RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

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AVENTINO

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AGENZIE

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Scoperta in un condominio, Piero Angela e Lanciano raccontano (ANSA) - ROMA, 06 OTT - Dal muro fortificato scavato nel costone di tufo e poi al basamento di una torre del VI secolo avanti Cristo, fino ai mosaici incredibilmente raffinati, alcuni unici nei loro disegni di una agiata domus del II secolo d.C. E' la scoperta - di grande importanza per gli studi - che è stata fatta nel 2015 a Roma durante i lavori di ristrutturazione di un grande complesso all'Aventino, di proprietà di Bnp-Paribas Real Estate e che ora viene offerta al pubblico grazie ad un progetto condiviso tra la Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp Paribas grazie all'allestimento di una vera e propria area archeologica arricchita dagli effetti multimediali e dalla ricostruzione di Piero Angela e Paco Lanciano. "Non è un museo, è una scatola archeologica" sottolinea la soprintendente Daniela Porro. Di fatto un viaggio nel tempo che grazie all'animazione di muri, mosaici, reperti, alle luci e alla narrazione sapiente di Angela, riporta indietro di 2300 anni. "Questa è l'archeologia delle persone - spiega all'ANSA Piero Angela - quella che fa rivivere le cose di tutti i giorni, dagli oggetti di uso comune alle scelte stilistiche per la decorazione degli interni. Un esempio unico e virtuoso di collaborazione tra il pubblico e il privato, ora mi auguro che altri lo seguano". L'idea, spiegano da Bnp Paribas Real Estate, è stata quella di trasformare l'imprevisto dei ritrovamenti archeologici "in una opportunità". Da qui la decisione di investire nel progetto della Soprintendenza, con circa 3 milioni di euro di costi diretti, "uno sforzo enorme, con un ritorno di valore e di immagine", "Una sfida che abbiamo vinto tutti quanti riuscendo a coniugare gli interessi imprenditoriali con il desiderio di restituire al mondo uno scrigno nascosto, testimone millenario del nostro passato", sottolinea l'amministrastore delegato Piero Cocco Ordini, che come la soprintendente Porro e lo stesso Piero Angela parla di "un caso esemplare di virtuosismo tra pubblico e privato". Dirette dall'archeologo della Soprintendenza Roberto Narducci ed eseguite dalla Land, le indagini che hanno portato ai ritrovamenti hanno origine nel consolidamento antisismico iniziato nel 2014 quando BNP Paribas Real Estate, che aveva acquistato l'immobile da BNL, ne avviò la trasformazione da centro direzionale a condominio di lusso per 180 appartamenti alle pendici dell'Aventino. Sugli scavi sono ora in pubblicazione due volumi. Erano vent'anni che nella capitale non si apriva al pubblico una nuova area archeologica. L'ultima volta, ricorda Narducci, è stato quando si è aperto il Mitreo di Santa Prisca. Le visite guidate, su prenotazione, cominceranno da novembre. Nella fase iniziale per due volte al mese.

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A due passi dall'Aventino nasce una 'scatola archeologica' tra mosaici e tecnologia Roma, 6 ott. (Adnkronos) - Una domus di età imperiale in un condominio a due passi dal centro di Roma. All'Aventino prende vita una nuova area archeologica, collocata in un complesso residenziale di 165 appartamenti. Il tutto nasce dal recupero architettonico di un complesso di tre edifici vicino al colle Aventino, in piazza Albania. Il progetto della Soprintendenza Speciale di Roma con Bnp Paribas Real Estate unisce archeologia e tecnologia, in un lavoro di riqualificazione e di collaborazione tra pubblico e privato, suggellato dal racconto di Piero Angela. Il conduttore televisivo ha prestato la propria voce per narrare la storia del sito archeologico, mostrato al pubblico grazie a un sistema particolare. Basta scendere pochi metri sotto il piano terra del condominio per immergersi in quella che era la domus romana all'epoca. Grazie al 'video mapping', sistema di proiezioni e luci, è possibile vedere come fosse fatta la domus, dalla cucina al soggiorno per la matrona e per il marito, fino agli ornamenti delle mura. Non solo, in alcuni momenti della visita emergono dettagli come anfore, coltelli e utensili dell'antica Roma. I futuri visitatori dovranno avere pazienza, visto che la domussarà visitabile a partire da novembre. (segue) (Stg/Adnkronos) (- "Le pietre - spiega Angela - non possono parlare. Hanno bisogno di qualcuno che dia voce alla loro storia, altrimenti resterebbero mute per sempre. Sopra quest'area archeologica camminava gente con la propria vita, le proprie emozioni e i propri racconti. In questo senso è stato fatto un grande lavoro narrativo, tecnologico e di riqualificazione". Il lavoro narrativo è stato svolto insieme al fisico Paco Lanciano, che ha definito l'area archeologica "un caso in cui la tecnologia è a servizio dell'autentico". Nel 2014 Bnp Paribas Real Estate acquistò da Bnl un immobile per la realizzazione di un complesso di 18mila metri quadrati alle pendici dell'Aventino. Da lì il ritrovamento dell'area archeologica e la decisione di realizzare insieme alla Soprintendenza un progetto che coniugasse storia e tecnologia. Per Piero Cocco-Ordini, amministratore delegato di Bnp Paribas in Italia, questa è stata "una sfida che abbiamo vinto tutti quanti, riuscendo a coniugare gli interessi imprenditoriali con il desiderio di restituire al mondo uno scrigno nascosto, testimone millenario del nostro passato". Nei piani di Anselmo De Titta, direttore Generale di Bnp Paribas, "c'è la possibilità di futuri investimenti per coniugare archeologia e tecnologia. Se la città di Roma avrà delle opportunità interessanti noi certamente ci saremo". Sul punto Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma, ha definito "fruttuosa la collaborazione con Bnb Paribas Real Estate, che ha sposato l'iniziativa finanziando l'intera operazione".

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AnsaCultura

- Di Silvia Lambertucci

- ROMA

06 ottobre 2020 - 17:48

- NEWS

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(ANSA) - ROMA, 06 OTT -"Dove le pietre parlano,basta dare loro la voce", dice Piero Angela, lamascherina chirurgica abbassata sul mento solo per i pochiistanti dell'intervista video. Ed è proprio sua la voce cheanima a Roma, giusto alle pendici dell'Aventino, unascoperta archeologica casuale, che il felice incontro dipubblico e privato - la Bnp Paribas Real Estate e laSoprintendenza Archeologica Speciale di Roma- hatrasformato in un museo, o meglio una "Scatolaarcheologica", come la definisce la soprintendenteDaniela Porro.

Di fatto un grande ambiente sotterraneo - ricavato negli

Con Piero Angela sull'Aventino di 2 milaanni fa

Roma inaugura la Scatola Archeologica, museo nel condominio

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La ricostruzione di una delle camere da letto (cubicola) delladomus romana. Il pavimento a mosaico riporta un disegno a ottorovesciato simbolo dell'infinito. E' l'unico esempio a Roma -RIPRODUZIONE RISERVATA

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spazi che avrebbero dovuto ospitare i box di un condominioprivato- dove i risultati dello scavo raccontano dieci secolidi storia, dai primi terrazzamenti dell'VIII secolo avantiCristo plasmati a forza nel tufo delle rupi di cui alloraera circondato il colle, fino al basamento di una torredifensiva del VI secolo a.C. al quale in epoche successivesi è aggiunta una grande domus romana con tutti icambiamenti di stile e decori dovuti al passare degli anni eai diversi proprietari.

Un unicum già di per sé, con tanti elementi preziosi pergli studi, come il disegno di uno dei pavimenti a mosaicoche richiama il simbolo dell'infinito e che a Roma, comesottolinea l'archeologo responsabile Roberto Narducci,non si era mai ritrovato. E in qualche modo un progettopilota, visto che la proprietà di quest'area, al momento dellaBnp Paribas Real Estate che ci ha investito 3 milioni dieuro, passerà nelle mani di un grande condominio chediventerà di fatto il gestore di questo sito, obbligato da unaconvenzione a manutenerlo e ad aprirlo al pubblico almenodue volte al mese."Una sfida che abbiamo vinto tuttiquanti", sorride soddisfatto l'ad Piero Cocco Ordini.

A fare la differenza però è l'animazione sapiente e nellostesso tempo non urlata, che Piero Angela e PacoLanciano hanno messo a punto lavorando per cinqueanni fianco a fianco (la scoperta è del 2015) con gliarcheologi e gli storici del team. Un percorso punteggiatodi luci, di suoni e di immagini proiettate che si intersecanocon la narrazione prendendo per mano il visitatore peraccompagnarlo in un viaggio a ritroso nel tempo,coinvolgente ma rigoroso, fedele alla ricerca storica."Siamo stati attenti a lasciare protagonisti i reperti, ad usarela tecnologia in modo soft, semplicemente per raccontaremeglio questo luogo, far capire cos'era", puntualizzaLanciano.

Ecco allora che dopo il tufo scavato e il basamento dellatorre si accendono i riflettori su un altro muro, lavoratoe possente, che delimitava il confine di un'abitazionesignorile, una grande domus probabilmente passata dimano nei secoli, dalla proprietà di un aristocratico aquella di un facoltoso commerciante, "un uomocomunque vicino al potere", come sottolineal'archeologa Letizia Rustico, coordinatore del progetto.Di questa grande casa, che per alcuni anni sembra esserestata anche un collegio, lo scavo ha restituito il vestibolo,decorato con un mosaico a quadri in bianco e nero, e poiuna sala di rappresentanza sulla quale si affacciavano icubicola, ovvero le stanze da letto. Qui i pavimenti sonostati cambiati più volte, i nuovi sempre sovrapposti aivecchi. In tutto sei strati di mosaici, che la ricerca hariportato alla luce, da quelli più semplici di epoca arcaica,fino ai più complessi, montati nel II secolo d.C. prima chel'abitazione venisse abbandonata per l'insorgere di un graveproblema strutturale - forse il crollo di una galleria nellevicinanze - che fece sprofondare e avallare gran parte delpiano terra. I decori sono raffinati, la qualità è altissima sianel disegno sia nell'esecuzione, con forme geometriche allequali si alternano tralci di uva e uccellini, in un caso ancheun pappagallo dalle piume verdi e blu.

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Meraviglie che insieme ai tanti oggetti d'uso comuneritrovati, dalle anfore alle lucerne, dagli aghi per ilcucito ai mestoli per la cucina e persino un martello conaccanto un lungo chiodo, ricostruiscono unaquotidianità non cosi dissimile da quella attuale. Unconcetto che Piero Angela, sottolinea convinto: "E' quelloche mi ha emozionato di più - racconta- l'archeologia dellepersone, quella che fa rivivere le cose di tutti i giorni, daglioggetti di uso comune alle scelte stilistiche per ladecorazione degli interni. Roma è piena di cose ritrovate epoi nascoste. Questo è un esempio unico e virtuoso dicollaborazione tra pubblico e privato che mi auguro altriseguano". Le visite - sempre su prenotazione -partiranno a novembre.

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Roma, inaugurata la scatola archeologicadella Domus AventinoDallo scavo sono emersi mosaici, strutture e materiali incomparabili,che dall’VIII secolo avanti Cristo arrivano al III dopo Cristo. Araccontare la storia di questo angolo di Roma l’allestimentomultimediale curato da Piero Angela e Paco Lanciano

A quasi vent’anni dall’apertura del Mitreo di Santa Prisca, all’Aventino si inaugura una nuova area

archeologica: otto secoli di storia dell’antica Roma, quattro anni di scavi, due di progettazione, un

allestimento multimediale. È La scatola archeologica della Domus Aventino, un progetto della

Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp-Paribas Real Estate per molti aspetti unico, dove si uniscono

archeologia, architettura e tecnologia dando origine al primo sito all’interno di un complesso residenziale

privato che si aprirà regolarmente alle visite. "La scatola archeologica della Domus Aventino è per molti

aspetti innovativa e virtuosa – spiega Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma –. Presenta uno

scavo come gli archeologi lo hanno indagato, grazie a un complesso progetto architettonico della

Soprintendenza Speciale di Roma a cui hanno collaborato splendidamente per la parte multimediale

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Covid, deputati Pd-Misto: Fiduciosi nel governo su

contingentamento pubblico in spazi spettacolo e

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Firenze, Schmidt: Scale mobili centro Forte

Belvedere? Meglio da Costa San Giorgio

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Uffizi 2, Schmidt: Non ci sarà; ci saranno vari

luoghi, per museo diffuso su territorio

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ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE

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Piero Angela e Paco Lanciano. Grazie alla fruttuosa collaborazione con Bnb-Paribas Real Estate, che ha

sposato l’iniziativa finanziando l’intera operazione, oggi non solo possiamo presentarla, ma questo gioiello

archeologico sarà aperto ai visitatori".

"Negli ultimi anni abbiamo lavorato in team con la Soprintendenza per arrivare a completare un progetto

archeologico unico per la città di Roma: un museo all’interno di un condominio. Una sfida che abbiamo

vinto tutti quanti riuscendo a coniugare gli interessi imprenditoriali con il desiderio di restituire al mondo

uno scrigno nascosto, testimone millenario del nostro passato. Si è trattato di un caso esemplare di

virtuosismo tra pubblico e privato che siamo onorati di poter presentare. Questo angolo segreto di Roma

verrà restituito alla collettività e custodito con cura dai condomini di Domus Aventino", ha dichiarato Piero

Cocco-Ordini, amministratore delegato di BNP Paribas Real Estate Property Development in Italia.

Dirette dall’archeologo della Soprintendenza Roberto Narducci ed eseguite dalla Land, le indagini che

hanno portato agli importantissimi ritrovamenti hanno origine nel consolidamento antisismico iniziato nel

2014 da BNP Paribas Real Estate che ha acquistato da BNL un immobile direzionale per realizzare un

complesso residenziale da 18.000 metri quadrati alle pendici dell’Aventino. Dallo scavo sono emersi

mosaici, strutture e materiali incomparabili, che dall’VIII secolo avanti Cristo arrivano al III dopo Cristo.

Dai primi terrazzamenti nel banco di tufo dell’Aventino fino a una sontuosa residenza, che dall’età tardo

repubblicana a quella medio imperiale subisce continue trasformazioni.

