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    Numero 150

    Ottobre 2015

    Associazione Madonna di Fatima

    La formula per

    conquistare il Cielo

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    Lumilt la verit

    S

    FranciscoLe

    caros

    tavo una volta considerando il motivo

    per cui Nostro Signore cos amico del-la virt dellumilt. E mi venuto in mente

    allimprovviso, senza bisogno di riflessione

    alcuna che questo deve essere perch Dio

    somma verit, e lumilt consiste nel cammi-

    nare nella verit; e una verit indiscutibile

    riconoscere che da parte nostra non abbia-

    mo nulla di buono, ma soltanto miseria e

    niente; e chi non comprende questo, proce-de nella menzogna. Chi meglio comprende

    questo, pi fa piacere alla verit suprema,

    perch cammina in essa. Voglia Dio, sorelle,

    concederci la grazia di non allontanarci mai

    da questa stessa conoscenza.

    Santa Teresa di Ges

    Santa Teresa di Ges, di Francisco de Zurbarn - Cattedrale di Siviglia (Spagna)

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    La pi perfetta dellepreghiere

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

    La parola dei Pastori Noi serviremo il Signore!

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38

    accaduto nellaChiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40

    Storia per bambini... La principessa misericor-diosa

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48

    Larte nascostanelle miniature medievali

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

    Pregare anche ringraziare

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31

    Il sacerdozio comunedei fedeli

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26

    SantAntonio MariaClaret Consumato dallasete di anime

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34

    Le paraboledel piccolo fiore

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

    Commento al Vangelo Linnocenza, leterna legge...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

    La voce dei Papi Il Sacramento del

    Matrimonio

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    Come ottenere unasociet felice? (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . .5

    Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    SommariO

    Periodico dellAssociazioneMadonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    Anno XVII, numero 150, Ottobre 2015

    Direttore responsabile:Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione:Fra Guy Gabriel de Ridder, EP,

    Suor Juliane Vasconcelos A. Campos, EP,Diac. Luis Alberto Blanco Corts, EP,Suor Mariana Morazzani Arriz, EP,

    Severiano Antonio de Oliveira

    Traduzione: Antonietta Tessaro

    Amministrazione:Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE)CCP 13805353

    Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12

    Poste italiane, s.p.a Spedizionein Abbonamento Postale - D.L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE PD

    Contiene I.R.

    www.araldi.orgwww.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazionePrivata Internazionale di Fedeli

    di Diritto Pontificio

    ARALDIDELVANGELOPiazza in Piscinula, 40

    00153 RomaTel. sede operativa

    a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio:Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura:MODERNA s.r.l.

    Via Antonio de Curtis, 12/A35020 Due Carrare (PD)

    Gli articoli di questa rivista potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii

    copia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati di responsabilit dei rispettivi autori.

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    SCRIVONOILETTORI

    LALITURGIADELQUOTIDIANOMagnifico larticolo di Don Anto-

    nio Jako Ilija, EP, nello scorso nu-mero 164, di agosto 2015:La liturgiadel quotidiano, con la l minuscola.Ci fa riflettere che la nostra casa un altare del Signore, dove le nostrefaccende sono benedette da Dio,come una sorta di estensione dellaChiesa. Che delizia sapere questo!Aumenta il nostro amore nei con-fronti dei nostri familiari e valorizzasoprannaturalmente la nostra casa.

    Pedro Alexandre R. F.

    San Paolo Brasile

    LUNICASOLUZIONEPERQUESTECRISI

    Vorrei ringraziarvi per il regola-re invio della vostra rivista mensileAraldi del Vangelo, la cui principaledifferenza dagli altri mezzi di comu-nicazione nella via che voi non so-

    lo indicate, ma seguite!Attualmente, giornali e riviste han-

    no le loro pagine piene di crisi: nellafamiglia, nello Stato, ecc., il che ci la-scia un vuoto e uninsicurezza che fa-cilmente ci portano alla disperazione.C anche chi insiste nel volerle attri-buire, o per lo meno includere in esse,alla Chiesa Cattolica. La rivista Aral-di del Vangelonon fa propaganda del-la crisi del mondo, perch questa ginota a tutti fin troppo bene. Essa indi-ca il cammino che gli Araldi percorro-no e che lunica soluzione per questecrisi: la bellezza del Vangelo e del Ma-gistero Sacro della Chiesa Cattolica.

    I vostri articolisti, anche quelli dal-la fisionomia giovanissima, dimostra-no una conoscenza profonda e am-pia dellanima umana e della dottrinacattolica. Di pi: oltre alla sicurezzadelle loro conoscenze, si percepisce

    leffervescenza di un amore anco-ra pi grande per ci in cui credo-no e insegnano. Gli Araldi non han-no unaria professorale; essi pro-

    clamano con umilt, amore, coraggioed entusiasmo la dottrina della Chie-sa e dei suoi Santi, attraendoci col lo-ro esempio, col modo in cui pratica-no lamore di Dio e del prossimo. Equesto ci scuote, ci trascina a Dio!

    Vladimir N.

    Ponta Grossa Brasile

    PROFONDOAMOREPERLANOSTRARELIGIONE

    Da alcuni anni ho lonore di ap-partenere a questo movimento cat-tolico dal profondo sentimento re-ligioso, che nobilita lanima. La vir-t del Creatore, il suo Santissimo Fi-glio e sua Madre, la Vergine Maria,ci infondono, attraverso questa Rivi-sta mensile, un profondo e immuta-bile amore per la nostra Religione,onorando le nostre credenze e coldecoro espresso in ogni immaginee negli articoli sulla vita della nostraSanta Chiesa e dei suoi Santi. Movi-

    menti come quello degli Araldi delVangelo fanno s che la nostra fedesia sempre pi robusta.

    Alberto C.

    Santiago Cile

    RESTOINATTESADEIPROSSIMINUMERI

    Mi piace molto questa Rivista,con i suoi perspicaci articoli e noti-zie aggiornate dei pronunciamen-ti del Santo Padre e dei lavori degliAraldi del Vangelo in tutto il mon-do, oltre a riflessioni teologichesullAnno Liturgico. Resto in atte-sa di poter ricevere e apprezzare iprossimi numeri.

    Alexander J. O., Ph.D.

    Mactier Canada

    STRUMENTIDIEVANGELIZZAZIONESEMPREAGGIORNATI

    Rendo grazie a Dio per strumen-

    ti come la rivista Araldi del Vange-lo, che mi hanno sostenuto nel mioapostolato e nella mia funzione dicatechista. Ogni articolo, ogni com-mento, ogni condivisione del lavo-ro degli Araldi uno strumento dievangelizzazione sempre aggiornatoe adeguato a ogni circostanza.

    Mara P. S. M.

    Duitama Colombia

    GUARDATELAPARETEDELMIOSTUDIO

    Guardate la parete del mio stu-dio. Nei vostri numeri non sono maimancate foto di vetrate, che colle-

    ziono. Nello scorso numero 162 nonce nera nessuna... Che peccato!

    Afonso P.

    San Paolo Brasile

    OTTIMAPUBBLICAZIONE

    Esprimo con piacere la mia opi-nione sulla rivista Araldi del Vange-lo, dicendo che unottima pubblica-zione per il suo contenuto, con fotoeccellenti, carta di ottima qualit, in-somma, una Rivista speciale nellavita di tutte le persone. Complimentiallequipe amministrativa e alla reda-zione. tale da non lasciar da partenessuna questione ed io, in particola-re, oltre a leggere tutto, non faccio ameno, anzi, mi piace molto la pagina46, dove si trova la Storia per bambi-ni... o adulti pieni di fede?

    Elza B. de O.

    Tubaro Brasile

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    Numero150

    Ottobre201

    5

    PosteItalianeSpaSpedizioneinAbbonamentoPostaleD.L.

    353/2003(conv.

    inL.

    27/02/2004n.

    46)art.1

    comma1-NE/PD-ContieneI.R.-PeriodicodellAssociazioneMadonnadiFatima-Maria,

    StelladellaNuovaEvangelizzazione

    AssociazioneMad

    onnadiFatima

    Laformulaper

    conquistareilC

    ielo

    L

    Ottobre 2015Araldi del Vangelo 5

    Editoriale

    COMEOTTENEREUNA

    SOCIETFELICE?

    a prima istituzione umana non stata di governo, n economica, e nemmenodel lavoro. Creato Adamo, e formata Eva dal suo costato, essi hanno costitui-to la prima famiglia umana, principio e causa di tutte le altre. Fin dallorigine,

    come riaffermato posteriormente dal Salvatore (cfr. Mc 10, 6-8), Dio ha creato luo-mo e la donna, i quali, unendosi secondo un disegno eterno della sua sapienza, sonouna sola carne (Gn 2, 24).

    La solidit e stabilit di questa unione la cui sublimit stata elevata a Sacra-

    mento dallo stesso Cristo come Fondatore della Chiesa si trovano radicate nelfatto che essa stata operata da Dio stesso, sebbene amministrata dagli sposi: li-niziativa umana, ma il risultato divino, in quanto luomo non ha il potere perannullarlo. Questa realt stata sanzionata dal Redentore con un ordine chiaro:Quello dunque che Dio ha congiunto, luomo non lo separi (Mt 19, 6).

    questo uno degli elementi che Lo hanno opposto ai farisei: molto preoccupa-ti per gli aspetti umani, e poco interessati ai disegni divini, questi cercavano di di-storcere i principi mosaici per adeguare la Religione alle loro passioni. Ges Cri-sto, tuttavia, non diede il minimo margine alle loro ansie; ostinati e impenitenti,con questo e altri atteggiamenti, i farisei si spinsero volontariamente ai marginidella Storia...

    Dal matrimonio concepito secondo la visione cristiana, sorsero le famiglie chediedero origine alle societ ispirate al Vangelo, destinate a far fiorire i frutti del-lo Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont, fedelt, mitezza, do-minio di s (Gal 5, 22). Con molta organicit, luomo conosceva una donna e,motivati dallamore, i due decidevano di sposarsi; affrontavano difficolt, ma per-severavano insieme. Passavano gli anni, ed entrambi andavano molto daccordo!Cos durarono le societ, per venti secoli...

    Per, sorsero il divorzio e forme sempre pi bizzarre di famiglie; e i proble-mi, invece di diminuire, aumentarono... Cos, siamo arrivati a una situazione nellaquale la famiglia soffre una crisi globale, fino a che si venuto a creare oggi un ve-ro crocevia nella Storia. Infatti, in modo quasi ciclico, la durezza di cuore che Ge-s aveva denunciato nei farisei (cfr. Mc 10, 5) torna pi e pi volte a manifestarsi:

    con pretesti pi o meno simili, pretendono sempre di distorcere la verit in mododa ritenersi in diritto di esigere da Dio che giustifichi gli effetti delle passioni sre-golate. Dove trovare nuovamente il rimedio a questo male antico?

    Per uno stesso problema, vale la stessa soluzione. Ieri, come oggi e sempre,luomo su questa Terra non potr mai evitare il dolore. Il segreto della felicit,pertanto, non si trova nel non soffrire, ma nel modo in cui affrontare la sofferen-za. La felicit della famiglia ben costituita si salda nella Roccia sulla quale sta-ta edificata (cfr. Lc 6, 48); fintanto che entrambi gli sposi si trovano infiammatinellamore di Dio, non temono n vacillano; anche quando soffrono, sono pieni digioia spirituale. La chiave della felicit di una determinata societ consiste, dun-que, nellessere formata da famiglie i cui coniugi anelano alla santit.

