importanza che

gettarono le basi del Sistema Comune di Asilo: il Regolamento di Dublino n. 343/2003, che andò a

sostituire la Convenzione di Dublino del 1990, concernente i criteri e i meccanismi volti alla

determinazione dello Stato membro competente per l'esame della domanda, la Direttiva 2003/9/CE

relativa alle misure minime per l'accoglimento dei richiedenti asilo (Direttiva Accoglienza), la

Direttiva 2004/83/CE relativa all'attribuzione della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti

bisognosa di protezione internazionale (Direttiva Qualifiche), la Direttiva 2005/85/CE sulle procedure

per il riconoscimento dello status di rifugiato (Direttiva Procedure). Rilevante anche le Direttiva

2001/55/CE del 21 luglio 2001 sulle misure di afflusso massiccio di sfollati.

Terminato il completamento di questa prima fase di armonizzazione, la Comunità Europea ritenne

necessario avviare una riflessione al fine di determinare in quale direzione il CEAS dovesse muoversi.

Nel 2007, con l'elaborazione del Green Paper sul futuro regime comune in materia di asilo, prese

avvio la seconda fase di implementazione del Sistema Comune. Sulla scorta di questo documento la

stessa Commissione Europea approvò un Piano Strategico sull'Asilo, presentato nel Giugno del 2008,

in cui vennero individuati i tre pilastri sulla cui base sviluppare il sistema: rafforzare l'armonizzazione

degli standard di protezione avvicinando ulteriormente la legislazione in materia di asilo degli Stati

membri; garantire e supportare una cooperazione effettiva tra gli stessi; incrementare la solidarietà

ed il senso di responsabilità tra gli Stati membri e tra gli Stati Europei ed extra-Europei.

La seconda fase del CEAS venne confermata dal Programma di Stoccolma del 2009 e con l'entrata in

vigore del Trattato di Lisbona nello stesso anno.

Page 14: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

14

Il sistema di accoglienza dei migranti nel territorio italiano è disciplinato dal decreto legislativo n.

142/2015, adottato in attuazione delle direttive europee 2013/32/UE e 2013/33/UE.

Successivamente, alcune integrazioni e modifiche sono state apportate dapprima dal D.L. 13/2017,

che ha previsto alcuni interventi urgenti in materia di immigrazione, poi dalla L. n. 47/2017 sui minori

stranieri non accompagnati e dal D.Lgs. n. 220/2017. Nell'attuale legislatura, il D.L. 113/2018 (ovvero,

decreto immigrazione e accoglienza) ha introdotto ulteriori modifiche, che vedremo in seguito, che

riformano in parte l'impianto complessivo del sistema.

La cornice normativa riflette il modello di accoglienza «diffusa» e basata su regole definite al di fuori di una

logica emergenziale, già emerso nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata il 10 luglio 2014 da Stato,

regioni ed enti locali, nella quale era stato concordato il " Piano operativo nazionale per fronteggiare il flusso

straordinario di cittadini extracomunitari". Il sistema di accoglienza dei migranti si fonda, in primo luogo, sul

principio della leale collaborazione, secondo forme apposite di coordinamento nazionale e regionale, basate

sul Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell'interno con compiti di indirizzo,

pianificazione e programmazione in materia di accoglienza, compresi quelli di individuare i criteri di

ripartizione regionale dei posti da destinare alle finalità di accoglienza. La primissima fase, antecedente alla

accoglienza vera e propria, consiste nel soccorso e prima assistenza, nonché nelle operazioni di

identificazione dei migranti, soprattutto nei luoghi di sbarco (art. 8, co. 2, D.Lgs. n. 142 del 2015). In base agli

impegni assunti dallo Stato italiano nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione, adottata nel 2015, tali

funzioni sono svolte nelle aree chiamate hotspot (punti di crisi) allestite nei luoghi dello sbarco per consentire

le operazioni di prima assistenza, screening sanitario, identificazione e somministrazione di informative in

merito alle modalità di richiesta della protezione internazionale o di partecipazione al programma di

relocation. Ai sensi del decreto, tale funzione è svolta nei centri di prima accoglienza (CPA) o Centri di primo

soccorso e accoglienza (CPSA) allestiti all'epoca dell'emergenza sbarchi in Puglia nel 1995 ai sensi del D.L. 30

ottobre 1995, n. 451, conv. da L. n. 563/1995 (legge Puglia).

Nell'ambito delle misure di accoglienza, il decreto n. 142/2015 riserva una particolare attenzione ai soggetti

"portatori di esigenze particolari" (cosiddette persone vulnerabili, il cui novero è ampliato rispetto al

passato), per i quali sono introdotti specifici accorgimenti nella procedura di accoglienza e di assistenza. Così,

nell'ambito dei centri governativi sono attivati servizi speciali di accoglienza, assicurati anche in

collaborazione con la ASL competente per territorio, che devono garantire misure assistenziali particolari e

un adeguato supporto psicologico. Tra tutte le categorie di vulnerabilità, disposizioni particolari sono

riservate all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA).

Page 15: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

15

Per quanto riguarda le condizioni materiali di accoglienza, il decreto legislativo n. 142 si preoccupa di

assicurare livelli di accoglienza uniformi sul territorio nazionale e garantire la trasparenza delle procedure di

affidamento dei centri, rinviando ad un decreto ministeriale la definizione di uno schema di capitolato di gara

d'appalto per la fornitura dei beni e dei servizi relativi al funzionamento di tutte le strutture di accoglienza.

Tale decreto è stato adottato dal Ministero dell'interno con la collaborazione dell'Autorità nazionale

anticorruzione - ANAC (D.M. 7 marzo 2017).

Gli ultimi sviluppi legislativi in Italia:

I dati consuntivati nel DEF 2018 confermano che negli ultimi anni le presenze di migranti nelle strutture di

accoglienza italiane hanno visto un andamento crescente, dalle 176 mila unità attestate a fine 2016 alle oltre

183 mila a fine 2017, con picchi fino a oltre 193 mila a settembre 2017. La maggior parte dei rifugiati è

ospitata in strutture provvisorie (CAS), poiché i servizi convenzionali a livello centrale e locale hanno capienza

limita.

Rispetto all’elevato numero dei richiedenti asilo presenti nelle strutture di accoglienza, a fronte della

sensibile contrazione dei flussi migratori (fenomeno registrato a partire dal 2017 e consolidato nel 2018) il

Governo si è impegnato ad una rivisitazione del sistema di accoglienza, anche mediante la razionalizzazione

dei servizi (si v. comunicazioni del Ministro dell’interno sulle linee programmatiche del suo dicastero alle

Commissioni congiunte affari costituzionali di Camera e Senato, 25 luglio 2018).

In tale direzione si muove la direttiva del Ministero dell’interno del 23 luglio 2018, che ha come oggetto la

rivisitazione dei servizi di accoglienza per richiedenti asilo, tra cui:

l’individuazione dei servizi prestazionali per gli ospiti delle strutture di prima accoglienza, in coerenza

con le dimensioni e le tipologie di struttura (individuali o collettive), definendone il valore di

riferimento;

l’inclusione, nei servizi di base di accoglienza comuni, oltre all’alloggio e al vitto, della cura dell’igiene,

dell’assistenza generica alla persona (mediazione linguistico-culturale, informazione normativa),

della tutela sanitaria e di un sussidio per le spese giornaliere;

l’esigenza di porre particolare attenzione alla determinazione delle basi d’asta dei servizi, da

individuare sulla scorta dei prezzi standard di riferimento stabiliti da centrali di committenza, ovvero

indicati dall’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nelle proprio delibere, con valenza regolatoria

finalizzata al risparmio della spesa.

La revisione dei servi di accoglienza è proseguita con alcune disposizioni contenute nel D.L. 113 del 2018

(ovvero, decreto sicurezza e immigrazione) che riservano i servizi di accoglienza integrata sul territorio

Page 16: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

16

(ovvero, seconda accoglienza) predisposti dagli enti locali e finanziati con il Fondo nazionale per le politiche

ed i servizi dell’asilo (ovvero, Fondo SPRAR) solo ai titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri

non accompagnati. Possono accedere a tali servizi anche i titolari dei permessi di soggiorno “speciali” per

motivi umanitari previsti dal Testo unico in materia di immigrazione, come ridisciplinati dal medesimo

decreto legge, a condizione che tali soggetti non accedano a sistemi di protezione specificamente dedicati.

Rispetto al quadro normativo previgente, restano invece esclusi dall’ambito di applicazione dei servizi

territoriali i richiedenti asilo (ossia gli stranieri che hanno presentato una domanda di protezione

internazionale sulla quale non è ancora stata adottata una decisione definitiva).

Ulteriori interventi di razionalizzazione sono previsti dalla legge di bilancio per l’anno 2019 (L. 145 del 2018)

che demanda al Ministero dell’interno di provvedere sia alla razionalizzazione della spesa per la gestione dei

centri per l’immigrazione (tenuto conto della contrazione del fenomeno migratorio), sia alla riduzione del

costo giornaliero di accoglienza dei migranti (art. 1, co. 767).

Fino alla riforma introdotta dal D.L. 113/2018, l'accoglienza vera e propria dei richiedenti di asilo si articolava

a sua volta in due fasi: la fase di prima accoglienza per il completamento delle operazioni di identificazione

del richiedente e per la presentazione della domanda di asilo, all'interno dei cosiddetti centri governativi di

prima accoglienza (art. 9) ed una fase di seconda accoglienza e di integrazione, assicurata, a livello territoriale,

nelle strutture del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), dove erano accolti coloro

che avevano già fatto richiesta del riconoscimento della protezione internazionale (e anche coloro ai quali

detto status era stato riconosciuto) e che non dispongono di mezzi sufficienti di sostentamento.

Sul fronte dell'attuazione, la Commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza istituita alla Camera nel

corso della XVII legislatura ha evidenziato una non allineata corrispondenza tra il modello teorico stabilito dal

D.Lgs. n. 142 del 2015 e la realtà del sistema. L'indagine svolta ha fatto emergere, a 2 anni dall'approvazione

del decreto, l'eccessivo ricorso ai centri di accoglienza straordinaria (CAS) ed una ristretta adesione ai progetti

SPRAR da parte degli enti locali, nonostante gli interventi normativi ed amministrativi volti ad incentivare i

comuni in tal senso. Ciò che ha indotto la Commissione, anche in considerazione di ulteriori fattori di criticità,

a suggerire adeguati correttivi per garantire la realizzazione del modello di accoglienza tracciato dal D.Lgs. n.

142/2015 ( Doc. XXII-bis, n. 21).

Con le novità introdotte dal citato decreto legge 113 del 2018, la distinzione tra le due fasi è sostanzialmente

eliminata, in quanto la riforma riserva i servizi di accoglienza degli enti locali che aderiscono a quello che

veniva definito SPRAR ai titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati,

escludendo dalla possibilità di usufruire dei relativi servizi i richiedenti la protezione internazionale.

Una disposizione transitoria consente che i richiedenti asilo e i titolari di protezione umanitaria già presenti

nel Sistema di protezione (SPRAR) alla data di entrata in vigore del decreto-legge possono rimanere in

Page 17: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

17

accoglienza nel Sistema fino alla scadenza del progetto di accoglienza in corso, già finanziato. I minori non

accompagnati richiedenti asilo, al compimento della maggiore età, potranno rimanere nel Sistema fino alla

definizione della domanda di protezione internazionale. All'esito di tale intervento, i richiedenti protezione

internazionale, a meno che non ricorrano le condizioni che necessitino il trattenimento nei Centri di

permanenza per i rimpatri (CPR), possono accedere solo alle misure previste nell'ambito dei centri

governativi di prima accoglienza, che hanno la funzione di consentire l'identificazione dello straniero (ove

non sia stato possibile completare le operazioni negli hotspot), la verbalizzazione e l'avvio della procedura di

esame della domanda di asilo, l'accertamento delle condizioni di salute e la sussistenza di eventuali situazioni

di vulnerabilità che comportino speciali misure di assistenza.