A raccontare la storia di questo prezioso angolo di Roma l’allestimento multimediale curato da Piero

Angela e Paco Lanciano, che si avvale di video mapping e proiezioni. La collaborazione pubblico privato

ha permesso di rendere fruibile questo tesoro, grazie alla Scatola archeologica. Promosso da Bnp-

Paribas Real Estate, il progetto archeologico e architettonico curato dalla Soprintendenza Speciale di

Roma, vuole portare il visitatore all’interno di uno scavo, dove i reperti sono presentati come sono stati

ritrovati, all’interno di un contesto straordinario. La proficua cooperazione tra Soprintendenza e Bnp

Paribas Real Estate non si è limitata alla sola tutela e conservazione: dal prossimo novembre il sito sarà

aperto al pubblico con visite guidate inizialmente programmate due volte al mese e sono in pubblicazione

due volumi sugli scavi.

/ SOPRINTENDENZA SPECIALE (/TAG/13497/SOPRINTENDENZA-SPECIALE)

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6 ottobre 2020 14:30 (/a/25497/2020-10-06/mibact-viaggio-in-italia-attraverso-l-arte-della-moda-fa-tappa-a-palazzo-pitti)

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A quasi vent’anni dall’apertura del Mitreo di Santa Prisca, all’Aventino si inaugura una nuova area

archeologica: otto secoli di storia dell’antica Roma, quattro anni di scavi, due di progettazione, un

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archeologia, architettura e tecnologia dando origine al primo sito all’interno di un complesso residenziale

privato che si aprirà regolarmente alle visite. "La scatola archeologica della Domus Aventino è per molti

aspetti innovativa e virtuosa – spiega Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma –. Presenta uno

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Soprintendenza Speciale di Roma a cui hanno collaborato splendidamente per la parte multimediale

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Roma (/a/25503/2020-10-06/covid-deputati-pd-misto-fiduciosi-nel-governo-su-contingentamento-pubblico-in-spazi-spettacolo-e-cultura)

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ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE

Page 17: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

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Piero Angela e Paco Lanciano. Grazie alla fruttuosa collaborazione con Bnb-Paribas Real Estate, che ha

sposato l’iniziativa finanziando l’intera operazione, oggi non solo possiamo presentarla, ma questo gioiello

archeologico sarà aperto ai visitatori".

"Negli ultimi anni abbiamo lavorato in team con la Soprintendenza per arrivare a completare un progetto

archeologico unico per la città di Roma: un museo all’interno di un condominio. Una sfida che abbiamo

vinto tutti quanti riuscendo a coniugare gli interessi imprenditoriali con il desiderio di restituire al mondo

uno scrigno nascosto, testimone millenario del nostro passato. Si è trattato di un caso esemplare di

virtuosismo tra pubblico e privato che siamo onorati di poter presentare. Questo angolo segreto di Roma

verrà restituito alla collettività e custodito con cura dai condomini di Domus Aventino", ha dichiarato Piero

Cocco-Ordini, amministratore delegato di BNP Paribas Real Estate Property Development in Italia.

Dirette dall’archeologo della Soprintendenza Roberto Narducci ed eseguite dalla Land, le indagini che

hanno portato agli importantissimi ritrovamenti hanno origine nel consolidamento antisismico iniziato nel

2014 da BNP Paribas Real Estate che ha acquistato da BNL un immobile direzionale per realizzare un

complesso residenziale da 18.000 metri quadrati alle pendici dell’Aventino. Dallo scavo sono emersi

mosaici, strutture e materiali incomparabili, che dall’VIII secolo avanti Cristo arrivano al III dopo Cristo.

Dai primi terrazzamenti nel banco di tufo dell’Aventino fino a una sontuosa residenza, che dall’età tardo

repubblicana a quella medio imperiale subisce continue trasformazioni.

A raccontare la storia di questo prezioso angolo di Roma l’allestimento multimediale curato da Piero

Angela e Paco Lanciano, che si avvale di video mapping e proiezioni. La collaborazione pubblico privato

ha permesso di rendere fruibile questo tesoro, grazie alla Scatola archeologica. Promosso da Bnp-

Paribas Real Estate, il progetto archeologico e architettonico curato dalla Soprintendenza Speciale di

Roma, vuole portare il visitatore all’interno di uno scavo, dove i reperti sono presentati come sono stati

ritrovati, all’interno di un contesto straordinario. La proficua cooperazione tra Soprintendenza e Bnp

Paribas Real Estate non si è limitata alla sola tutela e conservazione: dal prossimo novembre il sito sarà

aperto al pubblico con visite guidate inizialmente programmate due volte al mese e sono in pubblicazione

due volumi sugli scavi.

/ SOPRINTENDENZA SPECIALE (/TAG/13497/SOPRINTENDENZA-SPECIALE)

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07-10-202031+44 13 tiri a ojro

CRONACAd ROMA

L'anteprima La voce cli Piero Angela

La domus dell'Aventino raccontata con gli effetti 3D goto TOIATI)

La "scatola archeologica"con i mosaici dell'AventinoMetti quel gusto di una padro-na di casa che ama cambiarearredamento come una moder-na interior design, ed ecco laDomus dell'Aventino, dove imosaici cambiavano come fos-sero tappeti. Dalla moda un po'minimale di scacchiere geome-triche, a quella più estrosa coneleganti tralci di vite abitati da

uccellini. Ben sei livelli sovrap-posti di mosaici che racconta-no due secoli di vezzi da partedei proprietari di casa, nell'etàimperiale. E la sorpresa che re-gala la vasta area archeologicariaffiorata a piazza Albania, eraccontata dalle 'installazionimultimediali di Piero Angela.

Larcan all'interno

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07-10-202031+44

CRONACAd ROMA

A novembre sarà visitatile la Domus ipogea di piazza Albaniacon sei livelli di mosaici, arricchiti da proiezioni multimediali

Con Angela e Lancianol'Aventino inaugurala scatola archeologica

IL FOCUS

Metti quel gusto tutto personale diuna padrona di casa che ama cam-biare arredamento come una mo-derna interior design, et voilà eccola "Domus Aventino", dove i mosai-ci cambiavano come fossero tappe-ti. Dalla moda un po' minimale discacchiere geometriche, a quellapiùestrosacon elegantitralcidiviteabitati da uccellini, fino ai motivi ra-rissimi di grandi numeri "8" chesembrano anticipare il simbolodell'infinito. Ben sei livelli sovrappo-sti di mosaici che raccontano duesecoli di vezzi da parte dei proprie-tari di casa, nell'età imperiale a par-tire daAdriano. E questalaverasor-presa che regala la vasta area ar-cheologica sotterranea riaffiorata apiazza Albania 37, durante i lavoritra il 2014 e il 2018 di realizzazionedel nuovo complesso residenziale.

IL PERCORSO DI VISITAUn gioiello a quasi quattro metridi profondità dal livello di vialeAventino, che aprirà al pubblico anovembre (ogni primo e terzo ve-

nerdì del mese) grazie ad una colla-borazione tra la Soprintendenzaspeciale di Roma guidata da Danie-la Porro e la proprietà del sito, laBNP Paribas Real Estate (con il di-rettoregeneraleAnselmo De Tittael'ad Piero Bernardo Cocco-Ordini),che ne ha finanziato la musealizza-zione. E che valorizzazione, verreb-be da dire, visto che a «far parlare»oltre duemila metri quadrati di pos-senti blocchi di tufo, pareti affresca-te e quasi mille metri quadrati dimosaici ci pensano le proiezionimultimediali di Piero Angela (sua

l'inconfondibile voce narrante) ePaco Lanciano. Sorpresa nella sor-presa E il bello è che a gestire il sitosaranno proprio i condomini, men-tre le visite saranno curate da unacooperativa di archeologi cui verràaffidata la concessione dell'area Ilpercorso di visita esplora quellache Roberto Narducci, l'archeo-logo della Soprintendenza, respon-sabile dell'Aventino, definisce "sca-tola archeologica", un vasto conte-nitore sotterraneo che restituisce al-meno nove secoli di storia di questaporzione di Roma, dalla finedell'VIII secolo aC. all'età imperia-le. Siamo alle pendici dell'Aventino,

in origine ricoperte da fitti boschi ecaratterizzate da labirinti di caver-ne sotterranee. Attraverso possentiblocchi di tufo venivano creati vastiterrazzamenti per realizzare gli in-sediamenti. Proprio qui stata edifi-cata una grande torre difensiva, co-me strategico baluardo in corri-spondenza delle Mura Serviane, te-stimoniata oggi dalle sue fonda-menta

Poi, ecco che prende vita una va-sta Domus articolata in più ambien-ti, quelli di servizio e i "cubicola" re-sidenziali, che sfoggiano pavimentirivestiti di mosaici e pareti affresca-te. «Una Domus riferibile ad una fa-miglia facoltosa, ristrutturata piùvolte nel corso di 200 anni nella pri-ma età imperiale - racconta Danie-la Porro - con pavimenti a mosaicidi diverso disegno, dal più geome-trico e a quelli figurativi». In unaescalation di inventiva e virtuosi-smi tecnici, con tasselli di paste vi-tree ad animare pappagalli, uccelli-ni, grappoli d'uva, ghirlande di allo-ro. «Vista la vicinanza con l'empo-rium, forse il proprietario è identifi-cabile con un ricco commercianteche intratteneva legami stretti conl'Oriente», ipotizza Roberto Nar-ducci. «Siamo di fronte ad un uni-

SI POTRA ACCEDEREIL PRIMA E IL TERZOVENERDI DEL MESEPER VEDERE REPERTICHE VANNO DALL'VIIISEC ALL'ETA IMPERIALEcum - commenta Paco Lanciano -gli archeologi hanno trovato unmosaico, l'hanno rimosso e ne han-no trovato un altro. E così via per seilivelli. Ecco, noi rendiamo leggibilequesta particolarità: la nostra èun'operazione di accessibilità cultu-rale. Si esce più affezionati al mon-do antico».

«LE PIETRE PARLANO»«Noi tiriamo fuori la storia dal-le pietre - riflette Piero Angela -Le pietre parlano, ma non riesconoa esprimersi e hanno bisogno di undivulgatore. Il nostro lavoro è pro-prio questo, ma per farlo abbiamol'abitudine scientifica di porci dub-bi e andare a verificare. Per questoprocediamo insieme agli archeolo-gi».

Laura LarcanO RIPRODUZIONE RISERVATA

C) Video su Il Messa ero.it

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CRONACA di ROMA

La Domus dell'Aventino con le proiezioni multimediali di Piero Angela e Paco Lanciano (f oto 11) IATI).

Cronaca di ittana

Corsa ai tamponiPallenadelnledkk,NefaamAamea»

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emi‘ngelueliMcimwrwenti.h.flp.,lawarolnaraodogi.

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IL TEMPOmercoledì 7 ottobre 2020 .25

Altro TempoDI CHIARA PROIETTI

Aquasi vent' annidall'apertura del Mitreodi Santa Prisca, all'Aven-

tino si inaugura una nuovaarea archeologica: otto secolidi storia dell'antica Roma,quattro anni di scavi, due diprogettazione, un allestimen-to multimediale. È La scatolaarcheologica della DomusAventino, un progetto della So-printendenza Speciale di Ro-ma e Bnp-Paribas Real Estateper molti aspetti unico, dove siuniscono archeologia, architet-tura e tecnologia dando origi-ne al primo sito all'interno diun complesso residenziale pri-vato che si aprirà regolarmen-te alle visite.«La scatola archeologica dellaDomus Aventino è per moltiaspetti innovativa e virtuosa-spiega Daniela Porro Soprin-tendente Speciale di Roma -.Presenta uno scavo come gliarcheologi lo hanno indagato,grazie a un complesso proget-to architettonico della Soprin-tendenza Speciale di Roma acui hanno collaborato splendi-damente per la parte multime-diale Piero Angela e Paco Lan-ciano. Grazie alla fruttuosa col-laborazione con Bnb -ParibasReal Estate, che ha sposatol'iniziativa finanziando l'inte-ra operazione, oggi non solopossiamo presentarla, maque-sto gioiello archeologico saràaperto ai visitatori».I Tecnici della Soprintenden-za hanno ideato un'inedita sca-tola archeologica, un conteni-tore, una sorta di scrigno perracchiudere, proteggendolo,un tesoro del patrimonio cultu-rale. E stato così realizzato unapposito spazio nei sotterra-nei del moderno complesso re-sidenziale di piazza Albania,superando gli schemi di unamusealizzazione tradizionale.Attraverso un rigoroso lavorodi distacco, coordinato dallaSoprintendenza, sono stati ri-collocati nella scatola archeo-logica - alla stregua di unostraordinario puzzle - le opere

AVENTINOA vent'anni dall'apertura del Mitre° di Santa Prisca ecco la Scatola archeologica, nuova importante scoperta

Domus di età imperialein un condominio

Sarà possibile visitare l'area nei sotterranei del complesso residenziale di piazza Albania

murarie e i mosaici delle fasi dietà antonina e adrianea, esatta-mente come riemersi al mo-mento della scoperta, secon-do una ricostruzione filologicache ne ha mantenuto deforma-zioni, orientamento e succes-sione stratigrafica. L'utilizzo diun volume sospeso per ricollo-care i rinvenimenti antichi hapermesso di fruire in maniera

diretta delle strutture rimaste,garantendo vicinanza e rap-porto visivo con il contesto ori-ginario: dai primi terrazzamen-ti nel banco di tufo dell'Aventi-no fino a una sontuosa residen-za, la domus, che dall'età tar-do repubblicana a quella me-dio imperiale subisce conti-nue trasformazioni. Architettu-ra, ingegneria, comunicazio-

ne multimediale, si sono mes-si così al servizio dell'archeolo-gia, creando un allestimentodi grande effetto fino alla rico-struzione virtuale degli am-bienti della domus, con gli af-freschi originari, gli oggetti el'arredamento illuminato dal-le sole luci delle lanterne roma-ne. Ii progetto archeologico re-stituisce una visione esclusiva

II progettoLa SoprintendenzaSpeciale di Roma conBnp Paribas Real Estateunisce archeologia etecnologia, in un lavorodi riqualificazione e dicollaborazione trapubblico e privato,suggellato dal raccontodi Piero Angela. Ilconduttore televisivo haprestato la propria voceper narrare la storia delsito archeologico,mostrato al pubblicograzie a un sistemaparticolare.