    Particolare diLasciate che ibambini venganoa Me Collezione

    privata

    Foto: Riproduzione

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    Il Sacramento del Matrimonio

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    LAVOCEDEIPAPI

    dovere fondamentale della Chiesa riaffermare vigorosamente, come hanno fattoi Padri del Sinodo del 1980, la dottrina dellindissolubilit del Matrimonio a quanticonsiderano difficile o anche impossibile legarsi a una persona per tutta la vita.

    a famiglia nei tempi odier-

    ni stata, come e forse pidi altre istituzioni, investi-ta dalle ampie, profonde e

    rapide trasformazioni della societ edella cultura. Molte famiglie vivonoquesta situazione nella fedelt a queivalori che costituiscono il fondamen-to dellistituto familiare. Altre sonodivenute incerte e smarrite di fronteai loro compiti o, addirittura, dubbio-se e quasi ignare del significato ulti-mo e della verit della vita coniugalee familiare. Altre, infine, sono impe-dite da svariate situazioni di ingiusti-zia nella realizzazione dei loro fonda-mentali diritti. [...]

    Linflusso della situazionenella coscienza dei fedeli

    Vivendo in un mondo siffatto, sot-to le pressioni derivanti soprattuttodai mass media, non sempre i fede-li hanno saputo e sanno mantenersi

    immuni dalloscurarsi dei valori fon-damentali, porsi come coscienza cri-tica di questa cultura familiare e co-me soggetti attivi della costruzione diun autentico umanesimo familiare.

    Fra i segni pi preoccupanti diquesto fenomeno, i Padri Sinoda-li1hanno sottolineato, in particola-re, il diffondersi del divorzio e delricorso ad una nuova unione da par-te degli stessi fedeli, laccettazione

    del matrimonio puramente civile,

    in contraddizione con la vocazionedei battezzati a sposarsi nel Signo-re; la celebrazione del matrimoniosacramento senza una fede viva, maper altri motivi; il rifiuto delle nor-me morali che guidano e promuovo-no lesercizio umano e cristiano del-la sessualit nel matrimonio [...].

    Frutto, segno ed esigenzadellamore assolutamentefedele di Cristo

    E dovere fondamentale della Chie-sa riaffermare con forza come han-no fatto i Padri del Sinodo la dottri-na dellindissolubilit del matrimonio:a quanti, ai nostri giorni, ritengonodifficile o addirittura impossibile le-garsi ad una persona per tutta la vitae a quanti sono travolti da una culturache rifiuta lindissolubilit matrimo-niale e che deride apertamente lim-pegno degli sposi alla fedelt, neces-

    sario ribadire il lieto annuncio delladefinitivit di quellamore coniuga-le, che ha in Ges Cristo il suo fonda-mento e la sua forza (cfr. Ef 5, 25).

    Radicata nella personale e tota-le donazione dei coniugi e richiestadal bene dei figli, lindissolubilit delmatrimonio trova la sua verit ultimanel disegno che Dio ha manifesta-to nella sua Rivelazione. Egli vuolee dona lindissolubilit matrimonia-

    le come frutto, segno ed esigenza

    dellamore assolutamente fedele cheDio ha per luomo e che il SignoreGes vive verso la sua Chiesa.

    Cristo rinnova il primitivo dise-gno che il Creatore ha iscritto nelcuore delluomo e della donna, enella celebrazione del sacramentodel matrimonio offre un cuore nuo-vo: cos i coniugi non solo possonosuperare la durezza del cuore (Mt19, 8), ma anche e soprattutto pos-sono condividere lamore pieno edefinitivo di Cristo, nuova ed eternaAlleanza fatta carne. Come il Signo-re Ges il testimone fedele (Ap3, 14), il s delle promesse di Dio(cfr. 1 Cor 1, 20) e quindi la realizza-zione suprema dellincondizionatafedelt con cui Dio ama il suo popo-lo, cos i coniugi cristiani sono chia-mati a partecipare realmente allin-dissolubilit irrevocabile, che legaCristo alla Chiesa sua sposa, da Lui

    amata sino alla fine (cfr. Gc 13, 1).Il dono del sacramento nello stes-so tempo vocazione e comandamentoper gli sposi cristiani, perch rimanga-no tra loro fedeli per sempre, al di ldi ogni prova e difficolt, in generosaobbedienza alla santa volont del Si-gnore: Quello che Dio ha congiunto,luomo non lo separi (Mt 19, 6).

    Testimoniare linestimabile valo-re dellindissolubilit e della fedel-

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    Ottobre 2015Araldi del Vangelo 7

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.

    La versione originale dei documenti riprodotti in questa sezione pu essere consultata in www.vatican.va

    t matrimoniale uno dei doveri pipreziosi e pi urgenti delle coppie cri-stiane del nostro tempo. Per questo,insieme con tutti i confratelli che han-no preso parte al Sinodo dei Vescovi,lodo e incoraggio tutte quelle nume-

    rose coppie che, pur incontrando nonlievi difficolt, conservano e sviluppa-no il bene dellindissolubilit [].

    Sacramento di santificazionemutua e atto di culto

    Il sacramento del matrimonio,che riprende e specifica la graziasantificante del battesimo, la fontepropria e il mezzo originale di san-tificazione per i coniugi. In virt delmistero della morte e risurrezione di

    Cristo, entro cui il matrimonio cri-stiano nuovamente si inserisce, la-more coniugale viene purificato esantificato: il Signore si degnatodi sanare ed elevare questo amorecon uno speciale dono di grazia e dicarit (Gaudium et spes, 49).

    Il dono di Ges Cristo non si esau-risce nella celebrazione del sacra-mento del matrimonio, ma accom-pagna i coniugi lungo tutta la loro

    esistenza. Lo ricorda esplicitamen-te il Concilio Vaticano II, quando di-ce che Ges Cristo rimane con lo-ro perch, come Egli stesso ha amatola Chiesa e si dato per lei, cos an-che i coniugi possano amarsi lun lal-

    tro fedelmente, per sempre, con mu-tua dedizione. [...] Per questo motivoi coniugi cristiani sono corroborati esono consacrati da uno speciale sa-cramento per i doveri e la dignit delloro stato. Ed essi, compiendo in for-za di tale sacramento il loro dovereconiugale e familiare, penetrati dalloSpirito di Cristo, per mezzo del qua-le tutta la loro vita pervasa di fede,speranza e carit, tendono a raggiun-gere sempre pi la propria perfezio-

    ne e la mutua santificazione, e percipartecipano alla glorificazione di Dio(Gaudium et spes, 48).

    La vocazione universale alla santit rivolta anche ai coniugi e ai genitoricristiani: viene per essi specificata dalsacramento celebrato e tradotta con-cretamente nelle realt proprie del-la esistenza coniugale e familiare (Lu-men gentium, 41). Nascono di qui lagrazia e lesigenza di una autentica e

    profonda spiritualit coniugale e fa-miliare, che si ispiri ai motivi della cre-azione, dellalleanza, della Croce, del-la risurrezione e del segno, sui qualipi volte si soffermato il Sinodo.

    Il matrimonio cristiano, come tut-

    ti i sacramenti che sono ordinati allasantificazione degli uomini, alla edifi-cazione del Corpo di Cristo, e, infinea rendere culto a Dio (Sacrosantumconcilium, 59), in se stesso un attoliturgico di glorificazione di Dio inGes Cristo e nella Chiesa: celebran-dolo, i coniugi cristiani professano laloro gratitudine a Dio per il sublimedono ad essi elargito di poter riviverenella loro esistenza coniugale e fami-liare lamore stesso di Dio per gli uo-

    mini e del Signore Ges per la Chie-sa sua sposa.

    E come dal sacramento derivanoai coniugi il dono dellobbligo di vive-re quotidianamente la santificazionericevuta, cos dallo stesso sacramen-to discendono la grazia e limpegnomorale di trasformare tutta la lorovita in un continuo sacrificio spiri-tuale (cfr. 1 Pt 2, 5;Lumen gentium,34). Anche agli sposi e ai genitori cri-stiani, in particolare per quelle real-t terrene e temporali che li carat-terizzano, si applicano le parole delConcilio: Cos anche i laici, in quan-to adoratori dappertutto santamenteoperanti, consacrano a Dio il mondostesso (Lumen gentium, 34).

    Estratti dellEsortazione apostolica

    Familiaris consortio, di

    Sua Santit Giovanni Paolo II,

    22/11/1981

    1Nota della Redazione: Giovanni PaoloII si riferisce alla V Assemblea Gene-rale del Sinodo dei Vescovi sulla fami-glia cristiana (dal 26/9 al 25/10/1980), lecui riflessioni diedero origine al presen-te documento.

    Una coppia e i suoi figli recitano il Santo Rosario con San Giovanni Paolo II, durantela cerimonia conclusiva della Settimana diocesana della Famiglia, 7/2/1998

    LOsservatoreRomano

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    In quel tempo, 2 alcuni fariseisi avvicinarono e, per metter-Lo alla prova, domandava-no a Ges se lecito ad unmarito ripudiare la propriamoglie. 3 Ma Egli rispose lo-ro: Che cosa vi ha ordina-to Mos? 4 Dissero: Mo-

    s ha permesso di scrivere unatto di ripudio e di ripudiar-la. 5 Ges disse loro: Per ladurezza del vostro cuore egliscrisse per voi questa norma.6 Ma dallinizio della creazio-ne [Dio] li fece maschio efemmina; 7 per questo luomo

    lascer suo padre e sua ma-dre e si unir a sua moglie ei due diventeranno una carnesola. 8 Cos non sono pi due,ma una sola carne. 9 Dunqueluomo non divida quello cheDio ha congiunto.10A casa, i discepoli Lo in-

    terrogavano di nuovo su que-sto argomento. E disse loro:11 Chi ripudia la propria mo-glie e ne sposa unaltra, com-mette adulterio verso di lei;12 e se lei, ripudiato il marito,ne sposa un altro, commetteadulterio.

    13 Gli presentavano dei bam-bini perch li toccasse, mai discepoli li rimproveraro-no. 14 Ges, al vedere questo,Sindign e disse loro: La-sciate che i bambini venganoa Me, non glielo impedite: achi come loro infatti appar-

    tiene il Regno di Dio. 15 Inverit Io vi dico: chi non ac-coglie il Regno di Dio comelo accoglie un bambino, nonentrer in esso. 16 E, pren-dendoli tra le braccia, li be-nediceva, imponendo le ma-ni su di loro (Mc 10, 2-16).

    a VANGELO

    A

    Sposalizio della Madonna Chiesa matrice di Cascais (Portogallo) TimothyRing

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    Linnocenza,leterna legge...

    Ottobre 2015Araldi del Vangelo 9

    COMMENTOALVANGELO XXVII DOMENICADELTEMPOORDINARIO

    Dopo aver restituito al matrimonio la sua originale

    purezza, il Divino Maestro insegna che linnocenzadeve reggere lessere umano in qualsiasi stato di vita.

    I LORIGINEDELLISTITUZIONEMATRIMONIALE

    La Liturgia della 27 Domenica del TempoOrdinario ci presenta, con le parole della Ri-velazione, una perfetta sintesi della morale cat-tolica rispetto al matrimonio. La prima lettura(Gen 2, 18-24), tratta dalla Genesi, spiega chia-ramente perch Dio ha creato luomo e la don-na. Avvalendosi di un espediente letterario distraordinario valore, lAutore Sacro descrive ifatti in modo poetico e attraente, come se DioSi stesse gradualmente rendendo conto delle re-azioni di Adamo ed agisse di conseguenza.