Tale funzione è assicurata dai centri governativi di nuova istituzione, previsti dal decreto legislativo n.

142/2015 sulla base della programmazione dei tavoli di coordinamento nazionale e interregionali (art. 9) e,

in prima applicazione, dai centri di accoglienza già esistenti, come i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo

(CARA) e i Centri di accoglienza (CDA). L'invio del richiedente in queste strutture è disposto dal prefetto,

sentito il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.

In caso di esaurimento dei posti nei centri governativi, a causa di massicci afflussi di richiedenti, questi

possono essere ospitati in strutture diverse dai centri governativi di accoglienza. La natura di queste strutture,

denominate CAS (centri di accoglienza straordinaria), è temporanea e l'individuazione viene effettuata dalle

Prefetture, sentito l'ente locale nel cui territorio è situata la struttura.

In totale sono 40 gli articoli che formano il testo del D.L. 113 del 2018 (ovvero, Decreto Sicurezza e

Immigrazione). Di seguito verranno elencati i punti fondamentali del testo riguardanti il tema immigrazione:

Richiesta di asilo politico: vengono aumentati quel tipo di reati che annullano la sospensione della

richiesta di asilo politico, dopo una condanna in primo grado, portando all’espulsione immediata. I

reati in questione sono violenza sessuale, spaccio, furto e lesioni aggravate a pubblico ufficiale.

Abolizione protezione umanitaria: al momento la norma può garantire, in caso di situazioni di

emergenza umanitaria, un permesso di soggiorno ai cittadini stranieri che ne fanno richiesta.

Inizialmente si pensava a una abolizione e a una sostituzione con un permesso di soggiorno della

durata di un anno per motivi civili o di calamità naturali nei paesi di origine. Alla fine invece si è optato

per un “procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della

protezione internazionale“

Trattenimento nei centri per il rimpatrio: raddoppiati i tempi da un massimo di 90 giorni a 180 giorni.

Revoca della cittadinanza: se una persona viene ritenuta un possibile pericolo per lo Stato, potrebbe

scattare la revoca della cittadinanza in caso di condanna in via definitiva per reati legati al terrorismo.

Page 18: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

18

In più, una domanda di cittadinanza potrà essere rigettata anche se presentata da chi ha sposato un

cittadino o cittadina italiana.

Patrocinio gratuito: niente patrocinio gratuito per un migrante se il suo ricorso contro il diniego della

protezione umanitaria viene dichiarato inammissibile.

Fondi per i rimpatri: stanziati 500.000 euro per il 2018, 1,5 milioni per il 2019 e 500.000 euro per il

2020.

Gli SPRAR ora chiamati SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e

per minori stranieri non accompagnati): i piccoli centri che ospitano i migranti, sotto l’egida dei

Comuni, non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi

ha già ricevuto la protezione internazionale.

Riferimenti legislativi regione Marche

Il Servizio regionale delle Politiche sociali è articolato sulla base del modello previsto dalla L. 328/00 e recepito

dalla Regione Marche con L.R. 32/2014. La Regione ha funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento

e controllo in materia di servizi sociali intendendo per essi “gli interventi e le prestazioni coordinati nei diversi

settori della vita sociale, aventi come scopo la promozione del benessere della persona con riferimento alla

conservazione e allo sviluppo delle capacità di ciascuno a svolgere una vita di relazione in un ambiente idoneo

e sicuro. Sono esclusi gli interventi e le prestazioni assicurati dal sistema previdenziale e da quello sanitario

nonché quelli assicurati in sede di amministrazione della giustizia” (art. 2 L.R. 32/2014) ; Il sistema è articolato

in 23 Ambiti Territoriali Sociali (ATS) che aggregano più Comuni attraverso modalità istituzionali diversificate

(aziende, unione dei comuni, Unioni Montane, accordi di programma, convenzioni con istituzione di uffici

comuni etc.) ai quali viene affidata la funzione di programmazione in materia di politiche sociali e costituisce

il luogo della gestione associata dei servizi sociali. Gli ATS sono governati dai Comitati dei Sindaci composti

dai Sindaci dei Comuni aderenti all’ATS. La Regione determina le linee di programmazione sociale attraverso

lo strumento del Piano Sociale Regionale il quale, tra le altre cose, prevede anche le modalità di raccordo tra

la programmazione sociale specifica di ATS e la programmazione delle altre politiche di welfare.

Con riguardo alle politiche di inclusione sociale per i cittadini stranieri immigrati la legge regionale del 26

maggio 2009, n 13 prevede “Disposizioni a sostegno dei diritti e dell’integrazione dei cittadini stranieri

immigrati”, nel rispetto della normativa statale e comunitaria, promuove iniziative volte a garantire agli

immigrati e alle loro famiglie, condizioni di uguaglianza con i cittadini italiani nel godimento dei diritti civili

nonché a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che ne impediscono il pieno

inserimento nel territorio marchigiano. Inoltre, ispira la propria azione alla garanzia delle pari opportunità di

accesso ai servizi e alla valorizzazione della consapevolezza dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di

Page 19: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

19

cittadino straniero immigrato. In particolare, le politiche regionali promuovono interventi sociali per

garantire l’istruzione, la formazione, il lavoro, la salute, l’accesso all’abitazione, la tutela culturale,

l’accoglienza, l’accesso ai servizi, l’informazione e la partecipazione, la tutela dell’associazionismo, secondo i

principi sanciti dalla Dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo, dalla Convenzione di Ginevra sullo

status di rifugiato, dalla Convenzione internazionale di New York sui diritti del fanciullo, dalla Convenzione

internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e loro famiglie, dal Quadro comune per

l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi (2005), dal Programma “Europa 2020” per la crescita e l’occupazione.

In attuazione di tale legge la Giunta regionale stabilisce annualmente, attraverso un Programma, gli obiettivi

e i criteri di riparto dei fondi disponibili, da destinare a interventi e servizi sociali per il target specifico di

cittadini stranieri provenienti dai Paesi terzi, attivati dagli Enti Locali. Tali interventi, nel corso degli ultimi

anni, sono diventati residuali, indirizzandosi soprattutto verso i target vulnerabili, o verso i nuovi ingressi. In

particolare, i destinatari degli interventi previsti sono, oltre ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione

europea, anche gli apolidi, i richiedenti asilo, i rifugiati e le loro famiglie che risiedono o dimorano

regolarmente nel territorio regionale, i soggetti che hanno usufruito del ricongiungimento familiare ai sensi

del D.Lgs n 286/1998, nonché i minori stranieri non accompagnati, i giovani immigrati di seconda generazione

e le vittime della tratta e della riduzione in schiavitù.

Gli elementi più qualificanti contenuti nella normativa regionale attualmente in vigore sono i seguenti:

1. una rivisitazione della composizione della Consulta regionale degli immigrati (art. 3),

valorizzando in particolare le rappresentanze degli immigrati, per rendere il suo funzionamento più

snello e, quindi, maggiormente operativo;

2. tra i compiti della Consulta (art. 5) viene prevista la collaborazione con l’Osservatorio regionale

per le politiche sociali, di cui all’art. 7, al fine di monitorare costantemente il fenomeno migratorio

nella Regione con l’obiettivo di utilizzare i dati a supporto della programmazione regionale;

3. la valorizzazione della figura del mediatore interculturale (art. 15), oggi ampiamente utilizzata,

prevedendo il sostegno alla realizzazione di appositi corsi di formazione ed aggiornamento rivolti agli

operatori degli enti pubblici e delle associazioni operanti nel campo dell’immigrazione.

Con la promulgazione della L.R. 1 dicembre 2014, n 32 “Sistema integrato dei servizi sociali e tutela della

persona e della famiglia”, gli interventi e i servizi per l’inclusione sociale e culturale dei cittadini stranieri sono

confluiti nel complesso dei servizi di welfare ad accesso universalistico.

Page 20: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

20

1.4 REALTA’ ATTIVE INTERNAZIONALI, NAZIONALI E REGIONALI

In Italia il sistema di accoglienza si svolge essenzialmente su due livelli: prima accoglienza, che comprende gli

hotspot e i centri di prima accoglienza, e seconda accoglienza, che comprende il SIPROIMI (Sistema di

protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) – che con il

decreto Salvini ha sostituito lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) – e i CAS (Centri

di Accoglienza Straordinaria) ibrido tra prima e seconda accoglienza. Per poter accedere presso tali centri, i

migranti devono far domanda di Asilo Politico, in caso contrario, è previsto il trasferimento presso i Centri di

Identificazione ed Espulsione (CIE) recentemente sostituiti dai centri di Permanenza e Rimpatrio (CPR), dove

i migranti possono rimanere fino ad un massimo di 180 giorni. Il SIPROIMI, con il nuovo decreto Salvini, si

rivolge solo a coloro che hanno già ottenuto una risposta positiva alla domanda di asilo (status di rifugiato o

protezione sussidiaria) e ai minori stranieri non accompagnati, mentre prima potevano accedervi anche i

richiedenti asilo e i tiolari di Protezione Umanitaria.

Il grafico che segue intende rendere più chiari questi passaggi.

Page 21: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

21

RICHIESTA ASILO

SI

Centri di prima Accoglienza

Centro di Accoglienza

Straordinaria

Sistema di Protezione per titolari di

protezione internazionale e minori

stranieri non accompagnati

NO

Centro di Permanenza e

Rimpatrio

QUESTURA

COMMISSIONI TERRITORIALI

TRIBUNALE

ACCOGLIENZA APPROVATA O

RESPINTA

Page 22: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

22

Gli enti locali che intendono aderire al SIPROIMI possono fare domanda per accedere ai fondi ministeriali in

qualsiasi momento, rispondendo ad un avviso pubblico sempre aperto.

Il Ministero dell’Interno vaglia le domande e in caso affermativo, l’ente locale riceve un finanziamento

triennale al fine di attivare un progetto SIPROIMI sul proprio territorio.

Ricevute le risorse, l’ente locale pubblica una gara d’appalto per l’assegnazione di tali risorse ad un ente

gestore che può essere rappresentato da una cooperativa o da un’associazione (purché ente non profit).

Ogni progetto dovrà contemplare “l’accoglienza integrata”, ossia la costituzione di una rete locale per

permettere e promuovere le attività di inclusione sociale, scolastica, lavorativa e culturale del migrante.

I Comuni che aderiscono allo SIPROIMI non sono molti, per tale motivo e per ovviare alle situazioni di

emergenza che si presentano, sono stati introdotti i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), concepiti come

strutture temporanee da aprire quando non sia possibile l’accoglienza tramite il sistema ordinario. Gli enti

gestori dei CAS possono essere sia profit che non profit e vengono stabiliti dalle prefetture dopo apposite

gare d’appalto.

Particolare tutela viene messa in atto per le situazione che vedono i minori non accompagnati (MSNA).

“Per Minore Straniero non accompagnato si intende il minorenne non avente cittadinanza italiana o di altri

Stati dell’Unione Europea che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova per qualsiasi causa nel

territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte di genitori o di altri adulti per lui

legalmente responsabili…” (DPCM 535/99 art. 1).