a tutti coloro che vorranno visi-tare questo luogo, carico disto-ria, restituito alla collettività,mentre le luci e le proiezioni invideo mapping, con la vocenarrante di Piero Angela in unsottofondo musicale, accom-pagnano alla conoscenza delsito in un crescendo di emozio-ni. «Negli ultimi anni abbiamolavorato in team con la Soprin-tendenza per arrivare a com-pletare un progetto archeologi-co unico per la città di Roma:un museo all'interno di uncondominio. Una sfida che ab-biamo vinto tutti quanti riu-scendo a coniugare gli interes-si imprenditoriali con il deside-rio di restituire al mondo unoscrigno nascosto, testimonemillenario del nostro passato.Si è trattato di un caso esempla-re di virtuosismo tra pubblicoe privato che siamo onorati dipoterpresentare. Questo ango-lo segreto di Roma verrà resti-tuito alla collettività e custodi-to con cura dai condomini diDomus Aventino», ha dichiara-to Piero Cocco -Ordini, ammi-nistratore delegato di BNP Pa-ribas Real Estate Property De-velopment in Italia. La profi-cua cooperazione tra Soprin-tendenza e Bnp Paribas RealEstate non si è limitata alla so-la tutela e conservazione: dalprossimo novembre il sito sa-rà aperto al pubblico con visiteguidate inizialmente program-mate due volte al mese e sonoin pubblicazione due volumisugli scavi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

RICONOSCIMENTI

Emmanuele Emanule, un mecenate dal cuore di poeta«I versi mi hanno salvato la vita, un giardino segreto dove rifugiarmi. Ho fissato memorie e sentimenti per ricordarli prima di tutto a me stesso»

Dl GABRIELE SIMONGINI

Ilpiù insigne mecenate e filan-tropo italiano, il Prof. Emma-nuele F.M. Emanuele, Presi-

dente onorario della Fondazio-ne Roma e Presidente della Fon-dazione Terzo Pilastro - Interna-zionale, è prima di tutto un poe-ta, neu' anima e nella vocazione.Ne ha dato conferma il recentis-simo Premio L'Albero dell'Uma-nità che gli è stato attribuito po-chi giorni fa nell'ambito dellasesta edizione della Biennale del-la Poesia - Lettera d'argento, pre-sentata nel Castello Vinci a Ve-tralla. Ma questo è l'ultimo rico-noscimento di una lunga e presti-giosa serie: basta ricordare il di-ploma d'onore ricevuto

dall'Accademia Mondiale dellaPoesia (2011), il Premio Specialedella Biennale della Poesia-Let-tera d'argento (2015), il Premio«Pianeta Azzurro- I Protagoni-sti» (2016) e il fondamentale Pre-mio Montale fuori di Casa 2019 -sez. Mediterraneo per la poesia.I suoi libri di poesia sono «UnLungo Cammino» (pubblicatonel 2008 e Premio Margutta nel2009), «Le Molte Terre» (editonel 2009 e «Premio Letterario In-ternazionale Mondello-PremioSpeciale del Presidente dellaGiuria» e Premio Laurentum nel2010), «La Goccia e lo Stelo»(2013) e «Pietre e Vento» (2016).Ora Emanuele sta lavorando alacremente alla prossima raccoltapoetica, «Il sole dentro», con un

Fondazione Terzo Pilastro0 Professore Emmanuele Emanuele

titolo che sembra richiamarequella comunione con un sensopanico della natura feconda chesi identifica prima di tutto conl'amato Mediterraneo. Va anchericordato che le sue poesie sonostate lette in eventi a lui dedicatial Teatro Quirino di Roma nel2010, a Gibellina presso lo spa-zio museale della FondazioneOrestiadi - Granaio del Baglio DiStefano (2017), a Enna presso laTorre di Federico 11 (2017), aMonte Porzio Catone presso Vil-la Mondragone, sede dell'Uni-versità Tor Vergata di Roma(2018) e nuovamente al TeatroQuirino nel 2019 e sono divenu-te soggetto del cortometraggio"Mondi Concentrici" proiettatoin occasione dell'XI edizione del-

la rassegna «Ritratti di Poesia»(2017).«La poesia - ci ha detto lo stessoEmanuele - mi ha salvato la vita,diventata il giardino segreto

dove rifugiarmi. Con la poesiaho fissato memorie e sentimentiper ricordarli prima di tutto a mestesso nella speranza che ungiorno possano essere ricordatianche da chi verrà dopo di me».Tesa a riunire in una sola visioned'insieme le stagioni della vitanel loro troppo rapido fluire, lapoesia di Emanuele diventa ilcanto trepidante di un uomoche guarda a ritroso nella pro-pria esistenza piena e fattiva eche spesso accarezza con i versi ivolti dei propri cari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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• 18 MERCOLEDÌ — 7 OTTOBRE 2020

Cronache

di Giulia ProsperettiROMA

Nomen omen, dicevano i latini.Se è vero che il nome è un presa-gio, quando Bnp Paribas RealEstate ha battezzato il progettodi recupero architettonico delvecchio complesso di tre edificianni ’50 di piazza Albania – untempo sede romana della BancaNazionale del Lavoro – ‘DomusAventino’, hanno avuto più cheragione. Già perché proprio lìsotto si nascondeva una vera di-mora di una facoltosa famigliadell’antica Roma. Un tesoro ri-masto sepolto per secoli che co-stituisce un unicum nel patrimo-nio archeologico della Capitale.Dai primi terrazzamenti nel ban-co di tufo dell’Aventino fino auna sontuosa residenza, chedall’età tardo repubblicana aquella medio imperiale subiscecontinue trasformazioni, e anco-ra mosaici, strutture e materialiincomparabili, che dall’VIII seco-lo avanti Cristo arrivano al III do-po Cristo. Queste le significati-ve tracce di un paesaggio urba-no del passato scoperte per ca-so dagli archeologici tra i plintidi fondazione del vecchio com-plesso posto lungo il versantemeridionale del colle.Ma se la scoperta costituisce diper sé qualcosa di eccezionale,la soluzione per valorizzarla inun contesto privato lo è altret-tanto. Dopo aver acquistato

l’edificio dalla Bnl con l’idea direalizzare un complesso resi-denziale di lusso da 18mila me-tri quadrati, a dicembre del2014 Bnp Paribas RE ha avviatogli scavi di archeologia preventi-va per il consolidamento antisi-smico. I ritrovamenti non si so-no fatti attendere.Due mesi dopo l’inizio delle in-dagini dirette dall’archeologodella Soprintendenza RobertoNarducci ed eseguite dallaLand, a gennaio del 2015, si eragià capito che quanto emersonon poteva essere ignorato. Dalì il primo stop in attesa di capi-re come procedere. La svolta èavvenuta qualche mese più tar-di quando, in seguito all’avvi-cendamento alla Soprintenden-za speciale di Roma è partitauna fruttuosa partnership pub-blico-privato che, grazie a un so-stegno finanziario di oltre 3 mi-lioni di euro da parte di Bnp Pari-bas RE, ha portato, dopo cinqueanni di scavi, alla realizzazione

di un museo nei sotterranei delcondominio, lì dove in originedovevano essere realizzati ibox. Un’ingegnosa ‘scatola ar-cheologica’, così viene definitoil sito, che rappresenta ancheun cambiamento di rotta rispet-to al passato derogando, in par-te, alla regola di lasciare tutto insitu. Esigenze di tutela e di valo-rizzazione hanno infatti portatoalla delocalizzazione di alcunedelle opere murarie e dei mosai-ci delle delle fasi di età antoninae adrianea. Attualmente custodi-ti in una sorta di ‘stanza scrigno’questi importanti resti sono sta-ti ricollocati esattamente comeriemersi al momento della sco-perta, secondo una ricostruzio-ne filologica che ne ha mantenu-to deformazioni, orientamentoe successione stratigrafica. Adanimare la domus è l’allestimen-to multimediale curato da PieroAngela e Paco Lanciano che, at-traverso un percorso di luci esuoni, immerge i visitatori in unviaggio a ritroso nel tempo. Lamanutenzione e la custodia delsito saranno a carico dei condo-mini che, a partire da novem-bre, apriranno il museo al pub-blico due volte al mese.

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Gli scavi hanno portato alla luce un muro fortificato scavato nel costone di tufo, il basamento di una torredel VI secolo avanti Cristo e alcuni mosaici incredibilmente raffinati di una agiata domus del II secolo d.C

Dal Lazio alla Basilicata,dalla Sicilia al FriuliVenezia Giulia, dalPiemonte alla Calabria,al Molise, all’Abruzzo, alTrentino Alto Adige, allaCampania, alla Puglia.Sono 18 regioni che perdue weekend di ottobre -sabato 17 e domenica 18,sabato 24 e domenica 25- saranno protagonistedelle Giornate Faid’autunno,con una serie di itinerari emille aperture alpubblico, aperture acontributo liberoin 400 città in tutta Italia.Per garantire un serenosvolgimento dellegiornate dimanifestazione, dal 6ottobre grazie a unadonazione di 3€ saràpossibile prenotare lapropria visita sul sitowww.giornatefai.it. Laprenotazione, seppurfortemente consigliata,non è obbligatoria. I postisono limitati.Oppure è possibileiscriversi al Fai primadell’evento per garantirsil’accesso alle apertureriservate agli iscritti. Saràcomunque possibileiscriversi al Fai anche inpiazza durante i weekenddell’evento. Nei due finesettimana aprirannoluoghi diversi, quindi èconsigliabile consultare ilsito per controllare ilprogramma. Il percorsodi visita delle GiornateFAI contempla anche lavalorizzazione delleattività dei laboratori direstauro sconosciute aipiù, dove si potrannoammirare anche molteopere inedite.

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Archeologia e nuove frontiere

Apre la Domus sepolta sotto un condominioA Roma tornati alla luce nel 2015 durante lavori di ristrutturazione mosaici, un muro fortificato e il basamento di una torre

LA STANZA SCRIGNO

Il tesoro recuperatosarà espostonella sua versioneoriginaria

l Trasformazionisecolari

I risultati dello scavoraccontano dieci secoli distoria, dai primi terrazzamentidell’VIII secolo avanti Cristoplasmati a forza nel tufo dellerupi di cui allora eracircondato il colle, fino albasamento di una torredifensiva del VI secolo a.C. alquale in epoche successive siè aggiunta una grandedomus romana concambiamenti di stile e decori.

l La vocedi Piero Angelal

Ad animare la domus èl’allestimento multimedialecurato da Piero Angela e PacoLanciano che, attraverso unpercorso di luci e suoni,immerge i visitatori in unviaggio a ritroso nel tempo.Si tratta di un progetto pilotasul quale sono stati investititre miliardi e che presto saràapplicato anche ad altrerealtà.

L’EVENTO

Alla scopertadi diciotto regionicon le giornate Fai

ANNIVERSARIO07-10-2019 07-10-2020

Francangelo EleuteriAd un anno dalla Tua dipartita Ti ricorda-no con immutato affetto la moglie, la sorel-la ed i nipoti tutti.In suffragio sarà celebrata, il giorno 10 Ot-tobre alle ore 16,30 una SS. Messa nellaChiesa Parrocchiale di Tignano.

Tignano, 7 Ottobre 2020._

SpeeD- Numero Verde Necrologie, t. 800 017 168

Page 24: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

Corriere della Sera Mercoledì 7 Ottobre 2020 TEMPO LIBERO RM17

Alexanderplatz«L. A. Trio», dai classici al funkStasera sul palco dell’Alexanderplatz (via Ostia 9,ore 21, alexanderplatzjazz.com) «L.A. Trio» di EzioZaccagnini. Zaccagnini, batteria e produzioneartistica, affiancato da Max Calò (piano, tastiere evoce) e Stefano Scoarughi al basso. Repertorioche spazia dai classici di Earth Wind and Fire, EricClapton, Marvin Gaye, al funk più moderno.

VIVERELA

CITTÀ

Galleria SordiMassimo Lopez, ricordi di vitaStasera alle 20, nella libreria Feltrinelli in GalleriaSordi, presentazione del libro di Massimo Lopez,con Sante Roperto, Stai attento alle nuvole(Solferino). Con l’autore, Tullio Solenghi. Lememorie dell’attore: radici nell’aristocrazianapoletana, l’infanzia, il Trio. Ingresso libero conprenotazione: [email protected]

MaxxiIncontro con Luciano FloridiOggi alle 19 al Maxxi la presentazione del libroIl verde e il blu. Idee ingenue per migliorare lapolitica (Raffaello Cortina Editore), di LucianoFloridi, professore ordinario di Filosofia ed Eticadell’informazione all’università di Oxford (SalaCarlo Scarpa, via Guido Reni 4/a, ingresso liberofino a esaurimento posti, maxxi.art).

IlPalladiumalza il siparioper«Essere incomune»Il via alla stagione con Lucrezio e Seneca, poi Paiato e Servillo

Alla luce del momento sto-rico, con la pandemia e la pa-ura di nuove distanze forzate,«Essere in comune», titoloscelto per la nuova stagionedel Teatro Palladium, suonacome un invito non solo a re-stare connessi ma anche a ri-trovare nello spettacolo dal vi-vo quel senso di condivisioneche da sempre gli appartiene.È estratto dalle parole che ilregista polacco Jerzy Gro-towski ha dedicato al teatro— «un luogo dove un tale es-sere in comune sia ancorapossibile» — e racchiude lospirito di un palcoscenico cheha voglia di novità.A partire dal nuovo sipario

firmato da Pietro Ruffo, sulquale l’artista ha ricreato laplanimetria dei 44 lotti storicidi Garbatella, celebrandone ilcentenario. Si alzerà per laprima volta il 14 ottobre sullospettacolo Quando la vita tiviene a trovare. Dialogo tra

Lucrezio e Seneca”(in primaromana) con Enzo Vetrano eStefano Randisi che mettonoin scena lo scontro filosoficotra due maestri del pensieroclassico, immaginato da Iva-no Dionigi per guardare allediverse anime della culturaoccidentale.È il primo appuntamento di

un calendario curato dallaFondazione Roma Tre TeatroPalladium, diretta da LucaAversano, in cui confluisconoanche musica, cinema e for-mazione. E di cui per ora —«in ragione delle incertezzedella situazione sanitaria»,spiegano i responsabili — so-no state annunciate solo ledate del 2020 (piazza Bartolo-meo Romano 8, www.teatro-palladium.uniroma3.it).Tornano i concerti dell’Or-

chestra Roma Tre (tra cui il«Wagner Gala» il 16 ottobre),le proiezioni in collaborazio-ne con la Festa del Cinema, i

festival Flautissimo (dal 24 ot-tobre al 28 novembre) e Nuo-va Consonanza (14-27 novem-bre), la formazione (con ilprogetto «Generazione Sel-fie», i lab per le scuole, i tiro-cini per gli universitari) e unaserie di debutti romani: daMichele Sinisi con la sua ver-sione di Amleto (25 ottobre) aMaria Paiato con Tre pianitratto dal romanzo di EskholNevo (7 novembre), da Gala-tea Ranzi con l’omaggio aGianni Rodari (La torta in cie-lo, 8 novembre) a Peppe Ser-villo con Amore non Amore(15 novembre) e GuglielmoPoggi con Caligola in quaran-tena (21 novembre). Infine,tra gli ospiti, Giorgio Tirabas-si in Django Reinhardt. Il Ful-mine a tre dita e l’Ensemble InCanto con il concerto L’uomoche scambiò la moglie per uncappello di Michael Nyman.