    Dio ha creato Adamo con

    listinto di socievolezza

    Creando il primogenito del genere umano,Dio ha posto nella sua anima listinto di socie-volezza, che si manifesta con la necessit di unacompagnia e con un desiderio inestinguibile diamare e di essere amato. Dopo averlo intro-dotto nel Giardino dellEden, Egli disse: Non bene che luomo sia solo (Gen 2, 18a), e fe-ce sfilare davanti ad Adamo tutti gli animali che in Paradiso gli obbedivano1, affinch des-

    se loro un nome. Dio fece cos affinch il primouomo, estremamente equilibrato, percepisseche, sebbene in possesso di una ricca simbolo-gia, nessuno di essi era capace di colmare la suaaspirazione ad amare, n era alla sua altezza,come creatura razionale. Terminato, dunque, ilcorteo della fauna creata da Dio, Adamo rimasedeluso, perch non trov un aiuto che gli corri-spondesse (Gen 2, 20), e si sent solo.

    Una volta giunto a questa conclusione, Dio fe-ce scendere un torpore sulluomo, che si addor-ment (Gen 2, 21) poich era conveniente su-scitargli sorpresa e gli tolse una costola, da cuiform Eva. Avrebbe potuto modellare unaltra fi-

    gura di argilla, ma prefer trarla da lui, per renderchiaro che luno era fatto per laltro. In questo mo-do, promuoveva tra i due ununione completa.2

    Un trampolino per arrivare a Dio

    Svegliatosi e trovandosi di fronte la pri-ma donna, Adamo esclam: Questa volta es-sa osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne(Gen 2, 23). Lei gli serviva da complemento, eraun essere con cui poteva stabilire una relazio-ne che soddisfacesse quel desiderio di amore di

    Nel creare ilprimogenitodel genereumano, Dio

    ha posto nella

    sua animalistinto di

    socievolezza

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    cui lOnnipotente lo aveva dotato,per unaltissima finalit. Destina-to a Dio, luomo vive alla ricercadi Lui, spinto da un certo istin-to del divino correlato intima-mente con listinto di socievolez-

    za , che non si sazia per nulladella creazione. Tuttavia, poich composto di corpo e anima, habisogno di qualcosa di esternoche, attraverso i sensi, gli facilitila contemplazione interiore e gliserva da elemento di collegamen-to con Dio, in quanto non Lo ve-de direttamente.

    Inoltre, era impossibile che latotalit degli attributi divini fosserappresentata solamente dalluo-

    mo, poich, per esempio, Dio fortezza e vigore e, allo stessotempo, soavit e affetto, estremiche in genere non si adattano algenere maschile. Per questo il Si-gnore ha voluto dargli un aiutoche gli corrisponda (Gen 2, 18b) e non uguale che, coniugatacon lui, lo completasse, rifletten-do da Dio gli aspetti contrari, maarmonici. Cos tenendo presen-te la realizzazione del piano che,fin dalleternit, Egli aveva ar-chitettato per lumanit , uomoe donna avrebbero dovuto esse-re ununica carne (Gen 2, 24), cio, unirsi percostituire una famiglia, con lobiettivo di gene-rare una prole ed educarla sulle vie di Dio.

    attraverso questo scambio damore che lapersona ha nozione di quanto ella stimata daDio, ed in questo rapporto di donazione reci-proca che trova un trampolino per giungere finoallInfinito. Ecco la base e la solidit di qualsia-

    si convivenza! E non solo tra quelli che si sposa-no e a questo chiamata la maggior parte ,ma anche tra quelli che, a imitazione di CristoVergine, abbracciano il celibato per il Regnodei Cieli (Mt 19, 12) e realizzano un connubiocon lideale religioso, con lobbligo di fare il be-ne agli altri e di dedicarsi allapostolato. Come ilmatrimonio, anche questa vocazione indissolu-bile e, nei due casi, si applica senza distinzione lasentenza di Nostro Signore Ges Cristo: luo-mo non divida quello che Dio ha congiunto.

    II ILPIANOORIGINALEDIDIORESTAURATOEDELEVATO

    E una legge della Storia che i pi grandisconvolgimenti si producano quando la veritsi manifesta dove impera la morale relativista,estranea a Dio. quello che si verificato, informa archetipica, con lapparizione della Ve-rit con la V maiuscola: Nostro Signore Ge-

    s Cristo. Il mondo intero era, allora, immersoin una terribile crisi, soprattutto morale, da cuinon sfuggiva neppure il popolo eletto. E Ges,senza intervenire nella politica n istigare rivo-luzione alcuna, ma solamente predicando la suadottrina, provoc una tremenda scossa in tuttala Terra.

    Significativo, in questo senso, lepisodio ri-ferito nel Vangelo di questa domenica. Dopoil peccato originale, la donna fu poco alla vol-ta tolta dalla considerazione delluomo e la po-

    Avendo

    presente larealizzazionedel pianoche Dio haarchitettato,un uomo euna donna

    dovrebberoessereununicacarne

    La Creazione, di Giusto de Menabuoi -Battistero della Cattedrale di Padova

    R i p r o d u z i o n e

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    ligamia che ebbe la sua origine nel lignaggiodi Caino (cfr. Gen 4, 19) divenne un costumegeneralizzato in molte civilt pagane dellAnti-chit, ed era tollerata, anche, tra gli Ebrei. An-che sotto il regime della Legge di Mos, il trat-tamento riservato allelemento femminile era

    caratterizzato dal disprezzo. Il Divino Maestrovenne a ristabilire la primitiva purezza dellisti-tuzione del matrimonio.

    Una domanda formulata conperversa intenzione

    In quel tempo, 2 alcuni farisei si avvici-narono e, per metterLo alla prova, do-mandavano a Ges se lecito ad unmarito ripudiare la propria moglie.

    Il Divino Maestro stava evangelizzando la

    regione della Giudea e al di l del fiume Gior-dano (Mc 10, 1). Mentre insegnava alle mol-titudini, i farisei, adepti di una morale di este-riorit, si approssimarono a Lui. Non volevanoapprendere, ma distruggere, come mette in ri-salto San Beda: C da notare la differenza cheesiste tra lo spirito del popolo e quello dei fari-sei: il primo viene per essere istruito dal Signo-re, affinch guarisca i suoi infermi, [...] gli ulti-mi, per ingannarLo, tentandoLo.3

    Consapevoli che il Redentore aveva gi dife-so il matrimonio indissolubile (cfr. Mt 5, 31-32),i loro avversari vollero metterLo alla prova,confrontandoLo con Mos, che aveva permessoil divorzio. Volevano, cos, metterLo in una po-sizione difficile, poich se Egli avesse rispostonegativamente, Si sarebbe pronunciato controil profeta; se avesse detto di s, avrebbe riget-tato la sua stessa dottrina. Inoltre, tanto lunaquanto laltra soluzione avrebbe diviso lopinio-ne pubblica, dato che i Giudei seguivano le pisvariate tendenze a questo riguardo.

    La Sapienza Divina smonta

    una trappola umana3 Ma Egli rispose loro: Che cosa vi haordinato Mos?

    Nostro Signore la Sapienza Eterna e Incar-nata e, in quanto Seconda Persona della Santis-sima Trinit, non solo conosce tutto, fin da tuttaleternit, ma anche contempla tutto in un per-petuo presente, poich per Lui non c passaton futuro. In quanto Uomo, la sua Anima sta-

    ta creata nella visione beatifica, dotata di scien-za infusa, pertanto, in costante e piena conso-nanza con la sua visione divina. Per Lui, allora,non costituisce una novit il fatto che Gli pre-sentino tale problema. Sapendo qual il pessi-mo intento dei farisei nel montare quella trap-

    pola, Ges risponde con piena naturalezza ein modo perentorio, andando direttamente alpunto in cui hanno intenzione di portarLo. Gliinterpellanti, una volta scoperti, devono confes-sare le loro intenzioni.

    La legge positiva deformata dalla casistica

    4 Dissero: Mos ha permesso di scrivereun atto di ripudio e di ripudiarla.

    Infatti, era messo per iscritto da Mos cheil marito poteva cacciare sua moglie quan-

    do trovava in lei qualche cosa di vergognoso(Dt 24, 1). Termini molto generici, che come solito accada con i l tempo hanno dato luo-go a numerose polemiche tra gli studiosi dellaLegge. Essi discutevano i casi in cui tale con-cessione sarebbe stata appropriata, ma sicco-me non erano dotati di infallibil it di cui go-de il Papa per non sbagliare in materia di Fedee di morale , deviarono, giungendo a estre-mi inimmaginabili nelle loro interpretazionie moltiplicando le casistiche fino allassurdo.Alcuni erano rigoristi, sostenitori di maggio-ri restrizioni nellapplicazione del precetto; al-tri, lassisti, favorevoli a una dissolubilit quasiillimitata del matrimonio. Questi ultimi era-no dellopinione che se la donna avesse fattobruciare del cibo, il marito aveva gi un moti-vo sufficiente per ripudiarla.4Al di l del fat-to che si trattava di uninsensatezza che ferivalo stesso diritto naturale, una tale facilit neldivorziare concorreva a togliere valore sem-pre di pi alla donna e schiavizzare luomo al-le sue stesse passioni.

    Ora, questo non era coerente col disegnodi Dio quando cre Eva dalla costola di Ada-mo. Se fosse stata una sua volont che luomopotesse lasciare luna e prendere unaltra, do-po aver creato un solo uomo avrebbe formatomolte donne,5riflette San Giovanni Crisosto-mo. Ad Adamo fece piacere contemplare Evaperch vide in lei quello che non aveva trova-to in nessun animale, cio, un essere raziona-le, capace di entrare in consonanza con lui persalire, insieme, fino a Dio, in un mutuo perfe-

    Adepti diuna moraledi esteriorit,i farisei siavvicinaronoa Lui non per

    imparare, maper tentare diingannarLo

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    zionamento, in cui le qualit si temprassero esi equilibrassero le une alle altre, e le virt co-municassero le une alle altre sfumature armo-niose.6

    Un permesso motivato dalla durezza di cuore

    5

    Ges disse loro: Per la durezza del vo-stro cuore egli scrisse per voi questa nor-ma.

    Nel situare Mos al centro della discussione,Nostro Signore mette i farisei al muro, poichdimostra loro che quella era una legge umana,sebbene promulgata sotto ispirazione divina. Ilgrande legislatore non aveva sbagliato; tutta-via, tanto quel permesso quanto la poligamia,nellAntico Testamento, non erano che una con-tingenza, provocata dalla durezza di cuore degli

    Ebrei. Insomma, lo stato inferiore della civiltdegli Israeliti di quellepoca, una triste insensi-bilit agli ordini di Dio, un egoismo sfrenato, ta-li erano le ragioni per cui Mos aveva tolleratoil divorzio; e anche questa tolleranza mirava alimitare gli abusi,7commenta Fillion.

    Tuttavia, il Redentore venne a ristabilire lor-dine. Aveva il diritto di promulgare qualsiasilegge non solo come Dio, ma anche come Pro-feta, previsto da Mos stesso (cfr. Dt 18, 15). Diconseguenza, la sua parola valeva molto di pidi quella di Mos! Per evidenziare questo ai fa-

    risei, Egli far una dichiarazione rigorosa, indi-cando il progetto originario di Dio rispetto almatrimonio.

    La primitiva purezza delmatrimonio ristabilita

    6 Ma dallinizio della creazione [Dio]li fece maschio e femmina; 7 per questoluomo lascer suo padre e sua madre esi unir a sua moglie e i due diventeran-no una carne sola. 8 Cos non sono pi

    due, ma una sola carne.9

    Dunque luo-mo non divida quello che Dio ha con-giunto.

    Visto che non era giunto il momento di ma-nifestare pienamente la sua divinit infattinon lavrebbero accettata , Ges presenta unargomento irrefutabile: le parole della Scrittu-ra, ispirate da Lui stesso. Citando il testo del-la Genesi, Si riporta al principio della creazio-ne, ossia, alla relazione che esisteva tra uomo edonna prima del peccato: unione santa, mono-gamica e indissolubile, in totale conformit conla natura di entrambi. Se questa situazione fualterata, ci dovuto alla durezza di cuore del-le generazioni posteriori, conseguenza della ca-duta originale.

