Rassegna Stampa di venerdì 10 aprile 2015 · I Sl!'l

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Rassegna Stampa di venerdì 10 aprile 2015 SNALS / CONFSAL Giornale di Sicilia 10/04/2015 EX SPORTELLI MULTIFUNZIONALI, SALVI FINO A DICEMBRE 1.600 LAVORATORI Il Secolo XIX - Ed. La Spezia 10/04/2015 PRECARI DELLA SCUOLA L'INGORGO DI REGOLE BLOCCA L'ASSUNZIONE La Nazione - Ed. La Spezia 10/04/2015 PRECARI ASSUNTI E POTERI AI. PRESIDI I DOCENTI RULLANO TAMBURI DI GUERRA LA SICILIA 10/04/2015 FORMAZIONE, SALVI 1.600 EX SPORTELLISTI Mondo Padano 10/04/2015 SCUOLA: QUEI DOCENTI PRECARI DA STABILIZZARE Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Brindisi 10/04/2015 "SIAMO TUTTI PRECARI" DOCENTI IN SCIOPERO Testate on line 10/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Avvenire 10/04/2015 "PORTINAI AL POSTO DELLE GUARDIE GIURATE" il Tempo 10/04/2015 L'ESPOSTO IGNORATO SU MILANO "PORTIERI AL POSTO DEI VIGILANTI" Alto Adige 10/04/2015 UN FALSO TESSERINO PER SUPERARE IL VARCO "RISERVATO" Gazzetta Reggio/Mo/Mn/Fe (catena) 10/04/2015 FA STRAGE NEL TRIBUNALE TRE MORTI E DUE FERITI il Resto del Carlino - Cronaca di Bologna 10/04/2015 OGGI FERMI I LAVORATORI DI ITALO – ANNULLATO La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce 10/04/2015 "IL PIANETA-GIUSTIZIA E' LASCIATO NELL'ABBANDONO" Scuola, Formazione, Università, Ricerca l'Espresso 16/04/2015 RICERCHE /1 NO AL TRAFFICO VICINO A SCUOLA Internazionale 16/04/2015 LA SCUOLA SOTTO ATTACCO IN TUTTO IL MONDO Corriere della Sera - ed. Roma 10/04/2015 IL 25 APRILE RIAPRE IL PORTO DI TRAIANO LE GUIDE SARANNO I BIMBI DELLE SCUOLE Cronache del Garantista 10/04/2015 27 ASSOCIAZIONI CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA il Mattino 10/04/2015 I PERCORSI DIDATTICI PER GLI STUDENTI la Gazzetta del Mezzogiorno 10/04/2015 LE ALTRE NOTIZIE-AL VIA DAL 16 SETTEMBRE Corriere della Sera 10/04/2015 L'ATENEO DIVENTA UNA "FORESTA BLU" FABRIZIO PLESSI TRASFORMA L'UNIVERSITA' Corriere dell'Umbria 10/04/2015 SPECIALE EXPO MILANO 2015 - LE NUOVE FRONTIERE PER COMBATTERE LA MALNUTRIZIONE Corriere Romagna di Forli' e Cesena 10/04/2015 DI MAIO SPOSTA L'OBIETTIVO SU DIDATTICA E INSEGNAMENTO Corriere Romagna di Forli' e Cesena 10/04/2015 IL MINISTRO GIANNINI "SPOSA" IL CAMPUS ++

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Rassegna Stampa di venerdì 10 aprile 2015

SNALS / CONFSAL Giornale di Sicilia 10/04/2015 EX SPORTELLI MULTIFUNZIONALI, SALVI FINO A DICEMBRE 1.600

LAVORATORI Il Secolo XIX - Ed. La Spezia 10/04/2015 PRECARI DELLA SCUOLA L'INGORGO DI REGOLE BLOCCA

L'ASSUNZIONE La Nazione - Ed. La Spezia 10/04/2015 PRECARI ASSUNTI E POTERI AI. PRESIDI I DOCENTI RULLANO

TAMBURI DI GUERRA LA SICILIA 10/04/2015 FORMAZIONE, SALVI 1.600 EX SPORTELLISTI Mondo Padano 10/04/2015 SCUOLA: QUEI DOCENTI PRECARI DA STABILIZZARE Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Brindisi

10/04/2015 "SIAMO TUTTI PRECARI" DOCENTI IN SCIOPERO

Testate on line 10/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Avvenire 10/04/2015 "PORTINAI AL POSTO DELLE GUARDIE GIURATE" il Tempo 10/04/2015 L'ESPOSTO IGNORATO SU MILANO "PORTIERI AL POSTO DEI

VIGILANTI" Alto Adige 10/04/2015 UN FALSO TESSERINO PER SUPERARE IL VARCO "RISERVATO" Gazzetta Reggio/Mo/Mn/Fe (catena)

10/04/2015 FA STRAGE NEL TRIBUNALE TRE MORTI E DUE FERITI

il Resto del Carlino - Cronaca di Bologna

10/04/2015 OGGI FERMI I LAVORATORI DI ITALO – ANNULLATO

La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce

10/04/2015 "IL PIANETA-GIUSTIZIA E' LASCIATO NELL'ABBANDONO"

Scuola, Formazione, Università, Ricerca l'Espresso 16/04/2015 RICERCHE /1 NO AL TRAFFICO VICINO A SCUOLA Internazionale 16/04/2015 LA SCUOLA SOTTO ATTACCO IN TUTTO IL MONDO Corriere della Sera - ed. Roma

10/04/2015 IL 25 APRILE RIAPRE IL PORTO DI TRAIANO LE GUIDE SARANNO I BIMBI DELLE SCUOLE

Cronache del Garantista 10/04/2015 27 ASSOCIAZIONI CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA il Mattino 10/04/2015 I PERCORSI DIDATTICI PER GLI STUDENTI la Gazzetta del Mezzogiorno 10/04/2015 LE ALTRE NOTIZIE-AL VIA DAL 16 SETTEMBRE Corriere della Sera 10/04/2015 L'ATENEO DIVENTA UNA "FORESTA BLU" FABRIZIO PLESSI

TRASFORMA L'UNIVERSITA' Corriere dell'Umbria 10/04/2015 SPECIALE EXPO MILANO 2015 - LE NUOVE FRONTIERE PER

COMBATTERE LA MALNUTRIZIONE Corriere Romagna di Forli' e Cesena

10/04/2015 DI MAIO SPOSTA L'OBIETTIVO SU DIDATTICA E INSEGNAMENTO

Corriere Romagna di Forli' e Cesena

10/04/2015 IL MINISTRO GIANNINI "SPOSA" IL CAMPUS ++

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Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 10/04/2015 PENSIONI, POLETTI ANNUNCIA INTERVENTI IN LEGGE DI STABILITA' il Sole 24 Ore 10/04/2015 PARTE IL RINNOVO DEGLI ASSICURATIVI il Sole 24 Ore 10/04/2015 IN PENSIONE SUBITO CON LE TUTELE CRESCENTI il Sole 24 Ore 10/04/2015 RIORDINO IN ARRIVO PER LE AGEVOLAZIONI ALLE ASSUNZIONI la Stampa 10/04/2015 LA TASI "DEPOTENZIATA" E I FONDI PER GLI 80 EURO: STANGATA

DA 3 MILIARDI MF - Milano Finanza 10/04/2015 CONTRATTO BANCARI, DAL DIRETTIVO FABI OK ALL'UNANIMITA' Italia Oggi 10/04/2015 I LAVORATORI SONO TUTTI UGUALI Italia Oggi 10/04/2015 LIMITI D'ETA', NEOASSUNTI LICENZIABILI PRIMA il Messaggero 10/04/2015 PENSIONI, POLETTI: CAMBIERA' LA FORNERO ASSEGNO RIDOTTO

PER CHI LASCIA PRIMA l'Espresso 16/04/2015 LE ASSUNZIONI CON L'INCENTIVO PIACCIONO ALLE PICCOLE

IMPRESE Il Secolo XIX 10/04/2015 PREVIDENZA FACILE il Sole 24 Ore 10/04/2015 II EDIZIONE L'AMERICA ACCUSA: L'EUROPA FA POCO PER LA

CRESCITA Corriere della Sera 10/04/2015 MATTARELLA: BASTA DISCREDITO SUI MAGISTRATI Corriere della Sera 10/04/2015 730 PRECOMPILATO, CORSA ALLE PRENOTAZIONI la Repubblica 10/04/2015 BERLUSCONI CERCA SOCI FORTI O LA PACE TV CON MURDOCH

GIOIELLI FININVEST SUL MERCATO la Stampa 10/04/2015 RENZI BLINDA DE GENNARO "CONFERMIAMO LA FIDUCIA" il Messaggero 10/04/2015 TAGLI AI COMUNI, PIANO PER RIMODULARLI il Messaggero 10/04/2015 GUAI SE LA PA RIFORMASSE SE STESSA

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IL SECOLO XIX LA SPEZIA Quotidiano Data 10-04-2015

Pagina 17 Foglio 1

ALLARME DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Precari della scuola l'ingorgo di regole blocca l'assunzione Sono 592 i maestri e i professori alla caccia del "posto fisso"

«I precari della scuola rischia­no di rimanere fuori dalle as­sunzioni. E' un problema molto grave che nella nostra città interessa tantissime persone». L'allarme lo hanno lanciato ieri mattina i sinda­cati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda che hanno fatto il punto della situazione con un vertice nel­la sede provinciale Cisl di via Taviani alla Spezia. «Tra scuo­la dell'Infanzia e Medie Supe­riori alla Spezia ci sono 592 precari, alcuni sono già stati assunti altri rischiano di ri­manere completamente fuo­ri per il gioco perverso delle norme, vecchie e nuove, che sono anche in contrasto tra loro e che rischiano di creare situazioni assurde se non do­vesse intervenire una legge in grado di fare chiarezza e di sbloccare definitivamente le assunzioni», hanno spiegato Giorgia Vallone ( Cgil), Franco Isola (Uil), Maria Rosa Berto­lotti (Cisl) e Concetta Meloro (Snals). «Chiediamo che ven­ga attuato un piano straordi­nario di assunzione di tutti i

precari - hanno detto i sinda­calisti - purtroppo le misure proposte dal Governo ri­schiano di escludere questi lavoratori. Ci sono poi quelli che sono stati dichiarati ido­nei al concorso con 36 mesi di anzianità ma senza abilita­zione. Serve una legislazione di urgenza che permette l'as­sunzione di tutte queste per­sone».

Ma la preoccupazione non è limitata al personale docen­te. Ci sono tutti gli operatori dei servizi di segretaria e gli amministrativi. «Tantissimi sono i precari anche tra que­ste figure - hanno spiegato -se non si interviene rischiano di rimanere fuori». L'atten­zione dei sindacati è puntata sul governo e sulle nuove nor­me che definiranno il profilo della figura del preside. «Di­venterà un vero e proprio ma­nager con un fondo speciale per chiamare gli insegnanti che vuole lui - hanno spiega­to - qui rischiano di far diven­tare carta straccia la contrat­tazione nazionale. Superia-

Insegnanti precari durante l'assegnazione degli incarichi annuali

mo il concetto di scuola per come lo abbiamo conosciuto in questi anni arrivando a una vera americanizzazione del sistema formativo scolastico. E hanno aggiunto: «La pro­grammazione educativa è competenza del Collegio dei Docenti e non può diventare competenza esclusiva del preside. Allo stesso tempo vanno riaperte le trattative contrattuali conii rinnovo del contratto nazionale bloccato da sette anni». Per questi mo­tivi i sindacati si preparano alla mobilitazione. Il 25 mar­zo hanno avuto un incontro a Roma con i direttivi nazionali e i parlamentari e da ieri fino

al 16 aprile prossimo sono previste iniziative territoriali che culmineranno il 18 aprile alle 10,30 nella manifestazio­ne nazionale in piazza dei Santi Apostoli a Roma. Scen­dendo nel dettaglio dei nu­meri forniti dalle organizza­zioni sindacali i docenti alla Spezia sono 2.255, gli alunni 26.019 con 1.218 classi. «Tor­nando alle graduatorie per i precari gli assunti sono stati 9 di cui 2 per il sostegno nell'in­fanzia, 25 nella Primaria, 21 nelle medie inferiori con la graduatoria per Matematica esaurita e 24 nelle superiori», hanno concluso. M.T.

