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Ufficio stampa

Rassegna stampavenerdì 30 settembre 2011

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Corriere di Bologna

Il Domani - L'Informazione di Bologna

Il Resto del Carlino Bologna

Il Sole 24 Ore

Italia Oggi

INDICE

Note (fis)armoniche30/09/11 Cultura e turismo 3

«Il nostro voto contro la manovra per difendere i servizi di Anzola»30/09/11 Politica locale 4

QS GRANDE FAMIGLIA VALSA30/09/11 Sport 5

ANZOLA IN FESTA PER LA BEATA VERGINE30/09/11 Cronaca 6

«I semafori salvavita sono ancora spenti»30/09/11 Cronaca, Infrastrutture, viabilità, trasporti 7

La partita è nelle mani degli enti locali30/09/11 Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione 8

Più antimafia negli appalti30/09/11 Pubblica amministrazione 9

In Sicilia il paradiso dei travet30/09/11 Pubblica amministrazione 11

Sicurezza, enti in affanno30/09/11 Pubblica amministrazione 14

Il certificato antimafia, un documento demenziale30/09/11 Pubblica amministrazione 16

Occhio ai costi se il dipendente cambia il part time in tempo pieno30/09/11 Pubblica amministrazione 17

Niente furbizie sul Patto regionale30/09/11 Pubblica amministrazione 18

P.a., finanziate le pari opportunità30/09/11 Pubblica amministrazione 19

Servizi pubblici da rivoluzionare30/09/11 Pubblica amministrazione 20

Censimento ai nastri di partenza30/09/11 Pubblica amministrazione 22

L'incarico dirigenziale a un esterno è l'extrema ratio30/09/11 Pubblica amministrazione 23

Un codice delle leggi antimafia30/09/11 Pubblica amministrazione 24

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press LITE CORRIERE DI BOLOGNA30/09/201 1

La rassegna In chiusura ad Anzola la presentazione dei mantice ideato da Leonard o

-1\ ote (fis)arriionicheAI Aa il festiva]. «Aconleons» degli strumenti ad ancia libera:domani_ augura i rank Marocco al Museo della Musica

Dal genio di Leonardo da Vinci èstata partorita anche l'antesignanadell'odierna fisarmonica, uno stru-mento con mantice a doppia azio-ne, dove il suono viene prodotto dacanne schiacciate di carta o legn osottile, munito di una tastiera verti -cale per la mano destra.

L'inedita scoperta risale a una de-cina d'anni fa e si deve a un artigia-no friulano, Mario Buonoconto ,che, dopo aver scoperto il disegnoleonardeseo in un codice conserva-to nella Biblioteca nazionale di Ma -drid, si è messo all'opera per prova -re a realizzarlo. Il risultato di quasisette anni di lavoro sarà presentatonell'appuntamento finale della set-tima edizione di «Acordeons», il fe -distai delle ance libere dedicato astrumenti come la fisarmonica, i lbandoneon, l'organetto e l'armoni-ca a bocca, declinate nei vari gene-ri, da] jazz ai folk, dal blues al rock .

L'evento finale, il 6 novembre al -le 20,30 presso l'Auditorium dell abiblioteca di Anzokn vedrà il con -certo dell'Accordion Orchestra diPordenone e la presentazione de lpiù antico antenato della fisarmoni -ca, progettato da Leonardo ben 300

anni prima della presunta invenzio-ne ufficiale dello strumento . Anchese il grande scienziato aveva dellamusica un'idea decisamente ancilla -re rispetto alla pittura, come scrive -va egli stesso : «Ma la pittura eccell ee signoreggia la musica perché essanon muore immediate dopo la suacreazione, come fa la sventurat amusica, anzi, resta in essere, e ti sidimostra in vita quel che in fatto èuna sola superficie». Al pezzo pre-giato del finale vanno però aggiun-te le antiche fisarmoniche esposte

da domani presso il Museo dell aMusica di strada Maggiore 34 e of-ferte dal Museo di Castelfidardo, ilpaesino delle Marche che dalla se-conda metà dell'Ottocento esport afisarmoniche in tutto il mondo.

II festival diretto dal musicistaMassimo Tagliata si aprirà invecenel segno dì un mostro sacro com eFrank Marocco, che nel natio filino -is iniziò a prendere lezioni quand oaveva appena sette anni . L'ottan-tenne musicista, padre campano emadre emiliana, sarà in concert odomani alle ore 17,30 StradaMaggiore 34, ingresso libero, insie -me al duo Marea formato dallo stes -

so Tagliata e dal chitarrista AndreaDessi . Per lui, che in carriera hasuonato con i migliori musicist ijazz americani, oltre che con Sina-tra, Quìney Jones, Doris Day, Prin-ce, Madonna e i Pink Floyd in Th eWatt, la popolarità è arrivata anchegrazie al cinema, alla luce delle sue400 produzioni hollywoodiane, daColazione da Tiffany, scritta a quat-tro mani con Henry Mancini, aPulp Fiction di Tarantino, passan-do per i disneyani Ratarouille e L abella e la bestia .

Il resto del programma, disponi -bile su wnv.aeordeons .org, si sno-derà nell'arco di un mese in vari

punti della città, dal Cortile Cafè a lTake Five, dal Praga Caffè all 'Oste -ria Polese, toccando anche Loianoe Cento e proponendo musicist icome Marco Lorusso, il Quintett oPortento, Giuliano Tedeschi e Da-niele Di Bonaventura . Da segnala-re infine l'omaggio pop alla fisar-monica che verrà proposto 7 ot-tobre al cinema teatro Perla daFranz Campi, con la fisarmonicadi Alessandro Zacheo e letture d ipagine di Pasolini, Pasternak, De-ledda, Amado, Gareia Marquez eServite .

Piero Di Domenic oR :,OD .C.E P,SERaTA

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press L.IfE30/09/2011

L'INFORMAZION Edi BOLOGNA

oomam

Lopposìzìone : motivazioni diverse da quelle del Pd

«Il nostro voto contro la manovra1er difendere i ser vizi di scola»L'ordine del giorno contro la manovra lo hanno vo-

tato, ma quelli dell'opposizione di Anzola hanno sceltoin maniera indipendente, non li ha convinti il sindac oRapa ma la difesa de.11'interesse dei cittadini del Co-mune . E le motivazioni che hanno dato in aula, diver-gono da quelle della maggioranza . «Se il sindaco vuol efarsi pubblicità lo faccia senza raccontare balle, perch èera nostro dovere difendere in Consiglio comunale l e

risorse che garanti-scono i servizi so-ciali ai cittadini, adifferenza di R~ Ppae Pd che hann ostrun3enl:aliz,zato iproblemi solo perfini politici», scriveGabriele Gallerani ,capogruppo dell alista civica di oppo-sizione La Nostra

Anzola . «È vero che anche la minoranza ha votato afavore dell'ordine del giorno di protesta, ma non è statobello ascoltare il capogruppo PD dire che le finanz elocali sono malridotte per colpa del_ governo e dimen-ticare - volutamente - gli enormi sprechi causati dalmalgoverno di sindaci e presidenti di province e region iche hanno massacrato i conti pubblici ad ogni livel-lo»

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SQUADRA Di iAA Al centro le tre coppie di fratelli posizionate come una vera formazione in campo In alto in senso orario da sinistra Matteo (classe 1991) e Marco Manzini (1988), Filippo (I 993) e Giacomo Naia (1989) e Matteo ( I 989) e Nicola Simoni (1986) Da questa stagione giocano tutti assieme nella squadra del Valsa di Promozione

press LITE

il Resto del Carlino 30/09/2011 Bologna

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in campo i Manzni, i Naldi e i Simoni .•

Alessandro elard ett Montevegtio

NEL GIRONE B di Promozione c'è una storia che merita di essere esaltata. All'interno della rosa del Val.sa Gold si nasconde un segre-to di famiglia. Tra tutti i giocatori a disposizione di mister Binari-deh ci sono ben tre coppie di fra-telli: i Manzini, i Naldi. e i Simo-ni.. Che il calcio; dilettantistico sia una grande comunità lo si sapeva, ma che potesse tranquillamente intersecare 'affari privati e pubbli-ci' fino a questo punto, in pochi se lo pteva no irnm maginare.

SmkgAam'f. e,:m(mknle. IL mister spesso L confonde I Manzini Lo aiutano con due soprannomi: Manzo e Varenne

Da questa stagione si sono riuniti i due Simoni, l'attaccante Matteo e il portiere Nicola: il primo arri-va dalla Corregese, il secondo dal Sasso Marconi. «Per via della dif-ferenza di età, anche nelle giovani-li non siamo mai riusciti a giocare assieme — rivela l'ex profèssioni-sta classe '84 Matteo, tornato in campo domenica dopo tre mesi d'inattività —. Adesso vogliamo portare il Valsa in Eccellenza as-sieme, Somiglianze? Solo fisiche, siamo due gocce d'acqua, ma per il resto io sono la A e lui la Z. Io sono disordinato, ma solare, lui invece più preciso e serio nei C0111-

poitamenti»,

IL CLUB di Monteveglio da qual-che anno costruisce la propria pri-ma squadra nel segno della conti-nuità e della qualità, come dimo-

stra il buon piazzamento nello . scorso campionato. L'attuale sta :' gione si preannuncia potenziaR mente esplosiva e anche il terzi-': no classe '93 Filippo Naldi, cer-cato in estate da Mezzolara, Ca-stelfranco, Castenaso e Crevalco-re, non lo nasconde: «Sì, sono molto fiducioso: abbiamo le cap.. te in regola per vincere la Pro": : • mozione», F sull'inedito rapporto sport vo con il fratello ex Anzol.a:.: no Giacomo spiega: «SonCir contento di poter &Ore . 1

con lui, ci supportiamo aìL cenda e lui spesso mi c.of'l*, glia bene. Entrambe si:::: persone tendenzialmente:0g gre, ma ci accomuna . ti:it31:: forte determinazione di pi rito. Se qualcosa eintei-00":::: c'impegnamo e vogliamo : rivare fino in fondo».

