Rassegna Stampa - Misantropo - argot.it · personaggi di Misantropo –Ovvero esperimenti...

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RASSEGNA STAMPA MISANTROPO di Molière traduzione, adattamento e regia Francesco Frangipane

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RASSEGNA STAMPA

MISANTROPO

di Molière

traduzione, adattamento e regia Francesco Frangipane

01-OTT-2017da pag. 88foglio 1

Dir. Resp.: Tommaso Cerno www.datastampa.it Lettori Ed. I 2017: 1.460.000Diffusione 05/2017: 266.309Tiratura 05/2017: 367.573

Settimanale

Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati

- Ed. nazionale

UN“MISANTROPO”ALL’ARGOTSTUDIO

6novembre2016-GiuliaSanzonevistoalTeatroArgotStudio,Roma

Siamo chiamati a bere spritz nel foyer dell’Argot, invitati da eleganti personaggi in doppio petto e baffi

seicenteschi, arricciati e confusi tra quelli dei comuni hipster nel pubblico in fila. Ci accompagnano

gentilmenteinsala,svelandosisorprendentiattoridiunacontemporaneaegraffianteriletturadellagrande

“commediaumana”diMolière,quiattualissimainveste“happy

hour”.L’ecodiun’imbeccatafondamentale-“chisiamoeperchésiamoqui?”–anneganeibicchierienel

suonodeLaBoheme,mixatainchiaveloungedaundjinscena,intentoallaconsolleperunconsuetoritrovo

diartisti, intellettualie radical chic.Ci sistemiamosugli sgabelli cheoccupanodiagonalmente il centrodi

questopalco/vernissage/happening,unodiqueglieventidovesuccedetuttoeniente,traimmagini,opere

sparseeunragazzocheleggeinchiodatoaunaparete,inunquadroviventechecitaCattelan.

Popolanoquestonon-luogogliacrobatidelviveresociale,sfrenatiesibizionistidellaretorica,deisorrisi in

faccia e del veleno alle spalle, parlando, sparlando e dimenandosi ridanciani inmezzo agli sguardi di un

pubblico illuminato e costretto a guardarsi in faccia, muto, stupido e compiacente, ma involontario e

inquietanteprotagonistadiunarecitacheprosegue(ben)oltrelasala.

FrancescoFrangipanedirigebrillantemente,intempiritmatieperfettamenteincastrati-trauntreninoeun

“prosecchino!?”-questoingegnosoemodulatocorodi

ipocrisiemesse“inmostra”:spettegolateall’orecchio,scritte,cantateinversipoeticiosculettateneidjset,

poi,finalmente,svelatenellecrepedellemascherepirandelliane(e“sorrentiniane”nelcontestomondano

romano) di chi partecipa (Filinte,Oronte, Acaste, Eliaste, Clitandro, Arsinoè), domina (Celimene) o tenta

miseramentedidivincolarsi(Alceste)inquestagrottescaorgiasociale.

Esuberante e intelligente la perfomance degli attori, esilarante nei duelli spietati a colpi di gossip,

sputtanamentiemalignitàtradueespertematronedasalotto,maemozionanteeintensanell’impattocon

lesvelateveritàdiunospettacolodavedereedavivere,edacuiusciretuttiunpo’“misantropi”.

5ottobre2016–ErikaFavarovistoalTeatroArgotStudio,Roma

Quante volte all’uscita di un teatro è capitato di fare i complimenti per uno spettacolo che in verità

reputavamo mediocre? Quante volte abbiamo indossato una maschera sorridente per evitare alla

disapprovazionedimanifestarsiinunapiccolamaeloquentesmorfia?Èperquestocheilpubblicoèunodei

personaggidiMisantropo–Ovveroesperimentidell’artedelviveresociale,tradotto,riadattatoedirettoda

Francesco Frangipane. Il pubblico è uno dei protagonisti perché fa parte di quell’umanità da cui Alceste

