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Ufficio stampa

Rassegna stampasabato 23 marzo 2013

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Corriere Romagna Cesena

Il Resto del Carlino Forlì

Il Sole 24 Ore

INDICE

Donato pulmino a coop sociale23/03/13 3

Se il disabile è fuori posto23/03/13 4

Reti e distretti favoriscono il benessere sociale23/03/13 5

L’impresa «etica» si fa largo23/03/13 8

Nel marketplace della sostenibilità23/03/13 10

Nel turismo accessibile chance per il territorio23/03/13 11

Si allarga la distanza tra Nord e Sud La crisi nelle isole23/03/13 17

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La consegna del pulmino

,o"'jr'''Fiere ci di Forlì e Cesena

23/03/2013

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato Diffusione: n.d.

pressunE

Donato pulmino a coop sociale Il Rotary club Valle del Rubicone a "Gli Amici di Gigi" RUBICONE. Consegnato

un pulmino a una coopera-tiva sociale dal Rotary club Valle del Rubicone. Nella stessa serata convi-viale, davanti a un centi-naio di persone, la testi-monianza di un priore be-nedettino.

Valerio Tomaselli, re-sponsabile della coop Gli Amici di Gigi, ha ritirato le chiavi del pulmino, con-segnategli dal presidente del Rotary Giancarlo Biondini. «Siamo riusciti a portare a termine questo service - ha detto Biondini - grazie all'impegno dei so-ci, alla generosità di alcu-ni amici, a tutti gli artisti che hanno donato opere per la manifestazione Ar-

te all'asta. La cooperativa è formata da giovani vo-lenterosi e che hanno a cuore il disagio dei loro coetanei: non poteva cade-re nel vuoto la loro richie-sta di aiuto». Grazie al pul-mino la cooperativa potrà organizzare gite, fare e-

scursioni insieme ai ra-gazzi disabili che frequen-tano il centro diurno. Poi padre Natale Brescianini, priore dell'eremo benedet-tino di Monte Giove (Fa-no), ha parlato di "Uomo e Ambiente" citando anche papa Francesco.

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Rubate le gomme termiche da auto sotto casa

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il Resto del Carlino

FORLÌ Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

23/03/2013 press LinE

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

]Voi forlivesi a SERENA D'URBANO

Se il disabile è fuori posto MENTRE ero vicino al San Domenico mi so-no imbattuto in un gruppo di persone con un disabile in carrozzina che esprimeva un certo di-sagio. Ho pensato che fossero visitatori, quindi, da buon forlivese che non vuole far fare figurac-ce alla sua città, mi sono presentato chiedendo quale fosse il problema. Mi hanno ringraziato dicendo che venivano da Merano e mi hanno fatto presente che erano stupiti di trovare par-cheggiate auto in prossimità dell'ingresso ai Musei e di notare l'assenza di stalli per disabili. Il gruppo aveva dovuto lasciare l'auto nel sotto-stante parcheggio dì piazza Guido da Monteld-tro e fare il rimanente tratto, non proprio agevo-le e con rampe ripide, spingendo la carrozzina. Mi rivolgo a voi perché chi di competenza pos-sa essere informato della carenza, che getta un'antipatica ombra sulla ospitalità di Forlì e che in tempi rapidi si possa dare ad esso una ri-sposta. I costi di tale intervento sono irrisori, ba-stano un po' di vernice e un paio di cartelli visi-- bili che pubblicizzino l'esistenza di stalli per di-sabili sul piazzale all'ingresso dei Musei.

Aivaro Lucchi

GENHLE Alvaro, abbiamo verificato. i parcheggi per disabili nei pressi del San Domenico sono 7: due davanti al palazzo dell'ex Enel, due in

via Andrelini e 3 nel parcheggio mica-oso. Esiste, però, un'altra opportunità, la più agevole: quella

della sosta, s-u richiesta, nella cosiddetta 'barcaccia'. Un servizio poco conosciuto e che probabilmente non è stato adeguatamente pubblicizzato: basta

contattare la mail o il numero di telefono indicati sul sito del museo per richiedere l'intervento di una maschera che„ chiavi alla mano, consente l'accesso

all'auto con il disabile a bordo sino all'ingresso. Insomma, le soluzioni ci sono. Andrebbero fOrse

comunicate con maggiore efficacia.

le lettere (m 15 righe) vanno indirizzate a:

il Resto del Carlino viri G. Regnali, 88 - 47121 FORI'

teL 0543 453211 - fax 0543 453217

crenaca.forli ilcarke.net

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L'impresa «ctic2» sl fu largo

23/03/2013

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pressunE

S°Ierld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Le Pari. Il Piano d'azione del Governo a favore delle aggregazioni

Reti e distretti favoriscono il benessere sociale di Antonella Tagliabue

fine gennaio il Parlamento europeo è tornato a occuparsi di responsabili- tà sociale. La relazione della Com-

missione per l'occupazione e gli affari socia-li ha affrontato il tema delle piccole e medie Imprese, per le quali la responsabilità «es-sendo legata a un investimento economico i cui frutti non sono immediatamente tangi-bili, viene spesso percepita come una sorta di peso» per le aziende che hanno risorse limitate.

Ciò nonostante si riconosce il ruolo im-prescindibile che le Pmi sono chiamate a svolgere nella diffusione di comportamenti trasparenti e responsabili per una crescita sostenibile, dato che rappresentano il 90%

del tessuto imprenditoriale europeo. La soluzione individuata per favorire

l'adozione e la responsabilità dalle istituzio-ni europee è quella della raccolta e della dif-fusione delle buone prassi.

Anche il recente "Piano d'azione naziona-le sulla responsabilità sociale" del Governo si occupa di Pmi e suggerisce di sostenere le aggregazioni (reti di impresa e distretti pro-duttivi) per superare i limiti dimensionali e incrementare l'impatto delle azioni nelle ca-tene di fornitura.

Molto spesso la questione delle piccole imprese responsabili viene ricondotta al fat-to di essere all'interno di filiere, a monte o a valle di grandi imprese, che hanno fatto pro-prio il tema delbusiness sostenibile e posso-no svolgere una funzione di traino.

Il Piano d'azione nazionale però introdu-ce anche il tema della relazione stretta che le imprese di dimensioni minori hanno con

il proprio territorio, più forte di quella del e grandi aziende. In virtù di questo legame, e piccole aziende possono svolgere un ruolo importante nel «processo di integrazione con il Terzo Settore» per assicurare «la coe-sione economica e ilbenessere sociale delle comunità del XXI secolo».

Al di là del quadro istituzionale, come stanno affrontando le piccole e medie im-prese italiane il tema della responsabilità in tempi di crisi? Quando si tratta di business sostenibile le dimensioni contano?

Che si guardi alle imprese all'interno dei distretti oppure a chi produce eccellenze del made in Italy da esportare, si vede chia -

ramente che la responsabilità per le realtà più piccole ha a che fare con la salvaguardia dei posti di lavoro. Non si tratta solo di ga-rantire occupazione, ma della consapevo-lezza che la perdita di posti di lavoro ha rica-dute sulla comunità, e, soprattutto, ha a che fare con la possibilità di sopravvivere e com-petere nel lungo periodo. C'è la chiara perce-zione che la mancanza di lavoro è collegata alla mancanza di prospettive di business.

È però proprio dal versante lavoro che ar-rivano anche le buone notizie per le piccole e medie imprese in cerca di responsabilità.

Secondo i dati di Eurobarometro 2012 (ri-portati dal Rapporto Greenitaly diUnionca-mere e Symbola) i cosiddetti greenjobs ver-ranno creati in misura maggiore dalle picco-le e medie imprese e non dalle aziende di più grandi dimensioni. Nel 2012 un dipen-dente su otto nelle Pmi può essere definito un lavoratore verde (che applica competen-ze verdi durante tutte o parte delle proprie mansioni lavorative), ossia circa i113% di tut-ti i posti di lavoro nelle Pmi, contro i13% cir-

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L'impresa «ctic2» sl fu largo

23/03/2013

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

ca rilevato nel caso delle grandi aziende. È previsto inoltre che gli impieghi verdi nelle Pmi saranno destinati a espandersi dinami-camente nei prossimi due anni, con un tasso medio del 35% circa.