PER TUTTE e tre le coppie la prima volta in carriera che accade di ritrovarsi nella .,ste4 sa squadra, come spiega il dj fensore classe '88 Marco Marf zini: «E' una bella novità:M0 che se poi tutte le estati part« cipiamo assieme ad aietiM tornei. Mio fratello .Ma00::: in cimpo e più io metto sempre pìi gressività rispetto a: Ogni tanto capita ch len atore ci ccnifbn4 sbagli a chiamard; questo lo aiuti~: :: con i nostri sopiMig nomi. Io sono 'M: renne', quando ero nel .see; tare giovanile ero locissimo e lui seni: plice mente 'Man- . zo'»,

VO9UA D'ECCELLENZA TUTTI IN CORO: «IL NOSTRO OBIETTIVO E CERCARE DI VINCERE IL CAMPIONATO IL POTENZIALE C'E, SIAMO FIDUCIOSI»

LA PM MA 'VOLTA NON ERA MAI CAPITATO A NESSUNO DEI SEI ATLETI DI POTER GIOCARE ASSIEME AL PROPRIO PARENTE

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pressUnE30/09/2011

il Resto det OrlinoBologn a

ANZOLA N FESTA PER LA BEATA VERGIN EANZOLA IN FESTA DOMANI E DOMENICA IN ONORE DELLA BEATAVERGINE IN COINCIDENZA CON LA SAGRA DEL PAESE . SU TUTTIGLI ALTRI EVENTI SPICCA LA PESCA DI BENEFICENZA

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pressUnE30/09/2011

il Resto del OrlinoBologn a

«I semafori salvavitasono ancora spenti»

Anzola, Lista e Udc protestano col sindacoANZOLA —

«PERCHE non funzionano anco-ra i semafori a Ponte Samoggia?» .Lo chiedono polemicamenteMauro Sorbì, consigliere provin-ciale Ude e Gabriele Gallerani ( asinistra nella foto assieme a Sor-bi), consigliere comunale della li -sta civica La nostra Anzola ,«Da circa otto mesi — stigmatiz-zano — sulla via Emilia a PonteSamoggia, fanno bella mostra duesemafori spenti installati alle du eestremità della frazione . I semafo -ri da una decina di anni sono ri-chiesti a gran voce dai cittadini .Come purtroppo accade in quest icasi, furono autorizzati dopo inci-denti mortali e gravi feriti in que-sto incrocio tra la provinciale e lavia Emilia».

SECONDO Sorbi e Gallerani èevidente come questi semafori sia -no fondamentali per i pedoni chedevono attraversare la consolareper raggiungere le abitazioni, gli

esercizi commerciali, o gli ambu-latori . Soprattutto per le personeanziane.

«SEMBRAVA tutto risolto —continuano con il via libera da -to da Anas e dalle due amministra -zioni di Anzola (capofila) e Cre-spellano nel novembre dello scor-so anno . Il progetto era finanzia-to, quindi rimaneva solo l'installa -

zione e l'accordo con Enel».E aggiungono, «A febbraio primanostra interrogazione al Comunedi Crespellano e la risposta su itempi è stata : `A breve' . Poi inmarzo furono istallati i semafori .In maggio, luglio e agosto nostrenuove richieste ai Comuni fin oad arrivare a pochi giorni fa . Abreve' hanno risposto ancora gl iuffici tecnici . Ma quando è A bre -ve'? Siamo davvero stupiti perchéin dieci mesi non sono riusciti afar funzionare due soli semafori» ,

«ABBIAMO già acceso il lampeg -giante da ieri — replica il sindac odi Anzola, Loris Ropa E neiprossimi giorni l'impianto funzio-nerà . Ci sono stati problemi di ca-rattere burocratico rispetto al col-laudo che abbiamo però già supe-rato . Ora rimane solo da stabilirela sincronizzazione delle luci delsemaforo da parte della poliziamunicipale Valsamoggia e Terred'acqua» .

Pier Luigi Trombetta

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121% -

I COSTI DELLE PARTECIPATE

80mia Membri degli organi societari A tanto ammonta, secondo una recente indagine della Uil sui costi della politica, il numero di membri degli organi societari e consulenti delle partecipate. Di questi oltre 24mila sono i componenti dei cda

2,5 miliardi Costi Ammonta a 2,5 miliardi è ilcosto di funzionamento dei Cda di enti e società

RITORNO «ATTUALE» E «POTENZIALE»

ore stimate di mercato

trild Am

Immobili

Partecipazioni

Concessioni

Immobili Partecipazioni Concessioni 20

17 3,0% 0,5%

6,0% 4,0%

6,0% 'rotate amministrazioni pubbliche

press LinE 30/09/2011

Il Sole

Il giudizio degli investitori. IL 67% degli asset è controllato dalle amministrazioni periferiche e 8Omila amministratori delle partecipate cost

«La partita è nelle mani degli enti locali» Laura Serafini ROMA

Un ptuito da cui partire, L'ap-proccio al problema corretto, ov-vero la decisione di censire il pa-trimonio pubblico, mettere nero su bianco la dimensione della sua inefficienza e dei suoi spre-chi e offrirne la fotografia impie-tosa a gestori immobiliari, ban-chieri, manager. La consapevo-lezza dell'urgenza di intervenire molto apprezzata. La decisione di fare ordine e far generare un rendimento agli asset, in partico-lare immobili, concessioni e par-tecipazioni, prima di pensare a vendere condivisa e anzi caldeg-giata da tutti gli operatori. Que-ste le impressioni a caldo dei p ar-tecipanti al seminario sulla valo-rizzazione del patrimonio pubbli-. co. Se però si cerca di entrare nel merito di come mettere in prati-ca tutto questo e dei tempi nei quali realizzarlo, allo stato attua-le il commento fuori dai denti è: buona fortuna. I gestori immobi-liari sono i più possibilisti, per-ché riuscire a cedere unità immo-biliari di maggiore pregio o crea-re veicoli per valorizzare gli altri è in fondo il processo meno com-plicato. I banchieri, invece, non

vedono come possano concretiz-zarsi a breve operazioni o busi-ness per coinvolgere investitori o clienti, soprattutto in tema di partecipazioni.

Gli aspetti della presentazione che hanno colpito gli astanti ri-guardano lo squilibrio nello stato patrimoniale, evidenziato dai tec-nici del ministero dell'Economia,

PLATEA DIVISA

I gestori fiduciosi sulle operazioni immobiliari con le Sgr. Banchieri più dubbiosi sul coinvolgi mento di privati nelle partecipazioni

tra il debito pubblico, pari a 1.900 miliardi di cui il 94% in carico allo Stato e il resto agli enti locali. A fronte del quale ci sono attivi per poco più di i.800 di cui ben il 67% fa capo agli enti locali. Sono loro, è il messaggio del Governo, che de-vono trovare il modo di valoriz-zarle le loro risorse per contribui-re a ridurre l'indebitamento. Tre le macroaree nelle quali foca lizza-re gli sforzi di efficienza, i cui obiettivi sono stati stimati nell'ar-

co di 5 anni considerando gli stan-dard di gestione dei privati: dagli immobili si potrebbero ricavare benefici in termini dimeno costi e maggiore rendimento per 6 mi-liardi; 2,5miliardi potrebbero arri-vare dal mondo delle concessio-ni; 1,5 miliardi dal consolidamen-to delle partecipazioni e dalla ri-duzione dei consiglieri e ammini-stratori delle controllate e parteci-patepubbliche.«Le slide che han-no colpito di più sono le comples-se ragnatele, quasi opere d'arte nell'effetto visivo, delle inntunereT voli partecipazioni degli entiloca-li - commenta un banchiere - per non parlare di 8o mila persone che fanno parte di organi societa-ri sparsi in tutta Italia con costi complessivi per 2,5 miliardi». Se l'idea di conferire immobili in so-cietà di gestione è considerata per-corribile, più complessa, soprat-tutto perché si interseca con l'au-tonomia degli enti locali, l'idea di affidare a società di gestione ad hoc le concessioni (da quelle de-maniali, a quelle infrastrutturali fi-no a gas, acqua ed elettricità). An-cora più complesso il processo che dovrebbe spingere gli enti lo-cali a fondere o chiudere società e tagliare posti nei cda.

«Ho apprezzato molto lo spiri-to dell'incontro e la chiarezza della presentazione - commenta Manfredi Catella, presidente e a.d. di Hines Italia sgr, costola di un gruppo specializzato nell'im-mobiliare che gestisce 3o miliar-di di attività per investitori di tut-to il mondo -. Gli interventi ipo-tizzati sugli immobili propongo-no, inparticolare per i beni stata-li, due strade: la valorizzazione dibeni strumentali, anche dispo-nibili, in grado di garantire già un flusso di reddito. E poi la crea-zione di veicoli per la valorizza-zione di beni, come caserme, sta-zioni e quant'altro, che in pro-spettiva possano essere passibi-li di forme di cessione odi carto-larizzazione. Un terzo stadio ri-guarda l'ipotesi di scorporare gli immobili degli enti locali in so-cietà da affidare a sgr private spe-cializzate, da selezionare attra-verso gare. L'utilizzo di fondi pubblici (come fondi degli enti previdenziali, della C dp o quant'altro) dovrebbe' attivare progetti per la riqualificazione sotto il coordinamento di gesto-ri specializzati». Solo a uno sta-dio successivo potrebbero esse-re cercati investitori privati, so-

prattutto esteri. «Oggi nessun in-vestitore straniero sarebbe di-sponibile a investire in Italia, so-prattutto in immobili di scarsa redditività - aggiunge Catella -ma se lo Stato si fa volano di una riqualificazioni seria, operatori come la nostra sgr hanno la cre-dibilità all'estero per portare ca-pitali in Italia. Abbiamo già atti-vato progetti simili a Milano. Stiamo creando un nuovo fondo che potrebbe essere interessato ai piani di valorizzazione illu-strati al seminario».

Qualche banchiere ipotizza un interesse anche di investitori retail, dunque risparmiatori, in questi fondi immobiliari pubbli-ci: anche con interventi forzosi, come ad esempio una patrimo-niale sui grandi patrimoni per fa-re cassa a fronte della quale lo Sta-to potrebbe offrire ai contribuen-ti facoltosi quote di quei fondi. Un punto fermo, comunque, da ieri è chiaro: oggi non si privatiz-za nulla, non conviene. Ma se si riuscisse davvero a mettere a red-dito questi asset, solo con l'effi-cienza già si potrebbero pagare, nel medio periodo, gli interessi sul debito pubblico.