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Quotidiano Data 10-04-2015 Pagina 7 Foglio 1 / 2

Precari assunti e poteri ai presidi I docenti rullano tamburi di guerra Via all'agitazione con assembl.ee e sit-in cmche in città

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I Sl!'l<UACA TI della scuola sono ìn a,i~itazione contro il disegno di legge della ''buona sn1ola.". del. go­verno Renz1. Una mob1htaz1011e uni i.aria a li vello nazionale e locale, che culmined1 ìn una manifestazio~ ne a Roma, in piaz2a del Popolo ìl 18 Apdle; nel frnnempo, saranno svolte assemblee nelle scuole del ter­ri101io, sino ad an:ivan.' <J uu'assem­blea unitarìa il 14 aprile, a Ila qua le parteciperà, in nome di tillie le si· gle sindacai~ il r.rofossor ,\fa urizio Lembo della Cg1l. E' in prngramma auche un presidio in città, e cmmm­que la mobili razione continuerà an­che dopo il 18. Ne hanno parlato du­rante i.ma confeienza st:unpa Gior­gia Vallone~.Fk Cgil, ·!laria Rosa Berrnlotll., C1sl Scuola, F rnnco Iso­la, U il scuola, Conceua .Meloro, Snals e Ludo Coklla, Cisl scuola. Nel mirino la stabillzzazìone dei prerarì. I sindarati chiedono la sta­bilizzazione anche dei docen tì non

compresi nelle liste 'Gae' (gradua lo· rie a esamimenro) clu: fanno fl!l)Xl agli Uffici scolastici prov ind ali; so. no gli insegnanti e he sono inseriti

nelle lis1e a cbimnata dt:i si1~01i .isti­lllti, le cosìddetre graduatone di se­ronda e t.erza fas.cia, fonnate da inse­e;mmtì abìlìta ti e con tanti anni di msegnamento alle spalle, che non sono rìcnlrnti nelle Gae perdit.' le stesse sono srate chiuse dal 2007. La stabilizzazione dovrebbe dguar­dare anche il personale i\lll. <<Non J.X11>siamo but!are vi~ r1ues1e p.rnfes­sionali til hanno detto in coro-· e d1iediamo che tutte le assunzioni siano fatte con decret.i di urgentb). Alla Spezia, a fronte cli circa JOOdo­ren1ì precari ne Ile lìste Ga e, ce ne sono oltre :?OOO in quelle cb seconda e terza fascia. Secondo punto, lo slrnf!!:itere dei presidi. Con il decre· 10 d1 Renzi, diventano .~uper mana­ger so.li al comando, memre i consi· gh de1 doçem1 e 1 c.011s1gl! d.11stm1-

10 s1 rrns1onuano m 018am mera· mente consultivi,. con il piano dell'offerta formativa prerogativa esclusiva del dirigente scolastico. Le 1isorse alle scuole sono asseg11a­te dalle regioni e dal ministero pro­prio in base all'offerta formativa, che detemnna anche la fonnaz1011e delle lisi.e dei doc:e111.i che ìl preside può chillmare dìrenam eme, m base a valutazioni cli merito esclusiva­mente personalL <dn questo modo non è piÌl gprantita eguaglianza tm is1i111tì sostengono i sindacati Q[Jell} storirnmétltc pÌÌI e,nmdi e prn for11, che hanno prn fondi, sa­l:ll!UlO in grado dì, attirare i dO<;'en!i nughon, perche il presu:le puo cll­sporre anche di un budget e"1ra per incentivare il docente ad arceuare l'incai:icc.J. L'ins(>gllan!e avrà una ti· 1olarità di ruolo di ue anni; in q11e· sto modo, ìl Ddl entra nel piano ciel· la mobilita, una ma te ria contraltu a­ie, scavalcando, di fai to, la conlrnt ta· zione cou i sind3c1uì>),

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MDBILIT AZIONE A fianco, tutti i segnrtui della organiz:mzioni della scuola spezzina; sopra, docenti

Quotidiano Data 10-04-2015 Pagina 7 Foglio 2 / 2

•paga da fame? No disoccupate'

MOLTE hanno preferito la stra­da della disoccupazione piutto­sto che i nuovi contratti, con bu­ste paga mensili di poco più di 1 aio euro. Altre sembrano esse­re rassegnate a ques.ta triste reiJltà. Sono le lavoratrici del comparto-pulizie dell'Arsenale militare, per le qualf ieri si è riu­nita la commissione 'Lavoro' del consiglio comunale della Spezia P'er affrontare il proble~ ma dell'appalto, alla presenza dei sindacati di categoria e del­le Rsa,. oltre che dell'ammira­glio Camerini. La discussione ha riguardato anche l'appalto delle mense, con una perdita secca di 300-400 euro mensili. Da qui, la richiesta della stesu­ra di un documento che impe­gni il Ministero della Difesa al.la soluzione, in maniera definitiva, del prob~ema presentato.

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MONDO PADANO

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Quotidiano Data 10-04-2015 Pagina 17 Foglio 1 / 2

Non piace la riforma della scuola. Astensione, fino al 18 aprile, da tutte le attività pomeridiane

<<Siamo tutti precari>> Docenti in sciopero I sindacati chiedono l'annullamento del testo «I dirigenti scolastici avranno troppi poteri»

di Maria Chiara CRISCUOLO

Niente attività pomeridiane nelle scuole. I docenti brindisi­ni, così come la gran parte dei colleghi nazionali, incroceran­no le braccia fino al prossimo 18 aprile. La mobilitazione unitaria, che coinvolge tutte le sigle sindacali di categoria (Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Flc Cgil, Fgu Giulda Unams), vuol contra­stare i contenuti del nuovo di­segno di Legge approvato lo scorso marzo dal consiglio dei Ministri.

«Chiediamo - afferma Ro­sa Savoia, responsabile Flc Cgil Scuola di Brindisi - l'an­nullamento del testo e propo­niamo un confronto serio e co­struttivo col Governo. Pochi ma significativi i punti: la sta­bilizzazione dei precari docen­ti e Ata; la possibilità di ridefi­nire il ruolo della dirigenza scolastica in connessione con gli aspetti didattici ed educati­vi e rivedere la disciplina ne-

goziale in connessione con i diritti ed obblighi del persona­le. Il prossimo 18 aprile sare­mo a Roma in occasione della manifestazione nazionale per far sentire la voce dei docen­ti». Nel frattempo in molte scuole del brindisino da ieri sono bloccate tutte le attività complementari. Dai corsi di recupero per gli studenti rima­sti indietro con il programma di studi, alle attività di educa­zione fisica e avviamento alla pratica sportiva. Un fronte uni­tario quello dei docenti che ri­tengono che la protesta possa essere l'unica strada da segui­re per spingere il Governo a tornare sui propri passi. A sca­tenare le ire dei professori il punto del Ddl che concede ai presidi ampi poteri.

«In questo modo - prose­gue Savoia - si modifica lo statuto dei docenti, precari e di ruolo, violando di fatto la Costituzione e azzerando i di­ritti acquisiti dei docenti». Il

sindacato chiederà al governo che il piano assunzioni com­prenda tutti gli appartenenti al­le graduatorie ad esaurimento e i precari inseriti nella secon­da fascia delle graduatorie di istituto, nonché i docenti che abbiano già svolto supplenze per 36 mesi di servizio con contratti di lavoro a tempo de­terminato rinnovati.

La questione delle assun­zioni, ad esempio, investe an­che gli idonei al concorso e i precari con 36 mesi di sup­plenza senza abilitazione e la richiesta di stabilizzazione del personale Ata. «Chiediamo in­fine - conclude il sindacato -la cancellazione della norma del Ddl Scuola che prevede il divieto di assunzione a tempo determinato dopo 36 mesi di supplenza. Inoltre, dati i ri­schi dei tempi lunghi di appro­vazione delle due Camere par­lamentari, i sindacati invitano il Governo ad adottare lo stru­mento del provvedimento d'ur­genza per le immissioni in ruolo, nella forma del decre­to».

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Ddl Scuola in aula dalla prossima settimana. È corsa contro il tempo Emendamenti fino al 18 aprile. Giannini: il provvedimento sarà licenziato entro fine maggio. Ma si fa strada l’ipotesi di un decreto ad hoc solo per le assunzioni La ministra Stefania Giannini è sicura che «realisticamente» la Buona Scuola sarà licenziata dal Parlamento «tra metà e fine maggio». Ma quella del disegno di legge di riforma del sistema scolastico italiano è una corsa contro il tempo, visto che i tempi medi di approvazione di un Ddl sono più che doppi: circa 4 mesi fra Camera e Senato. Dopo quasi un mese dalla sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, il ddl ha cominciato a muovere i primi passi parlamentari solo venerdì scorso quando sono finalmente partite le prime audizioni informali con i protagonisti del mondo della scuola ascoltati dalle Commissioni cultura e Istruzione di Camera e Senato. Finora sono stati ascoltati - anche dalla ministra Giannini - insegnanti, sindacati, fondazioni, associazioni. Emendamenti e discussione in Parlamento Oggi l’ufficio di presidenza della VII commissione a Montecitorio ha deciso che la discussione generale del testo sulla Buona Scuola comincerà la prossima settimana. È stato scelto anche il nome del relatore del provvedimento: Maria Coscia, deputata Pd. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata fissata per sabato 18 aprile, termine che però «potrà essere riconsiderato». Preoccupati che i tempi parlamentari vadano troppo a rilento, sia Sel sia il M5S sia Forza Italia chiedono lo spacchettamento del ddl con un decreto del governo ad hoc almeno per le assunzioni delle migliaia di insegnanti precari da anni in attesa. La Buona Scuola prevede la stabilizzazione di 100.701 di loro. Simone Valente del M5S fa sapere che «presenteremo, in sede referente, la richiesta formale di stralcio per la parte del ddl sulla scuola che riguarda le assunzioni». Già nei giorni scorsi, il M5S aveva scritto una lettera al premier Renzi e alla ministra Giannini per chiedere due provvedimenti normativi distinti sulla Buona Scuola: uno sulle assunzioni, l’altro su tutto il resto. «Ddl scelta saggia» Ma la Giannini ha risposto: «Non vedo la necessità di pensare in questo momento a questi strumenti. Il disegno di legge è stata una scelta molto precisa e secondo me molto saggia perché ha consegnato al Parlamento 24 articoli in cui c’è un merito da discutere, in cui ci sono proposte che nell’insieme costituiscono uno strumento organico e fortemente innovativo per la scuola italiana. I tempi sono come sapete in perfetto rispetto del calendario che le commissioni si sono assegnate; noi dal nostro canto come macchina organizzativa Miur, pur nella consapevolezza dell’enorme complessità per essere pronti ai primi di settembre - ha concluso la ministra - stiamo lavorando e quindi abbiamo ancora tutto il tempo necessario che il Parlamento vorrà prendersi». Il ministro si è detta fiduciosa che «realisticamente tra metà e fine maggio il provvedimento sulla Buona Scuola sarà licenziato». Tra le file dell’opposizione e anche tra gli addetti al lavoro non serpeggia, però, lo stesso ottimismo. L’appello dei 27 Crescono anche le critiche nel merito delle misure previste dalla riforma: 27 associazioni hanno lanciato un appello al Parlamento per chiedere di cambiare il ddl: «È necessario aprire un ampio confronto per delineare una visione generale, il più possibile condivisa, sul ruolo della scuola nella società della conoscenza». I promotori dell’appello (Agenquadri, Aimc, Arci, Auser, Cgd, Cgil, Cidi, Cisl, Cisl scuola, Edaforum, Fnism, Flc Cgil, Irsef-Irfed, Legambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Link -Coordinamento Universitario, Mce, Movimento Studenti di Azione Cattolica, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, Proteo Fare Sapere, Rete della Conoscenza, Rete degli