Nel complesso il 37% delle Pmi europee dichiara di avere almeno un addetto verde, una quota che, sulla base delle dichiarazioni delle imprese, dovrebbe raggiungere il 30% nel 2014. Per l'Italia le Pmi con almeno un green job dovrebbero costituire nel 2014 ben il 51% del totale.

Nella logica di una riconversione verde dell'economia nazionale, dove la sostenibili-tà diviene un fattore competitivo, il rappor-to Greenitaly fa riferimento ai contratti di Rete, come a uno strumento che potrebbe aiutare soprattutto le Pmi a promuovere «l'integrazione per filiera, lo scambio e la diffusione delle migliori tecnologie, lo svi-luppo di servizi di sostegno e forme di colla-borazione tra realtà produttive anche appar-tenenti a regioni diverse».

Anche sul versante dei comportamenti esemplari le piccole e medie imprese italia-ne sembrano voler dare un segnale forte, an-che a quelle più grandi. Unioncamere Lom-bardia ha recentemente presentato le buo-ne prassi di responsabilità sociale raccolte a livello regionale nel 2012. Delle 78 organiz-zazioni che hanno raccontato la loro espe-rienza attraverso il cosiddetto Repertorio Internet, ben 55 sono piccole e medie impre-se, cui si aggiungono 13 grandi imprese e 10 cooperative.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Assunzioni verdi

Non stagionali in % sultotale

MI Green jobs in senso stretto LA Figure attivabili dalla green economy

1 -9 dipendenti

2008

2011

2012

10 -49 dipendenti

2008

2011

2012

50 -249 dipendenti

2008

2011

2012

250 -499 dipendenti

2008

2011

2012

1:.

Fonte: Centro Studi Unioncamere

500 dipendenti e oltre

2008

2011

2012

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L'impresa «ctic2»sl fu largo

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convegno so[ Manifesto del Sole 2L Ore

Cultura motore del rilancio a più di un anno il «Manifesto per la cultura del Sole 24 Ore». Lanciato nelle pagine della «Domenica» il 19

febbraio 2012, il documento si articola in cinque punti programmatici: una Costituente per la cultura, dato che cultura e ricerca, secondo l'articolo 9 della Costituzione sono i capisaldi che vanno salvaguardati e procedono insieme; la necessità di una strategia di medio-lungo periodo, simile alla ricostruzione economica che sancì la svolta del Dopoguerra; lo sviluppo di una cooperazione trai ministeri competenti; la diffusione dell'arte a scuola e della cultura scientifica a tutti i livelli educativi; il sostegno al merito, con intervento dei privati nel patrimonio per una cultura diffusa. Il Manifesto ha subito avviato un dibattito sul rapporto tra sviluppo e sapere, con l'intervento e l'adesione di numerose personalità, la messa a punto di proposte e indicazioni importanti, l'organizzazione di convegni e dibattiti.

Sulla base della riflessione che l'idea di

cultura include il bene comune, la tradizione, l'impegno per una crescita equa e condivisa, al Salone Mediterraneo della Responsabilità sociale condivisa di Napoli non poteva mancare un ulteriore approfondimento sul Manifesto, partendo dal primo punto "Niente cultura, niente sviluppo". Nel convegno del 12 aprile - che vedrà la partecipazione del responsabile della Domenica del Sole 24 Ore, Armando Massarenti - si partirà da un'analisi del documento e della sua evoluzione rispetto agli attuali scenari di riferimento. Obiettivo: concorrere alla definizione di strategie e strumenti per valorizzare la cultura e il patrimonio storico-artistico come motore di crescita e di rilancio dell'economia, alimentando la collaborazione tra pubblico e privato, profit e no profit. All'incontro parteciperanno Eni, Fai, Fondazione D onnaregina, Legambiente Campania, Unicredit Foundation, docenti dell'Università degli studi di Napoli Federico II e Suor Orsola Benincasa.

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lls°k3dOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Buone pratiche. A dispetto della crisi crescono tutti gli indicatori che misurano l'impegno delle aziende

9 L impresa «etica» si fa largo Scelta strategica per le grandi, ma pesa anche l'attenzione dei consumatori

di Elio Silva

D elle due l'una: o alla reportistica va attribuito lo stesso rating dei son-daggi - che non sempre e non neces-

sariamente riescono a realizzare il fermo-immagine preciso di una realtà in movi-mento - oppure, tra i paradossi di questa lunga crisi, ne va iscritto anche uno che ri-guardala responsabilità sociale. Gli studio-si e gli esperti in materia concordano, infat-ti, nell'affermare che più le imprese appaio-no in difficoltà e sono costrette a rivedere bilanci e strategie, più le "buone pratiche" e l'attenzione verso i temi etici e sociali si rafforzano.

Potere della solidarietà o, più banalmen-te, spirito di sopravvivenza? Entrambe le co-se, probabilmente, ma a ben guardare il pa-radosso è solo apparente, anzi offre tracce di un significativo trend economico, in atto già da qualche tempo. «La responsabilità so-ciale fa bene agli stakeholders ma prima di tutto conviene alle imprese - afferma con-vinto Leonardo Becchetti, professore ordi-nario di economia politica all'università di Roma Tor Vergata e autore di numerose pubblicazioni sulla Csr, la finanza etica e il

LA COMUNICAZIONE

Il trend del futuro è il report integrato mentre l'anello debole rimane il coinvolgimento del personale interno

microcredito -. Quando mi trovo di fronte a uomini d'azienda che competono tutti i giorni sui mercati globali, e mi domandano perché mai dovrebbero adottare princìpi di responsabilità sociale quando poi devono vedersela con produttori con meno scrupo-li e con minori costi, è allora che, mettendo in fila tutti i benefici potenziali della Csr, ve-do maturare in loro la piena consapevolez-za che si tratta di una scelta strategica, che assicura il futuro della loro impresa».

«Il fatto è - spiega Becchetti - che oggi non si vendono meri prodotti, ma storie. In altri termini, l'offerta del bene fisico è filtrata attraverso una rappresentazione culturale, e quella della Csr è una delle me-diazioni più efficaci. Trasmette un signifi-cato di affidabilità dell'impresa agli occhi del cittadino-consumatore e permette di minimizzare il rischio di conflitti con gli stakeholders».

Non va dimenticato, poi, che la responsa-bilità sociale è in grado di stimolare un mag-giore impegno dei lavoratori, mentre, dal punto divista dei clienti, va incontro a quel-la crescente fetta di consumatori disposti a pagare un premio di prezzo in cambio di ga-ranzie etiche sui prodotti. Per non parlare della sostenibilità ambientale, dove l'ado-zione di buone pratiche non fa bene solo al-la reputazione, ma può determinare anche sostanziali risparmi nei costi e una più effi-ciente gestione del ciclo produttivo.

È ovvio che, in questo quadro, i rischi non mancano: «Ci può essere chi tenta di fare greenwashing - afferma Becchetti - per incamerare benefici facili, ma esistono an-che efficaci contromisure. Ci sono ormai

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meccanismi di controllo e verifica, in parti-colare dal basso, che nascono dagli utenti o consumatori e che sono in grado di tenere monitorata la qualità dell'informazione».

Quel che è certo è che, almeno sul piano della comunicazione di sostenibilità, le im-prese sono sempre più impegnate: un rap-porto di Kpmg appena presentato, basato sulle 4o società che compongono l'indice Ftse Mib di Borsa italiana, attesta che 1175% delle "big" quotate forniscono informazio-ni sulle proprie attività e performance di re-sponsabilità sociale. «L'evoluzione del Cor-porate reporting - spiega Pier Mario Barza-ghi, partner Kpmg per l'area sostenibilità -riflette la crescente domanda da parte degli stakeholders di informazioni che non si pos-sono trovare nei soli documenti di tipo eco-nomico e fmanziario».