C RIPPODJZIONER:SERVA-A

L'impatto delle privatizzazioni

Rapporto debito/Pii (in percentuale del Pil)

Debito pubblico senza operazioni di dismissione dal 1992

1992 1993 1194 1995 1996 1997 1998 1999

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-Debito pubblico italiano, serie storica

2000 2001 2002 2003 2004 05

100

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Più Antimafia negli appalti

press LinE 30/09/2011

Il Sole12

RIMOVAM:"~PANM MVPRMIMMIMMT RICYDROM:3NMEMMOR

Lotta at crimine organizzato. Le novità del Codice delle misure amministrative di prevenzione • Più Antim. afia negli appalti

Una banca dati unica nazionale per combattere le infiltrazioni

Alessandro Gatimberti MILANO

ow>1 Una banca dati unica na-zionale per combattere le infil-trazioni mafiose negli appalti con la pubblica amministrazio-ne. È questa l'arma in più che il decreto legislativo 159/2011 (pubblicato sul Supplemento ordinario alla «Gazzetta Uffi-ciale» 266 del 28 settembre) mette in campo in materia di misure di prevenzione perso-nali e patrimoniali, di fatto una

AI RAGGI X Potenziato il ruolo dei prefetti nella redazione di dossier sugli aspiranti partner contrattuali della Pa

delle poche novelle nella ridu-zione a testo unico della nor-mativa antimafia sul versante amministrativo (per il diritto penale servirà invece un'altra legge delega, si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).

La banca dati, che dovrà es-sere calibrata da un serie di regolamenti ministeriali sca-denziati per i prossimi sei me-si, consentirà un monitorag-gio in tempo reale contando tra l'altro sul potenziamento del ruolo, anche informale,

dei prefetti nella redazione di dossier sugli aspiranti part-ner contrattuali della Pa. L'ac-cesso alle informazioni cen-tralizzate sarà consentito al-le stazioni appaltanti (a que-sto proposito viene ricono-sciuto normativamente il ruo-lo della Stazione unica), alle Camere di commercio e agli Ordini professionali, con ga-ranzie di tracciamento di chi interrogherà il terminale.

La profilazione riguarderà i candidati a contrattare con la pubblica amministrazione, ma pure chi intende ricevere contributi o erogazioni pub-bliche, anche comunitarie: ri-spetto al passato si amplia la platea dei soggetti radiografa-bili, includendo i general con-tractor. Tra i soggetti sottopo-sti alla verifica antimafia è sta-to ora inserito il riferimento ai raggruppamenti tempora-nei di imprese, la documenta-zione antimafia dei quali de-ve riferirsi anche alle imprese con sede all'estero, oltre al di-rettore tecnico e ai rappresen-tanti legali delle associazioni. L'informazione antimafia coinvolgerà inoltre i familiari conviventi dei soggetti che la legge sottopone alla verifica.

Resta invece immutata, nel testo unico, la soglia di esen-zione della comunicazione an-timafia, fissata ini5omila euro

del valore economico del-l'operazione da appaltare o dell'erogazione da ricevere (erano 300 milioni di lire nel Dpr 252/1998).

Il nuovo codice antimafia sdoppiai termini di validità del-la comunicazione antimafia ri-spetto alla informazione: men-tre la prima continuerà a vale-re per sei mesi dalla data del ri-lascio (e scatterà automatica-mente dopo la consultazione della banca dati nazionale), la comunicazione - che può ri-guardare anche l'attestazione di tentativi di infiltrazione ma-fiosa nelle imprese - avrà effi-cacia per 12 mesi. La competen-za per la comunicazione anti-mafia resta in carico al prefetto della provincia in cui l'impresa richiedente ha sede, che diven-ta il prefetto dove ha sede il cantiere nei casi in cui l'azien-da è basata all'estero. Non cam-bia, invece, la disciplina dell'aù-tocertificazione per contratti e subcontratti relativi a lavori, servizi o forniture dichiarati ur-genti e i provvedimenti di rin-novo di contratti, o per attività private, sottoposte a regime au-torizzatorio o alla disciplina del silenzio-assenso.

Confermati infine i poteri di accesso ai cantieri del pre-fetto, già introdotti dal Dpr 150/2010.

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Radiografia allargata

Oli LA COMUNICAZIONE La comunicazione antimafia è rilasciata dal prefetto della provincia in cui i soggetti richiedenti hanno sede (se sono Pa o enti pubblici o genera( contractor), oppure, se richiesta da persone fisiche, imprese, associazioni o consorzi, è competenza del prefetto della provincia in cui gli stessi risiedono o hanno sede

021 LA BANCA DATI Prima di rilasciare il via libera antimafia, il prefetto deve consultare la neo-istituita banca dati nazionale. Se l'interrogazione è negativa, la

i i comuncazone antimafia liberatoria è immediata, e dà atto della consultazione al data-base centralizzato. Nel caso invece emergano divieti o cause di decadenza, prima di rilasciare una comunicazione interdittiva il prefetto verifica l'aggiornamento e l'adeguatezza dei dati

031 AUTOCERTIFICAZIONE I contratti e subcontratti relativi a lavori, servizi o forniture dichiarati urgenti, e i provvedimenti di rinnovo

conseguenti a provvedimenti già disposti, sono stipulati, autorizzati o adottati mediante l'acquisizione di relativa dichiarazione, con la quale l'interessato attesta che nei suoi confronti non sussistono cause di divieto, di decadenza o di sospensione

04 I LA SOGLIA ESENTE La "radiografia" antimafia non riguarda i provvedimenti della Pa, gli atti, i contratti e le erogazioni da ente pubblico il cui valore complessivo non superi i 150mila euro, soglia già prevista dal decreto legge 252 del 1998

051 PLATEA AMPIA La platea dei soggetti interessati dai controlli preventivi anti-infiltrazioni mafiose esce allargata dal nuovo testo unico, estendenosì ai familiari conviventi, ai direttori tecnici di cantiere e ai revisori contabili. A livello di composizione societaria, la profilazione interesserà i raggruppamenti temporanei di imprese anche per le imprese con sede all'estero

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Più Antimafia negli appalti

press LinE 30/09/2011

Il Sole12

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press L.IfE30/09/2011

ItaliaOggi

I dati del rapporto Anci-Ife/ 2011. Lazzo, Toscana e Abruzzo i territori con più nuove impres e

In Sicilia il paradiso dei trave tUrk siciliano .su 87 lavora in comune . Crescono le donn e

DI FRANCESCO CERISANO

e decidessero di andarein massa a vedere unapartita di calcio ci sareb -bero pochi stadi in Italia

in grado di ospitarli tutti . Sono i57 .403 dipendenti comunali sici-liani, un esercito di 26 .919 donn ee 30 .485 uomini che rappresenta-no il maggiore contingente regio-nale dopo quello della Lombardiache ne conta 58 .878 . Ma con unasostanziale differenza : nell'isolaè impiegato al comune un sici-liano su 87, in Lombardia un osu 142 . I dati sul personale deimunicipi contenuti nel rapport o2011 sui comuni italiani, curat oda Ifel per Anci e che sarà pre-sentato all'Assemblea annual eche si aprirà mercoledì prossim oa Brindisi, confermano l'attrazio-ne fatale dei siciliani per il postopubblico.

Un appeal che, come eviden-ziato da ItaliaOggi il 24/9/2011 ,gonfia la spesa per il personaleregionale (che nel 2010 ha toc-cato la cifra monstre di 1,7 mi-liardi di euro) e si riflette anchesui conti dei comuni . Quello ch esuccede in Sicilia non ha pariin Italia a eccezione della Vall ed'Aosta dove su 110 mila abi-tanti 1 .274 lavorano in comune .In pratica un valdostano su 86 .In Italia la media è di un dipen-dente comunale ogni 128 abitanti(in totale sono 430.021 in tuttolo Stivale).

Sono soprattutto i comunidelle regioni a statuto speciale(altra costante nella spesa pub-blica di cui qualcuno prima o poidovrà tenere conto) a imbarcareil maggior numero di person enegli organici dei comuni . Oltrealla Sicilia e alla Valle d'Aosta,spiccano il Trentino-Alto Adige(101 abitanti per dipendente) e ilFriuli-Venezia Giulia (111), men-tre la Sardegna fa meglio dellamedia nazionale (134) . Tra le re-gioni a statuto ordinario svettan oinvece la Liguria (106) e la Cala-bria (118), mentre la palma dellaregione con il minor numero didipendenti comunali in rapport oalla popolazione residente va allaPuglia che ne conta uno ogni 202abitanti .

Organici tinti di rosa, m asolo al Nord. A livello nazionalele donne rappresentano più del-la metà dei dipendenti comunali(52,8%) . Ma questa prevalenzafemminile negli organici dei mu-nicipi caratterizza solo il Centro-Nord . Percentuali superiori al60% si registrano in Emilia Ro-magna (69%), la regione con più

donne in comune, in Piemonte(63,9%), in Lombardia (63,3%) enel Lazio (60,7%) . Ma quando siscende sotto Roma tutto cambia.La presenza femminile nei ruol idei comuni va via riducendos ifino a toccare il minimo in Cam-pania, dove le donne sono solo il28,3% del totale .

Dirigenti. Spostando l'analisisulla dislocazione territoriale dei ,3.561 dirigenti comunali tutto siribalta . Alla guida dell 'esercitodei 57.403 dipendenti comuna-li siciliani ci sono solo (si fa perdire) 277 generali, uno ogni 207dipendenti. Niente a che vederecon quanto accade in Liguria ,che ha un dirigente ogni 81 la-voratori, in Piemonte (1 su 84) oin Umbria (1 su 86). Il rapportopiù basso tra manager comunalie dipendenti si registra invecein Calabria (1 su 298) . La medianazionale è di un dirigente ogn i121 dipendenti .

Tra le fila dei manager ledonne non godono della stess arappresentatività. Oltre 2/3 deltotale sono infatti uomini . E soloin Valle d'Aosta le dirigenti sono

numericamente superiori (54,5% )ai colleghi maschi . Seguono icomuni dell ' Emilia-Romagna(43,6%), del Friuli-Venezia Giu-lia e del Piemonte (in entrambi icasi con percentuali che sfioranoil 40%) . La più cospicua presenzamaschile negli organici dirigen-ziali si registra in Molise (88,9%) ,seguita dall'Umbria (78,9%) ,dalla Basilicata (78,6%) e dallaPuglia (77,4%) .