(ArcangeloIannace)vorrebbeprendereledistanze,èsedutoecircondatodagliattorichesimuovonoinuno

spaziomoltosimileaqueilocaliincuisiconsumanoaperitivitraarredamentobianco,oggettichepretendono

diessereartecontemporaneaemusicaelettronica. In scenaquestielementi sono tuttipresentie traun

bicchieredispritzel’altroprendevitailcircod’umanitàvanitosaedarrivistacheMolièreavevaindividuato

nellanobiltàfrancesedelsuotempoecheFrangipanetrasportanellascenateatralecontemporanea.Non

piùcortigianiemarchesidunque,maartistipretenziosiepersonalitàassetatedimaldicenze:sonoquestele

personedacuiAlcestevorrebbeprenderedefinitivamente ledistanze.Nonc’èodiovisceraleodisprezzo

aggressivo nella misantropia del protagonista, il sentimento provato dal burbero per eccellenza infatti

coincidepiùconunrifiutoeconundesideriodilontananzachevorrebbecondividereconCélimène.Leiperò

noncelafa,nonriesceanonnutrirsideglisguardideglialtriuomini,noncelafaanondissimulareognisuo

sorriso, e Vanessa Scalera riesce a dare profondità al suo personaggio soprattutto nella seconda parte,

quandoilcircolodifalsitàegelosielatravolgonoeleinontrovaparolecheladifendano.Tuttosuccedesotto

losguardodiundj(AntonelloApreachecuraanchelemusiche)ediun’installazioneviventeversocuiviene

spontaneorivolgersiinalcunimomentipervedereselaplaciditàvienescossa.Aduntrattoperòcisirende

contocheglisguardiincuicercareunareazionesonoquellideinostrisimili,delpubblicochestasedutotra

gliattoriedèperfettamenteconsapevolecheilmondodegliaddettiailavori-diqualsiasilavorositratti-

funzionacosì.

AlteatroArgotinscenaunMisantropocontemporaneocherapisceilpubblico

5ottobre2016-EsterSchiavonevistoalTeatroArgotStudio,Roma

IlMisantropodiMolière,il4OttobrealTeatroArgot,hadatoprovadiunaprofondamaestrianelcondurre

lospettatoreneiretroscenadellaforma,accoltoinunambienteincuilaquartapareteèassenteelafinzione

siriproducetralesediededicateagliospiti,questidivengonoessistessipartedellacommedia,all’internodi

una visione, fino al punto di reagire in prima persona come avessero un ruolo da interpretare ed uno

sgomento,edellerisatedariprodurre;nellospettacolodiFrancescoFrangipanequesteesconospontanee

nell’immedesimazionedatadall’escamotagedellarappresentazionetrailpubblico,rendendorealeungioco

traleparti,un’identificazioneeproiezionedicomportamentitipicideltemponostroquantodellasocietàin

cuiMolierescriveva.Questogiocosispingeallimitefinoaprodurrenelpubblicofaccedidisgustosincere

versoCelimene,unadonnachedell’ingannod’amoreavevafattoilsuogiocoelasuaverità.

La prima delMisantropo ha portato con sé il plauso del pubblico, trattenutosi dall’alzarsi, ipnotizzato e

trasportatodall’adattamentodiFrancescoFrangipaneilcuimeritoèstatoquelloditrasporrelacommedia

seicentescainunapantomimacontemporaneasottile,cavalcantel’ondadellacivetteria,lusingaemenzogna

comune agli ambienti del teatro e non, questo è stato reso possibile grazie alla partecipazione del dj

AntonelloAprea,ilqualeconmusichechehannospaziatodaiGotanProjectagliArchive,hadatovitaaduno

strettissimoconnubiotral’osservatoreesternoel’attore,entrambi

all’internodiunostessospettacolo;lasuamusicahaprodottol’esplicarsidensodelsensomolierianoeun

arricchimentodeltesto,rielaboratodaunregistaintuitivoemoltodotato.

Nessunattorepresenteèvenutomenoalsuostessoruolo,riuscendoarenderelacomplessitàchesicela

nellafinzione,lasfaccettaturadelledinamicherelazionalinell’eternofluttuaretraautenticitàemaschera;

nonpossoesimermidalcitareArcangeloIannace,neipannidiAlceste;FrancescoZecca,neipannidiFilinte;

Vincenzo de Michele, nei panni di Oronte, Miriam Galanti interpretante Eliante, Silvia Salvatori

rappresentante Arsinoè, Matteo Quinzi qui Acaste e Giles Rocca qui Clitandro, tutti dentro in maniera

imperfetta–comelarealtàumanarichiede–nelruolointerpretato,poichéimperfettoèl’animoumanoed

inquestolaperfezionedellaloroperformance.