Natalia Distefano© RIPRODUZIONE RISERVATA

ProtagonistiDall’alto,Maria Paiato(7 novembre,«Tre piani»)e Peppe Servillo(15 novembre,«Amorenon amore»)

Archeologia Visite da novembre

Otto secoli di storia, quattro anni di scavi e unallestimento multimediale firmato PieroAngela e Paco Lanciano: è la «scatolaarcheologica» della Domus Aventino, progettopresentato ieri della Soprintendenza Specialee Bnp-Paribas Real Estate, nell’edificio dipiazza Albania ex sede di banca trasformatoin condominio con, all’interno, un’areaarcheologica aperta alle visite da novembre(info: soprintendenzaspecialeroma.it).

DomusAventino,ottosecolidistorianelcondominio

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IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 7 Ottobre 2020 SECONDO TEMPO l 19

L’INTERVISTA I Anna Ammirati Tra i protagonisti della serie tv di Rai1sul carcere minorile di Napoli. “Sono nata in quella realtà”

“Quei ragazzi di ‘Mare fuori’li conosco già dall’infanzia”

3AV E N T I N O 3 Trovati reperti dall’VIII secolo a. C. al III secolo d. C.

Domus a Roma, il condominioadesso gestisce anche il museo

LAP I L LO L A

The Boss, doc e album il 23Il film che racconta il dietro le quinte delnuovo album di Springsteen e la E StreetBand , “Letter to You”, arriverà su AppleTv il 23.10, stesso giorno d’uscita del disco

Svelato trailer di “Fe r ro”Esce il 6 novembre, su Amazon Primein più di 240 Paesi, il documentariosul cantautore di Latina, prodotto daAmazon Original: rivelati poster e teaser

» Andrea Pomellavince il PremioWondy n. 3

CON IL ROMANZO“L’uomo che trema”(Einaudi), AndreaPomella si èaggiudicato la terzaedizione del PremioWondy di letteraturaresiliente, battendoin finale Silvia DaiPrà (Laterza),Claudia Durastanti(La nave di Teseo),Francesca Tassini(Solferino) e IlariaTuti (Longanesi). LeoOrtolani con“Ci n z i a ” (BaoPublishing) è ilvincitore decretatodalla giuria popolare.

» Alessandro Ferrucci

I l rovescio dei piani, non lasovrapposizione, è negliocchi di Anna Ammiratiquando parla di Mare fuo-

ri, la serie tv di Rai1 dedicata airagazzi “os piti ” di Nisida, l’I-stituto di Pena Minorile di Na-poli. “È stato un po’come ritro-vare gli occhi dei miei compa-gni di viaggio quando da ado-lescente prendevo la Circum-vesuviana per andare a scuola.E con il passare degli anni hovisto mutare i loro sguardi”.

Lei nella serie interpretaLiz, un’educatrice non total-mente in grado di schermarsida certe storie; storie che le in-vadono l’io, le relativizzano l’e-sistenza, affondano nel suo re-gresso. “Il focus è sul punto divista dei ragazzi, delle loro fa-miglie, e il rapporto che si co-struisce con gli educatori”.

Lei quella realtà la cono-sce bene.

Tempo fa, per uno spettacoloteatrale, avevo bisogno di en-trare meglio dentro certi mec-canismi famigliari, dentro ilsistema della delinquenza.

E...Rifletto sulla responsabilitàdegli adulti; (s ile nzi o)c’era un ragazzo che de-siderava diventare bar-biere, ma il fratello,boss del quartiere, glie-lo impedì con ognimezzo seduttivo.

Un classico.Ripenso a cosa gli gri-dava perché non era ingrado di tenere in manouna pistola: “Ti devi farrispettare, non fare ilricchione“.

È cresciuta da quel-le parti.

A Torre Annunziata:non è stata una passeg-giata, per fortuna sononata in una famiglia so-lida e presente. È l’uni -ca salvezza.

Altrimenti?Come dicevo prima,per me la Circumvesuvianaha rappresentato lo schermopiù nitido rispetto alla realtàche vivevo: già allora guarda-vo i compagni di viaggio e ten-tavo di andare oltre gli inputes teriori.

Cioè?Dalla seconda fermata i vago-ni si riempivano di eroinoma-ni, spacciatori, piccoli ladri:u n’umanità varia e disperata.Tutti i giorni così. E alcuni o-ramai li conoscevo di vista, a-vevo imparato a decifrare i lo-ro momenti bui, i tic, le nevro-

si, i timori. Soprattutto gli oc-chi infossati.

Non mentono...Lo sguardo da vivace e attento,magari in caccia di una preda,diventava arreso e diretto all’i-neluttabile. Poi all’improvvisoquegli occhi sparivano e nonsapevo se erano morti o finitiin galera.

A un certo punto è andataa vivere a Roma: fuga o al-t r o?

Entrambi gli aspetti: per unlungo periodo mi sono sentitain conflitto con la mia realtàd’origine; (sorride) quando holetto G omorra, non mi sonosconvolta come la maggiorparte delle persone.

L’avranno presa per snob.Forse, in realtà per me era solouna fiction sulla mia infanzia.

Rispetto a 30 anni fa ,c o m’è cambiata Napoli el’hinterland?

Si sono mostrificatidi più; pe-rò a vedere dove sono nata cisono tornata una sola volta.

È entrata in carcere, haparlato con i ragazzi.

Un paio di volte e l’effetto èstraniante, ho avuto la perce-zione di confrontarmi conpersone che sbagliano non dei

delinquenti assoluti daemarginare.

L’approccio lorocon lei.

(S orri de) Molto vivace, conun paio di apprezzamenti co-lorati; ma era previsto, è unmodo per incutere timore, osolo difendersi. In certi casil’errore più banale è quello discomporsi, mostrarsi offesi osuperiori.

Per gli attori a volte è com-plicato schermarsi.

Invece in alcuni casi è impor-tante trovare le forze per per-mettere alle emozioni di af-frontare le nostre convinzioni:non si può sempre e solo resta-re degli spettatori partecipi.

Insomma, un po’ è fuggitada lì...

Da ragazza? Quando mi pre-sentai al provino per entrareall ’Accademia di teatro, teme-vo di non aver studiato allaperfezione. Io ci tenevo tantis-simo e loro erano giustamentee s i ge n t i .

Quindi?Durante il saggio capii chenon stavo rendendo secondole aspettative: decisi di simu-lare uno svenimento.

Fu n z i o n ò .Sì, salvo poi mandarmi viaperché avevo accettato il ruo-lo da protagonista in un filmdi Tinto Brass (silenzio, sor-ride).

Ma ?Come dicono quelli bravi?Quella è tutta un’altra sto-ria. Adesso mi interessa aiu-tare questi ragazzi che sba-gliano.

© RIPRODUZIONE RISERVATAIn onda Anna Ammirati è tra le interpreti di “Mare fuori” su Rai1

una cooperativa di profes-sionisti incaricata dal con-dominio sotto la supervisio-ne della Soprintendenza.“Questo è il risultato di una

proficua collaborazio-ne, con Bnb-Pari-

bas Real Estate,che ha sposatol ’ iniziativa fi-nanziando l’i n-tera operazio-ne. Si è consenti-

ta così la tuteladei reperti e un la-

voro scientifico, cheverrà raccolto in due volu-

mi ”, ha spiegato Da nie laPorro Soprintendente spe-ciale di Roma. La considera“una scatola archeologicamolto democratica” A ns el-mo De Titta, direttore gene-rale del gruppo immobiliareche ha investito oltre 3 mi-lioni di euro per far riviverequesto gioiello. “Tutto ciòche proviene dal passato hala sua carica emotiva, le pie-tre parlano – ha dichiaratoPiero Angela – ma c’è biso-gno di chi le veda per poterlera c c o n t a r e ”.

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glio, un tempo si ergeva unapprestamento militare, for-se una torre di guardia, perdifendersi dagli invasori; poisono stati fatti dei terrazza-menti per ampliare lasuperficie piana efar fronte alle a-sperità del colle,fatto di gole pro-fonde; in segui-to è divenuta u-na domus , ap-partenuta proba-bilmente a un riccocommerciante che in-tratteneva assidui rapporticon l’Oriente, ricca di mosai-ci in tessere bianche e nere(3mila in totale), intrecciatetra loro in eleganti motivigeometrici. Il connubio trapubblico e privato ha per-messo di realizzare un pro-getto unico, fatto di archeo-logia, architettura e tecnolo-gia a disposizione del pubbli-co due volte al mese, a partireda novembre. Per raccontar-lo è stato creato un allesti-mento multimediale con vi -deo mapping e proiezioni,curato da Piero Angela e Pa-co Lanciano. A gestirlo sarà

» M. Cristina Fraddosio

Otto secoli di storia tor-nano alla luce all’i n-terno di un lussuoso

condominio. La scatola ar-cheologica della Domus A-ventino, rinvenuta durantela realizzazione di un com-plesso residenziale in PiazzaAlbania, alle pendici del col-le Aventino a Roma, è il pri-mo museo a gestione condo-miniale aperto al pubblico.La cerimonia di inaugura-zione è avvenuta ieri. Sui18mila metri quadrati dove,negli anni 50, la Banca Na-zionale del Lavoro aveva se-de, la Bnp-Paribas Real E-state ha costruito 180 appar-tamenti. Durante gli scaviper l’adeguamento sismico,dal 2014 al 2018, la Soprin-tendenza Speciale di Romaha scoperto stratificati sei li-velli pavimentali che raccon-tano la vita dell’antica civiltàromana dall’VIII secolo a.C.al III secolo d. C.: in questazona della Capitale, ritenutadagli studiosi dopo le scoper-te in via di Sant’Anselmo piùantica dello stesso Campido-

Ti salvi solo se c’èla famiglia. Ricordoun ragazzoumiliato dal fratelloboss solo perchévoleva lavorare

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Roger Penrose, Reinhard Genzel e Andrea Ghez (© Nobel Media)

LUCA TANCREDI BARONE

II Il Nobel per la fisica ha pre-miato anche quest’anno l’astro-nomia, e lo ha fatto guardando gli oggetti più misteriosi che po-polano il nostro universo: i bu-chi neri. Il Comitato del Nobel ie-ri ha anche aumentato in un so-lo colpo di ben il 33% il numero delle donne a cui è stato attribui-to il premio negli ultimi 119 an-ni: con l’astrofisica statunitense Andrea Ghez, le Nobel in fisica passano da 3 a 4 (l’ultima era sta-ta nel 2018 la fisica canadese Donna Strickland). OLTRE A GHEZ, hanno ricevuto il premio di ieri il matematico bri-tannico Roger Penrose e l’astrofisi-co tedesco Rheinard Genzel, che è direttore di un centro del Max Planck Institut a Garching, sede anche dell’ESO - l’Osservatorio eu-ropeo del sud, dai cui telescopi in Cile Ghez e lo stesso Ghenzel han-no potuto osservare a lungo le stel-le che orbitano attorno al buco ne-ro che occupa il centro della no-stra galassia: SgrA*, nella costella-zione del Sagittario.

Metà del premio va a Penrose, un gigante della cosmologia e au-tore di diversi libri di divulgazio-ne che per primo ha saputo di-mostrare in un denso articolo di due paginette intitolato «Collas-so gravitazionale e singolarità spazio-temporali», del 1965, die-ci anni dopo la morte di Ein-stein, che le equazioni della teo-ria della relatività implicavano l’esistenza di zone dell’universo chiamate «singolarità» dove una grande quantità di materia è con-centrata in uno spazio molto pic-colo - in maniera tanto compatta che la forza di gravità generata non permette a nulla di uscire, nemmeno alla luce che, sempre secondo la teoria della relatività, viaggia alla velocità massima permessa nell’universo. È da questo che deriva l’evocativo no-me di «buco nero»: è un «buco», nel senso che rompe la superfi-cie quadrimensionale dello spa-zio-tempo dove sono collocati tutti gli oggetti dell’universo; è «nero» perché dato che neppure la luce può scappare via, è tecni-camente invisibile.

Ma sono state scienziate e scienziati come Ghez e Genzel, a cui va l’altra metà del premio, che hanno fatto la scoperta più sorprendente: al centro della no-stra galassia è nascosto un gigan-tesco buco nero. Si tratta di circa 4 milioni di masse solari concen-trate in uno spazio grande come il nostro sistema solare. DALL’INIZIO DEGLI ANNI 90, utiliz-zando tecniche pionieristiche so-prattutto al telescopio Keck a Mauna Kea, alle Hawaii (si è parla-to della polemica con i nativi sul manifesto del 28 luglio 2019), e ai telescopi dell’Eso a La Silla in Ci-le, questi astronomi hanno osser-vato per centinaia e centinaia di notti il moto bizzarro della stella S2 che orbita proprio attorno al centro di questo buco nero, gene-

rando effetti sul suo moto e sulla sua luce perfettamente in linea con le previsioni della relatività e di Penrose.

Esistono due classi di buchi neri nell’universo: quelli «picco-li», formati dall’esplosione di su-pernove delle stelle più massic-ce, e quelli come quello al centro della Via Lattea, e che occupano il centro anche di moltissime al-tre galassie, che hanno masse di centinaia di migliaia, milioni o addirittura miliardi di masse so-lari. L’anno scorso era stata addi-rittura scattata la prima foto di uno di questi oggetti, al centro della galassia M87. Poche setti-mane fa si è scritto dell’esplosio-ne di un buco nero formato pro-babilmente dalla collisione di due buchi neri più grandi, osser-vato da tre rivelatori di onde gra-vitazionali e che mette in crisi i modelli su questi esotici oggetti astronomici.

Andrea Ghez, che nel 2013 ha ispirato la giornalista Ann Fink-beiner a scrivere un suo bel profi-lo per Nature sforzandosi di non usare i cliché che si usano per par-lare di donne scienziate, riscatta la memoria di decine di astrono-me dimenticate dai Nobel, come Jocelyn Bell (scopritrice della pri-ma pulsar), Sandra Faber (esperta di evoluzione delle galassie), Ve-ra Rubin (prima osservatrice del-la materia oscura), o Henrietta Swan Leavit (scopritrice delle stel-le Cefeidi). Nel 2006 scrisse profe-ticamente un libro per bambine: Puoi essere un’astronoma. Ora può aggiungere: e vincere un Nobel.