In questi casi, l’iter prevede alcuni importanti punti.

Ogni minore straniero non accompagnato deve essere segnalato:

alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni;

al Giudice Tutelare, per l’apertura della tutela;

al Comitato per i minori stranieri, nel caso in cui il minore non abbia presentato

domanda di asilo.

Secondo quanto riportato sul sito di Save the Children, ai minori stranieri non accompagnati si applicano le

norme previste in generale dalla legge italiana in materia di assistenza e protezione dei minori.

Si applicano, tra le altre, le norme riguardanti:

- il collocamento in luogo sicuro del minore che si trovi in stato di abbandono; la competenza in materia di

assistenza dei minori stranieri è attribuita, come per i minori italiani, all’Ente Locale (in genere il Comune);

- l’affidamento del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo a una famiglia o a una

comunità; l’affidamento può essere disposto dal Tribunale per i minorenni (affidamento giudiziale) oppure,

nel caso in cui ci sia il consenso dei genitori o del tutore, può essere disposto dai servizi sociali e reso esecutivo

Page 23: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

23

dal Giudice Tutelare (affidamento consensuale); la legge non prevede che per procedere all’affidamento si

debba attendere la decisione del Comitato per i minori stranieri sulla permanenza del minore in Italia;

- l’apertura della tutela per il minore i cui genitori non possano esercitare la potestà.

MAPPATURA DELLE REALTÀ LOCALI

Sul Dossier SPRAR del 2018, rispetto alla regione Marche, viene riportato il seguente documento, redatto da

un Gruppo di lavoro di professionisti del Servizio Sanitario della Regione Marche, coordinato

dall’Osservatorio sulle Diseguaglianze nella Salute dell’Agenzia Regionale Sanitaria Marche:

“…Il Manuale scaturisce dal protocollo d'intesa tra la Regione Marche, le Prefetture e l'ANCI ai fini della

realizzazione di interventi di accoglienza e integrazione, atti a fronteggiare il flusso straordinario di cittadini

stranieri provenienti da paesi terzi, alla luce dell’intesa raggiunta nel 2014 tra il Governo, le Regioni e gli Enti

locali ed il Piano Operativo Nazionale da essa scaturito e tramite il quale mettere in campo interventi di tipo

strutturale, in un contesto di leale collaborazione fra i diversi livelli istituzionali (Prefetture, Regioni, Comuni).

Trattasi di un’operatività articolata da attuarsi dal momento dello sbarco, con le attività di primissimo

soccorso e poi in strutture di accoglienza per la prima assistenza ed il completamento delle procedure di

identificazione funzionali al successivo trasferimento nella rete della seconda accoglienza (SPRAR). L’Intesa

costituisce un importante cambio di passo nell’approccio all’accoglienza dei profughi, la cui attuazione

necessita di un costante impegno istituzionale. Ed è proprio in questa ottica che nella regione Marche è stato

stipulato il Protocollo di Intesa tra la Regione Marche, le Prefetture, l’ANCI per la realizzazione di interventi di

accoglienza e di integrazione atti a fronteggiare il flusso straordinario di cittadini stranieri provenienti dai

paesi terzi (DGR Marche n. 857 del 12/10/2015). Il medesimo Protocollo insiste sulla necessità di

implementare “iniziative integrate” che presuppongono rapporti di fattiva collaborazione tra tutti gli attori

che, a vario titolo, si occupano di gestire l’accoglienza e l’integrazione dei migranti.”

La situazione della realtà marchigiana aggiornata al 2016 evidenzia i seguenti dati (Banca dati Servizio

Centrale SPRAR):

Page 24: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

24

* Grottammare (Provincia di Ascoli Piceno)

Gli enti gestori, per poter adempiere al proprio compito devono assumere operatori che lavorino nei progetti

a supporto dei richiedenti e rifugiati ospiti: personale di coordinamento e amministrazione, psicologi,

assistenti sociali, operatori legali, interpreti e mediatori culturali, insegnanti di lingua italiana, addetti alle

pulizie, autisti, manutentori.

Page 25: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

25

Si è visto come tra le figure di riferimento all’interno dei centri di accoglienza ci sia lo psicologo o più

specificatamente l’etnopsicologo.

Ma quali sono le realtà formative in Italia?

Nel nostro Paese non c’è un’unica realtà formativa, né linee guida rigide, sono infatti diverse e variegate le

proposte che fanno riferimento e che si occupano della formazione in etnopsicologia (Per un

approfondimento consultare Allegato 2).

Page 26: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

26

2. SETTORE PRATICO

2.1 GRUPPO DI LAVORO DI ETNOPSICOLOGIA

Presentazione, funzioni e contesto:

Nel 2015 è stato costituito all’interno dell’Ordine Psicologi della Regione Marche un gruppo di lavoro in tema

di Etnopsicologia, composto da esperti psicologi nel settore. I membri sono tutti psicologi e/o psicoterapeuti

iscritti all’Ordine e il gruppo è presieduto da Silvana Zechini, responsabile e consigliere dell’Ordine degli

psicologi della Regione Marche.

Il Gruppo di Lavoro Etnopsicologia è inserito nel contesto dei Gruppi di Lavoro dell’Ordine degli Psicologi delle

Marche, per accedervi occorre presentare regolare domanda. Nel corso degli anni si è potuto osservare una

crescente partecipazione.

Le sue funzioni possono essere così articolate:

- scambio di informazioni e di esperienze fra i membri,

- confronto di idee ed integrazione di metodologie fra i membri,

- diffusione della cultura etnopsicologica sia fra gli psicologi che in ambiti professionali collegati,

- arricchimento della formazione individuale degli psicologi marchigiani ed eventualmente di altri

operatori,

- consulenza/referenza per l’OPM (e tramite esso, anche per realtà esterne) nel campo specifico.

Tutte le funzioni risultano particolarmente rilevanti, in quanto l’etnopsicologia è un’importante dimensione

della cultura psicologica, per cui la sfida risulta eccitante e, soprattutto, impellente.

Il gruppo intende scambiare contributi con l’esterno ed auspica in particolare la creazione di analoghi gruppi

in ciascuno degli Ordini regionali nonché di un coordinamento fra loro.

Cadenza degli incontri:

Le riunioni di gruppo si svolgono nella sede dell’Ordine Psicologi della Regione Marche e sono a cadenza

regolare.

Attività svolte:

- Definizione delle realtà territoriali attive sul tema, mondo dell’associazionismo, cooperative sociali, centri

di accoglienza, con l’intento di incrociare con essi le esperienze più significative ed entrare in situazioni

operative sul tema della migrazione e delle problematiche ad essa connesse, definendo in tal modo sempre

di più il ruolo dell’etnopsicologia.

- Partecipazione a convegni per far conoscere il ruolo dell’etnopsicologo nei contesti migratori.

Page 27: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

27

- Istituzione del primo convegno presentato dal Gruppo Etnopsicologia dal titolo: “Altre vite, altri luoghi”

(Ancona-15 ottobre 2016). La responsabile del gruppo, Silvana Zechini, ha condotto e presentato l’evento e

la peculiarità del lavoro svolto dal Gruppo. In seguito sono succedute altre partecipazioni a convegni e

seminari con l’intento di mostrare il lavoro svolto, affinché il Gruppo diventi un riferimento per i professionisti

interessati all'argomento e di promozione sul territorio della mission e del modus operandi

dell’etnopsicologo nei contesti migratori.

- Raccolta dati: condivisione di documenti formativi e della bibliografia che i membri del gruppo decidono di

mettere a disposizione di tutti.

- Condivisione delle esperienze e delle modalità lavorative con i diversi operatori.

- Condivisione da parte dei membri del gruppo delle eventuali realtà associative di cui essi fanno parte, legate

al mondo migratorio.

- Segnalazioni di atti discriminatori di cui si viene a conoscenza.

- in elaborazione: percorsi formativi da presentare a strutture interessate al campo etnopsicologico.

2.2 STRUMENTI DELL’ETNOPSICOLOGO

Da decenni gli psicologi e gli operatori del settore si impegnano a trovare strumenti in grado di misurare nel

modo più certo possibile ciò che non ha dimensioni o natura fisica, ovvero la psiche. Ma tali strumenti

presentano limiti notevoli e spesso non sono utilizzabili con soggetti provenienti da culture diverse.

Ecco perché, nel lavorare con stranieri, è necessario rifarsi a strumenti il più possibile svincolati da una precisa

cultura e focalizzati invece su comportamenti e pratiche che appartengono al genere umano e che trovano

spazio un po' in tutte le culture.

E poiché l'intervento di cura psicologico si basa sostanzialmente sull'uso della parola per guarire e per

costruire un'alleanza col paziente, diventa perciò fondamentale condividere la lingua del migrante, per avere

una porta d’ingresso privilegiata al suo mondo simbolico. Questo è possibile grazie all’intervento di mediatori

culturali. Contestualmente, risulta essere necessario trovare uno o più strumenti che favoriscano la

costruzione di una relazione di fiducia e che allo stesso tempo permetta già di offrire un sollievo al paziente.

Tra gli strumenti già utilizzati da molto tempo in ambito psicologico, dotati quindi di una comprovata validità

funzionale, abbiamo perciò individuato:

- il genogramma (in tutte le varie forme possibili) è una rappresentazione grafica delle relazioni familiari di

un soggetto. Ha un’impostazione simile all’albero genealogico, ma consente però, grazie i suoi segni grafici

tipici, di individuare i fattori psicologici che caratterizzano le relazioni familiari e i comportamenti ripetitivi.

Page 28: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

28

Nel genogramma vengono rappresentati legami, separazioni ed eventi all’interno della famiglia e comprende

in genere due o tre generazioni. Rappresenta una “mappa” della rete emotiva-affettiva che ha caratterizzato

lo sviluppo dell’individuo. Oltre alla descrizione grafica, il tutto viene verbalizzato e questa “mappa” porta la

persona alla consapevolezza di essere parte di una storia più ampia. Attraverso la co-costruzione, con il

terapeuta, di una nuova narrazione familiare ci si riappropria in modo positivo dell'esperienza del proprio

passato. Questo strumento può avere funzione sia diagnostica che terapeutica, in quanto il terapeuta può

individuare per mezzo del genogramma le narrazioni malate o lacerate nel modello familiare e intervenire,

restando il fatto che è esso stesso una forma di terapia;

- la N.E.T. (Narrative Exposure Therapy, Ex Vi.VoVictim's Voice): una tecnica nata sul campo (in campi

profughi, con vittime di violenze gravi, ecc.) e con una lunga esperienza affiancata anche da un percorso di

accreditamento. Si tratta di un metodo che ci permette di tralasciare le categorie diagnostiche tradizionali,

connesse al DSM, e che consente di superare gli eventuali gap culturali che possono rendere difficile

l'intervento con soggetti provenienti da altre culture;

- la Linea della vita permette di rappresentare in modo simbolico e schematico gli eventi significativi della

persona presa in carico attraverso la raffigurazione della vita come un gomitolo in parte ancora avvolto (gli

anni futuri ancora da vivere) e in parte svolto. Quest'ultimo viene disseminato di sassi (eventi traumatici) e

fiori (eventi felici). L'immediatezza delle immagini rende lo strumento adatto a utilizzi con persone di ogni

età e appartenenti a ogni cultura, aiuta a rompere il ghiaccio rispetto a vissuti altrimenti difficili da raccontare;

- la Mappa delle relazioni è uno strumento nato per comprendere le risorse presenti nella vita di una persona

attraverso l'elaborazione grafica di una mappa dei luoghi importanti della sua vita quotidiana (casa, scuola,

luogo di lavoro, uffici vari, negozi, case di parenti o amici). Questo permette di comprendere il livello di

connessione e integrazione col territorio di soggetti a rischio di isolamento, e anche di offrire al soggetto

stesso una visione più realistica della sua "solitudine".