Un appunto a sé stante per Vanessa Scalera, nello spettacolo Celimene, il cui spessore ha reso carica

costantementelascena,donandoallospettatoreun’energiadifficiledagestiredaleiincarnata,destreggiata

etrasformatacomefossecretanellesuemani.Assolutamentedasegnarelasuaeccellenzanelriportarein

scena la figuradi Celimene, rendendole giustizia e non appiattendola in uno stereotipodi sortamaanzi

dandolepienezzaeformaattraversoun’agiatezzaespressiva,unaconduzionevocaleeunapadronanzadel

corpochelaportaoggiadessereun’attricedialtissimolivello.

www.edizioniconoscenza.it 76 ARTICOLO 33 | N.9-10 2015

TEATRO

ROMA - IL MISANTROPO DI MOLIÈRE ALLE “CARROZZERIE”

Smascherati i mediocri soddisfattiRAFAEL F. LOBO

L ibero esperimento riuscito!Prorompente personalità deiprotagonisti, tutti, i quali, divolta in volta, erano l'io-che-agiva per dimostrare l'infonda-

tezza della verità, sempre cangiante.

Già, proprio perché ognuno, pirandel-lianamente, si porta dentro la propriaverità. Nella sala d’attesa del teatro al-cuni degli attori girovagavano in costu-me tra il pubblico. Saranno Oronte e Ce-limene a trascinare gli ospiti nell’arena,uno spazio aperto ben studiato, il pub-blico seduto su sgabelli e panche orien-tati secondo diagonali, tali da poter per-mettere l’interazione diretta tra attori epubblico. La storia è nota a tutti. L’ideali-sta Alceste dal ghigno beffardo nell’o-stentare la verità senza compromessi,innamorato di Celimene (Vanessa Scale-ra) – la quale vive la mondanità nellaquale trova ampi spazi di seduzione –cerca di convincerla, inutilmente, ad ab-bandonare gli agi per vivere insiemeuna vita solitaria. L’atmosfera è quellada grande evento degli anni '90. I vernis-sage romani, ben descritti dall’ultimoSorrentino – con tanto di dj set –, eranofeste all'insegna del puro intrattenimen-to e dell'artista come intrattenitore: ope-razione vuota e immorale dell'epifaniache si consumava in un attimo. Nellascena, ben illuminato durante tutto lospettacolo, un ragazzo resta sospeso al-la parete attaccato con lo scotch dapacchi. La citazione sarà certamentesfuggita ai non addetti ai lavori, pur ri-manendo di forte impatto per la sua ef-ficacia. (MILANO, 1999; L’ARTISTA MAURIZIOCATTELAN REALIZZA LA PERFORMANCE: "ATTAC-CATO AL MURO IL GALLERISTA MASSIMO DECARLO", ndr - v. figura a lato).

I ruoli, più o meno nascosti, di spasi-manti lentamente escono fuori grazie auna lettera che testimonia le differentiverità. Il pensiero di Celimene nei con-fronti degli altri inchioda, uno per uno, ipersonaggi che vivono circondati dall’au-ra delle loro ipocrite convenzioni che ri-cordano tanto gli Indifferenti moraviani.

Arcangelo Iannace, Alceste Vanessa Scalera, Celimene

Una scena coralePierpaolo De Mejo, Clitandro

Dice il regista, Francesco Frangipane:Il Misantropo è ancora oggi uno straordi-nario ritratto della società contempora-nea, un palcoscenico vivente in cui tutti ipersonaggi esibiscono i propri esperi-menti riusciti, trucchi smascherati eacrobazie maldestre proprie dell'arte delvivere sociale. Una meravigliosa occa-sione per raccontare la società in cui vi-viamo e per mettere in mostra vizi e vir-tù dell’uomo attraverso le attraverso le-mille pieghe dell’animo umano.

MISANTROPO di Molière. Traduzione, adatta-mento e regia Francesco Frangipane con ArcangeloIannace ; Massimiliano Benvenuto; Vincenzo De Mi-chele; Vanessa Scalera; Sara Andreoli; Silvia Salvato-ri; Matteo Quinzi; Pierpaolo De Mejo; musiche eDJ Set Antonello Aprea; scenografia Francesco Ghi-su; costumi Cristian Spadoni; light designer Giusep-pe Filipponioi versi recitati sono del poeta Norber-to Fratta Pumpuli. (Progetto di UFFICI TEATRALI, conil contributo di ARGOT PRODUZIONI, in collaborazio-ne con Argostudio e Carrozzerie n.o.t. - ROMA,TEATRO LE CARROZZERIE N.O.T. (15-24 ottobre 2015)

FrancescoFrangipaneautoreveroneIlMisantropo

23novembre2015-LuciaMedrivistoaCarrozzerien.o.t,Roma

Francesco Frangipane è autore e regista de IlMisantropoovvero liberi esperimenti dell'arte del vivere

socialeilcuidebuttonazionaleèstatopresentatoneglispazidiCarrozzerieNot.Recensione.