«CARCERE, IDEE, PROPOSTE E RIFLESSIONI», DI SAMUELE CIAMBRIELLO

La pena detentiva nei suoi percorsi contraddittori e dolorosi

TIZIANA MIGLIORE

II La rinocerontessa Clara, di-pinta da Pietro Longhi nel 1751 arrivò dalle Indie a Venezia in oc-casione del carnevale, dopo una «fortunatissima» tournée euro-pea, a testimonianza del gusto, duro a morire, per l’esotico.

Il quadro, oggi a Ca’ Rezzoni-co, museo del Settecento venezia-no, era stato commissionato a Longhi dal nobiluomo Giovanni Grimani, che possedeva uno zoo privato in terraferma con nume-rosi animali rari. Nel raccontare figurativamente questo fatto di cronaca che, per l’epoca, costituì un evento, il pittore mostra l’am-bientazione, un effimero «casot-to» in legno di quelli allestiti in Piazza San Marco per spettacoli e attrazioni di vario genere - saltim-banchi, cavadenti, astrologi, ma-ghi. Ritrae sugli spalti il commit-tente e famiglia, accanto al pro-prietario dell’animale, Douwe Mout van der Meer, capitano del-la compagnia delle Indie olande-si, che con orgoglio leva in alto il frustino e il corno asportato. E re-stituisce le reazioni di stupore e spavento del pubblico, patrizi e borghesi fra cui una bambina. Un effetto di timida ironia si ricava dall’osservare che metà della tela è occupata dall’enorme massa ne-ra del pachiderma, ripreso di tre quarti e intento a mangiare, indif-ferente, dopo che ha insozzato di sterco lo spazio. IL RINOCERONTE immortalato dal Longhi fu solo il quinto tra quel-li portati ed esibiti in Europa. Pri-ma di lei ci furono l’esemplare giunto alla corte di Filippo II di Spagna nel 1577, altri due espo-sti a Londra nel 1684 e nel 1739 e quello del 1515, condotto a Li-sbona per il re Manuele I, da lui donato a papa Leone X e famoso perché disegnato da Dürer («me-ravigliosamente mal eseguito in tutte le sue parti», James Bruce) sulla falsariga della lettera di un amico di Norimberga. Il duca Alessandro de’ Medici ne trasse spunto per il proprio emblema, che ha la figura di quel mammi-fero (con lo stesso corno di fanta-sia sulla schiena) e il motto in

spagnolo antico: Non vuelvo sin vencer («Non ritorno senza vince-re»). Ma, al turno di Clara, che, ol-tre a essere una bestia inconsue-ta, era femmina, il successo fu prossimo al delirio. Uscirono li-bri, epigrammi e canzoni; una nave fu battezzata con il suo no-me, di lei parlò Giacomo Casano-va e venne perfino lanciata una moda di parrucche alla rinoce-ronte. Poi più nulla, se ne perse memoria. O quasi. Quale tipo di ricezione avrebbe Clara nella contemporaneità? È LA DOMANDA a cui risponde Arianna Di Genova nel suo Un ri-noceronte in giardino (Mondadori Oscar Primi Junior, pp. 80 euro 9,50). Una fiaba, con illustrazio-ni di Alessandra Vitelli, che ri-pensa la storia di Clara con gli oc-chi e la sensibilità di oggi. Che co-sa sarebbe accaduto se Clara avesse avuto un figlio e quel cuc-ciolo proprio a Venezia fosse fug-gito e l’avessero ritrovato due bambini sul prato della loro ca-sa? La triste storia dell’animale bengalese la cui madre era stata uccisa e che era stata ridotta a un fenomeno da baraccone per arricchire un capitano di vascel-lo, fino a morire a soli vent’anni, è qui reinventata dal punto di vi-sta di una bimba che ha il suo no-me, Clara, e del fratello Emilio. In questa «versione di mondo», c’è anche un cucciolo che giusta-mente si chiama Ulisse e svilup-pa (come la «madre» della crona-ca) una predilezione non comu-ne per le arance e compie un av-venturoso viaggio di mare, da Ve-nezia a Corfù, in compagnia dei due giovani aiutanti e di un capi-tano di lunga esperienza. Non spoileriamo sul finale, che però, a differenza del destino dei rino-ceronti, oggi preda dei bracco-nieri che ne vendono a peso d’o-ro il corno, per Ulisse sarà lieto.

I buchi neri conquistanoil Nobel per la fisicaScelta l’astronomia, anche una donna tra i premiati

MASSIMO CONGIU

II «Carcere è l’anagramma di cercare», così Samuele Ciam-briello, garante regionale dei de-tenuti della Campania, esprime la sua visione delle pene detenti-ve. Sfruttare il periodo di reclu-sione per andare alla ricerca di sé stessi, provare a ricostruire un dialogo intimo e riuscire, ma-gari, a perdonarsi dopo aver ela-borato i propri errori. Un percor-so che risulterebbe agevolato da condizioni di detenzione rispet-tose della dignità umana. La pra-tica però ci dice che siamo anco-ra lontani, in Campania e nel re-sto del paese, dal realizzare que-sta situazione. Carcere, idee proposte e riflessioni (Rogiosi editore, pp. 192, euro

12,50) contiene la quarantenna-le esperienza di Ciambriello a contatto con i carcerati, con i lo-ro problemi e con quelli degli ad-detti che sono partecipi, insie-me ai primi, delle numerose cri-ticità esistenti nei nostri affolla-ti istituti di pena. Sentimenti di rabbia, scoramento, la convin-zione di non avere ormai più po-sto nel mondo di fuori animano spesso i detenuti; ma da qualche parte, tra di loro, alberga il rifiuto della rassegnazione e dell’idea che sia tutto finito, un rifiuto che va coltivato in funzione di una ri-nascita da cercare, per quanto dif-ficoltosa e impegnativa. SCRIVE CIAMBRIELLO che il libro «racconta la storia di molti uomi-ni rinchiusi, scoraggiati e abban-donati, ed è accompagnato

dall’esperienza di molti operato-ri e volontari che toccano con le loro mani il terreno spinoso del-le nostre strutture penitenzia-rie, con l’obiettivo di aiutarci a capire quanto sia difficile il loro compito». La funzione rieducati-va della pena carceraria è sanci-ta dall’art. 27 della Costituzione; in altri termini la pena non può essere considerata esclusiva-mente un castigo né può consi-stere in trattamenti contrari alla dignità umana. È la privazione di quest’ultima a ostacolare il principio costituzionale del re-cupero; essa ha luogo con i già ci-tati fenomeni di sovraffollamen-to e con la scarsa quando non as-sente attenzione nei confronti di tutta una serie di problemati-che e di disagi frequenti fra i de-

tenuti. Tra essi quelli dovuti alla mancanza di dialogo, all’insuffi-cienza del tempo dedicato alle at-tività di studio e apprendimento di un mestiere in funzione di un futuro reinserimento sociale, all’abbandono dei reclusi afflitti da problemi psichici, cose che negano qualsiasi prospettiva di recupero e cambiamento. QUELLO DEI SUICIDI in carcere, fe-nomeno in crescita l’anno scor-so, è per l’autore del libro «l’epi-logo che chiude la porta alla spe-ranza». È la fine di una storia, una delle tante storie di umani-tà, sbagliata quanto si vuole ma sempre umana. E brani di que-ste storie, ricordi, sensazioni, so-no raccontati brevemente nel li-bro da ex carcerati che ripensa-no a quegli interminabili pome-

riggi nelle celle quando termina-no le attività mattutine «e si spa-lanca il vuoto». Nel libro le testi-monianze di detenuti ed ex, spesso caratterizzate da sfuma-ture agrodolci, si uniscono ai ri-cordi di Ciambriello, quelli degli anni ’70 e dell’inizio del decen-nio successivo, epoca di grandi riforme in termini di gestione delle pene carcerarie con l’intro-duzione e l’ampliamento dei trattamenti alternativi alle misu-re puramente detentive e di cam-biamenti sul piano della giusti-zia minorile. Una stagione di spe-ranze di cui è tuttora oggetto il pianeta carcere che l’autore de-scrive nella sua quotidianità de-dicando ampio spazio alle figure d’ausilio e a quella del garante sempre più esposta a critiche

strumentali provenienti dal giu-stizialismo bieco di certa parte politica. Presenti nell’opera con-tributi focalizzati su argomenti specifici: l’analisi della fenome-nologia carceraria da parte di Ce-lestina Frosolone, Liberare i mino-ri, educare gli adulti di Anna Malin-conico, le detenute madri di An-na Buonaiuto e il tema dei sex-of-fenders curato da Dea Demian Pi-sano, valide collaboratrici e com-pagne di viaggio del garante non-ché studiose delle materie in questione.IL LIBRO invita a una riflessione su cosa sia oggi la detenzione ed è riassunto dall’anagramma del-la parola carcere che per Samue-le Ciambriello «è un luogo in cui si cerca ancora: altre persone, una nuova identità, un sogno: un ritrovarsi insieme anche per risarcire, metabolizzare il dolo-re causato agli altri e alla stessa società» e magari anche a sé stes-si, si potrebbe aggiungere.

LA LUNA UBRIACA Domani a Nola (via San Felice 16, ore 16), Il Laboratorio / Le edizioni (casa di libri d’arte e d’artista) presenta «Poemetto della luna ubriaca», dieci poesie del nostro condirettore e poeta Tommaso Di Francesco - con sei acqueforti e

acquatinta di Aniello Scotto (docente all’Accademia di belle arti di Napoli, affermato pittore e incisore. Altre sue opere possono essere viste nel sito www.anielloscotto.it). Con gli autori interverranno Gianfranco Nappi e Mimmo Grassi.

Vincono il tedesco Rheinard Genzel, l’americana Andrea Ghez e l’inglese Roger Penrose

DOMUS AVENTINO A quasi vent’anni dall’apertura del Mitreo di Santa Prisca, all’Aventino si inaugura una nuova area archeologica: otto secoli di storia dell’antica Roma, quattro anni di scavi, due anni dedicati alla progettazione e un allestimento multimediale. È «La

scatola archeologica della Domus Aventino», progetto della Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp Paribas Real Estate che unisce archeologia, architettura e tecnologia dando origine al primo sito dentro un complesso residenziale privato che si aprirà alle visite.

«UN RINOCERONTE IN GIARDINO»

Il viaggio di Clara e Ulisseda Venezia a Corfù

11mercoledì 7 ottobre 2020 culture

Page 27: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

Un museo archeologico sotto

casa, all’interno di un condominio. A

Roma, a quasi vent’anni dall’apertura

del Mitreo di Santa Prisca, all’Aventino

si inaugura una nuova area

archeologica, facendo tesoro degli scavi

effettuati per il nuovo sviluppo

residenziale (165 appartamenti)

promosso da Bnp Paribas Real Estate,

nato dal recupero architettonico di un

complesso di tre edifici – un tempo

sede della Banca Nazionale del Lavoro

Domus Aventino,inaugurato il museonel complessoresidenziale (ma alpubblico apre anovembre)di Paola Pierotti

ARCHITETTURA & ARCHEOLOGIA

REAL ESTATE

Page 28: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

– proprio ai piedi dell’Aventino, in

piazza Albania.

Domus Aventino è il nome

del complesso immobiliare che da oggi

prende vita anche con un polo museale

che a partire da novembre sarà aperto a

tutti: otto secoli di storia dell'antica

Roma, quattro anni di scavi, due di

progettazione, un allestimento

multimediale.

Leggi anche

Il progetto

La nuova “scatola

archeologica” della Domus Aventino è

un progetto della Soprintendenza

Speciale di Roma con Bnp-Paribas Real

Estate, un laboratorio dove si uniscono

archeologia, architettura e tecnologia,

dando origine al primo sito all'interno

di un complesso residenziale privato.

«Grazie alla fruttuosa collaborazione

con Bnb-Paribas Real Estate, che ha

sposato l'iniziativa finanziando l'intera

operazione – spiega Daniela Porro

Soprintendente Speciale di Roma – si

apre la Domus Aventino, un gioiello

archeologico che sarà aperto ai

visitatori».«Una sfida che abbiamo

vinto tutti quanti – ha dichiarato Piero

Cocco-Ordini, amministratore delegato

RealEstate+, ogni settimana inchieste e

notizie esclusive

Page 29: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

di Bnp Paribas Real Estate Property

Development in Italia – riuscendo a

coniugare gli interessi imprenditoriali

con il desiderio di restituire al mondo

uno scrigno nascosto, testimone

millenario del nostro passato. Questo

angolo segreto di Roma verrà restituito

alla collettività e custodito con cura dai

condomini di Domus Aventino».

I ritrovamenti

I ritrovamenti sono iniziati a

partire dal consolidamento antisismico

iniziato nel 2014 quando Bnp Paribas

Real Estate che ha acquistato da Bnl un

immobile direzionale per realizzare un

complesso residenziale da 18mila metri

quadrati alle pendici dell'Aventino. Il

progetto architettonico del nuovo

intervento è dello Studio Tamburini di

Roma e gli interior sono dello Studio

Marco Piva di Milano.

Dallo scavo sono emersi

mosaici, strutture e materiali

incomparabili, che dall’VIII secolo

avanti Cristo arrivano al III dopo Cristo.

Dai primi terrazzamenti nel banco di

tufo dell’Aventino fino a una sontuosa

residenza, che dall’età tardo

repubblicana a quella medio imperiale

subisce continue trasformazioni. Dal

ritrovamento al lavoro di distacco,

sempre coordinato dalla

Soprintendenza. E come fosse un

Page 30: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

P.I. 00777910159 © Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati

inedito e straordinario puzzle, le opere

murarie e i mosaici delle fasi di etàantonina e adrianea, sono stati

ricollocati nella scatola archeologica,

esattamente come riemersi al

momento della scoperta, secondo una

ricostruzione filologica che ne ha

mantenuto deformazioni,

orientamento e successione

stratigrafica. Architettura, ingegneria,

comunicazione multimediale, si sono

messi quindi al servizio

dell’archeologia, creando un

allestimento di grande effetto. Il

risultato è un luogo carico di storia, con

luci e proiezioni in video mapping, e

con la voce narrante di Piero Angela,

che accompagna alla conoscenza

puntuale del sito.