    In questo passo, il Salvatore consacra il ma-trimonio nella Nuova Legge, ristabilendo il vin-colo coniugale esclusivo e perenne, che solo lamorte pu disfare. Infatti, questo non rimanenel Cielo, come Ges chiarisce pi tardi, a pro-posito di una discussione con i sadducei (cfr. Mt

    22, 30); si tratta di una alleanza permanente sol-tanto in questa vita. Il matrimonio una voca-zione, e coloro che sono chiamati ad abbrac-ciarla dovranno lasciare i loro genitori e i duediventeranno una carne sola. Instaurando ilregime della grazia, il Redentore stesso offreallumanit la forza per render questo possibile.

    Non difficile immaginare quanto que-sta sentenza del Divino Maestro abbia scalfitoi farisei... In tutte queste affermazioni, sem-pre Lui che gli cuce la bocca e pone un freno

    Nel situareMos alcentro delladiscussione,NostroSignore mette

    i farisei almuro

    Mos, di Lorenzo Monaco -Metropolitan Museum of Art, New York

    GustavoKralj

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    allimpudenza del loro linguaggio, e con questoli allontana da S. Senza dubbio, nemmeno co-s retrocedono nel loro impegno. Tale natural-mente la malizia, tale linvidia, sfacciata e inso-lente.8

    Il contratto naturale elevato a Sacramento10A casa, i discepoli Lo interrogavano dinuovo su questo argomento. E disse lo-ro: 11 Chi ripudia la propria moglie e nesposa unaltra, commette adulterio versodi lei; 12 e se lei, ripudiato il marito, nesposa un altro, commette adulterio.

    La polemica suscit dubbi nei discepoli, poi-ch, nati in quellambiente, conoscevano moltobene le diverse teorie che circolavano sul matri-

    monio. Avrebbe il Maestro, ora, mutato la Leg-ge? Per questo fecero domande a Ges, ed Egline approfitt per esporre questa dottrina conmaggior profondit ai suoi pi prossimi. Se ilmatrimonio indissolubile, il marito che si se-para dalla moglie, o viceversa, e contrae unanuova unione, commette adulterio.

    Sorge, allora, il problema: sarebbe sufficien-te restaurare il matrimonio nella sua primiti-va purezza o si dovrebbe aggiungere qualcosa aquesta visione essenziale? La risposta sempli-

    ce. Nostro Signore ha elevato ilmatrimonio di per s un con-tratto naturale alla catego-ria di Sacramento. Nella cele-brazione delle nozze, i ministrisono i coniugi stessi. Nel pro-

    nunciare la formula con la qua-le manifestano il consenso allaloro unione, oltre ad aver au-mentata la grazia santificante, data loro unassistenza specia-le per mantenere pi facilmen-te la mutua fedelt e compiere idoveri del loro nuovo stato.

    Unione di due che hannodeciso di abbracciareinsieme la croce

    Questo spezza lidea roman-tica tanto diffusa dalle pro-duzioni cinematografiche diHollywood e dalle telenove-las che la vita matrimonialesia una realt fatta di rose... S,

    ci sono rose profumate, dai petali molto belli,ma con gambi crivellati di spine terribili... Per-ch non esistono due temperamenti uguali! Senon ci sono due granelli di sabbia o due fogliedi albero identiche, meno ancora due creatureumane. Infatti quanto pi si sale nella scala de-gli esseri, maggiore la differenza tra loro. Lu-topia delleguaglianza assoluta degli uomini una pazzia! Il Prof. Plinio Corra de Oliveiraera solito dire che Dio non balbuziente, per-tanto, non ripete le sue opere: Ogni essere una sillaba unica e perfetta dellazione creatricedi Dio in quella gamma, il che veramente unameraviglia.9

    A volte ci sono processi di separazione a cau-sa di bagatelle. Qual la radice di tali disaccor-di? La difficolt di accettare la Croce di No-

    stro Signore, della quale, nella seconda lettura(Eb 2, 9-11), ci parla San Paolo: Conveniva in-fatti che Dio per il quale e mediante il qua-le esistono tutte le cose, Lui che conduce mol-ti figli alla gloria rendesse perfetto per mezzodelle sofferenze il capo che guida alla salvezza(Eb 2, 10). Per redimerci, sarebbe bastato cheGes offrisse al Padre un gesto infatti tutti isuoi atti hanno un merito infinito , ma Egli hapreferito patire i tormenti della Crocifissione, ilsupplizio pi ignominioso di quei tempi, dando-

    Sarebbe

    sufficienterestaurare ilmatrimonionella sua

    primitivapurezza osi dovrebbe

    aggiungerequalcosa aquesta visionessenziale?

    Tobia riceve Sara a casa sua, di Peter Rittig -Museo Nazionale Tedesco, Nuremberg (Germania)

    Repro

    duo

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    ci cos lesempio di come dobbiamo abbracciarela nostra croce.

    lApostolo che, scrivendo agli Efesini, si ri-ferisce al matrimonio come simbolo dellunionetra il Signore Ges e la Santa Chiesa (cfr. Ef 5,22-32). Il Salvatore la ama al punto da aver ver-sato per lei tutto il suo Sangue, ed essenzialeche i coniugi siano disposti a fare lo stesso lu-no per laltro. Solo quando entrambi si decido-no ad abbracciare la croce e a portarla insieme,il matrimonio raggiunge la sua pienezza e il suosplendore. In questo modo, dove c una solacarne, c un solo spirito: pregano uniti, si pro-strano uniti, digiunano uniti, si istruiscono mu-tuamente, si esortano mutuamente, si incorag-

    giano mutuamente. Sono uguali nella Chiesadi Dio, nel banchetto di Dio, nelle prove, nellepersecuzioni e nelle consolazioni.10

    Non illudiamoci! In qualunque stato di vita,il vero cammino da seguire quello della cro-ce! Dopo il peccato originale, essa sar sem-pre presente nella convivenza sociale, essen-doci dissidi e divergenze anche tra sposi. Falsasarebbe laffermazione che possibile esistauna coppia cos interamente armoniosa, cheogni consorte non abbia da fare alcuno sforzo

    per adattarsi allaltro. Da qui limportanza delSacramento, che purifica gli occhi della natu-ra, rende sopportabili le disgrazie, pi tenere lemalattie, amabili la vecchiaia e i capelli bianchi.La grazia rende lamore paziente. Essa lo forti-fica di fronte allo shock dei difetti in cui si im-

    battuto.11

    Agisce con grande insensatezza chi si basasulla stretta bellezza fisica nel contrarre il ma-trimonio, dimenticandosi che, col passare deglianni, la fisionomia e la pelle acquistano un al-tro aspetto... Peggio ancora lerrore nel qua-le incorre chi si sposa per sensualit, credendonella menzogna che la felicit consista nello sfo-gare le passioni voluttuose nel rapporto matri-moniale. In questo non pu esserci libertinag-gio; ognuno deve rispettare se stesso e laltro,avendo come obiettivo la prole. Ci che si fa

    senza questa intenzione puramente e sempli-cemente peccaminoso, come insegna SantAgo-stino: tutto quanto gli sposi realizzano controla moderazione, la castit e il pudore un vizioe un abuso, che non proviene dallautentico ma-trimonio, ma da uomini un po sfrenati.12Scio-gliere le redini delle passioni inconcepibile inqualsiasi circostanza, poich il combatterle ilfulcro della nostra lotta e della nostra croce.

    III LINNOCENZA, SOSTEGNO

    DIQUALUNQUESTATODIVITADal momento che come finora abbiamo

    considerato il Vangelo di oggi si concentra sulmatrimonio, potremmo giudicare irragionevolein questo contesto i prossimi versetti, dedicati alrapporto di Ges con i bambini. In realt, es-si integrano il tema e indicano qual la posturaideale delluomo nella societ.

    evidente che Dio vuole la crescita del ge-nere umano, allo scopo di popolare il Cielo conpi figli e figlie. Tale conquista fu da Lui con-

    dizionata allunione delluomo e della donna.I genitori cristiani intendano inoltre che sonodestinati non solo a propagare e conservare inTerra il genere umano; anzi non solo ad edu-care comunque dei cultori del vero Dio, ma aprocurare prole alla Chiesa di Cristo, a procre-are concittadini dei Santi e familiari di Dio, []essendo loro ufficio offrire la propria prole al-la Chiesa, perch da questa fecondissima Ma-dre di figli di Dio la prole venga rigenerata permezzo del lavacro del Battesimo alla giustizia

    Dio non balbuziente:Ogni essere una sillabaunica eperfettadellazione

    creatrice diDio in quellagamma

    Plinio Corra de Oliveira negli anni Ottanta

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    soprannaturale, e perch diventi membro vivodi Cristo, partecipe della vita immortale e in-fine erede della gloria eterna.13Ossia, non ba-sta che nascano bambini; compete alla famigliaanche la missione di conservare in loro linno-cenza.

    Una concezione autosufficientedella vita spirituale

    13 Gli presentavano dei bambini perchli toccasse, ma i discepoli li rimprovera-rono.

    Certamente erano le madri che, mosse dalli-stinto materno, portavano i figlioletti fino aGes, in cerca del meglio per loro. Nostro Si-gnore era capace di ottenere qualsiasi benefi-cio, per quanto straordinario fosse dopotutto,

    solo toccando il suo manto i malati erano gua-riti! , e pu darsi avessero capito che quandoaccarezzava la testa di un bambino, questi di-ventava pi intelligente. Conducevano, dunque,i piccoli vicino al Salvatore, affinch, imponen-do loro le mani, gli concedesse salute, forza, sa-pienza e, soprattutto, grazie. Ora, con la lorovivacit infantile, facevano baccano intorno aLui... Per questo motivo, alcuni commentatorisuggeriscono che gli Apostoli erano preoccupa-ti a mettere ordine nella moltitudine e, per evi-tare che i bambini infastidissero il Maestro, lirimproveravano.

    La realt, per, pi profonda. Non solo ledonne come abbiamo considerato sopra ,ma anche i bambini erano trattati con disprez-zo nellAntichit, situazione che sarebbe muta-ta solo con gli effetti del preziosissimo Sanguedi Nostro Signore Ges Cristo. Secondo la men-

    talit israelita, la pratica della Religione com-peteva esclusivamente agli uomini e partiva dauniniziativa propria: la persona, dopo una det-tagliata analisi, prendeva la risoluzione di se-guire le vie di Dio; quindi, lei stessa era la cau-sa della sua adesione alla Fede. Pi tardi, Gesavrebbe rettificato questo concetto, insegnan-do ai suoi: Non voi avete scelto Me, ma Io hoscelto voi (Gv 15, 16). Per questo, tanto i fari-sei quanto i discepoli reputavano i bambini ele-menti estranei alla Religione. Questioni relati-ve al Regno dei Cieli si discutevano con gente

    matura, capace di ragionare e scoprire da soladovera la verit.

    Per entrare nel Regno, dobbiamoessere dipendenti da Dio

    14 Ges, al vedere questo, Sindign edisse loro: Lasciate che i bambini ven-gano a Me, non glielo impedite: a chi come loro infatti appartiene il Regno diDio.

    Al vedere questo lerrore classico di sup-porre che la salvezza frutto dello sforzo , il

    Divino Redentore Si rattristato. Affermandoche il Cielo appartiene acoloro che sono come ibambini, insegna che li-niziativa presa da Dio,poich Lui che distribu-isce le grazie, designa aciascuno la sua vocazio-ne e santifica. Dobbiamo

    accettare la sua chiamatacome bambini in relazio-ne a Dio, e come adultinel governo delle crea-ture.