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Studenti Medi, Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione degli Studenti, Uil, Uil Scuola) hanno presentato anche 5 proposte: lotta alla dispersione scolastica e diritto allo studio per tutti e innalzamento dei livelli di istruzione e competenza, anche per la popolazione adulta; più autonomia scolastica ma con decentramento dei livelli decisionali e partecipazione di tutte le componenti della scuola; revisione dei poteri del dirigente scolastico; più finanziamenti pubblici per la scuola; alternanza scuola-lavoro per tutti i percorsi scolastici con competenze certificate. Bocciate poi le deleghe al governo, perché «riguardano temi troppo importanti per non essere affrontati in aula». Lo sciopero E sempre oggi è partito lo «sciopero bianco» promosso fino al 18 aprile dai sindacati Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals: stop alle attività non obbligatorie per docenti, personale educativo e Ata. L’Ugl ha fatto sapere che dalla seconda decade del mese convoca assemblee e organizza sit-in in tutta Italia per chiedere al governo un’inversione di rotta su una riforma giudicata «miope e dannosa». L’Unicobas ha invece annunciato uno sciopero con una manifestazione a Roma per il 24 aprile. La protesta, spiega il sindacato in una nota firmata anche da Anief e Usb, è contro «il piano Renzi che significa docenti e Ata tappa-buchi a vita, potere assoluto al dirigente-padrone, organici territoriali senza titolarità».

Riforma scuola, ecco dove trovare il book fotografico su Facebook contro il Ddl scuola Buona scuola, Giannini annuncia: '2,2 mld per le assunzioni', ma sciopero e gruppi prof protestano contro la riforma. Continuano le audizioni in nella VII Commissione cultura, scienze e istruzione della Camera sul disegno di legge sulla Buona scuola varato dal Governo Renzi: "Realisticamente, tra la metà e la fine di maggio - ha affermato il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini nella puntata di Porta a Porta di ieri, 8 aprile - il provvedimento dovrebbe arrivare in porto". Ma è un ostentato ottimismo che non nasconde dubbi, proteste e critiche al ddl Buona scuola, soprattutto per lo sciopero proclamato da oggi, 9 aprile 2015, fino al prossimo 18 aprile dalle cinque sigle sindacali della scuola. Cisl Scuola, Flc Cgil, Gilda, Uil Scuola e Snals hanno proclamato, infatti, lo sciopero dei docenti e del personale Ata per quanto attiene l'astensione dalle attività non obbligatorie. E sul web la protesta coinvolge davvero tutti: l'informazione viaggia velocemente, i precari in attesa di assunzione si organizzano in gruppi di protesta e di discussione. Singolare la protesta di un gruppo di maestri delle scuole elementari di Bologna che ha realizzato un ironico book fotografico che ha preso di mira soprattutto l'aspetto più controverso della riforma della scuola, ovvero quello relativo alla chiamata diretta dei presidi. ADVERTISEMENT Ddl buona scuola, Giannini sulle assunzioni: '2,2 miliardi per i precari' Intervenuta a Porta a Porta, Stefania Giannini ha difeso l'impianto del Disegno di legge sulla Buona scuola: "L'assunzione dei 100.701 docenti precari - ha attaccato il ministro - non deve confondere la scuola come un grosso ammortizzatore sociale come è stato fatto negli ultimi 20 anni, creando centinaia di migliaia di false illusioni per ottenere un posto nella scuola". Dal ministro anche alcune cifre della riforma della scuola: "Il Governo ha stanziato sette miliardi affinché la scuola sia un bene

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primario per l'Italia. Da quest'anno si torna a rispettare la Costituzione - ha aggiunto Giannini - perché l'impiego a scuola sarà un lavoro meglio retribuito e motivante, con una premialità aggiuntiva e si tornerà ad assumere finalmente per concorso. Due miliardi e duecento milioni sono stati destinati al piano assunzioni, mentre 800 milioni saranno assicurati agli scatti di merito e alla Card dei professori". Book fotografico contro la riforma scuola, ecco dove trovarlo su Facebook Notevole successo sta riscuotendo su Facebook l'ironico book fotografico realizzato dai maestri delle scuole elementari Longhena di Bologna che contestano, in particolare, la figura del preside-sceriffo con ampi poteri. Il book contiene frasi ironiche come questa: "Bella presenza, automunito, esperto cornicette, Ai spic inglisc" con improbabili link a siti internet come questo www.10-non-lo-metto-mai-per-principio.com. Il book, intitolato "Insegnante a chiamata diretta offresi!" è accessibile dal profilo di Fabio Campo, uno dei maestri fotografati nel servizio.

DDL Scuola. Il 18 aprile 2015 anche le RSU in piazza Lettera dei sindacati rappresentativi alle RSU elette lo scorso marzo. Il 18 aprile manifestazione a Roma "A tutte le lavoratrici e lavoratori eletti nelle RSU della scuola Gentile collega, il Governo ha messo in campo le sue proposte di riforma del sistema d'istruzione senza un coinvolgimento vero di chi nella scuola vive e lavora ogni giorno. È un atteggiamento di grave presunzione, dal quale è scaturito un progetto che proprio nel mondo della scuola raccoglie prevalentemente perplessità e dissenso. Un progetto che si rivela spesso artificioso, lacunoso, totalmente disancorato dalla concreta esperienza della scuola reale e poco sostenuto anche nei riferimenti alla più accreditata elaborazione pedagogica e didattica. Di tutto questo il governo ha ritenuto di poter fare a meno, varando a settembre le sue linee guida, oggi trasfuse - pur con un disinvolto cambio di fisionomia - nel disegno di legge presentato alle Camere. Nel mezzo, una consultazione di facciata, dove gli spazi di discussione sono stati assai sacrificati, ridotti ai pochissimi minuti concessi nelle fugaci tappe del pellegrinaggio ministeriale sui territori. Né il Paese, né il corpo professionale sono stati coinvolti veramente nella condivisione di un progetto di cambiamento che risulta così lontanissimo dalle attese e dai reali bisogni della nostra scuola, mentre col blocco del contratto si rinvia ancora una volta, e di fatto si contraddice, l'impegno a ridare dignità e valore al lavoro del personale. Con la mobilitazione avviata nel mese di marzo, che ha già visto attuare – oltre allo sciopero dal 9 al 18 aprile delle attività non obbligatorie - molte significative azioni a livello territoriale e nazionale, le organizzazioni sindacali rappresentative del mondo della scuola si pongono precisi obiettivi di modifica del provvedimento in discussione alle Camere, attraverso opportuni interventi emendativi sui quali chiamano al confronto e all'assunzione di scelte coerenti le forze politiche.

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Questo il senso e la finalità della manifestazione svolta il 25 marzo scorso, alla quale infatti sono stati invitati a partecipare e hanno preso la parola i rappresentanti dei gruppi parlamentari confrontandosi con le proposte illustrate unitariamente dai sindacati. Ora è il momento che a far sentire la sua voce sia direttamente il mondo del lavoro scolastico, attraverso le persone che sono state recentemente investite di una funzione di rappresentanza sindacale sostenuta e legittimata dal voto della categoria. Ecco perché i protagonisti della manifestazione indetta per il 18 aprile a Roma dovete essere voi, lavoratrici e lavoratori eletti nelle RSU delle nostre scuole. Le persone elette nelle liste presentate da Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e Gilda FGU sono oltre il 90% dei componenti RSU, e sono stati votati in una consultazione alla quale ha partecipato l'80% dei lavoratori aventi diritto. Un dato inequivocabile e incontestabile che a buon diritto ci consente di dire che in quella piazza ci sarà la scuola italiana, con le sue difficoltà e i suoi problemi, ma soprattutto con la sua esperienza, la sua competenza e la sua passione. L'appuntamento è per le 10,30 in piazza SS. Apostoli a Roma. Contiamo sulla tua presenza e ti invitiamo pertanto a contattare la tua struttura territoriale per i necessari accordi di tipo logistico – organizzativo. Grazie e arrivederci in piazza Santi Apostoli! Flc CGIL Domenico Pantaleo CISL Scuola Francesco Scrima UIL Scuola Massimo Di Menna SNALS Confsal Marco Paolo Nigi GILDA Unams Rino Di Meglio"

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RICERCHE No al traffico vicino a scuola La scuola in un'area molto trafficata può rallentare lo sviluppo cognitivo dei bambini, per gli effetti dello smog sul cervello. A dimostrarlo è uno studio spagnolo, che ha monitorato per un anno i progressi cognitivi di quasi 3.000 bambini tra i 7 e i 10 anni.

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I ITTtè; lèi~ td ;g1 rn La scuola sotto attacco in tutto il inondo

James Fergusson, The Independent, Regno Unito

Sempre più spesso i terroristi prendono di mira gli studenti. Perché l'istruzione ostacola la diffusione dell'integralismo

erché i terroristi prendono di mi­ra sempre più spesso le scuole e le università? L'attacco di Al Sha­baab contro l'università di Ga-

rissa, in Kenya, è stato il più grave attentato terroristico compiuto nel paese da 17 anni a questa parte. Ma nessuno può dire di es­sere rimasto sorpreso, nemmeno le autori­tà keniane, che erano state informate di un imminente attacco contro "un'importante università" e avevano perfino messo in guardia gli studenti. Secondo i rapporti, alcuni studenti avrebbero ignorato gli av­visi convinti che si trattasse di un pesce d'aprile.

La notizia del massacro di Garissa pro­duce una sorta di sinistra ripetitività che causa assuefazione. Negli ultimi dieci anni gli attacchi contro scuole e università sono aumentati in modo vertiginoso. Ormai so­no diventati una tattica ricorrente del ter­rorismo globale. Secondo una ricerca pub­blicata dall'università del Maryland, la frequenza degli attacchi contro istituti sco­lastici e universitari è la più alta degli ulti­mi quarant'anni. La Global coalition to protect education from attack, un' organiz­zazione con sede a New York, afferma che tra il 2009 e il 2013 in tutto il mondo sono state prese di mira 9.600 scuole e in trenta paesi la violenza contro gli istituti scolasti­ci è stata usata come una "tattica di guer­ra". Questo è vero in particolare per gli estremisti islamici, che comunque non so­no gli unici a usarla. Le sparatorie nelle scuole sono ricorrenti anche in occidente. Secondo gli attivisti a favore del controllo delle armi, negli Stati Uniti se ne verifica una ogni cinque settimane.