Sono i comuni più piccoli quelliche presentano il minor numerodi dirigenti e quindi il maggiorrapporto rispetto ai dipendenti.Negli enti con meno di 2 milaabitanti vi è un dirigente ogni4.631 dipendenti, valore che sal ea oltre 7 .700 nei municipi tra 2mila e 5 mila abitanti. Da questasoglia demografica in poi, il rap-porto manager-dipendenti tendea decrescere fino a ridursi già apartire dai comuni compresi tra10 mila e 20 mila abitanti dove sitrova in media un dirigente ogni226 residenti.

Natalità delle imprese. Chiin questi giorni di turbolenze fi-nanziarie fosse interessato a tro-

vare miracolose ricette anti-crisidovrebbe rivolgersi ai sindacidel Centro Italia. E, in particolarmodo a quelli di Umbria, Tosca-na, Marche e Lazio. Sono quest ele regioni che possono vantare ilmaggior numero di comuni dovenel 2010 è cresciuto il totaledelle imprese . Con percentualiben al di là della media nazio-nale . La fotografia di un'Itali ain stagnazione emerge evident edal bilancio delle imprese nate e,decedute l'arino scorso. Un contoancora positivo (410.431 nuoveiscrizioni contro 388.781 cessa-zioni) ma con una percentuale dicrescita dello 0,4% . Nel Lazio in -vece le imprese sono aumentatedel 2%, in Umbria dell ' 1,1%, nelleMarche dell'1%. Mentre in Emi-lia Romagna, dove l'incremento èstato quasi nullo (0,1%) oltre lametà dei comuni (50,3%) presen-ta ancora un indice di impren-ditorialità (numero di impres enon agricole ogni 100 residenti)superiore alla media nazionale .Marche, Toscana e Veneto se-guono a ruota . Le sorprese delrapporto Anci-Ifel non finiscono

qui . Dietro al Lazio, che con untasso di natalità delle impresedel 9,2% si aggiudica la palm adella regione con più ferment oimprenditoriale, e alla Toscan a(8,3%) si colloca l'Abruzzo chedivide il terzo gradino del podiocon la Lombardia (8%) . Emble-matico è il caso della provincia deL'Aquila, dove il sisma del 200 9ha determinato un aumento del-le imprese locali collegate alla ri-costruzione post-terremoto . NelMeridione, un elevato numerodi attività imprenditoriali sononate principalmente nei comunidel napoletano, mentre in Pugli ail tasso di natalità assume valo-ri elevati nelle realtà locali dell aprovincia di Foggi a

«Dal rapporto curato da Ifelemerge in modo evidente il col-legamento tra la capacità deicomuni di fare sviluppo e la di-namicità del territorio», osserv ail segretario generale dell'Anci ,Angelo Rughetti . «Più il co-mune è vitale più iL territoriocircostante è vivace dal punto di

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ItaliaOggi

vista socio-economico» . Unaconsiderazione che, secondoRughetti, dovrebbe indurre ilgoverno a ripensare i meccani -smi del patto di stabilità, diffe -renziandolo in base ad indici divirtuosità e anche, perché no ,di vivacità imprenditoriale . «Aicomuni dovrebbe essere lascia -ta autonomia organizzativ anell'esercizio delle proprie fun -zioni, diversificando il Patto inbase alle performance» .

Il reddito imponibile .Nell'anno d'imposta 2009 ilreddito imponibile medio perciascun contribuente residentein un comune italiano è statopari a 22,9 mila curo. I redditimaggiori si registrano nel La-zio e in Lombardia, con unamedia rispettivamente di 25, 8mila e 25,4mila euro . All'oppo -sto, i comuni in cui il redditoimponibile medio è più conte-nuto sono quelli calabresi, lu-cani e pugliesi con un redditomedio inferiore a 20 mila euro .Basiglio, in provincia di Mila -no, con 51 .800 euro pro capitedi reddito si aggiudica ancorauna volta la palma del comu-ne in cui risiedono i «paperoni»d'Italia . Sul podio salgono altridue comuni lombardi: GalliateLombardo, in provincia di Va -rese con 50 .500 euro di redditoa testa e Cusago (Milano) con41 .400 euro. A Basiglio e Gal -liate il reddito medio risult aessere di 15.000 euro più ele-vato rispetto a quello di Mila -no. Una tendenza, questa, con-fermata un po' in tutta Italia .Le uniche eccezioni : Perugia,Ancona, Potenza e Cagliari .

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ItaliaOggi

IL PERSONALE DIPENDENTE DEI COMUNI ITALIANI, PER REGIONE, 2009 •DIPENDENTI COMUNALI

TOTAL EV.A.

POPOLAZIONERESIDENTE

DONN E

V.A.

%

UOMIN I

V.A .

%

Piemonte `17.767 63,9% 10.027 36,1% 27.794 3.548.553Valle d'Aosta 728 57,1% 546 42,9% 1.274 110.215Lombardia 37.281 63,3% 21.597 36,7% 58.878 8.386.958Trentino-Alto Adige 5.336 56,5% 4.109 43,5% 9 .445 952 .357Veneto 15.823 58,4% 11.294 41,6% 27 .118 4.374.379Friuli-Venezia Glulia 6.258 59,8% 4.199 40,2% 10.457 1.160.739Liguria 7.855 55,0% 6.427 45,0% 14.282 1.515.909Emilia Romagna 23.593 69,0% 10.621 31,0% 34.214 4.170.992Toscana 16.220 55,8% 12.822 44,2% 29.042 3.628.596Umbria 3 .255 53,2% 2.869 46,8% 6.124 838.022

Marche 5.579 50,5% 5.471 49,5% 11.049 1.486.136Lazio 25.944 60,7% 16.806 39,3% 42.750 5.319.831Abruzzo 3.458 43,3% 4.532 56,7% 7.990 1.231.474

Molise 753 35,0% 1.397 65,0% 2 .150 303.107Campania 11.108 28,3% 28.192 71,7% 39.299 5.246.582Puglia 7 .552 39,3% 11.647 60,7% 19.198 3.880.303Basilicata 1.644 37,3% 2.764 62,7% 4.408 557.181Calabria 5.036 32,5% 10.451 67,5% 15.487 1,82 7.805Sicilia 26.919 46,9% 30.485 53,1% 57.403 5.007.16ESardegna 5.041 43,2% 6 619 56,8% 11.660 1.557.995

ITALIA 227.148 52,8% 202 .873 47,2% 430.021 55.104.302Foto 10 o /ufo . ;

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N ° ABITANTIPER DIPENDENTE

12886142101161111106122125137

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I dati della prima indagine Ivri-Ispo sulla percezione del rischio nei comuni

Sicurezza, enti in affanno Il 64% dei sindaci chiede più aiuti allo stato

DI GAETANO BELLONI

I l 46% degli amministratori locali non ritiene il terri-torio da loro amministrato perfettamente sicuro. Anche

se poi, a ben vedere, solo il 9% degli intervistati considera che esista un vero e proprio allarme sicurezza.

Se si analizzano poi le aree ur-bane a più alto rischio delle città, al vertice dei luoghi da frequen-tare con maggiore circospezione compaiono aree verdi, zone fre-quentate da ragazzi e bambini (scuole e parchi gioco) e stazioni sia ferroviarie sia dei pullman

I dati emergono dalla prima indagine sulla percezione della sicurezza condotta dal neonato osservatorio Ivri-Ispo ed esegui-ta nel maggio 2011; la ricerca raccoglie la percezione di 118 amministratori locali di comu-ni non capoluogo appartenenti alle province di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Ge-nova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia.

Il sondaggio è solo una parte di un'indagine più completa, «Gli italiani tra senso di sicurezza e percezione del rischio», che ha vi-

sto coinvolti anche commercianti e capofamiglia, e i cui dati ver-ranno aggiornati e divulgati due volte l'anno.

Appare poi abbastanza scon-tato, ín momenti come quello in corso in cui la spesa pubblica deve necessariamente contrarsi, e lo fa anche riducendo il trasfe-rimento di denaro da parte dello stato ai comuni, il grido dall'ar-me che arriva dai primi cittadini: se infatti per questi la sicurez-za è uno dei temi prioritari nel 48% dei casi, i sindaci, per la tu-tela della popolazione, chiedono (64%) un maggior intervento di

organico da parte delle Forze di pubblica sicurezza che oggi sono percepite come inadeguate.

E proprio per questo il 76% degli intervistati denuncia un insufficiente contributo da par-te delle amministrazioni centra-li e regionali. Quale la cura? La quasi totalità dei sindaci (95%) ritiene utile un servizio di vigi-lanza.

In particolare si dice favorevole alla videosorveglianza delle zone più a rischio (85%), la maggiore vigilanza in occasione di eventi speciali (59%) e i144% la vigilan-za sia in piantonamento sia itine-

rante, da eseguire anche con auto e moto. Quest'ultimo punto è av-vertito come fondamentale dagli amministratori pubblici di realtà superiori ai 5 mila abitanti.

Un dato interessante è poi rap-presentato da quello che oggi si sta facendo: quasi un terzo dei comuni ha sperimentato con esiti positivi la collaborazione con aziende di sicurezza private per rafforzare il controllo del ter-ritorio e l'ordine pubblico. Italo Soncini, ad Gruppo Ivri, e promo-tore dell'osservatorio, ha messo in evidenza che «perché questa formula funzioni si deve provve-dere a un approccio sistemico che renda il loro intervento integrato a quello delle forze dell'ordine».

Infine, se i primi cittadini ritengono insicuro il territorio amministrato (nel 46% dei casi), secondo Renato Mannheimer, «la situazione è ancora più preoc-cupante se si prendono in con-siderazione i capo famiglia, che considerano insicura nel 55% dei casi la propria abitazione, men-tre è addirittura allarmante per i negozianti che nel 78% hanno paura quando sono sul posto di lavoro».

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PROMO P.A.

Ai raggi X la valutazione nella p.a. Redazione del manuale della performance, creazione di un nuovo sistema dei controlli in-terni, individuazione degli indi-catori, modalità di finanziamen-to della premialità. Sono molte le problematiche per gli enti locali in merito all'at-tuazione della riforma Brunetta. Uno degli aspetti più critici ri-guarda la possibilità di destina-re risorse al sistema premiante dopo i tagli della manovra 2010. Il dl 98/11 convertito in legge 111/11 individua una possibi-le soluzione, prevedendo che gli enti possono adottare piani triennali di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, le cui le eventuali economie ag-giuntive rispetto a quelle già previste dalla normativa vigen-te possono essere utilizzate, nell'importo massimo del 50%, per la contrattazione integra-tiva e il sistema di premialità. Le problematiche attuative del dlgs 150/09, recentemente mo-dificato dal dlgs 141/11, saran-no esaminate nel corso del se-minario organizzato da Promo P.a. Fondazione a Firenze il 19 e 20 ottobre. Info: 0583-582783; e-mail [email protected].