Quantopocosappiamogliunideglialtriequantoinvecepretendiamodiconoscere,analizzare,giudicare,

arrogarciildirittodidiresempre,inognicaso,inevitabilmente,latantoagognataultimaparola.Perché

prediligiamoleconclusioni,gongoliamonell'ascoltosìmaquelloriservatoesclusivamenteallenostreparole

cheamiamofarrisuonareadaltavoceperfarlesentireeperrisentirlenoistessi,inunapraticacherasent

aatrattiquellamasturbatoria.Epoilamaschera,l'immancabilecompagna,ipocritafortezzanellaquale

cinascondiamoeciaggrappiamoconlasperanzadidarciun'incoerenteparvenzadiessere.Cidiciamodi

essere. Materiale incandescente, Comédie Humaine sempre attuale, quello scandagliato nel classico Le

Misanthropeoul'AtrabilaireamoureuxdiMolièreattraversolesotterraneeecontraddittoriepsicologiedei

personaggi,emessoinmostranelvernissagealcolicoeconcettualedeIlMisantropoovveroliberiesperimenti

dell'arte del vivere sociale. Lavoro tradotto, adattato e diretto da Francesco Frangipane, il cui debutto

nazionaleèstatopresentato(elosaràfinoallaprossimadomenica)neglispazidiCarrozzerienot,cheper

duesettimanediseguitostanno

registrandoiltuttoesauritoperquellocheoramaisembraessereunsuccessoconclamato.IlMisantropo

–comesottolineatodalregistaaimicrofonidelprogrammaradiofonicoL'ultimonastrodiKrapp–èstato

creat o insiemeal collettivoUffici Teatrali, innanzitutto «un gruppodi amici che si riunisceper lavorare

insieme»eprodottodaArgotProduzioni.Frangipaneregistaloavevamoincontratogiànel2011conPrima

diandarviacheinsiemeaDall'altodiunafreddatorreeL'oraaccanto(inscenaagennaio2016eprodotto

congiuntamente da Argot Produzioni, Teatro dell'Orologio e Carrozzerie not) compongono la Trilogia di

Mezzanottescrittadall'autoreFilippoGili.Puntualizzazionidoveroseutiliacomprenderecomeillavorodi

Frangipanesiinseriscaall'internodiunareteconsolidataditeatriefigureprofessionali,ingradodisostenere

annodopoannotantoglisforzicreativiquantoquelliproduttivi.

Consideratesimilifondamentachesostengonolapraticaregisticaeinquestocasoancheautoriale,Il

Misantropononpuòchepresentarsicomeunospettacoloingradodiosarecondiscrezione,mantenendo

unpuntualeequilibriodrammaturgicoarticolatoattraversounascritturascenicaintelligenteerigorosa.

InvitatiasedercinelbelmezzodellascenacherappresentailvernissagediOrontecontantodidjset(musiche

mixatedaAntonelloApreachevediamocostruireunapersonalepresenzascenica)escultureconcettualiche

sbucanodaimuriedaitramezzi;cilasciamosfioraredall'organicodiattori–vestitiinmanieraimpeccabile

conabitiscuriestremamenteeleganti–chesimuovonoeagisconointornoallanostrastaticità,riempiendo

ognipartedellasalaeoltrelasalastessa.Siamospettatorimutimacentralissimidiunascenadivitaestavolta

possiamosoloosservare–osservandoci–questafaunadiuominiedonnecheconfaresnobeborghesesi

studiano,analizzanoerecitanotradilorolapartepiùcongenialechepossasopravvivereetrionfarein

società.Siride,sibeveesisfoganolepropriemanieistericheballandosfrenatamente:lamusicasiinserisce

inmanieraorganicatraunabattutael'altra,vieneappositamenterichiestadaiprotagonistichesituffanoin

unadanzasolitariachenondialoga.Ognunosicalainquellichesembranoindividualisticisoliloquidanzati.