Secondo i terroristi nigeriani di Boko haram l'istruzione è un'aberrazione occi­dentale diffusa nel ricco sud del paese, e dal 2008 gli attacchi alle scuole sono di-

ventati una parte importante della strate­gia del gruppo. Come abbiamo imparato dopo il rapimento di duecento studentesse nella provincia settentrionale del Borno, il nome Boko haram significa "i libri sono proibiti" in lingua hausa. Nell'ottobre del 2012, in una notte, in Nigeria sono state da­te alle fiamme otto scuole.

Avamposto illuminista In Pakistan la situazione è anche peggiore. Nel paese è diffusa un'ostilità mirata e osti­nata nei confronti dell'istruzione femmi­nile, come ha dimostrato l'aggressione, avvenuta nel 2012, alla studentessa Maiala Yousafzai. Nel dicembre del 2014 i taliban pachistani sono entrati nella scuola fre­quentata dai figli degli ufficiali dell'eserci­to a Peshawar e hanno ucciso 132 bambini tra gli otto e i diciotto anni. È stato il più grave atto terroristico della storia del Paki­stan, e ricorda molto il massacro commes­so dai terroristi ceceni nella scuola di Be­slan in Ossezia del Nord nel 2004, dove morirono 186 bambini.

Le scuole sono obiettivi facili da colpi­re. Insegnanti e bambini di solito sono di­sarmati e incapaci di difendersi. I perimetri

Da sapere Terrore in classe Attentati contro istituti scolastici e universitari nel mondo, 1970-2013. Fonte: The Atlantic

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delle scuole non sono particolarmente protetti e sono affollati, quindi i terroristi possono provocare gravissimi danni in un arco di tempo molto limitato. Ma questo è vero anche per molti altri obiettivi civili, come i centri commerciali, le chiese, gli ospedali e le attrazioni turistiche. In passa­to gli estremisti islamici hanno colpito luo­ghi come questi, anche in Kenya. Ma non in modo sistematico. Solo gli attacchi alle scuole e alle università continuano ad au­mentare. Perché?

Una spiegazione ha a che fare con i cambiamenti demografici. Amano amano che la popolazione dei paesi a maggioran­za musulmana aumenta, l'età media dei cittadini si abbassa. Questo è vero sicura­mente per l'Africa orientale. In Somalia l'età media oggi è 17,7 anni. Questo signifi­ca che i terroristi, così come le loro vittime, diventano ogni giorno più giovani. Dopo tutto in arabo Al Shabaab significa "i gio­vani". Un terrorista più anziano, per quan­to radicalizzato o insensibile, ci pensereb­be due volte prima di uccidere dei ragazzi innocenti.

I miliziani di Al Shabaab, invece, hanno dimostrato più volte di essere disposti a perseguitare i loro coetanei. Per loro le scuole sono un bersaglio facile. Secondo la Global coalition to protect education from attack, la Somalia è il paese dove gli stu­denti hanno più possibilità di essere reclu­tati come soldati. In una società così deva­stata dalla guerra, la compassione e il ri­spetto reciproco contano poco.

Inoltre, Al Shabaab teme gli studenti: le reclute sono spesso giovani ignoranti e fa­cilmente impressionabili. Nessuno studen­te dell'università di Garissa, con le sue clas­si miste formate da cristiani e musulmani e l'ambizione di diventare un "ateneo di li­vello mondiale specializzato nei processi e nello sviluppo tecnologico", avrebbe mai potuto approvare l'idea di un simile massa­cro. L'università è una minaccia diretta agli interessi di Al Shabaab, che è composto per un quarto da cittadini keniani.

Fondata nel 2011 con un decreto del go­verno centrale, l'università di Garissa è l'unica istituzione pubblica di istruzione superiore nel Kenya nordorientale, un'area povera abitata soprattutto da keniani di etnia somala. Esistono, tuttavia, dei pro­getti per istituire facoltà distaccate in altre cinque città della regione. Non c'è da stu­pirsi se Al Shabaab ha deciso di distruggere questo avamposto di illuminismo. + gim

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CORBIERE DELLA SERA

ROMA Fiumicino

I magazzini Le antiche arcate e i muri in cortina dei depositi utilizzati a partire dal I secolo d. C. !

Il 25 aprile riapre Porto di Traiano Le guide saram10 i l1imbi delle scuole

Duemila anni fa era il centro di snodo delle comunicazioni, come oggi è l'ae­ropmio di Fiumicino distante appena un paio di chilomet1i. li pmio di Traia­no fondato nel 64 d. C. e( atiivo fino al V secolo) ospitava le grosse navi prove·· nienti da tutto il mondo che scaricava­no le merci destinate a Roma capitale dell'impero, su piccole imbarcazioni che risalivano il corso del Tevere.

11 sito di 32 ettari è rimasto chiuso al pubblico per anni, ma dal 25 aprile sarà visitabile con mini-guide speciali: i ra­gazzi delle scuole di Fiumicino che si sono formati sulla storia dell'antico «hub». «Un'operazione tra pubblico e privato con visite gratuite e una navetta che partirà dall'aeroporto» ha detto Lo­renzo Lo Presti, ad di Adr.

Il progetto, di cui «Navigare il territo­rio» è solo il primo passo ideato dalla

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Fondazione Benetton per coinvolgere gli abitanti di Fiumicino, ha l'obiettivo di attrarre investimenti e svelare il sito agli amanti della cultura e dell'archeo­logia, molti dei quali si trovano tra i 4 milioni di passeggeri in transito ogni anno all'aeroporto Leonardo da Vinci. «In 10 minuti potrebbero raggiungere il pmio di Traiano, ma anche Ostia Antica e il Museo delle Navi» ha detto il sinda­co di Fiumicino Esterino Montino, che !

ha annunciato anche l'arrivo di un «ar­cheoboat>> che collegherà Fiumicino con Roma navigando il Tevere. Il So­printendente ai Beni Culturali France- ' sco Prosperetti: «Il nostro contributo sarà, al di là degli aspetti operativi, rela­tivo a contenuti e saperi, una potenziali­tà che è nutrimento per la bellezza».

Manuela Pelati O RIPRODUZIONE RISERV~\TA

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I if !1 ;1t3:11fit!I 11Ii19ì3 ;1 J!t-!H•l § t!S i I 27 associazioni contro la rifonna della scuola

tra l'appren­dimento de­gli studenti e garantire il lorn successo formati·­vo». Decentramento dei livelli decisionali e partecipa­zione delle componenti sono i pi­lastri dell'autonomia su cui il ddl

V entisette associazioni promuovono un ap­pello al Parlamento italiano per chiedere di cambiare il disegno di legge sulla scuola pre­

sentato dal governo. I firmatari rivendicano uno "spazio di ascolto", perché senza la partecipazione attiva dei soggetti da essi rappresentati - studenti, in­segnanti, genitori, forze sociali e sindacali e associa­zioni - "nessuna riforma può raggiungere obiettivi decisivi per il Paese". Come si legge nell'appello «è indispensabile aprire un ampio confronto per delineare una visione gene­rale, il piu' possibile condivisa, sul ruolo della scuo­la nella società della conoscenza.

del governo si abbatte pesante­mente accentrando i poteri nelle mani del preside­manager ed estromettendo studenti, docenti, genito­ri e personale ATA. I promotori dell'appello chiedo­no di rivedere a fondo le prerogative del dirigente scolastico, riformare gli organi collegiali e valorizza­re il lavoro nella scuola «nel rispetto della funzione contrattuale, indispensabile per raggiungere solu­zioni efficaci e condivise. Occorre poi un interven­to sulle risorse economiche - spiega l'appello - è in­dispensabile un aumento dei finanziamenti pubbli­ci destinati alla scuola, con un piano pluriennale che permetta all'Italia di raggiungere almeno la me-

dia europea». La quarta proposta A questo punto - continua il testo - riteniamo decisivo partire dal diritto di ogni persona all'appren­dimento permanente come base per un progetto complessivo di cambiamento del sistema educa­tivo italiano». I 27 promotori, «pur rappresentando organizza­zioni con punti di vista anche molto diversi», presentano cin­que proposte per cambiare il ddl. Al primo posto troviamo un insie-

RIVEDERE A FONDO LE PREROGATIVE DEL DIRIGENTE

verte sul rapporto tra scuola e la­voro, che «deve essere orientato ad arricchire il percorso educati­vo e potenziare le opportunità oc­cupazionali di tutti i giovani, as­sicurando a ognuno effettive ca­pacità di apprendimento lungo tutto il corso della vita» I promo­tori chiedono che l'alternanza scuola-lavoro sia prevista per tut­ti i percorsi scolastici, che le com-

RIFORMARE ORGANI COLLEG:IALI E VALORIZZARE Ii .. LAVORO NELLA SCUOLA

me di interventi che puntano a ridurre le disegua­glianze esistenti sia tra territori che tra indirizzi ed istituti: garantire a tutti l'accesso al diritto allo stu­dio e combattere la dispersione scolastica; rendere la scuola un laboratorio permanente di innovazione educativa, partecipazione ed educazione civica; in­nalzare i livelli di istruzione e competenza, anche per la popolazione adulta. La seconda proposta ha come oggetto la governance e punta a rafforzare l'au­tonomia scolastica «nel senso pieno del DPR 275», intesa come «garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale, strumento per porre al cen-

petenze acquisite vengano certifi­cate e che il contratto di apprendistato per l'acqui­sizione di titoli di studio sia «finalizzato esclusiva­mente all'apprendimento e comunque successivo al conseguimento dell'obbligo di istruzione». L'appello si chiude chiedendo una discussione par­lamentare ampia su questi temi: «le numerose dele­ghe al governo previste nel ddl sono considerate un errore in quanto riguardano temi troppo importanti per la scuola italiana per non essere affrontati in au­la e i relativi criteri direttivi sono insufficienti e spesso troppo vaghi. Inaccettabile poi la previsione di non finanziare queste deleghe».

Sulla ''questim1.e morale'' U Pd rtschJa l'Implosione

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Lunedì a Mila.no l'inaugurazione dell' mmo accademico della Imm. E del nuovo spazio per r arte

L'ateneo diventa una «Forestablu» Fabrizio Plessi trasforma l'università di Stefano Bucci

osa si nasconde nella Foresta blu di Fabrizio Plessi, sei grandi tron­chi sospesi su altrettan­

ti piccoli specchi d'acqua (non reali, ma in forma di video-in­stallazione) che lunedì apriran­no ufficialmente la Contempo­rary Exhibition Hall, il nuovo spazio espositivo della Iulm 6? «Tante cose - assicura l'artista da Vienna, dove ieri ha inaugu­rato una monografica alla Ma­rio Mauroner Contemporary Art Gallecy, aspettando il dop­pio omaggio in programma per la prossima Biennale di Ve­nezia -. C'è l'idea dell'acqua assorbita nel corso dei secoli, che viene restituita dalla natu­ra, c'è la ricerca delle origini profonde della vita, ma c'è, so­prattutto, il desiderio per me irrefrenabile di una tecnologia sempre più umanizzata. Ho pensato che questo potesse es­sere il "segno giusto" per cele­brare un nuovo spazio ideal­mente dedicato allo studio e al­l'insegnamento».