    Chi piccolo non si ri-tiene un colosso n au-tosufficiente, ma dipen-dente; ci che NostroSignore elogia e indi-ca come modello da es-

    Ai genitori

    competeoffrire allaChiesa i

    propri figli,affinchquesta

    fecondissima

    madre lirigeneri conlacqua delBattesimo

    Battesimo nella Basilica della Madonna del Rosario, 20/10/2013

    JooPauloRodrigues

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    sere imitato. Come spiega San Giovanni Criso-stomo, lanima del bambino pulita da tutte lepassioni. [...] E per quanto sua madre lo casti-ghi, va a cercarla e la preferisce tra tutti gli al-tri. [...] Per cui il Signore dice: A loro appartie-ne il Regno di Dio, affinch facciamo per liberavolont la stessa cosa che il bambino ha per do-no di natura.14

    La formula per conquistare il Cielo

    15 In verit Io vi dico: chi non acco-glie il Regno di Dio come lo accoglieun bambino, non entrer in esso. 16 E,prendendoli tra le braccia, li benediceva,imponendo le mani su di loro.

    Convinciamoci di questo: siamo creature

    contingenti, necessitiamo dellaiuto di Dio! necessario essere come un bambino per rico-noscere la sua volont e compierla: sia nel ma-trimonio, con la disposizione di armonizzarsicol coniuge; sia nello stato religioso, con lani-ma aperta a quanto viene dallalto, alla manieradel figlio docile agli insegnamenti dei genitori.

    Essere come un bambino significa anche es-ser innocente, cio, avere lanima simile a uncristallo che non mai stato graffiato: limpi-da, trasparente e piena di luce, mai macchiata

    da nessuna colpa. Il Regno di Dio costituitoda coloro che si impegnano a conservare la pro-pria innocenza e quella degli altri. Quando pre-ghiamo nel Padre Nostro venga il tuo Regno,dobbiamo ardere dal desiderio che sulla Terra edentro di noi si stabilisca la supremazia dellin-nocenza! Se abbracciamo questo ideale, saremoabbracciati da Nostro Signore, perch Egli be-nedice coloro che si fanno piccoli.

    Invece, chi ha perduto linnocenza, non pen-si di essere in una situazione irrimediabile. Que-sto tesoro pu esser restaurato, come si veri-ficato nel caso di Santa Maria Maddalena, diSantAgostino e tanti altri, nel corso dei tempi.Ed soprattutto nellamore allInnocenza cherecuperiamo la nostra innocenza!

    La fonte della nostra innocenza,

    conservata o restaurata

    In sintesi, la Liturgia della 27 Domenica delTempo Ordinario unapologia dellinnocenza.Ascoltiamo le parole di San Paolo nella secon-da lettura: Colui per il quale e mediante il qua-le esistono tutte le cose Ges Cristo e checonduce molti figli alla gloria. S, Egli vuole ifigli nati dallunione tra luomo e la donna perportarli, innocenti, alleterna beatitudine! In-fatti Colui che santifica e coloro che sono san-

    Essere comeun bambinosignificaanche esserinnocente,cio, averelanima simile

    a un cristalloche non mai statograffiato

    Lasciate che i bambini vengano a Me Collezione privata

    R i p r o d u z

    i o n e

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    In sintesi,la Liturgiadella 27 Domenicadel TempoOrdinario unapologia

    dellinnocenz

    tificati provengono tutti da una stessa origine;per questo non Si vergogna di chiamarli fratelli(Eb 2, 11). Ecco la causa di tutta linnocenza, lafonte della nostra vita spirituale! Ognuno di noi stato nella mente di Dio da tutta leternit e, aun certo momento, pass allesistenza. Nel cam-

    po soprannaturale abbiamo la stessa origine delSignore Ges, siamo tutti fratelli, appartenia-mo alla famiglia divina, ed al fine di aumenta-re il numero dei suoi membri che stata istituita

    la famiglia terrena. Chiediamo lindispensabileprotezione della grazia per conservare intattalinnocenza, o per riconquistarla, e siamo aral-di dellInnocenza Eterna, Nostro Signore GesCristo, e della Innocente per eccellenza, MariaSantissima. Brilli linnocenza sulla Terra in for-

    ma gloriosa, portentosa e straordinaria, e dividala Storia, come Cristo ha fatto, essendo pietra discandalo per la salvezza degli uni e la condannadegli altri!

    1 Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-NO. Somma Teologica.I, q.96, a.1.

    2 Cfr. Idem, q.92, a.2; a.3.3 SAN BEDA.In Marci Evangelium

    Expositio. L.III, c.10: ML 92, 229.4 Cfr. MIDRASH SIFRE DEUT. 24,

    1, 269. In: BONSIRVEN, SJ,Joseph (Ed.). Textes rabbiniquesdes deux premiers sicles chrtiens.Roma: Pontificio Istituto Biblico,1955, p.76.

    5 SAN GIOVANNI CRISOSTOMO.Homila LXII, n.1. In: Obras. Ho-milas sobre el Evangelio de San

    Mateo (46-90). 2.ed. Madrid:BAC, 2007, v.II, p.288.

    6 MONSABR, OP, Jacques-Marie-Louis. La saintet du mariage.In:Exposition du Dogme Catho-lique. Grce de Jsus-Christ. V -Mariage. Carme 1887. 10.ed. Pa-ris: P. Lethielleux, 1903, vol.XV,

    p.13-14.7 FILLION, Louis-Claude. Vida de

    Nuestro Seor Jesucristo. Vidapblica. Madrid: Rialp, 2000, vol.II, p.420.

    8 SAN GIOVANNI CRISOSTOMO,op. cit., p.286-287.

    9 CORRA DE OLIVEIRA, Pli-nio. Conferenza. So Paulo, 16apr. 1966.

    10 TERTULLIANO.Ad uxorem. L.II,c.9: ML 1, 1302-1303.

    11 MONSABR, op. cit., p.41.12

    SANTAGOSTINO. De bono co-niugali. C.VI, n.5. In: Obras. Ma-drid: BAC, 1954, vol.XII, p.55.

    13 PIO XI. Casti connubii, n. 7.14 SAN GIOVANNI CRISOSTO-

    MO, op. cit., n.4, p.297.

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    Volume I (Anno A) 464 pagineVolume III (Anno B) 448 pagineVolume V (Anno C) 446 pagine

    Domeniche del Tempo Ordinario

    Volume II (Anno A) 495 pagineVolume IV (Anno B) 541 pagineVolume VI (Anno C) 495 pagine

    Solennit e Feste Mercoled delle Ceneri Triduo PasqualeVolume VII (Anni A, B e C) 431 pagine

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    La pi perfetta delle preghiere

    G

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    Tutto nella dottrina cattolica presenta fulgori inediti, quando laconsideriamo con la debita attenzione. Ci si osserva in manieraevidente nel Padre Nostro.

    es percorreva la Galilea,predicando il Vangelo delRegno e curando tutte lemalattie. Grandi moltitu-

    dini accorrevano a Lui, poich subitosi era sparsa la sua fama nei paesi cir-convicini. Un giorno, Egli sal su unamontagna e Si mise a insegnare: Bea-ti coloro che hanno un cuore di pove-ro... Amate i vostri nemici, fate il benea quelli che vi odiano... Siate perfetti,cos come vostro Padre celeste per-fetto... (cfr. Mt 4, 23-25; 5, 1-48).

    Pi che la folla che Cristo avevadavanti a S di sicuro, il suo divinosguardo considerava in quel momen-to anche tutte le anime fedeli che nelcorso dei millenni avrebbero prestatoorecchio attento alle sue parole.

    Pertanto, Egli aveva in mente cia-scuno di noi quando ci ha insegnato lapi perfetta delle preghiere: Ecco co-

    me dovete pregare: Padre nostro, chesei nei Cieli (Mt 6, 9). Un appella-tivo cos consolante Padre nostro! poteva scaturire solo dalle labbra delFiglio Unigenito di Dio. Assumendola nostra carne, Egli ci ha rivelato cheabbiamo un Padre nei Cieli.

    Sintesi di tutto il Vangelo

    La Preghiera Domenicale oPreghiera del Signore servita

    da guida per la piet dei cristianidi tutti i tempi. A suo riguardo, fe-cero entusiastici commenti diver-si Padri e Dottori della Chiesa. Ter-tulliano la qualifica come sintesi ditutto il Vangelo.1 Per San Cipria-no,2essa un compendio della dot-trina celeste. Sulla stessa linea, assi-cura SantAgostino: Se percorretetutte le parole delle preghiere delleSacre Scritture, non troverete nullache non sia contenuto nella Preghie-ra Domenicale.3E il Dottor Ange-lico scrive: Nella Preghiera Dome-nicale, non solamente si chiede tuttoquello che possiamo desiderare ret-tamente, ma anche nellordine in cuidobbiamo desiderare; in modo taleche questa preghiera ci insegna nonsolo a chiedere, ma anche regola-trice dei nostri sentimenti.4

    Infatti, nel Padre Nostro, le ri-

    chieste si dispiegano come i sette co-lori dellarcobaleno della Nuova Al-leanza; sono una via luminosa che ciconduce ai tesori della misericordiadivina. Le tre prime suppliche met-tono in esercizio le virt teologali(fede, speranza e carit), perch siordinano direttamente a Dio: il tuonome, il tuo Regno e la tua vo-lont; le quattro seguenti implora-no, nel loro insieme, protezione e

    ausilio nellesercizio delle virt car-dinali (giustizia, temperanza, for-tezza e prudenza) e costituisconoappelli di figli al Padre: dacci, ri-metti a noi i nostri debiti, non in-durci in tentazione e liberaci.

    Sette richieste, presentatenellordine perfetto

    La Preghiera Domenicale ini-zia con la riconfortante invocazio-ne: Padre Nostro, che sei nei Cieli.Seguono le sette richieste, nellordi-ne in cui devono essere fatte, secon-do losservazione di San Tommaso:

    Santificato sia il tuo nome: Im-ploriamo qui la cosa primaria, ossia,la gloria di Dio. Pertanto, questa pe-tizione include tutte le altre.5Tertul-liano ci insegna: Quando diciamosantificato sia il tuo nome, chiedia-mo che esso sia santificato in noi che

    siamo in lui, ma anche negli altri chela grazia di Dio ancora aspetta, perconformarci al precetto che ci ob-bliga a pregare per tutti, anche per inostri nemici.6

    Venga a noi il tuo Regno: Questarichiesta mira alla nostra partecipa-zione alla gloria di Dio e, per que-sto, spinti dalla speranza, imploria-mo la venuta finale del Regno diDio mediante il ritorno di Cristo,7

    Don Leandro Cesar Ribeiro, EP

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    affinch Egli regni definitivamentein tutti i cuori.

    Sia fatta la tua volont come in

    Cielo cos in Terra: Affinch gli uo-mini meritino di entrare nella gloriaceleste, chiediamo che tutti osser-vino i Comandamenti della Leggedivina. mediante la preghie-ra che possiamo discernere la vo-lont di Dio e ottenere la costan-za nel compierla. Ges ci insegnache si entra nel Regno dei Cieli nona forza di parole, ma facendo la vo-lont del Padre mio che nei Cieli(Mt 7, 21).8

    Dacci oggi il nostro pane quoti-

    diano: In questa supplica non mi-riamo solamente al nostro sostenta-mento materiale. Questa richiesta ela responsabilit che essa implica val-gono anche per unaltra fame di cuigli uomini soffrono [...]. C una fa-

    me sulla Terra, non fame di pane, nsete di acqua, ma dascoltare la paro-la del Signore (Am 8, 11). Per que-

    sto, il senso specificamente cristianodi questa quarta richiesta si riferisceal Pane di Vita: la Parola di Dio daessere accolta nella fede, il Corpo diCristo ricevuto nellEucaristia.9

    Rimetti a noi i nostri debiti, come

    noi li rimettiamo ai nostri debitori:Imploriamo perdono per tutti i no-stri peccati, nei quali abbiamo scam-biato lamicizia di Dio con lamo-re sregolato a una creatura. E comepegno per essere esauditi, Gli offria-mo il sacrificio di perdonare coloroche ci hanno offeso. La nostra peti-zione non sar esaudita senza assol-vere a questa esigenza.10A questo ciincita anche lApostolo: perdonate-vi a vicenda come Dio ha perdonatoa voi in Cristo (Ef 4, 32).