Prende quota, così, il report integrato, che unisce i temi e le performance sociali e ambientali con i dati del bilancio contabi-le. «È il trend del futuro, anche se per ora riguarda ancora poche imprese all'avan-guardia - precisa Barzaghi -. La maggior parte delle società quotate presentano se-zioni dedicate alla Csr nel bilancio d'eser-cizio, o in forma esclusiva, o in parallelo alla pubblicazione di uno specifico report di so stenibilità».

Decisamente più in ombra, invece, il ver-sante della Csr "interna": almeno il 3o% del-le aziende impegnate sul terreno della Csr, infatti, non ha l'abitudine di comunicare al personale le azioni realizzate e i risultati rag-giunti, annullando di fatto le ricadute positi-ve in termini di immagine e di motivazione dei propri dipendenti.

Il dato è contenuto nel quinto rapporto sull'impegno sociale delle aziende in Italia, realizzato dalla società Swg per l'Osservato-rio Socialis di Errepi comunicazione. La ri-cerca delinea, in generale, un quadro positi-vo, in quanto gli investimenti nel sociale del-le imprese con oltre cento dipendenti ven-gono quantificati in più di un miliardo di eu-ro. L'aspetto della Csr "interna", però, viene defmito come l'anello debole della catena.

«Un vero peccato, perché la condivisio-ne delle iniziative - afferma Roberto Orsi, direttore dell'Osservatorio Socialis - garan-tisce all'impresa una maggiore motivazio-ne da parte dei dipendenti, e quindi un ap-proccio più positivo al lavoro. Quello che, stranamente, ancora manca in molte azien-de è la volontà di costruire un vero e pro-prio programma di coinvolgimento, che in-vece aiuta a stare efficacemente sul merca-to attraverso il miglioramento dei rapporti e delle dinamiche interne».

Dalla ricerca emerge, inoltre, che tra le imprese che hanno l'abitudine di diffonde-re i principi della responsabilità sociale al proprio interno lo strumento maggiormen-te utilizzato è l'intranet aziendale (23% dei casi). Seguono la documentazione e la di-stribuzione del bilancio sociale, le pubblica-zioni autoprodotte e gli incontri periodici interni, nonché gli inviti a partecipare alle iniziative. Infine, all'interno di questo clu-ster "virtuoso", mentre oltre la metà delle imprese dichiara che il personale è informa-to e partecipa in modo attivo agli obiettivi di Csr, meno del 20% ha attivato un sistema interno di misurazione del grado di condivi-sione delle buone pratiche.

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Il Salane Mediterraneo delta Rse di Napoli

Nel marketplace della sostenibilità Nove giorni tutti dedicati alla solidarie-

tà: si svolge a Napoli dal 5 al 13 aprile il primo «Salone della Responsabilità

sociale condivisa» (Rsc), con oltre 6o o espo-sitori e circa400mila visitatori attesi. Per tut-ti l'opportunità di seguire convegni, semina-ri, workshop ed esplorare aree espositive: un grande marketplace dove potranno in-contrarsi l'offerta e la domanda di "compor-tamenti responsabili" nel Mediterraneo, in un'ottica di competitivitàsostenibile e di svi-luppo di una società coesa ed equa. «Il con-cetto di responsabilità sociale - osserva Raf-faella Papa, presidente dell'Associazione Spazio alla responsabilità e promotrice dell'iniziativa - nasce in stretta correlazione con il comportamento dell'impresa (Rsi) ma l'evoluzione e il ruolo che svolge nello sviluppo sostenibile ne hanno ampliato gli ambiti di azione investendo tutti gli attori del sistema e trasformandola in responsabi-lità sociale condivisa».

Il Consiglio d'Europa insieme alla Com-missione europea ha presentato una prima

stesura della "Carta sulle responsabilità so-ciali condivise" rivolgendosi a pubbliche au-torità, governi locali e imprese, per richiede-re, soprattutto a queste ultime, di superare il concetto di efficienza economica del pro-prio business e di adeguare le proprie forme di governance ai principi dell'economia so-cialmente responsabile, in modo da creare vantaggi competitivi duraturi e contribuire al benessere collettivo.

«Obiettivo della manifestazione e del pia-no triennale delle iniziative previste dalla nostra associazione - spiega Raffaella Papa -è diffondere la Rsc come modello economi-co di riferimento slegato da connotazioni esclusivamente filantropiche e dimostrare il vantaggio competitivo generato dall'ado-zione di politiche così orientate: essere re-sponsabili conviene infatti all'impresa e al consumatore, all'istituzione e al cittadino. Ma l'evento intende anche concorrere allo sviluppo di una filiera orizzontale della so-stenibilità, con particolare riferimento al Mediterraneo, in grado di mettere in eviden-

za sia la catena già esistente dei fornitori re-sponsabili sia le eccellenze del territorio».

In tal senso la manifestazone avrà luogo contemporaneamente a due altri eventi fieri-stici, la Borsa mediterranea del Turismo (5-7 aprile) ed EnergyMed (11-13 aprile) per "contagiarne" espositori e visitatori, dando loro l'opportunità di entrare in contatto con organizzazioni, profit e no profit, pubbliche e private attive nell'ambito della responsabi-lità sociale. Tre sono i filoni lungo i quali si snoderà la manifestazione, ciascuno con un'articolata serie di convegni e attività col-laterali: il primo, "turismo e territori" si con-centrerà dal 5 al 7 aprile; dall'8 al io aprile toc-cherà al tema "lavoro e pari opportunità", mentre dall'e al 13 aprile, si affronterà il te-ma "ambiente e risorse" (si veda la scheda

FOCUS RESPONSABILITA' SOCIALE

A CURA DI: Elio Silva COORDINAMENTO: Rossella Cadeo

nella pagina successiva). Nella "nove giorni" si segnalano i conve-

gni del 5 e dell'u aprile: il primo incentrato sulle politiche di sviluppo per le Pmi nel Me-diterraneo (si parlerà delle strategie per la crescita promosse dagli attori istituzionali, nazionali e internazionali e del ruolo del cre-dito per la sostenibilità dell'impresa); il se-condo focalizzato sulle azioni del Governo e delle istituzioni locali (in particolare il Pia-no nazionale sulla Rsi e il progetto interre-gionale transnazionale per la creazione di una rete per la Rsi, con capofila le Regioni Veneto e Liguria e l'adesione dell'assessora-to al Lavoro della Regione Campania. Il Salo-ne è realizzato con il patrocinio di Parlamen-to europeo, ministero per lo Sviluppo econo-mico, Regione Campania, Provincia e Comu-ne di Napoli, Fondazione "Con il sud", Le-gambiente, Actionaid, e Finatica ed è affian-cato da partner quali Inail, Fondazione Soda-litas, Unicredit e Il Sole 24 Ore.

R.Ca.