Page 29: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

29

2.3 ACCOGLIENZA E PRESA IN CARICO – BUONE PRASSI

Definiamo qui di seguito quella che può essere una prassi condivisibile adatta all'accoglienza della persona

straniera.

Nell’incontro con un soggetto che proviene da una cultura diversa dalla propria, l'equipe multidisciplinare

deve avere una profonda (nel senso di "fatta propria") comprensione dei concetti di differenza e di rispetto

dell’altro da sé, e deve possedere la capacità di creare una relazione che possa contenere l’angoscia e il senso

di fragilità che tormentano l’immigrato, che è sempre un individuo che vive in una situazione di

disadattamento perché strappato dal proprio mondo e dalla propria cultura.

Innanzitutto, all’immigrato deve essere data la possibilità di comunicare attraverso la propria lingua, poiché

solo così ci si può sintonizzare con lui e dare "voce" alle sue parole, questo è possibile grazie all’intervento di

un mediatore culturale.

Un punto fondamentale da considerare è che l’anamnesi in etnopsicopatologia deve essere di tipo

psicopatologico e culturale, dove la dimensione del gruppo sociale affianchi la dimensione della

psicopatologia individuale. A tal fine può essere utile reperire elementi di identità culturali, ma anche

elementi di soggettività identitaria ( es. il nome del soggetto, cercando di capire se è mutato rispetto

all’originario) e gli eventuali cambiamenti che possono aver interessato i legami storici del soggetto (es. una

perdita).

Un altro fattore fondamentale da tenere sempre presente è che le modalità in cui si è svolta la migrazione e

la separazione dal luogo natio sono questioni nodali nel processo di formazione della psicopatologia.

Altri ambiti a cui porre particolare attenzione sono:

il disagio psicologico della persona e della famiglia migrante: shock biografico-culturale, disturbi “sacri”

(ovvero generati da un rapporto col mondo dell'invisibile), problematiche legate al pregiudizio e

all’esclusione sociale, rapporti con la famiglia d’origine, inserimento sociale e lavorativo, rapporti con i

figli “italiani”, dinamiche nostalgiche rispetto al Paese d’origine, disagio esistenziale, ecc.;

le problematiche relazionali nella coppia e famiglia “interculturale” (mista): armonia-disarmonia di

coppia, rapporti con le rispettive famiglie d’origine, shock biografico-culturale, difficoltà di inserimento

sociale e lavorativo, rapporto con i figli (che sono soggetti a un processo di socializzazione primaria in

cui risuonano universi culturali differenti e per questo necessariamente distanti), ecc.;

le dinamiche psico-sociali e organizzative: difficoltà scolastiche dei giovani migranti o figli di coppie

interculturali (miste), dispersione scolastica, conflittualità tra studenti italiani e stranieri, difficoltà psico-

pedagogiche dei docenti nelle pratiche educative e di insegnamento, ecc.

Page 30: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

30

Per concludere, possiamo affermare che la possibilità di mettersi in relazione con lo straniero non sta

unicamente nel riconoscere e affrontare il senso di disintegrazione e depersonalizzazione che si genera

dall’incontro con l’altro e condividere quell’inquietante senso di estraneità che è loro come nostro, ma nel

pervenire man mano al mondo delle sue risorse.

2.4 APPROCCI

Contributo della scuola ETNO-SISTEMICA NARRATIVA:

L’approccio etno-sistemico-narrativo è l’apporto che Natale Losi ha elaborato per lavorare non solo con le

culture migranti ma anche con le comunità colpite dalla guerra.

Il terapeuta non agisce nello spazio di una relazione duale ed evita di ridurre a questione privata e patologica

le FERITE inflitte dalla guerra o dalla migrazione, le riporta pertanto ad una dimensione corale, pubblica,

dotata di un senso.

Infatti il primo passo verso la salute mentale è quello di non essere isolati nella sofferenza.

E’ dunque necessario un setting che richieda in seduta più persone nonché un mediatore culturale, addestrati

e competenti.

Allenarsi e confrontarsi in un setting gruppale aiuta a pensare in “tondo” e ad apprezzare la pluralità dei punti

di vista e delle possibili strade che la terapia può co-costruire.

Il rischio della etnopsichiatria è quello di etichettare i migranti come pezzi della loro cultura e non come

soggetti, attivi, dinamici mobili, in realtà, è una pretesa pensare che una cultura coincida con un territorio, il

migrante è un individuo che ha messo in atto un assemblaggio di culture diverse, un “ meticciato.”

L’approccio etno-sistemico-narrativo mira a co-costruire il percorso terapeutico avendo come riferimento

l’ibridazione conquistata dal migrante.

Gli elementi di riflessione che caratterizzano l’approccio etno-sistemico-narrativo:

1. Il disagio psichico è interpretabile come una narrazione negativa di sé che contiene tutti gli elementi

per una nuova co-costruzione che porti al superamento del disagio.

2. Il rinnovamento narrativo, parte soprattutto dalla struttura della fiaba, in cui sono rilevanti 4 coppie

di opposizione tematica:

- conflitto tra generazioni - incontro tra i sessi - opposizione sociale umili e potenti - rapporto positivo o negativo tra il mondo visibile e quello invisibile

Page 31: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

31

La fiaba rappresenta una ricaduta dei riti di passaggio ed hanno cominciato a sostituire questi ultimi da

quando le organizzazioni umane non li ha resi più fattibili.

3. Le prescrizioni sono il filo di sutura che consente la ricucitura delle “fratture” dovute ad una rottura

di equilibri e consentono la ripresa di una narrazione positiva della propria esistenza.

Da questo punto di vista sono un ritorno dalla fiaba al rito, e non a caso seguono la stessa struttura del rito

di passaggio:

- Connotazione positiva - Definizione della prova - Esecuzione della prova - Riconoscimento del suo superamento

4. Il setting terapeutico se possibile: paziente, terapeuta testimoni.

5. Etno è il termine per poter usare il setting etnopsichiatrico, nella individuazione di prescrizioni che

siano accettabili ed efficaci per il paziente e compatibili e accettabili per la sua cultura.

Sistemico deriva dal pensiero sistemico e dunque dal sistema di relazioni che riguardano il paziente.

Narrativo, deriva dalla consapevolezza che siamo fatti di storie e che “storie che ammalano” possono essere

trasformate, in interazioni significative, in storie che curano.

Il migrante, per forza o per scelta, non può essere posto nella posizione di vittima o malato, anche quando

attraversa periodi di grave disagio psichico, il migrante nel pensiero etno-sistemico-narrativo è il moderno

eroe, che, come nelle fiabe, può sperimentare fallimenti e prove e abbisogna di alleati per raggiungere i

propri scopi. Il terapeuta è questo alleato.

Contributo dell’associazione e del centro FRANTZ FANON:

L’associazione Frantz Fanon è composta da psicologi, psichiatri, mediatori culturali, educatori ed antropologi

accomunati dall’interesse per la salute e per la cultura della migrazione, e impegnati nello sviluppo di

interventi clinici nel campo della salute mentale dei migranti. L’associazione Frantz Fanon prende il nome

dallo psichiatra martinicano che aveva appassionatamente legato i temi della cultura psicologica al rapporto

tra società europea ed africana. L’associazione Frantz Fanon conduce da sempre attività di ricerca sui temi

della migrazione e della salute, sugli esiti della violenza e delle torture, sui sistemi di cura in altri contesti

culturali, sull’epistemologia clinica. Dall’attività di ricerca svolta fin dagli anni ’90 emergeva già la necessità

di progetti di intervento etno-clinico in grado di sperimentare altre modalità di cura e di accesso alla cura.

Nel 1996 veniva creato a Torino il centro Frantz Fanon, un servizio di psicoterapia e consulenza per gli

Page 32: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

32

immigrati, i rifugiati e le loro famiglie, un luogo al contempo di riflessione e di ricerche dirette al campo della

clinica e salute mentale dei migranti.

Il centro Frantz Fanon è dunque un servizio di psicoterapia, consulenza e supporto psicosociale per gli

immigrati, i rifugiati e le vittime di tortura. L’equipe è composta da psicologi, psichiatri, mediatori culturali,

antropologi e ricercatori professionali. I pazienti arrivano al centro spesso inviati da altri servizi, più di rado

per auto-invio. Grande attenzione viene data allo spazio di accoglienza e a modalità di cura attenta il più

possibile a non riprodurre contesti istituzionalizzati, connotati da regole rigide e setting prestabiliti. Il

trattamento viene realizzato da personale medico, psichiatrico e psicologico e i mediatori linguistico-culturali

hanno costruito una specifica competenza nell’area dell’assistenza psicologica e psichiatrica.

Page 33: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

33

3. CONCLUSIONI

Concludendo possiamo dire di assistere nel panorama dell’immigrazione a velocissimi cambiamenti di scenari

riguardo a regolamentazioni, decreti, divieti e ingiunzioni a catena, si respira il tipico piglio decisionalista degli

intenti, inefficaci riguardo agli effetti. Le nuove incertezze di provvedimenti che non risolveranno il problema

dell’immigrazione non potranno, infatti, placare l’ansia di tutti coloro che ritengono la Terra Confinabile e

Spartibile come una torta. Ancora più significativo allora è comprendere il fenomeno dell’erranza, affinare il

pensiero critico e riflettere sulle relazioni umane ed è questo il senso del nostro contributo che si ferma qui,

sapendo bene di non essere esaustivo rispetto alle vicende che avanzano come Ombre sulla realtà dei Diritti

Umani.

Silvana Zechini, referente gruppo etnopsicologia

Sara Appoloni, coordinamento gruppo etnopsicologia

Maddalena Gregori, editor gruppo etnopsicologia

Federica Bartozzi

Marneo Serenelli

Martina Miocchi

Catia Ferrantini

Maria Luisa Mazzetta

Natalia Glauser

Maria Luce Cardelli

Luciana Del Grosso

Denise Cintio

Federica Mei

Paola Paci

Flavia Galassi

Page 34: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

34

Allegato 1

MAPPATURA DELLE REALTÀ PRESENTI

NEL TERRITORIO MARCHIGIANO

1. Associazioni e ONG operanti nel non-profit per iniziativa di professionisti e/o volontari

Avvocato di Strada associazione onlus – www.avvocatodistrada.it

Nata a Bologna, dove ha la sede centrale, si è poi diffusa in Italia grazie all’adesione successiva di diversi

professionisti ed è attiva anche ad Ancona con uno sportello. Si occupa di consulenze e dell’assistenza legale

ai senza-fissa-dimora, sostenendo anche gli immigrati in difficoltà nell’ottenimento di documenti,

nell’affrontare procedimenti legali, ecc.

Caritas - www.caritasroma.it - www.caritasmarche.it/

Associazione internazionale e nazionale, con sedi presenti su tutto il territorio nazionale, collegate alle

attività della chiesa cattolica. Gestisce anche strutture di accoglienza per migranti, corsi di alfabetizzazione

in italiano L2, ecc.