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press L.IfE30/09/2011

ItaliaOggi

LINTER

Il certificato antimafia; un documento demenzialeDiremo dunque addio ai 100 mila cer-tificati che, ogni volta che si ha a chefare con la pubblica amministrazione ,bisogna «produrre», cioè presentare ,ché a «produrli» nel senso di formarlie di rifornircene sono tantissimi uffic inonché le «Agenzie Certificati», che do-vranno cambiare attività . Almeno unodi questi certificati, però, è «prodotto »nel senso non burocratico del termi-ne, cioè fabbricato, stilato, sottoscrittoecc . da chi deve poi anche «produrlo»nell'altro senso, quello burocratico . S itratta di un certificato ritenuto fino aoggi importantissimo : il certificato an-timafia . Un certificato grottesco, la cu iabolizione, da sola, rende il ministroBrunetta, che l'ha annunciata, beneme -rito della Patria, anche di quella (fanto -matica) del diritto nonché della ragion ee del buon senso «c 'or dalla scienza ( edalle leggi) son banditi affatto» .

Questo certificato antimafia una vol -ta era rilasciato dalle prefetture e con-sisteva e consiste nell'attestazione cheil soggetto «non si trova nella condizio-ne per l ' applicazione delle misure di cu ialla legge 31 maggio 1965 n . 575», cioèle misure di prevenzione (c.d .) antima-fia, personali e patrimoniali .

Senonché, poiché le prefetture no nsapevano a quale santo votarsi pe raccertare quanto si chiedeva loro d iattestare ed erano sopraffatte dall erichieste di tali certificati (necessari ,per esempio, pure per comparire in di -battiti televisivi e ottenere il rimborsospese!!) qualcuno fece la bella pensat adi stabilire che a fare così impegnativ aasseverazione dovesse essere lo stess ointeressato .

Qualcosa come chiedere all'oste se i lvino è buono . O, ad andare proprio per

il sottile, che non sa di aceto . Il tutt oha un sapore vagamente pirandellia-no. Ma pochi sanno (ci permettiamo d idubitare che persino il benemerito mi -nistro Brunetta lo sappia, non sapendo ,quindi, quanto sia benemerito) che cosaesattamente significhi quel «non versa -re nella condizione per l'applicazion edelle misure di cui alla legge 31 maggi o1965 ecc .» .

Questa legge, come recita l 'art . 1, «s iapplica agli indiziati di appartenenz aad associazione di tipo mafioso ecc .» .

Ora, a parte ogni considerazione cir-ca l'applicazione di sanzioni così gravi ,che vanno da limitazioni della liber-tà personale alla confisca dei beni inbase a meri indizi, per ciò che speci-ficamente riguarda questa esilarant eautocertificazione, c 'è da notare ch echi la fa (e l 'ha fatta, cioè migliaia emigliaia di italiani e anche stranieri )deve attestare un fatto che non è nel -le sue possibilità conoscere . Se infatt iuna persona può sapere se è o non èmafioso (fino a un certo punto : Sciasciaaffermava che il vero mafioso non sa diesserlo), se può attestare, affermare ,negare qualcosa che riguarda ciò cheegli è o fa, cosa ben diversa deve dirs iper ciò che riguarda quel che gli altr iritengono e fanno relativamente all asua persona.

«Essere indiziato», infatti dipendenon da chi è o non è tale, ma da ci òche altri ritengono, fanno, considera -no riguardo alla sua persona . Uno puòessere indiziato (cio è«raggiunto» da indizi ,che consentono ad altri -gli inquirenti - di ricolle-gare la sua persona conil fatto e la situazione

considerata) senza neppure sospet-tarlo. Anche un mafioso autentico, delresto, che ben sappia di esserlo, pu òignorare di essere «indiziato», di esseresospettato, di «versare», quindi, «nell acondizione per l ' applicazione delle mi-sure di prevenzione di cui alla leggedel 1965 che, ripetiamo, si applican onon «ai mafiosi», ma agli «indiziati» d iesserlo, in quanto «indiziati» .

La storia del «certificato antimafia »non è certo quella che attinge le piùgravi e pericolose incongruenze dell alegislazione speciale varate per quest a«emergenza» .

Ma, specie in considerazione del gra nnumero di cittadini che hanno avut ooccasione di averci a che fare nonchédel l ' aspetto grottesco e quasi umoristi -co della questione, e del fatto che ess apuò essere affrontata, speriamo, senz aattrarre accuse di voler «abbassare l aguardia» nei confronti della mafia, co nconseguente, pericolo di incriminazio-ne per «concorso esterno», possiam oalmeno considerarla come campo peruna esercitazione del raziocinio in unamateria in cui sembra impossibile far ead esso riferimento .

Auguri, dunque, ministro Brunettae grazie, anche se, magari, non ha so-spettato quanto ragionevole e neces-saria per la dignità del diritto foss equesta sua iniziativa .

Mauro Mellin igià parlamentare

del Partito Radicalee componente del

Consiglio superioredella magistratura

fondatore del pe -riodico online www.giustiziagiusta .info

Supplemento a curadi FRANCESCO CERISAN O

[email protected]

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press L.IfE30/09/2011

ItaliaOggi

Occhio ai costi se il dipendente cambia il part-time in tempo pien o

Un ente locale può accoglie -re la richiesta, presentata daun dipendente, di trasfor-mare il proprio rapporto dilavoro da tempo parziale atempo pieno (contratto dilavoro con il quale lo stessoera stato originariament eassunto) tenuto conto chel'incremento di spesa ch ene deriverebbe si porrebb ein contrasto con i vincoliposti dalla normativa ap-plicabile agli enti di minoridimensioni ex art. 1, comma562 della legge n. 296/2006,nonché con il parametro traspesa di personale e spes ecorrenti, stabilito dall'art.14, comma 9 del dl 78/2010,convertito nella legge n.122/2010?

La disciplina del rapporto dilavoro a tempo parziale è con -tenuta nell'art . 4 del Ceni de l14/9/2000, e in particolare, ne icommi 14 e 15, che regolanorispettivamente il caso del di -pendente già assunto a tempopieno e che successivamenteabbia chiesto la trasformazionedel rapporto a tempo parziale eil caso del dipendente assuntodirettamente a tempo parziale .Nel caso di specie, trova quin-di applicazione il comma .14 ,secondo cui il dipendente h adiritto di tornare a tempo pie -no alla scadenza di un bienniodalla trasformazione, anche insoprannumero, oppure prim adella scadenza del biennio, acondizione che vi sia la dispo-nibilità del posto in organico .La clausola contrattuale, cheriproduce il testo dell'art . 6 ,comma 4, del dl 28/3/1997, n . 79

convertito in legge 28/5/1997, n .140, riconosce, quindi, un vero eproprio diritto soggettivo il cuisoddisfacimento non può esser eautoritativamente differito .

Come sostenuto dalla Cort edei conti, sezione regionale dicontrollo per il Veneto, nelladeliberazione n . 002/2009/Par,«ammettere la comprimibilitàdi tale diritto significherebbeammettere la comprimibilitàdi tutti i diritti sorti in base adisposizioni vincolanti, di font elegale o contrattuale, che inci-dono sulla spesa di personale» .

L'ente locale, sempre secondole indicazioni della stessa Corte,dovrebbe tenere conto, sin dalmomento della stesura del bi-lancio di previsione, della pos-sibilità che venga esercitato «ildiritto del personale in part-ti-me alla ricostituzione del temp opieno alla scadenza del biennioe, conseguentemente, adottar ele necessarie iniziative di con-tenimento di altre componentidella spesa di personale al finedi rispettare i vincoli derivantidalla legislazione finanziaria» .

L'ente locale dovrà, pertan-to, adottare quelle misure, disua esclusiva pertinenza, ch econsentano di rispettare, nelcontempo, gli obblighi di ma-trice contrattuale e le misur edi contenimento della spes apubblica stabilite dalle mano-vre finanziarie .

TURNOVERUn ente locale, soggett o

alle norme del patto di sta-bilità e con un'incidenzadelle spese di personal erispetto alla spesa corren-te pari al 27,98%, può con-teggiare anche le cessazio-ni verificatesi negli ann ipregressi ai fini del calcol odel turnover del settore dipolizia municipale per l eassunzioni da effettuarsi aisensi dell'art. 1, comma 118 ,della legge n. 220/2010?

L'art . 1, comma 118, dellarecente legge 13 dicembr e

2010, n . 220 (legge di stabilità2011), aggiungendo un periodoal comma 7 dell'art. 76 del dl25 giugno 2008, n . 112, con-vertito con modificazioni dal -la legge 6 agosto 2008, n . 133 ,e successivamente modificatodal richiamato dl 78/2010, haprevisto la possibilità, per glienti nei quali l'incidenza del -le spese di personale è pario inferiore al 35% delle spe-se correnti, di effettuare leassunzioni per turnover checonsentano l'esercizio dellefunzioni fondamentali pre-viste dall'art . 21, comma 3 ,lett . b), della legge 5 maggio

2009,_n . 42, in deroga al 20%e comunque nel rispetto degliobiettivi del patto di stabilitàinterno e dei limiti di conteni-mento complessivi delle spesedi personale .

Dalla formulazione dellanorma soprarichiamata, nonappare possibile utilizzar enel calcolo del turnover i postiche si sono resi vacanti neglianni pregressi, dovendosi fareesclusivo riferimento alle ces-sazioni verificatesi nell'ann oprecedente, come espressa-mente indicato dal comma7, dell'art . 76 della legge n .133/2008 .

LE RISPOSTE AI QUESITI

SONO A CUR ADEL DIPARTIMENTO AFFARI

INTERNI E TERRITORIAL I

DEL MINISTERO DELL' INTERNO

Pagina 1 7\icarte diriliìzie i l Patto ma L male.

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press LITE30/09/2011

ItaliaOggi

Le regioni devono coordinare i due meccanismi per evitare comportamenti opportunistici

Niente furbizie sul Patto regionaleAttenzione a chi ha già beneficiato di compensazioni vertical i

DI MATTEO BARBERO

e regioni dovranno pre -stare attenzione nel co -ordinare gli interventi a

—valere sul Patto regionaleorizzontale con quelli relativi alsuo omologo verticale. Altrimen -ti c'è il rischio di comportamen -ti opportunistici da parte deglienti locali .