L'effetto dei sei tronchi so­spesi è sorprendente, anche in virtù di quella «luna immagi­naria» (di fatto un vero e pro­prio tondo affacciato sul cielo) che rappresenta l'unica apertu­ra del grande contenitore in ce­mento progettato dallo studio 5+1A.A. Unalunapiùomenolu­minosa a seconda dell'ora del giorno e che, anche grazie a quel rumore di pioggia che co­stituisce la colonna sonora del lavoro di Plessi, contribuirà a cambiare continuamente la stessa sensazione dello spazio, proprio come accade in una fo­resta vera. «Ho elaborato un progetto che avevo pensato per Hannover - spiega Plessi -come faccio abitualmente con

Uno scorcio della Foresta blu di Fabrizio Plessi alla Contemporary Exhibition Hall della lulm 6 (foto Ernesta Caviola)

tutti i miei lavori perché li con­sidero sempre come una sorta di work in progress. Per la Iulm, ho voluto trasformarlo in qual­cosa di più geometrico e armo­nico, di meno casuale. Ma l'idea di base resta comunque identica: umanizzare al massi­mo la tecnologia, per proporre

fabrizio Plessì (ReggJ0:Emltia, 1940, nella foto} è tra i maggiori esponenti della videoorteuropea

nuove vie al sentimento e alla passione».

Il «romantico moderno» Plessi, che si definisce grande amante di Caspar Friedrich, ha deciso che il nuovo spazio espositivo della Iulm (sicura­

. mente congeniale al suo lavo­ro, ma dove potranno in futuro ben figurare, ad esempio, an-

che le opere di Ettore Spalletti) fosse dunque perfetto <q>er do­mare la tecnologia con l'emo­zione». Con la sua Foresta blu si apre, dunque, una nuova era della Iulm e non a caso l'inau­gurazione della mostra di Ples­si seguirà, in termini di orario (con tanto di concerto per pia­no e violino), proprio l'apertu­ra dell'anno accademico 2014-2015 di questa università, a po­chi giorni dall'avvio dell'Expo.

«Il nuovo building contri­buirà a cambiare ulteriormente i connotati di una periferia che è ormai quasi centro - spiega il rettore della Iulm Giovanni Puglisi -. E non sarà un cam­biamento da poco perché la Iulm 6, oltre a ospitare un audi­torium di 600 posti, metterà a disposizione, non solo degli studenti, ma di tutta la città an­che una sala piccola con 146 posti, la nuova sede della Scuo­la politecnica di design, 11ulm University Club con tanto di ri­storante stellato». In totale,

una superficie complessiva di quasi 20 mila metri quadrati suddivisi tra torre di nove pia­ni, ala sud, ala nord.

Alla Contemporary Exhibi­tion Hall il compito, affasci­nante e arduo, di attirare artisti e gallerie per mostre e eventi. La parola d'ordine? «Aprirsi senza paura verso il territorio - ribadisce Puglisi - cercare un punto di contatto con il re­sto della città, trasformare ulte­riormente questa periferia in qualcosa di vitale». Insomma, mettere insieme le esigenze della scienza e quelle dell'uo­mo. E in fondo non è che un'ul­teriore variazione sul tema di quella tecnologia umanizzata e poetica che i sei tronchi sospe­si di Fabrizio Plèssi (svuotati grazie a una macchina che abi­tualmente è utilizzata per co­struire cannoni) definiscono all'ombra della luna, molto me­tropolitana, di questa Foresta blu.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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e li nuovo edificio dello lulm6, progettato dallo studio 5+1AA (Alfonso Femia, Gianluca Peluffo) e la mostra Foresta blu di Fabrizio Plessi saranno ·inaugurati lunedì 13 aprile al termine della cerimonia di apertura ufficiale (prevista per le ore 10.30) dell'anno accademico 2014-2015 della Libera università di lingue e comunicazione lulm di Milano. Alla cerimonia parteciperà, . con il rettore dellolulm Giovanni Puglisi, anche il ministro delle Politiche agricole, alimentarie forestali Maurizio Martina (delegato del governo per l'Expo 2015). La mostra Foresta blu di Plessi sarà visitabile, gratuitamente, fino alla fine di ottobre

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CORRIERE MBRIA

di Gaia Nicchi

~ MILANO - Expo 2015 è un viaggio tra sa­pori e profumi, un'occasione per valorizzare materie prime, per decantare prelibatezze e spe­cificità dei nostri territori. Ma è anche un mo­mento di confronto sul grande tema dell'ali­mentazione e sulle nuove sfide che il mondo si accinge ad affrontare. Questioni che sono state già dibattute a Firenze, lo scorso marzo, nell' ambito di "Italia 2015: il Paese nell'anno dell' Expo", cui hanno partecipato protagonisti ita­l~ani e internazionali dell'economia, della poli­tica, della cultura e della ricerca scientifica. Il cibo è, indubbiamente, un problema universa­le. In due distinti videomessaggi, dal palco di Firenze, sono arrivate le voci del segretario ge­nerale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, che ha sottolineato come a soffrire la fame nel mondo sia ancora una persona su nove, e quel­la del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, ricordando come in alcuni Paesi la malnu­trizione venga ancora aggravata dalla discrimi­nazione di genere. Legandosi alle parole di San Suu kvi, per il professore Romano Prodi "il cibo non è arte, ma fa vivere l'umanità inte­ra". E ha aggiunto che "su oltre 7 miliardi di abitanti, più di 800 milioni soffrono la fame" secondo statistiche Fao. "Cifre ben lontane da~ gli obiettivi che i grandi del mondo, dal 2007 in poi, si sono proposti". Il cibo dunque viene declinato come "un problema geopolitico, che segue e precede i cambiamenti del mondo. Le materie prime si stanno spostando nella produ­zione verso i Paesi nuovi, facendo una politica alimentare più forte della nostra. L'Europa e gli Stati Uniti fino a 20-30 anni fa, ora la Ci­na". L'Umbria, rispetto a questo, può dare un contributo rilevante, con la sua agricoltura che sarà protagonista a Milano per tutta la durata

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dell'Expo. Oltre a stanziare 600 mila euro per questo scopo, la giunta regionale ha emanato un bando che mette a disposizione di soggetti privati e associazioni 300 mila euro per eventi da realizzare entro giugno, capaci di accrescere l'attrattività a fini turistici dei territori rurali. L'assessore regionale all'agricoltura, Fernan­da Cecchini ricorda che in precedenza la giun­ta ha impegnato 950 mila euro a sostegno di sette progetti di consorzi e associazioni di pro­duttori che promuoveranno prodotti e territo­rio all'Expo. L'obiettivo è "far conoscere la qualità dei prodotti, le pratiche e le colture che rispecchiano al meglio il concetto di un'alimen­tazione naturale, sana, che rispetta il ciclo delle stagioni, in grado di trasferire direttamente i prodotti agricoli dal campo alla tavola". Dalle vicine Lazio e Toscana giungono altrettanti spunti di confronto sui temi dell'agricoltura e dell'alimentazione. Il Lazio ha selezionato, per Expo, alcuni prodotti agroalimentari che rap­presentano al meglio l'identità culturale ali­mentare della regione. Si tratta di 26 vini; 14 tra carni e salumi; 8 prodotti da forno e dolcia­ri? 1 O formaggi e prodotti caseari; 26 tra ortag­gi, frutta e legumi; 4 olii e 12 tra prodotti ittici, acque minerali e altre categorie. Si presenta come una terra ricca di prodotti enogastrono­mici di altissimo livello, che sono il riflesso del territorio, di lavorazioni tradizionali e antiche ritualità. Il "buon vivere" toscano sarà mostra­to attraverso lo spazio espositivo in Expo e con oltre 450 eventi che si terranno in tutta la regione durante i sei mesi e che arricchiranno la già ampia offerta turistica e culturale della regione. Per l'occasione, sono stati messi a pun­to appositi itinerari turistici e business pensati per chi vuole scoprire la Toscana non solo co­me turista ma anche per le sue opportunità di investimento e per la grande qualità delle sue produzioni. ~

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CORRIERE MBRIA ~MILANO A combinare, in una miscela perfetta di in­gredienti, cultura e alimentazione è il mini­stro dell'Istruzione, Stefania Giannini che ha invitato gli attori della cultura e dell'istru­zione a far parte del grande evento del 2015: "Il mondo - ha detto - vi aspetta qui". Dunque, che l'Expo diventi pat1imonio de­gli studenti, dei ricercatori, degli insegnanti. In particolare, il Miur coordina il Tavolo di lavoro sull'educazione alimentare che do­vrà preparare un documento nazionale e le nuove linee guida per la scuola. L'obiettivo è di portare due milioni di ragazzi italiani e stranieri (attraverso i gemellaggi) all'Esposi­zione universale fra il l maggio e il 31 otto­bre prossimi. In sostanza, si lavora con le scuole "per dif­fondere i sani principi di educazione alimen­tare e far abbassare i drammatici tassi di obesità che caratterizzano l'Italia e l'Euro­pa". Per il ministro Giannini, "ai giovani biso­gna far capire che si deve mangiare bene, oltre che non troppo. Il prossimo anno sarà un punto di partenza nelle scuole per un programma di educazione alimentare su cui abbiamo coinvolto anche il ministero delle Politiche agricole". Sarà l'Expo delle idee e, per questo, "tutta la filiera della conoscenza, dalla scuola alla ri­cerca, sarà attiva e protagonista". Il Miur ha già avviato una serie di progetti che pun­tano a portare la scuola ad Expo e, dall'al­tro, l' Expo nelle scuole italiane. All'evento "Expo delle idee" i responsabili di progetto del Miur, dirigenti scolastici ed esperti di settore si sono seduti attorno a uno del 42 tavoli organizzati dal ministero delle Politiche agricole e forestali proprio per continuare il lavoro di stesura. Grazie al

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Protocollo con Expo e Padiglione Italia #la­buonascuola si metterà in mostra a Milano: saranno raccontate più di 700 esperienze di eccellenza. Duemilacinquecento studenti della Lombardia, i "volontari per un gior­no", accoglieranno e aiuteranno le scuole italiane in visita ad Expo. Sono già più di duemila le squadre di studenti di 57 Paesi che si stanno incontrando virtualmente sul­la piattaforma "Together in Expo" (www.to­getherinexpo2015.it). Gare e percorsi tema­tici online stanno anticipando la partecipa­zione fisica delle scuole all'Esposizione Uni­versale. Grazie al portale, sono già stati attivati oltre 200 gemellaggi internazionali. Il concorso "La scuola per Expo" ha raccolto invece l'adesione di 1.500 istituti, con una parteci­pazione importante da parte delle scuole del sud. Il Miur porterà ad Expo anche gli oltre cinquemila studenti che parteciperan­no alle finali dei Campionati studenteschi a Torino. Anche Confindustria sosterrà la partecipa­zione dei ragazzi all'Esposizione attraverso il progetto "Adotta una scuola per l'Expo2015". Il Padiglione Italia ospiterà i Conservatori italiani per tre momenti musicali al giorno. E le Accademie di belle arti, l'Accademia nazionale di danza e l'Accademia di arte drammatica "Silvio D'Amico" metteranno in mostra le proprie eccellenze. Infine c'é il programma "#Vivaioricerca e Università", una serie di eventi scientifici a cura del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) che si terranno al Padiglione Italia. Ventiquattro gli eventi in calendario. Dieci gli atenei italiani che stanno già realizzando progetti. ~

G.N.