Cestim Centro Studi Immigrazione - www.cestim.it

Sito di documentazione sui fenomeni migratori che, pur avendo sede a Verona (zona nella quale è

particolarmente attivo anche in progetti scolastici e nel supporto a servizi per immigrati), può intervenire

anche in altre regioni.

Cies Centro Informazione e Educazione allo Sviluppo - www.cies.it

Da oltre 25 anni fornisce servizi di mediazione culturale; pura avendo sede a Roma, ora opera in oltre 50 città

italiane, con oltre 300 mediatori, nel momento degli sbarchi di immigrati, nella prima accoglienza, presso le

Commissioni Territoriali, nei servizi sanitari, in tribunale, nelle questure, nelle scuole, nella pubblica

amministrazione. Si occupa di formazione per operatori sociali, progetti per insegnanti e studenti di

educazione alla cittadinanza mondiale, cooperazione internazionale, mediazione interculturale per ospedali,

prefetture, tribunali ecc.

Page 35: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

35

Comunità di Capodarco (FM) - http://www.comunitadicapodarco.it

Nata nel 1966, si è dedicata ad una vita residenziale alternativa per disabili, prima fisici, ma poi anche mentali

e psichiatrici. Oltre a alla sede storica nel fermano, ha aperto altre sedi in Italia e all’estero, affrontando anche

la tossicodipendenza e l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati.

Coop. COOSS Marche – www.cooss.it

Fondata nel 1979 ha la sede centrale ad Ancona, ma col tempo ha aperto sedi periferiche a Jesi, Matelica e

Fermo. Offre un’ampia gamma di servizi per minori, terza età, salute mentale, dipendenze, orientamento e

lavoro, nonché per l’immigrazione.

Coop. Il Faro - www.ilfarosociale.it

La cooperativa, con sede a Macerata, attua servizi per l’infanzia e i minori, i disabili, gli anziani. Gli educatori

della cooperativa collaborano da anni con le associazioni locali (Tabor, CSI Arcobaleno, Unimec e Sa. So.) nella

gestione di doposcuola - aiuto compiti organizzati all'interno del centro polivalente Hotel House di Porto

Recanati.

Interpreti e Traduttori in Coopertiva ITC – www.itccooperativa.org

Associazione di interpreti, traduttori e mediatori linguistico-culturali italiani e stranieri che si avvale della

collaborazione di oltre 1200 professionisti distribuiti su tutto il territorio nazionale. Con sede centrale a Roma,

lavora su tutto il territorio nazionale anche tramite convenzioni con Ministeri, Comuni, Agenzie

Internazionali.

Coop. Labirinto - www.labirinto.coop

Via Milazzo 28 - 61122 Pesaro

Gestisce anche centri di accoglienza per richiedenti asilo, all’interno della rete SPRAR.

Polo9 Cooperativa sociale- impresa sociale – Ancona - www.polo9.org.

Polo9 è un’impresa sociale che opera nelle Marche, in reti locali e nazionali. Un’impresa sociale nata dalla

fusione di 3 storiche cooperative (I.R.S. L’Aurora, Progetto solidarietà, La Gemma) che hanno fuso passione

e competenze, dando vita ad una organizzazione che mette al centro del suo lavoro l’innovazione sociale.

Page 36: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

36

Coop. Sociale Vivere Verde Onlus – www.vivereverdeonlus.it

Con sede a Senigallia, offre servizi socio-assitenziali destinati a minori in stato di disagio, attraverso la

gestione di Comunità Socio-educative, Centri Diurni e Servizi Domiciliari, in particolare nella provincia di

Ancona ma anche in quella di Pesaro Urbino.

Croce Rossa – CRI

Storica associazione di promozione sociale, membro dell'organizzazione Croce Rossa e Mezzaluna Rossa

Internazionale. È organizzata in comitati regionali e locali. Si occupa principalmente di assistenza sanitaria e

sociale, sia nelle emergenze che nei servizi permanenti. Gestisce anche centri di accoglienza per migranti.

http://www.criancona.it

http://www.criascolipiceno.it/

http://www.cripesaro.it/

Free Woman http://www.ristretti.it/areestudio/prostituzio/interventi/woman.htm

Dal 1995 l’associazione opera in collaborazione con la Caritas e altre realtà territoriali principalmente per

combattere le situazioni di sfruttamento a cui sono sottoposte le persone che si prostituiscono, di cui molte

sono straniere. La sua zona di azione è prevalentemente quella di Ancona e dei comuni costieri a nord della

città. Oltre che attraverso l’opera di unità di strada, la gestione del numero verde (assieme ad On the

Road) e il raccordo con gli operatori dei servizi sanitari, organizza e gestisce la prima e la seconda

accoglienza “case di fuga” ecc. per chi esce dalla tratta.

GrIS Gruppo Immigrazione e Salute -

Rientra nell’ambito della SIMM. In Italia al momento sono attivi 15 gruppi, in Lazio, Trentino, Lombardia,

Sicilia, Sardegna, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Calabria,

Liguria, Puglia, Marche.

Gruppo Umana Solidarietà GUS – gusitalia.it

Inizia ad operare nel 1993 e viene anche riconosciuto come ong dal Ministero degli Affari Esteri e della

Cooperazione Internazionale. Oltre ad impegnarsi in emergenze nazionali ed internazionali, si è col tempo

sempre più coinvolto nella realizzazione di servizi per immigrati, gestendo centri di accoglienza nelle Marche

a anche in altre regioni italiane (i quartieri generali sono a Macerata).

Page 37: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

37

ISCOS – https://open-cooperazione.it www.iscosmarche.org (responsabile Mariella Tonti)

Organismo di cooperazione internazionale del sindacato CISL MARCHE, è un’articolazione regionale

dell’ISCOS – Istituto Sindacale di Cooperazione allo Sviluppo. Collaborando con istituzioni, comunità e

organizzazioni sindacali dei paesi più poveri, sostiene iniziative di sviluppo per il lavoro, la produzione, la

formazione, la salute, la democrazia.

Nuovaricerca.AgenziaRes – cooperativa sociale Onlus – http://www.coopres.it

Via Prosperi Giacomo Filippo Maria 26 – 63900 Fermo (FM)

Gestisce servizi alla persona da oltre 30 anni. Una cooperativa che lavora in favore di minori, giovani, anziani,

disabili psichiatrici e immigrati. Offrendo un servizio di cura e accoglienza dell’individuo, creando occasioni

di aggregazione giovanile, organizzando attività di autonomia scolastica per persone in situazione di

svantaggio, favorendo percorsi di accoglienza e integrazione degli stranieri sul territorio. Gestisce da anni

anche la Casa dei Mattoni (comunità di accoglienza per minori) a Ponzano di Fermo.

On the Road - www.ontheroadonlus.it

Onlus che opera dal 1994, ha la sede principale a Martinsicuro (TE) ma è presente nelle regioni Marche

Abruzzo e Molise; interviene sulle seguenti aree: tratta e sfruttamento, accoglienza migranti, violenza di

genere, povertà estrema, formazione e lavoro, salute mentale, cooperazione internazionale. Fornisce servizi

di drop-in, numero verde (con Free Woman), interventi in strada, alloggi protetti, consulenze per

l’integrazione, ecc.

Associazione Senza Confini - http://www.senzaconfini.net/

(fondata dalla Dott.ssa Patrizia Carletti, in servizio presso l’Agenzia Sanitaria Regionale)

Associazione di medici e di infermieri e di altri volontari che gratuitamente prestano la loro opera per

risolvere i problemi di salute delle persone straniere che non possono ancora ricevere l'assistenza pubblica.

Si occupa di mediazione interculturale in ambito socio sanitario tramite il progetto Uman; formazione per

operatori sanitari e mediatrici/tori; cooperazione internazionale; collaborazione con aziende sanitarie per la

tutela della salute degli immigrati.

Centro Consulenza sulla Relazione Shinui - http://www.shinui.it/

Scuola di counseling con sede a Bergamo, è una associazione senza scopo di lucro fondata nel gennaio 2000

dalla Dott.ssa Cecilia Edelstein con lo scopo di creare un centro culturale professionale per coloro che

Page 38: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

38

lavorano nelle relazioni umane e in un rapporto di aiuto con le persone (dai professionisti alle badanti) . Offre

corsi di counseling e mediazione familiare interculturale.

SIMM -Società Italiana Medicina delle Migrazioni - www.simmweb.it

“Policy network” nazionale di scambio di esperienze, dati, evidenze scientifiche e considerazioni di politica

sanitaria anche locale. Per questo è stata favorita la nascita di gruppi territoriali (GrIS), in massima autonomia,

ma nella condivisione degli obiettivi statutari della Società: promuovere, collegare e coordinare le attività

sanitarie in favore degli immigrati in Italia; favorire attività volte ad incrementare studi e ricerche nel campo

della medicina delle migrazioni; costituire un forum per lo scambio, a livello nazionale ed internazionale, di

informazioni e di metodologie di approccio al paziente immigrato; patrocinare attività formative nel campo

della tutela della salute degli immigrati.

Tandem – Grottammare - http://tandeminterculturale.tumblr.com/

Associazione Interculturale Onlus, nata nel 2014. Opera all’interno delle scuole, delle amministrazioni

pubbliche e sul territorio con iniziative volte alla prevenzione dei fenomeni di discriminazione e razzismo, alla

diffusione delle culture e alla contemporanea crescita interculturale della società.

Tenda di Abramo - www.tendadiabramo.it

Associazione con sede a Falconara Marittima, dove offre temporaneamente un tetto a non residenti che non

hanno una casa, servizio di cui usufruiscono spesso immigrati; nella struttura c’è anche un servizio di ascolto.

2. Sistema di servizi specifici degli Enti Locali

Centri di Servizi e di prima Accoglienza per immigrati nelle Marche

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Fano - Roberta Bellocchi

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Macerata - Daniel Amanze

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Urbania - Arrigo Benedetti

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Senigallia - Giuseppina Campolucci

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Ancona - Anna Maria Manca

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Tolentino - Romina Caponi

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Falconara - Amir Akel

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Pesaro - Manuela Pianosi

Page 39: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

39

Centro Servizi per Immigrati - Comune di Grottammare - Gorge Oteng

Centro Servizi per Immigrati – Comune di Osimo - Alberto Magnoni

Centro di Ascolto e di prima Accoglienza per immigrati - Comune di Macerata - Enrico Marcolini

Centro di prima Accoglienza per immigrati - Comune di Pesaro - Alberto Sacco

S.P.E.C.A.S. (Sportello Permanente Educazione Cittadinanza Accoglienza per Stranieri) - Senigallia e

Trecastelli

Sportello di ascolto e aiuto attivo per il territorio dei comuni Senigallia, Arcevia, Barbara, Corinaldo,

Castelleone di Suasa, Ostra, Ostra Vetere, Serra de’ Conti e Trecastelli. Organizzato dall'Esercizio Associato

Funzione Sociale in collaborazione con l'Associazione ACADS.

SPRAR - http://www.sprar.it - https://www.sprar.it/progetti-territoriali?_sft_regione=marche

Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, costituito dalla rete degli enti locali che per la

realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo

nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo.

Nato in seguito alla stipula di un protocollo d'intesa tra Ministero dell'Interno, ANCI (Associazione nazionale

comuni italiani) e UNHCR, teso alla realizzazione di un programma nazionale di asilo. La legge n.189/2002 ha

successivamente istituzionalizzato queste misure di accoglienza organizzata, prevedendo la costituzione del

Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). L'attuazione del progetto è stato affidato

all'ANCI che, a sua volta, si è avvalso del supporto della Fondazione Cittalia.