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Nel turismo accessibile chance per il territorio

23/03/2013

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Viaggi sostenibiti. Un Libro bianco sulla situazione in Italia e sui progetti avviati

Nel turismo accessibile chance per il territorio

Nelle località termali, sui laghi e in campagna le strutture più attente alle esigenze dei disabili

di Leonora Barbiani

e persone con disabilità in Italia rappre- sentano il 19,6% dei viaggiatori. In Euro- pa il 16% della popolazione ha limitazio-

ni sensoriali o motorie e oltre 45 milioni di per- sone (una su sei) soffre di un problema di salu- te di lunga durata. Entro io anni il 60% della popolazione europea sarà anziana. Sono que- sti i dati con cui il comparto turistico si deve confrontare per affrontare al meglio l'assio- ma che il viaggio sia diventato un bisogno so- ciale primario e uno strumento di conoscen- za ed emancipazione sociale, che pertanto de- ve essere accessibile a tutti. E proprio "Acces- sibile è meglio" è il titolo del primo Libro bian- co sul Turismo per tutti in Italia, realizzato dal Comitato per la promozione del turismo accessibile, task force tecnica ministeriale sul turismo di cui è coordinatore Valentino Guidi. Il testo, appena pubblicato, è una novi- tà per il nostro Paese e racchiude 36o buone pratiche e progetti riguardanti il turismo ac- cessibile, dai quali emerge che l'Italia è stata promossa tra le mete accessibili a livello inter- nazionale. «Il viaggio rappresenta un momen- to di crescita e formazione personale che con- sente all'uomo di aprirsi alla conoscenza di nuove persone, realtà e culture, in un'ottica

sempre più globale - commenta Valentino Guidi -. Proprio per questo, la possibilità di viaggiare entra a pieno titolo tra i diritti fonda-mentali della persona e diventa primaria la ri-flessione sul riconoscimento del viaggio co-me garanzia di pari dignità e opportunità tra cittadini. L'accessibilità, perciò, non è solo un obiettivo da raggiungere attraverso accorgi-menti di carattere architettonico, ma prima di tutto e soprattutto un obiettivo sociale, civi-le culturale e democratico».

Sul territorio

I 36o progetti analizzati e riportati nel Libro bianco sono di natura diversa: vanno dall'adeguamento edilizio e architettonico dei servizi ricettivi, all'accessibilità urbana, all'offerta enogastronomica per persone con problematiche alimentari, all'adeguamento delle strutture e proposte museali con per-corsi speciali sia fisici che informativi, alla di-sponibilità di informazioni in differenti for-mati per disabilità sensoriali diverse. Interes-sante è notare come tutte le regioni italiane siano interessate da diversi progetti; tra que-sti alcuni sono di carattere nazionale e quin-di coinvolgono più regioni - ben 5o pari al 13,9% - altri sono interregionali, altri ancora regionali o semplicemente locali. Tra le re-gioni più virtuose le prime 5 posizioni sono occupate da: Emilia Romagna (con 55 proget-ti), Toscana (47), Lombardia (36), Veneto (3o) e Lazio (28); tra le regioni del sud vanno segnalate la Sicilia (27 progetti), la Puglia (12) e la Campania, che gestisce 9 progetti locali. In termini di campi di intervento i progetti esaminati sono stati suddivisi in 4 categorie e risulta evidente che le azioni sul fronte del-le disabilità fisiche siano sempre la maggior

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Pagina 13 NelturismoacceAsibile chaneeper il territorio

23/03/2013

Periodicità: Quotidiano

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parte. Infatti i programmi per svantaggi fisici sono il 584%, sensoriali il 27,5%, mentali e p si-chici il 5,5%, altri 1'8,6 per cento.

Strutture, flussi e mete

Se traduciamo questi dati in attenzione che le strutture di accoglienza prestano alle esigen-ze degli ospiti con esigenze particolari, vedia-mo che le terme, i laghi e la campagna italiane sono le destinazioni dove i turisti disabili han-no riscontrato più soluzioni adeguate alle lo-ro esigenze (nell'ordine il 58,8%, 56,3% e 56,5% delle imprese ricettive), seguite dalle città di interesse storico ed artistico con il 51,2%. Ma questo significa anche che la parte restante delle strutture non è ancora in grado di soddi-sfare le esigenze di turisti speciali. In merito ai bacini d'utenza più interessati alle destinazio-ni italiane, l'indagine segnala nell'ordine do-po il mercato italiano quello francese, tede-sco, americano, austriaco e olandese, Paesi -non dimentichiamolo - caratterizzati da una cultura della disabilità e dell'inserimento so-

Turismo e territori - Mostra d'Oltremare e Nell'ambito della 17a Borsa Mediterranea del Turismo: e 5 aprile - Strategie per lo sviluppo sostenibile delle Pmi nel Mediterraneo E 6aprile- Politiche di sviluppo del compartoturistico nello scenario internazionale

6aprile- Turismo responsabile

Lavoro e Pari Opportunità Università Studi e Proposto agli studenti il tema della Rsc in un'ottica di sviluppo professionale e quale filosofia per l'avvio di start-up sostenibili

8aprile- La Rsc come determinante strategica per lo sviluppo sostenibile

9aprile- Innovazione socia le e Rsi e 10 aprile -Sostenibilità ambientale sociale ed economica in un'ottica di competitività

Ambiente e risorse - Mostra d'Oltremare e In contemporanea con Energymed, Salone fonti rinnovabili ed efficienza energetica:

llaprile -II Piano nazionale e le azioni degli governi locali: il progetto interregiona le sulla Rsi

llaprile - I1 distretto sostenibile e la catena dei fornitori responsabili e 12 aprile- Sicurezza e responsabilità sociale come driver dello sviluppo, a cura dell'Inail e 12 aprile - A un anno dal Manifesto per la cultura del Sole 24 Ore: partiamo da quello che abbiamo! e 12 aprile- Pari Opportunità, evoluzioni e prospettive in tempo di crisi 1:g 13 aprile-Verso la misurazione del ritorno degli investimenti in Rsi: criticità e prospettive e 13 aprile- Fundraising e strategie di business positivo: nuovi modelli di impresa sociale made in Med

Csr Matching e Caffè della Responsabilità e Momenti di presentazione delle iniziative in terna di Rsc da parte delle organizzazioni presenti e occasioni di confronto riservati a pochi interlocutori per dare avvio a nuove progettualità che possano coinvolgere realtà pubbliche e private, profit e no profit

ciale differente dalla nostra. Alla luce di questi dati se ci si concentra sul-

la percezione dell'Italia quale meta accessibi-le, i dati sono tuttavia abbastanza confortanti: tra le mete che, comunque, giocano un fortissi-mo potere di attrazione vi sono le nostre città d'arte. Secondo un'indagine dell'Isitt (Istituto italiano per il turismo per tutti) realizzata per conto della Regione Piemonte nel gennaio 2013 e che approfondisce l'analisi del Libro Bianco, Roma, Firenze, Venezia e Torino compaiono ai primi posti in quanto destina-zioni maggiormente accessibili a livello mon-diale prima di altre note località europee ed extraeuropee.

Opportunità

È noto che le motivazioni che spingono alviag-gio le persone con esigenze particolari sono le stesse degli altri turisti e, di conseguenza, la voglia divisitare città uniche ha spinto queste località ad attrezzarsi per offrire questa oppor-tunità a tutti. In questo senso il dato dovrebbe essere letto come un importante stimolo per investire nel potenziamento e ampliamento dell'offerta italiana, ma se rappresenta un ri-sultato indubbiamente confortante, non deve dare adito a facili entusiasmi, in quanto i mar-gini di miglioramento della fruibilità del no-stro territorio sono ancora decisamente alti. Secondo quanto dichiara anche Flavia Maria Coccia, presidente del Comitato ministeriale per la promozione e lo sviluppo del turismo accessibile e che ha operativamente parteci-pato alla elaborazione del Libro bianco: «Il di-ritto per tutti a fare turismo non dovrebbe più essere solo una prescrizione di legge da far os-servare, imponendo l'abbattimento delle bar-riere architettoniche. Per un Paese a turismo

maturo come il nostro, peruna potenza econo-mica tra le più sviluppate del mondo, l'idea di accogliere tutti i turisti non deve più essere un optional, non più solo il simbolo della sedia a ruote tra i tanti, non più solo un plus».

Ma se turismo accessibile significa civiltà, democrazia e pari opportunità, non tralascia-mo che per tutti i soggetti coinvolti nella filie-ra turistica significa anche nuove opportunità economiche: clienti che pagano lo stesso prez-zo di tutti gli altri a fronte dei servizi che rice-vono; località che devono essere accessibili ed accoglienti per tutti (senza barriere archi-tettoniche e percettive), ad iniziare dai propri cittadini; turisti in aumento, perché oltre ai po-tenzi ali 36 milioni di clienti con esigenze parti-colari in Europa, deve essere aggiunto il fatto-re moltiplicatore valutato in 2,8, perché in va-canza non si va da soli.