Entro il 15 settembre provin-ce e comuni potevano richiederealla propria regione un allegge-rimento dell'obiettivo di Pattoper effettuare maggiori paga -menti in conto capitale . A ta lfine le regioni devono peggiora -re il proprio obiettivo, cedendoneuna quota agli enti locali. E il c .d.Patto regionale verticale, cui orasi affianca quello orizzontale. Mala tempistica dei due strumentinon è perfettamente coinciden-te . Ecco che quindi gli enti chehanno già beneficiato del Pattoverticale potrebbero (entro il 1 5ottobre) cedere una quota del

proprio obiettivo alla stanza dicompensazione regionale, otte-nendo, come chiarito nell'artico-lo sopra, un miglioramento delPatto nel prossimo biennio . S eperò la quota ceduta via Patt oorizzontale fosse pari o inferio-re al bonus regionale ottenut ocol Patto verticale si creerebb eun cortocircuito : un ente chespecula su spazi finanziari nonpropri, ma messi a disposizion edalle regioni. E bene, quindi, ch equeste ultime stiano in campanadistinguendo le compensazioniorizzontali (per così dire) «pure»da quelle «impure» .

Dopo il via libera della Confe-renza unificata alle linee guidapredisposte dal Mef, scatta l acorsa contro il tempo per dareapplicazione al c.d . Patto regio-nale orizzontale . Gli enti localihanno tempo fino al 15 ottobreper mettere a disposizione spa-zi finanziari o per richiederne dinuovi alle regioni, che dovran-no operare le opportune com-

pensazioni entro e non oltre iltermine perentorio del 31 otto-bre . Ma questo timing serrato ela complessità del meccanismorischiano di rivelarsi ostacoliinsormontabili .

A differenza degli anni scorsi ,dal 2011 la legge 220/2010 haprevisto che le regioni, nel disci-plinare il Patto orizzontale (manon quello verticale) dovesser oattenersi a linee guida da de -finire con decreto del Mef. Tal eprovvedimento ha avuto unalunga gestazione (già in pri-mavera erano circolate le pri-me bozze) e solo venerdì scorso(come anticipato da ItaliaOggidel 9 settembre) ha avuto l'o kdell'unificata .

Come accennato, esso prevedeche, entro il 15 ottobre, gli ent ilocali comunichino la propriadisponibilità o il proprio fab-bisogno di spazi finanziari alleregioni (oltre che ad Anci e Upiregionali) . Tale comunicazione ,che dovrebbe richiedere un pre-

ventivo passaggio quantomen oin giunta, se non addirittura i nconsiglio, visto l'evidente colle-gamento con il bilancio dell'en-te, è facoltativa . Tuttavia, chiomette di farla e a fine anno re-gistra una differenza fra saldo eobiettivo superiore a una sogliadefinita a livello regionale saràpenalizzato con l'esclusione dalPatto orizzontale nell ' anno suc-cessivo .

Gli enti che, in un determinatoanno, abbiano beneficiato di unamodifica in senso migliorativ odel proprio obiettivo dovrann orestituire i maggiori spazi finan-ziari a essi concessi accettand oil peggioramento degli obiettiviassegnati per il biennio succes-sivo per un importo comples-sivamente pari alla quota lor oattribuita nel primo"anno .

Entro il 31 ottobre (termin eperentorio), le regioni dovran-no ripartire gli spazi finanziar iresisi disponibili, concordando irelativi criteri in sede di Consi -

glio delle autonomie locali o inmancanza con Anci e Upi regio -nali e privilegiando le spese inconto capitale, quelle inderoga-bili e quelle che incidono positi -vamente sul sistema economicodi riferimento . Esse dovranno ,quindi, modificare gli obiettividegli enti interessati dalle com-pensazioni, sia per l'anno in cor-so che per il biennio successivo ,comunicandone la nuova misuraa ciascun comune o provincia, a dAnci e Upi regionali ed al Mef.Per ogni anno, comunque, le va-riazioni migliorative e peggio-rative dovranno compensarsiesattamente, garantendo l'inva-rianza dell 'obiettivo aggregato dicomparto. Si tratta di un mecca-nismo alquanto complesso, ch enon tiene conto della presenzadi enti strutturalmente in diffi-coltà con il Patto e che impon euna programmazione triennaledifficilmente compatibile con lacontinua revisione delle relativ eregole .

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press L.IfE30/09/2011 ItaliaOggi

Il ministero del lavoro stanzia fino a 120 mila euro a intervento . Domande entro il 30/1 1

Ra., finanziate le pari opportunitàFondi per i progetti contro le discriminazioni tra sess i

Scade il 15 novembre il prossimo termineper presentare le richieste di contributo afondo perduto per la realizzazione di inizia-tive che promuovono le pari opportunità .I contributi sono rivolti ai progetti in grad odi assicurare la promozione delle politich ea favore delle pari opportunità di genere edei diritti delle persone e delle pari oppor-tunità per tutti, come ad esempio progett ifinalizzati alla conciliazione della vita la-vorativa con quella familiare oppure pro -getti che promuovono il superamento dell ediscriminazioni razziali .I contributi sono concessi sulla base de l

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

zioni positive verso ilmondo femminile : en-tro il 30 novembre si

=possono richiedere icontributi statali

Fino a 120 mila euro di con-tributo a disposizione per ogniprogetto che promuove la paritàuomo-donna. Sono finanziabi-

tra gli altri, interventi ch eprevedono la realizzazione dipercorsi formativi e assunzioni .Questo è quanto è stato stabilit odal programma Obiettivo 201 1approvato dal ministero del la-voro e delle politiche sociali loscorso 24 giugno, che ha defini -to le azioni che possono esser efinanziate nel 2011 nell'ambit odella legge del 10 aprile 1991 ,n . 125 «Azioni positive-per la re-alizzazione della parità uomo -donna nel lavoro» .

Iniziative finanziabiliIn base al programma Obietti-

vo 2011, i datori di lavoro pubbli -ci possono richiedere contribut iper la realizzazione di percorsiFormativi per far si che le donnepossano ricoprire ruoli dirigen-

ziali e gestionali, per la promo-zione di progetti di rimozionedelle discriminazioni di genereanche attraverso il superamen-to del differenziale retributivotra uomo e donna, nonché perla stabilizzazione dei contratt idi lavoro non a tempo indeter-minato in particolare di giovan ineolaureate e neodiplomate, m aanche per 1' assunzione e la for-mazione professionale di donnedisoccupate, con particolare rife -rimento a quelle di età superiore

e trasferte di e per concluderespese di pubblicazione (con-vegni ed iniziative pubbliche ,prodotti cartacei e video, sup-porti informatici, altre spese) .Non sono finanziabili le spes edi mancata produzione, pe rl'acquisto di macchinari e at-trezzature, spese per borse d istudio e indennità orari, perla ristrutturazione di impiantie fideiussione . Il progetto puòdurare al massimo 24 mesi .L' attuazione del progetto deve

bando promosso dal Dipartimento per l epari opportunità della presidenza del con-siglio dei ministri denominato «Avviso pe rla concessione di contributi per iniziativefinalizzate alla promozione delle politich ea favore delle pari opportunità di genere edei diritti delle persone e delle pari oppor-tunità per tutti» .Le ulteriori scadenze per l'anno 2012 sonoil 15 febbraio, il 15 maggio e il 15 agosto .Ogni progetto, indipendentemente dal su ocosto finale, può beneficiare di un contri-buto massimo di 10 mila euro .

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ai 45 anni .Spese agevolabiliPossono essere finanziate le

spese di personale interno epersonale esterno per attivit àdi progettazione e programma-zione, direzione e coordinamen -to, sviluppo attività, segreteri ae amministrazione, le spese diaffitto locali e spese generali ,attrezzature e materiali di -dattici, cancelleria, stampati emateriali di consumo, nonchéspese di viaggi, soggiorni, vitto

Enti locali, c'è tempo fino al 15 novembr e

avere inizio entro due mesi dalrilascio dell 'autorizzazione el ' avvio deve essere comprovatocon atto di data certa . Tenen-do conto delle risorse a dispo-sizione per l'anno 2011 è statoprevisto un tetto massimo d ifinanziamento a progetto par ia 120 mila euro .

Domande di contribut oLe domande potranno essere

presentate a partire dal 1° otto -bre e fino al 30 novembre 2011 .Da evidenziare che gli enti pub-blici possono presentare la do-manda solo se hanno approvatoil piano triennale di azioni posi-tive, il quale deve essere allega-to alla domanda di contributo . Iprogetti saranno valutati sull abase di una valutazione di me-rito e saranno finanziati solo s eraggiungeranno il punteggi ominimo previsto .

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a cura di

W W W.STUDIORM.EUWORLD@STUDIORM .IT

TEL. 02 22228604

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Agli stati generali del 12 ottobre, la Cisl Fp f(i salire la protesta e chiede tavoli di confronto

Servizi pubblici da rivoluzionare Sostenibilità e soddisfazione dei cittadini sono le parole chiave

DI GIOVANNI FAVERIN*

C ambiare subito, pri-ma che sia troppo tardi. Tagli lineari, interventi non selet-

tivi, dequalificazione della spesa pubblica: la tenuta del sistema è a rischio. E con esso le prospettive di ripresa e la coesione sociale del paese. Sindacato e lavoratori pubbli-ci sono pronti a giocare d'at-tacco sulla spending review, la riorganizzazione dei servizi, il rilancio di un sistema basato su merito e professionalità. Ma non sono disposti a fare da bersaglio e con la Cisl faranno vibrare la protesta.

L'approvazione della mano-vra a colpi di fiducia e i ri-petuti tentativi di introdurre nei testi di legge norme puni-tive e vessatorie sui lavorato-ri dipendenti, e sul pubblico impiego in particolare, hanno mostrato tutta l'incapacità della classe politica rispetto al compito di guidare il Paese con il dovuto senso di respon-sabilità.

Soprattutto in un momento in cui il risanamento, la sta-bilità dei conti e la crescita rappresentano le priorità, diventa fondamentale assi-curare equità e sostenibilità ai provvedimenti economici. È necessario cioè intervenire sui privilegi della politica, sull'evasione e l'elusione fi-scale, su chi possiede redditi più alti e patrimoni più co-spicui.