    E non ci indurre in tentazione: Do-po aver implorato con umilt il perdo-no dei nostri peccati, supplichiamo a

    Dio vigilanza, fortezza e, soprattutto,lausilio della grazia per non tornaredora in avanti a offenderLo.

    Ma liberaci dal male: In questaultima supplica della Preghiera delSignore, il male non unastra-zione, ma designa una creatura, Sa-tana, langelo che si oppone per-sonalmente a Dio e al suo piano disalvezza.11 In essa, chiediamo diessere liberi da tutti i mali, presenti,passati e futuri, di cui egli autore oistigatore.12

    * * *Chi conforma la sua vita ai prin-

    cipi contenuti nel Padre Nostro un perfetto cristiano. Non passia-mo nemmeno un giorno senza re-citarlo! Esso ci accompagna dalli-nizio del nostro cammino verso lasalvezza, poich i nostri genitori epadrini lo hanno pregato nella ce-rimonia del nostro Battesimo. Esar pregato dal sacerdote pressoil sepolcro, quando il nostro cor-

    po sar depositato nella sua ulti-ma dimora, in attesa della resurre-zione.

    Nel Padre Nostro,le richieste si

    dispiegano come isette colori dellar-cobaleno della

    Nuova Alleanza

    Nostro Signore predica agli Apostoli Cattedrale di Lisieux (Francia)

    SergioHollmann

    1TERTULLIANO.De oratio-ne, c.1: ML 1, 1153.

    2Cfr. SAN CIPRIANO.Deoratione dominica, n.9: ML4, 525.

    3SANTAGOSTINO.Epistola130, c.12, n.22: ML 33, 503.

    4SAN TOMMASO DAQUI-NO. Somma Teologica. II-II,q.83, a.9.

    5Cfr. CCE 2815.6TERTULLIANO, op. cit., c.3,

    1157.7CCE 2818.8CCE2826.

    9CCE2835.10Cfr. CCE2838.11CCE 2864.

    12CCE2854.

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    Le parabole

    del piccolo fore

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    Nelle vivaci e attraenti descrizioni delle battaglie ingaggiate e dellevittorie conquistate dalla giovane Dottore della Chiesa, troviamopreziosi insegnamenti per la nostra personale santificazione.

    i benedico, o Padre, Si-gnore del cielo e dellaterra, perch hai tenu-to nascoste queste co-

    se ai sapienti e agli intelligenti e le hairivelate ai piccoli. (Mt 11, 25). Que-ste parole di Nostro Signore alla follasi possono ben applicare a Santa Tere-sa di Ges Bambino, lumile monacacarmelitana che ha aperto alle futu-re generazioni un nuovo cammino disantificazione: la Piccola Via.

    Nel proclamarla Dottore del-la Chiesa il 19 ottobre 1997, Giorna-ta Mondiale delle Missioni, Papa SanGiovanni Paolo II ha sottolineato:Santa Teresa di Lisieux non ha potu-to frequentare una Universit e nep-pure studi sistematici. Mor in giovane

    et: e tuttavia da oggi in poi sar ono-rata come Dottore della Chiesa, qua-lificato riconoscimento che la innalzanella considerazione dellintera co-munit cristiana ben al di l di quan-to possa fare un titolo accademico.1

    Modello di santit perle anime deboli

    Considerando la sua debolezza elincapacit di santificarsi con le pro-

    prie forze, la giovane carmelitana siabbandon allamore di Nostro Si-gnore, con piena fiducia nella mise-ricordia divina, e in poco tempo rag-giunse la perfezione. Divent cosun modello per tutti quanti si sento-no senza condizioni per imitare gliinsigni atti di virt praticati dai gran-di Santi della Cristianit.

    Santa Teresa di Ges Bambino ciha lasciato litinerario delle sue lottespirituali in tre testi redatti per ob-bedienza alle sue superiore, i famo-si Manoscritti autobiografici. In essi,ha saputo trasmettere le pi elevaterealt soprannaturali per mezzo disemplici paragoni, sullesempio delDivino Maestro. Vediamo alcune diqueste parabole.

    Parabola dei fiori del giardino

    Lei aveva difficolt a comprende-re il motivo per cui Dio concedeva inmodo cos diseguale le sue grazie al-le anime: alcune le ricevevano in ta-le quantit che mantenevano per tut-ta la vita uninnocenza illibata; altresprofondavano nel peccato, ma il Si-gnore, per cos dire, le forzava a con-vertirsi; e altre, come gli aborige-

    ni delle terre di missione, morivanoin gran numero senza avere neppuresentito pronunciare il nome di Dio.2Quale la ragione di tale diversit?

    Le anime innocenti sono in gra-do di vedere le realt soprannatura-li attraverso le creature pi sempli-ci. Cos, suor Teresa trov la rispostaosservando i fiori di un giardino: tut-ti sono belli, lo splendore della rosa eil candore del giglio non escludono ilprofumo della violetta n la sempli-cit della calendula. Comprese allorache se tutti i fiorellini volessero es-sere rose, la natura perderebbe il suomanto primaverile, non ci sarebberopi campi smaltati di piccoli fiori.3

    E concluse: Avviene la stessa co-sa nel mondo delle anime, che il

    giardino di Ges. Egli ha voluto cre-are i grandi Santi, i quali possonoessere paragonati ai gigli e alle ro-se; ma ne ha creati anche di piccoli,e questi devono accontentarsi di es-sere delle pratoline e delle violette,destinate a rallegrare lo sguardo delBuon Dio quando lo abbassa ai suoipiedi; la perfezione consiste nel fa-re la Sua volont, nellessere quelloche Lui vuole che siamo.4

    MilborneOne(CCby-sa3.0)

    Thiago de Oliveira Geraldo

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    A partire da questo momen-to, con un linguaggio poetico, lei siidentificher in un fragile fiorellino,bisognoso di costante aiuto da par-te di Dio. I suoi genitori sono para-gonati a due peduncoli da cui sono

    provenuti otto gigli e un fiorellino.Quattro gigli, la terra non li ha vistifiorire: sono i suoi fratelli morti intenera et. Gli altri sono le sue quat-tro sorelle che hanno aiutato il fio-rellino in ogni passo, poich lei erala pi piccola.

    Fiorellino ripiantato nelMonte Carmelo

    Questo piccolo fiore crebbe epresto manifest la sua bellezza spi-

    rituale. Era appena uscita dallinfan-zia e gi possedeva una delle virtpi difficili da acquisire: la rinunciaa se stessa. Allinizio, come lei stes-sa ha detto, la sua fisionomia deno-tava i segni della lotta ingaggiataper conquistare questa virt, ma do-po divent facile praticarla.

    La lettura dellImitazione di Cri-sto fu fondamentale per forgiarelanima di Teresa. Recitava a me-moria grandi brani di questo libroche lei assunse come guida sicuraper la santificazione. Cos irrobu-stita, il piccolo fiore era preparato

    a sollecitare la sua ammissione alCarmelo.

    Per questo, era indispensabile ilconsenso paterno. Non poteva esse-re migliore il giorno scelto da lei perfare la richiesta: la Solennit di Pen-

    tecoste. Dopo aver supplicato linter-cessione dei santi Apostoli, poichdesiderava con le sue preghiere di es-sere apostolo degli apostoli, Teresinasi trov con suo padre nel tranquilloambiente del giardino di casa. Il so-le al tramonto indorava le cime deglialberi quando lei gli apr il suo cuore.Dopo un attimo di esitazione dovu-to alla giovane et della figlia, che al-lora aveva meno di 15 anni , egli ca-p che era questa la volont di Dio

    e subito diede il suo assenso. Subitodopo, si avvicin a un muretto, col-se un fiore bianco, simile a un giglioin miniatura, e lo consegn alla figlia,spiegandole con che cura Dio lave-va fatto nascere e laveva conservatofino a quel giorno. Gesto particolar-mente simbolico, poich il fiorellinoera stato strappato con le radici, co-me per essere ripiantato in un altroluogo. Teresa vide la parabola del-la sua vita riflessa in quella sempli-ce pianta: Era proprio questo chemio pap aveva appena fatto per me,dandomi il permesso di salire la mon-

    tagna del Carmelo e lasciare la dol-ce valle testimone dei miei primi pas-si nella vita.5

    La Santa di Lisieux la conserv trale pagine dellImitazione di Cristo, nelcapitolo intitolato Dobbiamo ama-

    re Ges sopra ogni cosa. Quando re-digeva i suoi manoscritti, ormai vici-na alla soglia delleternit, si accorseche si era rotto lo stelo del simbolicofiore: Cos il Buon Dio sembra indi-carmi che, tra poco, romper i lega-mi del suo fiorellino, non lasciandoloappassire sulla terra!.6

    Non sono unaquila...

    E allora, qual sarebbe stata la vo-cazione specifica di Teresa? Cam-

    minando nei chiostri del convento,lei si interrogava a questo riguardo.Desiderava ardentemente il marti-rio, ma questo non le bastava: vole-va essere anche missionario, dotto-re, guerriero, profeta, apostolo. Unasola missione non soddisfaceva ilsuo fervore, desiderava essere tuttoallo stesso tempo! Finalmente trovla risposta nei capitoli 12 e 13 dellaPrima Lettera di San Paolo ai Corin-zi: Lamore racchiude tutte le voca-zioni. Ed esclam, traboccante dicontentezza: Nel cuore della Chie-sa, mia Madre, io sar lamore... ed

    Era proprio questoche mio pap avevaappena fatto per me,dandomi il permessodi salire la monta-

    gna del Carmelo

    A sinistra, facciata di Les Buissonnets,la residenza dove Santa Teresa di GesBambino trascorse la sua infanzia; nellapagina precedente, statua del giardinorappresentante il momento in cui chiede ilpermesso al padre di essere carmelitana

    SergioHollmann

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    in tal modo sar tutto, cos il mio so-gno si realizzer!.7

    Tuttavia, Teresa era convinta diessere troppo debole e imperfet-ta per una cos elevata vocazione.Questo, per, non rappresentava un

    ostacolo per lei, poich era la suastessa debolezza che le dava lauda-cia di offrirsi a Ges come vittimadamore.

    Ed espresse, allora, con unal-tra bella parabola la sua situazio-ne nel Carmelo: Non sono che undebole uccellino coperto appena daun lieve piumaggio. Non sono una-quila, ho dellaquila soltanto gli oc-chi e il cuore perch, nonostante lamia piccolezza estrema, oso fissare il

    Sole divino, il Sole dellAmore, e ilmio cuore prova tutte le aspirazionidellaquila.8 E cos, vedendosi im-possibilitata a volare vicino a questoSole, lei lo contemplava con amorequi dalla Terra.

    Come ben riconosceva laudacecarmelitana, nel suo linguaggio fi-gurato, a volte luccellino si distrae-va con bagatelle terrene, ma poi tor-nava pentito, fissava nuovamente gliocchi nel Sole ed estendeva le sueali bagnate perch si asciugassero aisuoi benefici raggi. In momenti co-me questi, ricorreva con pi ardorealle grandi aquile gli Angeli e San-ti del Cielo , che la aiutavano a per-severare nellamore.