Per approfondire

Gli investitori aggirano la stagnazione

di Roma

Riproduzione riservata ©

Page 31: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO
Page 32: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

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Suppellettili e mosaici: le meravigliedella «Domus Aventino» di 2.000anni fa

06 OTTOBRE 2020 LINK https://video.corriere.it/suppellettili-mosaici-meraviglie-domus-aventino-2000-anni-fa/99d2cbc6-07e4-11eb-a1db-10b0d3200bebEMBED EMAIL

Un progetto della Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp-Paribas Real Estate - AgenziaVISTA / Alexander Jakhnagiev /CorriereTv

«Dove le pietre parlano, basta dare loro la voce», dice Piero Angela, che con la sua lavoce anima a Roma, alle pendici dell’Aventino, una scoperta archeologica casuale, che ilfelice incontro di pubblico e privato - la Bnp Paribas Real Estate e la Soprintendenzaarcheologica speciale di Roma- ha trasformato in un museo, o meglio una «Scatolaarcheologica», come la definisce la soprintendente Daniela Porro. Di fatto un grandeambiente sotterraneo - ricavato negli spazi che avrebbero dovuto ospitare i box di uncondominio privato- dove i risultati dello scavo raccontano dieci secoli di storia, daiprimi terrazzamenti dell’VIII secolo avanti Cristo plasmati a forza nel tufo delle rupi dicui allora era circondato il colle, fino al basamento di una torre difensiva del VI secoloa.C. al quale in epoche successive si è aggiunta una grande domus romana con tutti i

Page 33: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

cambiamenti di stile e decori dovuti al passare degli anni e ai diversi proprietari. Ununicum già di per sé, con tanti elementi preziosi per gli studi, come il disegno di unodei pavimenti a mosaico che richiama il simbolo dell’infinito e che a Roma, comesottolinea l’archeologo responsabile Roberto Narducci, non si era mai ritrovato. E inqualche modo un progetto pilota, visto che la proprietà di quest’area, al momento dellaBnp Paribas Real Estate che ci ha investito 3 milioni di euro, passerà nelle mani di ungrande condominio che diventerà di fatto il gestore di questo sito, obbligato da unaconvenzione a manutenerlo e ad aprirlo al pubblico almeno due volte al mese.«Unasfida che abbiamo vinto tutti quanti», sorride soddisfatto l’ad Piero Cocco Ordini. Afare la differenza però è l’animazione sapiente e nello stesso tempo non urlata, chePiero Angela e Paco Lanciano hanno messo a punto lavorando per cinque anni fianco afianco (la scoperta è del 2015) con gli archeologi e gli storici del team. Un percorsopunteggiato di luci, di suoni e di immagini proiettate che si intersecano con lanarrazione prendendo per mano il visitatore per accompagnarlo in un viaggio a ritrosonel tempo, coinvolgente ma rigoroso, fedele alla ricerca storica. «Siamo stati attenti alasciare protagonisti i reperti, ad usare la tecnologia in modo soft, semplicemente perraccontare meglio questo luogo, far capire cos’era», puntualizza Lanciano. Ecco allorache dopo il tufo scavato e il basamento della torre si accendono i riflettori su un altromuro, lavorato e possente, che delimitava il confine di un’abitazione signorile, unagrande domus probabilmente passata di mano nei secoli, dalla proprietà di unaristocratico a quella di un facoltoso commerciante, «un uomo comunque vicino alpotere», come sottolinea l’archeologa Letizia Rustico, coordinatore del progetto. Diquesta grande casa, che per alcuni anni sembra essere stata anche un collegio, lo scavoha restituito il vestibolo, decorato con un mosaico a quadri in bianco e nero, e poi unasala di rappresentanza sulla quale si affacciavano i cubicola, ovvero le stanze da letto.Qui i pavimenti sono stati cambiati più volte, i nuovi sempre sovrapposti ai vecchi. Intutto sei strati di mosaici, che la ricerca ha riportato alla luce, da quelli più semplici diepoca arcaica, fino ai più complessi, montati nel II secolo d.C. prima che l’abitazionevenisse abbandonata per l’insorgere di un grave problema strutturale - forse il crollo diuna galleria nelle vicinanze - che fece sprofondare e avallare gran parte del piano terra.I decori sono raffinati, la qualità è altissima sia nel disegno sia nell’esecuzione, conforme geometriche alle quali si alternano tralci di uva e uccellini, in un caso anche unpappagallo dalle piume verdi e blu. Meraviglie che insieme ai tanti oggetti d’usocomune ritrovati, dalle anfore alle lucerne, dagli aghi per il cucito ai mestoli per lacucina e persino un martello con accanto un lungo chiodo, ricostruiscono unaquotidianità non cosi dissimile da quella attuale. Un concetto che Piero Angela,sottolinea convinto: «È quello che mi ha emozionato di più - racconta- l’archeologiadelle persone, quella che fa rivivere le cose di tutti i giorni, dagli oggetti di uso comunealle scelte stilistiche per la decorazione degli interni. Roma è piena di cose ritrovate epoi nascoste. Questo è un esempio unico e virtuoso di collaborazione tra pubblico eprivato che mi auguro altri seguano». Le visite - sempre su prenotazione - partiranno anovembre.

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Page 34: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO
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BNP Paribas RE, Cocco-Ordini: "Con DomusAventino virtuosismo tra pubblico e privato"Inaugurata la "scatola archeologica" sotto il complesso residenziale ex sede della Bnl. Per

l'Ad: "Vinta la sfida di coniugare interessi imprenditoriali con il desiderio di restituire al

mondo un tesoro nascosto"

Pubblicato il 06/10/2020

Ultima modifica il 06/10/2020 alle ore 17:00

TELEBORSA

"È una sfida che abbiamo vinto tutti quantiriuscendo a coniugare gli interessiimprenditoriali con il desiderio di restituireal mondo uno scrigno nascosto, testimonemillenario del nostro passato". In occasionedella presentazione della "scatolaarcheologica" realizzata sotto il grandecomplesso residenziale Domus Aventino

di piazza Albania, a Roma, l'amministratore delegato di Bnp-Paribas Real EstateItaly, Piero Cocco-Ordini ha parlato di "un caso esemplare di virtuosismo trapubblico e privato" grazie al quale si è riusciti a "trasformare un problema inun'opportunità". In seguito agli importanti ritrovamenti archeologici avvenuti nel2014, durante i lavori di di consolidamento antisismico del complesso di tre edificiun tempo sede della Banca Nazionale del Lavoro, i lavori di riconversione dellastruttura sono stati bloccati. La svolta è avvenuta solo l'anno successivo quando, inseguito all'avvicendamento alla Soprintendenza speciale di Roma è partita unafruttuosa partnership pubblico-privato che, grazie al sostegno finanziario di BNPParibas RE, ha portato alla realizzazione di un polo museale nei sotterranei dellastruttura. Dal prossimo novembre il sito sarà aperto al pubblico con visite guidateinizialmente programmate due volte al mese.

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Intervista a Piero Cocco Ordini AD BNP Paribas Real Estate

Come nasce "Domus Aventino"?

"Nel lontano 2013 abbiamo immaginato di ridare un senso nuovo a questoimmobile dove c'era una direzione generale della banca e, seguendo la vocazionedi quest'area molto bella dell'Aventino, rigenerarlo in residenze. Durante questaoperazione abbiamo dovuto effettuare degli scavi per ragioni di consolidamentostatico e durante le indagini, come molto spesso accade a Roma, abbiamo trovatodei reperti archeologici. Il complesso è molto grande, sono circa 170 appartamentidivisi su tre edifici e, in particolare, sotto a uno di essi abbiamo trovato deibellissimi mosaici appartenenti a una domus romana che dimostrano quello checon una certa preveggenza avevamo immaginato chiamando questo progetto"Domus Aventino".

Un polo museale all'interno di un edificio privato. Cosa rappresenta questo sitoarcheologico per questa struttura?

"Rappresenta qualcosa di assolutamente nuovo. C'è stata un'epoca in cui iritrovamenti archeologici per il costruttore costituivano solo un problema, uncosto, dei ritardi. Non è che oggi non lo siano più ma con questo progetto abbiamotrovato il modo per valorizzare questi ritrovamenti trasformando, di fatto, unproblema in un'opportunità. L'opportunità di avere all'interno di un progettoresidenziale già di un certo livello, qualcosa di unico ed eccezionale che mostra alpubblico, ai condomini in primis ma anche a visitatori esterni, un'antica domusvisibile e fruibile a tutti".

Qual è stato l'investimento di Bnp-Paribas per riportare la Domus alla luce erealizzare il polo museale?

"È stato senz'altro un costo importante, oltre 3 milioni di euro. Per noi hasignificato anche un ritardo però siamo contenti di poter mostrare oggi unprogetto diverso che oltre a rappresentare un vantaggio per chi ha comprato va afavore anche della città".

" Altre notizie (/News/allNews.aspx)

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Page 39: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

ECONOMIAMartedì 6 Ottobre - agg. 18:18

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BNP Paribas RE, Cocco-Ordini: "ConDomus Aventino virtuosismo trapubblico e privato"ECONOMIA > NEWS

Martedì 6 Ottobre 2020

(Teleborsa) - "È una sfida che

abbiamo vinto tutti quanti

riuscendo a coniugare gli

interessi imprenditoriali con il

desiderio di restituire al mondo

uno scrigno nascosto, testimone

millenario del nostro passato".

In occasione della

presentazione della "scatola

archeologica" realizzata sotto il

grande complesso residenziale Domus Aventino di piazza Albania, a Roma,

l'amministratore delegato di Bnp-Paribas Real Estate Italy, Piero Cocco-

Ordini ha parlato di "un caso esemplare di virtuosismo tra pubblico e privato"

grazie al quale si è riusciti a "trasformare un problema in un'opportunità". In seguito

agli importanti ritrovamenti archeologici avvenuti nel 2014, durante i lavori di di

consolidamento antisismico del complesso di tre edifici un tempo sede della Banca

Nazionale del Lavoro, i lavori di riconversione della struttura sono stati bloccati. La

svolta è avvenuta solo l'anno successivo quando, in seguito all'avvicendamento

alla Soprintendenza speciale di Roma è partita una fruttuosa partnership pubblico-

privato che, grazie al sostegno finanziario di BNP Paribas RE, ha portato alla

realizzazione di un polo museale nei sotterranei della struttura. Dal prossimo

novembre il sito sarà aperto al pubblico con visite guidate inizialmente

programmate due volte al mese.

Come nasce "Domus Aventino"?

"Nel lontano 2013 abbiamo immaginato di ridare un senso nuovo a questo

immobile dove c'era una direzione generale della banca e, seguendo la vocazione

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Page 40: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

di quest'area molto bella dell'Aventino, rigenerarlo in residenze. Durante questa

operazione abbiamo dovuto effettuare degli scavi per ragioni di consolidamento

statico e durante le indagini, come molto spesso accade a Roma, abbiamo trovato

dei reperti archeologici. Il complesso è molto grande, sono circa 170 appartamenti

divisi su tre edifici e, in particolare, sotto a uno di essi abbiamo trovato dei bellissimi

mosaici appartenenti a una domus romana che dimostrano quello che con una

certa preveggenza avevamo immaginato chiamando questo progetto "Domus

Aventino".

Un polo museale all'interno di un edificio privato. Cosa rappresenta questo

sito archeologico per questa struttura?

"Rappresenta qualcosa di assolutamente nuovo. C'è stata un'epoca in cui i

ritrovamenti archeologici per il costruttore costituivano solo un problema, un costo,

dei ritardi. Non è che oggi non lo siano più ma con questo progetto abbiamo trovato

il modo per valorizzare questi ritrovamenti trasformando, di fatto, un problema in

un'opportunità. L'opportunità di avere all'interno di un progetto residenziale già di

un certo livello, qualcosa di unico ed eccezionale che mostra al pubblico, ai

condomini in primis ma anche a visitatori esterni, un'antica domus visibile e fruibile

a tutti".

Qual è stato l'investimento di Bnp-Paribas per riportare la Domus alla luce e

realizzare il polo museale?

"È stato senz'altro un costo importante, oltre 3 milioni di euro. Per noi ha significato

anche un ritardo però siamo contenti di poter mostrare oggi un progetto diverso

che oltre a rappresentare un vantaggio per chi ha comprato va a favore anche della

città".

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Page 41: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

IN EDICOLA / CULTURA

Domus a Roma, il condominio adesso gestisce anche il museo

Trovati reperti dall’VIII secolo a. C. al III secolo d. C.

di M. Cristina Fraddosio | 7 OTTOBRE 2020

Otto secoli di storia tornano alla luce all’interno di un lussuoso condominio. La scatolaarcheologica della Domus Aventino, rinvenuta durante la realizzazione di uncomplesso residenziale in Piazza Albania, alle pendici del colle Aventino a Roma, è ilprimo museo a gestione condominiale aperto al pubblico. La cerimonia diinaugurazione è avvenuta ieri. Sui 18mila […]

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CRONACHECRONACHE ROMAROMA MILANOMILANO OCCHI DI PADREOCCHI DI PADRE

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Domus romana rinasce all'Aventino in unDomus romana rinasce all'Aventino in uncomplesso residenziale privato: saràcomplesso residenziale privato: saràaperta al pubblico. Storytelling di Pieroaperta al pubblico. Storytelling di PieroAngelaAngela

Roma restituisce uno splendido tassello della sua storia millenaria e lo fa

all'Aventino, dove una domus romana rinvenuta all'interno del complesso

residenziale privato Bnp-Paribas Real Estate, in piazza Albania, verrà

aperta al pubblico - primo caso per un sito archeologico - a cura dei

condòmini stessi. La sovrapposizione delle storie della domus - dall'VIII

secolo aC al III secolo dC - oltre ad essere visibile, sarà esaltata dal

racconto e dal videomapping ricostruttivo a cura di Piero Angela e Paco

Lanciano, formidabili cantori della Capitale dell'antichità.

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FOTO DOMUS ROMANA RINASCE ALL'AVENTINOALL'INTERNO DI UN COMPLESSORESIDENZIALE PRIVATO: SARÀ APERTA ALPUBBLICO

Domus romana rinasce all'AventinoDomus romana rinasce all'Aventinoall'interno di un complesso residenziale...all'interno di un complesso residenziale...

di Stefania Cigarini

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Page 48: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

Dallo scavo sono emersi mosaici (su sei successivi livelli temporali),

materiali d'uso quotidiano di grandissimo interesse (in fase di studio alla

Soprintendenza di Roma) e strutture interessantissime: dai primi

terrazzamenti nel banco di tufo dell’Aventino, ad una torre di guardia

edificata tra VI e III secolo aC, fino a una sontuosa residenza, che dall’età

tardo repubblicana a quella medio imperiale ha subito continue

trasformazioni. A Piero Angela il progetto (presentato il 6 ottobre 2020 in

loco) piace in modo particolare proprio perché si tratta di "archeologia delle

persone, di pietre che parlano" riferendosi ai tanti periodi e stili di vita che le

vestigia ritrovare raccontano.