LA LUNGA BATTAGLIA CONTRO LA MALNUTRIZIONE Percentuale di popolazione denutrita

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Africa Sud-Sahariana

27,0

1990/92 2012/14

Caraibi

24,0

1990/92 2012/14

Asia meridionale

1990/92 2012/14

Oceania

23,2

1990/92 2012/14

Asia orientale

1990/92 2012/14

Sud-est asiatico

OBIETTIVI MILLENNIUM OEVELOPMENT GOALS

8,7

1990/92 2012/14

Asia occidentale

14, 1

1990/92 2012/14

Caucaso e Asia centrale

14,4

1990/92 2012/14

America latina

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Corriere di Forlì e Cesena

Quotidiano Data 10-04-2015 Pagina 3 Foglio 1

DiMaio spostai' obiettivo su didattica e insegnamento

FORLÌ. «E' molto positivo l'impegno che il ministro Stefania Giannini si è assunto sul futuro del Campus Uni versi tari o di Forlì e sulla passi bili tà di finanziare i lavori per la realizzazione del padiglione "Sauli-Saffi". E' bene, però, che gli enti locali e l'Università fissino un progetto di prospetti va non solo sotto il profilo delle realizzazioni immobiliari, ma anche con adeguate ga­ranzie per quanto attiene alla didattica e agli inse­gnamenti su cui si vuole puntare per il Campus di Forlì e più in generale per il decentramento roma­gnolo. Giusto pensare in grande, ma solo se ci sono impegno e volontà di in vestire anche nel potenziamen­to della didattica sul territorio». Lo afferma il deputato Marco Di Maio, dopo l'inaugurazione, a seguito delle richieste degli enti locali di un finanziamento per rea­lizzare un'ulteriore ala del campus universitario.

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Corriere Pagina 3

di Forlì e Cesena Foglio 1

Il ministro Giannini "sposa" il Campus «Questa struttura è vincente, mi assumo timpegno politico per i fondi necessari a completarlo»

il Comune ha investito la metà dei 3 struttura, e non mi sottraggo al-FORLÌ. «Ministro, le chiediamo di milioni di euro necessari per l'ape- l'impegno di partecipazione» ha

essere parte di questa partita, ov- ra _ha rimarcato il primo cittadino detto prima di lasciare la città per vero quella che ci vede già proiet- _ su questa strada vogliamo conti- recarsi a Cesena, come da program­tati nel terminare il campus di For- nuare, con tutti i soggetti, e credia- ma della giornata, seguita dallo lì. Poi potremo prenderci un attimo mo che il ministero possa essere stuolo di altre figure di rilievo di respiro, ma prima chiudiamo il parte integrante di questa "squa- giunte in città per la visita di rito: il cerchio». L'affondo arriva al termi- dra". I tasselli mancanti per far sì rettore Ivano Dionigi, il presidente ne del tour della senatrice Stefania che il Campus sia la cerniera fra di Ergo Angelo Giansante, il coor­Giannini, membro del governo ti- città e università tanto auspicata, dinatore del polo di Forlì, Felix San talare del dicastero di Istruzione, sono il padiglione "Sauli-Saffi" e il Vicente, Patrizio Bianchi, assesso­università e ricerca, in visita ieri parco dell'ex ospedale "Morgagni'', re regionale all'università e Alber­negli ultimi arrivati nella cittadel- splendido ma che vogliamo recupe- to Zambianchi, presidente di Seri­la universitaria: il Teaching hub e rare, rendere più funzionale e ac- nar. «Ci sono strumenti finanziari la mensa in piazzale Iginio Lega, al cessibile da vari punti della città, a disposizione, il cui uso va inco­"debutto" ufficiale col taglio del na- con anche nuovi ingressi, compre- raggiato -l'ipotesi di Giannini -per stro delle autorità. A gettare il sas- so corso della Repubblica attraver- Forlì me ne prendo l'impegno po­so per primo Roberto Pinza, pre- so palazzo del Merenda». Una par- litico. Questo di Forlì è un campus sidente della Fondazione Carisp tita che dovrebbe sfiorare i 10 mi- vincente per due ragioni: è innesta­Forlì· ma l'invito a un passo avanti lioni di euro. Pronta la replica del to nel cuore della città e ha saputo del Governo viene subito raccolto ministro: «Intuisco i messaggi in modo pionieristico specializzar­anche dal sindaco Davide Drei. chiari che mi sono stati lanciati in si in modo unico e definito rispetto «Oggi celebriamo la mensa, pezzo questa occasione sulle potenzialità all'Università di Bologna». strategico del Campus, per il quale di sviluppo di questa bellissima Elisa Gianardi

La visita del ministro Giannini con le autorità (foto Fabio Blaco)

Ieri il taglio del nastro con il punto sugli interventi che sono ancora in cantiere

Stefania Giannini

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Welfare. Ritocchi alla riforma Fornero

Pensioni, Paletti annuncia interventi in legge di stabilità Giorgio Pogliotti ROMA

!Blil!Il Governo interverrà sulle pensioni, modificando la riforma Fomeronellaleggedistabilità.Lo ha annunciato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, citando tra le «situazioni da affrontare», quella «dei lavoratori vicini alla pensione ma privi dei requisiti, non coperti da ammortizzatori sociali, che rischiano di trovarsi in una terra di nessuno», e più in generaleilnododella «flessibilità in uscita». Poletti ha ricordato che «l'lnps è impegnata in un la­voro di analisi e nella predisposi­zione delle opzioni possibili che devono essere efficaci ed econo­micamente sostenibili».

L'intervento sulle pensioni non sarà per "fare cassa", ha pre­cisato Yoram Gutgeld -commis­sario alla spending review - che ieri ha ribadito: «Le pensioni non verranno toccate, per ottenere un risparmio significativo avremmo dovuto toccare anche quelle da 2-3mila euro che sono buone pensioni ma non da ricchi. Perciòabbiamodecisodinonfar­lo». Il dossier è allo studio del go­verno con l'obiettivo di disinne­scare' possibili "problemi socia­li", lo stesso Poletti ha rilanciato la proposta del "prestito pensio­nistico" elaborata dal suo prede­cessore, Enrico Giovannini: al la­voratore vicino alla pensione verrebbe data la possibilità di in­cassare in via temporanea un as­segno pensionistico, darestituire in piccole somme allamaturazio­nedel diritto alla pensione di vec­chiaia (si stimano oneri per meno di i miliardo tra il 2015 e il 2024). Traleipotesiincamposullafles­sibilità in uscita c'è la proposta del presidente della commissio­ne Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), che consente con 62 anni di età e 35 di contributi di andareinpensioneconunapena­lizzazione dell'8 per cento. Inol-

treagliuominiealledonnesicon­sentediandarein pensione con41 anni di contributi, indipendente­mente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni. Da Palazzo Chigi le obiezioni riguardano l'entità delle coperture finanziarie. «La prossima settimana - spiega Da­miano - riprenderà il confronto sulle pensioni in commissione, esamineremo nuovi disegni di legge, per arrivare ad una propo­sta unitaria».

Una proposta sarà presentata dall'Inps a giugno, lo ha anticipa­to il presidente Tito Boeri, che ha avviato r operazione trasparenza per far emergere le situazioni di

L'IPOTESI SUL TAVOLO Si riparte dal «prestito» pensionistico pensato dall'ex ministro Giovannini: anticipare la data di uscita in cambio di una penalizzazione

privilegio, con assegni pensioni­stici solo parzialmente coperti dai contributi versati. Il passo successivo potrebbe essere la proposta di un intervento di rie­quilibrio contributivo, o di un contributo di solidarietà per le pensioni più alte (non giustifica­te dai contributi versati). I pro­venti potrebbero finanziare il contrasto a situazioni di povertà, soprattutto nella fascia 55-65 an­ni, o per appesantire gli assegni più bassi. Per Boeri va aperto un confronto con la Ue sul calcolo della spesa previdenziale nel bi­lancio annuale, considerando che ha una dinamica di lungo pe­riodo e i maggior costi nei primi anni sono compensati da succes­sivi risparmi. I sindacati hanno chiesto di avviare il confronto sulle pensioni in una lettera in­viata a Poletti a fine febbraio.

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Lavoro e previdenza

Consulenti. Niente protezione fino a 70 anni

In pensione subito con le tutele crescenti lllfll I lavoratori assunti con il contratto a tutele crescenti non possono beneficiare del­la tutela dell'articolo 18 da quando maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia a quando raggiungono i 70 anni di età. Il decreto legge 201/2ou, che ha riformato le regole previdenziali, ha an­che previsto, per i lavoratori a cui si applica l'articolo 18, che l'efficacia dello stesso si estenda fino al raggiungi­mento del limite massimo di età per il pensionamento.

In passato, una volta com­piuti i 60 aIIDi di età, un lavo­ratore che aveva anche i re­quisiti per la pensione pote­va essere licenziato ad nu­tum. A fine 2007 il limite di efficacia dell'articolo 18 è stato esteso fino al raggiun­gimento, da parte del dipen­dente, dell'effettiva decor­renza del trattamento pre­videnziale. Infine, nel 2011,

si è portato il limite a 70 anni di età (da adeguarsi al­l'aspettativa di vita).

La Fondazione studi dei consulenti dellavoro siè po­sta la domanda se quanto previsto dal Dl 201/2011 si applica anche ai lavoratori assunti con contratto a tute­le crescenti. La risposta è ne­gativa in quanto, si legge in un parere della Fondazione, il decreto legge ha esteso l'efficacia temporale dell'ar­ticolo 18 ma non ha ampliato i soggetti destinatari. Quin­di, dato che agli assunti con contratto a tutele crescentì non si applica l'articolo 18 questi lavoratori non po­tranno rimanere in aziend2 fino a 70 anni per loro scelta così come già accadeva ai di­pendenti delle aziende eh( hanno fino a quindici addet· ti e ai dirigenti.

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Lavoro e previdenza

QUOTIDIANO DEL LAVORO

Riordino in arrivo per le agevolazioni alle assunzioni

L'analisi di oggi del Quotidiano del Lavoro è dedicata alla possibilità di riordino degli incentivi per le assunzioni che potrebbe awenire nell'ambito delJobs act, eliminando quelle non più utili e valorizzando invece quelle effettivamente efficaci per le aziende. Un altro contenuto esclusivo riguarda la precisazione dell'Inps in merito al bonus bebè introdotto dalla legge di stabilità perii 2015: perl'inviodelledomande si deve attendere la circolare dell'istituto di previdenza che seguirà la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dpcm relativo all'agevolazione. Il quotidiano digitale, online dalle ore 6 di ogni giorno, offre gli articoli pubblicati sulla versione cartacea del Sole 24 Ore oltre agli appro­fondimenti di Guida al Lavoro e ai link alla documentazione e della banca dati Unico Lavoro 24. Per tutto il mese di aprile è possibile attivare la consultazione gratuita.

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LA STAMPA - - - ~ - ---- - --~~ ------ - -

I _ja Tusi "depotenziata" e i fon di per gli 80 euro: stangata da 3 miliardi ·~· • 1na stangata da oltre tre miliardi di euro. E' il '!'~1...c·. conto che dovranno saldare i sindaci in corso d'anno tra adeguamento ai costi standard impo­sto dalla legge di stabilità (1,2 miliardi), analoga somma per finanziare gli 80 euro in busta paga nel 2014 e 2015, oltre ai 625 milioni mancanti del fondo compensativo per turare la falla del man­cato gettito Tasi sulla prima casa. I conti li ha fatti la Uil Servizio politiche territoriali, che è andata a quantificare, per le principali città, a quanto ammonterà il taglio per l'effetto combinato delle varie disposizioni.