    Ma luccellino sapeva anche diessere circondato da pericolosi av-voltoi i demoni , i quali attende-vano loccasione propizia per cat-turarla. Non aveva paura di loro,

    poich, al centro del Sole, lei vede-va la sua grande protezione: lAqui-la Eterna, Cristo Signore nostro, chela difendeva da tutte le trappole in-fernali.

    Il Regno della Luce e ilpaese delle tenebre

    Una delle pi belle parabole del-la Santa di Lisieux fu scritta duran-te il periodo in cui pat terribili ten-

    tazioni contro la fede. necessarioessere passati per questo tenebrosotunnel per comprendere la sua oscu-rit,9comment.

    Nel tentativo di dare unideadellintensit di questa prova, la gio-

    vane carmelitana immaginava di es-sere nata in un paese coperto da unadensa nebbia, dove non era possi-bile contemplare le meraviglie del-la natura bagnata dai raggi del Sole.Ma lei sapeva, per intuizione e peraverne sentito parlare, dellesisten-za di un regno luminoso, dove tut-to eccellente e mirabile, la vera pa-tria delle anime. Per ora, tuttavia, gliuomini vivono nel paese delle tene-bre. Il Re del paese luminoso ha vo-

    luto aprire gli occhi di tutti alle me-raviglie che li attendono, per moltinon hanno voluto ascoltarlo: Le te-nebre non hanno compreso che que-sto Divino Re era la luce del mon-do....10

    Quanto pi lei cercava il Regnodella Luce, pi le tenebre lavvolge-vano e insinuavano nella sua animapensieri di disperazione: Tu sogni laluce, una patria avvolta nei pi soa-vi profumi; tu sogni il possesso eter-no del Creatore di tutte queste me-raviglie; tu credi che un giorno tilibererai dalle nebbie che ti circon-dano! Avanti, avanti, rallegrati dellamorte, che ti dar non ci che speri,ma una notte ancor pi profonda, lanotte del nulla.11Di tanto in tanto,un minuscolo raggio di luce le porta-va un po di coraggio, ma subito dopole tenebre la avvolgevano di nuovo.

    Teresina non ha mai ceduto a

    questa tentazione. Affront il nemi-co con prodezza, al punto da poterdichiarare: Ritengo di aver fattoquestanno pi atti di fede che du-rante tutto il resto della mia vita.12Manifestava la sua gioia soffrendoper amore di Ges, come anche lasua disposizione di patire molto dipi ancora, se avesse potuto con ciriparare soltanto un peccato controla fede.

    Non sono unaqui-la, ma nonostantela mia piccolezza

    estrema, oso fissareil Sole dAmore

    Aquila reale vola sopra la Serra deGuadarrama (Spagna)

    Santa Teresa di Ges Bambinonel luglio 1896

    Rep

    roduo

    JuanLacruz

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    Il pennello di Dio

    Riconoscendo le rare virt disuor Teresa, la superiora del Carme-lo la invit a esser maestra di novi-zie. Lei non si giudicava allaltezzadi questo incarico, ma lobbedien-

    za le fece percepire nelle parole del-la superiora lo stesso ordine dato dalDivino Maestro a San Pietro: Pascii miei agnelli (Gv 21, 15). Assun-se allora la funzione, ma a titolo diassistenza alla Madre Superiora, laquale accumulava i due incarichi.

    Nellesercizio di questa funzione,Teresina presto not come le animesono differenti e, soprattutto, comdelicato il compito di condurle aDio. Quante preghiere, quanti sacri-

    fici sono necessari per fare loro delbene! Del resto, orazioni e sacrifi-ci sono le armi invincibili che Gesmi ha dato,13ha dichiarato la Santa.

    Per spiegare come concepiva ilruolo di una maestra di novizie, lagiovane carmelitana ricorse a unasemplice parabola. Se una tela dipin-ta da un grande artista potesse pen-sare e parlare, essa di sicuro non re-clamerebbe per ricevere successivepennellate, n invidierebbe il pen-nello, mero strumento nelle manidel pittore cui deve la sua bellezza. Ilpennello, a sua volta, non potrebbevantarsi del lavoro eseguito, poich,con un buono o cattivo strumento,ci che vale di fatto labilit dellar-tista. E concluse: Madre mia moltoamata, sono un pennellino scelto daGes per dipingere limmagine suanelle anime che mi hai affidato.14

    Teresina esercitava con dedizio-

    ne il suo difficile incarico. Siccomeaveva gi vinto molte battaglie spi-rituali, era pronta a insegnare allesue discepole la via della perfezione.Lamore si nutre di sacrifici. Quan-to pi lanima si priva di soddisfazio-ni naturali, tanto pi la sua tenerez-za diventa forte e disinteressata15 affermava con insistenza.

    Con ogni certezza, lumile suo-ra non immaginava che il Divino

    Artista, molto pi che ritoccaredettagli sulla tela delle anime del-le novizie del Carmelo di Lisieux,avrebbe usato quellumile pennel-lino per produrre opere darte intutte le nazioni delluniverso. In-

    fatti, Egli cre le condizioni per-ch i sublimi insegnamenti di San-ta Teresina fossero trasmessi allesuccessive generazioni, per mez-zo di parabole, alla maniera delDivino Maestro. Metodo, del re-sto, molto adeguato, secondo SanTommaso dAquino,16 per istrui-re tanto i saggi quanto le personesemplici.

    Sono le parabole di Santa Tere-sina, inoltre, vivaci e attraenti de-

    scrizioni delle battaglie ingaggiate edelle vittorie conquistate da lei nelcorso della sua breve esistenza. Sap-piamo trarre profitto, per la nostrapersonale santificazione, dalle lezio-ni in esse contenute.

    1SAN GIOVANNI PAOLO II. Omeliain occasione dell attribuzione del tito-

    lo di Dottore della Chiesa a Santa Tere-

    sa del Bambino Ges e del Santo Volto,19/10/1997.

    2SANTA TERESA DI LISIEUX.Manu-scrits autobiographiques. Manuscrit A,2v. In: Archives du Carmel de Lisieux.uvres de Thrse: www.archives-car-mel-lisieux.fr.

    3Idem, ibidem.4Idem, ibidem.5Idem, 50v.6Idem, ibidem.7Idem, Manuscrit B, 3v.8Idem, 4v-5r.9Idem, Manuscrit C, 5v.10Idem, 6r.11Idem, 6v.12Idem, 7r.13Idem, 24v.14Idem, 20r.15Idem, 21v.16Cfr. SAN TOMMASO DAQUINO.

    Somma Teologica. I, q.1, a.9.

    Quanto pi lei cercail Regno della Luce,

    pi le tenebre lav-volgono e insinuanonella sua anima pen-

    sieri di disperazione

    Santa Teresa di Ges Bambino nel 1895

    Tramonto nella Casa Turris Eburnea degliAraldi del Vangelo, Mairipor (Brasile)

    LeandroSouza

    Reproduo

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    Il sacerdozio

    comune dei fedeli

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    Don Francisco Teixeira de Arajo, EP

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    Dallobbligo di fare il sacrificio della sua stessa persona a Dio,nostro Creatore e Redentore, nessun battezzato esente.

    i esorto dunque, fratel-li, per la misericordia diDio, ad offrire i vostricorpi come sacrificio vi-

    vente, santo e gradito a Dio; questoil vostro culto spirituale (Rm 12, 1).

    Di sicuro, molti dei nostri lettoriconoscono questa raccomandazio-ne di San Paolo, come pure questal-tra affermazione del Principe degliApostoli: voi siete la stirpe eletta, ilsacerdozio regale, la nazione santa(I Pt 2, 9).

    Esse ci introducono in una subli-me realt della nostra Fede, anco-ra poco conosciuta: il sacerdozio co-mune dei fedeli.

    Sacerdozio comune esacerdozio ministeriale

    A Cristo appartiene lunico edeterno sacerdozio, del quale Egliha voluto rendere partecipi gli Apo-stoli. Quando essi si sparsero per ilmondo predicando il Vangelo, fon-darono chiese locali e ordinaronopresbiteri per servirle.

    Cos nacque e si svilupp il sacer-dozio ministeriale, proprio di coloroche ricevono il Sacramento dellOrdi-ne e, con esso, il compito di insegna-re, governare e santificare i fedeli. So-lo chi ha ricevuto questo Sacramentonel grado di presbitero ha il potere dirinnovare il Sacrificio del Calvario, di

    perdonare i peccati e di amministrarelUnzione degli Infermi.

    Tali prerogative, il Signore non leconcesse neppure ai fedeli laici. Cosinsegna Papa Pio XII, rilevando cheil sacerdozio comune dei fedeli dif-ferisce, non solo in grado, ma essen-zialmente,1dal sacerdozio ministe-riale o gerarchico.

    Questa differenza, comunque, nonimplica disputa o rivalit. Al contra-rio, spiega il Concilio Vaticano II, idue sacerdozi sono tuttavia ordina-ti luno allaltro, poich luno e laltro,ognuno a suo proprio modo, parteci-pano dellunico sacerdozio di Cristo.2

    Tutti siamo vittime e sacerdoti

    Come si esercita, allora, questosacerdozio comune dei fedeli?

    Commentando il citato passodellEpistola di San Paolo ai Romani,San Pietro Crisologo spiega che les-

    sere umano non ha bisogno di andarea cercare fuori di s la vittima che de-ve offrire a Dio, poich porta con se in s quello che sacrificher a Dio.Siamo, a immagine di Nostro Signore,allo stesso tempo vittime e sacerdoti.

    E per questo proclama: Per la mi-sericordia di Dio, io vi esorto, fratelli,a offrirvi in sacrificio vivo, santo.

    Oh uomo, esorta il Crisologo,sii tu sacrificio e sacerdote di Dio;

    Lessere umano nonha bisogno di andare

    a cercare fuori di sla vittima che deveoffrire, poich portacon s e in s quello che

    sacrificher a Dio

    San Pietro Crisologo, di Gian AndreaFornioni - Museo diocesano di Imola

    Reproduo

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    non perdere quello che ti sta-to dato col potere del Signore.Rivestiti con la tunica della san-tit, cingiti con la cintura di ca-stit; [...] eleva continuamente latua preghiera come profumo di

    incenso; impugna la spada del-lo Spirito; fa del tuo cuore un al-tare. E cos, con tutta fiducia, of-fri il tuo corpo come vittima aDio.3

    Tutti noi siamo chiamati a farequesta offerta di noi stessi. Nes-suno pu realizzare questa obla-zione al posto nostro, nemmeno iministri consacrati.

    Con piacere faccio

    la vostra volontIl primo passo di questa conse-

    gna consiste nelladempiere ai Co-mandamenti, come insegna lAu-tore Sacro: Chi osserva la leggemoltiplica le offerte; chi adempie icomandamenti offre un sacrificio dicomunione. Chi serba riconoscenzaoffre fior di farina, chi pratica lele-mosina fa sacrifici di lode. Cosa gra-dita al Signore astenersi dalla mal-vagit, sacrificio espiatorio astenersidallingiustizia (Sir 35, 1-3).