3. Associazioni di immigrati nelle Marche

Anolf - Associazione Nazionale Oltre le Frontiere - www.anolf. it

Associazione di immigrati di varie etnie a carattere volontario, democratico che ha come scopo la crescita

dell'amicizia e della fratellanza tra i popoli, nello spirito della Costituzione italiana.

Promossa dalla CISL, in tutta Italia ha 20 sedi regionali, 101 provinciali, 10 territoriali. Promuove una serie di

attività al servizio degli immigrati

Nelle Marche ha una sede regionale e 4 provinciali:

Marche: Neli Isaj e Pasquale Antonelli

Ancona: Neli Isaj e Cristiana Ilari

Ascoli Piceno: Dergjini Zamire e Pasquale Antonelli

Macerata: Kunoun Samuel Odiowei e Abdelahad Dourasse

Page 40: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

40

Pesaro Urbino: Gianluigi Storti e Klarita Grazhdani

Nella Provincia di Ancona

Associazione Albanesi delle Marche – Cis Benvenuti

Associazione dei Camerunensi della Provincia di Ancona

Associazione Tunisini nelle Marche

Associazione Culturale Arancia Donna Subsahariana - ACADS -Judith Savoeda

Realizza diffusione cultura africana nelle scuole, aiuto agli immigrati africani ad inserirsi in un contesto

diverso dai loro luoghi di origine, lotta contro la prostituzione, raccolta fondi per scuole africane,

valorizzazione della femminilità nera, portando la donna africana all’attenzione della società per

combatterne il degrado e promuoverne l’integrazione culturale.

Associazione Stranieri Multietnica- Senigallia -Catherine Iheme Caroli

Agisce per l’integrazione delle varie etnie di migranti che risiedono nella zona di Senigallia, sia tra di loro,

sia nella società dei residenti; realizza corsi di lingua per rifugiati politici e feste di piazza.

Associazione Perù – Regione Marche Fernando Panta Merino

Associazione Stranieri Vallesina - Samuel Ekoriko

Associazione Immigrati Nigeriani nelle Marche - Udo Umoren Nsima

Associazione Bangladesh - Hashim M.G. Mustafa

Associazione dei Camerunesi in Italia - Regione Marche - AS.CA.I. - Akonchong Johanes Ako

Associazione Centro Islamico Culturale delle Marche - Khaled Maoulaoui

Associazione degli immigrati Marocchini nelle Marche - ASSIM - Elmestar Abdelatif

Associazione Centro Servizi Immigrati Marche A.C.S.I.M. - Daniel A. Ogbonna

Associazione Centro Assistenza per gli Immigrati nelle Marche - ACAIM ONLUS - Nkopa Pandia Francis

Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati ANFE, delegazione regionale per le Marche, - Silvana

Fortuna

Nelle Provincie di Ascoli Piceno – Fermo

Associazione Angolani residenti in Italia

Atlas onlus (marocchini)

Associazione cinesi

Associazione Perù Regione Marche

Casa Argentina Latinoamericana

Page 41: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

41

Nella Provincia di Macerata

ASSIM – Associazione Immigrati Marocchini nelle Marche

ACICCO – Associazione Centro Islamico e Culturale di Corridonia

Associazione del Senegal nelle Marche

ACOSET 2.3.5 Associazione Perù - Regione Marche

ACSIM – Associazione Centro Servizi Immigrati Marche

Nella Provincia di Pesaro Urbino

Associazione Pesaro Nuovo Mondo

Associazione Comunità albanese “Iliria”

Associazione Immigrati congolesi Marche

Associazione Peruviana Pesaro Marche

4. Questure delle Marche - Addetti Ufficio Stranieri

Ancona: Angela Celentano

Ascoli Piceno: Angela Altamura

Macerata: Andrea Innocenzi

Pesaro - Urbino: Serenella Marini

Fermo – ancora in via di costituzione nel 2018

5. Prefetture delle Marche – Area IV (Diritti civili, Cittadinanza, Condizione Giuridica dello straniero,

Immigrazione e Diritto d’asilo)

Ancona - Dirigente: Simona Calcagnini

Ascoli Piceno – Dirigente: Fiorangelo Angeloni

Macerata – Dirigente: Maria Giulia Minicuci

Pesaro Urbino – Dirigente: Sabrina Pane

6. Organizzazioni sindacali - referenti per servizi agli immigrati

C.G.I.L.: Sally Kane

C.I.S.L.: Claudio Omiccioli

U.I.L.: Julia Maria Andujar Baez

Page 42: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

42

Allegato 2

REALTA’ FORMATIVE

attive attualmente in Italia (2018)

MASTER ETNOPSICHIATRIA E PSICOLOGIA DELLA MIGRAZIONE

Master della durata di un anno presso l’Istituto Beck di Roma, Scuola di Psicoterapia Cognitivo-

Comportamentale. Sede didattica in via Gioberti, Roma.

CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN ETNOPSICOLOGIA ANALITICA INTEGRATA

Corso di perfezionamento universitario della durata di 6 mesi presso l’Istituto di Terapia Relazionale Integrata

con sede a Roma (ITRI)

CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN ETNOPSICOLOGIA ANALITICA

Il Corso, programmato su un periodo di circa 8 mesi (organizzato in 8 moduli, costituiti di una parte teorica e

una parte pratica-esperienziale per favorire una migliore acquisizione dei contenuti trattati) presso

l’Associazione di promozione sociale ETNA, con sede a Roma.

CORSO DI APPROFONDIMENTO SULLA PRESA IN CARICO ETNOPSICHIATRICA

Corso della durata di 1 anno presso Etnopsi, scuola di psicoterapia etno-sistemico-narrativa.

La sede didattica della scuola è in via Cesare Balbo, 4 c/o YWCA 00184 – Roma (zona Termini)

CORSO DI FORMAZIONE IN “MEDIAZIONE ETNOCLINICA” E SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN

PSICOTERAPIA

Il corso di formazione della durata di 6 mesi (7 weekend) e la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia è ad

indirizzo Psicodinamico e orientamento Entnopsicoterapeutico, presso Centro studi Sagara.

Sede legale: via Montebono 2, 56035, Lari, Pisa

Sede didattica: Fondazione “Stella Maris”, viale Tirreno 331 – Calambrone, Pisa – www.inpe.unipi.it

SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA TRANSCULTURALE

Scuola della durata quadriennale presso l’Istituto Transculturale per la Salute (GRT Gruppo per le Relazioni

Transculturali), ad orientamento psicodinamico culturale, con sede a Milano.

Page 43: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

43

Diverse sono anche le ASSOCIAZIONI CHE SI OCCUPANO DI FORMAZIONE DEGLI OPERATORI E DELLA SALUTE

PSICHICA DEGLI IMMIGRATI Tra le prime troviamo:

1. Centro Fanon

c/o via Vassalli Eandi 18 – 10138 Torino

Il centro è nato nel 1996, è il primo centro ad essere sorto all’interno del Servizio Sanitario Pubblico in Italia.

Un anno dopo è sorta l’annessa associazione Frantz Fanon. L’equipe di ricerca è coordinata

dall’etnopsichiatra Roberto Beneduce.

2. Fondazione Silvano Andolfi. Servizio di Consulenza Psicologica alle Famiglie Straniere

c/o Dipartimento Clinico della Facoltà di Psicologia di Roma “La Sapienza” in Via degli Apuli, 1.

Presentazione: La Fondazione “Silvano Andolfi” nasce nel 1989 come uno spazio di studio e di ricerca sulla

famiglia con un’attenzione particolare alla dimensione del bambino all’interno dei suoi sistemi di

appartenenza.

3. Associazione Naga

c/o via Zamenhof 7, Milano

Realtà nata nel 1987. Nel 2001 ha aperto un centro per profughi rifugiati e richiedenti asilo in cui vengono

offerti servizi di orientamento, consulenza legale, supporto psicologico, attività di istruzione. E’

un’associazione di volontari che opera nel campo della salute e assistenza a migranti.

4. L’albero della salute

c/o Villa Fiorelli, Via di Galceti, 64 – 59100 Prato

È una realtà inter-istituzionale che dal 2001 al 2004 ha svolto tre cicli di attività come progetto e dal 2005 è

diventato struttura di riferimento per la Mediazione culturale in Sanità – Regione Toscana.

5. Servizio di medicina preventiva per le migrazioni Istituto San Gallicano

c/o via delle Fratte di Trastevere, 52 Roma

Dal 1985 circa nasce per rispondere ai bisogni di cura di immigrati con interventi inizialmente a carattere

medico sanitario e successivamente anche psicologico psichiatrico e di supporto sociale. Il servizio è gratuito

e rivolto sia a immigrati regolari che irregolari.

6. Centro di ricerca Interpersonale e interculturale “Terrenuove Onlus”

c/o piazza Novelli, 8 – 20129 Milano

Il Centro si occupa di accompagnare l’esperienza del migrare, seguendo persone straniere nel percorso di

inserimento sociale, con interventi di consulenza psicologica e di psicoterapia.

7. Associazione Shinui

c/o via Divisione Tridentina, 5 24121 Bergamo

Page 44: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

44

Un’associazione senza scopo di lucro fondata nel febbraio 2000 con l’obiettivo di creare un centro culturale

e professionale per coloro che lavorano nelle relazioni umane e in un rapporto di aiuto con le persone.

8. Centro di psichiatria transculturale Scalo

c/o il CENTRO SALUTE MENTALE SCALO – AUSL Bologna, Via Nani, 10 Bologna

In passato denominato Centro Devereux Bologna Ovest, è un centro di studio e di ricerca, fino al 2004

universitario, ora dell’Ausl, attivo quindi da più di dieci anni.

9. Centro per la Salute delle Donne Straniere e dei loro Bambini

c/o via Zanolini, 2 a Bologna

Il Centro all’interno del Servizio pubblico con l’ausilio di mediatrici culturali offre consulenza e assistenza a

donne straniere, supporto medico e psicologico. Ha favorito l’accesso ufficiale di operatrici straniere in

ambito sanitario con contratti continuativi.

10. Centro Mamre

c/o str. Maddalene 366 – 10154 Torino

Via Saluzzo 30 – 10125 Torino

Nato nel 2001 è un centro interdisciplinare di ricerche e cure in etnopsichiatria. Al suo interno è costituito

uno spazio di intercultura e di promozione alla convivenza di trattamento psicoterapeutico, di diagnosi e

cura.

11. Centro Studi Sagara

c/o Fondazione “Stella Maris”, Viale Tirreno, 331 – Calambrone, Pisa – www.inpe.unipi.it

Il centro è stato fondato nel 2010 in seguito all’incontro di professionisti (antropologi, psicologi, medici,

psichiatri e sociologi).

12. L’Associazione OIKOS O.N.L.U.S. BERGAMO

c/o via Borgo Palazzo 130

“L’associazione OIKOS si propone di promuovere una cultura che riconosce nella salute un diritto primario di

chiunque.“ L’ambulatorio nasce con l’obiettivo di fornire assistenza medica di primo livello alle persone non

iscritte/iscrivibili al SSN.

13. Nuova ricerca Agenzia RES – cooperativa sociale Onlus

c/o Via Prosperi Giacomo Filippo Maria 26 – 63900 Fermo (FM) “NuovaRicerca.AgenziaRes gestisce servizi

alla persona da oltre 30 anni. Una cooperativa che lavora in favore di minori, giovani, anziani, disabili

psichiatrici e immigrati. Offrendo un servizio di cura e accoglienza dell’individuo, creando occasioni di

aggregazione giovanile, organizzando attività di autonomia scolastica per persone in situazione di svantaggio,

favorendo percorsi di accoglienza e integrazione degli stranieri sul territorio. NuovaRicerca.AgenziaRes si

propone di essere impresa di comunità costantemente presente sul territorio”.