L'indagine è una istantanea dello stato dell'arte attuale, ma gli spazi di manovra per migliorare l'offerta turistica italiana in mate-ria di accessibilità sono ancora parecchi, co-me sottolinea anche Franco Bomprezzi, gior-nalista disabile: «Offrire opportunità di turi-smo in piena accessibilità non è solo un'azio-ne corretta dal punto di vista dei princìpi uni-versali sanciti dalla Convenzione Onu sui di-ritti delle persone con disabilità. È soprattutto un'operazione imprenditoriale intelligente, lungimirante, carica divantaggi, anche econo-mici. Occorrono ancora troppi aggettivi per definire le buone ragioni di un turismo davve-ro "per tutti". L'offerta di soluzioni accessibili e pienamente fruibili è ancora troppo a mac-chia di leopardo, e non si basa su di una suffi-ciente infrastruttura di servizi e di strumenti informativi».

O FIPRODUZION E RISERVATA

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Menta li e psichiche

5,5%

Fisiche

58,4 %

Nel turismo accessibile chance per il territorio

23/03/2013

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La mappa delle azioni censite

SUL TERRITORIO LE DISABILITÀ I progetti per il turismo accessibile censiti dal Libro Bianco ministeriale Le tipologie disabilità alle quali si rivolgono i progetti censiti. Dati in %

Em. Romagna KX\XXX\XXXX\XXX\XN3 55

Italia "N"N"XXN 50

Toscana ,\XXXXXX 47

Lomba rdia KXXX\XXX 36

Veneto • \X\XXX\XXI 30

Lazio

28

Sicilia

Altre necessità specifiche

8,6 %

Sensoriali 27

27,5 %

Liguria,M,N,XX\1 20 LE DESTINAZIONI

Piemonte k \-\ 17 L'attenzione alle disabilità da parte delle strutture ricettive per area. In %

Puglia 12

Sardegna 11

Campania L\N 9

Trentino

9

Valle d'Aosta 1V, 8

Umbria kxn: 8

Calabria \\\\\\\\\ 8

W, 8

Abruzzo

Friuli V. Giulia 3

Basilicata 2

Alto Adige p 1

NELLE MACROAREE L'attenzione delle imprese ricettive alle esigenze di persone disabili. In %

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole

44,5 55,5 50,8 49,2 57,2 42,8 53,3 46,7

i

Area prodotto Si No

Città di interesse storico e artistico 51,2 48,8

Montagna 48,3 51,7

Terme 58,8 41,2

Lago 56,3 43,7

Mare 52,7 47,3

Campagna 56,5 43,5

Altre località 52,0 48,0

ItaLia 51.9 48,1

LE STRUTTURE L'attenzione delle imprese ricettive alle esigenze della disabilità. Dati in %

Per ti pologia Sì No

Hotel: 57,0 43,0

1 stella 28,5 71,5

2 stelle 42,1 57,9

3 stelle 66,2 33,8

4 stelle 76,6 23,4

5 stelle 78,6 21,4

Rta 73,4 26,6

Villaggio 77,2 22,8

Agriturismo 58,3 41,7

Campeggio 83,0 17,0

B&b 25,5 74,5

Casa per ferie 57,2 42,8

Ostello della gioventù 80,1 19,9

Rifugio 24,5 75,5

Altri esercizi ricettivi 43,6 56,4

,9 \\\\.\. \\\. Fonte: elaborazioni SI&A su database Libro Bianco ministeriale 2012; Osservatorio nazionale del turismo - dati Unioncarnere 2009

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Lavoro. Il sistema di Inail Campania per il controllo dei rischi

L'impegno nella sicurezza è vantaggio competitivo di Adriano Lovera

A vere a cuore la sicurezza sul posto di ,z.lavoro è la prima regola per un'impre-sa responsabile. Lo sanno bene all'Inail Campania, una regione in cui, a fronte di una situazione sociale sempre difficile, i progressi su questo tema sono stati enor-mi. E sufficiente guardare i dati più recen-ti sugli infortuni, che mostrano una dimi-nuzione media in Italia del 6,4% nel 2011

(cui dovrebbe seguire una contrazione media del 9% nel 2012, secondo le stime preliminari), ma che arriva in Campania all'ità per cento.

«Parte di questo trend positivo è dovuto anche alla nostra attività - spiega il diretto-re regionale Inail Emidio Silenzi -. Da anni proponiamo momenti di formazione e di semplice informazione, insieme alle Came-re di Commercio. Ci rivolgiamo soprattut-to alle piccole e medie imprese, quelle che faticano di più ad approcciare gli strumenti del controllo del rischio, e fmora siamo riu-sciti a coinvolgere almeno 200-300 azien-de. Le risorse non sono mai abbastanza e sarebbe utile avere più possibilità per fare marketing. Ma siamo soddisfatti, perché sempre più imprenditori capiscono che la sicurezza si traduce in vantaggio competiti-vo: si verificano meno infortuni e si può an-che accedere agli sconti Inail sul premio».

In effetti, accanto alla sensibilizzazione, gli incentivi non guastano per invogliare le imprese. «Il bando Inail appena scaduto,

che assegnava alla Regione 14 milioni (18o in tutta Italia) per interventi sulla sicurezza è stato vitale» aggiunge Silenzi.

Eppure Inail Campania non è solo il mo-tore regionale dell'istituto: nei suoi stessi uffici ha infatti messo a punto un efficace sistema operativo di controllo dei rischi.

«Lo abbiamo creato, praticamente a co-sto zero, seguendo le linee guida Uni-Inail-zool. E una short-list di tutti gli adempimenti da compiere, ideato su car-ta e presto tradotto in un software. Ci sia-mo resi conto che era necessario per una struttura come l'Inail regionale, dove la-vorano 200 dipendenti e arrivano 200 visi-tatori al giorno».

Ogni dirigente dell'istituto campano se-gue queste linee guida, che hanno permes-so la realizzazione di ben 400 interventi, molti dei quali piccoli, ma necessari per mi-gliorare la sicurezza degli uffici. Anche que-sta è responsabilità sociale. Un'esperienza pronta per essere raccontata ed esportata durante il Salone mediterraneo che si terrà a Napoli in aprile.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Il calo degli infortuni Diminuzione degli infortuni sul lavoro rilevati in Campania nel 2011

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Commercio. progetto di Nco per la legalità e l'inserimento sociale

Utilizzo dei beni confiscati nuovo modello di welfare di Manuela Soressi

"? incendio alla Città della Scienza di Napoli ci ha lasciato tutti sconvolti e,

se non saranno dimostrate le cause acciden-tali, andrà considerato distrutto dallo stesso modello culturale che noi ci siamo impegna-ti a sconfiggere in questo territorio social-mente ed economicamente così fragile. Per questo reagire è necessario, e farlo subito è indispensabile». Non usa metafore Giuliano Ciano, presidente del Consorzio Nuova Coo-perazione Organizzata (Nco), gruppo di quattro cooperative sociali per l'inserimen-to lavorativo di persone svantaggiate attra-verso il riutilizzo sociale e produttivo di beni pubblici e/o confiscati alla criminalità orga-nizzata sul territorio campano.

Nato nel 2012, il Consorzio - presente al Salone mediterraneo Reponsabilità socia-le condivisa - si pone come modello di svi-luppo un welfare innovativo locale attra-verso l'esplorazione di forme di integra-zione tra profit e non profit, tra pubblico e privato, in un percorso di "riappropriazio-ne" del territorio ad alta concentrazione camorrista improntato sulla condivisione e sulla cooperazione.

