Insulae et domus

14
CLASSE PRIMA, SEZIONE C PROF.SSA ANNA CHIARA MARCIALIS LICEO SCIENZE UMANE “PITAGORA” ISILI SARDEGNA- ITALIA ANNO SCOLASTICO 2013/2014 WEBQUEST SULLA STRUTTURA ABITATIVA DEGLI ANTICHI ROMANI De gustibus…

Transcript of Insulae et domus

Page 1: Insulae et domus

CLASSE PRIMA, SEZIONE C

PROF.SSA ANNA CHIARA MARCIALIS

LICEO SCIENZE UMANE “PITAGORA” ISILI

SARDEGNA- ITALIA

ANNO SCOLASTICO 2013/2014

WEBQUEST SULLA STRUTTURA ABITATIVA DEGLI ANTICHI ROMANI

De gustibus…

Page 2: Insulae et domus

De gustibus…

Page 3: Insulae et domus

La “domus” abitazione tipica delle famiglie benestanti, non superava i due piani, ma era molto estesa. Nella parte rivolta alla strada la domus era generalmente priva di finestre per motivi di sicurezza, e dotata di piccole aperture per l'areazione. La porta d'ingresso immetteva in un corridoio che conduceva all'atrio.

DOMUS

De gustibus…

Page 4: Insulae et domus

tectum

compluviumala

atrium

tablinumhortus

peristylium

solarium

porticus

exedra

cubiculum

posticum

triclinium

Cellae servorum

culina

impluviumtaberna

fauces

vestibulum

Lararium

murus

DOMUSDe gustibus…

Page 5: Insulae et domus

Pianta di una tipica domus romana.1. fauces (ingresso)2. tabernae (botteghe artigiane)3. atrium (atrio)4. impluvium (citerna per l'acqua)5. tablinum (studio)6. hortus (orto)7. oecus tricliniare (sala da pranzo)8. alae (ambienti laterali)9. cubiculum (camera)

Intorno all'atrio si aprono i cubicoli, destinati ad uso fisso: il tablinium, una grande sala prima anche da pranzo poi solo di rappresentanza, situata in fondo all'atrio, di fronte alla porta d'ingresso, chiusa da una tenda; le alae, il cui uso è incerto, i cubicula, stanze da letto. Attraverso un corridoio detto andron si passa al secondo corpo della casa, il peristylium, che consiste in un giardino circondato da un portico sorretto da colonne e di solito a due piani, ricco di fiori, statue, nicchie, fontanelle. Intorno si aprono altri ambienti: il triclinium, sala da pranzo, altri cubicula e vani di vario uso.

DOMUS

De gustibus…

Page 6: Insulae et domus

Nel mezzo dell'atrio vi era un bacino che raccoglieva l'acqua piovana in cisterne: il "compluvium"; attorno si aprivano le diverse stanze della case, che molto spesso erano affrescate.

La stanza da pranzo si chiamava "triclinio": qui i romani consumavano il pasto sdraiati su tre grandi divani a tre posti disposti ai tre lati della tavola.

Le domus avevano in genere pochi mobili: il letto, insieme a tappeti e cuscini, costituiva l'arredo più importante.

Nel II° secolo a.C. la pianta delle ricche case romane fu ampliata con l'aggiunta di un cortile a colonne, il "perisilio", di origine ellenistica.

De gustibus…

Page 7: Insulae et domus

COME SI ACCEDE A UNA “DOMUS”Si accede alla domus percorrendo prima un vestibulum, cioè un corridoio, e poi varcando la porta principale, ianua. Il porticum è la porta di servizio che si apre su un muro laterale.

L'atrio è un grande vano che presenta un'ampia apertura nel soffitto (impluvium) in corrispondenza della quale nel pavimento è incavata una vasca rettangolare (compluvium) per raccogliere l'acqua piovana.

De gustibus…

DOMUS

Page 8: Insulae et domus

Vicino alla cucina sono disposte le latrine e il bagno. Gli schiavi sono sistemati in camerette dette celle che non hanno una disposizione fissa. Le pareti delle stanze sono affrescate a riquadri di vivaci colori, con motivi floreali o architettonici, scene di caccia, soggetti mitici.