Escludendo 1,2 miliardi di adeguamento ai costi standard, ancora oggetto di un braccio di ferro tra gli stessi sindaci, la palma di città più "taglieggiata" spetta a Milano, che lascerà sul campo 122,5 milioni, seguita da Roma con oltre 107, Torino con 54,6 e Napoli, che dovrà rinunciare a oltre 53. Rispetto al gettito Tasi del 2014 il mancato riparto del fondo compensativo comporterà invece perdite nell'ordi­ne del 71,9% a Palermo, del 58,9 a Napoli, del 39% a Milano, del 36,5 a Genova e del 27% a Torino.

La Cgia di Mestre punta l'indice contro i mini­steri che dal 2009 a oggi avrebbero subito solo 6,4 miliardi di tagli, mentre le misure anti-crisi sa­rebbero costate agli enti locali 26,4 milìardi.

Nella tabelle a fianco: le prime due colonne sono i tagli subiti per finanziare gli 80 euro. La terza colonna è il mancato incasso dovuto alla cancellazione del fondo di compensazione Tasi. In tutto sono 1,8 miliardi sul 2015. [P. R.J

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LA STAMPA Data

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IL CONTRIBUTO DEI COMUNI PER FINANZIARE IL BONUS DI 80 EURO CONTRIBUTO ALLA CONTRIBUTO ALLA MANCATO TOTALE FINANZA PUBBLICA FINANZA PUBBLICA RIPARTO TASI

(anno 2014) (anno 2015) (anno 2015)

To~·ino 7.165.166 10.765.058 36.659.892 54.590.116

C~enova 4.011.380 6.026.760 27.560.641 ...........................

Milano 13.216.043 19.855.991 89.434.095 ::·',~:, J~'11:~z~!~S~~Z(J~~1Y1~'·;_~~:1:n:~=:~(&~:'.\~t;i~:'.''.' .. ~. ~ 22. so& .12 9

Venezia 4.953.734 7.442.568 2.499.534 14.895.836

3.452.241 5.186.701 7.017.159 15.656.101

fìirenze 4.075.183 6.122.619 3.123.457 13.321.259

R.oma 33.803.667 50.787.161 22.558.909 107.149.737

6.426.254 9.654.905 37.168.880

Bari 2.103.775 3.160.745 1.522.115 6.786.635

P<11li1,~rmo 3.880.634 5.830.326 11.629.770 6.786.635 Fonte: :JIL Serv1z10 Politiche Territoriali

LA TASI DEI DESIDERI CONFRONTO TRA GETIITO

GETIITO MANCATO INCIDENZA PERCENTUALE STIMATO NEL 2014 E MANCATO RIPARTO NAZIONALE STIMATO TASI RIPARTO NAZ. GETIITO TASI

TASI 2015 (anno 2014) TASI (anno 2015) E MANCATO RIPARTO

lori no 136.025.406 36.659.892 27,0

Geno1>u7< 75.430.000 27.560.641 36,5

Milano 229.600.000 89.434.095 39,0

Vene:lia 32.000.000 2.499.534 7,8

48.000.000 7.017.159 14,6

1:1~·f:l'nze 40.499.996 3.123.457 '"'e.n1"ime.tri

7,7 LA STAMPA

Roma 627.454.461 22.558.909 3,6

63.100.000 37.168.880 58,9

Ba.!' i 34.000.000 1.522.115 4,5

Pa!~~rmo 16.176.000 11.629.770 7'11$

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Quotidiano Data 10-04-2015 Pagina 28 Foglio 1

Limiti d'età, neoassunti licenziabili prima Chi è assunto con contratto a tutele

crescenti sarà licenziabile prima per raggiunti limiti d'età. A tali lavorato­ri, infatti, non applicandosi l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, non è garantita nemmeno la permanenza al lavoro fino a 70 anni d'età (cosa garan­tita, invece, a quanti ancora si applica l'art. 18), facoltà prevista dalla riforma Fornero delle pensioni al fine di miglio­rare l'assegno pensionistico. La novità è evidenziata dalla Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, in un approfondi­mento pubblicato ieri.

A lavoro fino a 70 anni e 3 mesi. La questione riguarda la cosiddetta «fles­sibilità» previdenziale, introdotta alla riforma Fornero delle pensioni (articolo 24 del decreto legge n. 201/2011 con­vertito in legge n. 214/2011). In prati­ca, dopo aver semplificato la disciplina prevedendo soltanto due trattamenti (la pensione di vecchiaia e la pensione an­ticipata) e dopo aver elevato i requisiti anagrafici (età) per il conseguimento, la riforma ha introdotto questa novità assoluta per la nuova pensione di vec­chiaia: la flessibilità.

Si tratta di un meccanismo premiale a favore di chi ritardi l'accesso alla pen­sione, rispetto all'età minima stabilita per legge; infatti, proseguendo l'attività lavorativa oltre l'età minima di pensio­ne, si viene premiati con l'applicazione di un «coefficiente di trasformazione» di misura più conveniente (è il coef­ficiente che trasforma i contributi in pensione).

Al fine di garantire ai lavoratori dipen­denti l'effettiva possibilità di avvalersi della nuova «flessibilità», la riforma ha esteso la tutela della «Stabilità» fino ai 70 anni d'età (si veda ItaliaOggi del 6 dicembre 2011), stabilendo che l'effi­cacia delle disposizioni dell'articolo 18

della legge n. 300/1970 (statuto dei lavo­ratori) «opera fino al conseguimento del predetto limite massimo di flessibilità», limite soggetto all'adeguamento alla speranza di vita (fino al 31 dicembre è di 70 anni e 3 mesi; dal 1° gennaio 2016 salirà a 70 anni e 7 mesi).

Le tutele crescenti. Chi è stato assun­to dal 7 marzo 2015, data di entrata in vigore del dlgs n. 23/2015 che ha intro­dotto il contratto a tutele crescenti, non essendo più destinatario dell'articolo 18 non ha alcun diritto di «stabilità» fino ai 70 anni d'età.

Ciò perché un'analoga norma non è stata prevista all'interno della nuova disciplina, né appare praticabile l'esten­sione della stessa norma della riforma Fornero, cioè il citato articolo 24 che recita: «Nei confronti dei lavoratori dipendenti, l'efficacia delle disposizio­ni di cui all'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 e successive modi­ficazioni opera fino al conseguimento del predetto limite massimo di flessi­bilità». Infatti, secondo la Fondazione «sul piano letterale, dunque, la norma si pone l'obiettivo di «estendere» la tutela legale dell'articolo 18 nel suo ambito temporale ma non anche nel suo ambito soggettivo».

Tali lavoratori, in conclusione, saran­no licenziabili per raggiungimento dei limiti pensionistici a 66 anni e 3 mesi se uomini e a 63 anni e 9 mesi se donne fino al prossimo 31 dicembre 2015; e a 66 anni e 7 mesi se nomini e a 65 anni e 7 mesi se donne a partire dal 1 ° gennaio 2016 (e fino al 31 dicembre 2018 quan­do ci sarà un ulteriore aggiornamento dell'età per la pensione in conseguenza all'adeguamento alla speranza di vita).

Daniele Cirioli ~Riproduzione riseroata---11

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«Pensioni, si cambia» La svolta del governo .,..Paletti: «Metteremo mano alla riforma Fornero nella prossima legge di Stabilità»

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10-04-2015 13 1

ROMA Con la prossima legge di zione di «una maggiore flessibili- ri formalmente in Senato, ri­Stabilità il governo riprenderà in tà in uscita che sia graduale e so- spondendo nel corso del que­mano il dossier pensioni, per ri- stenibile economicamente». Il stion time. toccare la legge Fornero in dire- ministro Poletti lo ha ribadito ie- Cifoni a pag.13

Pensioni, Paletti: cambierà la Fomero Assegno ridotto per chi lascia prima

PREVIDENZA ROMA Il ministro Poletti lo aveva detto nelle scorse settimane e ieri lo ha ribadito formalmente in Se­nato, rispondendo nel corso del question time: il prossimo autun­no il governo riprenderà in mano il dossier pensioni, per ritoccare la legge Fornero in direzione di «una maggiore flessibilità in usci­ta che sia graduale e sostenibile economicamente».

LE COPERTURE «.L'intervento - ha avvertito Polet­ti - potrà avvenire solo all'interno della legge di Stabilità perché è lì che bisogna quantificare e qualifi-care le risorse per le scelte da fa­re». Insomma, la riforma della ri­forma avrà dei costi, in termini di maggiore spesa pensionistica, ri­spetto alle regole definite ormai più di tre anni fa ed entrate in vi­gore all'inizio del 2012. Già da tempo sono stati ipotizzati corret­tivi di vario tioo: l'idea di fondo è

. permettere ai lavoratori di lascia­re il proprio posto in anticipo ri­spetto agli attuali requisiti di età, accettando però una decurtazio­ne dell'assegno. In Parlamento esistono già diverse proposte che vanno in questa direzione, come quella che prevede l'uscita flessi­bile in un arco che va dai 62 ai 70 anni. Del tema ha parlato recentemen­te anche il presidente dell'Inps Bo­eri, anticipando che l'istituto for­mulerà una propria proposta por­tandola all'attenzione del legisla­tore. Il nodo è proprio quello delle coperture finanziarie. Teorica­mente è possibile costruire un meccanismo in cui la riduzione della pensione risulti nel tempo equivalente al maggior esborso le­gato all'uscita anticipata. Ma in questo caso il taglio del'assegno dovrebbe essere abbastanza rile­vante.

IL NODO DELLA UE C'è però un problema più genera­le, menzionato anche da Boeri:

ALLO STUDIO IL MINISTRO LA POSSIBILITA' DI AUMENTARE GRADUALMENTE LA FLESSIBILITA' IN USCITA DAL LAVORO

HA ANNUNCIATO L'ARRIVO DI MODIFICHE DA INSERIRE NELLA PROSSIMA LEGGE DI STABILITA'

mentre la maggiore spesa si mani­festerebbe in tempi rapidi, a cau­sa del prevedibile affollamento di richieste da parte di lavoratori in precedenza bloccati, i benefici fi­nanziari arriverebbero solo in un secondo momento e progressiva­mente, a mano a mano che i neo­pensionati fruiscono delle presta­zioni ridotte. Dunque nell'imme­diato sarebbe comunque necessa-

rio trovare risorse alternative, per non incidere negativamente sui conti pubblici. Per affrontare que­sto problema il governo pensa an­che di premere sull'Unione euro­pea, perché riconosca che LO sfa­samento temporale non indeboli­sce il sistema previdenziale nel lungo periodo, non ne minaccia insomma la sostenibilità. Ma con le altre partite ancora aperte in te­ma di flessibilità dei bilanci euro­pei, l'esito di una trattativa del ge­nere non appare scontato. Di qui necessità di inserire gli aggiusta­menti alla legge Fornero nell'am­bito della prossima manovra di fi­nanza pubblica.