«Stiamo tentando di costruire un nuovo modello di economia e alternativa a quella criminale-camorristica - prosegue Ciano Un modello che passa attraverso la pro dutti-vità dei beni confiscati attraverso l'agricoltu-ra sociale, come forma di restituzione del maltolto, e l'inserimento lavorativo di perso-

ne svantaggiate, come sostegno alla costru-zione di forme reddituali attive e la promo-zione di nuove esperienze di impresa socia-le ad alto valore simbolico come strumento di propulsione per tutta la comunità».

Emblema di questo modello è l'iniziativa "Facciamo un pacco alla camorra", un pro-getto in rete che vede coinvolte i6 imprese, tra cui cooperative sociali, imprese che han-no denunciato il racket, associazioni e il Co-mitato Don Peppe Diana. L'iniziativa vuole promuovere una filiera produttiva etica par-tendo dalle attività sociali sorte proprio nei luoghi che una volta erano simboli di violen-za e di sopraffazione e oggi, invece, sono sta-ti restituiti alla legalità e alla cittadinanza. «I prodotti venduti nel pacco, tra food e non fo-od - conclude Ciano - saranno sottoposti a severi controlli di qualità e diffusi con mar-chio unico "Nco Nuovo Commercio Orga-nizzato". Con un investimento di 25omila eu-ro abbiamo già venduto 9mila confezioni in Italia e circa 3mila all'estero: alcune confezio-ni sono giunte in Giappone, Stati Uniti, Cina, Emirati Arabi, Canada, Corea del Sud, Irak».

e RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Le cooperative sociali nella Nco Nuova Cooperazione Organizzata è attiva nel riuso sociale dei beni confiscati alla mafia

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23/03/20/3

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Ambiente. Parte dal distretto agricolo l'iniziativa di Sa box

Al taglio delle emissioni partecipa tutta la filiera e viluppare la ricerca mirata a ridurre Li l'impatto ambientale di processi e pro-dotti senza dimenticare le esigenze, i dirit-ti e le aspirazioni delle persone coinvolte: nasce con questo obiettivo Greener Italia, progetto varato per diffondere in aziende e istituzioni il modello di business sosteni-bile sviluppato e applicato in Sabox fin dal 2008, che sarà tra i protagonisti del Salone Mediterraneo Responsabilità sociale con-divisa di Napoli.

«La sostenibilità - spiega Massimo Lom-bardi, product manager dell'azienda cam-pana di soluzioni di packaging capofila di questa iniziativa e amministratore di Gree-ner Italia - ha sempre avuto l'innovazione come corollario. L'esigenza di "fare di più con meno" che è alla base del modello di sviluppo sostenibile, spinge alla sperimen-tazione e alla ricerca di soluzioni innovati-ve sviluppate tenendo conto del loro im-patto ambientale e sociale durante l'intero ciclo di vita».

Greener Italia si propone, quindi, di inte-grare il concetto di sostenibilità nel busi-ness di realtà operanti su vari settori, tra-sformando una semplice istanza astratta in concreti benefici competitivi, economi-ci, di reputazione del brand e di ricadute positive sull'ambiente e sugli abitanti.

«In Campania, nella sola trasformazio-ne dei pomodori - aggiunge Lombardi -operano circa no realtà produttive con un fatturato di i miliardo di euro, 5mila dipen-denti e almeno umila stagionali impiegati.

Il distretto conserviero/pastaio esporta ol-tre il 70% delle sue produzioni e i suoi prin-cipali clienti sono i big retailer della Gdo, nazionale ed estera. Questi clienti hanno da tempo adottato programmi di sostenibi-lità che hanno per obiettivo, tra gli altri, la riduzione delle emissioni dei prodotti a scaffale e per raggiungere tali obiettivi ri-chiedono la collaborazione dei fornitori lungo la supply-chain».

Ovvio che, riducendo l'impatto ambien-tale della filiera e avviando un'operazione di trasparenza su produzioni e rispetto dei diritti dei lavoratori, i prodotti del distret-to campano possono ottenere un vantag-gio competitivo enorme. «Le aziende ade-renti - conclude Lombardi - oltre a benefi-ciare dei saving derivanti dalla ottimizza-zione dei loro processi, avranno lapossibi-lità di fornire e sviluppare prodotti in part-nership con i propri clienti, al di là della so-la trattativa di prezzo e di integrare, final-mente, la variabile sostenibilità, nelle loro scelte di breve, medio e lungo periodo».

Ma.So. RIPRODUZIONE RISERVATA

IL fatturato Giro d'affari delle 110 aziende campane che operano nella trasformazione del pomodoro

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dal s3iredditilZ L'analisi territoriale delle Finanze

Si allarga la distanza tra Nord e Sud La crisi nelle isole Lombardia più ricca, Calabria più povera

Gianni Trovati MILANO

La «ripresina» del 2011, con il prodotto cresciuto dell'1,7% in termini nominali e dello 0,4% se si tiene conto dell'inflazione, si è sentita praticamente solo nei redditi dichiarati al Nord e in al-cune Regioni del Centro. I gua-dagni dei contribuenti del Mez-zogiorno hanno proseguito nel loro andamento blando, lonta-no dalle dinamiche della ric-chezza nazionale. Con il risulta-to che tra il contribuente-tipo della Lombardia, che si confer-ma la Regione più ricca con 23.210 euro di guadagni medi co-municati al Fisco, e quello della Calabria che con 14.230 si confer-ma la più povera, c'è una distan-za del 63,1%, contro il 62,5%

dell'anno scorso. Anche lontano dai due casi-li-

mite, comunque, è la distanza complessiva fra le due aree del Paese ad allargarsi. Nelle Regio-ni del Nord i redditi dichiarati nel 2012, e relativi quindi al 2011,

sono cresciuti del 2,11%, cioè quasi il doppio rispetto al +1,28% fatto registrare dalle aree meridionali. Il gruppo dite-sta procede compatto, con le uniche eccezioni rappresenta-te da Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige dove la crescita dei guadagni ufficiali oscilla fra 1'14% e 1'1,7%, mentre nel ploto-ne di coda l'unica piccola area con dinamiche vivaci è il Moli-se, che con il proprio incremen-to del 2,5% fa segnare la presta-zione migliore d'Italia.

L'eccezione, però, è troppo piccola per fare tendenza, con-trastata com'è dalle frenate fatte registrare dalle Regioni più gran-di. Nelle graduatorie in negativo spicca in particolare il dato delle Isole, colpite da una crisi di pro-duzione (da Termini Imerese al Sulcis) che si fa sentire pesante-mente sui redditi. Neinumeri dif-fusi ieri dal dipartimento delle Fi-nanze, insomma, si incontra il primo riscontro diretto dell'al-larme lanciato martedì dal Cen-sis sul Mezzogiorno «rinsecchi-to», e caratterizzato da redditi medi inferiori a quelli che si in-contrano nella disastrata Grecia.

Morale della favola: dalle Re-gioni del Sud, dove risiede il 27,4% dei contribuenti, arriva solo il 19,6% dell'Irpef versata all'Erario, mentre al Nord il 5o,1% dei contribuenti paga il 56,6% dell'imposta.

Quando dai dati sui redditi si passa a quelli sull'imposta ver-sata occorre fare attenzione, perché le platee naturalmente cambiano grazie al fatto che quando il reddito è basso basta qualche sconto fiscale per azze-rare i debiti con l'Erario. Que-

L'AGG RAM

Sui conti dell'Irpef pesa l'aumento delle addizionali

Gli incassi delle regioni

sono aumentati del 26,9%

e quelli comunali dell'11,2%

I numeri chiave

'guadagni a" N Le regioni settentrionali sono quelle che in media hanno ist

rata la dinamica dei redditi più vivace, con un

Le addizionati regionali Sugli incassi dell'Irpef regionale si fa sentire ['effetto retroattivo imposto all'aliquota di base dalla manovra «Salva-Italia» varata datGoverno Monti a fine 2011, Gli introiti sono aumentati in un anno del 26,9%, arrivando a quota 10,96 miliardi: impennata record in Puglia (+74,4%), che nel2011 aveva applicato aliquote maggiori delle attua

. "0 L'eccezione il record negli incrementi di reddito dichiarato a Livello regionale sì registra però in Molise, l'unica regione del Suda crescere a ritmi 'Lombardi' nei guadagni.A Sicilia e Sardegna (+1%) va invece il record negafvo

aumento del 2,1%fra gii importi dichiarati ne12012 e quetli contenuti nelle

dichiarazioni doWanno precedente

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sto fattore spiega anche una di-namica particolare che emerge incrociando i dati diffusi ieri da Via XX Settembre: mentre i red-diti sono cresciuti in media del 2,1%, l'Irpef statale versata in media da chi la paga scende del-lo 0,4%, passando dai 4.84o eu-ro delle dichiarazioni 2011 ai 4.820 di quelle targate 2012.