DOMUS

De gustibus…

Page 9: Insulae et domus

Il soffitto è a cassettoni (lacunari) ornati o decorati con stucchi. Il pavimento è ricoperto da mosaici.

Logicamente il numero e l'ampiezza degli ambienti e dei giardini, l'arredamento e la decorazione delle stanze variano a seconda dell'età (repubblicana,

imperiale, ecc.) e della ricchezza del proprietario. Certo è che le domus dei ricchi, spaziose, areate ed

igieniche, fornite di bagni e latrine, riscaldate d'inverno dagli ipocausti, dotate di acqua sono forse le più comode che si siano costruite fino al sec. xx.

DOMUSDe gustibus…

Page 10: Insulae et domus

insulae

-Alcuni romani abitavano in campagna, altri in città. Nelle città la maggior parte della popolazione (la media e la piccola borghesi e il proletariato) abitava in edifici di tre o quattro piani, divisi in appartamenti dati in affitto, chiamati "insulae“. Ogni insula contiene 200 abitanti circa. Il fenomeno dell'urbanesimo sempre crescente, la necessità di sfruttare lo spazio, la miseria di gran parte della popolazione cittadina, determinano nel corso dei secoli, l'accrescersi di questo tipo di dimore che sono uno dei più chiari esempi di pessima organizzazione municipale. La costruzione delle insulae è un'attività assai proficua. Gli imprenditori edili - gli unici, cui è consentito il traffico a ruote anche di giorno - mettono su muri sottili che mal si reggono in piedi, con materiali scadenti, esposti al continuo pericolo del crollo.I proprietari poi, imparano presto a suddividere i ristretti alloggi in celle ancor più esigue, vere tane, per accogliervi inquilini ancor più poveri.

De gustibus…

Page 11: Insulae et domus

insulae

Il piano terra delle insulae era occupato dalle botteghe degli artigiani e dei commercianti che abitavano nel retro. Sotto il tetto c'era il solaio, che a volte ospitava delle famiglie.

La vita all'interno di questi caseggiati era molto disagiata: erano mal riscaldati d'inverno, poco illuminati e spesso mancava l'acqua.

De gustibus…

Page 12: Insulae et domus

L'acqua di cui Roma abbonda, alle “insulae” non arriva e la si attinge dalle fontane. Sorgono, questi alti e sconnessi edifici, appiccicati l'uno all'altro nei vicoli maleodoranti e rumorosi. Le finestre e talvolta i balconi in legno, ingentiliti dai fiori posti dalla povera gente sui davanzali, guardano nella strada e ne ricevono poca luce. Tali abitazioni mancano di tubi di scarico, di gabinetti, di cucine, di riscaldamento. Le grandi fogne di cui Roma va superba non sono collegate alle abitazioni più affollate. I rifiuti di ogni genere vengono deposti in cisterne coperte in fondo alla tromba delle scale, dove, periodicamente, vengono prelevate da contadini in cerca di letame o da spazzini.

Si immagina quindi quale fosse il fetore di quelle case e come facilmente vi divampassero le epidemie. Le “insulae” romane costituiscono l'esempio tipico di una società divisa in una classe di privilegiati e in un proletariato depresso.

insulaeDe gustibus…

Page 13: Insulae et domus

La cucina non ha un luogo fisso, è un ambiente piccolo e buio con un buco nel tetto per far uscire il fumo, dato che mancano i fumaioli; contiene il camino, un piccolo forno per il pane, l'acquaio.

insulaeDe gustibus…

Page 14: Insulae et domus

DOMUS

I due tipi sono presenti in tutta la storia di Roma, dalla Repubblica al tardo Impero e subiscono, con il tempo, evoluzioni particolari. Basti pensare che i cataloghi regionali del 375 d. C., assegnano a

Roma 1790 domus contro 46.602 insulae.

INSULAE

De gustibus…