Per Daniela Porro, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di

Roma, si tratta di "un felice caso di collaborazione tra Pubblico e Privato".

Per Piero Bernardo Cocco-Ordini, a.d. Bnp-Paribas Real Estate, oltre ad

essere stata una "collaborazione virtuosa" quella con la Soprintendenza,

l'operazione domus Aventino è una dimostrazione della "vocazione del

gruppo a valorizzare", in Francia come in Italia (presto a Milano), il contesto

storico e sociale degli immobili di cui si occupa.

Gli archeologi Roberto Narducci e Letizia Rustico si sono occupati di

studiare e organizzare la cosiddetta Scatola Archeologica che contiene

queste meraviglie e che le preserva per la vista del pubblico. Da novembre

2020 il sito sarà aperto al pubblico con visite guidate inizialmente

programmate due volte al mese e gestite da una cooperativa che si

occuperà anche delle prenotazioni e del ticketing; oneri e onori

dell'operazione spetteranno al condominio. Sono anche in pubblicazione

due volumi sugli scavi.

Le indagini archeologiche a seguito del cambiamento di destinazione d’uso

degli edifici della Banca Nazionale del Lavoro risalenti al 1952, si sono

svolte dal 2014 al 2018. Tra i plinti di fondazione del vecchio complesso

sono riemerse le significative tracce di un paesaggio urbano del passato,

posto lungo il versante meridionale del colle e prospiciente un’area

pianeggiante dove passava in antico il vicus Piscinae Publicae, oggi viale

Aventino.

Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Ottobre 2020, 14:05

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Roma scopre la "Scatola archeologica della DomusAventino"Sotto i nuovi appartamenti, la Capitale racconta lo scorrere della sua vita antica. I ritrovamenti verranno

aperti al pubblico da novembre due volte al mese

Redazione06 ottobre 2020 15:57

A

quasi vent’anni dall’apertura del Mitreo di Santa Prisca, all’Aventino si inaugura una nuova area archeologica: otto secoli distoria dell’antica Roma, quattro anni di scavi, due di progettazione, un allestimento multimediale.

È La scatola archeologica della Domus Aventino, un progetto della Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp-Paribas Real Estate permolti aspetti unico, dove si uniscono archeologia, architettura e tecnologia dando origine al primo sito all’interno di un complessoresidenziale privato che si aprirà regolarmente alle visite.

"La scatola archeologica della Domus Aventino è per molti aspetti innovativa e virtuosa –spiega Daniela Porro SoprintendenteSpeciale di Roma–. Presenta uno scavo come gli archeologi lo hanno indagato, grazie a un complesso progetto architettonico dellaSoprintendenza Speciale di Roma a cui hanno collaborato splendidamente per la parte multimediale Piero Angela e Paco Lanciano.Grazie alla fruttuosa collaborazione con Bnb-Paribas Real Estate, che ha sposato l’iniziativa finanziando l’intera operazione, oggi nonsolo possiamo presentarla, ma questo gioiello archeologico sarà aperto ai visitatori".

"Negli ultimi anni abbiamo lavorato in team con la Soprintendenza per arrivare a completare un progetto archeologico unico per lacittà di Roma: un museo all’interno di un condominio. Una sfida che abbiamo vinto tutti quanti riuscendo a coniugare gli interessiimprenditoriali con il desiderio di restituire al mondo uno scrigno nascosto, testimone millenario del nostro passato. Si è trattato di uncaso esemplare di virtuosismo tra pubblico e privato che siamo onorati di poter presentare. Questo angolo segreto di Roma verrà

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restituito alla collettività e custodito con cura dai condomini di Domus Aventino", ha dichiarato Piero Cocco-Ordini, amministratoredelegato di BNP Paribas Real Estate Property Development in Italia.

Dirette dall’archeologo della Soprintendenza Roberto Narducci ed eseguite dalla Land, le indagini che hanno portato agliimportantissimi ritrovamenti hanno origine nel consolidamento antisismico iniziato nel 2014. Dallo scavo sono emersi mosaici,strutture e materiali incomparabili, che dall’VIII secolo avanti Cristo arrivano al III dopo Cristo. Dai primi terrazzamenti nel banco ditufo dell’Aventino fino a una sontuosa residenza, che dall’età tardo repubblicana a quella medio imperiale subisce continuetrasformazioni.

A raccontare la storia di questo prezioso angolo di Roma l’allestimento multimediale curato da Piero Angela e Paco Lanciano, che siavvale di video mapping e proiezioni. La collaborazione pubblico privato ha permesso di rendere fruibile questo tesoro, grazie allaScatola archeologica. Promosso da Bnp-Paribas Real Estate, il progetto archeologico e architettonico curato dalla SoprintendenzaSpeciale di Roma, vuole portare il visitatore all’interno di uno scavo, dove i reperti sono presentati come sono stati ritrovati,all’interno di un contesto straordinario. La proficua cooperazione tra Soprintendenza e Bnp Paribas Real Estate non si è limitata allasola tutela e conservazione: dal prossimo novembre il sito sarà aperto al pubblico con visite guidate inizialmente programmate duevolte al mese e sono in pubblicazione due volumi sugli scavi.

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OTTOBRE 2020

Roma scopre la “Scatolaarcheologica della DomusAventino”

POSTED BY: ADMIN_NOTIZIE 6 OTTOBRE 2020

A quasi vent’anni dall’apertura del Mitreo di SantaPrisca, all’Aventino si inaugura una nuova areaarcheologica: otto secoli di storia dell’antica Roma,quattro anni di scavi, due di progettazione, unallestimento…

...continua la lettura dell'articolo>> https://www.romatoday.it/eventi/cultura/la-scatola-archeologica-della-domus-aventino.html

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di Redazione - 06 Ottobre 2020 - 16:00

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Emerge Domus Aventino, conmosaici e mura antiche

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Roma – Pavimenti in mosaico uno sopra l’altro, “come se fossero tappeti”,decorati con grappoli d’uva, uccellini e motivi floreali, ma anche con segninon consueti, come il famoso ‘otto’ rovesciato, simbolo dell’infinito. E poiceramiche, tantissime, insieme a mestoli, lucerne, fermagli per capelli eanche un martello.

È un viaggio nell’archeologia delle persone – per usare le parole di PieroAngela – quello che si intraprende in piazza Albania, a Roma, esattamentesotto i nuovissimi appartamenti realizzati da Bnp Paribas.

Siamo alle pendici meridionalidell’Aventino, “da sempre arearesidenziale” dove sono stati trovatigli insediamenti piu’ antichi, risalential quarto millennio avanti Cristo. Nel2013 la Reale estate del Gruppocompra lo stabile e nel 2014 inizia ilavori di consolidamentoantisismico. Come sempre accade,la Soprintendenza speciale effettuale indagini preventive. E trova.

Da quello che oggi e’ il livelloparcheggi iniziano a emergere strutture romane di diverse fasi, le piu’antiche risalgono addirittura all’VIII secolo avanti Cristo. Pezzi di vasi,frammenti, che pero’ raccontano di una presenza abitativa. Poi il V secolo,testimoniato dell’adattamento del tufo per la costruzione di ambienti.

E sempre tra il V e il III secolo avanti Cristo le fondamenta di quella chepresumibilmente e’ una torre di avvistamento. Perche’ Roma a quel tempodoveva fare fronte alle invasioni e moltiplicava i suoi punti di difesa. Allameta’ del II secolo avanti Cristo, invece, risale un grande muro dicontenimento, spesso due metri e lungo venti, eretto per ospitare unaDomus.

Ed e’ qui, sotto 180 modernissimi appartamenti, che Roma racconta loscorrere della sua vita antica, quella di tutti i giorni, in una casa abitataforse da facoltosi commercianti, certamente amanti dell’interior design,diremmo oggi. Tra le sorprese, infatti, gli archeologi raccontano di seidiversi strati di mosaico, messi uno sopra l’altro a distanza di circa 30 anni.

“Come quando noi oggi decidiamo di cambiare tappeto”, dice sorridendoPiero Angela, il grande divulgatore scientifico che insieme a Paco Lancianoha realizzato un racconto multimediale dei ritrovamenti che grazie a unaccordo tra la Soprintendenza e Bnp Paribas verranno aperti al pubblico danovembre, due volte al mese.

“Le pietre parlano, hanno solo bisogno di qualcuno che le racconti- dice- Equi c’e’ la vita, la storia di chi ha camminato su questi mosaici e li ha sceltisecondo i suoi gusti. È l’archeologia delle persone”.

Non un museo, dunque, ma una ‘scatola archeologica’ resa possibile “graziealla collaborazione tra pubblico e privato- aggiunge la soprintendenteDaniela Porro- Tutti potranno scendere nello scavo, che verra’ raccontatograzie a questo intervento straordinario di valorizzazione. Sara’emozionante ascoltare e vedere la ricostruzione di un pezzo antico di citta’”.

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Domus romanarinasce all’Aventinoall’interno di uncomplessoresidenziale privato:sarà aperta alpubblico. Storytellingdi Piero Angela

Dallo scavo sono emersi mosaici, su sei successivi livelli temporali,,

materiali dʼuso quotidiano di grandissimo interesse, in fase di studio

alla Soprintendenza di Roma, e strutture interessantissime: dai primi

terrazzamenti nel banco di tufo …

Spettacoli

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Titoli principali

Domus Aventino, inaugurato il museo nellʼinsieme residenziale, ma

al pubblico apre a novembre,

BNP Paribas RE, Cocco-Ordini: “Con Domus Aventino virtuosismo

tra pubblico e privato”

BNP Paribas RE, Cocco-Ordini: ‘Con Domus Aventino virtuosismo

tra pubblico e privatoʼ

Dalla Torre alla Domus a Roma apre la scatola archeologica

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Inaugurata la Domus Aventino, otto secoli sotto 360appartamenti6 Ottobre 2020 in Video

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Roma, 6 ott. (askanews) – Una nuova area archeologica, otto secoli di storia

dell’antica Roma, quattro anni di scavi, due di progettazione, un allestimento

multimediale. Inaugurata la “scatola archeologica della Domus Aventino”, un

progetto della Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp-Paribas Real Estate,

che unisce archeologia, architettura e tecnologia, in uno scavo sotto un

complesso residenziale privato che si aprirà regolarmente alle visite.Sono

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Inaugurata la Domus Aventino, otto secoli sotto 360 appartamentiInaugurata la Domus Aventino, otto secoli sotto 360 appartamenti

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Page 58: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

emersi mosaici, strutture e materiali incomparabili, che dall’VIII secolo

avanti Cristo arrivano al III dopo Cristo. Dai primi terrazzamenti nel banco

di tufo dell’Aventino !no a una sontuosa residenza.Daniela Porro,

soprintendente speciale di Roma: “La struttura più importante è una domus

romana, ristrutturata più volte nel corso di due secoli e che ha restituito agli

archeologi straordinari reperti, a"reschi, mosaici, di epoche e di stili diversi.

Si va dal disegno geometrico al disegno più complesso, al !gurato, alle

tessere bianche e nere !no alle tessere di pasta vitrea colorate”.Le indagini

che hanno portato al ritrovamento sono partite nel 2014 da BNP Paribas

Real Estate che aveva acquistato da BNL un immobile direzionale per

realizzare un complesso residenziale da 18.000 metri quadrati alle pendici

dell’Aventino.Piero Cocco-Ordini, amministratore delegato di BNP Paribas

Real Estate Property Development in Italia. “Abbiamo costruito 360

appartamenti, come succede a Roma, scavando abbiamo trovato questi resti.

Curiosamente avevamo chiamato l’operazione Domus Aventino. È scattato

un rapporto pubblico-privato, tante volte con#ittuale, mentre qua siamo

riusciti a fare qualcosa di unico ed eccezionale, mettendo insieme interessi

nostri e l’interesse pubblico”.I costi della manutenzione ma anche gli introiti

dei biglietti andranno ai condomini. A raccontare la storia di questo angolo

di Roma, che sarà aperto al pubblico due venerdì al mese a partire da

novembre un allestimento multimediale curato da Piero Angela e Paco

Lanciano, che si avvale di video mapping e proiezioni.”In questa occasione è

stato fatto un bellissimo lavoro di restauro che abbiamo cercato di far vivere

raccontando la storia di questa domus e delle persone che ci abitavano”.

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Page 59: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

TESTATE ESTERE

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MIÉRCOLES, 7 OCTUBRE 2020 CULTURA LA VANGUARDIA 39

SOPRINTENDENZA SPECIALE DI ROMA

Una proyección ayuda a entender cómo sett la domus a partir de uno de los mosaicos hallados

La capital italiana inaugura un área arqueológica con restos de entrelos siglos VIII a.C. ylli d.C. dentro de un patio de vecinos

Una domus en el parkingANNA BUJRoma. Corresponsal

Adentrarse en un parkingen el patio de un edificiode 180 apartamentos yencontrarse unos es-

pléndidos restos arqueológicos deuna domus romana de la etapa im-perial. Solo en el corazón de Romapodría suceder algo así.Un muro que podría datarse del

siglo VI a.C. y que seguramente for-maba parte de un asentamiento de-fensivo en el monte Aventino, unade las legendariassiete colinas dondese fundó Roma, qui-zás los cimientos deuna torre de vigilan-cia en una época enque se temía una in-vasión. Lo que que-da de una maravillo-sa domus (o vivien-da particular) de unafantilia pudiente enla posterior épocaimperial, segura-mente de ricos co-merciantes o de al-guien de la nobleza,con hasta seis estra-tos de preciosos mo-saicos. Son solo al-gunos de los hallaz-gos que han salido ala luz en una comunidad de veci nosen la plaza Albania, en Roma, cuan-do el edificio estaba reforzando suscimientos para asentarlo en caso deterremoto."Al final del 2014 comenzó la ex-

cavación arqueológica preventivade este edificio. Encontramos unasjoyas arqueológicas extraordina-rias que cubren desde el siglo VIIIa.0 al III d.C.", anunció la superin-tendente de Cultura de Roma, Da-niela Porro, en la presentación a laprensa.En el lugar donde ahora reposan

los mosaicos y los muros iban aconstruir once plans de parking.En vez de eso, ahora se pueden visi-tar mosaicos desplazados por el vai-vén de la tierra en el mismo lugar en

que los encontraron los arqueólo-gos. Entre ellos, uno riquísimo en elaula, el punto central de la casa, conun loro verde formado por 300.000teselas. Los antiguos propietariosremodelaron la domus varias vecespara adaptarla a la moda de lostiempos, con lo que los estratosmuestran las seis capas de mosaicosseparados por 15 centímetros entreellos a entre cinco y nueve metrosbajo el actual asfalto del Aventinoque cubren el siglo I y II d.C.Dos si-glos de historia a través de los sue-los.