    Sulla stessa linea, il Concilio Vati-cano II invita ogni battezzato a eser-citare il suo santo sacerdozio me-diante tutte le attivit del cristiano,[...] col ricevere i sacramenti, con lapreghiera e il ringraziamento, con latestimonianza di una vita santa, conlabnegazione e la carit operosa;4tutti quanti sono stati incorpora-ti nella Chiesa col Battesimo sono

    pi strettamente obbligati a diffon-dere e a difendere la fede con la pa-rola e con lopera, come veri testi-moni di Cristo.5

    Anche nellambito della famiglia,in questa che si potrebbe chiamareChiesa domestica, i genitori devonoessere per i loro figli i primi maestridella fede e assecondare la vocazio-ne propria di ognuno, quella sacra inmodo speciale.6

    Il miglior mezzo, pertanto, di ren-dere effettivo nella vita quotidia-na il sacerdozio comune dei fedeli seguire lesempio di Nostro Signo-re Ges Cristo che, gi al momen-to della sua Incarnazione, ha fatto

    al Padre latto di consegna di tutta lasua esistenza, secondo le parole delsalmista: Ecco, io vengo. Sul rotolodel libro di me scritto, che io fac-cia il tuo volere. Mio Dio, questo iodesidero, la tua legge nel profondodel mio cuore (Sal 40, 8-9). Offertaconfermata e resa effettiva nel cor-so della sua vita terrena, fino al mo-mento supremo del consummatumest (Gv 19, 30).

    Chi si sente impotente, ricorraallaiuto della grazia

    Non meravigliamoci di senti-re mancanza di forze nel seguirele orme di Nostro Signore. Eglistesso ha sentito la fragilit del-

    la natura umana al punto da sup-plicare nellOrto degli Ulivi: Pa-dre mio, se possibile, passi dame questo calice!. Tuttavia, su-bito dopo ha aggiunto una ret-tifica nella quale rivela la suadisposizione di portare allestre-mo lolocausto di Se stesso: Pe-r non come voglio io, ma comevuoi tu (Mt 26, 39). Gli invi al-lora il Padre un Angelo del Cie-lo a confortarLo (cfr. Lc 22, 43).

    Allora, chi si sente impotenteper se stesso, ricorra allaiuto del-la grazia. Chieda con umilt e fi-ducia, con lintermediazione diColei che il Rifugio dei Pecca-

    tori. Lei gli otterr forze per rendereeffettiva la decisione di fare semprela volont di Dio in ogni atto della vi-ta quotidiana.

    Chi fa cos lolocausto della suavita avr una esistenza felice in que-sta Terra, poich ha compiuto la suamissione di battezzato, e, soprattut-to, quando suoner lora della mor-te, il suo Angelo Custode intercederper lui presso la Madonna: EccelsaRegina e Madre, con la vostra mise-ricordia, questo vostro figlio ha com-battuto la buona battaglia, ha termi-nato la sua corsa, ha conservato lafede. Ho chiesto ora a Nostro Signo-re Ges Cristo che lo riceva nella suagloria (cfr. II Tim 4, 7-8).

    1PIO XII.Allocuzione,2/11/1954.2CONCILIO VATICANO II.Lumen gen-

    tium, n.10.3SAN PIETRO CRISOLOGO. Sermone

    108: ML 52, 500.4CONCILIO VATICANO II, op. cit., n.10.5Idem, n.11.6Idem, ibidem.

    A Cristo appar-tiene lunico edeterno sacerdozio,

    del quale Egli havoluto rendere par-tecipi gli Apostoli

    Cristo con lEucaristia - Museo di ArteReligiosa di Puebla (Messico)

    Fran

    ciscoLecaros

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    7oPellegrinaggio annuale ad Aparecida

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    Processione luminosa Alcune roulotte hanno viaggiato per oltre un migliaio di chilometri per essere nelSantuario di Aparecida. Per coloro che sono arrivati il giorno 7, stata celebrata una Messa solenne nella Basilica

    Vecchia, seguita da una processione luminosa fino al Santuario

    ccogliendo nelle loro case lIcona di Maria,Regina dei Cuori, i partecipanti a questa cam-pagna sono beneficiati con speciali favori da

    Maria Santissima, poich Ella non smette mai di farsentire in qualche modo la sua materna protezione achi La invoca. Per rendere grazie a questa buonissimaMadre, una volta lanno sono i figli che vanno alla ca-sa della Madre, cio, al Santuario Nazionale della Ma-donna Aparecida.

    Tre giornate benedette

    Lincontro era fissato per l8 agosto, ma alcuni pelle-grini sono arrivati ad Aparecida il giorno prima. Per lo-ro, i Coordinatori dellApostolato dellIcona hanno or-ganizzato una Santa Messa nella Basilica Vecchia, lasera del 7 agosto, seguita da una processione luminosa

    fino al Santuario, accompagnata da canti a Maria Santis-sima. Dopo lincontro ad Aparecida, vari gruppi di pel-legrini sono partiti per Caieiras, a visitare la Basilica del-la Madonna del Rosario, dove hanno partecipato allaMessa che Don Incio Almeida, EP, ha celebrato spe-cialmente per loro.

    15 anni di Apostolato dellIcona!

    Questanno, oltretutto, si celebra il 15 anniversariodellApostolato dellIcona Maria, Regina dei Cuori,che ha gi raggiunto 68 paesi dei cinque continenti. Sola-mente in Brasile 19mila icone circolano in 2500 parroc-chie di tutti gli Stati brasiliani. Pi di 570mila famigliericevono nella loro casa lIcona della Santissima Vergi-ne, il che equivale, approssimativamente, a 2,5 milioni dianime beneficiate.

    SergioMiyazaki

    SergioMiyazaki

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    Ottobre 2015Araldi del Vangelo 27

    Messa nella Basilica La Celebrazione Eucaristica di sabato, punto culminante del pellegrinaggio, stata presiedutadallArcivescovo di Aparecida, Cardinale Raymundo Damasceno Assis. Alla fine, Don Antonio Guerra, EP, Assistente

    Spirituale dellApostolato dellIcona, ha letto il messaggio concedendo la Benedizione Apostolica ai partecipanti.

    LeandroSouza

    Santo Rosario Alle 5 del mattino, dell8 agosto, le prime delegazioni di pellegrini cominciavano a riempire ilpiazzale situato di fronte alla Tribuna Papa Benedetto XVI per linizio della recita del Santo Rosario. Le preghiere

    sono state dirette da Don Ricardo Basso, EP, e accompagnate dal coro degli Araldi.

    Basilica della Madonna del Rosario Il giorno successivo, gruppi di pellegrini hanno continuato il viaggio finoa Caieiras per conoscere la Basilica della Madonna del Rosario, spiritualmente affratellata alla Basilica Papale di

    Santa Maria Maggiore, e ottenere lIndulgenza plenaria concessa dalla Santa Sede a chi la visita devotamente.

    Foto:SrgioMiyazak

    i

    Foto:SrgioMiyazaki

    SergioCspedesRos

    SergioCspedesRos

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    Araldi ricevono Mons. Edney Il Vescovo di Nova Friburgo, Mons. Edney Gouva Mattoso, ha visitato diverse casedegli Araldi nella Grande San Paolo, accompagnato dal suo Vicario Generale. Alla fine della giornata ha presieduto unaCelebrazione Eucaristica nella Basilica della Madonna del Rosario, a cui hanno partecipato numerosi seminaristi araldi.

    Nova Friburgo Dal 14 al 19 luglio, la Cavalleria di Maria ha realizzato una Missione Mariana nei quartieriadiacenti alla Cattedrale di San Giovanni Battista. Negozi, abitazioni e ospedali sono stati visitati dalla StatuaPellegrina. Nella Messa conclusiva, presieduta dal Vicario Generale, Don Marcus Vincius Brito de Macedo, sonostate consegnate nuove Icone che peregrineranno per le case.

    GustavoKralj

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    Ottobre 2015Araldi del Vangelo 29

    Foto:LeonardoResende

    Foto:ThiagoAkiraKitagawa

    Cuiab Don Max Adriano, EP, ha presieduto la Santa Messa inaugurale dei lavori del secondo semestrenellAssemblea Legislativa. Anche gli Araldi hanno partecipato alla Messa in onore della Madonna del Pantanal,

    presieduta dallArcivescovo di Cuiab, Mons. Milton Antnio dos Santos, SDB, nella citt di Jangada.

    Attivit a Recife Il 26 luglio, la Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria stata accolta con canti marianinellevento Riempitevi dello Spirito di Dio, che ha riunito circa 15mila fedeli nella Classic Hall. In agosto, gliAraldi hanno svolto il progetto Futuro e Vita in diverse istituzioni, tra cui i collegi Radar (Vitria de Santo Anto),Fernando Ferrari (Paulista) e Universo del Sapere (Recife).

    Collegio RadarClassic Hall

    Collegio Universo del SapereCollegio Fernando Ferrari

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    Araldi del VangeloOttobre 2015

    Spagna Nel mese di luglio, il comune di La Calzada de Oropesa, Toledo, ha onorato la Statua Pellegrina conuna bella processione luminosa (a sinistra). A Mohedas di Granadilla (al centro) il Vescovo di Coria-Caceres,

    Mons. Francisco Cerro Chaves (a destra) ha celebrato la Messa e ha imposto lo Scapolare a centinaia di fedeli

    RonaldMorn

    Honduras Una Giornata con Maria stata promossa il 30 agosto per i partecipanti allApostolato dellIcona diSiguatepeque. Tra le attivit realizzate, merita evidenziare laffollata processione fino alla Parrocchia del Carmelo e

    la Consacrazione alla Madonna realizzata nella Messa di chiusura dellincontro

    Canada Cooperatori degli Araldi hanno portato la Statua Pellegrina nella processione realizzatasi nellaParrocchia di Santa Maria di Hamilton (a sinistra) il 9 agosto. In occasione della festa dellAssunzione della

    Madonna, hanno partecipato anche alle celebrazioni nella Scuola Cattolica di San Patrizio, a Schomberg (a destra).

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    Pregare anche ringraziare

    S

    Ottobre 2015Araldi del Vangelo 31

    Non possiamo non custodire nei nostri cesti spirituali gliavanzi di questo incontro, perch custodire quello che da Dioriceviamo sinonimo di gratitudine.

    tiamo concludendo lXICongresso Internazionaledi Cooperatori degli Aral-di del Vangelo, nel quale

    abbiamo vissuto, ossia secondo unaclassica definizione nota tra noi , sia-mo stati insieme, ci siamo guardati evoluti bene, intorno a Colui che lacausa della nostra esistenza.

    I momenti qui vissuti gi comin-ciano a lasciaresaudades, parola co-s difficile da esser tradotta dal por-toghese in altre lingue, ma, senzadubbio, un sentimento nostalgicouniversale, sperimentato da tutti gliuomini in determinate circostanze.

    Il miracolo di Ges sempre portatore di unalezione soprannaturale

    S, giunto il giorno di conclu-dere il nostro incontro e, senza nes-

    sun calcolo umano, la Liturgia dellaChiesa sembra oggi essere stata scel-ta su ordinazione. Il Vangelo di SanGiovanni presenta il celebre miraco-lo della moltiplicazione dei pani.

    Tra i quattro Evangelisti, SanGiovanni stato lultimo a scrivere.Il suo racconto contiene dati parti-colari. Per citare un esempio, notia-mo che, mentre gli altri usano la pa-rolamiracolo, San Giovanni chiamai fatti miracolosisegni, perch il mi-racolo di Ges sempre portatoredi una verit superiore, di una lezio-ne soprannaturale, cos necessariadi essere raccolta quanto si presentanecessario il beneficio fisico.

    Elementi che esigonolintervento divino

    Si noti che il capitolo sesto di SanGiovanni pu esser diviso in tre par-

    ti: la preparazione del miracolo, ilsegno propriamente detto e il modoin cui questo stato recepito dagliuomini. La preparazione avviene colpresentarsi di una necessit somma-ta a unimpossibilit, elementi chepropiziano o, se volete, quasi esigo-no lintervento divino.

    Di sicuro, situazioni simili appa-iono tanto nel miracolo operato daEliseo (cfr. II Re 4, 42-44), narra-to nella prima lettura di oggi, quan-to in quello raccontato dallEvan-gelista (cfr.