In altre parole il peso della crisi non può essere scaricato su chi ogni giorno lavora per garantire servizi alle persone, diritti e tenuta sociale. Oc-corre invece una svolta sulla reingegnerizzazione del set-tore pubblico per mettere al centro non l'ennesima serie di misure «contro», ma misu-re «per» i lavoratori pubblici, con le loro competenze, le loro professionalità e la loro voglia di cambiare.

D'altra parte la questione del debito pubblico ci riguar-da tutti. Riguarda anzi il pub-blico impiego in modo partico-lare. Perché la spesa pubblica gonfiata non è che il frutto av-velenato di un'etica pubblica piegata al soddisfacimento di interessi di parte. I lavoratori ne pagano le conseguenze in-sieme ai cittadini, perché vi-vono in prima persona queste distorsioni del senso autenti-co del proprio lavoro.

Allo stesso tempo occorre un vero progetto per rilancia-re la produttività nei settori pubblici. Un progetto che fac-cia leva sulla buona gestione del capitale umano: cioè sulla valorizzazione e la promozio-ne delle competenze, sul be-nessere organizzativo, su un contesto lavorativo premiante e incentivante, sulla parteci-pazione.

Una riflessione che i sinda-cati dei servizi pubblici stan-no portando avanti anche a li-vello europeo: per «fare di più con meno» secondo un approc-cio più equilibrato e fecondo rispetto a quello che punta tutto sui tagli alla cieca. Un approccio cioè che anche in Italia ad una proposta inac-cettabile contrapponga, con la mobilitazione della Cisl, una proposta migliore.

Per questo abbiamo procla-mato lo stato di agitazione di tutti i settori pubblici: per far crescere l'intensità di una

azione forte in sinergia con le altre categorie del pubblico impiego. E far partire dalla prossima assise del 12 otto-bre, a Roma, gli Stati generali di scuola, Università, ricerca, pubblico impiego soccorso pubblico e sicurezza, una ri-sposta dura all'immobilismo delle classi dirigenti centrali e locali.

Finora le proteste e le pressioni della Cisl hanno consentito di evitare i rischi di taglio al salario accesso-rio, di iniziare a costruire un nuovo modello contrattuale,

di salvaguardare i livelli re-tributivi dei lavoratori dalle manovre e dalla dlgs 150, di ottenere un tavolo Aran per disegnare le nuove relazioni industriali, di mettere a pun-to un meccanismo che riporta alla contrattazione le econo-mie di gestione degli enti. E poi a far stralciare norme assurde e inique come quelle sulle tredicesime e sul riscat-to della laurea e del servizio di leva.

Questo però non basta. Ora bisogna andare oltre: serve una strategia complessiva,

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una politica nuova che non distrugga ma ridisegni il set-tore pubblico. Al di là delle manovre, bisogna trasformare i servizi pubblici. Metterli in grado di rispondere alle ragio-ni della sostenibilità economi-ca, alle aspettative dei cittadi-ni, all'affermazione del valore pubblico del lavoro.

Per questo con la mobilita-zione dei lavoratori aprire-mo incontri e tavoli a livello centrale e locale, con i mini-stri come con i governatori, i presidenti di provincia, i sindaci, i direttori degli enti, delle agenzie e delle aziende pubbliche. Facendo leva su quelle misure straordinarie inserite in manovra che pre-vedono una revisione struttu-rale delle amministrazioni in tutta la loro estensione: con nuovi modelli di gestione, razionalizzazione degli uffici periferici, accorpamento di enti, consorzi per l'erogazione in forma associata dei servizi. E con meno dirigenti e meno spoils system.

Noi vogliamo far parte dei tavoli con chi governa oggi e chi governerà dopo, per av-viare in ogni ente il confron-to sui piani di riqualificazione e razionalizzazione, previsti dal dl 98/2011. Laddove rior-ganizzare significa recupera-

re risorse, cioè togliere soldi agli sprechi e metterli nella professionalità dei lavoratori e nella qualità dei servizi al cittadino. Ma anche far nasce-re, attraverso nuove relazio-ni sindacali, progetti che non facciano più conto sul deficit spending ma si concentrino su funzioni, «prodotti» (cioè servizi) e processi produttivi nuovi.

Insieme alla Cisl, agli stati generali porteremo un proget-to concreto: sull'assetto istitu-zionale (meno livelli ammini-strativi), sulla rete territoriale (case uniche del welfare e dei ministeri in ogni territorio), sulla valorizzazione professio-nale (più riconoscimento sa-lariale, contrattuale e sociale del lavoro).

Dagli stati generali man-deremo un segnale forte alla politica: per rilanciare la contrattazione decentrata e la partecipazione dei lavora-tori. Una mobilitazione che da Roma proseguirà ai livelli re-gionali, territoriali e azienda-li. Ente per ente, territorio per territorio. Da dove partirà la nostra battaglia contro tutto ciò che ostacola il cambiamen-to, e per dare più dignità e più valore a chi lavora al servizio dei cittadini e del paese.

*segretario generale Cisl Fp

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La data di ri cimento è il 9 ottobre. Sanzioni fino a 2.065 euro per la mancata compilazione

Censimento ai nastri di partenza Invio via web o consegna nei punti di raccolta o alle Poste

DI ROMANO MINARDI

per la prima volta nella lunga storia dei censi-menti, che da sempre costituiscono uno stru-

mento insostituibile per contare persone o cose, il 15° censimento della popolazione dimorante sta-bilmente in Italia è stato deciso a livello europeo e previsto in tutti gli stati europei. Casualmente, ma non tanto, visto che ha ca-denza decennale e che il primo Censimento unitario si è tenuto nel 1861, il 15° coincide anche con il 150° anniversario dell'Uni-tà d'Italia. La data di riferimen-to per la rilevazione statistica è stata stabilita per la mezzanotte fra 1'8 e 9 ottobre 2011; è quella la data alla quale occorre fare riferimento per la compilazione del questionario relativo al 15° Censimento della papolazione e delle abitazioni. Il questionario è già in distribuzione da parte delle Poste e molte sono le fami-glie che lo hanno già ricevuto; questo sta creando i primi ine-vitabili problemi, dato che di-versi questionari sono stati già compilati e restituiti ai comuni, mentre occorre attendere la data

del 9 ottobre, prima di compila-re il questionario e, soprattutto, prima di restituirlo ai centri di raccolta. Molte sono le novità che caratterizzano questo Censimen-to. Oltre alla nuova modalità di consegna dei questionari tramite il servizio postale, la vera inno-vazione consiste nella possibilità di compilazione del questionario direttamente via web. È la solu-zione di gran lunga preferita dall'Istat e dai comuni; l'unica che consente di risparmiare soldi pubblici, semplificando radical-mente la complessa procedura di raccolta dei dati. La criticità di questa soluzione è legata esclu-sivamente alla scarsa cultura informatica del nostro paese. La sperimentazione del sistema ha dato risultati che qualcuno ha letto positivamente, ma che, a mio parere, è addirittura scon-fortante: appena il 9%, circa, del-le famiglie ha compilato il que-stionario tramite web, a fronte di percentuali molto superiori realizzate da altri paesi europei. Ovvio, quindi, che si dedichi un impegno notevole nel tentativo di aumentare la percentuale re-gistrata a livello sperimentale.

L'Istat ha messo in campo

un'intensa campagna promo-zionale mirata in primo luogo a tranquillizzare la popolazione circa le finalità esclusivamente statistiche del Censimento che garantisce il rispetto dell'anoni-mato dei dati raccolti e la privacy delle persone; in secondo luogo, con la necessaria collaborazione degli Uffici provinciali di Cen-simento, istituiti presso le pre-fetture, e degli Uffici comunali, sta sollecitando azioni dirette ad incentivare la compilazione on line, mediante il coinvolgi-mento delle scuole, dei patrona-ti sindacali, delle associazioni di categoria e delle stesse aziende pubbliche e private. In partico-lare, l'Istat, il ministero dell'in-terno e della funzione pubblica sono intervenuti ufficialmente, con apposita circolare, proponen-do a tutte le pubbliche ammini-strazioni di ~sentire al proprio personale la compilazione per via informatica del questionario 'anche durante l'orario di lavo-ro. Una sollecitazione forte che dimostra quanto sia ritenuto importante l'utilizzo della mo-dalità di compilazione via web. Naturalmente, per chi non sia in grado o non voglia utilizzare

la modalità di compilazione via web, esistono altre due possibi-lità di consegna del questionario compilato in modalità tradizio-nale cartacea: la consegna ai punti di raccolta appositamente istituiti dai comuni e presidiati da funzionari in grado di forni-re informazioni e chiarimenti; la consegna, in busta chiusa, agli uffici postali. Quest'ultima mo-dalità è fortemente osteggiata e sconsigliata dalla maggior parte dei comuni, soprattutto quelli di minori dimensioni, in quanto ri-sulterà la più dispendiosa, oltre a non garantire il cittadino dalla possibilità di ricevere una visita da parte del rilevatore comunale, in caso di compilazione errata o incompleta del questionario.