L.Ci.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha ribadito che vuole mettere mano alla riforma delle pensioni

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Lavoro

Le assunzioni con l'incentivo piacciono alle piccole imprese NONOSTANTE i numeri delle as­sunzioni del primo bimestre dia­no poche certezze sul fronte dell'occupazione, qualche prima considerazione sugli effetti degli incentivi governativi si può fare. Tra le aziende che hanno firmato i 45 mila contratti a tempo inde­terminato usufruendo degli sgravi previsti, il 60 per cento ha meno di 15 dipendenti, le altre non superano i 50. Lo calcola la Fondazione studi consulenti del lavoro, secondo cui tra i settori più attivi figur~rto •turismo e• commercio. Piccolo è meglio? Secondo il presidente Rosario De Luca le aziende maggiori hanno atteso il contratto a tutele crescenti, previsto dal Jobs Act, in vigore da marzo: «Ma nessu­na norma, senza crescita, può garantire più assunzioni», dice. La Fondazione prevede per il 2015 un aumento degli occupati dell'lper cento. E teme che, se si realizzeranno invece gli 1,7 mi­lioni nuovi assunti stimati dal governo, ci saranno problemi di bilancio: il costo, in termini di minori entrate fiscali, sarebbe più del doppio degli 1,8 miliardi previsti. Chiara Organtini

Settimanale Data 16-04-2015 Pagina 40 Foglio 1

News Economia

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Quotidiano Data 10-04-2015 Pagina 39

LE VERIFICHE SUGLI ABUSI DELLA LEGGE 104

Sono un dipendente dell'ospedale San Martino che fra il 201 O e il 2013 ha accudito la madre convivente, ve­dova e disabile grave (Legge 104, art. 3 comma 3) fino alla sua morte (set­tembre 2013), fortunatamente aiu­tato da mia moglie (lavoratrice pri­vata) e persino da mio figlio dodi­cenne. Martedì scorso ho letto sul Se­colo XIX che la Guardia di Finanza è impegnata a "verificare abusi della cosiddetta Legge 104, dei permessi conce~si. da azien~e pubbliche e pri­vate ai dipendenti che devono assi­stere familiari portatori di handicap e malati gravi". In un Paese dove l'evasione fiscale raggiunge i 60 mi­liardi di euro, la Guardia di Finanza invece di incrociare i dati del Pub- ' blico Registro Automobilistico con le dichiarazioni dei redditi, è impe­gnata a verificare gli abusi della Legge 104. Pochi si rendono conto di cosa significa assistere un disabile convivente 24 ore al giorno tutti giorni dell'anno; tre giorni al mese di permesso significano assai poco come aiuto sociale e costano allo

spendere un sacrosanto diritto pre­visto per legge. LETTERA FIRMATA e-mail

Sembrerebbe che il Pubblico Potere, non volendo colpire i grandi intrallazzatori abbia individuato nei disabili il ne-mico pubblico numero uno. Secondo i calcoli fatti dal no-stro lettore, la situazione alla Asl 3 sarebbe la seguente: i permessi 104 (3 giorni al mese) sarebbero fruiti dal 4,66 % dei dipendenti in servi-zio, ognuno dei beneficiari percepisce gratuitamente un settimo d~llo_ stipendio (tre ven~nesimi al mese), czo significa che, se tuttz i beneficiari si comportassero scorrettamente, l'Asl su­birebbe un danno economico pari allo 0,66% del monte salario complessivo mentre, secondo fonti ufficiose, i giorni di permes~o ~iti dai lavoratori coinvolge­rebbe czrca il 18% del personale; in tal caso il danno economico ammonterebbe al 2,55 % . Mi pare che ci siano ben altri sprechi nelle Asl. Quanto al Regolamento Organico del San Martino è tutto vero anzi peggio. In data 7 settembre 2012,' avendo 1:icevuto da un sindacalista copia del succitato regolamento, ho pubblicato un articolo in cui si denunciavano alcune straI?~zze: all'articolo 6, paragrafo c, si stabilisce che nella presentazione

Stato italiano assai meno rispetto a quanto spendono gli altri Stati euro­pei. Veniamo alle cifre dell'Asl 3 Ge­nova: 4.850 dipendenti, 1.048 aventi diritto ai permessi, 21,6% i fruitori= 226 lavoratori su 4.850 hanno fruito dell'istanza per la fruizione di~ giorni al mese di permesso retri- dei benefici previsti dalla bmto, comportando un costo risibile Legge 104/1992 venga alle-per la Asl. Molto meno di quanto co- gata una "dichiarazione so-steranno le indagini per scoprire un stitutiva di atto notorio di cia-numero di irregolarità probabil- scunfamiliare lavoratore che mente basso, visto la caccia ai falsi non può occuparsi del disa-invalidi in Liguria di alcuni anni or bile". Il Consiglio di Stato sono ha dato risultati inferiori all'1%. (sentenza n. 394/1997) ha Ma, se per caso l'azione della Guardia stabilito che i permessi previ-di Finanzia è stata richiesta dalla Asl stia favore dei lavoratori che 3 Genova, vorrei segnalare che nel assistono familiari disabili 2011 l'ammin_istrazion~ dell'Ospe- non~~n~_subordin~ti al!a mancanza di dale San Martmo emano un regola- familian zngrado di asszstere il portatore mento organico che vietava l'uso dei di handicap, perché non è immaginabile permessi 104 nei tre mesi estivi, in c~e l'assistenza al disabile si fondi esclu-fl'.lgrante v~olazione della Legge. s!va'!1ente s~ quellafa!11;iliare. I!!fine,

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"' o Ci fu un articolo sul Secolo XIX e il re- l artzcolo 9 vieta la fruzzwne dei permessi golame~to f~ ~ongelato, ~dora arriva giof!Ialieri mensili nei perio~i estivi da la Guardia di Fmanza. Chiedo se sia luglw a settembre, contraddicendo ~ più grave il comportamento di chi quanto disposto dal ministero del Lavoro, ~" durante.un giorno di permesso, v~ n~lla risposta al_l'interpe!lo n. 21/2011 del _g due ore m palestra o chi tenta di so- Szndacato Nursznd. Mi rzsulta che, dopo {l

la pubblicazione del mio articolo, il rego- ~ r--~~~~~~~~~----:-:;-----==-=~:-:-:=------:;-::~~:--;------:-~~----,---------,-~~~~~~__J8

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lamento sia stato congelato ma, conside­rato che il mio articolo è stato pubblicato il 7 settembre 2012 e il Regolamento Or­ganico è entrato in vigore il 22 dicembre 2011, è possibile che alcuni lavoratori del San Martino abbiano subito qualche vio­lazione dei propri diritti.

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Guai se la Pa riformasse se stessa Carlo Mochi*

S arano? i dirigenti .a r!f~rmare la dirigenza pubbhca? Da un paio di giorni la Legge Madia che delega il governo ad agire per una radicale riforma delle amministrazioni pubbliche è ap­

prodata in Senato. Il voto finale è atteso entro la prossima settimana, poi Qasserà alla Camera per l'approvazione definitiva. È una legge che inciderà profondamente sull'assetto della Pa e che, tra l'al­tro, rivoluziona la dirigenza pubblica introducen­do ooll~1IDodifiche sostanziali. Anzitutto, la legge . delega mtroduce il ruolo unico dei dirigenti, che non saranno più legati quindi alle singole ammini­st.t::&cZt©::1;1hlGhil conseguente disboscamento della giungla retributiva per cui ora un dirigente del mi­nistero Politiche Agricole guadagna un terzo in meno di un suo pari grado della Presidenza del Consiglio dei ministri. Poi, abolendo le due fasce in cui attualmente sono divisi i dirigenti, disaccoppia lo status dall'incarico, che dovrà essere sempre as­segnato dopo un esame del curricolo, delle compe­tenze, della carriera e dei risultati ottenuti. Oggi un dirigente di prima fascia rimane tale, quale che sia l'incarico che ricopra, con la nuova legge incarico e retribuzione relativa saranno assegnati di volta in volta al dirigente più adatto, dopo un interpello pubblico e un esame delle competenze, e questo incarico non potrà durare più di tre anni con un solo rinnovo possibile. Poi si rimette tutto in gioco e per restare dov'è il dirigente dovrà partecipare ad un nuovo processo di selezione.

Perché le scelte non siano arbitrarie la legge pre­vede anche l'istituzione di una banca dati nella quale inserire il curricolo e un profilo professiona­le per ciascun dirigente, comprensivo delle valuta­zioni ottenute nei diversi incarichi ricoperti. Nei fatti quindi si crea un vero e proprio "mercato" del­la dirigenza pubblica dove idealmente possano es­sere scelti i migliori e i più adatti per ciascun inca-rico, su una base oggettiva e trasparente. Un diri­gente che dopo un certo lasso di tempo non viene sc~lto pe~ nessun incarico entra in "disponibilità" e viene stimolato a passare al settore privato, favo­ren~one la ~abilità, .altrimenti, dopo un congruo penodo che i decreti delegati fisseranno, decade dal ruolo unico. Viene inoltre favorita la mobilità tra amministrazioni, che ora è praticamente nulla e la mobilità verso il privato sia in andata sia in ri­torno, cercando così di evitare, come per altro im­<pone anche la legge anticorruziooe, che i dirigenti

pubblici entrino in un'amministrazione e in un uf­ficio e restino lì congelati per tutta la vita.

Questa,svolta storica ha molti sostenitoni;.Bpe: cie tra gli specialisti di management e nel settore pr.ivato, che vedono con fastidio un dirigente pub­bhco che non abbia il rischio nel suo dna come ha invece sempre un dirigente privato. Moltissimi so­no però gli oppositori, soprattutto, come è ovvio nell'amministrazione stessa. '

Sarà questa la volta buona, a quasi vent'anni dal­le riforme Bassanini che per prime ipotizzarono il ruolo unico, per una riforma attesa da decenni? A mio pare~e «Si può fare se», come recita lo slogan del prossimo Forum Pa. Si può fare se non preten­deremo di affidare la realizzazione di una riforma così ra~icale agli stessi dirigenti che con essa per­dono s~curezza e st~t.°~· anche se in fondo guada­gnano m responsabihta, in autonomia e, probabil­~ente, anch~ in immagine nei confronti di un'opi­n~one pubbhca che, oggi li vede come «garantiti a :rita». La Pa non puo essere riformata dall'interno: e n~c.e~sario spostarci fuori e assegnare la respon­sabi.hta d~l cambia~ento e della sua guida a sog­getti t:rzi : n~u~rah che si muovano con logiche oggettive di efficienza e di managerialità.

Su f}Uesta strada non c'.è da inventare nulla, ba­sta guardare alle esperienze di molti dei Paesi di common law che, con un atteggiamento meno re­veréH~iale nei confronti dell'Amministrazione che per noi mantiene sempre la lettera maiuscola: hanno istituito commissioni indipendenti che si occupano proprio dell'organizzazione del settore pubb~ico, degli incarichi ai dirigenti e della loro va­lutaz10ne, dell'efficacia della loro azione in termi­ni di impatto sulla vita del Paese. Così opera la Au­str.alia~ ~u~lic service commission che si occupa dei codici di condotta, degli incarichi e delle valu­tazioni dei dirigenti pubblici australiani· simili i rùoli del Office of personnel management statuni­tense, che cura tutti gli incarichi nel Governo Fede­rale e laPublic service commission ofCanada. Con ancora più marcata indipendenza il britannico Commissioner for public appointment che, con or­goglio british, dichiara di «essere nominato dalla Corona, di essere indipendente dal governo e di non essere ~n dipendente pubblico». A riprova che se una nforma della Pa non può essere fatta contro i suoi dirigenti, è velleitario e contròprodu­cente farla disegnare e gestire da loro. La disegne­rebbero a loro misura perché, come diceva Monte­squieu, «se i triangoli facessero un Dio, gli dareb­bero tre lati».

*Presidente Forum Pa

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