Per l'Erario il problema è re-lativo, perché l'innalzamento medio dei redditi dichiarati ha aumentato del 2,26% il numero di contribuenti alla cassa, pas-sati da 30,9 a 31,6 milioni, con il risultato che l'Irpef totale dovu-ta allo Stato si è attestata a quo-ta 152,2 miliardi, con un aumen-to dell'1,87% rispetto all'anno prima. La differente composi-zione delle platee fra i due anni spiega però la lieve flessione del conto procapite, alleggeri-to anche dall'ingresso in cam-po di nuove deduzioni come quella legata alla cedolare sec-ca: la tassa piatta sugli affitti si è tenuta lontana dai target imma-ginati dall'amministrazione quando è stata introdotta, ma i 483mi1a proprietari che l'han-no scelta hanno "sottratto" all'imponibile Irpef complessi-vo 4,2 miliardi di euro.

A far crescere gli incassi pub-blici legati all'Irpef sono poi in-tervenute nel 2011 anche le addi-zionali regionali e locali. Sul pri-mo versante, l'effetto è legato in p articolar modo all'aumento re-troattivo disposto a fine anno dal decreto «Salva-Italia», che ha alzato dello 0,33% l'aliquota di base dell'imposta dei Gover-natori: gli incassi relativi a quell'anno sono quindi volati po-chi spiccioli sotto gli n miliardi di euro, con un balzo del 26,9% rispetto all'anno prima. Su que-sta dinamica generale si sono in-nestate le differenti performan-ce fatte registrare nelle varie Re-gioni: il record va alla Puglia, che nel 2011ha vissuto il proprio pic-co fiscale e ha visto gli incassi au-mentare del 74,4%, mentre il La-zio ha compensato la spinta na-zionale con l'uscita dalle super-aliquote legate alle esigenze di recupero dell'extradeficit sanita-rio (+2,9% la differenza negli in-cassi fra 2010 e 2011). Un po' più contenuta la vivacità dell'addi-zionale comunale, aumentata in un anno dell'n,2% con un picco fra i Comuni lombardi (+47,1%, soprattutto grazie a Roma) e del-la Lombardia (+17,1%).

'@giannitrovati

giann i. trovati@ilsole24ore com

Marco Bellinazzo MILANO

La detassazione per la produttività dimostra un buon andamento anche per l'anno d'imposta 2011. A sot-tolinearlo è lo stesso mini-stero dell'Economia nei dati sulle dichiarazioni 2012. A corredo dei dati forniti ieri sulle dichiarazioni presenta-te lo scorso anno, infatti, il ministero spiega come «ri-spetto al reddito da lavoro dipendente si conferma un buon livello di utilizzo dell'agevolazione per le somme erogate per gli incre-menti di produttività».

Nel 2011i1 reddito assogget-tato a tassazione sostitutiva dell'Irpef con aliquota agevo-lata pari al 10% è stato di cir-ca 9,8 miliardi di euro, con un decremento del 6,4% ri-spetto al 2010.

Hanno usufruito di questa agevolazione (introdotta ori-ginariamente nella seconda metà del 2008 con il Dl 93/2008), circa 5 milioni di la-voratori del settore privato, con un reddito da lavoro di-pendente inferiore ai 40.00o euro annui (ed entro un limi-

te di importo agevolabile pa-ri a 6.000), per un imponibile medio di 1.940 euro. Per il 20111e somme oggetto del bo-nus dovevano essere erogate in attuazione di contratti col-lettivi territoriali o aziendali.

Tenendo conto di queste somme il reddito medio da la-voro dipendente va aumenta-to del 2,3% e raggiunge il valo-

Bonus produttività La quota di salario assoggettata all'aliquota ridotta del10%

re di 20.485 euro. La tassazio-ne sostitutiva è stata utilizza-ta prevalentemente in Lom-bardia (22% del totale), Vene-to (13,8%) ed Emilia-Roma-gna (12,1%). La distribuzione per classi di reddito comples-sivo evidenzia, infine, che la tassazione agevolata ha inte-ressato i soggetti con classi comprese tra 15.00o e 26.00o euro (56% del totale).

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Bonus produtfivftà Calo del 6,4%

La detassazione mantiene il passo

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Gtí effittl, Al debutto

La cedolare convince 480mila contribuenti

Stfività Mester°, L'acconto

Case e investimenti per 40 miliardi

Una delle novità principa-li dell'anno d'imposta 2011 è

stata senza dubbio la cedolare secca, la tassazione sostituti-va applicabile, a scelta del con-tribuente, ai "redditi da fabbri-cati ad uso abitativo dati in lo-cazione". Il valore complessi-vo di questa imposta, come emerge dal focus del ministe-ro dell'Economia diffuso ieri sulle dichiarazioni presentate lo scorso anno, è stato di 875 milioni di euro.

La cedolare secca è stata in-trodotta per sostituire con un'aliquota agevolata - pari al 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti - l'Irpef e le addizionali, l'impo-sta di registro e l'imposta di bollo relative agli affitti (fuori dall'alveo dell'attività di im-presa). Peraltro è stata previ-sta un'aliquota ridotta al 19% per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni situate nei comu-ni con carenze di disponibili-tà e in comuni ad alta tensione abitativa.

I contribuenti che hanno optato per questa tassazione sono stati 483.000 (pari al 2,3% di chi dichiara redditi da fabbricati) per un ammontare

di imponibile pari a 4,2 miliar-di di euro (11% dell'imponibi-le totale da fabbricati). L'im-ponibile medio al 21% è stato di 8.370 euro. A livello territo-riale i valori massimi si sono registrati nella Provincia di Bolzano (10.090 euro) e in Li-guria (9.66o euro) e i minimi in Molise (4.060) e Basilicata (4.590 euro).

In generale, hanno dichia-

Cedolare

, .

mlom secca

Il valore complessivo dell'opzione sugli affitti

rato redditi da fabbricati se-condo la via ordinaria (anche aldilà delle situazioni di loca-zione) 21 milioni di contri-buenti per un ammontare di imponibile pari a 35 miliardi e una media di 1.670 euro. Nel 2012 erano stati 20,5 milioni per un ammontare di imponi-bile di 37,4 miliardi e una me-dia di1.820 euro.

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:::::::: Altre new entry del 2011 so-no state l'Ivie e l'Ivafe. Dai dati delle dichiarazioni 2011 pubbli-cati ieri dal ministero dell'Eco-nomia emerge che il valore dei beni immobili e finanziari dete-nuti da cittadini italiani oltre-confine è di quasi 4o miliardi di euro.

In particolare, l'imposta sul valore degli immobili situati all'estero (Ivie) è stata dichiara-ta da circa 100.00o soggetti che hanno denunciato immobili si-tuati all'estero per un valore di circa 21 miliardi di euro. L'Ivie è dovuta nella misura dello 0,76% in proporzione alla quo-ta di titolarità del diritto di pro-prietà o altro diritto reale e ai mesi dell'anno nei quali si è pro-tratto tale diritto.La legge di sta-bilità per il 2013 ha differito l'en-trata in vigore dell'Ivie al 2012

(in concomitanza con l'entrata in vigore dell'Imu) e quindi, fa notare il ministero dell'Econo-mia nella nota che accompagna i dati diffusi ieri, l'imposta sul valore degli immobili all'estero versata nel 2011 per il 2012 sarà considerata in acconto dell'Ivie dovuta per il 2012.