mana: se cree que por esta zona vi-vían Trajano o Adriano antes deconvertirse en emperadores. "Po-demos ver por la riqueza de los mo-saicos que la domus pertenecía auna familia muy rica", asegura el ar-queólogo Roberto Narducci.Los arqueólogos encontraron los

muros repletos de tierra, pero tam-bién de hasta10.000 trozos de cerá-mica, piezas con relieves de la diosaAtenea, el héroe Hércules o una es-trella de ocho puntas que han per-manecido ocultos durante casi2.000 años. Había también objetos

de la vida cotidiana

SOPRINTEN RHEA SPECIAIE DI ROMA

Vista aérea de la domus encontrada bajo el bloque residencial

Se cree que la casapertenecía a unafamilia vinculada a laélite romana, que solíaresidir en el Aventino

Se trata de una excavación única,pues aunque es habitual encontrarrestos de domus romanas en estazona -cuando los emperadores seapropiaron del monte Palatinoparasus palacios, la nobleza se desplazóal Aventino- en pocas ocasiones seha podido excavar en comunidadesprivadas. La colina era una zona re-sidencial habitual para la élite ro-

de los romanos, co-mo un martillo, unallave o una ánforapara contener el ga-rum , una salsa pesti-lente que se utiliza-ba para fermentar elpescada Los cientí-ficos lo han presen-tado como una ver-dadera "caja ar-queológica" a travésde unas proyecdo-nes de luces y videosque señalan los teso-ros escondidos has-ta el momento bajoel bloque de vivien-das, construidas enlos años cincuenta.A partir de no-

viembre quien lo desee podrá visi-tar estos restos arqueológicos dosveces al mes. La inmobiliaria BNPParibas, que compró el edificio, hafinanciado la excavación con 3 mi-llones de euros. Es el primer yaci-miento visitable dentro de una co-munidad privada de vecinos quepermanecerá abierto regularmentealas visitas en Roma. La comunidadserá quien se ocupe de la manuten-ción y también de cobrar la entradaa los visitantes. Aunque seguro quelas 150 familias que viven en el blo-que de la plaza Albania están encan-tadas con el valor añadido que la yallamada Domus Aventino da a suspisos. Al fin y al cabo, pocos puedendecir que viven encima de una joyaarqueológica romana.•

El guitarrista Eddie Van Halen fallecede un cáncer a los 65 años

El primer'guitar hero'

SERGIO LOZANOBarcelona

Adios a otrogigante del rock Ed-die Van Halen, rutilantevirtuoso de la guitarra eléctrica,falleció ayer a los 65 años de uncáncer de garganta, enfermedadcon la que llevaba largos años lu-chando.Van Halen deja como heren-

cia un estilo veloz, virtuoso e in-novador de tocar la guitarra queconvirtió a su banda en uno delos iconos del rock de los añosochenta, cuando coparon las lis-tas de yentas junto a nombres co-mo Bon Jovi, Kiss o MötleyCrue. Su banda homónima seencuentra entre los 20 artistasmás vendidos de todos los tiem-pos, y fue incluida en el Salón dela Fama del Rock and Roll en el2007, sin olvidar que la revistaRollingStone colocó a Eddie VanHalen en el octavo lugar de sulista de los100 mejores guitarris-tas. Ha muerto un dios del rock,un auténtico guitar hero,y lo hahecho a una edad en quemuchosde sus coetáneos continúan so-bre el escenario, manteniendovivo un estilo que no ha encon-trado por ahora un reemplazo ala altura.Porque cuando parecía que

todo estaba inventado en elmundo de la guitarra, aparecióeste autodidacta para crear algu-nos de los rifft y de los solos más

has-ta convertirse en concertis-tas.Pero aunque nunca renuncia-

ron a sus raíces (el hijo de Eddiese llama Wolfgang) el rock pudomás que la clásica, y los herma-nos cambiaron el piano por laguitarray la batería. Influido porlos grandes guitarristas de los se-senta, nombres como Hendrix,Clapton o Ji nutty Page, Eddie setank) a su hermano Alex,el bajista Michael Anthony yel cantante David Lee Roth

Su estilo popularizó latécnica del 'tapping'situando ala banda enla cima de las listas deyentas en los ochenta

para formar en 1974 Van Halen.Tras pasar tres años tocando

en pequeños locales, grabaronsu primer disco, Van Halen(1978), financiados por GeneSimmons, líder de Kiss, que lesdescubrió tocando en un club.Runnin' with the Devil, la men-cionada Eruption o la rockeraversión del You really got me delos Kinks hablaban a las claras delo que acababa de nacer.Siguieron en los años siguien-

tes éxitos como Dance the nightAway, Unchained, Panama o

OWEN SVIEENEY / AP

Eddie Van Halen, junto ala guitarra con la que se hizo famoso

icónicos del rock, y entre ellosEruption. Poco más de minuto ymedio de solo guitarrero que ex-pandió las posibilidades de esteinstrumento mediante el tap-ping; una técnica consistente enpulsar directamente las cuerdasde la guitarra sobre el mástil, queVan Halen popularize) llevándo-lo al extremo.Nacido en 1955 como Edward

Lodewijk en Amsterdam (PaísesBajos)„en1962 su &milla emigróa Los Angeles siendo él todavíaun niño. Una vez en CalifornaEddie y su hermano Alex crecie-ron bajo el influjo de su padre,Jan, un músico dejan que les in-culcó la pasión por la musica,animándoles a estudiar piano

Jump, tema que les propulsó a lomás alto de las listas de yentasdestronando ni más ni menosque al Thriller de Michael Jack-son en 1984, con quien colaboródos años antes grabando el solode Beat it. Ya sin David Lee Rotha la voz (reemplazado por Sam-my Hagar), Van Halen prosiguiósu carrera hasta bien entradoslos años noventa.El cáncer apareció por prime-

ra vez en el 2000, provocándolela pérdida de una parte de lalengua. Yaunque fue dado de altaen el 2002, mantuvohasta el finalsu lucha contra una enfermedadque le apartó de los escenariosmucho antes de lo que él y sobretodo sus fans hubieran deseado.•

Page 61: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

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ARQUEOLOGÍA Encontrada una domus en un parking en elcorazón de Roma

0 La capital italiana inaugura un área arqueológica con seis estratos de mosaicos dentrode un patio de vecinos

ANNA BUJ | ROMA, CORRESPONSAL 06/10/2020 18:14

Adentrarse en un parking en el patio de un edificio de 180apartamentos y encontrarse unos espléndidos restosarqueológicos de una domus romana de la etapa Imperial. Sólo enel corazón de Roma podría suceder algo así.

Un muro que podría datarse del siglo VI a.C. y que seguramenteformaba parte de un asentamiento defensivo en el monteAventino, una de las legendarias siete colinas donde se fundóRoma. Los restos de una maravillosa domus (o vivienda particular)de una familia pudiente en la posterior época Imperial,seguramente de ricos comerciantes o de alguien de la nobleza, conhasta seis estratos de preciosos mosaicos. Son sólo algunos delos hallazgos que se han encontrado en una comunidad de vecinosen la plaza Albania, en Roma, cuando el edificio estaba reforzandosus cimientos para asentarlo en caso de terremoto.

“Al final del 2014 comenzó la excavación arqueológica preventivade este edificio. Encontramos unas joyas arqueológicasextraordinarias que cubren desde el siglo VIII a.C al III d.C.”,anunció la superintendente de Cultura de Roma, Daniela Porro, enla presentación a la prensa.

En el lugar donde ahora reposan los mosaicos y los muros iban aconstruir once plazas de parking. En lugar de eso, ahora sepueden visitar mosaicos desplazados por el vaivén de la tierra en elmismo lugar en que los encontraron los arqueólogos. Entre ellosuno riquísimo en el aula, el punto central de la casa, con un loroverde formado por 300.000 teselas. Los antiguos propietariosremodelaron la domus varias veces para adaptarla a la moda de lostiempos, con lo que los estratos muestran las seis capas demosaicos separados por 15 centímetros a entre cinco y nuevemetros bajo el actual asfalto del Aventino que cubren el siglo I yII d.C.: dos siglos de historia a través de los suelos.

Se trata de una excavación única, pues aunque es habitualencontrar restos de domus romanas en esta zona –cuando losemperadores se apropiaron del monte Palatino para sus palacios, lanobleza se desplazó al Aventino– en pocas ocasiones se ha podidoexcavar en comunidades privadas. Era una zona residencialhabitual para la élite romana: se cree que por esta zona vivíanTrajano o Adriano antes de convertirse en emperadores.

Los arqueólogos encontraron los muros repletos de tierra, perotambién de hasta 10.000 trozos de cerámica, piezas con relieves dela diosa Atenea, el héroe Hércules o una estrella de ocho puntasque han permanecido ocultos durante casi 2.000 años. Habíatambién objetos de la vida cotidiana de los romanos, como unmartillo, una llave o una ánfora para contener el garum , unasalsa pestilente que se utilizaba para fermentar el pescado.

Este yacimiento es un viaje en el tiempo y también a unaexcavación auténtica Los científicos lo han presentado como unaverdadera “caja arqueológica” a través de unas proyecciones deluces y vídeos que señalan en todo momento los tesoros escondidoshasta el momento bajo las viviendas, construidas en los añoscincuenta.

“Podemos ver por la riqueza de los mosaicos que la domuspertenecía a una familia muy rica”, contó a este diario elarqueólogo Roberto Narducci. Sobre el muro defensivo, segura quequizás eran los cimientos de una torre de vigilancia del siglo VIa.C. “En esa época el Aventino era uno de los puntos donde losprimeros habitantes de Roma tenían miedo a ser invadidos”,apostilla.

A partir de noviembre quien lo desee podrá visitar estos restosarqueológicos dos veces al mes. La inmobiliaria de BNP Paribas,que compró el edificio, ha financiado la excavación con 3 millonesde euros. Es el primer yacimiento visitable dentro de unacomunidad privada de vecinos que permanecerá abiertoregularmente a las visitas en Roma.

La comunidad será quien se ocupe de la manutención y también decobrar la entrada a los visitantes. Aunque seguro que las 150familias que viven en el 37 de la plaza Albania están encantadas conel valor añadido que la ya llamada Domus Aventino añade a suscasas. Al fin y al cabo, pocos pueden decir que viven encima de unajoya arqueológica romana.

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Reconstrucción de una de las habitaciones de la domus a partir de los restos de mosaicos hallados en Roma (Soprintendenza Speciale di Roma)

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Vista aérea de los mosaicos hallados en el yacimiento arqueológico del Aventino, enRoma (Soprintendenza Speciale di Roma)

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Una de las siete colinas de Roma

El Aventino era una zona residencialhabitual para la élite romana

Un arqueólogo trabaja sobre uno de los mosaicos hallados (Soprintendenza Specialedi Roma)

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Los mosaicos a base de cuadrados son los más sencillos del yacimiento, yprobablemente los más antiguos (Soprintendenza Speciale di Roma)

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Un caso único

Es el primer yacimiento visitable en unacomunidad privada de vecinos en Roma

La entrada al parking en el patio de vecinos donde han encontrado los restos en elAventino (Anna Buj)

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INICIAR SESIÓNRafa Nadal - Sinner La isla de las tentaciones Coronavirus - Covid Trump' Más (

Page 62: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

Ancient Roman villa and elaborate mosaics found beneathapartment block in Rome

The villa and its mosaics have now been turned into a subterranean museum

By Nick Squires ROME

6 October 2020 • 10:00am

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Page 63: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

A concierge and a smart address are no longer enough for one apartment block in

Rome – it can now boast its very own subterranean Roman villa.

Archeologists have unveiled the remains of a sumptuous Roman “domus” or villa,

complete with elaborate mosaics, that had remained hidden for 2,000 years.

It was discovered when engineers carried out work to earthquake-proof the residential

development, which was built in the 1950s.

Archeologists were called in and found a series of palatial rooms laid with mosaics

featuring black and white geometric designs, made from tens of thousands of tiny

cubes of stone.

A detail of one of the mosaics

The villa was found in the Aventine Hill area of the city, close to the Circus Maximus

chariot racing arena.

It is one of the legendary seven hills of the city and then, as now, was a part of Rome

Page 64: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

inhabited by the wealthy.

“You can see from the richness of the decorations and the mosaics that the villa

belonged to a powerful person, probably linked to the imperial family,” said

Daniela Porro, a senior cultural heritage official for the city. “Rome never ceases to

surprise us. It’s an archeological jewel.”

It was unearthed by chance in 2014 and after years of archeological work is now ready

to be opened to the public as a subterranean museum.

One mosaic features a large vase rendered in blue and green

Visitors will enter the modern apartment building from the street, cross a courtyard

and descend one flight of steps to an anonymous grey door next to a pair of lifts.

Inside are not the only the remains of the Roman villa, with mosaics and fragments of

frescoes and Latin inscriptions, but earlier segments of a stone tower dating back to the

8 century BC, as well as a huge defensive wall that dates back to the Roman republic.th

Page 65: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

During the excavation, archeologists found a wide array of objects from everyday

Roman life, including a hammer, a key, a water tap, a hairpin and oil-burning lamps.

They found amphorae which held garum, a noxious-smelling sauce made from

fermented fish that the Romans loved to use to spice up their meals.

Archeologists clean one of the mosaics that was discovered

There were also fragments of lacquered bowls stamped with the images of Hercules

and the goddess Athena.

Video projections on the walls of the underground space bring the villa alive, with a

senator and his wife strolling amid marble busts, ornate tables and couches.

One mosaic has as its centrepiece an image of a bright green parrot with a splash of red

in its plumage, while another depicts a grape vine growing from a large vase.

The archeologists found not just one layer of remains, but six different layers, one on

Page 66: RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE SCATOLA MUSEALE DOMUS AVENTINO

top of another, spanning a period of two centuries.

A total of nine mosaics was found in the remains of the Roman villa

The patterns of the mosaics, including one which features a repetitive figure 8, are

unusual. “We’ve not seen it before,” said Roberto Narducci, an architect involved in the

excavation.

The €3 million dig was funded by BNP Paribas Real Estate, the company which owns

the apartment building.

“It’s quite a challenge to allow access to the site, while protecting the privacy of the

condominium’s residents,” said the company’s Anselmo De Titta. “It will be open to the

public at least two days every month and more if there is the demand.”

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Europe, Archaeology, Rome, Italy

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