Va detto che non tutte'le fami-glie riceveranno il questionario tramite servizio postale; le fa-miglie che hanno cambiato resi-denza fra il 1° gennaio e il 9 ot-tobre 2011, così come le persone senza fissa dimora, riceveranno la tradizionale visita di un rile-vatore inviato dal comune, mu-nito di cartellino identificativo, che consegnerà il questionario e provvederà al successivo ritiro, qualora lo stesso non sia stato

consegnato direttamente dall'in-teressato al punto di ritiro comu-nale. È presumibile che qualche cittadino non intenda compilare il questionario e opponga un ri-fiuto anche al rilevatore inviato appositamente al fine di recupe-rare i questionari non restituiti. Occorre precisare che sussiste l'obbligo di risposta e la sanzione per la violazione di tale obbligo, disciplinata dagli articoli 7 e 11 del dlgs n. 322/89 e successive modificazioni, è piuttosto pesan-te: va da una misura minima di euro 206 ad una misura massi-ma di ~m 2.065. Riproduzione riservata

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press L.IfE30/09/2011

ItaliaOggir:iLÌi

L'incarico dirigenziale a un esterno è l'extrema ratioL'amministrazione deve prima sondare la disponibilità di professionalità al suo Intern o

Per poter legittimamente affi-dare all'esterno un incaric odirigenziale, l'Amministrazio-ne deve, con procedure impar-

ziali e trasparenti, prima scrutinar ele professionalità interne disponibil ie, solo all'esito di tale ricognizione ,procedere all'emanazione di un band odi ricerca di professionalità estern ecui conferire l'incarico dirigenziale d equo . La sentenza della Sez . I ter de lTar del Lazio n . 7481 del 21/9/2011 haannullato nove procedure di nominadi altrettanti dirigenti apicali esternieffettuate dalla Regione Lazio, preter-mettendo i dirigenti di ruolo . Avvers otali provvedimenti erano insorte l aDirer e la Cida, i sindacati maggior-mente rappresentativi della dirigen-za pubblica regionale . La peculiaritàdella sentenza sta nella circostanzache la stessa afferma la diretta appli-cabilità dei principi generali dell'ordi-namento (ed, in particolare, di quell idi cui all'art . 97 della Costituzione :trasparenza, imparzialità, buon an-damento) al procedimento con il qual el'Amministrazione decide di rivolgers iall'esterno per conferire un incaric odirigenziale, piuttosto che utilizza -re risorse interne . Ulteriore motiv odi interesse della sentenza sta nellacircostanza che tale procedimento èritenuto espressione del potere di or-ganizzazione degli uffici che postulauna motivata scelta amministrativa,

di tipo autoritativo, soggetta al sin-dacato del G.A . che può vagliarne l alegittimità sotto il profilo della vio-lazione di legge, dell'incompetenza edell'eccesso di potere . E chiaro, poi ,che avere, correttamente, riportato l afase iniziale del procedimento di con-ferimento di incarichi dirigenziali, asoggetti esterni alla p .a ., nell'alve odei procedimenti amministrativi, hareso possibile (e necessario) valutar ela motivazione dei relativi provvedi-menti anche in relazione all'obbligo dirispettare i principi generali dell'eser-cizio del potere amministrativo, do-vendosi ritenere illegittima nel nostr oordinamento, per l'assenza del carat-tere politico degli incarichi conferendi ,ogni forma di attribuzione di incaric osu base solamente fiduciaria . La sen-tenza n . 7481 chiarisce una volta pertutte quali vincoli guidano in mod oinviolabile le amministrazioni, quan-do si determinino a conferire incarichidirigenziali a soggetti esterni :

a) una concreta motivazione, ch eespliciti l'assenza effettiva di profes-sionalità interne, alla luce di una seri aed adeguata ricognizione del ruolo;

b) una procedura trasparente, co nadeguata pubblicità, per consentire i nprimo luogo ai dirigenti di ruolo dicandidarsi alla copertura degli incari-chi da affidare, al fine di valorizzare le

professionalità esistenti, garantendol'autonomia della dirigenza ;

c) una altrettanto seria valutazio-ne del possesso di una professionali-tà assolutamente specifica in capo a lsoggetto esterno chiamato a svolgerel'incarico dirigenziale, come preve-de l'articolo 19, comma 6, del dlgs n .165/2001 ;

d) l'esigenza di garantire il conteni-mento della spesa, attraverso il priori -tario impiego delle risorse interne .

È in quest'ottica che la sentenz an . 7481/2011 si rivela innovativa inquanto traccia il solco per riportare l aprassi dei conferimenti di incarico di -rigenziale a personale esterno in un alogica meritocratica e rigorosament eeccezionale, con l'applicazione di stru-menti (principi generali dell'ordina-mento e obbligo di adeguata motiva-zione) che, in vero, sembravano quas i«superati», non solo nel concreto ope-rato delle Pubbliche amministrazion i(che spesso li considerano addiritturatamquam non esset), ma, talvolta, an -che nelle stesse argomentazioni degl iorgani di giustizia aditi.

La sentenza ha suscitato un scal-pore anche perché il presidente dell aRegione Lazio Renata Polverini l'h adefinita, in un'affollata conferenz astampa che ha avuto un grande risal-

to sui media, «una decisione politica» .Eppure, come già rilevato negli inter-venti di alcuni esperti della materia ,la decisione del Tar del Lazio ha unpercorso argomentativo ineccepibile ,limitandosi ad affermare principi dirango costituzionale e cogliendo l'ille-gittimità degli atti impugnati propri onella violazione di tali principi . L areazione della governatrice del Lazi osembra piuttosto dimostrare che l apolitica consideri la materia del con -ferimento degli incarichi dirigenzialinella p .a . attività di carattere mera -mente fiduciario e, come tale, scevra d aqualsiasi sindacato giurisdizionale. I lTar del Lazio, invece, ha correttamen -te rilevato che la scelta di rivolgers iall'esterno è attività amministrativain senso stretto e che, conseguente -mente, il relativo procedimento dev esoggiacere ai principi di cui all'art . 9 7della Costituzione e alle norme dell alegge n . 241/1990 . D'altronde l'impos -sibilità di ridurre il conferimento diincarichi dirigenziali ad una scelt aesclusivamente fiduciaria deriva dal -la insuperabile considerazione ch eil dirigente pubblico, a differenza d iquello privato, gestisce gli interess ie i soldi della collettività e, pertanto ,deve essere selezionato su base rigo-rosamente meritocratica .

Stefano Biasioli,Domenico Tomassetti

viprod , ne riservata —i l

Pagina 44n codice delle leaal anfioiafi

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Cn codice delle leggi antimafia

In Gazzetta. Ufficiale il decreto 159/2011 che attua il Piano straordinario. Via dal 13 ottobre

Un codice delle leggi antimafia Banca dati, recesso dal contratto, informazioni per 12 mesi

LE NOVITÀ ,,tiMMMMtitg

DI ANDREA MASCOLINI

I stituzione della banca dati unica della documentazione antimafia, pubblicità per il procedimento in cui si ap-

plicano misure di prevenzione, ampliamento delle fattispecie da cui il prefetto desume il tentativo di infiltrazione mafiosa, obbligo di recesso dal contratto in caso di verifica antimafia interdittiva, raddoppio della validità dell'in-formazione antimafia che passa da 6 a 12 mesi. Sono questi al-cuni dei principali contenuti del corposo Codice delle leggi anti-mafia, delle misure di preven-zione e delle nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia (il decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, pubbli-cato sul supplemento ordinario n.214 alla Gazzetta Ufficiale n. 226 del 28 settembre 2011) che entrerà in vigore il 13 ottobre. Il decreto legislativo attua le dele-ghe previste dagli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136 (il c.d. Piano straordinario contro le mafie che ha dato vita anche alla normativa sulla tracciabi-lità dei flussi finanziari) e sarà seguito, anche su sollecitazione delle commissioni parlamentari che hanno esaminato il testo a luglio, da una nuova iniziativa governativa legislativa che co-

prirà l'intero spettro della disci-plina sostanziale e processuale in materia di criminalità orga-nizzata (intercettazioni «giudi-ziarie», collaboratori e testimoni di giustizia, regime carcerario previsto dall'art. 41-bis, colloqui investigativi speciali, attività di cooperazione giudiziaria). Ve-nendo al Codice, per quel che ri-guarda le misure di prevenzione, si prevedono alcune importanti novità. In primo luogo la facoltà di richiedere che il procedimen-to per l'applicazione delle misure di prevenzione sia celebrato in udienza pubblica. Viene poi sta-

bilito un limite di durata anche per il procedimento di secondo grado, prevedendo la perdita di efficacia del sequestro ove non venga disposta la confisca nel termine di un anno e sei mesi dalla immissione in possesso da parte dell'amministratore giudi-ziario (in caso di impugnazione della decisione, entro un anno e sei mesi dal deposito del ricorso), con possibilità di proroga dei ter-mini per non più di due volte in caso di indagini particolarmen-te complesse. Viene introdotta la revocazione della decisione definitiva sulla confisca di pre-

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Pubblicità per il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione Ampliamento delle fattispecie da cui il prefetto desume il tentativo di infiltrazione mafiosa

Obbligo di recesso dal contratto in caso di verifica antimafia interdittiva Maggiore tutele agli enti assegnatari dei beni confiscati Istituzione di una banca dati unica della documen-tazione antimafia Più poteri ai prefetti nell'accesso ai cantieri

Raddoppio della validità dell'informazione antima-fia che passa da 6 a 12 mesi

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codice delle leggi antimafia

venzione, volta a consentire agli enti assegnatari dei beni confi-scati di gestirli senza timore di doverli restituire. A seguito del definitivo decreto di confisca, la revoca sarà possibile solo in casi eccezionali (difetto originario dei presupposti, falsità delle prove); in tal caso, salvo che per i beni di particolare pregio storico-ar-tistico, verrà restituita solo una somma di denaro equivalente al valore del bene. Viene poi dettata la disciplina dei rapporti tra la confisca di prevenzione e il se-questro penale e quella dei rap-porti dei terzi con la procedura di prevenzione, a garanzia della buona fede dei terzi. In materia di certificazione antimafia, il co-dice semplifica ed omogeneizza una normativa resa particolar-mente complessa dalla stratifica-zione delle norme nel tempo. In particolare, per quel che riguar-da la documentazione antimafia, essa non è richiesta per contratti di importo inferiore a 150 mila euro, così come prevede il dpr 252 del 1998; la comunicazione antimafia sarà utilizzabile per sei mesi dalla data del rilascio, anche per altri procedimenti; l'informazione antimafia sarà utilizzabile per un periodo di do-dici mesi dalla data del rilascio, qualora non siano intervenuti mutamenti nell'assetto societario

e gestionale dell'impresa oggetto dell'informazione. Infine il codice istituisce la banca dati naziona-le unica della documentazione antimafia, presso il ministero dell'interno, consultabile dalle stazioni appaltanti, dalle came-re di commercio e dagli ordini professionali, che semplificherà l'attuale sistema delle procedure di rilascio della documentazione, con l'effetto di un monitoraggio costante delle imprese. Il codi-ce disciplina anche i poteri di accesso e di accertamento che fanno capo ai prefetti, stabilen-do che possano essere esercitati nei cantieri delle imprese inte-ressate all'esecuzione di lavori pubblici. Per tali accessi il pre-fetto si dovrà avvalere dei gruppi interforze che effettueranno le indagini nei confronti di tutti i soggetti che intervengono a qua-lunque titolo nel ciclo di realizza-zione dell'opera, anche con noli e forniture di beni e prestazioni di servizi, ivi compresi quelli di na-tura intellettuale, qualunque sia l'importo dei relativi contratti o dei subcontratti. °Riproduzione riservata

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