Sempre a decorrere dal peri-odo d'imposta 2011 è stata intro-dotta l'imposta sulle attività fi-

nanziarie detenute all'estero. L'Ivafe che ha una natura patri-moniale è dovuta in proporzio-ne ai giorni di detenzione e alla quota di possesso, nella misura dell'i per mille per il biennio 2011-2012 e dell'1,5 per mille per gli anni successivi. I soggetti che risultano aver dichiarato at-tività finanziarie detenute all'estero per il 2011 sono stati più di 71.00o per un ammontare

Proprietari all'estero I contribuenti che hanno dichiarato fabbricati oltreconfine

di 18,5 miliardi di euro. La legge di stabilità per il 2013 ha differi-to anche l'Ivafe al 2012, e i versa-menti fatti nel 2012 per il 2011 si considerano in acconto. La de-correnza è stata, infatti, allinea-ta, spiega il ministero, con quel-la degli investimenti finanziari in Italia assoggettati all'impo-sta di b ollo in misura percentua-le solo a partire dal 2012.

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23/03/2013

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pressunE

S°Ierld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

nak;à22'ì 2 detrarkmt Cambiano abitudini e budget

Crollano i servizi familiari con l'eccezione delle badanti Alessandro Galimberti MILANO

La fotografia della destina-zione del reddito - almeno di quellaparte utile a ridurre il pe-so delle imposte - segna già nel 2011 alcuni trend di com-portamento sociale significati-vi, con il filo rosso incombente della crisi.

Se da un lato aumentano in modo sensibile le spese per ad-detti all'assistenza personale (cioé: le badanti, +5,6% rispet-to al 2010) dall'altro crollano le deduzioni dei contributi per servizi domestici e familiari (-4,45 per cento), le erogazioni a favore di istituzioni religiose (-3,5) e le detrazioni a favore delle Onlus (-6,9%). In sostan-za le famiglie sono state co-strette a ridestinare la parte di-sponibile del reddito "no tax" solo verso le necessità indero-gabili (l'assistenza di anziani non più autosufficienti) ta-gliando le opzioni di investi-mento nel "sociale".

In totale la quota «deduzio-ni» vale per il Fisco 30,9 miliar-di di euro (con un balzo del 3% rispetto all'anno precedente) 4/5 dei quali sono rappresenta-ti da oneri deducibili (dai con-

tributi previdenziali e assisten-ziali alla previdenza comple-mentare) la restante parte ori-ginata dalle deduzioni sull'abi-tazione principale.

Più del doppio, rispetto alle deduzioni, vale la partita delle detrazioni al 19% sulle impo-ste dovute - 62 miliardi, con un calo dello o,6% - che peral-tro risente dello stop, nell'an-

MENO LIERALETA

La crisi delle finanze domestiche trascina in basso le erogazioni a enti religiosi e le donazioni a favore delle Onlus

no fiscale 2011, alle detrazioni (2o%) sugli elettrodomestici (frigo, freezer, tv, computer e mobili). Tuttavia qui il grosso del cespite è rappresentato dal-le spese sanitarie (31 miliardi di euro di detrazioni) dagli in-teressi sui mutui (poco meno dii5 miliardi) dalle assicurazio-ni sulla vita (circa 7,5 miliardi).

La lettura dei grafici nella proiezione delle classi di red-dito dimostra una volta di più

che le deduzioni hanno un an-damento costante nelle clas-si più basse (fino a 35mila eu-ro), mentre si impennano quando il reddito sale oltre 35mila euro: gli oneri deduci-bili saltano dalla media di 2.550 euro a circa 2omila euro per la top class (oltre 3oomila euro di reddito).

Al contrario, le detrazioni pesano molto di più per le clas-si di reddito più basse. Il valo-re medio è di 1.790 euro per redditi tra 7.500 e 15mila euro, che scende a 1.110 per le classi da 7omila a nomila euro. Tra l'altro in questa prospettiva rovesciata è molto frequente il "fenomeno dell'incapien-za", cioè il mancato pieno go-dimento delle detrazioni per-chè superiori in valore all'im-posta lorda.

Nel 2011 i contribuenti "vitti-me" di questo effetto sono sta-tiben 8 milioni400mila: per lo-ro è evidente l'evaporazione degli effetti positivi dello "sconto" fiscale, che diventa solo in alcuni casi - detrazione di figli a carico e patologie gra-vi - credito di imposta per gli anni successivi.

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Una partita da 93 miliardi

Altri oneri deducibili

Previdenza complementare

Contributi servizi domestici e familiari

Spese mediche per portatori di handicap

Assegno al coniuge

Erogazioni a favore di istituzioni religiose

1.865.993

913.315

533.095

159.329 :;:;:;:;::

122.715

95.301

ONERI DEDUCIBILI

Contributi previdenziali 12.151.178

ONERI DETRAIBILI AL 19%

Spese sanitarie

Assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni

Interessi mutui

Spese corsi di istruzione

Erogazione a favore delle Onlus

Spese funebri

Spese attività sportive dei ragazzi

Altri oneri detraibili

15.684.283

6.285.923

4.139.371

2.031.551

862.154

434.008

1.577.102

n 1.149.331

Spese locazione per studenti fuori sede

Spese per addetti assistenza personale

Spese intermediazione immobiliare

182.302

113.957

94.589

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18.630

Piemonte

N ,

Liguria

21.000

Toscana

20,100

Sardegna

1.840

Lazio

Trento Reddito medio lordo in euro

Lombardia

L'imposta per area territoriale

Bolzano

Valle d'Aosta

Friuli Venezia Giulia

Veneto

Emilia Romagna

Marche

M310

Campania N <>

Sicilia

15,600

Puglia 15,390

Basilicata 14,980

Calabria

Abruzzo

16.760

Molise

Umbria

23/03/2013

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pressunE

ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

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FN I

I redditi dichiarati e l'imposta netta pagata in media da ogni contribuente per regione a confronto con le dichiarazioni 2011

23/03/20/3

Periodicità: Quotidiano

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Lombardia

Lazio

Valle d'Aosta

Trentino Alto Adige (P.A. Bolzano)

Emilia Romagna

Liguria

Piemonte

Trentino Alto Adige (P.A. Trento)

Friuli Venezia Giulia

Veneto

Toscana

Umbria

Marche

Sardegna

Abruzzo

Campania

Sicilia

Puglia

Molise

Basilicata

Calabria

Nord

Centro

Sud

Fante, alahnra7inna ~Cala 7h uro eli dati dina timantn

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Contribuenti valore in euro

1.220.817

20.428.936

20.428.936

11.596.480

3.366.879

3.254.552

1.080.293

3.583.623

2.585.358

2.966.158

2.751.010

3.136.585

1.219.664

3.813.937

7.131.073

1.149.919

644.760

100.240

945.884

934.305

413.644

221.087

386.182

413.377

ed dit lord o medie

imposta n

acia713-:

20,

21200:

20270,

20,870

21.260

2E18.13:

14.23

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670 60",

diff. %

valore

sul 2011

in euro

22 :

16

4.930

2 8

o

5.890

4.020

4.860

3.900

4.950

5.060

4.670

4.220

3.490

3.500

3.960

3.920

5.480

4.730

3.680

5.790

3.670

-0,6

0,0

0,4

-0,2

-0,2

1,2

-1,5

0,5

-2,9

-2,0

-0,8

-0,3

-0,3

-1,1

0,2

-0,4

3.827 -1,75

4.710

4.710

4.150

5.187

5.011

tta media

diff. % sul 2011

0,3

-1,3

-0,4

-0,7

0,0

0,0

0,2

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