Page 45: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

45

Allegato 3

BIBLIOGRAFIA

ETNOPSICHIATRIA:

• Beneduce R.: Frontiere dell’identità e della memoria - Etnopsichiatria e migrazioni in un mondo

creolo, Franco Angeli Ed. , Milano 2011.

• Beneduce R.: Etnopsichiatria, Carocci Ed. , Roma 2007.

• Cianconi P.: Addio ai confini del mondo - Per orientarsi nel caos postmoderno, Franco Angeli Ed. ,

Milano 2011.

• De Martino E.: Il mondo magico - Prolegomeni a una storia di magismo, Boringhieri Ed. , Torino

2007.

• Duglas M.: Purezza e pericolo - Un'analisi dei concetti di contaminazione e tabù, Il Mulino Ed. ,

Bologna 2014.

• Fanon F.: Pelle nera, maschere bianche, ETS Ed., Pisa 2015.

• Kuhn T. S.: La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Ed. Einaudi, Torino 2009

• Inghilleri P.: “Percorsi a confronto”, 1° Incontro di Etnopsichiatria. Università degli Studi di Verona,

Milano, 24 novembre 2000.

• Lapassade G.: Dallo sciamano al raver- Saggio sulla transe, Apogeo Ed. , Milano 2008.

• Nathan T. : La follia degli altri - Saggi di etnopsichiatria, Ponte alle Grazie Ed. , Firenze 1993.

• Ong J. Walter: Oralità e scrittura - Le tecnologie della parola, Il Mulino Ed. , Bologna 2014.

• Pizza G.: Antropologia medica - Saperi, pratiche e politiche del corpo, Carocci Ed. , Roma 2005.

• Remotti G.: Contro l’identità, Laterza Ed. , Bari 2001.

• Sironi F.: Violenze collettive - Saggio di psicologia geopolitica clinica, Feltrinelli Ed. , Milano 2010.

• Turner V.: La foresta dei simboli - Aspetti del rituale Ndembu, Morcelliana Ed. , Brescia 2001.

• Van Gennep A.: I riti di passaggio -1909, Boringhieri Ed. , Torino 2012.

PSICOLOGIA:

• AA.VV.: Cara senatrice Merlin.." - Lettere dalle Case chiuse, EGA Ed. - Gruppo Abele, Torino 2008.

• American Psychiatric Association (APA) (1980), DSM III. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi

mentali, tr. it. Masson, Milano, 1983.

• American Psychiatric Assocation (APA) (1994), DSM IV. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi

mentali, tr. it. Masson, Milano, 1995.

Page 46: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

46

• American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi

mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

• Bateson G.: Mente e natura - Un'unità necessaria, Adelphi Ed. , Milano 1993.

• Baumann Z.: La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli Ed. , Milano 2014.

• Boca S., Bocchiaro P., Scaffidi Abbate C.: Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino Ed. , Bologna

2010.

• Cianconi P.: Le chiavi dell’orizzonte circolare - Territorio, mutazione e psicopatologia, Cianconi Paolo

Ed. , 2015.

• Capra F.: La rete della vita - Perché l'altruismo è alla base dell'evoluzione, BUR Ed. , Milano 2001.

• Garofalo Geymonat G.: La prostituzione tra abolizionismo, proibizionismo e legalizzazione - da

MicroMega 5/2014: Il corpo della donna tra libertà e sfruttamento, MicroMega Ed. , Roma-Genova

2014.

• Goussot A.: L'approccio transculturale nella relazione d'aiuto - Il contributo di George Devereux tra

psicoterapia ed educazione, Aras Ed., Pesaro Urbino 2014.

• Moro V ., Filippi B.: La plasticità celebrale- Alle radici del cambiamento, SEID Ed., Firenze 2010.

• Serenelli M.: Il concetto di identità: revisione della componente etnico-culturale, “Psicoin”, Ordine

Psicologi Marche, n.2 (2016), pp. 8-14 [www.psicoin.it/psicoin_02_16/]

• Serughetti G.: Uomini che pagano le donne - Dalla strada al web, i clienti nel mercato del sesso

contemporaneo, Ediesse Ed., Roma 2013.

• Sironi F.: Violenze collettive - Saggio di psicologia geopolitica clinica, Feltrinelli Ed. , Milano 2010.

BIBLIOGRAFIA MIGRAZIONI INTERNAZIONALI:

• Associazione On the Road (a cura di): Prostituzione e tratta- Manuale di intervento sociale, Franco

Angeli Ed., Milano 2002.

• Augustin L. M.: Sex at the margins - Migration, labour market and rescue industry , Zed Books,

London 2007.

• A.I.S.E.A. (Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche): Migrazioni e dinamiche dei

contatti interculturali, Numero speciale della rivista “EtnoAntropologia”, nn. 8-9 (1999-2000).

• Allievi S., Della Zuanna G.: Tutto quello che non vi hanno detto sull’immigrazione, Laterza Ed., Bari

2016.

• AMERM, Cooperazione Internazionale, El Sur, Punto Sud, Il migrante marocchino come agente di

sviluppo e di innovazione nelle comunità di origine, Ed. Exodus, Milano s.d. (2004).

Page 47: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

47

• Balsamo, F., Famiglie di migranti. Trasformazione dei ruoli e mediazione culturale, Carocci, 2003.

• Bachis, F., Pusceddu A. M. (a cura di): Storie di questo mondo - Percorsi di etnografia delle migrazioni,

Ed. CISU, Roma 2013.

• Battistella G. (a cura di): Migrazioni - Questioni etiche. Urbaniana University Press, Roma 2008.

• Berry J. W.: Immigration, Acculturation, Adaptation, “Applied Psychology”, 46, n. 1 (1997).

• Berry J. W.: A psychology of immigration, “Journal of Social Issues”, 57, n. 3 (2001)

• Berry J. W.: Acculturation: Living successfully in two cultures, “International Journal of Intercultural

Relations”, 29 (2005).

• Berti F., Zanotelli F. (a cura di): Emigrare nell’ombra - La precarietà delle nuove migrazioni interne,

Franco Angeli Ed., Milano 2008.

• Bonifazi C., Cesano G. (a cura di): Contributions to international migration studies, CNR, Istituto di

Ricerche sulla Popolazione, Roma 2001.

• Bugra D., Bicker M. A.: Migration, Cultural bereavement and Cultural Identity, “World Psychiatry”, 4,

n. 1 (2005).

• Chiodi F. M., Benadusi M. (a cura di): Seconde generazioni e località - Giovani volti delle migrazioni

cinese, marocchina e romena in Italia, LABOS / CISP, Roma s.d. (2006).

• Clemente P., Sobrero A. (a cura di): Persone dall’Africa, Ed. CISU, Roma 1998.

• Dustmann C. (a cura di): Migration: economic change, social change, Oxford University Press, London

2015.

• Epstein Gil S., Ira N. Gang: Migration and culture - Frontiers of economics and globalization,

Discussion Paper n. 5123, IZA (Institute for the Study of Labor), Bonn August 2010.

• Ferrero G.: Contro il reato di immigrazione clandestina, Ediesse, Roma 2010.

• Geyer P.: Immigration song - Australians, culture, identity, “Australian Psychological Type Review”.

9, n. 1 (2001).

• Giacalone F. (a cura di): Marocchini tra due culture - Un’indagine etnografica sull’immigrazione,

FracoAngeli Editore, Milano 2002.

• Giuffré M. (a cura di): Mondi in cammino: migrazioni transnazionali, cittadinanza e intercultura in

Italia, Numero Speciale della rivista "Lares". A. 75, n. 3 (2009).

• Giuffré M.: L’arcipelago migrante - Eoliani d’Australia, Editore CISU, Roma 2010.

• Grassi M., Giuffré M.: Vite (ill)legali - Migranti africani in Italia e in Portogallo, SEID Editore, Firenze

2013.

• Inglis C.: Multiculturalism: new policy responses to diversity, MOST Policy Papers, 4, 1996.

• International Migration Report 2013, United Nations.

Page 48: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

48

• International Migration Outlook 2014, OECD, European Union.

• I.O.M. (International Organization for Migrants), Integration of Migrants.

• Kara S.: Sex trafficking - Le storie, i volti, le voci delle schiave del sesso, Castelvecchi, Roma 2010

• Kuo Ben C. H.: Coping, acculturation and psychological adaptation among migrants: a theoretical

and empirical review and synthesis of literature, “Health, Psychology and Behavioural Medicine”, 2,

n. 1 (2014).

• Kymlicka W.: The current state of multiculturalism in Canada and research themes on Canadian

multiculturalism, Minister of Public Works and Government Service, Canada 2010.

• Kymlicka W.: Multiculturalism: success, failure, and the future, Transatlantic Council on Migration,

Washington 2012.

• Leogrande A.: La frontiera (storie vere di migranti), Feltrinelli Ed. , Milano 2015.

• Le Pichon A., Caronia L.: Sguardi venuti da lontano - Un’indagine di transcultura, Ed. Bompiani,

Milano 1991.

• Mancini D.: Traffico di migranti e tratta di persone - Tutela dei diritti e azioni di contrast , Franco

Angeli Ed., Milano 2008.

• Marabello S.: Il paese sotto la pelle. Una storia di migrazione e co-sviluppo tra il Ghana e l’Italia,

Editore CISU, Roma 2012.

• Melotti U.: Migrazioni e sicurezza. Criminalità. Conflitti urbani, terrorismo, Ed. Solfanelli, Chieti 2011.

• Neil T.: The Figure of the Migrant, Stanford University Press, Stanford 2015.

• Oliva D.: La tratta di persone in Italia - La valutazione delle politiche, degli interventi, dei servizi,

Franco Angeli Ed., Milano 2008.

• Ortega F., Peri G.: The causes and effects of international migrations: evidences from OECD countries,

1980-2005, Working Paper 14833, National Bureau of Economic Research, Cambridge MA 2009.

• Papademetriou D. G.: Rethinking national identity in the age of migration, Transatlantic Council on

Migration, Washington 2012.

• Pennacini C., Gonzalez Diez J. (a cura di): Religione e immigrazione a Torino - Un’indagine

antropologica, Laboratorio delle Religioni, “I Quaderni”, 2 (2006).

• Petrini B.: Comunità nigeriana e organizzazione dello spazio-tempo a Roma, Aracne Ed., Roma 2009.

• Prina F.: La Tratta di persone in Italia - Il sistema degli interventi a favore delle vittime, Franco Angeli

Ed., Milano 2008.

• Resta P. (a cura di): Il vantaggio dell’immigrazione - Un progetto per una cultura condivisa, Armando

Editore, Roma 2008.

• Riccio B. (a cura di): Migranti africani in Italia: etnografie, "Afriche e Orienti", 3 (2005).

Page 49: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

49

• Riccio B. (a cura di): Antropologia e migrazioni , Ed. CISU, Roma 2014.

• Rudiger A., Spencer S.: Social integration of migrants and ethnic minorities - Policies to combat

discrimination, “The Economic and Social Aspects of Migration”, Conference OECD, Brussels 2003.

• Signorelli A.: Migrazioni e incontri etnografici, Sellerio Editore, Palermo 2006.