Sottile, sinuosoe subdolo si agitaperò il drammachenel finale spezzerà la risatae scioglierà in lacrime

l'amoretraditodiAlcesteelafragilissimacorazzadiCelimene.Unamostrapermostrarsievedersimostrare,

lacuieleganzapatinatafiniràperripiegarsisusestessaeaggrinzendosisveleràunasmorfiadidisgustoe

riprovazione.

IlMisantropononèmaistatocosìsinceroetrasparente,Frangipanesvelal'ipocisiasenzatrucchioorpelli

utilizzandounlinguaggioinformaleepungente.L'azionesisnodasenzaintralci,fluendocomelarecitazione

nat uralist ica degli at t ori che, se a volt e si allont ana dall'int elligibilit à, rest it uisce però la verit à

dell'emozione.Unasorpresaperchinonconosceillavorodiquestogiovaneregistaeautoreeunaconferma

dipadronanzadelmestiereperchinesegueilpercorso.

LamascheraquotidianasvelatanelMisantropodiFrancescoFrangipane

15ottobre2015-SarahCurativistoaCarrozzerien.o.t,Roma

“Quandoc’èipocrisia,c’èsemprel’atmosfera”,scrivevaGrotowski.Eineetti,checeneaccorgiamoomeno,

nella nostra vita quotidiana tutti noi siamo soliti indossare quella che il Maestro polacco chiamava la

“mascherasociale” -necessaria in realtàall’instaurarsidei rapporti -chése fossimodavverotutti sinceri

l’uno con l’altro, chissà cosa succederebbe. Forse diventeremmo tutti come Alceste, il protagonista del

MisantropodiMolière,unpersonaggioamareggiatodallavita,ostinatoidealistanoninclineaicompromessi,

“piùsincerochecorretto”ediconseguenzacondannato

all’incomprensionealtruieallasolitudine.

OraèproprioAlceste,insiemeatuttal’umanitàchelocirconda,atornarenelMisantropoadattatoediretto

da Francesco Frangipane (Argot Produzioni). Lungi dal trovarci nella Francia del Seicento, attori in abiti

eleganti ci introducono invece in quella che sembra una festa dell’alta società a noi più familiare. Un

ambientebianco,asettico,ametàstradafraunadance-halleunsofisticatomuseod’artecontemporanea,

come sembrano confermare le “opere d’arte” che rifanno il verso a un determinato ambiente artistico

(scenografiaFrancescoGhisu). InquestaatmosferavagamenteallucinataallaKubrick,sgabellisparsiper

tutta la stanza azzerano la distanza fra attori e pubblico, decentrando la regia in un costante flusso di

movimentosenzaunfulcrostabile.

Frarisateperfide,pettegolezziimpastatidispritzel’ennesimoballoselezionatodaldjinsala,sisusseguono

allora le false promesse d’amore dell’a ascinante Celimene (Vanessa Scalera) all’innamorato Alceste

(ArcangeloIannaca),parolechediconoilcontrariodiquelloche intendono,adulazionidiconvenienza.E

comequelleopereespostenellascenografia,sottolacuiauraconcettualesinascondeilnulla,cosìsembra

succedereancheaipersonaggi,chesvelano l’impietosasuperficialitàdiunavitacostruitasull’apparenza.

Frangipane,nonprivodiironia,trasferiscelavacuitàdiquesteesistenzedallacortefrancesealmondodello

spettacoloodierno, rappresentantidiunaclasse socialeopportunistaearrivista -privadiuno spessore

umanopiùprofondo

Inscenailtemposcorreveloceeserrato,ancheseinrealtànullasembraaccaderesenonnell’evoluzione

interioredeipersonaggi;così,quandoCelimenerifiutal’ultimaoertadiunAlcestearantodaltradimentodi

vivereinsiemelontanodallasocietà,qualcosadentrodileisièspezzato.“Cisonomomentiinfattiincuisiamo

davverosinceri-semprenelleparolediGrotowski-edèquandoamiamoequandoladisgraziacitocca.”Alla

fine,inCelimene,questiduemomentisembranocoincidere.

Quellamascherasocialecheinteatrosifrantumaperdarevitaallaverità,paradossalmenteèquiamplificata

per smascherarequegli stessi comportamenti chemette in scena. Frangipane colloca il pubblico in una

posizione di testimone oculare privilegiato, non tanto degli attori, quanto delle proprie stesse reazioni.

Costretto a guardarsi in faccia, il pubblico è così invitato a sondare le proprie reazioni di fronte alla

rappresentazionediquellafalsità“necessaria”dicuisinutreognirapporto.