• Skeldon R.: Global migration: demographic aspects and its relevance for development, Technical

Paper n. 2013/6, Population Division, United Nations Department of Economic and Social Affairs,

2013.

• Sorgoni B. (a cura di): Etnografia dell’accoglienza - Rifugiati e richiedenti asilo a Ravenna. Edizioni

CISU, Roma 2011.

• Sowell T.: Migrations and cultures: a world view, Harper Collins, New York 1996.

• United Nations, General Assembly, Resolution adopted by the General Assembly on 3 October 2013,

Declaration of the High-level Dialogue on International Migration and Development.

• Van Heck E.: Passaggi di terre e identità - L’identità nella migrazione: gli Uruguaiani in Italia, Aracne

Editrice, Roma 2009.

• Virupaksha, H. G. et al.: Migration and mental health: an interface. Review Article, “Journal of

Natural Science. Psychology and Medicine”, 5, n. 2 (2014).

BIBLIOGRAFIA STORIA:

• Barberi P.: È successo qualcosa alla città - Manuale di antropologia urbana, Ed. Manuali Donzelli,

Roma 2010.

• Cardamone G., Dalle Luche R. (a cura di): La paranoia, psichiatria e antropologia. Edizioni ETS, Pisa

2009.

• Cardamone G., Inglese S., Zorzetto S.: Djon djongonon. Psicopatologia e salute mentale nelle società

multiculturali, Colibrì Edizioni, Milano 1999.

• Ciampo M.: Pianeta guerra - Il conflitto come norma nel mondo globalizzato, Ed. Intra Moenia,

Napoli 2003.

• Coppo P.: Guaritori di follia, Bollati Boringhieri, Torino 1994.

• Coppo P.: Tra psiche e culture, elementi di etnopsichiatria, Bollati Boringhieri, Torino 2003.

• Coppo P.: Le ragioni del dolore. Etnopsichiatria della depressione, Bollati Boringhieri, Torino 2005.

• Coppo P.: Negoziare con il male. Stregoneria e contro stregoneria Dogon, Bollati Boringhieri, Torino

2007.

• Diamond N.: Collasso - Come le società scelgono di morire o vivere, Ed. Einaudi, Torino 2007.

Page 50: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

50

• Inglese S.: L'inquieta alleanza tra psicopatologia e antropologia. Appunti e riflessioni da

un'esperienza sul campo, Ed. La ginestra, San Giovanni in Fiore 1995.

• Lanternari V.: Medicina, magia, religione, valori, Liguori, Napoli 1996.

• Lanternari V., De Micco V., Cardamone G. (a cura di): Sortilegio e delirio, Ed. Liguori, Napoli 2000.

• Moro M.R.: Bambini immigrati in cerca di aiuto. I consultori di psicoterapia transculturale, Utet

Libreria, Torino 2001.

• Moro M.R.: Genitori in esilio. Psicopatologia e migrazioni, Raffaello Cortina Editore, Milano 2002.

• Moro M.R.: Bambini di qui venuti da altrove. Saggio di transcultura, Franco Angeli, Milano 2005.

• Ortoleva P.: Il secolo dei media - Riti, abitudini, mitologie, Ed. Il Saggiatore, Milano 2009.

• Puech H.C.: Le religioni nell'età del colonialismo e del neocolonialismo, Ed. Laterza, Bari 1990.

• Said E.W.: Orientalismo. Ed. L’espresso, Roma 2007.

• Salza A.: Niente, Ed. Sperling & Kupfer, Milano 2009.

• Spivak G.C.: Critica della ragione post coloniale - Verso una storia del presente in dissolvenza, Ed.

Meltemi, Milano 2016.

• Stella G.A.: L’orda - Quando gli albanesi eravamo noi, Ed. BUR, Milano 2003.

BIBLIOGRAFIA ECONOMIA:

• Carchedi F.: La tratta di esseri umani - Alcuni aspetti delle principali forme di sfruttamento ,

Liberedizioni, Brescia 2012.

• Da Empoli G.: Overdose - La società dell'informazione eccessiva, Marsilio Ed., Venezia 2002

• Ferri P.: Nativi digitali, Bruno Mondadori Ed., Milano 2011.

• Mandelbrot B.B.: Il disordine dei mercati - Una visione frattale di rischio, rovina e redditività, Einaudi

Ed., Torino 2005.

• Moretti E.: La nuova geografia del lavoro, Mondadori Ed., Milano 2014.

BIBLIOGRAFIA SOCIOLOGIA:

• A.A. V.V.: Rapporto "Punto e a Capo sulla Tratta - Primo rapporto sulla tratta e il grave sfruttamento,

CNCA Caritas 2013.

• Ambrosini M.: Sociologia delle migrazioni, Bologna, Il Mulino Ed., Bologna 2011.

• Azuma H.: Generazione Otaku - Uno studio della postmodernità, Jaca Book Ed., Milano 2010.

• Bey H.: T.A.Z. - Zone Temporaneamente Autonome, Shake Ed., Milano 2007.

• Buchanan M.: L’atomo sociale - Il comportamento umano e le leggi della fisica, Mondadori Ed.,

Milano 2008.

Page 51: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

51

• Castles S., Miller M. J. : L'era delle migrazioni. Popoli in movimento nel mondo contemporaneo, ,

Odoya Ed., Bologna 2012.

• Taleb N.: Il cigno nero - Come l'improbabile governa la nostra vita, Il Saggiatore Ed., Milano 2014.

• Zanfrini L.: Sociologia delle migrazioni, Laterza Ed., Bari 2015.

BIBLIOGRAFIA SUL MONDO ISLAMICO:

• Attar Farid ad-din: Parole di Sufi, SE Ed., Milano 2011.

• Baffioni C.: Storia della filosofia islamica, Mondadori, Milano 1991.

• Barbero A.: Il divano di Istanbul, Sellerio Ed., Palermo 2011.

• Burckhardt T.: L’arte dell’Islam, Abscondita Ed., Milano 2002.

• Campanini M.: Storia del Medio Oriente contemporaneo, Il Mulino Ed., Bologna 2014.

• Campanini M.: Storia del pensiero islamico contemporaneo, Il Mulino Ed., Bologna 2009.

• Noja S. (a cura di): I primi Arabi -Gli Arabi prima dell’Islam, Jaca Book Ed., Milano 2007.

• Dall’Oglio P.: Innamorato dell’Islam - Credente in Gesù, Jaca Book Ed., Milano 2011.

• De Maio D.: La malattia mentale nel Medioevo islamico, Edizioni del Corriere Medico, 1993.

• Degiorgis N.: Hidden Islam, Rorhof Ed., Bolzano 2014.

• Hourani A.: Storia dei popoli arabi - Da Maometto ai nostri giorni, Mondadori Ed., Milano 1998.

• Kassir S.: L’infelicità araba, Einaudi Ed., Torino 2006.

• Khalili J.: La casa della saggezza - L'epoca d'oro della scienza araba, Boringhieri Ed., Torino 2013.

• Maalouf A.: Le crociate viste dagli Arabi, SEI Ed., Torino 1993.

• Maududi A.: Conoscere l’Islam, Al Hikma Ed., Imperia 2000.

• Menocal M. R.: Principi, poeti e visir, Il Saggiatore Ed., Milano 2009.

• Neirynck J., Ramadan T.: Possiamo vivere con l’islam?, Al Hikma Ed., Imperia 2000.

• Piccardo H. R. (a cura di): Il Corano

• Quadri G.: La filosofia degli arabi nel suo fiore, Book Time Ed., Milano 2008.

• Ramadan T.: Essere musulmano europeo, Città Aperta Ed., Enna 2002.

• Ramadan T.: Il riformismo islamico - Un secolo di rinnovamento musulmano, Città Aperta Ed., Enna

2004.

• Ramadan T.: Maometto - Dall'Islam di ieri all'Islam di oggi, Einaudi Ed., Torino 2007.

• Saccone C. (a cura di): Il libro della Scala di Maometto, SE Ed., Milano 1997.

• Said E. W.: Orientalismo - L'immagine europea dell'Oriente, Feltrinelli Ed., Milano 2008.

Page 52: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

52

BIBLIOGRAFIA PEDAGOGIA:

• Balboni P.: Le sfide di babele- Insegnare le lingue nelle società complesse, Utet Ed., Milano 2008.

• Favaro G.: A scuola nessuno è straniero - Insegnare e apprendere nella scuola multiculturale, Giunti

Scuola, Firenze 2014.

• "Giornale italiano di psicologia dell’educazione e pedagogia sperimentale" n. 43, gennaio febbraio

2016.

• Pastori G.: Nello sguardo dell’altro - Pedagogia interculturale e identità, Guerini Scientifica Ed.,

Milano 2010.

• Pizzi F.: Educare al bene comune - Linee di pedagogia interculturale, Vita e Pensiero Ed., Milano

2006.

• Portera A., La Marca A., Catarci M.: Pedagogia interculturale, La scuola Ed., Brescia 2015.

SITOGRAFIA : (ETNOPSICHIATRIA E PSICOLOGIA DELLA MIGRAZIONE)

• AIDOS: – www.aidos.it e canale youtube

• AIDOS:https://www.youtube.com/channel/UCfquLdUHAlkCNsNr7t6R7rw

• http://www.asiloineuropa.it/

• https://ec.europa.eu/info/topics/migration-and-asylum_it

• Dossier Sprar. Gennaio 2018, Regione Marche: www.regione.marche.it/Entra-in

Regione/ODS/Profughi

• Fabio Colombo: www.lenius.it

• Female Genital Mutilation/Cutting, A statistical Overview and exploration of the dynamic of change,

July 2013, Unicef e Female Genital Mutilation/Cutting: A Global concern, February 2016, Unicef -

https://data.unicef.org/topic/child-protection/female-genital-mutilation-and-cutting/

• Film Mooladé del regista Ousmane Sembèné. Volume allegato al DVD, AIDOS (a cura di), Mooladé:

la forza delle donne, Milano, Feltrinelli, 2006.

• https://www.fieri.it/

• http://www.fondazioneleonemoressa.org/

• Guida Multisettoriale di Formazione Accademica sulle Mutilazioni/Escissioni Genitali Femminili

(2017). Adriana Kaplan e Laura Nuño Gómez (a cura di), Magaly Thill y Nora Salas Seoane

(coordinatrici), Madrid Dykinson Publishers

• https://www.imiscoe.org/

• http://www.ismu.org/

Page 53: Realtà immigratoria fra conoscenze, competenze, …Etnopsicologia dell'Ordine degli Psicologi delle Marche ha cominciato a operare sulla stesura di questo contributo a inizio 2018,

Gruppo di lavoro di Etnopsicologia

53

• https://mapfgm.eu/wp-content/uploads/2017/04/Guia-Italiano-1.pdf

• Ministero dell’Interno: www.sprar.it

• http://openmigration.org/

• Piattaforma online UEFGM, 2016 - https://uefgm.org/?lang=it

• https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2018/09/21/news/migrazioni-206997314/

• https://www.simmweb.it/

• Toubia, N. (2003). Legislation as a Tool for Behavioural and Social Change. In AIDOS, NPWJ Stop FGM.

Legal tools for the prevention of FGM, Proceedings from Expert Consultation, Cairo 21-23 June 2003.

Rome: AIDOS and NPWJ.

• Website Stop FGM Middle East - http://www.stopfgmmideast.org/ - Implemented by the Iraki-

German Association for Crisis Assistance and Solidarity Development (WADI), funded by the

International Development Organisation Hivos

• https://www.unhcr.it/

• http://users2.unimi.it/escapes/